S
A
Tassa pagata/ - taxe perÇue - Contiene IP
Stampe in abbonamento postale - 70 %
Direzione Commerciale B. - Savona
OSSERVATORIO
Dopo la gelata invernale,
l’economia savonese prova a rialzare la testa ai primi tepori di primavera.
Aiutata dal sia pure temporaneo allentamento del clima elettorale e da alcune
iniziative che possono in
prospettiva sostenere un
progetto di sviluppo complessivo.
La crisi di Ferrania, pur
lontana dall’aver esaurito
i propri effetti, si è incanalata lungo la strada di
un possibile riassorbimento in tempi non brevissimi
ma neppure biblici. Il gruppo di imprenditori che sta
concludendo l’acquisizione dell’azienda conta di
poter riportare i conti in
equilibrio – attraverso massicci e indispensabili investimenti – nell’arco di
due-tre anni, modificando
il mix produttivo senza tuttavia rinunciare a mercati
che sembrano lontani dall’esaurimento.
Resta certo da affrontare e
risolvere il problema dei
circa 250 esuberi che appare come il vero “zoccolo duro” della vertenza
Ferrania. Ma il tessuto produttivo della Valle Bormida
ha dimostrato in un pas-
segue a pag.2
CAMERA
DI COMMERCIO
INDUSTRIA
ARTIGIANATO
E AGRICOLTURA
N° 1/2 - 2005
da 140 anni
al servizio delle imprese
Direttore responsabile Anna Rosa Gambino
Euro 0,26
Anno XCIII - XLVII nuova serie - Numero 1
Il nuovo turismo scalda i motori
La Camera di Commercio impegnata nel decollo degli STL
“La Camera di Commercio di
Savona è stata promotrice e
apripista sul complesso cammino della nuova organizzazione turistica”. Il riconoscimento,
giunto dalla Regione Liguria
quando ancora la riforma era
allo stadio di “proposta di legge” e poi confermata nelle fasi successive, premia un
impegno che ha visto Palazzo
Lamba Doria protagonista nell’elaborazione di documenti,
nella convocazione di tavoli
di lavoro, nella promozione di
convegni finalizzati ad analisi e confronti con altre realtà
turistiche.
I NUMERI
Posti letto
Costa
Entroterra
Totale
45.991
2.736
48.727
Presenze
Costa
Entroterra
Totale
7.179.026
208.951
7.387.977
Fa parte di questo impegno
l’ultima proposta operativa,
dedicata alla nuova organizzazione del settore incentrata
sulla nascita dei Sistemi
Turistici Locali, chiamati ad assumere e rinvigorire le fun-
zioni delle Aziende di
Promozione. Un contributo,
quello della Camera di
Commercio, raccolto in un volume che da un lato apre un dibattito sul numero degli STL
da attivare nel Savonese, provando ad individuarne le aree
territoriali, dall’altro fornisce
tutta una serie di dati che possono aiutare enti pubblici e
imprenditori ad orientarsi: domanda e offerta del turismo
balneare, risorse attivabili per
il turismo, elementi per un progetto di sviluppo.
Ferrania,
prove
di rilancio
SERVIZI PAGINE 12 E 13
Liguria, parabola discendente
In trent’anni, tra il 1971 e il
2001 la Liguria ha perso 300
mila abitanti, ritornando sui
livelli del 1951, perdendo
“peso” sul totale dell’Italia.
La presentazione dell’
Annuario Statistico
Regionale 2004 ha messo
in evidenza i rischi di implosione demografica: invecchiamento, pochi giovani,
spopolamento dell’entroterra, residenti in calo.
SERVIZI A PAGINA 3
Prove tecniche di un rilancio, complesso ma possibile. I commissari dell’
Amministrazione straordinaria di Ferrania Imaging
Technologies stanno portando a termine il loro
mandato con cronometrico rispetto dei tempi prefissati. Dopo aver
“incassato”, il 14 febbraio
s c o r s o , q u a t t r o o ff e r t e
d’acquisto dell’azienda
valbormidese, hanno provveduto ad indicare i posSEGUE A PAG. 2
2
N° 1/2 - 2005
OSSERVATORIO
sato anche recente di saper
funzionare come un insieme
di vasi comunicanti, riuscendo ad assorbire quote
importanti di disoccupazione forzata. Al resto dovrebbero provvedere le iniziative
(“Piattaforma tecnologica”)
proposte dai nuovi proprietari dell’azienda, intenzionati a promuovere la nascita
di una serie di piccole imprese satelliti intorno alle strutture di ricerca e sviluppo
del polo tecnologico di
Ferrania.
Prendono nel frattempo forma
e
sostanza
altre iniziative che
possono
aiutare la ripresa del sis t e m a
economico
valbormidese. Si tratta
di interventi
legati soprattutto alla log i s t i c a
portuale e richiedono un
cambio di destinazione di
importanti aree, già occupate da insediamenti industriali o soggette a vincoli al
momento incompatibili con
un uso produttivo. Iniziative
che trovano logico corollario nel potenziamento della rete infrastrutturale
dell’entroterra sia con opere che attendono soltanto
l’avvio dei cantieri, come la
variante di Vispa all’ex statale 29 (il cui tracciato richiederà una modifica che
preveda l’apertura di uno
svincolo su Ferrania), sia
con collegamenti di gran-
de comunicazione quali la
“bretella” autostradale tra
Carcare e Predosa. Strade,
ferrovie e sistemi logistici
rappresentano un tassello
importante dell’economia
locale, soprattutto perché
aiutano a migliorare la competitività del porto di SavonaVa d o i n p r e v i s i o n e
dell’incremento di traffici
che sarà originato dalle nuove opere marittime di piano
regolatore. Ma non saranno risolutivi, in quanto la
logistica serve le merci e
le merci devono
essere prodotte e vendute.
Nel senso che
solo il consolidamento di
attività produttive può garantire ad
un’economia
di generare e
conservare
valore nel
tempo.
Per questo è
fondamentale - prima di tutto - difendere i pezzi di industria che ci
sono. Ferrania, sotto questo aspetto, rappresenta un
fondamentale banco di prova delle volontà e della capacità di mettere un argine
al declino delle attività produttive in quello che è rimasto l’unico comprensorio
della provincia a vocazione
industriale. Purtroppo, come in tutte le crisi, si sono
manifestate contrapposizioni e spinte demagogiche. C’è da sperare che
l’abbassamento d e i t o n i
“elettorali” consenta di affrontare i problemi senza
pericolose derive.
Ferrania, alta tecnologia
per assicurarsi un futuro
sibili acquirenti nell’arco
delle successive quattro settimane, con una tempistica
che consentirà di giungere al
“closing”, ovvero alla definizione della vendita, entro gli inizi di giugno, quando
giungeranno a compimento
i 12 mesi di tutela della legge “Prodi bis”.
L’iter formale è stato quindi portato a termine secondo le norme di legge e
secondo le attese del mondo economico e istituzionale savonese, consapevole
che il “fattore tempo” è una
variabile fondamentale nelle iniziative per salvare l’attività produttiva e
consolidarne gli assetti occupazionali sostenibili.
I commissari – Antonio
Rosina, Alfio Lamanna,
Antonio Postiglione – d’intesa con il ministero delle
Attività Produttive, hanno
fatto cadere la loro scelta
sul gruppo imprenditoriale
costituito da Giorgio
Messina, Vittorio Malacalza,
Marcellino Gavio, Giovanni
Gambardella, ai quali, a conclusione del “closing”, dovrebbe aggiungersi l’agenzia
governativa Sviluppo Italia.
Una cordata ligure-piemontese che gode di un “rating”
elevato negli ambienti finanziari e che garantisce
quindi l’afflusso in Ferrania
degli ingenti capitali necessari a rafforzare le strutture di fabbrica per rendere
le produzioni competitive
sui mercati internazionali.
Produzioni che resteranno
incentrate almeno inizialmente su quelle attuali, con
un cambiamento di mix e
l’abbandono di alcuni settori dalle quantomeno incerte prospettive, quali il
materiale radiologico tradizionale (su lastre) e le arti
grafiche. “Core business”
resterà quindi il fotocolor
(soprattutto fotocamere monouso), mentre ci sarà un
riorientamento produttivo
verso il medicale innovativo (sistemi radiografici digitali) e verso la ricerca e lo
sviluppo di nuovi prodotti nel
campo della chimica fine
(basi per prodotti farmaceutici, film polimerici per displays, ecc.).
La riorganizzazione aziendale dovrà coinvolgere anche il “lay out” dello
stabilimento, dove solo il
40% delle superfici coperte risulta oggi funzionale
all’attività. Una percentuale che attraverso un ampio
processo di razionalizzazio-
ne potrà scendere sino al
25%, liberando strutture industriali importanti che potranno essere occupate da
aziende satelliti, rivolte ai
settori “hi-tech”, sostenute
dal polo di ricerca e sviluppo di Ferrania, che oltre a dare un valore aggiunto
aiuteranno a ricollocare le
maestranze che non potranno essere reimpiegate nella
“casa madre”.
Proprio gli esuberi – sono circa 250 i dipendenti Ferrania
in eccedenza secondo il piano iniziale di MessinaMalacalza – rappresentano
il punto più delicato della
trattativa che dovrà portare
ad un accordo sindacale con
la nuova proprietà. Una parte delle organizzazioni sindacali avrebbe preferito una
soluzione che garantisce più
occupati. Ha prevalso la volontà di mantenere “italiana” l’azienda e di avere
degli interlocutori “vicini
di casa”.
Ricerca camerale denuncia i ritardi informatici delle piccole aziende liguri
Poche imprese sono “on line”
In Italia si avverte un ritardo nell’uso dell’Itc
(tecnologie dell’informazione e della comunicazione) da parte delle medie, piccole e micro imprese. Secondo il rapporto
Assinform 2005, gli investimenti italiani in
Ict vanno al rallentatore (+1,5% su base
annua rispetto alla media mondiale del
5,9%). Accelerano le telecomunicazioni,
frena l’informatica.
Le Camere di Commercio di Liguria,
Piemonte, della regione francese del Paca
e della provincia spagnola di Malaga hanno presentato recentemente a Torino i risultati di una ricerca sulla diffusione e adozione
di Internet nelle aziende insediate sul loro
territorio. E i risultati per le aziende liguri
non sono affatto brillanti. La percentuale di
imprese dotate di reti informatiche (33%) è
inferiore di 25 punti rispetto alla media osservata sull’insieme delle aree studiate.
Anche la percentuale di connessione ad
internet (43%) è nettamente inferiore alla
media (71%).
Le imprese liguri usano internet soprattutto nella ricerca di informazioni e per la posta elettronica. L’uso per effettuare ordini,
gestire moduli on-line ed effettuare scambi elettronici di dati (Edi) è invece molto
più limitato rispetto alla media: il 26% delle aziende liguri utilizza internet per l’Edi (40%
la media), il 22% per effettuare ordini (39%)
e l’8% per gestire moduli on-line (28%).
Dati che rendono molto interessante conoscere quali sono le difficoltà che le imprese incontrano nell’uso di internet. Il primo
problema riguarda la sicurezza: il 70% delle aziende in Liguria lo segnala come ostacolo prioritario rispetto al 48% della media
dell’area. Il 18% delle aziende indica anche
come problema i costi. Per quanto riguarda gli impieghi di internet nell’e-business,
i principali interlocutori delle imprese sono
le banche (66%); seguono i rapporti con i
clienti (48%) ed i fornitori (39%). In Liguria
il 63% delle aziende connesse ad internet
possiede anche un sito Web.
d.p.
Per saperne di più: www.dantic.com
N° 1/2 - 2005
3
Rapporto tra “over 65” e giovani tra 0 e 14 anni
La Liguria a rischio implosione demografica: questo il
quadro tracciato dal professor Antonio Golini, ordinario
di demografia all’università
La Sapienza di Roma, nel corso della presentazione a
Genova dell’Annuario
Statistico Regionale, edizione
2004.
Sono molte le peculiarità che
fanno della Liguria un vero e
proprio laboratorio per studiare la dinamica demografica: accentuato invecchiamento
della popolazione, forte depauperamento
delle classi di
età giovanili,
spopolamento
dell’entroterra,
residenti in diminuzione.
Dal 1971 al
2001 la popolazione ligure
è infatti diminuita da 1,9 milioni a 1,6
milioni: la
Liguria subisce
dunque una riduzione del
proprio “peso” sul totale Italia,
con ripercussioni anche in termini elettorali.
Molti comuni liguri hanno
avuto il massimo popolamento nel periodo 1861-1911, soprattutto nell’entroterra, mentre
soltanto pochi comuni della
fascia litoranea registrano una
crescita sistematica di popolazione.
La conseguenza di queste dinamiche? Un invecchiamento
fortissimo che rende la Liguria
la regione più vecchia di Italia,
che a sua volta è il paese più
vecchio del mondo.
Le conseguenze ulteriori?
Restando in ambito economico, si può ragionare sullo spirito imprenditoriale e la
capacità creativa e innovativa
di una popolazione costituita
per il 26% da anziani di 65
anni e più, rispetto al 19%
della media nazionale, oppure sulla condizione di un sistema produttivo dove la frazione
più anziana di popolazione in
età lavorativa (40-60 anni) è
pari a 2,4 volte quella più giovane (20-40 anni), tenendo
conto che in media in Italia
Malessere demografico
I dati aggiornati dell’Annuario Statistico Regionale 2004
tale rapporto è di 1,3.
Il processo di malessere demografico si auto-alimenta perché bassa fecondità ed elevato
invecchiamento continuano a
produrre pochissime nascite
e molte morti: il rapporto nel
2002 è stato pari a 2 morti
ogni nato per
l’intera Liguria
e per le sue province.
Ai fini di politica sociale, va
sottolineata
l’alta proporzione di persone che vivono
sole. Mentre
per il sesso maschile sono in
prevalenza concentrate nella
fascia di età 3544 anni (single), per il sesso
femminile sono soprattutto concentrate nelle età 75-84 anni, nella maggior
parte dei casi vedove.
Per maggiori informazioni:
www.annuarioliguria.it
Donatella Persico
Sempre più vecchi nei Paesi G-10
In quasi tutti i paesi sviluppati la popolazione è in rapido invecchiamento per la crescita della vita media, ma anche per la
diffusa riduzione delle nascite. Sempre
meno sono le persone occupate che sostengono una collettività di pensionati sempre più ampia. Attualmente nei Paesi G-10
si osservano circa 2 persone con età uguale o superiore ai 65 anni ogni 10 persone
con età compresa tra 15 e 64 anni. Nel 2040,
questo rapporto è previsto crescere a 4 persone ogni 10 in media nei Paesi G-10 e a
più di 5 persone ogni 10 in alcuni di essi.
Gli esperti si interrogano sulle strategie da
adottare, considerato che le conseguenze
sul mercato del lavoro, sull’imprenditorialità, sulle assicurazioni sociali sono allarmanti.
Quando la generazione del boom demografico raggiungerà l’età pensionabile, si verificherà un rilevante incremento del rapporto
tra pensionati e lavoratori, con conseguenze negative per la finanza pubblica. Infatti
aumenterà la spesa pubblica (previdenza
pubblica e assistenza sanitaria) e si ridurranno le entrate fiscali e il risparmio.
Una questione cruciale per quanto riguarda l’invecchiamento della popolazione è quale impatto avrà sul benessere. Poiché
aumenterà il numero dei consumatori rispetto a quello dei produttori, la crescita del tenore di vita diminuirà, a meno che la
riduzione relativa della forza lavoro non venga compensata da aumenti di produttività,
nonché dell’offerta e dell’utilizzazione del
fattore lavoro.
Ma la questione dell’invecchiamento riguarda ogni aspetto del vivere quotidiano:
il modo di lavorare, di usare il tempo, di spendere e impiegare le risorse disponibili, di
combattere i rischi sociali, di disegnare i
rapporti fra generazioni.
Ogni bimbo
savonese
ha sei nonni
In un quadro regionale dalla dinamica demografica
preoccupante, Imperia risulta la provincia più “giovane” e Savona la provincia
più “vecchia”. Imperia ha infatti un indice di vecchiaia
pari a 224, mentre la nostra
provincia detiene un valore record pari a 250, ovvero ogni cento ragazzi sono
presenti sul territorio 250
anziani (la media ligure risulta pari a 242, ma il valore medio italiano si fissa
a quota 134). A parte l’Italia,
nel resto dell’Unione
Europea l’indice di vecchiaia è superiore alla soglia di parità solo in 4 altre
nazioni: Spagna, Germania,
Grecia e Portogallo.
Se la popolazione anziana
di 65 anni e più pesa per il
19% in Italia, facendone il
Paese più vecchio del mondo, in Liguria gli anziani
sono il 26% e a Savona il
26,3%. A Savona l’età media è di 47,4 anni (in Liguria
di 47,2), ma in Italia è di cinque anni inferiore (42,2
anni). In Italia ci sono tre
anziani per bambino, mentre in Liguria tale valore
sale a sei. In altri termini,
in Liguria ci sono sei nonni per ogni bambino.
In provincia di Savona nascono in media duemila
bambini all’anno, ma in
media i morti sono oltre
quattromila l’anno. Il tasso
di natalità in provincia è
pari a 7,5, mentre risulta di
9,4 (per mille abitanti) in
Italia. Tale valore è pari a
12,8 nella vicina Francia,
15,4 in Irlanda, 11,3 nel
Regno Unito, 12,5 nei Paesi
Bassi. Ad esempio, per un
confronto con paesi extra
UE non troppo lontani, si
consideri che il tasso di
natalità è pari a 12,2 in
Norvegia e pari a 21,6 in
Turchia.
Di questo passo, tra quarant’anni, in Liguria la popolazione anziana
dall’attuale 25% raggiungerà ben il 40% dei residenti.
4
N° 1/2 - 2005
Parere positivo del Cipe
alla bretella di Garessio
Entra in una fase cruciale il progetto della bretella autostradale che dovrà collegare Albenga
a Ceva attraverso il tunnel del
Colle di San Bernardo e l’Alta
Val Tanaro piemontese. Il Cipe,
comitato interministeriale per la
programmazione economica, ha
formulato, il 18 marzo scorso, il
definitivo parere favorevole, in via
programmatica, sulla proposta
di integrazione del programma
delle infrastrutture strategiche
di cui alla delibera 121 del 2001,
nel cui elenco è compresa anche
la realizzazione dell’autostrada
Albenga – Garessio – Ceva.
In complesso l’integrazione riguarda nuovi interventi per 5.387
milioni di euro, 260 dei quali ri-
La Carcare-Predosa si può
fare. Nel senso che è stato
definito lo studio di “fattibilità” affidato all’associazione temporanea di imprese
Sina – Ativa – Igea – TTA
e finanziato con 250 mila
euro dal ministero delle
Infrastrutture e Trasporti.
Il ministero ha anche autorizzato il Comune di Cairo
Montenotte – ente locale
destinatario del finanziamento – a utilizzare i 43 mila euro risparmiati con il
ribasso d’asta dello studio di
fattibilità per verificare un’ipotesi di prosecuzione il
tracciato da Carcare verso la
Riviera di Ponente.
Secondo quanto indicato dai
primi disegni di progetto,
il tracciato si sviluppa su
64 chilometri, di cui più di
due terzi situati in provincia di Alessandria ed un terzo in provincia di Savona. Si
tratta di un percorso in gran
parte da realizzare in galleria (circa la metà del tracciato si snoderà in “sotterraneo”
con notevole diminuzione
dell’impatto ambientale),
su ponti e viadotti che coll e g h e r à l a A 6 To r i n o –
Savona con la A26 Voltri –
Gravellona Toce.
L’innesto con la A6 è previsto nell’area del casello autostradale di Altare –
Carcare. Di qui la nuova
“bretella valbormidese” punterà verso Cairo Montenotte.
Il primo casello intermedio
(Cairo Nord o Cairo-Dego)
è previsto tra l’abito di
Rocchetta di Cairo e Dego,
in collegamento diretto con
l’ex statale 29 (“del Colle di
Cadibona”). La nuova autostrada proseguirà verso
Piana Crixia ed entrerà in territorio piemontese, attraversando i comuni di Merana
e Spigno Monferrato, nella
cui zona artigianale, a nord
dell’abitato, è previsto un se-
feriti al contributo per la costruzione della nuova “bretella” tra la
A10 e la A6. Il parere favorevole non sblocca automaticamente i fondi, che sono naturalmente
subordinati alla disponibilità di un
progetto definitivo e della quota
di finanziamento necessario per
completare l’iniziativa, ma indicano la volontà del Governo di sostenere la realizzazione
dell’opera. Il cofinanziamento
necessario “vale” almeno altri
250-300 milioni di euro che dovranno essere resi disponibili da
operatori privati che potranno
remunerare il capitale investito
ottenendo in gestione l’autostrada con una concessione pluridecennale.
Carcare-Predosa, si può fare
Definito un tracciato di 64 km., per metà in galleria
Sopra , l’ipotesi di tracciato proposta
dallo studio di fattibilità; a lato, la
“Bollente” di Acqui Terme
condo casello.
Oltre questa località, il tracciato devia verso est, passando da Cartosio, Melazzo e
Visone, aggirando da sud
Acqui Terme. Per la città
termale è previsto un terzo
casello intermedio poco a
nord della strada provinciale che collega Acqui a
Ovada. La bretella proseguirà poi verso l’innesto
con la A26, che sarà raggiunta o direttamente nell’area degli svincoli di Predosa
o qualche chilometro più a
nord, nel territorio comunale di Sezzadio.
Dal punto di vista strategico è del tutto evidente l’importanza del nuovo asse
autostradale, come non si
è stancata di far rilevare la
Camera di Commercio di
Savona, da sempre tra i maggiori “sponsor” dell’iniziativa. Sul piano locale,
contribuirà a rafforzare le relazioni tra la Valle Bormida
savonese e il comprensorio
acquese. Sul fronte economico, contribuirà a migliorare sia la competitività
delle imprese che operano
lungo le valli del Bormida
sia l’efficienza del sistema
portuale di Savona – Vado
Ligure. Su un piano più generale, la bretella A6-A26
contribuirà a decongestionare il traffico lungo il tratto ligure del “corridoio
tirrenico”, giunto a preoccupanti livelli di saturazione nei mesi estivi ed a
rischio blocco totale intorno al 2010, tenendo conto
del trend in continua ascesa dei transiti.
Lo studio di fattibilità - ha
spiegato il dottor Sergio
Restagno, che ha curato gli
aspetti geologici dell’ipotesi progettuale – ha tenuto
particolarmente conto dei
problemi di approvvigionamento idrico in generale
e, in particolare, della zona carsica intorno a Cairo
Montenotte e delle sorgenti termali nell’area di Bagni
di Acqui Terme. Attenzione
doverosa anche all’attraversamento della valle
dell’Erro. Lo studio di fattibilità ha previsto un attraversamento a monte di
Cartosio, in prossimità dell’area di Lago Scuro.
Chiaramente lo studio di
fattibilità rappresenta solo
il primo, ancorché indispensabile passo di un lungo iter
che dovrà portare alla realizzazione dell’opera.
Tuttavia sono già da sottolineare alcuni elementi positivi del dibattito in corso:
la rapidità con cui si è riusciti a definire lo studio di
fattibilità e l’interesse che
l’impegno degli enti economici e amministrativi ha
saputo suscitare a livello
governativo. Un interesse
recentemente confermato
con un ulteriore stanziamento di 900 mila euro previsti dalla Legge Finanziaria
per l’ulteriore affinamento
progettuale.
c.d.
Alternativa
in Riviera
Lo studio di fattibilità della
Carcare-Predosa sarà “allungato” fino al mare, per
verificare la possibilità del
completamento di una sorta
di “autostrada di alta cornice” che serva a decongestionare l’Autofiori ed a creare
un collegamento diretto tra
la Riviera e il Basso
Piemonte alessandrino.
Un’ipotesi che non entra in
contraddizione con le iniziative riguardanti la bretella
Albenga – Garessio – Ceva,
ma serve a suscitare un dibattito approfondito su quella che dovrà essere la
soluzione ottimale per le relazioni stradali con l’entroterra padano. Attualmente il
disegno che si prefigura è
quello di avere un tratto autostradale tra Albenga e Ceva
e un secondo tratto tra
Carcare e Predosa, collegati tra loro dal tracciato della A6 tra Ceva e Carcare,
con problemi di tortuosità di
percorso. Di qui l’interrogativo sull’opportunità di prevedere un percorso diverso
e più diretto, nonché meno
costoso, che si diparta
dall’Autofiori a Ceriale e punti verso il casello di AltareCarcare della A6 per
proseguire su Predosa e la
A26. Lo studio di fattibilità si
impone quindi sia per ragioni geografiche sia per ragioni economiche. E la scelta
finale dipenderà dall’atteggiamento degli enti locali coinvolti.
N° 1/2 - 2005
5
Val Bormida in cerca di imprese
Marketing territoriale e infrastrutture contro la crisi industriale
Il declino industriale che ha
colpito la provincia di Savona
e i n p a r t i c o l a r e l a Va l l e
Bormida rende necessario effettuare un esame approfondito della situazione e delle
iniziative che possono essere messe in campo dalle istituzioni e dalle amministrazioni
pubbliche per contrastare una
pericolosa deriva sociale ed
economica. Per mettere in
campo adeguati interventi sostenuti da altrettanto indispensabili risorse, la Regione
Liguria ha convocato a Cairo
Montenotte una Conferenza
preliminare dei servizi finalizzata al rilancio economicoproduttivo e infrastrutturale
dell’entroterra savonese.
Base di ogni confronto deve
essere la conoscenza dei fattori, sia negativi, sia positivi, che condizionano
l’evoluzione del quadro “critico”. E la Camera di
Commercio di Savona è in
grado di mettere a disposizione tutta una serie di dati e
di considerazioni aggiornate
sullo stato dell’economia valbormidese. In effetti si tratta di proseguire l’azione
strategica intrapresa da
Palazzo Lamba Doria nel
2002, quando si colsero i primi segnali di un ulteriore processo di deindustrializzazione
e della conseguente perdita
di posti di lavoro nei settori
produttivi dell’entroterra.
Di qui la decisione di avviare lo studio sulla
“Valorizzazione della Valle
Bormida”, affidato dalla
Camera di Commercio a
Nomisma e presentato nel
febbraio dello scorso anno a
Cairo Montenotte. Ricerca
che ha portato ad individuare tre possibili linee di azione: 1) approfondire per ogni
area a vocazione produttiva,
la qualità e la potenzialità
delle urbanizzazioni; 2) intervenire su alcuni nodi infrastrutturali (variante di Vispa,
bretella autostradale Carcare
– Predosa; ottimizzazione delle linee ferroviarie verso
Alessandria e Ceva -Torino;
3) individuare le produzioni
più adatte alle caratteristiche
dell’area, tenendo conto che
la scelta di localizzazione di
un’azienda industriale è strettamente legata al tipo di produzione ed alla tecnologia
adottata.
Obiettivi il cui raggiungimento può essere agevolato dagli
enti pubblici attraverso una serie di atti concreti, quali la verifica dei piani regolatori
comunali e del Piano territoriale di coordinamento (Ptc)
anche per conoscere nel dettaglio lo stato delle infrastrutture primarie e la proprietà
Conferenza preliminare
dei servizi a Cairo per mettere
in campo risorse pubbliche
in grado di sostenere le iniziative
di sviluppo economico
e occupazionale. Il ruolo della
Camera di Commercio
delle aree di cui si prevede un
utilizzo economico. Così come devono essere sollecitati
gli interventi di enti di programmazione e di società di
gestione rivolti al potenziamento della rete delle comunicazioni. Nello stesso tempo
occorre ricercare informazioni sulle attività potenzialmente insediabili. Sotto
quest’ultimo aspetto la ricerca di Nomisma ha già portato ad individuare, in ordine di
importanza, tra i possibili settori-target di rilancio, la fabbricazione di prodotti in
metallo; la logistica; le industrie alimentari e delle bevande; i prodotti della
lavorazione di minerali non
metallici; la produzione di
metalli e loro leghe; la fabbricazione di apparecchi medicali e di precisione; la
fabbricazione di carta.
Un lavoro di selezione che, ad
un grado successivo di affinamento, aveva fatto emergere
una serie di idee-progetto raccolte in schede di fattibilità che
ne dimostrano le potenzialità
produttive e occupazionali.
Frutto di un confronto tra offerta del territorio (in termini di aree e di professionalità)
e domanda degli operatori,
queste schede rappresentano
oggi il tentativo più concreto per avviare la Val Bormida
verso uno sviluppo sostenibile. Schede che riguardano la
logistica portuale (realizzazione di distripark), la promozione della subfornitura
metalmeccanica, l’energia,
la diffusione dell’innovazione, la valorizzazione delle risorse locali, dai prodotti tipici
a quelli forestali.
In arrivo la “Guida dell’Investitore”
Informazioni su aree, quadro normativo e incentivi attivabili
Tra i primi obiettivi della
Camera di Commercio per
stimolare nuovi investimenti, è la realizzazione
di
una
“Guida
dell’Investitore”. Si tratta
di raccogliere – e di rendere poi disponibile su
supporto informatico e cartaceo – le informazioni ed
i dati di maggior rilievo rilevati nell’ambito della ricerca Nomisma realizzata
nel 2003 per conto della
Camera di Commercio. Si
tratta di notizie socio-economiche, fattori positivi di
insediamento, posizionamento delle aree produttive. Il lavoro è in corso di
completamento con l’indicazione e l’interpretazione delle agevolazioni
pubbliche.
E’ quest’ultima parte, al
di là del posizionamento
della Valle Bormida nel
contesto degli scambi in-
ternazionali tra il Centro
Europa, il Mediterraneo
ed i Paesi dell’Estremo
Oriente, che merita opportuni approfondimenti,
ma soprattutto una facile
leggibilità.
E’ stata prevista, pertanto, una prima sezione che
si occupa delle chiavi interpretative del quadro di
riferimento delle politiche
di incentivi allo sviluppo
delle piccole e medie im-
prese locali, riguardanti, tra
l’altro, il contenuto e gli
obiettivi delle politiche di
sviluppo per le attività produttive, le competenze
dell’Unione Europea e dello Stato, il decentramento di funzioni alle Regioni,
le caratteristiche e gli
obiettivi degli interventi
pubblici, gli strumenti di
incentivazione.
La seconda parte è indirizzata agli incentivi applicabili specificatamente in
Valle Bormida. Ad un inquadramento generale,
seguono le fonti di agevolazione ed i settori beneficiari. Spazio quindi
alle misure previste dal
Docup Obiettivo 2 (20002006), alle leggi e alle
principali iniziative della
Regione Liguria, agli interventi finanziabili con leggi statali.
La terza parte della Guida,
infine, è concentrata in
due quadri sinottici riguardanti sia gli interventi per
settore di attività economica, sia gli interventi attivi
ad inizio 2005.
6
N° 1/2 - 2005
Più credito per il commercio
Riaperto il bando per investimenti delle piccole imprese
Dal 1° marzo è possibile presentare domanda di agevolazione per gli investimenti
delle imprese commerciali.
Aperto per la seconda volta
nell'arco di pochi mesi, il
Fondo per il credito al commercio è destinato a sostenere gli investimenti delle
piccole imprese commerciali ubicate in tutto il territorio
regionale favorendone la riqualificazione e la specializzazione.
Parecchie le novità del secondo bando rispetto al precedente. Sono state infatti
inserite nuove tipologie di
attività commerciali, ridotti
gli importi minimi di investimento, rivista la tipologia di
contributo ed inserita la retroattività nell'ammissibilità
delle spese.
Beneficiari - Possono presentare domanda le piccole
(Racc. 2003/361/CE) imprese commerciali:
- di vendita al dettaglio in
sede fissa (di cui al d. Lgs.
114/98) con superficie di vendita non superiore a 250 mq.
per ciascuna unità locale;
- le rivendite di generi di monopolio di cui alla L. 1293/57;
Si aprono per
le piccole
aziende del
terziario
ligure
i “rubinetti”
del credito
- gli esercizi di vendita di
prodotti farmaceutici, specialità medicinali, dispositivi medico-chirurgici di cui
alla vigente normativa;
- le imprese commerciali di
vendita al dettaglio su area
pubblica limitatamente a quelle che operano su posteggi
con impianti fissati permanentemente al suolo;
- le imprese di somministra-
Aumentano i contributi
alle imprese danneggiate
Eventi alluvionali del 1994
La Camera di Commercio di Savona informa che il decreto legge n. 220/2004, convertito con modificazioni nella legge 257/2004, ha previsto per le imprese
alluvionate nel 1994, l’aumento del contributo finanziario dal 30% iniziale al 75% dei danni subiti, con limite massimo di 259 mila euro.
Il decreto 29 dicembre 2004, pubblicato in Gazzetta
Ufficiale il 21.1.2005, ne ha stabilito i criteri, le condizioni e le modalità di attuazione. I beneficiari del precedente contributo, qualora intendano percepire la quota
residua, devono, entro il 30 giugno 2005, presentare apposita domanda alla società Mediocredito
Centrale o ad Artigiancassa, tramite le banche che hanno concesso i finanziamenti e che forniranno tutte le
informazioni dettagliate sull’operazione, sulla base dei
modelli allegati al decreto citato.
Le domande saranno istruite con sollecitudine, secondo l’ordine d’arrivo, e dovranno essere definite entro
il 31 dicembre 2005.
zione al pubblico di alimenti e bevande.
Agevolazioni - Il Fondo per
il credito al commercio opera con contributi de minimis
sotto forma di abbattimento
del tasso di interesse su finanziamenti concessi da banche
convenzionate assieme ad un
contributo a fondo perduto
del 20% delle spese.
Ammissibilita´ delle spese L'importo minimo degli investimenti è 20.000,00 Euro
per le imprese commerciali al
dettaglio elevato a 35.000,00
Euro per i pubblici esercizi.
L´investimento ammissibile
in entrambi i casi non può
invece superare i 500.000,00
Euro. E´ ammessa la retroattività delle spese al 3 novembre 2004.
Termini per la presentazione delle domande .
L'abbinamento del contributo in conto interessi a quello in conto capitale
presuppone la presentazione
di domanda di finanziamento sia ad una banca convenzionata che a FI.L.S.E. Spa e
l'esito positivo di entrambe le
istruttorie.
La documentazione è scaricabile dal sito www.filse.it-(sezione Bandi - Fondo per gli
investimenti regionali FIR).
Le domande possono essere
presentate fino al 30 giugno
2005.
Enrica Berlingieri
Protesti, calano le tariffe
Diminuito il costo delle visure agli uffici camerali
Il Registro Informatico dei
Protesti, tenuto dalle
Camere di Commercio italiane, compie quattro anni e con l’occasione offre
una sorpresa positiva: il
costo del servizio più richiesto dagli utenti viene infatti ridotto di un terzo del
suo ammontare.
Il D.M. del 29 novembre
2004 di aggiornamento
delle tariffe dei diritti di
segreteria per i servizi
svolti dalle Camere di
Commercio ha, infatti, tra
l’altro, ridotto la tariffa per
l e v i s u r e e ff e t t u a t e s u l
Registro Informatico dei
Protesti, diminuita da 3
euro a 2 euro.
La visura è il servizio più
richiesto all’Ufficio protesti: essa consente di verificare, su tutto il territorio
nazionale, se un certo nominativo sia risultato protestato negli ultimi cinque
anni.
Sono quasi 400 ogni anno
le visure protesti richieste agli uffici camerali savonesi, mentre circa 5000
sono i nuovi protesti levati in provincia che vanno ad
aggiungersi all’archivio
nazionale.
Coloro che pagano il debito della cambiale entro un
anno dalla data del protesto e quanti ottengono la
riabilitazione del tribunale possono però ottenere
la cancellazione del proprio
nominativo dal registro. In
media tale procedura ha visto la cancellazione da
parte dell’ufficio di oltre
400 protesti l’anno.
Un bilancio dunque positivo per il Registro
Informatico dei Protesti,
che si conferma un agile
strumento per l’informazione economica, aggiornato e consultabile in
tempo reale in quanto completamente informatizzato,
nonché, con l’entrata in
vigore della L. 273/02 che
ha sancito l’obbligo di inserire sulle cambiali il codice fiscale del debitore,
completo di tutti i dati comprese le generalità dei soggetti protestati.
N° 1/2 - 2005
7
I fiori del Ponente ad Essen
Presentato il marchio di qualità “d’Albenga”
La più importante manifestazione floricola europea, che
si è svolta ad Essen, in
Germania, dal 27 al 31 gennaio, ha visto la presenza
di uno spazio espositivo organizzato congiuntamente
da Regione e Unioncamere
Liguri, nell'ambito della
convenzione stipulata fra i
due Enti per la realizzazione di un programma promozionale comune nel settore
agricolo e alimentare.
Il coordinamento della gestione dello stand - circa 30
metri quadrati - è stata curata dall'Ufficio Agricoltura
della Camera di Commercio
di Savona e dall'associazione fra i produttori floricoli
F l o r. A . S . d i A l b e n g a . I l
Centro Regionale di
Sperimentazione ed
Assistenza Agricola ha fornito il supporto organizzativo per la definizione del
materiale promozionale,
quali cartelline e depliant
editi da Unioncamere, curando in particolare testi e raccolta del materiale
fotografico.
La presenza del presidente
della Camera di Commercio
Giancarlo Grasso e di Ennio
Fazio, membro di giunta per
il settore agricolo, per il
giorno dell'inaugurazione,
è stata molto apprezzata dagli operatori floricoli. E’
stata l’occasione per lanciare
il
marchio
Il presidente della Camera di
Commercio di Savona
Giancarlo Grasso e il membro
di giunta Ennio Fazio si intrattengono con autorità locali e
visitatori davanti allo stand ingauno. Composizioni floreali e
piante con il marchio
“d’Albenga” nello stand e nei
ristoranti della Fiera di Essen
“d’Albenga”, collegato, nei
commenti degli organi di
stampa locali, alla conoscenza del territorio e dei
prodotti floricoli ed enogastronomici liguri.
Lo spazio espositivo, localizzato presso il Padiglione
6, dove erano presenti espositori italiani (tra cui ben 8
esportatori albenganesi), è
stato progettato da
Unioncamere anche sulla
base di proposte pervenute
dalle associazioni dei produttori e dei commercianti
floricoli ingauni e d’intesa
con le associazioni di cate-
goria. Il Sistema Albenga è
stato spiegato con pannelli
e fotografie che ne illustravano le varie fasi: dalla ricerca, con i brevetti delle
piante di margherita conosciute in tutta Europa, al
laboratorio del Centro, alla produzione e al commercio, fino alla vendita al
dettaglio.
Tutto sotto il quel marchio
floricolo “d’Albenga” che
faceva da sfondo allo spazio espositivo assieme ai
vasi di piante aromatiche
e margherite. Oltre 1000
adesivi sono stati apposti sui
singoli vasi esposti e sui
cartelloni che richiamavano il marchio.
Aromi mediterranei
nei ristoranti della fiera
La presenza della floricoltura ingauna alla Fiera di Essen
2005 è stata sottolineata da
alcune iniziative collaterali,
quali momenti informativi e
promozionali, che si sono
tradotti in azioni che hanno
riscosso un rilevante successo di simpatia e “complicità”.
Tra questi vanno senz’altro
ricordati:
- la distribuzione di piantine
di aromatiche con il marchio
“d’Albenga” in tutti i ristoranti della fiera (300 tavoli circa) per i giorni di esposizione;
- la diffusione di un annuncio
pubblicitario e comunicato
stampa per la rivista
"Taspotoday" in distribuzione ad ogni espositore il primo giorno della fiera, in cui
si avvisava della presentazione del marchio ”d’Albenga”;
- la diffusione e distribuzione di materiale informativo sul
Sistema Albenga presso i
due centri di servizio stam-
pa (Press Center), a disposizione per i giornalisti presenti in fiera, e nello spazio
pubblicitario, sotto forma di
bacheca, in un passaggio
molto frequentato;
- la predisposizione di un
momento informativo per i
giornalisti presso lo stand
ogni giorno, sempre alle ore
12,00, con buffet di prodotti
tipici (tartine di pesto, pasta
di olive e vino);
- il sostegno all'attività dello stand a supporto della presentazione del marchio
floricolo con una standistainterprete per tutta le durata della fiera, in grado di
fornire ogni informazione e di
colloquiare efficacemente
fornendo ogni tipo di notizia
utile al potenziale consumatore o cliente.
8
N° 1/2 - 2005
“Liguria
Qualità”
in
tavola
A Finalborgo il Salone dell’enogastronomia regionale
La Regione Liguria ed
Unioncamere Liguri hanno
organizzato dall’11 al 13 marzo a Finalborgo, nel prestigioso complesso monumentale
di Santa Caterina, il primo
salone regionale “Liguria
Qualità”, dedicato alle produzioni agroalimentari liguri di qualità. La manifestazione
si proponeva di essere un
evento con l’obiettivo di valorizzare le peculiarità enogastronomiche regionali
attraverso l’esposizione, la
vendita dei prodotti agroalimentari di eccellenza e l’organizzazione di eventi
collaterali dedicati ai prodotti di qualità.
“Liguria Qualità” è stata una
manifestazione articolata in
due parti: la Rassegna espositiva, ovvero un’ampia area
di spazi, in cui gli operatori
specializzati hanno presentato prodotti della tradizione
ligure caratterizzati da elevati livelli qualitativi; le iniziative culturali e didattiche:
un ampio programma di laboratori, seminari e corsi a
disposizione dei visitatori e degli espositori. Ogni operatore ha potuto, fino ad
esaurimento spazi, proporre un
corso di degustazione o la
presentazione di un prodotto.
“Liguria Qualità” ha inteso
soddisfare un consumatore,
sia professionale che privato,
sempre più esigente e alla ricerca di prodotti di qualità, per-
mettendogli di provare sapori e profumi attraverso corsi
di degustazione e laboratori
oltre che attraverso la visita
degli spazi espositivi.
L’evento si è proposto di privilegiare la dimensione culturale delle produzioni
dell’enogastronomia, intese
come momento di scoperta,
confronto e conoscenza, di
riconoscere l’esigenza di un
consumo responsabile di prodotti enogastronomici, di
porsi come una risposta credibile alle esigenze di un
pubblico che non si
percepisce come
“consumatore tradizionale”, ma che
sa “degustare” i prodotti che acquista.
Il salone è rimasto
aperto con ingresso libero e,
inoltre, è stato invitato un
pubblico selezionato tramite
un diretto contatto, un questionario preliminare di interesse e una campagna di
comunicazione mirata. Sono
stati inoltre invitati operatori professionali e un’utenza privata incline ad acquistare
prodotti di qualità. Tra gli
operatori professionali sono
stati coinvolti importatori
grossisti, titolari di negozi o
rivendite di prodotti enogastronomici, albergatori, ristoratori, sommelier e operatori del
comparto della ristorazione
in genere.
L’evento ha raggiunto tre significativi traguardi: la notevole qualità dei prodotti
esposti dalle oltre 130 aziende, di cui oltre il 50% savonesi; l’eccezionale presenza
dei prodotti delle quattro province liguri; un grande successo di pubblico, oltre 50.000
visitatori in due giornate e
mezzo, con molti operatori che
avevano finito prima della
chiusura le scorte di magazzino.
La Regione Liguria e
l’Unioncamere Liguri per rilanciare il settore agroalimentare hanno puntato sulla qualità
e hanno investito per la tutela e la promozione della varietà enogastronomica
regionale, che vanta attualmente ben 243 prodotti tradizionali censiti, di cui il 40%
savonesi; oltre ai già noti vini doc e igt, olio dop e il nuovo, quanto faticosamente
acquisito, basilico dop.
Il salone ha perseguito la ricerca della qualità anche con
la suggestione della struttura
che ha ospitato la manifestazione: il complesso monumentale di Santa Caterina,
all’interno del quale è stato ricreato un tipo di allestimento mirato alla valorizzazione
della struttura quattrocentesca
e allo stesso tempo dei prodotti esposti.
Sempre a proposito di qualità da segnalare l’elevato livello degli eventi collaterali
legati al salone che hanno visto sfilare relatori quali Giorgio
Calabrese, Bruno Gambarotta,
Carlo Ottaviano ed altri nomi
noti a livello nazionale ed internazionale.
La Commissione camerale di
valutazione dei vini doc ha
proposto tecnicamente gli assaggi al pubblico dei degustatori, che hanno attentamente
valutato e degustato le caratteristiche dei vari vini. Molto
apprezzati i contenuti aromatici dei Pigati che richiamano flora e profumi
caratteristici della Riviera di
Ponente.
Gusto e aromi della Liguria
in 240 prodotti
“La promozione di alcuni nostri prodotti alimentari d’eccellenza attraverso il lancio di un cofanetto
contenente 12 schede che ne illustrano storia, caratteristiche organolettiche, area di produzione – ha
detto il presidente della Camera di
Commercio di Savona, Giancarlo
Grasso, nella conferenza stampa
d’apertura del Salone Agroalimentare
Ligure - non fa parte di un’operazione di immagine
a se stante,
ben-
sì di un Progetto
di diffusione marchi di qualità e denominazione di
origine nel settore
agroalimentare,
portato avanti dalle Camere di
Commercio attraverso risorse annuali con l’obiettivo
di finanziare interventi di supporto
alle aziende”.
“Abbiamo inteso supportare le nostre aziende nel processo di valorizzazione delle produzioni
agroalimentari – ha continuato il presidente Grasso - individuando nuovi percorsi di promozione con i
produttori. Si è pensato di percorrere questa strada confrontandoci, e
quindi operando direttamente, con
produttori associati o organizzati in
forma cooperativa”.
Scelta che si è tradotta nella predisposizione di una pubblicazione a
cofanetto su alcuni prodotti provinciali, ognuno con uno specifico opuscolo, al fine di un loro utilizzo, anche
separato.
“Il prodotto finale si è così tradotto
nel confezionamento di un cofanetto, contraddistinto da un impianto
grafico elegante, che – ha sottolineato Ennio Fazio, rappresentante
nella Giunta camerale del settore
agricoltura - riteniamo possa soprattutto stimolare l’attenzione delle
aziende commerciali e la curiosità
dei consumatori verso i migliori prodotti savonesi”.
Il fondo bianco e la leggerezza dei testi accompagnano il lettore in un percorso di riflessione per saperne di più
su prodotti così particolari e di alta
qualità.
N° 1/2 - 2005
9
Il cofanetto dei 12 “tesori”
Promozione di alto livello per i prodotti savonesi
Il depliant del Salone
Agroalimentare di
Finalborgo e l’elegante
cofanetto realizzato per
promuovere i prodotti agricoli e agroalimentari di
eccellenza della provincia
di Savona
La
Liguria,
al di là del
limitato apporto di valore aggiunto prodotto dal settore
agricolo, si colloca tra le
regioni italiane che possono
vantare una grande varietà di
prodotti tradizionali e di composizioni alimentari.
Nell’Atlante regionale se ne
contano oltre 240, di cui almeno il 40 % della provincia di Savona. Oli, vini e
basilico hanno ricevuto il riconoscimento dop o igp, mentre altri prodotti hanno iniziato
le procedure d’ammissione: tra
questi ultimi, gli ortaggi
d’Albenga (pomodoro cuore
di bue, carciofo, asparago,
zucca trombetta), i formaggi
della Val Bormida (formaggetta e giuncata) e ancora vini
( M a t a o s s o d i Va r i g o t t i ,
Granaccia e Buzzetto di
Quiliano) e l’Albicocca di
Va l l e g g i a . I l m a r c h i o
“d’Albenga” recentemente
registrato presso la Camera di
Commercio di Savona contraddistinguerà le produzioni orticole e floricole
albenganesi.
La Camera di Commercio di
Savona, si è posta l’obiettivo
di supportare i produttori nel
processo di valorizzazione
delle produzioni agroalimentari, individuando un percorso che, a partire dal
riconoscimento già effettuato in varie forme, dovrà proseguire con una appropriata ed
originale informazione sulla
specificità dei prodotti locali.
Prodotti
che sono stati selezionati nell’ambito delle eccellenze
provinciali e comunque inseriti nell'Atlante regionale
dei Prodotti Tradizionali o
già con domanda inoltrata per
il riconoscimento Dop o Igp.
Dopo una iniziale ricognizione delle modalità di valorizzazione delle caratteristiche
produttive ed economiche dei
prodotti locali, si sono valutati dei percorsi di promozione con i produttori; questo
ha comportato una attività di
elaborazione e di assistenza
che si è protratta nel tempo con
l’intento di tarare il progetto
sugli interventi più mirati all'obiettivo
finale.
Strategicamente si è deciso
di operare e confrontarsi solo con produttori associati od
organizzati in forma cooperativa.
Il progetto "Diffusione marchi di qualità e denominazione di origine nel settore
agroalimentare" è stato presentato e ammesso da
Unioncamere nazionale al
Fondo di Perequazione, risorse annuali che hanno come obiettivo di finanziare
interventi di supporto alle
aziende.
L’esame delle tipologie di in-
tervento ha comportato un
accordo fra i produttori per
identificare i percorsi di identificazione più consoni e specifici rispettando le singole
realtà produttive. La decisione finale ha trovato tutti d’accordo sulla predisposizione
di una pubblicazione a cofanetto dei prodotti provinciali, ognuno con un suo specifico
opuscolo.
Questa attività ha evidenziato dodici “famiglie” di prodotti:
- olio extravergine di oliva
dop
- ortaggi di Albenga
- basilico e pesto
- piante in vaso aromatiche
e fiorite
- tartufo
- vino Doc “Riviera Ligure
di Ponente” e Igt “Colline
Savonesi”
- castagna
- albicocca di Valleggia
- formaggi della Val Bormida
- chinotto candito di Savona
- prodotti ittici
- amaretti
Il coordinamento nella ricerca del materiale
divulgativo per la predisposizione del cofanetto e dei
vari opuscoli promozionali è stato affidato dalla
Camera di Commercio
all’Azienda Speciale Cersaa
(Centro Regionale di
Sperimentazione ed
Assistenza in Agricoltura) di
Albenga, che ha raccolto il
materiale, e all’Ufficio
Agricoltura camerale che
ha curato l’impianto grafico e i testi, in accordo con
le Associazioni dei produttori e di categoria, che hanno partecipato al progetto.
Il prodotto finale è un’elegante pubblicazione ed è
contraddistinto da un impianto grafico molto esclusivo e particolare e va a
soddisfare l’esigenza dei
produttori di un oggetto che
possa incentivare la curiosità sui migliori prodotti
savonesi. Nelle occasioni
di visite, di eventi o di particolari omaggi il cofanetto può essere una particolare
presentazione di un agricoltura di eccellenza e di
un settore agroalimentare
di alto livello.
Il taglio grafico è stato curato dallo studio ADW di
Vado Ligure, le fotografie
sono state curate da Fulvio
Rosso e Fabrizio Gioberti.
Il risultato è un prodotto
esclusivo da destinare a
c l i e n t i p a r t i c o l a r i e a ff e zionati o per nuove proposte commerciali, in modo
da essere vicini ad un’offerta che ha caratteristiche così speciali.
Certamente va annoverata, fra gli obiettivi raggiunti, una maggiore e
più consapevole presa
di coscienza da parte
dei produttori e una
spinta all’aggregazione nelle fasi di
individuazione e di
offerta del prodotto per diversificarlo sia sul
mercato locale
sia nazionale.
Non da ultimo
la percezione
che il settore
possa con
queste iniziative dialogare con
i settori
commerciali e del
turismo
e anche
con la
grande
distribuzione, ha
evidenziato la consapevolezza che piccole aziende
con medesime difficoltà non
possono affrontare da sole
il mercato.
I produttori locali sono stati supportati nell’accrescimento di tali consapevolezze
e sembra giunto il momento di raccogliere alcuni risultati di un lavoro tenace
e continuo in un ambiente
non sempre aperto ad accogliere nuove forme di aggregazione.
Il progetto vede la sua conclusione nella possibilità di
adeguare e personalizzare
il prodotto concordato con
le specifiche necessità dei
vari settori agricoli. Il cofanetto infatti viene messo
a disposizione degli operatori che possono duplicare
le parti che a loro interessano per successive iniziative promozionali.
10
N° 1/2 - 2005
L’agricoltura ingauna in cifre
Presentati ad Albenga i risultati di un’indagine quali-quantitativa
Fatti i conti, sulla base di
un’indagine campionaria (130
aziende agricole censite sulle 1700 dell’intera piana), il
numero dei vasi di piante e di
aromatiche prodotti ogni anno ad Albenga sfiora i cento
milioni, per un fatturato che
si aggira intorno ai 204 milioni di euro.
Il dato è contenuto in una ricerca approfondita condotta
per conto della Camera di
Commercio di Savona da
Luciano Colla e presentata
agli inizi di marzo nella “sala “ del Multiplex di Leca
d’Albenga. Erano presenti
gli “stati generali” dell’agricoltura ligure, e savonese in
particolare.
All’esposizione dei risultati
di un’indagine mai prima d’ora condotta in questo campo
e che ha rappresentato la base di partenza per delineare
nei prossimi mesi un
Osservatorio sull’Agricoltura
in grado di fornire informazioni utili alle imprese del
comprensorio, hanno partecipato il ppresidente camerale
Giancarlo Grasso, l’assessore regionale all’Agricoltura,
Piero Gilardino, l’assessore
provinciale Michele Boffa,
che ha annunciato l’intenzione di riaprire un tavolo
dell’agricoltura a Palazzo
Nervi.
La debole crescita del
Prodotto Interno Lordo nel
200 (pari all’1,1 per cento e
che si prevede non subirà
grosse variazioni nel corso
di quest’anno), sta facendo
suonare allarmi a tutti i livelli, in quanto la sensazione è che questo trend non sia
più di natura congiunturale ma
strutturale. Di qui la necessità di dare una sterzata, puntando su una forte crescita
delle esportazioni.
Gli scambi con l’estero della provincia di Savona, pur
ampiamente diversificati, trovano rilievo soltanto in pochi
settori merceologici. Ma è
altrettanto vero che ai
prodotti chimici, primi in graduatoria,
seguono i prodotti dell’agricoltura, e del
florovivaismo
“Stati generali” dell’agricoltura
savonese ad Albenga. Sopra, Piero
Gilardino, Giancarlo Grasso e
Michele Boffa; nella foto in alto,
Ennio Fazio.
Nella pagina a fianco in alto a
destra, gli operatori intervenuti
alla tavola rotonda con il moderatore, professor Giovanni Serra
in particolare, per un valore
di venduto che si aggira sugli 80 milioni di euro, purtroppo in progressiva perdita negli
ultimi anni”.
Il valore aggiunto di questo
settore, però, è ben più alto
se si pensa alla distribuzione
sul mercato interno e la ricerca ne dimostra appieno la valenza anche in riferimento al
forte indotto che genera in
altre attività della piana ingauna. Il florovivaismo, nonostante l’alta qualità dei
prodotti locali, soffre per la
forte crisi dei prezzi
all’origine
e dei consumi; ma è altrettanto vero che l’agricoltura savonese, quella ad alta
specializzazione, può ulteriormente espandersi e fornire ricchezza “netta”
all’economia provinciale.
Per questo la Camera di
Commercio, negli anni, ha
alimentato idee e profuso investimenti per l’agricoltura. Esempio più notevole è
il Centro di Sperimentazione
ed Assistenza Agricola,
la cui
realizzazione risale agli anni Sessanta e che rappresenta tuttora una delle esperienze
più significative nel settore
della ricerca pubblica. Da un
decennio trasferito in regione Rollo e di imminente ampliamento, ospita due
laboratori, l’uno fitopatologico e l’altro chimico, ad
elevata specializzazione. Il
Centro ha fatto da catalizzatore a molteplici iniziative
di immagine, promozionali
e progettuali che hanno dato
l’avvio ad un incontro tra domanda ed offerta e che, sinergicamente condotti,
contribuiscono all’apertura
di nuovi scenari, allargando
i mercati dei prodotti locali
anche attraverso una stretta
concertazione tra aziende
floricole ed aziende turistiche.
Interventi rilevanti, certamente, l’ultimo dei quali, nel
gennaio scorso, si è concretizzato nella partecipazione,
con la Regione Liguria, alla
fiera di Essen, occasione importante per la presentazione
dei prodotti e per il lancio in
Europa del marchio
“d’Albenga”, nome già legato alle primizie orticole ed
oggi principalmente alle produzioni florovivaistiche.
“La situazione del settore,
che negli anni ha denunciato segni di progressiva debolezza, ha indotto la Camera
di Commercio ad avviare
un’azione di monitoraggio –
ha spiegato nel corso del convegno il rappresentante in
Giunta del settore agricolo,
nonché presidente di Coldiretti
Liguria, Ennio Fazio -. Così,
è parso opportuno guardare
con attenzione alle prospettive dell’agricoltura nel
Ponente della provincia e nel
comprensorio albenganese in
particolare. Riunioni con le
associazioni di categoria, da
un lato, e incontri diretti con
gli operatori, dall’altro, hanno da tempo messo in evidenza situazioni di disagio
diffuso nelle imprese con
conti economici aziendali
sempre più risicati, e qualche
volta in perdita, con esposizioni bancarie preoccupanti”.
La successiva costituzione
del Distretto Agricolo
Florovivaistico del Ponente ha
trasformato quell’iniziale monitoraggio in una vera e
propria indagine quali-quantitativa delle produzioni agricole, per giungerne a
determinare il valore.
Ricerca utile anche in previsione delle politiche regionali che dovranno essere
assunte nell’area occidentale ligure.
La presentazione della ricerca è stata seguita da una tavola rotonda coordinata dal
professor Giovanni Serra, docente universitario al
“Sant’Anna” di Pisa, alla quale hanno partecipato Aldo
Alberto, presidente provinc i a l e d e l l a C i a ; Vi n c e n z o
Enrico, presidente provinciale dell’Unione Agricoltori
(Confagricoltura); Martino
Bolla, presidente provinciale della Coldiretti; e Marco
Ansaldi, presidente del
Distretto Florovivaistico del
Ponente.
Al centro del confronto l’esigenza di dare competitività
al settore, attraverso l’innovazione del prodotto, la ricerca, la formazione, i servizi.
N° 1/2 - 2005
11
Produzioni “forti”
ma a costi elevati
Con l’indagine sull’agricoltura nell’Albenganese la
Camera di Commercio di
Savona si è posta tre obiettivi:
1. ottenere una migliore conoscenza e fornire basi per l’elaborazione di proposte
operative in materia di economia del settore agricolo;
2. avviare un osservatorio
puntuale sulle dinamiche
economiche
e produttive
dell’agricoltura albenganese;
3. ottenere
uno strumento informativo di lavoro,
attraverso cui
la Camera di
Commercio e
gli imprenditori agricoli potranno trarre
giudizi tecnici
agronomici, organizzativi e di
marketing.
Un lavoro che rappresenta
un primo tentativo di avviare un osservatorio permanente sul settore agricolo e che
giunge a definire la dimensione economica quantitativa,
in termini di superficie agricola utilizzata, quantità prodotta e valore delle diverse
produzioni agricole.
L’indagine ha confermato come le aziende agricole sembrino avere una produzione
lorda vendibile molto elevata, pur soggette a costi di
produzione molto alti.
“Sembrerebbe esistere – afferma l’autore della ricerca,
Luciano Colla - un ‘circolo
vizioso’, in cui il produttore
ha una forte difficoltà a “fare il prezzo” e, quindi, non
possiede riferimenti economici per una continuità aziendale in termini sia di quantità
da produrre, sia di varietà
colturali da proporre, rincorrendo il mercato e permettendo ai compratori di
anticiparli sullo stesso mercato”.
Per quanto riguarda i mezzi
di produzione, le imprese
agricole “passano” ai settori industriali e commerciali
collegati circa 0,12 euro per
ogni euro di produzione lorda vendibile (p.l.v.). Per quanto concerne i costi diretti di
produzione, si tratta di circa
6 decimi di euro per ogni euro di produzione lorda vendibile.
Relativamente ai costi di confezionamento ed ai costi di
commercializzazione, essi
risulterebbero di circa 0,07 euro per ogni euro di p.l.v., che
rapportati alla quota da cui si
ricava il margine, assumono
un peso, per le imprese floricole, del 25% (15% il confezionamento e 10% la
commercializzazione). Per
contro, le aziende hanno investito, nella piana, circa 21
euro a mq.
Sulla base delle informazioni campionarie rilevate ed al
loro riporto all’universo, la stima del valore della produzione agricola,
in termini di
produzione
lorda vendibile, dell’area
interessata
dall’indagine
(comprendente la piana albenganese,
Ceriale ed
Andora) si
colloca tra i
280 ed i 310
milioni di
euro.
Questo dato
complessivo proviene dalla produzione di:
– circa 90/100 milioni di vasi di fiori ed aromatiche di varie misure e forme di
allevamento
– circa 450 tonnellate di ortive, frutta, olive ed uva.
In termini di peso percentuale sulla produzione lorda vendibile 2003, possiamo fornire
una statistica per raggruppamenti colturali:
floricole e
fronde verdi
aromatiche in
vaso
ortive
aromatiche
recise
olivo, vite,
frutta
e per le principali varietà
coltivate
margherita
basilico reciso
rucola
pomodoro
stella di natale
ciclamino
49%
21%
19%
8%
3%
16%
8%
7%
6%
6%
6%
Floricoltura ed aromatiche in vaso
Le produzioni di floricole e di aromatiche in vaso rappresentano il 70% dell’intera
produzione lorda vendibile dell’area. La media complessiva vedrebbe circa il 70%
del prodotto commercializzato tramite imprese esterne ed il 30% attraverso conferimento diretto. Il 75% della produzione vendibile è indirizzato verso l’estero (quasi totalmente sui mercati dell’Unione Europea).
Ortive ed aromatiche recise
Le produzioni ortive e di aromatiche recise rappresentano circa il 20% della p.l.v.
dell’area.
La commercializzazione avviene per il 53% in modo indiretto e per il 47% diretto.
Relativamente alle destinazioni dei prodotti, quasi totalmente si indirizzano sul
mercato nazionale, mentre,
fuori Italia, unicamente sui
mercati UE.
E’ comunque necessario fare di più. Già a livello locale,
concertando progetti comuni
tra le aziende: da un’attenta
valutazione della domanda
per evitare sovraproduzioni e,
con esse, la vendita sottocosto della merce, ad una
maggiore razionalizzazione
delle diverse fasi, dalla produzione alla commercializzazione, con l’obiettivo di
essere più competitivi. Ma si
deve anche avere maggiore
capacità di guardare avanti:
analizzando costi e benefici
delle aziende, raccogliendo
informazioni, individuando
opportunità e minacce.
“Il comparto maggiormente
esposto alle pressioni com-
petitive provenienti tanto dai
Paesi di antica tradizione,
quanto da quelli nuovi a queste produzioni – ha sottolineato il professor Serra - è
quello florovivaistico. Queste
pressioni sono generate, da
un lato, da motivi logistici,
organizzativi, tecnologici,
commerciali e così via; dall'altro, da indubbi vantaggi
in termini di costo del lavoro
e dell'energia, di normative
tolleranti o inesistenti, di privi-legi commerciali di varia
natura. In questo contesto,
il florovivaismo italiano si trova a combattere, evidentemente, su entrambi i fronti
senza nessuna forma di protezione fatte salve quelle,
ben note, dell'inventiva e delle capacità imprenditoriali dei
nostri imprenditori abituati a
navigare in questo mercato
globale”.
L’importanza economica del
settore nell’Albenganese è
fuori discussione, così come
la sensibilità della Camera
di Commercio di Savona che,
esattamente trent'anni or sono, al II Convegno Nazionale
sulle colture protette ricor-
dava, con giusto orgoglio, la
costituzione nel 1962 del
primo Centro Orticolo
Sperimentale, oggi Centro di
Sperimentazione ed
Assistenza Agricola in regione Rollo. Nella stessa occasione, l'assessore regionale
all'Agricoltura ricordava come, dal 1964 al 1974, la superficie orticola si fosse ridotta
del 41%, ma la produzione
fosse aumentata nello stesso periodo del 18%; il presidente dell'Ortofrutticola, infine,
si augurava di poter reggere
il confronto con le consorelle dell'Europa Unita, intuendo le non poche difficoltà
incombenti.
Il dibattito deve partire proprio
dalle risposte che imprenditori europei – un olandese, un
belga e un danese - hanno fornito alla domanda sulle strategie da mettere in atto per
uscire dalla crisi. Risposte
articolate ma che, soprattutto, portano a visioni diverse
legate alle peculiarità di ciascun Paese.
Per l’agricoltura savonese
non ci sono ricette miracolistiche, ma non mancano le
possibilità di intervento: l’integrazione dei diversi istituti, centri, laboratori,
associazioni presenti nella
regione e non solo.
Il confronto con alcune esperienze estere; l'opportunità
di istituire un Osservatorio,
una sorta di 'cane della prateria' che sorvegli dall'alto,
lanciando allarmi e segnalando opportunità; la necessità di una gestione
manageriale delle aziende
attraverso la creazione di un
piano strategico, di un sistema di check-up tecnologico,
economico e finanziario e così via.
12
N° 1/2 - 2005
Una bussola per il
Palazzo Lamba Doria pubblica una
“Un cammino non facile ci
attende, dovendo recuperare
terreno sia in quella che può
essere definita ‘cultura del
nuovo’ sia in professionalità.
Ma un concetto deve essere immediatamente chiaro: i Sistemi
Turistici Locali non sono un’etichetta ma una vera e propria riorganizzazione di ‘tutti
gli affari del turismo’ sul territorio, basata su una moderna logica di marketing attenta
alle aspettative degli ospiti”.
Con questa sottolineatura che
è anche una dichiarazione di
impegno sul fronte di quella
che si prospetta come una mutazione genetica sul modo di
gestire l’industria della vacanza, il presidente della
Camera di Commercio di
Savona, Giancarlo Grasso, ha
presentato a metà febbraio la
ricerca sui Sistemi Turistici
Locali.
Realizzata
dall’Osservatorio Turistico
di Palazzo Lamba Doria e curata da Luciano Colla, l’indagine è stata raccolta in un
libro della collana “Strumenti”
e costituisce una bussola per
gli operatori e gli enti che devono in questi mesi affrontare il problema di dare una
nuova organizzazione, ma soprattutto dare un’ “anima” al
turismo della provincia e, più
in generale, della Liguria.
Il volume – circa 120 pagine
corredate di schede, grafici,
cartine e foto – è articolato in
sei capitoli: 1) Quali sistemi
turistici locali in provincia?;
2) Quale imprenditoria turistica?; 3) Domanda e offerta di
turismo balneare; 4) Risorse
per il turismo nel Savonese;
5) Sistemi sinergici per l’uso
delle risorse; 6) Elementi per
un progetto di sviluppo turistico.
L’insieme degli argomenti
trattati costituisce un contributo della Camera di
Commercio per configurare
con maggiore chiarezza l’ambito territoriale dei nuovi organismi previsti dalla Legge
Regionale 14 del 2004 attraverso la disamina dei dati socio-economici. Senza
tralasciare, nello stesso tempo, al di là di una verifica attenta di attività consolidate
e di bacini di clientela tradizionali, di far emergere elementi significativi di
complementarietà tra aree differenti per risorse territoriali e strutture, diversità che
rappresentano un elemento
fondamentale della ricchezza
della Liguria di Ponente.
Alla presentazione della ricerca erano presenti amministratori locali e imprenditori
di tutta la filiera del turismo,
dalle agenzie di viaggio agli
esercenti, dagli albergatori ai
titolari di bagni marini, tutti
ormai consapevoli della necessità di giungere al più presto,
e comunque entro il 2005, alla costituzione dei sistemi turistici locali. La legge
regionale dell’agosto scorso
è rivolta a favorire la crescita del turismo ma occorre far
presto per non correre il rischio
di essere esclusi dai benefici
previsti.
“Nell’attribuire a questi nuovi soggetti i compiti di promozione, commercializzazione,
informazione ed accoglienza
– ha sottolineato il presidente Grasso – la legge affida loro grandi responsabilità nello
sviluppo economico. Perciò
occorre che in una sfida che
deve vederci competitivi sia
a livello nazionale sia europeo,
la sfera pubblica si schieri al
fianco del mondo del lavoro
per individuare assieme nuove strategie, e quindi nuovi
prodotti. In caso contrario,
se cioè questo sostegno dovesse mancare, il rischio per le imprese sarebbe davvero grande”.
Il fatto certo è che negli ultimi trent’anni enti ed imprese
hanno viaggiato a velocità diverse, per cui accanto ad un’insufficiente strategia nel turismo
è venuto a mancare anche quel
rapporto sinergico tra imprese ed enti, nonché tra gruppi
stessi di soggetti pubblici e privati, che avrebbe consentito di
superare meglio i non pochi
momenti critici.
“Proprio per questo – ha concluso il presidente della
Camera di Commercio di
Savona – da qualche anno attraverso il nostro Osservatorio
Turistico stiamo fornendo continue informazioni e ora non
faremo mancare un ulteriore
apporto di collaborazione nella fase costituente dei Sistemi
Turistici Locali, facendo da
collegamento tra imprese ed
enti pubblici. Un ruolo che
peraltro abbiamo imparato a
svolgere sin dai tempi della
presentazione del disegno di
legge di riordino dell’organizzazione turistica regionale, e che ha portato
all’individuazione di strumenti quali i Sistemi di
Prodotto Locale, il Club di
Prodotto, i Sottosistemi
Territoriali che rappresentano gli autentici motori di una
rinnovata offerta turistica”.
Mille emozioni
in offerta speciale
Uno dei capitoli più interessanti del volume camerale riguarda le risorse turistiche nell’area
savonese. Questa “dote” viene suddivisa in tre categorie:
la risorsa principale, ovvero il
mare e le coste; le risorse
dell’entroterra, incentrate sugli ambienti naturalistici e sull’ospitalità; le risorse
specialistiche che vanno dalle attrattive culturali e locali alle
attività sportive.
La balneazione, come è evidente, continua a rappresentare l’elemento nettamente
trainante del turismo provinciale. Come segmenti di mercato minore – almeno a livello
quantitativo – si possono considerare anche la nautica da
dipor to, le attività d i “ w a t ching” marino e quelle collegate alla presenza di isole e
di località costiere di particolare pregio ambientale. La
Regione Liguria ha segnalato come “SIC” (siti di importanza comunitaria) una serie di
fondali marini la cui valenza
naturalistica li indica come
“attrazione turistica”. Il “santuario dei cetacei” rappresenta per il Ponente ligure
un’ulteriore importante occasione turistica, con la presenza numericamente consistente
di capodogli, balenottere, delfini nel contesto di un ecosistema marino di notevole
ricchezza.
Affacciati sul mare esistono
inoltre siti di importanza comunitaria che possono interagire con l’offerta marina
contribuendo a migliorare l’attrattività turistica. Si possono
citare l’area di Capo Mele,
N° 1/2 - 2005
turismo che cambia
guida alla nuova legge di riordino
A
SAVONA
B
FINALE LIGURE
LOANO
C
ALBENGA
ALASSIO
quella di Monte Acuto – Rio
To r s e r o , l ’ a r e a d i M o n t e
Ravinet – Rocca Barbena che
comprende le grotte di
To i r a n o , l ’ a l t o p i a n o d e l l e
Mànie, il massiccio del Beigua.
La principale risorsa del turismo dell’entroterra è costituita dalle aree ambientali di
pregio, riconosciute come
SIC o come Zone Protette
Speciali. I siti di importanza
comunitaria sono 16, da Pizzo
d’Evigno (Stellanello) alla foresta della Deiva – torrente
Erro, nel Sassellese.
Panorami spettacolari, ricchezza di boschi, varietà di
specie botaniche, laghi, pa-
reti di roccia dolomitica, depressioni carsiche, laghi, aree di
interesse geologico. Un’interessante
opportunità per l’entroterra potrebbe essere fornita dagli alloggi non occupati
da residenti. Una quota di
patrimonio abitativo utilizzabile al fine di evitare politiche
locali rivolte ad incentivare
nuove costruzioni, che ridurrebbero i paesi interni in condizioni simili a certe località
della costa. Un esempio è
quello di Colletta di
Castelbianco, frazione abbandonata, completamente
ristrutturata, diventata punto
di riferimento per studenti e
professionisti dell’architettura.
Le risorse specialistiche riguardano aspetti collegati alla cultura (arte e architettura,
centri storici, archeologia e
grotte), al divertimento, allo
sport, agli eventi di intrattenimento ed ai convegni. Il
valore di queste risorse, quan-
to mai varie, può diventare
fondamentale nella scelta
della vacanza in una situazione ambientale collegata alle
risorse primarie (mare e costa). Il problema è di individuare quelle attrattive con
caratteristiche di unicità, capaci di “far spostare il turista”
solo per il fatto di essere situate in una certa località.
Sul fronte culturale, c’è solo
l’imbarazzo della scelta: patrimoni artistici, centri storici, siti archeologici, grotte,
personaggi, santuari. L’arte
ceramica di Albissola così
come l’arte vetraria di Altare
possono fungere da fondamentale volano economico
se adeguatamente sostenute, sia sotto l’aspetto
produttivo, sia sul fronte commerciale.
Alcuni centri storici sono invidiabili: Albenga, Finalborgo,
Noli, Zuccarello, Villanova,
Castelvecchio, strade e ponti romani, fortezze, santuari,
ville, musei.
Una grande varietà nell’offerta culturale, che si accompagna ad altrettanto valide
possibilità sportive. Fare alpinismo a pochi passi dal mare è un’”emozione turistica”,
che si accompagna alla possibilità più generale di stare
al mare di giorno e nel verde,
al fresco, alla sera. Le opportunità per una vacanza
“mai noiosa” ci sono tutte.
Occorre far trovare al turista
le giuste motivazioni. E’ su
questo che ci sarà molto da
lavorare.
13
Quanti “sistemi”
sono sostenibili?
Sulla base di dati demografici, di elaborazioni relative
all’“armatura turistica” del territorio e tenuto conto delle linee di indirizzo emanate dalla
Regione Liguria, possono essere identificate, in provincia
di Savona, cinque aree
omogenee
(determinate
anche dai
confini delle
Comunità
Montane):
1) Alassino Albenganese,
comprendente 20 comuni
di cui 5 costieri (Alassio,
A l b e n g a ,
Andora, Ceriale,
Laigueglia) e 15
nell’entroterra
(Arnasco,
Casanova, Castelbianco,
Castelvecchio, Cisano, Erli,
Garlenda, Nasino, Onzo,
Ortovero, Stellanello, Testico,
Vendone, Villanova,
Zuccarello).
2) Loanese, comprendente
9 comuni, di cui 3 sulla costa
(Borghetto, Loano, Pietra
Ligure) e 6 nell’entroterra
(Balestrino, Bardineto,
Boissano, Calizzano,
Giustenice, Toirano):
3) Finalese, comprendente
12 comuni, di cui 5 costieri
(Bergeggi, Borgio Verezzi,
Finale Ligure, Noli, Spotorno)
e 7 nell’entroterra (Calice,
Magliolo, Orco Feglino, Osiglia,
Rialto, Tovo e Vezzi).
4) Savonese
– Varazzino,
comprendente 13 comuni,
di cui 6 costieri (Albissola
M a r i n a ,
A l b i s o l a
Superiore,
Celle, Savona,
Vado Ligure,
Varazze) e 7
nell’entroterra
(Giusvalla,
M i o g l i a ,
Pontinvrea,
Quiliano,
Sassello, Stella e Urbe).
5) Bormide, che comprende
15 comuni dell’entroterra:
Altare, Bormida, Cairo,
Carcare, Cengio, Cosseria,
Dego, Mallare, Massimino,
Millesimo, Murialdo, Pallare,
Piana Crixia, Plodio,
Roccavignale.
Considerando tuttavia i parametri minimi per la definizione degli STL (superficie,
numero dei comuni, numero
di abitanti, posti letto, presenze turistiche), i potenziali STL risulterebbero
unicamente quello AlassinoAlbenganese, che rispetta tut-
ti i parametri, ed i due costituiti da aggregazioni:
Savonese-Varazzino-Bormide
e Loanese-Finalese.
Questa è quindi una delle ipotesi su cui si potrà ragionare.
Ma non è l’unica. Altre possibilità di aggreg a z i o n e
riguardano l’area savonese,
che potrebbe
includere, a levante, i comuni genovesi di
Arenzano e
Cogoleto sulla costa e di
Tiglieto nell’entroterra
(in quanto direttamente
connessi al
parco del
Beigua) e,
a nord, i comuni piemontesi
della Val Bormida di Millesimo.
Inoltre gli STL provinciali potrebbero essere ridotti a due,
unificando l’Alassino –
Albenganese con il Loanese
– Finalese, oppure nell’area
dell’estremo ponente provinciale potrebbero essere fatti
gravitare i comuni di Balestrino,
Toirano, Borghetto o, ancora, Noli, Spotorno e Bergeggi
potrebbero essere aggregati
all’ambito savonese.
Senza scartare nemmeno l’ipotesi di fare un unico Sistema
Turistico provinciale, articolato in sottosistemi di prodotto
o di ambito. Ad esempio un discorso interessante potrebbe essere quello di una
suddivisione
in due sottosistemi, di cui
uno comprendente i comuni della costa
e dell’entroterra da Pietra
Ligure
a
Diano Marina
e un altro che
comprende il
Savonese, il
Varazzino, le
Bormide, oltre ai comuni
costieri da
Borgio a Bergeggi e quelli genovesi di Cogoleto, Arenzano
e Tiglieto.
La suddivisione territoriale
deve tener conto della sostenibilità finanziaria, ovvero dei
finanziamenti che la Regione
erogherà, sempre sulla base
dei parametri minimi. Alcuni
calcoli indicano per l’intera
provincia di Savona la disponibilità di 380 mila euro come
“fondo d’impianto”.
Una cifra esigua, che dovrebbe suggerire cautela nella
frammentazione del territorio
nella geografia dei nuovi
Sistemi Turistici Locali.
14
N° 1/2 - 2005
Analisi
del turismo
savonese
Monitoraggio congiunturale del settore;
motivazioni e profilo della domanda turistica; identikit, fabbisogni e opportunità
di sviluppo delle imprese
Ricerca CCIAA/ISNART
Savona, Palazzo Lamba Doria - Meeting
4 febbraio 2005
SALUTI
- Giancarlo Grasso, Presidente della Camera
di Commercio
Grosse nubi sulla Riviera
Preoccupante perdita di “appeal” e di professionalità
Rivalutare la Riviera nell’immaginario collettivo e individuale, dare gambe a
progetti innovativi che sappiano utilizzare al meglio
le numerose “nicchie” di
mercato congeniali alla costa e all’entroterra liguri,
concentrare risorse su miglioramenti delle strutture e
della professionalità. E’ la
ricetta per rilanciare il turismo illustrata a Palazzo
Lamba Doria, agli inizi di
febbraio, in occasione della presentazione di una serie di studi effettuati
dall’Istituto Nazionale per
le Ricerche Turistiche, per
conto dell’Ente camerale.
Si tratta di una novità in
senso assoluto, se si considera che, al di là di una valutazione sull’andamento
del settore nel corso del
2004, si sono potuti conoscere, sul versante della domanda, le motivazioni e il
profilo degli ospiti e, sul
lato dell’offerta, i bisogni e
le opportunità di sviluppo
delle nostre imprese.
Dalle indagini è emerso un
quadro complesso che fornisce un contributo significativo nell’atteso disegno
di una politica turistica comprensoriale e regionale, in cui
risorse territoriali, prodotti, strutture rappresentino
sinergicamente gli elementi di rilancio di un’attività
che risente sempre più della globalizzazione del mercato e, pertanto, esposta a
una forte competizione internazionale.
D’altronde, è risaputo come, sotto l’aspetto congiunturale, il 2004 non sia stato
un buon anno, non solo in
numero di arrivi e presenze
(e soprattutto nei flussi esteri dai bacini del Centro
Europa), quanto in produzione di reddito, il cui valore sta assottigliandosi in
modo preoccupante con il
trascorrere del tempo.
RELAZIONI
- La domanda turistica: motivazioni, profilo, caratteristiche e aspettative
Flavia Maria Coccia, responsabile delle
ricerche IS.NA.R.T.
- Imprese turistiche: identikit e bisogni,
fattori di successo e problematiche
Marta Rossato, ricercatrice IS.NA.R.T.
INTERVENTI
- Costruire e rafforzare i prodotti turistici:
investire sulla qualità e sui servizi, agire
come sistema.
Bruno Suetta, Direttore Confesercenti
(Assoturismo) della provincia di Savona
- Intercettare nuovi segmenti della domanda: possibili azioni di destagionalizzazione del turismo nella provincia di Savona
Gianluigi Corrias, Sezione di Savona di
Federalberghi-Confcommercio
- Promuovere la provincia di Savona all’estero: verso quali mercati, attraverso quali strumenti, con quali interlocutori.
Massimo Parodi, Presidente dell’Unione
Albergatori della provincia di Savona
Rapporto sul turismo savonese a Palazzo Lamba Doria. In alto le ricercatrici dell’Isnart Flavia
Maria Coccia e Marta Rossato; sopra uno scorcio del litorale di Alassio
Se il consuntivo non è stato di un “profondo rosso”, è
la tesi della Camera di
Commercio di Savona, se
si è potuto fronteggiare una
situazione che sta assumendo i caratteri di un’economia
piatta o in flessione (lo scorso anno un quarto delle nostre strutture, alberghiere
in particolare, è stato coinvolto in un andamento stagionale sfavorevole) la
risposta è da ricercarsi nell’aumento di agriturismi,
affittacamere, destinazioni
in campagna, oltre che nel
prolungamento della stagione estiva”.
Per ridurre la dipendenza
della Riviera di Ponente da
una domanda prevalentemente individuale, la concorrenza
interna
ed
internazionale sollecita da
tempo prodotti distribuiti
nell’arco annuale, politiche
incisive di marketing territoriale ed aziendale e formule innovative nel campo
dell’intermediazione.
Anche perché la nostra offerta è ancora oggi legata
soprattutto a canoni tradizionali che si rifanno al bisogno di relax e alla ricerca di
relazioni sociali, quindi a
segmenti caratteristici di
famiglie e terza età, per tanta parte identificabili in
CONCLUSIONI
- Maurizio Scaiola, Direttore Generale
Dipartimento Turismo e Agricoltura della
Regione Liguria
classi sociali dalle potenzialità di spesa limitata.
Siamo dinanzi ad una perdita di appeal che la costa pagherà duramente nei prossimi
anni.
Perciò, gli enti dovranno
salvaguardare le strutture
esistenti e incentivare l’imprenditorialità; le nostre
aziende alberghiere ed extra alberghiere ricorrere a
prodotti di punta (l’enogastronomia, lo sport, la cultura) e alla promozione di
nicchie di mercato nel turismo azzurro e verde.
Ma altresì coordinare il segmento della seconda casa e
proseguire una politica della qualità nelle strutture esistenti e di potenziamento
dei servizi collaterali, andando oltre il soddisfacimento
dei bisogni primari.
Il rilancio del turismo è legato a queste scelte. Scelte
di qualità, ormai divenute indispensabili per porci su livelli di concorrenzialità
internazionale, nell’obiettivo di aumentare il valore
aggiunto dalla presenza degli ospiti e dalla ripetitività
del soggiorno che si traducono in opportunità di spesa e in maggiore
occupazione.
La qualità sta diventando, per
una parte consistente di
aziende, l’obiettivo primario per fronteggiare la dicotomia esistente tra
esperienza ed aspettative da
parte degli ospiti. Un’azione
che deve trovare rispondenza nella comunità nel suo
insieme attraverso il recupero di una mentalità turistica”.
Ma c’è anche necessità,nell’ambito di un’incisiva politica turistica, di andare
alla scelta di aree destinate
all’industria del tempo libero; di superare l’eccessiva burocrazia che porta al
disinteresse per nuove progettualità interne ed esterne; di potenziare il sistema
delle infrastrutture di trasporto che sta duramente
penalizzando le aziende in
termini di maggiori costi e
di minore efficienza e costringe a deviare i flussi di
traffico verso altre aree concorrenti.
N° 1/2 - 2005
Turismo: congiuntura, profilo della domanda, identikit e bisogni delle imprese
savonesi. Sono i temi affrontati dall’Osservatorio
Turistico della Camera di
Commercio sulla base delle risultanze dell’indagine
a tutto campo affidata ad
Isnart, Istituto Nazionale
Ricerche Turistiche, realizzata attraverso 460 interviste ad operatori della
provincia ed alla clientela.
Tra i dati emersi, spicca
il tasso di occupazione delle camere nel mese di agosto (79,5%), superiore al
dato nazionale (75,7%) e
sensibilmente più alto sia
rispetto al mese di luglio
(63%) sia a settembre
(58,3%). Il trend dei turisti stranieri (stagione 2004
rispetto al 2003) è stato
definito “stabile” dall’80%
degli operatori e “in calo” dal 18,3%; per gli italiani, “stabile” per il 71,3%
e “in calo” per il 26,3%. La
prima considerazione riguarda la necessità di mettere in atto efficaci
iniziative per destagionalizzare il turismo savonese e migliorare l’attrattività
del territorio.
Anche perché la ricerca
tra gli ospiti rivela che il
41% sceglie la Riviera perché ha la casa o ha amici
con una casa disponibile e
che un altro 13% viene solo “per non far niente”.
Entrambi questi fattori sono catalogabili come “passivi”, indici di una
debolezza strutturale del
fenomeno turistico.
I giudizi sulla qualità della vacanza sono sufficienti, ma mettono in luce la
scarsa forza dell’offerta
turistica attuale e la sua
capacità di rispondere solo ai bisogni primari. Infatti
i giudizi migliori vanno ai
prodotti tipici (gradimento 7,3 su una scala di 10),
alla qualità dei negozi (7,1),
alla qualità delle imprese
ricettive e ristorative (6,9).
Il giudizio complessivo,
sempre su una scala da 1 a
10, è pari a 6,6 ed i voti più
bassi riguardano l’ospitalità dei residenti, la qualità
dei trasporti e la qualità
delle informazioni turistiche, tutte intorno al 6 stiracchiato. A parte, ma era
da attenderselo, va considerato il pur fondamentale giudizio sui prezzi, che
non va oltre il 5, con un
“gradimento” minimo (4,7)
tra i turisti italiani. Da rilevare che solo il 3,9%
pensava di trovare un buon
rapporto qualità-prezzo.
Ma c’è da aggiungere che,
a vacanza conclusa, solo lo
0,9% si è dichiarato soddisfatto del soggiorno dal
punto di vista economico.
Quanto alle aspettative dei
I prodotti turistici tra tradizione e innovazione
15
Le imprese turistiche della provincia di Savona
(% sul totale imprese attive direttamente e indirettamente turistiche)
Non basta il “dolce far niente”
Dare più stimoli al turista per creare valore aggiunto
turisti sulla vacanza in provincia di Savona, la maggioranza (56,2%) indica
come priorità il relax e solo il 14% dichiara di preferire la Riviera per fare
attività sportiva. Relax significa stare con la famiglia, con gli amici, fare
“gruppo”. Un programma
minimale, che rende l’idea di un turista-tipo privo di particolari
motivazioni e forse non
sufficientemente stimolato.
E’ quindi importante attivare servizi in grado di dare alla vacanza motivazioni
legate alla fruizione di prodotti turistici, ampliando i
motivi di soddisfazione,
superando le aspettative
del solo relax. Nonché aumentare il valore aggiunto della permanenza e della
ripetitività del soggiorno
creando opportunità di spesa, attraverso l’”animazione” del territorio,
aumentando la vitalità del
tessuto imprenditoriale.
La provincia di Savona è
ancora poco commercializzata sui pacchetti dei
Tour Operators internazionali. In alcuni Paesi, però,
l’interesse è forte (il 64,3%
degli operatori austriaci
ed il 42,9% di quelli belgi l’hanno inserita nei cataloghi del 2005). Nel
complesso la quota dei
Tour Operators che prendono in considerazione la
Tipo do alloggio utilizzato durante il soggiorno (val.%) - Agosto 2004
Circuito ricettivo: 59,2% dei turisti
Seconde case/case proprie: 40,8%
Ragione principale della propria visita (val.%)
Fonte: Rilevazione diretta IS.NA.R.T. per Osservatorio Turistico CCIAA Savona
provincia è del 29,7%. A
questo proposito, data la
forte consistenza ricetti-
ve, sarebbero necessarie
azioni promozionali da
parte degli operatori loca-
li verso l’intermediazione nazionale e internazionale per aumentare
l’occupazione dei posti letto anche fuori stagione.
Il crescente interesse da
parte degli agenti di viaggio potrebbe inoltre essere assecondato con
un’offerta di proposte composite tra prodotti tradizionali e innovativi per
l’acquisizione di nicchie
di mercato, secondo le indicazioni fornite dagli stessi Tour Operators.
L’indagine di Isnart ha rilevato anche l’identikit ed
i bisogni delle imprese turi s t i c h e . E m e rg e c h e i l
settore è ancora troppo
“sulle spalle” delle imprese primarie: strutture
ricettive e ristoranti rappresentano il 77,5% del
totale delle imprese direttamente o indirettamente
coinvolte nel comparto turistico. Pochissime sono le
imprese di intrattenimento (2,8%) e quelle di intermediazione turistica
(1,2%) e congressuali
(0,4%).
Gli operatori turistici, che
riconoscono nel “prodotto mare” il loro principale motivo di successo, sono
tuttavia attenti anche a
prodotti più innovativi,
dei quali tuttavia, al momento, la domanda non
sembra percepire la fruibilità sul territorio savonese. Diventa quindi
importante realizzare nuove politiche di prodotto,
creando percorsi ed itinerari che leghino il territorio, le imprese produttrici
e quelle che ne permettono la fruizione. Con un’avvertenza, tuttavia: gli
operatori locali vedono
nell’enogastronomia, nel
benessere e nella cultura
dei prodotti innovativi,
mentre è evidente che a
livello nazionale questi
prodotti possono già essere considerati tradizionali. Col rischio di arrivare
ancora una volta in ritardo.
c.d.
16
N° 1/2 - 2005
La distribuzione al dettaglio in sede fissa: analisi
e andamento del settore in
provincia. Tema ricco di
problemi e di confronti a
volte delicati tra associazioni di categoria e amministrazioni comunali.
Dialogo in cui si inserisce
l’Ente camerale di Savona
attraverso un rapporto elaborato nell’ambito
dell’Osservatorio sul
Commercio, ed alla cui
stesura hanno contribuito,
assieme all’Ufficio Studi di
Palazzo Lamba Doria, il
professor Gianni Cozzi e il
dottor Luciano Colla.
La rete distributiva savonese, caratterizzata, in termini di rapporto
esercizi/residenti, da una
densità commerciale tra le
più elevate d’Italia (18,8
esercizi contro una media
ligure di 15,6 e nazionale
di 12,9), sta mantenendo,
negli ultimi anni, una consistenza sostanzialmente
invariata nel suo complesso (-0,5%). Le variazioni
diventano, invece, consistenti se si scende ad un
dettaglio settoriale, a seguito di trasformazioni rilevanti nella seconda metà degli
anni Novanta.
In un quadro di delicati
equilibri la congiuntura
negativa in atto e la continua erosione del potere d’
acquisto dei consumatori,
sia residenti che turisti,
evidenziano i punti di debolezza della struttura commerciale al dettaglio,
caratterizzata, come in generale l’intero sistema distributivo italiano, da una
forte presenza di imprese
di piccole dimensioni. Ogni
innovazione nel settore deve quindi essere affrontata con estrema cautela, in
quanto la nuova offerta
commerciale può risultare
sostitutiva, e non aggiuntiva, rispetto all’esistente.
Anche perché il quadro
economico nazionale e locale, com’è noto, è caratterizzato da una sostanziale
staticità, con modeste prospettive di ripresa per l’anno in corso.
Il professor Amedeo
Amato, nelle previsioni
formulate su incarico
dell’Ente camerale a fine
2004, stima per il biennio
2005-2006 un tasso medio
annuo di variazione contenuto nell’1% per i consumi di beni non durevoli,
dell’1,1% per i beni durevoli e dell’1,5% per i consumi di servizi.
Lo stimolo dell’efficienza e della competitività
del sistema distributivo,
realizzabile attraverso l’equilibrato sviluppo di tutte le forme e tipologie
commerciali, costituisce
anche condizione di uno
Piccoli negozi, grandi problemi
Rapporto su esercizi e consumi dell’Osservatorio sul Commercio
sviluppo coerente del sistema economico e sociale
savonese. “Nel settore commerciale – conferma Gianni
Cozzi - siamo dinanzi ad
un assetto strutturale che
presenta parecchi punti di
debolezza, specie se si tiene conto della staticità delle spese destinate ai
consumi e degli aumenti
dei costi e dei prezzi”.
Senza peraltro dimenticare che l'elevata densità
commerciale che si riscontra nella provincia di
Savona se da un lato è strettamente connessa con la
presenza di cospicui fenomeni turistici, dall’altro,
la staticità dei saldi demografici (naturali e sociali)
non consente, a parità di
spesa pro-capite destinata
ai consumi commerciali,
di prevedere alcun incremento dei loro volumi totali.
“Gioca oltrettutto in questo contesto – prosegue il
professor Cozzi - il permanere di un'alta incidenza
degli esercizi di modesta
superficie di vendita.
Aspetto peraltro coerente
con un ‘micro-universo’
commerciale caratterizzato, fino a tutti gli anni '80,
da un grado particolarmente elevato di polverizzazione delle iniziative di
distribuzione al dettaglio
e con la vischiosità dei
processi d’espulsione degli operatori commerciali
marginali, che restano in
gran parte nel mercato,
seppure con condizioni
d’offerta non competitive
e con la sottoremunerazione dei fattori produttivi
impiegati (in particolare
del lavoro autonomo) che
ben difficilmente potrebbero essere proficuamente
utilizzati in altre attività
economiche”.
Sulle aree di mercato interviene Luciano Colla. “Qui
– afferma l’esperto di programmazione regionale - la
situazione mostra come, a
fronte di una forte competitività interna, le varie
zone in cui il territorio
provinciale è stato suddiviso, non inviano praticamente proprie quote
significative di consumo
sia alimentare, sia extra-alimentare, in altre aree. In
particolare, occorre osserv a r e c o m e l ’ A l t a Va l
Bormida, ossia l’area di
Calizzano, Bardineto,
Massimino e, almeno per
quanto riguarda i consumi alimentari, di Murialdo,
Osiglia e Bormida, sembra chiudersi nettamente
all’esterno, formando
un’enclave pressoché autosufficiente, indipendentemente dai livelli
qualitativi di servizio”.
Scendendo ad un’analisi
del water front savonese,
“ lo strumento delle aree di
mercato – dice Luciano
Colla – permette di evidenziare come un nuovo
insediamento di grande distribuzione extra-alimentare nel ponente dell’area
non provochi alcun allargamento dell’area di mercato della zona, ma
unicamente un fenomeno di
sostituzione con un incremento complessivo di merc a t o d a p a r t e d i Va d o
Ligure pari a circa il 2,3%,
a fronte di una diminuzione dell’1,4% a Savona e
dello 0,1% delle Albissole”.
Ma qui siamo dinanzi ad un
problema non solo commerciale: l‘effetto principale avviene sulla
destinazione del suolo, che
tende a “strappare” ad un
uso ottimale, aree che andrebbero indirizzate maggiormente in direzione
produttiva e di retroporto, più che commerciale.
N° 1/2 - 2005
17
A scuola in azienda
Progetto di alternanza dell’Ente camerale
Tre i percorsi formativi sperimentali realizzati, tre le
scuole superiori savonesi
protagoniste, oltre sessanta
studenti coinvolti: è questo
il primo bilancio del contributo fornito dalla Camera di
Commercio di Savona all’introduzione, prevista dalla
Riforma della scuola, dell’alternanza scuola-lavoro.
L’iniziativa è stata presentata recentemente a Palazzo
Lamba Doria.
All’in t r o d u z i o n e d i A n n a
Rosa Gambino, segretario
generale della Camera di
Commercio di Savona, sono
seguiti i saluti di Attilio
Massara, direttore generale
dell’Ufficio Scolastico
Regionale per la Liguria;
quindi gli interventi dei dirigenti Raffaele Pentimalli
e Gabriella Partesotti. Le
conclusioni sono state di
Teresa Ferrando, assessore
provinciale alle Politiche del
Lavoro e Formazione
Professionale.
Si è parlato, durante l’incontro, dei percorsi formativi
sperimentali in alternanza,
coprogettati, cofinanziati e
realizzati dalla Camera di
Commercio di Savona e
dall’Ufficio scolastico regionale della Liguria, in base ad una convenzione
biennale firmata nell’estate
2004: tre le scuole della provincia coinvolte in questa
iniziativa; 11 il numero dei
tirocini attivati; 65 il numero degli studenti impegnati.
L’impegno camerale è nato
dalla convinzione dell’importanza di avvicinare la
scuola al mondo del lavoro e
dell’impresa, affinché giovani di 15-18 anni possano
acquisire competenze e capacità, coniugando formazione
ed esperienza diretta in ambiente lavorativo.
*
I tre istituti, selezionati
dall’Ente camerale sulla base dei progetti presentati, sono:
1. Liceo Scientifico Statale
Orazio Grassi di Savona;
2 . I s t i t u t o Te c n i c o
Commerciale Statale Paolo
Boselli di Savona;
3. Istituto di Istruzione
Secondaria Superiore
Giovanni Falcone di Loano.
Il percorso del liceo ha visto lo svolgimento da parte di
una classe quarta di un'attività di studio e valorizzazione del sito portuale savonese,
mediante stage in studi professionali ed enti (discipline interessate: biologia, fisica,
storia, italiano).
Il percorso dell’istituto per
ragionieri e geometri ha visto la realizzazione da parte
di una classe di geometri e
una di ragionieri di un’attività di ricerca e rilievo preliminare alla redazione del
P.U.C. di un comune della
riviera savonese mediante
stage presso studi professionali tecnici (discipline interessate: economia,
informatica, CAD, GIS).
Il percorso dell’istituto tecnico per ragionieri ha visto il coinvolgimento di 12
studenti in stage presso due
associazioni di categoria della provincia.
Registrazione: Tribunale di Savona al numero 129 del 17 ottobre 1957
Direttore: Anna Rosa Gambino
Vice direttore: Sergio Ravera
Redazione e amministrazione: 17100 Savona, Via Quarda Inferiore
Casella postale 224, Telefono 019.83.141 con dieci linee automatiche
Abbonamento: tariffa annuale euro 2,58, da versare sul c/c postale numero 211177
Giunta camerale: Giancarlo Grasso (presidente), Silvio Accinelli, Paolo
Campostano, Carlo Decia, Ennio Fazio, Gianluigi Granero, Franco Zino (componenti), Anna Rosa Gambino (segretario generale)
Grafica e stampa: Punto It di Matteo Fossati - [email protected];
DG di Daniele Griggio - Albenga;
Stabilimento Tipografico Fabbiani S.p.A. 0187.51.85.82 - [email protected]
Diffusione: il periodico è inviato gratuitamente alle unità locali iscritte nel Registro
delle Imprese di Savona, Enti pubblici ed Associazioni di categoria.
Tiratura: l’Editore attesta la produzione di 28.000 copie a numero.
Delle opinioni espresse in articoli e rubriche sono responsabili i singoli Autori.
E’ fatto divieto a chiunque riprodurre parte della pubblicazione senza espressa
autorizzazione scritta della Direzione.
Le Camere di Commercio
nel sistema della formazione
Molteplici sono state in questi ultimi anni le iniziative
del sistema camerale sui temi dell’analisi dei fabbisogni
professionali, dell’orientamento, della formazione professionale, manageriale e
imprenditoriale, del raccordo tra sistema delle imprese, scuola ed università.
Questo patrimonio di esperienze ha avuto un importante riconoscimento anche
nella Legge Delega per la
Riforma della scuola (n. 53
del 2003), il cui art. 4 ha
previsto che le Camere di
Commercio possano essere
coinvolte, attraverso apposite convenzioni ed accordi,
in sede di progettazione, attuazione e valutazione dei
percorsi formativi in alternanza scuola-lavoro.
Si tratta, d’altra parte di un
tema al quale sia
l’Unioncamere nazionale che
le Camere di Commercio
hanno rivolto un notevole e
crescente impegno, concretizzato anche nella costituzione di una rete di sportelli,
a supporto dei quali opera anche un Sistema informativo, denominato Polaris, che
tramite Internet, consente
la gestione di una banca dati per l’incontro domandaofferta di tirocini nonché la
condivisione di strumenti,
informazioni e contenuti editoriali a supporto dei percorsi in alternanza (il portale
www.polaris.unioncamere.it)
Ulteriore impulso e sostegno istituzionale alle iniziative camerali è venuto dal
Protocollo di Intesa siglato
dal
Presidente
di
Unioncamere e dal Ministro
dell’Istruzione. Obiettivo principale del Protocollo è promuovere iniziative congiunte
per favorire il raccordo tra
mondo della scuola e mondo delle imprese, attraverso
lo sviluppo di forme di collaborazione tra istituzioni scolastiche, Camere di
Commercio e imprese per
la realizzazione di sperimentazioni nel campo dell’alternanza scuola-lavoro. Per
sostenere adeguatamente
l’attuazione delle stesse, il
sistema camerale ha messo
in gioco un investimento pari a 6 milioni di euro in due
anni.
E’ stato così possibile avviare in tempi stretti, in ben
85 province italiane, percorsi formativi in alternanza coprogettati e co-finanziati
dalle Camere di Commercio
e dagli Uffici Scolastici
Regionali.
La proposta del sistema camerale nel campo dell’alternanza scuola-lavoro parte
dall’assunto che l’alternanza è una diversa e innovativa metodologia o modalità
didattico-formativa per raggiungere obiettivi formativi
tramite il ricorso a periodi
di aula, attività pratiche ed
esperienze aziendali coerenti, pienamente integrate
nel curriculum, che consentono dunque l’acquisizione di
crediti spendibili ai fini del
conseguimento di titoli o
qualifiche.
18
N° 1/2 - 2005
Il grafico riporta l’andamento, negli ultimi anni, del tasso di crescita annuale dello stock delle imprese
a Savona e in Italia, evidenziando
il forte recupero della nostra provincia che nel 2004, dopo alcuni anni di stasi, torna su valori di sviluppo
pari alla media nazionale.
In forte aumento le nuove imprese
Dalla crescita zero del 2002 al balzo del 2004 (+1,5%)
della Camera di Commercio,
Giancarlo Grasso - registra
una dinamica della natalità
delle imprese savonesi in
forte ripresa. L’ottimismo
degli imprenditori non può
peraltro essere l’unico ingrediente della ricetta per
lo sviluppo: è necessario
più che mai che si mettano
in azione le strategie per
raggiungere gli obiettivi di
base necessari al sistema
delle imprese per rimanere
sul mercato in termini competitivi, tra i quali si pone
in evidenza il perseguimento di una politica rivolta
alla qualità e il potenziamento del sistema infrastrutturale della provincia, nonché
la ricerca di significativi
fattori localizzativi, in grado di attirare sul territorio
nuovi insediamenti produttivi”.
Le dinamiche settoriali
Così come avviene a livello nazionale, è il settore delle costruzioni che pesa in modo determinante nel saldo positivo della nati-mortalità delle
imprese savonesi.
Il confronto tra lo stock di imprese registrate a
fine 2003 e a fine 2004 per settori di attività, evidenzia come l’andamento positivo si concentri
in alcuni settori. Crescono infatti le imprese
delle costruzioni (+6,3%) e le imprese delle attività immobiliari, noleggio, informatica e ricerca (+3%). Una crescita superiore al 2% si rileva
anche per il settore di alberghi e ristoranti e
per quello dei servizi personali, mentre riduzioni si registrano nei rimanenti settori, ed in particolare nell’agricoltura, nel commercio e
nell’intermediazione finanziaria.
I divari territoriali
La lettura territoriale dei
dati 2004 offre un quadro
sensibilmente diversificato della velocità con la quale cresce l’universo delle
imprese. Il dato italiano,
accanto alla conferma della spinta più consistente
proveniente
dal
Mezzogiorno (+1,8%), registra un recupero del Nord
Ovest, che mette a segno
la stessa performance del
Centro (+1,5%). Un andamento più moderato della
crescita si rileva soltanto
TASSI DI CRESCITA COMPLESSIVI DELLE PROVINCE LIGURI – LIGURIA - ITALIA
ANNO 2001
ANNO 2002
ANNO 2003
ANNO 2004
SAVONA
GENOVA
0.50%
-0.10%
0.20%
1.50%
1.90%
0.30%
0.90%
2.00%
1.10%
1.10%
0.50%
0.30%
Da quest’anno Movimprese include stabilmente l’universo delle imprese agricole nella presentazione dei risultati, con alcuni effetti statistici
degni di nota sui diversi fenomeni demografici analizzati dall’indagine.
In termini strutturali, l’inclusione dell’agricoltura accresce l’incidenza delle ditte individuali, mentre in termini congiunturali tende ad
aumentare il fenomeno delle cessazioni: l’agricoltura è infatti un settore che vede una lenta e
continua riduzione del numero di aziende.
Tenendo conto di questa novità, il risultato positivo del 2004 appare ancor più significativo.
ISCRIZIONI
CESSAZIONI
SALDO
TASSO DI
CRESCITA
ANDAMENTO DELLE IMPRESE
IN PROVINCIA DI SAVONA
(tutti i settori)
Le dinamiche per forma giuridica
IMPERIA LA SPEZIA
IL QUADRO GENERALE
ANNO
Alla fine del 2004 lo stock
delle imprese registrate
presso il Registro delle
Imprese gestito dalla
Camera di Commercio di
Savona ha una consistenza di 31.685 imprese, di
cui 4.592 agricole.
Nell’anno appena concluso
sono state 2.492 le imprese che hanno aperto i battenti, mentre 2.039 hanno
cessato l’attività. Il valore
del saldo tra imprese iscritte e cessate si attesta a 453
unità, per un tasso di crescita pari a 1,5%, valore che si
pone nettamente al disopra
del trend degli ultimi anni,
perfettamente in linea con
la crescita media nazionale.
“L’anno 2004, pur alla luce della delicata situazione
in atto in molti settori,- ha
commentato il presidente
per il Nord-Est (+1,1%).
La Liguria risulta una delle regioni settentrionali con
risultato più dinamico, con
un tasso pari a 1,4%, valore doppio rispetto a quelli dei due anni precedenti.
Savona è una delle province liguri che ha maggiormente contribuito: il tasso
di crescita delle imprese è
infatti aumentato dallo 0,2%
dell’anno precedente, all’attuale 1,5%.
Come illustra la tabella, un
notevole miglioramento è
stato messo a segno anche da Genova.
2002
2,359
2,401
-42
-0.13%
2003
2,291
2,237
54
0.17%
2004
2,492
2,039
453
1.45%
L’anno 2004 conferma due fenomeni: una ormai consolidata dinamica di lungo periodo (la crescente rilevanza
delle società di capitale) e una dinamica più recente (la tenuta in termini assoluti delle ditte individuali).
TASSI DI CRESCITA DELLE IMPRESE PER FORMA GIURIDICA NELL’ANNO 2004
SOCIETA’ DI CAPITALE
SOCIETA’ DI PERSONE
DITTE INDIVIDUALI
ALTRE FORME
TOTALE
5.60%
2.00%
0.60%
2.90%
1.50%
1.80%
0.60%
0.20%
0.80%
LIGURIA
ITALIA
1.50%
0.40%
0.60%
1.40%
1.60%
1.20%
1.20%
1.50%
La crescita
delle aziende
e il ruolo
degli imprenditori
immigrati
Negli ultimi anni è venuto assumendo crescente rilievo l’insediarsi sul territorio
italiano di attività economiche gestite
da titolari immigrati di nazionalità extracomunitaria. Con riferimento soltanto
alle imprese costituite in forma di ditta
individuale (per le quali alla forma giuridica corrisponde direttamente la persona fisica alla guida dell’azienda),
Movimprese ha analizzato il fenomeno
dell’imprenditoria cosiddetta “di immigrazione”, mettendo a confronto la diffusione del fenomeno rispetto all’universo
delle corrispondenti imprese individuali.
Il rapporto evidenzia anche il contributo degli imprenditori immigrati al saldo
complessivo delle ditte individuali: il saldo tra iscritte e cessate nel 2004, positivo per 115 unità, sarebbe in realtà stato
negativo senza l’apporto delle ditte individuali con titolare immigrato. La provincia di Savona risulta 32ª in Italia in base
al rapporto tra saldo delle ditte individuali totali e di quelle con titolare immigrato.
Ulteriori informazioni e dati sul sito della Camera di Commercio www.sv.camcom.it e sul sito www.infocamere.it
CENTRO DI SPERIMENTAZIONE E
ASSISTENZA AGRICOLA
AZIENDA SPECIALE
DELLA CAMERA DI COMMERCIO
DI SAVONA
AZIENDA SPECIALE
DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI SAVONA
PER LA FORMAZIONE PROFESSIONALE E
LA PROMOZIONE TECNOLOGICA
E COMMERCIALE
C.C.I.A.A. DI SAVONA
N. 1-2/2005
Presentata la nuova struttura istituita dalla Regione nell’ambito del Piano di sviluppo rurale
Operativoil nuovoCentrodi Servizio
del sistema florovivaistico ligure
Ennio Fazio, presidente del Centro di sperimentazione della Camera di Commercio di Savona,
ha raccomandato di considerare l’insieme delle strutture che già stanno operando sul territorio
pito facile per il CSF, non
avendo questo organismo
poteri di coordinamento, in
un contesto dove oggi manca ancora, sempre che sia
effettivamente realizzabile, una regia comune. Intervenendo all'incontro il
Presidente del Centro di
sperimentazione della Camera di commercio di Savona, Ennio Fazio, auspicando una reale importante preziosa azione di catalizzazione da parte del
Cia: «Gestire, non subire»
■ A sinistra:
le diecimila serre
della Piana ingauna
costituiscono il grande
patrimonio dell'agricoltura
provinciale.
■ Sotto:
il convegno della Cia
al Centro della Camera
di Commercio, ad Albenga,
nel quale è stato chiesto
che siano i produttori a
gestire tutte le fasi
del processo.
CSF: una raccolta di esperienze e studi sulla coltivazione della rosa fuori suolo,
curata da Franco Crippa,
che con Fiorenzo Gimelli e
Corrado Agnese compone
lo staff tecnico di laureati
agronomi del Centro.
■ In basso, a sinistra:
la copertina di “Campagna
Amica”, il concorso per
le scuole medie provinciali
organizzato dalla Coldiretti.
■ Sotto a destra:
un’immagine del Centro
regionale di sperimentazione
agricola (Cersaa).
▲
Non è stato un convegno di routine quello organizzato
dalla Cia (Confederazione Italiana Agricoltori), svoltosi
sabato 22 gennaio presso la sala conferenze del Centro
Sperimentale della Camera di Commercio in regione Rollo
di Albenga. Il neopresidente provinciale della Cia, Aldo
Alberto, alla presenza del presidente dell'Acea (commercianti
floricoli), Giorgio Delfino, ha detto: «È indispensabile provare a
gestire i processi e non solo a subirli. Il lavoro non si fa solo nei
campi, ma in tutte le fasi del processo». Relazioni di Delfino,
Ansaldi, Moscamora, Grlj, Hakkenbrak ed Enrico.
(r.s.)
CSF, ha posto in evidenza
la necessità di considerare
sempre l'insieme delle
strutture già operanti sul
territorio, secondo le finalità istituzionali e le attività individualmente e
complessivamente svolte
dalle stesse, in relazione
alle utilità di cui il sistema
CAMPAGNA AMICA 2005
Alunni ed insegnanti di venticinque
classi delle scuole medie savonesi
sono stati di nuovo impegnati per la
seconda parte del progetto Campagna Amica, promosso a livello nazionale da Coldiretti. Argomento della prima parte, nel 2002, sono stati i prodotti
agroalimentari, ora il territorio. Ogni classe ha individuato un sito o un problema e
su questo ha indagato, elaborando delle
proposte progettuali. Tutti i lavori sono
stati raccolti in un volume che comprende anche le fotografie scattate dagli stessi alunni per un concorso dal titolo "Questo Sì - Questo No", dove il confronto tra
due immagini mette in evidenza, in modo
efficace e divertente, soluzioni ambientali
giuste e sbagliate. La Camera di Commercio ha partecipato anche a questa
seconda parte del progetto, che ha avuto
il merito di motivare i ragazzi delle scuole
medie a cimentarsi in una importante
attività di indagine, valutazione, progettazione e comunicazione.
(r.g.)
Riccardo Galbussera
VISITE AL CERSAA
▲
componenti, operatori e
strutture, del sistema.
Costruire la necessaria rete di collegamento con tutte le realtà che operano per
il comparto florovivaistico
in ambito regionale, su differenti livelli, con diverse
finalità e differenziate metodologie, non sarà un com-
▲
N
el gennaio scorso,
venne presentato il
Centro servizi per
la floricoltura (CSF).
Il nuovo sportello operativo regionale, che ha
sede nello stesso Mercato, rappresenta un
altro importante tassello per completare il mosaico del sistema florovivaistico ligure.
Concepito nell'ambito del
piano regionale di sviluppo
rurale, il CSF, dando comunicazione di inizio attività,
si è presentato come uno
strumento al servizio di tutta la filiera florovivaistica,
con finalità essenzialmente
divulgative, cioè di trasferimento delle conoscenze
dagli ambiti di ricerca e
sperimentazione a tutte le
produttivo e commerciale
riesce a disporre per il soddisfacimento delle proprie
esigenze. Fazio ha anche
ricordato che per la reale
operatività delle strutture
occorrono risorse economiche adeguate, citando l'esempio di piani interregionali dove l'esiguità delle risorse contraddice l'ampiezza dei progetti.
L'incontro è stato anche occasione per la presentazione di un primo lavoro del
Il Centro Regionale di sperimentazione Agricola (Cersaa) della Camera di Commercio di Savona in
regione Rollo ad Alberga, non solo
riceve le visite, a scopo autopromozionale (e di promozione qualificata della provincia di Savona), di
delegazioni straniere di tecnici del
settore agricolo o di studenti universitari, ma accoglie gruppi di
alunni sia delle medie che delle
elementari.
Ultimamente è venuta anche in visita
una scolaresca della scuola materna.
Il Cersaa costituisce quindi un punto
di riferimento certo per l’alta specializzazione agraria, in grado di svolgere un incessante e capillare attività
che coinvolge tutti i diversi livelli di
scolarità.
Apprezzato soprattutto l’impegno per
la riduzione degli agrofarmaci e l’importante scoperta di soluzioni a ridotto impatto ambientale.
(r.s.)
20 · N° 1/2 2005
CENTRO DI SPERIMENTAZIONE E ASSISTENZA AGRICOLA AZIENDA SPECIALE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI SAVONA
AZIENDA SPECIALE PER LA FORMAZIONE PROFESSIONALE E LA PROMOZIONE TECNOLOGICA E COMMERCIALE
Al Centro della Camera di Commercio, a scopo dimostrativo
Anche in agricoltura
arriva l’energia solare
Inesauribilità della fonte, livello zero di inquinamento, i costi quasi nulli della
gestione dell’impianto. L’iniziativa è sostenuta da un finanziamento regionale
L
a domanda di finanziamento per la realizzazione di un impianto fotovoltaico presentata dalla
Camera di Commercio nel
maggio del 2002 e allora accantonata per insufficienza
di fondi, è stata ora accolta
dalla Regione Liguria.
Si potrà quindi realizzare nella struttura camerale di sperimentazione agricola di Albenga, l'impianto per la produzione di energia elettrica dalla
luce solare, progettato a scopo
essenzialmente dimostrativo
nell'ambito delle finalità istituzionali del Centro.
Ad oggi i costi degli impianti
fotovoltaici sono ancora così
elevati, in relazione ai livelli
di resa, che tale tecnologia
non è applicata come sarebbe
auspicabile.
A favore del fotovoltaico sono
l'inesauribile energia del sole,
■ Sotto:
un grafico
che rappresenta
la suddivisione dei
32 mila ettolitri di vini doc
prodotti annualmente
in Liguria.
■ A fondo pagina:
i vasetti di margherite
costituiscono uno dei
prodotti maggioritari
della floricoltura
della provincia di Savona
con 18 milioni
di esemplari annui,
preceduto solo
dai 50 milioni
di vasetti
di aromatiche.
Viticoltura
ne gestita da ENEL per essere poi scontata sui successivi
consumi.
L'impianto, da non confondere con i pannelli solari termici per la produzione di acqua
calda, ha un costo complessivo previsto di 87.262 euro,
può produrre circa 12.000
IGP PER LE MARGHERITE?
Lo stesso Gruppo di lavoro che ha predisposto a suo tempo la documentazione
per la registrazione della IGP "d'ALBENGA"
per i prodotti orticoli, ha ora iniziato a raccogliere e comporre il materiale necessario per
predisporre una prima bozza di disciplinare
di produzione per le piante in vaso, nel caso
specifico le Margherite, ma altre specie
seguiranno a breve.
Il fatto ha una sua importanza non solo per la rilevanza anche economica delle Margherite nel
contesto della produzione floricola savonese, ma
perché si tratta della prima volta che la normativa
comunitaria sulle DOP/IGP, solitamente associata a produzioni agroalimentari, si applica a prodotti del florovivaismo. La prima bozza di disciplinare dovrà essere esaminata e discussa nei
prossimi mesi con i produttori, i tecnici e tutti gli
operatori della filiera interessata, per metterne a
punto la stesura definitiva che diventerà la regola
di riferimento. Il disciplinare per le Margherite farà
da apripista per le altre specie di piante in vaso di
tipica e rilevante produzione savonese, prime tra
le altre le piante aromatiche.
(r.g.)
▲
il livello zero di inquinamento
del sistema ed i costi quasi
nulli di gestione dell'impianto.
Contro, si pongono i costi
di realizzazione, le basse rese,
il limitato orario giornaliero di
insolazione/funzionamento,
l'ingombro dei pannelli.
In determinate condizioni, si
pensi ad esempio alle malghe
di montagna, il fotovoltaico
risolve grossi problemi.
In altre condizioni di impiego,
per apprezzare la bontà del
sistema, occorre sommare al
valore dell'energia prodotta
i positivi effetti ambientali.
Il contributo regionale, previsto dalla misura 2.3 del
DOCUP Obiettivo 2 al 75%
della spesa, e le finalità istituzionali del Centro camerale,
motivano la realizzazione dell'impianto in grado di produrre 10 kW di energia, da utilizzare direttamente o da riversare nella rete di distribuzio-
■ Foto centrale e
foto a sinistra:
grandi eliche
sulle colline ventose e
impianti fotovoltaici
nei campi:
occorre iniziare l’avvio
di produzione di energia
alternativa anche
in agricoltura.
kWh/anno a 220 V, con batterie di captatori che si sviluppano su oltre 85 mq di
pannelli, e si stima determini una minore immissione in
atmosfera di CO2 pari a 4.700
kilogrammi/anno.
Riccardo Galbussera
La viticoltura ligure è fortemente cresciuta negli ultimi
anni e chiede di potersi ulteriormente espandere.
Nella nostra regione si è passati, per quanto riguarda la
produzione di vino doc, dai
16 mila 240 ettolitri del
1998/1999 ai 32 mila 186 della campagna 2004. Un trend
allo sviluppo che trova ancora richiesta sostenuta sui
mercati, tanto che in alcuni
casi le scorte si esauriscono
prima ancora della fine della
fase di commercializzazione.
E nel panorama ligure un posto di rilievo lo occupano i cosiddetti vini della "Riviera ligure di ponente" (Rossese,
Vermentino, Pigato e Ormeasco), che formano il 51 percento dell’intera produzione
annuale. Il più apprezzato in
assoluto dei vini liguri è "sua
maestà il Pigato" che viene
immesso sul mercato nazionale in 7 mila 815 ettolitri annui. Accanto ai doc ci sono
anche i vini IGT meno nobili
ma egualmente godibili, che
sono prodotti in 4 mila 232 ettolitri (più di metà dei quali sono dati dal vino delle "Colline
Savonesi").
(r.s.)
N° 1/2 2005
CENTRO DI SPERIMENTAZIONE E ASSISTENZA AGRICOLA AZIENDA SPECIALE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI SAVONA
· 21
AZIENDA SPECIALE PER LA FORMAZIONE PROFESSIONALE E LA PROMOZIONE TECNOLOGICA E COMMERCIALE
Presentato alla mostra dell’agricoltura a Essen il marchio che distinguerà i prodotti ingauni
Una “d” rossa per riconoscere
i prodotti orticoli di Albenga
Il simbolo grafico rappresenta la conclusione di un lavoro svolto dalle aziende produttrici
e dalle imprese commerciali con il sostegno del Centro della Camera di Commercio di Savona
Sacchetti con il marchio
■ A sinistra:
il marchio dei prodotti
orticoli che si fregeranno
del titolo di IGP.
■ Sotto:
il carciofo spinoso che,
con zucchine, pomodori
cuore di bue e asparagi
violetti, forma il «poker»
dei grandi prodotti orticoli
albenganesi.
operatori di tutta la filiera da
se stessi si impongono.
Accanto al marchio "d'ALBENGA" gli stessi prodotti
possono anche riportare il
marchio "Liguria Qualità",
voluto dalla Regione, ulteriore garanzia di idoneità dei
prodotti a soddisfare le esigenze del consumatore e ulteriore riferimento alla zona di
produzione, che identifica ambiente e tradizioni locali.
■ Sotto:
l’ingresso principale
della Fiera del Mare
di Genova e visitatori
della precedente edizione
di Euroflora (2001).
Cinque anni fa
le aiuole e
le composizioni floreali
furono ammirate
da circa ottocentomila
persone giunte
dall’Italia e
dall’estero.
▲
Nella campagna commerciale di quest'anno sono partite
da Albenga le prime piante in vaso vestite con un nuovo
sacchetto che porta il marchio "d'ALBENGA".
L'idea di valorizzare la provenienza del prodotto utilizzando
il sacchetto protettivo che riveste molte specie di piante in vaso,
è della Cooperativa CoopIntesa, depositaria del marchio, in collaborazione con l'Associazione di produttori FlorAS e la Società
consortile di imprese commerciali Acea Albenga. L'utilizzo del
sacchetto è concesso da CoopIntesa a tutte le aziende locali
che si impegnano a rispettare lo specifico regolamento d'uso.
Il marchio "d'ALBENGA", non è però solo per le piante in vaso,
ma per tutti i prodotti agricoli e agroalimentari che con l'Albenga(r.g.)
nese identificano la loro area di produzione.
rimentazione della Camera
di commercio, verso obiettivi
comuni di promozione e valorizzazione dei prodotti.
Il regolamento d'uso ne consente l'applicazione, esclusivamente da parte delle imprese locali e nel rispetto di
specifici disciplinari di produzione, ai prodotti dell'albenganese orticoli e frutticoli freschi, trasformati o conservati;
piante in vaso ornamentali,
fiorite e aromatiche; fronde e
fiori recisi; olio extra vergine
di oliva, vino e miele.
È vero che i marchi aziendali
e collettivi, senza contare le
denominazioni di origine, sono oggi in tal numero che talvolta rischiano perfino di
confondere il consumatore invece di indirizzarlo in scelte
oculate, ma è anche vero che i
produttori e gli operatori commerciali hanno il diritto di essere orgogliosi dei loro prodotti e di volerli per questo
contrassegnare e distinguere,
in particolare quando il mar-
Foto: Marco Garofalo
L
o stand collettivo allestito, con la partecipazione della Regione
Liguria, da Unioncamere
liguri alla mostra di
Essen, è stato, dal 27 al 30
gennaio, la prima vetrina
di presentazione del marchio collettivo "d'ALBENGA", che si distingue per
una "d" apostrofata rossa,
molto particolare, inventata dal grafico Fabrizio
Gioberti.
In occasione della fiera internazionale delle piante di Essen, gli operatori della filiera
floricola, con unanimità di intenti, hanno voluto far proprio il marchio ideato, realizzato e depositato dal consorzio di cooperative agricole
CoopIntesa, ma "d'ALBENGA" è per tutti i prodotti agricoli del territorio albenganese
e non si limita alle produzioni
del comparto florovivaistico.
Il marchio rappresenta la conclusione di un importante lavoro svolto dalle aziende produttrici e dalle imprese commerciali, con il sostegno e la
mediazione del Centro di spe-
chio si riferisce ad un'area di
produzione, come quella d'Albenga, che tanta meritata fama ha fino ad oggi acquisito.
La regola è che il buon prodotto reclamizza il marchio,
fino a che la notorietà del marchio non diventa garanzia per
il prodotto. In ogni modo, per
i prodotti a marchio, il consumatore beneficia dei regolamenti e dei controlli che gli
Riccardo Galbussera
EUROFLORA ALL’ORIZZONTE
Punto di riferimento
per gli specializzati
nel settore agricolo
La conta alla rovescia, anche se all’avvenimento mancano più di 12 mesi,
è già iniziata. Si sono avviati, a livello
di Camere di Commercio liguri, i confronti e le intese per affrontare con
la migliore e qualitativamente più alta
risposta possibile l’appuntamento dell’Euroflora.
La grande rassegna della floricoltura a
livello europeo si svolgerà, nella consueta
ed adeguata cornice della “Fiera del mare
di Genova”, all’inizio della primavera del
2006. La Liguria, regione ospitante, sente
tutta la sua responsabilità.
Attraverso Unioncamere della Liguria si
sta studiando una partecipazione che sappia mettere in evidenza sia il ruolo quantitativo svolto dal florovivaismo ligure, sia
l’alto profilo qualitativo raggiunto,
specialmente in questi ultimi anni, i
prodotti dell’arco di territorio che da
Ventimiglia si collega, con grande
balzo che ricorda l’arcobaleno, alla
Spezia.
Sono quindi partite le riunioni preliminari, per suddividere compiti, presenze ed interventi.
Come è già avvenuto nelle ultime
edizioni (che si propongono con
cadenza quinquennale), anche la
provincia di Savona, tramite la sua
Camera di Commercio, saprà essere all’altezza della fama dei suoi
prodotti floricoli che hanno nel
Cersaa il loro centro di riferimento e
di coordinamento.
Accanto al fiore reciso di Sanremo
anche i fiori in vaso dell’Albenganese svolgeranno sicuramente un
ruolo da protagonisti.
(r.s.)
22 · N° 1/2 2005
CENTRO DI SPERIMENTAZIONE E ASSISTENZA AGRICOLA AZIENDA SPECIALE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI SAVONA
AZIENDA SPECIALE PER LA FORMAZIONE PROFESSIONALE E LA PROMOZIONE TECNOLOGICA E COMMERCIALE
Pubblichiamo la prima parte d’una relazione sulla verde pianticina
Congressi
Per la sicurezza
degli alimenti
Diventano numerose le occasioni per ospitare convegni, seminari, riunioni presso la sala Convegno del
Centro regionale di Sperimentazione ed Assistenza Agricola della Camera
di Commercio di regione
Rollo ad Albenga.
Gradimento e successo:
Il pesto trascina il basilico
Il lavoro svolto dal Di.Va.P.R.A., col supporto della Regione,
ha definito tecniche di coltivazione e difese fitopatologiche
’importanza economica
del basilico si è notevolmente accresciuta negli
ultimi anni, grazie, soprattutto, al notevole gradimento che il “pesto”, noto condimento ottenuto con questa pianta, riscuote sul mercato. Questo interesse ha
favorito l’aumento delle superfici coltivate, particolar-
L
cazioni ormai trasferibili per
quanto attiene alle tecniche
di coltivazione e le strategie
per la difesa alle fitopatie a
basso impatto ambientale e
biologiche.
1) Le tecniche
di coltivazione
Il basilico coltivato in ambiente protetto è tenero, ca-
le caratterizzate da:
- struttura in ferro con copertura in vetro martellato;
- altezza alla gronda minima
2-2,5 m e altezza al colmo
3 m;
- sportellature di ventilazione
presenti sia sulle fiancate,
sia sul colmo;
- impianti di riscaldamento
realizzati con generatori di
Appartiene a questo tipo di
iniziative il corso "Produzione
Agricola/Sicurezza Alimentare/Progresso scientifico ed
Evoluzione Normativa in materia di: Contaminanti degli
alimenti, Organismi geneticamente modificati e Rintracciabilità", svolto al Cersaa dal 27
al 29 gennaio di quest’anno
su iniziativa della Scuola
Superiore di Oncologia e
Scienze Oncologiche diretta
da Leonardi Santi.
(r.s.)
Floricoltura
2004: un anno
travagliato
Il 2004 appena concluso è
stato un anno piuttosto travagliato per il comparto floricolo ligure, particolarmente nel settore del fiore
reciso, ma anche in quello
della vaseria fiorita e della
produzione delle piante
aromatiche.
mente in Liguria, ove il basilico trova le condizioni
ambientali e le risorse umane più favorevoli.
Il Di.Va.P.R.A. – Patologia
Vegetale dell’Università di
Torino, ed il Centro Regionale di Sperimentazione e Assistenza Agricola della Camera
di Commercio di Savona, grazie anche al supporto della
Regione Liguria, hanno lavorato a lungo per approfondire
le conoscenze su questa coltura e sono disponibili indi-
ratterizzato da foglie piccole
e di colore chiaro, mentre
quello di pieno campo ha un
aroma più intenso ed un colore più scuro; da queste produzioni si ottengono due tipi
diversi di pesto e le tecniche
di coltivazione sono nettamente differenti.
La coltivazione
in ambiente protetto.
Gli apprestamenti protetti
Le strutture ideali per la coltivazione del basilico sono quel-
aria calda. Tale sistema
favorisce anche un efficace
rimescolamento degli strati
d'aria e la riduzione della
condensazione dell'umidità
ambientale sulle foglie delle
piante durante la notte. Lo
stesso risultato può essere
ottenuto con destratificatori
d’aria i cui oneri di acquisto
sono, tuttavia, elevati per
questa coltura;
- impianti di coibentazione.
Sul basilico è diffuso l’uso di
teline mobili realizzate in
■ A sinistra:
il programma
del corso diretto
da Leonardo Santi.
■ A sinistra, in basso:
una pianta di ciclamino,
fra i protagonisti
della floricoltura
ingauna.
■ Sotto, al centro:
serre altamente
specializzate
della piana
albenganese.
■ In fondo pagina:
le piante
aromatiche,
spesso attaccate
da parassiti.
cotone e alluminio. Tale sistema può, peraltro, essere
impiegato nel periodo estivo
per ridurre la luminosità
dell’ambiente di coltivazione
in alcune fasi colturali, quali
la semina.
L'uso di strutture ricoperte
con film plastici è poco diffuso
in quanto la coltura è più difficile da gestire sotto il profilo
fitosanitario. L’elevata umidità relativa, tipicamente presente sotto questo tipo di copertura, favorisce gli attacchi
di Botrytis cinerea e Colletotrichum gloeosporioides, come
pure la presenza di un riscaldamento, solo di soccorso nel
periodo autunnale o primaverile, può causare attacchi di
Sclerotinia sclerotiorum o di
S. minor. Il ridotto investimento richiesto da questi apprestamenti può, peraltro, avvantaggiare agricoltori che non
producono basilico tutto l’anno, o basilicoltori che vogliano
realizzare coltivazioni anche
in stagioni in cui in pieno campo o in serra non è presente la
coltura, rispondendo al meglio
alle esigenze di mercato.
Giovanni Minuto
I CONSIGLI PER LA COLTIVAZIONE DELLE AROMATICHE
I problemi
delle piante
in vaso
In tutta la Regione sono state
registrate flessioni nelle vendite e nei prezzi di vendita.
Nel settore della vaseria fiorita i maggiori problemi sono
stati riscontrati, in primavera,
sulla produzione delle ortensie in vaso, del ciclamino e
della margherita, mentre in
autunno, complice anche un
decorso stagionale anomalo,
il crisantemo ha avuto problemi di ritardo di fioritura.
(r.s.)
Nel periodo autunnale e invernale i florovivaisti producono piante aromatiche in
vaso a partire dal seme. È il
caso del timo, della salvia, dell’origano, del prezzemolo e di
molte altre specie. Poiché la
semina avviene prevalentemente in vasi disposti in pieno
campo e solo molto raramente
posizionati sotto ombraio, o in
serra, è molto frequente riscontrare, sulle giovani plantule in
fase di germinazione e di primo
sviluppo, attacchi di patogeni
che causano marciumi del colletto. Tra i parassiti più frequen-
temente riscontrabili si ricorda
Botrytis cinerea e funghi appartenenti al gen. Pythium. La manifestazione dei sintomi è molto
simile nelle prime fasi dell’attacco ed è difficile, con la sola
osservazione dei sintomi, attribuire con certezza la causa dell’alterazione ad un patogeno
piuttosto che all’altro. Si tratta,
infatti, di parassiti che causano
strozzature anulari più o meno
intense e marciumi molli a livello del colletto delle giovani piante, con conseguente reclinamento a terra delle piante colpite. Talvolta, inoltre, l’attacco è
così rapido e intenso da causare in breve tempo gravi danni,
con la morte di quasi tutte le
piante già nelle prime fasi di
accrescimento.
(g.m.)
N° 1/2 2005
CENTRO DI SPERIMENTAZIONE E ASSISTENZA AGRICOLA AZIENDA SPECIALE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI SAVONA
R
idurre la produzione di rifiuti è una
necessità, oltre che
un segno di civiltà e di
attenzione all’ambiente,
anche in agricoltura.
Laddove, poi, il florovivaismo e l’orticoltura sono parte integrante dell’offerta turistica di un territorio, diventa fondamentale fare
ogni sforzo perché queste attività imprenditoriali non
solo non danneggino l’agroambiente, ma possano
sempre più essere indicate
come strumenti di valorizzazione e tutela dello stesso.
Questo principio è alla base
dell’ambizioso progetto
LIFE-AMBIENTE denominato “BIOMASS” (LIFE04
ENV/IT/000463), cofinanziato dalla Commissione Ambiente dell’Unione Europea,
che prevede la diffusione di
materie prime biodegradabili nel settore turistico e agricolo, finalizzato alla riduzione dei rifiuti non biodegradabili o non compostabili. Il
progetto, appena avviato, è
stato progettato sulla base
dei risultati della ricerca nel
campo dei materiali biodegradabili, che hanno messo
in evidenza la sempre più
vasta disponibilità di prodotti e soluzioni tecnologiche, stabili per i diversi impieghi nelle più varie condizioni ambientali. In particolare, il progetto intende offrire strumenti concreti, affidabili e applicabili al legislatore, agli agricoltori e agli
operatori turistici per imparare ad utilizzare materie
prime biodegradabili sotto
forma di vasi, film di pacciamatura e accessori diversi in
agricoltura, ovvero piatti,
bicchieri, posate e sacchi per
la raccolta dell’umido presso
le mense scolastiche, o nella
ristorazione estiva presso i
bagni marini. Questo trasferimento tecnologico è affiancato da mirati percorsi di formazione e di informazione
per le diverse categorie di
AZIENDA SPECIALE PER LA FORMAZIONE PROFESSIONALE E LA PROMOZIONE TECNOLOGICA E COMMERCIALE
Per imparare ad utilizzare materie prime che si dissolvano
Un progetto europeo
per i biodegradabili
Ridurre la produzione di rifiuti è diventata una necessità.
“Life-Ambiente”, un progetto cofinanziato dall’Unione Europea
Partners del progetto
Centro Regionale di Sperimentazione e Assistenza
Agricola (Beneficiario) – Albenga (SV)
Assobagni – Provincia di Savona
Comune di Celle Ligure – Savona
Cooperativa l’Ortofrutticola – Albenga (Savona)
Cooperativa agricola Fratellanza – Sarzana (SP)
Novamont SpA – Novara
Regione Liguria – Genova
utilizzatori e di consumatori
che entrano in contatto con
questi materiali.
Nei prossimi tre anni, parte
della Liguria agricola e turistica diverrà un vasto campo di prova, di diffusione e
di conoscenza di questa innovazione tecnologica. In
particolare, per quanto riguarda il settore agricolo,
saranno impiegati film per
la pacciamatura del terreno
– con lo scopo di contenere le
erbe infestanti, o di antici-
· 23
pare la produzione delle colture nei periodi meno favorevoli dell'anno (film biodegradabili) – vasi per la produzione di piante ornamentali (vasi compostabili) e contenitori per la produzione di
giovani piante in vivaio (contenitori compostabili). Il beneficio della loro introduzione dimostrativa su ampia
scala è destinato a produrre
effetti positivi direttamente
sul territorio ligure, riducendo la produzione di rifiu-
ti di materiali plastici di sintesi e la necessità del loro
smaltimento, e, indirettamente, nei luoghi di consumo di alcuni prodotti, riducendo il trasferimento,
per esempio con le produzioni floricole allevate in vaso,
di vasi e di contenitori ottenuti da materie plastiche di
sintesi che, nei luoghi di
destinazione, diventano un
rifiuto. Altre iniziative, a
completamento del progetto, sono previste nel settore
■ Al centro e sotto:
Impiego di film
per la pacciamatura
del terreno.
Il progetto,
cofinanziato
dall’Unione Europea,
cerca di utilizzare
materie prime
che si dissolvano
col tempo,
mentre al Centro
regionale di
sperimentazione
della Camera
di Commercio
si provano
nuove tecniche
per la cura
delle aromatiche.
turistico, in cui l’impiego di
materiali biodegradabili
sarà mirato alla realizzazione di una filiera unica del rifiuto organico dalla tavola
(ristorazione degli stabilimenti balneari, mense scolastiche comunali, eventi turistici locali…) alla raccolta
differenziata, fino al compostaggio.
Motore fondamentale del
progetto è dare continuità
nel tempo all’iniziativa dimostrativa: questo risultato
sarà raggiunto attraverso
l’impostazione di norme e di
disciplinari regionali che
prevedano l’utilizzo delle
materie prime biodegradabili, creando un modello di
approccio esportabile anche
in altre regioni europee.
Nel settore florovivaistico, e
più in generale agricolo, uno
sforzo importante sarà profuso per evitare che l’iniziativa venga valorizzata soltanto per le produzioni biologiche, estendendo l’opera di
sensibilizzazione all’intero
comparto produttivo, così da
accrescere l’impatto che l’introduzione di questa innovazione di prodotto potrà avere
sull’ambiente.
Giovanni Minuto
RITIRATI DAI MERCATI CENTINAIA DI PRODOTTI FITOSANITARI
Novità nella difesa
delle colture
ornamentali
Con l’applicazione del D.L. 17/03/1995 n.
194 sono stati revocati numerosi principi
attivi e prodotti utilizzabili per il contenimento delle fitopatie delle specie da fiore,
sia di quelle da più lungo tempo coltivate
in Italia. In breve tempo, alcune centinaia
di prodotti fitosanitari sono stati ritirati dal
mercato. Come noto, è possibile richiedere al
Ministero della Salute l’estensione di etichetta di prodotti a colture
“minori” per le quali pochi e scarsamente efficaci siano quelli già
autorizzati. La domanda può essere presentata da numerosi
soggetti, purché rappresentino le esigenze di un territorio, o di una
serie di colture e purché si tratti di prodotti non in fase di revisione
comunitaria, o già autorizzati su colture analoghe, o di effettiva
e dimostrata necessità per la coltura e che ci si riferisca anche
a fitofarmaci oggetto di estensione di impiego secondo la revisione
del D.M. 27/10/1995 e succ. integrazioni e modifiche per l'armo-
nizzazione della legislazione italiana a quella comunitaria.
Nel corso del 2004, il Centro di Regionale di Sperimentazione e
Assistenza Agricola di Albenga, azienda speciale della Camera di
Commercio I.A.A. di Savona ed il Centro di competenza per l’innovazione in campo agro-ambientale dell’Università degli Studi
di Torino (AGROINNOVA), con il coordinamento della Regione
Liguria, hanno lavorato per ottenere alcune estensioni di etichetta
di fitofarmaci, realizzando una serie di prove di efficacia e di residui
su colture di interesse per questa regione. Questo lavoro, che si
protrarrà anche nel 2005, ha potuto
sfruttare una parte dei finanziamenti
previsti dal programma interregionale
“Agricoltura e qualità – Piano di monitoraggio dei Residui dei fitofarmaci”, ottenendo un primo importante risultato con
l’estensione di etichetta di metalaxyl M
in miscela con rame su menta, salvia,
timo, calendula, maggiorana, origano,
rosmarino e altre, riunite tra gli “ortaggi
a foglia ed erbe fresche” nel sottogruppo “erbe fresche e aromatiche”.
(g.m.)
24 · N° 1/2 2005
CENTRO DI SPERIMENTAZIONE E ASSISTENZA AGRICOLA AZIENDA SPECIALE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI SAVONA
AZIENDA SPECIALE PER LA FORMAZIONE PROFESSIONALE E LA PROMOZIONE TECNOLOGICA E COMMERCIALE
Nell’ambito dell’Azienda Speciale per la Formazione e la Promozione commerciale
Un laboratorio a totale servizio
delle imprese e delle categorie
Uffici, reparti per l’accettazione, immagazzinamento dei campioni e dell’esecuzione delle prove.
La sede, in regione Rollo, dispone di strumenti e di un complesso di attrezzature d’avanguardia
■ Nelle quattro foto
di questa pagina:
immagini relative
alla sala di assaggio
e alle attrezzature
di cui è dotato
il Laboratorio di Analisi
del Centro di sperimentazione
agricola della Camera
di Commercio
di regione Rollo
ad Albenga.
Il Laboratorio è
un modello di funzionalità
e di metodologie
d’avanguardia.
I
l Laboratorio Chimico
Merceologico della Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Savona è inserito nell’ambito dell’Azienda
Speciale per la Formazione Professionale e la Promozione Tecnologica e
Commerciale, con sede in
Regione Rollo di Albenga.
È strutturato con uffici e reparti dedicati all’accettazione,
all’immagazzinamento dei
campioni, dei reattivi e all’esecuzione delle prove.
Dispone inoltre di due sale di
assaggio per le analisi sensoriali progettate e realizzate in
conformità a quanto previsto
dalla normativa internazionale in termini di analisi organolettiche sugli alimenti
(olio, vino, ecc.).
Gli utilizzatori principali dei
servizi del nostro Laboratorio
sono i consumatori, le imprese, le istituzioni pubbliche e
private e le associazioni di ca-
tegoria. Attraverso i propri
servizi di analisi chimiche,
microbiologiche e sensoriali,
eseguiti da personale specializzato con strumenti ed attrezzature all’avanguardia, il
Laboratorio Chimico Merceologico è in grado di rispondere
a qualsiasi esigenza analitica
e di ricerca nei settori agroalimentare ed ambientale. Infatti, facendo parte della rete
nazionale dei laboratori delle
Camere di Commercio articolata in moltissimi settori di
specializzazione, è in grado di
suggerire soluzioni per qualsiasi esigenza dei clienti. Il
Laboratorio offre un servizio
di campionamento e/o ritiro
campioni a cura di personale
specializzato e secondo metodi ufficiali per la realizzazione del campione rappresentativo; propone inoltre piani di
campionamento e di monitoraggio per il controllo del sistema produttivo aziendale.
Il Laboratorio ha intrapreso
la propria attività nel 1995
avendo come campo d’applicazione iniziale la determinazione di residui di fitofarmaci su
prodotti ortofrutticoli.
Oggi il Laboratorio ha allar-
gato enormemente il proprio
raggio d’azione e offre una
vasta gamma di analisi chimiche, microbiologiche e sensoriali. La realizzazione del
Laboratorio è stata voluta
dalla Camera di Commercio
Industria Artigianato Agricoltura di Savona, d’intesa
con tutti i settori produttivi
della provincia.
(r.s.)
PER SODDISFARE LE ESIGENZE DEL CLIENTE E DELLE AUTORITÀ IN AMBITO REGOLAMENTATO
Un’attività
impostata sui
criteri della qualità
La direzione del Laboratorio della Camera di
Commercio ha impostato l’attività secondo
i criteri della qualità dettati dalle norme UNI
CEI EN ISO/IEC 17025 e ISO 9001:2000 come
elemento fondamentale per:
- ampliare la platea degli utilizzatori dei servizi
offerti dal laboratorio perseguendo per ciascuno di essi il raggiungimento e l´accrescimento della loro soddisfazione;
- ottenere il miglioramento continuo dell´efficacia del sistema di gestione per la qualità
in ogni suo ambito;
- eseguire le attività di prova e taratura in modo da soddisfare le prescrizioni della norma
UNI CEI EN ISO/IEC 17025, le esigenze
del cliente, delle autorità in ambito regolamentato, delle leggi cogenti o delle organizzazioni che forniscono riconoscimenti;
- coinvolgere direttamente il personale del
laboratorio motivandolo nell´attività lavorativa quotidiana.
Il Direttore del Laboratorio Chimico Merceologico, Alessandro Frumento, impiega tutte
le risorse (personale, infrastrutture, ambiente) necessarie per sviluppare, mettere in
atto e migliorare continuamente nella sua
efficacia il sistema di gestione per la qualità
del laboratorio. Il Direttore delega il Responsabile assicurazione qualità (RAQ) a coordinare e verificare tutte le attività inerenti al sistema di gestione per la qualità.
(r.s.)
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Il nuovo turismo scalda i motori - Sito non disponibile