8 INDAGINI DI TIPO DINAMICO 8.1 PREMESSA Le indagini in campo dinamico hanno assunto una crescente importanza sia a causa della maggiore sensibilità sociale a fronte dei fenomeni vibratori che producono danni agli edifici o disturbo all’uomo, sia come strumento di indagine sperimentale atto a conoscere il comportamento strutturale. Si parla di “vibrazioni” ogni qual volta ci si riferisce allo studio dei danni sugli edifici o di disturbo sull’uomo, e di “rilievi dinamici” quando lo scopo è la ricerca sperimentale del comportamento strutturale. Le vibrazioni hanno molte origini, tra le più frequenti e dannose sono quelle indotte dal traffico in quanto investono, con sempre maggiore intensità, le costruzioni, in particolare gli edifici antichi e monumentali. Anche le industrie, attraverso l’uso di macchine in movimento, da taglio, pompe ecc. sono una fonte di vibrazioni che spesso si scaricano su edifici limitrofi ad uso civile o colpiscono l’uomo che opera nelle strette vicinanze. Un’ulteriore, frequente, fonte di vibrazione sono i cantieri edili, in particolare quando sono previste opere di palificazione o l’uso di cariche esplosive ecc.. In queste circostanze è necessario riuscire a comprendere con precisione il fenomeno, quale effetto indotto dalla sorgente, o meglio la risposta strutturale misurabile dalle strumentazioni. I rilievi dinamici rappresentano, invece, la parte nobile delle vibrazioni, in quanto dai rilievi si potrà confrontare il comportamento sperimentale con quello teorico permettendo la ricerca o l’affinamento di alcuni parametri meccanici o fisici e non ultimo la possibilità di usare queste rilevazioni come elementi di calibrazione dei modelli numerici o come strumento di monitoraggio. Le attrezzature impiegate per la misura delle vibrazioni ed i rilievi dinamici sono sostanzialmente analoghe e differiscono sostanzialmente dal tipo di sensore utilizzato. Terna di geofoni con acquisitore a batteria Questo strumento, particolarmente compatto, può essere lasciato sul sito di indagine e si attiva, memorizzando, al superamento di soglie prefissate. E’ costituito da un unico oggetto che contiene sia i tre geofoni posizionati nelle tre direzioni cartesiane sia l’unità di acquisizione. I dati raccolti sono successivamente trasferiti al computer per l’elaborazione, oppure trasmessi attraverso un collegamento modem a postazioni remote. 137 Unità di acquisizione E’ particolarmente adatto nei casi di fenomeni transitori, di breve durata che devono essere misurati senza preavviso. Caso tipico è la misura degli effetti dell’uso di esplosivi. Terna di sensori capacitivi con acquisitore a batteria E’ una strumentazione analoga alla precedente ma controlla tre sensori accelerometrici di tipo capacitivo. I sensori capacitivi hanno la peculiarità che rilevano l’accelerazione assoluta, comprensiva dell’effetto della gravità. Sono pertanto adatti alla misura degli effetti sul corpo umano dovuti alle forze che si instaurano durante il percorso su una giostra o su mezzi di trasporto. L’unità controlla anche un sensore di velocità a tubo di Pitot che consente di misurare l’andamento della velocità lungo il percorso. Misura delle accelerazioni sul corpo umano Unità di acquisizione accelerometrica Questa unità è particolarmente versatile in quanto consente di essere impiegata in numerosi campi sia per le misure di vibrazione sia per i rilievi dinamici. E’ costituita da: - unità d’acquisizione dati modello Wavebook; - software elaborazione DasyLab; - accelerometri piezoelettrici PCBM19A x sensibilità: 1000 mV/g; x campo: ±5 g; x risoluzione: 1x10-5 g; x banda: 0,025-800 Hz. Postazione di misura nel laboratorio mobile I sensori sono generalmente montati in terne tridirezionali costituite da una cubo d’acciaio posto all’interno di un contenitore IP65. L’acquisizione avviene in linea durante lo sviluppo del fenomeno in studio. E’ particolarmente adatto nella caratterizzazione dinamica dei ponti. Terna accelerometrica protetta 138 Unità di acquisizione accelerometrica-geofonica Microsismic L’ultima frontiera dei sistemi di acquisizione ad alta sensibilità. Particolarmente adatta per la caratterizzazione dinamica degli edifici e dei ponti in quanto la sua elevata sensibilità consente il rilievo anche in condizione di semplice eccitazione derivante dai fenomeni microsismici di fondo. L’alimentazione a batteria ed un buffer dati interno consente l’acquisizione senza la necessità di un collegamento via cavo. Ogni unità è costituita da due terne, una accelerometrica ed una geofonica che con la loro diversa sensibilità Unità Microsismic – sincronizzata via radio garantiscono il rilievo di tutta la gamma di ampiezza di accelerazione o velocità fin da valori minimi di 1x10-5 g. Sugli edifici, allo scopo di caratterizzarli dinamicamente, sono utilizzati a gruppi di 4 unità su due piani diversi (8 unità in totale) con una procedura di sincronizzazione effettuata via radio dalla unità “master”. Lo scansionamento da 128 Hz a 1024 Hz garantisce l’acquisizione di tutte le forme modali. Posizionamento di 4 unità su un ponte Caratteristiche dei sensori accelerometri: x f.s. ±3 g; x banda 0.5 - 500 Hz; x rumore 280 ȝg/¥Hz rms. Caratteristiche dei sensori geofonici: x f.s. ±1,5 mm/s; x banda 0.1 - 300 Hz; x rumore 5,6 x 10-9 m/s2/Hz. 139 Posizionamento su terreno ed edificio 8.2 ESEMPI PRATICI Si presentano alcuni esempi pratici di indagini eseguite per scopi diversi. Dato il fine del presente opuscolo i risultati sono presentati in maniera sintetica, giusto per consentire una valutazione delle possibilità offerte. Gli esempi si riferiscono: 8.2.1 Misura delle vibrazioni indotte dal traffico su un edificio 8.2.2 Disturbo sull’uomo 8.2.3 Monitoraggio durante l’uso di esplosivo 8.2.4 Caratterizzazione dinamica di un edificio 8.2.5 Accelerazioni sul corpo umano nel percorso su una giostra 140 8.2.1 Misura delle vibrazioni indotte dal traffico su un edificio UNI 9916 Le vibrazioni possono produrre sulle strutture degli edifici notevoli danni tanto da creare situazioni di instabilità. Tante sono le cause, tra le più frequenti possiamo distinguere: - vibrazioni indotte da forze impulsive prodotte da macchinari industriali; - vibrazioni prodotte nei cantieri (scavi, macchinari pesanti, esplosivo, infissione di pali); - vibrazioni prodotte dal traffico o dal passaggio dei treni. Le conseguenze dipendono dal mezzo di trasmissione, dalla tipologia della struttura e dall’energia espressa dall’origine della vibrazione. La propagazione della vibrazione avviene attraverso il terreno e colpite le strutture di fondazione si propaga sull’intera struttura. Nel terreno l’onda di compressione si diffonde in forma semisferica in tutte le direzioni come indicato nello schema. In un mezzo isotropo l’energia sviluppata da un impulso verticale si trasmette per il 67% come onda superficiale e per il resto in taglio e compressione. Da questo valore teorico si comprende che è l’onda di superficie quella che va maggiormente ad interessare le fondazioni degli edifici. L’energia prodotta in origine tende ad attenuarsi lungo il percorso in funzione della tipologia del terreno. In generale un terreno secco, e con materiali grossolani, attenua molto di più di un materiale umido e/o composto da elementi fini. In questo senso le falde elevate tendono ad agevolare la trasmissione dell’energia. Una volta impattate le fondazioni, la vibrazione si propaga attraverso le strutture e può arrivare ad amplificarsi per strutture snelle o nei casi in cui la frequenza impulsiva corrisponda a quella propria provocando fenomeni di risonanza. Le onde di sollecitazione, dal punto di vista della loro pericolosità, sono definite da due parametri: frequenza ed ampiezza. Sulla base di questi due parametri le norme ci indicano dei limiti di pericolosità espressi in velocità. 141 Intervalli di frequenza caratteristici delle sorgenti di vibrazione Secondo la norma UNI 9916, in base alla tipologia della sorgente di vibrazione, i valori limite ai quali fare riferimento cambiano, prendendo come riferimento x DIN 4150 nei casi più generali. x BS 7385 nel caso di vibrazioni trasmesse dal terreno, vibrazioni generate da sorgenti poste all'interno dell'edificio non sono contemplate. Non sono ambito della norma le vibrazioni dovute a terremoto, sovrappressione di aria o vento. x BS 5228-4, relativi agli effetti sugli edifici delle vibrazioni indotte dalla battitura di pali. x SN 640312, per le vibrazioni provocate nelle costruzioni dallo scoppio di mine, dalle attività di macchine di cantiere e dal traffico su strada e ferroviario. Valori limite per le DIN 4150 e le BS 5228 Quale esempio pratico si vuole rilevare l’effetto delle vibrazioni prodotte dal traffico veicolare e ferroviario su un edificio dove sono utilizzate apparecchiature particolarmente sensibili, misurarne l’entità e l’eventuale effetto dannoso sulle strutture. Le operazioni di misura sono eseguite nel rispetto delle norme UNI 9916 e i limiti valutati secondo la SN 640312. 142 La struttura in esame è costituita da un edificio a tre piani senza scantinato costruito con un telaio in pilastri e travi in cemento armato con fondazione su pali. Al piano terreno sono poste delle apparecchiature delicate a misura laser necessarie alla normale produzione dell’azienda. Sono state impiegate 4 terne accelerometriche,denominate rispettivamente A, B, C, D, disposte sul terreno lungo un percorso rettilineo tra la posizione di origine delle vibrazioni, terna A e l’edificio terna D. Ogni terna rileva le accelerazioni nelle tre direzioni cartesiane così come indicato nello schema di posizionamento. I sensori accelerometrici sono stati fissati su un cubo in alluminio, fissato su una piastra in acciaio con tre punti di appoggio regolabili, all’interno di un contenitore di protezione. Il segnale è stato acquisito senza nessuna preventiva elaborazione a meno di un filtro passa basso hardware di 2 kHz. Lo scansionamento è di 500 Hz. La temperatura ambiente è variata da un minimo di 12ºC ad un massimo di 20ºC sempre in assenza di vento. Sono state considerate quali sorgenti di vibrazione il passaggio dei mezzi veicolari e ferroviari sulla SS 12, sulla linea FS Verona-Brennero, sulla A 22. Sono state eseguite numerose acquisizioni durante il passaggio dei mezzi sulle tre linee viarie, posizionando le terne di misura nelle distinte sezioni di controllo, ed attendendo le condizioni di passaggio più significative. Delle numerose acquisizioni effettuate viene presentata la più significativa corrispondente al passaggio contemporaneo di due autocarri lungo la statale. 143 Edificio sotto controllo Terna accelerometrica Ubicazione dell’edificio rispetto alla strada Fase di acquisizione nel laboratorio mobile Nel grafico di acquisizione in ascissa troviamo il tempo espresso in secondi, visualizzato nell’arco di 10 secondi, ed in ordinata l’accelerazione espressa in mm/s2. 50 0 -50 50 0 -50 50 0 -50 50 0 -50 50 0 -50 50 0 -50 50 0 -50 50 0 -50 50 0 -50 50 0 -50 50 0 -50 50 0 -50 Za Xa Ya Zb Xb Yb Zc Xc Yc Zd Xd Yd 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Vibrogramma di acquisizione al passaggio di un autocarro Se analizziamo una finestra temporale del segnale, 1 secondo, in un’area significativa, osserviamo che la frequenza della vibrazione ha valori elevati, oltre gli 80 Hz come evidenziato dallo spettro. Za Xa Ya Zb Xb Yb Zc Xc Yc Zd Xd Yd 15,0 50 0 -50 50 0 -50 50 0 -50 50 0 -50 50 0 -50 50 0 -50 50 0 -50 50 0 -50 50 0 -50 50 0 -50 50 0 -50 50 0 -50 12,5 10,0 7,5 5,0 2,5 0,0 7,75 8,00 8,25 8,50 0 8,75 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 85 90 95 Hz Finestra temporale di 1 s Spettro 144 10 Le immagini riportano le diverse origini delle vibrazioni: treno, autotreno in autostrada, mezzi pesanti e leggeri sulla statale. Passaggio di un autotreno Passaggio di un treno Traffico stradale Passaggio di un autocarro Nel nostro caso l’edificio, viste le particolari e precise lavorazioni che vengono effettuate al suo interno può essere considerato di Classe B. Si riportano alcune considerazione di sintesi. - Gli effetti del traffico autostradale, che nei momenti di punta supera anche i 2000 veicoli l’ora, è assorbito in gran parte già nell’area tra autostrada e punto A. - Il passaggio dei convogli ferroviari è rilevato esclusivamente al punto A e praticamente trascurabile al punto D nei pressi dell’edificio. - Gli impulsi maggiori si rilevano dal passaggio del traffico veicolare pesante sulla statale. - La struttura dell’edificio subisce costantemente una piccola vibrazione di fondo, derivante dalle attività produttive della zona. 145 8.2.2 Disturbo sull’uomo Le vibrazioni possono costituire una fonte di disturbo per le persone esposte riducendo il loro benessere e arrivando, in casi estremi, a provocare danni sia psichici sia fisici. UNI 9614 La misura della vibrazione si attua rivelando il livello dell’accelerazione complessiva ponderata in frequenza, Lw, valutata nell’intervallo 1-80 Hz. Tale livello deriva dall’osservazione che gli effetti prodotti dalle vibrazioni sono differenti a seconda della frequenza delle accelerazioni e pertanto le ampiezze alle varie frequenze, terzi di ottava, vanno filtrate in modo che siano equivalenti in termini di percezione sul soggetto esposto. Filtri di ponderazione La tipologia delle vibrazioni immesse in un edificio sono definite: - di livello costante, quando Lw YDULDGEDOO¶LQWHUQRGLXQǻW V - di livello non costante, se Lw YDULD!GEDOO¶LQWHUQRGLXQǻW V - impulsive, per eventi di breve durata che tendono ad estinguersi. Le vibrazioni si propagano lungo tutte le direzioni assumendo una definizione diversa a seconda che la postura del soggetto esposto sia in piedi, seduta o distesa. Pertanto, la misura assoluta dovrà essere elaborata attraverso i filtri di ponderazione tenendo conto dell’ipotesi di postura assunta dal soggetto. Posture di studio La terna di accelerometri di misura va fissata sul pavimento in corrispondenza dei piedi se il soggetto è eretto, dei glutei se il soggetto è seduto e del ventre se il soggetto è disteso; con direzione degli assi orizzontali posti in modo tale che la misura sia la maggiore. 146 La misura deve essere effettuata sia durante l’evolversi del fenomeno vibratorio provocato dalla sorgente (traffico, macchina industriale, ecc.) sia a sorgente spenta. Il livello di vibrazione misurato in condizione di quiete, definito come vibrazione residua, che corrisponde a tutti i segnali prodotti da sorgenti diverse da quella inquisita, deve essere dedotto dalla misura complessiva. In sostanza il livello corretto, Lw,c, della vibrazione in esame, da confrontare con i limiti previsti dalle norme, è calcolato dalla relazione: Lw,c = 10 log (10 Lw,t/10 – 10 Lw,r/10) dove: Lw,t è il livello delle vibrazioni totali; Lw,r è il livello delle vibrazioni residue. Limiti di Lw,c per vibrazioni a livello costante I livelli di accelerazione complessiva ponderata in frequenza, corretti dalle vibrazioni residue, più elevati riscontrati sui tre assi, vanno confrontati con i limiti riportati nelle norme UNI 9614. Aree critiche Abitazioni (notte) Abitazioni (giorno) Uffici Fabbriche Asse z [dB] Asse x e y [dB] 74 77 80 86 92 71 74 77 83 89 Nell’esempio a seguito lo scopo dell’indagine è di verificare se due macchine industriali producono vibrazioni tali da costituire, in base alle norme UNI 9614, una fonte di disturbo per le persone operanti in un edificio attiguo. Sono state impiegate due terne accelerometriche. Una posta sulla pavimentazione presso le macchine ed una sulla pavimentazione dell’ambiente dove è stato evidenziato il disagio. Macchina industriale origine delle vibrazioni Le terne accelerometriche sono state fissate rigidamente, tramite viti, su un cubetto in calcestruzzo di dimensioni 15x15x15 cm, incollato alla pavimentazione con una speciale colla siliconica che consente una perfetta aderenza. Il segnale è stato acquisito senza nessuna preventiva elaborazione a meno di un passa basso hardware di 2 kHz. 147 Postazione di misura La frequenza di campionamento è stata di 1024 Hz per un tempo complessivo di 120 secondi per ogni combinazione di funzionamento delle macchine. Il funzionamento contemporaneo delle due tagliatrici comporta una vibrazione dei solai definibile come vibrazione a livello costante, in quanto il livello misurato in un tempo “slow” pari ad 1 secondo, mostra livelli variabili per meno di 5 dB. Nel grafico sottostante è presentato lo spettro del segnale rilevato all’origine e nell’area di studio. L’elaborazione si riferisce esclusivamente alla direzione verticale, risultata la più significativa, e permette di evidenziare le differenze sia in ampiezza sia in frequenza. Terna accelerometrica sul solaio in esame Si nota che l’impulso vibratorio agisce prevalentemente alle basse frequenze, indotte dagli impulsi delle macchine, e che la frequenza origine tende ad aumentare al punto di rilievo. 0,040 0,035 0,0305 0,025 0,0205 0,015 0,010 0,0055 0,000 0,040 0,035 0,0305 0,025 0,0205 0,015 0,010 0,0055 0,000 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 Hz Spettri di segnale rilevati 148 Negli istogrammi successivi viene elaborato lo spettro ed i rispettivi livelli in terzi di ottava, dei tre segnali rilevati sul solaio evidenziandoli col colore blu. I livelli della vibrazione residua sono evidenziati col colore rosso. dB ASSE VERTICALE 100 90 80 Spettro lineare Lw,c,z 88,3 dB Lw,c,x-y 76,3 dB Lw,c,m 85,3 dB 70 60 50 40 30 20 10 0 1,0 1,3 1,6 2,0 2,5 3,2 4,0 5,0 6,3 8,0 10,0 12,5 16,0 20,0 25,0 31,5 40,0 50,0 63,0 80,0 Hz terzi di ottava dB ASSE ORIZZONTALE N. 1 Spettro lineare 80 70 60 Lw,c,z 62,3 dB Lw,c,x-y 50,1 dB Lw,c,m 59,3 dB 50 40 30 20 10 0 1,0 1,3 1,6 2,0 2,5 3,2 4,0 5,0 6,3 8,0 10,0 12,5 16,0 20,0 25,0 31,5 40,0 50,0 63,0 80,0 Hz terzi di ottava dB ASSE ORIZZONTALE N. 2 Spettro lineare 80 70 60 Lw,c,z 59,6 dB Lw,c,x-y 48,0 dB Lw,c,m 56,6 dB 50 40 30 20 10 0 1,0 1,3 1,6 2,0 2,5 3,2 4,0 5,0 6,3 8,0 10,0 12,5 16,0 20,0 25,0 31,5 40,0 50,0 63,0 80,0 terzi di ottava 149 Hz I tre livelli corretti riportati per ogni direzione di rilevamento sono stati ponderati con i filtri di attenuazione dell’asse Z, Lw, c, z; con i filtri di attenuazione dell’asse XY, Lw, c, x-y; con i filtri di attenuazione della postura non nota, Lw, c, m. CONFRONTO TRA I LIVELLI RILEVATI ED I LIMITI NORMATIVI RILIEVO Livello tipo ASSE VERTICALE ORIZZONTALE N. 1 ORIZZONTALE N. 2 Sigla Asse Z dB Assi X-Y dB Non nota dB totale Lw,t 88,3 76,4 85,3 residuo Lw,r 68,2 56,4 65,2 corretto Lw,c 88,3 76,3 85,3 totale Lw,t 62,8 51,6 59,9 residuo Lw,r 53,7 46,1 51,5 corretto Lw,c 62,3 50,1 59,3 totale Lw,t 62,4 51,6 59,6 residuo Lw,r 59,3 49,1 56,5 corretto Lw,c 59,6 48,0 56,6 86 83 83 Livelli limite delle accelerazioni complessive ponderate in frequenza negli uffici. I livelli limite delle accelerazioni complessive ponderate in frequenza rilevati sul solaio durante il funzionamento delle macchine, superano i livelli limite previsti nelle normative nella condizione della postura verticale e non nota (X-Y). Nell’istogramma successivo è riportato il livello totale dell’asse verticale, colonne blu, in confronto con le soglie di percezione nelle direzioni Z e X-Y. dB SOGLIE DI PERCEZIONE 110 Spettro lineare Asse verticale X-Y 100 Lt 90 Z 80 70 60 50 40 30 20 10 0 1,0 1,3 1,6 2,0 2,5 3,2 4,0 5,0 6,3 8,0 10,0 12,5 16,0 20,0 25,0 31,5 40,0 50,0 63,0 80,0 Hz terzi di ottava Si osserva come alla frequenza di 12,5 Hz il livello totale dell’asse verticale supera le soglie di percezione. 150 8.2.3 Monitoraggio durante l’uso di esplosivo Si prevede di eseguire un monitoraggio vibrazionale sulle rocce sovrastanti l’imbocco di una galleria in costruzione a controllo dell’eventuale effetto delle vibrazioni prodotte dall’uso di esplosivo. La galleria avrà una lunghezza complessiva di 845 m per una durata dei lavori prevista in 300 gg. Il percorso della galleria si sviluppa in un’area abitata con il pericolo sia di eventuali distacchi di rocce sia di vibrazioni dirette agli edifici. Le volate sono condotte con la tecnica Imbocco della galleria in costruzione delle microcariche, generalmente 21, distanziate di circa 0,2 secondi. Sono state posizionate 9 stazioni di rilevazione in corrispondenza di rocce particolarmente sporgenti ed una alla base di un edificio posto a 100 m di distanza dall’imbocco della galleria. Quattro stazioni sono state strumentate attraverso l’apparecchiatura composta da tre geofoni con acquisizione a batteria. L’acquisizione avviene al superamento di una soglia di 0,25 mm/s. Le altre 5 stazioni di rilevazione sono state strumentate con terne di sensori accelerometrici collegati con una apparecchiatura di acquisizione dati in continuo. I sensori sono stati alimentati attraverso un cavo unipolare schermato. Il sistema è stato collegato con la linea telefonica per consentire l’emulazione remota del computer ed il trasferimento dei dati. Giornalmente i dati sono trasmessi al centro di elaborazione per verificare l’ampiezza delle vibrazioni e trasmettere eventuali anomalie alla Direzione Lavori che potrà tarare la potenza delle esplosioni. L’eventuale movimento di masse rocciose è segnalato immediatamente attraverso una sirena posta all’interno del cantiere. 151 Punti di misura Si presenta un’immagine di elaborazione tipo. MONITORAGGIO VIBRAZIONALE IMBOCCO GALLERIA XXXXXXXX Rilevazione n. Stazioni 157-158-159-160 DIN 4150 S1 – S2 – S3 – S4 Data 1 ottobre 2001 Ora 16:00 Località Inizio Val xxxxxxxxxxx Cliente xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx Tecnico Ing. S. Martinello – ing. R. Bruson Note 90 fori L= 3,0 m Carica 350 kg Stazione Long. Vert. Trasv. Frequenza princ. (Hz) 17 23 11 Picco velocità (mm/s) 4,06 4,25 2,60 S3 VIBROGRAMMA VELOCITA (mm/s) Long. S1 S2 2,0 2,0 1,0 1,0 0,0 0,0 -1,0 -1,0 -2,0 2,0 -2,0 2,0 1,0 Vert. 1,0 0,0 0,0 -1,0 -1,0 -2,0 2,0 -2,0 2,0 1,0 Trasv. 1,0 0,0 0,0 -1,0 -1,0 -2,0 -2,0 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0 0,5 -0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0 5,5 6,0 s (mm/s) Vert. S4 2,0 1,0 1,0 0,0 0,0 -1,0 -1,0 -2,0 2,0 -2,0 2,0 1,0 1,0 0,0 0,0 -1,0 -1,0 -2,0 2,0 -2,0 2,0 1,0 Trasv. s S3 2,0 Long. 1,0 0,0 0,0 -1,0 -1,0 -2,0 -2,0 0,5 6,5 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 152 4,0 s 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 s 8.2.4 Caratterizazione dinamica di un edificio Particolarmente interessante si presenta la possibilità di ottenere la caratterizzazione dinamica di un intero edificio senza l’ausilio della vibrodina ma sfruttando esclusivamente l’eccitazione prodotta dai fenomeni microsismici di fondo. Il caso in studio è un edificio in calcestruzzo nella fase costruttiva arrivata alla finitura delle strutture portanti. L’edificio ha una pianta rettangolare ed è composto da 7 piani. Nel presente esempio sono riportati solo una parte sintetica dei dati rilevati e delle elaborazioni effettuate. Lo scopo è quello di evidenziare la potenzialità della metodologia nello studio della vulnerabilità sismica degli edifici esistenti. Lo scopo dell’indagine è quello di rilevare le caratteristiche dinamiche sperimentali per poterle utilizzare nella calibrazione del modello numerico. La caratterizzazione dinamica è stata ottenuta utilizzando 8 Microsismic (Par. 8.1) posizionati al 3º e 7° piano. L’operazione è ripetuta posizionando 4 unità sul terreno attorno l’edificio. Dopo la procedura di sincronizzazione di tutte le unità, utilizzando l’unità n. 1, si è proceduto a lunghe acquisizioni, 1 ora, che hanno consentito di rilevare tutte le caratteristiche dinamiche dell’edificio. La calibrazione del modello permette di ottenere delle risposte tensionali a tutti i fenomeni ipotizzabili (carichi, vento, sisma...) perfettamente aderenti con valori reali. La metodologia può essere impiegata anche sugli edifici esistenti allo scopo di determinare, attraverso il modello calibrato caricato col sisma, gli elementi strutturali (nodi, travi, pilastri…) più sollecitati, consentendo di intervenire, con indagini sui materiali, solo su quelli elementi ed in ultima analisi permette di intervenire con processi di adeguamento o miglioramento perfettamente mirati. 153 Edificio in studio Edificio in studio Schema in pianta delle posizioni di misura Microsismic n. 4 Misure delle vibrazioni al suolo L’insieme di questa operazione di diagnosi consente una valutazione corretta della vulnerabilità sismica dell’edificio. Nei grafici si riporta l’oscillogramma derivante dalle unità 1, 2, 3, 4 posizionate al 7° piano. In ascissa c’è il tempo in secondi ed in ordinata le accelerazioni in mm/s2. Si notano immediatamente delle situazioni di fase e di controfase. In particolare nella direzione Y le unità 1 e 4 sono in fase ma in controfase con le unità 2 e 3. Questo indica un modo di vibrare traslativo torsionale del piano orizzontale. Finestra temporale in direzione Y Oscillogramma delle unità 1, 2, 3, 4 Lo spettro dei segnali consente una misura di precisione ( ±0,01 Hz) delle prime tre frequenze libere, risultate 1,50 Hz – 1,69 Hz – 2,05 Hz. Gli spettri dei segnali acquisiti sul terreno permettono di caratterizzarlo per verificare le eventuali condizioni di risonanza. Nello specifico il terreno si caratterizza con frequenze di 0,42 Hz – 2,84 Hz – 4,06 Hz che come vediamo sono ampiamente differenti rispetto a quelle caratteristiche della struttura. Spettro in direzione Y Spettri X, Y, Z del terreno lato nord 154 Procedendo alla calibrazione del modello numerico dell’edificio si devono modificare tutti quei parametri di input che hanno una posizione di incertezza. Si andrà così a modificare i moduli elastici, variando tra gli elementi più importanti, travi, pilastri, solai, e le rigidezze ai nodi o plinti di fondazione. Attraverso un processo iterativo si cerca di raggiungere la migliore corrispondenza delle risposte dinamiche con quelle rilevate sperimentalmente. Il modello risponde con i primi tre modi di vibrare pari a 1,52 Hz, 1,71 Hz e 2,38 Hz. E’ interessante notare la buona corrispondenza con un valore stimabile dalla semplice formula empirica: f § 10 Hz / numero piani. Primo Modo 1,52 Hz Secondo Modo 1,71 Hz Si noti, nel Primo Modo, l’effetto controfase nella direzione Y ben evidenziata nell’oscillogramma. Il modello calibrato ha raggiunto un alto grado di aderenza con le rilevazioni sperimentali e garantisce così una risposta teorica molto affidabile di comportamento rispetto ai carichi e/o al sisma. Una attenta analisi permetterà di valutare le differenze in termini tensionali degli elementi strutturali principali in condizione di sisma. Questo consentirebbe di attuare dei “piccoli” interventi di miglioramento locali per elevare, a basso costo, la capacità resistente della struttura. Va infatti considerato che il processo di collasso, durante un sisma, è un fenomeno che si sviluppa partendo dall’elemento più debole, il quale rappresenta, con la sua incapacità, l’innesco del collasso. Il cedimento di un nodo strutturale provoca il ricaricamento dei nodi adiacenti e di conseguenza l’effetto distruttivo completo. Un’altra importante valutazione di derivazione sperimentale può essere attuata analizzando il comportamento vibratorio del terreno adiacente all’edificio. Va innanzitutto ricordato che le frequenze di impatto delle onde sismiche sull’edificio sono legate, e tendono a corrispondere, alle frequenze proprie del terreno circostante le fondazioni. In sostanza l’onda sismica che ha generalmente uno spettro prevalentemente “bianco”, cioè molto distribuito lungo l’asse delle ascisse, tende ad assumere le frequenze del terreno. Da questo ne deriva che l’analisi del terreno circostante è fondamentale per la valutazione della vulnerabilità di un edificio in particolare per la valutazione di 155 eventuali fenomeni potenziali di risonanza. Se infatti ci fosse corrispondenza tra frequenze del terreno e frequenze proprie della struttura si manifesterebbe, attraverso la risonanza, un notevole incremento delle ampiezze di accelerazione con conseguenze catastrofiche facilmente prevedibili. In questa direzione è necessario fare una piccola “incursione geologica” per comprendere meglio il fenomeno. La normativa antisismica italiana segue fedelmente l’Eurocodice 8, introducendo il parametro Vs30, velocità media delle onde S nei primi 100 piedi (la normativa ha un’origine americana), che in Italia non è facilmente disponibile e la sua misura è costosa. L’uso del Microsismic nell’analisi del suolo circostante un edificio, attraverso l’elaborazione dei rapporti spettrali tra le componenti del moto orizzontale e quella verticale (Horizontal to Vertical Spectral Ratio, HVSR o H/V), consente la misura della frequenza fondamentale, parametro la cui correlazione con gli effetti di sito è più significativa di quella del Vs30 che in ogni caso può essere stimata. Spettri al suolo Rapporto tra gli spettri orizzontali-verticali Va ricordato che il Rischio Sismico, così come definito nella normativa, rappresenta una combinazione di più situazioni: Rischio Sismico = Pericolosità x Valore Esposto x Vulnerabilità dove la Pericolosità è la probabilità del sito di essere epicentro di un terremoto in un certo intervallo di tempo, il Valore Esposto è il “valore” di persone e cose presenti nell’area e la Vulnerabilità rappresenta la capacità delle strutture di resistere alle sollecitazioni sismiche. In Italia ciascun comune ha stime aggiornate del valore esposto. Ma la variabile poco conosciuta è la Vulnerabilità. La Vulnerabilità di un edificio ha due elementi geomorfologici che la caratterizzano: le frane e la liquefazione dei terreni. Ne deriva che la Vulnerabilità dipende principalmente dal suolo su cui è edificata una struttura. Ne è di esempio il terremoto di Messina, 1908, dove solo un 5% degli edifici ha resistito al sisma. Questi palazzi miracolati, costruiti in modo analogo a quelli crollati catastroficamente, erano nel centro della città davanti al porto. La differenza stava 156 nel fatto che erano siti su uno sperone di roccia, anziché sui sedimenti sabbiosi su cui erano posti (e lo sono tutt’ora) gli edifici crollati. La normativa vigente prevede, per ogni Comune, i seguenti passi: x classificazione del terreno da un punto di vista sismico (tramite Vs30, NSPT, coesione non drenata CU); x stima degli effetti di sito (amplificazione sismica e spettri di risposta del terreno); x valutazione dell’influenza del terremoto sul comportamento meccanico del terreno; x un’eventuale valutazione soggettiva dell’effetto topografico. La scelta del Vs30 come parametro di riferimento deriva dal fatto che tanto più un terreno è rigido tanto più offre una base solida per l’edificazione. Infatti, poiché la rigidità del suolo μ è legata alla velocità delle onde S e alla densità p con μ = p X Vs² ne deriva che una velocità Vs bassa indica terreno poco rigido. Queste valutazioni fanno emergere l’importanza della microvibrazioni del terreno e delle frequenze portanti gli edifici. misura delle Non è superfluo sottolineare infine che la fase di studio deve iniziare già in fase progettuale, con le misurazioni sperimentali sul campo, che permettono al progettista di verificare teoricamente che la frequenza fondamentale dell’edificio non sia vicina a quella del terreno. 157 8.2.5 Accelerazioni sul corpo umano nel percorso su una giostra Lo scopo delle indagini è di rilevare le componenti dinamiche spaziali prodotte sugli utenti della giostra e verificare che i limiti di accelerazione ±GZ in funzione del tempo di applicazione, in presenza di accelerazione simultanea ±GY, non superino quelli consigliati dalla Norma UNI 10894. L’androide, utilizzato per eseguire le misure, è strumentato con tre sensori accelerometrici orientati per misurare le componenti in direzione cartesiana levogira. La terna è fissata alla base del collo e rappresenta lo sforzo prodotto dalla testa sulla cervicale. Montagna russa sotto esame Dopo aver installato l’androide, si procede ad eseguire diversi lanci memorizzando i dati. La metodologia di rilievo segue le indicazioni riportate nelle norme ASTM “Standard Practice for Measuring the Dynamic Characteristics of Amusement Rides and Devices”. Androide strumentato In particolare, i valori sperimentali sono acquisiti con uno scansionamento di 50 Hz ed un filtro passa basso tipo Butterworth di 10 Hz. Sono rilevate le accelerazioni con la giostra a pieno carico ed a vuoto. Nel grafico si riporta l’andamento delle accelerazioni, nelle tre direzioni, lungo tutto il percorso del vagone. BATMAN - WITHOUT LOAD 1,0 0,5 0,0 [g] X -0,5 -1,25 g -1,0 1,0 0,5 0,0 Y -0,5 -1,0 5,0 4,0 3,0 2,0 1,0 0,0 -1,0 5 -0,67 g 4,85 g Z 0 5 10 15 158 20 25 30 35 40 Derivando i valori rilevati si ottiene il gradiente (Jerk), che consente di valutare l’andamento della variazione delle accelerazioni lungo il percorso. JERK Z - WITHOUT LOAD 7,5 [g/s] 5,0 2,5 0,0 -2,5 -5,0 -7,5 5 0 5 10 15 20 25 30 35 40 I valori massimi delle accelerazioni, la loro permanenza al di sopra di limiti prefissati, i picchi di Jerk, vanno verificati in base alle norme in vigore nei singoli paesi dove è installata l’attrazione. 159 8.3 CARATTERIZZAZIONE DINAMICA – FORMULE BASE Al di là dell’utilizzo dei sistemi informatici di calcolo, con l’uso della modellazione numerica agli elementi finiti, è utile conoscere le formule base che consentono una valutazione delle frequenze fondamentali attraverso calcoli semplici e comprensibili. Le funi Il caso è ben noto ed utile per affrontare il problema più generale. Il metodo è utilizzato nel caso si voglia rilevare dinamicamente la tensione a cui è sottoposta una fune. La formula generale è rappresentata da: fn dove: n L g T Pu T n g 2L Pu (35) = frequenza dei modi 1, 2, ..., n; = lunghezza [m]; = accelerazione di gravità 9,81 [m/s2]; = tensione [N]; = peso per unità di lunghezza [N/m]. Facciamo l’esempio di una catena a sezione circolare, in acciaio, con: d =2,5 cm; L =24 m; Pu = 38,6 N/m. Se la frequenza fondamentale del I modo viene misurata in 2,35 Hz, dalla (35) otteniamo: T = 4 Pu L2 fn 2 / g = 50.070 N Travi vincolate La formula che consente di calcolare le frequenze proprie in senso flessionale tiene conto delle caratteristiche meccaniche del materiale, modulo di elasticità E , e dell’inerzia J. fn Kn n 2S 2 L2 g EJ Pl (36) dove Kn dipende dalle condizioni al contorno e Pl è il peso per unità di lunghezza. 160 Nel caso la trave sia precompressa con un valore S, espresso col segno (compressione negativa), le frequenze sono calcolabili con: n S K n2 n 2S 2 EJ / L2 g 2L Pl fn (37) Il coefficiente Kn assume (Thomson): Estremo Sx Estremo Dx K1 K2 K3 K4 appoggio appoggio 1 1 1 1 incastro incastro 2,27 1,56 1,36 1,26 incastro appoggio 1,56 1,26 1,17 1,13 incastro libero 0,36 0,56 0,69 0,77 libero libero 2,27 1,56 1,36 1,26 Mensole con massa in punta Nel caso di una trave perfettamente incastrata ad una estremità e con un peso P concentrato nell’altra (per esempio le torri piezometriche) possiamo utilizzare la formula: c n k l2 n 2 2SL2 fn g EJ Pl (38) dove il coefficiente cn ci permette di calcolare le frequenze di ordine superiore mentre kl si ricava dal rapporto Q/P, dove Q è il peso di tutta la trave. Il coefficiente cn assume i valori in base al modo n: N 1 2 3 4 cn 1 1,556 1,917 2,139 Il valore di kl si può calcolare per interpolazione sulla base dei valori esatti riportati nella seguente tabella in funzione del rapporto Q/P: Q/P kl 0,021 0,044 0,082 0,141 0,230 0,362 0,448 0,552 0,676 0,826 1,008 1,230 1,841 2,822 4,575 0,50 0,60 0,70 0,80 0,90 1,00 1,05 1,10 161 1,15 1,20 1,25 1,30 1,40 1,50 1,60 v 1,87