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Lunedì 3 gennaio 2011
CULTURA&SPETTACOLI
INTERVENTO LA RIFORMA APPENA APPROVATA ESALTA IL RUOLO DEI DIPARTIMENTI E DEI SINGOLI ATENEI
L’università cambia
se ha meno Facoltà
PAGINE NUOVE
NON SOLO
DI FANTASIA
In basso,
Federico
Roncoroni, autore
di libri utilizzati
come testi e di
una Grammatica
italiana molto
diffusa
nelle scuole
Didattica e ricerca, cosa prevede la legge Gelmini
Siamo centrati sulla
creazione di romanzi e
perdiamo la dimensione
corretta e della lingua
scritto o orale. Nella prima parte, si insegna
appunto come scrivere i diversi tipi di testo.
La seconda, intitolata “Per non sbagliare”.
Prontuario di punteggiatura, ortografia e
grammatica, si segnalano, e si insegna a evitare, gli errori che più di frequente inficiano
la correttezza linguistica di un testo: l’uso
delle maiuscole, l’uso della punteggiatura,
l’uso degli accenti grafici, la divisione delle
parole in sillabe, l’uso degli articoli, dei nomi, dei pronomi, dei verbi, degli avverbi e
delle congiunzioni e, naturalmente, l’ortografia».
La parte più ampia, però, appare la terza.
«Sì, non a caso. In essa, intitolata “Per
trovare le parole giuste”, si forniscono attraverso un Dizionario di nomenclatura di
cinquanta voci, un repertorio di migliaia e
migliaia di parole, distribuiti in gruppi logici: ne risulta un dizionario ragionato volto
a risolvere le difficoltà che chi scrive sempre
incontra nella scelta del termine più adatto
per esprimere quello che vuole esprimere».
In conclusione?
«Se poi le tecniche e gli espedienti di cui ci
si è impadroniti per imparare a scrivere correttamente “testi d’uso” funzioneranno come elementi propedeutici alla “scrittura
creativa”, cioè alla scrittura di un testo letterario, come un racconto e un romanzo,
tanto meglio».
Un intervento filosofico dopo
l’allarme lanciato dal Censis
sull’Italia di oggi, incapace
di anelare ad altro da sé
del desiderio edipico. Sarebbe proprio il
padre ad ostacolare la soddisfazione del
desiderio inconscio e a dargli per contrasto la sua vera spinta costruttiva. Appunto perché insoddisfatto, l’uomo continuerebbe sempre a desiderare.
Ma il fenomeno del desiderio che non
può mai arrestarsi ad una soddisfazione
determinata e «oggettivata», potrebbe significare anche un’altra cosa, e cioè che la
natura dell’io è per così dire «fatta» o
«strutturata» come rapporto con l’infinito. In questo caso la soddisfazione non
sarebbe da intendersi solo come ciò a cui
tentiamo di arrivare (senza peraltro mai
riuscirci), ma come ciò da cui parte il
desiderio: un «altro», una «presenza» che
di GIOVANNI PASCUZZI
oggi in Italia la classe di laurea triennale in Biotecnologie (L-2) è attivata, nelle diverse sedi, ad: Agraria, Biotecnologie, Scienze biotecnologiche, Farmacia,
no dei punti su cui la riforma Gelmini è
Medicina e Chirurgia, Scienze matematiche fisiche e
destinata ad avere un forte impatto è conaturali, Veterinaria. Il corso di laurea magistrale in
stituito dall’organizzazione interna degli
Scienze delle pubbliche amministrazioni (LM-63) è atAtenei. Tradizionalmente le Università itativato di regola nelle Facoltà di Scienze politiche, ma
liane sono articolate in Facoltà. Questo modello era
ce ne sono anche a Giurisprudenza (Macerata, Tofotografato dal regio decreto 1592/1933 che prevedeva
rino), Economia (l’Aquila), Scienze delle pubbliche
per gli Atenei la possibilità di attivare le Facoltà di:
amministrazioni (Università della Calabria). Il limite
Giurisprudenza, Scienze politiche, Scienze econominon è rappresentato dalla necessaria inerenza di un
che e commerciali, Lettere e filosofia, Medicina e chicorso ad una certa Facoltà quanto dal rispetto dei
rurgia, Medicina veterinaria, Farmacia, Scienze macosiddetti requisiti minimi qualitativi e quantitativi
tematiche, fisiche e naturali, Ingegneria, Architettura,
(vedi ora d.m. 17/2010).
Agraria. Alle Facoltà era affidato il compito di preTutto ciò altro non è che la ricaduta giuridico-ordisporre (in collaborazione con gli istituti, comprenganizzativa del problema epocale che gli Atenei handenti più discipline di insegnamento affini) le attività
no di fronte: come coltivare ed insegnare i nuovi campi
didattiche per il conseguimento delle lauree e dei didel sapere difficilmente «catalogabili» nelle forme esiplomi. La legge 382/1980 ha avviato forme di spestenti anche perché, spesso, sintesi di più saperi. La
rimentazione organizzativa e didattica. Fulcro di tale
forma «Facoltà» nel corso degli anni ha mostrato la
innovazione fu la creazione dei Dipartimenti, intesi
corda anche perché a volte le forme organizzative ficome organizzazione di uno o più settori di ricerca
niscono per ingessare l’esistente disincentivando o renomogenei per fini o per metodo e dei relativi insedendo faticosi tanto l’innovazione quanto il progresso.
gnamenti anche afferenti a più facoltà o più corsi di
La riforma Gelmini va verso una enfatizzazione del
laurea della stessa facoltà. Nel tempo i Dipartimenti
ruolo dei Dipartimenti tanto sul piano della ricerca
hanno soppiantato quasi ovunque i vecchi istituti e
quanto su quello della didattica: sul presupposto, del
sono diventati il luogo di elezione della ricerca unitutto condivisibile, che non può esserci buona didatversitaria.
tica se non c’è buona ricerca. Ma davvero è la traietLa riforma Gelmini sembra portare a compimento
toria corretta? Possono organizzazioni nate per perquesta evoluzione nel momento in cui attribuisce ai
seguire l’eccellenza nei diversi settori disciplinari asDipartimenti «le funzioni finalizzate allo svolgimento
sicurare il dialogo tra i saperi e la visione d’insieme
della ricerca scientifica, le attività didattiche e forche devono essere alla base di tutti i percorsi formamative, nonché le attività rivolte all’esterno ad esse
tivi, specie quelli di frontiera? La risposta viene dalla
correlate o accessorie». Ai Dipartimenti spetterà, quinstessa legge Gelmini laddove si prevede la possibilità
di, occuparsi delle attività didattiche e formative un
di istituire tra più dipartimenti, raggruppati in retempo appannaggio esclusivo delle Facoltà.
lazione a criteri di affinità disciplinare, strutture di
A ben vedere quanto sta accadendo deve essere inraccordo, in qualunque modo denominate, con funscritto in un processo più ampio. Da una parte nel
zioni di coordinamento e razionalizzazione delle atcorso degli ultimi anni si è assistito alla nascita di
tività didattiche.
Facoltà con denominazioni diL’attuazione delle norme fin
verse da quelle tradizionali.
qui citate della legge Gelmini
Ad esempio: Facoltà di Sociospetterà alle Università che
logia, di Scienze cognitive, di
vengono chiamate a riscrivere i
Scienze umanistiche, di Scienpropri statuti per dare attuaze del territorio, di Biotecnolozione a detti principi. Spetterà
gie, e così via. Per altro verso le
in concreto agli Atenei trovare
riforme degli ordinamenti dile forme di articolazione interdattici (d.m. 509/1999 e d.m.
na più idonee a favorire tanto
270/2004 che hanno introdotto
il progresso della scienza
centinaia di corsi tra lauree
quanto una formazione dei
triennali, magistrali e a ciclo
giovani capace di rispondere
unico) hanno sganciato (con
alle sfide del domani. L’uno e
l’eccezione di Giurisprudenza
l’altro obiettivo richiedono uno
e Medicina) l’attivazione dei
sforzo creativo e la capacità di
corsi stessi da una specifica
capire quali forme organizzaFacoltà: con il risultato che la
tive favoriscano al meglio il
stessa classe di laurea è attidialogo e il confronto tra i savabile in Facoltà diverse anche
peri.
nella stessa sede. Ad esempio
GELMINI Ministro dell’Università
U
Vetrina
sta all’inizio dello stesso movimento del
desiderare, e dalla quale soltanto può nascere la coscienza di una mancanza e il
rapporto con ciò che ci manca.
In tale prospettiva, l’«oggetto» del desiderio non va inteso come il suo prodotto,
bensì come una realtà presente e altra da
esso che lo attrae. E il padre può rappresentare non solo la figura dell’autorità
fonte del divieto e della legge, ma la figura
del generatore, di chi ci dà a noi stessi –
non «a caso», ma con un senso, in quanto
voluti, affermati per noi stessi. Il desiderio dunque non indica solo una nostra
pulsione verso qualcos’altro, ma l’attrattiva che questo altro esercita sul nostro io,
come il «magnete» misterioso e infinito
che calamita l’energia della nostra intelligenza e affettività. Perciò, il dibattito
sul «torniamo a desiderare» sarà tanto
più utile se proverà a liberare l’ampiezza
del desiderio come desiderio dell’infinito,
e a comprendere che l’infinito non è un
piano simbolico irraggiungibile ma è come la misura infinita che si lascia scoprire nelle pieghe del nostro ordinario.
DUEMILA VOLUMI DEL PRESIDENTE DONATI ALLA FONDAZIONI NITTI
A Melfi la biblioteca personale di Pertini
n I circa duemila libri della biblioteca personale di Sandro
Pertini, donati dalla Fondazione dedicata all’ex Presidente
della Repubblica alla Fondazione Francesco Saverio Nitti,
sono arrivati a Melfi (Potenza), nel centro culturale gestito
dalla stessa Fondazione. In un comunicato è spiegato che
«si tratta degli oltre duemila libri che Carla Voltolina e
Sandro Pertini hanno raccolto nella loro casa a piazza
Fontana di Trevi a Roma, che la stessa famiglia Pertini,
dopo la scomparsa della vedova del presidente, ha inteso
restituire al Comune di Roma, proprietario dell’immobile». Per il presidente della Fondazione Nitti, Stefano Rolando, «si compie un passaggio concreto rispetto al progetto di consolidare il ruolo di centro di fruizione di cultura civile che la rinnovata struttura del Centro Nitti di
Melfi intende avere. Siamo grati alla Fondazione Pertini
per avere in breve tempo trasferito la biblioteca del presidente che sarà messa a disposizione degli utenti nel
quadro di un progetto di racconto multimediale della storia degli esuli antifascisti in Francia - come lo furono Nitti
a Parigi e Pertini a Nizza – dando senso storico-pedagogico
alla presenza di una biblioteca che è al tempo stesso – ha
concluso – un simbolo e un’opportunità di lavoro culturale
e sociale».
CHE SUD FA / BEFANA
di PASQUALE TEMPESTA
Favole nuove
tra Flippy
e «Monnez»
T
anti libri-dono per i ragazzi. Dalla Befana. Accompagnati - magari da qualche giocattolo.
Dipende dall’età dei riceventi,
naturalmente. Idea non nuova,
ma da tenere in conto. La scelta
è sempre più vasta. Basta entrare in qualunque libreria. Oltre a quelli tradizionali, a quelli
«animati» o tridimensionali, ora
ci sono anche i libri in versione
elettronica. Avanti, dunque, con
una Befana all’insegna della lettura. Perché anche la lettura è
gioco. Ecco qualche suggerimento.
DANIELE GIANCANE - Noto
esperto e autore di letteratura
per l’infanzia, ha raccolto per le
«scritture meridiane per ragazzi» una serie di Fiabe ecologiche
(Adda ed., pagg. 148, euro 10.00).
Argomento attualissimo per abituare i giovanissimi - attraverso
una lettura piacevole e gioiosa al rispetto dell’ambiente, che
rappresenta uno degli «snodi
fondamentali dell’orizzonte educativo odierno». I testi, affidati a
vari autori (dallo stesso Giancane, e via via a Bizzarro, de
Santis, Giannelli, Latorre, Santini, Marano, Pietrafesa, Poli Di
Santo, Rotondo, Spilotros, Urbano) sono popolati da personaggi
tradizionali del mondo fantastico
dei fanciulli, insieme ad altri
meno conosciuti quali il «terribile Monnez», un nome che, per
la evidente assonanza con un
ben noto vocabolo dialettale, la
dice più lunga di quanto si possa
immaginare sulla sua propensione alla sporcizia.
IL TEMA ECOLOGICO - viene
anche affrontato da Valèrie Masson-Delmotte e da Marc Delmotte nel delizioso opuscolo L’atmosfera e l’effetto serra (Edizioni
Dedalo, pagg. 63, euro 6.50). Gli
autori, con linguaggio semplice e
accessibile, spiegano ai ragazzi
come è fatta l’aria che respiriamo; a cosa serve e da dove nasce
l’anidride carbonica; perché sta
aumentando la temperatura della terra; e come fermare questo
per evitarne le disastrose conseguenze. Il tutto viene raccontato – a mo’ di fiaba – a due
nipotini, da un nonno ricercatore e scienziato in pensione.
MENTRE PER GLI ANZIANI -e
per molti adulti il computer rappresenta un problema, per i ragazzi questa «diavoleria» è solo
un divertimento. Quella raccontata da Antonio Rossano nel suo
libro Io Flippy, e tu? (Levante
editori, pagg. 80, euro 7.00) è,
appunto, la storia di un «computer nato per giocare». L’agile
volumetto, inserito nella «Bibliotechina di Tersite», curata da
Francesco De Martino, è piacevolmente illustrato dai disegni
di Donato Sciannimanico, e racconta con linguaggio semplice
gioioso, a volte con filastrocche
in vernacolo e in lingua, proprio
le vicende di questa prodigiosa
creatura della odierna tecnologia, docile e generosa dispensatrice di sapere per i nostri ragazzi.
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Facoltà, Dipartimenti o terza via?