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n.2
Rinnovare il contratto, tutelare la professione
Politiche di natura giudiziaria, sociale,
sanitaria ed educativa
in favore dei minori vittime di maltrattamento,
abuso e sfruttamento sessuale
Norme per la tutela dei diritti
della partoriente, la promozione
del parto fisiologico
e la salvaguardia della salute
del neonato
Poste Italiane SpA - Spediz. in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L.
27.02.2004 n. 46) art. 1 comma 2 - DCB - ROMA - Registraz. del Tribunale di Roma
n. 551 del 28/12/2000 • Direttore Responsabile: Mario Sellini • Redazione: Sede
Centrale AUPI - Via Arenula, 16 - tel. 06.6873819 fax 06.68803822 • Stampa:
Edigraf Editoriale Grafica, 00153 Roma, via E. Morosini 17 - tel. 06.5814154
SOMMARIO
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Rinnovare il contratto, tutelare la professione -
7
Lombardia: Preintesa, risorse aggiuntive
M. Sellini
15
Audizione - Mobbing
26
Audizione - Salute, Sicurezza, Lavoro
13
AUPI: Convocazione Conferenza Regioni
30
Politiche di natura giudiziaria, sociale, sanitaria ed educativa in favore dei minori vittime di maltrattamento,
abuso e sfruttamento sessuale - Salvatore Nuzzo
41
Linee guida per la tutela della salute mentale
55
Norme per la tutela dei diritti della partoriente, la promozione del parto fisiologico e
la salvaguardia della salute del neonato
74
Recensioni - Giovanni Cavadi
76
Schede d’iscrizione
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Associazione Unitaria Psicologi Italiani
EDITORIALE
Rinnovare il contratto,
tutelare la professione
Mario Sellini
Segretario Generale
Non c’è stato il tempo di acquisire consapevolezza della, oramai, trentennale storia dell’AUPI, né di poterci sedere un attimo,
non dico a gioire, ma quantomeno a fare il punto della situazione per verificare se e quanto eventualmente di buono abbiamo
fatto in questi anni, che la cruda realtà c’impone di rimboccarci
le maniche. Ancora una volta. Come sempre.
È destino di chi fa sindacato non avere un attimo di tregua. I fatti
e gli avvenimenti si rincorrono e richiedono tutta la nostra attenzione ed il nostro impegno.
Non abbiamo il tempo di guardare cosa abbiamo alle nostre
spalle che il presente ed il futuro ci chiedono di impegnarci in
sempre nuove sfide.
Il futuro è davanti a noi. È fatto di occasioni e di opportunità. Ma
le occasioni e le opportunità vanno comprese e colte con una
sola certezza: nessuno è più disposto a regalarci niente.
Eppure la Psicologia è una “merce” (brutto termine) sempre più
richiesta. Tutti la vogliono, moltissimi l’apprezzano, ma pochi
sono disposti a pagare il giusto corrispettivo.
Lo vediamo bene nel nostro ambito di riferimento privilegiato, la
Sanità Pubblica, anche se le verifiche più dolorose sono quelle
che ciascuno di noi può fare, se solo alza un poco lo sguardo,
rivolgendolo verso altri campi e settori.
Si parla tanto e giustamente di precariato e disoccupazione. Lo
facciamo anche noi che abbiamo iniziato prima degli altri ad
affrontare questi problemi.
Non basta. Non è assolutamente sufficiente. Lottiamo contro il
precariato e ci impegniamo per la stabilizzazione dei rapporti di
lavoro. Giusto.
Un’Organizzazione Sindacale deve dimostrare di avere la capacità e la forza di guardare anche più in là.
E qual è “il più in là”?
“Il più in là” sono i contratti di lavoro a tempo indeterminato,
sono i posti di lavoro “stabilizzati” a 900,00/1000,00? mensili.
La richiesta di Psicologi è in crescita. Le cooperative, il terzo
settore, i servizi socio assistenziali, le emergenze ecc., tutti ci
vogliono, ma con contratti di lavoro assolutamente VERGOGNOSI.
A volte si ha la sensazione che il vero fine che si propone la “filosofia” economica che è a fondamento del precariato non è quel-
Associazione Unitaria Psicologi Italiani
lo di incrementare nel mondo del lavoro gli elementi di “flessibilità”. L’unico, vero obbiettivo sembra essere quello della riduzione dei salari e degli stipendi contrattualizzati.
Se ad un “precario” viene offerto un “posto fisso” certamente,
gli sembrerà di toccare il cielo.
In realtà, la “precarietà” del posto di lavoro trasforma la “stabilità” in valore aggiunto. Il lavoro non è più remunerato e ricompensato con una gratificazione economica/professionale/carriera. No. Può essere pagato con un “bene” immateriale: la “stabilità”.
La prestazione lavorativa trova il proprio corrispettivo, la propria ricompensa ed il valore aggiunto nella “stabilità” del posto
di lavoro.
Ai lavoratori si fanno fare tre passi indietro (disoccupazione/sottoccupazione/precarietà) poi un passo in avanti (stabilizzazione). Con quale risultato? Una formidabile riduzione dei salari e
degli stipendi.
Ci troviamo di fronte ad un meccanismo cinico e perverso e, a
lungo termine, anche perdente oltre che oneroso. Sul piano
finanziario i minori costi di cui beneficiano i datori di lavoro,
diventano costi aggiuntivi per la collettività. Un esempio?
Per abbassare il costo del lavoro nel corso degli ultimi anni sono
stati ridotti i contributi previdenziali. Nell’immediato questo
rende moltissimo alle aziende che vedono incrementare gli utili.
Ma, a fronte di qualcuno che si arricchisce, c’è la collettività che
deve fronteggiare vere e proprie emergenze sociali. Per poi
scoprire che questi lavoratori non avranno una pensione adeguata. In poche parole se oggi le aziende risparmiano sui contributi, domani i lavoratori non avranno la pensione.
A questo si deve aggiungere che le agevolazioni previdenziali
concesse alle aziende che abbassano il “costo del lavoro”, sono
pagate dai lavoratori. Troppi, in mala fede, dimenticano che i
contributi previdenziali sono parte integrante del salario di un
lavoratore. E non pagarli per intero ha lo stesso effetto di una
riduzione dello stipendio.
Tutto questo per dire che la battaglia per la stabilizzazione del
precariato va fatta, con la consapevolezza che è solo la prima
parte di un processo più ampio. L’altra faccia della medaglia è
l’aumento delle retribuzioni.
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EDITORIALE
Questi due obbiettivi, stabilizzazione ed aumenti salariali, devono essere perseguiti in tutti i settori.
La Dirigenza Sanitaria ha già proclamato ed effettuato il primo
sciopero per il rinnovo del Contratto. È stato un momento importante e qualificante per le OO.SS. che hanno dichiarato lo sciopero e per le Categorie che lo hanno effettuato.
La Dirigenza può e deve accettare la sfida dell’aziendalizzazione, dell’incremento della produttività, della responsabilizzazione. E noi lo abbiamo fatto. Ma non possiamo accettare e non
consentiremo un depauperamento dei livelli salariali.
Le nostre richieste economiche sono finalizzate ad un recupero
del potere d’acquisto dei salari e ad una significativa rivalutazione dell’indennità di esclusività.
Non sarà facile, ma è d’obbligo nutrire qualche speranza. Non
tanto nella disponibilità delle Controparti, Governo e Regioni. La
speranza si nutre di un dato di “politica sindacale” importante
e significativo: l’unità di tutte le Categorie della Dirigenza e di
tutte le OO.SS. che le rappresentano.
Abbiamo fiducia nella compattezza, nella forza e nella tenuta
della Dirigenza Medica e Sanitaria.
Dobbiamo essere pronti a discutere di tutto, ma non si fanno
passi indietro. Non accettiamo di mettere in discussione ciò che
nel corso degli anni abbiamo conquistato. Tutto quello che
abbiamo ottenuto nel corso degli anni non è stato per gentile
concessione di qualcuno. Ce lo siamo conquistati ed abbiamo
sempre dovuto concedere delle contropartite (privatizzazione
del rapporto di lavoro, aumento dell’orario e dei carichi di lavoro ecc.). Ed è questo il motivo per cui non si torna indietro.
Ma noi vogliamo anche di più. Siamo noi, i primi, a volere il
rispetto e l’applicazione corretta e completa del Contratto di
lavoro.
E già questo è abbastanza paradossale. I Contratti di lavoro, in
prima istanza, applicano i benefici economici concordati. E questo è palesemente interesse dei lavoratori e non dei datori di
lavoro. Fin qui i ruoli sono abbastanza definiti.
Ma è da questo momento in poi che la situazione non è più chiara ed i ruoli si confondono.
È (dovrebbe essere) interesse del datore di lavoro effettuare la
negoziazione di secondo livello. È suo interesse chiudere nel più
breve tempo la contrattazione aziendale. La Confindustria
emana proclami sulla necessità di rafforzare la contrattazione
decentrata. Tutti i datori di lavoro chiedono che le risorse economiche siano utilizzate a livello locale perché è a questo livello
che si può discutere di organizzazione del lavoro, di sistema
premiante, di valutazione ecc. . E’ a questo livello che il datore
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di lavoro può incassare dal contratto i benefici per l’azienda.
Nella Pubblica Amministrazione tutto questo non avviene. La
Contrattazione aziendale non si fa. E c’è da chiedersi come mai.
Come mai l’Amministrazione non ha interesse a discutere di
sistema premiante e/o di obbiettivi collegati alla produttività?
Anche l’ultimo contratto non sfugge a questa regola. Le trattative locali non sono state fatte e le Aziende non sono state in
grado neppure di prendersi quello che il Contratto concedeva
loro.
Noi chiediamo il rinnovo del Contratto. Lo chiediamo in tempi
brevi. Chiediamo riconoscimenti economici significativi. Ma chiediamo anche l’esigibilità del Contratto.
Non ci sta bene che i datori di lavoro sottoscrivano un Contratto
e poi a livello locale cerchino di disapplicarlo.
È quello che sta accadendo in Campania. È quello che stanno
provando a fare anche in altre Regioni.
Si cerca di rientrare dai debiti accumulati nel corso degli anni
attingendo direttamente dai Fondi contrattuali. Questo non lo
consentiremo. Noi siamo disponibili ad incrementare la produttività dei servizi, ad accrescere la flessibilità nell’organizzazione
del lavoro, ma non siamo disponibili a coprire le “ruberie” perpetrate ai danni della Sanità Pubblica tagliando i nostri Fondi
contrattuali.
L’esempio della Campania è emblematico. Una delibera di Giunta
taglia indiscriminatamente i Fondi contrattuali, blocca il turn
over, e finanche la mobilità regionale e contestualmente decide
di aprire nuovi ospedali.
C’è puzza di bruciato.
È chiaro che aprire nuovi ospedali è un affare estremamente
lucroso. Appalti, forniture, gare ecc. Tanti interessi in gioco. Ma
questi affari non si possono fare alla luce del sole. Ed allora la
“politica” cosa si inventa?
La riduzione del personale o il taglio degli stipendi diventa la
cortina fumogena che serve a nascondere ai cittadini i tanti
“affari” che si nascondono dietro la costruzione di nuovi ospedali.
In una delle ultime riunioni dell’Intersindacale, tutte le OO.SS.
della Dirigenza Medica e Sanitaria, hanno deciso di appoggiare
la protesta e di coadiuvare le rappresentanze sindacali regionali
nelle iniziative di lotta intraprese. È una scelta alla quale non
potevamo sottrarci.
Ovviamente non mancano le notizie positive.
Il disegno di legge sul parto indolore, presentato dal Ministro,
Livia Turco, ha iniziato il percorso parlamentare nella
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Associazione Unitaria Psicologi Italiani
EDITORIALE
La vita amministrativa dell’ente di previdenza della nostra categoria presenta, sempre più, aspetti sui quali si allungano ombre
preoccupanti.
Il Consiglio di Amministrazione con una maggioranza Houlis,
Azzolini, Crispino redige bilanci sui quali i Revisori dei Conti
esprimono dubbi e perplessità. Il Ministero competente rinvia al
mittente il documento contabile.
La sipap proclama che è riuscita a far stanziare 8,5 milioni di
euro per l’assistenza. Salvo poi dover correggere e modificare
il bilancio perché queste somme non sono disponibili.
La sipap annuncia “urbi et orbi” che il suo presidente Crispino,
ha scelto (lui da solo?) il Direttore dell’Enpap.
Che presto i colleghi bisognosi potranno avere un computer, le
spese funerarie pagate dall’Enpap e forse anche l’assistenza
sanitaria integrativa, quasi fosse un regalo di Houlis, Azzolini,
Crispino.
Ma Houlis, Azzolini e Crispino dimenticano di dire che i soldi per
pagare questi servizi sono presi direttamente dalle tasche dei
colleghi ai quali non è concessa neppure la possibilità di scegliere se contribuire o meno.
E poi di tutto si parla ma non di PENSIONI. Houlis discute di computer e di spese funerarie, ma nulla dice sulle pensioni che
saranno erogate dall’Enpap.
Tra un po’ ci diranno cosa si deve fare per poter avere un computer, ma guai a chiedere a quanto ammonterà la pensione.
Houlis, Azzolini e Crispino parlano tanto di computer e di spese
funerarie, ma nulla dicono dell’Emapi. È un “UFO” (oggetto non
identificato), di cui non è dato sapere.
Eppure esiste dal 2002. Ha sempre avuto la propria “residenza” nella stessa sede dell’Enpap. E, cosa più importante, il
Presidente dell’Emapi è il dott. Houlis, Presidente dell’Enpap e
Vice Presidente della Campi.
Nello stesso stabile di via Cesalpino di proprietà dell’Enpap,
acquistato con i soldi degli Psicologi, risiedono o hanno temporaneamente coabitato: l’Enpap, l’Emapi e la Campi.
Una bella comodità per gli amministratori di Enpap, Emapi,
Campi. Tutto sotto lo stesso tetto.
Queste sì che si possono chiamare sinergie.
Lo stesso indirizzo, gli stessi telefoni(?), gli stessi impiegati(?) e
soprattutto gli stessi Amministratori.
-Houlis: Presidente dell’Enpap, dell’Emapi e vice presidente
della Campi.
-Azzolini: vice presidente dell’Enpap e Presidente della Campi.
Cinque (5) cariche in due.
Sotto lo stesso tetto, tutti insieme, appassionatamente. Ma pos-
Commissione Sanità della Camera. Il Relatore on. Sanna, che noi
abbiamo incontrato, grazie ai “buoni uffici” dei colleghi della
Sardegna, ha raccolto in un testo unico i diversi ddl presentati
sulla stessa materia. Ne è venuto fuori un testo che accoglie
gran parte delle nostre richieste. Di questo ringraziamo l’on.
Sanna, ma anche l’on. Cancrini, il quale, in qualità di componente la Commissione, si è molto prodigato per migliorare il testo.
L’iter parlamentare è lungo e tortuoso. È compito nostro seguirne, passo passo, tutte le vicissitudini.
Continuano, intanto, gli incontri al Ministero della Salute, con il
Ministro Turco e con il Sottosegretario Zucchelli, su alcuni importanti disegni di legge. Quello sull’intramoenia allargata è già
approdato in Parlamento. Adesso il confronto si è spostato sul
disegno di legge c.d. di “Ammodernamento del Servizio
Sanitario Nazionale”.
Purtroppo, quello attuale, è un Parlamento “difficile”. Alla
Camera, ma soprattutto al Senato non è facile trasformare in
legge un disegno di legge. Per noi è comunque importante che
le discussioni parlamentari sui diversi disegni di legge prevedano un ruolo per la Psicologia e per la figura professionale dello
Psicologo. È un modo per porre all’attenzione della “politica” la
nostra presenza.
Il nostro dovere è quello di non desistere. Siamo presenti.
Dobbiamo continuare a chiedere ed a motivare adeguatamente
le nostre proposte. I risultati arriveranno.
D’altro canto la presenza degli Psicologi nel Servizio Sanitario
Nazionale è in continua crescita. Gli ultimi dati disponibili, forniti
dal Sole 24 Sanità, rilevano una crescita nel 2005 rispetto al
2004 di 64 unità pari ad un incremento percentuale dell’1,1%
su base annua. È un incremento assoluto rilevabile dal saldo
complessivo tra entrate ed uscite dal sistema. Non è un incremento eccezionale, ma è pur sempre un dato positivo, che,
aggiunto ai circa 2.000 Psicologi con contratti di lavoro atipici
attualmente in servizio presso le Aziende Sanitarie, confermano
un continuo incremento della richiesta di Psicologia e di
Psicologi.
Non basta. Dobbiamo fare molto di più per i colleghi dipendenti
ma anche e soprattutto per i giovani laureati.
Enpap. “..la moglie di Cesare non solo deve essere Onesta, ma
deve anche apparire tale..”
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EDITORIALE
siamo sapere se, e per quanto tempo è durata la coabitazione?
E come in tutte le coabitazioni, possiamo sapere chi pagava?
Tutti noi vorremmo capire un po’ di più e meglio questo groviglio di interessi. Molte delle notizie riportate potrebbero non
corrispondere al vero. Ce ne scusiamo. Ma non è colpa nostra
se gli interessati non ci forniscono notizie. Saremo anche felici
di ospitarli su AUPI-Notizie.
Fino a prova contraria dovrebbe essere tutto legittimo. Non
osiamo pensare diversamente. Ma vorremmo avere notizie più
precise e dettagliate.
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Noi le chiediamo e le pretendiamo.
La Categoria ha bisogno di Rappresentanze Istituzionali forti e
credibili. E come diceva il “saggio”, …”la moglie di Cesare non
solo deve essere Onesta, ma deve anche apparire tale”…
A noi sta a cuore la Categoria e ci dispiacerebbe moltissimo se,
per qualche motivo, la Categoria dovesse finire sulle pagine dei
giornali, nel settore “cronaca giudiziaria”.
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LOMBARDIA: PREINTESA RISORSE AGGIUNTIVE
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ABUSO MINORI
Politiche di natura giudiziaria, sociale,
sanitaria ed educativa
in favore dei minori vittime di maltrattamento,
abuso e sfruttamento sessuale
Salvatore Nuzzo
INTRODUZIONE
Art.31, 2°co.: “la Repubblica protegge la maternità, l’infanzia e
la gioventù favorendo gli istituti necessari a tale scopo”
Il maltrattamento all’infanzia si configura in tutte le forme di abuso
fisico, emotivo, sessuale, di trascuratezza, di accudimento carente,
di sfruttamento a fini commerciali, o per qualsiasi altro fine, che
insorgono all’interno di una relazione di fiducia, di responsabilità o
di potere e da cui consegue in modo effettivo o potenziale un
danno alla salute, alla sopravvivenza, allo sviluppo o alla dignità di
un minore (OMS, 1999).
Molteplici e di varia gravità sono gli effetti a breve, medio e lungo
termine provocati dalla violenza sullo stato di salute fisica, mentale
e psicologica dei bambini e delle bambine. La violenza è, infatti, un
ostacolo al pieno dispiegarsi dello sviluppo di un bambino, sebbene esistano risorse di resilienza e fattori protettivi capaci di contrastare l’influenza negativa, e talvolta devastante, di esperienze di
vittimizzazione.
La conseguenza più radicale di ogni tipo di violenza è la negazione dei diritti umani fondamentali di ogni individuo, che per i bambini e le bambine sono sanciti a livello mondiale nella Convenzione
sui diritti del fanciullo, adottata dall’ONU nel 1989, e divenuta
giuridicamente vincolante nei termini del diritto internazionale per i
Paesi che l’hanno sottoscritta e ratificata.
Art. 32, 1°co.: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività”
Ricordiamo che la Legge 4 maggio 1983, n. 184, Disciplina
dell’adozione e dell’affidamento dei minori, sancisce l’obbligo per «i
pubblici ufficiali, gli incaricati di pubblico servizio, gli esercenti un
servizio di pubblica necessità, di riferire al più presto al Tribunale per i minorenni sulle condizioni di ogni minore in
situazione di abbandono di cui vengono a conoscenza in
ragione del proprio ufficio» (art. 9, comma 1).
L’art. 331 del Codice di Procedura Penale precisa: «I pubblici ufficiali e gli incaricati di un pubblico servizio che, nell’esercizio o
a causa delle loro funzioni o del loro servizio, hanno notizia di un
reato perseguibile di ufficio, devono fare denuncia per iscritto, anche quando non sia indi- viduata la persona alla quale il reato
è attribuito. La denuncia è presentata o trasmessa senza ritardo al
pubblico ministero o a un ufficiale di polizia giudiziaria. Quando più
persone sono obbligate alla denuncia per il medesimo fatto, esse
possono anche redigere e sottoscrivere un unico atto».
L’azione dello Stato, della Regione e dei Servizi preposti alla tutela
dei minori si fonda su un insieme di norme e di principi ispiratori e
organizzatori, a partire dagli articoli 2, 3 e 31 della Costituzione, che sanciscono il diritto del bambino a sviluppare tutte le
sue potenzialità e il dovere delle Istituzioni a rimuovere qualsiasi
ostacolo possa impedire tale pienezza di crescita mediante la predisposizione di programmi promozionali e l’attivazione di idonei
interventi di tutela e prestazioni socio-sanitarie adeguate.
L’art. 572 c.p. - Maltrattamenti in famiglia o verso i fanciulli, recita: «Chiunque (…) maltratta una persona della famiglia, o un minore degli anni quattordici, o una persona sottoposta alla sua autorità, o a lui affidata per ragione di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, o per l’esercizio di una professione o di un’arte,
è punito con la reclusione da uno a cinque anni (…)».
L’art. 571 c.p. - Abuso dei mezzi di correzione, stabilisce che:
«chiunque abusa dei mezzi di correzione o di disciplina in danno di
una persona sottoposta alla sua autorità, o a lui affidata per ragione di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, ovvero
Art.2: “la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”
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ABUSO MINORI
favorire la salute, il rispetto della propria persona e la dignità del
fanciullo».
Gli articoli 19 e 39 sottolineano l’importanza di attivare interventi
polisettoriali per tutelare efficace- mente il minore, poiché il maltrattamento, lo sfruttamento e l’abuso sessuale sono fenomeni
complessi che richiedono un approccio multidisciplinare da parte di
ogni operatore e settore operante nelle cinque funzioni fondamentali di tutela: la prevenzione, la rilevazione, la diagnosi, la
protezione, la cura/trattamento degli effetti a breve e lungo
termine del trauma.
per l’esercizio di una professione o di un’arte, è punito, se dal fatto
deriva il pericolo di una malattia nel corpo o nella mente, con la
reclusione fino a sei mesi (…)».
L’art. 403 c.c. - Intervento della pubblica autorità a favore dei
minori, precisa: «Quando il minore è moralmente o materialmente
abbandonato o è allevato in locali insalubri o pericolosi oppure da
persone per negligenza, immoralità, ignoranza o per altri motivi
incapaci di provvedere all’educazione di lui, la Pubblica Autorità, a
mezzo degli organi di protezione dell’infanzia, lo colloca in luogo
sicuro fino a quando si possa provvedere, in modo definitivo, alla
sua protezione».
Oltre alla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo, che sancisce compiutamente i diritti dei minori e le responsabilità delle istituzioni nel garantirli e dare loro effettività, altri significativi atti,
adottati a livello europeo ed internazionale, sono stati elaborati nel
settore della violenza sessuale e dello sfruttamento dei minori la
Raccomandazione del Consiglio d’Europa n. 91/11, adottata il 9 settembre 1991, e la Dichiarazione di intenti e il Programma Operativo, adottati dalla Conferenza mondiale contro lo
sfruttamento sessuale dei bambini a fini commerciali, tenutasi a
Stoccolma dal 27 al 31 agosto 1996.
In questi documenti si trovano ripresi e sottolineati i principi fondamentali che possono costituire il punto di partenza per definire
strategie, azioni e strumenti che si traducano in efficaci forme di
prevenzione, tutela e trattamento dei minori cui i diritti siano negati o messi in pericolo:
sensibilizzazione e formazione degli operatori e dell’opinione
pubblica;
raccolta di appropriate informazioni statistiche sull’andamento
dei fenomeni;
cooperazione tra tutti gli organismi pubblici e privati che trattano casi di abuso sessuale;
garanzia del pieno accesso dei bambini all’assistenza dei servizi di sostegno (Ciampa, 2004).
Il contesto in cui si situano l’azione dello Stato, dell’Amministrazione regionale e dei Servizi preposti alla tutela dei minori non può
prescindere, anche nello specifico settore dell’abuso sessuale a
danno dei minori, dai fondamentali principi sanciti pure da norme di
carattere internazionale.
In questa prospettiva, strumento normativo fondamentale che ispira l’azione delle istituzioni è la Convenzione di New York sui
diritti del fanciullo, del 20 novembre 1989, ratificata dall’Italia
con legge 27 maggio 1991, n. 176, che intende per bambino
“ogni essere umano avente un’età inferiore a diciotto anni, salvo
se abbia raggiunto prima la maturità in virtù della legislazione
applicabile” (art.1).
L’art. 19, dopo aver premesso che per violenza deve intendersi
“ogni forma di violenza, di oltraggio o di brutalità fisiche o mentali, di abbandono o di negligenza, di maltrattamenti o di sfruttamento, compresa la violenza sessuale”, fa obbligo agli Stati contraenti
di adottare «ogni misura legislativa, amministrativa, sociale ed educativa per tutelare il fanciullo contro ogni forma di violenza, di
oltraggio o di brutalità fisiche o mentali, di abbandono o di negligenza, di maltrattamenti o di sfruttamento, compresa la violenza
sessuale, per tutto il tempo in cui è affidato all’uno o all’altro, o ad
entrambi i suoi genitori, al suo rappresentante legale (o rappresentanti legali), oppure ad ogni altra persona che è investita del
suo affidamento».
L’art. 39 recita che per il bambino vittima di una forma di negligenza, di sfruttamento o di maltrattamenti, gli Stati sono tenuti ad
adottare «ogni adeguato provvedimento per agevolare il riadattamento fisico e psicologico ed il reinserimento sociale. Tale riadattamento e tale reinserimento devono svolgersi in condizioni tali da
Associazione Unitaria Psicologi Italiani
Le direttrici lungo le quali si sono sviluppate le politiche italiane in
materia di maltrattamento e abuso all’infanzia sono quelle giudiziarie, sociali, sanitarie, educative. Proveremo perciò a scorrerle, con
qualche riferimento particolare alla legislazione sociale pugliese, al
fine di ricostruire:
1. Le politiche giudiziarie di contrasto al fenomeno del maltrattamento/abuso all’infanzia
2. Le politiche sociali di promozione e sviluppo dei Servizi di protezione e di assistenza
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ABUSO MINORI
La legge prevede espressamente che, quando si procede per delitti commessi in danno di minorenni, il Procuratore della Repubblica
presso il Tribunale ordinario penale deve darne notizia al Tribunale per i minorenni. Si evidenzia quindi la necessità di un raccordo
tra l’autorità incaricata di individuare e punire l’autore adulto del
reato e l’autorità competente ad assumere iniziative di sostegno e
assistenza per bambini e bambine in difficoltà.
Nella realtà le cose non vanno sempre così lisce: ci sono contrasti
di competenza e spesso si scontrano le esigenze giudiziarie penali con le esigenze cliniche e sociali di cura del minore e di sostegno
ai familiari protettivi. Le situazioni reali incorrono ancora nel rischio
che le procedure penali facciano il loro corso senza l’avvio di alcun
procedimento in ambito civile minorile, procedimento finalizzato al
sostegno del minore vittima attraverso il Tribunale per i minorenni
e i Servizi sociali degli enti locali.
Ma la legge n. 66/1996 fa un passo avanti quasi epocale nel richiedere tale coordinamento e nel prevedere che alla vittima minorenne sia assicurata l’assistenza affettiva e psicologica in ogni stato e
grado del procedimento attraverso la presenza dei genitori o di
altre persone idonee indicate dal minorenne e ammesse dall’autorità giudiziaria che procede.
3. Le politiche sanitarie connesse all’abuso e al maltrattamento a
danno dei minori
4. Le politiche educative in materia di maltrattamento e abuso sui
minori
1. Le politiche giudiziarie di contrasto al fenomeno del
maltrattamento/abuso all’infanzia
Legge 15 febbraio 1996, n. 66 - Norme contro la violenza sessuale
Legge 3 agosto 1998, n. 269 - Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori, quali nuove forme di riduzione in
schiavitù
Legge 28 marzo 2001, n. 149 - Modifiche alla legge 4
maggio 1983, n. 184, recante «Disciplina dell’adozione e dell’affidamento dei minori», nonché al titolo VIII del libro primo
del codice civili
Legge 4 aprile 2001, n. 154 - Misure contro la violenza
nelle relazioni familiari
Legge 11 agosto 2003, n. 228 - Misure contro la tratta
di persone
Legge 6 febbraio 2006, n. 38 - Disposizioni in materia di
lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia anche a mezzo Internet
Attribuisce dignità infine alla rete di collaborazione interistituzionale e multiprofessionale formata da:
1. Tribunale ordinario penale;
2. Tribunale per i minorenni;
3. Servizi sociali;
4. Servizi sanitari;
5. Servizi sociali dell’amministrazione della giustizia minorile.
La Legge 15 febbraio 1996, n. 66 - Norme contro la violenza sessuale, iscrive il reato sessuale tra quelli contro la persona e non più contro la moralità pubblica; disciplina il reato stesso fornendo maggiori strumenti di tutela per i minori e le donne;
pone grande attenzione all’integrazione tra il piano della giustizia
e quello della cura e dell’accoglimento dei bisogni di ascolto e
protezione del minore; introduce la possibilità dell’assistenza
affettiva e psicologica del minore in ogni stato e grado del procedimento; introduce la possibilità di procedere all’assunzione
della testimonianza del minore con incidente probatorio e audizioni protette.
Nella prospettiva della cooperazione tra sistemi di protezione, la
legge n. 66/1996, oltre a rendere più ampie le ipotesi di reato,
introduce specifiche innovazioni in ordine al coordinamento tra le
Autorità Giudiziarie e i Servizi di assistenza a favore del bambino
vittima.
n. 2/2007
La Legge 3 agosto 1998, n. 269 - Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori, quali nuove forme di
riduzione in schiavitù, stabilisce che il Tribunale per i Minorenni deve adottare i provvedimenti, anche di carattere psicologico, utili all’assistenza, al recupero e al reinserimento
del minore (art. 2).
Si può dire che la legge n. 66/1996 e la legge 269/98, contestualmente all’attivazione di sezioni specializzate nelle Questure
(gli Uffici Minori, istituiti presso le Divisioni anticrimine delle questure), abbiano innescato una specifica domanda di Servizi specializzati per la protezione, l’ascolto e la valutazione del minore nel contesto degli iter giudiziari penale e civile.
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ABUSO MINORI
La Legge 28 marzo 2001, n. 149 - Modifiche alla legge 4
maggio 1983, n. 184, recante «Disciplina dell’adozione e
dell’affidamento dei minori», nonché al titolo VIII del
libro primo del codice civile, garantisce e rafforza il diritto primario del minore a vivere, a crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia. Inoltre individua i presupposti per l’attuazione di tale diritto alla famiglia nella crescita, nella condizione della
vita e nell’educazione del minore nell’ambito prioritario della famiglia di origine, senza limitazioni o ostacoli, riconoscendolo anche a
quei minori che vivono in famiglie che versano in condizioni di indigenza e di temporanea difficoltà.
2. Le politiche sociali di promozione e sviluppo dei Servizi di protezione e di assistenza
Legge 28 agosto 1997, n. 285 - Disposizioni per la promozione di diritti e opportunità per l’infanzia e l’adolescenza
Legge regionale 11 febbraio 1999, n. 10 - Sviluppo
degli interventi in favore dell’infanzia e dell’adolescenza
Legge 8 novembre 2000, n. 328 - Legge quadro per la
realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali
DPCM 3 aprile 2001 - Piano Nazionale degli interventi e dei
servizi sociali 2001-2003
D.P.R. 2 luglio 2003 - Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età
evolutiva per il periodo 2002-2004
Legge regionale 25 agosto 2003, n. 17 - Sistema integrato d’interventi e servizi sociali in Puglia
D.G.R. 4 agosto 2004, n. 1090 - Piano Regionale delle
Politiche Sociali
Legge regionale 10 luglio 2006, n. 19 - Disciplina del
sistema integrato dei servizi sociali per la dignità e il benessere delle donne e degli uomini in Puglia
Regolamento reg. 18 gennaio 2007, n. 4, attuativo
della Legge Regionale 10 luglio 2006, n. 19
La Legge 4 aprile 2001, n. 154 - Misure contro la violenza nelle relazioni familiari, stabilisce che il Giudice possa
disporre l’intervento dei Servizi sociali del territorio o di un centro
di mediazione familiare in caso di donne e minori o di altri soggetti vittime di abusi e maltrattamenti, e perfino l’allontanamento dalla
residenza familiare del genitore o del convivente che maltratta o
abusa del minore.
Predispone una doppia tipologia di misure simmetriche nel settore
civile e penale, costituite rispettivamente dagli ordini di protezione
contro gli abusi familiari (artt. 342-bis, 342-ter c.c.) e dalla misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare (art. 282-bis
c.p.p.).
Gli ordini di protezione e la misura cautelare dell’allontanamento
dalla casa familiare rispondono a molteplici finalità di intervento nel
tentativo di colmare le lacune delle tradizionali forme di tutela con
lo scopo primario di fornire una protezione rapida e tempestiva.
La Legge 28 agosto 1997, n. 285 - Disposizioni per la
promozione di diritti e opportunità per l’infanzia e l’adolescenza, dà vita a interventi non emergenziali, diretti non solo a
riparare le situazioni di particolare disagio dei minori, ma anche a
promuovere adeguati processi di costruzione dell’identità per tutti
i bambini e le bambine, mediante concreti Servizi e strumenti in
grado di favorire migliori relazioni familiari, spazi e opportunità per
il gioco e la partecipazione, un ambiente urbano di vita più adeguato alle esigenze di chi cresce.
Questa legge ha permesso agli operatori del settore pubblico e del
privato sociale di sperimentarsi in molteplici iniziative riconducibili a
quattro macrotipologie:
1. organizzazione di percorsi di sensibilizzazione e formazione sui
temi del disagio, del maltrattamento e della violenza sessuale all’infanzia;
La Legge 11 agosto 2003, n. 228 - Misure contro la tratta di persone, amplia il contenuto delle fattispecie di reato connesse al traffico di persone e alla riduzione in schiavitù, attività che
sono strettamente collegate al proliferare della criminalità organizzata e delle “nuove mafie”; inasprisce le pene e rende perseguibili anche i soggetti giuridici; arricchisce l’attuale normativa con
esplicite previsioni in ordine alle misure di reintegro, recupero e
reinserimento sociale delle vittime.
La Legge 6 febbraio 2006, n. 38 - Disposizioni in materia
di lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la
pedopornografia anche a mezzo Internet, eleva da 14 a 18
anni l’età della persona offesa e rende tutti i reati sessuali procedibili d’ufficio.
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n. 2/2007
ABUSO MINORI
bambino vittima degli stessi nella forma di violenza assistita, un’espressione del maltrattamento traumatogena e distorsiva quanto il
maltrattamento fisico o l’abuso sessuale (Cismai 2000).
Allo steso modo, una madre vittima di violenze domestiche e incapace di accudire e proteggere efficacemente i propri figli non è una
cattiva madre, ma una donna traumatizzata che ha subito gravi
danni nelle sue competenze e capacità genitoriali (Bertotti, Bianchi
2005).
La sfida lanciata da questo nuovo approccio alla lettura del maltrattamento intrafamiliare consiste nel porre al centro dell’attenzione di chi rileva e valuta non solo i singoli soggetti, ma la famiglia
come sistema: un sistema nel quale è necessario intervenire
rispondendo alle esigenze di protezione e tutela di tutti i suoi componenti, anche attraverso misure di separazione e di recisione di
legami che non possono che generare sofferenza e ripetizione del
trauma, se si vuole attivare reali processi di cambiamento e di riparazione degli effetti del trauma.
2. apertura o potenziamento di servizi specialistici di consulenza
per la rilevazione, la valutazione, il trattamento e il sostegno
socioeducativo;
3. realizzazione o riqualificazione di strutture di accoglienza per
minori, madri con bambini e ragazze uscite dal circuito prostituzionale;
4. costituzione di organismi di coordinamento inter-istituzionale.
La progettazione si è articolata, anche se non in modo equilibrato,
lungo i tre livelli della prevenzione (primaria, secondaria, terziaria).
Non c’è stato equilibrio perché le iniziative si sono ripartite come
una piramide rovesciata: la maggior parte delle risorse sono state
canalizzate verso il potenziamento delle capacità e risorse di rilevazione, valutazione e protezione, ma lasciando fortemente scoperta l’area della cura, nella quale la progettazione non può che
essere programmata in un arco di lungo periodo. Ciò che è accaduto ha dimostrato quanto non sia ancora adeguatamente valorizzata l’importanza di una protezione mentale della vittima, che non
può essere limitata alle iniziative di protezione socioeducativa e agli
interventi giudiziari, ma deve prevedere anche misure di recupero
psicologico (Bianchi 2002).
Va richiamata l’attenzione sui meccanismi psicologici e psicopatologici conseguenti agli abusi, al fine di orientare l’impegno al problema delle sequele psicologiche e comportamentali del bambino abusato e al loro trattamento, considerato che spesso i piccoli maltrattati/abusati si ritrovano poi tra le file degli adulti maltrattanti e
abusanti.
Ci sono bambini che dispongono di una capacità di resilienza che
supera ogni ostacolo comprese le esperienze di abusi, ma ci sono
anche bambini che hanno una maggiore vulnerabilità, per i quali
l’evento traumatico diviene un attacco confusivo e destabilizzante
totale, che ha gli effetti di un uragano che rade al suolo le già deboli o compromesse risorse e capacità di elaborazione.
Si sta lentamente configurando una nuova buona pratica di lavoro
che però fatica ad affermarsi: quella di osservare il maltrattamento intrafamiliare come un evento che caratterizza un ambiente di
vita di per sé traumatogeno per tutti coloro che vi vivono e non solo
per i soggetti riconosciuti come vittime dirette della violenza. Si
tratta di uno spostamento di prospettiva (e in qualche modo di
paradigma) nell’interpretazione delle dinamiche dei maltrattamenti
intrafamiliari e dello stato dei vari attori in campo.
Infatti un bambino che vive in una famiglia nella quale avvengono
ripetutamente violenze contro la madre o un altro familiare di riferimento, anche se non subisce atti violenti diretti è comunque un
n. 2/2007
La Legge regionale 11 febbraio 1999, n. 10 - Sviluppo
degli interventi in favore dell’infanzia e dell’adolescenza,
contiene una serie di norme per la programmazione e l’organizzazione degli interventi in favore dell’infanzia e dell’adolescenza, finalizzati a realizzare sul territorio regionale un sistema di servizi,
opportunità e garanzie volte al pieno sviluppo della persona del
minore e alla valorizzazione e sostegno delle reti sociali primarie,
in primo luogo le famiglie, quali ambito di relazioni significative per
la crescita della persona.
La Legge 8 novembre 2000, n. 328 - Legge quadro per la
realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi
sociali, attribuisce alle Regioni le funzioni di programmazione,
coordinamento e indirizzo degli interventi sociali (art. 8), nonché la
disciplina dell’integrazione degli interventi stessi, con particolare
riferimento all’attività sanitaria e socio-sanitaria ad elevata integrazione sanitaria e la definizione di politiche integrate in materia di
interventi sociali, ambiente, sanità, istituzioni scolastiche, avviamento al lavoro e reinserimento nelle attività lavorative, servizi del
tempo libero, trasporti e comunicazioni; identifica gli obiettivi specifici dei servizi alla persona che sono la prevenzione, la riduzione
e l’eliminazione del bisogno e del disagio individuale e familiare;
determina il necessario raccordo in ambito distrettuale tra interventi sanitari e sociosanitari di competenza dell’AUSL e interventi
sociali di competenza dell’ente Comune.
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ABUSO MINORI
strategie di governance sociale, basate su reti associative tra soggetti istituzionali e non istituzionali chiamati a definire gli obiettivi, i
contenuti e le metodologie per l’attuazione e la successiva valutazione delle politiche di indirizzo elaborate prima in sede nazionale
e poi regionale.
La regionalizzazione e la municipaliz- zazione delle strategie può
produrre però anche effetti nocivi, come la frammentazione delle
politiche e degli indirizzi, aggravando la differenziazione territoriale nell’organizzazione e nella struttura dei Servizi che si occupano
di questo problema, nonché il livello di investimento nel settore.
Proprio sul versante sociale si registrano, oggi, i più importanti
movimenti di innovazione che investono sia il settore pubblico sia
quello del privato sociale.
È questa un’area in grande movimento come conseguenza della
riforma del Titolo V - Parte II della Costituzione italiana e degli atti
di riforma del sistema dei Servizi socioassistenziali cui ha dato
impulso la legge 328/2000 che, pur perdendo il significato di legge
quadro in seguito alla riforma costituzionale, ha conservato la sua
carica modificatrice del sistema sociale sia in termini di programmazione e coordinamento dei Piani di Zona sia in termini di scelta
di un modello organizzativo che assicuri un livello minimo di integrazione sociosanitaria.
La riforma del Titolo V ha inciso profondamente sul riparto delle
competenze legislative ed amministrative tra Stato e Regioni, così
come esse erano state configurate dalla Carta costituzionale del
1948.
Il nuovo Titolo V della Costituzione stabilisce un’esclusiva competenza delle Regioni in materia di assistenza, tuttavia mantiene in
capo allo Stato una funzione strategica per la governance del sistema di welfare nazionale: la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) concernenti i diritti civili e sociali.
Resta ancora aperto il processo di definizione dei LEP a livello
nazionale, ma alcune Regioni lo hanno già anticipato.
L’area del maltrattamento, dell’abuso e dello sfruttamento sessuale, nell’esplicazione delle funzioni proprie del processo di salvaguardia del minore (prevenzione, assistenza, protezione, trattamento), rientra a pieno titolo negli ambiti del welfare locale, in particolare di quello che si usa definire dei servizi di cura della persona, settore oggi contraddistinto dalla esternalizzazione delle prestazioni e dalla pluralizzazione, in termini sia di qualità sia di soggetti erogatori.
Il livello locale è ormai l’unico possibile per l’analisi dei Servizi di
cura della persona disponibili per i bambini e gli adolescenti vittime
di violenza e le loro famiglie, anche in considerazione della complessità che governa il settore, in cui i beni e i servizi per la collettività sono prodotti e offerti in collaborazione tra numerosi attori
locali: Comune, Aziende sanitarie, altri Enti pubblici, Soggetti del
terzo settore, Famiglie.
Di conseguenza l’art. 16 considera i Servizi e gli interventi finalizzati al sostegno delle responsabilità familiari in un’ottica promozionale e di prevenzione.
Nell’ambito della lotta all’abuso e allo sfruttamento sessuale, a
livello municipale il processo programmatorio si sta traducendo in
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Il DPCM 3 aprile 2001 - Piano Nazionale degli interventi e
dei servizi sociali 2001-2003. Libertà responsabilità e
solidarietà nell’Italia delle autonomie, predisposto ai sensi
della legge 328/2000, indica tanto le linee e gli elementi unificanti
le diverse esperienze regionali e locali quanto gli spazi di possibile
loro articolazione, differenziazione e sperimentazione nelle modalità organizzative e operative adeguate ai diversi contesti locali.
Considerando che lo strumento strategico per la costruzione delle
politiche per l’infanzia e l’adolescenza, per il loro consolidamento e
la loro qualificazione, è il Piano territoriale di intervento per l’infanzia e l’adolescenza (L. 285/97, art. 2, comma 2), stabilisce che i
Piani di Zona (di cui all’art. 19 della legge n. 328/2000) dovranno prevedere «servizi di cura e recupero psico-sociale di minori vittime di maltrattamenti e violenze, anche sessuali, attraverso interventi con caratteristiche di forte integrazione tra i settori sociale,
sanitario, giudiziario e scolastico» e «servizi di sostegno per i minori sottoposti ad abuso».
Il D.P.R. 2 luglio 2003 - Piano nazionale di azione e di
interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva per il periodo 2002-2004, predisposto dall’Osservatorio Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, sollecita l’individuazione di «sistemi di registrazione costanti e omogenei dell’incidenza (numero casi per anno) del fenomeno dell’abuso
all’infanzia in tutte le sue forme, con l’adeguata definizione di subcategorie e degli elementi caratterizzanti»; l’avvio di un’«organica
ricerca retrospettiva sulle vittime di abuso sessuale (analisi della
prevalenza)»; l’attivazione tempestiva di «forme di raccolta dati che
definiscano con precisione i contorni del problema della violenza
assistita intrafamiliare e che ne diano una quantificazione».
Tre principi sono alla base di questi indirizzi:
1. il rispetto del superiore interesse del bambino;
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n. 2/2007
ABUSO MINORI
sonale destinato anche ad altre funzioni e servizi, nell’ambito degli
interventi a favore dei minori, come ad esempio la materia delle
adozioni.
Evidenzia la necessità, infine, che nell’ambito dell’équipe siano
distinte le funzioni di ascolto giudiziario da quelle di sostegno e
trattamento psicoterapeutico.
2. la valorizzazione della famiglia come comunità educante;
3. la ricerca di strumenti per il rafforzamento della protezione dei
minori da ogni forma di violenza: protezione da intendersi nella sua
triplice accezione della prevenzione, della tutela e del recupero del
soggetto in età evolutiva in difficoltà.
La Legge regionale 25 agosto 2003, n. 17 - Sistema integrato d’interventi e servizi sociali in Puglia, promuove, qualifica e sostiene l’integrazione socio-sanitaria; le attività socio-assistenziali a integrazione socio-sanitaria; le attività sanitarie a integrazione socio-assistenziale. Verrà abrogata a favore della Legge
regionale 10 luglio 2006, n. 19 - Disciplina del sistema integrato
dei servizi sociali per la dignità e il benessere delle donne e degli
uomini in Puglia.
La Legge regionale 10 luglio 2006, n. 19 - Disciplina del
sistema integrato dei servizi sociali per la dignità e il
benessere delle donne e degli uomini in Puglia, impegna la
Regione a favorire l’informazione, la consulenza, il sostegno e l’assistenza alle vittime di violenze sessuali, con particolare riguardo ai
minori che abbiano subito maltrattamenti e abusi; a curare la sensibilizzazione delle comunità locali sulle problematiche connesse
all’abuso e al maltrattamento dei minori e delle donne; a promuovere la realizzazione di Servizi ed interventi correttivi specializzati.
La D.G.R. 4 agosto 2004, n. 1090 - Piano Regionale delle
Politiche Sociali, all’interno delle iniziative in favore dell’infanzia
e dell’adolescenza, considera tra le priorità strategiche della programmazione locale la promozione di adeguate strategie di tutela
dei minori e di prevenzione e contrasto all’abuso e al maltrattamento, con un’impostazione di fondo che assume un approccio di
tipo integrato, territorializzato e partecipato.
Emana apposite Linee guida, anche al fine di favorire un diffuso
ed omogeneo intervento a livello territoriale e assegna al Consultorio Familiare «gli interventi a tutela della salute mentale, per la
promozione della maternità e paternità responsabile, per la prevenzione del disagio nei soggetti in età evolutiva».
Sostiene che la complessità delle singole situazioni di abuso e di
maltrattamento richiede una capacità di lettura-interpretazionevalidazione-intervento di carattere multidisciplinare e multiprofessionale. Stabilisce che i Piani di Zona dovranno prevedere modalità
di costituzione di èquipe integrate, da attivarsi tra Servizi sociali,
sanitari (di base e specialistici) e della Giustizia, previi accordi di
programma e/o intese.
Assegna alle équipe integrate specifici compiti di valutazione-validazione; presa in carico; trattamento multidisciplinare e multiprofessionale delle situazioni di maltrattamento/abuso; trattamento
multidisciplinare e multiprofessionale delle situazioni di maltrattamento/abuso.
Le équipe integrate dovranno occuparsi anche di pedofilia, tutela
delle vittime di pornografia, prostituzione, altre forme di riduzione
di minori in schiavitù previste dalla legge 269/1998.
Il Piano sostiene che tali équipe possono essere formate da per-
n. 2/2007
Il Regolamento reg. 18 gennaio 2007, n. 4, attuativo della
Legge Regionale 10 luglio 2006, n. 19, Disciplina del sistema integrato dei servizi sociali per la dignità e il benessere delle donne e
degli uomini in Puglia, definisce, tra l’altro, il carattere, le prestazioni e il personale del Centro antiviolenza (art. 107).
3. Le politiche sanitarie connesse all’abuso e al maltrattamento a danno dei minori
D.M. 24 aprile 2000 - Progetto Obiettivo Materno Infantile
DPCM 14 febbraio 2001 - Atto di indirizzo e coordinamento in materia di prestazioni socio-sanitarie
DPCM 29 novembre 2001 - Definizione dei livelli essenziali di assistenza
DGR 27 dicembre 2001, n. 2087 - Piano Sanitario Regionale 2002-2004
DPR 23 maggio 2003 - Piano Sanitario Nazionale 20032005
DPR 7 aprile 2006 - Piano Sanitario Nazionale 2006-2008
Le politiche sanitarie hanno progressivamente riconosciuto la
materia dell’abuso fra le proprie competenze specifiche e la necessità di muoversi secondo un approccio preventivo e di rilevazione
precoce. Un’area strategicamente importante è apparsa quella
della pediatria.
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Associazione Unitaria Psicologi Italiani
ABUSO MINORI
- messa in atto di interventi e provvedimenti, con la finalità di
prevenire, contenere o eliminare la presenza di un fattore di
rischio.
La figura del Pediatra si colloca in una posizione privilegiata anche
rispetto all’accoglienza e alla tutela dei bambini immigrati residenti
in Italia. Nell’ottica della prevenzione, la relazione del Pediatra con
questi bambini e le loro famiglie potrebbe aiutare i nuclei familiari
a usare bene il Servizio Sanitario, superando diffidenze e difficoltà
che possono diventare fattori di grave vulnerabilità.
L’investimento sulle strutture sanitarie pediatriche costituisce una
delle chiavi di volta di un buon sistema di prevenzione del disagio
infantile e familiare. «La formazione professionale e culturale del
Pediatra lo porta a essere il naturale destinatario dei controlli di
salute del bambino, ma anche il referente privilegiato al quale i
genitori possono comunicare incertezze, ansie, preoccupazioni
riguardanti lo sviluppo» (Carini, 2001).
Il Pediatra potrebbe costituire le antenne sensibili del sistema di
prevenzione del disagio infantile e familiare, avendo la possibilità di
entrare in contatto con le famiglie e di seguire nel tempo il percorso di crescita dei bambini. La figura del Pediatra di base, nelle strategie di prevenzione e rilevazione precoce di tutte le situazioni di
“child abuse”, ricopre un ruolo fondamentale in virtù della naturalezza del rapporto che intercorre tra questa figura professionale e
le famiglie.
Un altro elemento importante che costituisce un punto di forza in
direzione della prevenzione del “child abuse”, è che, in molti casi,
l’inizio del rapporto con il bambino avviene in età molto precoce, e
questo può facilitare l’osservazione nel tempo dell’insorgenza dei
primi segnali di disagio. La figura del Pediatra di base, nelle strategie di prevenzione e rilevazione precoce di tutte le situazioni di
“child abuse”, ricopre un ruolo fondamentale in virtù della naturalezza del rapporto che intercorre tra questa figura professionale e
le famiglie. In molti casi, l’inizio del rapporto con il bambino avviene in età molto precoce, e questo può facilitare l’osservazione nel
tempo dell’insorgenza dei primi segnali di disagio.
Anche l’OMS, nel suo Rapporto su violenza e salute (2002) chiama
il settore medico, e la pediatria in specifico, a dare il proprio fattivo
contributo alla lotta a ogni forma di violenza e sfruttamento. Nelle
situazioni di sospetto abuso la strategia del Pediatra dovrebbe
muoversi lungo due linee di azione: 1. la comprensione dei fatti
segnalati e/o osservati; 2. la loro valutazione, alla luce delle informazioni fornite dal contesto familiare e, se possibile, da altri contesti di vita del bambino (Mian, 2001).
Nei confronti dei minori, sul versante della prevenzione, le funzioni
del Pediatra potrebbero essere assimilate a quelle che devono
svolgere i Servizi di Prevenzione del territorio:
- controllo, cioè verifica preliminare delle condizioni di salute, in
senso lato, ovvero verifica dell’assenza di condizioni di pregiudizio
tali da richiedere un intervento;
- vigilanza, cioè verifiche mirate ad accertare la permanenza delle
condizioni minime di salute, ovvero il rispetto di eventuali prescrizioni;
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Il D.M. 24 aprile 2000 - Progetto Obiettivo Materno Infantile, allegato al Piano Sanitario Nazionale 1998-2000, dedica il
capitolo 10 al tema dei Maltrattamenti, Abusi e Sfruttamento sessuale dei minori per impegnare lo Stato, le Regioni, gli Enti Locali
ad istituire e potenziare servizi sanitari e socio-assistenziali che
garantiscano ogni intervento idoneo a rimuovere le situazioni che
determinano il maltrattamento nei diversi stadi dell’età evolutiva
del bambino, quale strumento fondamentale di prevenzione, anche
in riferimento a quanto suggerito da organismi interistituzionali, in
primis la Commissione contro gli abusi, i maltrattamenti e lo sfruttamento sessuale dei minori (D.P.C.M. 26.2.1998) nello specifico
documento del settembre 1998 dal titolo Proposte di intervento
per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del maltrattamento.
Invita le Regioni a individuare una «comune metodologia d’intervento a carattere multidisciplinare»; a predisporre «l’integrazione
dei percorsi sanitari, sociali e giudiziari ed il coordinamento delle
risorse pubbliche e private»; a redigere dei protocolli d’intesa che
definiscano i ruoli, le funzioni, le modalità, i percorsi, le interazioni
tra le diverse istituzioni e tra le istituzioni e le realtà del privato
sociale, cui «devono fare riferimento tutti gli operatori del pubblico
e del privato».
Modella le strategie d’intervento attorno agli obiettivi di:
1. rilevamento dei dati per far emergere il fenomeno, indagarlo e
conoscerlo sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo, integrando i dati raccolti tramite l’area giudiziaria con quelli dell’area sociale e sanitaria (Pronto Soccorso, Pediatri di Libera Scelta, Medici di
Medicina Generale, Consultori Familiari);
2. formazione (di base e specialistica) degli operatori sanitari dei
Servizi territoriali;
3. organizzazione dei Servizi “in rete” con la creazione di Servizi
integrati su tutto il territorio in grado di porsi come riferimento e
supporto nei casi di maltrattamento;
4. elaborazione di protocolli d’intesa a livello regionale al fine di
37
n. 2/2007
ABUSO MINORI
f) ogni altro intervento qualificato quale prestazione sociale a rilevanza sanitaria ed inserito tra i livelli essenziali di assistenza secondo la legislazione vigente.
Le prestazioni socio-sanitarie ad elevata integrazione sanitaria, tra
cui quelle che attengono all’area materno-infantile), erogate dalle
AUSL e a carico del Fondo sanitario, comprende tutte le prestazioni caratterizzate da particolare rilevanza terapeutica e intensità
della componente sanitaria, le quali attengono prevalentemente
alle aree materno-infantile, anziani, handicap, patologie psichiatriche e dipendenze da droga, alcool e farmaci, patologie per infezioni da HIV e patologie terminali, inabilità o disabilità conseguenti
a patologie cronico-degenerative.
Tali prestazioni sono quelle, in particolare, attribuite alla fase postacuta caratterizzate dall’inscindibilità del concorso di più apporti professionali sanitari e sociali nell’ambito del processo personalizzato di
assistenza, dalla indivisibilità dell’impatto congiunto degli interventi
sanitari e sociali sui risultati dell’assistenza e dalla preminenza dei fattori produttivi sanitari impegnati nell’assistenza.
Il DPCM pone la competenza di spesa al 100% a carico del SSN per
quanto concerne «le prestazioni medico specialistiche, psicoterapeutiche, di indagine diagnostica sui minori e le famiglie adottive e affidatarie» per «la protezione del minore in stato di abbandono e tutela
della sua crescita anche attraverso affidi e adozioni» e «gli interventi
di prevenzione, assistenza e recupero psicoterapeutico dei minori vittime di abusi», di cui alle leggi 66/96, 269/98 e al DM 24 aprile 2000.
Riconosce, infine, come “prestazioni” esclusivamente “sociali”, e
quindi con attribuzione di spesa al 100% a carico dei Comuni, sia il
supporto sociale ed economico alle famiglie, sia il supporto educativo
territoriale e domiciliare e l’accoglienza in comunità.
favorire l’integrazione dei percorsi sanitari, sociali e giudiziari e il
coordinamento delle risorse pubbliche e private.
Il POMI sottolinea la necessità di identificare le aree a rischio al fine
di stabilire strategie d’intervento diversificate a seconda dei rilievi
epidemiologici delle varie patologie. In tale ottica la scuola è considerata un luogo privilegiato di osservazione del disagio dei bambini e degli adolescenti e, anche dal punto di vista sanitario, viene
ritenuta il contesto sul quale puntare l’attenzione per azioni mirate
di prevenzione.
Il DPCM 14 febbraio 2001 - Atto di indirizzo e coordinamento in materia di prestazioni socio-sanitarie, individua:
la) e prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, di competenza delle
AUSL e a carico delle stesse;
b) le prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, di competenza dei
Comuni;
c) le prestazioni socio-sanitarie ad elevata integrazione sanitaria
(tra cui quelle che attengono all’area materno-infantile), erogate
dalle AUSL e a carico del Fondo sanitario.
Le prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, di competenza delle
AUSL e a carico delle stesse, comprendono le prestazioni assistenziali che, erogate contestualmente ad adeguati interventi sociali,
sono finalizzate alla promozione della salute, alla prevenzione, individuazione, rimozione e contenimento di esiti degenerativi o invalidanti di patologie congenite o acquisite, contribuendo, tenuto conto
delle componenti ambientali, alla partecipazione alla vita sociale e
alla espressione personale.
Le prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, di competenza dei
Comuni comprendono:
a) gli interventi di sostegno e promozione a favore dell’infanzia,
dell’adolescenza e delle responsabilità familiari;
b) gli interventi per contrastare la povertà nei riguardi dei cittadini
impossibilitati a produrre reddito per limitazioni personali o sociali;
c) gli interventi di sostegno e di aiuto domestico familiare finalizzati a favorire l’autonomia e la permanenza nel proprio domicilio di
persone non autosufficienti;
d) gli interventi di ospitalità alberghiera presso strutture residenziali e semiresidenziali di adulti e anziani con limitazione dell’autonomia, non assistibili a domicilio;
e) gli interventi, anche di natura economica, atti a favorire l’inserimento sociale di soggetti affetti da disabilità o patologia psicofisica
e da dipendenza, fatto salvo quanto previsto dalla normativa vigente in materia di diritto al lavoro dei disabili;
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Il DPCM 29 novembre 2001 - Definizione dei livelli essenziali di assistenza, riconferma la natura sanitaria delle prestazioni medico-specialistiche, psicoterapeutiche, psicologiche, di
indagine diagnostica del DPCM 14 febbraio 2001 in favore dei
minori vittime di abusi, dei minori in stato di abbandono, nonché
delle famiglie, e vi aggiunge significativamente anche le «prestazioni riabilitative e socio-riabilitative a minori e adolescenti»;prevede
«l’assistenza sanitaria e socio sanitaria ai minori» in generale e a
quelli «in stato di abbandono o in situazione di disagio» in particolare e gli «adempimenti per affidamenti e adozioni» che il Servizio
Sanitario Nazionale è tenuto a garantire;ribadisce che i «minori vittime di abusi» devono poter beneficiare di interventi specifici volti
alla prevenzione, all’assistenza e al recupero psicoterapeutico.
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ABUSO MINORI
La DGR 27 dicembre 2001, n. 2087 - Piano Sanitario
Regionale 2002-2004, in linea con i principi sanciti dalla normativa nazionale, indica, tra le azioni prioritaria assegnate al Consultorio Familiare, quelle di fornire la necessaria collaborazione agli
Enti locali, alle Autorità Giudiziarie e agli istituti scolastici per i problemi connessi al maltrattamento, al disagio, all’abbandono, alla
devianza dei minori, e di realizzare interventi per la prevenzione ed
il contrasto del fenomeno del maltrattamento e della violenza sui
minori e sulle donne, attraverso l’attuazione di progetti integrati
sociali e sanitari che coinvolgano i diversi servizi interessati presenti nella comunità.
ni, di comunicazione, di gioco, d’impegno, di rapporto con le persone, con i valori, con le regole. In questo contesto possono nettamente emergere ed essere osservate negli allievi le diversità
individuali, le difficoltà, le sofferenze” (Foti, 2000).
Molte istituzioni scolastiche realizzano da tempo, nell’ambito degli
interventi per l’educazione alla salute, progetti riguardanti azioni di
prevenzione in materia di maltrattamenti e abusi sui minori rivolte
ai docenti, agli studenti e alle loro famiglie, con il coinvolgimento
degli operatori socio-sanitari e del privato sociale.
Già nel 1998, il Documento d’indirizzo Proposte d’intervento per la
prevenzione e il contrasto del fenomeno del maltrattamento indicava il contesto scolastico come uno degli ambiti più importanti per il
perseguimento delle strategie di contrasto della violenza all’infanzia attraverso il coinvolgimento di genitori e bambini in attività di
sensibilizzazione, e degli insegnanti e dei dirigenti scolastici in percorsi di formazione di base e specialistica.
La scuola diventa luogo di prevenzione del disagio attraverso interventi educativi finalizzati a ridurre l’impatto dei fattori di rischio e
ad attivare fattori di protezione, grazie alla formazione di adeguate strategie che mettano gli alunni in condizione di saper fronteggiare i problemi.
Un ambito di intervento privilegiato è quello della prevenzione e del
contrasto al fenomeno del bullismo. Tra le strategie di prevenzione
adottate dalle scuole proprio su questo tema si elencano le
seguenti:
- promuovere la conoscenza e la consapevolezza dei problemi connessi al bullismo, favorendo in primo luogo l’osservazione dei comportamenti;
- raccogliere le richieste di aiuto che provengono dagli alunni al fine
di fornire sostegno e protezione alle vittime, principalmente attraverso l’ascolto;
- svolgere un lavoro di sensibilizzazione approfondito con gli alunni per stimolare il loro coinvolgimento attivo, mediante il lavoro con
il gruppo classe;
- prevenire il fenomeno puntando sulla costruzione di un clima di
classe positivo, attraverso l’individuazione e la condivisione di chiare regole di convivenza a partire dall’accoglienza nelle classi prime;
- creare un gruppo di docenti che, in stretta collaborazione con il
personale non docente, e con la consulenza di un esperto, raccolga e analizzi i casi di bullismo allo scopo di elaborare strategie per
contrastarli e, quando possibile, risolverli, anche cercando la collaborazione dei genitori dei ragazzi coinvolti;
- effettuare incontri di sensibilizzazione con i genitori al fine di rea-
Il DPR 23 maggio 2003 - Piano Sanitario Nazionale 20032005, nella Parte Seconda, al Capitolo 6.2., La salute del neonato, del bambino e dell’adolescente, pone l’obiettivo strategico di
«educare alla salute e all’igiene i giovani e le famiglie, col contributo essenziale della scuola e degli enti territoriali e dei servizi socioassistenziali competenti, con particolare riguardo alla prevenzione
dei maltrattamenti, abusi e sfruttamento minorile». Proprio per questi ultimi riconosce la necessità del contributo essenziale dei «servizi socio assistenziali competenti», ovvero il principio dell’integrazione socio-sanitaria. Il Piano afferma tra l’altro: «La violenza è un
attentato alla salute degli individui. La salute, intesa in senso olistico, dei bambini è un bene prezioso. Dare concretezza al loro diritto alle cure e all’assistenza significa garantire la loro sopravvivenza fisica, psicologica e mentale».
Il DPR 7 aprile 2006 - Piano Sanitario Nazionale 20062008, chiede ai Consultori Familiari di
«attivare interventi di prevenzione e di lotta ai maltrattamenti, abusi
e sfruttamento dei minori» (Paragrafo 5.1, La salute nelle prime fasi
di vita, infanzia e adolescenza).
4. Le politiche educative in materia di maltrattamento e
abuso sui minori
La scuola costituisce un osservatorio privilegiato della condizione
del bambino e del ragazzo, essendo “l’unica istituzione da cui passano tutti i bambini e nella quale vi rimangono per parecchie ore al
giorno e per diversi anni” (Associazione “Rompere il silenzio”,
1998).
In essa il soggetto in età evolutiva sviluppa “una rete di interazio-
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ABUSO MINORI
lence in the Americas, Washington DC, Banca Interamericana di Sviluppo.
lizzare un patto educativo che contrasti la “cultura della prepotenza”.
Di norma le parole chiave dell’atteggiamento educativo verso gli
alunni sono rispetto, valorizzazione, gratificazione, responsabilizzazione, idonee a favorire motivazione, condivisione e collaborazione.
Tuttavia, pur rilevando sforzi importanti e alcuni progetti di autentica eccellenza, occorre riconoscere che non esiste una politica
scolastica per la prevenzione dell’abuso all’infanzia. D’altra parte,
le attività realizzate nella scuola condividono con quelle del sociale
la scarsa propensione alla valutazione in itinere ed ex post degli
interventi e dei risultati. In questo, come in qualsiasi altro settore,
la mancanza di verifiche limita la modellizzazione delle esperienze
e, quindi, la loro trasferibilità anche in altri contesti.
Carini G. (2001). Il pediatra di fronte alla rivelazione di abuso, in A. Carini, M.T. Pedrocco Biancardi, G. Soavi (a cura di), L’abuso sessuale intrafamiliare, Milano, Raffaello Cortina.
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(Questioni e documenti, n. 19), Firenze, Istituto degli Innocenti.
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assistita”, in Il Raccordo. Bollettino del Cismai, 6.
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Foti C., Bosetto C. (2000). Giochiamo ad ascoltare, Metodologie per l’elaborazione del disagio e dei problemi dei bambini e degli adolescenti.
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Scuola, famiglia, istituzioni, Milano, Franco Angeli.
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mondo dominato dagli adulti, Grugliasco, (Rassegna di studi e ricerche
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Action”, in A.R. Morrison, M.L. Bihel (eds.), Too close to home: Domestic vio-
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Piva P. (2001). I servizi alla persona, Roma, Carocci.
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CALABRIA: L.G. TUTELA SALUTE MENTALE
Linee guida per la tutela della salute mentale
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la promozione del parto fisiologico
e la salvaguardia della salute del neonato
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RECENSIONI
Recensioni
a cura di GIOVANNI CAVADI
QUADERNI DiPAV del Dipartimento di Psicologia e
Antropologia dell’Università di Verona. Quadrimestrale
di psicologia e antropologia culturale. Sezione monografica. A cura di Emilio Tiberi: Impatto delle neuroscienze sulla psicologia cognitiva,affettiva e della personalità.Franco Angeli, Milano, 2002, n° 5, pp. 207,
e 13,50.
amore,così ricca dio delusioni e nel trovarmi abbagliato, atterrito dal raggio di luce della sua altissima e raffinata Arte”.(G.C.)
Il termine Neuroscienze, si riferisce ad un patrimonio omogeneo
che si propone di integrare conoscenze affini che cercano di
spiegare in che modo il cervello guidi i suoi neuroni nel controllo del comportamento e nel rapporto con l’ambiente, patrimonio
che si è evoluto e ha preso consapevolezza di autonomia dai
primi anni settanta. Nell’ultima decade, come ricorda il curatore
del fascicolo Emilio Tiberi, sono aumentate fino a superare il
numero di quelle prodotte in tutta la storia precedente: la Society
for Neurosciences nasce negli USA nel 1971 con 2000 soci, che
oggi sono diventati 28000. La Società Italiana per le
Neuroscienze nasce in Italia nel 1983.
Secondo il curatore del fascicolo si possono individuare tre tipologie di impatto delle neuroscienze sulla psicologia:
le neurosicenze cognitive (la memoria esplicita-dichiarativa,
quella di lavoro e quella implicita-emozionale), le neuroscienze
affettive (il circuito frenante delle emozioni, in particolare della
durata di quelle negative) e gli studi sulla personalità. I contributi dei quindici studiosi italiani si articolano in queste tre tipologie.
Come scriveva LeDoux nel 1999 “…queste scienze del cervello
possono identificare dei meccanismi nuovi,ai quali gli psicologi
non avevano pensato e dare interpretazioni inedite di meccanismi già scoperti”.(G.C.)
Si tratta di un opuscolo informativo, curato dal Servizio di
Psicologia e dal Day Hospital di riabilitazione respiratoria,rivolto
a quelle persone che presentano disturbi dell’apparato respiratorio,che nel nostro paese rappresentano la terza causa di morte
dopo le malattie cardiovascolari e i tumori.
Lo scopo dell’opuscolo è di mettere le persone sofferenti di
malattie respiratorie nella condizione di affrontarle con maggior
consapevolezza,soprattutto nei correlati e nei risvolti psicologici.
Vengono descritte le tecniche di rilassamento muscolare progressivo di Jacobson e al Training autogeno di Schultz e ai loro
effetti sulla persona con disturbi respiratori.
L’opuscolo può essere richiesto al Servizio di Psicologia, Istituto
Clinico S. Anna, 25100 Brescia. (G.C.)
Diana Lucchini, Claudia Romano, Efrem Sabatti. Ascolta
il tuo respiro…per equilibrare la tua vita. A cura del
Servizio di Psicologia dell’Istituto Clinico S. Anna.
Stampato in proprio, Brescia, 2006, pp.35, s.i.d.p.
Marcello Cesa-Bianchi e Alessandro Antonietti (a cura
di). Dentro la psicologia. Contesti, teorie, ricerche, personaggi. Mondadori Università, Milano, 2002, pp. 343,
e 19,00.
Alla stesura del volume hanno contribuito 28 autori che hanno
prodotto una numerosità di articoli monografici raccolti in quattro
sezioni: la psicologia intorno a noi; fondazioni della psicologia;
metodi e procedure della psicologia; biografie della psicologia.
Intento dei curatori è stato quello di condurre il lettore a una
visione matura e critica della disciplina, permettendogli di andare oltre l’immagine semplicistica che potrebbe ricavare dalla lettura di sole opere manualistiche e cercando di “introdurlo alle
vitali dinamiche della psicologia affinché ne possa assaporare,
almeno in parte,il gusto”. Molto interessante la prima sezione del
libro “La psicologi intorno a noi” che prende in considerazione la
presenza della psicologia in alcuni luoghi della nostra quotidianità:
nei romanzi, nelle barzellette, al cinema, nell’arte e su Internet.
Nel volume aleggia un intento didattico relativo alle procedure
per la costruzione della conoscenza e l’organizzazione del sapere psicologico in una visione critica della disciplina. Il volume è
rivolto non solo agli studenti di psicologia ma anche agli insegnanti della medesima; infatti è stato pensato come un testo da
Mino Rossi. Dalida.La voce, il suono, l’anima.
Presentazione di Anna Maria Sarica. Edizioni
Franciacorta, 2005, pp. 194, s.i.d.p.
Il saggio non è una biografia di Dalida,ma “un testo fondamentale per chi voglia conoscere l’anima che ha vibrato nella voce di
Dalida”. Un capitolo è dedicato alla ricostruzione della canzone
francese negli anni sessanta.
L’autore inquadra la psiche e la vita di una donna complessa e
viva, alla continua ricerca e trasformazione di sé. Scrivere sull’arte di Dalida, dice l’Autore,”è stato per me una grande piacere, ma accompagnato da una sofferenza tremenda e profonda,
nel seguire i sentieri della sua vita terrena, così gonfia di
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RECENSIONI
affiancare a un manuale di psicologia generale o ad una opera
introduttiva alla medesima materia.(G.C.)
n°11, luglio-agosto. La posizione seduta. Tipografia
Capitani, Milano, 2002, pp.71, s.i.d.p.
Quaderni di Psicoterapia Cognitiva, n° 9, vol. 4, organo
della Società di Terapia Comportamentale e Cognitiva,
Larioprint, Como, 2001, pp.119, s.i.d.p.
L’interesse dell’applicazione delle tecniche Yoga da parte sia
degli psicologi che del pubblico, trova giustificazione nella diffusione di questa antica disciplina. I due numeri monografici, che
sono dedicati principalmente agli insegnanti della disciplina, trovano una chiara risposta conoscitiva.(G.C.)
Il numero della rivista è suddiviso in due sezioni principali, il primo
dedicato a Studi e ricerche, e il secondo ai Casi clinici.
Interessante lo studio “Condivisione e funzioni metacognitive:
analisi di sedute psicoterapeutiche attraverso l’Indice di
Condivisione e la S.Va.M. (Scala di Valutazione della
Metacognizione). L’Indice di Condivisione è uno strumento che
consente di rilevare quando il paziente e il terapeuta giungono a
costruire una forma di conoscenza terapeutica condivisa, funzionale al buon esito della terapia. La S.Va.M. è uno strumento che
consente di valutare le diverse caratteristiche funzionali della
metacognizione , che il paziente mette in atto nel corso della terapia.I risultati di questa ricerca in psicoterapia mostrano l’esistenza di una correlazione significativa tra momenti di condivisione
terapeutica di conoscenza tra terapeuta e paziente,e la messa in
atto, da parte di quest’ultimo, di una attività metacognitiva. (G.C.)
Maria Cristina Casale, Mario Gallo, Fernando Luisi,
Adriano Ossicini. Vademecum per gli addetti al primo
soccorso nelle scuole materne. Edizione INAIL, Milano,
2002, pp. 59, s.i.d.p.
E’ una delle numerose monografie che l’INAIL dedica al tema
della prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro. Nel nostro
paese, secondo i dati ISTAT del 1998, vi sono quasi 28000 scuole materne con 1700000 bambini iscritti e frequentanti, mentre
gli educatori in servizio sono oltre 117000.
Lo scopo del volumetto, come dichiarato dagli Autori, non è quello di formare gli insegnanti dell’asilo alla gestione dell’emergenza, ma di fornire alcune conoscenze di base su che cosa fare e,
soprattutto, insegnare che cosa non fare in presenza di una
emergenza sanitaria. Molto interessante il capitolo dedicato ai
pericoli delle piante, dato che molte sono potenzialmente pericolose;vengono segnalati oltre 1000 casi all’anno di intossicazioni
per ingestioni di bacche da parte dei bambini.(G.C.)
Massimo Bellotto, Alberto Zatti ( a cura di) Psicologia
a più dimensioni. Scritti in onore di Giancarlo Trentini.
Franco Angeli, Milano, 2002, pp. 175, s.i.d.p.
Il libro è, come consuetudine del mondo accademico, un omaggio e un riconoscimento da parte di alcuni colleghi ad uno psicologo che da molti anni opera e si batte per la qualità a livello universitario delle discipline psicologiche.Sono presentati gli interventi,su tematiche specifiche,di 15 docenti del mondo accademico italiano. Un breve profilo biografico apre l’opera.(G.C.)
Vaccarone Giuseppe. Il perfetto problem solving. Editori
di Comunicazione- Lupetti, Milano, 2003, pp. 125,
e 7,75.
Il problem solving è una tematica che raggruppa le metodologie
e le tecniche di ricerca di soluzioni.
Pur essendo rivolto all’ambito aziendale,questo agile volumetto,sintetizza quelle metodologie che implicano dei veloci processi decisionali, che passano attraverso tre momenti: la descrizione esatta del problema,la comprensione delle cause del problema, la definizione ed attuazione della risoluzione, cioè la decisione.
Viene descritta l’analisi della “regola d’oro” di Vilfredo Pareto
compendiata nello slogan “l’ottanta per cento dei risultati si ottiene nel venti per cento del tempo dedicato”. Una attenzione particolare viene dedicata al metodo di intercettazione e al metodo
configurazionale. Non vi sono indicazioni sulle fonti bibliografiche.(G.C.)
Siegfried Stohr. Tecnica di guida e sicurezza stradale.
Maestri Editore, Riccione, 2002, pp. 191 + 4 di tavole
a colori, s.i.d.p.
L’autore, pilota di Formula 1 e psicologo,è stato uno fra i primi ad
iniziare, nel nostro paese, i corsi di guida sicura. Il libro si sviluppa in dieci capitoli, però, uno solo e in modo sommario, è
dedicato agli aspetti psicologici coinvolti nella guida. Non vi è
alcun riferimento bibliografico.(G.C.)
Percorsi di Yoga. Quaderni di Yoga-Associazione
Nazionale Insegnanti, n°11, gennaio-febbraio.
Il rilassamento. Tipografia Capitani, Milano, 2002,
pp.71, s.i.d.p.
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COMPONENTI ORGANI NAZIONALI
SEGRETERIA NAZIONALE
MARIO SELLINI
SEGRETARIO GENERALE
Tel. 0968/76244 - 348/4112553
e.mail: [email protected]
MAURIZIO MICOZZI
Tel. 0734/6255052 - 348/2630003
e.mail: [email protected]
RINALDO PERINI
06/8860828 – 348/3701599
e.mail: [email protected]
PAOLO MOSCARA
Tel. 0832/753217 - 348/4112550
e.mail: [email protected]
GIOVANBATTISTA TIENGO
02/6691184 – 335/6082191
e.mail: [email protected]
VITO TUMMINO
Tesoriere
Tel. 031/523327 - 348/4112554
e.mail: [email protected]
NATALIO FLARA’
Tel. 085/8020305 - 348/4112558
e.mail: [email protected]
CONSIGLIO DIRETTIVO NAZIONALE
MEMBRI
ALESSANDRONI VINICIO
ANDREGETTI MARIA LUISA
ARCICASA ANGELO
ARTICO NICOLA
BALDASSARRE GIROLAMO
BELLISARIO PIER PAOLO
BERNARDINI ENRICO
BERTINI ANTONIO
BINI LAURA
BOZZARO PAOLO
BRUSATI ANNA
CALLONI GIOVANNI
CALVANI ROBERTO
CARTISANO ORLANDO
CASULA SEVERINO
CAVADI GIOVANNI
CAVION ROBERTO
CERIONI ANNA GRAZIA
COLOMBARI MANUELA
CONTARDI M.CLEOFE
CORDARO ENZO
D’ANGELO ANNA
D’IMPORZANO AGOSTINO
DE BORTOLI VIRGINIO
DE DONATO COSIMO
DI GIAMMARCO GILDA
DI LIBERTO CARLA
DORDONI GIORDANA
FACCIOLI GIORGIO
FEDELE MARIA
FELACO RAFFAELE
FLARA’ NATALIO
FORCELLINO VINCENZO
0736/844413
347/4917889
0434/736234
0586/614258
0874/823714
0872/706498
0746/483073
075/5280761
339/5324246
095/7716706
0321/3734838
329/7509118
0432/553571
0963/591650
388/6154491
030/2410140
0444/511113
0721/882849
051/6838432
0721/739722
06/65104301
0885/781776
0187/533791
0437/931375
099/9727423
0861/591737
0783/317901
338/ 7404609
0425/715000
333/7585862
081/5768240
0861/8020305
089/695174
FRATI FULVIO
FUSARI PAOLO
GENTILE SALVATORE
GIOSSI PAOLA
GOLLO ISIDORO
INFURCHIA GIUSEPPE
INNEO GIUSEPPE
LAVARINO PIERO
LAZZARI DAVID
LIO SONIA
LETTINI GIANFRANCO
LOMBARDO ARMODIO
MANFREDA PAOLO
MANIGLIA RAFFAELE
MARENCO GIANCARLO
MARTELLO CARMELA
MARTIN MARIA ROSA
MASCI SILVIA
MAZZOLDI MARIANTONIETTA
MEGNA FRANCESCO
MELILLO ANNA ROSA
MELIS CATERINA
MERCURI EUGENIO
MERLINI FRANCO
MICOZZI MAURIZIO
MOSCARA PAOLO
NARDIN BRUNO
NOVELLI STEFANO
PAINI GIANCARLA
PALMA G. LUIGI
PAZZAGLIA ANTONELLA
PERAZZA FRANCO
PERINI RINALDO
0521/393108
347/1500460
0835/986450
0344/43060
0835/243704
0922/733580
338/4678461
011/7094711
0744/423871
335/6677205
0972/39239
338/1429311
0863/441720
0832/606931
0141/392729
339/5088096
347/2592282
0434/553627
0471/908594
0962/924262
080/3254940
0781/660206
0968/25331
02/58013132
0734/965752
0832/753500
347/4334386
0385/259882
347/2211654
0836/554819
0733/900316
0481/592009
0774/357209
PROBIVIRI
BACILE MARCELLO
BOZZAOTRA ANTONIETTA
CATTARI FRANCESCO
D’ORSI GIOVANNI
GASSEAU MAURIZIO
n. 2/2007
PIERUCCI FERDANO
PIROMALLI CARLO
POLI GIACOMO
POLIERI MAURIZIO
PUPULIN GIORGIO
PUTZOLU DOMENICO
RASSU MARIA ROSA
REITANO FRANCESCO
RIPPA ARTURO
ROSSI RITA
ROSSINI MARIO
RUBINO VINCENZO
SANTORO LUCIA
SARTORELLI MARIA CHIARA
SCACCIONI RAFFAELLA
SCARDILLI SALVO
SCOLLO SALVATORE
SELLINI MARIO
SERRA LETIZIA
SIGNORI LINO
SOLARI SILVANO
SPITALE GIUSEPPE
TADDEI BRUNO
TIENGO GIOVANBATTISTA
TIMPANO MARCO
TOSSICHETTI VALERIA
TRIGLIA ANGELO L.
TRISTAINO FRANCESCO
TUMMINO VITO
VACCA LUCIANA
VENTURELLA ELVIRA
ZAVAGLIA SALVATORE
ZULLO CLAUDIO
0585/45913
090/2224925
0376/919155
347/3808741
049/9324988
0783/81828
079/9959809
0464/554743
081/5001275
041/5294655
335/5995603
349/7923121
055/483010
347/5142566
0161/250097
095/894367
0932/768606
0968/76244
0131/443370
045/8015471
0187/732772
0931/724292
051/6224285
335/6082191
0587/273378
071/5963813
0965/774339
0984/73392
031/523327
338/2688737
0165/256885
328/4188758
081/2546455
REVISORI DEI CONTI
0833/544497
081/2542357
347/4222081
0143/743366
348/2719909
ARCICASA ANGELO
CAMPOLO FORTUNATO
CHIAVARO CLAUDIO
MENGHINI GIACOMO
POLI GIACOMO
76
0434/736234
0964/20494
0874/409389
06/98340888
0376/919155
Associazione Unitaria Psicologi Italiani
COMPONENTI ORGANI NAZIONALI
CONFERENZA DELLE REGIONI
BOZZARO PAOLO
COORDINATORE - SEGRETARIO REGIONALE
Tel. 095/7716706
[email protected]
SANTORO LUCIA
SEGRETARIO REGIONALE
Tel. 055/483010
[email protected]
MARENCO GIANCARLO
SEGRETARIO REGIONALE
Tel. 0141/487651
[email protected]
BERTINI ANTONIO
SEGRETARIO REGIONALE
Tel. 075/5280761
[email protected]
VENTURELLA ELVIRA
SEGRETARIO REGIONALE
Tel. 0165/256885
[email protected]
INNEO GIUSEPPE
SEGRETARIO REGIONALE
Tel. 338/4678461
[email protected]
ZAVAGLIA SALVATORE
SEGRETARIO REGIONALE
Tel. 328/4188758
[email protected]
SARTORELLI MARIA CHIARA
SEGRETARIO REGIONALE
Tel. 347/5142566
[email protected]
MAZZOLDI MARIANTONIETTA
SEGRETARIO PROVINCIALE
Tel. 0471/908594
[email protected]
BALDASSARRE GIROLAMO
SEGRETARIO REGIONALE
Tel. 0874/823714
[email protected]
REITANO FRANCESCO
SEGRETARIO PROVINCIALE
Tel. 0464/554743
[email protected]
FELACO RAFFAELE
SEGRETARIO REGIONALE
Tel. 335/7406045
[email protected]
FACCIOLI GIORGIO
SEGRETARIO REGIONALE
Tel. 0425/715000
[email protected]
PALMA GIUSEPPE LUIGI
SEGRETARIO REGIONALE
Tel. 348/7719657
[email protected]
ARCICASA ANGELO
SEGRETARIO REGIONALE
Tel. 0434/736234
[email protected]
GENTILE SALVATORE
SEGRETARIO REGIONALE
Tel. 0835/986450
[email protected]
SOLARI SILVANO
SEGRETARIO REGIONALE
Tel. 0187/732772
[email protected]
LOMBARDO ARMODIO
SEGRETARIO REGIONALE
Tel. 338/1429311
[email protected]
TADDEI BRUNO
SEGRETARIO REGIONALE
Tel. 051/6224285
[email protected]
PUTZOLU DOMENICO
SEGRETARIO REGIONALE
Tel. 0783/290326
[email protected]
CERIONI ANNA GRAZIA
SEGRETARIO REGIONALE
Tel. 0721/882849
[email protected] - [email protected]
Associazione Unitaria Psicologi Italiani
77
n. 2/2007
COMPONENTI ORGANI NAZIONALI
TO
AL
AT
CN
NO
VC
BI
VB
PIEMONTE
Segreteria Regionale
MARENCO Giancarlo
Segreterie Provinciali
LAVARINO Piero
SERRA Letizia
MARENCO Giancarlo
MICCA Carla
BRUSATI Anna Maria
SCACCIONI Raffaella
ACQUADRO Loredana
LIO Sonia
AO
VAL D’AOSTA
Segreteria Regionale
VENTURELLA Elvira
MI città
MI Nord
MI Sud
BG
BS
CO
LC
LO
CR
MN
PV
SO
VA
LOMBARDIA
Segreteria Regionale
ZAVAGLIA Salvatore
Segreterie Provinciali
MERLINI Franco
MARTELLO Carmela
CALLONI Giovanni
RUBINO Vincenzo
CAVADI Giovanni
GIOSSI Paola
CORTI M. Elisabetta
PAINI Giancarla
POLI Giacomo
BINI Laura
NOVELLI Stefano
PIANTA Daniela
ROSSINI Mario
BZ
PROV. BOLZANO
MAZZOLDI Maria A.
0471/908594
TN
PROV. TRENTO
REITANO Francesco
0464/554743
VE
BL
RO
TV
VR
VI
PD
VENETO
Segreteria Regionale
FACCIOLI Giorgio
Segreterie Provinciali
ROSSI Rita
DE BORTOLI Virginio
FACCIOLI Giorgio
NARDIN Bruno
SIGNORI Lino
CAVION Roberto
PUPULIN Giorgio
n. 2/2007
UD
GO
TS
PN
FRIULI
Segreteria Regionale
ARCICASA Angelo
Segreterie Provinciali
CALVANI Roberto
PERAZZA Franco
FUSARI Paolo
MASCI Silvia
GE
IM
SP
SV
LIGURIA
Segreteria Regionale
SOLARI Silvano
Segreterie Provinciali
MACCHI Marco
PRIVITERA Angela
D’IMPORZANO A.
MARTIN Rosa Maria
FE
MO
FO
PC
RA
RE
PR
BO
RI
EMILIA ROMAGNA
Segreteria Regionale
TADDEI Bruno
Segreterie Provinciali
COLOMBARI Manuela
SGARBI Cinzia
LUCCHI Adele
DORDONI Giordana
ANDREGHETTI M. Luisa
BENEDETTI Annalisa
FRATI Fulvio
TADDEI Bruno
NOVAGA Annarosa
AN
AP
PS
MC
MARCHE
Segreteria Regionale
CERIONI Anna Grazia
Segreterie Provinciali
TOSSICHETTI Valeria
ALESSANDRONI Vinicio
CONTARDI M. Cleofe
PAZZAGLIA Antonella
AR
GR
FI
LI
LU
MS
TOSCANA
Segreteria Regionale
SANTORO Lucia
Segreterie Provinciali
FARNETANI Edi
PAPA Margherita
SANTORO Lucia
ARTICO Nicola
POLIERI Maurizio
PIERUCCI Ferdano
0141/487651
347/6981846
0131/443370
0141/487651
0174/723760
0321/3734838
0161/250097
015 /9899853
335/6677205
0165/256885
328/4188758
02/58013132
339/5088096
329/7509118
349/7923121
030/3732358
0344/43060
0341/482387
347/2211654
0376/919155
339/5324246
0385/259882
0342/712305
335/5995603
0425/715000
041/5227825
0437/83500
0425/715000
347/4334386
045/8015471
0444/511113
049/9324988
78
0434/736234
0432/553571
0481/592009
347/1500460
0434/553631
0187/732772
335/6181892
347/4251121
0187/504286
347/2592282
051/6224285
051/6838432
347/2738044
0547/302689
338/7404609
347/4917889
0522/850418
0521/393108
051/6224285
0541/698772
0721/882849
071/2862935
0736/844413
0721/739722
0733/900316
055/483010
0575/658158
0564/869524
055/483010
0586/614258
347/3808741
0585/42157
Associazione Unitaria Psicologi Italiani
COMPONENTI ORGANI NAZIONALI
PI
PT
SI
PO
PG
TR
TIMPANO Marco
MAIONCHI Emilio
MANNA Paola
DEGLI INNOCENTI Dario
UMBRIA
Segreteria Regionale
BERTINI Antonio
Segreterie Provinciali
ANGELUCCI Paola
LAZZARI David
LAZIO
Segreteria Regionale
INNEO Giuseppe
Segreterie Provinciali
RM Centro UNGARO Luciana
RM Nord
CORDARO Enzo
RM Sud-Est INNEO Giuseppe
FR
MASI Antonio
LT
SANAPO Aldo
RI
BERNARDINI Enrico
VT
CAVASINO Sergio
AQ
CH
TE
PE
ABRUZZO
Segreteria Regionale
SARTORELLI M. Chiara
Segreterie Provinciali
MANFREDA Paolo
BELLISARIO P. Paolo
DI GIAMMARCO Gilda
SARTORELLI M. Chiara
IS
MOLISE
Segreteria Regionale
BALDASSARRE G.
Segreterie Provinciali
VACCA Luciana
NA
AV
BN
CE
SA
CAMPANIA
Segreteria Regionale
FELACO Raffaele
Segreterie Provinciali
ZULLO Claudio
SEMENTA Stefania
D’ANGELIS E.
RIPPA Arturo
FORCELLINO Vincenzo
Associazione Unitaria Psicologi Italiani
0587/273378
0573/352489
347/3677796
0574/21135
075/5280761
347/33606618
0774/205332
338/4678461
06/58704922
06/65104301
338/4678461
0775/600443
0771/505022
0746/278927
0761/290062
BA
BR
FG
LE
TA
BT
PUGLIA
Segreteria Regionale
PALMA Giuseppe
Segreterie Provinciali
MELILLO Anna Rosa
FEDELE Maria
D’ANGELO Anna
MANIGLIA Raffaele
DE DONATO Cosimo
GAETA Nicola
PZ
MT
BASILICATA
Segreteria Regionale
GENTILE Salvatore
Segreterie Provinciali
LETTINI Gianfranco
GOLLO Isidoro
RC
CZ
CS
KR
VV
CALABRIA
Segreteria Regionale
LOMBARDO Armodio
Segreterie Provinciali
TRIGLIA A. Luigi
MERCURI Eugenio
TRISTAINO Francesco
MEGNA Francesco
CARTISANO Orlando
AG
CL
CT
EN
ME
PA
RG
SR
TP
SICILIA
Segreteria Regionale
BOZZARO Paolo
Segreterie Provinciali
INFURCHIA Giuseppe
SCARLATA Maurizio
SCARDILLI Salvo
VACCARO Maria
PIROMALLI Carlo
SPERANDIO Antonio
SCOLLO Salvatore
SPITALE Giuseppe
MORICI Sebastiana
CA
NU
OR
SS
SARDEGNA
Segreteria Regionale
PUTZOLU Domenico
Segreterie Provinciali
MELIS Caterina
CASULA Severino
DI LIBERTO Carla
RASSU M. Rosa
348/7719657
080/3254940
333/7585862
0885/781776
0832/327565
099/9727423
0883483439
0835/986450
0972/39239
0835/243717
338/1429311
0965/881400
0968/25331
0984/464048
0962/962568
0963/591650
347/5142566
0863/509071
0872/706498
0861/591737
085/8543817
0874/823714
338/2688737
335/7406045
081/2546455
328/4134609
0824/313790
081/5001275
089/695174
79
095/7716706
0922/832757
329/4244997
095/320955
0935/520818
090/2224925
091/8141497
0931/502593
0931/724292
0923/717715
0783/290326
070/655883
388/6154491
0783/317901
079/9959809
n. 2/2007
DIPENDENTI / CONVENZIONATI AZIENDE SANITARIE
(sezione da compilare a cura del nuovo iscritto:)
Al Servizio Economico-Finanziario
Modalità di riscossione dei contributi sindacali AUPI
per l’anno in corso e sino a nuovo avviso.
AUPI
ASSOClAZlONE UNITARIA PSICOLOGI ITALIANI
Cod. Fisc. AUPI 96011290044
Ai sensi delle vigenti disposizioni ed in seguito alle deliberazioni dei nostri
organi statutari comunichiamo che i contributi sindacali dovranno essere versati contestualmente al pagamento degli stipendi mensili e, comunque, entro i
primi 5 giorni del mese successivo,
Al Sig. Direttore generale
Al Serv. Economico - Finanziario (ASL. n. __________)
dell’Ente: ____________________________________________________________
mediante versamento su c.c.p. n° 72492028
intestato a AUPI - Via Arenula 16 - 00186 ROMA
Alla Segr. Iscritti AUPI via Arenula 16 - 00186 Roma
(inviare una copia protocollata dall’Ente)
Oggetto: ISCRIZIONE all’AUPI e delega alla riscossione dei
contributi sindacali
ll contributo mensile è calcolato distintamente secondo le seguenti modalità:
La/il sottoscritt__________________________________________________________________
■ Per gli psicologi dipendenti da tutte le
Amministrazioni, pubbliche o private: I’uno per cento (1%) sul
totale onnicomprensivo del netto variante in ciascuna busta paga
mensile.
■ Dipendente al _______________________________ livello retr.
ovvero
■ Convenzionato ex DPR 261/92 per n° ______________________ ore/sett
Dichiaro di essere titolare per complessive n° ______________________
ore/settimanali presso le altre seguenti UUSSLL:
Sulla causale dei versamenti dovrà essere indicato il mese di competenza ed
il numero degli iscritti ed i loro nominativi, distinti fra deleghe semplici e doppie deleghe; ed inoltre la città sede dell’Amministrazione, perché la numerazione delle AUSL non è sufficiente ad identificarla. Va evitato il versamento tramite banca, che non consente queste registrazioni necessarie.
____________________ ____________________
Servizio o Presidio
Tel. Servizio
_____________________________________________________________
_______________/ ____________________________________________________
■ per i Convenzionati (quota fissa):
e 7.75 mensili per incarichi da 1 a 12 ore settimanali.
e 11.35 mensili per incarichi da 13 a 24 ore settimanali.
e 13.95 mensili per incarichi da 25 a 38 ore settimanali.
In caso di incarichi presso più AAUUSSLL il monte ore deve essere calcolato
sommando le ore complessive, la relativa trattenuta deve tuttavia essere effettuata solo dalla USL alla quale la presente è indirizzata.
ai sensi delle norme vigenti autorizza l’Amministrazione ad effettuare sulla
propria retribuzione una trattenuta mensile a favore del sindacato AUPI per un
importo percentuale e secondo le modalità a lato indicate dalla stessa
Organizzazione Sindacale.
La/il sottoscritt___ dichiara che la presente delega:
1 - Ha efficacia a partire dal mese di __________________________________________
dell’anno ________________________;
2 - Ha validità annuale ed è tacitamente rinnovata di anno in anno.
Sulla causale dei versamenti dovrà essere indicato:il mese di competenza, il
numero degli iscritti ed i loro nominativi, la città e la sede dell’Amministrazione,
perché la numerazione delle AUSL non è sufficiente ad identificarla.Va sempre
evitato il versamento tramite banca, che non consente queste registrazioni
essenziali.
La/il sottoscritt___, ai sensi della Legge sulla Privacy, autorizza l’AUPI al trattamento di questi dati per i legittimi fini sindacali di informazione, coinvolgimento, sensibilizzazione, ma si riserva di limitare o revocare tale autorizzazione in
qualsiasi momento.
Data ______________________
____________________________________________________
FIRMA
Ringraziando per la cortese collaborazione, si porgono distinti saluti
ll Segretario Generale AUPI
MARIO SELLINI
Le informazioni verranno inviate al seguente indirizzo:
Dr./ssa _____________________________________________________________________
Via _________________________________________________________________________
Cap ___________________ Città ________________________________________________
Prov. _____________________ Tel. ______________________________________________
e-mail _______________________________________________________________________
n. 2/2007
A cura del Collega la scheda d’iscrizione dev’essere
inviata in copia protocollata dall’Ente ad:
AUPI via Arenula 16 - 00186 ROMA
fax 06/68803822 e tel. 06/6893191
80
Associazione Unitaria Psicologi Italiani
LIBERI PROFESSIONISTI
Io sottoscritt ____________________________________________________________________________________________________________________________ chiedo con la presente
l’iscrizione all’AUPI - Associazione Unitaria Psicologi Italiani, conseguentemente di ricevere regolarmente AUPI-Notizie ed ogni altra
competente comunicazione, e veder tutelata dal Sindacato la mia posizione personale di psicolog ________ .
Allego copia della ricevuta del versamento sul ccp n° 72492028 intestato Aupi Associazione Unitaria Psicologi Italiani, Via Arenula,
16 - 00186 Roma di e ___________________________ per la quota associativa relativa all’anno solare 2007 dovuta in qualità di:
■
LP
e 103,00
Libera/o Professionista, tel. studio: ________/_________________________ fax ________________________
■
CO
e 103,00
Convenzionata /o con GeG ■ con Min. Difesa ■ con altro ......................
(Dati Ente tel. lavoro ________/____________________________
■
SP
e 103,00
Dipendente da Ente Sanitario Privato (non Aris/Aiop)
(Dati Ente tel. lavoro ________/____________________________
■
DP
e 103,00
Laureato in Psicol. Dipendente da ditta Privata/Ente non Sanitario
(Dati Ditta/Ente
tel. lavoro ________/____________________________
■
rinnovando l’iscrizione già in essere l’anno scorso
■
quale nuova iscrizione
ADESIONE NON OCCUPATI:
Io sottoscritt _____________________________________________________________ chiedo con la presente l’adesione all’Aupi - Associazione Unitaria Psicologi Italiani, conseguentemente di ricevere regolarmente AUPINotizie ed ogni altra competente comunicazione.
Allego copia della ricevuta del versamento sul ccp n° 72492028 intestato Aupi Associazione Unitaria Psicologi Italiani, Via Arenula,
16 - 00186 Roma di e ___________ ________________ per la quota d’adesione relativa all’anno solare 2007 dovuta in qualità di:
■
XD
e 30,00
Laureato in Psicologia non occupato
■
Data di nascita _____________________________________________
■
ST
e 30,00
Studente in Psicologia
■
Università di ________________________________________________
■
rinnovando l’adesione già in essere l’anno scorso
■
quale nuova adesione
RICHIESTA DI ABBONAMENTO per l’anno 2007:
■ e 155,00 (Abbonamento AUPI-Notizie per Enti ed Associazioni e per coloro che dichiarino di non voler aderire all’Aupi.
Vengono inviati tutti i numeri usciti nell’anno)
Il/la sottoscritt_______________, ai sensi della vigente legge sulla
Privacy, autorizza l’AUPI al trattamento di questi dati per i legittimi fini
associativi e sindacali, di informazione, coinvolgimento e sensibilizzazione, riservandosi di limitare o revocare tale autorizzazione in qualunque
momento.
AUPI-Notizie verrà inviato al seguente indirizzo:
La presente scheda è predisposta per l’iscrizione all’AUPI da
par te di Colleghi non-dipendenti da Enti Pubblici: dovrà
essere inviata in fotocopia, oppor tunamente compilata e corredata da copia della ricevuta di versamento sul c.c.
postale.
Sotto la propria responsabilità il collega dovrà annotare sulla scheda, barrando l’apposita casella, il proprio status (da cui dipende la misura della quota annua).
Le quote riportate si riferiscono all’anno solare 2007, e sono valide sia per le nuove iscrizioni che per i rinnovi. I versamenti dovranno essere effettuati per mezzo del bollettino di c.c.p. n°
72492028 intestato a AUPI Associazione Unitaria Psicologi
Italiani, Via Arenula 16 - 00186 Roma. Riportare sulla causale (precauzione di eventuali disguidi postali): Nome, Cognome, Indirizzo comprensivo di CAP e Città, n° telefono, Sigla (LP, CO, etc.) e
se si tratta di rinnovo o di nuova iscrizione. Si prega di scrivere a
macchina o in stampatello.
Dr./ssa ______________________________________________________________________
Via ___________________________________________________________________________
Cap ________________________ Città ___________________________________________
Prov. ________________________ Tel. ____________________________________________
e-mail ________________________________________________________________________
A cura del/lla Collega la scheda d’iscrizione dev’essere inviata, corredata dalla fotocopia del versamento, ad:
AUPI Via Arenula, 16 - 00186 ROMA
Fax 0668803822 - Tel. 066893191.
firma:
Associazione Unitaria Psicologi Italiani
81
n. 2/2007
CONVENZIONATI DIFESA
(sezione da compilare a cura del nuovo iscritto:)
AUPI
Al Servizio Economico-Finanziario
dell’Ente della Difesa
ASSOClAZlONE UNITARIA PSICOLOGI ITALIANI
Cod. Fisc. AUPI 96011290044
(Modalità di riscossione dei contributi sindacali AUPI
per l’anno in corso e sino a nuovo avviso)
– Al Comandante dell’Ente della Difesa
_______________________________________________________________________
Ai sensi delle vigenti disposizioni ed in seguito alle deliberazioni dei nostri
organi statutari comunichiamo che i contributi sindacali dovranno essere versati contestualmente al pagamento degli stipendi mensili e, comunque, entro i
primi 5 giorni del mese successivo,
______________________________
– Alla Segr. Iscritti AUPI via Arenula 16 - 00186 Roma
(inviare una copia protocollata dall’Ente)
Oggetto: ISCRIZIONE all’AUPI e delega alla riscossione dei
contributi sindacali
La/il sottoscritt_____
mediante versamento
su c.c.p. n° 72492028
intestato a
AUPI - Via Arenula 16 - 00186 ROMA
____________________________________________________________
Convenzionato come psicologo per n° ________________________________ ore/sett
presso il seguente Ente della Difesa
ll contributo mensile è calcolato distintamente secondo le seguenti modalità:
_________________________________________________
■ per i Convenzionati (quota fissa):
Via _______________________________________________
e 7.75 mensili per incarichi da 1 a 12 ore settimanali.
CAP ___________ Città _______________________________
e 11.35 mensili per incarichi da 13 a 24 ore settimanali.
e 13.95 mensili per incarichi da 25 a 38 ore settimanali.
ai sensi dell’art. 11 del Protocollo di intesa del 24 aprile 2002 sottoscritto tra AUPI e Ministero della Difesa, autorizza l’Amministrazione
in indirizzo ad effettuare sulla propria retribuzione una trattenuta
mensile a favore del Sindacato AUPI, secondo le modalità a lato indicate.
In caso di incarichi presso più Enti della Difesa il monte ore deve essere calcolato sommando le ore complessive, la relativa trattenuta deve
tuttavia essere effettuata solo dall’Ente alla quale la presente è indirizzata.
La/il sottoscritt___ dichiara che la presente delega:
1 - Ha efficacia a partire dal mese di __________________________________________
dell’anno ________________________;
Sulla causale dei versamenti dovrà essere indicato:il mese di competenza, il
numero degli iscritti ed i loro nominativi, la città e la sede dell’Amministrazione.
Va sempre evitato il versamento tramite banca, che non consente queste registrazioni essenziali.
2 - Ha validità annuale ed è tacitamente rinnovata di anno in anno.
La/il sottoscritt___, ai sensi della Legge sulla Privacy, autorizza l’AUPI al trattamento di questi dati per i legittimi fini sindacali di informazione, coinvolgimento, sensibilizzazione, ma si riserva di limitare o revocare tale autorizzazione in
qualsiasi momento.
Data ______________________
Ringraziando per la cortese collaborazione, si porgono distinti saluti
____________________________________________________
ll Segretario Generale AUPI
MARIO SELLINI
FIRMA
Le informazioni verranno inviate al seguente indirizzo:
Dr./ssa _____________________________________________________________________
Via _________________________________________________________________________
Cap ___________________ Città ________________________________________________
Prov. _____________________ Tel. ______________________________________________
e-mail _______________________________________________________________________
n. 2/2007
A cura del Collega la scheda d’iscrizione dev’essere
inviata in copia protocollata dall’Ente ad:
AUPI via Arenula 16 - 00186 ROMA
fax 06/68803822 e tel. 06/6893191
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Associazione Unitaria Psicologi Italiani
FORM-AUPI
È nata la Federazione delle Società Scientifiche di Psicologia per costituire, salvaguardando l'autonomia e la specificità di ognuna, una esperienza comune
in grado di riunire gli sforzi e di finalizzarli verso obiettivi concreti, quali la diffusione e l'informazione delle iniziative scientifiche all'interno e all'esterno della
categoria,
STATUTO
Federazione Italiana delle Società Scientifiche di Psicologia
F. I. S. S. P.
Ente associativo non commerciale
Art. 1. È costituita con atto pubblico una Federazione delle Società Scientifiche Italiana di Psicologia - F.I.S.S.P, che s'intende duratura dalla data della sua costituzione sino al
31 dicembre 2050 e potrà essere prorogata. L'Associazione ha sede legale in Roma, alla via Arenula 16. Essa può dotarsi di altre sedi decentrate in tutta Italia.
Art. 2. Omissis.
Art. 3. La Federazione intende mettere e mantenere in contatto fra di loro ed essere un riferimento generale per tutte le Società Scientifiche di Psicologia, qualunque sia il loro
campo di attività, la loro metodologia, le loro funzioni, i loro riferimenti teorici o pratici, ponendo la Psicologia nel contesto europeo e mondiale, ed avvalendosi parallelamente del contributo delle altre discipline biomediche, sociali, giuridiche ed economiche.
Gli scopi della F.I.S.S.P. sono:
a) promuovere nella società italiana la ricerca, la cultura e la pratica della Psicologia;
b) stimolare e mantenere alti gli standard professionali e scientifici;
c) promuovere, implementare e finalizzare il contatto fra le Società scientifiche ed i loro associati su comuni temi di interesse scientifico e culturale;
d) divulgare le notizie riguardanti la ricerca psicologica attraverso appropriati strumenti di comunicazione;
e) segnalare agli Enti Pubblici e Privati, nonché ad Associazioni, i problemi connessi con la sfera delle attività delle società scientifiche e proporsi come sistematico interlocutore;
f) organizzare commissioni permanenti su: accreditamento, aggiornamento professionale, linee guida, etica, sperimentazioni e altro.
A tale scopo, la Federazione intratterrà rapporti costanti con le altre Federazioni, nazionali e sovranazionali, nonché con gli Istituti di formazione alla Psicologia, l'Università,
e con gli Enti pubblici e privati. Con tali Associazioni, Istituti ed Enti la F.I.S.S.P. potrà stipulare convenzioni, avviando ogni utile collaborazione o assecondando quelle già avviate da altri; potrà inoltre svolgere attività ritenute utili al raggiungimento degli scopi.
La Federazione potrà dotarsi di ogni strumento ed organo di comunicazione interna fra le Società scientifiche ed esterna, organizzando convegni, seminari, e ricerche a livello nazionale ed internazionale, nonché favorendo la conoscenza tempestiva di tutte le iniziative utili a migliorare le conoscenze e le applicazioni della Psicologia. Lo scopo principale della Federazione è quello di stimolare, portare e mantenere alti gli standard professionali e scientifici.
La Federazione non può svolgere attività diverse da quelle sopra indicate, ad eccezione di quelle ad essa strettamente connesse o di quelle accessorie a quelle statutarie, in
quanto integrative delle stesse.
Ai sensi della vigente normativa sulla privacy, avvertiamo i
colleghi che l’AUPI opera regolarmente il trattamento dei dati
personali, da loro forniti, per i normali e legittimi fini associativi e sindacali: informazione, coinvolgimento, sensibilizzazione, ricerca di nuove occupazioni ed opportunità professionali, e simili vantaggiosi obiettivi. Non forniamo mai a terzi i dati
in nostro possesso, se non per il calcolo obbligatorio della
rappresentatività e, in tal caso, li riduciamo in forma meramente quantitativa ed anonima. In particolare prendiamo
sistematiche precauzioni perché non possano essere trafugati ed usati a scopi commerciali. In ogni caso, ogni collega
ha il diritto di limitare od annullare in ogni momento ogni
forma di trattamento di questi suoi dati personali, comunicando questa sua volontà alla sede nazionale.
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Questo numero è stato chiuso in tipografia nel mese di giugno 2007
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n. 2/2007
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