IL MONDO CAPOVOLTO Inculturare il messaggio evangelico Teologia Africana a servizio della Missione Riconciliazione come strategia pastorale di Giulio ALBANESE C ome ricorderanno certamente i lettori del nostro mensile diocesano, nell’ottobre dello scorso anno si è svolta a Roma la Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi. In quella circostanza, abbiamo avuto modo di conoscere e apprezzare la grande vitalità della Chiesa Africana. E mentre siamo in attesa della pubblicazione, da parte di Benedetto XVI, dell’Esortazione Apostolica che illustrerà i risultati del discernimento sinodale, è utile riflettere sul cammino che la teologia africana ha compiuto in questi anni. Stiamo parlando di una realtà relativamente giovane se si prescinde dal contributo impresso nei primi secoli del Cristianesimo da personaggi del calibro di Agostino, Cipriano o Tertualliano. Stando ai resoconti pubblicati dalle riviste missionarie italiane, il primo dibattito pubblico sulla possibilità di una vera e propria inculturazione del messaggio evangelico in Africa si svolse a Kinshasa (ex Congo Belga) nel 1960 presso la Facoltà teologica dell’allora Università di Lovanium. Fu una sorta di primigenia ispiratio che nasceva dall’esigenza di africanizzare le Chiese locali dopo secoli di colonialismo. Un’istanza di cui si fece portavoce l’allora monsignor Joseph-Albert Malula, padre conciliare al Vaticano II, creato poi cardinale da Paolo VI nel 1969. Un segno evidente che la teologia africana partiva col piede giusto grazie all’empatia tra un vescovo illuminato come Malula e gli agenti pastorali, soprattutto laici. Si trattò dell’inizio di un cammino che, da allora, si è aperto, gradualmente, ai temi della ministerialità, della liberazione e dell’ecumenismo. E mentre oggi in Europa il tentativo dei teologi è quello di ridare un senso comprensibile alla nozione di cristianesimo come religio vera puntando ugualmente sull’ortoprassia e sull’ortodossia, in Africa l’istanza viene espressa in termini meno teoretici ma pregnanti. Come rileva padre Francesco Pierli, ex superiore generale dei missionari comboniani, se la chiesa vuole essere un credibile agente di cambiamento nella società contemporanea deve saper offrire una migliore comprensione del rapporto che esiste tra il mistero di Dio, il male e la responsabilità umana. In effetti il rischio di un sincretismo religioso tra elementi biblici e aspetti delle religioni tradizionali (animismo) è sempre in agguato, come peraltro riferito nell’aula sinodale dove si sono uditi riferimenti al fatto che molti africani partecipano alla messa il mattino per poi recarsi nel pomeriggio dall’uomo del sacro tradizionale. Se da una parte non c’è motivo di scandalizzarsi, dall’altra la sfida esige gran- de vigilanza. A questo riguardo, in molti circoli teologici si avverte il bisogno istintivo di coniugare Spirito e Vita, resistendo al tremendo mistero del male, con la grazia di Dio e un impegno fattivo, accettando le proprie responsabilità. Non sorprende pertanto che nelle 57 Propositiones del recente Sinodo Africano, accanto a precise analisi sociali, denunce profetiche e proposte concrete di natura economica e politica, la parola preghiera ricorra ben 14 volte. Oggi in un’istituzione cattolica prestigiosa quale l’Istituto di Social Ministry del Tangaza College di Nairobi si tende sempre più a fare dell’analisi sociale un aspetto costitutivo della riflessione teologica, mirando a una vera inculturazione anche della dottrina sociale della chiesa. Occorre prendere atto che l’attuale congiuntura economica ha penalizzato non poco le chiese locali africane e gli stessi teologi. E cosa dire di coloro che vivono in aree di crisi dove la conflittualità ha seminato morte e distruzione? Non è un caso se uno dei temi più richiesti dagli studenti africani presenti negli “atenei teologici” romani per le loro tesi sia la riconciliazione, intesa proprio come strategia “pastorale” della Chiesa in Paesi lacerati dalla guerra e come profezia e speranza per quei popoli. Una cosa è certa: come scrive Antoine Babe dell’École théologique Saint Cyprien di Yaoundé: È tempo che i teologi africani abbiano l’audacia di creare delle opere e strutture per la trasformazione di questo continente ferito che continua a soffrire. Intanto l’attesa di un’Africa che sia rinnovata, grazie anche all’accoglienza coraggiosa della Buona Novella che salva, rimane viva in tante comunità, sia nelle foreste tropicali sia nei grandi centri urbani. La liberazione, quella vera, è ancora tutta da raggiungere. Anno XI, n. 5 - Maggio 2010 mensile della comunità Ecclesiale N. di registrazione 276 del 7.2.2000 presso il Tribunale di Frosinone. DIRETTORE: Raffaele Tarice IN REDAZIONE: Claudia Fantini Per inviare articoli: Claudia Fantini Via Sanità, 22 03011 Alatri - Tel. 348.3002082 e-mail: [email protected] RESPONSABILE DISTRIBUZIONE Bruno Calicchia AMMINISTRATORE Giovanni Straccamore HANNO COLLABORATO: Giulio Albanese, Sabrina Atturo, Marcello Coretti, Luigi Crescenzi, Paolo Fiorenza, Raniero Marucci, Daniele Rodolico, EDITORE Diocesi di Anagni-Alatri FOTOCOMPOSIZIONE E STAMPA Tipografia Editrice Frusinate srl Frosinone ANNO XI N. 5 APRILE 2010 Spedizione in a.p. art. 2 comma 20c legge 662/96 filiale Frosinone - Spedito il 22 Aprile 2010 - www.diocesianagnialatri.it a l l ’ii n t e r n o . . . Visita Pastorale alla parrocchia Tecchiena-Castello Pag. 3 FOTO NOTIZIA 7 Aprile 2010 F e s t a d i S. S i s t o ad Alatri Speciale Genitori... Missione impossibile! Pagg. 6-7 I giovani e il loro progetto di vita Pag. 9 Q uando quarant’anni fa il professor Leonard Kleinrock riuscì a collegare tra loro due computer nacque l’Arpanet, quella che doveva essere una rete di difesa dell’esercito statunitense. Ma solo nel 1991 il governo statunitense “liberò” la rete, rendendola disponibile a tutti. Oggi, ribattezzata Internet, quella stessa rete collega assieme qualcosa come 2 miliardi di computer. E quel semplice click, diciamolo con franchezza, ha cambiato il mondo più di qualsiasi altra rivoluzione. Per la Chiesa questa meravigliosa invenzione tecnica ha una connotazione positiva, anche se da sempre ne condanna gli abusi, e come tutti i mezzi di comunicazione sociale ne riconosce l’importanza nella storia dell’umanità. Internet ha rivoluzionato il commercio, l’educazione, la politica, il giornalismo, i rapporti internazionali e culturali… in altre parole ha cambiato PRIMO PIANO La rivoluzione di Internet PER COMUNICARE... IL VANGELO non solo il modo in cui le persone comunicano, ma anche il modo in cui esse interpretano la propria vita. È per questo che la Chiesa non può che continuare, in questo mondo virtuale che è il web, quello che ha fatto instancabilmente in questi duemila anni: comunicare… il Vangelo. Perché non possiamo dimenticare quello che già diceva Paolo VI: «le recenti invenzioni offrono all’uomo nuove modalità di incontro con la verità evangelica» (Communio et progressio), e che, come ricordava Giovanni Paolo II, «non basta, quindi, usarli per diffondere il messaggio cristiano e il Magistero della Chiesa, ma oc- corre integrare il messaggio stesso in questa “nuova cultura” creata dalla comunicazione moderna» (Redemptoris missio). Certo dobbiamo anche avere la percezione esatta dei limiti che la rete impone anche al Vangelo: «Sebbene la realtà virtuale del ciberspazio non possa sostituire una comunità interpersonale autentica o la realtà dei Sacramenti e della Liturgia o l’annuncio diretto e immediato del Vangelo, può completarli, spingere le persone a vivere più pienamente la fede e arricchire la vita religiosa dei fruitori» (Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, La Chiesa e internet). E allora bisogna es- sere creativi, convinti che come cristiani non possiamo permetterci di restare lontano dalle nuove tecnologie, utilizzandone le potenzialità sempre al servizio di Dio e dell’uomo. È con questo spirito che anche noi ci prepariamo a partecipare a “Testimoni digitali”, il convegno che si terrà proprio questo mese a Roma, e che ha già raggiunto numeri importanti: 1200 persone provenienti dalle 227 diocesi italiane, e che si concluderà con l’incontro di papa Benedetto XVI con 8 mila operatori della comunicazione e della cultura delle 36 mila parrocchie italiane. Raffaele Tarice 2 100 NOTIZIE Anche per il 2010, l’Ufficio Diocesano Pellegrinaggi, propone, a quanti sentono di voler fare un viaggio all’insegna della Fede, alcuni itinerari nei Santuari di Fatima, Lourdes, Terra Santa... Alcune date: - Fatima (Aereo) 15- 18 luglio 2010 - Lourdes (Aereo) 16-19 agosto 2010 23-27 agosto 2010 21-28 agosto 2010 (per i giovani è - Lourdes (Nave) prevista una quota di euro 540,00 ) - Lourdes (Treno) 22-28 agosto 2010 - Lourdes (Aereo) 7-11 ottobre 2010 - Terra Santa 27-Dicembre 2010 /3-Gennaio-2011 - Si segnala inoltre la possibilità di un pellegrinaggio a Torino nei giorni 19 e 20 aprile prossimi, in occasione dell’Ostensione della Sacra Sindone (POSTI LIMITATI). Per i programmi e i costi dei suddetti Pellegrinaggi, e per quelli illustrati sul catalogo 2010 dell’Opera Romana Pellegrinaggi, contattare l’ufficio ai recapiti sotto indicati o inviando una e-mail Per scaricare il catalogo 2010 dell’O. R. P. cliccare sul link www.josp.com/pdf/catORP2010.pdf - Ancora un invito: per chi fosse interessato, il 13 maggio pv, giornata Mondiale del Pellegrino, nonché anniversario della prima apparizione di Fatima e ricorrenza dell’attentato all’amato Papa Giovanni Paolo II, l’Opera Romana Pellegrinaggi, è lieta di invitare quanti vorranno partecipare, a vivere una giornata di festa e di preghiera. Sede dell’evento sarà la città di Roma. (Spese a carico dell’organizzazione). abato 10 aprile, presso la Collegiata di Santa Maria Maggiore in Alatri, è stata celebrata una santa messa in suffragio di Don Giuseppe Capone. Gli elementi del Perosi Ensemble, nel caro ricordo di Don Giuseppe, hanno esseguito musiche di Praglia, di Miserachs, di Perosi, di Toro, di Casciolini, di Tavoni; all’organo, David Toro. La data scelta dal Perosi Ensemble cade, non a caso, a pochi giorni dall’anniversario della scomparsa di Giovanni Paolo II. Dando seguito al desiderio di Don Giuseppe, il suo organo è stato donato, infatti, alla Basilica di S. Pietro in Vaticano e si trova ora collocato nelle grotte vaticane, come si può vedere dalla foto: il secondo arco sulla sinistra è la tomba di Giovanni Paolo II; sulla destra c’è la tomba di San Pietro e più a destra, ad un decina di metri, il luogo dove ebbe la sua prima sepoltura il pontefice Sisto, settimo papa, Patrono di Alatri. Al termine della celebrazione, ai presenti è stato fatto dono dei discorsi pronunciati in occasione delle esequie e del trigesimo di Don Capone; il volumetto è a disposizione, per chi lo desideri, anche nei giorni a seguire, presso la chiesa di S. Maria Maggiore e presso l’Antica Stamperia di Ornello Tofani”. S 2010 ALLA CARA ELENA PELLEGRINAGGI 2010 “Beato chi trova in Te la sua Forza e decide nel suo cuore il santo Viaggio” (Sal 84) Maggio 100 NOTIZIE I l Signore bussa e chiama i suoi figli a seguirlo. Domenica 14 marzo 2010 è venuta a mancare all’affetto dei sui cari Elena Saurini, responsabile del Gruppo di Preghiera San Pio da Pietrelcina “Divina Misericordia” di Anagni. Da oltre un anno segnata da una terribile e devastante malattia, continuamente ricoverata in ospedale e soggetta a terribili chemioterapie, non ha voluto però lasciare i suoi compiti e doveri di mamma e di cristiana impegnata. Aveva Padre Pio nel cuore, viveva intensamente questa sua appartenenza al Santo, soprattutto in questa atroce sofferenza, sapendo pienamente e coscientemente di averlo imitato anche sulla Via del Calvario, quella Via prediletta che ci indica Gesù per conformarci pienamente alla sua volontà. Operatrice instancabile nella Caritas, donna di fede convinta ed animatrice di numerosi gruppi di Preghiera di San Pio, fino a raggiungere da qualche anno meritatamente la responsabilità di un gruppo numeroso e fervente quale è appunto quello della “Divina Misericordia” di Anagni. È morta tra le braccia del marito Fernando, un uomo che ha amato e condiviso pienamente Elena e che ha sperato fino all’ultimo di vederla guarita. Il rito funebre si è svolto il 16 marzo, nella Chiesa di S. Andrea in Anagni, presieduto dal parroco don Bruno Durante, dai sacerdoti Padre Vincenzo Galli (Coordinatore dei gruppi di San Pio di Anagni-Alatri), don Antonio Castagnacci e padre Jack, animatore del gruppo neocatecumeni. Una presenza massiccia di fedeli, tra i quali tutti i rappresentanti dei 22 gruppi di San Pio presenti nella nostra Diocesi e altri della Diocesi di Velletri-Segni, che hanno reso il giusto omaggio e ringraziamento a questa donna di grande fede. Don Pietro Bongiovanni, coordinatore regionale dei Gruppi di San Pio, impossibilitato a presenziare, ha voluto far sentire la sua calorosa presenza con un commosso telegramma. Un’altra anima pia che ci ha lasciato, un’altra anima pia ha raggiunto la Pace nella vera vita. Ora la preghiamo affinché ci assista nel nostro cammino di preparazione all’incontro definitivo con il Cristo Risorto. Grazie cara Elena, la tua preziosa presenza sia sempre vicino a noi. L ’A AGENDA MAGGIO Sabato 1 maggio Vallepietra, ore 10.00 APERTURA SANTUARIO DELLA SANTISSIMA TRINITA’ S. Messa presieduta dal Vescovo Giovedì 20 maggio Fiuggi, Centro pastorale, ore 9.00 TERZO GIOVEDI’ DEL CLERO Rel. P. Angelo Brusco, Camilliano Domenica 2 Sabato 8 maggio VISITA PASTORALE A VICO NEL LAZIO Sabato 22 maggio Cattedrale, ore 21.00 VEGLIA DI PENTECOSTE Domenica 9 - Domenica 16 maggio VISITA PASTORALE NELLE PARROCCHIE DI MOLE, LAGUCCIO , S. EMIDIO E PIGNANO (ALATRI) Sabato 29 maggio Santuario di Vallepietra, ore 19.00 SOLENNITA’ DELLA SS. TRINITA’ S. Messa presieduta dal Vescovo Anno XI Numero 5 C LA CATTEDRA arissimo Don Renzo, la parrocchia di Maria SS. Regina, a Tecchiena-Castello, conta 1475 abitanti e 450 famiglie circa. Si presenta come una realtà viva, ben organizzata, fatta di gente pratica, a cui difetta, forse, un pizzico di spiritualità; anche se, da questo punto di vista, soprattutto per la presenza continua delle Suore ASC, la situazione migliora a vista d’occhio. Come spirito organizzativo, la gente di Tecchiena-Castello non è seconda a nessuno. Oltretutto la comunità ha la fortuna di avere una chiesa parrocchiale abbastanza recente (1995) e un buon numero di locali di ministero pastorale, oltre beninteso ad un’area, sia intorno alla chiesa che nella zona sottostante, di discreta larghezza e di ampio respiro. L’identità e lo scopo della parrocchia è quello di comunicare i beni della salvezza, cioè il Vangelo nella forma della Parola, dei Sacramenti e del ServizioTestimonianza. Chi la guida, come Te, ha il carisma della comunione nella corresponsabilità e dell’animazione dei carismi, suscitandoli e scoprendoli, motivandoli, incoraggiandoli, indirizzandoli al bene e alla crescita di tutti. Mi è sembrato, nel dialogo che ha fatto seguito alle mie parole, che l’esigenza di essere indirizzati e guidati sia molto presente nel gruppo degli animatori. E’ fondamentale riportare al centro della vita comunitaria la Parola. Quella che era prima la funzione della Messa quotidiana attribuiamola ora alla Parola, che deve essere più presente nei giorni feriali. Inoltre, chi si sente pienamente appartenente alla parrocchia deve diventare DEL VESCOVO VISITA PASTORALE Maria SS. Regina (Tecchiena - Castello) 24-30 gennaio 2010 un punto di riferimento accogliente, plausibile, umano insieme al parroco – per tutti coloro che si avvicinano. Una parrocchia dal volto umano, in cui chi si avvicina sente il respiro delle sue speranze, è quello di cui abbiamo più bisogno oggi e questo attraverso la mediazione di chi guida e di chi lo affianca nella corresponsabilità. Una fetta importante della Visita (due mattinate e oltre) è stata dedicata all’incontro con i malati e anziani nelle loro famiglie. Una visita bella, gradita e attesa, importante per le persone più preziose della comunità di Maria SS. Regina. Tra gli incontri più sprizzanti simpatia e cordialità metto quello con i giovani, nella serata di martedì 26 gennaio e quello con le famiglie dei ragazzi del catechismo e le coppie di sposi che fanno un cammino interparrocchiale. L’incontro con i giovani è stato sorprendente per il numero dei partecipanti e per la loro attenzione. E la sorpresa non è stata solo la mia. Una sola domanda, quella sulla scoperta della mia vocazione, mi ha dato l’occasione di parlare della libertà e delle scelte di vita, e della grande fortuna di far coincidere il proprio sogno con il sogno che Dio ha su di noi. Prima della simpatica cena finale ho chiesto agli adulti presenti (Suore comprese) di essere più disponibili a pensare e inventare a favore dei giovani. Come ho chiesto agli stessi di far presenti agli adulti le loro esigenze perché possano servirli meglio. L’incontro con le famiglie della parrocchia e le coppie di sposi del cammino interparrocchiale ha visto la presenza di una settantina di persone. Dopo una breve parola di presentazione Tua e di Suor Carmela, ho parlato della vocazione, della consacrazione e della missione dei coniugi; della crisi della famiglia e dei compiti delle famiglie cristiane oggi; della grazia dell’educazione dei figli, carisma tipico solo degli sposi; della fatica di trasmettere la vita, che non consiste solo in un fatto fisico, biologico. Ho insistito molto sull’educazione alla fede nelle prime età (0-8 anni), un momento nevralgico per la struttura della personalità umana e cristiana. Nell’incontro con i ragazzi del catechismo di Scuola Media ho parlato dell’amicizia con Gesù come realtà che riassume tutta la vita cristiana (anche la Messa della Domenica). In quello con i ragazzi della Scuola Elementare ho dovuto rispondere a domande non tanto semplici: sulla vocazione personale, sulla morte di Gesù, sulla realtà della sua risurrezione. All’inizio di tutti e due gli incontri le catechiste avevano avuto modo di presentare i gruppi e le loro attività. Nel raccontare le due settimane e nel passare in rassegna 3 le varie iniziative già ho avuto modo di fare delle valutazioni e offrire dei suggerimenti. Cerco di raccoglierli nei termini che seguono. La formazione delle persone, dei singoli cristiani come degli animatori, è fondamentale. Come è fondamentale restituire alla Parola di Dio il primato che merita. Mi sembra importante un incontro sulla Parola della Domenica, settimanale o quindicinale, per gli “addetti ai lavori” di tutte e due le parrocchie. Come mi sembra importante proseguire il cammino di crescita degli animatori della catechesi, della Caritas e del gruppo di famiglie a livello interparrocchiale. Caro don Renzo Ti ringrazio, soprattutto, per avermi accompagnato in queste due settimane in cui abbiamo parlato molto e ci siamo sicuramente conosciuti di più. Affido il Tuo lavoro, quello delle Suore e dei Tuoi Collaboratori, l’impegno delle Famiglie nell’educare all’intercessione di S. Valentino, di S. Bruno e, soprattutto, a quella di Maria SS. Regina, vera serva del Signore che, percorrendo la via dell’obbedienza alla Parola, è diventata modello di ascolto, autentica testimone di speranza, Signora degli angeli e dei santi, esempio di fede sotto la Croce. Invoco da Lei, per Voi e per tutti Noi, che il Vangelo diventi norma e forza ispiratrice di ogni nostra scelta; che il nostro servizio all’uomo e al mondo sia il frutto di una obbedienza gioiosa, di una gratuità senza misura, di un cuore pieno di tenerezza e di speranza. Un abbraccio a Te per tutti. Anagni, 2 febbraio 2010 Festa della Presentazione del Signore + Lorenzo Loppa VITA DI 4 COMUNITA , Maggio 2010 Furto, spaccio, corruzione, malavita organizzata La legge del più forte “Educare alla Legalità” Basta alla morale fai-da-te: è tempo di scuole di moralità di Raniero MARUCCI “S e mancano chiare e legittime regole di convivenza, oppure se queste non sono applicate, la forza tende a prevalere sulla giustizia, l’arbitrio sul diritto, con la conseguenza che la libertà è messa a rischio fino a scomparire. La “legalità”, ossia il rispetto e la pratica delle leggi, costituisce perciò una condizione fondamentale perché vi siano libertà, giustizia e pace tra gli uomini”. Queste parole risalgono a quasi venti anni fa e fanno parte del documento “Educare alla legalità” della commissione CEI Giustizia e Pace. Eppure suonano ancora fortemente contemporanee forse perché purtroppo da allora la situazione non è cambiata. Del resto ognuno di noi ha quasi certamente avuto esperienza di illegalità. Probabilmente la forma di illegalità che conosciamo più direttamente è quella dei furti nelle abitazioni; le cronache dei quotidiani locali ce ne parlano tutti i giorni tanto che oramai non fanno quasi più notizia. Purtroppo vediamo che i reati legati al consumo e allo spaccio di droghe sono anche loro in aumento. E poi c’è tutto un mondo sommerso di infiltrazione della malavita organizzata nei settori economico-finanziari, nel riciclaggio del denaro sporco, nell’usura. Il Lazio, e la nostra provincia, non sono più un’isola felice, se mai lo sono stati, ma condividono oramai la sorte di molte altre regioni d’Italia, da sempre indicate come preda della malavita, malavita che sembra saper approfittare anche della crisi economica per investire il proprio denaro in attività commerciali e immobiliari. Passando dal livello locale al livello nazionale forse il fenomeno più appariscente è la prepotente ricomparsa dei fenomeni di corruzione a livello politico e imprenditoriale, tanto che da più parti si tende a parlare di nuova “Tangentopoli” a ricordo delle inchieste che circa venti anni fa portarono all’arresto di numerosi politici e al crollo di diversi partiti, anche se esistono profonde differenze tra ieri e oggi. Infatti, il sociologo De Rita in una recente intervista ad “Avvenire” rileva che mentre all’epoca della prima Tangentopoli i soldi raccolti illegalmente servivano soprattutto per mantenere gli apparati di partito oggi sembra non esserci alcun obiettivo politico dietro la corruzione ma solamente un interesse personale. Con lui sembra concordare anche l’ex ministro Pisanu che sul “Corriere della Sera” parla di “interesse privato e arricchimento personale”. Sta venendo meno il concetto di bene comune a spese dell’interesse personale. De Rita parla di morale fai-da-te e di soggettivizzazione esasperata dei comportamenti. Tante persone ritengono soggettive le norme morali e quelle giuridiche. Così non c’è più re- gola, ma solo un giudizio personale (e spesso di comodo) sulla regola soprattutto in assenza di modelli di comportamento e di “scuole di moralità” come possono esserlo stati in passato, pur con tutti i loro limiti, i partiti e altre associazioni. Ridiventare scuole di moralità, di partecipazione, di impegno, di ricerca del bene comune dovrebbe essere una caratteristica delle nostre parrocchie, delle nostre associazioni, dei movimenti per i prossimi anni; la sfida dell’emergenza educativa dovrà passare anche attraverso percorsi di educazione alla legalità da progettare e realizzare magari anche insieme alle altre realtà educative. L’Affido allunga la vita” Accade a Milano… ma potrebbe arrivare anche da noi L o slogan promozionale è pronto, la campagna - manifesti, opuscoli, passaggi radio e tv - partirà tra qualche settimana. Adotta un anziano, l’invito del Comune di Milano. Meglio: prendilo in affido, curalo a distanza. In cambio c’è un bonus mensile in denaro, duecento euro di media per ogni famiglia «volontaria». Il meccanismo è semplice. Gli assistenti sociali individuano il bisogno, mentre gli uffici del Comune si occupano di raccogliere le domande delle famiglie. Poi scatta la fase della selezione. Colloqui, test psicologici, un primo periodo di prova. L’«adozione» arriva solo alla fine, quando la famiglia incontra e fa conoscenza del «suo» anziano. L’impegno non è codificato, però è costante, quotidiano. C’è il pranzo con la famiglia «adottiva», ma ci sono soprattutto le occasioni di svago. Il parrucchiere, ma anche un cinema, un teatro. «L’anziano è per natura diffidente, non è sempre così semplice», mettono in guardia i responsabili del servizio. Questa notizia non poteva che arrivare da un grande centro urbano in cui i legami parentali si sono già sciolti o spezzati da tempo. La domanda che ci poniamo è: quando questa misura verrà adottata anche da noi? A Milano l’affido esiste da una decina d’anni. Oggi coinvolge non più di trenta over 80 in tutta la città. Ora si punta a triplicare. D’altra parte gli anziani aumentano e uno su tre vive in condizioni di solitudine. Ma chi rimane a casa e non viene ricoverato in ospizio ha un’aspettativa di vita più lunga. Anno XI Numero 5 VITA DI COMUNITA , 5 A Piglio a marzo tre giorni dell’AC per incontrare Dio Leggeri nel vento dello Spirito Esercizi spirituali di Sabrina ATTURO I n una situazione di “deserto” e di “silenzio” dagli uomini e dalle cose quella che oltre 40 persone dell’Azione Cattolica e di altri gruppi ecclesiali hanno vissuto il 19-20-21 marzo a Piglio, presso il Convento di S. Lorenzo, guidati da don Bruno Durante, con la preziosa presenza di don Giuseppe Ghirelli, suor Debora e Carlotta (Suore Apostoline). Persone, uomini e donne, giovani e adulti che in modo semplice e fraterno hanno alimentato il loro desiderio di Dio, desiderio di ascoltarLo, desiderio di donarsi a Lui sintonizzandosi sulla Parola, in cammino verso un desiderio grande: percorrere il cammino di santità a cui tutti, in forza del Battesimo, siamo chiamati, perché senza desideri nulla si muove, nulla si crea, nulla accade! Non è mancato nulla: lectio, istruzioni, lodi, vespri, adorazioni eucaristiche, celebrazioni, meditazioni, confessioni, accompagnamenti spirituali… per ritornare generosi ai combattimenti della vita, per ritornare testimoni gioiosi e credibili di Cristo nei luoghi e sulle strade della vita. Saliti sul monte (Convento San Lorenzo) per incontra- Lo, fatta esperienza del Suo sguardo, del Suo Amore, delle Sue parole, vissuta la gioia dell’incontro con l’Unico grande Maestro di vita si è tentati di “fare le tende” e restare con Lui sul monte, ma la logica del Suo Amore chiede di più, chiede il magis, non si accontenta della mediocrità… è un Padre che ama e per questo non trattiene ma lancia nel mondo i suoi amati figli con una missione specifica: portare l’Amore, la speranza, la gioia dell’incontro con Lui OVUNQUE: in famiglia, nel lavoro, nei bar, nel condomino, nella parrocchia, nella piazza per infiammare la vita ordinaria rendendola “straordinaria” (questa la santità laicale! ••• CONTRIBUTI dei partecipanti “Leggeri nel vento”. Vivere è abbandonarsi, come un gabbiano all’ebbrezza del vento, vento dello Spirito Santo. Aiutami a farmi guidare da Te per essere tuo compagno di volo. Elena Grazie Signore per il dono degli esercizi, tempo pre- zioso per stare con Te. Roberta Ciò che ci ha colpito in maniera profonda è stato capire che se apparteniamo a Dio, se ci abbandoniamo completamente alla Sua azione, se ci lasciamo guidare da Lui facendoci “rapire” dal Suo amore formiamo con Lui un solo spirito. Questa consapevolezza ci ha ricaricati, siamo rientrati a casa pronti per affrontare di nuovo la vita di tutti i giorni. Paola e Diana Esercizi spirituali: occasione per trovare la serenità interiore; nel silenzio si può ascoltare di più Dio. Luciana Anche quest’anno ho seguito il Signore, sono salita con Lui sulla montagna per stare in Sua compagnia e pregare: “che bello Signore stare qui, monterei la mia tenda accanto a te, ma non mi chiedi questo ma di tornare a valle carica dell’Amore che nutri per me, che mi permetti di assaporare ogni volta… grazie per l’esperienza di comunione fraterna vissuta agli Esericizi”. Rita Soli davanti a Dio! Noi tutti Eliseo, don Bruno, Elia. È stata forte la testi- monianza di don Bruno, parola di Dio vissuta. Il Silenzio, la compagnia di Cristo Eucarestia ha illuminato la mia storia. Pietro Consiglio a tutti gli esercizi spirituali perché davvero sono esperienze esclusive che arricchiscono l’anima e che danno la possibilità di stare profondamente a contatto con il Signore!!! Roberta Gli esercizi spirituali sono una preziosa occasione per stare “cuore a cuore” con Dio, offrono momenti per entrare in se stessi e gustare con occhi nuovi la Parola di Dio, tutto questo amabilmente guidati e assistiti. Può essere faticoso fare spazio in sé, lasciare tacere lo scorrere continuo di preoccupazioni e pensieri, ma la Sua è una voce che parla come “brezza leggera”. A chi come me non è mai tranquillo, ma si domanda sempre il come, il perché e rimugina sulla propria inadeguatezza, queste parole sono proprio quello che ci vuole, perciò « scegli Me, amami così come sei, perché Io ti amo già…non preoccuparti di nient’altro, Io sono con te! » Grazie! Valeria a i l g i m a F e l a i c e p S fsgòdfàùòfd Genitori... Missione impossibile! di don Marcello CORETTI “… la comunità cristiana promuova per i genitori occasioni di incontro e di riflessione sui problemi pedagogici, coinvolgendo persone esperte nell’ambito educativo e valorizzando sia l’apporto dei Consultori familiari, sia l’esperienza maturata in associazioni di genitori e di famiglie. Si tratta, cioè, di mettere in atto veri e propri itinerari formativi o “scuole” per i genitori, aiutandoli e sostenendoli con il confronto con l’esperienza altrui, con il consiglio intelligente e competente, con l’approfondimento specifico di alcune tematiche particolari, così che diventino sempre più capaci di dare ai figli un’educazione pienamente umana e cristiana.” (Direttorio di Pastorale familiare n. 110). Questa indicazione autorevole del Direttorio ha trovato applicazione nell’iniziativa promossa dal nostro Consultorio familiare diocesano “Salvatore Mucaria”, attuata nella sede stessa del Consultorio in Fiuggi, con un percorso di 10 incontri a cadenza quindicinale, iniziato l’11 ottobre 2009 e conclusosi il 7 marzo 2010. Il percorso ha visto impegnate stabilmente 8 famiglie con figli in età della prima infanzia e adolescenti, provenienti da Anagni, Fiuggi, Piglio e Torre Cajetani. Per farne un bilancio non ci è sembrata cosa migliore che dare voce agli stessi partecipanti. Ed ecco alcune delle loro testimonianze: pesso capita di essere presi dallo sconforto e dal dubbio circa la validità di quello che uno sta facendo, ma quando questo capita nel ruolo di genitori è ancora più drammatico, perché le nostre eventuali scelte errate non si riflettono solo sulle nostre persone, ma investono anche quegli esseri indifesi di cui il Signore ci ha fatto dono. Così di fronte alle reazioni di ira di uno dei nostri figli, spesso ci è capitato di chiederci ma dove stiamo sbagliando? Ecco questa è stata una delle principali motivazioni per cui abbiamo deciso immediatamente di partecipare al corso per genitori organizzato dalla nostra diocesi, presso il Consultorio di Fiuggi. Il confronto con gli altri genitori, i lavori di gruppo e soprattutto l’aiuto degli esperti (psicologi volontari presso il Consultario) sono stati determinanti, abbiamo avuto modo di rinfrescarci le idee su alcuni concetti che generalmente uno dà per scontati, ma che in realtà forse omette di applicare in concreto, come le tecniche “S dell’ascolto o il non emettere giudizi nelle risposte. Ad esempio in casa capitava ogni mattina di dover litigare con uno dei nostri figli perché nonostante il freddo usciva senza indossare il cappello. Generalmente la nostra reazione era quella di obbligarlo in tal senso, con il risultato di lasciarci angustiati e lui appena possibile si toglieva il cappello e lo nascondeva dentro lo zaino. Proponendo questa situazione durante il corso, le esperte ci consigliavano di provare a chiedergli i motivi e trovare una soluzione che potesse andar bene per entrambi. Effettivamente questa soluzione, che potrebbe sembrare banale, ma in realtà non lo è affatto, si è dimostrata risolutiva. Abbiamo infatti scoperto che nostro figlio non voleva più indossare i cappelli a disposizione perché li riteneva per “bambini piccoli” e noi non avevamo minimamente inteso il problema. Non avevamo capito che dietro al suo rifiuto c’era in realtà il problema di essere preso in giro dagli altri, e tutto si è risolto facendogli scegliere un cappello secondo lui idoneo alla sua età. Capita, infatti, che ciò che viene a mancare spesso in casa, a causa della carenza di tempo a disposizione da dedicare ai figli, dopo una giornata di lavoro, è proprio il dialogo. Noi pensiamo di conoscere i nostri figli e di sapere cosa loro pensano anche senza che loro ce lo dicono, e questo ci porta a commettere l’errore di non costruire un rapporto solido basato sul dialogo. Il corso è finito e, noi e le altre coppie che lo abbiamo seguito, ci auguriamo di riprendere in futuro un altro cammino insieme. Claudia e Gian Piero rito di titubanza verso chi ci avrebbe aiutato in questo compito così arduo dell’educazione dei nostri figli, ma, dopo aver ascoltato gli operatori che ci hanno guidato, abbiamo cominciato a cercare di capire ciò che si era fatto, ciò che si doveva fare e ciò che si poteva cambiare; tutto questo è avvenuto nella maniera più spontanea possibile, ascoltando e confrontandoci con gli altri genitori che, senza rendersene conto ci hanno arricchito con le loro esperienze vissute, e, senza rendercene conto, di domenica in domenica, si stava comunque formando un “gruppo” nel quale ci si poteva esprimere liberamente e scaricare le ansie e le paure che ogni giorno ci accompagnano. Di grandissimo aiuto sono stati gli operatori, psicologi, psicoterapeuti ecc. che sempre ci hanno guidato e riportato nei giusti ranghi facendoci riscoprire il rapporto di coppia, la comunicazione e le relazioni con i nostri figli facendoci fare anche “mea culpa” al momento giusto. Gli argomenti trattati sono stati tanti, ma tantissimi ancora andrebbero affrontati, per il momento ci siamo fermati qui e speriamo che la nostra esperienza sia di stimolo ad altri genitori che come noi amano e temono per i propri figli, e che decidano di farsi questo bellissimo regalo! Enrico e Mara Q S i è da poco concluso il corso per genitori “genitori missione impossibile” e ci ritroviamo ora a fare qualche riflessione sulle nostre sensazioni. La nostra partecipazione al corso è stata del tutto casuale, per caso mio marito ha preso in parrocchia il volantino di presentazione con tanto di orari e argomenti trattati, mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto partecipare, ed io, solo per non dire di no, ho accettato un po’ scettica, perché avendo due figli, rispettivamente di 11 e 14 anni, mi sentivo comunque tagliata fuori dal processo educativo presentato da questi incontri. Diciamo questo per far capire lo spi- uando ci hanno detto che presso il Consultorio di Fiuggi era stato organizzato un corso per genitori, io e mia moglie, dopo averci pensato un po’, ci siamo detti: “perché no!”. Forse consci del fatto che non è sempre facile relazionarci con i nostri due figli, una femminuccia di 7 anni e un maschietto di 4: due personalità e due caratteri estremamente diversi. Forse anche la preoccupazione di non saper rispondere in modo adeguato alle loro esigenze o, viceversa, di essere troppo lesti e celeri nel soddisfarle. Forse, almeno per me, il timore di essere visto dai miei figli come un padre-padrone, troppo rigido, o un padre-amico, seconda soluzione che non condivido. Ora che questo percorso è finito, due ordini di pensieri ricorrono nelle nostre menti: il dispiacere per la fine del corso e la speranza che l’anno prossimo venga riproposto, magari approfondendo per esempio il periodo dell’adolescenza. Il corso è stato davvero positivo. Non avrei mai pensato che delle coppie di genitori, conosciutesi durante gli incontri, con molta umiltà, sotto la guida attenta delle psicologhe del consultorio, si mettessero in gioco raccontando al gruppo le proprie esperienze, facendo trasparire emozioni vere... Confrontarsi con altri genitori è stato veramente utile. Abbiamo capito che il mestiere di genitore non può essere insegnato da nessuno, ma qualcuno può fornirci degli utili strumenti per affrontare le possibili situazioni critiche che potrebbero presentarsi. Pensando ai pomeriggi delle domeniche dedicate al corso (2 ore ogni 2 settimane per dieci incontri) mi viene in mente quello che mia figlia ha detto una domenica a pranzo alla zia: “Oggi andiamo a Fiuggi ad un incontro noioso, ma per fortuna che ci sono le ragazze che fanno divertire noi bambini e ci fanno fare tanti lavoretti”. Quando mi è stato riferito ciò, a distanza di giorni, ho pensato che forse per me e per i miei figli questo corso è stato un vero investimento per l’economia del rapporto genitori-figli; non sono diventato un genitore modello, ma adesso ci penso sempre due volte prima di attuare un determinato comportamento con i miei figli. Prima del corso davo per scontato che quando io dicevo loro qualcosa i piccoli mi “capissero al volo”. Ora, invece, cerco di immedesimarmi in loro e vedere come quello che io dico viene da loro recepito: molte volte provo a cambiare il modo ed il tono della comunicazione. Questo corso ha permesso a me e a mia moglie di parlare e confrontarci sul nostro rapporto con i figli, sul modo di essere genitori: troppo rigido io, permissiva mia moglie. Questo corso ci ha fatto bene. Meri e Luigi 8 VITA DI COMUNITA , Maggio 2010 Grande soddisfazione per gli organizzatori del Coro Ernico I vincitori del premio “Il Miracolo della Vita” Sono state presentate quasi 250 foto di Luigi CRESCENZI I l concorso bandito per il secondo anno consecutivo dal Coro Ernico di Alatri, nell’ambito delle celebrazioni del Miracolo dell’Ostia Incarnata, è stato un successo. Tema di quest’anno era “Tutto è meraviglioso per chi sa meravigliarsi”. Si sono cimentati nella descrizione fotografica del Miracolo della Vita in molti. Per la sezione Gruppi sono state presentate 58 foto, perla Sezione Singoli sono state presentate 170 foto. La giuria era composta da don Cristoforo D’Amico, rappresentante Diocesi Anagni-Alatri; Antonio Agostini, rappresentante Ass.to Cultura Alatri; Franco Mastracco, rappresentante Associazione artistica A.C.T.A., Picchi Giorgio, Circolo fotografico Pentaprisma Ferentino, e Nazareno Culicelli, rappresentante Coro Ernico di Alatri. La Giuria all’unanimità ha assegnato il 1° Premio Sezione gruppi all’Istituto Magistrale di Alatri “LUIGI PIETROBONO” per “Arco di rose”. Un arco di rose, recitava la motivazione, fa da cornice ad un paesaggio bucolico e fa venire in mente gli scenografici archi floreali messi in opera per festeggiare matrimoni, battesimi, festività sacre e profane. Un inno alla vita! Il 2° Premio Sezione gruppi è andato alla Scuola Cattolica Liceo “LEONIANO” di Anagni, classe V ginnasio per l’opera “Speranza” perché è di buona qualità e riprende un paesaggio plumbeo tanto da far dubitare, volutamente, se la foto sia a colori o bianco/nero. Il territorio sottostante, continua la motivazione, è ugualmente incolore e scuro, eccetto una piccola porzione di esso rischiarata da due tenui raggi solari che sembrano voler dire: - non disperate, anche nei momenti più bui la vita ha motivo di essere apprezzata. Il 3° Premio Sezione gruppi alla scuola primaria “S. MARIA DE MATTIAS” classe V per “Tramonto”. Nell’assegnare il premio a questo gruppo la giuria ha tenuto conto del fatto che è stata prodotta da bambini in età scolare. Anche se manca un poco la tecnica, non manca la creatività. La foto premiata evoca spazi siderali e una linea di monti che si stagliano all’orizzonte neri come la pece. Però…, però un puntino luminoso, che timido emerge dal fondo scuro dei monti, toglie ogni dubbio: lì c’è un’abitazione, ci sono affetti, gioia, dolore, lì c’è la vita! Nella categoria singoli il 1° premio è andato ad ALEXANDER ROBERT BROWN per “L’incontro”, il 2° premio a FABIANA SCAPPATICCI per “la neve ingioiella e nutre la vita” e il 3° premio a GIGLIOLA MONTARSO per “Nutrire d’amore”. Il premio “Don Giuseppe Capone” è andato all’Istituto comprensivo “EGNAZIO DANTI” per “La rosa di Gerico”. Mentre il premio Giuria Popolare “Francesco Bricca” è andato a STEFANO GIZZI per “Sorpresa” con 52 voti. Giovanissimi di Piglio in gemellaggio con la diocesi di Teramo-Atri ACI in movimento a cura dell’A.C. di Piglio V erso... nuovi orizzonti, questo, lo slogan della II Giornata Passaggi, organizzata dall’Azione Cattolica dei Ragazzi della Diocesi di Teramo-Atri. Giornata che ha offerto lo spunto per un bel gemellaggio tra la loro realtà e i gruppi 12/14 dell’Azione Cattolica interparrocchiale di Piglio, coinvolgendo circa 120 tra ragazzi ed educatori. L’incontro si è svolto domenica 21 marzo, nei locali della parrocchia di San Giovanni Battista, ed ha visto protagonisti non solo gli adolescenti ma anche tutte e due le comunità parrocchiali (che si sono attivate per accogliere nel migliore dei modi gli amici abruzzesi) e soprattutto don Giacomo e Michele che vivono all’interno della comunità Nuovi Orizzonti fondata da Chiara Amirante nel 1991, dove centinaia di giovani hanno potuto ritrovare se stessi alla luce dell’amore di Cristo. L’incontro con Nuovi Orizzonti è stato il perno di tutta la giornata: i ragazzi hanno prima affrontato “teoricamente” il tema del perdono per poi comprenderlo e “toccarlo” veramente con la testimonianza di don Giacomo e Michele. L’incontro ha permesso ai ragazzi di comprendere che ormai non sono più bambini ma adolescenti, che hanno sempre più il diritto di vivere la propria vita, stando attenti però a tutte le insidie che si possono incontrare lungo la via e ha dato loro un forte messaggio di speranza, proprio tramite le parole di Gesù, che ha detto: “Neanche io ti condanno; va e d’ora in poi non peccare più”. Anno XI Numero 5 VITA DI COMUNITA , 9 I 25 anni della Giornata Mondiale della Gioventù Contro il pessimismo della crisi: i giovani e il loro progetto di vita Il Santo Padre affinché i giovani non si scoraggino di Daniele RODOLICO C olpiscono. Gli insegnamenti di Gesù rimangono sempre attuali nella loro universalità, mantenendo una tale forza che difficilmente si riesce a non rimanerne colpiti. Marco ci racconta che, più di duemila anni fa, un tale, corso incontro a Gesù, lo fermò e gli chiese “Maestro buono, cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?” (Mc 10,17). Pur rispettando i comandamenti, questi non se la sente di dare tutti i suoi averi ai poveri e seguire Gesù, ottenendo, così, un tesoro in cielo. Quelle righe del Vangelo, cariche di un messaggio ancor più importante per la nostra società odierna, imprimono subito grande speranza. Ed è forse proprio per questo che la do- manda posta a Gesù è stata scelta come tema per l’anniversario dei venticinque anni della Giornata Mondiale della Gioventù. Era il 1985 (proclamato dall’ONU Anno Internazionale della Gioventù) quando Giovanni Paolo II istituì questo evento, sulla scia di altri incontri degli anni precedenti. Nella prima edizione del 1986 si rivolge ai giovani di tutto il mondo con la lettera “Siate pronti a testimoniare la speranza che è in voi”. La prossima GMG si terrà a Madrid nel 2011, ma, come accade negli anni alterni in cui la Giornata non si tiene all’estero, il Papa ha desiderato incontrare a livello diocesano i giovani del Lazio e di molte altre diocesi d’Italia. L’incontro si è tenuto il 25 marzo, di sera, in Piazza San Pietro, seguito dalla RAI che lo ha trasmesso il 27 marzo sul primo canale nazionale. Circa 70.000 giovani hanno partecipato all’incontro, giungendo in Piazza San Pietro, gremita sin dalle prime ore del pomeriggio, e riunitisi per ascoltare il messaggio del Santo Padre. Numerosissimi i giovani della Diocesi di Anagni-Alatri che hanno preso parte all’evento, in particolare si sono recati a Roma tutti gli studenti della Scuola Diocesana. Inoltre, ospiti di questo speciale appuntamento sono stati giovani cantanti, attori, seminaristi che verranno ordinati a breve e tanti altri testimoni delle edizioni precedenti della GMG. Dopo l’intervento del Cardinal Vicario della Diocesi di Roma, Mons. Vallini, Benedetto XVI ha risposto alle domande di alcuni ragazzi rispetto all’essenzialità di possedere un progetto di vita e aspirare alla vita eterna. Per realizzare tutto ciò è necessario seguire Gesù e fare dei Comandamenti i nostri punti di riferimento basilari: solo così si realizzano le prospettive infinite della felicità e dell’amore. Per ritrovare fiducia in sé stessi e negli altri, bisogna scegliere quale percorso intraprendere nella vita, interrogarsi e lasciarsi guidare verso la felicità seguendo i progetti che Dio ha per ciascuno di noi, non trascurando le Sue chiamate che, spesso, finiscono per essere evitate. Il Pontefice ha esortato i giovani ad aprire le porte della loro vita a Dio. Bombardati quotidianamente da visioni mediatiche distorte che incutono negativismo nella gente e indotti sempre di più a perdere di vista gli orizzonti della nostra esistenza, queste parole sono una linfa per la nostra società: se anche la gioventù si sente inetta e spettatrice della propria vita non si può auspicare nulla per il futuro dal quale, come avrebbe detto Seneca, siamo meno dipendenti se abbiamo in pugno il presente, nel quale cercare la rotta da seguire per giungere ai porti migliori. La Giornata Mondiale della Gioventù e le parole del Santo Padre suscitano la volontà di riprendere in mano le redini della propria esistenza e fare qualcosa di costruttivo per la società. Maggio 10 2010 Cult Attualità FORMAZIONE oti favorevoli 219 contro 212, un vantaggio minimo, ma che V vale una pagina di storia: dopo una maratona interminabile, dopo mille polemiche, ritardi e colpi di scena, la Camera, sotto la CARTA GIOVANI DELLA REGIONE LAZIO RIFORMA SANITARIA IN AMERICA È partita la campagna di tesseramento 2010 della Carta Giovani della Regione Lazio, che complessivamente offre ai giovani titolari under 30 e più precisamente di età compresa tra i 14 e i 29 anni, residenti o domiciliati, oltre 1.100 convenzioni nei settori della cultura, dello sport e del tempo libero in tutto il territorio laziale. La carta Giovani è gratuita e può essere ritirata presso la Provincia o il Comune e il Comune di residenza. Per ritirarla basta presentare un documento valido e una fototessera. Per i minorenni è indispensabile la presenza di un genitore. La Carta Giovani offre un aiuto concreto a tutte le ragazze e i ragazzi nei settori della cultura, del divertimento, della formazione, dello sport e del turismo, non solo in Italia ma anche in altri 41 Paesi europei. Gli esempi che si possono fare sull’uso della carta sono: dallo sconto sul biglietto d’ingresso nei musei alle riduzioni sui concerti, dalle agevolazioni per i corsi di lingue offerti dai migliori istituti del Lazio alle riduzioni nelle quote di iscrizione nelle palestre. Per informazioni: www.cartagiovani.it - tel. 06.64960345. Inoltre, per favorire la partecipazione a colloqui di lavoro, selezioni, attività di volontariato, stage in Italia e nei paesi europei, corsi di lingua, i giovani hanno a disposizione un contributo a titolo di rimborso delle spese di viaggio fino ad euro 350,00. guida inflessibile di Nancy Pelosi, ha finalmente passato la riforma sanitaria in America. «Dopo quasi cento anni di parole e di frustrazioni, dopo dieci anni di tentativi e un anno di battaglie, il Congresso degli Stati Uniti ha dichiarato che i lavoratori americani, le famiglie e le piccole imprese avranno una sicurezza: né malattie né incidenti metteranno a rischio i sogni cui hanno dedicato una vita» Obama ha ricordato che questa vittoria è venuta contro coloro che fino all’ultimo non ci credevano, contro gli interessi speciali e contro le lobby: «Siamo al di sopra della politica, siamo al di là della paura e siamo ancora in grado di lavorare per la gente: oggi è il momento del cambiamento». Non ci si è arrivati facilmente. L’aula, divisa, caratterizzata fino a pochi minuti prima da un confronto teso coi repubblicani su certe normative procedurali, è esplosa in un’ovazione: «Yes we can», hanno urlato i deputati democratici. Poco dopo la Camera ha anche approvato gli emendamenti che saranno inviati al Senato. Quando il passaggio del progetto di riforma è diventato irrevocabile Nancy Pelosi, il Presidente della Camera, ha battuto il grande martello dal podio, e ha annunciato raggiante: «La legge è passata». L’America avrà un’assicurazione sanitaria per 32 milioni di americani che oggi non sono coperti. Bambini con malattie congenite che non potevano essere assicurati avranno le cure adatte. Lavoratori che rischiavano di perdere l’assicurazione medica cambiando posto non correranno più quel rischio. Questo per dire che la riforma ha un respiro molto più vasto del semplice allargamento di una base di assicurati, ma toccherà letteralmente tutti gli americani. SAN SISTO 2010 C ultura A rte M usica L etteratura S cienza S port C inema T eatro 11 Anno XI Numero 5 tur@ SCUOLA CULTURA S iamo giunti - con l’articolo di oggi - al cuore della Genesi, a quel punto qualificante dell’opera di Dio che è la creazione dell’umanità. Punto qualificante ma anche il più irriso dagli scettici, con Dio che crea l’uomo dall’argilla e la donna da una costola dell’uomo. Irrisione che nasce da una profonda ignoranza del testo da parte dei critici e, diciamolo pure, da una scarsa attenzione che vi è stata data nella catechesi all’interno della Chiesa (ma questo vale per tutte le problematiche interpretative sollevate dalla Genesi). Intanto i termini: il fatto che l’uomo sia tratto dall’argilla, indica la sua materialità, l’essere cioè legato alla terra. Il termine “adamah” indica l’argilla, la terra e, dunque, “adam” è l’uomo nella sua carnalità e fisicità ed essendo un termine generico indica l’umanità nel suo insieme. Dio crea l’uomo-umanità, l’umanità delle origini personificata in Adamo. La creazione dall’argilla – elemento usato dai vasai ed adatto alla lavorazione manuale – indica anche l’attenzione e la cura con cui Dio crea. Ma il punto più alto è toccato dall’atto creativo vero e proprio che è quello spirituale, perché è quello che fa la differenza tra l’uomo e gli altri esseri viventi. A questo “adam” fatto di argilla Dio dona lo spirito di vita “nishmah” (soffiare – respirare) o “ruah” (vento) che indica lo Spirito di Dio nel suo agire: questo termine non indica l’anima (concetto greco – dunque posteriore – e non ebraico) ma la coscienza, che indica la spiritualità dell’uomo che gli permette di entrare in relazione con Dio e con gli altri. Per questo motivo – con forte simbolismo – lo spirito di Dio viene donato prima della creazione della donna, altrimenti la relazione non sarebbe stata possibile. L’uomo è dunque legato a Dio ed alla terra, e questo elemento fondamentale caratterizza la sua grandezza ma anche il rischio insito nelle sue scelte. La creazione della donna dalla costola di Adamo indica la completezza dell’umanità nel suo essere maschile e femminile, tanto che con espressione forse poco sottolineata la Bibbia dice che Dio crea l’uomo (l’umanità) a sua immagine, maschio e femmina “la” creò (riferito all’umanità). Più precisamente “Dio creò l’umanità (‘Elohim bara ha ‘adam) a sua immagine (selem), a immagine di Dio la creò (‘oto bara); maschio e femmina li creò (‘otam bara). Già il termine “costola” indica – in alcune lingue semite – la “vita” e la “femminilità”, e questo starebbe ancora di più a confermare che la completezza della creazione è nella unità-dualità uomo-donna non nel senso di dipendenza ma di completamento. Non esiste dunque l’uomo se non in astratto: nel concreto esistono l’uomo e la donna uniti in “una sola carne” (Gn 2,24). Nel prossimo articolo parleremo del concetto suggestivo di paradiso terrestre con tutte le implicazioni storiche e simboliche in esso presenti. 5 - continua - FEDE E RAGIONE - 5 GENESI - Creazione dell’uomo di Paolo FIORENZA SCAMBIO CULTURALE CON LA REPUBBLICA CECA di Claudia FANTINI F ra un mese i ragazzi della scuola cattolica ospiteranno i loro coetanei della Repubblica Ceca per completare lo scambio culturale iniziato lo scorso anno. Allora i nostri andarono per dieci giorni i nella cittadina di Horice per conoscere gli usi e costumi di questo popolo situato al centro dell’Europa con il quale però siamo poco entrati in contatto. Durante il nostro soggiorno, infatti, non poco ci hanno stupito le loro abitudini e i loro costumi: indossano le pantofole a scuola, dopo 45 minuti di lezione fanno una pausa di dieci minuti, cenano alle sei di pomeriggio, offrono crisantemi come regali e per i funerali organizzano una festa che dura fino a notte fonda. Ma, in realtà, più che le differenze sono state le similitudini a colpirci e l’affetto con il quale ci hanno accolto. Quest’anno speriamo di essere all’altezza della loro ospitalità: anche loro verranno stupiti dal nostro modo di vivere: dalle nostre lunghe ore di lezione (dalle 8,20 alle 13,30 con una sola pausa di dieci minuti), dalla nostra pasta asciutta servita come primo piatto e non come contorno come si usa da loro, dalla nostra pizza... ma speriamo soprattutto che vengano stupiti dalla amicizia che sapremo dare loro e dalla disponibilità. Visiteremo le nostre zone ciociare, ma andremo anche al mare (così lontano dai loro confini), a Roma e a Napoli. C ultura A rte M usica L etteratura S cienza S port C inema T eatro