Le rivoluzioni agricola e industriale
Le rivoluzioni agricola e industriale
secoli XVII-XVIII
Recinzioni nelle
campagne inglesi
1731
John Kay inventa la
“navetta volante” per
la tessitura
1769
James Watt
brevetta la
macchina a vapore
1779
Samuel Crompton
inventa il filatoio
meccanico
1784
Henry Cort inventa
una nuova tecnica
per produrre ghisa
1785
Edmund Cartwright
inventa il telaio
meccanico
Le rivoluzioni agricola e industriale
La crescita demografica del XVIII secolo
Fra Tre e Seicento, la
popolazione europea
si mantiene in
equilibrio. A partire
dal Settecento,
invece, la popolazione
comincia a crescere
in modo rapido e
costante.
Alla base di questa crescita ci sono diversi fattori:
 diminuiscono le epidemie;
 migliorano le condizioni igienico-sanitarie;
nuove coltivazioni (mais e patata) permettono ai poveri di nutrirsi.
Le rivoluzioni agricola e industriale
La rivoluzione agricola
L’aumento della popolazione causa una crescente domanda di
prodotti alimentari che stimola profonde trasformazioni nell’agricoltura.
I cambiamenti più consistenti si verificano in Inghilterra, uno dei Paesi
più sviluppati d’Europa. Si recintano le proprietà terriere e si investono
capitali in agricoltura. Per gli storici si verifica una rivoluzione agricola.
Cresce però anche la
povertà di molti
contadini e nelle
campagne inglesi si
diffonde il lavoro a
domicilio.
Le rivoluzioni agricola e industriale
La rivoluzione agricola
L’agricoltura dei campi aperti
L’agricoltura inglese, fino all’inizio dell’età moderna, era caratterizzata
dal sistema dei campi aperti (open fields in inglese).
I campi di proprietà dei contadini erano coltivati in comune e i raccolti
poi redistribuiti in proporzione ai vari proprietari.
Vi erano poi le terre
lasciate incolte, di
proprietà della nobiltà
terriera e della Chiesa, su
cui le bestie potevano
pascolare liberamente.
Le rivoluzioni agricola e industriale
La rivoluzione agricola
Il sistema dei campi chiusi
Per soddisfare l’accresciuta domanda di prodotti agricoli e di tessuti, i
proprietari terrieri avevano incominciato a organizzare in modo diverso la
coltivazione dei campi con lo scopo di sfruttare al meglio le terre.
Al sistema dei campi aperti si sostituì quello delle recinzioni (enclosures).
I proprietari terrieri
recintavano i campi e
li coltivavano in modo
intensivo, per
aumentare la
produzione agricola e
per potenziare
l’allevamento di
pecore e bovini, da cui
ricavare carne e lana.
Le rivoluzioni agricola e industriale
La rivoluzione agricola
Le manifatture a domicilio
Le recinzioni accrebbero i guadagni dei grandi e medi proprietari terrieri,
che fecero importanti investimenti nelle loro terre, ma danneggiarono i
contadini più poveri, che non potevano più utilizzare i campi aperti o
lasciati incolti.
Molti di essi per integrare i
loro guadagni svolgevano
lavori di tessitura e filatura a
domicilio per conto di ricchi
mercanti, che fornivano loro
la materia prima e gli
strumenti di lavoro.
Aumentò così la
produzione di tessuti i
cui prezzi diminuirono.
Le rivoluzioni agricola e industriale
La rivoluzione agricola
Le rivoluzioni agricola e industriale
La Prima rivoluzione industriale
Inizia nell’Inghilterra della seconda metà del Settecento la Prima
rivoluzione industriale, la più importante innovazione economica degli
ultimi secoli.
Le attività produttive, prima disperse in botteghe artigianali, officine,
case private, si concentrano nelle fabbriche. Qui macchine complesse
e numerosi lavoratori garantiscono una crescita della produzione.
Le rivoluzioni agricola e industriale
La Prima rivoluzione industriale
Nella seconda metà del Settecento in Inghilterra vi erano le condizioni
necessarie per mettere in moto l’industrializzazione.
 Le colonie fornivano le
materie prime come il cotone.
 Le miniere inglesi erano
ricche di ferro necessario per
produrre le nuove macchine
agricole e industriali.
 Il Paese era ricco di corsi
d’acqua e canali artificiali, oltre
che di giacimenti di carbone:
l’acqua e il carbone fornivano
l’energia necessaria per
azionare le macchine.
 I commerci e il mercato
interno e coloniale erano fiorenti.
Le rivoluzioni agricola e industriale
La Prima rivoluzione industriale
La maggiore richiesta di prodotti, soprattutto tessili,
portò all’invenzione di nuovi macchinari – quali filatoi
e telai meccanici – per velocizzare la produzione.
La loro diffusione potenziò anche i settori estrattivo
e siderurgico.
Per le loro grandi dimensioni, i
macchinari dovevano essere
collocati in appositi ambienti:
nacquero perciò le fabbriche, che
di solito sorgevano vicino ai fiumi
per potere sfruttare la forza
motrice dell’acqua.
Le rivoluzioni agricola e industriale
La Prima rivoluzione industriale
Nel 1769, lo scozzese James Watt mise a punto una macchina
a vapore che cambiò il modo di produrre.
La macchina a vapore di Watt venne dapprima impiegata per azionare le
pompe che servivano per prosciugare i pozzi delle miniere di carbone.
Quindi venne impiegata
nell’industria tessile, dove
forniva una forza motrice
molto più potente e più
costante di quella umana
o idraulica.
Le rivoluzioni agricola e industriale
Le conseguenze della rivoluzione industriale
La rivoluzione industriale fu un evento epocale: per la prima volta non
l’agricoltura ma l’industria divenne l’attività economica principale.
Le innovazioni tecnologiche e la diffusione delle fabbriche ebbero
conseguenze sia positive che negative.
Le rivoluzioni agricola e industriale
Le conseguenze della rivoluzione industriale
La popolazione si concentra nelle città che diventano il fulcro della vita
economica del Paese.
Questo comporta però numerosi problemi, soprattutto igienici, legati
alle carenze di pulizia, acquedotti, fognature, ospedali.
A farne le spese furono
i più poveri, tra cui gli
operai, che vivevano in
quartieri
sovrappopolati e in
caseggiati malsani.
Le rivoluzioni agricola e industriale
Le conseguenze della rivoluzione industriale
La diffusione delle
macchine nelle
fabbriche semplificò
il lavoro; ma al tempo
stesso fece sì che si
richiedessero minori
abilità professionali e
artigianali.
Gli operai dovevano
eseguire pochi
compiti ripetitivi e
non era più richiesta
manodopera
specializzata.
Per questo si diffuse il lavoro delle donne e dei bambini, richiesti
soprattutto dall’industria tessile. Spesso i bambini lavoravano in
condizioni durissime, senza alcuna protezione.
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Le conseguenze della rivoluzione industriale
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La rivoluzione industriale