NOTIZIARIO DELLA DIOCESI DI S. MINIATO 18 gennaio 2015 Piazza del Seminario,13 56028 San Miniato (Pisa) tel. e fax 0571/400434 [email protected] Notiziario locale All’ INTERNO A pagina 2 Direttore responsabile: Andrea Fagioli La testimonianza di don Simone Meini Coordinatore diocesano: Francesco Ricciarelli A pagina 3 Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 Ritrovato il «fondo archivistico Conti» A pagina 4 Le iniziative della settimana ecumenica Sangue in un’Europa senza radici opo il sanguinoso attentato alla redazione di una rivista satirica di Parigi da parte di sedicenti terroristi islamici, si sono rincorsi sui media e in rete i commenti più vari ed eterogenei, che si sono polarizzati nell’adesione o meno alla campagna «Je suis Charlie». Anche nel nostro territorio non sono mancate le prese di posizione di politici ed opinionisti improvvisati, dando luogo spesso a veri e propri attacchi volgari, da un lato nei confronti della comunità islamica locale, dall’altro verso qualsiasi forma di religione considerata come fonte di violenza, oscurantismo e intolleranza. A nostro avviso il rinnovato esplodere del diritto alla laicità, anzi, del dovere della laicità, che sembra essere divenuto il nuovo mantra della politica e della piazza virtuale, si basa su un lettura dei fatti sbagliata e superficiale. Non c’è niente di religioso in ciò che è accaduto a Charlie Hebdo. C’è semmai il risveglio, brusco, di tutto il mondo occidentale e in particolare dell’Europa di fronte al risentimento profondo di una parte, piccola o grande che sia, della popolazione mondiale contro la nostra cultura. Il vero punto è capire, da un lato, da cosa scaturisca questo profondo disagio e rabbia nei confronti del nostro stile di vita, dall’altro ci spinge a ragionare su quanto siamo stati capaci di incarnare i valori che fondano realmente la comunità europea e, in un certo senso, l’intero Occidente. La cultura dello scarto, intesa come ghettizzazione e marginalizzazione del diverso, ha creato quelle "Periferie esistenziali" del nostro tempo che si concretizzano nella solitudine di coloro che vengono tagliati fuori dalla società e che divengono pedine di una violenza cieca e rabbiosa. Una violenza facilmente strumentalizzabile a fini politici. I terroristi del terzo millennio sono cresciuti in mezzo a noi, nelle nostre scuole, nei quartieri, spesso disagiati, delle grandi metropoli occidentali. Sono ragazzi che non hanno trovato niente in cui identificarsi, nessuna risposta alle loro domande, nessun valore realmente condiviso per cui spendere la vita. Evidentemente ai loro occhi la proposta fondamentalista appare come una via d’uscita dall’isolamento e dal senso inutilità in cui la società li ha relegati. Una società, quella europea, che ha smarrito la propria identità e le proprie vere radici, non tanto a causa della crisi economica e della sfiducia nelle istituzioni comunitarie, ma perché non è stata in grado di gettare fondamenta solide e realmente condivise. Purtroppo l’occasione si è persa ormai anni fa con la mancata introduzione del riferimento alle radici cristiane dell’Europa nei trattati europei e nel preambolo della mai adottata Costituzione. Non bastano la libertà di espressione e la laicità dello stato per costruire una società realmente libera ed accogliente, se alla base non vi sono valori forti e condivisi. Un primo passo da parte di tutti potrebbe essere quello di assumere un atteggiamento di maggior serietà e responsabilità negli interventi che troppo banalmente sconfinano spesso nella xenofobia, nel laicismo oltranzista, nella polemica guerrafondaia che non possono far altro che peggiorare la situazione. Rinasce la biblioteca storica Lavori di manutenzione nei locali del seminario D Don Francesco Ricciarelli Michael Cantarella Primo Piano della SETTIMANA ta tornando all’antico splendore la Bilioteca storica del seminario vescovile di San Miniato. Sono stati infatti avviati i lavori di pulizia approfondita e disinfestazione che hanno interessato i locali della biblioteca antica, ma anche quelli della “moderna” e del deposito. Tutte le stanze sono state dotate di rilevatori «datalogger» che garantiranno la migliore consevazione dei volumi, sempre esposti all’azione usurante dell’umidità e della polvere. Terminato anche l’intervento di disinfestazione degli ambienti, a breve verranno svolti gli interventi di spolveratura autorizzati dalla Regione su oltrem 190 metri lineari di materiali librario di pregio. Oltre agli interventi di adeguamento e conservazione dei locali, lo staff della biblioteca, coordinato dal dr. Di Bartolo, ha approntato uno scanner «planetario» che verrà utilizzato per la scansione e la digitalizzazione dei testi più S pregiati e per la loro messa in rete nei circuiti bibliotecari internazionali. Lo stesso scanner permetterà di conservare un’immagine digitale di tuitti i frontespizi dei volumi. Questo lavoro agevolerà l’identificazione dei libri di proprietà della biblioteca. Unitamente alla revisione dei sistemi di allarme, quest’ultima operazione va a rafforzare la difesa del patrimonio librario del seminario che in passato è stato pesantemente impoverito da vili atti di furto. Per il momento, per i motivi già accennati, la biblioteca antica non è aperta al pubblico. Spetterà al nuovo vescovo prendere le opportune decisioni in merito. Invece, è già aperta alla consultazione di storici e appasionati la sezione locale della biblioteca moderna, mentre sono in corso di catalogazione i consistenti fondi librari relativi alle materie teologiche e umanistiche. Il seminario vescovile infatti ha tutte le carte in regola per poter recuperare il suo ruolo di centro culturale del territorio, fiore all’occhiello del patrimonio storico artistico della città di San Miniato e della diocesi intera; ruolo che storicamente gli è sempre appartenuto. I lavori sono stati eseguiti anche grazie al prezioso contributo della Regione Toscana e con i fondi dell’8xmille messi a disposizione dalla Conferenza Episcopale Italiana. Ai contributi istituzionali si è affiancato quello di un’azienda del territorio diocesano, che ha deciso così di contribuire al progetto per riportare la biblioteca il prima possibile pienamente funzionale per gli utenti. Settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani a proposta di meditazione e di Lpreghiera riflessione per la Settimana di per l’unità dei cristiani che stiamo per celebrare, ci porta quest’anno a sederci tutti attorno al pozzo di Giacobbe: forse affaticati per il viaggio, come Gesù, forse incuriositi, turbati, ma anche aperti alla conoscenza di quell’uomo capace di un discorso chiaro e profondo, così come succede alla Samaritana. È l’evangelista Giovanni a presentarci questo racconto (4,1-42), che costituisce il tema di fondo di quest’anno. Il testo di Giovanni presenta l’importanza per ciascuno di noi di conoscere e comprendere la propria identità, cosicché l’identità dell’altro non sia vista come una minaccia. Se non ci sentiremo minacciati, saremo in grado di sperimentare la complementarità dell’altro. Nessuna persona, nessuna cultura da sola sono sufficienti! Pertanto, l’immagine che appare dalle parole «Dammi un po’ d’acqua da bere» è un’immagine che parla di complementarità: bere l’acqua dal pozzo di qualcun altro è il primo passo per sperimentarne il modo di essere e giungere ad uno scambio di doni che arricchisce. Laddove i doni degli altri vengono rifiutati, viene causato molto danno alla società e alla Chiesa. II TOSCANA OGGI LA DOMENICA 18 gennaio 2015 SHALOM......... UN MOVIMENTO INTERNAZIONALE CON PROFONDE RADICI A SAN MINIATO l Movimento Shalom, ha da sempre realizzato il proprio impegno nei paesi dell’Africa, anche se da sempre cercato di costruire la propria attività anche in Italia. «Senza solide basi locali - dice mons. Andrea Cristiani, fondatore di Shalom – il lavoro internazionale avrebbe poco senso e poco futuro». È proprio a partire da queste riflessioni che è nato da qualche tempo un gruppo di lavoro che ha scelto come oggetto di riflessione l’Italia e in particolare alcuni luoghi, come appunto San Miniato, dove il Movimento Shalom ha la sua sede storica. Siamo cioè passati da un’attività sul territorio, che nasceva come spontanea e naturale, a qualcosa di più organizzato, «come quando – sono ancora parole di don Andrea – un pescatore decide di tirar su la rete, scoprendo un universo che neppure si immaginava: pesci, crostacei, e magari anche altre cose, che non sono soltanto rifiuti». Il citato Gruppo di lavoro, che si chiama «Shalom a casa sua», ha dunque monitorato un’attività davvero straordinaria, che impegna una discreta percentuale del bilancio totale: ci sono quasi quattrocentomila euro, investiti totalmente sul territorio, una cifra oggi davvero ragguardevole. Ma che cosa hanno trovato nella rete? cosa fa Shalom a casa sua? Sono davvero tantissime le attività, ad esempio verso il mondo dei ragazzi e dell’infanzia, cioè una «scuola di pace», con decine di incontri nelle scuole sia toscane, che di altre regioni, in Puglia o in Campania ad esempio, poi tante attività di doposcuola e, dall’anno scorso l’apertura dell’Atelier Shalom, un grande spazio nel centro storico di San Miniato, rivolto a progetti di ogni tipo. In questo Atelier c’è ad esempio un’attività di sostegno alle famiglie, con un lavoro quotidiano, fatto da volontari, ma anche da personale specializzato. Stanno poi per partire numerosi altri progetti, come ad esempio una serie di momenti rivolti agli anziani (tra l’altro un corso per utilizzare il computer, oggi sempre più essenziale), e poi attività creative, come un «corso di scrittura (anche cinematografica)» e alcuni cicli di film (si partirà a febbraio con dieci film sulle donne). Il lavoro culturale e didattico di Shalom, si è in questi anni molto specializzato, ad esempio con l’organizzazione di corsi per animatori, con insegnanti di esperienza addirittura internazionale. In ogni caso corsi che hanno realizzato percorsi originali, come quello che quest’anno accompagnerà l’ultima tappa della Staffetta Solidale, «da Viterbo a Roma». Prima dell’arrivo di questo viaggio durato alcuni mesi, da San Miniato a piazza San Pietro, Shalom costruirà un percorso di diversi giorni, aperto ai giovani animatori, che condivideranno un’esperienza comune, in modo analogo a quello che succede ogni estate nei Campi Shalom di Fivizzano e Collegalli. Sono comunque moltissime le iniziative nelle quali Shalom è coinvolto o esso stesso il promotore, dalle Camminate (quella del Sandalo, ma anche la Via dell’Angelo, organizzata a Fucecchio nei giorni di Natale, in collaborazione con i commercianti), o le decine di conferenze e di incontri, culminati nel lavoro di ogni Primo Maggio, quando personalità internazionali legate alla Pace, partecipano ad una giornata nella bellissima campagna di Collegalli, ma anche, con la stessa cadenza annuale, la giornata dell’8 dicembre, il compleanno di Shalom, quest’anno celebrato nel Salone dei Cinquecento, a Palazzo Vecchio di Firenze, davanti a centinaia di amici di Shalom, che partecipavano ad una giornata di altissima qualità. «Ogni volta - dice Gabriella Messerini, responsabile di “Shalom a casa sua” – il lavoro si differenzia, proprio perché il nostro progetto è alto. Sappiamo che la semplice carità è importante, ma è più importante impegnarsi per superare i problemi alla base, questo vogliamo insegnare a chi si avvicina al nostro lavoro. Non si può semplicemente portare l’acqua nei villaggi africani, bisogna costruire dei pozzi, che producano loro l’acqua necessaria e offrano uno sviluppo autonomo alla popolazioni locali. Ci piacerebbe che i ragazzi che ci aiutano, le tante famiglie che sostengono Shalom, capissero soprattutto questo. È la nostra utopia». Ci sono del resto tre negozi Shalom, aperti a Fucecchio, Cerreto Guidi e Ponsacco, che offrono proprio questo, sia i tanti libri, le pubblicazioni che ogni anno il Movimento dedica alla sua attività, ma anche materiali di un commercio equo e solidale, provenienti da tutto il mondo. I NOTIZIE DALLA DIOCESI Don Meini, originario di Gello, verrà ordinato il prossimo 25 gennaio da mons. Tardelli Io, Simone: un ragazzo «innamorato della vita» DI DON SIMONE MEINI ome è solito, molti in questo periodo parleranno di me, e come è solito spesso si santifica le persone esagerando sul loro conto, in particolare su di me, per questo sarò breve per dirvi ciò che provo e il desiderio che porto nel cuore. Prima di entrare in seminario, un giorno eravamo in gruppo ed una persona domandò a Don Armando: «Scusami, ma cosa ha Simone da doverlo cercare sempre?» e rispose: «Simone è innamorato della vita!». In quel momento rimasi spiazzato dalla risposta e quasi mi vergognavo per la descrizione che avevo ricevuto. Era ed è una particolarità che non mi si addice, forse si può addire al mio cammino quando un giorno al termine della mia vita potrò dire: «Ho cercato di darmi tutto perché tutti incontrassero Cristo Risorto, il Signore della vita». Ancora oggi ringrazio Don Armando Zappolini che tanto mi ha dato, mi dà e mi darà in questo disegno di Dio. Il mio essere innamorato non trova origine in me perché non sono capace di creare amore, ma non per mio merito sono C amato e quindi sono reso capace di amare da chi è la sorgente dell’amore: Dio è amore. Insieme rendiamo grazie a Dio per l’amore che continuamente riversa nelle nostre vite. È la fede che ci guida nella lode a colui che tutto ci ha dato: Dio è amore. Chiedo perdono del tanto male che sono riuscito a creare nella mia libertà e veramente rendo grazie a Dio per i suoi meriti del bene che ho compiuto. Desidero infine che ogni ringraziamento, ogni complimento, ogni augurio si tramuti in preghiera perché grazie a Dio potrò donarmi tutto a tutti e come mi disse un amico nel cammino: «Questo spera di poterlo dire al termine della tua vita». Così sia. Alleluia! Anche gli amici si preparano al suo giorno più bello DI DINA PAGANO l 4 ottobre 2007 una Iimportante, data molto da ricordare non solo per la festività S.Francesco, ma soprattutto perchè il nostro caro amico Simone (ora don Simone Meini) è entrato in seminario. Così inizia il suo cammino tanto desiderato. Inizialmente non è stato per niente facile, gli studi molto impegnativi, la lontananza dalla famiglia, amici e la sua cara chiesina di Gello. Qui ha passato la sua gioventù, come catechista, chitarrista, chierichetto, gruppi giovanili, e tante altre cose con associazioni varie… praticamente Simone viveva in chiesa. Abbiamo sentito tanto la sua assenza, è sempre stato molto attivo , presente e disponibile. Finalmente il suo impegno e la sua costanza hanno portato Don Simone a questo bel traguardo che non è solo un arrivo ma una nuova partenza. All’inizio quando si sente un richiamo verso la chiesa e la vocazione si fa sentire, ci sono incertezze, paure, ma con il tempo si capisce che è solo l’amore di Dio e tutto si trasforma in Gioia. È questa gioia che vediamo negli occhi del nostro Don Simone, gioia e serenità. A volte passa a trovarci nella nostra chiesa e ci accorgiamo subito della sua presenza dal suono delle campane…è festa, in tutti i sensi. Anche per questo, gli è stata dedicata una campana con il suo nome, ed i nomi di don Armando Zappolini, Monsignor Fausto Tardelli e Papa Francesco. Questo dono è stato fatto da tutti i parrocchiani ed amici della Zona Pastorale di Perignano, composta da (Perignano-Quattro Strade-Lavaiano e Gello), per il suo stare con la gente e per la sua vitalità. Attendiamo con letizia il suono della campana, per festeggiare con lui il prossimo 25 gennaio e la sua prima Messa a Gello, ovvero il prossimo 1° febbraio. Noi siamo felici per il suo nuovo cammino e gli auguriamo un mondo di bene. Grazie Simone per gli anni trascorsi insieme, per le tante chiaccherate, le gioie, per la bella persona che sei. TOSCANA OGGI LA DOMENICA 18 gennaio 2015 Il canonico fu vicario generale della diocesi a metà ’800 Torna alla luce il fondo archivistico di Giuseppe Conti III EMPOLI, IL PROGETTO RE.SO.RECUPERA 1735 KG DI PANE un bilancio positivo quello tracciato per È il progetto di recupero dei generi alimentari non consumati nell’ospedale DI ALEXANDER DI BARTOLO n piccolo ma significativo fondo archivistico è stato recentemente ritrovato durante i lavori di sistemazione dei fondi moderni della Biblioteca del Seminario, e data la tipologia di materiale, le carte saranno trasferite presso l’archivio diocesano per l’eventuale consultazione. Si tratta di una parte delle raccolte manoscritte appartenute al sacerdote Giuseppe Conti, nato a San Miniato da Giocondo e Maria Chierici agli inizi del diciannovesimo secolo, e morto nel 1865, cento cinquant’anni fa. Chi era Giuseppe Conti e perché questo fondo archivistico è di particolare importanza? Il giovane Conti veste a tredici anni l’abito talare. A ventiquattro anni ottiene una prebenda canonicale e la cattedra di dogmatica del Seminario vescovile di San Miniato, dove aveva compiuto gli studi. Predicatore illustre in varie località d’Italia, nel giugno 1847 proposto della Cattedrale di San Miniato. Istitutore, segretario e poi presidente della locale Accademia degli Euteleti. Nell’archivio di quell’ente si conserva infatti una cospicua raccolta di carte, testimonianza della sua attività in ambito ecclesiastico, e dei meriti culturali ottenuti, esemplificati dai numerosi diplomi accademici conservati: una raccolta di ben dodici cartelle ricche di materiale, opuscoli, lettere, scritti autografi, ritagli di riviste, manifesti. Mons. Luigi de’ marchesi Fransoni, arcivescovo di Torino, allorché il Conti nel 1849, nel 1853 e nel 1857 predicò nella Metropolitana di Torino, di fronte ai reali, lo proclamava Virum ecclesiastico ingenio, zelo, probitate, justitia et pietatae omnino U spectabilem, in Dei Verbi ministerio non vanam gloriam captando, sed Jesum Christum et hunc Cricifixum solummodo predicando sic se gessisse, ut uberrimus fructus in fidelium aedificationem attulerit (Massimo Taddei, Elogio funebre a mons. Conti, Tip. Galileana, Firenze 1867). Il fondo archivistico ora depositato nell’archivio della curia si trova in buone condizioni di conservazione, ed è stato dotato di un inventario sommario per facilitarne la consultazione. Le carte, prive inizialmente di un ordinamento razionale, sono ora raccolte in due voluminose cartelle, una contenente le prediche e le orazioni tenute dal preposto Conti nel periodo dal 1830 al 1855, e una seconda contenente scritti agiografici, teologici, frammenti di discorsi e appunti di altri celebri predicatori. Da una analisi complessiva della documentazione possiamo sostenere certamente che del famoso autore della «Storia del venerabile simulacro dell’Oratorio del Santissimo Crocifisso di Castelvecchio», pietra miliare per lo studio delle vicende del Santuario cittadino, emerga soprattutto la grande abilità di predicatore ed oratore, la squisita preparazione letteraria, la raffinata duttilità nel trattare temi anche variegati, che gli era valsa - come abbiamo ricordato - encomi e onorificenze. Ricordiamo inoltre che il Conti fu figura di primo piano anche per l’amministrazione della Diocesi, in quanto svolse anche l’incarico di Vicario generale nel delicato periodo del passaggio da Granducato e Stato Unitario. Celebre la sua commemorazione della battaglia di Curtatone e Montanara recitata pubblicamente il 29 maggio 1859. Il Conti ebbe rapporti con personalità quali Alessandro Manzoni, Vincenzo Gioberti e Cesare Balbo. Parrebbe opportuno, vista l’importanza del personaggio per la storia diocesana e cittadina, organizzare una giornata di studio o un convegno nell’anno commemorativo dei centocinquant’anni dalla morte, ricadente proprio nel 2015. Sarebbe auspicabile - e lanciamo l’appello proprio dalle pagine di questo giornale che l’Accademia degli Euteleti, insieme all’Ufficio Comunicazione e Cultura che se ne farà promotore, l’Archivio e la Biblioteca diocesana, che conserva il suo prezioso lascito librario, possa farsi anch’essa collaborare ad una iniziativa di studio adeguata alla caratura nazionale del personaggio tutta ancora da approfondire. La vita e le opere del cardinale Maffi nel libretto di Mauro Del Corso l libriccino che oggi I«tascabile»: recensiamo è davvero un 45 pagine, tante immagini, formato maneggevole, stile piano e poco sofisticato. Si tratta del libro di Mauro Del Corso che compendia la vita del cardinale Pietro Maffi (18581931), per un certo periodo amministratore apostolico della diocesi di San Miniato quando ancora il beato Pio Alberto del Corona, ammalato, era sofferente e risiedeva a Firenze. Il sottotitolo del volume trae inizialmente il lettore in inganno - «il vescovo scienziato» - promettendo quasi uno schizzo biografico unicamente dedicato all’aspetto culturale tra i più interessanti della vita del cardinale Maffi, la passione per la scienza e in particolare l’astronomia. Il libro si snoda invece attraverso dieci rapidi capitoli che affrontano le fasi principali della vita del prelato: dagli anni di Pavia, nel cui seminario il chierico Pietro aveva studiato, e poi insegnato, alla nomina sulla cattedra pisana; dal ruolo da lui giocato nei Patti Lateranensi alla presidenza della Specola Vaticana; dall’impegno politico all’amore per l’arte e la letteratura visibile, a Pisa, nel suo importante lasciato librario. Infine un repertorio fotografico, per lo più tratto dall’album fotografico realizzato nel 1991 a sessant’anni dalla morte, ricco di immagini inedite e significative. Il libro, già catalogato, è attualmente disponibile nella Biblioteca del Seminario e visibile dall’OPAC on line del Polo PBE e di SBN. «San Giuseppe» di Empoli, inaugurato nel maggio 2014. Infatti, da maggio a dicembre scorsi, sono stati recuperati 1.735 kg di pane e 436, 3 kg di frutta, che sono stati destinati al Centro Emmaus della Misericordia di Empoli per il servizio gratuito di distribuzione pasti. L’esito positivo della sperimentazione incoraggia l’Asl 11, promotrice del progetto di recupero degli alimenti insieme all’Associazione Re.So (Recupero Solidale nella lotta allo spreco) e in collaborazione con Empoli Salute, a proseguire le iniziative di lotta allo spreco, nell’ottica di poter in futuro estendere il progetto solidale anche nelle altre strutture dove sono attivi servizi ristoro per gli utenti e i dipendenti. Il progetto anti-spreco dei generi alimentari vede impegnato il personale di ogni reparto di degenza dell’ospedale empolese, che raccoglie il pane e la frutta non consumati e, in collaborazione con gli operatori di Empoli Salute, li sistemano in appositi contenitori, posti in locali ospedalieri individuati allo scopo. I volontari di Re.So. prelevano i contenitori riempiti e provvedono, con la Misericordia di Empoli, alla loro distribuzione a chi ne ha bisogno. LA CALAMITA......... SUCCESSO PER LA PRIMA RACCOLTA FONDI 2015 uona la prima per quanto riguarda le B iniziative della Calamita onlus nell’anno appena iniziato finalizzate alla raccolta dei fondi per la costruzione del Centro di aggregazione con annesso il nuovo oratorio in piazza D’Acquisto dietro la Chiesa Santa Maria delle Vedute ove l’associazione ha sede. In tanti hanno infatti partecipato all’arrivo della Befana nella sede della Contrada Borgonovo partecipando nell’attesa alla «Grande tombolata» organizzata per l’occasione dalle due associazioni e, visto il successo di partecipazione, anche venerdì 16 gennaio, sempre presso la sede della contrada, saranno organizzati giochi per bambini e sarà di nuovo possibile giocare a tombola. Tutto ciò riempie di orgoglio i volontari della Calamita sempre più persuasi e sicuri dell’importanza che avrà il Centro di aggregazione per l’intera città e che questa consapevolezza stia maturando sempre più in tutta la cittadinanza, come spiega il presidente Rosario Salvaggio: «La comunità locale risponde con entusiasmo ad ogni nostra iniziativa, per questo ricordo a coloro che ancora non hanno partecipato all’iniziativa “Il mio dono” di Banca Unicredit, a farlo al più presto». IV TOSCANA OGGI 18 gennaio 2015 LA DOMENICA