DATA NEWS on line 50 anni di attivita’ per i beni culturali NOTIZIARIO DEI BENI CULTURALI E AMBIENTALI Organo di informazioni culturali del CENTRO DOCUMENTAZIONE BENI CULTURALI - Sezione Archivistica Luigi Ceci Centro Studi Cistercensi - Centro Documentazione Fortificazioni INSIEME PER L’AREA ARCHEOLOGICA URBANA PIÙ IMPORTANTE DEL MONDO News...dal MiBACT Io Lionardo da Vinci Anno XXIV - Nuova serie 4 sede legale: Via Ettore Arena, 19 - 00128 Roma - Tel/fax 06 5084493 [email protected] - [email protected] [email protected] - [email protected] 2015 Direttore Responsabile: Luisa Chiumenti - Editore: Mauro Ceci Registrazione Tribunale di Roma n°53/2001 dell’8/2/2001 APRILE www.centrodocumentazionebeniculturali.it /centro documentazione beni culturali News...dal MiBACT INSIEME PER L’AREA ARCHEOLOGICA URBANA PIÙ IMPORTANTE DEL MONDO Roma 21 aprile 2015 In occasione del 2.768° Natale di Roma Mibact e Roma Capitale firmano l’Accordo per la valorizzazione dell’Area Archeologica Centrale Atto storico per la valorizzazione dell’Area archeologica urbana più importante del mondo. Viene finalmente sottoscritto un Accordo tra Mibact e Roma Capitale per superare la divisione di competenze e funzioni tra Stato e Comune nell’Area archeologica di Roma e assicurarne la gestione unitaria, dinamica ed efficiente. Si ricompone così una frattura storica nel nome di un patrimonio culturale da tutti percepito come unico e indivisibile. Unica cabina di regia: nasce il ‘Consorzio per i Fori di Roma” Nel pieno rispetto della normativa sulla tutela, che resta saldamente in capo allo Stato, si superano le attuali frammentazioni presenti nell’Area archeologica urbana più importante al mondo e trova piena attuazione il modello designato dal Codice dei beni e delle attività culturali per la cooperazione tra enti pubblici. L’Accordo Mibact-Roma Capitale è un atto fondamentale con cui si riconosce la centralità dei beni e dei monumenti prima ancora delle istituzioni che li detengono. Nasce così un nuovo soggetto giuridico che diventerà l’unico interlocutore per cittadini, visitatori, imprese, mecenati. La gestione unitaria, dinamica ed efficiente dell’area archeologica sarà garantita dal ‘Consorzio per i Fori di Roma” a cui Stato e Comune demandano la definizione del Piano strategico di sviluppo culturale e di valorizzazione dell’area. Il Consorzio sarà retto da un consiglio di amministrazione composto da un Presidente (nominato dal Ministro d’intesa con il Sindaco), dal Soprintendente per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’area archeologica di Roma e dal Sovrintendente Capitolino ai beni culturali. Il Consorzio avrà autonomia finanziaria e, per garantire che le regole di gestione rispondano a principi di efficienza e speditezza,verrà attribuita la carica di Consigliere delegato al Soprintendente per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’area archeologica centrale Il Consorzio sarà dotato di risorse iniziali conferite dal Comune e dal Ministero e continuerà ad essere sostenuto fino al raggiungimento dell’autosufficienza dell’equilibrio finanziario da perseguire mediante la ricerca autonoma di finanziamenti, mentre gli introiti dei monumenti gestiti affluiranno direttamente ai rispettivi proprietari. Il Consorzio provvederà, tra l’altro, alla gestione diretta o indiretta delle attività di valorizzazione dei beni affidati (servizi aggiuntivi), alla organizzazione di mostre, convegni, spettacoli e manifestazioni, alla promozione di studi, ricerche, attività didattiche e divulgative, alla progettazione e realizzazione di percorsi turistici e itinerari di visita, alla promozione dell’adeguamento delle infrastrutture di collegamento all’area archeologica per migliorarne l’accessibilità. Tutto questo servirà a consolidare l’identità culturale di Roma e a rafforzare la memoria sociale della sua comunità, favorendo la riappropriazione da parte dei cittadini del patrimonio culturale del proprio territorio. Non un Parco archeologico, ma il cuore pulsante di Roma I numeri dell’Area archeologica sono straordinari e senza paragoni considerandone la collocazione al centro del tessuto urbano: 45 ettari di estensione, circa 6,5 milioni di visitatori all’anno, oltre 42 milioni di introiti da biglietteria. Grazie all’Accordo firmato oggi l’Area archeologica centrale avrà nuove possibilità di sviluppo pur restando il cuore della città antica e della città moderna: uno spazio vitale e vivo, capace di rendere esplicito il senso dei luoghi e dei monumenti, evitando ogni forma di separatezza tra la città moderna e antica. Il quadro storico culturale La sistemazione dell’area archeologica centrale di Roma è da secoli al centro del dibattito culturale, politico e urbanistico. Il primo approccio risale al progetto napoleonico per il Giardino del Campidoglio di Louis-Martin Berthault, al quale seguirono, con l’Unità d’Italia, la legge voluta da Guido Baccelli nel 1887 e i tre piani regolatori del 1873, 1883 e 1909 che prevedevano la realizzazione di un asse di collegamento tra l’area di Piazza Venezia e quella del Colosseo coerente con l’asse viale trasversale di via Cavour, poi effettivamente realizzato con gli sventramenti degli anni Venti e Trenta del Novecento che portarono all’eliminazione del quartiere dei Pantani e di buona parte della Velia con la nascita dell’attuale via dei Fori Imperiali. Dopo decenni di silenzio e disinteresse, il dibattito si riaccese tra gli anni Settanta e Ottanta, in particolare con le iniziative delle Giunte dei Sindaci Argan, Petroselli e Vetere stimolate dagli allarmi lanciati dall’allora Soprintendente La Regina e da Antonio Cederna riguardo il degrado dei monumenti e dell’intera area archeologica di Roma. Un impulso particolare si ebbe nel 1981 con la legge promossa dall’allora Ministro per i beni culturali e ambientali, Oddo Biasini, non a caso denominata Provvedimenti urgenti per la protezione del patrimonio archeologico di Roma. Da allora si sono succedute numerose e autorevoli commissioni di studio, alle quali si sono affiancati vari progetti di sistemazione dell’area tra i quali si ricordano quelli di Leonardo Benevolo e Vittorio Gregotti. Ultima in ordine di tempo la commissione paritetica MiBACTRoma Capitale presieduta da Giuliano Volpe, che ha consegnato la sua relazione lo scorso 30 dicembre e dei cui lavori è frutto l’accordo odierno. * * * Mibact. Solo ad agosto i nuovi direttori dei musei Il presidente Baratta: «Questo è un lavoro che va fatto con grande attenzione e dedizione». Più di 1200 domande Questo è un lavoro che va fatto con grande attenzione e dedizione, lo spostamento della data giova», così il presidente della commissione Paolo Baratta commenta la decisione di far slittare s e g u e a pa g.3 6 S o m m a r i o * BIANCHINI dr. Raoul, giornalista Roma * CECI Arch. Mauro, Direttore * CHIUMENTI Arch. Luisa, Centro Document.ne Beni Culturali - Roma giornalista pubblicista e scrittrice, Roma N°4 - Aprile 2015 News dal MiBACT - INSIEME PER L’AREA ARCHEOLOGICA URBANA PIÙ IMPORTANTE DEL MONDO 2 - Solo ad agosto i nuovi direttori dei musei 2 - IL MIBACT REGALA 17 ‘GIOIELLI ITALIANI’ CON EXPO 37 Notizie dalla Sezione Archivistica “Luigi Ceci” - Sistemazione patrimonio documentale Direzione generale archeologia. La lettera dell'ANAI al Direttore di Maria Guercio 4 - Archivisti in movimento: non strutturati, precari, borsisti, a progetto, partite IVA. Professionisti della memoria in cerca di dignità di Angelo Restaino 4 - ARCHIVIO DI STATO DI ALESSANDRIA 5 - ARCHIVIO DI STATO DI TORINO 5 - ARCHIVIO DI STATO DI MANTOVA 5 - ARCHIVIO DI STATO DI MILANO Io Lionardo da Vinci di Daniela Ferrari 6 - ARCHIVIO DI STATO DI PAVIA 6 - ARCHIVIO DI STATO DI BELLUNO 6 - SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER L’EMILIA ROMAGNA 7 - ARCHIVIO DI STATO DI MODENA 7 - ARCHIVIO DI STATO DI FORLI’ 7 - ARCHIVIO DI STATO DI PARMA 8 - ARCHIVIO DI STATO DI PIACENZA 8 - SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER LA TOSCANA 9 - ARCHIVI IN TOSCANA 10 - ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE 10 - ARCHIVIO DI STATO DI SIENA 11 - SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA DELL’UMBRIA E DELLE MARCHE 11 - ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO 11 - ARCHIVI CIVICI DELLA PROVINCIA DI FROSINONE 12 - ARCHIVIO DI STATO DI TERAMO 13 - SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA DELLA CALABRIA E DELLA CAMPANIA 13 - ARCHIVIO DI STATO DI AVELLINO 13 - ARCHIVIO DI STATO DI BENEVENTO 13 - ARCHIVIO DI STATO DI CATANZARO L’Archivio di Stato di Catanzaro e le iniziative di primavera del Fondo Ambiente Italiano di Nicolina Reale 14 - ARCHIVIO DI STATO DI LUCERA Chiudono gli archivi di Stato al Sud, anche a Lucera, il più antico d’Italia di Raffaele Vescera 14 - ARCHIVIO DI STATO DI BRINDISI 15 - ARCHIVIO DI STATO DI CATANIA 16 - ARCHIVIO DI STATO DI PALERMO 17 - ARCHIVIO DI STATO DI CAGLIARI 17 - ARCHIVIO STORICO DIOCESANO - ALGHERO 17 - IL MAGGIO DEI LIBRI 18 Hanno collaborato a questo numero: FERRARI Dr.ssa Daniela Direttore Archivio di Stato di Milano SACCO Prof. Pier Luigi GIULIANO Anna Ministero per i Beni Culturali, Roma Normative Tecnico-Professionali & Interventi Pubblici a cura di Mauro Ceci 18 Dipartimento di Letterature comparate e scienze del linguaggio - Facoltà di Arti, turismo e mercati Centro Documentazione Fortificazioni - All’ombra del castello. Il paesaggio storico della comunità di Drena 19 - VI SETTIMANA DI STUDI MEDIEVALI 20 Centro Studi Cistercensi - La chiesina in rovina, il Borgo e lo I.E.O. 21 - Formigine (MO), frazione Magreta – Gli scavi archeologici nella Chiesa della Natività di Maria Santissima individuano le fasi costruttive più antiche dell’edificio 22 Restauri - Opificio delle Pietre Dure, addio! di Franca Falletti 23 - Completato il restauro della Piramide di Caio Cestio a Roma 23 - Pronta in 600 giorni la nuova piazza Augusto Imperatore, dall'autunno via al restyling 24 - Onna, chiesa restaurata dai tedeschi irraggiungibile e senza allacci. L'irritazione della Germania 24 - La "pulizia culturale" del patrimonio artistico arabo-islamico di Emma Fattorini 25 * SCHIACCHITANO Arch. Erminia esperto Mibact designato a Bruxelles - Mostre, Convegni & Musei - INCROCI CREATIVI: DUE CONFERENZE SULLA CULTURA NEL SEMESTRE DI PRESIDENZA LETTONE DELL’UNIONE EUROPEA di Pier Luigi Sacco e Erminia Sciacchitano 25 - Biblioteca d'Arte della Gam di Torino: l'appello degli studiosi contro la «semichiusura» 26 - Premio letterario Racconti nella Rete 27 - Incontro con l’Ammiraglio Etrusco Vel Kaikna 27 - Ravenna - Museo d’Arte della città 27 - I pavimenti musivi della chiesa di San Martino Prope Litus Maris 28 - Un talento under 40 alla guida di Palazzo Strozzi a Firenze 29 - Potere e pathos. Bronzi del mondo ellenistico 29 - APPasseggio con gli Etruschi la cultura della passeggiata 31 - Barocco a Roma. La meraviglia delle Arti 31 - Il San Sebastiano di Mattia Preti: questioni di tecnica e conservazione 32 - Beni Culturali Ecclesiastici e Comunicazione 32 Commento critico iconografico al dipinto di Michelangelo Merisi da Caravaggio “Il riposo durante la fuga in Egitto” di Raoul Bianchini 33 - Presentati gli “Scritti in onore di Marcello Fagiolo per cinquant'anni di studi” di Luisa Chiumenti 34 - Un Architetto per Roma Capitale 34 - La notte europea dei musei 36 * SERANGELI Roberto, Webmaster del CDBC, Ministero per i Beni Culturali, Roma con CONTRIBUTI di: - Maria Guercio - Angelo Restaino - Nicolina Reale - Raffaele Vescera - Franca Falletti - Emma Fattorini * * * D A T A N E W S - Notiziario per i Beni Culturali e Ambientali Direttore Responsabile: Luisa Chiumenti - Editore: Mauro Ceci Registrazione Tribunale di Roma n°53/2001 dell’8/2/2001 - 00128 Roma - Via Ettore Arena, 19 - Tel.06 5084493 Il Notiziario è consultabile gratuitamente sul sito: www.centrodocumentazionebeniculturali.it 4 DATA NEWS on line - Aprile 2015 Notizie dal....... Sezione Archivistica Luigi Ceci Dich iarazione di “N otevole Interesse Storico” del 25 febbraio 1995 D ire ttore : M auro C E C I C ura tore : B r uno FOR A ST I E R I Sede legale: Via Ettore Arena, 19 - 00128 ROMA [email protected] tel / fax 06 5084493 - e-mail: Sistemazione patrimonio documentale Direzione generale archeologia. La lettera dell'ANAI al Direttore di Maria Guercio Oggetto: Sistemazione patrimonio documentale Direzione generale archeologia. In data 11 maggio è apparso sul sito del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo un avviso del Servizio I della Direzione generale archeologia per la selezione di «un’associazione di volontariato senza scopi di lucro per la sistemazione del patrimonio documentale» di quest’ultima. Il progetto prevederebbe la realizzazione di tale attività dal 1° settembre al 31 dicembre 2015, ricorrendo a 5 volontari di età non superiore a 50 anni, impiegati per non più di 4 ore al giorno e rimborsati con un contributo il cui ammontare non dovrà superare il costo complessivo di 25 € lordi. Il coinvolgimento del volontariato nelle attività di pubblica utilità è certamente un fine apprezzabile, che sottolinea il ruolo sempre più importante svolto dal terzo settore nella società civile. Tuttavia, occorre rilevarlo, l’avviso in questione presenta alcuni profili di criticità. Le attività di ordinamento, inventariazione e selezione di un archivio, a maggior ragione di un ufficio centrale di un’amministrazione statale, è un’operazione complessa, che richiede un’attenta opera preventiva di analisi e studio e il ricorso alla specifica professionalità di archivisti, siano essi inquadrati nei ruoli dell’amministrazione dei beni culturali, siano essi liberi professionisti. L’impiego di volontari, genericamente «formati sulle tematiche oggetto della selezione» come ricordato al punto 5 dell’avviso, non è garanzia di per sé sufficiente a veder rispettato il disposto dell’articolo 9 bis del Codice dei beni culturali il quale, introdotto dalla recente legge 110 del 2014, prevede che gli interventi sui beni culturali archivistici, siano affidati alla responsabilità o alla diretta attuazione di «archivisti in possesso di adeguata formazione e professionalità». A destare poi viva preoccupazione è - al punto 3, comma 2 dell’Avviso - il riferimento all’esercizio da parte della Direzione generale archeologia della «funzione di controllo» dell’attuazione del programma dei lavori, senza che sia fatta in alcun modo esplicita menzione di un coinvolgimento della competente Direzione generale archivi e, soprattutto, della Commissione di sorveglianza sugli archivi costituita presso la Direzione generale archeologia. Quest’ultima, stante la vigente normativa in materia, è tenuta infatti a vigilare sulla corretta tenuta degli archivi correnti e di deposito e a collaborare alla definizione dei criteri di organizzazione, gestione e conservazione dei documenti, proponendo scarti e curando i versamenti presso l’Archivio centrale dello Stato. Francamente sorprende che un organo centrale del Ministero a cui è affidata la tutela dei beni archivistici non abbia tenuto conto della impossibilità di non contemplare la presenza di requisiti e competenze archivistiche nella definizione di un progetto di riordino e descrizione del proprio patrimonio documentario. Questa considerazione viene espressa anche alla luce del fatto che, sulla base del già citato Codice dei beni culturali, l’archivio di una pubblica amministrazione, fin dalla fase dell’archivio corrente o di deposito, deve essere considerato bene culturale. Siamo pertanto certi che sarà cura della Direzione generale archeologia intervenire al più presto per porre rimedio a una situazione oggettivamente anomala, scorretta e critica. In attesa di riscontro, porgiamo il nostro saluto più cordiale. A nome del Consiglio direttivo Maria Guercio Presidente ANAI * * * Arch.I.M. – Archivisti In Movimento Archivisti in movimento: non strutturati, precari, borsisti, a progetto, partite IVA. Professionisti della memoria in cerca di dignità. #ArchivalAdvocacy Lettera sul bando per la «sistemazione del patrimonio documentale» della Direzione Generale per l’Archeologia Al Segretario generale del Mibact Arch. Antonia Pasqua Recchia Al Direttore generale per gli archivi Dott. Mario Guarany e p. c. Al Capo di Gabinetto del Ministro Prof. Giampaolo D’Andrea e p. c. Al Direttore generale per l’Archeologia Dott. Gino Famiglietti Roma, lunedì 18 maggio 2015 Prot. 10/2015 Oggetto: Bando per la «sistemazione del patrimonio documentale» recentemente emanato dellaDirezione Generale per l’Archeologia Gentile Segretario generale, egregio Direttore generale per gli archivi, la scrivente Associazione “Archivisti in Movimento” (Arch.I.M) inoltra la presente in merito al Bando perla «sistemazione del patrimonio documentale» recentemente emanato della Direzione Generale perl’Archeologia di codesto Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Arch.I.M. ha riscontrato con stupore quanto sostenuto dalla Direzione generale per l’Archeologia nellalettera prot. n. 3770 del 13 maggio u. s. Premesso che appare pleonastico ribadire il fatto che la Direzione generale abbia reso noto sul sitoistituzionale del MiBACT, per un periodo di 30 giorni, l’avviso pubblico in questione, in quanto attonecessitato dalle normative vigenti in materia di trasparenza previsti dalla normativa vigente inmateria di affidamenti di contratti pubblici, il Bando in oggetto risultava riferito con sconcertante genericitàad attività di «sistemazione del patrimonio documentale»: solo in seguito – nella sopra menzionata lettera –tali attività sono state specificate quali «movimentazione, della documentazione di supporto allosvolgimento delle attività istituzionali della Direzione». Alla luce di tale specificazione, trattandosi di attività che – come indicato dalla stessa Direzione generalenella lettera di cui sopra – «non richiedono approfondite e specialistiche competenze», essendo limitate allamera movimentazione (presumibilmente di unità di conservazione) non si comprendono bene le ragioni della previsione di «esperienza almeno triennale nel settore del patrimonio culturale» richiesta per lapartecipazione al bando, nonché il riferimento alla «formazione dei volontari sulle tematiche oggetto dellaselezione». Ma se permane inoltre l’indeterminatezza circa quale sia il soggetto in possesso degli adeguatirequisiti scientifico–professionali archivistici incaricato di sovrintenderne e coordinare tali operazionidi «sistemazione», ancor più grave appare l’esplicita conferma delle dichiarazioni dal Direttore Generaleper l’Archeologia di ingaggiare in futuro “una squadra di operatori specializzati, anche per ladocumentazione e l‘archivistica”(http://espresso.repubblica.it/attualita/2015/05/11/news/ben i–culturali–volontari–all–archivio-fra–rimborsi–e–convenzioni–ad–hoc– 1.211880?ref=fbpe): «con riferimento, poi, alla istituzionale attività diordinamento, di inventariazione e di selezione dell‘archivio corrente e di deposito (…) si fa presente che èintendimento di questa Direzione generale procedere, in tal senso, a decorrere dal 2016 secondo lemodalità e le forme previste dalla normativa vigente». Tale conferma, contenuta nella lettera sopra richiamata, legittima l’interrogativo circa l’attuale e pregressagestione dell’archivio corrente e di deposito, il cui soggetto produttore – com’è noto – è responsabile siaper la tenuta che per l’organizzazione, la conservazione nonché, per quanto previsto dalla legge, laconsultabilità. Arch.I.M ritiene pertanto doveroso richiamare ancora una volta – tanto più nel caso in specie, relativo aduna Direzione Generale dello stesso MiBACT – che la documentazione prodotta dalla PubblicaAmministrazione costituisce patrimonio pubblico, e che la sua gestione – necessariamente secondocorretta metodologia archivistica – è un diritto del cittadino e un dovere dell’Amministrazione; eche tale documentazione DATA NEWS on line 5 - Aprile 2015 è un Bene Culturale (Codice dei Beni Culturali Parte II, Tit. 1, Capo 1, Art. 10,Comma 2b), affidato per legge in “conservazione, tutela, valorizzazione e fruizione” alla professionalitàspecialistica degli archivisti (Legge n. 110 del 22/07/2014 di modifica al Codice dei Beni Culturali, G. U.Serie Generale n. 183 del 08/08/2014, in vigore dal 23/08/2014. Per tali motivi l’Associazione Arch.I.M. chiede che sipongano in essere tutte le attività di verifica e divigilanza in merito da parte delle Autorità specificamente competenti al fine di riscontrare lacorrettezza dell’attuale e pregressa gestione dell’archivio corrente e di deposito della Direzione Generale per l’Archeologia. In attesa di cortese riscontro a quanto sopra esposto, l’occasione è gradita per porgere i più distinti saluti. Angelo Restaino, Presidente stimonianza immediatamente leggibile di eventi e situazioni. * * * ARCHIVIO DI STATO DI ALESSANDRIA Borgo Rovereto in mostra In definitiva, l'archivio di Giuseppe Falzone, lungi da essere un inerte cumulo di fogli, brulica di persone: a loro si potrebbe ancora porre molte e svariate domande per le quali non c'è spazio nel breve percorso espositivo. Qui si è voluto dar conto in semplice forma comunicativa solo di alcuni aspetti esemplificativi, articolandoli in quattro sezioni. * * * ARCHIVIO DI STATO DI MANTOVA Scuola APD. Presentazione di NIERA(EPF) - Norme italiane per l'elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie Ad Alessandria, il 16 e 17 maggio 2015, presso il Chiostro di Santa Maria di Castello (piazza Santa Maria di Castello), l'Archivio di Stato di Alessandria (via G. Solero, 43) propone un nuovo allestimento, riveduto e aggiornato, della mostra CulturALe, dedicata ai luoghi, alle atmosfere, alla storia e agli abitanti dell’antichissimo quartiere che – riunito attorno a Santa Maria, presso il Tanaro - precedette e accompagnò la nascita e lo sviluppo della città. L'evento si svolge in occasione della XXI edizione della Festa del Borgo Rovereto, rinnovando la proficua collaborazione con l’Associazione Commercianti del Borgo. L'Archivio di Stato di Mantova, nell'ambito dell'attività della Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica, mercoledì 13 maggio 2015 ospiterà un incontro di presentazione delle NIERA (EPF) - Norme italiane per l’elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie, a cura della dott.ssa Euride Fregni, soprintendente archivistico per l'Emilia-Romagna e direttore dell'Archivio di Stato di Bologna. L’incontro, che si svolgerà dalle 14.30 alle 17.30, è aperto a coloro che operano nell’ambito degli archivi e a tutti gli interessati. La partecipazione è gratuita: per meglio coordinare l'iniziativa è comunque richiesto di dare comunicazione della propria presenza alla Segreteria dell'Archivio di Stato: e-mail [email protected], tel. 0376 324441. * * * ARCHIVIO DI STATO DI TORINO Giuseppe Falzone, un partigiano Venerdì 1° Maggio 2015, a Torino, in occasione dell'apertura straordinaria degli istituti culturali statali, presso la Sezione Corte dell'Archivio di Stato (piazza Castello, 209), si apre al pubblico, con ingresso gratuito, una mostra intitolata 1945-2015 La Liberazione immagini e documenti di un protagonista, a cura di Maria Gattullo ed Edoardo Garis, con la collaborazione di Anna Maria Lucania e Nadia Mongelluzzo e la partecipazione di Achiropita Morello e Filomena Allegretti (si ringrazia Luisa Gentile). Il modo migliore per festeggiare il 1° Maggio 2015 è sembrato, ai curatori di questa succinta esposizione, quello di ricordare che hanno lasciato in eredità la libertà di poterlo fare. Così, nel settantesimo della Liberazione, si è data voce a un protagonista della guerra di liberazione nazionale, Giuseppe Falzone del Barbarò (1916-1980), che, attraverso i suoi documenti conservati nell'Archivio di Stato di Torino, parla di una vicenda personale e collettiva. Comandante, dal giugno 1944, di una brigata partigiana in Val Sangone, a guerra conclusa egli si adoperò per risarcire moralmente e materialmente i partigiani e i loro congiunti. Per tener viva la memoria e onorare i partigiani caduti curò l'erezione dell'ossario di Forno di Coazze. La sua notevole e consistente raccolta di oltre 500 fotografie è tuttora una te- * Nell'ambito delle attività didattiche della Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica dell’Archivio di Stato di Mantova, venerdì 15 maggio 2015, dalle ore 15.00 alle ore 17.00, Secondo Sabbioni, Data Protection Officer e archivista presso il Parlamento europeo, terrà la lezione Archivi vs protezione dei dati personali alla luce del Regolamento generale dell'Unione europea: una partita aperta. L'incontro, aperto a titolo gratuito a coloro che operano negli archivi e a tutti gli interessati, mira a informare e aprire una discussione sulla relazione tra archivi e gestione dei dati personali. Il punto di partenza sarà 6 DATA NEWS il Regolamento generale sulla privacy e sulla protezione dei dati personali: attualmente in corso di approvazione, il regolamento sta attirando l'attenzione di molti gruppi d'interesse e sta sollevando forti polemiche, in particolare sul fronte degli archivisti francesi. Per meglio coordinare l'iniziativa è richiesto di dare comunicazione della propria presenza alla Segreteria dell'Archivio di Stato: e-mail [email protected] , tel. 0376 324441. * * * portanza e ha avuto eco su diversi quotidiani, nazionali e locali. Ora, in occasione di Expo 2015, l’Archivio di Stato di Milano è orgoglioso di riproporre al grande pubblico una delle più preziose, più fragili, ma anche più emozionanti memorie del passato conservate nel grande istituto; e ancora più evidente si fa la consapevolezza di un patrimonio che appartiene al mondo intero. Daniela Ferrari Direttore dell’Archivio di Stato di Milano ARCHIVIO DI STATO DI MILANO Io Lionardo da Vinci di Daniela Ferrari on line - Aprile 2015 Il 70.mo anniversario del 25 aprile, festa della Liberazione, l’Archivio di Stato lo celebra con una mostra di documenti inediti provenienti dalle carte del Fondo Questura di Pavia. La mostra è curata dalle ricercatrici Paola Pisano e Gina Pisano, che nell’ambito dello studio condotto hanno selezionato due tipologie di documenti riflettenti in modo originario e caratteristico l’antifascismo popolare a Pavia durante la guerra, con particolare riferimento al periodo della Repubblica Sociale italiana. I due argomenti prescelti sono: 1- I volantini sovversivi diffusi dalle organizzazioni politiche clandestine e quelli creati dalla fantasia popolare, di cui ne vediamo un esempio nella locandina. 2- La censura postale: scelta di lettere revisionate e tolte di corso perché ritenute di contenuto disfattista o allarmistico. La mostra sarà inaugurata alle ore 16 del 25 aprile; il pomeriggio del 2 maggio, sempre alle ore 16 avrà luogo una tavola rotonda a cui parteciperanno oltre le curatrici, il sindaco di Pavia Massimo Depaoli e l’assessore alla Cultura Giacomo Galazzo. Per tutto il periodo di apertura della mostra sarà presente la curatrice Paola Pisano che resterà a disposizione dei visitatori. Informazioni e prenotazioni: Archivio di Stato di Pavia [email protected] - 0382 53 90 78 www.archiviodistatopavia.beniculturali.it * * * La firma di Leonardo è l’unica a tutt’oggi conosciuta pervenuta sino a noi; l’artista non aveva, infatti, l’abitudine di firmare le sue opere. Com’è noto, la sua scrittura rappresenta il caso più famoso di grafia speculare, da destra verso sinistra, seguendo l’andamento delle grafie del mondo arabo e semitico, con una inversione dello spazio grafico, che è invece un gesto fisiologicamente naturale per un mancino, come nel suo caso; ma questa sottoscrizione presenta anche la particolarità di essere scritta da sinistra verso destra, secondo la direzione delle grafie del mondo occidentale. Ciò testimonia la versatilità del genio dell’artista e la sua capacità di essere presente in un ruolo ufficiale qual era - allora come ora - la sottoscrizione di un atto notarile. Il documento con la sottoscrizione autografa, scoperto e pubblicato nel 1910 da Gerolamo Biscaro, fu esposto a Milano nel 1939 alla Mostra di Leonardo da Vinci, e ripubblicato nella Raccolta Vinciana negli stessi anni. Successivamente il raro cimelio, quasi caduto in un lungo oblio, è stato esposto alla mostra Leonardo da Vinci. La vera immagine, allestita presso l’Archivio di Stato di Firenze tra il 2005 e il 2006. L’autografia della firma di Leonardo è salita alla ribalta delle cronache nel 2011, a seguito di un restauro conservativo del documento, che giustamente ne ha enfatizzato l’im- ARCHIVIO DI STATO DI BELLUNO Il concerto degli allievi Orari della mostra: lunedì - giovedì: 11.00 – 17.00; venerdì - sabato: 11.00 – 13.30 Inaugurazione: 18 maggio 2015 ore 18.30. Presenta Philippe Daverio Apertura della mostra: 19 maggio - 30 ottobre 2015 sito dedicato: http://www.archiviodistatomilano.beniculturali.it/iolionardodavinci Ingresso libero * * * ARCHIVIO DI STATO DI PAVIA L’antifascismo popolare a Pavia dalle carte del Fondo Questura In occasione della giornata del 1° maggio 2015, l'Archivio di Stato di Belluno (via S. Maria dei Battuti, 3) partecipa all'iniziativa del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, aprendo in via straordinaria le sue porte per tutta la giornata festiva, con ingresso libero. L'iniziativa è rivolta a tutte le persone che desiderano avvicinarsi all'Archivio e che per interesse o semplice curiosità vorrebbero conoscere qualcosa in più della storia della propria famiglia o dei propri antenati. Sarà possibile, con l'aiuto del personale, svolgere ricerche sui ruoli matricolari, cercando notizie sui propri avi, o ricercare mappe e documenti catastali. Inoltre, sono previste due iniziative specifiche: tra le ore 11 e le 12 i visitatori possono assistere al concerto tenuto dagli allievi della scuola comunale "Antonio Miari", mentre sarà possibile visitare la mostra Le carte del Vajont: dalla diga al processo nell'antica chiesa di DATA NEWS on line 7 - Aprile 2015 Santa Maria dei Battuti (per gli orari e altre informazioni, vedi il programma qui sotto). ARCHIVIO DI STATO DI FORLI’ Archivio di Stato di Belluno tel. 0437 940061 [email protected] * * * SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER L’EMILIA ROMAGNA fortezze poste tra Pavullo e Persiceto. Questa fascia confinaria altomedioevale ha condizionato l'assetto del territorio, favorendo lo sviluppo di culture e tradizioni diverse sui due versanti, a Est il Bolognese in area di tradizione bizantina, a Ovest il Modenese in zone di longobarde. La piccola, odierna Muzza si può ritenere l' “erede confinario” di quell'antico, possente, scomparso fiume Scoltenna-Panaro. * * * ARCHIVIO DI STATO DI MODENA Mostra Segni sulle terre In occasione dell'apertura straordinaria degli archivi ubicati in sedi monumentali, venerdì 1° maggio, dalle ore 10 alle ore 18, con ingresso libero, presso l'Archivio di Stato di Modena (corso Cavour, 21), è possibile visitare la mostra Segni sulle terre. Confini di pianura tra Modena e Bologna. La mostra documentaria, a cura di Mauro Calzolari, Franco Cazzola, Patrizia Cremonini, Paola Foschi, Carlo Giovannini, Pierangelo Pancaldi, Michele Simoni, Alberto Tampellini e Annarosa Venturi, espone una serie di mappe dei secoli XV - XIX, provenienti dai fondi cartografici dell'Archivio di Stato di Modena, che illustrano l'evoluzione nel corso dei secoli della fascia territoriale segnata dal corso della Muzza e dall'omonima via Muzza, che oggi separano i Comuni modenesi di Nonantola e Ravarino, a Ovest, dalle municipalità bolognesi di Sant'Agata e Crevalcore a Est. Presso tale linea di confine storici e geomorfologi hanno individuato antichi corsi dello Scoltenna, l'antico Panaro. Proprio lungo l'area d'interesse dello Scoltenna per un ampio periodo, tra i secoli VI e VIII, si fissò il confine tra il Regno Longobardo e l'Esarcato di Ravenna, quest'ultimo difeso ad ovest da un lungo cordone di Le mappe, spesso orientate da sud a nord, secondo il fluire dei corsi, permettono di apprezzare l'importanza del flusso delle acque, con i connessi vantaggi che ne derivavano per attività di molitura e navigazione, ma anche i pericoli e danni per le esondazioni, e gli impegni per le comunità nel fissare e rispettare accordi per l'utilizzo delle acque. Altro aspetto fondamentale che emerge dalla cartografia storica è il tema delle reti viarie. Per informazioni: Archivio di Stato di Modena Corso Cavour, 21 - 41121 Modena tel. 059 230549 fax 059 244240 e-mail: [email protected] www.asmo.beniculturali.it * 8 Adotta un duca d'Este! DATA NEWS Adotta un duca o duchessa d’Este Presentazione dell’opuscolo Un'Estense sul trono d'Inghilterra: lettere di Maria Beatrice d'Este (1658-1718), dedicato all'Estense nota anche come Maria di Modena o Maria Stuart di Modena, divenuta per breve tempo regina d’Inghilterra, realizzato nell'ambito del laboratorio didattico condotto nell’anno scolastico 2014-2015 dalla classe V A del Liceo Classico “San Carlo”. Archivio di Stato di Modena tel. 059 230549 [email protected] * * * ARCHIVIO DI STATO DI PARMA “Dal foglio alla trincea. Soldati parmensi alla Grande Guerra” A Modena, sabato 9 maggio, dalle ore 10 alle ore 12, presso l'Aula magna del Liceo Classico “San Carlo” (corso Cavour, 17), l'Archivio di Stato di Modena, in collaborazione con la Società "Dante Alighieri" - Comitato di Modena e con il Liceo classico "San Carlo", presenta i laboratori didattici realizzati dagli studenti nell'àmbito della XIV settimana della didattica in archivio (4-10 maggio 2015) Quante Storie nella Storia, promossa dalla Soprintendenza archivistica per l'Emilia Romagna, IBC - Soprintendenza per i beni librari e documentari della Regione Emilia Romagna, Anai - Sezione Emilia Romagna, gruppo di lavoro sulla didattica Intervengono: Patrizia Cremonini (Archivio di Stato di Modena), Licia Beggi Miani (Società Dante di Modena), i professori Giovanna Brugnacchi, Alberto Cantini, Caterina Monari, Marta Soli, docenti del Liceo Classico "San Carlo" e gli studenti delle classi che hanno svolto i seguenti laboratori didattici: Andar per carte e per mari Presentazione dell’opuscolo Essendo lo mondo ritondo, per forza havea de voltare. La scoperta dell'America dalla “viva voce” dei contemporanei: i dispacci degli ambasciatori al duca Ercole I d'Este, a cura delle classi V A, V B, I D, II C, del Liceo Classico “San Carlo”, realizzato nell’ambito del laboratorio didattico condotto nell’anno scolastico 2013-2014. Di notevole importanza una lettera inviata da Lisbona il 9 marzo 1493 inerente il felice esito del primo viaggio di Cristoforo Colombo “verso le Indie”. Grazie all'efficace rete informativa degli ambasciatori, la missiva e la preziosa notizia contenuta pervennero al duca d'Este alcuni giorni dopo il 21 aprile dello stesso anno, vale a dire ad appena un mese dal rientro di Colombo a Lisbona, avvenuto nel marzo del 1493. - Aprile 2015 parte al conflitto e tematiche inerenti al conflitto stesso, ma anche gli aspetti emotivi ed emozionali che caratterizzarono la partenza dei soldati per il fronte. In particolare, dallo studio dei ruoli matricolari del distretto di Parma (classi 1874-1899) sono emersi dati riguardanti scolarizzazione, professione, corpi assegnati, zone di guerra, ferite riportate, ospedalizzazioni, casi di “demenza di guerra” e diserzione, decorazioni al valore... Inoltre, grazie alla collaborazione con Coldiretti, sponsor della mostra, uno dei 20 pannelli espositivi ospiterà dettagliate informazioni sull'agricoltura del tempo di guerra. L’inaugurazione sarà seguita dal concerto di musica del periodo dedicato “A tutti quelli che sono morti per la Patria”, eseguito da Romano Franceschetto baritono, Giulia Chiapponi violino, Giacomo Chiapponi violoncello, Giovanni Chiapponi pianoforte e terminerà con un piccolo rinfresco “Campagna Amica” offerto dalla Federazione provinciale Coldiretti di Parma. La mostra, concepita per essere itinerante, in base al protocollo d’intesa sottoscritto di recente tra MIBACT e ANCI, verrà allestita e arricchita con materiale raccolto sul territorio, negli spazi espositivi messi a disposizione dai 14 comuni che hanno aderito al progetto: Albareto, Bardi, Busseto, Fontanellato, Fornovo, Langhirano, Noceto, Roccabianca, Salsomaggiore, San Secondo, Sissa Trecasali, Sorbolo, Tizzano e Zibello. La conferenza stampa di presentazione del progetto e dell’evento espositivo si svolgerà martedì 28 aprile alle ore 11:00 presso l’Archivio di Stato di Parma, strada Massimo d’Azeglio 45/E, Sala Drei. Interverranno: il Direttore dell’Archivio di Stato di Parma, Graziano Tonelli, la Vicepresidente della “Fondazione Andrea Borri”, Caterina Siliprandi e Alessandro Corsini, Direttore di Federazione provinciale Coldiretti di Parma. Per ulteriori informazioni: Fondazione Andrea Borri Archivio di Stato di Parma [email protected], tel. 0521 237840 [email protected], tel. 0521 233185 * * * ARCHIVIO DI STATO DI PIACENZA Adotta un duca o una duchessa d’Este Presentazione dell’opuscolo Ma come andò a finire con Cesare d'Este? La convenzione faentina del 1598, a cura della classe III R della Scuola secondaria di primo grado “P. PaoliSan Carlo”, realizzato nell’ambito del laboratorio didattico condotto nell’anno scolastico 2013-2014. L'opuscolo va a completare una precedente dispensa realizzata dalla stessa classe nell'anno scolastico 2012-2013 intitolata Lettere d'altri tempi: le lettere del duca Cesare d'Este. Al centro della ricerca è il duca che fece di Modena la capitale dello Stato estense, dopo la devoluzione del ducato di Ferrara alla Santa Sede. on line MA NEL CUORE NESSUNA CROCE MANCA 1915-18 – 2015-18: cent’anni sono trascorsi dal sanguinoso conflitto che inaugurò e segnò profondamente il XX secolo e che vide come protagonisti, tra gli altri, soldati parmensi partiti a migliaia dalle proprie case alle quali in molti non fecero più ritorno. L’Archivio di Stato di Parma con la Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica, in collaborazione con la Fondazione Andrea Borri, l’Archivio di Stato di Piacenza e 14 Comuni della Provincia di Parma, organizza una mostra per celebrare la Grande Guerra che dà il via ad una serie di eventi che si svolgeranno nei Comuni aderenti durante tutto il periodo 2015-2018. La mostra dal titolo “Dal foglio alla trincea. Soldati parmensi alla Grande Guerra” verrà inaugurata il 6 maggio prossimo alle ore 18,00 presso la sede dell’Archivio di Stato di Parma e consisterà in un percorso espositivo per documenti e immagini, cimeli e ricordi conservati dall’Archivio di Stato e in raccolte private, per offrire a tutti, anche alle giovani generazioni, elementi di conoscenza e riflessione. Non soltanto una statistica dei soldati che presero «Apertura straordinaria del 1° Maggio» degli istituti culturali statali Venerdì 1° Maggio 2015 – Palazzo Farnese – Piazza Cittadella 29 Apertura straordinaria dell’Archivio di Stato dalle ore 9.00 alle 13.00 e conferenza alle ore 10.30 dedicate al Centenario della Prima Guerra Mondiale Negli archivi storici si fa ricerca e si perfezionano gli strumenti per la ricerca documentaria, nondimeno si può far conoscere a un maggior numero di cittadini ciò che custodiscono, fanno e promuovono. Il Ministero per i beni e le attività culturali e il turismo in accordo con i dipendenti organizza nella festività del 1° maggio l’apertura straordinaria di «musei, siti monumentali, aree archeologiche, archivi e biblioteche ubicati in sedi monumentali» per promuoverne l’offerta culturale. L’Archivio di Stato di Piacenza che ha sede nel Palazzo Farnese, il palazzo dei duchi che contrassegnarono le vicende della città padana per due secoli, va organizzando iniziative in occasione del Centenario della Grande Guerra (19141918) e mette a disposizione fonti e strumenti, ad esempio la documentazione degli ex Distretti Militari e degli ex Uffici di Leva riguardanti i molti piacentini (e parmensi) mobilitati in quegli anni. Nella mattinata sarà possibile cercare e fotografare con mezzi propri il ruolo DATA NEWS on line 9 - Aprile 2015 zione a fronte, dei miracoli di sant’Antonino, patrono di Piacenza, da una Vita sancti Antonini inedita del XIV secolo, mentre quelli della II Scientifico C hanno composto una raccolta di lettere dal fronte della Grande Guerra partendo da documenti originali del 1915-1918. Le insegnanti coordinatrici sono Monica Massari e Manuela Veneziani, con il supporto dell’archivista di Stato Anna Riva. Gli esiti sono confluiti in un volume della collana "Quaderni del Gioia Le buone pratiche". Alla presentazione segue un concerto dell’orchestra del Liceo, diretta dal maestro Franco Marzaroli, con musiche sacre settecentesche e musiche e canti della Grande Guerra. Info: tel. +39.0523.33852; e-mail [email protected] Siti: www.archiviodistatopiacenza.beniculturali.it www.piacenzaprimogenita150.it/ https://www.facebook.com/archiviodistato.piacenza?fref=ts Si segnala, inoltre, che l'Archivio di Stato di Piacenza ha promosso, insieme con l'Archivio di Stato di Parma, la Fondazione "A. Borri" e alcuni Comuni della Provincia di Parma, la mostra documentaria Dal foglio alla trincea: 80.000 soldati parmensi alla Grande Guerra (6 maggio – 12 giugno 2015). La mostra si inaugura mercoledì 6 maggio 2015, alle ore 18, presso l'Archivio di Stato di Parma (via D’Azeglio 45). Archivio di Stato di Piacenza tel. 0523 338521 [email protected] * * * SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER LA TOSCANA A Sesto Fiorentino un corso per il recupero di beni archivistici danneggiati da calamità matricolare militare di un proprio avo (soldato o sottufficiale) piacentino o parmense nato fra il 1842 e il 1915. Alle ore 10.30 Patrizia Anselmi dell’Archivio di Stato e Filippo Lombardi, studioso e promotore del gruppo Facebook “Piacenza in grigioverde”, illustreranno le ricerche avviate sulla Grande Guerra, in particolare il progetto "Diamo un volto ai caduti piacentini" che vuole arricchire di foto e ritratti la banca dati dei "Caduti piacentini della Prima Guerra Mondiale" nel sito tematicohttp://www.piacenzaprimogenita150.it/. L’ingresso è libero e gratuito. Info: Archivio di Stato di Piacenza tel. 0523 338521http://www.archiviodistatopiacenza.beniculturali.it - E-mail: [email protected] http://www.piacenzaprimogenita150.it/ -https://www.facebook.com/archiviodistato.piacenza * Un corso con gli esperti della Soprintendenza per salvare gli archivi dopo alluvioni, frane, terremoti. Inizierà lunedì 13 aprile, a Sesto Fiorentino (via Petrosa 19) un corso di formazione tenuto dalla Croce Viola dove esperti della Soprintendenza Archivistica della Toscana formeranno volontari per recuperare beni archivistici danneggiati da un fenomeno atmosferico. Sempre più spesso, infatti, alluvioni, frane, allagamenti, oltre a danneggiare abitazioni o mezzi di trasporto, stanno danneggiando beni culturali e archivi che necessitano di interventi efficaci tali da assicurare in tempi brevi il loro invio ai centri di restauro e/o di ricovero temporaneo. In seguito alla quasi totale distruzione dell'archivio del Comune di Stazzema in seguito all'alluvione che ha investito la Versilia il 19 giugno 1996, e dopo il danneggiamento dell'archivio di Aulla, si è sempre più palesata la necessità di creare squadre di volontari di protezione civile capaci di riconoscere la documentazione danneggiata, conoscere le procedure per poterla conservare e catalogare per poter poi fornire il supporto necessario all'esperto della soprintendenza archivistica nel recupero. Tra miracoli e trincee A Piacenza, venerdì 8 maggio 2015, dalle ore 17 alle 18.30, presso lo Scalone e loggiato del Palazzo Farnese, sede dell'Archivio di Stato (piazza Cittadella, 29), in occasione della XIV settimana della didattica in archivio (4-10 maggio 2015) Quante Storie nella Storia, gli istituti culturali emiliano-romagnoli presentano al pubblico i progetti didattici svolti in collaborazione con le scuole. Qui si tratta dei laboratori, svolti da classi del Liceo "Melchiorre Gioia" di Piacenza, intitolati Il mestiere del filologo e Maledetta questa guerra sono delle rovinafamiglie. Gli allievi della IV Classico A si sono impegnati come “Traduttori per miracolo” in una trascrizione dal latino, con tradu- Un percorso quindi di consapevolezza verso l'importanza dei beni culturali, ma anche di scoperta e di conoscenza che sarà condotto da Luca Faldi, funzionario archivista della Soprintendenza ai beni archivistici per la Toscana. “Quando l’archivio viene alluvionato è bene avere una squadra di primo intervento che sappia maneggiare una terminologia di tipo archivistico, che sappia dove mettere le mani e cosa fare per minimizzare i danni durante l'intervento”, dice Faldi. “Il problema del documento alluvionato è la muffa: il fango protegge, la muffa distrugge. Meno si tengono a contatto con l’aria e meno si forma la muffa: vanno tenuti in posti freddi e non devono essere riscaldati. Quello che faremo a Sesto Fiorentino”, conclude Faldi, “è un percorso molto ambizioso rivolto non solo 10 DATA NEWS ai volontari di Protezione Civile, ma anche a persone, magari anziani, che anno meno voglia di avventura e che possono rendersi utili dedicandosi alla conoscenza di un bene culturale che offre possibilità di conoscenza interessantissime”. Beni culturali a rischio, i dati. Un recente rapporto ISPRA e ISCR ha stimato che nel comune di Firenze, i beni immobili esposti a rischio idraulico con tempo di ritorno fino a 200 anni risultano 1.145, tra cui la Basilica di Santa Croce, la Biblioteca Nazionale, il Battistero e la Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Per quanto riguarda le frane, numerosi sono i borghi storici interessati da fenomeni di dissesto, quali ad esempio Volterra (PI) con il crollo di una porzione delle mura medievali nel 2014, Civita di Bagnoregio (VT) e Certaldo (FI). Oltre i tre quarti dei siti patrimonio mondiale dell’umanità sono esposti a rischi naturali. Relativamente al rischio idrogeologico, sono quasi 14.000 i Beni Culturali archeologici ed architettonici esposti a rischio da frana, 28.483 i beni esposti ad alluvioni con tempo di ritorno fino a 200 anni e 39.025 quelli esposti ad alluvioni rare ma di estrema intensità con tempo di ritorno fino a 500 anni. La squadra specializzata della Croce Viola. La Pubblica Assistenza di Sesto Fiorentino ha costituito, all’interno del proprio nucleo di Protezione Civile, una squadra specializzata nel salvataggio dei beni culturali danneggiati da calamità. Scopo della squadra è, oltre a quello di formare, anche di equipaggiare i propri volontari i quali, consapevoli del valore e della necessità della conservazione dei beni culturali minacciati di distruzione, possano operare con efficacia in supporto al personale delle amministrazioni istituzionalmente preposte. Il programma del corso Lezioni teoriche c/o Aula multimediale - sede Croce Viola Sesto Fiorentino (via Petrosa 19): 1 - Lunedì 13 Aprile, ore 21.15 Introduzione al corso L’intervento compiuto ad Aulla in occasione dell’alluvione del 2011 Terminologia archivistica e storia delle istituzioni toscane (I parte) 2 - Lunedì 20 Aprile, ore 21.15 Terminologia archivistica e storia delle istituzioni toscane (II parte) I fondi archivistici preunitari e quelli postunitari 3 - Lunedì 27 Aprile, ore 21.15 Il recupero di “secondo soccorso”: gli scopi e le fasi Selezionare per il restauro - selezionare per lo scarto 4 - Lunedì 4 Maggio, ore 21.15 Modalità operative nei vari contesti critici: alluvione - terremoto – incendio Discussione finale Esercitazione esterna: Maggio, un sabato mattina data da definire Presso un archivio storico comunale Le lezioni teoriche saranno svolte dal Dott. Luca Faldi, della Soprintendenza Archivistica della Toscana (MiBACT) PER LE ISCRIZIONI procedura on line su: croceviola.eventbrite.it Per esigenze didattiche al corso sono ammessi al massimo 20 iscritti. Per informazioni: [email protected] * * * ARCHIVI IN TOSCANA Archivi in Toscana Il patrimonio, le istituzioni, gli eventi 19 maggio 2015 Presentazione del volume "Meraviglie di Gadda. Seminario di studi sulle carte dello scrittore" Martedì 19 maggio 2015 alle ore 17:30 presso la Sala Ferri di Palazzo Strozzi a Firenze si presenta il volume Meraviglie di Gadda. Semi- nario di studi sulle carte dello scrittore, a cura di Monica Marchi e Claudio Vela (Pacini Editore); intervengono Stefano Carrai, Giuseppe Nicoletti, Paola Italia. Si raccolgono in questo volume i contributi di un Seminario di studi in cui, nell'ottobre del 2013, i partecipanti a un progetto di ricerca delle Università di Pavia e di Siena, coordinato da Claudio Vela e finanziato dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (PRIN 2009), hanno presentato i risultati e le prospettive di due anni di lavoro sui manoscritti di Carlo Emilio Gadda. Le carte dello scrittore, depositate nei quattro Fondi coinvolti nel progetto (i Fondi Citati, Garzanti e Roscioni all'Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana di Milano, il Fondo Bonsanti all'Archivio contemporaneo "Alessandro Bonsanti" del Gabinetto GP. Vieusseux di Firenze), sono ora schedate in un repertorio consultabile sul portale "Gaddaman" (www-5.unipv.it/gaddaman/), qui presentato, che permette lo studio integrato di opere e documenti: dagli appunti preparatori, alle prime redazioni, alle traduzioni, in un intreccio tra edito e inedito che svelerà i segreti di laboratorio di un'opera ancora da scoprire: profondamente meditata, rielaborata a lungo e meravigliosamente scritta. * * * ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE Atmosfere di Firenze Capitale Martedì 5 maggio 2015, a Firenze, alle ore 9, presso l’Auditorium dell’Archivio di Stato (viale Giovine Italia, 6) si svolge la mattinata di studi su Atmosfere di Firenze Capitale: architettura, arte e storia. Alla scoperta di palazzi e ville, organizzata dal Comitato Fiorentino per il Risorgimento in collaborazione con l’Archivio di Stato di Firenze con il contributo dell’Associazione Culturale P.R.I.M.A., nell’àmbito delle Celebrazioni per il 150° anniversario della proclamazione di Firenze a Capitale del Regno d’Italia. L’incontro intende presentare il progetto in itinere Atmosfere di Firenze Capitale, che vede la sua prima presentazione presso l’Auditorium dell’Archivio di Stato. I vari interventi si propongono di rievocare e di far conoscere le tracce visibili di quella stagione, che ancora oggi caratterizzano il volto di Firenze, e di rileggerne criticamente le interrelazioni fra luoghi, artisti e committenti. L’iniziativa mette in evidenza che, se Giuseppe Poggi fu il principale artefice della nuova immagine architettonica ed urbanistica della città, la decorazione degli interni – ambienti adatti alla celebrazione dei riti sociali e mondani delle on line - Aprile 2015 élites – fu demandata ad una cerchia di artisti che Poggi volle accanto a sé con continuità. Tra essi, il pittore Annibale Gatti, che meglio rispondeva alle istanze dell’architetto-ingegnere e alle esigenze della committenza. La sua carriera professionale, oltre che nei teatri (fu autore di sipari teatrali in Italia e all’estero), trovò il proprio palcoscenico ideale nei salotti di molte dimore progettate o rinnovate dal Poggi, costituendo un interessante esempio di sincronia creativa. L’apparato decorativo dei salotti delle dimore fiorentine rispecchia le istanze romantiche, storiciste e patriottiche dell’epoca, in un clima internazionale che contribuì a divulgare la fama di Firenze nel mondo. Attraverso un itinerario che si snoda lungo le vie della città e che tocca gli immediati dintorni, il progetto si completerà con l’apertura al pubblico delle residenze fiorentine più significative. L’iniziativa è il terzo appuntamento del ciclo Eventi paralleli in Archivio in cui verranno ripresi ed approfonditi i temi della mostra Una Capitale e il suo Architetto. Eventi politici e sociali, urbanistici e architettonici. Firenze e l’opera di Giuseppe Poggi, attualmente in corso presso questo Archivio di Stato fino al 6 giugno 2015. La partecipazione all’evento è libera e gratuita fino ad esaurimento posti. È possibile visionare qui una breve sintesi degli interventi del convegno. Info: www.archiviodistato.firenze.it http://www.risorgimentofirenze.it • Il piano Poggi per Firenze capitale Venerdì 15 maggio 2015, a Firenze, alle ore 9.30 presso l’Auditorium dell’Archivio di Stato (viale Giovine Italia, 6), continuano gli appuntamenti legati al ciclo Eventi paralleli in Archivio, che si affiancano nella divulgazione della mostra Una Capitale e il suo Architetto. Eventi politici e sociali, urbanistici e architettonici. Firenze e l’opera di Giuseppe Poggi, in corso fino al 6 giugno 2015. Il convegno di studi Il piano Poggi per Firenze capitale e le trasformazioni delle città europee tra Ottocento e Novecento, organizzato dal Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze, in collaborazione con l’Archivio di Stato di Firenze, intende presentare gli studi ripresi nel recente periodo – in occasione dei 150 anni di Firenze capitale – che si propongono di comparare le fonti e le carte relative al nuovo piano regolatore concepito dal Poggi e attualmente depositate presso diverse istituzioni, di approfondire la conoscenza dei suoi contenuti e quindi anche di valutare in modo più documentato i risultati conseguiti nei diversi settori d’intervento. Nell’occasione sarà esposto il volume, che fa parte della collezione della Biblioteca di Scienze tecnologiche dell’Università di Firenze, del famoso maestro giardiniere, collaboratore di Georges Eugène Haussmann nel Piano di Parigi, Adolphe Alphand Les promenades de Paris histoire, description des embellissements, dépenses de création et d'entretien des Bois de Boulogne et de Vincennes, DATA NEWS on line 11 - Aprile 2015 Champs Elysées, parc, squares, boulevards, places plantées... études sur l'art des jardins et arboretum [dessins par E. Hocherau] Paris: J. Rothschild, 1867-1873. meno conosciuti. La partecipazione all’evento è libera e gratuita fino ad esaurimento posti. È possibile visionare qui una breve sintesi degli interventi del convegno. Archivio di Stato di Firenze tel. 055 263201 [email protected] * * * ARCHIVIO DI STATO DI SIENA La guerra 1915-1918: piccole e grandi storie dagli archivi senesi Il Poggi concepisce il nuovo piano regolatore come un progetto urbanistico di lungo termine, fatto di “grandi opere” volte a ristrutturare il tessuto della città antica e ad espandere lo sviluppo di Firenze all’esterno della cerchia muraria e fa parte di un primo ciclo di esperienze di pianificazione urbanistica, che ha interessato alcune grandi città italiane dopo la formazione dello Stato unitario. Dopo il piano Poggi per Firenze del 1865 si sviluppano le vicende per il piano di Roma (piani Viviani del 1873 e del 1882, piano Saintjust-Nathan del 1911), quelle per i piani di Milano (piani di ampliamento e di ristrutturazione, poi il piano Beruto del 1889), quelle relative allo sviluppo urbanistico di Torino (piani di ampliamento nel corso dell’Ottocento e poi il piano regolatore del 1906) e infine si ha il piano di risanamento di Napoli del 1885. L’iniziativa rientra nelle Celebrazioni per il 150° anniversario della proclamazione di Firenze a Capitale del Regno d’Italia. La partecipazione all’evento è libera e gratuita fino ad esaurimento posti. Archivio di Stato di Firenze tel. 055 263201 [email protected] * Lo spettacolo a Firenze capitale. Spazi e programmazione teatrale nella Capitale Martedì 19 maggio 2015, a Firenze, alle ore 9.30, presso l’Auditorium dell’Archivio di Stato (viale Giovine Italia, 6) si svolge la giornata di studi Lo spettacolo a Firenze capitale. Spazi e programmazione teatrale nella Capitale, organizzata dall’Archivio di Stato di Firenze nell’àmbito delle Celebrazioni per il 150° anniversario della proclamazione di Firenze a Capitale del Regno d’Italia. La giornata di studi è incentrata sulla realtà teatrale fiorentina, con l'intento di completare le tematiche esposte nella mostra Una Capitale e il suo Architetto. Eventi politici e sociali, urbanistici e architettonici. Firenze e l’opera di Giuseppe Poggi, attualmente in corso presso questo Archivio di Stato fino al 6 giugno 2015. Lo spettacolo a Firenze è sempre stato una realtà importante per la vita cittadina, i fiorentini hanno sempre risposto positivamente e con rinnovato interesse sia alle proposte musicali, sia alle piéces teatrali che le sale proponevano durante l'anno. I vari interventi illustreranno queste realtà, approfondendone alcuni aspetti Il volume Premio Cesare Antonio Maori 2014. Opere vincitrici si compone di due interessanti lavori archivistici, risultati vincitori ex aequo. Si tratta degli inventari dei fondi archivistici prodotti dalla Scuola dell’Infanzia S. Croce Casa dei bambini “Maria Montessori” di Perugia e dall’azienda tipografica Bossi Gherardi di Spoleto. I lavori sono stati curati, rispettivamente, da Sara Squadroni e da Chiara Desantis. Soprintendenza archivistica dell’Umbria e delle Marche sede di Perugia: via Martiri dei Lager, 65 tel. 0755 052198 [email protected] * * * Mercoledì 6 maggio 2015, alle ore 17, presso la Sala conferenze dell'Archivio di Stato di Siena (via Banchi di Sotto, 52), in occasione della IV Giornata degli Archivi Senesi, si tengono il convegno Documenti per la storia di Siena nel Novecento. La guerra 1915-1918: piccole e grandi storie dagli archivi senesi e l’inaugurazione con visita della relativa mostra allestita presso gli spazi museali dell'Archivio. Archivio di Stato di Siena tel. 0577 247145 [email protected] * * * SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA DELL’UMBRIA E DELLE MARCHE Premio Cesare Antonio Maori 2014. Opere vincitrici Martedì 12 maggio 2015, a Perugia, presso la Soprintendenza archivistica dell’Umbria e delle Marche (via Martiri dei Lager, 65), alle ore 10, si tiene la conferenza di presentazione del volume Premio Cesare Antonio Maori 2014. Opere vincitrici, a cura di Francesca Ciacci (Perugia, febbraio 2015). Nel 2014 è stato bandito, per volere della moglie e dei figli, il premio intitolato alla memoria di Cesare Antonio Maori, noto avvocato, appassionato di studi storici e per lungo tempo Ispettore archivistico onorario. La finalità del concorso era di assegnare un premio in denaro per la pubblicazione di una tesi di laurea o di un contributo scientifico che rientrasse nella disciplina "Archivistica" e riguardasse il territorio della regione Umbria. ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO APERTURA STRAORDINARIA 1° maggio, ore 8 - 20 Nell’ambito del progetto del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo di rilancio dell’offerta culturale e del miglioramento dei servizi resi al pubblico, l’Archivio Centrale dello Stato aderisce all’apertura straordinaria del 1° maggio dei siti e degli istituti culturali. Il programma della giornata prevede: Visite guidate alla Sala studio, ai depositi e alla sala Mario Serio dedicata agli archivi di architettura. Le visite saranno effettuate alle ore 9,30 10,30 – 12,30 e, nel pomeriggio, alle ore 15,30 - 16,30 – 17,30 E’ opportuna la prenotazione Alle ore 11,30, proiezione del filmato sul Primo Maggio Working class heroes. Camminando e cantando la canzone del primo Maggio, di Giandomenico Curi (ed. AAMOD), durata 50 minuti. Il filmato sarà preceduto da una breve presentazione a cura dell’autore. (Sala convegni) Dalle ore 16,30 saranno proiettati filmati sul tema del Primo Maggio (Sala convegni) Ingresso gratuito Prenotazioni e info: [email protected] 10 – 15) - 06/54548538 (h. Piazzale degli Archivi, 27 – Roma EUR * Il museo Coloniale di Roma (1904-1971) Mercoledì 6 maggio 2015, alle ore 10, a Roma, 12 DATA NEWS presso l’Archivio Centrale dello Stato, si tiene la presentazione del volume Il Museo Coloniale di Roma (1904-1971). Fra le zebre nel paese dell’olio di ricino di Francesca Gandolfo (Gangemi editore, Roma, 2014). nella sfera di competenza e responsabilità dell’autorità che l’ha disposta. Infatti, l’art. 19, comma 2, del DPCM 22 luglio 2011, prevede che la “declassifica di un’informazione è disposta dall’autorità che ha apposto la classifica ai sensi dell’articolo 42, comma 2, della legge [124/2007], o da altro soggetto che, a richiesta, sia stato dalla stessa a ciò autorizzato. L’Autorità nazionale per la sicurezza nella generalità dei casi e gli organi di sicurezza di un’amministrazione o ente sovraordinati a quello che ha originato l’informazione, possono disporre la variazione o l’eliminazione della classifica di segretezza attribuita alla medesima da un’autorità sottordinata”; la gestione documentale di tutti i documenti classificati, ivi comprese le operazioni di selezione, è di competenza esclusiva di quel complesso di soggetti – centrali, periferici, di enti e operatori economici – che la normativa riconduce all’Ufficio centrale per la segretezza (UCSe). L’Ufficio centrale per la segretezza (UCSe), istituito presso il Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (DIS), svolge funzioni direttive, consultive, di coordinamento e controllo in materia di tutela amministrativa del segreto di Stato e delle classifiche di segretezza. Per la documentazione on line - Aprile 2015 del DIS la Direttiva Renzi prescrive che siano definiti i criteri con cui sono effettuati i versamenti all’Archivio centrale dello Stato e le modalità con cui si proteggono specifiche informazioni di cui si richiede la tutela nell’interesse della sicurezza di persone, della riservatezza di terzi, ovvero delle relazioni internazionali. Estendendo tali criteri e modalità anche alle altre amministrazione interessate, è opportuno qui richiamare, in generale, le regole riguardanti la descrizione archivistica e l’esigenza che ogni documento sia ricondotto al suo contesto di produzione. E’ doveroso da parte delle amministrazioni, in particolare: - conservare le aggregazioni documentali nella loro configurazione originaria; - prevedere, qualora le aggregazioni documentali originarie siano smembrate, che ogni unità documentale conservi il riferimento all’aggregazione originaria per poter garantire che in tutte le fasi della sua vita la medesima unità sia riferita ad ognuna delle successive aggregazioni di cui essa viene a far parte; - effettuare i versamenti per aggregazioni documentali; - prevedere, qualora non sia possibile versare aggregazioni documentali, che le singole unità documentali versate siano descritte riportando anche il rife- ARCHIVI CIVICI PROVINCIA DI FROSINONE Dopo il saluto del sovrintendente dell’Archivio Centrale dello Stato, Eugenio Lo Sardo, intervengono l'autrice, Francesca Gandolfo, Luisa Musso, docente presso l’Università Roma Tre, Silvana De Santis, bibliotecaria presso l’Archivio Centrale dello Stato e Giangiacomo Martines, già Direttore regionale per i beni architettonici e paesaggistici del FriuliVenezia Giulia. La storia del Museo Coloniale di Roma ha inizio nel 1904 nell’Istituto Botanico di via Panisperna 89B e ha termine nel 1971, quando fu chiusa al pubblico la sua ultima sede in via Aldrovandi 16A. Il Museo Coloniale ebbe due fasi: la prima dal 1904 al 1914, la seconda dal 1914 al 1971. Durante la prima fase si chiamava Erbario e Museo Coloniale e il nome stesso suggerisce un’origine naturalistica e storica insieme. Nella seconda cambia nome e identità; si chiamò soltanto Museo Coloniale e divenne un istituto eminentemente politicoculturale. L’intento di questo libro è quello di tracciare una storia della genesi culturale, istituzionale e politica del Museo Coloniale di Roma attraverso la narrazione critica di alcuni fatti che ne hanno scolpito i caratteri distintivi. Archivio Centrale dello Stato Servizio Comunicazione - URP tel. 06 54548538 [email protected] * Direttive Renzi (2014) e Prodi (2008) La direttiva Renzi per consentire la ricostruzione dei gravissimi eventi che negli anni 1969-1984 hanno segnato la storia del Paese, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha disposto che, con procedura straordinaria, tutte le amministrazioni dello Stato versino all’Archivio centrale dello Stato la documentazione di cui sono in possesso relativa specificamente “agli eventi di Piazza Fontana a Milano (1969), di Gioia Tauro (1970), di Peteano (1972), della Questura di Milano (1973), di Piazza della Loggia a Brescia (1974), dell’Italicus (1974), di Ustica (1980), della stazione di Bologna (1980), del Rapido 904 (1984)”. In attuazione della Direttiva e in anticipo rispetto ai termini generalmente previsti per il versamento negli archivi storici, le amministrazioni interessate hanno cominciato ad individuare nuclei di documentazione relativa agli eventi citati. E’ bene precisare, al riguardo, che la declassifica di documenti e informazioni ricade interamente DATA NEWS on line 13 - Aprile 2015 rimento all’aggregazione originaria; - descrivere le aggregazioni documentali all’interno delle loro più ampie articolazioni gerarchiche; - descrivere le aggregazioni documentali secondo le regole archivistiche; prevedere, qualora sia necessario tutelare informazioni che compongono la descrizione, che le medesime informazioni siano obliterate secondo tecniche e sistemi condivisi con l’Archivio centrale dello Stato. A tale documentazione si applicano le norme in materia di consultabilità come stabilite nel Codice. In particolare, poiché tutti i documenti versati, anche se di data molto recente, sono stati accuratamente valutati dai soggetti versanti e, nel caso, declassificati, ai fini della sicurezza dello Stato essi non hanno più carattere riservato e quindi sono liberamente consultabili. In questo senso si è espressa anche la Commissione consultiva per le questioni inerenti alla consultabilità degli atti d’archivio riservati operante presso il Ministero dell’Interno. Qualche cautela è invece opportuna per la tutela della riservatezza e della sicurezza delle persone. Pertanto, nel caso in cui all’atto del versamento sia segnalata la presenza di documenti contenenti dati e/o informazioni da tutelare sotto questo profilo, la consultazione avviene secondo le norme in vigore, le quali prevedono l’oscuramento di tali dati o, nel caso ciò non sia possibile, la richiesta di autorizzazione alla loro consultazione da parte della Commissione sopra citata. Ne consegue che anche il rilascio di copie dei documenti versati, o la loro diffusione, non può che tener conto di tale esigenza. Quanto al rilascio di copie di nuclei dei documenti versati, nella loro integralità, è opportuno richiamare quanto prescritto nella medesima Direttiva ove si conferma che i documenti versati si consultano presso l’Archivio centrale dello Stato. In alcuni casi, tuttavia, soprattutto in considerazione delle finalità delle associazioni che si sono costituite tra i familiari delle vittime di quelle gravi vicende, si è ritenuto di poter rilasciare copia digitalizzata, stipulando allo scopo una specifica convenzione che disciplini la consegna e l’uso della documentazione. I documenti cartacei versati restano comunque disponibili presso l’Archivio centrale dello Stato, ove è assicurata la conservazione unitaria dei carteggi e la loro organica consultazione. Dei versamenti effettuati dalle amministrazioni interessate dalla Direttiva è data tempestiva comunicazione al pubblico sul sito dell’Istituto (www.acs.beniculturali.it) i compiti e le attività della Soprintendenza Archivistica in Campania e a diffondere la conoscenza del patrimonio archivistico vigilato. Sarà inoltre possibile visitare la monumentale sede dell’Istituto: l’appartamento al piano nobile di Palazzo Marigliano. Soprintendenza Archivistica della Calabria e della Campania Via S. Biagio dei Librai, n. 39 - Palazzo Marigliano Napoli Ingresso libero Orario 8,00 – 14,00 * * * * * * ARCHIVIO DI STATO DI AVELLINO ARCHIVIO DI STATO DI TERAMO L'ora di storia con l'Archivio Ad Avellino, venerdì 15 maggio 2015, dalle ore 16.30 alle 19, l'Archivio di Stato presenta, presso la sua sede (complesso monumentale dell'ex Carcere borbonico, via Verdi, 17), il laboratorio didattico L'ora di storia? Andiamo in archivio. La questione meridionale raccontata dagli alunni della III E del liceo classico "Pietro Colletta" di Avellino. Nell'àmbito dell'attività del Servizio Didattica dell'Archivio, gli allievi - coordinati dall'insegnante Marilella Manzo con il supporto dell'archivista Marisa Bellucci - nel corso di questo anno scolastico hanno aderito al progetto Leggo, conosco, scrivo, focalizzando l'attenzione sulla "questione meridionale". Organizzàti in gruppi, gli studenti hanno letto e schedato, secondo criteri archivistici, i documenti prescelti, sistemando criticamente i dati raccolti in un originale dvd, articolato in moduli sui temi cruciali: le questioni fiscali e demaniali, il brigantaggio, la vita della classe agraria del Sud e i contributi di insigni meridionalisti irpini. * * * SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA DELLA CALABRIA E DELLA CAMPANIA Apertura straordinaria del 1° maggio La Soprintendenza Archivistica della Calabria e della Campania venerdì 1° maggio 2015 aprirà al pubblico la sua prestigiosa sede di Palazzo Marigliano. Saranno effettuate proiezioni multimediali volte ad illustrare Programma Saluti istituzionali Michelina Sessa, direttore Archivio di Stato di Avellino Claudia La Pietra, dirigente scolastico liceo classico "Pietro Colletta" di Avellino Interventi Marilella Manzo, docente liceo classico "Pietro Colletta" di Avellino Marisa Bellucci, funzionario Archivio di Stato di Avellino Gli alunni della III E, liceo classico "Pietro Colletta" di Avellino * * * ARCHIVIO DI STATO DI BENEVENTO La fontana di Bellerofonte Venerdì 15 maggio 2015, alle ore 17,30, all’Archivio di Stato di Benevento, in occasione della presentazione del romanzo La fontana di Bellerofonte. 1820, di Celestino Genovese, si discuterà sul tema Tra ricostruzione storica e invenzione narrativa: la lettura dei documenti. 14 DATA NEWS Dopo l’introduzione di Maria Luisa Califano, psicoanalista SPI, e Valeria Taddeo, direttore dell’Archivio, interverranno Giuseppe Merlino, critico letterario già docente dell’Istituto Universitario Orientale di Napoli, Sarantis Thanopulos, psicoanalista SPI, Giuseppe Cirillo, docente di Storia moderna e contemporanea alla Seconda Università di Napoli, e lo stesso Autore. Coordinerà i lavori Natascia Festa, giornalista del Corriere del Mezzogiorno. Ambientato nei primi due decenni dell’Ottocento, sempre in bilico tra ricostruzione storica e invenzione narrativa, il romanzo presenta uno straordinario quadro della vita dell’entroterra e di Napoli, nel quale le vicende di personaggi realmente esistiti e di altri di fantasia si intrecciano agli avvenimenti che precedono la rivoluzione costituzionale del 1820. La fontana di Bellerofonte. 1820 ha ricevuto il Premio Giancarlo Siani 2014 per il settore “Letteratura”. Nella motivazione del premio si legge: “.,.. è uno di quei rari romanzi storici che di tanto in tanto si affacciano sulla scena letteraria e culturale italiana… come moniti a ripensare con maggiore onestà e veridicità il nostro passato…”. Celestino Genovese, psicoanalista, è stato docente di Psicologia dinamica alla Seconda Università di Napoli. Questo romanzo è la sua prima prova narrativa. on line - Aprile 2015 L’Archivio di Stato di Catanzaro ha aperto al pubblico aderendo alle iniziative di primavera del Fondo Ambiente Italiano: da venerdì 20 a domenica 22 marzo studenti ciceroni dell’Istituto comprensivo Pascoli-Aldisio di Catanzaro, dei Licei Scientifici “Enrico Fermi” di Catanzaro Lido e “Antonio Guarasci” di Soverato hanno accompagnato, attraverso una “lettura” insolita di una vasta tipologia di documenti, i visitatori lungo un percorso avvincente fra i fondi archivistici conservati dall’Istituto. Si sono soffermati sul tema delle pergamene musicali, secc. XVI-XVIII, offrendo anche la base per l’elevazione di canti corali, sul tema del brigantaggio, 1861-1868, che è stato lo spunto per le performance dei giovani “briganti”, e su quello della ricostruzione post terremoto del 1783, attraverso la realizzazione di un book elettronico, che ha fatto conoscere a quale uso sono stati adibiti alcuni dei beni storicoartistici sottratti alla Chiesa. L’iniziativa, inserita nel contesto della scoperta della città di Catanzaro attraverso gli archivi in essa presenti, ha riscosso un grande successo di pubblico ed ha fornito, agli studenti ed ai visitatori, l’opportunità di conoscere un mondo straordinario che, forse, molti non sapevano esistesse e, d’altra parte, ha donato un’inconsueta vitalità al mondo degli archivi. Anche la stampa locale ha dato ampio spazio all’iniziativa, mettendo in risalto, soprattutto, la ricchezza del patrimonio dell’Archivio di Stato che conserva una vasta tipologia di documenti, a decorrere dal sec. XIV. Antonio Garcea, direttore dell’Archivio di Stato, ha sostenuto, nella conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa – tenuta presso la locale Camera di Commercio -, “che lo scopo fondamentale è quello di promuovere e valorizzare il patrimonio archivistico, che forse un po’ sfugge alla percezione della gente, con uno speciale coinvolgimento dei giovani, i quali, attraverso la conoscenza delle origini, prendano coscienza in modo consapevole della memoria viva del nostro passato”. Redattore Nicolina Reale * * * * * * ARCHIVIO DI STATO DI CATANZARO ARCHIVIO DI STATO DI LUCERA L’Archivio di Stato di Catanzaro e le iniziative di primavera del Fondo Ambiente Italiano CHIUDONO GLI ARCHIVI DI STATO AL SUD, ANCHE A LUCERA, IL PIU’ANTICO D’ITALIA: E’ L’ATTACCO FINALE di Raffaele Vescera Lo Stato Italiano ha deciso di sferrare l’attacco finale al suo, anzi al nostro, Sud. Se nell’ultimo ventennio berlusconian-leghista (complice il PD) gli investimenti pubblici nel Mezzogiorno sono calati dell’80%, (dati Svimez) desertificando il nascente tessuto industriale meridionale, che cresceva meglio e più di quello settentrionale, e iniziava a far paura al nord, ora si è passato alla distruzione delle storiche eccellenze meridionali: l’agricoltura e la cultura. Quanto accade in questi giorni in Capitanata è emblematico. Il governo Renzi ha ordinato la chiusura, insieme ad altri, degli archivi di Stato di Foggia e Lucera. Quest’ultimo è il più antico d’Italia, a dispetto delle teorie che parlano di un Sud preunitario arretrato, conserva la memoria storica di una parte importantissima del Regno di Napoli, poiché la bella e ricca Lucera era capoluogo delle province di Capitanata e Molise, prima di cedere il posto a Foggia, seconda città del Regno per importanza. Lì sono conservate le grandezze civili ed economiche del Sud, le sue ricchezze finanziarie, le politiche sociali e l’efficienza degli organi di Stato. Lì ho raccolto la documentazione dei miei romanzi storici, e chiunque si occupi di Storia e di antica civiltà della nostra terra ne sarà privato. DATA NEWS on line 15 - Aprile 2015 Vogliono trasferire il tutto a Monopoli, a 200 km da Lucera e a 300 dal Gargano, in un’unica sede regionale, in una vecchia caserma dismessa, dove i faldoni saranno accatastati in chissà quali condizioni di abbandono. Non lo possiamo permettere. Giù le mani dalla nostra antica civiltà. A Lucera è stato chiuso di recente anche l'antico e prestigioso tribunale che, grazie al proc. Domenico Seccia, stava debellando la mafia garganica. Oltretutto, la infelice chiusura delle province condanna a morte le biblioteche provinciali del Sud, che in un territorio impoverito vivono solo di risorse pubbliche, al contrario di quelle del nord, beneficate da sponsor bancari e non, d’ogni genere. E’ a rischio chiusura anche la biblioteca provinciale di Foggia, tra le più importanti del Mezzogiorno e d’Italia. Siamo alla frutta. Com’è alla frutta l’agricoltura meridionale. Sono oltre 700.000 aziende agricole in crisi, in conseguenza della politica dei governi italiani che fanno lo scambio scellerato con i paesi del terzo mondo, armi per prodotti agricoli, mentre il pretesto xylella torna utile per devastare i nostri uliveti in funzione di speculazione edilizia e fitosanitaria. La stessa Fiera dell’agricoltura di Foggia, la più antica e prestigiosa d’Italia, è stata abbandonata dallo Stato: sono 10 anni che lo stesso Ministero dell’agricoltura non vi partecipa. Fiorente fino a vent’anni fa, ai tempi (strumentalmente vituperati) di Moro, era inaugurata dai capi di governo. Ora è ridotta ad un bazar di cianfrusaglie. Attesa l’organicità del centro destra agli interessi del nord, (la lista “noi con Salvini” in Puglia la dice lunga) Vendola dov’è, alle terme? Ed Emiliano che dice in merito? Se questi sono i politici meridionali, non ci siamo proprio. Al Sud è necessario un nuovo ceto politico non più subalterno all’Italia nordcentrica. da: * * * ARCHIVIO DI STATO DI BRINDISI ARCHIVIO DI STATO DI BRINDISI - ANPI – COMUNE DI MESAGNE “Sovversivi (1900 – 1943)” Castello comunale di Mesagne - Salone nobile Apertura al pubblico - 23 aprile – 17 maggio 2015 Giovedì 23 aprile alle ore 18,00 sarà aperta al pubblico la mostra documentaria e fotografica dal titolo “Sovversivi (1900–1943)” curata dall’Archivio di Stato di Brindisi, con il Comitato provinciale ANPI e il Comune di Mesagne, allestita nel salone nobile del Castello comunale. Su invito dell’Amministrazione di Mesagne in occasione del 70° anniversario della Liberazione, l’Archivio di Stato e l’ANPI ripropongono la mostra che a Brindisi, tra il 2013 e il 2104, ottenne un larghissimo consenso di pubblico e la arricchiscono con una ricerca del tutto inedita su fatti e personaggi mesagnesi. La maggior parte della documentazione utilizzata per l’esposizione proviene dal casellario politico della Questura, conservato nell’Archivio di Stato, con l’apporto di documenti dell’Archivio storico del Comune di Mesagne. La mostra si potrà visitare dal 23 aprile al 17 maggio 2015 dal martedì alla domenica, dalle 9,00 alle 12,30 e dalle 16,30 alle 20,30. L’ingresso è libero e gratuito. La presentazione della mostra avrà luogo nell’auditorium del Castello: dopo i saluti del sindaco di Mesagne Franco Scoditti, di Francesca Casamassima, direttore dell’Archivio di Stato, di Alessia Galiano responsabile del Servizio Cultura del Comune e di Donato Peccerillo presidente provinciale dell’ANPI, interverrà Luciano Guerzoni vice presidente nazionale vicario ANPI. Saranno presenti i rappresentanti dei comitati ANPI della Puglia. Seguirà la visita alla mostra e lo spettacolo “25 aprile: la storia siamo noi” del gruppo musicale “Radicanto”. Percorso della mostra Con il nome generico di “sovversivi” vennero indicati durante il governo Crispi gli oppositori politici più pericolosi. In seguito la stessa definizione fu attribuita agli antifascisti e, alla caduta del regime,agli ex squadristi e gerarchi fascisti. La mostra prende le mosse dalle vicende dei primi “sovversivi”, i socialisti fondatori all’inizio del ‘900 delle leghe e della Camera del lavoro, come Giuseppe Prampolini e Felice Assennato per Brindisi e Francesco Pignatelli per Mesagne, e dai primi scontri tra fascisti e antifascisti, quale l’assalto alla sede del fascio di Mesagne nel 1924. Si passa poi a descrivere l’instaurarsi della dittatura di Mussolini e gli strumenti adottati per reprimere il dissenso politico e a raccontare le storie di alcuni antifascisti - contadini, muratori, artigiani, intellettuali - che sacrificarono la loro vita e quella delle loro famiglie per opporsi al regime, fino alla sua caduta e alla ripresa dell’attività politica dei partiti. Anche in questa sezione non mancano gli approfondimenti su ‘microstorie’ mesagnesi e su alcuni personaggi che subirono il carcere o il confino, come Pietro Ostuni, Cosimo Scollato e molti altri. A conclusione del percorso, le biografie dei due cugini mesagnesi Eugenio Santacesaria e Santo Semeraro, personaggi esemplari per il ruolo ricoperto nelle fila della lotta clandestina e per la loro condizione di fuorusciti all’estero. Informazioni di servizio Sono previste visite guidate a gruppi e scolaresche a cura dell’Archivio di Stato: prenotazione obbligatoria ai numeri 0831 523412/13. Per informazioni rivolgersi all’Ufficio Archivio storico Comune di Mesagne – tel.0831 776065 * VENERDÌ 1° MAGGIO 2015 APERTURA STRAORDINARIA dalle 9,00 alle 20,00 Ingresso libero e gratuito - ultimo ingresso alle ore 19,30 VISITE GUIDATE per gruppi : mattina - alle 10,00 e alle 12,00 pomeriggio - alle 16,00 e alle 18,00 In occasione del 1° maggio il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo offre la possibilità agli italiani ed ai turisti stranieri di conoscere e riscoprire il grande patrimonio culturale e artistico italiano aprendo i musei, i siti e le aree archeologiche più rilevanti, gli archivi e le biblioteche ubicati in sedi monumentali. Anche l’Archivio di Stato di Brindisi effettuerà l’apertura straordinaria al 16 DATA NEWS pubblico per l’intera giornata di venerdì 1° maggio dalle ore 9,00 alle 20,00. on line - Aprile 2015 estivo soggiornava in una casina in contrada Guardia, a pochi metri del vecchio paese Malpasso e vicino al Monastero di S. Nicolò l’Arena sopra l’abitato di Nicolosi, allora casale di Malpasso. Il programma del convegno prevede: mercoledì, alle ore 9,00, pulitura del sito storico; giovedì, alle ore 18, presso l’aula consiliare comunale di Belpasso, conferenza sulle regine di Sicilia con documenti dell’archivio di stato di Catania, su Eleonora D’Angiò e Bianca di Navarra; alle ore 18,45 relazioni con proiezioni video della dott.ssa Anna Maria Iozzia, funzionario Archivio di Stato di Catania su Eleonora D’Angiò regina pia di Sicilia; alle ore 19,15 intervento della dott.ssa Cristina Grasso direttore Archivio di Stato di Catania su Bianca di Navarra ultima regina di Sicilia e alle ore 19,45 degustazioni dolci e bevande medievali. Venerdì, alle ore 9,00, presso il monastero San Nicolò la Rena, oggi Parco dell’Etna, nell’ambito della 18ª giornata nazionale “Chiese aperte” visita di alunni ed appassionati nei luoghi dove la regina Eleonora pregava e dove morì il 9 agosto 1343, e della chiesa, oggi sala conferenze. Redattore: GIUSEPPE DI FILIPPO Accompagnati dai funzionari dell’Istituto, sarà possibile visitare la sede monumentale dell’Archivio e conoscere la sua storia, dalla fondazione del convento di S. Teresa, avvenuta alla fine del XVII secolo fino all’attuale sistemazione. Nell’ambito del tema dell’EXPO 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” sarà presentata una rassegna di documenti, cartografia storica, fotografie e manifesti pubblicitari relativi al periodo compreso tra il 1754 ed il 1968, dal titolo “Al mercato, in cucina, a tavola”, usi gastronomici, abitudini alimentari e produzioni agricole, un “piccolo viaggio” nella storia dell’alimentazione locale. Fra i tanti documenti esposti in originale, i visitatori potranno soffermarsi sul «Libro della Temporale Amministrazione» del monastero di S. Giovanni Battista di Oria (1790 – 1807) dove sono riportati i cibi consumati dalla comunità, anche in occasione dei ricchi pranzi di Natale e Pasqua, oppure sui menù offerti ai componenti della commissione d’inchiesta per il brigantaggio, a Brindisi nel 1863, o quelli proposti ai viaggiatori della “Valigia delle Indie” dal «Grand Hotel International» e dall’«Hotel Restaurant Central» tra fine ’800 ed inizi ‘900, fino ad arrivare ai manifesti e ai dépliant delle campagne pubblicitarie per il maggior consumo di uva promosse dal Ministero dell’Agricoltura a partire dagli anni ’50, che in molti comuni della provincia si concludevano con sagre e feste. Informazioni Evento: Dal13 maggio 2015 al15 maggio 2015 Belpasso, Cisterna Regina, Aula Consiliare, Parco dell'Etna Orario: Mercoledì 13 maggio, ore 9.00; Giovedì 14 maggio, ore 18.00; Venerdì 15 maggio, ore 9.00 Telefono: 095 7912183 E-mail: [email protected] [email protected] * L'Accademia Gioenia e il suo archivio Archivio di Stato di Brindisi, piazza S. Teresa, 4 - 72100 Brindisi-info 0831/523412 e-mail [email protected] sito web: www.asbrindisi.beniculturali.it facebook: www.facebook.com/pages/Archivio-di-Stato-di-Brindisi * * * ARCHIVIO DI STATO DI CATANIA Belpasso sta perdendo la memoria Allo scopo di dare la massima risonanza al territorio di Belpasso (CT) e ai suoi monumenti storici ed artistici, l’Archeoclub, nell’ambito della manifestazione nazionale “L’ITALIA STA PERDENDO LA MEMORIA” ha organizzato la 6a EDIZIONE “BELPASSO STA PERDENDO LA MEMORIA”, dedicata al recupero conservativo e alla valorizzazione dell’altarino “Cisterna Regina” e dell’omonimo invaso. L’altarino di antichissima costruzione in muratura (del 1300 circa) fa parte del quartiere BorrelloGuardia e si trova a filo di un muro lungo la strada Regia Trazzera Siciliana, che, passando per il vecchio Malpasso, univa il versante proveniente da Palermo a Messina. L’altarino e tutta la zona limitrofa si chiama ”Cisterna Regina” in ricordo della Regina Eleonora D’Angiò, figlia di Carlo D’Angiò e moglie di Federico III re di Sicilia, che nel periodo Venerdì 15 maggio 2015, a Catania, presso il Rettorato dell'Università (piazza Università, 2), si tiene il convegno L'Accademia Gioenia e il suo archivio, organizzato dall'Archivio di Stato di Catania e dall'Accademia Gioenia. La direttrice dell'Archivio di Stato, Cristina Grasso, presenta l'archivio storico dell'Accademia, riordinato e inventariato e depositato presso l'Istituto archivistico. Dopo i saluti del Presidente del Sodalizio e del Rettore, intervengono i professori Mario Alberghina e Giuseppe Giarrizzo. La scelta del luogo DATA NEWS on line 17 - Aprile 2015 per l'evento non è casuale perché la prestigiosa Accademia, sin dalla sua fondazione nel 1824 (e fino al 1946), era ospitata nell'Ateneo catanese e a questo strettamente congiunta. Archivio di Stato di Catania tel. 095 7159860 [email protected] ARCHIVIO DI STATO DI CAGLIARI La Grande Guerra: vicende, uomini e società * * * ARCHIVIO DI STATO DI PALERMO Il 10 maggio 2015, in occasione della manifestazione Monumenti aperti 2015, presso l'Archivio di Stato di Cagliari (via Gallura, 2), si inaugura la mostra La Grande Guerra: vicende, uomini e società, che propone documenti inediti e testimonianze sul primo conflitto mondiale, in relazione alla partecipazione dei Sardi, all'organizzazione e al coinvolgimento dell'intera popolazione. La mostra sarà aperta con i seguenti orari: il 10 maggio 2015, giorno dell'inaugurazione, dalle ore 9 alle 19.30 dall'11 maggio al 31 dicembre 2015, lunedì-sabato: dalle 9.30 alle 13; martedì e giovedì: dalle 9.30 alle 13 e dalle 16 alle 18. L'ingresso è libero. * * * Martedì 12 maggio ore 17 sala convegni Archivio di Stato di Palermo A cura di Massimiliano Marafon Pecoraro Introduce e modera Claudio Torrisi ARCHIVIO STORICO DIOCESANO ALGHERO Premiazione del Concorso Signum Pierfrancesco Palazzotto L'Archivio privato Palazzotto di Palermo, una raccolta di disegni di architettura dal XVII al XX secolo Anna Tedesco, Gli archivi privati e gli studi musicologici Lucia Barbera Il Fondo Barbera Azzarello, un ricco patrimonio privato aperto da decenni a tutti gli studiosi Massimiliano Marafon Pecoraro Gli Archivi Termine-Licata di Baucina e Marassi-Alliata di Pietratagliata e la Sicilia dal XIV al XX secolo * Pomeriggio di studio Venerdi 15 maggio ore 17 presso la sala convegni dell\'Archivio di Stato di Palermo presentazione del n. 81 di MERIDIANA, rivista di Storia e Scienze Sociali a cura di Carmine Pinto Interverranno: Salvatore Lupo (Università di Palermo) Carmine Pinto (Università di Salermo) Daniele Pompejano (Università di Messina) Claudio Torrisi (Soprintendenza Archivistica della Sicilia - Archivio di Stato di Palermo) * * * Domenica 17 maggio 2015, alle ore 19, ad Alghero, nei locali di Palazzo Machin (via Principe Umberto, 11), si tiene la premiazione dei partecipanti al concorso Signum. I signa notarili del 1500-1600 del Fondo del Capitolo della Cattedrale di Alghero, a conclusione del progetto didattico e di valorizzazione condotto dall'Archivio storico Diocesano e dall'Ufficio Diocesano per i beni Culturali e l'Arte Sacra di Alghero. Gli elaborati, eseguiti dai ragazzi del Liceo artistico "F. Costantino", che rileggono in chiave moderna gli antichi signa dei notai attivi in diocesi tra il XVI e il XVII secolo, saranno in mostra, assieme ai documenti originali, nelle giornate di Monumenti Aperti, 16-17 maggio (orario: 10-13 / 16-20), nei locali dell’Archivio Storico Diocesano e a palazzo Machin. 18 DATA NEWS Il progetto, riconosciuto d'interesse culturale dalla Soprintendenza Archivistica della Sardegna, è stato realizzato dall'archivista della Diocesi, Alessandra Derriu, con la partecipazione degli allievi del Liceo artistico "F. Costantino". L'iniziativa, inserita in un più ampio progetto di conoscenza e valorizzazione del patrimonio storico archivistico locale, aveva come oggetto lo studio, l'interpretazione e la rappresentazione, non solo pittorica, degli antica signa notarili presenti nel fondo archivistico capitolare. I premi sono stati finanziati dal Consiglio Notarile dei distretti riuniti di Sassari, Nuoro e Tempio Pausania. * * * IL MAGGIO DEI LIBRI PARTE DAL QUIRINALE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA RICEVE UNA DELEGAZIONE DEL CENTRO PER IL LIBRO E LA LETTURA Roma, 20 aprile 2015. La quinta edizione del Maggio dei Libri (23 aprile31 maggio 2015) si apre idealmente domani, 21 aprile: alle 11 presso il Palazzo del Quirinale, una delegazione del Centro per il libro e la lettura guidata da Romano Montroni insieme ai Ministri Dario Franceschini e Stefania Giannini, sarà ricevuta dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’incontro si tiene in occasione dell’inizio della campagna nazionale di promozione della lettura, promossa dal Centro per il libro e la lettura del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, con il supporto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani. Nata nel 2011 con l’obiettivo di ribadire il valore sociale della lettura quale elemento chiave della crescita personale, culturale e civile, la campagna inizia il 23 aprile, Giornata mondiale UNESCO del libro e del diritto d’autore e giornata clou di #ioleggoperché, l'iniziativa promossa dall’Associazione Italiana Editori), per concludersi il 31 maggio. Quattro i claim che racchiudono il senso dell’iniziativa e l’infinito potenziale dei libri: Leggere. Energia per la mente, Se lo assaggi non smetti più, Leggere ti porta dove vuoi e Leggere è un mondo meraviglioso. La campagna coinvolgerà tutte le regioni d’Italia in numerosi eventi volti a trasmettere la passione e il valore formativo della lettura. Grazie alla risposta di appassionati, organizzatori, sponsor e partner, il Centro per on line - Aprile 2015 il libro e la lettura è riuscito a creare una rete di promozione culturale sul campo che anno dopo anno riconferma la propria efficacia. Al cuore del lavoro è la convinzione che leggere sia indispensabile per la crescita individuale di ciascuno, per la definizione del carattere e la comprensione della propria identità, e che sia uno strumento insostituibile per la formazione dei cittadini di domani: consapevoli, istruiti, capaci di comprendere il mondo che li circonda e di cambiarlo. Fra le novità di quest’anno, la serie di eventi nelle Piazze del libro: la campagna sboccia infatti innumerose piazze d’Italia dal 21 maggio al 2 giugno con un ricco programma, organizzato in collaborazione con l’Anci, Associazione Nazionale Comuni Italiani. Sul modello della storica Fiera dei Librai a Bergamo, a fine maggio via alle iniziative da Trieste a Catanzaro, da Matera – prossima Capitale Europea della Cultura nel 2019 – a Treviso, passando anche per Lecce, Sassari,Lugo, Ventotene, Tricase, Rivoli, Novara, Foggia. Per andare incontro alla curiosità dei ragazzi investendo sul ruolo formativo delle scuole, alleate indispensabili, in continuità con la campagna Libriamoci. Giornate di lettura nelle scuolepromossa lo scorso ottobre, le scuole sono invitate a organizzare progetti di lettura e iniziative originali che faranno da trampolino di lancio per la seconda edizione di Libriamoci, dal 26 al 31 ottobre 2015. Ma non finisce qui: i giovani lettori saranno chiamati all’azione anche dal PremioScriviamoci, un’altra importante novità di questa edizione e rivolto alle scuole superiori di tutta Italia. All’invito “Passami i tuoi pensieri e le tue emozioni in 30 righe” ogni studente potrà rispondere nella forma che preferirà. Tre gli elaborati che ciascuna scuola potrà inviare, entro l’8 maggio 2015: la premiazione è prevista entro giugno presso il MIUR – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Attraverso declinazioni sempre nuove della passione per la lettura e con iniziative sempre originali per coinvolgere nel mondo dei libri, l’edizione 2015 del Maggio dei libri ribadisce la propria ispirazione originaria, alla base dei suoi successi anno dopo anno: rapire i libri dai loro contesti tradizionali e trasportarli in scenari originali, inusuali. Ecco allora reading, dibattiti e altre fantasiose iniziative conquistare i supermercati, gli uffici postali, i treni, i ristoranti, i negozi, insieme naturalmente a scuole, circoli, associazioni culturali, parchi. Il tutto grazie ad accordi di partnership e collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri, il Poligrafico dello Stato, la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, la Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, UniCoop Tirreno, Librerie Coop, Eataly, Librerie Feltrinelli, Messaggerie, Martino Midali e altri, nell’intento dicoinvolgere anzitutto coloro che ancora non hanno assaggiato il gusto della lettura, rivolgendo particolare attenzione ai settori notoriamente determinanti per la ripresa economica, sociale e generazionale del paese, ovvero la scuola e i giovani, e ai contesti geografici dove più è sentito il bisogno di investimento culturale come il Sud d’Italia. Il compito di coordinare come una mappa del tesoro le migliaia di iniziative attese spetta al sito ufficiale della campagna www.ilmaggiodeilibri.it : sempre online e già popolato da numerosi eventi, offre ai visitatori una lista degli appuntamenti regione per regione aggiornata in tempo reale. Le adesioni sono aperte e partecipare è semplice quanto fare click (su “Inserisci la tua iniziativa”). Al termine della campagna, ai migliori progetti (suddivisi nelle cinque categorie: biblioteche, scuole, associazioni culturali, strutture sanitarie e di reinserimento, librerie) sarà assegnato il premio Il Maggio dei Libri 2015. Tutte le informazioni su come aderire alla campagna sono disponibili su www.ilmaggiodeilibri.it e per contatti, condivisione di esperienze e interazioni social l’appuntamento con il Maggio dei Libri è come sempre su Facebook (www.facebook.com/ilmaggiodeilibri) e su Twitter (https://twitter.com/maggiodeilibri). Ufficio stampa Ex Libris Comunicazione- Tel. 02 45475230, 334 6533015 [email protected] www.ilmaggiodeilibri.it N O R M AT I V E T E C N I C O - P RO F E S S I O NA L I & I N T E RV E N T I P U B B L I C I a cura di Mauro Ceci - RSPP Gare proget t azi o ne, i giov ani professi o ni st i no n d evono dimo st rare i requi si t i m o ral i I giovani professionisti facenti parte di raggruppamenti temporanei che partecipano alle gare di progettazione non devono dimostrare il possesso dei requisiti morali (previsti dall'art. 38 del Codice Appalti). Al contrario, devono essere segnalate alla Stazione Appaltante le variazioni dei soci di maggioranza. Lo ha chiarito il Consiglio di Stato con la Sentenza 2048/2015, che ha esaminato il caso di 2 operatori invitati ad una procedura ristretta per la progettazione preliminare e definitiva di interventi di riqualificazione di alcune zone aeroportuali. Ad uno dei 2 operatori veniva contestato il fatto di non aver presentato la dichiarazione sul possesso dei requisiti morali relativa ad uno dei progettisti. Infatti, secondo il Codice Appalti (art. 90) e il suo Regolamento attuativo (art. 253), i raggruppamenti temporanei di professionisti sono obbligati a prevedere al loro interno almeno un professionista abilitato all'esercizio della professione da non più di 5 anni. Tale dettato normativo ha lo scopo di promuovere la presenza di giovani progettisti nei gruppi concorrenti ad incarichi di progettazione. Secondo il CdS, nonostante il professionista firmi gli elaborati, egli non è tenuto a presentare la dichiarazione sui requisiti di moralità. Pertanto, anche se il giovane progettista assume maggiori responsabilità, non può essere posto sullo stesso livello dell'operatore che sottoscrive il contratto con la Stazione Appaltante. All'altro operatore che aveva costituito un raggruppamento temporaneo, invece, era stato contestato di non aver segnalato la sostituzione del socio di maggioranza. Soccombe, secondo il CdS, quest'ultimo operatore, in quanto il cambiamento va sempre comunicato, dal momento che il soggetto in questione ha solitamente un notevole potere di indirizzo e si occupa eventualmente di stipulare il contratto con la Stazione Appaltante. * * * DATA NEWS on line 19 - Aprile 2015 Dispositivi di protezione individuale da rischio biologico: valutazione, scelta e il corretto utilizzo in ambito sanitario La Regione Lombardia ha pubblicato la Nota n. 4975 del 12 febbraio 2015 recante "Indicazioni operative per la valutazione, scelta e corretto utilizzo dei dispositivi per la protezione individuale da rischio biologico in ambito sanitario". Il documento costituisce una guida operativa, completa di specifiche di riferimento, per la scelta dei DPI che tiene conto delle indicazioni nazionali (Ministero della Salute e INAIL), europee (European CDC) ed internazionali (OMS) riconosciute. E' presente una tabella, corredata da immagini esplicative, contenente l'elenco dei vari dispositivi di protezione e le indicazioni operative per la valutazione, la scelta e il corretto utilizzo. I DPI sono raggruppati per: • protezione degli occhi • protezione degli occhi e delle mucose • protezione delle vie respiratorie • protezione delle vie respiratorie e delle mucose • protezione del corpo • protezione delle mani * * * Progettare e pianificare la sicurezza in cantiere: ecco la guida su come operare, con modelli semplificati di POS, PSC, PSS e fascicolo dell'opera L'Inail ha pubblicato una nuova guida sulla pianificazione e l'organizzazione della sicurezza in edilizia e sui relativi adempimenti dal titolo: "La progettazione della sicurezza nel cantiere". Il documento costituisce un utile riferimento per tutti i tecnici impegnati nella sicurezza e più in particolare per le figure che devono rispettare specifici obblighi previsti dal D.Lgs. 81/2008 (testo unico sulla sicurezza): • committente • responsabile del procedimento • responsabile dei lavori • coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione • coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione • appaltatore, subappaltatore, lavoratore autonomo, datore di lavoro • direttore tecnico o direttore di cantiere • direttore dei lavori La sicurezza in cantiere deve essere perseguita, preventivamente, attraverso gli strumenti a disposizione che sono i seguenti: • Piano di sicurezza e di coordinamento (PSC) • Piano operativo di sicurezza (POS) • Piano sostitutivo di sicurezza (PSS) • Fascicolo dell'opera (FO) • verbalizzazione delle verifiche, delle riunioni periodiche e delle informazioni trasmesse Ecco gli argomenti trattati dalla pubblicazione: Aspetti generali: • evoluzione normativa • obblighi e adempimenti • sanzioni • flow chart con le procedure inerenti la sicurezza Pianificazione dei lavori: • attività lavorative nel cantiere • rappresentazione del programma dei lavori • diagramma di GANTT • diagramma di PERT Organizzazione generale • progetto del cantiere • diverse tipologie di cantieri • sistemazione delle aree di cantiere • viabilità di cantiere • impianti di cantiere • logistica di cantiere • aree produzione e di deposito • realizzazione del layout di cantiere • documentazione essenziale da tenere in cantiere Piano di sicurezza e coordinamento • valutazione dei rischi • schede di supporto • misure di prevenzione e protezione • dispositivi di protezione collettivi e individuali • interferenze tra le lavorazioni e loro coordinamento • segnaletica di cantiere • stima dei costi per la sicurezza • schede della sicurezza di fase • fascicolo con le caratteristiche del cantiere PSC, POS, PSS e FO • esempi pratici • modelli applicativi * * * Anac pubblica 4 nuovi modelli standardizzati L'Anac presenta 4 modelli tipo per le SOA da utilizzare per le istanze di autorizzazione all'esercizio dell'attività di attestazione, nulla osta alla cessione di azioni di una SOA, nulla osta all'assunzione di personale e nulla osta alla nomina di amministratori e sindaci. Ricordiamo che lo scorso ottobre l'Autorità nazionale anticorruzione (Anac) ha pubblicato il manuale relativo all'attività di qualificazione per l'affidamento di lavori pubblici, al fine di fornire indicazioni aggiornate e puntuali in materia di attività di qualificazione. Il testo, adottato per aggiornare e razionalizzare circa 300 atti tra determinazioni, comunicati e deliberazioni emanate negli ultimi 15 anni, si compone di sette parti (oltre gli allegati), quali: • Organismi di attestazione • Attività di attestazione • Casellario informatico • Certificazione di qualità • Certificati di esecuzione lavori • Procedimento sanzionatorio nei confronti delle SOA • Vigilanza sulle attestazioni/sanzioni alle imprese Il 2 aprile l'Anac ha integrato il manuale con 4 atti di tipo standardizzato relativi a: 1. l'istanza di autorizzazione all'esercizio dell'attività di attestazione 2. l'istanza di nulla osta alla cessione di azioni di una SOA 3. l'istanza di nulla osta all'assunzione di personale 4. l'istanza di nulla osta alla nomina di amministratori e sindaci * * * Notizie dal... Centro Documentazione Fortificazioni Presidente: Conte Pietro Teofilatto Direttore: Arch. Mauro Ceci Sede sociale: Castello Teofilatto - 03010 TORRE CAJETANI (FR) Sede legale: Via Ettore Arena, 19 - 00128 ROMA e-mail [email protected] All’ombra del castello. Il paesaggio storico della comunità di Drena 12 maggio 2015 Workshop di ricerca partecipata 17.05 – 23.05.2015 Drena, 17-23 maggio 2015 Il borgo di Drena diventa per una settimana un centro di ricerca, dove un gruppo di archeologi dell’Università degli Studi di Padova si ritrova a studiare il paesaggio storico e le sue trasformazioni attraverso documenti, mappe, tracce presenti nei luoghi e nella memoria popolare. Fianco a fianco con la popolazione indagano il passato, leggono il presente e offrono spunti per lo sviluppo futuro del territorio. APPROFONDIMENTI SCIENTIFICI domenica 17 maggio ore 17.00, castello Un castello, una comunità Visita guidata con Romano Turrini lunedì 18 maggio ore 20.30, sala polifunzionale Combattere e amministrare. Drena nella cartografia storica (XVIII-XIX secolo) Incontro con Elena Dai Prà (Università degli Studi di Trento), Andrea Casna, Davide Allegri e Sara Vicenzi martedì 19 maggio ore 20.30, sala polifunzionale Presentazione progetto “Censimento casta- gni del comune di Drena: biodiversità, identità del paesaggio e opportunità didattiche” Incontro con Alessandro Marsilli (Albatros S.r.l.) mercoledì 20 maggio ore 17.30, sala polifunzionale Le contese per il mons Oblini (monte Campo) nel medioevo Incontro con Emanuele Curzel, Italo Franceschini e Marco Stenico (Società di Studi Trentini di Scienze Storiche) e presentazione rivista “Studi Trentini. Storia” 1/2015 sabato 23 maggio ore 11.00, castello Presentazione risultati ricerca a cura dei partecipanti al workshop APPUNTAMENTI CON ASSOCIAZIONI domenica 17 maggio 20 DATA NEWS ore 20.00, sala polifunzionale Cena di benvenuto a cura del Comitato DOC Drena Oltre Confini e intrattenimento musicale a cura di Bandina Dro, ed esecuzione “Inno storico di Drena” a cura del coro parrocchiale on line - Aprile 2015 intellettuale con quella politico-sociale delle città comunali e del Regnum. Isidoro Del Lungo pubblicava nel lontano 1888 Dante ne’ tempi di Dante, per «studiare Dante con la notizia esatta e il retto sentimento de’ fatti dai quali egli trasse argomento e ispirazione; studiarlo, negli scritti suoi e nella vita, facendoci, quanto è possibile, uomini del suo tempo». Aggiorniamo oggi questa proposta. Una novità totale è invece l’inserimento della premiazione di Raccontare il Medioevo, il concorso dell’Istituto per le scuole. A marcare il rapporto tra ricerca e insegnamento. mercoledì 20 maggio ore 20.30, sala polifunzionale Presentazione progetto “Talking Stones. Il racconto dei paesaggi terrazzati” e proiezione documentario “Contadini di montagna” di Michele Trentini (Trotzdem Film, 2015). Incontro con Tommaso Iori e Luca Paolazzi (Associazione Imperial Wines) e il regista. Seguirà degustazione di vini di cantine locali a cura di Associazione Imperial Wines giovedì 21 maggio ore 20.30, doss Pelà Sui dosi a cantàr. Rievocazione del “Trato marzo” a cura della comunità di Drena venerdì 22 maggio ore 21.00, sala polifunzionale Concerto del Coro Trentino Lagolo di Calavino Seguirà degustazione di prodotti gastronomici a cura delle aziende agricole locali sabato 23 maggio ore 13.00, sala polivalente Pranzo di saluto a cura del Gruppo Alpini Drena A cura di: Gian Pietro Brogiolo (Università degli Studi di Padova) Alessandro Paris (MAG Museo Alto Garda) In collaborazione con: Comune di Drena Società di Studi Trentini di Scienze Storiche Albatros S.r.l. Gruppo Alpini Drena Comitato Turistico Drena Polisportiva Casteldrena Comitato DOC Drena Oltre Confini Azienda agricola “La Quadra” Roberto Gostner Azienda agricola biologica Azienda agricola Zanetti Andrea Associazione Imperial Wines Coro Parrocchiale Drena Bandina Dro Webradio “Let’s Dig Again” Coro Trentino Lagolo di Calavino * * * Istituto storico italiano per il medio evo roma, 13 - 15 maggio 2015 VI SETTIMANA DI STUDI MEDIEVALI La VI Settimana di Studi Medievali articolata in tre giorni, dal 13 al 15 maggio, sarà dedicata a temi classici della storiografia. L’attenzione per le cronache e per Dante è ricorrente negli oltre centotrenta anni di vita dell’Istituto storico italiano per il medio evo. Le cronache volgari, indagate nei loro modelli, nelle loro geografie e nelle loro forme, rappresentano uno dei momenti più significativi della produzione scritta del Medioevo. Nelle cronache si intreccia la vicenda 13 Mercoledi - ore 9,30 Introduzione Gian Mario Anselmi Il racconto della storia e le cronache volgari Testo, codice, ecdotica Francesco Montuori Come “si costruisce” una cronaca Marcello Barbato Testo e codice Rosario Coluccia Testi storici e fatti linguistici Geografie Giorgio Cracco Raccontare per chi? Cronachistica e pubblico nell’Italia del Nord tra Due e Trecento Giuseppe Porta La cronaca a Firenze: passione politica e travaglio compositivo Giampaolo Francesconi Una Toscana senza autori: Siena e dintorni Riccardo Gualdo Italia mediana Tommaso di Carpegna Roma Chiara De Caprio La scrittura cronachistica nel Regno: scriventi, testi e stili narrativi 14 Giovedi - ore 9,30 Contatti e ambienti di produzione Enrico Artifoni Cronaca e arte della parola Marino Zabbia Cronaca e mondo notarile DATA NEWS on line 21 - Aprile 2015 Notizie dal... Francesco Senatore Cronaca e cancellerie Giulia Barone Cronaca e mondo mendicante Carla Frova Cronaca e mondo universitario Incroci di genere Salvatore Silvano Nigro Cronaca e letteratura nella Novella del Grasso legnaiuolo Raul Mordenti Cronaca e memorialistica Paolo D'Achille Cronache, epigrafi: le scritture dei semicolti Eloisa Morra Le fonti della Vita di Castruccio Castracani James Hankins LA CHIESINA IN ROVINA, IL BORGO E LO I.E.O. Un gioiellino di chiesetta rurale oramai in rovina che lentamente sta scomparendo. Macconago è un piccolissimo borgo di poche case, un castelletto e una chiesetta che si trovano lungo il lato est della via Ripamonti. La chiesetta pare sia stata svuotata oramai da tempo per via di reiterati saccheggi. Ora aspetta solo di capire che sorte potrà mai avere. La chiesetta pare risalga al XVII secolo. Qualcuno dice sia dedicata a San Carlo, altri a San Paolo, l’aspetto odierno pare di epoca tardo barocca. Comunque sia il santo dedicatole, l’edificio è stato sconsacrato e ora ridotto così male che pare sia un vero peccato non interessi a nessuno salvarla in qualche modo. Pare che nel 2009 delle impalcature venendo montate ma dopo un paio d’anni venendo rimosse senza esser stato effettuato alcun intervento. Nelle vicinanze si trova il castello medievale oggi usato per eventi e congressi, un laghetto Il concetto umanistico del volgare e la storiografia 15 Venerdi - ore 11,00 Concorso nazionale di scrittura creativa per gli alunni delle scuole secondarie di I grado RACCONTARE IL MEDIOEVO (quinta edizione) Amedeo Feniello Ludovico e la Storia Premiazione delle scuole vincitrici I. C. “Dante Alighieri” – Cologna Veneta I. C. di via Acerbi – Pavia I. C. “I. Montanelli” – Roma I. C. Settimo Vittone – Settimo Vittone Giorgio Inglese Introduzione Davide Cappi I cronisti e Dante Luca Carlo Rossi Gli antichi commenti alla Commedia per la biografia di Dante Anna Maria Cabrini Leonardo Bruni e Dante Sonia Gentili I libri di Dante Paolo Falzone Dante e la nobiltà Gennaro Sasso Conclusioni Dante nel tempo di Dante Coordina Giuliano Milani * * * Centro Studi Cistercensi Istituito il 12 luglio 1994 Presidente: Dom Federico Farina Direttore: Arch. Mauro Ceci se d e: Abba zi a d i Ca s a ma ri (F R) - Tel / fax 0 7 7 5 - 2 8 3 4 3 0 em a i l : cen t ro s t u d i ci s t ercen s i @ g ma i l . co m ricavato da una cava e un centro ippico. Adiacente al sito si trova il grande centro dell’Istituto Europeo di Oncologia che in teoria si dovrebbe allargare anche da queste parti. Chissà mai se si occuperanno loro prima o poi anche delle sorti di questa antica chiesetta o volutamente vogliano disfareste per usare il terreno in qualche altro modo. Insomma, non cancelliamo anche quest’angolo di Milano. Riportiamo anche la storia di questo piccolo borgo tratta da Wikipedia: Macconago viene citata una prima volta nel 1346, negli Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano, dove viene indicato fra le località a cui spetta la manutenzione della strata da Siptiano (Compartizione delle fagie, 1346) e incluso all’interno della pieve di San Donato. Al censimento del 1751 risulta avesse 204 abitanti, mentre l’amministrazione comunale era retta da un consiglio costituito da un’assemblea dei capi di casa della comunità, indetta dal console almeno una volta l’anno in occasione della pubblicazione dei riparti annuali e del rinnovo delle cariche. In aggiunta vi erano inoltre due maggiori estimati, incaricati dell’ordinaria amministrazione degli affari e della custodia dei riparti. Completavano il quadro amministrativo un cancelliere, residente al Vigentino, e un esattore, scelto con asta pubblica: al primo erano affidate la compilazione e la ripartizione dei carichi fiscali, e la custodia dei libri dei riparti annuali; al secondo venivano invece delegate tutte le operazione connesse alla riscossione. Verso la metà del XVIII il comune era direttamente subordinato alla giurisdizione di Milano: il console infatti, essendo il tutore dell’ordine pubblico, era tenuto ogni anno a prestare solenne giuramento presso la banca criminale del capitano di giustizia di Milano. I confini municipali vedevano Vigentino e Vaiano a settentrione, Chiaravalle ad oriente, Poasco ed Opera a meridione, e Quintosole ad occidente. Al censimento del 1805 viene iscritto come comune di III classe, con una popolazione di 227 abitanti. Nel 1808 venne soppresso e incluso nel circondario esterno del comune di Milano, del quale avrebbe fatto parte fino al 1816. Nel 1841 perse nuovamente la propria autonomia, venendo aggregato al comune di Quintosole, che sarebbe stato a sua volta soppresso e unito a Vigentino nel 1869. Quest’ultimo man- tenne la propria autonomia solo fino al 1923, quando venne definitivamente annesso a Milano. Pur essendo stato annesso a Milano e avendo dovuto ospitare col tempo diverse attività residuali della città, Macconago ha mantenuto il proprio carattere prettamente rurale, essendo anche inclusa all’interno del Parco Agricolo Sud Milano. In passato facevano parte del comune di Macconago le frazioni Guarda e Guinzana. Il Castello di Macconago sorse fra il 1330 e il 1340: a pianta quadrata, con torri d’avvistamento e camminamenti merlati, appariva come una struttura tipicamente viscontea. Probabilmente era di proprietà della famiglia Pusterla, caduta presto in disgrazia presso i Visconti, trascinando con sé anche le sorti del castello, che cadde inevitabilmente in rovina. Interamente restaurato e di proprietà della famiglia Ferrario Gavana, è utilizzato oggi per cerimonie, ricevimenti e altri eventi di questo tipo. da: * * * 22 DATA NEWS Formigine (MO), frazione Magreta – Gli scavi archeologici nella Chiesa della Natività di Maria Santissima individuano le fasi costruttive più antiche dell’edificio: la cappella palatina del castello dei Da Magreta, con sepolcreto dell’XI-XII secolo, e alcuni resti delle strutture di XIII-XIV secolo Domenica 12 aprile 2015, dalle 9.30 alle 12 e dalle 15.30 alle 19 “Un millennio di storia sotto il pavimento” apertura straordinaria della Chiesa e dell'Oratorio di Magreta con visite guidate gratuite condotte da archeologi, architetti e ingegneri Oratorio della Chiesa della Natività di Maria Santissima via Don Franchini n. 26 Formigine (MO), frazione Magreta Ingresso dalle 9.30 alle 12 e dalle 15.30 alle 19 Visite guidate per gruppi di max 30 persone con prenotazione obbligatoria 059.554112 - 366 7311358 info [email protected] La Chiesa della Natività di Maria Santissima a Magreta di Formigine apre una finestra su un millennio della propria storia. Grazie ad ampie superfici vetrate inserite nel pavimento, il pubblico può adesso ammirare i resti di altre due chiese precedenti venuti in luce negli scavi archeologici: una cappella palatina medievale con annesso sepolcreto dell’XI-XII secolo e una chiesa di XIII-XIV secolo. Da ora la Chiesa di Magreta è una delle pochissime in Emilia-Romagna con le antiche strutture a vista. Terminati i lavori di consolidamento strutturale dell’edifico e in attesa del restauro degli affreschi interni, la Parrocchia di Magreta e la Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna organizzano per domenica 12 aprile 2015 un’apertura straordinaria con visite guidate alla chiesa e all’oratorio. Gli archeologi di “ArcheoModena” che hanno condotto gli scavi archeologici illustreranno al pubblico i resti delle antiche strutture e quelli del vicino Castello medievale di Magreta, venuti in luce negli scavi del 2001, mentre uno staff di architetti e ingegneri descriverà gli interventi di consolidamento realizzati. L’appuntamento è dalle 9.30 alle 12 e dalle 15.30 alle 19 all’Oratorio della Parrocchia della Natività di Maria SS. di Magreta, in Via Don Franchini 26 (visite per gruppi di max 30 persone, prenotazione obbligatoria al 059.554112 oppure 366 7311358) “Due chiese erano già in Magreda ... Quella di S. Maria è la sola che ora sussiste nella Pieve e nella Congregazione di Formigine”. on line - Aprile 2015 Così nel XVIII secolo, nel “Dizionario topografico-storico degli Stati Estensi”, Girolamo Tiraboschi riassumeva i documenti che indicavano, alla fine del Duecento, la presenza di una chiesa nei pressi del castello di Magreta, proprio dove è oggi la Parrocchia della Natività di Maria Santissima. Dopo il rinvenimento nel 2001 dei resti del castello medievale di Magreta, in anni più recenti sono emersi anche quelli della chiesa più antica, con alcune sepolture medievali. L’attuale chiesa di Magreta, in stile neoclassico con impianto a croce latina a navata unica, fu realizzata tra 1821 e 1823. L’edificio occupa parte dell’area su cui sorgeva una precedente chiesa, di cui si conserva ancora la facciata settecentesca. Gli ultimi scavi hanno però appurato che, oltre alla chiesa settecentesca, si sono conservati anche resti relativi a fasi costruttive molto più antiche. Sotto al transetto della chiesa attuale sono state infatti messe in luce strutture riferibili a un periodo compreso tra l’XI-XII e il XVII secolo. Le indagini archeologiche, effettuate a più riprese dal novembre 2010 all’estate 2014, sono state condotte da Francesco Benassi della dittaArcheoModena sotto la direzione scientifica di Donato Labate della Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna. Gli scavi hanno messo in luce una parte dell’impianto della più antica chiesa di Magreta, una cappella palatina a pianta rettangolare, con strutture di fondazione realizzate in ciottoli fluviali legati con malta, realizzata all’interno della cinta del castello dalla famiglia Da Magreta (citata già dall'XI secolo come signori di Magreta). A questa fase appartiene anche un piccolo cimitero addossato all’esterno della cappella, con tombe alla cappuccina e fossa con pareti in ciottoli fluviali. Il ritrovamento di due fibbie in ferro risalenti al periodo compreso tra la fine dell’alto e l’inizio del basso Medioevo, consente di fissare all’XI-XII secolo la datazione della chiesa primigenia. Tra il XIII e il XIV secolo, in una fase di profonda trasformazione del castello di Magreta, la chiesa viene ampliata verso est con la costruzione di un nuovo presbiterio (probabilmente absidato) e l’apertura di un portale di ingresso sul lato ovest: risalgono a questo periodo i lacerti murari di fondazione realizzati sopra il vecchio cimitero palatino e la base dell’antico altare rinvenuta al centro del presbiterio. Dietro l’altare maggiore dell’attuale chiesa, gli scavi hanno evidenziato inoltre le tracce di una cappella laterale aperta nel corso del XVII secolo sul muro perimetrale sud dell’edificio, già indicata nei documenti settecenteschi come “Cappella del Rosario”. Sotto l’attuale pavimento sono infine emerse anche alcune strutture sepolcrali a camera laterizia con volta a botte, databili tra il XVI e il XVII secolo, pertinenti a importanti famiglie e notabili di Magreta: tra queste è stata identificato la tomba di Ludovico Antonio Bartolamasi, Rettore della chiesa di Magreta, morto nel 1721. I recenti ritrovamenti archeologici si sommano ai resti del castello di Magreta messi in luce negli scavi del 2001. Del castello medievale, collocato di fronte all’antico ingresso della chiesa, sono visibili le fondazioni in ciottoli e alcune strutture murarie di età basso medievale. Gli interventi di consolidamento e restauro della Parrocchiale sono stati finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e dalla Regione Emilia-Romagna. I lavori, seguiti dall’architetto Stefano Benedetti e dagli ingegneri Bruno Dettori e Angela Braglia, sono realizzati sotto il controllo dell’ex Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna, della Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Bologna, Modena, Reggio Emilia e Ferrara e della Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna. Maggiori informazioni sugli scavi archeologici sul sito http://www.archeobologna.beniculturali.it Comunicazione istituzionale a cura di Carla Conti (Odg 83183) Rapporti con i Media della Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna Via Belle Arti n. 52 - 40126 Bologna (Italy) tel. (+39) 051.223773 - 051.220675 - 051.224402 (interno 123) - fax (+39) 051.227170 website http://www.archeobologna.beniculturali.it/ * * * DATA NEWS on line 23 - Aprile 2015 R E S T A U R I Opificio delle Pietre Dure, addio! di Franca Falletti Fra le grandi istituzioni culturali che stanno estinguendosi nella pressoché totale indifferenza del Governo e in parte anche dell’opinione pubblica c’è l’Opificio delle Pietre Dure, che con i suoi Laboratori di via degli Alfani e della Fortezza da Basso ha fatto per decenni di Firenze e dell’Italia un punto di riferimento primario per tutto il mondo nel campo del restauro, sotto il profilo della ricerca pura e applicata e della formazione, affiancandosi, in una gara di eccellenza, all’Istituto Centrale per il Restauro di Roma. Di questo problema si è parlato e si parla troppo poco, ma soprattutto non si dice quali sono i reali termini della perdita che stiamo rischiando e che in parte è già irrecuperabile, perché la questione passa per la solita mancanza di fondi che rallenta e porta verso la paralisi l’attività di un Istituto importante. Ma non è così. L’Opificio delle Pietre Dure in anni e anni di lavoro, a partire dal 1932 quando fu fondato come Gabinetto di restauro della Soprintendenza alle Gallerie e ancor più l’alluvione fiorentina del 1966, ha accumulato un tesoro inestimabile di esperienza, che senza la necessaria continuità è destinato ad andare irrimediabilmente perso, perché per essere trasmesso ad altri ha bisogno di tempo e di condivisione. Si sta distruggendo quindi un sapere costruito dall’intelligenza, dalla sensibilità e dall’impegno di una serie finora ininterrotta di studiosi e operatori, che hanno fatto la storia del restauro dalle sue origini come scienza ad oggi. Si tratta di un sapere che solo in parte si può comunicare tramite la parola scritta, essendo fatto principalmente di osservazione e di comunicazione interpersonale diretta, con tempi e modalità che si fanno sempre più veloci, così che perdere il ritmo significa essere fuori gioco, perché da decenni ormai fare restauro ad alto livello significacondividere l’impegno con altre competenze sempre più specifiche e sempre più varie, da quelle chimiche, fisiche e biologiche a quelle ingegneristiche e informatiche; ma d’altra parte significa ancora quello che è sempre stato, cioè tenere l’occhio e la mano allenati a stare in contatto con la materia. Molti settori di attività dell’Opificio delle Pietre Dure stanno già chiudendoper la totale mancanza di restauratori: arazzi, tessuti, mosaico, terrecotte; il settore dipinti da 24 operatori che contava qualche anno fa ne ha ora 11 e comunque si tratta di personale di età media intorno ai 55 anni. E’ così che Firenze e l’Italia stanno perdendo senza battere ciglio un’altra eccellenza, che ancora la comunità scientifica internazionale ci invidia e sul cui futuro seguita a fare affidamento, perché non può nemmeno immaginare che una nazione sia così ottusa da lasciarla morire di inedia. da: * * * COMPLETATO IL RESTAURO DELLA PIRAMIDE DI CAIO CESTIO A ROMA Un caso esemplare di collaborazione pubblico-privato Una vera e propria festa all’aperto, in una splendida giornata primaverile, conclude a Roma il restauro della Piramide di Caio Cestio tornata luminosa e splendente. Come l’area che la ospita a cui tutti possono accedere, grazie a una lunga e dolce rampa realizzata dalla Soprintendenza (400 mila euro). Sole, cielo azzurro, pubblico delle grandi occasioni, organizzazione senza sbavature né imprevisti, un grande gazebo per riparare invitati e autorità. Dal mecenate Yuzo Yagi ai rappresentati del governo, i sottosegretari Francesca Barracciu per il Mibact e Benedetto Della Vedova per gli Esteri, all’ambasciatore del Giappone Kazuyoshi Memoto, al direttore del monumento Rita Paris e dei lavori Maria Grazia Filetici, al Soprintendete Francesco Prosperetti, al Sindaco di Roma Ignazio Marino chiamato a prendere in considerazione la pedonalizzazione dell’area della Piramide. Tutto perfetto secondo i programmi. E non poteva essere diversamente per un restauro da manuale, iniziato bene e finito altrettanto. Una storia che ha dell’incredibile se non fosse vera. Protagonista assoluto quanto discreto un imprenditore del Sol Levante, Yuso Yagi (niente vantaggi fiscali, né pannelli pubblicitari, solo una targa a ricordo), a capo di un impero che si occupa di moda, che ha elargito a puro titolo liberale due milioni di euro in due tranche di un milione alla volta. La sua azienda, la Yagi Tsusho, voleva festeggiare i quarant’anni di attività a Milano restaurando un monumento del nostro paese. Merito dell’ambasciatore Umberto Vattani, presidente della Fondazione Italia Giappone, averlo orientarlo verso Roma, mostrandogli la Piramide. Sarà stato il bianco del marmo (pur se offuscato dal tempo) il suo colore preferito, sarà stata la sua forma essenziale o la sensazione di fermare il tempo, certo è che durante una cena, racconta l’architetto Filetici, presentato il progetto pronto per essere realizzato, ha optato per la Piramide. E tutto si svolge in tempi ravvicinati. A settembre 2010 l’incontro con i responsabili della Piramide, a dicembre la comunicazione al Ministero del finanziamento di un milione, a marzo 2012 la firma della convenzione fra le parti, a novembre l’inizio dei lavori di restauro. A dicembre 2013 Yagi concede un secondo finanziamento di mille euro. I lavori possono proseguire e terminano, con 75 giorni di anticipo sulla data stimata, il 19 dicembre 2014, anno dedicato al bimillenario della morte di Augusto. “Un caso esemplare di collaborazione pubblico-privato, demonizzata in passato, che va percorsa con sempre maggiore convinzione”, come si fa all’estero, grazie anche all’Art Bonus, precisa la sottosegretario Barracciu. Un record il restauro ultimato in 327 giorni, come un record fu la costruzione della Piramide portata a termine in 330 giorni. Venne costruita infatti tra il 18 e 12 a. C. in epoca augustea, dopo la conquista dell’Egitto da parte di Augusto. “Allora era di gran moda ispirarsi ai modelli egizi” e molti furono coloro che si fecero costruire piramidi per accogliere le loro spoglie, ma “solo la Piramide Cestia è scampata alla distruzione” perché inglobata nelle mura aureliane, ri- 24 corda Paris. Che sia di Caio Cestio epulone, appartenente alla Gens Publilia, è provato dalle iscrizioni sul monumento che i suoi eredi erano chiamati a costruire entro un anno dalla sua morte, pena la perdita dell’eredità. E così fecero. Un’opera eretta secondo la tecnica costruttiva romana e rivestita di marmo lunense. Le misure sono quelle canoniche: base di 100 piedi e altezza di 125 piedi, la camera funeraria (violata nel Medio Evo asportando l’urna), ha volta a botte, on elegantedecorazione pittorica in terzo stile pompeiano. Un monumento fastoso ma costruito fuori porta, rispettando la lex Iulia sumptuaria contro il lusso eccessivo, promulgata nel 18 a.C. Tutto quello che conosciamo della Piramide si deve alle iscrizioni, “due ripetute sui lati est e ovest, una più piccola sul lato est e a quelle sulle basi esterne”, dice Paris.Un monumento simbolo, ma in pessime condizioni, che nel tempo ha subito molti restauri come quello di papa Alessandro VII Chigi che nel 1659 stanziò cinque mila scudi e non trasformò, come voleva la corte, il sepolcro romano in una chiesa, aprendo la porta che conduce alla camera sepolcrale. E frequentata per la sua forma catalizzatrice di energia per riunioni esoteriche, a cui partecipò anche Ugo Foscolo. L’intervento diretto dall’architetto Filetici, realizzato da architetti, archeologi, strutturisti, chimici, restauratori è stato preparato nei particolari per i problemi delle acque stagnanti del terreno in cui sorge (anticamente l’area si chiamava “i prati di Testaccio”), le infiltrazioni d’acqua nella cella, l’attacco di microorganismi e dello smog sui blocchi di marmo di Carrara anche a causa dell’uso di acidi in un restauro degli anni ’60. E poi c’erano i costi altissimi di cantiere per i ponteggi. DATA NEWS Pronta in 600 giorni la nuova piazza Augusto Imperatore, dall'autunno via al restyling Nascerà una cavea alla quota archeologica con il recupero delle antiche pavimentazioni, collegamenti con il livello stradale attuale e una caffetteria Una nuova piazza nel centro storico da restituire a Roma in 600 giorni. Ch integri antico e moderno, aperta ai turisti ai cittadini, in cui fermarsi a leggere un giornale, sorseggiare un caffè, ammirare il Mausoleo ritrovato. È la piazza Augusto Imperatore "disegnata" dal progetto di riqualificazione dell'architetto Francesco Cellini da 16,9 milioni di euro (più 12 per il restauro del monumento di cui 4 già stanziati) presentato oggi all'Auditorium dell'Ara Pacis, dal sindaco di Roma Ignazio Marino, e dagli assessori capitolini all'Urbanistica, Giovanni Caudo, e alla Cultura e al Turismo, Giovanna Marinelli, e dal presidente del I municipio Sabrina Alfonsi. on line - Aprile 2015 numento guardando il prospetto principale. Due cordonate realizzeranno il raccordo con il livello attuale della città: a ovest da via Ripetta tra la fontana dell'Ara Pacis e le due chiese, quella di S. Rocco e quella di san Girolamo dei Croati, e dal lato opposto, da est dall'abside di San Carlo al Corso e dal largo degli Schiavoni. All'estremità meridionale della piazza archeologica, lato via Tomacelli, nascerà una caffetteria. "Questo è un giorno molto bello, che attendevo da tanto", ha dichiarato Marino. Per l'assessore Caudo "il progetto è particolarmente importante perché è la realizzazione di una piazza nel centro storico di Roma, era qualche lustro che non se ne realizzavano più". E nello specifico, sottolinea: "La piazza è di circa 6.700 metri quadrati e ha una porzione alla quota archeologica di circa 1.600 metri quadrati in cui verranno utilizzati gli stessi pavimenti del I secolo. Si crea un rapporto tra la città moderna e quella storica". Il 16 ottobre secondo Caudo, "è la data plausibile per avviare i lavori, dopodiché serviranno 600 giorni di lavori che servono a completare tutta la sistemazione della piazza. Mentre un secondo lotto comprende la sistemazione a verde (si prevede inoltre anche un giardino attorno al Mausoleo di Augusto, ndr) e quella delle strade". Per le altri due fasi di restauro, il Campidoglio sta cercando mecenati. Le strade, sottolinea, "sono quelle che ci sono oggi, leggermente più ristrette perché la zona sarà a traffico limitato. Contiamo di realizzare la seconda fase in parallelo, forse ci vorrà qualche mese in più". * * * Provvidenziale l’elargizione del signor Yogi. “E’ stato il primo intervento globale” che si è avvalso delle competenze degli specialisti e degli enormi progressi della tecnologia. Qualche esempio? L’impiego, contro eventuali terremoti e per contenere le deformazioni dei rivestimenti di marmo (presenti già nel ‘600), di mega stop in acciaio inossidabile lunghi fino a sette metri, i rilievi con laser scanner, l’impiego di droni per le vedute, e per il monitoraggio l’utilizzo di rocciatori che a 36 metri di altezza andranno a riprendere delle lastrine di marmo su cui fare dei test sull’efficacia dei protettivi impiegati. Perché possano servire anche per altri restauri. La Piramide è visitabile il secondo e quarto sabato del mese per singoli e gruppi con prenotazione obbligatoria. Informazioni e prenotazioni: 06-39967700 e www.coopculture.it Redattore: RENZO DE SIMONE * * * Onna, chiesa restaurata dai tedeschi irraggiungibile e senza allacci. L'irritazione della Germania Il cantiere prenderà il via il 16 ottobre dopo il bando di gara d'appalto già pubblicato il 10 aprile scorso. Fissata al 22 giugno la dead line per individuare la ditta che realizzerà il progetto sotto la guida dell'architetto che nel dicembre 2006 vinse il concorso indetto dall'amministrazione capitolina e dall'allora sindaco Walter Veltroni. Quel che si vedrà sarà una piazza alla quota archeologica, con il recupero e il restauro delle pavimentazioni antiche del I sec. d.C, da cui si potrà apprezzare a pieno le dimensioni del mo- Una cattedrale nel deserto. Letteralmente. Il restauro della basilica di San Pietro apostolo a Onna è stato finanziato dai tedeschi. Qui, nel sisma del 2009, persero la vita 41 persone e la Germania volle dare un segno tangibile di solidarietà anche per via di un eccidio compiuto dai nazisti durante la seconda guerra mondiale, nel giugno del '44. La chiesa è stata ricostruita ma tutto intorno la situazione è ancora ferma al 2009. Il caso è stato raccontato oggi da La7 nel Tgcronache. L'edificio religioso - ricco di mosaici del Quattrocento tornati alla luce proprio con il restauro - è irraggiungibile. Ancora in zona rossa. Soltanto 100 metri, ma non agibili. Manca l'allaccio del gas e questo impedisce di concludere i lavori delle stuccature e finiture di pregio (sarebbe inutile, visto il DATA NEWS on line 25 - Aprile 2015 livello di umidità dell'edificio). Rabat - ha definito una "pulizia culturale". Come neanche nelle guerre mondiali novecentesche sia mai avvenuto. Da iscrivere in un vero e proprio crimine di guerra. Perché quelle pietre parlano di noi, sono vive. Quelle pietre polverizzate, depredate per finanziare altri atti di terrorismo, esposte con la consueta forza mediatica perché noi, occidentali, colti e impotenti, potessimo indignarci e tollerare però che vengano immesse senza troppi controlli nel mercato delle opere d'arte non sono pietre morte. Non si tratta di riaprire la stucchevole questione, la patetica competizione tra le vite umane e i beni culturali ma di capire quanto sia unita la distruzione dei Prima i ritardi nelle gare, poi le inchieste, infine intoppi burocratici. Dal ministero delle Infrastrutture di Berlino arrivano chiari segnali di irritazione. * * * La "pulizia culturale" del patrimonio artistico arabo-islamico di Emma Fattorini Senatrice Pd Mentre in Siria venivano decapitati 26 soldati posti a protezione del sito archeologico di Palmira, qui a Rabat in Marocco si teneva un summit dell'Assemblea dei parlamentari del Mediterraneo sulla protezione del patrimonio culturale mondiale minacciato dalla distruzione del terrorismo culturale nel mondo arabo- islamico. Abbiamo osservato il rituale minuto di silenzio, che tutte le volte mi commuove e mi imbarazza moralmente. Un raccoglimento che nel suo tragico tempismo dà la misura della nostra impotenza e insieme della consapevolezza di quanto sia grave lasistematica, plateale, distruzione di siti antichissimi, di quello che l'Unesco - presente in gran forza qui a beni culturali alla cancellazione brutale, violenta delle minoranze cristiane, Yazide, copte e caldee. Qui a Rabat stiamo discutendo su proposte concrete: come accelerare le ratifiche dei trattati internazionali e soprattutto come renderle efficaci e operative, come mettere la difesa dei siti nelle missioni di pace, come inasprire le pene per i ricettatori di tutto quel mondo cinico e indignato che commercia opere d'arte, dal piccolo trafficante che li rintraccia su internet dove potete trovare le monete di Mosul a poco prezzo fino ai grandi fornitori di collezionisti avidi e senza scrupoli. Efficienza nel controllo, professionalità nelle indagini e certezza delle pene. Noi italiani abbiamo dato una prova di questo standard, espressa con efficacia dal maggiore Giuseppe Marseglia del reparto operativo per la protezione del patrimonio culturale dei Carabinieri, un corpo specializzato al primo posto a livello mondiale nella difesa del patrimonio archeologico ed artistico italiano, all'avanguardia nel rintracciare reperti sparsi in tutto il mondo. Forte di una banca dati all'avanguardia, che è stata capace di sventare molti traffici della criminalità organizzata e che ha ritrovato i reperti trafugati nella distruzione del museo di Baghdad nel 2003 e che ne ha riorganizzato la riapertura. Eccellenze di un "Made in Italy" di cui andare orgogliosi, da proteggere e incoraggiare, al servizio della nostra tradizione italiana e di quella del patrimonio culturale mondiale. da: * * * M O S T R E M U SEI & CON V EGN I INCROCI CREATIVI: DUE CONFERENZE SULLA CULTURA NEL SEMESTRE DI PRESIDENZA LETTONE DELL’UNIONE EUROPEA di Pier Luigi Sacco (*) e Erminia Sciacchitano(**) Nell’ambito del suo semestre di Presidenza UE, la Lettonia punta sui crossover creativi. Pier Luigi Sacco e Erminia Sciacchitano, commentando il convegno Cultural and Creative Crossovers, riflettono sul ruolo della cultura come motore innovativo e sulla necessità di praticare sconfinamenti settoriali. Qualcosa all’orizzonte si intravede, ma dietro solide mura Nell’ambito del suo semestre di Presidenza UE, la Lettonia ha scelto di puntare, nel campo delle politiche culturali, su un tema apparentemente specialistico ma in realtà di enorme importanza pratica nell’Europa dei prossimi anni: quello dei crossover creativi. Il concetto di crossover è di derivazione genetica, e si riferisce all’operazione attraverso cui, nella riproduzione sessuata, il DNA di un nuovo individuo si forma a partire da una ricombinazione dei patrimoni genetici dei genitori. E’ il meccanismo principe attraverso cui la natura genera novità attraverso la diversità: maggiori sono le differenze tra i patrimoni genetici di partenza, maggiore è la possibilità di dare luogo a configurazioni inedite attraverso la ricombinazione. Parlare di crossover culturali vuol dire chiedersi come la cultura, con tutto il suo patrimonio di diversità e complessità, possa dare luogo ad ibridazioni innovative con i settori più vari, dalla salute alla sostenibilità ambientale, dalla coesione sociale allo sviluppo tecnologico. In questo senso, è importante distinguere il termine crossover da quello apparentemente simile di spillover, che si riferisce agli effetti non intenzionali e non programmati di una determinata azione. Se pensiamo che la cultura produca effetti sull’economia e sulla società in termini di spillover, stiamo immaginando che ciò avvenga in modo accidentale ed episodico – che la cultura sia cioè un fattore di pura serendipità. Ma se pensiamo invece ai crossover culturali, partiamo dalla convinzione che questi effetti siano sistematici, metodologicamente prevedibili, e possano essere oggetto di precise e consapevoli scelte di politica economica (e culturale). Il convegno Cultural and Creative Crossovers nella nuova, appena inaugurata Biblioteca Nazionale, partiva appunto da questa ambiziosa prospettiva per chiedersi come potesse la cultura oggi contare di più all’interno della strategia di sviluppo economico di lungo termine 26 DATA NEWS dell’Europa. Dalla riflessione dei molti specialisti europei invitati a parlare sono emersi vari fattori di criticità da non trascurare: in primo luogo, l’Europa poggia ancora su un’architettura istituzionale progettata nel XIX secolo e largamente inadatta ad affrontare le sfide di innovazione radicale poste dalla competizione globale del XXI secolo, e ciò richiede uno sforzo enorme di ripensamento della governance delle nostre società e delle nostre economie. Inoltre, malgrado le buone intenzioni, il ruolo della cultura come motore innovativo è molto marginale, allo stato attuale, sia all’interno dei sette progetti flagship della strategia Europa 2020 che dagli undici obiettivi tematici della politica europea di coesione – ovvero, dai blocchi costitutivi fondamentali della strategia di sviluppo europea a livello comunitario, nazionale e regionale – e quando è presente, tende ad essere associata in modo quasi esclusivo al turismo e all’ambiente piuttosto che all’innovazione. Ma accanto a queste criticità sono emerse anche molte esperienze concrete che mostrano chiaramente come l’Europa sia in movimento e stia sviluppando le competenze che occorrono per dare corpo ad una vera politica di crossover culturali: dallo smart design per le disabilità alla cultura digitale per la semplificazione burocratica, dal contributo delle industrie creative al miglioramento dei sistemi sanitari al ruolo dei giochi nell’educazione scientifica, e così via. Non è mancata nemmeno l’attenzione verso soluzioni finanziarie innovative che permettano a questi nuovi settori emergenti di trovare risorse superando i muri, purtroppo ancora piuttosto solidi, di scarsa comprensione e consapevolezza che ancora impediscono a gran parte del sistema creditizio europeo di comprenderne il potenziale e di sostenerli con convinzione. Si esce dalla conferenza con la sensazione di trovarsi di fronte ad una realtà in forte crescita, che può diventare oggi un laboratorio di sperimentazione sempre più visibile ed influente per fare dei crossover culturali uno degli elementi portanti della strategia di sviluppo europea del settennio post-2020. Parallelamente alla Conferenza sui crossovers, architetti, costruttori, designer, urbanisti, amministratori, residenti e società civile si incontrano alla Conferenza Heritage, Contemporary Architecture and Design in Interaction. L’obiettivo della Presidenza lettone era qui quello di aprire un'altra breccia nei confini settoriali, sulla scia delle precedenti Presidenze lituana, greca e italiana, promuovendo il dialogo fra gli esperti, per facilitare ancora una volta il raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020. Riga, sito Unesco per essere sempre stata al passo con il proprio tempo, preservando allo stesso tempo la sua integrità, come testimonia il suo quartiere Art Noveau, ben rappresenta il dilemma della città Europea, in perenne tensione fra sviluppo e conservazione. Il suo skyline colpisce per l'equilibrio fra emergenze e tessuto, ma rivela dissonanze e interventi discussi, come l’edificio dei Blackheads, presentato come attrattiva storica, ma ricostruito interamente nel 1999. Senza pretendere di trovare una «formula magica», la Presidenza ha posto stimolanti domande, semplici, ma dalle risposte non immediate quando poste in visione trans-settoriale e europea: fra 100 anni sarà possibile mantenere l’atmosfera delle città storiche? I requisiti europei di protezione del patrimonio influenzano la qualità dell'architettura? Abbiamo una posizione comune verso riproduzioni e repliche? Sappiamo identificare insieme buone pratiche di interazione tra patrimonio culturale, architettura contemporanea e design? Sullo sfondo, le opere degli studenti dell'Accademia d’Arte e l'odore di trementina ricordano che la qualità cresce sul terreno del saper fare, trasmesso di generazione in generazione, attraverso l'interazione tra patrimonio, cultura e creatività. La dichiarazione comune di chiusura individua alcuni indirizzi «crossover» per creatività e innovazione centrate sulla persona, che rispettino i valori creati dalle comunità nel tempo, generando valore aggiunto per l'ambiente, la qualità della vita e la qualità sociale. Ad esempio il «Design for All», inclusivo e olistico, che coinvolge la diversità umana nel processo progettuale, per garantire l'accessibilità ai siti culturali, in un’Europa in cui la crescita delle aspettative di vita allarga lo spettro delle specifiche necessità. Fondamentale è in ogni caso il coinvolgimento delle popolazioni nelle decisioni e la formazione trans-settoriale. Per valutare l'efficacia di tali politiche è però necessario misurare i benefici delle interazioni fra patrimonio, architettura e design nelle dimensioni culturale, fisica, digitale, ambientale, umana e sociale. Per il momento abbiamo risultati parziali, ma la ricerca europea sta avanzando; in particolare attendiamo i risultati del progetto «Cultural Heritage Counts for Europe: Towards a European Index for Cultural Heritage», finanziato dal programma europeo Cultura (2007-2013), che sarà presentato a fine giugno. Non sarà però facile misurare il valore della ritrovata fiducia nelle istituzioni in quei paesi che, con l'ingresso in Europa, hanno potuto realizzare edifici pubblici di qualità, realizzare concorsi e aprirsi al confronto internazionale. Lo sguardo torna alla Biblioteca Nazionale, il cui profilo richiama la leggenda della Gaismas Pils, la collina di vetro che affonda nel periodo di oppressione e simboleggia il raggiungimento delle aspirazioni più alte, i cui libri sono stati trasferiti da una catena umana di quindicimila persone, lunga 2 km, nel gennaio 2014, sotto una temperatura di -10 gradi. Un capitale sociale, questo sì, inestimabile. da: IL GIORNALE DELLE FONDAZIONI *) Dipartimento di Letterature comparate e scienze del linguaggio Facoltà di Arti, turismo e mercati **) Segretariato generale MIBAC, responsabile rapporti COE on line - Aprile 2015 Biblioteca d'Arte della Gam di Torino: l'appello degli studiosi contro la «semichiusura» L'annuncio che la Biblioteca d'Arte della Gam di Torino dopo la chiusura per il periodo pasquale riaprirà il 10 aprile con un orario limitato ai soli giorni di venerdì e sabato, e per un totale di 11 ore a fronte delle attuali 35, ha provocato la reazione degli studiosi d'arte, non solo torinesi. Dopo l'anticipazione della «semichiusura» data da Gabriele Ferraris sul suo blog, la notizia è stata rilanciata da Tomaso Montanari su «Articolo 9» e una bozza dell'appello è circolata sui social network. Riceviamo e pubblichiamo il comunicato ufficiale inviato ieri 30 marzo a Patrizia Asproni, presidente della Fondazione Torino Musei cui la Gam fa capo (proprio ieri Patrizia Asproni, sulle pagine torinesi di «la Repubblica», rispondeva alle proteste affermando che il provvedimento è temporaneo e che l'obiettivo è di «migliorare e rilanciare» la Biblioteca) e alle autorità cittadine e regionali. Centinaia le firme già pervenute da tutta l'Italia e dall'estero. I docenti di storia dell’arte dei Dipartimenti di Studi Umanistici e Studi Storici dell’Università di Torino, i funzionari storici dell’arte delle Soprintendenze piemontesi, gli studiosi di storia dell’arte, le associazioni culturali e le istituzioni museali attivi e presenti sul territorio piemontese, in risposta alla grave contrazione dell’orario di apertura della Biblioteca d’arte dei Musei Civici di Torino, hanno redatto il seguente documento. La decisione da parte della Fondazione Torino Musei di limitare fortemente l’apertura della Biblioteca d’arte per buona parte della settimana getta sconcerto e stupore nell’utenza abituale e non della stessa. È come azzerare un pezzo di storia di una città che ha visto sulla cattedra di storia dell’arte nella propria università Pietro Toesca e Lionello Venturi, dove hanno conseguito la laurea Roberto Longhi e Giulio Carlo Argan. La Biblioteca è infatti una delle migliori dell’Italia settentrionale per ricchezza di fondi bibliografici, frequentata da generazioni di storici dell’arte piemontesi ma anche di altre regioni italiane. Nata all'inizio degli anni Trenta, per uso interno dei musei civici, assunse grande importanza, nel corso degli anni, con un patrimonio librario consistente in più di 110mila volumi e comprendente anche cd-rom, dvd, videocassette e nastri registrati, con una dotazione di periodici italiani e stranieri altamente qualificata. Inoltre raccolse numerosi fondi importanti per lo studio della storia artistica locale, come quello di circa 2 mila volumi ed una serie di riviste italiane e straniere della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti (Spaba), 8mila volumi di Lorenzo Rovere, un fondo librario dedicato alla storia dell’arte asiatica antica acquistato, nel 2006, dalla Fondazione Giovanni Agnelli e quello della Fondazione Italiana per la Fotografia (Fif), che, «oltre a documentare l'attività della suddetta Fondazione, mette a disposizione degli studiosi un gran numero di testi specialistici difficilmente reperibili altrove nel panorama bibliotecario italiano». A supporto degli studi è consultabile, nello stesso edificio, il ricchissimo e prezioso archivio fotografico. La Biblioteca, di primaria importanza anche nel ruolo di centro di ricerca per i musei cittadini, è strumento indispensabile e insostituibile per gli studenti universitari, storici dell’arte, docenti, in quanto nessun'altra biblioteca torinese (Biblioteca civica, Biblioteca Nazionale, Biblioteca dell’Accademia Albertina, Biblioteca di Arte, Musica, Spettacolo – Dipartimento di Studi Umanistici) può da sola essere sufficiente per lo studio delle discipline artistiche e colmare le lacune che verrebbero a crearsi. Inoltre, in questa situazione si prospetta anche una riduzione dei servizi all’utenza con inevitabili conseguenze sulla accessibilità ai fondi librari. Purtroppo la decisione di limitarne gli orari di apertura (da 35 a 11 ore settimanali, venerdì 10-17, sabato 10-14) è l’ulteriore atto di una politica di disfacimento del suo patrimonio librario che, negli ultimi anni, non ha più visto acquisizioni (se non per doni e scambi) né il rinnovo degli abbonamenti alla quasi totalità delle 244 testate di riviste che venivano ad arricchire e a incrementare gli studi. Ma è anche un segnale politico e culturale fortemente negativo, che va ad assecondare un processo di dissipazione di un bene primario, già tristemente in atto in altre realtà nazionali. Siamo coscienti che l’istituzione museo può contemplare aggiornamenti e revisioni purché non ne alterino i significati e funzioni; tuttavia, anche in un’epoca di raggiunta frequentazione di massa di mostre (e meno di raccolte), non si deve dimenticare che la stessa istituzione museo è luogo destinato alla conservazione, alla tutela e allo studio. Per queste ragioni rivolgiamo alla Fondazione Torino Musei un addolorato e appassionato appello perché non svigorisca una delle più importanti strutture di studio e di ricerca di storia dell’arte italiane, costruita e a lungo diretta con sapienza e attenzione, vero patrimonio culturale della città. A fronte di queste considerazioni chiediamo il ripristino dell’orario della biblioteca sino ad ora vigente. da: edizione online, 31 marzo 2015 * * * DATA NEWS on line 27 - Aprile 2015 SABATO 18 APRILE alle 17.30 all’Hotel Catullo di Sirmione, piazza Flaminia 7, appuntamento con il Premio letterario Racconti nella Rete Edoardo Brosio, Marco Bugliosi, Alice Cappagli, Luca D’Andria, Cinzia Della Ciana, Lucia Delli Santi, Luigi De Rosa, Nicoletta Fazio, Laura Fortugno, Diego Lama, Enrico Losso, Laura Montagna, Liliana Murru, Maurizio Polimeni, Federica Politi, Sonia Poretti, Mara Ribera, Marco Sacchetti, Vincenzo Maria Sacco, Daniele Sartini, Carmen Verde. Informazioni sul premio 2015 nel sito www.raccontinellarete.it [email protected] tel.0584961169 * * * BOLOGNA LE INTERVISTE IMPOSSIBILI Incontro con l’Ammiraglio Etrusco Vel Kaikna Intervengono Demetrio Brandi, presidente del premio, Raffaele Balsano, Elena Barelli, Sonia Poretti, Laura Montagna, Marco Sacchetti, Francesca Berti, Vincenzo Sacco. Si parlerà dei racconti presenti nell’antologia del premio letterario Racconti nella Rete 2014 (Nottetempo) e della nuova edizione in corso nel sito www.raccontinellarete.it fino al prossimo 31 maggio. Durante l’incontro gli autori presenti parleranno dei racconti inseriti nell’antologia e della nuova edizione del premio riservato a racconti brevi e soggetti per cortometraggi. Il concorso 2015, che prevede anche una sezione dedicata ai racconti per bambini, è in pieno svolgimento nel sito www.raccontinellarete.it. L’antologia del premio letterario Racconti nella Rete®, curata da Demetrio Brandi, raccoglie i venticinque racconti selezionati nel 2014, scritti da altrettanti talenti letterari. Il percorso culturale del premio viene evidenziato nelle prime pagine di questa antologia dalla giornalista e scrittrice Chiara Lico, ex vincitrice del premio. Il disegno della copertina, “L’albero dei libri”, è stato realizzato da Marco De Angelis. Scrigno di piccole storie compiute, l'antologia diventa testimonianza del tempo in cui viviamo ed espressione di tematiche sociali affrontate a volte con leggerezza altre volte con passione, sensibilità e rabbia. Espressione di una qualità letteraria in continua crescita, i racconti si caratterizzano per una prosa sempre più raffinata e variegata e con stili narrativi originali. Il concorso, sempre più importante vetrina per autori emergenti, si sviluppa dal 2002 nel sito www.raccontinellarete.it. Molti tra gli scrittori pubblicati hanno ottenuto brillanti risultati in campo letterario ed è questo il risultato più importante. La qualità dei racconti selezionati dalla giuria fa ben sperare per il futuro del premio, il cui obiettivo ultimo è quello di stimolare, aggregare, valorizzare e promuovere le creatività e le attitudini professionali in ambito letterario. Il premio, che comprende la sezione dedicata ai soggetti per cortometraggi, è collegato al XXI festival LuccAutori®, in programma dal 26 settembre all’11 ottobre a Lucca. Questi i venticinque autori che hanno vinto la selezione 2014: Raffaele Balsano, Elena Barelli, Arturo Belluardo, Francesca Berti, Testi di Giuseppe Mantovani Intervistatore: Davide Giovannini Vel Kaikna: Marco Mengoli Museo Nazionale Etrusco e area archeologica della città etrusca di Kainua Via Porrettana Sud 13 Marzabotto (BO) info 051 932353 [email protected] Lo spettacolo è preceduto alle ore 16 da una visita guidata a scavi e museo incentrata sui temi dei commerci via mare condotta dall’archeologo Tiziano Trocchi Visita guidata e spettacolo sono gratuiti Ingresso al museo e area archeologica € 3,00 (gratis per under 18) Sono presenti i rievocatori di Methlum Kainual visita guidata condotta dall’archeologo Tiziano Trocchi incentrata sul tema dei commerci via mare. La stele in arenaria di Vel Kaikna è eccezionale sia per le dimensioni (è alta m. 2,42) che per la raffigurazione che presenta sul lato principale. Vi è scolpita l'immagine di una grande nave etrusca da guerra che naviga in mare. A poppa il timoniere regge il timone, seguono due guerrieri con corazza ed una figura con mantello; dalla chiglia della nave sbucano sette remi, anche se sono solo tre i rematori di cui si vedono le teste. Probabilmente la scena si riferisce all'attività esercitata dal defunto, di cui si conosce il nome grazie all'iscrizione incisa sull'altro lato della stele: “[io sono] la tomba di Vel Kaikna”. E' stato ipotizzato che questo personaggio bolognese rivestisse la carica di comandante di una flotta etrusca sull'Adriatico, preposta alla difesa delle rotte commerciali da e per la Grecia che facevano capo al porto di Spina. L'altro lato della stele è diviso in quattro fasce da listelli, che comprendono, in alto, il viaggio su carro del defunto nell'aldilà, e più sotto scene di solenni giochi sportivi celebrati in onore del defunto stesso, alla presenza di personaggi pubblici eminenti. La stele in arenaria di Vel Kaikna, datata attorno al 450-420 a.C., è stata rinvenuta nella Necropoli dei Giardini Margherita ed è esposta nella sala etrusca del Museo Civico Archeologico di Bologna. Museo Nazionale Etrusco “Pompeo Aria” e antica città di Kainua Via Porrettana Sud n. 13 Marzabotto (BO) Il Museo è aperto dalle 9 alle 18.30, gli scavi archeologici dell'antica Kainua dalle 8 alle 19 www.archeobologna.beniculturali.it * * * Ravenna - Museo d’Arte della città Sala multimediale Interverranno: Ouidad Bakkali, Assessore alla Cultura del Comune di Ravenna Antonio Patuelli, Presidente dell'Associazione Bancaria Italiana (ABI) e della Cassa di Risparmio di Ravenna Lanfranco Gualtieri, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna Uber Dondini, Presidente del Mar Maria Grazia Marini, Direttore del Mar Claudio Spadoni, Curatore della mostra Membro di un'importante famiglia felsinea, Vel Kaikna era un navarca o un ammiraglio: ce lo dice la sua stele funeraria, rinvenuta a Bologna ed esposta al Museo Civico Archeologico, su cui si staglia una nave da guerra etrusca armata di tutto punto. Non è curioso che un abitante di Felsina, città priva di mare, abbia scelto di farsi rappresentare e ricordare in questo modo? A questa domanda cerca di rispondere l’intervista impossibile all'Ammiraglio Etrusco Vel Kaikna in programma domenica 26 aprile 2015, alle ore 17, al Museo Nazionale Etrusco “Pompeo Aria” di Marzabotto (BO). Grazie alla collaborazione con il Gruppo Archeologico Bolognese, di cui fanno parte sia gli interpreti che l’autore, viene raccontata la storia del navarca felsineo Vel Kaikna che la raffigurazione funebre collega a Spina e al suo porto. Lo spettacolo è preceduto alle ore 16 da una Il Museo d’Arte della Città di Ravenna si presenta all’ormai tradizionale appuntamento espositivo di fine inverno-primavera, con una mostra in programma dal 22 Febbraio al 14 Giugno 2015, realizzata grazie al prezioso sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, finalizzata a documentare il nostro Paese e le sue bellezze, in quel tratto di tempo, davvero cruciale, che va dall'epopea risorgimentale alla Grande Guerra Il Bel Paese. L’Italia dal Risorgimento alla Grande Guerra, dai Macchiaioli ai Futuristi, come recita il titolo dell'esposizione, intende restituire, infatti, attraverso diverse sezioni tematiche, la rappresentazione del 'paesaggio' italiano inteso in tutti i suoi aspetti, offrendo anche un palinsesto della società e della cultura dalle premesse dell'Unità alla partecipazione al primo conflitto mondiale, di cui cade il centenario proprio nel 2015. Il tessuto straordinario della realtà geografica e storica italiana, fatto di intrecci e sedimentazioni di testimonianze culturali dove anche la natura è espressione dell’antropizzazione rimane sostanzialmente inalterato fino all'avvio della modernizzazione del Paese con il passaggio da un’economia rurale all’industrializzazione e ai suoi nuovi processi produttivi. La mostra offrirà dunque una sequenza di documenti pittorici delle straordinarie bellezze 28 paesaggistiche italiane, e insieme spaccati di vita quotidiana come specchio di diverse condizioni sociali, in un tempo di grandi trasformazioni - politiche, economiche, culturali rappresentate dai maggiori artisti italiani, ma anche nella prospettiva eccentrica degli artisti stranieri calati nel nostro Paese per ammirarne e dipingerne le bellezze. Una storia, anche, di interpretazioni diverse, in taluni casi a carattere ancora marcatamente regionalistico, in altri, di trasformazioni linguistiche di respiro europeo per un arco di tempo che va dalla pittura dei Macchiaioli all’insorgere dell’avanguardia futurista. La mostra, curata da Claudio Spadoni, apre con un’ampia sezione introduttiva con la presenza di alcuni dei più noti dipinti di Induno, Fattori, Lega, Guaccimanni, dedicati all'epopea risorgimentale. Si succederanno poi diversi altri capitoli di questo viaggio nel tempo lungo la nostra penisola, ma anche in sequenza di modelli espressivi, con dipinti dei maggiori artisti del tempo, come Fontanesi, Caffi, Lega, Costa, Induno, Bianchi, Palizzi, Previati, Segantini: vette alpine, vedute lacustri, i più ammirati paesaggi marini, e scorci tra i più pittoreschi delle città mete celebrate del Grand Tour, come Venezia, Firenze, Roma, Napoli, nelle diverse declinazioni degli interpreti di punta del secondo Ottocento italiano, nonché di diversi artisti stranieri. Il Bel Paese sarà poi raccontato, oltre che per l’intrinseco fascino degli scorci naturali, nella straordinaria, inconfondibile compenetrazione di natura e sedimento culturale, memorie storiche, anche attraverso immagini suggestive di tradizioni e costumi, grazie ad opere di figure come Michetti, Signorini, Lega, Morbelli, con rappresentazioni della vita quotidiana di una società ancora rurale ma che lentamente si avvia all’industrializzazione, con artisti quali Fattori, Cannicci, Cammarano, Boccioni, per citare solo pochi nomi. A dar lustro ai molteplici aspetti del nostro Paese non mancherà la caratterizzazione di personaggi di diversa condizione sociale offerta da Lega, Cremona, De Nittis, Boldini, Zandomeneghi. Quasi un album di famiglia di oltre un secolo fa a memoria di 'come eravamo'. In questo anche la ricca sezione dedicata alla fotografia, praticamente dagli esordi alla sua progressiva affermazione, avrà una parte molto importante, con alcuni dei suoi storici pionieri. La parte conclusiva sarà poi una sintesi di queste diverse sezioni, con opere realizzate tra il primo e il secondo decennio del '900, che documentano le premesse divisioniste chiaramente innestate in un clima europeo, e l'avvento del Futurismo, l'avanguardia guidata da Filippo Tommaso Marinetti, con artisti quali Boccioni, Balla, Depero, Carrà, Russolo, decisi a spazzare via ogni residuo della cultura e della sensibilità ottocentesche, prima che la Grande Guerra, vero spartiacque tra i due secoli, segni profondamente anche la continuità e le avveniristiche utopie del movimento. Dopo le mostre dedicate alle figure di grandi storici dell’arte: Roberto Longhi, Francesco Arcangeli, Corrado Ricci, Giovanni Testori, le ampie rassegne riservate ai Preraffaelliti, all’arte in Italia nel secondo dopoguerra (L’Italia DATA NEWS s’è desta), e ai rapporti fra Art Brut e arte degli alienati (Borderline), il Mar, Museo d’Arte della Città di Ravenna prosegue la sua indagine su temi storico-artistici di particolare interesse, come nel caso della mostra da poco conclusa dedicata alla storia del distacco delle pitture murali (L’incanto dell’affresco). Per il carattere civico, storico e documentario, oltre che squisitamente storico-artistico, il Museo ha inoltrato richiesta che l’iniziativa sia posta sotto l’egida dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, e che possa godere del patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, della Regione Emilia-Romagna e della Provincia di Ravenna. La mostra sarà corredata da un ampio catalogo con il repertorio delle opere esposte e diversi saggi che affrontano la complessità degli aspetti culturali e sociali di queste dense pagine di storia nazionale. Mostra: Il Bel Paese. Dal Risorgimento alla Grande Guerra, dai Macchiaioli ai Futuristi Sede: Museo d’Arte della città di Ravenna Enti organizzatori: Comune di Ravenna - Assessorato alla Cultura, MAR Ravenna Periodo: 22 febbraio - 14 giugno 2015 Curatore: Claudio Spadoni Enti organizzatori: Comune di Ravenna - Assessorato alla Cultura, MAR Ravenna, Sponsor ufficiale: Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna Con il contributo di: Camera di Commercio di Ravenna Media partner: QN - Il Resto del Carlino Sponsor tecnico: XL Group Insurance Reinsurance Partner per i servizi di audio guida e radioguida: Antenna International Si ringrazia: IKEA FAMILY, Teleromagna Orari: fino al 31 marzo: martedì- venerdì 9-18, sabato e domenica 9-19, dal 1 aprile: martedì - giovedì 9-18; venerdì 921; sabato e domenica 9-19,chiuso lunedì Ingresso: intero: 9 euro, ridotto: 7 euro; studenti Accademia e Università, insegnanti: 4 euro Catalogo: Sagep Editori S.r.l. * * * Mosaici a Musa. I pavimenti musivi della chiesa di San Martino Prope Litus Maris on line - Aprile 2015 Di questa chiesa databile alla prima metà del VI secolo, però, fino al maggio 1989 si erano perse le tracce. Segnalata in alcune mappe di età moderna e probabilmente distrutta dal terremoto del 1484, se ne avevano descrizioni sommarie ma non se ne erano mai intercettate le strutture murarie. Poi, 25 anni fa, la svolta. Durante i lavori per realizzare delle vasche per l'allevamento ittico nel territorio di Cervia, in località Podere Mariona, a ovest della via Romea, emergono numerosi oggetti in laterizio e tessere musive. Ricerche più approfondite portano in luce a circa 2 metri di profondità dal piano stradale un complesso di mosaici pavimentali di notevole qualità. Proprio il pregio dei lacerti musivi rinvenuti induce la Soprintendenza Archeologica dell’Emilia-Romagna a sospendere i lavori e a iniziare una campagna di scavo sistematica che a partire dal 1991 indagherà l'intero complesso musivo. L’indagine interessa pressoché tutta l’area occupata dall’edificio di culto, per un'estensione di 750 mq. Le condizioni ambientali e geologiche del sito, caratterizzate dalla continua risalita dell’acqua di falda, rendono necessario un intervento sui mosaici e il loro rapido distacco. Gli archeologi capiscono subito che la scoperta fa parte di quei ritrovamenti insperati e casuali che restituiscono alla collettività l’esistenza e consistenza di un edificio noto dalle fonti ma dimenticato, che fino a quel momento era visibile solo su qualche documento o nella toponomastica. In breve appare chiaro che i pavimenti musivi rinvenuti fanno parte di un edificio di culto la cui pianta, dopo alcune campagne di scavo, risulta chiaramente leggibile: si tratta di una chiesa di apprezzabili dimensioni, a pianta cruciforme con abside (croce latina), arricchita di tessere musive policrome di scuola ravennate e fiancheggiata da portici lastricati in cotto. Dal 4 aprile sarà possibile ammirare in un unico spazio tre pavimenti musivi della chiesa di San Martino prope litus maris mai esposti prima insieme Al MUSA, Museo del Sale di Cervia, dal 4 aprile 2015 al 27 marzo 2016 Inaugurazione sabato 4 aprile 2015, ore 16 MUSA – Museo del Sale di Cervia Sezione Archeologica Via Nazario Sauro 24 Ingresso libero e gratuito Info mostra e orari Le fonti documentarie dicono che si chiamasse San Martino prope litus maris. Le ricerche condotte all'interno della chiesa e nell'area circostante recuperano reperti ceramici, vitrei, tubature fittili, monete e frammenti DATA NEWS on line 29 - Aprile 2015 di epigrafi che aiutano a far luce sulla formazione storica e artistica del territorio cervese. Una ricerca storico-archivistica parallela consente di riconoscere nell’edificio la chiesa denominata nelle fonti S. Martino prope litus maris, indicata in alcune mappe di età moderna e di cui si può ipotizzare la quasi totale distruzione nel corso del terremoto che colpì Cervia nel 1484. La chiesa doveva essere larga 15 metri e lunga 32 metri (38 metri con l’abside). I lacerti musivi rintracciati sono stati ricondotti a otto diversi pannelli, di cui tre originariamente situati nei bracci trasversali della croce e cinque nel vano principale della chiesa. I mosaici pavimentali della chiesa di S. Martino prope litus maris sono il ritrovamento più consistente emerso finora dal sottosuolo di Cervia. Attualmente i mosaici, in parte ancora in attesa di restauro, sono custoditi presso i Magazzini Comunali di Cervia. Solo due riquadri sono stati restaurati, il primo dalla Fondazione RavennaAntica, che lo ha esposto nella mostra archeologica del 2007, "Felix Ravenna", e l'altro all’inizio degli anni novanta dalla Scuola per il Restauro del Mosaico della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Ravenna. Dal 4 aprile questi due mosaici già restaurati, più un frammento ancora da restaurare, sono esposti nella sezione archeologica del MUSA, Museo del Sale di Cervia proprio per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla necessità di procedere alla sistemazione definitiva di tutti i lacerti. Grazie a questa mostra è possibile ammirare in un unico spazio pezzi di mosaico che non si erano finora mai stati visti insieme; la speranza degli archeologi è che si riesca a effettuare il restauro di tutti i lacerti musivi e magari ricostruire l'intero spazio che ospitava i mosaici. Nel corso degli scavi sono stati recuperati anche numerosi frammenti di crustae e di piastrelle marmoree relativi a rivestimenti presumibilmente attribuibili alla prima fase di vita dell'edificio, nonché pannelli pavimentali in opus sectile che potrebbero essere riferiti alla fase di ristrutturazione altomedievale. Un centinaio di questi frammenti opportunamente selezionati sono esposti a fianco dei mosaici per documentare anche la presenza di questi elementi architettonici. Con questa esposizione si dà conto di un importante ritrovamento per il territorio cervese e si incrementa il patrimonio storico culturale del museo e della città con un nuovo importantissimo tassello di storia. Per approfondimenti: S. Martino prope litus maris. Storia e archeologia di una chiesa scomparsa dal territorio cervese, di Sauro Gelichi, Maria Grazia Maioli, Paola Novara, Maria Luisa Stoppioni, All'Insegna del Giglio - Firenze - 1996 Info mostra: Promossa da Comune di Cervia, Assessorato alla Cultura, MUSA Museo del Sale, Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna e Gruppo Culturale Civiltà Salinara Quando: dal 4 aprile 2015 al 27 marzo 2016 Cervia - MUSA, Museo del Sale - Magazzino del sale “Torre” Via Nazario Sauro, 24 Info: Tel./Fax 0544-977592 - [email protected] - http://musa.comunecervia.it/ Aperto tutto l’anno con ingresso gratuito Dal 20 dicembre al 6 gennaio tutti i giorni 15.00 - 19.00 Dal 7 gennaio al 31 maggio e dal 16 settembre al 19 dicembre sabato, domenica e festivi 15.00 - 19.00 (apertura su richiesta per gruppi dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.30) Dal 1 giugno al 13 settembre tutti i giorni 20.30 - 23.30 (apertura su richiesta il giovedì dalle 9.00 alle 12.00) * * * UN TALENTO UNDER 40 ALLA GUIDA DI PALAZZO STROZZI A FIRENZE ARTURO GALANSINO È IL NUOVO DIRETTORE GENERALE DELLA FONDAZIONE PALAZZO STROZZI Fondazione Palazzo Strozzi - La mia idea è una continuazione del progetto per far diventare questo un luogo sempre più vivo e aperto, a Firenze e al mondo. Una visione da realizzare attraverso mostre e eventi che vadano oltre le mura del Palazzo, sia in collaborazione con grandi istituzioni internazionali che attraverso sinergie territoriali per valorizzare il nostro patrimonio artistico e culturale. Continueremo l’indagine e la ricerca sull'arte antica delle grandi mostre come Bronzino o Pontormo e Rosso Fiorentino e intensificheremo il ruolo del contemporaneo, portando a Firenze i protagonisti dell'arte del presente. Sa- Dopo quasi 10 anni all’estero, Arturo Galansino torna in Italia per diventare Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze: 38 anni, ha alle spalle una brillante carriera che lo ha fatto approdare al Musée du Louvre di Parigi, alla National Gallery e alla Royal Academy of Arts di Londra. Galansino ha compiuto gli studi, prima a Milano, e poi a Torino conseguendo un dottorato di ricerca in Storia e Critica d’Arte. Il nuovo Direttore è stato scelto attraverso una selezione che ha visto la partecipazione di molti candidati italiani e stranieri. I curriculum sono stati esaminati da una commissione di valutazione che ha selezionato i profili migliori. Galansino si è aggiudicato l'incarico grazie alla sua competenza, specializzazione ed esperienza, unite a passione, determinazione e impegno. «La scelta di Arturo Galansino – sottolinea Lorenzo Bini Smaghi, Presidente della Fondazione Palazzo Strozzi - è in linea con la filosofia di Palazzo Strozzi di “pensare globale e agire locale”, riportando in Italia un giovane che ha fatto una grande esperienza all’estero e può ora contribuire allo sviluppo della cultura nel nostro paese. Spero sia un esempio e un incoraggiamento per tanti altri giovani italiani» Arturo Galansino prende il posto di James Bradburne, che dopo nove anni di apprezzata presenza, segnata da successi ed innovazioni, lascia la guida di Palazzo Strozzi. In questi anni l’istituzione fiorentina ha ospitato mostre di successo e risonanza a livello nazionale e internazionale come Cézanne a Firenze (2007),Bronzino (2010), La Primavera del Rinascimento (2013), Pontormo e Rosso Fiorentino (2014), Picasso e la modernità spagnola (2014-2015), Potere e pathos (2015), facendo di Palazzo Strozzi un brand forte, per la qualità delle mostre e delle attività culturali. Un successo dovuto alla governance autonoma della Fondazione che ha reso possibile una programmazione su base triennale e una stabilità economica, grazie al sostegno costante dei partner pubblici e privati, che ha dimostrato che il finanziamento della cultura di qualità è un motore di crescita economica importante. In questo modo Palazzo Strozzi ha sviluppato una strategia culturale di eccezionale coerenza: un modello di gestione che si è rapidamente diffuso ed è riconosciuto in tutto il mondo. «Negli ultimi anni ho seguito con interesse l’ascesa di Palazzo Strozzi, che da spazio semi-deserto è diventato un’importante sede espositiva, posizionandosi nel panorama culturale nazionale e internazionale - afferma Arturo Galansino, Direttore Generale della remo anche sempre più attivi sui social network con iniziative che coinvolgano direttamente i visitatori e mettano in rapporto Palazzo Strozzi con il pubblico. Oltre ad essere un onore, è per me emozionante tornare in Italia alla guida di una simile istituzione. Farò del mio meglio per portare verso nuovi traguardi il cammino di Palazzo Strozzi» info: Fondazione Palazzo Strozzi - Lavinia Rinaldi - Tel. +39 055 3917122 E-Mail: [email protected] Antonella Fiori - Cell. +39 347/2526982 E-Mail: [email protected] * * * Il Pugile seduto conosciuto anche come il Pugile delle Terme arricchisce dal 30 aprile la grande mostra in corso a Palazzo Strozzi Potere e pathos. Bronzi del mondo ellenistico (Palazzo Strozzi 14 marzo-21 giugno 2015) La grande mostra di Palazzo Strozzi, realizzata in collaborazione con il J. Paul Getty Museum di Los Angeles e con la National Gallery of Art di Washington, che propone una straordinaria panoramica sulla statuaria bronzea ellenistica dal IV secolo a.C. al I secolo d.C., si arricchisce dal 30 aprile, alla vigilia di Expo 2015, di un’importantissima opera: il Pugile seduto o Pugile delle Terme, proveniente dal Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo. Il capolavoro, che sarà esposto per la prima 30 volta a Firenze in occasione della mostra Potere e pathos. Bronzi del mondo ellenistico, andrà ad affiancare statue monumentali di divinità, atleti ed eroi, è tra i pochi bronzi conservati per intero ed è considerata una delle più famose opere scultoree dell’antichità, che esemplifica l’arte ellenistica come pochi altri capolavori. IL RITROVAMENTO. Scoperto nel 1885 durante alcuni interventi edili sul versante sud del Quirinale, il Pugile era stato depositato con cura tra le fondamenta di un edificio antico. Rodolfo Lanciani (Ancient Rome, 1888), così descrive il ritrovamento: «Sono stato presente, nella mia lunga carriera nell’attivo campo dell’archeologia, a molte scoperte; ho sperimentato una scoperta dietro l’altra; ho talvolta e per lo più inaspettatamente, incontrato reali capolavori ma non ho mai provato un’impressione straordinaria simile a quella creata dalla vista di questo magnifico esemplare di un atleta semi-barbaro, uscente lentamente dal terreno come si svegliasse da un lungo sonno dopo i suoi valorosi combattimenti». Il Pugile rappresenta tuttora un enigma per gli studiosi di scultura ellenistica, che hanno variamente datato l’opera tra il tardo IV secolo e l’inizio del I secolo a.C., senza trovare un accordo. Riesaminando la topografia e le circostanze della scoperta, Heymans (2013) ha collocato la deposizione del bronzo all’epoca della costruzione dell’edificio, non più tardi del 200 d.C. circa, e non nella tarda antichità com’era opinione comune. Questo escluderebbe ogni associazione con le vicine Terme di Costantino, suggerite come precedente ubicazione della statua. Si ritiene che l’area dell’edificio in questione ospitasse il santuario di Semo Sancus (una delle più antiche divinità di Roma), eppure il motivo della deposizione della scultura tra le fondamenta resta un mistero. Prima di giungere a Roma, la statua doveva essere stata esposta in un santuario o in un luogo pubblico greco nella città natale dell’atleta che commemora. DESCRIZIONE DELL’OPERA. L’atleta nudo, adulto e a grandezza superiore al naturale, siede con i gomiti poggiati sulle ginocchia, una mano sull’altra. Indossa guanti bordati di pelliccia con sottili cinghie di cuoio (himántes, già noti a Platone) che fugano ogni dubbio sulla natura e la brutalità della sua disciplina. La schiena e le spalle massicce sono incurvate mentre la testa – che spicca dalla postura chiusa e intima del corpo – si volge bruscamente in alto, verso sinistra. Numerose sono le alterazioni, quale risultato di remote lesioni, cui si sovrappongono i colpi subiti nell'ultimo scontro. La perdita dei denti superiori ha ingenerato l'affossamento del labbro corrispondente, mentre quello inferiore rimane in aggetto e il fiato affannoso muove verso l'alto le ciocche dei baffi intrise di sudore. La frattura dell'osso nasale e lo spostamento delle cartilagini hanno determinato la deformazione del naso. Rari i dettagli dell’ematoma sotto l'occhio destro e degli sfregi alle guance e alla fronte da cui è grondato il sangue sugli arti del lato destro. Il crudo realismo dell’immagine – un uomo pronto a sferrare colpi violenti, che ne ha ricevuti molti a sua volta – vuole suscitare empatia nell’osservatore. La lavorazione del bronzo intensifica la reazione emotiva. La sofisticazione tecnica si presta a uno scopo illusionistico – come gli intarsi in rame che bordano i tagli e rappresentano il sangue che gocciola dalle ferite. Lo zigomo destro gonfio fu gettato in una lega diversa (con meno stagno) rispetto al resto del viso, per riprodurre la colorazione di un ematoma. Inoltre, lo spessore sottile del bronzo cavo e per sua natura più adatto a imitare la pelle umana rispetto alla dura pietra, come emerge dalle ferite del pugile: i tagli sono letteralmente incisi nel bronzo, mentre il sangue e la tumefazione sembrano provenire dall’interno del corpo. In effetti, questi dettagli sono alloggiati “dentro” il metallo, non applicati sulla superficie esterna DATA NEWS come la pittura sul marmo. Quest’accentuazione dell’esperienza viscerale dell’osservatore è però addolcita da un’immagine per il resto straordinariamente idealizzata. Se il volto del pugile descrive uno stato caratterizzato da lesioni e spossatezza fisica e mentale dopo la lotta, il resto del corpo mostra pochissimi sintomi: pur essendo seduto mostra tonus, forza, e quasi nessun segno dell’età. La punta del piede destro è appena sollevata da terra e le braccia scaricano il peso dell’enorme torso sulle cosce senza causare avvallamenti nella carne. Esiste uno spiccato contrasto tra la cruda bruttezza del volto e la meticolosa simmetria e raffinatezza di capelli e barba. Inalterati dallo sporco, dal sudore e dal sangue dell’arena, sembrano piuttosto irreali e si rifanno chiaramente all’iconografia di Eracle. Nel contesto di questo corpo nudo di concezione classica, tuttavia, un dettaglio insolito del pugile e la kynodésme – l’infibulazione, ovverosia il sospensorio per il prepuzio – una pratica igienica comprovata degli atleti greci ma raramente raffigurata in scultura e mai in una statua di atleta. Come le ferite sul viso e i guantoni rifiniti nei dettagli – quello che Zanker chiama «realismo selettivo» – la kynodésme aggiunge un elemento contemporaneo e verosimile a questa immagine di un atleta vittorioso, un genere di cui ci sono pervenuti pochissimi esempi originali. La scultura è stata realizzata con la tecnica della fusione a cera persa con metodo indiretto ed è costituita da diverse sezioni, fuse in getti separati e assemblate mediante saldatura: derivano da fusioni distinte la testa, le braccia, la gamba sinistra, gli avambracci, il sesso e le dita medie dei piedi. A freddo sono state rifinite le unghie, la barba, i capelli e la peluria sulla zona del petto e del pube, accuratamente incise a bulino. L’estrema cura dedicata all’esecuzione dei dettagli è testimoniata dalla lavorazione a parte delle dita centrali dei piedi. Paolo Moreno nella Enciclopedia Treccani dell’Arte Antica (1996) Il volgersi laterale e verso l'alto del capo si trova allo scorcio del IV sec. nell'Eracle seduto degli stateri di Festo, dove l'interesse dell'artista è concentrato su una situazione momentanea, secondo il principio dell'estetica lisippea (kairòs è la personificazione e divinizzazione del "momento opportuno" e, come tante altre divinità sorte anch'esse dalla personificazione di un'idea quali Nike, Eirene, Ploutos, appartiene ad età abbastanza tarda.). Nel Pugile il fenomeno si rivela attraverso le agemine di rame rosso applicate sulla gamba e sul braccio destro, compreso il guantone: esse rappresentano le gocce di sangue cadute dalle lacerazioni osservabili sul viso, nell'istante in cui l'atleta ha girato la testa. Il brusco movimento è ulteriormente giustificato dall'occlusione dei padiglioni auricolari: come sappiamo dalle fonti per il Dèmos o il Kairòs di Lisippo, l'autore avrebbe trovato modo di rappresentare la «sordità» del personaggio, che si volge nello sforzo di leggere sul volto dei giudici le parole del verdetto, o verificare con lo sguardo il plauso della folla. Rimanda al IV sec. anche il raro dettaglio dell'ematoma sotto l'occhio destro reso con un elemento metallico fuso a parte in una lega più scura, e successivamente saldato […]. Né trova riscontro più tardi la lavorazione delle labbra in rame massiccio (non in lamina), fuse preventivamente e inserite nella cera, con un ancoraggio all'anima della statua tanto saldo da impedire ogni spostamento al momento della colata della lega. Come in altri originali di età classica, le dita centrali dei piedi erano state fuse separatamente per poter modellare liberamente tutti gli spazi interdigitali: la lettera alpha, tracciata sotto al medio del piede sinistro, come iniziale di άριστερός ττούς, si rendeva utile per distinguere al momento dell'assemblaggio la sezione pertinente. Intorno al 337 la base del Polidamante di Lisippo a Olimpia, con la sua faccia superiore di un metro per lato, offriva spazio sufficiente per ospitare una figura seduta come quella del on line - Aprile 2015 Museo Nazionale Romano, che ha la parte superiore dei piedi fortemente consunta: risultato di un secolare processo di venerazione popolare, descritto da Luciano (Deor. conc., 12) a proposito del Polidamante. Il movimento del capo e alcuni aspetti della barba sono comuni all’Eracle Epitrapèzios [una versione è esposta in mostra]. Per il trattamento della muscolatura non si è lontani dall’Eracle in riposo del tipo «Farnese Pitti». [Una versione dell’Ercole lisippeo è esposto in mostra]. Il giudizio sull'acribia di Lisippo – «sembra propria di lui l’espressività serbata fin nei minimi particolari» (Plinio, Naturalis Historia, XXXIV, 65) – si attaglia alla finezza con cui sono stati realizzati i guantoni. I polpastrelli restano liberi, consentendo all'artefice di cesellare con esattezza le unghie, mentre le dita sono inguainate da una pelle così sottile che lascia trasparire le articolazioni fino alle falangi: gli orli sono ribattuti per ciascun dito e resi appariscenti da sottili inserti di rame rosso, sui quali sono incise fitte serie di punti a suggerire le cuciture. Il cuoio che protegge il carpo, il polso e l'avambraccio conserva, rivolto all'interno, il vello, adatto ad ammortizzare i colpi durante il combattimento; il pelame sbocca in densi riccioli al termine dei guanti. Forti stringhe garantiscono l'aderenza dell'apparato difensivo, e al contempo fissano intorno alle mani i micidiali cesti (sphàirai), venuti in uso nel IV sec. a.C. Sulla struttura dei capolavori di Lysippos, il verismo del volto rivela l'innesto di una sensibilità apparentemente eterogenea. Numerose sono le alterazioni annotate, quale risultato di remote lesioni, cui si sovrappongono i colpi subiti nell'ultimo scontro. La perdita dei denti superiori ha ingenerato l'affossamento del labbro corrispondente, mentre quello inferiore rimane in aggetto orientando il fiato affannoso a muovere verso l'alto le ciocche dei baffi intrise di sudore. La frattura dell'osso nasale e lo spostamento delle cartilagini hanno determinato la deformazione del naso. Oltre al gonfiore sotto l'occhio destro, sono evidenziati gli sfregi alle guance e alla fronte da cui è grondato il sangue sugli arti del lato destro. Il fratello di Lisippo, Lisistrato, nel giudizio di Plinio, avrebbe rinunciato all'autonomia dal modello, alla sublimazione dei tratti fisionomici DATA NEWS on line 31 - Aprile 2015 che Lisippo perseguiva: «cominciò a rendere somiglianti i ritratti, che prima di lui cercavano di fare quanto più belli possibile» (Naturalis Historia, XXXV, 153); a tal fine l'artefice aveva perfezionato la tecnica del calco in gesso, traendo impressioni dirette dal vivente. La compenetrazione dell'eventuale intervento di Lisistrato nella trascendente stanchezza del vincitore è tale da rendere inscindibile l'attribuzione. La patologia del soggetto, studiata sulla maschera di gesso, è gestita al di là del particolare penoso in una visione tesa a proporzionare illusivamente le parti, attenta allo scorcio, alla potenza e insieme allo slancio della statua collocata su un elevato piedistallo. Si tratta se mai di un'esecuzione a quattro mani che vede ancora convivere in un'alta «maniera» le diverse tendenze della scuola, destinate a svilupparsi in una vivace dialettica. * * * VILLA GIULIA SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGIA DEL LAZIO E DELL’ETRURIA MERIDIONALE APPasseggio con gli Etruschi la cultura della passeggiata, la passeggiata della cultura Sala della Fortuna Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia 22 aprile 2015, ore 17,00 Mercoledì 22 aprile alle ore 17.00 nella Sala della Fortuna del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, la Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria Meridionale presenterà il progetto APPasseggio con gli Etruschi, finanziato nel 2013 dalla ex Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale. Il progetto nasce dal desiderio di offrire al pubblico una nuova possibilità di fruizione autonoma e innovativa del museo archeologico sfruttando le potenzialità di tecnologie informatiche, ma anche di collegare suggestivamente i reperti esposti nel museo con i contesti e i territori di provenienza. Curato dalla ex Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria meridionale e realizzato in collaborazione con l'Associazione culturale GoTellgo, il progetto ha portato alla realizzazione di una serie di itinerari culturali fruibili gratuitamente attraverso l’applicazione APPasseggio APP per dispositivi mobili. Durante la "passeggiata archeologica" l'utente può, attraverso il proprio dispositivo, godere del patrimonio archeologico con l'ausilio di risorse digitali (audioguide, narrazioni di storie, immagini, testi, filmati) che lo aiutano ad approfondire vari aspetti del mondo etrusco e falisco. Sono stati realizzati 10 itinerari, tre dedicati al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia ed in particolare uno studiato per i bambini, altri sette ad alcune aeree particolarmente interessanti e suggestive del territorio dell'Etruria meridionale. Il progetto è stato realizzato con la partecipazione del personale tecnico della Soprintendenza e con la collaborazione dei Comuni di Civita Castellana e di Sutri, del Parco di Veio e del Parco naturalistico della Valle del Treja. La presentazione illustrerà l’applicazione e gli itinerari realizzati e avverrà alla presenza del Direttore Generale Musei Arch. Ugo Soragni. Maggiori informazioni sono reperibili sul sito www.appasseggio.it * * * BAROCCO A ROMA. LA MERAVIGLIA DELLE ARTI entrare così in alcuni tra i principali luoghi barocchi della città solitamente preclusi al pubblico. Una vera e propria esperienza sensoriale, quindi, che si compie appieno nella «meraviglia delle arti». In occasione della mostra saranno infatti eccezionalmente aperte, in alcuni giorni della settimana, la chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza, capolavoro architettonico di Francesco Borromini e la Sala Alessandrina presso il Complesso di Sant'Ivo, dove sarà allestita una mostra documentaria dedicata all'importante sito borrominiano dal titolo La fabbrica della Sapienza. L'università al tempo di Borromini. Fondazione Roma Museo - Palazzo Cipolla. Roma, 1 aprile - 26 luglio 2015 Dal 1 aprile al 26 luglio 2015 Fondazione Roma Museo-Palazzo Cipolla presenta una ambiziosa operazione culturale che ha il suo principale centro propulsore nella mostra Barocco a Roma. La meraviglia delle arti. La mostra presenta al pubblico quasi 200 opere - tra dipinti, sculture, disegni, medaglie e oggetti - dislocate e contestualizzate in uno spazio visivo ispirato alle inquiete architetture del Borromini; una cornice di grande suggestione, che rispecchia la tradizionale cura del Museo per gli allestimenti. La rassegna vanta importanti prestiti concessi dai più autorevoli musei del mondo, tra cui: Musée du Louvre e Mobilier National et des manufactures des Gobelins di Parigi, Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo, Kunsthistorisches Museum e Albertina Museum di Vienna, Museo Nacional del Prado di Madrid, Staatliche Museen di Berlino, Victoria & Albert Museum di Londra, Musei Vaticani, oltre ai principali istituti museali italiani (Galleria Nazionale di Arte Antica in Palazzo Barberini, Galleria Nazionale di Arte Antica in Palazzo Corsini, Galleria Borghese, Galleria Spada, Musei Capitolini, Palazzo Chigi in Ariccia, Galleria degli Uffizi, Museo Nazionale del Bargello, Museo Nazionale di Capodimonte). Simon Vouet, San Sebastiano curato dalle pie donne, 1622, olio su tela, Roma, Collezione Mario Condorelli Gli eventi satellite La mostra Barocco a Roma. La meraviglia delle arti è la chiave che apre l'«invisibile», poiché offre al visitatore la possibilità, davvero unica, di proseguire il percorso tradizionale ed Angelo Caroselli, Madonna con Bambino e gli Arcangeli Michele e Raffaele, olio su tavola, 111,5x73, 1630 ca., Collezione Fondazione Roma, Roma Merita una particolare menzione l'itinerario esclusivo pensato all'interno dei Musei Vaticani, del Palazzo Apostolico, della Basilica di San Pietro e la visita alla Scala Regia, anch'essa preclusa al pubblico, per raggiungere il Baldacchino, l'altare della Cattedra e il monumento funebre a Urbano VIII. In aggiunta, alcuni itinerari barocchi, appositamente studiati, permetteranno di percorrere gli spazi dei Musei Capitolini, della Galleria Nazionale di Arte Antica in Palazzo Barberini e delle gallerie Doria Pamphilj (in cui si segnala tra l'altro il celebre busto di Innocenzo X realizzato da Bernini) e Colonna (con i paesaggi di Gaspard Dughet). In via eccezionale, e solo per la durata della mostra, il visitatore potrà accedere ad alcuni luoghi preclusi alla fruizione: la Cappella dei Re Magi (opera del Borromini e teatro della sfida con il suo storico rivale Bernini) e l'esclusiva «Sala Borromini», nell'Oratorio dei Filippini. Completano questa rosa di eventi due appuntamenti espositivi presso il Museo di RomaPalazzo Braschi, con Feste barocche e Palazzo Chigi in Ariccia con Ritratto e Figura da Rubens a Giaquinto. La mostra, con gli eventi satellite che da essa si dipanano, è un appuntamento imperdibile per chiunque voglia scoprire o ri-scoprire l'esperienza estetica e le multiformi sensazioni emanate dal «palcoscenico» barocco di quello che è definito il «gran teatro» del mondo, in una sola parola, Roma. Barocco a Roma. La meraviglia delle arti Roma, Fondazione Roma Museo - Palazzo Cipolla (via del Corso, 320) 1 aprile - 26 luglio 2015 Orari: lunedì ore 15.00 > 20.00 32 DATA NEWS dal martedì al giovedì e domenica ore 10.00 > 20.00; venerdì e sabato 10.00 > 21.30 Informazioni e prenotazioni T. 06 22761260 www.mostrabaroccoroma.it www.fondazioneromamuseo.it * * * CONFERENZA Galleria Nazionale d'Arte Antica in Palazzo Corsini Via della Lungara, 10 - Roma 4 maggio 2015 – ore 17 on line - Aprile 2015 Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Corsini Via della Lungara 10, Roma tel. 39 06 68802323 e-mail: [email protected] * * * BENI CULTURALI ECCLESIASTICI E COMUNICAZIONE Un umanesimo digitale possibile? 12-13 maggio 2015 Roma, Centro congressi “Aurelia” via Aurelia 796 Daniela Porro, Direttore del Segretariato Regionale del Lazio Giorgio Leone, direttore della Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Corsini sono lieti di invitare il pubblico all’incontro Il San Sebastiano di Mattia Preti: questioni di tecnica e conservazione In occasione dell’esposizione Il San Sebastiano di Mattia Preti da Taverna a Roma, realizzata in collaborazione con il Museo Civico di Taverna, diretto dal prof. Giuseppe Valentino, e che ha portato alla Galleria Corsini il celebre quadro proveniente dalla chiesa di San Domenico di Taverna, si terrà un incontro dedicato al capolavoro pretiano, alla sua storia materiale e conservativa e alle novità emerse negli ultimi anni sul modo di dipingere dell’artista calabrese. Sarà quindi un momento di confronto e di approfondimento. La continua evoluzione della comunicazione determinata dalle moderne tecnologie, sta comportando una vera e propria rivoluzione culturale. Il web è divenuto ormai un luogo di incontro per milioni di utenti che lo frequentano regolarmente. Il partecipare in modo attivo a questa particolare realtà, richiede alla comunità cristiana lo sforzo di dare un senso compiuto alla sua presenza. Senso che renda evidente la bellezza donata che siamo chiamati a trasmettere e che ci inserisce a pieno titolo nel cosiddetto “umanesimo digitale”. Nelle diocesi italiane e in molti istituti culturali ecclesiastici, dalla “prima ora” dell’era digitale, numerosi operatori sono impegnati in un’imponente e corale opera di catalogazione e riordino del patrimonio culturale che sta portando a dei risultati impensati e straordinari. Questa Giornata Nazionale vuole essere l’occasione per riflettere insieme sulle prospettive aperte da tale impegno. Saranno presenti Giorgio Leone, che presenterà la storia e le vicende del San Sebastiano di Taverna; Alessandro Cosma, che parlerà del Santo e del suo martirio; Caterina Bagnato, responsabile del Poliaboratorio di Restauro, Conservazione e Ricerca Mattia Preti di Taverna, che affronterà le complesse vicende conservative del dipinto e un’analisi della tecnica del maestro con riferimenti ai principi emersi dalla ventennale attività del presidio di Taverna; Matteo Rossi Doria, restauratore conservatore della CBC, Conservazione dei Beni Culturali di Roma, invece, tratterà le problematiche, in un ottica di prospettive e soluzioni, legate alla conservazione preventiva relativa ai dipinti di Mattia Preti e Caravaggio. Per informazioni: MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 9.30 - Caffè di benvenuto e registrazione dei partecipanti 10.45 - introduzione di don Bassiano Uggè (moderatore) Sottosegretario della CEI 11.00 - saluti S.E. Mons. Nunzio Galantino, Segretario Generale della CEI arch. Antonia Pasqua Recchia, Segretario Generale del Mibact 11.15 - Beni culturali ecclesiastici nel web (BeWeB): Lineamenti di un impegno condiviso Mons. Stefano Russo Direttore dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici della CEI Paul Gabriele Weston Università degli studi di Pavia, Referente scientifico progetti archivi e biblioteche CEI 12.00 - Rapporto CEI-Mibact: aggiornamenti Beni culturali ed emergenza: protocollo attuativo della direttiva Mibact del 12 dicembre 2013 e circolare operativa Prefetto Fabio Carapezza Guttuso Coordinatore dell’Unità di crisi-coordinamento nazionale del Mibact Linee Guida per la tutela dei beni culturali ecclesiastici Ten. Col. Roberto Colasanti Capo Ufficio del Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale Convenzione tra l’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’Istituto Centrale per gli archivi circa il dialogo BeWeb e il Servizio Ar- on line 33 - Aprile 2015 chivistico Nazionale Dott.ssa Marina Giannetto Direttore dell’Istituto Centrale per gli Archivi del Mibact 13.00 pranzo 14.30 - introduzione di mons. Paolo Sartor (moderatore) Direttore Ufficio Catechistico Nazionale della CEI 14.40 - I beni culturali ecclesiastici e la comunicazione in rete. Un umanesimo digitale possibile? Prof. Pier Cesare Rivoltella Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano 15.30 - I beni culturali ecclesiastici e la comunicazione in rete. Quali orientamenti alla luce dell’evoluzione dei servizi? Prof. Gino Roncaglia Università degli studi della Tuscia di Viterbo 16.15 pausa caffè 16.45 - Fruizione e gestione delle banche dati nel web: Il profilo giuridico Prof. Benedetto Ponti Università degli studi di Perugia 17.30 confronto 18.00 conclusione dei lavori MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015 8.45 - Introduzione di don Daniele Saottini (moderatore) Responsabile del Servizio Nazionale per l’insegnamento della religione Cattolica della CEI 9.00 - La Chiesa e la valorizzazione dei beni culturali ecclesiastici Prof. Antonio Paolucci Direttore dei Musei Vaticani 9.45 - Un portale condiviso in continua costruzione. BeWeB oggi Dott. Federico Parrella Centro Servizi per i beni culturali 10.30 pausa caffè 11.00 - App di fruizione dei beni culturali ecclesiastici: le Cattedrali d’Italia e la sperimentazione in corso (Bergamo, Catania, Firenze); l’anagrafe degli istituti culturali ecclesiastici Interventi coordinati dall’Ufficio Nazionale 11.45 - Contributi 8x1000 e indicazioni per le nuove richieste Mons. Stefano Russo Direttore dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici della CEI 13.00 pranzo Informazioni: Conferenza episcolape italiana Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici - Via Aurelia 468 - 00165 ROMA unbc@chiesa cattolica.it * * * braccio, come a richiamare il versetto biblico, a cui fa riferimento lo spartito musicale. • Gesù Bambino dormiente sulle ginocchia della Madonna; entrambi sono raffigurati in maniera idealizzata e la bellezza dei loro tratti contrasta con la resa naturalistica di san Giuseppe. Inoltre, nella scena sono presenti alcuni detta- e veneta. • La scena è permeata dalla pace e dalla serenità di un meritato riposo, pienamente intuibili grazie alla scelta dei colori caldi. • Nella trattazione del paesaggio sullo sfondo e nelle tonalità luminose, sono ancora evidenti la formazione lombarda e il retaggio veneto del pittore. Infatti, una delle caratteristiche di Ca- gli, resi con grande cura, spesso di valore simbolico, come: • note sullo spartito, in mano a san Giuseppe, non sono tracciate in modo casuale, ma seguono una vera partitura musicale. Si tratta, com’è stato chiarito recentemente da alcuni ravaggio era, secondo i biografi contemporanei, il dipingere con l'esempio davanti del naturale, cioè servendosi di un modello. La critica moderna ha trovato una conferma a questa testimonianza, nel ravvisare la presenza ricorrente di alcune figure nei dipinti di questi anni: • per la Madonna sembra, infatti, che il pittore abbia usato la stessa modella che posò per la Santa Maria Maddalena penitente esposta sempre alla Galleria Doria Pamphilj; • nel profilo delicato dell'angelo si può riconoscere lo stesso giovane che prestò i lineamenti all'ingenuo giocatore truffato dai “Bari” (1594) nel dipinto conservato presso il Kimbell Art Museum di Forth Worth (USA). • Il dipinto può essere considerato, tenendo presenti i valori tematici e stilistici, una delle prime dichiarazioni antimanieriste nei confronti della magniloquenza religiosa della pittura sacra romana di quel periodo. 1595-1596 (Roma) - Galleria Doria Panphilj DATA NEWS Commento critico iconografico al dipinto di Michelangelo Merisi da Caravaggio “Il riposo durante la fuga in Egitto” di Raoul Bianchini Nella scena del Riposo durante la fuga in Egitto ambientata nel paesaggio naturale, compaiono: San Giuseppe rappresentato in modo molto realistico, anziano ed affaticato, veglia reggendo uno spartito musicale all'angelo: è chiara la sua funzione di custode di Maria e di Gesù Bambino. • Angelo musicante, in piedi, è intento a suonare il violino, posto di spalle, permette di riconoscere lo spartito, chiave di lettura di tutta l’opera; la sua raffigurazione sotto forma di un giovane alato deriva dall'iconografia classica. • Maria addormentata, stremata dalla fatica del viaggio, coccola dolcemente Gesù Bambino dormiente sulle sue ginocchia. La Madre è resa simile alla sposa descritta nel Cantico dei Cantici e i suoi capelli tendenti al rosso corrispondono a la chioma del tuo capo è come la porpora, un re è stato preso dalle tue trecce, il colore del sangue salvifico del Redentore. È presentata abbandonata nel sonno e nell’ab- musicologi, di un mottetto scritto dal compositore fiammingo Noël Bauldewijn (1480 ca. – 1529), basato su alcuni versetti del Cantico dei Cantici, dove gli sposi sono identificati con san Giuseppe e Maria, ed il cui testo recita: Io dormivo, ma il mio cuore vegliava. (chiaro riferimento al sonno della Madonna): questo inizia con "Quam pulchra es" (in italiano, Come sei bella). • pietre e la terra brulla, alla destra dell’angelo sono un’allusione simbolica all’Antico Testamento. • pianta di tasso barbasso, ai piedi della Vergine, è un richiamo forse alla radice di Jesse e simbolo della Terra promessa. • fiasco otturato da uno straccio, nell'angolo a sinistra, con parte del cordame scollato, traccia notevole della vocazione del pittore alla natura morta, ovvero alla rappresentazione vivida ed efficace degli oggetti inanimati, che dimostrano l'assimilazione della cultura pittorica lombarda Notizie storico-critiche Il Riposo durante la fuga in Egitto è il primo dipinto a tema sacro e di grande formato realizzato dal giovane Caravaggio. Il pittore era giunto a Roma alla fine del XVI secolo, dove aveva esordito con opere di piccole dimensioni a tema profano ed allegorico. Secondo alcune fonti storiche, l’opera venne eseguita per mons. Fantino Petrignani (1539 – 1600), che dopo aver lasciato la cattedra di Cosenza, risiedeva nella Parrocchia di San Salvatore al Lauro a Roma e presso di lui Caravaggio aveva una stanza dopo che, all’inizio del 1594, era uscito dalla bottega del Cavalier d’Arpino. * * * 34 DATA NEWS La “Festa delle Arti” all’Accademia Nazionale di San Luca. Presentati gli “Scritti in onore di Marcello Fagiolo per cinquant'anni di studi”(Ed. Gangemi). di Luisa Chiumenti "L'Accademia Nazionale di San Luca, con “La Festa delle Arti”, ha dedicato recentemente una giornata di studio all’attività scientifica di Marcello Fagiolo presentando una prestigiosa pubblicazione, edita da Gangemi, dal titolo “Scritti in onore di Marcello Fagiolo per cinquant'anni di studi”, curata da Vincenzo Cazzato, Mario Bevilacqua, Sebastiano Roberto. Ha introdotto e coordinato l’incontro il segretario generale dell’Accademia Nazionale di San Luca Francesco Moschini e sono intervenuti: Marco Dezzi Bardeschi, Paolo Portoghesi, Franco Purini e Vittorio Sgarbi, con un intervento finale dello stesso Fagiolo. Dai diversi interventi è stata egregiamente messa in luce la forza scientifica, culturale ed umana del professor Marcello Fagiolo. Gli allievi che hanno conosciuto Marcello Fagiolo hanno avuto modo di apprezzare il “Maestro affettuoso, l'amico e confidente sincero, disponibile e sempre pronto ad ascoltare e a elargire consigli, a incoraggiare lo studio e la ricerca, incanalando entusiasmi e ingenuità”. on line - Aprile 2015 dalla pubblicazione del primo suo libro Funzioni, simboli e valori della Reggia di Caserta (1963). Marcello Fagiolo è stato un esempio di passione per la scrittura e di amore per il libro, seguito con trepidazione nel suo farsi, fino all'esito finale; un metodo di lavoro che ha applicato anche nella organizzazione di importanti mostre, di grandi e innovativi progetti di ricerca, di convegni internazionali e di corsi di alta cultura. I due tomi a lui dedicati sono stati ripartiti nei temi a lui cari, mentre il titolo, La Festa delle Arti, riprende quello di una sua recente conferenza. Questi i capitoli della prestigiosa pubblicazione: I.OUVERTURE / II. ARCHETIPOLOGIE, GEOMETRIE E MERAVIGLIE / III. CITTÀ E PAESAGGI / IV. LA “FORMA URBIS”: IDEOLOGIA E RAPPRESENTAZIONE / V. UMANESIMO E RINASCIMENTO / VI. LA CULTURA DELL'ANTICO / VII. IL “GRAN TEATRO” DEL BAROCCO: I TEMI E I PROTAGONISTI / VIII. ROMA DAL SEICENTO ALL'ECLISSE DEL BAROCCO: LA CITTÀ E LE ARTI / IX. CENTRI E PERIFERIE DEL BAROCCO IN ITALIA / X. MIGRAZIONI DI IDEE FRA ITALIA, EUROPA E NUOVO MONDO / XI. DALL'ILLUMINISMO ALLE UTOPIE DEL NOVECENTO / XII. IL TEATRO DELLA NATURA E L'UNIVERSO ARTIFICIALE DEL GIARDINO / XIII. IL BANCHETTO DEGLI ELEMENTI E LE ARTI DELLA FESTA / XIV. ESOTERISMO E ARCHITETTURA / XV. LA CONOSCENZA, IL RILIEVO, IL RESTAURO / XVI. FINALE Ricordiamo come lo scopo dell’Accademia Nazionale di San Luca sia stato, fin dal suo sorgere, sia quello di promuovere le arti e l’architettura, di onorare il merito di artisti e studiosi, eleggendoli nel Corpo accademico, di adoperarsi per la valorizzazione e la promozione delle arti e dell’architettura italiane." [Statuto 2005, art.1]. Non a caso il simbolo assunto dall’Accademia (il cui primo Statuto, risalente a Federico Zuccari, risale al 1593), è stata l’immagine di San Luca evangelista, pittore e protettore degli artisti. Ed eco poi che, dal 1705, l'Accademia assunse come proprio emblema un triangolo equilatero, costituito da pennello, stecca e compasso, per esprimere la pari dignità ed unità delle tre arti: pittura, scultura ed architettura, sotto l'egida del disegno, come ribadito dal motto oraziano "aequa potestas" che lo accompagna. Nei secoli l'emblema accademico, pur sostanzialmente invariato, assume forme diverse fino alla trasformazione, nel 1934, con l'adozione di un medaglione con l'immagine di San Luca che dipinge, ancora oggi simbolo dell'istituzione accademica al pari del triangolo equilatero. Il corpo accademico è articolato secondo le tre classi di pittura, scultura ed architettura ed è costituito complessivamente da novanta Accademici Nazionali, trenta Accademici Stranieri, trentasei Accademici Cultori, ventiquattro Accademici Benemeriti. * * * GIOACCHINO ERSOCH (1815 – 1902). UN ARCHITETTO PER ROMA CAPITALE Una mostra per celebrare il bicentenario della nascita dell’architetto che, con la lunga ed eclettica attività professionale, rispose creativamente alle esigenze di una città in evoluzione, spaziando dall’architettura civile a quella funzionale Gioacchino Ersoch. Architetto, urbanista, inventore. È a lui – in occasione del bicentenario della nascita - che sarà dedicata la mostra “Gioacchino Ersoch (1815 – 1902). Un architetto per Roma Capitale” ospitata al Museo di Roma Palazzo Braschi dal 16 maggio al 20 settembre 2015. Nella sua capacità di coinvolgere tutti coloro che hanno modo di lavorare o studiare con Marcello, egli sa in particolare trasmettere ai giovani non solo la ma anche “l'onestà nella ricerca, la curiosità, l'esortazione a non accontentarsi di risultati facili, il coraggio di essere audaci anche in assenza di certezze”. In tal modo Marcello continua pur sempre a dimostrare come sia fondamentale “il rispetto del lavoro di ognuno, il confronto di idee e metodi diversi” insegnando fra l’altro come il “grande libro dell'architettura” sia “immagine e compendio del “grande libro del mondo”. Estremamente forte il senso che Fagiolo comunica, di quanto sia sempre “affascinante instaurare relazioni con contesti diversi a volte lontani nel tempo e nello spazio, evidenziando non tanto differenze e punti di rottura quanto continuità e analogie; che non basta saper vedere l'architettura ma è necessario saperla anche leggere, senza costringerla entro confini disciplinari netti; un'architettura fatta di simboli e di allegorie, di ordine e dis-ordine, di effimero ed eterno, di caos e di armonia delle sfere. Molti lo hanno seguito nell'intrepida costruzione di “Atlanti” di saperi”. L'idea di coinvolgere in un'avventura editoriale un gruppo di circa 200 amici è nata in occasione del settantesimo compleanno di Marcello Fagiolo, ma già allora si stava approssimando una data ben più importante di quella anagrafica: i cinquant'anni di studi, che sono in effetti intercorsi In esposizione una serie di progetti e disegni dell’architetto romano di origini svizzere, in parte inediti, accompagnati da dipinti e fotografie d’epoca, per raccontare un periodo della storia di Roma e dell’amministrazione capitolina poco noto e far conoscere meglio la sua figura di professionista al servizio del Comune dal 1848 al 1889. Sono anni di importanti cambiamenti per la città, soprattutto nei primi decenni dopo il 1870, quando Roma, designata a capitale d’Italia, è protagonista di grandi trasformazioni, oltre che nel campo politico e sociale, in quello dello sviluppo urbanistico e architettonico. Ersoch, responsabile dell’Ufficio municipale di edilizia pubblica, impresse una decisa svolta alla sua DATA NEWS on line - Aprile 2015 personale progettualità e a quella del suo staff, indirizzandola verso un’architettura pubblica più adatta al nuovo ruolo di Roma studiando, nel contempo, adeguate tipologie di arredo monumentale e celebrativo. ““Gioacchino Ersoch (1815 – 1902). Un architetto per Roma Capitale” è promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in collaborazione con l’Archivio Storico Capitolino, con la cura scientifica di Alessandro Cremona, Claudio Crescentini e Laura Francescangeli. L’organizzazione è di Zètema Progetto Cultura. Un evento articolato che segue l’uscita della collana di studi e ricerche Romarchitettonica curata dalla Sovrintendenza, della prima monografia su Ersoch, dove sono documentati gran parte dei progetti e degli interventi studiati per rispondere alle esigenze della città nel delicato passaggio da capitale dello Stato Pontificio a capitale d’Italia. L’esposizione affronta diverse linee tematiche che illustrano il lavoro dell’architetto. Le opere e i documenti presentati, provenienti dalle collezioni del Museo di Roma, dall’Archivio Storico Capitolino e dall’Archivio Gianfranco Ersoch, tratteggiano la carriera, le idee e la pratica dell’architetto, anche attraverso l’esposizione di alcuni dei suoi strumenti di lavoro. Si propongono quindi alcuni studi di dettagli di “ornato”, dai quali emerge la versatilità del progettista in grado di lavorare a tutto campo, immediatamente confrontabili con ideazioni più grandiose, come i piani per la trasformazione dei palazzi capitolini o per i monumenti celebrativi, tra questi ultimi un monumento a Vittorio Emanuele II mai realizzato. A questi progetti sono affiancati quelli per l’arredo della pubblica passeggiata del Pincio (i cui esiti caratteristici sono brillantemente raffigurati in alcuni dipinti dell’epoca), e quelli per gli interventi urbanistici ed edilizi di scala maggiore. Tra questi molti impianti “funzionali” per la vita cittadina, come scuole, mercati e cimiteri, ma soprattutto il Mattatoio a Testaccio, grande opera e suo capolavoro indiscusso, modello di efficienza e razionalità funzionale. La mostra vuole dunque rendere noto un lavoro complesso e articolato, nel quale hanno trovato posto anche le realizzazioni effimere tanto in voga a Roma nell’Ottocento: gli allestimenti celebrativi per l’accoglienza delle personalità di Stato, i “catafalchi”, eretti in occasione delle cerimonie funebri, e le complesse macchine pirotecniche per onorare degnamente le nuove ricorrenze nazionali, come la “Festa dello Statuto” istituita nel 1861 per celebrare, nella prima domenica di giugno, l’Unità d’Italia. Per l’intera durata della mostra, l’Archivio Storico Capitolino ospiterà una selezione di carte e disegni progettuali lì conservati che costituiscono un approfondimento sull’opera e il percorso professionale di Ersoch. Le immagini possono essere scaricate dal seguente link https://drive.google.com/folderview?id=0BxHr E3xgnc5_UnNjekhJRUQtNmM&usp=sharing * * * 35 36 DATA NEWS on line - Aprile 2015 potrà visitare la Galleria Nazionale di Cosenza ed ammirare i suoi tanti capolavori, da Mattia Preti a Luca Giordano a Pietro Negroni, i dipinti della prestigiosa Collezione Banca Carime e la ricca sezione dedicata all’arte contemporanea con la raccolta grafica di Umberto Boccioni e le opere provenienti dalla Collezione Bilotti. Polo Museale della Calabria La notte europea dei musei Galleria Nazionale di Cosenza Cosenza - Palazzo Arnone Sabato 16 maggio 2015 – ore 20.00/24.00 Polo Museale della Calabria La notte europea dei musei Galleria Nazionale di Cosenza Cosenza - Palazzo Arnone Sabato 16 maggio 2015 – ore 20.00/24.00 Coordinamento: Salvatore Patamia Ufficio stampa: Silvio Rubens Vivone – Patrizia Carravetta Tel.: 0984 795639 fax 0984 71246 Sabato 16 maggio 2015, il Polo Museale della Calabria partecipa a La notte europea dei musei con l’apertura straordinaria, dalle ore 20.00 alle ore 24.00, della Galleria Nazionale di Cosenza, con sede a Palazzo Arnone in Cosenza. Il programma prevede una mostra d’arte contemporanea collettiva (artisti: Giuseppe Barilaro, Francesco Barilaro, Antonio Schipani, Francesco Gabriele, Tyron Pironaci, Gianluigi Ferrari e Raffaele Colao); una performance musicale di Sasà Calabrese e Manolito Cortese e In pieno nel mondo, rappresentazione teatrale tratta da Immagini di una vita di Palma Bucarelli dell’Associazione Mediterranea Teatro. Gli eventi sono a cura dell’Associazione culturale CO RE. Nel corso de La notte europea dei musei si * * * continua da pag. 2 News...dal MiBACT al 14 agosto 2015 la conclusione della selezione per i direttori “manager” dei 20 musei top italiani. Lo prevede un decreto della direzione generale organizzazione del Mibact, in considerazione dell’elevato numero di candidature presentate nell’ambito della selezione pubblica e della rilevanza internazionale dell’evento. Le domande, infatti, sono oltre 1.200. * * * IL MIBACT REGALA 17 ‘GIOIELLI ITALIANI’ CON EXPO I possessori del biglietto Expo avranno diritto all’ingresso gratuito nei diciassette ‘gioielli’ del MiBACT dal 1°Maggio al 31 Ottobre 2015 Diciassette tra musei e aree archeologiche di eccezionale valore sono i “Gioielli Italiani” che il MiBACT ha deciso di promuovere nell’ambito dell’iniziativa che prevede l’ingresso gratuito per i possessori del biglietto Expo o di una delle card Expo 2015, dal 1° maggio al 31 ottobre, nei luoghi prescelti. Un’occasione unica per scoprire lo straordinario patrimonio di arte, cultura e bellezza che l’Italia offre, da Nord a Sud, anche al di fuori dei classici circuiti turistici. Per contatti e ulteriori informazioni consultare il sito del MiBACT all’indirizzo: http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/visualizza_asset.html_1157818328.html Castello Ducale di Agliè, in provincia di Torino Oltre 300 ambienti riccamente arredati con mobili e dipinti, come la grande sala da ballo decorata con affreschi del Seicento che rappresentano i "Fasti di re Arduino", il salone d'ingresso ornato di stucchi settecenteschi del Bolina e la cappella di S. Massimo con la volta affrescata e stucchi ed ori del XVII e XVIII secolo. Annesso al castello è il grande parco con giardini all'italiana e all'inglese. All'ingresso si trova una fontana settecentesca che simboleggia la "Dora Baltea che si getta nel Po" opera di Ignazio e Filippo Collino. Polo Nazionale della Preistoria e Protostoria – MUPRE di Capo di Ponte in provincia di Brescia Inaugurato nel 2014, integra, con l’esposizione dei reperti, il patrimonio di immagini incise sulle rocce e ricompone, in un insieme inscindibile, l’espressione identitaria della Valle Camonica. Il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri fu istituito nel 1955, primo parco archeologico italiano, per la tutela e la valorizzazione di uno dei più importanti complessi di rocce con incisioni preistoriche e protostoriche della Valle Camonica. Galleria Nazionale di Palazzo Spinola a Genova Per volere dei donatori il museo, ceduto allo stato nel 1958, mantiene la sua natura di dimora aristocratica, costruita dalla famiglia Grimaldi alla fine del Cinquecento. Conserva, oltre agli arredi originali, le opere di Anton van Dyck, Grechetto, Luca Giordano, Guido Reni, Rubens, Orazio Gentileschi, Antonello da Messina. Museo Nazionale di Palazzo Grimani a Venezia L’architettura fonde elementi tosco-romani con l’ambiente veneziano. Le decorazioni pittoriche sono realizzate da importanti artisti di formazione centro-italiana: Giovanni da Udine, Francesco e Giuseppe Salviati, Camillo Mantovano e Federico Zuccari. Il restauro ha consentito l’apertura di un vero e proprio “museo di se stesso”, con poche, selezionatissime opere, esemplificative del gusto collezionistico cinquecentesco. Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli in provincia di Udine Fondato nel 1817, il Museo ha sede dal 1990 nel cinquecentesco Palazzo dei Provveditori Veneti. La collezione del Museo racconta la storia della città, dal municipio di età romana fino al periodo della dominazione veneziana. Le tappe sono scandite dagli splendidi mosaici provenienti dalle domus, dalle lettere scolpite nelle iscrizioni pubbliche e dalle sculture provenienti dalle chiese e dai palazzi della Cividale medievale. Il piano nobile ospita la ricchissima sezione longobarda, una mirabile sequenza di oggetti provenienti dalle necropoli di Cividale e del suo ducato, che racconta il fascino e la particolarità della cultura dei longobardi e tramanda l’importanza del loro contributo nella formazione dell’Italia medievale. Teatro Farnese di Parma Al primo piano del Palazzo della Pilotta un portone monumentale in legno dipinto, sormontato da una corona ducale, ci conduce al Teatro Farnese: un ambiente spettacolare che conserva ancor oggi il ricordo della fastosa vita di corte dei Duchi Farnese. Quasi del tutto distrutto dalle bombe del 1944 e ricostruito in epoca moderna, oggi il teatro ci restituisce una delle più straordinarie architetture teatrali del Seicento. Museo Nazionale San Matteo di Pisa La storia del Museo prende il via dalla cultura di recupero antiquario viva in Pisa sin dal Settecento, che si identifica con il DATA NEWS on line 37 - Aprile 2015 primo nucleo di dipinti di “primitivi” raccolti dal canonico del Duomo Sebastiano Zucchetti (1796). La collezione lasciata in uso per la Scuola di Disegno, si accresce nel secolo successivo di altre opere pittoriche e scultoree, recuperate anche attraverso le acquisizioni al demanio effettuate in epoca napoleonica e post-unitaria, con la graduale confluenza nella locale Accademia di Belle Arti. Solo nel 1893 Iginio Benvenuto Supino allestisce presso il convento di San Francesco il nuovo prestigioso Museo Civico, di cui redige anche un prezioso catalogo. Nel 1949 nasce infine il nuovo Museo Nazionale, che accoglie le raccolte dell’ex Museo Civico con gli ulteriori incrementi e si insedia nel restaurato convento di San Matteo in Soarta. 1957, a seguito di lavori di ristrutturazione ed al trasferimento delle raccolte d'arte medievale e moderna precedentemente esposte nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Le collezioni comprendono circa 20.00 oggetti. La raccolta di dipinti, sculture, disegni e preziosità artistiche occupa 23 sale, in successione cronologica, organizzate per scuole. Oltre all’arte antica, il Museo ospita anche una collezione d’Arte Contemporanea, costituitasi a partire dal 1978, quando Alberto Burri, a seguito di una sua personale lasciò una sua opera, il Grande Cretto nero. Altri artisti presenti in collezione: Warhol, Kounellis, Paladino, Pistoletto, Buren, Kosuth. il Museo Nazionale del Ducato di Spoleto Sito all’interno della Rocca Albornoziana di Spoleto, il museo è stato inaugurato nel 2007 in seguito al totale restauro degli ambienti interni della fortezza. Le opere ed i materiali, esposti secondo un principio cronologico, testimoniano la vitalità artistica e l’unità culturale del vasto territorio conosciuto per secoli col nome di Ducato di Spoleto, in un periodo storico compreso tra il IV e il XV secolo d.C. Reperti datati al IV-V secolo d.C., provenienti da aree funerarie e da edifici di culto, testimoniano lo sviluppo delle prime comunità cristiane del territorio e, in particolare, del fenomeno del monachesimo, diffuso in tutta la montagna spoletina. Le preziose opere del periodo altomedievale illustrano la rilevanza politica e culturale che Spoleto assunse quale capitale di uno dei più importanti ducati longobardi della penisola italiana. MARTA – Museo Archeologico Nazionale di Taranto Istituito nel 1887, il Museo occupa fin dalle origini l'ex Convento dei Frati Alcantarini. A partire dal 1998 sono iniziati i lavori di ristrutturazione che hanno portato alla parziale riapertura al pubblico del Museo, avvenuta nel 2007. Dal 2013 sono state riaperte al pubblico le nuove sezioni espositive del Museo dedicate alla città romana, alla città tardoantica ed altomedievale fino alla rifondazione bizantina dell’XI secolo d.C. Nelle vetrine risaltano le bellissime oreficerie, arricchite da paste vitree e pietre colorate, le terrecotte policrome ancora di tradizione greca, ossi, avori, e soprattutto vetri colorati importati. La sezione dedicata alla città dal tardoantico all’età bizantina offre una vasta documentazione dei pavimenti musivi dell’edilizia pubblica e privata, con motivi geometrici e figurati policromi. La sezione dedicata alla storia del Museo è stata completamente rinnovata, con l’esposizione di acquisti e donazioni pervenute al Museo dalla fine dell’Ottocento ad oggi. Museo Archeologico Nazionale delle Marche di Ancona Il Museo è una sintesi della conoscenza storico-archeologica del territorio marchigiano, dalla più antica Preistoria fino alla romanizzazione, documentata attraverso reperti provenienti esclusivamente da scavi. Per quanto concerne la Civiltà picena, in particolare, il museo conserva la più ricca e prestigiosa raccolta esistente. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma Il più rappresentativo Museo Etrusco, ricco di testimonianze provenienti dall’Etruria Meridionale. Famosi nel mondo, il Sarcofago degli Sposi da Cerveteri (VI a.C.), la statua di Apollo in terracotta da Veio (VI sec. a.C.), l’altorilievo e le lamine d’oro in lingua etrusca e fenicia da Pyrgi (V sec. a.C.), l’Apollo dello Scasato da Falerii (IV sec. a.C.), il Centauro in nenfro da Vulci (sec. VI a.C.), i complessi orientalizzanti da Palestrina (sec. VII a.C.). Museo Archeologico della Basilicata “Dinu Adamesteanu” a Potenza Il Museo, ospitato nella prestigiosa sede di Palazzo Loffredo, presenta al pubblico i risultati delle importanti ricerche condotte nella Basilicata centrosettentrionale e, al tempo stesso, costituisce la vetrina della complessa realtà archeologica di una regione che è stata luogo privilegiato dell’incontro tra genti di stirpe e di cultura diversa. Particolare attenzione è riservata ai ritrovamenti di Vaglio, da cui provengono ricchi corredi funerari, databili tra la fine del VI e la metà del V secolo a.C., con raffinate armature e preziosi gioielli. Dal santuario di Rossano di Vaglio provengono gli ex-voto più preziosi, esposti nel Museo con un allestimento particolarmente suggestivo. In corso due mostre: "Invito a casa del principe. Archeologia a Tito. Torre di Satriano", "Dinu Adamesteanu. L'uomo e l'archeologo. Dalla Dobrugia sul Mar Nero alla Siritide sullo Ionio". Museo archeologico nazionale d'Abruzzo - Villa Frigerj di Chieti Il museo ospitato nella ottocentesca dimora in stile neoclassico lombardo del barone Ferrante Frigerj presenta un allestimento completamente rinnovato secondo sistemi etnico-territoriali, evidenziando in tal modo la segmentazione di gruppi etnici a partire dalle fasi iniziali dell’Età del Ferro fino all’Alto Medio Evo. La lettura e la comprensione della storia di questi popoli viene proposta attraverso le peculiarità del territorio di appartenenza e delle sue trasformazioni nel tempo. I popoli illustrati al primo piano del museo sono i Vestini Transmontani, i Vestini Cismontani, i Peligni , i Marrucini, i Carricini. Museo Archeologico di Sibari Il Museo accoglie ed espone i documenti archeologici della Sibaritide, dalla protostoria alla civiltà romana, oggi noti o dei quali si prevede l’acquisizione futura. Pertanto il progetto architettonico è stato elaborato in ragione di una possibile progressiva disponibilità di conoscenze, di reperti e di finanziamenti, assumendo la modularità dei volumi edilizi e la flessibilità funzionalità degli spazi, quali essenziali peculiarità. Sono stati previsti, oltre agli spazi espositivi, magazzini per il materiale proveniente dagli scavi, studi, laboratori di restauro, di disegno e fotografici, depositi di riserva dei reperti non esposti. l’Area Archeologica di Altilia- Sepino in provincia di Campobasso Sepino è un centro di pianura, situato ai piedi del Matese e aperto sulla valle del Tammaro già in età repubblicana. Il nome deriva probabilmente da saepire = “recintare”, ad indicare l'antico stazzo recintato connesso all'allevamento transumante, attività continuata poi nel forum pecuarium. La città romana è preceduta da un centro fortificato di epoca sannitica che sorge sulla montagna retrostante, detta di “Torrevecchia”. La massima fioritura avviene in età augustea con una radicale trasformazione dell’impianto urbano, con la costruzione della cinta di mura, interrotta da quattro porte monumentali, con una serie di torri a pianta circolare o ottagonale, con gli edifici pubblici nelle adiacenze dell’area forense. Monumenti funerari e aree sepolcrali sono all’esterno del perimetro urbano, lungo il tratturo Pinacoteca Nazionale di Cagliari La Pinacoteca nazionale di Cagliari è situata nella Cittadella dei musei, prestigiosa struttura culturale progettata nella seconda metà del Novecento. Ospitata dalla fine dell’Ottocento nel palazzo delle Seziate, nella vicina piazza Indipendenza, e chiusa al pubblico dalla metà degli anni Settanta, ha trovato la sua sistemazione definitiva nell’attuale sede dal 1992. L’edificio che la ospita, di gusto razionalista, ingloba parti delle mura cinquecentesche spagnole in un felice connubio tra antico e moderno. La sua ubicazione alla sommità della Cittadella offre ai visitatori un’incantevole veduta panoramica della città di Cagliari. La Pinacoteca conserva dipinti dal XIV al XX secolo. Il nucleo fondamentale della raccolta è costituito dai retabli, grandi pale d’altare a più scomparti dipinti su tavola, di scuola catalana e locale (secc.XV-XVI). Museo di Capodimonte a Napoli Nel 1738 Carlo di Borbone affidò a Giovanni Antonio Medrano la costruzione della nuova reggia sulla collina di Capodimonte, nella quale sistemare il grande patrimonio artistico ereditato dalla madre, Elisabetta Farnese. Dopo la II Guerra Mondiale, ne fu sancita la destinazione a Museo che fu inaugurato, nel Roma, 12 maggio 2015 Ufficio Stampa MIBACT * * *