N. 12/2003 Anno III - L’OCCHIO PARLANTE - Quindicinale di informazione e attualità - Aut. Trib. Ta n. 568 - (Spedizione in A.P. - 70% Aut. DC/DCI/TA/566 del 13/12/2001) - € 1 TATUAGGI E PIERCING IN POLITICA Giuseppe Cristella L’INCHIESTA Caccia e ambiente SPORTISSIMAMENTE Ju-Jitsu SPETTACOLI/TV Ilir Shaqiri TUTTO PER LA FOTOGRAFIA anche vetrina dell’USATO USATO grandi occasioni Taranto - Via Dante, 406 - Tel./Fax 0997353158 S O M M A R I O 4 - SOCIETA’ E... COSTUME Tatuaggi e piercing 6 - IN POLITICA Giuseppe Cristella, Sindaco Laterza 8 - L’INCHIESTA Caccia e ambiente (dalla parte dei cacciatori) 10 - SPORTISSIMAMENTE Ju-Jitsu 11 - SPETTACOLI/TV Ilir Shaqiri 12 - IL CONDOMINIO 14 - FLASH Notizie in breve TATUAGGI E PIERCING Foto VitoC - Modella Lidia N. 12/2003 Anno III - L’OCCHIO PARLANTE - Quindicinale di informazione e attualità - Aut. Trib. Ta n. 568 - (Spedizione in A.P. - 70% Aut. DC/DCI/TA/566 del 13/12/2001) - € 1 15 - L’OROSCOPO DI PICIUS IN POLITICA Giuseppe Cristella L’INCHIESTA Caccia e ambiente SPORTISSIMAMENTE Ju-Jitsu SPETTACOLI/TV Ilir Shaqiri L’OCCHIO PARLANTE 12/2003 Quindicinale di attualità e informazione Reg. Trib. Taranto n. 568/2000 Direzione, Redazione, Amministrazione Taranto -Via Catania, 1 - Tel./Fax 0997362759 E-mail Direttore: [email protected] Amministrazione: [email protected] Pubblicità: [email protected] Direttore Editoriale Vito Conversano Direttore Responsabile Luana D’Ambrogio Editore Folder Immagine srl Stampa Industrie Grafiche Brizio Editoriale Sfiancati dal caldo e, soprattutto dal livello di umidità elevatissimo, ci apprestiamo a scrivere questo editoriale con il dispiacere nel cuore per i due operai morti nello stabilimento Ilva in seguito ad un incidente. Come si può ben capire, anche noi siamo rimasti colpiti dalla tragedia avvenuta e, quindi, non possiamo che unirci al profondo dolore delle famiglie, che naturalmente, sono le più colpite. Detto questo, ci viene da fare una riflessione, giusta o sbagliata, condivisibile o no: la sicurezza sul lavoro dovrebbe essere garantita (a parte dal buonsenso e dal rispetto per l’uomo) da una normativa... da una legge, per intenderci! Questa legge che “ci sembra” già esista, viene poi applicata dalle aziende (o viene fatta applicare?!) e quindi si presuppone che esistano dei criteri da rispettare per fare sì che la sicurezza sul posto di lavoro sia tutelata e garantita. Questi criteri... pensiamo... vengono applicati grazie agli essere umani (funzionari, dirigenti o che altro) che dovrebbero controllare oppure delegare qualcuno al controllo, per fare sì che vengano rispettati. In questo caso, ci chiediamo, la responsabilità dell’azienda c’è sempre? Anche se nel ruolo di controllo è delegato un dirigente, un funzionario o che altro? Ed allora, perchè si pagano delle persone per svolgere un ruolo di controllo se poi è sempre l’azienda a pagare per tutti? Se così non è, se qualche anima buona ci spiega come funziona, sicuramente ci sarà un grazie, da parte nostra e da parte dei lettori interessati. Lo spazio per le spiegazioni lo mettiamo volentieri a disposizione! Completata questa riflessione, non vorremmo essere individuati come difensori dell’impianto siderurgico (anche perchè non ha bisogno delle nostre difese... si difende bene da solo!), ma ci piacerebbe solamente capire perchè, se un’azienda paga del personale addetto al controllo, poi paga o viene sempre additata l’azienda come responsabile dell’incidente, ed allora... che paga a fare l’azienda dei funzionari se poi questi funzionari non si prendono delle responsabilità? Questa parole scaturiscono chiaramente da tutto ciò che si è sentito, che si sente e che si sentirà ancora sul fatto doloroso che ha scosso la provincia di Taranto. Ammettiamo di non conoscere bene, anzi, forse per niente, la normativa relativa alla sicurezza sul lavoro negli impianti di notevoli dimensioni (magari faremo una ricerca se nessuna anima buona si propone di spiegare qualcosa!...), però ci sembra che, se l’azienda viene coinvolta direttamente nella colpevolezza dell’incidente, allora ci viene il dubbio di prima: che si paga a fare il personale delegato alle funzioni di controllo? Se l’azienda viene coinvolta oggettivamente, allora è il caso di rivedere magari un po’ la normativa, perchè ci sembra (è un’opinione chiaramente discutibile) che le aziende, pur pagando per questo o per quel lavoro, degli addetti, sono sempre responsabili di tutto, e quindi di tutti i danni che possono provocare delle persone pagate, dalla stessa azienda, per svolgere quel lavoro di controllo necessario ad evitare gli incidenti. TATUAGGI E PIERCING Esibizione, ritorno alle origini o...? Tatuaggi, piercing, body art: la regola è stupire. Per provocazione o semplicemente per una questione intimistica da rispettare, le persone che si sottopongono alle piccole torture per pregiare la propria pelle di un disegno simbolico o per impreziosirla con un anellino malizioso, sono sempre più numerose. E non si tratta di determinate “categorie”, assolutamente: giovani o adulti amano il tatuaggio in maniera uguale, e l’ipotetico segno di distinzione, curiosamente, diviene una sorta di elemento comunitario. La moda - che poi, se analizzata dal punto di vista sociologico e psicologico, puro costume non è... - del tatuaggio e del piercing si è categoricamente stabilita anche qui in Italia, è un fenomeno crescente: ne sono coinvolti soprattutto i ragazzi di ogni età (uomini e donne), ma anche gli adulti di settanta anni si fanno tranquillamente tatuare, assicura un noto tatuatore, responsabile di un rinomato centro del capoluogo jonico. Ho tatuato molti tipi di clienti, - racconta il nostro interpellato - dall’abituale marinaio, propenso ad ingrandire i disegni sul suo corpo e ad aumentarne il numero, fino al professionista insospettabile, almeno a giudicare dalla sua mise in giacca e cravatta... assicuro che molti sono fanatici del genere! Il tatuaggio, antichissimo nella sua origine, assume un significato interessante, filosofico, intimistico. Si fonde con la volontà di stigmatizzare un evento, uno stato d’animo, un’occasione irripetibile. E’ come scrivere, sotto le sembianze di un disegno stilizzato o di un caratteristico ideogramma, un capitolo della propria vita. La scelta della rappresentazione deve essere assolutamente personale, nessuno può intervenire, nemmeno il tatauatore coi suoi suggerimenti: solo i momenti di vita possono influenzare coloro che sono intenzionati. Sottoporsi ad un tatuaggio assume le sembianze di un atipico rito di iniziazione, di consacrazione ad un ricordo, ad un’idea, ad una persona, così come conferma il nostro interpellato: Il tatuaggio è un punto di passaggio, per fissare un momento. La tendenza iniziò con le procedure obsolete dei galeotti, continuò con il servizio militare per i giovani. E’ una fase di passaggio, il tipico momento di transizione: le donne sono persuase dal cambio di un lavoro o di un fidanzato, per esempio. Molti considerano superficialmente l’arte del tattoo, relegandola al mero ruolo di forma di esibizionismo: altra argomentazione valida, interessante. Si cerca volutamente di esibire qualcosa che si ha dentro o si crede di avere dentro. I tratteggi scelti riflettono questo stato d’animo. Talvolta si tratta di una sorta di ribellione interna, per esempio alla routine o alla rigidità della propria attività; può indicare, inoltre, la fine dell’adolescenza, il desiderio di differenziarsi. Senza addentrarci nei meandri della psicologia, il tatuaggio come moda è stato promosso da tanti idoli musicali, amati dal pubblico giovanile, imitati, oppure dai campioni dello sport, come i calciatori che prediligono tattoo benauguranti di vittoria e determinazione agonistica sui loro polpacci; incluse anche le tante star dello spettacolo e della televisione (a pag. 5 due “tatuate” celebri: Syria ed Elenoire Casalegno): per alcune di loro il tatuaggio funge da “gioiello”, un bracciale sul polso o sulla parte alta del braccio stesso! Infine non bisogna trascurare il puro piacere estetico: evviva dunque il tattoo artistico, dettagliato, anche colorato. Il tatuaggio nasce con l’uomo, la sua storia è lunghissima, e tracce di disegni primitivi risalgono a quasi seimila 4 L’Occhio parlante anni fa. Una tradizione che coinvolgeva molte popolazioni e che contraddistingueva le più svariate culture. Il simbolismo era bellico, rituale, medico, come in alcune zone dell’Estremo Oriente: addirittura erano preparati con sostanze erbose adatte, per esempio, alla cervicale, all’artrosi. Nel corso dei secoli venne a sfiorire la consuetudine dei tatuaggi nel panorama occidentale: i popoli celtici o della più antica Gallia li avevano adottati rigorosamente negli estremi cromatici - bianco e nero - erano tipici dell’Inghilterra delle origini, del Nord della Francia, le esponenti femminili privilegiate nell’esibirli erano le sacerdotesse. Non solo: la cultura druidica li utilizzava anche come fregi di carattere esclusivamente religioso. In tale contesto, però, la posizione dei cosiddetti vichinghi non è chiara.La chiesa cattolica giudicava l’arte corporale una pratica sconveniente, con retroscena demoniaco. Nonostante l’ostinazione della curia medievale, sono stati addirittura rinvenuti speciali tatuaggi nelle testimonianze dei santuari, come quello della Madonna di Loreto - specifica il nostro tatuatore - è stato scoperto che gli addetti tatuavano i pellegrini, ed erano disegni sacri, raffiguranti croci. Il tatuaggio, all’inizio dell’Ottocento, si avvaleva dei contatti con gli orientali, veri cultori del genere, muniti di materiali e conoscitori di tecniche sopraffine. I disegni occidentali erano grezzi, bozzetti senza pretese. Eppure i Crociati si tatuavano la loro croce simbolo, ancora prima lo avevano fatto, in parte, i rappresentanti del Cristianesimo, al tempo delle persecuzioni dei Romani; la notizia stride col seguente divieto della stessa Chiesa. Per l’immaginario collettivo il tatuaggio è indiscutibilmente legato ai popoli esotici di terre molto calde, come quelle africane e dell’America Latina: essi conservano tuttora l’usanza, il movente dei loro tratteggi corporali è di matrice non solo guerriera (le rivalità fra tribù indigene), ma anche erotica (sintomo ed augurio di fertilità) ed esplicitamente sessuali. Le esplorazioni da parte delle potenze occidentali nei Mari del Sud, ma anche in Cina ed in Giappone ebbero il risultato di far penetrare nuovamente in Europa l’arte del tatuaggio: merito del capitano Cook. Il suo atto scatenò la prima grande mania e moda del tattoo in Occidente, un cammino a fasi alterne, tra affievolimenti ed esplosioni, soprattutto dopo la creazione della macchinetta elettrica, agli albori del secolo scorso! I popoli indigeni usavano la bacchetta con degli aghi legati alle estremità, i quali iniettavano i colori nell’epidermide. La raffinatezza era insita nei tatuaggi orientali: i colori erano molto vivaci, i soggetti molto scenografici. Eppure, a differenza di quanto sostengono alcuni studiosi del settore, l’arte del tattoo non nasce in Giappone e spesso, nel paese del Sol Levante era ancora simbiotica della Jacuza, la mafia territoriale! Al giorno d’oggi affascinano tremendamente: consistono in righe di contorno spesso, avvalorate da sfumature cromatiche piatte ed incisive. Simbolici anche sulle spalle dei nostri ragazzi i tipici draghi, richiestissimi; specificamente nipponici sono le carpe, i samurai, gli eroi locali, ma anche scenari naturali (onde, venti, fiori). Le mummie egiziane di varia origine mostravano tatuaggi, probabilmente erano segni distintivi di rango, di stirpe divina, come la mentalità dei faraoni imponeva.Nella mappa delle simbologie più richieste dai fanatici dei nostri anni, trionfano i cosiddetti “tribali”. Sono questi i tatuaggi più antichi, neri perché tratteggiati sulla pelle scura delle suddette popolazioni. Furono studiati già negli anni Settanta in California, e gli esami interessavano fregi Maya ed Aztechi, nonché raggruppamenti Zulù; coprivano un’intera schiena, un intero braccio. I tribali sono i cavalli di battaglia di tutti i principianti, che ancora non si cimentano nei contorni e nelle sfumature di un vero tattoo - specifica il nostro intervistato. Ciò non toglie che fiori, rami stilizzati e normali giochi acuminati di punte siano particolarmente amati dagli esponenti giovanili, e soprattutto dalle ragazze, per la loro delicatezza. Le figure sono astratte e decorative, ma in precedenza il concetto da essi espresso era cerimoniale, religioso, sentimentale (in modo onnicomprensivo), alludeva allo status sociale: per le tribù erano come una carta d’identità! I tatuaggi definiti “tradizionali”, ed intensificati nel clima di ribellione degli anni Settanta, sono collegati a soggetti marinari, quindi velieri, ancore (indicanti la speranza), sirene mitologiche, timoni e delfini (ridenti portafortuna). Prediletti per anni i segni militari, quelli religiosi, i ritratti di visi, l’iconografia del Men’s Ruin, cioè “Bacco, tabacco e Venere”, consistente in donne nude, gioco d’azzardo, alcol e droga. Per l’aggressività da esplicare scelti rigorosamente animali di iconografia classica, soprattutto serpenti e tigri. Irriverenti furono, nei pieni anni Ottanta, i tatuaggi biomeccanici: di radici Cyber Punk, sollecitati dalla letteratura psicosociale e fantascientifica, questi disegni rappresentavano presunti squarci della pelle che lasciavano intravedere ingranaggi meccanici di una fantomatica componente robotica interna! Ce n’è davvero per tutti i gusti, e nessun significato è banale: possiamo affermare che il tatuaggio segue la mentalità dei tempi, segue dottrine, è esso stesso un credo. E per coloro che lo ammirano ma sono titubanti o poco coraggiosi, lo sfizio viene spesso tolto, soprattutto nel periodo estivo, con graziosi disegni all’hennè, sostanza rossiccia da erboristeria: facili e sbrigativi, tali piccoli tattoo svaniscono nel giro di due settimane. Il 1995, invece, è considerato l’anno del piercing a tutti gli effetti. Se il tatuaggio desta parecchia curiosità, traforarsi le più svariate parti del corpo con gioiellini anticonformisti ha provocato diverse reazioni, dal disgusto alla sorpresa all’ammirazione, ha spianato la strada a discussioni di costume, di mentalità. Tantissimi i ragazzi che si immolano a questo fenomeno, apparentemente esibizionismo estremo, del quale si sono fatti pionieri complessi metal, gruppi punk d’Oltremanica. Ora il piercing è un vezzo per le ragazze, innamorate del brillantino da esibire al naso, anticipato dagli orecchini più inusuali sul padiglione auricolare: orecchie stracolme di file di cerchietti sono stati i primi tentativi fantasiosi adottati anche dai colleghi maschi! Il piercing non conosce davvero confini, nel corpo umano, e la sua pratica è antica. I ragazzi che si riempiono di gioiellini sterilizzati sono stati definiti “moderni primitivi”: è come un ritorno alle origini naturali dell’uomo, in simbiosi con esplicazioni di sentimenti interiori assolutamente attuali e personali. Il piercing riporta ai concetti di magia, sacralità, arcaicità, con un immancabile tocco di follia. Considerato un atto spirituale, o puro masochismo, o moda estrema, il body piercing ha perso la sua caratteristica di taboo negli ultimi anni, godendo di molta attenzione. Esso consiste nella penetrazione del corpo con aghi o altri strumenti che permettono l’inserimento di anelli di ogni dimensione, borchie perentorie, barrette che sanno di tradizione indù, coni, occhielli. Probabilmente la ribellione alle regole ed alla schematicità del mondo moderno è una delle motivazioni dei fanatici di quest’arte atipica. Si desidera sperimentare sensazioni inedite, ed il proprio corpo offre questa possibilità: nel 1975 fu Jim Ward, il promotore dei “body piercer” attuali, ad azzardare la fondazione della più antica compagnia di compravendita per corrispondenza di gioielli da piercing, la famosa Gauntlet. E nel più recente 1989 inizia la promozione di questo nuovo fenomeno, con la visibilità, tramite riviste, di piercing alle narici (tendenza indiana), alle sopracciglia, alle labbra, alla lingua. Vengono traforati anche gli ombelichi: gli anellini qui posti quasi come omaggio al fascino delle danzatrici del ventre sono i più gettonati dalle ragazze. Sessualità e body piercing sembrano concetti inscindibili: se qualcuno può rabbrividire dinanzi a lunghe catene ed anelli infilati nei capezzoli, o interrogarsi sul gioiellino malizioso e nascosto sugli organi genitali maschili o sulla clitoride femminile, basta pensare ai riti d’iniziazione delle tribù. Una donna ed un uomo sviluppati sociologicamente, sessualmente e spiritualmente, dovevano concedersi a grossi piercing per entrare in contatto con le divinità positive. Bando al dolore: il piercing ai genitali serviva ad aumentare il piacere durante i rapporti, secondo una filosofia indù. L’ampallang, la barretta di metallo che attraversa orizzontalmente il pene, nelle zone dell’Oceano Indiano era sintomo di passaggio dalla pubertà. Razionalmente, allora, niente di impressionante. I fautori del piercing non sono elementi tormentati, anzi, sono animati da grande consapevolezza! Molte donne hanno forato i capezzoli dopo l’allattamento, come simbolo del seno che tornava ad essere esclusivamente loro, altre hanno insignito del piercing la zona intima dopo aver subito abusi sessuali, per volontà di trasformare il negativo in positivo per loro stesse. Una sorta di reazione ottimistica. Il piercing può essere anche questo! (Alessandra Carpino - Un ringraziamento a Geppy Serra) L’Occhio parlante 5 Giuseppe Cristella Sindaco di Laterza ...stiamo operando nel rispetto del consenso che ci hanno tributato!... Giovanissimo, eppure già Primo Cittadino. Non è un’osservazione discordante, ma l’emblema tangibile di un’ascesa veloce e positiva verso il delicato ruolo di Sindaco. Giuseppe Cristella, ventinove anni, da due stagioni detiene le redini del Comune di Laterza, animato da sana ed entusiastica programmazione e da una consapevolezza del proprio compito che ben compensa l’esperienza più longeva di molti suoi colleghi. Laterza sta vivendo indubbiamente una seconda giovinezza, sia dal punto di vista locale e politico, sia da quello sociale e turistico, senza omettere la tanto attesa crescita in termini di possibilità economiche. Giuseppe Cristella, tesserato da due anni nelle fila di Forza Italia, ammette di essersi letteralmente “fatto le ossa” nell’Assessorato alle Attività Produttive della propria cittadina per ben quattro stagioni, prima di essere onorato della carica di Sindaco. Operante tuttora in un Sindacato autonomo per la difesa dei diritti dei lavoratori, diplomato, Giuseppe Cristella ama particolarmente giocare a calcio, passione che lo ha convinto ad entrare nella rosa della Nazionale dei Sindaci Italiani, con la quale si scontra con personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport, come simpaticamente ci svela. Cosa si prova, così giovane, ad essere Sindaco della propria città d’origine e quindi rappresentante dell’intera comunità? E’ un’esperienza bellissima, sono onorato di essere il Primo Cittadino della mia città, perché ho la possibilità di vedere concretizzati tutti quei progetti e quelle idee che, magari, quando non ero Sindaco, potevo soltanto sognare, coltivare ed evidenziare! Oggi posso invece dare risposte concrete. La mia fortuna è rappresentata anche dall’essere alla guida di un’Amministrazione serena: senza la serenità del quadro politico il mandato ricevuto da parte degli elettori rischierebbe di non perfezionarsi. Coloro che svolgono compiti amministrativi in un Comune trascorrono le giornate parlando di questioni politiche specifiche, fra Partiti, Assessorati, cariche istituzionali, tra nomine di Direttori generali ed altro; è necessario garantire una risposta 6 L’Occhio parlante all’azienda. Il mandato è sempre di cinque anni, la giornata, anche quella degli esponenti politici, è comunque di ventiquattrore: nel momento in cui si lavora a livello amministrativo bisogna fornire esiti convincenti alla gente, in virtù del programma presentato, il quale molte volte si dimentica, ed invece rappresenta la base di tutto. Sto lavorando bene, seguendo le giuste direttive di programmazione, ed il resoconto amministrativo è positivo, come dati, numeri di delibere e giunte confermano. Posso dire che nel mio Comune esistono “documenti”, non mera “politica”... Laterza è considerato il terzo Comune d’Italia presente nel mondo di internet, il suo sito è stato persino premiato come migliore fra tutti, poco tempo fa, a Rimini: questo dimostra la fluidità e l’esattezza del nostro operato nei minimi particolari! Io ho molto entusiasmo, il mio lavoro quotidiano viene puntualmente apprezzato dai cittadini, è un’enorme gratificazione. Rispetto a due anni fa c’è anche maggiore fiducia nei miei confronti: la paura del Sindaco giovane... inesperto... che poteva essere “comandato” dai soliti “volponi della politica”, è stata ampiamente superata! Per la mia comunità d’appartenenza avere un giovane a capo, il quale ha già avviato tanti progetti-piloti, è un fatto soddisfacente, beneaugurante. Laterza: cosa si è fatto finora e cosa c’è da fare per il futuro prossimo? Potremmo parlarne per ore! Abbiamo redatto ben due opuscoli da venti pagine per la nostra cittadinanza in due anni di operato! Sicuramente abbiamo le idee chiare: stiamo perseguendo un itinerario storicoculturale, ma soprattutto gastronomico: Laterza è una tipica città murgiana, non possiede né mare, né fiorente agricoltura. Vive di latte, di settore zootecnico, di pane, ed ancora di famose rosticcerie (ne vantiamo circa quarantacinque, sono rinomate e numerose se relazionate ad una popolazione di 15000 abitanti). Stiamo avviando il discorso della cantierizzazione di oltre 36 opere pubbliche in due anni, quindi portiamo una media superiore ad un’opera importante al mese: io sfido qualsiasi altra città a realizzare simili attività con la stessa ritmica! Una statistica molto interessante, infatti, testimonia che, nel settore dei lavori pubblici, noi laertini siamo ben saldi alle prime posizioni, superati solo da Cesena. I dati statistici della Guardia di Finanza della zona occidentale del nostro territorio sottolinea l’exploit ottenuto dal mio Comune, seguito a ruota libera dal centro di Mottola. Una decina di anni fa Laterza era considerato un paese ai margini, condizionato dall’organizzazione di luoghi più avanzati come Castellaneta o Ginosa: pareva avesse soltanto il... capannone delle mucche! Praticamente era quello l’immobile più grande che si notava nel nostro circuito. Oggi le cose sono cambiate! Laterza possiede il più rilevante stabilimento della Natuzzi, “Divani e Divani”, 13000mq di copertura; inoltre vanta una zona artigianale di piccole e medie imprese locali, in cui ci sono, in totale, 68 nuclei, alcuni di recente inaugurazione, altri ben rodati. Il discorso agricolo non è unico ed esclusivo per l’hinterland laertino: con volontà ed intelligenza oggi si può parlare di un sistema di piccola e media industria. Alla ribalta c’è anche la ceramica artistica, con l’apertura del Museo specifico e del decentramento del noto Istituto d’Arte di Grottaglie. Le 36 opere prima citate spaziano da interessi catalizzati verso il sociale, al recupero di opere ventennali come i servizi primari: non avevamo nemmeno un poliambulatorio, possedevamo solo unaguardia medica, mentre ora la popolazione può essere tutelata dalla presenza di un centro simile. Ed è una sicurezza maggiore per i cittadini anche la conquista del 118, il servizio di primo soccorso che, in prima battuta, non ci era stato assegnato. Laterza ha migliorato sicuramente i rapporti esterni con la Asl, con l’Anas, con la Regione Puglia nella sua interezza; è stato approvato il piano regolatore generale, dopo trent’anni. Tutti questi sono strumenti di sviluppo che raggiungeranno la loro piena compiutezza fra un paio di stagioni, quando si comprenderà la loro estrema importanza non solo per il Comune di Laterza, ma anche per l’intera Regione pugliese. Stiamo puntando sui cosiddetti centri culturali: è stata inaugurata la Cittadella della Cultura, fornita accuratamente di ludoteca, aula consiliare, pro-loco, centro d’informazione giovanile, uffici di collocamento, e spazi riservati alla polivalenza anziani. Laterza crede fermamente nei progetti rivolti a migliorare lo status sociale di tutti i suoi cittadini, di qualunque estrazione e di qualsiasi età. Non a caso abbiamo avviato il primo laboratorio in favore dei disabili della provincia di Taranto: dopo il mancato finanziamento da parte della Regione Puglia del progetto di “Vita”, il mio Comune si è fatto promotore, recando in porto il progetto grazie all’iniziativa di autofinanziamento da parte di altri Comuni, dell’Asl e della Provincia di Taranto. Ancora oggi tutti sostengono quanto abbiamo presentato. Tante volte si parla della gente più debole, degli han- PER LA dicappati, tutti sembrano animati da grande sensibilità, ma spesso si è restii ad operare concretamente. Noi abbiamo sperimentato, invece, come primi, l’impegno di condurre i disabili a mare o in piscina, d’estate e d’inverno, rendendo accessibile il servizio anche ai cittadini di paesi e città limitrofe. Infine Laterza è l’unico Comune che possiede un canile comunale; non si tratta di un semplice rifugio, poiché è convenzionato con quattro veterinari addetti alle cure sanitari per i cani ospitati. In questo modo si innalza la qualità della vita di un Comune, tutelandolo dal fenomeno del randagismo. Su cosa punta in particolare Laterza per lo sviluppo a fini turistici? Il nostro Comune ha realizzato un progetto intitolato “Visita Laterza”: esso raccoglie diversi itinerari, tutti molto affascinanti. Il Comune laertino punta sulla visita alle ormai note gravine ed ai loro parchi naturali, che rappresentano un segno distintivo della nostra zona, uno scenario paesaggistico da ammirare e rivalutare. Come molti altri centri della provincia jonica, è in crescita il settore enogastronomico: a Laterza sono apprezzati il pane tipico e la genuinità delle carni. La novità è legata, invece, al discorso di matrice storica. Il Centro storico di Laterza era una sorta di ghetto, abbandonato, in degrado, oggi, invece, è munito di ogni genere di servizi. Abbiamo recuperato e ripristinato cenni delle vecchie “chianche”, trovate sotto la bitumazione attuata negli anni scorsi. Il Palazzo Marchesale è la meta di punta del nuovo turismo della nostra cittadina: è stato aperto al pubblico in occasione della festa patronale nel mese di maggio, ma ha subito una lunga chiusura, dagli anni Ottanta. Con i finanziamenti del Ministero e con la direzione tecnica della Sovrintendenza, stiamo recuperando questo grosso immobile, che poi è la testimonianza della Laterza antica, quella del lontano Quattrocento. Altri siti inseriti nel percorso archeologico del paese sono quelli della Torre Orologio, di Piazza Vittorio Emanuele. Bisogna riscoprire le bellezze territoriali ed i singoli monumenti che anche le più piccole cittadine della provincia jonica preservano per i turisti ed in nome dell’arricchimento culturale del nostro interessante ed antico territorio. Cosa si sente di dire ai suoi concittadini? Mi sento di dire che stiamo mantenendo tutti gli impegni presi nei loro riguardi. Questo senza enfatizzare, da parte mia, il lavoro fatto e quello che ancora spetta da fare a tutta l’Amministrazione Comunale di Laterza. Secondo me stiamo operando in modo dignitoso, nel rispetto del consenso che loro ci hanno tributato. E agiamo con molta umiltà, che, insieme con la chiarezza e la determinazione, rappresenta una delle doti più importanti per coloro che svolgono ruoli amministrativi. (Alessandra Carpino - Foto: gentile concessione di Domenico Savino, Portavoce del Sindaco Giuseppe Cristella) PUBBLICITA’ SU Folder Immagine srl TARANTO - Via Catania, 1 - Tel./Fax 0997362759 - Cell. 3355242404 Rapporto tra CACCIA E AMBIENTE visto dalla parte dei cacciatori Abbiamo approfittato di questo periodo di “calma” (la caccia è chiusa!) per affrontare l’argomento rilevando che i cacciatori proprio non ci stanno a sentirsi additare come nemici giurati dell’ambiente. La caccia non è uno sport, ma quasi una passione genetica che però nulla ha a che vedere con la distruzione dell’ambiente afferma infatti Rocco Bellanova , Vicepresidente nazionale del CPA. La caccia è un continuo misurarsi dell’uomo con la natura fin dall’antichità evidenzia Antonio Miccoli, Presidente provinciale dell’Italpesca e Caccia e dell’EPS. Ed effettivamente fin dagli albori dell’umanità l’uomo ha sempre dovuto misurarsi con il suo istinto di cacciatore, per procurarsi cibo all’inizio, quando la vita nomade non contemplava la pastorizia, che è apparsa solo alla fine del neolitico, senza sostituire per lunghissimi secoli del tutto la caccia. A partire dal medioevo la caccia è divenuta costumanza di corte restringendosi sempre più ad uso riservato ai nobili. Fino al 1800 quando ha cominciato ad avvicinarsi alla caccia la borghesia ed il fenomeno ha interessato conseguentemente tutte le classi sociali. Contemporaneamente sono stati proprio i cacciatori ad inserire i primi animali domestici. I cani ad esempio, le cui razze sono state incrociate di continuo fino ad ottenere quelle “specializzate” non solo nella caccia, ma in alcuni tipi specifici di selvaggina. Non solo cani però, non possiamo certo dimenticare una delle figure più caratteristiche delle corti medievali, il cacciatore con il suo falco addestrato. Animali che hanno affiancato l’uomo nella caccia fin dalle epoche più lontane e che ancora oggi sono addestrati a questo scopo. Certo non ci si aspetta più di vedere un cacciatore con il proprio falco al braccio, anche se questi animali continuano ad essere addestrati. Oggi c’è chi la vede come sport, chi come passione ereditata da genitori e nonni, fatto sta che la caccia continua ad essere praticata, sia pure disciplinata per aree e periodi di tempo limitati. Le associazioni della caccia, che solo nella provincia di Taranto sono nove, sono tutte concordi nel dichiarare che non solo non sono contro l’ambiente, ma fanno di tutto per promuoverne il rispetto. Sono 15 anni che la nostra associazione si batte per la tutela dell’ambiente – spiega Claudio Basi dell’Italcaccia – promuovendo la raccolta spontanea dei rifiuti che troviamo nei boschi e specialmente nei pressi del fiume Galeso dove più si è concentrata la nostra opera, tant’è che abbiamo effettuato una vera e propria operazione di bonifica. Non si tratta di un caso isolato, anche il CPA ha organizzato spontaneamente un’operazione di bonifica della Salina grande. Non solo – spiega il presidente Rocco Bellanova – abbiamo anche realizzato una scuola di addestramento cani evidenziando quanto sia importante impegnarsi per creare uno sviluppo sostenibile per il quale la difesa dell’ambiente assume un ruolo fondamentale. Siamo stanchi di vedere boschi deturpati dall’immondizia 8 L’Occhio parlante afferma il presidente di Liberacaccia Michele Bufano. E non è certo una novità per noi amanti del pic–nic che ci lamentiamo della sporcizia dei nostri polmoni verdi, ma poi siamo sicuri che al rientro abbiamo recuperato tutti i nostri avanzi negli appositi sacchetti di plastica per gettarli nel più vicino cassonetto? Certo non è solo questo ad inquinare i boschi; sono ancora Claudio Basi dell’Italcaccia e Rocco Bellanova del CPA a lamentare il ritrovamento di vere e proprie discariche di inerti nei boschi, nei pressi del fiume Galeso e nella zona della Salina grande ad esempio, dove pare che giaccia abbandonato un po’ di tutto: plastica, gomme d’auto, addirittura frigoriferi e lavatrici inutilizzate! E c’è addirittura chi come Leonardo Caforio dell’Enal Caccia denuncia il comportamento di alcuni pescatori che cercano di pescare gettando varichina nel fiume. Comportamenti incriminati con forza dalle associazioni venatorie che oltre alla raccolta spontanea hanno messo in campo una serie di manifestazioni per la tutela dell’ambiente, come la Festa dell’Albero, organizzata dall’EPS e dell’Italpesca e Caccia il 21 Novembre promuovendo, negli anni scorsi, la tutela dell’ambiente, regalando, in maniera simbolica, alle scuole del territorio jonico, pianticelle di alberi da piantumare nei cortili delle scuole stesse, per ricordare il significato della tutela ambientale per la salute delle generazioni future e di conseguenza quanto sia importante che proprio i ragazzi imparino a rispettare l’ambiente e ad impegnarsi per la sua tutela. Queste manifestazioni culmineranno nella Giornata dell’Ambiente organizzata dall’Atc e dalle Associazioni venatorie del territorio jonico, che dovrebbe tenersi entro la metà del prossimo mese di luglio. Non si tratterà di un’iniziativa isolata - spiega il Presidente dell’ATC, Martino Cristofaro - l’obiettivo è infatti quello di realizzare una serie di giornate per l’ambiente. Non solo! L’Atc, in collaborazione con l’Amiu, il Comune di Taranto, la Provincia di Taranto e naturalmente le associazioni venatorie, ha in programma di mettere in campo una vera e propria operazione di bonifica della Salina Grande, che potrebbe partire immediatamente dopo la chiusura di questa stagione di caccia, che termina il prossimo 31 gennaio. Fa parte di questa serie di iniziative anche l’intenzione di promuovere una campagna di sensibilizzazione, proprio nei confronti dei cacciatori, ma di quelli, per essere chiari, che dimenticano i bossoli nei boschi, che fortunatamente non sono tutti, ma come lamenta Martino Cristofaro, purtroppo ancora molti. Non è ancora stato definito – dice il Presidente dell’ATC – ma, di comune accordo con le armerie potremmo lanciare uno slogan tipo “Un pacco di cartucce gratis ogni 50 bossoli portati indietro”, l’importante per noi è che l’operazione di sensibilizzazione funzioni. Ma quali sono i compiti dell’ATC? La legge 157/92 ha demandato all’ATC la gestione del territorio agro-silvo-pastorale. L’ATC è controllata dall’Ente Provincia, che ha potere anche di commissariarla, in caso di inadempienze gravi. Per quanto concerne la gestione del territorio agro-silvo-pastorale la legge 27/98, legge di recepimento della 157 ha definito i parametri in cui l’Atc deve muoversi. Le sue competenze riguardano quindi: i miglioramenti ambientali a fini faunistici, per tutelare cioè la selvaggina dei territori di caccia, compresa l’immisione di nuova selvaggina nei suddetti territori, l’erogazione delle autorizzazioni per l’esercizio venatorio, per i cacciatori della provincia jonica, per i cacciatori extraprovinciali ed extraregionali che avessero intenzione di cacciare sul nostro territorio. In tema di miglioramenti ambientali è di sua competenza anche promuovere colture a perdere, il ripristino di punti d’acqua o la loro realizzazione ex novo, sempre per tutelare la fauna. Non è di competenza invece dell’ATC l’azione di vigilanza, che spetta invece alla polizia provinciale del settore caccia e pesca; l’associazione che volesse richiedere l’ausilio della polizia provinciale ne deve fare richiesta direttamente al dirigente di settore. La legge concede però alle associazioni venatorie di poter usufruire di guardie proprie; ogni associazione ha infatti diritto a tre guardiacaccia e due guardiapesca, che sono operatori di polizia giudiziaria e quindi fanno vigilanza armata; in più le associazioni venatorie hanno comunque diritto a nominare propri vigilanti volontari, che in caso di violazioni alle norme di legge sulla tutela ambientale chiedono l’immediato intervento della polizia provinciale o dei carabinieri. E le associazioni dichiarano infatti di affidarsi sia ai volontari che alla polizia provinciale per vigilare sulle aree boschive e nelle zone di pesca. Siamo sempre all’erta per controllare che non vi siano infrazioni spiega Rocco Bellanova del CPA - con particolare attenzione alla prevenzione degli incendi boschivi. Un controllo a tappeto quindi che viene rivolto agli stessi associati, affinché si eviti che siano lasciati bossoli in giro e prosegue nei confronti dei campeggiatori, dei pescatori che utilizzano sostanze illecite, degli ipotetici piromani. Non solo dice Antonio Miccoli dell’Italpesca e Caccia - le guardie volontarie delle nostre associazioni si assumono anche il compito di controllare che non si superi, la soglia stabilita per legge, nell’utilizzo dei fitofarmaci in agricoltura. Controlli a tappeto dunque effettuati non per dimostrare che ci teniamo alla tutela dell’ambiente, affermano i cacciatori, ma perché alla tutela dell’ambiente ci teniamo veramente! E il discorso torna quindi al punto di partenza ovvero al ruolo che il cacciatore sente di interpretare. Siamo continuamente criminalizzati – ribadisce Martino Cristofaro - anche in un recente incontro a Venezia siamo stati additati come anti-ambiente, assassini e quant’altro, vogliamo che sia assolutamente chiaro che il cacciatore è un tutt’uno con la natura e proprio per questo non potrà che ergersi sempre in difesa dell’ambiente e cercare di tutelarlo in ogni modo possibile. Per questo come ATC proporremo a breve una serie di iniziative a favore dell’ambiente. Tutela dell’ambiente, controllo continuo per far rilevare chi, pur non cacciando, se ne infischia dell’area che respiriamo e dei pochi polmoni verdi che ancora sono rimasti sul nostro territorio e una serie di iniziative per promuovere questi ideali. Certo ne emerge un identikit del cacciatore un po’ diverso dal solito stereotipo. Ciò non sarà certo sufficiente, giustamente, a far cambiare idea a chi non è a favore della caccia, ma sicuramente impone di ascoltare e meditare anche la posizione di chi invece alla caccia è favorevole. Riepilogando, quindi, i cacciatori jonici non si sentono assolutamente nemici dell’ambiente, anzi fanno di tutto per tutelarlo e per invitare al rispetto anche chi non è impegnato nella sua tutela; in questo, lo hanno ribadito più volte, non si sentono assolutamente da meno degli ambientalisti. Su qualcosa però probabilmente si potrebbe essere tutti d’accordo: sull’importanza delle iniziative che prossimamente l’Atc metterà in campo, ci riferiamo in particolare alla su citata operazione di bonifica che dovrebbe essere condotta nella zona della Salina Grande, ma anche alla campagna di sensibilizzazione per i cacciatori ed infine, ma non per ordine di importanza, alle giornate ecologiche che, è bene ribadirlo, potrebbero iniziare a partire dal prossimo mese di luglio e costituire un’ottima occasione per conoscere da vicino la figura di chi è appassionato di caccia e le loro iniziative di tutela dell’ambiente. (LdA - foto Italcaccia) L’Occhio parlante 9 Ju-Jitsu Alternativa alla violenza S fruttare la forza di un assalitore a proprio vantaggio. E’ questo lo spirito del Ju-Jitsu, un’arte marziale completa ed accessibile a tutti, che assicura soprattutto ai giovanissimi un’alternativa ai falsi miti ispirati alla violenza con cui ci bombardano i mass media. A parlarne è Giovanni Smiraglia , terzo dan, maestro e tecnico federale dell’Associazione italiana Ju-Jitsu. Quale è la filosofia del Ju-Jitsu? Il Ju-Jitsu, il cui significato suona come “dolce arte” o “arte della cedevolezza”, è un’arte marziale che si basa sull’idea secondo cui l’armonia e la gentilezza possono controllare la forza. A tali principi si ispira questa disciplina nell’applicazione di tecniche di difesa atte a controllare la forza dell’assalitore a danno dello stesso. In altri termini, il Jutsuka dimostra la propria forza nell’approcciarsi con cedevolezza all’attacco subito, contro il quale sferrerà una potente reazione. Ricca la storia della disciplina, che è antichissima e la cui prima intuizione risale, secondo la leggenda, al medico Shirobei Akiyama: questi, durante un’abbondante nevicata, si soffermò ad osservare come i rami di un salice si flettevano scaricando senza danno il peso della neve che aveva spezzato i rami di alberi ben più robusti. Oggi quale significato assume? I principi sono gli stessi; un chiaro contesto etico è necessario per evitare che lo spirito alla base del Ju Jitsu venga falsamente interpretato. Quanto detto sinora può infatti essere pienamente compreso ed applicato solo da quei Jutsuka che riescono a perseguire e sviluppare parallelamente una corretta impostazione etica. E’ vero che si tratta di un’arte marziale completa? Certamente si: le attività motorie coltivate nell’ambito dell’allenamento del Jutsuka impongono una preparazione fisica globale: questi svilupperà, nel corso dell’allenamento, sia capacità di reazione, riflessi e serenità interiore, che resistenza allo sforzo e potenziamento della muscolatura. La pratica del Ju-Jitsu si basa sullo studio di tecniche da difesa, suddivise in cinque settori in base al grado di difficoltà ed alla filosofia di movimento. Indichiamo come Settore A quello che si occupa dello studio delle reazioni; come Settore B quello che studia le reazioni di squilibrio e di sollevamento, Settore C per lo studio delle reazioni al dolore provocate da torsioni e leve a carico delle strutture articolari; il Settore D approfondisce le azioni da soffocamento, mentre il Settore E si occupa di unire i principi contenuti nei settori precedenti, mettendo a punto azioni complesse e combinate. Al di là della parte puramente tecnica, c’è poi il riscontro agonistico, in attività quali il “Duo Game”, ossia scambi coordinati di tecniche di difesa libera altamente spettacolari, liberamente sviluppate contro attacchi prefissati. Infine, il “Fightning System” è un momento dell’attività agonistica del Jutsuka che lo mette a confronto con altri atleti, in combattimenti che uniscono la tecnica alla precisione e preparazione atletica: in due round da due minuti ciascuno, i combattenti devono confrontarsi sia secondo le regole del combattimento a distanza, con calci e pugni, che di quello “in presa”, con la possibilità di applicare immobilizzazioni, leve e strangolamenti. Dal punto di vista emotivo, è facile notare come il Ju-Jitsu favorisca lo sviluppo di versatilità e prontezza di riflessi, ma anche di capacità di valutare l’avversario e prendere decisioni ed iniziative, oltre che di impostare l’autodifesa più efficace in una data situazione. 10 L’Occhio parlante Chi può praticarla? Il Ju-Jitsu, per la varietà delle sue applicazioni, può essere praticato da chiunque: uomini, donne, bambini e adulti. Per quali fasce d’età è indicata? Le fasce individuate a livello federale si suddividono in categorie: gli atleti di età compresa tra i 6 ed i 12 anni appartengono alla categoria “amatoriale”, mentre dai 13 ai 35 anni si può parlare di “agonisti”. Per chi abbia superato i 35 anni, sino a qualunque età, si aprono le porte del Ju-Jitsu da “amatore”. Ci sono controindicazioni? Se si, quali? Ovviamente, si presume che chi si accinge a qualunque tipo di attività fisica sia in buone condizioni generali di salute, e di solito i centri sportivi richiedono, all’atto dell’iscrizione, un certificato medico di idoneità all’attività fisica. In assenza di particolari problematiche di natura muscolare e legamentosa, le controindicazioni sono pressoché inesistenti. Quali prerogative sviluppa a livello fisico e psicologico? La struttura fisica, come abbiamo già detto, guadagna in armonia e scioltezza, oltre a sviluppare un notevole incremento della potenza muscolare e della velocità di reazione. Dal punto di vista psicologico, grandi sono i vantaggi per chi è cresciuto praticando questa disciplina: egli ha infatti potuto collocarsi da subito entro un ambito in cui si rispettano delle regole ed esistono delle gerarchie e dei valori da rispettare; accanto a queste qualità, non va trascurata la padronanza di sé e delle proprie reazioni. Esiste una rappresentativa jonica a livello agonistico? Il Sud Italia vanta grandi successi a livello agonistico sul piano nazionale ed internazionale: basti pensare che proprio di Taranto è stato, sino a poco tempo fa, il preparatore tecnico della Nazionale Italiana di Ju-Jitsu. Così come, pure, il capoluogo Ionico ha espresso atleti di grandissimo livello, cito tra i tanti Luigi Maselli e Christian Ottomano, che hanno raccolto diversi podi ai campionati mondiali ed europei, oltre ad una infinita quantità di titoli italiani vinti da loro e da numerosi altri atleti tarantini. Un consiglio ai giovanissimi che si avvicinano a questa disciplina? Consiglio di dedicarsi anima e corpo e di non scoraggiarsi alle prime difficoltà: in cambio, negli anni vedranno il loro corpo maturare e sbocciare, e si sentiranno più pronti e sereni per affrontare la vita di tutti i giorni e le difficoltà che essa ci para innanzi. (-) da Amici di Maria De Filippi ILIR SHAQIRI Rigore, massima serietà nella direzione di una coreografia, sono attributi che possono suonare strani accostati al nome di Ilir Shaqiri. Abbiamo imparato a conoscerlo solo in quest’ultimo anno, come assistente nei passi a due che hanno visto impegnati i ragazzi dell’edizione di Amici di Maria De Filippi di quest’anno, non perché non lo abbiamo giudicato un bravo ballerino, ma perché a conquistarci è stata più che altro l’espressione dolcissima di quegli occhi da infarto, diciamocelo. Eppure vedendolo lavorare da vicino, sul palco del Castello Aragonese, dove dirigeva la coreografia in suo onore, presentata alla XVI edizione di “Danza tra Due Mari” rigore e massima serietà sono gli unici attributi che vengono in mente. Poi la sensazione si amplia e ciò che balza subito agli occhi è la massima semplicità con cui questo ragazzo diplomato all’Accademia di danza di Tirana e primo ballerino a soli vent’anni del Teatro dell’Opera della capitale albanese riesce a gestire la propria notorietà. Una notorietà esplosa in quest’ultimo anno grazie ad “Amici”, il programma che Ilir considera suo portafortuna. Ilir ci parla della sua carriera della sua vita e dei suoi sogni come chi sia riuscito a raggiungere la meta o ne sia comunque molto vicino in nome di quella dedizione assoluta che la danza richiede e che porta ogni ballerino a definire, al di là delle massacranti ore di prove, meraviglioso ogni momento di incontro con essa. Parliamo anzitutto della tua carriera. Come è iniziata? Io ho avuto la fortuna di avere due genitori primi ballerini. All’età di dieci anni, un po’ per passione, un po’ perché erano stati proprio i miei genitori a scoprire in me doti da ballerino, dopo un’audizione sono entrato a far parte dell’Accademia di Tirana, che ho terminato dopo otto anni di studio, quando sono entrato a far parte del teatro dell’Opera di Tirana. Dopo un paio d’anni già ero primo ballerino di quel teatro. Sucessivamente ho avuto diverse esperienze come ballerino classico nei teatri di tutt’Europa ed infine nel dicembre del ’92 ho deciso di rimanere in Italia per proseguire la mia carriera, che ha subìto un passaggio dalla danza classica a quella moderna, soprattutto per il fatto che la televisione italiana mi ha sempre affascinato. Infatti già nel gennaio del ’93 ho fatto il primo provino per La Corrida e sono stato scelto per far parte del corpo di ballo. Successivamente ho lavorato con varie compagnie di danza. Poi come ballerino e coreografo ho aperto una scuola di danza in Sicilia, che poi ho dovuto abbandonare per motivi di lavoro. Ho fatto parte dei corpi di ballo di Buona Domenica, di La sai l’ultima? e di Saranno Famosi prima e nell’ultimo anno di Amici di Maria De Filippi. Questa notorietà è esplosa si può dire nell’ultimo anno. Quanto ti ha cambiato la vita l’incontro con Maria De Filippi? La notorietà è sicuramente dovuta a questo bellissimo programma che ha avuto un grandissimo successo, ottenendo infatti il premio come rivelazione dell’anno... è un programma seguito da una fascia di età di giovanissimi. Sono i teen agers che vanno matti per questa trasmissione perché racchiude un po’ le speranze di tutti i giovani per diventare le future stelle della danza, del canto e della recitazione. Perciò ho avuto tanto successo, com’è accaduto anche per il mio amico Kledi e per altri ballerini. Devo dire che Buona Domenica ha giocato un buon ruolo nella mia carriera, però “Amici” rimane la trasmissione che mi ha portato fortuna. Come gestisci questa improvvisa notorietà? Con molta tranquillità con molto piacere, sono contento, non credo ci sia altro da dire. Anche tua moglie fa parte del mondo dello spettacolo; come vi dividete tra vita pubblica e privata? Per adesso ci dividiamo con un po’ di difficoltà, però il nostro rapporto è fondato soprattutto sulla comprensione e quindi sappiamo rispettare i nostri tempi, quando si lavora, si lavora, quando si sta insieme, si sta insieme. Il tuo rapporto con la danza? Meraviglioso. Il tuo sogno nel cassetto? Continuare su questa strada. Programmi futuri? Sicuramente farò parte nuovamente del cast di Amici del prossimo anno, con la speranza di riuscire a partecipare non solo come ballerino , ma anche come assistente, e perché no come insegnante di qualche disciplina, tipo passo a due nel classico. Se ne sta in verità già parlando, ma non c’è nulla ancora di definito, mi auguro che tutto vada per il meglio. (LdA) L’Occhio parlante 11 a cura del Geom. Pasquale Valente Amministratore di Condominio (associato ANACI) E’ possibile l’appoggio di una canna fumaria sul muro comune ad uso eslusivo di un solo condomino? Possono configurarsi situazioni differenti che impongono soluzioni contrastanti. L’appoggio di una canna fumaria al muro comune da parte di un condomino non è infatti in assoluto vietata, poichè può rientrare nelle facoltà d’uso che l’art. 1102 c.c. concede ad ogni condomino. Tali facoltà sono però legittime solo se esplicate nei limiti predisposti dalla legge, cioè con l’astensione da ogni alterazione del bene comune e conservando la possibilità dell’uso di esso da parte di ogni altro condomino nell’ambito del suo diritto (Cassazione 21/5/1976). Sulla base di queste ineccepibili osservazioni la giurisprudenza ha ritenuto illegittimo l’appoggio al muro comune di una canna fumaria che, per dimensioni o ubicazione, riduca in modo apprezzabile la visuale di cui godono gli altri condomini (Cassazione 8/4/1977). La nuova opera non deve naturalmente pregiudicare nemmeno il decoro architettonico dello stabile o, peggio ancora, compromettere la stabilità del muro con conseguente pericolo di crolli, nè produrre intollerabili immissioni di fumo, calore o esalazioni nelle proprietà di altri condomini. Con il rispetto di tutte queste, tra l’altro, ovvie condizioni, l’appoggio di una canna fumaria deve ritenersi consentito e non richiede alcun consenso dell’assemblea. Come trasformare l’impianto di riscaldamento centralizzato in impianti unifamiliari? La necessità del disinquinamento nelle città e il risparmio energetico sono ormai problemi che incalzano. Anche il modificarsi delle abitudini della collettività ha portato a un sempre maggior numero di condomini che richiedono, prima nelle assemblee, poi ai giudici, la possibilità di staccarsi dall’impianto di riscaldamento centrale per disporre nel proprio appartamento un impianto di riscaldamento singolo. Il legislatore si è fatto sempre più attento a questo problema e il 9 Gennaio 1991 con la legge n. 10 ha rivoluzionato quanto sembrava inamovibile e inattuabile per la riduzione di un impianto di riscaldamento centralizzato a una pluralità di impianti autonomi, modificando la norma che richie- deva la totalità dei consensi. La legge n. 10 del 9 Gennaio 1991 sancisce che: quando dalla totalità dei proprietari della centrale termica vi sono tanti condomini consenzienti alla trasformazione di essa in impianti singoli, che rappresentino 500 millesimi, tale trasformazione si può realizzare. La minoranza dissenziente a tale trasformazione rimarrà soccombente e la centrale termica verrà disattivata. Che posizione legittima ha in assemblea chi si astiene dal votare? Il fatto che un condomino ritenga di non dover esprimere il suo voto vuol dire che egli non è contrario alla delibera, ma semplicemente non interessato. Per verificare quindi se una delibera abbia o non abbia ottenuto la maggioranza necessaria alla sua approvazione non bisogna tener conto del numero e delle quote degli astenuti. Altri pur insigni autori basandosi sulle parole della Legge (art. 1136 c.c. II comma) che dice “sono valide le deliberazioni approvate con un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti”, affermano invece decisamente che chi si astiene è come se avesse votato contro. Ritengo che sia da condividere la prima corrente di pensiero e che la frase “maggioranza degli intervenuti”, portata a sostegno della seconda teoria, vada intesa nel senso di maggioranza degli intervenuti alla votazione. L’astenuto non deve quindi essere considerato alla stregua del dissenziente. La sua posizione non è però completamente assimilabile a quella dell’assente, dal momento che solo quest’ultimo può impugnare una delibera annullabile: tale facoltà non è infatti concessa all’astenuto che può solo impugnare le delibere nulle (Cassazione 25/7/1978). Per sottoporre le vostre domande all’Amministratore potete scrivere a L’Occhio parlante - Via Catania n. 1, 74100 Taranto; telefonare o inviare un fax al numero 0997362759; mandare una e-mail a [email protected]. La redazione si riserva di pubblicare le richieste pervenute in base alla disponibilità dello spazio. L’OCCHIO PARLANTE risponde alle vostre domande TARANTO - Via Catania, 1 - Tel./Fax 0997362759 - [email protected] www.edilalfieri.too.it di Angelo Smiraglia PROGETTAZIONE E FORNITURE CHIAVI IN MANO DI ARREDI, ATTREZZATURE E MACCHINE PER Uffici - Scuole - Ospedali - Industrie - Attività Commerciali Mense Aziendali - Collettività - Enti Civili, Navali, Militari Assistenza tecnica TARANTO - Via Lago D’Arvo, 25/31 - Tel. 099339467 Fax 0997371343 Costruzioni Ristrutturazioni Restauri Ponteggi Assistenza Autoclavi Riscaldamento Impianti elettrici Impianti gas Idraulica Impermeabilizzazioni terrazzi Via Dante, 422 - Tel./Fax 0997325246 - Cell. 349/1407114 TARANTO ASCENSORI MONTACARICHI SCALE MOBILI INSTALLAZIONE RIPARAZIONE MANUTENZIONE IMPIANTI ELETTRICI CIVILI ED INDUSTRIALI Pulizie Civili e Industriali Manutenzione Giardini TARANTO Vico S. Giorgio, 18 int. 2 Tel. 0994779910 Fax 0994774705 e-mail: [email protected] www.gullielevatori.it PULI - EDIL s.r.l. 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PROVINCIA DI TARANTO La Consigliera di Parità Perla Suma rende noto che avranno inizio nella città di Taranto il 30 Giugno 2003 corsi di formazione rivolti esclusivamente a donne maggiorenni e residenti nella regione Puglia in cerca di prima occupazione o di reinserimento nel mercato del lavoro. Le iniziative sono interamente finanziate dal Fondo Sociale Europeo, dal Fondo di Rotazione e dalla Regione Puglia e sono state promosse nell’ambito dei P.O.R. PUGLIA 2000-2006 Asse III, Misura 3.14 Azione b, Promozione della Partecipazione femminile al mercato del Lavoro. Gli interventi formativi saranno curati dagli Enti promotori: società ASSFORMEZ e KEI finalizzati all’acquisizione delle competenze di base e specialistiche per la creazione di nuova imprenditorialità in forma singola e associata nelle figure professionali di Imprenditrice E-Commerce, Web Surfer, Esperta di Editoria on Line. I corsi sono interamente gratuiti ed è prevista, per le allieve, un’indennità oraria di frequenza. ASSINDUSTRIA TARANTO Importante riconoscimento per il presidente della Sezione Costruttori Edili dell’Assindustria di Taranto Fabrizio Nardoni. L’assemblea dell’Ance Nazionale, l’Associazione Costruttori Edili, lo ha nominato componente della Giunta Nazionale nel corso dell’assemblea convocata per il rinnovo dei vertici all’interno della struttura, alla quale ha preso parte, fra gli altri, il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Pietro Lunardi. E’ stati istituito un premio di tesi, finanziato dal Senatore Giovanni Battafarano, riservato ai candidati in possesso di laurea o diploma universitario, finalizzato alla valorizzazione e allo studio del territorio della Provincia di Taranto. Il premio di tesi ammonta a Euro1.000,00 (mille/00). La Commissione esaminatrice è costituita dal Prof. Sebastio (Presidente), Prof. Labanca, Prof. Capra, Prof. Tursi, Avv. Albanese. La premiazione avverrà il 19 Dicembre 2003. Per l’ammissione alla selezione è richiesto il possesso dei seguenti requisiti: 1) laurea o diploma universitario; 2) l’argomento della tesi di Laurea deve consistere in uno studio su aspetti significativi della realtà ionica; 3) La tesi deve essere stata discussa dopo il 1.1.2000 e non oltre il 15 Novembre 2003. Le domande di ammissione al premio, redatte in carta semplice e indirizzate a: “Sen.Giovanni Battafarano Via Capotagliata,18 - 74100 Taranto”, per inoltro diretto o a mezzo servizio postale non oltre il 15 Novembre 2003. Alla domanda di ammissione deve essere allegata: 1) copia della tesi su supporto informatico; 2) abstract della tesi (max 3 cartelle) su supporto informatico; 3) certificato di laurea in carta semplice; 4) fotocopia documento identità. Informazioni possono essere richieste presso la segreteria tecnica chiedendo di Domenico Mosca, Giuseppe Mellone, Gianni Scarpetti. Tel.0994777005 Fax 0994777001 e-mail : [email protected] MANDURIA Dal 23 Giugno 2003 fino al 31 Ottobre 2003, è operativo nel Comune di Manduria (Via XX Settembre n. 24) un punto di informazione ed assistenza ai contribuenti, attivato dall’Amministrazione comunale grazie ad un protocollo di intesa sottoscritto dal Sindaco Antonio Calò e dalla Dr.ssa Rossella Fischetti, Dirigente dell’Agenzia delle Entrate di Taranto. Questi i servizi assicurati (nei giorni e negli orari di apertura al pubblico degli uffici comunali): Informazione sulla compilazione delle dichiarazioni dei redditi a tutti i soggetti interessati; Compilazione delle dichiarazioni dei redditi a persone fisiche; Trasmissione telematica delle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche. Vantaggi per i cittadini: Totale gratuità dei servizi; Riduzione degli errori di compilazione; Controllo immediato delle dichiarazioni; Certezza dell’avvenuta presentazione della dichiarazione; Possibilità di presentazione fino al 31 Ottobre 2003. Oltre agli utenti di Manduria, potenziali fruitori anche i cittadini dei limitrofi Comuni di Avetrana, Fragagnano, Lizzano, Maruggio, San Marzano di San Giuseppe, Sava, Torricella, nonchè i professionisti del settore, quali Dottori e ragionieri Commercialisti, Tributaristi, Centri di Assistenza Fiscale e Consulenti in genere. LIZZANO Nell’ambito della suggestiva cornice dei Giardini Virgilio a Taranto, si è tenuto, alla presenze di numerose autorità istituzionali della Città di Taranto e Provincia, la “Notte delle Stelle” Premio Internazionale Città di Taranto, organizzato dall’emittente televisiva Blustar. Da quando il premio “Notte delle Stelle” è stato istituito, ogni anno viene riproposto con novità sempre più interessanti e da circa due anni è anche divenuto premio internazionale. I premi che sono stati assegnati hanno coinvolto differenti personalità che si sono distinte nel campo dello spettacolo, della politica, dello sport e dell’industria. Uno dei premi era riservato ad un Comune di una delle cinque province pugliesi e per questa edizione è stato scelto il Comune di Lizzano (nella foto la premiazione) poiché si è distinto per aver promosso in ogni ambito e sede il proprio territorio con le sue tradizioni, la sua cultura e soprattutto i suoi prodotti tipici, come il vino. Nel corso della serata ci sono stati momenti di alto spettacolo, animato dalla cantante Rita Forte, dall’imitatrice Manuela Aureli e dall’ex Miss Italia Arianna David, tutto coordinato e condotto dal presentatore di Blustar Tv Lello Orzella. APT L’analisi del movimento ricettivo dei primi quattro mesi dell’anno nella relazione che Bruno Marciante, Vicepresidente dell’Apt, ha svolto nell’ultima riunione del Consiglio di Amministrazione dell’azienda, riunitosi anche per esaminare alcuni argomenti riguardanti il bilancio dell’anno in corso è complessivamente positiva e può considerarsi di buon auspicio per l’imminente stagione estiva, alla luce anche del notevole numero di richieste di informazioni pervenute all’Apt e per il sensibile potenziamento delle strutture ricettive (sia pure concentrate al momento lungo la costa occidentale jonica) che hanno recato un significativo aumento nella qualità dei servizi e attrezzature. I dati del quadrimestre evidenziano nel loro complesso un aumento del 7,66% negli arrivi e dell’ 11,24% nei pernottamenti, con una consistente lievitazione degli italiani (dell’ 8,50% negli arrivi e del 13,85 nelle presenze) e un lievissimo calo nella componente straniera (dello 0,20% negli arrivi e dell’1,44% nei pernottamenti). Un risultato che è in controtendenza rispetto al quadro generale del turismo italiano, in cui si registra una pesante caduta del movimento proveniente dall’estero, determinato dalle ripercussioni del conflitto iracheno, dalla paura per la polmonite atipica e dalla crisi economica che interessa ormai moltissimi Paesi, europei e non, e che si ripercuote inevitabilmente sulla spesa destinata alle vacanze. E’ stato tuttavia osservato che i favorevoli riscontri della primavera devono potere rappresentare una spinta ulteriore per affrontare in maniera più adeguata i flussi dei vacanzieri nel corso dei mesi di luglio e agosto, e per fare ciò è auspicabile un progetto strategico di sviluppo del territorio, più volte invocato, annunciato in più occasioni, ma mai realizzato. I problemi sono molti e necessitano di un coordinamento soprattutto nel campo dei servizi, nell’organizzazione del calendario delle manifestazioni, spesso concomitanti e in concorrenza l’una con l’altra, e che andrebbero, invece, promosse, coordinate e reclamizzate per tempo anche per costituire un ulteriore e incisivo richiamo, senza ovviamente trascurare la promozione più generale del territorio che è spesso all’insegna del “fai da te” e comunque priva di una continuità e di un livello capace di attrarre gli interessi dei flussi turistici, italiani e stranieri. In tale ambito di concertazione e coordinamento, ha rilevato il Consiglio, deve rientrare anche un modello di sviluppo del turismo per il periodo di bassa stagione, che può recare un grosso vantaggio alle aziende ricettive, della ristorazione, dei trasporti, ecc. e all’economia in genere, traendo beneficio dalla predisposizione e promozione di “pacchetti” con il soggiorno e una serie di visite alle risorse artistico-monumentali, eventi, ecc. In tal senso, un significativo apporto può venire, almeno fino al prossimo 30 ottobre, dalla Mostra su Leonardo, una manifestazione che può fungere da sollecitazione anche per quanti desiderano giungere nella nostra provincia in un periodo dell’anno meno affollato rispetto ai tradizionali mesi estivi e i dati positivi dei visitatori nei primi giorni di apertura della rassegna indicano che quello delle iniziative culturali è un percorso che va consolidato, disponendo il nostro territorio di risorse artistiche e archeologiche che meritano di ITALIANI STRANIERI TOTALE essere valorizzate e fatte conoscere ulteriormente, con specifiche arrivi presenze arrivi presenze arrivi presenze esposizioni. Un comparto che cresce, quindi, e che per il futuro lascia intravedere molti positivi segnali, legati ad un’offerta sempre 2002 40,603 106.314 5.827 21.870 46.340 128.184 più ampia e di qualità, ma che può fornire dati più favorevoli se da parte di tutti si creano e si consolidano le volontà e le condizioni 2003 44.052 121.043 5.839 21.554 48.891 142.597 per realizzare un progetto comune, coniugando le tante risorse del territorio con una forte presenza promozionale nelle sedi in + 3.449 + 14.729 - 12 - 316 + 3.551 + 14.413 cui i tour operators orientano le scelte dell’utenza turistica, senza tuttavia trascurare altri segmenti e nicchie di mercato che possono + 8,50% + 13,85% - 0,20% - 1,44% + 7,66% + 11,44% rafforzare il già efficace e confortante e crescente apporto del turismo all’economia jonica. 14 L’Occhio parlante TARANTO Presieduta dal Sindaco Rossana Di Bello, la Giunta comunale ha approvato il 9 Giugno 2003 il progetto di ristrutturazione, riqualificazione e riuso funzionale del Mercato coperto, da destinare a teatro dell’innovazione. Al finanziamento dell’opera - per la quale è prevista una spesa complessiva di 4.451.868 euro - si provvederà mediante risorse U.E. disponibili nell’ambito del P.I.C. Urban II - Comune di Taranto, Asse 1 - Misura 1.1 per la “qualificazione di immobili pubblici, anche da concedere in uso a privati, per finalità economiche, produttive, culturali e sociali”. Il progetto prevede una parziale trasformazione dell’immobile, che vedrà la realizzazione in una metà del cortile interno, in stretta connessione con l’intera area, di una struttura teatrale con una disponibilità di 500 posti e con un palcoscenico che si proietta nell’area del pubblico per un più diretto coinvolgimento degli spettatori; dotato di attrezzature d’avanguardia, il teatro consentirà la messa in scena di ogni tipo di spettacolo con ottimi risultati tecnici. Al piano terra, oltre ai servizi e alle aree di rappresentanza del teatro, saranno recuperati 19 locali commerciali, alcuni dei quali potranno affacciarsi sulla piazzetta interna, mentre al piano superiore, oltre agli spazi direttamente connessi con il teatro, si realizzerà una serie di ambienti che avranno funzione di scuolalaboratorio per varie attività culturali (danza, canto, recitazione ecc.) e potranno essere destinati a sede di associazioni teatrali e culturali. Per quanto attiene ai resti archeologici, la progettazione ha tenuto conto del parere della Soprintendenza ed ha quindi escluso ogni manomissione del suolo. L'Oroscopo ARIETE (21 marzo - 20 aprile) LEONE Straordinaria ricarica di energie. Forza di recupero per affrontare le emergenze. Lealtà e sincerità sono la propria forza. Nel lavoro si raccoglieranno dimostrazioni di stima. TORO (21 aprile - 20 maggio) VERGINE Molta ricchezza di idee nel lavoro: si imporranno i propri punti di vista. Vivacità e intensità nei rapporti interpersonali. Incontri in armonia con gli altri. Clima frizzante in amore. GEMELLI (21 maggio - 21 giugno) BILANCIA Grande laboriosità: impegni su tutti i fronti. Periodo sovaffollato: incontri, scambi, problemi lavorativi da risolvere con tempismo. Grinta e lucidità mentale sono armi vincenti. Appoggiare chi si ama. (23 luglio - 23 agosto) di Picius SAGITTARIO (23 novembre - 21 dicembre) Giornate dinamiche con una straordinaria capacità di ricarica. Qualche freno alla voglia di cose nuove: la famiglia chiede più impegno. Compromessi per difendere l’armonia. Lavoro interiore. Trasformazione è la parola d’ordine. Movimento che rende dinamici e propositivi, anche nella professione. Idee preziose e ingegnose soluzioni. Sicurezza vicino a chi si ama. (24 agosto - 22 settembre) CAPRICORNO (22 dicembre - 20 gennaio) Contatti umani assidui e ricchi di sfumature. Sensibilità e capacità di leggere tra le righe: il sesto senso fa superare le apparenze. Scambio amoroso intenso. Concretizzare le iniziative: non disperdersi in progetti astratti. Dialogo amoroso ricco di spunti e ravvivato da interessi comuni. Temporali di passaggio. Novità bellissime per le finanze. (23 settembre - 22 ottobre) ACQUARIO (21 gennaio - 19 febbraio) Voglia di comunicare e di cambiare: non chiudersi nella routine. Nal lavoro conciliare posizioni conflittuali. Molta laboriosità: scopi pratici ed immediati. Incassi non previsti. Molte forze da canalizzare: la sovrabbondanza potrebbe ritardare la relizzazione di ciò che si ha in mente. Qualche nostalgia. Armonia familiare da difendere. In amore equilibrio. (23 ottobre - 22 novembre) CANCRO (22 giugno - 22 luglio) Iniziative vincenti e ottima forma psicofisica. Periodo interessante: viaggi e contatti.Si amplieranno gli orizzonti nel lavoro. Favorite le attività artistiche. In amore tutto ok. SCORPIONE Ci si sente carichi e con una voglia di allargare gli orizzonti, di raccogliere i frutti di quello che si è seminato. Non avere fretta di chiudere i conti. In amore e nei rapporti umani lealtà in primo piano. Guadagni in vista. PESCI (20 febbraio - 20 marzo) Incoraggiamento a osare. Voglia di comunicare in profondità: assecondare e scoprire nuove sintonie. La forza di carattere aiuta a vincere una battaglia lavorativa. Dolcezza e sorrisi in amore. APERTO LA DOMENICA MATTINA ai propri clienti 1.000 MQ DI ESPOSIZIONE MOBILI D’EPOCA E MODERNI ELETTRODOMESTICI ARTICOLI DA REGALO TV COLOR E HI-FI OGGETTISTICA E LIBRI ARTICOLI SPORTIVI ABBIGLIAMENTO TELEFONIA E STRUMENTI MUSICALI dei S gni TARANTO - Via C. Battisti, 5700 - S.s. Taranto S. 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