TRUFFE INCHIESTE BARI 4 agosto TRUFFATORI SERIALI. E’ ALLARME L’ultimo, in ordine di tempo ma probabilmente anche il meglio congegnato, ha colpito anche professionisti e commercianti del settore dell’abbigliamento. Tra gli altri, il “nostro” Vito, che scrive: «Racconto la mia disavventura per mettere in guardia contro queste nuove forme di truffa». Al centro del nuovo piano illecito c’è una giacca, una splendida giacca griffata, di seta, magnificata dal truffatore e generosamente regalata alla vittima di turno, che si rivela invece un capo di tessuto scadente e maleodorante. La scena è ricostruita da Vito: «Un auto si accosta al marciapiede e il guidatore si sbraccia a salutarmi: “Ciao, da quanto tempo non ti vedo, ti ho riconosciuto subito, ti ricordi di me?”». E, dopo aver lanciato nome e cognome, aggiunge: “Non ricordi? Nel 1986 lavoravamo insieme”. Dove? In un’azienda che il malcapitato cita, inevitabilmente trascinato nel gioco, come passata esperienza. Il truffatore era negli uffici amministrativi, ma per poco, spiega. Ora ha cambiato lavoro, racconta, elencando rapidamente laurea, figli e famiglia, per poi dire che si occupa di abbigliamento a Como. La giacca che ha con sé, spiega, era per un suo superiore già partito. Gliela regala, dopo tanta insistenza, accettando in cambio solo il denaro per pagare il pieno di benzina a un gruppo di giovani che gli daranno un passaggio per Como. Poi gliene da un’altra, per sua moglie, per la modica cifra di 90 euro. E va via. Solo a quel punto, la vittima si accorge di essere stato gabbato. Tecniche collaudate come quella ai danni dei commercianti. La chiamano la “truffa del corriere”: i truffatori, bene informati, attendono che il corriere consegni al negozio un carico di merce, regolarmente ordinata e pagata. Pochi minuti dopo che il corriere è partito, telefonano qualificandosi come colui che ha appena consegnato e spiegano che c'è stato un errore: la merce non è quella ordinata ma era destinata a un altro negozio. Avvertono che di lì a pochi minuti passerà un furgone per riprenderla. Il furgone arriva, carica gli scatoloni, lascia una ricevuta falsa e va via. Quando il negoziante scopre che la merce arrivata era proprio quella giusta, dei truffatori si sono ormai perse le tracce. Vecchio ma sempre attuale il trucco dell’auto in panne: a distributori chiusi, un signore molto distinto ferma per strada le auto che passano, mostrando la sua, ferma perché senza benzina. Non ha soldi spiccioli per il distributore automatico, spiega, chiede 10 o 20 euro per fare rifornimento, assicura che le ripagherà con una ricarica telefonica o postepay o inviando un vaglia. Il punto in cui avviene la richiesta è solitamente una zona di transito (imbocco di una tangenziale, ad esempio) per cui la vittima non può restare ferma a lungo con la macchina. Quindi spesso ci casca, dà i soldi, gli estremi per la ricarica e va via. Ricarica che, ovviamente, non avverrà mai. Blog: osserbari.wordpress.com e-mail: [email protected] Cell. : 3392922301 - 3476839372 19 agosto “BOLLETTE A PREZZI STRACCIATI” I furbetti del mercato libero e dei «contratti non richiesti». Suona il citofono. «Buongiorno, le dispiacerebbe lasciarci entrare siamo del servizio energia luce e gas». L’anziana padrone di casa pensa che si tratti di tecnici mandati per una riparazione e apre il portone. Dopo qualche minuto si ritrova dietro la porta di casa due giovanotti ben vestiti, cartellina sotto il braccio, modi gentili e parlantina sciolta, troppo. «Posso farle risparmiare oltre il 30% sulla componente energia e gas, è molto semplice, basta che mi faccia vedere le sue ultime bollette» e giù a snocciolare dati, percentuali, cifre e promesse«con noi pagherebbe molto meno ci pensi, le conviene e tanto». A chi non è capitato di imbattersi in due venditori porta a porta? Offrono tariffe apparentemente convenienti. In realtà cercano di ipnotizzare il potenziale acquirente facendogli credere che quello che gli chiedono di firmare è semplicemente un «modulo informativo...una pura formalità per dimostrare al nostro datore di lavoro che siamo stati qui e le abbiamo presentato una offerta». E più o meno quello che hanno raccontato a una anziana (ultra settantenne) casalinga barese, due sedicenti promotori di una non meglio società di fornitura di energia che forse disturbati dalla confusione creata sul pianerottolo dai vicini che stavano rincasando, hanno salutato la donna restituendole le bollette (pare dopo aver preso degli appunti) ma senza lasciarle un opuscolo, una brochure, una copia del modulo informativo. Il caso è stato segnalato (senza che sia stata formalizzata una denuncia) alla polizia dai parenti della donna. I due venditori sono usciti a mani vuote ma hanno attinto alle informazioni contenute nelle bollette. Il timore è che la donna si veda recapitare nei prossimi mesi una bolletta, con una nuova dicitura. Come per magia. Le grandi aziende hanno appaltato il lavoro di ricerca di nuovi clienti a piccole società che a loro volta si sono affidate a promotori senza esperienza. Pur di sommare provvigioni a provvigioni, qualcuno l’ha fatta grossa. 24 agosto LADRI DI IDENTITA’ FRUGANO FRA I RIFIUTI Oggi a più di quarant’anni di distanza a minacciare la «consapevolezza dell’io» è il « trashing » (rovistare nella spazzatura), il «phishing» (e-mail esca, spesso messaggi di fantomatiche home banking che chiedono un aggiornamento dei dati), il «vishing» (versione telefonica del phishing), lo «skimming» (copiatura elettronica dei dati della carta di credito o del bancomat) in altre parole: i furti dell’io, i furti di identità. Un fenomeno facilitato da una mancanza di protezione dei dati (semplici o sensibili). Sul tavolo della Procura di Bari sono giunte una serie di presunta attività di «trashing »: truffatori che avrebbero assoldato delle persone perché recuperino documenti e lettere dall’immondizia, al fine di rubare i dati personali in essi contenuti. Niente tecnologia, almeno nella fase dell’«acquisizione», insomma furti alla vecchia maniera, saccheggiando le cassette delle lettere, svaligiando appartamenti, frugando nella spazzatura (è li che finiscono ad esempio vecchie bollette e buste paga) oppure curiosando nei distributori automatici di sigarette dotati di sistema lettura dati anagrafici.