BIBLIOTECADELLA
SUCiALE'
"QUESTIONE
»»???????????????"
i!"
-»-
FRA
Qninto Oi)n$iCoIo
-»-
CONTADINI
di
Errico
PREZZO
Malatesta
.
PATERSON,
10
CENT
N.
J.
della Questione
Tipografia
Sociale,
Digrtizedby.VjQOQ
_
^oo
! 1 ^?
r.
HARVARD
•
-
^s^
COLLUGi:
'iG^AHV
G:fT or
GAETANO
ììAlV.Mì?4I
OGI 21 1938
PREFAZIÓNE
Cari
amici
della
QUESTIONE
Un
fare
bravo
di
edizione
nuova
una
cuore
del nostro
n
per
la decisione
italiana
compagno
SOCIALE.
da
voi presa,
dell'opuscoloFra
Errico
di
tadini,
Con-
Malatesta.
glio
può essere
più opportuno. Il risvedel nostro
in molta
partito in Italia, dovuto
parte
anche
alla simpatia colla quale generalmente
viene
colta
acla tattica che esso
ora
e airindirizzo
pratico
segue
di propaganda,
dell'attuale metodo
tattica ed indirizzo
adottaste
ohe voi pure
pel vostro giornale, richiede la
pubblicazione di opuscoli,che rispondano alla necessità
rezza
ìb nostre idee in modo
di propagare
popolare, con chiadi concetto, senza
incomprensibili astrazioni; in
maniera, infine, ben netta e definita,affinchè siano scartate
quelle deplorevoli confuzioni, che in più o meno
infiltrate nella nostra propaganda
buona
fede, si erano
la praticitàohe
il Partito
ed avevano
tal volta deviato
sia nei mezzi
di lotfta,
Socialista Anarchico
deve avere,
momento
sia nelle
mio
finalità.
opuscoli di propaganda
che si sono
pubblicati un po' dappertutto, pochi,
credere, possono
con
competere
quello del Fra
invero, tra gli innumerevoli
Ed,
a
sue
non
Contadini
per
la
sua
efficacia,
e
per
lo scopo
a
cui risponde
compilato. Esso, colla sua forma
alcuna
dialogata, con
linguaggio famigliare, e senza
idea generale di quel che si
pretesa letteraria, dà una
le ingiustizie
i socialisti anarchici; rileva
propongono
nudo
le quali essi insorgono; mette
i'
mociali contro
a
dei partitiborghesi,dimostrando,
difettie le anormalità
logica rigorosa la loro impotenza a migliorare le
con
nel presente stato socia
tristi0QndÌ3;ioniàe\ proletariato
e
pel quale
fu
—
le,mentre
con
n
—
critica serrai, combatte
la tattica elettorale
e finalmente
Legalitf^ri
rispondeTÌttoobbiezioni che più comunemente
si fanno
dei socialisti
alle
riosamente
Tattuazione
contro
de) sistema
partitova propagando.
Certamente
Topuscolo
pretesa di
Fra
che il nostro
Contadini
di gran
lavoro
sociale
mole,
ha
non
la
costituire,
No, esse ò
perciòun rivolgimentodel pensieroumano.
semplicemente un libro di propaganda elementare, nel
esser*^
un
e
quale però stanno racchiuse tutte le idee generose che
sono
orgoglioe gloriadel nostro partito,e serve princi*
anche
le meno
palmente a schiudere alle intelligenze,
quei larghiorizzonti di benessere sociale ed
8viluppat"e,
"
individuale, di cui spesso
E*
un
nemmeno
libro morale, nel
senso
stenza.
resi-
supponevano
vero
della
parola,da
e l'odio,
pei derelitti,
traspiraun sincero amore
contro
i sistemi e le istituzioni
contro gliuomini, ma
che rendono
egoisticamentemalvagi i pochi privilegiati,
dove
non
detentori di tutte le ricchezze sociali.
dini
questo opuscoloFra Contapei come
che glisi eonvenlva
mia stato apprezzato,nel modo
dal proletariato
intemazionale, è utile si sappiache mai,
avute
tante
fin'ora,altri opuscoR di propaganda hanno
me
edizioni,e sono stati tradotti in tanti idiomi diversi,coche nella
lo é stato; e sarebbe perciò necessario
esso
edizione italiana di questo opuscolodelMalatesta,
nuova
che voi pubblicateriassumerne
a titolo di prefazione,
Telenco che stralcio,
traducendolo, dal poderoso e paziente
intitolato
M. Nettlau
grafie
Bibliolavoro del Compagno
dell'Anarchie," edizione 1897, Bruxelles,Bibliotheque des Temps Nouveaux, 51, Rue des Eperonnias,
e che qui trascrivo:
A
dimostrare
'*
Edizioni
Italiane:
Sociale
Propaganda socialista della Questione,
Fha
—
in
—
Firenze, Settembre, 188S, Edizioni saccessive: Torino, 1888; Londra, Dicembre
1890,e Aprile 1891
Contadini,
(Bibliotecadell'Aisociazione";Prato, 1892, (Biblioteca
Plebe"); Novembre, 1898, edizione a
di Mantova;
''Favilla,''
1895, Progaganda
della
**
della
Socialista
di Londra.
Anarchica
altresì le
Si ebbero
In
cura
Lingua
seguentitraduzioni:
Francese:
Paysans, nella "Revolte," Parigi,1885-86,
Entre
ed in
opuscoloprima edizione,Parigi,principiodel 1887,
seconda
edizione. Maggio 1887, terza edizione, 1888,
nella *'Idee Ouvriere," delFHavre, 1887.
In
Lingua
Spagnola:
Entbe
Labradores
cia,Giugno,
Entre
nel "Tierra
y
Libertad," Gra-
1888.
Campesinos:
traduzione
di E. Alvarez, Saba-
dell'Agrupacionde Propaganda Scoiadel gruppo
Juventud
lista;Buenos Aires, 1892, a cura
Comunista
del
Anarchica; Barcellona, 1893, a cura
del G. C. A.
Productor;" Buenos
Aires, 1895, a cura
teca
**Expropiacion;"Madrid, Aprile e Luglio,1895, Bibliodell'Idea Libre; La Coruna, 1896, Biblioteca del
Corsario; Buenos Aires, ;1897,e finalmente pubblicazione
latte dai giornaliJovenes
e Hi jos del
Hijos del Mundo
Mundo, che vedevano la luce fin dal 1892,a Gùanabacoa
(Cut)a-Antille).
deli,1889, a
cura
**
In
Intre
In
Rumena:
Lingua
Terani, Biblioteca Anarchica, 1891,Bucarest.
Tedesca:
Lingua
giornale Freiheit,"New York, 1888.
caratteri ebraici
dialetto tedesco e stampata con
Workei's Friend Office,"Londra 1888. j
del
Pubblicata
In
a
cara
"
nel
**
IV
—
In Lingua.
A
—
Inglese:
giornale**Freedom," Febbraio
del
cura
1891; in
anarcbist; Freedom
opuscolo:A talk about communist
zione,
panphlets,prima edizione, Londra, 1891; seconda edi1894.
In
Olandese:
Lingua
Gesprek
tussken
Haller
Haag,
e
Olav
Co., 1888.
Ok
Hussmann
Tedraheimew,
Lingua
Mezi
Per
Smikker,
a
della
cura
Tonsett, 1880.
Czeca:
Venkovany,
a
della Mesinarodnì
cura
prima edizione,New
kowna,
den
Norvegese:
In Lingua
In
Boernarbeidees
.twee
Kni-
York, 1890;seconda
zione,
edi-
1893.
In
Lingua
Razgavor
In
Bulgara:
mejdn
1898.
nelle *'Pubblicationa
fu
inoltre
di San
Free
"
Society nel
italiano
e
luce, ma
pubblicatoin appendice dal
saggero"
Mese
dal
Cqntadidi
in
1898.
dei
pubblicazioni
Fra
traduzioni in lingue straniere hanno
non
"
Francisco, California, nel 1896-97
Parecchie altie
la
Anarchistes," Parigi,
Stamperia Internazionale.
Esso
* '
Sorlievo, 1890,
Armena:
Lingua
Edita
sjennasi,
drama
è stato
rintracciarne
possibile
veduto
delle indicazioni
positive.
blicare
proponetepubrisponderetealtresìa coloro i qualicredono che
partitosocialista anarchico, abbia in questiultimi
Colla
1
nuova
edizione Italiana che vi
V
—
essenzialmente
tempi
—
modificato
la linea di condotta
il
che
bandonat
proprio ideale,ab-
ta
seguiva ed inaugura-
la tattica
invece
deirorganizzazione. Mostrerete
del partito socialista anarchico,
l'attuale risveglio
che
non
dovunque, è dovuto appunto ad essere
quella sana, attiva e pratica propaganda,
solo in Italia,ma
ritornato
la
a
altro
quale per
noci
esclude
fatto
coscientemente
e
nessun
perciò
atto rivoluzionario
chiaramente
compresa
che
apprezzata dalle masse,
fervente apostolato, propugnata
benignamente
con
manifestarsi
delFanarchismo
in Italia
il socialismo
fu
mente,
attiva-
fin dal
ha
Fra
Contadini, edito per la prima volta in Firenze
1884,
fa prova
ne
Dalla
legalitario
—
succinta
di diffonderlo
masse
della
convinti
e
Fepuscolo
nel
luminosa.
recenzione
dei Fra
Contadini, ehiara
ni
questo opuscolo, le cui edizio-
apparisce l'importanza di
sono
rapidamente esaurite.
tra le
mo
pri-
che di molti
—
anni
preceduto
e
Risalta
altresì la
in abbondanza
ovunque
per
sità
neces-
re
acquista-
indifferenti,
adepti numerosi, coscienti e
bontà e della praticità dei nostri ideali.
Le autorità,specialmentein Italia,sempre
timorose,
trovano
perchè prive d'ogni senso di libertà e di giustizia;
che questo semplice e persuasivo opuscolo sia altamente
da cui esse
pericoloso alle classi dirigenti,
nano,
emasolito" calpestando ogni più elementare
e
more
con
principio di legalità,si oppongono
ogni mezzo,
alla sua
pubblicazione ed alla sua diffusione, talché
anche i bravi compagni di Torino, che tanto
mentano
propaganda che fanno colle loro pubblicazioni
per IHndefessa
della Bibblioteca
di Studi
Sociali,i quali,essi
"
pure,
fare
una
nuova
si
sola
riconosciute
avevano
sono
edizione
dei
vantaggi
Fra
e
la necessità
Contadini;
mente
ultima-
in
Italia,scomporre
questo opuscolo
già in preparazione, e minacciati di
dat r
questo caso, sinonimo di condanna
avevano
processo, in
di
visti, dalla prepotenza sbirresca,che è
legge imperante
che
i
—
—
VI
—
della magistraturadel
bel paese" se
rimparzialità"
la luce.
a che Topuscolo vedesse
avessero
persistito
A voi adunque, cari compagni, della Qtjestione Sociale,
incombe
adesso il gradito dovere
di fare la pubblicazi
al più presto dei Fra
Contadini, e farla a
grande tiratura. La nostra propaganda ne avvantaggerà
'*
'^
indubbiamente
mentre
altresì il curioso
avremo
dilettevole spettacolodi ammirare
rodersi di rabbia...
"vuota
le
**
tà
paterne" autori-
stringendo la
terribil
ugna!"
Cordialmente
della
causa
e
e
vostro
F. Cini.
dby
\
FRA
CONTADINI
guardachi
Beppe.—Toh,
si vede!
è un
giusto,
contento
pezzo che ti avrei vohito parlaree son
che mi fai sendlncontrarti... Giorgio,Giorgio,
tire!.
Quando stavi al paese
eri un buon figliuolo,
il modello dei giovanidella tua età. Oh ! se fosse
vivo tuo padre.
Giorgio. Beppe,perchèmi parlatecosì? Che
ho io fatto per meritare i vostri rimproveri?
cosa
e perchèil mio
povero pudré dovrebbe essere
—
scontento di
me
?
-
^
ti offendere delle mie parole,
Giorgio.Io son vecchio e parloper tuo bene. E
poi,ero tanto amico delvecchio Andrea, tuo padre,
che, a vederti fare una cattiva riuscita, mi
tu fossi mio
massimamente
come
se
figlio,
dispiace
quando penso alle speranze che tuo padre
ha fatto per
riponevain te, ed ai sacrifizi!ch'egli
intemerato.
lasciartiun nome
Giorgio. Ma che dite,Beppe?! Kon sono io
ho mai
fatto
forse un onesto lavoratore? Non
male a nessuno, anzi, scusate se lo dico,ho sempre
fatto quel po' di bene che ho potuto: perchè
mio padre dovrebbe arrossire di me? Faccio di
tutto per istruirmi e migliorarmi
; cerco, insieme
ai miei compagni, di portarrimedio ai mali che
me, voi e tutti : dunque, Heppe mio,
affliggono
in che cosa ho meritalo i vostri rimpruveri?
Ah lab! ci siamo. Lo so bene che
Beppe.
il prossimo,
che sei un figliuolo
lavori,che ajuti
Beppe.
Non
—
—
—
—
4
—
lo dicono tutti al paese. Ma intanto sei
stato più volte carcerato
; dicono che i gendarmi
ti tengono d'occhio,e che, solamente
a farsi ve^
deie in piazza con
te, c'è da passare dei dispiaceri...
onorato
:
che io stesso non
abbia a compromettermi
ti
io
bene
ti
ora...
ma
e
voglio
parlo lo
di un
stesso. Via, Giorgio, ascolta il consiglio
i signori,
vecchio : lascia spoliticare
che non hanno
niente da fare ; tu pensa a lavorare e a far
Chi
sa
bene. Cosi vivrai
tranquilloe in grazia di Dio;
perderaianima e corpo. Senti a me : lascia
andare i cattivi compagni, perchè^giàsi si^ sono
essi che sviano i poveri figliuoli.
pagni
Giorgio. Beppe, credete a me, i miei comtutti giovani dabbene; il pane che
sono
in bocca costa loro lagrime e sudore.
mettono
Lasciatene dir male ai padroni, che vorrebbero
suiechiarci fin l'ultima gocciadi sangue, e poi dicono
che siamo canagliase solamente
mo,
brontoliadi migliorare
cerchiamo
e gente da g|fterase
se
no
—
la nostra {posizione
nia.
e di sottrarci alla loro tiranIo ed i miei compagni siamo stati in carcere,
vi siamo
è vero, ma
stati per la causa
giusta: ci
di pegandremo
ancora
e forse ci accadrà anche
gio,
sarà
ilbene
di
sarà
ma
tutti,
gere
per distrugper
e tanta misèria. E voi,che
ingiustizie,
tante
lavorato (utta la vita e della fame ne avrete
sofl'ertaamjlie voi,e che, quando non potretepiù
lavorare,forse dovrete andare a morire in un
avete
unirvi coni signorie con
dare addosso
chi cerca
di migliorare
a
Ilicondizione della povera gente.
Beppe.
Figliomio, lo so bene che il mondo
è coiiie voler
a volerlo accomodare
va male, ma
raddrizzare le gambe ai cani. Pigliamolodunque
come
non
viene, e preghiamo Iddio che almeno
la polenta.I ricchi ed i poveri
a faccia mancar
ospedale,non
il governo per
—
dovreste
-5
ci
sono
stati sempre,
lavorare, dobbiamo
e
—
noi, che siamo
lavorare
nati per
di
contentarci
no, ci si rimette la
e
Iddio ci manda; se
pace e Tenore.
po
doGiorgio. E torna con Tonorel I sijj^nori,
levato tutto, dopo che ci han' coche ci hanno
stretti
bestie per guadagnare un
a lavorare
come
essi coi sudori nostri vivono,
tozzo di pane, mentre
far niente di buono, nelle ricchezze
senza
^ t
dicono poi che noi,per essere
uoe nella crapula,
mini onesti, dobbiamo
sopportare volentieri la
nostra posizionee vederli ingrassarealle nostre
liatare. Se invece ci ricordiamo
spallesenza nemmeno
anche noi, e che chi lache siamo uomini
vora
ha diritto di mangiare, allora siamo
faràbutti;i carabinieri ci portano in carcere, ei preti
ci mandano
airinferno.
per giuntaStatemi a sentire,J^eppe,voi che siete lavoraavete
mai succhiato il sangue
latore e che non
la gente senza
del vostro simile. I veri birbanti,
onore
sono
quelli che vivono di prepotenza,
quelliche si sono impadronitidi tutto ciò che sta
sotto il sole,e che, a forza di patimenti^ hanno
ridotto ilpopolò allo stato di una gregge di montoni
che si lascia tranquillamentetosare e scan*i
E voi vi metterete coi signoriper darci addosso?!
nare.
Non basta che essi abbiano dalla loro il
governo, il quale,essendo fatto dai signorie pei
non
può non appoggiarli:
signori,
bisogna duni lavoratori,
i pò- -^
que che i nostri stessi fratelli,
veri, si scaglinocontro di noi perchè vogliamo
ch'essi abbiano pane e libertà?
Ah! se la miseria, l'ignoranza
forzata,Tabito
contratto in secoli di schiavitù, non
spiegassero
sen/a
questo fatto doloroso, io direi che suau
e senza
onore
dignitàquei poveri '»he fanno da
quelloche
—
'
-
.
puntelloaglioppressorideirumanilà,e
non
già
^
-6-
questo misero
noi,che mettiamo a repentaglio
tozzo di pane e questostraccio di libertà,
care
per cerdi giungere al punto che tutti stieno bene.
senza
Si,si,belle cose coteste; ma
Beppe.
—
il timor di Dio non
si fa niente di buono. Tu non
la dai ad intendere : ho inteso parlare quel
me
del nostro parroco, il quale dice clie
santo uomo
di scomutu ed i tuoi compagnisiete un branco
nicati
; ho inteso il Sor Antonio, che è stato agli
i giornali,
ed anche lui
studii e che legge sempre
dice che voi altri siete o matti o birbanti, che
e bere
vorreste-ii^aiigiare
di fare il bene
signoridi accomodare
invece
senza
far niente,
e
che,
dei lavoratori,
impedite ai
le
meglio che si può.
sciamo
Giorgio. Beppe, se vogliamo ragionare,lain pace Dio e i Santi ; perchè, vedete, il
di Dio serve
come
nome
pretestoe comodino
per
tutti quelli
ed
che voglionoingannare
opprimere
cose
—
i loro simili. I re dicono che Dio ha dato loro il.
diritto di regnare, e quando due ré si contendono
inviati
un
paese, tutti e due pretendonodi essere
deiDio. Dio poi dà sempre ragionea colui che ha
Il proprietario,
lo
più soldati ed armi migliori.
tutti parlano di Dio ; e
strozzino,Fincettatore,
rappresentantidi Dio si dicono il pretecattolico,
il protestante,
di Dio
l'ebreo,il turco, ed in nome
si fanno la guerra, e cercano
ciascuno
di tirar
l'acquaal suo mulino. Del povero non s'incarica
A sentirli.Dio avrebbe dato ogni cosa
nessuno.
condannato
noi altri soli alla
a loro,ed avrebbe
miseria ed al lavoro. Ad essi il paradiso in questo
mondo
terra,ed
saremo
a noi l'inferno su
nell'altro;
il paradisosoltanto nel mondo
e
stati schiavi sommessi...
e
se
questa
di là,se
ci avanza
posto.
Sentite,
Beppe: in affari di coscienza io non
entrare,e ognuno è libero di pensare come
TOglio
ci
7
—
vuole.
Per conto mio,
a
—
Dio ed
a
tutte le storie
ci credo, perchè chi le
che ci contano i pretinon
conta ci trova troppo interesse,e perchè ci sono
i cui pretipretendono di essere
tante religioni,
dà nesessi che dicono la verità,e prove non
ne
suno.
io potrei inventare
mondo
Anche
di
un
mi crede
fandonie
mi
e
non
e dire che chi non
al fuoco etemo.
sarà condannato
ubbidisce
Voi
io pigliassi
mi trattereste da impostore ; ma
se
la stessa cosa
bambino
e glidicessi sempre
un
che nessuno
senza
glidicesse mai il contrario,
tale e quale
fatto grande, eglicrederebbe
a me,
voi òredete al parroco.
come
voi siete libero di credere come
Ma insomma,
venite a raccontarmi
che Dio
vi pare; però non
voi lavoriate e soffriate la fame, che i
vuole che
debbano venir su stentati e malaticci
vostri figli
di pane e di cure, e che le vostre
.rper mancanza
debbano essere
esposte a diventar le drude
del vostro profumato padroncino, perchè allora
io direi che il vostro Dio è un assassino.
lo ha detto a
Se Dio c'è,quello che vuole non
Pensiamo
do
dunque a fare in questo monnessuno.
e deglialtri : neiraltro
il bene nosiro
mondo,
ci fosse un Dio e fosse giusto,ci troveremmo
se
combattutto per fare il
meglio se avremo
sempre
fatto soffrire o permesso
che
bene, che se avremo
altri facesse soffrire gliuomini, i quali, secondo
tutti creature di Dio e fratelli
dice il parroco, sono
èglie
nostri.
poi,credete a me: oggi che siete povero. Dio
aglistenti;se domani voi riusciste
vi condanna
in un modo qualunque,magari colla più brutta
«zionaccia, a mettere insieme di molti quattrini,
subito il diritto di non lavorare,
voi acquistereste
E
di scarrozzare,
di;ire aironore
di maltrattare i contadini, d'insi
delle povere
ragazze...
e
Dio
la
/
-8-
scerebbe fare
a
voi, come
lascia fare al vostro
padrone.
da clie tu hai itnPer la madoana!
Beppe.
i cittadini.,
a leggeree scrivere e frequenti
garato
ai messa
insieme tanta loquela che imbroglioresti un avvocato. E, a dirtela schietto,
hai detto
delle cose che mi han messo
certo pizzicore
un
addosso... Figurati!la mia Rosina è fatta grande
—
avrebbe anche trovato un buon giovane che le
siamo
vuol bene ; ma, tu capisci,
fi[ente
povera
;
ci vorrebbe il letto,un po' di corredo,e qualche
soldo per aprireuna
fa il
a lui,che
botteguccia
e, se potesselevarsi di sotto al principale
magnano
che lo fa lavorare per una
miseria,potrebbe
innanzi la famigliache formerà. Io non
menare
ce n'ho, né pochi uè
molti; lui neppure. Il padrone
che
io
avanzarmi
potrebbe
qualche cosa
gli
sconterei a poco a poco. Ebbene, lo crederesti?!
e
quando ne ho parlatoal padrone eglimi ha Tr
sposto, sghignazzando,che queste sono
opere di
carità di cui si occupa suo figlio^^
ed il padroncino
infatti è venuto a trovarci, ha visto Rosina, le ha
accarezzato il mento, ed ha detto che giustoave
va in pronto un
corredo, che era stato fatto per
doveva andarlo a prendere
e che Rosina
un'altra,
certi lamE nei suoi occhi si vedevan
pi,
stato sul punto di fare uno
spropo
lasciamo
sito...Oh! se la mia Rosina... vah!
questidiscorsi.
Io son vecchio e io so che questo è un mòadaccio infame: ma questa non è una ragioneper fare
1 birboni anche noi... Alle corte, è vero o non
è
che voi volete levar la roba a chi ce Tha?
vero
di persona.
che sono
vi voglio.Quando
voi
volete sapere qualche eo«a «he intereii^a i poveri
i qualiU verità
lo domandate
mai ai signori,
non
Giorgio.
—
non
ve
Bravo,
la diranno
cosi
mai, perebè
aen^uBo
]iai-la
—
contro sé stesso. E
»—
volete sapere che C05a vogliono
i socialisti,
domandatelo
ed ai miei
a me
compagni, non già al parroco, o al Sor Antonio.
mandate
Anzi, quando il parroco parladi queste cose doperchè voi che lavorate mangiate
polenta,quando ce n'è,e lui che sta tutto il giorno
far
dito
dentro ad uh libro
senza
nuUa^ con un
sieme
socchiuso,mangia paste asciutte e capponi in-
alla
se
nipote;domandategliperchè se
la passa sempre coi signori,
noi viene soltanto
e da
quando vi è da pappare qualche cosa; domandaiegliperchè dà sempre ragione ai signori
ed ai carabinieri;e perchè,invece di levare alla
colla scusa
di
povera gente il pane dalla bocca
sua...
si mette
a
pregare per le anime dei morti, non
lavorare per ajutareun poco"ivivi,e non
stare
a carico deglialtri. Al Sor
Antonio
poi, che è
giovane e robusto, che ha studiato,e che occupa
il suo
tempo a giocarenel caffè o a fare imbrogli
sul municipio,ditegli
che prima di parlardi noi,
di fare il vagabondo ed apprendesse un
è il lavoro e che cosa è la miseria.
poco che cosa
Su questo hai tut+e le ragioni: ma
Beppe.
al nostro discorso. E vero, si o no, che
torniamo
la roba deglialtri?
volete pigliarvi
Giorgio. Non è vero; noi non vogliamo pigliar
che
il popolo piniente,noi; ma vogliamo
gli
la roba a chi ce l'ha,per
la roba ai signori,
metterla in comune
a tutti.
Facendo questo,il popolo non
piglierebbela
roba deglialtri,
rientrerebbe semplicemente
ma
nel suo.
smettesse
—
—
0 come
dunque! Forse che è roba
Beppe.
nostra,la roba dei signori?
Giorgio. Certamente : essa è roba nostra, è
roba di tutti. Chi glierhadata tutta questa roba
la signori?
hanno fatto a guadagnarsela?
come
—
—
*-10
/
che diritto avevano
/
hanno
di
—
e che
d'impossessarsene
ritto
di-
conservarla?
Gliel'hanno lasciata i loro antenati.
E chi gliePhadata ai loro antenati?
alcuni uomini più forti e più fortunati
Beppe.
Giorgio.
—
—
Come!
•
impossessatidi tutto quello che esiste,
costretti glialtri a lavorare per loro, e,
contenti di vivere essi nell'ozio,
non
opprimendo
la gran massa
dei loro contemporae affamando
nei,
lasciato
ai
ai
ed
dei loro
hanno
loro figli
figli
la roba che avevano
figli
usurpato,condannando
si sono
hanno
schiava dei loro
tutta l'umanità avvenire a essere
discendenti,i quali, infiacchiti dall'ozio e dui
dar conto
a
poter fare quel che voglionosenza
tutto in mano,
sero
se non
avessero
e volesnessuno,
fecero i loro
ora
pigliarselo
per forza come
padri,ci farebbero davvero pietà.
E a voi pare giustoquesto?!
Se si sono
Beppe.
presa la roba per prepotenza,
allora no. Ma i signoridicono che le loro
il frutto del lavoro,e non mi pare
ricchezze sono
che stia bene il levare a uno quello che ha prodotto
—
.
colle
sue
Giorgio.
—
non
lavorano
e cne
non
Quelli che
mai lavorato, parlano
hanno
del lavoro.
in nome
si fa a produrre e chi ha
Ora, ditemi voi come
prodottola terra, i metalli,il carbon fossile,le
pietre e cose simili. Queste cose, o che l'abbia
fatte Dio, 0 che ci sieno per opera spontaneadella
al mondo, ce
natura, è certo che tutti,venendo
trovate: dunque dovrebbero
servire
le abbiamo
i
si
direste
voi
volessero
se
a tutti.Che
signori
dell'aria
servirsene
essi,e darne
impadronirò
per
sempre
'
fatiche.
E già,la solita storia!
noi soltanto un pochino e della più puzzolente,
facendocela pagare con stenti e sudori ? E la sola
differenza tra la terra e l'aria è che^perla «terra
a
12
—
—
del padrone,che erediteranno quésto
gine.I figli
tesoro, diranno clie essi godono per i sudori del
di quelli che
loro padre, ed i figli
hanno
mente
reallavorato
e
continueranno
sofferto,
soffrire. Che ve ne pare ?
Ma
se
davvero, come
Beppe.
pondo è andato sempre come
ora,
a
rare
lavo-
e
—
...
tu
dici, il
c'è che
spetterebbeproprio niente.
non
dire, ai padroni non
Giorgio. Ebbene,
vogliosupporre ogni cosa
che i proprietarii
Mettiamo
a favore dei signori.
di gente che ha lavorato e rifossero tutti figli
sparmia
di uomini ined i lavoratori tutti figli
fingard
Vedete bene che è un
e scialacquatori.
assunto
quelloche dico, ma, nullameno, anche
stessero cosi, vi sarebbe forse maggiose le cose
re
n
ell'attuale
sociale
?
organizzazione
giustizia
Se voi lavorate ed io faccio ilvagabondo,è giusto
che io sia punito della mia inf agardaggine; ma
è giustoper questo che i^gli miei, che ponon
tranno
—
essere
dei bravi
lavoratori,debbano
mazzarsi
am-
di fatiche e crepar di fame per mantenere
i figli
vostri nell'ozio e nell'abbondanza.
Queste son di belle cose ed io non so
Beppe.
darti torto,ma intanto 1 signorice l'hanno la roba,
ed alla fin dei conti noi dobbiamj
ringraziarli,
perchè senza di loro non si potre'-obe
campare.
l'hanno
la
roba
perchè se la
Giorgio. Si, ce
son
presa colla violenza,e l'hanno aumentata
gliand
piil frutto del lavoro deglialtri. Ma corae
l'hanno presa, cosi la possono lasciare.
Finora nel mondo
fatti la
gliuomini si sono
guerra gliuni coglialtri; hanno cercato di levarsi
l'un l'altro il pane di bocca, e ciascuno ha messo
il suo
tutto in opera per sottomettere
simile
e
servirsene come
ìsifarebbe di uiia bestia. Ma
è
tempo di finirla.A farsi la guerra non ci si guadagna
ne ha. avuto* miniente; e l'uomo, infatti,
—
—
—
13
—
e poi, dì
seria, schiavitù,delitti,
prosfitiizìone,
in tanto,,di quei salassi che
si chiamano
tanto
invece d'Accordo,
guerre 0 rivoluzioni. Andando
amandosi
sarebbero
ed
aiutandosi gliuni coglialtri,non vi
più tanti mali, non vi sarebbe più chi
di star
ha tanto e chi ha nulla,e si cercherebbe
tutti il meglio che si può.
abituati a
So bene che i ricchi,i quali si sono
ed a vivere senza
comandare
ne
lavorare, non
Noi
remo
sentisistema.
vogliono sapere di cambiar
faintendono. Se essi volessero capire,
come
o per paura,
phe odio e prepotenza,
per amore
debbono
tra gliuomini non
ve
essere
ne
più e
che tutti debbono
lavorare,tanto meglio ; se poi
ci
frutti delle violenze e dei
dai loro antenati, allora Tè
tengonoa godere dei
da essi e
furti fatti
bella e capita: per forza essi si sono
impadroniti
di tutto quelloche esiste,
e
per forza noi glielo
toglieremo.Se i poveri s'intendono,sono essi i
più forti.
Ma allora,
quando non vi fossero più
Beppe.
si farebbe a campare
f Chi ci darebbe
signori,come
da lavorare f
! Come ! voi le vedete
Giorgio. Pare impossibile
tutti i giorni:siete voi che zappate,che seminate,
—
—
che falciate,
che battete e portate il frumento
nel granaio,siete voi che fate il vino.Folio,
fareste a camil formaggio, e mi domandate
pare
come
senza
signori? Domandate
piuttostocome
vi fossimo
i signorise non
farebbero
a campare
di
lavoranti di campagna
e
noi poveriimbecilli,
città, che pensiamo a nutrirli,e a vestirli,e...
loro le nostre figlie,
somniinistriamo
perchè possano
divertirsi !
Foco
fa,volevate ringraziarei padroni perchè
essi che
da vivere. Non capiteche sono
vi danno
sulle vostre fatiche e che ogni pezzo di
campano
/
/
_14—
/
in bocca, è tolto ai vostri
?,che ogtiiregalo,eh es§i fanno alle loro
figliuoli
donne, rappresenta la miseria, la fame, il freddo,
delle dotìne vostre?
forse la prostituzione
Che cosa
producono i signori? niente. Dunque
è tolto ai lavoranti.
tutto quelloche consumano
ranti
Figurateviche domani sparisserotutti i lavodi campagna:
vi sarebbe più chi lavora
non
la terra e si morrebbe
di fame. Se sparisseroi
calzolai,non si farebbero scarpe ; se sparissero
si potrebberofar case, e cosi via
i muratori, non
via, per ogni classe di lavoranti che venisse a
sarebbe soppresso
della proun
ramo
mancare,
duzione,
dovrebbe
e l'uomo
privarsidi oggetti
utili e necessarii.
Ma, che danno si risentirebbe se sparisseroi
fossero sparitele case
vallette.
signori?Sarebbe come
pftne,che essi mettono
Beppe.
Si,va bene
—
ho
ho terra,né
c'è modo
non
ma
come
che noi
_
produciamo tutto,
a fare io a produrre il grano
se non
animali,né semi. Via, te lo dico che
: bisognaper forza star soggettiai
padroni.
tendiamo?
Giorgio. 0 Beppe, c'intendiamo, o non c'inEppure mi pare d'avervelo detto che
ai padroni quelloche serve
a
bisogna levarglielo
le
la
vivere
lavorare e a
:
se
terra, gli arnesi,
—
mente e tutto.
Lo so anch'io che fino a quando le terra e gli
da lavoro apparterranno ai padroni,il
strumenti
lavorante dovrà star sempre
soggetto,e non avrà
che schiavitù e miseria. Perciò, tenetelo bene in
mente, la prima cosa che bisogna ftire è quella
di levare la roba ai signori;se no, il mondo
non
s'accomoda.
Beppe. Hai ragione,lo avevi giàdetto. Ma che
vuoi! sono cose tanto nuove
per me che mi ciperdo.
-
—
-15Ma
spiepfamiun
poco
come
vorresti fare. Que
roba che si leverebbe ai signoriche se ne fa
rebbe?
è vero?
Si farebbe tanto per uno, non
Giorgio. No, anzi quando sentite dire che
noi vogliamo dividere, che noi ne vogliamo mezzi
e cose
simili,ritenete pure che chi lo dice è un
ignorante,o un cattivo.
ci capisconiente.
Ma allora? Io non
Beppe.
Giorgio. Eppure non è difficile: noi vogliamo
tutto in comune.
mettere
Noi partiamo da questo principio,che tutti
quanti debbono lavorare e tutti debbono stare il
rare
lavomeglio che si può. A questo mondo senza
si può vivere ; perciòse uno
rasse,
lavonon
non
sta
—
—
—
dovrebbe
vivere sopra il lavoro deglialtri,
il che è ingiustoed è dannoso.
Si capisce che
quando dico che tutti debbono lavorare,intendo
tutti quelli
che possono e per quando possono. Gli
i vecchi, debbono
essere
stoppii,gl'impotenti,
mantenuti
dalla società,perchè è dovere d'umanità
far soffrire nessuno;
il non
venter
e poi,vecchi ditutti,e storpiio impotentipossiamo
da un
diventare
momento
tanto coi
all'altro^
quanto i nostri più cari.
Ora, se voi riflettete bene, vedrete che tutto le
ricchezze, cioè tutto ciò che esiste di utile alFuosi può dividere in due parti. Una
mo
parte,che
e tutti gli stru
comprende la terra,le macchine
menti da lavoro, il ferro, il legno, le pietre,i
mezzi di trasporto,
vorare,
ecc., è indispensabile
per la-
in comune,
deve essere
messa
vire
per serda lavoro.
strumento
a tutti come
e materia
di lavorare poi,è una cosa eh»
In quanto al modo
si vedrà. Il meglio sarebbe lavorare
in comune,
fatica si produce di più :
perchè cosi con meno
sarà abbracanzi è certo che il lavoro in comune
e
«ato
perchèper
dappertutto»
lavorare ogupno 4a
/
y
rinunziare
lè bisognerebbe
dell^ niacall*ajuto
chine, che riducono il la\oro a cosa
piacevole e
non
no
avrane perchè,quando gliuomini
leggiera,
più bisogno di strapparsiil pane di bocca,
cani e gatti,
staranno
e troveranno
noa
più come
ne.
piacerea stare insieme e a fare le cose in comuIn ogni modo, anche se in qualche posto la
ma.
gente volesse lavorare isolatamente,padronissi-
viva senza
vorare,
lache nessuno
obbligandoglialtri a lavorare per suo
conto : e questo non
potrebbepiù avvenire perchè,
ciò
che
diritto
avendo
a
serve
per
ognuno
lavorare
vorrebbe
certamente
lavorare, nessuno
per conto altrui.
che servono
L'altra parte comprende le cose
menti,
alidirettamente
al consumo
dell'uomo, come
vestiti,e case. Di esse, quelleche già ci
in comune
senz'altro esser
messe
sono, debbono
che si possa
andare-Tiho
e distribuite in modo
alla nuova
raccolta,e aspettare che l'industria
L'essenziale
è
abbia fornito nuovi
poi che
rivoluzione, quando non
cose
prodottedopo la
tiche
saranno
più padroni oziosi che vivono sulle fadi lavoratori affamati,si distriJDuiranno secondo
saran
vi
prodotti.Quelle
dei lavoratori di ciascun paese.
lavorare in comune
Se questivorranno
e mettere
sarà il meglio : allora si
ogni cosa in comune,
cercherà di regolarela produzionein modo
die
soddisfare i bisognidi tutti,e la consi possano
sumazione
in modo
da assicurare a tutti il massimo
e tutto è detto.
godimento possibile,
Se no, si terrà conto di quello che ciascuno
avrà prodotto,
perchè ciascuno possa prendere la
È
equivalenteal suo-prodotto.
quantitàdi oggetti
ch'io credo anzi
calcolo abbastanza
difficile,
un
ciò vuol dire cne,
addirittura impossibile,
ma
la volontà
quando si vedi:ànno
le difficoltàdella dis tribù-
zione
accetterà
tutto in comune.
bisogneràche le
proporzionale,si
l'idea di mettere
In ogni modo,
più facilmente
di
prima
cose
necessità, come
simili,
pane, case, acqua
sieno assicurate a tutti,indipendentemente dalle
lunque
quantità di lavoro che ciascuno può fornire. Quasia l'organizzazioneadottata, V eredità
è giusto che
dovrà
esistere più, perchè non
•non
uno
trovi,nascendo, tutti gliagi,e Taltro la fame
ricco e Tnltro povero
e gli stènti, che
uno
nasca
;
cose
e
è pasi accettasse
Tidea che ognuno
drone
di quello che ha prodotto e che quindi può
fare delle economie
conto
personale, alla
per suo
morte
tutte le sue
ritornerebbero
economie
sua
alla massa
comune...
allevati ^d
I fanciulli intanto dovranno
essere
da procurar loro
istruiti a spese di tutti,in modo
il massimo
capacità possviluppoe la massima
vi sarebbe
né giustizia,
'^Sifeiie.Senza questo non
né eguaglianza,e sarebbe violato il principiodel
di lavoro, poidiritto di ciascuno aglistrumenti
ché
ristruzione
e la forza fisica e morale
sono
di lavoro: ed il dare a tutti la terra
veri strumenti
ben insufficiente,
sarebbe una
e le macchine
cosa
si cercasse
di mettere
tutti nello stato di
se
non
il meglio possibile.
servirsene
ti dirò nulla,,
Della donna
non
perchè per noi
la donna
deve essere
eguale all'uomo, e quando
diciamo
intendiamo
dire essere
uomo
umano,
distinzione di sesso.
senza
C'è una
cosa
però : levare la ròba ai
Beppe.
signori,che hanno rubato ed affamato la povera
gente, sta bene ; ma se uno, a forza di lavoro e di
ecottoaiia,fos3eriuscito a mettere da parte quattro
soldi ed avesse
comprato un campicelloo aperta
una
botteguccia,con che diritto potrestilevargli
e
anche
se
—
quello che ò veramente
fratto dei suoi sudori?
-18-
Giorgio. La cosa è molto difficile,
perchè
col proprio lavoro, solo col propriolavoro, oggi
che i capitalisti.
ed il governo si piglianoil meglio
dei prodotti,
economie
ne
non
se
possono
--
fare ;
voi dovreste saperlo,che con tanti anni
di assiduo lavoro siete sempre
ma.
pripovero come
Del resto, io vi ho già detto che ognuno
ha
diritto alla materia prima ed agli strumenti
da
lavoro,quindi se uno ha un campicello,purché
lo lavori lui,colle sue braccia, se lo può benis^mo
«H. utensili pertenere, anzi glisi daranno
fezionat
e
i concimi
correre
gli possa ocper trarre dalla terra il maggior utile
sarebbe preferibile
Certamente
ch'egli
possibile.
in
mettesse
ma
ognicosà
comune,
per questo non
fifebisognodi forzare nessuno,
perchè lo stesso
interesse consiglierà
della coa tutti il sistema
munanza.
Con la proprietà
ed il lavoro comune
e
quanto
altro
si starà molto
da ^SìTT,
meglio che lavorando
tanto più che, con l'invenzione delle macchine, il
lavoro isolato diventa,relativamente,sempre
più impotente.
Ah ! le macchine
Beppe.
—
;
quellesì,che
sognere
bi-
bruciarle ! sono
che rovivano le
esse
levano il lavoro alle povere gente.Qui
braccia e
nelle nostre
ci si può contar sopra :
campagne,
lario
ogni volta che arriva una macciiina il nostro saè diminuito, e un certo numero
di noi resta
lavoro ed è costretto a partire
senza
per andare a
morir di fame altrove. In città dev'essere anche
peggio.Almeno, se non ci fossero le macchine, i
signoriavrebbero
maggior bisogno dell'opera
nostra, e noi si vivrebbe un po' meglio.
dere
Giorgio. Voi avete ragione,Beppe, dì cre—
che le macchine
sono
miseria e della mancanza
avviene
una
tra le cause
di lavoro ;
ma
della
questo
percbòesse appartengonoai signori.Se
—
senza
lavorare? La
20
—
fatica è dura,
e
non
piace
ai cani.
Voi confondete la società come
è
Giorgio.
sarà dopo la rivoluzione.
oggi e la società come
avete detto voi, non
La fatica,
ai
piacenemmeno
cani ; ma
sapreste voi stare le giornateintere
far nulla?
senza
Io no, perchè sono
alla fatica,
avvezzo
Beppe.
ho da fare, mi pare che le
e quando non
mani m'impiccino; ma ce ne son
sterebber
tanti,che retutta la giornataairosteria a giocare
ai tressetti,o i piazzaa fare i vanesii.
—Oggi si,ma dopo la rivoluzione non
Giorgio.
sarà più cosi,e vi dico io il perchè. Oggi il lavoro
è pesante,mal pagato e disprezzato.Oggi
di fatica,
chi lavora si deve ammazzar
di
muore
bestia. Chi lavora
una
feme, ed è trattato come
ha nessuna
non
speranza e sa che dovrà andare
finisce in galera^J
se non
a finire all'ospedale,
non
può accudire alla sua famiglia,
gode
della vita e soffre continui maltrattaménti
umiliazioni. Chi non lavora invece gode tutti gii
è apprezzatoe stimato: tuttiglionori,
agipossibili,
suoi. Anzi, fra gli
tutti i divertimenti sono
succede che chi lavora meno
stessi lavoratori,
e
fa.cose meno
mato.
pesanti,guadagna più,ed è più stiChe meravigliadunque se la gente lavora
si lascia sfuggire
malvolentieri, e, se può, non
Toccasione di non lavorare?
Quando invece il.lavoro fosse fatto in condinemmeno
—
—
'
to,
tempo ragionevolmentecorcoU'aiutò delle macchine, in condizioni igieniche;
zioni.un^ane,
per
un
quando illavoratore
sapesse
lavora
ch'egli
e di tutti gli
dei suoi cari
dispens
uomini, quando il lavoro fosse la condizione instimato in società,e l'ozioso
per essere
al pubblicodisprezzo
fosse segnalato
come
per il benessere
suo,
oggiper
dvnene
;orrebbe
amato,
dannosa
la
rinunziare
p^r vivere in
al nostro
Oggistesso,meno
spìa o per il ruffiano, chr^^
alla gioiadi sapersiutile ed
un'inerzia,che ò poi tanto
morale ?
tutti sentono
eccezioni,
fisico ed al nostro
rare
istintiva,per
ripugnanza invincibile,come
il mestiere
di spia e per quello di ruffiano. Eppure,
facendo questi abbietti mestieri, si guada
gna molto di più che a zappare la terra, si lavora
direttamente;
poco 0 punto, è si è, più o meno
protettidalle autorità ! Ma sono mestieri infami,
e
perchè segno di profonda abbiezione morale
perchè non producono che dolori e mali; e quasi
tutti preferiscono
la miseria all'infamia. Vi sono
bensì delle eccezioni,vi sono
boli
dedegli uomini
si
e corrotti che preferiscono
Tinfamia, ma
tratta sempre
di sceglieretra l'infamia e la miseria.
Ma chi mai sceglierebbe
vita infame e
una
assicurato
travagliataquando, lavorando, avesse
Jiì i"efiessere e la pubblica stima? Se questo fatto
si producesse, sarebbe tanto contrario all'indole
nonmale
considerare
dell'uomo, che si dovrebbe
di pazzia qualunque.
come
caso
e trattare
un
E non
dubitate,no : la pubblica riprovazione
confro l'ozio non mancherebbe
di certo, perchè
è il primo bisogno di una
il lavoro
società, e
una
l'ozioso non
solo farebbe del male a tutti,vivendo
sul prodotto altrui senza
contribuirvi coll'opera
sua,
ma
romperebbe
l'armonia
l'elemento di un
della
nuova
ci
so-
età e sarebbe
partito di malconlenti
che potrebbe desiderare
il ritorno
al
come
passato. Le collettività sono
gl'individui:
ed
credono
utile ;
che
ciò
onorano
amano
è, o
odiano
credono
e disprezzano ciò che
o
sanno
Possono
dannoso.
che
ingannarsi,e «'ingannano annostro
l'errore
troppo spesso ; ma nel caso
è possibile, perchè è troppo evidente ohe cl^ì
non
-23-
lavora,mangia e beve
non
fa danno a tutti.
Fate la prova a mettervi
fare
un
lavoro in
comune
a
sp^se
deglialtri,e
in società
e
con
dividervene
altriper
il prodotto
partieguali: voi usereste dei riguardi
allo svogliato
reste
faal debole ed airincapace,ma
la vita talmente dura che, o vi lascerebbe,
verrà
0 si farebbe venir la vogliadi lavorare. Cosi avnella grande società,fino a quando la svogliatezza
di alcuni potràprodurre un danno sensibile.
in
poi,alla fin dei conti,quando non si potesse
di quelli
che non vogliono
andare innanzi a causa
ilrimedio
lavorare, cosa ch*io credo impossibile,
dalla
sarebbe bello e trovato : si espellerebbero
E
comunanza
e
alla materia
così,ridotti ad
avere
prima ed aglistrumenti
solo il diritto
del
lavoro,
sarebbero costrettia lavorare,se volessero vivere.
ma
dimmi, allora tutti
Beppe. Mi persuade...
dovrebbero zappare la terrai
Giorgio. E perchè? L'uomo non ha soltanto
—
^
^
^.^
—
di vino e di carne
: glioccorrono
i
le strade,
le case, i vestiti,
libri,insomma
tutto'quelloche i lavoranti di qualsiasi
mestiere
può provvedere da sé a
producono : e nessuno
Già soHanto
tutto ciò che glioccorre.
rare
per lavov'è forse bisognodel magnano
la terra,non
natore
e del legnaiuolo
per far gli utensili,e del miil ferro,del muratore
per scavare
per
far la casa ed i magazzini,e cosi via discorrendo?
Dunque non si tratta di lavorar tutti la terra,ma
di lavorare tutti a far cose utili.
La varietà dei mestieri farà sì che ognuno potrà
nazioni,
quelloche conviene meglioalle sue incliscegliere
e cosi, almeno
per quanto è possibile,
sarà più pei l'uomo che un esercizio,
il lavoro non
ardentemente
desiderato
divertimento
un
bisogno di
pane,
—
23
—
Dunque, ognuno
Beppe.
—
sarà libero
gliereil mestiere che vuole?
Giorgio. Certamente, avendo
—
di^scèX
però che
dati mestieri,
cura
in
si accumulino
teresse
scarseggiandoin altri. Siccome si lavora nell'indi tutti,bisognafar in modo
che si produca
conciliando quanto
tutto ciò che occorre,
più si può rinteresso generalecon le predilezioni
le braccia
non
individuali.
Voi vedrete che tutto si accomoderà
per bene,
più i padroniche,ci fanno
quando non vi saranno
che'abbiamo
lavorare per un tozzo di pane, senza
da occuparci
per che cosa serve ed a chi il nostro
lavoro.
dici che tutto s'accomoderà
; ed
vorrà fare i mestieri
io credo invece che nessuno
fare gli avvocati
ed
pesanti,anzi tutti vorranno
allora chi ci andrà? chi vorrà
1 dottori. A zappare
rischiare la salute e la vita in una
miniera, chi
vorrà confondersi coi pozzineri e coi concimi?
avvocati lasciateli star
Giorgio. Inquanto
simile al
da parte,perchè quellae una
cancrena
prete, che la rivoluzione sociale farà sparire
completamente. Parliamo dei lavori utili e non
già di quellifatti a danno del prossimo; se no,
l'assassino di strada,
diventa lavoratore anche
che spesso deve sopportaregrandi sofferenze.
Oggi preferiamoun. mestiere ad un altro, non
adatto alle nostre
già perchè esso sia più o meno
corrispondentealle nostre
facoltà,più0 meno
inclinazioni,ma perchè ci è più facile apprenderlo,
Beppe.
Tu
—
a^li
—
perchè guadagnarne o speriamo di guadagnare
di più,perchè speriamo trovarvi più facilmente
lavoro, ed, in linea secondaria
soltanto,
perchè quel dato lavoro può essere meno
pesante
di un altro. Sopratuttopoi la scelta ci è imposta
dalla nascita,dal
caso
e
dai
sociali.
preglu4izii
Per esempio, ilmestiere
stiere
zappaterra è un mecittadino
al quale oggi nessun
si piegherebbe,
ria.
nemmeno
quelliche più soffrono la miseha niente
di ripunon
Eppure l'agricoltura
gnante
in sé, né la vita dei campi manca
di
piaceri.Al contrario, se tu leggii poeti, li trovi
tutti pieni di entusiasmo
per la vita campestre.
Ma il vero
fatto si é che i poeti, che stampano
libri,la terra non l'hanno zappata mai, e quelli
che
la zappano
si
davvero
muojono di fame, vivono
sono
calcolati come
Tultimo
gente
di
di fatica,
ammazzano
peggio
da
che
bestie,
nulla, tanto
e
che
di città si stima offeso a sentirsi
chiamare
volete voi che la
contadino. Come
gente lavóri volentieri la terra? Noi stessi che
vi siamo
non
nati,smettiamo
appena ne abbiamo
vagabondo
la
mo
possibilità,
perchè qualunque cosa ci mettiaa fare,stiamo
meglio e siamo più rispettati.
Ma chi di noi lascerebbe
i campi, se lavorasse
trovasse
nel lavoro
deH*e
per proprio conto
terra benessere, libertà e rispetto?
Cosi avviene
per tutti i mestieri, perchè il
mondo
voro
oggi,è fatto co"ì, che quanto più un laè necessario, quanto più è faticoso, tanto
zioni
più è mal pagato, disprezzato e fatto in condidisumane.
Per esempio, andate
in un'officina
di orefice
e
troverete
che, almeno
in
paragone
noi, il
cogl'immondi abituri in cui viviamo
locale è pulito,ben aereato e riscaldato l'inverno,
che il lavoro
è enormemente
giornaliero non
lungo, e glioperai,per quanto sieno mal pagati
perchè il padrone leva anche a loro il meglio del
ad ».ltrilavoratori,
prodotto,pure, relativamente
stanno
discretamente; la sera
poi e la festa,
ffuando hanno
l'abito del lavoro, vanno
smesso
dove vogliono senza
pericolo che la gente li
tjuardidietro e li beffeggi.
Invece, «indateln Ufta
-95\
•
\l,
miniera e vedrete della povera gente che lavora
sotto terra in un'aria pestilenziale,
in
e consuma
pochi anni la vita per un salario derisorio ; e se
poi,fuori del lavoro,il minatore si permettesse
i signori,
di andare dove bazzicano
sarebbe
tunato,
forse
se
la
cavasse
con
le beffe soltanto.
fa piuttosto
uno
mevaviffliarsiallora se
l'orefice che il minatore?
Non vi dico niente poi di quelliche
Come
non
neggiano
ma-
altri utensili che la penna. Figuratevi!
fa altro che sciarade, fredche magari non
dure
uno
sonetti sdolcinati,guadagna dieci volte
e
di un contadino,ed è stimato al disopra di
jpiù
ogni onesto lavoratore.
I giornalisti,
ganti,
per esempio,lavorano in sale elei calzolai in luridi sottoscala;
gl'ingegneri,
i professori,
i medici, gliartisti,
quando hanno
bene
il
loro
lavoro e sanno
me
mestiere,stanno co—
^^
;i muratori, gl'infermieri,
signori
gli arti^iuni,e puoi aggiungere,a dire il vero, anche i
i medici condotti ed 4 maestri elementari, muoiono
di lavoro. Non
di fame anche ammazzandosi
dire con questo, bada bene, che soltanto
Voglio
sia utile,che al contrario io
il lavoro manuale
il modo
di vincere la natura
studio dà airuomo
bertà
e di civilizzarsie guadagnare sempre
più in lied i medici, gringegneri,
i
e benessere;
chimici,i maestri sono utili e necessarii nella
società umana
quanto i contadini e gli altri
operai.Io dico soltanto che tutti i lavori utili
in
debbono essere egualmente apprezzati,
e fatti
che il lavoratore vi trovi eguale soddisfamodo
i
sfazione a farli; e che i lavori intellettuali,
qualisono per loro stessi un gran piaceree che
chi
grande superiorità
su
danno all'uomo una
debbo
lavora colla mente e resta ignorante,
non
essef1!?accessibili
a tutti, e non
no
già restare il
-26/
di pochi.
priyRegio
JBeppe. Ma, se tu
—
stesso dici che il lavorare
"6lla mente è un gran piaceree dà un vantaggio
-^su quelli
che sono
ignoranti,è chiaro che tutti
vorranno
studiare,ed io per il primo. E allora
i lavori manuali
chi li farebbe
?
Giorgio. Tutti, perchè tutti,nello stesso
vranno
dotempo che coltiveranno le lettere e le scienze,
—
fare anche un lavoro manuale ; tutti debbono
lavorare colla testa e colle braccia. Queste
due speciedi lavoro,lungidal nuocersi, si ajutano, perchè l'uomo per star bene ha bisogno di
esercitare tuttii suoi organi, il cervello al pari
dei muscoli. Chi ha rintelligenza
sviluppataed
è abituato a pensare, riesce meglioanche nel lavoro
manuale ; e chi sta in buona
salute, come
si sta quando si esercitano le braccia in condizioni
ha anche la mente più svegliae
igieniche,
più penetrante.
Del resto,polchele
speciedi lavoro so»^*
l'altra
necessarie^ed una di esse è più piacevole delscienza
coed è il-raezzocol quale l'uomo acquista
gli
è giustoche una partedee dignità,
non
due
—
all'abbrutimento
del
uomini sia condannata
lavoro esclusivamente manuale, per lasciare ad
della scienza e quinalcuni soltanto il privilegio
di
tutti
del comando
: per conseguenza, lo ripeto,
lettuale.
debbono fare e i lavori manuali e i lavori intelAnche questa la capisco
; làa tra i
lavori manuali ci saranno
sempre quellipesanti
e quelli
quellibelli e quellibrutti. Chi
leggeri,
vorrà, per esempio, andare a fare il minatore, e
i cessi ?
a vuotare
Giorgio. Se voi sapeste,caro Beppe, quante
invenzioni e quantistudd si sono fatti e si stan
che oggi,quandofl'or
no
facendo,voi capireste
Beppe.
—
—
V
DigitizedbyCjOOS^l
-5S-
dermi? JPeròc*èqualche cosà
che
noti
incentra
di levare la roba ai si^
bene. Queiraflfare
gnori...non so, ma... non se ne potrebbe fare a
ancora
meno?
volete fare? Fino a che sta
essiche comanai signori,
tutto in mano
saranno
deranno
faranno
il l«ro interesse senza
e
curarsi
di noi, come
è mondo.
hanno fatto da che mondo
Ma poi,perchè non
vi c'entra di levare la roba ai
giusta,
signori?Credete forse che sarebbe una cosa incattiva azione?
una
No ; veramente
Beppe.
dopo quello che mibai detto, mi pare invece che sarebbe una
santa
cosa, perchè levando la roba ai signori,
ripiglieil
nostro
che
essi
ci
succhiano da
remmo
sangue
tanto tempo. E poi,se la leviamo a loro non
è
noi; è per metterla in comune
già per pigliarcela
è vero ?
e per fare star tutti bene, non
Giorgio. Senza dubbio, anzi se voi consiàe-r^
rate bene la cosa vedrete che glistessi signorici
tere
guadagnerebbero.Certamente dovrebbero smetdi comandare, di fare i prepotentieglioziosi.
Giorgio.
—
E come
—
—
Dovrebbero
fatto
con
lavorare, ma
Tajutodelle
il lavoro,quando fosse
macchine
e con
grande cu-
del benessere
dei lavoratori/si ridurrebbe ad
utile e piacevoleesercizio. Non vanno
un
a caccia
i signori?
fanno le corse, la ginnanon
ora
stica
che dimostrano
che il lavoro
e tanti lesercizii
muscolare
è una necessità ed un piacereper
tutti gliuomini
che sono sani e mangiano benet
Si tratta dunque di fare per la produzione quel
lavoro che fanno oggi per puro divertimento.
E
quantivantagginon risentirebbero i signoristessi
dal benessere generalee dalla progreditaciviltà I
ra
Guardate
esempio nel nostro paese : quei
ricchi,fanno i
pochi signoriche ci sono, sono
intanto le strade sono
brutte e
ma
princlpotti;
per
-99per noi ; l'ariacattiva che
dalle nostre case e dai pantani delle vicinanze
anche loro ; il colera,che viene
ammorba
sporeheper
esce
loro
come
gentilontane e si propaga per
nostra, colpiscespesso anche loro;la
a
scano.
nostra ignoranza fa si che essi pure s'abbrutiCome
potrebbero fare colle loro ricchezze
lumina
privatea bonificare il paese, a far le strade ^d ildi
la miseria
f)er
miseria
le adulterazioni
eviterebbero
? Come
dei generidi consumo
fruire
potrebbero usudi tutti i progressi
della scienza e dell'industria
f Tutte cose che quando fossero fatte col
di tutti si farebbero facilissimamente. E
concorso
la loro stessa vanità,come
può essere soddisfatta
quando la loro società si restringein pochif
contare il pericolo
nuo
contiE tutto questo;senza
.che arrivi loro di dietro
di una schioppettata
il
e
a una
siepe,e la paura di una rivoluzione,
che li riduca alla miseria
pensierodi una disgfrazia
ed esponga le loro famigliealla fame, al
Come
delitto, alla
come
prostituzione,
Vi
sono
esposte
le nostre!
Dunque vedete bene che non solo,col levar la
lediamo
i loro diritti,
noi non
roba ai signori,
facciamo
ma
loro
che i
un
gran
bene.
la capisconoe non
la
Signorinon
capirannomai, perchè vogliono comandare, e
che i poverisieno fatti di un'altra pasta;
credono
che ci possiamo fare noi? Se nftnci si voglioma
no
colle buone, tanto peggioper loro;
accomodare
E
vero
colle cattive.
Queste sono sante verità : ma è una
Beppe.
si potrebbe mo
difficileassai a farsi. Non
cosa
di far le cose
d'accordo,a poco a poco?
cercare
la roba a quelliche l'hanno, a patto peLasciamo
le paghe e ci trattassero
rò che aumentassero
ci si accomoderanno
—
come
uomini.
Cosi, gradatamente,potremmo
mettere
-soda
parte qualche cosa, comprare /^nché/
noi un pezzo di terra al sole,e poi, quanflofosf
simoproprietariitutti,mettere ogni cosà in co^
fare come
volta, che diceva
Ho
inteso uno, una
qualche cosa di simile.
Giorgio. Sentite: per far le cose d'accordo
ci sarebbe che uà sol mezzo,
non
quello che i
alle
si persuadessero a rinunziare
proprietarii
loro proprietà; perchè è certo che quando uno iu
dà una
si ha bisognodi levargliela
cosa, non
per
forza. Ma a questo non
c'è da pensarci, voi lo
mune
dici tu.
e
~
sapete.
Fino a che vi sarà la proprietàindividuale,
cioè fino a che la terra e tutto il resto, invece di
pronio^
apparteaere a tutti,apparterràa Tizio o a Semvi sarà sempre miseria,anzi più si andrà
viduale
indiinnanzi e più si starà male. Colla proprietà
ognuno
cerca
di
tirare
non
mulino, ed i proprietarii
solo
l'acqua al
cercano
suo
di dare
si fannoTa^
che possono, ma
guerra anche tra di loro. In generale,ognuno
ilpiù che può,
di vendere la sua mercanzia
cerca
di comprae ogni compratore da parte sua
cerca
re
che
al minor prezzo possibile.
succede?
Allora
al lavorante
il meno
I proprietarii,
i negozianti
i fabbricanti,
piùricchi,
mezzi per fabbricare e comprare
siccome^hanno
airingròsso,
per provvedersi di macchine,
per
che si
di tutte le condizioni favorevoli
profittare
corra,
producono sul mercato, e per aspettare,ove ocil momento
opportuno per la vendita, o
po,
magari per vendere a perditaper qualche temal
finiscono col ridurre alla liquidazione
o
fallimento i proprietarii
ed i negoziantipiù dein mano
cadono in povertà,
boli,i qualidi mano
andare a lavorare a
e debbono, essi o i loro figli,
Cosi (èuna cosa che si vede ognigiorno)
giornata.
i padroniche lavorano,da soli o con pochi^ope-
-31,
\
?
lotta \
officine debbono, dopo una
raì, tftpiccole
voro
lachiuder bottegae andare
a
cercar
doIoì^cÈ^a,
nellegrandi fabbriche; i piccolipropriea pagar le tasse,
tarii,chignonriescono nemmeno
ai grandi
debbono
fendere casa e campicello
che se quale cosi via via. In modo
proprietàrii,
che
di buon
proprietario
cuore
volesse
migliorare
la condizione dei suoi lavoranti,
eglinon farebbe
altro che mettersi in condizione da non poterpiù.
sostenere
la concorrenza
e dover fallire.
D'altra parte i lavoranti,spinti dalla fame,
debbono
farsi la concorrenza
me
tra di loro,e siccoci soiio più braccia disponibili
ch^ richieste
di lavoro (non giàperchè il lavoro non
rebbe,
occorrema
perchè i padroni ijon hanno interesse
a far lavorare di più)così debbono
strapparsiil
pace di bocca l'un l'altro; e se tu lavori per guadagnare
due,trovi sempre quelloche lavorerebbe
pur di guadagnare uno.
sgrazia.
didiventa una
In tal modo, ogni progresso
S'inventa
resta senza
lavoro
una
un
subito
macchina:
di operai, i
gran numero
nuova
non
quali,non guadagnando,
e quindi indirettamente
altri ancora.
molte terre
e
In America
si produce
possono
re,
consuma-
levano il lavóro ad
coltura
si mettono
a
molto grano : i proprietari
di là,senza
occuparsi,questo s'intende,se
in America
il proprio
la gente mangia secondo
il graappetito,per guadagnare di più mandano
no
in Europa. Qui il grano ribassa,ma i poveri,
invece di star meglio, stanno
peggio, perchè i
nienza
trovandovi più la loro convenon
proprietarii,
il grano così a buon
mercato, non
con
vare
fanno più coltivare la terra, oppure fanno coltisolo quellapiccolaparte dove il suolo è più
stano
e perciògran parte dei contadini reproduttivo,
disoccupati,n grano costa poco, è vero.
'^mala povera gentenon
quei
guadagna nemmeno
pochi, che ci vogliono per comprarlo.
Ah! ora
capisco.Io avevo
Beppe.
inteso dire
far venire il grano di fuori,
che non
volevano
il rifiutare
sembrava
una
e mi
grande birbonata
che i signori vocosi la grazia di Dio; credevo
lessero
la
che
affamare il popolo. Ma ora veggo
—
loro ragione l'avevano.
Giorgio,
viene, è male
—
allora, non
la roba
No,
no,
per un
temendo
perchè,
altro
verso.
la concorrenza
se
il grano
non
I proprietarii
estera,
quanto piace a loro, e...
Dunque?
Beppe.
Giorgio. Dunque? dunque l'ho detto
dono
ven-
—
bisogna
tutto In comune
mettere
a benefizio di tutti.
ventano
Allora, più roba c'è,e più si sta bene. Se s'inmacchine, o si fabbrica di più ó
nuove
i casi, ed è sempre
si lavora
secondo
meno,
tanto di guadagnato ; e se in un paese hanno, par
noi e
a
esempio, troppo grano e ce lo mandano
noi mandiamo
aglialtri quellecose che avanzano
a noi, sarà tutto benessere
acquistato per noi e
per glialtri.
si facesse a
0 dimmi
e se
un
Beppe.
po'...
coi proprietarii?
Essi metterebbero
ra
la termezzo
e il capitale,
e noi il lavoro; e
poi si spartirebbe
il prodotto.Che ne dici?
Giorgio. Prima di tutto dico che se vorreste
spartire.voi,non vorrebbe spartireil vostro padrone.*
Bisognerebbe adoperar la forza, e tanto
ci vorrebbe
quanto per
per obbligarloa spartire,
farglilasciar tutto. Allora, perchè fare le cose a
di un sistema che lascia sase contentarsi
mezzo
sistere
ed il parassitismo,e che
inririgiustizia
generale della produzione, che
ceppa l'aumento
tanto necessaria?
è pure una
cosa
Poi domando, con che diritto alcuni uomini.
—
—
—
:
—
83
—
si dovrebbero prenderela
lavorare,
quelloche producono tutti i lavoratori?
ftenza
di
me
vi ho
solo bisognerebbe
detto, non
dare la metà del prodottoai padroni,ma lo stesso
prodotto totale sarebbe di molto inferiore a quello
che potrebbe essere;
perchè quando esiste la
proprietàindividuale,la produzione è inceppata
renza
e fuorviata dall'interesse
privato, dalla concor-
E,
come
dalla
di organizzazione,
e cosi
di quel che si fasi viene a produrre molto meno
rebbe
e
quando il lavoro fosse fatto in comune
e
mancanza
dall'interesse generaledei produttori e
ei consumatori,
E la stessa cosa che per alzare
Snidato
ci si provano uno
dopo
ci riescono,né ci riuscirebbero
Taltro e non
se
tutti insieme
ei si mettessero
ma
ognuno tirasse
di contrariare glisforzi
per suo conto e cercasse
deglialtri.Invece due o quattro persone, che agii loro
~^cano
contemporaneamente combinando
sforzi e servendosi di leve ed altri arnesi opportuni,
un
masso:
cento
uomini
si mette
fatica. Se uno
a
chi sa se ci riesce in un'ora; dieci
fare uno
spillo,
uomini insieme ne fanno migliajae migliajaper
giorno.E più si va innanzi, più si scoprono
mune,
macchine, e più il lavoro deve essere fatto in co-
lo alzano
senza
i nuovi
voglionomettere a jfrofitto
progressi.
A questo proposito
vogliorispondere ad una
se
si
obbiezione, che ci fanno molto
di sovente.
Gli economisti
(che sono certa gente,la quale
di scienza,
pagatao no, mette insieme, sotto il nome
una
quantitàdi corbellerie e di menzogne per
vere
che i signorihanno il diritto dì vidimostrare
sul lavoro deglialtri)
glieconomisti e tutti
i sapientoni
a panciapiena dicono spesso che non
che i proprieè vero che la miseria c'è a causa
tariisi pigliano
ogni cosa
per loro,ma
perchò
^
~S4-
prodottisono
V
pochi,e
per fare star
bastano
non
tutti bene. Dicoif)cosi,per conchiudere
che della
miseria nessuno
ci ha colpa,e che non occorre
né giova,rivoltar sii II prete vi tiene docili e
sommessi, dicendovi che tale è la volontà di Dio;
ra.
glieconomisti dicono che tale è fa leggedi natuMa non
bensì die i proci credete : è vero
dotti
attuali deiragricoltura
e deirindustria
rebbero
saìnsuflScienti per dare a tutti un
mento
nutribuono ed abbondante
e tutti quegliagi di
oggi godono appena pochissimi; ma questo è
colpa dell'attuale sistema sociale,perchè i padroni
si curano
delFìnteresse generale, e
non
fanno produrresoltanto quando ci hanno il loro
cui
tornaconto,
e
spesso
anche
distruggono
le
cose
evitare il ribasso dei prezzi.
Infatti,
vedete che mentre dicono che c'è poca roba,
non
poi lasciano tante terre incolte e tanti operai
prodotteper
senza
Ma
lavoro?
ecco
-
che vi
anche
rispondonoche
se
tutte
tutti gli uomini
la
lavorassero coi migliorisistemi conosciuti,
miseria ritornerebbe lo stesso,perchè,la produttività
della terra essendo limitata,e gli uomini
si
grandissimo di figli,
potendo fare un numero
arriverebbe prestoa un punto in cui la produzione
ria,
dei generialimentari resterebbe stazionala popolazionecrescerebbe indefinimentre
le terre fossero
messe
a
coltura
la carestia con
e
Perciò, dicono,
l'unico rimedio ai mali sociali è che i poverinon
soltanto quei pochi,
facciano figli,
o ne facciano
4:amente,e
essa.
che possono allevare discretamente.
Molto ci sarebbe da discutere su
questa questione
in quanto riguardail lontano avvenire. V'è
che l'aumento
chi sostiene,e con buone ragioni,
limite nella natura
trova un
della popolazione
stessa,senza
di ricorrere afreche vi sia bisogno
-36-
"^ventare
troppo numerosa,
allora ftolosarebbe
il
che vìvranno in quell'epoca,
per gliuomini
limite nella procreadi pensare ad imporsiun
zione.
Ma questo limite dovrebbero
imporselo
di
tutti,senza eccezione per un piccolonumero
caso,
uomini, i quali,non
di vivere
nella
lavoro degli altri,vorrebbero,
Del
soli,avereàl diritto illimitato di far figli.
mite
resto, fino a che vi saranno
poveri,questi il lilo imporranno
nella procreazionenon
se
mai, sia perchènon hanno altra giojache quella
di generare, sia perchè non possono pensare alla
assoluta dei prodotti,
scarsezza
quapdo hanno
sotto gliocchi una causa
ria,
più immediata di misecioè il padrone che si fa la parte del leone.
Più uno
è disgraziato,
mani,
più uno e incerto del doe più è naturalmente
curante.
imprevidentee nonSolo quando tutto sarà di tutti,e tutti
soffrissero egualmente se vi fosse scarsezza
di
alimenti,solo allora gliuomini potranno,ove sia
un
necessario,imporsivolontariamente
limite,
riuscirebbe ad imporre
che nessun
potereumano
abbondanza
.
contenti
col
^
per forza.
alla questionedella divisione del
Ma torniamo
ed il lavoratore. Che
prodottotra il proprietario
dareste a quelliche non
lavoro ? i
hanno
cosa
fino a che sono
non
proprietarii,
proprietarii,
bbbligatiad impiegare la gente
possono essere
di cui non hanno bisogno!
Questo sistema,che è chiamato pariecipazioìie
a mezzadria^ ci stava altravolta,
per illavoro dei
campi, in molte partidelFEuropa meridionale,
e ancora
oggi ci sta in qualche parte d'Italia,
in Toscana. Ma a poco a poco è andato spacome
rendo
di
anche
i
e sparirà
Toscana, perchè proprietarii
trovano più vantaggioa far lavorare a
Oggi poi,colle macchine, coiragrieolgiornata.
DigitizedbyVjOOQl'
tura scientificae colla roba che viene di fuori,\
adottare
la grande coltura coi lavoranti a salario
è diventato
necessità ;
una
vera
pei proprietarii
lo faranno a tempo saranno
ri
e quelli che non
dotti alla miseria dalla concorrenza.
In conclusione, per non
farvela più lunga, se
si continua
il sistema
con
attuale,si arriverà a
sem
questi resultati: la proprietàsi concentra
è grada
a pochi,e il lavorante
pre più in mano
tamente
gettatosul lastrico dalle macchine e dai
accelerati di produzione. Cosi avremo
metodi
pochi grossisignoripadroni del mondo, pochi
lavoranti addetti al servizio delle macchine, e
gnori.
poi domestici e birri per servire e difendere i sidi fame, o vivrà di
La massa,
o morirà
S'incomincia a vedere fin da ora : la
elemosina.
glioperai senza lavoro
piccolaproprietàsparisce,
signori,per paura
questagente che morrebbe
ed i
aumentano,
di tutta
o
per
pietà
di fame, organizzano
ed altre opere
co
le uncino economiche
siddette di U ^neficenza.
ridotto a mendicare
Se il popoio non vorrà esser
un
piattodi minestra alla porta dei signori
altra volta alla porta dei
come
o del Liunicipio,
: impossessarsi
conventi,non ha che un mezzo
della terra e delle macchine, e lavorare per prò
prieconto.
Ma se il governo facesse delle buone
Beppe.
leggiper obbligarei signoria non far sofi'rirela
povera gente ?
Giorgio. Siamo sempre da capo. Il governo
c'è dubbio che i siè composto dai signori,e non
gnori
vogliano far delle leggi contro di loro. E
i poveri, perquandogiungessero a comandare
.chè far Je cose
e lasciare ai signoritanto
a mezzo
da poter poirimetterci il piede sul collo?
in mono
Perchè, voi lo capitebene, dovurque vi sonoric—
—
/
chi
cas-
poveri,i poveripossono schiamazzare un
ma
momento, in tempo di sommossa^
poi sono
e
i ricchi che finiscono col comandare.
i
Perciò,se riusciamo a essere
per un momento
leviamo subito la roba ai ricchi,e così
più forti,
di far ritornare le
questinon avranno
più mezzo
sempre
cose
prima.
come
Ho bell'e capito.Bisogna fare una
Beppe.
buona repubblica.Far tutti pari,e poi chi lavora
mangia e chi non lavora si gratta la pancia...
Ah! mi dispiaceche son vecchio. Beati voi giovanotti
bei
che vedrete questi
tempi.
Giorgio. Adagio,amico. Voi per repubblica
intendete rivoluzione sociale,
chi
e quindi,per
avete perfetsa comprendere il vostro pensiero,
tamente
vi
ragione.Ma
esprimetedi molto male,
niente affatto
significa
perchè repubblicanon
quelloche intendete voi. Mettetevi in mente che
è un governo
tale e quale come_
la repubblica
questo che ci sta ora, solamente invece di uh re
ci sta nemci sta un presidente,
o magari non
meno
il presidente
i ministri.
e fanno ogni cosa
—
—
il re, il governo
si chiama
pubblica,
resempre
la tortura,
ci fosse pure l'inquisizione,
la schiavitù ! Se poi volete la repubblicabella
dicono di volerla fare in Italia,alla
bella,come
del re dovete aggiungerei seguenti
soppressione
di due camere,
cambiamenti
sarà
ce
ne
: invece
una
sola,cioè solamente quelladei deputati,ed
che hanno
il voto, invece di darlo solamente quelli
ranno
o sonno
quattrini
leggeree scrivere,lo datutti.
E non
c'è altro,sapete,perchètutto il resto,
come
per esempio quelladi non far più il soldato,
molte
di pagar poche tasse, di aver
scuole, d^
proteggerei poveri,sono tutte promesse che sa
Levato
ranno
mantenute...
se
piacerà ai signoridepu-
39
—
tati. E in quanto a promettere,non
c'è bisog
dei repubblicani,
perchè anctie ora, quando i
candidati hanno bisogno di essere
eletti,promettono
mari e monti, e poi,dopo eletti,chi s'è
visto s'è visto.
D'altronde son tutte chiacchiere ; fino a quando
ricchi e poveri,comanderanno
ci saranno
sempre
l ricchi. Ci sia la repubblica,o la monarchia, i
individualesafatti che derivano daUa proprietà
ranno
regola
sempre glistessi. La concorrenza
tutti 1 rapportieconomici,quindi la proprietàsi
in poche mani, le macchine
concentra
scono
sostituiridotte,
saranno,
glioperai, e le masse
vi ho detto,a morire di fame o a vivere di
come
Wemosina.
E poi già si vede. Di repubblichece ne sono
state e ce ne stanno tante,e mai hanno apportato
un
miglioramentonelle condizioni del popolo.
Guarda, guarda che sento ! Ed io
Beppe.
che si
che credevo che repubblicasignificasse
—
tutti eguali!
Giorgio.—ri repubblicanidicono
deve
essere
cosi,
e
si
poggianosu questoragionamento.In repubblica,
essi dicono, i deputati,che fanno leggi,sono
eletti da tutto il popolo;perciò,quando il popplo
tiiito
è contento,manda
e
non
deputatimigliori
s'accomoda: anzi,siccome i poveri sono la gran
maggioranza,in fondo sono essi che comandano.
i quali apMa il vero fatto è tutt*altro. I poveri,
punto
anche
perstizios
e
ignoranti superchèpoverisono
votano come
voglionoi pretie i padroni,
e
avranno
così,fino a che non
indipendenza economica, e coscienza
voteranno
sempre
chiara dei loro interessi.
avuto
la straordinaria
Voi ed io, se avremo
tortuna di guadagnare qualche cosa di più e di
poterciistruire un poco, potremo avere la
capa-
—
40
—
cita di comprendere ilnostro Interesse^ e la forza
di affrontare la vendetta
dei padroni; ma
la
la condizione
grande massa, fino a che continuerà
ed in faccia all'urna non
presente,no :
è Come
in rivoluzione,
che un uomo
coraggiosoe
vale cento uomini timidi,e trascina
intelligente
avrebbero
dietro di sé tanti che non
mai avuto
da loro stessi l'energia
di rivoltarsi.In faccia all'urna
quel che conta è il numero,
e, fino a quando
—
vi saranno
preti,padroni e governi,il numero
sarà sempre
pei preti,che dispensano l'inferno
ed il paradiso.,
peipadroniche danno e tolgonoil
che ha i gendare pelgoverno
mi
pane a chi vogliono,
per intimidire e gl'impieghi
per corrompere.
E non
lo sapete? Anche
oggi,in sostanza,,la^
maggior partedeglielettorisono poveri; eppure,
fanno quando debbono votare?
nominano
come
forse dei poveri,che conoscono
dere
e voglionodifeni loro interessi?
Che! questo si sa:
domandano
ah
Beppe.
il
padrone per chi debbono votare e fanno come
padrone vuole. D'altronde,se non fanno cosi, il
padrone li manda via !
Giorgio. Dunque lo vedete. Che cosa volete
quindi sperare dal voto universale ? Il popolo
al parlamento i signori,ed i signori
manderà
pre
sapranno fare in modo da tenere il popolo semignorantee schiavo come adesso; e quando
ci riescono,
vedessero che colla r.epubblica
non
tengono tutto in mano
per poterla fare andare
prestopresto a capitombolo.
v'è che un mezzo
solo ; espropriare
Perciò non
i signori
e dtiretutto al popolo.
Quando il popolo
vedrà che tutto è roba sua, e che
spetta,a lui
oramai il.
sapersiaccomodare
per star bene, al^
lora la roi)a se la saprà godere, e se la saprà
anche guardare»
—
^
—
^\
-41-
Beppe.
Lo credo iol Ma
—
però
i
tu
%
contadfhi^
intendono
la repubblicacome
dici che
sia. Anzi adesso capiscoche quelloche noi chiamiamo
mate
repubblicaè la stessa cosa che voi chiananzi
socialismo. Ma non
si potrebbe tirare incol nome
di repubblica?Che c'importadei
nomi ! l'essenziale è che si facciano le cose come
-non
,
•^
vanrfo fatte.
Giorgio. Quel che voi dite è giusto,però vi
è un pericologrande. Se il popolo continua
a
credere che la repubblicaè un
bene per lui,
quando arriverà il giornoche non ne potrà più
lo contentei repubblicani
ranno
e farà la rivoluzione,
cendo
e disubito,proclamando la repubblica»
che oramai si può tornare a casa e pensare
i deputati,
a nominare
perchè tutto prestopresto
—
.
sarà accomodato.
Il popolo,credulo come
cili
sempre, lascerà i futanto
e si sfogheràin suoni, canti e baldorie. Ini signori
si faranno tutti repubblicani,
venterann
ditutto cuore
ranno
per il popolo, dispenseun
un
po' di quattrini,
po' di vino e di
molte feste,
ranti,
pagheranno un poco meglio i lavoal potere.Poi, a poco
mandare
e si faranno
calmare la tempesta,e prepa
a poco, lasceranno
le forze per tenere a freno il popolo, il
reranno
qualeun giornosi accorgeràche ha sparso il suo
e che sta peggio di prima.
sangue per glialtri,
Invece, siccome avviene molto di rado che il
popolo si ribellie riesca vincitore, bisogna che
della prima occasione, e applichi
esso
profitti
subito subito il socialismo^non dando ascolto a
direttamente
pigliando
roba, occupando le case, la terra
chi parleràdi repubblicadovrà
promesse,
come
nel 59
nemico
e
: se
nel 60.
no, succede
possesso della
e le officine.E
trattato
un'altra volta come
essere,
1
-42-
Le pa ole pare che contino poco,
colle paroleche hanno burlato ed
.'
ma
è sempre
ingannato il
popolo!
Hai ragione; siamo stati tante volte
Beppe*
ed ora bisogna aprirebene gliocchi
sacrificati,
Ma però,un governo ci vuole sempre. Se non
si la a andare
c'è qualcunoche comanda, come
—
.
innanzi ?
Giorgio.
—
E
a
che
serve
Tesser
comandati
?
Perchè non potremmo fare da noi gl'interessi
nostri?
fa sempre
il comodo
Chi comanda
pre,
suo, e semsia per malvagità,tradisce
sia per ignoranza,
il popolo.Il potere fa montare
i fumi al cervello
è forse la
anche ai migliori;
e poi bisogna,ed
ragioneprincipaleper non voler comando, bispgna, dico,che gliuomini cessino di essere
pecore
si abituino a pensare ed a sentire fieramente^
della loro dignità
e della loro forza. Il comando*
degliuni educa glialtri all'obbedienza;
e, se ati
e
si
sa
potesseavere un gpverno buono, esso
rebbe più corruttore,più debilitaiite
che uji verno
go-
che
cattivo ; e,*durante il dominio
dei
0
suo
suoi immediati
successori, sarebbe più facile
che jnai un colpo di stato,che distruggai miristabilendo privilegi
e
glioramantiacquisiti,
tirannie. Per educare il popolo alla libertà ed
alla gestione
dei suoi interessi,
bisognalasciarlo
fare da sé ; fargli
sentire la responsabilità
dei
suoi attinel bene o nel male che gliene deriva.
Farà male molte e spesse volte,ma, dalle conseguenze
che ne risentirà,
capiràche ha fatto male,
vie ; senza
contare che il male,
e tenterà nuove
che può fare un popolo abbandonato
a sé stesso,
è la millesima partedi quelloche fa il più
non
benignodei governi.Perchè un bambino impari
a camminare, bisogna lasciarlo camminare,
e
meno
inteso parlare,finiranno,•anche
i
più in
di natura
ed i migliori, col credersi
telligenti
superiore,col costituirsi in casta e coiroccuparsi
nerlo
del popolo solo quanto basta per sfruttarlo e tea
treno.
dunque meglio e più sicuro che noi
provvedessimo da noi stessi ai nostri interessi ;
Sarebbe
cominciando
dalle cose del nostro comune
e del
di più,e poi
nostro mestiere, che nói conosciamo
tutti
di mano
d'accordo
in mano
mettendoci
con
glialtri mestieri e paesi,non boIo d'Italia ma di
telli,
tutto il mondo, perchè gliuomini
tutti frasono
ed hanno interesse a volersi bene
ed aiutarsi
tutti. Non ti pare ?
venti,
Beppe.
Eppure mi persuade. Ma, e i malvii ladri,1 prepotenti?come
si farà?
Prima di tutto quando non
vi sarà
Giorgio.
—
^
—
più miseria
ignoranza tutti questi malviventi^
vi saranno
non
più. Ma poi,ancorché ve ne fosse
qualcuno, vi è bisogno per questo di tenere un
buoni da
polizia?Non saremmo
governo ed una
noi a mettere
chi non
a dovere
rispettaglialtri?
e
Soltanto, non
dei rei
e
li strazieremmo,
degliinnocenti
; ma
si fa adesso
in poli metteremo
sizione
come
di tutto
e faremo
poter nuocere,
sulla diritta via.
per riportarli
smo,
Dunque, quando ci sarà il socialiBeppe.
tutti saranno
vi safelici e contenti,e non
ranno
più miseria, odii, gelosie,prostituzione,
di
non
—
ingiustizie?
cità
Giorgio. Io non so fino a che punto di felipotrà giungere l'umanità ; ma son convinto
che si stara tutti il meglio possibile,
cherà
e che si cersempre di miglioraree di progredire:e i
taggio
miglioramentinon saranno
più come
oggia vandi pochi e a daano di molti,ma
saranno
a
guerre,
—
benefizio di tetti.
Beppe.
Magari
—
I
ma
quando sarà questo f to,
andrà"
vecchio, e ora che so che il mondo
non
senza
così, mi dispiacerebbe di morirò
sempre
visto almeno
giorno di giustizia.
avere
un
Giorgio. Quando sarà ? che ne so io. Dipende
son
—
da fare per aprire gli occhi
più ci daremo
alla gente, e più presto si farà.
anni or sono
Un bel passo già si è fatto. Mentre
ed erano
pochissimi predicavano il socialismo
da matti,o da arruffoni,oggi
trattali da ignoranti,
l'idea è conosciuta da molti; ed i poveri,che prima
si
in
rivoltavano
soffrivano
o
spinti
pace,
da
noi
:
dalla fame ma
coscienza
delle cause
dei
e
senza
rimedii dei loro mali, e si facevano ammazzare
o
si ammazzavano
tra di loro per conto dei signori,
il
si
in
tutto
mondo
s'intendono
agitano,
oggi
tra di loro, si rivoltano con l'idea di sbarazzarsi
contano
dei padroni e dei governi,e non
più che
finalmente
sulle proprieforze,avendo
ciato
incominin cui si dividono
a capireche tutti i partiti,
tutti
egualmente loro nemici.
la propaganda, ora che il momento
Attiviamo
è buono; stringiamocitra di noi, che abbiamo
capito la questione ; soffiamo nel fuoco che cova
in mezzo
alle masse
contenti,
di tutti i mal; profittiamo
i
signori,sono
di tutti i movimenti,
di tutte le rivolte;
diamo
un
colpo vigoroso,non abbiamo
paura, e/
andrà
la
baracca
all'aria
presto presto
borghese
ed il regno della libertà e del benessere
sarà iùcominciato.
badiano a non
fare i
Sta bene, ma
Beppe.
la roba
conti senza
l'oste. Levare
ai signori, è
—
le guardie
presto detto, ma ci sono i carabinieri,
di P. S., i soldati;e, adesso che ci penso, ho paura
i
che le loro manette,
loro vetlerli,i loro cannoni
sieno fatti,
più che per altro, proprio per
questo: per difendere i signoria
byGoogl.
-46-
Giorgio. Questa è
Beppe, che la poliziae
che si sa, mio
caro
Tesercito
ci stanno
per
te
assicurare la trantenere
a freno il popolo ed
quillità
dei signori; ma
i fucili ed
se essi hanno
i cannoni, non
è mica detto che noi dobbiamo
far
la guerra con le mani in mano.
I fucili sappianolo
l'audacia
o con
spararlianche noi e con l'astuzia,
la polvere,
possiamo procurarceli; poi vi sono
la dinamite e tutte le materie esplosive,
le materie
incendiarie e mille arnesi che, se in mano
al
la
tenere
schiava
gente, iu
governo servono
per
al
mano
tà.
popolo servono
per conquistarela liberLe barricate,le mine, le bombe, grincendii
i mezzi cpn cui si resiste aglieserciti,
sono
e noi
ci faremo pregare per servircene. Si sa bene;
non
si fa mica con Tacqùa santa e
la rivoluzione non
le litanie.
con
D'altra parte, considerate che i poveri son^fc::^^
rimnaensa maggioranza,e che se arrivano a ca^
piree gustare i vantaggi del socialismo, non yi
che possa costringerli
a restare
e forza al mondo
stanno. Considerate che i poveri sono
come
quelli
—
/
cosa
producono tutto,e che, se solo una
parte importante di loro sospendesse il lavoro,
avverrebbe
tale uno
ne
sfacelo,tale un
panico
che
la rivoluzione s'imporrebbe subito come
unica soluzione possibile.
Considerate pure che
i soldati,in generale,
essi stessi dei poveri,
sono
obbligati
per forza a far da sbirri e da carnefici
visto e
ai loro fratelli,
e che non
appena avran
prima in
capitodi che si tratta simpatizzeranno,
vi
e
segretoe poi apertamente,per il popolo
persuadereteche la rivoluzione nou è poi tanto
difficilequanto può parere a prima giunta.
L'essenziale è di tener sempre
i)resenteTidet
è necessaria,di esser
che la rivoluzione
sempr©
d
i
continuam^eute...
a farla, prepararcisi
disposti
che lavorano
e
—
—
e
47
—
dubitate che l'occasione,spontaneao pr"v
non
mancherà
di presentarsi.
Tu dici cosi ed io credo che tu aJ)bi
Beppe.
ragione. Ma vi sono anche quelliche dicono che
la rivoUizione non
si maturano
serve, e che le cose
da loro. Che te ne pare?
lismo
Giorgio. Dovete sapere che da che il sociasi è fatto potente,edìborghesi, vale a dire
i signori,
ad aver
hanno incominciato
sul
pauM
serio, si stanno tentando tutte le vie per stornare
la tempesta ed ingannare il popolo.TuttrTianno
incominciato
a dire che
sono
socialisti,fìmun*o
che specie di
e vi lascio pensare
grimperatorf...
)ai nosocialismo hanno messo
insieme. Di mezz
stri
stessi compagni sono
anche usciti, purtroppo,
Tocata,
non
—
—
dei traditori che,
allettati
dairiraport^nza
loro per attirarli,
e dai vanche potevano ottenere abbandonando
li
^^^taggi
s
i
messi
causa
a
rivoluzionaria, sono
predicare
le vie legali,
le elezioni,le alleanze coi paitili,
fattiun posto
che essi dicono affini,
e cosi si sono
da matti o
in mezzo
alla borghesia e trattano
recchi
che voglionofar la rivoluzione. Papeggio quelli
continuano
vo
a dire che la rivoluzione
intanto... vogliono
gliono farla essi pure, ma
che i
borghesidavan
"**"
essere
.
nominati
deputati.
Quando qualcuno vi dice che la rivoluzione non
dei d put *ii
è necessaria,o vi parladi nominare
e dei consiglieri
comunali,o di far causa cumune
con
upÀ frazione qualsiasidella borghesia,se è
cate
voi, cerun
cotnpagno vostr ", che lavora come
è
di persuaderlodel suo errore
; se invece
un
borgheseo
uno
che vuol trovar
borghese,consideratelo
come
modo
di
nemico
per la vostra strada.
Basta; un'altra volta parleremopiù a
A rivederci.
queste questioni.
ventar
die
tirate innanzi
^
Digitized
by
lungodi
d
t
V^OOglC
]
_
—
48
—
contento che.
li hai fatto capiremolte cose die, adesso che me
le hai dette, mi pare impossibile
le
come
non
avessi pensate prima. A rivederci.
3ppe.
Beppe.
non
uà
A riveclerci;
e
—
son
Aspetta;giacchéci siamo, tanto per
—
lasciarci a becco asciatto, andiamo
bere
a
gòtto,ed intanto ti dom.inderò
qualche altra
cosa.
Tutto quelloche hai detto, io Tho
poi ci penserò sopra e cercherò da me
mi
persuadermi m^i^lio.Ma tu non
capito...e
stesso di
hai
detto
di quelleparoledifficili,
che sento
quasi ness^una
e'
dire sempre
quando si pirla di queste cose,
che m'imbrogliauo il capo perche non
ci xiapisco
nulla. Per esempio, ho inteso dire eh[ivoialtri
siete comunisti,
lettivisti
internazionalisti, colsoclalisii,
anarchici, e che so io. Si può sapere
'
precisamente cne significano
queste parolee che
cosa
siete davvero
?
mandarmi
Giorgio. Ah ! giusto,avete fatto bene a dosarie
necesquesto, perchè le parole sono
ma
quando
per intendersi e distinguersi,
una' grande
si capiscono bene, generano
non
—
confusione.
Dunque dovete sapere che i socialisti sono
quellii quali credono che la miseria è la causa
a
e che: Ano
prima di tutti qurUitii mali sociali,
vi
non
quando non si sarà distrutta l?iRiseria,
sarà modo
di distruggerené l'ignoranza, né la
né la proschiavitù,nò l'ineguaglianza
politica,
stituzione
nò alcuno
di tutti quei mali, che
mantengono il popolo in così orribile stato,e che
nulla di fronte alle sofferenze che
vengono direttamente dalla miseria stessa. I socialistierodono clie la miseria dipende dal fatto
pure
sono
un
?
-?"
.
.
Digitizedby
VjOOQ!'
«-N^
-.49che la terra
e
ne
e
tutte le materie
tutti glistrumenti
•
.
.
prime, le uS^chi-
di lavoro
appartengoàoa
pochi individui, i qualidispongono perciò àeìtK
e^
di tutta la classe lavoratrice,
vita e della morte
in continuo
solo contro
si trovano
non
stato di lotta
i
e
di
renza
concor-
proletarii, cioè quelli
anche
tra di loro
tengono niente, ma
Tun l'altro la proprietà.
I
stessi per strapparsi
la proprietà inche abolendo
socialùti credono
dividuale/cioèla causa, si abolirà nello stesso
tempo anche la miser a che ne è l'effetto.E questa
proprietàsi può e si deve abolire,perchè la
della ricchezza
produzione e la distribuzione
che
non
debbono
esser
fatte secondo
l'interesse attuale
detti
rispettoper i cosid-
nessun
degliuomini, senza
dirittiacquisiti,
cioè
'^
i privilegi
che i signori
che i loro antenati
d'adesso si arrogano, colla scusa
furono più lorti,o più fortunati,
o più birIjanti,
0, sia pure, più laboriosi e più virtuosi
deglialtri.
Dunque,
eialista
che non
ricchi e
Anni
a
intendete bene, spettail nome
tutti coloro che vogliono che
di 50la chezza
ric-
sociale serva
a tutti gliuomini, e vogliono
vi sieno
più proprietariie proletari!,
poveri,padroni e sottoposti.
stava
or sono, questa era
una
cosa
intesa,e badirsi socialista per essere
perseguitatoed
i qualiavrebbero voluto piutodiato dai signori,
tosto
che ci fosse
di assassini che un
sol socialista. Ma, come
già vi ho detto,quando
i signori
che lo vogliono diventare, videro
e quelli
che, malgrado tutte le loro persecuzionie
camminava
il
le loro calunnie, il socialismo
e
popoloincominciava ad aprire gli occhi, allora
un
milione
che
bisognava
d'imbrogliare
{)ensarono
molti
questione
per poter meglioingannare,*^
cercare
a
tra di loro incominciarono
e
a
dire che
essi pure
/
—50
—
ile
socialisti,
ei^tfìio
perchè essi pure volevano il bedel
popolo,essi pure capivanoche bisognava
dicela miseria. Prima
o diminuire
distruggere
che la questionesociale,
cevano
cioè la questione
della miseria e di tutt^gli
vano,
altri raali'Che ne derinon
esisteva;oggi poi,che il socialismo fa
loro paura^ dicono che è socialista chiunque studia
detta questionesociale,quasiché si potesse
chiamare
medico colui il quale studia una
lattia,
macolllntenzione di guarirla,ma
eoa
non
quelladi farla durare.
Così oggi voi trovate persone, che si dicono
in mezzo
ai" repubblicani,
ai reatisti,
socialisti,
ai clericali,
in mezzo
agliusurai, ai magistrati,
ai poliziotti,
cialismo
dappertuttoinsomma/, ed il loro sopoi consiste nel tenere a bada il popolo,
o nel farsi nominar
deputati,promettendo cose
che, anche a volerlo, non potrebberomantenere.
Vi sono certamente, in mezzo
a
questi falsi
fede e credi quelliche sorto in buona
dono
socialisti,
f
davvero di far bene ;
che v'importa
ma
—
Se uno, credendo
di farvi del bene, vi ammazza
di bastonate,voi dovete innanzi tutto pensare a
il bastone di mano,
buone intenzioni
e le sue
levargli
gli
potranno servire, tutto al più,a non fargli sarà
rompere il capo, quando il bastone
stato tolto.
mandate
Perciò,quando uno vi dice che è socialista^doduale,
indivise vuole abolire la proprietà
0, a farla breve, se vuole levare,si o no,
in comune
la roba a chi ce l'ha per melterla
a
tutti.Se si,e voi abbracciatelo come
se
fratello;
da
no, e voi mettetevi in guardia,perchè avete
fare con un nemico.
Dunque tu sei socialista ; questal'ho
Beppe.
e colletr
capita.Ma che vuol dire poi comunista
'
—
tivistaì
-
52
-
odii tra i diversi paesi e l'accorrere della gente
nei luoghi più ricchi,è necessario
stabilire una
do,
perfettatra tutti gliuomini del monstingue
poiché sarebbe un lavoro del diavolo il diin un prodotto la parte che spetta ai
solidai'ietà
e
SUOI
diversi fattori
facciamo
invece
quello che hai fatto tu
una
confondere con
quelloche ho fatto io,lavoriamo
di starci
e
—
a
cosa,
tutti
o
tiamo
met-
in comune.
Cosi ognuno
darà
alla società tutto quello che le sue
forze glipermettono
di dare fino a che non
vi sieno prodotti
sufficienti
pigtierà tutto
per tutti; ed ognuno
opfni
cosa
quello che gli òisog"ia,limitandosi, sHnteìUle,in
si sarà ancora
quelle co^ per le quali non
tuta
pol'abbondanza.
raggiungere
prima mi devi spiegare che
Beppe. —Piano:
la parola solidarietà,perchè hai detto
signilica
che vi deve essere
tra tutti
solidarietà perfetta:
gliuo^mini,ed io, bene bene, a dirti la verità,
l'ho capita.
non
Ecco: nella vostra famìglia,
Giorgio.
per
stri
esempio, tutto quelloche guadagnate voi, i volo mettete
vostra moglie, i vostri figli,
fratelli,
tutto in comune:
poi fate la minestra e
mangiate tutti,e se non ce n'è abbastanza, vuol
dire che vi stringetela pancia un
poco tutti.
Ora, se uno di voi ha una fortuna, o trova a guadagnare
di più,è bene per tutti;se invece uno
lavoro o cade
resta senza
malato, è male per
tra di voi quegli che
tutti,
perchè certamente
lavora mangia lo stesso alla tavola comune,
non
è causa
anche
di spese
e quegliche sta malato
maggiori.Così avviene che nella vostra famiglia,
—
di levarvi il lavoro e il pane
voi cercate di ajutarvi,
Tun Itìtro,
perchèil bene
il male di uno
di uno
è il
è il bene di tutti,
come
male di tutti.Cosi si allontanano Tedio e l'invi*
invece
di
cercare
^
dia
e
53
V
-
sì sviluppaquell'affetto
che
reciproco,
non
esiste mai
in
una
famigliain
cui
"
vece
in-
grih.-
teressi siano divisi.
Questa si chiama solidarietà. Si tratta dunque
di stabilire,
fra gliuomini
tutti,gli stessi rapporti
che esistono in una
i cui membri
famiglia,
si vogliano bene davvero,
Ho capito.Ora tornando
alla queBeppe.
stione
di prima, dimmi
tu sei comunista
se
o
collettivista.
—
Giorgio.
comunista, perIo, per me, sono
chè
amici,
pare che quando s'ha da essere
—
mi
torni poco conto di esserlo a mezzo.
Il collettivismo
lascia ancora
i germi delia rivalità e dell'odio.
Ma v'è di più. Se ognuno
potesse vivere
con
quelloche pro.luceeglistesso, il eollettioisarebbe
inferiore al comunismo,
^mo
sempre
perchè tenderebbe a tener gli uomini isolati e
letto,
diminuirebbe
le loro forze ed il loro af(juindi
Però
tanto quanto, potrebbe andare.
ma,
giare
siccom.e,per esempio, il calzolaio non può manscarpe, né il fabbro può nutrirsi di ferro,
non
e l'agricoltore
può far da sé tutto quello che
coltivare la teiTa
e non
può nemmeno
glioccorre
il ferro e quelliche
senza
glioperai die scavano
fabbricano
glistrumenti, evia discorrendo, così
sarebbe necessario
organizzarelo scambio fra i
di
conto a ciascuno
diversi produttori,tenendo
quelloche hu fatto. Allora avverrebbe necess.i*
rebbe
riamente
che il calzolaio,per esempio, cerchedi dare gran valore alle sue
scarpe, cioè
pretenderebbeper un paio di scarpe avere quanta
più roba vorrebbe, ed il contadino, da parte
possibile.Chi
potrebbe darglieneil meno
diavolo 'potrebbe
! ? Il collettivi'
raccapezzarcisi
quantità di
smOy mi pare, darebbe luogo ad una
e si ^presterebbe
questioni,
semi»i*e a molti im-
sua,
/:/
-'
^
—
54
—
lungo andare potrebbero farci toral punto di prima: perchè dovete sapere che
nare
ismeiterà d'imbrogliare,
fino a quanl'uomo
non
do
interesse
avrà
a farlo»
più
eglinon
dà luogo a nessuna
invece non
Il comunismo
orogll,che
a
del
e tutti usufruiscono
dittìcoltà:tutti lavorano
lavoro di tutti. Bisogna soltanto vedere
quali
sono
lo
che
cose
e fare
soddisfatti,
bisognano perchè
in modo
che
tutte
tutti sieoo
queste
cose
sieno abbondantemente
prodotte.
ci sarebbe
Sicché in comnxmUmo
non
Beppe.
bisogno di moneta?
tuisca
Giorgio. Né di moneta, né di altro che sostiNiente
altro che un
la moneta.
registro
delle coso richieste e delle cose
prodotte,per
la produzione all'aldi tenere
tezza
cercare
sempre
dei bisogni^
La sola difficoltàseria sarebbe se vi fossero'di
io v'ho già
molti che non volessero lavorare,ma
detto le ragioniper cui il lavoro, che oggi è una
piacere e nello
pena tanto grave, diventerà un
stesso tempo un obbligo morale, che solamente
un
pazzo potrebbe rifiutarsi di adempiere. E
vi ho detto pure che, a peggioandare, se per
che abbiamo
effetto della cattiva educazione
avuta, e per qualcheprivazionea cui si dovrebbe
società fosse orgasottostare prima che la nuova
nizzata
bene
in
e la produzione accresciuta
per
proporzione dei nuovi bisogni,se, dico, vi fossero
di quelliche non
sero
vogliono lavorare e ve ne fostanti da creare
be
imbarazzi,tutto si ridurrebdando
loro maa scacciarli dalla comunanza,
teria
e strumenti
per lavorare a conto loro. Cosi,
rare.
lavose volessero
a
mangiare,si metterebbero
si daMa voi vedrete che questi casi non
ranno.
—
—
Del resto,quello che
noi
vogliamo fare
per
—
55
—
del suolo,della ina-,
teria prima, deglistrumenti da lavoro, delle casa,
di tutte le ricchezze che esistono ora. In quanto
e
poi al modo di organizzarsie di distribuire la ^^
produzione, il popolofarà quelloche vorrà, tanto
più che altro è dire,altro è fare,e che solamente
si può vedere qual è il sistema
all'atto pratico
tezza
migliore.Anzi si può prevedere quasi con cerche in alcuni postisi stabilirà ilcomunismo,
in altri qualchealtra cosa:
in altri il collettivismo,
e
poi,quando si sarà visto chi si trova meglio,a
poco a poco, tutti quantiaccetteranno lo stesso
sistema.
L'essenziale,ricordatelo bene, è che nessuno
voler comandare
incominci
a
suglialtri,e ad
voro.
impadronirsidella terra e deglistrumenti da laA questo bisognastare attenti,per impedirlo,
se avvenisse, magari a colpi di fucile: il
da sé.
r^to
camminerà
E anche questa l'ho capita.Dimmi
Beppe.
adesso che cosa è V Anarchia.
senza
Giorgio. Anarchia
significa
governo.
Non vi ho detto io che il governo
ad
non
serve
altro che a difendere i signori,
e che, quando si
il
tratta degl'interessi
nostri, meglio è di badarci
da noi senza
che alcuno ci comandi?
Invece di
dei deputai e dei consiglieri
nominare
comunali,
che poi vanno
a fare e disfar- leggi,alle quali
ci tocca ubbidire, noi trattereri \no da nsA stefsi le
il da farsi;e, quando
cose
nostre, decideremmo
le nostre
ni
deliberazioper mettere in esecuzione
ci fosse bisogno d'incaricare qualcuno,noi lo.
,
di fare cosi e così e non' altriincaricheremmó
menti.
si possono
Se si trattasse di cose che non
slabilireprima, allora incaricheremmo
quelliche
ne
sono
capaci,di vedere, studiare,proporre; in
ogni modo niente sarebbe fatto senza la nostra
forza
è la
messa
in
comune
,
^
—
—
/
—
^olont;\.
Cosi
ì nostri
degliindividui
coui.uidiirci
su
;.
56
—
invece
delogiili,
cui JibhianK)
lutlo
le cose,
dalo
su
cui
di essete
il diritto di
piace ioi'O far
dello
fra
non
leggi,sarel^bero pe"i*sone scelte apposta e
le più capaci in ogni singola raccencia,'elio
avrebbero
dovere
di
nessuna
autorità
e
il
solaineute
rebbero:
eseguire quelloche gl'interessativor-
insomma
una
si incaricherebbie uno
di organizzare
le scuole, per esempio, odi tracciare
dei
strada, o di provvedere allo scambio
come
prodotti,
pajo di scarpe.
s
incarica
un
calzolaio di fare
un
Del resto, se volessi spieQuesto è ^anarchia.
garvi
dovrei
tutto,
parlaresu questo solo argomento
tanto tjuantoho parlatosu tutto il resto.
Un'altra
volta
parleremo a lungo.
Sta bene, ma dammi
intanto qualche
Beppe.
altra spiegazione.
Che vuoi? oramai mi hai messo
la vogliaaddosso !
Mi devi spiegarecome
mai potrei intendermi
un
io, che sono
povero ignorante,di tutte quelle
che chiamano
la politica,
e fare da me
cose
quello
che fanno i ministri ed i deputati.
stri
Giorgio. 0 che cosa fanno di buono i minied i deputati,
perchè voi abbiate a lamentarvi
di non
saperlofare?l Fanno le leggied organizzano
il popolo e gala forza per tenere sottoposto
rentire lo sfruttamento
esercitato dai proprietarii: ecco
mo
abbiatutto. Di questa scienza noi non
bisogno.
si occupano
E vero
che i ministri ed i deputati
ne
—
—
buone e necessarie;
pure di tante cose, che sono
mischiarsi di una
a protìttu
ma
cosa, per volgerla
di una
data classe di persone o per incepparnelu
non
sviluppo con regolamentiinutili e vessatorii,
gerisco
vuol dire farla. Per esempio,quei signorisi innelle cose
ferroviarie;ma per co-
—
struire ed esercitare
;iir:irtobisognodi
^ii Mzionisti
:
57
una
—
ferrovia
loro,come
bastano
non
v'è
non
v'è niente
bisogno de-
i meccanici
gl'ingegneri,
e
glioperai ed impiegatidi tutte le categorie,e
nistri,
questi ci resteranno sempre, anche quando micomdeputatied altri parassitisaranno
pletaihentespariti.
Cosi per la posta,per il telegrafo,
per la navi
oji/ione, per l'istruzione pubblica,
dali
per gli ospe:
tutte cose
che
sono
fatte da
lavoratori
di
e
telegrafici,
impiegatipostali
ugni sorta, come
uiJir.nai,maestri,medici, e nellequaliil
governo
tare.
c'entra soltanto per inceppare,
guastaree sfrut'
.
La
come
politica,
s'intende
e
si fa.dalla
gente
di governo, è per noi un'arte difficile,
perciièsi
occupa di tutte cose che, per noi lavoratori,roti
né di sale né di pepe, e perchè no ì ha
sanno
reali delle poporfiiUa che vedere cogl'interessi
Ilazioni,ch'essa si occupa soltanto d'ingannnroe
Se invece si trattasse di soddisiare,.
ai bisogni
del popolo,
nel mig ior modo
possibile,
putato
allora la cosa sarebbe ben più difficileper un deche per noi.
Infatti,che cosa volete che sappianoi deputati,
che stanno a Roma, dei bisognidi tutte le citia
che della
volete mai
e borgate d'Italia? Come
ha perdutoil suo
tempo
gente,che in generale
latino
col
e col greco, e lo perde ora con.pe^g ori
si
inutilità, possa intenderedegli interessi dei
varii mestieri f Le cose andrebbero altrimenti se
sogni
ognuno si occupasse delle cose che sa, e dei bi-
dominare.
che sente e che vede.
Fatta la rivoluzione,
bisognaincominciare dal
basso e andare all'alto.Il popolosi trova diviso
ed in ciascun comune
in comuni
vi sono i diversi
ohe subito,per l'effetto
deirentusiasmo
mestieri,
~
•
VjOOQIC
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/^
-58e
rimpulso della propaganda, si costituì
in associazioni. Ora, degrinteressì
del vo
sotto
ranno
del vostro mestiere chi se ne
in
tende meglio di voi?
Quando poi si tratterà di mettere d'accordo più
comuni, 0 più mestieri, i delegati
respettivi
porteranno
in apposite assemblee
i voti dei loro
mandanti
di armonizzare
i vari,
e cercheranno
bisognied i-varii desiderio Le deliberazioni sa
ranno
sempre soggetteal controllo ed all'appro
vazione dei mandanti, in modo
che non
c'è peri
colo che gl'interessi
del popolosieno posti
in oblio.
E cosi, di mano
si procederà fino alin mano,
l'acco
di tutto il genere umano.
Ma se in un paese o in un'associazione
Beppe.
v'è chi l'intende in un modo
chi in un
e
si fat Vincono quelliche sono
altro,allora come
di più,non
è vero ?
Giorgio. Per dirittono, perchè in faccia aiia
verità ed alla giustizia
conta nien
il numero
non
stro
comune
e
—
—
solo
ragione contro
si fa come
cento e contro centomila. In pratica
si
può: si fa di tutto per conseguirel'unanimità, e
quando questo fosse impossibile,si voterebbe e
vuole la maggioranza,oppure si
si farebbe come
te, è spesso
rimetterebbe
uno
può
avere
la decisone a terze persone che farebbero
da arbitri,salvo sempre
bilità
però l'invioladi uguaglianza
dei principii
e di giustizia
su cui si regge la società.
sulle qualinon si
Notate però che le questioni
potràmettersi d'accordo senza ricorrere al voto
saranno
0 all'arbitrato,
tanza,
poche e di poca imporvi
saranno
più le divisioni di
perchènon
interessi che vi sono oggi,perchè ognuno
potrà
il paese e rassociazioiie,
vale a dire i
scegliersi
compagni con cui meglio se la dice,e soprattutto
perchèsi tratterà sempre di decidere sopra cose
—
glistessi dissidenti
non
60-
saprebberopretendere
che la volontà di molti fosse sacrificata a quella
di pochi.
al di
Persuadetevi,al di fuori della solidari-età,
fuori delFamore, al di fuori della mutua
stenza,
assicompatirsi
e, quando occorre, del mutuo
v'è che la tirannia o la guerra
non
e sopportarsi,
siate sicuro però che, siccome
tirannia
ma
civile;
civile sonò cose che fanno male a tutti,
e guerra
arbitri dei loro
gli uomini, non appena saranno
la solidarietà,in cui
verso
destini,si avvieranno
soltanto possono realizzarsi i nostri ideali,
o per
essi la pace, il benessere
e la libertà universale.
Notate pure che il progresso, mentre
tende
a
solidarizzare sempre più giiuomini tra di loro,
tende anche
renderli
a
denti
più indipensempre
loro stessi. Per
a
e capaci di bastare
pra
esempio: oggi per viaggiarerapidamente soterra
bisogna ricorrere alle ferrovie^4etate,
qualirichiedono,per essere costruite ed eserci-
il concorso
ché
di gran numero
di persone ; sicciascuno è obbligato,
anche in anarchia, ad
adattarsi al tracciato,
all'orario ed alle altre regole
che la maggioranza crede migliore.Se però
che un
s'inventa una
locomotiva
domani
uomo
solo può condurre, senza
pericolon? per lui né
strada qualunque, ecco
sopra una
per glialtri,
che non c'è più bisogno di tener conto, in questa
giare
questione,del parere altrui,e ciascuno può viagdove
ed
all'ora
che
glipare
glipare.
per
che si potrebbero
E cosi per mille altre cose
si troverà il
fare fin da ora, o che in avvenire
di fare ; sicché si può dire che la tendenza
mezzo
del progresso é verso
un
genere di relazione tra
lidarietà
gliuomini che si può definire colla formula: soed indipendenza materiale.
morale
Va bene. Dunque tu sei socialista e
Beppe.
—
—
tra
61
—
i socialistisei comunista
anarchico.
e
chè
Per-
ti chiamano
anche internazionalistaì
I socialisti sono
stati chiamati
mGiorgio.
ter^fiazionalisti perchè la prima grande manifestazione
del socialismo moderno
è stata V Associazione
intemazionale
dei L avoratoH^ che per
si chiamava
U Internazionale.
abbreviazione
Quest'associazione, surta nel 1864, collo scopo di
unire
glioperaidi tutte le nazioni nella lotta per
un
l'emancipazioneeconomica, aveva al principio
molto indeterminato.
Poscia nel determina
programma
si divise in varie frazioni,e la sua
parte più avanzata giunse fino a formulare e propugnare
i principii
del socialismo anarchico, che
io ho cercato di spiegarvi.
associazione è morta, in parte perOra quest*
chè
in parte per le divisioni
perseguitatae proscritta,
intestine e per le varie opinioni che se
il campo. Da
essa
Uj© contrastavano
però sono
nati e il grande movimento
operajoche ora agita
Iil mondo, e i varii partitisocialisti dei diversi
\paesi,e ilpartito iàternazionale
socìalista-anarc?iico-rivoluzionario che ora si va organando per
dare il colpo mortale al mondo
borghese.
Questo partitoha per iscopo di propagare con
i principiidel socialismo
tutti i mezzi possibili
cessioni
anarchico; di combattere ogni speranza nelle convolontarie dei padroni o del governo
e
di risvegliare
nelle riforme gradualie pacifiche;
nel popolo la coscienza dei suoi diritti e lo spirito
ed
fare
la
di rivolta,e spingerlo
ajuturloa
mo
—
[
sociale,vale a dire
cioè il governo,
potere politico,
rivoluzione
distruggereil
a
e
a
mettere
in
esistenti.
chi ne accetta il proFa parte di questo pjirtito
gramma
insieme
e vuol combattere,
agli altri,
per la sua attuazione. 11 partitonon avendo capi
comune
tutte le ricchezze
^^
-62-
ed autorità di
tutto
essendo
specie ed
nessuna
tra
spo ntaneo e volontario
ciascuno
combattenti
serva
concausa,
per la stessa
pienalibertà di unirsi più intimamente con
che
chi meglio crede, di praticarequei mezzi
le sue. idee parcrede preferibili,
e di propagare
ticolari,
in
si
nulla
traddizione
conmetta
non
purché
per
col programmi
e colla tattica
rale
genedel partito
non
potrebbe più
; nel qual caso
del partito
considerato
essere
quale membro
stesso.
i
Perciò tutti quelli che accettano
Beppe.
fondato suU'accordo
—
socialisti-anarchici-rivoluzionarii
principii
membri
sono
di
questo partito?
Giorgio. No, perchè uno
—
d'accordo
nostro
col
può
tamente
perfet-
essere
programmi,
ma
per Faltra,
preferiredi
lottare di solo o d'accordo con pochi,senzi
trarre
convincoli di solidarietà e di cooperazione efil
fettiva con la massa
di quelli che accettano
può, per
uni
ragione
o
Questo pud anche essere un metodo
prosfr.imma
buono per certi individui e per certi fini immediati
tarsi
che uno
può accetpuò proporsi; ma non
metodo
come
generale,perchè l'isolamento
è causa
di debolezza e crea antipatiee rivalità là
dove si ha bisogno di affi'atellamento e di connoi consideriamo
c "rdia. In ogni modo
sempre
in
tutti
amici
che
come
e compagni
quelli
lunque
quamodo
combattono
per le idee per la quali
combittiamo
noi.
Vi possono essere
poi quelliche sono convinti
della verità dell'idea,
stanno
e nullamen
se ne
a
e isa loro, senza
occuparsi di propagare q lello
che credono
si può dire
giusto.A costoro non
che non
sieno socialisti e anarchici
d'idea, poiché
è ceno
noi ; ma
che debbono
come
pensano
.
avere
una
convinzione
molto
deboia
o
un
animo
'
-63
—
Sacco; perchè quando
molto
sé
affliggono
x-il3iliche
di
erede
conoscere
slesso
vede i mali tered i suoi simili e
uno
il rimedio
fine a
per metter
re,
può*fare,se ha un pò*di cuo-
questi mali, come
a starsene tranquillo?
Colui
ma
la verità
che non
conosce
lo è grandemente chi la
non
conosce
è
vole:
colpe^
fa
Tignornsse.
Hi
ragione,ed io appena avrò un
Beppe.
po' riflettutosu quelloQhe mi hai detto e mi sarò
per bene, voglioentrare anch« io nel
persuaso
partttoe mettermi a propagare queste sante veI
'•
ancho
rità
e se poi i signorichiameranno
me
dirò
loro cke vengano
birbante
e malfattore,
a
faccio io,e poi avranlavorare
e a soffrire come
no
dirittodi parlare.
se
come
—
—
dby
y;.v
Sociale
Biblioteca della Questione
P.
A.
i^li Anarchici
GoRi
Hamon
uomini
Gli
e
e
l'Art.
le teorie
Cent
248
del-
rAnarcliia
E.
Éeclus
mio
a
Canti
E.
Fra
Malatesta
DI
RITRATTO
Di
Jlion
prossima
MOST.
a,
Etievant,
P.
Kropotkin,
LA
Dirigere
alla
U.
contadino
fratello
Rivoluzionari
Anarciiici
'*
5.
"
5.
''
Contadini
MICHELE
5.
ANGIOLILLO
5.
"
10.
»'
10.
pubblicazione:
PESTE
RELIGIOSA.
DICHIARAZIONI.
LE
PAROLE
richieste,
Questione
DÌ
acompagnate
Sociale,
UN
RIBELLE.
da
Paterson
relativo
to,
impor-
New
Jeraey,
S. of America.
dby
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