ADERISCI AL PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI! I NOSTRI QUATTRO PUNTI PROGRAMMATICI: 1 L’OPPOSIZIONE ALLE CLASSI DOMINANTI E AI LORO GOVERNI, SIANO ESSI DI CENTRODESTRA O DI CENTROSINISTRA 2 LA PROSPETTIVA DI UN GOVERNO DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI 3 IL COLLEGAMENTO COSTANTE TRA GLI OBBIETTIVI DI LOTTA IMMEDIATI E LA PROSPETTIVA DI FONDO DELL’ALTERNATIVA ANTICAPITALISTICA 4 LA PROSPETTIVA DI UN’ORGANIZZAZIONE COMUNISTA RIVOLUZIONARIA INTERNAZIONALE CONTATTI Cip via g.orsini, 44 firenze Per scrivere al giornale: [email protected] Siti web: www.pcltoscana.splinder.com www.pclavoratori.it il B ollettino dei Lavoratori N°2 - aprile 2010 - offerta libera Foglio del Partito Comunista dei Lavoratori della Toscana Regionali 2010 LA SINISTRA FALLISCE, L’OPPOSIZIONE DEVE ESSERE DI CLASSE Un risultato elettorale di rafforzamento politico della coalizione di governo nel pieno di un’enorme crisi sociale- caso unico in Europa- misura il fallimento delle opposizioni liberali e delle sinistre ad esse subalterne. In assenza di una vera opposizione e mobilitazione di classe, le difficoltà del berlusconismo al Nord sono state capitalizzate a destra da un avanzata della Lega xenofoba che conquista il Piemonte e allarga i suoi avamposti in Centro Italia; parallelamente la catastrofe annunciata dei principali governi borghesi di malaffare del centrosinistra a Sud ( Campania e Calabria)- purtroppo sostenuti da tutte le sinistre- ha aperto la strada alla rivincita berlusconiana nel Mezzogiorno. L’eccezione della Puglia è essenzialmente determinata dalla divisione interna al campo del Centrodestra. Mentre la crescente astensione operaia e popolare, su entrambi i versanti, esprime l’irriconoscibilità dei due poli borghesi agli occhi di ampi settori sociali. Gli stessi stati maggiori del Centrosinistra, che due anni fa col disastro del proprio governo ( antioperaio) regalarono l’Italia a Berlusconi, oggi tengono in sella Berlusconi col disastro della propria opposizione. La miscela di un’opposizione liberale che ammicca a Confindustria, di un populismo giustizialista che fa il megafono della Magistratura, di sinistre parolaie subalterne ad entrambi (per fame di assessori), non sposta i rapporti di forza con la destra reazionaria: mobilita l’opinione democratica e ampie fasce di popolo della sinistra, ma non gli strati più profondi della classe operaia, delle masse sfruttate, delle loro ragioni sociali. Privandole di un riferimento indipendente e di un programma di lotta riconoscibile. Solo una lotta di massa e radicale della classe operaia contro il Governo e il padronato, su un proprio programma unificante, può unire le ragioni sociali e democratiche, incrinare il blocco sociale delle destre, aprire la via di un’alternativa vera. Solo l’unità d’azione delle sinistre politiche e sindacali, attorno ad un polo di classe indipendente, alternativo a centrodestra e centrosinistra, può lavorare a questa svolta. Il PCL che - escluso da una legge elettorale truffa- si è schierato ovunque e sempre contro i due poli, si batterà per questa svolta di autonomia, unità, radicalità del movimento operaio e di tutti i movimenti di lotta. Marco Ferrando I nquest onumero: -Liberali e populisti falliscono contro le destre, solo la classe operaia può battere Berlusconi e costruire una vera alternativa; -Risposta a Paolo Ferrero, segretario del PRC; -25 aprile, giornata di lotta contro il razzismo e il fascismo; -Negata la sala a Nuova Destra Sociale; -La privatizzazione dell’acqua; -Il PCL aderisce al referendum sull’acqua; -Il sonno della ragione e la rimozione della memoria generano mostri; -La tenaglia del governo sul diritto all’istruzione; -Elezioni regionali della Toscana, una disfatta per PD e PdL; -Palmiro Toglliatti: l’assassino della rivoluzione spagnola; il Bollettino dei Lavoratori - n°2, aprile 2010 il Bollettino dei Lavoratori - n°2 aprile 2010 teoria&prassi Risposta a Paolo Ferraro, segretario del PRC Paolo Ferrero, a nome della federazione della sinistra, ha inviato una lettera " ai segretari dei partiti della sinistra e del centrosinistra" per proporre la continuità dell'esperienza unitaria della manifestazione del 13 marzo contro il governo. La lettera è stata pubblicata su Liberazione del 3 Marzo. Questa è la risposta del PCL: Caro Paolo, la lettera che hai inviato “ ai partiti di sinistra e di centrosinistra” ci pare rimuovere, nella sua stessa impostazione, il nodo di fondo: la necessità di una piena indipendenza politica delle sinistre DAL centrosinistra, come condizione decisiva per una svolta radicale di lotta capace di sconfiggere e cacciare il governo Berlusconi, nella prospettiva di una vera alternativa. Noi abbiamo partecipato come sai alla manifestazione democratica contro il governo del 13 Marzo, e ad analoghe manifestazioni precedenti, come segno di unità col popolo della sinistra nella comune lotta contro un governo particolarmente reazionario. Tuttavia non solo non abbiamo aderito alla piattaforma politica della manifestazione, ma vi siamo intervenuti con una proposta nettamente distinta ( “Contro Berlusconi ma non con Bersani”), fondata sulla centralità dell’autonomia politica del movimento operaio e di tutte le sinistre politiche e sindacali dal PD liberale e dall’IDV giustizialista. A maggior ragione ci siamo contrapposti alla cornice propagandistica- elettorale che i partiti promotori hanno finito col dare alla manifestazione: al suo pubblico sostegno alle coalizioni regionali di centrosinistra ( estese talvolta persino all’UDC); e al pubblico impegno – che tu stesso hai rivendicato dal palco- di un fronte comune di centrosinistra per le prossime elezioni politiche. Lo abbiamo fatto con un argomento preciso: “ ogni blocco politico delle sinistre con i liberali e con i populisti, ogni subordinazione della classe operaia alla cosiddetta borghesia democratica, finisce non solo col tradire le ragioni sociali della classe, ma col compromettere la stessa battaglia democratica”. Come puoi immaginare, dopo l’esito delle elezioni regionali, non abbiamo certo ragione di cambiare opinione. L’esito delle elezioni, con l’indubbia vittoria politica di Berlusconi, ha misurato il fallimento politico, sullo stesso terreno democratico, di quel fronte dell’opposizione che la manifestazione del 13 marzo aveva celebrato. Ha dimostrato una volta di più che un fronte politico con liberali e populisti può riempire una piazza progressista, ma non può coinvolgere le ragioni sociali degli operai. E che senza l’irruzione sul campo degli strati più profondi della classe operaia e delle masse popolari non si può rovesciare il rapporto di forza con Berlusconi e con la Lega. Al contrario si finisce con 2 l’abbandonare tra le loro braccia settori proletari smarriti, delusi, traditi. Per questa ragione la rivendicazione della “continuità del 13 Marzo” , che tu avanzi, ripropone esattamente l’equivoco politico di cui liberarsi. Va da sé che confermiamo la volontà di partecipare come in passato, con le nostre posizioni indipendenti, a manifestazioni di massa “democratiche” contro il governo. Così come la piena disponibilità ad impegnarci nelle iniziative referendarie su acqua, nucleare, precarietà. Ma lo facciamo in una logica e in una prospettiva profondamente diverse da quelle che tu riproponi: la prospettiva di una svolta di unità e radicalità del movimento operaio e delle sinistre, in piena autonomia dal centrosinistra. Una prospettiva che punti a ricomporre l’unità tra ragioni sociali e democratiche sotto l’egemonia della classe operaia e delle sue rivendicazioni, in alternativa al liberalismo borghese e al giustizialismo. Come sai, il PCL ha avanzato da tempo all’insieme delle sinistre politiche e sindacali una proposta di svolta: sul terreno della piattaforma rivendicativa e programmatica, come sul terreno delle forme di lotta e di organizzazione del movimento operaio e dei movimenti di massa. Abbiamo avanzato precise proposte unitarie di azione su terreni delicatissimi dello scontro con la reazione ( dalla questione migranti all’anticlericalismo). Abbiamo avanzato una proposta di sede democratica di confronto pubblico tra le sinistre politiche e sociali ( “Parlamento dei lavoratori e delle sinistre”), nel rispetto dell’autonomia di ogni soggetto. Ma su ognuno di questi temi, abbiamo registrato il silenzio dei gruppi dirigenti della sinistra. Ostinatamente, tanto più dopo l’esito elettorale, riproponiamo questa esigenza di svolta, unitaria e radicale. Di fronte al permanere di una gravissima crisi sociale, di un governo reazionario stabilizzato e rafforzato dal voto, di un’ “opposizione” liberale e populista che apre al governo sullo stesso terreno della “riforma” costituzionale, le sinistre italiane debbono assumersi la responsabilità di una propria proposta e iniziativa di lotta, e di un proprio programma anticapitalista. Perché riconoscere platonicamente la centralità della “questione sociale”, ma chiedere di farsene carico ai “segretari” di un centrosinistra confindustriale- come la tua lettera di fatto propone- è molto peggio di una perdita di tempo: è la riproposizione della logica politica della subordinazione. Tanto più sconcertante dopo la sua ennesima sconfitta. Marco Ferrando seria’’. Appare chiaro che Togliatti era il cervello della controrivoluzione in Spagna! Come osserverà Antonio Moscato, Togliatti (a differenza del boia Vidali) non prese mai parte personalmente ad un assassinio politico ma fu il teorizzatore del massacro dei rivoluzionari.2 Il burocrate controrivoluzionario inoltre non si fermava ad accostare i trotskisti agli anarchici ma assimilava anche gli anarchici al Poum. Quest’assimilazione è scorretta,perché gli anarchici hanno sempre rimproverato al Poum il suo rigore di partito leninista. Togliatti svolse un ruolo fondamentale anche nel liquidare il governo Caballero. In una lettera del 15 dicembre 1937 indirizzata a Dimitrov e Manuilskij afferma ’’I Caballeristi hanno in mano la direzione provinciale dei sindacati,e questo gli offre la possibilità di disporre di un giornale quotidiano,la Correspondencia de Valencia,organo dei sindacati di Valencia.Oggi questo giornale è l’organo di Caballero e conduce contro il Pc le più sporche battaglie.La questione è davanti alla segreteria da quando sono arrivato e i compagni garantiscono quotidianamente che cacceranno i caballeristi dalla direzione regionale dei sindacati e dalla redazione del giornale.Il loro piano consiste nel mettersi d’accordo con i socialisti(centristi)presenti nella direzione regionale ed…effettuare una specie di colpo di mano semilegale sul giornale cacciando i redattori caballeristi e insediando una nuova redazione…con l’aiuto delle autorità’’. Tolto di mezzo il governo Caballero s’instaurerà il governo Negrin il quale mise fuori legge il Poum. Negrin era un feroce anticomunista,l’uomo giusto per Stalin e il la grande borghesia internazionale. I tredici punti del governo Negrin erano assolutamente reazionari e furono scritti con la consulenza di Togliatti. Senza volerci soffermare in questa sede sui crimini degli stalinisti nella Spagna rivoluzionaria era importante capire il ruolo politico di Togliatti,l’uomo della controrivoluzione. Trotsky a riguardo del ruolo degli stalinisti in Spagna affermerà ’’Gli stalinisti furono i più coerenti all’interno del blocco dirigente.Furono la punta della controrivoluzione borghese-repubblicana.Miravano ad eliminare la necessità del ricorso all’intervento dei fascisti dimostrando alla borghesia spagnola e mondiale che sarebbero stati in grado di soffocare la rivoluzione proletaria apponendovi il sigillo della’’democrazia’’. Questa fu l’essenza della loro politica’’.3 Andres Nin,fondatore del Poum,in precedenza aveva detto del Partito Socialista’’Consolidare la Repubblica era il loro motto,e consolidare la Repubblica significava dare alla borghesia la possibilità di superare i momenti più difficili e,una volta rafforzate le proprie posizioni,portare l’attacco a fondo contro il proletariato’’.4 Confrontando l’affermazione di Nin (riferita al Partito Socialista) con quella di Trotsky (riferita agli stalinisti) capiamo come la collaborazione di classe sia stato un elemento caratterizzante tanto la socialdemocrazia quanto lo stalinismo; non è un caso che Stalin abbia rispolverato proprio in quegli anni la rivoluzione a tappe di Martynov. Quella di Andres Nin non era una debolezza teorica,anzi al contrario Nin era una gigante del marxismo (a mio avviso uno dei più grandi teorici marxisti di sempre), ma come disse Lev Davidovic ’’La vera disgrazia fu che Nin,investendosi dell’autorità di Lenin e della Rivoluzione d’Ottobre,non si decise mai a rompere col Fronte Popolare’’. Non mi soffermerò in questa sede sulla drammatica morte di Andres Nin ucciso per volontà di Stalin dalla mano assassina di Vittorio Vidali; la sua tragica fine ha commosso il movimento operaio internazionale e ricoperto di vergogna lo stalinismo. Mi preme ricordare come un’analisi marxista della storia sia fondamentale per smascherare il revisionismo stalinista e socialdemocratico; Stalin come Kausky non ha fatto altro che ricondurre la lotta rivoluzionaria nei limiti della legalità borghese (da lì il parlamento specchio del paese di Togliatti) spianando la strada agli interessi del gran capitale. Tutto viene ricondotto alla violenza sistematica dell'accumulazione capitalistica e l'Urss non era più da tempo uno Stato Operaio ma una forma di capitalismo burocraticizzata; la sua struttura economica era borghese e necessitava di quell'involucro politica a cui hanno provveduto gli ideologi(di basso valore)stalinisti. Ma in fondo’’Stalin ha revisionato Marx e Lenin non con la penna del teorico ma con lo sperone del Gpu''5. Bibliografia: 1)Giancarlo Bocchi’’Quel Togliatti mai visto’’ 2)Antonio Moscato’’Andres Nin e la rivoluzione spagnola’’ 3)Lev Trotsky’’Classe,Partito e Direzione.Perchè il proletariato spagnolo è stato sconfitto?’’ 4)Andres Nin’’Reazione e rivoluzione in Spagna’’ 5)Lev Trotsky’’Stalinismo e bolscevismo’’ Stefano Zecchinelli, Partito Comunista del Lavoratori Sezione di Pisa 7 il Bollettino dei Lavoratori - n°2, aprile 2010 dal territorio ELEZIONI REGIONALI TOSCANE: UNA DISFATTA PER PD E PdL Dal risultato elettorale toscano un dato emerge su tutti, la disfatta in termini di voti reali per i due partiti maggiori PD e PdL. Nonostante le distanze tra centrodestra e centrosinistra siano rimaste invariate rispetto al 2005 entrambi gli schieramenti perdono decine di migliaia di voti, l'astensionismo aumenta del 10% ed a questo va poi sommato un 2.5% di schede nulle e bianche. Il dato fiorentino non si discosta molto da quello regionale ed anche nella nostra città il primo partito è quello dei non votanti. Le uniche due forze politiche che hanno aumentato i consensi reali sono l'IDV e la Lega Nord che hanno raccolto in parte il malcontento dovuto alla crisi economica nazionale ed alla crisi "morale" che ha investito il potere in Toscana. Questo malcontento reale non è stato raccolto dalla sinistra, Federazione e SeL, che perdono moltissimi voti sia rispetto alle precedenti regionali del 2005 che alle provinciali del 2009, incapaci entrambe di proporsi come alternativa al malgoverno del PD toscano. Questo dato ci fa vedere chiaramente come la sinistra ex "radicale" non è capace, neanche in un momento di crisi economica gravissima, di rappresentare gli interessi di classe dei lavoratori che piuttosto che votare Federazione o SeL si rifugiano nell'astensionismo o nel voto alle forze populiste (IdV) e razziste (Lega). Noi crediamo che in questo momento sia ancora più importante continuare nella strada della ricostruzione di una forza politica comunista e rivoluzionaria e per questo facciamo appello a tutti i lavoratori, i giovani, i pensionati, ad unirsi al Partito Comunista dei Lavoratori, ingiustamente escluso da queste elezioni ma presente nella lotte, nei comitati ambientalisti, nei comitati antifascisti, l'unica forza politica alternativa ai due poli dell'alternanza borghese. Unisciti al PCL, la sinistra che non tradisce Partito Comunista dei Lavoratori Sezione di Firenze 6 il Bollettino dei Lavoratori - n°2, aprile 2010 dal territorio Palmiro Togliatti l'assassino della Rivoluzione Spagnola Un’analisi accurata della Rivoluzione Spagnola (1930-1939) comporta a spese del nostro intestino, di dover prendere in esame il ruolo di Palmiro Togliatti, una delle figure più squallide della storia del movimento operaio. Il ruolo di Togliatti (al contrario di quello che dicono Canfora e consorti…) è stato fondamentale nello strangolare il processo rivoluzionario in Spagna. Il burocrate Ercoli godeva già di una pessima reputazione presso Jesus Hernandez, Ministro dell’Istruzione durante il governo Caballero il quale lo accusò di essere stato l’ispiratore dell’assassinio di Nin. Jesus Hernandez in verità è stato un altro personaggio abietto cresciuto nella scuola stalinista del Pce; lo stesso Spriano ha detto che Togliatti non poteva aver commesso tutti quei crimini. Spriano osserverà che Togliatti durante le giornate del maggio 1937 era a Mosca, ma questo solo perché (da buon burocrate controrivoluzionario) si stava preoccupando di ampliare a livello mondiale i Processi di Mosca con cui Stalin ha massacrato la vecchia guardia bolscevica. Inoltre con i suoi scritti Ercoli dimostra di conoscere molto bene il contesto spagnolo. Giancarlo Bocchi in un articolo comparso su ’’La Repubblica’’ ricordando il comunista Guido Picelli scriverà ’’Il 5 gennaio del 1937, dopo aver conquistato le alture di El Matoral, viene colpito alle spalle da una pallottola 'vagante'. Dopo tre funerali di Stato, a Madrid, Valencia e Barcellona, questi ultimi imponenti e ai quali partecipano 100 mila persone, che Andrés Nin e Julian Gorkin del Poum leggeranno come un avvertimento nei loro confronti, Togliatti scriverà un ampio necrologio sull'Internazionale comunista, e l'Unità clandestina pubblicherà l'ultima lettera (11 dicembre 1936) di Picelli alla moglie. Uno scritto molto strano alla luce dei documenti oggi ritrovati, che egli così conclude: "(.) Salutami Lusignoli e tutti i parmensi". Solo un saluto o un ultimo messaggio in codice ai suoi Arditi del Popolo a Parigi?’’.1 Quest’ultima affermazione di Guido Picelli verrà letta come un possibile preludio del massacro nei confronti degli anarchici e dei trotskisti. Togliatti rimproverava ai criminali del Pce di svolgere una repressione indiscriminata della Cnt invece di attirarla nel Fronte Popolare che già aveva dato i suoi risultati durante il governo Caballero. In un rapporto del 30 agosto 1937 Ercoli consiglia ’’di seminare discordia nelle sue fila (Cnt) combattendo la sua ala illegale costituita dai trotskisti e dagli anarchici. Anche questi ultimi agiscono illegalmente e illegalmente pubblicano opuscoli, venduti come organo della FAI’’. Il 28 gennaio 1938 ancora afferma che’’nella lotta contro la quinta colonna e contro i trotskisti si è verificato tra il mese di agosto e il mese di ottobre (1938) un periodo di debolezza,caratterizzato dal risultato scandaloso del processo del Poum che terminò senza nessuna condanna 25 APRILE 2010 - GIORNATA DI LOTTA CONTRO IL FASCISMO E IL RAZZISMO La crisi del capitale colpisce gravemente i lavoratori del nostro paese con licenziamenti e cassa integrazione, attacco a salari, diritti e pensioni mentre vengono tagliati fondi a scuola e sanità pubblica. Lo "spettacolo" della politica governativa mostra i soliti corrotti, speculatori, mafiosi e faccendieri che se con una mano si riempiono le tasche di soldi pubblici, con l'altra firmano decreti e leggi imponendoci un clima da regime reazionario, cancellando i diritti e la solidarietà, cercando di isolare i più deboli e criminalizzando coloro che lottano per cambiare veramente le condizioni di vita, di lavoro e la società. In questo contesto anche fascisti e gruppi di estrema destra svolgono il loro ruolo storico di servi dello Stato e del capitale e di provocatori: dietro la maschera di "bravi ragazzi" di partito portano avanti la vecchia pratica dello squadrismo con pestaggi e intimidazioni cercando di attirare le nuove generazioni con pratiche apparentemente apolitiche. Protetti e foraggiati da Governo e padroni sono uno strumento indispensabile al potere per far leva su quei luoghi comuni che in periodi di così forte crisi politica e culturale si diffondono, incentivando la guerra tra poveri, mettendo i lavoratori gli uni contro gli altri, italiani contro immigrati, poveri contro più poveri. Le istituzioni dal canto loro, in nome di una fantomatica memoria condivisa, hanno legittimato i fascisti creando per loro non pochi spazi di agibilità. Un esempio è la giornata del ricordo istituita dal Governo Berlusconi ma legittimata anche dal centrosinistra: proprio quest'anno a Firenze, mentre centinaia di Antifascisti manifestavano in piazza della Costituzione, il presidente del consiglio comunale di Palazzo Vecchio Giani si trovava a poche centinaia di metri ad assistere al comizio in Largo Martiri delle foibe. Nonostante ciò, nonostante perquisizioni ed arresti, sono tanti e sempre di più i compagni che si organizzano praticando l'antifascismo nelle scuole, sui posti di lavoro e in strada, che si mobilitano contro la costruzione dei CIE, che lottano al fianco dei lavoratori che difendono il proprio posto di lavoro che essi siano su una gru, su un tetto, in presidio davanti alla propria fabbrica o pronti a bloccare i mezzi che entrano o escono dai cancelli della propria cooperativa. Sono sempre di più gli immigrati che si ribellano allo sfruttamento e al razzismo: da Rosarno a Milano. Non dobbiamo dimenticare le conseguenze nefaste del ventennio, i tentativi di colpo di Stato e la strategia della tensione, ma dobbiamo porre molta attenzione a come i fascisti continuano ad essere presenti all'interno delle istituzioni e fanno fruttare i loro affari, come si è visto di recente nello scandalo che ha chiamato in causa Mokbel, Fioravanti, Mambro e Andrini in un gioco di riciclaggio di denaro che lega eversione di destra, 'ndrangheta e banda della Magliana capaci di smuovere e comprare voti fino a far eleggere un proprio senatore nelle liste del PDL. In questo 25 Aprile scendiamo in piazza per fermare lo squadrismo fascista e razzista portando per le strade dei nostri quartieri la lotta di chi quotidianamente si espone per impedire che il nostro paese scivoli nella nuova deriva reazionaria. Contro la guerra Contro i governi antipopolari Contro ogni sfruttamento, la precarietà, la demagogia populista Per la solidarietà di classe ORA E SEMPRE RESISTENZA Firenze Antifascista Negata la sala a Nuova Destra Sociale Vittoria di Firenze Antifascista A seguito dell'indizione da parte dell'organizzazione neofascista Nuova Destra Sociale del proprio congresso nazionale a Firenze, immediata è stata la mobilitazione e numerose le prese di posizione. Un appello promosso da Firenze Antifascista ha raccolto tantissime adesioni che hanno fatto desistere l'hotel Mediterraneo dal concedere la sala ed hanno, di fatto, obbligato gli organi preposti all'ordine pubblico (prefettura, questura ecc...) ad intervenire. Ad oggi ci risulta che l'hotel Mediterraneo abbia revocato la concessione della sala. Ringraziamo tutte le forze politiche, sociali, sindacali e tutti i firmatari dell'appello di Firenze Antifascista per essersi mobilitate immediatamente ed per aver dimostrato che a Firenze l'antifascismo è ancora un valore vivo. Nonostante questo, invitiamo tutti a non abbassare l'attenzione perchè, nel caso che Nuova Destra Sociale svolga comunque la propria adunata in altro luogo, sarà necessario mobilitarsi per impedirne lo svolgimento. Firenze Antifascista, 10/04/2010 3 il Bollettino dei Lavoratori - n°2, aprile 2010 dal territorio La privatizzazione dell'acqua La privatizzazione dell'acqua è probabilmente l'ultimo e più micidiale tentativo di un capitalismo moribondo, di risolvere le sue insanabili contraddizioni non solo attraverso il saccheggio dello stato sociale, ma anche dei beni più naturali dell'umanità, come l'acqua ed i prodotti spontanei della terra , fin dalla preistoria. Dopo, potrebbe rimanergli solo la privatizzazione dell'aria, già ben avviata con le 'riserve' dei paradisi tropicali (e fiscali) dei grandi capitalisti, in fuga dalla mefitica aria avvelenata delle metropoli industriali dove vive la maggioranza dei lavoratori. Da Reagan alla Tatcher, da Tony Blair ad Amato-ProdiBerlusconi, destra e 'sinistra' hanno fatto a gara a chi più tagliava gli "sprechi e l'inefficienza dello stato". Ne hanno fatto le spese la sanità, l'istruzione, i trasporti pubblici e tutti i servizi statali ad eccezione, ovviamente, della difesa; qui, invece, gli investimenti son stati abbondanti e progressivamente maggiori di anno in anno ma, si sa, noi abbiamo un assoluto bisogno di nuove portaerei e di F-35 per difenderci dai cattivissimi talebani di Bin Laden, e domani dei marziani. Queste solenni panzane non sono state ovunque accettate, ed in particolare in Bolivia hanno scatenato rivolte trasformatesi poi in rivoluzione: nel 2000 infatti a Cochabamba, dopo aver assaporato gli effetti della privatizzazione dell'acqua ' made in USA' (la californiana 'Bechtel' di Bush & soci) la popolazione è scesa in piazza e, dopo settimane di scontri con morti e feriti, ha cacciato il governo fantoccio filo yankee. Successivamente Evo Morales ha finalmente nazionalizzato acqua e gas. E nella vecchia Europa? Praticamente tutti i grandi nomi della cultura e della scienza, premi Nobel e sacerdoti di base, si sono pronunciati e sono scesi in piazza contro la privatizzazione dell'acqua: il Comune di Parigi si è riappropiato della distribuzione dell'acqua, vincendo sui voraci interessi di Suez, Veolia, Vivendi, Ondeo, Danone etc.; nel nord del Bel Paese persino la Lega sembra rivendicare la proprietà pubblica dell'acqua, naturalmente lo stanno facendo molti comuni in tutta la penisola, partiti del 'centro-sinistra' e persino i 'fascisti del III millennio' di Casa Pound. Tutto questo però non ci garantisce che il referendum che si sta preparando dia i risultati che auspichiamo: la cricca mafioso-liberal-mediatica che ci governa ha, anche recentemente dimostrato di possedere mezzi di persuasione straordinari, mentre l'opposizione, come sempre, vagisce; gli italiani d'altronde, negli ultimi tempi hanno dimostrato scarsa propensione verso lo strumento referendario. Solo una grande mobilitazione popolare che superi i recinti e gli interessi dei singoli partiti potrà battere gli interessi 4 il Bollettino dei Lavoratori - n°2, aprile 2010 dal territorio dei grandi predatori delle nostre risorse. Per questo il nostro partito sta lavorando assieme ai comitati a salvaguardia dell'acqua pubblica nati su tutto il territorio nazionale, e si impegna a costituirne di nuovi laddove non ne esistano. Gridiamo a questi squali che ci rubano le nostre risorse ed al governo che li protegge, che l'acqua, com' è sempre stato, è di tutti e non una merce. Paolo Vannucci Il PCL aderisce alla campagna referendaria Il 24 parte in tutta Italia la raccolta firme. Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, costituito da centinaia di comitati territoriali che si oppongono alla privatizzazione, insieme a numerose realtà sociali e culturali ha deciso di promuovere 3 quesiti referendari, depositati presso la Corte di Cassazione di Roma mercoledì 31 marzo 2010. Sosterranno tale iniziativa anche diverse forze politiche. A partire dal sabato 24 aprile inizieremo la raccolta delle firme, in tre mesi dovremo arrivare almeno a quota 500.000 per poter richiedere i referendum. I banchetti per la raccolta delle firme saranno allestiti su tutto il territorio nazionale. Il SONNO DELLA RAGIONE E LA RIMOZIONE DELLA MEMORIA GENERANO MOSTRI Di questi tempi non ci si può più stupire di nulla, ma certo le gesta dei primi cittadini di Carrara e di Massa, tutti e due , "di sinistra" , lasciano allibiti: il sindaco di Carrara, senza alcun imbarazzo, permette al consigliere della Destra Musetti di assistere alla commemorazione della partigiana Francesca Rolla in Comune (anche se in quella occasione il camerata non ha esibito il manifesto di Mussolini appeso alle pareti della sua sede (vedi http://www.youtube.com/watch?v=7Kz-YwfuLjQ). Quello di Massa invece, assistito spiritualmente dalla sua fida vice (comunista pentita), non solo permette a baldi giovani di sfilare nel centro di Massa con la croce uncinata al braccio, come nei felici anni '30 (ma non era vietato dalla Costituzione e, in ogni caso, dove sono le denunce?), ma concede ai "fascisti del III millennio" di Casa Pound di tenere i loro lugubri convegni nelle stanze di Palazzo Bourdillon, sede storica dell' ANPI di Massa; tutto questo proprio alla vigilia dell'anniversario della liberazione dal nazifascismo della città (un vero colpo di genio!) Per i giovani, che hanno una conoscenza storica approssimativa (grazie anche alla Gelmini che ha ridotto e addirittura eliminerà lo studio della storia contemporanea), diciamo che sarebbe come avere invitato il giorno della resurrezione di Gesù di Nazaret, Ponzio Pilato o, peggio, il Sinedrio di Gerusalemme del 33 d.C.; oppure avere invitato i redivivi Hitler ed Eichmann ad una cerimonia di commemorazione dell'Olocausto. Il bello è che poi i referenti politici nazionali dei nostri primi cittadini, si strappano i capelli perché gli elettori "di sinistra" non vanno più a votare, o votano quei raffinati gentiluomini della Lega. Forse il Sig. Zubbani ed il Sig. Pucci farebbero bene a leggersi qualche manuale di storia (ovviamente precedente la "rivoluzionaria" riforma Gelmini) e studiarsi gli anni che hanno preceduto la marcia su Roma. Venerdì prossimo saremo a Palazzo Bourdillon assieme agli altri antifascisti "non pentiti", per rimediare alle loro "distrazioni". Paolo Vannucci norma subdola che prevede la possibilità di estinguere l’ultimo anno di obbligo scolastico con un apprendistato annuale all’interno di un’azienda (art. 48). Il provvedimento si rivolge ovviamente in larga parte a quei ragazzi di famiglia proletaria per cui frequentare la scuola dell’obbligo è già una vessazione economica non indifferente a causa di spese sempre crescenti (dovute ad esempio al caro libri). L’attacco è dunque portato su due fronti: da un lato si smantella l’istruzione pubblica, con tagli e riforme, dall’altro si offre la possibilità ai ragazzi di sfuggire a quello che è stato volontariamente trasformato in un pessimo servizio. I ragazzi sono così spinti ad evadere l’obbligo scolastico, non visto piú come una possibilità ma come tempo perso, e a gettarsi con un anno di anticipo e quindi con evidente minor consapevolezza nel mondo del lavoro precario. Il disegno globale è fin troppo chiaro, indurre una generazione di ragazzi proletari ad abbracciare con totale assenza di cognizione e di comprensione la logica del lavoro precario e del mercato, trasformandoli in forza lavoro acritica fin dall’adolscenza. La sezione Pisana del Partito Comunista dei Lavoratori non smetterà mai di ribadire con forza la centralità del diritto ad un istruzione di qualità, funzionale a restituire ai giovani studenti l’orizzonte di un’alternativa possibile ad una vita incatenata al lavoro precario. Partito Comunista dei Lavoratori–Sezione di Pisa LA TENAGLIA DEL GOVERNO SUL DIRITTO ALL’ISTRUZIONE Da anni gli studenti ed i lavoratori della scuola lottano contro riforme scolastiche (Berlinguer, Moratti, Gelmini) sempre piu’ improntate ad un modello aziendale e imprenditoriale dell’istruzione e devono fare i conti con tagli sempre piu’ drastici ad ogni aspetto della vita scolastica: biblioteche che chiudono, esternalizzazione del personale, docenti precari costantemente a rischio licenziamento, atenei che sono liberi di convertirsi in fondazioni private, carenza di fondi per i bisogni piu’ elementari e ordinari come carta igienica o carta per le fotocopiatrici, riduzione del personale ATA che si traduce nella incuria degli edifici scolastici, tagli alle ore di insegnamento e di laboratorio. Il risultato è un visibile e progressivo aumento della disillusione e della sfiducia delle famiglie, sia dei genitori che dei ragazzi, nello strumento dell’istruzione pubblica. LA TRUFFA VA BEN OLTRE IL VOLER FARE CASSA A SPESE DELL’ISTRUZIONE PUBBLICA. Se leggiamo attentamente, possiamo vedere come il recententemente approvato Collegato Lavoro (disegno di legge 1167-b/Senato) nasconda tra le sue maglie una Leggi sostieni diffondi la stampa comunista Abbonati al “Giornale Comunista dei Lavoratori” 5