Viaggio d’istruzione
20-21-22-23-24
Maggio 2013
ICA “Can. F. Gravante”
Grazzanise
L'Arena di Verona
L'Arena è assieme alla casa di Giulietta il monumento
per cui Verona è famosa in Italia e nel mondo.
È il terzo anfiteatro romano per grandezza dopo il
Colosseo e l'arena di Capua. Può contenere circa 20.000
persone, che si ritiene fosse l'intera popolazione della
Verona del I secolo d.C, periodo a cui risale la costruz i o n e
d e l
m o n u m e n t o .
Era costruita subito fuori dalle mura cittadine, ancora in
parte visibili dietro l'anfiteatro, in un grande spazio aperto che, con la costruzione delle nuove mura nel XII
s e co lo , s ar e bbe d ive nt at a p ia z z a B r a.
L'Arena, costruita utilizzando la tipica pietra della Valpolicella in tutte le sue sfumature di rosso e di rosa, come molti monumenti cittadini, subì gravi danni in occasione del terribile terremoto del 1117, in cui crollò l'anello di muro più esterno lasciando quelle quattro fila di
archi isolati, la cosiddetta ala dell'Arena, che ancora
oggi caratterizzano l'edificio. Molte delle pietre che costituivano questo anello esterno, tutto in pietra e riccamente decorato, furono utilizzate per la costruzione di
nuovi edifici. Non è difficile scorgere blocchi di pietra
finemente lavorata provenienti dall'Arena, nei muri di
LA TORRE DELL'OROLOGIO
L'orologio, che indica le ore, le fasi lunari e quelle dello
zodiaco, permetteva ai naviganti di conoscere i movimenti delle maree e i mesi favorevoli alla navigazione.
La Serenissima ricompensò lautamente i due fratelli Ranieri che lo costruirono, ma si dice che in seguito fece
cavare loro gli occhi perchè non potessero mai più ripetere una tale meraviglia
IL PONTE DEI SOSPIRI
Ebbe questo soprannome nell'Ottocento, poichè
si immaginava che i prigionieri che di qui transitavano andando dai tribunali alle prigioni,
guardando fuori la meravigliosa veduta sulla
laguna e sull'isola di S.Giorgio, sospirassero sapendo che molto probabilmente non avrebbero
mai più rivisto la luce del sole.
palazz i
r o manic i
del
centro
cit tà.
In epoca veneziana, attorno al XVI secolo, l'Arena fu
restaurata, motivo per cui oggi essa è in così buone condizioni di conservazione e utilizzabile, dal 1913 ogni
anno vi si svolge infatti il famoso festival dell'opera,
che fa dell'anfiteatro veronese il più grande teatro lirico all'aperto del mondo.
La Casa di Giulietta a Verona
La casa di Giulietta è sicuramente il luogo di Verona
più famoso al mondo, spesso il motivo per cui così tanti
visitatori vengono nella città scaligera da tutto il mondo.
Si tratta dello Stallo del Cappello, una vecchia casatorre risalente alla fine del '200 e inizio del '300. La tradizione popolare da sempre l'ha ritenuta la casa dei
Cappelli o Cappelletti, casata che, secondo la tragedia
shakespeariana, fu la famiglia di Giulietta. Alla fine
dell'800 l'edificio era in pessime condizioni, il suggestivo
cortile
stipato
di
carabattole.
Sul finire del XIX secolo, a seguito di quella serie di
restauri che ridiedero a Verona il suo affascinante aspetto medievale, la casa dei Cappelletti, o Capuleti, venne
risistemata. L'interno di quella che per tutti era la casa
di Giulietta, pesantemente danneggiato e alterato dai
secoli, venne completamente ricostruito, utilizzando
elementi architettonici e decorativi che si ispiravano
all'epoca medievale. Mobili e dipinti di varie epoche vi
sono stati collocati nel corso degli anni. Oggi, nelle sue
Sala del Consiglio dei Dieci, la Sala della Bussola dove si trova una delle Bocche di Leone (le cassette per
le denuncie anonime che a quei tempi erano molto
numerose) la Sala dei Tre Capi (che erano eletti dai
Dieci e restavano in carica per un mese) e la Sala degli Inquisitori di Stato.
IL PALAZZO DUCALE
Assunse l'aspetto attuale dopo le radicali modifiche subite tra il Trecento e il Cinquecento e costituisce sia la
dimora dei dogi sia la sede delle numerose istituzioni
che presiedevano alla vita pubblica e politica della Serenissima. Al primo piano si trovano alcune magistrature
minori: l'Avogaria, che istituiva i processi, la Cancelleria, i Censori, e i Provveditori della Milizia da Mar, che
equipaggiavano le galere. Al secondo piano si trovano
la grandiosa sala dal Maggior Consiglio, la Sala dello
Scrutinio, dove avveniva lo spoglio dei voti del Maggior Consiglio e si riuniva la commissione per l'elezione
dei dogi, e gli appartamenti del doge. Al terzo piano si
trovano la Sala del Collegio, dove si riuniva la Signoria
e venivano ricevuti gli ambasciatori, e le sale delle magistrature responsabili della sicurezza dello stato, cioè la
sale trova posto una collezione di incisioni d'epoca che
hanno per soggetto la storia dei due amanti di Verona.
La tragica storia di Giulietta e Romeo è una leggenda,
nessuno può affermare con certezza che i due sfortunati
amanti di Verona siano realmente vissuti. Tuttavia, come in tutte le leggende, sono molti gli elementi del racconto che trovano riscontro nella realtà. Sono storia le
lotte tra guelfi e ghibellini che insanguinarono Verona
nel '200, così come l'esistenza della famiglia dei Monticuli, o Montecchi, che visse in in quel vero e proprio
fortilizio medioevale che è la cosiddetta Casa di Romeo.
Dante, che fu a Verona proprio negli anni in cui si pensa che la vicenda sia accaduta, nel VI canto del Purgatorio scrive "Vieni a vedere Montecchi e Cappelletti,
Monaldi e Filippeschi, uom senza cura: color già tristi,
e questi con sospetti!", riferendosi appunto agli scontri
di fazioni che insanguinarono l'Italia medioevale, e resta
il dubbio sui motivi della tristezza delle due famiglie
veronesi.
La celebre tragedia di Shakespeare poi, non fu frutto
della fantasia del celebre drammaturgo inglese, egli .
egli infatti, pur non essendo mai stato in Italia, si ispirò
ad alcune versioni della storia che già da tempo circolavano in Italia e in Europa, le più famose quelle di Luigi
da Porto e Matteo Bandello, e che evidentemente si
rifacevano a una qualche tradizione orale.
Nelle varie versioni, i riferimenti a fatti storici e a luoghi fisici di Verona sono frequenti, così nel corso dei
secoli, la tradizione ha identificato in alcuni edifici i
luoghi che videro consumarsi la tragedia degli sfortunati
giovani.
Il Duomo di Verona
In una piccola ma deliziosa piazza, tra particolari ed
armoniosi edifici, si innalza il Duomo di Verona
(Cattedrale di Santa Maria Matricolare). La Cattedrale è
sorta sui resti di due chiese paleocristiane e, sebbene sia
stata consacrata nel 1187, è stata sottoposta a continue
opere di rinnovamento per molto tempo. La facciata è il
frutto di una sovrapposizione di gotico e romanico, con
un bellissimo portico a due arcate che introduce all'interno dove alti pilastri in marmo rosso di Verona dividono le tre navate. Alla realizzazione delle rinascimentali opere scultoree e pittoriche hanno contribuito molti
artisti veronesi.
IL CAMPANILE
"El paron de casa": così i Veneziani chiamano affettuosamente il campanile di S.Marco che quando il 14
luglio 1902 crollò non fece nessuna vittima (nemmeno
un colombo!) e non causò nessun danno alla Basilica.
Il campanile ospita le cinque campane di S.Marco: la
Marangona (da "marangon", cioè carpentiere), che suonava la mattina e la sera all'inizio e alla fine del lavoro,
il Maleficio, che annunciava le condanne a morte, la
Nona, che suonava alla nona ora, la Trottiera, che chiamava fino al XIV secolo i magistrati alle sedute di Palazzo Ducale e la campana dei Pregadi, che chiamava i
senatori a Palazzo
All'interno della basilica è contenuta la Pala d'oro, una
delle più ricche e preziose opere di oreficeria che esistano al mondo.
Piazza delle Erbe a Verona
Un colorato mercato di frutta e verdura con la sua schiera di ombrelloni, circondato da edifici e monumenti storici è la caratteristica principale di Piazza delle Erbe: la
piazza più antica di Verona, dove gli edifici medievali,
pian piano, hanno preso il posto di quelli romani. È il
luogo dove meglio si può cogliere il lato più popolare e
vivace della città. Durante il mercato, il sabato e la domenica, è il salotto della città, dove i veronesi si incontrano per far la spesa o per il rito dell'aperitivo serale.
Un giro in Piazza delle Erbe vi permetterà, anche, di
conoscere i monumenti che l'abbelliscono e che hanno
segnato la storia di Verona. Tra questi, la fontana denominata "Madonna Verona" è il più antico. Altro monumento storico della Piazza è il Capitello, detto anche
Tribuna ed erroneamente Berlina. Esisteva già nel XIII
secolo, quando sotto di esso sedevano i podestà per la
cerimonia dell'insediamento e o i pretori prima del loro
insediamento.
Castelvecchio e Ponte Scaligero
a Verona
vuole sgridare qualcuno in modo imperativo, a Venezia
si usa dire: "Te fasso vedar mi che ora che xe!!", che
significa: "Ti faccio vedere io che ora è!!".
Continue modifiche cambiarono nel corso dei secoli
l'aspetto delle piazza e dei suoi palazzi che divennero
sempre più conformati alla grandezza e alla potenza
della città, grazie alla pregevole opera di grandi architetti tra i quali Sansovino, Longhena, Scamozzi, Rizzo e
Tirali.
LA BASILICA
DI S.MARCO
Il Castelvecchio ed il suo splendido ponte fortificato
rappresentano un monumento militare della Signoria
Scaligera. Cangrande II della Scala volle la costruzione
del Castello per assicurasi una fortezza non contro pericoli esterni, ma contro possibili sollevamenti della popolazione in seguito alle lotte interne alla famiglia Scaligera. Il ponte, invece, proiettava il Castello al di là del
fiume: assicurava una via di fuga verso la campagna.
Costituito da tre arcate, il ponte è sopravvissuto a cinque secoli di storia, fino a quando i tedeschi lo distrussero nel 1945. Nel 1951 il ponte è ritornato al suo splendore originario, mentre il Castello è oggi sede del Museo Civico.
Il primo santo patrono della città fu S.Teodoro ma
nell'anno 828 S.Marco prese il suo posto quando due
mercanti ne portarono le spoglie da Alessandria. Per
contenere tali spoglie, provvisoriamente sepolte in una
apposita cappella nel Palazzo Ducale, venne edificata la
chiesa che, dopo un incendio e numerosissime modifiche per adeguarsi al crescente prestigio della città, divenne la Basilica di S.Marco. La stupefacente mescolanza di stili è proprio da ascriversi alla lentezza di questi rifacimenti che hanno richiesto molti secoli. Per giustificare il furto delle spoglie del santo la leggenda racconta che un angelo si rivolse a Marco mentre questi
passava per Venezia e gli disse: "Pax tibi Marce Evangelista meus" (pace a te o Marco, mio Evangelista) preannunciandogli il luogo del suo riposo eterno, e quindi i
veneziani si operarono per compiere questa predizione
divina.
LA PIAZZA E LE SUE MERAVIGLIE
L'unica piazza di Venezia è nota come "il salotto del
mondo", da una definizione di Musset ed è stata sede
degli avvenimenti politici e religiosi più importanti per
la Serenissima e centro della vita veneziana per quasi un
millennio.
Originariamente era limitata al sagrato della Basilica di
S.Marco in quanto il Rio Batario la divideva dallo spazio (ora compreso fra le Procuratie) che allora costituiva
il grande orto del convento di S.Zaccaria e su cui si trovava la chiesetta di S.Geminiano ed assunse le dimensioni attuali nel XII secolo in occasione dell'incontro tra
papa Alessandro III e Federico Barbarossa, quando il
rio venne interrato e la piazzetta (su cui furono poste le
colonne di Marco e Todaro, i due santi protettori della
città) prese il posto della darsena (il bacino coperto che
arrivava fino ai piedi della basilica dal bacino di S. Marco). Proprio nello spazio compreso fra le due colonne
venivano giustiziati i condannati a morte i quali, spalle
al bacino, vedevano come ultima cosa l'orologio della
Torre così che potessero conoscere l'ora della loro morte. . E' per questo motivo che ancora oggi, quando si
MURANO
Murano è un'isola della Laguna Veneta, situata a nordest di Venezia, lungo il canale dei Marani.
Come la stessa Venezia, nella realtà è composta da sette
isole minori, di cui due di origine artificiale (Sacca Serenella e Sacca San Mattia), divise da canali e rii e collegate tra loro da ponti. È totalmente urbanizzata
(escludendo la Sacca S. Mattia tuttora in fase di bonifica) e, con circa 4.500 abitanti, risulta essere uno dei
centri più popolosi della Laguna. La località è nota in
tutto il mondo per il plurisecolare artigianato della lavorazione del vetro.
Nel 1295 si decretò che le vetrerie di Venezia, attive
probabilmente già prima del mille, fossero trasferite a
Murano dal momento che i forni dei laboratori erano
spesso responsabili di disastrosi incendi, che divenivano
particolarmente gravi perché all'epoca le costruzioni
erano principalmente in legno. Tuttavia, documenti e
reperti antichi testimoniano che l'industria si fosse radicata nell'isola già da tempo.
Concentrare le vetrerie a Murano servì alla Serenissima,
gelosa di un'arte che l'aveva resa celebre in tutto il mondo sin dalle origini, a controllarne meglio l'attività. I
mastri vetrai erano obbligati a vivere sull'isola e non
potevano lasciare Venezia senza un permesso speciale.
Molti tuttavia riuscirono a fuggire, esportando all'estero
le loro celebri tecniche. La più importante crisi che colpì l'industria fu quella del XV secolo, quando si cominciò la fabbricazione dei cristalli di Boemia, forse ispirati
agli stessi vetri di Murano. Venezia ne uscì, specie da
quando il vetro fu utilizzato per la realizzazione di lampadari, tutt'oggi tra i manufatti più noti di Murano.
VENEZIA
HANNO DETTO DI VENEZIA…
“Così disposte ai due lati del canale, le abitazioni facevano
pensare a luoghi naturali, ma di una natura che avesse creato le proprie opere con un'immagine umana."
Marcel Proust
"Tra le mura di marmo e di mattone ancora dormenti, sotto
la striscia del cielo la striscia dell'acqua andava sempre più
risplendendo."
Gabriele D'Annunzio
"S'ode il riso dei bambini, il carillon delle campane della
Salute, la voce di un passante [...], tutta una sonorità vivente
e marinara di Venezia, la vivente, la vivace e la viva."
Claude Roy
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