S A Tassa pagata/ - taxe perÇue - Contiene IP Stampe in abbonamento postale - 70 % Direzione Commerciale B. - Savona OSSERVATORIO Dopo la gelata invernale, l’economia savonese prova a rialzare la testa ai primi tepori di primavera. Aiutata dal sia pure temporaneo allentamento del clima elettorale e da alcune iniziative che possono in prospettiva sostenere un progetto di sviluppo complessivo. La crisi di Ferrania, pur lontana dall’aver esaurito i propri effetti, si è incanalata lungo la strada di un possibile riassorbimento in tempi non brevissimi ma neppure biblici. Il gruppo di imprenditori che sta concludendo l’acquisizione dell’azienda conta di poter riportare i conti in equilibrio – attraverso massicci e indispensabili investimenti – nell’arco di due-tre anni, modificando il mix produttivo senza tuttavia rinunciare a mercati che sembrano lontani dall’esaurimento. Resta certo da affrontare e risolvere il problema dei circa 250 esuberi che appare come il vero “zoccolo duro” della vertenza Ferrania. Ma il tessuto produttivo della Valle Bormida ha dimostrato in un pas- segue a pag.2 CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA N° 1/2 - 2005 da 140 anni al servizio delle imprese Direttore responsabile Anna Rosa Gambino Euro 0,26 Anno XCIII - XLVII nuova serie - Numero 1 Il nuovo turismo scalda i motori La Camera di Commercio impegnata nel decollo degli STL “La Camera di Commercio di Savona è stata promotrice e apripista sul complesso cammino della nuova organizzazione turistica”. Il riconoscimento, giunto dalla Regione Liguria quando ancora la riforma era allo stadio di “proposta di legge” e poi confermata nelle fasi successive, premia un impegno che ha visto Palazzo Lamba Doria protagonista nell’elaborazione di documenti, nella convocazione di tavoli di lavoro, nella promozione di convegni finalizzati ad analisi e confronti con altre realtà turistiche. I NUMERI Posti letto Costa Entroterra Totale 45.991 2.736 48.727 Presenze Costa Entroterra Totale 7.179.026 208.951 7.387.977 Fa parte di questo impegno l’ultima proposta operativa, dedicata alla nuova organizzazione del settore incentrata sulla nascita dei Sistemi Turistici Locali, chiamati ad assumere e rinvigorire le fun- zioni delle Aziende di Promozione. Un contributo, quello della Camera di Commercio, raccolto in un volume che da un lato apre un dibattito sul numero degli STL da attivare nel Savonese, provando ad individuarne le aree territoriali, dall’altro fornisce tutta una serie di dati che possono aiutare enti pubblici e imprenditori ad orientarsi: domanda e offerta del turismo balneare, risorse attivabili per il turismo, elementi per un progetto di sviluppo. Ferrania, prove di rilancio SERVIZI PAGINE 12 E 13 Liguria, parabola discendente In trent’anni, tra il 1971 e il 2001 la Liguria ha perso 300 mila abitanti, ritornando sui livelli del 1951, perdendo “peso” sul totale dell’Italia. La presentazione dell’ Annuario Statistico Regionale 2004 ha messo in evidenza i rischi di implosione demografica: invecchiamento, pochi giovani, spopolamento dell’entroterra, residenti in calo. SERVIZI A PAGINA 3 Prove tecniche di un rilancio, complesso ma possibile. I commissari dell’ Amministrazione straordinaria di Ferrania Imaging Technologies stanno portando a termine il loro mandato con cronometrico rispetto dei tempi prefissati. Dopo aver “incassato”, il 14 febbraio s c o r s o , q u a t t r o o ff e r t e d’acquisto dell’azienda valbormidese, hanno provveduto ad indicare i posSEGUE A PAG. 2 2 N° 1/2 - 2005 OSSERVATORIO sato anche recente di saper funzionare come un insieme di vasi comunicanti, riuscendo ad assorbire quote importanti di disoccupazione forzata. Al resto dovrebbero provvedere le iniziative (“Piattaforma tecnologica”) proposte dai nuovi proprietari dell’azienda, intenzionati a promuovere la nascita di una serie di piccole imprese satelliti intorno alle strutture di ricerca e sviluppo del polo tecnologico di Ferrania. Prendono nel frattempo forma e sostanza altre iniziative che possono aiutare la ripresa del sis t e m a economico valbormidese. Si tratta di interventi legati soprattutto alla log i s t i c a portuale e richiedono un cambio di destinazione di importanti aree, già occupate da insediamenti industriali o soggette a vincoli al momento incompatibili con un uso produttivo. Iniziative che trovano logico corollario nel potenziamento della rete infrastrutturale dell’entroterra sia con opere che attendono soltanto l’avvio dei cantieri, come la variante di Vispa all’ex statale 29 (il cui tracciato richiederà una modifica che preveda l’apertura di uno svincolo su Ferrania), sia con collegamenti di gran- de comunicazione quali la “bretella” autostradale tra Carcare e Predosa. Strade, ferrovie e sistemi logistici rappresentano un tassello importante dell’economia locale, soprattutto perché aiutano a migliorare la competitività del porto di SavonaVa d o i n p r e v i s i o n e dell’incremento di traffici che sarà originato dalle nuove opere marittime di piano regolatore. Ma non saranno risolutivi, in quanto la logistica serve le merci e le merci devono essere prodotte e vendute. Nel senso che solo il consolidamento di attività produttive può garantire ad un’economia di generare e conservare valore nel tempo. Per questo è fondamentale - prima di tutto - difendere i pezzi di industria che ci sono. Ferrania, sotto questo aspetto, rappresenta un fondamentale banco di prova delle volontà e della capacità di mettere un argine al declino delle attività produttive in quello che è rimasto l’unico comprensorio della provincia a vocazione industriale. Purtroppo, come in tutte le crisi, si sono manifestate contrapposizioni e spinte demagogiche. C’è da sperare che l’abbassamento d e i t o n i “elettorali” consenta di affrontare i problemi senza pericolose derive. Ferrania, alta tecnologia per assicurarsi un futuro sibili acquirenti nell’arco delle successive quattro settimane, con una tempistica che consentirà di giungere al “closing”, ovvero alla definizione della vendita, entro gli inizi di giugno, quando giungeranno a compimento i 12 mesi di tutela della legge “Prodi bis”. L’iter formale è stato quindi portato a termine secondo le norme di legge e secondo le attese del mondo economico e istituzionale savonese, consapevole che il “fattore tempo” è una variabile fondamentale nelle iniziative per salvare l’attività produttiva e consolidarne gli assetti occupazionali sostenibili. I commissari – Antonio Rosina, Alfio Lamanna, Antonio Postiglione – d’intesa con il ministero delle Attività Produttive, hanno fatto cadere la loro scelta sul gruppo imprenditoriale costituito da Giorgio Messina, Vittorio Malacalza, Marcellino Gavio, Giovanni Gambardella, ai quali, a conclusione del “closing”, dovrebbe aggiungersi l’agenzia governativa Sviluppo Italia. Una cordata ligure-piemontese che gode di un “rating” elevato negli ambienti finanziari e che garantisce quindi l’afflusso in Ferrania degli ingenti capitali necessari a rafforzare le strutture di fabbrica per rendere le produzioni competitive sui mercati internazionali. Produzioni che resteranno incentrate almeno inizialmente su quelle attuali, con un cambiamento di mix e l’abbandono di alcuni settori dalle quantomeno incerte prospettive, quali il materiale radiologico tradizionale (su lastre) e le arti grafiche. “Core business” resterà quindi il fotocolor (soprattutto fotocamere monouso), mentre ci sarà un riorientamento produttivo verso il medicale innovativo (sistemi radiografici digitali) e verso la ricerca e lo sviluppo di nuovi prodotti nel campo della chimica fine (basi per prodotti farmaceutici, film polimerici per displays, ecc.). La riorganizzazione aziendale dovrà coinvolgere anche il “lay out” dello stabilimento, dove solo il 40% delle superfici coperte risulta oggi funzionale all’attività. Una percentuale che attraverso un ampio processo di razionalizzazio- ne potrà scendere sino al 25%, liberando strutture industriali importanti che potranno essere occupate da aziende satelliti, rivolte ai settori “hi-tech”, sostenute dal polo di ricerca e sviluppo di Ferrania, che oltre a dare un valore aggiunto aiuteranno a ricollocare le maestranze che non potranno essere reimpiegate nella “casa madre”. Proprio gli esuberi – sono circa 250 i dipendenti Ferrania in eccedenza secondo il piano iniziale di MessinaMalacalza – rappresentano il punto più delicato della trattativa che dovrà portare ad un accordo sindacale con la nuova proprietà. Una parte delle organizzazioni sindacali avrebbe preferito una soluzione che garantisce più occupati. Ha prevalso la volontà di mantenere “italiana” l’azienda e di avere degli interlocutori “vicini di casa”. Ricerca camerale denuncia i ritardi informatici delle piccole aziende liguri Poche imprese sono “on line” In Italia si avverte un ritardo nell’uso dell’Itc (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) da parte delle medie, piccole e micro imprese. Secondo il rapporto Assinform 2005, gli investimenti italiani in Ict vanno al rallentatore (+1,5% su base annua rispetto alla media mondiale del 5,9%). Accelerano le telecomunicazioni, frena l’informatica. Le Camere di Commercio di Liguria, Piemonte, della regione francese del Paca e della provincia spagnola di Malaga hanno presentato recentemente a Torino i risultati di una ricerca sulla diffusione e adozione di Internet nelle aziende insediate sul loro territorio. E i risultati per le aziende liguri non sono affatto brillanti. La percentuale di imprese dotate di reti informatiche (33%) è inferiore di 25 punti rispetto alla media osservata sull’insieme delle aree studiate. Anche la percentuale di connessione ad internet (43%) è nettamente inferiore alla media (71%). Le imprese liguri usano internet soprattutto nella ricerca di informazioni e per la posta elettronica. L’uso per effettuare ordini, gestire moduli on-line ed effettuare scambi elettronici di dati (Edi) è invece molto più limitato rispetto alla media: il 26% delle aziende liguri utilizza internet per l’Edi (40% la media), il 22% per effettuare ordini (39%) e l’8% per gestire moduli on-line (28%). Dati che rendono molto interessante conoscere quali sono le difficoltà che le imprese incontrano nell’uso di internet. Il primo problema riguarda la sicurezza: il 70% delle aziende in Liguria lo segnala come ostacolo prioritario rispetto al 48% della media dell’area. Il 18% delle aziende indica anche come problema i costi. Per quanto riguarda gli impieghi di internet nell’e-business, i principali interlocutori delle imprese sono le banche (66%); seguono i rapporti con i clienti (48%) ed i fornitori (39%). In Liguria il 63% delle aziende connesse ad internet possiede anche un sito Web. d.p. Per saperne di più: www.dantic.com N° 1/2 - 2005 3 Rapporto tra “over 65” e giovani tra 0 e 14 anni La Liguria a rischio implosione demografica: questo il quadro tracciato dal professor Antonio Golini, ordinario di demografia all’università La Sapienza di Roma, nel corso della presentazione a Genova dell’Annuario Statistico Regionale, edizione 2004. Sono molte le peculiarità che fanno della Liguria un vero e proprio laboratorio per studiare la dinamica demografica: accentuato invecchiamento della popolazione, forte depauperamento delle classi di età giovanili, spopolamento dell’entroterra, residenti in diminuzione. Dal 1971 al 2001 la popolazione ligure è infatti diminuita da 1,9 milioni a 1,6 milioni: la Liguria subisce dunque una riduzione del proprio “peso” sul totale Italia, con ripercussioni anche in termini elettorali. Molti comuni liguri hanno avuto il massimo popolamento nel periodo 1861-1911, soprattutto nell’entroterra, mentre soltanto pochi comuni della fascia litoranea registrano una crescita sistematica di popolazione. La conseguenza di queste dinamiche? Un invecchiamento fortissimo che rende la Liguria la regione più vecchia di Italia, che a sua volta è il paese più vecchio del mondo. Le conseguenze ulteriori? Restando in ambito economico, si può ragionare sullo spirito imprenditoriale e la capacità creativa e innovativa di una popolazione costituita per il 26% da anziani di 65 anni e più, rispetto al 19% della media nazionale, oppure sulla condizione di un sistema produttivo dove la frazione più anziana di popolazione in età lavorativa (40-60 anni) è pari a 2,4 volte quella più giovane (20-40 anni), tenendo conto che in media in Italia Malessere demografico I dati aggiornati dell’Annuario Statistico Regionale 2004 tale rapporto è di 1,3. Il processo di malessere demografico si auto-alimenta perché bassa fecondità ed elevato invecchiamento continuano a produrre pochissime nascite e molte morti: il rapporto nel 2002 è stato pari a 2 morti ogni nato per l’intera Liguria e per le sue province. Ai fini di politica sociale, va sottolineata l’alta proporzione di persone che vivono sole. Mentre per il sesso maschile sono in prevalenza concentrate nella fascia di età 3544 anni (single), per il sesso femminile sono soprattutto concentrate nelle età 75-84 anni, nella maggior parte dei casi vedove. Per maggiori informazioni: www.annuarioliguria.it Donatella Persico Sempre più vecchi nei Paesi G-10 In quasi tutti i paesi sviluppati la popolazione è in rapido invecchiamento per la crescita della vita media, ma anche per la diffusa riduzione delle nascite. Sempre meno sono le persone occupate che sostengono una collettività di pensionati sempre più ampia. Attualmente nei Paesi G-10 si osservano circa 2 persone con età uguale o superiore ai 65 anni ogni 10 persone con età compresa tra 15 e 64 anni. Nel 2040, questo rapporto è previsto crescere a 4 persone ogni 10 in media nei Paesi G-10 e a più di 5 persone ogni 10 in alcuni di essi. Gli esperti si interrogano sulle strategie da adottare, considerato che le conseguenze sul mercato del lavoro, sull’imprenditorialità, sulle assicurazioni sociali sono allarmanti. Quando la generazione del boom demografico raggiungerà l’età pensionabile, si verificherà un rilevante incremento del rapporto tra pensionati e lavoratori, con conseguenze negative per la finanza pubblica. Infatti aumenterà la spesa pubblica (previdenza pubblica e assistenza sanitaria) e si ridurranno le entrate fiscali e il risparmio. Una questione cruciale per quanto riguarda l’invecchiamento della popolazione è quale impatto avrà sul benessere. Poiché aumenterà il numero dei consumatori rispetto a quello dei produttori, la crescita del tenore di vita diminuirà, a meno che la riduzione relativa della forza lavoro non venga compensata da aumenti di produttività, nonché dell’offerta e dell’utilizzazione del fattore lavoro. Ma la questione dell’invecchiamento riguarda ogni aspetto del vivere quotidiano: il modo di lavorare, di usare il tempo, di spendere e impiegare le risorse disponibili, di combattere i rischi sociali, di disegnare i rapporti fra generazioni. Ogni bimbo savonese ha sei nonni In un quadro regionale dalla dinamica demografica preoccupante, Imperia risulta la provincia più “giovane” e Savona la provincia più “vecchia”. Imperia ha infatti un indice di vecchiaia pari a 224, mentre la nostra provincia detiene un valore record pari a 250, ovvero ogni cento ragazzi sono presenti sul territorio 250 anziani (la media ligure risulta pari a 242, ma il valore medio italiano si fissa a quota 134). A parte l’Italia, nel resto dell’Unione Europea l’indice di vecchiaia è superiore alla soglia di parità solo in 4 altre nazioni: Spagna, Germania, Grecia e Portogallo. Se la popolazione anziana di 65 anni e più pesa per il 19% in Italia, facendone il Paese più vecchio del mondo, in Liguria gli anziani sono il 26% e a Savona il 26,3%. A Savona l’età media è di 47,4 anni (in Liguria di 47,2), ma in Italia è di cinque anni inferiore (42,2 anni). In Italia ci sono tre anziani per bambino, mentre in Liguria tale valore sale a sei. In altri termini, in Liguria ci sono sei nonni per ogni bambino. In provincia di Savona nascono in media duemila bambini all’anno, ma in media i morti sono oltre quattromila l’anno. Il tasso di natalità in provincia è pari a 7,5, mentre risulta di 9,4 (per mille abitanti) in Italia. Tale valore è pari a 12,8 nella vicina Francia, 15,4 in Irlanda, 11,3 nel Regno Unito, 12,5 nei Paesi Bassi. Ad esempio, per un confronto con paesi extra UE non troppo lontani, si consideri che il tasso di natalità è pari a 12,2 in Norvegia e pari a 21,6 in Turchia. Di questo passo, tra quarant’anni, in Liguria la popolazione anziana dall’attuale 25% raggiungerà ben il 40% dei residenti. 4 N° 1/2 - 2005 Parere positivo del Cipe alla bretella di Garessio Entra in una fase cruciale il progetto della bretella autostradale che dovrà collegare Albenga a Ceva attraverso il tunnel del Colle di San Bernardo e l’Alta Val Tanaro piemontese. Il Cipe, comitato interministeriale per la programmazione economica, ha formulato, il 18 marzo scorso, il definitivo parere favorevole, in via programmatica, sulla proposta di integrazione del programma delle infrastrutture strategiche di cui alla delibera 121 del 2001, nel cui elenco è compresa anche la realizzazione dell’autostrada Albenga – Garessio – Ceva. In complesso l’integrazione riguarda nuovi interventi per 5.387 milioni di euro, 260 dei quali ri- La Carcare-Predosa si può fare. Nel senso che è stato definito lo studio di “fattibilità” affidato all’associazione temporanea di imprese Sina – Ativa – Igea – TTA e finanziato con 250 mila euro dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Il ministero ha anche autorizzato il Comune di Cairo Montenotte – ente locale destinatario del finanziamento – a utilizzare i 43 mila euro risparmiati con il ribasso d’asta dello studio di fattibilità per verificare un’ipotesi di prosecuzione il tracciato da Carcare verso la Riviera di Ponente. Secondo quanto indicato dai primi disegni di progetto, il tracciato si sviluppa su 64 chilometri, di cui più di due terzi situati in provincia di Alessandria ed un terzo in provincia di Savona. Si tratta di un percorso in gran parte da realizzare in galleria (circa la metà del tracciato si snoderà in “sotterraneo” con notevole diminuzione dell’impatto ambientale), su ponti e viadotti che coll e g h e r à l a A 6 To r i n o – Savona con la A26 Voltri – Gravellona Toce. L’innesto con la A6 è previsto nell’area del casello autostradale di Altare – Carcare. Di qui la nuova “bretella valbormidese” punterà verso Cairo Montenotte. Il primo casello intermedio (Cairo Nord o Cairo-Dego) è previsto tra l’abito di Rocchetta di Cairo e Dego, in collegamento diretto con l’ex statale 29 (“del Colle di Cadibona”). La nuova autostrada proseguirà verso Piana Crixia ed entrerà in territorio piemontese, attraversando i comuni di Merana e Spigno Monferrato, nella cui zona artigianale, a nord dell’abitato, è previsto un se- feriti al contributo per la costruzione della nuova “bretella” tra la A10 e la A6. Il parere favorevole non sblocca automaticamente i fondi, che sono naturalmente subordinati alla disponibilità di un progetto definitivo e della quota di finanziamento necessario per completare l’iniziativa, ma indicano la volontà del Governo di sostenere la realizzazione dell’opera. Il cofinanziamento necessario “vale” almeno altri 250-300 milioni di euro che dovranno essere resi disponibili da operatori privati che potranno remunerare il capitale investito ottenendo in gestione l’autostrada con una concessione pluridecennale. Carcare-Predosa, si può fare Definito un tracciato di 64 km., per metà in galleria Sopra , l’ipotesi di tracciato proposta dallo studio di fattibilità; a lato, la “Bollente” di Acqui Terme condo casello. Oltre questa località, il tracciato devia verso est, passando da Cartosio, Melazzo e Visone, aggirando da sud Acqui Terme. Per la città termale è previsto un terzo casello intermedio poco a nord della strada provinciale che collega Acqui a Ovada. La bretella proseguirà poi verso l’innesto con la A26, che sarà raggiunta o direttamente nell’area degli svincoli di Predosa o qualche chilometro più a nord, nel territorio comunale di Sezzadio. Dal punto di vista strategico è del tutto evidente l’importanza del nuovo asse autostradale, come non si è stancata di far rilevare la Camera di Commercio di Savona, da sempre tra i maggiori “sponsor” dell’iniziativa. Sul piano locale, contribuirà a rafforzare le relazioni tra la Valle Bormida savonese e il comprensorio acquese. Sul fronte economico, contribuirà a migliorare sia la competitività delle imprese che operano lungo le valli del Bormida sia l’efficienza del sistema portuale di Savona – Vado Ligure. Su un piano più generale, la bretella A6-A26 contribuirà a decongestionare il traffico lungo il tratto ligure del “corridoio tirrenico”, giunto a preoccupanti livelli di saturazione nei mesi estivi ed a rischio blocco totale intorno al 2010, tenendo conto del trend in continua ascesa dei transiti. Lo studio di fattibilità - ha spiegato il dottor Sergio Restagno, che ha curato gli aspetti geologici dell’ipotesi progettuale – ha tenuto particolarmente conto dei problemi di approvvigionamento idrico in generale e, in particolare, della zona carsica intorno a Cairo Montenotte e delle sorgenti termali nell’area di Bagni di Acqui Terme. Attenzione doverosa anche all’attraversamento della valle dell’Erro. Lo studio di fattibilità ha previsto un attraversamento a monte di Cartosio, in prossimità dell’area di Lago Scuro. Chiaramente lo studio di fattibilità rappresenta solo il primo, ancorché indispensabile passo di un lungo iter che dovrà portare alla realizzazione dell’opera. Tuttavia sono già da sottolineare alcuni elementi positivi del dibattito in corso: la rapidità con cui si è riusciti a definire lo studio di fattibilità e l’interesse che l’impegno degli enti economici e amministrativi ha saputo suscitare a livello governativo. Un interesse recentemente confermato con un ulteriore stanziamento di 900 mila euro previsti dalla Legge Finanziaria per l’ulteriore affinamento progettuale. c.d. Alternativa in Riviera Lo studio di fattibilità della Carcare-Predosa sarà “allungato” fino al mare, per verificare la possibilità del completamento di una sorta di “autostrada di alta cornice” che serva a decongestionare l’Autofiori ed a creare un collegamento diretto tra la Riviera e il Basso Piemonte alessandrino. Un’ipotesi che non entra in contraddizione con le iniziative riguardanti la bretella Albenga – Garessio – Ceva, ma serve a suscitare un dibattito approfondito su quella che dovrà essere la soluzione ottimale per le relazioni stradali con l’entroterra padano. Attualmente il disegno che si prefigura è quello di avere un tratto autostradale tra Albenga e Ceva e un secondo tratto tra Carcare e Predosa, collegati tra loro dal tracciato della A6 tra Ceva e Carcare, con problemi di tortuosità di percorso. Di qui l’interrogativo sull’opportunità di prevedere un percorso diverso e più diretto, nonché meno costoso, che si diparta dall’Autofiori a Ceriale e punti verso il casello di AltareCarcare della A6 per proseguire su Predosa e la A26. Lo studio di fattibilità si impone quindi sia per ragioni geografiche sia per ragioni economiche. E la scelta finale dipenderà dall’atteggiamento degli enti locali coinvolti. N° 1/2 - 2005 5 Val Bormida in cerca di imprese Marketing territoriale e infrastrutture contro la crisi industriale Il declino industriale che ha colpito la provincia di Savona e i n p a r t i c o l a r e l a Va l l e Bormida rende necessario effettuare un esame approfondito della situazione e delle iniziative che possono essere messe in campo dalle istituzioni e dalle amministrazioni pubbliche per contrastare una pericolosa deriva sociale ed economica. Per mettere in campo adeguati interventi sostenuti da altrettanto indispensabili risorse, la Regione Liguria ha convocato a Cairo Montenotte una Conferenza preliminare dei servizi finalizzata al rilancio economicoproduttivo e infrastrutturale dell’entroterra savonese. Base di ogni confronto deve essere la conoscenza dei fattori, sia negativi, sia positivi, che condizionano l’evoluzione del quadro “critico”. E la Camera di Commercio di Savona è in grado di mettere a disposizione tutta una serie di dati e di considerazioni aggiornate sullo stato dell’economia valbormidese. In effetti si tratta di proseguire l’azione strategica intrapresa da Palazzo Lamba Doria nel 2002, quando si colsero i primi segnali di un ulteriore processo di deindustrializzazione e della conseguente perdita di posti di lavoro nei settori produttivi dell’entroterra. Di qui la decisione di avviare lo studio sulla “Valorizzazione della Valle Bormida”, affidato dalla Camera di Commercio a Nomisma e presentato nel febbraio dello scorso anno a Cairo Montenotte. Ricerca che ha portato ad individuare tre possibili linee di azione: 1) approfondire per ogni area a vocazione produttiva, la qualità e la potenzialità delle urbanizzazioni; 2) intervenire su alcuni nodi infrastrutturali (variante di Vispa, bretella autostradale Carcare – Predosa; ottimizzazione delle linee ferroviarie verso Alessandria e Ceva -Torino; 3) individuare le produzioni più adatte alle caratteristiche dell’area, tenendo conto che la scelta di localizzazione di un’azienda industriale è strettamente legata al tipo di produzione ed alla tecnologia adottata. Obiettivi il cui raggiungimento può essere agevolato dagli enti pubblici attraverso una serie di atti concreti, quali la verifica dei piani regolatori comunali e del Piano territoriale di coordinamento (Ptc) anche per conoscere nel dettaglio lo stato delle infrastrutture primarie e la proprietà Conferenza preliminare dei servizi a Cairo per mettere in campo risorse pubbliche in grado di sostenere le iniziative di sviluppo economico e occupazionale. Il ruolo della Camera di Commercio delle aree di cui si prevede un utilizzo economico. Così come devono essere sollecitati gli interventi di enti di programmazione e di società di gestione rivolti al potenziamento della rete delle comunicazioni. Nello stesso tempo occorre ricercare informazioni sulle attività potenzialmente insediabili. Sotto quest’ultimo aspetto la ricerca di Nomisma ha già portato ad individuare, in ordine di importanza, tra i possibili settori-target di rilancio, la fabbricazione di prodotti in metallo; la logistica; le industrie alimentari e delle bevande; i prodotti della lavorazione di minerali non metallici; la produzione di metalli e loro leghe; la fabbricazione di apparecchi medicali e di precisione; la fabbricazione di carta. Un lavoro di selezione che, ad un grado successivo di affinamento, aveva fatto emergere una serie di idee-progetto raccolte in schede di fattibilità che ne dimostrano le potenzialità produttive e occupazionali. Frutto di un confronto tra offerta del territorio (in termini di aree e di professionalità) e domanda degli operatori, queste schede rappresentano oggi il tentativo più concreto per avviare la Val Bormida verso uno sviluppo sostenibile. Schede che riguardano la logistica portuale (realizzazione di distripark), la promozione della subfornitura metalmeccanica, l’energia, la diffusione dell’innovazione, la valorizzazione delle risorse locali, dai prodotti tipici a quelli forestali. In arrivo la “Guida dell’Investitore” Informazioni su aree, quadro normativo e incentivi attivabili Tra i primi obiettivi della Camera di Commercio per stimolare nuovi investimenti, è la realizzazione di una “Guida dell’Investitore”. Si tratta di raccogliere – e di rendere poi disponibile su supporto informatico e cartaceo – le informazioni ed i dati di maggior rilievo rilevati nell’ambito della ricerca Nomisma realizzata nel 2003 per conto della Camera di Commercio. Si tratta di notizie socio-economiche, fattori positivi di insediamento, posizionamento delle aree produttive. Il lavoro è in corso di completamento con l’indicazione e l’interpretazione delle agevolazioni pubbliche. E’ quest’ultima parte, al di là del posizionamento della Valle Bormida nel contesto degli scambi in- ternazionali tra il Centro Europa, il Mediterraneo ed i Paesi dell’Estremo Oriente, che merita opportuni approfondimenti, ma soprattutto una facile leggibilità. E’ stata prevista, pertanto, una prima sezione che si occupa delle chiavi interpretative del quadro di riferimento delle politiche di incentivi allo sviluppo delle piccole e medie im- prese locali, riguardanti, tra l’altro, il contenuto e gli obiettivi delle politiche di sviluppo per le attività produttive, le competenze dell’Unione Europea e dello Stato, il decentramento di funzioni alle Regioni, le caratteristiche e gli obiettivi degli interventi pubblici, gli strumenti di incentivazione. La seconda parte è indirizzata agli incentivi applicabili specificatamente in Valle Bormida. Ad un inquadramento generale, seguono le fonti di agevolazione ed i settori beneficiari. Spazio quindi alle misure previste dal Docup Obiettivo 2 (20002006), alle leggi e alle principali iniziative della Regione Liguria, agli interventi finanziabili con leggi statali. La terza parte della Guida, infine, è concentrata in due quadri sinottici riguardanti sia gli interventi per settore di attività economica, sia gli interventi attivi ad inizio 2005. 6 N° 1/2 - 2005 Più credito per il commercio Riaperto il bando per investimenti delle piccole imprese Dal 1° marzo è possibile presentare domanda di agevolazione per gli investimenti delle imprese commerciali. Aperto per la seconda volta nell'arco di pochi mesi, il Fondo per il credito al commercio è destinato a sostenere gli investimenti delle piccole imprese commerciali ubicate in tutto il territorio regionale favorendone la riqualificazione e la specializzazione. Parecchie le novità del secondo bando rispetto al precedente. Sono state infatti inserite nuove tipologie di attività commerciali, ridotti gli importi minimi di investimento, rivista la tipologia di contributo ed inserita la retroattività nell'ammissibilità delle spese. Beneficiari - Possono presentare domanda le piccole (Racc. 2003/361/CE) imprese commerciali: - di vendita al dettaglio in sede fissa (di cui al d. Lgs. 114/98) con superficie di vendita non superiore a 250 mq. per ciascuna unità locale; - le rivendite di generi di monopolio di cui alla L. 1293/57; Si aprono per le piccole aziende del terziario ligure i “rubinetti” del credito - gli esercizi di vendita di prodotti farmaceutici, specialità medicinali, dispositivi medico-chirurgici di cui alla vigente normativa; - le imprese commerciali di vendita al dettaglio su area pubblica limitatamente a quelle che operano su posteggi con impianti fissati permanentemente al suolo; - le imprese di somministra- Aumentano i contributi alle imprese danneggiate Eventi alluvionali del 1994 La Camera di Commercio di Savona informa che il decreto legge n. 220/2004, convertito con modificazioni nella legge 257/2004, ha previsto per le imprese alluvionate nel 1994, l’aumento del contributo finanziario dal 30% iniziale al 75% dei danni subiti, con limite massimo di 259 mila euro. Il decreto 29 dicembre 2004, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21.1.2005, ne ha stabilito i criteri, le condizioni e le modalità di attuazione. I beneficiari del precedente contributo, qualora intendano percepire la quota residua, devono, entro il 30 giugno 2005, presentare apposita domanda alla società Mediocredito Centrale o ad Artigiancassa, tramite le banche che hanno concesso i finanziamenti e che forniranno tutte le informazioni dettagliate sull’operazione, sulla base dei modelli allegati al decreto citato. Le domande saranno istruite con sollecitudine, secondo l’ordine d’arrivo, e dovranno essere definite entro il 31 dicembre 2005. zione al pubblico di alimenti e bevande. Agevolazioni - Il Fondo per il credito al commercio opera con contributi de minimis sotto forma di abbattimento del tasso di interesse su finanziamenti concessi da banche convenzionate assieme ad un contributo a fondo perduto del 20% delle spese. Ammissibilita´ delle spese L'importo minimo degli investimenti è 20.000,00 Euro per le imprese commerciali al dettaglio elevato a 35.000,00 Euro per i pubblici esercizi. L´investimento ammissibile in entrambi i casi non può invece superare i 500.000,00 Euro. E´ ammessa la retroattività delle spese al 3 novembre 2004. Termini per la presentazione delle domande . L'abbinamento del contributo in conto interessi a quello in conto capitale presuppone la presentazione di domanda di finanziamento sia ad una banca convenzionata che a FI.L.S.E. Spa e l'esito positivo di entrambe le istruttorie. La documentazione è scaricabile dal sito www.filse.it-(sezione Bandi - Fondo per gli investimenti regionali FIR). Le domande possono essere presentate fino al 30 giugno 2005. Enrica Berlingieri Protesti, calano le tariffe Diminuito il costo delle visure agli uffici camerali Il Registro Informatico dei Protesti, tenuto dalle Camere di Commercio italiane, compie quattro anni e con l’occasione offre una sorpresa positiva: il costo del servizio più richiesto dagli utenti viene infatti ridotto di un terzo del suo ammontare. Il D.M. del 29 novembre 2004 di aggiornamento delle tariffe dei diritti di segreteria per i servizi svolti dalle Camere di Commercio ha, infatti, tra l’altro, ridotto la tariffa per l e v i s u r e e ff e t t u a t e s u l Registro Informatico dei Protesti, diminuita da 3 euro a 2 euro. La visura è il servizio più richiesto all’Ufficio protesti: essa consente di verificare, su tutto il territorio nazionale, se un certo nominativo sia risultato protestato negli ultimi cinque anni. Sono quasi 400 ogni anno le visure protesti richieste agli uffici camerali savonesi, mentre circa 5000 sono i nuovi protesti levati in provincia che vanno ad aggiungersi all’archivio nazionale. Coloro che pagano il debito della cambiale entro un anno dalla data del protesto e quanti ottengono la riabilitazione del tribunale possono però ottenere la cancellazione del proprio nominativo dal registro. In media tale procedura ha visto la cancellazione da parte dell’ufficio di oltre 400 protesti l’anno. Un bilancio dunque positivo per il Registro Informatico dei Protesti, che si conferma un agile strumento per l’informazione economica, aggiornato e consultabile in tempo reale in quanto completamente informatizzato, nonché, con l’entrata in vigore della L. 273/02 che ha sancito l’obbligo di inserire sulle cambiali il codice fiscale del debitore, completo di tutti i dati comprese le generalità dei soggetti protestati. N° 1/2 - 2005 7 I fiori del Ponente ad Essen Presentato il marchio di qualità “d’Albenga” La più importante manifestazione floricola europea, che si è svolta ad Essen, in Germania, dal 27 al 31 gennaio, ha visto la presenza di uno spazio espositivo organizzato congiuntamente da Regione e Unioncamere Liguri, nell'ambito della convenzione stipulata fra i due Enti per la realizzazione di un programma promozionale comune nel settore agricolo e alimentare. Il coordinamento della gestione dello stand - circa 30 metri quadrati - è stata curata dall'Ufficio Agricoltura della Camera di Commercio di Savona e dall'associazione fra i produttori floricoli F l o r. A . S . d i A l b e n g a . I l Centro Regionale di Sperimentazione ed Assistenza Agricola ha fornito il supporto organizzativo per la definizione del materiale promozionale, quali cartelline e depliant editi da Unioncamere, curando in particolare testi e raccolta del materiale fotografico. La presenza del presidente della Camera di Commercio Giancarlo Grasso e di Ennio Fazio, membro di giunta per il settore agricolo, per il giorno dell'inaugurazione, è stata molto apprezzata dagli operatori floricoli. E’ stata l’occasione per lanciare il marchio Il presidente della Camera di Commercio di Savona Giancarlo Grasso e il membro di giunta Ennio Fazio si intrattengono con autorità locali e visitatori davanti allo stand ingauno. Composizioni floreali e piante con il marchio “d’Albenga” nello stand e nei ristoranti della Fiera di Essen “d’Albenga”, collegato, nei commenti degli organi di stampa locali, alla conoscenza del territorio e dei prodotti floricoli ed enogastronomici liguri. Lo spazio espositivo, localizzato presso il Padiglione 6, dove erano presenti espositori italiani (tra cui ben 8 esportatori albenganesi), è stato progettato da Unioncamere anche sulla base di proposte pervenute dalle associazioni dei produttori e dei commercianti floricoli ingauni e d’intesa con le associazioni di cate- goria. Il Sistema Albenga è stato spiegato con pannelli e fotografie che ne illustravano le varie fasi: dalla ricerca, con i brevetti delle piante di margherita conosciute in tutta Europa, al laboratorio del Centro, alla produzione e al commercio, fino alla vendita al dettaglio. Tutto sotto il quel marchio floricolo “d’Albenga” che faceva da sfondo allo spazio espositivo assieme ai vasi di piante aromatiche e margherite. Oltre 1000 adesivi sono stati apposti sui singoli vasi esposti e sui cartelloni che richiamavano il marchio. Aromi mediterranei nei ristoranti della fiera La presenza della floricoltura ingauna alla Fiera di Essen 2005 è stata sottolineata da alcune iniziative collaterali, quali momenti informativi e promozionali, che si sono tradotti in azioni che hanno riscosso un rilevante successo di simpatia e “complicità”. Tra questi vanno senz’altro ricordati: - la distribuzione di piantine di aromatiche con il marchio “d’Albenga” in tutti i ristoranti della fiera (300 tavoli circa) per i giorni di esposizione; - la diffusione di un annuncio pubblicitario e comunicato stampa per la rivista "Taspotoday" in distribuzione ad ogni espositore il primo giorno della fiera, in cui si avvisava della presentazione del marchio ”d’Albenga”; - la diffusione e distribuzione di materiale informativo sul Sistema Albenga presso i due centri di servizio stam- pa (Press Center), a disposizione per i giornalisti presenti in fiera, e nello spazio pubblicitario, sotto forma di bacheca, in un passaggio molto frequentato; - la predisposizione di un momento informativo per i giornalisti presso lo stand ogni giorno, sempre alle ore 12,00, con buffet di prodotti tipici (tartine di pesto, pasta di olive e vino); - il sostegno all'attività dello stand a supporto della presentazione del marchio floricolo con una standistainterprete per tutta le durata della fiera, in grado di fornire ogni informazione e di colloquiare efficacemente fornendo ogni tipo di notizia utile al potenziale consumatore o cliente. 8 N° 1/2 - 2005 “Liguria Qualità” in tavola A Finalborgo il Salone dell’enogastronomia regionale La Regione Liguria ed Unioncamere Liguri hanno organizzato dall’11 al 13 marzo a Finalborgo, nel prestigioso complesso monumentale di Santa Caterina, il primo salone regionale “Liguria Qualità”, dedicato alle produzioni agroalimentari liguri di qualità. La manifestazione si proponeva di essere un evento con l’obiettivo di valorizzare le peculiarità enogastronomiche regionali attraverso l’esposizione, la vendita dei prodotti agroalimentari di eccellenza e l’organizzazione di eventi collaterali dedicati ai prodotti di qualità. “Liguria Qualità” è stata una manifestazione articolata in due parti: la Rassegna espositiva, ovvero un’ampia area di spazi, in cui gli operatori specializzati hanno presentato prodotti della tradizione ligure caratterizzati da elevati livelli qualitativi; le iniziative culturali e didattiche: un ampio programma di laboratori, seminari e corsi a disposizione dei visitatori e degli espositori. Ogni operatore ha potuto, fino ad esaurimento spazi, proporre un corso di degustazione o la presentazione di un prodotto. “Liguria Qualità” ha inteso soddisfare un consumatore, sia professionale che privato, sempre più esigente e alla ricerca di prodotti di qualità, per- mettendogli di provare sapori e profumi attraverso corsi di degustazione e laboratori oltre che attraverso la visita degli spazi espositivi. L’evento si è proposto di privilegiare la dimensione culturale delle produzioni dell’enogastronomia, intese come momento di scoperta, confronto e conoscenza, di riconoscere l’esigenza di un consumo responsabile di prodotti enogastronomici, di porsi come una risposta credibile alle esigenze di un pubblico che non si percepisce come “consumatore tradizionale”, ma che sa “degustare” i prodotti che acquista. Il salone è rimasto aperto con ingresso libero e, inoltre, è stato invitato un pubblico selezionato tramite un diretto contatto, un questionario preliminare di interesse e una campagna di comunicazione mirata. Sono stati inoltre invitati operatori professionali e un’utenza privata incline ad acquistare prodotti di qualità. Tra gli operatori professionali sono stati coinvolti importatori grossisti, titolari di negozi o rivendite di prodotti enogastronomici, albergatori, ristoratori, sommelier e operatori del comparto della ristorazione in genere. L’evento ha raggiunto tre significativi traguardi: la notevole qualità dei prodotti esposti dalle oltre 130 aziende, di cui oltre il 50% savonesi; l’eccezionale presenza dei prodotti delle quattro province liguri; un grande successo di pubblico, oltre 50.000 visitatori in due giornate e mezzo, con molti operatori che avevano finito prima della chiusura le scorte di magazzino. La Regione Liguria e l’Unioncamere Liguri per rilanciare il settore agroalimentare hanno puntato sulla qualità e hanno investito per la tutela e la promozione della varietà enogastronomica regionale, che vanta attualmente ben 243 prodotti tradizionali censiti, di cui il 40% savonesi; oltre ai già noti vini doc e igt, olio dop e il nuovo, quanto faticosamente acquisito, basilico dop. Il salone ha perseguito la ricerca della qualità anche con la suggestione della struttura che ha ospitato la manifestazione: il complesso monumentale di Santa Caterina, all’interno del quale è stato ricreato un tipo di allestimento mirato alla valorizzazione della struttura quattrocentesca e allo stesso tempo dei prodotti esposti. Sempre a proposito di qualità da segnalare l’elevato livello degli eventi collaterali legati al salone che hanno visto sfilare relatori quali Giorgio Calabrese, Bruno Gambarotta, Carlo Ottaviano ed altri nomi noti a livello nazionale ed internazionale. La Commissione camerale di valutazione dei vini doc ha proposto tecnicamente gli assaggi al pubblico dei degustatori, che hanno attentamente valutato e degustato le caratteristiche dei vari vini. Molto apprezzati i contenuti aromatici dei Pigati che richiamano flora e profumi caratteristici della Riviera di Ponente. Gusto e aromi della Liguria in 240 prodotti “La promozione di alcuni nostri prodotti alimentari d’eccellenza attraverso il lancio di un cofanetto contenente 12 schede che ne illustrano storia, caratteristiche organolettiche, area di produzione – ha detto il presidente della Camera di Commercio di Savona, Giancarlo Grasso, nella conferenza stampa d’apertura del Salone Agroalimentare Ligure - non fa parte di un’operazione di immagine a se stante, ben- sì di un Progetto di diffusione marchi di qualità e denominazione di origine nel settore agroalimentare, portato avanti dalle Camere di Commercio attraverso risorse annuali con l’obiettivo di finanziare interventi di supporto alle aziende”. “Abbiamo inteso supportare le nostre aziende nel processo di valorizzazione delle produzioni agroalimentari – ha continuato il presidente Grasso - individuando nuovi percorsi di promozione con i produttori. Si è pensato di percorrere questa strada confrontandoci, e quindi operando direttamente, con produttori associati o organizzati in forma cooperativa”. Scelta che si è tradotta nella predisposizione di una pubblicazione a cofanetto su alcuni prodotti provinciali, ognuno con uno specifico opuscolo, al fine di un loro utilizzo, anche separato. “Il prodotto finale si è così tradotto nel confezionamento di un cofanetto, contraddistinto da un impianto grafico elegante, che – ha sottolineato Ennio Fazio, rappresentante nella Giunta camerale del settore agricoltura - riteniamo possa soprattutto stimolare l’attenzione delle aziende commerciali e la curiosità dei consumatori verso i migliori prodotti savonesi”. Il fondo bianco e la leggerezza dei testi accompagnano il lettore in un percorso di riflessione per saperne di più su prodotti così particolari e di alta qualità. N° 1/2 - 2005 9 Il cofanetto dei 12 “tesori” Promozione di alto livello per i prodotti savonesi Il depliant del Salone Agroalimentare di Finalborgo e l’elegante cofanetto realizzato per promuovere i prodotti agricoli e agroalimentari di eccellenza della provincia di Savona La Liguria, al di là del limitato apporto di valore aggiunto prodotto dal settore agricolo, si colloca tra le regioni italiane che possono vantare una grande varietà di prodotti tradizionali e di composizioni alimentari. Nell’Atlante regionale se ne contano oltre 240, di cui almeno il 40 % della provincia di Savona. Oli, vini e basilico hanno ricevuto il riconoscimento dop o igp, mentre altri prodotti hanno iniziato le procedure d’ammissione: tra questi ultimi, gli ortaggi d’Albenga (pomodoro cuore di bue, carciofo, asparago, zucca trombetta), i formaggi della Val Bormida (formaggetta e giuncata) e ancora vini ( M a t a o s s o d i Va r i g o t t i , Granaccia e Buzzetto di Quiliano) e l’Albicocca di Va l l e g g i a . I l m a r c h i o “d’Albenga” recentemente registrato presso la Camera di Commercio di Savona contraddistinguerà le produzioni orticole e floricole albenganesi. La Camera di Commercio di Savona, si è posta l’obiettivo di supportare i produttori nel processo di valorizzazione delle produzioni agroalimentari, individuando un percorso che, a partire dal riconoscimento già effettuato in varie forme, dovrà proseguire con una appropriata ed originale informazione sulla specificità dei prodotti locali. Prodotti che sono stati selezionati nell’ambito delle eccellenze provinciali e comunque inseriti nell'Atlante regionale dei Prodotti Tradizionali o già con domanda inoltrata per il riconoscimento Dop o Igp. Dopo una iniziale ricognizione delle modalità di valorizzazione delle caratteristiche produttive ed economiche dei prodotti locali, si sono valutati dei percorsi di promozione con i produttori; questo ha comportato una attività di elaborazione e di assistenza che si è protratta nel tempo con l’intento di tarare il progetto sugli interventi più mirati all'obiettivo finale. Strategicamente si è deciso di operare e confrontarsi solo con produttori associati od organizzati in forma cooperativa. Il progetto "Diffusione marchi di qualità e denominazione di origine nel settore agroalimentare" è stato presentato e ammesso da Unioncamere nazionale al Fondo di Perequazione, risorse annuali che hanno come obiettivo di finanziare interventi di supporto alle aziende. L’esame delle tipologie di in- tervento ha comportato un accordo fra i produttori per identificare i percorsi di identificazione più consoni e specifici rispettando le singole realtà produttive. La decisione finale ha trovato tutti d’accordo sulla predisposizione di una pubblicazione a cofanetto dei prodotti provinciali, ognuno con un suo specifico opuscolo. Questa attività ha evidenziato dodici “famiglie” di prodotti: - olio extravergine di oliva dop - ortaggi di Albenga - basilico e pesto - piante in vaso aromatiche e fiorite - tartufo - vino Doc “Riviera Ligure di Ponente” e Igt “Colline Savonesi” - castagna - albicocca di Valleggia - formaggi della Val Bormida - chinotto candito di Savona - prodotti ittici - amaretti Il coordinamento nella ricerca del materiale divulgativo per la predisposizione del cofanetto e dei vari opuscoli promozionali è stato affidato dalla Camera di Commercio all’Azienda Speciale Cersaa (Centro Regionale di Sperimentazione ed Assistenza in Agricoltura) di Albenga, che ha raccolto il materiale, e all’Ufficio Agricoltura camerale che ha curato l’impianto grafico e i testi, in accordo con le Associazioni dei produttori e di categoria, che hanno partecipato al progetto. Il prodotto finale è un’elegante pubblicazione ed è contraddistinto da un impianto grafico molto esclusivo e particolare e va a soddisfare l’esigenza dei produttori di un oggetto che possa incentivare la curiosità sui migliori prodotti savonesi. Nelle occasioni di visite, di eventi o di particolari omaggi il cofanetto può essere una particolare presentazione di un agricoltura di eccellenza e di un settore agroalimentare di alto livello. Il taglio grafico è stato curato dallo studio ADW di Vado Ligure, le fotografie sono state curate da Fulvio Rosso e Fabrizio Gioberti. Il risultato è un prodotto esclusivo da destinare a c l i e n t i p a r t i c o l a r i e a ff e zionati o per nuove proposte commerciali, in modo da essere vicini ad un’offerta che ha caratteristiche così speciali. Certamente va annoverata, fra gli obiettivi raggiunti, una maggiore e più consapevole presa di coscienza da parte dei produttori e una spinta all’aggregazione nelle fasi di individuazione e di offerta del prodotto per diversificarlo sia sul mercato locale sia nazionale. Non da ultimo la percezione che il settore possa con queste iniziative dialogare con i settori commerciali e del turismo e anche con la grande distribuzione, ha evidenziato la consapevolezza che piccole aziende con medesime difficoltà non possono affrontare da sole il mercato. I produttori locali sono stati supportati nell’accrescimento di tali consapevolezze e sembra giunto il momento di raccogliere alcuni risultati di un lavoro tenace e continuo in un ambiente non sempre aperto ad accogliere nuove forme di aggregazione. Il progetto vede la sua conclusione nella possibilità di adeguare e personalizzare il prodotto concordato con le specifiche necessità dei vari settori agricoli. Il cofanetto infatti viene messo a disposizione degli operatori che possono duplicare le parti che a loro interessano per successive iniziative promozionali. 10 N° 1/2 - 2005 L’agricoltura ingauna in cifre Presentati ad Albenga i risultati di un’indagine quali-quantitativa Fatti i conti, sulla base di un’indagine campionaria (130 aziende agricole censite sulle 1700 dell’intera piana), il numero dei vasi di piante e di aromatiche prodotti ogni anno ad Albenga sfiora i cento milioni, per un fatturato che si aggira intorno ai 204 milioni di euro. Il dato è contenuto in una ricerca approfondita condotta per conto della Camera di Commercio di Savona da Luciano Colla e presentata agli inizi di marzo nella “sala “ del Multiplex di Leca d’Albenga. Erano presenti gli “stati generali” dell’agricoltura ligure, e savonese in particolare. All’esposizione dei risultati di un’indagine mai prima d’ora condotta in questo campo e che ha rappresentato la base di partenza per delineare nei prossimi mesi un Osservatorio sull’Agricoltura in grado di fornire informazioni utili alle imprese del comprensorio, hanno partecipato il ppresidente camerale Giancarlo Grasso, l’assessore regionale all’Agricoltura, Piero Gilardino, l’assessore provinciale Michele Boffa, che ha annunciato l’intenzione di riaprire un tavolo dell’agricoltura a Palazzo Nervi. La debole crescita del Prodotto Interno Lordo nel 200 (pari all’1,1 per cento e che si prevede non subirà grosse variazioni nel corso di quest’anno), sta facendo suonare allarmi a tutti i livelli, in quanto la sensazione è che questo trend non sia più di natura congiunturale ma strutturale. Di qui la necessità di dare una sterzata, puntando su una forte crescita delle esportazioni. Gli scambi con l’estero della provincia di Savona, pur ampiamente diversificati, trovano rilievo soltanto in pochi settori merceologici. Ma è altrettanto vero che ai prodotti chimici, primi in graduatoria, seguono i prodotti dell’agricoltura, e del florovivaismo “Stati generali” dell’agricoltura savonese ad Albenga. Sopra, Piero Gilardino, Giancarlo Grasso e Michele Boffa; nella foto in alto, Ennio Fazio. Nella pagina a fianco in alto a destra, gli operatori intervenuti alla tavola rotonda con il moderatore, professor Giovanni Serra in particolare, per un valore di venduto che si aggira sugli 80 milioni di euro, purtroppo in progressiva perdita negli ultimi anni”. Il valore aggiunto di questo settore, però, è ben più alto se si pensa alla distribuzione sul mercato interno e la ricerca ne dimostra appieno la valenza anche in riferimento al forte indotto che genera in altre attività della piana ingauna. Il florovivaismo, nonostante l’alta qualità dei prodotti locali, soffre per la forte crisi dei prezzi all’origine e dei consumi; ma è altrettanto vero che l’agricoltura savonese, quella ad alta specializzazione, può ulteriormente espandersi e fornire ricchezza “netta” all’economia provinciale. Per questo la Camera di Commercio, negli anni, ha alimentato idee e profuso investimenti per l’agricoltura. Esempio più notevole è il Centro di Sperimentazione ed Assistenza Agricola, la cui realizzazione risale agli anni Sessanta e che rappresenta tuttora una delle esperienze più significative nel settore della ricerca pubblica. Da un decennio trasferito in regione Rollo e di imminente ampliamento, ospita due laboratori, l’uno fitopatologico e l’altro chimico, ad elevata specializzazione. Il Centro ha fatto da catalizzatore a molteplici iniziative di immagine, promozionali e progettuali che hanno dato l’avvio ad un incontro tra domanda ed offerta e che, sinergicamente condotti, contribuiscono all’apertura di nuovi scenari, allargando i mercati dei prodotti locali anche attraverso una stretta concertazione tra aziende floricole ed aziende turistiche. Interventi rilevanti, certamente, l’ultimo dei quali, nel gennaio scorso, si è concretizzato nella partecipazione, con la Regione Liguria, alla fiera di Essen, occasione importante per la presentazione dei prodotti e per il lancio in Europa del marchio “d’Albenga”, nome già legato alle primizie orticole ed oggi principalmente alle produzioni florovivaistiche. “La situazione del settore, che negli anni ha denunciato segni di progressiva debolezza, ha indotto la Camera di Commercio ad avviare un’azione di monitoraggio – ha spiegato nel corso del convegno il rappresentante in Giunta del settore agricolo, nonché presidente di Coldiretti Liguria, Ennio Fazio -. Così, è parso opportuno guardare con attenzione alle prospettive dell’agricoltura nel Ponente della provincia e nel comprensorio albenganese in particolare. Riunioni con le associazioni di categoria, da un lato, e incontri diretti con gli operatori, dall’altro, hanno da tempo messo in evidenza situazioni di disagio diffuso nelle imprese con conti economici aziendali sempre più risicati, e qualche volta in perdita, con esposizioni bancarie preoccupanti”. La successiva costituzione del Distretto Agricolo Florovivaistico del Ponente ha trasformato quell’iniziale monitoraggio in una vera e propria indagine quali-quantitativa delle produzioni agricole, per giungerne a determinare il valore. Ricerca utile anche in previsione delle politiche regionali che dovranno essere assunte nell’area occidentale ligure. La presentazione della ricerca è stata seguita da una tavola rotonda coordinata dal professor Giovanni Serra, docente universitario al “Sant’Anna” di Pisa, alla quale hanno partecipato Aldo Alberto, presidente provinc i a l e d e l l a C i a ; Vi n c e n z o Enrico, presidente provinciale dell’Unione Agricoltori (Confagricoltura); Martino Bolla, presidente provinciale della Coldiretti; e Marco Ansaldi, presidente del Distretto Florovivaistico del Ponente. Al centro del confronto l’esigenza di dare competitività al settore, attraverso l’innovazione del prodotto, la ricerca, la formazione, i servizi. N° 1/2 - 2005 11 Produzioni “forti” ma a costi elevati Con l’indagine sull’agricoltura nell’Albenganese la Camera di Commercio di Savona si è posta tre obiettivi: 1. ottenere una migliore conoscenza e fornire basi per l’elaborazione di proposte operative in materia di economia del settore agricolo; 2. avviare un osservatorio puntuale sulle dinamiche economiche e produttive dell’agricoltura albenganese; 3. ottenere uno strumento informativo di lavoro, attraverso cui la Camera di Commercio e gli imprenditori agricoli potranno trarre giudizi tecnici agronomici, organizzativi e di marketing. Un lavoro che rappresenta un primo tentativo di avviare un osservatorio permanente sul settore agricolo e che giunge a definire la dimensione economica quantitativa, in termini di superficie agricola utilizzata, quantità prodotta e valore delle diverse produzioni agricole. L’indagine ha confermato come le aziende agricole sembrino avere una produzione lorda vendibile molto elevata, pur soggette a costi di produzione molto alti. “Sembrerebbe esistere – afferma l’autore della ricerca, Luciano Colla - un ‘circolo vizioso’, in cui il produttore ha una forte difficoltà a “fare il prezzo” e, quindi, non possiede riferimenti economici per una continuità aziendale in termini sia di quantità da produrre, sia di varietà colturali da proporre, rincorrendo il mercato e permettendo ai compratori di anticiparli sullo stesso mercato”. Per quanto riguarda i mezzi di produzione, le imprese agricole “passano” ai settori industriali e commerciali collegati circa 0,12 euro per ogni euro di produzione lorda vendibile (p.l.v.). Per quanto concerne i costi diretti di produzione, si tratta di circa 6 decimi di euro per ogni euro di produzione lorda vendibile. Relativamente ai costi di confezionamento ed ai costi di commercializzazione, essi risulterebbero di circa 0,07 euro per ogni euro di p.l.v., che rapportati alla quota da cui si ricava il margine, assumono un peso, per le imprese floricole, del 25% (15% il confezionamento e 10% la commercializzazione). Per contro, le aziende hanno investito, nella piana, circa 21 euro a mq. Sulla base delle informazioni campionarie rilevate ed al loro riporto all’universo, la stima del valore della produzione agricola, in termini di produzione lorda vendibile, dell’area interessata dall’indagine (comprendente la piana albenganese, Ceriale ed Andora) si colloca tra i 280 ed i 310 milioni di euro. Questo dato complessivo proviene dalla produzione di: – circa 90/100 milioni di vasi di fiori ed aromatiche di varie misure e forme di allevamento – circa 450 tonnellate di ortive, frutta, olive ed uva. In termini di peso percentuale sulla produzione lorda vendibile 2003, possiamo fornire una statistica per raggruppamenti colturali: floricole e fronde verdi aromatiche in vaso ortive aromatiche recise olivo, vite, frutta e per le principali varietà coltivate margherita basilico reciso rucola pomodoro stella di natale ciclamino 49% 21% 19% 8% 3% 16% 8% 7% 6% 6% 6% Floricoltura ed aromatiche in vaso Le produzioni di floricole e di aromatiche in vaso rappresentano il 70% dell’intera produzione lorda vendibile dell’area. La media complessiva vedrebbe circa il 70% del prodotto commercializzato tramite imprese esterne ed il 30% attraverso conferimento diretto. Il 75% della produzione vendibile è indirizzato verso l’estero (quasi totalmente sui mercati dell’Unione Europea). Ortive ed aromatiche recise Le produzioni ortive e di aromatiche recise rappresentano circa il 20% della p.l.v. dell’area. La commercializzazione avviene per il 53% in modo indiretto e per il 47% diretto. Relativamente alle destinazioni dei prodotti, quasi totalmente si indirizzano sul mercato nazionale, mentre, fuori Italia, unicamente sui mercati UE. E’ comunque necessario fare di più. Già a livello locale, concertando progetti comuni tra le aziende: da un’attenta valutazione della domanda per evitare sovraproduzioni e, con esse, la vendita sottocosto della merce, ad una maggiore razionalizzazione delle diverse fasi, dalla produzione alla commercializzazione, con l’obiettivo di essere più competitivi. Ma si deve anche avere maggiore capacità di guardare avanti: analizzando costi e benefici delle aziende, raccogliendo informazioni, individuando opportunità e minacce. “Il comparto maggiormente esposto alle pressioni com- petitive provenienti tanto dai Paesi di antica tradizione, quanto da quelli nuovi a queste produzioni – ha sottolineato il professor Serra - è quello florovivaistico. Queste pressioni sono generate, da un lato, da motivi logistici, organizzativi, tecnologici, commerciali e così via; dall'altro, da indubbi vantaggi in termini di costo del lavoro e dell'energia, di normative tolleranti o inesistenti, di privi-legi commerciali di varia natura. In questo contesto, il florovivaismo italiano si trova a combattere, evidentemente, su entrambi i fronti senza nessuna forma di protezione fatte salve quelle, ben note, dell'inventiva e delle capacità imprenditoriali dei nostri imprenditori abituati a navigare in questo mercato globale”. L’importanza economica del settore nell’Albenganese è fuori discussione, così come la sensibilità della Camera di Commercio di Savona che, esattamente trent'anni or sono, al II Convegno Nazionale sulle colture protette ricor- dava, con giusto orgoglio, la costituzione nel 1962 del primo Centro Orticolo Sperimentale, oggi Centro di Sperimentazione ed Assistenza Agricola in regione Rollo. Nella stessa occasione, l'assessore regionale all'Agricoltura ricordava come, dal 1964 al 1974, la superficie orticola si fosse ridotta del 41%, ma la produzione fosse aumentata nello stesso periodo del 18%; il presidente dell'Ortofrutticola, infine, si augurava di poter reggere il confronto con le consorelle dell'Europa Unita, intuendo le non poche difficoltà incombenti. Il dibattito deve partire proprio dalle risposte che imprenditori europei – un olandese, un belga e un danese - hanno fornito alla domanda sulle strategie da mettere in atto per uscire dalla crisi. Risposte articolate ma che, soprattutto, portano a visioni diverse legate alle peculiarità di ciascun Paese. Per l’agricoltura savonese non ci sono ricette miracolistiche, ma non mancano le possibilità di intervento: l’integrazione dei diversi istituti, centri, laboratori, associazioni presenti nella regione e non solo. Il confronto con alcune esperienze estere; l'opportunità di istituire un Osservatorio, una sorta di 'cane della prateria' che sorvegli dall'alto, lanciando allarmi e segnalando opportunità; la necessità di una gestione manageriale delle aziende attraverso la creazione di un piano strategico, di un sistema di check-up tecnologico, economico e finanziario e così via. 12 N° 1/2 - 2005 Una bussola per il Palazzo Lamba Doria pubblica una “Un cammino non facile ci attende, dovendo recuperare terreno sia in quella che può essere definita ‘cultura del nuovo’ sia in professionalità. Ma un concetto deve essere immediatamente chiaro: i Sistemi Turistici Locali non sono un’etichetta ma una vera e propria riorganizzazione di ‘tutti gli affari del turismo’ sul territorio, basata su una moderna logica di marketing attenta alle aspettative degli ospiti”. Con questa sottolineatura che è anche una dichiarazione di impegno sul fronte di quella che si prospetta come una mutazione genetica sul modo di gestire l’industria della vacanza, il presidente della Camera di Commercio di Savona, Giancarlo Grasso, ha presentato a metà febbraio la ricerca sui Sistemi Turistici Locali. Realizzata dall’Osservatorio Turistico di Palazzo Lamba Doria e curata da Luciano Colla, l’indagine è stata raccolta in un libro della collana “Strumenti” e costituisce una bussola per gli operatori e gli enti che devono in questi mesi affrontare il problema di dare una nuova organizzazione, ma soprattutto dare un’ “anima” al turismo della provincia e, più in generale, della Liguria. Il volume – circa 120 pagine corredate di schede, grafici, cartine e foto – è articolato in sei capitoli: 1) Quali sistemi turistici locali in provincia?; 2) Quale imprenditoria turistica?; 3) Domanda e offerta di turismo balneare; 4) Risorse per il turismo nel Savonese; 5) Sistemi sinergici per l’uso delle risorse; 6) Elementi per un progetto di sviluppo turistico. L’insieme degli argomenti trattati costituisce un contributo della Camera di Commercio per configurare con maggiore chiarezza l’ambito territoriale dei nuovi organismi previsti dalla Legge Regionale 14 del 2004 attraverso la disamina dei dati socio-economici. Senza tralasciare, nello stesso tempo, al di là di una verifica attenta di attività consolidate e di bacini di clientela tradizionali, di far emergere elementi significativi di complementarietà tra aree differenti per risorse territoriali e strutture, diversità che rappresentano un elemento fondamentale della ricchezza della Liguria di Ponente. Alla presentazione della ricerca erano presenti amministratori locali e imprenditori di tutta la filiera del turismo, dalle agenzie di viaggio agli esercenti, dagli albergatori ai titolari di bagni marini, tutti ormai consapevoli della necessità di giungere al più presto, e comunque entro il 2005, alla costituzione dei sistemi turistici locali. La legge regionale dell’agosto scorso è rivolta a favorire la crescita del turismo ma occorre far presto per non correre il rischio di essere esclusi dai benefici previsti. “Nell’attribuire a questi nuovi soggetti i compiti di promozione, commercializzazione, informazione ed accoglienza – ha sottolineato il presidente Grasso – la legge affida loro grandi responsabilità nello sviluppo economico. Perciò occorre che in una sfida che deve vederci competitivi sia a livello nazionale sia europeo, la sfera pubblica si schieri al fianco del mondo del lavoro per individuare assieme nuove strategie, e quindi nuovi prodotti. In caso contrario, se cioè questo sostegno dovesse mancare, il rischio per le imprese sarebbe davvero grande”. Il fatto certo è che negli ultimi trent’anni enti ed imprese hanno viaggiato a velocità diverse, per cui accanto ad un’insufficiente strategia nel turismo è venuto a mancare anche quel rapporto sinergico tra imprese ed enti, nonché tra gruppi stessi di soggetti pubblici e privati, che avrebbe consentito di superare meglio i non pochi momenti critici. “Proprio per questo – ha concluso il presidente della Camera di Commercio di Savona – da qualche anno attraverso il nostro Osservatorio Turistico stiamo fornendo continue informazioni e ora non faremo mancare un ulteriore apporto di collaborazione nella fase costituente dei Sistemi Turistici Locali, facendo da collegamento tra imprese ed enti pubblici. Un ruolo che peraltro abbiamo imparato a svolgere sin dai tempi della presentazione del disegno di legge di riordino dell’organizzazione turistica regionale, e che ha portato all’individuazione di strumenti quali i Sistemi di Prodotto Locale, il Club di Prodotto, i Sottosistemi Territoriali che rappresentano gli autentici motori di una rinnovata offerta turistica”. Mille emozioni in offerta speciale Uno dei capitoli più interessanti del volume camerale riguarda le risorse turistiche nell’area savonese. Questa “dote” viene suddivisa in tre categorie: la risorsa principale, ovvero il mare e le coste; le risorse dell’entroterra, incentrate sugli ambienti naturalistici e sull’ospitalità; le risorse specialistiche che vanno dalle attrattive culturali e locali alle attività sportive. La balneazione, come è evidente, continua a rappresentare l’elemento nettamente trainante del turismo provinciale. Come segmenti di mercato minore – almeno a livello quantitativo – si possono considerare anche la nautica da dipor to, le attività d i “ w a t ching” marino e quelle collegate alla presenza di isole e di località costiere di particolare pregio ambientale. La Regione Liguria ha segnalato come “SIC” (siti di importanza comunitaria) una serie di fondali marini la cui valenza naturalistica li indica come “attrazione turistica”. Il “santuario dei cetacei” rappresenta per il Ponente ligure un’ulteriore importante occasione turistica, con la presenza numericamente consistente di capodogli, balenottere, delfini nel contesto di un ecosistema marino di notevole ricchezza. Affacciati sul mare esistono inoltre siti di importanza comunitaria che possono interagire con l’offerta marina contribuendo a migliorare l’attrattività turistica. Si possono citare l’area di Capo Mele, N° 1/2 - 2005 turismo che cambia guida alla nuova legge di riordino A SAVONA B FINALE LIGURE LOANO C ALBENGA ALASSIO quella di Monte Acuto – Rio To r s e r o , l ’ a r e a d i M o n t e Ravinet – Rocca Barbena che comprende le grotte di To i r a n o , l ’ a l t o p i a n o d e l l e Mànie, il massiccio del Beigua. La principale risorsa del turismo dell’entroterra è costituita dalle aree ambientali di pregio, riconosciute come SIC o come Zone Protette Speciali. I siti di importanza comunitaria sono 16, da Pizzo d’Evigno (Stellanello) alla foresta della Deiva – torrente Erro, nel Sassellese. Panorami spettacolari, ricchezza di boschi, varietà di specie botaniche, laghi, pa- reti di roccia dolomitica, depressioni carsiche, laghi, aree di interesse geologico. Un’interessante opportunità per l’entroterra potrebbe essere fornita dagli alloggi non occupati da residenti. Una quota di patrimonio abitativo utilizzabile al fine di evitare politiche locali rivolte ad incentivare nuove costruzioni, che ridurrebbero i paesi interni in condizioni simili a certe località della costa. Un esempio è quello di Colletta di Castelbianco, frazione abbandonata, completamente ristrutturata, diventata punto di riferimento per studenti e professionisti dell’architettura. Le risorse specialistiche riguardano aspetti collegati alla cultura (arte e architettura, centri storici, archeologia e grotte), al divertimento, allo sport, agli eventi di intrattenimento ed ai convegni. Il valore di queste risorse, quan- to mai varie, può diventare fondamentale nella scelta della vacanza in una situazione ambientale collegata alle risorse primarie (mare e costa). Il problema è di individuare quelle attrattive con caratteristiche di unicità, capaci di “far spostare il turista” solo per il fatto di essere situate in una certa località. Sul fronte culturale, c’è solo l’imbarazzo della scelta: patrimoni artistici, centri storici, siti archeologici, grotte, personaggi, santuari. L’arte ceramica di Albissola così come l’arte vetraria di Altare possono fungere da fondamentale volano economico se adeguatamente sostenute, sia sotto l’aspetto produttivo, sia sul fronte commerciale. Alcuni centri storici sono invidiabili: Albenga, Finalborgo, Noli, Zuccarello, Villanova, Castelvecchio, strade e ponti romani, fortezze, santuari, ville, musei. Una grande varietà nell’offerta culturale, che si accompagna ad altrettanto valide possibilità sportive. Fare alpinismo a pochi passi dal mare è un’”emozione turistica”, che si accompagna alla possibilità più generale di stare al mare di giorno e nel verde, al fresco, alla sera. Le opportunità per una vacanza “mai noiosa” ci sono tutte. Occorre far trovare al turista le giuste motivazioni. E’ su questo che ci sarà molto da lavorare. 13 Quanti “sistemi” sono sostenibili? Sulla base di dati demografici, di elaborazioni relative all’“armatura turistica” del territorio e tenuto conto delle linee di indirizzo emanate dalla Regione Liguria, possono essere identificate, in provincia di Savona, cinque aree omogenee (determinate anche dai confini delle Comunità Montane): 1) Alassino Albenganese, comprendente 20 comuni di cui 5 costieri (Alassio, A l b e n g a , Andora, Ceriale, Laigueglia) e 15 nell’entroterra (Arnasco, Casanova, Castelbianco, Castelvecchio, Cisano, Erli, Garlenda, Nasino, Onzo, Ortovero, Stellanello, Testico, Vendone, Villanova, Zuccarello). 2) Loanese, comprendente 9 comuni, di cui 3 sulla costa (Borghetto, Loano, Pietra Ligure) e 6 nell’entroterra (Balestrino, Bardineto, Boissano, Calizzano, Giustenice, Toirano): 3) Finalese, comprendente 12 comuni, di cui 5 costieri (Bergeggi, Borgio Verezzi, Finale Ligure, Noli, Spotorno) e 7 nell’entroterra (Calice, Magliolo, Orco Feglino, Osiglia, Rialto, Tovo e Vezzi). 4) Savonese – Varazzino, comprendente 13 comuni, di cui 6 costieri (Albissola M a r i n a , A l b i s o l a Superiore, Celle, Savona, Vado Ligure, Varazze) e 7 nell’entroterra (Giusvalla, M i o g l i a , Pontinvrea, Quiliano, Sassello, Stella e Urbe). 5) Bormide, che comprende 15 comuni dell’entroterra: Altare, Bormida, Cairo, Carcare, Cengio, Cosseria, Dego, Mallare, Massimino, Millesimo, Murialdo, Pallare, Piana Crixia, Plodio, Roccavignale. Considerando tuttavia i parametri minimi per la definizione degli STL (superficie, numero dei comuni, numero di abitanti, posti letto, presenze turistiche), i potenziali STL risulterebbero unicamente quello AlassinoAlbenganese, che rispetta tut- ti i parametri, ed i due costituiti da aggregazioni: Savonese-Varazzino-Bormide e Loanese-Finalese. Questa è quindi una delle ipotesi su cui si potrà ragionare. Ma non è l’unica. Altre possibilità di aggreg a z i o n e riguardano l’area savonese, che potrebbe includere, a levante, i comuni genovesi di Arenzano e Cogoleto sulla costa e di Tiglieto nell’entroterra (in quanto direttamente connessi al parco del Beigua) e, a nord, i comuni piemontesi della Val Bormida di Millesimo. Inoltre gli STL provinciali potrebbero essere ridotti a due, unificando l’Alassino – Albenganese con il Loanese – Finalese, oppure nell’area dell’estremo ponente provinciale potrebbero essere fatti gravitare i comuni di Balestrino, Toirano, Borghetto o, ancora, Noli, Spotorno e Bergeggi potrebbero essere aggregati all’ambito savonese. Senza scartare nemmeno l’ipotesi di fare un unico Sistema Turistico provinciale, articolato in sottosistemi di prodotto o di ambito. Ad esempio un discorso interessante potrebbe essere quello di una suddivisione in due sottosistemi, di cui uno comprendente i comuni della costa e dell’entroterra da Pietra Ligure a Diano Marina e un altro che comprende il Savonese, il Varazzino, le Bormide, oltre ai comuni costieri da Borgio a Bergeggi e quelli genovesi di Cogoleto, Arenzano e Tiglieto. La suddivisione territoriale deve tener conto della sostenibilità finanziaria, ovvero dei finanziamenti che la Regione erogherà, sempre sulla base dei parametri minimi. Alcuni calcoli indicano per l’intera provincia di Savona la disponibilità di 380 mila euro come “fondo d’impianto”. Una cifra esigua, che dovrebbe suggerire cautela nella frammentazione del territorio nella geografia dei nuovi Sistemi Turistici Locali. 14 N° 1/2 - 2005 Analisi del turismo savonese Monitoraggio congiunturale del settore; motivazioni e profilo della domanda turistica; identikit, fabbisogni e opportunità di sviluppo delle imprese Ricerca CCIAA/ISNART Savona, Palazzo Lamba Doria - Meeting 4 febbraio 2005 SALUTI - Giancarlo Grasso, Presidente della Camera di Commercio Grosse nubi sulla Riviera Preoccupante perdita di “appeal” e di professionalità Rivalutare la Riviera nell’immaginario collettivo e individuale, dare gambe a progetti innovativi che sappiano utilizzare al meglio le numerose “nicchie” di mercato congeniali alla costa e all’entroterra liguri, concentrare risorse su miglioramenti delle strutture e della professionalità. E’ la ricetta per rilanciare il turismo illustrata a Palazzo Lamba Doria, agli inizi di febbraio, in occasione della presentazione di una serie di studi effettuati dall’Istituto Nazionale per le Ricerche Turistiche, per conto dell’Ente camerale. Si tratta di una novità in senso assoluto, se si considera che, al di là di una valutazione sull’andamento del settore nel corso del 2004, si sono potuti conoscere, sul versante della domanda, le motivazioni e il profilo degli ospiti e, sul lato dell’offerta, i bisogni e le opportunità di sviluppo delle nostre imprese. Dalle indagini è emerso un quadro complesso che fornisce un contributo significativo nell’atteso disegno di una politica turistica comprensoriale e regionale, in cui risorse territoriali, prodotti, strutture rappresentino sinergicamente gli elementi di rilancio di un’attività che risente sempre più della globalizzazione del mercato e, pertanto, esposta a una forte competizione internazionale. D’altronde, è risaputo come, sotto l’aspetto congiunturale, il 2004 non sia stato un buon anno, non solo in numero di arrivi e presenze (e soprattutto nei flussi esteri dai bacini del Centro Europa), quanto in produzione di reddito, il cui valore sta assottigliandosi in modo preoccupante con il trascorrere del tempo. RELAZIONI - La domanda turistica: motivazioni, profilo, caratteristiche e aspettative Flavia Maria Coccia, responsabile delle ricerche IS.NA.R.T. - Imprese turistiche: identikit e bisogni, fattori di successo e problematiche Marta Rossato, ricercatrice IS.NA.R.T. INTERVENTI - Costruire e rafforzare i prodotti turistici: investire sulla qualità e sui servizi, agire come sistema. Bruno Suetta, Direttore Confesercenti (Assoturismo) della provincia di Savona - Intercettare nuovi segmenti della domanda: possibili azioni di destagionalizzazione del turismo nella provincia di Savona Gianluigi Corrias, Sezione di Savona di Federalberghi-Confcommercio - Promuovere la provincia di Savona all’estero: verso quali mercati, attraverso quali strumenti, con quali interlocutori. Massimo Parodi, Presidente dell’Unione Albergatori della provincia di Savona Rapporto sul turismo savonese a Palazzo Lamba Doria. In alto le ricercatrici dell’Isnart Flavia Maria Coccia e Marta Rossato; sopra uno scorcio del litorale di Alassio Se il consuntivo non è stato di un “profondo rosso”, è la tesi della Camera di Commercio di Savona, se si è potuto fronteggiare una situazione che sta assumendo i caratteri di un’economia piatta o in flessione (lo scorso anno un quarto delle nostre strutture, alberghiere in particolare, è stato coinvolto in un andamento stagionale sfavorevole) la risposta è da ricercarsi nell’aumento di agriturismi, affittacamere, destinazioni in campagna, oltre che nel prolungamento della stagione estiva”. Per ridurre la dipendenza della Riviera di Ponente da una domanda prevalentemente individuale, la concorrenza interna ed internazionale sollecita da tempo prodotti distribuiti nell’arco annuale, politiche incisive di marketing territoriale ed aziendale e formule innovative nel campo dell’intermediazione. Anche perché la nostra offerta è ancora oggi legata soprattutto a canoni tradizionali che si rifanno al bisogno di relax e alla ricerca di relazioni sociali, quindi a segmenti caratteristici di famiglie e terza età, per tanta parte identificabili in CONCLUSIONI - Maurizio Scaiola, Direttore Generale Dipartimento Turismo e Agricoltura della Regione Liguria classi sociali dalle potenzialità di spesa limitata. Siamo dinanzi ad una perdita di appeal che la costa pagherà duramente nei prossimi anni. Perciò, gli enti dovranno salvaguardare le strutture esistenti e incentivare l’imprenditorialità; le nostre aziende alberghiere ed extra alberghiere ricorrere a prodotti di punta (l’enogastronomia, lo sport, la cultura) e alla promozione di nicchie di mercato nel turismo azzurro e verde. Ma altresì coordinare il segmento della seconda casa e proseguire una politica della qualità nelle strutture esistenti e di potenziamento dei servizi collaterali, andando oltre il soddisfacimento dei bisogni primari. Il rilancio del turismo è legato a queste scelte. Scelte di qualità, ormai divenute indispensabili per porci su livelli di concorrenzialità internazionale, nell’obiettivo di aumentare il valore aggiunto dalla presenza degli ospiti e dalla ripetitività del soggiorno che si traducono in opportunità di spesa e in maggiore occupazione. La qualità sta diventando, per una parte consistente di aziende, l’obiettivo primario per fronteggiare la dicotomia esistente tra esperienza ed aspettative da parte degli ospiti. Un’azione che deve trovare rispondenza nella comunità nel suo insieme attraverso il recupero di una mentalità turistica”. Ma c’è anche necessità,nell’ambito di un’incisiva politica turistica, di andare alla scelta di aree destinate all’industria del tempo libero; di superare l’eccessiva burocrazia che porta al disinteresse per nuove progettualità interne ed esterne; di potenziare il sistema delle infrastrutture di trasporto che sta duramente penalizzando le aziende in termini di maggiori costi e di minore efficienza e costringe a deviare i flussi di traffico verso altre aree concorrenti. N° 1/2 - 2005 Turismo: congiuntura, profilo della domanda, identikit e bisogni delle imprese savonesi. Sono i temi affrontati dall’Osservatorio Turistico della Camera di Commercio sulla base delle risultanze dell’indagine a tutto campo affidata ad Isnart, Istituto Nazionale Ricerche Turistiche, realizzata attraverso 460 interviste ad operatori della provincia ed alla clientela. Tra i dati emersi, spicca il tasso di occupazione delle camere nel mese di agosto (79,5%), superiore al dato nazionale (75,7%) e sensibilmente più alto sia rispetto al mese di luglio (63%) sia a settembre (58,3%). Il trend dei turisti stranieri (stagione 2004 rispetto al 2003) è stato definito “stabile” dall’80% degli operatori e “in calo” dal 18,3%; per gli italiani, “stabile” per il 71,3% e “in calo” per il 26,3%. La prima considerazione riguarda la necessità di mettere in atto efficaci iniziative per destagionalizzare il turismo savonese e migliorare l’attrattività del territorio. Anche perché la ricerca tra gli ospiti rivela che il 41% sceglie la Riviera perché ha la casa o ha amici con una casa disponibile e che un altro 13% viene solo “per non far niente”. Entrambi questi fattori sono catalogabili come “passivi”, indici di una debolezza strutturale del fenomeno turistico. I giudizi sulla qualità della vacanza sono sufficienti, ma mettono in luce la scarsa forza dell’offerta turistica attuale e la sua capacità di rispondere solo ai bisogni primari. Infatti i giudizi migliori vanno ai prodotti tipici (gradimento 7,3 su una scala di 10), alla qualità dei negozi (7,1), alla qualità delle imprese ricettive e ristorative (6,9). Il giudizio complessivo, sempre su una scala da 1 a 10, è pari a 6,6 ed i voti più bassi riguardano l’ospitalità dei residenti, la qualità dei trasporti e la qualità delle informazioni turistiche, tutte intorno al 6 stiracchiato. A parte, ma era da attenderselo, va considerato il pur fondamentale giudizio sui prezzi, che non va oltre il 5, con un “gradimento” minimo (4,7) tra i turisti italiani. Da rilevare che solo il 3,9% pensava di trovare un buon rapporto qualità-prezzo. Ma c’è da aggiungere che, a vacanza conclusa, solo lo 0,9% si è dichiarato soddisfatto del soggiorno dal punto di vista economico. Quanto alle aspettative dei I prodotti turistici tra tradizione e innovazione 15 Le imprese turistiche della provincia di Savona (% sul totale imprese attive direttamente e indirettamente turistiche) Non basta il “dolce far niente” Dare più stimoli al turista per creare valore aggiunto turisti sulla vacanza in provincia di Savona, la maggioranza (56,2%) indica come priorità il relax e solo il 14% dichiara di preferire la Riviera per fare attività sportiva. Relax significa stare con la famiglia, con gli amici, fare “gruppo”. Un programma minimale, che rende l’idea di un turista-tipo privo di particolari motivazioni e forse non sufficientemente stimolato. E’ quindi importante attivare servizi in grado di dare alla vacanza motivazioni legate alla fruizione di prodotti turistici, ampliando i motivi di soddisfazione, superando le aspettative del solo relax. Nonché aumentare il valore aggiunto della permanenza e della ripetitività del soggiorno creando opportunità di spesa, attraverso l’”animazione” del territorio, aumentando la vitalità del tessuto imprenditoriale. La provincia di Savona è ancora poco commercializzata sui pacchetti dei Tour Operators internazionali. In alcuni Paesi, però, l’interesse è forte (il 64,3% degli operatori austriaci ed il 42,9% di quelli belgi l’hanno inserita nei cataloghi del 2005). Nel complesso la quota dei Tour Operators che prendono in considerazione la Tipo do alloggio utilizzato durante il soggiorno (val.%) - Agosto 2004 Circuito ricettivo: 59,2% dei turisti Seconde case/case proprie: 40,8% Ragione principale della propria visita (val.%) Fonte: Rilevazione diretta IS.NA.R.T. per Osservatorio Turistico CCIAA Savona provincia è del 29,7%. A questo proposito, data la forte consistenza ricetti- ve, sarebbero necessarie azioni promozionali da parte degli operatori loca- li verso l’intermediazione nazionale e internazionale per aumentare l’occupazione dei posti letto anche fuori stagione. Il crescente interesse da parte degli agenti di viaggio potrebbe inoltre essere assecondato con un’offerta di proposte composite tra prodotti tradizionali e innovativi per l’acquisizione di nicchie di mercato, secondo le indicazioni fornite dagli stessi Tour Operators. L’indagine di Isnart ha rilevato anche l’identikit ed i bisogni delle imprese turi s t i c h e . E m e rg e c h e i l settore è ancora troppo “sulle spalle” delle imprese primarie: strutture ricettive e ristoranti rappresentano il 77,5% del totale delle imprese direttamente o indirettamente coinvolte nel comparto turistico. Pochissime sono le imprese di intrattenimento (2,8%) e quelle di intermediazione turistica (1,2%) e congressuali (0,4%). Gli operatori turistici, che riconoscono nel “prodotto mare” il loro principale motivo di successo, sono tuttavia attenti anche a prodotti più innovativi, dei quali tuttavia, al momento, la domanda non sembra percepire la fruibilità sul territorio savonese. Diventa quindi importante realizzare nuove politiche di prodotto, creando percorsi ed itinerari che leghino il territorio, le imprese produttrici e quelle che ne permettono la fruizione. Con un’avvertenza, tuttavia: gli operatori locali vedono nell’enogastronomia, nel benessere e nella cultura dei prodotti innovativi, mentre è evidente che a livello nazionale questi prodotti possono già essere considerati tradizionali. Col rischio di arrivare ancora una volta in ritardo. c.d. 16 N° 1/2 - 2005 La distribuzione al dettaglio in sede fissa: analisi e andamento del settore in provincia. Tema ricco di problemi e di confronti a volte delicati tra associazioni di categoria e amministrazioni comunali. Dialogo in cui si inserisce l’Ente camerale di Savona attraverso un rapporto elaborato nell’ambito dell’Osservatorio sul Commercio, ed alla cui stesura hanno contribuito, assieme all’Ufficio Studi di Palazzo Lamba Doria, il professor Gianni Cozzi e il dottor Luciano Colla. La rete distributiva savonese, caratterizzata, in termini di rapporto esercizi/residenti, da una densità commerciale tra le più elevate d’Italia (18,8 esercizi contro una media ligure di 15,6 e nazionale di 12,9), sta mantenendo, negli ultimi anni, una consistenza sostanzialmente invariata nel suo complesso (-0,5%). Le variazioni diventano, invece, consistenti se si scende ad un dettaglio settoriale, a seguito di trasformazioni rilevanti nella seconda metà degli anni Novanta. In un quadro di delicati equilibri la congiuntura negativa in atto e la continua erosione del potere d’ acquisto dei consumatori, sia residenti che turisti, evidenziano i punti di debolezza della struttura commerciale al dettaglio, caratterizzata, come in generale l’intero sistema distributivo italiano, da una forte presenza di imprese di piccole dimensioni. Ogni innovazione nel settore deve quindi essere affrontata con estrema cautela, in quanto la nuova offerta commerciale può risultare sostitutiva, e non aggiuntiva, rispetto all’esistente. Anche perché il quadro economico nazionale e locale, com’è noto, è caratterizzato da una sostanziale staticità, con modeste prospettive di ripresa per l’anno in corso. Il professor Amedeo Amato, nelle previsioni formulate su incarico dell’Ente camerale a fine 2004, stima per il biennio 2005-2006 un tasso medio annuo di variazione contenuto nell’1% per i consumi di beni non durevoli, dell’1,1% per i beni durevoli e dell’1,5% per i consumi di servizi. Lo stimolo dell’efficienza e della competitività del sistema distributivo, realizzabile attraverso l’equilibrato sviluppo di tutte le forme e tipologie commerciali, costituisce anche condizione di uno Piccoli negozi, grandi problemi Rapporto su esercizi e consumi dell’Osservatorio sul Commercio sviluppo coerente del sistema economico e sociale savonese. “Nel settore commerciale – conferma Gianni Cozzi - siamo dinanzi ad un assetto strutturale che presenta parecchi punti di debolezza, specie se si tiene conto della staticità delle spese destinate ai consumi e degli aumenti dei costi e dei prezzi”. Senza peraltro dimenticare che l'elevata densità commerciale che si riscontra nella provincia di Savona se da un lato è strettamente connessa con la presenza di cospicui fenomeni turistici, dall’altro, la staticità dei saldi demografici (naturali e sociali) non consente, a parità di spesa pro-capite destinata ai consumi commerciali, di prevedere alcun incremento dei loro volumi totali. “Gioca oltrettutto in questo contesto – prosegue il professor Cozzi - il permanere di un'alta incidenza degli esercizi di modesta superficie di vendita. Aspetto peraltro coerente con un ‘micro-universo’ commerciale caratterizzato, fino a tutti gli anni '80, da un grado particolarmente elevato di polverizzazione delle iniziative di distribuzione al dettaglio e con la vischiosità dei processi d’espulsione degli operatori commerciali marginali, che restano in gran parte nel mercato, seppure con condizioni d’offerta non competitive e con la sottoremunerazione dei fattori produttivi impiegati (in particolare del lavoro autonomo) che ben difficilmente potrebbero essere proficuamente utilizzati in altre attività economiche”. Sulle aree di mercato interviene Luciano Colla. “Qui – afferma l’esperto di programmazione regionale - la situazione mostra come, a fronte di una forte competitività interna, le varie zone in cui il territorio provinciale è stato suddiviso, non inviano praticamente proprie quote significative di consumo sia alimentare, sia extra-alimentare, in altre aree. In particolare, occorre osserv a r e c o m e l ’ A l t a Va l Bormida, ossia l’area di Calizzano, Bardineto, Massimino e, almeno per quanto riguarda i consumi alimentari, di Murialdo, Osiglia e Bormida, sembra chiudersi nettamente all’esterno, formando un’enclave pressoché autosufficiente, indipendentemente dai livelli qualitativi di servizio”. Scendendo ad un’analisi del water front savonese, “ lo strumento delle aree di mercato – dice Luciano Colla – permette di evidenziare come un nuovo insediamento di grande distribuzione extra-alimentare nel ponente dell’area non provochi alcun allargamento dell’area di mercato della zona, ma unicamente un fenomeno di sostituzione con un incremento complessivo di merc a t o d a p a r t e d i Va d o Ligure pari a circa il 2,3%, a fronte di una diminuzione dell’1,4% a Savona e dello 0,1% delle Albissole”. Ma qui siamo dinanzi ad un problema non solo commerciale: l‘effetto principale avviene sulla destinazione del suolo, che tende a “strappare” ad un uso ottimale, aree che andrebbero indirizzate maggiormente in direzione produttiva e di retroporto, più che commerciale. N° 1/2 - 2005 17 A scuola in azienda Progetto di alternanza dell’Ente camerale Tre i percorsi formativi sperimentali realizzati, tre le scuole superiori savonesi protagoniste, oltre sessanta studenti coinvolti: è questo il primo bilancio del contributo fornito dalla Camera di Commercio di Savona all’introduzione, prevista dalla Riforma della scuola, dell’alternanza scuola-lavoro. L’iniziativa è stata presentata recentemente a Palazzo Lamba Doria. All’in t r o d u z i o n e d i A n n a Rosa Gambino, segretario generale della Camera di Commercio di Savona, sono seguiti i saluti di Attilio Massara, direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Liguria; quindi gli interventi dei dirigenti Raffaele Pentimalli e Gabriella Partesotti. Le conclusioni sono state di Teresa Ferrando, assessore provinciale alle Politiche del Lavoro e Formazione Professionale. Si è parlato, durante l’incontro, dei percorsi formativi sperimentali in alternanza, coprogettati, cofinanziati e realizzati dalla Camera di Commercio di Savona e dall’Ufficio scolastico regionale della Liguria, in base ad una convenzione biennale firmata nell’estate 2004: tre le scuole della provincia coinvolte in questa iniziativa; 11 il numero dei tirocini attivati; 65 il numero degli studenti impegnati. L’impegno camerale è nato dalla convinzione dell’importanza di avvicinare la scuola al mondo del lavoro e dell’impresa, affinché giovani di 15-18 anni possano acquisire competenze e capacità, coniugando formazione ed esperienza diretta in ambiente lavorativo. * I tre istituti, selezionati dall’Ente camerale sulla base dei progetti presentati, sono: 1. Liceo Scientifico Statale Orazio Grassi di Savona; 2 . I s t i t u t o Te c n i c o Commerciale Statale Paolo Boselli di Savona; 3. Istituto di Istruzione Secondaria Superiore Giovanni Falcone di Loano. Il percorso del liceo ha visto lo svolgimento da parte di una classe quarta di un'attività di studio e valorizzazione del sito portuale savonese, mediante stage in studi professionali ed enti (discipline interessate: biologia, fisica, storia, italiano). Il percorso dell’istituto per ragionieri e geometri ha visto la realizzazione da parte di una classe di geometri e una di ragionieri di un’attività di ricerca e rilievo preliminare alla redazione del P.U.C. di un comune della riviera savonese mediante stage presso studi professionali tecnici (discipline interessate: economia, informatica, CAD, GIS). Il percorso dell’istituto tecnico per ragionieri ha visto il coinvolgimento di 12 studenti in stage presso due associazioni di categoria della provincia. Registrazione: Tribunale di Savona al numero 129 del 17 ottobre 1957 Direttore: Anna Rosa Gambino Vice direttore: Sergio Ravera Redazione e amministrazione: 17100 Savona, Via Quarda Inferiore Casella postale 224, Telefono 019.83.141 con dieci linee automatiche Abbonamento: tariffa annuale euro 2,58, da versare sul c/c postale numero 211177 Giunta camerale: Giancarlo Grasso (presidente), Silvio Accinelli, Paolo Campostano, Carlo Decia, Ennio Fazio, Gianluigi Granero, Franco Zino (componenti), Anna Rosa Gambino (segretario generale) Grafica e stampa: Punto It di Matteo Fossati - [email protected]; DG di Daniele Griggio - Albenga; Stabilimento Tipografico Fabbiani S.p.A. 0187.51.85.82 - [email protected] Diffusione: il periodico è inviato gratuitamente alle unità locali iscritte nel Registro delle Imprese di Savona, Enti pubblici ed Associazioni di categoria. Tiratura: l’Editore attesta la produzione di 28.000 copie a numero. Delle opinioni espresse in articoli e rubriche sono responsabili i singoli Autori. E’ fatto divieto a chiunque riprodurre parte della pubblicazione senza espressa autorizzazione scritta della Direzione. Le Camere di Commercio nel sistema della formazione Molteplici sono state in questi ultimi anni le iniziative del sistema camerale sui temi dell’analisi dei fabbisogni professionali, dell’orientamento, della formazione professionale, manageriale e imprenditoriale, del raccordo tra sistema delle imprese, scuola ed università. Questo patrimonio di esperienze ha avuto un importante riconoscimento anche nella Legge Delega per la Riforma della scuola (n. 53 del 2003), il cui art. 4 ha previsto che le Camere di Commercio possano essere coinvolte, attraverso apposite convenzioni ed accordi, in sede di progettazione, attuazione e valutazione dei percorsi formativi in alternanza scuola-lavoro. Si tratta, d’altra parte di un tema al quale sia l’Unioncamere nazionale che le Camere di Commercio hanno rivolto un notevole e crescente impegno, concretizzato anche nella costituzione di una rete di sportelli, a supporto dei quali opera anche un Sistema informativo, denominato Polaris, che tramite Internet, consente la gestione di una banca dati per l’incontro domandaofferta di tirocini nonché la condivisione di strumenti, informazioni e contenuti editoriali a supporto dei percorsi in alternanza (il portale www.polaris.unioncamere.it) Ulteriore impulso e sostegno istituzionale alle iniziative camerali è venuto dal Protocollo di Intesa siglato dal Presidente di Unioncamere e dal Ministro dell’Istruzione. Obiettivo principale del Protocollo è promuovere iniziative congiunte per favorire il raccordo tra mondo della scuola e mondo delle imprese, attraverso lo sviluppo di forme di collaborazione tra istituzioni scolastiche, Camere di Commercio e imprese per la realizzazione di sperimentazioni nel campo dell’alternanza scuola-lavoro. Per sostenere adeguatamente l’attuazione delle stesse, il sistema camerale ha messo in gioco un investimento pari a 6 milioni di euro in due anni. E’ stato così possibile avviare in tempi stretti, in ben 85 province italiane, percorsi formativi in alternanza coprogettati e co-finanziati dalle Camere di Commercio e dagli Uffici Scolastici Regionali. La proposta del sistema camerale nel campo dell’alternanza scuola-lavoro parte dall’assunto che l’alternanza è una diversa e innovativa metodologia o modalità didattico-formativa per raggiungere obiettivi formativi tramite il ricorso a periodi di aula, attività pratiche ed esperienze aziendali coerenti, pienamente integrate nel curriculum, che consentono dunque l’acquisizione di crediti spendibili ai fini del conseguimento di titoli o qualifiche. 18 N° 1/2 - 2005 Il grafico riporta l’andamento, negli ultimi anni, del tasso di crescita annuale dello stock delle imprese a Savona e in Italia, evidenziando il forte recupero della nostra provincia che nel 2004, dopo alcuni anni di stasi, torna su valori di sviluppo pari alla media nazionale. In forte aumento le nuove imprese Dalla crescita zero del 2002 al balzo del 2004 (+1,5%) della Camera di Commercio, Giancarlo Grasso - registra una dinamica della natalità delle imprese savonesi in forte ripresa. L’ottimismo degli imprenditori non può peraltro essere l’unico ingrediente della ricetta per lo sviluppo: è necessario più che mai che si mettano in azione le strategie per raggiungere gli obiettivi di base necessari al sistema delle imprese per rimanere sul mercato in termini competitivi, tra i quali si pone in evidenza il perseguimento di una politica rivolta alla qualità e il potenziamento del sistema infrastrutturale della provincia, nonché la ricerca di significativi fattori localizzativi, in grado di attirare sul territorio nuovi insediamenti produttivi”. Le dinamiche settoriali Così come avviene a livello nazionale, è il settore delle costruzioni che pesa in modo determinante nel saldo positivo della nati-mortalità delle imprese savonesi. Il confronto tra lo stock di imprese registrate a fine 2003 e a fine 2004 per settori di attività, evidenzia come l’andamento positivo si concentri in alcuni settori. Crescono infatti le imprese delle costruzioni (+6,3%) e le imprese delle attività immobiliari, noleggio, informatica e ricerca (+3%). Una crescita superiore al 2% si rileva anche per il settore di alberghi e ristoranti e per quello dei servizi personali, mentre riduzioni si registrano nei rimanenti settori, ed in particolare nell’agricoltura, nel commercio e nell’intermediazione finanziaria. I divari territoriali La lettura territoriale dei dati 2004 offre un quadro sensibilmente diversificato della velocità con la quale cresce l’universo delle imprese. Il dato italiano, accanto alla conferma della spinta più consistente proveniente dal Mezzogiorno (+1,8%), registra un recupero del Nord Ovest, che mette a segno la stessa performance del Centro (+1,5%). Un andamento più moderato della crescita si rileva soltanto TASSI DI CRESCITA COMPLESSIVI DELLE PROVINCE LIGURI – LIGURIA - ITALIA ANNO 2001 ANNO 2002 ANNO 2003 ANNO 2004 SAVONA GENOVA 0.50% -0.10% 0.20% 1.50% 1.90% 0.30% 0.90% 2.00% 1.10% 1.10% 0.50% 0.30% Da quest’anno Movimprese include stabilmente l’universo delle imprese agricole nella presentazione dei risultati, con alcuni effetti statistici degni di nota sui diversi fenomeni demografici analizzati dall’indagine. In termini strutturali, l’inclusione dell’agricoltura accresce l’incidenza delle ditte individuali, mentre in termini congiunturali tende ad aumentare il fenomeno delle cessazioni: l’agricoltura è infatti un settore che vede una lenta e continua riduzione del numero di aziende. Tenendo conto di questa novità, il risultato positivo del 2004 appare ancor più significativo. ISCRIZIONI CESSAZIONI SALDO TASSO DI CRESCITA ANDAMENTO DELLE IMPRESE IN PROVINCIA DI SAVONA (tutti i settori) Le dinamiche per forma giuridica IMPERIA LA SPEZIA IL QUADRO GENERALE ANNO Alla fine del 2004 lo stock delle imprese registrate presso il Registro delle Imprese gestito dalla Camera di Commercio di Savona ha una consistenza di 31.685 imprese, di cui 4.592 agricole. Nell’anno appena concluso sono state 2.492 le imprese che hanno aperto i battenti, mentre 2.039 hanno cessato l’attività. Il valore del saldo tra imprese iscritte e cessate si attesta a 453 unità, per un tasso di crescita pari a 1,5%, valore che si pone nettamente al disopra del trend degli ultimi anni, perfettamente in linea con la crescita media nazionale. “L’anno 2004, pur alla luce della delicata situazione in atto in molti settori,- ha commentato il presidente per il Nord-Est (+1,1%). La Liguria risulta una delle regioni settentrionali con risultato più dinamico, con un tasso pari a 1,4%, valore doppio rispetto a quelli dei due anni precedenti. Savona è una delle province liguri che ha maggiormente contribuito: il tasso di crescita delle imprese è infatti aumentato dallo 0,2% dell’anno precedente, all’attuale 1,5%. Come illustra la tabella, un notevole miglioramento è stato messo a segno anche da Genova. 2002 2,359 2,401 -42 -0.13% 2003 2,291 2,237 54 0.17% 2004 2,492 2,039 453 1.45% L’anno 2004 conferma due fenomeni: una ormai consolidata dinamica di lungo periodo (la crescente rilevanza delle società di capitale) e una dinamica più recente (la tenuta in termini assoluti delle ditte individuali). TASSI DI CRESCITA DELLE IMPRESE PER FORMA GIURIDICA NELL’ANNO 2004 SOCIETA’ DI CAPITALE SOCIETA’ DI PERSONE DITTE INDIVIDUALI ALTRE FORME TOTALE 5.60% 2.00% 0.60% 2.90% 1.50% 1.80% 0.60% 0.20% 0.80% LIGURIA ITALIA 1.50% 0.40% 0.60% 1.40% 1.60% 1.20% 1.20% 1.50% La crescita delle aziende e il ruolo degli imprenditori immigrati Negli ultimi anni è venuto assumendo crescente rilievo l’insediarsi sul territorio italiano di attività economiche gestite da titolari immigrati di nazionalità extracomunitaria. Con riferimento soltanto alle imprese costituite in forma di ditta individuale (per le quali alla forma giuridica corrisponde direttamente la persona fisica alla guida dell’azienda), Movimprese ha analizzato il fenomeno dell’imprenditoria cosiddetta “di immigrazione”, mettendo a confronto la diffusione del fenomeno rispetto all’universo delle corrispondenti imprese individuali. Il rapporto evidenzia anche il contributo degli imprenditori immigrati al saldo complessivo delle ditte individuali: il saldo tra iscritte e cessate nel 2004, positivo per 115 unità, sarebbe in realtà stato negativo senza l’apporto delle ditte individuali con titolare immigrato. La provincia di Savona risulta 32ª in Italia in base al rapporto tra saldo delle ditte individuali totali e di quelle con titolare immigrato. Ulteriori informazioni e dati sul sito della Camera di Commercio www.sv.camcom.it e sul sito www.infocamere.it CENTRO DI SPERIMENTAZIONE E ASSISTENZA AGRICOLA AZIENDA SPECIALE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI SAVONA AZIENDA SPECIALE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI SAVONA PER LA FORMAZIONE PROFESSIONALE E LA PROMOZIONE TECNOLOGICA E COMMERCIALE C.C.I.A.A. DI SAVONA N. 1-2/2005 Presentata la nuova struttura istituita dalla Regione nell’ambito del Piano di sviluppo rurale Operativoil nuovoCentrodi Servizio del sistema florovivaistico ligure Ennio Fazio, presidente del Centro di sperimentazione della Camera di Commercio di Savona, ha raccomandato di considerare l’insieme delle strutture che già stanno operando sul territorio pito facile per il CSF, non avendo questo organismo poteri di coordinamento, in un contesto dove oggi manca ancora, sempre che sia effettivamente realizzabile, una regia comune. Intervenendo all'incontro il Presidente del Centro di sperimentazione della Camera di commercio di Savona, Ennio Fazio, auspicando una reale importante preziosa azione di catalizzazione da parte del Cia: «Gestire, non subire» ■ A sinistra: le diecimila serre della Piana ingauna costituiscono il grande patrimonio dell'agricoltura provinciale. ■ Sotto: il convegno della Cia al Centro della Camera di Commercio, ad Albenga, nel quale è stato chiesto che siano i produttori a gestire tutte le fasi del processo. CSF: una raccolta di esperienze e studi sulla coltivazione della rosa fuori suolo, curata da Franco Crippa, che con Fiorenzo Gimelli e Corrado Agnese compone lo staff tecnico di laureati agronomi del Centro. ■ In basso, a sinistra: la copertina di “Campagna Amica”, il concorso per le scuole medie provinciali organizzato dalla Coldiretti. ■ Sotto a destra: un’immagine del Centro regionale di sperimentazione agricola (Cersaa). ▲ Non è stato un convegno di routine quello organizzato dalla Cia (Confederazione Italiana Agricoltori), svoltosi sabato 22 gennaio presso la sala conferenze del Centro Sperimentale della Camera di Commercio in regione Rollo di Albenga. Il neopresidente provinciale della Cia, Aldo Alberto, alla presenza del presidente dell'Acea (commercianti floricoli), Giorgio Delfino, ha detto: «È indispensabile provare a gestire i processi e non solo a subirli. Il lavoro non si fa solo nei campi, ma in tutte le fasi del processo». Relazioni di Delfino, Ansaldi, Moscamora, Grlj, Hakkenbrak ed Enrico. (r.s.) CSF, ha posto in evidenza la necessità di considerare sempre l'insieme delle strutture già operanti sul territorio, secondo le finalità istituzionali e le attività individualmente e complessivamente svolte dalle stesse, in relazione alle utilità di cui il sistema CAMPAGNA AMICA 2005 Alunni ed insegnanti di venticinque classi delle scuole medie savonesi sono stati di nuovo impegnati per la seconda parte del progetto Campagna Amica, promosso a livello nazionale da Coldiretti. Argomento della prima parte, nel 2002, sono stati i prodotti agroalimentari, ora il territorio. Ogni classe ha individuato un sito o un problema e su questo ha indagato, elaborando delle proposte progettuali. Tutti i lavori sono stati raccolti in un volume che comprende anche le fotografie scattate dagli stessi alunni per un concorso dal titolo "Questo Sì - Questo No", dove il confronto tra due immagini mette in evidenza, in modo efficace e divertente, soluzioni ambientali giuste e sbagliate. La Camera di Commercio ha partecipato anche a questa seconda parte del progetto, che ha avuto il merito di motivare i ragazzi delle scuole medie a cimentarsi in una importante attività di indagine, valutazione, progettazione e comunicazione. (r.g.) Riccardo Galbussera VISITE AL CERSAA ▲ componenti, operatori e strutture, del sistema. Costruire la necessaria rete di collegamento con tutte le realtà che operano per il comparto florovivaistico in ambito regionale, su differenti livelli, con diverse finalità e differenziate metodologie, non sarà un com- ▲ N el gennaio scorso, venne presentato il Centro servizi per la floricoltura (CSF). Il nuovo sportello operativo regionale, che ha sede nello stesso Mercato, rappresenta un altro importante tassello per completare il mosaico del sistema florovivaistico ligure. Concepito nell'ambito del piano regionale di sviluppo rurale, il CSF, dando comunicazione di inizio attività, si è presentato come uno strumento al servizio di tutta la filiera florovivaistica, con finalità essenzialmente divulgative, cioè di trasferimento delle conoscenze dagli ambiti di ricerca e sperimentazione a tutte le produttivo e commerciale riesce a disporre per il soddisfacimento delle proprie esigenze. Fazio ha anche ricordato che per la reale operatività delle strutture occorrono risorse economiche adeguate, citando l'esempio di piani interregionali dove l'esiguità delle risorse contraddice l'ampiezza dei progetti. L'incontro è stato anche occasione per la presentazione di un primo lavoro del Il Centro Regionale di sperimentazione Agricola (Cersaa) della Camera di Commercio di Savona in regione Rollo ad Alberga, non solo riceve le visite, a scopo autopromozionale (e di promozione qualificata della provincia di Savona), di delegazioni straniere di tecnici del settore agricolo o di studenti universitari, ma accoglie gruppi di alunni sia delle medie che delle elementari. Ultimamente è venuta anche in visita una scolaresca della scuola materna. Il Cersaa costituisce quindi un punto di riferimento certo per l’alta specializzazione agraria, in grado di svolgere un incessante e capillare attività che coinvolge tutti i diversi livelli di scolarità. Apprezzato soprattutto l’impegno per la riduzione degli agrofarmaci e l’importante scoperta di soluzioni a ridotto impatto ambientale. (r.s.) 20 · N° 1/2 2005 CENTRO DI SPERIMENTAZIONE E ASSISTENZA AGRICOLA AZIENDA SPECIALE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI SAVONA AZIENDA SPECIALE PER LA FORMAZIONE PROFESSIONALE E LA PROMOZIONE TECNOLOGICA E COMMERCIALE Al Centro della Camera di Commercio, a scopo dimostrativo Anche in agricoltura arriva l’energia solare Inesauribilità della fonte, livello zero di inquinamento, i costi quasi nulli della gestione dell’impianto. L’iniziativa è sostenuta da un finanziamento regionale L a domanda di finanziamento per la realizzazione di un impianto fotovoltaico presentata dalla Camera di Commercio nel maggio del 2002 e allora accantonata per insufficienza di fondi, è stata ora accolta dalla Regione Liguria. Si potrà quindi realizzare nella struttura camerale di sperimentazione agricola di Albenga, l'impianto per la produzione di energia elettrica dalla luce solare, progettato a scopo essenzialmente dimostrativo nell'ambito delle finalità istituzionali del Centro. Ad oggi i costi degli impianti fotovoltaici sono ancora così elevati, in relazione ai livelli di resa, che tale tecnologia non è applicata come sarebbe auspicabile. A favore del fotovoltaico sono l'inesauribile energia del sole, ■ Sotto: un grafico che rappresenta la suddivisione dei 32 mila ettolitri di vini doc prodotti annualmente in Liguria. ■ A fondo pagina: i vasetti di margherite costituiscono uno dei prodotti maggioritari della floricoltura della provincia di Savona con 18 milioni di esemplari annui, preceduto solo dai 50 milioni di vasetti di aromatiche. Viticoltura ne gestita da ENEL per essere poi scontata sui successivi consumi. L'impianto, da non confondere con i pannelli solari termici per la produzione di acqua calda, ha un costo complessivo previsto di 87.262 euro, può produrre circa 12.000 IGP PER LE MARGHERITE? Lo stesso Gruppo di lavoro che ha predisposto a suo tempo la documentazione per la registrazione della IGP "d'ALBENGA" per i prodotti orticoli, ha ora iniziato a raccogliere e comporre il materiale necessario per predisporre una prima bozza di disciplinare di produzione per le piante in vaso, nel caso specifico le Margherite, ma altre specie seguiranno a breve. Il fatto ha una sua importanza non solo per la rilevanza anche economica delle Margherite nel contesto della produzione floricola savonese, ma perché si tratta della prima volta che la normativa comunitaria sulle DOP/IGP, solitamente associata a produzioni agroalimentari, si applica a prodotti del florovivaismo. La prima bozza di disciplinare dovrà essere esaminata e discussa nei prossimi mesi con i produttori, i tecnici e tutti gli operatori della filiera interessata, per metterne a punto la stesura definitiva che diventerà la regola di riferimento. Il disciplinare per le Margherite farà da apripista per le altre specie di piante in vaso di tipica e rilevante produzione savonese, prime tra le altre le piante aromatiche. (r.g.) ▲ il livello zero di inquinamento del sistema ed i costi quasi nulli di gestione dell'impianto. Contro, si pongono i costi di realizzazione, le basse rese, il limitato orario giornaliero di insolazione/funzionamento, l'ingombro dei pannelli. In determinate condizioni, si pensi ad esempio alle malghe di montagna, il fotovoltaico risolve grossi problemi. In altre condizioni di impiego, per apprezzare la bontà del sistema, occorre sommare al valore dell'energia prodotta i positivi effetti ambientali. Il contributo regionale, previsto dalla misura 2.3 del DOCUP Obiettivo 2 al 75% della spesa, e le finalità istituzionali del Centro camerale, motivano la realizzazione dell'impianto in grado di produrre 10 kW di energia, da utilizzare direttamente o da riversare nella rete di distribuzio- ■ Foto centrale e foto a sinistra: grandi eliche sulle colline ventose e impianti fotovoltaici nei campi: occorre iniziare l’avvio di produzione di energia alternativa anche in agricoltura. kWh/anno a 220 V, con batterie di captatori che si sviluppano su oltre 85 mq di pannelli, e si stima determini una minore immissione in atmosfera di CO2 pari a 4.700 kilogrammi/anno. Riccardo Galbussera La viticoltura ligure è fortemente cresciuta negli ultimi anni e chiede di potersi ulteriormente espandere. Nella nostra regione si è passati, per quanto riguarda la produzione di vino doc, dai 16 mila 240 ettolitri del 1998/1999 ai 32 mila 186 della campagna 2004. Un trend allo sviluppo che trova ancora richiesta sostenuta sui mercati, tanto che in alcuni casi le scorte si esauriscono prima ancora della fine della fase di commercializzazione. E nel panorama ligure un posto di rilievo lo occupano i cosiddetti vini della "Riviera ligure di ponente" (Rossese, Vermentino, Pigato e Ormeasco), che formano il 51 percento dell’intera produzione annuale. Il più apprezzato in assoluto dei vini liguri è "sua maestà il Pigato" che viene immesso sul mercato nazionale in 7 mila 815 ettolitri annui. Accanto ai doc ci sono anche i vini IGT meno nobili ma egualmente godibili, che sono prodotti in 4 mila 232 ettolitri (più di metà dei quali sono dati dal vino delle "Colline Savonesi"). (r.s.) N° 1/2 2005 CENTRO DI SPERIMENTAZIONE E ASSISTENZA AGRICOLA AZIENDA SPECIALE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI SAVONA · 21 AZIENDA SPECIALE PER LA FORMAZIONE PROFESSIONALE E LA PROMOZIONE TECNOLOGICA E COMMERCIALE Presentato alla mostra dell’agricoltura a Essen il marchio che distinguerà i prodotti ingauni Una “d” rossa per riconoscere i prodotti orticoli di Albenga Il simbolo grafico rappresenta la conclusione di un lavoro svolto dalle aziende produttrici e dalle imprese commerciali con il sostegno del Centro della Camera di Commercio di Savona Sacchetti con il marchio ■ A sinistra: il marchio dei prodotti orticoli che si fregeranno del titolo di IGP. ■ Sotto: il carciofo spinoso che, con zucchine, pomodori cuore di bue e asparagi violetti, forma il «poker» dei grandi prodotti orticoli albenganesi. operatori di tutta la filiera da se stessi si impongono. Accanto al marchio "d'ALBENGA" gli stessi prodotti possono anche riportare il marchio "Liguria Qualità", voluto dalla Regione, ulteriore garanzia di idoneità dei prodotti a soddisfare le esigenze del consumatore e ulteriore riferimento alla zona di produzione, che identifica ambiente e tradizioni locali. ■ Sotto: l’ingresso principale della Fiera del Mare di Genova e visitatori della precedente edizione di Euroflora (2001). Cinque anni fa le aiuole e le composizioni floreali furono ammirate da circa ottocentomila persone giunte dall’Italia e dall’estero. ▲ Nella campagna commerciale di quest'anno sono partite da Albenga le prime piante in vaso vestite con un nuovo sacchetto che porta il marchio "d'ALBENGA". L'idea di valorizzare la provenienza del prodotto utilizzando il sacchetto protettivo che riveste molte specie di piante in vaso, è della Cooperativa CoopIntesa, depositaria del marchio, in collaborazione con l'Associazione di produttori FlorAS e la Società consortile di imprese commerciali Acea Albenga. L'utilizzo del sacchetto è concesso da CoopIntesa a tutte le aziende locali che si impegnano a rispettare lo specifico regolamento d'uso. Il marchio "d'ALBENGA", non è però solo per le piante in vaso, ma per tutti i prodotti agricoli e agroalimentari che con l'Albenga(r.g.) nese identificano la loro area di produzione. rimentazione della Camera di commercio, verso obiettivi comuni di promozione e valorizzazione dei prodotti. Il regolamento d'uso ne consente l'applicazione, esclusivamente da parte delle imprese locali e nel rispetto di specifici disciplinari di produzione, ai prodotti dell'albenganese orticoli e frutticoli freschi, trasformati o conservati; piante in vaso ornamentali, fiorite e aromatiche; fronde e fiori recisi; olio extra vergine di oliva, vino e miele. È vero che i marchi aziendali e collettivi, senza contare le denominazioni di origine, sono oggi in tal numero che talvolta rischiano perfino di confondere il consumatore invece di indirizzarlo in scelte oculate, ma è anche vero che i produttori e gli operatori commerciali hanno il diritto di essere orgogliosi dei loro prodotti e di volerli per questo contrassegnare e distinguere, in particolare quando il mar- Foto: Marco Garofalo L o stand collettivo allestito, con la partecipazione della Regione Liguria, da Unioncamere liguri alla mostra di Essen, è stato, dal 27 al 30 gennaio, la prima vetrina di presentazione del marchio collettivo "d'ALBENGA", che si distingue per una "d" apostrofata rossa, molto particolare, inventata dal grafico Fabrizio Gioberti. In occasione della fiera internazionale delle piante di Essen, gli operatori della filiera floricola, con unanimità di intenti, hanno voluto far proprio il marchio ideato, realizzato e depositato dal consorzio di cooperative agricole CoopIntesa, ma "d'ALBENGA" è per tutti i prodotti agricoli del territorio albenganese e non si limita alle produzioni del comparto florovivaistico. Il marchio rappresenta la conclusione di un importante lavoro svolto dalle aziende produttrici e dalle imprese commerciali, con il sostegno e la mediazione del Centro di spe- chio si riferisce ad un'area di produzione, come quella d'Albenga, che tanta meritata fama ha fino ad oggi acquisito. La regola è che il buon prodotto reclamizza il marchio, fino a che la notorietà del marchio non diventa garanzia per il prodotto. In ogni modo, per i prodotti a marchio, il consumatore beneficia dei regolamenti e dei controlli che gli Riccardo Galbussera EUROFLORA ALL’ORIZZONTE Punto di riferimento per gli specializzati nel settore agricolo La conta alla rovescia, anche se all’avvenimento mancano più di 12 mesi, è già iniziata. Si sono avviati, a livello di Camere di Commercio liguri, i confronti e le intese per affrontare con la migliore e qualitativamente più alta risposta possibile l’appuntamento dell’Euroflora. La grande rassegna della floricoltura a livello europeo si svolgerà, nella consueta ed adeguata cornice della “Fiera del mare di Genova”, all’inizio della primavera del 2006. La Liguria, regione ospitante, sente tutta la sua responsabilità. Attraverso Unioncamere della Liguria si sta studiando una partecipazione che sappia mettere in evidenza sia il ruolo quantitativo svolto dal florovivaismo ligure, sia l’alto profilo qualitativo raggiunto, specialmente in questi ultimi anni, i prodotti dell’arco di territorio che da Ventimiglia si collega, con grande balzo che ricorda l’arcobaleno, alla Spezia. Sono quindi partite le riunioni preliminari, per suddividere compiti, presenze ed interventi. Come è già avvenuto nelle ultime edizioni (che si propongono con cadenza quinquennale), anche la provincia di Savona, tramite la sua Camera di Commercio, saprà essere all’altezza della fama dei suoi prodotti floricoli che hanno nel Cersaa il loro centro di riferimento e di coordinamento. Accanto al fiore reciso di Sanremo anche i fiori in vaso dell’Albenganese svolgeranno sicuramente un ruolo da protagonisti. (r.s.) 22 · N° 1/2 2005 CENTRO DI SPERIMENTAZIONE E ASSISTENZA AGRICOLA AZIENDA SPECIALE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI SAVONA AZIENDA SPECIALE PER LA FORMAZIONE PROFESSIONALE E LA PROMOZIONE TECNOLOGICA E COMMERCIALE Pubblichiamo la prima parte d’una relazione sulla verde pianticina Congressi Per la sicurezza degli alimenti Diventano numerose le occasioni per ospitare convegni, seminari, riunioni presso la sala Convegno del Centro regionale di Sperimentazione ed Assistenza Agricola della Camera di Commercio di regione Rollo ad Albenga. Gradimento e successo: Il pesto trascina il basilico Il lavoro svolto dal Di.Va.P.R.A., col supporto della Regione, ha definito tecniche di coltivazione e difese fitopatologiche ’importanza economica del basilico si è notevolmente accresciuta negli ultimi anni, grazie, soprattutto, al notevole gradimento che il “pesto”, noto condimento ottenuto con questa pianta, riscuote sul mercato. Questo interesse ha favorito l’aumento delle superfici coltivate, particolar- L cazioni ormai trasferibili per quanto attiene alle tecniche di coltivazione e le strategie per la difesa alle fitopatie a basso impatto ambientale e biologiche. 1) Le tecniche di coltivazione Il basilico coltivato in ambiente protetto è tenero, ca- le caratterizzate da: - struttura in ferro con copertura in vetro martellato; - altezza alla gronda minima 2-2,5 m e altezza al colmo 3 m; - sportellature di ventilazione presenti sia sulle fiancate, sia sul colmo; - impianti di riscaldamento realizzati con generatori di Appartiene a questo tipo di iniziative il corso "Produzione Agricola/Sicurezza Alimentare/Progresso scientifico ed Evoluzione Normativa in materia di: Contaminanti degli alimenti, Organismi geneticamente modificati e Rintracciabilità", svolto al Cersaa dal 27 al 29 gennaio di quest’anno su iniziativa della Scuola Superiore di Oncologia e Scienze Oncologiche diretta da Leonardi Santi. (r.s.) Floricoltura 2004: un anno travagliato Il 2004 appena concluso è stato un anno piuttosto travagliato per il comparto floricolo ligure, particolarmente nel settore del fiore reciso, ma anche in quello della vaseria fiorita e della produzione delle piante aromatiche. mente in Liguria, ove il basilico trova le condizioni ambientali e le risorse umane più favorevoli. Il Di.Va.P.R.A. – Patologia Vegetale dell’Università di Torino, ed il Centro Regionale di Sperimentazione e Assistenza Agricola della Camera di Commercio di Savona, grazie anche al supporto della Regione Liguria, hanno lavorato a lungo per approfondire le conoscenze su questa coltura e sono disponibili indi- ratterizzato da foglie piccole e di colore chiaro, mentre quello di pieno campo ha un aroma più intenso ed un colore più scuro; da queste produzioni si ottengono due tipi diversi di pesto e le tecniche di coltivazione sono nettamente differenti. La coltivazione in ambiente protetto. Gli apprestamenti protetti Le strutture ideali per la coltivazione del basilico sono quel- aria calda. Tale sistema favorisce anche un efficace rimescolamento degli strati d'aria e la riduzione della condensazione dell'umidità ambientale sulle foglie delle piante durante la notte. Lo stesso risultato può essere ottenuto con destratificatori d’aria i cui oneri di acquisto sono, tuttavia, elevati per questa coltura; - impianti di coibentazione. Sul basilico è diffuso l’uso di teline mobili realizzate in ■ A sinistra: il programma del corso diretto da Leonardo Santi. ■ A sinistra, in basso: una pianta di ciclamino, fra i protagonisti della floricoltura ingauna. ■ Sotto, al centro: serre altamente specializzate della piana albenganese. ■ In fondo pagina: le piante aromatiche, spesso attaccate da parassiti. cotone e alluminio. Tale sistema può, peraltro, essere impiegato nel periodo estivo per ridurre la luminosità dell’ambiente di coltivazione in alcune fasi colturali, quali la semina. L'uso di strutture ricoperte con film plastici è poco diffuso in quanto la coltura è più difficile da gestire sotto il profilo fitosanitario. L’elevata umidità relativa, tipicamente presente sotto questo tipo di copertura, favorisce gli attacchi di Botrytis cinerea e Colletotrichum gloeosporioides, come pure la presenza di un riscaldamento, solo di soccorso nel periodo autunnale o primaverile, può causare attacchi di Sclerotinia sclerotiorum o di S. minor. Il ridotto investimento richiesto da questi apprestamenti può, peraltro, avvantaggiare agricoltori che non producono basilico tutto l’anno, o basilicoltori che vogliano realizzare coltivazioni anche in stagioni in cui in pieno campo o in serra non è presente la coltura, rispondendo al meglio alle esigenze di mercato. Giovanni Minuto I CONSIGLI PER LA COLTIVAZIONE DELLE AROMATICHE I problemi delle piante in vaso In tutta la Regione sono state registrate flessioni nelle vendite e nei prezzi di vendita. Nel settore della vaseria fiorita i maggiori problemi sono stati riscontrati, in primavera, sulla produzione delle ortensie in vaso, del ciclamino e della margherita, mentre in autunno, complice anche un decorso stagionale anomalo, il crisantemo ha avuto problemi di ritardo di fioritura. (r.s.) Nel periodo autunnale e invernale i florovivaisti producono piante aromatiche in vaso a partire dal seme. È il caso del timo, della salvia, dell’origano, del prezzemolo e di molte altre specie. Poiché la semina avviene prevalentemente in vasi disposti in pieno campo e solo molto raramente posizionati sotto ombraio, o in serra, è molto frequente riscontrare, sulle giovani plantule in fase di germinazione e di primo sviluppo, attacchi di patogeni che causano marciumi del colletto. Tra i parassiti più frequen- temente riscontrabili si ricorda Botrytis cinerea e funghi appartenenti al gen. Pythium. La manifestazione dei sintomi è molto simile nelle prime fasi dell’attacco ed è difficile, con la sola osservazione dei sintomi, attribuire con certezza la causa dell’alterazione ad un patogeno piuttosto che all’altro. Si tratta, infatti, di parassiti che causano strozzature anulari più o meno intense e marciumi molli a livello del colletto delle giovani piante, con conseguente reclinamento a terra delle piante colpite. Talvolta, inoltre, l’attacco è così rapido e intenso da causare in breve tempo gravi danni, con la morte di quasi tutte le piante già nelle prime fasi di accrescimento. (g.m.) N° 1/2 2005 CENTRO DI SPERIMENTAZIONE E ASSISTENZA AGRICOLA AZIENDA SPECIALE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI SAVONA R idurre la produzione di rifiuti è una necessità, oltre che un segno di civiltà e di attenzione all’ambiente, anche in agricoltura. Laddove, poi, il florovivaismo e l’orticoltura sono parte integrante dell’offerta turistica di un territorio, diventa fondamentale fare ogni sforzo perché queste attività imprenditoriali non solo non danneggino l’agroambiente, ma possano sempre più essere indicate come strumenti di valorizzazione e tutela dello stesso. Questo principio è alla base dell’ambizioso progetto LIFE-AMBIENTE denominato “BIOMASS” (LIFE04 ENV/IT/000463), cofinanziato dalla Commissione Ambiente dell’Unione Europea, che prevede la diffusione di materie prime biodegradabili nel settore turistico e agricolo, finalizzato alla riduzione dei rifiuti non biodegradabili o non compostabili. Il progetto, appena avviato, è stato progettato sulla base dei risultati della ricerca nel campo dei materiali biodegradabili, che hanno messo in evidenza la sempre più vasta disponibilità di prodotti e soluzioni tecnologiche, stabili per i diversi impieghi nelle più varie condizioni ambientali. In particolare, il progetto intende offrire strumenti concreti, affidabili e applicabili al legislatore, agli agricoltori e agli operatori turistici per imparare ad utilizzare materie prime biodegradabili sotto forma di vasi, film di pacciamatura e accessori diversi in agricoltura, ovvero piatti, bicchieri, posate e sacchi per la raccolta dell’umido presso le mense scolastiche, o nella ristorazione estiva presso i bagni marini. Questo trasferimento tecnologico è affiancato da mirati percorsi di formazione e di informazione per le diverse categorie di AZIENDA SPECIALE PER LA FORMAZIONE PROFESSIONALE E LA PROMOZIONE TECNOLOGICA E COMMERCIALE Per imparare ad utilizzare materie prime che si dissolvano Un progetto europeo per i biodegradabili Ridurre la produzione di rifiuti è diventata una necessità. “Life-Ambiente”, un progetto cofinanziato dall’Unione Europea Partners del progetto Centro Regionale di Sperimentazione e Assistenza Agricola (Beneficiario) – Albenga (SV) Assobagni – Provincia di Savona Comune di Celle Ligure – Savona Cooperativa l’Ortofrutticola – Albenga (Savona) Cooperativa agricola Fratellanza – Sarzana (SP) Novamont SpA – Novara Regione Liguria – Genova utilizzatori e di consumatori che entrano in contatto con questi materiali. Nei prossimi tre anni, parte della Liguria agricola e turistica diverrà un vasto campo di prova, di diffusione e di conoscenza di questa innovazione tecnologica. In particolare, per quanto riguarda il settore agricolo, saranno impiegati film per la pacciamatura del terreno – con lo scopo di contenere le erbe infestanti, o di antici- · 23 pare la produzione delle colture nei periodi meno favorevoli dell'anno (film biodegradabili) – vasi per la produzione di piante ornamentali (vasi compostabili) e contenitori per la produzione di giovani piante in vivaio (contenitori compostabili). Il beneficio della loro introduzione dimostrativa su ampia scala è destinato a produrre effetti positivi direttamente sul territorio ligure, riducendo la produzione di rifiu- ti di materiali plastici di sintesi e la necessità del loro smaltimento, e, indirettamente, nei luoghi di consumo di alcuni prodotti, riducendo il trasferimento, per esempio con le produzioni floricole allevate in vaso, di vasi e di contenitori ottenuti da materie plastiche di sintesi che, nei luoghi di destinazione, diventano un rifiuto. Altre iniziative, a completamento del progetto, sono previste nel settore ■ Al centro e sotto: Impiego di film per la pacciamatura del terreno. Il progetto, cofinanziato dall’Unione Europea, cerca di utilizzare materie prime che si dissolvano col tempo, mentre al Centro regionale di sperimentazione della Camera di Commercio si provano nuove tecniche per la cura delle aromatiche. turistico, in cui l’impiego di materiali biodegradabili sarà mirato alla realizzazione di una filiera unica del rifiuto organico dalla tavola (ristorazione degli stabilimenti balneari, mense scolastiche comunali, eventi turistici locali…) alla raccolta differenziata, fino al compostaggio. Motore fondamentale del progetto è dare continuità nel tempo all’iniziativa dimostrativa: questo risultato sarà raggiunto attraverso l’impostazione di norme e di disciplinari regionali che prevedano l’utilizzo delle materie prime biodegradabili, creando un modello di approccio esportabile anche in altre regioni europee. Nel settore florovivaistico, e più in generale agricolo, uno sforzo importante sarà profuso per evitare che l’iniziativa venga valorizzata soltanto per le produzioni biologiche, estendendo l’opera di sensibilizzazione all’intero comparto produttivo, così da accrescere l’impatto che l’introduzione di questa innovazione di prodotto potrà avere sull’ambiente. Giovanni Minuto RITIRATI DAI MERCATI CENTINAIA DI PRODOTTI FITOSANITARI Novità nella difesa delle colture ornamentali Con l’applicazione del D.L. 17/03/1995 n. 194 sono stati revocati numerosi principi attivi e prodotti utilizzabili per il contenimento delle fitopatie delle specie da fiore, sia di quelle da più lungo tempo coltivate in Italia. In breve tempo, alcune centinaia di prodotti fitosanitari sono stati ritirati dal mercato. Come noto, è possibile richiedere al Ministero della Salute l’estensione di etichetta di prodotti a colture “minori” per le quali pochi e scarsamente efficaci siano quelli già autorizzati. La domanda può essere presentata da numerosi soggetti, purché rappresentino le esigenze di un territorio, o di una serie di colture e purché si tratti di prodotti non in fase di revisione comunitaria, o già autorizzati su colture analoghe, o di effettiva e dimostrata necessità per la coltura e che ci si riferisca anche a fitofarmaci oggetto di estensione di impiego secondo la revisione del D.M. 27/10/1995 e succ. integrazioni e modifiche per l'armo- nizzazione della legislazione italiana a quella comunitaria. Nel corso del 2004, il Centro di Regionale di Sperimentazione e Assistenza Agricola di Albenga, azienda speciale della Camera di Commercio I.A.A. di Savona ed il Centro di competenza per l’innovazione in campo agro-ambientale dell’Università degli Studi di Torino (AGROINNOVA), con il coordinamento della Regione Liguria, hanno lavorato per ottenere alcune estensioni di etichetta di fitofarmaci, realizzando una serie di prove di efficacia e di residui su colture di interesse per questa regione. Questo lavoro, che si protrarrà anche nel 2005, ha potuto sfruttare una parte dei finanziamenti previsti dal programma interregionale “Agricoltura e qualità – Piano di monitoraggio dei Residui dei fitofarmaci”, ottenendo un primo importante risultato con l’estensione di etichetta di metalaxyl M in miscela con rame su menta, salvia, timo, calendula, maggiorana, origano, rosmarino e altre, riunite tra gli “ortaggi a foglia ed erbe fresche” nel sottogruppo “erbe fresche e aromatiche”. (g.m.) 24 · N° 1/2 2005 CENTRO DI SPERIMENTAZIONE E ASSISTENZA AGRICOLA AZIENDA SPECIALE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI SAVONA AZIENDA SPECIALE PER LA FORMAZIONE PROFESSIONALE E LA PROMOZIONE TECNOLOGICA E COMMERCIALE Nell’ambito dell’Azienda Speciale per la Formazione e la Promozione commerciale Un laboratorio a totale servizio delle imprese e delle categorie Uffici, reparti per l’accettazione, immagazzinamento dei campioni e dell’esecuzione delle prove. La sede, in regione Rollo, dispone di strumenti e di un complesso di attrezzature d’avanguardia ■ Nelle quattro foto di questa pagina: immagini relative alla sala di assaggio e alle attrezzature di cui è dotato il Laboratorio di Analisi del Centro di sperimentazione agricola della Camera di Commercio di regione Rollo ad Albenga. Il Laboratorio è un modello di funzionalità e di metodologie d’avanguardia. I l Laboratorio Chimico Merceologico della Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Savona è inserito nell’ambito dell’Azienda Speciale per la Formazione Professionale e la Promozione Tecnologica e Commerciale, con sede in Regione Rollo di Albenga. È strutturato con uffici e reparti dedicati all’accettazione, all’immagazzinamento dei campioni, dei reattivi e all’esecuzione delle prove. Dispone inoltre di due sale di assaggio per le analisi sensoriali progettate e realizzate in conformità a quanto previsto dalla normativa internazionale in termini di analisi organolettiche sugli alimenti (olio, vino, ecc.). Gli utilizzatori principali dei servizi del nostro Laboratorio sono i consumatori, le imprese, le istituzioni pubbliche e private e le associazioni di ca- tegoria. Attraverso i propri servizi di analisi chimiche, microbiologiche e sensoriali, eseguiti da personale specializzato con strumenti ed attrezzature all’avanguardia, il Laboratorio Chimico Merceologico è in grado di rispondere a qualsiasi esigenza analitica e di ricerca nei settori agroalimentare ed ambientale. Infatti, facendo parte della rete nazionale dei laboratori delle Camere di Commercio articolata in moltissimi settori di specializzazione, è in grado di suggerire soluzioni per qualsiasi esigenza dei clienti. Il Laboratorio offre un servizio di campionamento e/o ritiro campioni a cura di personale specializzato e secondo metodi ufficiali per la realizzazione del campione rappresentativo; propone inoltre piani di campionamento e di monitoraggio per il controllo del sistema produttivo aziendale. Il Laboratorio ha intrapreso la propria attività nel 1995 avendo come campo d’applicazione iniziale la determinazione di residui di fitofarmaci su prodotti ortofrutticoli. Oggi il Laboratorio ha allar- gato enormemente il proprio raggio d’azione e offre una vasta gamma di analisi chimiche, microbiologiche e sensoriali. La realizzazione del Laboratorio è stata voluta dalla Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Savona, d’intesa con tutti i settori produttivi della provincia. (r.s.) PER SODDISFARE LE ESIGENZE DEL CLIENTE E DELLE AUTORITÀ IN AMBITO REGOLAMENTATO Un’attività impostata sui criteri della qualità La direzione del Laboratorio della Camera di Commercio ha impostato l’attività secondo i criteri della qualità dettati dalle norme UNI CEI EN ISO/IEC 17025 e ISO 9001:2000 come elemento fondamentale per: - ampliare la platea degli utilizzatori dei servizi offerti dal laboratorio perseguendo per ciascuno di essi il raggiungimento e l´accrescimento della loro soddisfazione; - ottenere il miglioramento continuo dell´efficacia del sistema di gestione per la qualità in ogni suo ambito; - eseguire le attività di prova e taratura in modo da soddisfare le prescrizioni della norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025, le esigenze del cliente, delle autorità in ambito regolamentato, delle leggi cogenti o delle organizzazioni che forniscono riconoscimenti; - coinvolgere direttamente il personale del laboratorio motivandolo nell´attività lavorativa quotidiana. Il Direttore del Laboratorio Chimico Merceologico, Alessandro Frumento, impiega tutte le risorse (personale, infrastrutture, ambiente) necessarie per sviluppare, mettere in atto e migliorare continuamente nella sua efficacia il sistema di gestione per la qualità del laboratorio. Il Direttore delega il Responsabile assicurazione qualità (RAQ) a coordinare e verificare tutte le attività inerenti al sistema di gestione per la qualità. (r.s.)