Physical map of the soil of Rome, by G. Brocchi in 1820 / Carta fisica del suolo di Roma, pubblicata da G. Brocchi nel 1820 (Museo Capellini, foto Ferrieri-Vai) The ‘Council of Mines’ and geological research in Il ‘Consiglio delle Miniere’ e la ricerca geologica in Italy at the start of the 19th century: research perspectives Italia all’inizio dell’Ottocento: prospettive di ricerca 12 Ezio Vaccari Towards the end of the 18th century, at the height of a scientific era rich in new field research in the area of geo-mineralogy, the majority of Italian geologists was already aware that Italy was not as rich in mineral resources as other European countries and above all that the extraction procedures often involved technical difficulties and elevated costs even when the possibility of improvement existed. On the other hand, it was the 18th century mineral investigations which allowed the development of original and strongly innovative mineralogical and geological research, such as that by Giovanni Targioni Tozzetti (1712-1783) in Tuscany, Giovanni Arduino (1714-1795) in Veneto, Spirito Benedetto Nicolis di Robilant (1724-1801) in Piedmont and Matteo Tondi (17621835) in Campania (Vaccari 1998, 2000). Nevertheless, after the arrival of the French army in northern Italy at the end of the 1790’s and above all from 1805 onwards when the Italian Napoleonic Kingdom (Regno Italico) was established –which comprised Lombardy, Veneto, Friuli and part of Emilia-Romagna and Marche– some significant changes in mining politics took place. In 1804 Giuseppe Gautieri (1769-1833), a great traveller throughout the German-speaking countries and Hungary, and who would later become an official of the Italian Kingdom as well as a member of the legislative council, a member of the Commission on mining and forestry, and from 1807 inspector general of Forestry, wrote Sulla necessità di stabilire una direzione generale per lo scavo delle miniere e de’ fossili, e per le manifatture loro relative [On the need to establish a general directive for the excavation of mines and fossils and for the relevant tools] (Gautieri 1804) (Fig. 12.1). This was the outline of a project for the future Council of Mines of the Italian Kingdom which would be established in Milan in 1808, modelled after the French Corps des Mines founded in 1781 (Thépot 1998), according to the legislative plan proposed by a special Commission on Mining and Forestry (Frumento 1991, p. 65-92). At the end of a long dissertation on the importance of the mineral resources for the good of a nation, Gautieri advised that the first action of the future council should be to appoint an appropriate member to “patrol and examine all the mines and quarries of [combustible] fossils of greatest importance in order to assess their perfections and defects and to judge the quality and the quantity of the minerals” (Gautieri 1804, p. 91). In the following decalogue on the “duties of the Council” –which also mentioned the importance of “promoting mineralogy and metallurgy and their adjunct sciences” (Gautieri 1804, p. 92)– the existence of a plan for the statistical and systematic investigation of the territory which would be realised in part during the following decade was clearly highlighted. The idea of making an inventory of the mines and mineral resources on a regional scale had already circulated among the 18th century scientists: in fact traces may be found in the writings of Antonio Vallisneri (16611730) at the start of the century (Perrucchini 1726, p. 410-414), while later a more articulated catalogue was proposed by Giovanni Targioni Tozzetti (1754, p. 199-210). This tendency was developed in the second half of the 18th century when Giovanni Arduino (1786) published a list of the old and new mines in the Venetian Republic, as did Spirito Verso la fine del Settecento, al culmine di una stagione scientifica ricca di nuove ricerche sul terreno in ambito geo-mineralogico, la maggior parte dei geologi italiani era ormai consapevole che l’Italia non era così ricca di risorse minerali come altri paesi europei e soprattutto che le operazioni estrattive presentavano spesso difficoltà tecniche e costi troppo elevati, sia pure in presenza di alcuni possibili margini di miglioramento. D’altro canto, era stata proprio l’indagine mineraria settecentesca ad aver permesso lo sviluppo di ricerche geologiche e mineralogiche originali e fortemente innovative, come nel caso di Giovanni Targioni Tozzetti (1712-1783) in Toscana, Giovanni Arduino (17141795) in Veneto, Spirito Benedetto Nicolis di Robilant (1724-1801) in Piemonte e Matteo Tondi (1762-1835) in Campania (Vaccari 1998, 2000). Tuttavia, dopo l’arrivo delle armate francesi in Italia settentrionale alla fine degli anni Novanta e soprattutto a partire dal 1805, quando fu istituito il Regno d’Italia (o Regno Italico) napoleonico –che comprendeva Lombardia, Veneto, Friuli, parte dell’Emilia Romagna e delle Marche– si verificarono alcuni cambiamenti significativi nel campo della politica mineraria. Nel 1804 Giuseppe Gautieri (1769-1833), grande viaggiatore nei paesi di lingua tedesca e in Ungheria, futuro funzionario del Regno d’Italia –siederà nel Consiglio legislativo, sarà membro della Commissione sulle miniere e boschi, poi dal 1807 Ispettore generale dei boschi– intitolava un suo opuscolo Sulla necessità di stabilire una direzione generale per lo scavo delle miniere e de’ fossili, e per le manifatture loro relative (Gautieri 1804) (Fig. 12.1). Si trattava di una bozza di progetto per il futuro Consiglio delle Miniere del Regno Italico che sarà istituito a Milano nel 1808, sul modello del Corps des Mines francese fondato nel 1781 (Thépot 1998), in seguito al piano legislativo proposto da una apposita Commissione sulle miniere e boschi (Frumento 1991, p. 65-92). Al termine di un’ampia dissertazione sull’importanza delle risorse minerali per il bene di una nazione, Gautieri auspicava che il primo compito del futuro Consiglio fosse l’incaricare un proprio membro a “perlustrare, ed esaminare tutte le cave di miniere, e di [combustibili] fossili di maggior rilievo, conoscere della loro perfettibilità, e de’ loro difetti, e giudicare della qualità, e della quantità verosimile de’ minerali” (Gautieri 1804, p. 91). Nel successivo decalogo sui “doveri del Consiglio” –che ricordava, tra l’altro, anche l’importanza di “promovere la mineralogia, e la metallurgia, e le scienze loro adjutrici” (Gautieri 1804, p. 92)– si evidenziava chiaramente l’esistenza di un piano di indagine statistica e sistematica sul territorio che sarà in parte realizzato nel decennio successivo. L’idea di inventariare le miniere e le risorse minerali in ambito regionale era già circolata tra gli scienziati settecenteschi: se ne trova infatti traccia negli scritti di Antonio Vallisneri (1661-1730) all’inizio del secolo (Perrucchini 1726, p. 410-414), mentre in seguito una catalogazione più articolata fu proposta da Giovanni Targioni Tozzetti (1754 p. 199210). Tale tendenza si sviluppò nella seconda metà del Settecento quando Giovanni Arduino (1786) avrebbe pubblicato un elenco ragionato delle miniere vecchie e nuove della Repubblica Veneta, così come Spirito Benedetto Nicolis di Robilant (1786) per la situazione mineraria 265 Ezio Vaccari in Piemonte e Valle d’Aosta. Tuttavia, va considerato che molte informazioni di tipo quantitativo e qualitativo sulle miniere in Italia settentrionale restarono confinate in studi manoscritti realizzati da proprietari e amministratori di miniere, talvolta reperibili negli archivi (si considerino, ad esempio, i rapporti tra Arduino e gli impresari minerari del Bergamasco: Vaccari 1993, p. 312-314), ma spesso andate probabilmente perdute. In tale contesto, sostanzialmente disarticolato, le attività promosse dal Consiglio delle Miniere all’inizio dell’Ottocento si indirizzarono chiaramente verso un preciso obiettivo: la produzione sistematica di indagini statistiche minerarie nei dipartimenti soprattutto lombardi per avere sotto controllo, quindi regolamentare e rilanciare questo specifico settore produttivo. Inoltre, il Consiglio iniziò ad acquistare collezioni geologiche e mineralogiche, al fine di costituire un “Museo Reale di Storia Naturale” che avrebbe dovuto svilupparsi come un un grande centro naturalistico, sul modello del Muséum National d’Histoire Naturelle di Parigi (Visconti 1998, p. 137-138). A partire dal luglio 1809 questo incarico fu affidato all’ispettore Giambattista Brocchi (1772-1826), che oltre a curare personalmente le acquisizioni non mancò di integrare il museo con diversi esemplari litologici e mineralogici raccolti nel corso dei suoi viaggi scientifici soprattutto in Val di Fassa (Vergani 1987, p. 71). Brocchi è probabilmente la figura di maggior prestigio tra gli studiosi dotati di un curriculum scientifico già affermato che furono prima nominati nella Commissione sulle miniere e boschi (1805) e quindi reclutati nel Consiglio delle Miniere a partire dal 1808 (Frumento 1991, p. 65-66, 88). Tra questi funzionari vi era infatti una maggioranza di scienziati-viaggiatori che già a fine Settecento si era distinta all’interno nella comunità scientifica italiana ed europea per le proprie ricerche e pubblicazioni di argomento geo-mineralogico: Ermenegildo Pini (17391825) e Carlo Amoretti (1741-1816), membri della Commissione e poi componenti del Consiglio; Giovanni Maironi da Ponte (1748-1833), membro della Commissione; ma anche i più giovani Giuseppe Marzari Pencati (1779-1836) e lo stesso Brocchi, nominati ispettori del Consiglio delle Miniere rispettivamente nel 1812 e nel 1808. Inoltre, sotto l’amministrazione napoleonica molti di loro erano già stati coinvolti nell’insegnamento della storia naturale nei Licei, dove proprio nei primi anni dell’Ottocento si acquistavano e si andavano allestendo piccole collezioni geo-mineralogiche: Maironi da Ponte insegnava al Liceo Dipartimentale del Serio, Brocchi al Liceo del Dipartimento del Mella, Pini insegnò fino al 1813 chimica e storia naturale al Liceo S. Alessandro di Milano. Appare quindi evidente, anche se forse ancora poco noto, che le scienze della Terra entrarono nello specifico ambito didattico dell’istruzione superiore anche grazie agli incentivi ed alle opportunità prodotte dalla pur breve esperienza del Regno Italico in Italia settentrionale. D’altra parte l’amministrazione napoleonica non offriva uno stipendio ai membri effettivi del Consiglio delle Miniere, mentre nel caso degli Ispettori –di norma giovani studiosi ancora senza un impiego stabile come ad esempio nel caso Marzari Pencati– fu previsto un salario che tuttavia bastava appena a coprire le spese per le missioni sul territorio. Marzari Pencati, tra l’altro, era uno scienziato assai promettente, formatosi a Parigi con Barthélemy Faujas de Saint-Fond (1741-1819), professore di geologia al Muséum d’Histoire Naturelle, dal quale aveva appreso le tecniche più raffinate di ricerca geologica e naturalistica sul terreno, come ben si evince dal diario di viaggio Corsa pel bacino del Rodano e per la Liguria d’Occidente (Marzari Pencati 1806). Ancora nel 1807 il giovane Marzari Pencati, allora ventisettenne, aveva ricevuto l’incarico governativo di produrre una “ragionata statistica” dei distretti minerari del Regno: si trattava di un’indagine di durata triennale, ma ben presto rivelatasi troppo vasta e che si interruppe in Veneto dopo lo studio di due Dipartimenti (Frumento 1991, p. 442-444), pur costituendo una notevole palestra per le future indagini del giovane geologo vicentino sulla litostratigrafia delle Alpi trentine, in particolare nelle valli di Fassa e di Fiemme (Vaccari 1999). Fig. 12.1 – Frontispiece of Gautieri’s paper cited in text / Frontespizio della memoria di Gautieri citata nel testo Benedetto Nicolis di Robilant (1786) for the mining situation in Piedmont and the Aosta Valley. Nevertheless, it should be considered that much information of a qualitative and quantitative nature on the mines in Northern Italy remained confined within written studies realised by the owners and administrators of the mines, which are sometimes found in archives (such as for example the reports between Arduino and the mine owners in the area of Bergamo: Vaccari 1993, p. 312-314), but often are probably lost. Within this substantially disarticulated context, the activity promoted by the Council of Mines at the start of the 19th century was clearly directed towards a precise objective: the systematic production of statistical mining investigations throughout the Departments above all in Lombardy, in order to keep under control and therefore regulate and relaunch this specific productive sector. In addition, the Council started to acquire geological and mineralogical collections with the aim of setting up a “Royal Museum of Natural History” which should have developed as a great naturalistic center based on the model of the 266 The ‘Council of Mines’ and geological research in Italy... / Il ‘Consiglio delle miniere’ e la ricerca geologica in Italia... Muséum National d’Histoire Naturelle of Paris (Visconti 1998, p. 137138). This task was given to inspector Giambattista Brocchi (17721826) starting from July 1809, who apart from personally looking after the acquisitions, also integrated within the Museum diverse lithological and mineralogical specimens collected during his scientific travels especially in the Fassa Valley (Vergani 1987, p. 71). Brocchi is probably the figure of greatest prestige among the scholars with a proven scientific training who were first appointed to the Commission on Mining and Forestry (1805) and later recruited by the Council of Mines starting from 1808 (Frumento 1991, p. 65-66, 88). Among these officials the majority were in fact scientists-travellers who already by the end of the 18th century had distinguished themselves within the Italian and European scientific community for their research and publications of a geo-mineralogical nature: Ermenegildo Pini (1739-1825) and Carlo Amoretti (1741-1816), both members of the Commission and then of the Council; Giovanni Maironi da Ponte (1748-1833), a member of the Commission; but also the youngest Giuseppe Marzari Pencati (1779-1836) and Brocchi himself, nominated inspectors of the Council of Mines respectively in 1812 and 1808. Moreover, under the Napoleonic administration many of them had already been involved in the teaching of natural history in the high schools (Licei) where in the first years of the 19th century they acquired and set up small geo-mineralogical collections: Maironi da Ponte taught at the Liceo of the Serio Department, Brocchi at the Liceo of the Mella Department, Pini taught chemistry and natural history up until 1813 at the Liceo S. Alessandro in Milan. Therefore it seems evident, even if it is still little known, that the Earth sciences were within the specific didactic field of the higher education also thanks to the incentives and the opportunitiy produced by the brief experience of the Regno Italico in northern Italy. On the other hand, the Napoleonic administration did not offer a salary to the members of the Council of Mines while in the case of the inspectors –usually young scholars still without a stable employment such as Marzari Pencati– a salary was provided which however only barely covered the expenses of the travels throughout the territory. Marzari Pencati was already a promising scientist, trained in Paris by Barthélemy Faujas de Saint-Fond (1741-1819), professor of geology at the Muséum d’Histoire Naturelle. Marzari Pencati learned from him the most refined techniques of geological and naturalistical research in the field, as is well shown by his travel diary Corsa pel bacino del Rodano e per la Liguria d’Occidente [Travel in the Rhone valley and western Liguria] (Marzari Pencati 1806). In 1807, the young twenty-seven year old Marzari Pencati had received the governmental task of producing a “reasoned statistics” of the mining districts of the kingdom. This was supposed to be a three year investigation but soon it was realised that it was too vast an undertaking and it was interrupted in Veneto after the study of the two Departments (Frumento 1991, p. 442-444). This was a remarkable training ground for the future studies of the young Vicentine geologist on the lithostratigraphy of the Alps in the Trento area, in particular in the Fassa and Fiemme valleys (Vaccari 1999). It is now important to underline that the geologists and mineralogists who worked as mining officials for the Napoleonic government in the Kingdom of Italy –scholars who together with their “statistical” duties took scientific and above all geological observations of the terrain– had greater opportunities for travel and consequently research in the field. The working relationship with the Council of Mines was not particularly restrictive or binding and could even allow a certain liberty of activity, as in the case of Brocchi who between 1811 and 1812 managed to carry out a long geological travel in southern Italy for examining especially the volcanic features of the territory (Ciancio 1998). In this context, it is interesting to note that within the same institution scientists belonging to contrasting sides in the geological debate at the start of the 19th century could coexist, as in the case of Brocchi (iniatially a neptunist: Ciancio 1987) and Marzari Pencati, a convinced volcanist and close to the position held by Fig. 12.2 – Frontispiece of Maironi’s paper cited in text / Frontespizio del lavoro di Maironi da Ponte citato nel testo È quindi importante sottolineare che l’inquadramento di geologi e mineralisti come funzionari delle miniere, attuato dal governo napoleonico del Regno d’Italia, moltiplicò in modo significativo le opportunità di viaggio e conseguentemente di ricerca sul campo per studiosi che sempre affiancarono ai loro doveri “statistici” l’osservazione scientifica e soprattutto geologica del terreno. Lo stesso rapporto di lavoro con il Consiglio delle Miniere, non particolarmente restrittivo e vincolante, poteva consentire persino una certa libertà d’azione, come nel caso di Brocchi che tra 1811 e 1812 riuscì a compiere un lungo viaggio geologico in Italia meridionale per esaminare soprattutto le caratteristiche vulcaniche del territorio (Ciancio 1998). In tale contesto è interessante notare come nella medesima istituzione potessero coesistere scienziati appartenenti a schieramenti contrapposti del dibattito geologico di inizio Ottocento, come nel caso di Brocchi (di impostazione inizialmente nettunista: Ciancio 1987) e di Marzari Pencati, convinto vulcanista e vicino alle posizioni di Scipione Breislak (1750-1826), anch’egli funzionario del Regno 267 Ezio Vaccari Scipione Breislak (1750in qualità di Ispettore 1826). The latter was also an delle Polveri e dei Nitri, official of the Kingdom as nonché autore del primo inspector of Polveri and manuale italiano di geoloNitri, and author of the first gia (Breislak 1811; Vaccari Italian manual of geology 1992). (Breislak 1811; Vaccari Un’altra conseguenza di 1992). queste attività organizzate Another consequence of this di indagine sistematica sul organized activity of systemterreno fu lo stimolo all’iatic investigations in the deazione e alla progettaziofield was the stimulation of ne di nuovi strumenti da the conception and planning campo per compiere con of new field instruments maggiore precisione le for making observations proprie osservazioni, ma with greater precision but soprattutto per effettuare above all for carrying out the quei rilevamenti alla base measurements which formed del grande progetto di the basis of the great project compilazione della carta of compiling a mineralogical mineralogica del Regno map of the Kingdom of d’Italia, che costituiva uno Italy which formed one of degli obiettivi prioritari del the primary objectives of Consiglio delle Miniere. the Council of Mines. Così, nel 1810 ErmenegilThus, in 1810 Ermenegildo do Pini pubblicava la Pini published the DescriDescrizione, ed uso dello zione, ed uso dello stratimetro stratimetro per determina[Description and use of the re la posizione degli strati stratimetre] to determine rocciosi (Pini 1810), menthe position of rock strata tre Marzari Pencati faceva (Pini 1810), while Marzari stampare nel 1811 la Pencati printed in 1811 the descrizione di un “tachigodescription of a “tachygonimetro” da lui inventato nimetre” invented by him for per il rilevamento topogrataking topographic measurefico delle aree montuose ments in mountainous areas (Marzari Pencati 1811). (Marzari Pencati 1811). In tale contesto, l’osservaIn this context, the observazione del viaggiatore geotions of the geological travlogo nel ruolo di funzionaeller in the role of a mining rio delle miniere restava official remained neverthetuttavia bivalente: da un less of a twofold value: on lato vi era infatti l’attenzioone hand there was the ne del funzionario per le interest of the official in risorse, quindi la descriziothe resources, hence the ne del territorio per mettedescription of the territory re in evidenza la possibile for highlighting the possible presenza di miniere operaFig. 12.3 – Frontispiece of Brocchi’s paper cited in text / Frontespizio del trattato di Brocchi citato nel testo presence of a mining operative, giacimenti minerali e tion, mineral localities and antiche attività estrattive old abandoned extraction activities with the aim of evaluating their abbandonate, al fine di valutare le loro potenzialità in funzione di potential in the light of future attempts of exploitation; while on the futuri tentativi di sfruttamento, mentre dall’altra parte l’osservazione other hand the observations of the geologist were concentrated on the del geologo si soffermava sulle caratteristiche litologiche, mineralogilithological, mineralogical and stratigraphical but also palaeontological che e stratigrafiche, ma anche paleontologiche, con l’intenzione di features, with the intention of presenting to the reader a description of presentare al lettore la descrizione di un territorio nel suo passato geoa territory through its geological past (territories, also mountains, sublogico (territori anche montuosi a lungo sommersi dalle acque; antichi merged at lenght by water; ancient volcanoes which were once active, vulcani un tempo attivi…) cercando quindi di ricostruire un paesagetc.) thus trying to reconstruct a geological landscape whose entirety gio geologico ormai non più visibile nella sua interezza e complessità. and complexity were no longer visible. Giovanni Maironi da Ponte, ad esempio, nell’Aggiunta alle osservaGiovanni Maironi da Ponte, for example, in the Aggiunta alle osserzioni sul Dipartimento del Serio (1803) (Fig. 12.2), ricordava che in vazioni sul Dipartimento del Serio [Addition to the observations on the un area a forte attività mineraria e metallurgica “le montagne della Department of the Serio] (1803) (Fig. 12.2) remarked that in an area of Valbrembana danno luogo, per dir così, alle stesse osservazioni, alle strong mining and metallurgical activity “the mountains of the quali richiama l’aspetto di quelle della Valseriana. In questa, siccoBrembana Valley determined, so to say, the same observations which me in quella si trovano ancora degli ammassi sterminatissimi di rotrecalled the aspect of those of the Seriana Valley. In this, as in the other tami e di materie gregarie collegate insieme, e pendenti da grandi 268 The ‘Council of Mines’ and geological research in Italy... / Il ‘Consiglio delle miniere’ e la ricerca geologica in Italia... valley one can still find immense accumulations of fragments and secondary material collegated together and hanging high above the actual bed of the Brembo and which may not be considered otherwise neither the consequences of floods nor of enormous catastrophes of an activity beyond all imagination” (Maironi Da Ponte 1803, p. XII). The glance of the geologist-mining officer therefore rested on the morphological and lithological characteristics of the Earth’s surface (mountains, valleys, strata, fossils, etc.) sometimes also from the agronomic and botanical point of view but obviously with a very particular interest in the mines and the evidence of the underground resources. While Marzari Pencati (1806), who had initially studied botany was able to produce an analysis of the territory more similiar to that of a naturalist, Brocchi (1807) presented a systematic description of the mineral resources of the Department of Mella (Fig. 12.3) on three levels: the use of historical-documentary information also collected in the area starting from the classic age (as in the case of the inscribed stones and other archaeological evidence); the geological observations on the structure of the mountains; the subsequent chemical analysis in the laboratory on the mineral and rock specimens collected. Brocchi (1807, p. 200) was also aware that the delimiting of a territory for a geologist was much different from the conventional one (“the geologist leaves out of consideration the territorial divisions, often arbitrary, and more than willingly keeps those indicated by Nature”) and had to dedicate a particular attention to the observations made in the mine (p. 202): “In these hills and generally in all the others adjacent, the naturalist could make an observation which would have to be repeated in the mine. He will see that the rock banks are almost always separated by a thin intermediate stratum of fat and tenaceous earth, similar to what is visible in the mines”. The geological research in the field, which had inherited from the 18th century the awareness of the complexities of the geological aspects –in contrast to the simplifications and generalizations of the so-called ‘theories of the Earth’–, was therefore enriched by the possibilities offered by the statistical mining investigations promoted in the early 19th century by the Council of Mines of the Napoleonic Kingdom of Italy. The geologists-mining officers were in fact able to utilize the need to organize the particular data collected in the mineralogical and mining fields to add new pieces to the great mosaic of reconstruction of the geological history of the terrains which were ever vaster and ever more correlated among themselves. Based on this introductory study, further research perspectives on the large amount of documentary material linked to the Council of Mines will be of extreme interest for the history of geological science. eminenze sopra il letto attuale del Brembo, e che non possono essere considerate altrimenti che conseguenze di alluvioni ne di catastrofi incommensurabili di un’attività superiore a ogni immaginazione” (Maironi Da Ponte 1803, p. XII). Lo sguardo del geologo-funzionario si posava quindi sulle caratteristiche morfologiche e litologiche della superficie terrestre (montagne, vallate, strati, fossili, ecc.), talvolta anche da un punto di vista agronomico e botanico, ma ovviamente con un’attenzione del tutto particolare per le miniere e gli indizi delle risorse del sottosuolo. Mentre Marzari Pencati (1806), che aveva inizialmente studiato come botanico, era in grado di produrre un’analisi del territorio più simile a quella di altri naturalisti, Brocchi (1807) presentava una descrizione sistematica delle risorse minerali del Dipartimento del Mella (Fig. 12.3), su tre livelli: l’uso di informazioni storico-documentarie fin dall’età classica anche raccolte sul posto (come nel caso delle lapidi e di altre testimonianze archeologiche); le osservazioni geologiche sulla struttura dei monti; le successive analisi chimiche in laboratorio sugli esemplari raccolti di minerali e rocce. Brocchi (1807, p. 200) era anche consapevole che la delimitazione di un territorio per il geologo era ben diversa da quella convenzionale (“il geologo che prescinde dalle divisioni territoriali, sovente arbitrarie, e che più che volentieri si attiene a quelle indicate dalla Natura” Brocchi 1807, p. 200) e doveva dedicare una particolare attenzione al confronto con l’osservazione in miniera (p. 202): “In queste colline, e generalmente in tutte le altre adjacenti, il naturalista potrà fare un’osservazione che avrà campo di ripetere nelle miniere. Egli vedrà che i banchi pietrosi sono quasi sempre separati da un sottile strato intermedio di terra grassa, e tenace, in conformità di quanto si scorge nelle miniere medesime”. La ricerca geologica sul terreno, che aveva ereditato dal Settecento la consapevolezza della complessità degli aspetti geologici –contro le semplificazioni e le generalizzioni delle cosiddette ‘teorie della Terra’– fu quindi incrementata ed arricchita dalle possibilità offerte dalle indagini statistico minerarie promosse nel primo Ottocento dal Consiglio delle Miniere del Regno d’Italia napoleonico. I funzionari-geologi furono infatti in grado di utilizzare le esigenze di organizzazione dei dati particolari raccolti in ambito mineralogico e minerario per aggiungere nuovi tasselli al grande mosaico di ricostruzione della storia geologica di terreni sempre più vasti e e sempre più correlati fra loro. Con tali premesse, le prospettive di ricerca sull’ampio materiale documentario legato all’attività del Consiglio delle Miniere si pongono su un piano di estremo interesse per la storia delle scienze geologiche. Abstract Riassunto The Council of Mines was established in 1808 in Milan as a state body of the Italian Napoleonic Kingdom (Regno Italico) and was modelled after the French Corps des Mines. Some of the best geologists of the time, mainly from Lombardy and Veneto, were employed as officials within the Council of Mines which remained active until 1816 and among these were Ermenegildo Pini, Carlo Amoretti, Giambattista Brocchi and Giuseppe Marzari Pencati. The geological research of these scientists was thus stimulated and facilitated by the activities of the institution. These were centred on the statistical investigation of the territory in order to add to the knowledge about the mineral resources and also determined various attempts at producing a regional lithomineralogical map. Memoirs and accounts of travels to the various Departments of the Italian kingdom were also drafted. This material, for the most part unpublished, forms an area of research which is still completely unexplored and which is of great interest and potential to the history of science. Il Consiglio delle Miniere fu istituito nel 1808 a Milano sul modello francese del Corps des Mines come organo statale del Regno d’Italia napoleonico. Attivo fino al 1816, il Consiglio assunse tra i suoi funzionari alcuni tra i migliori geologi del tempo, provenienti soprattutto da Lombardia e Veneto, come Ermenegildo Pini, Carlo Amoretti, Giambattista Brocchi e Giuseppe Marzari Pencati. Le ricerche geologiche di questi scienziati furono quindi stimolate e facilitate dalle attività istituzionali incentrate su un’indagine statistica sul territorio ai fini di una maggiore conoscenza delle risorse minerali, che determinarono anche vari tentativi di produrre una cartografia lito-mineralogica in ambito regionale, nonché la stesura di memorie e resoconti di viaggio nei vari Dipartimenti del Regno d’Italia. Questi materiali, in gran parte inediti, costituiscono un terreno di ricerca ancora totalmente inesplorato, ma di grande interesse e potenzialità storico scientifiche. Ezio Vaccari, Dipartimento di Informatica e Comunicazione, Università dell’Insubria, via Mazzini 5, I-21100 Varese, e-mail [email protected] 269