Settimana del 18 febbraio 2013
Annotazioni
COME COMMENTARE ALLE ADUNANZE (be p.70)
• Se siete chiamati per primi, date una risposta semplice e diretta
• Per dare il vostro contributo alla considerazione, (1) spiegate che attinenza ha una scrittura indicata con
il punto che si sta trattando, (2) menzionate come la cosa influisce sulla nostra vita, (3) spiegate come
si possono usare quelle informazioni o (4) narrate una breve esperienza che metta in risalto un punto
principale
• Ascoltate attentamente i commenti degli altri in modo da poter ampliare ciò che è stato detto
• Cercate di commentare con parole vostre
Studio biblico di congregazione
jr cap. 5 §§ 13 - 18 (min. 30)
Paragrafo 13
(Geremia 38:7-13) Ed Ebed-Melec l’etiope, un uomo che era eunuco e
che stava nella casa del re, udì che avevano messo Geremia nella
cisterna; e il re era seduto alla Porta di Beniamino. 8 Ebed-Melec uscì
dunque dalla casa del re e parlò al re, dicendo: 9 “O mio signore il re,
questi uomini hanno fatto male in tutto quello che hanno fatto a
Geremia il profeta, che hanno gettato nella cisterna, così che morirà
dov’è a causa della carestia. Poiché non c’è più pane nella città”. 10 Il re comandò quindi a
Ebed-Melec l’etiope, dicendo: “Prendi al tuo comando da questo luogo trenta uomini, e
devi far uscire Geremia il profeta dalla cisterna prima che muoia”. 11 Ebed-Melec prese
pertanto gli uomini al suo comando ed entrò nella casa del re, sotto il tesoro, e prese di là
stracci consumati e pezzi di panno consumato e li calò a Geremia nella cisterna per mezzo
delle funi. 12 Quindi Ebed-Melec l’etiope disse a Geremia: “Ti prego, mettiti gli stracci
consumati e i pezzi di panno consumato sotto le ascelle, sotto le funi”. Geremia ora fece
così. 13 Infine tirarono su Geremia per mezzo delle funi e lo fecero salire dalla cisterna. E
Geremia continuò a dimorare nel Cortile della Guardia.
(Geremia 39:15-18) E a Geremia fu rivolta la parola di Geova mentre era rinchiuso nel
Cortile della Guardia, dicendo: 16 “Va, e devi dire a Ebed-Melec l’etiope: ‘Geova degli
eserciti, l’Iddio d’Israele, ha detto questo: “Ecco, faccio avverare le mie parole su questa
città per la calamità e non per il bene, e certamente accadranno davanti a te in quel
giorno”’. 17 “‘E di sicuro ti libererò in quel giorno’, è l’espressione di Geova, ‘e non sarai
dato in mano agli uomini dei quali tu stesso hai paura’. 18 “‘Poiché immancabilmente ti
procurerò scampo, e non cadrai di spada; e certamente avrai la tua anima come spoglia,
perché hai confidato in me’, è l’espressione di Geova”.
W12 01/05: Geova vide quello che Ebed-Melec aveva fatto e lo apprezzò. Gli fece dire da
Geremia che la distruzione di Giuda era imminente. Poi gli diede quella che un biblista ha
definito “una quintupla garanzia di salvezza”. Geova gli disse: “Ti libererò . . . non sarai
dato in mano agli uomini dei quali tu stesso hai paura . . . immancabilmente ti procurerò
scampo . . . non cadrai di spada . . . certamente avrai la tua anima come spoglia”. Perché
Geova gli promise che lo avrebbe protetto? Gli disse: “Perché hai confidato in me”.
(Geremia 39:16-18) Geova sapeva che Ebed-Melec aveva agito non solo perché aveva a
cuore Geremia, ma anche a motivo della sua fede in Dio.
Paragrafo 14
(Geremia 26:24) Inoltre, la mano di Aicam figlio di Safan mostrò d’essere con Geremia,
perché non fosse dato in mano al popolo per metterlo a morte.
(Geremia 36:9-25) Ora avvenne nel quinto anno di Ioiachim figlio di Giosia, re di Giuda,
nel nono mese, che tutto il popolo [che era] a Gerusalemme e tutto il popolo che dalle
città di Giuda veniva a Gerusalemme proclamarono un digiuno dinanzi a Geova. 10 E Baruc
leggeva ad alta voce dal libro le parole di Geremia nella casa di Geova, nella stanza da
pranzo di Ghemaria figlio di Safan il copista, nel cortile superiore, all’ingresso della nuova
porta della casa di Geova, agli orecchi di tutto il popolo. 11 E Micaia figlio di Ghemaria figlio
di Safan udiva tutte le parole di Geova dal libro. 12 Allora scese alla casa del re, alla stanza
da pranzo del segretario, ed ecco, c’erano seduti tutti i principi, Elisama il segretario e
Delaia figlio di Semaia ed Elnatan figlio di Acbor e Ghemaria figlio di Safan e Sedechia figlio
di Hanania e tutti gli altri principi. 13 E Micaia riferiva loro tutte le parole che aveva udito
quando Baruc aveva letto ad alta voce dal libro agli orecchi del popolo. 14 Tutti i principi
mandarono quindi Ieudi figlio di Netania figlio di Selemia figlio di Cusi a dire a Baruc: “Il
rotolo da cui hai letto ad alta voce agli orecchi del popolo, prendilo in mano e vieni”.
Baruc figlio di Neria prese pertanto il rotolo in mano e venne da loro. 15 Quindi gli dissero:
“Siedi, suvvia, e leggilo ad alta voce ai nostri orecchi”. Baruc lesse dunque ad alta voce ai
loro orecchi. 16 Ora avvenne che appena ebbero udito tutte le parole, si guardarono l’un
l’altro con terrore; e dicevano a Baruc: “Immancabilmente riferiremo tutte queste parole al
re”. 17 E interrogarono Baruc, dicendo: “Dichiaraci, suvvia: Come hai scritto tutte queste
parole dalla sua bocca?” 18 Quindi Baruc disse loro: “Dalla sua bocca egli mi dichiarava
tutte queste parole, e io scrivevo nel libro con l’inchiostro”. 19 Infine i principi dissero a
Baruc: “Va, nasconditi, tu e Geremia, in modo che nessuno sappia dove siete”. 20 Vennero
poi dal re, nel cortile, e riposero il rotolo nella stanza da pranzo di Elisama il segretario; e
riferivano tutte le parole agli orecchi del re. 21 Il re mandò dunque Ieudi a prendere il
rotolo. Egli lo prese pertanto dalla stanza da pranzo di Elisama il segretario. E Ieudi lo
leggeva ad alta voce agli orecchi del re e agli orecchi di tutti i principi che stavano presso il
re. 22 E il re sedeva nella casa invernale, nel nono mese, con un braciere ardente davanti a
sé. 23 Avvenne quindi che appena Ieudi ebbe letto tre o quattro pagine-colonne, egli lo
strappava col coltello del segretario, gettando[lo] pure nel fuoco che era nel braciere
finché tutto il rotolo finì nel fuoco che era nel braciere. 24 E non provarono terrore; né il re e
tutti i suoi servitori, che ascoltavano tutte queste parole, si strapparono le vesti. 25 E perfino
Elnatan e Delaia e Ghemaria stessi supplicarono il re di non bruciare il rotolo, ma egli non li
ascoltò.
(Geremia 29:1-3) E queste sono le parole della lettera che Geremia il profeta mandò da
Gerusalemme al rimanente degli anziani degli esiliati e ai sacerdoti e ai profeti e a tutto il
popolo, che Nabucodonosor aveva portato in esilio da Gerusalemme a Babilonia, 2 dopo
che Ieconia il re e la signora e i funzionari di corte, i principi di Giuda e di Gerusalemme, e
gli artefici e i costruttori di baluardi erano usciti da Gerusalemme. 3 Fu per mano di Elasa
figlio di Safan e di Ghemaria figlio di Ilchia, che Sedechia re di Giuda mandò a Babilonia da
Nabucodonosor re di Babilonia, dicendo:
Paragrafo 15
(Lamentazioni 3:52-59) I miei nemici mi hanno dato positivamente la caccia proprio
come a un uccello, senza ragione. 53 Hanno ridotto la mia vita al silenzio nella stessa fossa,
e continuarono a lanciarmi pietre. 54 Acque sono scorse sulla mia testa. Ho detto: “Sarò
certamente reciso!” 55 Ho invocato il tuo nome, o Geova, da una fossa della più bassa
sorta. 56 Devi udire la mia voce. Non nascondere il tuo orecchio al mio sollievo, alla mia
invocazione di soccorso. 57 Ti sei avvicinato nel giorno in cui ho continuato a chiamarti. Hai
detto: “Non aver timore”. 58 Hai difeso, o Geova, le contese della mia anima. Hai
ricomprato la mia vita. 59 Hai visto, o Geova, il torto che mi è stato fatto. Oh dirigi il
giudizio per me.
Paragrafo 17
(Proverbi 17:17) Il vero compagno ama in ogni tempo, ed è un fratello nato per quando
c’è angustia.
(Proverbi 18:24) Esistono compagni disposti a spezzarsi l’un l’altro, ma esiste un amico
che si tiene più stretto di un fratello.
(Proverbi 27:9) Olio e incenso sono ciò che rallegra il cuore, anche la dolcezza del
proprio compagno a motivo del consiglio dell’anima.
Paragrafo 18
(Proverbi 13:20) Chi cammina con le persone sagge diverrà saggio, ma chi tratta con gli
stupidi se la passerà male.
(Proverbi 22:17) Porgi l’orecchio e odi le parole dei saggi, per applicare il tuo medesimo
cuore alla mia conoscenza.
Lettura della Bibbia
Marco 1 – 4
Molti versetti hanno ulteriori riferimenti.
Siete incoraggiati a fare ulteriori ricerche personali.
Se non diversamente specificato i punti notevoli sono tratti dalla w08 15/02
L’oratore dovrà concentrarsi su alcuni versetti e non cercare di trattare troppi punti. E meglio trattare
pochi versetti e trattarli bene. Inoltre, ogni volta che e possibile, l’oratore dovrebbe applicare il
materiale alle circostanze locali dando risalto a come quelle informazioni interessano noi oggi.
1:2 w87 15/06 - Parlando dal suo elevato trono celeste, il grande
Giudice dice: “Ecco, io mando il mio messaggero, ed egli deve preparare
la via davanti a me”. (Malachia 3:1a) Chi era questo “messaggero”? Lo
scrittore biblico Marco fonde insieme le profezie di Malachia 3:1 e Isaia 40:3 e le applica
entrambe a Giovanni il Battezzatore. (Marco 1:1-4) Anche Gesù Cristo, in seguito, identificò
quel “messaggero” in Giovanni. (Matteo 11:10-14) Nella primavera del 29 E.V., così,
Giovanni il Battezzatore iniziò la sua opera di “messaggero”, di precursore. Doveva
preparare la via per la venuta di Geova in giudizio predisponendo il popolo per la venuta
del principale Rappresentante di Dio, Gesù Cristo.
1:4 w93 01/08 - Quando presenta Giovanni, Marco lo chiama “Giovanni il battezzatore”.
(Marco 1:4) L’espressione greca usata in Marco 1:4 differisce leggermente da quella degli
altri versetti. Marco 1:4 si potrebbe anche rendere “colui che battezzava”. Marco stava
dando risalto all’attività di Giovanni: egli era colui che battezzava, il battezzatore.
1:15: Quale “tempo fissato” era compiuto? Gesù stava dicendo che era arrivato il
tempo fissato perché cominciasse il suo ministero. Poiché era presente come Re designato,
il Regno di Dio si era avvicinato. Le persone di cuore retto potevano quindi accettare il
messaggio che predicava e fare i passi necessari per ottenere l’approvazione di Dio.
1:38 g01 22/07 - Notate, però, come rispose Gesù: “Andiamo altrove, nelle borgate
vicine, affinché io predichi anche là”. Questa risposta è significativa. Gesù non tornò a casa
di Pietro per guarire altre persone. E spiegò il motivo di questa scelta dicendo: “Poiché per
questo scopo [cioè, per predicare] sono uscito”. (Marco 1:38, 39; Luca 4:43) Cosa stava
dicendo Gesù ai discepoli? Che per lui compiere buone azioni era importante, ma che la
sua missione principale era predicare e insegnare la parola di Dio. — Marco 1:14.
1:40-42 w08 15/08 - È degna di nota, però, la reazione di Gesù quando un lebbroso
andò da lui e lo supplicò di guarirlo. (Leggi Marco 1:40-42). Invece di mandarlo via, Gesù
trattò in maniera compassionevole e dignitosa quell’uomo evitato da tutti. Per lui era un
uomo sofferente che aveva bisogno di sollievo. Commosso, Gesù tradusse i suoi
sentimenti di compassione in azioni concrete. Si avvicinò al lebbroso, lo toccò e lo guarì.
1:44; 3:12; 7:36: Perché Gesù non voleva che si facesse pubblicità ai suoi
miracoli? Anziché far sì che le persone traessero conclusioni basate su notizie sensazionali
o forse distorte, Gesù voleva che considerassero personalmente le prove che lui era il
Cristo e prendessero una decisione basata su tali prove. (Isa. 42:1-4; Matt. 8:4; 9:30; 12:1521; 16:20; Luca 5:14) Fa eccezione il caso dell’uomo del paese dei geraseni che era stato
posseduto dai demoni. Gesù gli disse di tornare a casa e di riferire la cosa ai parenti. A Gesù
era stato chiesto di andarsene da quella zona, per cui avrebbe avuto pochissimi contatti
con la gente del posto, se non nessuno. La presenza e la testimonianza di un uomo per il
quale Gesù aveva compiuto un’opera buona poteva servire a neutralizzare eventuali
commenti denigratori sulla perdita dei porci. — Mar. 5:1-20; Luca 8:26-39.
2:16,17 w89 01/11 - Naturalmente, questo non significa che Gesù condonasse la
disonestà e le pratiche errate di questi peccatori ed esattori di tasse. Ma egli sapeva che si
può essere coinvolti in un modo di vivere sbagliato anche involontariamente o a motivo di
circostanze difficili da controllare. Usò quindi intendimento, essendo “mosso a pietà verso
di loro, perché erano come pecore senza pastore”. (Marco 6:34) Amorevolmente, fece
distinzione fra le loro azioni cattive e il loro cuore, che magari era buono. Anche nei
rapporti coi suoi seguaci Gesù non si fermò alle apparenze. Essi erano peccatori e spesso
sbagliavano, ma Gesù non era un irragionevole perfezionista, trovando sempre da ridire
per ogni loro piccola trasgressione. Sapeva che le loro intenzioni erano buone, che erano
persone di buon cuore. Quello di cui avevano bisogno era aiuto e incoraggiamento, e
Gesù non fu mai avaro nel provvedere queste cose.
2:18; 7:11; 12:18; 13:3. Marco fornisce spiegazioni su usanze, termini, credenze e luoghi
che potevano essere poco noti ai lettori non ebrei. Dice chiaramente che i farisei
“praticavano il digiuno”, che corbàn è “un dono dedicato a Dio”, che i sadducei “dicono
che non c’è risurrezione” e che il tempio era “di fronte” al “monte degli Ulivi”. E dato che
la genealogia del Messia poteva essere interessante soprattutto per gli ebrei, egli la omette.
In questo modo ci è d’esempio. Quando svolgiamo il ministero cristiano o pronunciamo
discorsi alle adunanze di congregazione dovremmo tener conto dei precedenti e delle
circostanze degli ascoltatori.
2:21,22 w86 01/06 - Gesù stava aiutando i discepoli di Giovanni a capire che nessuno
doveva pensare che i suoi discepoli si sarebbero conformati alle vecchie pratiche del
giudaismo, come quella del digiuno rituale. Lui non era venuto per rattoppare e far durare
più a lungo vecchi e logori sistemi di adorazione già pronti per essere messi da parte. Il
cristianesimo non si sarebbe conformato al giudaismo di quel tempo, con le sue tradizioni
umane. No, non sarebbe stato come una toppa nuova su una veste vecchia o come vino
nuovo in otri vecchi.
2:28: Perché Gesù viene chiamato “Signore anche del sabato”? “La Legge ha
un’ombra delle buone cose avvenire”, scrisse l’apostolo Paolo. (Ebr. 10:1) Come diceva la
Legge, il sabato veniva dopo sei giorni di lavoro, e Gesù compì molte guarigioni di sabato.
Questo prefigurava il riposo, la pace e altre benedizioni che il genere umano riceverà sotto
il Regno millenario di Cristo dopo la fine del dominio oppressivo di Satana. Perciò il Re di
tale Regno è “Signore anche del sabato”. — Matt. 12:8; Luca 6:5.
3:2 w95 15/06 - Una volta Gesù, mosso a compassione, guarì un uomo che aveva la
mano secca. Che gioia dovette provare quell’uomo venendo istantaneamente guarito da
un’infermità che di sicuro gli provocava molte sofferenze fisiche ed emotive! Eppure i
farisei non si rallegrarono con lui. Eccepirono cavillosamente che Gesù aveva compiuto
una guarigione di sabato. Poiché i farisei si concentravano sull’interpretazione tecnica della
Legge, sfuggiva completamente loro lo spirito della Legge. Non sorprende che Gesù fosse
“molto addolorato per l’insensibilità dei loro cuori”. (Marco 3:1-5) Inoltre avvertì i suoi
discepoli dicendo: “Guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei”. (Matteo 16:6) Il loro
comportamento e il loro atteggiamento sono descritti nella Bibbia per nostro beneficio.
3:5; 7:34; 8:12: Come poteva Marco essere a conoscenza di certi particolari
sullo stato emotivo di Gesù? Marco non era stato né uno dei dodici apostoli né un
intimo compagno di Gesù. Secondo un’antica tradizione, la fonte di gran parte delle sue
informazioni fu l’apostolo Pietro, con il quale Marco fu in stretto contatto. — 1 Piet. 5:13.
3:21. I parenti di Gesù non erano credenti, per cui egli capisce i sentimenti di coloro che a
motivo della loro fede sono ostacolati o scherniti da familiari non credenti.
3:31-35. Al battesimo Gesù divenne Figlio spirituale di Dio, con la “Gerusalemme di
sopra” come madre. (Gal. 4:26) Da allora in poi i suoi discepoli gli furono più vicini e più
cari dei parenti carnali. Questo ci insegna a mettere gli interessi spirituali al primo posto
nella vita. — Matt. 12:46-50; Luca 8:19-21.
4:11 w06 15/02 - Un aspetto di quel segreto era che Geova avrebbe scelto un “piccolo
gregge” di 144.000 esseri umani per affiancarli a suo Figlio come parte del seme, affinché
regnassero in cielo insieme a lui...Un altro aspetto del sacro segreto in relazione al futuro
dominio del Regno era che, tra quei pochi esseri umani che sarebbero stati chiamati a
regnare con Cristo in cielo, Dio voleva che ci fossero anche non ebrei...Il proposito di
Geova è quello di santificare il suo sacro ed eccelso nome e rivendicare la sua sovranità
universale. La sua “amministrazione”, o maniera di gestire le cose, è incomparabilmente
saggia; in virtù d’essa Geova ha inviato il suo Figlio primogenito sulla terra perché fosse
messo alla prova sino al limite. Inoltre, ha deciso che al governo o Regno messianico di suo
Figlio avrebbero partecipato esseri umani che avrebbero anch’essi sostenuto la Sua
sovranità sino alla morte...Mandando suo Figlio sulla terra e scegliendo di fra il genere
umano quelli che sarebbero stati i coeredi di suo Figlio nel governo del Regno, Geova ha
mostrato il grande amore che prova per i discendenti di Adamo...Com’è confortante per
tutti quelli che sperano di vivere per sempre sulla terra sapere che il loro Re li tratterà con
amore e comprensione, proprio come ha fatto con i suoi discepoli durante il suo ministero
terreno!...E com’è rassicurante sapere che i re-sacerdoti associati a Cristo in cielo sono stati
uomini e donne di fede che, proprio come noi, hanno dovuto fare i conti con debolezze
personali e superare i problemi della vita!
4:18 w12 15/04 - L’amore per Geova ci ha spinto a dedicarci a lui. Da allora per molti di
noi sono passati anni, durante i quali abbiamo dimostrato la nostra determinazione a
continuare ad avere un cuore completo nei suoi confronti. Tuttavia Satana non si è arreso:
mira ancora al nostro cuore. (Efes. 6:12) Ovviamente sa che non abbandoneremo Geova da
un giorno all’altro. Perciò si serve con astuzia di “questo sistema di cose” nel tentativo di
indebolire un po’ alla volta il nostro genuino zelo verso Dio.
4:19 g11/08 - I soldi sono un padrone non solo crudele ma anche ingannevole. Gesù
Cristo parlò del “potere ingannatore delle ricchezze”. (Marco 4:19) In altre parole, le
ricchezze promettono la felicità, ma poi non la danno. Generano soltanto un insaziabile
desiderio di altre ricchezze. “Chi ama il denaro non sarà mai soddisfatto”, dice la Bibbia.
— Qoelet 5:9, Parola del Signore (Ecclesiaste 5:10, NM).
4:26-29 w08 15/07 - Questo seminatore, rappresenta i singoli proclamatori del Regno,
coloro che seminano il seme del Regno mediante la loro zelante attività di predicazione. Il
seme che viene gettato in terra è la parola che essi predicano...Le parole usate in questo
versetto indicano un processo continuo caratterizzato dal lavoro di giorno e dal sonno di
notte per un certo periodo...Possiamo notare che si dà risalto alla crescita e al fatto che si
verifica in modo graduale...Questa crescita avviene gradualmente, in varie fasi. Non può
essere forzata o accelerata. Lo stesso vale per la crescita spirituale. Avviene in varie fasi man
mano che Geova permette che la verità cresca nel cuore di una persona giustamente
disposta...Quando Geova fa crescere la verità del Regno nel loro cuore, arriva il momento
in cui i nuovi discepoli, spinti dall’amore, dedicano la loro vita a lui. Simboleggiano la loro
dedicazione con il battesimo in acqua. I fratelli che continuano a progredire verso la
maturità possono assumere gradualmente ulteriori responsabilità nella congregazione. A
raccogliere il frutto del Regno sono il seminatore originale nonché altri proclamatori del
Regno che forse non hanno partecipato alla semina del seme che ha prodotto quel
particolare discepolo.
4:30-32 w08 15/07 - Questa è una descrizione della crescita del “regno di Dio”, come
dimostra la diffusione del messaggio del Regno e la crescita della congregazione cristiana
dalla Pentecoste del 33 E.V. in poi. Il granello di senape è un seme minuscolo che può
rappresentare qualcosa di molto piccolo. (Confronta Luca 17:6). A suo tempo, però, la
pianta di senape può raggiungere dai 3 ai 5 metri di altezza e avere rami robusti,
diventando simile a un albero...La crescita della congregazione cristiana cominciò su
piccola scala nel 33 E.V. quando circa 120 discepoli furono unti con lo spirito santo. In un
periodo relativamente breve quella piccola congregazione crebbe fino a includere migliaia
di credenti. Nel giro di tre decenni il numero dei mietitori era aumentato così tanto che
l’apostolo Paolo poté dire alla congregazione di Colosse che la buona notizia era già stata
“predicata in tutta la creazione che è sotto il cielo”. Dall’istituzione del Regno di Dio in
cielo nel 1914, i rami dell’“albero” di senape sono cresciuti oltre le aspettative...Il piccolo
gruppo di unti impegnati nell’opera del Regno agli albori del XX secolo non poteva
immaginare che nel 2012 un massimo di 7,782,346 di Testimoni avrebbero partecipato a
quest’opera in 239 paesi...In questa illustrazione, gli uccelli rappresentano persone sincere
che cercano protezione nella congregazione cristiana. Queste persone sono protette fin
d’ora dalle abitudini che contaminano dal punto di vista spirituale e dalle pratiche impure
di questo mondo malvagio.
4:35-41 w12 01/08 - I pescatori usavano imbarcazioni di legno lunghe
approssimativamente otto metri e larghe non più di due metri e mezzo. Molti di questi
natanti erano provvisti di un albero e di una specie di cabina sotto il ponte di poppa.
(Marco 4:35-41) Queste imbarcazioni lente ma robuste sopportavano notevoli
sollecitazioni, dato che i venti spingevano la vela e l’albero in una direzione mentre il peso
della rete faceva forza nella direzione opposta. Gli uomini manovravano la barca per
mezzo di remi posizionati su entrambi i lati. Un equipaggio poteva consistere di sei o più
pescatori. (Marco 1:20) Le barche probabilmente trasportavano provviste e attrezzature,
come una vela di lino (1), cime (2), remi (3), un’ancora di pietra (4), indumenti caldi e
asciutti (5), viveri (Marco 8:14) (6), cesti (7), un cuscino (Marco 4:38) (8) e una rete (9).
A bordo forse si trovavano anche galleggianti di scorta (10), piombi (11), arnesi per
effettuare riparazioni (12) e torce (13).
▪ Domande e risposte: Questa parte si svolge più o meno come lo
studio Torre di Guardia, con una brevissima introduzione e un’
altrettanto breve conclusione, e facendo le domande su tutti i
paragrafi. Il conduttore dovrebbe evitare di fare troppi commenti. Si
possono leggere le scritture principali in base al tempo disponibile. I
paragrafi non vanno letti a meno che le istruzioni non dicano di farlo.
▪ Trattazione: È un discorso in cui l’oratore chiede a volte la
partecipazione dell’uditorio. Non è soltanto un discorso né si svolge
interamente con domande e risposte.
▪ Dimostrazioni e interviste: Quando nelle istruzioni viene detto di
dimostrare, il senso è che il fratello a cui è assegnata la parte ha la
responsabilità di includere una dimostrazione, non che debba farla
lui. A tal fine impiegherà proclamatori capaci ed esemplari, e si
metterà d’accordo con loro con molto anticipo, se possibile. Per
dimostrare come svolgere l’opera è meglio non impiegare
proclamatori nuovi e inesperti solo per dar loro l’opportunità di salire
sul podio; alcuni di loro possono essere utilizzati come padroni di
casa. I proclamatori che dimostrano come fare una presentazione
dovrebbero essere rivolti verso l’uditorio. Quelli impiegati per
un’intervista devono salire sul podio e non essere intervistati dal
posto dove sono seduti. Dimostrazioni e interviste dovrebbero essere
provate. Se l’adunanza rischia di andare fuori tempo e un fratello
deve accorciare la sua parte, eviterà di eliminare proprio le
dimostrazioni o le interviste. I servitori di ministero, prima di scegliere
i partecipanti, dovrebbero consultarsi con il coordinatore del corpo
degli anziani o con un altro anziano. Se una parte è accompagnata
da istruzioni particolari, bisognerebbe seguirle attentamente.
▪ Spunti per offrire le riviste: Ogni mese una parte dell’adunanza
di servizio è dedicata alla presentazione delle riviste. L’obiettivo non
è analizzare il contenuto delle riviste, ma presentare idee per offrirle.
Pertanto, secondo quanto indicato nelle istruzioni, il fratello incaricato
farà un’introduzione molto breve per suscitare interesse per le riviste.
Dopodiché i proclamatori daranno i loro suggerimenti su un articolo
alla volta (o una serie di articoli), in modo tale che tutti possano
seguire e prendere nota degli spunti che intendono usare. Anziché
invitare i presenti a suggerire un’intera presentazione, si dovrà dar
spazio diversi commenti che indichino una domanda interessante e
altri commenti che suggeriscano un versetto da leggere. Il fratello
concluderà facendo inscenare una dimostrazione per ciascuna
rivista. Siamo invitati a leggere le riviste in anticipo per essere pronti
a dare i nostri suggerimenti. Se siamo ben preparati, la parte risulterà
utile a tutti, perché, come dice la Bibbia, “un uomo affila la faccia di
un altro”. — Prov. 27:17
Predichiamo la parola in tempo difficoltoso (2 Tim. 4:2).
Annuario pag.72 §§1,2: TESTIMONIANZA IN CARCERE. In India due sorelle furono
arrestate perché stavano predicando e vennero condannate a cinque giorni di detenzione.
Una di loro narra: “Una volta in prigione, gli agenti ci chiesero cosa avevamo fatto; questo
ci offrì l’opportunità di dare loro testimonianza. Dato che eravamo state accompagnate
alla stazione di polizia direttamente dal servizio, avevamo con noi molte riviste e opuscoli.
Demmo testimonianza a tutti i presenti e distribuimmo numerose pubblicazioni. Ci
incoraggiavamo l’un l’altra, pregavamo e leggevamo le pubblicazioni che avevamo.
“Successivamente fummo trasferite in un altro carcere. Subito le altre detenute ci chiesero
perché eravamo lì. Ne approfittammo per parlare loro del messaggio che stavamo
predicando e per spiegare che eravamo testimoni di Geova. Un’agente di polizia
penitenziaria che aveva seguito la conversazione esclamò: ‘Vi hanno arrestato perché
predicavate fuori, e ora predicate anche qui dentro!’ ” Le sorelle intendono tornare a
visitare le detenute che hanno mostrato interesse per la verità.
Annuario pag.110: WILHELM era affetto da una malattia muscolare a causa della quale
aveva le gambe paralizzate e faceva fatica a parlare. Ciò nonostante appena conobbe la
buona notizia, verso la metà degli anni ’30, cominciò a parlare ad altri delle meravigliose
verità di cui stava venendo a conoscenza. Utilizzava il suo triciclo motorizzato per andare a
predicare, e regolarmente si recava al porto di Sortland, nelle isole Vesteralen, per far
ascoltare alla gente discorsi biblici incisi su disco e distribuire pubblicazioni. Essendo
disabile e isolato, non poté battezzarsi prima del 1949. Tuttavia era un predicatore zelante.
Molti che si spostavano lungo la costa conobbero la verità grazie a lui, e alcuni di loro
diventarono testimoni di Geova.
Quando fu in là con gli anni, andò a vivere in una casa di cura a Tromsø. Con l’aiuto di
altri proclamatori, continuò a dare testimonianza per corrispondenza. Grazie alla sua
indole buona e ai suoi modi garbati, riusciva a incoraggiare gli altri, incluso il personale
della casa di cura. Alla sua morte la direttrice disse: “Eravamo sempre contenti di andare
nella sua stanza. La sua fede lo rendeva un raggio di sole”.
Annuario pag.156 § 1 – pag.157 § 1: Tra il 1989 e il 1992 i testimoni di Geova della
Norvegia furono al centro di una campagna diffamatoria e di un notevole attacco
mediatico da parte di quotidiani, riviste, radio e TV. Uno dei principali motivi di ostilità era
la nostra adesione a quanto la Bibbia dice sul trattamento da riservare ai disassociati. (1
Cor. 5:9-13; 2 Giov.10) A causa della cattiva propaganda i Testimoni affrontarono situazioni
spiacevoli nel ministero, sul lavoro, a scuola e anche in famiglia. Anche se in generale i
seguaci di Gesù non si sorprendono quando vengono diffamati, in quel caso non fu per
niente facile far fronte agli eventi.—Matt. 5:11, 12.
“Fu un periodo difficile”, spiega un fratello, “ma ebbe anche dei risvolti positivi. Mi spinse
a riesaminare i princıpi scritturali su cui poggiavano le mie convinzioni. Riflettere sul buon
cibo spirituale provveduto dallo schiavo fedele e discreto fortificò la mia fede. A conti fatti
penso che siamo stati rafforzati per affrontare le prove di fede”.
“Vedere con i nostri occhi il coraggio che i fratelli e le sorelle mostravano in quel periodo
ci ispirava a fare altrettanto”, ricorda un sorvegliante di circoscrizione. “Ci rendevamo
conto che il miglior modo di reagire era impegnarsi ancora di più nel ministero di campo,
inclusa la testimonianza stradale. Fu una gioia notare che molti Testimoni reagirono nel
modo giusto”.
Annuario pag.179 § 3: Phocas Hakizumwami ricorda con il sorriso sulle labbra: “I fratelli
della congregazione di Nyabisindu furono tra i primi a essere arrestati. Anche noi che
eravamo ancora in libertà ci aspettavamo di essere arrestati da un momento all’altro, e
capimmo che presto il nostro territorio non sarebbe stato più fuori dalla prigione, ma al
suo interno. Decidemmo, quindi, di svolgere prima un’estesa campagna di predicazione
nel territorio ‘esterno’. Andammo nei mercati e distribuimmo una grande quantità di
riviste e libri. Pregammo Geova di aiutarci a coprire tutto il territorio prima di finire in
prigione. Geova ci aiutò, perché riuscimmo a completare l’opera per il 1° ottobre del 1985.
Sette giorni dopo fummo imprigionati”.
“Dal 1°marzo la campagna per annunciare la Commemorazione”.
(1 Corinti 11:26) Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete questo calice,
continuate a proclamare la morte del Signore, finché egli arrivi.
(Romani 6:23) Poiché il salario che il peccato paga è la morte, ma il dono che dà Dio è
la vita eterna mediante Cristo Gesù nostro Signore.
(Giovanni 17:3) Questo significa vita eterna, che acquistino conoscenza di te, il solo vero
Dio, e di colui che tu hai mandato, Gesù Cristo.
Scritture lette durante il discorso della commemorazione:
Luca 22:19,20; Romani 5:12; Romani 5:19; Ebrei 2:9; Rivelazione 14:1; Isaia 11:6-9; Isaia
35:5,6; Isaia 65:21-23; 1 Corinti 11:26; 1 Corinti 11:23,24; 1 Corinti 11:25; 1 Giovanni 4:9
Domande a cui sarà data risposta durante il discorso:
(1) Perché gli uomini hanno bisogno di essere liberati dalla maledizione del peccato e
della morte?
(2) Chi beneficia dell'amorevole sacrificio di Gesù '?
(3) Chi prenderà il pane e il vino?
(4) Oltre a partecipare a questo incontro, che altro dobbiamo fare per mostrare il nostro
apprezzamento per quello che Cristo ha fatto per noi?
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Settimana del 18 febbraio 2013