II CIRCOLO DIDATTICO “Aldo Moro” GUBBIO “IntensaMente” Piano dell’Offerta Formativa Wassili Kandinskij, Composizione 8 (1923) POF 2013/2014 “ La persona che funziona pienamente è una personalità in continuo stato fluido, una personalità costantemente mutevole i cui comportamenti specifici non si prestano a previsione. La sola previsione che potrebbe essere emessa circa il suo comportamento, è che manifesterà in ogni occasione un grado di adattamento creativo perfetto e che questo individuo si impegnerà in un continuo processo di attualizzazione” (Carl Rogers) Linee guida La Costituzione della Repubblica Italiana sancisce i diritti inviolabili e i doveri fondamentali dell’uomo come singolo individuo, sia nella sfera della sua vita privata, dove esprime la propria personalità, sia nella sfera pubblica, dove adempie a doveri politici, sociali, economici. “ La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo …” ( art. 2 ). Essa assegna alla scuola il compito di favorire la formazione di ogni persona per la crescita civile e sociale del Paese come stabilito dagli articoli 3 e 34. “ Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale[…]. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese” ( art.3) Ne consegue che l’istruzione pubblica è un diritto al quale nessuno puo’ o deve rinunciare e, in quanto fondamento di sviluppo individuale e sociale, essa deve essere aperta a tutti. “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita…”(art. 34). In quest’ottica l’azione educativa del Circolo, che salvaguarda la libertà d’insegnamento sancita dall’art. 33, tende a sviluppare le potenzialità di tutti gli alunni per favorire uno sviluppo armonico e integrale che formi una persona in grado di muoversi e interagire nella società complessa. La scuola, dunque, si propone di predisporre il percorso formativo dei cittadini del futuro improntando la sua azione sia al rispetto del dettato costituzionale della Repubblica Italiana sia al rispetto della Carta dei Diritti dell’Infanzia stabiliti dalla Convenzione dell’ONU del 1989. L’elaborazione del Piano dell’Offerta Formativa si ispira anche alla raccomandazione del 18 dicembre 2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea in cui vengono declinate le otto competenze-chiave per l’apprendimento permanente: 1.Comunicazione nella madrelingua 2.Comunicazione nelle lingue straniere 3.Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia 4.Competenza digitale 5.Imparare a imparare 6.Competenze sociali e civiche 7.Spirito d’iniziativa e imprenditorialità 8.Consapevolezza ed espressione culturale. Il lavoro scolastico si innesta sull’apprendimento del fare e del sapere mirato all’acquisizione di tali competenze che costituiscono la trama sulla quale tessere uno dopo l’altro i fili di un processo educativo di sviluppo equilibrato e graduale degli alunni. Il POF del Circolo è orientato alla condivisione di alcuni principi fondamentali: UNITA’ I docenti del Circolo si riconoscono in una visione condivisa della scuola intesa come Comunità educante, promotrice di crescita individuale e sociale, che pone l’alunno al centro della propria azione educativa.Si tende alla realizzazione di un percorso formativo in cui sia possibile la connessione tra i dati scientifici e i significati umani per la costruzione di un sapere che sappia parlare di oggi nella prospettiva del domani. PROMOZIONALITA’ Attraverso il P.O.F. si intende operare una sintesi dell’esperienza già sedimentata all’interno del Circolo per trasformare in memoria storica quanto di positivo è stato prodotto. Nell’ottica della valorizzazione del lavoro precedente si vogliono sollecitare motivazioni, intelligenze, energie e promuovere azioni che rendano la scuola idonea a tradurre l’attività educativa in costruttive pratiche formative. SINTESI-ESSENZIALITA’ L’educazione passa attraverso l’insegnamento quotidiano di una cultura che comprende la nostra condizione e che ci aiuta a vivere. Si tende perciò a promuovere strategie operative positive, adeguate ai bisogni affettivi, emotivi, educativi dei bambini, con delle scelte didattico-educative adeguate e che sappiano rispondere alle attese del territorio e con esse adeguarsi. VISIBILITA’ La scuola intesa come comunità che si evolve, può progredire se sa imparare dalle sue esperienze migliori. Sulla base di questo principio i docenti sono impegnati alla creazione e allo sviluppo di strumenti per la raccolta e la divulgazione della documentazione relativa alle esperienze didattiche più significative della creatività progettuale degli insegnanti. VERIFICABILITA’-RESPONSABILITA’ La logica della trasparenza, nello spirito dell’autonomia come istituzioni scolastiche, esige che i percorsi formativi e culturali siano prima di tutto rivisti dall’interno con sguardo critico e spirito di miglioramento dell’offerta educativa e formativa. Solo così si può lavorare sul confronto con l’esterno e raccogliere le istanze per il perfezionamento continuo dei processi. FLESSIBILITA’ Il P.O.F. deve essere un documento duttile, che può evolversi e cambiare; un documento che sappia arricchirsi continuamente delle scelte operate dai docenti per il miglioramento dei curricoli, sia sulla base delle indicazioni ministeriali, che sulle istanze delle trasformazioni ed esigenze del contesto culturale, sociale ed economico del territorio e della società più vasta. CONTINUITA’ Come si evince dalle “Indicazioni per il Curricolo”la scuola, dall’infanzia alla secondaria di 1° grado, è una. Essa infatti pone a fondamento del curricolo da progettare la centralità della persona, il concetto di cittadinanza, la comunità educante. La scuola dell’infanzia, la primaria e la secondaria di 1° grado, ciascuna con i suoi ruoli specifici e distinti, devono offrire un “gioco di squadra” coordinato e sinergico in una situazione di reale continuità in cui una scuola prosegue, approfondisce e completa ciò di cui l’altra ha posto le premesse. Per questo nel Circolo si tende a mettere in atto un sempre maggiore impegno nella ricerca di modalità dialoganti, nella collaborazione costruttiva, nel riconoscimento reciproco delle professionalità. INTERCULTURALITA’ La scuola è il primo contesto di socializzazione pubblica intesa come garante del diritto- dovere all’istruzione dei bambini stranieri presenti sul territorio e nel Circolo. Essa ha come fine l’integrazione scolastica-sociale, la comprensione delle analogie e delle differenze tra le culture, la conoscenza e l’accettazione delle diversità per creare rapporti positivi tra gli alunni. In questa dimensione l’educazione alla cittadinanza rappresenta il filo conduttore delle molteplici esperienze realizzate dalla scuola per comprendere se stessi, gli altri, l’ambiente. AUTOVALUTAZIONE Intesa come controllo dei processi attivati e presa di coscienza dei punti forti e dei punti critici relativi alle scelte organizzative-educative- didattiche, per avere la possibilità di riprogettare l’offerta formativa al fine di valorizzare gli stili educativi volti all’ascolto e alla promozione della persona. Il territorio1 Il Comune di Gubbio Il Comune di Gubbio è uno dei più vasti d’Italia e il maggiore dell’Umbria, estendendosi per 525 km2, dei quali 199 sono sopra i 600 m. esso confina a Sud con Perugia e Valfabbrica, ad Est con Gualdo Tadino e Fossato, a Nord con Costacciaro, Scheggia, Cantiano ( Marche), ad Ovest con Umbertine e Pietralunga. L’eugubino presenta una morfologia assai varia, per l’alternarsi di vallate, colline e catene montuose; netto è, in ogni modo, il predominio dei rilievi, anche se non molto elevati. Il territorio è costituito a Nord da una zona montuosa, che si unisce all’Appennino UmbroMarchigiano con rilievi che s’innalzano ripidissimi, assumendo l’aspetto di montagne imponenti, nonostante la modesta altitudine ( le cime non superano i 1000 m). Alle spalle di questi rilievi, in direzione Nord-Est, si erge un’altra piccola serie di rilievi rappresentata dalle arenarie della Serra di Burano ( con quote oscillanti fra 800-1000 m). Al centro si estende una pianura abbastanza ampia, circa 6000 ettari, di forma oblunga. A Sud si trovano catene di colline che dividono il territorio dalla valle del Tevere, dalla Piana di Assisi e, più lontano ancora, da quella di Foligno. Le quote estreme del territorio comunale vanno dai 241 m della pianura ( località Pian d’Asino) ai 1005 m della regione montuosa (Cima della Serra di Burano). L’idrografia è rappresentata dal fiume Chiascio, che nasce dietro il Monte Ingino, dalla Saonda, suo affluente, dall’Assino, che nasce dietro il monte Semonte e, come il fiume Chiascio, sfocia nel Tevere.A Nord-Est il territorio del Comune è bagnato dal fiume Burano, che assegna il nome alla zona che attraversa. Aspetto demografico La popolazione residente nel comune di Gubbio al 02/11/2007 è di 32.613 unità suddivisi nelle seguenti fasce di età: 0-14 anni 4356 15-20 anni 1852 20-40 anni 8502 41-60 anni 8944 oltre i 60 anni 9607. La densità di popolazione è di 61,9 abitanti per Km quadrato. I residenti nel capoluogo sono 14.870 di cui 3.016 nel centro storico e 11.754 nell’espansione urbana. L’analisi demografica evidenzia che gli stranieri residenti nel comune sono 1.773. Dai dati si può notare che la popolazione eugubina è una popolazione che sta invecchiando inoltre 1 FONTI Aspetto storico: O.Lucarelli “ Storia di Gubbio” Edizione Rotare P.L.Menichetti “ Storia di Gubbio” Editore Petruzzi P. Micalizzi “ Storia dell’Architettura e dell’Urbanistica di Gubbio” Edizioni Officina Aspetto geografico: Tesi di Laurea di Anna Finori Tesi di Laurea di Donatella Carnevali Personale dell’ufficio tecnico del Comune di Gubbio Aspetto culturale: Personale della Biblioteca Sperelliana Personale dell’Archivio storico di Gubbio Depliant del Museo Diocesano di Gubbio il saldo naturale nell’anno 2006 fra nascite (263) e decessi (333) è di –70. Aspetto socio-economico Dall’analisi dei dati riguardanti il settore primario, secondario e terziario avanzato, è emerso che il settore in cui c’è stata una tendenza evolutiva è quello dei servizi.In particolare è fiorente il settore legato al turismo che fa registrare circa 300 mila presenze annue, di cui, però molte sono “ mordi e fuggi”. Incrementate invece negli ultimi periodi le presenze negli agriturismi, che nella zona sono di alto target . Per quanto riguarda le attività commerciali e artigianali nel centro storico ve ne sono 400, nell’immediata periferia e nelle frazioni 1.200. Tali numeri sono stabili nel tempo, ma nascondono una alta “ mortalità” di attività in quanto se ne formano continuamente di nuove che però hanno breve durata. Per quanto riguarda il settore industriale, due sono le industrie importanti : i cementifici Colacem e Barbetti che figurano ai primi posti in Italia. Aspetto storico-urbanistico “ Le nostre città non sono frutto del caso o di tendenze più o meno spontanee allo sviluppo o alla decadenza, ma sono un concentrato di elaborazioni progettuali, di significati simbolici, di stratificazioni materiali che è necessario decifrare, conservare e valorizzare, dando un senso nuovo e un giusto valore ad un patrimonio che, nonostante tutto, è ancora in gran parte integro.” ( da “ Storia dell’architettura e dell’urbanistica di Gubbio” di Paolo Micalizzi -premessa di Enrico Guidoni). Il territorio comunale di Gubbio è senz’altro da considerarsi un esempio valido e indicativo di come, all’interno della città, elementi urbanistici ed architettonici di diverse epoche finiscano per fondersi ed integrarsi in un equilibrio che può essere letto e valorizzato in chiave storicistica. Pertanto, l’analisi degli aspetti storico-urbanistici risulta particolarmente complessa e ci sembra utile enunciare alcuni elementi essenziali che possano, poi, essere ripresi in indagini particolareggiate. a) Negli ultimi anni, numerose ricerche hanno permesso di portare alla luce reperti del periodo preistorico, chiarendo anche il significato di alcuni insediamenti. La ricerca geologica e paleontologica effettuata sul Bottaccione ( Gola dell’iridio) ha permesso di valorizzare tale sito come zona d’interesse mondiale. b) In riferimento al periodo umbro, “ se la ricchezza della civiltà ikuvina all’interno del mondo umbro è ampliamente attestata dalle Tavole, sul territorio le testimonianze concrete di tale civiltà sono numericamente assai scarse.” (Micalizzi) Tutto questo ha portato a molteplici interpretazioni sulla localizzazione dell’Ikuvium. Rimane comunque l’enorme significatività delle Tavole Eugubine. I reperti rinvenuti durante i lavori di manutenzione in Via dei Consoli fanno pensare ad una necropoli pre- romana e sono oggetto di studio da parte degli esperti. c) L’insediamento romano si sviluppa nella parte pianeggiante della città. Gubbio fu “ Municipium” romano. Le testimonianze di quest’epoca sono il Teatro Romano, le Terme, che si trovano all’interno della città, il Mausoleo e resti di numerose necropoli nelle adiacenze del perimetro urbano. Tale presenza è oggi maggiormente esperibile grazie all’allestimento del Museo Archeologico all’interno del Palazzo dei Consoli e dell’Antiquarium nei pressi del Teatro Romano. d) Molto significativo e ricco sia per le caratteristiche architettoniche, civili e religiose, sia per i documenti, è il periodo medioevale. Ad esso corrisponde il fiorire di una straordinaria architettura civile pubblica che vede il suo sommo splendore nella cinta muraria, nel Palazzo dei Consoli, del Podestà, Capitano del Popolo…ma anche- e questa appare un’ulteriore ricchezza del centro storico eugubino- nel tessuto edilizio privato che denota la sostenuta floridezza economica del libero Comune nel periodo compreso tra la fine del 1100 e la metà del 1300. All’architettura urbana si aggiunge una vasta tipologia di castelli e rocche, pievi e monasteri, in tutto il territorio rurale, sorti nell’’Alto e Basso Medioevo, che sono stati valorizzati in seguito alle ristrutturazioni post- terremoto e/o alle nuove destinazioni d’uso ( case-vacanza, agriturismi…). Anche l’architettura e l’arte religiose offrono esempi di assoluto prestigio, dal punto di vista stilistico,Alto Medioevale, romanico, gotico, e funzionale all’organizzazione dello spazio cittadino: pensiamo ai numerosi conventi e monasteri all’interno dell’organismo urbano ( S. Pietro. S. Agostino, Cattedrale…), oltre ai già citati insediamenti religiosi sparsi in tutto il territorio comunale( per esempio la chiesa romanica di Loreto , molto ben conservata, l’abbazia di Camporeggiano), come gli insediamenti nel sentiero francescano che interessano il territorio di due plessi del nostro circolo, Scritto e Colpalombo. Per la ricchezza delle presenze architettoniche e documentaristiche, appare evidente come la città possa divenire “ laboratorio a cielo aperto “, come dimostrano gli opuscoli redatti dal sistema Museo del Palazzo dei Consoli, relativi ad esperienze di animazione e ricerca per i ragazzi sulla Gubbio medioevale. e) Nel periodo rinascimentale Gubbio diventa la seconda città del Ducato di Montefeltro, tanto che Federico vi pone la sua dimora, ristrutturando l’originario Palazzo dei Consoli, avvalendosi della collaborazione di Francesco di Giorgio Martini. Tracce di questo periodo sono evidenti nella pensile Piazza Grande, nel Portale di palazzo della Porta, in alcune facciate e all’interno di alcune chiese. f) Nei periodi successivi, se si eccettua qualche intervento in epoca barocca,( Chiesa della Madonna del Prato, Edificio delle Orfanelle), l’intervento dell’uomo si limita alla ristrutturazione edilizia di alcuni edifici, per arrivare alla costruzione del Teatro ( 1737), e alla costruzione dello Spedal Grande Rinnovato ( 1749-1766). g) Nell’Ottocento le iniziative sono incentrate principalmente nella riedificazione e ristrutturazione di molte strade del centro storico e della campagna limitrofa, oltre che nella costruzione di un buon numero di scuole rurali e di cimiteri. La traccia architettonica più evidente è la facciata neo-classica di Palazzo Ranghiasci. Se in questo periodo non esistono significativi edifici, si possono però individuare temi di ricerca molto affascinanti, che si basino maggiormente sull’accesso ai vari archivi e sull’analisi dei documenti. Pensiamo, per esempio, alla storia della Società Operaiao di altre organizzazioni laicoreligiose che, iniziate alla fine dell’Ottocento, ebbero nei primi decenni del Novecento pieno sviluppo. h) Nel ‘900 gli interventi più significativi si spostano alle zone periferiche con un notevole sviluppo edilizio. In questo periodo fu attuato lo sventramento del tratto delle mura adiacente la Porta Marmorea, quindi l’ingresso alla città perde l’aspetto scenografico per dare continuità al rapporto città- campagna. Dopo l’ultima guerra, a fronte di un generale incremento della popolazione, si registra una diminuzione del numero dei residenti nel centro storico. Il Monumento ai caduti, il Mausoleo dei 40 Martiri, l’edificio scolastico di Via Perugina sono tracce visibili dell’architettura della prima metà del Novecento. Elemento non trascurabile è l’architettura rurale, con la sua caratteristica tipologia: la tipica casa colonica eugubina, le “ cai” del Buranese, le Palazze dei territori più lontani. Oggi è molto evidente l’espansione che dagli anni ’70 ha portato alla definizione della città lineare, lungo la Strada Statale 219, da Branca a Camporeggiano. A fianco dell’immediata espansione urbana, che assieme al centro storico costituisce il centro urbano, alcuni nuclei frazionali storici, come Semonte e Cipolleto, stanno conoscendo un forte incremento nell’urbanizzazione con edilizia economica popolare. Altri, come Padule, Mocaiana,Torre, Branca, sono attualmente in espansione sia abitativa che artigianale e industriale. Essi hanno assunto e stanno assumendo la fisionomia di veri e propri quartieri urbani per la presenza do servizi sociali e commerciali che rendono la vita dei cittadini più autonoma rispetto al passato.Di fatto, però, questo sta provocando un progressivo allontanamento dalla città, con una grave perdita, da parte dei giovani, del senso di identità e di appartenenza. Nel nostro comune sono presenti, inoltre, zone di montagna con una forte valenza ambientale,particolarmente lontane dal centro urbano che nell’ultimo decennio hanno visto un ripopolamento ad opera di immigrati provenienti da aree metropolitane. Aspetto folkloristico Il patrimonio folcloristico eugubino è particolarmente ricco. Esso ha origine, in massima parte, nel periodo medioevale per poi subire trasformazioni ed evoluzioni che ne hanno lasciati, però, integri i significati più profondi. La massima espressione folcloristica della città è rappresentata dalla Festa dei Ceri; segue il Palio della Balestra e, la sera del Venerdì Santo, ricordiamo la Processione del Cristo Morto, momento religioso, legato alla tradizione popolare, che da molti anni ormai attira molti turisti. Alle feste e tradizioni più conosciute si aggiunge, nel corso degli anni, la manifestazione del Palio dei Quartieri che si ispira al Palio della Balestra. Da oltre 20 anni nel periodo natalizio viene allestito, lungo il versante del Monte Ingino che domina la città, l’albero di Natale più grande del mondo formato da centinaia di punti luce, diventato ormai famosissimo. Aspetto culturale Buono è il contesto culturale nel territorio di Gubbio. Nella nostra città, infatti, si trovano: • Un museo diocesano, di recente ristrutturazione, ubicato nel Palazzo dei Canonici della Cattedrale, che custodisce testimonianze d’epoca romana e altomedioevale, esempi di pittura del ‘200 e ‘300 e di pittura quattrocentesca della bottega di Ottaviano Nelli; • Un museo ( suddiviso in settore archeologico e settore ceramica) ubicato nel palazzo dei Consoli; • Una pinacoteca, sempre interna al Palazzo dei Consoli; • Un museo privato nella torre di Porta Romana, dove fra l’altro si possono ammirare alcune ceramiche a lustro di Mastro Giorgio; • Un museo presso il convento di S. Francesco; • Un antiquarium nelle vicinanze del Teatro Romano; • Una sezione distaccata dell’Archivio di Stato di Perugina, ubicato nella centralissima Piazza 40 Martiri, in cui sono conservati manoscritti, libri e documenti risalenti al periodo compreso fra il 900 e il 1940; • Una Biblioteca conventuale presso il convento di S. Francesco; • Una biblioteca diocesana, situata in Largo del Vescovado, in cui sono conservati molti volumi sia antichi che moderni; • La Biblioteca Comunale Sperelliana, fondata nel 1666, fornita di 20.523 volumi del fondo antico e di 24.254 del fondo moderno. Grazie anche al suo orario di apertura al pubblico ( dal lunedì al venerdì 8.30-13 e 15- 18.30 , sabato 8.30 -13) è facilmente fruibile da tutti. Nell’anno 2006 si sono, infatti, registrate 14.500 presenze e sono stati effettuati 10.314 prestiti. Attivo anche nella nostra città il settore associazionistico che conta numerose associazioni sia nel settore culturale sia in quello sportivo. IL TERRITORIO DEL II CIRCOLO -Nel territorio del comune di Gubbio si evidenzia il rispetto delle caratteristiche urbanistiche e architettoniche del passato e un ricco patrimonio naturalistico. -Il territorio del Circolo è un campione rappresentativo dell’intero territorio comunale, per la presenza di aree urbane, aree di immediate periferia e di zone, anche di montagna, particolarmente lontane dal centro urbano, ai confini con altri comuni. Un contesto ambientale così ricco ed articolato, sia dal punto di vista storico che umanisticopaesaggistico, viene interpretato come risorsa e stimola la creazione di percorsi di valorizzazione attraverso la conoscenza che si realizza con una pluralità di percorsi didattici -Il Circolo è composto da 5 plessi di scuola dell’infanzia e 5 plessi di scuola primaria che si raccordano, a livello orizzontale, per ciò che attiene l’organizzazione, la programmazione, la didattica e a livello verticale per la costruzione di un curricolo all’interno del quale gli alunni possono “ elaborare il senso della propria esperienza, promuovere la pratica consapevole della cittadinanza attiva e l’acquisizione degli alfabeti di base della cultura” ( Indicazioni per il curricolo) Nello specifico le sedi sono le seguenti: •Aldo Moro, sede anche degli uffici e della direzione didattica •Carbonesca •Indirizzo Montessori •Mocaiana •Scritto Per la loro dislocazione, il Circolo presenta aspetti ambientali eterogenei. La scuola dell’infanzia e primaria “Aldo Moro” è ubicata nell’area di espansione Est della città di Gubbio, nell’immediata periferia.E’ una zona di recente urbanizzazione, pertanto gli edifici, prevalentemente a carattere abitativo,sono moderni e funzionali. Il plesso di scuola dell’infanzia e primaria di Carbonesca è situato in un piccolo paese tra le colline coltivate e boschi a macchia di leopardo, a 424 m sul livello del mare.Comprende anche la località di Colpalombo che è costituita da un piccolo borgo con un centro storico arroccato; le altre abitazioni si diramano lungo la strada che conduce a Carbonesca e alla piana. La Casa dei bambini e la scuola primaria Montessori sono situate nel centro storico della città, nel complesso monumentale di S.Pietro.. Il plesso di scuola dell’infanzia e primaria di Mocaiana è situato a circa 7 Km dal capoluogo, al centro della frazione, nei pressi della strada 219 Pian d’Assino, in un territorio pianeggiante a 417 m sul livello del mare. Il bacino di utenza, assai esteso, comprende molte località collinari ed alcune montane, che distano diversi chilometri dalla scuola ( Sioli, Camporeggiano, Montevecchio, S. Benedetto Vecchio, Nogna, Nerbisci, Pisciano, Loreto, Monteleto, Casamorcia, Raggio). “Il plesso di scuola dell’infanzia e primaria di Scritto è ubicato in una zona collinare tra Perugia e Gubbio, lungo la strada Statale 298, a 593 m sul livello del mare. Esso raccoglie località sia limitrofe sia distanti: Scritto, Bellugello, Biscina, Viali di Fratticciola Selvatica, Belvedere, Carpiano,Monturbino, Carestello, Mengara, Colonnata,Valdichiacio, Vallingegno,Casacce. IL II CIRCOLO “ ALDO MORO” IL II Circolo Didattico “Aldo Moro” offre una ricca scelta di opportunità educative. Per la scuola primaria sono infatti presenti nel Circolo diversi modelli: La scuola Aldo Moro con l’insegnante prevalente La scuola di Mocaiana con il tempo pieno La scuola ad indirizzo montessoriano Le scuole organizzate in pluriclassi. La scuola primaria “Aldo Moro” La scuola La scuola primaria mira all’acquisizione degli apprendimenti di base, come primo esercizio dei diritti costituzionali. Ai bambini e alle bambine che la frequentano va offerta l’opportunità di sviluppare le dimensioni cognitive, emotive, affettive, sociali, corporee, etiche e religiose, e di acquisire i saperi irrinunciabili. Si pone come scuola formativa che, attraverso gli alfabeti delle discipline, permette di esercitare differenti potenzialità di pensiero, ponendo così le premesse per lo sviluppo del pensiero riflessivo e critico. Organizzazione oraria Il tempo scuola della primaria è svolto ai sensi dell'articolo 4 del decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169, secondo il modello dell'insegnante prevalente con orario settimanale a 24, 27, e sino a 30 ore, tenendo conto delle specifiche richieste delle famiglie, nei limiti delle risorse dell'organico assegnato. Nel corrente anno scolastico l’organizzazione è la seguente: dalla II alla V 27 ore +1h di mensa con un rientro pomeridiano; classi I 29 ore +2h di mensa con due rientri pomeridiani. La scuola a Tempo Pieno di Mocaiana La scuola L a scuola a tempo pieno offre, con l’orario di 40 ore settimanali e la sua organizzazione educativo-didattica, una notevole flessibilità dei percorsi formativi. Assume quindi una rilevante importanza il “ contenitore tempo” , che soddisfa una duplice esigenza degli utenti: la prima si riferisce al contesto ambientale, che fa della scuola una delle maggiori opportunità di socializzazione e condivisione di esperienze formative, offrendo anche un “supporto educativo” per lo studio e i compiti; la seconda è un adeguamento ai cambiamenti sociali che continuano a caratterizzare la realtà. Organizzazione oraria L'orario è articolato in cinque giorni, dal lunedì al venerdì, dalle 8,15 alle 16,15. Trenta delle quaranta ore complessive sono utilizzate per lo svolgimento delle attività curriculari, le restanti dieci vengono impiegate per la mensa ed il gioco libero e organizzato. Una forte valenza educativa è attribuita al momento della mensa, situazione privilegiata per potenziare l'aspetto della socialità e delle relazioni ed è inoltre un valido supporto per l'educazione alla salute, in particolare quella alimentare. L'ora quotidiana dedicata al gioco collettivo, organizzato o spontaneo, soddisfa una delle esigenze primarie delle bambine e dei bambini e per questo è ineludibile. L'organizzazione del tempo pieno permette agli insegnanti un orario antimeridiano o pomeridiano alternato giornalmente. Questo garantisce tempi distesi per alunni e insegnanti, la possibilità di strutturare percorsi a classi aperte e a piccoli gruppi, di realizzare progetti di plesso che vanno dai più creativi ad altri mirati al potenziamento e all'integrazione. Dopo le sedici e quindici l'impegno giornaliero degli alunni e delle alunne è la lettura .L'assegnazione dei compiti (orali e/o scritti) è limitata al fine settimana. Lo studio delle varie discipline è curato a scuola “ in un pomeriggio” di studio a piccoli gruppi o individualmente. La scuola primaria Maria Montessori Le bambine e i bambini operai dell’essere Chi è Maria Montessori? Maria Montessori ha delineato un’immagine dell’infanzia completamente nuova per il suo tempo. Nasce a Chiaravalle, una piccola città della provincia di Ancona nel 1870, da Alessandro e Renilde Stoppani. Per ragioni di lavoro i genitori si trasferirono a Roma, lì Maria crebbe in un ambiente ricco di fermenti, dove fede religiosa e istanze moderne si fondevano. Fu tra le prime donne laureate in medicina, in seguito alle esperienze fatte nel campo della psichiatria infantile, si rese conto che i problemi dei bambini, all’epoca chiamati “deficienti” erano di natura pedagogica e non medica. Ciò diede l’avvio ad una vera e propria rivoluzione in campo educativo, si passò da una visione adulto centrica ad una visione puerocentrica. Il 6 gennaio del 1907 aprì nel quartiere San Lorenzo la prima Casa dei bambini. Questa data è riconosciuta come l’inizio di una rivoluzione copernicana in campo educativo, perché pone il bambino al centro dell’ istruzione/educazione, definendolo “operaio che costruisce se stesso”, “padre dell’uomo”, poiché ogni adulto rappresenta il prodotto della creazione operata dal bambino che egli è stato. Come afferma Antoine de Saint-Exupéry ne “Il piccolo principe”: “Tutti i grandi sono stati bambini una volta.”. Il perché di una scelta Non esiste un metodo migliore di un altro, ma esistono metodi che offrono possibilità diverse di educare ed educarsi. Il metodo Montessori, è basato sulla predisposizione di un ambiente scientificamente pensato, dove armonia dei colori, materiale di sviluppo e arredi a misura di bambine e bambini consentano agli stessi di esprimere la propria personalità e soddisfare i propri bisogni formativi. Ciò che lei chiamava individualizzazione e che oggi con un lessico più consapevole chiamiamo personalizzazione altro non è che dare la possibilità a tutti di costruire il proprio percorso di educazione/informazione seguendo i personali stili cognitivi. Per la Montessori la contesa terminologica è più formale che sostanziale, in quanto lei intendeva che il processo d’insegnamento/apprendimento andasse adattato ai tempi e ai modi giusti per la classe e per ogni bambina e bambino. Le nuove Indicazioni per il Curricolo puntano alla centralità della persona “…è importante che i docenti definiscano le loro proposte in una relazione costante con i bisogni fondamentali e le proposte degli studenti..”. I pilastri del metodo Il metodo Montessori si fonda su alcuni principi cardine: -Le bambine e i bambini. -L’insegnante regista. -Il materiale di sviluppo. Ciascuna bambina e bambino, come già detto, è un potenziale umano. Pertanto già porta con sé in potenza la sua preziosità di persona, che in un ambiente favorevole diventerà atto e splendore. L’insegnante è regista dell’azione educativa, è colei che osserva, che attrae e si ritrae, fornisce gradini di appoggio allo sviluppo, è colei che struttura una relazione di aiuto alla vita nel rispetto dell’eterocronia e del gesto interrotto. Ma il protagonista del processo di istruzione/educazione è il bambino. Maria Montessori credeva nella capacità di auto educarsi. Come ricordano le Indicazioni il processo di educazione/istruzione deve e-ducere, cioè tirar fuori da ognuno ciò che egli è. “Il bambino non è un tubo digerente, ma una mente assorbente” Questa celebre frase di Maria Montessori ricorda che il bambino non è un qualcosa da riempire, ma è una mente in via di arricchimento che assorbe e rielabora ciò che il mondo gli propone, attraverso un’ orchestrazione dialettica tra eredità e ambiente. La personalità di ciascun insegnante è molto importante per Maria Montessori. L’insegnante deve essere un buon osservatore dei processi di sviluppo del bambino, è una presenza assenza, che predispone un ambiente ricco di occasioni di apprendimento, presenta il lavoro e poi lascia il bambino libero di fare le sue scoperte e di autoeducarsi. Il suo lavoro è molto intenso, ma la sua presenza è invisibile. Indossa un grembiule che rende sobrio e armonioso il suo aspetto, inoltre i bambini seguendo il suo esempio lo indossano più volentieri. Ciò, oltre a dare un aspetto più ordinato, induce l’attenzione all’apprendimento anziché all’abito, quindi all’essere piuttosto che all’apparire. L’ambiente educa… Oramai tutti conoscono l’importanza fondamentale dell’ambiente nel processo di crescita di una bambina o di un bambino, ma agli inizi del ‘900 non era esattamente così... I colori, gli odori, il gusto, l’estetica che ci circonda, oltre alle persone ci educano. Su questo assunto la Dott.ssa di Chiaravalle ha pensato un ambiente a misura di bambino. L’ambiente montessoriano è un ambiente ricco di risposte diversificate, interessanti, accoglienti, adeguate alle bambine e ai bambini che soddisfano i bisogni di conoscenza e di crescita. Favorisce la sperimentazione, il lavoro personalizzato o di gruppo utilizzando i principi ed i criteri dell’educazione cosmica fondati sul concetto di interdipendenza di tutti gli elementi ed esseri viventi, della realtà e della società anche in chiave problematica ed interdisciplinare. Nella scuola Primaria Montessori i bambini trovano una biblioteca di classe per la lettura e la consultazione. Si favorisce la raccolta, lo studio e la valorizzazione di elementi forniti dalla natura. Viene promossa l’apertura alla realtà extrascolastica e del territorio (la scuola entra nel mondo ed il mondo nella scuola). Il lavoro manuale si accompagna sempre al lavoro della mente, in virtù dell’unità funzionale della personalità. Le scuole con pluriclassi di Carbonesca e Scritto La pluriclasse La pluriclasse è una classe composta da alunni di età diversa e iscritti a differenti anni di corso ed è la tipica forma di organizzazione didattica delle scuole di montagna, centri e comuni isolati, piccoli centri e comuni dell'arco alpino e dell’Appennino poco popolati. Essendo previsto nella scuola pubblica il numero minimo di alunni, le pluriclassi vengono attivate quando il numero degli alunni non è sufficiente per la formazione di una classe per ciascun anno di corso. Nel II Circolo sono presenti nella sede di Carbonesca e di Scritto, con rientri pomeridiani e con il sabato libero. L’ambiente didattico della pluriclasse è molto particolare: è una realtà che offre all’insegnante la possibilità di operare qualsiasi esperimento di classe aperta; favorisce l’interazione fra i bambini; dà possibilità di impostare le attività scolastiche per liberi gruppi che possono svolgere argomenti comuni o diversificati; favorisce l’insegnamento e l’apprendimento individualizzato, grazie al basso numero di alunni con cui generalmente è composta. Nella pluriclasse il "cooperative-learning" è un realtà molto frequente, un arricchimento prezioso per il mondo psico-affettivo del bambino perché il confronto in classe non avviene tra soli coetanei ma tra bambini "più grandi" e bambini "più piccoli": i primi si confrontano costantemente con una fase della loro crescita già avvenuta, i secondi vengono continuamente stimolati dai più grandi visti come punto di riferimento e “anticipazione” del loro prossimo futuro. La pluriclasse stimola la partecipazione attiva dei genitori con l’organizzazione di laboratori, favorendo la nascita di una comunità educante che pone al centro il bambino. Linee guida per la progettazione del curricolo I bisogni delle bambine e dei bambini I bambini di oggi sono figli di una società che dà loro tanto dal punto di vista economico ma che non è altrettanto generosa dal punto di vista affettivo perché va di fretta, guarda molto all’effimero, all’apparire, dà segnali contraddittori. I bambini invece hanno bisogno di certezze, di punti fermi e di qualcuno che li aiuti a capirsi e a capire. Partendo da questa considerazione la scuola progetta la sua azione educativa tenendo conto che ogni bambino ha una sua articolata identità in cui interagiscono aspetti molteplici: cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali, religiosi. Attraverso l’osservazione attenta dei comportamenti individuali e di gruppo, la scuola rileva nei bambini la necessità di imparare a parlare e parlarsi, di ascoltare e ascoltarsi, di capire e capirsi per sviluppare la crescita emotiva e intellettuale, per accettare e comprendere la diversità e accrescere la capacità di accogliere idee e persone senza per questo rinunciare alle proprie radici. Le “Indicazioni Nazionali” Il collegio dei docenti del II Circolo Didattico ha assunto come linee guida fondamentali per le singole progettazioni didattiche di ogni insegnanti le "Indicazioni Nazionali". All’inizio del corrente anno scolastico sono state riviste la programmazioni disciplinari sulla base delle nuove indicazioni nazionali emanate alla fine del 2012. La proposta formativa della scuola Compito della scuola in una società complessa è quello di garantire alle giovani generazioni intelligenze multiple. Come si legge nelle “Indicazioni” alla scuola “ spetta il compito di fornire supporti adeguati affinché ogni persona sviluppi un’identità consapevole e aperta e di formare saldamente ogni persona sul piano cognitivo e culturale affinché possa affrontare positivamente l’incertezza e la mutevolezza degli scenari presenti e futuri”. Nella nostra scuola si intende inserire un percorso di Interculturalità intesa come rispetto reciproco, convivenza consapevole, accettazione delle diversità. L’interculturalita’ I termini integrazione e intercultura sono diffusi nella scuola italiana da circa vent’anni: li troviamo nei documenti nazionali, nelle circolari, nei progetti delle scuole cosicché, a volte, le due parole vengono considerate come sinonimi e diventano un contenitore passepartout in cui si raccolgono e si programmano azioni ed iniziative anche molto diverse tra loro. E’ necessario, invece, fare una distinzione e restituire alle parole il loro giusto significato. I processi di integrazione/interazione si attuano : - accogliendo chi arriva da lontano con competenza ed attenzioni mirate; - cercando di comunicare con tutti i genitori per facilitare le relazioni scuola-famiglia; insegnando l’italiano come seconda lingua in maniera efficace e con interventi di qualità. L’interculturalità muove, invece, dalla consapevolezza che la situazione di multiculturalità di fatto è ormai quella più diffusa e reale. L’approccio interculturale dovrebbe agire sia sugli aspetti cognitivi e sui contenuti conoscitivi, sia sugli aspetti affettivi,ed emotivi della relazione e delle modalità di incontro e insegnare a tutti a vivere insieme nel rispetto e nel riconoscimento delle differenze. Il corpo docente è dunque coinvolto in un processo di formazione di competenze necessarie al dialogo interculturale, che muove da alcune materie disciplinari per poi spaziare nei campi aperti del sapere. Tali discipline sono: -La storia e l’educazione alla memoria; -L’educazione religiosa intesa come conoscenza e comprensione delle principali religioni; -L’educazione artistica (musica, corporeità, creatività in senso lato); -L’insegnamento delle lingue, perchè tutti gli alunni possano sviluppare le loro competenze multilinguistiche. Sulla base di quanto esposto, e di quanto stabilito nelle linee guida del Ministero della Pubblica Istruzione, il circolo pone attenzione alle esigenze degli alunni stranieri presenti che, comunque al momento costituiscono circa il 10%. In ogni caso sono già attivi processi di collaborazione con le istituzioni preposte per favorire l’accoglienza e l’integrazione. Il curricolo Il curricolo, come afferma il prof. Fiorino Tessaro dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, è “ come un cammino, un viaggio che l’alunno percorre per intero con l’accompagnamento del docente che, dopo una o più fermate, scende.Il soggetto determinante del curricolo è l’allievo: il docente lo aiuta a costruirsi l’itinerario. Per far sì che il percorso porti ad una meta, è necessario confrontarsi continuamente con l’allievo.”. Un curricolo è perciò espressione della professionalità docente che pensa e realizza progetti educativi e didattici non per individui astratti, ma per persone ben precise. E’ vincolante , quindi, per la scuola tener conto del vissuto dei suoi allievi ed elaborare un percorso che si può sintetizzare con la seguente formula:” Dall’esperienza alla cittadinanza attraverso il sapere”. Le finalità educative La grande novità del curricolo verticale, in cui sia la premessa pedagogica sia le singole discipline formano un impianto unitario, porta come finalità all’educazione integrata della persona e cioè allo sviluppo dell’identità personale dell’allievo che deve familiarizzare nel dialogo con sé a tutti i livelli, compreso quello motivazionale e socio-affettivo. Istruire senza educare, infatti, è solo un ammaestramento. La sfida forte di questi anni è educare a divenire persone capaci di confrontarsi con se stessi e con gli altri riuscendo così, forse, a costruire una società meno violenta e demotivata. E’ assolutamente necessario promuovere civiltà e cultura; sembrano infatti essere venuti meno il senso delle regole, del rispetto, del silenzio, della lealtà: valori che appaiono antiquati nella società dell’apparire, del consumo veloce, di una assordante maleducazione. Urge ritrovare il bandolo della matassa, riscoprire il piacere, e il dovere, delle regole, sfide che fanno crescere al pari dei “ no” che quasi più nessuno vuol pronunciare. La figura dell’insegnante Ruolo centrale assume la figura dell’insegnante che deve fungere da vero leader educativo. Un docente quindi con alti livelli di professionalità sul piano tecnico-operativo e altrettanta coscienza psico-pedagogica. Un docente-persona che sappia caricare la propria professionalità di umanità tenendo sempre a mente che l’alunno è persona, depositaria di una sua dignità, tanto quanto la persona-docente. Gran parte dell’operato dell’insegnante deve tendere ad aiutare il bambino a sviluppare consapevolezza di sé e delle realtà che vive, un senso di padronanza personale e di reciprocità tali da favorire interazioni costruttive. Ciò è possibile solo se il corpo insegnanti dà prova di unità e di efficacia collettiva portando così gli alunni all’autonomia personale e allo spirito di collaborazione. Il senso di responsabilità e di condivisione educativa degli insegnanti, dei vari ordini di scuola, è fortemente condizionato dalla capacità dei docenti di comunicare, di appropriarsi di un codice linguistico comune, di confrontarsi , di acquisire senso di unità e di efficacia. Sarebbe necessario, per esempio, che tutti gli insegnanti stabiliscano con precisione quale significato dare alla parola “promozionalità” . Sicuramente con tale termine si deve intendere promozione di civiltà, di cultura, di autostima, di capacità di assumersi responsabilità, di riconoscere i propri limiti, di interagire in maniera equilibrata con l’ambiente e con gli altri. Se diamo questo valore alla promozionalità ne consegue che è riduttivo concentrarsi esclusivamente sull’aspetto valutativo degli alunni. Se è vero che la valutazione deve mettere in evidenza la positività del percorso educativo di un alunno, è altrettanto vero che in quella valutazione ogni alunno deve potersi riconoscere in quanto cosciente dei propri limiti e progressi. PROGETTAZIONE DEL CURRICOLO L’AMBIENTE SCOLASTICO In molti passaggi delle Indicazioni si insiste sul concetto di “ ambiente di apprendimento” , di “gestione della classe” , di “cura educativa” di coinvolgimento degli allievi nella relazione educativa. Cura è ascolto, accompagnamento, attenzione, tenerezza, empatia, disponibilità, ma cura significa anche prendersi a cuore l’imparare a ragionare insieme utilizzando il contributo di tutti, è scommettere sulla classe come ambiente di cooperazione. E ’necessario riscoprire tempi distesi, il silenzio, l’ascolto reciproco. MATERIE O DISCIPLINE? Nelle Indicazioni c’è un forte richiamo alla TRASVERSALITA’ e , partendo dalla frase di Popper “Non esistono discipline, ma problemi e l’urgenza di risolverli” si dovrebbe arrivare ad un SAPERE INTEGRATO. Se, infatti, la “materia” offre l’impianto di un corpo organizzato e sistematico, dunque rigido, la “disciplina” ,essendo uno strumento di investigazione della realtà, permette di spaziare e interconnettere i concetti della materia problematizzandoli e cercando soluzioni, anche con l’apporto di altre discipline. In questo modo saperi apparentemente lontani e diversi vengono messi a confronto, diventano supporti gli uni degli altri e offrono la possibilità di integrarsi. Per un tempo molto lungo nei programmi scolastici si è proceduto per accumulo, per aggiunte successive senza che un criterio ordinatore fornisse le coordinate di una nuova cultura scolastica. Le Indicazioni introducono come elementi fondanti i concetti di TRASVERSALITA’ e VERTICALITA’ degli ambiti disciplinari. Attraverso i saperi integrati si costruiscono processi culturali dinamici che forniscono conoscenze e competenze, strumenti e metodi di indagine fino a creare la capacità di muoversi nell’universo della conoscenza, di accedere autonomamente a nuovi saperi, di utilizzare e trasformare conoscenze apprese. DISTRIBUZIONE QUOTA ORARIA DISCIPLINARE PER LA SCUOLA PRIMARIA T.P. 30 ore* T.N. 27 ore^ DISCIPLINE CL.I CL. II CL. III CL. IV CL.V ITALIANO TP 9 TN 9 TP 8 TN 8 TP 8 TN 7 TP 8 TN 7 TP 8 TN 7 L2 1 1 2 2 3 3 3 3 3 3 STORIAGEOGRAFIA SCIENZETECNOLOGIA 4 2 4 2 4 3 4 3 4 3 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 MATEMATICA 8 8 8 8 7 7 7 7 7 7 MUSICA 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 ARTE-IMMAGINE 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 SCIENZE MOTORIE RELIGIONE 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 TOTALE 30 27 30 27 30 27 30 27 30 27 *30 ore disciplinari +5 ore di laboratorio ludico+ 5ore di mensa ^ 27 ore disciplinari+ il tempo dedicato alla mensa che varia in base ai rientri pomeridiani N.B. Le classi I A.Moro effettuano 31 ore settimanali , 2 di mensa e 29 disciplinari, di cui 10 di Italiano, 9 di matematica,4 storia-geografia-scienze-tecnologia,1 arte e immagine, 1 motoria, 1 musica, 1 inglese,1 L2, 2 RC. LA SCUOLA DELL’INFANZIA La Scuola dell’infanzia pone al suo centro il bambino che entra a far parte di una comunità come essere unico e irripetibile e che mette in gioco tutti i suoi elementi vitali: l’emotività, l’affettività, la relazione, la corporeità, la cognitività, la spiritualità e l’etica. L’unicità del singolo diviene, nella scuola dell’infanzia, la ricchezza di un gruppo, il presupposto del convivere democratico. Si vuol promuovere, infatti il processo di crescita dell’individuo in un interscambio continuo tra l’io e il gruppo. Quando si mette il bambino al centro di un processo educativo, non si parla di un bambino astratto, ma presente nel suo contesto sociale e si tenta costantemente di proiettare la sua esperienza di formazione scolastica di oggi, nella concezione più completa di uomo, dell’uomo che egli dovrà divenire; un uomo attivo e partecipe nel suo contesto sociale, che sappia rispettare le regole di convivenza civile, che contribuisca con sensibilità passione e professionalità alla crescita dell’ambiente in cui vive. Il II Circolo Aldo Moro propone una ricca scelta di opportunità educative, in un’ottica di continuità, in quanto in ognuna delle cinque sedi sono presenti sia la scuola dell’infanzia che quella primaria. LA SCUOLA DELL’INFANZIA ALDO MORO Sono presenti 5 sezioni composte da età eterogenee che accolgono anche i bambini anticipatari. La frequenza è di 40 ore settimanali con il sabato libero. Due volte alla settimana i bambini vengono suddivisi per fasce di età con attività appositamente dedicate. Per tutti è previsto un corso di musica con l’esperto esterno. Per i bambini di 5 anni sono previste, nel progetto continuità, un corso di propedeutica alla lingua inglese e unità didattiche da condividere con i compagni della prima classe. I bambini di 5 anni inoltre, seguono attività metafonologiche condotte in collaborazione con le logopediste della ASL. LA CASA DEI BAMBINI- INDIRIZZO MONTESSORI Gubbio è uno dei tre Comuni umbri che ha l’istituzione di una scuola pubblica dell’infanzia ad indirizzo montessoriano. La scuola sorge su di un antico convento nel quartiere di San Pietro. I pilastri del metodo Il metodo montessori si fonda su alcuni principi cardine: -le bambini e i bambini -l’insegnante registra -il materiale di sviluppo. Ciascuna bambina e bambino, è un potenziale umano. Pertanto già porta con sé in potenza la sua preziosità di persona, che in un ambiente favorevole diventerà atto e splendore. L’insegnante è regista dell’azione educativa, è colei che osserva, che attrae e si ritrae, fornisce gradini di appoggio allo sviluppo, è colei che struttura una relazione di aiuto alla vita nel rispetto dell’eterocronia e del gesto interrotto. Ma il protagonista del processo di istruzione/educazione è il bambino. Maria Montessori credeva nella capacità di autoeducarsi. Come ricordano le Indicazioni il processo di educazione/istruzione deve e-ducere, cioè tirar fuori da “ Il bambino non è un tubo digerente, ma una mente assorbente”. Questa celebre frase di Maria Montessori ricorda che il bambino non è qualcosa da riempire, ma è una mente in via di arricchimento che assorbe e rielabora ciò che il mondo gli propone, attraverso un’orchestrazione dialettica tra eredità e ambiente. La personalità di ciascun insegnante è molto importante per Maria Montessori. L’insegnante deve essere un buon osservatore dei processi di sviluppo del bambino, è una presenza assenza, che predispone un ambiente ricco di occasioni di apprendimento, presenta il lavoro e poi lascia il bambino libero di fare le sue scoperte e di autoeducarsi. Il suo lavoro è molto intenso, ma la sua presenza è invisibile. Indossa un grembiule che rende sobrio e armonioso il suo aspetto, inoltre i bambini seguendo il suo esempio lo indossano più volentieri. Ciò, oltre a dare un aspetto più ordinato,induce l’attenzione all’apprendimento anziché all’abito, quindi all’essere piuttosto che all’apparire. Sono presenti due sezioni composte da età eterogenee che accolgono anche i bambini anticipatari. La frequenza è di 40 ore settimanali con il sabato libero. Per i bambini di 5 anni sono previste, nel progetto continuità, unità didattiche da condividere con i compagni della prima classe. LA SCUOLA DELL’INFANZIA DI MOCAIANA Sono presenti tre sezioni composte da età omogenee che accolgono anche i bambini anticipatari. La frequenza è di 40 ore settimanali con il sabato libero. Per tutti è previsto un corso di musica con l’esperto esterno. Per i bambini di 5 anni sono previste, nel progetto continuità, un corso di propedeutica alla lingua inglese e unità didattiche da condividere con i compagni della prima classe. LA SCUOLA DELL’INFANZIA DI CARBONESCA E’ composta da un’unica sezione, con bambini di età diverse, che accoglie anche i bambini anticipatari. La frequenza è di 40 ore settimanali con il sabato libero. Per tutti è previsto un corso di musica con l’esperto esterno. Per i bambini di 5 anni sono previste, nel progetto continuità, un corso di propedeutica alla lingua inglese e unità didattiche da condividere con i compagni della scuola primaria. LA SCUOLA DELL’INFANZIA DI SCRITTO E’ composta da un’unica sezione con bambini di età diverse ed accoglie anche i bambini anticipatari. La frequenza è comprensiva della mensa e di due rientri settimanali, con il sabato libero. E’ previsto un corso di musica con l’esperto esterno. Per i bambini di 5 anni sono previste, nel progetto continuità, un corso di propedeutica alla lingua inglese e unità didattiche da condividere con i compagni della scuola primaria. Linee guida per la programmazione annuale nelle Scuole dell'Infanzia Le scuole dell'infanzia del II circolo Aldo Moro si rivolgono a tutti i bambini dai 2 ½ ai 6 anni di età, e in conformità alle Indicazioni Nazionali per il curricolo nella scuola dell'infanzia e del primo circolo di istruzione (2012). Perseguono la finalità di promuovere nei bambini e nelle bambine lo sviluppo nell'identità, dell'autonomia, della competenza e nel senso della cittadinanza. “Consolidare l'identità significa vivere serenamente la propria corporeità, stare bene e sentirsi sicuri in un ambiente sociale allargato, imparare a conoscersi e ad essere riconosciuti come persona unica e irripetibile sperimentando anche diversi ruoli e forme d'identità. Sviluppare l'autonomia significa avere fiducia in sé e fidarsi degli altri; provare soddisfazione nel fare da sé e saper chiedere aiuto; esprimere adeguatamente sentimenti ed emozioni; assumere atteggiamenti sempre più consapevoli e responsabili. Acquisire competenze significa imparare a riflettere sull'esperienza attraverso l'esplorazione, l'osservazione e l'attitudine al confronto; raccontare e rievocare azioni e vissuti e tradurli in tracce personali e condivise; descrivere, rappresentare e immaginare situazioni ed eventi, attraverso una pluralità di linguaggi. Vivere prime esperienze di cittadinanza porta a scoprire gli altri, i loro bisogni e necessità di gestire la vita quotidiana attraverso regole condivise; implica il dialogo, l'attenzione al punto di vista dell'altro il primo riconoscimento di diritti e doveri” Queste finalità sono perseguite attraverso una scuola organizzata come ambiente di vita, di relazione e di apprendimento di qualità, sostenuto dal dialogo sociale ed educativo con le famiglie, e con la comunità garantito dalla professionalità dei docenti. Nelle scuole dell'infanzia del nostro circolo il curricolo si articola attraverso i campi di esperienza. Con questo termine si indicano i diversi ambiti del fare e dell'agire del bambino e quindi i settori specifici ed individuabili di competenza nei quali il bambino: •conferisce significato alle sue molteplici attività, sviluppa il suo apprendimento e •persegue i suoi traguardi formativi, nel concreto di una esperienza che si svolge •entro confini definiti e con il suo costante attivo coinvolgimento. INIZIATIVE, ATTIVITÀ E PROGETTI: APPROFONDIMENTI I docenti di ogni sede elaborano percorsi specifici per le classi e condividono i seguenti progetti comuni al Circolo Didattico, avvalendosi di esperti esterni e delle molte opportunità educative offerte dal territorio: •Educazione stradale •Educazione alimentare •Educazione musicale •Propedeutica della lingua inglese ( per i bambini di 5 anni) •Educazione ai linguaggi non verbali. Particolare importanza viene data alla continuità che ha portato all’elaborazione di un protocollo. I bambini di 5 anni, della prima e seconda classe sono coinvolti nelle attività di screening per il controllo del processo di insegnamento/apprendimento con lo scopo di intervenire attraverso laboratori di potenziamento e di sviluppo. Tale progetto, denominato “ La scuola per tutti in Umbria” è in collaborazione con il Centro F.A.R.E. e con lo SREE ASL n.1. Progetto “Un passo dopo l’altro” Nell’anno scolastico 2003-2004 nella scuola primaria Aldo Moro è stato ideato e avviato il progetto “ Un passo dopo l’altro” che, tutti gli anni, coinvolge la classi III IV e V. Tale progetto è scaturito dalla constatazione che la maggior parte degli alunni si reca a scuola in automobile accompagnata dai genitori. Ciò porta a una poca autonomia dei bambini, scarsa socializzazione tra coetanei e, sul piano pratico, ingorghi vicino l’edificio scolastico. Il progetto, quindi, ha come fine la realizzazione di percorsi pedonali casa-scuola, indicati con apposita cartellonistica ideata dagli alunni, che i bambini a gruppetti possono effettuare in tutta sicurezza. OBIETTIVI favorire l’autonomia dei bambini; favorire la socializzazione fra coetanei; acquisire una maggiore conoscenza del quartiere; conoscere segnali e regole stradali; favorire la mobilità pedonale nel quartiere; promuovere lo sviluppo del benessere e della qualità di vita dei bambini. “Un passo dopo l’altro” prevede il coinvolgimento del quartiere e dell’ Amministrazione Comunale Consiglio comunale dei ragazzi Nella nostra città da oltre 10 anni è attivo un Consiglio Comunale dei Ragazzi, rivolto a ragazzi della scuola primaria(III IV V) e secondaria di I grado, che si rinnova ogni tre anni. Il C.C.R. non è un voler scimmiottare gli adulti, ma è un modo per i ragazzi di far sentire la loro voce, di vivere un’esperienza socializzante e costruttiva, di toccare con mano la democrazia che si impara solo sperimentandola. Il C.C.R. è un’esperienza che fa riferimento ai diritti dell’infanzia e si basa su dialogo-ascoltoapprendimento del pensiero ( dall’io al noi, alla comunità). Esso è anche un’opportunità per gli adulti, un’esperienza di coevoluzione in cui adulti e ragazzi crescono insieme. Nella società di oggi in cui l’educazione alla cittadinanza, a cui si fa grande riferimento nelle Indicazioni, è di primaria importanza,il C.C.R. è uno strumento adeguato per promuovere una coscienza sociale. COMPITI Il Consiglio Comunale dei Ragazzi si occupa di 4 temi: -Organizzazione della città; -Organizzazione del tempo libero; -Informazione e regolamenti; -Natura, ambiente e solidarietà OBIETTIVI • Favorire nei ragazzi la formazione di una coscienza civica; • favorire l’ascolto e il dialogo fra ragazzi; • favorire l’ascolto e il dialogo fra ragazzi e adulti; • promuovere i principi della cittadinanza attiva; • favorire la partecipazione dei ragazzi all’amministrazione della città; • favorire la socializzazione fra ragazzi anche di scuole e aree territoriali diverse; • accrescere nei ragazzi la capacità di assumersi impegni e portarli a termine, • saper accettare e rispettare le idee altrui; • cooperare per realizzare un progetto. FRUTTA NELLE SCUOLE Dallo scorso anno scolastico il II Circolo ha aderito al progetto “Frutta nella scuola” che fa parte di un programma comunitario introdotto dal regolamento CE n. 123/2007 ed è finalizzato ad aumentare il consumo di frutta e verdura da parte dei bambini. Nell’anno scolastico 2013-2014 le scuole del Circolo porteranno avanti i seguenti progetti: scuola dell’infanzia progetti comuni a tutte le sedi: -Continuità con classe I -Propedeutica alla lingua inglese con esperto a pagamento ( non partecipa la Casa dei Bambini) -Laboratorio musicale con esperto a pagamento (non partecipa la Casa dei Bambini) -Educazione stradale progetto EL.BA -Metafonologico con collaborazione di logopediste. Progetti specifici per sedi: -Casa dei Bambini: continuità con asilo nido -Carbonesca: ceramica -Aldo Moro: accoglienza star bene a scuola; insieme per fare festa. Tematiche annuali -Mocaiana: i luoghi della mia crescita -Aldo Moro. Tante esperienze…buone da mangiare -Casa dei Bambini:la sinfonia della Terra -Scritto: sui passi di S. Francesco d’Assisi. Scuola primaria Progetti comuni alle classi: -Mocaiana: •mettiamoci in gioco (laboratorio pomeridiano a classi aperte), •Insieme è più bello, •A scuola di emozioni( con esperto esterno gratuito) ; •laboratorio musicale( con esperto esterno a pagamento); •educazione alimentare classi I e III( con esperti esterni gratuiti); •laboratorio informatica classi IV e V in collaborazione con la scuola Secondaria di Primo Grado. -Aldo Moro: •Basket( classi I,II, III) con esperto gratuito; •laboratorio musicale(con esperto esterno a pagamento) •educazione alimentare classi I e IV(con esperti gratuiti) •laboratorio di informatica classi II e V( con esperto esterno gratuito) •un passo dopo l’altro classi III, IV, V •EL.BA educazione stradale classi I •Continuità tra classi i e bambini di 5 anni •Laboratorio coreografico classi IV (con esperto esterno gratuito) Carbonesca: laboratorio musicale( con esperto esterno a pagamento) Scritto: laboratorio musicale (con esperto esterno a pagamento) Montessori: •laboratorio teatrale in lingua inglese, tra gennaio e febbraio(esclusa classe I) con esperto esterno a pagamento •laboratorio teatrale in lingua italiana(con esperto esterno a pagamento) •laboratorio Magia dell’opera(con esperto esterno a pagamento) •laboratorio di scienze