Periodico di informazione, storia, cultura attualità
La Magnifica Comunità di Fiemme
Registrato Tribunale di Trento 28.11.1981 n. 351
AGOSTO 2002
Anno XX n. 2 - Quadrimestrale - Spedizione in abb. post. Comma 20/c Legge 662/96 - Filiale di Tn - Tassa Pagata
Direttore responsabile:
Mario Felicetti
Comitato di Redazione:
Elvio Partel - Renzo Paluselli
Luca Giongo - Albino Defrancesco
Foto:
Cristina Vinante - Tesero
Rodilù - Tesero
Bruno Shop - Tesero
Boninsegna - Predazzo
Ufficio Forestale Comunità
Mario Felicetti - Predazzo
Photofive - Milano
Foto di copertina:
Adorazione dei Magi
olio su tela, cm. 56 x 60
Cavalese, Museo Pinacoteca della Magnifica
Comunità di Fiemme
Stampa: Nova Print - Carano
Distribuzione gratuita ai “vicini”
di Fiemme e ai “vicini” emigrati
all’estero che ne facciano richiesta
presso la segreteria della Comunità
MAGNIFICA COMUNITÀ DI FIEMME
38033 CAVALESE (TN) - Piazza C. Battisti 2
Tel. 0462 340365 - Fax 0462 239441
IL LEGATO EMMY HAFNER
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E-mail: [email protected]
LA RELAZIONE PREVISIONALE 2002
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in questo numero:
ELEZIONI: MODIFICATO LO STATUTO
DAL CONSIGLIO DEI REGOLANI
PROGETTI PER LA SEGHERIA
RESTAURO DEL PALAZZO
ORMAI PROSSIMO L’APPALTO
VERSO IL LAGO DI CECE
UN SENTIERO PER TUTTI
ALDO ZORZI PRESIDENTE
DI ASSOLEGNO
UN’INDAGINE SULLA FLORA
PER CONOSCERLA E TUTELARLA
CRONACHE COMUNITARIE:
Christian Zorzi atleta dell’anno
54° Convegno distrettuale dei Vigili del Fuoco
56° Concertone
Inaugurati i baiti di Pozzil e dei Mandriciati
LA NUOVA TAC A CAVALESE
LA FONDAZIONE STAVA 1985
LA PAROLA AI VICINI
QUATRO CIACERE CON GINO BELLANTE
MONDIALI DI FIEMME 2003
NEL SEGNO DELLA COMUNITÀ
NELL’INSERTO SPECIALE:
Documenti riguardanti il processo
contro il Parroco delle Pieve di Cavalese
Tomaso Bratia di Rumo (1587-1606)
A cura di ITALO GIORDANI
UNA NUOVA ACQUISIZIONE PER IL MUSEO PINACOTECA
IL LEGATO
EMMY HAFNER
Grazie al legato testamentario di Emmy Hafner, ori- Francesco Sebaldo (Cavalese 1706-1776) che ebbe
ginaria di Cavalese ove nacque il primo novembre del sicuramente occasione di recarsi a Venezia e di cono1918 ma dal 1943 dimorante in Cles, luogo in cui si è scere il linguaggio tanto di Nicola Grassi che di
spenta il 20 dicembre 2001, il Museo Pinacoteca della Giambattista Pittoni (Venezia 1687-1767), ai quali le
Magnifica Comunità di Fiemme si arricchisce oggi di sue opere successive alla metà del quarto decennio
un nuovo importante dipinto. Nel suo testamento olo- sono fortemente debitrici. Anche in questo caso però,
grafo datato 8 novembre 1997 vengono infatti nominati se da un lato alcuni particolari quali la fresca scioltezza
oltre agli eredi più stretti, quali la cugina, la sorella, il delle soluzioni formali, la sentita intimità espressiva, il
figlioccio, anche il Museo Pinacoteca della Magnifica peculiare taglio prospettico del volto da cui deriva il
Comunità di Fiemme di Cavalese al quale la signora ha caratteristico profilo del naso, il viso paffuto del
lasciato il quadro rappresentante l’Adorazione dei Bambino e la resa delle dita con la falangetta “controMagi (fig. in copertina).
flessa” - che si presenta come una sorta di sigla morelSi tratta di un piccolo dipinto su tela di pregevolissi- liana delle opere di Sebaldo - consentono di riferire il
ma fattura raffigurante l’episodio dell’Adorazione che, dipinto alla sua mano, dall’altro l’impiego di una matecome narra l’iscrizione apposta sul retro della
tela, fu donato ad Emmy dalla zia Augusta
detta “Uti” il 25 ottobre del 1971. Recita infatti
l’iscrizione: «Alla mia cara Emmy / dalla / zia
Uti / Cavalese 25.10.1971».
Proveniente dalla Valle di Fiemme, non ne è
noto l’autore che dimostra comunque di padroneggiare un linguaggio elevato, essenzialmente
cromatico, in stretto contatto con le tendenze
più evolute del rococò veneziano, rivelando
una forte dipendenza dallo stile del maestro
friulano Nicola Grassi (Formeaso di Zuglio
1682; Venezia 1748).
Nel corso degli anni Settanta Nicolò Rasmo
ebbe occasione di esaminare il dipinto e di
esprimere un suo giudizio verbale, ritenendo
che si potesse trattare di un’opera del fiemmese Michelangelo Unterperger (Cavalese 1695;
Vienna 1758), al quale era del resto nota la pittura dell’artista friulano per averne riportato in
patria almeno due dipinti, la Madonna col
Bambino e San Francesco (fig. 1) e la Morte di
San Giuseppe (fig. 2), oggi custoditi rispettivamente nel Museo Pinacoteca della Magnifica
Comunità di Fiemme e nel refettorio del
Convento dei frati minori Francescani di
Cavalese, ma entrambi provenienti dalla collezione Unterperger.
Tuttavia sebbene alcuni elementi tanto compositivi che figurativi, debitori agli esiti della
pittura veneziana di quell’epoca, trovano
riscontro nelle sue opere, l’impiego di una pen- fig. 1 Nicola Grassi
nellata rapida e di tocco pare difficilmente Madonna col Bambino e San Francesco
riconducibile alla sua mano, mentre incontra olio su tela, cm. 70,5 x 52
maggiore affinità nel tratto del fratello Cavalese, Museo Pinacoteca della Magnifica Comunità di Fiemme
2
ria estremamente diluita capace di renderee con notevole abilità le trasparenze, i contrappunti coloristici di
delicata leggerezza, il pallido rosa delle carni del
Bambino, il tratto bruno che definisce la mano della
Madre o la morbidezza del ventre rilassato dell’infante
con quel fare molle e carnale, paiono più propri della
maniera del friulano.
Abile nella resa dei soggetti, creati con una sostanza
pittorica così pregna di umori da farli apparire vivi,
l’artista è altrettanto efficace nella restituzione della
suggestione del dato atmosferico e dell’ora notturna.
Egli esclude ogni elemento narrativo quali i doni, la
capanna, la stalla o gli animali: solo il ciuffo di paglia
in basso a destra e la sella alludono al luogo in cui si è
svolto l’evento e, con l’ausilio di un’inquadratura
molto ravvicinata, pone alla ribalta i volti dei personaggi focalizzando l’attenzione sugli sguardi, le
espressioni e i gesti che suggeriscono con i movimenti
corporei i moti degli animi. L’impianto compositivo
giocato sulle diagonali sulle quali sono disposte le
figure gli consente non solo di rafforzare lo stretto colloquio tra i Magi posti a sinistra ed il gruppo sacro
posto a destra, ma diviene anche il canale lungo il
quale fare scivolare la luce, generando così le diverse
emozioni attraverso il sapiente giuoco cromatico che
ora svela e ora cede all’oscurità. Così, mentre
Melchiorre si volge all’esterno del quadro in direzione
della luce, che dapprima sfiora il suo volto poi quello
della Madre sino a giungere, in un progressivo crescendo, ad “accendere” di luce divina il Bambino ed il lenzuolo con il quale è affettuosamente coperto, e
Gaspare, il Mago più anziano, devotamente inginocchiato dinnanzi a Gesù verso il quale muove lo sguardo, si staglia in controluce, ai margini della rappresen-
tazione sono lasciati in leggera penombra da un lato
Giuseppe, dall’altro Baldassarre il Moro; in corrispondenza della fuga prospettica chiudono invece la scena,
rigettandola in primo piano, due figurine dalla diversa
carnagione, l’una bianca l’altra mora, la cui contrapposizione cromatica unitamente all’inversione luministica
conferisce alla composizione un perfetto equilibrio.
Il generoso gesto della signora Hafner viene ad
inserirsi in una tradizione avviatasi in Val di Fiemme
esattamente un secolo fa. Altre volte infatti il Museo di
Cavalese è stato oggetto di simili attenzioni che gli
hanno concesso dapprima di costituire, quindi di
ampliare le sue collezioni; si annoverano a questo proposito le raccolte più sostanziose giunte al Museo
durante la prima metà del secolo scorso quali quella
del pittore Carlo Vanzo nel 1902 con ben trecentosessantanove pezzi, quella di Ferruccio Spazzali nel 1941
con novantanove opere, quella di Ilda Anna Spazzali
Delvai nel 1946 con trentanove, oltre alla recentissima
cessione della collezione del pittore Josè Anders da
parte degli eredi di Trento, ammontante a circa ottocento pezzi e alla donazione da parte della signora
Giuliana Rasmo, figlia dell’illustre storico dell’arte
Nicolò, di una tela raffigurante il Martirio di San
Lorenzo.
Si auspica dunque che questa tradizione possa continuare e che altri intuiscano il valore di simili gesti
consentendo il recupero alla conoscenza collettiva
della nostra tradizione artistica; da parte sua il Museo
sarà orgoglioso di custodire, studiare e tramandare a
tutti i vicini il suo prezioso patrimonio.
dott.ssa Chiara Felicetti
fig. 2 Nicola Grassi
Morte di San Giuseppe
olio su tela, cm. 72,5 x 97,5
Cavalese, Convento dei frati
minori Francescani, refettorio
3
APPROVATA A MAGGIORANZA DAL COMUN GENERALE NELLA SEDUTA DEL 28 MAGGIO 2002
LA RELAZIONE PREVISIONALE
E PROGRAMMATICA DEL 2002
Nella seduta del 28 maggio scorso, il Comun Generale ha discusso e quindi
approvato a maggioranza (30 voti favorevoli, astenuti Paolo Vaia, Dario
Sommavilla, Onorio Vanzo) la relazione dello Scario Elvio Partel sullo stato
generale della Comunità e sulle previsioni programmatiche per l’anno 2002,
precedentemente recapitata a domicilio di ciascun consigliere di Regola.
Un adempimento obbligatoriamente previsto dall’art. 14, comma 8, dello Statuto
e che deve essere evaso ogni anno entro il mese di maggio.
Lo riassumiamo in sintesi, a beneficio di tutti i Vicini.
PREMESSA
Ancora confusa, come già nel 2001, la situazione
economica nazionale, dopo che l’arrivo dell’Euro non
ha portato tutti i benefici che si aspettavano alla vigilia,
mentre i tragici avvenimenti che, l’11 settembre 2001,
hanno scosso non solo gli Stati Uniti ma il mondo intero, hanno praticamente “gelato” il mercato mondiale,
che non si è ancora ripreso.
Anche la crescita dei prodotti petroliferi, conseguenza diretta della instabile situazione politica in
Medio oriente, non ha certo influito positivamente
sull’economia, determinando un aumento di costi che si
è ripercosso negativamente sui trasporti e sull’energia.
Situazione generale di attesa dunque, anche se il
2001, per la Comunità di Fiemme, si è comunque chiuso con risultati positivi per tutte le Aziende produttive.
I primi mesi del 2002 per altro, non consentono di
considerare esaurito un ciclo di crisi e di difficoltà.
L’anno scorso, è aumentato il fatturato complessivo
rispetto al 2000, mentre ha subito una diminuzione del
14,24% l’autofinanziamento, vale a dire la capacità
dell’Ente di produrre le risorse necessarie al suo finanziamento, e non hanno avuto i rendimenti sperati anche
le gestioni finanziarie.
Il rendiconto del 2001, già approvato in precedenza
dal Consiglio dei Regolani nella seduta del 23 aprile,
presenta le seguenti voci più significative:
- l’avanzo di amministrazione ammonta a £
183.325.347 (Euro 94.679,64), leggermente inferiore a quello dell’anno precedente che era pari a £.
187.147.102 (Euro 96.653,41);
- i fondi accantonati per gli ammortamenti ordinari, contabilizzati al 100%, sono stati imputati ai
bilanci delle varie Aziende, sulla base delle norme
civilistiche e fiscali;
4
- il Fondo per il Trattamento di Fine Rapporto dei
dipendenti è pari a £. 704.675.021 (Euro
363.934,28);
- per la soddisfazione-integrazione in denaro del
diritto di legnatico, è stata destinata la somma di
600 milioni di lire (Euro 309.874,14), invariata
rispetto a quella dell’anno precedente.
Pur restando positivo quindi, lo stato della Comunità necessità di adeguamenti e di strategie diverse e la
costituzione della nuova Società per Azioni, alla quale
verranno attribuite le attività di rilancio della segheria
di Ziano, costituisce in questa direzione un primo
passo importante, rispondendo con maggiore velocità e
tempismo alle richieste del mercato e permettendo
significativi adeguamenti di produzione e di gestione.
AZIENDA AGRICOLA FORESTALE
Nel 2001, le utilizzazioni complessive dell’Azienda
Agricola Forestale sono state pari a 49.841 metri cubi,
in netto aumento rispetto ai 40.196 metri cubi dello
scorso anno, anche se strettamente legate al recupero
del materiale legnoso schiantato nell’autunno del 2000.
Il prezzo medio di cessione del legname tondo (da
sega e da opera) dall’Azienda Agricola Forestale
all’Azienda Segagione Legnami è diminuito, passando
da £. 183.085 (Euro 94,56) a £. 173.749 (Euro 89,73) a
metro cubo. Va per altro precisato che tale prezzo è
superiore a quello medio di cessione del legname dei
Comuni di Fiemme e degli Enti Operanti in valle, che è
stato di £. 141.891 (Euro 73,28) a metro cubo.
I costi legati alla fatturazione ed al trasporto del
tondo sono stati influenzati dal quantitativo di legname
abbattuto e soprattutto dal fatto che è stato necessario
recuperare legname schiantato a terra. L’aumento
medio è stato del 18,81%.
Sostanzialmente stabili i costi di trasporto, grazie
anche alle migliorie apportate alla rete stradale, che
hanno evitato il doppio trasporto con camion e unimog.
Dal confronto tra le voci attive (ricavo unitario
medio di cessione) e quelle passive (costi medi di
abbattimento, fatturazione e trasporto) risulta il ricavo
medio unitario netto, tradizionalmente denominato
“valore di macchiatico”, passato da £. 122.524 (Euro
63,28) del 2000 a £. 103.457 (Euro 53,43) a metro
cubo del 2001, quindi con una contrazione superiore al
15%.
Di particolare rilievo la voce “Spese di manutenzione del patrimonio”, che ammontano a £. 3.442.182.201
(Euro 1.777.738,75) rispetto a £. 3.230.911.692 (Euro
1.668.626,63) del 2000, con un incremento nella misura del 6,54%.
I contributi provinciali per il Progetto “Azione 12”,
la revisione del Piano Economico, gli interventi sulla
viabilità forestale e quelli previsti dalla L.P. 14/92
sull’agricoltura di montagna ammontano complessivamente a £. 706.291.076 (Euro 364.768,90), rispetto a £.
325.582.030 (Euro 168.149,09) del 2000.
La maggior parte delle spese di manutenzione del
patrimonio è stata impiegata per il pagamento della
manodopera forestale (61.552 ore di lavoro, rispetto
alle 61.429 del 2000) a ribadire l’importante ruolo che
la Comunità svolge anche in termini occupazionali.
L’utile di esercizio è passato da £. 1.329.491.288
(Euro 686.624,95) del 2000 a £. 1.354.128.523 (Euro
699.349,02) del 2001.
Per quanto riguarda le previsioni programmatiche
del 2002, gli interventi sul patrimonio e sulla viabilità,
oltre alle opere da completare, riguardano la costruzione della strada forestale del Cancel in Comune
Catastale di Predazzo, la costruzione della strada forestale del Buson di Cazzorga e la manutenzione straordinaria della strada forestale Orti Aereoplano.
Sulla L.P. 14/92 sono inoltre in programma la manutenzione dei fabbricati di Malga Buse e Malga Cazorga
in C.C. di Castello, la manutenzione del baito di Val
Sossoi (Tesero) e la manutenzione del fabbricato di
Malga Moregna e del baito della Caserina (Predazzo).
In fase di ultimazione i lavori di ristrutturazione dei
baiti di Cugola e delle Caseratte, gli interventi straordi-
nari sulle strade di Cadinello e di Lagorai e quelli sul
pascolo di Malga Corno.
Da completare i lavori di ampliamento del magazzino forestale di Molina e delle opere di presa della sorgente Benedetta in C.C. di Panchià.
Fondamentali nel corso del 2002 gli interventi di
sistemazione dei danni provocati dagli eventi
meteorici di due anni fa, specialmente nell’area
della Perengola, sopra Ponte Stue, ma anche in altre
zone. Senza dimenticare la revisione del piano economico del Terzo Distretto B (C.C. Cavalese e Tesero) e
del Comune di Tesero.
Il budget previsionale 2002 dell’Azienda Agricola
Forestale prevede ricavi di Euro 2.387.808 per la vendita di legname tondo e di Euro 806,495,06 per canoni,
contributi ed entrate diverse.
I costi complessivi ammontano invece ad Euro
3.061.980,51. L’utile previsto è quindi pari ad Euro
132.322,55.
Un’ultima sottolineatura di sostanza. Riguarda il
ruolo di guida che la Comunità continua ad interpretare, sia per quanto riguarda la costruzione di nuove strade forestali e il recupero di fabbricati e territori marginali, sia attraverso la normale, quotidiana gestione del
territorio. Il che conferma la sua costante attenzione
anche alle problematiche ambientali.
AZIENDA SEGAGIONE LEGNAMI
Qusta Azienda ha purtroppo registrato, rispetto al
2000, una diminuzione sia del fatturato che dell’utile.
Il primo è sceso da £. 11.120.124.000 (Euro
5
l’Azienda prevede un budget in linea con i risultati
dell’anno scorso: acquisti per 29.800 metri cubi con
una spesa di Euro 3.217.274,00, lavorazione di 18.920
metri cubi ad un costo medio di Euro 93,93, la produzione di 12.676 metri cubi di tavolame, 3000 dei quali
destinati alla trasformazione in semilavorati.
I costi totali preventivati assommano ad Euro
5.873.131,66, a fronte di ricavi stimati in Euro
5.961.567,60, con un utile finale di Euro 88.435,94.
A medio e lungo termine, ha evidenziato lo Scario,
è necessario ricercare nuovi prodotti all’avanguardia,
che mirino alla migliore valorizzazione possibile del
legname comunitario. Recenti studi confermano che,
nel campo edilizio, il consumo di legno si è quasi raddoppiato negli ultimi anni e le previsioni parlano di
ulteriori aumenti. Il che impone l’urgenza di inserirsi
in modo significativo in un fenomeno di sviluppo già
in atto.
AZIENDA IMMOBILIARE
5.743.064,76) del 2000 a £. 10.636.038.054 (Euro
5.493.055,23), mentre il secondo è diminuito da £.
456.983000 (Euro 236.012,02) a £. 182.748.124 (Euro
94.381,53).
Nel 2001, l’Azienda Segagione Legnami ha segato
in prima lavorazione 31.288 metri cubi (3.662 in più
rispetto all’anno precedente), con un aumento del tavolame da 15.518 a 20.548 metri cubi rispetto all’anno
precedente.
Per il primo anno, si registra purtroppo anche un
calo nelle vendite dei semilavorati, produzione che
aveva sempre assicurato ottimi margini di profitto.
Per far fronte a questa situazione di difficoltà, dovuta comunque anche ad una congiuntura non favorevole
in senso generale, c’è stata appunto la costituzione
della nuova Società per Azioni, dalla quale ci si aspetta
una maggiore efficienza nel rispondere alle mutate esigenze di mercato. Da essa, come ha ribadito lo Scario,
ci si aspetta anche un “effetto volano” sul mondo economico fiemmese, attraverso un significativo coinvolgimento delle altre realtà economiche della valle.
Sono diminuiti i prezzi medi di vendita del legname
tondo e anche del tavolame, mentre sono aumentate le
spese di acquisto di materia prima dall’Azienda
Segagione Legnami e quelle di produzione.
A causa della aumentata quantità di legname segato,
è diminuito, rispetto al 2000, il “costo unitario di segagione”, passando da £. 167.768 (Euro 86,64) a £.
155.030 (Euro 80,07).
Da rilevare che l’Azienda è riuscita a contenere la
crisi grazie alla qualità del legname posto sul mercato,
alla fiducia di una clientela affezionata ed alle strategie
produttive ed innovative degli ultimi anni. A partire
dall’ecocertificazione delle foreste, che ha portato
risultati importanti in termini di vendita.
Per quanto concerne le previsioni, per il 2002,
6
Nel 2001, l’attività dell’Azienda Immobiliare
(Autostazione di Predazzo) è stata sostanzialmente stabile. L’utile di bilancio si è assestato sulla cifra di £.
56.456.094 (Euro 29.157,14) rispetto a £. 80.156.672
(Euro 41.397,47) dell’esercizio precedente. Alcune
porzioni rimaste libere non sono state locale, in quanto
l’Amministrazione è in avanzata fase di trattativa per la
vendita della parte usufruita come autostazione e delle
relative aree di movimento. Un primo passo per arrivare progressivamente alla dismissione dell’intero immobile.
Va sottolineato che i ricavi sono aumentati da £.
187.972.750 (Euro 97.079,82) del 2000 a £.
192.927.580 (Euro 99.638,78) del 2001.
Parallelamente sono comunque cresciuti anche i
costi, specialmente le voci di spesa generali, le imposte
e tasse e gli oneri straordinari.
ENTE ISTITUZIONALE
Al 31 dicembre 2001, i Vicini di Fiemme erano
19.075, suddivisi in 7.893 “fuochi”, così distribuiti:
REGOLA
Moena
Predazzo
Ziano
Panchià
Tesero
Cavalese
Varena
Daiano
Carano
Castello/Molina
Trodena
FUOCHI
VICINI
984
1.936
578
264
953
1.397
326
259
345
919
332
2.413
3.927
1.453
637
2.463
3.198
763
602
855
1.903
861
TOTALE
7.893
19.075
Nel 2001, si sono tenute 9 sedute ufficiali del
Consiglio dei Regolani e 3 del Comun Generale, mentre il Consiglio si è riunito in seduta informale ben 30
volte.
L’Ente ha patrocinato tutte le manifestazioni più
tradizionali che contribuiscono a mantenere vivo il
senso di appartenenza dei Vicini della Comunità. Le
spese sostenute l’anno scorso per interventi nel sociale
ammontano a oltre 300 milioni di lire.
IL DIBATTITO
Nell’ampio dibattito che ha fatto seguito alla introduzione dello Scario, è intervenuto per primo Paolo
Vaia di Cavalese. Dopo aver espresso la speranza che
la nuova Società per Azioni si traduca in fatti importanti, si è soffermato su un paio di argomenti. Il primo
ha riguardato la mancata richiesta di contributi provinciali sulla L.P. 48/78 per gli interventi di sfollamento e
diradamento dei boschi giovani (“sono diventati consistenti solo con il Piano di Sviluppo Rurale, mentre in
passato era maggiore l’impegno burocratico che
l’entità dei contributi stessi” ha precisato lo Scario
Elvio Partel). Il secondo ha fatto riferimento alla revisione del Piano Economico di Tesero, deliberata dal
Consiglio dei Regolani e stigmatizzata da Vaia in
maniera negativa. “Casomai servisse qualcuno in
Comunità, non era certamente un laureato” ha detto
Vaia “bensì un geometra, che segua i lavori di manutenzione infrastrutturale del patrimonio, liberando i
tecnici forestali per altre mansioni ben più attinenti al
loro titolo di studio”. Per ultimo, il consigliere di
Regola ha chiesto ai colleghi se fossero o meno soddisfatti della loro effettiva partecipazione alle decisioni
amministrative e strategiche dell’Ente o se piuttosto
fosse stata giusta la battaglia per cambiare lo Statuto.
Giovanni Zanon di Tesero si è espresso a favore di
un ulteriore ampliamento del ruolo guida della
Comunità, attraverso iniziative di collaborazione con i Comuni, anche
mediante la ripresa del discorso relativo al “Piano Generale di Valle”. Per
quanto riguarda la Società per Azioni,
“mi auguro” ha commentato Zanon
“che questa scelta si dimostri azzeccata e che questo permetta agli
amministratori di adoperarsi non più
in scelte puramente tecniche, ma
impegnarsi a trovare e proporre idee
nuove, che, una volta per tutte, riportino il nostro Ente nella posizione storica che gli spetta”.
Norma Sieff di Varena ha giudicato parzialmente contraddittoria la
relazione dello Scario, invitando a
“riflettere sul 60,01% di diminuzione
dell’utile dell’Azienda Segagione
Legnami, sul meno 25,57% del risultato dell’Azienda
Immobiliare e sulla diminuzione, anche se di poco,
dell’autofinanziamento. La costituzione della Società
per Azioni” ha aggiunto “è stato un segno tangibile
della volontà di cambiare”.
Francesco Degiampietro, regolano di Cavalese si
è dichiarato favorevole a collaborare con i Comuni, ma
non tramite interventi occasionali su problemi singoli,
bensì mediante specifiche convenzioni su tutte le problematiche forestali.
Ezio Monsorno di Daiano ha annunciato di approvare la relazione “con un certo scetticismo, visto che si
poteva fare qualche cosa di più per avere risultati finali migliori”.
Renzo Paluselli di Panchià, vicescario, ha giudicato
eccezionale e irripetibile l’anno 2000, ricordando, nel
2001, il grosso lavoro di recupero degli schianti, con
un accresciuto impegno per la segheria, che, tra l’altro,
acquista il legname ad un prezzo superiore a quello
medio di vendita che si verifica nelle aste dei Comuni.
Suggerendo di “uscire dalla logica del quotidiano ed
affrontare tematiche di più ampio respiro”.
Giorgio Zorzi, regolano di Ziano, ha evidenziato
l’impegno dell’Ente anche per il miglioramento di
parecchie strade forestali, proprio per la necessità di
recuperare in tempi brevi gli schianti, con ingenti costi
aggiuntivi, mentre Piergiorgio Felicetti di Predazzo
ha suggerito di valutare attentamente l’attività futura,
evitando di intaccare il patrimonio. Con l’invito a “non
trasformare il diritto di legnatico in azioni della SpA”
e di “sistemare le risine di Boscampo”.
Preoccupato per il notevole impegno che si lega al
restauro del palazzo si è dichiarato Giuseppe Zorzi di
Panchià (“l’80% della spesa sarà coperta dalla
Provincia” lo ha rassicurato lo Scario), mentre infine
sono intervenuti Francesco Zanon, regolano di
Tesero sui finanziamenti provinciali, Enrico Cavada
di Varena sulla gestione del patrimonio, Luca
Giongo, regolano di Predazzo, sulla necessità di portare avanti il Piano Generale di valle e sull’importanza
7
UN’ALTRA DECISIONE SIGNIFICATIVA DEL COMUN GENERALE
ELEZIONI: MODIFICATO LO STATUTO
PER AGGIORNARE IL REGOLAMENTO
DAL CONSIGLIO
DEI REGOLANI
23 APRILE 2002
Nelle nuove proposte del Consiglio dei Regolani, eliminata la possibilità di
delega del diritto di voto da un Vicino ad altro Vicino, che aveva suscitato la
contrarietà dei Consiglieri di Regola nel settembre del 2001.
Sempre nella seduta del 28 maggio, il Comun
Generale si è discusso in merito alle proposte di
modifica dello Statuto, finalizzate all’aggiornamento del Regolamento Elettorale, già approvate
dal Consiglio dei Regolani nella seduta del 24
maggio e sottoposto appunto al voto decisivo del
Comun Generale.
Sono state illustrate in modo preciso e puntuale
dal regolano di Moena Candido Zanoner, che ha
richiamato il precedente dibattito, sullo stesso
argomento, avvenuto, sempre in Comun Generale,
nel settembre del 2001, quando le proposte di
modifica non erano state approvate in quanto aveva
suscitato molta contrarietà la prospettiva di eliminare la possibilità di delega del diritto di voto da
parte di un Vicino ad altro Vicino.
La proposta è stata dunque tolta, mentre sono
rimaste le altre, destinate, come già aveva ribadito
il Consiglio dei Regolani, a fare maggiore chiarezza in vista delle prossime elezioni di fine anno.
Le modifiche interessano specificatamente gli
articoli 24, 25, 27 e 28 dello Statuto.
Vediamo in sintesi di riassumere la variazioni
approvate.
ARTICOLO 24: Le modifiche sono puramente
formali e riguardano l’aggiornamento degli elenchi
ed il periodo fissato per eventuali ricorsi.
ARTICOLO 25: Si è voluto precisare che la
candidatura deve venir presentata unicamente alla
segreteria della Comunità e non più anche presso
le Commissioni Matricolari delle Regole, in modo
da garantire il regolare protocollo delle domande e
la più assoluta correttezza delle operazioni. Un
altro aspetto di sostanza riguarda la possibilità per
i Vicini di candidare unicamente nella Regola in
cui sono iscritti nell’elenco delle matricole.
ARTICOLO 27: Viene precisato che il seggio
elettorale può essere formato da un regolano, ma
anche da un viceregolano in carica in altra Regola,
8
mentre il segretario del seggio stesso può non essere Vicino di quella Regola.
ARTICOLO 28: Anche in questo caso, si tratta
di variazioni formali, destinate a rendere più snella
e più chiara la procedura.
Nel dibattito che ha fatto seguito alla relazione
di Zanoner, Enrico Cavada, consigliere di
Varena, ha parlato di modifiche da interpretare più
che altro come “chiarificazioni”, a parte l’art. 25,
richiamando inoltre la differenziazione esistente, e
non risolta, tra elettore ed eleggibile. Altri interventi sono stati effettuati da Ilario Arseni di
Cavalese (ha lamentato il mancato accoglimento
di altre importanti modifiche allo Statuto proposte
da alcuni consigli di Regola ancora nel 1997),
Claudio Demarchi, regolano di Castello/Molina
(“le variazioni di sostanza” ha ribadito tra l’altro
“comportano la necessità di essere sottoposte preventivamente a referendum”), Francesco
Degiampietro, regolano di Cavalese (“la volta
scorsa ero contrario soltanto alla soppressione
dell’istituto della deroga”) e Tullio Boninsegna di
Predazzo (favorevole alla introduzione del suffragio universale, da anticipare magari attraverso un
referendum consultivo).
33 alla fine i voti favorevoli, ben oltre i 27 previsti dallo Statuto per dare validità alla delibera.
Sempre in tema elettorale, e sempre con 33
voti, è stato anche approvato il nuovo testo del
Regolamento Elettorale, relativamente agli eleggibili, alla presentazione delle candidature, alle schede di votazione, al voto e alla sua validità, infine
alla indizione della consultazione generale dei
Vicini.
Hanno contribuito al dibattito, intervenendo su
diversi argomenti, i consiglieri di Regola Arturo
Boninsegna di Predazzo, Giuseppe Zorzi di
Panchià, Enrico Cavada di Varena e Remo
Deflorian di Ziano.
APPROVATO
IL RENDICONTO
DI GESTIONE DEL
2001
L’argomento più importante di questa seduta ha
riguardato l’approvazione del rendiconto di gestione
dell’esercizio finanziario 2001, i cui risultati principali
sono già atati anticipati nel precedente numero del
nostro giornale.
Il risultato consolidato presenta un autofinanziamento complessivo di Euro 1.226.504,05, con una contrazione del 14,24% rispetto all’anno 2000. L’importo
è stato utilizzato per incrementare il patrimonio, mentre l’avanzo di amministrazione, pari a 94.679,64 Euro,
è stato destinato agli interventi contributivi di carattere
sociale, culturale e solidaristico. 309.874,14 Euro invece sono stati accantonati per il soddisfacimento del
diritto di legnatico.
I dettagli del rendiconto sono quelli poi illustrati in
dettaglio, Azienda per Azienda, al Comun generale
nella riunione del 28 maggio.
Nel dibattito, aperto dalle considerazioni generali
dello Scario, che ha sottolineato l’andamento ancora
una volta positivo del bilancio dell’anno scorso, pur in
un clima di generale incertezza e instabilità, di rilievo
l’intervento del regolano di Moena Candido Zanoner.
A proposito del “diritto di legnatico”, Zanoner, confermando le proprie perplessità sull’efficacia del provvedimento, ha giudicato “più utile e proficuo destinare
una somma rilevante come questa ad investimenti produttivi di maggiore utilità per la valle. La somma percepita dai Vicini è insignificante” ha aggiunto Zanoner.
“Una buona soluzione potrebbe venir rappresentata
dalla nuova SpA, offrendo al Vicino, in sostituzione
della somma di denaro, la possibilità di sottoscrivere
delle azioni della società. In futuro, è auspicabile che
quest’ ultima venga capitalizzata, deliberando
l’aumento di capitale sociale e la suddivisione in azioni nominali di 40 Euro, corrispondenti grosso modo
all’attuale diritto di legnatico. Una richiesta di partecipazione dei Vicini nella nuova società è emersa
anche durante le assemblee delle Regole di Moena e
Tesero dello scorso anno. Ricordo inoltre che la SpA
potrà emettere dei prestiti obbligazionari, in caso di
necessità finanziarie, offrendo ai Vicini l’opportunità
di un investimento di media durata. Sono idee e proposte” ha concluso Zanoner “che mi sento di proporre e
che possono essere migliorate, integrate e perfezionate
oppure messe da parte per lasciare spazio ad idee
migliori. Sono comunque convinto che una forma di
azionariato diffuso può rappresentare un maggiore
coinvolgimento, una migliore partecipazione dei Vicini
alla gestione della Comunità e determinare un nuovo
attaccamento all’Ente, come accadeva nelle passate
generazioni. Vista la valenza del tema, propongo che
venga discusso in Consiglio dei Regolani e in Comun
Generale, sentendo anche il parere dei Vicini, attraverso un apposito questionario”.
Sul bilancio e sulle indicazioni di Zanoner sono
intervenuti i regolani Giorgio Zorzi, Albino
Defrancesco e Francesco Zanon, dopodichè il rendiconto è stato approvato con voto unanime, assieme
all’assestamento finale del bilancio 2001 e alla prima
variazione del bilancio di previsione 2002.
NUOVO
CONTRATTO DI LAVORO
PER GLI OPERAI DELLA SEGHERIA
Dopo l’illustrazione del regolano di Castello
Molina Claudio Demarchi, il Consiglio ha preso atto
del rinnovo della parte economica del Contratto
Collettivo Nazionale di Lavoro per il Comparto Legno
e Arredo, nel quale sono inquadrati gli operai della
segheria e che è valido per il biennio 2002/2003.
L’accordo prevede aumenti suddivisi in due tranches,
con decorrenza rispettivamente dal 1° marzo 2002 e
dal 1° gennaio 2003.
Il periodo di “vacanza contrattuale” (gennaio-febbraio 2002) è stato tacitato con la corresponsione di un
importo una tantum di Euro 56. Per il 2002, la
Comunità dovrà far fronte ad un onere aggiuntivo complessivamente pari a Euro 23.197,61.
AUTORIZZAZIONE
AD
ALDINO
Il Comune di Aldino è stato autorizzato alla costruzione di un nuovo ramale di fognatura che attraversa
un terreno di proprietà comunitaria, in comune catastale di S. Lugano. L’autorizzazione è stata subordinata
all’ottenimento di tutti i permessi e ad altre prescrizioni, che prevedono tra l’altro il pronto ripristino delle
aree interessate ai lavori.
9
IL
DR. GIORGIO BEHMANN
RESPONSABILE DELLA SICUREZZA
Sono numerosi gli obblighi in materia di sicurezza
previsti dal Decreto Legislativo 626 del 1994. Tra le
altre cose, è prevista la nomina del responsabile del
Servizio di Prevenzione e Protezione.
Per quanto riguarda l’Azienda Agricola Forestale,
l’incarico è stato affidato al dottore forestale Giorgio
Behmann, che ha completato in questo senso un apposito corso di abilitazione. Per la copertura di eventuali
rischi, è stato anche deliberato di stipulare una specifica polizza assicurativa.
PERMUTA DI TERRENI
AL PASSO MANGHEN
Anche per regolarizzare una posizione catastale non
corretta, nella zona del Passo Manghen, è stato deciso
di aderire alla proposta di permuta alla pari di circa
270 mq. di terreni, avanzata dalla signora Maria
Franzelin di Trodena, oggi residente a Telve
Valsugana, titolare del rifugio.
Tutte le spese necessarie, esclusa l’Invim, che è di
competenza di entrambe le parti, sono state accollate
alla signora Franzelin.
CONVENZIONE
PER LA STRADA
PREDAZZO
DELLA TAOLETTA
CON
Si tratta di una strada che sovrasta l’abitato, interessando le pendici del monte Mulat. È inserita nel Piano
Provinciale Antincendio e quindi la sua costruzione
sarà curata direttamente dalla Provincia Autonoma di
Trento, anche se, per motivi di ordine finanziario, non
potrà essere realizzata prima del 2003, su progetto predisposto dal Comune di Predazzo, per un costo di
17.454,90 Euro.
Con l’amministrazione locale è stato deciso,
mediante apposita convenzione, di ripartire la spesa in
base alla lunghezza del tratto di strada insistente sul
territorio comunitario, nella percentuale del 15,50%. A
carico della Comunità, sono quindi 2.700 Euro.
lanza e controllo stagionale sulla raccolta, in base alla
convenzione con i Comuni di Fiemme.
Si tratta di Lucilla Delladio di Tesero, Dolores
Antoniazzi di Predazzo, Aldo Corradini di Cavalese,
Massimo Ciresa di Carano. L’assunzione ha avuto
decorrenza dallo scorso 17 giugno e terminerà a fine
stagione estiva, indicativamente verso metà ottobre. La
spesa presunta è complessivamente di circa 50.000
Euro.
PATROCINATO IL CONVEGNO
DEI VIGILI DEL FUOCO
Come ogni anno, la Comunità ha concesso anche
per il 2002 il proprio patrocinio al tradizionale
Convegno dei Vigili del Fuoco di Fiemme, organizzato
dal corpo di Molina domenica 26 maggio.
A carico dell’Ente, le spese per il pranzo offerto ai
vigili e alle autorità al termine della manifestazione,
per il materiale tipografico (manifesti e locandine) e
per le targhe destinate ai pompieri con più di 30 anni di
servizio.
Spesa preventivata, circa 8.000 Euro. In sostituzione delle targhe ricordo ai corpi partecipanti, è stato
deciso di predisporre una medaglia d’oro, da appuntare
sulla bandiera dell’Unione Distrettuale.
PERIZIA
ASSUNZIONE GUARDIAFUNGHI
2002
PER L’ESTATE
Nella seduta di fine maggio, il Consiglio dei
Regolani ha provveduto alla assunzione di quattro
guardiafunghi, in qualità di addetti al servizio di vigi-
10
SPA
Come è noto, nei mesi scorsi è stata costituita ufficialmente la nuova Società per Azioni, con il compito
di gestire il rilancio della segheria di Ziano.
Prima di ogni decisione in merito al conferimento
dell’Azienda Segagione Legnami nella nuova società,
esclusa la parte immobiliare, era necessario chiedere al
Presidente del Tribunale di Trento la nomina di un
perito, per valutare l’esatto valore dell’Azienda, così
come previsto dall’art. 2343 del Codice Civile.
Il Consiglio dei Regolani ha deliberato quindi di
presentare tale richiesta, rinviando ad un successivo
atto deliberativo ogni decisione in merito ai tempi e
alle modalità esecutive dell’operazione.
GUIDA
24 MAGGIO 2002
DI STIMA
DEL VALORE DELLA
AL
PALAZZO
Anche per la stagione estiva in corso, la Comunità
di Fiemme ha istituito il servizio di guida al Palazzo
della sede, in modo da aprire le porte dello storico
monumento comunitario a tutte le persone interessate
ad approfondirne la conoscenza, mediante le apposite
visite.
L’incarico è stato affidato, come per il 2001, alla
signorina Tiziana Pigozzo di Cavalese, per tre ore
giornaliere, dal 1° luglio al 14 settembre, eccezion fatta
per le domeniche e per il giorno di Ferragosto, quando
il Palazzo rimane chiuso. Il compenso orario è stato
fissato in 19,37 Euro. In totale, circa 3.500 Euro.
AGGIORNAMENTO
ELETTORALE
Dopo l’ampia illustrazione del regolano di Moena
Candido Zanoner, il Consiglio dei Regolani ha deliberato all’unanimità di approvare le proposte di variazione dello Statuto da sottoporre quindi alla valutazione
decisiva del Comun Generale. Ne parliamo in dettaglio
nella prima parte di questo giornale. Assieme allo
Statuto, sul medesimo argomento, è stato poi variato
anche il Regolamento Elettorale, che sarà applicato in
occasione delle prossime elezioni di fine anno.
ATTREZZATURA INFORMATICA
PER IL MUSEO PINACOTECA
Come ha ricordato il regolano Albino Defrancesco,
il Museo Pinacoteca della Comunità di Fiemme comprende circa un migliaio di oggetti di interesse storicoartistico: dipinti, stampe, disegni, arredi e fotografie
antiche, oggetti etnografici e reperti archeologici.
Al fine di rispondere anche ad una specifica richiesta del Servizio Beni Culturali della Provincia
Autonoma di Trento, e in vista dell’ormai prossimo
sgombero del Palazzo, per procedere al suo atteso
restauro conservativo, è necessario provvedere
all’aggiornamento delle attuali schede cartacee, attraverso un importante processo di informatizzazione.
L’intento è quello di creare una banca dati il più
completa possibile, dapprima riferita ai beni di proprietà dell’Ente, quindi allargata a tutte le opere dei pittori di Fiemme, conservate presso altre istituzioni
museali, chiese o privati, sia in Italia che all’estero.
Per fare tutto questo, si è resa indispensabile la
disponibilità di un computer con elevata capacità di
memoria, in grado di contenere un elevato numero di
immagini ad alta risoluzione e adatto anche alla visualizzazione di immagini di alta qualità, oltre che di un
masterizzatore, di uno scanner professionale per diapositive di tutti i formati, di una stampante a colori per
consentire la riproduzione dei documenti e di una macchina fotografica digitale.
Inoltre, è emersa la necessità di disporre di un
software capace di memorizzare e catalogare le opere e
fornire l’accesso alla Pinacoteca via Internet.
Il Consiglio ha condiviso la proposta, deliberando
di provvedere all’acquisto delle attrezzature sopra citate (computer, scanner, stampante e digitale), con una
spesa prevista di 9.800 Euro, a fronte della quale è prevista la possibilità di accedere a contributo provinciale
nella misura dell’80%.
Per quanto riguarda invece il software, è stata
approvata la convenzione con la Provincia per la forni-
tura in comodato gratuito del software “Museia”, partendo dal presupposto che la volontà del Servizio
Attività Culturali è quella di mettere “in rete” tutte le
istituzioni museali trentine, fornendo un unico supporto informatico.
È stata invece rinviata ad una successiva deliberazione ogni decisione in merito all’affidamento
dell’incarico di catalogazione, aggiornamento ed
inventariazione informatica del patrimonio museale
dell’Ente.
S.I.F. LUSIA
AUTORIZZATA
AD INTERVENTI SULLE PISTE
Con voto unanime, dopo la dettagliata illustrazione
dello Scario, è stato deciso di autorizzare la Società
Impianti Funiviari Lusia di Moena per una serie di
lavori destinati all’allargamento della pista “Fiamme
Oro 2”, su terreno di proprietà della Magnifica.
Tra le prescrizioni imposte alla società moenese, la
costituzione di una fidejussione di 5.000 Euro, a garanzia della corretta esecuzione delle opere previste e il
versamento di 1.000 Euro una tantum, quale risarcimento forfettario per i lavori da eseguire, oltre al pagamento del canone annuo di concessione stabilito
dall’Ente per i circa 1000 mq. interessati.
2 LUGLIO 2002
CONFERMATO IL PATROCINIO
PER IL 56° CONCERTONE
Anche quest’anno (ne parliamo diffusamente in
un’altra parte del giornale), la prima domenica di
luglio si è tenuto a Tesero il tradizionale Concertone
delle bande fiemmesi, giunto alla cinquantaseiesima
edizione.
Nella seduta del 2 luglio, il Consiglio dei Regolani,
su proposta del regolano di Varena Albino
Defrancesco, responsabile del settore cultura, ha deliberato di confermare il patrocinio della Comunità alla
manifestazione musicale, ulteriormente valorizzata tra
l’altro dall’allestimento della mostra “Le Bande della
Comunità di Fiemme e il Legno di Risonanza”, promossa all’interno della storica Casa Iellici dal 29 giugno al 7 luglio, e da un concerto d’archi del Quartetto
Guarino, svoltosi il 3 luglio presso il Teatro Comunale
di Tesero.
Le spese previste a carico della Comunità sono state
pari a circa 5.940 Euro, oltre a 976,80 Euro per la
stampa dei manifesti e degli opuscoli informativi e a
2.025 Euro per l’organizzazione del concerto del
Quartetto Guarino.
11
CONCESSIONE
IN USO
DEL BAITO DELLE “CARBONARE”
Due Vicini di Cavalese, Sergio Fontanazzi e
Valentino Gilmozzi, hanno chiesto alla Comunità di
avere in concessione il baito delle “Carbonare”, situato
lungo la strada che porta alla zona dell’Inferno. In passato, tale manufatto era stato concesso in uso ai Vigili
del Fuoco di Cavalese, i quali, successivamente, avevano rinunciato alla concessione.
Dopo un opportuno sopralluogo, come ha spiegato
il regolano Francesco Degiampietro, è stata valutata la
possibilità di una concessione parziale, per tre quarti,
della baita, mantenendo il resto a disposizione di passanti ed escursionisti e comunque a disposizione
dell’Ente.
In questo senso ha deliberato il Consiglio dei
Regolani, fissando anche una serie di clausole: l’impegno dei concessionari al recupero, a proprie spese, del
fabbricato, con la predisposizione di un progetto preliminare di ristrutturazione, secondo le indicazioni fornite dall’Ufficio Tecnico Forestale; la predisposizione
delle domande e degli atti amministrativi necessari ad
ottenere le autorizzazioni e i nulla osta per l’esecuzione dei lavori.
Tenuto conto che non tutta la struttura è stata assegnata e che per separare le due porzioni sono necessari
alcuni interventi strutturali, con l’apertura di una porta
e la costruzione di tramezze interne, è stato deciso di
concedere gratuitamente le scandole necessarie al rifacimento del tetto.
Ogni decisione circa la durata ed il canone è stata
rinviata ad un provvedimento successivo.
ALLARGAMENTO E SISTEMAZIONE
DELLA PISTA “OLIMPIA 2”
ALL’ALPE CERMIS
Una decisione importante ha riguardato, in questa
seduta, lo sviluppo dell’area sciabile dell’Alpe Cermis.
Il Consiglio infatti ha autorizzato la Società “Funivie
Alpe Cermis SpA” ad eseguire i lavori di allargamento
e sistemazione della pista da sci “Olimpia 2”, secondo
il progetto presentato dal p.e. Ilario Arseni di Cavalese.
Il progetto aveva già ottenuto il parere favorevole di
tutte le commissioni di legge ed era quindi esecutivo,
prevedendo una considerevole serie di movimenti di
terra a carico della superficie boscata.
Complessivamente si prevedono scavi e riporti per
oltre 17.000 metri cubi e circa 1,8 ettari di bosco saranno trasformati in pista, per una lunghezza di circa 900
metri.
Lo scopo fondamentale è quello di rendere maggiormente fruibile il piano sciabile, portandolo alla larghezza media di 50 metri, rispetto ai 20-30 precedenti,
in modo da garantire così un più massiccio afflusso di
sciatori, anche in funzione della futura pista “Olimpia
12
3” che scenderà fino alla frazione di Masi. Inoltre la
larghezza minima di almeno 40 metri lungo tutto il
tracciato permetterà un domani di poter ottenere
l’omologazione internazionale FIS per eventuali competizioni agonistiche di valore mondiale.
Per quanto riguarda direttamente la Comunità, la
decisione comporta il taglio di circa 420 metri cubi di
legname in piedi. Il bosco interessato è una fustaia giovanile, di età compresa fra i 30 e i 50 anni nella parte
bassa, mentre diventa più adulto alle quote alte.
Complessivamente l’intervento comporta l’abbattimento di circa un migliaio di piante.
Il Consiglio, su suggerimento dell’Ufficio Forestale,
ha anche approvato le seguenti prescrizioni: ottenimento, da parte della società Funivie Ape Cermis, di tutte
le autorizzazione di legge, con esonero di ogni responsabilità della Magnifica; taglio, allestimento e resa alla
Piazza del Celten delle piante abbattute; pagamento di
un indennizzo “una tantum” di 30.000 Euro come
risarcimento forfettario per i lavori da eseguire; costituzione di una fidejussione di altri 30.000 Euro, a garanzia della corretta esecuzione degli stessi lavori; comunicazione all’Ufficio Forestale della data di inizio lavori, della ditta esecutrice e del direttore responsabile;
esecuzione degli interventi secondo progetto, con particolare cura per il pronto rinverdimento delle superfici
interessate e per la tutela delle piante da possibili danni
accidentali; l’estensione alla nuova superficie (18.000
metri quadrati) di pista del canone annuale stabilito dal
Consiglio per l’occupazione di terreno comunitario;
reimboschimento di un’area di due ettari a spese e cura
della Società Funivie Alpe Cermis, secondo le prescrizioni dell’Ufficio tecnico, specialmente per quanto si
riferisce al tipo di piante da impiegare; manutenzione
ordinaria e straordinaria delle strade di accesso al cantiere.
“Un sacrificio forestale” ha commentato in conclusione il relatore Francesco Degiampietro “giustificato
dal fatto che l’Alpe Cermis è ormai importante non
solo per il turismo invernale di Cavalese ma per l’intera valle di Fiemme”.
D’accordo i regolani Francesco Zanon (che ha
sugerito di fare attenzione ai rimboschimenti e di adeguare il canone di concessione delle aree), Adolf Epp,
Giorgio Zorzi, il vicescario Renzo Paluselli e lo Scario
Elvio Partel, mentre grosse perplessità ha espresso
Albino Defrancesco, preoccupato per la grossa entità
degli sbancamenti da eseguire e dei lavori da fare, con
scogliere alte fino a 7 metri e 1000 piante sacrificate.
“Auspico” ha concluso “che la Comunità non debba
mai pentirsi di questa decisione”, preannunciando il
proprio voto di astensione.
Dieci i voti favorevoli al provvedimento.
ASSUNTO
UN NUOVO AIUTO
ASSISTENTE TECNICO FORESTALE
Già nella seduta del 3 aprile, il Consiglio aveva
deliberato di approvare il bando di concorso per la
copertura, a tempo determinato, per un anno, di un
posto di aiuto assistente tecnico forestale, in possesso
della laurea in Scienze Forestali. La partecipazione è
stata notevole, con 31 domande di candidati, 20 dei
quali ammessi al colloquio, dopo le valutazioni preliminari previste dal bando. Alla fine, sono stati cinque
coloro che hanno conseguito l’idoneità. Tra essi, la
Commissione appositamente costituita ha scelto il dott.
Andrea Bertagnolli, 30 anni, nato a Cles, residente a
Fondo, con la qualifica di Aiuto Assistente Tecnico.
PIANO DI ATTUAZIONE
“COPARA” DI S. LUGANO
ALLA
La Giunta Provinciale di Bolzano ha deliberato di
approvare alcune modifiche al Piano Urbanistico del
Comune di Trodena, che interessano direttamente la
Magnifica Comunità. Riguardano in particolare la zona
di espansione per insediamenti produttivi, di proprietà
dell’Ente valligiano (9.750 metri quadrati), la zona per
attrezzature collettive sovracomunali (circa 4.000
metri quadrati) e la strada comunale di tipo A, in località “Copara”.
Di particolare importanza la prima modifica che trasforma un terreno di scarso valore agricolo-forestale in
una nuova area produttiva, con la possibilità di prevedere dai tre ai cinque lotti.
Per questo, è stato deciso di affidare all’ing. Lucio
Zeni di Tesero la stesura del Piano di Attuazione, onde
consentire l’approntamento dei lotti, con un compenso
di 11.828,78 Euro.
LAVORI
DI SISTEMAZIONE
DELLA STRADA DELLA
“LIZATA”
Il Comune di Predazzo è stato autorizzato ad eseguire i lavori di sistemazione e messa in sicurezza della
strada, in località Sottosassa, che dal ponte della
“Lizata” porta a “Maso Andreola”, dove è emersa la
necessità di effettuare una serie di lavori di bonifica e
di disgaggio, al fine di garantire il passaggio ai numerosi frequentatori delle palestre di roccia esistenti in
zona.
Il regolano di Predazzo Luca Giongo ha auspicato
la sollecita conclusione dell’intervento, vista la bellezza di un itinerario turistico particolarmente frequentato.
PROGETTO CON I COMUNI
PER UN PIANO FORESTALE
Di Piano Forestale di valle di parla ormai dal
dicembre 1999, quando il discorso era stato avviato
con apposita delibera del Consiglio dei Regolani.
Lo scopo era quello di assicurare efficaci modalità
di gestione del patrimonio silvo-pastorale di Fiemme,
mediante una collaborazione duratura con i Comuni,
omogeneizzando l’attività di utilizzo delle risorse naturali ed ambientali di proprietà comunale e comunitaria,
nella piena valorizzazione dell’ambiente e nel rispetto
di specifiche linee di intervento comuni.
Già i sindaci di Fiemme hanno confermato la disponibilità ad affiancare la proposta della Magnifica, previa la stipula di una apposita convenzione che disciplini i reciproci rapporti, compresi ovviamente quelli economici, legati alle spese che dovranno essere affrontare
per incarichi professionali, studi ed altre iniziative
similari.
Per predisporre la bozza di convenzione, è stato
deliberato di incaricare l’ex scario dott. Bruno
Sommariva, presidente della Commissione nominata a
suo tempo e che si è dichiarato disponibile.
ECOCERTIFICAZIONE AMBIENTALE
RINNOVATO L’INCARICO
ALLA SGS QUALIFOR DI OXFORD
Come ha ricordato lo Scario Elvio Partel, l’ecocertificazione delle foreste comunitarie, la cui validità è di
5 anni, è stata ottenuta il 3 settembre 1997. In vista
della sua scadenza (3 settembre 2002), l’Ufficio
Tecnico Forestale e l’Azienda Segagione Legnami si
sono attivati per il suo rinnovo, chiedendo ancora la
disponibilità dell’Ente che ha curato la certificazione
iniziale, vale a dire la SGS Qualifor di Oxford.
Visti i positivi riscontri di carattere commerciale,
oltre che di immagine, già conseguiti, il Consiglio dei
Regolani ha deliberato di rinnovare l’ecocertificazione
ambientale dei boschi ed il certificato di chayn of
custody (catena di custodia) per i prodotti della segheria, secondo lo schema del Forest Stwardship
Council, riaffidando l’incarico alla medesima società
di Oxford. Costo complessivo 9.700 Euro per la certificazione e 2.700 Euro per le quattro visite annuali di
controllo, oltre alle spese di viaggio, vitto e alloggio.
Lo Scario è stato autorizzato inoltre a presentare
alla Provincia domanda di contributo, ai sensi del
Piano di Sviluppo Rurale.
SI
ALLA MOZIONE
SULL’OSPEDALE
L’ultima delibera di questa seduta ha riguardato
l’adesione al testo della mozione precedentemente
approvata dal consiglio comunale di Cavalese, in ordine alle problematiche dell’ospedale di Fiemme e con
l’invito all’assessore provinciale competente perché
risolva in tempi brevi alcune problematiche urgenti:
l’assunzione del responsabile del Laboratorio di analisi; la copertura del posto di primario di Ostetricia e
Ginecologia e dell’organico medico dello stesso repar-
13
to; l’ampliamento del reparto di Pronto Soccorso e
Astanteria; l’individuazione di un responsabile del servizio di endoscopia; lo sviluppo del reparto di ortopedia; il completamento dell’organico del reparto di
Anestesia e Rianimazione; l’attivazione sulle 24 ore
del servizio Tac.
Unanime il consenso dei regolani, partendo dal presupposto che l’ospedale è stato costruito proprio dalla
Magnifica Comunità, negli anni Cinquanta, e che quindi rappresenta un patrimonio irrinunciabile per tutti i
Vicini di Fiemme.
31 LUGLIO 2002
NELLA
PALAZZINA EX
TELECOM
LA NUOVA SEDE PER GLI UFFICI
Come è noto (ne parliamo in altra parte del giornale) è ormai in dirittura di arrivo il discorso relativo
all’appalto dei lavori per la completa ristrutturazione
ed il restauro del Palazzo della sede, destinato ad un
suo riutilizzo per fini soprattutto museali.
Si partirà verosimilmente l’anno prossimo e a quel
punto sarà necessario aver trasferito da un’altra parte
gli uffici dell’ente.
Per questo, da parecchio tempo, il Consiglio dei
Regolani stava pensando ad una adeguata soluzione
alternativa, tenuto conto che l’intervento di restauro del
Palazzo durerà tra i sette e i dieci anni.
La scelta è avvenuta a fine luglio, quando è stato
perfezionato l’accordo con la società Confraternita di
Santa Lucia di Trento per l’acquisto della palazzina
nella quale era ospitato fino a non molto tempo fa il
posto telefonico pubblico della Telecom, nelle immediate adiacenze della Sezione Distaccata del Tribunale,
di fronte alla scuole medie, all’inizio di Viale Libertà.
La palazzina ex Telecom
14
Un edificio perfettamente in grado di rispondere alle
esigenze dell’Ente, sia per la sua dislocazione centrale
che per l’ampia disponibilità di spazi interni. L’edificio
è composto di due piani fuori terra e di un piano sottotetto di 181 metri quadrati ciascuno, oltre ad un piano
interrato di altri 125 mq. nel quale, presumibilmente,
sarà sistemato l’archivio. Complessivamente 668 metri
quadrati da utilizzare per le diverse esigenze della
Magnifica, oltre a 307 metri quadrati di parcheggi esterni, 81 dei quali coperti da una tettoia di calcestruzzo.
Costo della struttura, nella quale sarà ricavata anche
un’ampia sala riunioni, a piano terra, 903.799,57 Euro,
150.000 dei quali anticipati al momento dell’accordo
preliminare, gli altri versati contestualmente al rogito
notarile.
“Un’occasione irripetibile” la ha definita lo scario
Elvio Partel “in quanto permette di dare una degna
sistemazione agli uffici, sia amministrativi che forestali, con adeguato ricovero degli automezzi dell’Ente.
Non appena conclusi i lavori di restauro,
l’Amministrazione potrà valutare l’eventuale ritorno
degli uffici nel Palazzo storico; in questo caso, l’edificio avrà comunque mantenuto un valore elevato”.
Unanime l’approvazione della delibera da parte dei
regolani presenti.
INCARICO
DECENNALE
PER LA STIMA DEI BENI
DELLA
COMUNITÀ
Scaduto l’anno scorso, è stato confermato anche per
il prossimo decennio 2002-2011 alla società American
Appreisal Italia Srl, specializzata nel settore, l’incarico
per la stesura della perizia di stima, attraverso la quale
determinare il valore a nuovo dei beni comunitari, ai
fini assicurativi, tenendo conto degli acquisti e delle
dismissioni sia immobiliari che mobiliari.
Tale stima, nella quale sono conteggiati tutti i fabbricati della Comunità,
comprese le baite e le malghe oggetto di
ristrutturazione, è inserita in polizza
insieme alla Convenzione della
Assicurazione con Dichiarazione di
Valore ed esonera il perito della compagnia assicuratrice, in caso di sinistro,
dalla verifica del valore di preesistenza
dei beni stessi.
A parità di condizioni, l’offerta
migliore è risultata ancora quella
dell’American Appraisal Italia Srl. I
costi sono stati fissati in 1.340 Euro per
eseguire la perizia e in 400 Euro annuali
per il servizio di aggiornamento. Per
tutti i nuovi investimenti, l’onorario sarà
pari allo 0.04% del valore a nuovo degli
stessi, mentre saranno fatturate al costo
le spese di viaggio, vitto ed alloggio.
L’incarico prevede la redazione di una perizia preceduta da un’ispezione e dall’inventario dettagliato dei
beni di proprietà, eseguiti da tecnici qualificati, la
determinazione del costo di rimpiazzo dei beni suddetti, la fornitura di un servizio continuo di aggiornamento, con ispezione annuale, e, in caso di sinistro, la fornitura del valore aggiornato dei beni inventariati nella
precedente stima ed oggetto di sinistro, relativamente
al fabbricato interessato. Inoltre è stata concordata la
disponibilità, previo onorario da definire, ad assistere
l’ente per la prova dei danni subiti, anche come periti
di parte.
OPERAI
AGRICOLI FORESTALI:
RINNOVATO IL CONTRATTO
PER LA PARTE ECONOMICA
Il contratto collettivo aziendale di lavoro degli operai forestali, attualmente in vigore per il quadriennio
2000-2003, prevede la validità biennale della parte
economica, per cui la stessa ha dovuto essere ridefinita
alla scadenza del primo biennio.
Dopo numerosi incontri con la rappresentanza sindacale, si è arrivati alla proposta conclusiva, accettata
dalle parti e che prevede un aumento del 6% annuo
sulla paga base e sulle indennità comunitarie, di funzione, presenza e trasporto, diviso in due tanches eguali del 3% all’anno, a decorrere dal 1° gennaio 2002 e
dal 1° gennaio 2003.
Gli oneri per l’Azienda sono pari, nel 2002, a
12.606 Euro per gli operai a tempo indeterminato ed a
3.220 Euro per quelli a tempo determinato, costi
comunque già considerati nel budget previsionale
dell’Azienda.
Lo scario è stato autorizzato a sottoscrivere il verbale di accordo.
FESTA
abilità tecnica che vedranno protagonisti i boscaioli di
Fiemme, sono previste anche alcune manifestazioni
collaterali, destinate a far conoscere il bosco e le attività che ad esso sono legate.
Il Consiglio dei Regolani ha deliberato di assumere
a carico dell’Ente la spesa presunta di 2.750 Euro per
far fronte alle spese di organizzazione.
NUOVE
MACCHINE PER UFFICIO
ED ATTREZZATURA INFORMATICA
A seguito della costituzione della “Magnifica
Comunità di Fiemme Azienda Segagione Legnami
SpA”, è stato necessario ripartire il personale amministrativo in base all’effettivo lavoro svolto, predisponendo tra l’altro un nuovo posto di lavoro a Cavalese e
dotandolo della indispensabile attrezzatura informatica.
Con l’occasione, il Consiglio dei Regolani ha inoltre
deciso di ampliare la dotazione hardware dell’Ufficio
Tecnico Forestale, per oggettive esigenze di funzionamento, e di sostituire l’attuale fotocopiatrice e l’apparecchio fax installati negli uffici.
La spesa deliberata è stata complessivamente pari a
12.292,33 Euro.
DIMISSIONI
IN SEGHERIA
A partire dallo scorso 7 agosto, il dott. Michele
Dezulian, impiegato presso la segheria, ha lasciato
l’incarico, dopo che, un mese prima, aveva presentato
le proprie dimissioni.
Lo scario Elvio Partel, rammaricato per tale decisione, ha espresso a Dezulian il ringraziamento
dell’Ente per il lavoro svolto in questi anni, oltre che
per la disponibilità, la competenza e le doti umane che
ne hanno sempre accompagnato l’attività.
DEL BOSCAIOLO
DOMENICA
1°
SETTEMBRE
Come sempre, la Comunità ha
garantito anche per quest’anno il
proprio patrocinio alla tradizionale
Festa del Boscaiolo, in programma
a Molina di Fiemme domenica 1°
settembre. La manifestazione sarà
organizzata
dal
Comitato
Manifestazioni Locali di Molina, in
collaborazione con la Magnifica, il
Comune di Castello-Molina,
l’Amministrazione Provinciale delle
Foreste Demaniali, i Servizi
Forestali Provinciali e l’Azienda
Agricola Forestale del Baron
Longo.
Accanto alla consuete gare di
15
AL LAVORO IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELLA NUOVA SOCIETÀ PER AZIONI
PROGETTI INDICAZIONI E PROPOSTE
PER RILANCIARE LA SEGHERIA
Come si ricorderà (me abbiamo parlato diffusamente nel nostro numero di aprile), il 4 dicembre scorso il
Comun Generale ha deliberato di costituire una nuova
società per azioni denominata “MAGNIFICA
COMUNITÀ DI FIEMME AZIENDA SEGAGIONE
LEGNAMI”.
Nella stessa serata, è stato costituito anche il nuovo
Consiglio di Amministrazione, composto da Elvio
Partel, Scario della Comunità, Giorgio Zorzi, in rappresentanza del Consiglio dei Regolani, Clemente
Deflorian, designato dal Comun Generale, Antonio
Frattari, ordinario di architettura tecnica ed architettura
del legno presso la Facoltà di Ingegneria
dell’Università di Trento, e Fabio Giacomelli, presidente del Consorzio Bim Adige di Trento, questi ultimi
due come esperti esterni.
Il nuovo consiglio si è messo subito al lavoro, riunendosi a scadenze regolari per analizzare le varie problematiche che devono essere approfondite.
Tra le principali, è stato deciso di provvedere alla
assunzione di un nuovo funzionario, chiamato a seguire la produzione, i costi di produzione, i tempi e
16
quant’altro, e, nel contempo, anche ad essere propositivo nelle scelte, in grado di portare al consiglio nuove
idee e nuove proposte di gestione aziendale.
È stato inoltre predisposto un calendario fieristico,
con tutte le modalità di partecipazione, puntando a
selezionare una serie di appuntamenti mirati e qualificati.
Ovviamente è ancora presto per entrare nel merito
specifico di progetti da adottare per il futuro. Si sta cercando comunque di individuare nuovi prodotti sui
quali puntare in futuro per rilanciare l’azienda. “Le
idee” conferma lo Scario “sicuramente non mancano
e, dagli incontri fatti, sono già emerse anche delle
indicazioni molto concrete che hanno come obbiettivo
primario la valorizzazione del nostro prodotto. Il mercato attuale è particolarmente volubile e quindi bisogna muoversi con cautela e ponderazione”.
Da sottolineare infine che sono state risolte le problematiche riguardanti il distacco della società per
azioni dall’ente istituzionale, in modo particolare per
quel che concerne il personale.
UN’OPERA DESTINATA A CAMBIARE LA STORIA DEL MONUMENTO
RESTAURO DEL PALAZZO
ORMAI PROSSIMO L’APPALTO
Lo scorso 28 giugno 2002, il Servizio Beni Culturali della Provincia Autonoma
di Trento ha approvato il progetto definitivo, rilasciando l’ultima autorizzazione.
Entro novembre, la Comunità attende l’ammissione ufficiale al finanziamento,
assicurato da tempo, per procedere quindi all’assegnazione dei lavori.
Dopo anni di attese, progettazioni, verifiche,
controlli, analisi tecniche e previsioni finanziarie,
sembra che il lunghissimo iter di preparazione sia
finalmente completato e che, per lo storico, cinquecentesco Palazzo della Sede, si possa incominciare a
pensare all’appalto dei lavori di restauro.
Un impegno considerevole, sotto tutti i profili.
Un intervento lungo, dai sette ai dieci anni. Un’opera
destinata a cambiare volto all’edificio, pur mantenendone le caratteristiche tradizionali e le straordinarie peculiarità.
Lo scorso 28 giugno 2002, il Servizio Beni
Culturali della Provincia ha provveduto ad approvare
il progetto definitivo e a staccare l’ultima autorizzazione, dopo che, in primavera, la Provincia aveva
chiesto ulteriori indagini statiche e strutturali
sull’edificio, deliberate dal Consiglio dei Regolani
nella seduta del 23 aprile ed affidate alla ditta specializzata 4 Emme Service Spa di Bolzano. Prove sui
muri, prove dinamiche, prove di carico, prove di
monitoraggio sulla trave di copertura della sala del
consesso, una analisi endoscopica dei muri ed
un’altra, tramite georadar, dei due cortili, allo scopo
di rilevare eventuali cavità o l’intrusione di elementi
diversi, fino ad una profondità di 3 metri. Il tutto per
un costo di 38.800 Euro.
Ora si sta dunque per affrontare la fase finale.
Entro novembre, ottemperate le ultime prescrizioni,
e dopo la predisposizione del computo metrico definitivo, ci sarà l’ammissione ufficiale al finanziamento, che i rappresentanti politici provinciali hanno già
promesso, in via informale, da molto tempo. A questo punto, si potrà procedere all’appalto, seguendo le
procedure previste a livello europeo. Se tutto andrà
per il meglio, senza intoppi o sorprese, i lavori
dovrebbero poter iniziare nella primavera del 2003,
con un costo complessivo di circa 10.329.000 Euro,
pari a 20 miliardi delle vecchie lire.
17
PATROCINATO DAL COMITATO NELL’ANNO DELLE MONTAGNE
PRESTIGIOSO RICONOSCIMENTO PER IL DIRETTORE DELLA SEGHERIA DI ZIANO
VERSO IL LAGO DI CECE
UN SENTIERO PER TUTTI
ALDO ZORZI PRESIDENTE DI ASSOLEGNO
“AssoLegno si rinnova, come il bosco”
Come noto, negli anni scorsi, grazie
all’Azione 12 finalizzata all’occupazione di soggetti in condizioni particolari, la Magnifica Comunità ha provveduto a sistemare e riadattare il sentiero
per il Lago di Cece, rendendolo percorribile a tutte le categorie di persone,
in particolare anziani, bambini e disabili.
Attualmente si sta provvedendo alle
ultime rifiniture con la messa in opera
delle panchine e dei cartelli informativi; nei prossimi giorni è inoltre prevista la ristrutturazione della baita in
prossimità del lago, secondo una tipologia costruttiva rispettosa dell’originaria tipologia.
Il lavoro finora fatto dalla
Magnifica ha suscitato l’interesse e l’apprezzamento da
parte di molte persone; in particolare si è ulteriormente
rafforzato il legame con l’Associazione SportAbili che
ha collaborato nella fase di stesura e realizzazione di
questo particolare progetto e che adesso può finalmente mettere a disposizione dei propri utenti un suggestivo sentiero in quota che offre scenari di particolare bellezza e naturalità.
Nei mesi scorsi, il progetto per il sentiero di Cece
ha ottenuto anche il patrocinio da parte del Comitato
per il “2002 Anno Internazionale delle Montagne”.
Una volta terminati i lavori è intenzione
dell’Amministrazione pubblicizzare l’iniziativa attra-
AssoLegno è l’Associazione Nazionale Industrie
Forestali e Lavorazioni Legno che, nel contesto di
Federlegno-Arredo, raggruppa tutti quei settori imprenditoriali che si riconoscono partecipi alla prima lavorazione del legno, materiale nobile ed antico, che rimane
culturalmente tradizionale, ma la cui industria di trasformazione utilizza le metodiche più evolute e moderne, sia per la qualità tecnologica che per la gestione ed
organizzazione del lavoro.
Le imprese aderenti ad AssoLegno operano in differenti comparti: Lavorazioni Forestali, Segati di
Latifoglie e Tropicali, Segati di Conifere, Imballaggi
Industriali, Imballaggi Ortofrutticoli, Pallet, Riparatori
Pallet, Sughero, Trattamento Chimico del Legno,
Traverse Impregnate.
Di importanza fondamentale sono le direttrici volte
a promuovere il corretto uso del legno, quale insostituibile materia prima per molteplici usi, ed altrettanto
fondamentali sono le azioni che nascono nel contesto
delle rilevanti modifiche che sono in atto a livello mondiale, nel commercio e nella produzione di legno e
nella ricerca di altre fonti che diverranno presto alternative alle consuete fonti di approvvigionamento.
L’impegno del consiglio direttivo di AssoLegno, ed
in particolare del suo presidente Gianfranco Mainardi,
ha portato l’associazione ad un importante ruolo nel
mondo, sia a livello nazionale sia a livello internazionale (si pensi alla prima Presidenza italiana nella FEFPEB del dr. Maurizio Ciani ed all’adesione all’EPAL).
Nello stesso tempo è cresciuto il ruolo anche
verso le forme più idonee, mettendola a disposizione
dei potenziali utenti, che si possono così avvicinare
alla natura ed al bosco in modo rispettoso.
dott. Stefano Cattoi
all’interno della Federazione, passando da 253 aziende
nel 1997 a 314 a fine maggio 2002, fino ad essere tra le
associazioni promotrici del Progetto Legno, progetto
approvato all’unanimità da Federlegno-Arredo.
Il successore di Gianfranco Mainardi, eletto all’unanimità e per acclamazione, è Aldo Zorzi, direttore
dell'Azienda Segagione Legnami della Magnifica
Comunità di Fiemme.
“Vi ringrazio” ha dichiarato il neo presidente, dopo
la sua elezione “per la fiducia che mi avete dato, che
fin da subito dovrà essere ripagata con un attento
lavoro a favore del mondo del legno.
È veramente un onore (oltre che un onere sicuramente) succedere a Gianfranco Mainardi e, ancora
prima di lui, a uomini come Paolo Corà, primo
Presidente di AssoLegno, al compianto Luigi
Santovetti e all’amico Luigi Morucci.
Con loro ho vissuto numerosi convegni interprovinciali e nazionali del Gruppo Segati Conifere di
AssoLegno. Sono comunque sicuro che con i colleghi
del Consiglio Direttivo il lavoro di squadra non mancherà sicuramente.
Fra le priorità del mio mandato ci sarà indubbiamente quella di dare al legno un ruolo di primo piano
in questa Federazione”.
Il neo Presidente Aldo Zorzi sarà supportato dal
seguente Consiglio Direttivo: Michele Ballardini
(Vicepresidente), Sandro Morucci (Vicepresidente),
Gianfranco Mainardi (Past President), Luigi Morucci
(Past President), Paolo Bortolotti, Paolo Ninatti,
Francesco Sotgia, Andrea Acanfora,
Maurizio Ciani, Nicola Semeraro,
Ettore Durbiano, Ciro Messina, Fausto
Crema.
A.L.
In alto, il lago di Cece; sopra, due immagini del nuovo sentiero
18
Il passaggio delle consegne
fra Gianfranco Mainardi (a destra)
e Aldo Zorzi
19
PREZIOSA COLLABORAZIONE TRA COMUNITÀ E MUSEO CIVICO DI ROVERETO
CRONACHE
COMUNITARIE
UN’INDAGINE SULLA FLORA
PER CONOSCERLA E TUTELARLA
La conservazione e valorizzazione del grande patrimonio naturale della Magnifica Comunità di Fiemme
non può prescindere da una costante verifica ed aggiornamento delle conoscenze e dell’evoluzione ad esse
collegata.
In questo quadro, recentemente, l’Amministrazione
della magnifica Comunità ha commissionato al Museo
Civico di Rovereto, segnatamente al dr. Filippo
Prosser, noto botanico, un’indagine sulla flora esistente
all’interno del proprio patrimonio fondiario, con
l’obbiettivo di conoscere quanto esiste e mettere in atto
eventuali azioni future di tutela e/o valorizzazione di
determinati siti.
La scelta rappresenta anche un messaggio culturale
importante che la Comunità vuole trasmettere
nell’anno internazionale delle montagne, nei confronti
delle problematiche legate al rispetto del delicato
ambiente in cui viviamo.
Per questo, lo studio non è finalizzato ad una raccolta di nomi e località da tenere in un cassetto, ma è
intenzione dell’amministrazione provvedere alla stampa di una pubblicazione divulgativa, il cui target di
indirizzo saranno soprattutto gli istituti scolastici e
museali.
L’opuscolo potrà essere corredato da una serie di
fotografie e/o disegni rappresentativi per facilitarne la
comprensione. Assieme ad esso potranno trovare spazio anche notizie generali sul territorio e la sua evoluzione e sulle modalità migliori di conservazione e
miglioramento.
La natura e la montagna dovrebbero quindi essere
rappresentate nel loro aspetto dinamico nel quale
l’uomo è un elemento importante e cosciente che il suo
ruolo ed eventuali azioni che la scienza e la tecnica
attuale consentono, possono risultare molto invasive e
compromettere delicati equilibri che nelle peggiori
delle ipotesi possono impiegare secoli per riformarsi o
addirittura non instaurarsi più.
Il dr. Prosser ha già compiuto una buona analisi del
territorio della valle ed ha compilato un primo elenco
di specie presenti; nel corso dei mesi estivi è prevista
un’ulteriore verifica con sopralluoghi e ricerche mirate
in alcune zone specifiche.
L’intenzione dell’Amministrazione è di arrivare,
prima della fine dell’anno, alla stampa della pubblicazione.
In occasione della riunione annuale sui funghi, da
parte dei rappresentanti delle Amministrazioni
Comunali presenti, era stata formulata una disponibilità a collaborare nella predisposizione e stampa della
pubblicazione, utilizzando parte dei proventi derivanti
dalla vendita dei permessi di raccolta funghi.
Nei mesi scorsi, questo progetto di studio e catalogazione della flora ha ottenuto anche il patrocinio da
parte del Comitato per il “2002 Anno Internazionale
delle Montagne”, aggiungendo ulteriore significato e
prestigio a questa nuova iniziativa attivata
dall’Amministrazione della Magnifica.
CHRISTIAN ZORZI
ATLETA DELL’ANNO
In apertura della seduta del 28 maggio, prima di
dare il via ai lavori del Comun Generale, la Magnifica
Comunità di Fiemme ha voluto consegnare ad un suo
Vicino particolarmente importante il premio di “Atleta
dell’anno”.
Un riconoscimento particolarmente meritato per
questo fondista, nato a Moena, portacolori del G.S.
Fiamme Gialle di Predazzo, che, negli ultimi anni
soprattutto, ha colto una serie impressionante di risultati prestigiosi. Ricordiamo, tra gli altri, l’argento ai
Mondiali di Lahti 2001 nella prova sprint (quella che
gli è più congeniale) e le due medaglie (argento in staffetta, bronzo nella sprint) conquistate l’inverno scorso
a Salt Lake City, durante le ultime Olimpiadi Invernali
americane.
A Christian, lo scario Elvio Partel ha consegnato
uno splendido quadro con dedica, il classico stemma in
legno dell’Ente ed il premio in denaro di 500 Euro.
Visibilmente emozionato, Zorzi si è detto “onorato
di questo riconoscimento. So” ha aggiunto “di aver
fatto qualche cosa di importante non solo per me ma
anche per la Magnifica Comunità, alla quale mi sento
profondamente legato”.
Da parte di tutti i presenti, con un applauso convinto, l’augurio che il fondista moenese, diventato ormai
l’uomo di punta della nazionale italiana di fondo, possa
ulteriormente migliorare il suo palmares, in occasione
dei prossimi Mondiali di Fiemme 2003.
S.C.
26 MAGGIO 2002: 54° CONVEGNO DISTRETTUALE
DEI VIGILI DEL FUOCO DI FIEMME
Fiori di montagna
in esposizione
a Cavalese durante
la scorsa primavera
20
Una giornata splendida, sotto tutti i punti di vista,
domenica 26 maggio a Molina di Fiemme, dove, in
località Lido, si è svolto il 54° Convegno Distrettuale
dei Vigili del Fuoco della valle di Fiemme, organizzato
dal Corpo Volontario di Molina, con il coordinamento
del comandante Tiziano Senettin, la supervisione
dell’ispettore distrettuale Sergio Dagostin e con il
patrocinio della Magnifica Comunità.
Oltre 300 pompieri, con una sessantina di mezzi,
hanno dato vita alla manifestazione, in una mattinata di
sole e di caldo, che fortunatamente è seguita alla pioggia battente della vigilia.
Ben tredici i Corpi Volontari presenti, da Moena a
Trodena e Capriana. Si sono ritrovati a Predaia, da
dove, alle 8, è partito il grande corteo che ha portato
tutti, assieme alle autorità e alle persone intervenute,
fino alla zona delle manovre, con una piccola sosta
davanti al monumento dei caduti, dove è stata deposta
una corona di alloro, proprio mentre il prolungato
suono della sirena del paese sottolineava questo particolare momento di preghiera, nel ricordo di chi non c’è
più.
Alle 9, padre Angelico ha celebrato la messa,
accompagnata dalle note della banda sociale di Molina,
dopodichè sono seguiti i primi interventi ufficiali delle
autorità.
21
“La comunità di Molina”
ha detto il sindaco prof.
Adriano Bazzanella “e con
essa quella dell’intero Comune
è sempre orgogliosa di poter
ospitare manifestazioni a respiro sovracomunale. Il volontariato a Molina poi (16 gruppi
ufficialmente costituiti, oltre a
diversi gruppi spontanei) è lo
specchio del più vasto mondo
del volontariato fiemmese e si
dimostra sempre pronto, disponibile, vera fucina di idee e di
iniziative.
Credo sia superfluo sottolineare l’utilità di manifestazioni
come quella che stiamo vivendo oggi: momento di incontro
tra i Vigili, di scambio di opinioni e di esperienze, dimostra- Una delle manovre
zione pratica di tecniche di
intervento, sulle quali i singoli Corpi si vanno continuamente esercitando e specializzando; occasione per
farsi conoscere, per dimostrare l’abilità raggiunta,
rendere visibili le dotazioni di mezzi ed attrezzature,
sempre più sofisticate, di cui i singoli corpi vengono
dotati. Una realtà, quella dei Vigili, piena di vitalità e
che non lascia trasparire crisi. Tuttavia” ha aggiunto il
sindaco “come responsabili pubblici, e mi rivolgo ai
colleghi sindaci, ai responsabili provinciali e di distret-
Lo Scario appunta la medaglia d’oro della Comunità sulla
bandiera del Distretto
22
vere emozioni, dettate dall’alto livello di preparazione
confermato da tutti i vigili, pronti a far fronte con rapidità e prontezza anche alle situazioni più difficili.
Un programma da applausi a scena aperta, del resto
non lesinati da parte del folto pubblico presente al convegno.
Per l’occasione, era ovviamente tutto simulato, ma
l’importanza della presenza dei pompieri di Fiemme è
stata ribadita dai dati ufficiali del 2001: 827 interventi
e 20.469 ore di lavoro e di disponibilità, per incendi,
pronto intervento, operazioni di soccorso, prevenzione,
addestramento.
Poco dopo mezzogiorno, è iniziata la parte finale
della giornata, con gli interventi del presidente del
Comprensorio di Fiemme Gianni Delladio, del consigliere provinciale Mauro Delladio, dell’ispettore
distrettuale Dagostin e dello Scario della Comunità
Elvio Partel. Da parte di tutti, la soddisfazione per
l’impegno e la professionalità dimostrati dai protagonisti. La manifestazione si è conclusa con il pranzo offerto dalla Comunità presso gli alberghi di Molina.
to e ai comandanti dei vari Corpi, una riflessione dobbiamo incominciare a farla, a fronte delle difficoltà
operative in cui incominciano a trovarsi le realtà più
piccole, difficoltà dettate soprattutto dalla carenza di
volontari, che possano garantire in loco una presenza
continua. Un invito quindi” ha concluso Bazzanella
“mi sento in dovere di rivolgere ai giovani dei nostri
paesi, perché con la loro adesione ed il loro impegno
personale, rinunciando a volte ad alternative forse più
allettanti, possano contribuire a perpetuare nel futuro
questo patrimonio, invidiatoci da molte altre realtà”.
Subito dopo, il comandante Senettin, dichiarando
ufficialmente aperto il convegno, ha ribadito come
“molti, in questi 54 anni di convegni e in più di un
secolo di vita dei vigili del fuoco volontari di Fiemme,
sono stati coloro che hanno sentito il dovere ed avuto
l’onore di servire la comunità, per la difesa della sicurezza del nostro territorio. Il convegno” ha poi ricordato “è l’occasione per dimostrare la nostra preparazione e la capacità che abbiamo di utilizzare mezzi ed
attrezzature anche molto costose, anche se dalla nostra
preparazione può dipendere la vita del prossimo”.
Senettin ha salutato con particolare calore anche
una delegazione dei pompieri di Mantova, ospite
d’onore della giornata e salita a Molina con uno storico
mezzo in esposizione presso la Galleria del Palazzo
Ducale dei Gonzaga.
Parole di compiacimento sono state quindi espresse
dal presidente della Federazione Provinciale Sergio
Cappelletti.
La manifestazione è entrata nel vivo con la spettacolare serie di esercitazioni proposte dai singoli corpi.
Dalle più semplici alle più complesse (scale italiane e a
gancio, incendio industriale simulato, incidente domestico, incendio boschivo, incidente stradale, ventaglio
con le scale, stendimento delle manichette, la simulazione di un pronto intervento di fronte all'emergenza
provocata dal gas nervino), è stato un susseguirsi di
I CORPI PRESENTI
Hanno partecipato al 54° Convegno i Corpi
volontari di Moena (comandante Mirco
Chiocchetti), Predazzo (Mauro Morandini), Ziano
(Fabio Partel), Panchià (Luca Braito), Tesero (Ciro
Doliana), Cavalese (Stefano Sandri), Carano (Edi
Niederleimbacher), Daiano (Marcello Ceol), Varena
(Graziano Bonelli), Castello (Luigi Bonelli), Molina
(Tiziano Semettin), Trodena (Robert Melnicenko) e
Capriana (Adriano Zanin).
LE PREMIAZIONI
Numerosi i riconoscimenti consegnati al termine
della manifestazione. Innanzitutto lo Scario Partel
ha appuntato la medaglia d’oro della Comunità
sulla bandiera del distretto fiemmese, la quale è poi
stata consegnata dai pompieri di Molina alla delegazione di Moena, paese dove si svolgerà il 55°
Convegno nel 2003.
Lo stesso Scario ha inoltre premiato con la targa
dell’Ente valligiano Ennio Corradini di Carano per
i suoi 30 anni di servizio.
A tutti i Corpi del Distretto, Tiziano Senettin ha
fatto omaggio del gagliardetto ricordo di questa
giornata.
Infine, Sergio Dagostin (a sua volta premiato per
lo stesso motivo dal presidente del Comprensorio)
ha consegnato il diploma e la Fiamma d’Argento
per 35 anni di servizio a Giovanni Boninsegna e
Mario Longo di Predazzo, Luigi Bozzetta di
Daiano, Tobia Canal e Mario Trettel di Tesero,
Eugenio Cristellon di Ziano, Luigi Delvai di
Carano, Vittorio Depellegrin e Matteo Rizzoli di
Cavalese, Bruno Gianmoena e Alfredo Vanzo di
Varena.
7 LUGLIO 2002 : 56° CONCERTONE
DELLE BANDE FIEMMESI
È stata la banda sociale “Erminio Deflorian” di
Tesero, presieduta da Lauro Ventura e diretta dal maestro Carlo Deflorian, ad organizzare quest’anno il tradizionale Concertone delle bande fiemmesi, giunto alla
cinquantaseiesima edizione.
Una giornata splendida, sia dal punto di vista
meteorologico che per quanto riguarda il successo
della manifestazione, che ha visto raccolte a Tesero le
sei bande comprese nel nesso comunitario, Moena,
Predazzo, Tesero, Cavalese, Molina e Trodena. Di
rilievo anche la partecipazione delle delegazioni ufficiali delle bande di Vigo di Fassa e Pozza di Fassa,
appositamente ed opportunamente invitate.
Per l’edizione 2002, presentata da Mario Felicetti,
c’è stato un radicale cambio di impostazione. Non più
il raduno al mattino, con il concerto d’assieme, e quindi le esecuzioni delle singole bande nel pomeriggio,
ma un ritorno all’antico, con una grande manifestazione in mattinata e tutte le bande schierate in Piazza C.
Battisti ad interpretare dieci brani in comune e ad offrire al folto pubblico presente uno spettacolare colpo
d’occhio ed una straordinaria dimostrazione di effi-
cienza.
La scelta, condivisa da tutti i corpi bandistici, si è
rivelata vincente.
Le bande, distanziate tra di loro per non disturbarsi
a vicenda sotto il profilo musicale, sono partite in corteo dal piazzale delle scuole elementari, dove erano fissati il ritrovo e l’aperitivo di accoglienza, percorrendo
Via Fia, Via Cavada e Via IV Novembre per raggiungere quindi la piazza principale, precedute dai gonfaloni
del Comune di Tesero e della Magnifica Comunità di
Fiemme.
Ha aperto la sfilata la banda di Predazzo (presidente Italo Craffonara, direttore il maestro Fiorenzo
Brigadoi), seguita da quelle di Molina (presidente
Mauro Bontempelli, maestro Valerio Dondio), di
Moena (presidente Maurizio Boninsegna, maestro
Paolo Chiocchetti), di Trodena (presidente Manfred
Sanin, maestro Michael Stuppner), di Cavalese (presidente Raffaele Vanzo, maestro Ezio Vinante) e di
Tesero (presidente Lauro Ventura, maestro Carlo
Deflorian), mentre, prima del complesso bandistico di
casa, erano schierate le numerose autorità intervenute,
23
lo Scario, i Regolani, sindaci, amministratori comunali,
ospiti ed invitati.
Dopo la sistemazione dei bandisti per sezioni, sono
iniziate le esecuzioni d’assieme, dirette a turno dai vari
maestri.
I brani proposti sono stati i seguenti: “Inno al
Trentino”, “Mein Heimatland”, “Tournai Forever”,
“Serenata”, “Pleasure Vor Band”, “Adagio veneziano”,
“Pomp and circumstance”, “Evening song”, “In val di
Fiemme” e infine l’ “Inno di Mameli”.
Tra i vari brani, ci sono stati anche i saluti ufficiali
del presidente Ventura, del vicesindaco di Tesero
Giuseppe Deflorian, di Valentino Proietti, che rappresentava la Federazione Provinciale dei Corpi
Bandistici del Trentino, infine dello Scario Elvio
Partel, che ha consegnato le targhe dell’Ente valligiano a tutte le bande, mentre Lauro Ventura ha provveduto a sua volta a premiare le stesse bande con la targa
ricordo della manifestazione.
Quest’ultima è proseguita a
Stava con il pranzo offerto dalla
Comunità ai convenuti presso il
nuovissimo Centro Polivalente,
approntato appena in tempo da
parte dell’amministrazione comunale.
LE PREMIAZIONI
Nel pomeriggio, sempre a
Stava, sono stati consegnati i riconoscimenti previsti per i bandisti
più fedeli.
La Comunità, tramite lo Scario,
ha consegnato la targa per i 30 anni
di servizio a Luciano Mochen di
Moena, mentre numerosi sono stati
24
i premiati da parte
della Federazione.
Questi i loro
nomi:
MOENA: per 50
anni di anzianità
V a l e r i a n o
Sommavilla (spilla
d’oro e diploma).
PREDAZZO:
per 10 anni di anzianità
(medaglia
d’argento) Renzo
Dezulian
e
Gianantonio
Bettega; per 20 anni
(medaglia d’oro)
Sonia Dellantonio e
Bruno Felicetti.
TESERO: per 10
anni di anzianità
(medaglia d’argento)
Paolo Defrancesco, Antonio Iellici, Guido Longo,
Roberto Monsorno, Diego Trettel, Nicola Ventura,
Michele Vinante, Igor Zeni, Mich Severiano; per 20
anni di servizio (medaglia d’oro) Licia Doliana,
Vittoria Deflorian, Silvana Volcan, Luca Deflorian,
Marco Zanon, Ettore Zeni, Federico Zeni,
Gianfranco Zorzi; per 30 anni di anzianità (spilla
d’oro) Saverio Delladio, Vinicio Mattioli e Renato
Zanon.
CAVALESE: per dieci anni di anzianità (medaglia
d’argento) Giulia Barretta, Satish Mich e Paolo
Rizzoli; per 20 anni (medaglia d’oro) Federico Politi e
Raffaele Vanzo.
Una targa del Concertone è stata anche consegnata
alla folta delegazione brasiliana di Timbò, ospite
della banda di Cavalese che a sua volta l’anno scorso
era andata in trasferta in Brasile, avviando un bellissimo rapporto di amicizia con il gruppo bandistico sudamericano.
DUE CONCERTI D’ECCEZIONE
Il 56° Concertone di
Fiemme ha registrato
anche due presenze musicali prestigiose, a fare da
splendido
contorno
all’appuntamento bandistico più atteso dell’anno.
Nella serata di mercoledì 3 luglio, anticipando
la festa di domenica, si è
esibito, presso il teatro
comunale di Tesero, il
Quartetto Guarino di
Trento, protagonista di
un bellissimo concerto
d’archi promosso dalla
Comunità all’interno
dell’Estate Musicale di
Fiemme.
Impeccabili le esecuzioni di Giancarlo
Guarino, primo violino, Il Quartetto Guarino
Luca Martini, secondo
violino,
Maura
Bruschetti, viola, e Stefano Guarino, violoncello.
Hanno interpretato musiche di Wolfgang Amedeus
Mozart e Antonin Dvorak, utilizzando anche gli strumenti di proprietà della Magnifica, la cui efficacia è
stata giudicata ottima, anche se sarebbe opportuno, ha
detto Giancarlo Guarino, docente di musica da camera
all’Università di Trento, usarli più spesso, in modo da
garantirne sempre la resa qualitativa migliore.
Al termine del concerto, lo Scario Partel si è complimentato con gli artisti, facendo loro dono di una
pubblicazione sulla storia dell’Ente valligiano, con un
omaggio floreale a Maura Bruschetti e con l’invito a
tornare in valle per altri appuntamenti musicali futuri.
Domenica pomeriggio 7 luglio, presso il Centro
Polifunzionale di Stava, i bandisti e gli ospiti intervenuti alla rassegna delle bande fiemmesi hanno potuto
seguire un secondo concerto di straordinaria intensità.
Ne sono stati interpreti applauditissimi i cinque componenti del Gomalan Brass Quintett, che hanno proposto in maniera travolgente brani celebri di Giuseppe
Verdi, Johann Sebastian Bach, Astor Piazzolla,
Domenico Modugno, Manuel Rodriguez e autori internazionali vari, per concludere
con “Molina”, composizione
del maestro Valerio Dondio,
scritta in occasione del centenario di fondazione della
banda di questo paese.
Del quintetto fa parte anche
Marco Braito, originario di
Molina, prima tromba del
Maggio Musicale Fiorentino.
Gli altri componenti erano
Marco Pierobon di Bolzano
alla tromba, Nilo Caracristi
di Gardolo al corno, Fabiano
Fiorenzani di Roma al trombone ed Oswald Prader di
Bressanone alla tuba.
Il Gomalan Brass Quintett.
In primo piano a sinistra
Marco Braito di Molina
25
INSTALLATA E FUNZIONANTE DALLA FINE DELL’ESTATE 2001
MOSTRA PRESSO CASA IELLICI
INAUGURATO UFFICIALMENTE
IL NUOVO APPARECCHIO TAC
Anche questa è stata una novità di quest’anno,
legata ad una magnifica esposizione di materiali
d’epoca, manifesti, strumenti musicali, costumi,
depliant, allestita dalla Banda di Tesero all’interno
delle storiche sale di casa Iellici, ormai diventata da
anni il riferimento per eccellenza di ogni manifestazione culturale.
La mostra si intitolava “LE BANDE DELLA
COMUNITÀ DI FIEMME E IL LEGNO DI RISONANZA” ed è rimasta aperta al pubblico dal 29 giugno al 7 luglio, ottendo un grandissimo successo
L’iniziativa va sicuramente riproposta anche nei
prossimi anni.
RECUPERATI I BAITI DI POZZIL E DEI MANDRICIATI
Sabato 13 luglio è stata
festa grande a Moena, dove
ha avuto svolgimento la
inaugurazione ufficiale dei
baiti di “Pozzil” e dei
“Mandriciati”, oggetto di
un radicale intervento di
recupero e di manutenzione ambientale, postato a
termine l’anno scorso e
del quale abbiamo diffusamente parlato nel numero
di dicembre del nostro
giornale.
All’incontro sono intervenuti lo Scario Elvio
Partel ed altri sei regolani,
assieme alle autorità comunali, con l’assessore alle
foreste Fabrizio Weber,
agli operai e ai volontari
che hanno portato a termine i lavori e ad una cinquantina di “vicini”. Tra
questi ultimi, anche i
discendenti della famiglia
Sommariva, che un tempo
portava il bestiame a
pascolare proprio in questa
zona.
La festa è iniziata a
Pozzil, dove è stato preparato il pranzo all’aperto, ed
è quindi continuata ai
Mandriciati nel pomeriggio.
26
Nel pomeriggio di venerdì 19 luglio, presso l’ospedale di Fiemme è stato inaugurato ufficialmente il
nuovo Tomografo Assiale Computerizzato (TAC), già
installato alla fine dell’estate 2001 e sottoposto in
seguito ad un accurato periodo di rodaggio.
La preparazione della strumentazione e degli addetti è terminata alla fine dell’anno scorso, Si tratta di una
apparecchiatura di particolare efficienza, che consente
di effettuare un gran numero di esami in breve tempo.
L’acquisto dello strumento è stata una delle iniziative attivate dall’Azienda Sanitaria per potenziare l’attività del nosocomio, al centro, in questi ultimi mesi, di
una particolare attenzione da parte delle forze politiche
locali, sfociata con la nota mozione approvata dal consiglio comunale di Cavalese e condivisa, con atto ufficiale di consenso, anche da parte del Consiglio dei
Regolani della Comunità.
Oggi dunque, anche a Cavalese si può effettuare
qualsiasi tipo di esame, mentre, per i casi più impegnativi, è sempre possibile anche la consulenza con i
migliori medici esperti, sia direttamente sia mediante
l’utilizzo della tecnologia del teleconsulto, in diretto
collegamento con gli ospedali di Trento e di Rovereto e
con le neurochirurgie di Verona e di Bolzano.
Si sta infine completando l’organico tecnico necessario per poter realizzare gli esami in qualsiasi fascia
oraria.
Dal 1° settembre 2001 al 30 giugno 2002, la nuova
Tac di Cavalese ha effettuato la bellezza di 923 esami,
dei quali 516 a beneficio di pazienti esterni, il resto per
persone ricoverate. 250 esami hanno riguardato il cranio, 224 la colonna vertebrale, 158 l’addome, 124 il
ginocchio, 97 il torace.
Il costo dell’apparecchio è stato di oltre 516 Euro e
consente di effettuare esami qualitativamente alla pari
con quelli dei maggiori centri del Trentino.
Prima del finanziamento, la Provincia ha effettuato
uno studio di fattibilità, a cui ha fatto seguito una precisa valutazione dei carichi di lavoro, in modo da capire quale potesse essere il tipo di macchina più adatto
Alla cerimonia di inaugurazione, sono intervenuti
Carlo Favaretti, direttore generale dell’Azienda
Sanitaria Provinciale, l’assessore provinciale Mario
magnani, il direttore sanitario di zona dott. Nardelli, il
presidente del Comitato di Distretto Mauro Gilmozzi,
il presidente del Comprensorio Gianni Delladio e lo
Scario della Comunità Elvio Partel. Oltre a numerosi
operatori sanitari.
Va ricordato che, l’anno scorso, con decisione del
13 giugno 2001, il Consiglio dei Regolani aveva deliberato di erogare un contributo straordinario di 24
milioni (gli altri 24 sono stati coperti dalle Casse
Rurali) per l’acquisto di una stampante laser in grado
di completare, in modo ottimale, il funzionamento
dell’apparecchiatura.
Due immagini delle inaugurazioni
La nuova TAC
inaugurata
ufficialmente
lo scorso 19 luglio
presso l’ospedale
di Fiemme
27
PRESENTATI ENTRAMBI IN OCCASIONE DEL 17° ANNIVERSARIO DELLA TRAGEDIA
LA PAROLA
AI VICINI
FONDAZIONE STAVA 1985
E CENTRO DI DOCUMENTAZIONE
STORIA
Lo scorso venerdì 19 luglio, la comunità di Tesero
ha celebrato, in una giornata di lutto cittadino, indetta,
come ogni anno da quel terribile 19 luglio 1985,
dall’Amministrazione Comunale, il 17° anniversario
della tragedia che 17 anni fa sconvolse la vita e la storia della comunità locale.
Dopo la cerimonia ufficiale, che ha confermato
come sia ancora particolarmente vivo il dolore dei
famigliari delle 268 vittime dell’umana follia, un
momento di particolare significato è seguito nel pomeriggio a Stava, dove sono stati ufficialmente presentati
alle autorità e alla gente la Fondazione Stava 1985 e il
nuovissimo Centro di Documentazione, in corso di
completamento proprio in questi mesi, pronto verosimilmente entro fine anno. Tra l’altro, la speranza è
quella di poter inaugurare la struttura alla presenza del
presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che,
come è noto, ha conferito alla Fondazione il proprio
Alto Patronato, nel corso dell’udienza al Quirinale,
svoltasi il 22 settembre 1999.
La Fondazione Stava 1985 è stata costituita con atto
notarile il 7 febbraio 2002, è una organizzazione non
lucrativa di utilità sociale ed ha sede a Tesero.
I soci fondatori sono l’Associazione Sinistrati Val di
Stava, i Comuni di Tesero, Cavalese e Longarone e la
Magnifica Comunità di Fiemme, mentre si attende che
anche la Regione Trentino Alto Adige faccia, come
promesso, la propria parte.
Presso la Fondazione, presieduta da Graziano
Lucchi, è anche istituito l’Albo d’Onore dei Soci
Onorari, al quale hanno già aderito, tra gli altri, la
Provincia di Trento, la Federazione Provinciale delle
Cooperative, la Cassa Rurale Alta Val di Fiemme.
Il Centro di Documentazione è stato presentato
dallo stesso presidente Lucchi, alla presenza di numerose autorità, tra le quali il presidente della Giunta
Provinciale di Trento Lorenzo Dellai, il sindaco di
Tesero e presidente del Comprensorio di Fiemme
Gianni Delladio, Viviana Capraro, vicesindaco di
Longarone, Mauro Gilmozzi sindaco di Cavalese ed
Elvio Partel, Scario della Comunità, accompagnato da
Regolano di Tesero Francesco Zanon.
“Quello che vogliamo realizzare” ha ribadito
Graziano Lucchi “è la memoria attiva, come la ha definita il Presidente Ciampi, che non è fine a se stessa ma
che deve servire a rafforzare la coscienza delle proprie
responsabilità",
Con 26 pannelli, composti di brevi testi e fotografie,
sarà raccontata la storia della miniera e dell’impianto
di arricchimento del materiale di Prestavel, la costruzione e la crescita dei bacini di decantazione, il crollo
del 19 luglio 1985, le fasi del processo penale, concluse nel 1992, e la lunga fase di ricostruzione di Stava.
Uno spazio sarà anche dedicato alle analogie con i
disastri del Vajont e del Cermis.
Il Centro
di Documentazione
a Stava.
Sarà completato
entro il 2002.
28
SEMISERIA DI UN
VICINO
Riceviamo da Varena:
Dieci anni fa, rimasto vedovo, mi sono risposato in chiesa,
ma il matrimonio non è stato trascritto e da Varena andai ad
abitare a Moena, in casa di mia moglie. Del fatto informai la
Comunità ed il funzionario responsabile provvide d’ufficio ad
unificare due fuochi singoli in un fuoco, credo di convivenza,
in cui io risultai capofuoco e mia moglie componente.
Qualche anno dopo, un componente della commissione
matricolare rilevò che vi sarebbe stato un errore e la commissione lo corresse attribuendo la qualifica di capofuoco a mia
moglie. Me ne accorsi quando mi fu negato il diritto di partecipare alle ultime elezioni degli organi comunitari. Protestai e
mi fu chiarito che il termine per impugnare la variazione era
scaduto e che la ragione della variazione si trova nel “combinato disposto” di alcune norme dei regolamenti matricolare e
di legnatico.
Non sono mai riuscito a trovare questo “combinato disposto” che mi frega, ma, leggendo il regolamento matricolare,
ho trovato che se la mia è una convivenza come penso, la qualifica di capofuoco viene assunta (art. 9, lettera C) “dai vicino
designato come tale dai vicini che compongono la convivenza
e, in caso di dubbio, da chi di fatto ne esercita le funzioni”.
Non vi è dubbio che le funzioni di capofuoco sono state da
me esercitate, sia perché capofuoco sono stato designato dalla
Comunità, sia perché sino alla variazione ho votato e riscosso
l’integrazione legnatico. D’altra parte, se ci fosse stato bisogno di una designazione, non vi è dubbio che mia moglie, non
originaria di Fiemme, giustamente fiera delle sue origini fassane e che della Comunità non gliene importa nulla, avrebbe
designato me, oriundo e residente in Fiemme, capofuoco
dall’età di 22 anni.
Se poi il mio fosse un fuoco familiare (art. 8, lettera A), si
avrebbe una assurda sovrapposizione del capofuoco donna al
capofamiglia uomo secondo la tradizione secolare della
Comunità e della società civile, pur nel rispetto della parità di
diritti e di doveri dei due coniugi.
Chiariamo subito che io da sempre considero un’ingiustizia la distinzione tra vicini capifuoco che possono esercitare i
diritti di vicinia e i vicini non capifuoco cui questi diritti sono
negati, dal momento che tutti sono comproprietari allo stesso
titolo del patrimonio comunitario. Inoltre considero i termini
stessi di fuoco e capofuoco anacronistici, un residuo medievale fuori del tempo.
Fuoco era il focolare domestico che produceva calore e
serviva a cucinare i pasti per tutti i componenti della famiglia
o della convivenza, alimentato dal legnatico ad uso domestico
raccolto nei boschi della Comunità. Oggi di fatto quel fuoco
non esiste più perché è stato sostituito dalla caldaia alimentata
a gasolio e dalla cucina alimentata a gas.. Lo stesso diritto di
legnatico è stato modificato con l’introduzione dell’integrazione legnatico (Art. II Reg. legnatico).
Ma il fuoco anche giuridicamente non esiste più, perché la
sentenza della Corte di Appello di Roma del 1950, che definisce la natura giuridica della Comunità, stabilisce in modo inequivocabile che “all’antico criterio consuetudinario del fuoco
si è sostituita la condizione di abitante, con domicilio stabile
in Fiemme, ove sono i beni di demanio universale”.
Ma anche prima era così. Ricordiamoci che questa è stata
la volontà del Principe Vescovo Gebardo, quando nel 1111
firmò i Patti con i quali riconosceva in perpetuo il possesso
delle terre di Fiemme “a tutti li vicini, tanto chierici che laici,
i quali habitano in la Pieve di Fiemme”.
Lo stesso principio fu confermato dal vescovo Enrico III
quando nel 1314 firmò il privilegio enriciano.
A me poi non sembra corretto accostare e trattare allo stesso modo l’assegnazione dell’integrazione legnatico con il
diritto di voto. Il primo è un criterio di assegnazione che può
forse rientrare nei poteri degli amministratori, il secondo no.
Si tratta di un vero e proprio diritto soggettivo che trova tutela
giuridica nella Costituzione e nelle leggi che regolano i rapporti tra l’ente, sia questo pubblico che privato, e i soggetti
che lo costituiscono, indipendentemente dalle finalità perseguite, che possono essere istituzionali, sociali, economiche o
di altro genere. Pensiamo alla convocazione degli aventi diritto per le elezioni politiche, amministrative o per l’elezione
degli amministratori disocietà commerciali, di condominio o
di altro tipo.
Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza irrevocabile, come appunto
è detto nella costituzione. Pertanto qualsiasi limitazione statutaria o regolamentare è illegittima perché è contraria all’ordinamento giuridico in cui l’ente è inserito e può essere impugnata in ogni momento.
Ma non è solo una questione di diritto, ma anche di opportunità perché la famiglia è cambiata e ogni suo componente
maggiorenne ha diritto, capacità, conoscenza, interesse ad
esprimere il proprio voto, che può essere diverso da quello
espresso dal capofuoco.
Oggi in valle ci sono più di un centinaio di studenti universitari che convivono in famiglia e tante donne inserite,
anche in modo autonomo, nel mondo del lavoro. Perché questa “massa” di cultura, di informazione, di capacità non
dovrebbe poter esprimere il proprio parere attraverso il voto
diretto?
Sono convinto che l’eventuale concessione del voto a tutti
gli aventi diritto ripristinerebbe un diritto conculcato, ma
soprattutto contribuirebbe a ridestare interesse nei confronti
della Comunità da parte degli esclusi, che sono quasi due terzi
dei vicini. Ed è la cosa che mi sta più a cuore.
Mi rivolgo ai signori Regolani non perché prendano in
considerazione la mia vicenda che non ha importanza alcuna,
ma perché, se lo riterranno opportuno, si soffermino un
momento sulle mie riflessioni.
La storia della Comunità è una storia di libertà, di autogoverno, di democrazia e di solidarietà unica nel suo genere
(istituzione “sui generis” dice la sentenza richiamata), ricca di
valori cristiani e universali di cui giustamente possiamo andare fieri.
Io voglio bene a questa Istituzione e per dimostrarlo ho
scritto un libro che parla della sua storia. Sono preoccupato
perché non vorrei che il processo di democrazia, di giustizia e
di libertà si fermasse. Non dobbiamo solo voltarci indietro e
richiamarci alle consuetudini e alle tradizioni, ma guardare
avanti, precorrendo ancora una volta i tempi, o per lo meno
camminare insieme ad essi.
Le mie sono considerazioni semiserie, ma siete voi, signori Regolani, che avete il diritto, il dovere e il potere per cambiare. Io non vi invidio e rispetto il vostro impegno, comunque la pensiate, ma con i predecessori che vi trovate, per
esserne degni avete un compito difficile da svolgere.
Vi auguro, nell’interesse di tutti noi vicini, che abbiate la
saggezza di capire quali sono le scelte giuste da fare e abbiate
il coraggio di realizzarle nell’interesse della nostra Comunità.
Ferruccio Longo
29
QUATRO CIACERE
con
GINO BELLANTE
“NIENTE BASTA A COLUI AL QUALE NON BASTA IL POCO”
(DEMOCRITO)
È difficile far penetrare questo concetto nella mentalità di una società
per la quale il massimo ideale è quello di possedere.
Avere tanto, cercando di aumentare i propri averi in continuazione.
Se uno dice “Io sono contento di quel poco che ho”, è ritenuto neanche degno di stare al mondo, mentre la
serenità interiore che gode essendosi liberato dalla brama del possesso non è paragonabile allo stato d’animo di
colui che viene divorato dalla sete delle ricchezze.
LA RICETTA
TORTA DE FREGOLOTI
INGREDIENTI: 200 grammi di zucchero, 350 di farina,
200 di burro, 200 di mandorle, un uovo, una scorsa di
limone, un pizzico di sale.
PROCEDIMENTO: Versare sulla spianatoia la farina,
aggiungere lo zucchero, le mandorle tritate, il burro
tagliato a fettine, la scorza di limone, l’uovo e il sale.
Mescolare e amalgamare bene tutti gli ingredienti in
modo da fare una pasta piuttosto soda. Preparare uno
stampo imburrato e infarinato, facendo cadere in esso la
pasta ridotta a fregole (come dice il titolo) oppure grattata con quella grattuggia che si usa per le patate lesse.
Cuocere a temperatura media fin che appare di un bel
colore dorato. Quando è fredda, non si taglia a fette
col coltello ma si spezza con le mani a pezzi irregolari.
Mi dicono che la torta non mancava mai ai matrimoni
nel Basso Trentino. La stessa, con piccole varianti nel
mantovano, la chiamano SBRISOLONA e prima di
metterla in tavola la spruzzano col cognac.
Una torta semplice, poco costosa e assai gustosa.
LA POESIA
MONTAGNE
Oh montagne trentine
baraonda selvàdega de crozzi,
trampoi d’aquile, nivi de camozzi,
feste de boschi, sagre de coline.
Quando ‘l sol el spenela
cò la so pòrpora miracolosa
i scenari stupendi de la Tosa,
le Tofane, ‘l Grosté. La Paganela:
quando ‘l carga de rossi
e de zento brazeri le pasture,
e zuga archibaleni su le alture,
e canta le sortive e luse i dossi,
e céi de fràgola ve fa da sfondo,
sé alora le pu bele de sto mondo.
Oh montagne trentine,
vece contrabandére de colori,
30
TRENTINE
di Giacomo Floriani
cune de laghi, trighe de pastori,
giomi de muscio, troni da regine:
quando mòre la sera
e le mandre le torna vers le stale,
e tase i baiti e ogni sbater d’ale,
me vegn dal còr spontanea sta preghiera:
“Signoredio, protegi ste montagne,
daghe splendori, dòneghe fatezze,
regàleghe miracoi de belezze;
fa che le sia ‘n eterno ste montagne,
altari per i dèboi e per i forti,
altari per i vivi e per i morti,
balsem, ristoro, paze e primavera,
a le nosse anime, a la nossa téra”.
ANCORA POCHI MESI PRIMA DI VIVERE LE PROVE IRIDATE IN VAL DI FIEMME
MONDIALI DI FIEMME 2003
NEL SEGNO DELLA COMUNITÀ
Mancano ormai pochi mesi all’inizio dei Mondiali
di Fiemme 2003 che si apriranno il 18 febbraio del
prossimo anno con la 15 km femminile a tecnica classica e, in serata, con la cerimonia ufficiale di apertura,
per la quale sta lavorando un apposito gruppo di lavoro
coordinato dal vicesindaco e assessore allo sport di
Cavalese Walter Cappelletto. Non è il caso di anticiparne i contenuti, che per altro sono già ben definiti.
Quello che possiamo dire è che sarà sicuramente un
momento di grande spettacolo, senza dimenticare la
storia, la tradizione e le peculiarità dell’ambiente locale.
In vista di questo grande appuntamento con le prove
nordiche (gare di salto a Predazzo e di fondo a Lago di
Tesero), segnaliamo due fatti di particolare rilevanza.
Il primo si riferisce al fatto che i Mondiali di
Fiemme sono stati il primo evento sportivo al mondo
ad ottenere il prestigioso riconoscimento della certificazione di gestione ambientale UNI EN ISO 14001, dal
quale deriva l’attestazione che questo evento non deter-
mina alcun impatto significativo di tipo ambientale.
La certificazione è stata consegnata ufficialmente a
Trento venerdì 3 maggio, nel corso del Filmfestival
Internazionale della Montagna, ed è frutto di una scelta
precisa del Comitato Organizzatore, presieduto da
Piero Degodenz di Tesero, orientata a prevenire effetti
ambientali negativi e migliorare l’ecosistema coinvolto
nella organizzazione di una manifestazione così importante.
L’ottenimento della certificazione ambientale è stata
possibile grazie alla collaborazione stretta tra il
Comitato Organizzatore, l’Assessorato all’Ambiente
della Provincia di Trento e l’Agenzia Provinciale per la
Protezione dell’Ambiente.
Un’esperienza che è stata condivisa anche da numerosi enti e privati di Fiemme, tra i quali la Magnifica
Comunità, e che è destinata a diventare punto di riferimento per altri eventi mondiali di grosso respiro, primi
fra tutti i Mondiali di Sci Alpino di Bormio 2005 e le
Olimpiadi Invernali di Torino 2006.
UN PREMIO DI RAPPRESENTANZA SPECIALE
Nella seduta dello scorso 31 luglio, il Consiglio dei “Magnifica Comunità di Fiemme”.
Regolani ha approvato la realizzazione di un premio
Il bozzetto, sicuramente affascinante, è opera del
speciale di rappresentanza da destinare agli atleti vinci- noto artista teserano Felix Deflorian, che ha utilizzato
tori di medaglie ai prossimi Mondiali, oltre che alle il legno di abete, tipico della produzione comunitaria e
personalità presenti a questo grande evento sportivo.
fornito direttamente. La ditta “Artistica Felix
Un oggetto che è nato dalla volontà di richiamare in Deflorian”, alla quale il lavoro è stato affidato, realizmaniera specifica soprattutto le
nostre tradizioni, legate principalmente al bosco e al legno.
E così è nata l’idea di creare un
motivo particolare, ispirato al tronco, avvolto in parte dalla corteccia,
con le assi a fare da sfondo, sulle
quali sono incisi lo stemma della
Comunità e il marchio della ecocertificazione delle foreste, assieme ad un violino, in rilievo sullo
stesso tronco, a documentare
l’abete fiemmese di risonanza,
ricercato dai più noti liutai ed utilizzato per la realizzazione di prestigiosi strumenti musicali. A fianco, il profilo di una antica “sega”,
la quale richiama il lavoro di un
tempo, e una serie di trucioli che
formano i “resti” della lavorazione Il bozzetto del premio ideato da Felix Deflorian, per conto della Comunità, visto da
dei tronchi. Dietro, la scritta entrambi i lati
31
NOTE SULLA STORIA
DELLA VALLE DI FIEMME
DOCUMENTI RIGUARDANTI IL PROCESSO
CONTRO IL PARROCO DELLA PIEVE DI CAVALESE
TOMASO BRATIA DI RUMO (1587-1606)
a cura di Italo Giordani
Tempo fa, dopo aver letto il già noto fascicolo del
processo intentato dalla Comunità contro il pievano
Bratia, conservato nella Biblioteca Comunale di Trento
(MS n° 788, Causa civile tra lo scario della Magnifica
Comunità di Fiemme e il pievano di Cavalese, 159092), ho potuto prendere visione di incartamenti finora
non conosciuti riguardanti lo stesso personaggio. Poiché
parecchie indicazioni potrebbero essere interessanti per
i lettori del notiziario della Comunità, ho preparato una
sintesi del contenuto degli stessi, riportando però ampi
stralci in lingua originale (italiano di fine Cinquecento,
comprensibile se letto con un po’ di attenzione).
Don Tomaso Bratia, pievano cioè parroco di tutta la
pieve di Fiemme (da Moena fino a Trodena, compresi
Anterivo, Capriana e Valfloriana, anche se ormai nella
maggioranza dei paesi, specie i più lontani, officiavano
altri sacerdoti, però a lui soggetti), venne chiamato a
succedere a don Pietro Rossi (1573-87). Agli abitanti
di Fiemme ed alla Comunità apparve subito come persona
poco adatta, tanto da suscitare in breve tempo vivaci
proteste, sia per il suo carattere scontroso, sia per una
certa evidente avarizia.
I primi a muoversi contro il pievano Bratia furono
i regolani di Cavalese, i quali presentarono allo scario
della Comunità una specie di mozione scritta in 12 punti,
perché intervenisse presso il vescovo per far rimuovere
il pievano e sostituirlo con persona de più intero animo
e che non faccia tal cosse como costui ha fato et
continuamente cercha di fare. Al punto 1, ad esempio,
si scrive: “Dito piovan è venuto qua et ha conduto molte
persone laice et frua [= dissipa] le intrade dela canonica,
quale la nostra Comunità li ha lassate atiò sia tenuto
sacerdoti, persone religiose di buona vita et di costumi
egregii, quali debano officiar et reger il culto divino
como se conviene in timor de Idio et utile dil proximo.
Doveché non tiene li sacerdoti como è obligato, ma
tiene persone lavoratori, quali vano nelli nostri boschi
a taiarne li legnami, i quali deve taiar li nostri homini
et vicini et maxime nelli gazi [= boschi riservati], dove
che ha fato delle brege con dir che le vol adoperar per
la canonica; et poi le ha vendute a li mercanti, condute
a Egna”.
Curioso il punto 3: “Dito piovan ha fato condur molti
bestiami da la val de Sol [ma oggi Rumo è considerato
val di Non] et li tiene su li nostri pascoli di la nostra
regola et ne pascola quello che doveria pascolar li nostri
vicini cum li suoi animali…” Anche qui la gente di
Cavalese protesta, tutto sommato a buon diritto, perché
il bestiame del parroco era forestiero e, secondo le norme
della Comunità, escluso dal pascolo comune (notare
comunque che anch’egli aveva del bestiame).
Al punto 6 veniamo informati che per consuetudine
le granaglie incamerate a vario titolo dalla parrocchia
(soprattutto decime) erano vendute ai vicini di Fiemme.
Qui si accusa il parroco Bratia di farlo sì, ma aspettando
il momento economicamente a lui più favorevole, poco
prima del nuovo raccolto, per incassare il massimo
possibile. A dir la verità con l’accusa si esagera, perché
non era certamente con quelle biave che si poteva sfamare
la gente di Fiemme, ma probabilmente gli animi erano
particolarmente inaciditi da questo comportamento così
poco caritatevole: “Che dito piovan al tempo di le biave
non vol darne a niuno povero per li suoi danari et recusa
che non ne ha da vender et le salva al tempo dil mazo
et zugno, aciò le possia vender a suo modo. Et lui le
vende più che non fano niuno altro. Cossì viene lui a
meter la carestia nel paese et da lui non se pole haver
paia [= paglia] di sorte alcuna, perché le occupa con li
suoi bestiami in nostro grandissimo dano, che non si
puol governar li terreni per defetto della grassa.”
Ai punti 9 e 10 si presenta una circostanziata accusa
che ci illumina sulla triste condizione del clero a
quell’epoca (le decisioni del Concilio di Trento, da poco
finito, non avevano ancora posto rimedio a tale
situazione): “Dito piovan tien in canonica capelani frati
de non integra vita, quali fano scandolezar le persone,
ché se inbriagano; et quando sono inbriagi vano a officiar
in giesia et fano chiassi; se fusse in uno locho publico
bastarebe. Et quando deve dar l’aqua sancta, tira il
sguadol [= aspersorio] fuora de mane in la testa alle
persone, cossa che è degna di provisione. Che li suoi
capellani sono andati nelle taverne et hano fato
publicamente li porchi, essendo molte persone forestiere
presenti, doveché è grandissima vergogna et infamia al
paese a patir tal cosse cossì nefande.”
A queste accuse da parte della regola di Cavalese, si
aggiungono alcune da parte di quella di Carano: “La
regola de Caran si ne agrava di esso piovan, che li ha
movesto lite contra la regola, perché voleva la decima
di ronchi da li poveri…” Interessante la seguente notizia:
I
“Se ne agrava che, quando caschò il campanil di la sua
giesia di Santo Nicolò, la regola supplicò a monsignor
reverendissimo [= il vescovo] per licentia di poter alienar
di beni di essa giesia per reffar ditto campanil. Cossì gli
concesse una promission di licentia; dove che al principio
che gionse dito piovan, gli domandò che volesse mostrarli
detta licentia. Doveché gli la mostrete et lui la ha retenuta
et non gli la vol dar.” Nel libretto di G. Delvai – L.
Felicetti, Memorie storiche di Carano e di San Lugano
nel Trentino, Trento 1928, pp. 12-17, non si parla di
questo crollo, ma si ricorda che il campanile fu eretto
nel 1572; proprio per questo l’amministratore della
chiesa dovette vendere dei beni, dopo aver ottenuto
l’autorizzazione da Trento: ma la vendita di beni della
chiesa significava conseguente diminuizione delle entrate
per il pievano…
In conclusione ce n’era abbastanza perché la
Comunità procedesse, come di fatto avvenne. Perciò
venne inviato a Trento, indirizzato al vicario in
spiritualibus, a quell’epoca mons. Silvio a Prato di
Segonzano, un documento redatto dal notaio Giovanni
Braito di Daiano che in 17 punti elenca gli agravamenti
della Comunità di Fiemme contra plebanum Brathiam.
Tra questi riporto il punto 1: “Si aggravamo che detto
signor pievano non celebra né fa celebrar ogni giorno
nella pieve una messa bassa overo in canto senza
ellimosina o pretio, come è stato osservato per il passato,
ma celebra solum messe votive et ad instantia delle
persone, dalle qualle si fa pagar senza remissione; a
talché la magior parte de l’anno la nostra pieve non ha
alcune messe proprie et solite ab antiquo”.
Ed il punto 6: “Che volendo alcuni per sua devotione
over per obligo far celebrar qualche messe votive overo
trigesimi, anniversarii et gregoriane et simile, quando
esse persone sono preparate con le loro ellimosine detto
signor pievano ben spesso non vol celebrar simil officii
secundo la comodità delle persone, ma solum a suo
comodo et beneplacito. Et ciò fa lui per non tenir
sacerdotti abastanza et per sparagnar il premio et spese
che doveria far alli sacerdotti; talmente che lo conosciamo
tanto avido et cupido del dinaro et con pocho zello verso
de noi et delle anime nostre che se lui potesse satisfar
con un sollo sacerdotte a questo popullo, qual è de tanto
numero che sono più de 2500 anime, lui non faria altra
provisione”.
Si rimarca ancor di più l’avarizia ai punti 7, 8, 9:
“Che detto signor pievano molte volte non vol celebrar
le messe alli dimandanti se non le pagano avanti tutto.
Che per una sola messa si fa pagar da più persone, contra
il solito et volontà di homini. Che per non tenir detto
signor pievano sacerdotti a sufficienza, bisogna la
Comunità servirsi de altri sacerdotti, come si ha fatto
essendo scario messer Antonio de Ivan [= scario nel
1588/89], il qual molte volte si servì del premissario de
Santo Sebastiano, qual è tenuto di celebrar ogni giorno
la prima messa in Santo Sebastiano; et così lui viene a
privar della santa messa tante et tante persone lavorante
che vano alla detta messa.”
Segue una sorprendente accusa al punto 10: “Che
essendo obligato a dar il vino per la celebration delli
divini officii et per li comunicanti, è tanto parcho che
spese volte, da tanto pocho vino che per spandersi
II
qualche pocho overo per qualche cosa che se ritrova a
caso nel vino, non si pol venir alla spedition della messa
et bisogna mandar a tor del altro vino et far aspetar le
persone con scandallo et malla satisfaction.” Era quindi
ancora in uso l’assunzione di pane e vino da parte di
tutti i fedeli, che era stata vietata dal Concilio di Trento.
Dall’accusa al punto 11 sappiamo che esisteva già
il coro nella parrocchiale, ma che vi erano problemi con
il parroco: “Che detto signor pievano non usa cortesia
et amorevolezza a quelli che cantano in coro, sì come
è stato osservato per suoi predecessori, talché per tal
causa molte volte il coro resta votto et non vi è alcuno
che canti et risponda alla messa; né mancho lui sa cantar
in coro, et ben pocho all’altar, talmente che con il suo
canto ben spesso move le persone a rider in logo de
oratione.”
Al punto 14 si riprende l’accusa presentata dalla
regola di Cavalese sulla vendita delle biave della
parrocchia, incolpandolo di causare un artificioso
aumento dei prezzi: “Che detto signor pievano, contra
la pietà christiana et in mallo esempio de altri, anci con
toltal dano et ruina di questa valle, non vol dar fora le
biave delle decime che lui ha da vender oltra il suo
bisogno de casa alli vicini della valle per li loro dinari
in tempo congruo, cioè al Nadalle et di tempo in tempo
secondo la necessità delle persone; ma volle aspetar il
tempo che le biave siano nel magior pretio che si posiano
vendere. Et se pur ne dà qualche staro avanti tempo,
dice che vol un tanto, dimandando de più de quello si
vendeno per altri, causando la carestia et penuria nella
valle; di modo che lui è causa di far saltar le biave a
grando pretio. Et per coprir la sua avidità grande del
dinaro, quasi ogni anno dopo Pasqua si absenta fuori
della valle et sta fuori della valle per non dar fuori le
biave, aspettando che creschino de pretio; et quando sa
che sono redutte in grande pretio, ritorna poi a vender
le sue biave. Se questo modo sia carità et officio di
sacerdotte et di persona che habia cura de anime, lo
lasciamo iudicar [a] vostra signoria illustre et molto
reverenda.”
Dall’accusa al punto 15 apprendiamo un’usanza
particolare. I fedeli offrivano alla chiesa delle luminarie
(spesso anche con legato testamentario), che, poste su
assi o su aste, venivano accese nelle grandi festività, in
occasione delle processioni rituali e durante la settimana
santa, specie il venerdì. Chissà per quale motivo, forse
perché abituato a differenti modalità espressive della
devozione popolare, ma comunque con un’azione poco
meditata, il parroco fa piazza pulita: “Che essendossi
nella giesia et pieve de Santa Maria de Fieme già
antiquamente per nome della giesia et ancho da particolar
persone state fatte molte stange longe, circumdatte de
candelle, qualle poi nell’ellevation del sancto sacramento
et nelle processioni che si facevano con il santo
sacramento si accendevano et portavano accesse in
honor et reverentia di sua divina maestà, detto signor
pievano, di suo capricio et contra la permissione della
santa visita, più volte in Fieme fatta, qualle sempre ha
permesso simil luminarie, et senza dir cosa alcuna alla
Comunità, a governatori della giesia, né aligar causa
legitima, un giorno avanti vespro è andato in gesia et
sdegnosamente et con colera et rabia ha spezatte dette
stange et luminarie. Il che è stato di tanto scandallo al
popullo, che non si pol dire; et se il popullo non havesse
ciò atribuito all’ignorantia et pocho sapere di detto signor
pievano, in ciò si sariano schandalizatti et havriano persa
la devotione.”
Infine si accusa il pievano di un comportamento
gravissimo: “Ultimo, per hora et per non esser molesti
a sua illustre signoria [il vicario in spiritualibus], l’anno
1588, essendo messer Antonio de Ivan scario de Fieme,
vene un povero homo de Altarù dimandando il signor
pievano che volese mandar una capellano in Altarù, loco
distante dalla pieve circa cinque miliara, sottoposto alla
cura della pieve, a comunicar una persona inferma.
Detto signor pievano (essendo impedito nelli officii
della pieve e non havendo sacerdotti a sufficientia) non
volse né andar né mandar, dicendo in collera: “Se io ne
havesse quatro delli capellani non ne mandaria alchuno!”
Talché il scario, a bon fin et effetto, fu costretto ritrovar
un cavalo et mandar fuori il premissario de Santo
Sebastiano, acioché l’infermo non manchasse senza
administration de divini officii, per il qual morse di
quella malatia.”
Il documento conclude che vi sarebbero stati ancora
altri agravamenti, ma che quelli presentati sembravano
sufficienti per ottenere un energico intervento dalla curia
vescovile affinché il parroco assumesse comportamenti
adeguati alla sua funzione: “… Et certo noi non
desideremo dal nostro signor pievano altro solum che
lui celibri et faci celebrar li divini officii et administri
li divini sacramenti nella pieve et capelle et altari della
valle al tempo et hore solite et per le solite ellimosine,
come per il tempo pasato è stato osservato; et che tenisse
a presso di sé capellani idonei a sufficientia; et che egli
in giesia et fuori de giesia se insegni, admonischa et
exorti al ben far con amore et carittà et non in colera,
rabia et stizza et parolle malcomposte, come lui ben
speso fa sino al altare. Item che si contenti di vender et
distribuir le biave, che ha da vender oltra il suo bisogno
alli vicini della valle che gli dano le decime et intrade,
esse in tempo congrui et per un pretio honesto et non a
persone forestiere per l’avidità del guadagno come fano
li publici usurari…”
Di fronte ad un insieme di accuse così circostanziate,
a Trento non si poté far altro che istituire un’apposita
commissione per indagare se esse fossero corrispondenti
al vero. Il risultato è un fascicolo di 60 pagine, scritte
a Cavalese tra l’8 e l’11 dicembre 1590, da me
recentemente esaminato, contenente un sintetico verbale
di 32 testimonianze raccolte dal pievano di Ora, don
Melchiore de Fabris, e dal dott. Giacomo Ceschi,
commissario vescovile per Fiemme, su istanza dello
scario Bartolomeo Giacomuzzi [= scario 1590/91] e del
rappresentante della Comunità, Giovanni Battista
Fontaniva, giudice nella giurisdizione tirolese di Castello.
Il successivo venerdì 14 dicembre si presentarono a
Trento il Fontaniva assieme al regolano di comun Pietro
Gardener, per consegnare le testimonianze raccolte, con
una accompagnatoria autografa del vicario vescovile in
Fiemme, il notaio Alessandro Giovanelli. Tra le
testimonianze verbalizzate nel fascicolo riporto le
seguenti (i numeri corrispondono agli agravamenti
presentati dalla Comunità).
Gregorio de Leonardis, di anni 90 [già oggi sarebbe
un’età di tutto rispetto, ma allora dev’essere stato
considerato un fatto eccezionale], sagrestano della
pieve per 43 anni, rende testimonianza a casa sua,
causa età e malattia.
10° c. “È vero che il signor pievan né dà né fa dar vino
più che per la messa che si cellebra o messe che
si cellebrano; et è occorso qualche volta alle
persone volersi comunicar et non vi è statto vino
in chiesa, onde ha bisognato andarne a tuore dal
detto signor piovano.”
11° c. “Dopo che il signor piovano è qui, non so che
mai habbi usata ad alcuno cortesia o amorevolezza
per l’aiuto che danno a cantar in choro, salvo
una volta sola invitò a disnar tre de quelli che
cantavano in choro et per questo molti restano
d’aiutar. Il quaderno della chiesa obliga detto
signor piovano a dar il disnar al monego ogni
terza dominica et tutte le feste mobili; et così a
me me l’ha sempre datto, ma a quei che aiutano
cantar in choro non vi è obligo alcuno, se non
quanto pare alla cortesia di detto signor piovan:
però questo ghe ne usa poca.”
14° c. “È vero che detto signor piovan non vuol dare né
ha mai volsuto dare le biave al pretio secondo la
tassa fatta dalla Comunità et vuol vender le biave
a suo modo et quando piace a lui. Et mi,
havendone comprato quatro stara per un scudo
[= 7 lire] il staro da sua reverentia et essendo
ritornato l’istesso giorno per torne un altro staro
et buttatogli un altro scudo d’argento, sì come
havevo pagato l’altra, non me la volse dare, ché
voleva otto lire perché haveva inteso che da li
cavalari forestieri si vendeva in piazza otto lire;
et così recusò di darmela. Et so che l’anno passato
aspettò a vendere le biave sin dopo Pascha [= 2
aprile 1589].”
15° c. “Fui presente et viste quando spezzò le stanghe
detto signor piovan con suo capellano, ponendo
le dette stanghe sopra un scalino in terra, et
dandogli di piedi sopra, così le spezzava dicendo:
“Che voglio far qui di queste cose? Portati fuori
questi pezzi.” Ve ne restarono doi delle più grosse,
quale non poteva rompere, onde detto signor
piovan disse: “Non le posso rompir hora perché
son stracco, ma le rompirò d’amattina.”
Interrogatus si fregerit et illas duas die sequenti,
respondit [= Interrogato se la mattina seguente
avesse spezzato quelle due, rispose]: “Signori,
no che non le ha rotte, ma vi sono ancora.”
Interrogatus si sciat causam dicte fractionis,
respondit [= Interrogato sul perché avesse
spezzato le stanghe]: “Non so altra causa se non
che detto signor piovan diceva che non voleva
mentre era a l’altare li lasciassero dare una di
quelle stanghe adosso et coparlo a l’altare.”
Testimonianza di Giovanni del fu Gottardo della
Barbera di Daiano.
6° c. “Mio padre lascitò nel suo testamento che noi
suoi figlioli gli facessimo dire le [30] messe
gregoriane. Et così, havendo ricercato il signor
piovano per dette messe, che a niuna foggia lui
III
non voleva venir a Daiano, ma che m’haveria
datto un prete a tenerlo per trenta giorni a mie
spese et mio interesse. Et havendolo io ricercato
et contentato almeno che le dicesse nella caneva
dai ossi alla pieve de Cavales [= ci si riferisce
alla cripta della cappella Bertelli presso la
parrocchiale, ora demolita], sua reverentia
rispondeva che non le voleva dir nella caneva
dai ossi, ma che l’haveria dette nella chiesa
grande su un altar dove gli piaceva a lui; et per
questo voller et non voller, cridassemo insieme
in la canonica. Ma sua madonna madre mi disse
ch’io dovessi venir fuori di canonica et al signor
piovan le dassi, che non dovesse cridare né torsi
gli huomini incontra… Et noi, vedendo che il
signor piovano recusava de dirne le messe come
ricercavamo per satisfar al lasso di nostro padre,
andassemo a Trento et facessimo dir le messe in
Santo Francesco. Et venendo dentro che le messe
erano già dette, incontrassimo detto signor
piovano de qua da Cauriana. Et havendone
dimandato dove eravamo statti, et noi
rispondessimo che eravamo statti a far dir le
messe gregoriane a Trento, ditto signor piovano
ne disse che raggion che havevamo di andar fuori
di Fieme a far dir le messe gregoriane; et che ne
voleva far scomunicar…”
Testimonianza di Bono Aquisto Pitocio di Castello,
di anni 75.
10° c. “È vero che da Pascha et dalli altri tempi che si
comunica il signor piovano è tanto parco nel dar
fuori il vino che molte volte conviene alle persone
che si comunicano aspettar che si mandi a tuor
del vino alla canonica.”
11° c. “Così ho sentito dire da quelli che gli aiutano a
cantar in choro, che non gli usa cortesia nissuna;
et però quai gli vanno, quai non gli vanno a cantar
in choro.”
15° c. “So che ha tagliato le stanghe luminarie, fatte
per devotion di particulari et de mio ricordo statte
sempre in giesia, perché ho visto li pezzi spezzati
et il monigo m’ha detto ch’è statto esso signor
piovan.”
17° c. “Detto signor piovan suol cridare nella sagrestia
hora con il monico hora con altri, con poco
rispetto della chiesa. Et suole, finito le messe,
venir fuori per milli mezo le donne, che potria
andar da l’altra porta dove vanno gli huomini.
Qual cosa dispiace molto a noi huomini et anco
alle nostre donne; et molte donne me hanno detto
a me, come uno delli più vecchii, che vogli avisar
detto signor piovano a non venir così fuori per
mezo la gente.”
Testimonianza di Lorenzo Gardener di Cavalese.
17° c. “Non so come si governi, ma a mi mi ha fatto
far una portella et m’ha promesso darmi quello
che diceva il monego; quale dechiarò in tre pauli.
Con tutto questo il signor piovan non mi ha
volesto dar più venti carantani. Et questa Pascha
passata un anno, essendo confessato et
reconciliato dal predicatore et essendo messo
all’altare con li altri per recever il santissimo
IV
sacramento, detto signor piovano me disse: “Sta’
in drio, ch’io non ti voglio comunicare.” Et io
dimandando la causa, quello mi disse che me
l’havria detto un’altra volta. Et così io tutto
vergognato in tanto populo restai senza esser
comunicato. Dapoi in piazza io li dimandai la
causa perché non mi haveva volesto comunicare;
me rispose perché [io] haveva obligo di far una
carità ai poveri et che mancava di farlo. Et io gli
dissi come è il vero che io non ero obligato, ma
che era obligato mia moier et mio cugnato.”
Testimonianza di Francesco figlio di mastro
Sebastian di Cavalese.
1° c. “So questo, che, volendo un mio genero sposar
mia figliola, una mattina ricerchette il signor
piovano presente volesse dargli una messa innanzi
il sponsalizio, sì come solemo osservar ogni volta
che si fa il sponsalizio. Et detto signor piovano
gli rispose: “Se tu la vuoi cantada et darmi dodese
carantani [= 1 lira] et dar il disnar per il prete
che dicirà la messa, te la darò, altramente non
te la voglio dare.” Et mio genere, non potendo
per povertà pagar tanto, lasciò stare di tuore la
detta messa et sposò senza messa.” E continuò
raccontando: “… che sotto messer pre Gilimberto
[de Gilimbertis da Parma, che fu a Cavalese
come vicepievano dal 1524 al 1560] un giorno
andava io a disnar seco perché cantava; et ho
cantato da sessanta anni in choro et solo
quest’anno son restato, perché non ghe vedo
andar alla giesia, et se havesse qualcheduno che
mi conducesse alla giesia aiutaria ancora a cantar.
Et questo Natale passato il signor piovano mi
mandò un putto a condurmi ad aiutar cantar al
matutino et alla messa grande et ghe andai et per
questo non m’ha datto niente.”
11° c. “Sono quattro o cinque anni che questo signor
piovano è qui et io ho sempre aiutato cantar in
choro et non credo che detto signor piovano
m’habbi datto più de un disnar all’anno; et gli
altri piovani mi solevano dare una minella o due
di fava o orzo all’anno per seminar; et questo
non mi ha mai datto cosa alcuna…”
17° c. “… detto signor piovan è superbo et non mostra
mai benevolentia con alcuno, come faceva gli
altri piovani, et non dà mai un gotto de vin ad
alcuno in casa sua.”
Come sia andata poi a finire è facile intuirlo. Di
rimozione del pievano, che di fatto non aveva commesso
gravi mancanze, neanche parlarne. Nel febbraio del
1592 si giunse ad un compromesso: la Comunità presentò
a Trento ed al pievano una serie di capitoli (in gran parte
ripresi da quelli precedenti già in uso) “Capitulli et
ordeni qualli l’honoranda Comunittà de Fieme dimanda
et intende che il reverendo signor pievano de Fieme
abia et sia tenutto observare et adimpire”; ed il parroco,
previe alcune osservazioni, si impegnò a rispettarli:
“Resposta alli capitoli del honoranda Comunità quanto
alla osservanza qualle intendeno che il suo reverendo
pievano sia tenuto ad adimpir.”
Il contenuto di tali capitoli potrebbe essere il tema
di un altro articolo.
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COMUNITÀ coperti (Convertito)-2