SETTIMANALE CATTOLICO MODENESE
Domenica 20 marzo 2011
FONDATO NEL 1957
POSTE ITALIANE S.p.A. - SPED. ABB. POST. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1 COMM. 1 DCB DI MODENA - CONTIENE I.P.
Solidarietà
Pedemontana
Città
L’impegno della Caritas per
i profughi del Nord Africa Due settimane di turismo solidale
in Sri Lanka e alle Maldive A PAGINA 12
Catechesi con l’arte: don Antonio
Scattolini a San PioX A PAGINA 14
Non dimenticare
l’emergenza
Viaggiare fa rima
con rispettare
A PAGINA 5
Il Punto
Nel giardino di chi?
• paolo seghedoni
E
Anno LV n° 10 • euro 1
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’ stato un inverno ‘caldo’ per la città di Modena.
Non stiamo, ovviamente, parlando di meteorologia, ma del clima di conflittualità (verbale ben
s’intende) che si respira in città e che ha surriscaldato il dibattito sui mezzi di comunicazione come, non di
rado, nei luoghi di aggregazione o nei bar.
Infatti alle ormai purtroppo consuete e consunte polemiche politiche, polemiche che si nutrono di dichiarazioni,
smentite e contro dichiarazioni, si è aggiunto il fiorire di
comitati e gruppi di cittadini in favore, o contro, specifiche
situazioni che riguardano la vita cittadina o quella di un
determinato quartiere.
I comitati, certamente, hanno il merito di riempire un vuoto lasciato dalla politica dei partiti: partiti sempre più autoreferenziali e sempre meno attenti alle esigenze concrete
delle persone. Questa, purtroppo, è la sensazione di tantie persone che vivono con crescente disagio la disaffezione diffusa nei cittadini. Se la politica non fa il suo dovere,
di fare proposte di governo e, quando ha la legittimazione
popolare, appunto di governare, il ‘rischio-comitato’ si fa
più concreto. Ma non di rado questo sfocia nel cosiddetto
‘Nimby’, dall’inglese ‘not in my back yard’, ovvero ‘non nel
mio giardino’. Non le case vicino a casa, o non la piscina nel
parco; non l’inceneritore a portata di naso o non il luogo di
culto dell’altra religione. Non importa tanto se la battaglia
portata avanti sia giusta o meno, di certo questa partecipazione diretta (o, almeno, meno mediata rispetto al solito)
trova terreno di coltura proprio nella disaffezione o nella
cosiddetta ‘anti politica’.
Eppure ci sono anche altre modalità di spendersi per la
propria città o il proprio quartiere: ci sono associazioni che
svolgono attività culturale o pre politica in cui potersi impegnare, o anche semplicemente gli organi di rappresentanza in cui far sentire la propria voce; ci sono proposte che
vengono legittimamente dal basso e che portano avanti idee
e progetti su cui spendersi e su cui impegnare, o cercare di
farlo, i governanti del momento. Ma se da una parte i partiti
sembrano avere sempre meno a cuore la democrazia interna
e tendono a far tacere le voci dissonanti rispetto a quello
che pensa la maggioranza, dall’altra i comitati rischiano realmente di far prevalere il ‘no senza se e senza ma’, piuttosto che andare a fondo alle questioni perseguendo soluzioni
condivise per l’intera città.
Al di là quindi della liceità di prendere posizione, di essere
a favore o contro questa o quell’idea, la sensazione che rimane è che sarebbe necessario pensare soprattutto al bene
comune più che a quello del tuo gruppo o della tua via. E’ il
caso di farci sopra un comitato?
Dio ci parla
per immagini
Ci sta a cuore l’Italia
L’anniversario
dell’Unità nazionale:
occasione per
ritrovare un
comune patrimonio
di cittadinanza
all’insegna della
responsabilità
• STEFANO MALAGOLI
1
7 marzo: il 150° anniversario dell’Unità
d’Italia celebrato a
Modena (realtà che
vanta uno dei calendari di
iniziative più ricchi a livello nazionale) così come negli
altri centri della provincia.
Dai Comuni dell’Area Nord,
quelli attorno a Mirandola, a
quelli del distretto ceramico,
dai paesi dell’Unione del Sorbara, nella media pianura, a
quelli delle Terre dei Castelli
nella zona di Vignola, fino ai
comuni delle Terre d’Argine, nel distretto carpigiano, a
quelli montani del Frignano
(nella foto, Sestola): tra bandiere tricolori (notato sotto
la testata in alto?), incontri
pubblici, manifestazioni di
piazza e iniziative varie che
continueranno anche nelle
prossime settimane, in un ideale collegamento con la festa
della Repubblica, il 2 giugno
prossimo, Modena ha voluto
solennizzare questo importante appuntamento.
Un’occasione, al di là di ogni
retorica “neo-risorgimentale”
e senza far tanto caso a tristi
“moti anti-unitari”, per riscoprire il senso dell’appartenenza ad un popolo ed una
nazione e per ritrovare un
comune patrimonio di cittadinanza. Un impegno che ri-
guarda tutti indistintamente
e, in modo particolare, se si
vuole, la componente cattolica di questo Paese. Consegnata ormai alla storia (da tempo,
questo almeno l’auspicio) ogni
lettura anticlericale del Risorgimento, capace magari di
destare ancora anacronistici
sospetti e diffidenze, l’anniversario dell’Unità nazionale
potrà acquistare un significato
veramente speciale se servirà a
non lagnarsi del passato, guardando invece al futuro
Una chiave di lettura dell’anniversario emerge anche dal
recente documento conclusivo della 46ª Settimana
Sociale dei cattolici italiani
presentato pubblicamente a
inizio marzo, in una concomitanza forse non casuale con
l’avvicinarsi della ricorrenza. Responsabilità è uno dei
termini che scandiscono in
maniera inequivocabile quel
documento. “L’orizzonte – si
legge nel testo - è quello della responsabilità per il bene
comune come quotidiano e
costante impegno a trasformare il vivere sociale”. Parole,
come precisa il presidente del
Comitato organizzatore delle
settimane sociali, il carpigiano
Edoardo Patriarca, che dicono
la necessità di trovare procedure che inducano “tutti, ed
in particolare i giovani, ad una
maggiore partecipazione”. Nel
documento “abbiamo dato
una lettura anche preoccupata” della situazione in cui versa
il nostro Paese che, continua
Patriarca, “ha tante energie e
risorse nei nostri territori che
vanno valorizzati”. Da qui
una richiesta di “responsabilità ai cattolici italiani per un
maggiore impegno per il bene
comune” perché “la nostra de-
ORGOGLIOSI DI ESSERCI
mocrazia ha bisogno di essere rigenerata e rinsaldata”. Si
potrebbe tirare in ballo don
Lorenzo Milani e il suo slogan “mi sta a cuore” che, calato
nel contesto di vita e nell’impegno di ciascuno, nel lavoro,
in famiglia, nella vita sociale
e comunitaria, potrebbe dire
molto in termini di scelta precisa per una cittadinanza responsabile. Se si dovesse allora
coniare un ulteriore slogan per
questo 150° anniversario potrebbe essere, comunitariamente, “Ci sta a cuore l’Italia”.
Ciascuno, poi, saprà tradurre
in azioni concrete questo atteggiamento di fondo. Per
evitare che il 17 marzo rimanga solo una data segnata
sul calendario come giornata
di festa e di vacanza trascorsa
senza lasciare un segno.
A PAGINA 4
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2
NostroTempo
Domenica 20 marzo 2011
Iniziazione cristiana
Domande sul catecumenato
L’incaricato
diocesano
approfondisce i
temi legati a chi
chiede il battesimo.
Un’autentica ricerca
del ‘tono’ della
Chiesa delle origini
• Don Marco Pongiluppi*
D
omenica 13 febbraio in duomo c’è stata una
messa con il rito
della Elezione o Iscrizione
del nome dei catecumeni. E’
stata una celebrazione sentita perché la gente ha potuto
cantare e pregare come previsto dalla liturgia e ha assistito a quel rito con curiosità.
Il vescovo ha chiesto prima
ai padrini se i catecumeni
erano istruiti nella parola di
Dio, se pregano e partecipano abitualmente ai riti e,
dopo il loro “sì”, ha chiesto
ai catecumeni se volevano diventare cristiani. La risposta
“Sì, lo vogliamo” ha concluso
lo scambio, in cui si rivela la
verità del cristianesimo come
scelta, e nel quale si avverte il
sapore del Vangelo, dove Ge-
diocesi Informa
ogni
venerdi’
alle 20.30
A cura dell’Ufficio diocesano Comunicazioni Sociali
in collaborazione con
sù chiede (a Bartimeo): “Cosa
vuoi che io ti faccia?” Questo
è molto importante, perché
la nostra fede è scelta libera,
all’ombra della percezione di
Dio data da un testimone.
Il rito è proseguito con la dichiarazione da parte dei catecumeni dei propri nomi, che
sono stati il nome anagrafico,
accompagnato in alcuni casi,
da un nome cristiano aggiuntivo, fra cui Maria o Lucia. A
seguire la preghiera e l’iscrizione del nome nel Libro dei
catecumeni. Il vescovo ha poi
confermato che quei giovani
sono ammessi all’ultimo periodo di preparazione, e potranno accedere ai sacramenti
su
dell’iniziazione cristiana nella veglia pasquale nella propria comunità parrocchiale.
Non sono i più sicuri, non
hanno ancora lasciato il
mondo, né diventeranno subito praticanti o solidali, ma
entreranno nella vita eterna
e nella chiesa troveranno una
stima che li educa ad aderire con motivazione a Dio in
Cristo Gesù. La comunità
prova simpatia, li vede partire
non ben consapevoli e un po’
presuntuosi verso un cammino impegnativo ma li conferma con la propria cordialità
e la propria testimonianza.
Questo spirito è ben presente
nei testi del Rito dell’Iniziazione cristiana degli
adulti, perché anche
quando
chiede cose esigenti
negli scrutini e conferma nelle
consegne,
la
chiesa
accoglie
e stimola
alla
conversione,
testimonia
e offre di
professare la fede.
Nella diocesi il catecumenato
è affidato
alle comunità parrocchiali o
alle unità
pastorali,
dove la vita comune
e il dialogo
fra un catechista e un catecumeno o un
gruppetto e dove la comunità
è richiesta di applicarsi all’educazione e accompagnare
con la preghiera. In particolare i preti devono sancire
l’esito della preparazione, non
prima di almeno due anni di
formazione.
I giovani e gli adulti che si
avvicinano al battesimo ogni
anno sono circa quindici, e
un po’ di più sono i ragazzi
under 14, spesso di un Paese diverso dall’Italia, a volte
cresciuti in famiglie che non
hanno battezzato i figli da
piccoli. Le loro storie sono
simili in quanto conseguenza della simpatia del cristianesimo e della domanda che
una testimonianza limpida
ha fatto scaturire in loro. Da
questi cammini si trae grande beneficio; per questo è un
grande dono del Concilio
aver ristabilito tali riti della Chiesa indivisa, la Chiesa
dei primi secoli, nei quali la
grande tradizione si collega
con la vita di oggi senza fatica, con espressioni sobrie,
ariose e genuine, incisive
come nient’altro. Non solo i
catecumeni ma la Chiesa locale intera ha bisogno di recuperare questo tono, queste
parole e questa musica nella
liturgia.
Nelle varie comunità per
avvicinare le persone che
chiedono il battesimo è necessario credere e sperare,
incontrare le persone direttamente, fare un dialogo regolare sulle motivazioni, le
paure, le apprensioni, lasciar
emergere la stanchezza, le
resistenze, nutrire della parola di Dio, portare pazienza e tutelare la libertà della
persona. Come fonti, nei
due anni del catecumenato, è
richiesto il secondo vangelo,
la prima lettera ai Tessalo-
nicesi, i primi capitoli della
lettera ai Romani, l’Esodo.
Nell’ultima quaresima (quella odierna per quel gruppo
di giovani) i capitoli centrali
della lettera ai Romani dove
si tratta di battesimo, vita
nuova, conversione, lotta e
vita nello Spirito.
Il Rito dell’iniziazione cristiana degli adulti è forma
di ogni percorso formativo
e dovrebbe essere consultato spesso, come anima della
pastorale, della liturgia, della
testimonianza e dell’accoglienza. Fonte quasi paragonabile a quella biblica della
missione evangelizzatrice e
dell’educazione, i processi con
i quali la chiesa locale è chiamata a formare nuovi membri del popolo di Dio.
*Incaricato
del catecumenato a Modena
Parola
Riflessioni
sulla
“Fu trasfigurato davanti
a loro” (Mt 17,2)
S
G.G.
iamo così alla seconda delle tappe del cammino di
conversione quaresimale: impegnati nella lotta contro le tentazioni, abbiamo come modello la vittoria di
Gesù Cristo su Satana.
Ora si tratta di esprimere con convinzione la fede in Gesù, il
figlio di Dio, l’amato, morto e risorto per la nostra salvezza.
Il brano del Vangelo secondo Matteo ci propone l’oggetto
fondamentale della nostra fede, facendoci incontrare con la
terza delle “Epifanie”, delle manifestazioni di Gesù, dopo
quella dell’incontro con i Magi e quella del Battesimo di Gesù da parte di Giovanni il Battista.
“Qui, su un alto monte” Gesù fu trasfigurato davanti a Pietro,
Giacomo e Giovanni (gli stessi che troveremo nell’orto degli
Ulivi alla vigilia della passione), insieme alla presenza di personaggi simbolo del Primo Testamento, Mose ed Elia.
Si tratta di una esperienza straordinaria di…Paradiso. Per
consolare i suoi, dopo l’annuncio della sua morte e risurrezione che li aveva traumatizzati, e per aiutarli ad affrontare,
rafforzati, gli eventi imminenti.
Gli Apostoli sono “presi da grande timore”, anche perché c’è
una nube luminosa che li copre con la sua ombra (una chiara allusione alla nube-presenza di Jhwh nel lungo cammino
dell’Esodo) e dalla nube esce una voce: “Questi è il Figlio
mio, l’amato… Ascoltatelo!”.
Una presentazione autorevole di Gesù Cristo da parte del
Padre. Un invito ad una fede da riporre in quell’uomo-vero
Figlio di Dio, il Messia atteso e finalmente presente.
E’ la fede che sono chiamati ad esprimere i Catecumeni a
poche settimane dal loro battesimo, è la fede che siamo chiamati tutti, battezzati, a manifestare con coraggio nella Veglia
Pasquale.
La lettura del Libro della Genesi ci dice lo stile e la essenzialità della fede: come quella di Abram che, raggiunto dal
comando di Dio (“Vattane dalla tua terra”), “partì come gli
aveva ordinato il Signore”, con il solo bagaglio della promessa
di una discendenza numerosa.
E’ al brano della seconda lettera a Timoteo che è affidato in
qualche modo il compito della sintesi: i credenti, salvati e
chiamati “con una vocazione santa, non già in base alle nostre
opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia”.
Quel Gesù, trasfigurato, ”ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita”. Questa è la nostra fede.
NostroTempo
Domenica 20 marzo 2011
3
Attualità
Monsignor
Antonio
Lanfranchi è stato
festeggiato dalla
curia in occasione
del primo
anniversario del
suo arrivo nella
nostra diocesi
“
Un anno volato in fretta
nedì 14 marzo
in occasione
della preghiera
dell’Ora media insieme ai
collaborator i
della curia. “Il
proverbio non
c’è rosa senza
spine è quanto mai valido”,
ha scherzato
don Morandi,
mentre mons.
Lanfranchi ha
ringraziato per
il lavoro svolto,
in particolare riferendosi
proprio ai collaboratori della curia, e
ha
spiegato:
R
icordiamo la frase
di monsignor Lanfranchi quando arrivò ‘voglio essere
servitore della vostra gioia’.
A un anno di distanza si può
dire che lo è stato”. Mons.
Giacomo Morandi, vicario
generale dell’arcidiocesi, ha
salutato così l’arcivescovo lu-
Pakistan: il testamento
del ministro cattolico
Shahbaz Bhatti
I
“Q uest ’anno
è volato in
fretta, è stato intenso e
impegnativo.
Non
dobbiamo moltiplicare
le
iniziative, ma
approfondire
sempre meglio
quello
che si propone. Alcune scelte sono già state fatte, altre ne verranno”. Nel
corso del breve, ma sentito,
momento di preghiera e ringraziamento, è stato donato al
vescovo un copri ambone, per
la cappella dell’arcivescovado, un luogo di preghiera che
mons. Lanfranchi apprezza
particolarmente.
Il bersaglio più alto
l ministro pakistano per le minoranze religiose, il cattolico Shahbaz Bhatti, è stato ucciso il 2 marzo a Islamabad da un
commando armato. L’attentato è stato compiuto da un gruppo di
uomini mascherati, che lo hanno tirato fuori dalla sua auto e lo
hanno crivellato di colpi prima di fuggire su un’automobile. Gli assassini
hanno lasciato sul luogo del delitto un manifestino: “Tehrik-e-Taliban
Pakistan” (Ttp), una organizzazione di militanti islamici che rivendi-
ca l’assassinio di Bhatti per aver parlato contro la legge sulla blasfemia.
Aveva difeso con coraggio Asia Bibi, la cristiana condannata a morte per blasfemia in base a false accuse. Apparteneva al Ppp, il partito
progressista al governo, ed aveva lavorato con Benazir Bhutto. Dopo
l’uccisione di Salman Taseer, governatore del Punjab, il 4 gennaio scorso, anche Bhatti era stato accusato dai fondamentalisti islamici di aver
difeso Asia Bibi, ed era considerato “il bersaglio più alto” dei radicali.
l mio nome è Shahbaz
Bhatti. Sono nato in una
famiglia cattolica. Mio
padre, insegnante in pensione, e mia madre, casalinga, mi
hanno educato secondo i valori
cristiani e gli insegnamenti della
Bibbia, che hanno influenzato
la mia infanzia. Fin da bambino ero solito andare in chiesa e
trovare profonda ispirazione negli insegnamenti nel sacrificio, e
nella crocifissione di Gesù. Fu
l’amore di Gesù che mi indusse ad offrire i miei servizi alla
Chiesa. Le spaventose condizioni in cui versavano i cristiani del
Pakistan mi sconvolsero. Ricordo un venerdì di Pasqua quando
avevo solo tredici anni: ascoltai
un sermone sul sacrificio di Gesù per la nostra redenzione e per
la salvezza del mondo. E pensai
di corrispondere quel suo amore
donando amore ai nostri fratelli
e sorelle, ponendomi al servizio
dei cristiani, specialmente dei
e hanno terrorizzato la mia famiglia. Io dico che, finchè avrò
vita, fino al mio ultimo respiro,
continuerò a servire Gesù e questa povera, sofferente umanità,
i cristiani, i bisognosi, i poveri.
Vedo che i cristiani del mondo
hanno teso la mani ai musulmani colpiti dalla tragedia del
terremoto del 2005 abbiano
costruito dei ponti di solidarietà, d’amore, di comprensione,
di cooperazione e di tolleranza
tra le due religioni. Se tali sforzi continueranno sono convinto
che riusciremo a vincere i cuore
e le menti degli estremisti. Ciò
produrrà un cambiamento in
positivo: le genti non si odieranno, non uccideranno nel nome
della religione, ma si ameranno
le une le altre, porteranno armonia, coltiveranno la pace e la
comprensione in questa regione.
Credo che i bisognosi, i poveri,
gli orfani qualunque sia la loro
religione vadano considerati in-
I
poveri, dei bisognosi e dei perseguitati che vivono in questo paese islamico. Mi è stato richiesto
di porre fine alla mia battaglia,
ma io ho sempre rifiutato, persino a rischio della mia stessa vita.
La mia risposta è sempre stata
la stessa. Non voglio popolarità,
non voglio posizioni di potere.
Voglio solo un posto ai piedi
di Gesù. Voglio che la mia vita,
il mio carattere, le mie azioni
parlino per me e dicano che sto
seguendo Gesù Cristo. Tale desiderio è cosi forte in me che mi
considererei privilegiato qualora
– in questo mio battagliero sforzo di aiutare i bisognosi, i poveri,
i cristiani perseguitati del Pakistan - Gesù volesse accettare il
sacrificio della mia vita. Voglio
vivere per Cristo per Lui voglio
morire. Non provo alcuna paura in questo paese. Molte volte
gli estremisti hanno desiderato
uccidermi, imprigionarmi; mi
hanno minacciato, perseguitato
nanzitutto come esseri umani.
Penso che quelle persone siano
parte del mio corpo in Cristo,
che siano la parte perseguitata
e bisognosa del corpo di Cristo. Se noi portiamo a termine
questa missione, allora ci saremo
guadagnati un posto ai piedi di
Gesù e io potrò guardarLo senza provare vergogna.
Shahbaz Bhatti
Davanti
allo
Specchio
Ho partecipato
al corso per i preti
C
ome tutti gli anni è stato organizzato il corso di aggiornamento per i sacerdoti. A quello residenziale a
Quercianella presso Livorno ho pensato bene di non
partecipare, perché avevo tante altre cose da fare. Naturalmente il giorno dopo che i corsisti erano partiti, mi sono
chiesto se non fosse stato meglio vivere qualche giorno in serena
e calma fraternità sacerdotale. Ma ormai... Poi ecco il corso non
residenziale. Ero ancora una volta indeciso se partecipare o meno.
Mi lasciava perplesso, tra l’altro, anche l’argomento, che verteva
sulla situazione di post modernità, nella quale deve agire oggi la
comunità cristiana. Decisione salomonica: vado la prima mattinata poi se non mi soddisfa, non mi cuccano più! Ora, pensandoci
bene, mi viene da chiedermi: e chi mi doveva poi cuccare?! Beh
diciamo che mi hanno cuccato tutte e quattro le giornate. Sul
settimanale altri hanno già relazionato sui tempi svolti. Poi usciranno anche i testi delle singole relazioni sia via internet come per
via cartacea. Io mi limito ad osservazioni puramente personali.
Primo: mi sono reso conto che io ero molto più avanzato del post
moderno: ero in una situazione di “post post moderno”. Cioè
superato dalla cultura post moderna, senza che me ne fossi reso conto. Secondo: bravi i relatori. Mi sono piaciuti soprattutto
quelli di “casa nostra”. Non è sempre vero che l’erba del vicino
è più verde della propria! Terzo: erano presenti molti preti giovani. Quarto: L’Arcivescovo “ha improvvisato” per valide ragioni
personali la relazione dell’ultimo giorno e le risposte alle molte
domande a lui rivolte. Figuriamoci poi se non avesse “improvvisato”! Mi è piaciuta anche la sua dichiarazione che trova il clero
modenese preparato anche culturalmente... Non lo ha detto con
senso paternalistico, ma paterno, cioè di un Vescovo che apprezza
e vuol bene ai suoi figli preti. Io sono ormai vecchio, ma ammetto
anch’io che abbiamo un clero giovane, che fa sperare bene per il
futuro della diocesi. Però, scusate il mio paternalismo, la scienza
non vi gonfi. Se unirete la competenza ad una forte e continuata
spiritualità, allora io sarò contento di consegnarvi definitivamente
la meta (ho già iniziato abbondantemente a farlo), affinché corriate la vostra tappa nella staffetta pastorale.
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NostroTempo
Domenica 20 marzo 2011
Anniversari
Modenesi in quanto italiani
La mostra
ItalianiModenesi
sul 150° dell’Unità
a cura del professor
Marco Cattini
•LAURA SOLIERI
S
abato 12 marzo alla
biblioteca Delfini, con
l’appuntamento “Carne macinata per l’universo” (racconto orale dedicato
al Risorgimento, alle sue vicende drammatiche ed epiche
e a quei patrioti che assunsero
sulle proprie spalle la missione
di costruire l’Italia unita) con
lo scrittore Maurizio Maggiani (autore fra gli altri di
“Meccanica Celeste” da poco
uscito per i tipi di Feltrinelli),
ha preso il via il ricco calendario di appuntamenti modenesi
per celebrare l’Unità d’Italia. Il
sottotitolo del recital di Maggiani è stato “Gli eroi che ci
hanno rubato”: un buon inizio per una programmazione,
quella che si svilupperà sul
territorio modenese sino al
giugno 2011 coordinata dal
Comitato 150 Modena, che non vuol
essere celebrativa e
retorica ma che intende far riemergere la vicenda storica
italiana in tutta la
sua completezza.
Con Maggiani si è
inaugurato il ciclo
“Storie e Storia di
150 anni d’Italia”,
incontri con gli
autori che si terranno di sabato
presso la Biblioteca Delfini e che
vedrà intervenire
Carlo Galli, Nadia
Urbinati, gli scrit-
Dal 18 marzo
al via un ciclo di
conferenze proposto
dalla Fondazione
S.Carlo
A
mpi e vari i temi
affrontati da “L’Italia e gli italiani.
150 anni di storia
politica e culturale”, il ciclo
di conferenze che si svolge da
marzo a giugno proposto dalla
Fondazione collegio S.Carlo
in occasione dell’anniversario
dell’Unità nazionale.
Venerdì 18 marzo s’inizia
con “Patria, stato e nazione
nell’Italia del novecento” con
Marco Cattini
tori Valerio Evangelisti
e Antonio Moresco, lo
storico inglese Christopher Duggan. Il prossimo appuntamento è
previsto per sabato 28
marzo, alle 17.30, con
gli storici Alberto De
Bernardi e Luigi Ganapini.
E ancora: giovedì 17
marzo al Foro Boario
a Modena c’è stata l’inaugurazione della mostra “ItalianiModenesi”,
curata dal prof. Marco
Cattini con la collaborazione di Matteo Al
Kalak, Metella Mon-
tanari e Claudio Silingardi,
allestita dal dott. Fausto Ferri
su progetto grafico di Filippo
Partesotti, un viaggio dall’Ottocento ad oggi con una specifica attenzione alle prospettive
future dei Modenesi nei
contesti nazionale ed
europeo. Più che
un’esposizione
di
opere d’arte, manufatti e documenti,
la mostra offrirà
una multiforme
esperienza d’immagini, oggetti, voci, suoni,
apparati informatici e multime-
diali interattivi, così
da coinvolgere emotivam ente
i
giovani
visitatori.
All’interno
della mostra
una
sezione è
dedicata al
lavoro, alle
suo storie e
ai suoi protagonisti.
Il percorso
storico che
sarà messo
a disposizione dei
visitatori
su supporto digitale,
consente di
approf ondire
uno
degli aspetti centrali
della storia
modenese
negli ultimi
due secoli,
quello
del lavoro.
Utilizzando alcuni
i-pad, sarà
possibile seguire un percorso cronologico che attraverso
150 fotografie consente di conoscere i mutamenti avvenuti
nel mondo del lavoro dalla fine dell’Ottocento ad oggi. Sei
aree tematiche metteranno al
centro alcuni aspetti specifici:
sguardi, mestieri, luoghi, ambienti, manifestazioni, percorsi.
La mostra è promossa da Comune di Modena, Provincia di
Modena, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia,
Fondazione Collegio San Carlo e dalle Fondazioni Cassa di
Risparmio di Modena, Carpi,
Mirandola e Fondazione di
Vignola, non sarà solamente
un luogo
di visita,
ma
un
vero
e
proprio
laboratorio in
p i e n o
fermento
culturale:
il 21 e 24
marzo
dalle ore
15
alle
ore 17 si
terranno
seminari
di formazione per docenti con visita
guidata alla mostra presso il
Foro Boario. A fare da guide saranno i coordinatori del
Progetto 150 Modena: Marco
Cattini e Giuliano Muzzioli.
Per tutto il periodo della mostra sono inoltre previste visite
guidate gratuite per le scuole
e approfondimenti laboratoriali presso la Sala letture del
Foro Boario, che affronteranno focalizzazioni di carattere
biografico e tematico. Per gli
approfondimenti e le visite
guidate per le scuole si può fare riferimento a Giulia Ricci,
segreteria-didattica 150 Modena ([email protected]; 339 7749525 - 059
242377).
La mostra sarà aperta fino al 5
giugno, ingresso libero da mercoledì a domenica ore 10.30
– 19, anche il 25 aprile con lo
stesso orario d’apertura.
“Questa città, ma anche la regione Emilia Romagna, si caratterizzano per la loro capacità
di essere cerniera tra il Nord e
il Sud dell’Italia, cioè di saper
tenere una prospettiva unitaria,
perché Modena è una città che
non ha mai smarrito la propria
identità storica” ha spiegato il
Presidente della Fondazione
Cassa di Risparmio di Modena, Andrea Landi.
“L’Italia e gli italiani”
Ernesto Galli della Loggia
(Istituto Italiano di Scienze
Umane); venerdì 25 marzo
Paul Corner (Università di
Siena) e Alberto De Bernardi (Università di Bologna)
intervengono su “Gli italiani
e il fascismo”, mentre venerdì 1 aprile il tema sarà “La
cultura dell’anomalia. L’Italia
e gli altri” con Donald Sassoon (Queen Mary College, University of London).
L’appuntamento di venerdì
15 aprile tratta di “Regio-
nalismo e federalismo nella
storia italiana” e vede presenti
Marcello Fedele (Università di Roma “La Sapienza”)
e Elio Tavilla (Università
di Modena e Reggio Emilia); “Élites e classi dirigenti
nell’Italia repubblicana” è invece l’argomento di venerdì
29 aprile con Carlo Carboni
(Università Politecnica delle Marche) e Marco Cattini
(Università “Luigi Bocconi”
di Milano). Venerdì 6 maggio Lucio Caracciolo (diret-
tore della rivista “Limes”) e
Federico Romero (Università
di Firenze) trattano il tema
“L’Italia nel mondo, il mondo
in Italia (1945-2011)”, mentre si parla di “Lotta per l’egemonia culturale nell’Italia
repubblicana” nel successivo
appuntamento di venerdì 13
maggio con Aldo Schiavone
(Istituto Italiano di Scienze
Umane di Firenze). “Il lavoro e i lavoratori nell’Italia
repubblicana” sono invece al
centro dell’appuntamento di
martedì 17 maggio con Lorenzo Bertuelli (Università di
Modena e Reggio Emilia) e
Adolfo Pepe (direttore della
Fondazione “Giuseppe Di
Vittorio” di Roma). Gli ultimi appuntamenti sono quelli
di venerdì 27 maggio con
“Tra Stato e Chiesa. L’Italia dei cattolici”, incontro al
quale intervengono Luciano
Guerzoni (presidente della
Fondazione “Ermanno Gorrieri” di Modena) e Alberto
Melloni (Università di Mo-
dena e Reggio Emilia); venerdì 3 giugno, infine, il tema
è “L’Italia repubblicana” con
Simona Colarizi (Università
di Roma “La Sapienza”).
Il ciclo di conferenze “L’Italia
e gli Italiani”, sempre con inizio alle ore 17.30, è visibile in
diretta web su www.scuolaer.
it e sarà proiettato, sempre in
diretta web, nelle biblioteche
comunali di Campogalliano,
Carpi, Castelfranco Emilia,
Formigine, Nonantola, Pavullo, Sassuolo e Vignola.
NostroTempo
Domenica 20 marzo 2011
5
Solidarietà
Nord Africa,
non dimenticare l’emergenza
L’impegno della
Caritas, a tutti i
livelli, in favore
dei profughi
che fuggono dai
disordini
D
urante gli ultimi
giorni sono ripresi
con una certa intensità gli sbarchi
a Lampedusa e a Linosa dopo
una settimana di sostanziale
fermo dovuto alle cattive condizioni meteo marine. Solo tra la
sera di domenica 6 e la mattina
di lunedì 7 marzo sono sbarcate
oltre 1000 persone provenienti
dalla Tunisia e partite soprattutto dal sud del Paese, in particolato collegamento con Caritas Internationalis che ha organizzato
due missioni di monitoraggio,
rispettivamente al confine libico-tunisino e a quello libico
egiziano, per verificare la situazione dei profughi affluiti in
numeri consistenti negli ultimi
10 giorni. In particolare: sul
confine egiziano, nella località
di Salloum la situazione è complicata non tanto per i lavoratori
egiziani che rientrano in patria,
ma per le migliaia di altre nazionalità, circa 5.000, che aspettano un documento, essendo stati
privati dei passaporti in Libia
al momento della partenza. Le
re dal Porto di Zarzis. Il flusso è
continuato anche nei giorni seguenti riportando i numeri del
centro di accoglienza di contrada Imbriacola a circa 1.600
persone (contro una capienza
ordinaria di 800 persone). Inoltre il Centro di accoglienza
non gode più della prerogativa
di Cara (Centri di accoglienza
per richiedenti asilo) in quanto
i cancelli sono stati chiusi e gli
ospiti non possono più uscire.
Nel frattempo, l’8 marzo, è stata
aperta ufficialmente la base di
Mineo dove saranno trasferiti
2000 richiedenti asilo presenti
attualmente nei Cara, secondo
quanto appreso dal Commissario straordinario per l’emergenza immigrati. L’apertura non
ha coinciso con l’inizio delle
attività del Centro in quanto si
sta predisponendo il necessario
per l’ordinaria funzionalità dello
stesso. Peraltro si è in attesa di
conoscere le modalità del tra-
sferimento, i soggetti coinvolti,
la tipologia di accoglienza, le
prospettive per i Cara sparsi sul
territorio e dei progetti di tutela ed integrazione oggi attivi al
loro interno.
La Chiesa e la Caritas in Italia
Caritas Italiana ha terminato
il censimento delle strutture
che le Caritas diocesane hanno messo a disposizione per far
fronte ad un eventuale afflusso
straordinario di migranti. Ad
oggi sono stati individuati poco
più di 2.400 posti in 93 diocesi. Il loro effettivo utilizzo dovrà essere concordato nei modi
e nei tempi con il Ministero
dell’Interno. Intanto il governo
italiano è riuscito ad evacuare 58 eritrei richiedenti asilo,
soprattutto famiglie con molti
bambini, che erano bloccate a
Tripoli e assistite da Caritas Libia. La sera dell’8 marzo hanno
raggiunto il Cara di Sant’Anna,
a Crotone. Da segnalare inoltre
che la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana,
condividendo l’apprensione del
Santo Padre Benedetto XVI per
le “tensioni che, in questi giorni, si registrano in diversi paesi
dell’Africa e dell’Asia”, ha invitato per il 13 marzo, I domenica
di Quaresima, tutte le comunità
parrocchiali, le comunità religiose, le associazioni, i gruppi e i
movimenti ecclesiali ad un particolare ricordo nella preghiera,
implorando per le vittime della
violenza la misericordia di Dio
e per tutti la riconciliazione, la
giustizia e la pace.
A livello internazionale
La situazione sul fronte internazionale è particolarmente
incerta e l’evolversi degli eventi
libici condizionerà molto anche
le dinamiche dei flussi migratori verso il nostro Paese. Oltre al
contatto periodico con i colleghi dei Paesi coinvolti nella crisi
Caritas Italiana è anche in stret-
autorità e l’esercito egiziano assicurano il grosso della logistica,
ma i viveri sono insufficienti,
come le latrine e le coperte per
passare la notte. L’afflusso è
continuo e cominciano ad arrivare anche famiglie libiche, dalle zone di conflitto più intenso.
Qui la rete Caritas prevede di
distribuire razioni di cibo per
almeno 15 giorni; sul confine
tunisino, la situazione è analoga,
per i lavoratori che arrivano alla
frontiera, soprattutto asiatici o
africani. Molte Ong sono pronte ad accogliere un eventuale
flusso di libici. Per ora la rete
Caritas organizza insieme a loro
e alle autorità la distribuzione di
viveri, in gran parte forniti dalla
popolazione locale.
Inoltre Caritas Italiana partecipa al Policy and Legal Task
Team, un gruppo di lavoro internazionale per supportare
coloro che operano sul campo. Dopo un primo incontro
in teleconferenza della scorsa
settimana nel quale si è fatto
il punto della situazione, si sono avuti aggiornamenti circa la
situazione in Libia e in Niger,
Paese verso il quale stanno rientrando molti immigrati provenienti dall’Africa Sub sahariana
La voce della chiesa in libia
«Il popolo libico non merita
altra violenza» dice mons. Giovanni Martinelli, Vescovo di
Tripoli. «La comunità internazionale deve usare tutti i mezzi
pacifici per facilitare una transizione senza nuove vittime».
Per ora si vive sulle riserve. A
Bengasi vi è ancora una certa
disponibilità. Il vescovo di Bengasi, Sylvester Carmel Magro,
raggiunto telefonicamente, non
può però assicurare che si possa
a breve raggiungere Tripoli. Gli
scontri infatti avvengono nel
territorio fra queste due città.
Dall’aeroporto di Tripoli, che
rimane aperto. partono continuamente aerei che trasportano lavoratori stranieri nella
loro patria di origine (egiziani,
nigeriani, sudanesi…). Cominciano ad apparire code per il
pane, anche perché molti panettieri, di nazionalità egiziana,
sono partiti. Molti negozi sono
chiusi, ma non tutti. Vi è l’ammirevole esempio del personale
sanitario, in particolare filippino, che ha deciso di restare per
aiutare la popolazione. Questo
atteggiamento è condiviso dalle religiose presenti nel Paese,
circa 40, tutte impegnate, e da
molti anni, come assistenti/infermiere negli ospedali e nelle
istituzioni per disabili e per persone anziane. Anche i sacerdoti
sono tutti rimasti sul posto. A
Bengasi continua l’assistenza
ai rifugiati eritrei, come pure di
altre nazionalità; ora sono circa
2.500, a cui si stanno aggiungendo da oggi etiopi e somali.
Rimane pressante l’appello per
dare una patria a queste persone. Sono ancora attivi a Sebha,
nel sud, in pieno deserto libico,
ben cinque posti di accoglienza per gli africani di passaggio.
Gli scenari possibili dipendono
da una eventuale tregua e dalla
conseguente disponibilità di viveri e di materiale sanitario.
6
NostroTempo
Domenica 20 marzo 2011
Diocesi
L’argomento in
discussione nel
prossimo Consiglio
pastorale diocesano
I
l consiglio pastorale di
domenica 27 marzo sarà
dedicato alla programmazione del prossimo
anno pastorale. Il riferimento è quello dei cinque ambiti del Convegno di Verona.
Nel contesto delle linee della
Conferenza episcopale italiana per il prossimo decennio,
in ordine all’educazione, il
lavoro del 27 marzo farà rife-
Pensando al tema “Lavoro e festa”
rimento all’ambito “Lavoro e
festa”. Ecco, di seguito, alcune linee per la riflessione in
Consiglio.
Quale pastorale in merito alla
conciliazione lavoro/famiglia
che possa favorire i tempi
della famiglia? Il lavoro e gli
impegni della donna? Quale
tipo di pastorale che possa far
riscoprire il valore del giorno
del Signore come giorno privilegiato per la vita di comunità, per gli affetti famigliari,
per la carità.. Nonostante
questo periodo di crisi – altro
spunto - come promuovere
una cultura che tenda a mo-
dificare le attuali concezioni dei contratti
collettivi di lavoro e
del welfare a beneficio di un miglior
equilibrio fra tempi
lavorativi e famigliari? Infine la riflessione cerceherà anche di
capire chi può aiutare,
e in che modo, i giovani in difficoltà ad
affrontare il mondo
del lavoro, fatto di
precarietà, di contratti
atipici, di pochi soldi,
di difficoltà a metter
su famiglia…
Agenda della
Diocesi
Martedì 22 marzo
ore 21 a S. Agnese
Martedì del vescovo
Giovedì 24 marzo
Giornata di preghiera
e digiuno
per i missionari martiri
Pastorale familiare: ritiro per fidanzati e giovani coppie
“Parla, che il tuo servo ti ascolta”
L
a Pastorale Familiare
diocesana propone un
ritiro per fidanzati e
giovani coppie che si svolgerà sabato 26 e domenica 27
marzo presso la presso la casa
di spiritualità “Frate Leone”
di Vignola, Via Cesare Plessi
261. La guida delle riflessioni
sarà suor Elena Bosetti. Il programma prevede l’accoglienza
alle 9.30 di sabato, seguita dal-
la preghiera. Alle 10.30 suor
Elena proporrà la riflessione,
seguita dallo spazio per la meditazione personale; alle 15 la
seconda riflessione, con il tempo per il lavoro personale e di
coppia. Dopo la cena il tempo
La ricchezza
della Quaresima
H
a preso il via il percorso dei Martedì del Vescovo: il
prossimo appuntamento sarà per martedì 22 marzo
nella chiesa di S. Agnese: mons. Lucjan Avgustin, vescovo di Sapa, Albania, presiederà la veglia per i martiri missionari. Sabato 26 marzo, alle ore 15 al Centro famiglia di nazareth,
si svolgerà anche il primo incontro di “Quando si ama?”, il percorso di educazione all’affettività. Lo psicologo Ezio Aceti parlerà di “Maschi contro femmine – Voglio fargli un aiuto che gli
sia simile (Gn 2, 18).
La festa dei Cresimandi
T
utto è pronto per la
festa dei cresimandi
col vescovo, sabato 26
marzo alle 15 al Palapanini.
Mons Lanfranchi ha scritto ai
ragazzi di tutta la diocesi per
invitarli all’incontro. “Si tratta
di ritrovarci insieme - ha ricordato - per decidere che cosa
ci dà la vera felicità, quella che
tutti cerchiamo. Ci saranno
Cognento
quattro concorrenti ufficiali,
che voi rappresenterete, e magari scopriremo nella festa che
c’è anche qualche altro concorrente che potrebbe – quasi di
sorpresa – far saltare tutti gli
schemi. La vera gioia, infatti,
non viene da dove l’attendi,
ma come un dono inaspettato.
Inoltre sarà una bella esperienza di chiesa infatti vi aspetto
numerosi da tutte le parti della
diocesi città, montagna, pedemontana. Vi aspetto, quindi,
insieme ai vostri catechisti e
genitori per vivere con gioia
questo incontro di riflessione
e di conoscenza reciproca”. I
catechisti sono già stati informati, anche attraverso Nostro
Tempo, sulle modalità di partecipazione dei gruppi.
Apostolato della preghiera
Tornano i pellegrinaggi
mariani diocesani
I
la Bibbia, lenzuola o sacco a
pelo, biancheria da bagno.
Per informazioni ed iscrizioni
è possibile rivolgersi all’Ufficio
famiglia, Tel 0592133845 e mail [email protected]
Ufficio catechistico
Pastorale giovanile
niziati 16 anni fa, i pellegrinaggi diocesani mariani
del 25 del mese, da marzo
a settembre, sono diventati un
caro appuntamento per molti
modenesi, e non solo.
Venerdì 25 marzo, solennità
dell’Annunciazione, alla quale
i pellegrinaggi sono collegati, si apriranno al santuario di
San Geminiano a Cognento.
Quello di apertura del 25 marzo sarà presieduto da mons.
Antonio Lanfranchi, altri da
vescovi vicini, come mons. Verucchi, o da sacerdoti di particolare spiritualità mariana.
I pellegrinaggi partono alle
20.30 da tre località: Centro
Famiglia di Nazareth, Corletto
(Cittanova) e Casa della Carità
di Cognento. Durante il percorso si prega col Rosario, si
per l’Adorazione.
Domenica 27, dopo la preghiera, la meditazione di suor Elena seguita dalla testimonianza
di una coppia. Dopopranzo lo
spazio per la condivisione in
gruppo. E’ necessario portare
medita e si canta. per chi non
può camminare, lo stesso programma si svolge nel santuario
di Cognento.
Alle 21.30 la celebrazione della S. Messa, sempre animata
da una corale cittadina. Nelle
parroccie di diffonda l’informazione, per offrire questa op-
portunità ai singoli ed all’intera
comunità; i parroci sono invitati ad animare il percorso, se
lo desiderano, a concelebrare
la messa e per il ministero della riconciliazione. E’ possibile
partecipare anche con i propri
ministranti ed il coro, segnalandolo per tempo.
Caritas – Migrantes - Animazione missionaria
L’Africa alla prova
V
enerdì 18 marzo si svolgerà, alle ore 20.30 nella chiesa di
S. Agostino, l’incontro di preghiera riflessione a partire dai
movimenti dei popoli nordafricani, a cui abbiamo assistito
in questi mesi. La serata prevede interventi su temi diversi, quali le
problematiche religiose, quelle politiche e legate alla democrazia, il
tema umanitario ed assistenziale. L’incontro è organizzato da Caritas diocesana, Pastorale Migrantes, Animazione Missionaria.
Gli esercizi spirituali
P
resso la chiesa di San Bartolomeo si svolgeranno, nei giorni
29, 30, 31 marzo prossimi, gli annuali esercizi spirituali organizzati dall’Apostolato della Preghiera, col sostegno delle
Associazioni: Moica, Cif, Pasfa, Congregazione Mariana, Volontarie del Sacro Cuore, Conferenze di San Vincenzo De’ Paoli. Il tema
scelto è: “Siate felici! Felicità e beatitudini nei Salmi e nel Vangelo
di Matteo (Mt.5,3-12). Guiderà le meditazioni don Jorge Fabian
Martin Spoggi. Le riflessioni si svolgeranno dalle 9 alle 12. Alle
10.30 sarà celebrata la S. Messa.
Ufficio Pellegrinaggi
Per i sacerdoti e per i laici
L
’Ufficio propone al clero modenese un viaggio in Germania
“Sulle orme di Benedetto XVI”, che si svolgerà dal 26 al 28
aprilenei giorni 26-28 aprile. Data la forte richiesta, si l’iscrizione, accompagnata dalla caparra, entro il 21 marzo presso l’Ufficio.
Sarebbe l’occasione, per il clero diocesano, di trascorrere insieme alcuni giorni di vita comunitaria. E’ già certa l’iscrizione di un gruppo di
base, per cui l’iniziativa si realizzerà secondo il programma notificato
all’inizio della Quaresima. Sono tuttora aperte le iscrizioni per partecipare a Roma alla cerimonia di beatificazione di Papa Giovanni
Paolo II prevista per domenica 1° maggio, con viaggio in pullman in
giornata. L’Ufficio Pellegrinaggi è a Vostra disposizione nei giorni di
lunedì, mercoledì, venerdì dalle ore 9.30 alle 12.30.
Sabato 26 marzo
ore 9.30 a Vignola
(fino a domenica)
Esercizi per coppie
e fidanzati
ore 15 al CFN
Quando si ama?
ore 15 al Palapanini
festa dei Cresimandi col
Vescovo
Domenica 27 marzo
ore 15 al CFN
Consiglio Pastorale
diocesano
Agenda del
Vescovo
Domenica 20 marzo
ore 10 Teatro Sacro Cuore
Incontro con i capi scout
ore 18 in Cattedrale
S. Messa
Lunedì 21 marzo
ore 16 In seminario
Incontro e s. Messa
con i seminaristi
ore 21 al CFN
Incontro con
la commissione famiglia
Martedì 22 marzo
ore 21 a S. Agnese
Martedì del vescovo
Mercoledì 23 marzo
ore 20.30 a Pavullo
Incontro con i giovani
del vicariato
Giovedì 24 marzo
ore 9.30 in Seminario
Incontro di aggiornamento del clero
ore 20.45 a Castelnuovo
Rangone
Incontro sulla lettera
pastorale
Sabato 26 marzo
ore 15 al Palapanini
festa dei cresimandi
col vescovo
Domenica 27 marzo
ore 11 alla clinica
Hesperia
Celebrazione
dell’Eucarestia
ore 18 in cattedrale
Celebrazione
dell’Eucarestia
NostroTempo
Domenica 20 marzo 2011
7
Associazioni
Una preghiera
che continua e che cresce
La comunità papa
Giovanni XXIII
sulla preghiera
pubblica per la
vita nascente ogni
lunedì mattina al
Policlinico
N
ella Quaresima del
2000, il 21 marzo,
prendeva avvio davanti al Policlinico
di Modena, la “preghiera pubblica per la vita nascente”, che
da allora prosegue ogni lunedì
mattina.
Nei giorni scorsi Giovanni Paolo Ramonda, successore di don
Oreste Benzi quale responsabile generale della comunità
Papa Giovanni XXIII, promotrice dell’iniziativa, ha animato
questo momento, descrivendolo come “segno nonviolento ma
forte”, “una preghiera silenziosa
ma insistente, nella certezza
che Dio sente il grido dei suoi
figli che si rivolgono a Lui” e li
esaudisce.
Ramonda ha pregato perché
sempre più gli uomini di buona volontà, insieme alla Chiesa,
prendano le difese dei più piccoli e più poveri, dai bambini
nel grembo ai profughi della
Libia.
“Con questa preghiera – spiegano i responsabili modenesi
della comunità papa Giovanni
XXIII- vogliamo non lasciare
soli questi piccoli mentre vengono uccisi, e richiamare i cittadini sulla tremenda ingiustizia
che essi subiscono (circa 800
vite spezzate all’anno solo nel
Policlinico di Modena) nell’indifferenza generale. Proprio per
evidenziare maggiormente il
carattere di preghiera, abbiamo
deciso di sospendere al momento l’utilizzo dei cartelli che
ci hanno accompagnato in questi anni: questa presenza infatti
ha fatto recentemente pensare
ad alcuni che la nostra non fosse una preghiera ma una mani-
festazione di
protesta. Al
loro posto ci
sarà un’icona di Maria incinta e
una semplice
scritta Preghiera per la
vita nascente.
In questi ultimi mesi l’Udi
di Modena
ci ha attaccati pubblicamente per
questo gesto
di preghiera,
diffamando i
partecipanti
e la nostra
associazione
con accuse
infondate.
Nella foto una fiaccolata di alcuni anni fa in difesa della vita nascente
Questi
atticolare in questo periodo quatacchi hanno
della
preghiera,
i
parpiati.
Invitiamo
anche
altri
resimale,
ogni lunedì
davanti1al
però risvegliato la sensibilità di sostegno
1884_Nostro Tempo Modena_102x132 12-11-2008
16:49
Pagina
altri modenesi che hanno vo- tecipanti sono più che raddop- cittadini ad unirsi a noi in par- Policlinico alle 6.45”.
luto esprimerci concretamente
la loro vicinanza: da quando
abbiamo diffuso un appello a
La nuova presidenza
di Azione Cattolica
Eletta lunedì 14 dal
Consiglio diocesano,
domenica 27
l’assemblea regionale
“
I
l Consiglio diocesano
di Azione Cattolica ha
eletto, lunedì 14 marzo, la nuova presidenza.
Oltre al presidente, Paolo Seghedoni nominato dal vescovo tra una terna di nomi, sono
stati eletti i vice presidenti per
il settore giovani e adulti, i responsabili dell’Acr, oltre a segretario e amministratore per
il triennio 2011-2014.
Per il settore giovani i nuovi
vice presidenti sono Raffaele
Campana, di Nonantola che
era responsabile della commissione Giovanissimi nello scorso triennio, e Carla
Giardina, della parrocchia di
San Giovanni Evangelista in
città. Tra gli adulti Paola Rinaldi, di Soliera che era vice
segretaria diocesana, e Massimo Rovatti, già presidente
diocesano, della parrocchia
della Madonna Pellegrina in
città. Responsabile dell’Acr è
invece la confermata Marzia
Montorsi di Maranello, mentre vice responsabile è Nicola
Battilani di Formigine. Segretaria diocesana è stata eletta
Federica Rossi di Soliera che
nello scorso triennio era vice
presidente del settore giovani,
mentre il nuovo amministratore è Luigi Guidotti della
parrocchia di Gesù Redentore.
“Mentre ti ringrazio per la
disponibilità – ha scritto
mons. Antonio Lanfranchi
nel decreto di nomina del
presidente diocesano, Paolo
Seghedoni – sono sicuro che
saprai svolgere il mandato con
la testimonianza cristiana, la
passione ecclesiale e la preparazione culturale e associativa
che ti caratterizzano. Auguro
all’Associazione – prosegue
Lanfranchi, citando il documento ‘Educare alla vita
buona del Vangelo’ – come
auspicano i Vescovi, di continuare a essere scuola di santità
laicale che garantisce presenze
qualificate di laici per il mondo e per la Chiesa. Per questo
sono sicuro che, attraverso il
cammino formativo proposto
agli aderenti – continua l’arcivescovo parlando dell’Azione
Cattolica – si impegnerà di
curare la maturazione di una
mentalità di fede, l’impegno
per il bene comune, la dedizione al servizio educativo, la
promozione della vita associativa. Da parte mia voglio
assicurare l’affetto, il sostegno,
la preghiera e la guida perché
sia strumento di crescita nella
nostra Chiesa nella comunione e nella missione”.
Il prossimo appuntamento del percorso assembleare, che porterà all’assemblea
nazionale del 6 all’8 maggio,
è il consiglio regionale di domenica 27 marzo a Bologna,
dove saranno eletti i nuovi
responsabili regionali dell’associazione.
www.bsgsp.it
Le tue radici e il tuo futuro
sotto un buon segno.
Le tue radici, il tuo futuro.
8
NostroTempo
Domenica 20 marzo 2011
Aperto
Spazio
Approfondimenti teologici
L’Eucaristia e ciò che
la deve precedere/2 E
Una questione
di metodo
• don Massimo Nardello*
U
na delle situazioni
nelle quali non è
possibile accostarsi alla comunione
eucaristica è quella di chi è
consapevole di aver commesso un peccato grave, cioè “che
conduce alla morte” (1Gv 5,
16), ma non se ne è pentito; si
tratta dunque del caso di una
persona che ha scelto consapevolmente di assumere dei
comportamenti gravemente
peccaminosi con cui ha deliberatamente interrotto la
sua comunione con Dio. In
questa condizione, se manca
il pentimento e il desiderio
di cambiare vita, nutrirsi del
corpo eucaristico del Signore
significherebbe compiere un
gesto terribilmente falso, cioè
accostarsi al sacramento che
più di ogni altro ci unisce al
Cristo quando in realtà nel
profondo del proprio cuore
non vi è alcun interesse per la
sua persona. Ricevere l’eucaristia in queste condizioni semplicemente perché mossi dalla
consuetudine o dal non voler
fare brutta figura davanti agli
altri partecipanti alla messa sarebbe un peccato molto grave:
“chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore,
mangia e beve la propria condanna” (1Cor 11, 29), come
ricorda S. Paolo a chi nella
comunità di Corinto celebrava
indegnamente la cena del Signore.
Il problema è più complesso
nel caso in cui una persona si
penta di aver commesso un
peccato grave e desideri accostarsi alla comunione eucaristica: perché deve confessarsi
prima di farlo? Non è sufficiente il pentimento sincero
perché la comunione al corpo
del Signore cancelli ogni peccato?
Il concilio di Trento, che si è
occupato anche di questa questione, si esprime in termini
complessi. Da un lato insegna che “la consuetudine della
chiesa dichiara che quell’esame
(di coscienza prima della comunione) è necessario perché
nessuno, consapevole di essere
in peccato mortale, per quanto possa ritenersi contrito, si
accosti alla santa eucaristia
senza aver premesso la confessione sacramentale” (Decreto
sull’eucaristia, cap. VII); il documento conciliare continua
affermando che questa norma
deve essere sempre osservata,
a meno che manchino i confessori. D’altro lato lo stesso
concilio afferma che, se ci si
accosta all’eucaristia con cuore
sincero e retta fede, con timore e rispetto, contriti e pentiti,
“placato (…) da questa offerta
(del sacrificio eucaristico), il
Signore, concedendo la grazia
e il dono della penitenza, perdona i peccati e le colpe, anche
le più gravi” (Dottrina e canoni
sul santissimo sacrificio della
messa, cap. II). L’interpretazione di questi testi conciliari
alla luce del dibattito che li ha
preceduti e di altri testi dello
stesso concilio ha consentito agli studiosi di concludere
che secondo il tridentino “in
conformità ad una consuetudine ecclesiastica, la chiesa
considera il sacramento della
penitenza come un mezzo di
preparazione alla comunione,
necessario ai fedeli consci di
peccato “mortale” se c’è abbondanza di confessori. Ma,
per sua natura (dogmaticamente), la partecipazione degna all’eucaristia, senza previa
confessione, concede per se
stessa la grazia rinnovatrice
del perdono anche dei peccati
gravi, perdono che a sua volta
orienta il cristiano verso il sacramento della penitenza” ( J.
Ramos-Regidor, Il sacramento
della penitenza, Torino 1985,
p. 235). Questa prospettiva è
ripresa fedelmente dall’attuale disciplina ecclesiastica ben
sintetizzata dal diritto canonico: “Colui che è consapevole
di essere in peccato grave, non
celebri la messa né comunichi al corpo del Signore senza
premettere la confessione sacramentale, a meno che non vi
sia una ragione grave e manchi
l’opportunità di confessarsi; nel
qual caso si ricordi che è tenuto
a porre un atto di contrizione
perfetta, che include il proposito di confessarsi quanto prima”
(Codice di diritto canonico,
can. 916; cf. anche Catechismo
della Chiesa cattolica, n. 1385
e 1395). Forse si può supporre
che, data la centralità della comunione eucaristica nella vita
cristiana, vi sia sempre la ragione grave di cui parla il canone.
Dunque, se si è consapevoli di essere in peccato grave, è
necessario anzitutto pentirsi
e quindi confessarsi – se vi è
la concreta possibilità di far-
lo – prima di ricevere la comunione eucaristica: la forza
rinnovatrice del sacramento
del corpo del Signore, infatti,
resterebbe inefficace in chi, pur
pentito dei propri peccati gravi, escludesse deliberatamente
di confessarsi. Se invece non
vi è la possibilità di accedere
al sacramento della penitenza,
allora il pentimento sincero,
che si esprime nel proposito
di confessarsi quanto prima,
rende legittimo l’accesso alla
comunione eucaristica nella
quale – come insegna il concilio di Trento – avviene anche la
remissione dei peccati.
Detto questo, occorre anche riconoscere
che se una persona è
disponibile a ricevere
la comunione eucaristica con le giuste
disposizioni ma non
a confessarsi ha probabilmente un’idea
(e un’esperienza) negativa del sacramento della penitenza. In
effetti, l’esperienza
pastorale insegna che
molte persone hanno
un rapporto difficile
con la confessione.
Le ragioni possono
essere diverse: il fatto che per secoli si
sia pensato questo
sacramento come un
momento di giudizio, i tempi normalmente ristretti della
sua celebrazione che
non
consentono
sempre un dialogo
sereno, l’indelicatezza o la frettolosità
del ministro nel colloquio con il penitente, la mancanza di
rispetto per i tempi
di maturazione della
coscienza personale,
e così via. Solo facendo riscoprire la
confessione
come
momento di preghiera e di ascolto
della Parola di Dio
e come esperienza
serena dalla misericordia risanante del Signore si aiuterà il
popolo di Dio a viverla come
un momento positivo e gioioso.
Resta ovviamente il problema
di chi vorrebbe confessarsi ma
non può ricevere l’assoluzione perché in una condizione
personale oggettivamente non
evangelica. Di questo tema si
occuperà il prossimo articolo.
*Teologo
2 - continua
’ giunta in redazione una breve lettera a firma di
don Giorgio Bellei che replica ad una precedente
lettera riferita ad una sua prima lettera riguardante il convegno cattolico islamico.
Lasciando perdere il gioco lessicale con la parola ”lettere”,
la redazione ha più volte detto, e qui ribadisce ancora, che
Nostro Tempo intende essere, soprattutto nella rubrica delle
lettere, luogo di confronto ma questo non significa trasformarlo in strumento per un “botta e risposta” a due, con continui rimandi a quanto pubblicato nei numeri precedenti.
Ognuno esprime sul giornale la propria, legittima, opinione
(come avvenuto anche nel caso specifico) ma non più volte… E’ una questione di metodo e di principio.
“Condivido che la mutua conoscenza sia utile per vincere
pregiudizi ed affermo anche io che questo è un invito che ci
viene dalla Chiesa.
Io - facendo un’eccezione a quanto appena dichiarato riportiamo in estremissima sintesi la lettera di don Giorgio - non
ho messo in dubbio questa utilità, ma ho affermato che per
conoscersi davvero occorre dirsi tutto e non accontentarsi
di mezze verità”.
Ora, poiché don Giorgio ha avuto modo di contattare privatamente l’autore di quanto pubblicato la scorsa settimana
e considerando che la sua prima lettera era stata indirizzata
non solamente a Nostro Tempo ma anche ad altri giornali,
il settimanale, per quanto lo riguarda, ritiene chiuso l’argomento.
Nostro Tempo - Settimanale cattolico modenese
Redazione via Formigina, 319 Modena
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In redazione: don Marco Bazzani, Luca Beltrami, Marcella
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Nardello, Francesca Rossi, Giulia Vellani
Comitato editoriale: mons. Paolo Losavio, mons. Giacomo
Morandi, padre Lorenzo Prezzi, don Giuliano Gazzetti, Rossana
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Hanno collaborato: Alberto Campoleoni, Stefano Collorafi,
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Mantovi, don Nardo Masetti, don Marco Pongiluppi, Laura
Solieri
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Esposito, Dante Farricella, Gabriele Guerra, Roberto Pivetti
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stampato in n° 2.166 copie
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NostroTempo
Domenica 20 marzo 2011
9
10
NostroTempo
Domenica 20 marzo 2011
dalla Città
Verità e giustizia:
Modena per la legalità
La giornata della
memoria il 20 e 21
marzo
M
odena si riconferma vicina
alle
vittime
delle mafie e
dedica due giornate ai temi
della legalità e della cittadinanza attiva in concomitanza con la XVI edizione della
“Giornata delle memoria e
dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie” che si
svolge a Potenza il 19 marzo.
L’evento “Verità e giustizia in
terra di luce” si svolge il 20 e
21 marzo con il patrocinio del
Comune di Modena e con la
collaborazione di Albachiara,
Animatamente, della Caritas
e della Circoscrizione 3. Domenica 20 marzo le iniziative
si svolgono presso la Polivalente ’87 Gino Pini con apertura dei lavori alle 16 da parte
dell’Assessore alle Politiche
Giovanili, Fabio Poggi, gli interventi di Loris Bertacchini,
presidente della Circoscrizione 3, Eros Benassi, presidente di Animatamente, Enza
Rando, dell’ufficio nazionale di
Presidenza di Libera, e la testimonianza di Margherita Asta,
referente di Libera a Trapani.
Alle 16.45 parte un corteo
lungo le vie della città intitolate a vittime delle mafie durante il quale vengono raccontate
testimonianze e riflessioni dei
giovani modenesi che hanno
partecipato alla Giornata Nazionale a Potenza il
giorno precedente.
Alle 17.15 il sindaco
Giorgio Pighi presenzia ad una sosta
alla stele in memoria
di tutte le vittime di
mafie e alle 17.30 il
Sindaco di Niscemi
e presidente di Avviso Pubblico, Giovanni Di Martino,
riporta la propria
esperienza diretta
tramite una testimonianza. Lunedì
21 ci si sposta alla
Tenda con apertura
dei lavori alle 9 da
parte di Fabio Poggi
e laboratori con gli
studenti delle scuole
superiori condotti da
animatori locali di
Albchiara a partire dalle 9.15.
Alle 11.30 iniziano gli interventi degli ospiti e il confronto
con i partecipanti, con moderatore Federico Valenzano, referente regionale del progetto
Albachiara, Enza Rando e Salvatore Rizzo, presidente Consorzio Escomed di Messina.
Per info: cell. 349 3233454, [email protected].
D
Appuntamenti alla Circoscrizione2
S
i terrà mercoledì 30 marzo alle
ore 17.30 presso
il Centro Famiglia di
Nazareth
l’incontro
dell’Unione cristiana imprenditori dirigenti dal
titolo: “Come ritrovare il
desiderio e la speranza nel
momento, ancora attuale, di
grave crisi economica e morale della Società”. Un momento di discussione e di
approfondimento per aiutare
i partecipanti a reagire alla
d i ff i c i l e
contingenza che stiamo vivendo.
Durante l’evento interverranno come relatori mons. Lan-
S
un’efficace sollecitazione alle
famiglie perchè si mettano a
disposizione dei parroci per
creare unità e collaborazione
per costruire insieme la parrocchia, “famiglia di famiglie”.
La giornata si concluderà alle
17 con un breve momento di
preghiera.
L’iniziativa è aperta a tutti e
l’ingresso è libero. Per info e
prenotazioni: 339 3508732 329 9583443 (è necessaria la
prenotazione solo se si vuole
partecipare al pranzo).
arà don Andrea Pacini,
consultore della Commissione per le relazioni religiose con i musulmani
presso il Pontificio Consiglio
per il Dialogo Interreligioso
e docente di Teologia dogmatica e di Teologia delle
religioni presso la Facoltà Teologica di Torino ad animare
l’incontro sul tema “Benedetto XVI: tra libertà religiosa e
dialogo con l’Islam”.
L’iniziativa è proposta dall’Unione giuristi cattolici di
Modena, della quale è presidente Stefano Guidetti. “La
libertà religiosa che la Chiesa
proclama va intesa non solo
come immunità dalla coercizione, ma prima ancora come
capacità di ordinare le proprie
scelte secondo la verità. Credo che l’incontro – afferma
Guidetti – sia una bella occasione da non perdere: don
E
Andrea Pacini è infatti uno
dei maggiori esperti italiani sulla materia ed è molto
stimato per la sua saggezza
e moderazione”. L’incontro, aperto a tutti, si terrà
nei locali della parrocchia
di San Biagio a Modena in
via Del Carmine 4, a partire dalle ore 21 di mercoledì
23 marzo.
Per informazioni: stefano@
studiolegaleguidetti.com.
Parrocchia San Biagio: incontro con don Riccardo Tonelli
Cercatori di Dio: una proposta cristiana
A
tutti coloro che sono alla ricerca del volto di Dio vivente. Don Riccardo Tonelli si rivolge
a tutti i cercatori di Dio, credenti e non, e a tutti coloro che ancora non hanno intrapreso
questo cammino. Gli incontri si tengono presso la parrocchia San Biagio sabato 19 marzo alle ore 17 e domenica 20 alle 9, a seguire la celebrazione dell’Eucarestia.
Parrocchia del SS. Crocifisso e S. Caterina
Ritiro di Quaresima
D
omenica 27 marzo alle ore 15.30 presso la chiesa della parrocchia Santa Caterina e SS.
Crocifisso una riflessione a cura della Comunità Redemptor Hominis: “Al pozzo della
parola. La parola di Dio nella vita e nella missione della chiesa”. A seguire S. Messa alle 18.
Modena e l’Unità d’Italia
venti, approfondimenti, confronti per ripercorrere una
storia che ha coinvolto anche il nostro territorio: la Circoscrizione 2 parla dell’Unità d’Italia. Gli appuntamenti
organizzati sono vari, si parte venerdì 18 marzo alle ore 20.30
con la conferenza “Modena e l’Unità d’Italia” al Teatro dei Segni ad ingresso gratuito: partecipa come relatrice la dott.ssa
Franca Baldelli dell’Archivio storico del Comune di Modena. A
seguire lettura di “Pagine risorgimentali” a cura di Alboni Lo-
franchi, arcivescovo di
Modena-Nonantola, e il prof. Angelo
Ferro, presidente
nazionale Ucid.
La riunione è
aperta a tutti i
soci, presidenti
e vicepresidenti, ma anche a
tutte le associazioni, agli enti
locali e agli amici
e conoscenti interessati. Al termine
dell’incontro verrà servito un aperitivo. Si prega di
confermare la presenza alla
segreteria di Modena (tel.
059 217344).
Per info: tel. 059 341008.
Islam: Benedetto XVI
tra libertà religiosa e dialogo
Torna l’appuntamento
con il Family Day
Cuore della giornata sarà la
conversazione di mons. Renzo
Bonetti, parroco a Bovolone
(VR), già responsabile del progetto “Parrocchia - Famiglia”
della Cei che è stato scelto da
Giovanni Paolo II come consultore del Pontificio Consiglio
per la famiglia.
Mons. Bonetti è psicologo e
consulente familiare e da molti
anni è uno dei maggiori esperti
italiani sul tema della famiglia
e in particolare della pastorale
parrocchiale familiare, per questo la sua conversazione sarà
Unione cristiana
imprenditori
dirigenti
Unione giuristi cattolici
Domenica 27 marzo alla comunità L’Angolo
omenica 27 marzo a Modena,
presso la comunità L’Angolo in
via Martiniana 385, torna
l’appuntamento con il Family
Day, una giornata di festa per
tutta la famiglia organizzata
dal movimento di apostolato
Regnum Christi di Modena.
La festa comincia alle ore 13
con il pranzo e continua con
una serie di attività di gioco
per bambini e ragazzi e di incontri per giovani e per adulti.
Come affrontare la crisi economica
e morale: incontro al Cfn
vino e rassegna di musiche e canti risorgimentali a cura del coro
Folk San Lazzaro. “Il 150° anniversario dell’Unità d’Italia vuole
essere per la Circoscrizione n. 2 l’occasione per ripercorrere una
parte della storia del Paese che, per alcuni aspetti, ha visto il nostro territorio protagonista. L’intenzione del Consiglio è, infatti,
quella di valorizzare e far conoscere personaggi e avvenimenti
importanti non solo per il nostro quartiere, cercando di cogliere tutti gli aspetti positivi del processo unitario senza, tuttavia,
dimenticare le
criticità che lo
hanno accompagnato”.
Per info: tel.
059
2034150,
crocetta@comune.
modena.it.
NostroTempo
Domenica 20 marzo 2011
11
dalla Pianura
L’incontro di mons.
Lanfranchi con
l’unità pastorale
di Soliera: “Far
comprendere il bene
e il male primo passo
per educare”
• luca beltrami
U
n centinaio di persone e tanti giovani all’incontro
di mons. Antonio
Lanfranchi con l’unità pastorale di Soliera, comprendente
anche le parrocchie di Villanova, Ganaceto e Lesignana. Nella serata di lunedì 14
marzo il pastore della Chiesa modenese ha illustrato,
nei locali adiacenti la chiesa
di San Giovanni Battista, i
quattro punti della lettera
pastorale, davanti anche a
diversi membri dell’Azione
Cattolica e del gruppo Scout
di Soliera. All’incontro hanno
partecipato anche don Geraldo Gomes e don Marius Zaras, rispettivamente parroco
di Villanova e di Ganaceto e
Lesignana, oltre ovviamente
al padrone di casa, don Anto-
“Un consiglio: osate!”
nio Manfredini. L’introduzione
all’incontro è stata affidata al
primo cittadino Giuseppe Schena, un breve intervento in cui il
sindaco (che ricopre anche il
ruolo di assessore alle politiche
scolastiche e ai servizi educativi
dell’Unione Terre d’Argine) ha
sottolineato l’importanza del
coordinamento delle Agenzie
educativi nel territorio. La parola è poi passata all’arcivescovo,
che si è soffermato sui quattro
capitoli della sua prima lettera
pastorale da “modenese”, dalla sezione intitolata “Educare
è bello, educare è possibile” al
significato dell’educazione, dal
ruolo centrale delle relazioni
all’importanza della collaborazione tra famiglia, scuola e parrocchia nel processo educativo.
Al termine della ricca esposizione, mons. Lanfranchi ha
risposto alle domande dei parrocchiani presenti, tra le quali
alcune estremamente puntuali
e significative. Ad esempio è
stato fatto notare all’arcivescovo come in questo tempo nel
quale sono infinite le possibilità
approfondire i contenuti delle
Lesignana
C
oprotagonisti sono stati i sei pronipoti alla
festa di compleanno
di Bruna Ruscelli, festeggiata proprio a cento metri dalla
storica cascina delle “Quattro
Madonne”, dove nonna Bruna
era nata nel marzo del 1911,
ultimogenita di Teresa e Celso,
per tanti anni casari all’angolo
della strada Lesignana verso
Campogalliano. Accanto alla
aveva molta più speranza. Una
seconda questione ha riguardato la difficoltà di portare avanti
un percorso educativo quando
Massa Finalese
Sei pronipoti
con la bisnonna Bruna
• franco mantovi
Sacre Scritture stia diminuendo la speranza delle persone.
Al contrario qualche decina
d’anni fa, quando le preghiere non venivano studiate, ma
soltanto imparate a memoria,
e i fedeli non riuscivano a seguire la messa perché veniva
celebrata in una lingua, il latino, a loro sconosciuta, la gente
Bruna, oltre alla figlia Marisa, c’erano i generi con i quattro nipoti
(Daniele, Andrea, Sabina e Cristina), ma ad animare il convito
sono stati loro, i bisnipoti: Davide (19 anni), Simone
(17), Tobia
(13), Giacomo (11),
Stefano (6)
e Cecilia,
4 anni, lo
“scricciolo
della nidiata”. La più
bella sorpresa per
la centenaria, insieme alla torta
con le cento candeline, è stata la
lettera del sindaco di Modena
Giorgio Pighi che a sorpresa con
le felicitazioni augurali ed i saluti
le ha fatto pervenire una statuetta della “Bonissina”, significativo omaggio del tutto inatteso e
molto gradito.
Una fiaccolata per
dire no alla centrale
S
i riflette sull’ambiente a Massa Finalese. Sabato 19 marzo
l’associazione “Bassa così”
organizza una fiaccolata per
esprime il suo parere contrario alla centrale termoelettrica a biomasse. Il
programma dell’iniziativa
prevede il ritrovo alle 18.30
in piazza Caduti per la libertà e, a seguire, una passeggiata per le vie del centro
accompagnate dalle note di
un musicista. Punto di arrivo della fiaccolata sarà il Teatro Verdi, dove verrà messa
in scena la rappresentazione
ad ingresso libero “Mare
nero”, scritta ed interpretata
dai presidenti della discarica
di Casumaro. Nel corso dello spettacolo gli attori proporranno alcune riflessioni
sui temi della riconversione
dello zuccherificio, delle cave estrattive e dell’ampliamento della discarica.
Carpi
Educare è amare
P
er celebrare il 73° anniversario della vestizione di Mamma Nina, sabato 19 marzo alle
21 la Casa della Divina Provvidenza di Carpi organizza un incontro al Tempio Monumentale di San Nicolò a Carpi per riflettere sull’opera educativa di Marianna Saltini. A
guidare l’incontro sarà il nipote don Arturo Testi. Nella stessa occasione la Filarmonica di Reggio Emilia e il coro “La Corbella” saranno protagonisti di un concerto nel quale eseguiranno la
Missa Katharina di Jacob de Haan, diretti dal maestro Stefano Tincani.
non si è al
cospetto
di un singolo, ma
di gruppo
di persone,
con personalità e
modi
di
pensare
differenti, e stabilire regole oggi che esse sembrano passate
di moda: “In questi casi - ha
risposto mons. Lanfranchi - è
fondamentale riuscire a trasmettere i criteri che distinguono il bene dal male. Questo è
un lavoro lungo, che necessita
di grande pazienza e dell’instaurarsi di una relazione profonda tra le persone. È difficile
e faticoso, ma molto gratificante
quando si riesce a raggiungere il
proprio obiettivo”. Le ultime
considerazioni dell’arcivescovo
sono state rivolte al ruolo delle associazioni, delle quali ha
evidenziato l’importanza nel
creare occasioni per apprendere la Parola e per metterla
in pratic. Infine due consigli,
uno agli educatori, ad aiutare
i ragazzi ad allearsi fra loro, a non rimanere isolati ed
ad osare, l’altro ai genitori, a
non proteggere i propri figli
all’infinito, ma piuttosto ad
attrezzarli per affrontare le
difficoltà e gli ostacoli che la
vita gli pone davanti.
Medolla
Deontologia: al “Merighi” presentato il nuovo codice
U
na guida indispensabile per districarsi nei
numerosi problemi etico-sociali e giuridici insiti nel
mestiere di medico. È questo
in sintesi il nuovo “Manuale
di professione medica”, presentato giovedì 11 marzo alla
sala conferenze dell’Hotel La
Cantina di Medolla. L’evento,
organizzato dal circolo medico
Merighi in collaborazione con
Eurosets e con il poliambulatorio privato Centro Medico, ha
visto protagonisti i due autori,
il dottor Aldo Pagni, ex presidente della Federazione nazionale ordini dei medici e degli
odontoiatri, e il dottor Sergio
Fucci, giurista, magistrato della Corte d’appello di Milano.
Quest’ultimo ha illustrato il
valore del Codice deontologico
del 2006, che fornisce ai medici
una guida nella loro difficile attività professionale, nella quale
non conta solo la necessaria
preparazione tecnica, ma anche
la capacità di relazionarsi in
modo corretto con gli assistiti.
Il relatore ha sottolineato l’utilizzo sempre più frequente da
parte della magistratura delle
norme contenute nel Codice,
a riprova della loro attualità e
del loro valore che trascende il
semplice ambito deontologico. D’altra parte il Codice è
una sorta di manifesto rivolto
alla collettività, di quello che
dovrebbe essere l’agire professionale e, quindi, gli interessati si aspettano dai medici
comportamenti consoni alle
norme contenute. Il magistrato ha evidenziato inoltre
il ruolo pubblico svolto dagli
ordini professionali e provocatoriamente ha suggerito
che dovrebbe essere diversa
la composizione dell’organo
deputato a verificare la conformità al Codice del comportamento degli iscritti.
Camposanto
Avis, mezzo secolo di solidarietà
I
mportante traguardo per
l’Avis di Camposanto,
che quest’anno festeggia
i suoi primi 50 anni. Nata il
3 settembre 1961 per volontà di otto volontari ispirati
e coordinati da Francesco
Bernardelli, l’associazione
si trova oggi a promuovere diverse iniziative per festeggiare il mezzo secolo di
attività e allo stesso tempo
ribadire l’importanza della
donazione e della cultura
della prevenzione.
Il momento clou dei festeggiamenti sarà domenica 19
giugno 2011 in piazza Gramsci a Camposanto per ricordare
e premiare i donatori.
Nel periodo marzoaprile 2011 sono
stati organizzati tre
momenti per approfondire temi di prevenzione della salute,
con la collaborazione
di altrettante associazioni: “Il cesto di
ciliegie” per la prevenzione dei tumori al seno, cardiovascolari e l’ANT
“Gli amici del cuore” per la per la prevenzione dei meprevenzione delle patologie lanomi.
12
NostroTempo
Domenica 20 marzo 2011
dalla Pedemontana
Viaggiare fa rima con rispettare
Due settimane in Sri
Lanka e Maldive con
i viaggi di turismo
solidale organizzati
dalla Cooperativa
Sociale Vagamondi e
dall’associazione Cose
dell’Altro Mondo di
Formigine
F
bini sordomuti e il convitto che
l’associazione Cose dell’Altro
Mondo e la Cooperativa sociale Vagamondi hanno contri-
senta come un’immensa vallata
di campi di tè, le case sono in
stile inglese e il clima è fresco.
Il tour è proseguito verso la co-
buito a costruire. Poi il viaggio
ci ha portato verso nord, nelle
zone centrali del paese, dove
si trovano splendide città che
raccontano la storia dello Sri
Lanka: Polonarwua e Dambulla dove sono presenti antichi
templi buddisti con enormi
statue di granito, piscine e giardini. Purtroppo le condizioni
meteorologiche non sono state
delle migliori: siamo riusciti a
trovare maltempo anche nella stagione in cui è rarissimo
che piova, ma questo non ci ha
scoraggiato. Altra località caratteristica è stata Sigirya, una
montagna che si presenta come
un grande masso che spunta dal
nulla in mezzo ad una foresta,
risalendo rampe di gradini si
raggiunge la sua vetta dove si
trovano i ruderi di un palazzo
reale. Successivamente ci siamo
diretti verso sud, nelle città di
Kandy, Pinnawela e Nuwara
Eliya. Nella prima si trova il
tempio del dente di Buddha,
luogo sacro di grandissima
importanza per la comunità
buddhista. Questa è la zona dei
campi di spezie, minacciati dagli elefanti selvatici che di spezie vanno ghiotti. Pinnawela
invece è famosa per l’orfanotrofio degli elefanti che è una sorta
di riserva dove vengono accuditi e cresciuti i piccoli di elefante trovati soli nella foresta. A
Nuwara Eliya il paesaggio muta drasticamente infatti si pre-
sta sud dell’isola fino alla città
di Gaulle, dove sono presenti i
resti di un fortino olandese, e
di Hikkadwa che è una località balneare. Queste zone sono
state duramente colpite dallo
tsunami infatti sono visibili ancora oggi gli scheletri di edifici
mai più ricostruiti. Esperienza
molto toccante è stata la visita
ad un museo dedicato a questa
tragedia. Il museo è molto semplice: è costituito da due grandi
stanze nelle quali le pareti sono
completamente tappezzate da
foto e testimonianze dell’accaduto, e qui si tocca con mano
la disperazione e il dolore che
questo disastro ambientale ha
portato con sé. Infine gli ultimi
tre giorni del viaggio li abbiamo trascorsi in una micro isola delle Maldive dove ci siamo
rilassati tra sole e nuotate nel
mare cristallino.
Quali sono i progetti di commercio equo solidale che avete
visitato?
É un elenco lungo perché ne
abbiamo visitati tanti! Tra gli
altri, il progetto Araliya (nome
di un bellissimo e profumatissimo fiore dello Sri Lanka)
creato e sostenuto dalla Coop.
sociale Vagamondi e l’associazione Cose dell’Altro Mondo
che consiste in un gruppo di
lavoro che vede impegnate circa 80 donne, molte delle quali
poverissime, che producono
piccoli fiori e coccarde in tulle e
• Marcella Caluzzi
ar conoscere cultura,
tradizioni e natura
di un paese, lo Sri
Lanka, dal fascino
ancora incontaminato e, contemporaneamente, diffondere
un’idea di turismo ‘solidale’,
che si avvicini alle realtà incontrate con sguardo consapevole e rispettoso della gente
e della natura. Questa l’idea
che sta alla base dei viaggi di
turismo responsabile organizzati dalla Cooperativa Sociale
Vagamondi e dall’associazione Cose dell’Altro Mondo
di Formigine; viaggi che permettono anche e soprattutto
ai partecipanti di conoscere
e toccare con mano i tanti
progetti di commercio equo e
solidale attivati in Sri Lanka.
Un gruppo di 15 persone (di
cui 13 volontari provenienti da tutta Italia) è partito a
fine gennaio, accompagnato
dai due responsabili del progetto Davide Bertelli e Luca
Borsarini, e si è fermato in Sri
Lanka per 17 giorni. Tra di
loro c’era anche una giovane
formiginese, Marta Vandelli,
che racconta a Nostro Tempo
il ‘suo’ viaggio in quella terra.
Marta, com’è nata l’idea di
partecipare a questo viaggio?
Una mia amica, che fa la
volontaria nella bottega del
commercio equo e solidale
di Formigine, mi ha parlato
di questo viaggio che aveva
intenzione di fare. L’idea mi
ha subito colpito così ho colto
l’attimo e ho deciso di partire
anch’io.
Com’era organizzato? Quali
le tappe principali?
Il viaggio è stato un perfetto
connubio tra la scoperta di un
paese incantevole e l’incontro
con i progetti del commercio equo e solidale presenti
nell’isola. Abbiamo viaggiato
tanto, in pratica non ci siamo
fermati mai più di 2 giorni in
un posto quindi riassumere
tutto quello che abbiamo visto è difficile! La prima tappa è stata Negombo, località
di mare sulla costa ovest. In
questa città e nei suoi dintorni sono concentrati molti
progetti che fanno parte del
circuito del fair trade. Oltre a
questi abbiamo visitato anche
la scuola elementare per bam-
in foglie di palma da cocco usati per abbellire bomboniere e
regali. Altri manufatti che vengono prodotti da queste instancabili e creative donne sono gli
zerbini e le lavagnette in corda
di fibra di cocco che stanno riscuotendo un grande successo
nella botteghe italiane. Un altro
progetto che abbiamo visitato è
Podie: qui vengono lavorate e
confezionate le spezie raccolte
da circa 300 contadini sparsi
per tutto lo Sri Lanka. E ancora Gospel House azienda
fondata nel ’76 specializzata
nella produzione di coloratissimi giocattoli ad incastro di
legno. Altra azienda che abbiamo conosciuto è Selyn che
si occupa della produzione di
stoffe per realizzare giochi ma
anche vestiti, tovaglie, tappeti.
Qui le donne tessono con telai
a mano che richiedono grandi
esperienza e pazienza: per disporre il filo in un telaio a volte
occorre un giorno intero! Altro
progetto visitato è Eco Maximus che produce materiale per
cancelleria e regalo utilizzando
un materiale molto “originale”:
la cacca degli elefanti! Infine
abbiamo conosciuto il progetto Evan’s Group che si occupa
dell’assemblaggio di scatoline
in foglia di palma che contengono i fiori del progetto Araliya, le spezie e il tè.
Cosa distingue questa espe-
rienza dai viaggi di tipo “ tradizionale”?
La sensibilità che sta dietro a
questo tipo di viaggio e l’incontro con le persone che lavorano
per il commercio equo e solidale a partire dai responsabili
della cooperativa, Davide e Luca, ai compagni di viaggio (che
sono tutti volontari impegnati
nelle attività delle botteghe),
fino ai vari responsabili dei
diversi progetti in Sri Lanka e
alle donne che ci lavorano. Altra persona speciale che ci ha
accompagnato con pazienza ed
eleganza è Amal, la guida turistica numero uno! Se si decide
di fare un viaggio come questo
non si va soltanto per visitare
un paese diverso e lontano ma
anche per conoscere i progetti
che il commercio equo solidale
ha creato e sostiene, per incontrare le persone che si impegnano e mettono tutta la loro
energia e creatività in quello
che fanno. Si scopre la fatica e
il rischio che si corre per sostenere un commercio più giusto e
si condivide la gioia nel vedere
i risultati che dà e il bene che fa
alle persone che vengono coinvolte. Inoltre tutti i progetti
prevedono la realizzazione e la
produzione di manufatti artigianali, di tè e di spezie, attività
queste che fanno parte della
cultura dello Sri Lanka quindi
questo tipo di turismo rappre-
senta un modo per conoscere
in modo più profondo e autentico la realtà di un paese.
Cosa ti ha colpito di più di
questo viaggio e cosa ti sei
portata a casa?
Io sono amante della natura, per cui sono rimasta
incantata dalla bellezza dei
paesaggi, dalla vegetazione
incontaminata e rigogliosa,
dai colori dei fiori, del mare
e del cielo. E poi dalle persone. I cingalesi sono sempre
sorridenti, hanno la cultura
dell’ospitalità, in ogni luogo
in cui siamo andati le ‘regole
dell’accoglienza’ prevedevano
il sedersi e il bere un tè insieme. Nonostante la povertà
e le difficoltà in cui vivono
(ricordo che solo nel 2009 è
terminato lo scontro armato
tra tigri Tamil e governo cingalese) ho notato una grande
voglia di rinascere e darsi da
fare. Mi porto a casa l’esempio di tutte le persone che
con determinazione, coraggio
e dedizione impegnano la loro vita a contribuire a creare
un mondo migliore cercando di realizzare un’economia
giusta e solidale. Durante
questo viaggio ho pensato di
diventare anch’io volontaria
nella bottega per impegnarmi
in modo concreto in questo
progetto… vedremo cosa succederà!
Magreta
Essere ‘segno della carità’
D
a più di un mese è
attivo a Magreta il
‘Centro di ascolto’
parrocchiale, aperto ogni sabato
pomeriggio dalle 15, che coinvolge attualmente una ventina
di volontari. Di seguito la loro
testimonianza.
Siamo a Magreta, zona chiesa:
passando la domenica mattina
prima, il sabato pomeriggio
ora, si potevano e si possono
vedere tante persone adulte,
con bimbi o no, che arrivano e se ne vanno con strane
sportine; o che aspettano fuori
da una porticina con bianche
tende. Non hanno nulla a che
fare coi genitori dei bimbi del
catechismo, con i nonni che
vanno al bar parrocchiale, con
le signore che vendono i fiori,
o vanno a fare la spesa. E’ invece il tentativo che la comunità
parrocchiale di Magreta sta
facendo per rispondere ai tanti
bisogni, sofferenze e drammi
delle famiglie del nostro territorio. E’ il nostro nuovo “Centro di ascolto” parrocchiale:
povero, piccolo, ma dignitoso
ed accogliente. La nostra Caritas parrocchiale viene da lon-
tano: dalle prime conferenze di
S. Vincenzo si sono sviluppate
sul territorio dove noi viviamo
forme organizzate di “Caritativa”, come sentiamo dire dai
nonni con orgoglio e forza. Noi,
oggi, continuiamo un lavoro che
ha radici fra la gente, che ha una
solidità di esperienza che non
possiamo eludere, ma trasformare secondo quanto il Signore
ci dà da vivere. Ci siamo dati
tempo per ascoltare e vivere a livello vicariale, l’esperienze delle
parrocchie vicine, ci siamo dati
tempo per cercarci, per incontrarci, per accalorarci nelle idee
e nel proporre un cammino. Ci
siamo dati tempo per riflettere
e per cercare, anche fisicamente,
un luogo adatto in parrocchia,
perché il nostro piccolo lavoro
di accoglienza e ascolto potesse
essere dignitoso... adesso questo
lavoro sta prendendo forma: la
primissima cosa che ci muove è
quella di essere ‘segno della carità’ di tutta quanta la parrocchia.
Per questo in chiesa abbiamo
messo una grande “cassapanca”
della Carità dove ognuno mette quanto vuole, cibo, biglietti,
denaro, negli avvisi parrocchiali c’è sempre uno spazio per la
“Caritas parrocchiale”.
Siamo certi che “ascoltare è
sempre un mistero”, siamo
certi che la persona che viene
da noi ci consegna un “pezzo” della sua vita, siamo certi
che faremo passi in avanti,
ma anche passi all’indietro...
siamo certi che la “relazione”
con l’altro trasformerà prima
di tutto noi. Siamo consapevoli che, a differenza dei servizi sociali, noi possiamo fare
solo i “tutor” di questi nostri
fratelli e che, come cristiani, dobbiamo far circolare
l’amore, per permettere alle
persone di “vivere”.
Vorremmo proprio che il
nostro punto di partenza
fosse sempre l’amore gratuito che ci dà gli occhi giusti
per riconoscere il volto di
Dio nell’altro.
San Paolo, infatti, dice ai Filippesi e a noi: “quello che
avete cominciato, Dio lo
porterà a compimento” e “la
vostra carità cresca sempre
più “. Dio non ha paura di
sporcarsi le mani. E noi?
I magretesi impegnati
nel centro di ascolto
NostroTempo
13
Domenica 20 marzo 2011
dall’Appennino
Con Rocca di Pace alla ricerca del benessere
Sestola. Un
percorso in cinque
tappe fra non
violenza e il potere
dell’ascolto
• Giancarlo Cappellini
R
occa di Pace, il
centro
permanente che da Sestola promuove
iniziative a favore della non
violenza e della reciproca
comprensione
attraverso
diverse iniziative, anche
di carattere inter religioso,
propone cinque percorsi
formativi per stare bene con
se stessi e con gli altri, con
inizio i prossimi 19 e 20
marzo e con il seguente ca-
menica 17 aprile; Focusing:
il potere dell’ascolto interiore sabato 28 e domenica 29
maggio; i conflitti tra i sessi
e nella coppia sabato 11 e
domenica 12 giugno. La sede dei corsi, sarà il Castello
di Sestola, escluso quello sui
Fiori di Bach si terrà presso la
Comunità della Guedrara in
via Baconi, 1 - Sestola. I corsi
sono parzialmente finanziati
dalla Regione Emilia Romagna e ai partecipanti è rischiesto un contributo alle spese
di 50 euro per ogni corso. Ai
partecipanti sarà rilasciato un
attestato di partecipazione,
mentre è obbligatoria l’iscrizione. Tutte le informazioni
all’indirizzo email [email protected], al numero
di telefono 338.5035421 e sul
sito internet www.roccadipa-
e Vittorio Merlini, formatori di Rocca di Pace e proporrà un modo diverso di
approccio al conflitto, che
da situazione negativa, può
diventare una risorsa, dalla
quale apprendere molte cose,
come, ad esempio conoscere
meglio sé stessi e gli altri,
svelare bisogni nascosti e
far rinascere la relazione in
un modo nuovo.
Lapam lancia l’appello: “Il rischio è non ricevere più i giornali”
Allarme giornali nell’Appennino Ovest
A
lcune rivendite di
giornali e riviste,
spesso abbinate ad
di una disputa in corso da
alcuni mesi tra le edicole interessate e la società distributrice per quelle zone, la
quale pretende un rimborso
Palagano - ma è più di quanto
gli edicolanti incassano come
provvigione per la vendita dei
prodotti editoriali. Considerato che - conclude Baroni
- in questo settore vige ancora un sistema distributivo
antiquato che ostacola una
più capillare diffusione della stampa nel nostro Paese
(tra gli ultimi a livello europeo per numero di quotidiani
venduti), per non creare un
ulteriore elemento di disagio
agli abitanti di un territorio
già svantaggiato, riteniamo
indispensabile il rispetto
degli accordi economici
nazionali di categoria, che
prevedono la consegna dei
giornali senza spese per i
distributori finali. Come
Lapam chiediamo quindi
l’interessamento delle amministrazioni locali al fine
di non privare numerose comunità del servizio fondamentale di informazione”.
Polinago
Quaresima
in Val Rossenna
lendario:
Accogliere il conflitto, 1920 marzo; curarsi con i fiori
di Bach da lunedì 4 a sabato
9 aprile; la comunicazione
nonviolenta sabato 16 e do-
ce.it.
La prima iniziativa, “Accogliere il conflitto”, in calendario il 19 e 20 marzo,
sarà condotta da Donatella
Morelli, Serena Muracchini
altre attività commerciali
presenti in diverse frazioni
del nostro Appennino, presto
non saranno più in grado di
svolgere il loro servizio, costringendo gli abitanti di quei
territori a percorrere diversi
chilometri per acquistare un
quotidiano.
E’ l’inevitabile conclusione
spese di 5 € al giorno, a causa
dello scarso numero di copie
vendute, che determina una
gestione antieconomica del
rifornimento di questi punti
vendita.
“Può sembrare un cifra modesta - sostiene Riccardo
Baroni, segretario Lapam di
Montefiorino, Frassinoro e
S
• f.m.
otto il torrione cinquecentesco dell’Assunta in quel di
Polinago (nel cuore della Val Rossenna) la quaresima,
anno dopo anno sempre con un minor numero residenti, è sentita e vissuta come tempo forte di penitenza e
conversione, accanto all’arciprete don Paolo Fratti, lassù da
circa quarant’anni.
Nel corso del periodo quaresimale, ogni venerdì alle 20.30,
la Via Crucis raccoglierà i fedeli, ricordando la preghiera e
il digiuno.
Le cerimonie liturgiche, sobrie e coinvolgenti, saranno allietate ogni volta dal qualificato coro parrocchiale, a voci miste, giusto orgoglio dell’istruttore, lo stesso don Paolo.
LA SERENITÀ
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14
NostroTempo
Domenica 20 marzo 2011
Varie dalle zone
L’esperienza del
ritiro attraverso la
catechesi con l’arte.
Don Antonio
Scattolini a San
Pio X
C
• Stefano Collorafi
on l’inizio della Quaresima si sente l’esigenza di dedicare un
po’ di tempo per se
stessi e per Dio, un tempo di riflessione e preghiera per affrontare questi quaranta giorni che ci
dividono dalla festa pasquale con
maggiore consapevolezza e profondità. Così è stato anche per
la nostra parrocchia (San Pio X)
che si è radunata domenica 13
marzo per meditare e pregare,
carica, però, anche delle fatiche e
dei pesi di una settimana di lavoro, studio e impegni vari che
stimolano molto più a cadere
nelle tentazioni (del dominio o
dell’indifferenza) piuttosto che a
lasciarsi trasfigurare dalla sacralità del quotidiano.
Tuttavia abbiamo assistito a tre
piccoli miracoli che ci hanno
fatto pregustare meglio il senso
dell’esistenza cristiana, tra vita
tentata e vita trasfigurata (questo era, infatti, il titolo del nostro
ritiro).
Un primo miracolo è stato il
radunarsi di una comunità che,
seppur anagraficamente variegata (giovani, adulti, anziani),
si è ritrovata molto concorde
nell’approfondimento della Parola grazie ad un metodo nuovo, certamente lontano dagli
approcci più tradizionali: la
lettura della Bibbia attraverso
l’arte. Don Antonio Scattolini,
responsabile dell’Ufficio Ca-
Successo di pubblico
per la serata dialettale
“Ac sàm ancàra”
organizzata dall’Avis
e dalla “Zingaraia
formiginese”
• francesco gherardi
S
i racconta che Formigine abbia avuto origine
da una antica carovana
di zingari che, divenuta
stanziale, avrebbe generato la
progenie dei formiginesi “doc”,
gli abitanti del vecchio borgo
stretto tra il castello, gli antichi
prati di Castelvecchio – oggi…
un parcheggio - e la contrada di
sotto: i “camarànt” di un tempo
i cui eredi si riuniscono in modo semiserio nell’associazione
della “Zingaraia formiginese”.
Si tratta naturalmente di una
leggenda, poiché Formigine fu
sempre – dacché se ne ha notizia certa- una comunità stabile
di agricoltori e piccoli artigiani
riunita intorno all’antichissima
chiesa plebana di San Bar-
Dio ci parla per immagini
techistico e del Servizio della
pastorale attraverso l’arte della
diocesi di Verona, ha introdotto
i presenti ai vangeli delle prime
due domeniche di Quaresima
(noti più comunemente come
vangelo delle tentazioni e della
trasfigurazione) non attraverso
un approccio esegetico e filologico dei testi, ma semplicemente
commentando due quadri di due
artisti che hanno, in un qualche
modo, interpretato questi passi.
Per il vangelo delle tentazioni infatti si è analizzato un quadro di
Ivan Kramskoj (“Gesù tentato”),
un pittore russo di fine ‘800 poco
conosciuto al pubblico occidentale, ma molto importante per il
peso non solo storico artistico,
ma anche politico-sociale che
ha avuto nell’arte russa, dato che
partecipò attivamente al dibattito sulle nuove idee democratiche che stavano attecchendo in
quel paese. Quest’ultimo aspetto
non è affatto secondario, ha ricordato lo stesso don Antonio,
perché ci rimanda non ad un arte disimpegnata e finalizzata al
solo godimento estetico, bensì a
un’arte viva e realistica, profondamente legata alla realtà storica. Una premessa importante
perché spazza il campo da ogni
possibile resistenza o dubbio che
la lettura della Parola attraverso
l’analisi di un’opera d’arte può
suscitare: cosa c’entra un quadro con la Parola di Dio? Cosa può dire a me che non sono
uno specialista? Cosa può dirmi
un’immagine, per quanto bella e
suggestiva, alla mia vita? Questi
pensieri, infatti, possono aver
attraversato le menti dell’assemblea, soprattutto quando di ogni
quadro sono stati letti commenti e analisi critiche molto approfondite e dettagliate.
E qui è avvenuto il secondo
miracolo: tali obiezioni si sono
sciolte di fronte alla capacità
espressiva delle immagini che
hanno fatto sorgere riflessioni,
dubbi, domande molto belle
e interessanti. Aiutati, infatti,
dalle provocazioni iniziali di
don Antonio, che ci ha invitato
prima della visione di ogni quadro a dialogare con il vicino su
cosa ci viene in mente quando
pensiamo alle parole tentazioni
e trasfigurazione, i presenti hanno cominciato a rendersi conto
che le proprie rappresentazioni
riguardo questi temi sono spesso fuorvianti e legate a una
religiosità statica e un po’ impolverata: dall’osservazione delle
mani giunte e del volto segnato
di Gesù del quadro di Klamskoj
può sempre scegliere la via del
bene e “trasfigurare” le tante povertà e miserie che lo circondano, stravolgendo così l’idea della
trasfigurazione come evento soprannaturale, quasi magico, che
dice un Cristo lontano dall’umanità.
Il terzo miracolo è stato proprio
tolomeo, i cui resti sono stati
recentemente rinvenuti negli
scavi compiuti all’interno delle
mura castellane. Tuttavia, come ha sottolineato Giancarlo
Abati sul 52° numero della
più che ventennale pubblicazione periodica di storia locale “Quaderni Formiginesi”,
la miseria in cui versavano le
classi più umili dei lavoratori
occasionali – contrapposti ai
“possidenti” e ai contadini della un tempo vasta e produttiva
campagna formiginese - fece sì
che venissero identificati come
“zingari”, i cui furti dovevano
essere arginati da un’apposita
“guardia campestre” con tanto
di uniforme verde a filettature
blu. Negli ultimi cinquant’anni, passata la miseria e dimenticate le poco edificanti origini
di questo soprannome, la “Zingaraia formiginese” è rinata come associazione folkloristica,
parallelamente alla nascita ed
all’enorme sviluppo del “car-
nevale dei ragazzi”, una delle
feste più sentite nel capoluogo.
Essa vi partecipa esprimendo
la maschera formiginese per
antonomasia, la coppia composta dal re e dalla regina della
“Zingaraia”, che rivolge uno
sproloquio ai fedeli sudditi tutti i martedì grassi dal balcone
della Loggia. Per festeggiare il
mezzo secolo di vita, oltre ad
una mostra nei locali al pianterreno della Loggia stessa, in
piazza della Repubblica, nella
serata di giovedì 10 marzo la
“Zingaraia formiginese”, insieme all’Avis comunale, ha organizzato una serata dal titolo “Ac
sàm ancàra”. Nella vasta sala al
primo piano della Loggia, introdotti da Pino Ligabue, si sono alternati monologhi, sonetti
e “zirudele” recitati da Mauro
Bavutti e Maurizio Marinelli
e brani musicali blues e rock
con parole rigorosamente in
vernacolo composti, arrangiati
ed eseguiti da Roberto Zanni
e dal “Dam acoustic trio” . Il
grande afflusso di pubblico circa un centinaio di persone ha costretto gli organizzatori a
chiudere letteralmente le porte
per non superare la capienza
massima della sala: segno di
vitalità di un patrimonio linguistico e culturale che viene
ora riscoperto, sperando che
non sia solamente il canto del
cigno dell’ultima generazione
che lo ha effettivamente conosciuto come una lingua viva. Il dialetto è una lingua più
parlata che scritta, variando da
zona a zona di una stessa provincia o di uno stesso comune
come variano le vite, le attività
e le esperienze di chi lo parla:
non si può irrigidire eccessivamente in forme canoniche, ma
proprio per questo può esprimere quel particolare rapporto
fra che tiene uniti presente e
passato, sogno e realtà, anima
e corpo di una comunità. A
patto di continuare ad espri-
sono emerse varie domande e
considerazioni sulla difficoltà
di stare saldi di fronte al male e
sull’origine interiore delle tentazioni, mutando l’idea tradizionale e folkloristica di un diavoletto
rosso con tanto di coda e forcone
che spinge l’uomo a compiere il
male.
Allo stesso modo uno sguardo
attento del secondo quadro, pur
molto diverso del precedente per
contesto storico-culturale (“La
trasfigurazione di Cristo” di G.
Bellini, XV sec.), ha risvegliato
la consapevolezza che l’uomo
questo ed è avvenuto, come forse tutti i veri miracoli, senza che
ce ne si accorgesse: un fertile
scambio di opinioni, domande
e considerazioni in modo libe-
quella rana che si accorge di essere “bollita” troppo tardi per
uscire dalla pentola: Dio ci parla
in tanti modi spesso nascosti e
difficili, ma basta ritagliarsi un
momento di silenzio, mettersi
in ascolto e soprattutto abbandonare la convinzione che esiste
un solo modo per coglierne la
volontà.
Bper e PattiChiari
“Settimana
dell’educazione
finanziaria”
L
ro e spontaneo sulla
propria fede. Tale
momento, spesso temuto sia dai presenti
(l’imbarazzo di parlare davanti a molti
è sempre alto) che
dal relatore (il silenzio dell’assemblea
lascia sempre un po’
perplessi), in realtà
è stato un pullulare
di interventi molto
belli e significativi
che hanno permesso
di mettere in circolo
i propri modi di rappresentare e,
quindi, vivere la fede, favorendo
un clima di vera comunione e
comunità attorno alla Parola.
Per questa Quaresima don Antonio ci ha proprio augurato di
imparare a stare soli alla presenza del Padre, senza agitarsi
e disperdersi e di non fare come
’Indice di Cultura Finanziaria elaborato da
PattiChiari, in collaborazione con Ambrosetti,
conferma che l’economia non
è una materia facile: per l’Italia nel 2010 il valore si ferma
a 4,3 punti su una scala da 1
a 10. A preoccupare sono i
dati che riguardano i giovani tra i 18 e i 34 anni di età
che registrano, mediamente,
il più basso livello di cultura
finanziaria in Italia, mentre il
valore più elevato (4,6) è detenuto dagli individui in età
compresa tra i 35 e i 54 anni e
dagli over 54. Con l’obiettivo
di spiegare l’economia in modo semplice ai ragazzi delle
scuole medie, Banca Popolare dell’Emilia Romagna e
PattiChiari promuovono la
“Settimana
dell’educazione finanziaria” dedicata alle
scuole secondarie di primo
grado di Modena e Provincia,
che si conclude venerdì 18
marzo il Forum Monzani.
mere la vita dell’oggi che scorre giorno dopo giorno e che
sedimenta, anno dopo anno,
memoria e tradizioni.
don Antonio Scattolini
Dialetto, lingua viva
Al tramount
Sonetto inedito di Mauro Bavutti
letto dall’autore in occasione della serata dialettale formiginese
“Ac sàm ancàra”
I
n cal giurnedi sreini d’inveren
a la basóra, la lus la cambia culór
l’è traspareinta, inteinsa seinza lusór
meintr’a l’orizount a scòpia l’inféren.
Coma as vólta al pagin d’un quadéren,
al gióren al finés e al sól al mór
come c’al fósa pérs, per séimper, in etéren
la só forza, al vigór, al calór.
D’invéren, all’improvìs cala la sira
e pér al sól una curta agonia,
ma intant da seimper la tèra la gira
seinza mai bandunèr la sòlita sia
acsé un’etra giurnèda la s’vira
col sól mai domo, mai vinto: una magia!
NostroTempo
Domenica 20 marzo 2011
15
Lavoro
Articolo 41: ancora a Loving Amendola
Pronti per la
nuova stagione: la
cooperativa presente
al parco Amendola
si prepara al
nuovo anno con
l’esperienza della
scorsa estate
• Mariapia Cavani
L
e attività del Loving
Amendola
riprenderanno intorno al 15 aprile
e già la coop Articolo 41 è
al lavoro, per prepararsi alla nuova stagione. Partita in
corsa per la gestione, lo scorso anno, del punto di ristoro
del Parco Amendola, guarda
già alla nuova stagione.
Articolo 41, ricordiamo, è nata come cooperativa tra Animatamente, Modena Terzo
Mondo e Teatro dei Venti,
per la gestione del punto di
ristoro del parco, al fine di
destinare poi i propri utili al
finanziamento delle iniziative dei tre soci fondatori, negli specifici campi d’azione;
Articolo 41 partecipa all’Ats,
associazione temporanea di
scopo, per l’animazione del
Loving Amendola.
Per la prossima stagione la
prima novità da segnalare è
l’ingresso di Uisp, nella gestione delle attività sportive
che fanno parte dell’animazione.
Parliamo di bilanci e di progetti con Alessandro Farina,
presidente della cooperativa.
“Abbiamo avuto un buon
ritorno – ci dice Alessandro
– dal punto di vista delle
istituzioni, dei residenti e di
chi ha collaborato alla gestione. Gli obiettivi della totale
legalità della gestione, dell’animazione culturale, e della
valorizzazione dello spazio
sono stati raggiunti. Gli utili, per il primo anno, non ci
sono stati, ed è questo uno
degli obiettivi necessari per il
2011. Per raggiungere questo
scopo, avremo più tempo a
disposizione ed una maggiore esperienza nella gestione”.
Le realtà coinvolte dall’amministrazione intorno a
Loving Amendola stanno
mettendo a punto in questi giorni il programma delle animazioni. “I modenesi
– dice ancora Alessandro –
amano il parco e lo vivono
con passione, specie se offre
anche iniziative interessanti,
oltre al verde ed al fresco”.
Obiettivo per la stagione
2011 quello di realizzare utili da reinvestire nelle
specifiche attività dei componenti. “Abbiamo rilevato
– spiega Alessandro – che
lavorare secondo le regole è
oggettivamente più oneroso;
sapevamo inoltre che il cambiamento a stagione iniziata
sarebbe stato difficile di per
sé. La caratteristica principale dell’esperienza, ovvero
la gestione improntata alla
totale legalità, rimane ovviamente come fondamento per
la prossima stagione”.
Ma che cosa significa gestire un bar nel parco, per chi si
occupa di educazione, cooperazione internazionale, animazione sportiva o culturale?
“Significa aver presente che
siamo in un luogo di educazione informale – precisa
ancora Alessandro – in cui si
raccolgono tantissimi giovani. Già gestirlo in modo legale e trasparente è un segnale
forte: è di fatto un tassello
di quella comunità educante
che desideriamo costruire,
che agisce con consapevolezza del ruolo che ricopre. L’esperienza dello scorso anno
è stata preziosa: ci permette
infatti di continuare a costruire uno stile di
lavoro comune
che ci avvicina
sempre più ai
nostri obiettivi,
fatto di attenzione, sia a chi
lavora che a chi
si serve del bar,
presenza attiva
e condivisione.
Gestire il bar
significa, per le
diverse
realtà
coinvolte, anche
guardare
oltre il proprio
campo di azione
specifico,
l’educazione, la
cooperazione
internazionale, la cultura, lo
sport, gli adolescenti,
per
partecipare, in
modo responsabile, alla vita
della società”.
Aspettando il
programma dettagliato delle attività, ci diamo
appuntamento al Loving
Amendola.
È sempre la stessa musica!
L
’inflazione sta rialzando la testa mentre
i pensionati la devono abbassare per
provvedimenti presi dai governi nazionali,
regionali e locali che, anziché avviare una vera
lotta a sprechi, doppioni della politica e all’evasione
fiscale, continuano a rimpallarsi le responsabilità gli
uni verso gli altri, incuranti del fatto che a farne le
spese siano sempre i i più deboli.
Questo si verifica in molti casi come, ad esempio,
sulla normativa della cedolare secca dove si premiano
fiscalmente i redditi alti, si incentiva il canone libero
e si penalizzano gli affittuari, cancellando le risorse
per il Fondo sociale dell’affitto e il vantaggio fiscale
sui canoni concordati. Anche sul trasporto pubblico
locale le cose non cambiano.
A fronte di una perequazione sulle pensioni più basse
dell’1,4% lordo, l’aumento del biglietto dell’autobus
è stato del 20%, quello giornaliero del 100%! Non
intendo entrare nelle motivazioni dei vari livelli
istituzionali (debito pubblico, tagli al trasporto
pubblico locale, esigenze di far quadrare i bilanci)
che hanno tutte un fondo di verità insieme ad una
buona dose di polemica politica; vorrei che ci fosse
una maggiore sensibilità per i problemi delle persone,
soprattutto di quelle più colpite dalla crisi, obbligate
ad utilizzare il mezzo pubblico perchè non si possono
neppure permettere di sostituire la vecchia auto con
quella più ecologica, per far fronte ai divieti deliberati
dai comuni.
Tramite il comitato consultivo degli utenti, come previsto
dalla legge regionale, abbiamo evidenziato alcune
difficoltà della categoria da noi rappresentata, a sostenere
gli aumenti proposti da Atcm e approvati dai comuni.
Abbiamo anche fatto responsabilmente proposte per
l’incremento dell’uso del mezzo pubblico per motivi sia
ecologici sia economici, rimasti però completamente
inascoltati, nonostante l’indice degli ultimi anni segnali
un forte calo dell’utilizzo.
E’ vero che l’autobus lo utilizza chi non ne può fare a
meno, ma occorrono però politiche incentivanti, da
quelle più piccole a quelle più complesse.
Tra le più piccole segnaliamo di intervenire sulla qualità
(pulizia, rispetto degli orari, cortesia del personale,
mantenimento delle corse previste: molti utenti si sono
lamentati per questo).
Tra gli interventi più complessi, non si può continuare ad
assistere passivi al blocco della circolazione e all’aumento
dell’inquinamento atmosferico ad opera dell’aumento in
controllato della motorizzazione privata.
Si tratta di compiere scelte chiare e non contraddittorie,
finalizzate a potenziare il trasporto pubblico locale, non
solo e non tanto aumentando il numero degli autobus,
quanto piuttosto creando linee riservate e protette agli
stessi.
La liberalizzazione, la trasformazione societaria e le
gare per l’assegnazione dei servizi dovrebbero essere
A cura di
Federazione Nazionale Pensionati - Sindacato Territoriale di Modena
41124 Modena - via Emilia Ovest, 101
Tel. 059/890846 Fax 059/828456
gli strumenti per recuperare maggiore efficienza e
produttività, per razionalizzare e ristrutturare i servizi.
Notiamo invece che l’ingresso del privato ha peggiorato
il servizio, ha fatto lievitare i prezzi, disincentiva il senso
civico di chi intende non evadere, se è vero che l’Atcm
non recupera neppure la metà delle sanzioni fatte con
notevole impiego di uomini e risorse!
Con chi vengono discusse e condivise la riorganizzazione
dei servizi e la politica tariffaria?
L’unico obiettivo ora di Atcm è di abbassare il costo
del lavoro; insieme ad Atcm i Sindaci, che ricordano
in ogni occasione la crisi in atto e la necessità di unire
le forze, hanno deciso di aumentare i costi per il loro
cittadini, ma probabilmente nessuno riesce ad avere
un confronto costruttivo sul piano industriale, sulle
esternalizzazioni, neppure sull’organico.
Non sarebbe forse il momento opportuno di avviare
un tavolo di concertazione tra tutte le forze sociali per
decidere insieme su queste cose che, per vari motivi,
riguardano la vita di tutti i modenesi?
Si sente tra l’altro parlare della unificazione delle
Aziende di Modena - Reggio - Piacenza. Forse è il
caso di confrontarci bene al fine di evitare, come è
successo nelle precedenti unificazioni, che i benefici
siano andati solo a qualche politico o manager e non
certo ai cittadini.
Pietro Pifferi
Segretario Provinciale FNP
16
NostroTempo
Domenica 20 marzo 2011
Chiesa e mondo
Lo tsunami e il
racconto mediatico,
una riflessione
sul sisma che ha
sconvolto il Giappone
• Marco Deriu
L
’apocalisse in diretta.
Il terremoto e lo tsunami in Giappone sono stati documentati
dai media in tempo reale, grazie
alla rapidità con cui si sono diffuse le immagini che mostravano il disastro, rimbalzando da un
mezzo all’altro. Fotografie, testimonianze e moltissimi filmati
hanno inondato i mezzi di comunicazione globali con la stessa velocità con cui l’onda d’acqua
ha travolto le coste giapponesi,
provocando danni ben superio-
Alla stessa velocità
ri a quelli della scossa sismica
in un Paese che con i terremoti
ha dovuto da tempo imparare a
convivere.
Anche lo tsunami del 2004 e il
terremoto di Haiti un anno fa
hanno avuto grande risonanza,
ma mai come stavolta i media
hanno amplificato in diretta
una tragedia i cui contorni sono ancora tutti da definire, dato
che le scosse di assestamento
procedono e che, soltanto passato il cataclisma, si potrà fare
un primo bilancio di quanto
è accaduto. La tempistica degli eventi naturali ha avuto un
ruolo importante: dopo la terribile scossa, è trascorso qualche
minuto dall’arrivo della prima
ondata dello tsunami e questo
tempo ha dato modo alle autorità di procedere, per quanto
possibile, a evacuare le zone in
pericolo e alle televisioni di mobilitare i propri mezzi per prepararsi ad assistere all’evento in
diretta.
Il resto lo hanno fatto i telefonini, le macchine fotografiche e
le telecamere fisse nelle strade
o negli uffici, che hanno ripreso attimo per attimo la lunga
scossa di terremoto come pure
l’inesorabile avanzata dell’onda
di acqua, fango e detriti che ha
sommerso coste, strade e case.
La tecnologia e la disponibilità
mediatica di una società come
quella giapponese, forse la più
avanzata da questo punto di vista, hanno mostrato tutta la loro
potenza in questo drammatico
frangente, mettendo a disposizione dei mezzi d’informazione di tutto il mondo una vasta
quantità di documenti visivi e
filmati. L’ondata di video e di
foto ha invaso letteralmente i
media globali, a partire dai siti internet per continuare sulle
televisioni, che hanno proposto
una sorta di lunga diretta sulla tragedia. Ancora adesso, di
ora in ora si aggiungono nuovi
documenti, che ci fanno vedere
altre immagini dei grattacieli
che tremano, della gente che si
riversa in strada, del vortice che
trascina via le navi, dell’onda
grigia che travolge tutto ciò che
incontra, di auto, camion e pullman trascinati dalla forza della
corrente di acqua e fango.
Mentre è iniziata la penosa conta delle vittime – potrebbero essere decine di migliaia – cresce
l’angoscia per le possibili conseguenze dell’esplosione nella
centrale nucleare di Fukushima.
Anche questa tragedia nella tragedia è stata catturata in tempo
reale da un video, quasi a farla
sembrare più vera e a testimoniare agli occhi del mondo che
qualcosa di grave è successo. Oltre allo sgomento per la quantità
enorme di vittime provocate dal
terremoto e dallo tsunami, ora
sul Giappone aleggia anche lo
spettro di una contaminazione nucleare che potrebbe avere proporzioni e conseguenze
enormi. In questo caso, come in
altri, la rapidità di trasmissione
dei media è servita soprattutto alle autorità per diffondere
istruzioni alle persone su come
comportarsi per cercare di prevenire in tutto o in parte gli effetti della fuga radioattiva.
Le immagini hanno dominato
la scena di questa tragedia, ma le
nuove tecnologie hanno anche
consentito importanti spazi di
parola. Facebook ha convogliato
moltissime testimonianze di chi
è sopravvissuto alla catastrofe, su
Twitter si è riversato un enorme
flusso di informazioni.
La Caritas ha lanciato una
campagna di solidarietà e domenica 13 marzo in tutte le
Chiese del Paese è stata una
giornata di preghiera e di raccolta fondi per le vittime del
terremoto. Anche le scuole
cattoliche, le associazioni e gli
istituti hanno avviato raccolte. È stato attivato un team di
emergenza per monitorare la
situazione nelle diverse zone
colpite. Il direttore di Cari-
tas Giappone, padre Daisuke
Narui, ha confermato che è
in atto una mobilitazione generale, anche di volontari, e
in collegamento con Ong locali. L’attenzione prioritaria
è alle fasce più deboli della
popolazione e include anche
azioni di sostegno psicologico. La Caritas si impegna
inoltre a concentrarsi in particolare sulla fase della riabilitazione.
stanno impegnando per portare aiuto. Rimaniamo uniti
nella preghiera. Il Signore ci
è vicino!”.
Caritas italiana rinnova la vicinanza a Caritas Giappone
e alla popolazione colpita e
mette a disposizione un primo contributo di centomila
euro. Resta in collegamento
anche con la rete internazionale per seguire l’evolversi
della situazione e sostenere
gli interventi avviati. Caritas
Giappone, pur essendo molto
piccola, si è prontamente attivata. Sono quattro le diocesi
più colpite: Sendai, che ha subito i danni maggiori, Sapporo, Saitama e Tokyo. A Tokyo,
alcune parrocchie si sono attivate per accogliere e fornire cibo alle persone rimaste
bloccate a causa dell’interruzione dei trasporti. Nella
diocesi di Saitama si stanno
raccogliendo le
disponibilità dei
volontari da inviare poi nelle
zone più colpite.
Il vescovo, mons.
Marcellinus Daiji Tani si è detto
particolarmente
preoccupato per
la situazione della centrale nucleare di Fukushima.
Mons.
Isao
Kikuc h i ,
presidente di
Caritas
Giappone,
ringrazia
per i messaggi di
solidarietà e vicinanza ricevuti
dalle Caritas di
ogni continente e
sottolinea la necessità di sentirsi
uniti e sostenuti
sia negli interventi di aiuto che
nella
preghiera.
Lautsi, pronunciandosi contro
l’esposizione del Crocifisso,
sostenendo che la sua presenza
nelle scuole statali fosse ‘’contraria al diritto dei genitori di
educare i propri figli secondo
le loro convinzioni e al diritto
dei minori alla libertà di religione e di pensiero’’. La Corte
aveva anche condannato l’Italia a risarcire 5.000 euro alla
Lautsi per danni morali.
Il governo italiano aveva presentato subito ricorso e a sostegno dell’Italia lo hanno
presentato anche altri dieci
Paesi, ossia Armenia, Bulga-
ria, Cipro, Grecia, Lituania,
Malta, San Marino, Russia
Monaco e Romania. Il ricorso
è stato discusso a Strasburgo
a fine giugno 2010 e adesso
arriva finalmente la sentenza
della Corte.
La questione è particolarmente delicata e riguarda temi
forti come quelli della libertà
religiosa e della libertà di educazione. In particolare quello
della libertà religiosa è tema
“caldo” in Europa, e sono attuali le affermazioni fatte ancora nell’aula di Strasburgo, in
occasione del ricorso contro la
sentenza della Corte, su una
libertà religiosa evocata per
negare se stessa. La presidenza della Conferenza episcopale italiana, il 16 giugno 2010,
alla vigilia della discussione a
Strasburgo, si esprimeva, tra
l’altro, così: “Auspichiamo che
nell’esame di una questione
così delicata si tenga conto
dei sentimenti religiosi della
popolazione e di questi valori,
come pure del fatto che in tutti i Paesi europei si è affermato e si va sviluppando sempre
più positivamente il diritto di
libertà religiosa, di cui l’espo-
sizione dei simboli religiosi
rappresenta
un’importante
espressione”.
Più ancora, la stessa presidenza Cei sottolineava appena
prima che “la presenza dei
simboli religiosi e in particolare della croce, che riflette il sentimento religioso dei
cristiani di qualsiasi denominazione, non si traduce in
un’imposizione e non ha valore di esclusione, ma esprime una tradizione che tutti
conoscono e riconoscono nel
suo alto valore spirituale, e come segno di un’identità aperta
al dialogo con ogni uomo di
buona volontà, di sostegno a
favore dei bisognosi e dei sofferenti, senza distinzione di
fede, etnia o nazionalità”. Insomma, l’esposizione del Crocifisso – come peraltro più di
un pronunciamento, in Italia,
ha sottolineato – non discrimina né “violenta” le libertà.
Piuttosto, per la particolare
storia culturale del Paese offre
un’occasione in più di riflettere proprio su libertà e tradizioni, patrimonio prezioso
per tutti. Vedremo se anche la
Corte sarà d’accordo.
La dignità e il coraggio del Giappone
Le parole di
Benedetto XVI
all’Angelus, la
mobilitazione della
Caritas locale
“
L
e immagini del tragico terremoto e del
conseguente
tsunami in Giappone
ci hanno lasciato tutti fortemente impressionati”. Lo ha
detto domenica 13 Benedetto
XVI, dopo l’Angelus, facendo
riferimento al dramma che sta
vivendo in queste ore il Giappone. “Desidero rinnovare la
mia spirituale vicinanza alle
care popolazioni di quel Paese – ha dichiarato -, che con
dignità e coraggio stanno facendo fronte alle conseguenze di tali calamità”. “Prego
– ha aggiunto il Papa - per le
vittime e per i loro familiari,
e per tutti coloro che soffrono a causa di questi tremendi eventi. Incoraggio quanti,
con encomiabile prontezza, si
Venerdì 18 marzo la
sentenza della Corte
di Strasburgo sul
crocifisso
• Alberto Campoleoni
V
enerdì 18 marzo, la
Corte europea dei
diritti dell’uomo di
Strasburgo emetterà la sentenza definitiva sulla
questione del Crocifisso nelle
aule delle scuole pubbliche
italiane. Lo ha annunciato
in un comunicato la stessa
Corte che nel novembre del
2009 aveva accolto la richiesta di una cittadina italiana
di origine finlandese, Soile
In attesa
NostroTempo
Domenica 20 marzo 2011
17
Incontri
Lo studioso
Francesco Forgione
ha parlato a
Modena della
‘ndrangheta e dei
suoi interessi nel
mondo
A
• Mariapia Cavani)
nche Francesco Forgione usa la parola
“anticorpi” per sostenere la capacità
di resistenza alle infiltrazioni
mafiose nel nostro territorio.
Il secondo appuntamento del
ciclo dedicato ad Angelo Vassallo, a Castelfranco, ha visto
protagonista il politico e studioso Forgione, autore di numerose
pubblicazioni
sulla
criminalità organizzata, che nell’ultimo
libro, “Mafia export.
Come ‘ndrangheta,
cosa nostra e camorra
hanno colonizzato il
mondo” ha realizzato
il primo studio completo sulle ramificazioni degli affari della
criminalità organizzata italiana.
“Una vera holding
economico-finanziaria – ha esordito - in
cui corriamo il rischio
di non riconoscere
i mafiosi di terza e
quarta generazione.
le economie criminali
sono compatibili con
le regole del mercato.
La cronaca recente ci parla degli interessi della ‘ndrangheta in
Emilia, Liguria, Lombardia, ma
anche in Australia ed in Canada”.
Il libro è stato tradotto in 12
lingue e diffuso, al momento, in
22 paesi. “E non commettiamo
l’errore di credere che l’Africa sia
al di fuori di questi giochi: per
l’elevato numero di conflitti e la
corruzione dilagante, è un ottimo terreno di diffusione delle
mafie”.
“La strage di Duisburg - ha
affermato Forgione - è la metafora dell’ipocrisia che ha
spesso circondato la diffusione
della criminalità: molti hanno
pensato che è possibile fare affari, prender i soldi delle mafie,
senza che poi arrivino anche i
mafiosi. La ‘ndrangheta è forte,
perché riproduce intere comunità, con legami e strutture.
Cosa Nostra, per le scelte dei
Corleonesi, ormai nel mondo
ha perso posizioni. Ma la nuova economia globalizzata, con la
possibilità di spostare capitali in
tempo reale e senza alcun controllo, ha permesso il consolidamento dell’economia illegale.
Mentre il consumo di droga si
spostava dall’eroina alla cocaina,
la mafia era impegnata sul territorio nazionale, nella trattativa
con lo stato, la ‘ndrangheta era
un soggetto nuovo, credibile ed
affidabile, perché non ha pentiti.
E aveva a disposizione il denaro
ricavato da anni di sequestri.”
La risposta migliore
Per questa ragione si è accreditata come il broker internazionale
della coca. “La merce – precisa
Forgione - che consente di ottenere il plusvalore più alto, sul
mercato attuale. Un chilo di coca si paga, in Colombia, tra 1000
e 1500 euro. Per i trafficanti diventano 20 mila, per gli esportatori calabresi circa 40 mila. A
Milano, la prima città europea
per il consumo, un kg di coca
colombiana, una volta tagliata,
si trasforma in 4 kg di cocaina,
che rende 50 mila euro al kg: da
1500 a 200 mila euro! Spesso si
arrestano i trafficanti e coloro
che materialmente distribuiscono la merce, ma non si intercetta
mai la rete dei movimenti finanziari parallela ai traffici”.
Forgione si unisce poi a quanti
segnalano nell’attuale crisi economica un fattore di rischio per
le imprese: “La crisi di liquidità
attuale favorisce l’ingresso nelle
piccole imprese, non solo attra-
di superpoliziotti, superereroi,
supermagistrati, superscrittori,
ma di una quotidiana antimafia
sociale, fatta da ogni cittadino”.
La prossima tappa del percorso
sulla legalità sarà a Bastiglia il 31
marzo, alle ore 21 presso la Sa-
Politica - Giovanardi sui tagli alla famiglia
Francesco Forgione
verso l’usura, ma anche con il
più subdolo cambiamento negli
assetti societari”.
Tornando a quella che nel precedente libro aveva definito “la
mafia più potente al mondo”,
Forgione ha evidenziato, come
anche la strage di Duisburg ha
detto al mondo “che la ‘ndrangheta riproduce modelli sociali, culturali, antropologici; ha
nell’identità e nel cordone ombelicale con l’Aspromonte le sue
fondamenta. Nel vecchio secolo
le mafie seguivano le migrazioni
delle persone, oggi spostano il
denaro”.
La grande battaglia a cui siamo
chiamati oggi è quella sociale e
culturale “Le mafie non sarebbero tali senza la connivenza
politica ed economica. mentre il
G14 decideva la lotta ai paradisi
fiscali, in Italia si approvava lo
scudo fiscale che garantiva l’anonimato a chi faceva rientrare
capitali, frutto di corruzione,
evasione o criminalità. Può esistere una politica senza mafia,
ma non viceversa. La politica,
L’opuscolo
sulla Via crucis
a
trovato
ampio consenso l’iniziativa
di
Nostro Tempo
e periodici
S.Paolo che,
allegato al
numero del
settimanale uscito la
scorsa sett i mana, hanno invitato agli abbonati un piccolo opuscolo che
accompagna la riflessione della via Crucis durante le settimane
di Quaresima. Realizzato dai periodici S.Paolo, il sussidio, a cura
di Renzo Sala, contiene riflessioni di autori e pensatori diversi
proposte nelle varie stazioni.
Sono giunte in redazione diverse richieste per poter ricevere l’opuscolo anche nelle parrocchie. Chi fosse interessato può contattare il numero 3487122392
I dubbi del sottosegretario
N
“
Edizioni San Paolo
H
la di Cultura. Laura Garavinio,
parlamentare della Commissione Antimafia e Roberto Alfonso, procuratore capo di Bologna,
parleranno di “Infiltrazioni mafiose: dai buoni affari agli affari
sporchi”.
intesa nel suo significato più alto, ha un ruolo enorme nel contrasto alla criminalità, che deve
venire prima rispetto a quello,
pur necessario, dei magistrati.
La forza della criminalità sta
nella nostra debolezza: recuperare l’autonomia dei giornalisti, la funzione dei partiti come
antenne sul territorio sono passaggi necessari. La politica ha
perso il senso di sé, delegando
il contrasto alla mafia alla sola magistratura. Non abbiamo
bisogno di un’antimafia eroica,
on posso accettare gli ultimi provvedimenti del ministero
dell’ economia che comportano in tre anni una decurtazione del fondo per la famiglia del 90%’’. Con queste
parole il sottosegretario alle politiche per la famiglia, Carlo Giovanardi, intervenendo nei giorni scorsi a Roma ad un incontro al
Cnel sulla fiscalita’ familiare, ha lanciato l’allarme sulle politiche
del Governo dedicate alla famiglia sottolineando che quello delle
risorse e’ ‘’un problema serio’’. ‘’E’ una situazione insostenibile’’, ha
aggiunto Giovanardi rivolgendosi al premier. ‘’Questo e’ un problema che pongo a Berlusconi da cui ho avuto la delega, poiche’
in queste condizioni la delega non sono in grado di esercitarla’’.
‘’Potrei dire polemicamente - ha proseguito il sottosegretario che non e’ vero che vengono fatti tagli lineari perche’ sul fondo
della famiglia siamo andati al di la’. Il taglio del 90% vuol dire
non essere in grado di attuare azioni di coordinamento e promozione che il dipartimento nazionale deve fare’’. Le politiche in
aiuto della famiglia, ha continuato Giovanardi, devono essere la
‘’priorita’’’, invece, ‘’le misure dell’economia sono in contraddizione
con le priorita’ del Governo’’. Questo ulteriore taglio ‘’va contro il
programma di Governo’’ e la decisione di Tremonti, ‘’e’ un fulmine
a ciel sereno’’
18
NostroTempo
Domenica 20 marzo 2011
Formazione
A Modena
una conferenza
sulle politiche
di integrazione
stabilite dalle leggi
europee
M
artedì 22 marzo alle
ore
17,30
terzo
incontro con il
ciclo “Lavoro. Politiche pubbliche e culture religiose in
Europa” ideato dal Centro
Studi Religiosi della Fonda-
Il diritto contro
le discriminazioni
zione San Carlo di Modena
(via San Carlo, 5). La conferenza sarà tenuta da Alessandro Simoni, professore di
Sistemi giuridici comparati
all’Università di Firenze, che
parlerà su “Integrazione, lavoro, religioni. Il diritto anti-
Democrazia, lavori in corso
E
’dedicata all’analisi del concetto di democrazia la raccolta di saggi edita dal Mulino e realizzata a cura della
Fondazione San Carlo di Modena.
Il volume “Democrazia. Storia e teoria di un’esperienza filosofica e politica”nasce infatti dalle attività pubbliche promosse
dall’istituzione culturale modenese dedicate allo studio e all’analisi dello statuto della democrazia nel mondo contemporaneo e ne costituisce un’ideale compendio conclusivo. Cicli di
conferenze, seminari, corsi e workshop hanno affrontato l’argomento “democrazia” secondo approcci plurali – storico, filosofico, politico, socialogico e culturale – proprio perché plurali sono
gli orientamenti teorici, gli stili letterari e le argomentazioni
concettuali degli studiosi che hanno animato i lavori. Da tali
esperienze è nato il presente volume, che mira a promuovere il dibattito sulla condizione attuale e sulle prospettive delle
democrazie, descrivendone la complessità, senza però dimenticare i principali snodi storici e teorici che hanno condotto alla
situazione presente.
Curato da Carlo Altini, direttore scientifico della Fondazione
San Carlo, il testo raccoglie diciotto saggi di numerosi autori:
Ferruccio Andolfi, Dario Antiseri, Daniele Archibugi, Ermanno Bencivenga, Luciano Canfora, Pietro Costa, Francesco Fistetti, Giovanni Giorgini, Bruno Karsenti, Yves Mény, Stefano
Petrucciani, Pier Paolo Portinaro, Wolfgang Reinhard, Silvano
Tagliagambe, Nadia Urbinati e Gianfrancesco Zanetti, oltre
al curatore. Nonostante le reciproche differenze di prospettiva
politica e di interpretazione filosofica, i saggi raccolti hanno un
tratto comune: il lavoro critico sulla complessità, e conseguente
ambiguità, dell’idea di democrazia.
discriminatorio nell’Unione
europea”.
Alessandro Simoni collabora con la Corte di Giustizia
della Comunità Europea, la
Commissione Europea, il
Dipartimento per i Diritti
e le Pari Opportunità della
Presidenza del Consiglio dei
Ministri italiano. E’ anche
membro di diverse associazioni giuridiche europee tra
cui
“Anti-Discrimination
Law Review”, “Revue de
droit international et de droit
comparé” e “Diritto, immigrazione e cittadinanza”.
“Il lungo silenzio intorno a
un tema come quello della discriminazione su base
razziale ed etnica, - dichiara
Simoni - che negli ordinamenti di common law, ormai
riempie gli scaffali delle biblioteche, non fa molto onore ai giuristi italiani. Sembra
che nel nostro paese i tempi
della cultura giuridica, quando non accelerati da interessi economici immediati,
siano sempre un po’ indietro
rispetto ai tempi della cultura “senza aggettivi” e della
società civile con le sue tensioni. Nonostante l’Italia sia
stata toccata relativamente
tardi dai flussi migratori più
consistenti, dovrebbe invece
essere ormai chiaro che la
convivenza con il «diverso»,
rappresenta anche da noi
uno dei principali problemi
Mass media
Nuovi incarichi, nella continuità
Lorenzo Prezzi, Pierluigi Cabri e Mauro Pizzighini: novità al centro editoriale
dehoniano per i tre sacerdoti che prestano servizio nella nostra diocesi
P
er il Centro Editoriale
Dehoniano (C.e.d.) di
Bologna è tempo di avvicendamenti. Si tratta
di un rinnovamento che avviene
nel segno della continuità di una
storia autorevole per la Congregazione dei sacerdoti del Sacro
Cuore e per la Chiesa italiana,
che l’azienda intende custodire
e proseguire. Dopo molti anni
alla direzione della casa editrice
Edizioni Dehoniane Bologna
(Edb), padre Alfio Filippi lascia
l’incarico. Gli subentra nel ruolo di direttore padre Pier Luigi
Cabri, attualmente responsabile
di Edb scuola. Padre Alfio Filippi, dapprima direttore della
rivista Il Regno, poi dal 1991
direttore delle Edb, rimane in
qualità di direttore emerito alla
casa editrice, mettendo a servizio dell’azienda la sua preziosa
competenza. Un avvicendamento importante riguarda anche la
rivista Il Regno, la cui direzione passa da p. Lorenzo Prezzi
a Gianfranco Brunelli, attuale
vicedirettore e caporedattore
per la sezione Attualità. Padre
Lorenzo Prezzi, già direttore de
Il Regno dal 1993, assume ora
la direzione della rivista Settimana, in sostituzione di padre
Mauro Pizzighini. Il Consiglio
di amministrazione del Centro
Editoriale Dehoniano S.p.A.
ha deciso questi cambiamenti nell’ambito di un articolato
programma di rinnovamento di
tutta l’azienda, che riguarderà in
un prossimo futuro anche altri
settori. Il Consiglio di amministrazione del C.e.d. ringrazia
singolarmente padre Alfio Filippi, padre. Pier Luigi Cabri,
padre. Lorenzo Prezzi, Gianfranco Brunelli e padre Mauro
Pizzighini per il lavoro svolto,
per la dedizione dimostrata in
questi anni e per la nuova disponibilità offerta.
di governo della società dei
prossimi decenni.”
La conferenza avrà luogo
nel Teatro della Fondazione
San Carlo ed è a ingresso libero. Tutti gli appuntamenti
del ciclo godono
dell’accredito ministeriale per la
formazione
del
personale
della scuola e prevedono
una
collaborazione
con la Facoltà di
Giurisprudenza e
la Fondazione “M.
Biagi” dell’Università di Modena, i cui studenti
potranno acquisire crediti formativi validi nel loro
corso di studi.
Per informazioni
si può telefonare
allo 059.421237 o scrivere
una e.mail a [email protected]
NostroTempo
Domenica 20 marzo 2011
19
Sport-Csi
Childrens’s Tour 2011: Csi non può mancare!
La fiera delle vacanze
per bambini coincide
con i festeggiamenti
per i 150 anni di unità
nazionale, per un 17
marzo tra storia, sport e
divertimento
S
• Marco Costanzini
i rinnova a partire da
giovedì 17 marzo, l’appuntamento annuale
che vede il Csi protagonista a Children’s Tour, il salone delle vacanze per bambini
0-14 anni in programma fino
a domenica 20 marzo presso ModenaFiere. Rassegna di
danza, progetto golf e sport
equestri, cheerleaders e due
speciali laboratori sui 150 anni
dell’Unità d’Italia le proposte rivolte dal Csi alle
famiglie.
Laboratori
La prima novità del
Children’s Tour 2011 saranno due laboratori realizzati per celebrare ad
hoc i 150 anni dall’Unità
d’Italia, dal momento che
la festa nazionale del 17
marzo coinciderà proprio
con l’apertura della grande fiera modenese dedicata ai bambini: “I colori
della tua bandiera” e “Le
parole dell’Unità d’Italia”,
tra collage, linguaggio e
fumetti, faranno divertire - e pure ripassare un pò di
storia - tutti i bambini presenti
a Children’s Tour giovedì 17
marzo grazie alla collaborazione tra Csi e Comicon. Ma
imperdibili sono anche gli altri laboratori: riciclaggio con
Tetra Pak, baby chef con Dorando, travestimenti creativi
con La Birba, screening visivo
con Diba, psicomotricità con
Mo.To e Hakuna Matata, giochi morbidi per bambini con
gli animatori Oplà.
Golf
Ma a Children’s Tour il Csi
Modena penserà come sempre
anche allo sport: in particolare verrà lanciato il “Progetto Golf ”, realizzato insieme
al Modena Golf & Country
Si attivano in tutta
la provincia gli
appuntamenti per
giovani animatori ed
educatori
I
corsi di formazione per
animatori, educatori e
coordinatori organizzati
da Csi Modena e Centro
Diocesano di Pastorale Giovanile stanno entrando nel vivo.
Come ogni anno, anche nel
2011 si è partiti prima con la
specializzazione di animatori
già formati (1° modulo del cor-
Club, e grazie alla presenza di
Green Power Service sarà possibile effettuare prove su patting green. Giovedì, poi, verrà
allestito un infopoint Errea
con informazioni su questa disciplina. Spazio anche al judo
con lezioni degli istruttori del
Centro Sport Modena.
Sport equestri
Tra i tanti progetti presentati a
Children’s Tour il Csi Modena
illustrerà anche quello realizzato con la Fise (Federazione
italiana sport equestri) che si
concretizzerà in una collaborazione continuativa nei grandi
eventi di piazza, nelle attività e
in tutte le proposte targate Csi.
Danza
Immancabile, poi, l’appuntamento con la danza. Il Csi
Modena ha da poco presentato il “Progetto Danza 2011”
tappa di un progetto che, per
il secondo anno consecutivo,
andrà a toccare le piazze della
nostra provincia negli eventi
targati Csi con un fine anche
sociale. Il progetto è un modo
nuovo di fare danza: movimento, aggregazione e socialità si
fondono insieme, un progetto
di rete per valorizzare talenti e
sensibilizzare contemporaneamente i giovani alla partecipazione attiva nei progetti di
solidarietà sociale sostenuti dal
Csi Modena, come l’Aseop, la
missione in Brasile e l’associazione Marta e Maria.
Ma non è finita qui: il 17, 18
e 19 marzo, dalle 14 alle 15,
il Csi riserverà uno spazio alla danza con lezioni aperte a
tutti.
Cheerleaders
Ciliegina sulla torta della par-
Arena
Spettacolo
giovedì 17
domenica 20
ore 15-15.30
Spettacolo clown “Gli Allergia”
ore 15.30-16
Presentazione progetto “Gioca e Sorridi Aseop”
ore 16-17.30
2^ rassegna di danza Children’s Tour pro Aseop
ore 17.30-18
Esibizione gruppo cheerleader
nuova collaborazione Ficad e Csi
Area
sport
da giovedì 17
ore 10-13
a domenica 20
e 14-20
(venerdì dalle 9)
- Progetto golf Csi – prove su patting green
- Free sport biliardino e tennis tavolo
Laboratori
da giovedì 17
ore 10-13
a domenica 20
e 14-19
(venerdì dalle 9)
- Percorso ludico espressivo sui 150 anni Unità
d’Italia
- Laboratorio sul linguaggio
giovedì 17
sabato 19
domenica 20
ore 10-13
e 15.30-19
Che birba! L’angolo dei travestimenti
ore 15.30-19
(giovedì
19.30)
Trucca bimbi, palloncini, giocoleria
giovedì 17
ore 10-13
Comicon: dipingi la bandiera italiana (0-5 anni)
ore 14-20
realizzazione fumetti con materiale riciclato
(6-12)
giovedì 17
e sabato 19
ore 10-13
e 14-20
Spazio Errea (info golf e psicomotricità)
venerdì 18
ore 9-13
Storia del chicco di caffè
ore 15,30-19
Baby chef
ore 14-19
Laboratorio eco gioca TetraPak
sabato 19
e domenica 20
ore 10-13 e
14-20
Laboratorio visivo Diba
da giovedì 17
a sabato 19
ore 10-12
Judo con Centro Sport Modena
(venerdì anche 17.30-19,
sabato anche
15.30-17.30)
giovedì 17
e sabato 19
ore 17-18.30
Psicomotricità con Mo.To
venerdì 18
ore 15.3017.30
Psicomotricità con Hakuna Matata
domenica 20
ore 16.30-18
Psicomotricità con Hakuna Matata
Impianto
Tatami
ma è già vicino il momento
del debutto. Giovedì 17 marzo, festa nazionale per il 150°
anniversario dell’Unità d’Italia, diventerà anche la giornata
della danza: dalle 16 alle 17.30,
presso l’Arena Spettacoli, è in
programma la 2ª “Rassegna di
Danza Children’s Tour” pro
Aseop. Queste le scuole che
parteciperanno:
Accademia
Danza Studio, Backstage Formigine, Coreutica Academy
Dance Modena, Danziamo
Art & Show Modena, LaCapriola Centro Danza Modena,
New Dance Pavullo, Scuola
Danza Art’è Modena, Scuola
Danza Baggiovara. La rassegna di danza in programma a
Children’s Tour sarà la prima
tecipazione del Csi Modena
a Children’s Tour sarà l’esibizione del Gruppo Cheerleaders, domenica pomeriggio,
che rappresenterà l’inizio della
collaborazione con la Ficad
(Federazione italiana cheerleading acrobatico e dance).
Senza dimenticare lo spettacolo del gruppo clown Csi
“Gli Allergia” che farà divertire
bambini e genitori.
Progetto aseop
Sport, attività, laboratori, esibizioni di danza e cheerleading. Non sarà soltanto questo
Children’s Tour per il Csi Modena: all’interno della fiera per
bambini, infatti, verrà presentato anche un importante progetto sociale, quello realizzato
con Aseop. Oplà, il centro lu-
dico-motorio più grande della
provincia di Modena gestito
dal Csi Modena, unirà le proprie forze con l’Associazione
per il sostegno dell’ematologia
ed oncologia pediatrica, per-
mettendo ai bambini, seguiti
dal Reparto di Oncoematologia Pediatrica del Policlinico
di Modena diretto dal prof.
Paolo Paolucci, ed alle loro
famiglie di trascorrere alcune
ore di svago tra gonfiabili, laboratori creativi, giocolieri e
animazione. L’Oplà e il Csi sono orgogliosi di questo accordo che rientra a pieno titolo nel
Progetto Persona del Csi.
so di secondo livello) e con le
lezioni riservate a chi si dovrà
occupare di coordinare i centri estivi e le attività oratoriali:
questi due corsi sono iniziati
nei mesi scorsi settimane presso la sede del Csi Modena. Ma
dalla scorsa settimana sono iniziati anche gli appuntamenti
per aspiranti animatori, quei
ragazzi che, insomma, sono
ancora alle prime armi e che
presto si troveranno ad essere
protagonisti in attività parroc-
chiali, feste di compleanno e
centri estivi. Il mese di marzo,
dunque, ha segnato l’inizio dei
corsi di formazione per animatori di primo livello, che come
ogni anno saranno proposti in
tutti i vicariati della diocesi di
Modena-Nonantola con l’obiettivo di insegnare le tecniche
di base per l’animazione delle
attività aggregative. Al momento ne sono previsti dieci:
Modena Centro-Ovest (vicariati Centro Storico, Crocetta-
San Lazzaro, Sant’Agnese) e
Modena Centro-Est (vicariati
San Faustino, Madonnina e
parte del Centro Storico) sono stati i primi due vicariati ad
essere toccati. Nella serata di
oggi, giovedì 17 marzo, il corso
prenderà il via anche nel vicariato Pedemontana Est, con la
prima lezione in programma
presso l’oratorio Muratori della
parrocchia di Vignola. Lunedì
sera, invece, sarà il vicariato Pedemontana Ovest ad iniziare
il proprio percorso di formazione di 1° livello per aspiranti
animatori: l’appuntamento è
alla parrocchia di Spezzano. Il
corso di 1° livello toccherà anche Bassa modenese, Nonantola-Campogalliano-Soliera,
Pavullo-Serramazzoni, Cimone, Zocca, Val Dragone. Ogni
corso prevede 6 incontri tenuti
da docenti specializzati. Ieri
sera, poi, è ripartito anche il
corso per animatori di 2° livello, con le lezioni del 2° modulo
o la seconda parte per i partecipanti al programma “plus”, la
scuola per Over 18. Per informazioni su tutti i corsi si può
visitare il sito www.csimodena.
it o consultare l’apposita brochure (disponibile anche sul
sito) realizzata da Csi Modena
e Centro di Pastorale Giovanile Diocesano. Per domande o
istruzioni sui corsi si può scrivere anche agli indirizzi mail
[email protected]
o [email protected].
da giovedì 17
a domenica 20
Giochi morbidi con gli animatori Oplà
A tutta formazione con i corsi Csi
20
NostroTempo
Domenica 20 marzo 2011
Cultura
Venerdì 18 marzo il belga Walhain
apre i concerto d’organo a Gesù Redentore
Musica e parole per la
città e la Chiesa
E
’ un’attività musicale
di riferimento per
i modenesi quella
dell’organo a canne
della Chiesa parrocchiale di
Gesù Redentore. Quest’anno
la serie di iniziative, in programma da marzo a dicembre,
si riassume nella frase emblematica “Eco della Parola nella
città perché canti la Chiesa”
che ben sottolinea la benefica
relazione tra suoni e parola che
arricchisce tutti gli appuntamenti in calendario. Il primo
è fissato per venerdì 18 marzo
alle 21 con concerto di Etienne Walhain, musicista belga
titolare di uno dei più grandi
organi europei, quello della
cattedrale di Tournai, e invitato ai più importanti festival
internazionali, che suona Bach,
Vivaldi, Liszt, Franck e Duprè.
Oltre ai Concerti d’organo con
esecutori spesso invitati a importanti rassegne internazionali, vi trovano posto i Vespri
d’organo e Meditazioni d’organo, in cui, con brani della grande storia organistica e di autori
contemporanei, si modulano in
modi ricchi e anche sorprendenti suggestioni bibliche e di
chiesa.
Il concerto del maestro belga,
però, è soltanto il primo appuntamento di un ricco cartellone che non mancherà di
richiamare gli appassionati del
genere (lo scorso anno si raggiunsero punte di 700 persone, con una media di circa 400
presenze). Oltre al modenese
Riccardo Castagnetti, che suonerà i Vespri d’organo alle 18
in diverse occasioni, ci saranno i concerti del tedesco Jorg
Abbing da Saarbrucken sabato
13 maggio alle 21,
mentre da settembre
a dicembre arricchiranno il cartellone
Mareggini,
Mario
Verdicchio,
Yanka
Hekimova (già al
Redentore lo scorso
anno) e il francese
Thierry Escaich, oltre
al modenese Manni.
Nell’iniziativa sono coinvolti
Confapi-Apmi, Coseam, Banca Popolare
dell’Emilia
Romagna e Heidi
Comunicazioni.
lia “U.U.U. Una Unica Unità”.
Un gigantesco striscione tricolore di 27 metri verrà esposto
in piazza Grande e conterrà le
foto di tutti i cittadini che si
faranno immortalare per l’opera di Alberta Pellacani. Gli appuntamenti per gli scatti sono
fissati sabato 12 marzo, dalle
10 alle 12.30 sotto i portici del
Municipio, nella Galleria Europa, mercoledì 16 marzo dal-
le 14 alle 18 nel chiostro della
biblioteca Delfini in corso Canalgrande e lunedì 21 marzo
dalle 14 alle 18 di nuovo sotto
i portici del Municipio. Tutti i
ritratti ottenuti daranno vita al
verde, al bianco e al rosso della
grande bandiera che verrò stesa per 11 arcate del portico del
Palazzo comunale. “Immagine
dopo immagine, come in un
mosaico, si comporrà una unica
unità di persone, lunga tanto
quanto la partecipazione e l’adesione a un ideale che rispecchia un’azione concreta”, spiega
l’autrice del progetto, Alberta
Pellacani.
Chi è interessato all’iniziativa è pregato di portare con sé
un oggetto ritenuto significativo per l’unità nazionale con
il quale farsi fotografare. Lo
scopo è quello di coinvolgere la
I modenesi in foto in un gigantesco tricolore
Arte pubblica e
cittadinanza attiva
per i 150 anni
V
ieni a fatti fotografare!” con questo
slogan il comune
di Modena lancia il
nuovo progetto di arte pubblica
per i 150 anni dell’Unità d’Ita-
Istituto Filosofico di Studi Tomistici
F
capolavori, fra i quali la Carta
del Cantino conservata presso la
Biblioteca Estense di Modena.
Un vero e proprio viaggio tra
antiche raffigurazioni del mondo, da opere d’arte a cartografie,
per studiare come sia cambiata
nel tempo l’immagine del Paradiso Terrestre.
Il 26 marzo parte invece il
corso “Introduzione alla filosofia” tenuto da Mario Enrico
Cerrigone, Adalberto Arrigo-
ni, Claudio Antonio Testi ed
Emmanuele Morandi, in collaborazione con l’assessorato alla
cultura del Comune di Medolla. Si tratta di quattro incontri
presso l’Auditorium del Centro
Culturale di Medolla in cui verranno presentate le grandi aree
di ricerca del sapere filosofico.
Si ripete infine “Filosofia in
libri” con tre appuntamenti a
ingresso libero: “La fuga” di
Giuseppe Bargazi, introdotto direttamente dall’autore, l’1
aprile alle 21 presso il Cfn; “Gli
Inklings” di Humphrey Carpenter, presentato da Claudio
Testi e Maria Elena Ruggerini
venerdì 15 aprile alle 21 presso
la sede dell’Istituto Filosofico;
“La morte la carne e Dio” di
Emmanuele Morandi, illustrato
da Enrico Cerrigone venerdì 29
aprile alle 21 nella stessa sede.
Centro Alberione
Lezione aperta
di pianoforte
L
genti, l’unità di una comunità.
Questo è il senso e il segno che
si vuole trasmettere attraverso
il coinvolgimento delle persone
e la spontanea partecipazione”.
La bandiera rimarrà esposta a
partire dal 22 aprile, giornata
della Liberazione di Modena,
fino al 2 giugno, festa della Repubblica.
Per info: [email protected].
Libri e cultura tra Vignola e Castelvetro
Incontri di filosofia
e storia dell’arte
itto di appuntamenti il
calendario dell’Istituto
Filosofico di Studi Tomistici che da marzo riprende
le proprie attività. Si è avviato
il 12 marzo con la prima lezione del corso di storia dell’arte
“Il Paradiso in terra e le visioni
del mondo, storie di immagini perdute” tenuto dalla prof.
ssa Giovanna Caselgrandi, che
guiderà all’analisi di autentici
cittadinanza in una riflessione
corale e riattivare la partecipazione spontanea dei modenesi.
“Un tema così importante per il
nostro Paese, ma forse percepito e vissuto lontano nel tempo e
dal quotidiano”, spiega Caterina
Liotti, presidente del Consiglio
comunale. “Mentre uno dei valori che ancora oggi avrebbe necessità e merito di essere vissuto
è proprio quello dell’unità tra le
e domeniche in musica organizzate dal Centro Alberione
offrono una lezione aperta di pianoforte con la prof. Enza
Iori domenica 20 marzo alle 17.
Per info e prenotazioni: tel. 059 236853, [email protected]
Donne e Risorgimento
per il marzo modenese
C
ontinuano gli appuntamenti di lettura sul
Risorgimento e sul
mondo femminile nelle Terre di Castelli. In agenda un
doppio appuntamento lunedì
21 marzo: la mattina, dalle
ore 9 alle 12, presso la scuola
media Muratori di Vignola,
un incontro per gli studenti su
Anita Garibaldi, una ragazza
per bene, figlia di un povero
mandriano, divenuta leggenda ed eroina nazionale di due
paesi, l’Italia e il suo Brasile.
Alle 21, presso la Biblioteca
Selmi Auris, “Piccole donne
rompono”, presentato da Giulietta Bernabei, in dialogo con
l’autrice Lia Celi. Diario di
una mamma di quattro figli,
esperienza di maternità utile
a tutte le donne. Si conclude mercoledì 23 marzo con
la presentazione del volume
“1861, la storia del Risorgimento che non c’è sui libri
di storia” da parte dell’autore
Giovanni Fasanella. Un libro
controcorrente e antiretorico
che tratta della storia d’Italia
attraverso gli intrighi, i misteri, la corruzione e le violenza
che ne caratterizzano la genesi. Un racconto appassionato e
coinvolgente sulle deboli radici del nostro Paese che aiuta comprendere i problemi
dell’attualità.
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