Comunità di Sabbioneta - Breda Cisoni - Villa Pasquali - Ponteterra
EDITORIALE
Quo vadis?
Chi non ricorda il film, ricorrente in tv, o il
romanzo Quo vadis? dello scrittore polacco
Henryk Sienkiewicz, nei quali si racconta un episodio narrato nel libro apocrifo degli “Atti di
Pietro”? Mentre infuriava la persecuzione di
Nerone contro i cristiani, san Pietro stava fuggendo da Roma per evitare il martirio. Come se gli
avesse dato appuntamento, sulla via Appia, Gesù
apparve all’apostolo, camminando nella direzione opposta, verso la città dove i cristiani morivano. Quo vadis, Domine? (Signore, dove vai?)
domandò Pietro. E Gesù: “Eo Romam, iterum
crucifigi (Vado a Roma, per essere crocifisso nuovamente)”. Senza bisogno di ulteriori aggiunte
Pietro capì che Gesù gli stava chiedendo di ritornare a Roma e di abbracciare la croce.
Risolutamente, tornò sui suoi passi. A Roma,
come attesta la tradizione, venne crocifisso a testa
in giù, su sua esplicita
richiesta, sentendosi
indegno di morire come
il suo Signore.
È la medesima domanda che vorrei porre al
Signore Gesù, in occasione della Pasqua
imminente:
Quo
vadis? (dove vai?), perché ho la netta sensazione che Lui sta andando
nella direzione opposta
a noi. Lui cammina
sulla via della Verità, e
noi percorriamo le strade del dubbio e del
sospetto; Lui cammina
sulla via della Luce
intensa, e noi nicchiamo sui sentieri del grigiore e dell’ombra; Lui
cammina sulla via
dell’Amore, e noi ci
dibattiamo in personalismi, in chiusure, in
meschinità, in indifferenze ed egoismi che disonorano l’uomo, prima del cristiano; Lui cammina sulla via della gratuità e del dono di sé, e noi
ci stiamo chiudendo sempre più a riccio nei confronti di tutto e di tutti, preoccupati come siamo,
solo del nostro orticello.
A questo punto, più che chiedere a Gesù Cristo:
Quo vadis? (dove vai?), credo sia maggiormente
necessario chiederlo a me, a te che stai leggendo,
alle persone che ti sono care, a chi frequenta la
parrocchia e l’Oratorio, alla scuola, al mondo del
lavoro, alla politica, all’economia, all’Italia,
all’Europa, ma anche alla Chiesa: Quo
vadis? (dove vai?). La risposta a questa domanda
mi sovviene da un’immagine, esprimibile con un
verbo: “squagliarsi”. Se metto un grosso gelato al
sole in breve tempo si scioglie e si disperde. È
quello che avviene alla “società liquida”, come la
ANNO QUINTO - Nº 1 - APRILE 2014 - OFFERTA LIBERA
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descrive il sociologo Zygmunt Baumann, nella quale l’esperienza individuale e le relazioni sociali si vanno decomponendo e
ricomponendo rapidamente, in modo vacillante e incerto, fluido e volatile. I confini e i riferimenti sociali si perdono. I poteri
si allontanano dal controllo delle persone, gli istinti peggiori e i
capricci più puerili prendono il sopravvento sulla ragione e sulla
coscienza. La nostra storia, la nostra tradizione, la nostra civiltà,
la nostra fede, insieme ai nostri valori, ai nostri libri, ai nostri
stili di vita, alla nostra etica, a tutto quello che abbiamo faticosamente, amorosamente, e sapientemente costruito negli ultimi
2000 anni, rischiano di finire nelle tubature di scarico. Il dramma è che, lasciando trascinare in questa furia iconoclasta tante
memorie del passato, vanno verso la distruzione tante speranze
del futuro.
Chi ha cuore, ed ha a cuore le sorti dell’umanità si sente dentro
un lungo venerdì santo, avvolto da quel buio che si impossessò di
tutta la terra alla morte di Cristo. Sa che viene, prima o poi, l’alba radiosa della Pasqua, ma allora le giornate duravano 24 ore,
oggi questa situazione non può contare sul correre veloce del
tempo, perché il Venerdì santo in corso è questione di stagioni,
di decenni, non più di ore. Ecco perché questa ora dominata
dalla cultura della morte spirituale, oltre che fisica, richiede forte
investimento di «umanità» e di «passione etica».
E questo investimento è possibile solo se la fede in Cristo, morto
e risorto, non si riduce ad un vago sentimento religioso, tanto
diluito da non avere più alcun profumo, alcun aroma, alcuna
sostanza. Un cristianesimo anemico e denutrito è l’anticamera
della morte del cristianesimo, e i cristiani anemici e denutriti per
scelta, sono un numero rilevante.
Questo investimento è possibile solo se la speranza in Cristo
morto e risorto è talmente radicata da vincere ogni pessimismo,
ogni rassegnazione, ogni paura. Non abbiamo abbandonato la
paura di Pietro, che fuggiva da Roma per evitare il martirio. Il
pessimismo, la rassegnazione, la paura, ci fanno essere cristiani
affamati dell’indice di gradimento, del tasso di consenso e di
applauso, ci fanno ammalare di populismo, ci costringono a
svenderci, pur di essere accettati... tutti segni di una speranza
defunta.
Questo investimento è possibile solo se l’amore in Cristo morto
e risorto non consiste in chiacchiere, in fantasmagorici articoli di
giornale, ma è esperienza concreta di legame tale a Gesù Cristo,
che non si può più vivere separati dal suo Corpo che è la Chiesa.
L’amore per la parrocchia è il segno forte e credibile di questo
“tormento” per l’umanità, e perché l’umanità viva eticamente
aperta a Dio, all’uomo, al mondo, alla storia, al cosmo.
Vi è un tempo ed un luogo dove questo concentrato di fede, di
speranza, e di carità, si concretizza ed è scuola di vita: la Messa
della Domenica, Pasqua della settimana. Il Concilio Vaticano II
ci ha ricordato che la Domenica è la festa primordiale: “Non le
venga anteposta alcun’altra solennità che non sia di grandissima
importanza, perché la Domenica è il fondamento, è il nucleo di tutto
l’anno liturgico” (SC 106); è la forza della Resurrezione che si
innerva settimanalmente nel tessuto della nostra vita. I Vescovi
Italiani, nel documento “Comunicare la fede in un mondo che
cambia”, sottolineavano la necessità di “ribadire che la comunità
cristiana potrà essere una comunità di servi del Signore, soltanto se
custodirà la centralità della domenica; “giorno fatto dal Signore”,
Pasqua settimanale, con al centro la celebrazione dell’Eucaristia e se
custodirà nel contempo la parrocchia quale luogo - anche fisico - a
cui la comunità stessa fa costante riferimento”. La Domenica, e la
Messa della Domenica, sono l’essenza stessa del cristiano, la sua
regola di vita, la sua carta d’identità. Come non ricordare i martiri di Abitene? Il proconsole romano ad uno degli imputati chiedeva non tanto se fosse cristiano, ma se avesse preso parte a quella “riunione” proibita, che era la Messa. E l’autore degli “Atti dei
Martiri” commenta tale domanda con sottile ironia: “Come se un
cristiano possa esistere senza la Pasqua domenicale, o la Pasqua
domenicale si possa celebrare senza che ci sia un cristiano! Non sai
che è la Pasqua domenicale a fare il cristiano, e che è il cristiano a
fare la Pasqua domenicale, sicché l’uno non può sussistere senza l’altra e viceversa? Quando senti il nome “cristiano” sappi che vi è un’assemblea che celebra il Signore; e quanto senti dire “assemblea” sappi
che c’è il cristiano” (Atti dei Martiri, XII).
Noi abbiamo perduto questa consapevolezza, noi abbiamo perduto la sacralità della Domenica e della Messa, è una delle tragedie della Chiesa odierna. Di questo peccato grave ci chiederà
conto la storia, prima che il buon Dio, perché ci manca il nutrimento per essere cristiani e per costruire una civiltà cristiana, cioè
umana. Aggiungono i Vescovi italiani nel documento “Il giorno
del Signore”: “La Domenica dell’uomo secolarizzato non è la stessa
del cristiano. L’uomo secolarizzato vive la sua Domenica soprattutto
come giorno di riposo dal lavoro e la sua festa spesso si riduce al semplice sentirsi liberato dal peso e dai fastidi della vita quotidiana; un
giorno di “vacanza” che è solo evasione. La cultura contemporanea
secolarizzata, infatti, ha svuotato la Domenica del suo significato
religioso originario ...”. Il linguaggio tradisce le nostre convinzioni: siamo è passati dal “giorno del Signore”, al “Week-end”; dal
primo giorno della settimana, al “fine settimana”. Ai meccanismi
della produzione e del consumo non interessa se la persona vive
la festa. Basta che il lavoratore si riposi e possa riprendere a lavorare e produrre. Alla “festa” si è sostituito il “giorno libero”, che
può cadere in un giorno qualsiasi. Il fine settimana viene vissuto
come un tempo eccitato e ingombro di divertimenti spesso narcotizzanti, che occupano le notti, ma soffocano lo spazio della
domenica, stordiscono le persone, rendendole incapaci e disinteressate alla relazione che ci qualifica come uomini e donne. Viene
privilegiato il divertimento, la fuga dal proprio ambiente, l’io
scardinato da Dio.
E così è sempre più difficile annunciare, celebrare e vivere la
Domenica come giorno del Signore con al centro l’Eucaristia.
Molti credenti faticano a riconoscere nella Messa domenicale
l’espressione più alta della festa. La ritengono come “uno” dei
tanti impegni di fine settimana, cui si rinunzia senza problemi,
perché mille altre cose sono diventate sacrosante, tranne ciò che
è veramente Sacro. Non intendo demonizzare le iniziative che la
società propone per il tempo libero, ma credo sia necessario che
i cristiani le animino con lo spirito del Vangelo. Parafrasando un
antico scritto cristiano, la lettera a Diogneto, potremmo affermare: “Pur abitando in città secolarizzate, i cristiani vivono il
tempo libero: lo sport, il turismo, il divertimento, gli scambi culturali..., come gli altri, ma con spirito diverso: cioè come un tempo
favorevole per riscoprire se stessi, incontrare gli altri, ritrovare Dio”.
Del resto la Domenica non è stata inventata dalla Chiesa, ma è
un dono prezioso del Signore: “Questo è il giorno fatto dal
Signore: rallegriamoci ed esultiamo in esso” (Sal 118,24). La Verità
della Pasqua annuale che ci apprestiamo a celebrare nei prossimi
giorni è garantita dalla celebrazione convinta, amorevole, e fruttuosa della Pasqua settimanale. Non solo in questa circostanza,
ma ogni Domenica risuoni a tutti l’augurio Buona Pasqua,
Buona Resurrezione, Buona vita nuova in Cristo, morto e
Risorto.
Don Samuele
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UN ORATORIO GIOVANE.
Ma... dove sono i giovani?
L’ultimo appuntamento della nostra “trilogia” di riflessioni
sull’Oratorio, dopo esserci soffermati sulla stabilità e sulle caratteristiche cristiane, riguarda la dimensione giovanile.
L’Oratorio, oltre che un luogo stabile e cristiano, deve essere un
luogo per i giovani. Quella che fino a una decina d’anni fa sarebbe stata senz’altro catalogata come una banalità, oggi appare
come un aspetto per nulla scontato, per il semplice fatto che la
presenza di giovani in
Oratorio si è ridotta
drasticamente, non solo
nel nostro, ma in qualunque Oratorio lombardo. Questo si vede
soprattutto nella dimensione feriale, dal
lunedì al venerdì. I
ragazzi, all’Oratorio ci
vengono poco, se non
c’è qualche evento particolare che calamiti la
loro attenzione. Sono
superimpegnati e, al di
là del catechismo, di
una festa o una gita, difficilmente si trovano in
Oratorio tra amici in
maniera
spontanea,
diversamente da quanto
avveniva una volta.
Di che cosa si tratta: incapacità dell’Oratorio ad attrarre le persone, semplice dato sociologico o altro? Il fatto che in passato gli
Oratori fossero pieni, anche senza bisogno di progettare chissà
cosa, mentre oggi occorre inventarsi sempre nuove idee pur di
mettere insieme qualche stiracchiata unità, farebbe proprio pensare ad un dato oggettivo di cui prendere atto.
Ma se è diventato impossibile pensare di avere gli Oratori sempre
pieni (realisticamente, c’è già da “leccarsi i baffi” se si riscontra
una certa affluenza di sabato e di domenica) cos’è che si trova ad
essere messo in discussione? Lo stile con cui gestire questo luogo
di aggregazione o, magari, ad essere intaccato è addirittura il concetto stesso di Oratorio?
Probabilmente, tutti questo segnali costituiscono un indirizzo
ormai chiaro su come sia giusto parlare di pastorale giovanile in
senso lato.
Ciò che diventa essenziale, dunque, non è avere l’Oratorio pieno,
ma mantenere un contatto con i giovani. Il che può avvenire, per
un prete ad esempio, anche insegnando a scuola, o partecipando
a progetti in collaborazione come la scuola stessa o altre agenzie
educative; organizzando incontri formativi o prendendo parte ad
iniziative analoghe messe in atto da altri. In altre parole,
l’Oratorio, appare ormai chiaro, non ha bisogno di inventare
l’impossibile per legittimare se stesso e dimostrare la propria uti-
lità. Esso è un mezzo, per portare il Vangelo in mezzo ai ragazzi,
e non un fine da perseguire ad ogni costo. L’Oratorio è nato in
un dato contesto storico e può subire delle modifiche, aggiustamenti o anche ridimensionamenti, se cambiano le condizioni
intorno ad esso.
Il tema della presenza di ragazzi al suo interno, quindi, è un
aspetto che provoca lo sfumare del concetto di Oratorio in sé, il
suo ampliarsi verso l’idea di attenzione pastorale ai giovani, il che,
a sua volta, permette di incontrare, intersecare e anche fondersi
con altre iniziative o realtà educative, soprattutto la scuola.
L’importante non è che tutto ciò che attiene ai ragazzi avvenga in
un determinato luogo, ma che, piuttosto, chi prova a diffondere
il Vangelo nei ragazzi riesca a raggiungerli in qualche maniera,
ovunque essi siano.
L’espressione “Oratorio giovane”, quindi io la riformulerei con
“capacità di parlare ai giovani e vivere con i giovani”. Se questo
può avvenire tra le mura parrocchiali, che mantengono comunque una loro valenza non solo simbolica, tanto di guadagnato. Se
ciò non è più possibile, allora forse significa occorre aprirsi al
mondo ed accettare di “contaminarsi” con esso.
L’Oratorio non deve avere paura o vergognarsi di compiere dei
passi indietro, se ciò permette di compierne alcuni in avanti da
parte dei giovani che da esso provengono. Un Oratorio umile ed
intelligente è disposto a fare anche questo.
La presenza giovanile negli ambienti parrocchiali, in definitiva, è
un dato importante, ma non esclusivo. A cosa hanno portato le
massicce presenze giovanili negli Oratori degli anni Settanta e
Ottanta? Dov’è tutta questa fede?
Badiamo quindi ad educare i ragazzi con proposte adatte a loro,
mettendo da parte inutili gelosie se esse anche dovessero partire
da altre agenzie educative, ma si dimostrino valide e benintenzionate. “Non glielo impedite, perché chi non è contro di me è per me”,
dice il Signore. Che la sua ampiezza di vedute diventi la garanzia
di un dialogo coi giovani sempre vivace e costruttivo.
Don Davide
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UN SOGNO ED UN PROGETTO CON I GIOVANI
La fascia di età che va dai 18 ai 30 anni circa è al centro dell’attenzione della Chiesa come un grande interrogativo, che si può
riassumere, grossomodo, nella seguente domanda: come fare ad
avvicinarli, interessarli, parlarci?
Al riguardo, i dibattiti si sprecano, le ricerche si moltiplicano,
anche a livello accademico, le teorie fioriscono, anche se, a livello pratico - operativo, ogni parrocchia si regola sui suoi tentativi,
dettati dalla buona volontà, dal buonsenso e da un sincero desiderio di fare del proprio meglio.
Anche noi, nel nostro piccolo, possiamo dire, in questi ultimi
anni, di averci provato, con determinazione e costanza. Se i successi planetari ormai appartengono ad epoche passate, certamente, però, considerevoli passi avanti sono stati compiuti nella direzione di un cammino di incontri formativi stabile, con una fisionomia ben chiara e, se è concesso fare una constatazione che
potrebbe apparire un po’ immodesta, di qualità piuttosto elevata.
Questo significa che ci sono ancora giovani che hanno voglia di
riflettere ed in questi ultimi cinque anni gli appuntamenti a
cadenza prima settimanale, poi quindicinale, sono serviti appunto ad avvicinare vita e fede attraverso il canale del ragionamento,
attraversando un po’ tutti gli ambiti della vita di un giovane:
lavoro, affettività, cultura, interrogativi, problemi, gioie, fede,
incredulità, con uno spettro d’azione che non è eccessivo definire a trecentosessanta gradi.
I numeri sono stati a volte confortanti, a volte sorprendenti, in
positivo o in negativo. Tirando le somme, sembra di poter dire
che questo cammino abbia svolto e continui a svolgere una
importante funzione, certamente non di trascinamento delle
masse, ma senz’altro di pungolo intellettuale, morale, esistenziale e spirituale per questa fascia di età.
Giunti a questo punto, a don Samuele e a me sorge un interrogativo, che vorremmo sottoporre a tutta la comunità: una volta
affrontato, potremmo dire dignitosamente, quest’impresa di
avvicinare fede e vita, di arrivare alla fede partendo dalla vita, non
sarà possibile tentare un passo successivo, aggiungendo un po’ di
sostanza marcatamente spirituale a chi, avendo compiuto il
primo tratto, si senta pronto per fare qualche passo avanti verso
una scoperta di Dio un po’ più spedita?
Detto in altri termini, ferma restando la presenza del cammino
quindicinale di incontri “tradizionali” con il loro taglio esistenziale - filosofico - spirituale, non sarà possibile affiancargli una
proposta parallela, più rarefatta nelle date, ma più intensa come
“densità religiosa”?
Come si può facilmente intuire, a questa domanda (tutto sommato retorica), noi abbiamo dato una risposta positiva ed è sulla
base di queste considerazioni che vorremmo, a breve, sottoporre
all’attenzione dei giovani e della comunità intera qualche idea
che vada in questa direzione.
Tutto questo potrà forse sembrare azzardato, pretenzioso, non in
linea con i tempi, incamminato verso il famoso esito del proverbio “Chi troppo vuole….”? Potremmo rispondere che quando
Gesù è venuto su questa terra per salvarci, forse aveva in mente
qualcosa di un po’ pretenzioso anche Lui. Noi, chiaramente, non
siamo i salvatori di nessuno, perché rimane Lui la Via e la Verità,
ma è nostro preciso dovere mettere in atto tutti gli “stratagemmi”
che a Lui, appunto, possano condurre. Perché questa missione
non ce la siamo inventata, ma è proprio da Lui che viene; è quindi nostro compito cercare quanto meno di non ostacolarla e, possibilmente, di porre in essere tutte le condizioni perché possa servire alla Causa.
Per il resto, come si suol dire, “se sono rose fioriranno”, o, meglio
ancora, se la cosa viene da Lui, Egli non farà mancare il Suo
aiuto.
Vi terremo aggiornati sugli sviluppi, per il momento chiediamo
a tutti una preghiera in tal senso.
Don Davide
La stagione torrida è ancora assai lontana, tuttavia alcuni flash
sulle attività estive degli Oratori sono quanto mai opportuni:
GREST 2014: “PIANO TERRA”
Come negli anni scorsi i Grest si terranno negli Oratori di Breda Cisoni e di Sabbioneta.
Avranno la stessa data di inizio (lunedì 9 giugno) e di conclusione (venerdì 27 giugno). Le gite
e gli eventi “straordinari” saranno unificati per motivi logistici e per contenere le spese. La preparazione per gli assistenti educatori si terrà in collaborazione con le parrocchie della zona pastorale in date che saranno comunicate a suo tempo.
Gli Oratori di Sabbioneta e Breda Cisoni, in collaborazione con l’Oratorio di Bozzolo, organizzano
CAMPO ESTIVO A FUCINE DI OSSANA in Val di Sole, Trentino Alto Adige
(http://www.valdisole.net/it/Comune-Ossana-FUCINE/)
In pensione completa, presso la casa di don Giosuè Regonesi, già meta storica di soggiorni estivi sabbionetani.
Turno elementari (4ª-5ª) e medie (solo Sabbioneta, Breda Cisoni, Ponteterra, Villa Pasquali): da lunedì 14 a lunedì 21 luglio.
Turno superiori: in collaborazione con Bozzolo: da lunedì 21 a lunedì 28 luglio.
Quota di iscrizione: euro 300 (150 di caparra al momento dell’iscrizione, 150 prima della partenza).
Note: Per assicurarsi il posto, per questioni organizzative, per rispetto verso chi organizza e onde evitare disguidi dell’ultima ora,
si chiede la cortesia di iscriversi quanto prima con regolare tagliandino e caparra e, comunque, non oltre domenica 8 giugno.
La divisione in turni (elementari e medie il primo, superiori il secondo) è tassativa e non soggetta a variazioni per nessuno, eccettuati i pochissimi ragazzi delle superiori che saranno contattati espressamente da don Davide per fare da educatori al primo turno.
Trattandosi di una sola settimana e non essendo in autogestione, le visite dei genitori non sono previste, in entrambi i turni.
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I NUOVI BALILLA DELL’IDEOLOGIA GENDER
Il lettore con qualche lustro in più sulle spalle e all’anagrafe si
ricorderà della vicenda “Lupo Alberto e profilattici”. Siamo nel
1992 e l’allora ministro della Sanità De Lorenzo fece stampare
300mila copie del fumetto “Lupo Alberto” da distribuire anche
nelle scuole superiori, fumetto in cui il simpatico canide blu suggeriva agli studenti di usare il profilattico per prevenire le infezioni da HIV. Poi intervenne il Ministero dell’istruzione per bloccarne la diffusione. A distanza di più di vent’anni la strategia per
indottrinare le coscienze rimane la stessa, ma questa volta si è affinata e vuole trovare adepti non solo tra gli adolescenti ma anche
tra i bambini.
Ritorniamo a parlare dei libretti “Educare alla diversità” editi
dall’Ufficio Antidiscriminazione Nazionale (UNAR), ente diretto dal Dipartimento per la Pari opportunità il quale a sua volta fa
capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Gli opuscoli,
come abbiamo spiegato più volte, mirano a diffondere a promuovere l’ideologia gender tra gli studenti di ogni ordine grado, dalle
elementari
alle
superiori: tra il
maschio e la femmina ora spunta
l’(h)omo novus, né
maschio né femmina. Il 7 marzo scorso l’on. Alessandro
Zan, deputato SEL
e attivista gay, in
una interpellanza
proposta alla Camera si lamentava
che questi opuscoli
avevano subito una
battuta d’arresto: “il
fenomeno del bullismo omofobico e
transfobico
nelle
nostre scuole, gli episodi di discriminazione nei confronti dei ragazzi omosessuali e transessuali nelle scuole sono all’ordine del giorno. Inoltre - prosegue Zan
- l’azione dell’UNAR, permettetemi, è una delle poche a livello istituzionale che contribuisce a contrastare le discriminazioni, conformemente alle linee previste dal Consiglio d’Europa e questa, diciamo, è la strategia nazionale già approvata dal Governo, LGBT per
il 2013-2015, che era fortemente, ed è fortemente voluta dal
Consiglio d’Europa, per gli interventi nelle scuole”. Ovviamente
l’operazione avviene scavalcando i genitori che poco o nulla ne
sanno. La Manif Pour Tous Italia e il Forum delle Associazioni
Familiari dell’Umbria però non sono state a guardare e in una
nota hanno reso noto che “stanno diffondendo un vademecum ad
uso dei genitori per proteggere i propri figli dall’indottrinamento pro
ideologia del gender che ha iniziato a svolgersi negli istituti scolastici di tutta Italia, dagli asili alle superiori”.
Dodici mosse per fronteggiare l’assalto del nemico, tra cui: prima
di iscrivere vostro figlio a scuola verificate l’offerta formativa ed
evitate scuole in cui nei programmi compaiano espressioni come
“educazione alla affettività, educazione sessuale, omofobia, superamento degli stereotipi, relazione tra i generi”; proponetevi come
rappresentanti di classe; tenetevi informati sui contenuti delle
singole lezioni e visitate spesso il sito internet della scuola; se vi
sono lezioni su questo tema “date l’allarme e convocate una riunione informale” con gli altri genitori e poi un consiglio di classe
straordinario con tanto di lettera al dirigente scolastico locale; se
nonostante ciò la scuola va per la sua strada e vuole comunque
impartire queste lezioni allora “terrete i vostri figli a casa” e intanto fate ricorso al Tar e preparate diffide. Ultimo ma non ultimo:
“custodite i vostri figli” affinchè “non si sentano mai soli”. Il giorno prima che l’on. Zan prendesse la parola in Parlamento è stata
approvata dalla commissione Affari sociali la relazione annua
sullo stato di attuazione della 194. Al termine della Risoluzione,
tra gli impegni che il governo dovrebbe assumersi, viene indicato
anche il seguente: “sensibilizzare le regioni affinché siano promosse,
dalle istituzioni scolastiche in collaborazione con le associazioni dei
genitori e con i consultori territoriali, attività di informazione ed
educazione alla salute sessuale e riproduttiva, all’affettività, alla
maternità e paternità consapevole”. È noto che l’espressione “educazione alla salute
sessuale e riproduttiva” è un mantra
inventato
dal
Fondo delle Nazioni Unite per la
Popolazione e significa “aborto e contraccettivi”. Ancora
una volta la scuola
viene scelta come
campo ideale per
far crescere la mala
pianta dell’ideologia, questa volta
abortista. La logica
sottesa all’operazione messa in atto
dall’UNAR e a
quella suggerita dalla commissione Affari sociali non è difficile da comprendere: se
vuoi instillare un’idea inizia dai bambini che frequentano la scuola. Lì non troverai i genitori che ti ostacoleranno, lì troverai invece giovani menti ingenue, prive di filtri critici, che prenderanno
come oro colato tutto quello che dice un adulto.
Poco importa che poi questi balilla dell’ideologia gender e abortista facciano ritorno a casa e chiedano - forse - spiegazione a
mamma e papà su quello che hanno sentito a scuola. Ormai la
bomba è stata sganciata nelle coscienze vergini dei fanciulli, il
virus è stato inoculato con successo.
Certo, la strategia prevede che le truppe si muovano al buio, di
nascosto, in modo tale da non allertare i genitori, però un po’ la
colpa, a ben vedere, a volte è anche del disimpegno di questi ultimi, che non di rado ad occhi chiusi delegano agli insegnanti l’intera educazione dei pargoli, genitori che intendono la scuola
come parcheggio ad ore ove lasciare i figli senza poi interessarsi su
cosa è successo in quel parcheggio per tutte quelle ore.
È tempo di andare dal custode del baby parking a chiedere spiegazioni.
Tommaso Scandroglio
(da La Nuova Bussola Quotidiana, 17 Marzo 2014)
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ASCOLTARE IL SILENZIO!
Sembra un paradosso, assuefatti come siamo al rumore, credo sia
una delle scoperte più belle ed interessanti quella di mettersi in
ascolto del silenzio. Il silenzio, chi era costui? È quel clima, è quell’ambiente, in cui si può ascoltare, si può cogliere, si può gustare,
quanto nella vita è veramente importante: il valore di una persona,
la preziosità di un rapporto, la bellezza che si mostra a noi in mille
modi. È un modo pregiato di non sciupare le occasioni, di non
banalizzare la vita, di non infangare le cose più sacre. volte il silenzio dice più della parola, sicuramente è più espressivo del frastuono.
Ma quante facce ha il silenzio? Vi è un silenzio di fronte al dolore, e
vi è un silenzio carico di meraviglia e di stupore. Vi è un silenzio perché non si sa cosa dire, e vi è un silenzio perché la verità ci ha messi
a nudo e non sappiamo come giustificarci. Vi è un silenzio davanti
a domande pretestuose ed inutili, e vi è il silenzio di chi osserva per
accusare. Vi il silenzio dell’uomo il quale, non avendo ragioni da
opporre a una verità che lo infastidisce, ricorre alla violenza per zittire il profeta che la pronuncia, e vi è un silenzio ostinato, immobile, consapevole, frutto di un cuore indurito, che non intende per
nessuna ragione lasciarsi inquietare dalle domande che lo pongono
in questione. Vi è un silenzio irritante, e vi è un silenzio indignato e
rattristato che esprime rabbia o compassione. Vi è il silenzio di fronte alle domande insincere, e vi è il silenzio a domande curiose, superficiali, perché non sorgono dal desiderio della verità. Vi è un silenzio necessario per cogliere il Mistero di Dio, e vi è un silenzio indispensabile per convertirsi ed abbracciare la novità di Gesù.
Padre David M. Turoldo, contemplando l’agonia solitaria di Gesù,
diceva in uno dei suoi canti: “Ti invocava con tenerissimo nome:/ la
faccia a terra/ e sassi a terra bagnati/ da gocce di sangue:/ le mani stringevano zolle/ di erba e fango:/ ripeteva la preghiera del mondo:/ “Padre,
Abba, se possibile”.../ solo un ramoscello d’olivo/ dondolava sopra il suo capo/ un silenzioso
vento”. Da questi versi si coglie come il
momento più eloquente del silenzio di Gesù
è stato la passione. Qui il Suo silenzio è veramente più denso delle parole. Nella passione
Gesù parla poche volte, mai per difendersi,
ma soltanto per mostrare la sua identità. Il
silenzio è stato un linguaggio importante per
spiegare chi Egli era. Sollecitato dal sommo
sacerdote a rispondere alle molte accuse,
Gesù tace (Mc. 14,60). È il silenzio di chi,
anche nell’umiliazione, conserva intatta la
sua dignità. È questo il silenzio del giusto,
che, di fronte alle accuse, non si difende,
perché ha posto interamente la sua fiducia
nel Signore, che non abbandona mai. Il
silenzio di Gesù non esprime indifferenza,
ma dignità. La novità di Gesù non può fare
a meno della parola che la dona, ma ha
anche bisogno del silenzio che l’accoglie.
Gesù rimane in silenzio nei due momenti
culminanti: quando la sua regalità è derisa
(19,1-3), e quando essa è mostrata in pubblico (19,5). Tocca al Crocifisso manifestare
come il Figlio di Dio condivide l’esperienza
del silenzio che l’uomo vive davanti al suo
Dio. Ma tocca all’uomo essere capace di
quello stesso silenzio, per evitare che la vita,
gli affetti, i desideri, i sogni, le relazioni più significative non vengano triturate dal vortice della banalità. Abbiamo estremo bisogno di
conoscere il silenzio, di apprezzare il silenzio, di coltivare il silenzio,
di gustare il silenzio. Insomma, abbiamo bisogno di rieducarci al
silenzio.
In passato le persone avevano maggiormente il senso della sacralità,
e le chiese erano luoghi di silenzio, interrotto solo dalle preghiere
sussurrate dai fedeli, coscienti di essere alla presenza del Creatore del
mondo e del Signore del cosmo. Oggi, poiché crediamo assai poco
a questo, le chiese sono diventate piazze coperte dove, soprattutto
prima e dopo le celebrazioni si formano assembramenti, dove si fa
di tutto tranne l’unica cosa consona in quel luogo: pregare, e per
pregare ci vuole solo una cosa: il silenzio. Siamo al paradosso che, se
una persona ha desiderio di pregare, deve rifugiarsi in qualche bosco
(problema enorme: dove si possono ancora trovare boschi?), perché
se vi è un posto dove non si riesce a pregare, dove non si può pregare, questo è proprio la chiesa. Il chiasso che regna sempre nelle
nostre chiese è sintomo di due malattie: la mancanza di fede e la
mancanza di buona educazione.
Una giovane turista, mi raccontava che, recatasi in visita a Mosca, ha
deciso di entrare nel mausoleo di Lenin fuori delle mura del
Cremlino. Ebbene, per entrare a vedere la mummia di un uomo che,
accanto a qualche beneficio, ha recato gravi danni ad un popolo
(tanto è vero che la città cui era stato dato il suo nome: Leningrado,
negli ultimi anni ha assunto ancora il suo antico nome di San
Pietroburgo, e quasi tutti i monumenti di quest’uomo sono stati
abbattuti), tutti devono assumere la posizione sull’attenti, tutti
devono togliersi cicche o caramelle di bocca, nessuno può fiatare,
tutti devono procedere in fila indiana... per una mummia. Nelle
Chiese abbiamo Dio in persona, e che spettacolo squallido constatare l’assoluta mancanza di rispetto in qualcuno, come se il
tabernacolo fosse abitato da una colonia di
termiti. Non basta, tuttavia riscontrare le
cose che non vanno, occorre fare di tutto, da
parte di tutti, perché le cose funzionino
come dovrebbero. Si chiede perciò a tutti,
nessuno escluso, un forte impegno perché le
nostre chiese tornino ad essere il Regno del
silenzio, il luogo dove si è richiamati alla presenza di Dio, l’ambiente dove ci si pone in
ricerca, in ascolto, in confidenza con Dio, lo
spazio dell’incontro con l’Assoluto. I sacerdoti si impegneranno a far rispettare maggiormente il silenzio nelle chiese, e tutti i frequentatori sono vivamente pregati di non
degradare il luogo sacro ad ambiente di conversazione o di schiamazzo, come capita
troppo spesso. I nostri antenati con grande
saggezza hanno dotato le chiese del sagrato,
perché, come “vi è un tempo per parlare ed un
tempo per tacere” (libro del Qoelet), così vi è
un luogo per parlare ed un luogo per tacere.
Ogni parola, ogni dialogo, ogni chiacchiera,
sul sagrato vanno benissimo. In chiesa l’unico contegno possibile e decoroso è il silenzio
colmo della presenza e dell’amore di Dio.
Don Samuele
Comunità di Sabbioneta - Breda Cisoni - Villa Pasquali - Ponteterra
VILLA PASQUALI,
UNA PERLA
DA CONOSCERE, ANZI, DUE
COMUNITÀ PASTORALE
“MARIA MADRE DELLA CHIESA”
in Sabbioneta, Breda Cisoni, Ponteterra, Villa Pasquali
2014
ANNO CENTENARIO DELLA MORTE
DEL VENERABILE DON GIACINTO BIANCHI
Programma delle celebrazioni
MARTEDÌ 11 FEBBRAIO
Apertura dell’anno centenario al Santuario di Vigoreto:
ore 15.00 celebrazione del Sacramento
dell’Unzione degli Infermi
e divulgazione del fascicolo
“Il valore della sofferenza in Padre Giacinto”
VENERDÌ 11 APRILE
Ore 21.00 Quaresimale a Villa Pasquali:
“Il bello dell’essere cattolici”
Sen. Mariapia Garavaglia, già Ministro della Sanità
e già Presidente della Croce Rossa italiana
DA MERCOLEDÌ 7 A VENERDÌ 9 MAGGIO
SS. Quarantore a Sabbioneta,
meditando gli insegnamenti di Don Giacinto
DA GIOVEDÌ 15 A SABATO 17 MAGGIO
SS. Quarantore a Breda Cisoni,
meditando gli insegnamenti di Don Giacinto
Il centenario della morte di Don Giacinto Bianchi che stiamo
celebrando, oltre a ricordare questa insigne figura di sacerdote, la
cui personalità e spiritualità avremo modo di approfondire attraverso le iniziative in cantiere, ci aiuta a fissare la nostra attenzione sulla chiesa di S. Antonio Abate, che lo ha visto crescere e
maturare la vocazione al sacerdozio, ma anche sul senso dell’essere missionari. La chiesa del Bibiena ci avvolge nella sua maestosità e nel suo splendore, e con naturalezza ci porta all’incontro con
quel “Dio veramente grande, veramente buono”, che cambia radicalmente il cuore di chi lo incontra veramente: da un cuore centrato su di sé, ad un cuore centrato sull’amore per Dio e per i fratelli. È da questa esperienza trasformante che scaturisce la missione che è fatta di tante cose, è fatta di attenzione, è fatta di elemosina, è fatta di conoscenza, di consapevolezza, ma consiste,
soprattutto, in quella carità che S. Paolo descrive così: “Se anche
parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E
se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la
scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non
avessi la carità, niente mi giova” (1 Cor. 13,1-3). In questo anno
siamo invitati a conoscere meglio queste due “perle”: la chiesa del
Bibiena, e Don Giacinto Bianchi che in questa chiesa ha vissuto
l’esperienza di passare da un cuore centrato su di sé, ad un cuore
centrato sull’amore per Dio e per i fratelli. Ecco il programma
delle celebrazioni per il centenario:
DA MERCOLEDÌ 21 A VENERDÌ 23 MAGGIO
SS. Quarantore a Ponteterra,
meditando gli insegnamenti di Don Giacinto
DOMENICA 1 GIUGNO
Solennità dell’Ascensione del Signore,
Mission day a Villa Pasquali
DOMENICA 8 GIUGNO
Solennità di Pentecoste,
ore 18.00 celebrazione del Sacramento
della Confermazione a Villa Pasquali,
presiede Sua Eccellenza Mons. Dante Lafranconi,
Vescovo di Cremona
DA GIOVEDÌ 19 A SABATO 21 GIUGNO
SS. Quarantore a Villa Pasquali,
meditando gli insegnamenti di Don Giacinto
DOMENICA 22 GIUGNO
Solennità del Corpus Domini.
Solenne Processione Eucaristica a Villa Pasquali,
presiede Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Battista Re,
Prefetto emerito della Congregazione per i Vescovi
DA SABATO 26 A DOMENICA 27 LUGLIO
Pellegrinaggio delle Figlie di Maria Missionarie
Comunità di Sabbioneta - Breda Cisoni - Villa Pasquali - Ponteterra
NEK NOMINATION
- Ciao cara, hai sentito il telegiornale delle 13? Parlavano di un
fenomeno chiamato NEK NOMINATION, in voga nei ragazzi preadolescenti e adolescenti. Si tratta di una gara a chi beve di
più e più velocemente possibile, alcool o birra, davanti ad una
telecamera, il video viene messo su internet per poter nominare
altre persone a fare la stessa cosa entro le 24 h. se non lo faranno devono pagare da bere e saranno derisi ed esclusi dal gruppo.
- Sì, mi sono soffermata proprio ad ascoltare questa sconvolgente notizia, che inevitabilmente mi ha portato a pensare ai nostri
ragazzi, che sono in questa età cosi delicata, e che utilizzano
Facebook costantemente: ricordo ancora l’ultimo scontro avuto
in merito all’utilizzo esagerato ed ingiustificato.
- La notizia riportava anche dei danni che sta provocando questo fenomeno. All’estero ha già provocato vittime, in Italia c’e’
chi ci e’ andato molto vicino ed e’ entrato in coma etilico, i
ragazzi iniziano a bere alcolici già dai 12 anni.
- Sì, ma secondo tè perché lo fanno? Sembra sia una sfida, l’inquietudine di questa età porta a sfidare il proprio corpo e i propri limiti, il bisogno di identità, di farsi ascoltare da noi adulti.
Chi beve davanti alla telecamera viene visto come un eroe, ed è
per questo che lo vogliono emulare.
- È proprio un bel problema, cosa possiamo fare?
- Cerchiamo di limitare l’accesso alla rete il più possibile.
- Ormai non riusciamo più a limitare l’accesso alla rete, lo sai
che il vietare scatena il fascino di ciò che è proibito, quindi si
rivela controproducente.
- Parliamo con i ragazzi, cerchiamo di sensibilizzarli, di farli
riflettere di come reagire in caso fossero nominati.
- Si ma come?
- Facciamo leva sui nostri principi e valori cristiani, amore
responsabile, rispetto, sincerità, altruismo, onestà, l’amicizia
basata sulle cose semplici e non su atteggiamenti estremi.
- Sì, sì, certo! Così pensi che possano ascoltarci? forse non ci
ascolteranno, ma l’importante è mantenere un dialogo e capire
cosa ne pensano, dobbiamo imparare ad ascoltare per capire.
Sono certa che insieme possiamo ottenere buoni risultati
- Oltre a questo vorrei spiegare loro che la rete internet e’ alla
vista di tutti, tutto quello che scrivono o filmano rimane nel
tempo e ne mantiene la memoria (in futuro potrebbero compromettere la loro immagine e credibilità).
- Penso comunque che oggi ai nostri ragazzi già adolescenti sia
difficile trasmettere le nostre paure, ma penso che sia più importante quello che abbiamo cercato di trasmettere con l’esempio
già da bambini, una fiducia reciproca, un dialogo, un confronto affinché oggi possano fidarsi di noi per poter superare le difficoltà dell’adolescenza, la ricerca di autonomia, ed autostima
che sono le basi importanti per diventare adulti .
Un papà ed una mamma della nostra Comunità Pastorale
“Maria Madre della Chiesa”
CELEBRAZIONI PENITENZIALI
IN PREPARAZIONE ALLA PASQUA
La festa cristiana si caratterizza per la
Ri-conciliazione con Dio. Se ciò non
avviene non è festa. Per questo la
Parrocchia proporne la celebrazione
penitenziale nella imminenza delle principali solennità dell’Anno Liturgico.
Celebrare insieme la misericordia di Dio e la Riconciliazione
sono uno dei segni forti di una Chiesa che ha sempre bisogno di
conversione e di rinnovamento nel profondo. È chiaro che ciascuno, poi, si confessa individualmente, ma la celebrazione del
Sacramento è comunitaria. Nelle sere della Settimana Santa
siamo invitati a celebrare comunitariamente e a ricevere individualmente il perdono di Dio, ricordando quanto il Catechismo
della Chiesa Cattolica, al n. 2042, afferma: “Confessa i tuoi peccati almeno una volta all’anno”. Il Martedì santo, 15 aprile, alle ore
21.00, a Breda Cisoni ed il Mercoledì santo, 16 aprile, alle ore
21.00 a Sabbioneta, si terranno le celebrazioni penitenziali con la
presenza di diversi confessori. Il Martedì santo dalle 17.00 alle
19.00 a Villa Pasquali ed il Mercoledì Santo dalle 17.00 alle
19.00 a Ponteterra, saranno presenti i sacerdoti per le
Confessioni. Rivolgiamo l’invito ad approfittare di queste occasioni, lasciando libero il Sabato Santo per chi non ha altra possibilità di accostarsi alla Confessione. Anche questa è carità.
CALENDARIO DELLE CELEBRAZIONI PASQUALI
BREDA CISONI
Domenica delle palme - 13 aprile
A causa della maggiore lunghezza delle celebrazioni, per la processione delle palme e la lettura della Passione del Signore, è
sospesa la celebrazione dell’Eucaristia delle ore 9.00.
Ore 11.00, in Oratorio, benedizione degli ulivi, processione
verso la chiesa parrocchiale e celebrazione dell’Eucaristia con la
lettura della Passione di S. Matteo.
Giovedì Santo - 17 aprile
Dalle ore 16.00 un sacerdote è disponibile in chiesa per le
Confessioni.
Ore 21.00, celebrazione dell’Eucaristia nella Cena del Signore,
rito della lavanda dei piedi ai bambini della prima Comunione,
reposizione solenne nella cappella del SS. Sacramento e adorazione fino alle ore 23.00. Assoluto silenzio.
Venerdì Santo - 18 aprile:
giorno di digiuno e di astinenza dalla carne
Ore 15.00, Via Crucis.
Ore 21.00, Azione liturgica della Passione, processione con la
reliquia della S. Croce seguendo il percorso tradizionale: via
Mazzini, via S. Giorgio, via Fermi.
Comunità di Sabbioneta - Breda Cisoni - Villa Pasquali - Ponteterra
Sabato Santo - 19 aprile
Ore 10.00-11.30 e 14.30-18.00, un sacerdote è a disposizione
per le Confessioni
Domenica di Pasqua - 20 aprile: Solennità delle Solennità
Orario festivo
Lunedì di Pasqua - 21 aprile
Ore 11.15, celebrazione dell’unica Eucaristia
PONTETERRA
Domenica delle palme - 13 aprile
Ore 9.45, davanti alla chiesa sussidiaria, benedizione degli ulivi,
processione verso la chiesa parrocchiale e celebrazione
dell’Eucaristia con la lettura della Passione di S. Matteo.
Giovedì Santo - 17 aprile
Ore 21.00, celebrazione dell’Eucaristia nella Cena del Signore,
rito della lavanda dei piedi ai ragazzi, reposizione solenne nella
cappella del SS. Sacramento e adorazione fino alle ore 23.00.
Assoluto silenzio.
Venerdì Santo - 18 aprile:
giorno di digiuno e di astinenza dalla carne
Ore 15.00, Via Crucis.
Ore 21.00, Azione liturgica della Passione, processione con la
reliquia della S. Croce seguendo il percorso tradizionale in via
Monteverdi.
Sabato Santo - 19 aprile
Ore 18.00-19.00, un sacerdote è a disposizione per le Confessioni
Domenica di Pasqua - 20 aprile: Solennità delle Solennità
Orario festivo
Lunedì di Pasqua - 21 aprile
Orario festivo
Domenica Ottava di Pasqua - 27 aprile
Ore 10.00, celebrazione dell’Eucaristia in chiesa parrocchiale
Ore 15.00, celebrazione dell’Eucaristia al Cimitero e benedizione delle tombe
SABBIONETA
Domenica delle palme - 13 aprile
Ore 9.45, nella chiesa dell’Incoronata, benedizione degli ulivi,
processione verso la chiesa dell’Assunta e celebrazione
dell’Eucaristia con la lettura della Passione di S. Matteo.
Giovedì Santo - 17 aprile
Dalle ore 16.00 un sacerdote è disponibile nella chiesa
dell’Assunta per le Confessioni
Ore 21.00, nella chiesa dell’Assunta celebrazione dell’Eucaristia
nella Cena del Signore, rito della lavanda dei piedi ai bambini
della prima Comunione, reposizione solenne nella cappella del SS.
Sacramento e adorazione fino alle ore 23.00. Assoluto silenzio.
Venerdì Santo - 18 aprile:
giorno di digiuno e di astinenza dalla carne
Ore 8.00, nella chiesa dell’Assunta, alla cappella della Reposizione: Ufficio di letture e lodi. La chiesa resta aperta tutta la mattina per consentire la preghiera personale.
Ore 15.00, nella chiesa dell’Assunta, Via Crucisdei ragazzi.
Ore 21.00, nella chiesa dell’Assunta, Azione liturgica della
Passione, processione con la reliquia della S. Spina seguendo il
percorso tradizionale: piazza Ducale, via Leoni, via dei Serviti, via
Vespasiano Gonzaga, via Dondi, piazza S. Rocco, piazza Ducale.
Sabato Santo - 19 aprile
Ore 8.00, nella chiesa dell’Assunta, alla cappella del Bibiena:
Ufficio di letture e lodi. La chiesa resta aperta tutta la mattina per
consentire la preghiera personale.
Ore 10.00-12.00 e 15.00-19.00, un sacerdote è a disposizione
per le Confessioni
Ore 21.00, Celebrazione della Veglia Pasquale, la Madre di tutte
le Veglie, il centro ed il cuore di tutto l’Anno liturgico: liturgia
della Luce, liturgia della Parola, liturgia Battesimale: sei nostri
fratelli e sorelle rinasceranno in Cristo, liturgia Eucaristica.
DOMENICA DI PASQUA - 20 aprile: Solennità delle Solennità
Orario festivo, mezz’ora prima della celebrazione Eucaristica
vespertina Canto dei Vespri Battesimali solenni di Pasqua e
Benedizione Eucaristica
Lunedì di Pasqua - 21 aprile
È sospesa la Messa delle ore 8.00 a Vigoreto, poiché alle ore
15.00 si celebra l’Eucaristia al Cimitero ed alle ore 16.00 alla casa
di riposo “Serini”.
VILLA PASQUALI
Domenica delle palme - 13 aprile
Ore 11.00, davanti all’ex ufficio posta, benedizione degli ulivi,
processione verso la chiesa parrocchiale e celebrazione
dell’Eucaristia con la lettura della Passione di S. Matteo.
Giovedì Santo - 17 aprile
Ore 21.00, celebrazione dell’Eucaristia nella Cena del Signore,
reposizione solenne nella cappella del SS. Sacramento e adorazione fino alle ore 23.00. Assoluto silenzio.
Venerdì Santo - 18 aprile:
giorno di digiuno e di astinenza dalla carne
Ore 15.00, Via Crucis.
Ore 21.00, Azione liturgica della Passione, processione con la
reliquia della S. Croce seguendo il percorso tradizionale in via
Bibiena.
Sabato Santo - 19 aprile
Ore 15.00-19.00, un sacerdote è a disposizione per le
Confessioni
Domenica di Pasqua - 20 aprile: Solennità delle Solennità
Orario festivo (11.15)
Lunedì di Pasqua - 21 aprile
Orario festivo
LAUREE
Vivissime felicitazioni a Mangoni Marco, di 24 anni, residente in via Tasso 23 a Ponteterra, che
ha brillantemente conseguito la Laurea in Lingue e Letterature straniere, con il massimo dei
voti, presso l’Università Cattolica di Brescia, il 20 febbraio 2014. Cordialissime congratulazioni
a Galimberti Chiara, residente in via XXV Aprile 41 a Breda Cisoni, che ha brillantemente
conseguito la Laurea in Farmacia presso l’Università degli studi di Parma, il 24 marzo 2014.
L’augurio formulato dalla comunità è che, dopo le soddisfazioni scolastiche, al più presto Marco e
Chiara trovino una consona occupazione. Chi desiderasse comunicare liete notizie come questa a
tutta la comunità, è pregato di segnalare l’evento ai sacerdoti o all’ufficio parrocchiale (tel. 0375-52604).
Comunità di Sabbioneta - Breda Cisoni - Villa Pasquali - Ponteterra
Incontri dei genitori in vista
dei Sacramenti per i loro figli
Il tempo di Pasqua è il momento naturale ed opportuno per la
celebrazione dei Sacramenti della Iniziazione Cristiana.
Si tratta di tappe significative per i ragazzi: la Messa di prima
Comunione e la Celebrazione della Cresima non sono la fine di
un percorso (come qualcuno, purtroppo, ritiene), ma l’inizio dell’essere credenti in forma sempre più consapevole ed impegnata.
Evidentemente l’impegno non riguarda solo i ragazzi, ma, principalmente i loro genitori, chiamati ad essere veramente credenti, per risultare credibili.
Per questo la nostra comunità pastorale ha proposto, durante
l’anno, alcuni incontri di carattere pedagogico imperniati sulla
educazione alla affettività, con lo scopo di offrire un supporto al
difficile “mestiere” dell’essere genitori. Il prossimo appuntamento sarà Domenica 13 aprile, alle ore 16.00, presso l’Oratorio di
Sabbioneta, per affrontare il tema dell’adolescenza, la stagione
più difficile per educare i figli. L’invito a questo incontro è rivolto a tutti i genitori. Per i genitori dei bambini della prima
Comunione e della prima Confessione di tutte le parrocchie, poi,
si terrà un incontro specifico, per illustrare la valenza dei sacramenti dell’Iniziazione Cristiana Domenica 27 aprile, alle ore
16.00, presso l’Oratorio di Sabbioneta. Per i genitori dei ragazzi
che ricevono la Cresima di tutte le parrocchie l’incontro sarà
Domenica 25 maggio alle ore 16.00 presso l’Oratorio di Breda
Cisoni. E, per chi lo avesse dimenticato, ricordiamo le date dei
Sacramenti: Domenica 11 maggio, ore 10.00: Messa di prima
comunione a Sabbioneta. Domenica 18 maggio, ore 11.15:
Messa di prima comunione a Breda Cisoni. Domenica 8 giugno,
ore 18.00: celebrazione unitaria delle Cresime a Villa Pasquali.
Domenica 25 maggio, ore 10.00: celebrazione dei Battesimi a
Ponteterra. Sabato 7 giugno, ore 16.00: celebrazione unitaria
della prima Confessione al Santuario di Vigoreto. A tutti si raccomanda che i Sacramenti non siano occasione di consumismo
sfrenato, ma esperienze profonde di fede, di sobrietà e di condivisione caritativa.
Gruppo Fam. Gio.
È continuata con regolarità, nella nostra comunità pastorale,
l’esperienza del gruppo famiglie giovani nei primi anni di matrimonio, nutrita di momenti di incontro, di dialogo, di confronto,
tra giovani coppie di sposi, con scadenza bimestrale. Invitiamo
ancora una volta tutte le coppie giovani di Sabbioneta, Breda
Cisoni, Ponteterra, e Villa Pasquali che desiderano unirsi in questa esperienza domenica 27 aprile, alle ore 20.00, presso
l’Oratorio di Sabbioneta, per un momento di convivialità (ognuno porta qualcosa da mangiare che poi viene condiviso) e per un
confronto a più voci. Ci auguriamo di essere in tanti, come vera
famiglia di famiglie.
Padrini e madrine
Molti, in questa stagione, vengono in parrocchia a chiedere il certificato per poter svolgere il ruolo di padrino o madrina nei
Battesimi e nelle Cresime di parenti o conoscenti. A tutte queste
persone si ricorda che il padrino o la madrina hanno unicamente la funzione di essere un esempio di fede per chi riceve il
Sacramento: esempio di preghiera, esempio di partecipazione alla
Messa, esempio di convinzioni e di stile di vita evangelica. Niente
altro. Il padrino o la madrina costituiscono, per chi riceve il
Battesimo o la Cresima, una sorta di padre - madre nella fede.
Essi devono saper parlare di Gesù Cristo e della Chiesa con una
certa competenza, e, soprattutto, devono sapere parlare con Gesù
Cristo nella preghiera, e con la Chiesa per la partecipazione attiva alla vita della comunità parrocchiale. Il Battesimo dà vita alla
fede personale, al rapporto vitale con Gesù Cristo, e la Cresima
apre questa fede personale alla dimensione ecclesiale, aiutando la
persona a capire che non esiste una fede cristiana se non dentro
la comunità parrocchiale. Il padrino e la madrina devono essere
testimoni viventi di queste cose.
Pertanto non tutti possono fare il padrino o la madrina, anzi, vi
sono persone per le quali è veramente cosa sconsigliata, perché
anziché aiutare chi riceve il Sacramento, potrebbero ‘danneggiarlo’ nella fede. Nessuno mette in discussione la loro onestà, la loro
rispettabilità, e tante altre virtù positive di ciascuno, il problema
riguarda la fede. Chi non vive la fede non può essere padre o
madre nella fede, per il semplice motivo che non si può dare ciò
che non si ha, e per l’altro motivo che l’agire dipende sempre dall’essere. Dunque, prima di recarsi in parrocchia a chiedere un certificato poco sincero è meglio leggere e rileggere quali sono i
requisiti necessari e pensarci due volte!!!
La benedizione delle case
Come è già stato annunziato sul giornale di Natale, la visita e la
benedizione delle famiglie è divenuta una attività permanente di
tutto l’anno, se vogliamo offrire ad ognuna delle 1.700 famiglie
della nostra comunità questa occasione di incontro e di preghiera domestica. Si tratta, infatti, di un momento importante e
significativo di colloquio tra i sacerdoti e tutti i parrocchiani.
Diventa perciò difficile poter stabilire un calendario dettagliato
di giorni e di vie.
Come si sta già facendo, Domenica dopo Domenica, vengono
segnalati, i giorni della benedizione e le vie interessate, sul foglio
degli avvisi parrocchiali che possiamo ritirare in chiesa,. I sacerdoti suonano il campanello a tutte le porte, dove non trovassero in casa nessuno lasciano sempre, nella cassetta della posta, il
cartoncino della benedizione, così che gli assenti possano mettersi in contatto con i sacerdoti e concordare il giorno e l’ora più
adatti.
La busta di Pasqua
Attraverso il giornale di Pasqua la comunità pastorale e le singole parrocchie vogliono ringraziare tutte le persone e le famiglie
che, anche con sacrificio, hanno voluto far sentire il loro affetto
e la loro partecipazione alla vita comunitaria mediante la busta di
Natale.
Questo il numero delle buste raccolte in ogni parrocchia e la cifra
totale: Breda Cisoni, 55 buste per un totale di 5.615,00 ;
Ponteterra, 35 buste per un totale di 1.115,00 ; Sabbioneta, 94
buste per un totale di 12.145,00 ; Villa Pasquali, 32 buste per
un totale di 2.275,00 , cui si aggiunge una busta una tantum di
10.000,00 per coprire le spese di pulizia del campanile e dei
dispositivi per impedire ai piccioni di perseguire un’opera di
degrado umiliante e distruttiva. Per tutte queste persone e famiglie generose un ricordo grato nella preghiera e l’assicurazione
che Dio ama chi dona con gioia. Nel giornale parrocchiale trovate acclusa la busta per la Pasqua. La comunità ve la porge senza
alcuna pretesa, con la semplice e viva gratitudine per chi ha la
possibilità o la volontà di restituirla nei tempi e nei modi che preferisce.
Comunità di Sabbioneta - Breda Cisoni - Villa Pasquali - Ponteterra
La fiera di S. Giorgio 2014
a Breda Cisoni
LUNEDÌ 21 APRILE
Ore 15.00 - Nella sala dell’oratorio apertura Pesca di Beneficenza
(il cui ricavato verrà devoluto alla Parrocchia di Breda Cisoni).
Nella sala giochi dell’oratorio apertura Mostra Fotografica dal
titolo: “LE CLASSI”
Ore 21.00 - Nel salone dell’Oratorio: Saggio dei corsi musicali
organizzati dal circolo ACLI
MERCOLEDÌ 23 APRILE “San Giorgio Patrono del Paese”
Ore 15.00 - Nella Canonica apertura Mostra di Pittura “XXIX
PREMIO SAN GIORGIO” in memoria di Rossi Mario
Ore 21.00 - Celebrazione Solenne dell’Eucarestia con la Corale
di “Breda - Vigoreto”
GIOVEDÌ 24 APRILE
Ore 21.00 - Nel Teatro dell’Oratorio, la Compagnia Teatrale:
“San Martino di Guastalla” ci allieterà con la commedia dialettale in due atti, dal titolo: “I VIZI DELL’ONOREVOLE”
VENERDÌ 25 APRILE
Ore 12.30 - In oratorio Grigliata Paesana aperta a tutti
Ore 17,00 - In piazza, grande spettacolo di bolle di sapone con
“BILLY BOLLA”
SABATO 26 APRILE
Ore 14.30 - Nel campo
da calcio “X° Meeting di
Atletica Leggera” per i ragazzi delle Scuole Elementari e Medie, in collaborazione con l’Associazione
Ascosport di Sabbioneta
Ore 21.00 - Nel Teatro
dell’Oratorio XII Edizione Concorso Canoro Live
“Canta Breda”
DOMENICA 27 APRILE
Ore 11.15 - Celebrazione
dell’Eucarestia con la memoria degli anniversari significativi di Matrimonio
Ore 17.30 - Nel salone
dell’oratorio premiazione
Gara di Torte e successiva
degustazione
Ore 18.00 - Nella Canonica premiazione Concorso di Pittura “XXIX
PREMIO SAN GIORGIO” in memoria di
Rossi Mario.
Per tutto il periodo della
fiera sarà aperta la “Pesca
di Beneficenza” (il cui
ricavato verrà devoluto
alla Parrocchia di Breda
Cisoni).
Dal 25 al 27 Aprile per il
divertimento dei bambini
e ragazzi allestimento di
isole gonfiabili.
Rosari Mese di maggio
Il calendario dettagliato dei rosari, nel mese dedicato alla Santa
Vergine, verrà diffuso al momento opportuno mediante il foglio
degli avvisi settimanali. Queste celebrazioni si armonizzeranno
con le SS. Quarantore che di settimana in settimana si terranno
nelle singole parrocchie. Si avverte già da ora che lunedì 19 maggio tutte le parrocchie della zona pastorale X converranno a Villa
Pasquali per un Rosario comunitario, nel quale vi sarà una testimonianza sul venerabile Don Giacinto Bianchi.
La mostra Porta Fidei
a Sabbioneta
Inaugurata sabato 15 marzo con grande concorso di gente, aperta
sino a Domenica 4 maggio, la mostra “Porta Fidei” consente di
ammirare un patrimonio consistente e sconosciuto della Comunità
di Sabbioneta. Vengono esposte in Palazzo Ducale più di trenta tele
che riflettono la spiritualità della città gonzaghesca e degli ordini
religiosi dei Cappuccini di Vigoreto, dei Carmelitani del Carmine,
dei Serviti dell’Incoronata, ed anche un filone Domenicano presente nella chiesa di S. Rocco. Duplice lo scopo del’esposizione: 1
- far conoscere e valorizzare un patrimonio di fede e di arte che
richiama valori spirituali sempre più trascurati dalla società; 2 - sensibilizzare e far appassionare persone, gruppi, istituzioni, assumendosi l’onere del restauro di una o più opere attraverso una “adozione”, così che le tele possano allietare la comunità di Sabbioneta ed
i turisti che vengono a scoprire questo gioiello. Chi pensasse di
“adottare” il restauro di un’opera sappia che tale spesa è deducibile
dalla dichiarazione dei redditi, nella misura del 19 % per i privati,
del 100 % per le ditte. Un grazie sincero ad ogni mecenate.
Mission day
Da alcuni anni il “Mission day” costituisce un bel segno di unità
fra le parrocchie all’interno della nostra Comunità Pastorale.
Anche quest’anno, grazie all’esperienza maturata precedentemente, ritorna con la sua carica di unità interna e di missione esterna. Tema della giornata è una frase di S. Giovanni Paolo II: “La
fede cresce nella misura in cui la si dona”. E gli eventi in calendario sono i seguenti (il programma è solo di massima, potrà subire modifiche): ore 11.00, Celebrazione dell’Eucarestia a nella
chiesa di S. Antonio Abate a Villa Pasquali.
Dalle 16.00 alle 19.30, davanti alla chiesa di Villa Pasquali:
stands a tema missionario - testimonianze missionarie - animazione musicale - giochi per bambini.
Ore 19.30: in oratorio gnocco fritto, il cui ricavato andrà a sostegno dei nostri missionari.
Appuntamento per Domenica 1 giugno 2013, Solennità della
Ascensione del Signore.
Viaggio in Normandia e Bretagna
Entro la metà di maggio è necessario definire tutte le questioni
relative al viaggio in Normandia e Bretagna, che si terrà dal 16 al
24 agosto 2014. Pertanto chi fosse interessato è pregato di provvedere al più presto alla iscrizione e al versamento della caparra
richiesta. Chi desidera conoscere il programma dettagliato dell’itinerario lo può trovare in ufficio parrocchiale. Se poi qualche
famiglia desidera mettersi insieme ad altre per organizzare una
vacanza più semplice in montagna, in tempi e modi da concordare, prenda contatto con Don Samuele.
Comunità di Sabbioneta - Breda Cisoni - Villa Pasquali - Ponteterra
La visita e la comunione
ai malati...
Si tratta di un momento assai significativo della vita parrocchiale ed è cosa permanente. Regolarmente, infatti, i sacerdoti e le
suore si recano a trovare le persone che soffrono e ad offrire loro
il conforto della Parola di Dio e del Corpo di Cristo. Il numero
degli anziani e dei malati è talmente rilevante nella nostra comunità pastorale che, sicuramente, qualcuno potrebbe sentirsi trascurato. Questo avviene quando in parrocchia non si conoscono
tali situazioni. Se nessuno si premura di informare è assai difficile immaginare le vicende di ciascuno. È dunque un gesto di carità avvertire se vi sono anziani o malati che, non potendo uscire
di casa, desiderano ricevere la comunione a domicilio. Si sta stendendo, in questi mesi una vera e propria mappa della realtà
umana della nostra Comunità Pastorale, così che nessuno possa
essere dimenticato. Dateci una mano ad essere precisi. Quando il
sacerdote o la suora portano il Signore è bene innanzitutto spegnere la televisione e preparare sul tavolo o sul mobile vicino
all’ammalato una tovaglietta bianca con un crocifisso, una candela accesa e dei fiori (se è possibile). Si tratta di un segno di gioia
per questa visita, di un segno di fede nella presenza reale del
Signore, di un atto di gratitudine per il dono che offre a noi nei
momenti dolorosi della vita.
Partiti i lavori all’abside
di Ponteterra?
Avremmo voluto annunciare su questo numero del giornale che
erano partiti i lavori di restauro dell’abside della chiesa di S.
Girolamo in Ponteterra, per poter ricollocare poi la pala d’altare,
recentemente restaurata, al suo posto. Ed invece siamo costretti a
constatare come, per l’ennesima volta, in nome della millantata
“semplificazione”, tutto in Italia è una complicazione. La domanda presentata mesi fa alla Soprintendenza, attraverso l’Ufficio del
Beni Culturali della Diocesi, a tutt’oggi non ha avuto alcun cenno
di risposta. Sembra quasi che la burocrazia si diverta ad incrementare la crisi, anziché il lavoro di gente onesta e competente!!!
Il nostro sito parrocchiale,
una finestra sulla realtà
sabbionetana
e le sue parrocchie...
Nuova veste grafica, nuovi servizi e collegamenti, nuova finestra aperta sui tesori artistici delle nostre chiese … insomma il
sito www.quattroparole.com si moltiplica, e le parole non sono
più quattro, ma quaranta. Questo favorisce certamente un
sempre maggiore coinvolgimento, una maggiore partecipazione, un più grande affetto. Il sito è costantemente aggiornatissimo ogni settimana. Un appuntamento imperdibile per chi
ha dimestichezza con Internet. Una grazie sincero al webmaster Andrea Serini che lo ha ideato e recentemente aggiornato
con grande competenza, al fotografo Danilo Malacarne, titolare di Fotostudio Danilo in Sabbioneta, che ha realizzato le
splendide fotografie delle nostre chiese, aggiungendo arte ad
opera d’arte, e a Don Davide che meticolosamente vi inserisce
notizie e foto in tempo reale.
Le Sante Quarantore
Il tempo di Pasqua aiuta la Chiesa a riconoscere la presenza del
Signore risorto anche quando gli occhi non lo vedono. Pertanto,
durante la cinquantina pasquale, vi sarà modo per le nostre
comunità parrocchiali di porsi in adorazione della presenza di
Cristo nei giorni delle Sante Quarantore, così distribuite:
SABBIONETA: da mercoledì 7 a venerdì 9 maggio: ore 9.30,
celebrazione dell’Eucaristia, esposizione e adorazione fino alle ore
21.00, quando si celebrano i Vespri, la Meditazione e la
Benedizione Eucaristica.
Si raccomanda la presenza di adoratori anche durante le ore dei
pasti, per non lasciare il SS. Sacramento solo. Soprattutto chi non
ha impegni familiari si renda disponibile. Vengono predisposti
dei turni su un calendario, dove tutti possono segnare il loro
nome.
BREDA CISONI: da giovedì 15 a sabato 17 maggio: ore 15.30,
celebrazione dell’Eucaristia, esposizione e adorazione fino alle ore
21.00, quando si celebrano i Vespri, la Meditazione e la
Benedizione Eucaristica. Sabato 17 adorazione dalle ore 16.00
alle ore 18.00. Alle ore 18.00 Celebrazione dell’Eucarestia festiva. Adorazione dalle ore 19.00 alle ore 21.00.
PONTETERRA: da mercoledì 21 a venerdì 23
maggio: ore 15.30, celebrazione dell’Eucaristia,
esposizione e adorazione
fino alle ore 21.00, quando si celebrano i Vespri, la
Meditazione e la Benedizione Eucaristica.
VILLA PASQUALI: da
giovedì 19 a sabato 21
giugno: ore 15.30, celebrazione dell’Eucaristia,
esposizione e adorazione
fino alle ore 21.00, quando si celebrano i Vespri, la
Meditazione e la Benedizione Eucaristica.
La celebrazione solenne
unitaria
del
Corpus
Domini si terrà quest’anno a Villa Pasquali la
Domenica 22 giugno. Le
Sante Quarantore a Villa
saranno la migliore preparazione al Corpus Domini.
Nella serata di Domenica
22 giugno, alle ore 21.00,
la celebrazione solenne
dell’Eucaristia presieduta
da Sua Eminenza il
Cardinale Giovanni Battista Re e la processione
unica cui partecipano
tutte le parrocchie della
Comunità Pastorale.
Comunità di Sabbioneta - Breda Cisoni - Villa Pasquali - Ponteterra
NELLA
LUCE
DELLA
PASQUA
Il dolore per la morte di qualche persona cara è sempre rasserenato dalla
luce che si sprigiona dalla tomba vuota
di Cristo. È in questa luce che vogliamo ricordare alcune persone che negli
ultimi mesi ci hanno lasciato:
DON EMILIO
SARZI AMADÉ
Don Emilio Sarzi Amadé era nato a
Villa Pasquali il 10 giugno 1933 ed era
stato ordinato sacerdote dal vescovo
Bolognini il 16 giugno 1962 insieme
ad altri tre confratelli. Fu vicario a
Rivarolo Mantovano (1962-1971),
parroco di S. Michele in Voltido
(1971-1988) e di S. Giovanni Battista
in Roncadello Po (1988-1999). Dal
1999 al 2009 è stato collaboratore
parrocchiale nella comunità di San Siro a Soresina. Dal 2009, a
causa di gravi problemi di salute, era ospite della Domus
Pasotelli di Bozzolo.
Tratteggiando alcune caratteristiche del ministero sacerdotale,
vissute con pienezza da don Sarzi Amadè, il Vescovo nell’omelia ha ricordato come elemento caratterizzante della vita di un
prete debba essere lo stile del servizio, perché così “dedica la sua
vita al servizio di Dio in una Chiesa concreta”. Parola d’ordine
“disponibilità”, quella che spinse don Emilio, quando le forze
non furono più sufficienti, a chiedere di lasciare la parrocchia
di Roncadello per diventare collaboratore a Soresina. “Non è un
venire meno, un retrocedere della dignità - ha precisato il Vescovo
- se al sopraggiungere dell’età o di certe situazioni di salute si sceglie un ministero ‘meno appariscente’ e anche meno carico di
responsabilità. È bello raccogliere questo esempio da don Emilio,
nella consapevolezza che i tempi che si profilano per noi preti ci
chiameranno più frequentemente che in passato a questo cambio di
ministero”. Il Vescovo
ha ricordato il successivo trasferimento nella
casa di riposo di
Bozzolo, “consapevole
che comunque si svolga
proprio ministero - o nell’attività o nell’offerta
dei propri limiti - sempre
lo si svolge in nome di
Dio”. Una disponibilità
al servizio, sempre con
amore e passione e
secondo le diverse esigenze della Chiesa, tanto da poterlo sicuramente definire “collaboratore di Dio”. Mons. Lafranconi ha
poi ricordato quanto scritto da don Emilio sull’immagine a
ricordo della Prima Messa: “In questa materia inerte voi, o Dio,
ci avete gettato come un fermento. L’universo che il peccato ci ha
distolto noi lo vogliamo riconquistare per rendervelo tal quale da
voi lo ricevemmo, in ordine e santità, nell’alba del giorno dei giorni. Ma non dateci il tempo misurato, o Signore”. “Nel giorno in
cui ci incontreremo con il Signore - ha concluso il Vescovo - che
grande soddisfazione sarà vedere come in tante occasioni, quando
neanche noi pensavamo, Egli ha voluto servirsi di noi come collaboratori per ridonare all’umanità la speranza e al mondo la gioia
di ricercare le tracce lasciate da Dio nella creazione”. A esattamente 51 anni dalla sua Prima Messa, nella parrocchiale di Villa
Pasquali sono stati celebrati i funerali di don Emilio, 80 anni
compiuti pochi giorni prima. Al termine delle esequie il feretro
è stato tumulato nel
cimitero di Sabbioneta
nella tomba di famiglia.
DON ODDINO
MORELLI
Forse pochi lo ricordano o l’hanno conosciuto. Don Oddino Morelli era nato a Villa Pasquali, il 6 gennaio
1916 ed era stato ordinato sacerdote, dall’ArGiovanni
civescovo
Cazzani, il 7 giugno
1941 insieme ad altri
Comunità di Sabbioneta - Breda Cisoni - Villa Pasquali - Ponteterra
undici confratelli, tutti deceduti prima di lui. È stato vicario a
San Cassiano in Fontanella dal 1941 al 1952, poi parroco di
San Pietro in Mendicate dal 1952 al 1960. Nel 1960 la promozione alla guida della comunità bergamasca di San Michele
Arcangelo in Antegnate. Nel 1997 la rinuncia alla parrocchia.
Nell’omelia del funerale, il Vicario Generale, l’antegnatese
Mons. Mario Marchesi, lo ha ricordato così: “Chi l’ha avvicinato e conosciuto, al di là di una scorza strutturale ereditata dalla sua
esperienza di vita, ha potuto scoprire le sue virtù, la fedeltà assoluta ai suoi doveri, i suoi silenzi, la sua disponibilità obbediente ai
Vescovi che si sono succeduti”.
Da oltre 16 anni viveva il suo sacerdozio nel nascondimento e
nella preghiera. Negli ultimi tempi, quando l’ictus gli permetteva di esprimersi solo a monosillabi, passava la giornata a recitare il Rosario, volgendo il pensiero alla Vergine Maria che tante
volte aveva invocato nello splendido santuario settecentesco
della chiesa parrocchiale.
no crescere per il progresso della società. Il suo obiettivo era di
aiutarli ad essere autonomi e capaci di nuove idee e decisioni.
Credeva all’importanza e al valore di ogni persona, nella capacità di cambiare ed assumere responsabilità e sapeva incoraggiare tutti a continuare e a perseverare nelle iniziative intraprese.
Fabrizia sapeva proprio stare “sulle strade del mondo” e con la
parola e con il suo modo di essere, testimoniava la sua fede e la
sua gioia di sentirsi amata da Dio. Aveva il coraggio di intraprendere e di proporre nuove strade e nuove strategie e non
aveva paura di affrontare il rischio della novità. Dovunque si è
trovata ha lasciato un segno, ha gettato un seme che sono sicura, porterà i suoi frutti. Quante cose avrebbe potuto ancora realizzare! Ma Dio ha voluto diversamente perché “i suoi pensieri
non sono i nostri pensieri e le sue vie non sono le nostre vie” (cfr.
Is. 55,8). La fede ci aiuta a credere che anche la Sua
Onnipotenza non si esprime secondo i nostri parametri.
Suor Fiorenza
SUOR FABRIZIA ZAFFANELLA
La certezza che tutto è nel potere del Signore e che a Lui nulla
è impossibile, ha sostenuto la nostra insistente preghiera d’intercessione per la guarigione di Suor Fabrizia, ma la nostra
volontà non sempre
coincide con la Sua e
ancora una volta abbiamo sperimentato che
“nessuno può resistere al
suo volere”. L’inizio
della malattia di Suor
Fabrizia ci ha sconvolto,
ma la speranza di una
futura guarigione non si
era spenta né in noi e
neppure in lei; il desiderio di vivere e continuare la sua missione non
l’ha abbandonata; è
voluta ritornare a scuola fra i suoi cari alunni, ma dopo poco tempo, ha constatato che
le forze le venivano meno e a malincuore ha dovuto lasciare la
sua missione, questa volta definitivamente. Credeva profondamente nel valore della scuola che le permetteva il contatto personale con i giovani per i quali ha impiegato tutte le sue energie. Ho conosciuto Suor Fabrizia quando ancora frequentava le
scuole medie, era un’adolescente dinamica, vivace, intraprendente e creativa, caratteristiche che l’hanno accompagnata
lungo il corso della sua esistenza. La vita consacrata che ha scelto liberamente non ha inibito i suoi doni, anzi l’ha aiutata a
metterli a servizio ovunque si trovasse.
Con lei ho fatto un percorso di vita in missione nella RCA.
Affrontare quella realtà così diversa, non è stato facile, ma la
forza di volontà e il suo dinamismo l’hanno aiutata ad essere
una presenza significativa nel liceo dove il Vescovo l’aveva chiamata per l’insegnamento di storia e geografia. Essendo una persona estroversa, di facile approccio, era diventata il punto di
riferimento di molti giovani e i colleghi vedevano in lei la persona adatta per aiutare a risolvere vari problemi riguardanti la
situazione giovanile di quella realtà politica dove era da poco
terminata la dittatura. In quel periodo i giovani erano disorientati e lei li incoraggiava a riconoscere e a condividere i loro doni
e talenti e a comprendere il loro ruolo e il modo in cui poteva-
SERAPIONE BORONI GRAZIOLI
era una persona speciale. Con lui le cose si risolvevano, i problemi si appianavano. Incontrarlo era rassicurante. Portava il
suo nome così originale con fierezza perché traeva le origini nell’attività commerciale a
cui ha dedicato una vita
operosa.
Serapione
sapeva aggiustare qualsiasi cosa: aveva una
intelligenza pratica non
comune e soprattutto
non era indifferente a
nessuna richiesta di
aiuto, dalla più piccola
alla più grande. Aveva
una grande capacità di
ascoltare. Con la sua
vita di lavoro ha testimoniato un senso del
dovere sopra la media e
una gioia di donare altrettanto sopra la media. Per questo la sera
del 23 gennaio, quando ha iniziato a diffondersi la notizia della
sua morte improvvisa, tutti, parenti, amici, sabbionetani e non
solo, sono rimasti increduli, senza parole, con un senso di vuoto
e l’amarezza per una relazione interrotta in modo così brusco. Il
giorno del suo funerale la Chiesa Parrocchiale dell’Assunta non
è riuscita a contenere tutti coloro che sono accorsi in massa per
l’ultimo saluto: questa grande testimonianza d’affetto ci ha
sostenuto nel dolore. Anche il libro delle firme di chi ha fatto
visita alla camera ardente si presto esaurito (ne è stato esposto
un secondo) e i ricordini con la sua foto sono stati ristampati
tre volte. Questo la dice lunga sul fatto che Serapione fosse non
solo molto conosciuto ma soprattutto molto stimato.
I sacerdoti di Sabbioneta gli hanno reso onore dedicandogli un
ricordo appassionato nelle omelie del funerale e delle messe di
suffragio. Serapione era un lettore molto appassionato: a Natale
Don Davide gli aveva regalato un libro dal titolo ‘Persone in
cerca’, una raccolta di interviste a personaggi famosi sulla loro
Fede, sulla fatica, la gioia, la fortuna di credere in Dio, in generale sul senso della Vita. Lo ha letto con molto interesse: ogni
volta che ci incontravamo mi aggiornava su qualche passaggio.
Sembrava avere fretta di leggerlo: quando lo ha terminato,
pochi giorni prima di lasciarci, era soddisfatto. Nell’intervista a
Comunità di Sabbioneta - Breda Cisoni - Villa Pasquali - Ponteterra
Enzo Biagi, quella che lo aveva maggiormente colpito, i passaggi
più salienti: rileggerli dopo la morte di Serapione è stato un tuffo
al cuore.
Biagi aveva detto che “in ogni uomo c’è una scintilla di eternità”
che “i nostri atti ci seguono, noi siamo anche quello che facciamo” e ancora che “non c’è bisogno della laurea per diventare santi
e il cuore conta più dell’intelligenza”. Mi piace pensare che in
quelle parole sia racchiuso il messaggio che Serapione ci ha voluto lasciare e testimoniare con la sua vita.
Michela Michelotti
MONS. CESARE ZAFFANELLA
A pochi mesi dal ritorno alla casa del Padre di Suor Fabrizia,
suo fratello Don Cesare ne ha seguito le orme, il 26 marzo u.s.,
minato da un male incurabile. Nato a Villa Pasquali il 19 settembre 1944, era stato ordinato sacerdote da mons. Bolognini
il 22 giugno 1968. Per cinque anni è stato incaricato del
«Villaggio della gioia» a Cremona che poi sarebbe diventato la
parrocchia di Sant’Antonio Maria Zaccaria (1968-1983).
Laureato in lettere è stato insegnante in Seminario dal 1975 al
1983. Nel 1984 la partenza per l’Argentina come sacerdote
Fidei donum. Nel paese latino-americano don Cesare ha guidato diverse parrocchie nelle diocesi di Avellaneda e La Plata
ed ha insegnato per molti anni all’Università Cattolica di
Buones Aires. Qui ebbe modo di conoscere molto bene il cardinale Bergoglio, divenuto poi papa Francesco. Al ritorno in
Italia ha coadiuvato don Natale Bellani, molto malato, nella
guida della comunità di Bonemerse. Alla morte del sacerdote
(2009) è subentrato come parroco, facendosi subito apprezzare per il carattere gioviale e per la profonda spiritualità. Dal
2010 era assistente diocesano del Movimento di Comunione e
Liberazione. Un uomo di educazione e di carità che, nei suoi
ventiquattro anni come Fidei donum in Argentina, ha sempre
tenuto vivo l’anelito missionario nella sua Chiesa d’origine. Il
vescovo Lafranconi lo ha così ricordato durante le solenni esequie celebrate venerdì 28 marzo nella chiesa di Santa Maria
Nascente a Bonemerse, dove il sacerdote era parroco da neanche cinque anni. Mons. Filippo Santoro, arcivescovo di
Taranto, ha fatto pervenire, attraverso il vescovo Dante, la propria partecipazione: con don Cesare, infatti, il presule pugliese ha condiviso molti anni di ministero in Sud America. ù che
un funerale di un parroco, quello di don Cesare è sembrato il
funerale di una persona di casa, di un padre. Le centinaia di
fedeli che si sono stretti attorno alla bara di legno chiaro posta
ai piedi del presbiterio, hanno trasmesso anzitutto un senso di
famiglia, di comunione, di intimità. Volti tirati, occhi bagnati
dalle lacrime, le mani intente a sgranare il Rosario. Prima dell’ingresso del vescovo Dante sono state lette le testimonianze
di quattro monache di clausura di Vitorchiano, tutte cremonesi e tutte debitrici spiritualmente e umanamente a don
Cesare:«Ci ha sempre trasmesso il senso di una positività radicale
e non ingenua- ricorda suor Giusy - perché fondata sulla certezza di chi è Colui che ci ha amati, una genuina capacità di ammirazione per ogni briciola di vita e di bellezza che gli si faceva
davanti, la caparbietà di una speranza che sfidava l’ombra di
morte». Per suor Maria Giulia mons. Zaffanella è stato molto
prezioso nel momento più decisivo della sua vita: «Quando
non sapevo tanto che fare della mia esistenza mi ha preso per
mano e con la sua compagnia mi ha aiutato a scoprire la mia
vocazione. Ha risvegliato in me il desiderio del Signore, senza
usare tante parole, ma tenendomi davvero sempre per mano, come
un papà». Anche suor
Carolina ricorda la
positività del sacerdote:
«Questo veniva dal fatto
che aveva piena e totale
fiducia nella Provvidenza, nel disegno buono di
Dio». Infine suor Francesca ha manifestato
gratitudine a don Cesare per come l’ha
accompagnata in questi
anni facendole ricordare l’amore fedele e
paziente di Dio, un
amore che supera ogni
peccato e ogni limite. «La vocazione- ha esordito il vescovo
Dante nell’omelia - precede sempre l’uomo. Lo spiegava proprio
don Cesare in una lettera a mons. Nicolini ricordando quello che
i suoi genitori chiesero al Signore durante il loro matrimonio: il
dono di un figlio prete. Tutto ciò sta a indicare che la chiamata al
sacerdozio ha radici profonde».
Profondamente commosso il sindaco di Bonemerse, Luigi
Guarneri, ha voluto scrivere un breve ricordo di don Cesare:
«Per noi è stato un prete che ci ha insegnato ad amare il Padre, il
Misericordioso, il Consolatore, l’Amore perfetto. Quando volte ci
ha ricordato che la legge della vita è amare e che amare è il dono
di sè! Quante volte ci ha consigliato il rapporto personale e anche
comunitario con il Padre, perché l’uomo è dipendenza dall’Essere
e la preghiera è gratitudine e domanda, è consolazione e sostegno
alla nostra vita, è “libertà in cammino” verso quell’Ideale di cui
tutti sentiamo il richiamo, se ascoltiamo, nel nostro cuore
umano!». E poi ancora: «Anche negli ultimi giorni del suo
Calvario, che ha affrontato senza alcun lamento, ha voluto raggiungerci con quel suo messaggio che è testimonianza della sua
incrollabile fede vissuta per tutta la vita: “Prego per voi e per me,
per la guarigione del vostro e del mio cuore, in casa, in chiesa e
fuori. Accettate tutto e datevi da fare, con la grazia di Dio, per
raccogliere e superare tutti gli ostacoli”!!! Bellissimo». E infine:
«Mi commuovo se penso alla sua vita spesa totalmente al servizio
degli altri: quanto bene ha potuto seminare fra le persone che lo
hanno incontrato! E la gratitudine che provo per lui è sentimento
che vivo per tutti quei sacerdoti della Chiesa Cattolica che come
lui sono stati e sono testimoni dell’Amore del Padre sulla terra.
Cosa sarebbe di noi e della nostra società se non potessimo conoscere, attraverso l’apostolato dei sacerdoti, la nostra origine e il
nostro destino? Grazie don Cesare per tutto quello che hai fatto,
per quanto hai fatto per noi a Bonemerse, per la testimonianza di
fede che ci hai lasciato. Il nostro cuore avrebbe voluto conoscerti di
più, camminare ancora a lungo con te! Ma... ringraziamo il
Padre per averti avuto fra noi!».
Dal sito internet della Diocesi di Cremona
Comunità di Sabbioneta - Breda Cisoni - Villa Pasquali - Ponteterra
A tutta la comunità di Sabbioneta,
Breda Cisoni, Villa Pasquali, Ponteterra e Vigoreto
auguri di Buona Pasqua
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