Periodico di informazione, storia, cultura attualità La Magnifica Comunità di Fiemme Registrato Tribunale di Trento 28.11.1981 n. 351 AGOSTO 2002 Anno XX n. 2 - Quadrimestrale - Spedizione in abb. post. Comma 20/c Legge 662/96 - Filiale di Tn - Tassa Pagata Direttore responsabile: Mario Felicetti Comitato di Redazione: Elvio Partel - Renzo Paluselli Luca Giongo - Albino Defrancesco Foto: Cristina Vinante - Tesero Rodilù - Tesero Bruno Shop - Tesero Boninsegna - Predazzo Ufficio Forestale Comunità Mario Felicetti - Predazzo Photofive - Milano Foto di copertina: Adorazione dei Magi olio su tela, cm. 56 x 60 Cavalese, Museo Pinacoteca della Magnifica Comunità di Fiemme Stampa: Nova Print - Carano Distribuzione gratuita ai “vicini” di Fiemme e ai “vicini” emigrati all’estero che ne facciano richiesta presso la segreteria della Comunità MAGNIFICA COMUNITÀ DI FIEMME 38033 CAVALESE (TN) - Piazza C. Battisti 2 Tel. 0462 340365 - Fax 0462 239441 IL LEGATO EMMY HAFNER www.magnificacomunitafiemme.it E-mail: [email protected] LA RELAZIONE PREVISIONALE 2002 2 in questo numero: ELEZIONI: MODIFICATO LO STATUTO DAL CONSIGLIO DEI REGOLANI PROGETTI PER LA SEGHERIA RESTAURO DEL PALAZZO ORMAI PROSSIMO L’APPALTO VERSO IL LAGO DI CECE UN SENTIERO PER TUTTI ALDO ZORZI PRESIDENTE DI ASSOLEGNO UN’INDAGINE SULLA FLORA PER CONOSCERLA E TUTELARLA CRONACHE COMUNITARIE: Christian Zorzi atleta dell’anno 54° Convegno distrettuale dei Vigili del Fuoco 56° Concertone Inaugurati i baiti di Pozzil e dei Mandriciati LA NUOVA TAC A CAVALESE LA FONDAZIONE STAVA 1985 LA PAROLA AI VICINI QUATRO CIACERE CON GINO BELLANTE MONDIALI DI FIEMME 2003 NEL SEGNO DELLA COMUNITÀ NELL’INSERTO SPECIALE: Documenti riguardanti il processo contro il Parroco delle Pieve di Cavalese Tomaso Bratia di Rumo (1587-1606) A cura di ITALO GIORDANI UNA NUOVA ACQUISIZIONE PER IL MUSEO PINACOTECA IL LEGATO EMMY HAFNER Grazie al legato testamentario di Emmy Hafner, ori- Francesco Sebaldo (Cavalese 1706-1776) che ebbe ginaria di Cavalese ove nacque il primo novembre del sicuramente occasione di recarsi a Venezia e di cono1918 ma dal 1943 dimorante in Cles, luogo in cui si è scere il linguaggio tanto di Nicola Grassi che di spenta il 20 dicembre 2001, il Museo Pinacoteca della Giambattista Pittoni (Venezia 1687-1767), ai quali le Magnifica Comunità di Fiemme si arricchisce oggi di sue opere successive alla metà del quarto decennio un nuovo importante dipinto. Nel suo testamento olo- sono fortemente debitrici. Anche in questo caso però, grafo datato 8 novembre 1997 vengono infatti nominati se da un lato alcuni particolari quali la fresca scioltezza oltre agli eredi più stretti, quali la cugina, la sorella, il delle soluzioni formali, la sentita intimità espressiva, il figlioccio, anche il Museo Pinacoteca della Magnifica peculiare taglio prospettico del volto da cui deriva il Comunità di Fiemme di Cavalese al quale la signora ha caratteristico profilo del naso, il viso paffuto del lasciato il quadro rappresentante l’Adorazione dei Bambino e la resa delle dita con la falangetta “controMagi (fig. in copertina). flessa” - che si presenta come una sorta di sigla morelSi tratta di un piccolo dipinto su tela di pregevolissi- liana delle opere di Sebaldo - consentono di riferire il ma fattura raffigurante l’episodio dell’Adorazione che, dipinto alla sua mano, dall’altro l’impiego di una matecome narra l’iscrizione apposta sul retro della tela, fu donato ad Emmy dalla zia Augusta detta “Uti” il 25 ottobre del 1971. Recita infatti l’iscrizione: «Alla mia cara Emmy / dalla / zia Uti / Cavalese 25.10.1971». Proveniente dalla Valle di Fiemme, non ne è noto l’autore che dimostra comunque di padroneggiare un linguaggio elevato, essenzialmente cromatico, in stretto contatto con le tendenze più evolute del rococò veneziano, rivelando una forte dipendenza dallo stile del maestro friulano Nicola Grassi (Formeaso di Zuglio 1682; Venezia 1748). Nel corso degli anni Settanta Nicolò Rasmo ebbe occasione di esaminare il dipinto e di esprimere un suo giudizio verbale, ritenendo che si potesse trattare di un’opera del fiemmese Michelangelo Unterperger (Cavalese 1695; Vienna 1758), al quale era del resto nota la pittura dell’artista friulano per averne riportato in patria almeno due dipinti, la Madonna col Bambino e San Francesco (fig. 1) e la Morte di San Giuseppe (fig. 2), oggi custoditi rispettivamente nel Museo Pinacoteca della Magnifica Comunità di Fiemme e nel refettorio del Convento dei frati minori Francescani di Cavalese, ma entrambi provenienti dalla collezione Unterperger. Tuttavia sebbene alcuni elementi tanto compositivi che figurativi, debitori agli esiti della pittura veneziana di quell’epoca, trovano riscontro nelle sue opere, l’impiego di una pen- fig. 1 Nicola Grassi nellata rapida e di tocco pare difficilmente Madonna col Bambino e San Francesco riconducibile alla sua mano, mentre incontra olio su tela, cm. 70,5 x 52 maggiore affinità nel tratto del fratello Cavalese, Museo Pinacoteca della Magnifica Comunità di Fiemme 2 ria estremamente diluita capace di renderee con notevole abilità le trasparenze, i contrappunti coloristici di delicata leggerezza, il pallido rosa delle carni del Bambino, il tratto bruno che definisce la mano della Madre o la morbidezza del ventre rilassato dell’infante con quel fare molle e carnale, paiono più propri della maniera del friulano. Abile nella resa dei soggetti, creati con una sostanza pittorica così pregna di umori da farli apparire vivi, l’artista è altrettanto efficace nella restituzione della suggestione del dato atmosferico e dell’ora notturna. Egli esclude ogni elemento narrativo quali i doni, la capanna, la stalla o gli animali: solo il ciuffo di paglia in basso a destra e la sella alludono al luogo in cui si è svolto l’evento e, con l’ausilio di un’inquadratura molto ravvicinata, pone alla ribalta i volti dei personaggi focalizzando l’attenzione sugli sguardi, le espressioni e i gesti che suggeriscono con i movimenti corporei i moti degli animi. L’impianto compositivo giocato sulle diagonali sulle quali sono disposte le figure gli consente non solo di rafforzare lo stretto colloquio tra i Magi posti a sinistra ed il gruppo sacro posto a destra, ma diviene anche il canale lungo il quale fare scivolare la luce, generando così le diverse emozioni attraverso il sapiente giuoco cromatico che ora svela e ora cede all’oscurità. Così, mentre Melchiorre si volge all’esterno del quadro in direzione della luce, che dapprima sfiora il suo volto poi quello della Madre sino a giungere, in un progressivo crescendo, ad “accendere” di luce divina il Bambino ed il lenzuolo con il quale è affettuosamente coperto, e Gaspare, il Mago più anziano, devotamente inginocchiato dinnanzi a Gesù verso il quale muove lo sguardo, si staglia in controluce, ai margini della rappresen- tazione sono lasciati in leggera penombra da un lato Giuseppe, dall’altro Baldassarre il Moro; in corrispondenza della fuga prospettica chiudono invece la scena, rigettandola in primo piano, due figurine dalla diversa carnagione, l’una bianca l’altra mora, la cui contrapposizione cromatica unitamente all’inversione luministica conferisce alla composizione un perfetto equilibrio. Il generoso gesto della signora Hafner viene ad inserirsi in una tradizione avviatasi in Val di Fiemme esattamente un secolo fa. Altre volte infatti il Museo di Cavalese è stato oggetto di simili attenzioni che gli hanno concesso dapprima di costituire, quindi di ampliare le sue collezioni; si annoverano a questo proposito le raccolte più sostanziose giunte al Museo durante la prima metà del secolo scorso quali quella del pittore Carlo Vanzo nel 1902 con ben trecentosessantanove pezzi, quella di Ferruccio Spazzali nel 1941 con novantanove opere, quella di Ilda Anna Spazzali Delvai nel 1946 con trentanove, oltre alla recentissima cessione della collezione del pittore Josè Anders da parte degli eredi di Trento, ammontante a circa ottocento pezzi e alla donazione da parte della signora Giuliana Rasmo, figlia dell’illustre storico dell’arte Nicolò, di una tela raffigurante il Martirio di San Lorenzo. Si auspica dunque che questa tradizione possa continuare e che altri intuiscano il valore di simili gesti consentendo il recupero alla conoscenza collettiva della nostra tradizione artistica; da parte sua il Museo sarà orgoglioso di custodire, studiare e tramandare a tutti i vicini il suo prezioso patrimonio. dott.ssa Chiara Felicetti fig. 2 Nicola Grassi Morte di San Giuseppe olio su tela, cm. 72,5 x 97,5 Cavalese, Convento dei frati minori Francescani, refettorio 3 APPROVATA A MAGGIORANZA DAL COMUN GENERALE NELLA SEDUTA DEL 28 MAGGIO 2002 LA RELAZIONE PREVISIONALE E PROGRAMMATICA DEL 2002 Nella seduta del 28 maggio scorso, il Comun Generale ha discusso e quindi approvato a maggioranza (30 voti favorevoli, astenuti Paolo Vaia, Dario Sommavilla, Onorio Vanzo) la relazione dello Scario Elvio Partel sullo stato generale della Comunità e sulle previsioni programmatiche per l’anno 2002, precedentemente recapitata a domicilio di ciascun consigliere di Regola. Un adempimento obbligatoriamente previsto dall’art. 14, comma 8, dello Statuto e che deve essere evaso ogni anno entro il mese di maggio. Lo riassumiamo in sintesi, a beneficio di tutti i Vicini. PREMESSA Ancora confusa, come già nel 2001, la situazione economica nazionale, dopo che l’arrivo dell’Euro non ha portato tutti i benefici che si aspettavano alla vigilia, mentre i tragici avvenimenti che, l’11 settembre 2001, hanno scosso non solo gli Stati Uniti ma il mondo intero, hanno praticamente “gelato” il mercato mondiale, che non si è ancora ripreso. Anche la crescita dei prodotti petroliferi, conseguenza diretta della instabile situazione politica in Medio oriente, non ha certo influito positivamente sull’economia, determinando un aumento di costi che si è ripercosso negativamente sui trasporti e sull’energia. Situazione generale di attesa dunque, anche se il 2001, per la Comunità di Fiemme, si è comunque chiuso con risultati positivi per tutte le Aziende produttive. I primi mesi del 2002 per altro, non consentono di considerare esaurito un ciclo di crisi e di difficoltà. L’anno scorso, è aumentato il fatturato complessivo rispetto al 2000, mentre ha subito una diminuzione del 14,24% l’autofinanziamento, vale a dire la capacità dell’Ente di produrre le risorse necessarie al suo finanziamento, e non hanno avuto i rendimenti sperati anche le gestioni finanziarie. Il rendiconto del 2001, già approvato in precedenza dal Consiglio dei Regolani nella seduta del 23 aprile, presenta le seguenti voci più significative: - l’avanzo di amministrazione ammonta a £ 183.325.347 (Euro 94.679,64), leggermente inferiore a quello dell’anno precedente che era pari a £. 187.147.102 (Euro 96.653,41); - i fondi accantonati per gli ammortamenti ordinari, contabilizzati al 100%, sono stati imputati ai bilanci delle varie Aziende, sulla base delle norme civilistiche e fiscali; 4 - il Fondo per il Trattamento di Fine Rapporto dei dipendenti è pari a £. 704.675.021 (Euro 363.934,28); - per la soddisfazione-integrazione in denaro del diritto di legnatico, è stata destinata la somma di 600 milioni di lire (Euro 309.874,14), invariata rispetto a quella dell’anno precedente. Pur restando positivo quindi, lo stato della Comunità necessità di adeguamenti e di strategie diverse e la costituzione della nuova Società per Azioni, alla quale verranno attribuite le attività di rilancio della segheria di Ziano, costituisce in questa direzione un primo passo importante, rispondendo con maggiore velocità e tempismo alle richieste del mercato e permettendo significativi adeguamenti di produzione e di gestione. AZIENDA AGRICOLA FORESTALE Nel 2001, le utilizzazioni complessive dell’Azienda Agricola Forestale sono state pari a 49.841 metri cubi, in netto aumento rispetto ai 40.196 metri cubi dello scorso anno, anche se strettamente legate al recupero del materiale legnoso schiantato nell’autunno del 2000. Il prezzo medio di cessione del legname tondo (da sega e da opera) dall’Azienda Agricola Forestale all’Azienda Segagione Legnami è diminuito, passando da £. 183.085 (Euro 94,56) a £. 173.749 (Euro 89,73) a metro cubo. Va per altro precisato che tale prezzo è superiore a quello medio di cessione del legname dei Comuni di Fiemme e degli Enti Operanti in valle, che è stato di £. 141.891 (Euro 73,28) a metro cubo. I costi legati alla fatturazione ed al trasporto del tondo sono stati influenzati dal quantitativo di legname abbattuto e soprattutto dal fatto che è stato necessario recuperare legname schiantato a terra. L’aumento medio è stato del 18,81%. Sostanzialmente stabili i costi di trasporto, grazie anche alle migliorie apportate alla rete stradale, che hanno evitato il doppio trasporto con camion e unimog. Dal confronto tra le voci attive (ricavo unitario medio di cessione) e quelle passive (costi medi di abbattimento, fatturazione e trasporto) risulta il ricavo medio unitario netto, tradizionalmente denominato “valore di macchiatico”, passato da £. 122.524 (Euro 63,28) del 2000 a £. 103.457 (Euro 53,43) a metro cubo del 2001, quindi con una contrazione superiore al 15%. Di particolare rilievo la voce “Spese di manutenzione del patrimonio”, che ammontano a £. 3.442.182.201 (Euro 1.777.738,75) rispetto a £. 3.230.911.692 (Euro 1.668.626,63) del 2000, con un incremento nella misura del 6,54%. I contributi provinciali per il Progetto “Azione 12”, la revisione del Piano Economico, gli interventi sulla viabilità forestale e quelli previsti dalla L.P. 14/92 sull’agricoltura di montagna ammontano complessivamente a £. 706.291.076 (Euro 364.768,90), rispetto a £. 325.582.030 (Euro 168.149,09) del 2000. La maggior parte delle spese di manutenzione del patrimonio è stata impiegata per il pagamento della manodopera forestale (61.552 ore di lavoro, rispetto alle 61.429 del 2000) a ribadire l’importante ruolo che la Comunità svolge anche in termini occupazionali. L’utile di esercizio è passato da £. 1.329.491.288 (Euro 686.624,95) del 2000 a £. 1.354.128.523 (Euro 699.349,02) del 2001. Per quanto riguarda le previsioni programmatiche del 2002, gli interventi sul patrimonio e sulla viabilità, oltre alle opere da completare, riguardano la costruzione della strada forestale del Cancel in Comune Catastale di Predazzo, la costruzione della strada forestale del Buson di Cazzorga e la manutenzione straordinaria della strada forestale Orti Aereoplano. Sulla L.P. 14/92 sono inoltre in programma la manutenzione dei fabbricati di Malga Buse e Malga Cazorga in C.C. di Castello, la manutenzione del baito di Val Sossoi (Tesero) e la manutenzione del fabbricato di Malga Moregna e del baito della Caserina (Predazzo). In fase di ultimazione i lavori di ristrutturazione dei baiti di Cugola e delle Caseratte, gli interventi straordi- nari sulle strade di Cadinello e di Lagorai e quelli sul pascolo di Malga Corno. Da completare i lavori di ampliamento del magazzino forestale di Molina e delle opere di presa della sorgente Benedetta in C.C. di Panchià. Fondamentali nel corso del 2002 gli interventi di sistemazione dei danni provocati dagli eventi meteorici di due anni fa, specialmente nell’area della Perengola, sopra Ponte Stue, ma anche in altre zone. Senza dimenticare la revisione del piano economico del Terzo Distretto B (C.C. Cavalese e Tesero) e del Comune di Tesero. Il budget previsionale 2002 dell’Azienda Agricola Forestale prevede ricavi di Euro 2.387.808 per la vendita di legname tondo e di Euro 806,495,06 per canoni, contributi ed entrate diverse. I costi complessivi ammontano invece ad Euro 3.061.980,51. L’utile previsto è quindi pari ad Euro 132.322,55. Un’ultima sottolineatura di sostanza. Riguarda il ruolo di guida che la Comunità continua ad interpretare, sia per quanto riguarda la costruzione di nuove strade forestali e il recupero di fabbricati e territori marginali, sia attraverso la normale, quotidiana gestione del territorio. Il che conferma la sua costante attenzione anche alle problematiche ambientali. AZIENDA SEGAGIONE LEGNAMI Qusta Azienda ha purtroppo registrato, rispetto al 2000, una diminuzione sia del fatturato che dell’utile. Il primo è sceso da £. 11.120.124.000 (Euro 5 l’Azienda prevede un budget in linea con i risultati dell’anno scorso: acquisti per 29.800 metri cubi con una spesa di Euro 3.217.274,00, lavorazione di 18.920 metri cubi ad un costo medio di Euro 93,93, la produzione di 12.676 metri cubi di tavolame, 3000 dei quali destinati alla trasformazione in semilavorati. I costi totali preventivati assommano ad Euro 5.873.131,66, a fronte di ricavi stimati in Euro 5.961.567,60, con un utile finale di Euro 88.435,94. A medio e lungo termine, ha evidenziato lo Scario, è necessario ricercare nuovi prodotti all’avanguardia, che mirino alla migliore valorizzazione possibile del legname comunitario. Recenti studi confermano che, nel campo edilizio, il consumo di legno si è quasi raddoppiato negli ultimi anni e le previsioni parlano di ulteriori aumenti. Il che impone l’urgenza di inserirsi in modo significativo in un fenomeno di sviluppo già in atto. AZIENDA IMMOBILIARE 5.743.064,76) del 2000 a £. 10.636.038.054 (Euro 5.493.055,23), mentre il secondo è diminuito da £. 456.983000 (Euro 236.012,02) a £. 182.748.124 (Euro 94.381,53). Nel 2001, l’Azienda Segagione Legnami ha segato in prima lavorazione 31.288 metri cubi (3.662 in più rispetto all’anno precedente), con un aumento del tavolame da 15.518 a 20.548 metri cubi rispetto all’anno precedente. Per il primo anno, si registra purtroppo anche un calo nelle vendite dei semilavorati, produzione che aveva sempre assicurato ottimi margini di profitto. Per far fronte a questa situazione di difficoltà, dovuta comunque anche ad una congiuntura non favorevole in senso generale, c’è stata appunto la costituzione della nuova Società per Azioni, dalla quale ci si aspetta una maggiore efficienza nel rispondere alle mutate esigenze di mercato. Da essa, come ha ribadito lo Scario, ci si aspetta anche un “effetto volano” sul mondo economico fiemmese, attraverso un significativo coinvolgimento delle altre realtà economiche della valle. Sono diminuiti i prezzi medi di vendita del legname tondo e anche del tavolame, mentre sono aumentate le spese di acquisto di materia prima dall’Azienda Segagione Legnami e quelle di produzione. A causa della aumentata quantità di legname segato, è diminuito, rispetto al 2000, il “costo unitario di segagione”, passando da £. 167.768 (Euro 86,64) a £. 155.030 (Euro 80,07). Da rilevare che l’Azienda è riuscita a contenere la crisi grazie alla qualità del legname posto sul mercato, alla fiducia di una clientela affezionata ed alle strategie produttive ed innovative degli ultimi anni. A partire dall’ecocertificazione delle foreste, che ha portato risultati importanti in termini di vendita. Per quanto concerne le previsioni, per il 2002, 6 Nel 2001, l’attività dell’Azienda Immobiliare (Autostazione di Predazzo) è stata sostanzialmente stabile. L’utile di bilancio si è assestato sulla cifra di £. 56.456.094 (Euro 29.157,14) rispetto a £. 80.156.672 (Euro 41.397,47) dell’esercizio precedente. Alcune porzioni rimaste libere non sono state locale, in quanto l’Amministrazione è in avanzata fase di trattativa per la vendita della parte usufruita come autostazione e delle relative aree di movimento. Un primo passo per arrivare progressivamente alla dismissione dell’intero immobile. Va sottolineato che i ricavi sono aumentati da £. 187.972.750 (Euro 97.079,82) del 2000 a £. 192.927.580 (Euro 99.638,78) del 2001. Parallelamente sono comunque cresciuti anche i costi, specialmente le voci di spesa generali, le imposte e tasse e gli oneri straordinari. ENTE ISTITUZIONALE Al 31 dicembre 2001, i Vicini di Fiemme erano 19.075, suddivisi in 7.893 “fuochi”, così distribuiti: REGOLA Moena Predazzo Ziano Panchià Tesero Cavalese Varena Daiano Carano Castello/Molina Trodena FUOCHI VICINI 984 1.936 578 264 953 1.397 326 259 345 919 332 2.413 3.927 1.453 637 2.463 3.198 763 602 855 1.903 861 TOTALE 7.893 19.075 Nel 2001, si sono tenute 9 sedute ufficiali del Consiglio dei Regolani e 3 del Comun Generale, mentre il Consiglio si è riunito in seduta informale ben 30 volte. L’Ente ha patrocinato tutte le manifestazioni più tradizionali che contribuiscono a mantenere vivo il senso di appartenenza dei Vicini della Comunità. Le spese sostenute l’anno scorso per interventi nel sociale ammontano a oltre 300 milioni di lire. IL DIBATTITO Nell’ampio dibattito che ha fatto seguito alla introduzione dello Scario, è intervenuto per primo Paolo Vaia di Cavalese. Dopo aver espresso la speranza che la nuova Società per Azioni si traduca in fatti importanti, si è soffermato su un paio di argomenti. Il primo ha riguardato la mancata richiesta di contributi provinciali sulla L.P. 48/78 per gli interventi di sfollamento e diradamento dei boschi giovani (“sono diventati consistenti solo con il Piano di Sviluppo Rurale, mentre in passato era maggiore l’impegno burocratico che l’entità dei contributi stessi” ha precisato lo Scario Elvio Partel). Il secondo ha fatto riferimento alla revisione del Piano Economico di Tesero, deliberata dal Consiglio dei Regolani e stigmatizzata da Vaia in maniera negativa. “Casomai servisse qualcuno in Comunità, non era certamente un laureato” ha detto Vaia “bensì un geometra, che segua i lavori di manutenzione infrastrutturale del patrimonio, liberando i tecnici forestali per altre mansioni ben più attinenti al loro titolo di studio”. Per ultimo, il consigliere di Regola ha chiesto ai colleghi se fossero o meno soddisfatti della loro effettiva partecipazione alle decisioni amministrative e strategiche dell’Ente o se piuttosto fosse stata giusta la battaglia per cambiare lo Statuto. Giovanni Zanon di Tesero si è espresso a favore di un ulteriore ampliamento del ruolo guida della Comunità, attraverso iniziative di collaborazione con i Comuni, anche mediante la ripresa del discorso relativo al “Piano Generale di Valle”. Per quanto riguarda la Società per Azioni, “mi auguro” ha commentato Zanon “che questa scelta si dimostri azzeccata e che questo permetta agli amministratori di adoperarsi non più in scelte puramente tecniche, ma impegnarsi a trovare e proporre idee nuove, che, una volta per tutte, riportino il nostro Ente nella posizione storica che gli spetta”. Norma Sieff di Varena ha giudicato parzialmente contraddittoria la relazione dello Scario, invitando a “riflettere sul 60,01% di diminuzione dell’utile dell’Azienda Segagione Legnami, sul meno 25,57% del risultato dell’Azienda Immobiliare e sulla diminuzione, anche se di poco, dell’autofinanziamento. La costituzione della Società per Azioni” ha aggiunto “è stato un segno tangibile della volontà di cambiare”. Francesco Degiampietro, regolano di Cavalese si è dichiarato favorevole a collaborare con i Comuni, ma non tramite interventi occasionali su problemi singoli, bensì mediante specifiche convenzioni su tutte le problematiche forestali. Ezio Monsorno di Daiano ha annunciato di approvare la relazione “con un certo scetticismo, visto che si poteva fare qualche cosa di più per avere risultati finali migliori”. Renzo Paluselli di Panchià, vicescario, ha giudicato eccezionale e irripetibile l’anno 2000, ricordando, nel 2001, il grosso lavoro di recupero degli schianti, con un accresciuto impegno per la segheria, che, tra l’altro, acquista il legname ad un prezzo superiore a quello medio di vendita che si verifica nelle aste dei Comuni. Suggerendo di “uscire dalla logica del quotidiano ed affrontare tematiche di più ampio respiro”. Giorgio Zorzi, regolano di Ziano, ha evidenziato l’impegno dell’Ente anche per il miglioramento di parecchie strade forestali, proprio per la necessità di recuperare in tempi brevi gli schianti, con ingenti costi aggiuntivi, mentre Piergiorgio Felicetti di Predazzo ha suggerito di valutare attentamente l’attività futura, evitando di intaccare il patrimonio. Con l’invito a “non trasformare il diritto di legnatico in azioni della SpA” e di “sistemare le risine di Boscampo”. Preoccupato per il notevole impegno che si lega al restauro del palazzo si è dichiarato Giuseppe Zorzi di Panchià (“l’80% della spesa sarà coperta dalla Provincia” lo ha rassicurato lo Scario), mentre infine sono intervenuti Francesco Zanon, regolano di Tesero sui finanziamenti provinciali, Enrico Cavada di Varena sulla gestione del patrimonio, Luca Giongo, regolano di Predazzo, sulla necessità di portare avanti il Piano Generale di valle e sull’importanza 7 UN’ALTRA DECISIONE SIGNIFICATIVA DEL COMUN GENERALE ELEZIONI: MODIFICATO LO STATUTO PER AGGIORNARE IL REGOLAMENTO DAL CONSIGLIO DEI REGOLANI 23 APRILE 2002 Nelle nuove proposte del Consiglio dei Regolani, eliminata la possibilità di delega del diritto di voto da un Vicino ad altro Vicino, che aveva suscitato la contrarietà dei Consiglieri di Regola nel settembre del 2001. Sempre nella seduta del 28 maggio, il Comun Generale si è discusso in merito alle proposte di modifica dello Statuto, finalizzate all’aggiornamento del Regolamento Elettorale, già approvate dal Consiglio dei Regolani nella seduta del 24 maggio e sottoposto appunto al voto decisivo del Comun Generale. Sono state illustrate in modo preciso e puntuale dal regolano di Moena Candido Zanoner, che ha richiamato il precedente dibattito, sullo stesso argomento, avvenuto, sempre in Comun Generale, nel settembre del 2001, quando le proposte di modifica non erano state approvate in quanto aveva suscitato molta contrarietà la prospettiva di eliminare la possibilità di delega del diritto di voto da parte di un Vicino ad altro Vicino. La proposta è stata dunque tolta, mentre sono rimaste le altre, destinate, come già aveva ribadito il Consiglio dei Regolani, a fare maggiore chiarezza in vista delle prossime elezioni di fine anno. Le modifiche interessano specificatamente gli articoli 24, 25, 27 e 28 dello Statuto. Vediamo in sintesi di riassumere la variazioni approvate. ARTICOLO 24: Le modifiche sono puramente formali e riguardano l’aggiornamento degli elenchi ed il periodo fissato per eventuali ricorsi. ARTICOLO 25: Si è voluto precisare che la candidatura deve venir presentata unicamente alla segreteria della Comunità e non più anche presso le Commissioni Matricolari delle Regole, in modo da garantire il regolare protocollo delle domande e la più assoluta correttezza delle operazioni. Un altro aspetto di sostanza riguarda la possibilità per i Vicini di candidare unicamente nella Regola in cui sono iscritti nell’elenco delle matricole. ARTICOLO 27: Viene precisato che il seggio elettorale può essere formato da un regolano, ma anche da un viceregolano in carica in altra Regola, 8 mentre il segretario del seggio stesso può non essere Vicino di quella Regola. ARTICOLO 28: Anche in questo caso, si tratta di variazioni formali, destinate a rendere più snella e più chiara la procedura. Nel dibattito che ha fatto seguito alla relazione di Zanoner, Enrico Cavada, consigliere di Varena, ha parlato di modifiche da interpretare più che altro come “chiarificazioni”, a parte l’art. 25, richiamando inoltre la differenziazione esistente, e non risolta, tra elettore ed eleggibile. Altri interventi sono stati effettuati da Ilario Arseni di Cavalese (ha lamentato il mancato accoglimento di altre importanti modifiche allo Statuto proposte da alcuni consigli di Regola ancora nel 1997), Claudio Demarchi, regolano di Castello/Molina (“le variazioni di sostanza” ha ribadito tra l’altro “comportano la necessità di essere sottoposte preventivamente a referendum”), Francesco Degiampietro, regolano di Cavalese (“la volta scorsa ero contrario soltanto alla soppressione dell’istituto della deroga”) e Tullio Boninsegna di Predazzo (favorevole alla introduzione del suffragio universale, da anticipare magari attraverso un referendum consultivo). 33 alla fine i voti favorevoli, ben oltre i 27 previsti dallo Statuto per dare validità alla delibera. Sempre in tema elettorale, e sempre con 33 voti, è stato anche approvato il nuovo testo del Regolamento Elettorale, relativamente agli eleggibili, alla presentazione delle candidature, alle schede di votazione, al voto e alla sua validità, infine alla indizione della consultazione generale dei Vicini. Hanno contribuito al dibattito, intervenendo su diversi argomenti, i consiglieri di Regola Arturo Boninsegna di Predazzo, Giuseppe Zorzi di Panchià, Enrico Cavada di Varena e Remo Deflorian di Ziano. APPROVATO IL RENDICONTO DI GESTIONE DEL 2001 L’argomento più importante di questa seduta ha riguardato l’approvazione del rendiconto di gestione dell’esercizio finanziario 2001, i cui risultati principali sono già atati anticipati nel precedente numero del nostro giornale. Il risultato consolidato presenta un autofinanziamento complessivo di Euro 1.226.504,05, con una contrazione del 14,24% rispetto all’anno 2000. L’importo è stato utilizzato per incrementare il patrimonio, mentre l’avanzo di amministrazione, pari a 94.679,64 Euro, è stato destinato agli interventi contributivi di carattere sociale, culturale e solidaristico. 309.874,14 Euro invece sono stati accantonati per il soddisfacimento del diritto di legnatico. I dettagli del rendiconto sono quelli poi illustrati in dettaglio, Azienda per Azienda, al Comun generale nella riunione del 28 maggio. Nel dibattito, aperto dalle considerazioni generali dello Scario, che ha sottolineato l’andamento ancora una volta positivo del bilancio dell’anno scorso, pur in un clima di generale incertezza e instabilità, di rilievo l’intervento del regolano di Moena Candido Zanoner. A proposito del “diritto di legnatico”, Zanoner, confermando le proprie perplessità sull’efficacia del provvedimento, ha giudicato “più utile e proficuo destinare una somma rilevante come questa ad investimenti produttivi di maggiore utilità per la valle. La somma percepita dai Vicini è insignificante” ha aggiunto Zanoner. “Una buona soluzione potrebbe venir rappresentata dalla nuova SpA, offrendo al Vicino, in sostituzione della somma di denaro, la possibilità di sottoscrivere delle azioni della società. In futuro, è auspicabile che quest’ ultima venga capitalizzata, deliberando l’aumento di capitale sociale e la suddivisione in azioni nominali di 40 Euro, corrispondenti grosso modo all’attuale diritto di legnatico. Una richiesta di partecipazione dei Vicini nella nuova società è emersa anche durante le assemblee delle Regole di Moena e Tesero dello scorso anno. Ricordo inoltre che la SpA potrà emettere dei prestiti obbligazionari, in caso di necessità finanziarie, offrendo ai Vicini l’opportunità di un investimento di media durata. Sono idee e proposte” ha concluso Zanoner “che mi sento di proporre e che possono essere migliorate, integrate e perfezionate oppure messe da parte per lasciare spazio ad idee migliori. Sono comunque convinto che una forma di azionariato diffuso può rappresentare un maggiore coinvolgimento, una migliore partecipazione dei Vicini alla gestione della Comunità e determinare un nuovo attaccamento all’Ente, come accadeva nelle passate generazioni. Vista la valenza del tema, propongo che venga discusso in Consiglio dei Regolani e in Comun Generale, sentendo anche il parere dei Vicini, attraverso un apposito questionario”. Sul bilancio e sulle indicazioni di Zanoner sono intervenuti i regolani Giorgio Zorzi, Albino Defrancesco e Francesco Zanon, dopodichè il rendiconto è stato approvato con voto unanime, assieme all’assestamento finale del bilancio 2001 e alla prima variazione del bilancio di previsione 2002. NUOVO CONTRATTO DI LAVORO PER GLI OPERAI DELLA SEGHERIA Dopo l’illustrazione del regolano di Castello Molina Claudio Demarchi, il Consiglio ha preso atto del rinnovo della parte economica del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il Comparto Legno e Arredo, nel quale sono inquadrati gli operai della segheria e che è valido per il biennio 2002/2003. L’accordo prevede aumenti suddivisi in due tranches, con decorrenza rispettivamente dal 1° marzo 2002 e dal 1° gennaio 2003. Il periodo di “vacanza contrattuale” (gennaio-febbraio 2002) è stato tacitato con la corresponsione di un importo una tantum di Euro 56. Per il 2002, la Comunità dovrà far fronte ad un onere aggiuntivo complessivamente pari a Euro 23.197,61. AUTORIZZAZIONE AD ALDINO Il Comune di Aldino è stato autorizzato alla costruzione di un nuovo ramale di fognatura che attraversa un terreno di proprietà comunitaria, in comune catastale di S. Lugano. L’autorizzazione è stata subordinata all’ottenimento di tutti i permessi e ad altre prescrizioni, che prevedono tra l’altro il pronto ripristino delle aree interessate ai lavori. 9 IL DR. GIORGIO BEHMANN RESPONSABILE DELLA SICUREZZA Sono numerosi gli obblighi in materia di sicurezza previsti dal Decreto Legislativo 626 del 1994. Tra le altre cose, è prevista la nomina del responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione. Per quanto riguarda l’Azienda Agricola Forestale, l’incarico è stato affidato al dottore forestale Giorgio Behmann, che ha completato in questo senso un apposito corso di abilitazione. Per la copertura di eventuali rischi, è stato anche deliberato di stipulare una specifica polizza assicurativa. PERMUTA DI TERRENI AL PASSO MANGHEN Anche per regolarizzare una posizione catastale non corretta, nella zona del Passo Manghen, è stato deciso di aderire alla proposta di permuta alla pari di circa 270 mq. di terreni, avanzata dalla signora Maria Franzelin di Trodena, oggi residente a Telve Valsugana, titolare del rifugio. Tutte le spese necessarie, esclusa l’Invim, che è di competenza di entrambe le parti, sono state accollate alla signora Franzelin. CONVENZIONE PER LA STRADA PREDAZZO DELLA TAOLETTA CON Si tratta di una strada che sovrasta l’abitato, interessando le pendici del monte Mulat. È inserita nel Piano Provinciale Antincendio e quindi la sua costruzione sarà curata direttamente dalla Provincia Autonoma di Trento, anche se, per motivi di ordine finanziario, non potrà essere realizzata prima del 2003, su progetto predisposto dal Comune di Predazzo, per un costo di 17.454,90 Euro. Con l’amministrazione locale è stato deciso, mediante apposita convenzione, di ripartire la spesa in base alla lunghezza del tratto di strada insistente sul territorio comunitario, nella percentuale del 15,50%. A carico della Comunità, sono quindi 2.700 Euro. lanza e controllo stagionale sulla raccolta, in base alla convenzione con i Comuni di Fiemme. Si tratta di Lucilla Delladio di Tesero, Dolores Antoniazzi di Predazzo, Aldo Corradini di Cavalese, Massimo Ciresa di Carano. L’assunzione ha avuto decorrenza dallo scorso 17 giugno e terminerà a fine stagione estiva, indicativamente verso metà ottobre. La spesa presunta è complessivamente di circa 50.000 Euro. PATROCINATO IL CONVEGNO DEI VIGILI DEL FUOCO Come ogni anno, la Comunità ha concesso anche per il 2002 il proprio patrocinio al tradizionale Convegno dei Vigili del Fuoco di Fiemme, organizzato dal corpo di Molina domenica 26 maggio. A carico dell’Ente, le spese per il pranzo offerto ai vigili e alle autorità al termine della manifestazione, per il materiale tipografico (manifesti e locandine) e per le targhe destinate ai pompieri con più di 30 anni di servizio. Spesa preventivata, circa 8.000 Euro. In sostituzione delle targhe ricordo ai corpi partecipanti, è stato deciso di predisporre una medaglia d’oro, da appuntare sulla bandiera dell’Unione Distrettuale. PERIZIA ASSUNZIONE GUARDIAFUNGHI 2002 PER L’ESTATE Nella seduta di fine maggio, il Consiglio dei Regolani ha provveduto alla assunzione di quattro guardiafunghi, in qualità di addetti al servizio di vigi- 10 SPA Come è noto, nei mesi scorsi è stata costituita ufficialmente la nuova Società per Azioni, con il compito di gestire il rilancio della segheria di Ziano. Prima di ogni decisione in merito al conferimento dell’Azienda Segagione Legnami nella nuova società, esclusa la parte immobiliare, era necessario chiedere al Presidente del Tribunale di Trento la nomina di un perito, per valutare l’esatto valore dell’Azienda, così come previsto dall’art. 2343 del Codice Civile. Il Consiglio dei Regolani ha deliberato quindi di presentare tale richiesta, rinviando ad un successivo atto deliberativo ogni decisione in merito ai tempi e alle modalità esecutive dell’operazione. GUIDA 24 MAGGIO 2002 DI STIMA DEL VALORE DELLA AL PALAZZO Anche per la stagione estiva in corso, la Comunità di Fiemme ha istituito il servizio di guida al Palazzo della sede, in modo da aprire le porte dello storico monumento comunitario a tutte le persone interessate ad approfondirne la conoscenza, mediante le apposite visite. L’incarico è stato affidato, come per il 2001, alla signorina Tiziana Pigozzo di Cavalese, per tre ore giornaliere, dal 1° luglio al 14 settembre, eccezion fatta per le domeniche e per il giorno di Ferragosto, quando il Palazzo rimane chiuso. Il compenso orario è stato fissato in 19,37 Euro. In totale, circa 3.500 Euro. AGGIORNAMENTO ELETTORALE Dopo l’ampia illustrazione del regolano di Moena Candido Zanoner, il Consiglio dei Regolani ha deliberato all’unanimità di approvare le proposte di variazione dello Statuto da sottoporre quindi alla valutazione decisiva del Comun Generale. Ne parliamo in dettaglio nella prima parte di questo giornale. Assieme allo Statuto, sul medesimo argomento, è stato poi variato anche il Regolamento Elettorale, che sarà applicato in occasione delle prossime elezioni di fine anno. ATTREZZATURA INFORMATICA PER IL MUSEO PINACOTECA Come ha ricordato il regolano Albino Defrancesco, il Museo Pinacoteca della Comunità di Fiemme comprende circa un migliaio di oggetti di interesse storicoartistico: dipinti, stampe, disegni, arredi e fotografie antiche, oggetti etnografici e reperti archeologici. Al fine di rispondere anche ad una specifica richiesta del Servizio Beni Culturali della Provincia Autonoma di Trento, e in vista dell’ormai prossimo sgombero del Palazzo, per procedere al suo atteso restauro conservativo, è necessario provvedere all’aggiornamento delle attuali schede cartacee, attraverso un importante processo di informatizzazione. L’intento è quello di creare una banca dati il più completa possibile, dapprima riferita ai beni di proprietà dell’Ente, quindi allargata a tutte le opere dei pittori di Fiemme, conservate presso altre istituzioni museali, chiese o privati, sia in Italia che all’estero. Per fare tutto questo, si è resa indispensabile la disponibilità di un computer con elevata capacità di memoria, in grado di contenere un elevato numero di immagini ad alta risoluzione e adatto anche alla visualizzazione di immagini di alta qualità, oltre che di un masterizzatore, di uno scanner professionale per diapositive di tutti i formati, di una stampante a colori per consentire la riproduzione dei documenti e di una macchina fotografica digitale. Inoltre, è emersa la necessità di disporre di un software capace di memorizzare e catalogare le opere e fornire l’accesso alla Pinacoteca via Internet. Il Consiglio ha condiviso la proposta, deliberando di provvedere all’acquisto delle attrezzature sopra citate (computer, scanner, stampante e digitale), con una spesa prevista di 9.800 Euro, a fronte della quale è prevista la possibilità di accedere a contributo provinciale nella misura dell’80%. Per quanto riguarda invece il software, è stata approvata la convenzione con la Provincia per la forni- tura in comodato gratuito del software “Museia”, partendo dal presupposto che la volontà del Servizio Attività Culturali è quella di mettere “in rete” tutte le istituzioni museali trentine, fornendo un unico supporto informatico. È stata invece rinviata ad una successiva deliberazione ogni decisione in merito all’affidamento dell’incarico di catalogazione, aggiornamento ed inventariazione informatica del patrimonio museale dell’Ente. S.I.F. LUSIA AUTORIZZATA AD INTERVENTI SULLE PISTE Con voto unanime, dopo la dettagliata illustrazione dello Scario, è stato deciso di autorizzare la Società Impianti Funiviari Lusia di Moena per una serie di lavori destinati all’allargamento della pista “Fiamme Oro 2”, su terreno di proprietà della Magnifica. Tra le prescrizioni imposte alla società moenese, la costituzione di una fidejussione di 5.000 Euro, a garanzia della corretta esecuzione delle opere previste e il versamento di 1.000 Euro una tantum, quale risarcimento forfettario per i lavori da eseguire, oltre al pagamento del canone annuo di concessione stabilito dall’Ente per i circa 1000 mq. interessati. 2 LUGLIO 2002 CONFERMATO IL PATROCINIO PER IL 56° CONCERTONE Anche quest’anno (ne parliamo diffusamente in un’altra parte del giornale), la prima domenica di luglio si è tenuto a Tesero il tradizionale Concertone delle bande fiemmesi, giunto alla cinquantaseiesima edizione. Nella seduta del 2 luglio, il Consiglio dei Regolani, su proposta del regolano di Varena Albino Defrancesco, responsabile del settore cultura, ha deliberato di confermare il patrocinio della Comunità alla manifestazione musicale, ulteriormente valorizzata tra l’altro dall’allestimento della mostra “Le Bande della Comunità di Fiemme e il Legno di Risonanza”, promossa all’interno della storica Casa Iellici dal 29 giugno al 7 luglio, e da un concerto d’archi del Quartetto Guarino, svoltosi il 3 luglio presso il Teatro Comunale di Tesero. Le spese previste a carico della Comunità sono state pari a circa 5.940 Euro, oltre a 976,80 Euro per la stampa dei manifesti e degli opuscoli informativi e a 2.025 Euro per l’organizzazione del concerto del Quartetto Guarino. 11 CONCESSIONE IN USO DEL BAITO DELLE “CARBONARE” Due Vicini di Cavalese, Sergio Fontanazzi e Valentino Gilmozzi, hanno chiesto alla Comunità di avere in concessione il baito delle “Carbonare”, situato lungo la strada che porta alla zona dell’Inferno. In passato, tale manufatto era stato concesso in uso ai Vigili del Fuoco di Cavalese, i quali, successivamente, avevano rinunciato alla concessione. Dopo un opportuno sopralluogo, come ha spiegato il regolano Francesco Degiampietro, è stata valutata la possibilità di una concessione parziale, per tre quarti, della baita, mantenendo il resto a disposizione di passanti ed escursionisti e comunque a disposizione dell’Ente. In questo senso ha deliberato il Consiglio dei Regolani, fissando anche una serie di clausole: l’impegno dei concessionari al recupero, a proprie spese, del fabbricato, con la predisposizione di un progetto preliminare di ristrutturazione, secondo le indicazioni fornite dall’Ufficio Tecnico Forestale; la predisposizione delle domande e degli atti amministrativi necessari ad ottenere le autorizzazioni e i nulla osta per l’esecuzione dei lavori. Tenuto conto che non tutta la struttura è stata assegnata e che per separare le due porzioni sono necessari alcuni interventi strutturali, con l’apertura di una porta e la costruzione di tramezze interne, è stato deciso di concedere gratuitamente le scandole necessarie al rifacimento del tetto. Ogni decisione circa la durata ed il canone è stata rinviata ad un provvedimento successivo. ALLARGAMENTO E SISTEMAZIONE DELLA PISTA “OLIMPIA 2” ALL’ALPE CERMIS Una decisione importante ha riguardato, in questa seduta, lo sviluppo dell’area sciabile dell’Alpe Cermis. Il Consiglio infatti ha autorizzato la Società “Funivie Alpe Cermis SpA” ad eseguire i lavori di allargamento e sistemazione della pista da sci “Olimpia 2”, secondo il progetto presentato dal p.e. Ilario Arseni di Cavalese. Il progetto aveva già ottenuto il parere favorevole di tutte le commissioni di legge ed era quindi esecutivo, prevedendo una considerevole serie di movimenti di terra a carico della superficie boscata. Complessivamente si prevedono scavi e riporti per oltre 17.000 metri cubi e circa 1,8 ettari di bosco saranno trasformati in pista, per una lunghezza di circa 900 metri. Lo scopo fondamentale è quello di rendere maggiormente fruibile il piano sciabile, portandolo alla larghezza media di 50 metri, rispetto ai 20-30 precedenti, in modo da garantire così un più massiccio afflusso di sciatori, anche in funzione della futura pista “Olimpia 12 3” che scenderà fino alla frazione di Masi. Inoltre la larghezza minima di almeno 40 metri lungo tutto il tracciato permetterà un domani di poter ottenere l’omologazione internazionale FIS per eventuali competizioni agonistiche di valore mondiale. Per quanto riguarda direttamente la Comunità, la decisione comporta il taglio di circa 420 metri cubi di legname in piedi. Il bosco interessato è una fustaia giovanile, di età compresa fra i 30 e i 50 anni nella parte bassa, mentre diventa più adulto alle quote alte. Complessivamente l’intervento comporta l’abbattimento di circa un migliaio di piante. Il Consiglio, su suggerimento dell’Ufficio Forestale, ha anche approvato le seguenti prescrizioni: ottenimento, da parte della società Funivie Ape Cermis, di tutte le autorizzazione di legge, con esonero di ogni responsabilità della Magnifica; taglio, allestimento e resa alla Piazza del Celten delle piante abbattute; pagamento di un indennizzo “una tantum” di 30.000 Euro come risarcimento forfettario per i lavori da eseguire; costituzione di una fidejussione di altri 30.000 Euro, a garanzia della corretta esecuzione degli stessi lavori; comunicazione all’Ufficio Forestale della data di inizio lavori, della ditta esecutrice e del direttore responsabile; esecuzione degli interventi secondo progetto, con particolare cura per il pronto rinverdimento delle superfici interessate e per la tutela delle piante da possibili danni accidentali; l’estensione alla nuova superficie (18.000 metri quadrati) di pista del canone annuale stabilito dal Consiglio per l’occupazione di terreno comunitario; reimboschimento di un’area di due ettari a spese e cura della Società Funivie Alpe Cermis, secondo le prescrizioni dell’Ufficio tecnico, specialmente per quanto si riferisce al tipo di piante da impiegare; manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade di accesso al cantiere. “Un sacrificio forestale” ha commentato in conclusione il relatore Francesco Degiampietro “giustificato dal fatto che l’Alpe Cermis è ormai importante non solo per il turismo invernale di Cavalese ma per l’intera valle di Fiemme”. D’accordo i regolani Francesco Zanon (che ha sugerito di fare attenzione ai rimboschimenti e di adeguare il canone di concessione delle aree), Adolf Epp, Giorgio Zorzi, il vicescario Renzo Paluselli e lo Scario Elvio Partel, mentre grosse perplessità ha espresso Albino Defrancesco, preoccupato per la grossa entità degli sbancamenti da eseguire e dei lavori da fare, con scogliere alte fino a 7 metri e 1000 piante sacrificate. “Auspico” ha concluso “che la Comunità non debba mai pentirsi di questa decisione”, preannunciando il proprio voto di astensione. Dieci i voti favorevoli al provvedimento. ASSUNTO UN NUOVO AIUTO ASSISTENTE TECNICO FORESTALE Già nella seduta del 3 aprile, il Consiglio aveva deliberato di approvare il bando di concorso per la copertura, a tempo determinato, per un anno, di un posto di aiuto assistente tecnico forestale, in possesso della laurea in Scienze Forestali. La partecipazione è stata notevole, con 31 domande di candidati, 20 dei quali ammessi al colloquio, dopo le valutazioni preliminari previste dal bando. Alla fine, sono stati cinque coloro che hanno conseguito l’idoneità. Tra essi, la Commissione appositamente costituita ha scelto il dott. Andrea Bertagnolli, 30 anni, nato a Cles, residente a Fondo, con la qualifica di Aiuto Assistente Tecnico. PIANO DI ATTUAZIONE “COPARA” DI S. LUGANO ALLA La Giunta Provinciale di Bolzano ha deliberato di approvare alcune modifiche al Piano Urbanistico del Comune di Trodena, che interessano direttamente la Magnifica Comunità. Riguardano in particolare la zona di espansione per insediamenti produttivi, di proprietà dell’Ente valligiano (9.750 metri quadrati), la zona per attrezzature collettive sovracomunali (circa 4.000 metri quadrati) e la strada comunale di tipo A, in località “Copara”. Di particolare importanza la prima modifica che trasforma un terreno di scarso valore agricolo-forestale in una nuova area produttiva, con la possibilità di prevedere dai tre ai cinque lotti. Per questo, è stato deciso di affidare all’ing. Lucio Zeni di Tesero la stesura del Piano di Attuazione, onde consentire l’approntamento dei lotti, con un compenso di 11.828,78 Euro. LAVORI DI SISTEMAZIONE DELLA STRADA DELLA “LIZATA” Il Comune di Predazzo è stato autorizzato ad eseguire i lavori di sistemazione e messa in sicurezza della strada, in località Sottosassa, che dal ponte della “Lizata” porta a “Maso Andreola”, dove è emersa la necessità di effettuare una serie di lavori di bonifica e di disgaggio, al fine di garantire il passaggio ai numerosi frequentatori delle palestre di roccia esistenti in zona. Il regolano di Predazzo Luca Giongo ha auspicato la sollecita conclusione dell’intervento, vista la bellezza di un itinerario turistico particolarmente frequentato. PROGETTO CON I COMUNI PER UN PIANO FORESTALE Di Piano Forestale di valle di parla ormai dal dicembre 1999, quando il discorso era stato avviato con apposita delibera del Consiglio dei Regolani. Lo scopo era quello di assicurare efficaci modalità di gestione del patrimonio silvo-pastorale di Fiemme, mediante una collaborazione duratura con i Comuni, omogeneizzando l’attività di utilizzo delle risorse naturali ed ambientali di proprietà comunale e comunitaria, nella piena valorizzazione dell’ambiente e nel rispetto di specifiche linee di intervento comuni. Già i sindaci di Fiemme hanno confermato la disponibilità ad affiancare la proposta della Magnifica, previa la stipula di una apposita convenzione che disciplini i reciproci rapporti, compresi ovviamente quelli economici, legati alle spese che dovranno essere affrontare per incarichi professionali, studi ed altre iniziative similari. Per predisporre la bozza di convenzione, è stato deliberato di incaricare l’ex scario dott. Bruno Sommariva, presidente della Commissione nominata a suo tempo e che si è dichiarato disponibile. ECOCERTIFICAZIONE AMBIENTALE RINNOVATO L’INCARICO ALLA SGS QUALIFOR DI OXFORD Come ha ricordato lo Scario Elvio Partel, l’ecocertificazione delle foreste comunitarie, la cui validità è di 5 anni, è stata ottenuta il 3 settembre 1997. In vista della sua scadenza (3 settembre 2002), l’Ufficio Tecnico Forestale e l’Azienda Segagione Legnami si sono attivati per il suo rinnovo, chiedendo ancora la disponibilità dell’Ente che ha curato la certificazione iniziale, vale a dire la SGS Qualifor di Oxford. Visti i positivi riscontri di carattere commerciale, oltre che di immagine, già conseguiti, il Consiglio dei Regolani ha deliberato di rinnovare l’ecocertificazione ambientale dei boschi ed il certificato di chayn of custody (catena di custodia) per i prodotti della segheria, secondo lo schema del Forest Stwardship Council, riaffidando l’incarico alla medesima società di Oxford. Costo complessivo 9.700 Euro per la certificazione e 2.700 Euro per le quattro visite annuali di controllo, oltre alle spese di viaggio, vitto e alloggio. Lo Scario è stato autorizzato inoltre a presentare alla Provincia domanda di contributo, ai sensi del Piano di Sviluppo Rurale. SI ALLA MOZIONE SULL’OSPEDALE L’ultima delibera di questa seduta ha riguardato l’adesione al testo della mozione precedentemente approvata dal consiglio comunale di Cavalese, in ordine alle problematiche dell’ospedale di Fiemme e con l’invito all’assessore provinciale competente perché risolva in tempi brevi alcune problematiche urgenti: l’assunzione del responsabile del Laboratorio di analisi; la copertura del posto di primario di Ostetricia e Ginecologia e dell’organico medico dello stesso repar- 13 to; l’ampliamento del reparto di Pronto Soccorso e Astanteria; l’individuazione di un responsabile del servizio di endoscopia; lo sviluppo del reparto di ortopedia; il completamento dell’organico del reparto di Anestesia e Rianimazione; l’attivazione sulle 24 ore del servizio Tac. Unanime il consenso dei regolani, partendo dal presupposto che l’ospedale è stato costruito proprio dalla Magnifica Comunità, negli anni Cinquanta, e che quindi rappresenta un patrimonio irrinunciabile per tutti i Vicini di Fiemme. 31 LUGLIO 2002 NELLA PALAZZINA EX TELECOM LA NUOVA SEDE PER GLI UFFICI Come è noto (ne parliamo in altra parte del giornale) è ormai in dirittura di arrivo il discorso relativo all’appalto dei lavori per la completa ristrutturazione ed il restauro del Palazzo della sede, destinato ad un suo riutilizzo per fini soprattutto museali. Si partirà verosimilmente l’anno prossimo e a quel punto sarà necessario aver trasferito da un’altra parte gli uffici dell’ente. Per questo, da parecchio tempo, il Consiglio dei Regolani stava pensando ad una adeguata soluzione alternativa, tenuto conto che l’intervento di restauro del Palazzo durerà tra i sette e i dieci anni. La scelta è avvenuta a fine luglio, quando è stato perfezionato l’accordo con la società Confraternita di Santa Lucia di Trento per l’acquisto della palazzina nella quale era ospitato fino a non molto tempo fa il posto telefonico pubblico della Telecom, nelle immediate adiacenze della Sezione Distaccata del Tribunale, di fronte alla scuole medie, all’inizio di Viale Libertà. La palazzina ex Telecom 14 Un edificio perfettamente in grado di rispondere alle esigenze dell’Ente, sia per la sua dislocazione centrale che per l’ampia disponibilità di spazi interni. L’edificio è composto di due piani fuori terra e di un piano sottotetto di 181 metri quadrati ciascuno, oltre ad un piano interrato di altri 125 mq. nel quale, presumibilmente, sarà sistemato l’archivio. Complessivamente 668 metri quadrati da utilizzare per le diverse esigenze della Magnifica, oltre a 307 metri quadrati di parcheggi esterni, 81 dei quali coperti da una tettoia di calcestruzzo. Costo della struttura, nella quale sarà ricavata anche un’ampia sala riunioni, a piano terra, 903.799,57 Euro, 150.000 dei quali anticipati al momento dell’accordo preliminare, gli altri versati contestualmente al rogito notarile. “Un’occasione irripetibile” la ha definita lo scario Elvio Partel “in quanto permette di dare una degna sistemazione agli uffici, sia amministrativi che forestali, con adeguato ricovero degli automezzi dell’Ente. Non appena conclusi i lavori di restauro, l’Amministrazione potrà valutare l’eventuale ritorno degli uffici nel Palazzo storico; in questo caso, l’edificio avrà comunque mantenuto un valore elevato”. Unanime l’approvazione della delibera da parte dei regolani presenti. INCARICO DECENNALE PER LA STIMA DEI BENI DELLA COMUNITÀ Scaduto l’anno scorso, è stato confermato anche per il prossimo decennio 2002-2011 alla società American Appreisal Italia Srl, specializzata nel settore, l’incarico per la stesura della perizia di stima, attraverso la quale determinare il valore a nuovo dei beni comunitari, ai fini assicurativi, tenendo conto degli acquisti e delle dismissioni sia immobiliari che mobiliari. Tale stima, nella quale sono conteggiati tutti i fabbricati della Comunità, comprese le baite e le malghe oggetto di ristrutturazione, è inserita in polizza insieme alla Convenzione della Assicurazione con Dichiarazione di Valore ed esonera il perito della compagnia assicuratrice, in caso di sinistro, dalla verifica del valore di preesistenza dei beni stessi. A parità di condizioni, l’offerta migliore è risultata ancora quella dell’American Appraisal Italia Srl. I costi sono stati fissati in 1.340 Euro per eseguire la perizia e in 400 Euro annuali per il servizio di aggiornamento. Per tutti i nuovi investimenti, l’onorario sarà pari allo 0.04% del valore a nuovo degli stessi, mentre saranno fatturate al costo le spese di viaggio, vitto ed alloggio. L’incarico prevede la redazione di una perizia preceduta da un’ispezione e dall’inventario dettagliato dei beni di proprietà, eseguiti da tecnici qualificati, la determinazione del costo di rimpiazzo dei beni suddetti, la fornitura di un servizio continuo di aggiornamento, con ispezione annuale, e, in caso di sinistro, la fornitura del valore aggiornato dei beni inventariati nella precedente stima ed oggetto di sinistro, relativamente al fabbricato interessato. Inoltre è stata concordata la disponibilità, previo onorario da definire, ad assistere l’ente per la prova dei danni subiti, anche come periti di parte. OPERAI AGRICOLI FORESTALI: RINNOVATO IL CONTRATTO PER LA PARTE ECONOMICA Il contratto collettivo aziendale di lavoro degli operai forestali, attualmente in vigore per il quadriennio 2000-2003, prevede la validità biennale della parte economica, per cui la stessa ha dovuto essere ridefinita alla scadenza del primo biennio. Dopo numerosi incontri con la rappresentanza sindacale, si è arrivati alla proposta conclusiva, accettata dalle parti e che prevede un aumento del 6% annuo sulla paga base e sulle indennità comunitarie, di funzione, presenza e trasporto, diviso in due tanches eguali del 3% all’anno, a decorrere dal 1° gennaio 2002 e dal 1° gennaio 2003. Gli oneri per l’Azienda sono pari, nel 2002, a 12.606 Euro per gli operai a tempo indeterminato ed a 3.220 Euro per quelli a tempo determinato, costi comunque già considerati nel budget previsionale dell’Azienda. Lo scario è stato autorizzato a sottoscrivere il verbale di accordo. FESTA abilità tecnica che vedranno protagonisti i boscaioli di Fiemme, sono previste anche alcune manifestazioni collaterali, destinate a far conoscere il bosco e le attività che ad esso sono legate. Il Consiglio dei Regolani ha deliberato di assumere a carico dell’Ente la spesa presunta di 2.750 Euro per far fronte alle spese di organizzazione. NUOVE MACCHINE PER UFFICIO ED ATTREZZATURA INFORMATICA A seguito della costituzione della “Magnifica Comunità di Fiemme Azienda Segagione Legnami SpA”, è stato necessario ripartire il personale amministrativo in base all’effettivo lavoro svolto, predisponendo tra l’altro un nuovo posto di lavoro a Cavalese e dotandolo della indispensabile attrezzatura informatica. Con l’occasione, il Consiglio dei Regolani ha inoltre deciso di ampliare la dotazione hardware dell’Ufficio Tecnico Forestale, per oggettive esigenze di funzionamento, e di sostituire l’attuale fotocopiatrice e l’apparecchio fax installati negli uffici. La spesa deliberata è stata complessivamente pari a 12.292,33 Euro. DIMISSIONI IN SEGHERIA A partire dallo scorso 7 agosto, il dott. Michele Dezulian, impiegato presso la segheria, ha lasciato l’incarico, dopo che, un mese prima, aveva presentato le proprie dimissioni. Lo scario Elvio Partel, rammaricato per tale decisione, ha espresso a Dezulian il ringraziamento dell’Ente per il lavoro svolto in questi anni, oltre che per la disponibilità, la competenza e le doti umane che ne hanno sempre accompagnato l’attività. DEL BOSCAIOLO DOMENICA 1° SETTEMBRE Come sempre, la Comunità ha garantito anche per quest’anno il proprio patrocinio alla tradizionale Festa del Boscaiolo, in programma a Molina di Fiemme domenica 1° settembre. La manifestazione sarà organizzata dal Comitato Manifestazioni Locali di Molina, in collaborazione con la Magnifica, il Comune di Castello-Molina, l’Amministrazione Provinciale delle Foreste Demaniali, i Servizi Forestali Provinciali e l’Azienda Agricola Forestale del Baron Longo. Accanto alla consuete gare di 15 AL LAVORO IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELLA NUOVA SOCIETÀ PER AZIONI PROGETTI INDICAZIONI E PROPOSTE PER RILANCIARE LA SEGHERIA Come si ricorderà (me abbiamo parlato diffusamente nel nostro numero di aprile), il 4 dicembre scorso il Comun Generale ha deliberato di costituire una nuova società per azioni denominata “MAGNIFICA COMUNITÀ DI FIEMME AZIENDA SEGAGIONE LEGNAMI”. Nella stessa serata, è stato costituito anche il nuovo Consiglio di Amministrazione, composto da Elvio Partel, Scario della Comunità, Giorgio Zorzi, in rappresentanza del Consiglio dei Regolani, Clemente Deflorian, designato dal Comun Generale, Antonio Frattari, ordinario di architettura tecnica ed architettura del legno presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Trento, e Fabio Giacomelli, presidente del Consorzio Bim Adige di Trento, questi ultimi due come esperti esterni. Il nuovo consiglio si è messo subito al lavoro, riunendosi a scadenze regolari per analizzare le varie problematiche che devono essere approfondite. Tra le principali, è stato deciso di provvedere alla assunzione di un nuovo funzionario, chiamato a seguire la produzione, i costi di produzione, i tempi e 16 quant’altro, e, nel contempo, anche ad essere propositivo nelle scelte, in grado di portare al consiglio nuove idee e nuove proposte di gestione aziendale. È stato inoltre predisposto un calendario fieristico, con tutte le modalità di partecipazione, puntando a selezionare una serie di appuntamenti mirati e qualificati. Ovviamente è ancora presto per entrare nel merito specifico di progetti da adottare per il futuro. Si sta cercando comunque di individuare nuovi prodotti sui quali puntare in futuro per rilanciare l’azienda. “Le idee” conferma lo Scario “sicuramente non mancano e, dagli incontri fatti, sono già emerse anche delle indicazioni molto concrete che hanno come obbiettivo primario la valorizzazione del nostro prodotto. Il mercato attuale è particolarmente volubile e quindi bisogna muoversi con cautela e ponderazione”. Da sottolineare infine che sono state risolte le problematiche riguardanti il distacco della società per azioni dall’ente istituzionale, in modo particolare per quel che concerne il personale. UN’OPERA DESTINATA A CAMBIARE LA STORIA DEL MONUMENTO RESTAURO DEL PALAZZO ORMAI PROSSIMO L’APPALTO Lo scorso 28 giugno 2002, il Servizio Beni Culturali della Provincia Autonoma di Trento ha approvato il progetto definitivo, rilasciando l’ultima autorizzazione. Entro novembre, la Comunità attende l’ammissione ufficiale al finanziamento, assicurato da tempo, per procedere quindi all’assegnazione dei lavori. Dopo anni di attese, progettazioni, verifiche, controlli, analisi tecniche e previsioni finanziarie, sembra che il lunghissimo iter di preparazione sia finalmente completato e che, per lo storico, cinquecentesco Palazzo della Sede, si possa incominciare a pensare all’appalto dei lavori di restauro. Un impegno considerevole, sotto tutti i profili. Un intervento lungo, dai sette ai dieci anni. Un’opera destinata a cambiare volto all’edificio, pur mantenendone le caratteristiche tradizionali e le straordinarie peculiarità. Lo scorso 28 giugno 2002, il Servizio Beni Culturali della Provincia ha provveduto ad approvare il progetto definitivo e a staccare l’ultima autorizzazione, dopo che, in primavera, la Provincia aveva chiesto ulteriori indagini statiche e strutturali sull’edificio, deliberate dal Consiglio dei Regolani nella seduta del 23 aprile ed affidate alla ditta specializzata 4 Emme Service Spa di Bolzano. Prove sui muri, prove dinamiche, prove di carico, prove di monitoraggio sulla trave di copertura della sala del consesso, una analisi endoscopica dei muri ed un’altra, tramite georadar, dei due cortili, allo scopo di rilevare eventuali cavità o l’intrusione di elementi diversi, fino ad una profondità di 3 metri. Il tutto per un costo di 38.800 Euro. Ora si sta dunque per affrontare la fase finale. Entro novembre, ottemperate le ultime prescrizioni, e dopo la predisposizione del computo metrico definitivo, ci sarà l’ammissione ufficiale al finanziamento, che i rappresentanti politici provinciali hanno già promesso, in via informale, da molto tempo. A questo punto, si potrà procedere all’appalto, seguendo le procedure previste a livello europeo. Se tutto andrà per il meglio, senza intoppi o sorprese, i lavori dovrebbero poter iniziare nella primavera del 2003, con un costo complessivo di circa 10.329.000 Euro, pari a 20 miliardi delle vecchie lire. 17 PATROCINATO DAL COMITATO NELL’ANNO DELLE MONTAGNE PRESTIGIOSO RICONOSCIMENTO PER IL DIRETTORE DELLA SEGHERIA DI ZIANO VERSO IL LAGO DI CECE UN SENTIERO PER TUTTI ALDO ZORZI PRESIDENTE DI ASSOLEGNO “AssoLegno si rinnova, come il bosco” Come noto, negli anni scorsi, grazie all’Azione 12 finalizzata all’occupazione di soggetti in condizioni particolari, la Magnifica Comunità ha provveduto a sistemare e riadattare il sentiero per il Lago di Cece, rendendolo percorribile a tutte le categorie di persone, in particolare anziani, bambini e disabili. Attualmente si sta provvedendo alle ultime rifiniture con la messa in opera delle panchine e dei cartelli informativi; nei prossimi giorni è inoltre prevista la ristrutturazione della baita in prossimità del lago, secondo una tipologia costruttiva rispettosa dell’originaria tipologia. Il lavoro finora fatto dalla Magnifica ha suscitato l’interesse e l’apprezzamento da parte di molte persone; in particolare si è ulteriormente rafforzato il legame con l’Associazione SportAbili che ha collaborato nella fase di stesura e realizzazione di questo particolare progetto e che adesso può finalmente mettere a disposizione dei propri utenti un suggestivo sentiero in quota che offre scenari di particolare bellezza e naturalità. Nei mesi scorsi, il progetto per il sentiero di Cece ha ottenuto anche il patrocinio da parte del Comitato per il “2002 Anno Internazionale delle Montagne”. Una volta terminati i lavori è intenzione dell’Amministrazione pubblicizzare l’iniziativa attra- AssoLegno è l’Associazione Nazionale Industrie Forestali e Lavorazioni Legno che, nel contesto di Federlegno-Arredo, raggruppa tutti quei settori imprenditoriali che si riconoscono partecipi alla prima lavorazione del legno, materiale nobile ed antico, che rimane culturalmente tradizionale, ma la cui industria di trasformazione utilizza le metodiche più evolute e moderne, sia per la qualità tecnologica che per la gestione ed organizzazione del lavoro. Le imprese aderenti ad AssoLegno operano in differenti comparti: Lavorazioni Forestali, Segati di Latifoglie e Tropicali, Segati di Conifere, Imballaggi Industriali, Imballaggi Ortofrutticoli, Pallet, Riparatori Pallet, Sughero, Trattamento Chimico del Legno, Traverse Impregnate. Di importanza fondamentale sono le direttrici volte a promuovere il corretto uso del legno, quale insostituibile materia prima per molteplici usi, ed altrettanto fondamentali sono le azioni che nascono nel contesto delle rilevanti modifiche che sono in atto a livello mondiale, nel commercio e nella produzione di legno e nella ricerca di altre fonti che diverranno presto alternative alle consuete fonti di approvvigionamento. L’impegno del consiglio direttivo di AssoLegno, ed in particolare del suo presidente Gianfranco Mainardi, ha portato l’associazione ad un importante ruolo nel mondo, sia a livello nazionale sia a livello internazionale (si pensi alla prima Presidenza italiana nella FEFPEB del dr. Maurizio Ciani ed all’adesione all’EPAL). Nello stesso tempo è cresciuto il ruolo anche verso le forme più idonee, mettendola a disposizione dei potenziali utenti, che si possono così avvicinare alla natura ed al bosco in modo rispettoso. dott. Stefano Cattoi all’interno della Federazione, passando da 253 aziende nel 1997 a 314 a fine maggio 2002, fino ad essere tra le associazioni promotrici del Progetto Legno, progetto approvato all’unanimità da Federlegno-Arredo. Il successore di Gianfranco Mainardi, eletto all’unanimità e per acclamazione, è Aldo Zorzi, direttore dell'Azienda Segagione Legnami della Magnifica Comunità di Fiemme. “Vi ringrazio” ha dichiarato il neo presidente, dopo la sua elezione “per la fiducia che mi avete dato, che fin da subito dovrà essere ripagata con un attento lavoro a favore del mondo del legno. È veramente un onore (oltre che un onere sicuramente) succedere a Gianfranco Mainardi e, ancora prima di lui, a uomini come Paolo Corà, primo Presidente di AssoLegno, al compianto Luigi Santovetti e all’amico Luigi Morucci. Con loro ho vissuto numerosi convegni interprovinciali e nazionali del Gruppo Segati Conifere di AssoLegno. Sono comunque sicuro che con i colleghi del Consiglio Direttivo il lavoro di squadra non mancherà sicuramente. Fra le priorità del mio mandato ci sarà indubbiamente quella di dare al legno un ruolo di primo piano in questa Federazione”. Il neo Presidente Aldo Zorzi sarà supportato dal seguente Consiglio Direttivo: Michele Ballardini (Vicepresidente), Sandro Morucci (Vicepresidente), Gianfranco Mainardi (Past President), Luigi Morucci (Past President), Paolo Bortolotti, Paolo Ninatti, Francesco Sotgia, Andrea Acanfora, Maurizio Ciani, Nicola Semeraro, Ettore Durbiano, Ciro Messina, Fausto Crema. A.L. In alto, il lago di Cece; sopra, due immagini del nuovo sentiero 18 Il passaggio delle consegne fra Gianfranco Mainardi (a destra) e Aldo Zorzi 19 PREZIOSA COLLABORAZIONE TRA COMUNITÀ E MUSEO CIVICO DI ROVERETO CRONACHE COMUNITARIE UN’INDAGINE SULLA FLORA PER CONOSCERLA E TUTELARLA La conservazione e valorizzazione del grande patrimonio naturale della Magnifica Comunità di Fiemme non può prescindere da una costante verifica ed aggiornamento delle conoscenze e dell’evoluzione ad esse collegata. In questo quadro, recentemente, l’Amministrazione della magnifica Comunità ha commissionato al Museo Civico di Rovereto, segnatamente al dr. Filippo Prosser, noto botanico, un’indagine sulla flora esistente all’interno del proprio patrimonio fondiario, con l’obbiettivo di conoscere quanto esiste e mettere in atto eventuali azioni future di tutela e/o valorizzazione di determinati siti. La scelta rappresenta anche un messaggio culturale importante che la Comunità vuole trasmettere nell’anno internazionale delle montagne, nei confronti delle problematiche legate al rispetto del delicato ambiente in cui viviamo. Per questo, lo studio non è finalizzato ad una raccolta di nomi e località da tenere in un cassetto, ma è intenzione dell’amministrazione provvedere alla stampa di una pubblicazione divulgativa, il cui target di indirizzo saranno soprattutto gli istituti scolastici e museali. L’opuscolo potrà essere corredato da una serie di fotografie e/o disegni rappresentativi per facilitarne la comprensione. Assieme ad esso potranno trovare spazio anche notizie generali sul territorio e la sua evoluzione e sulle modalità migliori di conservazione e miglioramento. La natura e la montagna dovrebbero quindi essere rappresentate nel loro aspetto dinamico nel quale l’uomo è un elemento importante e cosciente che il suo ruolo ed eventuali azioni che la scienza e la tecnica attuale consentono, possono risultare molto invasive e compromettere delicati equilibri che nelle peggiori delle ipotesi possono impiegare secoli per riformarsi o addirittura non instaurarsi più. Il dr. Prosser ha già compiuto una buona analisi del territorio della valle ed ha compilato un primo elenco di specie presenti; nel corso dei mesi estivi è prevista un’ulteriore verifica con sopralluoghi e ricerche mirate in alcune zone specifiche. L’intenzione dell’Amministrazione è di arrivare, prima della fine dell’anno, alla stampa della pubblicazione. In occasione della riunione annuale sui funghi, da parte dei rappresentanti delle Amministrazioni Comunali presenti, era stata formulata una disponibilità a collaborare nella predisposizione e stampa della pubblicazione, utilizzando parte dei proventi derivanti dalla vendita dei permessi di raccolta funghi. Nei mesi scorsi, questo progetto di studio e catalogazione della flora ha ottenuto anche il patrocinio da parte del Comitato per il “2002 Anno Internazionale delle Montagne”, aggiungendo ulteriore significato e prestigio a questa nuova iniziativa attivata dall’Amministrazione della Magnifica. CHRISTIAN ZORZI ATLETA DELL’ANNO In apertura della seduta del 28 maggio, prima di dare il via ai lavori del Comun Generale, la Magnifica Comunità di Fiemme ha voluto consegnare ad un suo Vicino particolarmente importante il premio di “Atleta dell’anno”. Un riconoscimento particolarmente meritato per questo fondista, nato a Moena, portacolori del G.S. Fiamme Gialle di Predazzo, che, negli ultimi anni soprattutto, ha colto una serie impressionante di risultati prestigiosi. Ricordiamo, tra gli altri, l’argento ai Mondiali di Lahti 2001 nella prova sprint (quella che gli è più congeniale) e le due medaglie (argento in staffetta, bronzo nella sprint) conquistate l’inverno scorso a Salt Lake City, durante le ultime Olimpiadi Invernali americane. A Christian, lo scario Elvio Partel ha consegnato uno splendido quadro con dedica, il classico stemma in legno dell’Ente ed il premio in denaro di 500 Euro. Visibilmente emozionato, Zorzi si è detto “onorato di questo riconoscimento. So” ha aggiunto “di aver fatto qualche cosa di importante non solo per me ma anche per la Magnifica Comunità, alla quale mi sento profondamente legato”. Da parte di tutti i presenti, con un applauso convinto, l’augurio che il fondista moenese, diventato ormai l’uomo di punta della nazionale italiana di fondo, possa ulteriormente migliorare il suo palmares, in occasione dei prossimi Mondiali di Fiemme 2003. S.C. 26 MAGGIO 2002: 54° CONVEGNO DISTRETTUALE DEI VIGILI DEL FUOCO DI FIEMME Fiori di montagna in esposizione a Cavalese durante la scorsa primavera 20 Una giornata splendida, sotto tutti i punti di vista, domenica 26 maggio a Molina di Fiemme, dove, in località Lido, si è svolto il 54° Convegno Distrettuale dei Vigili del Fuoco della valle di Fiemme, organizzato dal Corpo Volontario di Molina, con il coordinamento del comandante Tiziano Senettin, la supervisione dell’ispettore distrettuale Sergio Dagostin e con il patrocinio della Magnifica Comunità. Oltre 300 pompieri, con una sessantina di mezzi, hanno dato vita alla manifestazione, in una mattinata di sole e di caldo, che fortunatamente è seguita alla pioggia battente della vigilia. Ben tredici i Corpi Volontari presenti, da Moena a Trodena e Capriana. Si sono ritrovati a Predaia, da dove, alle 8, è partito il grande corteo che ha portato tutti, assieme alle autorità e alle persone intervenute, fino alla zona delle manovre, con una piccola sosta davanti al monumento dei caduti, dove è stata deposta una corona di alloro, proprio mentre il prolungato suono della sirena del paese sottolineava questo particolare momento di preghiera, nel ricordo di chi non c’è più. Alle 9, padre Angelico ha celebrato la messa, accompagnata dalle note della banda sociale di Molina, dopodichè sono seguiti i primi interventi ufficiali delle autorità. 21 “La comunità di Molina” ha detto il sindaco prof. Adriano Bazzanella “e con essa quella dell’intero Comune è sempre orgogliosa di poter ospitare manifestazioni a respiro sovracomunale. Il volontariato a Molina poi (16 gruppi ufficialmente costituiti, oltre a diversi gruppi spontanei) è lo specchio del più vasto mondo del volontariato fiemmese e si dimostra sempre pronto, disponibile, vera fucina di idee e di iniziative. Credo sia superfluo sottolineare l’utilità di manifestazioni come quella che stiamo vivendo oggi: momento di incontro tra i Vigili, di scambio di opinioni e di esperienze, dimostra- Una delle manovre zione pratica di tecniche di intervento, sulle quali i singoli Corpi si vanno continuamente esercitando e specializzando; occasione per farsi conoscere, per dimostrare l’abilità raggiunta, rendere visibili le dotazioni di mezzi ed attrezzature, sempre più sofisticate, di cui i singoli corpi vengono dotati. Una realtà, quella dei Vigili, piena di vitalità e che non lascia trasparire crisi. Tuttavia” ha aggiunto il sindaco “come responsabili pubblici, e mi rivolgo ai colleghi sindaci, ai responsabili provinciali e di distret- Lo Scario appunta la medaglia d’oro della Comunità sulla bandiera del Distretto 22 vere emozioni, dettate dall’alto livello di preparazione confermato da tutti i vigili, pronti a far fronte con rapidità e prontezza anche alle situazioni più difficili. Un programma da applausi a scena aperta, del resto non lesinati da parte del folto pubblico presente al convegno. Per l’occasione, era ovviamente tutto simulato, ma l’importanza della presenza dei pompieri di Fiemme è stata ribadita dai dati ufficiali del 2001: 827 interventi e 20.469 ore di lavoro e di disponibilità, per incendi, pronto intervento, operazioni di soccorso, prevenzione, addestramento. Poco dopo mezzogiorno, è iniziata la parte finale della giornata, con gli interventi del presidente del Comprensorio di Fiemme Gianni Delladio, del consigliere provinciale Mauro Delladio, dell’ispettore distrettuale Dagostin e dello Scario della Comunità Elvio Partel. Da parte di tutti, la soddisfazione per l’impegno e la professionalità dimostrati dai protagonisti. La manifestazione si è conclusa con il pranzo offerto dalla Comunità presso gli alberghi di Molina. to e ai comandanti dei vari Corpi, una riflessione dobbiamo incominciare a farla, a fronte delle difficoltà operative in cui incominciano a trovarsi le realtà più piccole, difficoltà dettate soprattutto dalla carenza di volontari, che possano garantire in loco una presenza continua. Un invito quindi” ha concluso Bazzanella “mi sento in dovere di rivolgere ai giovani dei nostri paesi, perché con la loro adesione ed il loro impegno personale, rinunciando a volte ad alternative forse più allettanti, possano contribuire a perpetuare nel futuro questo patrimonio, invidiatoci da molte altre realtà”. Subito dopo, il comandante Senettin, dichiarando ufficialmente aperto il convegno, ha ribadito come “molti, in questi 54 anni di convegni e in più di un secolo di vita dei vigili del fuoco volontari di Fiemme, sono stati coloro che hanno sentito il dovere ed avuto l’onore di servire la comunità, per la difesa della sicurezza del nostro territorio. Il convegno” ha poi ricordato “è l’occasione per dimostrare la nostra preparazione e la capacità che abbiamo di utilizzare mezzi ed attrezzature anche molto costose, anche se dalla nostra preparazione può dipendere la vita del prossimo”. Senettin ha salutato con particolare calore anche una delegazione dei pompieri di Mantova, ospite d’onore della giornata e salita a Molina con uno storico mezzo in esposizione presso la Galleria del Palazzo Ducale dei Gonzaga. Parole di compiacimento sono state quindi espresse dal presidente della Federazione Provinciale Sergio Cappelletti. La manifestazione è entrata nel vivo con la spettacolare serie di esercitazioni proposte dai singoli corpi. Dalle più semplici alle più complesse (scale italiane e a gancio, incendio industriale simulato, incidente domestico, incendio boschivo, incidente stradale, ventaglio con le scale, stendimento delle manichette, la simulazione di un pronto intervento di fronte all'emergenza provocata dal gas nervino), è stato un susseguirsi di I CORPI PRESENTI Hanno partecipato al 54° Convegno i Corpi volontari di Moena (comandante Mirco Chiocchetti), Predazzo (Mauro Morandini), Ziano (Fabio Partel), Panchià (Luca Braito), Tesero (Ciro Doliana), Cavalese (Stefano Sandri), Carano (Edi Niederleimbacher), Daiano (Marcello Ceol), Varena (Graziano Bonelli), Castello (Luigi Bonelli), Molina (Tiziano Semettin), Trodena (Robert Melnicenko) e Capriana (Adriano Zanin). LE PREMIAZIONI Numerosi i riconoscimenti consegnati al termine della manifestazione. Innanzitutto lo Scario Partel ha appuntato la medaglia d’oro della Comunità sulla bandiera del distretto fiemmese, la quale è poi stata consegnata dai pompieri di Molina alla delegazione di Moena, paese dove si svolgerà il 55° Convegno nel 2003. Lo stesso Scario ha inoltre premiato con la targa dell’Ente valligiano Ennio Corradini di Carano per i suoi 30 anni di servizio. A tutti i Corpi del Distretto, Tiziano Senettin ha fatto omaggio del gagliardetto ricordo di questa giornata. Infine, Sergio Dagostin (a sua volta premiato per lo stesso motivo dal presidente del Comprensorio) ha consegnato il diploma e la Fiamma d’Argento per 35 anni di servizio a Giovanni Boninsegna e Mario Longo di Predazzo, Luigi Bozzetta di Daiano, Tobia Canal e Mario Trettel di Tesero, Eugenio Cristellon di Ziano, Luigi Delvai di Carano, Vittorio Depellegrin e Matteo Rizzoli di Cavalese, Bruno Gianmoena e Alfredo Vanzo di Varena. 7 LUGLIO 2002 : 56° CONCERTONE DELLE BANDE FIEMMESI È stata la banda sociale “Erminio Deflorian” di Tesero, presieduta da Lauro Ventura e diretta dal maestro Carlo Deflorian, ad organizzare quest’anno il tradizionale Concertone delle bande fiemmesi, giunto alla cinquantaseiesima edizione. Una giornata splendida, sia dal punto di vista meteorologico che per quanto riguarda il successo della manifestazione, che ha visto raccolte a Tesero le sei bande comprese nel nesso comunitario, Moena, Predazzo, Tesero, Cavalese, Molina e Trodena. Di rilievo anche la partecipazione delle delegazioni ufficiali delle bande di Vigo di Fassa e Pozza di Fassa, appositamente ed opportunamente invitate. Per l’edizione 2002, presentata da Mario Felicetti, c’è stato un radicale cambio di impostazione. Non più il raduno al mattino, con il concerto d’assieme, e quindi le esecuzioni delle singole bande nel pomeriggio, ma un ritorno all’antico, con una grande manifestazione in mattinata e tutte le bande schierate in Piazza C. Battisti ad interpretare dieci brani in comune e ad offrire al folto pubblico presente uno spettacolare colpo d’occhio ed una straordinaria dimostrazione di effi- cienza. La scelta, condivisa da tutti i corpi bandistici, si è rivelata vincente. Le bande, distanziate tra di loro per non disturbarsi a vicenda sotto il profilo musicale, sono partite in corteo dal piazzale delle scuole elementari, dove erano fissati il ritrovo e l’aperitivo di accoglienza, percorrendo Via Fia, Via Cavada e Via IV Novembre per raggiungere quindi la piazza principale, precedute dai gonfaloni del Comune di Tesero e della Magnifica Comunità di Fiemme. Ha aperto la sfilata la banda di Predazzo (presidente Italo Craffonara, direttore il maestro Fiorenzo Brigadoi), seguita da quelle di Molina (presidente Mauro Bontempelli, maestro Valerio Dondio), di Moena (presidente Maurizio Boninsegna, maestro Paolo Chiocchetti), di Trodena (presidente Manfred Sanin, maestro Michael Stuppner), di Cavalese (presidente Raffaele Vanzo, maestro Ezio Vinante) e di Tesero (presidente Lauro Ventura, maestro Carlo Deflorian), mentre, prima del complesso bandistico di casa, erano schierate le numerose autorità intervenute, 23 lo Scario, i Regolani, sindaci, amministratori comunali, ospiti ed invitati. Dopo la sistemazione dei bandisti per sezioni, sono iniziate le esecuzioni d’assieme, dirette a turno dai vari maestri. I brani proposti sono stati i seguenti: “Inno al Trentino”, “Mein Heimatland”, “Tournai Forever”, “Serenata”, “Pleasure Vor Band”, “Adagio veneziano”, “Pomp and circumstance”, “Evening song”, “In val di Fiemme” e infine l’ “Inno di Mameli”. Tra i vari brani, ci sono stati anche i saluti ufficiali del presidente Ventura, del vicesindaco di Tesero Giuseppe Deflorian, di Valentino Proietti, che rappresentava la Federazione Provinciale dei Corpi Bandistici del Trentino, infine dello Scario Elvio Partel, che ha consegnato le targhe dell’Ente valligiano a tutte le bande, mentre Lauro Ventura ha provveduto a sua volta a premiare le stesse bande con la targa ricordo della manifestazione. Quest’ultima è proseguita a Stava con il pranzo offerto dalla Comunità ai convenuti presso il nuovissimo Centro Polivalente, approntato appena in tempo da parte dell’amministrazione comunale. LE PREMIAZIONI Nel pomeriggio, sempre a Stava, sono stati consegnati i riconoscimenti previsti per i bandisti più fedeli. La Comunità, tramite lo Scario, ha consegnato la targa per i 30 anni di servizio a Luciano Mochen di Moena, mentre numerosi sono stati 24 i premiati da parte della Federazione. Questi i loro nomi: MOENA: per 50 anni di anzianità V a l e r i a n o Sommavilla (spilla d’oro e diploma). PREDAZZO: per 10 anni di anzianità (medaglia d’argento) Renzo Dezulian e Gianantonio Bettega; per 20 anni (medaglia d’oro) Sonia Dellantonio e Bruno Felicetti. TESERO: per 10 anni di anzianità (medaglia d’argento) Paolo Defrancesco, Antonio Iellici, Guido Longo, Roberto Monsorno, Diego Trettel, Nicola Ventura, Michele Vinante, Igor Zeni, Mich Severiano; per 20 anni di servizio (medaglia d’oro) Licia Doliana, Vittoria Deflorian, Silvana Volcan, Luca Deflorian, Marco Zanon, Ettore Zeni, Federico Zeni, Gianfranco Zorzi; per 30 anni di anzianità (spilla d’oro) Saverio Delladio, Vinicio Mattioli e Renato Zanon. CAVALESE: per dieci anni di anzianità (medaglia d’argento) Giulia Barretta, Satish Mich e Paolo Rizzoli; per 20 anni (medaglia d’oro) Federico Politi e Raffaele Vanzo. Una targa del Concertone è stata anche consegnata alla folta delegazione brasiliana di Timbò, ospite della banda di Cavalese che a sua volta l’anno scorso era andata in trasferta in Brasile, avviando un bellissimo rapporto di amicizia con il gruppo bandistico sudamericano. DUE CONCERTI D’ECCEZIONE Il 56° Concertone di Fiemme ha registrato anche due presenze musicali prestigiose, a fare da splendido contorno all’appuntamento bandistico più atteso dell’anno. Nella serata di mercoledì 3 luglio, anticipando la festa di domenica, si è esibito, presso il teatro comunale di Tesero, il Quartetto Guarino di Trento, protagonista di un bellissimo concerto d’archi promosso dalla Comunità all’interno dell’Estate Musicale di Fiemme. Impeccabili le esecuzioni di Giancarlo Guarino, primo violino, Il Quartetto Guarino Luca Martini, secondo violino, Maura Bruschetti, viola, e Stefano Guarino, violoncello. Hanno interpretato musiche di Wolfgang Amedeus Mozart e Antonin Dvorak, utilizzando anche gli strumenti di proprietà della Magnifica, la cui efficacia è stata giudicata ottima, anche se sarebbe opportuno, ha detto Giancarlo Guarino, docente di musica da camera all’Università di Trento, usarli più spesso, in modo da garantirne sempre la resa qualitativa migliore. Al termine del concerto, lo Scario Partel si è complimentato con gli artisti, facendo loro dono di una pubblicazione sulla storia dell’Ente valligiano, con un omaggio floreale a Maura Bruschetti e con l’invito a tornare in valle per altri appuntamenti musicali futuri. Domenica pomeriggio 7 luglio, presso il Centro Polifunzionale di Stava, i bandisti e gli ospiti intervenuti alla rassegna delle bande fiemmesi hanno potuto seguire un secondo concerto di straordinaria intensità. Ne sono stati interpreti applauditissimi i cinque componenti del Gomalan Brass Quintett, che hanno proposto in maniera travolgente brani celebri di Giuseppe Verdi, Johann Sebastian Bach, Astor Piazzolla, Domenico Modugno, Manuel Rodriguez e autori internazionali vari, per concludere con “Molina”, composizione del maestro Valerio Dondio, scritta in occasione del centenario di fondazione della banda di questo paese. Del quintetto fa parte anche Marco Braito, originario di Molina, prima tromba del Maggio Musicale Fiorentino. Gli altri componenti erano Marco Pierobon di Bolzano alla tromba, Nilo Caracristi di Gardolo al corno, Fabiano Fiorenzani di Roma al trombone ed Oswald Prader di Bressanone alla tuba. Il Gomalan Brass Quintett. In primo piano a sinistra Marco Braito di Molina 25 INSTALLATA E FUNZIONANTE DALLA FINE DELL’ESTATE 2001 MOSTRA PRESSO CASA IELLICI INAUGURATO UFFICIALMENTE IL NUOVO APPARECCHIO TAC Anche questa è stata una novità di quest’anno, legata ad una magnifica esposizione di materiali d’epoca, manifesti, strumenti musicali, costumi, depliant, allestita dalla Banda di Tesero all’interno delle storiche sale di casa Iellici, ormai diventata da anni il riferimento per eccellenza di ogni manifestazione culturale. La mostra si intitolava “LE BANDE DELLA COMUNITÀ DI FIEMME E IL LEGNO DI RISONANZA” ed è rimasta aperta al pubblico dal 29 giugno al 7 luglio, ottendo un grandissimo successo L’iniziativa va sicuramente riproposta anche nei prossimi anni. RECUPERATI I BAITI DI POZZIL E DEI MANDRICIATI Sabato 13 luglio è stata festa grande a Moena, dove ha avuto svolgimento la inaugurazione ufficiale dei baiti di “Pozzil” e dei “Mandriciati”, oggetto di un radicale intervento di recupero e di manutenzione ambientale, postato a termine l’anno scorso e del quale abbiamo diffusamente parlato nel numero di dicembre del nostro giornale. All’incontro sono intervenuti lo Scario Elvio Partel ed altri sei regolani, assieme alle autorità comunali, con l’assessore alle foreste Fabrizio Weber, agli operai e ai volontari che hanno portato a termine i lavori e ad una cinquantina di “vicini”. Tra questi ultimi, anche i discendenti della famiglia Sommariva, che un tempo portava il bestiame a pascolare proprio in questa zona. La festa è iniziata a Pozzil, dove è stato preparato il pranzo all’aperto, ed è quindi continuata ai Mandriciati nel pomeriggio. 26 Nel pomeriggio di venerdì 19 luglio, presso l’ospedale di Fiemme è stato inaugurato ufficialmente il nuovo Tomografo Assiale Computerizzato (TAC), già installato alla fine dell’estate 2001 e sottoposto in seguito ad un accurato periodo di rodaggio. La preparazione della strumentazione e degli addetti è terminata alla fine dell’anno scorso, Si tratta di una apparecchiatura di particolare efficienza, che consente di effettuare un gran numero di esami in breve tempo. L’acquisto dello strumento è stata una delle iniziative attivate dall’Azienda Sanitaria per potenziare l’attività del nosocomio, al centro, in questi ultimi mesi, di una particolare attenzione da parte delle forze politiche locali, sfociata con la nota mozione approvata dal consiglio comunale di Cavalese e condivisa, con atto ufficiale di consenso, anche da parte del Consiglio dei Regolani della Comunità. Oggi dunque, anche a Cavalese si può effettuare qualsiasi tipo di esame, mentre, per i casi più impegnativi, è sempre possibile anche la consulenza con i migliori medici esperti, sia direttamente sia mediante l’utilizzo della tecnologia del teleconsulto, in diretto collegamento con gli ospedali di Trento e di Rovereto e con le neurochirurgie di Verona e di Bolzano. Si sta infine completando l’organico tecnico necessario per poter realizzare gli esami in qualsiasi fascia oraria. Dal 1° settembre 2001 al 30 giugno 2002, la nuova Tac di Cavalese ha effettuato la bellezza di 923 esami, dei quali 516 a beneficio di pazienti esterni, il resto per persone ricoverate. 250 esami hanno riguardato il cranio, 224 la colonna vertebrale, 158 l’addome, 124 il ginocchio, 97 il torace. Il costo dell’apparecchio è stato di oltre 516 Euro e consente di effettuare esami qualitativamente alla pari con quelli dei maggiori centri del Trentino. Prima del finanziamento, la Provincia ha effettuato uno studio di fattibilità, a cui ha fatto seguito una precisa valutazione dei carichi di lavoro, in modo da capire quale potesse essere il tipo di macchina più adatto Alla cerimonia di inaugurazione, sono intervenuti Carlo Favaretti, direttore generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale, l’assessore provinciale Mario magnani, il direttore sanitario di zona dott. Nardelli, il presidente del Comitato di Distretto Mauro Gilmozzi, il presidente del Comprensorio Gianni Delladio e lo Scario della Comunità Elvio Partel. Oltre a numerosi operatori sanitari. Va ricordato che, l’anno scorso, con decisione del 13 giugno 2001, il Consiglio dei Regolani aveva deliberato di erogare un contributo straordinario di 24 milioni (gli altri 24 sono stati coperti dalle Casse Rurali) per l’acquisto di una stampante laser in grado di completare, in modo ottimale, il funzionamento dell’apparecchiatura. Due immagini delle inaugurazioni La nuova TAC inaugurata ufficialmente lo scorso 19 luglio presso l’ospedale di Fiemme 27 PRESENTATI ENTRAMBI IN OCCASIONE DEL 17° ANNIVERSARIO DELLA TRAGEDIA LA PAROLA AI VICINI FONDAZIONE STAVA 1985 E CENTRO DI DOCUMENTAZIONE STORIA Lo scorso venerdì 19 luglio, la comunità di Tesero ha celebrato, in una giornata di lutto cittadino, indetta, come ogni anno da quel terribile 19 luglio 1985, dall’Amministrazione Comunale, il 17° anniversario della tragedia che 17 anni fa sconvolse la vita e la storia della comunità locale. Dopo la cerimonia ufficiale, che ha confermato come sia ancora particolarmente vivo il dolore dei famigliari delle 268 vittime dell’umana follia, un momento di particolare significato è seguito nel pomeriggio a Stava, dove sono stati ufficialmente presentati alle autorità e alla gente la Fondazione Stava 1985 e il nuovissimo Centro di Documentazione, in corso di completamento proprio in questi mesi, pronto verosimilmente entro fine anno. Tra l’altro, la speranza è quella di poter inaugurare la struttura alla presenza del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che, come è noto, ha conferito alla Fondazione il proprio Alto Patronato, nel corso dell’udienza al Quirinale, svoltasi il 22 settembre 1999. La Fondazione Stava 1985 è stata costituita con atto notarile il 7 febbraio 2002, è una organizzazione non lucrativa di utilità sociale ed ha sede a Tesero. I soci fondatori sono l’Associazione Sinistrati Val di Stava, i Comuni di Tesero, Cavalese e Longarone e la Magnifica Comunità di Fiemme, mentre si attende che anche la Regione Trentino Alto Adige faccia, come promesso, la propria parte. Presso la Fondazione, presieduta da Graziano Lucchi, è anche istituito l’Albo d’Onore dei Soci Onorari, al quale hanno già aderito, tra gli altri, la Provincia di Trento, la Federazione Provinciale delle Cooperative, la Cassa Rurale Alta Val di Fiemme. Il Centro di Documentazione è stato presentato dallo stesso presidente Lucchi, alla presenza di numerose autorità, tra le quali il presidente della Giunta Provinciale di Trento Lorenzo Dellai, il sindaco di Tesero e presidente del Comprensorio di Fiemme Gianni Delladio, Viviana Capraro, vicesindaco di Longarone, Mauro Gilmozzi sindaco di Cavalese ed Elvio Partel, Scario della Comunità, accompagnato da Regolano di Tesero Francesco Zanon. “Quello che vogliamo realizzare” ha ribadito Graziano Lucchi “è la memoria attiva, come la ha definita il Presidente Ciampi, che non è fine a se stessa ma che deve servire a rafforzare la coscienza delle proprie responsabilità", Con 26 pannelli, composti di brevi testi e fotografie, sarà raccontata la storia della miniera e dell’impianto di arricchimento del materiale di Prestavel, la costruzione e la crescita dei bacini di decantazione, il crollo del 19 luglio 1985, le fasi del processo penale, concluse nel 1992, e la lunga fase di ricostruzione di Stava. Uno spazio sarà anche dedicato alle analogie con i disastri del Vajont e del Cermis. Il Centro di Documentazione a Stava. Sarà completato entro il 2002. 28 SEMISERIA DI UN VICINO Riceviamo da Varena: Dieci anni fa, rimasto vedovo, mi sono risposato in chiesa, ma il matrimonio non è stato trascritto e da Varena andai ad abitare a Moena, in casa di mia moglie. Del fatto informai la Comunità ed il funzionario responsabile provvide d’ufficio ad unificare due fuochi singoli in un fuoco, credo di convivenza, in cui io risultai capofuoco e mia moglie componente. Qualche anno dopo, un componente della commissione matricolare rilevò che vi sarebbe stato un errore e la commissione lo corresse attribuendo la qualifica di capofuoco a mia moglie. Me ne accorsi quando mi fu negato il diritto di partecipare alle ultime elezioni degli organi comunitari. Protestai e mi fu chiarito che il termine per impugnare la variazione era scaduto e che la ragione della variazione si trova nel “combinato disposto” di alcune norme dei regolamenti matricolare e di legnatico. Non sono mai riuscito a trovare questo “combinato disposto” che mi frega, ma, leggendo il regolamento matricolare, ho trovato che se la mia è una convivenza come penso, la qualifica di capofuoco viene assunta (art. 9, lettera C) “dai vicino designato come tale dai vicini che compongono la convivenza e, in caso di dubbio, da chi di fatto ne esercita le funzioni”. Non vi è dubbio che le funzioni di capofuoco sono state da me esercitate, sia perché capofuoco sono stato designato dalla Comunità, sia perché sino alla variazione ho votato e riscosso l’integrazione legnatico. D’altra parte, se ci fosse stato bisogno di una designazione, non vi è dubbio che mia moglie, non originaria di Fiemme, giustamente fiera delle sue origini fassane e che della Comunità non gliene importa nulla, avrebbe designato me, oriundo e residente in Fiemme, capofuoco dall’età di 22 anni. Se poi il mio fosse un fuoco familiare (art. 8, lettera A), si avrebbe una assurda sovrapposizione del capofuoco donna al capofamiglia uomo secondo la tradizione secolare della Comunità e della società civile, pur nel rispetto della parità di diritti e di doveri dei due coniugi. Chiariamo subito che io da sempre considero un’ingiustizia la distinzione tra vicini capifuoco che possono esercitare i diritti di vicinia e i vicini non capifuoco cui questi diritti sono negati, dal momento che tutti sono comproprietari allo stesso titolo del patrimonio comunitario. Inoltre considero i termini stessi di fuoco e capofuoco anacronistici, un residuo medievale fuori del tempo. Fuoco era il focolare domestico che produceva calore e serviva a cucinare i pasti per tutti i componenti della famiglia o della convivenza, alimentato dal legnatico ad uso domestico raccolto nei boschi della Comunità. Oggi di fatto quel fuoco non esiste più perché è stato sostituito dalla caldaia alimentata a gasolio e dalla cucina alimentata a gas.. Lo stesso diritto di legnatico è stato modificato con l’introduzione dell’integrazione legnatico (Art. II Reg. legnatico). Ma il fuoco anche giuridicamente non esiste più, perché la sentenza della Corte di Appello di Roma del 1950, che definisce la natura giuridica della Comunità, stabilisce in modo inequivocabile che “all’antico criterio consuetudinario del fuoco si è sostituita la condizione di abitante, con domicilio stabile in Fiemme, ove sono i beni di demanio universale”. Ma anche prima era così. Ricordiamoci che questa è stata la volontà del Principe Vescovo Gebardo, quando nel 1111 firmò i Patti con i quali riconosceva in perpetuo il possesso delle terre di Fiemme “a tutti li vicini, tanto chierici che laici, i quali habitano in la Pieve di Fiemme”. Lo stesso principio fu confermato dal vescovo Enrico III quando nel 1314 firmò il privilegio enriciano. A me poi non sembra corretto accostare e trattare allo stesso modo l’assegnazione dell’integrazione legnatico con il diritto di voto. Il primo è un criterio di assegnazione che può forse rientrare nei poteri degli amministratori, il secondo no. Si tratta di un vero e proprio diritto soggettivo che trova tutela giuridica nella Costituzione e nelle leggi che regolano i rapporti tra l’ente, sia questo pubblico che privato, e i soggetti che lo costituiscono, indipendentemente dalle finalità perseguite, che possono essere istituzionali, sociali, economiche o di altro genere. Pensiamo alla convocazione degli aventi diritto per le elezioni politiche, amministrative o per l’elezione degli amministratori disocietà commerciali, di condominio o di altro tipo. Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza irrevocabile, come appunto è detto nella costituzione. Pertanto qualsiasi limitazione statutaria o regolamentare è illegittima perché è contraria all’ordinamento giuridico in cui l’ente è inserito e può essere impugnata in ogni momento. Ma non è solo una questione di diritto, ma anche di opportunità perché la famiglia è cambiata e ogni suo componente maggiorenne ha diritto, capacità, conoscenza, interesse ad esprimere il proprio voto, che può essere diverso da quello espresso dal capofuoco. Oggi in valle ci sono più di un centinaio di studenti universitari che convivono in famiglia e tante donne inserite, anche in modo autonomo, nel mondo del lavoro. Perché questa “massa” di cultura, di informazione, di capacità non dovrebbe poter esprimere il proprio parere attraverso il voto diretto? Sono convinto che l’eventuale concessione del voto a tutti gli aventi diritto ripristinerebbe un diritto conculcato, ma soprattutto contribuirebbe a ridestare interesse nei confronti della Comunità da parte degli esclusi, che sono quasi due terzi dei vicini. Ed è la cosa che mi sta più a cuore. Mi rivolgo ai signori Regolani non perché prendano in considerazione la mia vicenda che non ha importanza alcuna, ma perché, se lo riterranno opportuno, si soffermino un momento sulle mie riflessioni. La storia della Comunità è una storia di libertà, di autogoverno, di democrazia e di solidarietà unica nel suo genere (istituzione “sui generis” dice la sentenza richiamata), ricca di valori cristiani e universali di cui giustamente possiamo andare fieri. Io voglio bene a questa Istituzione e per dimostrarlo ho scritto un libro che parla della sua storia. Sono preoccupato perché non vorrei che il processo di democrazia, di giustizia e di libertà si fermasse. Non dobbiamo solo voltarci indietro e richiamarci alle consuetudini e alle tradizioni, ma guardare avanti, precorrendo ancora una volta i tempi, o per lo meno camminare insieme ad essi. Le mie sono considerazioni semiserie, ma siete voi, signori Regolani, che avete il diritto, il dovere e il potere per cambiare. Io non vi invidio e rispetto il vostro impegno, comunque la pensiate, ma con i predecessori che vi trovate, per esserne degni avete un compito difficile da svolgere. Vi auguro, nell’interesse di tutti noi vicini, che abbiate la saggezza di capire quali sono le scelte giuste da fare e abbiate il coraggio di realizzarle nell’interesse della nostra Comunità. Ferruccio Longo 29 QUATRO CIACERE con GINO BELLANTE “NIENTE BASTA A COLUI AL QUALE NON BASTA IL POCO” (DEMOCRITO) È difficile far penetrare questo concetto nella mentalità di una società per la quale il massimo ideale è quello di possedere. Avere tanto, cercando di aumentare i propri averi in continuazione. Se uno dice “Io sono contento di quel poco che ho”, è ritenuto neanche degno di stare al mondo, mentre la serenità interiore che gode essendosi liberato dalla brama del possesso non è paragonabile allo stato d’animo di colui che viene divorato dalla sete delle ricchezze. LA RICETTA TORTA DE FREGOLOTI INGREDIENTI: 200 grammi di zucchero, 350 di farina, 200 di burro, 200 di mandorle, un uovo, una scorsa di limone, un pizzico di sale. PROCEDIMENTO: Versare sulla spianatoia la farina, aggiungere lo zucchero, le mandorle tritate, il burro tagliato a fettine, la scorza di limone, l’uovo e il sale. Mescolare e amalgamare bene tutti gli ingredienti in modo da fare una pasta piuttosto soda. Preparare uno stampo imburrato e infarinato, facendo cadere in esso la pasta ridotta a fregole (come dice il titolo) oppure grattata con quella grattuggia che si usa per le patate lesse. Cuocere a temperatura media fin che appare di un bel colore dorato. Quando è fredda, non si taglia a fette col coltello ma si spezza con le mani a pezzi irregolari. Mi dicono che la torta non mancava mai ai matrimoni nel Basso Trentino. La stessa, con piccole varianti nel mantovano, la chiamano SBRISOLONA e prima di metterla in tavola la spruzzano col cognac. Una torta semplice, poco costosa e assai gustosa. LA POESIA MONTAGNE Oh montagne trentine baraonda selvàdega de crozzi, trampoi d’aquile, nivi de camozzi, feste de boschi, sagre de coline. Quando ‘l sol el spenela cò la so pòrpora miracolosa i scenari stupendi de la Tosa, le Tofane, ‘l Grosté. La Paganela: quando ‘l carga de rossi e de zento brazeri le pasture, e zuga archibaleni su le alture, e canta le sortive e luse i dossi, e céi de fràgola ve fa da sfondo, sé alora le pu bele de sto mondo. Oh montagne trentine, vece contrabandére de colori, 30 TRENTINE di Giacomo Floriani cune de laghi, trighe de pastori, giomi de muscio, troni da regine: quando mòre la sera e le mandre le torna vers le stale, e tase i baiti e ogni sbater d’ale, me vegn dal còr spontanea sta preghiera: “Signoredio, protegi ste montagne, daghe splendori, dòneghe fatezze, regàleghe miracoi de belezze; fa che le sia ‘n eterno ste montagne, altari per i dèboi e per i forti, altari per i vivi e per i morti, balsem, ristoro, paze e primavera, a le nosse anime, a la nossa téra”. ANCORA POCHI MESI PRIMA DI VIVERE LE PROVE IRIDATE IN VAL DI FIEMME MONDIALI DI FIEMME 2003 NEL SEGNO DELLA COMUNITÀ Mancano ormai pochi mesi all’inizio dei Mondiali di Fiemme 2003 che si apriranno il 18 febbraio del prossimo anno con la 15 km femminile a tecnica classica e, in serata, con la cerimonia ufficiale di apertura, per la quale sta lavorando un apposito gruppo di lavoro coordinato dal vicesindaco e assessore allo sport di Cavalese Walter Cappelletto. Non è il caso di anticiparne i contenuti, che per altro sono già ben definiti. Quello che possiamo dire è che sarà sicuramente un momento di grande spettacolo, senza dimenticare la storia, la tradizione e le peculiarità dell’ambiente locale. In vista di questo grande appuntamento con le prove nordiche (gare di salto a Predazzo e di fondo a Lago di Tesero), segnaliamo due fatti di particolare rilevanza. Il primo si riferisce al fatto che i Mondiali di Fiemme sono stati il primo evento sportivo al mondo ad ottenere il prestigioso riconoscimento della certificazione di gestione ambientale UNI EN ISO 14001, dal quale deriva l’attestazione che questo evento non deter- mina alcun impatto significativo di tipo ambientale. La certificazione è stata consegnata ufficialmente a Trento venerdì 3 maggio, nel corso del Filmfestival Internazionale della Montagna, ed è frutto di una scelta precisa del Comitato Organizzatore, presieduto da Piero Degodenz di Tesero, orientata a prevenire effetti ambientali negativi e migliorare l’ecosistema coinvolto nella organizzazione di una manifestazione così importante. L’ottenimento della certificazione ambientale è stata possibile grazie alla collaborazione stretta tra il Comitato Organizzatore, l’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Trento e l’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente. Un’esperienza che è stata condivisa anche da numerosi enti e privati di Fiemme, tra i quali la Magnifica Comunità, e che è destinata a diventare punto di riferimento per altri eventi mondiali di grosso respiro, primi fra tutti i Mondiali di Sci Alpino di Bormio 2005 e le Olimpiadi Invernali di Torino 2006. UN PREMIO DI RAPPRESENTANZA SPECIALE Nella seduta dello scorso 31 luglio, il Consiglio dei “Magnifica Comunità di Fiemme”. Regolani ha approvato la realizzazione di un premio Il bozzetto, sicuramente affascinante, è opera del speciale di rappresentanza da destinare agli atleti vinci- noto artista teserano Felix Deflorian, che ha utilizzato tori di medaglie ai prossimi Mondiali, oltre che alle il legno di abete, tipico della produzione comunitaria e personalità presenti a questo grande evento sportivo. fornito direttamente. La ditta “Artistica Felix Un oggetto che è nato dalla volontà di richiamare in Deflorian”, alla quale il lavoro è stato affidato, realizmaniera specifica soprattutto le nostre tradizioni, legate principalmente al bosco e al legno. E così è nata l’idea di creare un motivo particolare, ispirato al tronco, avvolto in parte dalla corteccia, con le assi a fare da sfondo, sulle quali sono incisi lo stemma della Comunità e il marchio della ecocertificazione delle foreste, assieme ad un violino, in rilievo sullo stesso tronco, a documentare l’abete fiemmese di risonanza, ricercato dai più noti liutai ed utilizzato per la realizzazione di prestigiosi strumenti musicali. A fianco, il profilo di una antica “sega”, la quale richiama il lavoro di un tempo, e una serie di trucioli che formano i “resti” della lavorazione Il bozzetto del premio ideato da Felix Deflorian, per conto della Comunità, visto da dei tronchi. Dietro, la scritta entrambi i lati 31 NOTE SULLA STORIA DELLA VALLE DI FIEMME DOCUMENTI RIGUARDANTI IL PROCESSO CONTRO IL PARROCO DELLA PIEVE DI CAVALESE TOMASO BRATIA DI RUMO (1587-1606) a cura di Italo Giordani Tempo fa, dopo aver letto il già noto fascicolo del processo intentato dalla Comunità contro il pievano Bratia, conservato nella Biblioteca Comunale di Trento (MS n° 788, Causa civile tra lo scario della Magnifica Comunità di Fiemme e il pievano di Cavalese, 159092), ho potuto prendere visione di incartamenti finora non conosciuti riguardanti lo stesso personaggio. Poiché parecchie indicazioni potrebbero essere interessanti per i lettori del notiziario della Comunità, ho preparato una sintesi del contenuto degli stessi, riportando però ampi stralci in lingua originale (italiano di fine Cinquecento, comprensibile se letto con un po’ di attenzione). Don Tomaso Bratia, pievano cioè parroco di tutta la pieve di Fiemme (da Moena fino a Trodena, compresi Anterivo, Capriana e Valfloriana, anche se ormai nella maggioranza dei paesi, specie i più lontani, officiavano altri sacerdoti, però a lui soggetti), venne chiamato a succedere a don Pietro Rossi (1573-87). Agli abitanti di Fiemme ed alla Comunità apparve subito come persona poco adatta, tanto da suscitare in breve tempo vivaci proteste, sia per il suo carattere scontroso, sia per una certa evidente avarizia. I primi a muoversi contro il pievano Bratia furono i regolani di Cavalese, i quali presentarono allo scario della Comunità una specie di mozione scritta in 12 punti, perché intervenisse presso il vescovo per far rimuovere il pievano e sostituirlo con persona de più intero animo e che non faccia tal cosse como costui ha fato et continuamente cercha di fare. Al punto 1, ad esempio, si scrive: “Dito piovan è venuto qua et ha conduto molte persone laice et frua [= dissipa] le intrade dela canonica, quale la nostra Comunità li ha lassate atiò sia tenuto sacerdoti, persone religiose di buona vita et di costumi egregii, quali debano officiar et reger il culto divino como se conviene in timor de Idio et utile dil proximo. Doveché non tiene li sacerdoti como è obligato, ma tiene persone lavoratori, quali vano nelli nostri boschi a taiarne li legnami, i quali deve taiar li nostri homini et vicini et maxime nelli gazi [= boschi riservati], dove che ha fato delle brege con dir che le vol adoperar per la canonica; et poi le ha vendute a li mercanti, condute a Egna”. Curioso il punto 3: “Dito piovan ha fato condur molti bestiami da la val de Sol [ma oggi Rumo è considerato val di Non] et li tiene su li nostri pascoli di la nostra regola et ne pascola quello che doveria pascolar li nostri vicini cum li suoi animali…” Anche qui la gente di Cavalese protesta, tutto sommato a buon diritto, perché il bestiame del parroco era forestiero e, secondo le norme della Comunità, escluso dal pascolo comune (notare comunque che anch’egli aveva del bestiame). Al punto 6 veniamo informati che per consuetudine le granaglie incamerate a vario titolo dalla parrocchia (soprattutto decime) erano vendute ai vicini di Fiemme. Qui si accusa il parroco Bratia di farlo sì, ma aspettando il momento economicamente a lui più favorevole, poco prima del nuovo raccolto, per incassare il massimo possibile. A dir la verità con l’accusa si esagera, perché non era certamente con quelle biave che si poteva sfamare la gente di Fiemme, ma probabilmente gli animi erano particolarmente inaciditi da questo comportamento così poco caritatevole: “Che dito piovan al tempo di le biave non vol darne a niuno povero per li suoi danari et recusa che non ne ha da vender et le salva al tempo dil mazo et zugno, aciò le possia vender a suo modo. Et lui le vende più che non fano niuno altro. Cossì viene lui a meter la carestia nel paese et da lui non se pole haver paia [= paglia] di sorte alcuna, perché le occupa con li suoi bestiami in nostro grandissimo dano, che non si puol governar li terreni per defetto della grassa.” Ai punti 9 e 10 si presenta una circostanziata accusa che ci illumina sulla triste condizione del clero a quell’epoca (le decisioni del Concilio di Trento, da poco finito, non avevano ancora posto rimedio a tale situazione): “Dito piovan tien in canonica capelani frati de non integra vita, quali fano scandolezar le persone, ché se inbriagano; et quando sono inbriagi vano a officiar in giesia et fano chiassi; se fusse in uno locho publico bastarebe. Et quando deve dar l’aqua sancta, tira il sguadol [= aspersorio] fuora de mane in la testa alle persone, cossa che è degna di provisione. Che li suoi capellani sono andati nelle taverne et hano fato publicamente li porchi, essendo molte persone forestiere presenti, doveché è grandissima vergogna et infamia al paese a patir tal cosse cossì nefande.” A queste accuse da parte della regola di Cavalese, si aggiungono alcune da parte di quella di Carano: “La regola de Caran si ne agrava di esso piovan, che li ha movesto lite contra la regola, perché voleva la decima di ronchi da li poveri…” Interessante la seguente notizia: I “Se ne agrava che, quando caschò il campanil di la sua giesia di Santo Nicolò, la regola supplicò a monsignor reverendissimo [= il vescovo] per licentia di poter alienar di beni di essa giesia per reffar ditto campanil. Cossì gli concesse una promission di licentia; dove che al principio che gionse dito piovan, gli domandò che volesse mostrarli detta licentia. Doveché gli la mostrete et lui la ha retenuta et non gli la vol dar.” Nel libretto di G. Delvai – L. Felicetti, Memorie storiche di Carano e di San Lugano nel Trentino, Trento 1928, pp. 12-17, non si parla di questo crollo, ma si ricorda che il campanile fu eretto nel 1572; proprio per questo l’amministratore della chiesa dovette vendere dei beni, dopo aver ottenuto l’autorizzazione da Trento: ma la vendita di beni della chiesa significava conseguente diminuizione delle entrate per il pievano… In conclusione ce n’era abbastanza perché la Comunità procedesse, come di fatto avvenne. Perciò venne inviato a Trento, indirizzato al vicario in spiritualibus, a quell’epoca mons. Silvio a Prato di Segonzano, un documento redatto dal notaio Giovanni Braito di Daiano che in 17 punti elenca gli agravamenti della Comunità di Fiemme contra plebanum Brathiam. Tra questi riporto il punto 1: “Si aggravamo che detto signor pievano non celebra né fa celebrar ogni giorno nella pieve una messa bassa overo in canto senza ellimosina o pretio, come è stato osservato per il passato, ma celebra solum messe votive et ad instantia delle persone, dalle qualle si fa pagar senza remissione; a talché la magior parte de l’anno la nostra pieve non ha alcune messe proprie et solite ab antiquo”. Ed il punto 6: “Che volendo alcuni per sua devotione over per obligo far celebrar qualche messe votive overo trigesimi, anniversarii et gregoriane et simile, quando esse persone sono preparate con le loro ellimosine detto signor pievano ben spesso non vol celebrar simil officii secundo la comodità delle persone, ma solum a suo comodo et beneplacito. Et ciò fa lui per non tenir sacerdotti abastanza et per sparagnar il premio et spese che doveria far alli sacerdotti; talmente che lo conosciamo tanto avido et cupido del dinaro et con pocho zello verso de noi et delle anime nostre che se lui potesse satisfar con un sollo sacerdotte a questo popullo, qual è de tanto numero che sono più de 2500 anime, lui non faria altra provisione”. Si rimarca ancor di più l’avarizia ai punti 7, 8, 9: “Che detto signor pievano molte volte non vol celebrar le messe alli dimandanti se non le pagano avanti tutto. Che per una sola messa si fa pagar da più persone, contra il solito et volontà di homini. Che per non tenir detto signor pievano sacerdotti a sufficienza, bisogna la Comunità servirsi de altri sacerdotti, come si ha fatto essendo scario messer Antonio de Ivan [= scario nel 1588/89], il qual molte volte si servì del premissario de Santo Sebastiano, qual è tenuto di celebrar ogni giorno la prima messa in Santo Sebastiano; et così lui viene a privar della santa messa tante et tante persone lavorante che vano alla detta messa.” Segue una sorprendente accusa al punto 10: “Che essendo obligato a dar il vino per la celebration delli divini officii et per li comunicanti, è tanto parcho che spese volte, da tanto pocho vino che per spandersi II qualche pocho overo per qualche cosa che se ritrova a caso nel vino, non si pol venir alla spedition della messa et bisogna mandar a tor del altro vino et far aspetar le persone con scandallo et malla satisfaction.” Era quindi ancora in uso l’assunzione di pane e vino da parte di tutti i fedeli, che era stata vietata dal Concilio di Trento. Dall’accusa al punto 11 sappiamo che esisteva già il coro nella parrocchiale, ma che vi erano problemi con il parroco: “Che detto signor pievano non usa cortesia et amorevolezza a quelli che cantano in coro, sì come è stato osservato per suoi predecessori, talché per tal causa molte volte il coro resta votto et non vi è alcuno che canti et risponda alla messa; né mancho lui sa cantar in coro, et ben pocho all’altar, talmente che con il suo canto ben spesso move le persone a rider in logo de oratione.” Al punto 14 si riprende l’accusa presentata dalla regola di Cavalese sulla vendita delle biave della parrocchia, incolpandolo di causare un artificioso aumento dei prezzi: “Che detto signor pievano, contra la pietà christiana et in mallo esempio de altri, anci con toltal dano et ruina di questa valle, non vol dar fora le biave delle decime che lui ha da vender oltra il suo bisogno de casa alli vicini della valle per li loro dinari in tempo congruo, cioè al Nadalle et di tempo in tempo secondo la necessità delle persone; ma volle aspetar il tempo che le biave siano nel magior pretio che si posiano vendere. Et se pur ne dà qualche staro avanti tempo, dice che vol un tanto, dimandando de più de quello si vendeno per altri, causando la carestia et penuria nella valle; di modo che lui è causa di far saltar le biave a grando pretio. Et per coprir la sua avidità grande del dinaro, quasi ogni anno dopo Pasqua si absenta fuori della valle et sta fuori della valle per non dar fuori le biave, aspettando che creschino de pretio; et quando sa che sono redutte in grande pretio, ritorna poi a vender le sue biave. Se questo modo sia carità et officio di sacerdotte et di persona che habia cura de anime, lo lasciamo iudicar [a] vostra signoria illustre et molto reverenda.” Dall’accusa al punto 15 apprendiamo un’usanza particolare. I fedeli offrivano alla chiesa delle luminarie (spesso anche con legato testamentario), che, poste su assi o su aste, venivano accese nelle grandi festività, in occasione delle processioni rituali e durante la settimana santa, specie il venerdì. Chissà per quale motivo, forse perché abituato a differenti modalità espressive della devozione popolare, ma comunque con un’azione poco meditata, il parroco fa piazza pulita: “Che essendossi nella giesia et pieve de Santa Maria de Fieme già antiquamente per nome della giesia et ancho da particolar persone state fatte molte stange longe, circumdatte de candelle, qualle poi nell’ellevation del sancto sacramento et nelle processioni che si facevano con il santo sacramento si accendevano et portavano accesse in honor et reverentia di sua divina maestà, detto signor pievano, di suo capricio et contra la permissione della santa visita, più volte in Fieme fatta, qualle sempre ha permesso simil luminarie, et senza dir cosa alcuna alla Comunità, a governatori della giesia, né aligar causa legitima, un giorno avanti vespro è andato in gesia et sdegnosamente et con colera et rabia ha spezatte dette stange et luminarie. Il che è stato di tanto scandallo al popullo, che non si pol dire; et se il popullo non havesse ciò atribuito all’ignorantia et pocho sapere di detto signor pievano, in ciò si sariano schandalizatti et havriano persa la devotione.” Infine si accusa il pievano di un comportamento gravissimo: “Ultimo, per hora et per non esser molesti a sua illustre signoria [il vicario in spiritualibus], l’anno 1588, essendo messer Antonio de Ivan scario de Fieme, vene un povero homo de Altarù dimandando il signor pievano che volese mandar una capellano in Altarù, loco distante dalla pieve circa cinque miliara, sottoposto alla cura della pieve, a comunicar una persona inferma. Detto signor pievano (essendo impedito nelli officii della pieve e non havendo sacerdotti a sufficientia) non volse né andar né mandar, dicendo in collera: “Se io ne havesse quatro delli capellani non ne mandaria alchuno!” Talché il scario, a bon fin et effetto, fu costretto ritrovar un cavalo et mandar fuori il premissario de Santo Sebastiano, acioché l’infermo non manchasse senza administration de divini officii, per il qual morse di quella malatia.” Il documento conclude che vi sarebbero stati ancora altri agravamenti, ma che quelli presentati sembravano sufficienti per ottenere un energico intervento dalla curia vescovile affinché il parroco assumesse comportamenti adeguati alla sua funzione: “… Et certo noi non desideremo dal nostro signor pievano altro solum che lui celibri et faci celebrar li divini officii et administri li divini sacramenti nella pieve et capelle et altari della valle al tempo et hore solite et per le solite ellimosine, come per il tempo pasato è stato osservato; et che tenisse a presso di sé capellani idonei a sufficientia; et che egli in giesia et fuori de giesia se insegni, admonischa et exorti al ben far con amore et carittà et non in colera, rabia et stizza et parolle malcomposte, come lui ben speso fa sino al altare. Item che si contenti di vender et distribuir le biave, che ha da vender oltra il suo bisogno alli vicini della valle che gli dano le decime et intrade, esse in tempo congrui et per un pretio honesto et non a persone forestiere per l’avidità del guadagno come fano li publici usurari…” Di fronte ad un insieme di accuse così circostanziate, a Trento non si poté far altro che istituire un’apposita commissione per indagare se esse fossero corrispondenti al vero. Il risultato è un fascicolo di 60 pagine, scritte a Cavalese tra l’8 e l’11 dicembre 1590, da me recentemente esaminato, contenente un sintetico verbale di 32 testimonianze raccolte dal pievano di Ora, don Melchiore de Fabris, e dal dott. Giacomo Ceschi, commissario vescovile per Fiemme, su istanza dello scario Bartolomeo Giacomuzzi [= scario 1590/91] e del rappresentante della Comunità, Giovanni Battista Fontaniva, giudice nella giurisdizione tirolese di Castello. Il successivo venerdì 14 dicembre si presentarono a Trento il Fontaniva assieme al regolano di comun Pietro Gardener, per consegnare le testimonianze raccolte, con una accompagnatoria autografa del vicario vescovile in Fiemme, il notaio Alessandro Giovanelli. Tra le testimonianze verbalizzate nel fascicolo riporto le seguenti (i numeri corrispondono agli agravamenti presentati dalla Comunità). Gregorio de Leonardis, di anni 90 [già oggi sarebbe un’età di tutto rispetto, ma allora dev’essere stato considerato un fatto eccezionale], sagrestano della pieve per 43 anni, rende testimonianza a casa sua, causa età e malattia. 10° c. “È vero che il signor pievan né dà né fa dar vino più che per la messa che si cellebra o messe che si cellebrano; et è occorso qualche volta alle persone volersi comunicar et non vi è statto vino in chiesa, onde ha bisognato andarne a tuore dal detto signor piovano.” 11° c. “Dopo che il signor piovano è qui, non so che mai habbi usata ad alcuno cortesia o amorevolezza per l’aiuto che danno a cantar in choro, salvo una volta sola invitò a disnar tre de quelli che cantavano in choro et per questo molti restano d’aiutar. Il quaderno della chiesa obliga detto signor piovano a dar il disnar al monego ogni terza dominica et tutte le feste mobili; et così a me me l’ha sempre datto, ma a quei che aiutano cantar in choro non vi è obligo alcuno, se non quanto pare alla cortesia di detto signor piovan: però questo ghe ne usa poca.” 14° c. “È vero che detto signor piovan non vuol dare né ha mai volsuto dare le biave al pretio secondo la tassa fatta dalla Comunità et vuol vender le biave a suo modo et quando piace a lui. Et mi, havendone comprato quatro stara per un scudo [= 7 lire] il staro da sua reverentia et essendo ritornato l’istesso giorno per torne un altro staro et buttatogli un altro scudo d’argento, sì come havevo pagato l’altra, non me la volse dare, ché voleva otto lire perché haveva inteso che da li cavalari forestieri si vendeva in piazza otto lire; et così recusò di darmela. Et so che l’anno passato aspettò a vendere le biave sin dopo Pascha [= 2 aprile 1589].” 15° c. “Fui presente et viste quando spezzò le stanghe detto signor piovan con suo capellano, ponendo le dette stanghe sopra un scalino in terra, et dandogli di piedi sopra, così le spezzava dicendo: “Che voglio far qui di queste cose? Portati fuori questi pezzi.” Ve ne restarono doi delle più grosse, quale non poteva rompere, onde detto signor piovan disse: “Non le posso rompir hora perché son stracco, ma le rompirò d’amattina.” Interrogatus si fregerit et illas duas die sequenti, respondit [= Interrogato se la mattina seguente avesse spezzato quelle due, rispose]: “Signori, no che non le ha rotte, ma vi sono ancora.” Interrogatus si sciat causam dicte fractionis, respondit [= Interrogato sul perché avesse spezzato le stanghe]: “Non so altra causa se non che detto signor piovan diceva che non voleva mentre era a l’altare li lasciassero dare una di quelle stanghe adosso et coparlo a l’altare.” Testimonianza di Giovanni del fu Gottardo della Barbera di Daiano. 6° c. “Mio padre lascitò nel suo testamento che noi suoi figlioli gli facessimo dire le [30] messe gregoriane. Et così, havendo ricercato il signor piovano per dette messe, che a niuna foggia lui III non voleva venir a Daiano, ma che m’haveria datto un prete a tenerlo per trenta giorni a mie spese et mio interesse. Et havendolo io ricercato et contentato almeno che le dicesse nella caneva dai ossi alla pieve de Cavales [= ci si riferisce alla cripta della cappella Bertelli presso la parrocchiale, ora demolita], sua reverentia rispondeva che non le voleva dir nella caneva dai ossi, ma che l’haveria dette nella chiesa grande su un altar dove gli piaceva a lui; et per questo voller et non voller, cridassemo insieme in la canonica. Ma sua madonna madre mi disse ch’io dovessi venir fuori di canonica et al signor piovan le dassi, che non dovesse cridare né torsi gli huomini incontra… Et noi, vedendo che il signor piovano recusava de dirne le messe come ricercavamo per satisfar al lasso di nostro padre, andassemo a Trento et facessimo dir le messe in Santo Francesco. Et venendo dentro che le messe erano già dette, incontrassimo detto signor piovano de qua da Cauriana. Et havendone dimandato dove eravamo statti, et noi rispondessimo che eravamo statti a far dir le messe gregoriane a Trento, ditto signor piovano ne disse che raggion che havevamo di andar fuori di Fieme a far dir le messe gregoriane; et che ne voleva far scomunicar…” Testimonianza di Bono Aquisto Pitocio di Castello, di anni 75. 10° c. “È vero che da Pascha et dalli altri tempi che si comunica il signor piovano è tanto parco nel dar fuori il vino che molte volte conviene alle persone che si comunicano aspettar che si mandi a tuor del vino alla canonica.” 11° c. “Così ho sentito dire da quelli che gli aiutano a cantar in choro, che non gli usa cortesia nissuna; et però quai gli vanno, quai non gli vanno a cantar in choro.” 15° c. “So che ha tagliato le stanghe luminarie, fatte per devotion di particulari et de mio ricordo statte sempre in giesia, perché ho visto li pezzi spezzati et il monigo m’ha detto ch’è statto esso signor piovan.” 17° c. “Detto signor piovan suol cridare nella sagrestia hora con il monico hora con altri, con poco rispetto della chiesa. Et suole, finito le messe, venir fuori per milli mezo le donne, che potria andar da l’altra porta dove vanno gli huomini. Qual cosa dispiace molto a noi huomini et anco alle nostre donne; et molte donne me hanno detto a me, come uno delli più vecchii, che vogli avisar detto signor piovano a non venir così fuori per mezo la gente.” Testimonianza di Lorenzo Gardener di Cavalese. 17° c. “Non so come si governi, ma a mi mi ha fatto far una portella et m’ha promesso darmi quello che diceva il monego; quale dechiarò in tre pauli. Con tutto questo il signor piovan non mi ha volesto dar più venti carantani. Et questa Pascha passata un anno, essendo confessato et reconciliato dal predicatore et essendo messo all’altare con li altri per recever il santissimo IV sacramento, detto signor piovano me disse: “Sta’ in drio, ch’io non ti voglio comunicare.” Et io dimandando la causa, quello mi disse che me l’havria detto un’altra volta. Et così io tutto vergognato in tanto populo restai senza esser comunicato. Dapoi in piazza io li dimandai la causa perché non mi haveva volesto comunicare; me rispose perché [io] haveva obligo di far una carità ai poveri et che mancava di farlo. Et io gli dissi come è il vero che io non ero obligato, ma che era obligato mia moier et mio cugnato.” Testimonianza di Francesco figlio di mastro Sebastian di Cavalese. 1° c. “So questo, che, volendo un mio genero sposar mia figliola, una mattina ricerchette il signor piovano presente volesse dargli una messa innanzi il sponsalizio, sì come solemo osservar ogni volta che si fa il sponsalizio. Et detto signor piovano gli rispose: “Se tu la vuoi cantada et darmi dodese carantani [= 1 lira] et dar il disnar per il prete che dicirà la messa, te la darò, altramente non te la voglio dare.” Et mio genere, non potendo per povertà pagar tanto, lasciò stare di tuore la detta messa et sposò senza messa.” E continuò raccontando: “… che sotto messer pre Gilimberto [de Gilimbertis da Parma, che fu a Cavalese come vicepievano dal 1524 al 1560] un giorno andava io a disnar seco perché cantava; et ho cantato da sessanta anni in choro et solo quest’anno son restato, perché non ghe vedo andar alla giesia, et se havesse qualcheduno che mi conducesse alla giesia aiutaria ancora a cantar. Et questo Natale passato il signor piovano mi mandò un putto a condurmi ad aiutar cantar al matutino et alla messa grande et ghe andai et per questo non m’ha datto niente.” 11° c. “Sono quattro o cinque anni che questo signor piovano è qui et io ho sempre aiutato cantar in choro et non credo che detto signor piovano m’habbi datto più de un disnar all’anno; et gli altri piovani mi solevano dare una minella o due di fava o orzo all’anno per seminar; et questo non mi ha mai datto cosa alcuna…” 17° c. “… detto signor piovan è superbo et non mostra mai benevolentia con alcuno, come faceva gli altri piovani, et non dà mai un gotto de vin ad alcuno in casa sua.” Come sia andata poi a finire è facile intuirlo. Di rimozione del pievano, che di fatto non aveva commesso gravi mancanze, neanche parlarne. Nel febbraio del 1592 si giunse ad un compromesso: la Comunità presentò a Trento ed al pievano una serie di capitoli (in gran parte ripresi da quelli precedenti già in uso) “Capitulli et ordeni qualli l’honoranda Comunittà de Fieme dimanda et intende che il reverendo signor pievano de Fieme abia et sia tenutto observare et adimpire”; ed il parroco, previe alcune osservazioni, si impegnò a rispettarli: “Resposta alli capitoli del honoranda Comunità quanto alla osservanza qualle intendeno che il suo reverendo pievano sia tenuto ad adimpir.” Il contenuto di tali capitoli potrebbe essere il tema di un altro articolo.