SETTIMANALE CATTOLICO MODENESE Domenica 20 marzo 2011 FONDATO NEL 1957 POSTE ITALIANE S.p.A. - SPED. ABB. POST. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1 COMM. 1 DCB DI MODENA - CONTIENE I.P. Solidarietà Pedemontana Città L’impegno della Caritas per i profughi del Nord Africa Due settimane di turismo solidale in Sri Lanka e alle Maldive A PAGINA 12 Catechesi con l’arte: don Antonio Scattolini a San PioX A PAGINA 14 Non dimenticare l’emergenza Viaggiare fa rima con rispettare A PAGINA 5 Il Punto Nel giardino di chi? • paolo seghedoni E Anno LV n° 10 • euro 1 www.nostrotempo.it ’ stato un inverno ‘caldo’ per la città di Modena. Non stiamo, ovviamente, parlando di meteorologia, ma del clima di conflittualità (verbale ben s’intende) che si respira in città e che ha surriscaldato il dibattito sui mezzi di comunicazione come, non di rado, nei luoghi di aggregazione o nei bar. Infatti alle ormai purtroppo consuete e consunte polemiche politiche, polemiche che si nutrono di dichiarazioni, smentite e contro dichiarazioni, si è aggiunto il fiorire di comitati e gruppi di cittadini in favore, o contro, specifiche situazioni che riguardano la vita cittadina o quella di un determinato quartiere. I comitati, certamente, hanno il merito di riempire un vuoto lasciato dalla politica dei partiti: partiti sempre più autoreferenziali e sempre meno attenti alle esigenze concrete delle persone. Questa, purtroppo, è la sensazione di tantie persone che vivono con crescente disagio la disaffezione diffusa nei cittadini. Se la politica non fa il suo dovere, di fare proposte di governo e, quando ha la legittimazione popolare, appunto di governare, il ‘rischio-comitato’ si fa più concreto. Ma non di rado questo sfocia nel cosiddetto ‘Nimby’, dall’inglese ‘not in my back yard’, ovvero ‘non nel mio giardino’. Non le case vicino a casa, o non la piscina nel parco; non l’inceneritore a portata di naso o non il luogo di culto dell’altra religione. Non importa tanto se la battaglia portata avanti sia giusta o meno, di certo questa partecipazione diretta (o, almeno, meno mediata rispetto al solito) trova terreno di coltura proprio nella disaffezione o nella cosiddetta ‘anti politica’. Eppure ci sono anche altre modalità di spendersi per la propria città o il proprio quartiere: ci sono associazioni che svolgono attività culturale o pre politica in cui potersi impegnare, o anche semplicemente gli organi di rappresentanza in cui far sentire la propria voce; ci sono proposte che vengono legittimamente dal basso e che portano avanti idee e progetti su cui spendersi e su cui impegnare, o cercare di farlo, i governanti del momento. Ma se da una parte i partiti sembrano avere sempre meno a cuore la democrazia interna e tendono a far tacere le voci dissonanti rispetto a quello che pensa la maggioranza, dall’altra i comitati rischiano realmente di far prevalere il ‘no senza se e senza ma’, piuttosto che andare a fondo alle questioni perseguendo soluzioni condivise per l’intera città. Al di là quindi della liceità di prendere posizione, di essere a favore o contro questa o quell’idea, la sensazione che rimane è che sarebbe necessario pensare soprattutto al bene comune più che a quello del tuo gruppo o della tua via. E’ il caso di farci sopra un comitato? Dio ci parla per immagini Ci sta a cuore l’Italia L’anniversario dell’Unità nazionale: occasione per ritrovare un comune patrimonio di cittadinanza all’insegna della responsabilità • STEFANO MALAGOLI 1 7 marzo: il 150° anniversario dell’Unità d’Italia celebrato a Modena (realtà che vanta uno dei calendari di iniziative più ricchi a livello nazionale) così come negli altri centri della provincia. Dai Comuni dell’Area Nord, quelli attorno a Mirandola, a quelli del distretto ceramico, dai paesi dell’Unione del Sorbara, nella media pianura, a quelli delle Terre dei Castelli nella zona di Vignola, fino ai comuni delle Terre d’Argine, nel distretto carpigiano, a quelli montani del Frignano (nella foto, Sestola): tra bandiere tricolori (notato sotto la testata in alto?), incontri pubblici, manifestazioni di piazza e iniziative varie che continueranno anche nelle prossime settimane, in un ideale collegamento con la festa della Repubblica, il 2 giugno prossimo, Modena ha voluto solennizzare questo importante appuntamento. Un’occasione, al di là di ogni retorica “neo-risorgimentale” e senza far tanto caso a tristi “moti anti-unitari”, per riscoprire il senso dell’appartenenza ad un popolo ed una nazione e per ritrovare un comune patrimonio di cittadinanza. Un impegno che ri- guarda tutti indistintamente e, in modo particolare, se si vuole, la componente cattolica di questo Paese. Consegnata ormai alla storia (da tempo, questo almeno l’auspicio) ogni lettura anticlericale del Risorgimento, capace magari di destare ancora anacronistici sospetti e diffidenze, l’anniversario dell’Unità nazionale potrà acquistare un significato veramente speciale se servirà a non lagnarsi del passato, guardando invece al futuro Una chiave di lettura dell’anniversario emerge anche dal recente documento conclusivo della 46ª Settimana Sociale dei cattolici italiani presentato pubblicamente a inizio marzo, in una concomitanza forse non casuale con l’avvicinarsi della ricorrenza. Responsabilità è uno dei termini che scandiscono in maniera inequivocabile quel documento. “L’orizzonte – si legge nel testo - è quello della responsabilità per il bene comune come quotidiano e costante impegno a trasformare il vivere sociale”. Parole, come precisa il presidente del Comitato organizzatore delle settimane sociali, il carpigiano Edoardo Patriarca, che dicono la necessità di trovare procedure che inducano “tutti, ed in particolare i giovani, ad una maggiore partecipazione”. Nel documento “abbiamo dato una lettura anche preoccupata” della situazione in cui versa il nostro Paese che, continua Patriarca, “ha tante energie e risorse nei nostri territori che vanno valorizzati”. Da qui una richiesta di “responsabilità ai cattolici italiani per un maggiore impegno per il bene comune” perché “la nostra de- ORGOGLIOSI DI ESSERCI mocrazia ha bisogno di essere rigenerata e rinsaldata”. Si potrebbe tirare in ballo don Lorenzo Milani e il suo slogan “mi sta a cuore” che, calato nel contesto di vita e nell’impegno di ciascuno, nel lavoro, in famiglia, nella vita sociale e comunitaria, potrebbe dire molto in termini di scelta precisa per una cittadinanza responsabile. Se si dovesse allora coniare un ulteriore slogan per questo 150° anniversario potrebbe essere, comunitariamente, “Ci sta a cuore l’Italia”. Ciascuno, poi, saprà tradurre in azioni concrete questo atteggiamento di fondo. Per evitare che il 17 marzo rimanga solo una data segnata sul calendario come giornata di festa e di vacanza trascorsa senza lasciare un segno. A PAGINA 4 www.lapam.mo.it adesione 2011 + credito + formazione + nuove imprese + export + aggregazione - costi energetici 2 NostroTempo Domenica 20 marzo 2011 Iniziazione cristiana Domande sul catecumenato L’incaricato diocesano approfondisce i temi legati a chi chiede il battesimo. Un’autentica ricerca del ‘tono’ della Chiesa delle origini • Don Marco Pongiluppi* D omenica 13 febbraio in duomo c’è stata una messa con il rito della Elezione o Iscrizione del nome dei catecumeni. E’ stata una celebrazione sentita perché la gente ha potuto cantare e pregare come previsto dalla liturgia e ha assistito a quel rito con curiosità. Il vescovo ha chiesto prima ai padrini se i catecumeni erano istruiti nella parola di Dio, se pregano e partecipano abitualmente ai riti e, dopo il loro “sì”, ha chiesto ai catecumeni se volevano diventare cristiani. La risposta “Sì, lo vogliamo” ha concluso lo scambio, in cui si rivela la verità del cristianesimo come scelta, e nel quale si avverte il sapore del Vangelo, dove Ge- diocesi Informa ogni venerdi’ alle 20.30 A cura dell’Ufficio diocesano Comunicazioni Sociali in collaborazione con sù chiede (a Bartimeo): “Cosa vuoi che io ti faccia?” Questo è molto importante, perché la nostra fede è scelta libera, all’ombra della percezione di Dio data da un testimone. Il rito è proseguito con la dichiarazione da parte dei catecumeni dei propri nomi, che sono stati il nome anagrafico, accompagnato in alcuni casi, da un nome cristiano aggiuntivo, fra cui Maria o Lucia. A seguire la preghiera e l’iscrizione del nome nel Libro dei catecumeni. Il vescovo ha poi confermato che quei giovani sono ammessi all’ultimo periodo di preparazione, e potranno accedere ai sacramenti su dell’iniziazione cristiana nella veglia pasquale nella propria comunità parrocchiale. Non sono i più sicuri, non hanno ancora lasciato il mondo, né diventeranno subito praticanti o solidali, ma entreranno nella vita eterna e nella chiesa troveranno una stima che li educa ad aderire con motivazione a Dio in Cristo Gesù. La comunità prova simpatia, li vede partire non ben consapevoli e un po’ presuntuosi verso un cammino impegnativo ma li conferma con la propria cordialità e la propria testimonianza. Questo spirito è ben presente nei testi del Rito dell’Iniziazione cristiana degli adulti, perché anche quando chiede cose esigenti negli scrutini e conferma nelle consegne, la chiesa accoglie e stimola alla conversione, testimonia e offre di professare la fede. Nella diocesi il catecumenato è affidato alle comunità parrocchiali o alle unità pastorali, dove la vita comune e il dialogo fra un catechista e un catecumeno o un gruppetto e dove la comunità è richiesta di applicarsi all’educazione e accompagnare con la preghiera. In particolare i preti devono sancire l’esito della preparazione, non prima di almeno due anni di formazione. I giovani e gli adulti che si avvicinano al battesimo ogni anno sono circa quindici, e un po’ di più sono i ragazzi under 14, spesso di un Paese diverso dall’Italia, a volte cresciuti in famiglie che non hanno battezzato i figli da piccoli. Le loro storie sono simili in quanto conseguenza della simpatia del cristianesimo e della domanda che una testimonianza limpida ha fatto scaturire in loro. Da questi cammini si trae grande beneficio; per questo è un grande dono del Concilio aver ristabilito tali riti della Chiesa indivisa, la Chiesa dei primi secoli, nei quali la grande tradizione si collega con la vita di oggi senza fatica, con espressioni sobrie, ariose e genuine, incisive come nient’altro. Non solo i catecumeni ma la Chiesa locale intera ha bisogno di recuperare questo tono, queste parole e questa musica nella liturgia. Nelle varie comunità per avvicinare le persone che chiedono il battesimo è necessario credere e sperare, incontrare le persone direttamente, fare un dialogo regolare sulle motivazioni, le paure, le apprensioni, lasciar emergere la stanchezza, le resistenze, nutrire della parola di Dio, portare pazienza e tutelare la libertà della persona. Come fonti, nei due anni del catecumenato, è richiesto il secondo vangelo, la prima lettera ai Tessalo- nicesi, i primi capitoli della lettera ai Romani, l’Esodo. Nell’ultima quaresima (quella odierna per quel gruppo di giovani) i capitoli centrali della lettera ai Romani dove si tratta di battesimo, vita nuova, conversione, lotta e vita nello Spirito. Il Rito dell’iniziazione cristiana degli adulti è forma di ogni percorso formativo e dovrebbe essere consultato spesso, come anima della pastorale, della liturgia, della testimonianza e dell’accoglienza. Fonte quasi paragonabile a quella biblica della missione evangelizzatrice e dell’educazione, i processi con i quali la chiesa locale è chiamata a formare nuovi membri del popolo di Dio. *Incaricato del catecumenato a Modena Parola Riflessioni sulla “Fu trasfigurato davanti a loro” (Mt 17,2) S G.G. iamo così alla seconda delle tappe del cammino di conversione quaresimale: impegnati nella lotta contro le tentazioni, abbiamo come modello la vittoria di Gesù Cristo su Satana. Ora si tratta di esprimere con convinzione la fede in Gesù, il figlio di Dio, l’amato, morto e risorto per la nostra salvezza. Il brano del Vangelo secondo Matteo ci propone l’oggetto fondamentale della nostra fede, facendoci incontrare con la terza delle “Epifanie”, delle manifestazioni di Gesù, dopo quella dell’incontro con i Magi e quella del Battesimo di Gesù da parte di Giovanni il Battista. “Qui, su un alto monte” Gesù fu trasfigurato davanti a Pietro, Giacomo e Giovanni (gli stessi che troveremo nell’orto degli Ulivi alla vigilia della passione), insieme alla presenza di personaggi simbolo del Primo Testamento, Mose ed Elia. Si tratta di una esperienza straordinaria di…Paradiso. Per consolare i suoi, dopo l’annuncio della sua morte e risurrezione che li aveva traumatizzati, e per aiutarli ad affrontare, rafforzati, gli eventi imminenti. Gli Apostoli sono “presi da grande timore”, anche perché c’è una nube luminosa che li copre con la sua ombra (una chiara allusione alla nube-presenza di Jhwh nel lungo cammino dell’Esodo) e dalla nube esce una voce: “Questi è il Figlio mio, l’amato… Ascoltatelo!”. Una presentazione autorevole di Gesù Cristo da parte del Padre. Un invito ad una fede da riporre in quell’uomo-vero Figlio di Dio, il Messia atteso e finalmente presente. E’ la fede che sono chiamati ad esprimere i Catecumeni a poche settimane dal loro battesimo, è la fede che siamo chiamati tutti, battezzati, a manifestare con coraggio nella Veglia Pasquale. La lettura del Libro della Genesi ci dice lo stile e la essenzialità della fede: come quella di Abram che, raggiunto dal comando di Dio (“Vattane dalla tua terra”), “partì come gli aveva ordinato il Signore”, con il solo bagaglio della promessa di una discendenza numerosa. E’ al brano della seconda lettera a Timoteo che è affidato in qualche modo il compito della sintesi: i credenti, salvati e chiamati “con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia”. Quel Gesù, trasfigurato, ”ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita”. Questa è la nostra fede. NostroTempo Domenica 20 marzo 2011 3 Attualità Monsignor Antonio Lanfranchi è stato festeggiato dalla curia in occasione del primo anniversario del suo arrivo nella nostra diocesi “ Un anno volato in fretta nedì 14 marzo in occasione della preghiera dell’Ora media insieme ai collaborator i della curia. “Il proverbio non c’è rosa senza spine è quanto mai valido”, ha scherzato don Morandi, mentre mons. Lanfranchi ha ringraziato per il lavoro svolto, in particolare riferendosi proprio ai collaboratori della curia, e ha spiegato: R icordiamo la frase di monsignor Lanfranchi quando arrivò ‘voglio essere servitore della vostra gioia’. A un anno di distanza si può dire che lo è stato”. Mons. Giacomo Morandi, vicario generale dell’arcidiocesi, ha salutato così l’arcivescovo lu- Pakistan: il testamento del ministro cattolico Shahbaz Bhatti I “Q uest ’anno è volato in fretta, è stato intenso e impegnativo. Non dobbiamo moltiplicare le iniziative, ma approfondire sempre meglio quello che si propone. Alcune scelte sono già state fatte, altre ne verranno”. Nel corso del breve, ma sentito, momento di preghiera e ringraziamento, è stato donato al vescovo un copri ambone, per la cappella dell’arcivescovado, un luogo di preghiera che mons. Lanfranchi apprezza particolarmente. Il bersaglio più alto l ministro pakistano per le minoranze religiose, il cattolico Shahbaz Bhatti, è stato ucciso il 2 marzo a Islamabad da un commando armato. L’attentato è stato compiuto da un gruppo di uomini mascherati, che lo hanno tirato fuori dalla sua auto e lo hanno crivellato di colpi prima di fuggire su un’automobile. Gli assassini hanno lasciato sul luogo del delitto un manifestino: “Tehrik-e-Taliban Pakistan” (Ttp), una organizzazione di militanti islamici che rivendi- ca l’assassinio di Bhatti per aver parlato contro la legge sulla blasfemia. Aveva difeso con coraggio Asia Bibi, la cristiana condannata a morte per blasfemia in base a false accuse. Apparteneva al Ppp, il partito progressista al governo, ed aveva lavorato con Benazir Bhutto. Dopo l’uccisione di Salman Taseer, governatore del Punjab, il 4 gennaio scorso, anche Bhatti era stato accusato dai fondamentalisti islamici di aver difeso Asia Bibi, ed era considerato “il bersaglio più alto” dei radicali. l mio nome è Shahbaz Bhatti. Sono nato in una famiglia cattolica. Mio padre, insegnante in pensione, e mia madre, casalinga, mi hanno educato secondo i valori cristiani e gli insegnamenti della Bibbia, che hanno influenzato la mia infanzia. Fin da bambino ero solito andare in chiesa e trovare profonda ispirazione negli insegnamenti nel sacrificio, e nella crocifissione di Gesù. Fu l’amore di Gesù che mi indusse ad offrire i miei servizi alla Chiesa. Le spaventose condizioni in cui versavano i cristiani del Pakistan mi sconvolsero. Ricordo un venerdì di Pasqua quando avevo solo tredici anni: ascoltai un sermone sul sacrificio di Gesù per la nostra redenzione e per la salvezza del mondo. E pensai di corrispondere quel suo amore donando amore ai nostri fratelli e sorelle, ponendomi al servizio dei cristiani, specialmente dei e hanno terrorizzato la mia famiglia. Io dico che, finchè avrò vita, fino al mio ultimo respiro, continuerò a servire Gesù e questa povera, sofferente umanità, i cristiani, i bisognosi, i poveri. Vedo che i cristiani del mondo hanno teso la mani ai musulmani colpiti dalla tragedia del terremoto del 2005 abbiano costruito dei ponti di solidarietà, d’amore, di comprensione, di cooperazione e di tolleranza tra le due religioni. Se tali sforzi continueranno sono convinto che riusciremo a vincere i cuore e le menti degli estremisti. Ciò produrrà un cambiamento in positivo: le genti non si odieranno, non uccideranno nel nome della religione, ma si ameranno le une le altre, porteranno armonia, coltiveranno la pace e la comprensione in questa regione. Credo che i bisognosi, i poveri, gli orfani qualunque sia la loro religione vadano considerati in- I poveri, dei bisognosi e dei perseguitati che vivono in questo paese islamico. Mi è stato richiesto di porre fine alla mia battaglia, ma io ho sempre rifiutato, persino a rischio della mia stessa vita. La mia risposta è sempre stata la stessa. Non voglio popolarità, non voglio posizioni di potere. Voglio solo un posto ai piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per me e dicano che sto seguendo Gesù Cristo. Tale desiderio è cosi forte in me che mi considererei privilegiato qualora – in questo mio battagliero sforzo di aiutare i bisognosi, i poveri, i cristiani perseguitati del Pakistan - Gesù volesse accettare il sacrificio della mia vita. Voglio vivere per Cristo per Lui voglio morire. Non provo alcuna paura in questo paese. Molte volte gli estremisti hanno desiderato uccidermi, imprigionarmi; mi hanno minacciato, perseguitato nanzitutto come esseri umani. Penso che quelle persone siano parte del mio corpo in Cristo, che siano la parte perseguitata e bisognosa del corpo di Cristo. Se noi portiamo a termine questa missione, allora ci saremo guadagnati un posto ai piedi di Gesù e io potrò guardarLo senza provare vergogna. Shahbaz Bhatti Davanti allo Specchio Ho partecipato al corso per i preti C ome tutti gli anni è stato organizzato il corso di aggiornamento per i sacerdoti. A quello residenziale a Quercianella presso Livorno ho pensato bene di non partecipare, perché avevo tante altre cose da fare. Naturalmente il giorno dopo che i corsisti erano partiti, mi sono chiesto se non fosse stato meglio vivere qualche giorno in serena e calma fraternità sacerdotale. Ma ormai... Poi ecco il corso non residenziale. Ero ancora una volta indeciso se partecipare o meno. Mi lasciava perplesso, tra l’altro, anche l’argomento, che verteva sulla situazione di post modernità, nella quale deve agire oggi la comunità cristiana. Decisione salomonica: vado la prima mattinata poi se non mi soddisfa, non mi cuccano più! Ora, pensandoci bene, mi viene da chiedermi: e chi mi doveva poi cuccare?! Beh diciamo che mi hanno cuccato tutte e quattro le giornate. Sul settimanale altri hanno già relazionato sui tempi svolti. Poi usciranno anche i testi delle singole relazioni sia via internet come per via cartacea. Io mi limito ad osservazioni puramente personali. Primo: mi sono reso conto che io ero molto più avanzato del post moderno: ero in una situazione di “post post moderno”. Cioè superato dalla cultura post moderna, senza che me ne fossi reso conto. Secondo: bravi i relatori. Mi sono piaciuti soprattutto quelli di “casa nostra”. Non è sempre vero che l’erba del vicino è più verde della propria! Terzo: erano presenti molti preti giovani. Quarto: L’Arcivescovo “ha improvvisato” per valide ragioni personali la relazione dell’ultimo giorno e le risposte alle molte domande a lui rivolte. Figuriamoci poi se non avesse “improvvisato”! Mi è piaciuta anche la sua dichiarazione che trova il clero modenese preparato anche culturalmente... Non lo ha detto con senso paternalistico, ma paterno, cioè di un Vescovo che apprezza e vuol bene ai suoi figli preti. Io sono ormai vecchio, ma ammetto anch’io che abbiamo un clero giovane, che fa sperare bene per il futuro della diocesi. Però, scusate il mio paternalismo, la scienza non vi gonfi. Se unirete la competenza ad una forte e continuata spiritualità, allora io sarò contento di consegnarvi definitivamente la meta (ho già iniziato abbondantemente a farlo), affinché corriate la vostra tappa nella staffetta pastorale. PER NON DIMENTICARE Vi aiutiamo a non lasciare soli i vostri cari HALTEA SERVIZI cura e mantiene costantemente in ordine lapidi e cappelle di famiglia con la posa dei fiori, nel rispetto della sensibilità religiosa dei nostri clienti. Il servizio viene effettuato con la cadenza richiesta dal cliente. I servizi vengono svolti presso tutti i cimiteri delle province dell’Emilia-Romagna. A garanzia del lavoro svolto HALTEA mette a disposizione del cliente strumenti che gli permettono di avere un riscontro certo della regolare esecuzione del servizio. Carpi - Via Meloni di Quartirolo, 16 Tel. 059 644944 - Fax. 059 645212 Modena - Largo A. 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Il sottotitolo del recital di Maggiani è stato “Gli eroi che ci hanno rubato”: un buon inizio per una programmazione, quella che si svilupperà sul territorio modenese sino al giugno 2011 coordinata dal Comitato 150 Modena, che non vuol essere celebrativa e retorica ma che intende far riemergere la vicenda storica italiana in tutta la sua completezza. Con Maggiani si è inaugurato il ciclo “Storie e Storia di 150 anni d’Italia”, incontri con gli autori che si terranno di sabato presso la Biblioteca Delfini e che vedrà intervenire Carlo Galli, Nadia Urbinati, gli scrit- Dal 18 marzo al via un ciclo di conferenze proposto dalla Fondazione S.Carlo A mpi e vari i temi affrontati da “L’Italia e gli italiani. 150 anni di storia politica e culturale”, il ciclo di conferenze che si svolge da marzo a giugno proposto dalla Fondazione collegio S.Carlo in occasione dell’anniversario dell’Unità nazionale. Venerdì 18 marzo s’inizia con “Patria, stato e nazione nell’Italia del novecento” con Marco Cattini tori Valerio Evangelisti e Antonio Moresco, lo storico inglese Christopher Duggan. Il prossimo appuntamento è previsto per sabato 28 marzo, alle 17.30, con gli storici Alberto De Bernardi e Luigi Ganapini. E ancora: giovedì 17 marzo al Foro Boario a Modena c’è stata l’inaugurazione della mostra “ItalianiModenesi”, curata dal prof. Marco Cattini con la collaborazione di Matteo Al Kalak, Metella Mon- tanari e Claudio Silingardi, allestita dal dott. Fausto Ferri su progetto grafico di Filippo Partesotti, un viaggio dall’Ottocento ad oggi con una specifica attenzione alle prospettive future dei Modenesi nei contesti nazionale ed europeo. Più che un’esposizione di opere d’arte, manufatti e documenti, la mostra offrirà una multiforme esperienza d’immagini, oggetti, voci, suoni, apparati informatici e multime- diali interattivi, così da coinvolgere emotivam ente i giovani visitatori. All’interno della mostra una sezione è dedicata al lavoro, alle suo storie e ai suoi protagonisti. Il percorso storico che sarà messo a disposizione dei visitatori su supporto digitale, consente di approf ondire uno degli aspetti centrali della storia modenese negli ultimi due secoli, quello del lavoro. Utilizzando alcuni i-pad, sarà possibile seguire un percorso cronologico che attraverso 150 fotografie consente di conoscere i mutamenti avvenuti nel mondo del lavoro dalla fine dell’Ottocento ad oggi. Sei aree tematiche metteranno al centro alcuni aspetti specifici: sguardi, mestieri, luoghi, ambienti, manifestazioni, percorsi. La mostra è promossa da Comune di Modena, Provincia di Modena, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Fondazione Collegio San Carlo e dalle Fondazioni Cassa di Risparmio di Modena, Carpi, Mirandola e Fondazione di Vignola, non sarà solamente un luogo di visita, ma un vero e proprio laboratorio in p i e n o fermento culturale: il 21 e 24 marzo dalle ore 15 alle ore 17 si terranno seminari di formazione per docenti con visita guidata alla mostra presso il Foro Boario. A fare da guide saranno i coordinatori del Progetto 150 Modena: Marco Cattini e Giuliano Muzzioli. Per tutto il periodo della mostra sono inoltre previste visite guidate gratuite per le scuole e approfondimenti laboratoriali presso la Sala letture del Foro Boario, che affronteranno focalizzazioni di carattere biografico e tematico. Per gli approfondimenti e le visite guidate per le scuole si può fare riferimento a Giulia Ricci, segreteria-didattica 150 Modena ([email protected]; 339 7749525 - 059 242377). La mostra sarà aperta fino al 5 giugno, ingresso libero da mercoledì a domenica ore 10.30 – 19, anche il 25 aprile con lo stesso orario d’apertura. “Questa città, ma anche la regione Emilia Romagna, si caratterizzano per la loro capacità di essere cerniera tra il Nord e il Sud dell’Italia, cioè di saper tenere una prospettiva unitaria, perché Modena è una città che non ha mai smarrito la propria identità storica” ha spiegato il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Andrea Landi. “L’Italia e gli italiani” Ernesto Galli della Loggia (Istituto Italiano di Scienze Umane); venerdì 25 marzo Paul Corner (Università di Siena) e Alberto De Bernardi (Università di Bologna) intervengono su “Gli italiani e il fascismo”, mentre venerdì 1 aprile il tema sarà “La cultura dell’anomalia. L’Italia e gli altri” con Donald Sassoon (Queen Mary College, University of London). L’appuntamento di venerdì 15 aprile tratta di “Regio- nalismo e federalismo nella storia italiana” e vede presenti Marcello Fedele (Università di Roma “La Sapienza”) e Elio Tavilla (Università di Modena e Reggio Emilia); “Élites e classi dirigenti nell’Italia repubblicana” è invece l’argomento di venerdì 29 aprile con Carlo Carboni (Università Politecnica delle Marche) e Marco Cattini (Università “Luigi Bocconi” di Milano). Venerdì 6 maggio Lucio Caracciolo (diret- tore della rivista “Limes”) e Federico Romero (Università di Firenze) trattano il tema “L’Italia nel mondo, il mondo in Italia (1945-2011)”, mentre si parla di “Lotta per l’egemonia culturale nell’Italia repubblicana” nel successivo appuntamento di venerdì 13 maggio con Aldo Schiavone (Istituto Italiano di Scienze Umane di Firenze). “Il lavoro e i lavoratori nell’Italia repubblicana” sono invece al centro dell’appuntamento di martedì 17 maggio con Lorenzo Bertuelli (Università di Modena e Reggio Emilia) e Adolfo Pepe (direttore della Fondazione “Giuseppe Di Vittorio” di Roma). Gli ultimi appuntamenti sono quelli di venerdì 27 maggio con “Tra Stato e Chiesa. L’Italia dei cattolici”, incontro al quale intervengono Luciano Guerzoni (presidente della Fondazione “Ermanno Gorrieri” di Modena) e Alberto Melloni (Università di Mo- dena e Reggio Emilia); venerdì 3 giugno, infine, il tema è “L’Italia repubblicana” con Simona Colarizi (Università di Roma “La Sapienza”). Il ciclo di conferenze “L’Italia e gli Italiani”, sempre con inizio alle ore 17.30, è visibile in diretta web su www.scuolaer. it e sarà proiettato, sempre in diretta web, nelle biblioteche comunali di Campogalliano, Carpi, Castelfranco Emilia, Formigine, Nonantola, Pavullo, Sassuolo e Vignola. NostroTempo Domenica 20 marzo 2011 5 Solidarietà Nord Africa, non dimenticare l’emergenza L’impegno della Caritas, a tutti i livelli, in favore dei profughi che fuggono dai disordini D urante gli ultimi giorni sono ripresi con una certa intensità gli sbarchi a Lampedusa e a Linosa dopo una settimana di sostanziale fermo dovuto alle cattive condizioni meteo marine. Solo tra la sera di domenica 6 e la mattina di lunedì 7 marzo sono sbarcate oltre 1000 persone provenienti dalla Tunisia e partite soprattutto dal sud del Paese, in particolato collegamento con Caritas Internationalis che ha organizzato due missioni di monitoraggio, rispettivamente al confine libico-tunisino e a quello libico egiziano, per verificare la situazione dei profughi affluiti in numeri consistenti negli ultimi 10 giorni. In particolare: sul confine egiziano, nella località di Salloum la situazione è complicata non tanto per i lavoratori egiziani che rientrano in patria, ma per le migliaia di altre nazionalità, circa 5.000, che aspettano un documento, essendo stati privati dei passaporti in Libia al momento della partenza. Le re dal Porto di Zarzis. Il flusso è continuato anche nei giorni seguenti riportando i numeri del centro di accoglienza di contrada Imbriacola a circa 1.600 persone (contro una capienza ordinaria di 800 persone). Inoltre il Centro di accoglienza non gode più della prerogativa di Cara (Centri di accoglienza per richiedenti asilo) in quanto i cancelli sono stati chiusi e gli ospiti non possono più uscire. Nel frattempo, l’8 marzo, è stata aperta ufficialmente la base di Mineo dove saranno trasferiti 2000 richiedenti asilo presenti attualmente nei Cara, secondo quanto appreso dal Commissario straordinario per l’emergenza immigrati. L’apertura non ha coinciso con l’inizio delle attività del Centro in quanto si sta predisponendo il necessario per l’ordinaria funzionalità dello stesso. Peraltro si è in attesa di conoscere le modalità del tra- sferimento, i soggetti coinvolti, la tipologia di accoglienza, le prospettive per i Cara sparsi sul territorio e dei progetti di tutela ed integrazione oggi attivi al loro interno. La Chiesa e la Caritas in Italia Caritas Italiana ha terminato il censimento delle strutture che le Caritas diocesane hanno messo a disposizione per far fronte ad un eventuale afflusso straordinario di migranti. Ad oggi sono stati individuati poco più di 2.400 posti in 93 diocesi. Il loro effettivo utilizzo dovrà essere concordato nei modi e nei tempi con il Ministero dell’Interno. Intanto il governo italiano è riuscito ad evacuare 58 eritrei richiedenti asilo, soprattutto famiglie con molti bambini, che erano bloccate a Tripoli e assistite da Caritas Libia. La sera dell’8 marzo hanno raggiunto il Cara di Sant’Anna, a Crotone. Da segnalare inoltre che la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, condividendo l’apprensione del Santo Padre Benedetto XVI per le “tensioni che, in questi giorni, si registrano in diversi paesi dell’Africa e dell’Asia”, ha invitato per il 13 marzo, I domenica di Quaresima, tutte le comunità parrocchiali, le comunità religiose, le associazioni, i gruppi e i movimenti ecclesiali ad un particolare ricordo nella preghiera, implorando per le vittime della violenza la misericordia di Dio e per tutti la riconciliazione, la giustizia e la pace. A livello internazionale La situazione sul fronte internazionale è particolarmente incerta e l’evolversi degli eventi libici condizionerà molto anche le dinamiche dei flussi migratori verso il nostro Paese. Oltre al contatto periodico con i colleghi dei Paesi coinvolti nella crisi Caritas Italiana è anche in stret- autorità e l’esercito egiziano assicurano il grosso della logistica, ma i viveri sono insufficienti, come le latrine e le coperte per passare la notte. L’afflusso è continuo e cominciano ad arrivare anche famiglie libiche, dalle zone di conflitto più intenso. Qui la rete Caritas prevede di distribuire razioni di cibo per almeno 15 giorni; sul confine tunisino, la situazione è analoga, per i lavoratori che arrivano alla frontiera, soprattutto asiatici o africani. Molte Ong sono pronte ad accogliere un eventuale flusso di libici. Per ora la rete Caritas organizza insieme a loro e alle autorità la distribuzione di viveri, in gran parte forniti dalla popolazione locale. Inoltre Caritas Italiana partecipa al Policy and Legal Task Team, un gruppo di lavoro internazionale per supportare coloro che operano sul campo. Dopo un primo incontro in teleconferenza della scorsa settimana nel quale si è fatto il punto della situazione, si sono avuti aggiornamenti circa la situazione in Libia e in Niger, Paese verso il quale stanno rientrando molti immigrati provenienti dall’Africa Sub sahariana La voce della chiesa in libia «Il popolo libico non merita altra violenza» dice mons. Giovanni Martinelli, Vescovo di Tripoli. «La comunità internazionale deve usare tutti i mezzi pacifici per facilitare una transizione senza nuove vittime». Per ora si vive sulle riserve. A Bengasi vi è ancora una certa disponibilità. Il vescovo di Bengasi, Sylvester Carmel Magro, raggiunto telefonicamente, non può però assicurare che si possa a breve raggiungere Tripoli. Gli scontri infatti avvengono nel territorio fra queste due città. Dall’aeroporto di Tripoli, che rimane aperto. partono continuamente aerei che trasportano lavoratori stranieri nella loro patria di origine (egiziani, nigeriani, sudanesi…). Cominciano ad apparire code per il pane, anche perché molti panettieri, di nazionalità egiziana, sono partiti. Molti negozi sono chiusi, ma non tutti. Vi è l’ammirevole esempio del personale sanitario, in particolare filippino, che ha deciso di restare per aiutare la popolazione. Questo atteggiamento è condiviso dalle religiose presenti nel Paese, circa 40, tutte impegnate, e da molti anni, come assistenti/infermiere negli ospedali e nelle istituzioni per disabili e per persone anziane. Anche i sacerdoti sono tutti rimasti sul posto. A Bengasi continua l’assistenza ai rifugiati eritrei, come pure di altre nazionalità; ora sono circa 2.500, a cui si stanno aggiungendo da oggi etiopi e somali. Rimane pressante l’appello per dare una patria a queste persone. Sono ancora attivi a Sebha, nel sud, in pieno deserto libico, ben cinque posti di accoglienza per gli africani di passaggio. Gli scenari possibili dipendono da una eventuale tregua e dalla conseguente disponibilità di viveri e di materiale sanitario. 6 NostroTempo Domenica 20 marzo 2011 Diocesi L’argomento in discussione nel prossimo Consiglio pastorale diocesano I l consiglio pastorale di domenica 27 marzo sarà dedicato alla programmazione del prossimo anno pastorale. Il riferimento è quello dei cinque ambiti del Convegno di Verona. Nel contesto delle linee della Conferenza episcopale italiana per il prossimo decennio, in ordine all’educazione, il lavoro del 27 marzo farà rife- Pensando al tema “Lavoro e festa” rimento all’ambito “Lavoro e festa”. Ecco, di seguito, alcune linee per la riflessione in Consiglio. Quale pastorale in merito alla conciliazione lavoro/famiglia che possa favorire i tempi della famiglia? Il lavoro e gli impegni della donna? Quale tipo di pastorale che possa far riscoprire il valore del giorno del Signore come giorno privilegiato per la vita di comunità, per gli affetti famigliari, per la carità.. Nonostante questo periodo di crisi – altro spunto - come promuovere una cultura che tenda a mo- dificare le attuali concezioni dei contratti collettivi di lavoro e del welfare a beneficio di un miglior equilibrio fra tempi lavorativi e famigliari? Infine la riflessione cerceherà anche di capire chi può aiutare, e in che modo, i giovani in difficoltà ad affrontare il mondo del lavoro, fatto di precarietà, di contratti atipici, di pochi soldi, di difficoltà a metter su famiglia… Agenda della Diocesi Martedì 22 marzo ore 21 a S. Agnese Martedì del vescovo Giovedì 24 marzo Giornata di preghiera e digiuno per i missionari martiri Pastorale familiare: ritiro per fidanzati e giovani coppie “Parla, che il tuo servo ti ascolta” L a Pastorale Familiare diocesana propone un ritiro per fidanzati e giovani coppie che si svolgerà sabato 26 e domenica 27 marzo presso la presso la casa di spiritualità “Frate Leone” di Vignola, Via Cesare Plessi 261. La guida delle riflessioni sarà suor Elena Bosetti. Il programma prevede l’accoglienza alle 9.30 di sabato, seguita dal- la preghiera. Alle 10.30 suor Elena proporrà la riflessione, seguita dallo spazio per la meditazione personale; alle 15 la seconda riflessione, con il tempo per il lavoro personale e di coppia. Dopo la cena il tempo La ricchezza della Quaresima H a preso il via il percorso dei Martedì del Vescovo: il prossimo appuntamento sarà per martedì 22 marzo nella chiesa di S. Agnese: mons. Lucjan Avgustin, vescovo di Sapa, Albania, presiederà la veglia per i martiri missionari. Sabato 26 marzo, alle ore 15 al Centro famiglia di nazareth, si svolgerà anche il primo incontro di “Quando si ama?”, il percorso di educazione all’affettività. Lo psicologo Ezio Aceti parlerà di “Maschi contro femmine – Voglio fargli un aiuto che gli sia simile (Gn 2, 18). La festa dei Cresimandi T utto è pronto per la festa dei cresimandi col vescovo, sabato 26 marzo alle 15 al Palapanini. Mons Lanfranchi ha scritto ai ragazzi di tutta la diocesi per invitarli all’incontro. “Si tratta di ritrovarci insieme - ha ricordato - per decidere che cosa ci dà la vera felicità, quella che tutti cerchiamo. Ci saranno Cognento quattro concorrenti ufficiali, che voi rappresenterete, e magari scopriremo nella festa che c’è anche qualche altro concorrente che potrebbe – quasi di sorpresa – far saltare tutti gli schemi. La vera gioia, infatti, non viene da dove l’attendi, ma come un dono inaspettato. Inoltre sarà una bella esperienza di chiesa infatti vi aspetto numerosi da tutte le parti della diocesi città, montagna, pedemontana. Vi aspetto, quindi, insieme ai vostri catechisti e genitori per vivere con gioia questo incontro di riflessione e di conoscenza reciproca”. I catechisti sono già stati informati, anche attraverso Nostro Tempo, sulle modalità di partecipazione dei gruppi. Apostolato della preghiera Tornano i pellegrinaggi mariani diocesani I la Bibbia, lenzuola o sacco a pelo, biancheria da bagno. Per informazioni ed iscrizioni è possibile rivolgersi all’Ufficio famiglia, Tel 0592133845 e mail [email protected] Ufficio catechistico Pastorale giovanile niziati 16 anni fa, i pellegrinaggi diocesani mariani del 25 del mese, da marzo a settembre, sono diventati un caro appuntamento per molti modenesi, e non solo. Venerdì 25 marzo, solennità dell’Annunciazione, alla quale i pellegrinaggi sono collegati, si apriranno al santuario di San Geminiano a Cognento. Quello di apertura del 25 marzo sarà presieduto da mons. Antonio Lanfranchi, altri da vescovi vicini, come mons. Verucchi, o da sacerdoti di particolare spiritualità mariana. I pellegrinaggi partono alle 20.30 da tre località: Centro Famiglia di Nazareth, Corletto (Cittanova) e Casa della Carità di Cognento. Durante il percorso si prega col Rosario, si per l’Adorazione. Domenica 27, dopo la preghiera, la meditazione di suor Elena seguita dalla testimonianza di una coppia. Dopopranzo lo spazio per la condivisione in gruppo. E’ necessario portare medita e si canta. per chi non può camminare, lo stesso programma si svolge nel santuario di Cognento. Alle 21.30 la celebrazione della S. Messa, sempre animata da una corale cittadina. Nelle parroccie di diffonda l’informazione, per offrire questa op- portunità ai singoli ed all’intera comunità; i parroci sono invitati ad animare il percorso, se lo desiderano, a concelebrare la messa e per il ministero della riconciliazione. E’ possibile partecipare anche con i propri ministranti ed il coro, segnalandolo per tempo. Caritas – Migrantes - Animazione missionaria L’Africa alla prova V enerdì 18 marzo si svolgerà, alle ore 20.30 nella chiesa di S. Agostino, l’incontro di preghiera riflessione a partire dai movimenti dei popoli nordafricani, a cui abbiamo assistito in questi mesi. La serata prevede interventi su temi diversi, quali le problematiche religiose, quelle politiche e legate alla democrazia, il tema umanitario ed assistenziale. L’incontro è organizzato da Caritas diocesana, Pastorale Migrantes, Animazione Missionaria. Gli esercizi spirituali P resso la chiesa di San Bartolomeo si svolgeranno, nei giorni 29, 30, 31 marzo prossimi, gli annuali esercizi spirituali organizzati dall’Apostolato della Preghiera, col sostegno delle Associazioni: Moica, Cif, Pasfa, Congregazione Mariana, Volontarie del Sacro Cuore, Conferenze di San Vincenzo De’ Paoli. Il tema scelto è: “Siate felici! Felicità e beatitudini nei Salmi e nel Vangelo di Matteo (Mt.5,3-12). Guiderà le meditazioni don Jorge Fabian Martin Spoggi. Le riflessioni si svolgeranno dalle 9 alle 12. Alle 10.30 sarà celebrata la S. Messa. Ufficio Pellegrinaggi Per i sacerdoti e per i laici L ’Ufficio propone al clero modenese un viaggio in Germania “Sulle orme di Benedetto XVI”, che si svolgerà dal 26 al 28 aprilenei giorni 26-28 aprile. Data la forte richiesta, si l’iscrizione, accompagnata dalla caparra, entro il 21 marzo presso l’Ufficio. Sarebbe l’occasione, per il clero diocesano, di trascorrere insieme alcuni giorni di vita comunitaria. E’ già certa l’iscrizione di un gruppo di base, per cui l’iniziativa si realizzerà secondo il programma notificato all’inizio della Quaresima. Sono tuttora aperte le iscrizioni per partecipare a Roma alla cerimonia di beatificazione di Papa Giovanni Paolo II prevista per domenica 1° maggio, con viaggio in pullman in giornata. L’Ufficio Pellegrinaggi è a Vostra disposizione nei giorni di lunedì, mercoledì, venerdì dalle ore 9.30 alle 12.30. Sabato 26 marzo ore 9.30 a Vignola (fino a domenica) Esercizi per coppie e fidanzati ore 15 al CFN Quando si ama? ore 15 al Palapanini festa dei Cresimandi col Vescovo Domenica 27 marzo ore 15 al CFN Consiglio Pastorale diocesano Agenda del Vescovo Domenica 20 marzo ore 10 Teatro Sacro Cuore Incontro con i capi scout ore 18 in Cattedrale S. Messa Lunedì 21 marzo ore 16 In seminario Incontro e s. Messa con i seminaristi ore 21 al CFN Incontro con la commissione famiglia Martedì 22 marzo ore 21 a S. Agnese Martedì del vescovo Mercoledì 23 marzo ore 20.30 a Pavullo Incontro con i giovani del vicariato Giovedì 24 marzo ore 9.30 in Seminario Incontro di aggiornamento del clero ore 20.45 a Castelnuovo Rangone Incontro sulla lettera pastorale Sabato 26 marzo ore 15 al Palapanini festa dei cresimandi col vescovo Domenica 27 marzo ore 11 alla clinica Hesperia Celebrazione dell’Eucarestia ore 18 in cattedrale Celebrazione dell’Eucarestia NostroTempo Domenica 20 marzo 2011 7 Associazioni Una preghiera che continua e che cresce La comunità papa Giovanni XXIII sulla preghiera pubblica per la vita nascente ogni lunedì mattina al Policlinico N ella Quaresima del 2000, il 21 marzo, prendeva avvio davanti al Policlinico di Modena, la “preghiera pubblica per la vita nascente”, che da allora prosegue ogni lunedì mattina. Nei giorni scorsi Giovanni Paolo Ramonda, successore di don Oreste Benzi quale responsabile generale della comunità Papa Giovanni XXIII, promotrice dell’iniziativa, ha animato questo momento, descrivendolo come “segno nonviolento ma forte”, “una preghiera silenziosa ma insistente, nella certezza che Dio sente il grido dei suoi figli che si rivolgono a Lui” e li esaudisce. Ramonda ha pregato perché sempre più gli uomini di buona volontà, insieme alla Chiesa, prendano le difese dei più piccoli e più poveri, dai bambini nel grembo ai profughi della Libia. “Con questa preghiera – spiegano i responsabili modenesi della comunità papa Giovanni XXIII- vogliamo non lasciare soli questi piccoli mentre vengono uccisi, e richiamare i cittadini sulla tremenda ingiustizia che essi subiscono (circa 800 vite spezzate all’anno solo nel Policlinico di Modena) nell’indifferenza generale. Proprio per evidenziare maggiormente il carattere di preghiera, abbiamo deciso di sospendere al momento l’utilizzo dei cartelli che ci hanno accompagnato in questi anni: questa presenza infatti ha fatto recentemente pensare ad alcuni che la nostra non fosse una preghiera ma una mani- festazione di protesta. Al loro posto ci sarà un’icona di Maria incinta e una semplice scritta Preghiera per la vita nascente. In questi ultimi mesi l’Udi di Modena ci ha attaccati pubblicamente per questo gesto di preghiera, diffamando i partecipanti e la nostra associazione con accuse infondate. Nella foto una fiaccolata di alcuni anni fa in difesa della vita nascente Questi atticolare in questo periodo quatacchi hanno della preghiera, i parpiati. Invitiamo anche altri resimale, ogni lunedì davanti1al però risvegliato la sensibilità di sostegno 1884_Nostro Tempo Modena_102x132 12-11-2008 16:49 Pagina altri modenesi che hanno vo- tecipanti sono più che raddop- cittadini ad unirsi a noi in par- Policlinico alle 6.45”. luto esprimerci concretamente la loro vicinanza: da quando abbiamo diffuso un appello a La nuova presidenza di Azione Cattolica Eletta lunedì 14 dal Consiglio diocesano, domenica 27 l’assemblea regionale “ I l Consiglio diocesano di Azione Cattolica ha eletto, lunedì 14 marzo, la nuova presidenza. Oltre al presidente, Paolo Seghedoni nominato dal vescovo tra una terna di nomi, sono stati eletti i vice presidenti per il settore giovani e adulti, i responsabili dell’Acr, oltre a segretario e amministratore per il triennio 2011-2014. Per il settore giovani i nuovi vice presidenti sono Raffaele Campana, di Nonantola che era responsabile della commissione Giovanissimi nello scorso triennio, e Carla Giardina, della parrocchia di San Giovanni Evangelista in città. Tra gli adulti Paola Rinaldi, di Soliera che era vice segretaria diocesana, e Massimo Rovatti, già presidente diocesano, della parrocchia della Madonna Pellegrina in città. Responsabile dell’Acr è invece la confermata Marzia Montorsi di Maranello, mentre vice responsabile è Nicola Battilani di Formigine. Segretaria diocesana è stata eletta Federica Rossi di Soliera che nello scorso triennio era vice presidente del settore giovani, mentre il nuovo amministratore è Luigi Guidotti della parrocchia di Gesù Redentore. “Mentre ti ringrazio per la disponibilità – ha scritto mons. Antonio Lanfranchi nel decreto di nomina del presidente diocesano, Paolo Seghedoni – sono sicuro che saprai svolgere il mandato con la testimonianza cristiana, la passione ecclesiale e la preparazione culturale e associativa che ti caratterizzano. Auguro all’Associazione – prosegue Lanfranchi, citando il documento ‘Educare alla vita buona del Vangelo’ – come auspicano i Vescovi, di continuare a essere scuola di santità laicale che garantisce presenze qualificate di laici per il mondo e per la Chiesa. Per questo sono sicuro che, attraverso il cammino formativo proposto agli aderenti – continua l’arcivescovo parlando dell’Azione Cattolica – si impegnerà di curare la maturazione di una mentalità di fede, l’impegno per il bene comune, la dedizione al servizio educativo, la promozione della vita associativa. Da parte mia voglio assicurare l’affetto, il sostegno, la preghiera e la guida perché sia strumento di crescita nella nostra Chiesa nella comunione e nella missione”. Il prossimo appuntamento del percorso assembleare, che porterà all’assemblea nazionale del 6 all’8 maggio, è il consiglio regionale di domenica 27 marzo a Bologna, dove saranno eletti i nuovi responsabili regionali dell’associazione. www.bsgsp.it Le tue radici e il tuo futuro sotto un buon segno. Le tue radici, il tuo futuro. 8 NostroTempo Domenica 20 marzo 2011 Aperto Spazio Approfondimenti teologici L’Eucaristia e ciò che la deve precedere/2 E Una questione di metodo • don Massimo Nardello* U na delle situazioni nelle quali non è possibile accostarsi alla comunione eucaristica è quella di chi è consapevole di aver commesso un peccato grave, cioè “che conduce alla morte” (1Gv 5, 16), ma non se ne è pentito; si tratta dunque del caso di una persona che ha scelto consapevolmente di assumere dei comportamenti gravemente peccaminosi con cui ha deliberatamente interrotto la sua comunione con Dio. In questa condizione, se manca il pentimento e il desiderio di cambiare vita, nutrirsi del corpo eucaristico del Signore significherebbe compiere un gesto terribilmente falso, cioè accostarsi al sacramento che più di ogni altro ci unisce al Cristo quando in realtà nel profondo del proprio cuore non vi è alcun interesse per la sua persona. Ricevere l’eucaristia in queste condizioni semplicemente perché mossi dalla consuetudine o dal non voler fare brutta figura davanti agli altri partecipanti alla messa sarebbe un peccato molto grave: “chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna” (1Cor 11, 29), come ricorda S. Paolo a chi nella comunità di Corinto celebrava indegnamente la cena del Signore. Il problema è più complesso nel caso in cui una persona si penta di aver commesso un peccato grave e desideri accostarsi alla comunione eucaristica: perché deve confessarsi prima di farlo? Non è sufficiente il pentimento sincero perché la comunione al corpo del Signore cancelli ogni peccato? Il concilio di Trento, che si è occupato anche di questa questione, si esprime in termini complessi. Da un lato insegna che “la consuetudine della chiesa dichiara che quell’esame (di coscienza prima della comunione) è necessario perché nessuno, consapevole di essere in peccato mortale, per quanto possa ritenersi contrito, si accosti alla santa eucaristia senza aver premesso la confessione sacramentale” (Decreto sull’eucaristia, cap. VII); il documento conciliare continua affermando che questa norma deve essere sempre osservata, a meno che manchino i confessori. D’altro lato lo stesso concilio afferma che, se ci si accosta all’eucaristia con cuore sincero e retta fede, con timore e rispetto, contriti e pentiti, “placato (…) da questa offerta (del sacrificio eucaristico), il Signore, concedendo la grazia e il dono della penitenza, perdona i peccati e le colpe, anche le più gravi” (Dottrina e canoni sul santissimo sacrificio della messa, cap. II). L’interpretazione di questi testi conciliari alla luce del dibattito che li ha preceduti e di altri testi dello stesso concilio ha consentito agli studiosi di concludere che secondo il tridentino “in conformità ad una consuetudine ecclesiastica, la chiesa considera il sacramento della penitenza come un mezzo di preparazione alla comunione, necessario ai fedeli consci di peccato “mortale” se c’è abbondanza di confessori. Ma, per sua natura (dogmaticamente), la partecipazione degna all’eucaristia, senza previa confessione, concede per se stessa la grazia rinnovatrice del perdono anche dei peccati gravi, perdono che a sua volta orienta il cristiano verso il sacramento della penitenza” ( J. Ramos-Regidor, Il sacramento della penitenza, Torino 1985, p. 235). Questa prospettiva è ripresa fedelmente dall’attuale disciplina ecclesiastica ben sintetizzata dal diritto canonico: “Colui che è consapevole di essere in peccato grave, non celebri la messa né comunichi al corpo del Signore senza premettere la confessione sacramentale, a meno che non vi sia una ragione grave e manchi l’opportunità di confessarsi; nel qual caso si ricordi che è tenuto a porre un atto di contrizione perfetta, che include il proposito di confessarsi quanto prima” (Codice di diritto canonico, can. 916; cf. anche Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1385 e 1395). Forse si può supporre che, data la centralità della comunione eucaristica nella vita cristiana, vi sia sempre la ragione grave di cui parla il canone. Dunque, se si è consapevoli di essere in peccato grave, è necessario anzitutto pentirsi e quindi confessarsi – se vi è la concreta possibilità di far- lo – prima di ricevere la comunione eucaristica: la forza rinnovatrice del sacramento del corpo del Signore, infatti, resterebbe inefficace in chi, pur pentito dei propri peccati gravi, escludesse deliberatamente di confessarsi. Se invece non vi è la possibilità di accedere al sacramento della penitenza, allora il pentimento sincero, che si esprime nel proposito di confessarsi quanto prima, rende legittimo l’accesso alla comunione eucaristica nella quale – come insegna il concilio di Trento – avviene anche la remissione dei peccati. Detto questo, occorre anche riconoscere che se una persona è disponibile a ricevere la comunione eucaristica con le giuste disposizioni ma non a confessarsi ha probabilmente un’idea (e un’esperienza) negativa del sacramento della penitenza. In effetti, l’esperienza pastorale insegna che molte persone hanno un rapporto difficile con la confessione. Le ragioni possono essere diverse: il fatto che per secoli si sia pensato questo sacramento come un momento di giudizio, i tempi normalmente ristretti della sua celebrazione che non consentono sempre un dialogo sereno, l’indelicatezza o la frettolosità del ministro nel colloquio con il penitente, la mancanza di rispetto per i tempi di maturazione della coscienza personale, e così via. Solo facendo riscoprire la confessione come momento di preghiera e di ascolto della Parola di Dio e come esperienza serena dalla misericordia risanante del Signore si aiuterà il popolo di Dio a viverla come un momento positivo e gioioso. Resta ovviamente il problema di chi vorrebbe confessarsi ma non può ricevere l’assoluzione perché in una condizione personale oggettivamente non evangelica. Di questo tema si occuperà il prossimo articolo. *Teologo 2 - continua ’ giunta in redazione una breve lettera a firma di don Giorgio Bellei che replica ad una precedente lettera riferita ad una sua prima lettera riguardante il convegno cattolico islamico. Lasciando perdere il gioco lessicale con la parola ”lettere”, la redazione ha più volte detto, e qui ribadisce ancora, che Nostro Tempo intende essere, soprattutto nella rubrica delle lettere, luogo di confronto ma questo non significa trasformarlo in strumento per un “botta e risposta” a due, con continui rimandi a quanto pubblicato nei numeri precedenti. Ognuno esprime sul giornale la propria, legittima, opinione (come avvenuto anche nel caso specifico) ma non più volte… E’ una questione di metodo e di principio. “Condivido che la mutua conoscenza sia utile per vincere pregiudizi ed affermo anche io che questo è un invito che ci viene dalla Chiesa. Io - facendo un’eccezione a quanto appena dichiarato riportiamo in estremissima sintesi la lettera di don Giorgio - non ho messo in dubbio questa utilità, ma ho affermato che per conoscersi davvero occorre dirsi tutto e non accontentarsi di mezze verità”. Ora, poiché don Giorgio ha avuto modo di contattare privatamente l’autore di quanto pubblicato la scorsa settimana e considerando che la sua prima lettera era stata indirizzata non solamente a Nostro Tempo ma anche ad altri giornali, il settimanale, per quanto lo riguarda, ritiene chiuso l’argomento. Nostro Tempo - Settimanale cattolico modenese Redazione via Formigina, 319 Modena tel. e fax. 059/344885 - [email protected] Curia: tel. 059/2133866 - fax. 059/2133805 Realizzazione e impaginazione: MediaMo – Moka Direttore responsabile: Stefano Malagoli Coordinatore di redazione: Paolo Seghedoni In redazione: don Marco Bazzani, Luca Beltrami, Marcella Caluzzi, Giancarlo Cappellini, Andrea Cavallini, Mariapia Cavani, don Gianni Gherardi, Simone Lazzaretti, don Massimo Nardello, Francesca Rossi, Giulia Vellani Comitato editoriale: mons. Paolo Losavio, mons. Giacomo Morandi, padre Lorenzo Prezzi, don Giuliano Gazzetti, Rossana Arletti, Egidio Iotti Hanno collaborato: Alberto Campoleoni, Stefano Collorafi, Marco Costanzini, Marco Deriu, Francesco Gherardi, Franco Mantovi, don Nardo Masetti, don Marco Pongiluppi, Laura Solieri Fotografie: archivio Nostro Tempo, MediaMo, Moka, Sir, Luigi Esposito, Dante Farricella, Gabriele Guerra, Roberto Pivetti Stampa: Società Editrice Lombarda (Cremona) stampato in n° 2.166 copie Amministrazione: Curia Arcivescovile via s. Eufemia,13 - Modena Registrazione Tribunale di Modena n.333 del 19-9-57 Iscritto all’Albo Nazionale della Stampa n.00736 vol.8 Settimanale aderente alla FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana Abbonamento fino a dicembre 2011 Ordinario: 45 € - Sostenitore: 80 € - Dono a nuovo abbonato 35 € Modalità di pagamento: - Conto corrente bancario IT 46 O 05188 12900 000000043394 intestato a Nostro Tempo Arcidiocesi Modena-Nonantola corso Duomo 34, 41121 Modena - Conto corrente postale n. 14614416 - Nostro Tempo - casella postale 357 Modena 3 - Presso gli Uffici pastorali: via Sant’Eufemia, 13 Modena (Ufficio Stampa) - Presso la Galleria Incontro Dehoniana: c.so Canalchiaro, 159 Modena Per informazioni: tel. 059 2133867 il lunedì e il giovedì ore 9-12 [email protected] Pubblicità Contattare MediaMo tel 059/350269 - [email protected] NostroTempo Domenica 20 marzo 2011 9 10 NostroTempo Domenica 20 marzo 2011 dalla Città Verità e giustizia: Modena per la legalità La giornata della memoria il 20 e 21 marzo M odena si riconferma vicina alle vittime delle mafie e dedica due giornate ai temi della legalità e della cittadinanza attiva in concomitanza con la XVI edizione della “Giornata delle memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie” che si svolge a Potenza il 19 marzo. L’evento “Verità e giustizia in terra di luce” si svolge il 20 e 21 marzo con il patrocinio del Comune di Modena e con la collaborazione di Albachiara, Animatamente, della Caritas e della Circoscrizione 3. Domenica 20 marzo le iniziative si svolgono presso la Polivalente ’87 Gino Pini con apertura dei lavori alle 16 da parte dell’Assessore alle Politiche Giovanili, Fabio Poggi, gli interventi di Loris Bertacchini, presidente della Circoscrizione 3, Eros Benassi, presidente di Animatamente, Enza Rando, dell’ufficio nazionale di Presidenza di Libera, e la testimonianza di Margherita Asta, referente di Libera a Trapani. Alle 16.45 parte un corteo lungo le vie della città intitolate a vittime delle mafie durante il quale vengono raccontate testimonianze e riflessioni dei giovani modenesi che hanno partecipato alla Giornata Nazionale a Potenza il giorno precedente. Alle 17.15 il sindaco Giorgio Pighi presenzia ad una sosta alla stele in memoria di tutte le vittime di mafie e alle 17.30 il Sindaco di Niscemi e presidente di Avviso Pubblico, Giovanni Di Martino, riporta la propria esperienza diretta tramite una testimonianza. Lunedì 21 ci si sposta alla Tenda con apertura dei lavori alle 9 da parte di Fabio Poggi e laboratori con gli studenti delle scuole superiori condotti da animatori locali di Albchiara a partire dalle 9.15. Alle 11.30 iniziano gli interventi degli ospiti e il confronto con i partecipanti, con moderatore Federico Valenzano, referente regionale del progetto Albachiara, Enza Rando e Salvatore Rizzo, presidente Consorzio Escomed di Messina. Per info: cell. 349 3233454, [email protected]. D Appuntamenti alla Circoscrizione2 S i terrà mercoledì 30 marzo alle ore 17.30 presso il Centro Famiglia di Nazareth l’incontro dell’Unione cristiana imprenditori dirigenti dal titolo: “Come ritrovare il desiderio e la speranza nel momento, ancora attuale, di grave crisi economica e morale della Società”. Un momento di discussione e di approfondimento per aiutare i partecipanti a reagire alla d i ff i c i l e contingenza che stiamo vivendo. Durante l’evento interverranno come relatori mons. Lan- S un’efficace sollecitazione alle famiglie perchè si mettano a disposizione dei parroci per creare unità e collaborazione per costruire insieme la parrocchia, “famiglia di famiglie”. La giornata si concluderà alle 17 con un breve momento di preghiera. L’iniziativa è aperta a tutti e l’ingresso è libero. Per info e prenotazioni: 339 3508732 329 9583443 (è necessaria la prenotazione solo se si vuole partecipare al pranzo). arà don Andrea Pacini, consultore della Commissione per le relazioni religiose con i musulmani presso il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e docente di Teologia dogmatica e di Teologia delle religioni presso la Facoltà Teologica di Torino ad animare l’incontro sul tema “Benedetto XVI: tra libertà religiosa e dialogo con l’Islam”. L’iniziativa è proposta dall’Unione giuristi cattolici di Modena, della quale è presidente Stefano Guidetti. “La libertà religiosa che la Chiesa proclama va intesa non solo come immunità dalla coercizione, ma prima ancora come capacità di ordinare le proprie scelte secondo la verità. Credo che l’incontro – afferma Guidetti – sia una bella occasione da non perdere: don E Andrea Pacini è infatti uno dei maggiori esperti italiani sulla materia ed è molto stimato per la sua saggezza e moderazione”. L’incontro, aperto a tutti, si terrà nei locali della parrocchia di San Biagio a Modena in via Del Carmine 4, a partire dalle ore 21 di mercoledì 23 marzo. Per informazioni: stefano@ studiolegaleguidetti.com. Parrocchia San Biagio: incontro con don Riccardo Tonelli Cercatori di Dio: una proposta cristiana A tutti coloro che sono alla ricerca del volto di Dio vivente. Don Riccardo Tonelli si rivolge a tutti i cercatori di Dio, credenti e non, e a tutti coloro che ancora non hanno intrapreso questo cammino. Gli incontri si tengono presso la parrocchia San Biagio sabato 19 marzo alle ore 17 e domenica 20 alle 9, a seguire la celebrazione dell’Eucarestia. Parrocchia del SS. Crocifisso e S. Caterina Ritiro di Quaresima D omenica 27 marzo alle ore 15.30 presso la chiesa della parrocchia Santa Caterina e SS. Crocifisso una riflessione a cura della Comunità Redemptor Hominis: “Al pozzo della parola. La parola di Dio nella vita e nella missione della chiesa”. A seguire S. Messa alle 18. Modena e l’Unità d’Italia venti, approfondimenti, confronti per ripercorrere una storia che ha coinvolto anche il nostro territorio: la Circoscrizione 2 parla dell’Unità d’Italia. Gli appuntamenti organizzati sono vari, si parte venerdì 18 marzo alle ore 20.30 con la conferenza “Modena e l’Unità d’Italia” al Teatro dei Segni ad ingresso gratuito: partecipa come relatrice la dott.ssa Franca Baldelli dell’Archivio storico del Comune di Modena. A seguire lettura di “Pagine risorgimentali” a cura di Alboni Lo- franchi, arcivescovo di Modena-Nonantola, e il prof. Angelo Ferro, presidente nazionale Ucid. La riunione è aperta a tutti i soci, presidenti e vicepresidenti, ma anche a tutte le associazioni, agli enti locali e agli amici e conoscenti interessati. Al termine dell’incontro verrà servito un aperitivo. Si prega di confermare la presenza alla segreteria di Modena (tel. 059 217344). Per info: tel. 059 341008. Islam: Benedetto XVI tra libertà religiosa e dialogo Torna l’appuntamento con il Family Day Cuore della giornata sarà la conversazione di mons. Renzo Bonetti, parroco a Bovolone (VR), già responsabile del progetto “Parrocchia - Famiglia” della Cei che è stato scelto da Giovanni Paolo II come consultore del Pontificio Consiglio per la famiglia. Mons. Bonetti è psicologo e consulente familiare e da molti anni è uno dei maggiori esperti italiani sul tema della famiglia e in particolare della pastorale parrocchiale familiare, per questo la sua conversazione sarà Unione cristiana imprenditori dirigenti Unione giuristi cattolici Domenica 27 marzo alla comunità L’Angolo omenica 27 marzo a Modena, presso la comunità L’Angolo in via Martiniana 385, torna l’appuntamento con il Family Day, una giornata di festa per tutta la famiglia organizzata dal movimento di apostolato Regnum Christi di Modena. La festa comincia alle ore 13 con il pranzo e continua con una serie di attività di gioco per bambini e ragazzi e di incontri per giovani e per adulti. Come affrontare la crisi economica e morale: incontro al Cfn vino e rassegna di musiche e canti risorgimentali a cura del coro Folk San Lazzaro. “Il 150° anniversario dell’Unità d’Italia vuole essere per la Circoscrizione n. 2 l’occasione per ripercorrere una parte della storia del Paese che, per alcuni aspetti, ha visto il nostro territorio protagonista. L’intenzione del Consiglio è, infatti, quella di valorizzare e far conoscere personaggi e avvenimenti importanti non solo per il nostro quartiere, cercando di cogliere tutti gli aspetti positivi del processo unitario senza, tuttavia, dimenticare le criticità che lo hanno accompagnato”. Per info: tel. 059 2034150, crocetta@comune. modena.it. NostroTempo Domenica 20 marzo 2011 11 dalla Pianura L’incontro di mons. Lanfranchi con l’unità pastorale di Soliera: “Far comprendere il bene e il male primo passo per educare” • luca beltrami U n centinaio di persone e tanti giovani all’incontro di mons. Antonio Lanfranchi con l’unità pastorale di Soliera, comprendente anche le parrocchie di Villanova, Ganaceto e Lesignana. Nella serata di lunedì 14 marzo il pastore della Chiesa modenese ha illustrato, nei locali adiacenti la chiesa di San Giovanni Battista, i quattro punti della lettera pastorale, davanti anche a diversi membri dell’Azione Cattolica e del gruppo Scout di Soliera. All’incontro hanno partecipato anche don Geraldo Gomes e don Marius Zaras, rispettivamente parroco di Villanova e di Ganaceto e Lesignana, oltre ovviamente al padrone di casa, don Anto- “Un consiglio: osate!” nio Manfredini. L’introduzione all’incontro è stata affidata al primo cittadino Giuseppe Schena, un breve intervento in cui il sindaco (che ricopre anche il ruolo di assessore alle politiche scolastiche e ai servizi educativi dell’Unione Terre d’Argine) ha sottolineato l’importanza del coordinamento delle Agenzie educativi nel territorio. La parola è poi passata all’arcivescovo, che si è soffermato sui quattro capitoli della sua prima lettera pastorale da “modenese”, dalla sezione intitolata “Educare è bello, educare è possibile” al significato dell’educazione, dal ruolo centrale delle relazioni all’importanza della collaborazione tra famiglia, scuola e parrocchia nel processo educativo. Al termine della ricca esposizione, mons. Lanfranchi ha risposto alle domande dei parrocchiani presenti, tra le quali alcune estremamente puntuali e significative. Ad esempio è stato fatto notare all’arcivescovo come in questo tempo nel quale sono infinite le possibilità approfondire i contenuti delle Lesignana C oprotagonisti sono stati i sei pronipoti alla festa di compleanno di Bruna Ruscelli, festeggiata proprio a cento metri dalla storica cascina delle “Quattro Madonne”, dove nonna Bruna era nata nel marzo del 1911, ultimogenita di Teresa e Celso, per tanti anni casari all’angolo della strada Lesignana verso Campogalliano. Accanto alla aveva molta più speranza. Una seconda questione ha riguardato la difficoltà di portare avanti un percorso educativo quando Massa Finalese Sei pronipoti con la bisnonna Bruna • franco mantovi Sacre Scritture stia diminuendo la speranza delle persone. Al contrario qualche decina d’anni fa, quando le preghiere non venivano studiate, ma soltanto imparate a memoria, e i fedeli non riuscivano a seguire la messa perché veniva celebrata in una lingua, il latino, a loro sconosciuta, la gente Bruna, oltre alla figlia Marisa, c’erano i generi con i quattro nipoti (Daniele, Andrea, Sabina e Cristina), ma ad animare il convito sono stati loro, i bisnipoti: Davide (19 anni), Simone (17), Tobia (13), Giacomo (11), Stefano (6) e Cecilia, 4 anni, lo “scricciolo della nidiata”. La più bella sorpresa per la centenaria, insieme alla torta con le cento candeline, è stata la lettera del sindaco di Modena Giorgio Pighi che a sorpresa con le felicitazioni augurali ed i saluti le ha fatto pervenire una statuetta della “Bonissina”, significativo omaggio del tutto inatteso e molto gradito. Una fiaccolata per dire no alla centrale S i riflette sull’ambiente a Massa Finalese. Sabato 19 marzo l’associazione “Bassa così” organizza una fiaccolata per esprime il suo parere contrario alla centrale termoelettrica a biomasse. Il programma dell’iniziativa prevede il ritrovo alle 18.30 in piazza Caduti per la libertà e, a seguire, una passeggiata per le vie del centro accompagnate dalle note di un musicista. Punto di arrivo della fiaccolata sarà il Teatro Verdi, dove verrà messa in scena la rappresentazione ad ingresso libero “Mare nero”, scritta ed interpretata dai presidenti della discarica di Casumaro. Nel corso dello spettacolo gli attori proporranno alcune riflessioni sui temi della riconversione dello zuccherificio, delle cave estrattive e dell’ampliamento della discarica. Carpi Educare è amare P er celebrare il 73° anniversario della vestizione di Mamma Nina, sabato 19 marzo alle 21 la Casa della Divina Provvidenza di Carpi organizza un incontro al Tempio Monumentale di San Nicolò a Carpi per riflettere sull’opera educativa di Marianna Saltini. A guidare l’incontro sarà il nipote don Arturo Testi. Nella stessa occasione la Filarmonica di Reggio Emilia e il coro “La Corbella” saranno protagonisti di un concerto nel quale eseguiranno la Missa Katharina di Jacob de Haan, diretti dal maestro Stefano Tincani. non si è al cospetto di un singolo, ma di gruppo di persone, con personalità e modi di pensare differenti, e stabilire regole oggi che esse sembrano passate di moda: “In questi casi - ha risposto mons. Lanfranchi - è fondamentale riuscire a trasmettere i criteri che distinguono il bene dal male. Questo è un lavoro lungo, che necessita di grande pazienza e dell’instaurarsi di una relazione profonda tra le persone. È difficile e faticoso, ma molto gratificante quando si riesce a raggiungere il proprio obiettivo”. Le ultime considerazioni dell’arcivescovo sono state rivolte al ruolo delle associazioni, delle quali ha evidenziato l’importanza nel creare occasioni per apprendere la Parola e per metterla in pratic. Infine due consigli, uno agli educatori, ad aiutare i ragazzi ad allearsi fra loro, a non rimanere isolati ed ad osare, l’altro ai genitori, a non proteggere i propri figli all’infinito, ma piuttosto ad attrezzarli per affrontare le difficoltà e gli ostacoli che la vita gli pone davanti. Medolla Deontologia: al “Merighi” presentato il nuovo codice U na guida indispensabile per districarsi nei numerosi problemi etico-sociali e giuridici insiti nel mestiere di medico. È questo in sintesi il nuovo “Manuale di professione medica”, presentato giovedì 11 marzo alla sala conferenze dell’Hotel La Cantina di Medolla. L’evento, organizzato dal circolo medico Merighi in collaborazione con Eurosets e con il poliambulatorio privato Centro Medico, ha visto protagonisti i due autori, il dottor Aldo Pagni, ex presidente della Federazione nazionale ordini dei medici e degli odontoiatri, e il dottor Sergio Fucci, giurista, magistrato della Corte d’appello di Milano. Quest’ultimo ha illustrato il valore del Codice deontologico del 2006, che fornisce ai medici una guida nella loro difficile attività professionale, nella quale non conta solo la necessaria preparazione tecnica, ma anche la capacità di relazionarsi in modo corretto con gli assistiti. Il relatore ha sottolineato l’utilizzo sempre più frequente da parte della magistratura delle norme contenute nel Codice, a riprova della loro attualità e del loro valore che trascende il semplice ambito deontologico. D’altra parte il Codice è una sorta di manifesto rivolto alla collettività, di quello che dovrebbe essere l’agire professionale e, quindi, gli interessati si aspettano dai medici comportamenti consoni alle norme contenute. Il magistrato ha evidenziato inoltre il ruolo pubblico svolto dagli ordini professionali e provocatoriamente ha suggerito che dovrebbe essere diversa la composizione dell’organo deputato a verificare la conformità al Codice del comportamento degli iscritti. Camposanto Avis, mezzo secolo di solidarietà I mportante traguardo per l’Avis di Camposanto, che quest’anno festeggia i suoi primi 50 anni. Nata il 3 settembre 1961 per volontà di otto volontari ispirati e coordinati da Francesco Bernardelli, l’associazione si trova oggi a promuovere diverse iniziative per festeggiare il mezzo secolo di attività e allo stesso tempo ribadire l’importanza della donazione e della cultura della prevenzione. Il momento clou dei festeggiamenti sarà domenica 19 giugno 2011 in piazza Gramsci a Camposanto per ricordare e premiare i donatori. Nel periodo marzoaprile 2011 sono stati organizzati tre momenti per approfondire temi di prevenzione della salute, con la collaborazione di altrettante associazioni: “Il cesto di ciliegie” per la prevenzione dei tumori al seno, cardiovascolari e l’ANT “Gli amici del cuore” per la per la prevenzione dei meprevenzione delle patologie lanomi. 12 NostroTempo Domenica 20 marzo 2011 dalla Pedemontana Viaggiare fa rima con rispettare Due settimane in Sri Lanka e Maldive con i viaggi di turismo solidale organizzati dalla Cooperativa Sociale Vagamondi e dall’associazione Cose dell’Altro Mondo di Formigine F bini sordomuti e il convitto che l’associazione Cose dell’Altro Mondo e la Cooperativa sociale Vagamondi hanno contri- senta come un’immensa vallata di campi di tè, le case sono in stile inglese e il clima è fresco. Il tour è proseguito verso la co- buito a costruire. Poi il viaggio ci ha portato verso nord, nelle zone centrali del paese, dove si trovano splendide città che raccontano la storia dello Sri Lanka: Polonarwua e Dambulla dove sono presenti antichi templi buddisti con enormi statue di granito, piscine e giardini. Purtroppo le condizioni meteorologiche non sono state delle migliori: siamo riusciti a trovare maltempo anche nella stagione in cui è rarissimo che piova, ma questo non ci ha scoraggiato. Altra località caratteristica è stata Sigirya, una montagna che si presenta come un grande masso che spunta dal nulla in mezzo ad una foresta, risalendo rampe di gradini si raggiunge la sua vetta dove si trovano i ruderi di un palazzo reale. Successivamente ci siamo diretti verso sud, nelle città di Kandy, Pinnawela e Nuwara Eliya. Nella prima si trova il tempio del dente di Buddha, luogo sacro di grandissima importanza per la comunità buddhista. Questa è la zona dei campi di spezie, minacciati dagli elefanti selvatici che di spezie vanno ghiotti. Pinnawela invece è famosa per l’orfanotrofio degli elefanti che è una sorta di riserva dove vengono accuditi e cresciuti i piccoli di elefante trovati soli nella foresta. A Nuwara Eliya il paesaggio muta drasticamente infatti si pre- sta sud dell’isola fino alla città di Gaulle, dove sono presenti i resti di un fortino olandese, e di Hikkadwa che è una località balneare. Queste zone sono state duramente colpite dallo tsunami infatti sono visibili ancora oggi gli scheletri di edifici mai più ricostruiti. Esperienza molto toccante è stata la visita ad un museo dedicato a questa tragedia. Il museo è molto semplice: è costituito da due grandi stanze nelle quali le pareti sono completamente tappezzate da foto e testimonianze dell’accaduto, e qui si tocca con mano la disperazione e il dolore che questo disastro ambientale ha portato con sé. Infine gli ultimi tre giorni del viaggio li abbiamo trascorsi in una micro isola delle Maldive dove ci siamo rilassati tra sole e nuotate nel mare cristallino. Quali sono i progetti di commercio equo solidale che avete visitato? É un elenco lungo perché ne abbiamo visitati tanti! Tra gli altri, il progetto Araliya (nome di un bellissimo e profumatissimo fiore dello Sri Lanka) creato e sostenuto dalla Coop. sociale Vagamondi e l’associazione Cose dell’Altro Mondo che consiste in un gruppo di lavoro che vede impegnate circa 80 donne, molte delle quali poverissime, che producono piccoli fiori e coccarde in tulle e • Marcella Caluzzi ar conoscere cultura, tradizioni e natura di un paese, lo Sri Lanka, dal fascino ancora incontaminato e, contemporaneamente, diffondere un’idea di turismo ‘solidale’, che si avvicini alle realtà incontrate con sguardo consapevole e rispettoso della gente e della natura. Questa l’idea che sta alla base dei viaggi di turismo responsabile organizzati dalla Cooperativa Sociale Vagamondi e dall’associazione Cose dell’Altro Mondo di Formigine; viaggi che permettono anche e soprattutto ai partecipanti di conoscere e toccare con mano i tanti progetti di commercio equo e solidale attivati in Sri Lanka. Un gruppo di 15 persone (di cui 13 volontari provenienti da tutta Italia) è partito a fine gennaio, accompagnato dai due responsabili del progetto Davide Bertelli e Luca Borsarini, e si è fermato in Sri Lanka per 17 giorni. Tra di loro c’era anche una giovane formiginese, Marta Vandelli, che racconta a Nostro Tempo il ‘suo’ viaggio in quella terra. Marta, com’è nata l’idea di partecipare a questo viaggio? Una mia amica, che fa la volontaria nella bottega del commercio equo e solidale di Formigine, mi ha parlato di questo viaggio che aveva intenzione di fare. L’idea mi ha subito colpito così ho colto l’attimo e ho deciso di partire anch’io. Com’era organizzato? Quali le tappe principali? Il viaggio è stato un perfetto connubio tra la scoperta di un paese incantevole e l’incontro con i progetti del commercio equo e solidale presenti nell’isola. Abbiamo viaggiato tanto, in pratica non ci siamo fermati mai più di 2 giorni in un posto quindi riassumere tutto quello che abbiamo visto è difficile! La prima tappa è stata Negombo, località di mare sulla costa ovest. In questa città e nei suoi dintorni sono concentrati molti progetti che fanno parte del circuito del fair trade. Oltre a questi abbiamo visitato anche la scuola elementare per bam- in foglie di palma da cocco usati per abbellire bomboniere e regali. Altri manufatti che vengono prodotti da queste instancabili e creative donne sono gli zerbini e le lavagnette in corda di fibra di cocco che stanno riscuotendo un grande successo nella botteghe italiane. Un altro progetto che abbiamo visitato è Podie: qui vengono lavorate e confezionate le spezie raccolte da circa 300 contadini sparsi per tutto lo Sri Lanka. E ancora Gospel House azienda fondata nel ’76 specializzata nella produzione di coloratissimi giocattoli ad incastro di legno. Altra azienda che abbiamo conosciuto è Selyn che si occupa della produzione di stoffe per realizzare giochi ma anche vestiti, tovaglie, tappeti. Qui le donne tessono con telai a mano che richiedono grandi esperienza e pazienza: per disporre il filo in un telaio a volte occorre un giorno intero! Altro progetto visitato è Eco Maximus che produce materiale per cancelleria e regalo utilizzando un materiale molto “originale”: la cacca degli elefanti! Infine abbiamo conosciuto il progetto Evan’s Group che si occupa dell’assemblaggio di scatoline in foglia di palma che contengono i fiori del progetto Araliya, le spezie e il tè. Cosa distingue questa espe- rienza dai viaggi di tipo “ tradizionale”? La sensibilità che sta dietro a questo tipo di viaggio e l’incontro con le persone che lavorano per il commercio equo e solidale a partire dai responsabili della cooperativa, Davide e Luca, ai compagni di viaggio (che sono tutti volontari impegnati nelle attività delle botteghe), fino ai vari responsabili dei diversi progetti in Sri Lanka e alle donne che ci lavorano. Altra persona speciale che ci ha accompagnato con pazienza ed eleganza è Amal, la guida turistica numero uno! Se si decide di fare un viaggio come questo non si va soltanto per visitare un paese diverso e lontano ma anche per conoscere i progetti che il commercio equo solidale ha creato e sostiene, per incontrare le persone che si impegnano e mettono tutta la loro energia e creatività in quello che fanno. Si scopre la fatica e il rischio che si corre per sostenere un commercio più giusto e si condivide la gioia nel vedere i risultati che dà e il bene che fa alle persone che vengono coinvolte. Inoltre tutti i progetti prevedono la realizzazione e la produzione di manufatti artigianali, di tè e di spezie, attività queste che fanno parte della cultura dello Sri Lanka quindi questo tipo di turismo rappre- senta un modo per conoscere in modo più profondo e autentico la realtà di un paese. Cosa ti ha colpito di più di questo viaggio e cosa ti sei portata a casa? Io sono amante della natura, per cui sono rimasta incantata dalla bellezza dei paesaggi, dalla vegetazione incontaminata e rigogliosa, dai colori dei fiori, del mare e del cielo. E poi dalle persone. I cingalesi sono sempre sorridenti, hanno la cultura dell’ospitalità, in ogni luogo in cui siamo andati le ‘regole dell’accoglienza’ prevedevano il sedersi e il bere un tè insieme. Nonostante la povertà e le difficoltà in cui vivono (ricordo che solo nel 2009 è terminato lo scontro armato tra tigri Tamil e governo cingalese) ho notato una grande voglia di rinascere e darsi da fare. Mi porto a casa l’esempio di tutte le persone che con determinazione, coraggio e dedizione impegnano la loro vita a contribuire a creare un mondo migliore cercando di realizzare un’economia giusta e solidale. Durante questo viaggio ho pensato di diventare anch’io volontaria nella bottega per impegnarmi in modo concreto in questo progetto… vedremo cosa succederà! Magreta Essere ‘segno della carità’ D a più di un mese è attivo a Magreta il ‘Centro di ascolto’ parrocchiale, aperto ogni sabato pomeriggio dalle 15, che coinvolge attualmente una ventina di volontari. Di seguito la loro testimonianza. Siamo a Magreta, zona chiesa: passando la domenica mattina prima, il sabato pomeriggio ora, si potevano e si possono vedere tante persone adulte, con bimbi o no, che arrivano e se ne vanno con strane sportine; o che aspettano fuori da una porticina con bianche tende. Non hanno nulla a che fare coi genitori dei bimbi del catechismo, con i nonni che vanno al bar parrocchiale, con le signore che vendono i fiori, o vanno a fare la spesa. E’ invece il tentativo che la comunità parrocchiale di Magreta sta facendo per rispondere ai tanti bisogni, sofferenze e drammi delle famiglie del nostro territorio. E’ il nostro nuovo “Centro di ascolto” parrocchiale: povero, piccolo, ma dignitoso ed accogliente. La nostra Caritas parrocchiale viene da lon- tano: dalle prime conferenze di S. Vincenzo si sono sviluppate sul territorio dove noi viviamo forme organizzate di “Caritativa”, come sentiamo dire dai nonni con orgoglio e forza. Noi, oggi, continuiamo un lavoro che ha radici fra la gente, che ha una solidità di esperienza che non possiamo eludere, ma trasformare secondo quanto il Signore ci dà da vivere. Ci siamo dati tempo per ascoltare e vivere a livello vicariale, l’esperienze delle parrocchie vicine, ci siamo dati tempo per cercarci, per incontrarci, per accalorarci nelle idee e nel proporre un cammino. Ci siamo dati tempo per riflettere e per cercare, anche fisicamente, un luogo adatto in parrocchia, perché il nostro piccolo lavoro di accoglienza e ascolto potesse essere dignitoso... adesso questo lavoro sta prendendo forma: la primissima cosa che ci muove è quella di essere ‘segno della carità’ di tutta quanta la parrocchia. Per questo in chiesa abbiamo messo una grande “cassapanca” della Carità dove ognuno mette quanto vuole, cibo, biglietti, denaro, negli avvisi parrocchiali c’è sempre uno spazio per la “Caritas parrocchiale”. Siamo certi che “ascoltare è sempre un mistero”, siamo certi che la persona che viene da noi ci consegna un “pezzo” della sua vita, siamo certi che faremo passi in avanti, ma anche passi all’indietro... siamo certi che la “relazione” con l’altro trasformerà prima di tutto noi. Siamo consapevoli che, a differenza dei servizi sociali, noi possiamo fare solo i “tutor” di questi nostri fratelli e che, come cristiani, dobbiamo far circolare l’amore, per permettere alle persone di “vivere”. Vorremmo proprio che il nostro punto di partenza fosse sempre l’amore gratuito che ci dà gli occhi giusti per riconoscere il volto di Dio nell’altro. San Paolo, infatti, dice ai Filippesi e a noi: “quello che avete cominciato, Dio lo porterà a compimento” e “la vostra carità cresca sempre più “. Dio non ha paura di sporcarsi le mani. E noi? I magretesi impegnati nel centro di ascolto NostroTempo 13 Domenica 20 marzo 2011 dall’Appennino Con Rocca di Pace alla ricerca del benessere Sestola. Un percorso in cinque tappe fra non violenza e il potere dell’ascolto • Giancarlo Cappellini R occa di Pace, il centro permanente che da Sestola promuove iniziative a favore della non violenza e della reciproca comprensione attraverso diverse iniziative, anche di carattere inter religioso, propone cinque percorsi formativi per stare bene con se stessi e con gli altri, con inizio i prossimi 19 e 20 marzo e con il seguente ca- menica 17 aprile; Focusing: il potere dell’ascolto interiore sabato 28 e domenica 29 maggio; i conflitti tra i sessi e nella coppia sabato 11 e domenica 12 giugno. La sede dei corsi, sarà il Castello di Sestola, escluso quello sui Fiori di Bach si terrà presso la Comunità della Guedrara in via Baconi, 1 - Sestola. I corsi sono parzialmente finanziati dalla Regione Emilia Romagna e ai partecipanti è rischiesto un contributo alle spese di 50 euro per ogni corso. Ai partecipanti sarà rilasciato un attestato di partecipazione, mentre è obbligatoria l’iscrizione. Tutte le informazioni all’indirizzo email [email protected], al numero di telefono 338.5035421 e sul sito internet www.roccadipa- e Vittorio Merlini, formatori di Rocca di Pace e proporrà un modo diverso di approccio al conflitto, che da situazione negativa, può diventare una risorsa, dalla quale apprendere molte cose, come, ad esempio conoscere meglio sé stessi e gli altri, svelare bisogni nascosti e far rinascere la relazione in un modo nuovo. Lapam lancia l’appello: “Il rischio è non ricevere più i giornali” Allarme giornali nell’Appennino Ovest A lcune rivendite di giornali e riviste, spesso abbinate ad di una disputa in corso da alcuni mesi tra le edicole interessate e la società distributrice per quelle zone, la quale pretende un rimborso Palagano - ma è più di quanto gli edicolanti incassano come provvigione per la vendita dei prodotti editoriali. Considerato che - conclude Baroni - in questo settore vige ancora un sistema distributivo antiquato che ostacola una più capillare diffusione della stampa nel nostro Paese (tra gli ultimi a livello europeo per numero di quotidiani venduti), per non creare un ulteriore elemento di disagio agli abitanti di un territorio già svantaggiato, riteniamo indispensabile il rispetto degli accordi economici nazionali di categoria, che prevedono la consegna dei giornali senza spese per i distributori finali. Come Lapam chiediamo quindi l’interessamento delle amministrazioni locali al fine di non privare numerose comunità del servizio fondamentale di informazione”. Polinago Quaresima in Val Rossenna lendario: Accogliere il conflitto, 1920 marzo; curarsi con i fiori di Bach da lunedì 4 a sabato 9 aprile; la comunicazione nonviolenta sabato 16 e do- ce.it. La prima iniziativa, “Accogliere il conflitto”, in calendario il 19 e 20 marzo, sarà condotta da Donatella Morelli, Serena Muracchini altre attività commerciali presenti in diverse frazioni del nostro Appennino, presto non saranno più in grado di svolgere il loro servizio, costringendo gli abitanti di quei territori a percorrere diversi chilometri per acquistare un quotidiano. E’ l’inevitabile conclusione spese di 5 € al giorno, a causa dello scarso numero di copie vendute, che determina una gestione antieconomica del rifornimento di questi punti vendita. “Può sembrare un cifra modesta - sostiene Riccardo Baroni, segretario Lapam di Montefiorino, Frassinoro e S • f.m. otto il torrione cinquecentesco dell’Assunta in quel di Polinago (nel cuore della Val Rossenna) la quaresima, anno dopo anno sempre con un minor numero residenti, è sentita e vissuta come tempo forte di penitenza e conversione, accanto all’arciprete don Paolo Fratti, lassù da circa quarant’anni. Nel corso del periodo quaresimale, ogni venerdì alle 20.30, la Via Crucis raccoglierà i fedeli, ricordando la preghiera e il digiuno. Le cerimonie liturgiche, sobrie e coinvolgenti, saranno allietate ogni volta dal qualificato coro parrocchiale, a voci miste, giusto orgoglio dell’istruttore, lo stesso don Paolo. LA SERENITÀ SI COSTRUISCE GIORNO PER GIORNO con MODENASSISTENZA MODENASSISTENZA SERVIZI PRIVATI DI ASSISTENZA DOMICILIARE A CASA E IN STRUTTURE OSPEDALIERE PER ANZIANI, HANDICAPPATI, MALATI, DISABILI E PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI MODENA - VIALE V. REITER 38 - 059.221122 - CARPI - 059.654688 14 NostroTempo Domenica 20 marzo 2011 Varie dalle zone L’esperienza del ritiro attraverso la catechesi con l’arte. Don Antonio Scattolini a San Pio X C • Stefano Collorafi on l’inizio della Quaresima si sente l’esigenza di dedicare un po’ di tempo per se stessi e per Dio, un tempo di riflessione e preghiera per affrontare questi quaranta giorni che ci dividono dalla festa pasquale con maggiore consapevolezza e profondità. Così è stato anche per la nostra parrocchia (San Pio X) che si è radunata domenica 13 marzo per meditare e pregare, carica, però, anche delle fatiche e dei pesi di una settimana di lavoro, studio e impegni vari che stimolano molto più a cadere nelle tentazioni (del dominio o dell’indifferenza) piuttosto che a lasciarsi trasfigurare dalla sacralità del quotidiano. Tuttavia abbiamo assistito a tre piccoli miracoli che ci hanno fatto pregustare meglio il senso dell’esistenza cristiana, tra vita tentata e vita trasfigurata (questo era, infatti, il titolo del nostro ritiro). Un primo miracolo è stato il radunarsi di una comunità che, seppur anagraficamente variegata (giovani, adulti, anziani), si è ritrovata molto concorde nell’approfondimento della Parola grazie ad un metodo nuovo, certamente lontano dagli approcci più tradizionali: la lettura della Bibbia attraverso l’arte. Don Antonio Scattolini, responsabile dell’Ufficio Ca- Successo di pubblico per la serata dialettale “Ac sàm ancàra” organizzata dall’Avis e dalla “Zingaraia formiginese” • francesco gherardi S i racconta che Formigine abbia avuto origine da una antica carovana di zingari che, divenuta stanziale, avrebbe generato la progenie dei formiginesi “doc”, gli abitanti del vecchio borgo stretto tra il castello, gli antichi prati di Castelvecchio – oggi… un parcheggio - e la contrada di sotto: i “camarànt” di un tempo i cui eredi si riuniscono in modo semiserio nell’associazione della “Zingaraia formiginese”. Si tratta naturalmente di una leggenda, poiché Formigine fu sempre – dacché se ne ha notizia certa- una comunità stabile di agricoltori e piccoli artigiani riunita intorno all’antichissima chiesa plebana di San Bar- Dio ci parla per immagini techistico e del Servizio della pastorale attraverso l’arte della diocesi di Verona, ha introdotto i presenti ai vangeli delle prime due domeniche di Quaresima (noti più comunemente come vangelo delle tentazioni e della trasfigurazione) non attraverso un approccio esegetico e filologico dei testi, ma semplicemente commentando due quadri di due artisti che hanno, in un qualche modo, interpretato questi passi. Per il vangelo delle tentazioni infatti si è analizzato un quadro di Ivan Kramskoj (“Gesù tentato”), un pittore russo di fine ‘800 poco conosciuto al pubblico occidentale, ma molto importante per il peso non solo storico artistico, ma anche politico-sociale che ha avuto nell’arte russa, dato che partecipò attivamente al dibattito sulle nuove idee democratiche che stavano attecchendo in quel paese. Quest’ultimo aspetto non è affatto secondario, ha ricordato lo stesso don Antonio, perché ci rimanda non ad un arte disimpegnata e finalizzata al solo godimento estetico, bensì a un’arte viva e realistica, profondamente legata alla realtà storica. Una premessa importante perché spazza il campo da ogni possibile resistenza o dubbio che la lettura della Parola attraverso l’analisi di un’opera d’arte può suscitare: cosa c’entra un quadro con la Parola di Dio? Cosa può dire a me che non sono uno specialista? Cosa può dirmi un’immagine, per quanto bella e suggestiva, alla mia vita? Questi pensieri, infatti, possono aver attraversato le menti dell’assemblea, soprattutto quando di ogni quadro sono stati letti commenti e analisi critiche molto approfondite e dettagliate. E qui è avvenuto il secondo miracolo: tali obiezioni si sono sciolte di fronte alla capacità espressiva delle immagini che hanno fatto sorgere riflessioni, dubbi, domande molto belle e interessanti. Aiutati, infatti, dalle provocazioni iniziali di don Antonio, che ci ha invitato prima della visione di ogni quadro a dialogare con il vicino su cosa ci viene in mente quando pensiamo alle parole tentazioni e trasfigurazione, i presenti hanno cominciato a rendersi conto che le proprie rappresentazioni riguardo questi temi sono spesso fuorvianti e legate a una religiosità statica e un po’ impolverata: dall’osservazione delle mani giunte e del volto segnato di Gesù del quadro di Klamskoj può sempre scegliere la via del bene e “trasfigurare” le tante povertà e miserie che lo circondano, stravolgendo così l’idea della trasfigurazione come evento soprannaturale, quasi magico, che dice un Cristo lontano dall’umanità. Il terzo miracolo è stato proprio tolomeo, i cui resti sono stati recentemente rinvenuti negli scavi compiuti all’interno delle mura castellane. Tuttavia, come ha sottolineato Giancarlo Abati sul 52° numero della più che ventennale pubblicazione periodica di storia locale “Quaderni Formiginesi”, la miseria in cui versavano le classi più umili dei lavoratori occasionali – contrapposti ai “possidenti” e ai contadini della un tempo vasta e produttiva campagna formiginese - fece sì che venissero identificati come “zingari”, i cui furti dovevano essere arginati da un’apposita “guardia campestre” con tanto di uniforme verde a filettature blu. Negli ultimi cinquant’anni, passata la miseria e dimenticate le poco edificanti origini di questo soprannome, la “Zingaraia formiginese” è rinata come associazione folkloristica, parallelamente alla nascita ed all’enorme sviluppo del “car- nevale dei ragazzi”, una delle feste più sentite nel capoluogo. Essa vi partecipa esprimendo la maschera formiginese per antonomasia, la coppia composta dal re e dalla regina della “Zingaraia”, che rivolge uno sproloquio ai fedeli sudditi tutti i martedì grassi dal balcone della Loggia. Per festeggiare il mezzo secolo di vita, oltre ad una mostra nei locali al pianterreno della Loggia stessa, in piazza della Repubblica, nella serata di giovedì 10 marzo la “Zingaraia formiginese”, insieme all’Avis comunale, ha organizzato una serata dal titolo “Ac sàm ancàra”. Nella vasta sala al primo piano della Loggia, introdotti da Pino Ligabue, si sono alternati monologhi, sonetti e “zirudele” recitati da Mauro Bavutti e Maurizio Marinelli e brani musicali blues e rock con parole rigorosamente in vernacolo composti, arrangiati ed eseguiti da Roberto Zanni e dal “Dam acoustic trio” . Il grande afflusso di pubblico circa un centinaio di persone ha costretto gli organizzatori a chiudere letteralmente le porte per non superare la capienza massima della sala: segno di vitalità di un patrimonio linguistico e culturale che viene ora riscoperto, sperando che non sia solamente il canto del cigno dell’ultima generazione che lo ha effettivamente conosciuto come una lingua viva. Il dialetto è una lingua più parlata che scritta, variando da zona a zona di una stessa provincia o di uno stesso comune come variano le vite, le attività e le esperienze di chi lo parla: non si può irrigidire eccessivamente in forme canoniche, ma proprio per questo può esprimere quel particolare rapporto fra che tiene uniti presente e passato, sogno e realtà, anima e corpo di una comunità. A patto di continuare ad espri- sono emerse varie domande e considerazioni sulla difficoltà di stare saldi di fronte al male e sull’origine interiore delle tentazioni, mutando l’idea tradizionale e folkloristica di un diavoletto rosso con tanto di coda e forcone che spinge l’uomo a compiere il male. Allo stesso modo uno sguardo attento del secondo quadro, pur molto diverso del precedente per contesto storico-culturale (“La trasfigurazione di Cristo” di G. Bellini, XV sec.), ha risvegliato la consapevolezza che l’uomo questo ed è avvenuto, come forse tutti i veri miracoli, senza che ce ne si accorgesse: un fertile scambio di opinioni, domande e considerazioni in modo libe- quella rana che si accorge di essere “bollita” troppo tardi per uscire dalla pentola: Dio ci parla in tanti modi spesso nascosti e difficili, ma basta ritagliarsi un momento di silenzio, mettersi in ascolto e soprattutto abbandonare la convinzione che esiste un solo modo per coglierne la volontà. Bper e PattiChiari “Settimana dell’educazione finanziaria” L ro e spontaneo sulla propria fede. Tale momento, spesso temuto sia dai presenti (l’imbarazzo di parlare davanti a molti è sempre alto) che dal relatore (il silenzio dell’assemblea lascia sempre un po’ perplessi), in realtà è stato un pullulare di interventi molto belli e significativi che hanno permesso di mettere in circolo i propri modi di rappresentare e, quindi, vivere la fede, favorendo un clima di vera comunione e comunità attorno alla Parola. Per questa Quaresima don Antonio ci ha proprio augurato di imparare a stare soli alla presenza del Padre, senza agitarsi e disperdersi e di non fare come ’Indice di Cultura Finanziaria elaborato da PattiChiari, in collaborazione con Ambrosetti, conferma che l’economia non è una materia facile: per l’Italia nel 2010 il valore si ferma a 4,3 punti su una scala da 1 a 10. A preoccupare sono i dati che riguardano i giovani tra i 18 e i 34 anni di età che registrano, mediamente, il più basso livello di cultura finanziaria in Italia, mentre il valore più elevato (4,6) è detenuto dagli individui in età compresa tra i 35 e i 54 anni e dagli over 54. Con l’obiettivo di spiegare l’economia in modo semplice ai ragazzi delle scuole medie, Banca Popolare dell’Emilia Romagna e PattiChiari promuovono la “Settimana dell’educazione finanziaria” dedicata alle scuole secondarie di primo grado di Modena e Provincia, che si conclude venerdì 18 marzo il Forum Monzani. mere la vita dell’oggi che scorre giorno dopo giorno e che sedimenta, anno dopo anno, memoria e tradizioni. don Antonio Scattolini Dialetto, lingua viva Al tramount Sonetto inedito di Mauro Bavutti letto dall’autore in occasione della serata dialettale formiginese “Ac sàm ancàra” I n cal giurnedi sreini d’inveren a la basóra, la lus la cambia culór l’è traspareinta, inteinsa seinza lusór meintr’a l’orizount a scòpia l’inféren. Coma as vólta al pagin d’un quadéren, al gióren al finés e al sól al mór come c’al fósa pérs, per séimper, in etéren la só forza, al vigór, al calór. D’invéren, all’improvìs cala la sira e pér al sól una curta agonia, ma intant da seimper la tèra la gira seinza mai bandunèr la sòlita sia acsé un’etra giurnèda la s’vira col sól mai domo, mai vinto: una magia! NostroTempo Domenica 20 marzo 2011 15 Lavoro Articolo 41: ancora a Loving Amendola Pronti per la nuova stagione: la cooperativa presente al parco Amendola si prepara al nuovo anno con l’esperienza della scorsa estate • Mariapia Cavani L e attività del Loving Amendola riprenderanno intorno al 15 aprile e già la coop Articolo 41 è al lavoro, per prepararsi alla nuova stagione. Partita in corsa per la gestione, lo scorso anno, del punto di ristoro del Parco Amendola, guarda già alla nuova stagione. Articolo 41, ricordiamo, è nata come cooperativa tra Animatamente, Modena Terzo Mondo e Teatro dei Venti, per la gestione del punto di ristoro del parco, al fine di destinare poi i propri utili al finanziamento delle iniziative dei tre soci fondatori, negli specifici campi d’azione; Articolo 41 partecipa all’Ats, associazione temporanea di scopo, per l’animazione del Loving Amendola. Per la prossima stagione la prima novità da segnalare è l’ingresso di Uisp, nella gestione delle attività sportive che fanno parte dell’animazione. Parliamo di bilanci e di progetti con Alessandro Farina, presidente della cooperativa. “Abbiamo avuto un buon ritorno – ci dice Alessandro – dal punto di vista delle istituzioni, dei residenti e di chi ha collaborato alla gestione. Gli obiettivi della totale legalità della gestione, dell’animazione culturale, e della valorizzazione dello spazio sono stati raggiunti. Gli utili, per il primo anno, non ci sono stati, ed è questo uno degli obiettivi necessari per il 2011. Per raggiungere questo scopo, avremo più tempo a disposizione ed una maggiore esperienza nella gestione”. Le realtà coinvolte dall’amministrazione intorno a Loving Amendola stanno mettendo a punto in questi giorni il programma delle animazioni. “I modenesi – dice ancora Alessandro – amano il parco e lo vivono con passione, specie se offre anche iniziative interessanti, oltre al verde ed al fresco”. Obiettivo per la stagione 2011 quello di realizzare utili da reinvestire nelle specifiche attività dei componenti. “Abbiamo rilevato – spiega Alessandro – che lavorare secondo le regole è oggettivamente più oneroso; sapevamo inoltre che il cambiamento a stagione iniziata sarebbe stato difficile di per sé. La caratteristica principale dell’esperienza, ovvero la gestione improntata alla totale legalità, rimane ovviamente come fondamento per la prossima stagione”. Ma che cosa significa gestire un bar nel parco, per chi si occupa di educazione, cooperazione internazionale, animazione sportiva o culturale? “Significa aver presente che siamo in un luogo di educazione informale – precisa ancora Alessandro – in cui si raccolgono tantissimi giovani. Già gestirlo in modo legale e trasparente è un segnale forte: è di fatto un tassello di quella comunità educante che desideriamo costruire, che agisce con consapevolezza del ruolo che ricopre. L’esperienza dello scorso anno è stata preziosa: ci permette infatti di continuare a costruire uno stile di lavoro comune che ci avvicina sempre più ai nostri obiettivi, fatto di attenzione, sia a chi lavora che a chi si serve del bar, presenza attiva e condivisione. Gestire il bar significa, per le diverse realtà coinvolte, anche guardare oltre il proprio campo di azione specifico, l’educazione, la cooperazione internazionale, la cultura, lo sport, gli adolescenti, per partecipare, in modo responsabile, alla vita della società”. Aspettando il programma dettagliato delle attività, ci diamo appuntamento al Loving Amendola. È sempre la stessa musica! L ’inflazione sta rialzando la testa mentre i pensionati la devono abbassare per provvedimenti presi dai governi nazionali, regionali e locali che, anziché avviare una vera lotta a sprechi, doppioni della politica e all’evasione fiscale, continuano a rimpallarsi le responsabilità gli uni verso gli altri, incuranti del fatto che a farne le spese siano sempre i i più deboli. Questo si verifica in molti casi come, ad esempio, sulla normativa della cedolare secca dove si premiano fiscalmente i redditi alti, si incentiva il canone libero e si penalizzano gli affittuari, cancellando le risorse per il Fondo sociale dell’affitto e il vantaggio fiscale sui canoni concordati. Anche sul trasporto pubblico locale le cose non cambiano. A fronte di una perequazione sulle pensioni più basse dell’1,4% lordo, l’aumento del biglietto dell’autobus è stato del 20%, quello giornaliero del 100%! Non intendo entrare nelle motivazioni dei vari livelli istituzionali (debito pubblico, tagli al trasporto pubblico locale, esigenze di far quadrare i bilanci) che hanno tutte un fondo di verità insieme ad una buona dose di polemica politica; vorrei che ci fosse una maggiore sensibilità per i problemi delle persone, soprattutto di quelle più colpite dalla crisi, obbligate ad utilizzare il mezzo pubblico perchè non si possono neppure permettere di sostituire la vecchia auto con quella più ecologica, per far fronte ai divieti deliberati dai comuni. Tramite il comitato consultivo degli utenti, come previsto dalla legge regionale, abbiamo evidenziato alcune difficoltà della categoria da noi rappresentata, a sostenere gli aumenti proposti da Atcm e approvati dai comuni. Abbiamo anche fatto responsabilmente proposte per l’incremento dell’uso del mezzo pubblico per motivi sia ecologici sia economici, rimasti però completamente inascoltati, nonostante l’indice degli ultimi anni segnali un forte calo dell’utilizzo. E’ vero che l’autobus lo utilizza chi non ne può fare a meno, ma occorrono però politiche incentivanti, da quelle più piccole a quelle più complesse. Tra le più piccole segnaliamo di intervenire sulla qualità (pulizia, rispetto degli orari, cortesia del personale, mantenimento delle corse previste: molti utenti si sono lamentati per questo). Tra gli interventi più complessi, non si può continuare ad assistere passivi al blocco della circolazione e all’aumento dell’inquinamento atmosferico ad opera dell’aumento in controllato della motorizzazione privata. Si tratta di compiere scelte chiare e non contraddittorie, finalizzate a potenziare il trasporto pubblico locale, non solo e non tanto aumentando il numero degli autobus, quanto piuttosto creando linee riservate e protette agli stessi. La liberalizzazione, la trasformazione societaria e le gare per l’assegnazione dei servizi dovrebbero essere A cura di Federazione Nazionale Pensionati - Sindacato Territoriale di Modena 41124 Modena - via Emilia Ovest, 101 Tel. 059/890846 Fax 059/828456 gli strumenti per recuperare maggiore efficienza e produttività, per razionalizzare e ristrutturare i servizi. Notiamo invece che l’ingresso del privato ha peggiorato il servizio, ha fatto lievitare i prezzi, disincentiva il senso civico di chi intende non evadere, se è vero che l’Atcm non recupera neppure la metà delle sanzioni fatte con notevole impiego di uomini e risorse! Con chi vengono discusse e condivise la riorganizzazione dei servizi e la politica tariffaria? L’unico obiettivo ora di Atcm è di abbassare il costo del lavoro; insieme ad Atcm i Sindaci, che ricordano in ogni occasione la crisi in atto e la necessità di unire le forze, hanno deciso di aumentare i costi per il loro cittadini, ma probabilmente nessuno riesce ad avere un confronto costruttivo sul piano industriale, sulle esternalizzazioni, neppure sull’organico. Non sarebbe forse il momento opportuno di avviare un tavolo di concertazione tra tutte le forze sociali per decidere insieme su queste cose che, per vari motivi, riguardano la vita di tutti i modenesi? Si sente tra l’altro parlare della unificazione delle Aziende di Modena - Reggio - Piacenza. Forse è il caso di confrontarci bene al fine di evitare, come è successo nelle precedenti unificazioni, che i benefici siano andati solo a qualche politico o manager e non certo ai cittadini. Pietro Pifferi Segretario Provinciale FNP 16 NostroTempo Domenica 20 marzo 2011 Chiesa e mondo Lo tsunami e il racconto mediatico, una riflessione sul sisma che ha sconvolto il Giappone • Marco Deriu L ’apocalisse in diretta. Il terremoto e lo tsunami in Giappone sono stati documentati dai media in tempo reale, grazie alla rapidità con cui si sono diffuse le immagini che mostravano il disastro, rimbalzando da un mezzo all’altro. Fotografie, testimonianze e moltissimi filmati hanno inondato i mezzi di comunicazione globali con la stessa velocità con cui l’onda d’acqua ha travolto le coste giapponesi, provocando danni ben superio- Alla stessa velocità ri a quelli della scossa sismica in un Paese che con i terremoti ha dovuto da tempo imparare a convivere. Anche lo tsunami del 2004 e il terremoto di Haiti un anno fa hanno avuto grande risonanza, ma mai come stavolta i media hanno amplificato in diretta una tragedia i cui contorni sono ancora tutti da definire, dato che le scosse di assestamento procedono e che, soltanto passato il cataclisma, si potrà fare un primo bilancio di quanto è accaduto. La tempistica degli eventi naturali ha avuto un ruolo importante: dopo la terribile scossa, è trascorso qualche minuto dall’arrivo della prima ondata dello tsunami e questo tempo ha dato modo alle autorità di procedere, per quanto possibile, a evacuare le zone in pericolo e alle televisioni di mobilitare i propri mezzi per prepararsi ad assistere all’evento in diretta. Il resto lo hanno fatto i telefonini, le macchine fotografiche e le telecamere fisse nelle strade o negli uffici, che hanno ripreso attimo per attimo la lunga scossa di terremoto come pure l’inesorabile avanzata dell’onda di acqua, fango e detriti che ha sommerso coste, strade e case. La tecnologia e la disponibilità mediatica di una società come quella giapponese, forse la più avanzata da questo punto di vista, hanno mostrato tutta la loro potenza in questo drammatico frangente, mettendo a disposizione dei mezzi d’informazione di tutto il mondo una vasta quantità di documenti visivi e filmati. L’ondata di video e di foto ha invaso letteralmente i media globali, a partire dai siti internet per continuare sulle televisioni, che hanno proposto una sorta di lunga diretta sulla tragedia. Ancora adesso, di ora in ora si aggiungono nuovi documenti, che ci fanno vedere altre immagini dei grattacieli che tremano, della gente che si riversa in strada, del vortice che trascina via le navi, dell’onda grigia che travolge tutto ciò che incontra, di auto, camion e pullman trascinati dalla forza della corrente di acqua e fango. Mentre è iniziata la penosa conta delle vittime – potrebbero essere decine di migliaia – cresce l’angoscia per le possibili conseguenze dell’esplosione nella centrale nucleare di Fukushima. Anche questa tragedia nella tragedia è stata catturata in tempo reale da un video, quasi a farla sembrare più vera e a testimoniare agli occhi del mondo che qualcosa di grave è successo. Oltre allo sgomento per la quantità enorme di vittime provocate dal terremoto e dallo tsunami, ora sul Giappone aleggia anche lo spettro di una contaminazione nucleare che potrebbe avere proporzioni e conseguenze enormi. In questo caso, come in altri, la rapidità di trasmissione dei media è servita soprattutto alle autorità per diffondere istruzioni alle persone su come comportarsi per cercare di prevenire in tutto o in parte gli effetti della fuga radioattiva. Le immagini hanno dominato la scena di questa tragedia, ma le nuove tecnologie hanno anche consentito importanti spazi di parola. Facebook ha convogliato moltissime testimonianze di chi è sopravvissuto alla catastrofe, su Twitter si è riversato un enorme flusso di informazioni. La Caritas ha lanciato una campagna di solidarietà e domenica 13 marzo in tutte le Chiese del Paese è stata una giornata di preghiera e di raccolta fondi per le vittime del terremoto. Anche le scuole cattoliche, le associazioni e gli istituti hanno avviato raccolte. È stato attivato un team di emergenza per monitorare la situazione nelle diverse zone colpite. Il direttore di Cari- tas Giappone, padre Daisuke Narui, ha confermato che è in atto una mobilitazione generale, anche di volontari, e in collegamento con Ong locali. L’attenzione prioritaria è alle fasce più deboli della popolazione e include anche azioni di sostegno psicologico. La Caritas si impegna inoltre a concentrarsi in particolare sulla fase della riabilitazione. stanno impegnando per portare aiuto. Rimaniamo uniti nella preghiera. Il Signore ci è vicino!”. Caritas italiana rinnova la vicinanza a Caritas Giappone e alla popolazione colpita e mette a disposizione un primo contributo di centomila euro. Resta in collegamento anche con la rete internazionale per seguire l’evolversi della situazione e sostenere gli interventi avviati. Caritas Giappone, pur essendo molto piccola, si è prontamente attivata. Sono quattro le diocesi più colpite: Sendai, che ha subito i danni maggiori, Sapporo, Saitama e Tokyo. A Tokyo, alcune parrocchie si sono attivate per accogliere e fornire cibo alle persone rimaste bloccate a causa dell’interruzione dei trasporti. Nella diocesi di Saitama si stanno raccogliendo le disponibilità dei volontari da inviare poi nelle zone più colpite. Il vescovo, mons. Marcellinus Daiji Tani si è detto particolarmente preoccupato per la situazione della centrale nucleare di Fukushima. Mons. Isao Kikuc h i , presidente di Caritas Giappone, ringrazia per i messaggi di solidarietà e vicinanza ricevuti dalle Caritas di ogni continente e sottolinea la necessità di sentirsi uniti e sostenuti sia negli interventi di aiuto che nella preghiera. Lautsi, pronunciandosi contro l’esposizione del Crocifisso, sostenendo che la sua presenza nelle scuole statali fosse ‘’contraria al diritto dei genitori di educare i propri figli secondo le loro convinzioni e al diritto dei minori alla libertà di religione e di pensiero’’. La Corte aveva anche condannato l’Italia a risarcire 5.000 euro alla Lautsi per danni morali. Il governo italiano aveva presentato subito ricorso e a sostegno dell’Italia lo hanno presentato anche altri dieci Paesi, ossia Armenia, Bulga- ria, Cipro, Grecia, Lituania, Malta, San Marino, Russia Monaco e Romania. Il ricorso è stato discusso a Strasburgo a fine giugno 2010 e adesso arriva finalmente la sentenza della Corte. La questione è particolarmente delicata e riguarda temi forti come quelli della libertà religiosa e della libertà di educazione. In particolare quello della libertà religiosa è tema “caldo” in Europa, e sono attuali le affermazioni fatte ancora nell’aula di Strasburgo, in occasione del ricorso contro la sentenza della Corte, su una libertà religiosa evocata per negare se stessa. La presidenza della Conferenza episcopale italiana, il 16 giugno 2010, alla vigilia della discussione a Strasburgo, si esprimeva, tra l’altro, così: “Auspichiamo che nell’esame di una questione così delicata si tenga conto dei sentimenti religiosi della popolazione e di questi valori, come pure del fatto che in tutti i Paesi europei si è affermato e si va sviluppando sempre più positivamente il diritto di libertà religiosa, di cui l’espo- sizione dei simboli religiosi rappresenta un’importante espressione”. Più ancora, la stessa presidenza Cei sottolineava appena prima che “la presenza dei simboli religiosi e in particolare della croce, che riflette il sentimento religioso dei cristiani di qualsiasi denominazione, non si traduce in un’imposizione e non ha valore di esclusione, ma esprime una tradizione che tutti conoscono e riconoscono nel suo alto valore spirituale, e come segno di un’identità aperta al dialogo con ogni uomo di buona volontà, di sostegno a favore dei bisognosi e dei sofferenti, senza distinzione di fede, etnia o nazionalità”. Insomma, l’esposizione del Crocifisso – come peraltro più di un pronunciamento, in Italia, ha sottolineato – non discrimina né “violenta” le libertà. Piuttosto, per la particolare storia culturale del Paese offre un’occasione in più di riflettere proprio su libertà e tradizioni, patrimonio prezioso per tutti. Vedremo se anche la Corte sarà d’accordo. La dignità e il coraggio del Giappone Le parole di Benedetto XVI all’Angelus, la mobilitazione della Caritas locale “ L e immagini del tragico terremoto e del conseguente tsunami in Giappone ci hanno lasciato tutti fortemente impressionati”. Lo ha detto domenica 13 Benedetto XVI, dopo l’Angelus, facendo riferimento al dramma che sta vivendo in queste ore il Giappone. “Desidero rinnovare la mia spirituale vicinanza alle care popolazioni di quel Paese – ha dichiarato -, che con dignità e coraggio stanno facendo fronte alle conseguenze di tali calamità”. “Prego – ha aggiunto il Papa - per le vittime e per i loro familiari, e per tutti coloro che soffrono a causa di questi tremendi eventi. Incoraggio quanti, con encomiabile prontezza, si Venerdì 18 marzo la sentenza della Corte di Strasburgo sul crocifisso • Alberto Campoleoni V enerdì 18 marzo, la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo emetterà la sentenza definitiva sulla questione del Crocifisso nelle aule delle scuole pubbliche italiane. Lo ha annunciato in un comunicato la stessa Corte che nel novembre del 2009 aveva accolto la richiesta di una cittadina italiana di origine finlandese, Soile In attesa NostroTempo Domenica 20 marzo 2011 17 Incontri Lo studioso Francesco Forgione ha parlato a Modena della ‘ndrangheta e dei suoi interessi nel mondo A • Mariapia Cavani) nche Francesco Forgione usa la parola “anticorpi” per sostenere la capacità di resistenza alle infiltrazioni mafiose nel nostro territorio. Il secondo appuntamento del ciclo dedicato ad Angelo Vassallo, a Castelfranco, ha visto protagonista il politico e studioso Forgione, autore di numerose pubblicazioni sulla criminalità organizzata, che nell’ultimo libro, “Mafia export. Come ‘ndrangheta, cosa nostra e camorra hanno colonizzato il mondo” ha realizzato il primo studio completo sulle ramificazioni degli affari della criminalità organizzata italiana. “Una vera holding economico-finanziaria – ha esordito - in cui corriamo il rischio di non riconoscere i mafiosi di terza e quarta generazione. le economie criminali sono compatibili con le regole del mercato. La cronaca recente ci parla degli interessi della ‘ndrangheta in Emilia, Liguria, Lombardia, ma anche in Australia ed in Canada”. Il libro è stato tradotto in 12 lingue e diffuso, al momento, in 22 paesi. “E non commettiamo l’errore di credere che l’Africa sia al di fuori di questi giochi: per l’elevato numero di conflitti e la corruzione dilagante, è un ottimo terreno di diffusione delle mafie”. “La strage di Duisburg - ha affermato Forgione - è la metafora dell’ipocrisia che ha spesso circondato la diffusione della criminalità: molti hanno pensato che è possibile fare affari, prender i soldi delle mafie, senza che poi arrivino anche i mafiosi. La ‘ndrangheta è forte, perché riproduce intere comunità, con legami e strutture. Cosa Nostra, per le scelte dei Corleonesi, ormai nel mondo ha perso posizioni. Ma la nuova economia globalizzata, con la possibilità di spostare capitali in tempo reale e senza alcun controllo, ha permesso il consolidamento dell’economia illegale. Mentre il consumo di droga si spostava dall’eroina alla cocaina, la mafia era impegnata sul territorio nazionale, nella trattativa con lo stato, la ‘ndrangheta era un soggetto nuovo, credibile ed affidabile, perché non ha pentiti. E aveva a disposizione il denaro ricavato da anni di sequestri.” La risposta migliore Per questa ragione si è accreditata come il broker internazionale della coca. “La merce – precisa Forgione - che consente di ottenere il plusvalore più alto, sul mercato attuale. Un chilo di coca si paga, in Colombia, tra 1000 e 1500 euro. Per i trafficanti diventano 20 mila, per gli esportatori calabresi circa 40 mila. A Milano, la prima città europea per il consumo, un kg di coca colombiana, una volta tagliata, si trasforma in 4 kg di cocaina, che rende 50 mila euro al kg: da 1500 a 200 mila euro! Spesso si arrestano i trafficanti e coloro che materialmente distribuiscono la merce, ma non si intercetta mai la rete dei movimenti finanziari parallela ai traffici”. Forgione si unisce poi a quanti segnalano nell’attuale crisi economica un fattore di rischio per le imprese: “La crisi di liquidità attuale favorisce l’ingresso nelle piccole imprese, non solo attra- di superpoliziotti, superereroi, supermagistrati, superscrittori, ma di una quotidiana antimafia sociale, fatta da ogni cittadino”. La prossima tappa del percorso sulla legalità sarà a Bastiglia il 31 marzo, alle ore 21 presso la Sa- Politica - Giovanardi sui tagli alla famiglia Francesco Forgione verso l’usura, ma anche con il più subdolo cambiamento negli assetti societari”. Tornando a quella che nel precedente libro aveva definito “la mafia più potente al mondo”, Forgione ha evidenziato, come anche la strage di Duisburg ha detto al mondo “che la ‘ndrangheta riproduce modelli sociali, culturali, antropologici; ha nell’identità e nel cordone ombelicale con l’Aspromonte le sue fondamenta. Nel vecchio secolo le mafie seguivano le migrazioni delle persone, oggi spostano il denaro”. La grande battaglia a cui siamo chiamati oggi è quella sociale e culturale “Le mafie non sarebbero tali senza la connivenza politica ed economica. mentre il G14 decideva la lotta ai paradisi fiscali, in Italia si approvava lo scudo fiscale che garantiva l’anonimato a chi faceva rientrare capitali, frutto di corruzione, evasione o criminalità. Può esistere una politica senza mafia, ma non viceversa. La politica, L’opuscolo sulla Via crucis a trovato ampio consenso l’iniziativa di Nostro Tempo e periodici S.Paolo che, allegato al numero del settimanale uscito la scorsa sett i mana, hanno invitato agli abbonati un piccolo opuscolo che accompagna la riflessione della via Crucis durante le settimane di Quaresima. Realizzato dai periodici S.Paolo, il sussidio, a cura di Renzo Sala, contiene riflessioni di autori e pensatori diversi proposte nelle varie stazioni. Sono giunte in redazione diverse richieste per poter ricevere l’opuscolo anche nelle parrocchie. Chi fosse interessato può contattare il numero 3487122392 I dubbi del sottosegretario N “ Edizioni San Paolo H la di Cultura. Laura Garavinio, parlamentare della Commissione Antimafia e Roberto Alfonso, procuratore capo di Bologna, parleranno di “Infiltrazioni mafiose: dai buoni affari agli affari sporchi”. intesa nel suo significato più alto, ha un ruolo enorme nel contrasto alla criminalità, che deve venire prima rispetto a quello, pur necessario, dei magistrati. La forza della criminalità sta nella nostra debolezza: recuperare l’autonomia dei giornalisti, la funzione dei partiti come antenne sul territorio sono passaggi necessari. La politica ha perso il senso di sé, delegando il contrasto alla mafia alla sola magistratura. Non abbiamo bisogno di un’antimafia eroica, on posso accettare gli ultimi provvedimenti del ministero dell’ economia che comportano in tre anni una decurtazione del fondo per la famiglia del 90%’’. Con queste parole il sottosegretario alle politiche per la famiglia, Carlo Giovanardi, intervenendo nei giorni scorsi a Roma ad un incontro al Cnel sulla fiscalita’ familiare, ha lanciato l’allarme sulle politiche del Governo dedicate alla famiglia sottolineando che quello delle risorse e’ ‘’un problema serio’’. ‘’E’ una situazione insostenibile’’, ha aggiunto Giovanardi rivolgendosi al premier. ‘’Questo e’ un problema che pongo a Berlusconi da cui ho avuto la delega, poiche’ in queste condizioni la delega non sono in grado di esercitarla’’. ‘’Potrei dire polemicamente - ha proseguito il sottosegretario che non e’ vero che vengono fatti tagli lineari perche’ sul fondo della famiglia siamo andati al di la’. Il taglio del 90% vuol dire non essere in grado di attuare azioni di coordinamento e promozione che il dipartimento nazionale deve fare’’. Le politiche in aiuto della famiglia, ha continuato Giovanardi, devono essere la ‘’priorita’’’, invece, ‘’le misure dell’economia sono in contraddizione con le priorita’ del Governo’’. Questo ulteriore taglio ‘’va contro il programma di Governo’’ e la decisione di Tremonti, ‘’e’ un fulmine a ciel sereno’’ 18 NostroTempo Domenica 20 marzo 2011 Formazione A Modena una conferenza sulle politiche di integrazione stabilite dalle leggi europee M artedì 22 marzo alle ore 17,30 terzo incontro con il ciclo “Lavoro. Politiche pubbliche e culture religiose in Europa” ideato dal Centro Studi Religiosi della Fonda- Il diritto contro le discriminazioni zione San Carlo di Modena (via San Carlo, 5). La conferenza sarà tenuta da Alessandro Simoni, professore di Sistemi giuridici comparati all’Università di Firenze, che parlerà su “Integrazione, lavoro, religioni. Il diritto anti- Democrazia, lavori in corso E ’dedicata all’analisi del concetto di democrazia la raccolta di saggi edita dal Mulino e realizzata a cura della Fondazione San Carlo di Modena. Il volume “Democrazia. Storia e teoria di un’esperienza filosofica e politica”nasce infatti dalle attività pubbliche promosse dall’istituzione culturale modenese dedicate allo studio e all’analisi dello statuto della democrazia nel mondo contemporaneo e ne costituisce un’ideale compendio conclusivo. Cicli di conferenze, seminari, corsi e workshop hanno affrontato l’argomento “democrazia” secondo approcci plurali – storico, filosofico, politico, socialogico e culturale – proprio perché plurali sono gli orientamenti teorici, gli stili letterari e le argomentazioni concettuali degli studiosi che hanno animato i lavori. Da tali esperienze è nato il presente volume, che mira a promuovere il dibattito sulla condizione attuale e sulle prospettive delle democrazie, descrivendone la complessità, senza però dimenticare i principali snodi storici e teorici che hanno condotto alla situazione presente. Curato da Carlo Altini, direttore scientifico della Fondazione San Carlo, il testo raccoglie diciotto saggi di numerosi autori: Ferruccio Andolfi, Dario Antiseri, Daniele Archibugi, Ermanno Bencivenga, Luciano Canfora, Pietro Costa, Francesco Fistetti, Giovanni Giorgini, Bruno Karsenti, Yves Mény, Stefano Petrucciani, Pier Paolo Portinaro, Wolfgang Reinhard, Silvano Tagliagambe, Nadia Urbinati e Gianfrancesco Zanetti, oltre al curatore. Nonostante le reciproche differenze di prospettiva politica e di interpretazione filosofica, i saggi raccolti hanno un tratto comune: il lavoro critico sulla complessità, e conseguente ambiguità, dell’idea di democrazia. discriminatorio nell’Unione europea”. Alessandro Simoni collabora con la Corte di Giustizia della Comunità Europea, la Commissione Europea, il Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri italiano. E’ anche membro di diverse associazioni giuridiche europee tra cui “Anti-Discrimination Law Review”, “Revue de droit international et de droit comparé” e “Diritto, immigrazione e cittadinanza”. “Il lungo silenzio intorno a un tema come quello della discriminazione su base razziale ed etnica, - dichiara Simoni - che negli ordinamenti di common law, ormai riempie gli scaffali delle biblioteche, non fa molto onore ai giuristi italiani. Sembra che nel nostro paese i tempi della cultura giuridica, quando non accelerati da interessi economici immediati, siano sempre un po’ indietro rispetto ai tempi della cultura “senza aggettivi” e della società civile con le sue tensioni. Nonostante l’Italia sia stata toccata relativamente tardi dai flussi migratori più consistenti, dovrebbe invece essere ormai chiaro che la convivenza con il «diverso», rappresenta anche da noi uno dei principali problemi Mass media Nuovi incarichi, nella continuità Lorenzo Prezzi, Pierluigi Cabri e Mauro Pizzighini: novità al centro editoriale dehoniano per i tre sacerdoti che prestano servizio nella nostra diocesi P er il Centro Editoriale Dehoniano (C.e.d.) di Bologna è tempo di avvicendamenti. Si tratta di un rinnovamento che avviene nel segno della continuità di una storia autorevole per la Congregazione dei sacerdoti del Sacro Cuore e per la Chiesa italiana, che l’azienda intende custodire e proseguire. Dopo molti anni alla direzione della casa editrice Edizioni Dehoniane Bologna (Edb), padre Alfio Filippi lascia l’incarico. Gli subentra nel ruolo di direttore padre Pier Luigi Cabri, attualmente responsabile di Edb scuola. Padre Alfio Filippi, dapprima direttore della rivista Il Regno, poi dal 1991 direttore delle Edb, rimane in qualità di direttore emerito alla casa editrice, mettendo a servizio dell’azienda la sua preziosa competenza. Un avvicendamento importante riguarda anche la rivista Il Regno, la cui direzione passa da p. Lorenzo Prezzi a Gianfranco Brunelli, attuale vicedirettore e caporedattore per la sezione Attualità. Padre Lorenzo Prezzi, già direttore de Il Regno dal 1993, assume ora la direzione della rivista Settimana, in sostituzione di padre Mauro Pizzighini. Il Consiglio di amministrazione del Centro Editoriale Dehoniano S.p.A. ha deciso questi cambiamenti nell’ambito di un articolato programma di rinnovamento di tutta l’azienda, che riguarderà in un prossimo futuro anche altri settori. Il Consiglio di amministrazione del C.e.d. ringrazia singolarmente padre Alfio Filippi, padre. Pier Luigi Cabri, padre. Lorenzo Prezzi, Gianfranco Brunelli e padre Mauro Pizzighini per il lavoro svolto, per la dedizione dimostrata in questi anni e per la nuova disponibilità offerta. di governo della società dei prossimi decenni.” La conferenza avrà luogo nel Teatro della Fondazione San Carlo ed è a ingresso libero. Tutti gli appuntamenti del ciclo godono dell’accredito ministeriale per la formazione del personale della scuola e prevedono una collaborazione con la Facoltà di Giurisprudenza e la Fondazione “M. Biagi” dell’Università di Modena, i cui studenti potranno acquisire crediti formativi validi nel loro corso di studi. Per informazioni si può telefonare allo 059.421237 o scrivere una e.mail a [email protected] NostroTempo Domenica 20 marzo 2011 19 Sport-Csi Childrens’s Tour 2011: Csi non può mancare! La fiera delle vacanze per bambini coincide con i festeggiamenti per i 150 anni di unità nazionale, per un 17 marzo tra storia, sport e divertimento S • Marco Costanzini i rinnova a partire da giovedì 17 marzo, l’appuntamento annuale che vede il Csi protagonista a Children’s Tour, il salone delle vacanze per bambini 0-14 anni in programma fino a domenica 20 marzo presso ModenaFiere. Rassegna di danza, progetto golf e sport equestri, cheerleaders e due speciali laboratori sui 150 anni dell’Unità d’Italia le proposte rivolte dal Csi alle famiglie. Laboratori La prima novità del Children’s Tour 2011 saranno due laboratori realizzati per celebrare ad hoc i 150 anni dall’Unità d’Italia, dal momento che la festa nazionale del 17 marzo coinciderà proprio con l’apertura della grande fiera modenese dedicata ai bambini: “I colori della tua bandiera” e “Le parole dell’Unità d’Italia”, tra collage, linguaggio e fumetti, faranno divertire - e pure ripassare un pò di storia - tutti i bambini presenti a Children’s Tour giovedì 17 marzo grazie alla collaborazione tra Csi e Comicon. Ma imperdibili sono anche gli altri laboratori: riciclaggio con Tetra Pak, baby chef con Dorando, travestimenti creativi con La Birba, screening visivo con Diba, psicomotricità con Mo.To e Hakuna Matata, giochi morbidi per bambini con gli animatori Oplà. Golf Ma a Children’s Tour il Csi Modena penserà come sempre anche allo sport: in particolare verrà lanciato il “Progetto Golf ”, realizzato insieme al Modena Golf & Country Si attivano in tutta la provincia gli appuntamenti per giovani animatori ed educatori I corsi di formazione per animatori, educatori e coordinatori organizzati da Csi Modena e Centro Diocesano di Pastorale Giovanile stanno entrando nel vivo. Come ogni anno, anche nel 2011 si è partiti prima con la specializzazione di animatori già formati (1° modulo del cor- Club, e grazie alla presenza di Green Power Service sarà possibile effettuare prove su patting green. Giovedì, poi, verrà allestito un infopoint Errea con informazioni su questa disciplina. Spazio anche al judo con lezioni degli istruttori del Centro Sport Modena. Sport equestri Tra i tanti progetti presentati a Children’s Tour il Csi Modena illustrerà anche quello realizzato con la Fise (Federazione italiana sport equestri) che si concretizzerà in una collaborazione continuativa nei grandi eventi di piazza, nelle attività e in tutte le proposte targate Csi. Danza Immancabile, poi, l’appuntamento con la danza. Il Csi Modena ha da poco presentato il “Progetto Danza 2011” tappa di un progetto che, per il secondo anno consecutivo, andrà a toccare le piazze della nostra provincia negli eventi targati Csi con un fine anche sociale. Il progetto è un modo nuovo di fare danza: movimento, aggregazione e socialità si fondono insieme, un progetto di rete per valorizzare talenti e sensibilizzare contemporaneamente i giovani alla partecipazione attiva nei progetti di solidarietà sociale sostenuti dal Csi Modena, come l’Aseop, la missione in Brasile e l’associazione Marta e Maria. Ma non è finita qui: il 17, 18 e 19 marzo, dalle 14 alle 15, il Csi riserverà uno spazio alla danza con lezioni aperte a tutti. Cheerleaders Ciliegina sulla torta della par- Arena Spettacolo giovedì 17 domenica 20 ore 15-15.30 Spettacolo clown “Gli Allergia” ore 15.30-16 Presentazione progetto “Gioca e Sorridi Aseop” ore 16-17.30 2^ rassegna di danza Children’s Tour pro Aseop ore 17.30-18 Esibizione gruppo cheerleader nuova collaborazione Ficad e Csi Area sport da giovedì 17 ore 10-13 a domenica 20 e 14-20 (venerdì dalle 9) - Progetto golf Csi – prove su patting green - Free sport biliardino e tennis tavolo Laboratori da giovedì 17 ore 10-13 a domenica 20 e 14-19 (venerdì dalle 9) - Percorso ludico espressivo sui 150 anni Unità d’Italia - Laboratorio sul linguaggio giovedì 17 sabato 19 domenica 20 ore 10-13 e 15.30-19 Che birba! L’angolo dei travestimenti ore 15.30-19 (giovedì 19.30) Trucca bimbi, palloncini, giocoleria giovedì 17 ore 10-13 Comicon: dipingi la bandiera italiana (0-5 anni) ore 14-20 realizzazione fumetti con materiale riciclato (6-12) giovedì 17 e sabato 19 ore 10-13 e 14-20 Spazio Errea (info golf e psicomotricità) venerdì 18 ore 9-13 Storia del chicco di caffè ore 15,30-19 Baby chef ore 14-19 Laboratorio eco gioca TetraPak sabato 19 e domenica 20 ore 10-13 e 14-20 Laboratorio visivo Diba da giovedì 17 a sabato 19 ore 10-12 Judo con Centro Sport Modena (venerdì anche 17.30-19, sabato anche 15.30-17.30) giovedì 17 e sabato 19 ore 17-18.30 Psicomotricità con Mo.To venerdì 18 ore 15.3017.30 Psicomotricità con Hakuna Matata domenica 20 ore 16.30-18 Psicomotricità con Hakuna Matata Impianto Tatami ma è già vicino il momento del debutto. Giovedì 17 marzo, festa nazionale per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, diventerà anche la giornata della danza: dalle 16 alle 17.30, presso l’Arena Spettacoli, è in programma la 2ª “Rassegna di Danza Children’s Tour” pro Aseop. Queste le scuole che parteciperanno: Accademia Danza Studio, Backstage Formigine, Coreutica Academy Dance Modena, Danziamo Art & Show Modena, LaCapriola Centro Danza Modena, New Dance Pavullo, Scuola Danza Art’è Modena, Scuola Danza Baggiovara. La rassegna di danza in programma a Children’s Tour sarà la prima tecipazione del Csi Modena a Children’s Tour sarà l’esibizione del Gruppo Cheerleaders, domenica pomeriggio, che rappresenterà l’inizio della collaborazione con la Ficad (Federazione italiana cheerleading acrobatico e dance). Senza dimenticare lo spettacolo del gruppo clown Csi “Gli Allergia” che farà divertire bambini e genitori. Progetto aseop Sport, attività, laboratori, esibizioni di danza e cheerleading. Non sarà soltanto questo Children’s Tour per il Csi Modena: all’interno della fiera per bambini, infatti, verrà presentato anche un importante progetto sociale, quello realizzato con Aseop. Oplà, il centro lu- dico-motorio più grande della provincia di Modena gestito dal Csi Modena, unirà le proprie forze con l’Associazione per il sostegno dell’ematologia ed oncologia pediatrica, per- mettendo ai bambini, seguiti dal Reparto di Oncoematologia Pediatrica del Policlinico di Modena diretto dal prof. Paolo Paolucci, ed alle loro famiglie di trascorrere alcune ore di svago tra gonfiabili, laboratori creativi, giocolieri e animazione. L’Oplà e il Csi sono orgogliosi di questo accordo che rientra a pieno titolo nel Progetto Persona del Csi. so di secondo livello) e con le lezioni riservate a chi si dovrà occupare di coordinare i centri estivi e le attività oratoriali: questi due corsi sono iniziati nei mesi scorsi settimane presso la sede del Csi Modena. Ma dalla scorsa settimana sono iniziati anche gli appuntamenti per aspiranti animatori, quei ragazzi che, insomma, sono ancora alle prime armi e che presto si troveranno ad essere protagonisti in attività parroc- chiali, feste di compleanno e centri estivi. Il mese di marzo, dunque, ha segnato l’inizio dei corsi di formazione per animatori di primo livello, che come ogni anno saranno proposti in tutti i vicariati della diocesi di Modena-Nonantola con l’obiettivo di insegnare le tecniche di base per l’animazione delle attività aggregative. Al momento ne sono previsti dieci: Modena Centro-Ovest (vicariati Centro Storico, Crocetta- San Lazzaro, Sant’Agnese) e Modena Centro-Est (vicariati San Faustino, Madonnina e parte del Centro Storico) sono stati i primi due vicariati ad essere toccati. Nella serata di oggi, giovedì 17 marzo, il corso prenderà il via anche nel vicariato Pedemontana Est, con la prima lezione in programma presso l’oratorio Muratori della parrocchia di Vignola. Lunedì sera, invece, sarà il vicariato Pedemontana Ovest ad iniziare il proprio percorso di formazione di 1° livello per aspiranti animatori: l’appuntamento è alla parrocchia di Spezzano. Il corso di 1° livello toccherà anche Bassa modenese, Nonantola-Campogalliano-Soliera, Pavullo-Serramazzoni, Cimone, Zocca, Val Dragone. Ogni corso prevede 6 incontri tenuti da docenti specializzati. Ieri sera, poi, è ripartito anche il corso per animatori di 2° livello, con le lezioni del 2° modulo o la seconda parte per i partecipanti al programma “plus”, la scuola per Over 18. Per informazioni su tutti i corsi si può visitare il sito www.csimodena. it o consultare l’apposita brochure (disponibile anche sul sito) realizzata da Csi Modena e Centro di Pastorale Giovanile Diocesano. Per domande o istruzioni sui corsi si può scrivere anche agli indirizzi mail [email protected] o [email protected]. da giovedì 17 a domenica 20 Giochi morbidi con gli animatori Oplà A tutta formazione con i corsi Csi 20 NostroTempo Domenica 20 marzo 2011 Cultura Venerdì 18 marzo il belga Walhain apre i concerto d’organo a Gesù Redentore Musica e parole per la città e la Chiesa E ’ un’attività musicale di riferimento per i modenesi quella dell’organo a canne della Chiesa parrocchiale di Gesù Redentore. Quest’anno la serie di iniziative, in programma da marzo a dicembre, si riassume nella frase emblematica “Eco della Parola nella città perché canti la Chiesa” che ben sottolinea la benefica relazione tra suoni e parola che arricchisce tutti gli appuntamenti in calendario. Il primo è fissato per venerdì 18 marzo alle 21 con concerto di Etienne Walhain, musicista belga titolare di uno dei più grandi organi europei, quello della cattedrale di Tournai, e invitato ai più importanti festival internazionali, che suona Bach, Vivaldi, Liszt, Franck e Duprè. Oltre ai Concerti d’organo con esecutori spesso invitati a importanti rassegne internazionali, vi trovano posto i Vespri d’organo e Meditazioni d’organo, in cui, con brani della grande storia organistica e di autori contemporanei, si modulano in modi ricchi e anche sorprendenti suggestioni bibliche e di chiesa. Il concerto del maestro belga, però, è soltanto il primo appuntamento di un ricco cartellone che non mancherà di richiamare gli appassionati del genere (lo scorso anno si raggiunsero punte di 700 persone, con una media di circa 400 presenze). Oltre al modenese Riccardo Castagnetti, che suonerà i Vespri d’organo alle 18 in diverse occasioni, ci saranno i concerti del tedesco Jorg Abbing da Saarbrucken sabato 13 maggio alle 21, mentre da settembre a dicembre arricchiranno il cartellone Mareggini, Mario Verdicchio, Yanka Hekimova (già al Redentore lo scorso anno) e il francese Thierry Escaich, oltre al modenese Manni. Nell’iniziativa sono coinvolti Confapi-Apmi, Coseam, Banca Popolare dell’Emilia Romagna e Heidi Comunicazioni. lia “U.U.U. Una Unica Unità”. Un gigantesco striscione tricolore di 27 metri verrà esposto in piazza Grande e conterrà le foto di tutti i cittadini che si faranno immortalare per l’opera di Alberta Pellacani. Gli appuntamenti per gli scatti sono fissati sabato 12 marzo, dalle 10 alle 12.30 sotto i portici del Municipio, nella Galleria Europa, mercoledì 16 marzo dal- le 14 alle 18 nel chiostro della biblioteca Delfini in corso Canalgrande e lunedì 21 marzo dalle 14 alle 18 di nuovo sotto i portici del Municipio. Tutti i ritratti ottenuti daranno vita al verde, al bianco e al rosso della grande bandiera che verrò stesa per 11 arcate del portico del Palazzo comunale. “Immagine dopo immagine, come in un mosaico, si comporrà una unica unità di persone, lunga tanto quanto la partecipazione e l’adesione a un ideale che rispecchia un’azione concreta”, spiega l’autrice del progetto, Alberta Pellacani. Chi è interessato all’iniziativa è pregato di portare con sé un oggetto ritenuto significativo per l’unità nazionale con il quale farsi fotografare. Lo scopo è quello di coinvolgere la I modenesi in foto in un gigantesco tricolore Arte pubblica e cittadinanza attiva per i 150 anni V ieni a fatti fotografare!” con questo slogan il comune di Modena lancia il nuovo progetto di arte pubblica per i 150 anni dell’Unità d’Ita- Istituto Filosofico di Studi Tomistici F capolavori, fra i quali la Carta del Cantino conservata presso la Biblioteca Estense di Modena. Un vero e proprio viaggio tra antiche raffigurazioni del mondo, da opere d’arte a cartografie, per studiare come sia cambiata nel tempo l’immagine del Paradiso Terrestre. Il 26 marzo parte invece il corso “Introduzione alla filosofia” tenuto da Mario Enrico Cerrigone, Adalberto Arrigo- ni, Claudio Antonio Testi ed Emmanuele Morandi, in collaborazione con l’assessorato alla cultura del Comune di Medolla. Si tratta di quattro incontri presso l’Auditorium del Centro Culturale di Medolla in cui verranno presentate le grandi aree di ricerca del sapere filosofico. Si ripete infine “Filosofia in libri” con tre appuntamenti a ingresso libero: “La fuga” di Giuseppe Bargazi, introdotto direttamente dall’autore, l’1 aprile alle 21 presso il Cfn; “Gli Inklings” di Humphrey Carpenter, presentato da Claudio Testi e Maria Elena Ruggerini venerdì 15 aprile alle 21 presso la sede dell’Istituto Filosofico; “La morte la carne e Dio” di Emmanuele Morandi, illustrato da Enrico Cerrigone venerdì 29 aprile alle 21 nella stessa sede. Centro Alberione Lezione aperta di pianoforte L genti, l’unità di una comunità. Questo è il senso e il segno che si vuole trasmettere attraverso il coinvolgimento delle persone e la spontanea partecipazione”. La bandiera rimarrà esposta a partire dal 22 aprile, giornata della Liberazione di Modena, fino al 2 giugno, festa della Repubblica. Per info: [email protected]. Libri e cultura tra Vignola e Castelvetro Incontri di filosofia e storia dell’arte itto di appuntamenti il calendario dell’Istituto Filosofico di Studi Tomistici che da marzo riprende le proprie attività. Si è avviato il 12 marzo con la prima lezione del corso di storia dell’arte “Il Paradiso in terra e le visioni del mondo, storie di immagini perdute” tenuto dalla prof. ssa Giovanna Caselgrandi, che guiderà all’analisi di autentici cittadinanza in una riflessione corale e riattivare la partecipazione spontanea dei modenesi. “Un tema così importante per il nostro Paese, ma forse percepito e vissuto lontano nel tempo e dal quotidiano”, spiega Caterina Liotti, presidente del Consiglio comunale. “Mentre uno dei valori che ancora oggi avrebbe necessità e merito di essere vissuto è proprio quello dell’unità tra le e domeniche in musica organizzate dal Centro Alberione offrono una lezione aperta di pianoforte con la prof. Enza Iori domenica 20 marzo alle 17. Per info e prenotazioni: tel. 059 236853, [email protected] Donne e Risorgimento per il marzo modenese C ontinuano gli appuntamenti di lettura sul Risorgimento e sul mondo femminile nelle Terre di Castelli. In agenda un doppio appuntamento lunedì 21 marzo: la mattina, dalle ore 9 alle 12, presso la scuola media Muratori di Vignola, un incontro per gli studenti su Anita Garibaldi, una ragazza per bene, figlia di un povero mandriano, divenuta leggenda ed eroina nazionale di due paesi, l’Italia e il suo Brasile. Alle 21, presso la Biblioteca Selmi Auris, “Piccole donne rompono”, presentato da Giulietta Bernabei, in dialogo con l’autrice Lia Celi. Diario di una mamma di quattro figli, esperienza di maternità utile a tutte le donne. Si conclude mercoledì 23 marzo con la presentazione del volume “1861, la storia del Risorgimento che non c’è sui libri di storia” da parte dell’autore Giovanni Fasanella. Un libro controcorrente e antiretorico che tratta della storia d’Italia attraverso gli intrighi, i misteri, la corruzione e le violenza che ne caratterizzano la genesi. Un racconto appassionato e coinvolgente sulle deboli radici del nostro Paese che aiuta comprendere i problemi dell’attualità.