NOVEMBRE 2012 – € 5,00 Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abbon. Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Varese OSHO IN TIBET una storia di secoli MANTRA E CANZONI intervista a Premal&Miten TERAPIA dal dolore alla gioia www.osho.com nuovolibro di non in vendita ma... in regalo! OSHOTIMES L’ARTE DELLA MEDITAZIONE Abbonarsi conviene! A conti fatti anzi... ricevere l’Osho Times a casa tua per un anno intero… è gratis?! Nel momento in cui ti abboni ricevi in omaggio un LIBRO o un DVD esclusivo di Osho. Nel corso dell’anno di abbonamento riceverai due libri inediti di Osho tradotti apposta per te. In tutto fanno circa 50 euro. Abbonandoti all’Osho Times li hai a casa, senza spese di spedizione, per soli 46,50. Inoltre ricevi anche 10 numeri della rivista… gratis appunto! Il tuo abbonamento scade tra troppo tempo per rinnovare ora? 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L’intera opera verrà pubblicata in esclusiva per gli abbonati all’Osho Times! abbonati su www.oshoba.it oppure: [email protected] – tel & fax 0331 810042 la fragranza, la visione momenti di luce con osho Ecologia interiore di Marga. 06 Per illuminare il tuo cammino Rare lettere di Osho a Ma Yoga Sohan, discepola fin dagli anni ‘60. 44 sommario 04 Osservatorio 27 08 Terapia... il dolore e la gioia Imparare ad amare se stessi non è facile. Bali ne parla con Svagito. 44 Soul hunting: a caccia dell’anima 11 L’illusione del cuore Osho risponde con una vera e propria “bastonata Zen” a una domanda di Coleman Barks, il noto traduttore in inglese delle poesie di Jalaluddin Rumi, poeta e mistico Sufi del XIII secolo. 16 Fiori selvaggi. In viaggio coi mantra e le canzoni Deva Premal&Miten ci parlano di meditazione, di Osho, del loro amore... e della loro musica! 21 Tutto nasce dall’amore Al di là della competizione, dell’autoaffermazione, dell’ideologia, della corsa alla ricchezza. Proposte pratiche di Osho. uarda in profondità nel tuo cuore, ascolta la sua voce calma e leggera. E ricorda una cosa: solo le aspirazioni del cuore possono portare una vita alla realizzazione, mai le ambizioni. La vita può conoscere la beatitudine solo per mezzo del cuore, mai per mezzo della mente. OSHO G 22 Speciale: TIBET • Una storia che dura da secoli Osho e il Tibet: il XVI Lama Karmapa parla di una vita passata di Osho in Tibet • Un esperimento Anche Osho parla della sua statua d’oro conservata nella “Sala delle Incarnazioni”. • Il suono del silenzio Om Mani Padme Hum. Il solo paese al mondo che abbia dedicato tutto il suo genio all’esplorazione interiore è il Tibet. E le scoperte fatte sono di immenso valore. Om Mani Padme Hum è una delle espressioni più belle per indicare l’esperienza suprema. Osho • La ruota della vita e della morte E Osho all’improvviso si ricorda il Bardo Thodol... • Il sorriso del vento Un grande senso di fratellanza e fiducia... L’esperienza di un viaggio in Tibet. 30 La magia dei colori L’Aura-Soma è un sistema basato sui colori e sulle energie vive di cristalli, erbe e olii essenziali. Ne parliamo con Darshana, che lo utilizza anche in connessione con l’astrologia. 32 Mi riempivo l’animo a ogni sguardo... A Osho Miasto per la prima volta: eventi, festa, sguardi aperti e meditazione! Tre racconti. 35 Tutto si muove in cicli Dagli alti e bassi della vita di tutti i giorni ai grandi periodi storici... Ogni venticinque secoli si giunge a una vetta e se sai usare questo momento, puoi illuminarti facilmente. Osho Il viaggio sciamanico per recuperare la tua anima... Ce ne parla Nirava. 46 Osservare... senza far nulla Scientificità e magia della Vipassana Bali intervista Gopal. 50 News 58 Una porta sull’anima Iniziazione, meditazione, appagamento Di Marga. 62 L’oroscopo di novembre 63 Vetrina delle opere di Osho 36 Per non lottare contro gli altri Quanta energia sprechiamo nel volere che gli altri siano diversi? Considerazioni di Anando. 38 Dalla mente alla nonmente Dal pensiero al non-pensiero, dalla superficie al centro... e la lingua fa da ponte! Una millenaria tecnica indiana. 41 L’avventura più grande Fino all’ultimo momento puoi indagare, imparare... crescere. Maneesha ci parla del suo training su un approccio meditativo nei confronti della morte, parte di un progetto di più ampio respiro. 11 GIUGNO 2012 3 Ecologia interiore Center for Ecoliteracy, Centro per l’Ecoalfabetizzazione, fondato da Fritjof Capra e altri scienziati nel 1995, propone sempre interessanti e importanti iniziative per educare le persone all’amore per la natura e per l’ambiente, visti come riflesso dell’amore e del rispetto di sé e degli altri esseri umani. È appena uscito un loro libro Ecoliterate: How Educators Are Cultivating Emotional, Social, and Ecological Intelligence (Ecoalfabetizzazione: come gli educatori coltivano l’intelligenza emotiva, sociale e ecologica) di Daniel Goleman, Lisa Bennett e Zenobia Barlowed, Editore Jossey-Bass, in cui identificano cinque “pratiche” vitali che integrano tre ambiti dell’intelligenza: emotivo, sociale ed ecologico. Ecco un estratto del libro in cui spiegano le cinque pratiche: OSSERVATORIO TERRA IL “Lavoriamo per dare ispirazione agli insegnanti a usare una varietà di opportunità di apprendimento che aiutino gli studenti a prendere in considerazione e quindi ad applicare queste pratiche in diversi ambiti e contesti. Queste pratiche permettono agli studenti di rafforzare ed estendere la loro capacità di vivere in modo sostenibile. 1. Sviluppare empatia per tutte le forme viventi incoraggia gli studenti a espandere il loro senso di compassione verso gli altri. Spostarsi dallo schema mentale dominante nella nostra società, che considera gli esseri umani separati e superiori al resto della vita sulla Terra, a una visione che riconosce gli umani come membri di una sistema di vita, gli studenti espandono il loro prendersi cura, preoccuparsi e avere interesse verso una rete di relazioni più ampia. 2. Adottare la sostenibilità come pratica comune è il risultato della consapevolezza che gli organismi non esistono in isolamento. La qualità della rete di relazioni in ogni comunità vivente determina la sua abilità collettiva di sopravvivere e crescere in salute. Imparando il modo meraviglioso in cui le piante, gli animali e gli altri esseri viventi sono interdipendenti, gli studenti sono ispirati a considerare il ruolo dell’interconnessione all’interno delle loro comunità e a vedere il valore del rafforzare queste relazioni pensando e agendo in modo cooperativo. 3. Rendere visibile l’invisibile aiuta gli studenti a riconoscere l’effetto del comportamento umano sulle altre persone e sull’ambiente. L’impatto del comportamento umano si è espanso esponenzialmente nel tempo, nello spazio e in grandezza, rendendo difficile se non impossibile comprenderne pienamente gli effetti. Usare degli strumenti per rendere visibile questo invisibile rivela le implicazioni più remote del comportamento umano e ci permette di agire in modi che sono più orientati ad affermare e sostenere la vita. 4. Anticipare conseguenze indesiderate è una doppia sfida: predire le potenziali implicazioni del nostro comportamento al meglio possibile e al tempo stesso accettare il fatto che non siamo in grado di prevedere tutte le possibili associazioni di causa-effetto. Assumendo che lo scopo finale sia migliorare la qualità della vita, gli studenti possono adottare il “pensiero sistemico” e il “principio di prudenza” come linee guida per coltivare un modo di vivere che protegga piuttosto che distruggere la rete vitale. Contemporaneamente costruiamo flessibilità, sostenendo la capacità delle comunità osservatorio naturali e sociali di ripartire da conseguenze inaspettate. 5. Comprendere in che modo la natura sostiene la vita è un imperativo per gli studenti, al fine di dare forma a una società che tenga conto delle generazioni future e delle altre forme di vita. La natura ha sostenuto con successo la vita sulla Terra per miliardi di anni, quindi esaminando i processi naturali impariamo strategie che sono applicabili nell’organizzare gli sforzi umani”. Il Center non scrive soltanto libri, ma promuove iniziative a vari livelli del sistema educativo americano. Un progetto recente ha avuto luogo a San Francisco (e ancora continua), all’interno del Juvenile Justice Center, il carcere minorile, dove un gruppo di ragazze adolescenti è stato impegnato nella costruzione e coltivazione di un orto nel piccolo cortile asfaltato e circondato di filo spinato del riformatorio. Con l’aiuto degli educatori hanno costruito cinque letti di terra rialzati dove coltivano erbe e verdure, e hanno imparato tutto ciò che nemmeno un contadino sa di terreni, minerali, nitrogeni, semine e raccolti e del ciclo vitale delle piante. Hanno persino dato dei nomi ai loro letti di terra e non vedono l’ora di andarci a lavorare. Le ragazze, raccontano gli educatori, si sono impegnate con molta energia e amore, lavorando con serenità e dedizione; questi risultati sono tanto più significativi se si pensa che queste ragazze sono a tutti gli effetti soggetti criminali, condannate per delitti che vanno dalla fuga dalla comunità alloggio all’omicidio. La maggior parte di loro è di colore, non ha una famiglia e sin dalla più tenera età ha dovuto fare i conti con la povertà, i traumi, la violenza e passa la maggior parte del suo tempo in piccole celle individuali. Ma con l’aiuto del Center, un piccolo settore del carcere minorile sta respirando di nuova e verde vita. Per la prima volta parole come “bellezza” e “nutrimento” stanno prendendo piede e gli educatori sperano che in uno stato come la California, dove i crimini minorili hanno un tasso di recidiva dell’80%, anche il minimo cambiamento nella vita interiore di queste studentesse possa avere delle profonde implicazioni. “Nell’imparare a essere delicate e a prendersi cura di cose così piccole, come le piante o gli insetti e i vermi, imparano a prendersi cura di se stesse e degli altri” osserva Megan Mercurio, insegnante del carcere, e continua: “noto che già mostrano più compassione e empatia l’una nei confronti delle altre. Coltivare un giardino non è solo divertente, mostra loro come è importante andare d’accordo e lavorare insieme per costruire qualcosa di bello”. Per molte studentesse il giardino è diventato un tempio di benessere e speranza: “Mi fa sentire felice e rilassata guardare le belle cose che abbiamo piantato e vederle crescere” dice Renecia, diciott’anni appena compiuti, “nessuno penserebbe mai di trovare un orto nel cortile di un carcere minorile. La gente quando ci guarda vede solo delle delinquenti. Io sento, quando veniamo qui, di venire in un luogo di pace. Mi piace togliere le erbacce, mi piace togliere quello che non va per dare lo spazio di crescere a qualcos’altro”. ¶ Marga Per maggiori informazioni sul lavoro del Center vedi: www.ecoliteracy.org Per maggiori informazioni sul lavoro di Fritjof Capra vedi anche la nostra pubblicazione Ecologia Interiore, acquistabile su www.oshoba.it “ L’essenza della saggezza è agire in armonia con la natura, è il messaggio di tutti i grandi mistici: Lao-tzu, Buddha, Sosan, Sanai. Gli animali lo fanno in modo inconscio, l’uomo deve agire in armonia con la natura in piena consapevolezza. L’uomo può anche scegliere di non vivere in armonia con la natura, quindi la sua responsabilità è immensa! L’animale non può andare fuori strada e perdersi, non ne è capace, perché in nessun animale c’è consapevolezza. Anche voi, quando siete immersi in un sonno profondo, vivete in sintonia con la natura, ecco perché il sonno profondo è così rilassante e rigenerante: sei in contatto con la sorgente. Il sonno è un modo animalesco per essere in contatto con la sorgente. Devi retrocedere nel tempo di milioni di anni e tornare simile a un animale, ma così facendo regredisci, torni indietro, fino a raggiungere le origini di te stesso, le tue fondamenta. Esiste un altro modo per superare se stessi: puoi salire fino all’attico, elevarti al massimo, percorrendo la via dei buddha. In questo modo puoi trascendere te stesso entrando consapevolmente in contatto con la natura. Questa è l’essenza della saggezza: essere in sintonia con la natura, con il ritmo naturale dell’universo. Provaci! Qualche volta, seduto accanto a un albero, entra in sintonia con il ritmo naturale dell’universo, con consapevolezza. Diventa una cosa sola con la natura, lascia che ogni confine si dissolva: diventa l’albero, diventa l’erba, diventa il vento e all’improvviso vedrai accadere in te qualcosa che non ti era mai accaduto prima. I tuoi occhi diventeranno psichedelici, gli alberi saranno più verdi che mai, le rose saranno più splendenti e ogni cosa diventerà luminosa. Dalla tua gola scaturirà un canto improvviso e non saprai da dove proviene. Sentirai i tuoi piedi pronti a danzare, sentirai la danza vibrare nelle tue vene, riuscirai a sentire la musica dentro e fuori di te. Questo è lo stato di creatività e questa può essere definita la sua qualità essenziale: essere in armonia con la natura, essere in sintonia con la vita e con l’intero universo. TRATTO DA: Osho, Lo specchio del cuore, NSC NOVEMBRE 2012 5 Per illuminare il tuo cammino... L E T T E R E A S O H A N Ancora prima che si stabilisse a Pune quello che è ora il Meditation Resort, Osho guidava campi di meditazione in varie località dell’India; alla fine di uno di questi campi, a Matheran, mentre Osho era in procinto di andarsene, Ma Yoga Sohan, una discepola molto amata, iniziò a piangere. Osho le promise che, dal momento che non aveva niente da offrirle in cambio delle sue lacrime, le avrebbe scritto una lettera ogni giorno. Le disse anche di conservarle, in modo che un giorno potessero essere pubblicate. Le scrisse in tutto 100 lettere e abbiamo deciso di proporvene alcune: un piccolo grande dono da non perdere! Lettera 23 Quando al mattino si fa l’alba, lo accetto e quando arriva la sera, la accetto. La luce ha la sua beatitudine e anche l’oscurità ha la sua beatitudine. Dopo averlo compreso non ho mai più conosciuto alcuna infelicità. Un mistico lasciò il suo monastero e quando ritornò gli dissero che il suo unico figlio era morto e che il corteo funebre se ne era appena andato. Si sentì folle dal dolore, perché non glielo avevano detto? Accecato dal furore corse verso il luogo della cremazione e 6 osho times raggiunse il corteo funebre. Il suo maestro camminava accanto alla salma. L’uomo corse, si aggrappò al maestro ed era quasi inconscio dal dolore. Poi chiese al maestro: “Per favore dimmi alcune parole di consolazione, sto impazzendo”. Il maestro rispose: “Perché parole? Entra in contatto con la verità, non c’è consolazione più grande. E sollevando il coperchio della bara del morto disse: “Guarda! Qualsiasi cosa sia, guardala!”. L’uomo guardò. Le lacrime si fermarono. La salma giaceva davanti a lui. Continuò a guardarla e dentro di lui si fece strada una comprensione: Ciò che è, è. Cosa c’è da ridere o piangere? Se la vita è una realtà, anche la morte è una realtà. Ciò che è, è. Volere che sia altrimenti significa creare infelicità. Una volta ero molto ammalato. I dottori erano spaventati e negli occhi di chi mi stava vicino c’era una profonda angoscia. Io avevo veramente voglia di ridere, perché non vedevo l’ora di fare esperienza della morte. La morte non arrivò, ma feci esperienza di una verità: tutto ciò che accettiamo non può renderci infelici. Lettera 24 Stavo accompagnando un corteo funebre e dissi alla gente che si trovava lì. “Siete ciechi se non considerate questo come il vostro stesso funerale. Per quel che mi riguarda mi vedo al posto di quel cadavere tutto fasciato. Ahimè! Se solo poteste vederla così anche voi, tutta la vostra vita sarebbe diversa”. Se avete conosciuto la vostra stessa morte, il fuoco dell’attenzione si sposta dal mondo alla verità. Sheik Sadi ha scritto: Molto tempo fa, sulle spiagge di Dajla, il teschio di un cadavere disse alcune cose a un viaggiatore. Disse: “Oh amato, cammina con più attenzione! Una volta avevo un regno e indossavo una corona. La vittoria accompagnava ogni mio passo e camminavo come il maestro se stessi volando. Ero perso in questa inconsapevolezza. Poi all’improvviso un giorno arrivò la fine di tutto. I vermi mi hanno mangiato e ogni piede che passa mi prende a calci. Quindi togli dalle tue orecchie i tappi dell’inconsapevolezza in modo da poter ricevere l’insegnamento che arriva dalla voce dei morti”. Qual è l’insegnamento che arriva dalla voce dei morti? E lo ascoltiamo mai? Se lo ascolti davvero la tua vita sarà trasformata. La morte è legata alla nascita. Ciò che giace tra queste due non è vita, ma soltanto un’apparenza della vita. Come potrebbe essere vita? Perché la vita non può morire! La nascita ha una fine, ma non la vita; e la morte ha un inizio, ma la vita no. La vita è al di là di entrambe. Se non lo sai non sei viva, anche se forse stai vivendo. E se lo sai non muori nemmeno dopo la morte. Lettera 25 A meno che, e fino a che, non sei libera dal flusso automatico dei pensieri, frequentare templi e luoghi di culto non avrà alcun valore, i rosari che tieni tra le mani sono tutti falsi. Se diventi libera dalle onde dei pensieri, poi ovunque ti trovi a essere è un tempio e qualsiasi lavoro tu faccia è un rosario. Una volta qualcuno disse a un mistico: “Mia moglie non ha alcuna fede nel seguire una religione. Se per favore potessi farla ragionare… sarebbe molto bello”. Il mattino seguente il mistico si recò alla casa di quell’uomo. Trovò la moglie fuori in giardino. Il mistico le chiese di suo marito e la moglie rispose: “Per quel che ne so in questo momento starà litigando nella bottega di qualche ciabattino”. C’era ancora la foschia che accompagna il momento prima dell’alba. Il marito era impegnato col suo rosario nella stanza adiacente, dedicata alla preghiera. Non poté tollerare una bugia tanto sfacciata, uscì immediatamente e disse: “È assolutamente falso, ero nel mio tempio”. Persino il mistico fu sorpreso, ma la moglie disse: “Eri davvero nel tempio? Il rosario era nelle tue mani, il tuo corpo era nella stanza delle preghiere, ma la tua mente non era forse da qualche altra parte?”. Il marito tornò in sé. Era vero, mentre sgranava il rosario era andato, col pensiero, alla bottega del ciabattino. Doveva comprare delle scarpe e aveva detto alla moglie, la sera prima, che sarebbe andato a comprarle come prima cosa al mattino seguente. E nei suoi pensieri aveva iniziato a contrattare e litigare sul prezzo delle scarpe! Lascia andare i pensieri, sii senza pensieri e ovunque ti troverai, dio, il divino, saranno lì per te. Dove andrai a cercarli? E come farai a cercare qualcosa che non conosci nemmeno? Non li troverai cercandoli, ma creando pace in te stessa. Fino a oggi nessuno è mai “andato”, piuttosto è il divino che va per conto suo da chiunque lo inviti nel modo giusto. È inutile andare al tempio. Quelli che lo sanno, diventano templi loro stessi. Lettera 26 “Chi sono?”. Le porte della saggezza restano chiuse per chiunque non ponga a se stesso questa domanda. Questa è l’unica chiave che apre quelle porte. Chiediti: “Chi sono?”. E se lo chiedi con intensità e totalità riceverai la risposta da dentro. Carlyle è diventato vecchio, il suo corpo ha già visto ottanta primavere. Il corpo che un tempo era bello e in salute ora è malandato e stanco: i segni della tarda età sono chiaramente visibili. Questo aneddoto accade un mattino della sua vecchiaia. Carlyle era nel bagno e dopo il bagno, mentre si asciugava, improvvisamente fu fulminato dal pensiero che il corpo che conosceva come suo se ne era andato da molto tempo. Il suo corpo era cambiato completamente. Dov’era il corpo che aveva tanto amato? Il corpo di cui si era sentito così orgoglioso era ora in rovina! E allo stesso tempo ebbe anche una consapevolezza completamente nuova: “Anche se il corpo non è più lo stesso io sono lo stesso, non sono cambiato”. Poi si chiese: “Ah! Allora chi diavolo sono?”. Tutti devono porre a se stessi questa domanda. Questa è la vera domanda. Questa è la domanda delle domande. Se non ti poni questa domanda, non hai chiesto nulla veramente. E se non chiedi nemmeno, come puoi aspettarti una risposta? Chiedi, lascia che questa domanda riecheggi e riverberi nelle profondità più abissali di te: “Chi sono?”. Quando chiedi con tutta la tua forza, sicuramente otterrai la risposta e quella risposta muta tutta la direzione e il significato della tua vita. Prima di allora sei cieca, solo dopo puoi vedere. novembre 2012 7 Terapia... il dolore e la gioia Imparare ad amare se stessI non è facIle. BalI ne parla con svagIto Bali: Recentemente ho letto un articolo dove si affermava che molte persone possono arrivare a fiorire nella loro vita senza passare attraverso le catarsi, il dolore o l’esplorazione del lato oscuro, ma piuttosto orientandosi verso la gioia. Pensi che ciò sia possibile? Si può raggiungere la gioia senza passare attraverso il dolore? Svagito: C’è una differenza tra dolore psicologico e dolore esistenziale, anche Osho l’ha affermato. Naturalmente, c’è un dolore che sperimentano tutti, per esempio il dolore del corpo, quando si è malati o si diventa vecchi. Tutti fanno questa esperienza a un certo punto della propria vita. È un dolore che è parte fondamentale della vita, per il semplice fatto che abbiamo un corpo. Poi c’è un altro dolore che è più di tipo psicologico o autogenerato. Questo tipo di dolore non è necessario, tuttavia dipende dalla propria consapevolezza: più si è 8 osho times coscienti e meno dolore psicologico si prova. Ciò vuol dire che se non sei molto consapevole, proverai un certo dolore psicologico, non è possibile evitarlo. Per esempio, nelle Costellazioni familiari, e anche nel lavoro sui traumi, posso vedere situazioni in cui nel passato c’è stato un avvenimento doloroso o scioccante che non siamo stati in grado di affrontare oppure situazioni in cui siamo identificati con il fatto di essere un bambino all’interno di una famiglia, o in cui siamo così identificati con il corpo che proviamo dolore. A volte, questo dolore raggiunge un’intensità intollerabile e dobbiamo passare attraverso questa esperienza. Osho ci suggerisce, a quel punto, di esprimerci in un processo catartico. Dobbiamo passare attraverso quel dolore per guarirlo, è inevitabile, ma naturalmente dipende tutto dal livello di consapevolezza. Un altro esempio: un bambino molto legato alla famiglia sentirà il dolore dei genito- ri. Se sente il trauma dei genitori o dei nonni, a un certo livello lo porterà con sé, sarà parte della sua vita e del modo in cui la vive. Ci sono tante persone che pensano di essere felici e di non provare alcun dolore, ma fondamentalmente lo stanno reprimendo, non vogliono vederlo e lo evitano. Le persone che sembrano sempre felici, secondo me, stanno evitando qualcosa. Non penso che sia ciò che Osho chiamava estasi. L’estasi non è opposta al dolore, è uno stato della coscienza. BA: Esistono davvero nuovi metodi terapeutici che non sono catartici e possono aiutare in modo più morbido e facile? SV: Sì, ma questi metodi non hanno lo scopo di evitare il dolore, piuttosto aiutano a provare il dolore in piccole dosi per poterlo tollerare e digerire. Sono terapie che aiutano a includere il dolore con grande lentezza. Questo l’intervista Dal 1981 Svagito R. Liebermaister conduce workshop e training di terapia e meditazione, anche in Italia. Si è specializzato in Costellazioni Familiari personalmente con Bert Hellinger. È l’autore dei libri Le radici dell’amore e Lo zen e l’arte di fare terapia (entrambi Urra /Apogeo Editore); per altre informazioni sul suo lavoro: www.family-constellation.net Svagito sarà presente al prossimo OshoFestival di Bellaria dal 4 al 7 aprile 2013. Per il programma dettagliato e tutte le informazioni: www.oshoexperience.it accade per esempio con la terapia dei traumi. Non vai subito in profondità nel dolore, ma ci entri un po’ alla volta in modo che non diventi un’esperienza che ti schiaccia. BA: È questo che fai nelle Costellazioni familiari? SV: Anche nelle Costellazioni familiari bisogna fare attenzione a non lasciare che la persona venga sopraffatta dal dolore. Per esempio, quando un bambino si sente sopraffatto dal dolore, vuol dire che ha assunto il dolore dei genitori, un dolore che in realtà non gli appartiene, quindi è necessario che impari a essere consapevole di quale sia effettivamente il proprio dolore, quale sia appropriato sentire e quale no. BA: Non eviti il dolore, ma lo tocchi con grande delicatezza... SV: ...in modo che il cliente impari ad assorbirlo e integrarlo. A quel punto, il dolore trasforma e può diventare una tua forza. Le persone che hanno elaborato esperienze dolorose sviluppano una grande forza interiore e una grande capacità di compassione. Un esempio famoso è Buddha, che perse la madre alla nascita. Per un bambino questa è una delle esperienze più dolorose da affrontare e forse è stata una parte del viaggio di Buddha, il motivo per il quale alla fine si illuminò dopo aver elaborato l’esperienza. Quindi, il dolore offre anche una potenzialità di crescita della consapevolezza. Tuttavia, non parliamo qui della sofferenza, che è un fatto diverso. È necessario distinguere tra il dolore creato autonomamente, il dolore psicologico, e il dolore che è semplicemente parte della vita. BA: Seguire una terapia, un processo terapeutico, per molto tempo, aiuta veramente nella crescita? SV: Dipende. Alcune persone sono molto attaccate alle loro sofferenze, si esprimono in continuazione nelle catarsi e anche queste diventano un attaccamento: diventano dipendenti dalle catarsi. Non penso che in questo modo si possa arrivare da qualche parte. Più diventi cosciente, più tutto diventa “raffinato”, sottile, nel senso che non devi continuare a picchiare il cuscino e fare grandi catarsi. Devi comunque imparare ad assorbire certi dolori, ma non è più un’esplosione verso l’esterno. BA: Imparare ad assorbire il dolore ha qualcosa a che fare con la meditazione? SV: Sì, con la meditazione e anche con la consapevolezza. A volte, specialmente all’inizio, la gente ha bisogno di esplodere. È successo anche a me. In seguito, puoi comprendere meglio che cosa avviene dentro di te e non hai più bisogno di farlo, lo riconosci con grande anticipo, prima di arrivare a grandi esplosioni. BA: E allora puoi raggiungere anche le emozioni più sottili che nascono dentro di te? SV: Sì, ma è necessario molto tempo, è un viaggio, un percorso. BA: Anche i terapisti stanno cambiando direzione e diventando più sottili e raffinati? SV: Sì, tutto questo dipende anche dalla consapevolezza del terapista, che può riconoscere molto prima ciò che accade all’interno di una persona e aiutarla a diventare più sensibile. Anche se, a volte, è ancora necessario che una persona si esprima con forza, ma questo accade sempre meno quando viene aiutata a vedere più chiaramente dentro di sé. BA: Nel passato si poneva l’accento sul fare un grosso sforzo per andare in profondità nelle emozioni e quindi esprimersi con una catarsi più violenta possibile. SV: Era un malinteso. Per esempio si pensava che più in profondità si va nella rabbia, più l’esperienza è profonda, ma penso che ciò non sia vero. L’esperienza deve essere più equilibrata: profondità vuol dire essere coscienti e sensibili, non tanto urlare il più forte possibile. La profondità dell’esperienza ha a che fare con l’abilità di vedere e sentire se stessi. BA: Vuol dire che anche nell’approccio terapeutico attuale passando attraverso il dolore puoi raggiungere la gioia? SV: Sì, ma in un modo diverso. Nel passato, era quasi una gara a chi urlava più forte o usava più fazzoletti per piangere. Dietro tutto questo c’era la mente, che desidera sempre raggiungere un obiettivo. Più faccio la Dinamica, più vado in profondità; più faccio catarsi, più ne posso ricavare. Ma, NoVembre 2012 9 come ha affermato Osho, non abbiamo bisogno di andare da nessuna parte, dobbiamo soltanto essere presenti con ciò che accade in questo preciso momento. La meditazione è proprio questo, non è raggiungere qualcosa. In un certo senso, è più semplice, ma anche più difficile da mettere in pratica, perché per tutta la vita ci siamo posti degli obiettivi da raggiungere. E questo lo applichiamo anche al lavoro interiore e ci diciamo: “Voglio diventare più cosciente e, se faccio di più, ci riuscirò”. Ma non funziona esattamente così. Ecco perché Osho ci parla sempre della celebrazione, di dire di sì a se stessi e al momento, di celebrare se stessi in modo che la meta scompaia e rimanga soltanto il presente. Se ti piace semplicemente fare tre settimane di Vipassana, benissimo! È va bene anche se senti che in questo momento stai bene, che non hai bisogno di fare nulla! BA: Per me, in questo modo si crea una certa leggerezza. SV: Sì, giusto. In realtà, Osho l’ha detto, ma forse non l’abbiamo ascoltato abbastanza. BA: L’articolo di cui ti ho parlato 10 osho times all’inizio era su una rivista convenzionale. Secondo te esiste anche al di fuori del mondo di Osho una tendenza verso il superamento della terapia, usando la gioia come risorsa? SV: Non so se l’interpretazione del mondo di queste riviste sia la stessa di Osho. Mi viene in mente una domanda fatta una volta a Osho: “Perché dovrei meditare, se posso semplicemente gioire di me stesso in questo momento?”. La risposta di Osho era stata: “Sì, non hai bisogno della meditazione, gioisci”. Ma la mia domanda è: la persona che aveva posto la domanda gioiva davvero? La gioia va bene, ma sei in grado di sentirla? La comprendi? Per te, forse, vuol dire divertirsi, andare al cinema o al mare. Questa non è gioia. È intrattenimento e la gente cerca il divertimento perché è infelice. E poi, pensa che la gioia sia questa. Invece, è soltanto un modo di evitare la propria infelicità e non so se queste riviste comprendano davvero questo punto. Come quando sento qualcuno affermare che non c’è bisogno di terapia ma solo di osservare... penso che siano sciocchezze. Fondamentalmene, terapia vuol dire introdurre la persona in un’atmosfera amorevole, terapia vuol dire amo- re. Ecco perché Osho ha affermato così spesso che il significato della terapia è amore. Non puoi semplicemente dire alla gente: medita e osserva e non avrai bisogno della terapia, perché ciò creerebbe solo un ambiente arido in cui la gente non si sente amata. Le persone hanno bisogno di amore, ecco perché hanno bisogno della terapia, osservare da soli non è sufficiente. Altrimenti perché Osho avrebbe creato tanti centri dove praticare le terapie? E tante comuni, tanti luoghi in cui la gente potesse incontrarsi? Creare un buddhafield vuol dire creare un campo di amore. Come ha detto Buddha: ama te stesso e osserva! Non soltanto osservare, quindi, anche amare! Tutti trascurano questo punto, che significa che hai bisogno di ottenere aiuto per poter amare te stesso o sentirti amato. La terapia è necessaria nel mondo perché non c’è abbastanza amore, come ha affermato Osho. Se il mondo diventerà più amorevole, la terapia non sarà più necessaria, ma il mondo non sta diventando più amorevole! La terapia aiuta a stabilire una connessione per poter sentire l’amore dentro di noi. Tuttavia, non è così semplice da fare, all’inizio! il ricercatore L’illusione del cuore OshO rispOnde cOn una vera e prOpria “bastOnata Zen” a una dOmanda di cOleman barks, pOeta e traduttOre in inglese delle pOesie di Jalaluddin rumi, misticO sufi del Xiii secOlO Osho, provo molta gratitudine per la tua illuminazione, la tua saggezza, i tuoi esperimenti coraggiosi, la tua vita. Grazie! Rumi ha detto: “Voglio bruciare, bruciare…”. Che cos’è quel bruciare? Shams ha detto: “Sono fuoco”. Hai qualcosa da dire su Shams? Che cosa c’entrano il bruciare e il fuoco con la mia illuminazione? Coleman, hai fatto una domanda molto pericolosa! Perché il bruciare non ha nulla a che fare con la tua illuminazione. Sul cammino dell’illuminazione la questione del bruciare non si pone per nulla. Ma tu ami Mevlana Jalaluddin Rumi… Anch’io amo quest’uomo. Ma devi capire che il sufismo dipende ancora dall’ipotesi di un dio. Non è libero dall’idea di dio. I Sufi in particolare hanno il concetto di dio come donna. Il loro metodo è l’amore: ama dio più che puoi. Ora, tu ami un’ipotesi impossibile e ti si richiede di essere totale. Proverai, in maniera più intensa, la stessa sensazione di bruciare che, in scala ridotta, sentono anche gli amanti. Di sicuro gli amanti provano nel cuore questa sensazione di bruciare. È una nostalgia profonda, il desiderio di incontrarsi con l’amato, a creare quel fuoco. Amare dio crea necessariamente in te una grande fiamma. Andrai a fuoco perché hai scelto come oggetto d’amore una cosa impossibile: il tuo oggetto d’amore è un’ipotesi. Continuerai a piangere tutte le tue lacrime, a pregare, a digiunare; la mente di continuo tornerà a ricordare l’amato, a ripetere il suo nome. La mente ha la capacità di immaginare qualcosa e ha anche la capacità di autoipnotizzarsi. Dopo incessanti ripetizioni, puoi persino vedere dio proprio come lo avevi immaginato. È un Coleman Barks, nato nel 1937, è un poeta americano che per trent’anni anni ha insegnato letteratura presso l’Università della Georgia, USA. È molto noto come traduttore, o meglio interprete in inglese moderno, di Rumi e di altri poeti mistici Sufi; visto che non parla né legge il farsi (persiano) basa le sue “parafrasi” su traduzioni classiche preesistenti. Ha pubblicato diversi volumi di poesia di Rumi dal 1976 fino al 2003. Il suo lavoro è stato fondamentale per far conoscere Rumi e il sufismo nel mondo occidentale di lingua inglese. Nel 2006 ha ricevuto una laurea honoris causa dall’università di Teheran. (da Wikipedia) NOVEMbrE 2012 11 sottoprodotto della mente. Ti farà felice, ti metterai a danzare dalla gioia. Ho vissuto con i Sufi e ho amato quella gente. Ma sono ancora a un passo dall’essere dei buddha. Anche se le loro poesie sono bellissime – lo sono per forza, perché nascono dall’amore – ciò che provano è un’allucinazione creata dalla mente. Nel sufismo, la mente viene portata a un tale punto di tensione che diventi quasi folle per l’amato. Tutto il tempo in cui ne stai lontano, in cui sei separato dal tuo amore, ti sembra di bruciare. Sul cammino della meditazione, dhyan, o Zen, non c’è alcun desiderio bruciante perché non c’è un’ipotesi, non c’è dio. E non è un problema di amore. L’uomo dello Zen è profondamente amorevole, ma non ha fatto dell’amore una pratica: nasce solo come prodotto collaterale della sua realizzazione. Ha realizzato la propria qualità di buddha. Questo non c’entra niente con un dio che esiste da qualche parte in cielo. Lui ha raggiunto il centro della propria vita, e da quella posizione esplode nell’amore, nella compassione. Il suo amore arriva dopo l’illuminazione, non è un metodo per l’illuminazione. Per i Sufi, l’amore è il metodo. Dato che l’amore è un metodo, rimane parte della mente. Il tentativo nel cammino dello Zen è di andare oltre la mente, raggiungere la non-mente, essere assolutamente privi di ogni pensiero, incluso quello dell’amore. Lo Zen è il sentiero del vuoto: né dio, né amore, nulla è permesso, solo un puro vuoto in cui anche tu scompari. Chi è che si sente bruciare? Chi è lì a sentire il fuoco? Quindi sebbene ami i Sufi… Non voglio, Coleman, ferire i tuoi sentimenti, ma vorrei dire che un giorno dovrai sicuramente passare dal sufismo allo Zen. I Sufi vivono ancora nell’immaginazione, non hanno conosciuto lo stato di non-mente. Proprio perché non hanno conosciuto lo stato di non-mente – per quanto bella possa 12 OshO tiMEs diventare la loro personalità – rimangono proprio sulla soglia dell’illuminazione, ma non sono illuminati. La ragione è chiara: il sufismo è un ramo, una derivazione dell’islamismo. Porta con sé quasi tutto ciò che c’è di buono nella religione mussulmana, ma è la religione più bassa che ci sia. L’Islam, il giudaismo, il cristianesimo: sono tutte religioni basate su ipotesi. Ci sono solo due religioni che non sono basate su ipotesi, il buddhismo e il taoismo. Lo Zen nasce dall’incrocio di questi due... e l’incrocio è sempre meglio di entrambi i genitori! È l’incontro di Buddha e Lao-tzu, da questo nasce lo Zen. Non è buddhismo, non è taoismo, ha la sua individualità. Porta avanti tutto ciò di bello che viene dal Buddha e tutto ciò di grande che viene da Lao Tzu. È la vetta più alta che l’uomo abbia mai raggiunto. Questo è uno dei punti più importanti da ricordare. Qualsiasi religione che inizia dalla fede, dal credere, finirà per darti un’esperienza autoipnotica. Solo il taoismo e il buddhismo non iniziano con la fede. Tutto il loro sforzo è di farti iniziare da solo, senza alcun concetto di ciò che troverai. Aperti, disponibili, privi di pregiudizi, senza contare su di una filosofia o un qualche libro sacro; potete andare dentro di voi, con il cuore aperto, e quando arrivate al punto in cui la mente è silenziosa, non c’è nemmeno un pensiero. Secondo Buddha e il tao, anche dio è solo un pensiero. Quando non c’è pensiero, raggiungi la cima più alta dell’Everest della consapevolezza, a quel punto sai che ogni essere vivente ha il potenziale di diventare dio. Si dice che Buddha abbia affermato: “Nel momento in cui mi illuminai, rimasi sorpreso: l’esistenza intera è illuminata, solo che la gente non lo comprende. Ognuno porta dentro di sé la propria illuminazione e non la guarda nemmeno”. Buddha ha parlato delle sue esperienze di vite passate. Quando non era illuminato, ma solo un ricer- catore, aveva sentito parlare di un uomo che si era illuminato e così andò a trovarlo. Non aveva nessuna idea di cosa fosse l’illuminazione e così era arrivato senza pregiudizi di alcun genere, né a favore né contro. Ma, arrivato vicino all’uomo, si ritrovò a inchinarsi e a toccargli i piedi. Ne fu molto sorpreso! Non aveva deciso di farlo, toccò i piedi all’uomo contro ogni sua aspettativa. Questa fu la prima sorpresa. Quando si rialzò, la seconda sorpresa fu ancora più grande: l’illuminato toccò i suoi piedi. Lui disse: “Che stai facendo? Sei illuminato, è giusto che io ti tocchi i piedi. Ma perché tu tocchi i miei?”. L’uomo rise e disse: “In passato ci fu un momento in cui non ero illuminato. Adesso sono illuminato. Tu ora non sei illuminato, un giorno lo sarai. Quindi è solo una questione di tempo. Per quanto mi riguarda, tu puoi anche non saperlo, ma io posso vedere il tuo tesoro nascosto”. Ognuno è un buddha, che ne sia consapevole o no. Non ci sono ipotesi sulla via dello Zen. Ciò che Rumi dice: “Voglio bruciare, bruciare…” è la mente focalizzata su di un amato ipotetico, è il desiderio bruciante di incontrarlo, di sciogliersi in esso. Ma è un dio oggettivo, può essere un uomo o una donna, non ha importanza. In India, nel Bengala, c’è una piccola setta che crede che solo Krishna sia un uomo e che tutti gli altri siano donne. Dato che sono tutti donne e c’è un grande, bruciante, desiderio di incontrare l’amato, il dio, dormono con una statua di Krishna nel letto. Ma questi sono tutti giochi della mente. Fatta eccezione per Gautama il Buddha, Lao-tzu e le persone che si sono illuminate nella stessa maniera, tutta l’umanità vive di ipotesi. Apprezzo la poesia di Rumi, apprezzo la bellezza di molti mistici Sufi, ma non posso dire che siano illuminati. Vanno ancora a tentoni e ciò finirà solo quando abbandoneranno l’ipotesi di dio. La ricerca deve essere all’interno, non il ricercatore all’esterno. Qualsiasi ricerca esterna cambierà solo la personalità. Può renderla più bella, più amorevole, ma si tratta solo di immaginazione. Coleman, va tutto bene: goditi le belle poesie di Rumi, goditi le belle storie Sufi. L’ho fatto anch’io. Ma ti avviso, non perderti in esse. Sono solo un gioco della mente, una strategia di autoipnosi. Ho detto che hai fatto una domanda pericolosa. Non voglio ferire i tuoi sentimenti e il tuo amore, ma devo dire la verità anche se fa male. Un giorno mi sarai grato. Il sufismo non è nulla. Dappertutto è possibile trovare della bella poesia. Sono persone che si ipnotizzano da sole. Il punto reale è quello di arrivare a de-ipnotizzarsi, perché sei stato già ipnotizzato dalla società. E questa è la situazione in tutto il mondo, in qualsiasi religione. Ho guardato in ogni angolo della Terra e tranne lo Zen non ho trovato un fenomeno religioso completamente puro e che non ha commesso alcun crimine contro l’umanità. Il contributo dello Zen è stato quello di portare più grazia, più bellezza, più amore e una maggiore qualità di meditazione. Quindi va tutto bene, Coleman; goditi le poesie, ma non pensare che nascano da uno stato di illuminazione. I Sufi non hanno mai nemmeno sentito la parola illuminazione. Non c’è una parola equivalente a illuminazione in persiano, in urdu o in arabo. Hanno “realizzazione di dio”, realizzazione dell’amato, ma l’amato è separato da te. Tutta la questione è che persino se trovi questo dio che è separato da te, milioni di persone l’hanno trovato prima di te. Ti troverai in una folla. E che farai quando incontrerai dio? Gli dirai: “Ciao, come va?”. Incontrarsi non vuol dire molto... avrai un’aria imbarazzata e anche dio avrà un’aria imbarazzata: “Adesso che ci faccio con questo professor Coleman?”. Non farlo, non mettere dio in imbarazzo. Dio non esiste. Ciò che esiste è la qualità del divino e questa qualità è tutt’intorno a te. Siamo tutti immersi nello stesso oceano. Un’antica storia: Un giovane pesce, dalla mente molto filosofica, chiese agli altri pesci: “Abbiamo sentito tanto parlare dell’oceano, ma dov’è? Voglio incontrare l’oceano”. Tutti scrollavano le spalle e dicevano: “Anche noi abbiamo sentito parlare dell’oceano, ma non sappiamo dove sia”. Un vecchio pesce prese il giovane da parte e disse: “Non c’è nessun altro oceano, ci siamo immersi dentro. Nasciamo al suo interno, viviamo al suo interno, moriamo al suo interno. Questo è l’oceano”. E ti dico che lo stesso vale per te. Nasciamo nel divino, viviamo nel divino, moriamo nel divino. Bisogna ricordarsi solo di una cosa: puoi passare attraverso questa formidabile esperienza che è la vita dormendo, oppure pienamente sveglio. La meditazione è l’unico modo per renderti consapevole. Quando sei pienamente consapevole, l’oceano del divino è tutt’intorno a te. La vita stessa, la stessa consapevolezza sono divine. Il divino si esprime in tutte le forme, nelle rose e nei fiori di loto, negli uccelli e negli alberi. Dovunque ci sia vita, c’è solo il divino. Viviamo nell’oceano del divino. Quindi non cercare da qualche altra parte. Guarda dentro, perché quello è il punto più vicino che puoi trovare. Il sufismo è bello, ma non è la risposta finale e non dovresti fermarti lì. È un buon modo per iniziare. Finisci con lo Zen. E dalle vette dello Zen sarai in grado di comprendere il sufismo più di quanto succeda se vivi nei circoli Sufi. Un po’ di distanza è necessaria e lo Zen ti dà quella distanza. Da quella distanza puoi osservare tutte le religioni. Che cosa fanno? Fanno dei giochetti, magari belli, ma sempre giochetti. Mi chiedi: “Che cosa c’entrano il bruciare e il fuoco con la mia illuminazione?”. Proprio niente. In questo preciso momento sei illuminato, entra silenziosamente nel tuo essere… Trova il centro del tuo essere e hai scoperto il centro dell’intero universo. Alla periferia siamo separati, ma al centro siamo tutt’uno. Questa è ciò che chiamo l’esperienza del buddha. Se non diventi un buddha... e ricordati che è a causa della povertà del linguaggio che sono costretto a dire: “Se non diventi…”. Lo sei già. Quindi ti devo dire, se non lo riconosci, se non ti ricordi ciò che hai dimenticato. Ogni bambino nella sua innocenza lo sa e ogni bambino perde la strada a causa di tutte le nozioni di cui viene sommerso dai genitori, dai preti, dagli insegnanti. La sua innocenza viene rapidamente coperta completamente da idiozie di ogni genere. Tutto lo sforzo della meditazione è di tagliare attraverso gli strati di polvere che la società ti ha riversato addosso e trovare quella piccola “natura del buddha” con cui sei nato. Il giorno in cui trovi la natura del buddha con cui sei nato, il cerchio si chiude. Torni a essere innocente. Cuore Zen e cuore Sufi Osho, hai parlato del “cuore vuoto” dello Zen. E in passato avevamo ascoltato come Rumi esprime il cuore dei Sufi. Ci puoi parlare della differenza fra i due? La realtà è che ciò che i Sufi chiamano il cuore è solo una parte della loro mente. La mente ha molte capacità: pensiero, sentimento, fantasia, sogno, auto-ipnosi... queste sono tutte qualità della mente. In realtà non esiste il cuore in quanto tale, è tutto fatto dalla mente. NOVEMbrE 2012 13 Abbiamo vissuto con questa divisione tradizionale, che l’immaginazione, gli stati d’animo, le emozioni e i sentimenti fossero del cuore. Ma il tuo cuore è solo un sistema di pompaggio. Tutto quello che pensi o immagini o senti è confinato nella mente. La vostra mente ha settecento centri che controllano tutto. Quando lo Zen dice cuore vuoto significa semplicemente mente vuota. Per lo Zen, il cuore o la mente sono sinonimi. L’enfasi è sulla vacuità. Una mente vuota diventa la porta al divino che è tutto intorno, ma prima deve essere vuota. Il sufismo è immaginazione, una bella fantasia. Lo Zen non ha nulla a che fare con l’immaginazione. Tutto deve essere reso vuoto. Il nome di Rumi è bello in un certo senso: non in persiano, ma in inglese, roomy, spazioso, vuoto! Una stanza può essere piena di mobili o può essere senza alcun mobile, semplicemente una stanza. E quella stanza vuota contiene l’intero spazio, l’intera esistenza. TESTI DI OSHO TRATTI DA: Rinzai, Master of the irrational #2 Il commento di Coleman Barks a questa risposta alla sua domanda è stato: “Osho mi ha aiutato a capire come la poesia e il desiderio siano fonti di autoipnosi. Mi sembra giusto ” che l’illuminazione, o comunque la si voglia chiamare, sia al di là della mente e del desiderio”. Ed ecco il testo della lettera che ha inviato a Osho il giorno dopo. “Caro Osho, che colpo per il mio estatico autoipnotismo! Grazie per la lama affilata che mi hai offerto, con cui farmi strada attraverso la poesia, la mente e il desiderio. Spero di riuscire a usarla! E non starmene semplicemente seduto a rimirarla! Avrei potuto vivere la vita intera senza che questa lama mi fosse data. Grazie di nuovo.” l’amato è dentro di te, l’adoratore è l’adorato. l’amato è dentro di te, devi solo andare al centro più profondo del tuo essere. spostati dal pensare al sentire. sii semplicemente e quello sarà l’incontro con l’amato. l’incontro è già avvenuto, solo che non ne sei consapevole. Osho 14 OshO tiMEs un libro da vivere FIDUCIA O hai fiducia o non ce l’hai: non sono possibili entrambe le cose. Se hai fiducia, questa abbraccia tutta la tua vita e pervade ogni tua cellula. La fiducia si espande, ma non può provenire dalle sacre scritture: la fiducia sgorga dalle tue esperienze di vita, nascerà in te dopo che avrai letto il libro della vita. NON SEI LA MENTE Essere oltre il mondo! Qualsiasi cosa io veda, non sono quella cosa; qualsiasi esperienza io faccia, non sono quell’esperienza: anzi, io sono oltre tutto ciò che vedo. Sono colui che vede, non colui che è visto. Qualsiasi esperienza faccia, sono oltre: dal momento che sono colui che osserva l’esperienza, come potrei essere l’esperienza? L’OCEANO E LE ONDE Comprendi questa realtà, non ascoltarla soltanto! Si tratta di cambiare gestalt. Puoi vederla in un battibaleno, puoi vederla immediatamente! Se guardi in profondità, scoprirai che ogni essere vivente si fonde lentamente nel Tutto e scompare: è un oceano sconfinato che genera infinite onde. A volte l’esistenza diventa verde negli alberi; a volte diventa rossa nelle rose; a volte diventa acqua e, a volte, diventa collina o montagna; a volte diventa luna e stelle. Sono tutte manifestazioni della consapevolezza. La stoffa è tessuta con il filo e puoi tessere diversi tipi di stoffe: abiti leggeri per la calda estate e abiti pesanti per il freddo inverno. INCREDIBILE! La verità ci risulta talmente incredibile perché abbiamo creduto il falso per tante vite. Rifletti: se gli occhi di un cieco acquistassero improvvisamente la vista, riuscirebbero a credere che esiste la luce, i colori, migliaia di colori, che esiste l’arcobaleno e i fiori e gli alberi e la luna e le stelle? AFFRETTATI Non c’è poi così tanto tempo, la notte sta già calando. Avete già sprecato molte volte questa nascita e questa vita; la morte arriverà prima che voi abbiate iniziato a meditare. Un’altra vita sprecata! Questa volta, non lasciare che accada. Questa volta, non rimandare. Questa fragranza è tua: la vita è nascosta dentro di te… L’ESISTENZA La rivoluzione del cuore la via della felicità Cairo Editore pagine 272 – Euro 14,00 Ecco il secondo volume, dopo Sii Felice Adesso, del commento di Osho ai sutra di Ashtavakra, l'illuminato indiano che, ancora ragazzino, fu chiamato a rispondere alle domande del suo re: “Come si consegue la saggezza? E la liberazione?”. Ashtavakra rispose: “La felicità e l’infelicità appartengono tutte alla mente: non fanno parte di te. Tu non sei colui che agisce, tu non sei colui che gioisce. Tu sei sempre stato libero. Conosci questa realtà e sii felice!” Sembra facile, ma... Comprendi Ashtavakra, ma non pensare che questa tua comprensione sia saggezza, hai ricevuto in dono una pietra di paragone! Dopo aver fatto le tue esperienze di vita, le userai per testare la loro veridicità. Osho DOVE VAI? La lampada è accesa nella tua interiorità, ma la sua luce si proietta all’esterno. Vedendo questa luce esteriore, cominci a correre, pensando che anche la sorgente della luce sia all’esterno. La luce proiettata all’esterno proviene da te stesso; il profumo che si espande all’esterno proviene da te stesso: è un riflesso, un’eco del tuo profumo interiore. Tu stai rincorrendo quell’eco! PELLEGRINAGGIO Ti avvicinerai a me quando raggiungerai il tuo essere interiore: non esiste altro modo per avvicinarsi a me. Conosci te stesso e conoscerai me. Non devi fare alcun pellegrinaggio esteriore per avvicinarti a me. Fiori selvaggi in viaggio coi mantra e le canzoni D e va P r e m a l e m i t e n ci Parlano Di meDitazione, Di osho, Del loro amore... e Della loro musica Marga: Le vostre storie in quanto ricercatori: come siete arrivati a Osho e alla meditazione? Deva Premal: Grazie a mio padre, Wolfgang, un uomo fuori dal comune, un artista, sono nata e cresciuta tra mantra, meditazione, Bhagavad Gita, reincarnazione, Zen e dissoluzione dell’ego… tutte queste paro16 osho times le e anche una graduale comprensione, man mano che crescevo, mi sono state regalate sin dall’inizio. Mio padre era molto attratto dalla spiritualità orientale e ha portato sul sentiero della meditazione anche mia madre, che prima di incontrare lui era cristiana praticante. Intorno ai dieci anni, però, volevo essere più simile ai miei compagni di scuola e di conseguenza mi avvicinai al cristianesimo e volli persino essere battezzata, ma prima di potermi davvero calare in quella realtà i miei genitori mi “presentarono” Osho… mia madre andò a Pune nel 1981 e tornò come Ma Gyan Viten e riconobbi immediatamente Osho come il mio maestro. Ho fatto la mia prima dinamica a dieci anni e mi è piaciuta tan- musica tissimo! Era semplicemente naturale. Dopo alcuni mesi in cui meditai regolarmente presi il sannyas e diventai Ma Deva Premal, Amore Divino. Miten: È stata la musica ad aprirmi a Osho e prima di incontrarlo non è che mi considerassi un ricercatore. Sapevo che la vita che stavo conducendo e la musica che facevo – da buon giovane londinese ben inserito nella scena rock del tempo, sex & drugs & rock’ n’roll – non era tutto, ma non sapevo dove cercare. Poi ho letto un libro di Osho, allora Bhagwan Shree Rajneesh, dal titolo No Water No Moon (10 storie Zen) e immediatamente mi fu chiaro dove dovevo andare e cosa dovevo fare. Così mi lasciai alle spalle la vecchia vita e spiccai il salto! Quando arrivai da Osho, a Pune, il mio primo atto “cosciente” fu vendere tutte le mie chitarre. Non dissi a nessuno che ero un musicista e mi immersi nella vita della comune. La musica che ascoltavo e la vita che conducevamo erano così appaganti e nutrienti… mi facevano stare così bene che semplicemente ci sono sparito dentro. E il dolore, le ferite legate alla musica cominciarono a guarire. In quei primi anni passai dall’essere alla ricerca di qualcosa al ritrovarmi “a casa” e da allora, anche se io e Deva siamo sempre in giro per il mondo, mi sento a casa dentro di me, ovunque mi trovi. MA: Se non è troppo ovvia come domanda, che ruolo ha giocato la musica nelle vostre vite? MI: Non è affatto ovvia! La musica è la chiave che mi connette sia a Osho che a Deva. Attraverso il suo amore e la sua visione Osho mi ha guarito, mi ha “restituito la musica” e ora la mia esperienza della musica è nuova e innocente. Con Deva il ruolo che la musica ha nella nostra connessione è tantrico. È gran parte della nostra pratica tantrica. Quando suoni e fai musica con la forza Di una rosa Fiore selvaggio nel vento selvaggio, voce selvaggia che canta profonda dentro, notte selvaggia in cui i sogni si avverano e sta accadendo a noi! Fiume selvaggio che rotola verso l’oceano instancabile, quel che deve essere sarà, non importa ciò che facciamo e sta accendendo a noi, a me e a te. Cosa ci aspetta nessuno lo sa e siamo andati troppo lontano per rallentare adesso. Sentiamo l’erba sotto i piedi mentre cresce, sentiamo il vento nei capelli mentre soffia, abbiamo il coraggio di sbagliare e la forza di una rosa. qualcuno, lo incontri veramente nella sua autenticità, conosci la sua anima. Due persone che suonano insieme si espongono, sono nude l’una per l’altra. È come fare l’amore. Quindi per me e Deva fare musica insieme è un grande dono, è un’estensione della nostra connessione sessuale e ci nutre allo stesso modo. davanti a un microfono, insieme alla band e mi incoraggiò a sentire la musica nel corpo mentre cantavo. Anche Miten è il mio “guru”! DP: Ho sempre amato la musica e specialmente al mio ingresso nel mondo di Osho erano la danza e il canto ad attrarmi maggiormente. Ricordo così tante serate piene di beatitudine nella Buddha Hall di Pune. Mi sento così fortunata: la musica è diventata la mia vita. Non mi aspettavo certo di diventare una musicista o una cantante, quindi il modo in cui la mia vita si è dispiegata è una grande sorpresa per me. Ho sempre amato la musica di Miten, la sua voce e le sue belle canzoni e amavo cantarle e ballarle ogni giorno alla White Robe. Ma certo non sognavo che ne avrei fatto parte e che vi avrei contribuito con i miei talenti. Fu Miten ad aprire quella porta per me, in modo molto dolce (dolce come lui) incoraggiandomi a cantare e ad “aprire” la voce. Quando fui pronta mi presentò al resto dei musicisti e mi insegnò a cantare DP: Personalmente non sento una distinzione tra luoghi sacri e luoghi normali. Ricordo di avere suonato l’anno scorso in USA in una prigione e il silenzio e il canto erano così speciali, così profondi che non li dimenticherò mai: il carcere, i detenuti… insieme abbiamo creato un tempio di silenzio. Ovviamente non definirei un carcere un luogo sacro in senso convenzionale, ma in quel momento lo era. Quindi la sacralità e la santità sono dentro di noi e possiamo avervi accesso ovunque ci troviamo e cantare mantra e canzoni sacre mi aiuta molto a connettermi con il divino nel momento. Dal testo della canzone di Miten Strength of a rose MA: Voi fate concerti nei templi e nelle chiese oltre che nei luoghi classici… che differenza c’è tra suonare in una cattedrale e in uno stadio? MI: Ti faccio un esempio di come i mantra possono trasformare una situazione. Durante il tour europeo di quest’anno uno dei concerti era al Circo Krone, a Monaco di Baviera. NoVemBRe 2012 17 Abbiamo suonato proprio nell’arena in mezzo all’odore degli animali e c’erano mille persone lì per noi. E tutti insieme abbiamo trasformato quell’arena in un tempio. L’energia della gente, la musica, i mantra… l’atmosfera era piena di amore e di grazia. Quello che voglio dire è che qualsiasi luogo può diventare sacro se vogliamo. La nostra musica arriva da Osho quindi è sempre sacra e sempre connessa alla gioia, alla celebrazione e al silenzio della meditazione. Amiamo suonare nei templi e nelle chiese, sono posti creati per la contemplazione, ma quando un teatro o un circo viene trasformato in un tempio durante un nostro concerto è una cosa speciale! A Mosca abbiamo suonato davanti a più di tremila persone: era la stessa cosa, anche se eravamo in un’enorme arena rock! Era diventata una Buddha Hall! MA: Il vostro lavoro, al di là dei concerti. MI: Non consideriamo “lavoro” ciò che facciamo, non lo facciamo per soldi. Se i soldi arrivano è un grande dono e lo accettiamo in quanto tale, 18 osho times ma non è la ragione per cui cantiamo e suoniamo. La ragione per cui cantiamo e suoniamo è connetterci con la grazia divina. Suoniamo per quella connessione e ciò che facciamo non è una performance, è come un workshop di musica e anche se molte delle persone che vengono ai nostri concerti non hanno mai incontrato Osho, questi raduni hanno la stessa qualità di quando accadono in una Buddha Hall. La vibrazione ci sostiene, nutre l’amore che abbiamo l’uno per l’altra e quella sensazione si espande in tutto il pubblico. DP: Io e Miten viaggiamo e condividiamo i doni che abbiamo ricevuto da Osho oramai da più di vent’anni. Questo è il nostro lavoro! Viviamo in questa bolla dolce di creatività, musica, amore e risate… e la bolla include le persone che lavorano con noi. Manose, ad esempio, il nostro maestro di flauto “bansuri”, è straordinario, come musicista è una vera stella. È entrato nella nostra vita circa dieci anni fa, per l’album Embrace. È arrivato in studio e ha suonato con tale talento, tecnica e libertà di spirito che ci siamo innamorati di lui immediatamente. Da sette anni suona e viaggia con noi, è un grande dono nella nostra vita. MA: Stare insieme, relazione, amore… cosa c’è di rilevante nel vostro essere Deva Premal&Miten e non solo Deva Premal e Miten? MI: La nostra connessione è basata sulla libertà, non abbiamo mai avuto il desiderio di imprigionarci a vicenda impegnandoci in una cosiddetta relazione. Viviamo insieme giorno per giorno, rispettando il diritto dell’altro alla libertà e siamo… migliori amici. Questa è l’opportunità e la sfida che Osho ci ha dato, vivere insieme in libertà. Ed è la connessione più intima e profonda che abbia mai avuto con una donna, anzi, con un essere umano! Viviamo insieme ventiquattro ore al giorno sette giorni alla settima e lo facciamo da ventun’anni! DP: Sento di essere veramente “benedetta” a condividere la mia vita con Miten. Come ha detto Miten viviamo insieme e ci amiamo con la comprensione che potrebbe non essere per sempre. Ovviamente c’è anche dell’attaccamento, ma per il fatto che tra musica noi c’è una grossa differenza di età l’illusione di permanenza non è così forte. E forse quella comprensione è la ragione per cui amiamo così tanto la reciproca compagnia. Osho ha dato a tutti noi indicazioni molto chiare su come onorare la libertà dell’altro e noi l’abbiamo preso molto a cuore. Il fatto che lavoriamo ed esprimiamo la nostra creatività insieme è un grande beneficio. È semplicemente un mistero e non è necessaria una spiegazione, è quello che è. MA: Qualche cosa su Osho? Aneddoti, consigli, o altre dolcezze? MI: Senza Osho non ci sarebbe nessun Deva Premal & Miten. Lui ci ha dato tutto ciò di cui avevamo bisogno anche per gestire il successo e l’interesse che riscontriamo nel mondo grazie alla nostra musica. Sarà karmico? Forse… forse, ma qualsiasi nome vogliamo dargli è tutto Osho… DP: Amo il fatto che molta della gente che incontriamo sia toccata da Osho attraverso la musica. Molti sono alla ricerca di qualcosa e vogliono tuffarsi più in profondità nella sua visione, nel suo mondo e noi abbiamo la possibilità di condividere con loro il nostro amore per Osho. Attraverso questo “viaggio” coi mantra e le canzoni di Miten abbiamo incontrato così tante persone meravigliose, alcune erano state con altri maestri e insegnanti e con loro condividiamo le nostre esperienze e il nostro amore per i rispettivi maestri. Persone come Krishna Das e il suo guru Neem Karoli Baba e Snatam Kaur e il suo amore per Yogi Bhajan e Guru Nanak, un maestro di cui Osho ha parlato con così tanto amore. Ci consideriamo compagni di viaggio, una grande famiglia, senza separazioni, è così bello. Attraverso i discorsi di Osho ci siamo aperti a così tanti diversi sentieri, tradizioni, insegnamenti e questo si riflette nella nostra musica. Non cantiamo solo mantra sanscriti e le canzoni in inglese di Miten, ma anche canti sufi, africani e dei nativi americani. Osho ci ha reso consapevoli dell’unità di tutti i sentieri e durante i nostri viaggi abbiamo fatto esperienza diretta di questa realtà. MA: Cos’è veramente importante per voi adesso? Direzioni, destinazioni? MI: Continuiamo a seguire i nostri cuori e a celebrare l’amore che abbiamo per Osho e a cantare per lui, attraverso i mantra, i canti e le canzoni. Lui continua a guidarci e a nutrirci e ci dà anche “the courage to be wrong”, il coraggio di sbagliare, come cantiamo in Strenght of a rose. La creatività continua a scorrere, abbiamo in cantiere molti nuovi album e amiamo la vita che facciamo. Abbiamo una band strepitosa, il miglior maestro di bansuri del mondo, Manose, e il grande tastierista Maneesh De Moor. L’anno scorso abbiamo fatto concerti in 25 nazioni diverse e l’anno prima anche! Amiamo fare concerti e tenere i nostri gruppi… così tante persone, vederle scomparire in un silenzio profondo alla fine della serata. Abbiamo un grande team di persone che ci sostengono e che Da Pune al mondo Io e Deva abbiamo iniziato a suonare insieme nella comune di Osho, a Pune. Quando ci siamo incontrati Deva aveva solo vent’anni e io ne avevo già quarantadue. Al tempo lavoravamo nell’ashram e io facevo parte del coordinamento della musica per la Buddha Hall e stavo componendo l’album In wonder. Deva dava sessioni di massaggio e stava facendo i primi passi nella musica. Poco dopo andammo a vivere in Toscana con Prem Joshua e Devakant che avevano una band chiamata New Dawn. Dopo quell’esperienza decidemmo di tenere gruppi basati sul canto e di fare le nostre cose, perché la nostra vera passione era creare spazi in cui la gente potesse cantare e aprire la voce. Abbiamo iniziato a fare musica nei centri europei di Osho, nelle loro sale di meditazione. Abbiamo fatto due album in quel periodo Strenght of a rose e Global heart native soul e insieme celebravamo la vita. Dopo alcuni anni abbiamo fatto The Essence, il primo album di Deva da sola, dove ha trovato la sua vera voce, fu come un miracolo. Intanto, gradualmente, sempre più gente era attratta dalla nostra musica e quindi dovemmo organizzare i nostri concerti in sale più grandi e infine nei teatri. È cresciuto tutto in modo naturale, spontaneo. Non abbiamo dubbi sul fatto che Osho volesse tutto ciò e ci sentiamo fortunati di poter condividere Osho con il mondo attraverso la nostra musica. Miten NoVemBRe 2012 19 amano il lavoro che facciamo insieme. La vita non potrebbe essere più dolce di così, anche se restiamo aperti a ulteriori miracoli del maestro! DP: Quello che è importante per me e che io e Miten continuiamo a condividere noi stessi. Riceviamo così tante email e messaggi da molte persone che ci raccontano come i mantra e la musi- ca le hanno guarite e ispirate! E a volte dico a me stessa che anche per uno solo di questi messaggi la mia vita ha un valore. Come dice Rumi “Ci sono cento modi per inchinarsi a baciare la Terra” e io ringrazio Osho ogni giorno per la vita con cui ci ha benedetto. Per informazioni sul loro lavoro: www.MitenDevaPremal.com www.facebook.com/devapremalmiten Presso oshoba sono disponibili numerosi cD di Deva Premal & miten: Songs For The Inner Lover Soul In Wonder The Essence Love Is Space Strength Of A Rose Satsang In Concert Trusting The Silence Embrace Moola Mantra Dakshina Tibetan Mantras For Turbulent Times Mantras For Precarious Times www.oshoba.it Una carovana sempre in viaggio! Fino al 1999 andavamo a Pune tutti gli inverni e ci passavamo alcuni mesi, ma dopo di allora non abbiamo mai vissuto nello stesso luogo per più di quattro mesi. Entrambi amiamo viaggiare e il senso di libertà che comporta… è bello arrivare ed è altrettanto bello andare via. Non ci guardiamo alle spalle. Siamo molto fortunati ad amare la compagnia reciproca. Insieme ai musicisti che suonano con noi abbiamo creato la nostra piccola carovana che ci nutre e ci dà il senso di essere a casa ovunque. Nel corso degli anni abbiamo sviluppato un certo ritmo… migratorio! Da aprile a giugno siamo in Europa e facciamo concerti in molte città, incluso l’Est europeo. L’ultima volta che siamo stati a Mosca tremila e cinquecento persone si sono radunate per cantare i mantra con noi. Credo che non fosse mai successo niente di simile prima in questa città così antica e così straordinaria. A luglio ci trasferiamo a Corfù dove teniamo gruppi vacanze: la gente viene per cantare insieme a noi e per 20 osho times stare in spiaggia, riposare o meditare… vacanze, insomma. La bella Buddha Hall di Corfù contiene fino a centoventi persone ed è diventata per noi un appuntamento importante. Vi teniamo anche un gruppo insieme a Rafia che si chiama Tantra-Mantra per coppie, un’esplorazione dell’energia d’amore e beatitudine tra uomo e donna. Le meditazioni tantriche e il canto portano a una tale profondità la connessione tra due amanti. È molto toccante vedere cosa succede nel gruppo alle coppie, che siano insieme da quattro mesi o da quarant’anni! Dopo Corfù, dove stiamo due mesi, voliamo negli USA per l’Ecstatic Chant Festival all’Istituto Omega di New York, poi ci trasferiamo in California, per il Bhaktifest a Joshua Tree. È bello per noi stare in America. Di solito viaggiamo da costa a costa in un pullman da tournee con tutta la band. Abbiamo persino il salotto, la cucina, il wi-fi e una stanza matrimoniale per me e Miten! L’ultimo che abbiamo affittato era il tourbus personale di Janet Jackson! Una cosa che mi piace moltissimo è che in America la gente apprezza veramente la bellezza delle parole delle canzoni di Miten, ne comprende le sfumature. Nei mesi invernali siamo in Australia, a Byron Bay e nell’emisfero Sud in quel periodo è estate! È un posto dalla natura meravigliosa, buon cibo, bel tempo, spiagge, fiumi, la foresta pluviale. E ci sono molti amici che conosciamo dai tempi di Pune. Di solito lì registriamo i nostri CD nello studio di Kamal e poi facciamo concerti in molte città australiane. A volte arriviamo persino in Nuova Zelanda. A Marzo andiamo in Costa Rica nel bellissimo Blue Spirit Resort dove teniamo alcuni gruppi, anche il Tantra-Mantra, e poi ricominciamo il tour da capo. In passato abbiamo fatto anche dei bellissimi periodi in Toscana e ci è sempre piaciuto molto, ma è tanto che non ci torniamo. Spero che arriverà il momento giusto per tornarci. Ci siamo sentiti molto a casa in Italia e sono stati momenti molto romantici… Deva Premal novità Tutto nasce dall’amore proposte prAtiche di osho Al di là dellA competizione, dell’AutoAffermAzione, dell’ideologiA, dellA corsA AllA ricchezzA. attualità della visione di Osho è sorprendente! Qualcosa che si scopre a poco a poco anche nel suo libro L’eterno del tempo, una raccolta di discorsi e colloqui individuali con suoi collaboratori e discepoli che risale ai primi anni – questi testi vanno dal ‘65 al ‘72 – del suo “lavoro”, prima che si stabilisse a Pune, quando ancora girava l’India organizzando campi di meditazione e conferenze. Ad ascoltare queste parole di Osho non era il vasto pubblico, ma erano quelle persone che, richiamate dall’originalità e dalla potenza del suo messaggio e della sua presenza, avevano iniziato a organizzare le sue conferenze, a raccoglierne i testi e a stampare opuscoli, a registrare i suoi discorsi e a farli ascoltare agli amici. “Non c’erano ancora le audiocassette e si usavano i registratori a bobina”, ricorda nelle sue memorie Laheru, un discepolo di quei tempi che aveva anche il compito di andare a prendere e poi riportare Osho in stazione nelle sue visite a Mumbai. E le cose da fare erano tante... progettare e avviare i primi centri di meditazione, organizzare i campi, trovare un luogo adatto dove Osho potesse risiedere e affrontare ogni genere di problema pratico legato a una visione che, nel giro di pochi anni, dall’India sarebbe esplosa in tutto il mondo! Quello che Osho esprime, però, sia pur legato talvolta a questioni prati- L’ che contingenti ed espresso con una terminologia che può suonare datata ai giorni nostri – da considerare che sta parlando in un contesto culturale quale quello dell’India degli anni ‘60 – non risulta per nulla limitato agli addetti ai lavori, ma dimostra da subito il suo valore di “appunti” per una vera e propria scuola di vita, con una profondità di analisi e comprensione dell’essere umano mai raggiunte prima da nessuno. Temi quali la solidarietà e il senso di comunità – per utilizzare le parole d’oggi – e cioè un rapporto con gli altri e col pianeta in cui viviamo che non sia di contrapposizione, concorrenza e rapina, ma di collaborazione, empatia, sinergia, sono quanto mai attuali e, come Osho specifica, “chi si interessa solo alla propria pace, non può mai essere in pace nel vero senso della parola, perché essere interessati solo a se stessi è una delle cause della malattia”. Nel contempo riafferma l’importanza prioritaria dell’individuo rispetto a ogni ideologia o organizzazione: “Non importa quanto sia valida un’idea o un pensiero, la cosa che più è di rilievo sono le persone a cui vengono offerti. La persona non è affatto un elemento secondario; anzi, è quello più prezioso: il suo valore è il motivo principale che ci spinge a offrirle quel pensiero o quell’idea”. In una situazione, come quella che stia- mo vivendo, dove i vecchi valori sono scomparsi e quelli nuovi faticano a nascere, dove i piccoli aggiustamenti si stanno sempre più dimostrando di nessuna efficacia e diventano sempre più necessari cambiamenti radicali, diventa fondamentale la proposta di Osho sul vivere con consapevolezza, sulla meditazione, su una ricerca di verità e pace interiore che non implichi un allontanarsi dal mondo, ma anzi usi il mondo degli affari e del lavoro come test delle comprensioni raggiunte: “La piazza del mercato è la cartina tornasole, perché è lì che si trovano le sfide: le circostanze non ti sostengono, esistono conflitti. Riesci a conservare la tua quiete anche lì?”. “Colui che sparge i semi non può mai immaginare quanto grandi saranno gli alberi” dice Osho, ma di sicuro di “alberi “ ne stanno crescendo e di più ancora ce n’è bisogno e di seguirli con cura... dentro e fuori di noi. Sahaja Osho, L’eterno del tempo (Uno Editori) è il libro di quasi 300 pagine allegato al prossimo numero di Osho Times Italiano (quello di dicembre/gennaio). Una novità da non perdere! Hai rinnovato l’abbonamento? NOVEMbrE 2012 21 Una storia che dUra da secoli Osho e il Tibet Nel 1972 Govind Siddharth, un discepolo di Osho, incontrò il XVI Lama Karmapa, una delle tre massime autorità spirituali del Tibet – insieme al Dalai Lama e al Pancham Lama – che gli parlò anche di una vita passata di Osho in Tibet... Durante una vacanza nel Darjeelling – una regione a Nord-Est dell’India dove ci sono molti monasteri tibetani – ho voluto visitare il monastero di Rumtec, dove risiede il Lama Karmapa, arrivato dal Tibet in seguito all’invasione delle forze cinesi nel 1959. Il suo monastero è situato a più di 1500 metri d’altezza e vi risiedono in permanenza circa duecento persone, tutti monaci. Si dice del Lama Karmapa che sia una “incarnazione divina”. In Tibet si crede che chiunque ottenga la “natura del Buddha” (l’illuminazione) abbia la possibilità, se vuole, di rinascere di nuovo nel mondo per aiutare gli altri; queste persone vengono chiamate incarnazioni divine, bodhisattva. Ai tempi di Buddha ci sono state molte persone che hanno raggiunto l’illuminazione e alcuni dei Lama attuali sono 22 osho times le reincarnazioni di quegli illuminati. Il Lama Karmapa attuale è la sedicesima incarnazione di Dsum Kheynpa, il primo Karmapa, che era nato nel 1110 a.C. e apparteneva a un lignaggio che risale fino a Marpa, uno dei più grandi maestri tibetani. Il Lama Karmapa ha notato il mio mala (la collana con la foto di Osho) e mi ha chiesto di cosa si trattasse. Gliel’ho spiegato subito, concludendo: “E questa è la fotografia del mio maestro.” Era molto curioso di vederla, così mi sono tolto il mala e gli ho mostrato la foto. Immediatamente ha preso in mano il medaglione, l’ha portato alla fronte e ha detto: “Quest’uomo è un buddha vivente, la più grande incarnazione in India dopo il Buddha”. In questa vita Osho ha scelto di nascere con lo scopo preciso di aiutare spiritualmente la gente – solo per questo motivo – e, come ha affermato ancora il Lama: “Osho ha scelto di nascere per questo compito in piena consapevolezza”. Il Lama si è poi mostrato interessato alle tecniche di meditazione che Osho insegna e così gli ho descritto la Meditazione Dinamica. Quando gli ho parlato del terzo stadio – caratterizzato dal gridare “Hu Hu Hu” – mi ha fatto notare che questo Hu viene dal mantra tibetano Hum come per esempio in Om Mani Padme Hum. Mi parve davvero entusiasta, mi prese entrambe le mani dicendomi di essere “veramente contento” e che “questi metodi sono assolutamente corretti e molto simili alle pratiche tibetane: qualsiasi lavoro stiano facendo i discepoli di Osho è simile al nostro”. Riguardo ai metodi di Osho, in una parola il suo commento è stato: “Perfetti”. In seguito mi ha anche raccontato di come Osho in una sua vita passata fosse uno dei maestri tibetani e ha aggiunto: “Se vuoi vedere una delle precedenti incarnazioni del tuo maestro – ai tempi in cui era con noi – puoi andare in Tibet a vedere la statua d’oro che lo rappresenta e che è conservata nella Sala delle Incarnazioni”. I tibetani preservano i corpi degli illuminati in un modo particolare, un po’ come le mummie egiziane. Il cadavere riceve un trattamento speciale di deidratazione tale da preservare le sembianze naturali del corpo; a questo speciale punto interviene l’orafo, che riveste il corpo in oro, trasformandolo in una statua dorata. In Tibet ci sono novantanove statue di grandi incarnazioni divine e una di queste, secondo quanto dice il Lama, è la statua di Osho, nella sua incarnazione di due vite fa. I cinesi non sono riusciti a distruggerle perché sono state nascoste in parti molto remote del paese. L’atteggiamento di Lama Karmapa mostrava tutta la gioia di qualcuno che ha ritrovato qualcosa che sembrava perduto. Visto il suo entusiasmo, ho pensato subito che fosse stato molto vicino al nostro maestro nel passato, tuttavia lui non mi ha parlato dell’esatta relazione spirituale che aveva avuto con Osho e anch’io, sebbene molto curioso, non ho voluto fare domande a questo proposito. Riguardo a Osho e al suo lavoro ha aggiun- to poi: “Ha sempre la mia benedizione; so che Osho sarà in grado di fare qualcosa per aiutare la gente, più di quello che possiamo fare noi”. In seguito, ho parlato di questo mio incontro con Osho che peraltro non mi ha detto esplicitamente di aver conosciuto il Lama Karmapa in una vita passata. In quell’occasione gli ho chiesto se i tibetani potessero essere di aiuto nel suo lavoro. Mi ha risposto di no, che non era possibile: sono troppo rigorosi per l’era moderna, i loro tempi di crescita spirituale sono lunghi e non c’è molto tempo. Parole simili erano state pronunciate anche dal Lama Karmapa. TRATTO DALL’APPENDICE A: Osho, The Silent Explosion (fuori stampa) Negli EXTRA su www.oshotimes.it di questo numero trovi l’intera intervista “ osho è un maestro illuminato che sta lavorando in ogni maniera possibile per aiutare l’umanità a superare una difficile fase nello sviluppo della consapevolezza. dalai lama (in un discorso a Bodh Gaya, India – la foto lo ritrae in una sua visita all’Osho Meditation Resort di Pune) Un esperimento anche osho parla della sua statua d’oro C’era un sannyasin, Anand Vijay, che si era messo a praticare intensamente questo grande mantra Hu. Si ammalò in modo grave, arrivando quasi al delirio. Tuttavia, quando da un lato c’è il delirio, dall’altro lato possono aprirsi alcune porte. Aveva intorno a 40° di febbre e delirava. In quel momento, sentì che alcuni spiriti si trovavano nella sua stanza. Gli dicevano: “Non potrai stare meglio se non smetti di gridare questo Hu. Noi siamo spiriti e siamo qui da lungo tempo, ma ci siamo veramente spaventati quando ti sei messo a urlare Hu”. Quando riprese coscienza, si ricordò di queste parole. Mi scrisse una lettera, dicendo che non credeva che ciò che era accaduto fosse reale. Doveva essere frutto della sua immaginazione, solo un’idea. Poi, però, il fatto si verificò altre due volte. Anand Vijay era ansioso anche lui di sapere se si trattasse di immaginazione, quindi, è chiaro che era sincero. Per verificare fece un esperimento. Più o meno in quel periodo aveva letto qualcosa sul Lama Karmapa che aveva parlato di me. Karmapa aveva detto che il corpo in cui vissi in una mia vita passata è ancora conservato in una caverna del Tibet: in quel luogo, sono conservati novantanove corpi e uno di questi è il mio. In Tibet, per migliaia di anni hanno cercato di conservare i corpi nei quali si era verificato qualche fenomeno straordinario, perché fenomeni del genere non succedono in continuazione né con facilità. Per esempio, il terzo occhio di qualcuno si apre e, contemporaneamente, provoca un foro nell’osso a livello del terzo occhio. Il terzo occhio si apre in tante persone, ma questo foro non si verifica in tutti, accade4 NoVembre 2012 23 4soltanto quando il terzo occhio si apre con forza tremenda e nella sua totalità. Questi corpi vengono conservati dai tibetani. I tibetani hanno conservato novantanove corpi e, secondo Karmapa, tra quei novantanove corpi c’è anche il mio. Anand Vijay lesse queste parole e pensò che, se era vero, quando si fosse avvicinato agli spiriti nella sua condizione di delirio, avrebbe potuto sapere qual era il mio corpo tra quei novantanove. Avrebbe potuto contarli e se fosse riuscito a vedere il corpo e fosse venuto fuori che era quello giusto, poteva avere la certezza che ciò che gli accadeva era reale. Mi informò della sua decisione e io gli dissi di fare l’esperimento. In seguito mi disse che era il terzo corpo: primo, secondo, terzo. È un errore, eppure non lo è. Aveva contato dalla parte sbagliata: non è il terzo corpo, ma il novantasettesimo ed è comunque giusto. Sono stati preservati novantanove corpi e lui ha contato dal lato che pensava fosse l’inizio e che invece era la fine. Tuttavia, era arrivato a tre, è un fatto molto significativo. È il novantasettesimo corpo, ma se si conta dall’altro lato può essere il terzo. Lo informai: “Non spaventarti, perché ciò che accade è giusto. Continua con la meditazione e ci sarà ancora un incidente, aspettalo”. Anche quell’incidente si verificò... gli spiriti continuavano a parlargli. Gli dissi di parlare chiaramente agli spiriti, affermando: “Non mi muoverò da qui. Questo Hu continuerà e se volete restare, restate. Se volete partecipare, partecipate; se volete fuggire, fuggite, ma io non mi sposterò da qui”. Il giorno in cui la sua determinazione divenne totale, vide spiriti di tipo diverso, che gli dissero: “Continua pure. Siamo anche noi spiriti che dimoriamo qui, ma siamo spiriti buoni. Questi spiriti malvagi, che sono disturbati dal tuo Hu, dovrebbero veramente andarsene e ciò sarebbe una benedizione anche per noi”. Potete non crederci, ma queste sono le faccende dell’altro mondo.1 24 osho times Il suono del silenzio om mani Padme hUm Il solo paese al mondo che abbia dedicato tutto il suo genio all’esplorazione interiore è il Tibet. E le scoperte fatte sono di immenso valore. Om Mani Padme Hum è una delle espressioni più belle per indicare l’esperienza suprema. Il suo significato è questo: “Il suono del silenzio, il diamante nel loto”. Anche il silenzio ha il suo suono, la sua musica, anche se le orecchie esteriori non possono sentirlo, così come non possono vederlo gli occhi esteriori. Noi abbiamo sei sensi rivolti all’esterno. In passato l’uomo sapeva di averne solo cinque, il sesto è una scoperta recente. Si trova all’interno delle orecchie, per questo non è mai stato scoperto. È il senso dell’equilibrio. Quando provi vertigini o vedi un ubriaco camminare, è il senso dell’equilibrio a essere stato intaccato. Così come questi sei sensi sono utilizzati per fare esperienza del mondo esterno, proprio questi stessi sei sensi esistono per fare esperienza del mondo interiore, per vederlo, udirlo, sentirne l’assoluto equilibrio, lo splendore. È invisibile ai sensi esteriori, ma non a quelli interiori. Non lo puoi toccare con i sensi esteriori, ma i sensi interiori vi sono radicalmente immersi. Om è il suono: quando ogni altra cosa è scomparsa dal tuo essere – nessun pensiero, nessun sogno, nessuna proiezione, nessuna aspettativa, neppure un’increspatura – l’intero lago della consapevolezza è semplicemente silenzioso, è diventato un semplice specchio. In quei rari momenti senti il suono del silenzio. È l’esperienza più preziosa che ci sia, perché non solo rivela una qualità della musica interiore, ma dimostra anche che la sfera interiore è piena di armonia, gioia, beatitudine. Tutto questo è implicito nella musica dell’Om. L’Om è una delle realizzazioni più speciale grandi conseguite dai ricercatori. Si tramandano episodi assolutamente incredibili, ma che sono fatti storici… Quando Marpa, un mistico tibetano, morì, i suoi discepoli più intimi erano seduti intorno a lui, perché la morte di un mistico è preziosa quanto la sua vita, forse di più. Se puoi essere vicino a un mistico quando muore, puoi fare esperienza di molte cose, perché la sua intera consapevolezza lascia il corpo e se sei attento e cosciente, puoi percepire una fragranza nuova; puoi vedere una nuova luce, puoi sentire una musica nuova. Quando Marpa morì – viveva in un tempio – tutti i suoi discepoli all’improvviso rimasero sorpresi, si guardarono intorno: da dove veniva il suono dell’Om? Poi si resero conto che non arrivava da nessuna parte, era emanato da Marpa! Lo sentirono appoggiando le orecchie sui piedi, sulle mani e restarono allibiti: all’interno dell’intero corpo c’era una vibrazione creata dal suono Om. Marpa aveva sentito quel suono per tutta la vita, da quando si era illuminato e a causa della costante esperienza interiore di quel suono, il suono stesso era entrato perfino nelle sue cellule fisiche. Ogni fibra del suo corpo aveva imparato una sincronicità particolare, vibrava sulla stessa lunghezza d’onda. Io vi dico di non ripeterlo, ma di essere semplicemente silenziosi e ascoltarlo. Quando la tua mente diventa calma e si acquieta, all’improvviso ne diventi consapevole: come un sussurro, l’Om affiora dal tuo essere. Quando affiora spontaneamente, ha una qualità totalmente diversa. Ti trasforma. La fisica moderna afferma che nel mondo tutto è fatto di elettricità. Secondo la fisica moderna, perfino i suoni non sono altro che onde elettriche. I fisici hanno lavorato partendo dall’esterno. I mistici affermano l’esatto opposto, ma non vedo alcuna contraddizione. Sostengono che l’intera esistenza è formata dal “suono senza suono” Om. E perfino l’elettricità, o il fuoco, non sono altro che specifiche forme condensate di suono. In Oriente lo si è sempre saputo: sono esistiti musicisti in grado di generare, con la loro musica, una fiamma su una candela spenta. Quando la musica tocca la candela spenta, all’improvviso la fiamma si sprigiona. Questo mantra nasconde molti segreti. La prima parola senza suono è Om, l’ultima è Hum. La prima è la fioritura, l’ultima è il seme. I Sufi non usano per esteso il nome di Allah, il nome di dio per i mussulmani. Cominciano con Allah Hu e pian piano mutano Allah Hu, nel semplice Hu, Hu. Hanno scoperto che il suono Hu colpisce esattamente la sorgente vitale, proprio sotto l’ombelico. Attraverso l’ombelico eri collegato alla vita, a tua madre; proprio NoVembre 2012 25 4 sotto l’ombelico, si trova la fonte della tua stessa vita. Provaci: quando dici Hu, la ripercussione è sotto l’ombelico. Ed è ciò che usiamo nella nostra Meditazione Dinamica. È una scoperta dei Sufi, ma lo si potrebbe fare alla maniera tibetana. Anziché Hu-Hu, che sembra essere un po’ violento, Hum, che sembra un po’ più delicato. Ma il suono delicato richiederà un tempo più lungo per risvegliare le tue energie. Probabilmente, nel clima particolare del Tibet, il suono delicato andava benissimo. Non avevano bisogno di un suono così duro, per colpire la sorgente vitale. Ma nel deserto torrido dell’Arabia, quando i mistici Sufi iniziarono a usare Hu… Quando lavoravo sulla Meditazione Dinamica, dovetti decidere se usare Hum o se scegliere Hu. Ho provato entrambi e ho scoperto che forse in India Hu va meglio, rispetto alle fredde vette del Tibet in cui tutto risulta inevitabilmente diverso. Per quelle regioni Hum è perfetto. Hum è il colpo per generare l’Om dentro di te. Se colpisci il seme della tua vita, esso inizia a scomparire nel suolo e iniziano a spuntare germogli e foglie verdi. Tra i due – Om e Hum – troviamo Mani Padme. E non penso che qualcuno sia riuscito a esprimere l’esperienza suprema, meglio di Mani Padme. Dovete visualizzarlo. In Oriente, il fior di loto è il fiore più bello, il più grande. E se mettete dei diamanti sul fior di loto al sole dell’alba, sperimenterete qualcosa di meraviglioso… il fior di loto con i diamanti! È difficilissimo dire qualcosa sull’esperienza suprema, ma i mistici tibetani hanno fatto del loro meglio. Molte cose sono state dette in merito, ma “il diamante nel loto” sembra essere l’espressione migliore, perché è l’esperienza più grande e più bella. Sono state scelte due delle cose più belle nel mondo conosciuto: il loto e 26 osho times il diamante. Si tratta semplicemente di un’espressione visiva della bellezza che arrivi a cogliere dentro di te. Questo mantra Om Mani Padme Hum racchiude in sé un’intera filosofia. Puoi iniziare con Hum, l’ultima parola… e la prima affiorerà spontaneamente. E quando il tuo essere interiore si riempirà del suono del silenzio, anche tu avrai la splendida esperienza di vedere un loto con un diamante nel sole nascente. Il diamante irradia, il loto è così delicato, così vellutato, così femminile e non ha confronti con nessun altro fiore. Per i mistici diventò qualcosa di fondamentale. Di certo avrete visto statue di Buddha seduto su un loto. È un modo simbolico per raffigurare il suo aver raggiunto l’assoluto: il loto interiore è fiorito. Non solo il loto è fiorito, ma il diamante nascosto dietro, all’interno… quando il loto schiude i suoi petali, trovi un kohinoor. Il diamante ha una qualità, per questo è stato scelto. Simboleggia l’eternità. Il diamante è eterno, non conosce la morte, è immortale. L’esperienza è meravigliosa ed è eterna. Questo mantra tibetano, Om Mani Padme Hum, è una forma condensata dell’intero pellegrinaggio interiore. Dice come iniziare, cosa accade quando il fiore si schiude, quale sarà la tua esperienza suprema dei tuoi tesori interiori. Ricorda: non devi ripetere il mantra, ne devi comprendere il significato e lasciare che sia il significato a sedimentare dentro di te. Seduto in silenzio, sii assolutamente quieto, immobile. Osserva la tua mente. Ci saranno dei pensieri, ma quando diventerai silenzioso, quei pensieri scompariranno e all’improvviso sentirai la vibrazione di un suono che ti avvolge. Quel suono vibrante non è prodotto da te. È il centro stesso dell’esistenza. È il suono dei cieli. È il suono dello spazio. È il suono dell’universo e ne indica la vitalità. 2 Il Bardo Thodol, conosciuto anche come il Libro tibetano dei morti, è un testo che tradizionalmente i monaci tibetani recitano al morente per aiutarlo nel passaggio fra la vita e la morte. Osho racconta un episodio di quando era ancora bambino, mentre insieme alla nonna accompagnava il nonno in punto di morte dal villaggio all’ospedale... Mio nonno piangeva, con gli occhi gonfi di lacrime, e ci chiedeva di fermare la ruota. In quel momento accadde qualcosa di grandioso. Non l’ho mai rivelato a nessuno, forse non è mai stato il momento. Gli dicevo di stare zitto e il carretto sobbalzava su quella strada così accidentata e lui insisteva: “Ferma la ruota, mi senti? Ferma la ruota!”. Gli dissi: “Sì, ti ascolto e capisco cosa vuoi dire. Sai che solo tu la puoi fermare; stai calmo, cercherò di aiutarti”. Mia nonna era stupefatta. Mi guardò stupita, con gli occhi spalancati: cosa stavo dicendo? Come potevo aiutarlo? Dissi: “Sì, non essere così sbalordita. All’improvviso mi sono ricordato una delle mie vite passate. Vedendo la sua morte, mi sono ricordato di una delle mie”. Quella vita e quella morte avvennero in Tibet. È il solo paese che sa, in maniera veramente scientifica, speciale La ruota della vita e della morte e osho all’imProVViso si ricorda il Bardo thodol lare, forse non aveva mai sentito una sola parola di tibetano prima di allora, forse non sapeva neppure che esistesse un paese chiamato Tibet, eppure morendo diventò assoluta attenzione e silenzio. Il Bardo funzionò, anche se non lo poté capire. A volte cose che non capisci funzionano: funzionano solo perché non le capisci. 3 come fermare la ruota. E a quel punto iniziai a cantare qualcosa. Né mia nonna né mio nonno moribondo, né l’uomo che guidava il carro e che ascoltava con attenzione, poterono capire. Addirittura neppure io potei capire una sola parola di ciò che cantavo. Solo dodici, tredici anni dopo lo capii. Per scoprirlo ci vollero tutti quegli anni: era il Bardo Thodol, un rituale tibetano. In Tibet, quando un uomo muore, si ripete un mantra, chiamato Bardo. Nel mantra si dice al morente: “Rilassati, resta in silenzio. Scendi al tuo centro e resta lì; non lasciarlo, qualsiasi cosa accada al corpo. Sii un semplice testimone. Lascia che accada, non interferire. Ricorda, ricorda, ricorda che sei solo un testimone: quella è la tua vera natura. Se riesci a morire ricordandolo, la ruota si ferma”. Ripetei il Bardo Thodol per mio nonno morente, senza neppure sapere cosa stavo facendo. Era strano, io lo ripetevo e lui, ascoltandolo, divenne completamente silenzioso. Forse il tibetano aveva un suono così partico- osho Parla sPesso del Bardo In Tibet si pratica una tecnica che si chiama il Bardo. È un processo che inizia quando una persona è in punto di morte. I monaci si siedono intorno a lui e cominciano a leggere il Bardo, dandogli vari suggerimenti: “Vedi, stai per abbandonare il corpo. Focalizzati sul pensiero che questo corpo se ne sta andando. Sii consapevole che molto presto il corpo in cui ti troverai non sarà più quello fisico, ma sarà il tuo corpo sottile”. Gli vengono date indicazioni di questo tipo. In nessun altro paese del mondo si sono fatte ricerche così approfondite sulla morte come in Tibet. 4 Appena morti entriamo in un mondo nuovo. Questo mondo può spaventarci, farci molta paura perché non assomiglia a quelle che sono le nostre esperienze. Di solito lo attraversiamo in uno stato di inconsapevolezza e così non ce ne accorgiamo. Ma se lo percorriamo con consapevolezza, ci troviamo in grandi difficoltà. Ecco perché nel Bardo si cerca di spiegare alla persona che tipo di mondo si troverà di fronte, cosa può succedere, che tipo di esseri vi si incontrano. Solo chi ha esperienza di meditazione profonda può essere guidato in questo esperimento, altrimenti non è nemmeno in grado di sentire cosa gli si sta dicendo. Non riuscirebbe ad ascoltare quello che gli viene detto al momento della morte, o a seguire i suggerimenti che gli vengono dati. Per farlo c’è bisogno di una mente molto silenziosa, vuota. Mentre la consapevolezza inizia a scomparire lentamente, a svanire e tutti i legami col mondo materiale cominciano a interrompersi, solo una mente molto silenziosa può ascoltare i messaggi che arrivano da questo mondo, non si possono recepire altrimenti. Ricordati che il momento della morte è l’unico in cui si può fare qualcosa: al momento della nascita non si può fare nulla. Ma tutto quello che si fa con la morte, influenza di seguito anche la nascita. Nasciamo nello stesso stato in cui siamo morti. 5 VUoi ProVare? Annalisa Faliva, Il risveglio dal sogno. La grande liberazione con gli insegnamenti del Bardo, Editore Tecniche Nuove, nuova edizione ampliata. Libro + CD (mp3) con la meditazione guidata tratta dal Libro tibetano dei morti. Disponibile presso Oshoba. NoVembre 2012 27 Un esperimento meraviglioso anche doPo l’inVasione la cUltUra e la sPiritUalità tiBetane continUano a ViVere PUr se fra mille difficoltà Il Tibet è caduto nell’oscurità. I suoi monasteri sono stati chiusi, i suoi monaci sono stati portati a forza nei campi di lavoro. Il solo paese al mondo che usava tutta la sua genialità focalizzata su un punto: tutta la sua intelligenza orientata alla ricerca della propria sfera interiore e dei tesori racchiusi in essa, tutto questo è stato fermato dall’invasione comunista. Il Tibet era così impegnato in questo esperimento meraviglioso, da non avere armi con cui combattere né eserciti da contrapporre. Non avrebbero mai pensato che potesse accadere. L’unica cosa importante per loro era il pellegrinaggio interiore. Mai, da nessun’altra parte, è esistito un impegno così concentrato a scoprire l’essere dell’uomo. Ogni famiglia dava il primogenito a un monastero in cui meditare e crescere, avvicinandosi al risveglio. Era una gioia per ogni famiglia permettere, almeno a un suo membro, di dedicarsi totalmente, ventiquattro ore al giorno senza distrazione alcuna, al lavoro sul proprio essere interiore. Anche gli altri membri della famiglia operavano in quel senso, senza potere però dedicarvisi a tempo pieno: dovevano provvedere al cibo, ai vestiti, alla casa e in Tibet sono cose complesse. Esistevano centinaia di monasteri, per nulla paragonabili a quelli cattolici. Quei monasteri non avevano confronti, nel mondo intero. Il loro 28 osho times interesse era uno solo: renderti consapevole di te stesso. Migliaia di stratagemmi sono stati creati nei secoli per permettere al tuo loto di fiorire e a te di trovare il tuo tesoro supremo, il diamante. Queste sono solo parole simboliche, ma la distruzione del Tibet dovrebbe essere analizzata a fondo, in particolare quando l’uomo diventerà un po’ più consapevole e l’umanità un po’ più umana. Questa è la calamità più grande verificatasi nel ventesimo secolo: il Tibet è caduto nelle mani di materialisti che non credono all’esistenza di alcunché nell’uomo. Credono che l’uomo è solo materia; la consapevolezza è un semplice derivato. E senza avere alcuna esperienza della sfera interiore. Il Tibet dovrebbe essere lasciato come laboratorio sperimentale della crescita interiore dell’uomo. Ma nessuna nazione l’ha difeso e oggi, sulla carta geografica della Cina moderna, il Tibet è segnato come una sua regione. 2 TESTI DI OSHO DI QUESTE PAGINE TRATTI DA: 1. Samadhi Ke Sapt Dwar #12 2. Musica meditazione e silenzio, NSC Editore 3. Bagliori di un’infanzia dorata, Edizioni Mediterranee 4. The Great Path #9 5. And Now and Here #2 Negli EXTRA su www.oshotimes.it altri testi di Osho e altre testimonianze sul Tibet S ono andato in Tibet insieme a un mio caro amico artista e fotografo per realizzare una parte di un suo progetto a cui lavora da anni e che consiste nel raggiungere sorgenti di fiumi, anche in posti molto remoti, e fotografarle. A questo scopo abbiamo già fatto un altro viaggio insieme e abbiamo fotografato le fonti del Tigri e dell’Eufrate nel Curdistan Turco, attraversando le montagne al confine tra la Turchia e l’Iran. Il viaggio in Tibet aveva come obiettivo raggiungere le sorgenti del Mekong e del Fiume Giallo, che si trovano entrambe nella regione tibetana del Quing Hai. Abbiamo dovuto prepararci per quasi un anno prima di partire, non solo per la pianificazione del viaggio in sé, ma soprattutto per l’individuazione delle sorgenti, raccogliendo racconti, fotografie aeree e articoli su quella zona, infatti, non ci sono mappe e per le sorgenti di entrambi i fiumi esistono varie ipotesi geografiche, perché la loro ubicazione non è unanimemente riconosciuta. Alla fine abbiamo deciso di scegliere le fonti accreditate dalla tradizione spirituale, cioè le sorgenti che sono ritenute sacre dai monaci e dalla popolazione locale. Il viaggio ha richiesto, inoltre, una pre- speciale Il sorriso del vento Un grande senso di fratellanza e fidUcia... l’esPerienza di Paolo, che recentemente ha Viaggiato in tiBet Per Un affascinante Progetto parazione fisica particolare, con allenamenti specifici che ci permettessero di vivere e camminare ad alta quota, oltre i 5000 mt, dove la concentrazione di ossigeno nell’aria è minore. Una volta raggiunto il Tibet, questa è stata di per sé un’esperienza molto forte, perché a quell’altezza hai consapevolezza di ogni singolo respiro: percepisci l’aria come una cosa estremamente preziosa e ogni movimento comporta uno sforzo maggiore rispetto a ciò a cui siamo abituati. Dopo un po’ questa condizione è diventata davvero inebriante, tanto che quando sono tornato a casa ho sentito l’assenza di quest’aria rarefatta ma purissima, che mi ha portato in uno stato di coscienza diverso, in cui la percezione del corpo era continua: il corpo era costantemente presente alla consapevolezza in ogni sua parte e in ogni suo movimento. Al di là del progetto fotografico, in questo viaggio il mio progetto personale era quello di registrare i suoni della natura, dei luoghi e delle persone. Ho registrato, ad esempio, le ruote di preghiera dei monasteri, lo sventolio delle onnipresenti bandiere di preghiera, il verso degli yak al pascolo e durante la mungitura, le voci delle persone, i suoni quotidiani nelle tende dei nomadi e, natural- mente, i mantra recitati dai monaci durante le meditazioni e i riti. Durante tutto il viaggio, che è durato un mese, non abbiamo toccato località turistiche (in tutto il percorso abbiamo incontrato un solo straniero, un esploratore del WWF) e quindi siamo sempre stati ospitati dalla gente del luogo – sia la popolazione locale nomade sia i monaci – dormendo e mangiando in accampamenti, piccole locande e monasteri. La cosa che mi ha colpito di più è che con i tibetani, pur non essendoci possibilità di comunicazione verbale, a causa della lingua, era frequente e facile entrare in contatto profondo, in uno spazio intimo, istintivo e di cuore. In particolare il sorriso era la chiave che apriva le porte di questa comunicazione. Se all’inizio c’era un po’ di stupore nei confronti di noi due stranieri, certamente diversi, un sorriso poteva sfociare poco dopo in un abbraccio. C’era un grande senso di fratellanza e di fiducia sia nel modo in cui le persone si relazionavano tra loro, sia verso di noi. Anche con Jamyang, la nostra guida e interprete, si è subito instaurato un rapporto fraterno, di profonda connessione umana, che andava oltre il nostro rapporto “di lavoro” e che faceva sì che la grande differenza culturale tra noi non fosse di minimo intralcio. Sono tante le cose che mi hanno colpito, tra queste la costante presenza della spiritualità nella vita di queste persone e non mi riferisco solo ai monaci; ad esempio il loro rapporto con il vento è una presenza costante ed è il veicolo a cui si affida la preghiera nelle sue varie forme e manifestazioni: al vento affidano le loro bandierine colorate di stoffa, che rappresentano le loro parole verso il divino. E le parole sembrano avere un grande significato in molti altri ambiti sacri, primo fra tutti i mantra, che oltre a essere recitati vengono scolpiti sulle pietre e scritti sulle ruote di preghiera, che sono cilindri rotanti usati per accompagnare le meditazioni: ho visto dei mantra giganteschi disegnati sulle montagne! Era un viaggio su cui avevo grandi aspettative e nel quale ho investito molta cura ed energia, ma ciò nonostante la pienezza e la bellezza dell’esperienza sono state talmente forti e intense da lasciare un’impronta indelebile nella mia anima e nella mia vita, e proprio per questo sono molto difficili da esprimere e da raccontare. Paolo (al centro nella foto sopra) è un informatico nel campo della linguistica e dell’elaborazione del suono Da un’intervista di Laura Baietto NoVembre 2012 29 La magia dei colori L’AurA-SomA è un SiStemA bASAto Sui coLori e SuLLe energie vive di criStALLi, erbe e oLii eSSenziALi ne pArLiAmo con dArShAnA, che Lo utiLizzA Anche in conneSSione con L’AStroLogiA Barbara: Cos’è l’Aura-Soma? A cosa serve? Dharshana: Il sistema AuraSoma è stato “canalizzato” da una mistica di nome Vicky Wall che diceva: “Tu sei i colori che scegli”. Il cuore del sistema Aura-Soma sono le bottiglie Equilibrium, composte di due colori diversi in sospensione, uno a base oliosa e l’altro a base acqua. I colori non si percepiscono soltanto attraverso la vista come siamo abituati a pensare. Guardando un colore soltanto con gli occhi cogliamo una parte di ciò che rappresenta, crediamo che le emozioni che ci provoca siano stimolate esclusivamente dalla nostra vista, mentre in realtà non è così. Ogni colore è una reazione del nostro occhio a una determinata luce che ha una particolare onda energetica. Entrare in contatto con la sua vibrazione significa entrare in contatto con la sua profonda essenza e anche con la nostra. Quando ci sentiamo attratti da un colore significa che la nostra vibrazione è in sintonia con la sua: osser30 oSho timeS vandolo, indossandolo, lasciandolo agire su di noi ci conosciamo meglio. Ci fa da specchio, ci parla di noi. In effetti quello che si scopre attraverso il sistema è di connettersi profondamente alla propria essenza. La scienza ci dice che le nostre cellule sono vibrazioni e il colore ci aiuta a “vedere” come vibriamo. BA: Dunque alla base c’è un concetto scientifico. DA: Si tratta di uno degli aspetti che più mi affascinano di Aura-Soma, il suo avere un riscontro nella scienza, nella fisica nucleare e quantistica. È stato Einstein a dire che materia e luce sono la stessa cosa e cioè che sono energia. Ed è questo il concetto base che si applica in Aura-Soma. I colori sono luce e hanno una loro vibrazione energetica. Il nostro corpo è energia e ha una sua vibrazione. Le due vibrazioni, del corpo e del colore, comunicano tra loro riconoscendosi. BA: Ci piace solo il colore che ci rappresenta? Darshana Elena Scola, è con Osho dall’‘84, è stata in Oregon, a Rajneeshpuram, e poi a Pune – dove ha iniziato il suo percorso con l’Aura-Soma – fino oltre il ‘90. Ha vissuto a Miasto per cinque anni, oggi è Counselor e insegna Aura-Soma. Informazioni su www.darshana.it DA: Ci sono mille sfumature dentro di noi. I colori che ci attraggono sono anche in grado di rafforzare determinate nostre caratteristiche che esistono già dentro di noi, ma che sono poco manifeste. Così, se abbiamo bisogno di rafforzare un determinato aspetto di noi e vibriamo la sua “carenza”, uno specifico colore può risponderci attraendoci con forza. Avvicinandolo TECNICHE gli permettiamo di attivare questo nostro specifico aspetto e sostenerlo nella sua “venuta alla luce”. BA: Come agisce l’Aura-Soma in concreto? DA: Attraverso una serie di prodotti consistenti per lo più in formule liquide di olii essenziali, cristalli ed erbe. Le boccette, alcune da applicare sulla pelle e altre sull’aura, agiscono a livello di cromoterapia, cristalloterapia, fitoterapia e aromaterapia. Non si tratta soltanto di colori, quindi. Si utilizzano attraverso gesti semplici e naturali, che ciascuno può compiere da solo a casa, ma anche quando si trova in giro tra la gente. Alcuni prodotti sono indicati per il corpo fisico ed è per questo che si applicano sulla pelle. Altri invece lavorano con le vibrazioni più sottili ed entrano in risonanza con il corpo eterico e con quello astrale. A questo proposito devo dire che ciò che più mi affascina in Aura-Soma non è solo la sua base scientifica, ma il fatto che si mescoli così bene con la parte più sottile del nostro essere. Mi piace perché aiuta le persone a lavorare con entrambi gli aspetti e quindi a diventare “uno”. BA: Come sono state messe a punto le combinazioni di ciascun prodotto? DA: Il sistema è in continua evoluzione e vengono prodotte sempre nuove bottiglie. È il direttore di AuraSoma – prima Vicky Wall e ora Mike Booth – a “canalizzare” la composizione e il nome giusto per ciascun nuovo arrivo. Anche il nome è fondamentale poiché anche le parole sono vibrazioni e conferiscono una determinata direzione al contenuto della bottiglietta. BA: In che modo la meditazione può venire sostenuta dai prodotti Aura-Soma? DA: Ad esempio scegliendo un prodotto Aura-Soma che favorisca lo stato di silenzio interiore e rafforzi le nostre qualità sottili, o uno che risuoni con le parti di noi che ci aprono all’osservazione consapevole e che favorisca la nostra discesa in questo stato. Chi ne fa uso è sostenuto nei momenti della meditazione. Allo stesso modo, chi medita e ha già sviluppato alcune capacità di connessione con il tutto e inizia a usare l’AuraSoma, riceverà benefici più grandi perché si trova in uno stato di recettività maggiore rispetto ad altre persone. BA: Secondo te in questo momento storico qual è il ruolo di Aura-Soma? DA: In questo contesto di consapevolezza il suo ruolo è quello di portare la sapienza del passato. Il sistema è nuovo, ma trae forza da una sapienza antica. Diverse culture del lontano passato, tra cui i Maya, gli Egizi e i Tibetani, conoscevano la potenza dei codici di luce e li utilizzavano per illuminare il cammino spirituale dell’uomo. Il sistema Aura-Soma ha cambiato la forma degli antichi rituali, ma il contenuto è ancora lo stesso e attraversa il tempo. Inoltre, voglio aggiungere un’altra informazione. Negli ultimi quindici anni le nuove bottiglie prodotte sono tutte legate agli Arcangeli. Ora, al di là della sensibilità e della convinzione personale circa le presenze angeliche, il loro effetto è potente. La vibrazione del pianeta sta cambiando e l’umanità ha bisogno di questa nuova energia per sostenere un innalzamento del livello di coscienza collettiva. Un po’ di storia Vicky Wall, una farmacista britannica, nonostante fosse cieca era in grado di “vedere” l’aura delle persone e si accorse che quando c’erano degli squilibri nei colori delle energie dell’aura, questi corrispondevano a dei disturbi a livello fisico e psicologico. Per correggere questi squilibri, a partire dal 1984, ha creato il sistema Aura-Soma, lasciandosi guidare dalle sue mani, dalle sue percezioni e dalla sua esperienza erboristica e chimica. Nel 1991, alla sua morte, ha lasciato il suo lavoro a Mike Booth, da lei iniziato alla pratica. BA: Durante lo scorso festival della meditazione a Miasto, in agosto, hai presentato un lavoro che combina l’astrologia e l’Aura-Soma e su cui terrai un workshop a fine novembre. Di cosa si tratta? DA: È un percorso elaborato proprio da me – e poi certificato da AuraSoma – prendendo ispirazione da antiche tradizioni, ad esempio babilonesi e indiane, che avevano già collegato i colori all’astrologia. Trovo che sia un lavoro entusiasmante e divertente. Si può partire dalle cose più semplici, ad esempio dal segno zodiacale. A ognuno è associata una bottiglietta Equilibrium. La “chiave” dello zodiaco è una delle infinite possibilità. In realtà quando chiedo a una persona di visualizzare il suo colore di solito lo vede anche senza sapere qual è la bottiglia associata al suo segno zodiacale. C’è una sapienza profonda dentro di noi che sa cosa ci fa bene, quello di cui abbiamo bisogno e si tratta di una sapienza che va al di là della mente. novembre 2012 31 Mi riempivo l’animo a ogni sguardo... A OshOMiAstO per lA priMA vOltA eventi, festA, sguArdi Aperti e MeditAziOne! tre rAccOnti O gni anno ad agosto a Miasto c’è il Festival, una settimana di eventi, celebrazione, sguardi aperti e meditazione. Un’occasione per avere un assaggio del lavoro di alcuni terapisti del mondo di Osho e familiarizzare con l’energia del luogo. Oltre la metà dei partecipanti di quest’anno si trovava a Miasto per la prima volta e una parte di questi era nuova anche alla meditazione. Sorprendente, perché la profondità degli incontri e l’energia nelle meditazioni sembrava invece raccontare di un gruppo con un passato condiviso alle spalle, ma l’energia meditativa non ha tempo né storia, è qualcosa che accade sempre nel presente e appartiene a tutti coloro che si aprono ad essa! Per raccontare il Festival 2012 abbiamo raccolto la testimonianza di tre “prime volte”, due amiche italiane e il loro nuovo amico indiano (conosciuto al Festival, ovviamente!) che a Miasto è arrivato con il programma “living the commune”. Cristina Sono arrivata a Miasto appena in tempo per il primo workshop del pomeriggio, i Tarocchi Zen di Osho, e questa apertura di Festival ha lasciato il segno, con tante emozioni e verità arrivate dritte al cuore. La carta che ho scelto, Armonia, ha caratterizzato il mio soggiorno: una sensazione che mi ha dato una connessione tra le emozioni e il pensiero, una visione più ampia del cuore, più larga, che accoglie tutto. Nell’esperienza di soli cinque, densi, ricchi giorni, ho provato una percezione di totalità del mio essere che mi ha permesso di cogliere una diversa consapevolezza di me stessa. Miasto e il Festival mi hanno portato a fare esperienza di me in diverse situa32 osho times zioni, di introspezione e di relazione con l’altro, alcune bellissime e intense, altre più forti e magari meno belle… ma era da un po’ che non mi sentivo così viva, libera, in completa accettazione di tutto ciò che arrivava. E anche questo è stato Armonia! Ho respirato un’aria meravigliosa; ho apprezzato la pace, il silenzio, la calma che, nonostante il gran numero di persone presenti, si percepiva. Mi piaceva percorrere la strada di sassi bianchi per recarmi ai vari eventi; guardavo il cielo e gli alberi, la cornice naturale e mi riempivo l’animo a ogni sguardo… poi quando guardavo altrove lo sguardo si posava in occhi che mi davano gioia: gli occhi degli altri, questo specchio di te, come dice Osho... io l’ho provato di persona! Anche per questo mi è pia- ciuto partecipare ai workshops: ho apprezzato in particolare la Bollywood dance con Dilara, i Tarocchi con Anurag e Siddho, il teatro con Abdullah e Anando e l’incontro sul potere della voce con Advaita. È stata un’occasione di relazione, divertimento, gioia, scambio, vissuta insieme alle persone. E più passavano i giorni, più i sorrisi erano belli, i corpi sciolti e fluidi, gli sguardi intensi e gioiosi. Ringrazio l’esistenza per questa esperienza, per l’energia che mi sono portata a casa e per la mia compagna di viaggio, con la quale c’è stata una sintonia speciale che ha reso tutto ancora più prezioso. Barbara Ad aprile, dopo l’OshoFestival di Ric- italia BARBARA, DILARA E CRISTINA cione, mi sono sentita improvvisamente pronta per conoscere Miasto. Non ci avevo mai pensato prima, ma la festa dentro la mia anima che si era accesa a Riccione mi chiedeva di venire abbeverata di nuovo e presto. Le coincidenze hanno scelto il Festival di agosto e lì mi sono trovata catapultata dentro un enorme laboratorio. Ecco cos’è stato Miasto, conosciuto durante il Festival, per me. Tutto quello che mi è accaduto fuori in quei giorni è stato chiaro specchio di quello che mi accadeva dentro. Mai mi sono letta con tanta trasparenza, dovendo dire sì anche ad aspetti di me che tenderei a non vedere, entrando anche in momenti spigolosi e facendo fatica ad accoglierli perché, insomma, io ero venuta per una festa! Come se il braccialetto consegnatomi all’accoglienza (e che non per niente ci ho messo una settimana, una volta tornata a casa, a togliere) avesse la qualità magica di mostrarmi con precisione la mia interiorità attraverso i miei comportamenti durante gli eventi, nelle reazioni agli incontri con le persone, nelle coincidenze di ciò che ogni attimo la vita faceva incrociare con i miei passi. Ad esempio a più riprese ho osserva- to la presunzione della mia mente nel desiderare le cose come dico io e, al contempo, ho sperimentato la generosità di Miasto, dell’energia di Osho e della vita. Faccio un esempio. Tutti parlavano dei cinghiali, c’era chi raccontava di averne visti a decine di notte, chi si lamentava di averli sentiti vicini alla tenda e io che ci tenevo un sacco a conoscerli non ne avevo vista l’ombra. Alla fine, quando ho salutato il luogo dove era stata piantata la mia tenda ho detto ad alta voce: “Cinghiali, la prossima volta siate più generosi con me, avevo tanta voglia di salutarvi!”. E me ne sono andata. Finché, arrivato il momento di raggiungere la macchina e partire, sono spuntati. In due punti diversi, giù al bar e tra gli alberi verso il parcheggio. Sgambet- NoVembre 2012 33 tando con una tal lena... non so descrivere lo stupore, l’onore, la gioia di essermi sentita ascoltata, coccolata, amata dalla vita. Parte del tutto. Dilara Sono di origine indiana e sto trascorrendo un mese a Miasto: partecipo al programma “living the commune” e mi occupo di manutenzione, do una mano in cucina e insegno anche Bollywood dance, la danza caratteristica dei film indiani. Sono arrivato il 7 agosto e riparto il 2 settembre. È la mia prima volta in Italia e ho visto soltanto Miasto. C’è chi mi ha detto: è il meglio che c’è! Ho abitato a Pune per diverso tempo. Ora sono arrivato qui e mi sento a casa. Mi capita anche al Meditation Resort di Pune ma lì sono nel mio paese e conosco già diverse persone. Qui mi ha colpito come tutti mi abbiano accolto apertamente fin dal primo giorno, come se fossi sempre stato qui. Mi piace l’esperienza del lavoro come meditazione qui perché è priva di motivazione, nel senso che non lavoro in cambio di soldi e quindi non sono proiettato sul guadagno. La mia mente resta su quello che sto facendo, nel presente. Essendo qui ad agosto ho anche potuto vivere il Festival e devo dire che non mi aspettavo tante persone. Mia- 34 osho times sto si è riempita e mi ha fatto desiderare di tornare qui ancora e ancora. Per il Festival ho insegnato la Bollywood dance, come dicevo. Ogni mattina ho tenuto una lezione a una quindicina di persone. Per tutti quanti invece ho tenuto una sola lezione un pomeriggio. Faceva caldo e vedere tanta partecipazione mi ha caricato. Mi dicono che sono uno showman. In realtà si tratta di un dialogo, di una comunicazione energetica. Tanto più sento che le persone rispondono e interagiscono, tanto più facilmente a mia volta mi apro e mi vengono fuori le gag, le battute. Finisce che mi diverto quasi più io di loro! Ed è bello avere di fronte tante facce che ridono. Non sapete quanti denti ho visto contemporaneamente, di solito se ne vedono molti meno! Insegnare mi diverte soprattutto in luoghi come Miasto, sento che qui più che altrove convivono insieme Zorba e il Buddha. Di solito quando mi trovo in un luogo sono contento, ma nel contempo desidero anche altre cose che non ci sono e che quindi devo cercare altrove. Qui a Miasto invece c’è tutto. (testimonianze raccolte da Barbara) Su www.oshomiasto.it tutte le informazioni sulle attività, anche sul programma “living the comune” Bioritmo Una cosa che devi comprendere è che la mente ha un funzionamento ciclico. Ci sono tre cicli nell’esistenza umana. Il primo è quello fisico. Impiega ventitre giorni per completarsi e influisce su un’ampia gamma di fattori fisici, incluso la resistenza alla malattia, la forza, la coordinazione e le altre funzioni basilari del corpo e la sensazione di benessere fisico. Il secondo ciclo è emotivo. Impiega ventotto giorni per completarsi, esattamente lo stesso tempo richiesto per il ciclo mestruale nel corpo femminile. La scienza sta accorgendosi che anche l’uomo ha una specie di ciclo mensile che accade ogni ventotto giorni. Il ciclo femminile è visibile e fisico, quello dell’uomo non è visibile e non è fisico: è più psicologico, più emotivo, ma esiste. Il ciclo emozionale regola la creatività, la sensibilità, la salute mentale, l’umore, la percezione del mondo e di noi stessi. Il problema dell’uomo è più difficoltoso. Esiste un ciclo maschile, ma non è visibile: non sai da dove viene e quando se ne va. Nel corpo è un ciclo di ventotto giorni, segue la Luna. Perciò quando c’è la Luna sei più felice e quando non c’è lo sei di meno. E poi, infine, c’è il terzo ciclo. Il terzo ciclo è il ciclo intellettuale. Si compie in un periodo di trentatre giorni. Governa la memoria, l’attenzione, la ricettività verso la conoscenza e le funzioni logiche e analitiche. La prima metà di ogni periodo è positiva e la seconda metà è negativa. A volte uno dei tuoi cicli è nella fase negativa, gli altri sono nella fase positiva o viceversa. Quando tutti e tre i cicli sono nella fase positiva, accadono culmini di gioia e di estasi e viceversa. Devi soltanto imparare a comprendere le tue fasi e a essere un po’ più attento. Inizia a tenere un diario di queste fasi. Entro tre, quattro mesi sarai capace di tracciare il tuo grafico e saprai prevedere che il prossimo lunedì sarai di cattivo umore e quindi sarai prudente. Nei tempi antichi gli la mappa Tutto si muove in cicli dAgli Alti e bAssi dellA vitA di tutti i giOrni Ai grAndi periOdi stOrici... yogi usavano tenere grafici simili. La scienza del bioritmo era nota e praticata nelle scuole Yoga e Sufi. Questi grafici sono molto utili, perché se sai che la prima settimana di ogni mese sei molto negativo non fai niente di cui potresti poi pentirti; non lotti, non ti arrabbi. E sai anche quando arriva il buon umore! Questo è il momento giusto per entrare in relazione e stare con la gente. Guardando le cose in questo modo, entro sei, otto mesi, sarai in grado di diventare un testimone e nulla ti turberà più. Saprai che tutto questo è solo parte della natura e non ha niente a che vedere con te. Vedendo questo, inizi a trascendere. 1 Le fasi della vita Di fatto c’è un ciclo settennale in ogni vita. Ogni sette anni cambiamo, s’è compiuto un ciclo. Tutti i grandi cambiamenti accadono tra la fine di un ciclo e l’inizio di uno nuovo. Primo: all’età di sette anni il bambino non è più un bambino, inizia un mondo totalmente diverso. Fino ad allora era innocente. Ora inizia a conoscere l’astuzia del mondo, la furberia, tutti gli inganni, i giochi; inizia a imparare a essere falso, inizia a indossare maschere. A quattordici anni il sesso, che fino ad ora non era mai stato un problema, si manifesta improvvisamente nel suo essere e il suo mondo cambia, cambia completamente! Per la prima volta si interessa all’altro sesso. Sorge una visione della vita totalmente nuova e inizia a sognare e a fantasticare. A ventun anni di nuovo: ora il trip è di potere, un ego-trip, ambizione; ora è pronto a intraprendere qualche viaggio nel potere: avere più denaro, diventare più famoso, eccetera. A ventott’anni diventa equilibrato; ini- zia a pensare alla sicurezza, alle comodità, al conto in banca... è questa l’età in cui una persona diventa conformista. A trentacinque anni, di nuovo, inizia ad accadere un cambiamento, perché quest’età, trentacinque anni, è quasi il culmine della vita. Se un uomo muore normalmente a settant’anni, i trentacinque sembrano essere il culmine. L’uomo inizia a pensare alla morte, inizia ad avere paura. Questa è l’età, tra i trentacinque e i quarantadue, in cui insorgono le ulcere, i problemi circolatori, gli attacchi di cuore e ogni genere di sintomo, a causa della paura. Sembra che la morte si avvicini: il primo passo verso la morte si compie il giorno in cui compie trentacinque anni. A quarantadue anni una persona inizia a diventare religiosa. Ora la morte non è più una cosa intellettuale; si diventa sempre più sensibili a essa e si vuole fare qualcosa, fare qualcosa veramente, perché se si aspetta ancora un po’ sarà troppo tardi. A quarantanove anni una persona si è stabilizzata riguardo la religione. La ricerca è finita; si stabilizza. A cinquantasei anni, se le cose procedono naturalmente e la persona segue il loro ritmo, inizierà a percepire alcuni bagliori del divino. A sessantatrè anni, se tutto va naturalmente, avrà il suo primo satori. E se questo accade a sessantatrè anni, il primo satori, morirà una morte stupenda a settant’anni. Allora la morte non sarà una morte, ma una porta al divino, sarà l’incontro con l’amato. 2 Anche nella storia... Ogni sette anni il tuo corpo arriva al punto in cui il nuovo si instaura al posto del vecchio e vi è un periodo di transizione. In questo periodo di tran- sizione tutto è liquido. Se desideri che una nuova dimensione pervada la tua vita, questo è il momento giusto. Accade esattamente allo stesso modo anche nella storia dell’umanità nel suo insieme. Ogni venticinque secoli si giunge a una vetta e se sai usare questo momento, puoi illuminarti facilmente. Non sarà così facile in altri momenti. Questo perché, a quella vetta il fiume stesso fluisce in quella direzione, tutto è fluido, nulla è immobile. Venticinque secoli fa nacquero in India, Gautama il Buddha e Mahavira, in Cina Lao-tzu e Chuang-tzu, in Persia, Zarathustra e in Grecia, Eraclito. Sono delle vette. Simili vette non furono raggiunte mai prima o, se furono raggiunte, non sono parte della storia. Quel momento sta ritornando, ci troviamo ancora in uno stato fluido: il vecchio è insignificante, il passato non ha alcun significato per te, il futuro è incerto, c’è una discontinuità. E di nuovo l’umanità toccherà la vetta... e se tu sei un po’ consapevole, puoi usare questo momento. Sei fortunato a essere nato in un’epoca in cui le cose sono ancora in uno stato liquido. Nulla è sicuro, tutti i vecchi valori e gli antichi imperativi sono diventati inutili. Ancora non si sono affermati nuovi modelli, si affermeranno presto; l’uomo non sa restare a lungo instabile, perché nell’instabilità c’è insicurezza. Le cose si stabilizzeranno nuovamente; questo momento non durerà per sempre, può durare solo pochi anni. Se lo sai usare, potrai raggiungere una vetta che in altri tempi sarà molto difficile raggiungere. Se ti lasci sfuggire questa opportunità, questo momento non si ripresenterà più per altri venticinque secoli. 3 TESTI DI OSHO TRATTI DA: 1. Don’t Just Do Something, Sit There #14 2. For Madmen Only #19 3. L’Armonia Nascosta, ECIG Editore NoVembre 2012 35 per non lottare contro gli altri... Quanta energia sprechiamo nel volere che gli altri siano diversi? considerazioni di anando cosa succede quando lasciamo divertire la mente con questo passatempo, uno dei suoi preferiti. ANNI SPRECATI PRovA Dai un’occhiata onesta alla tua vita: scrivi i nomi delle persone che attualmente ne fanno parte e che vorresti cambiare in un modo o nell’altro. Persone con le quali vivi, con le quali lavori, familiari, amici, personaggi politici, il direttore della tua banca…. Poi riesamina il tuo passato e immagina per quante volte dovresti moltiplicare il numero delle persone sulla tua lista per raggiungere la cifra totale di tutte le persone che avresti voluto diverse da com’erano durante il corso di tutta la tua vita. Immagina quante ore, giorni, settimane, mesi della tua vita hai dedicato a questo scopo, arrabbiandoti quando qualcuno non era come volevi tu: a conti fatti probabilmente il risultato finale è di qualche anno. Ed è mai accaduto che anche una sola persona sia cambiata? Be’, forse tutto questo impegno ha fatto cambiare te. Vediamo un po’ che Pensa a una persona che ultimamente ti ha fatto uscire dai gangheri: chiudi gli occhi e ripensa alla situazione, sentitene dentro e ricorda tutti i minimi dettagli. Ricordati di come ti sei sentito in quel momento, permettiti di provare nuovamente nel corpo quello che hai provato allora, anche se in quel momento, forse, non te ne sei neppure reso pienamente conto. Mentre rivivi la situazione, nota che cosa accade al tuo corpo, sentendone tutte le tensioni, in particolare nello stomaco, nel collo e nelle spalle, nella mandibola, intorno alla bocca e agli occhi. Controlla com’è il tuo respiro: è rilassato e tranquillo oppure teso e superficiale? Non ti giudicare per quello che sta emergendo, prendine soltanto nota. Chiediti se la sensazione che stai provando è piacevole o no, se ti fa star bene e se dà una sensazione piacevole al tuo corpo. Chiediti se ti fa sen- 36 osho times Anando ha più di 30 anni di esperienza con le meditazioni e le tecniche di trasformazione di Osho. I suoi seminari la portano in ogni angolo del mondo, per lavorare con persone di tutte le nazionalità. Ha lavorato accanto a Osho per molti anni e il suo approccio diretto, amorevole e gioioso permette alle persone di realizzare rapidamente il proprio potenziale di beatitudine e gioia interiori. Per informazioni: www.lifetrainings.com Anando guida, insieme a Siddho, Liberi di Essere, l’evento di meditazione che si svolge a Milano il 27 e 28 ottobre. E a capodanno sarà a Lignano Sabbiadoro con Shunyo e Marco per l’OshoFesta! Info su: www.oshoexperience.it accettazione tire aperto oppure chiuso, caldo o freddo, duro o morbido. E chiediti se sono sensazioni che augureresti al tuo migliore amico. TI fAI dEl mAlE Sicuramente rivivendo quella situazione, puoi renderti conto di quanto male fai a te stesso quando pretendi che gli altri siano diversi da come in realtà sono. Inoltre fai del male anche alle altre persone, le umili e le obblighi a opporre resistenza, anche quando capiscono che hai ragione. Per mantenere intatta la propria dignità, devono resistere a ogni costo; se cedono entrano nel ruolo del bambino a cui viene detto qual è il giusto modo di comportarsi e il loro ego non lo può permettere. Sai bene che più cerchi di cambiare qualcuno, più quello reagisce e si crea un circolo vizioso che lascia entrambi spossati. Quindi si potrebbe dire che cercare di cambiare gli altri è come sbattere la testa contro il muro. Qual è la risposta che dai a te stesso quando ti domandi se è davvero affar tuo cercare di cambiare un altro essere umano? Pensi di dimostrargli rispetto? mA PERChé lo fAI? La tua mente è pronta a offrirti stupende razionalizzazioni: dirà che lo fai per il suo bene perché lui non si rende conto di quanto sia distruttivo verso se stesso e verso gli altri, eccetera, eccetera, ma intuitivamente, dentro di te, sai benissimo che c’è qualcosa che non va in questo ragionamento. Chi sei tu per giudicare gli altri? Che diritto hai di sentirti superiore? Sei forse perfetto? A questo punto puoi domandarti onestamente quali sono i motivi che ti portano a cercare di cambiare questa persona e se sei davvero onesto con te stesso vedrai che, al di là di tutte le razionalizzazioni, il tuo ego ferito sta gridando: “Tu non mi vedi, non mi rispetti, non mi vuoi bene, non mi ami, non mi accetti”. O qualcosa del genere. SEGUI IL SÌ Dai sempre più energia al sì, da qui realizzerai la tua integrità. Il no non è mai d’aiuto nel conseguire l’integrità. La strada è sempre il sì, perché il sì è accettazione, il sì è fiducia, il sì è preghiera. Riuscire a dire sì è essere religiosi. Ma il no non deve essere represso, se lo reprimi si vendicherà. Se lo reprimi acquisterà sempre più forza e un giorno insorgerà e distruggerà il tuo sì. Per cui, non reprimerlo mai, limitati a ignorarlo. E tra il reprimerlo e l’ignorarlo esiste una differenza enorme. Sai che esiste e lo riconosci. Dici: “Certo, so che ci sei, ma io seguirò il sì”. Non reprimerlo, non lottare con il tuo no, non dire: “Vattene, scompari, non voglio avere niente a che fare con te”. Non parlargli con rabbia, non scacciarlo, non cercare di relegarlo nelle profondità del tuo inconscio, nel buio della mente. No! Non fargli nulla, accetta semplicemente la sua esistenza. Ma tu segui il sì, senza rancore, senza lamenti, senza rabbia. TRATTO DA: Osho, The Open Door #7 uN Ego fERITo Ecco che cosa nascondono tutti i conflitti che hai con le altre persone: c’è un ego che non si sente amato, accettato o apprezzato e quando riesci a vedere in te stesso tutto questo dolore sarai anche in grado di vederlo negli altri. In questa consapevolezza si trova la soluzione di ogni conflitto. Che cosa significa? Significa che quando non ci sentiamo rispettati o accettati cerchiamo di vendicarci in modo aggressivo oppure passivo, in modo diretto, con rabbia, oppure indiretto, con cattiverie o forme di sabotaggio. Questo crea un circolo vizioso di conflitti che non si esaurisce mai. RISPETTo Se ti rendi conto del perché reagisci e del perché vorresti che gli altri fossero diversi, puoi assumerti la tua responsabilità e avere la possibilità di fare scelte più appaganti. Per cominciare proverai a dimostrare a te stesso maggiore rispetto e apprezzamento. Perché, sii sincero, se tu veramente davvero accettassi e rispettassi te stesso così come sei, cosa te ne importerebbe delle reazioni altrui? Saresti così sensibile al comportamento degli altri? Pensaci. Quando diventi consapevole delle cause inconsce insite in te che ti portano a reagire in un determinato modo, del tuo bisogno di riconoscimento, accettazione e amore, una parte di te smette di lottare con gli altri. Ti rendi conto che le rappresaglie del tuo ego sono stupide e infantili e quindi agisci in modo più rilassato. Questa comprensione ti rende più umile, in un certo senso, perché ti porta a essere maggiormente in contatto con te stesso. Se entri in contatto con il tuo dolore e con il desiderio di essere accettato puoi entrare in contatto anche con il dolore e il desiderio di essere accettato dell’altro: questo favorisce la nascita di una comunicazione completamente diversa. TRATTO DA: Anando, La Forza del Sì. Imparare ad accettare se stessi e gli altri per ritrovare armonia, equilibrio e la propria energia vitale, Urra Feltrinelli Editore. Tecniche pratiche da sperimentare per trasformare realmente la propria vita. NoVembre 2012 37 Dalla mente alla nonmente Dal pensiero al non-pensiero, Dalla superficie al centro... e la lingua fa Da ponte! osho ci spiega una millenaria tecnica inDiana Con la bocca leggermente aperta, tieni la mente nel mezzo della lingua. Oppure, mentre il respiro entra silenziosamente, senti il suono HH. La mente può essere indirizzata in qualsiasi parte del corpo. Di solito, siamo centrati nella testa, ma possiamo esserlo ovunque e cambiando oggetto, cambiano le tue qualità. Per esempio, in molti paesi orientali come il Giappone, la Cina e la Corea, la tradizione insegna che la mente è nella pancia, non nella testa. Di conseguenza, chi pensa che la mente sia nella pancia, ha qualità mentali diverse, caratteristiche che tu non puoi avere, perché pensi che la mente sia nella testa. La mente non è da nessuna parte! Il cervello è nella testa, non la tua mente. “Mente” indica la tua messa a fuoco. 38 osho times Puoi focalizzarla ovunque e una volta focalizzata è difficilissimo spostarla da quel punto. Per esempio, adesso gli psicologi e i ricercatori del profondo dicono che, quando fai l’amore, la tua mente si deve spostare dalla testa all’area genitale, altrimenti resti insoddisfatto. Se la mente rimane nella testa, non puoi andare in profondità nel sesso. Non accade alcun orgasmo, l’esperienza non è orgasmica. Non hai un picco. Puoi procreare, ma non hai conosciuto le più alte vette dell’amore. Non conosci ciò di cui parla il tantra o che è raffigurato a Khajuraho. Non puoi! Hai mai visto Khajuraho, o le fotografie di quei templi? Guarda i volti, guarda le coppie che fanno l’amore. Guarda i volti! Sembrano i volti di dio! Sono in un atto sessuale, ma i loro volti sono estatici come quelli di un Buddha. Cosa sta accadendo? Questo sesso non è cerebrale; non stanno facendo l’amore attraverso la testa, non ci stanno pensando. Sono scesi dalla testa, la loro focalizzazione è cambiata. Poiché hanno abbandonato la testa, la meditazione consapevolezza si è mossa nell’area genitale. La mente non c’è più, è diventata nonmente; i loro volti hanno la stessa estasi di un Buddha. Questo sesso è diventato meditazione. Come mai? Perché è cambiata la messa a fuoco. Se per una volta riesci a cambiare la messa a fuoco della tua mente, se riesci a eliminare la focalizzazione dalla testa, la testa e il volto si rilassano e tutte le tensioni si dissolvono. Tu non sei più: l’ego non c’è più. Per questo, più la mente diventa razionale e intellettuale, meno è capace di amore, perché l’amore ha bisogno di una diversa messa a fuoco. In amore hai bisogno di focalizzarti vicino al cuore; nel sesso hai bisogno di una focalizzazione vicino all’area genitale. Se stai facendo calcoli matematici, la testa va bene. Ma l’amore non è matematica e il sesso non lo è assolutamente. E se la matematica prosegue nella testa mentre stai facendo l’amore, stai semplicemente sprecando energia e tutto quello sforzo è disgustoso. Ma la mente può essere cambiata. Il tantra dice che esistono sette centri e che la mente può essere trasferita in ognuno di essi. Ogni centro ha funzioni diverse. Se ti concentri su un centro particolare, diventi un uomo diverso. Il tantra dice che se focalizzi la mente su centri diversi, diversi saranno i risultati. Questa tecnica riguarda la focalizzazione sulla lingua, nel mezzo della lingua. Come mai? Con la bocca leggermente aperta – come se stessi per parlare: non chiusa, ma leggermente aperta, come se stessi per parlare – non come se stessi parlando, ma come se stessi per parlare. La bocca è aperta come quando stai per parlare. Quindi tieni la mente nel mezzo della lingua. Proverai una sensazione molto strana, perché la lingua ha un centro esattamente nel mezzo, che controlla i tuoi pensieri. Se all’improvviso diven- ti cosciente di quel punto e ti focalizzi lì, i tuoi pensieri si fermeranno. Esattamente nel mezzo, focalizzati come se tutta la tua mente fosse andata nella lingua: esattamente nel mezzo! Lascia che la bocca sia leggermente aperta come se stessi per parlare e quindi focalizza la mente come se non fosse nella testa, sentila come se fosse nella lingua, esattamente nel mezzo. La lingua contiene il centro del linguaggio e il pensiero è linguaggio. Cosa stai facendo mentre pensi? Parli dentro di te. Puoi pensare qualcosa senza parlare all’interno? Quando sei solo, senza parlare con nessuno e stai pensando, cosa stai facendo? Parli all’interno, parli a te stesso. La tua lingua è coinvolta. La prossima volta, mentre pensi, sii consapevole. Senti la tua lingua: sta vibrando come se stessi parlando a qualcun altro. A quel punto fa’ attenzione e sentirai che le vibrazioni sono concentrate nel mezzo. Sorgono dal centro e si diffondono per tutta la lingua. Pensare è parlare all’interno. Se puoi portare tutta la tua consapevolezza, la tua mente, al centro della lingua, il pensiero si arresta; coloro che praticano il silenzio, semplicemente non stanno più parlando. Se all’esterno smetti di parlare, diventerai profondamente consapevole del parlare interiore. E se resti completamente in silenzio, per un mese, due mesi, un anno, senza parlare, sentirai che la lingua vibra violentemente. Adesso non lo senti perché stai parlando e le vibrazioni vengono liberate. Ma anche adesso, se ti fermi e diventi cosciente mentre pensi, sentirai che la tua lingua vibra un po’. Ferma com- pletamente la lingua come se fosse congelata, non lasciare che si muova e non potrai più pensare. Provaci. Il centro è proprio nel mezzo, per cui porta la tua mente là. Con la bocca leggermente aperta, tieni la mente nel mezzo della lingua. Oppure, mentre il respiro entra silenziosamente, senti il suono HH. Questa è la seconda tecnica. È simile. Oppure, mentre il respiro entra silenziosamente, senti il suono HH. Con la prima tecnica, il tuo pensiero si arresterà. Sentirai una solidità interiore, come se fossi diventato solido. Quando i pensieri non ci sono più, diventi immobile. I pensieri sono il movimento interiore. E quando i pensieri non ci sono più e tu sei inamovibile, sei diventato parte dell’eterno che solo in apparenza si muove, ma che è immobile e che rimane inamovibile. Nell’assenza di pensieri, diventi parte dell’eterno, immobile. Con il pensiero, sei parte del movimento, perché la natura è movimento, il mondo è movimento. Per questo lo abbiamo chiamato samsara. Samsara indica la ruota che si muove, gira e rigira. Il mondo è movimento e ciò che è nascosto, la realtà suprema, è immobile, immota e inamovibile. È proprio come una ruota che si muove, ma che si muove intorno a qualcosa che non si muove mai. Una ruota può muoversi solo perché nel centro c’è qualcosa che non si muove mai, che rimane immobile. Il mondo si muove, ma il trascendente rimane immobile. Se i tuoi pensieri si arrestano, improvvi- ” Quando i pensieri non ci sono più, diventi immobile. i pensieri sono il movimento interiore. nell’assenza di pensieri, diventi parte dell’eterno, l’immobile. osho NoVembre 2012 39 4 samente caschi da questo mondo nell’altro. Con il movimento bloccato dentro di te, diventi parte dell’eterno, ciò che non cambia mai. Oppure, mentre il respiro entra silenziosamente, senti il suono HH. Apri la bocca leggermente, come se stessi per parlare. Quindi inspira e sii consapevole del suono che si crea inspirando. È proprio “HH”, che tu stia inspirando o espirando. Non devi produrre il suono; devi solo sentire l’inspirazione sulla tua lingua. È molto silenzioso. Lo è! Sentirai quel “HH”! Sarà impercettibile, vagamente udibile. Dovrai stare molto attento per esserne consapevole. Ma non provare a crearlo. Se lo crei, manchi il punto, crei un suono che non è di alcun aiuto. È il suono naturale che accade mentre inspiri o espiri. Ma la tecnica parla dell’inspirazione, non dell’espirazione, perché mentre espiri, insieme al suono anche tu vai all’esterno, mentre lo sforzo è andare all’interno. Quindi, mentre inspiri, senti il suono “HH”. Inspira e senti il suono “HH”, esercitati e prima o poi sentirai che il suono non si crea solo nella lingua: si crea anche nella gola. Ma in quel caso è davvero impercettibile. Con una consapevolezza molto profonda puoi diventarne consapevole. Comincia dalla lingua, quindi a poco a poco sta’ attento e continua a sentirlo. Lo sentirai nella gola, poi comincerai a sentirlo nel cuore. E quando raggiunge il cuore, sei andato oltre la mente. Tutte queste tecniche servono solo a darti un ponte per passare dal pensiero al non pensiero, dalla mente alla nonmente, dalla superficie al centro. TRATTO DA: Osho, I Segreti della Trasformazione, Bompiani Editore (La stessa meditazione è presentata anche, in forma più concisa, come carta Nr. 43. “Focalizzati sulla lingua”, ne Il sentiero del Reale, (libro e 56 carte con meditazioni dal Vigyana Bairava Tantra), Ed. d’Arte Lo Scarabeo 40 osho times La persona reale cresce fino all’ultimo istante. Anche mentre sta morendo, cresce. Persino gli ultimi attimi della sua vita saranno un’indagine, un apprendimento. Continuerà a ricercare e l’argomento della ricerca sarà la morte. Ne sarà affascinata, perché la morte è un fenomeno sconosciuto, un mistero, molto più della vita stessa. Come può una persona intelligente averne paura? Se nel corso della vita non ha avuto paura di inoltrarsi nell’ignoto e nell’inesplorato, al momento della morte sarà eccitata ed estatica. È arrivato l’ultimo istante, quello dell’ingresso nell’oscurità, nel tunnel buio della morte. Questa è l’avventura più grande che si possa intraprendere e da cui imparare”. 1 Osho Un’indagine sulla morte Di questi tempi, l’attenzione dei media si rivolge spesso alla cura degli anziani nei loro ultimi anni di vita, specialmente quelli ricoverati in qualche struttura a loro dedicata. Molto tempo fa, come infermiera, avevo lavorato per un breve periodo in una casa di riposo e in anni successivi ci andai per visitare una parente ricoverata. Era una struttura piuttosto lussuosa, situata in un sobborgo elegante di Perth – all’interno di un edificio un tempo residenza privata e ora patrimonio nazionale – con vista sull’Oceano Indiano. Era stata una donna vivace e straordinariamente bella e mi rattristava vedere dove la vita – o meglio i suoi figli – l’avevano portata. Per arrivare nella sua stanza, che almeno le consentiva un minimo di dignità, si passava da un corridoio popolato dai pazienti. Forse uno o due mi fecero un cenno di saluto, mentre gli altri continuavano a guardare dalla finestra con sguardo assente oppure erano seduti rattrappiti nelle loro sedie, con la testa così incassata nelle spalle che erano costretti, per ore, a contemplare il pavimento. L’idea di unirmi a loro negli “anni del declino” mi faceva orrore. In realtà, questa è stata una parte della mia motivazione nel voler creare un ospizio per sannyasin. Al momento di avvicinarmi alla morte vorrei che di fine vita L’avventura più grande Fino all’ultimo momento puoi indagare, imparare... crescere maneesha ci parla Del suo training su un approccio meDitativo nei confronti Della morte, parte Di un progetto Di più ampio respiro me si prendessero cura degli altri meditatori e ho immaginato che altri sannyasin sarebbero stati della stessa idea. Tuttavia, dopo aver esaminato gli aspetti pratici della creazione di un posto di questo genere, ho compreso che si trattava di un’idea irrealizzabile. Una stuttura adatta, oltre a essere costosa da affittare o comperare, è anche estremamente costosa da gestire. Inoltre, tanti preferiscono morire a casa propria, anche se, in base a statistiche inglesi e statunitensi, soltanto una piccola percentuale ci riesce. Quindi, l’idea di un training basato sulla meditazione per imparare a essere di supporto durante la malattia e al momento della morte mi è sembrata un’alternativa intelligente... e il primo training per persone di sostegno, a cui ho dato il nome Sammasati, è ora a metà del suo viaggio inaugurale. Sembra un buon momento per fare il punto della situazione e chiedersi: “Che cosa stiamo facendo? Il training sta realizzando ciò per cui è stato progettato? I partecipanti si sentono coinvolti e stimolati?”. Avevo previsto che alcuni tra i partecipanti sarebbero stati attratti dal trai- ning non soltanto, o non principalmente, per imparare a dare sostegno ad altri, ma anche per osservare i propri atteggiamenti riguardo ai temi della morte e della crescita personale. Parecchi tra i partecipanti hanno riconosciuto il valore del training nel fornire proprio questa esperienza. Mi viene in mente Sidika: per lei si tratta di un “enorme viaggio”, attraverso il quale ha potuto realizzare alcune intuizioni fondamentali. Dice: “Prima del training pensavo: ‘La morte sarà la grande trasformazione’. Adesso sento: ‘Sì, può darsi, ma in realtà posso trasformare la mia vita in qualunque momento”. Molto dell’impatto del training dipende dal fatto che non si tratta soltanto di un gruppo di seminari, ma di un training esperienziale. Inoltre, gli argomenti che affrontiamo sono intensi a livello emotivo e questo vale per tutti. Apparentemente, come future persone di sostegno ci concentriamo sull’altro: l’altro che è molto malato, l’altro che potrebbe riprendersi, ma che ha bisogno di sostegno in questa crisi fisica, l’altro che sta morendo davanti ai nostri occhi. Vogliamo sapere qual è il modo Maneesha ha una lunga esperienza di assistenza, come infermiera professionale, a malati terminali (anche la figlia di Sigmund Freud, ad esempio). Fin dagli anni ‘70 ha lavorato a stretto contatto con Osho ed è autrice di libri sulla meditazione e di meditazioni guidate. Ora organizza workshop e training focalizzati su un approccio meditativo alla morte. Per informazioni: www.thesammasatiproject.co.uk www.facebook.com/TheSammasatiProject migliore per sostenerlo, che cosa sta passando davvero. La meditazione da sola sarà sufficiente? È necessario offrirgli della terapia? O forse una combinazione delle due? Comunque tutti ci troveremo nella situazione di quelli che ci proponiamo di aiutare. Indossare i panni della “persona di sostegno” non ci rende immuni alla morte (“No, Morte, ci dev’essere uno sbaglio, non puoi volere proprio me, devo ancora aiutare tante persone!”). Koorvita lo esprime cosi: “Parliamo NoVembre 2012 41 molto di come affrontare i problemi della persona che sta morendo, per esempio il dolore della perdita, e di come usare l’approccio meditativo per chi è vicino alla morte. Questi due aspetti si mescolano molto bene, la meditazione e l’affrontare i problemi personali. Allo stesso tempo, attraverso il training ci si confronta continuamente con i propri atteggiamenti rispetto alla morte o sul dolore e la morte di persone care. Da un modulo all’altro del corso, la mia storia personale riguardo al lutto viene stimolata ed elaborata, e questo è veramente un vantaggio. Non viene fatto in modo diretto, ma accade comunque”. Vivere con l’inevitabile Per me, il segno che gli altri workshop sulla morte che ho condotto in passato avessero avuto successo non era sicuramente una dichiarazione tipo: “Oh, adesso non vedo l’ora di morire!” da parte dei partecipanti. Mi interessava invece che il loro apprezzamento della vita, la determinazione a viverla in modo più pieno e a essere più presenti in ogni momento diventassero molto più forti. In questo corso, succede a un livello 42 osho times ancora maggiore. Infatti, dato che il training scava così profondamente nel tema della morte, arriviamo a contatto di strati sempre più profondi di comprensione del significato di essere vivi. Quando facciamo l’esperienza della presenza della morte, guadagniamo una spinta ad affrontare i problemi della vita in un modo che forse in precedenza eravamo riusciti a evitare. Tutte le emozioni che emergono confrontandosi con la morte, soprattutto la paura, l’ansia e il dolore, la tristezza e la depressione, sono presenti anche nella nostra vita. Naturalmente, i partecipanti hanno un grande vantaggio su chi si trova ad affrontare una morte imminente, perché sono in buona salute e sono dotati di una buona capacità di recupero a livello emotivo. “Il training non vuole soltanto cercare delle risposte sulla morte in generale” spiega un’altra partecipante “ma riguarda ognuno di noi qui nella nostra vita attuale”. Poi c’è Priya, che vede il training come una possibilità per “un enorme passo avanti per me nella comprensione della vita”. Nel primo modulo si era sentita già “con i piedi per terra, più calma e arrivata a comprendere più da vicino i fatti fondamentali di questo corpo, di questa vita e dalla natura umana. Avevo pen- sato che abbandonare tanti vecchi sogni, fantasie e opinioni potesse creare un senso di vuoto e disperazione, ma è stato interessante scoprire che questo processo non mi ha rattristato. Al contrario; in termini pratici, mi sta rendendo più coraggiosa nella mia vita quotidiana, perché mi chiedo che cosa voglio e di che cosa ho bisogno, sapendo benissimo che il momento è questo (e non un altro nel futuro ancora da venire) e che potrebbero non esserci altre possibilità e che non c’è spazio per stupide paure o limitazioni causate dalla buona educazione”. Una componente importante Tutti i partecipanti che permettono al processo di andare in profondità, evidentemente hanno il coraggio di osservare i propri problemi guardandoli direttamente negli occhi. Inoltre, sento che tra loro si stabilisce una grande fiducia. Fin dal primo modulo, sono rapidamente entrati in relazione e la connessione è cresciuta col tempo, sia nella struttura del workshop sia all’esterno. Per mantenersi in contatto, i partecipanti si avvalgono della nostra rete oppure si suggeriscono a vicenda articoli sull’argomento, libri, qualche videoclip, DVD e così via. fine vita Nel feedback è stato espresso l’apprezzamento da parte dei partecipanti dell’ “energia amorevole nel corso di tutto il gruppo”. È stato molto gratificante ricevere questi commenti, specialmente in un training del genere, che potrebbe essere dominato dalla paura. Una delle mie priorità era creare un ambiente rilassato, ricco di accettazione e di amore. Aprirsi a se stessi e agli altri, avventurarsi in un territorio che è altrimenti impercorribile, diventa molto più semplice quando ci sentiamo accolti saldamente, quando ci fidiamo perché siamo all’interno di un ambiente amorevole e permissivo. Mentre avvengono certamente discussioni profonde e intense, le nostre sessioni sono inframezzate da danza e canto, e c’è sempre un sano livello di umorismo. Apprezzo moltissimo l’indicazione di Osho, secondo cui le risate possono alleggerire le situazioni più complicate, per esempio riducendo la paura che altrimenti potrebbe demoralizzarci e paralizzarci. Lo sento anche a livello personale: quando riesco a fare delle battute sulla morte, mi pongo al di sopra di essa. Naturalmente, nel nostro processo è centrale la meditazione, praticata di frequente e insieme. La nostra giornata inizia, termina ed è inframmezzata dalla meditazione. L’aspetto “oceanico” Visto che il punto focale è quello di vivere e morire consciamente, non è certo una sorpresa che la meditazione sia il fondamento stesso del training. Infatti, ha un ruolo importante per creare il tipo di ambiente interno ed esterno che incoraggia la capacità di intraprendere una profonda esplorazione di sé. È bello avere una vasta gamma di tecniche di meditazione di Osho a disposizione e stiamo scoprendo come queste tecniche siano strumenti versatili per affrontare i vari problemi che emergono quando ci si pone davanti alla morte. Ritama è entusiasta delle tecniche che pratichiamo e spiega: “Trovo che, ogni volta che arriviamo alla fine del workshop, sono incredibilmente eccitata perché vado via ricca di tanti nuovi strumenti che spesso comprendono tecniche di meditazione che non conoscevo. Sento di essere in un viaggio e che parte di questo viaggio è il ricevere tutte queste straordinarie tecniche con cui sperimentare e giocare. Adesso le uso per me; in seguito, quando saprò in che modo mi toccano, forse potranno ispirare e aiutare altre persone che sono alla ricerca di una via verso la guarigione”. Mi sembra che questo processo ri- specchi un modello a onde: un’onda è dotata di una forma unica, un’individualità che la rende distinta dall’oceano. L’aspetto di “onda” del lavoro è concentrarci su noi stessi (e sulle persone che potremo aiutare) come individui, i cui problemi sono parte del nostro “pacchetto“ di personalità. Per esempio, ci potrebbe essere la paura di non essere in controllo, il dolore di essere scollegati da una sana vita quotidiana o il tentativo di trovare un significato in una sofferenza che è continua. Nel training, siamo assaliti da molte domande per le quali, nonostante le nostre discussioni ed esperienze condivise, a volte non ci sono risposte facili. Il lato oceanico del processo è l’ingresso nella meditazione, quando ci rilassiamo in uno spazio al di là della mente, lo stato del “non sapere”. Quando incontriamo il silenzio e la quiete presenti nel nostro intimo, il senso del sé, con tutte le sue domande, può dissolversi. Quando riemergiamo, siamo inondati dal sammasati, “il giusto ricordo” della nostra innata qualità oceanica. Inevitabilmente, questa esperienza si accompagna a una diversa prospettiva e una comprensione rinnovata. La meditazione, quindi, diventa una risorsa incalcolabile, sia per tutti noi all’interno del training sia per le persone che supportiamo. Il nostro training per persone di sostegno Sammasati si svolgerà di nuovo l’anno prossimo, in febbraio all’Osho Meditation Resort di Pune per il primo modulo di ricerca sperimentale (con il nome di Morire diversamente) e poi in marzo in Inghilterra, per il training completo. da www.OshoNews.com (Negli EXTRA su www.oshotimes.it altri articoli e interviste di Maneesha sul tema) 1. Il brano di Osho è tratto da: Il Libro della Saggezza, Ediz. del Cigno NoVembre 2012 43 Soul hunting a caccIa dell’anIma Il vIaggIo scIamanIco per recuperare la tua anIma... ce ne parla nIrava Energie fondamentali Nelle culture di tutto il mondo, il viaggio sciamanico (o Psiconavigazione) viene utilizzato da circa 40.000 anni per la ricerca del potere perduto o per reintegrare la perdita di pezzi di anima causata da traumi fisici, psichici o emotivi. Gli sciamani credono che i loro poteri siano quelli degli animali, delle piante, del sole e di tutte le energie fondamentali dell’universo. Migliaia di anni prima delle scoperte di Charles Darwin, i membri delle culture sciamaniche hanno creduto che gli esseri umani e gli animali fossero legati da vincoli di parentela. Nei loro miti i personaggi animali erano rappresentati come essenzialmente umani nell’aspetto fisico, ma caratterizzati individualmente dalla personalità particolare dei vari tipi di animali selvatici. In seguito, secondo vari miti della creazione, si differenziarono fisicamente e assunsero la loro forma attuale. Il mitico paradiso animale-uomo, dove i due potevano comunicare tra loro, è andato perduto nella realtà ordina44 osho times Nirava è con Osho dal 1995. Si occupa di discipline e terapie naturali e tecniche per la crescita personale, fra queste, in particolare, la via sciamanica: Soul Hunting è parte del percorso La Via degli Energizzatori. Per informazioni sul suo lavoro www.nirava.org Nirava sarà all’OshoFestival di Bellaria 2013 (dal 4 al 7 aprile) guidando la Trance Dance. Informazioni su: www.oshoexperience.it energie ria, ma è ancora accessibile allo sciamano nella realtà non-ordinaria. La connessione tra gli esseri umani e il mondo animale è fondamentale nello sciamanesimo e lo sciamano utilizza la sua conoscenza e i suoi metodi per partecipare al potere di quel mondo. Gli sciamani ritengono da lungo tempo che il potere dello spirito guardiano renda una persona resistente alla malattia. La ragione è semplice: lo spirito guardiano infonde nel corpo un potere che permette di resistere all’intrusione di forze nocive esterne (conosciute nella realtà ordinaria come malattie). Una delle modalità più diffuse per la ricerca e il recupero del proprio animale di potere è il “Viaggio Sciamanico”. L’uso del suono ritmico del tamburo permette di accedere a uno stato modificato di coscienza, nel quale intraprendere un viaggio in una realtà parallela. Nella seconda parte del lavoro solitamente si danza il proprio animale, lasciandosi possedere dalla sua forza e dalla sua personalità, in modo che il suo potere possa rientrare in noi, riconnettendoci con la nostra parte animale e dandoci oltre a una maggiore resistenza alle malattie, maggiore fiducia in noi stessi e la capacità di agire nella vita. La perdita dell’anima Stiamo finalmente incominciando a riconoscere il valore dei sistemi di credenza spirituali dei nostri antenati e a capire l’importanza e il potenziale di questi sistemi di credenza rispetto alla nostra salute e al nostro benessere. Viviamo in quello che chiamiamo “mondo civilizzato” e troppo spesso questo mondo moderno ci fa rifiutare le credenze delle popolazioni tribali come superstiziose e strane o anche come curiosità preistoriche di nessun valore o rilievo per la nostra vita. Anche la credenza della perdita dell’anima come causa maggiore di malattie e malesseri è sfortunatamente stata buttata in questa categoria dalla medicina e dalla psicologia contemporanea. Esperienze traumatiche o alienanti provocano, secondo gli sciamani, la perdita di parti della propria anima con conseguenti scompensi a livello emotivo, psicofisico e spirituale. Anima significa spirito, o quell’essenza vitale che si trova sia al nostro interno che separata dal corpo fisico. Quando sperimentiamo un trauma grave come una violenza fisica, emotiva o verbale; la morte di una persona amata, un incidente o un’operazione grave, un aborto spontaneo o procurato, malattie gravi, sofferenze di diverso tipo, allora una parte di noi fugge. Ogni qualvolta soffriamo di un trauma grave, al fine di sfuggire al pieno impatto del dolore, una parte del nostro spirito si separa da noi. guarire lo spirito Abbiamo dottori per il corpo, dottori per la mente e per il cuore, ma non abbiamo ancora riconosciuto modalità di guarigione per guarire il nostro spirito. La perdita dell’anima è una malattia dello spirito che causa disturbi emotivi e fisici. La perdita di anima è la perdita di parti di noi stessi, del nostro spirito, che ci danno vita, vitalità, benessere e salute. Soul Hunting, la Caccia all’Anima, è un antico rituale che può aiutare a riportarla a casa. Per sperimentare il rituale è necessario espandere i propri sensi e contattare la nostra parte bambina ridandole potere con l’immaginazione creativa; dobbiamo risvegliare quel bambino che è consapevole di altre realtà... Il Soul Hunting è un concetto difficile da capire da un punto di vista razionale e logico. Attualmente la nostra società e cultura previlegiano il cervello sinistro, la nostra parte logica razionale; questa è una delle forze essenziali che permettono di creare e che ci mettono in grado di sopravvivere nella nostra realtà fisica. Ma mentre impariamo di più sull’evoluzione della nostra coscienza, scopriamo che la realtà non è così logica come ci è stato insegnato: c’è di più da sentire e da vedere di quello che possiamo semplicemente vedere con i nostri occhi. Per fare questo usiamo il nostro cervello destro in comunione con il nostro cuore. Dobbiamo aprirci all’intuizione e ai nostri sensi per percepire la realtà in modi diversi. Infatti dobbiamo vedere, ascoltare, sentire, etc. a partire da un altro luogo, un luogo nascosto dentro di noi; una volta che abbiamo imparato a espandere i nostri sensi e ad aprire il nostro cuore, possiamo entrare nel mondo della caccia all’anima. È difficile trovare qualcuno che non soffra di un senso di incompletezza e di vuoto. Quando approcciamo la perdita dello spirito rendiamoci conto che tutto il lavoro che abbiamo fatto nel passato con la psicoterapia o la medicina tradizionale ha funzionato solo sulle parti di noi che sono già a casa. E per molti sarà la prima volta che con questo rituale facciamo ritornare a casa parti della nostra energia di vita. Per gli sciamani ogni cosa è una manifestazione dello spirito, è piena di spirito. Non solo gli esseri umani, ma anche le piante, gli animali e i minerali possiedono la loro vitalità spirituale. Quando una creatura vivente perde una parte significativa della propria vitalità spirituale, avverte un senso di alienazione, si sente separata dal resto dell’universo. Quando qualsiasi creatura è piena del suo spirito, il suo corpo vibra con una risonanza molto profonda: irradia un’incredibile energia e vitalità. Nirava NoVembre 2012 45 Osservare... senza far nulla scientificità e magia della Vipassana Bali interVista gopal Gopal conduce ritiri di Vipassana secondo le indicazioni di Osho fin dai tempi della “prima Pune”, nel ‘76. Tiene inoltre workshop di ipnosi e meditazione in tutto il mondo. Dal suo profondo amore per la Dilruba, un antico strumento indiano ad arco, che talvolta suona anche durante i gruppi, sono nati 2 CD Mystic journey e Depth of my heart disponibili presso Oshoba. 46 osho times meditazione Bali: Hai appena finito di condurre, insieme a Shunyo, un ritiro di Vipassana di dieci giorni all’Osho Meditation Resort di Pune. Com’è stato? Gopal: È stata davvero un’esperienza bellissima, come sempre, d’altronde. Eravamo seduti nel walkway di Osho, che è uno splendido corridoio con le pareti di vetro che si snoda nel suo giardino. Tanti sentono che al suo interno è come trovarsi in uno spazio infinito e senza tempo. Essere nel walkway, circondati dalla natura, è di per sé un sostegno alla meditazione. Vipassana è stato uno dei primi gruppi che Osho ha creato e gli ha attribuito molta importanza. Moltissime persone sono arrivate alla Vipassana grazie all’incoraggiamento di Osho; penso che fosse necessario perché la mente tende ad avere un po’ paura dello stare seduti in silenzio e di che cosa accadrà in questa situazione. Si chiede: il mio corpo potrà sopportarlo, la mente sarà forse troppo agitata? Ci sono molte paure e ansie che sono naturali riguardo all’entrare nella solitudine in modo così diretto. Noi incoraggiamo le persone a incontrare se stesse in questo modo, rimanendo alcuni giorni in silenzio. Molte di queste persone hanno praticato le meditazioni attive in precedenza, come la Dinamica e la Kundalini, e hanno partecipato a qualche gruppo. A quel punto, il ritiro silenzioso di Vipassana diventa per loro più piacevole. Inoltre, anche durante il ritiro incoraggiamo i partecipanti a fare la Dinamica e la Kundalini come parte della giornata di meditazione. Non facciamo soltanto sessioni in silenzio, ma anche una meditazione in cui si cammina lentamente, per scoprire di più su se stessi, su ciò che è vero in noi e ciò che non è autentico. Per il semplice fatto di rimanere in silenzio, si ricevono molte intuizioni. La parola Vipassana vuol dire proprio questo: intuizione o comprensione ottenuta tramite l’esperienza diretta. Non si tratta di pensare alla meditazione o creare qualche teoria, ma di una pratica in cui si rimane con se stessi in queste giornate, senza reprimere qualsisi cosa che appare e poi svanisce, sia che sia piacevole sia che non lo sia, entrambe le cose vanno consentite. È un ambiente molto amorevole, non cerchiamo di bloccare la mente o di migliorare qualcosa. Osserviamo ciò che è, poi, ogni volta che ce ne ricordiamo, ritorniamo al respiro nella pancia. Il movimento del respiro è la nostra casa base, ma non si tratta di concentrarsi su di esso. Soltanto, se non si è sicuri di che cosa osservare, si ritorna al corpo, al momento presente, grazie al respiro. Osho ha parlato della Vipassana come di una meditazione ricca di amore. Ha affermato che uno dei più antichi sutra buddhisti inizia con le parole: “Ama te stesso e osserva. Oggi, domani, sempre”. A noi piace comunicare queste parole, perché si tratta davvero di una meditazione amorevole. È possibile incontrare la mente che dà giudizi, ma anche questo va fatto in modo amichevole, ricordando inoltre che non è la “nostra” mentre che dà giudizi, che non era presente alla nascita e che non dobbiamo prenderla troppo a livello personale. A volte Osho scherzava con noi, dicendo: osservate la mente come se steste osservando la mente di un’altra persona, in realtà non è vostra. Siate meno connessi e meno identificati con essa. Diamo alcune tecniche di osservazione, per esempio il dare un nome due volte. Se la mente che giudica si fa sentire, le dai due volte un nome: giudizio, giudizio. Poi, ritorni al respiro staccandoti coscientemente da tutte le voci e dagli schemi che non provengono dalla tua natura interiore. Questa è la parte di pulizia profonda della meditazione. Naturalmente, a volte le persone che sono sedute in silenzio si sentono vuote, estatiche e silenziose, ed è bellissimo, perché questo offre loro la motivazione ad andare avanti. Tuttavia, quando le cose si fanno difficili, il corpo è irrequieto e Aspetta e tra qualche giorno farai la Vipassana qui. Ma qui è un’esperienza viva, non arida. Ho qualche critica da fare sulla Vipassana che viene praticata nei paesi buddhisti. L’hanno resa molto arida, simile a un deserto; nulla fiorisce, non c’è verde, tutto è efficienza. Voglio che impari la meditazione come gioco, come giocosità. La tua meditazione e il tuo amore dovrebbero essere sinonimi. 1 la mente è agitata, anche questo fa parte della meditazione, e anche da questo è possibile accrescere la comprensione. Noi diamo sostegno a entrambi i lati, la luce e l’ombra, la gioia e la tristezza, i momenti agitati e quelli silenziosi. Io credo che la Vipassana abbia una particolare qualità qui nell’Osho Resort, una amorevolezza che spesso non si incontra in altri luoghi in cui la meditazione viene insegnata, a volte, in modo un po’ troppo serio o arido. Una volta Osho ha affermato che voleva che qui la Vipassana fosse un’esperienza molto viva. In quel momento ho pensato: “Wow, questa è la bellezza di un maestro, Osho, che rende persino la meditazione silenziosa ricca di amore, celebrazione e gioia”. È un meraviglioso contributo alla meditazione. BA: Lo so, ho fatto tre giorni di Vipassana ed è stato il regalo più grande che potessi farmi... Dimmi di più su questo argomento: che cosa c’è di particolare nell’Osho Vipassana Retreat? GO: Posso dirti ciò che mi hanno riferito tanti con cui ho parlato e che noVemBre 2012 47 Il respiro è il ponte tra te e il Tutto. Limitati a osservare, non fare nulla. E quando dico ‘osserva’, non tentare di osservare, altrimenti tornerai a essere in tensione, e inizierai a concentrarti sul respiro. Rilassati semplicemente, resta rilassato, sciolto, e guarda... cos’altro puoi fare? Sei lì, senza nulla da fare, ogni cosa viene accettata, nulla viene negato, rifiutato, non esiste lotta, tensione, conflitto, e il respiro scende in profondità... cosa puoi fare? Puoi semplicemente osservare. Ricorda: osserva semplicemente. Non sforzarti di osservare. 2 hanno praticato la Vipassana fuori dal mondo di Osho. Hanno notato un grande contrasto, nel senso che qui è meno serio, più rilassante, però per loro è stato anche più profondo. Per andare in profondità nella meditazione non è necessario rimanere seduti per molte ore di notte o alzarsi presto alla mattina. Osho ha anche parlato dei rischi di quando si pratica la Vipassana troppo a lungo nella giornata. Per esempio, se pratichi la Vipassana fino a notte fonda, può tenerti sveglio per troppo tempo e il sonno potrebbe risentirne ed essere disturbato. In questi casi, a volte, si tratta dell’ambizione a spingersi oltre i propri limiti. Qui, la Vipassana viene praticata con maggiore equilibrio, insieme alla Dinamica e alla Kundalini, e naturalmente ci sono i discorsi di Osho alla sera, in cui possiamo ascoltare molte parole incoraggianti sulla meditazione. Ritengo che qui l’atmosfera sia davvero unica per la Vipassana e vorrei incoraggiare chi l’ha praticata in altri luoghi a sperimentarla qui, per vedere in prima persona la differenza. È davvero diversa. 48 osho times BA: Posso capire quando qualcuno ha un po’ paura della Vipassana e pensa che sia difficile. Prima di provare, non ero sicura che mi sarebbe veramente piaciuta. Adesso, dopo aver fatto questa esperienza, mi sento più fiduciosa di poterla fare e di stare bene. GO: È vero, penso che per molti iniziare a meditare dove ci sono regole molto severe porti ad allontanarsi dalla meditazione ed è un peccato. È meglio averne un assaggio in un modo delicato e amorevole. Per esempio, permettiamo di fare uno, due o tre giorni di Vipassana per entrare in contatto, sentirne la vibrazione. I partecipanti rimangono sempre colpiti dal fatto che possa essere un’esperienza così amorevole. Se torniamo al respiro ogni volta che è possibile, non dobbiamo combattere con i pensieri o le emozioni. Inoltre, ci si può muovere se la posizione diventa scomoda. In alcuni luoghi, insegnano che si deve rimanere seduti perfettamente immobili e osservare il dolore. Questa non è la visione di Osho, non è il modo in cui lo facciamo qui. Se hai bisogno di muoverti, suggeriamo di farlo lentamente e con consapevolezza, come parte della meditazione. Sento che questo metodo più delicato aiuti la meditazione ad andare molto più in profondità del metodo severo che ambisce ad arrestare la mente o a ottenere qualche esperienza particolare. Osho sottolinea sempre che quel che conta non sono le esperienze, ma il processo di osservazione del modo in cui le cose cambiano. Ciò che è importante è l’osservazione, non ciò che viene osservato. Per questo diciamo che non c’è successo o fallimento: in una seduta puoi sentirti molto felice, in un’altra puoi provare tristezza, ed entrambe le emozioni sono giuste. Ciò che vogliamo è radicarci sempre più nell’osservare. In questo senso, la Vipassana qui è diversa da quella praticata altrove. BA: Il gruppo appena concluso si svolge una volta all’anno? GO: I ritiri di Vipassana vengono offerti qui nel Resort più di una volta all’anno. Personalmente vengo qui a gennaio, quando facciamo un ritiro di dieci giorni, durante il quale è anche possibile partecipare per un periodo più breve e poi magari continuare quando si acquista fiducia. BA: E viene tenuto sempre nel walkway? GO: Negli ultimi anni, sì. In precedenza, Osho stesso usava il walkway, che era collegato alla sua stanza ed era stato creato perché potesse fare un po’ di esercizio fisico senza uscire all’aperto, a causa della sua allergia. I dottori volevano che camminasse di più e in questo speciale corridoio di vetro, poteva godersi il giardino. Ma in seguito, ci ha invitati a tenere lì i gruppi di meditazione silenziosa, come l’ultima parte della Mystic Rose oppure Za-Zen o Vipassana. Quindi, ci troviamo lì su suo invito per usare questo luogo speciale per le meditazioni in silenzio. BA: È molto bello. GO: Sì, è molto bello. Sento che sempre più persone verranno a Pune per partecipare a questo ritiro, sento che ha questo potenziale. Quando vedono le foto o il video e leggono gli articoli sulla Vipassana arrivano, perché è una situazione unica. BA: Hai condotto gruppi di Vipassana per più di trent’anni. Puoi parlarci delle tue prime esperienze? GO: C’è una storia molto bella dei primi tempi, quando potevamo incontrare Osho di sera per il Darshan. Un piccolo gruppo di persone si riuniva intorno a Osho, che rispondeva alle nostre domande. Durante il gruppo di meditazione diverso: non fai nulla, tranne osservare le cose che vanno e vengono, le emozioni, i desideri, i pensieri, rimanendo centrato in questa osservazione, accettando, e poi qualcosa va più in profondità. È a quel punto che si raggiunge la libertà di cui parla Osho, quindi il suo incoraggiamento è stato per quella persona un dono, una chiave. Ma non soltanto per quella persona, questo aneddoto vale per tutti noi. Questo è ciò che sento riguardo a tutte le storie dei primi tempi con Osho che ricordo. In quel periodo ero lì e quella persona era lì, ma questa non è una storia personale, è una storia sulla meditazione e un bel dono offerto da un maestro per fare andare in profondità la meditazione. Ecco perché l’ho menzionata adesso, si tratta di una storia che è importante per ogni meditatore oggi. TESTI DI OSHO TRATTI DA: 1. Hari Om Tat Sat #28 2. L’antico canto dei pini, Psiche l’evento di meditazione dell’anno MAHA OSHO VIPASSANA www.oshoexperience.it Vipassana, portavamo tutto il gruppo al Darshan e i partecipanti potevano porre delle domande. Naturalmente, anche noi come facilitatori stavamo imparando, e io desideravo particolarmente ascoltare come Osho avrebbe risposto a queste domande sulla meditazione, alcune delle quali erano particolarmente impegnative. Per esempio, mi ricordo di un uomo che partecipava al gruppo di dieci giorni. Con grande onestà disse a Osho: “Il gruppo non mi piace e voglio lasciarlo. Mi sento in prigione. Ciò che voglio fare davvero è camminare nel giardino quando ne ho voglia e starmene al sole”. Poi aggiunse di trovarla molto ardua come esperienza. Osho fu meraviglioso con lui, molto amorevole ma anche molto fermo. Per come mi ricordo, gli disse qualcosa del genere: sì hai ragione, la Vipassana è un po’ come una prigione. Io l’ho creata in questo modo, con una struttura rigida, ma ricorda che si tratta di una prigione che può portarti a una libertà più autentica. Poi aggiunse: sai, va benissimo seguire i propri desideri e sensazioni, ma è quello che hai fatto tutta la vita. E che cosa hai ottenuto seguendo i tuoi desideri e sensazioni? Puoi lasciare il gruppo adesso, non te lo impedirò, ma poi ti chiederò nuovamente di farlo perché hai bisogno di raggiungere la vetta di quella montagna e, per riuscirci, devi fare tutto il gruppo. Vorrei che continuassi a sedere in meditazione, osservando i desideri che vanno e vengono. Se rimani, puoi diventare il padrone della mente. L’uomo comprese e, tornato nel gruppo, raggiunse una nuova comprensione: non ho davvero bisogno di camminare al sole, posso stare dove sono nel momento. I desideri vanno e vengono, ma io rimango con me stesso, con ciò che sono venuto a fare, cioè osservare per qualche giorno. Quella persona ottenne così una grande libertà. Certamente, esistono gruppi che ti aiutano a seguire le tue emozioni, ma questo è un gruppo LA GRANDE VIPASSANA DEI 100 BUDDHA OSHO Miasto e OSHO Experience ti invitano a un’esperienza unica di meditazione: uno speciale grande ritiro internazionale di Osho Vipassana! A Osho Miasto dal 7 al 14 settembre 2013 - con Shunyo noVemBre 2012 49 aromi naturali vete mai assaggiato il succo di ghiandole di castoro? Forse sì! Il castoreum, estratto dalle ghiandole anali di una specie di castoro, è usato per produrre artificialmente il sapore del lampone. Lo si trova nei gelati di bassa qualità, nelle gelatine di frutta, nelle caramelle, in certe bevande, tè, tisane, etc. Su 60 Minutes, un programma televisivo della TV americana CBS, Morley Safer presenta The Flavorist: Tweaking tastes and creating cravings (Il creatore di sapori: modificare i gusti e creare desideri) in cui esamina l’industria multimiliardaria del sapore: scienziati che creano aromi “naturali” e artificiali che fanno venire l’acquolina in bocca e spingono a consumare sempre di più creando dipendenze. David Kessler, ex direttore della FDA (l’agenzia governativa americana per gli alimenti e le medicine) dice a Safer: “Viviamo in un carnevale del cibo. I sapori sono così stimolanti che ‘dirottano’ il nostro cervello: mangiamo grassi ricoperti di zuccheri con aromi aggiunti e la maggior parte di ciò che mangiamo con questi sapori non è cibo reale”. Ecco altri aromi e additivi che possono interessarvi (anzi meglio... non interessarvi!): Aspartame: presente in tutti gli alimenti diet e senza zucchero, è sospetto di essere cancerogeno con un’ampia gamma di effetti collaterali, più di ogni altro additivo e aroma alimentare. È anche una neurotossina. Si trova in tutti gli articoli diet: bevande gassate, gelatine, gomme da masticare, prodotti da forno, dolcificanti, cereali, mentine e caramelle, te freddi, vitamine, dentifrici. Nitrato di sodio: è usato come conservante, colorante e esaltatore di sapore nei salumi, nelle carni conser- A 50 osho times vate, nel pesce affumicato e in altre carni lavorate. È cancerogeno. TBHQ (butano): è un conservante chimico presente in molti alimenti surgelati, lavorati, precotti, patatine, barrette di cereali, e molti articoli a lunga conservazione per rallentarne la decomposizione. Acidi grassi insaturi: presenti in tutti i prodotti che contengono margarina o altri grassi idrogenati, come patatine, cracker, prodotti da forno e da fast food; provocano malattie cardiovascolari. Vanillina: aroma artificiale di vani- glia prodotto a partire da derivati del petrolio e da sottoprodotti dell’industria della carta; si trova in molti yogurt, prodotti da forno, caramelle e bevande gassate. La distinzione tra aromi naturali e artificiali è alquanto arbitraria, nel senso che tutto viene prodotto in laboratorio miscelando ingredienti di origine naturale – frutta, carni, spezie – a sostanze di sintesi che ne fanno dei prodotti chimici a tutti gli effetti, molto spesso dannosi. La presenza di “aromi naturali” è spesso un segnale del fatto che l’ingrediente di base naturale che caratterizza il prodotto non è affatto presente. (tratto da www.care2.com) la guerra fa male eno di due anni fa negli Stati Uniti le statistiche del Veterans Affairs Department (l’organizzazione governativa che si occupa di assistere i veterani e le loro famiglie) pubblicate sull’Army Times parlavano di quasi mille tentati suicidi al mese fra i veterani da loro seguiti: il 7% circa “a buon fine”, mentre l’11% degli altri entro nove mesi ritenta! Questo fra persone che hanno a disposizione assistenza medico psichiatrica, una help-line telefonica (un “telefono amico” dedicato), etc. Fra i veterani in genere fonti ufficiali stimano 18 suicidi al giorno. Dal 2005 al 2008 i militari che si sono uccisi sono aumentati dell’80 per cento. Anche se non sembra si stia tornando alle cifre della guerra del Vietnam: alcune fonti calcolano che durante quel conflitto ci siano stati fra i soldati più morti per suicidio che morti al fronte (58mila morti in battaglia/60mila suicidi). È proprio in seguito a questa guerra che venne introdotto nel manuale diagnostico ufficiale degli psichiatri M americani il Ptsd – Post Traumatic Stress Disorder (disturbo post-traumatico da stress) – grazie anche alle pressioni di gruppi spontanei di veterani contro la guerra quali quello dei Winter Soldier (soldato d’inverno). Il Veterans Affairs Department nel 2008 dichiarava che tra i soldati impiegati in Irak e Afghanistan (e non più in servizio) c’erano state 120mila diagnosi di disturbo mentale generico, di cui la metà per Ptsd. Stime ufficiali su soldati in servizio attivo e riservisti, che dovrebbero essere fornite dal ministero della Difesa, non esistono, ma alcuni studi statistici stimano che su 1,6 milioni di soldati impiegati dal 2001 al 2008 ben 320 mila sono stati diagnosticati con “depressione grave” e Ptsd; un dato che fa riflettere considerando anche che il 43% del personale ancora in servizio dichiara di non voler ricorrere a visite mediche per questo tipo di problemi per paura di danneggiare la carriera! E in Italia? Per fortuna nelle varie missioni considerate “di pace” sono stati 4 OSHOLeivi Osho Information Center di Leivi – Chiavari (GE) Per informazioni e prenotazioni: Chetana 347-9445514 4impiegati solo poco più di 150 mila Un’oasi rilassante sulle colline del lussureggiante entroterra ligure, immersa nel verde della natura del Tigullio, con vista sulla vallata che discende verso il golfo di Portofino militari, anche se alcuni esperti affermano che queste sono cifre ufficiali “al ribasso”. I casi di disagio psichiatrico grave, secondo i dati forniti dall’Ospedale militare di Roma Celio, sono poco più di una dozzina all’anno... e di casi di Ptsd sembra proprio che non ce ne siano, mentre negli altri paesi coinvolti in missioni militari – Norvegia, Olanda, Francia ad es. – colpiscono dal 2 al 5% dei soldati. Però i sintomi denunciati nei racconti sui media da alcuni reduci – i sopravvissuti all’attentato alla base di Nassirya, Iraq, ad esempio – sono quelli classici da Ptsd: c’è persino chi parla di aggressioni ai familiari “scambiati per nemici”! Ma questo negare da parte delle gerarchie non è puramente per ragioni retoriche alla “Elmo di Scipio”: in molti denunciano che non si vogliono ammettere questi evidenti danni per evitare di riconoscere che queste “missioni di pace” italiane sono in realtà “missioni di guerra”! Dal programma segnaliamo: RITIRO DI VIPASSANA 7 (h.21) – 10 dicembre con Shunyo Fatti questo regalo! Per questi giorni tu sarai l’intero mondo: vedi che cosa può succedere quando doni a te stesso un po’ di tempo. La tecnica con cui Gautama il Buddha realizzò lo stato di Illuminazione... P R O G R A M M A C O M P L E T O (dai siti di Unità, Corriere e Repubblica) L’uomo ha vissuto troppo a lungo oppresso dalla calamità della guerra. Dobbiamo distruggere tutti gli dei della guerra; e in loro vece, dobbiamo creare un tempio dell’amore. Essenzialmente, la guerra esiste perché l’uomo vive in un profondo conflitto. Le radici della guerra sono all’interno dell’uomo; all’esterno, se ne vedono semplicemente i rami e le foglie. Se non trasformiamo il programma vitale stesso dell’uomo, se non gli diamo un programma dell’essere assolutamente nuovo, potremo continuare a parlare della pace, ma continueremo a prepararci per la guerra. Lo abbiamo fatto per migliaia di anni: parlare di pace e creare la guerra. E la cosa assurda è che abbiamo lottato perfino in nome della pace: le guerre più sanguinose sono state combattute in nome della pace. Osho S U www.osholeivi.com novembre 9-11 Astrosofia, con Ameedo 1-4 10 Osho Inipi Circle con Arshad e OIC Staff Costellazioni applicate alla Psicosomatica 1-4 con Madita Tecniche di 16-18 Counseling Coaching Olistico - Unity con Madita of body-mind con Smito 7 16-18 Supervisione Breathwork - modulo 4 con Madita con Keli 8-11 Training Costellazioni 23-25 One to One, con Smito e tecniche di Riconciliazione 23-25 con Madita e Talasi Astrosofia, con Ameedo 30 nov - 2 dic Osho Pulsation con Aneesha 30 nov - 2 dic Tantsu Basic, con Keli dicembre 6-9 L’Arte di morire, con Madita 7-9 Astrosofia, con Ameedo 11 Osho’s Birthday Party 13-16 Esplorazione dei traumi con Upadhi novembre 2012 51 fiumi all’alba della storia umana, nelle culture di tutto il mondo, ai fiumi sono sempre stati tributati onori particolari e attribuite qualità essenziali che rappresentano la vita stessa: dalle sorgenti agli estuari, i fiumi sono sempre stati portatori di nutrimento, letteralmente il “sistema” circolatorio di intere civiltà. Nel mondo moderno il fiume è ancora essenziale, ma certamente si è perso l’aspetto di venerazione e rispetto che era presente in passato, anche se la tendenza potrebbe ancora cambiare. Ad esempio il Whanganui, in Nuova Zelanda, è un fiume, ma agli occhi della legge ha lo status di una persona, con i suoi diritti e interessi da proteggere. La decisione delle autorità competenti è seguita a una lunga causa legale iniziata dalla Whanganui River Iwi, una comunità indigena. L’accordo raggiunto con le autorità prevede che il fiume sia considerato entità protetta da membri della tribù e del governo designati come custodi legali. Probabilmente questa è la prima volta che un fiume viene tutelato in questo modo a livello legale, ma forse non l’ultima. Nel 2008 in Ecuador foreste, laghi e corsi d’acqua furono legalmente riconosciuti come aventi gli stessi diritti degli esseri umani, per proteggerli da attività e pratiche nocive. Per quanto bizzarra possa sembrare questa estensione di diritti ripristina un atteggiamento molto comune nel passato dell’uomo, quando il destino della civiltà era più chiaramente riconosciuto come interconnesso con l’ambiente naturale. Allora la connessione era istintiva e ovvia, al giorno d’oggi è necessario che sia la legge a riconoscerla! D tratto da: www.care2.com 52 osho times è ora di contarsi empre più persone, in tutto il mondo, si interessano alla pace, all’ecologia, ai diritti umani, alla salute naturale, alla spiritualità, al volontariato, al commercio etico... etc . Sono i “Creativi Culturali”, secondo la definizione del sociologo Paul Ray: desiderano insomma un mondo migliore e si impegnano a realizzarlo nella vita quotidiana. Una massa critica che però sembra non essere ancora veramente conscia della sua importanza e della sua forza. Ecco cosa sta alla base di un vero e proprio “censimento” lanciato dal Progetto Globale, un’iniziativa sostenuta dal Club di Budapest, l’associazione no profit internazionale con sedi in 20 Paesi del mondo che conta otto Premi Nobel della Pace – dal Dalai Lama a Desmond Tutu, da Nel- S son Mandala a Mohammed Yunus, per citare i più famosi – come membri onorari, garanti dell’etica e delle finalità del progetto stesso. Per aderire www.censimentoglobale.it Il 15 Dicembre al Paladozza di Bologna ci sarà una “Giornata dell’Alleanza per una Consapevolezza Globale”: per meditare e sentirsi parte di questo grande movimento di consapevolezza che abbraccia tutto il pianeta; con anche incontri e interviste con personalità internazionali e premi Nobel, e la proiezione in anteprima mondiale del film The Global Shift: una Nuova Coscienza per un Nuovo Pianeta. Il programma è su www.reteolistica.it, da dove è possibile anche consultare e scaricare molto materiale informativo interessante. il grande silenzio ernie Krause, i cui suoni elettronici, creati insieme a Paul Beaver, sono stati usati in molti film di successo, da Rosemary’s Baby ad Apocalypse Now, e che ha lavorato regolarmente con Bob Dylan, George Harrison e i Byrds, ha passato quarant’anni della sua vita a registrare più di quindicimila specie animali e marine, collezionando circa quattromila e cinquecento ore di suoni dagli habitat più incontaminati del B SIERRA NEVADA USA mondo. Ma la velocità di estinzione delle specie e di deterioramento degli habitat è tale che, secondo le sue stime, la metà di queste registrazioni sono ora materiale d’archivio impossibile da ripetere, perché gli habitat non esistono più o sono stati pesantemente compromessi dal “rumore” umano. I suoi nastri sono probabilmente l’unica testimonianza della varietà animale in quei luoghi. Quando Krause immerge i suoi microfoni nelle acque della barriera corallina di Fiji, raccoglie un rauco misto di sospiri, battiti, glissate, urla, mormorii e quant’altro. L’acqua è vibrante dei suoni di creature dotate di diverse frequenze acustiche: crostacei, pesci pappagallo, anemoni di mare, gamberi e squali. Alcuni digrignano i denti, altri usano la coda o altre parti del corpo per emettere suoni, ma ogni creatura della barriera corallina pro- 4 Shunyo & Anando Informazioni su www.lifetrainings.com Shunyo Anando Novembre 9 – 11 Morire dal Vivere (con Tarika) Dicembre 7 – 9 Ritiro di Vipassana osho Leivi (Ge), Chetana, tel: 347.944.5514 [email protected] www.osholeivi.com Ottobre 27 – 28 Liberi di Essere (con Siddho) milano, oshoexperience, tel: 0331.841.952 [email protected] Dicembre 30 – Gennaio 1 Oshofesta di Fine Anno * (con Anando) Lignano sabbiadoro (UD), oshoexperience tel: 0331.841.952 [email protected] Prem Shunyo I MIEI GIORNI DI LUCE CON OSHO La sua avventurosa vita con un maestro illuminato EDIZIONI DEL CIGNO * Con musica dal vivo di Veet Marco Novembre 1 – 4 L’Alchimia delle Emozioni osho Leivi (Ge), Chetana, tel: 347.944.5514 [email protected] Dicembre 30 – Gennaio 1 Oshofesta di Fine Anno * (con Shunyo e Marco) Lignano sabbiadoro (UD), oshoexperience, tel: 0331.841.952 [email protected] www.oshoexperience.it Anando is available for skype sessions for english speakers. Contact: [email protected] segui Anando su Facebook: Anando Deva novembre 2012 53 4duce la sua musica. A poca distanza la stessa barriera corallina è fortemente danneggiata e gli unici suoni che Krause riesce a registrare sono il canto delle onde e i movimenti di pochi gamberi. “È il suono desolato dell’estinzione” dice “un grande silenzio si sta espandendo sul mondo naturale mentre il suono dell’uomo sta diventando assordante” scrive nel suo nuovo libro The Great Animal Orchestra (La grande orchestra animale). “Un po’ alla volta l’enorme orchestra della vita e i cori del mondo naturale stanno per essere annientati. È in atto una grandissima diminuzione nella densità e nella diversità delle creature ‘vocali’, piccole e grandi. Il senso di desolazione si sta estendendo insieme al silenzio. Se ascolti un panorama acustico danneggiato, ti accorgi che la comunità vivente è stata alterata e che gli organismi sono stati distrutti, hanno perso il loro habitat o stanno cercando di ristabilire la loro posizione nello spettro della vita. Come risultato alcune voci sono sparite completamente, mentre altre sono in aggressiva competizione per trovare un altro posto in questo coro progressivamente disunito e impoverito. Le Hawaii sono il prototipo dell’estinzione; in un paio di secoli, da quando sono state abitate dagli europei, metà delle sue centoquaranta specie di uccelli sono scomparse. In Madagascar, quindici specie di lemuri, l’uccello elefante, l’ippopotamo nano... circa metà degli animali originari del luogo si sono estinti”. Anche habitat solo parzialmente disturbati perdono molta della loro vitalità nel corso degli anni, dice ancora Krause: “Le registrazioni fatte ora su un prato della Sierra Nevada, le montagne a Est di San Francisco, USA, hanno un suono molto diverso da quelle fatte prima che la foresta circostante fosse selettivamente sfoltita negli anni ‘80. La ricchezza e la varietà dei suoni sono scomparse, così come la pulsante densità e diversità degli4 54 osho times codici e papiri 4 uccelli. Il solo suono prominente rimasto è il martellare del picchio di Williamson. Nel corso degli ultimi controversia se Gesù fosse o meno sposato nasce già nel secondo secolo DC, affermano gli esperti, non tanto per amore di una verità storica, quanto per giustificare o meno matrimonio e sesso non solo per i primi predicatori, ma anche talvolta per i semplici fedeli cristiani. Ai nostri giorni la cosa continua: chi è convinto che Gesù fosse single fa notare che nei Vangeli si parla di Maria, sua madre, di Giuseppe, persino di fratelli e sorelle... se avesse avuto una moglie si sarebbe dovuto parlare anche di lei! Nel campo opposto c’è chi sostiene, ad esempio William E. Phipps nel libro Was Jesus Married? (Gesù era sposato?) che era assolutamente straordinario per un giovane ebreo di quei tempi non essere sposato e che, quindi, i Vangeli lo avrebbero fatto sicuramente notare come ulteriore prova che Gesù era una persona fuori dal comune. Poi è arrivato Dan Brown, che con la storia – peraltro neppure originale – di Gesù sposato a Maria Maddalena, con anche figli e discendenti vari, è riuscito a vendere il suo Codice da Vinci in 80 milioni di copie! Ma fino a poco tempo fa erano tutte illazioni, solo di recente è stato scoperto un frammento di papiro, dove in un testo di sole otto righe si possono leggere anche le parole “Gesù disse loro: ‘Mia moglie...’” e poi la frase “Lei sarà in grado di essere mia discepola”. Tutto questo in Copto, la lingua dei cristiani egiziani; il papiro risale al quarto secolo DC e potrebbe essere la traduzione di un testo in greco di un paio di secoli prima. La studiosa che ha presentato la scoperta, Karen L. King, docente di Cristianità antica della Harvard Divinity School (USA) si è affrettata a precisare che: “No, non è la prova che Dan Brown ha ragione!”. In realtà, chiarisce la studiosa, vuol dire solo che esi- La PICCHIO DI WILLIAMSON vent’anni sono ritornato una dozzina di volte nello stesso luogo nello stesso periodo dell’anno, ma la vitalità bioacustica che riuscivo a catturare prima della sfoltitura non è mai ritornata”. Un mammifero su quattro è minacciato dall’estinzione, afferma ancora Krause, la popolazione delle rane è in declino in quasi tutti i luoghi del mondo e gli uccelli stanno iniziando a mostrare segni irreversibili di migrazione territoriale. “La combinazione tra ambienti che vengono ristretti e confinati e l’aumento del ‘pandemonio’ umano hanno prodotto condizioni nelle quali i canali necessari per la sopravvivenza delle creature sono completamente sovraccarichi. Le voci del mondo selvatico al loro stato puro, dove non esiste rumore umano, sono splendide sinfonie, ma vaste aree non gestite da umani, ancora ricche di suoni naturali, esistono solamente oramai in alcuni luoghi isolati come le zone selvagge dell’Alaska, del Canada, della Siberia, le Pampas argentine e dell’Uruguay e il Pantanal brasiliano. Aggiunge ancora Krause: “La fragile trama dei suoni naturali viene fatta a pezzi dal nostro bisogno, apparentemente senza limiti, di conquistare l’ambiente piuttosto che cercare di trovare un modo per viverci in armonia”. (da: Guardian News and Media Limited) 56 osho times steva una tradizione, diffusa abbastanza da lasciare documenti scritti, che affermava che Gesù fosse sposato e che anche le donne potevano essere “discepole” e non semplici fedeli. Il Vaticano ha subito risposto con un articolo di fondo sull’Osservatore Romano “In ogni caso, un falso”... anche se poi sullo stesso giornale il coptologo Alberto Camplani, docente di storia del cristianesimo dice solo che andrebbe esaminato con cura maggiore. Bisogna comunque chiarire che tutte le narrazioni della vita di Gesù, compresi i 4 Vangeli riconosciuti ufficialmente, nascono dalla trascrizione di varie tradizioni orali, raccolte almeno 80 – 150 anni dopo la sua nascita, quando il Cristianesimo iniziava a organizzarsi; fra traduzioni, interpretazioni, etc. La loro accuratezza è tale da portare alcuni studiosi persino a dubitare dell’esistenza di un Gesù Cristo come figura storica... D’altra parte su questo si fonda l’organizzazione forse più potente della storia umana, la Chiesa. Forse, nell’intera storia dei papi, uno solo fu davvero onesto. Si tratta di Leone X, che visse nel XVI secolo, che sembra abbia detto: “Ci è stato molto utile, questo mito di Cristo”. Non sono io che lo dico, si tratta dell’affermazione di un papa infallibile: “Questo mito di Cristo ci è stato molto utile”. Di sicuro vi ha dato ottimi profitti. Il Cristianesimo non venne fondato da Gesù Cristo, occorre ricordarlo. Venne fondato ottant’anni dopo la sua morte da individui che non lo avevano conosciuto personalmente. Ora anche gli studiosi cristiani sono giunti alla conclusione che i Vangeli non vennero scritti dagli apostoli, ma da qualcun altro… persone che non avevano conosciuto Gesù Cristo Da: Osho, Cristianesimo e Zen, Edizioni Riza OSHO INFORMATION CENTER HAIKU Via Italia 41 - 10071 BORGARO TORINESE - TO Tel.011.4702711 – [email protected] Jivan Aapti Airaldi, Prem Khalid Gallo Incontri settimanali con le meditazioni di Osho. Danza creativa-espressiva (percorso per bambini). Corsi di alimentazione naturale/vegetariana. Corsi di erbe officinali. OSHO INFORMATION CENTER La via delle nuvole bianche Regione Renecco 17 - 13896 NETRO - BI Tel. 015.65577 – Anugrah, Kalika & Friends www.laviadellenuvolebianche.it [email protected] In un luogo immerso nella natura offriamo serate e campi di meditazione, rituali di purificazione, gruppi di crescita e sessioni individuali. KAILASH KANAN OSHO INFORMATION CENTER Una storia d’amore con l’esistenza Strada Termo 10 - 15076 OVADA - AL tel e fax 0143 1975478 – [email protected] Ma Anand Rohi 3487028322 Meditazioni, sedute individuali e workshop. LOMBARDIA SHANTISABURI OSHO INFO CENTER Via Montalbino 9/2 - 20159 MILANO Tel 02-36564469 373-7483759 [email protected] – www.shantisaburi.it Meditazioni, eventi serali, corsi, campi di meditazione, gruppi di crescita, feste e celebrazioni, sessioni individuali. Un luogo dove incontrarsi, meditare, celebrare... insieme. OSHO TAO INFORMATION CENTER Via Col di Lana 12 - 20143 MILANO Tel 0289422609 o 3396910578 –[email protected] Osho Tao è uno spazio dove trovi presenza, spirito di libertà e leggerezza. È una rete informale di amici in crescita. Offre meditazioni settimanali (evening meeting e altre meditazioni attive di Osho). Organizza inoltre feste,celebrazioni ed eventi aperti a tutti. Settimanalmente, viene inviata una newsletter di informazione. L’Osho Tao ha amici in tutta Italia. OSHO INFORMATION CENTER CREMONA Via Brurchielli,11 - 26100 CREMONA Amaya Tel 3496010780 [email protected] www.oshocremona.it Meditazioni, corsi settimanali, giornate di meditazione, sessioni individuali di Guarigione dei Corpi Sottili, di Essential Life Consulting, Human Design, Reiki, Lettura Piano Natale. OSHO INFORMATION AND NEO-REIKI CENTER dove l’Occidente e l’Oriente si incontrano Via B. Palazzo 183 - 24127 BERGAMO Tel. 392.2714222 [email protected] Ma Dhyan Pritamo (Claudia Delmonte) Meditazioni giornaliere. Incontri mensili “Onde di Luce” di Neo-Reiki e Meditazione. Iniziazioni al Reiki 1˚ 2˚ 3˚ livello (anche per bambini). Sessioni individuali di Vite Passate, Healing-Ipnosi, Autoipnosi, Tocco Energetico, “Parlando alla Mente e al Corpo”. Incontri mensili per una “Nuova Donna” con Meditazione e Creatività. 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Via di Petralata 157, Roma Grafica: Shola Carletti www.sholacarletti.com Arretrati su: www.oshoba.it Pubblicità: tel 0331 841952 Consulenze grafiche e fotografiche: Paolo Greco Per i testi di Osho salvo specifiche al piede dei singoli brani: prima pubblicazione Copyright © 1953 Osho International Foundation. Copyright © tutte le revisioni 1953-2012 Osho International Foundation. Tutti i diritti riservati. Foto: ove non diversamente indicato sono per gentile concessione di Osho International Foundation. L’editore si dichiara disponibile a regolare eventuali spettanze per quelle immagini e testi di cui non sia stato possibile reperire la fonte. Alcuni articoli sono traduzioni dall’edizione in inglese o in tedesco. Osho, Osho Signature, Osho Dynamic Meditation, Osho Kundalini Meditation, Osho Nataraj Meditation, Osho Nadabrahma Meditation, Osho Gourishankar Meditation, Osho Mandala Meditation, Osho Whirling Meditation, Osho Mystic Rose, Osho Born Again and Osho No-Mind, sono marchi registrati o marchi di proprietà della Osho International Foundation, usati con il suo permesso. Osho Times (O.T.) accetta materiali per la pubblicazione inclusi idee, articoli, design, illustrazioni, artwork o fotografie. Chi presenta il suddetto materiale garantisce automaticamente il permesso di pubblicazione senza alcun diritto di restituzione remunerazione da NOVEMBREo 2009 55 parte dell’O.T., dei suoi agenti o delegati. i Centri di Osho in Italia LAZIO LIGURIA OSHO INFORMATION CENTER LEIVI Via Villa Oneto 2 - 16040 LEIVI (CHIAVARI) - GE Ma Prem Chetana Tel. 3479445514 [email protected] www.osholeivi.com Il Centro si trova in un grande giardino ricco di alberi e piante dal quale si vede il mare. Mensilmente si tengono Gruppi di Crescita, Seminari di Costellazioni Familiari, Campi di Meditazione; sono disponibili sessioni di Massaggio Ayurvedico e Rebalancing. OSHORAMA INFORMATION CENTER Via E.Casella 18 16040 S.COLOMBANO CERTENOLI - GE Abhijat e Pritam 348.8900373 - 339.8894152 [email protected] Sull’Appennino ligure, a poca distanza da Chiavari e Lavagna, a 500 mt di altezza nell’incantevole Val Cichero. Il centro si propone sia per vacanze nel silenzio e nella natura, con gite al mare o nei boschi, sia per gruppi e meditazioni. È possibile pernottare in stanze di 2/3 letti. Buona cucina vegetariana. Dal 2012 il Centro è aperto in tutti i mesi dell’anno, anche con meditazioni settimanali. Per info e prenotazioni chiama o scrivi. NEW ARIHANT CREATIVITY HOUSE OSHO VARAZZE INFORMATION CENTER Via Alpicella 28 - 17019 VARAZZE - SV Tel. 019 918766 - 3454695449 [email protected] / segreteria The Festival www.oshovarazze.com Nuova gestione con Mahendra e Geeti. 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Osho lo ha fatto in maniera meravigliosa, creando una visione che include ogni 58 osho times cammino, ogni tradizione, ogni religione, andando aldilà di ognuno di essi e riportando la religione alla sua grandezza e semplicità: il viaggio in se stessi che non è un viaggio, la ricerca che non è ricerca nel vero senso della parola ma attenzione e risveglio al momento presente, meditazione, consapevolezza... Osho ha aperto un varco e ci ha mostrato la luce e il cammino nel buio della storia umana, ma sebbene abbia lasciato tracce e segni eterni e indelebili, anche per coloro che sono arrivati dopo la sua scomparsa, a volte temo che quel varco possa restare celato tra le erbacce degli L’iniziazione è morte e vita, è discontinuità con il passato. Hai vissuto la tua vita, hai fatto esperienza di molte cose, ma tutte le tue esperienze e tutta la tua vita non sono state un compimento, una realizzazione. Non sono state appaganti, non sono state estatiche. Erano più che altro infelicità, sofferenza, dolore. Erano più un trascinarsi che vivere. Questa è la ragione per cui si inizia a cercare un nuovo modo di vivere, una nuova modalità esistenziale. Il sannyas è una rivoluzione. Significa semplicemente che la fai finita con il passato e non vuoi più ripeterlo. L’hai ripetuto abbastanza e la ripetizione ti ha reso quasi un robot, non ti ha dato gioia… ogni mattina è uguale all’altra, ogni sera è uguale all’altra e il domani non sarà altro che una fotocopia di oggi. Come puoi sentirti pieno di gioia? Ogni giorno ti porta più vicino alla fine, la morte arriverà e ti cancellerà… come le persone che scrivono il proprio nome sulla sabbia, la loro firma, e arriva un’onda e cancella tutto. La morte arriva e ti cancella completamente, come se non ci fossi mai errori umani, tra il groviglio delle possibili interpretazioni e fraintendimenti, paure e scelte motivate dal compromesso. Ma mi piace anche pensare che la potenza della sua visione è tale che il mondo non potrà mai tornare com’era prima di Osho! E noi siamo qui a riverberare la sua luce, a fare del nostro meglio per mantenere puliti e splendenti i segni del suo passaggio, con tutto l’amore che è possibile... ed è con questo spirito che vi offro la traduzione di questi testi di Osho, segni indelebili di un buddha dalla visione immensa... Marga sannyas stato. Sai quante persone sono state qui? Ogni persona siede sui cadaveri di almeno dieci persone. Ogni centimetro della Terra è stato un sepolcro! Mi viene in mente una famosa storia sufi… Una notte c’era un re che non riusciva a dormire. Si rigirava nel letto quando udì qualcuno camminare sul tetto del palazzo. “Chi è?” gridò. L’uomo rispose: “Non sono affari tuoi, sto cercando il mio cammello”. Il re replicò: “Mi sembri un totale idiota. I cammelli non si perdono sui tetti delle case della gente”. Ma l’uomo insisté: “È vero, sono un idiota, ma non più di te, perché quello che cerchi in questo palazzo lo cercavano anche tuo padre e tuo nonno. Per generazioni avete cercato in questo palazzo e non avete mai trovato niente. Stai sprecando il tuo tempo e la morte non è lontana. È possibile che un cammello si perda su un tetto, ma è impossibile trovare appagamento e beatitudine nel modo e nel luogo in cui tu li cerchi”. La sua voce era così piena di autorevolezza… in tutta la sua vita il re non aveva mai incontrato un altro uomo simile, aveva avuto a che fare sempre e solo con servi, soldati, la sua gente e tutti gli rispondevano sempre e solo: “Sissignore” e quest’uomo gli urlava dal tetto. Il re chiamò le guardie. Lo cercarono a lungo, ma l’uomo non fu catturato. Il mattino seguente il re era seduto sul trono e pensava a quell’uomo. Si era calmato e pensava che forse l’uomo aveva ragione. “Non era il modo giusto di dirmi quelle cose, nel bel mezzo della notte, sul tetto di casa mia, ma ciò che diceva sembrava così sensato, quell’uomo non può essere matto!”. Proprio in quel momento un uomo alla porta cominciò a litigare con la guardia: “Voglio fermarmi in questo accampamento per qualche giorno”. La guardia gli diceva: “Devi essere matto, questo è il palazzo del re, la sua dimora. C’è un accampamento a un chilometro da qui, vai avanti e lo troverai”. Ma l’uomo insisteva: “Voglio fermarmi in questo accampamento!”. La guardia disse: “Mi sembri proprio stupido, non capisci una cosa molto semplice, che questo è un palazzo!”. Il re ascoltava dall’interno, la voce era la stessa e disse alle guardie: “Portatelo dentro, lo stavo cercando”. Guardò l’uomo e disse: “Non sei lo stesso uomo che cercava un cammello sul mio tetto?”. L’uomo rispose: “Finalmente sei tornato in te. Sì, sono l’uomo sul tetto e ho dovuto fare ciò che ho fatto solo per renderti consapevole del fatto che i cammelli non si trovano sui tetti delle case, così come la beatitudine non può essere trovata in questo accampamento, questo caravanserraglio che credi essere la tua casa. Sono venuto qua prima e c’era un altro uomo, tu non c’eri, e dichiarava la stessa cosa, che questa era la sua casa. Sono venuto ancora prima e c’era ancora un altro uomo che diceva la stessa cosa. Ora sei tu che lo dici e posso garantirti che se verrò un’altra volta troverò un quarto uomo che dirà la stessa cosa”. Il re rispose: “Hai ragione. Uno era mio padre, l’altro era mio nonno e prima ancora mio bisnonno. Ed è possibile che la prossima volta troverai mio figlio al mio posto, sto invecchiando. Ma a che conclusione stai cercando di portarmi?”. L’uomo rise e disse: “Hai già capito la conclusione, questo è un accampamento, ci hanno vissuto molte persone e se ne sono andate. In tutta questa Terra non esiste una casa, solo accampamenti. Perché non accettarlo?”. Il carisma dell’uomo, la sua personalità erano così intensi che il re immediatamente lasciò la dimora e disse: “Ha ragione. I suoi metodi sono un po’ folli, ma ho sentito di molti sufi che usano metodi che appaiono folli, ma la loro follia è soltanto uno strumento. Ho capito, lascio questo accampamento e vado alla ricerca della mia vera casa”. Divenne lui stesso un famoso sufi. Uscì dalla capitale e costruì una piccola capanna sulla strada, a un incrocio, e visse lì. Ogni giorno c’erano problemi perché chi passava da quell’incrocio chiedeva: “Qual è la strada che porta in città?” e lui rispondeva: “Vai a destra e raggiungerai la città eterna”. La gente ci pensava un attimo… città eterna? Ma si perdona tutto ai mistici, dicono sempre cose strane! “Questa è la strada giusta? Sei sicuro” indagavano. E lui replicava: “Sono assolutamente certo, vai e scoprilo da solo” e quella era la strada che portava al cimitero. E queste persone tornavano arrabbiate e gli dicevano: “Sei proprio pazzo, non è lì la città, c’è solo il cimitero!” e il re diceva: “Te l’ho detto subito che era la strada per la città eterna. Che vi prende dimora ci resta per sempre, è la vera città. Avresti dovuto invece chiedermi della città finta, la città irreale. La strada a sinistra va verso la città irreale dove le persone vivono per alcuni giorni pensando che quella sia la città reale e prima o poi devono lasciarla per andare alla città eterna. E io sono sempre nei guai. Alle persone che chiedono della città reale io mostro la città reale e tornano arrabbiate. Questa volta puoi andare alla città finta, ma ricorda che è irreale. Non dare per scontato che sia vera. Anche io ci vivevo un tempo e voglio trovare la mia vera casa prima che la morte mi prenda”. Si diventa sannyasin per trovare la vera casa, per trovare qualcosa dell’eternità, per trovare qualcosa che la morte non può distruggere. Certamente non può essere il corpo che è solo un accampamento. Certamente non può essere la mente che cambia di continuo. L’iniziazione al sannyas è l’inizio della ricerca di qualcosa che è al di là della mente e chi prende l’iniziazione con profondo amore, senso dell’avventura e la comprensione che qualsiasi cosa abbia vissuto prima non era giusta, NoVemBRe 2012 59 che era una notte oscura dell’anima, entra in un regno di luce… una semplice iniziazione che vista da fuori non significherà niente, ma che per la persona è una mutazione, tutto il suo essere è trasformato. Il suo passato si dissolve e il futuro apre le sue porte. Per la prima volta comincia a vivere come un essere umano conscio e questa consapevolezza continua a crescere. Questa realtà accade a molte persone, molte persone e questa è la ragione per cui cambiano nome nel sannyas: solo per dare un’indicazione del fatto che non sei più lo stesso di prima, il vecchio te stesso. Solo un indizio per lasciare che il vecchio muoia e che il nuovo abbia inizio, in piena freschezza… una nuova vita, un nuovo esse60 osho times re, un nuovo amore, una nuova consapevolezza. È l’ingresso in una nuova verità universale. Fiducia Amato maestro, come tuo sannyasin sono più felice rispetto alla mia vita di prima, ma non ho voglia di meditare o di pregare. Senza preghiera e meditazione i cambiamenti accadono comunque e sono felice e soddisfatto. Questo seme di tristezza se ne deve andare. Devo sforzarmi di meditare o devo aspettare e lasciare che questa felicità cresca o devo tornare a essere com’ero? Sono confuso, solo tu puoi guidarmi perché non mi fido di nessun altro, solo di te. Per prima cosa non c’è alcun bisogno di tornare indietro a vivere una vita triste e infelice. Può andare bene per gli stupidi e gli idioti, ma non per chi abbia un minimo di intelligenza. La vita deve essere vissuta con gioia, va danzata! Il succo della vita va bevuto il più totalmente possibile! Quindi la prima cosa è: non devi tornare alla tristezza e all’infelicità e anche se ti sto dicendo che non devi tornare, non significa che tu possa, non esiste il modo, non puoi! Non esiste un luogo in cui tornare. Eri triste e infelice ora sei appagato e felice, perché mai dovresti scegliere di tornare indietro? Per ciò che riguarda la meditazione o la preghiera, ricorda, non puoi forzarle. Ci sono cose nella vita che non puoi fare con violenza, per le quali devi solo aspettare in silenzio, invitandole, dando loro il benvenuto, con le porte aperte, sveglio e attento, in modo che quando l’ospite arriva tu possa dargli il benvenuto. E ti sta già accadendo. Dici di non avere meditato, eppure stai già trovando profonda soddisfazione e felicità. Se c’è soddisfazione, appagamento, significa che senza saperlo alcune qualità della meditazione sono entrate in te. Senza bussare alla tua porta la felicità si è fatta strada in te. La connessione tra appagamento e felicità, infelicità e tristezza è quasi come la luce e il buio. Se all’improvviso trovi che il buio è scomparso dal tuo essere, che tu lo sappia o no la luce ha fatto il suo ingresso. Senza l’arrivo della luce il buio non se ne può andare! Quindi il mio consiglio è prima di tutto di essere grato del fatto che anche senza meditare… hai solo ascoltato i miei discorsi, ma solo ascoltando, qualcosa in te è diventato silenzioso, per alcuni momenti c’è stato un intervallo nei tuoi pensieri. Ci sono state volte in cui tu c’eri, ma non c’era ego. Solo a stare seduto qui, aspettando ciò che ho da dire… in quell’intervallo l’appagamento ha fatto il suo ingresso. sannyas Quando ero in America sono venuti da me centinaia di reporter televisivi e il loro unico lamento era: “Ciò che può essere detto in dieci minuti tu lo dici in venti. Abbiamo poco tempo e non vogliamo tagliare nulla perché tutto ciò che dici è così interconnesso che se tagliamo qualcosa il tutto risulterà privo di contesto. Perché non parli come gli altri? Perché all’improvviso fai silenzio? Dici una parola e poi fai una pausa”. Io rispondevo: “Questo è il modo in cui parlerò, perché non è solo una questione di parlare, la questione è dare un momento di meditazione alla gente che mi ascolta. Mentre parlo sono impegnati, le loro menti sono piene di me. Quando all’improvviso mi fermo per un attimo anche le loro menti si fermano, in attesa… e quelli sono i momenti più belli, quando hanno un assaggio di meditazione senza sapere che stanno meditando”. È questo che ti è successo. Sei stato in contatto con la meditazione, finora, senza rendertene conto, senza consapevolezza. D’ora in poi devi essere pienamente consapevole; l’appagamento e la felicità sono sintomi del fatto che un cambiamento ha cominciato ad accadere dentro di te. Non c’è bisogno di sforzarti, continua così come sei, goditi il tuo appagamento ancora di più, assecondando le situazioni in cui accade, gustandoti ogni pezzettino di felicità che arriva e osservando, quando arriva, qual è la situazione in cui arriva. E poi addentrati in quella situazione sempre di più. Non c’è bisogno di sforzarsi di meditare, non c’è bisogno di sforzarsi in nulla. Crea semplicemente la giusta atmosfera in cui le cose cominciano ad accadere da sole. E stanno già accadendo, quindi devi solo comprendere il trucco di come accadono e continuare tranquillamente, con facilità, senza tensione, senza sforzo, senza costrizioni. Perché il pericolo è che se diventi avido e vuoi che accada sempre di più e provi a sforzare quei momenti puoi distruggere ciò che sta accadendo. Quindi niente sforzi, la forza di volontà non deve essere coinvolta. Devi semplicemente aspettare e aspettare è una preghiera. Aspettare che l’ignoto entri in te, aspettare di essere pregno del divino… non puoi farci niente, ma puoi aspettare. E l’ultima cosa: dici di fidarti solo di me. Se fidandoti solo di me così tanto ti sta già succedendo, pensa quanto di più potrebbe accaderti fidandoti di tutti. Fidarti di un solo essere umano ha portato la tua vita dalla tristezza all’appagamento. Se puoi fidarti di tutti, senza condizioni, vedrai accadere un’immensa rivoluzione in ogni istante della tua vita e la tua consapevolezza innalzarsi a sempre più grande gloria, grandezza e splendore. Perché non fidarsi? La gente non si fida perché ha paura che fidarsi le renda vulnerabili, che possano essere ingannate, quindi si chiudono, chiudono a chiave tutte le porte e le finestre, così che nessuno possa ingannarle, imbrogliarle. Ma non sanno che chiudendo tutte le porte e le finestre impediscono anche al sole di entrare, al vento fresco, alla fragranza delle rose. Naturalmente hanno impedito l’ingresso ai ladri, ma cosa possono portarti via i ladri? Sei triste e infelice, hai paura che ti portino via la tua tristezza e la tua infelicità? Cos’hai di cui preoccuparti? Accadde a Mulla Nasruddin… Dormiva sempre con le finestre aperte – seguendo il mio consiglio – e con tutte le porte aperte. Naturalmente entrò un ladro e raccolse tutto ciò che si trovava nella casa. Mulla dormiva sulla sua coperta e vedendo che l’uomo aveva raccolto tutto quanto gettò sul mucchio anche la sua coperta. Il ladro era sorpreso e disse: “Pensavo che dormissi”. E Mulla rispose: “Facevo finta”. “Sei un uomo strano… io sono un ladro” e Mulla disse: “Non preoccuparti, puoi portarti via tutto, vengo anch’io con te. Perché che importa dove viviamo? Vivrò insieme a te, ho trovato un servo. Cercavo un servo ed è così difficile trovarne uno. Tu sei venuto spontaneamente. Dov’è la tua casa?”. Cosa possono portarti via? La morte può portarselo via in qualsiasi momento. Sei venuto a questo mondo a mani vuote e te ne andrai a mani vuote, quindi non importa. Tra questi due momenti… non importa ciò che hai in mano, ciò che conta è che hai perso la fiducia che è un tesoro immenso del tuo essere. Fidandoti di tutti puoi perdere delle cose, magari ti rubano i soldi, ma se continui a fidarti anche di quelli… la fiducia è un grande tesoro. Fidarti delle persone che possono ingannarti, che ti inganneranno, è la vera fiducia. Io non ti ingannerò e non ruberò niente dalla tua casa, ho già rubato te. Sono un uomo fuori dal comune, quando ho rubato te ho già rubato tutto, perché preoccuparsi dei singoli pezzi? Faccio il lavoro all’ingrosso! Ora non hai niente, tu e tutto ciò che hai appartenete a me, quindi se la gente ti porta via qualche cosa lascia che sia io a preoccuparmene, tu continua a fidarti. Ma fidati di tutta l’umanità, qualsiasi cosa succeda non perdere la fiducia, perché la fiducia è così preziosa. Ti darà tutto ciò che la meditazione è in grado di dare, tutto ciò che la preghiera può dare e senza alcuno sforzo. E se puoi fidarti di un solo essere umano conosci il trucco e puoi fidarti di tutti. I miei sannyasin devono ricordarlo: fidatevi di tutti, perché non avete niente da perdere, ma non perdete la fiducia, perché è una qualità del vostro essere così grande che aprirà il vostro essere al divino. TRATTO DA: Osho, The Sword and the Lotus #24 Negli EXTRA su www.oshotimes.it altri brani di Osho sul sannyas NoVemBRe 2012 61 1 – 30 novembre 2012 [email protected] – 338/6320411 Luna Nuova: 13 novembre ore 22:09 GMT a 22º Scorpione ariete 21 marzo - 19 aprile toro Luna Piena: 28 novembre ore 14:47 GMT a 7º Gemelli 20 aprile - 20 maggio gemelli 21 maggio - 21 giugno Novembre sarà un mese vivace, di relazioni che iniziano a sbocciare. Marte dal Sagittario ti aiuterà a realizzare alcuni tuoi obiettivi professionali. Passerai attraverso molti stati d’umore, ma riuscirai a non smarrirti nelle emozioni. Hai bisogno di unire la tua forza interiore a una comunicazione sensibile nei confronti degli altri. Ricorda soprattutto che questo mese saranno importanti le sfumature. Quando il Sole attraversa il tuo segno opposto, lo Scorpione, ogni evento diventa intenso e supera il controllo razionale. Vivrai un mese diverso nelle abitudini e nelle esperienze. Venere, il tuo pianeta, rimane in Bilancia per buona parte del mese, offrendoti relazioni equilibrate che si faranno più profonde e collaborative. Il consiglio delle stelle è di favorire quello che nasce spontaneamente. Giove e Venere saranno in primo piano, regalandoti un’ottima energia fisica ed emotiva. Novembre è un mese da vivere con entusiasmo. Nel lavoro e nella vita privata si sviluppano i progetti che hai portato avanti nell’estate. Nella prima parte del mese è bene agire con calma e fare programmi precisi. Dal 18 in poi, Marte renderà solide le iniziative, ma tu dovrai scegliere le persone con le quali collaborare. cancro leone vergine 22 giugno - 22 luglio 23 luglio - 22 agosto 23 agosto - 22 settembre Il Sole e Saturno nel segno amico dello Scorpione daranno inizio a un periodo speciale per te. Dopo un profondo lavoro interiore, arriva un mese di soddisfazione sia a livello di relazioni che di obiettivi da realizzare. Potresti vivere qualche momento di emotività o reagire se qualcosa non va secondo le tue aspettative. Utilizza l’ironia per smorzare la tendenza a lottare contro il mondo. La prima parte del mese sarà impegnativa, ma non faticosa, anzi: il Sole ti sta proponendo di riflettere sui progetti che desideri avviare. Nella seconda metà, con Marte in ottima posizione, potrai muoverti liberamente seguendo le priorità che hai stabilito. A differenza di mesi fa, ora hai intorno persone che ti danno valore. Non restare agganciato a emozioni passate e celebra con gratitudine. Questo mese godrai di un'ottima energia vitale. Nettuno dai Pesci crea in te il desiderio di conoscere nuovi orizzonti e dare alla vita quotidiana un’impronta diversa. Sempre di più ti stai lasciando alle spalle molti giudizi e schemi mentali. Dalla metà di novembre in poi sarà bene per te agire seguendo gli eventi con naturalezza. Ascolta il suono delle parole e porta la pace ovunque vai. bilancia scorpione 24 ottobre - 21 novembre sagittario Mese di doni e di forza che si manifesta in molte scelte che farai. L’aspetto materiale ritrova il flusso verso la crescita. Il denaro sarà il riflesso del tuo concetto di abbondanza e della fiducia nelle tue risorse che si rinnovano sempre, come in natura, a ogni stagione. Fai attenzione a non disperderti in molte attività e muoviti senza perdere il tuo centro. Entrerai in contatto con tante idee e molte persone. La trasformazione che Saturno e il Sole ti propongono ti porterà lontano dai luoghi che conosci. Tu dimostri forza di carattere nei momenti più difficili, come il seme che si rigenera nell’oscurità. Novembre, oltre al tuo compleanno, annuncia un modo diverso di vivere i rapporti. Sarai determinato a trovare la tua strada e il viaggio appena iniziato non ti deluderà. Mercurio, il pianeta della comunicazione, sarà nel tuo segno per tutto il mese, offrendoti una mente flessibile e l’abilità di portare a termine quello che decidi. Venere ti dona un’ottima disponibilità alla collaborazione e allo sviluppo di amicizie nate di recente. Dalla metà del mese in poi ti sentirai pronto per nuovi progetti. Un consiglio: segui quello che nasce spontaneamente. capricorno 22 dicembre - 19 gennaio acquario pesci L’autunno è un periodo adatto a te. Saturno e il Sole favoriscono la stabilità dei rapporti professionali e personali. In te si fa strada la leggerezza che dall’interno si espande intorno a te. Il lavoro e gli obiettivi che desideri vanno a buon fine se trovi un modo equilibrato di avvicinarti agli altri. Ascoltare senza pregiudizi è un’attitudine che ti aiuta a vedere oltre le apparenze. Giove dai Gemelli e Venere dalla Bilancia saranno i tuoi alleati in un mese che solitamente rallenta la tua voglia di avventura. Ci sono progetti che prendono forma e amicizie che si rinnovano. Il lavoro avrà uno sviluppo inaspettato. Un viaggio o una proposta di collaborazione daranno alla tua visione del mondo un maggior realismo. Condivisione è la parola guida del mese. 23 settembre - 23 ottobre 20 gennaio - 18 febbraio 22 novembre - 21 dicembre 19 febbraio - 20 marzo Nettuno, ancora nei primi gradi del tuo segno, sta cambiando il tuo modo di vedere, di amare e di pensare. A novembre due pianeti ti spingeranno verso una meta che sembra lontana solo perché ancora non ti sei messo in viaggio. Ora è tempo di partire e di far conoscere al mondo la tua arte. Ogni emozione, gesto e parola avranno un significato particolare, un invito all’unità. www.oshoba.it dal catalogo oshoba SEI PRONTO A RUBARE LA VERITÀ AL TUO MAESTRO? IL FIORIRE DELL’INTELLIGENZA DVD Durata 109’ € 18,00 (cod. L2187) Con i sottotitoli in italiano. IN OMAGGIO SE DIVENTI SOCIO OSHOBA À VIT NO “Tu mi chiedi: è assolutamente necessario avere una guida spirituale? Questo solleva molte domande. Cerca di capire le implicazioni delle diverse parole... una guida spirituale per che cosa? Per stare a testa in giù? Per fare digiuno un giorno sì e uno no? Per cantilenare un mantra? Cos’è una guida spirituale? Per la crescita dell’essere è necessaria la presenza del maestro, ma non serve nessuna guida spirituale. Tutte le guide sono false...” Osho ALTRI TITOLI SU DVD (tutti sottotitolati e/o doppiati in italiano) Un tuffo nell’esistenza Prendi la vita nelle tue mani 105 min. cod. L 2137 € 18,00 I tre volti dell’amore - dissolversi nell’altro...e oltre! 104 min. cod. L 2091 € 18,00 La spontaneità - quando sei naturale esprimi te stesso 105 min. cod. L 2164 € 18,00 La meditazione che cos’è - la base di una nuova religiosità 147 min. cod. L 2147 € 18,00 “Non posso obbligarti a essere silenzioso, ma posso creare un espediente in cui spontaneamente sei destinato a entrare in silenzio.” Osho Giusto o sbagliato? Non puoi essere sicuro di ciò che fai perché non sei ancora sicuro di ciò che sei 105 minuti cod. L 170 € 18,00 Libertà dai propri limiti Andare al di là delle nostre convinzioni, delle nostre abitudini 120 minuti cod. L 2146 € 18,00 Stati di coscienza superiore l’affascinante viaggio della consapevolezza 147 min. cod. L 2085 € 18,00 Gioia e Meditazione - DVD multilivello e multimediale 78 min. cod. L 2109 € 18,00 e poi ancora... Alle radici della paura terapia e meditazione... 103 min. cod. L 2141 € 18,00 OSHO in DVD... l’esperienza più diretta che c’è! catalogo completo su www.oshoba.it O SHO L’AMORE NEL TANTRA O SHO SEGRETI E MISTERI DELL’EROS In questo libro sono raccolti i discorsi più esplicativi che Osho tenne sul tema dell’amore, del sesso e del Tantra, in particolare. Solo nella piena accettazione di desiderio e voluttà, di sesso e amore, e nella loro naturale espressione, dice Osho, è possibile percorrere la via che porta alla trascendenza, a un’intima comunione con la somma estasi che l’Oriente conosce come illuminazione. Ricollegandosi ai principi della filosofia e della pratica tantrica, Osho individua nel sesso, e più in generale nell’amore, il cammino della liberazione personale e universale. “Il Tantra è l’arte di vivere e di amare. Il Tantra è il metodo attraverso cui entri in rapporto con la tua sensualità... Il sesso deve essere trasformato, non represso, né soddisfatto in modo folle. E il solo modo per trasformare il sesso è vivere la sessualità con una profonda consapevolezza meditativa, praticarlo per trascenderlo e per trascendersi... Il Tantra è una benedizione così squisita che tutti dovrebbero conoscerlo, goderne. La sublimazione, la spiritualizzazione del sesso che il Tantra permette, deve divenire patrimonio collettivo... L’amore opera una meravigliosa alchimia nelle creature. Se ami una donna, ne sarà trasfigurata, ti apparirà come l’essere più straordinario che sia mai esistito. In realtà sarà solo emerso quel che in lei era celato, sepolto, e tu l’hai visto. Hai visto la sua femminilità, e forse ne hai provato paura. Perché è arduo, rischioso, scendere negli abissi dell’amore, così simili alla morte. E allora crei barriere tra te e lei. Fuggi l’abisso in cui potresti annullarti.” Osho “Sicuramente avrai visto l’immagine di Shiva: per metà è uomo e per l’altra metà è donna. Ogni uomo è per metà uomo e per l’altra metà donna; ogni donna è per metà donna e per l’altra metà uomo. E questo è inevitabile, perché metà del tuo essere proviene da tuo padre e l’altra metà proviene da tua madre. Tu sei l’incontro di entrambi. Quel che conta è l’orgasmo interiore, un incontro e un’unione interiori. Ma per raggiungere questa unione interiore tu devi trovare la donna esteriore che corrisponda a quella interiore, vibrante dentro di te, e hai bisogno che la donna interiore, latente nel tuo intimo, si risvegli... La donna esteriore è solo la via per giungere a quella interiore, e l’uomo esteriore è solo la via per giungere a quello interiore. E solo se riesci a comprendere questa verità può realizzarsi in te la “unio mistica” essenziale. E quando accade, all’improvviso, ti proietti al di là dell’uomo e della donna, divieni un qualcosa che li supera entrambi: sei libero da entrambi e non sei più nessuno dei due... L’amore non è quantificabile. O c’è o non c’è. Non è una quantità, è una qualità. Non può essere misurato, è incommensurabile. Come puoi amare di più? E come puoi amare di meno? O ami, e non ami semplicemente. L’amore deve possederti, colmarti totalmente, oppure è sparito senza lasciar traccia, l’amore è una totalità non lo puoi suddividere. Se l’amore che vivi non è totalizzante, indivisibile, stai in guardia poiché non è vero amore, è una moneta falsa, una semplice illusione che devi lasciare senza indugio.” Osho pp 96 € 12,00 (cod. L 110) pp 96 € 11,00 (cod. L 781) NOVEMBRE 2012 63 www.oshoba.it dal catalogo oshoba À VIT NO À VIT NO Questa meditazione può essere fatta in qualunque momento della giornata. Rilassa profondamente la mente cosciente al punto che, se fatta come ultima attività della giornata, sarà seguita da un sonno profondo. La tecnica è divisa in quattro stadi di 15 minuti ciascuno e va fatta interamente con gli occhi chiusi. Solo il primo stadio è musicale. Gli altri tre sono scanditi da battiti di gong all’inizio e alla fine di ogni stadio, in modo da praticare facilmente la meditazione senza dover consultare un orologio. sintonizzano con quell’impermanente mutamento che è la vera sostanza dell’esistenza. Sono disponibili anche: TAO I TRE TESORI vol. I-II (cod. L100 - € 14,90), IL REGNO DELL’ACCADERE vol. IV (cod. L129 - € 16,50) ––––––––––––––––––––––––– À VIT NO ––––––––––––––––––––––––– A NNALISA F ALIVA IL RISVEGLIO DAL SOGNO LA GRANDE LIBERAZIONE CON GLI INSEGNAMENTI DEL BARDO libro pp 234 + CD allegato - € 19,90 (cod. L 250) Il Bardo Thödöl, antichissimo insegnamento della tradizione tibetana, è un resoconto molto dettagliato delle esperienze che la coscienza incontrerà dopo la morte, ma è anche una rappresentazione di ciò che accade nel nostro quotidiano e costituisce innanzi tutto una guida per comprendere come creiamo la nostra realtà in ogni istante e perciò come utilizzare meglio il tempo che abbiamo ora. La versione qui presentata è stata semplificata e modernizzata per essere comprensibile a tutti. “Il risveglio dal sogno” si rivolge a chiunque voglia espandere la comprensione di come nascita e morte non siano altro che stati di coscienza legati all’illusione dell’ego, né più né meno di un sogno da cui risvegliarsi al mattino. Numerose meditazioni e approfondimenti dalla tradizione buddhista tibetana ci stimolano a sviluppare quella consapevolezza che sola può condurci a una nuova prospettiva libera da dolore e paura. Il CD allegato BARDO, IL RISVEGLIO DAL SOGNO (registrato in formato mp3) contiene il processo del “Bardo”, per un totale di due ore e mezza di trance: nello stato ricettivo del rilassamento, la mente inconscia memorizzerà il processo, ponendo le basi per una vita più consapevole e meditativa. ––––––––––––––––––––––––– 64 OSHO TIMES O SHO AL DI LÀ DELLA PAURA OLTRE IL RANCORE pp 360 € 16,00 (cod. L 2177) Il commento di Osho agli insegnamenti di Guru Nanak, il mistico che agli inizi del ‘500 fondò la religione dei Sikh (in Italia ce ne sono ora più di 70mila, immigrati dall’India). Grande innovatore religioso mediò fra Induismo e Islam proponendo un messaggio di unità, verità e condivisione. Le parole di Osho, spaziando anche fra aneddoti ed elementi storici, rendono facile per il lettore contemporaneo avere un’intuizione di ciò che Nanak “cantava” cinque secoli fa, aiutando nella ricerca di un profondo equilibrio interiore. “Cerca unicamente colui che è dentro di te e non cambia, proprio come l’asse della ruota: non si muove ma la ruota gli gira intorno e gira per merito suo; se rimuovi quell’asse, la ruota cade.” Osho ––––––––––––––––––––––––– À VIT NO MEDITATION FROM THE WORLD OF OSHO OSHO DEVAVANI MEDITATION CD cod. M 2188 € 15,00 Devavani è la Voce Divina che prende vita e parla attraverso colui che medita: egli diventa un vaso vuoto, un canale, un tramite. À VIT NO O SHO LA VIA DEL SOLE E DEL VENTO DISCORSI SUL TAO-TE-CHING DI LAO TZU (VOL. III) pp 240 € 17,50 (cod. L285) L’attesa nuova edizione del terzo volume. Secondo i criteri storici moderni, poco o nulla di certo si sa di Lao Tzu, ovvero il “Vecchio Maestro”... La leggenda, da cui Osho parte per introdurre il lettore al mondo di Lao Tzu, narra che all’età di novant’anni quest’uomo, nato vecchio - cioè saggio - decise di partire per l’Himalaya dove voleva trascorrere i suoi ultimi giorni. Fino a quel mo mento non aveva mai scritto nulla, ma al confine tra la Cina e il Tibet, una guardia, che in verità era un suo discepolo, lo fermò e lo mise in prigione, rifiutandosi di liberarlo fino a quando non avesse messo per iscritto le sue intuizioni. E fu così che questo testo impagabile prese vita. Il Tao Te Ching è dunque l’unica opera scritta di Lao Tzu, e il testo si presenta come una serie di metafore la cui unica funzione sembra essere facilitare la meditazione e il suo impatto, grazie a immagini che MEDITATION FROM THE WORLD OF OSHO OSHO LAUGHTER MEDITATION CD cod. M 2189 € 15,00 Questa meditazione, creata da Osho, ti aiuta a godere delle piccole cose della vita - come un bimbo, come se tu fossi “liquido”, come uno specchio. Nella prima fase ridi continuamente senza sosta; nella seconda fase ti sdrai con il corpo ed il viso a contatto con la terra; infine, grazie all’energia acquisita in queste due fasi, la tua danza avrà una qualità diversa nella terza e ultima fase. Solo il terzo stadio del CD è musicale. Le prime due fasi non contengono musica, sono solo scandite da battiti di gong all’inizio e alla fine, in modo che si possa facilmente fare la meditazione senza dover guardare l’orologio. ––––––––––––––––––––––––– MANEESHA JAMES & USHMA HINNAWI BOLLA DI GIOIA CD cod. M 466 € 15,00 Nella prima parte, di 32 minuti, una voce in italiano guida una meditazione che crea un clima interiore di gioia e nutrimento, da portare con noi ovunque si vada proteggendoci dalle in fluenze www.oshoba.it Ebbene sì, mi abbono! Quale abbonamento? 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La meditazione è già completa così, ma se se ne ha il tempo è bello ascoltare anche la seconda parte, altri 32 minuti solo strumentali, dove una musica rilassante permette di godersi tranquillamente i benefici della bolla di luce e di cristallizzarli dentro di noi. Un metodo semplice per ritornare ad essere maestri delle nostre emozioni, trasformare la visione negativa e dolorosa di noi stessi e proteggerci contro gli stress negativi che ci circondano. tare. Nonostante abbiamo deciso di includere la meditazione nella nostra giornata, capita che poi non riusciamo a realizzare il nostro proposito. Succede perché solo la parte conscia della nostra mente ne è coinvolta, mentre il nostro inconscio non ha partecipato alla decisione. Questa meditazione guidata in italiano ti aiuta a parlare con la tua parte inconscia che sabota la tua intenzione positiva, e a trovare e mantenere la motivazione a meditare, qualunque sia il metodo da te scelto. ––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––––––––––– O SHO VIVERE AMARE RIDERE pp 305 € 18,00 (cod. L 138) MANEESHA JAMES & USHMA HINNAW APRIRE LA PORTA INTERIORE CD cod. M 253 € 15,00 Sostenere la motivazione a medi- “...Impara a vivere l’attimo presente, nella gioia più assoluta. Non cercare risultati: non esiste meta, né scopo, né risultato alcuno. La vita non va da nessuna parte: non è uno strumento per arrivare a una meta... la vita esiste semplicemente qui e ora. Vivila, vivila totalmente, vivila in piena coscienza, gioiosamente, e ti sentirai appagato. Non devi rimandare la tua realizzazione, altrimenti nulla ti appagherà mai: devi essere appagato adesso... ora o mai più!” Osho ––––––––––––––––––––––––– dentro di noi quello spazio di silenzio, di quiete, di profondo rilassamento, dove terra e cielo si toccano, le polarità si uniscono e vengono trascese, e realizziamo che siamo uno. ––––––––––––––––––––––––– USHMA HINNAWI UNIONE CD cod. M 115 € 15,00 Una meditazione guidata, in italiano, della durata di 45 minuti, suddivisa in tre fasi di 15 minuti l’una. La danza, con musica di percussioni in un crescendo di ritmo sempre più coinvolgente, ci accompagna nell’esplorazione della polarità maschile, dell’azione, della materia. Il morbido movimento del Latihan ci connette dolcemente con la polarità femminile, del lasciar accadere, dell’acqua, priva di forma. Per giungere alla fine a contattare OSHO SII FELICE ADESSO pp 288 € 14,00 (cod. L 2129) L’inizio dell’insegnamento di Ashthavakra – un antico illuminato indiano citato nel Ramayana e nel Mahabharata – al suo disce- NOVEMBRE 2012 65 Buono d’ordine Come ordinare? S P E D I R E I L B U O N O A : OSHOBA – C P 1 5 – 2 1 0 4 9 Tr a d a t e – VA DESIDERO RICEVERE GLI ARTICOLI SOTTO INDICATI. SPEDITE IL MIO ORDINE CON SPEDIZIONE: Tutti i titoli presentati in questa rivista si possono ordinare per telefono o e-mail oppure usando il Buono d’Ordine qui a lato e sul retro, compilato in ogni sua parte e spedito per posta o via Fax a: CORRIERE ESPRESSO - CONSEGNA SICURA IN 24 ORE - pagherò ORDINARIO - CONSEGNA SICURA IN 3-4 GIORNI - pagherò al corriere SDA il totale + € 10,90 di spese spedizione al corriere SDA il totale + € 5 di spese spedizione. IMPORTANTE: in caso di assenza il pacco dovrà essere ritirato IMPORTANTE: in caso di assenza il pacco dovrà essere c/o il corriere entro 3 giorni dall’avviso. ritirato c/o l’ufficio postale entro 7 giorni dall’avviso. 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P. 15 - 21049 TRADATE - VA /FAX: 0331-810042 [email protected] oppure ordina dal sito www.oshoba.it O RARIO U FFICIO Lun - Ven: 9.30/12.30 e 14.30/18.30 tot. euro ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... per ogni acquisto superiore a € 49 un CD o un libro in OMAGGIO scelto tra gli omaggi proposti su WWW.OSHOBA.IT 15% su tutti i libri, musiche e video proposti sull’Osho Times e sul sito di OSHOBA E IN PIÙ IN OMAGGIO IL DVD NOVITÀ: SEI PRONTO A RUBARE LA VERITÀ AL TUO MAESTRO? sullo spazio interiore. Danzi giocosamente, ti ci perdi totalmente, poi la musica si ferma e resti qualche minuto immobile come una statua, consapevole di ciò che succede dentro di te. La musica riprende e tu danzi nuovamente, fino a un nuovo stop... ––––––––––––––––––––––––– ––––––––––––––––––––––––– amare se stessi da subito, quieora! E da lì apprendere quelle realtà divine connaturate al nostro sè più reale. E non è un caso che i mistici musulmani amino chiamarsi proprio così: “i seguaci del Reale: Ahl al-Haqq” e Al-Haqq, per nulla casualmente, è anche il termine generalmente usato dai Sufi, quando vogliono alludere a Dio. Questa serie di discorsi Sufi conclude un ciclo di ventuno conferenze, ciascuna completa in se stessa. Al lettore attento consigliamo anche gli altri due volumi, sempre pubblicati dalle Edizioni del Cigno, per completezza di percorso e ampliamento di lettura: IL SEGRETO (L210 € 13,50) che raccoglie i primi sette discorsi di questa serie. LE ONDE E L’OCEANO (L599 € 13,50) in cui sono raccolti altri sette discorsi. ––––––––––––––––––––––––– VEET MARCO STOP DANCE CD cod. M 413 € 17,50 Meditazione basata sullo stop per aprire, danzando, una finestra 66 OSHO TIMES À VIT NO DI SCONTO AI SOCI spazio per l’indirizzo sul retro polo, il re Janaka. Ashthavakra non fa nessun riferimento a come ha raggiunto, e trasceso, l’illuminazione, bensì descrive a Janaka che cosa ha scoperto di essere già, liberandosi dalle catene dell’ego. Nel commento di Osho ai suoi sutra non troviamo sicuramente uno dei tanti manuali per imparare ad essere felici, ma un preciso aiuto a scoprire e raggiungere quello stato dell’essere che ci rende possibile essere felici quieora, basta che lo permettiamo! S EGRETERIA T ELEFONICA 24 ore su 24 O SHO LA PORTA SULL’ETERNITÀ pp 204 € 13,50 (cod. L 60) Il messaggio di questo libro, che rende attuale l’universale messaggio dei Sufi, è iniziare ad il cuore del messaggio di Buddha, viene sviscerato da Osho alla luce di quella perfetta saggezza che si acquisisce allorché si diventa uno con l’esistenza. Oggi Buddha sta conoscendo una fama in rapida espansione, per questo da più parti si tenta di ripulire le sue parole dalla polvere del tempo che le ha oscurate. Osho, avendo sperimentato la stessa dissoluzione dell’io, riesce a ricreare un ponte tale per cui le metafore - in cui la verità deve essere inevitabilmente racchiusa per venir convogliata - ricreano nel cuore del lettore quegli orizzonti infiniti cui da sempre i Maestri invitano ad aprirsi. Questi discorsi, registrati dal vivo a Pune in India, sono disponibili anche su un CD rimasterizzati in MP3, per un totale di 16 ore e 18 minuti, THE HEART SUTRA (M539 € 16,50) è possibile acquistare il libro + CD a solo € 27,50 (invece di 34,50). ––––––––––––––––––––––––– O SHO SUTRA DEL CUORE pp 312 € 18,00 (cod. L 215) Il libro per eccellenza della tradizione buddhista, in cui è raccolto la vetrina continua con centinaia di altri titoli su www.oshoba.it festival OSHO ® Il più grande festival della meditazione del mondo di Osho celebra dieci anni. Energia, gioia, festa, amicizia... nella nuova bellissima sede di Bellaria! “ Bellaria 4_5_6_7 ® Aprile 2013 L’amore ci connette con l’esistenza; l’amore è la nostra vera radice. Così come respiri — per il corpo è assolutamente essenziale; se smetti, scompari — allo stesso modo, l’amore è il respiro interiore. L’anima vive attraverso l’amore. osho thank you! per essere stato con noi tutti questi anni da Riccione a Bellaria UNA NUOVA ESPERIENZA DI FESTA E DI MEDITAZIONE PER TUTTI 30 DICEMBRE 2012 - 1 GENNAIO 2013 LIGNANO SABBIADORO festa OSHO Un grande evento all’insegna di Zorba il Buddha, sperimenta la proposta di Osho per un uomo integro, completo: unisci dentro di te il cielo e la terra, la festa e il silenzio, l’amore e la meditazione. di fine anno Non c’è un modo migliore per finire l’anno vecchio e ripartire pieni di energia e allegria! Con Anando, Shunyo e Marco “Zorba rappresenta la Terra con tutti i suoi fiori e il verde, le montagne e i fiumi e gli oceani. Buddha rappresenta il cielo con tutte le sue stelle e le nuvole e gli arcobaleni. Il cielo senza la Terra sarebbe vuoto, il cielo non può ridere senza la Terra e la Terra senza il cielo sarebbe morta. Quando sono insieme, nasce una danza nell’esistenza.” Osho Prenotazione obbligatoria – posti limitati! [email protected] tel 0331 841 952 OSHO EXPERIENCE www.oshoexperience.it presso Villaggio Vacanze Getur nella pineta di Lignano Sabbiadoro www.getur.com