NOTIZIARIO AIL Sezione della Provincia di Padova ONLUS - VIA GABELLI 114, 35121 PADOVA TEL. 049 66.63.80 FAX 049 65.57.90 - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE ART. 2 COMMA 20/C LEGGE 662/92 D.C.I. PADOVA
AIL News
PERIODICO DELL’AIL SEZIONE DELLA PROVINCIA DI PADOVA
DELL’ ASSOCIAZIONE ITALIANA CONTRO LE LEUCEMIE-LINFOMI E MIELOMA
ONLUS
n°3/2015
2
AIL News
PERIODICO DELL’AIL SEZIONE DELLA PROVINCIA DI PADOVA
DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA CONTRO LE LEUCEMIE-LINFOMI E MIELOMA
ONLUS
In questo numero
03
EDITORIALE
05
FILO DIRETTO
12
RUBRICA DI BIBLIOGRAFIA
13
EMATOLOGIA CAMPOSAMPIERO
14
VOLONTARI
15
NEWS ONCOEMATOLOGIA
18
DA CAVANELLA E BADOERE
19
SCUOLA “NIEVO” MANTOVA
20
FESTA DEI VOLONTARI
21
MEMORIAL GIACOMO MARTIGNON
22
VISITA AL BUTTERFLY ARC
28
REGALAMI UN SORRISO 2015
29
APPUNTAMENTI NATALIZI
30
BOMBONIERE SOLIDALI
31
NOTE E NUMERI
NOTIZIARIO n°3/2015
AIL Sezione della Provincia di Padova dell’Associazione Italiana contro le Leucemie-linfomi e mieloma
ONLUS: Via Gabelli, 114 - 35121 Padova
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EDITORIALE
EDITORIALE DEL PRESIDENTE AIL
Sezione della Provincia di Padova
ONLUS
PROF. LUIGI ZANESCO
Festa del 40° anniversario
dell’AIL di Padova
L’AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie) sezione di Padova ha festeggiato domenica mattina 11 ottobre 2015 all’Auditorium San Gaetano di via Altinate i 40 anni della sua esistenza.
Più di 200 persone hanno gremito la sala Convegni e assistito ad una vivace ed entusiasmante rievocazione di quanto l’AIL ha fatto per aiutare i Reparti di Oncoematologia, in primis naturalmente
l’Oncoematologia Pediatrica, cui si sono aggiunti negli anni recenti la clinica di Ematologia Adulti
di Padova e i Reparti Ematologici di Camposampiero e Cittadella.
Dopo i saluti delle Autorità non si sono svolte relazioni tecniche minuziose e spesso noiose, come
è d’uopo in casi simili. Si è trattato invece di una bella festa che ha coinvolto gli attori degli avvenimenti più importanti dal 1975 ad oggi. Abbiamo ascoltato le parole commosse dei soggetti guariti da leucemia e dei loro parenti. Di seguito hanno raccontato la loro viva e complessa esperienza
le infermiere (le caposala Bonetto e Salgarello), una psicologa (dott. Montanaro), i volontari dell’AIL.
Il segretario dell’Associazione, rag. Cavaliere, ha quindi presentato un sintetico ma succoso elenco
dei fatti rilevanti avvenuti in 40 anni di intenso lavoro, non dimenticando di sottolineare l’apporto
fondamentale ed instancabile delle famiglie degli ammalati, specialmente negli anni ’70 quand’era segretario l’impareggiabile sig. Antonio Marcucci (presente al convegno). Purtroppo il tempo
non ha permesso al rag. Cavaliere di menzionare o di soffermarsi un po’ di più su alcune attività rivelatesi fondamentali per il successo del volontariato AIL: pertanto cito qui doverosamente le raccolte delle offerte di stelle di Natale, il fiore diventato simbolo dell’AIL Nazionale, portate avanti da
impavidi distributori sempre pronti ad affrontare le normalmente pessime condizioni ambientali
di dicembre; l’analogo evento con le uova di Pasqua in primavera, e l’offerta di bomboniere e altra
oggettistica artigianale, preparate da abilissime e instancabili signore, che ha avuto e continua
ad avere grande successo negli avvenimenti familiari importanti (matrimoni, lauree, cresime…).
Non posso dimenticare l’iniziativa delle case di accoglienza, culminata con l’acquisto di una casa
e l’affitto di altre, che ha portato a disporre attualmente di una quarantina di appartamentini; e
l’organizzazione di soggiorni estivi in montagna negli anni ’80 o ’90 a vantaggio di molti pazienti
convalescenti (attività attualmente sospesa per sopraggiunta indisponibilità dei locali).
E’ stato evocato quindi dal prof. Colleselli il primo trapianto di midollo pediatrico eseguito in Italia
nel 1983. Il trapianto di midollo era un provvedimento allora ancora ignorato dalla “sanità” nazionale ed europea (eccetto la Francia). L’aiuto dell’AIL ha consentito invece a un gruppo di volonteriosi, con lavoro assiduo e lunga preparazione (medici, tecnici, infermieri, biologi….) di eseguire
l’intervento di trapianto allogenico in una bambina di 3 anni (!) resistente a tutte le terapie convenzionali. La bambina è guarita ed ora, trentacinquenne, sta bene!
Lodevoli ed esemplari le esperienze di volontariato riportate dal prof. Jankovic, attivo collaboratore dell’AIL, noto in Italia e all’Estero per i suoi interessi per un volontariato prodigo ed efficace. La
sua esposizione è stata ascoltata con viva commozione.
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Hanno completato le informazioni i medici attuali direttori dei Reparti di Oncoematologia (prof. Basso e
prof. Semenzato) che hanno sottolineato l’intervento costante e determinante dell’AIL a favore dell’assistenza ai malati e l’aiuto fondamentale al personale sanitario (medici, infermiere, tecnici di laboratorio).
Particolare interesse è stato riscosso dalle parole della responsabile della scuola in Ospedale prof.ssa
Chiara Boni, preside dell’Istituto Ardigò, e dal prof. Ballestrin, uno dei fautori della scuola “vera”, che dagli
anni ’80 ha sostituito in ospedale le attività essenzialmente ludiche precedentemente prestate ai bambini e ragazzi ricoverati, introducendo lezioni “vere”, esercitazioni, esami finali (anche in reparto), ovviamene con una didattica adeguata e personalizzata, riuscendo a favorire i contatti con le classi scolastiche
esterne dei singoli ammalati, suscitando in loro un vivo interesse e talora entusiasmo.
I vari interventi sono stati intervallati e completati da brevi filmati documentari e da intermezzi musicali.
Spettacolare la straordinaria partecipazione di Teofil Milenkovic, virtuoso violinista di soli 15 anni, che ci
ha stupiti con vivaci intermezzi di assolo.
Ha presieduto la manifestazione con spirito disinvolto e una certa grinta il prof. Modesto Carli, aiutato da
Emiliano Zerin (AIL) e dalla signora Sabina Benetazzo, responsabile dell’Agenzia Organizzatrice (Organizing S.r.l.) che ha diretto le complesse fasi dell’incontro con precisione e vivacità, fino alla festosa offerta
finale del buffet e al taglio conclusivo della torta del 40°.
Come presidente attuale dell’AIL di Padova, ho concluso la manifestazione ringraziando i protagonisti
dei 40 anni di attività, quelli presenti e quelli assenti, e augurando ai convenuti, che difficilmente potranno ricordare tutto quanto è stato detto, di conservare il ricordo globale del grande lavoro svolto
dall’AIL e di apprezzarne l’impegno e lo spirito di grande umanità. Tutti dovranno conservare la speranza
di realizzare, con l’aiuto dei cittadini, degli enti privati (e pubblici, si auspica) quelle innovazioni suggerite dai progressi della medicina e dai desideri delle famiglie, dei loro figli ammalati e del personale medico e infermieristico dei reparti ospedalieri.
Ho espresso infine la mia riconoscenza a tutti coloro, comprese le famiglie dei nostri ammalati, che hanno sostenuto e sosterranno l’AIL di Padova. Ma in particolare desidero ringraziare tutti i piccoli pazienti
(quasi 10.000 nei quarant’anni) che, collaborando con i medici e gli infermieri che avevano verso loro
interesse e amicizia, hanno dimostrato di saper affrontare i disagi più vari con fiducia e con una inaspettata fermezza d’animo. Questo risultato è il premio più ambito per il personale sanitario e per l’AIL di Padova che ha sempre posto un’assistenza umana ed efficace come il primo obiettivo della sua esistenza.
Il presidente dell’AIL Padova ONLUS
Prof.Luigi Zanesco
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FILO DIRETTO
CAPITOLO A CURA DEL PROF. GIANPIETRO SEMENZATO.
EMATOLOGIA E IMMUNOLOGIA CLINICA,
DIPARTIMENTO DI MEDICINA,
UNIVERSITÀ-AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA.
Ematologia dell’adulto:
le ricerche sulle cellule staminali
La serie di contributi dedicata alla ricerca svolta
nell’Unità Operativa di Ematologia e Immunologia Clinica dell’Università-Azienda Ospedaliera
di Padova prosegue in questo numero affrontando la problematica della trasduzione del segnale nelle proliferazioni cellulari, una tematica
che abbiamo affrontato da anni nelle malattie
linfoproliferative ma che ora abbiamo esteso
allo studio delle cellule staminali leucemiche.
Stiamo valutando quali molecole siano in grado
di mantenere vitali le cellule leucemiche per
identificare dei bersagli da colpire con farmaci
specifici. In particolare del tutto recentemente
il nostro gruppo ha avviato queste ricerche in
pazienti affetti da leucemia mieloide acuta, una
patologia che ha una incidenza di circa 3 su
100.000 abitanti e che rappresenta a tutt’oggi una delle sfide più importanti e difficili per
l’ematologo. La speranza è che attraverso le scoperte in questo campo delle cellule staminali si
possano identificare dei trattamenti innovativi
atti a migliorare le possibilità terapeutiche in
questi pazienti, possibilità oggi purtroppo molto
scarse. Il contributo allegato è redatto dalla Dott.
ssa Elena Doriguzzi Breatta.
Elena ha conseguito una laurea triennale in Biologia, Curriculum Biologia e Tecnologie Cellulari
e Molecolari nel 2012 all’Università di Trieste. Si
è quindi laureata a Padova in Biologia Sanitaria
nel 2014 con laurea magistrale con il massimo
dei voti e la lode.
Per quanto riguarda le sue esperienze lavorative
nel 2012 ha svolto un tirocinio formativo presso
l’Azienda Ospedaliera di Cattinara (TR) e nel 2014
presso Fondazione Ricerca Biomedica Avanzata/
Venetian Institute of Molecular Medicine nel laboratorio coordinato dal Dott. Francesco Piazza,
Università degli Studi di Padova – DIMED e sotto
la guida della Dott.ssa Elena Quotti-Tubi. Sempre
nello stesso laboratorio sta attualmente usufruendo di una borsa di studio finanziata dall’AIL
di Padova dal titolo “Analisi della trasduzione del
segnale nelle cellule staminali leucemiche” che
rappresenta l’argomento dell’articolo che segue.
Analisi della trasduzione
del segnale nelle cellule
staminali leucemiche
ELENA DORIGUZZI BREATTA.
EMATOLOGIA E IMMUNOLOGIA CLINICA,
DIPARTIMENTO DI MEDICINA,
UNIVERSITÀ-AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA.
La biologia è lo studio di come siamo fatti e di
come sono costruite e interconnesse le nostre
cellule. Un danno al fine e perfetto funzionamento cellulare può essere causa di malattia: qui entra
in gioco il ricercatore, che si prefigge il compito
di studiare i meccanismi molecolari che regolano
la nascita e l’evolversi della patologia e una sua
possibile cura. La ricerca a cui sto collaborando,
grazie ad una borsa AIL, è focalizzata sullo studio
delle cellule staminali leucemiche presenti nella
leucemia mieloide acuta; queste cellule rappresentano la controparte “malata” delle cellule staminali
ematopoietiche.
Nell’uomo, tutte le cellule del sangue (ematopo-
6
ietiche) originano da una piccola quota di cellule
“speciali”, denominate cellule staminali ematopoietiche. Queste cellule risiedono nel midollo
osseo, che si trova all’interno delle ossa, e costituiscono una vera e propria riserva cellulare che
dura per tutta la vita dell’individuo. Una cellula
staminale ematopoietica può produrre altre
cellule identiche a se stessa (può quindi autoriprodursi) ma possiede anche la capacità di differenziarsi, cioè di generare cellule figlie specializzate
a svolgere compiti diversi: ad esempio, la stessa
cellula staminale può dare origine ai globuli rossi
che trasportano l’ossigeno nel circolo sanguigno,
ai globuli bianchi che hanno funzione di difesa
contro agenti estranei e alle piastrine che promuovono la coagulazione del sangue (figura 1). Queste cellule specializzate, a differenza delle cellule
staminali ematopoietiche che sono “immortali”,
dopo un lasso di tempo muoiono e devono essere
rimpiazzate da nuove cellule specializzate.
Figura 1. Rappresentazione schematica della proliferazione e del differenziamento delle cellule staminali ematopoietiche.
Una cellula staminale ematopoietica (al centro dell’immagine) è in grado di dare origine ad altre cellule uguali a se stessa e di
produrre cellule specializzate, come i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine. La parte centrale di ogni cellula (marrone)
rappresenta il nucleo, elemento all’interno del quale si trova il DNA cellulare, la parte più chiara (giallo) è il citoplasma, dove
avvengono molteplici reazioni necessarie alla vita cellulare.
La normale funzionalità delle cellule staminali
ematopoietiche è garantita da complessi meccanismi molecolari che cercano di mantenere il giusto equilibrio tra la proliferazione (riproduzione)
e il differenziamento di tutte le cellule ematopoietiche. Tuttavia, e non di rado, possono insorgere
delle “complicazioni” che danneggiano le funzioni
di queste cellule: ciò accade, per esempio, quando
avvengono delle mutazioni nel DNA dei geni, ovvero alterazioni dell’informazione necessaria per
la sintesi di proteine o altre molecole. Modifiche
ed errori riguardanti questi meccanismi costituiscono i presupposti per lo sviluppo di svariati tipi
di tumori, tra cui anche le leucemie.
Le leucemie sono malattie caratterizzate dall’accumulo di cellule tumorali nel midollo osseo,
negli organi linfatici e nel sangue. Tra le leucemie
è compresa anche la leucemia mieloide acuta,
che è oggetto del nostro studio ed è un tumore
del sangue che progredisce rapidamente (acuta)
e che colpisce le cellule mieloidi, rappresentate
da granulociti e monociti (due popolazioni di
globuli bianchi), globuli rossi e piastrine. Questa
patologia si caratterizza per l’accumulo di un gran
numero di cellule anomale e poco differenziate,
chiamate blasti, che sono incapaci di maturare
(differenziarsi) in cellule specializzate del sangue.
I blasti leucemici originano da una piccola quota di
cellule alterate che ha caratteristiche comuni alle
cellule staminali ematopoietiche, tra cui la capacità di auto-rinnovarsi: per questo motivo le cellule
da cui si sviluppano i blasti tumorali sono state
definite cellule staminali leucemiche. La leucemia
mieloide acuta è quindi formata da poche cellule
staminali leucemiche, che si replicano poco e da
tante cellule “figlie” che proliferano molto.
La leucemia mieloide acuta colpisce soprattutto gli
adulti tra i 18 e i 60 anni, con un picco di incidenza
(nuovi casi all’anno) intorno ai 50 anni. I primi sintomi associabili alla malattia sono piuttosto generici: febbre, dolore generalizzato, stanchezza, perdita
di peso e di appetito. Col proseguire della leucemia, le cellule staminali sane e quelle specializzate
residenti nel midollo osseo vengono gradualmente
rimpiazzate da cellule staminali leucemiche e da
blasti, i quali non sono in grado di produrre cellule specializzate. Per questo motivo si sviluppano
sintomi come le petecchie (punti rossi nella pelle),
dovute alla mancata produzione di piastrine, o si
verificano infezioni frequenti, causate dalla riduzione dei neutrofili (globuli bianchi), o anemie, dovute
alla carenza di globuli rossi che non vengono più
prodotti. Queste alterazioni hanno permesso di
comprendere quale sia l’importanza delle cellule
7
staminali ematopoietiche nel midollo osseo e
quanto sia cruciale che la controparte malata
delle cellule staminali leucemiche venga eliminata. Lo scopo finale della ricerca è proprio quello
di capire quali siano i processi “danneggiati” nelle
cellule staminali leucemiche, per trovare una cura
mirata che permetta di eliminare solo la parte
tumorale e mantenere quella sana.
Se non trattato, il decorso della leucemia mieloide
acuta è rapido e può essere fatale (poche settimane o mesi). Attualmente la principale cura per i
malati di leucemia mieloide acuta è rappresentata
dalla chemioterapia, un trattamento terapeutico
a base di sostanze chimiche che uccide le cellule
che si replicano più rapidamente, proprio come
i blasti. La chemioterapia può essere seguita da
trapianto di cellule staminali da donatore sano:
questo metodo aumenta il numero di pazienti che
ottiene una remissione completa ma comporta
notevoli rischi, al punto che nei pazienti anziani
non è sempre possibile effettuarlo. La chemioterapia, in ogni caso, non agisce in maniera specifica per cui, oltre a debellare le cellule tumorali,
colpisce anche le cellule sane. Infine, in alcuni casi
essa risulta insufficiente tanto che, dopo qualche
mese o anno, la malattia può ripresentarsi ed
avere un decorso peggiore del precedente. Oggi
si ritiene che uno dei motivi che determinano le
ricadute nei pazienti con leucemia mieloide acuta
sia rappresentato proprio dalle cellule staminali
leucemiche che non vengono eliminate dalla
chemioterapia: sopravvissute al farmaco, queste
cellule producono nuovi blasti leucemici resistenti
ai farmaci.
Date queste premesse, nel corso della nostra
ricerca ci siamo posti alcune domande: “Che cosa
differenzia una cellula staminale leucemica da una
normale? Quali sono i fattori che rendono i blasti
leucemici resistenti alla chemioterapia?”. Abbiamo
così analizzato i campioni di sangue ricchi in blasti
provenienti da persone malate di leucemia mieloide acuta: in ogni campione abbiamo individuato i
blasti e le cellule staminali leucemiche e li abbiamo separati. Trattando queste due popolazioni
cellulari con i chemioterapici in uso, abbiamo osservato che i blasti rispondono alla terapia, e quinFigura 2. Immagini acquisite al microscopio di cellule staminali leucemiche. La parte centrale di ogni
cellula (viola scuro) rappresenta il
nucleo, quella esterna più chiara il
citoplasma. In figura 2A sono visibili le cellule staminali leucemiche
in assenza del farmaco; nella figura
2B sono raffigurate le stesse cellule, dopo trattamento con l’inibitore
della proteina CK2: si può osservare
come i contorni cellulari siano frastagliati e presentino dei rigonfiamenti, tipici aspetti di una cellula
che sta morendo.
di muoiono dopo il trattamento, mentre le cellule
staminali leucemiche sopravvivono: abbiamo così
confermato che sono proprio le cellule staminali
leucemiche che costituiscono la parte non eradicabile della malattia e di conseguenza responsabile
delle ricadute.
Il passo successivo è stato quello di identificare
i fattori che rendono le cellule staminali leucemiche più resistenti alle terapie rispetto ai blasti.
Come prima cosa abbiamo valutato quali fossero
le molecole in grado di mantenere vive e attive le
cellule staminali leucemiche, avendo in mente il
fatto che queste molecole potrebbero diventare
potenziali bersagli da colpire con farmaci specifici.
Abbiamo individuato nella proteina CK2 uno di
questi bersagli: CK2 è una molecola essenziale per
la vita della cellula normale, in quanto ne orchestra
svariate funzioni, promuovendone la sopravvivenza e la proliferazione. CK2 agisce però anche nelle
cellule tumorali: i suoi livelli infatti sono aumentati
in diversi tipi di tumori, tra cui la leucemia mieloide
acuta.
Per capire l'effettiva importanza di CK2 per la vita
delle cellule staminali leucemiche, abbiamo bloccato l’attività della proteina utilizzando un inibitore chimico di CK2, cioè un farmaco che si lega
alla proteina e ne riduce la funzionalità, chiamato
CX-4945. Si tratta di una molecola in fase di sperimentazione su persone affette da diverse malattie
oncoematologiche, tra cui il mieloma multiplo.
Somministrando il farmaco alle due popolazioni
cellulari isolate dal sangue dei pazienti (i blasti e le
cellule staminali leucemiche), abbiamo verificato
che le cellule staminali leucemiche risentivano
dell'effetto del farmaco in misura maggiore rispetto ai blasti. In figura 2 si possono osservare
le cellule staminali leucemiche in assenza (figura
2A) e in presenza del farmaco (figura 2B): le cellule
staminali leucemiche trattate con l'inibitore di CK2
sono danneggiate in maniera irreversibile, risultato
che ci permette di concludere che uno dei motivi
per cui le cellule staminali leucemiche sopravvivono alle terapie è legato proprio al fatto di avere
maggiori quantità di proteina CK2, la quale è uno
dei loro punti di forza che noi dovremo far diventare un tallone d’Achille.
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Poiché l'attuale chemioterapia utilizzata nel trattamento delle leucemie mieloidi acute è in grado di uccidere i blasti ma non le cellule staminali leucemiche,
abbiamo provato a somministrare l'inibitore di CK2
insieme al farmaco chemioterapico per verificare un
possibile effetto sinergico. Infatti, quando si utilizzano
contemporaneamente due farmaci, c’è la possibilità
di ottenere un effetto finale superiore (sinergico)
rispetto all'impiego dei due farmaci separati. I primi
esperimenti effettuati sembrano indicare che il contemporaneo trattamento con l'inibitore della proteina
CK2 e i chemioterapici danneggi in modo definitivo le
cellule staminali leucemiche: rispetto al trattamento
con il solo inibitore o con il solo farmaco chemioterapico, l'impiego di entrambe le molecole ci permette
di uccidere una quota maggiore di cellule staminali
leucemiche.
Questi promettenti risultati hanno concentrato la
ricerca sull’analisi della trasduzione del segnale nelle
cellule staminali leucemiche. La trasduzione del
segnale rappresenta l’insieme dei sistemi di comunicazione tra l'esterno e l’interno di una cellula e
permette alla cellula stessa di rispondere all'ambiente
circostante. Poiché alcune “vie del segnale” favoriscono
la sopravvivenza delle cellule staminali leucemiche e
l'attività di CK2 è indispensabile alla vita di queste cellule, abbiamo analizzato le modalità di comunicazione
tra CK2 e alcune proteine all'interno della cellula. Nella
cellula infatti le diverse molecole, in particolare le proteine, interagiscono tra loro per scambiarsi informazioni, sintetizzare nuove molecole, trasmettere segnali al
nucleo per promuovere l’attivazione o lo spegnimento
dei geni, e conferire, nel caso delle cellule tumorali,
resistenza alla chemioterapia.
Una delle vie più importanti nelle cellule staminali
leucemiche di leucemia mieloide acuta è quella che
coinvolge due proteine, chiamate AKT e FOXO-3. AKT
è importante per la sopravvivenza cellulare e blocca
FOXO-3; FOXO-3, al contrario, induce la morte della
cellula. Le interazioni tra AKT e FOXO-3 determinano
l’inattivazione (lo spegnimento) di FOXO-3, che si
sposta dal nucleo verso il citoplasma, dove non può
più eseguire le sue normali funzioni (figura 3): la cellula
così non muore e sopravvive.
Figura 3. Rappresentazione schematica della via del segnale che coinvolge le
proteine AKT e FOXO-3. Nella figura A è
raffigurata l’interazione di AKT con FOXO3 nel citoplasma: in questa situazione la
cellula vive. Nella figura B invece FOXO-3
è nel nucleo, in quanto non è legato da
AKT. Il segnale che FOXO-3 trasmette al
nucleo determina la morte della cellula.
In condizioni normali, l’attività di AKT è stimolata
(accesa) dalla proteina CK2 (figura 4): la cellula
quindi sopravvive poiché CK2 accende AKT, che
blocca FOXO-3. Sono in corso esperimenti per verificare che cosa accada nelle cellule staminali leucemiche in cui abbiamo bloccato la proteina CK2. La
nostra teoria è che se bloccando CK2 blocchiamo
AKT, FOXO-3 dovrebbe essere in grado di provocare
la morte della cellula staminale leucemica. L’interazione tra le proteine CK2, AKT e FOXO-3 potrebbe
rivelarsi uno dei fattori chiave per la sopravvivenza
delle cellule staminali leucemiche e di conseguenza
un promettente bersaglio per una nuova terapia
anti-tumorale.
Figura 3. Rappresentazione schematica delle comunicazioni tra le proteine
CK2, AKT e FOXO-3. In figura A è schematizzato il normale funzionamento di
CK2: CK2 promuove il funzionamento
di AKT la quale lega e inattiva FOXO-3
nel citoplasma e quindi la cellula sopravvive. In figura B, ipotizziamo che
bloccando CK2 si blocchi anche AKT
che perciò non sarebbe più in grado di
impedire il ritorno di FOXO-3 nel nucleo
e, con esso, la morte della cellula.
I risultati finora ottenuti rappresentano dei tasselli
importanti per comprendere il complesso sviluppo e accrescimento delle leucemie mieloidi
acute; allo stesso tempo i traguardi che abbiamo
raggiunto ci hanno permesso di individuare un
nuovo potenziale bersaglio da associare alla che-
mioterapia: la proteina CK2.
Giunta alla conclusione, vorrei ringraziare AIL di Padova, che finanzia la mia borsa di studio e permette da
anni a giovani ricercatori come me di applicare le conoscenze acquisite durante gli anni di studio per cercare
di trovare una cura alle malattie oncoematologiche.
9
Ematologia dell’adulto:
aspetti psicologici
in pazienti oncoematologici
Nella mission propria di ogni reparto dovrebbe
essere inclusa l’attenzione e la cura della persona nella sua complessità. Il paziente
riveste un ruolo centrale e non deve essere visto solamente
come un organo o un
sistema malato ma
come persona capace
di interagire in modo
attivo e partecipe nel
processo di cura. Da
anni in ematologia
dell’adulto ci si adopera per raggiungere
questo obiettivo e a
tal fine si sono realizzati vari progetti; dai
pioneristici interventi
di educazione terapeutica alle attività
formative sulla umanizzazione delle cure,
sulla comunicazione
e sulla relazione con
il malato ed i suoi familiari. Sicuramente il
malato deve essere al
centro della nostra attenzione ma deve esserlo
anche ciò che gli ruota intorno: familiari, amici
e ambiente lavorativo.
Per raggiungere gli obiettivi si sono utilizzate
le più diverse strategie comunicative. L’uso di
libretti ed opuscoli informativi è già da tempo
consolidato. I nostri pazienti possono da anni
avere a disposizione materiale scritto creato ad
hoc: dal libretto che descrive il funzionamento e la organizzazione della Unità Operativa
(carta di accoglienza) a quello sulla descrizione
dei meccanismi di azione e le implicazioni più
comuni delle terapie somministrate nonché
consigli pratici su come affrontare situazioni
impreviste o effetti collaterali (libretto sulle
chemioterapie in oncoematologia); alla gestione dei cateteri venosi utilizzati per l’infusione
dei farmaci, e così via. Non mancano inoltre
libretti informativi elaborati non direttamente
dalla nostra équipe ma che si possono rivelare
utili come l’opuscolo sull’alimentazione in caso
di aplasia midollare o sulle strutture ricettive
convenzionate con l’ospedale destinate ad ospitare i familiari delle
persone ricoverate.
L’idea di dedicare
attenzione e supporto ai malati che,
oltre ad affrontare
un percorso spesso
faticoso e lungo,
devono gestire problematiche affettive
che coinvolgono
figli piccoli o in età
adolescenziale è
piuttosto innovativa. Questo è l’obiettivo del libretto che
presento dal titolo
“Ti racconto la mia
storia: come parlare
della malattia ai
propri figli” edito da
Micaela Fergnani e
Francesca Alemanno. Sono rari gli
opuscoli, soprattutto nel nostro Paese,
che trattano questo argomento nonostante
l’importanza che riveste per la persona nel suo
percorso di adattamento alla malattia. Oltre alla
possibilità di avvalersi della psicologa che può
offrire consulenze personalizzate in base alle
specifiche situazioni, i nostri utenti possono trovare in questo opuscolo una serie di indicazioni
anche pratiche che possono essere generalizzate
a diversi contesti. Le famiglie possono trovare
risposte o, al contrario, prendere consapevolezza
di situazioni o credenze da rivedere in base anche alle teorie sulla psicologia dell’età evolutiva.
L’arsenale di armi a nostra disposizione si arricchisce quindi di un nuovo e utile strumento che
unito alla professionalità e competenza di tutti
gli operatori sanitari volge a fornire un servizio
sempre più individualizzato e mirato.
Prof. Gianpietro Semenzato
Direttore U.O. Ematologia,
Azienda Ospedaliera-Università di Padova
10
Ti racconto la mia storia:
come parlare della malattia
ai propri figli
MICAELA FERGNANI
PSICOLOGA BORSISTA A.I.L,
U.O. EMATOLOGIA,
AZIENDA OSPEDALIERAUNIVERSITÀ DI PADOVA
Sulle reazioni emotive collegate alla malattia
si è scritto tanto. Per gli operatori sanitari che
hanno a che fare con patologie importanti
come le neoplasie ematologiche c'è la possibilità di accedere a numerosi trattati e articoli che
si occupano di scandagliare i vissuti dei pazienti
e il modo migliore per comunicare con loro. A
ben vedere però, un aspetto è stato un poco
tralasciato o, se si preferisce, meno approfondito: le ripercussioni sulle relazioni familiari ed in
modo particolare sulle dinamiche tra il genitore
malato ed i propri figli.
All'interno della Unità Operativa di Ematologia
di Padova questa lacuna è emersa in seguito
alle richieste specifiche inoltrate proprio da
genitori in difficoltà. Si è avvertito il limite di
fornire esclusivamente informazioni verbali che,
per quanto utili e personalizzate possono venire
dimenticate o comprese parzialmente. È sembrato quindi utile creare materiale informativo
scritto, di semplice consultazione, con consigli
pratici e con indicazioni su come approfondire
le tematiche trattate o su come farsi aiutare.
L'integrazione tra le due modalità comunicative:
scritta e verbale, fa si che il messaggio si amplifichi e venga compreso più facilmente oltre che
favorirne una maggior diffusione. Da qualche
mese il libretto creato ad hoc viene messo a
disposizione in sala d'attesa o distribuito personalmente a persone che ne possono beneficiare
proprio perché si trovano a vivere le esperienze
descritte. Il feedback ad oggi ricevuto è di un
giudizio positivo rispetto all'utilità delle informazioni e dei consigli contenuti all'interno
del libretto, ma la cosa che ci ha ulteriormente
gratificato è l'interesse suscitato in persone che
non sono direttamente coinvolte in vicende
legate a malattia ma, incuriosite, hanno desi-
FRANCESCA ALEMANNO
PSICOLOGA SPECIALIZZANDA,
U.O. EMATOLOGIA,
AZIENDA OSPEDALIERAUNIVERSITÀ DI PADOVA
derato leggere il materiale giudicandolo molto
positivamente.
Ritrovarsi in maniera spesso repentina a dover
affrontare una battaglia per sconfiggere la malattia è semplicemente sconvolgente. Ognuno di
noi non è un’isola ma un arcipelago composto
da svariate relazioni; da quelle familiari a quelle
amicali a quelle lavorative e così via. La malattia,
come uno Tsunami inonda tutto l’arcipelago
seppur con diversa intensità, provocando guai
più o meno seri.
Nell’ambito dei servizi di cura, da quando si è
iniziato a prestare maggior attenzione e a dare
più importanza a quelli che sono i bisogni emotivi del soggetto, si mettono in campo diverse
professionalità al fine di limitare il più possibile
questi danni, in primis quelli subiti dalla persona malata prestando attenzione anche a coloro
che, colpiti indirettamente, soffrono a volte nello
stesso modo se non più del loro caro.
E’ importante che tutte le persone che stanno attorno al malato sappiano o abbiano l’occasione
di imparare cosa sta accadendo e come possono
aiutarlo nel migliore dei modi. Ma soprattutto
è importante che si possano fornire al diretto
interessato delle informazioni in modo veloce
e pratico su come poter gestire la notizia della
sua malattia in relazione a chi gli sta attorno.
Questione veramente delicata, soprattutto se si
hanno figli piccoli o adolescenti ai quali spiegare
cosa sta accadendo. Queste informazioni non
sono però facili da reperire e si ha di frequente
una grande confusione su come sia meglio comportarsi.
Abbiamo dunque creato “Ti racconto la mia
storia: come parlare della malattia ai propri figli”
con l’ intento di aiutare tutti quei pazienti che
hanno figli piccoli e che si ritrovano in maniera
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spesso improvvisa tra reparti e corsie di ospedale per sottoporsi a cure anche invasive e debilitanti come una chemioterapia. Il nostro lavoro
è un tentativo di dare una risposta ai dubbi che
spesso emergono e che riguardano vari aspetti
della relazione con i propri figli in presenza di
una malattia che provoca separazioni.
Avendo avuto la fortuna di poter parlare con i
diretti interessati abbiamo voluto cogliere quelle che erano le maggiori problematiche della
loro vita durante il loro percorso, questo ci ha
dato l’opportunità di poter fare delle ricerche
per vedere se in letteratura fossero già presenti ricerche che potevano indirizzare verso un
comportamento piuttosto che un altro. Spesso i
dubbi che queste persone estrinsecano, toccano tematiche profonde e difficili da sviscerare:
È giusto parlare ai bambini della malattia? E se
è giusto farlo, in che modo e con quali parole?
Si parla nello stesso modo ad un bambino di 3
anni e ad uno di 10? Che reazioni potrebbero
avere mentre il genitore è ricoverato e dopo,
quando il genitore rientra a casa? Come si può
rendere meno traumatico al bambino il periodo
in cui vedrà il papà o la mamma malata, sofferente e meno presente nella sua vita?
Chiaramente è difficile dare dei consigli che
possano essere adatti universalmente in un
campo nel quale la soggettività di chi abbiamo davanti influenza gli eventi in maniera così
forte, ma a queste e ad altre domande si è comunque tentato di dare una risposta, in modo
pratico e semplice per quanto possibile. Abbiamo differenziato varie fasi dell'iter terapeutico
che generalmente i pazienti afferenti all’ematologia devono percorrere e, per ogni fase,
abbiamo tenuto conto dell’età del bambino e
di conseguenza del suo grado di maturazione
cognitiva e affettiva. Lo scopo è di fornire anche
consigli pratici e facilmente attuabili, mettendo in evidenza che se il genitore ha difficoltà a
comunicare con il/i propri figli non deve farsene
una colpa ma può chiedere aiuto a persone di
sua fiducia o ad un professionista.
Lo schema su cui è stato costruito il libretto
informativo si può suddividere fondamentalmente in tre parti: la prima in cui vengono
illustrate caratteristiche e indicazioni generali
su un atteggiamento consigliato che ben si
adatta a tutte le situazioni; la seconda suddivisa
per fasce d'età e livelli di sviluppo che risulta
più dettagliata e specifica. In questa sezione
abbiamo pensato di descrivere in modo molto
semplice le caratteristiche e le reazioni tipiche
del periodo di sviluppo considerato e parallelamente i consigli per i familiari sulle modalità di
rapportarsi.
Infine, nella terza parte del libretto si percorrono le tappe che ogni malato attraversa nel suo
percorso di cura con i relativi contraccolpi emotivi all'interno delle relazioni con i più piccoli.
Ovviamente anche in questa sezione non mancano i consigli pratici. Conclude il libretto uno
glossario con la spiegazione dei termini medici
più comunemente utilizzati in ematologia e con
la modalità di tradurre le informazioni ai bimbi
più piccoli o agli adolescenti.
Si è anche deciso di inserire delle preziose
testimonianze raccolte tra i nostri malati che ci
hanno raccontato con amorevole disponibilità il
loro vissuto di genitori e a tal proposito li ringraziamo di cuore.
Senza alcuna ombra di dubbio si può affermare
che il modo migliore per affrontare un evento
importante che genera ansia e paura in chi lo
vive è parlarne.
Questo assunto vale anche quando si tratta dei
propri figli. Anche se ci sembrano troppo piccoli
o incapaci di comprendere.
In molte persone esiste l’errata convinzione che
il vissuto del bambino riguardo la malattia del
genitore sia meno drammatico o sia passeggero.
Spesso ci viene naturale avere pensieri come:
“Col tempo se ne dimenticherà…”, “I bambini
sono forti…”, “Sono così piccoli, non possono
capire cosa sta succedendo…”. Le cose, però, non
stanno proprio così. I bambini, come gli adulti
possono sperimentare profonde sofferenze psicologiche. Se a queste loro angosce non viene
data voce rischiano di non essere mai elaborate
e di radicarsi nel loro animo per tutta la durata
della vita. Per questo motivo abbiamo ritenuto
utile fissare alcuni punti sull’importanza di una
corretta informazione rivolta ai più piccoli con
una mamma o un papà malati di una patologia
onco-ematologica.
Il libretto è reperibile
e disponibile a tutti
presso le sale di attesa
della Ematologia ubicate rispettivamente al
secondo e terzo piano
della palazzina malattie
infettive.
Un ringraziamento
particolare va ad AIL
Padova che ci ha dato
la possibilità di stampare il libretto e che finanzia
una borsa di studio per il sostegno psicologico in
ematologia adulti.
Micaela Fergnani
psicologa borsista A.I.L, Ematologia
Francesca Alemanno
psicologa specializzanda
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RUBRICA DI BIBLIOGRAFIA
A CURA DEL PROF.LUIGI ZANESCO
EMERITO DI PEDIATRIA - UNIVERSITÀ DI PADOVA
Stephen P. Hunger e Charles G. Mulligham
Acute Lymphoblastic Leukemia in Children
N. Engl. J. Med. 373, 1541, 15 october 2015
L’articolo è una sintesi perfetta della storia della Leucemia linfatica acuta nei bambini e negli adolescenti (da 0 a 20 anni) negli Stati Uniti, dal 1948 ad oggi.
Sintesi perfetta, perché riporta tutti i dati relativi all’epidemiologia, la clinica, i risultati dei primi
tentativi di trattamento con chemioterapici, la scoperta dei fattori prognostici e delle varianti
ematologiche, immunologiche, genetiche, tutti elementi che hanno offerto le basi di un razionale
approccio a una terapia sempre più “mirata” e conseguentemente più efficace.
In una straordinariamente significativa tabella vengono riassunti visivamente i progressi ottenuti dal 1968 al 2009 in 10 curve (relative a 35.000 bambini!) da cui si può riconoscere il numero
crescente di pazienti che hanno raggiunto via via la “lunga sopravvivenza”, a riprova di un lavoro
di medici, epidemiologi, infermieri, biologi e tecnici (e organizzazioni scientifiche, sanitarie e di
volontariato) esemplare e coraggioso.
In un’altra tabella viene segnalato che nel corso degli anni il reclutamento di bambini si è allargato
anche all’Europa (non c’è il nome Italia ma vi assicuro che l’Italia ha partecipato intensamente e
con successo ai trials clinici pediatrici) e che i brillanti risultati finali ormai sono sovrapponibili in
tutti i paesi del mondo con livello sanitario medio-alto.
Il successo globale è innegabile. Ma nell’articolo vengono riportate le questioni ancora sul tappeto, ossia i problemi non ancora risolti dovuti alle conoscenze sempre più vaste e accurate sulle
leucemie, che potranno offrire nuovi contributi alle “guarigioni” (il termine più corretto è ancora
quello di “lunghe sopravvivenze”).
Sono ancora all’attenzione di medici e ricercatori lo studio dei possibili effetti collaterali dei farmaci, e di possibili “esiti” a lunga distanza dalla “guarigione” (riportano come esempio l’inspiegata
insorgenza tardiva della osteonecrosi nel 5-10% dei casi).
Inoltre esistono ancora, pur in netta riduzione, i casi di leucemia resistenti a tutte le cure e le “ricadute”, precoci o tardive: questioni che sono affrontate in modo sempre più efficace. D’altra parte ci
sono numerosi studi ancora in corso per capire se i trattamenti, tutti inevitabilmente dotati di una
certa tossicità, possano essere ridotti nella durata e nelle dosi dei chemioterapici, senza compromettere l’esito finale. Ciò sembra lecito soprattutto nei casi di basso rischio, soprattutto quelli che
offrono una rapidissima risposta positiva alla terapia iniziale.
Comunque sia, i dati in prospettiva sono confortanti: si pensa ora non solo a curare la leucemia,
ma a rispettare sempre più efficacemente l’organismo del bambino e il suo sviluppo psichico.
Si tenga presente che fino agli anni 50 del secolo scorso la leucemia linfatica acuta comportava
una condanna ominosa nel 100% dei casi, mentre ora si sta ormai studiando di “guarire” tutti i casi
(e siamo ormai sopra al 90%!). Un quesito sembra già avere una risposta positiva: i figli dei guariti
non hanno più probabilità dei coetanei figli di genitori non toccati dalla leucemia, di manifestare
questa malattia.
La completezza dei temi trattati nell’articolo comporta novità anche per gli addetti ai lavori. Ogni
argomento ha il suo inappuntabile riferimento bibliografico fondamentale. Questi riferimenti
sono 92 in tutto, così essenziali e completi che se uno avesse la pazienza di leggerli e riassumerli
potrebbe compilare un libro completo sulla leucemia linfatica acuta pediatrica (fino a qualche
anno fa la 1° causa di morte nei bambini dopo l’anno di età) aggiornato a tutto il 2014!
Questo articolo, che consiglio ai medici e anche alle infermiere e ai biologi, nonostante lo stile
asciutto o “asettico”, potrebbe essere letto con vantaggio anche nelle famiglie dei pazienti con
leucemia linfatica acuta perché fornisce un messaggio confortevole, serio e veritiero. Un altro
messaggio, infine, inespresso ma chiaramente implicito, è che sembra necessario proseguire ancora a lungo nella ricerca e nella assistenza ai pazienti anche se “guariti” da lungo tempo, e la nostra organizzazione sanitaria dovrebbe tener conto che il problema “leucemie acute pediatriche”
non va abbandonato nonostante che la medicina abbia raggiunto fin d’ora risultati soddisfacenti.
L’IMPEGNO E LA DETERMINAZIONE DEL
GRUPPO AIL “ANDREA PETRIN”.
Il Gruppo “Andrea Petrin” di Camposampiero- Cittadella nasce tre anni fain ricordo di
Andrea Petrin ed a sostegno dell’Unità Operativa Semplice a Valenza Dipartimentale
“Ematologica” dell’ULSS 15 Alta Padovana. Per
chi non ne fosse a conoscenza l’ULSS 15 offre
da oltre un quinquennio prestazioni ematologiche di alto livello, ma quello di cui siamo
più fieri e grati, oltre alla solida preparazione
scientifica, è l’umanità e la sensibilità con
cui vengono offerte queste cure: il paziente
viene sempre prima di tutto!
Nello specifico l’UOSD Ematologia è composta dal dott. De Biasi e dal dott. Danini, da
tutte le infermiere e da una nuova dottoressa
a completamento dell’équipe. In questi anni,
infatti, tutti i Volontari del nostro Gruppo, si
sono fortemente impegnati per portare sup-
porto a questo servizio e dopo numerose difficoltà siamo riusciti a contribuire alla remunerazione di un terzo medico ematologo, la dott.
ssa Cavalli, che ormai fa parte della squadra da
maggio 2015. Attualmente il progetto è stato
rinnovato per un altro semestre con l’obiettivo
di fornire una miglior assistenza al paziente ed
ai loro familiari.
Tutto ciò è stato possibile grazie al contributo
di tutti i nostri sostenitori e di coloro che hanno collaborato alla realizzazione delle nostre
attività.
Un altro importante obiettivo è avere una
piccola area solo per i pazienti ematologici
e i loro famigliari all’interno dell’Ospedale di
Camposampiero, coscienti che la strada sarà
tutta in salita, noi continueremo a crederci e a
lavorare duramente per ottenerlo.
LA DOTT.SSA
CAVALLI ENTRA A FAR
PARTE DELLA FAMIGLIA AIL.
IL GRUPPO ANDREA
PETRIN, IL DOTT. DE BIASI E LA
DOTT.SSA CAVALLI PRESENZIANO
AL 40° ANNIVERSARIO
DELL’AIL DI PADOVA.
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GRUPPI VOLONTARI
Il gruppo volontari AIL di Conselve
compie 17 anni
La nostra storia inizia 17 anni fa dopo aver avuto
mia figlia Caterina con leucemia mieloide acuta
quando aveva 17 mesi di vita.
Dopo varie chemioterapie e l’autotrapianto del
midollo è riuscita a vincere la malattia e abbiamo
pensato di aiutare chi come me ha o ha avuto gli
stessi problemi.
Armenio Vettore, tempo fa presidente dell’AIL, ci
ha informato dell’associazione e ci ha dato subito fiducia. Abbiamo iniziato con la distribuzione
delle stelle di Natale con due volontari adesso
siamo in sette persone che ci diamo il turno nei
giorni stabiliti. Siamo partiti con la distribuzione
di 600 stelle ma ora, tra la crisi e i vari volontari
nei vari paesi, siamo arrivati a 300 stelle. Durante
il periodo pasquale ci troviamo per distribuire le
uova di cioccolato. Il nostro banchetto si trova
in piazza XX Settembre di fronte alla chiesa. Nel
nostro paese la presenza del banchetto dell’AIL è
diventato una tradizione dove nei giorni stabiliti di
distribuzione per le stelle di Natale o per le uova di
Pasqua non possiamo più mancare. Nonostante il
freddo, la pioggia e la neve noi siamo sempre più
convinti di continuare questa fantastica esperienza
sperando che un domani questa passione venga
trasferita anche ai nostri figli. Un augurio speciale
a chi è in difficoltà dicendo di non smettere MAI di
lottare e di sperare...
Chiunque voglia collaborare con noi non esiti a
contattarmi.
Ermenegildo Cuccato
Responsabile Gruppo AIL di Conselve
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NEWS DAL REPARTO DI
ONCOEMATOLOGIA PEDIATRICA:
tanti modi per fare solidarietà
A CURA DI : STEFANIA GALLO
SEGRETERIA AIL PRESSO LA CLINICA
DI ONCOEMATOLOGIA PEDIATRICA
Ancora una volta i bambini sono i protagonisti principali di “News dal Reparto di Oncoematologia Pediatrica”.
I bambini ci insegnano
la SOLIDARIETA’...
Pietro: un compleanno davvero speciale
Una piacevole sorpresa quella di Pietro che lo scorso settembre è venuto a
trovarci, accompagnato da mamma e papà, per consegnare questa commovente letterina!
Ciao, sono Pietro,
quest’anno ho compiuto cinque anni, per l’esattezza il ventotto di Luglio.
Mamma e papà per questa occasione hanno voluto organizzare una grande
festa, hanno invitato amici e parenti e tutti chiedevano che regali avessi voluto.
Fortunatamente non avendo bisogno di nulla, ho risposto di fare un’offerta che
poi avrei devoluto a coloro che, in questi mesi, mi hanno aiutato e mi aiuteranno anche in futuro a superare questo momento difficile per me ed i miei
famigliari.
E’ stata una festa fantastica, piena di gioia e di calore e, oltre ai giocattoli che
ho ricevuto, abbiamo raccolto anche una somma di denaro che abbiamo
deciso di devolvere, in parte, anche a Voi. Sperando di averVi fatto cosa lieta,
un bacione. Pietro.
Carissimo Pietro, la tua è la dimostrazione di come tante piccole azioni di solidarietà possono
portare a risultati importanti! Ti ringraziamo tantissimo e ti auguriamo un Buon Natale!
Alessandro: la creatività al servizio della solidarietà
Un esempio di come la solidarietà possa essere contagiosa arriva dai signori Daniela e Daniele C. che martedì 15
settembre hanno festeggiato il 25° anno di matrimonio.
In ricordo di questo giorno così speciale, Daniela e Daniele
non hanno scelto le “solite” bomboniere, ma qualcosa di veramente originale. Si sono rivolti ad Alessandro (9 anni!),
che lo scorso aprile aveva già aiutato un’amica a realizzare
quelle per la Prima Comunione, a sostegno della Clinica di
Oncoematologia Pediatrica di Padova (AIL NEWS 2/2015).
Le bomboniere (nella foto), frutto di un attento lavoro artistico, sono state apprezzate da tutti gli invitati e la somma
che sarebbe stata destinata al loro acquisto è stata interamente donata alla nostra Associazione.
Ai signori Daniela e Daniele le nostre più sincere felicitazioni
per questo importante traguardo e la nostra più profonda
gratitudine.
Ad Alessandro i nostri complimenti e un carissimo saluto!
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LA SCUOLA portatrice e promotrice
del valore della solidarietà
SCUOLA PRIMARIA
“ Carlo Goldoni”di MARTELLAGO
A.S. 2014-2015 - Classi 1a D e 3a C
C’era una grande agitazione nell’aria
l’ultimo giorno di scuola all’ Istituto Comprensivo “Carlo Goldoni” di Martellago
(VE).
Nei corridoi un brusio di voci, grandi risate, rumori di passi …
Di fronte ad una affollatissima folla di
genitori, gli alunni della Scuola Primaria
hanno allestito, con l’aiuto del personale
docente e non, un simpatico mercatino.
Tra i vari banchetti quello solidale delle
classi 1a D e 3a C, a sostegno della Clinica
di Oncoematologia Pediatrica di Padova.
Accolti da queste toccanti parole:
“Carissimi tutti,
questa raccolta è un ponte che collega la nostra SCUOLA con il reparto di ONCOEMATOLOGIA PEDIATRICA.
Uniamo il nostro pensiero a tutti i bambini che conoscono questa realtà!
TUTTI UNITI per una grande battaglia, dove GUERRIERI, PRINCIPESSE e CAVALIERI, stanno scrivendo la storia più
importante della loro vita!
GRAZIE di cuore per il vostro contributo in questa importante storia di AMORE e SOLIDARIETA’. “
I “visitatori” si sono avvicinati numerosissimi ! Tutti hanno voluto dare un contributo.
Sono stati raccolti ben 476,10 euro che saranno destinati all’acquisto di una pompa infusionale per il reparto Degenze.
Un saluto e un ringraziamento particolare:
- al dott. Gian Paolo Bustreo, Preside, e alla dott.ssa Carla Severin, Vice-preside, per il sostegno all’iniziativa;
- al personale docente (e in particolare alle insegnanti Bertilla Anoè - 1°D e Rita Lopatriello - 3°C) e non docente;
- a tutti gli alunni, e in particolare a quelli della 1°D e 3°C, e ai loro genitori
BUON NATALE a tutti!
Lotteria di beneficienza
“Regalami un sorriso”
Un GRAZIE di cuore a chi ha collaborato alla distribuzione dei biglietti:
- ad Alessia L. (13 anni), Matteo P. (12 anni) e Sebastiano P. (10 anni), tra i nostri più giovani collaboratori
(siete stati BRAVISSIMI!!!);
- ai genitori di Alessandro F., Alessia A., Alessio P., Beatrice P., Benedetta C., Carlo P., Diego P., Filippo B., Francesca DN., Giorgia C., Irene R., Luca M., Maya B., Nicolò B., Riccardo D., Samuele C., Sara T., Veronica V. (scoprire che molti dei numeri vincenti erano tra i biglietti che avevate distribuito voi è stato davvero emozionante!);
- allo zio di Carlo P. (che sappiamo essere stato di fondamentale aiuto!);
- al nonno di Emanuele F (nuovo prezioso collaboratore);
- al signor Luca T., Bolzano (che nonostante la distanza ha voluto aiutarci);
- al signor Fabio Sturaro e alla Cooperativa Radiotaxi di Padova (per il rinnovato impegno);
- alla ditta LGB e al magazzino SDC TRADE;
- alle signore Daniela, Laura, Mara, Michela e Monia (nostre carissime e “collaudate” collaboratrici)
…. e a chi li ha comprati ANCORA GRAZIE!
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A CAVANELLA L’UNIONE FA LA FORZA
Ancora una volta è stato dimostrato che l’unione
fa la forza. A Cavanella di Concordia Sagittaria
(Ve) lo hanno
dimostrato le
Associazioni
Insieme per
Cavanella, AIL
Associazione
italiana contro
le leucemie-linfomi e mieloma,
AVIS e AIDO,
ASD Polisportiva
Pallacanestro Concordia, Comitato Festeggiamenti
Madonna Loncon, Down FVG, Goal Smile Onlus,
Proloco e la cittadinanza più sensibile del Concordiese e dei sui dintorni.
Purtroppo ogni anno ci sono nuovi casi di gravi
patologie che colpiscono persone della nostra
comunità e l’Associazione insieme per Cavanella
ha pensato e proposto alle associazioni del volontariato locali e non di inserire, nell’ambito dei
festeggiamenti annuali della frazione, una cena di
beneficenza il cui ricavato venga devoluto alle famiglie locali colpite da tali eventi. Il coinvolgimento
di più associazioni e più persone sono l’espressione
migliore della nostra comunità che si stringe in un
abbraccio simbolico alle persone malate.
Nella serata del 9 luglio si è tenuta l’iniziativa
“Ceniamo insieme” 2015
per sostenere una giovane
famiglia concordiese la cui
figlia è stata colpita dalla
leucemia. Iniziativa che ha
visto una massiccia partecipazione che ha consentito
di raccogliere 4.895 euro
che i rappresentanti delle
associazioni gestiranno
mettendoli a disposizione
della famiglia in trance mensili.
Questa ulteriore prova di sensibilità ha visto l’Associazione Italiana contro le leucemie e linfomi in
prima fila, oltre che nella lotta contro i tumori del
sangue, anche nella coesione sociale sui valori della
solidarietà portati avanti dal volontariato raggiungendo buoni risultati. Risultati che migliorano la
nostra società e non fanno sentire sole le persone
nell'affrontare i periodi più duri che la vita può
riservare.
Gianfranco Nicoletti
Segretario gruppo di lavoro AIL
di Concordia Sagittaria (VE)
UN COMPLEANNO SPECIALE A
BADOERE (TREVISO)
Il 2 agosto Romano ha festeggiato in barca a Jesolo il
suo 4° compleanno insieme ai suoi genitori, Massimo e Susanna e ai suoi amici.
I suoi genitori per l’occasione hanno invitato molti
amici e parenti ai quali hanno raccomandano di non
fare nessun regalo al loro bambino e, qualora ritenessero opportuno, avrebbero potuto effettuare
un’eventuale offerta che sarebbe stata devoluta
all’A.I.L. (Associazione Italiana contro le Leucemie
e linfomi) di Padova.
Con la collaborazione di Pietro, un loro carissimo
amico e della sua moglie Ivana che da molti anni
collaborano con l’A.I.L. per la distribuzione delle
uova pasquali e delle stelle di Natale a Fossalta di
Piave, hanno dato corso alla festa. I partecipanti
si sono dimostrati molto entusiasti all’insolita
idea e soprattutto molto generosi.
Alla fine della festosa ricorrenza il sig. Pietro ha
constatato che la somma raccolta ammontava a
ben 861 euro che ha provveduto a consegnare
all’Associazione Italiana contro le leucemie di Padova.
Romano ricorderà di aver vissuto un compleanno
speciale e, fra qualche anno, comprenderà, con grandissima soddisfazione, il gesto di grande generosità
che hanno compiuto i suoi genitori e i suoi amici. Un
grazie di cuore da parte dell’AIL di Padova.
LA SCUOLA PRIMARIA NIEVO DI MANTOVA
RICORDA SEMPRE L’AIL DI PADOVA
Come ogni anno, anche a giungo scorso, in
occasione della chiusura delle scuole, la Scuola
Ippolito Nievo di Mantova si è presentata alle
famiglie, ai sostenitori e ai cittadini con un lavoro
di approfondimento, che ha intrecciato la musica
alla passione per la lettura, curato dalle insegnanti nel corso dell’anno scolastico..
L'evento viene organizzato da ormai da molti
anni per raccogliere offerte in favore dell'AIL e
per ricordare tre persone che non ci sono più, ma
che rimarranno nella storia e nella memoria condivisa della Nievo: l'allieva Francesca Galli e gli
insegnanti Costanza Zanetti e Angelo Dalboni.
Il filo conduttore dello spettacolo è stata la lettura, perché “i libri sono mondi da scoprire” come
recitava la locandina dell'evento, cercando di
spingere i bambini a interpretare la lettura come
una buona abitudine per la vita quotidiana,
FOTO DALLA GAZZETTA
DI MANTOVA
come occasione per conoscere, scoprire e immaginare cose sempre nuove e diverse.
I bambini delle 21 classi della scuola, per un totale
di 520 alunni, si sono quindi esibiti mimando a
tempo di musica, tra le altre, le storie della Pimpa,
il mito di Perseo e Medusa, i viaggi di Gulliver e le
magie di Harry Potter. Il tutto con il prezioso supporto di Chiara Olivieri e delle sue collaboratrici,
Melania Sottolano e Carlotta Graffigna del progetto Danzacreativa, che hanno insegnato ai bambini
a muoversi a ritmo di musica, non necessariamente danzando, ma unendo la gestualità ai suoni in
modo armonico.
Nel corso della manifestazione si è parlato
dell’AIL, sono state distribuite le brochure informative e soprattutto sono stati raccolti 1.300
euro interamente devoluti all’AIL di Padova.
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FESTA DEI VOLONTARI
Anche quest’anno si è tenuta la Festa dei Volontari
AIL sezione della Provincia di Padova, con alcune
novità che sono state apprezzate da tutti i presenti. Immancabile questo appuntamento di ritrovo e
aggregazione per tutti i nostri volontari, momento
in cui ci si scambiano le ultime notizie tra i vari
gruppi dislocati in tutta la provincia, ma soprattutto si prospettano iniziative future per cercare
di continuare ad aiutare chi ha bisogno del nostro
sostegno.
Il tutto si è svolto per la prima volta nella Sala
Polivalente della Parrocchia di San Martino di
Voltabrusegana a Padova, dove si trova una delle
nostre case di accoglienza “Casa Federica” che
ospita principalmente i pazienti seguiti nel Reparto
di Ematologia Adulti e i loro famigliari. Al termine
della serata si è svolta la sottoscrizione a premi
organizzata dall’instancabile Silvana Zuccherini
e dai suoi volontari oltre alla distribuzione di un
omaggio floreale, a tutte le signore presenti, offerto dall’azienda florovivaistica Vergerio di Camposampiero.
Facciamo i nostri più sentiti ringraziamenti a tutti
i volontari della Parrocchia per la loro ospitalità e
per le ottime pietanze cucinate e servite.
Appuntamento al prossimo anno.
LA FENICE E CALCETTO DOINK VINCITORI
DEL MEMORIAL GIACOMO MARTIGNON
Anche quest’anno si
è rinnovato il classico
appuntamento con il
torneo di calcio a cinque Memorial Giacomo
Martignon, ormai giunto alla sesta edizione.
Dal 18 maggio al 14
giugno negli impianti
sportivi di Maerne e
nel palazzetto di Olmo
di Martellago, si sono
affrontate 16 squadre
maschili e 6 femminili cercando non solo il risultato in campo, ma tenendo sempre a mente il
fine ultimo del Memorial Giacomo Martignon: la
raccolta di donazioni a favore della borsa di studio istituita a nome di Giacomo presso la Clinica
di Ematologia dell’Ospedale di Padova.
Donazioni che provengono non solo dalla
quota di iscrizione versata da ogni giocatore
presente al torneo, ma anche dalle numerose
offerte spontanee raccolte sia tra gli atleti che
tra il vasto pubblico che ogni sera affollava i
campi di gioco.
Quest’anno la
somma raccolta è stata di
6.285,61 euro.
In un bel mix di
squadre fedelissime e new
entry hanno
avuto luogo i
gironi eliminatori che hanno
portato 8 squadre maschili alla
serrata fase ad
eliminazione
diretta svoltasi
dal 8 al 14 giugno, mentre le 6 squadre femminili
hanno avuto modo di accedere in toto alla fase
ad eliminazione dopo aver disputato la fase a
gironi.
La suggestiva atmosfera del Memorial Giacomo
Martignon è tornata ancora una volta grazie al
particolare accostamento di gioco in campo e
al sempre popolare “terzo tempo” che ha in-
trattenuto giocatori e
tifosi permettendo di
trascorrere le serate in
compagnia davanti agli
ottimi banchetti organizzati come sempre
dal gruppo Gek4Ail.
L’intero evento è stato
seguito live tramite
la pagina facebook
dedicata aggiornata in
tempo reale:
www.facebook.com\
MemorialGiacomoMartignon.
La giornata del 14 giugno è stata il capitolo finale
del 6° Memorial Giacomo Martignon che, davanti
ad una meravigliosa cornice di pubblico, ha dato
questi verdetti:
Miglior portiere femminile: Erica Battistich
Miglior portiere maschile: Peter Dabalà
Capocannoniere femminile: Elisa Pian
Capocannoniere maschile: Davide Roccabella
Premio "Giusto spirito": Colpo Grosso
Tra le squadre femminili ha vinto il Torneo la Fenice, mentre al
secondo posto
le Velenose e al
Terzo FreeDrink.
Nella categoria
maschile invece
il Torneo è stato
vinto da Calcetto Doink seguiti
da I Pirati e al
terzo posto Figli
delle Stelle.
La cerimonia
di premiazione
si è svolta alla
presenza dei
responsabili
della sezione AIL di Padova, del prof. Semenzato,
primario della Clinica di Ematologia dell’Ospedale
di Padova e delle Autorità del Comune di Martellago.
Il gruppo organizzatore Gek4Ail coglie l’occasione
per ringraziare tutti gli atleti partecipanti, i tifosi che
sono intervenuti, il CSI di Venezia e il gruppo arbitri
e vi dà appuntamento alla prossima edizione.
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IL FASCINO DELLE FARFALLE E
LA MAGIA DEL BOSCO FATATO
INCANTANO I BAMBINI
Dopo oltre un anno dalla prima visita effettuata
con qualcuno dei “nostri” bambini al Butterfly
Arc (Casa delle Farfalle-Bosco delle Fate, Montegrotto Terme), il 9 settembre siamo ritornati in
quel posto fatato grazie alla generosità di amici
ed estimatori dei volontari ARRIVANO I NOSTRI e
con il supporto dell’AIL che anche quest’anno ha
messo a disposizione il pulmino con autista.
Un evento che desideriamo diventi un appuntamento fisso per qualcuno dei bimbi che hanno
vissuto o stanno vivendo l’Oncoematologia
pediatrica. In questa escursione i nostri ospiti
erano 9 (Alex, Asia, David, Eva, Francesca, Matteo, Raja, Tommaso, Virginia), di età variabile dai
3 ai 13 anni, tutti accompagnati dalla mamma
o da entrambe i genitori, una bella compagnia!
Anche quest’anno abbiamo chiesto e ottenuto
l’esclusiva e come guida la FATA DISPETTO (foto
1), bella, brava e affatto dispettosa, come anche i
bambini l’hanno descritta nelle loro letterine, cui
darò spazio dopo questa breve introduzione.
I BAMBINI IN VISITA AL BUTTERFLY ARC CON LA FATA
DISPETTO
Il sito Butterfly Arc, già descritto nella dettagliata narrazione della visita dello scorso anno (v. numero 3/2014
del periodico AIL News), è un luogo magico dove si passa dalla natura pura con la Casa delle Farfalle, all’ itinerario mitologico - ecologico del Bosco delle Fate.
Iniziamo il percorso, passando attraverso varie "stanze" ricche di teche dove apprendere le cose più interessanti sui diversi stadi di sviluppo e vita delle farfalle, e di altre specie di piccoli invertebrati. Entriamo quindi in
una foresta tropicale in miniatura con piante e fiori di Amazzonia, Africa ed Asia, dove fantastiche farfalle dai
colori sgargianti ti volano intorno con la percezione di poterle quasi toccare, o addirittura ti si posano addosso
(Foto 2), offrendo sensazioni emozionanti e nuove ad ogni età. Casa delle Farfalle ospita anche altri animali
esotici e varie tipologie di insetti tropicali tra cui ricordiamo le cavallette foglia, il drago barbuto, il bruchetto
pelosetto, gli insetti stecco, gli scarabei cornuti giganti, i pappagalli equilibristi e i camaleonti (Foto 3) che hanno affascinato e incuriosito tutti i bambini egregiamente istruiti dalla fata guida che, con parole semplici e a
volte giocose, ha spiegato in modo scientificamente corretto la vita degli animali e degli insetti che popolano
questo ambiente, descrivendone forme, colori, comportamenti e le più stravaganti curiosità facendo scoprire
l’affascinante mondo delle foreste pluviali e dei loro abitanti.
FARFALLE SVOLAZZANTI NELLA FORESTA TROPICALE IN MINIATURA
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IL CAMALEONTE CALIPTRATO A SINISTRA E IL DRAGO BARBUTO A DESTRA
Oltre le serre tropicali si entra nel Bosco delle Fate, un percorso all'aperto in cui ogni specie vegetale è affiancata ad una favola. Camminando nel parco si rivivono antiche leggende celtiche e paleo-venete con fantastiche creature che animano la fantasia e la tradizione popolare e che hanno appassionato i bambini; gli orchi
-giganti buoni pelosi e barbuti-, i folletti -piccoli e burloni, capaci di volare e di rendersi invisibili-, le fate, il troll
-creatura ruvida, irsuta e rozza, dotata di un grosso naso-, gli elfi bianchi -figure dall’indole dispettosa create
dal vento-, gli gnomi ed altri esseri fantastici che popolano questo bosco mitologico-ecologico fino ad arrivare al lago del folletto pescatore e all'antico labirinto di pietre (Foto 4).
I BAMBINI ASCOLTANO I BRONTOLII DELLA TERRA
TRASMESSI DAI “SASSI MAGICI” AL CENTRO DEL LABIRINTO
Ma più eloquenti di ogni mia parola sono le sensazioni vissute dai bambini ed espresse nelle loro letterine; dai
più piccoli con vivaci disegni e tenere frasi, dai più grandi scritte al computer in modo più discreto o scritte per
i fratellini meno tecnologici che hanno dettato le loro parole ai fratelli maggiori.
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LETTERINA DI FRANCESCA
LETTERINA DI RAJA
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LETTERINA DI ASIA
DISEGNO DI VIRGINIA
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DISEGNO DI TOMMASO
LETTERINA DI ALEX
LETTERINA DI EVA
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LETTERINA DI MATTEO
LETTERINA DI DAVID
Vorrei concludere riportando l’ingenua domanda che al termine delle due ore intense e fantastiche la piccola Asia ha rivolta alla Fata Dispetto: “signora Fata posso chiederti una cosa?” “Certo tesoro dimmi” “Ma tu
quando vai in pensione?”
Allora al prossimo anno cara Fata Dispetto………se non sarai in pensione!!
L.C.
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LOTTERIA DI BENEFICIENZA
“REGALAMI UN SORRISO 2015”
Grazie al sostegno di privati, associazioni e imprese, anche quest’anno si è tenuta la consueta lotteria di beneficenza “Regalami un sorriso” in favore dell’AIL.
Nel corso di una serata di beneficenza svoltasi il 22 ottobre presso il Ristorante
del Petrarca Rugby a Padova sono stati estratti i 13 numeri vincenti che qui
riportiamo:
1° PREMIO
2° PREMIO
3° PREMIO
4° PREMIO
5° PREMIO
6° PREMIO
7° PREMIO
8° PREMIO
9° PREMIO
10° PREMIO
11° PREMIO
12° PREMIO
13° PREMIO
FIAT PANDA EASY 1.2
COLLANA IN ORO E TURCHESI
TV COLOR LED 46"
SMARTPHONE SAMSUNG
COUPON VACANZE PER 4 PERSONE
COUPON VACANZE PER 4 PERSONE
BUONO ACQUISTO € 200,00 ALI’ e ALI'PER
MACCHINA DA CAFFÈ CAFFITALY
MACCHINA FOTOGRAFICA NIKON
BUONO ACQUISTO € 100,00 ALI' e ALI'PER
BUONO CENA 4 PERSONE Ristorante Forcellini 172
INGRESSO 2 PERSONE Piscine Termali Hotel Mioni
INGRESSO 2 PERSONE Piscine Termali Hotel Mioni
B 0068
C 2027
C 2111
D 2594
C 0213
A 4071
D 1969
C 3731
D 0832
A 1452
D 2719
B 0173
D 1334
Un ringraziamento a tutti coloro che hanno sostenuto questa importante raccolta di fondi: sostenitori,
volontari e le edicole sparse nel territorio padovano.
I 90 ANNI DI PALMIRA
La signora Palmira ha compiuto 90 anni e ha voluto festeggiare l’ambito traguardo assieme ai suoi
numerosi parenti: ben tre generazioni di nipoti. A
tutti i convenuti ha espressamente chiesto di non
fare regali, ma offerte libere in favore dell’AIL di
Padova.
Grazie a Palmira e a tutti i suoi invitati!
APPUNTAMENTI NATALIZI...
L’Ensemble Vocale Emozioni InCanto
organizza la VI rassegna
Cantiamo il Natale per AIL
SABATO 12 DICEMBRE 2015, ore 20.45
Chiesa Parrocchiale San Marco Evangelista
Ponte di Brenta - Padova
Con la partecipazione:
- Ensemble Vocale “Emozioni InCanto” di Padova
- Coro Monte Venda di Galzignano Terme (Pd)
- I Cantori del Caldone di Cerlongo di Goito (Mn)
Ingresso libero
A Due Passi dalla Luce
Concerto Gospel
SABATO 19 DICEMBRE 2015, Ore 20.30
Teatro Palladio
Fontaniva (Padova)
- Bassano Bluespiritual Band
- Presenta Angelica Montagna
- Special Guest Benedetta Caretta
Ingresso libero
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PERGAMENE E SACCHETTI SOLIDALI:
UNA FESTA DIVENTA UN’OCCASIONE
PER AIUTARE IL PROSSIMO
Cari amici,
in occasione di un evento speciale molte persone
scelgono di sostituire le tradizionali bomboniere
con le nostre pergamene solidali. Altre, per onorare un anniversario, rinunciano ai consueti doni e
invitano i propri ospiti a devolvere un contributo
alla nostra Associazione. L’AIL cerca di rispondere
a queste nuove esigenze, realizzando dei preziosi biglietti su carta pergamena personalizzati
secondo le diverse richieste, e consegnando dei
graziosi sacchetti porta confetti da accompagnare
alle pergamene.
Per conoscere le ultime novità basta contattare la
segreteria AIL allo 049 66.63.80 – Sig.ra Anna
Boldrin – il martedì e il giovedì dalle ore 10.00 alle
ore 13.00. Oppure veniteci a trovare!!! (meglio
su appuntamento). Un ringraziamento speciale a
tutte le mamme che con il loro impegno hanno
contribuito a far conoscere le nostre pergamene
nelle parrocchie e nelle scuole. Sostenendo l’A.I.L.
sezione di Padova sostieni i bambini della Clinica
di Oncoematologia Pediatrica di Padova e i pazienti del reparto di Ematologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova.
ALCUNE DELLE BOMBONIERE REALIZZATE DALLE NOSTRE VOLONTARIE
L’AIL Sezione della Provincia di Padova ONLUS
ha bisogno anche del tuo aiuto!
Fai conoscere le nostre“bomboniere”solidali a parenti ed amici!
Sostituisci le tue bomboniere con le nostre pergamene solidali!
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Note e numeri
Deducibilità fiscale
Le donazioni effettuate in favore di una Onlus - organizzazione non lucrativa di utilità sociale - rappresentano ai sensi dell’art. 13 del. D.Lgs 460-97 un risparmio fiscale per il donatore sempreché vengano
effettuate a mezzo bonifico bancario, carta di credito, bollettino postale o assegno bancario o circolare. L’art. 14 del d.l. dell’ 11/03/05 stabilisce che le liberalità in denaro o in natura erogate da persone
fisiche o da enti soggetti all’imposta sul reddito delle società in favore delle Onlus sono deducibili dal
reddito complessivo del soggetto erogatore nel limite del 10% del reddito complessivo dichiarato e
comunque nella misura massima di 70 mila euro annui.
Codice Fiscale Ail Sezione della Provincia di Padova: 80010360289
Come aiutare AIL
Per i versamenti tramite bollettino postale o
bonifico bancario, preghiamo di indicare in
maniera chiara i dati di chi effettua il versamento oltre che alla causale. In caso di versamenti in memoria di una persona deceduta, al
fine di poter avvisare la famiglia dell’intenzione, sarebbe gradito fosse indicato l’indirizzo
a cui mandare la comunicazione di avvenuto
versamento.
c/c Postale
14659353
Unicredit Banca
iban: IT25J0200812122000020155276
Attenzione!
Mettiamo in guardia i cittadini contro chi sfrutta il nome
dell’A.I.L. presentandosi nelle
case chiedendo denaro e trattenendolo nelle proprie tasche.
A.I.L. non ha mai autorizzato, né autorizza
nessuna persona a raccogliere denaro casa
per casa o nelle vie della città e dei paesi.
Riceve offerte solo attraverso versamenti
nel conto corrente postale o in quello bancario, donazioni on-line, raccoglie fondi in
occasione di manifestazioni ufficiali (nel
periodo natalizio e pasquale) o di iniziative straordinarie quali concerti, rappresentazioni teatrali, ecc.
Unicredit Banca - Adulti
iban: IT90U0200812122000100877425
Cassa di Risparmio del Veneto
(sede centrale)
iban: IT42I062251218307400351775K
Monte dei Paschi di Siena (Antonveneta)
(Agenzia 2 - Pd)
iban: IT51Q0103012107000001720449
Banca Padovana Credito Cooperativo
(Agenzia di Campodarsego)
iban: IT67N08429624200000AC125911
Socio 2016:
Inizia la campagna
tesseramento 2016
Per diventare socio aderente dell’AIL sezione della Provincia di Padova ONLUS, deve essere presentata regolare richiesta tramite modulo disponibile in segreteria
accompagnato dalla fotocopia della Carta d’identità e
dal versamento della quota minima stabilita di € 10,00
che può avvenire in contanti, tramite versamento in
c/c postale o bonifico bancario indicando sempre la
dicitura “QUOTA SOCIO 2016”.
www.ailpadova.it
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n°3/2015 - AIL Padova