Notiziario Trimestrale dell’Associazione Italiana Mogli di Pastori Avventisti Numero 37 Gennaio-Marzo 2002 Da parte del Comitato AIMPA NOTIZIE DALLA 2 REDAZIONE di Lina Pesce Furnari Carissime sorelle, PASSO DOPO PASSO… Come condurre i nostri figli a Cristo, di di Richard e Brenda Duerksen 3 Un nonno e un nipote di Giuseppe Stragapede Siamo ormai a pochi giorni da un appuntamento veramente speciale: un ritiro spirituale per tutte le mogli di pastore, il cui titolo è: BUONE NOTIZIE PER LE NOSTRE FAMIGLIE. 6 FORUM: INFANZIA E DINTORNI Il messaggio mediatico di G. Hopkins, T. Babikian, D. McBride, A. Oliver. 7 DEDICATO A TE Nostro ospite è il fratello Roberto Badenas, che ci presenterà diversi argomenti riguardanti in modo specifico la famiglia pastorale; all’interno troverete notizie ulteriori su questo incontro, al quale faremo sicuramente di tutto per non mancare. 12 NOTIZIENOTIZENOTIZIE Grazia e Giuliano Di Bartolo a cura di M. Cavalieri Calà 13 Speriamo di incontrarci, numerose, a Chianciano, per poter vivere sotto lo stesso tetto momenti intensi di comunione fraterna, che ci aiutino a crescere nella fede e nell’amicizia reciproca. NOTIZIENOTIZIENOTIZIE 15 Riconoscimento alla Carriera per il Prof. A. Caracciolo a cura di M. Cavalieri Calà 18 NOTIZIENOTIZIENOTIZIE Al termine del Ritiro, avrà luogo l’Assemblea AIMPA, durante la quale verrà rinnovato il nostro direttivo e si avrà la possibilità di proporre emendamenti allo statuto AIMPA che troverete, per esteso, all’interno. Per ulteriori informazioni sul luogo dell’incontro, potete contattare Raffaella Rizzo, segretaria della nostra Associazione (vedi pag. 18 in basso). NOTIZIENOTIZIENOTIZIE 21 Falsa Beneficenza a cura di Simona Magistà Alma PROFILO DI… CONGRESSO CAMPO SUD Consacrazione al Ministero Pastorale Elsa Cupertino Cozzi e Virginia Smith 23 GIOCHI E RACCONTI 27 a cura di M. Cavalieri Calà Nell’attesa di rivederci, preghiamo le une per le altre, affinché il Signore ci aiuti ad organizzarci per poter essere presenti. UNA RICETTA PER TE Zuppa di fave fresche/Confettura di fragole crude (di Eleonora Lautizi Paris) 29 In Cristo, Il Comitato AIMPA L’Associazione Italiana Mogli di Pastori Avventisti (AIMPA), con sede a Roma, Lungotevere Michelangelo, 7 non ha scopi di lucro. E’ patrocinata dall’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° Giorno e in modo specifico dall’Associazione Pastorale, allo scopo di assistere la moglie del Pastore Avventista. 2 Comitato AIMPA Corrispondenza a: Coordinatrice nazionale: Lina Pesce Mariarosa Cavalieri Via S. Quasimodo, 68 70126 — BARI Tel. 080/5491353 Segretaria: Raffaella Evangelisti Membri: Dora Bognandi, Eleonora Lautizi Redattrice: Mariarosa Cavalieri E-mail: [email protected] bollettino aimpa « Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati), e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesú, per mostrare nei tempi futuri l'immensa ricchezza della sua grazia, mediante la bontà che egli ha avuta per noi in Cristo Gesú. Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio” (Efesini 2:4-6). Condurre... … i nostri figli alla scelta per Cristo, è molto più che parlare loro di Dio. Si tratta piuttosto di vivere una vita cristiana irresistibile, piena di attività ricche di senso e di scelte pianificate con cura, mostrando loro quanto sia bello, quanto sia piacevole, e quanto ci onori il fatto di essere figli di Dio. Sembra forse un obiettivo difficile da perseguire, ma se percorriamo questo di Richard e Brenda Duerksen sentiero con lui, ce la faremo insieme : “Nulla è impossibile a Dio”. Come far innamorare i nostri figli di Gesù? Ecco alcune parole chiave, ricche di speranza, frutto della nostra esperienza personale come genitori. PREGHIERA: Nulla di ciò che facciamo per o con i nostri figli, sarà coronato dal successo eterno, se non siamo in contatto con la potenza di Dio. E. White consiglia di pregare molte volte, durante la giornata, per la nostra conversione e la nostra trasformazione interiore. Chiediamo a Dio di accordarci tuta la sag- bollettino aimpa gezza e la creatività di cui abbiamo bisogno, per trasmettere ai nostri figli un’immagine chiara di Cristo, “...implorando di poter comprendere meglio la lunghezza, la profondità e l’altezza di una conoscenza che lui solo può dare” (E. White, Parole di Vita, pag. 133). Dio desidera ardentemente la nostra salvezza, e vuole rispondere ai nostri bisogni. RITI: Abbiamo cercato di organizzare dei riti incentrati sul Cristo: attività regolari, pianificate, previste, ce sono dei pilastri che garantiscono la stabilità spirituale del focolare domestico. Ecco alcuni esempi: E’ sufficiente evocare il “rito del Crystal” davanti ad un membro della nostra famiglia, perché immediatamente egli senta l’acqua gelida del fiume Crystal, in Colorado. E’ nel punto in cui il fiume passa accanto ad un mulino, prima di entrare in paese, che due dei nostri figlioli sono stati battezzati; da allora, il fiume Crystal è diventato per noi un luogo di rinnovo, riposo e rinascita. Il rito della Tavola Rotonda, è quotidiano. Se entrate nel nostro salone, troverete al centro un tavolo rotondo di 4 m di circonferenza. Dopo 15 anni di attività manuali, scolastiche, feltri, modellini di aereo, Monopoli, puzzles e spuntini, il nostro tavolo ha bisogno di essere restaurato… Ma siamo affezionati a quei segni di vissuto, perché ogni 3 Passo dopo Passo... graffio, ogni macchia, ci ricorda qualcosa in particolare. Ogni mattina cominciamo qui la nostra giornata, insieme e pregando. Ogni sera è là che discutiamo di tutto e di nulla. E’ un luogo che favorisce il dialogo libero e sereno, il dedicarsi a delle attività. La Tavola Rotonda si ispira ai giorni e alle notti che Gesù ha trascorso in preghiera con i suoi discepoli. Dopo tutto, educare dei bambini non è molto diverso dal formare apostoli. Il rito della lettura; le letture spirituali con i propri figli sono indispensabili per imprimere il messaggio cristiano nel loro cuore. Ciascuno di noi ha la sua lista personale di libri speciali, letti insieme. E tutti noi abbiamo una bibbia consumata, sulla quale sono state sottolineate le parole più preziose. In quanto genitori, uno dei nostri ricordi più belli è quello di una sera in cui Julene ha scoperto il significato dell’Amore di Dio, quando Aslan, il suo personaggio preferito, è morto su una tavola di pietra, nel libro Cronache di Narnia. LE VACANZE: Le vacanze sono un periodo in cui il ritmo della vita sembra interrompersi, per concentrarsi sulla famiglia. Corte o lunghe, a casa o fuori, le vacanze sono momenti di relazioni intense, che offrono varie occasioni per rendere attraente il cristianesimo. I momenti più belli sono semplicemente quelli delle gite familiari in bicicletta, il sabato pomeriggio. Queste passeggiate comprendono delle tappe, nella quali ci fermiamo e parliamo insieme. Quanti ricordi, legati a queste passeggiate in mezzo alla natura! Ed ogni ricordo non suscita soltanto un sorriso e un affetto caloroso per la nostra famiglia, ma porta alla mente attimi di conversazione, di scoperte spirituali condivise con intensità. LA LIBERTA’: Abbiamo scoperto che la libertà è uno dei doni più belli (e più impressionanti!). Ma questa libertà deve riflettere la libertà che Dio ci ha dato. Questo concetto è stato descritto molto chiaramente dall’apostolo Pietro, nella sua prima epistola (2:16): “Fate questo come uomini liberi, che non si servono della libertà come di un velo per coprire la malizia, ma come servi di Dio.” Spesso presentiamo ai nostri figli l’immagine di un Dio esigente, che ci costringe, ci obbliga, o altre volte l’immagine opposta, di un Dio che perdona sorridendo benevolmente, mentre, scoprendo i limiti della nostra libertà, apprendiamo a canalizzarla in una vita di servizio disinteressato. Quando ci troviamo di fronte alla domanda: Che cosa devo fare?, ci chiediamo tre cose: - si tratta di qualcosa di buono per la mia vita? - ne diverrò schiavo? - si tratta di una benedizione per me? Ci siamo resi conto che queste tre domande sono particolarmente utili, con i nostri figli, in questi ambiti: modo di vestire, di pettinarsi ♥ tipo di musica da ascoltare ♥ Scelte per il proprio avvenire ♥ Scelta delle amicizie ♥ Come gestire la propria libertà personale. ♥ L’AMORE Non dimenticate mai, genitori, che il nostro scopo è rendere il Cristo e la nostra relazione personale con Lui, irresistibile. Ciò significa che l’amore—un amore ad immagine di quello di Cristo—è il cuore della relazione che noi stessi abbiamo con i nostri figli. Anche se questa verità ci fa venir voglia di nascondere la nostra testa sotto terra, dobbiamo accettare il fatto che siamo noi a trasmettere ai nostri figli l’immagine più visibile di Dio. Paolo ci chiama degli ambasciatori di Cristo, come se Dio esortasse gli altri tramite noi. Questo è un 4 bollettino aimpa Passo dopo Passo... grande e non facile privilegio! L’amore è esigente: esige la nostra presenza alle partite di calcio, come ai saggi di musica o ad altre rappresentazioni. L’amore è sordo: esige l’essere fieri ed applaudire ai saggi di violino. L’amore è cieco: ringrazia per il toast bruciato della colazione di domenica. L’amore è silenzioso: particolarmente durante il primo anno di patente di guida. L’amore si esprime a parole: non smette di ricordare la propria esistenza gli uni agli altri. L’amore è caloroso: circonda con le sue braccia, cariche di affetto. L’amore guarisce: anche quando la sofferenza è frutto di una disobbedienza… L’amore è sincero: date amore, perchè avete in voi l’amore. L’amore riflette l’amore di Dio, al quale assomiglia, pur tenendo conto della situazione dei genitori. LA DISCIPLINA L’amore infinito offre il contesto necessario per una disciplina che trasforma. Certamente i genitori cercano talvolta di cambiare il comportamento attraverso una sculacciata, o con delle grida, o con una severa predica. Ma solo l’amore permette di agire con fermezza sul carattere. La disciplina « incollerà » il bambino a Cristo e ne farà un discepolo del Maestro. Quest’ ultimo ha più spesso indicato una via migliore, piuttosto che punire una cattiva scelta. La vita di Cristo non è altro che dialogo costante, consiglio, sfida, perdono e trasformazione. Una corretta disciplina aumenterà la stima di sé nel bambino, migliorando allo stesso tempo il suo comPresto, sorridete! Respirate profondamente e contate fino a tre. La maggior parte dei problemi sono più facili da affrontare quando l’ondata di emozioni è un po’ Chiedete tutti insieme la guida di Dio, se possibile. Fate prova di dolcezza. portamento. Eugene Peterson, in «Il Messaggio », descrivendo la disciplina divina come fonte di cambiamento, parafrasa Efesini 2 dicendo: « Ha preso su di è la nostra vita, uccisa dal peccato, e ci ha resi viventi in Cristo. (…) Dio ci ha ormai condotti là dove desiderava, con tutto il tempo presente e il mondo futuro per versare su noi la sua grazia e la sua bontà in Gesù Cristo. » Disciplinare non consiste nel provocare, attraverso dei colpi, la scomparsa di un cattivo comportamento, ma assicurare fortemente il bambino a Cristo. Processo che, tra l’altro, trasforma il comportamento in questione! LE DIFFICOLTA’ La vita non è facile per nessuno. E certamente non lo è per un genitore. Le difficoltà arrivano sempre nel momento più sbagliato, sembrano programmate intenzionalmente per farci perdere le staffe. Si potrebbe fare una lista, infinita ed appassionante, di tutto ciò che ci capita, giorno dopo giorno. Ma anche se noi manchiamo di saggezza, ogni difficoltà è per Dio occasione di utilizzare la sua potenza, tramite noi. Da parte nostra, vi offriamo quattro tipi di reazioni, su cui riflettere, da avere di fronte alle difficoltà: Come dice il nostro amico Dan Kittle: « Ecco la mia preghiera / Quando il mio universo è in tempesta: Signore, che il mio esteriore / Corrisponda al tuo interiore. » IL SOSTEGNO Gesù mangiava a casa di Marta, pescava con Pietro, camminava insieme a tutti, raccontava storie ai bambini, era il migliore amico di Lazzaro. Visto che Egli è il nostro modello nella relazione che dobbiamo avere con i nostri figli, incoraggiamoli nelle loro idee, con i loro amici, nei loro obiettivi, nei loro cambiamenti, nelle loro speranze. Sosteniamoli quando sembra loro che tutti li abbiano abbandonati. Siamo presenti quando fanno sport, apprezziamo i loro sforzi nell’imparare a suonare uno strumento. Offriamo loro un telefono ed un luogo favorevole al comodo dialogo, proprio degli adolescenti. Ascoltiamo la loro musica. Ridiamo delle loro battute, apprezziamo i loro amici, accogliamoli con popcorn, pizza, bibite… Siate generosi in coccole, non lasciate mai che un bambino vada a dormire, a scuola, al lavoro o anche a giocare, senza avervi sentito dire « Ti voglio bene! ». Siate dolci, calmi, incoraggianti. Ponete sagge domande, sapete, proprio quelle che loro bollettino aimpa 5 Forum: “Come condurre i nostri figli... non vorrebbero mai ascoltare… Sorridete! Fate in modo che la vostra casa sia per i vostri figli il luogo più sicuro del mondo. IL FALLIMENTO Il fallimento è un preludio al perdono. E il perdono è un preludio alla crescita spirituale. Nella nostra memoria familiare rimbombano ancora molti fallimenti. Un giorno, papà ha urlato con Jeremy, perché non si era fermato ad osservare una mappa turistica. Abbiamo trascorso un’ora molto triste, piangendo, frustrati. Ma anche nel perdono. Un’altra volta, « la miglior cuoca del mondo » ha fatto una torta alle noci dal sapore e dalla forma orribili; c’è voluto molto tempo prima che le nostre risate riportassero la gioia negli occhi della cuoca. Tutti hanno ferito, tutti hanno fatto nascere il perdono. E, sia lodato il Signore, tutti ci hanno aiutati a crescere. « Il successo dipende dal modo in cui vengono affrontati i fallimenti. » IL GIOCO Cercare di contare le stelle, fare passeggiate e sport in mezzo alla natura, giocare a ping pong, ai giochi di società, ai puzzles, guardare buone videocassette: non dimenticate che la parola chiave è: insieme. Giocare, sorridere, accumulare ricordi. Insieme. UN NONNO E UN NIPOTE di Giuseppe Stragapede Son progenitore di un bambino Che m’è stato offerto dal destino: Una creatura tanto dolce Porta scritto “amor” sulla fronte. Mi cerca, mi chiama, mi ama! E’ sorpresa, è cosa santa; Mi fa sentire importante Come se fossi un gigante. Son nipote di un vecchio signore Che considero tra tutti migliore; Mi soddisfa, mi riempie la vita, Con tutti quei racconti che mi cita. Non so come sarò io da grande, Ma mi piacerebbe esser somigliante A questo mio nonno tanto buono 6 bollettino aimpa Quanto influisce sui nostri giovani? di G. Hopkins, T. Babikian, D. McBride, A. Oliver. Come possono, i media, influenzare la società, ed in particolare i giovani? Negli ultimi anni, genitori, insegnanti, psicologi, leader politici e ricercatori si sono posti questa domanda. Ma gli insegnanti cristiani hanno davanti a sé un altro importante interrogativo: come aiutare i propri studenti a navigare nella acque turbolente dell’esposizione ai media, e riemergere come Cristiani giovani e sani? L’influenza dei media include l’esposizione (ore giornaliere spese a guardare o ad ascoltare i media), contenuti criticabili (violenza, uso di droghe o altre sostanze, pornografia, ecc.), spot pubblicitari e proponimento di valori culturali; ecco che il suo peso è sicuramente maggiore di quello che può apparentemente sembrare. Una famiglia americana tiene la televisione accesa (non necessariamente guardandone i programmi), per una media di 7 ore e 13 minuti al giorno. Probabilmente questa cifra aumenterà, in ragione dell’accesso facilitato a programmi satellitari. All’età di 70 anni, molte persone avranno guardato la TV per un periodo che va dai 7 ai 10 anni della loro vita! I diciottenni hanno già guardato 22.000 ore di televisione (dalle 21 alle 23 ore settimanali) tempo maggiore di quello trascorso a scuola (12.000 ore al termine delle scuole superiori). Non è difficile arrivare alla conclusione che, per molti bambini, il guardare la TV ha sostituito il gioco ed altri tipi di attività, studio o lettura, per non parlare dei rapporti umani. Durante la loro crescita, i bambini ascolteranno più parole dalla televisione che dai loro genitori o educatori. Ecco quindi il grande potere della TV nell’influenzare la visione della realtà nei bambini, per non parlare del loro approccio con temi come il sesso, scelte alimentari, alcolici e su come risolvere i problemi della vita. In una tipica famiglia americana, i bambini guarderanno 200.000 atti violenti prima di compiere i 18 anni, e questo significa più di 12.000 gesti violenti all’anno e 1.000 al mese. Ecco che la violenza viene vista come il modo più ragionevole per la soluzione effettiva dei problemi. La ricerca mostra un rapporto fra l’aumento della visione di programmi violenti in TV e l’aumento di comportamenti disadattati ed aggressivi. bollettino aimpa 7 Forum: Infanzia e Dintorni La Kaiser Family Foundation ha fatto delle ricerche su questo argomento, ed i risultati sono allarmanti: un americano di età compresa tra i 2 e i 18 anni, trascorre 5,5 ore al giorno a contatto con vari tipi di media. Non c’è bisogno di un matematico per capire che tra televisione, film, radio, CD, stereo, computer e riviste, i media consumano più di un terzo delle ore di attività dei giovani, oggi. Contenuti: L’importante non è soltanto il tempo di esposizione ai media, ma anche ciò che viene visto e ascoltato. Alcune ricerche hanno suggerito che i bambini capiscano la differenzia fra la realtà dei media e la vita reale. Tuttavia, i media offuscano intenzionalmente questa distinzione. Ecco che con un’esposizione prolungata, le persone arriveranno a vedere i media come la realtà, accettando in modo acritico ciò che vedranno o ascolteranno in TV, alla radio,al cinema e su Internet. I valori del mondo reale, che prendono forma grazie alla famiglia, alla chiesa e alla scuola, sono in questo modo sostituiti con i valori promossi dai media. Alcol, fumo e altre droghe Le ricerche emerse dal rapporto Kaiser, rivelano che il 75% dei programmi televisivi, menzionano uso di bevande alcoliche, mentre il 50% ne mostra un uso effettivo. Nei 22 principali shows americani, il 77% contiene riferimenti all’alcool, infatti le bevande alcoliche appaiono più spesso di quelle non alcoliche. Spesso all’alcol è affiancato l’uso di tabacco. Anche nella musica pop sono presenti parecchi riferimenti all’uso di bevande alcooliche, in particolare nella musica rap e country Anche il fumo è presente nei media, soprattutto nei films: il 45% degli attori che fumano sono giovani. L’uso di tabacco viene presentato abbastanza positivamente. Anche l’uso di droghe appare regolarmente nei films, e nel 52% dei casi non vengono menzionate le conseguenze negative che tale uso comporta. I media mostrano una realtà distorta, senza sottolineare le questioni fondamentali dell’esistenza né mostrando un modo di vivere responsabile. E neppure le leggi causa-effetto. I media puntano l’obiettivo sull’azione, sulla novità, su ciò che è insolito, piutto- 8 sto che sulle cose importanti, sul duro lavoro e sulla motivazione che la vita reale richiede. Tutto questo trascina con sé una visione della realtà superficiale e trascurata. Sesso I media ritraggono il sesso ovunque e in modo inappropriato. Il sesso viene usato per vendere di tutto, dal dentifricio all’acqua minerale. Le soap operas, dipingono spesso situazioni sessuali illecite, e solo raramente viene posto l’accento sulle conseguenze di tale attività sessuale, senza l’uso di contraccettivi: gravidanze indesiderate o malattie trasmesse sessualmente. Si parla più di aborto che di contraccettivo, e otto volte più di rapporti extraconiugali, rispetto ad una sessualità nella sfera matrimoniale. Anche negli shows pomeridiani o di prima serata, prendono sempre più spazio situazioni lontane dall’ideale biblico della coppia formata da un uomo e da una donna, uniti per la vita, a vantaggio di situazioni omosessuali o di sesso occasionale. Internet. Internet è il più recente dei media, e riunisce in sé meravigliose risorse e rischi orribili, ecco perché si tratta di un luogo nel quale i ragazzi dovrebbero navigare con una guida. Le statistiche mostrano che fra coloro che utilizzano il Web, 5.000 hanno dai 10 ai 17 anni. Circa uno su cinque dichiara di avere sperimentato sesso online. Media e disordini alimentari. In molti paesi, disordini alimentari come bulimia e anoressia nervosa, toccano giovani ragazze ossessionate daall’immagine del loro corpo, troppo lontana dalle immagini offerte dai media, di modelle magre, avvenenti ed attraenti. Tutto ciò incoraggia i giovani a adottare comportamenti e abitudini irragionevoli e malsane. Il problema legato alla nutrizione, più comune fra gli adolescenti, è l’obesità. Il grande numero di ore passate a guardare la TV è direttamente proporzionale all’obesità nei bambini. I casi di obesità aumentano del 2% per ogni ora in più trascorsa a guardare la TV. Video Games bollettino aimpa Forum: Infanzia e Dintorni Purtroppo le ricerche riguardanti l’influenza dei videogiochi sui giovani, sono ancora agli esordi. Si stanno facendo molti studi al proposito, ma i risultati saranno disponibili solo nei prossimi due anni. I giovani dedicano parecchie ore alla settimana a video games violenti; alcune ricerche suggeriscono un legame tra l’esposizione ad ogni tipo di video game e comportamento aggressivo. I ricercatori hanno visto che non vi erano grandi differenze tra il comportamento di bambini che avevano appena giocato ad un video game violento e di altri che avevano giocato ad un gioco non aggressivo. storie, per comunicare miti, idee e valori alle nuove generazioni. Alcune di queste storie o arti visuali potrebbero essere considerate immorali, tuttavia l’esposizione dei bambini ad esse era molto limitata ed avveniva sotto la guida dei genitori. Lo sviluppo dei valori morali I ricercatori hanno cercato a lungo di comprendere il peso che individui ed istituzioni hanno nello sviluppo dei valori morali nel bambino. Le ricerche mostrano che i genitori hanno un ruolo maggiore in ciò, soprattutto nei primi anni di vita del bambino. Coloro che hanno un forte legame con i propri genitori o con altri adulti che si prendono cura di loro, mostrano di avere valori più solidi rispetto a coloro che non hanno tali legami. Tuttavia, anche le amicizie hanno una forte influenza nello sviluppo morale dei valori e sul comportamento. Sui giovani, i media hanno un’influenza maggiore rispetto a genitori ed educatori, trasmettendo valori che riguardano l’etica sessuale, il rapporto fra diverse etnie ed altri tipi di etica. Purtroppo, questo apporto è spesso distruttivo. Il ritratto che il media fa della violenza, soprattutto quella sessuale, è stato identificato come causa della violenza maschile nei confronti delle donne. Inutile sottolineare le conseguenze dell’assenza della religiosità e dei valori religiosi nei media (a parte rare eccezioni). I genitori e la società, purtroppo, sembrano accettare sempre più i media come baby sitter, che intrattengono i bambini nel loro tempo libero. Questo priva gli adulti dell’importante ruolo di educatori nello sviluppo morale del bambino. Al contrario, si dovrebbe auspicare, da parte degli adulti e delle istituzioni, l’impegno a provvedere un fondamento morale ed un’interpretazione della complessità dei problemi sociali offrendo, allo stesso tempo, una protezione significativa ai giovani dall’impatto di tali problematiche. Anche i valori religiosi e le istituzioni hanno un ruolo nello sviluppo morale dei giovani. I valori religiosi permettono di capire la differenza fra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, di sentire l’approvazione divina se ci si comporta bene, o un senso di colpevolezza se si vive senza tali valori. Dalle ricerche risulta che i giovani che hanno una forte identità religiosa, sono coinvolti attivamente dalla loro fede, frequentano i servizi religiosi, e sono molto meno portati a commettere atti violenti o a dipendere da droghe o alcolici. Tuttavia, nel corso dell’ultimo secolo, si sono avuti molti cambiamenti culturali nelle istituzioni sociali e nelle famiglie, e questo ha accresciuto il potere dei media nell’influenzare i giovani, tanto da diventare una forza indipendente nello sviluppo del bambino. La secolarizzazione in Occidente ha svuotato in modo determinante la religione dalla propria influenza. Molti bambini vivono oggi in case in cui entrambi i genitori lavorano, o in cui solo un genitore è presente; ciò comporta un minor rapporto tra adulto e bambino ed una minore possibilità di supervisione da parte del genitore sul proprio figlio. Nel corso della storia, i media hanno sempre giocato un ruolo importante nello sviluppo morale dei giovani. Molte culture hanno usato arti visive, dramma, bollettino aimpa 9 Forum: Infanzia e Dintorni Quale norma si dovrà seguire? di Rachele Brocadello Imitare qualcosa o qualcuno sembra essere una capacità che alcuni studiosi (Meltzoff e Moore, 1983) attribuiscono all'essere umano fin già dall'epoca neonatale. Bandura (1986) fa notare che le esperienze vicarie sono le più influenti in situazioni in cui gli individui hanno poca esperienza personale. Se quindi le capacità di apprendere, dalla condizione di spettatore, sono già presenti da un'età così precoce e se l'influenza sembra essere tanto maggiore quanto minore è l'esperienza dell'individuo, sorge l'interrogativo sul peso educativo e formativo che possono avere l'esposizione a programmi televisivi o ad altre tecnologie audiovisive, di dubbia natura morale, su un pubblico infantile. I dati che ritroviamo in letteratura riportano che quando la violenza viene percepita come moralmente corretta o giustificata, gli spettatori aumentano i loro comportamenti aggressivi. Nei bambini più piccoli, un atto violento diventa giustificato se non è stato punito o se è stato accettato da una figura d'autorità. Considerare un atto violento e più o meno corretto, è quindi frutto di una valutazione individuale soggetta a notevoli differenze. Con un pubblico infantile I dilemmi etici si complicano perché a causa della loro limitata esposizione a problemi morali reali, possono essere confusi circa il valore da attribuire ad essi. Sono sempre più in aumento e riscuotono un successo enorme, i programmi video ideati per l'infanzia, che propongono modelli violenti o dediti alle arti magiche non certo conformi agli insegnamenti della Parola di Dio. Se i fruitori di tali materiali si trovano spesso ad avere delle figure genitoriali poco presenti o forse attente e se all'arrivo alla scuola elementare hanno già seguito i programmi per migliaia di ore, quali saranno i valori di giustizia e morale che avranno assimilato? "La mente dei bambini è attenta e, se non è assorbita da ciò che è buono e utile, essa si volgerà inevitabilmente verso il male" (White, 1999, p. 121). Gesù ha detto che gli insegnamenti errati distruggono ogni desiderio di verità. Quindi: "quale norma si dovrà seguire per il bambino?" (Giudici 13:12) -Bandura, A. (1986). Social Foundations of Thought and Action: Social Cognitive Theory, Englewood Cliffs, NJ: Prentice Hall. -Krcmar, M. & Cooke, M.C. (2001). Children's Moral Reasoning and Their Perceptions of Television Olanda - Conferenza sullo sfruttamento infantile Una conferenza per l'eliminazione del lavoro infantile, sponsorizzata dal governo olandese e dall'Organizzazione Internazionale per il Lavoro, ha avuto grande supporto dalla comunità internazionale. La conferenza è stata organizzata per rinforzare l'implementazione della convenzione 182: la proibizione e l'immediata azione per l'eliminazione delle peggiori forme di lavoro infantile. Tenutasi dal 25 al 27 febbraio a Hague, in Olanda, ha riunito oltre 300 esperti e rappresentanti da oltre 50 paesi. Secondo l'Organizzazione Internazionale per il Lavoro (ILO), attualmente ci sono circa 250 milioni di bambini tra i 5 e i 14 anni che lavorano in paesi in via di sviluppo: 120 milioni lavorano a tempo pieno e 130 a tempo parziale. Il 61% di questo totale, circa 153 milioni, sono in Asia, il 32%, circa 80 milioni, sono in Africa e il 7%, circa 17.5 milioni, sono in America Latina. Il lavoro infantile esiste anche in molti paesi industrializzati e sta emergendo nei paesi est-europei ed est-asiatici che stanno passando a un'economia di mercato. 10 bollettino aimpa Forum: Infanzia e Dintorni Il fantastico mondo di Harry Potter—di Dora Bognandi (BIA) È vero, i bambini che vivono senza fantasia sono infelici. I bambini e gli adulti che non sanno sognare non realizzeranno mai nessun sogno. Il mondo non si risolve tutto nelle cose concrete, tangibili, vi sono realtà insondabili che prescindono e travalicano la ragione, c’è tutto un mondo spirituale vero e reale come lo è quello che riusciamo a toccare e a vedere. Ma, per affermare tutto questo, abbiamo veramente bisogno di Harry Potter? L’enorme successo del film “Harry Potter e la pietra filosofale”, tratto da uno dei libri di J.K. Rowling e immesso sul mercato con 116 milioni di copie in 200 lingue, nel primo week-end di proiezione in Italia ha registrato un incasso di oltre 11 miliardi. Le lodi verso il kolossal si sono sprecate e nessuno, o quasi, osa manifestare qualche perplessità sul suo valore. Chi esprime un parere diverso dalla generalità viene considerato retrogrado, chiuso di mente, o per lo meno, strano. Gli avventisti australiani non hanno acquistato i libri della Rowling per le biblioteche delle loro scuole elementari, anzi, li sconsigliano in quanto possono incoraggiare i giovani a esplorare il mondo dell’occulto. Il periodico “Adventist Review” http://adventistrevie w.org/2001-1547/story5.html ha pubblicato un lungo articolo a questo proposito dove si esprimono serie preoccupazioni sull’effetto che possono produrre tali libri e film. Ritengo che sia pericoloso introdurre i bambini, proprio nell’età in cui sono più recettivi, nel mondo della magia, rendendo loro simpatico e familiare il linguaggio dell’occulto. I giovani che si nutrono di queste cose, crescendo, non impareranno a prendersi le loro responsabilità e a impegnarsi per risolvere i problemi, ma aspetteranno soluzioni immediate e magiche, che senz’altro non arriveranno. Allora, alla delusione si aggiungerà la ribellione o la frustrazione. Penso che abbia ragione il cattolico don Gabriele Morth, presidente dell’Associazione internazionale degli esorcisti quando dice che in questo film “le regole si possono tranquillamente infrangere se non sostengono i propri interessi, mentire è giustificato, efficace ed accettabile per raggiungere il proprio scopo” (La Repubblica, 6.12.01) o Carlo Climati, cattolico, esperto di giovani ed esoterismo, secondo il quale “Harry fa credere che esista una magia buona con cui combattere quella cattiva” (idem). USA – Maggiore attenzione ai bambini - Secondo un recente studio, gli adulti che hanno frequentato regolarmente la chiesa da bambini sono più disposti a essere coinvolti in attività spirituali della chiesa. Infatti il gruppo di ricerca “Barna” (Barna Research Group) ha scoperto che negli Stati Uniti circa 6 adulti su 10 che hanno frequentato la chiesa durante l’infanzia, oggi continuano a farlo. Parallelamente, il 78% di statunitensi che da bambini non hanno frequentato la chiesa non lo fanno neanche in età adulta. Willie Oliver, direttore dei Ministeri della Famiglia della Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno in Nord-America, afferma che il risultato di questa ricerca si accorda con i dati emersi anche da precedenti ricerche svolte nell’ambito dei bambini e della chiesa, le quali avevano inoltre mostrato che il gruppo più consistente di persone che accettano Cristo, il 32%, è quello di età compresa tra i 5 e i 13 anni; il 4% accetta Cristo nell'età tra i 14 e i 18 anni; e il 6% accetta Cristo dopo i 19 anni. Secondo Oliver dobbiamo investire più tempo e maggiori sforzi in favore dei bambini nella chiesa. I dipartimenti dei Ministeri della Famiglia e i Ministeri dei Bambini della Chiesa avventista in Nord-America hanno sviluppato un piano di studi che coinvolga famiglia, amicizie e chiesa che sarà di aiuto per i pastori e i dirigenti per un lavoro centrato sui bambini. "La maggioranza delle persone non accetta Cristo perché gli è arrivato un opuscolo informativo per posta e quindi partecipa a una campagna evangelistica", dice Oliver. "Certamente esistono anche simili esperienze e per queste ringraziamo Dio. Ma se, da un lato dobbiamo continuare a fare una grande opera di evangelizzazione pubblica, dall’altro abbiamo bisogno di dedicare maggiore attenzione ai nostri bambini per farne dei discepoli”. Un’altra cosa evidenziata dalla ricerca è che la presenza in chiesa sta diminuendo a ogni nuova generazione. Secondo il rapporto annuale del segretario della Chiesa avventista, nel 1999, per ogni 100 nuovi membri che sono entrati, 17 sono stati o cancellati o non ci sono più. Nel corso degli ultimi 4 trimestri la percentuale è salita a 21,5. In altre parti del mondo la percentuale sale al 30 e anche al 40%. Secondo Oliver, una ragione per questo elevato tasso d’apostasia La posizione presa da una scuola avventista nei confronti del noto fenomeno di Harry Potter, ha suscitato l’attenzione dei media. Nella scuola elementare avventista di Nunawanding e nel College annesso, a Melbourne, Australia, non ci sono libri di Harry Potter nella biblioteca e ai bambini della scuola elementare non è permesso portarli in classe. Sebbene non sia l’unico istituto ad aver deciso restrizioni simili, la scuola è stata presa di mira dopo che un genitore ha parlato al programma radiofonico di un’emittente australiana per lamentarsi delle affermazioni sentite nel corso di due incontri di informazione con i genitori riguardo Harry Potter. Durante questi incontri, il cappellano della scuola, aveva espresso della preoccupazione circa l’interesse per Harry Potter, sollevato soprattutto dall’uscita del film. “Il nostro scopo era quello di rendere i genitori consapevoli del fatto che c’erano due facce della medaglia”, dice il cappellano; “volevamo che i genitori riflettessero su ciò che i loro figli leggono o guardano e decidessero personalmente che cosa fare nella loro famiglia”. Nel corso del programma radiofonico, la scuola è stata accusata di censurare i libri perché considerati satanici. Beament ha difeso la posizione della scuola, e cinque minuti dopo il termine del suo intervento, il programma radiofonico “ABC’s Midday” ha chiamato per un’intervista; tante altre scuole e persone hanno telefonato, per congratularsi con la scuola per aver fatto sentire la propria voce. Poi sono iniziate le domande pressanti del circo mediatico. Il cappellano Beament, che ha letto i libri di Harry Potter, dice che pur essendo l’autrice, J.K. Rowlings, una scrittrice brillante, diversamente da Clive Staples Lewis (1898-1963) nella sua serie di Narnia, Rowlings non ha una forza superiore cui far riferimento per il bene. E’ Harry Potter stesso a decidere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ma non mancano altre preoccupazioni, anche al di là dell’ottica cristiana, per esempio riguardo la sempre più cupa atmosfera dei libri e il tema della vendetta in essi affrontato. John Hammond, direttore dell’educazione per la Chiesa avventista in Australia, ha comunque chiarito che ai bambini non è stato impedito di avere quei libri, ma piuttosto è stato chiesto loro di non portarli nelle biblioteche e in classe. Le regole dell’istituto vietano, infatti, l’introduzione nelle biblioteche di libri che hanno a che fare con l’oscenità e l’occultismo. Nella scuola si incoraggia la creatività e l’uso dell’immaginazione, ma non se queste spingono i piccini verso la stregone- bollettino aimpa 11 Vorrei solo un po’ di tempo… ”Quando ti sei svegliato questa mattina ti ho osservato e ho sperato che tu mi rivolgessi la parola, anche solo poche parole, chiedendo la mia opinione o ringraziandomi per qualcosa di buono che era accaduto. Ieri però ho notato che eri molto occupato a cercare il vestito giusto da metterti per andare a lavorare. Tanti auguri a te… tanti auguri a te… Sì, tantissimi auguri a te, anche se il tuo compleanno è già passato. Se hai compiuto gli anni nel trimestre scorso e non trovi il tuo nome, qui di seguito, puoi contattarci alla Redazione e dirci la tua data di nascita Ma gli auguri sono validi anche per te! Che il Signore ti benedica e ti protegga, in questo nuovo anno di vita: se ti guardi indietro, nell’anno passato sicuramente ti saranno successe tante cose, belle, brutte… E così sarà anche per il futuro: la vita è così, a volte belle sorprese, a volte momenti tristi… Ma l’importante è tenere la nostra mano stretta a quella di Dio. Egli ti aiuterà nel sentiero che percorrerai in questo nuovo anno, ed è questo che ti auguriamo! GENNAIO: D’Arpino Chindemi M. Teresa (1); Buonfiglio Mellitta (4); Sciarabba Badenas Sonia (4); Benini Lazzara Angela (15); Mazza Piellucci Adriana (16); Maggi Italia (17); Ciantia Cavalieri Carmela (23): Mosca Ielpo Rosa (27); Di Bartolo Pereto Grazia (28). FEBBRAIO: Abiusi Barocci Stefania (6); Puglisi Neves (7); Butera Roberto Sara (12); Cortesi Antonia (12); Benini Annamaria (19); La Mantia Evola Patrizia (20); Furnari Pesce Carolina (28). MARZO: Romano Ianiro Daniela (11), 12 Ho continuato ad aspettare ancora, mentre correvi per la casa, per vestirti e sistemarti ed io sapevo che avresti avuto del tempo anche solo per fermarti qualche minuto e dirmi: "Ciao". Però eri troppo occupato. Per questo ho acceso il cielo per te, l'ho riempito di colori E di dolci canti di uccelli per vedere se così mi ascoltavi. Mentre eri al lavoro, ti ho aspettato pazientemente, tutto il giorno. Con tutte le cose che avevi da fare, suppongo che tu sia stato troppo occupato per dirmi qualcosa. Al tuo rientro ho visto la tua stanchezza e ho pensato di farti bagnare un po' perché l'acqua si portasse via il tuo stress. Pensavo di farti un piacere, perché così tu avresti pensato a me. Ma ti sei infuriato e hai offeso il mio nome, io desideravo tanto che tu mi parlassi, c'era ancora tanto tempo. Dopo hai acceso il televisore, io ho aspettato pazientemente, mentre guardavi la TV, hai cenato, però ti sei dimenticato nuovamente di parlare con me, non mi hai rivolto la parola. Ho notato che eri stanco, e ho compreso il tuo desiderio di silenzio e così ho oscurato lo splendore del cielo, ho acceso una candela, in verità era bellissimo… ma tu non eri interessato a vederlo. Al momento di dormire, credo fossi distrutto. Dopo aver dato la buona notte alla famiglia sei caduto sul letto e quasi immediatamente ti sei addormentato. Ho accompagnato il tuo sogno con una musica, i miei animali notturni si sono illuminati, ma non importa, perché forse nemmeno ti rendi conto che io sono sempre lì, per te. Ho più pazienza di quanto immagini. Mi piacerebbe anche insegnarti ad avere pazienza con gli altri. TI AMO così tanto che ti aspetto tutti i giorni, anche solo una preghiera. Bene, ti stai svegliando di nuovo e ancora una volta io sono qui e aspetto, senza niente altro che il mio amore per te, sperando che oggi tu possa dedicarmi un po' di tempo. Buona giornata... Tuo papà DIO" bollettino aimpa Il Pastore Giuliano Di Bartolo è in pensione dal 1 giugno 2001; in questo articolo abbiamo voluto raccogliere alcune testimonianze sul ministero che lui e sua moglie, Grazia Pereto, hanno svolto per Dio e per la Chiesa. La Redazione Aimpa fa tanti auguri a questi cari coniugi. Il Signore è già intervenuto in modo potente nella loro vita, e continuerà a sostenerli nella loro opera di testimonianza. Lavorare insieme — di Giuliano Di Bartolo Grazia ed io abbiamo scelto insieme di lavorare per il Signore, infatti io lavoravo nel campo delle assicurazioni, ma poi abbiamo deciso di accogliere l’appello di Dio: prima a Roma, poi in Calabria, poi a Pisa, Livorno, in Sardegna, in Veneto, dove è sorta la chiesa di Treviso, a La Spezia, Roma e Genova. Voglio ringraziare mia moglie Grazia, per l’aiuto e il sostegno che mi ha dato e continua a darmi in tutti questi anni di servizio nella chiesa. Ha collaborato sempre insieme a me, per esempio ricordo quando, a Treviso, organizzava la pubblicità per le campagne di evangelizzazione, nel nostro sforzo di costituire una nuova chiesa in quella città. Oppure quando a Cagliari teneva una riunione infrasettimanale per le sorelle di chiesa, e questo anche in Calabria. Ho visto anche altre mogli di pastore coinvolte in questo tipo di attività, ed è bello vedere tutta la famiglia unita nel servire il Signore. Ecco perché vorrei incoraggiare i miei fratelli pastori a curare la propria chiesa, ma prima di tutto a curare la propria famiglia: non dobbiamo trascurare il matrimonio, che è stato onorato da Dio sin dalla Creazione, e i nostri cari, che ci sono stati affidati dal Signore. Il lavoro del Pastore è molto im- Il Pastore Di Bartolo: un padre spirituale di Angela Baratta E’ difficile trovare le parole giuste per descrivere qualcuno di importante per la propria vita, come lo è il pastore Giuliano Di Bartolo per la mia. L’ho conosciuto cinque anni fa a Poppi, durante il mio primo convegno pastorale; lo notai subito per i suoi occhi azzurri come il mare e per il suo carisma che dimostrava sugli altri. Insomma, contagiò bollettino aimpa subito anche me! Eh, già, perché lui contagia proprio tutti col suo umorismo, la sua allegria (è un estroverso, da buon siciliano qual è), col suo calore umano. Da quel giorno, il fratello Di Bartolo ha colmato un mio vuoto affettivo: l’assenza di una figura paterna, che mi è sempre tanto mancata, infatti mi dice scherzosamente che sono per lui la sua “quarta figlia”. Giuliano ha avuto un ruolo importantissimo nella mia vita e lo ha tuttora: è stato per me una gui- da spirituale, un confidente e un amico. Mi ha aiutata molto nella mia vocazione pastorale, insegnandomi ad amare le persone, così come sono, ad amare la vita e a dare valore alla mia, a non accontentarmi della mediocrità, ma andare sempre avanti, guardando in alto. Che dire? E’ semplicemente un uomo straordinario. Ultimamente Giuliano è stato molto male, ho creduto di perderlo. Quando dico così, lui tocca il suo mazzo di chiavi di ferro… E’ un grande! Ma 13 ora si sta rimettendo pian piano, e continua a svolgere il suo ministero con passione, predicando, visitando i carcerati. In questi cinque anni, pur spostandosi da Roma a Genova, non mi ha mai lasciata sola, ed è per me una guida spirituale, che ha fatto e continua a fare un tifo pazzesco per me e per la mia vocazione pastorale. Voglio ringraziarlo per questo e ringraziare il Signore per averlo miracolosamente guarito. Dal quaderno dei ricordi di Pettenò Teresa Beraldo, della chiesa di Treviso La famiglia Di Bartolo L’Unione volle fondare un’altra chiesa a Treviso, per essere fra Conegliano, dove c’erano altri membri, e Mestre, dove c’erano 17 membri. Si può dire che la nostra chiesa sia sorta dal nulla, ma grazie alla mano del Signore: tramite studi biblici fatti nella zona di Conegliano, ed una serie di conferenze bibliche, pian piano vedemmo nascere la chiesa a Treviso. Ricordo molto bene la famiglia Di Bartolo, una famiglia giovane, con tante belle iniziative e con molto entusiasmo; molte persone si avvicinarono proprio grazie alla loro simpatia e alla loro capacità di coinvolgere. Grazia ed io uscivamo spesso in coppia per fare sondaggi d’opinione ed invitare le persone alle conferenze. Ricordo che abbiamo cucito insieme una tenda per dividere il locale in cui ci riunivamo in due parti, una per il culto e l’altra per i bambini, ed abbiamo confezionato la tovaglia per la Santa Cena. La famiglia Di Bartolo era molto unita; la moglie e le figlie collaboravano insieme col padre, anche nelle visite. Le loro figliole, anche quando diventarono più grandi, continuarono a venire a trovarmi, insieme ai genitori, e ricordo anche le loro belle voci. Amavano tutti cantare e a questo pro- 14 bollettino aimpa Sabato 8 dicembre, alle ore 15.30, presso l’Istituto Avventista di Cultura Biblica “Villa Aurora” (Fi), sono stati festeggiati i cinquant’anni di ministero del pastore Caracciolo; un ministero dalle molteplici sfaccettature, come abbiamo visto, ma da un unico filo conduttore: l’amore per Cristo e per la Sua Chiesa. Durante la cerimonia, la Conferenza Generale, massimo organo della Chiesa Cristiana Avventista a livello mondiale, gli ha conferito un riconoscimento alla carriera. Si può trovare un dossier dedicato al prof. Caracciolo sulla rivista Adventus (quaderni di studi etico-religiosi), n. 11/2001. Ho conosciuto il fratello Caracciolo sui banchi di scuola, quando ci spiegava con competenza e passione le profezie apocalittiche, le vicende del profeta Daniele ed una materia ugualmente affascinante, l’archeologia biblica. Con il suo linguaggio sempre corretto e garbato, ma soprattutto colorato, riusciva a suscitare in noi la stessa passione; le scene da lui descritte sembravano scorrere davanti ai nostri occhi. Grazie, fratello Caracciolo, per aver risposto alla vocazione di Dio, divenendo un suo Alcuni ricordi—di Maurizio Caracciolo Mentre mi preparo a scrivere queste poche righe mi rendo conto di essere attraversato da sentimenti contrastanti: l’imbarazzo di raccontare sinteticamente il ministerio pastorale svolto da mio padre, la paura di essere banale o retorico, ma anche la gioia di avere questo privilegio e un senso di gratitudine profonda nei confronti del Signore che mi ha fatto nascere in una famiglia della quale sono orgoglioso e che credo abbia fatto il possibile per trasmettermi principi sani e l’attaccamento al Padre e alla Sua chiesa. Devo dire che il ruolo del figlio di pastore non è dei più semplici. In alcune fasi come l’adolescenza, l’ho vissuto quasi come un peso perché sentivo, forse non sempre a ragione, addosso gli occhi di tutti: a scuola, perchè ho studiato per otto anni Villa Aurora, il Sabato in chiesa, ma anche durante le attività pomeridiane della gioventù. A distanza di anni queste sensazioni si sono ridimensionate e oggi il sentimento prevalente è la consapevolezza di avere avuto un padre che ha dato tutto se stesso per il ministerio al quale è stato chiamato e la gioia di sapere che ci sono tante persone che lo stimano e altrettante gli sono grate per la testimonianza e l’esempio che ha potuto dare in tutti i suoi anni di lavoro attivo. I ricordi più nitidi che mi vengono alla mente non sono legati tanto a episodi particolari, quanto a stati d’animo, sensazioni vissute, situazioni del tutto parNella foto, Il Prof. Caracciolo, con la moglie Milena ed uno dei ticolari. Penso soprattutto al sabato a pranzo, quanloro figli, Marco. bollettino aimpa SEGUE >>>>>>>>> 15 (continua: riconoscimento alla carriera per il Professor A. Caracciolo) do non passava settimana che a casa non ci fossero uno o più ospiti e scavando nei ricordi mi sembra di vedere alcuni dei volti che mi erano diventati più familiari perché ci frequentavano spesso: il fratello Silo Agnello, il fratello Domenico Visigalli, il fratello Vincentelli, il fratello Alfredo Romano, il fratello Silvano Cortesi e sicuramente ne dimentico tanti altri. Mi vengono in mente anche alcuni degli allievi di mio padre al corso Teologico, alcuni di questi li vedevo a casa spesso, forse anche per legami di amicizia con mio fratello, e io li consideravo un po’ come degli zii ai quali sono rimasto particolarmente legato fino ad oggi e, senza far torto a nessuno, penso soprattutto a Rolando Rizzo e Lucio Marzocchini. Mi torna anche alla mente un bellissimo natale, credo fosse il 1978, trascorso insieme al fratello Visani, una delle persone più positive che abbia mai conosciuto. Ricordi di bei momenti che ho potuto vivere grazie al ministerio svolto da mio padre. C’era una circostanza durante la quale avrei voluto che mio padre svolgesse una professione “normale”: l’assemblea amministrativa che significava lo spauracchio del trasferimento, quanta paura di dover cambiare città. E invece sono stato un privilegiato anche da questo punto di vista. Come si può capire è difficile riassumere in poco spazio il ministerio di un pastore visto dagli occhi del figlio, i ricordi si accavallano e inevitabilmente non sono tutti belli e dolci. La cosa che negli anni ho maggiormente rimproverato a mio padre è stato il poco tempo che ha lasciato per noi, ci sono state fasi della mia vita nelle quali lo credevo assente, ma non era così. Credo che non sia sbagliato reclamare un rapporto più ravvicinato e continuo, ma è altresì vero che mi accompagnerà sempre il suo esempio di dedizione totale al Signore. Nato a Mercedes, Uruguay, il 10 settembre 1925 da Anna Tocco e Giuseppe Caracciolo. Giunto in Italia all’età di 9 anni coi genitori rimpatriati nel 1934. Battezzato presso la comunità avventista di messina il 4 ottobre 1941. Ammesso ai corsi di teologia dell’Istituto Avventista di Cultura Biblica di Firenze nell’ottobre 1942. Dopo 4 anni, conseguito il diploma di evangelista. Assunto nell’opera nel settembre 1946, ha svolto il ruolo di aiuto-pastore presso la comunità avventista fiorentina fino aL giugno 1948. A mia moglie Milena–di Antonio Caracciolo Vorrei ringraziare mia moglie Milena, che mi ha sempre aiutato. Il suo apporto è stato veramente valido: non avrei potuto svolgere il ministero che ho svolto, nella chiesa, alla Casa Editrice e nel campo dell’insegnamento, se non avessi avuto il suo indispensabile sostegno. I ricordi, naturalmente, sono tanti e molto belli; quando eravamo più giovani ed avevamo più energie, accadeva che il sabato, molto spesso, avevamo degli ospiti. Io ero pastore nella nostra chiesa di Via S. Gallo e spesso arrivavano ospiti stranieri; per mia moglie era un problema decidere cosa cucinare, perché non conosceva le loro abitudini alimentari e desiderava comunque farli sentire a loro agio. Tuttavia, ci siamo pian piano abituati, ed abbiamo imparato a mettere in tavola alimenti più noti a queste persone, che venivano da altre nazioni. Ricordo una volta in cui ospitammo due marinai americani, che facevano parte di un gruppo venuto in visita a Firenze. Altre volte furono nostri ospiti dei pastori, venuti per turismo o per occasioni Il Prof. Caracciolo con la moglie Milena 16 SEGUE >>>>>>>>> bollettino aimpa (continua: riconoscimento alla carriera per il Professor A. Caracciolo) particolari della vita di chiesa, provenienti dall’Italia o dall’estero. Ma vorrei sottolineare un altro aspetto, nel quale mia moglie Milena ha investito tutte le sue energie, ossia l’educazione dei nostri figli. Molto spesso le mogli di pastore si trovano sole, in questo compito, perché i loro mariti sono impegnati nelle attività della chiesa e spesso sono fuori casa. Anche io mancavo spesso da casa, soprattutto nel periodo in cui ero assorbito dal lavoro della scuola; il mio lavoro cominciava la domenica mattina, e finiva il venerdì, ma anche nel giorno di Sabato ero ovviamente molto impegnato. Mia moglie, quindi, ha contribuito molto più di me all’educazione dei nostri ragazzi, ma il Signore le è stato vicino in questo, perché oggi, grazie a Dio, i nostri figli sono ancora legati a Lui e alla sua Chiesa. Da luglio 1948 fino a dicembre 1949 ha svolto il ministero pastorale in seno alla comunità avventista di Bologna. Richiamato a Firenze nel gennaio 1950, fino al 1951 ha diviso il suo tempo fra il Dipartimento-Radio, nel quartetto maschile La Voce della Speranza, e l'evangelizzazione, e dal 1952 fra il DipartimentoRadio e la casa Editrice l’Araldo della Verità come aiuto-redattore. Dal 1953 al 1966 ha lavorato nella Casa Editrice A. d.V. come redattore e direttore responsabile delle pubblicazioni mensili Il messaggero avventista e Segni dei tempi, nonché come responsabile delle edizioni religiose. Fra il 1962 e il 1966 ha avuto l’incarico di insegnante a tempo parziale presso l’Istituto di Cultura Biblica, che ha assolto accanto all’incarico di redattore. Nel 1966 è stato sollevato da ogni responsabilità in campo editoriale e inserito a pieno tempo nell’attività didattica e pastorale. Fino al 1980 ha svolto il ruolo di insegnante di materie bibliche a pieno tempo e insieme ha ricoperto l’incarico di direttore del Corso Teologico e di pastore della comunità composta dal personale dell’Istituto e dai familiari. Dal 1981 al 1983 ha ricoperto l’ufficio di segretario dell’Associazione pastorale in seno alla Unione Italiana delle chiese avventiste del 7° Giorno, svolgendo ancora attività didattica a tempo parziale presso l’Istituto di Cultura Biblica. Nel 1984 è stato sollevato dall’incarico di segretario dell’Associazione Pastorale e nominato pastore della comunità di Firenze, continuando, per incarico della Presidenza dell’Unione, a svolgere attività di insegnamento a tempo parziale nell’Istituto Avventista. Sposato dal 1950 con Milena Maggiolini, Antonio Caracciolo ha due bollettino aimpa 17 Carissime sorelle, mi fa piacere rivolgermi a voi ancora una volta. Mi auguro di trovarvi in ottima salute e fiduciose nella guida e nel sostegno del Signore. Spesso penso a voi. Avverto la grande difficoltà delle distanze che ci impediscono di avere una maggiore comunione. So, però, che siamo legate da vincoli di affetto e dalle gioie e a volte dalle preoccupazioni del nostro status. RITIRO SPIRITUALE Come molte di voi hanno auspicato e secondo le possibilità che ci vengono date di avere un incontro nazionale ogni due anni, abbiamo organizzato un ritiro spirituale per tutte le mogli dei pastori italiani. Il relatore sarà il fratello Roberto Badenas. Titolo delle relazioni: “Buone notizie per le nostre famiglie”. Il fratello Badenas, responsabile del Dipartimento Educazione e Famiglia della Divisione, affronterà diversi argomenti, alcuni dei quali suggeriti da noi, che ci interessano in modo specifico e ci permetteranno di affrontare meglio situazioni di ordine pratico. Ci sarà spazio per il dialogo ed ognuna di noi potrà, se lo desidera, parlare della propria esperienza e delle proprie perplessità. Questo ritiro avrà luogo a Chianciano, dal 25 al 28 aprile in contemporanea con il Congresso del Campo Centro. Inizieremo la sera del 25 e termineremo domenica con il pranzo. Abbiamo pensato di optare per questo luogo per favorire le sorelle del centro che potranno recarsi sul posto con i loro mariti e tutte le altre per la centralità del luogo. In ogni caso avremo le nostre riunioni e saremo alloggiate in un Hotel separato. Chi viene con il marito potrà stare insieme a lui. Il sabato mattina i servizi saranno comuni. Avremo anche la Santa Cena, che celebreremo il venerdì sera. Vi aspettiamo numerose. CONVOCAZIONE ASSEMBLEA AIMPA Quest’anno, esattamente a giugno del 2002, scade il nostro mandato triennale di responsabili nazionali Aimpa e come lo statuto prevede abbiamo bisogno di ritrovarci per rinnovare il direttivo. Per diverse ragioni che potete immaginare, fra cui tempo e denaro, avremo nella stessa circostanza di cui vi ho appena parlato, la nostra Assemblea Amministrativa. Siete tutte convocate per questa occasione, sono certa saremo numerose perché oltre ad eleggere il nuovo direttivo, potremmo proporre emendamenti allo statuto, (sarà inserito nel prossimo numero del Bollettino Aimpa), stabilire la linea programmatica per i prossimi anni e deliberare su tutte le questioni relative alla nostra Associazione. I lavori inizieranno sabato sera e termineranno domenica con il pranzo. Per chi avesse dei bambini che deve assolutamente portare, le spese sarebbero a vostro carico, mentre durante le riunioni sarebbero inseriti nel programma del Campo Centro, altrimenti per una volta potranno occuparsene i vostri mariti rimasti a casa. In ogni caso, se ancora non lo avete fatto, prenotatevi al più presto presso Raffaella Rizzo, segretaria dell’AIMPA (Viale Pieraccini 10 — Firenze — tel: 955.435374; e-mail: [email protected]). Come sempre, per queste occasioni a voi sarà rimborsato il viaggio A/R seconda classe + supplementi e le spese di vitto e alloggio. Le spese dovranno essere segnate su un foglio extra rapporto allegando le ricevute. È un’ottima occasione per ritrovarci e vivere un momento in disparte… In attesa di rivedervi, spero tutte, vi saluto con un affettuoso abbraccio, Lina Furnari 18 bollettino aimpa Statuto emendato nell’ultima Assemblea Amministrativa AIMPA e approvato dal Comitato d’Unione il 6 giugno 1991 Statuto dell’A.I.M.P.A. Articolo 1— COSTITUZIONE Si è costituita l’Associazione denominata ASSOCIAZIONE ITALIANA MOGLI DI PASTORI AVVENTISTI (A.I.M.P. A.) con sede a Roma, Lungotevere Michelangelo, 7. Essa può costituire sedi secondarie in tutto il territorio nazionale. L’Associazione ha durata illimitata. Articolo 2—SCOPI L’AIMPA è un’associazione senza scopi di lucro. Essa è patrocinata dall’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno e, in modo specifico, dall’Associazione Pastorale, allo scopo di assistere la moglie del pastore avventista: • • Nella sua crescita spirituale e personale; • • • Nella sua preparazione paraprofessionale al ministero; Nella definizione del suo ruolo di moglie di pastore e nello sviluppo di un lavoro pastorale di equipe con il marito, in base ai suoi doni e talenti; Nella sua ricerca di comunione fraterna e di un punto di riferimento e di appoggio; Nello sviluppo di migliori relazioni all’interno della sua famiglia. Per la realizzazione di questi scopi verranno promossi, in collaborazione con l’Associazione Pastorale, incontri di carattere morale, spirituale, culturale, pubblicazioni e ogni altro mezzo che si riterrà più opportuno. Articolo 3—MEMBRI DELL’ASSOCIAZIONE Sono considerati membri dell’Associazione tutte le mogli di pastori attivi consacrati o autorizzati, in pensione o deceduti, le mogli degli insegnanti di teologia ordinari e straordinari che hanno una credenziale di pastore autorizzato o consacrato. Anche se le mogli di pastore si sentono legate alle altre mogli degli impiegati della denominazione ed hanno molte cose in comune con loro, hanno però bisogni e problemi specifici. E’ importante quindi avere un gruppo di sostegno efficace che possa affrontare direttamente questi problemi. Le mogli di altri operai potranno essere invitate occasionalmente alle sedute, senza diritto di voto, dal Comitato Direttivo. Comunque lo scopo principale di questa organizzazione è quello di provvedere ai bisogni specifici delle mogli che hanno una funzione para-professionale nel ministero e particolarmente nel ministero pastorale. Articolo 4: - ORGANI DELL’AIMPA Sono organi dell’AIMPA l’Assemblea e il Comitato Direttivo. Articolo 5: - CONVOCAZIONE DELL’ASSEMBLEA L’Assemblea è convocata in seduta ordinaria ogni tre anni. E’ convocata in seduta straordinaria su richiesta di almeno un terzo dei membri. La convocazione è fatta dalla Coordinatrice almeno due mesi prima della data fissata e ne viene data notizia tramite circolare o sugli organi di stampa ufficiali della Chiesa Cristiana Avventista. L’Assemblea decide a maggioranza assoluta. Articolo 6—COMPETENZE DELL’ASSEMBLEA L’Assemblea ordinaria o straordinaria è presieduta dalla Coordinatrice o dalla persona incaricata per tale compito dal Comitato Direttivo. Le sue delibere impegnano tutti i membri, anche se assenti. Le competenze dell’Assemblea sono: • • • • Eleggere la Commissione di Nomina Eleggere il Comitato Direttivo su proposta della Commissione di Nomina Stabilire le proprie linee programmatiche Deliberare su tutte le questioni attinenti all’Associazione bollettino aimpa 19 Articolo 7—COMMISSIONE DI NOMINA Il Comitato Direttivo è eletto dall’Assemblea su proposta di una Commissione di nomina. La composizione di questa Commissione è votata dall’Assemblea fin dall’inizio dei lavori. Essa sarà composta di 5 membri votati a scrutinio segreto. I primi cinque membri che otterranno il maggior numero di voti saranno eletti. In caso di parità si passerà al ballottaggio. Le votazioni riguardanti la Commissione di Nomina e il Comitato Direttivo saranno effettuate a scrutinio segreto, tutte le altre per alzata di mano. La Commissione di Nomina è presieduta da colei che riceverà il maggior numero di voti. Considerato che l’AIMPA è una emanazione dell’Associazione Pastorale, il Segretario dell’Associazione Pastorale dell’Unione deve essere invitato come consigliere. Tale Commissione proporrà all’Assemblea i 5 membri facenti parte del Comitato Direttivo con le seguenti funzioni: • • • • COORDINATRICE SEGRETARIA REDATTRICE DUE MEMBRI Nella scelta dei membri si terrà conto, nel limite del possibile, di rappresentare i Campi. Articolo 8—COMITATO DIRETTIVO: COMPOSIZIONE L’Associazione è retta da un Comitato Direttivo di 5 membri, compresa la coordinatrice. I membri durano in carica tre anni e sono rieleggibili. Il Comitato Direttivo si riunisce almeno una volta all’anno. La convocazione deve pervenire, con l’indicazione dell’ordine del giorno, almeno quindici giorni prima di quello fissato per la riunione. Il Comitato Direttivo delibera con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei presenti. A parità di voti prevale il voto di chi presiede. Ogni incarico è esercitato gratuitamente. Articolo 9—COMITATO DIRETTIVO: COMPITI Il Comitato Direttivo ha i seguenti compiti: • • Decidere in merito alla gestione dell’Associazione • • Sostituire eventuali membri mancanti, prima della successiva Assemblea • • • • Fissare le linee programmatiche dell’Associazione in conformità con i principi e i criteri enunciati nello Statuto o emanati dall’Assemblea; Mettere a disposizione del materiale per le mogli dei pastori sia tramite un proprio notiziario, sia tramite gli attuali organi di stampa dell’Unione Organizzare incontri e convegni per i membri dell’Associazione, una volta all’anno e possibilmente in concomitanza con i convegni pastorali Occuparsi della gestione del bilancio messo a disposizione dall’Unione Collaborare attivamente con Shepherdess International della Conferenza Generale degli Avventisti del Settimo Giorno e della Divisione euro-africana di Berna. Le decisioni del Comitato Direttivo di particolare importanza come convegni, incontri o altro vengono sottoposte, tramite l’Associazione Pastorale, al Comitato dell’Unione per la loro approvazione. Articolo 10—COORDINATRICE La Coordinatrice è la legale rappresentante. Ella collabora con l’Associazione Pastorale e vigila sul buon andamento dell’Associazione. Convoca il Comitato Direttivo e l’Assemblea. Può delegare parte delle sue funzioni alla Segretaria. Articolo 11—SEGRETARIA In caso di assenza o di impedimento dellA Coordinatrice, le relative funzioni vengono esercitate dalla Segretaria. Esercita inoltre quelle funzioni che le vengono delegate dalla Coordinatrice. Redige i verbali del Comitato Direttivo e dell’Assemblea. Prepara un rendiconto di tutto ciò che si riferisce all’Associazione affinché le consegne alla persona che la sostituirà avvengano facilmente. Articolo 12—LA REDATTRICE Prepara, in accordo con la Coordinatrice e secondo le indicazioni del Comitato Direttivo, la pubblicazione 20 bollettino aimpa Profitti immorali nel nome del latte “Smettetela di imbottigliare morte per i neonati”, è lo slogan di questo manifesto, che invita al boicottaggio della multinazionale svizzera. La Nestlé, colosso mondiale del latte in polvere, è oggetto di una campagna di boicottaggio da parte di gruppi non violenti. CHI PRODUCE CIBO IN EUROPA Nel 1994 il Movimento Nonviolento italiano ha deciso di aderire a una campagna internazionale di boicottaggio dei prodotti della Nestlé e di promuoverne un'analoga in Italia, con la partecipazione di diverse associazioni, tra cui Mani Tese, MN-MIR, CTM, Pax Christi, Nuovo Modello di Sviluppo, Associazione per la pace di Milano, un gruppo di 27 sacerdoti della diocesi di Novara e altri. Un intervento televisivo di Beppe Grillo ha contribuito a dare popolarità a questa campagna. Dato l'argomento di questo giornale, non possiamo non citare questa iniziativa. Per tutti noi il marchio Nestlé è sinonimo non solo di buon cioccolato svizzero e uova di Pasqua, ma anche e soprattutto di latte in polvere e condensato, alimenti che non mancano mai nell'elenco degli aiuti umanitari che l'Occidente ricco e filantropo destina ai Paesi in via di sviluppo. Nestlé Unilever Philip Morris BSN Mars Schweppes Volume d'affari in miliardi di dollari (Fonte: CEE) 15,1 12,2 8,0 7,8 4,1 3,1 In effetti, la Nestlé è la più grande e la più attiva tra le imprese di alimenti per bambini attive nel Terzo mondo. Ma se proviamo a rompere l'uovo di Pasqua, avremo molte sorprese: non tutto ciò che è bianco è immacolato. Sono numerosi gli episodi in cui la multinazionale svizzera ha fornito prova di perseguire una politica dei profitti molto spregiudicata, come quando, durante la seconda guerra mondiale, diluiva di nascosto il latte condensato che forniva alla Croce rossa e a vari eserciti o quando - secondo quanto riferirono alcuni testimoni - inviò in Friuli, come aiuto per i terremotati, latte in polvere scaduto. Ma questi sono ancora peccati veniali; per capire a fondo il senso di questa campagna di boicottaggio dobbiamo considerare che dietro un colosso finanziario di tali proporzioni vi sono operati che riguardano l'umanità intera. Questi si possono così schematizzare: 1. Sfruttamento della miseria e dell'ignoranza nel Terzo mondo. Migliaia di bambini, nei Paesi in via di sviluppo più poveri, muoiono o riportano lesioni gravissime per tutta la vita come conseguenza degli alimenti artificiali per lattanti che vengono loro somministrati senza che ve ne sia vera necessità. Tali alimenti sono pubblicizzati negli stessi ospedali da propagandatrici camuffate da infermiere. Va notato che l'UNICEF e l'Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) hanno un codice internazionale che proibisce la promozione di latte in polvere per bambini, che la Nestlé viola regolarmente. L' alimentazione artificiale per i lattanti richiede norme igieniche esemplari (sterilizzazione del poppatoio), che non possono essere rispettate dove l'acqua è inquinata e il combustibile scarso e troppo caro (senza contare i costi altissimi del latte in polvere per i redditi di quelle famiglie). La mortalità e la malnutrizione tra i neonati allattati artificialmente nei Paesi in via di sviluppo è incredibilmente più alta che tra quelli allattati al seno. Appare evidente quanto sia assurdo (ma forse la parola adatta sarebbe "criminale") inviare a tali popolazioni bollettino aimpa 21 aiuti umanitari che non corrispondono alle reali esigenze dei destinatari, ma che sono addirittura nocivi nelle loro condizioni di vita; tanto da far ritenere verosimilmente che l'azione umanitaria sia rivolta alle casse della stessa Nestlé. ( segue: falsa beneficienza) 2. Impoverimento delle economie locali. Dove si stabilisce una fabbrica di latte in polvere e condensato, tutto il latte prodotto nella regione circostante viene impiegato come materia prima ed è acquistato a prezzi di regime di monopolio. Ne deriva un minore reddito per i produttori, un aumento del costo del latte per i consumatori locali e la sottrazione di terreni alle colture di prodotti agricoli di prima necessità (monocoltura). (Fonti: Azione nonviolenta, agosto-settembre 1994, Le multinazionali del crimine - la Nestlé, Stampa alternativa Centro di documentazione di Pistoia, Tam tam verde n° 72) TUTTI I PRODOTTI DELLA NESTLÉ I prodotti Nestlé, propo-sti per il boicottaggio da parte di numerose or-ganizzazioni umanitarie e nonviolente (vedi sopra), sono commercia-lizzati con marchi e nomi svariati. Eccone un elenco, che potrebbe – data la rapidità con cui si muovono le cose in questo campo – non essere del tutto aggiornato: Caffè: Nescafè, Orzoro, Nesquik Acque: Acqua Vera, San Bernardo, S. Antonio, S. Pellegrino, Per-rier Dolci: Smarties, KitKat, Lion, After eight, Quality Street, Toffee, Polo, Motta, Alemagna Cioccolato: Perugina, Nestlé Salumi: Vismara, King’ Oli: Sasso Conserve: Berni Formaggi: Locatelli Pasta e riso: Buitoni, Pezzullo, Curtiriso Brodo: Maggi Surgelati: Surgela, Mare fresco,Valle degli orti Gelati: Motta, Alemagna, Antica gelateria del corso Cibi per animali: Friskies, Buffet 22 Decesso di Emma Cacciatore Anghileri Il 14 febbraio 2002, alle ore 2, è purtroppo deceduta Emma Anghileri, moglie del pastore Emanuele Cacciatore, già tesoriere presso l'Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno, dal 1975 al 1982. Emma era nata il 22 marzo 1915 a Bra, in provincia di Cuneo. Abitava ormai da tempo a Torino, dove si era trasferita insieme a suo marito dopo il pensionamento. Ormai da due anni, purtroppo, era gravemente ammalata. Rinnoviamo le nostre condoglianze ai familiari della cara Emma, e preghiamo il Signore di alleviare il loro bollettino aimpa Ho incontrato Elsa a Krattigen, un bellissimo paesino sulle rive di un ancor più bel lago svizzero. Il nostro colloquio ha avuto luogo nella camera di un rustico hotel, in uno dei rari momenti di relax di quei giorni tanto impegnati. Elsa ha organizzato il primo Advisory europeo per il Children’s Ministries, un dipartimento neonato alla Conferenza Generale. Ospite anche la sorella Virginia Smith, responsabile mondiale di questo settore. Ho approfittato dell’occasione per rivolgere ad entrambe alcune domande per un’intervista, pensando al Bollettino Aimpa, ed ecco a voi le risposte di questa nostra cara spumeggiante sorella, che è partita dall’Italia ormai da alcuni anni per andare a vivere a Berna, in Svizzera, dove suo marito Corrado è responsabile della Gioventù alla Divisione Euroafricana. Cara Elsa, facciamo a te e alla tua famiglia tantissimi auguri per il vostro ministero nel Signore. Che Dio vi aiuti ogni giorno! Vuoi raccontarci qualcosa della tua infanzia? Sono nata a Torino ma vi ho abitato solo per due anni, perché poi mio padre, che era pastore, era stato chiamato ad andare in Camerun come missionario. Abbiamo vissuto in Africa per dieci anni e mezzo, e i miei ricordi di infanzia sono appunto lo scenario africano. Prima di tutto ho imparato il francese, e poi l’italiano, anche se in casa parlavamo sempre l’italiano. Mi considero bilingue, perché se devo pensare, contare,ecc.. lo faccio ancora in francese. Nel 1972 siamo tornati a Roma, dove abbiamo trascorso altri dieci anni. Nel frattempo ho continuato gli studi, al liceo francese, proprio perché non sapevo bene l’italiano, ed ho finito il mio ultimo anno di baccalauréat (maturità) linguistico a Collonges, in Francia: un po’ per fare un esperienza fuori casa ed un po’ per vivere in una nostra scuola, visto che non ne avevo mai avuta la possibilità. Tornata da Collonges, sono stata impiegata per tre anni nell’ allora Unione Sud Europea, come segretaria e traduttrice, dato che conoscevo quattro lingue. Nel frattempo ho conosciuto Corrado. Elsa Cupertino in una foto di qualche anno fa… La fotografia è tratta dal sito web del Dipartimento Children’s Ministries: www.eud.info/chm bollettino aimpa Come lo hai conosciuto? Questa è una storia molto particolare: quando aveva sette anni, Corrado si era ripromesso di diventare un giorno pastore, ed ha portato avanti questa idea nel corso degli anni. Verso i sedici anni, avendo deciso di avere solo una donna nella sua vita, possibilmente una persona che sapesse cosa significava essere moglie di pastore, cominciò a pregare per questo affin- 23 ché il Signore lo aiutasse a trovare una moglie che poteva capire la sua vocazione. Decise che fino a 18 anni non si sarebbe mai impegnato con nessuna ragazza, perché a quell’età avrebbe trovato la donna della sua vita, quella che avrebbe sposato. Arrivato a diciassette anni e mezzo cominciò a preoccuparsi, perché la data del suo compleanno si avvicinava; si chiedeva se il Signore non lo avesse preso troppo alla lettera. Per aprire una parentesi, noi ci eravamo già incontrati, ma ci eravamo ignorati cordialmente. Poi, un giorno, ad una riunione dei giovani di Roma, avvenne il colpo di fulmine. Lui compie gli anni il 19 febbraio, ed era la fine di gennaio. Siamo andati insieme agli altri giovani ad una gita di chiesa a Napoli, e ci siamo “messi insieme” il 10 febbraio, nove giorni prima del suo compleanno! Tra le altre cose, il suo sogno era di essere un giorno missionario, ed era veramente contento di avermi incontrata, perché non solo provenivo da una famiglia di pastori: mio bisnonno era pastore, come lo era mio nonno, mio padre, e come anche i fratelli di mio padre e mio fratello, ma eravamo stati anche missionari! Insomma, ci siamo conosciuti e frequentati per quattro anni; nel frattempo, mentre io lavoravo a Roma, lui è andato a studiare teologia a Villa Aurora, e nell’81 ci siamo sposati. Poi siamo andati a Collonges, dove ab- Elsa, Corrado e i loro figlioli 24 biamo trascorso due anni, ed abbiamo avuto il nostro primo figlio, Pierluigi. Alla fine degli studi, siamo stati mandati a Padova, che è stata la nostra prima chiesa, dove abbiamo trascorso sette anni. Durante quel periodo è anche nato il nostro secondo figlio Marcoguido. A Padova ho avuto la possibilità di lavorare per creare e sviluppare la scuola del sabato per i bambini, insieme a delle monitrici che avevano tanta voglia di lavorare, e la stanno mantenendo ancora adesso. Spesso uso questa esperienza nei miei corsi, per spiegare che non è sempre possibile per una moglie di pastore arrivare in una chiesa e trovare una scuola del sabato per bambini ben organizzata, ma che con un po’ di passione, i risultati ci sono e si vedono. Nel 1990 siamo stati trasferiti a Roma, perché Corrado era stato nominato direttore dei Giovani all’Unione, e ci siamo rimasti per sei anni. Nel corso del secondo mandato, siamo stati trasferiti a Firenze per motivi di lavoro di Corrado, per altri tre anni. Alla fine del terzo anno, abbiamo ricevuto l’appello per venire a lavorare presso la Divisione. Parlaci del tuo oggi: di cosa ti occupi, attualmente? Ormai siamo qui in Svizzera da due anni e mezzo, e dal mese di settembre 2000 mi occupo del Dipartimento dei Ministeri dei Bambini (Children’s Ministries). All’epoca della sua nomina alla Divisione nel settore GA, Corrado aveva anche la responsabilità del settore bambini. Purtroppo i due dipartimenti erano troppo vasti e difficili da gestire con l’attenzione dovuta, perciò i due settori sono stati separati (come alla Conferenza Generale) ed è stato costituito appunto il dipartimento Children’s Ministries. Questa nomina mi permette di continuare a realizzare sogni ed obiettivi in un settore conosciuto. Ho sempre lavorato nelle Scuole del Sabato dei bambini, ad iniziare da quando avevo diciott’anni, e mi piaceva molto occuparmene. In passato ho anche lavorato spesso con Corrado per il Dipartimento Giovani; d’estate, quando lui partiva per i campeggi itineranti, restavo a Poppi per sostenere il lavoro che si svolgeva lì. Poter lavorare assieme al proprio marito è veramente piacevole. Quindi è stato contento quando mi è stato affidato il settore dei bambini, perché possiamo occuparci dei ragazzi della nostra chiesa da 0 ai 35 anni. Questo ci permette di lavorare ancora insieme per uno stesso obbiettivo. Infatti a volte viaggiamo insieme e facciamo corsi di formazione nei paesi della nostra Divisione. Tenendo conto che sono proprio i primi anni di vita quelli che determinano tutto il futuro di un essere umano, il fatto di occuparmi della fascia dei più giovani è per me una sfida: permettere che i ragazzi ricevano nelle loro chiese l’aiuto e l’appoggio necessari per avere le bollettino aimpa basi necessarie sulle quali costruire una stretta amicizia con Gesù. Il mio lavoro consiste nel formare, aiutare, sostenere tutto quello che riguarda il bambino, nelle sue varie sfaccettature, dentro e fuori dalla chiesa. Il mio dipartimento è un dipartimento che collabora con altri dipartimenti, come ad esempio il Dipartimento dell’Educazione, della Famiglia, l’Associazione Pastorale, l’ Associazioni delle mogli di pastori. La famiglia del pastore ha dei figli, che a volte vivono la loro particolarità come un peso: si è guardati con occhi diversi, ci si porta dietro un bagaglio a volte “scomodo”, molto spesso papà non è a casa e la mamma deve ricoprire anche il ruolo paterno. I membri di chiesa qualche volta pretendono dai figli di pastore di essere speciali, e questo potrebbe essere un peso difficile da sopportare. Io sono contenta di essere stata una figlia di pastore, e ringrazio i miei di non averci (a mio fratello e a me) fatto pesare questa situazione, permettendoci di vivere con equilibrio i pro e i contro della nostra esperienza. Cosa ti piace del fatto di essere moglie di pastore? Forse il contatto che si può creare con i membri, i rapporti interpersonali, le amicizie, poter dar del proprio nelle cose che uno sa fare. Per esempio, quando abitavo a Padova tenevo anche dei corsi sull’alimentazione, la parte psicologica del Piano dei cinque Giorni per smettere di fumare. Bisogna sapersi adattare alla necessità e esigenze. Là dove c’era bisogno della scuola del sabato dei bambini, mi sono data da fare, ma altrove, dove già questo settore era organizzato, ho cercato di dare in altre direzioni. Un’altro aspetto positivo è la possibilità di conoscere tante persone. E’ bello sapere di avere tanti amici in ogni angolo del mondo. Cosa ti è difficile accettare, invece? Mi ha fatto soffrire, a volte, il troppo lavoro che il marito si ritrova a volte sulle spalle: dover adempiere a tutti gli incarichi che a volte vengono dati, porta automaticamente a dover rinunciare ai “doveri” di famiglia, e la moglie deve capire: non si può organizzare nulla a lungo termine, perché c’è sempre un qualcosa che passa prima, o che interviene e fa cambiare i programmi. C’è stato un periodo in cui i nostri stessi figli vedevano il padre perennemente impegnato nei comitati o nei viaggi. Io credo che a questo si potrebbero apportare dei correttivi, cambiando un certo modo di pensare e di vedere la figura del pastore. Per esempio, per molti anni non abbiamo preso le ferie, perché eravamo impegnati nei campeggi; certo, erano ferie, ma non lo erano nello stesso tempo, perché erano momenti in cui dovevi comunque lavorare e dare, e non eri solo con la tua famiglia. Dopo dieci anni, l’anno scorso ci siamo presi le ferie come famiglia, per tre settimane, ed è stato veramente bello per tutti noi. Pierluigi ha ora 19 anni, mentre Marcoguido ne ha 17. Qui in Svizzera frequentano una scuola italiana. Purtroppo questo richiede loro un certo sacrificio: tutte le mattine si devono alzare alle 5.30 perché devono recarsi a Losanna dove appunto ha sede l’unica scuola italiana in Svizzera (noi abitiamo a Berna). Sono due ore di viaggio all’andata e idem al ritorno. Ancora una volta i figli devono “subire” la vocazione dei genitori. Corrado ed io facciamo del nostro meglio per non farglielo pesare troppo e chiediamo anche al Signore di sostenerli in questi anni di studio che rimangono. Questa è stata una scelta obbligata dato che i ragazzi erano troppo avanti negli studi per cambiare lingua, indirizzo scolastico ecc. Siamo comunque contenti di vivere questa esperienza all’estero che ci permette di vedere le cose da un’altro punto di vista. Infatti, come dicevo prima, non ci sono solo aspetti negativi nei vari traslochi. Concludendo vorrei ringraziare il Signore dell’opportunità che mi ha dato di servirlo nella Sua Opera accanto a mio marito ma anche nel settore che mi ha affidato, la parte più preziosa del suo popolo: i suoi bambini. Sono sicura che posso contare sempre sul Suo sostegno e aiuto e anche su quello dei miei collaboratori e amici. bollettino aimpa 25 (responsabile del Children’s Ministry Department (CHM) alla Conferenza Generale) D: Ci può raccontare qualcosa della sua vita? R: Quando avevo 23 anni siamo stati chiamati per andare come missionari in Tanzania: eravamo sposati da un anno e mezzo, ed avevamo una bambina di cinque settimane. Sedici mesi dopo abbiamo avuto il nostro secondo figlio. Abbiamo vissuto in Africa per dieci anni, e poi siamo stati trasferiti a Singapore, un mondo completamente diverso. I miei bambini erano cresciuti, e quindi ho potuto studiare per conseguire un Master in Education. Mentre in Tanzania avevo potuto insegnare alle scuole medie, mentre a Singapore ho potuto insegnare alle scuole superiori. Qui abbiamo vissuto per circa otto anni. I miei figli hanno vissuto tutta la loro infanzia lontano dagli Stati Uniti; attualmente mia figlia vive con suo marito ed i figli, da ormai sei anni, in Tailandia, mentre mio figlio e sua moglie vivono nel sud della California. Mio figlio è grafico, e sua moglie è revisore dei conti alla Conferenza Generale. Mio marito è pastore, e attualmente lavora presso La Voce della Profezia. D: Quali sono gli obiettivi principali del Children’s Ministry? R: Per molti anni ci è bastato sapere che i nostri bambini crescevano nella chiesa, ma oggi, con tutte le influenze che il mondo secolare esercita su ogni aspetto della vita, è necessario fare qualcosa di più; lo scopo del CHM è di allargare e approfondire tutto ciò che si fa per i bambini. Nel passato era sufficiente l’apporto delle attività scout o della scuola del sabato dei bambini, oggi, invece, tutto questo non basta più, bisogna fare qualcosa in più per coinvolgere i bambini, per cercare di favorire il loro rapporto con Cristo. D: Secondo lei, che cosa possono dare le mogli di pastore portare a questo dipartimento nella chiesa? R: Credo che, prima di tutto, possano fare molto essendo amiche dei bambini e dei ragazzi, perché essi percepiscono l’affetto sincero. Se i bambini si sentono bene accettati, si sentono a loro agio nella chiesa, vorranno venirci, e lo stesso per i ragazzi: sentendoci amici, potremo avere un rapporto positivo con loro. Oltre questo, credo che la moglie di pastore debba guardare i doni che Dio le ha dato; se il suo talento è quello di lavorare con i bambini, vi sono infinite cose che lei potrà fare. Ma forse non è questa la sua vocazione, e potrà comunque continuare ad incoraggiare coloro che, nella chiesa, lavorano in questo settore. Sono molto felice del fatto che entrambi i miei figli oggi amano la chiesa. Inoltre sono felice del compito che mi è stato assegnato, amo molto lavorare in questo settore. Quando lavoravo a Singapore, ero così contenta del mio lavoro che speravo avrei potuto farlo per tutta la vita. Ma il Signore aveva altri piani per me, infatti sono tornata sui banchi di scuola per prepararmi a saper svolgere il lavoro che faccio oggi. Ho infatti studiato Teacher’s Preparation and Staff Development (Preparazione all’insegnamento e sviluppo di gruppi di lavoro). Inoltre amo lavorare con i leader che incontro, poterli incoraggiare, sostenere. Ma ci sono due cose difficili da accettare: prima di tutto dover stare per tanto tempo fuori casa: viaggiando molto, non mi posso occupare troppo della mia casa, ed inoltre vorrei poter avere più tempo per stare con mio marito e con i miei figli, ma faccio questo sacrificio per poter Foto di gruppo all’Advisory di ottobre del CHM a Krattigen; la prima da destra è Virginia Smith 26 bollettino aimpa Il Paese senza punta Giovannino Perdigiorno era un grande viaggiatore. Viaggia e viaggia, una volta capitò in un paese dove gli spigoli delle case erano rotondi, e i tetti non finivano a punta ma con una gobba dolcissima. Lungo la strada correva una siepe di rose e a Giovannino venne lì per lì l’idea di infilarsene una all’occhiello. Mentre coglieva la rosa faceva molta attenzione a non pungersi con le pine, ma non si accorse subito che le spine non pungevano mica, non avevano punta e parevano di gomma e Gentilezza: facevano il solletico alla mano. un frutto dello Spirito. Guarda, guarda, - disse Giovannino ad alta voce. Sappiamo riconoscerla Di dietro la siepe si affacciò una guardia municipale, quando la vediamo! sorridendo. Non lo sapeva che è vietato cogliere le rose? Ma purtroppo non ne abbiamo spesso Mi dispiace, non ci ho pensato. l’occasione… Allora pagherà soltanto mezza multa, - disse la guardia, che con quel sorriso avrebbe potuto benissimo essere l’omino di burro che portava Pinocchio al Paese dei Balocchi. Giovannino osservò che la guardia scriveva la multa con una matita senza punta, e gli scappò di dire: - Scusi, mi fa vedere la sua sciabola? - Volentieri, - disse la guardia. E naturalmente nemmeno la sciabola aveva la punta. - Ma che paese è questo? – domandò Giovannino. - Il Paese senza punta, - rispose la guardia, con tanta gentilezza che le sue parole si dovrebbero scrivere tutte con la lettera maiuscola. - E per i chiodi come fate? - Li abbiamo aboliti da un pezzo, facciamo tutto con la colla. E adesso, per favore, mi dia due schiaffi. - Giovannino spalancò la bocca come se dovesse inghiottire una torta intera. - Per carità, non voglio mica finire in prigione per oltraggio a pubblico ufficiale. I due schiaffi, semmai, dovrei riceverli, non darli. - Ma qui usa così, - non spiegò gentilmente la guardia, - per una multa intera quattro schiaffi, per mezza multa due soli. - Alla guardia? - Alla guardia. - Ma è ingiusto, è terribile. - Certo che è ingiusto, certo che è terribile, - disse la guardia. – La cosa è tanto odiosa che la gente, per non essere costretta a schiaffeggiare dei poveretti senza colpa, si guarda bene dal fare niente contro la legge. Su, mi dia quei due schiaffi, e un’altra volta stia più attento. - Ma io non le voglio dare nemmeno un buffetto sulla guancia: le farò una carezza, invece. - Quand’è così, - concluse la guardia, - dovrò riaccompagnarla alla frontiera. E Giovannino, umiliatissimo, fu costretto ad abbandonare il Paese senza punta. Ma ancor oggi sogna di poterci tornare, per viverci nel più gentile dei modi, in una bella casetta col tetto senza punta. di Gianni Rodari (tratto da Favole al Telefono, 1983, Torino, Einaudi Editore) bollettino aimpa 27 Giochiamo insieme a SCARABOH?!? Un gioco con carta e matita per riprendere fiato! Microcosmo: Papà formica prende il figlioletto in disparte e gli rivolge un severo e saggio ammonimento: - Figlio mio, ricordati che, per aver successo nella vita, contano solo quattro cose.” - Quali, papà? - Lavorare, lavorare e, soprattutto, mai farsi mettere i piedi in testa. Manicomio Messicano -Bene, Senor Felipe, vedo che sta facendo dello sport! -Sì, Senor Profesor: el lancio del pesos! Ogni tanto fa piacere anche sedersi tutti a un tavolo e giocare un poco con calma. A Scaraboh?!? Potete giocare in quanti vi pare: potete dividervi a coppie di avversari, come per un torneo, oppure sedervi tutti in circolo. E’ meglio se prima di cominciare nominate un giudice imparziale. Ogni giocatore deve avere un foglio di carta e una matita. Per cominciare ogni giocatore disegna sul suo foglio uno scarabocchio. Poi scambia il foglio con il suo avversario ( o lo passa al suo vicino di destra, se siete tutti in circolo). A questo punto, ognuno ha due minuti di tempo per completare lo scarabocchio che si trova in mano, cercando di trasformarlo in un disegno vero e proprio. Alla fine il giudice deciderà qual è il disegno migliore, tenendo conto più dell’arguzia e dell’ingegno dimostrato nell’interpretare gli scarabocchi, che non dell’abilità nel disegno. LE STAGIONI (R. Piumini) Prima viene Primavera Con i fiori sulla pianta, Poi Estate calda e chiara Quando la cicala canta, Poi Autunno bruno e quieto Con castagne e foglie rosse, Poi Inverno infreddolito, Con starnuti, gelo e tosse... 28 bollettino aimpa A cura di Eleonora Lautizi ZUPPA DI FAVE FRESCHE Ingredienti ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ 400 gr. di fave fresche sbaccellate 1,5 l di acqua 1 cipolla, 2 gambi di sedano, 1 carota, qualche foglia di bietola, 1 spicchio d'aglio (o aglio q.b.) sale marino integrale, olio extravergine d'oliva dadini di pane integrale tostato. tole tagliate a fettine, l'aPreparazione glio schiacciato in un tegame capace, aggiungere Versare le fave, sgusciate l'acqua e cuocere per 30 e lavate, la cipolla e le bie- minuti. Salare, condire CONFETTURA DI FRAGOLE CRUDE Ingredienti ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ 800 gr. di fragole 1 arancia 280 gr. di miele 3 cucchiai e 1/2 di agar-agar 1 limone bollettino aimpa Preparazione Mondare e lavare con cura le fragole, quindi asciugarle delicatamente. Spremere l'arancia. Passare al passaverdura la metà delle fragole, amalgamandole al miele (che se non è liquido, deve essere sciolto a bagnomaria), al succo di arancia e all'agar-agar. Tagliare a pezzetti le fragole restanti, cospargerle del succo di limone, e tenerle da parte. Mettere sul fuoco la purea di frutta mescolando sempre e controllando che la temperatura non superi i 40°, verificando con un termometro adatto allo scopo; lasciare così sobbollire il composto per circa 10/15 minuti. Spegnere e mescolare con le fragole tagliate messe da parte, e lasciare raffreddare. questa confettura si conserva anche 2 settimane in frigorifero. Approfondimento. Agar-agar, un'alga rossa che veniva pescata già due secoli fa nelle acque del Giappone, e che oggi viene raccolta anche in Francia, Spagna, Portogallo e Marocco, ha un nome di origine malese che sostanzialmente significa "alimento gelificante delle alghe". Le alghe sono fatte cuocere fino ad ottenere una sorta di gelatina che viene lasciata raffredddare e tagliata, per poi essere messa ad asciugare per 1 mese alla neve, vento e sole dell'inverno. In questo periodo l'Agar-agar si secca e schiarisce. E' un gelificante ideale: di origine vegetale e di gusto neutro; non richie- 29