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50 anni di attivita’
per i beni culturali
NOTIZIARIO DEI BENI CULTURALI E AMBIENTALI
Organo di informazioni culturali del
CENTRO DOCUMENTAZIONE BENI CULTURALI
- Sezione Archivistica Luigi Ceci
Centro Studi Cistercensi - Centro Documentazione Fortificazioni
INSIEME PER L’AREA
ARCHEOLOGICA URBANA
PIÙ IMPORTANTE DEL
MONDO
News...dal MiBACT
Io Lionardo da Vinci
Anno XXIV - Nuova serie
4
sede legale: Via Ettore Arena, 19 - 00128 Roma - Tel/fax 06 5084493
[email protected] - [email protected]
[email protected] - [email protected]
2015
Direttore Responsabile: Luisa Chiumenti - Editore: Mauro Ceci
Registrazione Tribunale di Roma n°53/2001 dell’8/2/2001
APRILE
www.centrodocumentazionebeniculturali.it
/centro documentazione beni culturali
News...dal MiBACT
INSIEME PER L’AREA
ARCHEOLOGICA URBANA
PIÙ IMPORTANTE DEL MONDO
Roma 21 aprile 2015
In occasione del 2.768° Natale di Roma Mibact e Roma Capitale firmano l’Accordo per la valorizzazione dell’Area Archeologica Centrale Atto storico per la valorizzazione dell’Area
archeologica urbana più importante del mondo.
Viene finalmente sottoscritto un Accordo tra Mibact e Roma Capitale per superare la divisione di competenze e funzioni tra
Stato e Comune nell’Area archeologica di Roma e assicurarne
la gestione unitaria, dinamica ed efficiente. Si ricompone così
una frattura storica nel nome di un patrimonio culturale da tutti
percepito come unico e indivisibile.
Unica cabina di regia: nasce il ‘Consorzio per i Fori di Roma”
Nel pieno rispetto della normativa sulla tutela, che resta saldamente in capo allo Stato, si superano le attuali frammentazioni
presenti nell’Area archeologica urbana più importante al mondo
e trova piena attuazione il modello designato dal Codice dei
beni e delle attività culturali per la cooperazione tra enti pubblici.
L’Accordo Mibact-Roma Capitale è un atto fondamentale con
cui si riconosce la centralità dei beni e dei monumenti prima ancora delle istituzioni che li detengono.
Nasce così un nuovo soggetto giuridico che diventerà l’unico
interlocutore per cittadini, visitatori, imprese, mecenati. La gestione unitaria, dinamica ed efficiente dell’area archeologica
sarà garantita dal ‘Consorzio per i Fori di Roma” a cui Stato e
Comune demandano la definizione del Piano strategico di sviluppo culturale e di valorizzazione dell’area.
Il Consorzio sarà retto da un consiglio di amministrazione composto da un Presidente (nominato dal Ministro d’intesa con il
Sindaco), dal Soprintendente per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’area archeologica di Roma e dal Sovrintendente Capitolino ai beni culturali.
Il Consorzio avrà autonomia finanziaria e, per garantire che le
regole di gestione rispondano a principi di efficienza e speditezza,verrà attribuita la carica di Consigliere delegato al Soprintendente per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’area
archeologica centrale Il Consorzio sarà dotato di risorse iniziali
conferite dal Comune e dal Ministero e continuerà ad essere
sostenuto fino al raggiungimento dell’autosufficienza dell’equilibrio finanziario da perseguire mediante la ricerca autonoma di
finanziamenti, mentre gli introiti dei monumenti gestiti affluiranno
direttamente ai rispettivi proprietari.
Il Consorzio provvederà, tra l’altro, alla gestione diretta o indiretta delle attività di valorizzazione dei beni affidati (servizi aggiuntivi), alla organizzazione di mostre, convegni, spettacoli e
manifestazioni, alla promozione di studi, ricerche, attività didattiche e divulgative, alla progettazione e realizzazione di percorsi
turistici e itinerari di visita, alla promozione dell’adeguamento
delle infrastrutture di collegamento all’area archeologica per migliorarne l’accessibilità.
Tutto questo servirà a consolidare l’identità culturale di Roma e
a rafforzare la memoria sociale della sua comunità, favorendo
la riappropriazione da parte dei cittadini del patrimonio culturale
del proprio territorio.
Non un Parco archeologico, ma il cuore pulsante di Roma
I numeri dell’Area archeologica sono straordinari e senza paragoni considerandone la collocazione al centro del tessuto urbano: 45 ettari di estensione, circa 6,5 milioni di visitatori
all’anno, oltre 42 milioni di introiti da biglietteria.
Grazie all’Accordo firmato oggi l’Area archeologica centrale
avrà nuove possibilità di sviluppo pur restando il cuore della città
antica e della città moderna: uno spazio vitale e vivo, capace di
rendere esplicito il senso dei luoghi e dei monumenti, evitando
ogni forma di separatezza tra la città moderna e antica.
Il quadro storico culturale
La sistemazione dell’area archeologica centrale di Roma è da
secoli al centro del dibattito culturale, politico e urbanistico. Il
primo approccio risale al progetto napoleonico per il Giardino
del Campidoglio di Louis-Martin Berthault, al quale seguirono,
con l’Unità d’Italia, la legge voluta da Guido Baccelli nel 1887 e
i tre piani regolatori del 1873, 1883 e 1909 che prevedevano la
realizzazione di un asse di collegamento tra l’area di Piazza Venezia e quella del Colosseo coerente con l’asse viale trasversale di via Cavour, poi effettivamente realizzato con gli
sventramenti degli anni Venti e Trenta del Novecento che portarono all’eliminazione del quartiere dei Pantani e di buona
parte della Velia con la nascita dell’attuale via dei Fori Imperiali.
Dopo decenni di silenzio e disinteresse, il dibattito si riaccese
tra gli anni Settanta e Ottanta, in particolare con le iniziative
delle Giunte dei Sindaci Argan, Petroselli e Vetere stimolate
dagli allarmi lanciati dall’allora Soprintendente La Regina e da
Antonio Cederna riguardo il degrado dei monumenti e dell’intera
area archeologica di Roma.
Un impulso particolare si ebbe nel 1981 con la legge promossa
dall’allora Ministro per i beni culturali e ambientali, Oddo Biasini,
non a caso denominata Provvedimenti urgenti per la protezione
del patrimonio archeologico di Roma. Da allora si sono succedute numerose e autorevoli commissioni di studio, alle quali si
sono affiancati vari progetti di sistemazione dell’area tra i quali
si ricordano quelli di Leonardo Benevolo e Vittorio Gregotti.
Ultima in ordine di tempo la commissione paritetica MiBACTRoma Capitale presieduta da Giuliano Volpe, che ha consegnato la sua relazione lo scorso 30 dicembre e dei cui lavori è
frutto l’accordo odierno.
* * *
Mibact. Solo ad agosto i nuovi direttori dei
musei
Il presidente Baratta: «Questo è un lavoro
che va fatto con grande attenzione e
dedizione». Più di 1200 domande
Questo è un lavoro che va fatto con grande attenzione e dedizione, lo spostamento della data giova», così il presidente della
commissione Paolo Baratta commenta la decisione di far slittare
s e g u e a pa g.3 6
S o m m a r i o
* BIANCHINI dr.
Raoul,
giornalista
Roma
* CECI Arch.
Mauro, Direttore
* CHIUMENTI
Arch. Luisa,
Centro
Document.ne Beni
Culturali - Roma
giornalista
pubblicista e
scrittrice, Roma
N°4 - Aprile 2015
News dal MiBACT
- INSIEME PER L’AREA ARCHEOLOGICA URBANA
PIÙ IMPORTANTE DEL MONDO
2
- Solo ad agosto i nuovi direttori dei musei
2
- IL MIBACT REGALA 17 ‘GIOIELLI ITALIANI’
CON EXPO
37
Notizie dalla Sezione Archivistica “Luigi Ceci”
- Sistemazione patrimonio documentale Direzione generale
archeologia. La lettera dell'ANAI al Direttore
di Maria Guercio
4
- Archivisti in movimento: non strutturati, precari,
borsisti, a progetto, partite IVA. Professionisti della
memoria in cerca di dignità di Angelo Restaino
4
- ARCHIVIO DI STATO DI ALESSANDRIA
5
- ARCHIVIO DI STATO DI TORINO
5
- ARCHIVIO DI STATO DI MANTOVA
5
- ARCHIVIO DI STATO DI MILANO
Io Lionardo da Vinci
di Daniela Ferrari
6
- ARCHIVIO DI STATO DI PAVIA
6
- ARCHIVIO DI STATO DI BELLUNO
6
- SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER L’EMILIA
ROMAGNA
7
- ARCHIVIO DI STATO DI MODENA
7
- ARCHIVIO DI STATO DI FORLI’
7
- ARCHIVIO DI STATO DI PARMA
8
- ARCHIVIO DI STATO DI PIACENZA
8
- SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER LA
TOSCANA
9
- ARCHIVI IN TOSCANA
10
- ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE
10
- ARCHIVIO DI STATO DI SIENA
11
- SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA DELL’UMBRIA
E DELLE MARCHE
11
- ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO
11
- ARCHIVI CIVICI DELLA PROVINCIA DI FROSINONE
12
- ARCHIVIO DI STATO DI TERAMO
13
- SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA DELLA
CALABRIA E DELLA CAMPANIA
13
- ARCHIVIO DI STATO DI AVELLINO
13
- ARCHIVIO DI STATO DI BENEVENTO
13
- ARCHIVIO DI STATO DI CATANZARO
L’Archivio di Stato di Catanzaro e le iniziative di primavera
del Fondo Ambiente Italiano di Nicolina Reale
14
- ARCHIVIO DI STATO DI LUCERA
Chiudono gli archivi di Stato al Sud, anche a Lucera, il più
antico d’Italia
di Raffaele Vescera
14
- ARCHIVIO DI STATO DI BRINDISI
15
- ARCHIVIO DI STATO DI CATANIA
16
- ARCHIVIO DI STATO DI PALERMO
17
- ARCHIVIO DI STATO DI CAGLIARI
17
- ARCHIVIO STORICO DIOCESANO - ALGHERO
17
- IL MAGGIO DEI LIBRI
18
Hanno collaborato a questo numero:
FERRARI Dr.ssa
Daniela
Direttore Archivio
di Stato di Milano
SACCO Prof.
Pier Luigi
GIULIANO
Anna
Ministero per i
Beni Culturali,
Roma
Normative Tecnico-Professionali & Interventi
Pubblici
a cura di Mauro Ceci
18
Dipartimento di Letterature comparate e
scienze del linguaggio - Facoltà di Arti,
turismo e mercati
Centro Documentazione Fortificazioni
- All’ombra del castello. Il paesaggio storico della comunità
di Drena
19
- VI SETTIMANA DI STUDI MEDIEVALI
20
Centro Studi Cistercensi
- La chiesina in rovina, il Borgo e lo I.E.O.
21
- Formigine (MO), frazione Magreta – Gli scavi archeologici nella Chiesa della Natività di Maria Santissima individuano le fasi costruttive più antiche dell’edificio
22
Restauri
- Opificio delle Pietre Dure, addio!
di Franca Falletti
23
- Completato il restauro della Piramide di Caio Cestio a
Roma
23
- Pronta in 600 giorni la nuova piazza Augusto Imperatore,
dall'autunno via al restyling
24
- Onna, chiesa restaurata dai tedeschi irraggiungibile e
senza allacci. L'irritazione della Germania
24
- La "pulizia culturale" del patrimonio artistico arabo-islamico
di Emma Fattorini
25
* SCHIACCHITANO
Arch. Erminia
esperto Mibact
designato a Bruxelles
-
Mostre, Convegni & Musei
- INCROCI CREATIVI: DUE CONFERENZE SULLA
CULTURA NEL SEMESTRE DI PRESIDENZA LETTONE DELL’UNIONE EUROPEA
di Pier Luigi Sacco e Erminia Sciacchitano
25
- Biblioteca d'Arte della Gam di Torino: l'appello degli studiosi contro la «semichiusura»
26
- Premio letterario Racconti nella Rete
27
- Incontro con l’Ammiraglio Etrusco Vel Kaikna
27
- Ravenna - Museo d’Arte della città
27
- I pavimenti musivi della chiesa di San Martino
Prope Litus Maris
28
- Un talento under 40 alla guida di Palazzo Strozzi a Firenze
29
- Potere e pathos. Bronzi del mondo ellenistico
29
- APPasseggio con gli Etruschi la cultura della passeggiata
31
- Barocco a Roma. La meraviglia delle Arti
31
- Il San Sebastiano di Mattia Preti: questioni di tecnica e
conservazione
32
- Beni Culturali Ecclesiastici e Comunicazione
32
Commento critico iconografico al dipinto di Michelangelo
Merisi da Caravaggio “Il riposo durante la fuga in Egitto”
di Raoul Bianchini
33
- Presentati gli “Scritti in onore di Marcello Fagiolo per
cinquant'anni di studi” di Luisa Chiumenti
34
- Un Architetto per Roma Capitale
34
- La notte europea dei musei
36
* SERANGELI
Roberto,
Webmaster del
CDBC, Ministero
per i Beni
Culturali, Roma
con CONTRIBUTI di:
- Maria Guercio
- Angelo Restaino
- Nicolina Reale
- Raffaele Vescera
- Franca Falletti
- Emma Fattorini
* * *
D A T A N E W S - Notiziario per i Beni Culturali e Ambientali
Direttore Responsabile: Luisa Chiumenti - Editore: Mauro Ceci
Registrazione Tribunale di Roma n°53/2001 dell’8/2/2001 - 00128 Roma - Via Ettore Arena, 19 - Tel.06 5084493
Il Notiziario è consultabile gratuitamente sul sito: www.centrodocumentazionebeniculturali.it
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- Aprile 2015
Notizie dal.......
Sezione Archivistica
Luigi Ceci
Dich iarazione di “N otevole Interesse Storico” del 25 febbraio 1995
D ire ttore : M auro C E C I
C ura tore : B r uno FOR A ST I E R I
Sede legale: Via Ettore Arena, 19 - 00128 ROMA
[email protected]
tel / fax 06 5084493 - e-mail:
Sistemazione patrimonio documentale
Direzione generale archeologia.
La lettera dell'ANAI al Direttore
di Maria Guercio
Oggetto: Sistemazione patrimonio documentale Direzione generale archeologia.
In data 11 maggio è apparso sul sito del Ministero dei beni e delle attività
culturali e del turismo un avviso del Servizio I della Direzione generale
archeologia per la selezione di «un’associazione di volontariato senza
scopi di lucro per la sistemazione del patrimonio documentale» di
quest’ultima. Il progetto prevederebbe la realizzazione di tale attività dal
1° settembre al 31 dicembre 2015, ricorrendo a 5 volontari di età non
superiore a 50 anni, impiegati per non più di 4 ore al giorno e rimborsati
con un contributo il cui ammontare non dovrà superare il costo complessivo di 25 € lordi. Il coinvolgimento del volontariato nelle attività di
pubblica utilità è certamente un fine apprezzabile, che sottolinea il ruolo
sempre più importante svolto dal terzo settore nella società civile. Tuttavia, occorre rilevarlo, l’avviso in questione presenta alcuni profili di criticità. Le attività di ordinamento, inventariazione e selezione di un
archivio, a maggior ragione di un ufficio centrale di un’amministrazione
statale, è un’operazione complessa, che richiede un’attenta opera preventiva di analisi e studio e il ricorso alla specifica professionalità di archivisti, siano essi inquadrati nei ruoli dell’amministrazione dei beni
culturali, siano essi liberi professionisti.
L’impiego di volontari, genericamente «formati sulle tematiche oggetto
della selezione» come ricordato al punto 5 dell’avviso, non è garanzia
di per sé sufficiente a veder rispettato il disposto dell’articolo 9 bis del
Codice dei beni culturali il quale, introdotto dalla recente legge 110 del
2014, prevede che gli interventi sui beni culturali archivistici, siano affidati alla responsabilità o alla diretta attuazione di «archivisti in possesso
di adeguata formazione e professionalità». A destare poi viva preoccupazione è - al punto 3, comma 2 dell’Avviso - il riferimento all’esercizio
da parte della Direzione generale archeologia della «funzione di controllo» dell’attuazione del programma dei lavori, senza che sia fatta in
alcun modo esplicita menzione di un coinvolgimento della competente
Direzione generale archivi e, soprattutto, della Commissione di sorveglianza sugli archivi costituita presso la Direzione generale archeologia.
Quest’ultima, stante la vigente normativa in materia, è tenuta infatti a
vigilare sulla corretta tenuta degli archivi correnti e di deposito e a collaborare alla definizione dei criteri di organizzazione, gestione e conservazione dei documenti, proponendo scarti e curando i versamenti
presso l’Archivio centrale dello Stato. Francamente sorprende che un
organo centrale del Ministero a cui è affidata la tutela dei beni archivistici
non abbia tenuto conto della impossibilità di non contemplare la presenza di requisiti e competenze archivistiche nella definizione di un progetto di riordino e descrizione del proprio patrimonio documentario.
Questa considerazione viene espressa anche alla luce del fatto che,
sulla base del già citato Codice dei beni culturali, l’archivio di una pubblica amministrazione, fin dalla fase dell’archivio corrente o di deposito,
deve essere considerato bene culturale. Siamo pertanto certi che sarà
cura della Direzione generale archeologia intervenire al più presto per
porre rimedio a una situazione oggettivamente anomala, scorretta e critica. In attesa di riscontro, porgiamo il nostro saluto più cordiale.
A nome del Consiglio direttivo
Maria Guercio
Presidente ANAI
* * * Arch.I.M. – Archivisti In Movimento
Archivisti in movimento: non strutturati, precari,
borsisti, a progetto, partite IVA. Professionisti della
memoria in cerca di dignità. #ArchivalAdvocacy
Lettera sul bando per la «sistemazione del patrimonio documentale»
della Direzione Generale per l’Archeologia
Al Segretario generale del Mibact Arch. Antonia Pasqua Recchia
Al Direttore generale per gli archivi Dott. Mario Guarany
e p. c. Al Capo di Gabinetto del Ministro Prof. Giampaolo D’Andrea
e p. c. Al Direttore generale per l’Archeologia Dott. Gino Famiglietti
Roma, lunedì 18 maggio 2015
Prot. 10/2015
Oggetto: Bando per la «sistemazione del patrimonio documentale» recentemente emanato dellaDirezione Generale per l’Archeologia
Gentile Segretario generale, egregio Direttore generale per gli archivi,
la scrivente Associazione “Archivisti in Movimento” (Arch.I.M) inoltra la
presente in merito al Bando perla «sistemazione del patrimonio documentale» recentemente emanato della Direzione Generale perl’Archeologia di codesto Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
Arch.I.M. ha riscontrato con stupore quanto sostenuto dalla Direzione
generale per l’Archeologia nellalettera prot. n. 3770 del 13 maggio u. s.
Premesso che appare pleonastico ribadire il fatto che la Direzione generale abbia reso noto sul sitoistituzionale del MiBACT, per un periodo
di 30 giorni, l’avviso pubblico in questione, in quanto attonecessitato
dalle normative vigenti in materia di trasparenza previsti dalla normativa
vigente inmateria di affidamenti di contratti pubblici, il Bando in oggetto
risultava riferito con sconcertante genericitàad attività di «sistemazione
del patrimonio documentale»: solo in seguito – nella sopra menzionata
lettera –tali attività sono state specificate quali «movimentazione, della
documentazione di supporto allosvolgimento delle attività istituzionali
della Direzione».
Alla luce di tale specificazione, trattandosi di attività che – come indicato
dalla stessa Direzione generalenella lettera di cui sopra – «non richiedono approfondite e specialistiche competenze», essendo limitate allamera movimentazione (presumibilmente di unità di conservazione) non
si comprendono bene le ragioni della previsione di «esperienza almeno
triennale nel settore del patrimonio culturale» richiesta per lapartecipazione al bando, nonché il riferimento alla «formazione dei volontari sulle
tematiche oggetto dellaselezione».
Ma se permane inoltre l’indeterminatezza circa quale sia il soggetto in
possesso degli adeguatirequisiti scientifico–professionali archivistici incaricato di sovrintenderne e coordinare tali operazionidi «sistemazione»,
ancor più grave appare l’esplicita conferma delle dichiarazioni dal Direttore Generaleper l’Archeologia di ingaggiare in futuro “una squadra
di operatori specializzati, anche per ladocumentazione e
l‘archivistica”(http://espresso.repubblica.it/attualita/2015/05/11/news/ben
i–culturali–volontari–all–archivio-fra–rimborsi–e–convenzioni–ad–hoc–
1.211880?ref=fbpe): «con riferimento, poi, alla istituzionale attività diordinamento, di inventariazione e di selezione dell‘archivio corrente e di
deposito (…) si fa presente che èintendimento di questa Direzione generale procedere, in tal senso, a decorrere dal 2016 secondo lemodalità
e le forme previste dalla normativa vigente».
Tale conferma, contenuta nella lettera sopra richiamata, legittima l’interrogativo circa l’attuale e pregressagestione dell’archivio corrente e di
deposito, il cui soggetto produttore – com’è noto – è responsabile siaper
la tenuta che per l’organizzazione, la conservazione nonché, per quanto
previsto dalla legge, laconsultabilità.
Arch.I.M ritiene pertanto doveroso richiamare ancora una volta – tanto
più nel caso in specie, relativo aduna Direzione Generale dello stesso
MiBACT – che la documentazione prodotta dalla PubblicaAmministrazione costituisce patrimonio pubblico, e che la sua gestione – necessariamente secondocorretta metodologia archivistica – è un diritto del
cittadino e un dovere dell’Amministrazione; eche tale documentazione
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5
- Aprile 2015
è un Bene Culturale (Codice dei Beni Culturali Parte II, Tit. 1, Capo 1,
Art. 10,Comma 2b), affidato per legge in “conservazione, tutela, valorizzazione e fruizione” alla professionalitàspecialistica degli archivisti
(Legge n. 110 del 22/07/2014 di modifica al Codice dei Beni Culturali,
G. U.Serie Generale n. 183 del 08/08/2014, in vigore dal 23/08/2014.
Per tali motivi l’Associazione Arch.I.M. chiede che sipongano in essere
tutte le attività di verifica e divigilanza in merito da parte delle Autorità
specificamente competenti al fine di riscontrare lacorrettezza dell’attuale
e pregressa gestione dell’archivio corrente e di deposito della Direzione
Generale per l’Archeologia.
In attesa di cortese riscontro a quanto sopra esposto, l’occasione è gradita per porgere i più distinti saluti.
Angelo Restaino, Presidente
stimonianza immediatamente leggibile di eventi e situazioni.
* * *
ARCHIVIO DI STATO DI
ALESSANDRIA
Borgo Rovereto in mostra
In definitiva, l'archivio di Giuseppe Falzone, lungi da essere un inerte
cumulo di fogli, brulica di persone: a loro si potrebbe ancora porre molte
e svariate domande per le quali non c'è spazio nel breve percorso espositivo. Qui si è voluto dar conto in semplice forma comunicativa solo di
alcuni aspetti esemplificativi, articolandoli in quattro sezioni.
* * *
ARCHIVIO DI STATO DI MANTOVA
Scuola APD. Presentazione di
NIERA(EPF) - Norme italiane per
l'elaborazione dei record di autorità
archivistici di enti, persone, famiglie
Ad Alessandria, il 16 e 17 maggio 2015, presso il Chiostro di Santa
Maria di Castello (piazza Santa Maria di Castello), l'Archivio di Stato di
Alessandria (via G. Solero, 43) propone un nuovo allestimento, riveduto
e aggiornato, della mostra CulturALe, dedicata ai luoghi, alle atmosfere,
alla storia e agli abitanti dell’antichissimo quartiere che – riunito attorno
a Santa Maria, presso il Tanaro - precedette e accompagnò la nascita
e lo sviluppo della città. L'evento si svolge in occasione della XXI edizione della Festa del Borgo Rovereto, rinnovando la proficua collaborazione con l’Associazione Commercianti del Borgo.
L'Archivio di Stato di Mantova, nell'ambito dell'attività della Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica, mercoledì 13 maggio 2015 ospiterà un incontro di presentazione delle NIERA (EPF) - Norme italiane
per l’elaborazione dei record di autorità archivistici di enti, persone, famiglie, a cura della dott.ssa Euride Fregni, soprintendente archivistico per l'Emilia-Romagna e direttore dell'Archivio di Stato di
Bologna.
L’incontro, che si svolgerà dalle 14.30 alle 17.30, è aperto a coloro che
operano nell’ambito degli archivi e a tutti gli interessati.
La partecipazione è gratuita: per meglio coordinare l'iniziativa è comunque richiesto di dare comunicazione della propria presenza alla Segreteria dell'Archivio di Stato: e-mail [email protected], tel. 0376
324441.
* * *
ARCHIVIO DI STATO DI TORINO
Giuseppe Falzone, un partigiano
Venerdì 1° Maggio 2015, a Torino, in occasione dell'apertura straordinaria degli istituti culturali statali, presso la Sezione Corte dell'Archivio
di Stato (piazza Castello, 209), si apre al pubblico, con ingresso gratuito,
una mostra intitolata 1945-2015 La Liberazione immagini e documenti di un protagonista, a cura di Maria Gattullo ed Edoardo Garis,
con la collaborazione di Anna Maria Lucania e Nadia Mongelluzzo e la
partecipazione di Achiropita Morello e Filomena Allegretti (si ringrazia
Luisa Gentile).
Il modo migliore per festeggiare il 1° Maggio 2015 è sembrato, ai curatori
di questa succinta esposizione, quello di ricordare che hanno lasciato
in eredità la libertà di poterlo fare. Così, nel settantesimo della Liberazione, si è data voce a un protagonista della guerra di liberazione nazionale, Giuseppe Falzone del Barbarò (1916-1980), che, attraverso i
suoi documenti conservati nell'Archivio di Stato di Torino, parla di una
vicenda personale e collettiva.
Comandante, dal giugno 1944, di una brigata partigiana in Val Sangone,
a guerra conclusa egli si adoperò per risarcire moralmente e materialmente i partigiani e i loro congiunti. Per tener viva la memoria e onorare
i partigiani caduti curò l'erezione dell'ossario di Forno di Coazze. La sua
notevole e consistente raccolta di oltre 500 fotografie è tuttora una te-
*
Nell'ambito delle attività didattiche della Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica dell’Archivio di Stato di Mantova, venerdì 15 maggio 2015, dalle ore 15.00 alle ore 17.00, Secondo Sabbioni, Data
Protection Officer e archivista presso il Parlamento europeo, terrà la lezione
Archivi vs protezione dei dati personali alla luce del Regolamento generale dell'Unione europea: una partita aperta.
L'incontro, aperto a titolo gratuito a coloro che operano negli archivi e a
tutti gli interessati, mira a informare e aprire una discussione sulla relazione tra archivi e gestione dei dati personali. Il punto di partenza sarà
6
DATA NEWS
il Regolamento generale sulla privacy e sulla
protezione dei dati personali: attualmente in
corso di approvazione, il regolamento sta attirando l'attenzione di molti gruppi d'interesse e
sta sollevando forti polemiche, in particolare
sul fronte degli archivisti francesi.
Per meglio coordinare l'iniziativa è richiesto di
dare comunicazione della propria presenza
alla Segreteria dell'Archivio di Stato: e-mail [email protected] , tel. 0376 324441.
* * *
portanza e ha avuto eco su diversi quotidiani,
nazionali e locali.
Ora, in occasione di Expo 2015, l’Archivio di
Stato di Milano è orgoglioso di riproporre al
grande pubblico una delle più preziose, più fragili, ma anche più emozionanti memorie del
passato conservate nel grande istituto; e ancora più evidente si fa la consapevolezza di un
patrimonio che appartiene al mondo intero.
Daniela Ferrari
Direttore dell’Archivio di Stato di Milano
ARCHIVIO DI STATO DI MILANO
Io Lionardo da Vinci
di Daniela Ferrari
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- Aprile 2015
Il 70.mo anniversario del 25 aprile, festa della
Liberazione, l’Archivio di Stato lo celebra con
una mostra di documenti inediti provenienti
dalle carte del Fondo Questura di Pavia.
La mostra è curata dalle ricercatrici Paola Pisano e Gina Pisano, che nell’ambito dello studio condotto hanno selezionato due tipologie
di documenti riflettenti in modo originario e caratteristico l’antifascismo popolare a Pavia durante la guerra, con particolare riferimento al
periodo della Repubblica Sociale italiana.
I due argomenti prescelti sono:
1- I volantini sovversivi diffusi dalle organizzazioni politiche clandestine e quelli creati dalla
fantasia popolare, di cui ne vediamo un esempio nella locandina.
2- La censura postale: scelta di lettere revisionate e tolte di corso perché ritenute di contenuto disfattista o allarmistico.
La mostra sarà inaugurata alle ore 16 del 25
aprile; il pomeriggio del 2 maggio, sempre alle
ore 16 avrà luogo una tavola rotonda a cui parteciperanno oltre le curatrici, il sindaco di Pavia
Massimo Depaoli e l’assessore alla Cultura
Giacomo Galazzo.
Per tutto il periodo di apertura della mostra
sarà presente la curatrice Paola Pisano che
resterà a disposizione dei visitatori.
Informazioni e prenotazioni:
Archivio di Stato di Pavia
[email protected] - 0382 53 90 78
www.archiviodistatopavia.beniculturali.it
* * *
La firma di Leonardo è l’unica a tutt’oggi conosciuta pervenuta sino a noi; l’artista non aveva,
infatti, l’abitudine di firmare le sue opere.
Com’è noto, la sua scrittura rappresenta il caso
più famoso di grafia speculare, da destra verso
sinistra, seguendo l’andamento delle grafie del
mondo arabo e semitico, con una inversione
dello spazio grafico, che è invece un gesto fisiologicamente naturale per un mancino, come
nel suo caso; ma questa sottoscrizione presenta anche la particolarità di essere scritta da
sinistra verso destra, secondo la direzione
delle grafie del mondo occidentale. Ciò testimonia la versatilità del genio dell’artista e la
sua capacità di essere presente in un ruolo ufficiale qual era - allora come ora - la sottoscrizione di un atto notarile.
Il documento con la sottoscrizione autografa,
scoperto e pubblicato nel 1910 da Gerolamo
Biscaro, fu esposto a Milano nel 1939 alla Mostra di Leonardo da Vinci, e ripubblicato nella
Raccolta Vinciana negli stessi anni. Successivamente il raro cimelio, quasi caduto in un
lungo oblio, è stato esposto alla mostra Leonardo da Vinci. La vera immagine, allestita
presso l’Archivio di Stato di Firenze tra il 2005
e il 2006. L’autografia della firma di Leonardo
è salita alla ribalta delle cronache nel 2011, a
seguito di un restauro conservativo del documento, che giustamente ne ha enfatizzato l’im-
ARCHIVIO DI STATO DI
BELLUNO
Il concerto degli allievi
Orari della mostra: lunedì - giovedì: 11.00 –
17.00; venerdì - sabato: 11.00 – 13.30
Inaugurazione: 18 maggio 2015 ore 18.30.
Presenta Philippe Daverio
Apertura della mostra: 19 maggio - 30 ottobre
2015
sito dedicato: http://www.archiviodistatomilano.beniculturali.it/iolionardodavinci
Ingresso libero
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ARCHIVIO DI STATO DI
PAVIA
L’antifascismo popolare a
Pavia dalle carte del Fondo
Questura
In occasione della giornata del 1° maggio
2015, l'Archivio di Stato di Belluno (via S. Maria
dei Battuti, 3) partecipa all'iniziativa del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, aprendo in via straordinaria le sue porte
per tutta la giornata festiva, con ingresso libero.
L'iniziativa è rivolta a tutte le persone che desiderano avvicinarsi all'Archivio e che per interesse o semplice curiosità vorrebbero
conoscere qualcosa in più della storia della
propria famiglia o dei propri antenati. Sarà possibile, con l'aiuto del personale, svolgere ricerche sui ruoli matricolari, cercando notizie sui
propri avi, o ricercare mappe e documenti catastali.
Inoltre, sono previste due iniziative specifiche:
tra le ore 11 e le 12 i visitatori possono assistere al concerto tenuto dagli allievi della
scuola comunale "Antonio Miari", mentre sarà
possibile visitare la mostra Le carte del Vajont:
dalla diga al processo nell'antica chiesa di
DATA NEWS
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- Aprile 2015
Santa Maria dei Battuti (per gli orari e altre informazioni, vedi il programma qui sotto).
ARCHIVIO DI STATO DI FORLI’
Archivio di Stato di Belluno
tel. 0437 940061
[email protected]
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SOPRINTENDENZA
ARCHIVISTICA PER L’EMILIA
ROMAGNA
fortezze poste tra Pavullo e Persiceto. Questa fascia confinaria altomedioevale ha condizionato l'assetto del territorio, favorendo lo sviluppo di
culture e tradizioni diverse sui due versanti, a Est il Bolognese in area
di tradizione bizantina, a Ovest il Modenese in zone di longobarde. La
piccola, odierna Muzza si può ritenere l' “erede confinario” di quell'antico, possente, scomparso fiume Scoltenna-Panaro.
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ARCHIVIO DI STATO DI MODENA
Mostra
Segni sulle terre
In occasione dell'apertura straordinaria degli archivi ubicati in sedi monumentali, venerdì 1° maggio, dalle ore 10 alle ore 18, con ingresso libero, presso l'Archivio di Stato di Modena (corso Cavour, 21), è possibile
visitare la mostra Segni sulle terre. Confini di pianura tra Modena e Bologna.
La mostra documentaria, a cura di Mauro Calzolari, Franco Cazzola,
Patrizia Cremonini, Paola Foschi, Carlo Giovannini, Pierangelo
Pancaldi, Michele Simoni, Alberto Tampellini e Annarosa Venturi,
espone una serie di mappe dei secoli XV - XIX, provenienti dai fondi
cartografici dell'Archivio di Stato di Modena, che illustrano l'evoluzione
nel corso dei secoli della fascia territoriale segnata dal corso della
Muzza e dall'omonima via Muzza, che oggi separano i Comuni modenesi di Nonantola e Ravarino, a Ovest, dalle municipalità bolognesi di
Sant'Agata e Crevalcore a Est. Presso tale linea di confine storici e geomorfologi hanno individuato antichi corsi dello Scoltenna, l'antico Panaro.
Proprio lungo l'area d'interesse dello Scoltenna per un ampio periodo,
tra i secoli VI e VIII, si fissò il confine tra il Regno Longobardo e l'Esarcato di Ravenna, quest'ultimo difeso ad ovest da un lungo cordone di
Le mappe, spesso orientate da sud a nord, secondo il fluire dei corsi,
permettono di apprezzare l'importanza del flusso delle acque, con i connessi vantaggi che ne derivavano per attività di molitura e navigazione,
ma anche i pericoli e danni per le esondazioni, e gli impegni per le comunità nel fissare e rispettare accordi per l'utilizzo delle acque. Altro
aspetto fondamentale che emerge dalla cartografia storica è il tema
delle reti viarie.
Per informazioni:
Archivio di Stato di Modena
Corso Cavour, 21 - 41121 Modena
tel. 059 230549 fax 059 244240
e-mail: [email protected]
www.asmo.beniculturali.it
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Adotta un duca d'Este!
DATA NEWS
Adotta un duca o duchessa
d’Este
Presentazione dell’opuscolo Un'Estense sul
trono d'Inghilterra: lettere di Maria Beatrice
d'Este (1658-1718), dedicato all'Estense nota
anche come Maria di Modena o Maria Stuart
di Modena, divenuta per breve tempo regina
d’Inghilterra, realizzato nell'ambito del laboratorio didattico condotto nell’anno scolastico
2014-2015 dalla classe V A del Liceo Classico
“San Carlo”.
Archivio di Stato di Modena
tel. 059 230549
[email protected]
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ARCHIVIO DI STATO DI
PARMA
“Dal foglio alla trincea. Soldati parmensi alla Grande
Guerra”
A Modena, sabato 9 maggio, dalle ore 10 alle
ore 12, presso l'Aula magna del Liceo Classico
“San Carlo” (corso Cavour, 17), l'Archivio di
Stato di Modena, in collaborazione con la Società "Dante Alighieri" - Comitato di Modena e
con il Liceo classico "San Carlo", presenta i laboratori didattici realizzati dagli studenti nell'àmbito della XIV settimana della didattica in
archivio (4-10 maggio 2015) Quante Storie
nella Storia, promossa dalla Soprintendenza
archivistica per l'Emilia Romagna, IBC - Soprintendenza per i beni librari e documentari
della Regione Emilia Romagna, Anai - Sezione
Emilia Romagna, gruppo di lavoro sulla didattica
Intervengono: Patrizia Cremonini (Archivio di
Stato di Modena), Licia Beggi Miani (Società
Dante di Modena), i professori Giovanna Brugnacchi, Alberto Cantini, Caterina Monari,
Marta Soli, docenti del Liceo Classico "San
Carlo" e gli studenti delle classi che hanno
svolto i seguenti laboratori didattici:
Andar per carte e per mari
Presentazione dell’opuscolo Essendo lo
mondo ritondo, per forza havea de voltare. La
scoperta dell'America dalla “viva voce” dei contemporanei: i dispacci degli ambasciatori al
duca Ercole I d'Este, a cura delle classi V A, V
B, I D, II C, del Liceo Classico “San Carlo”, realizzato nell’ambito del laboratorio didattico condotto nell’anno scolastico 2013-2014. Di
notevole importanza una lettera inviata da Lisbona il 9 marzo 1493 inerente il felice esito
del primo viaggio di Cristoforo Colombo “verso
le Indie”. Grazie all'efficace rete informativa
degli ambasciatori, la missiva e la preziosa notizia contenuta pervennero al duca d'Este alcuni giorni dopo il 21 aprile dello stesso anno,
vale a dire ad appena un mese dal rientro di
Colombo a Lisbona, avvenuto nel marzo del
1493.
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parte al conflitto e tematiche inerenti al conflitto
stesso, ma anche gli aspetti emotivi ed emozionali che caratterizzarono la partenza dei soldati per il fronte. In particolare, dallo studio dei
ruoli matricolari del distretto di Parma (classi
1874-1899) sono emersi dati riguardanti scolarizzazione, professione, corpi assegnati,
zone di guerra, ferite riportate, ospedalizzazioni, casi di “demenza di guerra” e diserzione,
decorazioni al valore...
Inoltre, grazie alla collaborazione con Coldiretti, sponsor della mostra, uno dei 20 pannelli
espositivi ospiterà dettagliate informazioni sull'agricoltura del tempo di guerra.
L’inaugurazione sarà seguita dal concerto di
musica del periodo dedicato “A tutti quelli che
sono morti per la Patria”, eseguito da Romano
Franceschetto baritono, Giulia Chiapponi violino, Giacomo Chiapponi violoncello, Giovanni
Chiapponi pianoforte e terminerà con un piccolo rinfresco “Campagna Amica” offerto dalla
Federazione provinciale Coldiretti di Parma.
La mostra, concepita per essere itinerante, in
base al protocollo d’intesa sottoscritto di recente tra MIBACT e ANCI, verrà allestita e arricchita con materiale raccolto sul territorio,
negli spazi espositivi messi a disposizione dai
14 comuni che hanno aderito al progetto: Albareto, Bardi, Busseto, Fontanellato, Fornovo,
Langhirano, Noceto, Roccabianca, Salsomaggiore, San Secondo, Sissa Trecasali, Sorbolo,
Tizzano e Zibello.
La conferenza stampa di presentazione del
progetto e dell’evento espositivo si svolgerà
martedì 28 aprile alle ore 11:00
presso l’Archivio di Stato di Parma, strada
Massimo d’Azeglio 45/E, Sala Drei.
Interverranno: il Direttore dell’Archivio di Stato
di Parma, Graziano Tonelli, la Vicepresidente
della “Fondazione Andrea Borri”, Caterina Siliprandi e Alessandro Corsini, Direttore di
Federazione provinciale Coldiretti di Parma.
Per ulteriori informazioni:
Fondazione Andrea Borri
Archivio di Stato di Parma
[email protected], tel. 0521
237840 [email protected], tel. 0521
233185
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ARCHIVIO DI STATO DI
PIACENZA
Adotta un duca o una duchessa
d’Este
Presentazione dell’opuscolo Ma come andò a
finire con Cesare d'Este? La convenzione faentina del 1598, a cura della classe III R della
Scuola secondaria di primo grado “P. PaoliSan Carlo”, realizzato nell’ambito del laboratorio didattico condotto nell’anno scolastico
2013-2014. L'opuscolo va a completare una
precedente dispensa realizzata dalla stessa
classe nell'anno scolastico 2012-2013 intitolata
Lettere d'altri tempi: le lettere del duca Cesare
d'Este. Al centro della ricerca è il duca che fece
di Modena la capitale dello Stato estense,
dopo la devoluzione del ducato di Ferrara alla
Santa Sede.
on line
MA NEL CUORE
NESSUNA CROCE MANCA
1915-18 – 2015-18: cent’anni sono trascorsi
dal sanguinoso conflitto che inaugurò e segnò
profondamente il XX secolo e che vide come
protagonisti, tra gli altri, soldati parmensi partiti
a migliaia dalle proprie case alle quali in molti
non fecero più ritorno.
L’Archivio di Stato di Parma con la Scuola di
Archivistica, Paleografia e Diplomatica, in collaborazione con la Fondazione Andrea Borri,
l’Archivio di Stato di Piacenza e 14 Comuni
della Provincia di Parma, organizza una mostra per celebrare la Grande Guerra che dà il
via ad una serie di eventi che si svolgeranno
nei Comuni aderenti durante tutto il periodo
2015-2018.
La mostra dal titolo “Dal foglio alla trincea. Soldati parmensi alla Grande Guerra” verrà inaugurata il 6 maggio prossimo alle ore 18,00
presso la sede dell’Archivio di Stato di Parma
e consisterà in un percorso espositivo per documenti e immagini, cimeli e ricordi conservati
dall’Archivio di Stato e in raccolte private, per
offrire a tutti, anche alle giovani generazioni,
elementi di conoscenza e riflessione. Non soltanto una statistica dei soldati che presero
«Apertura straordinaria del 1° Maggio» degli
istituti culturali statali
Venerdì 1° Maggio 2015 – Palazzo Farnese –
Piazza Cittadella 29
Apertura straordinaria dell’Archivio di Stato
dalle ore 9.00 alle 13.00 e conferenza alle
ore 10.30 dedicate al Centenario della Prima
Guerra Mondiale
Negli archivi storici si fa ricerca e si perfezionano gli strumenti per la ricerca documentaria,
nondimeno si può far conoscere a un maggior
numero di cittadini ciò che custodiscono, fanno
e promuovono. Il Ministero per i beni e le attività culturali e il turismo in accordo con i dipendenti organizza nella festività del 1° maggio
l’apertura straordinaria di «musei, siti monumentali, aree archeologiche, archivi e biblioteche ubicati in sedi monumentali» per
promuoverne l’offerta culturale. L’Archivio di
Stato di Piacenza che ha sede nel Palazzo
Farnese, il palazzo dei duchi che contrassegnarono le vicende della città padana per due
secoli, va organizzando iniziative in occasione
del Centenario della Grande Guerra (19141918) e mette a disposizione fonti e strumenti,
ad esempio la documentazione degli ex Distretti Militari e degli ex Uffici di Leva riguardanti i molti piacentini (e parmensi) mobilitati
in quegli anni. Nella mattinata sarà possibile
cercare e fotografare con mezzi propri il ruolo
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zione a fronte, dei miracoli di sant’Antonino, patrono di Piacenza, da
una Vita sancti Antonini inedita del XIV secolo, mentre quelli della II
Scientifico C hanno composto una raccolta di lettere dal fronte della
Grande Guerra partendo da documenti originali del 1915-1918. Le insegnanti coordinatrici sono Monica Massari e Manuela Veneziani, con
il supporto dell’archivista di Stato Anna Riva.
Gli esiti sono confluiti in un volume della collana "Quaderni del Gioia Le buone pratiche".
Alla presentazione segue un concerto dell’orchestra del Liceo, diretta
dal maestro Franco Marzaroli, con musiche sacre settecentesche e musiche e canti della Grande Guerra.
Info: tel. +39.0523.33852; e-mail [email protected]
Siti: www.archiviodistatopiacenza.beniculturali.it www.piacenzaprimogenita150.it/ https://www.facebook.com/archiviodistato.piacenza?fref=ts
Si segnala, inoltre, che l'Archivio di Stato di Piacenza ha promosso, insieme con l'Archivio di Stato di Parma, la Fondazione "A. Borri" e alcuni
Comuni della Provincia di Parma, la mostra documentaria Dal foglio alla
trincea: 80.000 soldati parmensi alla Grande Guerra (6 maggio – 12 giugno 2015).
La mostra si inaugura mercoledì 6 maggio 2015, alle ore 18, presso l'Archivio di Stato di Parma (via D’Azeglio 45).
Archivio di Stato di Piacenza
tel. 0523 338521
[email protected]
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SOPRINTENDENZA
ARCHIVISTICA PER LA TOSCANA
A Sesto Fiorentino un corso per il recupero
di beni
archivistici danneggiati da calamità
matricolare militare di un proprio avo (soldato o sottufficiale) piacentino
o parmense nato fra il 1842 e il 1915. Alle ore 10.30 Patrizia Anselmi
dell’Archivio di Stato e Filippo Lombardi, studioso e promotore del
gruppo Facebook “Piacenza in grigioverde”, illustreranno le ricerche avviate sulla Grande Guerra, in particolare il progetto "Diamo un volto ai
caduti piacentini" che vuole arricchire di foto e ritratti la banca dati dei
"Caduti piacentini della Prima Guerra Mondiale" nel sito
tematicohttp://www.piacenzaprimogenita150.it/.
L’ingresso è libero e gratuito.
Info: Archivio di Stato di Piacenza tel. 0523 338521http://www.archiviodistatopiacenza.beniculturali.it - E-mail: [email protected]
http://www.piacenzaprimogenita150.it/ -https://www.facebook.com/archiviodistato.piacenza
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Un corso con gli esperti della Soprintendenza per salvare gli archivi
dopo alluvioni, frane, terremoti.
Inizierà lunedì 13 aprile, a Sesto Fiorentino (via Petrosa 19) un corso di
formazione tenuto dalla Croce Viola dove esperti della Soprintendenza
Archivistica della Toscana formeranno volontari per recuperare beni archivistici danneggiati da un fenomeno atmosferico. Sempre più spesso,
infatti, alluvioni, frane, allagamenti, oltre a danneggiare abitazioni o
mezzi di trasporto, stanno danneggiando beni culturali e archivi che necessitano di interventi efficaci tali da assicurare in tempi brevi il loro invio
ai centri di restauro e/o di ricovero temporaneo.
In seguito alla quasi totale distruzione dell'archivio del Comune di Stazzema in seguito all'alluvione che ha investito la Versilia il 19 giugno
1996, e dopo il danneggiamento dell'archivio di Aulla, si è sempre più
palesata la necessità di creare squadre di volontari di protezione civile
capaci di riconoscere la documentazione danneggiata, conoscere le
procedure per poterla conservare e catalogare per poter poi fornire il
supporto necessario all'esperto della soprintendenza archivistica nel recupero.
Tra miracoli e trincee
A Piacenza, venerdì 8 maggio 2015, dalle ore 17 alle 18.30, presso lo
Scalone e loggiato del Palazzo Farnese, sede dell'Archivio di Stato
(piazza Cittadella, 29), in occasione della XIV settimana della didattica
in archivio (4-10 maggio 2015) Quante Storie nella Storia, gli istituti culturali emiliano-romagnoli presentano al pubblico i progetti didattici svolti
in collaborazione con le scuole.
Qui si tratta dei laboratori, svolti da classi del Liceo "Melchiorre Gioia"
di Piacenza, intitolati Il mestiere del filologo e Maledetta questa guerra
sono delle rovinafamiglie. Gli allievi della IV Classico A si sono impegnati
come “Traduttori per miracolo” in una trascrizione dal latino, con tradu-
Un percorso quindi di consapevolezza verso l'importanza dei beni culturali, ma anche di scoperta e di conoscenza che sarà condotto da Luca
Faldi, funzionario archivista della Soprintendenza ai beni archivistici per
la Toscana. “Quando l’archivio viene alluvionato è bene avere una squadra di primo intervento che sappia maneggiare una terminologia di tipo
archivistico, che sappia dove mettere le mani e cosa fare per minimizzare i danni durante l'intervento”, dice Faldi. “Il problema del documento
alluvionato è la muffa: il fango protegge, la muffa distrugge. Meno si tengono a contatto con l’aria e meno si forma la muffa: vanno tenuti in posti
freddi e non devono essere riscaldati. Quello che faremo a Sesto Fiorentino”, conclude Faldi, “è un percorso molto ambizioso rivolto non solo
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DATA NEWS
ai volontari di Protezione Civile, ma anche a
persone, magari anziani, che anno meno voglia di avventura e che possono rendersi utili
dedicandosi alla conoscenza di un bene culturale che offre possibilità di conoscenza interessantissime”.
Beni culturali a rischio, i dati. Un recente rapporto ISPRA e ISCR ha stimato che nel comune di Firenze, i beni immobili esposti a
rischio idraulico con tempo di ritorno fino a 200
anni risultano 1.145, tra cui la Basilica di Santa
Croce, la Biblioteca Nazionale, il Battistero e
la Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Per
quanto riguarda le frane, numerosi sono i borghi storici interessati da fenomeni di dissesto,
quali ad esempio Volterra (PI) con il crollo di
una porzione delle mura medievali nel 2014,
Civita di Bagnoregio (VT) e Certaldo (FI). Oltre
i tre quarti dei siti patrimonio mondiale dell’umanità sono esposti a rischi naturali. Relativamente al rischio idrogeologico, sono quasi
14.000 i Beni Culturali archeologici ed architettonici esposti a rischio da frana, 28.483 i beni
esposti ad alluvioni con tempo di ritorno fino a
200 anni e 39.025 quelli esposti ad alluvioni
rare ma di estrema intensità con tempo di ritorno fino a 500 anni.
La squadra specializzata della Croce Viola. La
Pubblica Assistenza di Sesto Fiorentino ha costituito, all’interno del proprio nucleo di Protezione Civile, una squadra specializzata nel
salvataggio dei beni culturali danneggiati da
calamità. Scopo della squadra è, oltre a quello
di formare, anche di equipaggiare i propri volontari i quali, consapevoli del valore e della necessità della conservazione dei beni culturali
minacciati di distruzione, possano operare con
efficacia in supporto al personale delle amministrazioni istituzionalmente preposte.
Il programma del corso
Lezioni teoriche c/o Aula multimediale - sede
Croce Viola Sesto Fiorentino (via Petrosa 19):
1 - Lunedì 13 Aprile, ore 21.15
Introduzione al corso
L’intervento compiuto ad Aulla in occasione dell’alluvione del 2011
Terminologia archivistica e storia delle istituzioni toscane (I parte)
2 - Lunedì 20 Aprile, ore 21.15
Terminologia archivistica e storia delle istituzioni toscane (II parte)
I fondi archivistici preunitari e quelli postunitari
3 - Lunedì 27 Aprile, ore 21.15
Il recupero di “secondo soccorso”: gli
scopi e le fasi
Selezionare per il restauro - selezionare per
lo scarto
4 - Lunedì 4 Maggio, ore 21.15
Modalità operative nei vari contesti critici:
alluvione - terremoto – incendio
Discussione finale
Esercitazione esterna:
Maggio, un sabato mattina data da definire
Presso un archivio storico comunale
Le lezioni teoriche saranno svolte dal Dott.
Luca Faldi, della Soprintendenza Archivistica
della Toscana (MiBACT)
PER LE ISCRIZIONI procedura on line su: croceviola.eventbrite.it
Per esigenze didattiche al corso sono ammessi al massimo 20 iscritti.
Per informazioni: [email protected]
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ARCHIVI IN TOSCANA
Archivi in Toscana
Il patrimonio, le istituzioni, gli
eventi
19 maggio 2015
Presentazione del volume "Meraviglie di
Gadda. Seminario di studi sulle carte dello
scrittore"
Martedì 19 maggio 2015 alle ore 17:30 presso
la Sala Ferri di Palazzo Strozzi a Firenze si
presenta il volume Meraviglie di Gadda. Semi-
nario di studi sulle carte dello scrittore, a cura
di Monica Marchi e Claudio Vela (Pacini Editore); intervengono Stefano Carrai, Giuseppe
Nicoletti, Paola Italia.
Si raccolgono in questo volume i contributi di
un Seminario di studi in cui, nell'ottobre del
2013, i partecipanti a un progetto di ricerca
delle Università di Pavia e di Siena, coordinato
da Claudio Vela e finanziato dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
(PRIN 2009), hanno presentato i risultati e le
prospettive di due anni di lavoro sui manoscritti
di Carlo Emilio Gadda. Le carte dello scrittore,
depositate nei quattro Fondi coinvolti nel progetto (i Fondi Citati, Garzanti e Roscioni all'Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana di
Milano, il Fondo Bonsanti all'Archivio contemporaneo "Alessandro Bonsanti" del Gabinetto
GP. Vieusseux di Firenze), sono ora schedate
in un repertorio consultabile sul portale "Gaddaman" (www-5.unipv.it/gaddaman/), qui presentato, che permette lo studio integrato di
opere e documenti: dagli appunti preparatori,
alle prime redazioni, alle traduzioni, in un intreccio tra edito e inedito che svelerà i segreti
di laboratorio di un'opera ancora da scoprire:
profondamente meditata, rielaborata a lungo e
meravigliosamente scritta.
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ARCHIVIO DI STATO DI
FIRENZE
Atmosfere di Firenze Capitale
Martedì 5 maggio 2015, a Firenze, alle ore 9,
presso l’Auditorium dell’Archivio di Stato (viale
Giovine Italia, 6) si svolge la mattinata di studi
su Atmosfere di Firenze Capitale: architettura,
arte e storia. Alla scoperta di palazzi e ville, organizzata dal Comitato Fiorentino per il Risorgimento in collaborazione con l’Archivio di
Stato di Firenze con il contributo dell’Associazione Culturale P.R.I.M.A., nell’àmbito delle
Celebrazioni per il 150° anniversario della proclamazione di Firenze a Capitale del Regno
d’Italia.
L’incontro intende presentare il progetto in itinere Atmosfere di Firenze Capitale, che vede
la sua prima presentazione presso l’Auditorium
dell’Archivio di Stato. I vari interventi si propongono di rievocare e di far conoscere le tracce
visibili di quella stagione, che ancora oggi caratterizzano il volto di Firenze, e di rileggerne
criticamente le interrelazioni fra luoghi, artisti e
committenti.
L’iniziativa mette in evidenza che, se Giuseppe
Poggi fu il principale artefice della nuova immagine architettonica ed urbanistica della città,
la decorazione degli interni – ambienti adatti
alla celebrazione dei riti sociali e mondani delle
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- Aprile 2015
élites – fu demandata ad una cerchia di artisti
che Poggi volle accanto a sé con continuità.
Tra essi, il pittore Annibale Gatti, che meglio rispondeva alle istanze dell’architetto-ingegnere
e alle esigenze della committenza. La sua carriera professionale, oltre che nei teatri (fu autore di sipari teatrali in Italia e all’estero), trovò
il proprio palcoscenico ideale nei salotti di
molte dimore progettate o rinnovate dal Poggi,
costituendo un interessante esempio di sincronia creativa. L’apparato decorativo dei salotti
delle dimore fiorentine rispecchia le istanze romantiche, storiciste e patriottiche dell’epoca, in
un clima internazionale che contribuì a divulgare la fama di Firenze nel mondo.
Attraverso un itinerario che si snoda lungo le
vie della città e che tocca gli immediati dintorni,
il progetto si completerà con l’apertura al pubblico delle residenze fiorentine più significative.
L’iniziativa è il terzo appuntamento del ciclo
Eventi paralleli in Archivio in cui verranno ripresi ed approfonditi i temi della mostra Una
Capitale e il suo Architetto. Eventi politici e sociali, urbanistici e architettonici. Firenze e
l’opera di Giuseppe Poggi, attualmente in
corso presso questo Archivio di Stato fino al 6
giugno 2015.
La partecipazione all’evento è libera e gratuita
fino ad esaurimento posti. È possibile visionare
qui una breve sintesi degli interventi del convegno.
Info:
www.archiviodistato.firenze.it
http://www.risorgimentofirenze.it
•
Il piano Poggi per Firenze
capitale
Venerdì 15 maggio 2015, a Firenze, alle ore
9.30 presso l’Auditorium dell’Archivio di Stato
(viale Giovine Italia, 6), continuano gli appuntamenti legati al ciclo Eventi paralleli in Archivio, che si affiancano nella divulgazione della
mostra Una Capitale e il suo Architetto. Eventi
politici e sociali, urbanistici e architettonici. Firenze e l’opera di Giuseppe Poggi, in corso
fino al 6 giugno 2015.
Il convegno di studi Il piano Poggi per Firenze
capitale e le trasformazioni delle città europee
tra Ottocento e Novecento, organizzato dal Dipartimento di Architettura dell’Università degli
Studi di Firenze, in collaborazione con l’Archivio di Stato di Firenze, intende presentare gli
studi ripresi nel recente periodo – in occasione
dei 150 anni di Firenze capitale – che si propongono di comparare le fonti e le carte relative al nuovo piano regolatore concepito dal
Poggi e attualmente depositate presso diverse
istituzioni, di approfondire la conoscenza dei
suoi contenuti e quindi anche di valutare in
modo più documentato i risultati conseguiti nei
diversi settori d’intervento.
Nell’occasione sarà esposto il volume, che fa
parte della collezione della Biblioteca di
Scienze tecnologiche dell’Università di Firenze, del famoso maestro giardiniere, collaboratore di Georges Eugène Haussmann nel
Piano di Parigi, Adolphe Alphand Les promenades de Paris histoire, description des embellissements, dépenses de création et d'entretien
des Bois de Boulogne et de Vincennes,
DATA NEWS
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11
- Aprile 2015
Champs Elysées, parc, squares, boulevards,
places plantées... études sur l'art des jardins
et arboretum [dessins par E. Hocherau] Paris:
J. Rothschild, 1867-1873.
meno conosciuti.
La partecipazione all’evento è libera e gratuita
fino ad esaurimento posti. È possibile visionare
qui una breve sintesi degli interventi del convegno.
Archivio di Stato di Firenze
tel. 055 263201
[email protected]
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ARCHIVIO DI STATO DI
SIENA
La guerra 1915-1918:
piccole e grandi storie
dagli archivi senesi
Il Poggi concepisce il nuovo piano regolatore
come un progetto urbanistico di lungo termine,
fatto di “grandi opere” volte a ristrutturare il tessuto della città antica e ad espandere lo sviluppo di Firenze all’esterno della cerchia
muraria e fa parte di un primo ciclo di esperienze di pianificazione urbanistica, che ha interessato alcune grandi città italiane dopo la
formazione dello Stato unitario. Dopo il piano
Poggi per Firenze del 1865 si sviluppano le vicende per il piano di Roma (piani Viviani del
1873 e del 1882, piano Saintjust-Nathan del
1911), quelle per i piani di Milano (piani di ampliamento e di ristrutturazione, poi il piano Beruto del 1889), quelle relative allo sviluppo
urbanistico di Torino (piani di ampliamento nel
corso dell’Ottocento e poi il piano regolatore
del 1906) e infine si ha il piano di risanamento
di Napoli del 1885.
L’iniziativa rientra nelle Celebrazioni per il 150°
anniversario della proclamazione di Firenze a
Capitale del Regno d’Italia.
La partecipazione all’evento è libera e gratuita
fino ad esaurimento posti.
Archivio di Stato di Firenze
tel. 055 263201
[email protected]
*
Lo spettacolo a Firenze capitale.
Spazi e programmazione teatrale
nella Capitale
Martedì 19 maggio 2015, a Firenze, alle ore
9.30, presso l’Auditorium dell’Archivio di Stato
(viale Giovine Italia, 6) si svolge la giornata di
studi Lo spettacolo a Firenze capitale. Spazi
e programmazione teatrale nella Capitale,
organizzata dall’Archivio di Stato di Firenze
nell’àmbito delle Celebrazioni per il 150° anniversario della proclamazione di Firenze a Capitale del Regno d’Italia.
La giornata di studi è incentrata sulla realtà
teatrale fiorentina, con l'intento di completare
le tematiche esposte nella mostra Una Capitale e il suo Architetto. Eventi politici e sociali,
urbanistici e architettonici. Firenze e l’opera di
Giuseppe Poggi, attualmente in corso presso
questo Archivio di Stato fino al 6 giugno 2015.
Lo spettacolo a Firenze è sempre stato una realtà importante per la vita cittadina, i fiorentini
hanno sempre risposto positivamente e con
rinnovato interesse sia alle proposte musicali,
sia alle piéces teatrali che le sale proponevano
durante l'anno. I vari interventi illustreranno
queste realtà, approfondendone alcuni aspetti
Il volume Premio Cesare Antonio Maori 2014.
Opere vincitrici si compone di due interessanti
lavori archivistici, risultati vincitori ex aequo. Si
tratta degli inventari dei fondi archivistici prodotti dalla Scuola dell’Infanzia S. Croce Casa
dei bambini “Maria Montessori” di Perugia e
dall’azienda tipografica Bossi Gherardi di Spoleto. I lavori sono stati curati, rispettivamente,
da Sara Squadroni e da Chiara Desantis.
Soprintendenza archivistica dell’Umbria e delle
Marche
sede di Perugia: via Martiri dei Lager, 65
tel. 0755 052198
[email protected]
* * *
Mercoledì 6 maggio 2015, alle ore 17, presso
la Sala conferenze dell'Archivio di Stato di
Siena (via Banchi di Sotto, 52), in occasione
della IV Giornata degli Archivi Senesi, si tengono il convegno Documenti per la storia di
Siena nel Novecento. La guerra 1915-1918:
piccole e grandi storie dagli archivi senesi e
l’inaugurazione con visita della relativa mostra
allestita presso gli spazi museali dell'Archivio.
Archivio di Stato di Siena
tel. 0577 247145
[email protected]
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SOPRINTENDENZA
ARCHIVISTICA
DELL’UMBRIA E DELLE
MARCHE
Premio Cesare Antonio Maori
2014. Opere vincitrici
Martedì 12 maggio 2015, a Perugia, presso la
Soprintendenza archivistica dell’Umbria e delle
Marche (via Martiri dei Lager, 65), alle ore 10,
si tiene la conferenza di presentazione del volume Premio Cesare Antonio Maori 2014.
Opere vincitrici, a cura di Francesca Ciacci
(Perugia, febbraio 2015).
Nel 2014 è stato bandito, per volere della moglie e dei figli, il premio intitolato alla memoria
di Cesare Antonio Maori, noto avvocato, appassionato di studi storici e per lungo tempo
Ispettore archivistico onorario. La finalità del
concorso era di assegnare un premio in denaro per la pubblicazione di una tesi di laurea
o di un contributo scientifico che rientrasse
nella disciplina "Archivistica" e riguardasse il
territorio della regione Umbria.
ARCHIVIO CENTRALE
DELLO STATO
APERTURA STRAORDINARIA
1° maggio, ore 8 - 20
Nell’ambito del progetto del Ministero dei beni
e delle attività culturali e del turismo di rilancio
dell’offerta culturale e del miglioramento dei
servizi resi al pubblico, l’Archivio Centrale dello
Stato aderisce all’apertura straordinaria del 1°
maggio dei siti e degli istituti culturali.
Il programma della giornata prevede:
Visite guidate alla Sala studio, ai depositi e alla sala Mario Serio dedicata agli archivi di architettura.
Le visite saranno effettuate alle ore 9,30 10,30 – 12,30 e, nel pomeriggio, alle ore 15,30
- 16,30 – 17,30
E’ opportuna la prenotazione
Alle ore 11,30, proiezione del filmato
sul Primo Maggio Working class heroes. Camminando e cantando la canzone del primo
Maggio, di Giandomenico Curi (ed. AAMOD),
durata 50 minuti.
Il filmato sarà preceduto da una breve presentazione a cura dell’autore. (Sala convegni)
Dalle ore 16,30 saranno proiettati filmati sul tema del Primo Maggio (Sala convegni)
Ingresso gratuito
Prenotazioni e info:
[email protected]
10 – 15)
- 06/54548538 (h.
Piazzale degli Archivi, 27 – Roma EUR
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Il museo Coloniale di Roma
(1904-1971)
Mercoledì 6 maggio 2015, alle ore 10, a Roma,
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DATA NEWS
presso l’Archivio Centrale dello Stato, si tiene
la presentazione del volume Il Museo Coloniale di Roma (1904-1971). Fra le zebre nel
paese dell’olio di ricino di Francesca Gandolfo (Gangemi editore, Roma, 2014).
nella sfera di competenza e responsabilità
dell’autorità che l’ha disposta. Infatti, l’art. 19,
comma 2, del DPCM 22 luglio 2011, prevede
che la “declassifica di un’informazione è disposta dall’autorità che ha apposto la classifica ai
sensi dell’articolo 42, comma 2, della legge
[124/2007], o da altro soggetto che, a richiesta,
sia stato dalla stessa a ciò autorizzato. L’Autorità nazionale per la sicurezza nella generalità
dei casi e gli organi di sicurezza di un’amministrazione o ente sovraordinati a quello che ha
originato l’informazione, possono disporre la
variazione o l’eliminazione della classifica di
segretezza attribuita alla medesima da un’autorità sottordinata”; la gestione documentale di
tutti i documenti classificati, ivi comprese le
operazioni di selezione, è di competenza
esclusiva di quel complesso di soggetti – centrali, periferici, di enti e operatori economici –
che la normativa riconduce all’Ufficio centrale
per la segretezza (UCSe). L’Ufficio centrale per
la segretezza (UCSe), istituito presso il Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza
(DIS), svolge funzioni direttive, consultive, di
coordinamento e controllo in materia di tutela
amministrativa del segreto di Stato e delle classifiche di segretezza. Per la documentazione
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- Aprile 2015
del DIS la Direttiva Renzi prescrive che siano
definiti i criteri con cui sono effettuati i versamenti all’Archivio centrale dello Stato e le modalità con cui si proteggono specifiche
informazioni di cui si richiede la tutela nell’interesse della sicurezza di persone, della riservatezza di terzi, ovvero delle relazioni
internazionali. Estendendo tali criteri e modalità anche alle altre amministrazione interessate, è opportuno qui richiamare, in generale,
le regole riguardanti la descrizione archivistica
e l’esigenza che ogni documento sia ricondotto
al suo contesto di produzione. E’ doveroso da
parte delle amministrazioni, in particolare:
- conservare le aggregazioni documentali nella
loro configurazione originaria; - prevedere,
qualora le aggregazioni documentali originarie
siano smembrate, che ogni unità documentale
conservi il riferimento all’aggregazione originaria per poter garantire che in tutte le fasi della
sua vita la medesima unità sia riferita ad
ognuna delle successive aggregazioni di cui
essa viene a far parte; - effettuare i versamenti
per aggregazioni documentali; - prevedere,
qualora non sia possibile versare aggregazioni
documentali, che le singole unità documentali
versate siano descritte riportando anche il rife-
ARCHIVI CIVICI PROVINCIA DI FROSINONE
Dopo il saluto del sovrintendente dell’Archivio
Centrale dello Stato, Eugenio Lo Sardo, intervengono l'autrice, Francesca Gandolfo,
Luisa Musso, docente presso l’Università
Roma Tre, Silvana De Santis, bibliotecaria
presso l’Archivio Centrale dello Stato e Giangiacomo Martines, già Direttore regionale per
i beni architettonici e paesaggistici del FriuliVenezia Giulia.
La storia del Museo Coloniale di Roma ha inizio nel 1904 nell’Istituto Botanico di via Panisperna 89B e ha termine nel 1971, quando fu
chiusa al pubblico la sua ultima sede in via Aldrovandi 16A. Il Museo Coloniale ebbe due
fasi: la prima dal 1904 al 1914, la seconda dal
1914 al 1971. Durante la prima fase si chiamava Erbario e Museo Coloniale e il nome
stesso suggerisce un’origine naturalistica e
storica insieme. Nella seconda cambia nome
e identità; si chiamò soltanto Museo Coloniale
e divenne un istituto eminentemente politicoculturale.
L’intento di questo libro è quello di tracciare
una storia della genesi culturale, istituzionale
e politica del Museo Coloniale di Roma attraverso la narrazione critica di alcuni fatti che ne
hanno scolpito i caratteri distintivi.
Archivio Centrale dello Stato
Servizio Comunicazione - URP
tel. 06 54548538
[email protected]
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Direttive Renzi (2014) e Prodi (2008)
La direttiva Renzi per consentire la ricostruzione dei gravissimi eventi che negli anni
1969-1984 hanno segnato la storia del Paese,
il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha disposto che, con procedura straordinaria, tutte
le amministrazioni dello Stato versino all’Archivio centrale dello Stato la documentazione di
cui sono in possesso relativa specificamente
“agli eventi di Piazza Fontana a Milano (1969),
di Gioia Tauro (1970), di Peteano (1972), della
Questura di Milano (1973), di Piazza della Loggia a Brescia (1974), dell’Italicus (1974), di
Ustica (1980), della stazione di Bologna
(1980), del Rapido 904 (1984)”. In attuazione
della Direttiva e in anticipo rispetto ai termini
generalmente previsti per il versamento negli
archivi storici, le amministrazioni interessate
hanno cominciato ad individuare nuclei di documentazione relativa agli eventi citati. E’ bene
precisare, al riguardo, che la declassifica di documenti e informazioni ricade interamente
DATA NEWS
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- Aprile 2015
rimento all’aggregazione originaria; - descrivere le aggregazioni documentali all’interno delle loro più ampie articolazioni gerarchiche; - descrivere le aggregazioni documentali secondo le regole archivistiche; prevedere, qualora sia necessario tutelare informazioni che compongono la descrizione, che le medesime informazioni siano obliterate secondo tecniche e sistemi condivisi con l’Archivio centrale dello Stato. A
tale documentazione si applicano le norme in materia di consultabilità
come stabilite nel Codice. In particolare, poiché tutti i documenti versati,
anche se di data molto recente, sono stati accuratamente valutati dai
soggetti versanti e, nel caso, declassificati, ai fini della sicurezza dello
Stato essi non hanno più carattere riservato e quindi sono liberamente
consultabili. In questo senso si è espressa anche la Commissione consultiva per le questioni inerenti alla consultabilità degli atti d’archivio riservati operante presso il Ministero dell’Interno. Qualche cautela è
invece opportuna per la tutela della riservatezza e della sicurezza delle
persone. Pertanto, nel caso in cui all’atto del versamento sia segnalata
la presenza di documenti contenenti dati e/o informazioni da tutelare
sotto questo profilo, la consultazione avviene secondo le norme in vigore, le quali prevedono l’oscuramento di tali dati o, nel caso ciò non
sia possibile, la richiesta di autorizzazione alla loro consultazione da
parte della Commissione sopra citata. Ne consegue che anche il rilascio
di copie dei documenti versati, o la loro diffusione, non può che tener
conto di tale esigenza. Quanto al rilascio di copie di nuclei dei documenti
versati, nella loro integralità, è opportuno richiamare quanto prescritto
nella medesima Direttiva ove si conferma che i documenti versati si consultano presso l’Archivio centrale dello Stato. In alcuni casi, tuttavia, soprattutto in considerazione delle finalità delle associazioni che si sono
costituite tra i familiari delle vittime di quelle gravi vicende, si è ritenuto
di poter rilasciare copia digitalizzata, stipulando allo scopo una specifica
convenzione che disciplini la consegna e l’uso della documentazione. I
documenti cartacei versati restano comunque disponibili presso l’Archivio centrale dello Stato, ove è assicurata la conservazione unitaria dei
carteggi e la loro organica consultazione. Dei versamenti effettuati dalle
amministrazioni interessate dalla Direttiva è data tempestiva comunicazione al pubblico sul sito dell’Istituto (www.acs.beniculturali.it)
i compiti e le attività della Soprintendenza Archivistica in Campania e a
diffondere la conoscenza del patrimonio archivistico vigilato. Sarà inoltre possibile visitare la monumentale sede dell’Istituto: l’appartamento
al piano nobile di Palazzo Marigliano.
Soprintendenza Archivistica della Calabria e della Campania
Via S. Biagio dei Librai, n. 39 - Palazzo Marigliano
Napoli
Ingresso libero
Orario 8,00 – 14,00
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ARCHIVIO DI STATO DI AVELLINO
ARCHIVIO DI STATO DI TERAMO
L'ora di storia con l'Archivio
Ad Avellino, venerdì 15 maggio 2015, dalle ore 16.30 alle 19, l'Archivio
di Stato presenta, presso la sua sede (complesso monumentale dell'ex
Carcere borbonico, via Verdi, 17), il laboratorio didattico L'ora di storia?
Andiamo in archivio. La questione meridionale raccontata dagli alunni
della III E del liceo classico "Pietro Colletta" di Avellino.
Nell'àmbito dell'attività del Servizio Didattica dell'Archivio, gli allievi - coordinati dall'insegnante Marilella Manzo con il supporto dell'archivista
Marisa Bellucci - nel corso di questo anno scolastico hanno aderito al
progetto Leggo, conosco, scrivo, focalizzando l'attenzione sulla "questione meridionale".
Organizzàti in gruppi, gli studenti hanno letto e schedato, secondo criteri
archivistici, i documenti prescelti, sistemando criticamente i dati raccolti
in un originale dvd, articolato in moduli sui temi cruciali: le questioni fiscali e demaniali, il brigantaggio, la vita della classe agraria del Sud e i
contributi di insigni meridionalisti irpini.
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SOPRINTENDENZA
ARCHIVISTICA DELLA CALABRIA E
DELLA CAMPANIA
Apertura straordinaria del 1° maggio
La Soprintendenza Archivistica della Calabria e della Campania venerdì
1° maggio 2015 aprirà al pubblico la sua prestigiosa sede di Palazzo
Marigliano. Saranno effettuate proiezioni multimediali volte ad illustrare
Programma
Saluti istituzionali
Michelina Sessa, direttore Archivio di Stato di Avellino
Claudia La Pietra, dirigente scolastico liceo classico "Pietro Colletta"
di Avellino
Interventi
Marilella Manzo, docente liceo classico "Pietro Colletta" di Avellino
Marisa Bellucci, funzionario Archivio di Stato di Avellino
Gli alunni della III E, liceo classico "Pietro Colletta" di Avellino
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ARCHIVIO DI STATO DI BENEVENTO
La fontana di Bellerofonte
Venerdì 15 maggio 2015, alle ore 17,30, all’Archivio di Stato di Benevento, in occasione della presentazione del romanzo La fontana di Bellerofonte. 1820, di Celestino Genovese, si discuterà sul tema Tra
ricostruzione storica e invenzione narrativa: la lettura dei documenti.
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DATA NEWS
Dopo l’introduzione di Maria Luisa Califano, psicoanalista SPI, e Valeria Taddeo, direttore dell’Archivio, interverranno Giuseppe Merlino,
critico letterario già docente dell’Istituto Universitario Orientale di Napoli,
Sarantis Thanopulos, psicoanalista SPI, Giuseppe Cirillo, docente di
Storia moderna e contemporanea alla Seconda Università di Napoli, e
lo stesso Autore. Coordinerà i lavori Natascia Festa, giornalista del Corriere del Mezzogiorno.
Ambientato nei primi due decenni dell’Ottocento, sempre in bilico tra ricostruzione storica e invenzione narrativa, il romanzo presenta uno straordinario quadro della vita dell’entroterra e di Napoli, nel quale le
vicende di personaggi realmente esistiti e di altri di fantasia si intrecciano
agli avvenimenti che precedono la rivoluzione costituzionale del 1820.
La fontana di Bellerofonte. 1820 ha ricevuto il Premio Giancarlo Siani
2014 per il settore “Letteratura”. Nella motivazione del premio si legge:
“.,.. è uno di quei rari romanzi storici che di tanto in tanto si affacciano
sulla scena letteraria e culturale italiana… come moniti a ripensare con
maggiore onestà e veridicità il nostro passato…”.
Celestino Genovese, psicoanalista, è stato docente di Psicologia dinamica alla Seconda Università di Napoli. Questo romanzo è la sua prima
prova narrativa.
on line
- Aprile 2015
L’Archivio di Stato di Catanzaro ha aperto al pubblico aderendo alle iniziative di primavera del Fondo Ambiente Italiano: da venerdì 20 a domenica 22 marzo studenti ciceroni dell’Istituto comprensivo
Pascoli-Aldisio di Catanzaro, dei Licei Scientifici “Enrico Fermi” di Catanzaro Lido e “Antonio Guarasci” di Soverato hanno accompagnato,
attraverso una “lettura” insolita di una vasta tipologia di documenti, i visitatori lungo un percorso avvincente fra i fondi archivistici conservati
dall’Istituto. Si sono soffermati sul tema delle pergamene musicali, secc.
XVI-XVIII, offrendo anche la base per l’elevazione di canti corali, sul
tema del brigantaggio, 1861-1868, che è stato lo spunto per le performance dei giovani “briganti”, e su quello della ricostruzione post terremoto del 1783, attraverso la realizzazione di un book elettronico, che
ha fatto conoscere a quale uso sono stati adibiti alcuni dei beni storicoartistici sottratti alla Chiesa. L’iniziativa, inserita nel contesto della scoperta della città di Catanzaro attraverso gli archivi in essa presenti, ha
riscosso un grande successo di pubblico ed ha fornito, agli studenti ed
ai visitatori, l’opportunità di conoscere un mondo straordinario che,
forse, molti non sapevano esistesse e, d’altra parte, ha donato un’inconsueta vitalità al mondo degli archivi. Anche la stampa locale ha dato
ampio spazio all’iniziativa, mettendo in risalto, soprattutto, la ricchezza
del patrimonio dell’Archivio di Stato che conserva una vasta tipologia di
documenti, a decorrere dal sec. XIV.
Antonio Garcea, direttore dell’Archivio di Stato, ha sostenuto, nella conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa – tenuta presso la locale
Camera di Commercio -, “che lo scopo fondamentale è quello di promuovere e valorizzare il patrimonio archivistico, che forse un po’ sfugge
alla percezione della gente,
con uno speciale coinvolgimento
dei giovani, i quali, attraverso la conoscenza delle origini, prendano coscienza in modo consapevole della memoria viva del nostro passato”.
Redattore Nicolina Reale
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ARCHIVIO DI STATO DI CATANZARO
ARCHIVIO DI STATO DI LUCERA
L’Archivio di Stato di Catanzaro e le iniziative di primavera del Fondo Ambiente Italiano
CHIUDONO GLI ARCHIVI DI STATO AL
SUD, ANCHE A LUCERA, IL PIU’ANTICO
D’ITALIA: E’ L’ATTACCO FINALE
di Raffaele Vescera
Lo Stato Italiano ha deciso di sferrare l’attacco finale al suo, anzi al nostro, Sud. Se nell’ultimo ventennio berlusconian-leghista (complice il
PD) gli investimenti pubblici nel Mezzogiorno sono calati dell’80%, (dati
Svimez) desertificando il nascente tessuto industriale meridionale, che
cresceva meglio e più di quello settentrionale, e iniziava a far paura al
nord, ora si è passato alla distruzione delle storiche eccellenze meridionali: l’agricoltura e la cultura.
Quanto accade in questi giorni in Capitanata è emblematico. Il governo
Renzi ha ordinato la chiusura, insieme ad altri, degli archivi di Stato di
Foggia e Lucera. Quest’ultimo è il più antico d’Italia, a dispetto delle teorie che parlano di un Sud preunitario arretrato, conserva la memoria storica di una parte importantissima del Regno di Napoli, poiché la bella e
ricca Lucera era capoluogo delle province di Capitanata e Molise, prima
di cedere il posto a Foggia, seconda città del Regno per importanza.
Lì sono conservate le grandezze civili ed economiche del Sud, le sue
ricchezze finanziarie, le politiche sociali e l’efficienza degli organi di
Stato. Lì ho raccolto la documentazione dei miei romanzi storici, e chiunque si occupi di Storia e di antica civiltà della nostra terra ne sarà privato.
DATA NEWS
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- Aprile 2015
Vogliono trasferire il tutto a Monopoli, a 200 km da Lucera e a 300 dal
Gargano, in un’unica sede regionale, in una vecchia caserma dismessa,
dove i faldoni saranno accatastati in chissà quali condizioni di abbandono. Non lo possiamo permettere. Giù le mani dalla nostra antica civiltà.
A Lucera è stato chiuso di recente anche l'antico e prestigioso tribunale
che, grazie al proc. Domenico Seccia, stava debellando la mafia garganica.
Oltretutto, la infelice chiusura delle province condanna a morte le biblioteche provinciali del Sud, che in un territorio impoverito vivono solo di
risorse pubbliche, al contrario di quelle del nord, beneficate da sponsor
bancari e non, d’ogni genere. E’ a rischio chiusura anche la biblioteca
provinciale di Foggia, tra le più importanti del Mezzogiorno e d’Italia.
Siamo alla frutta.
Com’è alla frutta l’agricoltura meridionale. Sono oltre 700.000 aziende
agricole in crisi, in conseguenza della politica dei governi italiani che
fanno lo scambio scellerato con i paesi del terzo mondo, armi per prodotti agricoli, mentre il pretesto xylella torna utile per devastare i nostri
uliveti in funzione di speculazione edilizia e fitosanitaria.
La stessa Fiera dell’agricoltura di Foggia, la più antica e prestigiosa
d’Italia, è stata abbandonata dallo Stato: sono 10 anni che lo stesso Ministero dell’agricoltura non vi partecipa. Fiorente fino a vent’anni fa, ai
tempi (strumentalmente vituperati) di Moro, era inaugurata dai capi di
governo. Ora è ridotta ad un bazar di cianfrusaglie.
Attesa l’organicità del centro destra agli interessi del nord, (la lista “noi
con Salvini” in Puglia la dice lunga) Vendola dov’è, alle terme? Ed Emiliano che dice in merito? Se questi sono i politici meridionali, non ci
siamo proprio. Al Sud è necessario un nuovo ceto politico non più subalterno all’Italia nordcentrica.
da:
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ARCHIVIO DI STATO DI BRINDISI
ARCHIVIO DI STATO DI BRINDISI - ANPI – COMUNE DI MESAGNE
“Sovversivi (1900 – 1943)”
Castello comunale di Mesagne - Salone nobile
Apertura al pubblico - 23 aprile – 17 maggio 2015
Giovedì 23 aprile alle ore 18,00 sarà aperta al pubblico la mostra documentaria e fotografica dal titolo “Sovversivi (1900–1943)” curata dall’Archivio di Stato di Brindisi, con il Comitato provinciale ANPI e il Comune
di Mesagne, allestita nel salone nobile del Castello comunale.
Su invito dell’Amministrazione di Mesagne in occasione del 70° anniversario della Liberazione, l’Archivio di Stato e l’ANPI ripropongono la
mostra che a Brindisi, tra il 2013 e il 2104, ottenne un larghissimo consenso di pubblico e la arricchiscono con una ricerca del tutto inedita su
fatti e personaggi mesagnesi.
La maggior parte della documentazione utilizzata per l’esposizione proviene dal casellario politico della Questura, conservato nell’Archivio di
Stato, con l’apporto di documenti dell’Archivio storico del Comune di
Mesagne.
La mostra si potrà visitare dal 23 aprile al 17 maggio 2015 dal martedì
alla domenica, dalle 9,00 alle 12,30 e dalle 16,30 alle 20,30.
L’ingresso è libero e gratuito.
La presentazione della mostra avrà luogo nell’auditorium del Castello:
dopo i saluti del sindaco di Mesagne Franco Scoditti, di Francesca
Casamassima, direttore dell’Archivio di Stato, di Alessia Galiano responsabile del Servizio Cultura del Comune e di Donato Peccerillo presidente provinciale dell’ANPI, interverrà Luciano Guerzoni vice
presidente nazionale vicario ANPI.
Saranno presenti i rappresentanti dei comitati ANPI della Puglia.
Seguirà la visita alla mostra e lo spettacolo “25 aprile: la storia siamo
noi” del gruppo musicale “Radicanto”.
Percorso della mostra
Con il nome generico di “sovversivi” vennero indicati durante il governo
Crispi gli oppositori politici più pericolosi. In seguito la stessa definizione
fu attribuita agli antifascisti e, alla caduta del regime,agli ex squadristi e
gerarchi fascisti.
La mostra prende le mosse dalle vicende dei primi “sovversivi”, i socialisti fondatori all’inizio del ‘900 delle leghe e della Camera del lavoro,
come Giuseppe Prampolini e Felice Assennato per Brindisi e Francesco
Pignatelli per Mesagne, e dai primi scontri tra fascisti e antifascisti, quale
l’assalto alla sede del fascio di Mesagne nel 1924.
Si passa poi a descrivere l’instaurarsi della dittatura di Mussolini e gli
strumenti adottati per
reprimere il dissenso politico e a raccontare le storie di alcuni antifascisti
- contadini, muratori,
artigiani, intellettuali - che sacrificarono la loro vita e quella delle loro famiglie per opporsi al
regime, fino alla sua caduta e alla ripresa dell’attività politica dei partiti.
Anche in questa sezione non mancano gli approfondimenti su ‘microstorie’ mesagnesi e su alcuni personaggi che subirono il carcere o il
confino, come Pietro Ostuni, Cosimo Scollato e molti altri.
A conclusione del percorso, le biografie dei due cugini mesagnesi Eugenio Santacesaria e Santo Semeraro, personaggi esemplari per il ruolo
ricoperto nelle fila della lotta clandestina e per la loro condizione di fuorusciti all’estero.
Informazioni di servizio
Sono previste visite guidate a gruppi e scolaresche a cura dell’Archivio
di Stato: prenotazione obbligatoria ai numeri 0831 523412/13.
Per informazioni rivolgersi all’Ufficio Archivio storico Comune di Mesagne – tel.0831 776065
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VENERDÌ 1° MAGGIO 2015
APERTURA STRAORDINARIA
dalle 9,00 alle 20,00
Ingresso libero e gratuito - ultimo ingresso alle ore 19,30
VISITE GUIDATE per gruppi : mattina - alle 10,00 e alle 12,00
pomeriggio - alle 16,00 e alle 18,00
In occasione del 1° maggio il Ministero dei beni e delle attività culturali
e del turismo offre la possibilità agli italiani ed ai turisti stranieri di conoscere e riscoprire il grande patrimonio culturale e artistico italiano
aprendo i musei, i siti e le aree archeologiche più rilevanti, gli archivi e
le biblioteche ubicati in sedi monumentali.
Anche l’Archivio di Stato di Brindisi effettuerà l’apertura straordinaria al
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DATA NEWS
pubblico per l’intera giornata di venerdì 1° maggio dalle ore 9,00 alle
20,00.
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estivo soggiornava in una casina in contrada Guardia, a pochi metri del
vecchio paese Malpasso e vicino al Monastero di S. Nicolò l’Arena sopra
l’abitato di Nicolosi, allora casale di Malpasso.
Il programma del convegno prevede:
mercoledì, alle ore 9,00, pulitura del sito storico;
giovedì, alle ore 18, presso l’aula consiliare comunale di Belpasso, conferenza sulle regine di Sicilia con documenti dell’archivio di stato di Catania, su Eleonora D’Angiò e Bianca di Navarra; alle ore 18,45 relazioni
con proiezioni video della dott.ssa Anna Maria Iozzia, funzionario Archivio di Stato di Catania su Eleonora D’Angiò regina pia di Sicilia;
alle ore 19,15 intervento della dott.ssa Cristina Grasso direttore Archivio di Stato di Catania su Bianca di Navarra ultima regina di Sicilia
e alle ore 19,45 degustazioni dolci e bevande medievali.
Venerdì, alle ore 9,00, presso il monastero San Nicolò la Rena, oggi
Parco dell’Etna, nell’ambito della 18ª giornata nazionale “Chiese aperte”
visita di alunni ed appassionati nei luoghi dove la regina Eleonora pregava e dove morì il 9 agosto 1343, e della chiesa, oggi sala conferenze.
Redattore: GIUSEPPE DI FILIPPO
Accompagnati dai funzionari dell’Istituto, sarà possibile visitare la sede
monumentale dell’Archivio e conoscere la sua storia, dalla fondazione
del convento di S. Teresa, avvenuta alla fine del XVII secolo fino all’attuale sistemazione.
Nell’ambito del tema dell’EXPO 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la
Vita” sarà presentata una rassegna di documenti, cartografia storica, fotografie e manifesti pubblicitari relativi al periodo compreso tra il 1754
ed il 1968, dal titolo “Al mercato, in cucina, a tavola”, usi gastronomici,
abitudini alimentari e produzioni agricole, un “piccolo viaggio” nella storia
dell’alimentazione locale.
Fra i tanti documenti esposti in originale, i visitatori potranno soffermarsi
sul «Libro della Temporale Amministrazione» del monastero di S. Giovanni Battista di Oria (1790 – 1807) dove sono riportati i cibi consumati
dalla comunità, anche in occasione dei ricchi pranzi di Natale e Pasqua,
oppure sui menù offerti ai componenti della commissione d’inchiesta
per il brigantaggio, a Brindisi nel 1863, o quelli proposti ai viaggiatori
della “Valigia delle Indie” dal «Grand Hotel International» e dall’«Hotel
Restaurant Central» tra fine ’800 ed inizi ‘900, fino ad arrivare ai manifesti e ai dépliant delle campagne pubblicitarie per il maggior consumo
di uva promosse dal Ministero dell’Agricoltura a partire dagli anni ’50,
che in molti comuni della provincia si concludevano con sagre e feste.
Informazioni Evento:
Dal13 maggio 2015 al15 maggio 2015
Belpasso, Cisterna Regina, Aula Consiliare, Parco dell'Etna
Orario: Mercoledì 13 maggio, ore 9.00; Giovedì 14 maggio, ore 18.00;
Venerdì 15 maggio, ore 9.00
Telefono: 095 7912183
E-mail: [email protected] [email protected]
*
L'Accademia Gioenia e il suo archivio
Archivio di Stato di Brindisi, piazza S. Teresa, 4 - 72100 Brindisi-info
0831/523412
e-mail [email protected] sito web: www.asbrindisi.beniculturali.it
facebook: www.facebook.com/pages/Archivio-di-Stato-di-Brindisi
* * *
ARCHIVIO DI STATO DI CATANIA
Belpasso sta perdendo la memoria
Allo scopo di dare la massima risonanza al territorio di Belpasso (CT) e
ai suoi monumenti storici ed artistici, l’Archeoclub, nell’ambito della manifestazione nazionale “L’ITALIA STA PERDENDO LA MEMORIA” ha
organizzato la 6a EDIZIONE “BELPASSO STA PERDENDO LA MEMORIA”, dedicata al recupero conservativo e alla valorizzazione dell’altarino
“Cisterna Regina” e dell’omonimo invaso. L’altarino di antichissima costruzione in muratura (del 1300 circa) fa parte del quartiere BorrelloGuardia e si trova a filo di un muro lungo la strada Regia Trazzera
Siciliana, che, passando per il vecchio Malpasso, univa il versante proveniente da Palermo a Messina. L’altarino e tutta la zona limitrofa si
chiama ”Cisterna Regina” in ricordo della Regina Eleonora D’Angiò, figlia di Carlo D’Angiò e moglie di Federico III re di Sicilia, che nel periodo
Venerdì 15 maggio 2015, a Catania, presso il Rettorato dell'Università
(piazza Università, 2), si tiene il convegno L'Accademia Gioenia e il
suo archivio, organizzato dall'Archivio di Stato di Catania e dall'Accademia Gioenia.
La direttrice dell'Archivio di Stato, Cristina Grasso, presenta l'archivio
storico dell'Accademia, riordinato e inventariato e depositato presso
l'Istituto archivistico.
Dopo i saluti del Presidente del Sodalizio e del Rettore, intervengono i
professori Mario Alberghina e Giuseppe Giarrizzo. La scelta del luogo
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- Aprile 2015
per l'evento non è casuale perché la prestigiosa Accademia, sin dalla
sua fondazione nel 1824 (e fino al 1946), era ospitata nell'Ateneo catanese e a questo strettamente congiunta.
Archivio di Stato di Catania
tel. 095 7159860
[email protected]
ARCHIVIO DI STATO DI CAGLIARI
La Grande Guerra: vicende, uomini e società
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ARCHIVIO DI STATO DI PALERMO
Il 10 maggio 2015, in occasione della manifestazione Monumenti aperti
2015, presso l'Archivio di Stato di Cagliari (via Gallura, 2), si inaugura
la mostra La Grande Guerra: vicende, uomini e società, che propone
documenti inediti e testimonianze sul primo conflitto mondiale, in relazione alla partecipazione dei Sardi, all'organizzazione e al coinvolgimento dell'intera popolazione.
La mostra sarà aperta con i seguenti orari:
il 10 maggio 2015, giorno dell'inaugurazione, dalle ore 9 alle 19.30
dall'11 maggio al 31 dicembre 2015, lunedì-sabato: dalle 9.30 alle 13;
martedì e giovedì: dalle 9.30 alle 13 e dalle 16 alle 18.
L'ingresso è libero.
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Martedì 12 maggio ore 17 sala convegni Archivio di Stato di Palermo
A cura di Massimiliano Marafon Pecoraro
Introduce e modera Claudio Torrisi
ARCHIVIO STORICO DIOCESANO ALGHERO
Premiazione del Concorso
Signum
Pierfrancesco Palazzotto
L'Archivio privato Palazzotto di Palermo, una raccolta di disegni di architettura dal XVII al XX secolo
Anna Tedesco,
Gli archivi privati e gli studi musicologici
Lucia Barbera
Il Fondo Barbera Azzarello, un ricco patrimonio privato aperto da decenni a tutti gli studiosi
Massimiliano Marafon Pecoraro
Gli Archivi Termine-Licata di Baucina e Marassi-Alliata di Pietratagliata
e la Sicilia dal XIV al XX secolo
*
Pomeriggio di studio
Venerdi 15 maggio ore 17 presso la sala convegni dell\'Archivio
di Stato di Palermo presentazione del n. 81 di MERIDIANA, rivista di Storia e Scienze Sociali a cura di Carmine Pinto
Interverranno:
Salvatore Lupo (Università di Palermo)
Carmine Pinto (Università di Salermo)
Daniele Pompejano (Università di Messina)
Claudio Torrisi (Soprintendenza Archivistica della Sicilia - Archivio di Stato di Palermo)
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Domenica 17 maggio 2015, alle ore 19, ad Alghero, nei locali di Palazzo
Machin (via Principe Umberto, 11), si tiene la premiazione dei partecipanti al concorso Signum. I signa notarili del 1500-1600 del Fondo
del Capitolo della Cattedrale di Alghero, a conclusione del progetto
didattico e di valorizzazione condotto dall'Archivio storico Diocesano e
dall'Ufficio Diocesano per i beni Culturali e l'Arte Sacra di Alghero.
Gli elaborati, eseguiti dai ragazzi del Liceo artistico "F. Costantino", che
rileggono in chiave moderna gli antichi signa dei notai attivi in diocesi
tra il XVI e il XVII secolo, saranno in mostra, assieme ai documenti originali, nelle giornate di Monumenti Aperti, 16-17 maggio (orario: 10-13
/ 16-20), nei locali dell’Archivio Storico Diocesano e a palazzo Machin.
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DATA NEWS
Il progetto, riconosciuto d'interesse culturale dalla Soprintendenza Archivistica della Sardegna, è stato realizzato dall'archivista della Diocesi,
Alessandra Derriu, con la partecipazione degli allievi del Liceo artistico
"F. Costantino".
L'iniziativa, inserita in un più ampio progetto di conoscenza e valorizzazione del patrimonio storico archivistico locale, aveva come oggetto lo
studio, l'interpretazione e la rappresentazione, non solo pittorica, degli
antica signa notarili presenti nel fondo archivistico capitolare.
I premi sono stati finanziati dal Consiglio Notarile dei distretti riuniti di
Sassari, Nuoro e Tempio Pausania.
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IL MAGGIO DEI LIBRI PARTE DAL
QUIRINALE
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
RICEVE UNA DELEGAZIONE DEL CENTRO
PER IL LIBRO E LA LETTURA
Roma, 20 aprile 2015. La quinta edizione del Maggio dei Libri (23 aprile31 maggio 2015) si apre idealmente domani, 21 aprile: alle 11 presso il
Palazzo del Quirinale, una delegazione del Centro per il libro e la lettura
guidata da Romano Montroni insieme ai Ministri Dario Franceschini
e Stefania Giannini, sarà ricevuta dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
L’incontro si tiene in occasione dell’inizio della campagna nazionale di
promozione della lettura, promossa dal Centro per il libro e la lettura del
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, sotto
l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio della
Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, con il supporto della
Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Conferenza delle Regioni e
delle Province Autonome e dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani.
Nata nel 2011 con l’obiettivo di ribadire il valore sociale della lettura
quale elemento chiave della crescita personale, culturale e civile, la
campagna inizia il 23 aprile, Giornata mondiale UNESCO del libro e del
diritto d’autore e giornata clou di #ioleggoperché, l'iniziativa promossa
dall’Associazione Italiana Editori), per concludersi il 31 maggio. Quattro
i claim che racchiudono il senso dell’iniziativa e l’infinito potenziale dei
libri: Leggere. Energia per la mente, Se lo assaggi non smetti più, Leggere ti porta dove vuoi e Leggere è un mondo meraviglioso.
La campagna coinvolgerà tutte le regioni d’Italia in numerosi eventi volti
a trasmettere la passione e il valore formativo della lettura. Grazie alla
risposta di appassionati, organizzatori, sponsor e partner, il Centro per
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- Aprile 2015
il libro e la lettura è riuscito a creare una rete di promozione culturale
sul campo che anno dopo anno riconferma la propria efficacia. Al cuore
del lavoro è la convinzione che leggere sia indispensabile per la crescita
individuale di ciascuno, per la definizione del carattere e la comprensione della propria identità, e che sia uno strumento insostituibile per la
formazione dei cittadini di domani: consapevoli, istruiti, capaci di comprendere il mondo che li circonda e di cambiarlo.
Fra le novità di quest’anno, la serie di eventi nelle Piazze del libro: la
campagna sboccia infatti innumerose piazze d’Italia dal 21 maggio al 2
giugno con un ricco programma, organizzato in collaborazione con
l’Anci, Associazione Nazionale Comuni Italiani. Sul modello della storica
Fiera dei Librai a Bergamo, a fine maggio via alle iniziative da Trieste a
Catanzaro, da Matera – prossima Capitale Europea della Cultura nel
2019 – a Treviso, passando anche per Lecce, Sassari,Lugo, Ventotene,
Tricase, Rivoli, Novara, Foggia.
Per andare incontro alla curiosità dei ragazzi investendo sul ruolo formativo delle scuole, alleate indispensabili, in continuità con la campagna
Libriamoci. Giornate di lettura nelle scuolepromossa lo scorso ottobre,
le scuole sono invitate a organizzare progetti di lettura e iniziative originali che faranno da trampolino di lancio per la seconda edizione di Libriamoci, dal 26 al 31 ottobre 2015. Ma non finisce qui: i giovani lettori
saranno chiamati all’azione anche dal PremioScriviamoci, un’altra importante novità di questa edizione e rivolto alle scuole superiori di tutta
Italia. All’invito “Passami i tuoi pensieri e le tue emozioni in 30 righe”
ogni studente potrà rispondere nella forma che preferirà. Tre gli elaborati
che ciascuna scuola potrà inviare, entro l’8 maggio 2015: la premiazione
è prevista entro giugno presso il MIUR – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Attraverso declinazioni sempre nuove della passione per la lettura e con
iniziative sempre originali per coinvolgere nel mondo dei libri, l’edizione
2015 del Maggio dei libri ribadisce la propria ispirazione originaria, alla
base dei suoi successi anno dopo anno: rapire i libri dai loro contesti
tradizionali e trasportarli in scenari originali, inusuali. Ecco allora reading, dibattiti e altre fantasiose iniziative conquistare i supermercati, gli
uffici postali, i treni, i ristoranti, i negozi, insieme naturalmente a scuole,
circoli, associazioni culturali, parchi. Il tutto grazie ad accordi di partnership e collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri, il Poligrafico
dello Stato, la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, la Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, UniCoop Tirreno, Librerie Coop, Eataly,
Librerie Feltrinelli, Messaggerie, Martino Midali e altri, nell’intento dicoinvolgere anzitutto coloro che ancora non hanno assaggiato il gusto della
lettura, rivolgendo particolare attenzione ai settori notoriamente determinanti per la ripresa economica, sociale e generazionale del paese,
ovvero la scuola e i giovani, e ai contesti geografici dove più è sentito il
bisogno di investimento culturale come il Sud d’Italia.
Il compito di coordinare come una mappa del tesoro le migliaia di iniziative attese spetta al sito ufficiale della campagna www.ilmaggiodeilibri.it : sempre online e già popolato da numerosi eventi, offre ai visitatori
una lista degli appuntamenti regione per regione aggiornata in tempo
reale. Le adesioni sono aperte e partecipare è semplice quanto fare
click (su “Inserisci la tua iniziativa”). Al termine della campagna, ai migliori progetti (suddivisi nelle cinque categorie: biblioteche, scuole, associazioni culturali, strutture sanitarie e di reinserimento, librerie) sarà
assegnato il premio Il Maggio dei Libri 2015.
Tutte le informazioni su come aderire alla campagna sono disponibili su
www.ilmaggiodeilibri.it e per contatti, condivisione di esperienze e interazioni social l’appuntamento con il Maggio dei Libri è come sempre su
Facebook (www.facebook.com/ilmaggiodeilibri) e su Twitter (https://twitter.com/maggiodeilibri).
Ufficio stampa
Ex Libris Comunicazione- Tel. 02 45475230, 334 6533015
[email protected]
www.ilmaggiodeilibri.it
N O R M AT I V E T E C N I C O - P RO F E S S I O NA L I
& I N T E RV E N T I P U B B L I C I
a cura di Mauro Ceci - RSPP
Gare proget t azi o ne, i
giov ani professi o ni st i no n
d evono dimo st rare i
requi si t i m o ral i
I giovani professionisti facenti parte di raggruppamenti temporanei che partecipano alle gare
di progettazione non devono dimostrare il possesso dei requisiti morali (previsti dall'art. 38
del Codice Appalti).
Al contrario, devono essere segnalate alla Stazione Appaltante le variazioni dei soci di maggioranza.
Lo ha chiarito il Consiglio di Stato con la Sentenza 2048/2015, che ha esaminato il caso di
2 operatori invitati ad una procedura ristretta
per la progettazione preliminare e definitiva di
interventi di riqualificazione di alcune zone aeroportuali.
Ad uno dei 2 operatori veniva contestato il fatto
di non aver presentato la dichiarazione sul
possesso dei requisiti morali relativa ad uno
dei progettisti.
Infatti, secondo il Codice Appalti (art. 90) e il
suo Regolamento attuativo (art. 253), i raggruppamenti temporanei di professionisti sono
obbligati a prevedere al loro interno almeno un
professionista abilitato all'esercizio della professione da non più di 5 anni. Tale dettato normativo ha lo scopo di promuovere la presenza
di giovani progettisti nei gruppi concorrenti ad
incarichi di progettazione.
Secondo il CdS, nonostante il professionista
firmi gli elaborati, egli non è tenuto a presentare la dichiarazione sui requisiti di moralità.
Pertanto, anche se il giovane progettista assume maggiori responsabilità, non può essere
posto sullo stesso livello dell'operatore che sottoscrive il contratto con la Stazione Appaltante.
All'altro operatore che aveva costituito un raggruppamento temporaneo, invece, era stato
contestato di non aver segnalato la sostituzione del socio di maggioranza.
Soccombe, secondo il CdS, quest'ultimo operatore, in quanto il cambiamento va sempre comunicato, dal momento che il soggetto in
questione ha solitamente un notevole potere di
indirizzo e si occupa eventualmente di stipulare il contratto con la Stazione Appaltante.
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DATA NEWS
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- Aprile 2015
Dispositivi di protezione
individuale da rischio biologico: valutazione, scelta e il
corretto utilizzo in ambito
sanitario
La Regione Lombardia ha pubblicato la Nota
n. 4975 del 12 febbraio 2015 recante "Indicazioni operative per la valutazione, scelta e corretto utilizzo dei dispositivi per la protezione
individuale da rischio biologico in ambito sanitario".
Il documento costituisce una guida operativa,
completa di specifiche di riferimento, per la
scelta dei DPI che tiene conto delle indicazioni
nazionali (Ministero della Salute e INAIL), europee (European CDC) ed internazionali
(OMS) riconosciute.
E' presente una tabella, corredata da immagini
esplicative, contenente l'elenco dei vari dispositivi di protezione e le indicazioni operative per
la valutazione, la scelta e il corretto utilizzo.
I DPI sono raggruppati per:
• protezione degli occhi
• protezione degli occhi e delle mucose
• protezione delle vie respiratorie
• protezione delle vie respiratorie e delle mucose
• protezione del corpo
• protezione delle mani
* * *
Progettare e pianificare la
sicurezza in cantiere: ecco
la guida su come operare,
con modelli semplificati di
POS, PSC, PSS e fascicolo
dell'opera
L'Inail ha pubblicato una nuova guida sulla pianificazione e l'organizzazione della sicurezza
in edilizia e sui relativi adempimenti dal titolo:
"La progettazione della sicurezza nel cantiere".
Il documento costituisce un utile riferimento per
tutti i tecnici impegnati nella sicurezza e più in
particolare per le figure che devono rispettare
specifici obblighi previsti dal D.Lgs. 81/2008
(testo unico sulla sicurezza):
• committente
• responsabile del procedimento
• responsabile dei lavori
• coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione
• coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione
• appaltatore, subappaltatore, lavoratore autonomo, datore di lavoro
• direttore tecnico o direttore di cantiere
• direttore dei lavori
La sicurezza in cantiere deve essere perseguita, preventivamente, attraverso gli strumenti
a disposizione che sono i seguenti:
• Piano di sicurezza e di coordinamento (PSC)
• Piano operativo di sicurezza (POS)
• Piano sostitutivo di sicurezza (PSS)
• Fascicolo dell'opera (FO)
• verbalizzazione delle verifiche, delle riunioni
periodiche e delle informazioni trasmesse
Ecco gli argomenti trattati dalla pubblicazione:
Aspetti generali:
• evoluzione normativa
• obblighi e adempimenti
• sanzioni
• flow chart con le procedure inerenti la sicurezza
Pianificazione dei lavori:
• attività lavorative nel cantiere
• rappresentazione del programma dei lavori
•
diagramma di GANTT
•
diagramma di PERT
Organizzazione generale
•
progetto del cantiere
•
diverse tipologie di cantieri
•
sistemazione delle aree di cantiere
•
viabilità di cantiere
•
impianti di cantiere
•
logistica di cantiere
•
aree produzione e di deposito
•
realizzazione del layout di cantiere
•
documentazione essenziale da tenere in cantiere
Piano di sicurezza e coordinamento
•
valutazione dei rischi
•
schede di supporto
•
misure di prevenzione e protezione
•
dispositivi di protezione collettivi e
individuali
•
interferenze tra le lavorazioni e loro
coordinamento
•
segnaletica di cantiere
•
stima dei costi per la sicurezza
•
schede della sicurezza di fase
•
fascicolo con le caratteristiche del
cantiere
PSC, POS, PSS e FO
•
esempi pratici
•
modelli applicativi
* * *
Anac pubblica 4 nuovi
modelli
standardizzati
L'Anac presenta 4 modelli tipo per le SOA da
utilizzare per le istanze di autorizzazione all'esercizio dell'attività di attestazione, nulla osta
alla cessione di azioni di una SOA, nulla osta
all'assunzione di personale e nulla osta alla nomina di amministratori e sindaci.
Ricordiamo che lo scorso ottobre l'Autorità nazionale anticorruzione (Anac) ha pubblicato il
manuale relativo all'attività di qualificazione per
l'affidamento di lavori pubblici, al fine di fornire
indicazioni aggiornate e puntuali in materia di
attività di qualificazione.
Il testo, adottato per aggiornare e razionalizzare circa 300 atti tra determinazioni, comunicati e deliberazioni emanate negli ultimi 15
anni, si compone di sette parti (oltre gli allegati), quali:
•
Organismi di attestazione
•
Attività di attestazione
•
Casellario informatico
•
Certificazione di qualità
•
Certificati di esecuzione lavori
•
Procedimento sanzionatorio nei
confronti delle SOA
•
Vigilanza sulle attestazioni/sanzioni
alle imprese
Il 2 aprile l'Anac ha integrato il manuale con 4
atti di tipo standardizzato relativi a:
1.
l'istanza di autorizzazione all'esercizio dell'attività di attestazione
2.
l'istanza di nulla osta alla cessione
di azioni di una SOA
3.
l'istanza di nulla osta all'assunzione
di personale
4.
l'istanza di nulla osta alla nomina di
amministratori e sindaci
* * *
Notizie dal...
Centro Documentazione
Fortificazioni
Presidente: Conte Pietro Teofilatto
Direttore: Arch. Mauro Ceci
Sede sociale: Castello Teofilatto - 03010 TORRE CAJETANI (FR)
Sede legale: Via Ettore Arena, 19 - 00128 ROMA
e-mail [email protected]
All’ombra del castello.
Il paesaggio storico
della comunità di
Drena
12 maggio 2015
Workshop di ricerca partecipata
17.05 – 23.05.2015
Drena, 17-23 maggio 2015
Il borgo di Drena diventa per una settimana un
centro di ricerca, dove un gruppo di archeologi
dell’Università degli Studi di Padova si ritrova
a studiare il paesaggio storico e le sue trasformazioni attraverso documenti, mappe, tracce
presenti nei luoghi e nella memoria popolare.
Fianco a fianco con la popolazione indagano il
passato, leggono il presente e offrono spunti
per lo sviluppo futuro del territorio.
APPROFONDIMENTI SCIENTIFICI
domenica 17 maggio
ore 17.00, castello
Un castello, una comunità
Visita guidata con Romano Turrini
lunedì 18 maggio
ore 20.30, sala polifunzionale
Combattere e amministrare. Drena nella cartografia storica (XVIII-XIX secolo)
Incontro con Elena Dai Prà (Università degli
Studi di Trento), Andrea Casna, Davide Allegri e Sara Vicenzi
martedì 19 maggio
ore 20.30, sala polifunzionale
Presentazione progetto “Censimento casta-
gni del comune di Drena: biodiversità, identità del paesaggio e opportunità didattiche”
Incontro con Alessandro Marsilli (Albatros
S.r.l.)
mercoledì 20 maggio
ore 17.30, sala polifunzionale
Le contese per il mons Oblini (monte Campo)
nel medioevo
Incontro con Emanuele Curzel, Italo Franceschini e Marco Stenico (Società di Studi
Trentini di Scienze Storiche) e presentazione
rivista “Studi Trentini. Storia” 1/2015
sabato 23 maggio
ore 11.00, castello
Presentazione risultati ricerca a cura dei partecipanti al workshop
APPUNTAMENTI CON ASSOCIAZIONI
domenica 17 maggio
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DATA NEWS
ore 20.00, sala polifunzionale
Cena di benvenuto a cura del Comitato DOC Drena Oltre Confini e intrattenimento musicale a cura di Bandina Dro, ed esecuzione “Inno storico di Drena” a cura del coro parrocchiale
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- Aprile 2015
intellettuale con quella politico-sociale delle città comunali e del Regnum.
Isidoro Del Lungo pubblicava nel lontano 1888 Dante ne’ tempi di Dante,
per «studiare Dante con la notizia esatta e il retto sentimento de’ fatti
dai quali egli trasse argomento e ispirazione; studiarlo, negli scritti suoi
e nella vita, facendoci, quanto è possibile, uomini del suo tempo».
Aggiorniamo oggi questa proposta.
Una novità totale è invece l’inserimento della premiazione di Raccontare
il Medioevo, il concorso dell’Istituto per le scuole. A marcare il rapporto
tra ricerca e insegnamento.
mercoledì 20 maggio
ore 20.30, sala polifunzionale
Presentazione progetto “Talking Stones. Il racconto dei paesaggi terrazzati” e proiezione documentario “Contadini di montagna” di Michele
Trentini (Trotzdem Film, 2015).
Incontro con Tommaso Iori e Luca Paolazzi (Associazione Imperial
Wines) e il regista.
Seguirà degustazione di vini di cantine locali a cura di Associazione Imperial Wines
giovedì 21 maggio
ore 20.30, doss Pelà
Sui dosi a cantàr. Rievocazione del “Trato marzo” a cura della comunità
di Drena
venerdì 22 maggio
ore 21.00, sala polifunzionale
Concerto del Coro Trentino Lagolo di Calavino
Seguirà degustazione di prodotti gastronomici a cura delle aziende agricole locali
sabato 23 maggio
ore 13.00, sala polivalente
Pranzo di saluto a cura del Gruppo Alpini Drena
A cura di:
Gian Pietro Brogiolo (Università degli Studi di Padova)
Alessandro Paris (MAG Museo Alto Garda)
In collaborazione con:
Comune di Drena
Società di Studi Trentini di Scienze Storiche
Albatros S.r.l.
Gruppo Alpini Drena
Comitato Turistico Drena
Polisportiva Casteldrena
Comitato DOC Drena Oltre Confini
Azienda agricola “La Quadra”
Roberto Gostner Azienda agricola biologica
Azienda agricola Zanetti Andrea
Associazione Imperial Wines
Coro Parrocchiale Drena
Bandina Dro
Webradio “Let’s Dig Again”
Coro Trentino Lagolo di Calavino
* * *
Istituto storico italiano per il medio evo
roma, 13 - 15 maggio 2015
VI SETTIMANA
DI STUDI
MEDIEVALI
La VI Settimana di Studi Medievali articolata in tre giorni, dal 13 al 15
maggio, sarà dedicata a temi classici della storiografia.
L’attenzione per le cronache e per Dante è ricorrente negli oltre centotrenta anni di vita dell’Istituto storico italiano per il medio evo.
Le cronache volgari, indagate nei loro modelli, nelle loro geografie e
nelle loro forme, rappresentano uno dei momenti più significativi della
produzione scritta del Medioevo. Nelle cronache si intreccia la vicenda
13 Mercoledi - ore 9,30
Introduzione
Gian Mario Anselmi
Il racconto della storia e le cronache volgari
Testo, codice, ecdotica
Francesco Montuori
Come “si costruisce” una cronaca
Marcello Barbato
Testo e codice
Rosario Coluccia
Testi storici e fatti linguistici
Geografie
Giorgio Cracco
Raccontare per chi? Cronachistica e pubblico
nell’Italia del Nord tra Due e Trecento
Giuseppe Porta
La cronaca a Firenze: passione politica e travaglio compositivo
Giampaolo Francesconi
Una Toscana senza autori: Siena e dintorni
Riccardo Gualdo
Italia mediana
Tommaso di Carpegna
Roma
Chiara De Caprio
La scrittura cronachistica nel Regno: scriventi,
testi e stili narrativi
14 Giovedi - ore 9,30
Contatti e ambienti di produzione
Enrico Artifoni
Cronaca e arte della parola
Marino Zabbia
Cronaca e mondo notarile
DATA NEWS
on line
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- Aprile 2015
Notizie dal...
Francesco Senatore
Cronaca e cancellerie
Giulia Barone
Cronaca e mondo mendicante
Carla Frova
Cronaca e mondo universitario
Incroci di genere
Salvatore Silvano Nigro
Cronaca e letteratura nella Novella del Grasso
legnaiuolo
Raul Mordenti
Cronaca e memorialistica
Paolo D'Achille
Cronache, epigrafi: le scritture dei semicolti
Eloisa Morra
Le fonti della Vita di Castruccio Castracani
James Hankins
LA CHIESINA IN ROVINA, IL
BORGO E LO I.E.O.
Un gioiellino di chiesetta rurale oramai in rovina che lentamente sta scomparendo. Macconago è un piccolissimo borgo di poche
case, un castelletto e una chiesetta che si trovano lungo il lato est della via Ripamonti. La
chiesetta pare sia stata svuotata oramai da
tempo per via di reiterati saccheggi.
Ora aspetta solo di capire che sorte potrà mai
avere.
La chiesetta pare risalga al XVII secolo. Qualcuno dice sia dedicata a San Carlo, altri a San
Paolo, l’aspetto odierno pare di epoca tardo
barocca. Comunque sia il santo dedicatole,
l’edificio è stato sconsacrato e ora ridotto così
male che pare sia un vero peccato non interessi a nessuno salvarla in qualche modo.
Pare che nel 2009 delle impalcature venendo
montate ma dopo un paio d’anni venendo rimosse senza esser stato effettuato alcun intervento.
Nelle vicinanze si trova il castello medievale
oggi usato per eventi e congressi, un laghetto
Il concetto umanistico del volgare e la storiografia
15 Venerdi - ore 11,00
Concorso nazionale di scrittura creativa per gli
alunni delle scuole secondarie di I grado
RACCONTARE IL MEDIOEVO
(quinta edizione)
Amedeo Feniello
Ludovico e la Storia
Premiazione delle scuole vincitrici
I. C. “Dante Alighieri” – Cologna Veneta
I. C. di via Acerbi – Pavia
I. C. “I. Montanelli” – Roma
I. C. Settimo Vittone – Settimo Vittone
Giorgio Inglese
Introduzione
Davide Cappi
I cronisti e Dante
Luca Carlo Rossi
Gli antichi commenti alla Commedia per la
biografia di Dante
Anna Maria Cabrini
Leonardo Bruni e Dante
Sonia Gentili
I libri di Dante
Paolo Falzone
Dante e la nobiltà
Gennaro Sasso
Conclusioni
Dante nel tempo di Dante
Coordina Giuliano Milani
* * *
Centro Studi Cistercensi
Istituito il 12 luglio 1994
Presidente: Dom Federico Farina
Direttore: Arch. Mauro Ceci
se d e: Abba zi a d i Ca s a ma ri (F R) - Tel / fax 0 7 7 5 - 2 8 3 4 3 0
em a i l : cen t ro s t u d i ci s t ercen s i @ g ma i l . co m
ricavato da una cava e un centro ippico.
Adiacente al sito si trova il grande centro dell’Istituto Europeo di Oncologia che in teoria si
dovrebbe allargare anche da queste parti.
Chissà mai se si occuperanno loro prima o poi
anche delle sorti di questa antica chiesetta o
volutamente vogliano disfareste per usare il
terreno in qualche altro modo.
Insomma, non cancelliamo anche quest’angolo di Milano.
Riportiamo anche la storia di questo piccolo
borgo tratta da Wikipedia:
Macconago viene citata una prima volta nel
1346, negli Statuti delle acque e delle strade
del contado di Milano, dove viene indicato fra
le località a cui spetta la manutenzione della
strata da Siptiano (Compartizione delle fagie,
1346) e incluso all’interno della pieve di San
Donato.
Al censimento del 1751 risulta avesse 204 abitanti, mentre l’amministrazione comunale era
retta da un consiglio costituito da un’assemblea dei capi di casa della comunità, indetta dal
console almeno una volta l’anno in occasione
della pubblicazione dei riparti annuali e del rinnovo delle cariche.
In aggiunta vi erano inoltre due maggiori estimati, incaricati dell’ordinaria amministrazione
degli affari e della custodia dei riparti. Completavano il quadro amministrativo un cancelliere,
residente al Vigentino, e un esattore, scelto
con asta pubblica: al primo erano affidate la
compilazione e la ripartizione dei carichi fiscali,
e la custodia dei libri dei riparti annuali; al secondo venivano invece delegate tutte le operazione connesse alla riscossione.
Verso la metà del XVIII il comune era direttamente subordinato alla giurisdizione di Milano:
il console infatti, essendo il tutore dell’ordine
pubblico, era tenuto ogni anno a prestare solenne giuramento presso la banca criminale
del capitano di giustizia di Milano. I confini municipali vedevano Vigentino e Vaiano a settentrione, Chiaravalle ad oriente, Poasco ed
Opera a meridione, e Quintosole ad occidente.
Al censimento del 1805 viene iscritto come comune di III classe, con una popolazione di 227
abitanti. Nel 1808 venne soppresso e incluso
nel circondario esterno del comune di Milano,
del quale avrebbe fatto parte fino al 1816. Nel
1841 perse nuovamente la propria autonomia,
venendo aggregato al comune di Quintosole,
che sarebbe stato a sua volta soppresso e
unito a Vigentino nel 1869. Quest’ultimo man-
tenne la propria autonomia solo fino al 1923,
quando venne definitivamente annesso a Milano.
Pur essendo stato annesso a Milano e avendo
dovuto ospitare col tempo diverse attività residuali della città, Macconago ha mantenuto il
proprio carattere prettamente rurale, essendo
anche inclusa all’interno del Parco Agricolo
Sud Milano. In passato facevano parte del comune di Macconago le frazioni Guarda e Guinzana.
Il Castello di Macconago sorse fra il 1330 e il
1340: a pianta quadrata, con torri d’avvistamento e camminamenti merlati, appariva come
una struttura tipicamente viscontea. Probabilmente era di proprietà della famiglia Pusterla,
caduta presto in disgrazia presso i Visconti,
trascinando con sé anche le sorti del castello,
che cadde inevitabilmente in rovina. Interamente restaurato e di proprietà della famiglia
Ferrario Gavana, è utilizzato oggi per cerimonie, ricevimenti e altri eventi di questo tipo.
da:
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DATA NEWS
Formigine (MO), frazione Magreta – Gli
scavi archeologici nella Chiesa della Natività di Maria Santissima individuano le fasi
costruttive più antiche dell’edificio: la cappella palatina del castello dei Da Magreta,
con sepolcreto dell’XI-XII secolo, e alcuni
resti delle strutture di XIII-XIV secolo
Domenica 12 aprile 2015, dalle 9.30 alle 12 e dalle 15.30 alle 19
“Un millennio di storia sotto il pavimento”
apertura straordinaria della Chiesa e dell'Oratorio di Magreta con visite guidate gratuite condotte da archeologi, architetti e ingegneri
Oratorio della Chiesa della Natività di Maria Santissima
via Don Franchini n. 26
Formigine (MO), frazione Magreta
Ingresso dalle 9.30 alle 12 e dalle 15.30 alle 19
Visite guidate per gruppi di max 30 persone con prenotazione obbligatoria 059.554112 - 366 7311358
info [email protected]
La Chiesa della Natività di Maria Santissima a Magreta di Formigine
apre una finestra su un millennio della propria storia.
Grazie ad ampie superfici vetrate inserite nel pavimento, il pubblico può
adesso ammirare i resti di altre due chiese precedenti venuti in luce
negli scavi archeologici: una cappella palatina medievale con annesso
sepolcreto dell’XI-XII secolo e una chiesa di XIII-XIV secolo. Da ora la
Chiesa di Magreta è una delle pochissime in Emilia-Romagna con le
antiche strutture a vista.
Terminati i lavori di consolidamento strutturale dell’edifico e in attesa del
restauro degli affreschi interni, la Parrocchia di Magreta e la Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna organizzano per domenica 12
aprile 2015 un’apertura straordinaria con visite guidate alla chiesa e all’oratorio.
Gli archeologi di “ArcheoModena” che hanno condotto gli scavi archeologici illustreranno al pubblico i resti delle antiche strutture e quelli del
vicino Castello medievale di Magreta, venuti in luce negli scavi del 2001,
mentre uno staff di architetti e ingegneri descriverà gli interventi di consolidamento realizzati.
L’appuntamento è dalle 9.30 alle 12 e dalle 15.30 alle 19 all’Oratorio
della Parrocchia della Natività di Maria SS. di Magreta, in Via Don Franchini 26 (visite per gruppi di max 30 persone, prenotazione obbligatoria
al 059.554112 oppure 366 7311358)
“Due chiese erano già in Magreda ... Quella di S. Maria è la sola che
ora sussiste nella Pieve e nella Congregazione di Formigine”.
on line
- Aprile 2015
Così nel XVIII secolo, nel “Dizionario topografico-storico degli Stati
Estensi”, Girolamo Tiraboschi riassumeva i documenti che indicavano,
alla fine del Duecento, la presenza di una chiesa nei pressi del castello
di Magreta, proprio dove è oggi la Parrocchia della Natività di Maria Santissima.
Dopo il rinvenimento nel 2001 dei resti del castello medievale di Magreta, in anni più recenti sono emersi anche quelli della chiesa più antica, con alcune sepolture medievali.
L’attuale chiesa di Magreta, in stile neoclassico con impianto a croce latina a navata unica, fu realizzata tra 1821 e 1823. L’edificio occupa parte
dell’area su cui sorgeva una precedente chiesa, di cui si conserva ancora la facciata settecentesca.
Gli ultimi scavi hanno però appurato che, oltre alla chiesa settecentesca,
si sono conservati anche resti relativi a fasi costruttive molto più antiche.
Sotto al transetto della chiesa attuale sono state infatti messe in luce
strutture riferibili a un periodo compreso tra l’XI-XII e il XVII secolo.
Le indagini archeologiche, effettuate a più riprese dal novembre 2010
all’estate 2014, sono state condotte da Francesco Benassi della dittaArcheoModena sotto la direzione scientifica di Donato Labate della Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna.
Gli scavi hanno messo in luce una parte dell’impianto della più antica
chiesa di Magreta, una cappella palatina a pianta rettangolare, con strutture di fondazione realizzate in ciottoli fluviali legati con malta, realizzata
all’interno della cinta del castello dalla famiglia Da Magreta (citata già
dall'XI secolo come signori di Magreta).
A questa fase appartiene anche un piccolo cimitero addossato all’esterno della cappella, con tombe alla cappuccina e fossa con pareti
in ciottoli fluviali. Il ritrovamento di due fibbie in ferro risalenti al periodo
compreso tra la fine dell’alto e l’inizio del basso Medioevo, consente di
fissare all’XI-XII secolo la datazione della chiesa primigenia.
Tra il XIII e il XIV secolo, in una fase di profonda trasformazione del castello di Magreta, la chiesa viene ampliata verso est con la costruzione
di un nuovo presbiterio (probabilmente absidato) e l’apertura di un portale di ingresso sul lato ovest: risalgono a questo periodo i lacerti murari
di fondazione realizzati sopra il vecchio cimitero palatino e la base dell’antico altare rinvenuta al centro del presbiterio.
Dietro l’altare maggiore dell’attuale chiesa, gli scavi hanno evidenziato
inoltre le tracce di una cappella laterale aperta nel corso del XVII secolo
sul muro perimetrale sud dell’edificio, già indicata nei documenti settecenteschi come “Cappella del Rosario”. Sotto l’attuale pavimento sono
infine emerse anche alcune strutture sepolcrali a camera laterizia con
volta a botte, databili tra il XVI e il XVII secolo, pertinenti a importanti
famiglie e notabili di Magreta: tra queste è stata identificato la tomba di
Ludovico Antonio Bartolamasi, Rettore della chiesa di Magreta, morto
nel 1721.
I recenti ritrovamenti archeologici si sommano ai resti del castello di Magreta messi in luce negli scavi del 2001. Del castello medievale, collocato di fronte all’antico ingresso della chiesa, sono visibili le fondazioni
in ciottoli e alcune strutture murarie di età basso medievale.
Gli interventi di consolidamento e restauro della Parrocchiale sono stati
finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e dalla Regione Emilia-Romagna.
I lavori, seguiti dall’architetto Stefano Benedetti e dagli ingegneri Bruno
Dettori e Angela Braglia, sono realizzati sotto il controllo dell’ex Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna, della Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di
Bologna, Modena, Reggio Emilia e Ferrara e della Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna.
Maggiori informazioni sugli scavi archeologici sul sito http://www.archeobologna.beniculturali.it
Comunicazione istituzionale a cura di Carla Conti (Odg 83183)
Rapporti con i Media della Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna
Via Belle Arti n. 52 - 40126 Bologna (Italy)
tel. (+39) 051.223773 - 051.220675 - 051.224402 (interno 123) - fax
(+39) 051.227170
website http://www.archeobologna.beniculturali.it/
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- Aprile 2015
R E S T A U R I
Opificio delle Pietre Dure, addio!
di Franca Falletti
Fra le grandi istituzioni culturali che stanno estinguendosi nella pressoché totale indifferenza del Governo e in parte anche dell’opinione pubblica c’è l’Opificio delle Pietre Dure, che con i suoi Laboratori di via degli
Alfani e della Fortezza da Basso ha fatto per decenni di Firenze e dell’Italia un punto di riferimento primario per tutto il mondo nel campo del
restauro, sotto il profilo della ricerca pura e applicata e della formazione,
affiancandosi, in una gara di eccellenza, all’Istituto Centrale per il Restauro di Roma.
Di questo problema si è parlato e si parla troppo poco, ma soprattutto
non si dice quali sono i reali termini della perdita che stiamo rischiando
e che in parte è già irrecuperabile, perché la questione passa per la solita mancanza di fondi che rallenta e porta verso la paralisi l’attività di
un Istituto importante. Ma non è così.
L’Opificio delle Pietre Dure in anni e anni di lavoro, a partire dal 1932
quando fu fondato come Gabinetto di restauro della Soprintendenza alle
Gallerie e ancor più l’alluvione fiorentina del 1966, ha accumulato un tesoro inestimabile di esperienza, che senza la necessaria continuità è
destinato ad andare irrimediabilmente perso, perché per essere trasmesso ad altri ha bisogno di tempo e di condivisione.
Si sta distruggendo quindi un sapere costruito dall’intelligenza, dalla
sensibilità e dall’impegno di una serie finora ininterrotta di studiosi e
operatori, che hanno fatto la storia del restauro dalle sue origini come
scienza ad oggi. Si tratta di un sapere che solo in parte si può comunicare tramite la parola scritta, essendo fatto principalmente di osservazione e di comunicazione interpersonale diretta, con tempi e modalità
che si fanno sempre più veloci, così che perdere il ritmo significa essere
fuori gioco, perché da decenni ormai fare restauro ad alto livello significacondividere l’impegno con altre competenze sempre più specifiche e
sempre più varie, da quelle chimiche, fisiche e biologiche a quelle ingegneristiche e informatiche; ma d’altra parte significa ancora quello che
è sempre stato, cioè tenere l’occhio e la mano allenati a stare in contatto
con la materia.
Molti settori di attività dell’Opificio delle Pietre Dure stanno già chiudendoper la totale mancanza di restauratori: arazzi, tessuti, mosaico, terrecotte; il settore dipinti da 24 operatori che contava qualche anno fa ne
ha ora 11 e comunque si tratta di personale di età media intorno ai 55
anni. E’ così che Firenze e l’Italia stanno perdendo senza battere ciglio
un’altra eccellenza, che ancora la comunità scientifica internazionale ci
invidia e sul cui futuro seguita a fare affidamento, perché non può nemmeno immaginare che una nazione sia così ottusa da lasciarla morire
di inedia.
da:
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COMPLETATO IL RESTAURO DELLA
PIRAMIDE DI CAIO CESTIO A ROMA
Un caso esemplare di collaborazione pubblico-privato
Una vera e propria festa all’aperto, in una splendida giornata primaverile, conclude a Roma il restauro della Piramide di Caio Cestio tornata
luminosa e splendente. Come l’area che la ospita a cui tutti possono
accedere, grazie a una lunga e dolce rampa realizzata dalla Soprintendenza (400 mila euro). Sole, cielo azzurro, pubblico delle grandi occasioni, organizzazione senza sbavature né imprevisti, un grande gazebo
per riparare invitati e autorità.
Dal mecenate Yuzo Yagi ai rappresentati del governo, i sottosegretari
Francesca Barracciu per il Mibact e Benedetto Della Vedova per gli
Esteri, all’ambasciatore del Giappone Kazuyoshi Memoto, al direttore
del monumento Rita Paris e dei lavori Maria Grazia Filetici, al Soprintendete Francesco Prosperetti, al Sindaco di Roma Ignazio Marino
chiamato a prendere in considerazione la pedonalizzazione dell’area
della Piramide. Tutto perfetto secondo i programmi.
E non poteva essere diversamente per un restauro da manuale, iniziato
bene e finito altrettanto. Una storia che ha dell’incredibile se non fosse
vera. Protagonista assoluto quanto discreto un imprenditore del Sol Levante, Yuso Yagi (niente vantaggi fiscali, né pannelli pubblicitari, solo
una targa a ricordo), a capo di un impero che si occupa di moda, che
ha elargito a puro titolo liberale due milioni di euro in due tranche di un
milione alla volta.
La sua azienda, la Yagi Tsusho, voleva festeggiare i quarant’anni di attività a Milano restaurando un monumento del nostro paese. Merito
dell’ambasciatore Umberto Vattani, presidente della Fondazione Italia
Giappone, averlo orientarlo verso Roma, mostrandogli la Piramide. Sarà
stato il bianco del marmo (pur se offuscato dal tempo) il suo colore preferito, sarà stata la sua forma essenziale o la sensazione di fermare il
tempo, certo è che durante una cena, racconta l’architetto Filetici, presentato il progetto pronto per essere realizzato, ha optato per la Piramide. E tutto si svolge in tempi ravvicinati.
A settembre 2010 l’incontro con i responsabili della Piramide, a dicembre la comunicazione al Ministero del finanziamento di un milione, a
marzo 2012 la firma della convenzione fra le parti, a novembre l’inizio
dei lavori di restauro. A dicembre 2013 Yagi concede un secondo finanziamento di mille euro.
I lavori possono proseguire e terminano, con 75 giorni di anticipo sulla
data stimata, il 19 dicembre 2014, anno dedicato al bimillenario della
morte di Augusto. “Un caso esemplare di collaborazione pubblico-privato, demonizzata in passato, che va percorsa con sempre maggiore
convinzione”, come si fa all’estero, grazie anche all’Art Bonus, precisa
la sottosegretario Barracciu. Un record il restauro ultimato in 327 giorni,
come un record fu la costruzione della Piramide portata a termine in 330
giorni.
Venne costruita infatti tra il 18 e 12 a. C. in epoca augustea, dopo la
conquista dell’Egitto da parte di Augusto. “Allora era di gran moda ispirarsi ai modelli egizi” e molti furono coloro che si fecero costruire piramidi per accogliere le loro spoglie, ma “solo la Piramide Cestia è
scampata alla distruzione” perché inglobata nelle mura aureliane, ri-
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corda Paris. Che sia di Caio Cestio epulone,
appartenente alla Gens Publilia, è provato
dalle iscrizioni sul monumento che i suoi eredi
erano chiamati a costruire entro un anno dalla
sua morte, pena la perdita dell’eredità. E così
fecero. Un’opera eretta secondo la tecnica costruttiva romana e rivestita di marmo lunense.
Le misure sono quelle canoniche: base di 100
piedi e altezza di 125 piedi, la camera funeraria
(violata nel Medio Evo asportando l’urna), ha
volta a botte, on elegantedecorazione pittorica
in terzo stile pompeiano. Un monumento fastoso ma costruito fuori porta, rispettando la
lex Iulia sumptuaria contro il lusso eccessivo,
promulgata nel 18 a.C. Tutto quello che conosciamo della Piramide si deve alle iscrizioni,
“due ripetute sui lati est e ovest, una più piccola sul lato est e a quelle sulle basi esterne”,
dice Paris.Un monumento simbolo, ma in pessime condizioni, che nel tempo ha subito molti
restauri come quello di papa Alessandro VII
Chigi che nel 1659 stanziò cinque mila scudi e
non trasformò, come voleva la corte, il sepolcro romano in una chiesa, aprendo la porta che
conduce alla camera sepolcrale. E frequentata
per la sua forma catalizzatrice di energia per
riunioni esoteriche, a cui partecipò anche Ugo
Foscolo.
L’intervento diretto dall’architetto Filetici, realizzato da architetti, archeologi, strutturisti, chimici, restauratori è stato preparato nei
particolari per i problemi delle acque stagnanti
del terreno in cui sorge (anticamente l’area si
chiamava “i prati di Testaccio”), le infiltrazioni
d’acqua nella cella, l’attacco di microorganismi
e dello smog sui blocchi di marmo di Carrara
anche a causa dell’uso di acidi in un restauro
degli anni ’60. E poi c’erano i costi altissimi di
cantiere per i ponteggi.
DATA NEWS
Pronta in 600 giorni la nuova
piazza Augusto Imperatore,
dall'autunno via al restyling
Nascerà una cavea alla quota archeologica
con il recupero delle antiche pavimentazioni,
collegamenti con il livello stradale attuale e
una caffetteria
Una nuova piazza nel centro storico da restituire a Roma in 600 giorni. Ch integri antico e
moderno, aperta ai turisti ai cittadini, in cui fermarsi a leggere un giornale, sorseggiare un
caffè, ammirare il Mausoleo ritrovato. È la
piazza Augusto Imperatore "disegnata" dal
progetto di riqualificazione dell'architetto Francesco Cellini da 16,9 milioni di euro (più 12 per
il restauro del monumento di cui 4 già stanziati)
presentato oggi all'Auditorium dell'Ara Pacis,
dal sindaco di Roma Ignazio Marino, e dagli
assessori capitolini all'Urbanistica, Giovanni
Caudo, e alla Cultura e al Turismo, Giovanna
Marinelli, e dal presidente del I municipio Sabrina Alfonsi.
on line
- Aprile 2015
numento guardando il prospetto principale.
Due cordonate realizzeranno il raccordo con il
livello attuale della città: a ovest da via Ripetta
tra la fontana dell'Ara Pacis e le due chiese,
quella di S. Rocco e quella di san Girolamo dei
Croati, e dal lato opposto, da est dall'abside di
San Carlo al Corso e dal largo degli Schiavoni.
All'estremità meridionale della piazza archeologica, lato via Tomacelli, nascerà una caffetteria.
"Questo è un giorno molto bello, che attendevo
da tanto", ha dichiarato Marino. Per l'assessore Caudo "il progetto è particolarmente importante perché è la realizzazione di una
piazza nel centro storico di Roma, era qualche
lustro che non se ne realizzavano più". E nello
specifico, sottolinea: "La piazza è di circa
6.700 metri quadrati e ha una porzione alla
quota archeologica di circa 1.600 metri quadrati in cui verranno utilizzati gli stessi pavimenti del I secolo. Si crea un rapporto tra la
città moderna e quella storica". Il 16 ottobre secondo Caudo, "è la data plausibile per avviare
i lavori, dopodiché serviranno 600 giorni di lavori che servono a completare tutta la sistemazione della piazza. Mentre un secondo lotto
comprende la sistemazione a verde (si prevede inoltre anche un giardino attorno al Mausoleo di Augusto, ndr) e quella delle strade".
Per le altri due fasi di restauro, il Campidoglio
sta cercando mecenati. Le strade, sottolinea,
"sono quelle che ci sono oggi, leggermente più
ristrette perché la zona sarà a traffico limitato.
Contiamo di realizzare la seconda fase in parallelo, forse ci vorrà qualche mese in più".
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Provvidenziale l’elargizione del signor Yogi. “E’
stato il primo intervento globale” che si è avvalso delle competenze degli specialisti e degli
enormi progressi della tecnologia. Qualche
esempio? L’impiego, contro eventuali terremoti
e per contenere le deformazioni dei rivestimenti di marmo (presenti già nel ‘600), di mega
stop in acciaio inossidabile lunghi fino a sette
metri, i rilievi con laser scanner, l’impiego di
droni per le vedute, e per il monitoraggio l’utilizzo di rocciatori che a 36 metri di altezza andranno a riprendere delle lastrine di marmo su
cui fare dei test sull’efficacia dei protettivi impiegati. Perché possano servire anche per altri
restauri. La Piramide è visitabile il secondo e
quarto sabato del mese per singoli e gruppi
con prenotazione obbligatoria.
Informazioni e prenotazioni: 06-39967700 e
www.coopculture.it
Redattore: RENZO DE SIMONE
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Onna, chiesa
restaurata dai tedeschi irraggiungibile e
senza allacci. L'irritazione della Germania
Il cantiere prenderà il via il 16 ottobre dopo il
bando di gara d'appalto già pubblicato il 10
aprile scorso. Fissata al 22 giugno la dead line
per individuare la ditta che realizzerà il progetto
sotto la guida dell'architetto che nel dicembre
2006 vinse il concorso indetto dall'amministrazione capitolina e dall'allora sindaco Walter
Veltroni.
Quel che si vedrà sarà una piazza alla quota
archeologica, con il recupero e il restauro delle
pavimentazioni antiche del I sec. d.C, da cui si
potrà apprezzare a pieno le dimensioni del mo-
Una cattedrale nel deserto. Letteralmente. Il
restauro della basilica di San Pietro apostolo a
Onna è stato finanziato dai tedeschi. Qui, nel
sisma del 2009, persero la vita 41 persone e
la Germania volle dare un segno tangibile di
solidarietà anche per via di un eccidio compiuto dai nazisti durante la seconda guerra
mondiale, nel giugno del '44. La chiesa è stata
ricostruita ma tutto intorno la situazione è ancora ferma al 2009. Il caso è stato raccontato
oggi da La7 nel Tgcronache. L'edificio religioso
- ricco di mosaici del Quattrocento tornati alla
luce proprio con il restauro - è irraggiungibile.
Ancora in zona rossa. Soltanto 100 metri, ma
non agibili. Manca l'allaccio del gas e questo
impedisce di concludere i lavori delle stuccature e finiture di pregio (sarebbe inutile, visto il
DATA NEWS
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- Aprile 2015
livello di umidità dell'edificio).
Rabat - ha definito una "pulizia culturale". Come neanche nelle guerre
mondiali novecentesche sia mai avvenuto. Da iscrivere in un vero e proprio crimine di guerra.
Perché quelle pietre parlano di noi, sono vive. Quelle pietre polverizzate,
depredate per finanziare altri atti di terrorismo, esposte con la consueta
forza mediatica perché noi, occidentali, colti e impotenti, potessimo indignarci e tollerare però che vengano immesse senza troppi controlli
nel mercato delle opere d'arte non sono pietre morte. Non si tratta di
riaprire la stucchevole questione, la patetica competizione tra le vite
umane e i beni culturali ma di capire quanto sia unita la distruzione dei
Prima i ritardi nelle gare, poi le inchieste, infine intoppi burocratici. Dal
ministero delle Infrastrutture di Berlino arrivano chiari segnali di irritazione.
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La "pulizia culturale" del
patrimonio artistico arabo-islamico
di Emma Fattorini
Senatrice Pd
Mentre in Siria venivano decapitati 26 soldati posti a protezione del sito
archeologico di Palmira, qui a Rabat in Marocco si teneva un summit
dell'Assemblea dei parlamentari del Mediterraneo sulla protezione del
patrimonio culturale mondiale minacciato dalla distruzione del terrorismo
culturale nel mondo arabo- islamico.
Abbiamo osservato il rituale minuto di silenzio, che tutte le volte mi commuove e mi imbarazza moralmente. Un raccoglimento che nel suo tragico tempismo dà la misura della nostra impotenza e insieme della
consapevolezza di quanto sia grave lasistematica, plateale, distruzione
di siti antichissimi, di quello che l'Unesco - presente in gran forza qui a
beni culturali alla cancellazione brutale, violenta delle minoranze cristiane, Yazide, copte e caldee.
Qui a Rabat stiamo discutendo su proposte concrete: come accelerare
le ratifiche dei trattati internazionali e soprattutto come renderle efficaci
e operative, come mettere la difesa dei siti nelle missioni di pace, come
inasprire le pene per i ricettatori di tutto quel mondo cinico e indignato
che commercia opere d'arte, dal piccolo trafficante che li rintraccia su
internet dove potete trovare le monete di Mosul a poco prezzo fino ai
grandi fornitori di collezionisti avidi e senza scrupoli.
Efficienza nel controllo, professionalità nelle indagini e certezza delle
pene. Noi italiani abbiamo dato una prova di questo standard, espressa
con efficacia dal maggiore Giuseppe Marseglia del reparto operativo
per la protezione del patrimonio culturale dei Carabinieri, un corpo specializzato al primo posto a livello mondiale nella difesa del patrimonio
archeologico ed artistico italiano, all'avanguardia nel rintracciare reperti
sparsi in tutto il mondo.
Forte di una banca dati all'avanguardia, che è stata capace di sventare
molti traffici della criminalità organizzata e che ha ritrovato i reperti trafugati nella distruzione del museo di Baghdad nel 2003 e che ne ha riorganizzato la riapertura. Eccellenze di un "Made in Italy" di cui andare
orgogliosi, da proteggere e incoraggiare, al servizio della nostra tradizione italiana e di quella del patrimonio culturale mondiale.
da:
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M O S T R E M U SEI & CON V EGN I
INCROCI CREATIVI: DUE CONFERENZE
SULLA CULTURA NEL SEMESTRE DI
PRESIDENZA LETTONE DELL’UNIONE
EUROPEA
di Pier Luigi Sacco (*) e Erminia Sciacchitano(**)
Nell’ambito del suo semestre di Presidenza UE, la Lettonia punta sui
crossover creativi.
Pier Luigi Sacco e Erminia Sciacchitano, commentando il convegno
Cultural and Creative Crossovers, riflettono sul ruolo della cultura
come motore innovativo e sulla necessità di praticare sconfinamenti settoriali. Qualcosa all’orizzonte si intravede, ma dietro solide mura
Nell’ambito del suo semestre di Presidenza UE, la Lettonia ha scelto di
puntare, nel campo delle politiche culturali, su un tema apparentemente
specialistico ma in realtà di enorme importanza pratica nell’Europa dei
prossimi anni: quello dei crossover creativi. Il concetto di crossover è
di derivazione genetica, e si riferisce all’operazione attraverso cui, nella
riproduzione sessuata, il DNA di un nuovo individuo si forma a partire
da una ricombinazione dei patrimoni genetici dei genitori. E’ il meccanismo principe attraverso cui la natura genera novità attraverso la diversità: maggiori sono le differenze tra i patrimoni genetici di partenza,
maggiore è la possibilità di dare luogo a configurazioni inedite attraverso la ricombinazione. Parlare di crossover culturali vuol dire
chiedersi come la cultura, con tutto il suo patrimonio di diversità e complessità, possa dare luogo ad ibridazioni innovative con i settori più
vari, dalla salute alla sostenibilità ambientale, dalla coesione sociale allo sviluppo tecnologico. In questo senso, è importante distinguere il termine crossover da quello apparentemente simile di spillover,
che si riferisce agli effetti non intenzionali e non programmati di una determinata azione. Se pensiamo che la cultura produca effetti sull’economia e sulla società in termini di spillover, stiamo immaginando che
ciò avvenga in modo accidentale ed episodico – che la cultura sia cioè
un fattore di pura serendipità. Ma se pensiamo invece ai crossover
culturali, partiamo dalla convinzione che questi effetti siano sistematici, metodologicamente prevedibili, e possano essere oggetto
di precise e consapevoli scelte di politica economica (e culturale).
Il convegno Cultural and Creative Crossovers nella nuova, appena
inaugurata Biblioteca Nazionale, partiva appunto da questa ambiziosa
prospettiva per chiedersi come potesse la cultura oggi contare di più
all’interno della strategia di sviluppo economico di lungo termine
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DATA NEWS
dell’Europa. Dalla riflessione dei molti specialisti europei invitati a parlare
sono emersi vari fattori di criticità da non trascurare: in primo luogo, l’Europa poggia ancora su un’architettura istituzionale progettata nel XIX
secolo e largamente inadatta ad affrontare le sfide di innovazione radicale poste dalla competizione globale del XXI secolo, e ciò richiede uno
sforzo enorme di ripensamento della governance delle nostre società e
delle nostre economie. Inoltre, malgrado le buone intenzioni, il ruolo
della cultura come motore innovativo è molto marginale, allo stato
attuale, sia all’interno dei sette progetti flagship della strategia Europa
2020 che dagli undici obiettivi tematici della politica europea di coesione
– ovvero, dai blocchi costitutivi fondamentali della strategia di sviluppo
europea a livello comunitario, nazionale e regionale – e quando è presente, tende ad essere associata in modo quasi esclusivo al turismo e
all’ambiente piuttosto che all’innovazione.
Ma accanto a queste criticità sono emerse anche molte esperienze concrete che mostrano chiaramente come l’Europa sia in movimento e stia
sviluppando le competenze che occorrono per dare corpo ad una vera
politica di crossover culturali: dallo smart design per le disabilità alla cultura digitale per la semplificazione burocratica, dal contributo delle industrie creative al miglioramento dei sistemi sanitari al ruolo dei giochi
nell’educazione scientifica, e così via. Non è mancata nemmeno l’attenzione verso soluzioni finanziarie innovative che permettano a questi
nuovi settori emergenti di trovare risorse superando i muri, purtroppo
ancora piuttosto solidi, di scarsa comprensione e consapevolezza che
ancora impediscono a gran parte del sistema creditizio europeo di comprenderne il potenziale e di sostenerli con convinzione. Si esce dalla
conferenza con la sensazione di trovarsi di fronte ad una realtà in forte
crescita, che può diventare oggi un laboratorio di sperimentazione sempre più visibile ed influente per fare dei crossover culturali uno degli elementi portanti della strategia di sviluppo europea del settennio
post-2020.
Parallelamente alla Conferenza sui crossovers, architetti, costruttori, designer, urbanisti, amministratori, residenti e società civile si incontrano
alla Conferenza Heritage, Contemporary Architecture and Design
in Interaction. L’obiettivo della Presidenza lettone era qui quello di
aprire un'altra breccia nei confini settoriali, sulla scia delle precedenti
Presidenze lituana, greca e italiana, promuovendo il dialogo fra gli
esperti, per facilitare ancora una volta il raggiungimento degli obiettivi
della strategia Europa 2020. Riga, sito Unesco per essere sempre stata
al passo con il proprio tempo, preservando allo stesso tempo la sua integrità, come testimonia il suo quartiere Art Noveau, ben rappresenta il
dilemma della città Europea, in perenne tensione fra sviluppo e conservazione. Il suo skyline colpisce per l'equilibrio fra emergenze e tessuto,
ma rivela dissonanze e interventi discussi, come l’edificio dei Blackheads, presentato come attrattiva storica, ma ricostruito interamente nel
1999.
Senza pretendere di trovare una «formula magica», la Presidenza ha
posto stimolanti domande, semplici, ma dalle risposte non immediate
quando poste in visione trans-settoriale e europea: fra 100 anni sarà
possibile mantenere l’atmosfera delle città storiche? I requisiti europei di protezione del patrimonio influenzano la qualità dell'architettura? Abbiamo una posizione comune verso riproduzioni e
repliche? Sappiamo identificare insieme buone pratiche di interazione tra patrimonio culturale, architettura contemporanea e design? Sullo sfondo, le opere degli studenti dell'Accademia d’Arte e
l'odore di trementina ricordano che la qualità cresce sul terreno del
saper fare, trasmesso di generazione in generazione, attraverso l'interazione tra patrimonio, cultura e creatività. La dichiarazione comune di
chiusura individua alcuni indirizzi «crossover» per creatività e innovazione centrate sulla persona, che rispettino i valori creati dalle comunità
nel tempo, generando valore aggiunto per l'ambiente, la qualità della
vita e la qualità sociale. Ad esempio il «Design for All», inclusivo e olistico, che coinvolge la diversità umana nel processo progettuale, per
garantire l'accessibilità ai siti culturali, in un’Europa in cui la crescita
delle aspettative di vita allarga lo spettro delle specifiche necessità. Fondamentale è in ogni caso il coinvolgimento delle popolazioni nelle decisioni e la formazione trans-settoriale.
Per valutare l'efficacia di tali politiche è però necessario misurare
i benefici delle interazioni fra patrimonio, architettura e design nelle
dimensioni culturale, fisica, digitale, ambientale, umana e sociale.
Per il momento abbiamo risultati parziali, ma la ricerca europea sta
avanzando; in particolare attendiamo i risultati del progetto «Cultural
Heritage Counts for Europe: Towards a European Index for Cultural
Heritage», finanziato dal programma europeo Cultura (2007-2013), che
sarà presentato a fine giugno. Non sarà però facile misurare il valore
della ritrovata fiducia nelle istituzioni in quei paesi che, con l'ingresso in
Europa, hanno potuto realizzare edifici pubblici di qualità, realizzare concorsi e aprirsi al confronto internazionale. Lo sguardo torna alla Biblioteca Nazionale, il cui profilo richiama la leggenda della Gaismas Pils, la
collina di vetro che affonda nel periodo di oppressione e simboleggia il
raggiungimento delle aspirazioni più alte, i cui libri sono stati trasferiti
da una catena umana di quindicimila persone, lunga 2 km, nel gennaio
2014, sotto una temperatura di -10 gradi. Un capitale sociale, questo sì,
inestimabile.
da:
IL GIORNALE DELLE FONDAZIONI
*) Dipartimento di Letterature comparate e scienze del linguaggio
Facoltà di Arti, turismo e mercati
**) Segretariato generale MIBAC, responsabile rapporti COE
on line
- Aprile 2015
Biblioteca d'Arte della Gam di
Torino: l'appello degli studiosi
contro la «semichiusura»
L'annuncio che la Biblioteca d'Arte della Gam di Torino dopo la chiusura
per il periodo pasquale riaprirà il 10 aprile con un orario limitato ai soli
giorni di venerdì e sabato, e per un totale di 11 ore a fronte delle attuali
35, ha provocato la reazione degli studiosi d'arte, non solo torinesi.
Dopo l'anticipazione della «semichiusura» data da Gabriele Ferraris sul
suo blog, la notizia è stata rilanciata da Tomaso Montanari su «Articolo
9» e una bozza dell'appello è circolata sui social network.
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato ufficiale inviato ieri 30 marzo a
Patrizia Asproni, presidente della Fondazione Torino Musei cui la Gam
fa capo (proprio ieri Patrizia Asproni, sulle pagine torinesi di «la Repubblica», rispondeva alle proteste affermando che il provvedimento è temporaneo e che l'obiettivo è di «migliorare e rilanciare» la Biblioteca) e
alle autorità cittadine e regionali. Centinaia le firme già pervenute da
tutta l'Italia e dall'estero.
I docenti di storia dell’arte dei Dipartimenti di Studi Umanistici e Studi
Storici dell’Università di Torino, i funzionari storici dell’arte delle Soprintendenze piemontesi, gli studiosi di storia dell’arte, le associazioni culturali e le istituzioni museali attivi e presenti sul territorio piemontese, in
risposta alla grave contrazione dell’orario di apertura della Biblioteca
d’arte dei Musei Civici di Torino, hanno redatto il seguente documento.
La decisione da parte della Fondazione Torino Musei di limitare fortemente l’apertura della Biblioteca d’arte per buona parte della settimana
getta sconcerto e stupore nell’utenza abituale e non della stessa. È
come azzerare un pezzo di storia di una città che ha visto sulla cattedra
di storia dell’arte nella propria università Pietro Toesca e Lionello Venturi,
dove hanno conseguito la laurea Roberto Longhi e Giulio Carlo Argan.
La Biblioteca è infatti una delle migliori dell’Italia settentrionale per ricchezza di fondi bibliografici, frequentata da generazioni di storici dell’arte
piemontesi ma anche di altre regioni italiane. Nata all'inizio degli anni
Trenta, per uso interno dei musei civici, assunse grande importanza,
nel corso degli anni, con un patrimonio librario consistente in più di
110mila volumi e comprendente anche cd-rom, dvd, videocassette e nastri registrati, con una dotazione di periodici italiani e stranieri altamente
qualificata. Inoltre raccolse numerosi fondi importanti per lo studio della
storia artistica locale, come quello di circa 2 mila volumi ed una serie di
riviste italiane e straniere della Società Piemontese di Archeologia e
Belle Arti (Spaba), 8mila volumi di Lorenzo Rovere, un fondo librario dedicato alla storia dell’arte asiatica antica acquistato, nel 2006, dalla Fondazione Giovanni Agnelli e quello della Fondazione Italiana per la
Fotografia (Fif), che, «oltre a documentare l'attività della suddetta Fondazione, mette a disposizione degli studiosi un gran numero di testi specialistici difficilmente reperibili altrove nel panorama bibliotecario
italiano». A supporto degli studi è consultabile, nello stesso edificio, il
ricchissimo e prezioso archivio fotografico.
La Biblioteca, di primaria importanza anche nel ruolo di centro di ricerca
per i musei cittadini, è strumento indispensabile e insostituibile per gli
studenti universitari, storici dell’arte, docenti, in quanto nessun'altra biblioteca torinese (Biblioteca civica, Biblioteca Nazionale, Biblioteca
dell’Accademia Albertina, Biblioteca di Arte, Musica, Spettacolo – Dipartimento di Studi Umanistici) può da sola essere sufficiente per lo studio
delle discipline artistiche e colmare le lacune che verrebbero a crearsi.
Inoltre, in questa situazione si prospetta anche una riduzione dei servizi
all’utenza con inevitabili conseguenze sulla accessibilità ai fondi librari.
Purtroppo la decisione di limitarne gli orari di apertura (da 35 a 11 ore
settimanali, venerdì 10-17, sabato 10-14) è l’ulteriore atto di una politica
di disfacimento del suo patrimonio librario che, negli ultimi anni, non ha
più visto acquisizioni (se non per doni e scambi) né il rinnovo degli abbonamenti alla quasi totalità delle 244 testate di riviste che venivano ad
arricchire e a incrementare gli studi. Ma è anche un segnale politico e
culturale fortemente negativo, che va ad assecondare un processo di
dissipazione di un bene primario, già tristemente in atto in altre realtà
nazionali.
Siamo coscienti che l’istituzione museo può contemplare aggiornamenti
e revisioni purché non ne alterino i significati e funzioni; tuttavia, anche
in un’epoca di raggiunta frequentazione di massa di mostre (e meno di
raccolte), non si deve dimenticare che la stessa istituzione museo è
luogo destinato alla conservazione, alla tutela e allo studio.
Per queste ragioni rivolgiamo alla Fondazione Torino Musei un addolorato e appassionato appello perché non svigorisca una delle più importanti strutture di studio e di ricerca di storia dell’arte italiane, costruita e
a lungo diretta con sapienza e attenzione, vero patrimonio culturale della
città. A fronte di queste considerazioni chiediamo il ripristino dell’orario
della biblioteca sino ad ora vigente.
da:
edizione online, 31 marzo 2015
* * *
DATA NEWS
on line
27
- Aprile 2015
SABATO 18 APRILE alle 17.30 all’Hotel Catullo di Sirmione, piazza Flaminia 7, appuntamento con il
Premio letterario
Racconti nella Rete
Edoardo Brosio, Marco Bugliosi, Alice Cappagli, Luca D’Andria, Cinzia Della Ciana,
Lucia Delli Santi, Luigi De Rosa, Nicoletta
Fazio, Laura Fortugno, Diego Lama, Enrico
Losso, Laura Montagna, Liliana Murru,
Maurizio Polimeni, Federica Politi, Sonia
Poretti, Mara Ribera, Marco Sacchetti, Vincenzo Maria Sacco, Daniele Sartini, Carmen Verde.
Informazioni sul premio 2015 nel sito www.raccontinellarete.it
[email protected]
tel.0584961169
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BOLOGNA
LE INTERVISTE IMPOSSIBILI
Incontro con l’Ammiraglio
Etrusco Vel Kaikna
Intervengono Demetrio Brandi, presidente del
premio, Raffaele Balsano, Elena Barelli,
Sonia Poretti, Laura Montagna, Marco Sacchetti, Francesca Berti, Vincenzo Sacco.
Si parlerà dei racconti presenti nell’antologia
del premio letterario Racconti nella Rete 2014
(Nottetempo) e della nuova edizione in corso
nel sito www.raccontinellarete.it fino al prossimo 31 maggio.
Durante l’incontro gli autori presenti parleranno
dei racconti inseriti nell’antologia e della nuova
edizione del premio riservato a racconti brevi
e soggetti per cortometraggi. Il concorso 2015,
che prevede anche una sezione dedicata ai
racconti per bambini, è in pieno svolgimento
nel sito www.raccontinellarete.it.
L’antologia del premio letterario Racconti nella
Rete®, curata da Demetrio Brandi, raccoglie i
venticinque racconti selezionati nel 2014, scritti
da altrettanti talenti letterari. Il percorso culturale del premio viene evidenziato nelle prime
pagine di questa antologia dalla giornalista e
scrittrice Chiara Lico, ex vincitrice del premio.
Il disegno della copertina, “L’albero dei libri”, è
stato realizzato da Marco De Angelis.
Scrigno di piccole storie compiute, l'antologia
diventa testimonianza del tempo in cui viviamo
ed espressione di tematiche sociali affrontate
a volte con leggerezza altre volte con passione, sensibilità e rabbia. Espressione di una
qualità letteraria in continua crescita, i racconti
si caratterizzano per una prosa sempre più raffinata e variegata e con stili narrativi originali.
Il concorso, sempre più importante vetrina per
autori emergenti, si sviluppa dal 2002 nel sito
www.raccontinellarete.it. Molti tra gli scrittori
pubblicati hanno ottenuto brillanti risultati in
campo letterario ed è questo il risultato più importante.
La qualità dei racconti selezionati dalla giuria
fa ben sperare per il futuro del premio, il cui
obiettivo ultimo è quello di stimolare, aggregare, valorizzare e promuovere le creatività e
le attitudini professionali in ambito letterario.
Il premio, che comprende la sezione dedicata
ai soggetti per cortometraggi, è collegato al
XXI festival LuccAutori®, in programma dal 26
settembre all’11 ottobre a Lucca.
Questi i venticinque autori che hanno vinto la
selezione 2014: Raffaele Balsano, Elena Barelli, Arturo Belluardo, Francesca Berti,
Testi di Giuseppe Mantovani
Intervistatore: Davide Giovannini
Vel Kaikna: Marco Mengoli
Museo Nazionale Etrusco e area
archeologica della città etrusca di Kainua
Via Porrettana Sud 13
Marzabotto (BO)
info 051 932353
[email protected]
Lo spettacolo è preceduto alle ore 16 da una
visita guidata a scavi e museo incentrata sui
temi dei commerci via mare condotta
dall’archeologo Tiziano Trocchi
Visita guidata e spettacolo sono gratuiti
Ingresso al museo e area archeologica €
3,00 (gratis per under 18)
Sono presenti i rievocatori di Methlum
Kainual
visita guidata condotta dall’archeologo Tiziano
Trocchi incentrata sul tema dei commerci via
mare.
La stele in arenaria di Vel Kaikna è eccezionale
sia per le dimensioni (è alta m. 2,42) che per
la raffigurazione che presenta sul lato principale. Vi è scolpita l'immagine di una grande
nave etrusca da guerra che naviga in mare. A
poppa il timoniere regge il timone, seguono
due guerrieri con corazza ed una figura con
mantello; dalla chiglia della nave sbucano sette
remi, anche se sono solo tre i rematori di cui si
vedono le teste.
Probabilmente la scena si riferisce all'attività
esercitata dal defunto, di cui si conosce il nome
grazie all'iscrizione incisa sull'altro lato della
stele: “[io sono] la tomba di Vel Kaikna”. E'
stato ipotizzato che questo personaggio bolognese rivestisse la carica di comandante di
una flotta etrusca sull'Adriatico, preposta alla
difesa delle rotte commerciali da e per la Grecia che facevano capo al porto di Spina.
L'altro lato della stele è diviso in quattro fasce
da listelli, che comprendono, in alto, il viaggio
su carro del defunto nell'aldilà, e più sotto
scene di solenni giochi sportivi celebrati in
onore del defunto stesso, alla presenza di personaggi pubblici eminenti.
La stele in arenaria di Vel Kaikna, datata attorno al 450-420 a.C., è stata rinvenuta nella
Necropoli dei Giardini Margherita ed è esposta
nella sala etrusca del Museo Civico Archeologico di Bologna.
Museo Nazionale Etrusco “Pompeo Aria” e antica città di Kainua
Via Porrettana Sud n. 13
Marzabotto (BO)
Il Museo è aperto dalle 9 alle 18.30, gli scavi
archeologici dell'antica Kainua dalle 8 alle 19
www.archeobologna.beniculturali.it
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Ravenna - Museo d’Arte
della città
Sala multimediale
Interverranno:
Ouidad Bakkali, Assessore alla Cultura del
Comune di Ravenna
Antonio Patuelli, Presidente dell'Associazione Bancaria Italiana (ABI) e della Cassa di
Risparmio di Ravenna
Lanfranco Gualtieri, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna
Uber Dondini, Presidente del Mar
Maria Grazia Marini, Direttore del Mar
Claudio Spadoni, Curatore della mostra
Membro di un'importante famiglia felsinea, Vel
Kaikna era un navarca o un ammiraglio: ce lo
dice la sua stele funeraria, rinvenuta a Bologna
ed esposta al Museo Civico Archeologico, su
cui si staglia una nave da guerra etrusca armata di tutto punto.
Non è curioso che un abitante di Felsina, città
priva di mare, abbia scelto di farsi rappresentare e ricordare in questo modo?
A questa domanda cerca di rispondere l’intervista impossibile all'Ammiraglio Etrusco Vel
Kaikna in programma domenica 26 aprile
2015, alle ore 17, al Museo Nazionale Etrusco
“Pompeo Aria” di Marzabotto (BO).
Grazie alla collaborazione con il Gruppo Archeologico Bolognese, di cui fanno parte sia gli
interpreti che l’autore, viene raccontata la storia del navarca felsineo Vel Kaikna che la raffigurazione funebre collega a Spina e al suo
porto.
Lo spettacolo è preceduto alle ore 16 da una
Il Museo d’Arte della Città di Ravenna si presenta all’ormai tradizionale appuntamento
espositivo di fine inverno-primavera, con una
mostra in programma dal 22 Febbraio al 14
Giugno 2015, realizzata grazie al prezioso sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio
di Ravenna, finalizzata a documentare il nostro
Paese e le sue bellezze, in quel tratto di tempo,
davvero cruciale, che va dall'epopea risorgimentale alla Grande Guerra
Il Bel Paese. L’Italia dal Risorgimento alla
Grande Guerra, dai Macchiaioli ai Futuristi,
come recita il titolo dell'esposizione, intende restituire, infatti, attraverso diverse sezioni tematiche, la rappresentazione del 'paesaggio'
italiano inteso in tutti i suoi aspetti, offrendo
anche un palinsesto della società e della cultura dalle premesse dell'Unità alla partecipazione al primo conflitto mondiale, di cui cade il
centenario proprio nel 2015.
Il tessuto straordinario della realtà geografica
e storica italiana, fatto di intrecci e sedimentazioni di testimonianze culturali dove anche la
natura è espressione dell’antropizzazione rimane sostanzialmente inalterato fino all'avvio
della modernizzazione del Paese con il passaggio da un’economia rurale all’industrializzazione e ai suoi nuovi processi produttivi.
La mostra offrirà dunque una sequenza di documenti pittorici delle straordinarie bellezze
28
paesaggistiche italiane, e insieme spaccati di
vita quotidiana come specchio di diverse condizioni sociali, in un tempo di grandi trasformazioni - politiche, economiche, culturali rappresentate dai maggiori artisti italiani, ma
anche nella prospettiva eccentrica degli artisti
stranieri calati nel nostro Paese per ammirarne
e dipingerne le bellezze. Una storia, anche, di
interpretazioni diverse, in taluni casi a carattere
ancora marcatamente regionalistico, in altri, di
trasformazioni linguistiche di respiro europeo
per un arco di tempo che va dalla pittura dei
Macchiaioli all’insorgere dell’avanguardia futurista.
La mostra, curata da Claudio Spadoni, apre
con un’ampia sezione introduttiva con la presenza di alcuni dei più noti dipinti di Induno,
Fattori, Lega, Guaccimanni, dedicati all'epopea
risorgimentale.
Si succederanno poi diversi altri capitoli di questo viaggio nel tempo lungo la nostra penisola,
ma anche in sequenza di modelli espressivi,
con dipinti dei maggiori artisti del tempo, come
Fontanesi, Caffi, Lega, Costa, Induno, Bianchi,
Palizzi, Previati, Segantini: vette alpine, vedute
lacustri, i più ammirati paesaggi marini, e
scorci tra i più pittoreschi delle città mete celebrate del Grand Tour, come Venezia, Firenze,
Roma, Napoli, nelle diverse declinazioni degli
interpreti di punta del secondo Ottocento italiano, nonché di diversi artisti stranieri.
Il Bel Paese sarà poi raccontato, oltre che per
l’intrinseco fascino degli scorci naturali, nella
straordinaria, inconfondibile compenetrazione
di natura e sedimento culturale, memorie storiche, anche attraverso immagini suggestive di
tradizioni e costumi, grazie ad opere di figure
come Michetti, Signorini, Lega, Morbelli, con
rappresentazioni della vita quotidiana di una
società ancora rurale ma che lentamente si
avvia all’industrializzazione, con artisti quali
Fattori, Cannicci, Cammarano, Boccioni, per
citare solo pochi nomi.
A dar lustro ai molteplici aspetti del nostro
Paese non mancherà la caratterizzazione di
personaggi di diversa condizione sociale offerta da Lega, Cremona, De Nittis, Boldini,
Zandomeneghi. Quasi un album di famiglia di
oltre un secolo fa a memoria di 'come eravamo'. In questo anche la ricca sezione dedicata
alla fotografia, praticamente dagli esordi alla
sua progressiva affermazione, avrà una parte
molto importante, con alcuni dei suoi storici
pionieri.
La parte conclusiva sarà poi una sintesi di queste diverse sezioni, con opere realizzate tra il
primo e il secondo decennio del '900, che documentano le premesse divisioniste chiaramente innestate in un clima europeo, e
l'avvento del Futurismo, l'avanguardia guidata
da Filippo Tommaso Marinetti, con artisti quali
Boccioni, Balla, Depero, Carrà, Russolo, decisi
a spazzare via ogni residuo della cultura e
della sensibilità ottocentesche, prima che la
Grande Guerra, vero spartiacque tra i due secoli, segni profondamente anche la continuità
e le avveniristiche utopie del movimento.
Dopo le mostre dedicate alle figure di grandi
storici dell’arte: Roberto Longhi, Francesco Arcangeli, Corrado Ricci, Giovanni Testori, le
ampie rassegne riservate ai Preraffaelliti, all’arte in Italia nel secondo dopoguerra (L’Italia
DATA NEWS
s’è desta), e ai rapporti fra Art Brut e arte degli
alienati (Borderline), il Mar, Museo d’Arte della
Città di Ravenna prosegue la sua indagine su
temi storico-artistici di particolare interesse,
come nel caso della mostra da poco conclusa
dedicata alla storia del distacco delle pitture
murali (L’incanto dell’affresco).
Per il carattere civico, storico e documentario,
oltre che squisitamente storico-artistico, il
Museo ha inoltrato richiesta che l’iniziativa sia
posta sotto l’egida dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, e che possa
godere del patrocinio del Ministero per i Beni
e le Attività Culturali e il Turismo, della Regione
Emilia-Romagna e della Provincia di Ravenna.
La mostra sarà corredata da un ampio catalogo con il repertorio delle opere esposte e diversi saggi che affrontano la complessità degli
aspetti culturali e sociali di queste dense pagine di storia nazionale.
Mostra: Il Bel Paese. Dal Risorgimento alla
Grande Guerra, dai Macchiaioli ai Futuristi
Sede: Museo d’Arte della città di Ravenna
Enti organizzatori: Comune di Ravenna - Assessorato alla Cultura, MAR Ravenna
Periodo: 22 febbraio - 14 giugno 2015
Curatore: Claudio Spadoni
Enti organizzatori: Comune di Ravenna - Assessorato alla Cultura, MAR Ravenna,
Sponsor ufficiale: Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna
Con il contributo di: Camera di Commercio di
Ravenna
Media partner: QN - Il Resto del Carlino
Sponsor tecnico: XL Group Insurance Reinsurance
Partner per i servizi di audio guida e radioguida: Antenna International
Si ringrazia: IKEA FAMILY, Teleromagna
Orari: fino al 31 marzo: martedì- venerdì 9-18,
sabato e domenica 9-19,
dal 1 aprile: martedì - giovedì 9-18; venerdì 921; sabato e domenica 9-19,chiuso lunedì
Ingresso: intero: 9 euro, ridotto: 7 euro;
studenti Accademia e Università, insegnanti: 4
euro
Catalogo: Sagep Editori S.r.l.
* * *
Mosaici a Musa.
I pavimenti musivi della
chiesa di San Martino
Prope Litus Maris
on line
- Aprile 2015
Di questa chiesa databile alla prima metà del
VI secolo, però, fino al maggio 1989 si erano
perse le tracce. Segnalata in alcune mappe di
età moderna e probabilmente distrutta dal terremoto del 1484, se ne avevano descrizioni
sommarie ma non se ne erano mai intercettate
le strutture murarie.
Poi, 25 anni fa, la svolta. Durante i lavori per
realizzare delle vasche per l'allevamento ittico
nel territorio di Cervia, in località Podere Mariona, a ovest della via Romea, emergono numerosi oggetti in laterizio e tessere musive.
Ricerche più approfondite portano in luce a
circa 2 metri di profondità dal piano stradale un
complesso di mosaici pavimentali di notevole
qualità.
Proprio il pregio dei lacerti musivi rinvenuti induce la Soprintendenza Archeologica dell’Emilia-Romagna a sospendere i lavori e a iniziare
una campagna di scavo sistematica che a partire dal 1991 indagherà l'intero complesso musivo.
L’indagine interessa pressoché tutta l’area occupata dall’edificio di culto, per un'estensione
di 750 mq.
Le condizioni ambientali e geologiche del sito,
caratterizzate dalla continua risalita dell’acqua
di falda, rendono necessario un intervento sui
mosaici e il loro rapido distacco.
Gli archeologi capiscono subito che la scoperta
fa parte di quei ritrovamenti insperati e casuali
che restituiscono alla collettività l’esistenza e
consistenza di un edificio noto dalle fonti ma
dimenticato, che fino a quel momento era visibile solo su qualche documento o nella toponomastica. In breve appare chiaro che i
pavimenti musivi rinvenuti fanno parte di un
edificio di culto la cui pianta, dopo alcune campagne di scavo, risulta chiaramente leggibile:
si tratta di una chiesa di apprezzabili dimensioni, a pianta cruciforme con abside (croce latina), arricchita di tessere musive policrome di
scuola ravennate e fiancheggiata da portici lastricati in cotto.
Dal 4 aprile sarà possibile ammirare in un
unico spazio tre pavimenti musivi della chiesa
di San Martino prope litus maris mai esposti
prima insieme
Al MUSA, Museo del Sale di Cervia, dal 4
aprile 2015 al 27 marzo 2016
Inaugurazione sabato 4 aprile 2015, ore 16
MUSA – Museo del Sale di Cervia
Sezione Archeologica
Via Nazario Sauro 24
Ingresso libero e gratuito
Info mostra e orari
Le fonti documentarie dicono che si chiamasse
San Martino prope litus maris.
Le ricerche condotte all'interno della chiesa e
nell'area circostante recuperano reperti ceramici, vitrei, tubature fittili, monete e frammenti
DATA NEWS
on line
29
- Aprile 2015
di epigrafi che aiutano a far luce sulla formazione storica e artistica del territorio cervese.
Una ricerca storico-archivistica parallela consente di riconoscere nell’edificio la chiesa denominata nelle fonti S. Martino prope litus
maris, indicata in alcune mappe di età moderna e di cui si può ipotizzare la quasi totale
distruzione nel corso del terremoto che colpì
Cervia nel 1484.
La chiesa doveva essere larga 15 metri e
lunga 32 metri (38 metri con l’abside).
I lacerti musivi rintracciati sono stati ricondotti
a otto diversi pannelli, di cui tre originariamente
situati nei bracci trasversali della croce e cinque nel vano principale della chiesa. I mosaici
pavimentali della chiesa di S. Martino prope
litus maris sono il ritrovamento più consistente
emerso finora dal sottosuolo di Cervia.
Attualmente i mosaici, in parte ancora in attesa
di restauro, sono custoditi presso i Magazzini
Comunali di Cervia. Solo due riquadri sono
stati restaurati, il primo dalla Fondazione RavennaAntica, che lo ha esposto nella mostra
archeologica del 2007, "Felix Ravenna", e l'altro all’inizio degli anni novanta dalla Scuola per
il Restauro del Mosaico della Soprintendenza
per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Ravenna.
Dal 4 aprile questi due mosaici già restaurati,
più un frammento ancora da restaurare, sono
esposti nella sezione archeologica del MUSA,
Museo del Sale di Cervia proprio per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla necessità di
procedere alla sistemazione definitiva di tutti i
lacerti. Grazie a questa mostra è possibile ammirare in un unico spazio pezzi di mosaico che
non si erano finora mai stati visti insieme; la
speranza degli archeologi è che si riesca a effettuare il restauro di tutti i lacerti musivi e magari ricostruire l'intero spazio che ospitava i
mosaici.
Nel corso degli scavi sono stati recuperati
anche numerosi frammenti di crustae e di piastrelle marmoree relativi a rivestimenti presumibilmente attribuibili alla prima fase di vita
dell'edificio, nonché pannelli pavimentali in
opus sectile che potrebbero essere riferiti alla
fase di ristrutturazione altomedievale. Un centinaio di questi frammenti opportunamente selezionati sono esposti a fianco dei mosaici per
documentare anche la presenza di questi elementi architettonici.
Con questa esposizione si dà conto di un importante ritrovamento per il territorio cervese e
si incrementa il patrimonio storico culturale del
museo e della città con un nuovo importantissimo tassello di storia.
Per approfondimenti: S. Martino prope litus
maris. Storia e archeologia di una chiesa
scomparsa dal territorio cervese, di Sauro Gelichi, Maria Grazia Maioli, Paola Novara, Maria
Luisa Stoppioni, All'Insegna del Giglio - Firenze
- 1996
Info mostra:
Promossa da Comune di Cervia, Assessorato
alla Cultura, MUSA Museo del Sale, Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna e
Gruppo Culturale Civiltà Salinara
Quando: dal 4 aprile 2015 al 27 marzo 2016
Cervia - MUSA, Museo del Sale - Magazzino
del sale “Torre”
Via Nazario Sauro, 24
Info: Tel./Fax 0544-977592 - [email protected] - http://musa.comunecervia.it/
Aperto tutto l’anno con ingresso gratuito
Dal 20 dicembre al 6 gennaio tutti i giorni 15.00
- 19.00
Dal 7 gennaio al 31 maggio e dal 16 settembre
al 19 dicembre sabato, domenica e festivi
15.00 - 19.00 (apertura su richiesta per gruppi
dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.30)
Dal 1 giugno al 13 settembre tutti i giorni 20.30
- 23.30 (apertura su richiesta il giovedì dalle
9.00 alle 12.00)
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UN TALENTO UNDER 40 ALLA GUIDA DI
PALAZZO STROZZI A FIRENZE
ARTURO GALANSINO È IL NUOVO DIRETTORE GENERALE DELLA FONDAZIONE
PALAZZO STROZZI
Fondazione Palazzo Strozzi - La mia idea è
una continuazione del progetto per far diventare questo un luogo sempre più vivo e aperto,
a Firenze e al mondo. Una visione da realizzare attraverso mostre e eventi che vadano
oltre le mura del Palazzo, sia in collaborazione
con grandi istituzioni internazionali che attraverso sinergie territoriali per valorizzare il nostro patrimonio artistico e culturale.
Continueremo l’indagine e la ricerca sull'arte
antica delle grandi mostre come Bronzino o
Pontormo e Rosso Fiorentino e intensificheremo il ruolo del contemporaneo, portando a
Firenze i protagonisti dell'arte del presente. Sa-
Dopo quasi 10 anni all’estero, Arturo Galansino torna in Italia per diventare Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi di
Firenze: 38 anni, ha alle spalle una brillante
carriera che lo ha fatto approdare al Musée du
Louvre di Parigi, alla National Gallery e alla
Royal Academy of Arts di Londra. Galansino
ha compiuto gli studi, prima a Milano, e poi a
Torino conseguendo un dottorato di ricerca in
Storia e Critica d’Arte.
Il nuovo Direttore è stato scelto attraverso una
selezione che ha visto la partecipazione di
molti candidati italiani e stranieri. I curriculum
sono stati esaminati da una commissione di
valutazione che ha selezionato i profili migliori.
Galansino si è aggiudicato l'incarico grazie alla
sua competenza, specializzazione ed esperienza, unite a passione, determinazione e impegno.
«La scelta di Arturo Galansino – sottolinea Lorenzo Bini Smaghi, Presidente della Fondazione Palazzo Strozzi - è in linea con la
filosofia di Palazzo Strozzi di “pensare globale
e agire locale”, riportando in Italia un giovane
che ha fatto una grande esperienza all’estero
e può ora contribuire allo sviluppo della cultura
nel nostro paese. Spero sia un esempio e un
incoraggiamento per tanti altri giovani italiani»
Arturo Galansino prende il posto di James
Bradburne, che dopo nove anni di apprezzata
presenza, segnata da successi ed innovazioni, lascia la guida di Palazzo Strozzi.
In questi anni l’istituzione fiorentina ha ospitato
mostre di successo e risonanza a livello nazionale e internazionale come Cézanne a Firenze
(2007),Bronzino (2010), La Primavera del Rinascimento (2013), Pontormo e Rosso Fiorentino (2014), Picasso e la modernità spagnola
(2014-2015), Potere e pathos (2015), facendo
di Palazzo Strozzi un brand forte, per la qualità
delle mostre e delle attività culturali.
Un successo dovuto alla governance autonoma della Fondazione che ha reso possibile
una programmazione su base triennale e una
stabilità economica, grazie al sostegno costante dei partner pubblici e privati, che ha dimostrato che il finanziamento della cultura di
qualità è un motore di crescita economica importante. In questo modo Palazzo Strozzi ha
sviluppato una strategia culturale di eccezionale coerenza: un modello di gestione che si è
rapidamente diffuso ed è riconosciuto in tutto
il mondo.
«Negli ultimi anni ho seguito con interesse
l’ascesa di Palazzo Strozzi, che da spazio
semi-deserto è diventato un’importante sede
espositiva, posizionandosi nel panorama culturale nazionale e internazionale - afferma Arturo Galansino, Direttore Generale della
remo anche sempre più attivi sui social network con iniziative che coinvolgano
direttamente i visitatori e mettano in rapporto
Palazzo Strozzi con il pubblico. Oltre ad essere
un onore, è per me emozionante tornare in Italia alla guida di una simile istituzione. Farò del
mio meglio per portare verso nuovi traguardi il
cammino di Palazzo Strozzi»
info: Fondazione Palazzo Strozzi - Lavinia Rinaldi - Tel. +39 055 3917122 E-Mail: [email protected]
Antonella Fiori - Cell. +39 347/2526982 E-Mail:
[email protected]
* * *
Il Pugile seduto conosciuto
anche come il Pugile delle Terme
arricchisce dal 30 aprile la
grande mostra in corso a Palazzo
Strozzi
Potere e pathos. Bronzi
del mondo ellenistico
(Palazzo Strozzi 14 marzo-21 giugno
2015)
La grande mostra di Palazzo Strozzi, realizzata
in collaborazione con il J. Paul Getty Museum
di Los Angeles e con la National Gallery of Art
di Washington, che propone una straordinaria
panoramica sulla statuaria bronzea ellenistica
dal IV secolo a.C. al I secolo d.C., si arricchisce dal 30 aprile, alla vigilia di Expo 2015, di
un’importantissima opera: il Pugile seduto o
Pugile delle Terme, proveniente dal Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo.
Il capolavoro, che sarà esposto per la prima
30
volta a Firenze in occasione della mostra Potere e pathos. Bronzi del mondo ellenistico,
andrà ad affiancare statue monumentali di divinità, atleti ed eroi, è tra i pochi bronzi conservati per intero ed è considerata una delle più
famose opere scultoree dell’antichità, che
esemplifica l’arte ellenistica come pochi altri
capolavori.
IL RITROVAMENTO. Scoperto nel 1885 durante alcuni interventi edili sul versante sud del
Quirinale, il Pugile era stato depositato con
cura tra le fondamenta di un edificio antico.
Rodolfo Lanciani (Ancient Rome, 1888), così
descrive il ritrovamento: «Sono stato presente,
nella mia lunga carriera nell’attivo campo dell’archeologia, a molte scoperte; ho sperimentato una scoperta dietro l’altra; ho talvolta e per
lo più inaspettatamente, incontrato reali capolavori ma non ho mai provato un’impressione
straordinaria simile a quella creata dalla vista
di questo magnifico esemplare di un atleta
semi-barbaro, uscente lentamente dal terreno
come si svegliasse da un lungo sonno dopo i
suoi valorosi combattimenti».
Il Pugile rappresenta tuttora un enigma per gli
studiosi di scultura ellenistica, che hanno variamente datato l’opera tra il tardo IV secolo e
l’inizio del I secolo a.C., senza trovare un accordo. Riesaminando la topografia e le circostanze della scoperta, Heymans (2013) ha
collocato la deposizione del bronzo all’epoca
della costruzione dell’edificio, non più tardi del
200 d.C. circa, e non nella tarda antichità
com’era opinione comune.
Questo escluderebbe ogni associazione con le
vicine Terme di Costantino, suggerite come
precedente ubicazione della statua. Si ritiene
che l’area dell’edificio in questione ospitasse il
santuario di Semo Sancus (una delle più antiche divinità di Roma), eppure il motivo della
deposizione della scultura tra le fondamenta
resta un mistero. Prima di giungere a Roma, la
statua doveva essere stata esposta in un santuario o in un luogo pubblico greco nella città
natale dell’atleta che commemora.
DESCRIZIONE DELL’OPERA. L’atleta nudo,
adulto e a grandezza superiore al naturale,
siede con i gomiti poggiati sulle ginocchia, una
mano sull’altra.
Indossa guanti bordati di pelliccia con sottili
cinghie di cuoio (himántes, già noti a Platone)
che fugano ogni dubbio sulla natura e la brutalità della sua disciplina. La schiena e le spalle
massicce sono incurvate mentre la testa – che
spicca dalla postura chiusa e intima del corpo
– si volge bruscamente in alto, verso sinistra.
Numerose sono le alterazioni, quale risultato
di remote lesioni, cui si sovrappongono i colpi
subiti nell'ultimo scontro. La perdita dei denti
superiori ha ingenerato l'affossamento del labbro corrispondente, mentre quello inferiore rimane in aggetto e il fiato affannoso muove
verso l'alto le ciocche dei baffi intrise di sudore.
La frattura dell'osso nasale e lo spostamento
delle cartilagini hanno determinato la deformazione del naso.
Rari i dettagli dell’ematoma sotto l'occhio destro e degli sfregi alle guance e alla fronte da
cui è grondato il sangue sugli arti del lato destro. Il crudo realismo dell’immagine – un
uomo pronto a sferrare colpi violenti, che ne ha
ricevuti molti a sua volta – vuole suscitare empatia nell’osservatore.
La lavorazione del bronzo intensifica la reazione emotiva. La sofisticazione tecnica si presta a uno scopo illusionistico – come gli intarsi
in rame che bordano i tagli e rappresentano il
sangue che gocciola dalle ferite.
Lo zigomo destro gonfio fu gettato in una lega
diversa (con meno stagno) rispetto al resto del
viso, per riprodurre la colorazione di un ematoma. Inoltre, lo spessore sottile del bronzo
cavo e per sua natura più
adatto a imitare la pelle umana rispetto alla
dura pietra, come emerge dalle ferite del pugile: i tagli sono letteralmente incisi nel bronzo,
mentre il sangue e la tumefazione sembrano
provenire dall’interno del corpo.
In effetti, questi dettagli sono alloggiati “dentro”
il metallo, non applicati sulla superficie esterna
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come la pittura sul marmo.
Quest’accentuazione dell’esperienza viscerale
dell’osservatore è però addolcita da un’immagine per il resto straordinariamente idealizzata.
Se il volto del pugile descrive uno stato caratterizzato da lesioni e spossatezza fisica e mentale dopo la lotta, il resto del corpo mostra
pochissimi sintomi: pur essendo seduto mostra
tonus, forza, e quasi nessun segno dell’età. La
punta del piede destro è appena sollevata da
terra e le braccia scaricano il peso dell’enorme
torso sulle cosce senza causare avvallamenti
nella carne.
Esiste uno spiccato contrasto tra la cruda bruttezza del volto e la meticolosa simmetria e raffinatezza di capelli e barba. Inalterati dallo
sporco, dal sudore e dal sangue dell’arena,
sembrano piuttosto irreali e si rifanno chiaramente all’iconografia di Eracle. Nel contesto di
questo corpo nudo di concezione classica, tuttavia, un dettaglio insolito del pugile e la kynodésme – l’infibulazione, ovverosia il
sospensorio per il prepuzio – una pratica igienica comprovata degli atleti greci ma raramente raffigurata in scultura e mai in una
statua di atleta.
Come le ferite sul viso e i guantoni rifiniti nei
dettagli – quello che Zanker chiama «realismo
selettivo» – la kynodésme aggiunge un elemento contemporaneo e verosimile a questa
immagine di un atleta vittorioso, un genere di
cui ci sono pervenuti pochissimi esempi originali. La scultura è stata realizzata con la tecnica della fusione a cera persa con metodo
indiretto ed è costituita da diverse sezioni, fuse
in getti separati e assemblate mediante saldatura: derivano da fusioni distinte la testa, le
braccia, la gamba sinistra, gli avambracci, il
sesso e le dita medie dei piedi. A freddo sono
state rifinite le unghie, la barba, i capelli e la
peluria sulla zona del petto e del pube, accuratamente incise a bulino. L’estrema cura dedicata all’esecuzione dei dettagli è testimoniata
dalla lavorazione a parte delle dita centrali dei
piedi.
Paolo Moreno nella Enciclopedia Treccani
dell’Arte Antica (1996) Il volgersi laterale e
verso l'alto del capo si trova allo scorcio del IV
sec. nell'Eracle seduto degli stateri di Festo,
dove l'interesse dell'artista è concentrato su
una situazione momentanea, secondo il principio dell'estetica lisippea (kairòs è la personificazione e divinizzazione del "momento
opportuno" e, come tante altre divinità sorte
anch'esse dalla personificazione di un'idea
quali Nike, Eirene, Ploutos, appartiene ad età
abbastanza tarda.). Nel Pugile il fenomeno si
rivela attraverso le agemine di rame rosso applicate sulla gamba e sul braccio destro, compreso il guantone: esse rappresentano le
gocce di sangue cadute dalle lacerazioni osservabili sul viso, nell'istante in cui l'atleta ha
girato la testa. Il brusco movimento è ulteriormente giustificato dall'occlusione dei padiglioni
auricolari: come sappiamo dalle fonti per il
Dèmos o il Kairòs di Lisippo, l'autore avrebbe
trovato modo di rappresentare la «sordità» del
personaggio, che si volge nello sforzo di leggere sul volto dei giudici le parole del verdetto,
o verificare con lo sguardo il plauso della folla.
Rimanda al IV sec. anche il raro dettaglio dell'ematoma sotto l'occhio destro reso con un
elemento metallico fuso a parte in una lega più
scura, e successivamente saldato […]. Né
trova riscontro più tardi la lavorazione delle labbra in rame massiccio (non in lamina), fuse
preventivamente e inserite nella cera, con un
ancoraggio all'anima della statua tanto saldo
da impedire ogni spostamento al momento
della colata della lega. Come in altri originali di
età classica, le dita centrali dei piedi erano
state fuse separatamente per poter modellare
liberamente tutti gli spazi interdigitali: la lettera
alpha, tracciata sotto al medio del piede sinistro, come iniziale di άριστερός ττούς, si rendeva utile per distinguere al momento
dell'assemblaggio la sezione pertinente.
Intorno al 337 la base del Polidamante di Lisippo a Olimpia, con la sua faccia superiore di
un metro per lato, offriva spazio sufficiente per
ospitare una figura seduta come quella del
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- Aprile 2015
Museo Nazionale Romano, che ha la parte superiore dei piedi fortemente consunta: risultato
di un secolare processo di venerazione popolare, descritto da Luciano (Deor. conc., 12) a
proposito del Polidamante. Il movimento del
capo e alcuni aspetti della barba sono comuni
all’Eracle Epitrapèzios [una versione è esposta
in mostra]. Per il trattamento della muscolatura
non si è lontani dall’Eracle in riposo del tipo
«Farnese Pitti». [Una versione dell’Ercole lisippeo è esposto in mostra]. Il giudizio sull'acribia
di Lisippo – «sembra propria di lui l’espressività
serbata fin nei minimi particolari» (Plinio, Naturalis Historia, XXXIV, 65) – si attaglia alla finezza con cui sono stati realizzati i guantoni. I
polpastrelli restano liberi, consentendo all'artefice di cesellare con esattezza le unghie, mentre le dita sono inguainate da una pelle così
sottile che lascia trasparire le articolazioni fino
alle falangi: gli orli sono ribattuti per ciascun
dito e resi appariscenti da sottili inserti di rame
rosso, sui quali sono incise fitte serie di punti a
suggerire le cuciture. Il cuoio che protegge il
carpo, il polso e l'avambraccio conserva, rivolto
all'interno, il vello, adatto ad ammortizzare i
colpi durante il combattimento; il pelame
sbocca in densi riccioli al termine dei guanti.
Forti stringhe garantiscono l'aderenza dell'apparato difensivo, e al contempo fissano intorno
alle mani i micidiali cesti (sphàirai), venuti in
uso nel IV sec. a.C. Sulla struttura dei capolavori di Lysippos, il verismo del volto rivela l'innesto di una sensibilità apparentemente
eterogenea.
Numerose sono le alterazioni annotate, quale
risultato di remote lesioni, cui si sovrappongono i colpi subiti nell'ultimo scontro. La perdita
dei denti superiori ha ingenerato l'affossamento del labbro corrispondente, mentre
quello inferiore rimane in aggetto orientando il
fiato affannoso a muovere verso l'alto le ciocche dei baffi intrise di sudore. La frattura dell'osso nasale e lo spostamento delle cartilagini
hanno determinato la deformazione del naso.
Oltre al gonfiore sotto l'occhio destro, sono evidenziati gli sfregi alle guance e alla fronte da
cui è grondato il sangue sugli arti del lato destro. Il fratello di Lisippo, Lisistrato, nel giudizio
di Plinio, avrebbe rinunciato all'autonomia dal
modello, alla sublimazione dei tratti fisionomici
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che Lisippo perseguiva: «cominciò a rendere
somiglianti i ritratti, che prima di lui cercavano
di fare quanto più belli possibile» (Naturalis Historia, XXXV, 153); a tal fine l'artefice aveva
perfezionato la tecnica del calco in gesso, traendo impressioni dirette dal vivente. La compenetrazione dell'eventuale intervento di
Lisistrato nella trascendente stanchezza del
vincitore è tale da rendere inscindibile l'attribuzione. La patologia del soggetto, studiata sulla
maschera di gesso, è gestita al di là del particolare penoso in una visione tesa a proporzionare illusivamente le parti, attenta allo scorcio,
alla potenza e insieme allo slancio della statua
collocata su un elevato piedistallo. Si tratta se
mai di un'esecuzione a quattro mani che vede
ancora convivere in un'alta «maniera» le diverse tendenze della scuola, destinate a svilupparsi in una vivace dialettica.
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VILLA GIULIA SOPRINTENDENZA
ARCHEOLOGIA DEL LAZIO E
DELL’ETRURIA MERIDIONALE
APPasseggio con gli Etruschi
la cultura della passeggiata,
la passeggiata della cultura
Sala della Fortuna
Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia
22 aprile 2015, ore 17,00
Mercoledì 22 aprile alle ore 17.00 nella Sala
della Fortuna del Museo Nazionale Etrusco di
Villa Giulia, la Soprintendenza Archeologia del
Lazio e dell’Etruria Meridionale presenterà il
progetto APPasseggio con gli Etruschi, finanziato nel 2013 dalla ex Direzione Generale per
la Valorizzazione del Patrimonio Culturale.
Il progetto nasce dal desiderio di offrire al pubblico una nuova possibilità di fruizione autonoma e innovativa del museo archeologico
sfruttando le potenzialità di tecnologie informatiche, ma anche di collegare suggestivamente
i reperti esposti nel museo con i contesti e i territori di provenienza. Curato dalla ex Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria
meridionale e realizzato in collaborazione con
l'Associazione culturale GoTellgo, il progetto
ha portato alla realizzazione di una serie di itinerari culturali fruibili gratuitamente attraverso
l’applicazione APPasseggio APP per dispositivi
mobili.
Durante la "passeggiata archeologica" l'utente
può, attraverso il proprio dispositivo, godere
del patrimonio archeologico con l'ausilio di risorse digitali (audioguide, narrazioni di storie,
immagini, testi, filmati) che lo aiutano ad approfondire vari aspetti del mondo etrusco e falisco.
Sono stati realizzati 10 itinerari, tre dedicati al
Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia ed in
particolare uno studiato per i bambini, altri
sette ad alcune aeree particolarmente interessanti e suggestive del territorio dell'Etruria meridionale.
Il progetto è stato realizzato con la partecipazione del personale tecnico della Soprintendenza e con la collaborazione dei Comuni di
Civita Castellana e di Sutri, del Parco di Veio e
del Parco naturalistico della Valle del Treja.
La presentazione illustrerà l’applicazione e gli
itinerari realizzati e avverrà alla presenza del
Direttore Generale Musei Arch. Ugo Soragni.
Maggiori informazioni sono reperibili sul sito
www.appasseggio.it
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BAROCCO A ROMA.
LA MERAVIGLIA
DELLE ARTI
entrare così in alcuni tra i principali luoghi barocchi della città solitamente preclusi al pubblico. Una vera e propria esperienza
sensoriale, quindi, che si compie appieno nella
«meraviglia delle arti».
In occasione della mostra saranno infatti eccezionalmente aperte, in alcuni giorni della settimana, la chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza,
capolavoro architettonico di Francesco Borromini e la Sala Alessandrina presso il Complesso di Sant'Ivo, dove sarà allestita una
mostra documentaria dedicata all'importante
sito borrominiano dal titolo La fabbrica della
Sapienza. L'università al tempo di Borromini.
Fondazione Roma Museo - Palazzo Cipolla. Roma, 1 aprile - 26 luglio 2015
Dal 1 aprile al 26 luglio 2015 Fondazione
Roma Museo-Palazzo Cipolla presenta una
ambiziosa operazione culturale che ha il suo
principale centro propulsore nella mostra Barocco a Roma. La meraviglia delle arti.
La mostra presenta al pubblico quasi 200
opere - tra dipinti, sculture, disegni, medaglie
e oggetti - dislocate e contestualizzate in uno
spazio visivo ispirato alle inquiete architetture
del Borromini; una cornice di grande suggestione, che rispecchia la tradizionale cura del
Museo per gli allestimenti.
La rassegna vanta importanti prestiti concessi
dai più autorevoli musei del mondo, tra cui:
Musée du Louvre e Mobilier National et des
manufactures des Gobelins di Parigi, Museo
Statale Ermitage di San Pietroburgo, Kunsthistorisches Museum e Albertina Museum di
Vienna, Museo Nacional del Prado di Madrid,
Staatliche Museen di Berlino, Victoria & Albert
Museum di Londra, Musei Vaticani, oltre ai
principali istituti museali italiani (Galleria Nazionale di Arte Antica in Palazzo Barberini, Galleria Nazionale di Arte Antica in Palazzo Corsini,
Galleria Borghese, Galleria Spada, Musei Capitolini, Palazzo Chigi in Ariccia, Galleria degli
Uffizi, Museo Nazionale del Bargello, Museo
Nazionale di Capodimonte).
Simon Vouet, San Sebastiano curato dalle
pie donne, 1622, olio su tela, Roma, Collezione Mario Condorelli
Gli eventi satellite
La mostra Barocco a Roma. La meraviglia
delle arti è la chiave che apre l'«invisibile»,
poiché offre al visitatore la possibilità, davvero
unica, di proseguire il percorso tradizionale ed
Angelo Caroselli, Madonna con Bambino e gli Arcangeli Michele e Raffaele, olio su tavola, 111,5x73, 1630
ca., Collezione Fondazione Roma, Roma
Merita una particolare menzione l'itinerario
esclusivo pensato all'interno dei Musei Vaticani, del Palazzo Apostolico, della Basilica
di San Pietro e la visita alla Scala Regia, anch'essa preclusa al pubblico, per raggiungere
il Baldacchino, l'altare della Cattedra e il monumento funebre a Urbano VIII.
In aggiunta, alcuni itinerari barocchi, appositamente studiati, permetteranno di percorrere gli
spazi dei Musei Capitolini, della Galleria Nazionale di Arte Antica in Palazzo Barberini e
delle gallerie Doria Pamphilj (in cui si segnala
tra l'altro il celebre busto di Innocenzo X realizzato da Bernini) e Colonna (con i paesaggi
di Gaspard Dughet). In via eccezionale, e solo
per la durata della mostra, il visitatore potrà accedere ad alcuni luoghi preclusi alla fruizione:
la Cappella dei Re Magi (opera del Borromini
e teatro della sfida con il suo storico rivale Bernini) e l'esclusiva «Sala Borromini», nell'Oratorio dei Filippini.
Completano questa rosa di eventi due appuntamenti espositivi presso il Museo di RomaPalazzo Braschi, con Feste barocche e
Palazzo Chigi in Ariccia con Ritratto e Figura
da Rubens a Giaquinto.
La mostra, con gli eventi satellite che da essa
si dipanano, è un appuntamento imperdibile
per chiunque voglia scoprire o ri-scoprire
l'esperienza estetica e le multiformi sensazioni
emanate dal «palcoscenico» barocco di quello
che è definito il «gran teatro» del mondo, in
una sola parola, Roma.
Barocco a Roma. La meraviglia delle arti
Roma, Fondazione Roma Museo - Palazzo Cipolla (via del Corso, 320)
1 aprile - 26 luglio 2015
Orari: lunedì ore 15.00 > 20.00
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dal martedì al giovedì e domenica ore 10.00 > 20.00; venerdì e sabato
10.00 > 21.30
Informazioni e prenotazioni
T. 06 22761260
www.mostrabaroccoroma.it
www.fondazioneromamuseo.it
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CONFERENZA
Galleria Nazionale d'Arte Antica in Palazzo Corsini
Via della Lungara, 10 - Roma
4 maggio 2015 – ore 17
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- Aprile 2015
Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Corsini
Via della Lungara 10, Roma
tel. 39 06 68802323
e-mail: [email protected]
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BENI CULTURALI ECCLESIASTICI
E COMUNICAZIONE
Un umanesimo digitale possibile?
12-13 maggio 2015
Roma, Centro congressi “Aurelia”
via Aurelia 796
Daniela Porro,
Direttore del Segretariato Regionale del Lazio
Giorgio Leone,
direttore della Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Corsini
sono lieti di invitare il pubblico all’incontro
Il San Sebastiano di Mattia Preti:
questioni di tecnica e conservazione
In occasione dell’esposizione Il San Sebastiano di Mattia Preti da Taverna a Roma, realizzata in collaborazione con il Museo Civico di Taverna, diretto dal prof. Giuseppe Valentino, e che ha portato alla Galleria
Corsini il celebre quadro proveniente dalla chiesa di San Domenico di
Taverna, si terrà un incontro dedicato al capolavoro pretiano, alla sua
storia materiale e conservativa e alle novità emerse negli ultimi anni sul
modo di dipingere dell’artista calabrese. Sarà quindi un momento di confronto e di approfondimento.
La continua evoluzione della comunicazione determinata dalle moderne
tecnologie, sta comportando una vera e propria rivoluzione culturale. Il
web è divenuto ormai un luogo di incontro per milioni di utenti che lo frequentano regolarmente. Il partecipare in modo attivo a questa particolare realtà, richiede alla comunità cristiana lo sforzo di dare un senso
compiuto alla sua presenza. Senso che renda evidente la bellezza donata che siamo chiamati a trasmettere e che ci inserisce a pieno titolo
nel cosiddetto “umanesimo digitale”. Nelle diocesi italiane e in molti istituti culturali ecclesiastici, dalla “prima ora” dell’era digitale, numerosi
operatori sono impegnati in un’imponente e corale opera di catalogazione e riordino del patrimonio culturale che sta portando a dei risultati
impensati e straordinari. Questa Giornata Nazionale vuole essere l’occasione per riflettere insieme sulle prospettive aperte da tale impegno.
Saranno presenti
Giorgio Leone, che presenterà la storia e le vicende del San Sebastiano di Taverna;
Alessandro Cosma, che parlerà del Santo e del suo martirio;
Caterina Bagnato, responsabile del Poliaboratorio di Restauro, Conservazione e Ricerca Mattia Preti di Taverna, che affronterà le complesse vicende conservative del dipinto e un’analisi della tecnica del
maestro con riferimenti ai principi emersi dalla ventennale attività del
presidio di Taverna;
Matteo Rossi Doria, restauratore conservatore della CBC, Conservazione dei Beni Culturali di Roma, invece, tratterà le problematiche, in
un ottica di prospettive e soluzioni, legate alla conservazione preventiva
relativa ai dipinti di Mattia Preti e Caravaggio.
Per informazioni:
MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015
9.30 - Caffè di benvenuto e registrazione dei partecipanti
10.45 - introduzione di don Bassiano Uggè (moderatore) Sottosegretario della CEI
11.00 - saluti
S.E. Mons. Nunzio Galantino, Segretario Generale della CEI
arch. Antonia Pasqua Recchia, Segretario Generale del Mibact
11.15 - Beni culturali ecclesiastici nel web (BeWeB): Lineamenti di un
impegno condiviso
Mons. Stefano Russo
Direttore dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici della CEI
Paul Gabriele Weston
Università degli studi di Pavia, Referente scientifico progetti archivi e biblioteche CEI
12.00 - Rapporto CEI-Mibact: aggiornamenti
Beni culturali ed emergenza: protocollo attuativo della direttiva Mibact
del 12 dicembre 2013 e circolare operativa
Prefetto Fabio Carapezza Guttuso
Coordinatore dell’Unità di crisi-coordinamento nazionale del Mibact
Linee Guida per la tutela dei beni culturali ecclesiastici
Ten. Col. Roberto Colasanti
Capo Ufficio del Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio
Culturale
Convenzione tra l’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e
l’Istituto Centrale per gli archivi circa il dialogo BeWeb e il Servizio Ar-
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chivistico Nazionale
Dott.ssa Marina Giannetto
Direttore dell’Istituto Centrale per gli Archivi del
Mibact
13.00 pranzo
14.30 - introduzione di mons. Paolo Sartor
(moderatore) Direttore Ufficio Catechistico Nazionale della CEI
14.40 - I beni culturali ecclesiastici e la comunicazione in rete. Un umanesimo digitale possibile?
Prof. Pier Cesare Rivoltella
Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
15.30 - I beni culturali ecclesiastici e la comunicazione in rete. Quali orientamenti alla luce
dell’evoluzione dei servizi?
Prof. Gino Roncaglia
Università degli studi della Tuscia di Viterbo
16.15 pausa caffè
16.45 - Fruizione e gestione delle banche dati
nel web: Il profilo giuridico
Prof. Benedetto Ponti
Università degli studi di Perugia
17.30 confronto
18.00 conclusione dei lavori
MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015
8.45 - Introduzione di don Daniele Saottini
(moderatore)
Responsabile del Servizio Nazionale per l’insegnamento della religione Cattolica della CEI
9.00 - La Chiesa e la valorizzazione dei beni
culturali ecclesiastici
Prof. Antonio Paolucci
Direttore dei Musei Vaticani
9.45 - Un portale condiviso in continua costruzione. BeWeB oggi
Dott. Federico Parrella
Centro Servizi per i beni culturali
10.30 pausa caffè
11.00 - App di fruizione dei beni culturali ecclesiastici: le Cattedrali d’Italia e la sperimentazione in corso (Bergamo, Catania, Firenze);
l’anagrafe degli istituti culturali ecclesiastici
Interventi coordinati dall’Ufficio Nazionale
11.45 - Contributi 8x1000 e indicazioni per le
nuove richieste
Mons. Stefano Russo
Direttore dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici della CEI
13.00 pranzo
Informazioni:
Conferenza episcolape italiana
Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici - Via Aurelia 468 - 00165 ROMA
unbc@chiesa cattolica.it
* * *
braccio, come a richiamare il versetto biblico,
a cui fa riferimento lo spartito musicale.
• Gesù Bambino dormiente sulle ginocchia
della Madonna; entrambi sono raffigurati in
maniera idealizzata e la bellezza dei loro tratti
contrasta con la resa naturalistica di san Giuseppe.
Inoltre, nella scena sono presenti alcuni detta-
e veneta.
• La scena è permeata dalla pace e dalla serenità di un meritato riposo, pienamente intuibili grazie alla scelta dei colori caldi.
• Nella trattazione del paesaggio sullo sfondo
e nelle tonalità luminose, sono ancora evidenti
la formazione lombarda e il retaggio veneto del
pittore. Infatti, una delle caratteristiche di Ca-
gli, resi con grande cura, spesso di valore simbolico, come:
• note sullo spartito, in mano a san Giuseppe,
non sono tracciate in modo casuale, ma seguono una vera partitura musicale. Si tratta,
com’è stato chiarito recentemente da alcuni
ravaggio era, secondo i biografi contemporanei, il dipingere con l'esempio davanti del
naturale, cioè servendosi di un modello. La critica moderna ha trovato una conferma a questa testimonianza, nel ravvisare la presenza
ricorrente di alcune figure nei dipinti di questi
anni:
• per la Madonna sembra, infatti, che il pittore
abbia usato la stessa modella che posò per la
Santa Maria Maddalena penitente esposta
sempre alla Galleria Doria Pamphilj;
• nel profilo delicato dell'angelo si può riconoscere lo stesso giovane che prestò i lineamenti
all'ingenuo giocatore truffato dai “Bari” (1594)
nel dipinto conservato presso il Kimbell Art Museum di Forth Worth (USA).
• Il dipinto può essere considerato, tenendo
presenti i valori tematici e stilistici, una delle
prime dichiarazioni antimanieriste nei confronti
della magniloquenza religiosa della pittura
sacra romana di quel periodo.
1595-1596 (Roma) - Galleria Doria Panphilj
DATA NEWS
Commento critico iconografico
al dipinto di Michelangelo Merisi
da Caravaggio “Il riposo durante
la fuga in Egitto”
di Raoul Bianchini
Nella scena del Riposo durante la fuga in
Egitto ambientata nel paesaggio naturale,
compaiono: San Giuseppe rappresentato in
modo molto realistico, anziano ed affaticato,
veglia reggendo uno spartito musicale all'angelo: è chiara la sua funzione di custode di
Maria e di Gesù Bambino.
• Angelo musicante, in piedi, è intento a suonare il violino, posto di spalle, permette di riconoscere lo spartito, chiave di lettura di tutta
l’opera; la sua raffigurazione sotto forma di un
giovane alato deriva dall'iconografia classica.
• Maria addormentata, stremata dalla fatica del
viaggio, coccola dolcemente Gesù Bambino
dormiente sulle sue ginocchia. La Madre è
resa simile alla sposa descritta nel Cantico dei
Cantici e i suoi capelli tendenti al rosso corrispondono a la chioma del tuo capo è come la
porpora, un re è stato preso dalle tue trecce, il
colore del sangue salvifico del Redentore. È
presentata abbandonata nel sonno e nell’ab-
musicologi, di un mottetto scritto dal compositore fiammingo Noël Bauldewijn (1480 ca. –
1529), basato su alcuni versetti del Cantico dei
Cantici, dove gli sposi sono identificati con san
Giuseppe e Maria, ed il cui testo recita: Io dormivo, ma il mio cuore vegliava. (chiaro riferimento al sonno della Madonna): questo inizia
con "Quam pulchra es" (in italiano, Come sei
bella).
• pietre e la terra brulla, alla destra dell’angelo
sono un’allusione simbolica all’Antico Testamento.
• pianta di tasso barbasso, ai piedi della Vergine, è un richiamo forse alla radice di Jesse e
simbolo della Terra promessa.
• fiasco otturato da uno straccio, nell'angolo a
sinistra, con parte del cordame scollato, traccia
notevole della vocazione del pittore alla natura
morta, ovvero alla rappresentazione vivida ed
efficace degli oggetti inanimati, che dimostrano
l'assimilazione della cultura pittorica lombarda
Notizie storico-critiche
Il Riposo durante la fuga in Egitto è il primo
dipinto a tema sacro e di grande formato realizzato dal giovane Caravaggio. Il pittore era
giunto a Roma alla fine del XVI secolo, dove
aveva esordito con opere di piccole dimensioni
a tema profano ed allegorico.
Secondo alcune fonti storiche, l’opera venne
eseguita per mons. Fantino Petrignani (1539 –
1600), che dopo aver lasciato la cattedra di
Cosenza, risiedeva nella Parrocchia di San
Salvatore al Lauro a Roma e presso di lui Caravaggio aveva una stanza dopo che, all’inizio
del 1594, era uscito dalla bottega del Cavalier
d’Arpino.
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La “Festa delle Arti”
all’Accademia Nazionale di
San Luca.
Presentati gli “Scritti in onore di
Marcello Fagiolo per
cinquant'anni di studi”(Ed. Gangemi).
di Luisa Chiumenti
"L'Accademia Nazionale di San Luca, con “La Festa delle Arti”, ha dedicato recentemente una giornata di studio all’attività scientifica di Marcello Fagiolo presentando una prestigiosa pubblicazione, edita da
Gangemi, dal titolo “Scritti in onore di Marcello Fagiolo per cinquant'anni
di studi”, curata da Vincenzo Cazzato, Mario Bevilacqua, Sebastiano
Roberto. Ha introdotto e coordinato l’incontro il segretario generale
dell’Accademia Nazionale di San Luca Francesco Moschini e sono intervenuti: Marco Dezzi Bardeschi, Paolo Portoghesi, Franco Purini
e Vittorio Sgarbi, con un intervento finale dello stesso Fagiolo. Dai diversi interventi è stata egregiamente messa in luce la forza scientifica,
culturale ed umana del professor Marcello Fagiolo. Gli allievi che hanno
conosciuto Marcello Fagiolo hanno avuto modo di apprezzare il “Maestro affettuoso, l'amico e confidente sincero, disponibile e sempre pronto
ad ascoltare e a elargire consigli, a incoraggiare lo studio e la ricerca,
incanalando entusiasmi e ingenuità”.
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dalla pubblicazione del primo suo libro Funzioni, simboli e valori della
Reggia di Caserta (1963). Marcello Fagiolo è stato un esempio di passione per la scrittura e di amore per il libro, seguito con trepidazione nel
suo farsi, fino all'esito finale; un metodo di lavoro che ha applicato anche
nella organizzazione di importanti mostre, di grandi e innovativi progetti
di ricerca, di convegni internazionali e di corsi di alta cultura. I due tomi
a lui dedicati sono stati ripartiti nei temi a lui cari, mentre il titolo, La
Festa delle Arti, riprende quello di una sua recente conferenza.
Questi i capitoli della prestigiosa pubblicazione:
I.OUVERTURE / II. ARCHETIPOLOGIE, GEOMETRIE E MERAVIGLIE /
III. CITTÀ E PAESAGGI / IV. LA “FORMA URBIS”: IDEOLOGIA E RAPPRESENTAZIONE / V. UMANESIMO E RINASCIMENTO / VI. LA CULTURA DELL'ANTICO / VII. IL “GRAN TEATRO” DEL BAROCCO: I TEMI
E I PROTAGONISTI / VIII. ROMA DAL SEICENTO ALL'ECLISSE DEL
BAROCCO: LA CITTÀ E LE ARTI / IX. CENTRI E PERIFERIE DEL BAROCCO IN ITALIA / X. MIGRAZIONI DI IDEE FRA ITALIA, EUROPA E
NUOVO MONDO / XI. DALL'ILLUMINISMO ALLE UTOPIE DEL NOVECENTO / XII. IL TEATRO DELLA NATURA E L'UNIVERSO ARTIFICIALE
DEL GIARDINO / XIII. IL BANCHETTO DEGLI ELEMENTI E LE ARTI
DELLA FESTA / XIV. ESOTERISMO E ARCHITETTURA / XV. LA CONOSCENZA, IL RILIEVO, IL RESTAURO / XVI. FINALE Ricordiamo come lo scopo dell’Accademia Nazionale di San Luca sia
stato, fin dal suo sorgere, sia quello di promuovere le arti e l’architettura,
di onorare il merito di artisti e studiosi, eleggendoli nel Corpo accademico, di adoperarsi per la valorizzazione e la promozione delle arti e
dell’architettura italiane." [Statuto 2005, art.1]. Non a caso il simbolo assunto dall’Accademia (il cui primo Statuto, risalente a Federico Zuccari,
risale al 1593), è stata l’immagine di San Luca evangelista, pittore e protettore degli artisti. Ed eco poi che, dal 1705, l'Accademia assunse come
proprio emblema un triangolo equilatero, costituito da pennello, stecca
e compasso, per esprimere la pari dignità ed unità delle tre arti: pittura,
scultura ed architettura, sotto l'egida del disegno, come ribadito dal
motto oraziano "aequa potestas" che lo accompagna. Nei secoli l'emblema accademico, pur sostanzialmente invariato, assume forme diverse fino alla trasformazione, nel 1934, con l'adozione di un
medaglione con l'immagine di San Luca che dipinge, ancora oggi simbolo dell'istituzione accademica al pari del triangolo equilatero.
Il corpo accademico è articolato secondo le tre classi di pittura, scultura
ed architettura ed è costituito complessivamente da novanta Accademici
Nazionali, trenta Accademici Stranieri, trentasei Accademici Cultori, ventiquattro Accademici Benemeriti.
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GIOACCHINO ERSOCH (1815 – 1902).
UN ARCHITETTO PER ROMA CAPITALE
Una mostra per celebrare il bicentenario della nascita dell’architetto
che, con la lunga ed eclettica attività professionale, rispose
creativamente alle esigenze di una città in evoluzione, spaziando
dall’architettura civile a quella funzionale
Gioacchino Ersoch. Architetto, urbanista, inventore. È a lui – in occasione del bicentenario della nascita - che sarà dedicata la mostra “Gioacchino Ersoch (1815 – 1902). Un architetto per Roma Capitale”
ospitata al Museo di Roma Palazzo Braschi dal 16 maggio al 20 settembre 2015.
Nella sua capacità di coinvolgere tutti coloro che hanno modo di lavorare
o studiare con Marcello, egli sa in particolare trasmettere ai giovani non
solo la ma anche “l'onestà nella ricerca, la curiosità, l'esortazione a non
accontentarsi di risultati facili, il coraggio di essere audaci anche in assenza di certezze”. In tal modo Marcello continua pur sempre a dimostrare come sia fondamentale “il rispetto del lavoro di ognuno, il
confronto di idee e metodi diversi” insegnando fra l’altro come il “grande
libro dell'architettura” sia “immagine e compendio del “grande libro del
mondo”. Estremamente forte il senso che Fagiolo comunica, di quanto
sia sempre “affascinante instaurare relazioni con contesti diversi a volte
lontani nel tempo e nello spazio, evidenziando non tanto differenze e
punti di rottura quanto continuità e analogie; che non basta saper vedere
l'architettura ma è necessario saperla anche leggere, senza costringerla
entro confini disciplinari netti; un'architettura fatta di simboli e di allegorie, di ordine e dis-ordine, di effimero ed eterno, di caos e di armonia
delle sfere. Molti lo hanno seguito nell'intrepida costruzione di “Atlanti”
di saperi”.
L'idea di coinvolgere in un'avventura editoriale un gruppo di circa 200
amici è nata in occasione del settantesimo compleanno di Marcello Fagiolo, ma già allora si stava approssimando una data ben più importante
di quella anagrafica: i cinquant'anni di studi, che sono in effetti intercorsi
In esposizione una serie di progetti e disegni dell’architetto romano di
origini svizzere, in parte inediti, accompagnati da dipinti e fotografie
d’epoca, per raccontare un periodo della storia di Roma e dell’amministrazione capitolina poco noto e far conoscere meglio la sua figura di
professionista al servizio del Comune dal 1848 al 1889. Sono anni di
importanti cambiamenti per la città, soprattutto nei primi decenni dopo
il 1870, quando Roma, designata a capitale d’Italia, è protagonista di
grandi trasformazioni, oltre che nel campo politico e sociale, in quello
dello sviluppo urbanistico e architettonico. Ersoch, responsabile dell’Ufficio municipale di edilizia pubblica, impresse una decisa svolta alla sua
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personale progettualità e a quella del suo staff,
indirizzandola verso un’architettura pubblica
più adatta al nuovo ruolo di Roma studiando,
nel contempo, adeguate tipologie di arredo
monumentale e celebrativo.
““Gioacchino Ersoch (1815 – 1902). Un architetto per Roma Capitale” è promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo –
Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in
collaborazione con l’Archivio Storico Capitolino, con la cura scientifica di Alessandro Cremona, Claudio Crescentini e Laura
Francescangeli. L’organizzazione è di Zètema
Progetto Cultura. Un evento articolato che
segue l’uscita della collana di studi e ricerche
Romarchitettonica curata dalla Sovrintendenza, della prima monografia su Ersoch,
dove sono documentati gran parte dei progetti
e degli interventi studiati per rispondere alle
esigenze della città nel delicato passaggio da
capitale dello Stato Pontificio a capitale d’Italia.
L’esposizione affronta diverse linee tematiche
che illustrano il lavoro dell’architetto. Le opere
e i documenti presentati, provenienti dalle collezioni del Museo di Roma, dall’Archivio Storico Capitolino e dall’Archivio Gianfranco
Ersoch, tratteggiano la carriera, le idee e la
pratica dell’architetto, anche attraverso l’esposizione di alcuni dei suoi strumenti di lavoro. Si
propongono quindi alcuni studi di dettagli di
“ornato”, dai quali emerge la versatilità del progettista in grado di lavorare a tutto campo, immediatamente confrontabili con ideazioni più
grandiose, come i piani per la trasformazione
dei palazzi capitolini o per i monumenti celebrativi, tra questi ultimi un monumento a Vittorio Emanuele II mai realizzato. A questi progetti
sono affiancati quelli per l’arredo della pubblica
passeggiata del Pincio (i cui esiti caratteristici
sono brillantemente raffigurati in alcuni dipinti
dell’epoca), e quelli per gli interventi urbanistici
ed edilizi di scala maggiore. Tra questi molti
impianti “funzionali” per la vita cittadina, come
scuole, mercati e cimiteri, ma soprattutto il Mattatoio a Testaccio, grande opera e suo capolavoro indiscusso, modello di efficienza e
razionalità funzionale.
La mostra vuole dunque rendere noto un lavoro complesso e articolato, nel quale hanno
trovato posto anche le realizzazioni effimere
tanto in voga a Roma nell’Ottocento: gli allestimenti celebrativi per l’accoglienza delle personalità di Stato, i “catafalchi”, eretti in occasione
delle cerimonie funebri, e le complesse macchine pirotecniche per onorare degnamente le
nuove ricorrenze nazionali, come la “Festa
dello Statuto” istituita nel 1861 per celebrare,
nella prima domenica di giugno, l’Unità d’Italia.
Per l’intera durata della mostra, l’Archivio Storico Capitolino ospiterà una selezione di carte
e disegni progettuali lì conservati che costituiscono un approfondimento sull’opera e il percorso professionale di Ersoch.
Le immagini possono essere scaricate dal seguente link
https://drive.google.com/folderview?id=0BxHr
E3xgnc5_UnNjekhJRUQtNmM&usp=sharing
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potrà visitare la Galleria Nazionale di Cosenza
ed ammirare i suoi tanti capolavori, da Mattia
Preti a Luca Giordano a Pietro Negroni, i dipinti
della prestigiosa Collezione Banca Carime e la
ricca sezione dedicata all’arte contemporanea
con la raccolta grafica di Umberto Boccioni e
le opere provenienti dalla Collezione Bilotti.
Polo Museale della Calabria
La notte europea dei
musei
Galleria Nazionale di Cosenza
Cosenza - Palazzo Arnone
Sabato 16 maggio 2015 – ore 20.00/24.00
Polo Museale della Calabria
La notte europea dei musei
Galleria Nazionale di Cosenza
Cosenza - Palazzo Arnone
Sabato 16 maggio 2015 – ore 20.00/24.00
Coordinamento: Salvatore Patamia
Ufficio stampa: Silvio Rubens Vivone – Patrizia
Carravetta
Tel.: 0984 795639 fax 0984 71246
Sabato 16 maggio 2015, il Polo Museale della
Calabria partecipa a La notte europea dei
musei con l’apertura straordinaria, dalle ore
20.00 alle ore 24.00, della Galleria Nazionale
di Cosenza, con sede a Palazzo Arnone in Cosenza.
Il programma prevede una mostra d’arte contemporanea collettiva (artisti: Giuseppe Barilaro, Francesco Barilaro, Antonio Schipani,
Francesco Gabriele, Tyron Pironaci, Gianluigi Ferrari e Raffaele Colao); una performance musicale di Sasà Calabrese e Manolito
Cortese e In pieno nel mondo, rappresentazione teatrale tratta da Immagini di una vita di
Palma Bucarelli dell’Associazione Mediterranea Teatro. Gli eventi sono a cura dell’Associazione culturale CO RE.
Nel corso de La notte europea dei musei si
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continua da pag. 2
News...dal MiBACT
al 14 agosto 2015 la conclusione della selezione per i direttori
“manager” dei 20 musei top italiani.
Lo prevede un decreto della direzione generale organizzazione
del Mibact, in considerazione dell’elevato numero di candidature
presentate nell’ambito della selezione pubblica e della rilevanza
internazionale dell’evento. Le domande, infatti, sono oltre 1.200.
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IL MIBACT REGALA 17 ‘GIOIELLI ITALIANI’
CON EXPO
I possessori del biglietto Expo avranno diritto
all’ingresso gratuito nei diciassette ‘gioielli’
del MiBACT dal 1°Maggio al 31 Ottobre 2015
Diciassette tra musei e aree archeologiche di eccezionale valore sono i “Gioielli Italiani” che il MiBACT ha deciso di promuovere nell’ambito dell’iniziativa che prevede l’ingresso gratuito
per i possessori del biglietto Expo o di una delle card Expo
2015, dal 1° maggio al 31 ottobre, nei luoghi prescelti.
Un’occasione unica per scoprire lo straordinario patrimonio di
arte, cultura e bellezza che l’Italia offre, da Nord a Sud, anche
al di fuori dei classici circuiti turistici.
Per contatti e ulteriori informazioni consultare il sito del MiBACT
all’indirizzo:
http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/visualizza_asset.html_1157818328.html
Castello Ducale di Agliè, in provincia di Torino
Oltre 300 ambienti riccamente arredati con mobili e dipinti,
come la grande sala da ballo decorata con affreschi del Seicento che rappresentano i "Fasti di re Arduino", il salone d'ingresso ornato di stucchi settecenteschi del Bolina e la cappella
di S. Massimo con la volta affrescata e stucchi ed ori del XVII e
XVIII secolo. Annesso al castello è il grande parco con giardini
all'italiana e all'inglese. All'ingresso si trova una fontana settecentesca che simboleggia la "Dora Baltea che si getta nel Po"
opera di Ignazio e Filippo Collino.
Polo Nazionale della Preistoria e Protostoria – MUPRE di
Capo di Ponte in provincia di Brescia
Inaugurato nel 2014, integra, con l’esposizione dei reperti, il patrimonio di immagini incise sulle rocce e ricompone, in un insieme inscindibile, l’espressione identitaria della Valle
Camonica. Il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri fu istituito
nel 1955, primo parco archeologico italiano, per la tutela e la
valorizzazione di uno dei più importanti complessi di rocce con
incisioni preistoriche e protostoriche della Valle Camonica.
Galleria Nazionale di Palazzo Spinola a Genova
Per volere dei donatori il museo, ceduto allo stato nel 1958,
mantiene la sua natura di dimora aristocratica, costruita dalla
famiglia Grimaldi alla fine del Cinquecento. Conserva, oltre agli
arredi originali, le opere di Anton van Dyck, Grechetto, Luca
Giordano, Guido Reni, Rubens, Orazio Gentileschi, Antonello
da Messina.
Museo Nazionale di Palazzo Grimani a Venezia
L’architettura fonde elementi tosco-romani con l’ambiente veneziano. Le decorazioni pittoriche sono realizzate da importanti
artisti di formazione centro-italiana: Giovanni da Udine, Francesco e Giuseppe Salviati, Camillo Mantovano e Federico Zuccari. Il restauro ha consentito l’apertura di un vero e proprio
“museo di se stesso”, con poche, selezionatissime opere,
esemplificative del gusto collezionistico cinquecentesco.
Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli in provincia di Udine
Fondato nel 1817, il Museo ha sede dal 1990 nel cinquecentesco Palazzo dei Provveditori Veneti. La collezione del Museo
racconta la storia della città, dal municipio di età romana fino al
periodo della dominazione veneziana. Le tappe sono scandite
dagli splendidi mosaici provenienti dalle domus, dalle lettere
scolpite nelle iscrizioni pubbliche e dalle sculture provenienti
dalle chiese e dai palazzi della Cividale medievale. Il piano nobile ospita la ricchissima sezione longobarda, una mirabile sequenza di oggetti provenienti dalle necropoli di Cividale e del
suo ducato, che racconta il fascino e la particolarità della cultura
dei longobardi e tramanda l’importanza del loro contributo nella
formazione dell’Italia medievale.
Teatro Farnese di Parma
Al primo piano del Palazzo della Pilotta un portone monumentale in legno dipinto, sormontato da una corona ducale, ci conduce al Teatro Farnese: un ambiente spettacolare che conserva
ancor oggi il ricordo della fastosa vita di corte dei Duchi Farnese. Quasi del tutto distrutto dalle bombe del 1944 e ricostruito
in epoca moderna, oggi il teatro ci restituisce una delle più straordinarie architetture teatrali del Seicento.
Museo Nazionale San Matteo di Pisa
La storia del Museo prende il via dalla cultura di recupero antiquario viva in Pisa sin dal Settecento, che si identifica con il
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primo nucleo di dipinti di “primitivi” raccolti dal canonico del
Duomo Sebastiano Zucchetti (1796). La collezione lasciata in
uso per la Scuola di Disegno, si accresce nel secolo successivo
di altre opere pittoriche e scultoree, recuperate anche attraverso
le acquisizioni al demanio effettuate in epoca napoleonica e
post-unitaria, con la graduale confluenza nella locale Accademia di Belle Arti. Solo nel 1893 Iginio Benvenuto Supino allestisce presso il convento di San Francesco il nuovo prestigioso
Museo Civico, di cui redige anche un prezioso catalogo. Nel
1949 nasce infine il nuovo Museo Nazionale, che accoglie le
raccolte dell’ex Museo Civico con gli ulteriori incrementi e si insedia nel restaurato convento di San Matteo in Soarta.
1957, a seguito di lavori di ristrutturazione ed al trasferimento
delle raccolte d'arte medievale e moderna precedentemente
esposte nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Le collezioni comprendono circa 20.00 oggetti. La raccolta di dipinti,
sculture, disegni e preziosità artistiche occupa 23 sale, in successione cronologica, organizzate per scuole. Oltre all’arte antica, il Museo ospita anche una collezione d’Arte
Contemporanea, costituitasi a partire dal 1978, quando Alberto
Burri, a seguito di una sua personale lasciò una sua opera, il
Grande Cretto nero. Altri artisti presenti in collezione: Warhol,
Kounellis, Paladino, Pistoletto, Buren, Kosuth.
il Museo Nazionale del Ducato di Spoleto
Sito all’interno della Rocca Albornoziana di Spoleto, il museo è
stato inaugurato nel 2007 in seguito al totale restauro degli ambienti interni della fortezza. Le opere ed i materiali, esposti secondo un principio cronologico, testimoniano la vitalità artistica
e l’unità culturale del vasto territorio conosciuto per secoli col
nome di Ducato di Spoleto, in un periodo storico compreso tra
il IV e il XV secolo d.C. Reperti datati al IV-V secolo d.C., provenienti da aree funerarie e da edifici di culto, testimoniano lo
sviluppo delle prime comunità cristiane del territorio e, in particolare, del fenomeno del monachesimo, diffuso in tutta la montagna spoletina. Le preziose opere del periodo altomedievale
illustrano la rilevanza politica e culturale che Spoleto assunse
quale capitale di uno dei più importanti ducati longobardi della
penisola italiana.
MARTA – Museo Archeologico Nazionale di Taranto
Istituito nel 1887, il Museo occupa fin dalle origini l'ex Convento
dei Frati Alcantarini. A partire dal 1998 sono iniziati i lavori di ristrutturazione che hanno portato alla parziale riapertura al pubblico del Museo, avvenuta nel 2007. Dal 2013 sono state
riaperte al pubblico le nuove sezioni espositive del Museo dedicate alla città romana, alla città tardoantica ed altomedievale
fino alla rifondazione bizantina dell’XI secolo d.C. Nelle vetrine
risaltano le bellissime oreficerie, arricchite da paste vitree e pietre colorate, le terrecotte policrome ancora di tradizione greca,
ossi, avori, e soprattutto vetri colorati importati. La sezione dedicata alla città dal tardoantico all’età bizantina offre una vasta
documentazione dei pavimenti musivi dell’edilizia pubblica e privata, con motivi geometrici e figurati policromi. La sezione dedicata alla storia del Museo è stata completamente rinnovata,
con l’esposizione di acquisti e donazioni pervenute al Museo
dalla fine dell’Ottocento ad oggi.
Museo Archeologico Nazionale delle Marche di Ancona
Il Museo è una sintesi della conoscenza storico-archeologica
del territorio marchigiano, dalla più antica Preistoria fino alla romanizzazione, documentata attraverso reperti provenienti
esclusivamente da scavi. Per quanto concerne la Civiltà picena,
in particolare, il museo conserva la più ricca e prestigiosa raccolta esistente.
Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma
Il più rappresentativo Museo Etrusco, ricco di testimonianze provenienti dall’Etruria Meridionale. Famosi nel mondo, il Sarcofago degli Sposi da Cerveteri (VI a.C.), la statua di Apollo in
terracotta da Veio (VI sec. a.C.), l’altorilievo e le lamine d’oro in
lingua etrusca e fenicia da Pyrgi (V sec. a.C.), l’Apollo dello Scasato da Falerii (IV sec. a.C.), il Centauro in nenfro da Vulci (sec.
VI a.C.), i complessi orientalizzanti da Palestrina (sec. VII a.C.).
Museo Archeologico della Basilicata “Dinu Adamesteanu”
a Potenza
Il Museo, ospitato nella prestigiosa sede di Palazzo Loffredo,
presenta al pubblico i risultati delle importanti ricerche condotte
nella Basilicata centrosettentrionale e, al tempo stesso, costituisce la vetrina della complessa realtà archeologica di una regione che è stata luogo privilegiato dell’incontro tra genti di
stirpe e di cultura diversa. Particolare attenzione è riservata ai
ritrovamenti di Vaglio, da cui provengono ricchi corredi funerari,
databili tra la fine del VI e la metà del V secolo a.C., con raffinate
armature e preziosi gioielli. Dal santuario di Rossano di Vaglio
provengono gli ex-voto più preziosi, esposti nel Museo con un
allestimento particolarmente suggestivo. In corso due mostre:
"Invito a casa del principe. Archeologia a Tito. Torre di Satriano",
"Dinu Adamesteanu. L'uomo e l'archeologo. Dalla Dobrugia sul
Mar Nero alla Siritide sullo Ionio".
Museo archeologico nazionale d'Abruzzo - Villa Frigerj di
Chieti
Il museo ospitato nella ottocentesca dimora in stile neoclassico
lombardo del barone Ferrante Frigerj presenta un allestimento
completamente rinnovato secondo sistemi etnico-territoriali, evidenziando in tal modo la segmentazione di gruppi etnici a partire dalle fasi iniziali dell’Età del Ferro fino all’Alto Medio Evo.
La lettura e la comprensione della storia di questi popoli viene
proposta attraverso le peculiarità del territorio di appartenenza
e delle sue trasformazioni nel tempo. I popoli illustrati al primo
piano del museo sono i Vestini Transmontani, i Vestini Cismontani, i Peligni , i Marrucini, i Carricini.
Museo Archeologico di Sibari
Il Museo accoglie ed espone i documenti archeologici della Sibaritide, dalla protostoria alla civiltà romana, oggi noti o dei quali
si prevede l’acquisizione futura. Pertanto il progetto architettonico è stato elaborato in ragione di una possibile progressiva
disponibilità di conoscenze, di reperti e di finanziamenti, assumendo la modularità dei volumi edilizi e la flessibilità funzionalità
degli spazi, quali essenziali peculiarità. Sono stati previsti, oltre
agli spazi espositivi, magazzini per il materiale proveniente dagli
scavi, studi, laboratori di restauro, di disegno e fotografici, depositi di riserva dei reperti non esposti.
l’Area Archeologica di Altilia- Sepino in provincia di Campobasso
Sepino è un centro di pianura, situato ai piedi del Matese e
aperto sulla valle del Tammaro già in età repubblicana. Il nome
deriva probabilmente da saepire = “recintare”, ad indicare l'antico stazzo recintato connesso all'allevamento transumante, attività continuata poi nel forum pecuarium. La città romana è
preceduta da un centro fortificato di epoca sannitica che sorge
sulla montagna retrostante, detta di “Torrevecchia”. La massima
fioritura avviene in età augustea con una radicale trasformazione dell’impianto urbano, con la costruzione della cinta di
mura, interrotta da quattro porte monumentali, con una serie di
torri a pianta circolare o ottagonale, con gli edifici pubblici nelle
adiacenze dell’area forense. Monumenti funerari e aree sepolcrali sono all’esterno del perimetro urbano, lungo il tratturo
Pinacoteca Nazionale di Cagliari
La Pinacoteca nazionale di Cagliari è situata nella Cittadella dei
musei, prestigiosa struttura culturale progettata nella seconda
metà del Novecento. Ospitata dalla fine dell’Ottocento nel palazzo delle Seziate, nella vicina piazza Indipendenza, e chiusa
al pubblico dalla metà degli anni Settanta, ha trovato la sua sistemazione definitiva nell’attuale sede dal 1992. L’edificio che
la ospita, di gusto razionalista, ingloba parti delle mura cinquecentesche spagnole in un felice connubio tra antico e moderno.
La sua ubicazione alla sommità della Cittadella offre ai visitatori
un’incantevole veduta panoramica della città di Cagliari. La Pinacoteca conserva dipinti dal XIV al XX secolo. Il nucleo fondamentale della raccolta è costituito dai retabli, grandi pale
d’altare a più scomparti dipinti su tavola, di scuola catalana e
locale (secc.XV-XVI).
Museo di Capodimonte a Napoli
Nel 1738 Carlo di Borbone affidò a Giovanni Antonio Medrano
la costruzione della nuova reggia sulla collina di Capodimonte,
nella quale sistemare il grande patrimonio artistico ereditato
dalla madre, Elisabetta Farnese. Dopo la II Guerra Mondiale,
ne fu sancita la destinazione a Museo che fu inaugurato, nel
Roma, 12 maggio 2015
Ufficio Stampa MIBACT
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