7 n.2 Rinnovare il contratto, tutelare la professione Politiche di natura giudiziaria, sociale, sanitaria ed educativa in favore dei minori vittime di maltrattamento, abuso e sfruttamento sessuale Norme per la tutela dei diritti della partoriente, la promozione del parto fisiologico e la salvaguardia della salute del neonato Poste Italiane SpA - Spediz. in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n. 46) art. 1 comma 2 - DCB - ROMA - Registraz. del Tribunale di Roma n. 551 del 28/12/2000 • Direttore Responsabile: Mario Sellini • Redazione: Sede Centrale AUPI - Via Arenula, 16 - tel. 06.6873819 fax 06.68803822 • Stampa: Edigraf Editoriale Grafica, 00153 Roma, via E. Morosini 17 - tel. 06.5814154 SOMMARIO 3 Rinnovare il contratto, tutelare la professione - 7 Lombardia: Preintesa, risorse aggiuntive M. Sellini 15 Audizione - Mobbing 26 Audizione - Salute, Sicurezza, Lavoro 13 AUPI: Convocazione Conferenza Regioni 30 Politiche di natura giudiziaria, sociale, sanitaria ed educativa in favore dei minori vittime di maltrattamento, abuso e sfruttamento sessuale - Salvatore Nuzzo 41 Linee guida per la tutela della salute mentale 55 Norme per la tutela dei diritti della partoriente, la promozione del parto fisiologico e la salvaguardia della salute del neonato 74 Recensioni - Giovanni Cavadi 76 Schede d’iscrizione n. 2/2007 2 Associazione Unitaria Psicologi Italiani EDITORIALE Rinnovare il contratto, tutelare la professione Mario Sellini Segretario Generale Non c’è stato il tempo di acquisire consapevolezza della, oramai, trentennale storia dell’AUPI, né di poterci sedere un attimo, non dico a gioire, ma quantomeno a fare il punto della situazione per verificare se e quanto eventualmente di buono abbiamo fatto in questi anni, che la cruda realtà c’impone di rimboccarci le maniche. Ancora una volta. Come sempre. È destino di chi fa sindacato non avere un attimo di tregua. I fatti e gli avvenimenti si rincorrono e richiedono tutta la nostra attenzione ed il nostro impegno. Non abbiamo il tempo di guardare cosa abbiamo alle nostre spalle che il presente ed il futuro ci chiedono di impegnarci in sempre nuove sfide. Il futuro è davanti a noi. È fatto di occasioni e di opportunità. Ma le occasioni e le opportunità vanno comprese e colte con una sola certezza: nessuno è più disposto a regalarci niente. Eppure la Psicologia è una “merce” (brutto termine) sempre più richiesta. Tutti la vogliono, moltissimi l’apprezzano, ma pochi sono disposti a pagare il giusto corrispettivo. Lo vediamo bene nel nostro ambito di riferimento privilegiato, la Sanità Pubblica, anche se le verifiche più dolorose sono quelle che ciascuno di noi può fare, se solo alza un poco lo sguardo, rivolgendolo verso altri campi e settori. Si parla tanto e giustamente di precariato e disoccupazione. Lo facciamo anche noi che abbiamo iniziato prima degli altri ad affrontare questi problemi. Non basta. Non è assolutamente sufficiente. Lottiamo contro il precariato e ci impegniamo per la stabilizzazione dei rapporti di lavoro. Giusto. Un’Organizzazione Sindacale deve dimostrare di avere la capacità e la forza di guardare anche più in là. E qual è “il più in là”? “Il più in là” sono i contratti di lavoro a tempo indeterminato, sono i posti di lavoro “stabilizzati” a 900,00/1000,00? mensili. La richiesta di Psicologi è in crescita. Le cooperative, il terzo settore, i servizi socio assistenziali, le emergenze ecc., tutti ci vogliono, ma con contratti di lavoro assolutamente VERGOGNOSI. A volte si ha la sensazione che il vero fine che si propone la “filosofia” economica che è a fondamento del precariato non è quel- Associazione Unitaria Psicologi Italiani lo di incrementare nel mondo del lavoro gli elementi di “flessibilità”. L’unico, vero obbiettivo sembra essere quello della riduzione dei salari e degli stipendi contrattualizzati. Se ad un “precario” viene offerto un “posto fisso” certamente, gli sembrerà di toccare il cielo. In realtà, la “precarietà” del posto di lavoro trasforma la “stabilità” in valore aggiunto. Il lavoro non è più remunerato e ricompensato con una gratificazione economica/professionale/carriera. No. Può essere pagato con un “bene” immateriale: la “stabilità”. La prestazione lavorativa trova il proprio corrispettivo, la propria ricompensa ed il valore aggiunto nella “stabilità” del posto di lavoro. Ai lavoratori si fanno fare tre passi indietro (disoccupazione/sottoccupazione/precarietà) poi un passo in avanti (stabilizzazione). Con quale risultato? Una formidabile riduzione dei salari e degli stipendi. Ci troviamo di fronte ad un meccanismo cinico e perverso e, a lungo termine, anche perdente oltre che oneroso. Sul piano finanziario i minori costi di cui beneficiano i datori di lavoro, diventano costi aggiuntivi per la collettività. Un esempio? Per abbassare il costo del lavoro nel corso degli ultimi anni sono stati ridotti i contributi previdenziali. Nell’immediato questo rende moltissimo alle aziende che vedono incrementare gli utili. Ma, a fronte di qualcuno che si arricchisce, c’è la collettività che deve fronteggiare vere e proprie emergenze sociali. Per poi scoprire che questi lavoratori non avranno una pensione adeguata. In poche parole se oggi le aziende risparmiano sui contributi, domani i lavoratori non avranno la pensione. A questo si deve aggiungere che le agevolazioni previdenziali concesse alle aziende che abbassano il “costo del lavoro”, sono pagate dai lavoratori. Troppi, in mala fede, dimenticano che i contributi previdenziali sono parte integrante del salario di un lavoratore. E non pagarli per intero ha lo stesso effetto di una riduzione dello stipendio. Tutto questo per dire che la battaglia per la stabilizzazione del precariato va fatta, con la consapevolezza che è solo la prima parte di un processo più ampio. L’altra faccia della medaglia è l’aumento delle retribuzioni. 3 n. 2/2007 EDITORIALE Questi due obbiettivi, stabilizzazione ed aumenti salariali, devono essere perseguiti in tutti i settori. La Dirigenza Sanitaria ha già proclamato ed effettuato il primo sciopero per il rinnovo del Contratto. È stato un momento importante e qualificante per le OO.SS. che hanno dichiarato lo sciopero e per le Categorie che lo hanno effettuato. La Dirigenza può e deve accettare la sfida dell’aziendalizzazione, dell’incremento della produttività, della responsabilizzazione. E noi lo abbiamo fatto. Ma non possiamo accettare e non consentiremo un depauperamento dei livelli salariali. Le nostre richieste economiche sono finalizzate ad un recupero del potere d’acquisto dei salari e ad una significativa rivalutazione dell’indennità di esclusività. Non sarà facile, ma è d’obbligo nutrire qualche speranza. Non tanto nella disponibilità delle Controparti, Governo e Regioni. La speranza si nutre di un dato di “politica sindacale” importante e significativo: l’unità di tutte le Categorie della Dirigenza e di tutte le OO.SS. che le rappresentano. Abbiamo fiducia nella compattezza, nella forza e nella tenuta della Dirigenza Medica e Sanitaria. Dobbiamo essere pronti a discutere di tutto, ma non si fanno passi indietro. Non accettiamo di mettere in discussione ciò che nel corso degli anni abbiamo conquistato. Tutto quello che abbiamo ottenuto nel corso degli anni non è stato per gentile concessione di qualcuno. Ce lo siamo conquistati ed abbiamo sempre dovuto concedere delle contropartite (privatizzazione del rapporto di lavoro, aumento dell’orario e dei carichi di lavoro ecc.). Ed è questo il motivo per cui non si torna indietro. Ma noi vogliamo anche di più. Siamo noi, i primi, a volere il rispetto e l’applicazione corretta e completa del Contratto di lavoro. E già questo è abbastanza paradossale. I Contratti di lavoro, in prima istanza, applicano i benefici economici concordati. E questo è palesemente interesse dei lavoratori e non dei datori di lavoro. Fin qui i ruoli sono abbastanza definiti. Ma è da questo momento in poi che la situazione non è più chiara ed i ruoli si confondono. È (dovrebbe essere) interesse del datore di lavoro effettuare la negoziazione di secondo livello. È suo interesse chiudere nel più breve tempo la contrattazione aziendale. La Confindustria emana proclami sulla necessità di rafforzare la contrattazione decentrata. Tutti i datori di lavoro chiedono che le risorse economiche siano utilizzate a livello locale perché è a questo livello che si può discutere di organizzazione del lavoro, di sistema premiante, di valutazione ecc. . E’ a questo livello che il datore n. 2/2007 di lavoro può incassare dal contratto i benefici per l’azienda. Nella Pubblica Amministrazione tutto questo non avviene. La Contrattazione aziendale non si fa. E c’è da chiedersi come mai. Come mai l’Amministrazione non ha interesse a discutere di sistema premiante e/o di obbiettivi collegati alla produttività? Anche l’ultimo contratto non sfugge a questa regola. Le trattative locali non sono state fatte e le Aziende non sono state in grado neppure di prendersi quello che il Contratto concedeva loro. Noi chiediamo il rinnovo del Contratto. Lo chiediamo in tempi brevi. Chiediamo riconoscimenti economici significativi. Ma chiediamo anche l’esigibilità del Contratto. Non ci sta bene che i datori di lavoro sottoscrivano un Contratto e poi a livello locale cerchino di disapplicarlo. È quello che sta accadendo in Campania. È quello che stanno provando a fare anche in altre Regioni. Si cerca di rientrare dai debiti accumulati nel corso degli anni attingendo direttamente dai Fondi contrattuali. Questo non lo consentiremo. Noi siamo disponibili ad incrementare la produttività dei servizi, ad accrescere la flessibilità nell’organizzazione del lavoro, ma non siamo disponibili a coprire le “ruberie” perpetrate ai danni della Sanità Pubblica tagliando i nostri Fondi contrattuali. L’esempio della Campania è emblematico. Una delibera di Giunta taglia indiscriminatamente i Fondi contrattuali, blocca il turn over, e finanche la mobilità regionale e contestualmente decide di aprire nuovi ospedali. C’è puzza di bruciato. È chiaro che aprire nuovi ospedali è un affare estremamente lucroso. Appalti, forniture, gare ecc. Tanti interessi in gioco. Ma questi affari non si possono fare alla luce del sole. Ed allora la “politica” cosa si inventa? La riduzione del personale o il taglio degli stipendi diventa la cortina fumogena che serve a nascondere ai cittadini i tanti “affari” che si nascondono dietro la costruzione di nuovi ospedali. In una delle ultime riunioni dell’Intersindacale, tutte le OO.SS. della Dirigenza Medica e Sanitaria, hanno deciso di appoggiare la protesta e di coadiuvare le rappresentanze sindacali regionali nelle iniziative di lotta intraprese. È una scelta alla quale non potevamo sottrarci. Ovviamente non mancano le notizie positive. Il disegno di legge sul parto indolore, presentato dal Ministro, Livia Turco, ha iniziato il percorso parlamentare nella 4 Associazione Unitaria Psicologi Italiani EDITORIALE La vita amministrativa dell’ente di previdenza della nostra categoria presenta, sempre più, aspetti sui quali si allungano ombre preoccupanti. Il Consiglio di Amministrazione con una maggioranza Houlis, Azzolini, Crispino redige bilanci sui quali i Revisori dei Conti esprimono dubbi e perplessità. Il Ministero competente rinvia al mittente il documento contabile. La sipap proclama che è riuscita a far stanziare 8,5 milioni di euro per l’assistenza. Salvo poi dover correggere e modificare il bilancio perché queste somme non sono disponibili. La sipap annuncia “urbi et orbi” che il suo presidente Crispino, ha scelto (lui da solo?) il Direttore dell’Enpap. Che presto i colleghi bisognosi potranno avere un computer, le spese funerarie pagate dall’Enpap e forse anche l’assistenza sanitaria integrativa, quasi fosse un regalo di Houlis, Azzolini, Crispino. Ma Houlis, Azzolini e Crispino dimenticano di dire che i soldi per pagare questi servizi sono presi direttamente dalle tasche dei colleghi ai quali non è concessa neppure la possibilità di scegliere se contribuire o meno. E poi di tutto si parla ma non di PENSIONI. Houlis discute di computer e di spese funerarie, ma nulla dice sulle pensioni che saranno erogate dall’Enpap. Tra un po’ ci diranno cosa si deve fare per poter avere un computer, ma guai a chiedere a quanto ammonterà la pensione. Houlis, Azzolini e Crispino parlano tanto di computer e di spese funerarie, ma nulla dicono dell’Emapi. È un “UFO” (oggetto non identificato), di cui non è dato sapere. Eppure esiste dal 2002. Ha sempre avuto la propria “residenza” nella stessa sede dell’Enpap. E, cosa più importante, il Presidente dell’Emapi è il dott. Houlis, Presidente dell’Enpap e Vice Presidente della Campi. Nello stesso stabile di via Cesalpino di proprietà dell’Enpap, acquistato con i soldi degli Psicologi, risiedono o hanno temporaneamente coabitato: l’Enpap, l’Emapi e la Campi. Una bella comodità per gli amministratori di Enpap, Emapi, Campi. Tutto sotto lo stesso tetto. Queste sì che si possono chiamare sinergie. Lo stesso indirizzo, gli stessi telefoni(?), gli stessi impiegati(?) e soprattutto gli stessi Amministratori. -Houlis: Presidente dell’Enpap, dell’Emapi e vice presidente della Campi. -Azzolini: vice presidente dell’Enpap e Presidente della Campi. Cinque (5) cariche in due. Sotto lo stesso tetto, tutti insieme, appassionatamente. Ma pos- Commissione Sanità della Camera. Il Relatore on. Sanna, che noi abbiamo incontrato, grazie ai “buoni uffici” dei colleghi della Sardegna, ha raccolto in un testo unico i diversi ddl presentati sulla stessa materia. Ne è venuto fuori un testo che accoglie gran parte delle nostre richieste. Di questo ringraziamo l’on. Sanna, ma anche l’on. Cancrini, il quale, in qualità di componente la Commissione, si è molto prodigato per migliorare il testo. L’iter parlamentare è lungo e tortuoso. È compito nostro seguirne, passo passo, tutte le vicissitudini. Continuano, intanto, gli incontri al Ministero della Salute, con il Ministro Turco e con il Sottosegretario Zucchelli, su alcuni importanti disegni di legge. Quello sull’intramoenia allargata è già approdato in Parlamento. Adesso il confronto si è spostato sul disegno di legge c.d. di “Ammodernamento del Servizio Sanitario Nazionale”. Purtroppo, quello attuale, è un Parlamento “difficile”. Alla Camera, ma soprattutto al Senato non è facile trasformare in legge un disegno di legge. Per noi è comunque importante che le discussioni parlamentari sui diversi disegni di legge prevedano un ruolo per la Psicologia e per la figura professionale dello Psicologo. È un modo per porre all’attenzione della “politica” la nostra presenza. Il nostro dovere è quello di non desistere. Siamo presenti. Dobbiamo continuare a chiedere ed a motivare adeguatamente le nostre proposte. I risultati arriveranno. D’altro canto la presenza degli Psicologi nel Servizio Sanitario Nazionale è in continua crescita. Gli ultimi dati disponibili, forniti dal Sole 24 Sanità, rilevano una crescita nel 2005 rispetto al 2004 di 64 unità pari ad un incremento percentuale dell’1,1% su base annua. È un incremento assoluto rilevabile dal saldo complessivo tra entrate ed uscite dal sistema. Non è un incremento eccezionale, ma è pur sempre un dato positivo, che, aggiunto ai circa 2.000 Psicologi con contratti di lavoro atipici attualmente in servizio presso le Aziende Sanitarie, confermano un continuo incremento della richiesta di Psicologia e di Psicologi. Non basta. Dobbiamo fare molto di più per i colleghi dipendenti ma anche e soprattutto per i giovani laureati. Enpap. “..la moglie di Cesare non solo deve essere Onesta, ma deve anche apparire tale..” Associazione Unitaria Psicologi Italiani 5 n. 2/2007 EDITORIALE siamo sapere se, e per quanto tempo è durata la coabitazione? E come in tutte le coabitazioni, possiamo sapere chi pagava? Tutti noi vorremmo capire un po’ di più e meglio questo groviglio di interessi. Molte delle notizie riportate potrebbero non corrispondere al vero. Ce ne scusiamo. Ma non è colpa nostra se gli interessati non ci forniscono notizie. Saremo anche felici di ospitarli su AUPI-Notizie. Fino a prova contraria dovrebbe essere tutto legittimo. Non osiamo pensare diversamente. Ma vorremmo avere notizie più precise e dettagliate. n. 2/2007 Noi le chiediamo e le pretendiamo. La Categoria ha bisogno di Rappresentanze Istituzionali forti e credibili. E come diceva il “saggio”, …”la moglie di Cesare non solo deve essere Onesta, ma deve anche apparire tale”… A noi sta a cuore la Categoria e ci dispiacerebbe moltissimo se, per qualche motivo, la Categoria dovesse finire sulle pagine dei giornali, nel settore “cronaca giudiziaria”. 6 Associazione Unitaria Psicologi Italiani LOMBARDIA: PREINTESA RISORSE AGGIUNTIVE Associazione Unitaria Psicologi Italiani 7 n. 2/2007 LOMBARDIA: PREINTESA RISORSE AGGIUNTIVE n. 2/2007 8 Associazione Unitaria Psicologi Italiani LOMBARDIA: PREINTESA RISORSE AGGIUNTIVE Associazione Unitaria Psicologi Italiani 9 n. 2/2007 LOMBARDIA: PREINTESA RISORSE AGGIUNTIVE n. 2/2007 10 Associazione Unitaria Psicologi Italiani LOMBARDIA: PREINTESA RISORSE AGGIUNTIVE Associazione Unitaria Psicologi Italiani 11 n. 2/2007 LOMBARDIA: PREINTESA RISORSE AGGIUNTIVE n. 2/2007 12 Associazione Unitaria Psicologi Italiani LOMBARDIA: PREINTESA RISORSE AGGIUNTIVE Associazione Unitaria Psicologi Italiani 13 n. 2/2007 LOMBARDIA: PREINTESA RISORSE AGGIUNTIVE n. 2/2007 14 Associazione Unitaria Psicologi Italiani AUDIZIONE - MOBBING Associazione Unitaria Psicologi Italiani 15 n. 2/2007 AUDIZIONE - MOBBING n. 2/2007 16 Associazione Unitaria Psicologi Italiani AUDIZIONE - MOBBING Associazione Unitaria Psicologi Italiani 17 n. 2/2007 AUDIZIONE - MOBBING n. 2/2007 18 Associazione Unitaria Psicologi Italiani AUDIZIONE - MOBBING Associazione Unitaria Psicologi Italiani 19 n. 2/2007 AUDIZIONE - MOBBING n. 2/2007 20 Associazione Unitaria Psicologi Italiani AUDIZIONE - MOBBING Associazione Unitaria Psicologi Italiani 21 n. 2/2007 AUDIZIONE - MOBBING n. 2/2007 22 Associazione Unitaria Psicologi Italiani AUDIZIONE - MOBBING Associazione Unitaria Psicologi Italiani 23 n. 2/2007 AUDIZIONE - MOBBING n. 2/2007 24 Associazione Unitaria Psicologi Italiani AUDIZIONE - MOBBING Associazione Unitaria Psicologi Italiani 25 n. 2/2007 AUDIZIONE - SALUTE, SICUREZZA, LAVORO n. 2/2007 26 Associazione Unitaria Psicologi Italiani AUDIZIONE - SALUTE, SICUREZZA, LAVORO Associazione Unitaria Psicologi Italiani 27 n. 2/2007 AUDIZIONE - SALUTE, SICUREZZA, LAVORO n. 2/2007 28 Associazione Unitaria Psicologi Italiani AUDIZIONE - SALUTE, SICUREZZA, LAVORO Associazione Unitaria Psicologi Italiani 29 n. 2/2007 ABUSO MINORI Politiche di natura giudiziaria, sociale, sanitaria ed educativa in favore dei minori vittime di maltrattamento, abuso e sfruttamento sessuale Salvatore Nuzzo INTRODUZIONE Art.31, 2°co.: “la Repubblica protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù favorendo gli istituti necessari a tale scopo” Il maltrattamento all’infanzia si configura in tutte le forme di abuso fisico, emotivo, sessuale, di trascuratezza, di accudimento carente, di sfruttamento a fini commerciali, o per qualsiasi altro fine, che insorgono all’interno di una relazione di fiducia, di responsabilità o di potere e da cui consegue in modo effettivo o potenziale un danno alla salute, alla sopravvivenza, allo sviluppo o alla dignità di un minore (OMS, 1999). Molteplici e di varia gravità sono gli effetti a breve, medio e lungo termine provocati dalla violenza sullo stato di salute fisica, mentale e psicologica dei bambini e delle bambine. La violenza è, infatti, un ostacolo al pieno dispiegarsi dello sviluppo di un bambino, sebbene esistano risorse di resilienza e fattori protettivi capaci di contrastare l’influenza negativa, e talvolta devastante, di esperienze di vittimizzazione. La conseguenza più radicale di ogni tipo di violenza è la negazione dei diritti umani fondamentali di ogni individuo, che per i bambini e le bambine sono sanciti a livello mondiale nella Convenzione sui diritti del fanciullo, adottata dall’ONU nel 1989, e divenuta giuridicamente vincolante nei termini del diritto internazionale per i Paesi che l’hanno sottoscritta e ratificata. Art. 32, 1°co.: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività” Ricordiamo che la Legge 4 maggio 1983, n. 184, Disciplina dell’adozione e dell’affidamento dei minori, sancisce l’obbligo per «i pubblici ufficiali, gli incaricati di pubblico servizio, gli esercenti un servizio di pubblica necessità, di riferire al più presto al Tribunale per i minorenni sulle condizioni di ogni minore in situazione di abbandono di cui vengono a conoscenza in ragione del proprio ufficio» (art. 9, comma 1). L’art. 331 del Codice di Procedura Penale precisa: «I pubblici ufficiali e gli incaricati di un pubblico servizio che, nell’esercizio o a causa delle loro funzioni o del loro servizio, hanno notizia di un reato perseguibile di ufficio, devono fare denuncia per iscritto, anche quando non sia indi- viduata la persona alla quale il reato è attribuito. La denuncia è presentata o trasmessa senza ritardo al pubblico ministero o a un ufficiale di polizia giudiziaria. Quando più persone sono obbligate alla denuncia per il medesimo fatto, esse possono anche redigere e sottoscrivere un unico atto». L’azione dello Stato, della Regione e dei Servizi preposti alla tutela dei minori si fonda su un insieme di norme e di principi ispiratori e organizzatori, a partire dagli articoli 2, 3 e 31 della Costituzione, che sanciscono il diritto del bambino a sviluppare tutte le sue potenzialità e il dovere delle Istituzioni a rimuovere qualsiasi ostacolo possa impedire tale pienezza di crescita mediante la predisposizione di programmi promozionali e l’attivazione di idonei interventi di tutela e prestazioni socio-sanitarie adeguate. L’art. 572 c.p. - Maltrattamenti in famiglia o verso i fanciulli, recita: «Chiunque (…) maltratta una persona della famiglia, o un minore degli anni quattordici, o una persona sottoposta alla sua autorità, o a lui affidata per ragione di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, o per l’esercizio di una professione o di un’arte, è punito con la reclusione da uno a cinque anni (…)». L’art. 571 c.p. - Abuso dei mezzi di correzione, stabilisce che: «chiunque abusa dei mezzi di correzione o di disciplina in danno di una persona sottoposta alla sua autorità, o a lui affidata per ragione di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, ovvero Art.2: “la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo” n. 2/2007 30 Associazione Unitaria Psicologi Italiani ABUSO MINORI favorire la salute, il rispetto della propria persona e la dignità del fanciullo». Gli articoli 19 e 39 sottolineano l’importanza di attivare interventi polisettoriali per tutelare efficace- mente il minore, poiché il maltrattamento, lo sfruttamento e l’abuso sessuale sono fenomeni complessi che richiedono un approccio multidisciplinare da parte di ogni operatore e settore operante nelle cinque funzioni fondamentali di tutela: la prevenzione, la rilevazione, la diagnosi, la protezione, la cura/trattamento degli effetti a breve e lungo termine del trauma. per l’esercizio di una professione o di un’arte, è punito, se dal fatto deriva il pericolo di una malattia nel corpo o nella mente, con la reclusione fino a sei mesi (…)». L’art. 403 c.c. - Intervento della pubblica autorità a favore dei minori, precisa: «Quando il minore è moralmente o materialmente abbandonato o è allevato in locali insalubri o pericolosi oppure da persone per negligenza, immoralità, ignoranza o per altri motivi incapaci di provvedere all’educazione di lui, la Pubblica Autorità, a mezzo degli organi di protezione dell’infanzia, lo colloca in luogo sicuro fino a quando si possa provvedere, in modo definitivo, alla sua protezione». Oltre alla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo, che sancisce compiutamente i diritti dei minori e le responsabilità delle istituzioni nel garantirli e dare loro effettività, altri significativi atti, adottati a livello europeo ed internazionale, sono stati elaborati nel settore della violenza sessuale e dello sfruttamento dei minori la Raccomandazione del Consiglio d’Europa n. 91/11, adottata il 9 settembre 1991, e la Dichiarazione di intenti e il Programma Operativo, adottati dalla Conferenza mondiale contro lo sfruttamento sessuale dei bambini a fini commerciali, tenutasi a Stoccolma dal 27 al 31 agosto 1996. In questi documenti si trovano ripresi e sottolineati i principi fondamentali che possono costituire il punto di partenza per definire strategie, azioni e strumenti che si traducano in efficaci forme di prevenzione, tutela e trattamento dei minori cui i diritti siano negati o messi in pericolo: sensibilizzazione e formazione degli operatori e dell’opinione pubblica; raccolta di appropriate informazioni statistiche sull’andamento dei fenomeni; cooperazione tra tutti gli organismi pubblici e privati che trattano casi di abuso sessuale; garanzia del pieno accesso dei bambini all’assistenza dei servizi di sostegno (Ciampa, 2004). Il contesto in cui si situano l’azione dello Stato, dell’Amministrazione regionale e dei Servizi preposti alla tutela dei minori non può prescindere, anche nello specifico settore dell’abuso sessuale a danno dei minori, dai fondamentali principi sanciti pure da norme di carattere internazionale. In questa prospettiva, strumento normativo fondamentale che ispira l’azione delle istituzioni è la Convenzione di New York sui diritti del fanciullo, del 20 novembre 1989, ratificata dall’Italia con legge 27 maggio 1991, n. 176, che intende per bambino “ogni essere umano avente un’età inferiore a diciotto anni, salvo se abbia raggiunto prima la maturità in virtù della legislazione applicabile” (art.1). L’art. 19, dopo aver premesso che per violenza deve intendersi “ogni forma di violenza, di oltraggio o di brutalità fisiche o mentali, di abbandono o di negligenza, di maltrattamenti o di sfruttamento, compresa la violenza sessuale”, fa obbligo agli Stati contraenti di adottare «ogni misura legislativa, amministrativa, sociale ed educativa per tutelare il fanciullo contro ogni forma di violenza, di oltraggio o di brutalità fisiche o mentali, di abbandono o di negligenza, di maltrattamenti o di sfruttamento, compresa la violenza sessuale, per tutto il tempo in cui è affidato all’uno o all’altro, o ad entrambi i suoi genitori, al suo rappresentante legale (o rappresentanti legali), oppure ad ogni altra persona che è investita del suo affidamento». L’art. 39 recita che per il bambino vittima di una forma di negligenza, di sfruttamento o di maltrattamenti, gli Stati sono tenuti ad adottare «ogni adeguato provvedimento per agevolare il riadattamento fisico e psicologico ed il reinserimento sociale. Tale riadattamento e tale reinserimento devono svolgersi in condizioni tali da Associazione Unitaria Psicologi Italiani Le direttrici lungo le quali si sono sviluppate le politiche italiane in materia di maltrattamento e abuso all’infanzia sono quelle giudiziarie, sociali, sanitarie, educative. Proveremo perciò a scorrerle, con qualche riferimento particolare alla legislazione sociale pugliese, al fine di ricostruire: 1. Le politiche giudiziarie di contrasto al fenomeno del maltrattamento/abuso all’infanzia 2. Le politiche sociali di promozione e sviluppo dei Servizi di protezione e di assistenza 31 n. 2/2007 ABUSO MINORI La legge prevede espressamente che, quando si procede per delitti commessi in danno di minorenni, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale ordinario penale deve darne notizia al Tribunale per i minorenni. Si evidenzia quindi la necessità di un raccordo tra l’autorità incaricata di individuare e punire l’autore adulto del reato e l’autorità competente ad assumere iniziative di sostegno e assistenza per bambini e bambine in difficoltà. Nella realtà le cose non vanno sempre così lisce: ci sono contrasti di competenza e spesso si scontrano le esigenze giudiziarie penali con le esigenze cliniche e sociali di cura del minore e di sostegno ai familiari protettivi. Le situazioni reali incorrono ancora nel rischio che le procedure penali facciano il loro corso senza l’avvio di alcun procedimento in ambito civile minorile, procedimento finalizzato al sostegno del minore vittima attraverso il Tribunale per i minorenni e i Servizi sociali degli enti locali. Ma la legge n. 66/1996 fa un passo avanti quasi epocale nel richiedere tale coordinamento e nel prevedere che alla vittima minorenne sia assicurata l’assistenza affettiva e psicologica in ogni stato e grado del procedimento attraverso la presenza dei genitori o di altre persone idonee indicate dal minorenne e ammesse dall’autorità giudiziaria che procede. 3. Le politiche sanitarie connesse all’abuso e al maltrattamento a danno dei minori 4. Le politiche educative in materia di maltrattamento e abuso sui minori 1. Le politiche giudiziarie di contrasto al fenomeno del maltrattamento/abuso all’infanzia Legge 15 febbraio 1996, n. 66 - Norme contro la violenza sessuale Legge 3 agosto 1998, n. 269 - Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori, quali nuove forme di riduzione in schiavitù Legge 28 marzo 2001, n. 149 - Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, recante «Disciplina dell’adozione e dell’affidamento dei minori», nonché al titolo VIII del libro primo del codice civili Legge 4 aprile 2001, n. 154 - Misure contro la violenza nelle relazioni familiari Legge 11 agosto 2003, n. 228 - Misure contro la tratta di persone Legge 6 febbraio 2006, n. 38 - Disposizioni in materia di lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia anche a mezzo Internet Attribuisce dignità infine alla rete di collaborazione interistituzionale e multiprofessionale formata da: 1. Tribunale ordinario penale; 2. Tribunale per i minorenni; 3. Servizi sociali; 4. Servizi sanitari; 5. Servizi sociali dell’amministrazione della giustizia minorile. La Legge 15 febbraio 1996, n. 66 - Norme contro la violenza sessuale, iscrive il reato sessuale tra quelli contro la persona e non più contro la moralità pubblica; disciplina il reato stesso fornendo maggiori strumenti di tutela per i minori e le donne; pone grande attenzione all’integrazione tra il piano della giustizia e quello della cura e dell’accoglimento dei bisogni di ascolto e protezione del minore; introduce la possibilità dell’assistenza affettiva e psicologica del minore in ogni stato e grado del procedimento; introduce la possibilità di procedere all’assunzione della testimonianza del minore con incidente probatorio e audizioni protette. Nella prospettiva della cooperazione tra sistemi di protezione, la legge n. 66/1996, oltre a rendere più ampie le ipotesi di reato, introduce specifiche innovazioni in ordine al coordinamento tra le Autorità Giudiziarie e i Servizi di assistenza a favore del bambino vittima. n. 2/2007 La Legge 3 agosto 1998, n. 269 - Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori, quali nuove forme di riduzione in schiavitù, stabilisce che il Tribunale per i Minorenni deve adottare i provvedimenti, anche di carattere psicologico, utili all’assistenza, al recupero e al reinserimento del minore (art. 2). Si può dire che la legge n. 66/1996 e la legge 269/98, contestualmente all’attivazione di sezioni specializzate nelle Questure (gli Uffici Minori, istituiti presso le Divisioni anticrimine delle questure), abbiano innescato una specifica domanda di Servizi specializzati per la protezione, l’ascolto e la valutazione del minore nel contesto degli iter giudiziari penale e civile. 32 Associazione Unitaria Psicologi Italiani ABUSO MINORI La Legge 28 marzo 2001, n. 149 - Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, recante «Disciplina dell’adozione e dell’affidamento dei minori», nonché al titolo VIII del libro primo del codice civile, garantisce e rafforza il diritto primario del minore a vivere, a crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia. Inoltre individua i presupposti per l’attuazione di tale diritto alla famiglia nella crescita, nella condizione della vita e nell’educazione del minore nell’ambito prioritario della famiglia di origine, senza limitazioni o ostacoli, riconoscendolo anche a quei minori che vivono in famiglie che versano in condizioni di indigenza e di temporanea difficoltà. 2. Le politiche sociali di promozione e sviluppo dei Servizi di protezione e di assistenza Legge 28 agosto 1997, n. 285 - Disposizioni per la promozione di diritti e opportunità per l’infanzia e l’adolescenza Legge regionale 11 febbraio 1999, n. 10 - Sviluppo degli interventi in favore dell’infanzia e dell’adolescenza Legge 8 novembre 2000, n. 328 - Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali DPCM 3 aprile 2001 - Piano Nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2001-2003 D.P.R. 2 luglio 2003 - Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva per il periodo 2002-2004 Legge regionale 25 agosto 2003, n. 17 - Sistema integrato d’interventi e servizi sociali in Puglia D.G.R. 4 agosto 2004, n. 1090 - Piano Regionale delle Politiche Sociali Legge regionale 10 luglio 2006, n. 19 - Disciplina del sistema integrato dei servizi sociali per la dignità e il benessere delle donne e degli uomini in Puglia Regolamento reg. 18 gennaio 2007, n. 4, attuativo della Legge Regionale 10 luglio 2006, n. 19 La Legge 4 aprile 2001, n. 154 - Misure contro la violenza nelle relazioni familiari, stabilisce che il Giudice possa disporre l’intervento dei Servizi sociali del territorio o di un centro di mediazione familiare in caso di donne e minori o di altri soggetti vittime di abusi e maltrattamenti, e perfino l’allontanamento dalla residenza familiare del genitore o del convivente che maltratta o abusa del minore. Predispone una doppia tipologia di misure simmetriche nel settore civile e penale, costituite rispettivamente dagli ordini di protezione contro gli abusi familiari (artt. 342-bis, 342-ter c.c.) e dalla misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare (art. 282-bis c.p.p.). Gli ordini di protezione e la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare rispondono a molteplici finalità di intervento nel tentativo di colmare le lacune delle tradizionali forme di tutela con lo scopo primario di fornire una protezione rapida e tempestiva. La Legge 28 agosto 1997, n. 285 - Disposizioni per la promozione di diritti e opportunità per l’infanzia e l’adolescenza, dà vita a interventi non emergenziali, diretti non solo a riparare le situazioni di particolare disagio dei minori, ma anche a promuovere adeguati processi di costruzione dell’identità per tutti i bambini e le bambine, mediante concreti Servizi e strumenti in grado di favorire migliori relazioni familiari, spazi e opportunità per il gioco e la partecipazione, un ambiente urbano di vita più adeguato alle esigenze di chi cresce. Questa legge ha permesso agli operatori del settore pubblico e del privato sociale di sperimentarsi in molteplici iniziative riconducibili a quattro macrotipologie: 1. organizzazione di percorsi di sensibilizzazione e formazione sui temi del disagio, del maltrattamento e della violenza sessuale all’infanzia; La Legge 11 agosto 2003, n. 228 - Misure contro la tratta di persone, amplia il contenuto delle fattispecie di reato connesse al traffico di persone e alla riduzione in schiavitù, attività che sono strettamente collegate al proliferare della criminalità organizzata e delle “nuove mafie”; inasprisce le pene e rende perseguibili anche i soggetti giuridici; arricchisce l’attuale normativa con esplicite previsioni in ordine alle misure di reintegro, recupero e reinserimento sociale delle vittime. La Legge 6 febbraio 2006, n. 38 - Disposizioni in materia di lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia anche a mezzo Internet, eleva da 14 a 18 anni l’età della persona offesa e rende tutti i reati sessuali procedibili d’ufficio. Associazione Unitaria Psicologi Italiani 33 n. 2/2007 ABUSO MINORI bambino vittima degli stessi nella forma di violenza assistita, un’espressione del maltrattamento traumatogena e distorsiva quanto il maltrattamento fisico o l’abuso sessuale (Cismai 2000). Allo steso modo, una madre vittima di violenze domestiche e incapace di accudire e proteggere efficacemente i propri figli non è una cattiva madre, ma una donna traumatizzata che ha subito gravi danni nelle sue competenze e capacità genitoriali (Bertotti, Bianchi 2005). La sfida lanciata da questo nuovo approccio alla lettura del maltrattamento intrafamiliare consiste nel porre al centro dell’attenzione di chi rileva e valuta non solo i singoli soggetti, ma la famiglia come sistema: un sistema nel quale è necessario intervenire rispondendo alle esigenze di protezione e tutela di tutti i suoi componenti, anche attraverso misure di separazione e di recisione di legami che non possono che generare sofferenza e ripetizione del trauma, se si vuole attivare reali processi di cambiamento e di riparazione degli effetti del trauma. 2. apertura o potenziamento di servizi specialistici di consulenza per la rilevazione, la valutazione, il trattamento e il sostegno socioeducativo; 3. realizzazione o riqualificazione di strutture di accoglienza per minori, madri con bambini e ragazze uscite dal circuito prostituzionale; 4. costituzione di organismi di coordinamento inter-istituzionale. La progettazione si è articolata, anche se non in modo equilibrato, lungo i tre livelli della prevenzione (primaria, secondaria, terziaria). Non c’è stato equilibrio perché le iniziative si sono ripartite come una piramide rovesciata: la maggior parte delle risorse sono state canalizzate verso il potenziamento delle capacità e risorse di rilevazione, valutazione e protezione, ma lasciando fortemente scoperta l’area della cura, nella quale la progettazione non può che essere programmata in un arco di lungo periodo. Ciò che è accaduto ha dimostrato quanto non sia ancora adeguatamente valorizzata l’importanza di una protezione mentale della vittima, che non può essere limitata alle iniziative di protezione socioeducativa e agli interventi giudiziari, ma deve prevedere anche misure di recupero psicologico (Bianchi 2002). Va richiamata l’attenzione sui meccanismi psicologici e psicopatologici conseguenti agli abusi, al fine di orientare l’impegno al problema delle sequele psicologiche e comportamentali del bambino abusato e al loro trattamento, considerato che spesso i piccoli maltrattati/abusati si ritrovano poi tra le file degli adulti maltrattanti e abusanti. Ci sono bambini che dispongono di una capacità di resilienza che supera ogni ostacolo comprese le esperienze di abusi, ma ci sono anche bambini che hanno una maggiore vulnerabilità, per i quali l’evento traumatico diviene un attacco confusivo e destabilizzante totale, che ha gli effetti di un uragano che rade al suolo le già deboli o compromesse risorse e capacità di elaborazione. Si sta lentamente configurando una nuova buona pratica di lavoro che però fatica ad affermarsi: quella di osservare il maltrattamento intrafamiliare come un evento che caratterizza un ambiente di vita di per sé traumatogeno per tutti coloro che vi vivono e non solo per i soggetti riconosciuti come vittime dirette della violenza. Si tratta di uno spostamento di prospettiva (e in qualche modo di paradigma) nell’interpretazione delle dinamiche dei maltrattamenti intrafamiliari e dello stato dei vari attori in campo. Infatti un bambino che vive in una famiglia nella quale avvengono ripetutamente violenze contro la madre o un altro familiare di riferimento, anche se non subisce atti violenti diretti è comunque un n. 2/2007 La Legge regionale 11 febbraio 1999, n. 10 - Sviluppo degli interventi in favore dell’infanzia e dell’adolescenza, contiene una serie di norme per la programmazione e l’organizzazione degli interventi in favore dell’infanzia e dell’adolescenza, finalizzati a realizzare sul territorio regionale un sistema di servizi, opportunità e garanzie volte al pieno sviluppo della persona del minore e alla valorizzazione e sostegno delle reti sociali primarie, in primo luogo le famiglie, quali ambito di relazioni significative per la crescita della persona. La Legge 8 novembre 2000, n. 328 - Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, attribuisce alle Regioni le funzioni di programmazione, coordinamento e indirizzo degli interventi sociali (art. 8), nonché la disciplina dell’integrazione degli interventi stessi, con particolare riferimento all’attività sanitaria e socio-sanitaria ad elevata integrazione sanitaria e la definizione di politiche integrate in materia di interventi sociali, ambiente, sanità, istituzioni scolastiche, avviamento al lavoro e reinserimento nelle attività lavorative, servizi del tempo libero, trasporti e comunicazioni; identifica gli obiettivi specifici dei servizi alla persona che sono la prevenzione, la riduzione e l’eliminazione del bisogno e del disagio individuale e familiare; determina il necessario raccordo in ambito distrettuale tra interventi sanitari e sociosanitari di competenza dell’AUSL e interventi sociali di competenza dell’ente Comune. 34 Associazione Unitaria Psicologi Italiani ABUSO MINORI strategie di governance sociale, basate su reti associative tra soggetti istituzionali e non istituzionali chiamati a definire gli obiettivi, i contenuti e le metodologie per l’attuazione e la successiva valutazione delle politiche di indirizzo elaborate prima in sede nazionale e poi regionale. La regionalizzazione e la municipaliz- zazione delle strategie può produrre però anche effetti nocivi, come la frammentazione delle politiche e degli indirizzi, aggravando la differenziazione territoriale nell’organizzazione e nella struttura dei Servizi che si occupano di questo problema, nonché il livello di investimento nel settore. Proprio sul versante sociale si registrano, oggi, i più importanti movimenti di innovazione che investono sia il settore pubblico sia quello del privato sociale. È questa un’area in grande movimento come conseguenza della riforma del Titolo V - Parte II della Costituzione italiana e degli atti di riforma del sistema dei Servizi socioassistenziali cui ha dato impulso la legge 328/2000 che, pur perdendo il significato di legge quadro in seguito alla riforma costituzionale, ha conservato la sua carica modificatrice del sistema sociale sia in termini di programmazione e coordinamento dei Piani di Zona sia in termini di scelta di un modello organizzativo che assicuri un livello minimo di integrazione sociosanitaria. La riforma del Titolo V ha inciso profondamente sul riparto delle competenze legislative ed amministrative tra Stato e Regioni, così come esse erano state configurate dalla Carta costituzionale del 1948. Il nuovo Titolo V della Costituzione stabilisce un’esclusiva competenza delle Regioni in materia di assistenza, tuttavia mantiene in capo allo Stato una funzione strategica per la governance del sistema di welfare nazionale: la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) concernenti i diritti civili e sociali. Resta ancora aperto il processo di definizione dei LEP a livello nazionale, ma alcune Regioni lo hanno già anticipato. L’area del maltrattamento, dell’abuso e dello sfruttamento sessuale, nell’esplicazione delle funzioni proprie del processo di salvaguardia del minore (prevenzione, assistenza, protezione, trattamento), rientra a pieno titolo negli ambiti del welfare locale, in particolare di quello che si usa definire dei servizi di cura della persona, settore oggi contraddistinto dalla esternalizzazione delle prestazioni e dalla pluralizzazione, in termini sia di qualità sia di soggetti erogatori. Il livello locale è ormai l’unico possibile per l’analisi dei Servizi di cura della persona disponibili per i bambini e gli adolescenti vittime di violenza e le loro famiglie, anche in considerazione della complessità che governa il settore, in cui i beni e i servizi per la collettività sono prodotti e offerti in collaborazione tra numerosi attori locali: Comune, Aziende sanitarie, altri Enti pubblici, Soggetti del terzo settore, Famiglie. Di conseguenza l’art. 16 considera i Servizi e gli interventi finalizzati al sostegno delle responsabilità familiari in un’ottica promozionale e di prevenzione. Nell’ambito della lotta all’abuso e allo sfruttamento sessuale, a livello municipale il processo programmatorio si sta traducendo in Associazione Unitaria Psicologi Italiani Il DPCM 3 aprile 2001 - Piano Nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2001-2003. Libertà responsabilità e solidarietà nell’Italia delle autonomie, predisposto ai sensi della legge 328/2000, indica tanto le linee e gli elementi unificanti le diverse esperienze regionali e locali quanto gli spazi di possibile loro articolazione, differenziazione e sperimentazione nelle modalità organizzative e operative adeguate ai diversi contesti locali. Considerando che lo strumento strategico per la costruzione delle politiche per l’infanzia e l’adolescenza, per il loro consolidamento e la loro qualificazione, è il Piano territoriale di intervento per l’infanzia e l’adolescenza (L. 285/97, art. 2, comma 2), stabilisce che i Piani di Zona (di cui all’art. 19 della legge n. 328/2000) dovranno prevedere «servizi di cura e recupero psico-sociale di minori vittime di maltrattamenti e violenze, anche sessuali, attraverso interventi con caratteristiche di forte integrazione tra i settori sociale, sanitario, giudiziario e scolastico» e «servizi di sostegno per i minori sottoposti ad abuso». Il D.P.R. 2 luglio 2003 - Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva per il periodo 2002-2004, predisposto dall’Osservatorio Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, sollecita l’individuazione di «sistemi di registrazione costanti e omogenei dell’incidenza (numero casi per anno) del fenomeno dell’abuso all’infanzia in tutte le sue forme, con l’adeguata definizione di subcategorie e degli elementi caratterizzanti»; l’avvio di un’«organica ricerca retrospettiva sulle vittime di abuso sessuale (analisi della prevalenza)»; l’attivazione tempestiva di «forme di raccolta dati che definiscano con precisione i contorni del problema della violenza assistita intrafamiliare e che ne diano una quantificazione». Tre principi sono alla base di questi indirizzi: 1. il rispetto del superiore interesse del bambino; 35 n. 2/2007 ABUSO MINORI sonale destinato anche ad altre funzioni e servizi, nell’ambito degli interventi a favore dei minori, come ad esempio la materia delle adozioni. Evidenzia la necessità, infine, che nell’ambito dell’équipe siano distinte le funzioni di ascolto giudiziario da quelle di sostegno e trattamento psicoterapeutico. 2. la valorizzazione della famiglia come comunità educante; 3. la ricerca di strumenti per il rafforzamento della protezione dei minori da ogni forma di violenza: protezione da intendersi nella sua triplice accezione della prevenzione, della tutela e del recupero del soggetto in età evolutiva in difficoltà. La Legge regionale 25 agosto 2003, n. 17 - Sistema integrato d’interventi e servizi sociali in Puglia, promuove, qualifica e sostiene l’integrazione socio-sanitaria; le attività socio-assistenziali a integrazione socio-sanitaria; le attività sanitarie a integrazione socio-assistenziale. Verrà abrogata a favore della Legge regionale 10 luglio 2006, n. 19 - Disciplina del sistema integrato dei servizi sociali per la dignità e il benessere delle donne e degli uomini in Puglia. La Legge regionale 10 luglio 2006, n. 19 - Disciplina del sistema integrato dei servizi sociali per la dignità e il benessere delle donne e degli uomini in Puglia, impegna la Regione a favorire l’informazione, la consulenza, il sostegno e l’assistenza alle vittime di violenze sessuali, con particolare riguardo ai minori che abbiano subito maltrattamenti e abusi; a curare la sensibilizzazione delle comunità locali sulle problematiche connesse all’abuso e al maltrattamento dei minori e delle donne; a promuovere la realizzazione di Servizi ed interventi correttivi specializzati. La D.G.R. 4 agosto 2004, n. 1090 - Piano Regionale delle Politiche Sociali, all’interno delle iniziative in favore dell’infanzia e dell’adolescenza, considera tra le priorità strategiche della programmazione locale la promozione di adeguate strategie di tutela dei minori e di prevenzione e contrasto all’abuso e al maltrattamento, con un’impostazione di fondo che assume un approccio di tipo integrato, territorializzato e partecipato. Emana apposite Linee guida, anche al fine di favorire un diffuso ed omogeneo intervento a livello territoriale e assegna al Consultorio Familiare «gli interventi a tutela della salute mentale, per la promozione della maternità e paternità responsabile, per la prevenzione del disagio nei soggetti in età evolutiva». Sostiene che la complessità delle singole situazioni di abuso e di maltrattamento richiede una capacità di lettura-interpretazionevalidazione-intervento di carattere multidisciplinare e multiprofessionale. Stabilisce che i Piani di Zona dovranno prevedere modalità di costituzione di èquipe integrate, da attivarsi tra Servizi sociali, sanitari (di base e specialistici) e della Giustizia, previi accordi di programma e/o intese. Assegna alle équipe integrate specifici compiti di valutazione-validazione; presa in carico; trattamento multidisciplinare e multiprofessionale delle situazioni di maltrattamento/abuso; trattamento multidisciplinare e multiprofessionale delle situazioni di maltrattamento/abuso. Le équipe integrate dovranno occuparsi anche di pedofilia, tutela delle vittime di pornografia, prostituzione, altre forme di riduzione di minori in schiavitù previste dalla legge 269/1998. Il Piano sostiene che tali équipe possono essere formate da per- n. 2/2007 Il Regolamento reg. 18 gennaio 2007, n. 4, attuativo della Legge Regionale 10 luglio 2006, n. 19, Disciplina del sistema integrato dei servizi sociali per la dignità e il benessere delle donne e degli uomini in Puglia, definisce, tra l’altro, il carattere, le prestazioni e il personale del Centro antiviolenza (art. 107). 3. Le politiche sanitarie connesse all’abuso e al maltrattamento a danno dei minori D.M. 24 aprile 2000 - Progetto Obiettivo Materno Infantile DPCM 14 febbraio 2001 - Atto di indirizzo e coordinamento in materia di prestazioni socio-sanitarie DPCM 29 novembre 2001 - Definizione dei livelli essenziali di assistenza DGR 27 dicembre 2001, n. 2087 - Piano Sanitario Regionale 2002-2004 DPR 23 maggio 2003 - Piano Sanitario Nazionale 20032005 DPR 7 aprile 2006 - Piano Sanitario Nazionale 2006-2008 Le politiche sanitarie hanno progressivamente riconosciuto la materia dell’abuso fra le proprie competenze specifiche e la necessità di muoversi secondo un approccio preventivo e di rilevazione precoce. Un’area strategicamente importante è apparsa quella della pediatria. 36 Associazione Unitaria Psicologi Italiani ABUSO MINORI - messa in atto di interventi e provvedimenti, con la finalità di prevenire, contenere o eliminare la presenza di un fattore di rischio. La figura del Pediatra si colloca in una posizione privilegiata anche rispetto all’accoglienza e alla tutela dei bambini immigrati residenti in Italia. Nell’ottica della prevenzione, la relazione del Pediatra con questi bambini e le loro famiglie potrebbe aiutare i nuclei familiari a usare bene il Servizio Sanitario, superando diffidenze e difficoltà che possono diventare fattori di grave vulnerabilità. L’investimento sulle strutture sanitarie pediatriche costituisce una delle chiavi di volta di un buon sistema di prevenzione del disagio infantile e familiare. «La formazione professionale e culturale del Pediatra lo porta a essere il naturale destinatario dei controlli di salute del bambino, ma anche il referente privilegiato al quale i genitori possono comunicare incertezze, ansie, preoccupazioni riguardanti lo sviluppo» (Carini, 2001). Il Pediatra potrebbe costituire le antenne sensibili del sistema di prevenzione del disagio infantile e familiare, avendo la possibilità di entrare in contatto con le famiglie e di seguire nel tempo il percorso di crescita dei bambini. La figura del Pediatra di base, nelle strategie di prevenzione e rilevazione precoce di tutte le situazioni di “child abuse”, ricopre un ruolo fondamentale in virtù della naturalezza del rapporto che intercorre tra questa figura professionale e le famiglie. Un altro elemento importante che costituisce un punto di forza in direzione della prevenzione del “child abuse”, è che, in molti casi, l’inizio del rapporto con il bambino avviene in età molto precoce, e questo può facilitare l’osservazione nel tempo dell’insorgenza dei primi segnali di disagio. La figura del Pediatra di base, nelle strategie di prevenzione e rilevazione precoce di tutte le situazioni di “child abuse”, ricopre un ruolo fondamentale in virtù della naturalezza del rapporto che intercorre tra questa figura professionale e le famiglie. In molti casi, l’inizio del rapporto con il bambino avviene in età molto precoce, e questo può facilitare l’osservazione nel tempo dell’insorgenza dei primi segnali di disagio. Anche l’OMS, nel suo Rapporto su violenza e salute (2002) chiama il settore medico, e la pediatria in specifico, a dare il proprio fattivo contributo alla lotta a ogni forma di violenza e sfruttamento. Nelle situazioni di sospetto abuso la strategia del Pediatra dovrebbe muoversi lungo due linee di azione: 1. la comprensione dei fatti segnalati e/o osservati; 2. la loro valutazione, alla luce delle informazioni fornite dal contesto familiare e, se possibile, da altri contesti di vita del bambino (Mian, 2001). Nei confronti dei minori, sul versante della prevenzione, le funzioni del Pediatra potrebbero essere assimilate a quelle che devono svolgere i Servizi di Prevenzione del territorio: - controllo, cioè verifica preliminare delle condizioni di salute, in senso lato, ovvero verifica dell’assenza di condizioni di pregiudizio tali da richiedere un intervento; - vigilanza, cioè verifiche mirate ad accertare la permanenza delle condizioni minime di salute, ovvero il rispetto di eventuali prescrizioni; Associazione Unitaria Psicologi Italiani Il D.M. 24 aprile 2000 - Progetto Obiettivo Materno Infantile, allegato al Piano Sanitario Nazionale 1998-2000, dedica il capitolo 10 al tema dei Maltrattamenti, Abusi e Sfruttamento sessuale dei minori per impegnare lo Stato, le Regioni, gli Enti Locali ad istituire e potenziare servizi sanitari e socio-assistenziali che garantiscano ogni intervento idoneo a rimuovere le situazioni che determinano il maltrattamento nei diversi stadi dell’età evolutiva del bambino, quale strumento fondamentale di prevenzione, anche in riferimento a quanto suggerito da organismi interistituzionali, in primis la Commissione contro gli abusi, i maltrattamenti e lo sfruttamento sessuale dei minori (D.P.C.M. 26.2.1998) nello specifico documento del settembre 1998 dal titolo Proposte di intervento per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del maltrattamento. Invita le Regioni a individuare una «comune metodologia d’intervento a carattere multidisciplinare»; a predisporre «l’integrazione dei percorsi sanitari, sociali e giudiziari ed il coordinamento delle risorse pubbliche e private»; a redigere dei protocolli d’intesa che definiscano i ruoli, le funzioni, le modalità, i percorsi, le interazioni tra le diverse istituzioni e tra le istituzioni e le realtà del privato sociale, cui «devono fare riferimento tutti gli operatori del pubblico e del privato». Modella le strategie d’intervento attorno agli obiettivi di: 1. rilevamento dei dati per far emergere il fenomeno, indagarlo e conoscerlo sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo, integrando i dati raccolti tramite l’area giudiziaria con quelli dell’area sociale e sanitaria (Pronto Soccorso, Pediatri di Libera Scelta, Medici di Medicina Generale, Consultori Familiari); 2. formazione (di base e specialistica) degli operatori sanitari dei Servizi territoriali; 3. organizzazione dei Servizi “in rete” con la creazione di Servizi integrati su tutto il territorio in grado di porsi come riferimento e supporto nei casi di maltrattamento; 4. elaborazione di protocolli d’intesa a livello regionale al fine di 37 n. 2/2007 ABUSO MINORI f) ogni altro intervento qualificato quale prestazione sociale a rilevanza sanitaria ed inserito tra i livelli essenziali di assistenza secondo la legislazione vigente. Le prestazioni socio-sanitarie ad elevata integrazione sanitaria, tra cui quelle che attengono all’area materno-infantile), erogate dalle AUSL e a carico del Fondo sanitario, comprende tutte le prestazioni caratterizzate da particolare rilevanza terapeutica e intensità della componente sanitaria, le quali attengono prevalentemente alle aree materno-infantile, anziani, handicap, patologie psichiatriche e dipendenze da droga, alcool e farmaci, patologie per infezioni da HIV e patologie terminali, inabilità o disabilità conseguenti a patologie cronico-degenerative. Tali prestazioni sono quelle, in particolare, attribuite alla fase postacuta caratterizzate dall’inscindibilità del concorso di più apporti professionali sanitari e sociali nell’ambito del processo personalizzato di assistenza, dalla indivisibilità dell’impatto congiunto degli interventi sanitari e sociali sui risultati dell’assistenza e dalla preminenza dei fattori produttivi sanitari impegnati nell’assistenza. Il DPCM pone la competenza di spesa al 100% a carico del SSN per quanto concerne «le prestazioni medico specialistiche, psicoterapeutiche, di indagine diagnostica sui minori e le famiglie adottive e affidatarie» per «la protezione del minore in stato di abbandono e tutela della sua crescita anche attraverso affidi e adozioni» e «gli interventi di prevenzione, assistenza e recupero psicoterapeutico dei minori vittime di abusi», di cui alle leggi 66/96, 269/98 e al DM 24 aprile 2000. Riconosce, infine, come “prestazioni” esclusivamente “sociali”, e quindi con attribuzione di spesa al 100% a carico dei Comuni, sia il supporto sociale ed economico alle famiglie, sia il supporto educativo territoriale e domiciliare e l’accoglienza in comunità. favorire l’integrazione dei percorsi sanitari, sociali e giudiziari e il coordinamento delle risorse pubbliche e private. Il POMI sottolinea la necessità di identificare le aree a rischio al fine di stabilire strategie d’intervento diversificate a seconda dei rilievi epidemiologici delle varie patologie. In tale ottica la scuola è considerata un luogo privilegiato di osservazione del disagio dei bambini e degli adolescenti e, anche dal punto di vista sanitario, viene ritenuta il contesto sul quale puntare l’attenzione per azioni mirate di prevenzione. Il DPCM 14 febbraio 2001 - Atto di indirizzo e coordinamento in materia di prestazioni socio-sanitarie, individua: la) e prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, di competenza delle AUSL e a carico delle stesse; b) le prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, di competenza dei Comuni; c) le prestazioni socio-sanitarie ad elevata integrazione sanitaria (tra cui quelle che attengono all’area materno-infantile), erogate dalle AUSL e a carico del Fondo sanitario. Le prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, di competenza delle AUSL e a carico delle stesse, comprendono le prestazioni assistenziali che, erogate contestualmente ad adeguati interventi sociali, sono finalizzate alla promozione della salute, alla prevenzione, individuazione, rimozione e contenimento di esiti degenerativi o invalidanti di patologie congenite o acquisite, contribuendo, tenuto conto delle componenti ambientali, alla partecipazione alla vita sociale e alla espressione personale. Le prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, di competenza dei Comuni comprendono: a) gli interventi di sostegno e promozione a favore dell’infanzia, dell’adolescenza e delle responsabilità familiari; b) gli interventi per contrastare la povertà nei riguardi dei cittadini impossibilitati a produrre reddito per limitazioni personali o sociali; c) gli interventi di sostegno e di aiuto domestico familiare finalizzati a favorire l’autonomia e la permanenza nel proprio domicilio di persone non autosufficienti; d) gli interventi di ospitalità alberghiera presso strutture residenziali e semiresidenziali di adulti e anziani con limitazione dell’autonomia, non assistibili a domicilio; e) gli interventi, anche di natura economica, atti a favorire l’inserimento sociale di soggetti affetti da disabilità o patologia psicofisica e da dipendenza, fatto salvo quanto previsto dalla normativa vigente in materia di diritto al lavoro dei disabili; n. 2/2007 Il DPCM 29 novembre 2001 - Definizione dei livelli essenziali di assistenza, riconferma la natura sanitaria delle prestazioni medico-specialistiche, psicoterapeutiche, psicologiche, di indagine diagnostica del DPCM 14 febbraio 2001 in favore dei minori vittime di abusi, dei minori in stato di abbandono, nonché delle famiglie, e vi aggiunge significativamente anche le «prestazioni riabilitative e socio-riabilitative a minori e adolescenti»;prevede «l’assistenza sanitaria e socio sanitaria ai minori» in generale e a quelli «in stato di abbandono o in situazione di disagio» in particolare e gli «adempimenti per affidamenti e adozioni» che il Servizio Sanitario Nazionale è tenuto a garantire;ribadisce che i «minori vittime di abusi» devono poter beneficiare di interventi specifici volti alla prevenzione, all’assistenza e al recupero psicoterapeutico. 38 Associazione Unitaria Psicologi Italiani ABUSO MINORI La DGR 27 dicembre 2001, n. 2087 - Piano Sanitario Regionale 2002-2004, in linea con i principi sanciti dalla normativa nazionale, indica, tra le azioni prioritaria assegnate al Consultorio Familiare, quelle di fornire la necessaria collaborazione agli Enti locali, alle Autorità Giudiziarie e agli istituti scolastici per i problemi connessi al maltrattamento, al disagio, all’abbandono, alla devianza dei minori, e di realizzare interventi per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del maltrattamento e della violenza sui minori e sulle donne, attraverso l’attuazione di progetti integrati sociali e sanitari che coinvolgano i diversi servizi interessati presenti nella comunità. ni, di comunicazione, di gioco, d’impegno, di rapporto con le persone, con i valori, con le regole. In questo contesto possono nettamente emergere ed essere osservate negli allievi le diversità individuali, le difficoltà, le sofferenze” (Foti, 2000). Molte istituzioni scolastiche realizzano da tempo, nell’ambito degli interventi per l’educazione alla salute, progetti riguardanti azioni di prevenzione in materia di maltrattamenti e abusi sui minori rivolte ai docenti, agli studenti e alle loro famiglie, con il coinvolgimento degli operatori socio-sanitari e del privato sociale. Già nel 1998, il Documento d’indirizzo Proposte d’intervento per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del maltrattamento indicava il contesto scolastico come uno degli ambiti più importanti per il perseguimento delle strategie di contrasto della violenza all’infanzia attraverso il coinvolgimento di genitori e bambini in attività di sensibilizzazione, e degli insegnanti e dei dirigenti scolastici in percorsi di formazione di base e specialistica. La scuola diventa luogo di prevenzione del disagio attraverso interventi educativi finalizzati a ridurre l’impatto dei fattori di rischio e ad attivare fattori di protezione, grazie alla formazione di adeguate strategie che mettano gli alunni in condizione di saper fronteggiare i problemi. Un ambito di intervento privilegiato è quello della prevenzione e del contrasto al fenomeno del bullismo. Tra le strategie di prevenzione adottate dalle scuole proprio su questo tema si elencano le seguenti: - promuovere la conoscenza e la consapevolezza dei problemi connessi al bullismo, favorendo in primo luogo l’osservazione dei comportamenti; - raccogliere le richieste di aiuto che provengono dagli alunni al fine di fornire sostegno e protezione alle vittime, principalmente attraverso l’ascolto; - svolgere un lavoro di sensibilizzazione approfondito con gli alunni per stimolare il loro coinvolgimento attivo, mediante il lavoro con il gruppo classe; - prevenire il fenomeno puntando sulla costruzione di un clima di classe positivo, attraverso l’individuazione e la condivisione di chiare regole di convivenza a partire dall’accoglienza nelle classi prime; - creare un gruppo di docenti che, in stretta collaborazione con il personale non docente, e con la consulenza di un esperto, raccolga e analizzi i casi di bullismo allo scopo di elaborare strategie per contrastarli e, quando possibile, risolverli, anche cercando la collaborazione dei genitori dei ragazzi coinvolti; - effettuare incontri di sensibilizzazione con i genitori al fine di rea- Il DPR 23 maggio 2003 - Piano Sanitario Nazionale 20032005, nella Parte Seconda, al Capitolo 6.2., La salute del neonato, del bambino e dell’adolescente, pone l’obiettivo strategico di «educare alla salute e all’igiene i giovani e le famiglie, col contributo essenziale della scuola e degli enti territoriali e dei servizi socioassistenziali competenti, con particolare riguardo alla prevenzione dei maltrattamenti, abusi e sfruttamento minorile». Proprio per questi ultimi riconosce la necessità del contributo essenziale dei «servizi socio assistenziali competenti», ovvero il principio dell’integrazione socio-sanitaria. Il Piano afferma tra l’altro: «La violenza è un attentato alla salute degli individui. La salute, intesa in senso olistico, dei bambini è un bene prezioso. Dare concretezza al loro diritto alle cure e all’assistenza significa garantire la loro sopravvivenza fisica, psicologica e mentale». Il DPR 7 aprile 2006 - Piano Sanitario Nazionale 20062008, chiede ai Consultori Familiari di «attivare interventi di prevenzione e di lotta ai maltrattamenti, abusi e sfruttamento dei minori» (Paragrafo 5.1, La salute nelle prime fasi di vita, infanzia e adolescenza). 4. Le politiche educative in materia di maltrattamento e abuso sui minori La scuola costituisce un osservatorio privilegiato della condizione del bambino e del ragazzo, essendo “l’unica istituzione da cui passano tutti i bambini e nella quale vi rimangono per parecchie ore al giorno e per diversi anni” (Associazione “Rompere il silenzio”, 1998). In essa il soggetto in età evolutiva sviluppa “una rete di interazio- Associazione Unitaria Psicologi Italiani 39 n. 2/2007 ABUSO MINORI lence in the Americas, Washington DC, Banca Interamericana di Sviluppo. lizzare un patto educativo che contrasti la “cultura della prepotenza”. Di norma le parole chiave dell’atteggiamento educativo verso gli alunni sono rispetto, valorizzazione, gratificazione, responsabilizzazione, idonee a favorire motivazione, condivisione e collaborazione. Tuttavia, pur rilevando sforzi importanti e alcuni progetti di autentica eccellenza, occorre riconoscere che non esiste una politica scolastica per la prevenzione dell’abuso all’infanzia. D’altra parte, le attività realizzate nella scuola condividono con quelle del sociale la scarsa propensione alla valutazione in itinere ed ex post degli interventi e dei risultati. In questo, come in qualsiasi altro settore, la mancanza di verifiche limita la modellizzazione delle esperienze e, quindi, la loro trasferibilità anche in altri contesti. Carini G. (2001). Il pediatra di fronte alla rivelazione di abuso, in A. Carini, M.T. Pedrocco Biancardi, G. Soavi (a cura di), L’abuso sessuale intrafamiliare, Milano, Raffaello Cortina. Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza (1998). 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Bihel (eds.), Too close to home: Domestic vio- n. 2/2007 Piva P. (2001). I servizi alla persona, Roma, Carocci. 40 Associazione Unitaria Psicologi Italiani CALABRIA: L.G. TUTELA SALUTE MENTALE Linee guida per la tutela della salute mentale Associazione Unitaria Psicologi Italiani 41 n. 2/2007 CALABRIA: L.G. TUTELA SALUTE MENTALE n. 2/2007 42 Associazione Unitaria Psicologi Italiani CALABRIA: L.G. TUTELA SALUTE MENTALE Associazione Unitaria Psicologi Italiani 43 n. 2/2007 CALABRIA: L.G. TUTELA SALUTE MENTALE n. 2/2007 44 Associazione Unitaria Psicologi Italiani CALABRIA: L.G. TUTELA SALUTE MENTALE Associazione Unitaria Psicologi Italiani 45 n. 2/2007 CALABRIA: L.G. TUTELA SALUTE MENTALE n. 2/2007 46 Associazione Unitaria Psicologi Italiani CALABRIA: L.G. TUTELA SALUTE MENTALE Associazione Unitaria Psicologi Italiani 47 n. 2/2007 CALABRIA: L.G. TUTELA SALUTE MENTALE n. 2/2007 48 Associazione Unitaria Psicologi Italiani CALABRIA: L.G. TUTELA SALUTE MENTALE Associazione Unitaria Psicologi Italiani 49 n. 2/2007 CALABRIA: L.G. TUTELA SALUTE MENTALE n. 2/2007 50 Associazione Unitaria Psicologi Italiani CALABRIA: L.G. TUTELA SALUTE MENTALE Associazione Unitaria Psicologi Italiani 51 n. 2/2007 CALABRIA: L.G. TUTELA SALUTE MENTALE n. 2/2007 52 Associazione Unitaria Psicologi Italiani CALABRIA: L.G. TUTELA SALUTE MENTALE Associazione Unitaria Psicologi Italiani 53 n. 2/2007 CALABRIA: L.G. TUTELA SALUTE MENTALE n. 2/2007 54 Associazione Unitaria Psicologi Italiani DISEGNO DI LEGGE: DIRITTI PARTORIENTE Norme per la tutela dei diritti della partoriente, la promozione del parto fisiologico e la salvaguardia della salute del neonato Associazione Unitaria Psicologi Italiani 55 n. 2/2007 DISEGNO DI LEGGE: DIRITTI PARTORIENTE n. 2/2007 56 Associazione Unitaria Psicologi Italiani DISEGNO DI LEGGE: DIRITTI PARTORIENTE Associazione Unitaria Psicologi Italiani 57 n. 2/2007 DISEGNO DI LEGGE: DIRITTI PARTORIENTE n. 2/2007 58 Associazione Unitaria Psicologi Italiani DISEGNO DI LEGGE: DIRITTI PARTORIENTE Associazione Unitaria Psicologi Italiani 59 n. 2/2007 DISEGNO DI LEGGE: DIRITTI PARTORIENTE n. 2/2007 60 Associazione Unitaria Psicologi Italiani DISEGNO DI LEGGE: DIRITTI PARTORIENTE Associazione Unitaria Psicologi Italiani 61 n. 2/2007 DISEGNO DI LEGGE: DIRITTI PARTORIENTE n. 2/2007 62 Associazione Unitaria Psicologi Italiani DISEGNO DI LEGGE: DIRITTI PARTORIENTE Associazione Unitaria Psicologi Italiani 63 n. 2/2007 DISEGNO DI LEGGE: DIRITTI PARTORIENTE n. 2/2007 64 Associazione Unitaria Psicologi Italiani DISEGNO DI LEGGE: DIRITTI PARTORIENTE Associazione Unitaria Psicologi Italiani 65 n. 2/2007 DISEGNO DI LEGGE: DIRITTI PARTORIENTE n. 2/2007 66 Associazione Unitaria Psicologi Italiani DISEGNO DI LEGGE: DIRITTI PARTORIENTE Associazione Unitaria Psicologi Italiani 67 n. 2/2007 DISEGNO DI LEGGE: DIRITTI PARTORIENTE n. 2/2007 68 Associazione Unitaria Psicologi Italiani DISEGNO DI LEGGE: DIRITTI PARTORIENTE Associazione Unitaria Psicologi Italiani 69 n. 2/2007 DISEGNO DI LEGGE: DIRITTI PARTORIENTE n. 2/2007 70 Associazione Unitaria Psicologi Italiani DISEGNO DI LEGGE: DIRITTI PARTORIENTE Associazione Unitaria Psicologi Italiani 71 n. 2/2007 DISEGNO DI LEGGE: DIRITTI PARTORIENTE n. 2/2007 72 Associazione Unitaria Psicologi Italiani DISEGNO DI LEGGE: DIRITTI PARTORIENTE Associazione Unitaria Psicologi Italiani 73 n. 2/2007 RECENSIONI Recensioni a cura di GIOVANNI CAVADI QUADERNI DiPAV del Dipartimento di Psicologia e Antropologia dell’Università di Verona. Quadrimestrale di psicologia e antropologia culturale. Sezione monografica. A cura di Emilio Tiberi: Impatto delle neuroscienze sulla psicologia cognitiva,affettiva e della personalità.Franco Angeli, Milano, 2002, n° 5, pp. 207, e 13,50. amore,così ricca dio delusioni e nel trovarmi abbagliato, atterrito dal raggio di luce della sua altissima e raffinata Arte”.(G.C.) Il termine Neuroscienze, si riferisce ad un patrimonio omogeneo che si propone di integrare conoscenze affini che cercano di spiegare in che modo il cervello guidi i suoi neuroni nel controllo del comportamento e nel rapporto con l’ambiente, patrimonio che si è evoluto e ha preso consapevolezza di autonomia dai primi anni settanta. Nell’ultima decade, come ricorda il curatore del fascicolo Emilio Tiberi, sono aumentate fino a superare il numero di quelle prodotte in tutta la storia precedente: la Society for Neurosciences nasce negli USA nel 1971 con 2000 soci, che oggi sono diventati 28000. La Società Italiana per le Neuroscienze nasce in Italia nel 1983. Secondo il curatore del fascicolo si possono individuare tre tipologie di impatto delle neuroscienze sulla psicologia: le neurosicenze cognitive (la memoria esplicita-dichiarativa, quella di lavoro e quella implicita-emozionale), le neuroscienze affettive (il circuito frenante delle emozioni, in particolare della durata di quelle negative) e gli studi sulla personalità. I contributi dei quindici studiosi italiani si articolano in queste tre tipologie. Come scriveva LeDoux nel 1999 “…queste scienze del cervello possono identificare dei meccanismi nuovi,ai quali gli psicologi non avevano pensato e dare interpretazioni inedite di meccanismi già scoperti”.(G.C.) Si tratta di un opuscolo informativo, curato dal Servizio di Psicologia e dal Day Hospital di riabilitazione respiratoria,rivolto a quelle persone che presentano disturbi dell’apparato respiratorio,che nel nostro paese rappresentano la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e i tumori. Lo scopo dell’opuscolo è di mettere le persone sofferenti di malattie respiratorie nella condizione di affrontarle con maggior consapevolezza,soprattutto nei correlati e nei risvolti psicologici. Vengono descritte le tecniche di rilassamento muscolare progressivo di Jacobson e al Training autogeno di Schultz e ai loro effetti sulla persona con disturbi respiratori. L’opuscolo può essere richiesto al Servizio di Psicologia, Istituto Clinico S. Anna, 25100 Brescia. (G.C.) Diana Lucchini, Claudia Romano, Efrem Sabatti. Ascolta il tuo respiro…per equilibrare la tua vita. A cura del Servizio di Psicologia dell’Istituto Clinico S. Anna. Stampato in proprio, Brescia, 2006, pp.35, s.i.d.p. Marcello Cesa-Bianchi e Alessandro Antonietti (a cura di). Dentro la psicologia. Contesti, teorie, ricerche, personaggi. Mondadori Università, Milano, 2002, pp. 343, e 19,00. Alla stesura del volume hanno contribuito 28 autori che hanno prodotto una numerosità di articoli monografici raccolti in quattro sezioni: la psicologia intorno a noi; fondazioni della psicologia; metodi e procedure della psicologia; biografie della psicologia. Intento dei curatori è stato quello di condurre il lettore a una visione matura e critica della disciplina, permettendogli di andare oltre l’immagine semplicistica che potrebbe ricavare dalla lettura di sole opere manualistiche e cercando di “introdurlo alle vitali dinamiche della psicologia affinché ne possa assaporare, almeno in parte,il gusto”. Molto interessante la prima sezione del libro “La psicologi intorno a noi” che prende in considerazione la presenza della psicologia in alcuni luoghi della nostra quotidianità: nei romanzi, nelle barzellette, al cinema, nell’arte e su Internet. Nel volume aleggia un intento didattico relativo alle procedure per la costruzione della conoscenza e l’organizzazione del sapere psicologico in una visione critica della disciplina. Il volume è rivolto non solo agli studenti di psicologia ma anche agli insegnanti della medesima; infatti è stato pensato come un testo da Mino Rossi. Dalida.La voce, il suono, l’anima. Presentazione di Anna Maria Sarica. Edizioni Franciacorta, 2005, pp. 194, s.i.d.p. Il saggio non è una biografia di Dalida,ma “un testo fondamentale per chi voglia conoscere l’anima che ha vibrato nella voce di Dalida”. Un capitolo è dedicato alla ricostruzione della canzone francese negli anni sessanta. L’autore inquadra la psiche e la vita di una donna complessa e viva, alla continua ricerca e trasformazione di sé. Scrivere sull’arte di Dalida, dice l’Autore,”è stato per me una grande piacere, ma accompagnato da una sofferenza tremenda e profonda, nel seguire i sentieri della sua vita terrena, così gonfia di n. 2/2007 74 Associazione Unitaria Psicologi Italiani RECENSIONI affiancare a un manuale di psicologia generale o ad una opera introduttiva alla medesima materia.(G.C.) n°11, luglio-agosto. La posizione seduta. Tipografia Capitani, Milano, 2002, pp.71, s.i.d.p. Quaderni di Psicoterapia Cognitiva, n° 9, vol. 4, organo della Società di Terapia Comportamentale e Cognitiva, Larioprint, Como, 2001, pp.119, s.i.d.p. L’interesse dell’applicazione delle tecniche Yoga da parte sia degli psicologi che del pubblico, trova giustificazione nella diffusione di questa antica disciplina. I due numeri monografici, che sono dedicati principalmente agli insegnanti della disciplina, trovano una chiara risposta conoscitiva.(G.C.) Il numero della rivista è suddiviso in due sezioni principali, il primo dedicato a Studi e ricerche, e il secondo ai Casi clinici. Interessante lo studio “Condivisione e funzioni metacognitive: analisi di sedute psicoterapeutiche attraverso l’Indice di Condivisione e la S.Va.M. (Scala di Valutazione della Metacognizione). L’Indice di Condivisione è uno strumento che consente di rilevare quando il paziente e il terapeuta giungono a costruire una forma di conoscenza terapeutica condivisa, funzionale al buon esito della terapia. La S.Va.M. è uno strumento che consente di valutare le diverse caratteristiche funzionali della metacognizione , che il paziente mette in atto nel corso della terapia.I risultati di questa ricerca in psicoterapia mostrano l’esistenza di una correlazione significativa tra momenti di condivisione terapeutica di conoscenza tra terapeuta e paziente,e la messa in atto, da parte di quest’ultimo, di una attività metacognitiva. (G.C.) Maria Cristina Casale, Mario Gallo, Fernando Luisi, Adriano Ossicini. Vademecum per gli addetti al primo soccorso nelle scuole materne. Edizione INAIL, Milano, 2002, pp. 59, s.i.d.p. E’ una delle numerose monografie che l’INAIL dedica al tema della prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro. Nel nostro paese, secondo i dati ISTAT del 1998, vi sono quasi 28000 scuole materne con 1700000 bambini iscritti e frequentanti, mentre gli educatori in servizio sono oltre 117000. Lo scopo del volumetto, come dichiarato dagli Autori, non è quello di formare gli insegnanti dell’asilo alla gestione dell’emergenza, ma di fornire alcune conoscenze di base su che cosa fare e, soprattutto, insegnare che cosa non fare in presenza di una emergenza sanitaria. Molto interessante il capitolo dedicato ai pericoli delle piante, dato che molte sono potenzialmente pericolose;vengono segnalati oltre 1000 casi all’anno di intossicazioni per ingestioni di bacche da parte dei bambini.(G.C.) Massimo Bellotto, Alberto Zatti ( a cura di) Psicologia a più dimensioni. Scritti in onore di Giancarlo Trentini. Franco Angeli, Milano, 2002, pp. 175, s.i.d.p. Il libro è, come consuetudine del mondo accademico, un omaggio e un riconoscimento da parte di alcuni colleghi ad uno psicologo che da molti anni opera e si batte per la qualità a livello universitario delle discipline psicologiche.Sono presentati gli interventi,su tematiche specifiche,di 15 docenti del mondo accademico italiano. Un breve profilo biografico apre l’opera.(G.C.) Vaccarone Giuseppe. Il perfetto problem solving. Editori di Comunicazione- Lupetti, Milano, 2003, pp. 125, e 7,75. Il problem solving è una tematica che raggruppa le metodologie e le tecniche di ricerca di soluzioni. Pur essendo rivolto all’ambito aziendale,questo agile volumetto,sintetizza quelle metodologie che implicano dei veloci processi decisionali, che passano attraverso tre momenti: la descrizione esatta del problema,la comprensione delle cause del problema, la definizione ed attuazione della risoluzione, cioè la decisione. Viene descritta l’analisi della “regola d’oro” di Vilfredo Pareto compendiata nello slogan “l’ottanta per cento dei risultati si ottiene nel venti per cento del tempo dedicato”. Una attenzione particolare viene dedicata al metodo di intercettazione e al metodo configurazionale. Non vi sono indicazioni sulle fonti bibliografiche.(G.C.) Siegfried Stohr. Tecnica di guida e sicurezza stradale. Maestri Editore, Riccione, 2002, pp. 191 + 4 di tavole a colori, s.i.d.p. L’autore, pilota di Formula 1 e psicologo,è stato uno fra i primi ad iniziare, nel nostro paese, i corsi di guida sicura. Il libro si sviluppa in dieci capitoli, però, uno solo e in modo sommario, è dedicato agli aspetti psicologici coinvolti nella guida. Non vi è alcun riferimento bibliografico.(G.C.) Percorsi di Yoga. Quaderni di Yoga-Associazione Nazionale Insegnanti, n°11, gennaio-febbraio. Il rilassamento. Tipografia Capitani, Milano, 2002, pp.71, s.i.d.p. Associazione Unitaria Psicologi Italiani 75 n. 2/2007 COMPONENTI ORGANI NAZIONALI SEGRETERIA NAZIONALE MARIO SELLINI SEGRETARIO GENERALE Tel. 0968/76244 - 348/4112553 e.mail: [email protected] MAURIZIO MICOZZI Tel. 0734/6255052 - 348/2630003 e.mail: [email protected] RINALDO PERINI 06/8860828 – 348/3701599 e.mail: [email protected] PAOLO MOSCARA Tel. 0832/753217 - 348/4112550 e.mail: [email protected] GIOVANBATTISTA TIENGO 02/6691184 – 335/6082191 e.mail: [email protected] VITO TUMMINO Tesoriere Tel. 031/523327 - 348/4112554 e.mail: [email protected] NATALIO FLARA’ Tel. 085/8020305 - 348/4112558 e.mail: [email protected] CONSIGLIO DIRETTIVO NAZIONALE MEMBRI ALESSANDRONI VINICIO ANDREGETTI MARIA LUISA ARCICASA ANGELO ARTICO NICOLA BALDASSARRE GIROLAMO BELLISARIO PIER PAOLO BERNARDINI ENRICO BERTINI ANTONIO BINI LAURA BOZZARO PAOLO BRUSATI ANNA CALLONI GIOVANNI CALVANI ROBERTO CARTISANO ORLANDO CASULA SEVERINO CAVADI GIOVANNI CAVION ROBERTO CERIONI ANNA GRAZIA COLOMBARI MANUELA CONTARDI M.CLEOFE CORDARO ENZO D’ANGELO ANNA D’IMPORZANO AGOSTINO DE BORTOLI VIRGINIO DE DONATO COSIMO DI GIAMMARCO GILDA DI LIBERTO CARLA DORDONI GIORDANA FACCIOLI GIORGIO FEDELE MARIA FELACO RAFFAELE FLARA’ NATALIO FORCELLINO VINCENZO 0736/844413 347/4917889 0434/736234 0586/614258 0874/823714 0872/706498 0746/483073 075/5280761 339/5324246 095/7716706 0321/3734838 329/7509118 0432/553571 0963/591650 388/6154491 030/2410140 0444/511113 0721/882849 051/6838432 0721/739722 06/65104301 0885/781776 0187/533791 0437/931375 099/9727423 0861/591737 0783/317901 338/ 7404609 0425/715000 333/7585862 081/5768240 0861/8020305 089/695174 FRATI FULVIO FUSARI PAOLO GENTILE SALVATORE GIOSSI PAOLA GOLLO ISIDORO INFURCHIA GIUSEPPE INNEO GIUSEPPE LAVARINO PIERO LAZZARI DAVID LIO SONIA LETTINI GIANFRANCO LOMBARDO ARMODIO MANFREDA PAOLO MANIGLIA RAFFAELE MARENCO GIANCARLO MARTELLO CARMELA MARTIN MARIA ROSA MASCI SILVIA MAZZOLDI MARIANTONIETTA MEGNA FRANCESCO MELILLO ANNA ROSA MELIS CATERINA MERCURI EUGENIO MERLINI FRANCO MICOZZI MAURIZIO MOSCARA PAOLO NARDIN BRUNO NOVELLI STEFANO PAINI GIANCARLA PALMA G. LUIGI PAZZAGLIA ANTONELLA PERAZZA FRANCO PERINI RINALDO 0521/393108 347/1500460 0835/986450 0344/43060 0835/243704 0922/733580 338/4678461 011/7094711 0744/423871 335/6677205 0972/39239 338/1429311 0863/441720 0832/606931 0141/392729 339/5088096 347/2592282 0434/553627 0471/908594 0962/924262 080/3254940 0781/660206 0968/25331 02/58013132 0734/965752 0832/753500 347/4334386 0385/259882 347/2211654 0836/554819 0733/900316 0481/592009 0774/357209 PROBIVIRI BACILE MARCELLO BOZZAOTRA ANTONIETTA CATTARI FRANCESCO D’ORSI GIOVANNI GASSEAU MAURIZIO n. 2/2007 PIERUCCI FERDANO PIROMALLI CARLO POLI GIACOMO POLIERI MAURIZIO PUPULIN GIORGIO PUTZOLU DOMENICO RASSU MARIA ROSA REITANO FRANCESCO RIPPA ARTURO ROSSI RITA ROSSINI MARIO RUBINO VINCENZO SANTORO LUCIA SARTORELLI MARIA CHIARA SCACCIONI RAFFAELLA SCARDILLI SALVO SCOLLO SALVATORE SELLINI MARIO SERRA LETIZIA SIGNORI LINO SOLARI SILVANO SPITALE GIUSEPPE TADDEI BRUNO TIENGO GIOVANBATTISTA TIMPANO MARCO TOSSICHETTI VALERIA TRIGLIA ANGELO L. TRISTAINO FRANCESCO TUMMINO VITO VACCA LUCIANA VENTURELLA ELVIRA ZAVAGLIA SALVATORE ZULLO CLAUDIO 0585/45913 090/2224925 0376/919155 347/3808741 049/9324988 0783/81828 079/9959809 0464/554743 081/5001275 041/5294655 335/5995603 349/7923121 055/483010 347/5142566 0161/250097 095/894367 0932/768606 0968/76244 0131/443370 045/8015471 0187/732772 0931/724292 051/6224285 335/6082191 0587/273378 071/5963813 0965/774339 0984/73392 031/523327 338/2688737 0165/256885 328/4188758 081/2546455 REVISORI DEI CONTI 0833/544497 081/2542357 347/4222081 0143/743366 348/2719909 ARCICASA ANGELO CAMPOLO FORTUNATO CHIAVARO CLAUDIO MENGHINI GIACOMO POLI GIACOMO 76 0434/736234 0964/20494 0874/409389 06/98340888 0376/919155 Associazione Unitaria Psicologi Italiani COMPONENTI ORGANI NAZIONALI CONFERENZA DELLE REGIONI BOZZARO PAOLO COORDINATORE - SEGRETARIO REGIONALE Tel. 095/7716706 [email protected] SANTORO LUCIA SEGRETARIO REGIONALE Tel. 055/483010 [email protected] MARENCO GIANCARLO SEGRETARIO REGIONALE Tel. 0141/487651 [email protected] BERTINI ANTONIO SEGRETARIO REGIONALE Tel. 075/5280761 [email protected] VENTURELLA ELVIRA SEGRETARIO REGIONALE Tel. 0165/256885 [email protected] INNEO GIUSEPPE SEGRETARIO REGIONALE Tel. 338/4678461 [email protected] ZAVAGLIA SALVATORE SEGRETARIO REGIONALE Tel. 328/4188758 [email protected] SARTORELLI MARIA CHIARA SEGRETARIO REGIONALE Tel. 347/5142566 [email protected] MAZZOLDI MARIANTONIETTA SEGRETARIO PROVINCIALE Tel. 0471/908594 [email protected] BALDASSARRE GIROLAMO SEGRETARIO REGIONALE Tel. 0874/823714 [email protected] REITANO FRANCESCO SEGRETARIO PROVINCIALE Tel. 0464/554743 [email protected] FELACO RAFFAELE SEGRETARIO REGIONALE Tel. 335/7406045 [email protected] FACCIOLI GIORGIO SEGRETARIO REGIONALE Tel. 0425/715000 [email protected] PALMA GIUSEPPE LUIGI SEGRETARIO REGIONALE Tel. 348/7719657 [email protected] ARCICASA ANGELO SEGRETARIO REGIONALE Tel. 0434/736234 [email protected] GENTILE SALVATORE SEGRETARIO REGIONALE Tel. 0835/986450 [email protected] SOLARI SILVANO SEGRETARIO REGIONALE Tel. 0187/732772 [email protected] LOMBARDO ARMODIO SEGRETARIO REGIONALE Tel. 338/1429311 [email protected] TADDEI BRUNO SEGRETARIO REGIONALE Tel. 051/6224285 [email protected] PUTZOLU DOMENICO SEGRETARIO REGIONALE Tel. 0783/290326 [email protected] CERIONI ANNA GRAZIA SEGRETARIO REGIONALE Tel. 0721/882849 [email protected] - [email protected] Associazione Unitaria Psicologi Italiani 77 n. 2/2007 COMPONENTI ORGANI NAZIONALI TO AL AT CN NO VC BI VB PIEMONTE Segreteria Regionale MARENCO Giancarlo Segreterie Provinciali LAVARINO Piero SERRA Letizia MARENCO Giancarlo MICCA Carla BRUSATI Anna Maria SCACCIONI Raffaella ACQUADRO Loredana LIO Sonia AO VAL D’AOSTA Segreteria Regionale VENTURELLA Elvira MI città MI Nord MI Sud BG BS CO LC LO CR MN PV SO VA LOMBARDIA Segreteria Regionale ZAVAGLIA Salvatore Segreterie Provinciali MERLINI Franco MARTELLO Carmela CALLONI Giovanni RUBINO Vincenzo CAVADI Giovanni GIOSSI Paola CORTI M. Elisabetta PAINI Giancarla POLI Giacomo BINI Laura NOVELLI Stefano PIANTA Daniela ROSSINI Mario BZ PROV. BOLZANO MAZZOLDI Maria A. 0471/908594 TN PROV. TRENTO REITANO Francesco 0464/554743 VE BL RO TV VR VI PD VENETO Segreteria Regionale FACCIOLI Giorgio Segreterie Provinciali ROSSI Rita DE BORTOLI Virginio FACCIOLI Giorgio NARDIN Bruno SIGNORI Lino CAVION Roberto PUPULIN Giorgio n. 2/2007 UD GO TS PN FRIULI Segreteria Regionale ARCICASA Angelo Segreterie Provinciali CALVANI Roberto PERAZZA Franco FUSARI Paolo MASCI Silvia GE IM SP SV LIGURIA Segreteria Regionale SOLARI Silvano Segreterie Provinciali MACCHI Marco PRIVITERA Angela D’IMPORZANO A. MARTIN Rosa Maria FE MO FO PC RA RE PR BO RI EMILIA ROMAGNA Segreteria Regionale TADDEI Bruno Segreterie Provinciali COLOMBARI Manuela SGARBI Cinzia LUCCHI Adele DORDONI Giordana ANDREGHETTI M. Luisa BENEDETTI Annalisa FRATI Fulvio TADDEI Bruno NOVAGA Annarosa AN AP PS MC MARCHE Segreteria Regionale CERIONI Anna Grazia Segreterie Provinciali TOSSICHETTI Valeria ALESSANDRONI Vinicio CONTARDI M. Cleofe PAZZAGLIA Antonella AR GR FI LI LU MS TOSCANA Segreteria Regionale SANTORO Lucia Segreterie Provinciali FARNETANI Edi PAPA Margherita SANTORO Lucia ARTICO Nicola POLIERI Maurizio PIERUCCI Ferdano 0141/487651 347/6981846 0131/443370 0141/487651 0174/723760 0321/3734838 0161/250097 015 /9899853 335/6677205 0165/256885 328/4188758 02/58013132 339/5088096 329/7509118 349/7923121 030/3732358 0344/43060 0341/482387 347/2211654 0376/919155 339/5324246 0385/259882 0342/712305 335/5995603 0425/715000 041/5227825 0437/83500 0425/715000 347/4334386 045/8015471 0444/511113 049/9324988 78 0434/736234 0432/553571 0481/592009 347/1500460 0434/553631 0187/732772 335/6181892 347/4251121 0187/504286 347/2592282 051/6224285 051/6838432 347/2738044 0547/302689 338/7404609 347/4917889 0522/850418 0521/393108 051/6224285 0541/698772 0721/882849 071/2862935 0736/844413 0721/739722 0733/900316 055/483010 0575/658158 0564/869524 055/483010 0586/614258 347/3808741 0585/42157 Associazione Unitaria Psicologi Italiani COMPONENTI ORGANI NAZIONALI PI PT SI PO PG TR TIMPANO Marco MAIONCHI Emilio MANNA Paola DEGLI INNOCENTI Dario UMBRIA Segreteria Regionale BERTINI Antonio Segreterie Provinciali ANGELUCCI Paola LAZZARI David LAZIO Segreteria Regionale INNEO Giuseppe Segreterie Provinciali RM Centro UNGARO Luciana RM Nord CORDARO Enzo RM Sud-Est INNEO Giuseppe FR MASI Antonio LT SANAPO Aldo RI BERNARDINI Enrico VT CAVASINO Sergio AQ CH TE PE ABRUZZO Segreteria Regionale SARTORELLI M. Chiara Segreterie Provinciali MANFREDA Paolo BELLISARIO P. Paolo DI GIAMMARCO Gilda SARTORELLI M. Chiara IS MOLISE Segreteria Regionale BALDASSARRE G. Segreterie Provinciali VACCA Luciana NA AV BN CE SA CAMPANIA Segreteria Regionale FELACO Raffaele Segreterie Provinciali ZULLO Claudio SEMENTA Stefania D’ANGELIS E. RIPPA Arturo FORCELLINO Vincenzo Associazione Unitaria Psicologi Italiani 0587/273378 0573/352489 347/3677796 0574/21135 075/5280761 347/33606618 0774/205332 338/4678461 06/58704922 06/65104301 338/4678461 0775/600443 0771/505022 0746/278927 0761/290062 BA BR FG LE TA BT PUGLIA Segreteria Regionale PALMA Giuseppe Segreterie Provinciali MELILLO Anna Rosa FEDELE Maria D’ANGELO Anna MANIGLIA Raffaele DE DONATO Cosimo GAETA Nicola PZ MT BASILICATA Segreteria Regionale GENTILE Salvatore Segreterie Provinciali LETTINI Gianfranco GOLLO Isidoro RC CZ CS KR VV CALABRIA Segreteria Regionale LOMBARDO Armodio Segreterie Provinciali TRIGLIA A. Luigi MERCURI Eugenio TRISTAINO Francesco MEGNA Francesco CARTISANO Orlando AG CL CT EN ME PA RG SR TP SICILIA Segreteria Regionale BOZZARO Paolo Segreterie Provinciali INFURCHIA Giuseppe SCARLATA Maurizio SCARDILLI Salvo VACCARO Maria PIROMALLI Carlo SPERANDIO Antonio SCOLLO Salvatore SPITALE Giuseppe MORICI Sebastiana CA NU OR SS SARDEGNA Segreteria Regionale PUTZOLU Domenico Segreterie Provinciali MELIS Caterina CASULA Severino DI LIBERTO Carla RASSU M. Rosa 348/7719657 080/3254940 333/7585862 0885/781776 0832/327565 099/9727423 0883483439 0835/986450 0972/39239 0835/243717 338/1429311 0965/881400 0968/25331 0984/464048 0962/962568 0963/591650 347/5142566 0863/509071 0872/706498 0861/591737 085/8543817 0874/823714 338/2688737 335/7406045 081/2546455 328/4134609 0824/313790 081/5001275 089/695174 79 095/7716706 0922/832757 329/4244997 095/320955 0935/520818 090/2224925 091/8141497 0931/502593 0931/724292 0923/717715 0783/290326 070/655883 388/6154491 0783/317901 079/9959809 n. 2/2007 DIPENDENTI / CONVENZIONATI AZIENDE SANITARIE (sezione da compilare a cura del nuovo iscritto:) Al Servizio Economico-Finanziario Modalità di riscossione dei contributi sindacali AUPI per l’anno in corso e sino a nuovo avviso. AUPI ASSOClAZlONE UNITARIA PSICOLOGI ITALIANI Cod. Fisc. AUPI 96011290044 Ai sensi delle vigenti disposizioni ed in seguito alle deliberazioni dei nostri organi statutari comunichiamo che i contributi sindacali dovranno essere versati contestualmente al pagamento degli stipendi mensili e, comunque, entro i primi 5 giorni del mese successivo, Al Sig. Direttore generale Al Serv. Economico - Finanziario (ASL. n. __________) dell’Ente: ____________________________________________________________ mediante versamento su c.c.p. n° 72492028 intestato a AUPI - Via Arenula 16 - 00186 ROMA Alla Segr. Iscritti AUPI via Arenula 16 - 00186 Roma (inviare una copia protocollata dall’Ente) Oggetto: ISCRIZIONE all’AUPI e delega alla riscossione dei contributi sindacali ll contributo mensile è calcolato distintamente secondo le seguenti modalità: La/il sottoscritt__________________________________________________________________ ■ Per gli psicologi dipendenti da tutte le Amministrazioni, pubbliche o private: I’uno per cento (1%) sul totale onnicomprensivo del netto variante in ciascuna busta paga mensile. ■ Dipendente al _______________________________ livello retr. ovvero ■ Convenzionato ex DPR 261/92 per n° ______________________ ore/sett Dichiaro di essere titolare per complessive n° ______________________ ore/settimanali presso le altre seguenti UUSSLL: Sulla causale dei versamenti dovrà essere indicato il mese di competenza ed il numero degli iscritti ed i loro nominativi, distinti fra deleghe semplici e doppie deleghe; ed inoltre la città sede dell’Amministrazione, perché la numerazione delle AUSL non è sufficiente ad identificarla. Va evitato il versamento tramite banca, che non consente queste registrazioni necessarie. ____________________ ____________________ Servizio o Presidio Tel. Servizio _____________________________________________________________ _______________/ ____________________________________________________ ■ per i Convenzionati (quota fissa): e 7.75 mensili per incarichi da 1 a 12 ore settimanali. e 11.35 mensili per incarichi da 13 a 24 ore settimanali. e 13.95 mensili per incarichi da 25 a 38 ore settimanali. In caso di incarichi presso più AAUUSSLL il monte ore deve essere calcolato sommando le ore complessive, la relativa trattenuta deve tuttavia essere effettuata solo dalla USL alla quale la presente è indirizzata. ai sensi delle norme vigenti autorizza l’Amministrazione ad effettuare sulla propria retribuzione una trattenuta mensile a favore del sindacato AUPI per un importo percentuale e secondo le modalità a lato indicate dalla stessa Organizzazione Sindacale. La/il sottoscritt___ dichiara che la presente delega: 1 - Ha efficacia a partire dal mese di __________________________________________ dell’anno ________________________; 2 - Ha validità annuale ed è tacitamente rinnovata di anno in anno. Sulla causale dei versamenti dovrà essere indicato:il mese di competenza, il numero degli iscritti ed i loro nominativi, la città e la sede dell’Amministrazione, perché la numerazione delle AUSL non è sufficiente ad identificarla.Va sempre evitato il versamento tramite banca, che non consente queste registrazioni essenziali. La/il sottoscritt___, ai sensi della Legge sulla Privacy, autorizza l’AUPI al trattamento di questi dati per i legittimi fini sindacali di informazione, coinvolgimento, sensibilizzazione, ma si riserva di limitare o revocare tale autorizzazione in qualsiasi momento. Data ______________________ ____________________________________________________ FIRMA Ringraziando per la cortese collaborazione, si porgono distinti saluti ll Segretario Generale AUPI MARIO SELLINI Le informazioni verranno inviate al seguente indirizzo: Dr./ssa _____________________________________________________________________ Via _________________________________________________________________________ Cap ___________________ Città ________________________________________________ Prov. _____________________ Tel. ______________________________________________ e-mail _______________________________________________________________________ n. 2/2007 A cura del Collega la scheda d’iscrizione dev’essere inviata in copia protocollata dall’Ente ad: AUPI via Arenula 16 - 00186 ROMA fax 06/68803822 e tel. 06/6893191 80 Associazione Unitaria Psicologi Italiani LIBERI PROFESSIONISTI Io sottoscritt ____________________________________________________________________________________________________________________________ chiedo con la presente l’iscrizione all’AUPI - Associazione Unitaria Psicologi Italiani, conseguentemente di ricevere regolarmente AUPI-Notizie ed ogni altra competente comunicazione, e veder tutelata dal Sindacato la mia posizione personale di psicolog ________ . Allego copia della ricevuta del versamento sul ccp n° 72492028 intestato Aupi Associazione Unitaria Psicologi Italiani, Via Arenula, 16 - 00186 Roma di e ___________________________ per la quota associativa relativa all’anno solare 2007 dovuta in qualità di: ■ LP e 103,00 Libera/o Professionista, tel. studio: ________/_________________________ fax ________________________ ■ CO e 103,00 Convenzionata /o con GeG ■ con Min. Difesa ■ con altro ...................... (Dati Ente tel. lavoro ________/____________________________ ■ SP e 103,00 Dipendente da Ente Sanitario Privato (non Aris/Aiop) (Dati Ente tel. lavoro ________/____________________________ ■ DP e 103,00 Laureato in Psicol. Dipendente da ditta Privata/Ente non Sanitario (Dati Ditta/Ente tel. lavoro ________/____________________________ ■ rinnovando l’iscrizione già in essere l’anno scorso ■ quale nuova iscrizione ADESIONE NON OCCUPATI: Io sottoscritt _____________________________________________________________ chiedo con la presente l’adesione all’Aupi - Associazione Unitaria Psicologi Italiani, conseguentemente di ricevere regolarmente AUPINotizie ed ogni altra competente comunicazione. Allego copia della ricevuta del versamento sul ccp n° 72492028 intestato Aupi Associazione Unitaria Psicologi Italiani, Via Arenula, 16 - 00186 Roma di e ___________ ________________ per la quota d’adesione relativa all’anno solare 2007 dovuta in qualità di: ■ XD e 30,00 Laureato in Psicologia non occupato ■ Data di nascita _____________________________________________ ■ ST e 30,00 Studente in Psicologia ■ Università di ________________________________________________ ■ rinnovando l’adesione già in essere l’anno scorso ■ quale nuova adesione RICHIESTA DI ABBONAMENTO per l’anno 2007: ■ e 155,00 (Abbonamento AUPI-Notizie per Enti ed Associazioni e per coloro che dichiarino di non voler aderire all’Aupi. Vengono inviati tutti i numeri usciti nell’anno) Il/la sottoscritt_______________, ai sensi della vigente legge sulla Privacy, autorizza l’AUPI al trattamento di questi dati per i legittimi fini associativi e sindacali, di informazione, coinvolgimento e sensibilizzazione, riservandosi di limitare o revocare tale autorizzazione in qualunque momento. AUPI-Notizie verrà inviato al seguente indirizzo: La presente scheda è predisposta per l’iscrizione all’AUPI da par te di Colleghi non-dipendenti da Enti Pubblici: dovrà essere inviata in fotocopia, oppor tunamente compilata e corredata da copia della ricevuta di versamento sul c.c. postale. Sotto la propria responsabilità il collega dovrà annotare sulla scheda, barrando l’apposita casella, il proprio status (da cui dipende la misura della quota annua). Le quote riportate si riferiscono all’anno solare 2007, e sono valide sia per le nuove iscrizioni che per i rinnovi. I versamenti dovranno essere effettuati per mezzo del bollettino di c.c.p. n° 72492028 intestato a AUPI Associazione Unitaria Psicologi Italiani, Via Arenula 16 - 00186 Roma. Riportare sulla causale (precauzione di eventuali disguidi postali): Nome, Cognome, Indirizzo comprensivo di CAP e Città, n° telefono, Sigla (LP, CO, etc.) e se si tratta di rinnovo o di nuova iscrizione. Si prega di scrivere a macchina o in stampatello. Dr./ssa ______________________________________________________________________ Via ___________________________________________________________________________ Cap ________________________ Città ___________________________________________ Prov. ________________________ Tel. ____________________________________________ e-mail ________________________________________________________________________ A cura del/lla Collega la scheda d’iscrizione dev’essere inviata, corredata dalla fotocopia del versamento, ad: AUPI Via Arenula, 16 - 00186 ROMA Fax 0668803822 - Tel. 066893191. firma: Associazione Unitaria Psicologi Italiani 81 n. 2/2007 CONVENZIONATI DIFESA (sezione da compilare a cura del nuovo iscritto:) AUPI Al Servizio Economico-Finanziario dell’Ente della Difesa ASSOClAZlONE UNITARIA PSICOLOGI ITALIANI Cod. Fisc. AUPI 96011290044 (Modalità di riscossione dei contributi sindacali AUPI per l’anno in corso e sino a nuovo avviso) – Al Comandante dell’Ente della Difesa _______________________________________________________________________ Ai sensi delle vigenti disposizioni ed in seguito alle deliberazioni dei nostri organi statutari comunichiamo che i contributi sindacali dovranno essere versati contestualmente al pagamento degli stipendi mensili e, comunque, entro i primi 5 giorni del mese successivo, ______________________________ – Alla Segr. Iscritti AUPI via Arenula 16 - 00186 Roma (inviare una copia protocollata dall’Ente) Oggetto: ISCRIZIONE all’AUPI e delega alla riscossione dei contributi sindacali La/il sottoscritt_____ mediante versamento su c.c.p. n° 72492028 intestato a AUPI - Via Arenula 16 - 00186 ROMA ____________________________________________________________ Convenzionato come psicologo per n° ________________________________ ore/sett presso il seguente Ente della Difesa ll contributo mensile è calcolato distintamente secondo le seguenti modalità: _________________________________________________ ■ per i Convenzionati (quota fissa): Via _______________________________________________ e 7.75 mensili per incarichi da 1 a 12 ore settimanali. CAP ___________ Città _______________________________ e 11.35 mensili per incarichi da 13 a 24 ore settimanali. e 13.95 mensili per incarichi da 25 a 38 ore settimanali. ai sensi dell’art. 11 del Protocollo di intesa del 24 aprile 2002 sottoscritto tra AUPI e Ministero della Difesa, autorizza l’Amministrazione in indirizzo ad effettuare sulla propria retribuzione una trattenuta mensile a favore del Sindacato AUPI, secondo le modalità a lato indicate. In caso di incarichi presso più Enti della Difesa il monte ore deve essere calcolato sommando le ore complessive, la relativa trattenuta deve tuttavia essere effettuata solo dall’Ente alla quale la presente è indirizzata. La/il sottoscritt___ dichiara che la presente delega: 1 - Ha efficacia a partire dal mese di __________________________________________ dell’anno ________________________; Sulla causale dei versamenti dovrà essere indicato:il mese di competenza, il numero degli iscritti ed i loro nominativi, la città e la sede dell’Amministrazione. Va sempre evitato il versamento tramite banca, che non consente queste registrazioni essenziali. 2 - Ha validità annuale ed è tacitamente rinnovata di anno in anno. La/il sottoscritt___, ai sensi della Legge sulla Privacy, autorizza l’AUPI al trattamento di questi dati per i legittimi fini sindacali di informazione, coinvolgimento, sensibilizzazione, ma si riserva di limitare o revocare tale autorizzazione in qualsiasi momento. Data ______________________ Ringraziando per la cortese collaborazione, si porgono distinti saluti ____________________________________________________ ll Segretario Generale AUPI MARIO SELLINI FIRMA Le informazioni verranno inviate al seguente indirizzo: Dr./ssa _____________________________________________________________________ Via _________________________________________________________________________ Cap ___________________ Città ________________________________________________ Prov. _____________________ Tel. ______________________________________________ e-mail _______________________________________________________________________ n. 2/2007 A cura del Collega la scheda d’iscrizione dev’essere inviata in copia protocollata dall’Ente ad: AUPI via Arenula 16 - 00186 ROMA fax 06/68803822 e tel. 06/6893191 82 Associazione Unitaria Psicologi Italiani FORM-AUPI È nata la Federazione delle Società Scientifiche di Psicologia per costituire, salvaguardando l'autonomia e la specificità di ognuna, una esperienza comune in grado di riunire gli sforzi e di finalizzarli verso obiettivi concreti, quali la diffusione e l'informazione delle iniziative scientifiche all'interno e all'esterno della categoria, STATUTO Federazione Italiana delle Società Scientifiche di Psicologia F. I. S. S. P. Ente associativo non commerciale Art. 1. È costituita con atto pubblico una Federazione delle Società Scientifiche Italiana di Psicologia - F.I.S.S.P, che s'intende duratura dalla data della sua costituzione sino al 31 dicembre 2050 e potrà essere prorogata. L'Associazione ha sede legale in Roma, alla via Arenula 16. Essa può dotarsi di altre sedi decentrate in tutta Italia. Art. 2. Omissis. Art. 3. La Federazione intende mettere e mantenere in contatto fra di loro ed essere un riferimento generale per tutte le Società Scientifiche di Psicologia, qualunque sia il loro campo di attività, la loro metodologia, le loro funzioni, i loro riferimenti teorici o pratici, ponendo la Psicologia nel contesto europeo e mondiale, ed avvalendosi parallelamente del contributo delle altre discipline biomediche, sociali, giuridiche ed economiche. Gli scopi della F.I.S.S.P. sono: a) promuovere nella società italiana la ricerca, la cultura e la pratica della Psicologia; b) stimolare e mantenere alti gli standard professionali e scientifici; c) promuovere, implementare e finalizzare il contatto fra le Società scientifiche ed i loro associati su comuni temi di interesse scientifico e culturale; d) divulgare le notizie riguardanti la ricerca psicologica attraverso appropriati strumenti di comunicazione; e) segnalare agli Enti Pubblici e Privati, nonché ad Associazioni, i problemi connessi con la sfera delle attività delle società scientifiche e proporsi come sistematico interlocutore; f) organizzare commissioni permanenti su: accreditamento, aggiornamento professionale, linee guida, etica, sperimentazioni e altro. A tale scopo, la Federazione intratterrà rapporti costanti con le altre Federazioni, nazionali e sovranazionali, nonché con gli Istituti di formazione alla Psicologia, l'Università, e con gli Enti pubblici e privati. Con tali Associazioni, Istituti ed Enti la F.I.S.S.P. potrà stipulare convenzioni, avviando ogni utile collaborazione o assecondando quelle già avviate da altri; potrà inoltre svolgere attività ritenute utili al raggiungimento degli scopi. La Federazione potrà dotarsi di ogni strumento ed organo di comunicazione interna fra le Società scientifiche ed esterna, organizzando convegni, seminari, e ricerche a livello nazionale ed internazionale, nonché favorendo la conoscenza tempestiva di tutte le iniziative utili a migliorare le conoscenze e le applicazioni della Psicologia. Lo scopo principale della Federazione è quello di stimolare, portare e mantenere alti gli standard professionali e scientifici. La Federazione non può svolgere attività diverse da quelle sopra indicate, ad eccezione di quelle ad essa strettamente connesse o di quelle accessorie a quelle statutarie, in quanto integrative delle stesse. Ai sensi della vigente normativa sulla privacy, avvertiamo i colleghi che l’AUPI opera regolarmente il trattamento dei dati personali, da loro forniti, per i normali e legittimi fini associativi e sindacali: informazione, coinvolgimento, sensibilizzazione, ricerca di nuove occupazioni ed opportunità professionali, e simili vantaggiosi obiettivi. Non forniamo mai a terzi i dati in nostro possesso, se non per il calcolo obbligatorio della rappresentatività e, in tal caso, li riduciamo in forma meramente quantitativa ed anonima. In particolare prendiamo sistematiche precauzioni perché non possano essere trafugati ed usati a scopi commerciali. In ogni caso, ogni collega ha il diritto di limitare od annullare in ogni momento ogni forma di trattamento di questi suoi dati personali, comunicando questa sua volontà alla sede nazionale. Lo Staff Redazionale di AUPI Notizie Direttore Responsabile Mario Sellini Capo Redattore Rinaldo Perini Vice Capo Redattore Giovanni Cavadi È autorizzata la riproduzione totale o parziale dei testi contenuti in questa rivista, citando la fonte. AUPI Notizie è aperto ai contributi di tutti gli iscritti; la responsabilità dei diversi articoli compete ai rispettivi autori. Redazione di AUPI Notizie Sede Centrale AUPI via Arenula 16 00186 ROMA SITO AUPI: http://www.aupi.it email: [email protected] Questo numero è stato chiuso in tipografia nel mese di giugno 2007 Associazione Unitaria Psicologi Italiani 83 n. 2/2007