Si quaeris
Mensile a cura della Confraternita di Sant’Antonio - Molfetta
Anno X – Numero 7
Luglio 2014
Si Quaeris - foglio informativo confraternale - Redazione: don Vito Marino, Marcello la Forgia, Nicola Giovine, Domenico Pasculli, Vito Domenico Savio Pasculli, Michele Calò, Giovanni de Felice,
Sergio Pignatelli (priore)
www.confraternitasantantoniomolfetta.it - [email protected]
Tredicina, ringraziamenti
conclusivi del Priore
Sant’Antonio e il popolo:
l’omelia di don Tonino Bello
La storia della Tredicina
della Confraternita
Corrispondenza
confraternale
Bussare alla porta della Confraternita per la “liturgia straordinaria”
In occasione della celebrazione eucaristica presieduta dal
convito che da padre, possa perdonare il sospetto di que-
Vescovo, Mons. Luigi Martella, lo scorso 13 giugno, ripor-
sto piccolo sacrilegio. Mi permetta di rivolgermi a Lei
tiamo il discorso conclusivo del Priore, Sergio Pignatelli.
chiamandola semplicemente "don Gino" come un figlio
«Eccellenza Reverendissima, ringrazio l'intercessione di
nei confronti di un padre perché è questo sentimento di
Sant'Antonio per averci dato anche quest'anno, nel gior-
amore filiale che io e i miei confratelli nutriamo nei suoi
no dei solenni festeggiamenti a lui dedicati, la possibilità
confronti.
di godere della Sua presenza benedicente e del Suo ras-
Dunque non lesini mai di venire a bussare alla nostra
sicurante sorriso.
porta, non solo per la liturgia ordinaria ma soprattutto
Il santo lusitano protegga sempre il Suo cammino di pa-
per quella straordinaria, quella che si vive nelle periferie
store e non permetta mai che la coscienza di questa co-
abbandonate della civiltà dove non c’è spazio né per le
munità si appaghi della partecipazione alle sole cerimonie
pianete ricamate d’oro, che per le mantelle di raso bian-
liturgiche dimenticando la liturgia dell’accoglienza. Come
co, né per i veli omerali di broccato che per le medaglie
ricordava don Tonino Bello, l'assiduità del tempio non ci
sfavillanti d’argento. Sull’esempio di Sant'Antonio che ha
riscatterà dalla latitanza missionaria sulla strada.
trovato solo nel povero saio francescano lo strumento per
Sul modello della grazia di Dio che si manifesta al nostro
abbracciare la tenerezza del frutto del grembo di Maria.
sodalizio attraverso l'essenziali-
Non può, non deve, non è obiettivo di que-
tà dei gesti, come il dono quo-
sta confraternita perpetrare riti solo perché
tidiano del nostro assistente
belli agli occhi degli uomini e vuoti davanti
spirituale che gode di grande
a Dio. Non è prerogativa di questa confra-
stima e seguito da parte di tut-
ternita il vacuo associazionismo da parata.
ta la nostra comunità.
Ogni volta che si troverà tra noi, dunque, o
Mi permetta di salutarla, infine,
semplicemente il suo pensiero e la sua
utilizzando un'espressione spe-
preghiera saranno rivolte a noi, in questa
ro non troppo irriverente. Sono
confraternita sarà grande festa. Grazie».
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Corrispondenza confraternale
Carissimo Priore, carissima Amministrazione, carissimi amici, vorrei ringraziarvi in maniera sentita per
i bellissimi giorni che ho trascorso in occasione della festività del "nostro" Santo. Ho vissuto in maniera
profonda e partecipe la notte del Transito, il giorno dedicato al Santo, la visita agli ammalati, la preparazione della festa esterna e perfinire la processione, autentico "miracolo" per le avverse condizioni
meteo. Quest'anno il 19° anno da portatore, sento il dovere di esprimere sentitamente i miei ringraziamenti per la preparazione e per l'organizzazione di tutti gli eventi, in onore del nostro caro Sant’Antonio. Con affetto e profonda
stima. (e-mail del Confratello Sebastiano Petruzzelli).
Carissimo Priore, carissima Amministrazione e carissimi confratelli, scrivo la presente per esprimere i miei più sentiti ed affettuosi
ringraziamenti per i giorni che ho trascorso, seppure in maniera saltuaria, in onore della festività del nostro amato Sant'An tonio. In
particolare vorrei ringraziarvi per avermi dato la fiducia e la possibilità di vivere la bellissima esperienza della visita agli ammalati.
Vi posso garantire che vedere quella sensazione di sollievo, sul volto degli infermi, nel momento in cui gli veniva somministrata
l'Eucarestia, mi ha gratificato rendendomi una immensa soddisfazione. Vorrei ringraziarvi, inolt re, per tutti i preparativi e l'organizzazione in occasione della festività e soprattutto ammiro la disponibilità e la franchezza di tutti voi che da molti anni ave te contributo a costruire tutto questo. Un ringraziamento particolare vorrei esprimere per il nostro padre spirituale don Vito, per la sua disponibilità e per il suo contributo spirituale. Con profonda stima e rispetto e con la fede nella preghiera. (e-mail del Confratello
Giuseppe de Bari).
Carissimi confratelli,
vi ringrazio a nome di tutti coloro che hanno impiegato forze e sacrifici per la riuscita di questa grande festa. Il mio auspicio è che
la festa del Santo non sia mai un punto di arrivo delle nostre attività ma sempre un punto di partenza. Vedere come pulsa la nostra
comunità in questi giorni lascia ben sperare che possiamo riunirci in famiglia anche in altri momenti dell'anno liturgico, anche quelli
meno legati alla devozione popolare.
Complimenti a voi che avete saputo attingere l'aspetto più genuino di questa solennità, ovvero la visita ai devoti infermi. Sono
convinto che Sant'Antonio avrà sempre un pensiero particolare per tutti coloro che svolgono e continueranno a svolgere questo
prezioso atto di carità. Un abbraccio fraterno. Sergio Pignatelli, priore
Sant’Antonio si è convertito al popolo
Omelia di Mons. Antonio Bello (seconda parte)
Lo scorso numero del Si Quaeris, la Redazione ha pubbli-
riviamo fino a giustificare anche le cose assurde e sem-
cato la prima parte dell’omelia dal Servo di Dio, Mons.
bra quasi che ci sia questa conclusione: “Se uno ti da uno
Antonio Bello, proclamata il 13 giugno 1989 nel Duomo.
schiaffo sulla guancia destra, ti mollagli un ceffone sulla
Di seguito, la seconda parte e ultima parte.
sinistra”. Firmato Gesù di Nazareth. Ma Gesù queste cose
«Questo è il guaio, fratelli miei che siete venuti oggi per
non le dice, non le dice ed è questo il guaio fratelli miei.
onorare Sant’Antonio: il Vangelo noi non lo mettiamo in
Adesso il Vangelo lo abbiamo ingessato, lo abbiamo cin-
pratica così come sta scritto, perché gli abbiamo scarica-
turato con tutte queste cose. Le ingessature servono per
to addosso tonnellate di esegesi. Quante volte devo per-
proteggere: invece la Parola del Vangelo dovrebbe essere
donare Signore? Fino a sette volte? San Pietro gli sem-
un boomerang che noi lanciamo e ci ritorna addosso.
brava di aver detto chissà quale esagerazione. E Gesù gli
Fratelli miei questo è Sant’Antonio. Perciò, ha Gesù in
dice: “Fino sette volte? Fino a settanta volte sette”, cioè
braccio. Lui ci indica Gesù Cristo, ci dona questo regalo.
sempre. Noi, invece, facciamo delle interpretazioni di ac-
Ha il Libro che è il segno proprio della Parola di Dio che
comodamenti; se uno ti percuote sulla guancia destra
noi dobbiamo tradurre senza molte storie. Vedete che
voltagli la sinistra, è un modo di dire, però una volta, du-
Francesco d’Assisi, il suo maestro, non voleva nemmeno
e, ma poi no. E così di ragionamento in ragionamento ar-
che i frati avessero una regola: la vostra regola sia il
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Santo Vangelo di Nostro Signore Gesù Cristo. Prendete il
spaventate, non abbiate paura se oggi la vita è difficile.
Vangelo, miei cari fratelli, leggetelo, studiatelo, mettia-
Non dite: “Eh ma oggi è diverso dai tempi suoi.” Si è di-
molo in pratica.
verso, oggi abbiamo altre tribolazioni, la disoccupazione,
“Se tu guardi con cupidigia una donna, hai già commesso
la droga, abbiamo tante sofferenze, l’uccisione, la violen-
peccato con lei”. Davvero? E, allora, ci sono tutti i cartel-
za contro la vita nascente, ma anche contro la vita cre-
loni qua che facciamo? Tutte le televisioni, che facciamo?
sciuta e contro la vita morente. Facciamo tante violenza
Ma il Signore è stato chiaro: questo è il Cristianesimo,
oggi, siamo immersi in ben altri problemi, però se noi as-
non accendere le candele; quando lo facciamo per amo-
sumiamo lo spirito di Antonio di Padova noi sapremmo
re, il Cristianesimo è pure quello. Ma è li che poi esiste,
far fronte anche a queste difficoltà del mondo contempo-
non tanto nell’organizzare i bei riti delle processioni: ecco
raneo.
perché noi ci difendiamo da Gesù Cristo, lo accontentia-
E se soprattutto tranciamo il Vangelo nella nostra vita
mo e gli facciamo dei regali, come i regali che si fanno
troveremmo le risposte anche più forti ai nostri problemi
per comprarsi il favore degli al-
esistenziali di oggi: il problema
tri.
per
della felicità; cose è la felicità? Il
comprarsi il voto degli altri, per
problema della salute, il proble-
comprarsi
l’accondiscendenza
ma del senso della vita. Il pro-
degli altri. Queste cose con Dio
blema dell’amicizia, il problema
possiamo farle? Per chi lo ab-
dei rapporti che si vanno inselva-
biamo preso? Per un vecchietto
tichendo,
che si lascia blandire dalle nostre
sempre
carezze così furbe? Il Signore
nuovi con la gente, problemi di
ama i gesti di amore. Se sono
comunione che sentiamo tutti
calcoli li rifiuta.
quanti. La gente oggi vuole stare
Miei cari fratelli a tutti quanti voi
insieme e per un’altra forza na-
Questo
accade
pure
vanno
più
diventando
barbari,
rapporti
il messaggio di Sant’Antonio giunga oggi, questa conver-
scosta, misteriosa si sente sbattuta nel bunker delle sue
sione al popolo, ai poveri, alla gente. Lui ha condiviso
solitudini. Bene, apriamo il Vangelo come Antonio ci mo-
con la gente l’esperienza delle sofferenze delle tribolazio-
stra e tutto il resto? Questo è il Regno di Dio. Tutto il re-
ni, ha difeso il popolo contro i tiranni, è stato sempre ac-
sto, le grazie che noi gli chiediamo, ci verranno date in
canto ai più deboli, ha spartito la milza e la tenda con i
sovrapiù. Signore, Sant’Antonio scavi nel nostro cuore
poveri. Questo è stato Sant’Antonio, perciò oggi la gente,
profondo perché noi da soli molte volte andiamo alla ri-
i poveri gli vogliono bene. I poveri gli vogliono bene. I
cerca di noi stessi. C’è un poeta indiano che dice così:
poveri oggi si vendicano, in termini positivi, circondando-
“Stolto che porti te stesso sulle tue spalle, mendicante
lo di lode, gli vogliono bene ad Antonio. Per questo, per-
che vai a bussare alla porta di casa tua, è su oltre porte
ché è stato il testimone del Vangelo, è stato colui che ha
che dobbiamo bussare e su ben oltre spalle dobbiamo sa-
presentato Gesù Cristo. Miei cari fratelli, forza non vi
lire”».
Si Quaeris, la storia della Tredicina
di Domenico Pasculli (Archivista)
Il motivo che induce molti fedeli molfettesi a visitare il
Il periodo dell’anno più frequentato dai fedeli e devoti è
centro antico per pregare nella chiesa di Sant’Andrea è
con certezza il mese di giugno, scandito dal pio esercizio
la devozione verso il glorioso Sant’Antonio di Padova:
della Tredicina e dalla precessione del simulacro. A tale
infatti, la chiesetta è annoverata quale piccolo santuario
proposito, scrive Mons. Luigi de Palma nel suo saggio
antoniano cittadino per eccellenza. In questa chiesa, dal
«Culto e devozione popolare a sant’Antonio di Padova»:
lontano
di
«Fra gli esempi più antichi e di pietà confraternale e di
sant’Antonio, avendolo scelto quale proprio protettore, e
devozione popolare verso sant’Antonio vanno annoverati
si prodiga nell’accoglienza dei fedeli devoti che durante
la Tredicina in preparazione alla festa del tredici giugno
l’anno visitano e pregano il Santo di Padova.
e la processione nella domenica compresa nell’ottava».
1638
la
Confraternita
cura
il
culto
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Non a caso, gli antichi statuti del so-
Nel 1992 il padre spirituale don
dalizio e le nuove regole della Confra-
Sergio Vitulano aggiornò il libro
ternita confermano queste indicazioni
con un linguaggio più appropriato
ai Confratelli, invitandoli a prepararsi
alle esigenze del Concilio Vaticano
degnamente alla festa del Santo,
II, edizione edita dalla Tipografia
partecipando alla Tredicina.
Mezzina sotto il Priorato di Pasqua-
In quest’ambito, il sodalizio si è sem-
le
pre prodigato per dare un sostegno
sant’Antonio - Giugno 1992»). La
spirituale e materiale agli aderenti e
copertina riporta il trittico visibile
ai fedeli, organizzando la celebrazio-
dei luoghi e i segni della Confra-
ne in onore del Santo con giusti opu-
ternita con il Simulacro del Santo,
Pendinelli
(«Tredicina
di
scoli e libricini di preghiere per consentire un’adeguata
“l’arco della terra” e la Chiesa di Sant’Andrea. La coper-
partecipazione.
tina è della pittrice La Volpe.
Tra i vari manuali di preghiere e pratiche di devozione
All’inizio di questo secolo la copertina della Tredicina nel
curati dalla Confraternita e dati alle stampe, quelli che
2001 fu rinnovata per opera del Priore Sciancalepore
rivestono un valore pedagogico per la devozione popola-
Giovanni: si tratta di un fotomontaggio stampato dalla
re a Sant’Antonio sono i libricini della Tredicina, alcuni
Tipografia Mezzina e riporta il simulacro e la Chiesa di
custoditi nell’archivio confraternale, altri in quello dioce-
sant’Andrea e il titolo « Tredicina in onore di S.Antonio».
sano e altri ancora da privati.
L’ultima Tredicina in ordine di tempo è quella redatta da
Il più antico libricino della Tredicina, edito dalla Tipogra-
don Nicola Azzollini che ne ha rinnovati i contenuti, dopo
fia Picca nel 1886 e custodito da privati, si compone di
aver acquisito l’imprimatur dal vicario generale della di-
otto pagine. Il titolo della copertina indica chiaramente
ocesi Mons. Tommaso Tridente il 15 aprile 2007. Questa
l’utilizzo e a chi è rivolto lo stampato: «Divoto Esercizio
edizione riporta due copertine distinte: quella del priora-
di preghiere in preparazione alla festività del Glorioso s.
to di Belgiovine Paolo con un disegno del Santo del pit-
Antonio di Padova che si pratica nella chiesa di S. An-
tore Bisceglia Michelangelo e quella del priorato di De
drea in Molfetta». Dalla stessa si evince che il libricino è
Felice Giovanni con l’altare di Sant’Antonio e il “cappel-
una ristampa curata dal Priore pro tempore Corrado Az-
lone” a lui dedicato.
zollini.
La Tredicina, ricorda l’attuale Priore, è momento di pre-
Nel secolo scorso sono stati 7 i libricini delle preghiere
ghiera ma, soprattutto, momento di accoglienza e
della Tredicina stampati e custoditi nell’archivio confra-
l’Assistente spirituale, con molta eloquenza, ci invita a
ternale. Risale al 1927 il primo manuale di preghiera
vedere in sant’Antonio la santità da conseguire nella
consacrato al culto antoniano per opera del Priore Ciro
pratica devozionale della Tredicina: «Tutti i fedeli di
Tridente dal titolo «Considerazioni per i Tredici Martedì
qualsiasi stato o grado sono chiamati alla pienezza della
ad onore di s. Antonio di Padova - Luca Gadaleta Edizio-
vita cristiana e alla perfezione della carità» (Giovanni
ni Modena Molfetta». In questa edizione, oltre alla pre-
Paolo II - Christifideles Laici, 43). Tutti, dunque, sono
ghiera, lo storico canonico Francesco Samarelli scrisse
chiamati alla santità: il Santo, come semplicemente si
alcune notizie storiche sulla chiesa di Sant’Andrea e sulla
indica Antonio di Padova, sia per noi un invito a diventa-
Confraternita di Sant’Antonio. Di questo libricino furono
re santi.
stampate altre edizioni, rivedute nelle preghiere e nella
In queste edizioni le preghiere della Tredicina sono sta-
quantità delle pagine e in una di queste, la ristampa del
te aggiornate, ma tra queste una preghiera non è stata
1960, troviamo per la prima volta, sulla copertina, il ti-
mai cambiata:
tolo «Tredicina di S. Antonio» e l’immagine del Santo.
morte, gli errori e le disgrazie. Gli ammalati si levano
Questa copertina fu riprodotta nel libricino della Tredici-
guariti, il mare si calma, le catene si rompono. I giovani
na stampata nel 1981 a cura del priore Giuseppe Germi-
e i vecchi sono esauditi: riacquistano l’uso delle mem-
nario, edito dalla Tipografia Mezzina. Quest’opuscolo di
bra, ritrovano le cose perdute. Svaniscono i pericoli, fini-
poche pagine si differenzia dagli altri in quanto riporta
sce ogni miseria. Raccontino queste cose quelli che le
solo preghiere e invocazioni.
sanno; le dicano specialmente i padovani».
«Se chiedi miracoli, subito fuggono la
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