PROFEZIA
SULLA
DI
GUERRA
DEL
STANZE
ACCADEMICO
SIENA.
PERELLA
ROZZO
EDITE
DA
LUCIANO
BANCHI.
^^^
BOLOGNA
PRESSO
GAETANO
ROMAGNOLI
1868
AVVERTIMENTO.
Alessandro
da
Poesia
Ancona
D'
rendo
discor-
valentuomo
quel
storica
che
osservò
della
è
molto
con
,
che
giudizio
di
essa
secondo
trattare,
riguardarla
primo
dal
E
»
«
debbesi
che
si
letterario
lato
soggiungeva
caso
menti
altri-
come
se
che
si
voglia
o
«
litico.
ponel
scorso
di-
tenesse
,
di
poetica
il
qualunque
altra
critico
da
avrà
forma
esaminare
,
in
qual
siffatta
modo
e
poesia
perfezione,
e
presso
abbia
quali
quali
raggiunto
speciali
autori
la
condizioni
sua
6
dal
derivauti
dai
tempi
fatta
in
genere
sé
^
l'abbiano
dagli ingegni
e
fiorire
ad
stesso
dato
un
momento
,
o
abbiano
ne
gli
ei
caso
e
quelle
minuti
più
piiì
le
e
Alla
poesia
luce,
ad
il
e
dei"
e
storica
dei
mento
senti-
ranei
contempo-
che
storiche
sono
Chi
pregio
letterario,
lingua,
troverebbe
soddisfatto
appartengono
senesi
rime
tempo.
un
quelli,
opinioni
poche
queste
le
quanto
,
^
»
in
fra
notevoli
ed
fatti
appariscenti
meno
e
rire
chia-
a
dei
particolari
ideali
cause
valgano
verità
la
dalla
documenti
quei
che
tanto
fuori
trar
tutti
prove,
non
i
di
cercherà
secondo
Nel
svolgimenti.
storica
poesia
dito
impe-
a\rventura
per
e
popolari
della
efficacia
la
il
cercarvi
volesse
forse
anche
metto
andar
che
di
perchè
dettate
,
•
e
XIV
La
PoUlica
[Xiinua
nella
Antologia,
Poesia
gennaio
del
secolo
186T).
XIII
7
prosuuzioue
senza
alla
ma
buona
e
,
Is forme
con
famigliare
si
di
abbia
che
poesia
iu
le
uggia
o
di
questa
i
precetti
retori.
dei
Io
illustrazione
di
memorabile
della
guerra
e
la
Siena:
istoria
caduta
ormai
son
invece
quali pensieri
nascere
la
quali
neir
Come
di
di
considerazioni
è
noto,
quello
che
mi
non
ha
venuto
la
Siena
di
Dirò
fatto
rime,
queste
per
in
mosa
fa-
resero
trite.
son
allestirle
quella
repubblica
cose
lettura
questo
su
della
le
Il
senese.
per
che
quell' assedio
ed
sempre
dissertazione
lunga
una
periodo
un
pretenderà
non
ste
que-
storico
documento
come
lettore
considerare
di
preferisco
rime
più
i
c'è
non
più
leggi
non
violati
poetica:
dell'arte
precetti
Il critico
talvolta
vedrà
se
linguaggio
del
dimestico.
e
sdegni
forma
i modi
ed
cendo
fa-
stampa.
ha
fiorisca
fiorito
oggi
8
un'
Accademia
Italia
più
fuori
e
sia
nome,
detta
lu
è conosciutissirao
ne
si
perchè
antiche
Rozzi.
dei
•
il
le
tra
annovera
Accademie
perchè
sia
,
non
tiene
della
ultimo
commedia
Commedie
Ma
italiana.
dei
storia
nella
luogo
Rozzi
oltre
che
le
logi
filo-
pei
,
una
bibliofili
pei
e
fatte
sono
ghiottoneria,
vera
si
Girolamo
Gigli,
altro
se
mici.
Accade-
cervello
fu
mai
mente
general-
poco
vecchi
dei
conosce
oramai
zarro
bizdi
pieno
e
,
talvolta
stravaganze
fé'
e
non
poesie
assai
credere
credono
vi
dei
singolari
Da
par
a
ad
(e quanti
che
tra
esistessero
ne
col
le citò
suo
talora
esempio
botti.
Stram-
nel
nario
Dizioaddusse
ne
che
tanto
generò
,
comunemente
siffatte
il
rime,
allegati apparivano
desiderio
che
dover
le
certe
di
nome
Cateriniano,
alcune
molti
ancora?)
Rozzi
vulgò
di-
amenissime,
di
scere
cono-
dagli esempi
essere
tutte
9
brio
beli'
che
sono
non
lettino
chi
e
invenzione
una
Gas-
del
Autore
dell'
buona
e
botti
questi Stram-
Ma
festività.
e
raccoglierne
volesse
,
altri
il
perderebbe
E
che
bensì
vero
sapone.
i
vecchi
cademici
Acmedie
Com-
pastorali: tutt' altro,
Drammi
versi
sciorinarono
il
solamente
scrissero
non
e
e
ranno
Gigli,
dal
quelli pubblicati
dopo
versi
iosa
a
tici,
ero-
,
d' occasione
rime
e
e
pili
feste
per
allegoriche,
rappresentanze
di
rime
rado
Non
tutt'
è
bliche
pub-
storiche
tiche.
poli-
o
colato
oro
come
,
capisce riportandosi
facilmente
si
condizioni
della
di
che
pegno
lo
pubblicarla,
di
tema
del
ma
scegliere
a
se
offendere
pudore
creanza,
:
di
qualunque
una
e
tempi
quei
o
sarebbe
non
io
metto
chius'
chi
oc-
quelle poesie
ritenesse
talvolta
almeno
cademie
Ac-
delle
letteratura
alle
le
della
pubblicazione
a
leggi
buona
più
10
di
utile
benedetto
battesimo
in
vengono
il lettore
per
sé,
quel
di testi
di
lingua
luce
ogni
giorno
senza
la
e
cavi
ne
alcuno
profitto
ci
lingua
di
guadagni
ette.
La
è
con
,
che
un
che
scritture,
tante
Profezia
appunto
sulla
delle
una
storiche
Guerra
rime
poche
che
politiche
o
Siena
di
si
dir
,
che
voglia,
ci
Accademici
voluto
sono
Rozzi.
nascondere
Ferclla.
nome
di
indovinare
voglio
che
mi
che
tacere
Battista
Giovan
non
difficile
è
pensi,
è sembrato
queste
Nini
è
di
nome
egli
io
attribuire
doversi
il
veramente
male
o
si
che
guisa
chi
bene
Autore
soprappiù
per
accademico,
degli
sotto
,
0
L'
rimaste
sia.
non
pre
sem-
rime
del
a
quale
,
il
Stanze
le
sono
lettore
parte
»
troverà
nelle
V.
a
a
i)aj?.
don
pubblicate
Annotazioni
15-21.
che
Ferrante^
in
gran
Storiche.
^
11
È
don
Profezia
la
attentamente
tutte
uscite
io,
a
rebbe
crede-
chele
credo
le
come
po'
un
le Stanze
e
sembrami
i^erraw^c,
spetto,
so-
un
leggesse
qualcuno
se
ma
che
più
nulla
sospetto,
un
,
da
medesima
una
che
stile,
sfido
a
dirsi
che
poesie
trovargli.
Potrebbe
Nini
autore
il
per
delle
al
r
odio
da
la
che
quali
condannato
celebre
ministro
e
,
della
parte
Ma
se
il
che
basta
suo
più
altre
cune
al-
consimili,
dice
Appen-
in
don
Diego
chiama
qui
la
arci-
prigionia
Più
Cesare.
di
di
credo
a
quel
di
ordine
per
che
e
;
contro
rammenta
fu
anche
Sozzini
manifesta
che
lingua,
di
stanno
del
Mendozza,
penso
è
materia
Diario
furfante^
cui
nella
locuzioni,
nelle
nello
rassomiglino
si
ugualmente
scrittori
Due
penna.
ci
dalla
essere
ragione.
il
poeta
nome,
per
ha
ci
accertare
voluto
ha
derci
nascon-
detto
l'
anno
tanto
e
il
12
che
in
mese,
fa
Egli
nella
di
il
22
esito
di
Senesi,
le
la
dopo
giorno
di
scriveva,
il
luglio
imminente:
non
mietuti
(st. 27).
a
scritta
nemmeno
che
campi
non
Tutto
ciò
nell'aprile
o
la
nel
poeta
peranche
era
che
chiarire
il
era
temevasi
i
guastassero
Marciano
il secondo
non
anzi
tutto
agosto,
Allorché
(st. 12),
venuto
di
combattuta
mese.
dei
del
quasi
battaglia
quel
aveva
susseguente
Scaunagallo,
lice
fe-
speranze
vennero
nel
mancare
cioè
o
quali
le
venuta
av-
Il
1554.
fazione
quella
grandemente
e
Baglioni,
del
marzo
tima
set-
Chiusi
di
Ridolfo
alzate
a
stanza
combattimento
morte
Profezia.
questa
menzione
del
della
scrisse
i
mici
ne-
ancora
ciente
suffi-
è
Profezia
fu
maggio
del
1554.
Poche
profezie
dacché
peraltro
,
sono
profeti
al
furono
mondo
meno
,
veritiere
di
questa.
Il
poeta
profe-
13
finita
0
Senesi
ai
tava
rovina
la
Spagnuoli
degli Spagnuoli
Cosimo.
di
sarebbe
guerra
sconfitta
la
con
la
che
Invece
Cosimo
vinsero
gli
si
recò
,
mani
in
che
volevano
non
patria
ricovrarsi
e
guerra
ad
ogni
delle
altro
i
le
sostenuta
a
la
ci
confidassero
dir
guerra
per
delle
la
proprio
affetto
sole
po
trop-
non
dissimo
grandel
libertà
assemblee
era
i
valore
che
ancora
provano
libertà
guerra
quanto
alla
portavano
Ci
paese.
rivelano
nelF
nioni
opidel
forze
con
nel
meglio,
che
loro
:
le
quella
lungamente
disuguali
Stanze:
speranze
,
durante
il
meno
nostre
sentimenti
Senese
duta.
per-
ci rivelano
es^e
,
popolo
tamente
onora-
modo
vien
questo
per
,
o
La
sì,
storico
Senesi
Montalcino.
perduta,
pregio
non
diletta
fu
ma
al
la
dunque
Non
se
a
collo
il
lasciare
a
Senesi,
i
e
piegare
ebbero
giogo,
suo
Toscana,
tutta
V
gomento
ar-
politi-
14
che,
la
o
dei
e
governo
trario,
dei
cura
il
i
ritrovi
lieti
facete
di
versi
i
dini,
citta-
Difatti,
le
Rozzi,
dei
versazione,
con-
i
dominante.
pensiero
con-
ogni
tutti
di
cura
al
:
d'
argomento
la
del
uomini
aderenti
loro
1'
era
soli
amore
poesie
avevano
duto
ce-
,
il
alla
luogo
politica:
nelle
versazioni
con-
date
prima
dap-
dell'Accademia,
ai
ai
giuochi,
piacevole
di
e
versare
con-
di
convegno
,
eleganti
al
balli,
dame
spensierati
giovani
gli
,
animi
trovavano
patria. Chi
di
una
accendersi
come
desiderio
di
potrebbe
negare
nel
viepiù
ora
siffatte
salvare
conversazioni
la
che
in
le
tre
,
dame
che
senesi
poi divennero
celebri,
,
non
concepissero
il
primo
pensiero
,
con
grande
effettuato
di
prendere
parte
,
delle
in
magnanimità
patrie
e
mura
di
,
il
gentil petto
Marchese
all'artiglieria
di
Mariguano?
breve
alla
fesa
di-
esporre
del
roce
fe-
Bene
15
,
Non
Fiorentini
in
pensassero
giorni
quei
officiali
documenti
I
i Senesi.
dei
che
ciò
chiarisca
rime
meglio
che
Archivi
di
e
blioteche
Bi-
di
documento
poi
c'è
queste
seconda.
fiamma
gran
poca
umana
,
favilla
di
azione
ogni
in
spesso
corché
an,
in
scritti
la
Stato
di
scienza
al
come
delle
gredito,
pro-
zioni
tergiversa-
ingegnosi
,
qualcosa
sempre
follìa
e
il
cercarvi
diceva
palazzo
e
si
sarebbe
pensava
del
fuori
comunemente
da
pubblico
mulano
dissi,
,
che
ciò
via
nella
presente,
ripieghi
dei
aveva
non
degli infingimenti,
quale
nel
tempo
un
chi
aveva
non
,
di
ragione
dei
della
quella
o
1'
nascondere
cittadini.
rime
opinione
pria
pro-
parte
maggior
Riguardo
meritano
ciò
a
le
stre
no-
considerazione
,
e
per
che
nella
quello che
dicono
Senesi
tacciono.
I
loro
valentia
e
e
per
fidavano
nell'
quello
molto
abilità
che
16
nel
avevano
mani
le
combattere
(st. 16):
il
resistere
nemici
era
da
si
tempo
stesso
giogo
mediceo
la
quelle
idee
su
noialtri
19,
uomini
nel
e
21).
po
tem-
secolo
dovremmo
dire
avevano
tutti
con
e
venuti
siamo
del
dal
tanto
passioni,^
i
per
20,
dopo
quali
le
con
Senesi
Firenze
(st.
,
le
che
Spagnuoli
liberare
non
loro
speranza
alli
oggi,
senza
rimaneva
ai
Giudicandone
due
1
unissero
addosso
dare
che
a
Cosimo
e
Non
burla.
Fiorentini
accorgersi
V
speranza:
una
dare
tar-
lungamente
Carlo
come
cosa
che
ad
più
tavia
Tut-
dovessero
non
tempo
gran
davano
confi-
Strozzi.
dello
cbe
sembra
menare
moltissimo
valor
nel
nel
e
monono
decii
che
nesi
Se-
,
non
i
torti
,
anzi
assai
che
di
che
poeta
non
molte
avevano
buon
i
erano
grado
ripeteremmo
nemici
veri
i
ragioni
Senesi
dei
ma
;
e
col
tini
Fiorenli
Spa-
17
gnuoli
levarsi
che
quello
die
;
avrebber
di
Strozzi;
Piero
die,
ogni
dovea
consigliargli
rancore,
i Senesi
soccorrere
coi
vicini
loro
Oggi
die
vedere
in
anco
quel
in
comune
ragionamento
piace
alle
losie
gedi
Comuni
nostri
fraternità
di
prodigi
tante
mi
e
manifestava
nei
tratto
fatto
all' Italia
causa
mezzo
si
sentimento
avrebbe
far
questo
municipali
tratto
patria
Cosimo,
a
meraviglia,
a
da
cogliere quel-
a
e
parti
( st. predd.).
tatto
tornerebbe
le
di
ribellarsi
per
duta
per-
messo
l'amor
banda
r occasione
libertà
seguire
dovuto
per
Cosimo;
di
la
racquistare
per
ten^po
il bastio
collo
dal
il
era
che
risparmiate
e
sventure
se
lo
non
,
attutito
avessero
un
eccessivo
di
amore
riportandoci
facendo
tempi
gli
col
di
nostre
passioni
parte
per
a
un
e
Ma
campanile.
pensiero
,
le
odi
quei
mento
mo-
d' allora, potremo
2
18
dolerci
ma
anzi
fedeli
la
gli uni
se
rono
restache
posto
possibile
pan
mai.
or-
Fiorentini
i
focaccia;
per
male,
operavano
meglio
avevano
ascolto
Senesi,
verità:
Senesi
ai
dare
fosse
ribellarglisi
Diciamo
e
che
meraviglie
Cosimo,
a
rendevano
le
dei
suggestioni
alle
il
fare
uon
Fiorentini,
i
se
si
non
altri
gli
operato
,
allorché
d'
Principe
passo
Senesi
e
il
renze.
Figlio
consi-
presero
antico,
i
;
artiglierie
assediava
i Senesi
odio
dall'
che
Grange
Allora
mal
d'
provvidero
al
vennero
di
padroni
sé
,
soggetti
non
Fiorentini
i
Senese:
perchè
da
ozi
non
vendette
Comuni
di
alle
più
scusabili
più
liberi
Cosimo,
della
tiranno.
un
sentimento
un
sordi
a
è
dal
vendetta
piena
loro
polo
po-
nondimeno,
e
Così
la
guito
se-
fece
del
ragioni
già
già assopiti
schiavitù.
In
storia
sorgere
siti
amman-
nei
primi
d'invidie
dei
fino
e
nostri
alla
20
avrebbe
dovuto
il
Di
aiuti
documenti
che
il
queste
essi
in
della
affatto
tace
il
ragione
Senesi
si
amica
o
poeta
che
darebbe
ugualmente
quella Francia
da
nemica
è
i
tutti
non
ripromettessero
ne
narne
indovi-
peraltro
creJere
lo
e
facile
è
non
grandi servigi
i
sappiamo
nostro
perchè:
a
di
grandemente
Il
e
ne
continuo
anzi
:
se
Repubblica
Strozzi.
stesso
di
confidava
governo
che
promesse,
parlano
officiali
mento
argo-
promesse
aiuti
gli
e
speravano.
questi
le
rammentare
Francia
della
valido
essere
stata
sempre
,
che,
festa
in-
all'Italia.
Di
ciò
che
di
opera
mia
tratte
della
queste
dirò
da
Comunale
alla
riferisce
si
rime
alla
ed
Esse
brevemente.
codice
un
di
colta
XT,
di
5,
portante
Siena
diverse
Rime
il
rono
fu-
segnato
titolo:
delli
poca
cartaceo
,
H,
blicazione
pub-
]iac-
ina dotti
21
Il
lìozzi.
anni
ultimi
degli
settimo
elio
co'l.
del
assai
è
giudicarsi
può
decimo-
secolo
scorretto
di
e
rattere
ca-
,
grosso
ho
emendarne
dovuto
lezione
inelegante
e
piiì
volte
fede
le
rendono
ne
e
perciò
:
la
notazioni
An-
,
al
e
locuzioni
r
uso
la
che
del
Di
Testo.
alcune
furono
o
né
nel-
sono
Senese
ho
data
credo
di
aver
linguaggio
spiegazione
parole
,
fatta
che
cosa
lettore.
ho
la
torni
non
Nelle
lasciato
che
stori-
più volentieri
correre
questa
che
io
blicava
pub-
piuttosto
Frofczia
documento
che
qual-
a
Annotazioni
considerando
penna,
come
utile
che
storico
non
,
lavoro
come
lettore
ci
non
di
,
il
dovere
sanno
modo
di
meno
vorrei
pellegrino
;
qualunque,
degli
altri.
uno
ha
coloro
a
ni
di
chi
ma
pensare
che
discreto
nulla
troverà
scritto
uno
Ogni
letterario.
Ad
omettesse
condito
re-
blica
pubpure
che
ogni
di
22
le
leggere
Stanne
in
riportate
quelle
^«j?o^«^«o»?',
in
commentano
modo
Profezia,
la
quanto
mai
poveri
nostri
Ferrante
don
a
e
ebbero
antenati
certo
in
pongono
a
perocché
im-
soffrire
dalle
spagnuole.
Siena,
29
dicembre
LUCIANO
1867,
BANCHI.
qual
chiaro
quei
tesche
solda-
SULLA
SIENA,
DI
OTTERRÀ
PEBEIiliA.
DEIi
STANZE
1
Il
vi
ciel
salvi
faccia
vi
e
godere
,
In
allegrezza
Vi
so'
festa
in
e
stasera
venuto
(ullavia
:
vedere
a
,
strolagato
ho
Ch'
mia
una
profezia
,
E
Poi
La
E
sì
la
ve
la
è
quale
Da
far
dovere
è
ben
pur
i
fuggiranno
ch'io
la
terra
chi
vuol
quei
il
ò
detto.
Piero
signor
del
uom
di
v'
il
Strozzi
:
prometto,
vi
quel
brav'
sia
non
o
io
dogli
girilondo
davero
cielo
eh'
e
io
ho
'I
mondo.
pensiero
,
manderanno
ben
sia
è
più
il
tremar
Venghino
0
'ì
e'
cavalier
Se
vuol
s'egli
ver
Un
Si
si
vcnciaremo,
guerra
Perchè
11
è
come
,
come
sarà
dir
vo'
i
Iraditor
o
nimici
ci
àn
rimarranno
al
tolto
profondo
i
morti.
Forti
:
(1),
;
24
3
Venga
lutti
Venghine
Venglii
II
tedescaiia,
la
li
quanti
tutta
con
di
re
(ulta
pur
la
Spagna
Spagnoi
bravaiìa
sua
tutti
e
;
i
quanti
suoi
,
Arminsi
posta
lor
a
via
venghin
e
,
Che
alicgiamente
Che
lor
Forse
posta
lor
aspettiam,
venuti,
saran
a
1'
verranno,
se
n'andaranno.
se
non
poi
che
4
Con
tutta
la
quanta
il
Venghici
11
Principe
D'Oria,
E
venghici
Don
E
venga
col
E
venga
il duca
Che
lutti
Se
Anch'ai
In
ogni
alla
non
verrà,
Ch'
egli
insospettirà
Che
vicn
egli
Ch'anco
Che
l'ier
non
venga,
li Strozzi
il
che
li
e
vai
;
ventura
cimbello,
paura
starà
ch'egli
re
mala
sua
aviam
non
(5)
ancora,
toccarci
a
dia
gli
malora.
per
Ma
dal
Dio
Fiorenza
ancor
venisse
modo
arcifurfante
che
inandarelii
(-2),
Grazia:
Don
venga
Diego
di
:
Ferrante
Don
e
e
nialan
'1 papa
gagliardia
sua
d'Alba
Duca
gigante
il
fa
che
l'imperador
Venga
:
cervello,
in
1' armadura
faccia
il
venga
per
il
flagello
:
Trentapaia
,
sei
migliaia.
25
tradimento
A
Senza
olii
Perdio
dargli
Nel
viso
dico
In
Val
Et
ha
K
del
Come
E
Così
Cornia
sapete
ci
è
sbaraglialo
:
dire.
il
mezzo
amazzato,
stato
(5)
cavalleria
altri
degli
farem
pagalo;
carpire
fallo
è
la
presa
venire
l'à
ne
tulio
campo
Ridolfo
e
:
vollaranno
per
1' ha
Chiana
signor
rotta
sclicna
la
(u
fuggiranno.
il ciel
suo
,
preveduto
cel
perchè
guerra
il
pena
,
della
di
lor
sapulo,
la
s'è
in
si
dietro
farci
noi
bravamente
ancor,
Siena
patirà
ne
vonulo
ino'
qucslo
l'abbia
noi
di
Ascanio
A
è
ci
ognuno
Per
Ma
di
niun
elle
è
buscarsi
per
che
Con
(4)
.MiHliclùno
il
Se
a
;
Camullia.
8
Seguiamo
Or
s'è
che
Cortona,
a
fatto
lo
Di
su
qua
Colle
siìlviam
la
Se
ne
Foiano
,
si
vada
e
mia
la
volta
a
co
malcontento
s'arrendi
non
,
sbaragliamento;
,
chi
Se
Montepulciano
pigliar
Casliglion
Arezzo,
Faciam
Ma
ora
poi
San
moglie
Spagna
gli altri
(«)
alla
:
Gimignano
che
v'
liei
è
ancora
malora.
,
dentro
26
9
E
Ci
di
Colomba
Sanla
trovon
Che
Ma
poi
in
Cortonarcd
la
per
:
gola.
Montepulciano
,
Arezzo
anco
(6)
villano
qualclie
vogliam
cambio
quel
Toiano
Aiuola
della
impiccali
l'anno
di
fuoclii
i
e
denlio
ce
fatto
ha
die
Basla,
vola.
non
se
,
Colga
Chi
el
abbaco
r
ara
Duca
guadagnato
più
vedrà
:
poi
lui
o
noi.
o
10
mandato
Siena
A
Li
Spagnioli
li
Medlchin
E
ben
speriam
Ma
che
Che
Perderà
boia
(7)
contadini
:
cuoia
le
lassaran
ci
ara
usato
proprio
il
giardini
i lor
saranno
duca
'1
il
;
,
falsi
se
fare
nostri
i
noia
Fiorentini
i
a
capo
per
darci
per
forza
per
e
impiccarci
Per
ha
gattivo
il
1'
per
:
,
appellativo.
11
Che
Che
lor
E
sai
E
di
In
Don
Ma
Non
gli
han
fatto
li
tiran
tanto
li
se
par
sfogarsi
ogni
mo'da
Diego
lor
e
li
posson
le
di
far
dar
per
ristoro?
lavoro!
buon
fur
rabbia
all'asin,
povarcllc.
vendette
lor
l' avca
ancor
torri
per
far
Dio
tiran
le
maladetle
:
e
danno
(h).
loro
esse
con
astio
per
al
:
baslio
(8).
28
15
però
E
Pier,
signor
fate
buon
cuore
,
E
siale
Che
allegro
(rf)
avarete
se
aver
senza
i
paura
Sancsi
,
in
favore
,
Vénciarele
la
Perchè
se
Quanto
gli
alla
guerra
voi
è
il
sapesse
di
mai
sicura
lor
mala
:
furore
natura
,
Vi
maravigliareste!
State
sicur
però
e
vénciare
di
dico,
il
nemico.
16
Il
è
senese
el
valente
consèglio
al
,
E
combatter
nel
è
non
mai
il
secondo
,
E
Da
Che
è
ci
non
meglio
,
sbaragliar
in
il
la
dicavel
nemico
di
manco
Sbaltarebbe
E
mani
le
menar
per
far
terra
e
;
sbadèglio
uno
Diego
Don
profondo
al
tutto
il
:
Spagnioi
suoi
e'
mondo
,
Se
volete
chinche
saper
slam
noi.
17
bisogna
Non
Ne
toccarci
villania
farci
fé'
come
tu
in
1' onore
lui
,
Che
ci
fece
Che
lo
mandamo
Co'
suoi
Spagniuoi
dichivel
chi
E
tulli
montar
in
furore
stazzonar
u
col
e
vuol
eh'
(e.
altrui
suo
io
imperatore.
non
vi
Che
Ma
mi
tornai
avcvan
ben
cacciato
cogli
fui
,
,
altri
per
a
ristoro;
cacciar
loro.
29
18
il
0,
da
Che
Ci
Che
Che
metter
niedso
fare;
il basilo
lo
e
ingegno
avessero
se
astio
doverian
il
pur
lor
han
gli
ed
nò
conira,
mastio
cavalcare.
invidia
vorrebbon
ben
E
lassa
per
vengon
animai
un
si
nissun
Fiorentini
E'
ò
sani'sc
portare
voglion
il
è
tempo
ora
,
Di
da
levarsel
dosso
loro
ancora.
19
Saputo
Di
saper
Se
voglion
Oh
sien
Ma
come
far
mai
han
non
cosi
un
buon
raquislar
che
:
gli àn
che
quel
detto
ho
verso
lavoro
Pier
signor
col
il
trovar
vai
giuocano
perso,
oro!
tanl'
traverso
a
,
Per
farci
star
liberar
Volion
Giochino
Fiorenza
tratto
un
stanno
gli
come
e
li
il
matto
loro.
suo
(tj)?
paese
la
a
sanese.
20
Se
lor
Da
liberarsi
Ma
li
Che
delle
sciagurati
fanno
Ciechi
Di
far,
san
quel
balordi
venir
Ma
pensin
Di
farsi
lor
si
pur
àn
tanto
son
che
non
son
a
chi
che
se
cuscinetto
li
:
avillti
(h)
li s'
aparliene.
tanto
ardili
far
vuol
vincan
in
parliti
larghi
catene
ancor
centra
un
gli
tu
le
le
bene
:
Palle,
spalle
(r).
(f);
30
21
saria
Or
che
Fiorentin
0
Dico
il
il
far
di
tempo
e
la
a
colesti
tempo
al
sete
,
di
dir
via
fuora
campo
voi
;
sarebbe
ci
ora
,
Di
dare
E
adesso
saremo
Lor
più
E
nostro
del
altri
inimici
vostri
son
noi
voi
con
Spagniuoi,
e
ben
ancora.
astio
avete
non
noi,
slam
non
,
Che
lor
quei
son
tengono
vi
che
il
bastio.
22
ci
Basta;
Che
che
E
tutti
ci
è
quello
ho
detto
'I
colpo
(A)
sanno
disotto;
,
col
in
che
verranno
fu
e
lo
li
a
rotto,
capo
vergognia
con
com'
al
guerra
condtMiiiati
Faccino
essi
restono
n'anddran
quanti
Saranno
Che
far
a
mai
Sempre
ci
mai
sempre
Ugniotla
conlra
vengan
danno
scollo.
Spagniuoi,
hanno
egli
Tar
a
noi
23
Con
le
nostre
Con
le
loro
L'
Ma
E
Son
è
ben
ben
però
che
lor
slan
Come
i Senesi:
pazzi
Tengon
saviezze
che
nostre
le
pazzie
li par
pazzie
ver
ben
slam
sliavi
che
6
che
noi
pensale,
?
(11),
libertini
siain
talor
savi
esser
sonno
pazzie
pazzie
e' Fiorentini
:
moscardini,
slam
bravi
facciamo
e
meglio
aviamo.
;
(l).
31
24
r
La
'nsegniarvi
vo'
si
guerra
Vedete
in
Qualro
o
V
cominci
giorni
Sicuramente,
si
0
io
muor
gli
o
fianco
il
:
li romparemo
rinfranco;
vi
chi
che
trovo
alzar
senza
cosi
e
slieno
loro
"lie
poi
che
imprometto
l'erchè
mo'
vénciaremo:
e
manco;
senza
qualche
sei
colpo
unT
ha
non
stenla
pane
un
come
cane.
25
riuscir,
Da
A
E
è
questo
0,
Che
se
Che
'n
Senza
i
lor
«i
nostri
si
mangiar,
nemico
io
pane,
modo
nessun
il
:
consolaranno.
hanno
non
amico
romperanno
vénciaremo
mo'
questo
tulli
che
dall'
consiglio
un
lor
questa
predico
vi
ci
non
ragion
staranno.
ne
cavo
,
Non
ci
stareste
voi
che
bravo.
sete
26
è
Questo
Sicuiamente
Al
Se
poi
mei
a
sbaragliar
mi
ma
scampo
poi
,
Potrò
Che
ir
a
standosi
veder
la
quassù
,
contentaria
perchè
or
il campo
via;
àran
non
so;
andasse
ne
modo
mandarlo
da
solleone
Questo
buon
senza
{m)
riscampo
mia;
moglie
questo
cimbcllo
,
lo
non
ci
posso
andar
e
mi
martello
(«)•
32
27
più cagioni è
Per
E saria buon
M
die
non
lor cel maiidan
Se
0
questo
Perchè
si
questo
Andar
E
a
il suo
solleone.
assedi
d'assediar
noi
lui;
Tar il bordellaccio altrui.
E sì li farem
Che
pensassi,
egli imparerà poi
gasligarenilui
Lassarmi
voi
il Duca
veder
modo
mangiaremo?
per questa cagione
Però prima che
A
ii terreno
sopra
che
d'aspettar al
E' saria buon
n'andasse:
se
scialeguasse.
è eh' io vorrei
par
ci slicno
non
mal, che
l'importa; e
mi
Non
campo
che
vorremo
che
che aviam
L'altra oh' il gran
Sì
buon
tutti i suoi
e
dir:
(o),
eh' io
Menchion
—
fui,
consigliar dal .Medichino,
vale
consiglionon
quattrino!
un
-
29
smarirci
Da
Che
,
Per
Lo
dillo
perderci il
e
a
questa
me,
Ma
l'er
era
un
un
impirsila
slato
,
medicato:
Cosimino,
grande stimalo
al ponto
bocca
suo
mal
Cosimon
lui '1 messe
giardino ,
un
questo Medichino
che
volta l'ha
farà diventar
Onde
in
lo à messo
Sappi che
a
le
a
;
queste imprese
sue
spese.
33
30
Medici
ha
Cosimo
Però
È
uso
E
non
medicare
può
ne
A
tal
A
le
,
contadino;
è
eh'
saper,
amalato
povero
gli cscirà
costui
di
man
:
straforo
per
questo
che
ristoro
per
poverino
il
contrario
al
a
ina
,
medica
Lo
mal
suo
loro,
Medichino
il
preso
del
guarir
Her
da
medican
si
non
il fiato.
3i
Se
Poi
Che
Se
Col
ma
ora
,
Comanda
—
Medichin
al
comandava
Già
lui
a
tal
Vo'
la
no,
farò,
dirò:
pur
vincesse
ancora;
timore.
è
senno
fuora,
imperatore
Io
per
e
gli imbrogliarebbe
poi
come
già giontò
(12).
;
lui,
giontar
del
che
:
in
tienlo
—
acquistarebbe
tale
la
vo'
e
cosa
avede
si
non
servitore
suo
come
noi
32
Se
Che
Ci
gli
i balzelli
Propler
Si
tutto
che
si
trova
,
e
pone
al
il
ritornerà
mal
veniinit
che
in
in
scritto
peccala
dogli
si
non
slraversa
alla
cosa
quest'impresa
daran
Perchè
E
ogni
va
poi
mal,
capita
S'altri
capo
cerca
adosso
tanti
imbrogli
tutto
persa:
molli
fogli
adversa
;
fare
altrui
a
lui.
•
34
33
Se
àranno
Fiorellini
i
ingegno
igniuno
,
più
àran
Non
Accoidinsi
Per
balzei
noi
con
via
torsi
Uomini
da
donne
più
né
tutti
ruinc
:
comuno,
a
discipline,
tante
fanciulli
a
uno
a
uno
,
£
Né
più
àran
non
la
a
li
Che
dazio
né
carne
consuma
tanti
a
balzelli,
povarellì.
li fa
e
farine,
le
a
34
Chi
Che
si
sarà
è
che
ci
Se
lor
sapran
i'ensinci
egli
il
gioco
ire
che,
bene,
vènto
tanto
senza
mano,
:
grano
slenlo
noi
lor
se
in
hanno
il
macinar
a
e
gravezze
contento?
esser
Strozzi,
giocar,
potranno
si villano
e
questo
Piero
Or
Senza
di
vogli
non
Poi
polirono
:
sanno
,
Or
gli
(/") e
il male
hanno
mollo
àranno.
peggio
35
Questa
E
Da
sarà
è
la
porla
in
levarcm
qua
su
e
,
tempo
Fra
poco
Poi
mandareino
e
al
Cosimo
tu
'1 cervelli
memoria
:
cimbello
il
veltoria
molta
con
in
ho
da
certa
prima
oh'
profezia
;
bordello
,
E
ripiena
E
l'arem
lo
son
suià
dirli:
condotto
tutta
la
0
-
all'
storia:
sventurato.
encnos
induca.
Duca,
—
36
II,
1865,
an.
in
patria
Noveschi
i
innanzi
volendo
Spagnoli
delli
Poco
172).
pag.
la
Cesare
caldi
suoi
ciata
cac-
restituire
parteggiatori
,
andate
che
Ferrante
don
Siena
in
alcune
Siena
Gio.
della
non
Queste
stanze
è
meritevoli
di
assedio
merito
si
oneste
del
e
né
ché
perocriori
ante-
serzioni
as-
Testo
stanze
d'a
brano
sem-
nostre
luogo
contentandoci
sorta
di
,
il
codice
con
ogni
maggior
fedeltà.
fatto
af-
meno
ad
,
di
ed
non
talune
e
si
mi
anni
nostro
argomento
omettono
codice
del
riportate,
Poche
poesia.
all'
59-63
alcune
autore
quella
di
poesie,
pubblichiamo.
degli
confermino
all'
necessarie
che
storica
e
intorno
al
qui
da
scritte
Testo,
nostro
essere
illustrazione
sieno
air
il
in
consimili
che
pag.
cittadini.
i
e
altre
le
in
Ferrante
Don
Profezia
tratto
fra
intitolate
di
occupano
ond'
medesimo
lui
autore
stessa
che
accordo
di
cura
venne
apparentemente
a
Nini
Batta
la
cagione
questa
dimora
Stanze
trodotte
in-
commise
ne
quesf
alla
Riferisconsi
Soria,
più
stabilire-
a
quest'oggetto
a
per
riuscì,
e
realtà,
se
di
Lopez
da
a
pratiche
le
vuoto
a
,
trascrivere
notazioni
an-
Colui
che
D'uomini
di
Far
E
Di
sua
e
li
che
Lui
vi
com'
nostre
lo
e
pieno,
tratto
chesto
a
sia
non
è
matto.
alle
mantenga
ci
sereno,
schachiere
quanto
Spagnoi
e
sicno
che
turbo
uno
tutto
salvi
paien?
volere
scaccodonna,
danno
a
di
ciel
il
poggi
nò
savi
partito
mondo
piani
Che
il
FERRANTE-
DON
per
mano
il
fece
Facci
Se
donne
pres'
A
aiuto
senza
o
sé
Da
NINI
DEL
STANZE
di
poco
sue
spese
rinvilo
,
gli
Che
E
savio
Aspetta
Furassi
Non
è
è
già
disfatto
colui
pur
una
ci
è
che
n'
se
paese
è
aspetta
semmana,
accordo
il
tutto
buon
qualche
o
accordo
e
non
ci
usin
,
ito.
un
mese
partito
:
novelle
,
Noi
Siam
disfatti
e
non
abbiam
cavelle.
38
Io
contadini
De'
e
parlare
Vorrò'
imbasciadoie
d'ogni
malestante:
signore
quel
a
poco
un
Ferrozzo
Ton
Feria
Ton
per
venuto
son
Ferrante
Ton
o
;
,
Raccomandargli
Gilè
La
un
robba
che
no
nostro
'nboscata
è
gli
come
onore,
quante:
tutte
donne
alle
sotto
slan
el
poco
,
,
Dicon
Al
prete
Non
so
s'è
Che
perchè
apònto
ne
Se
già
Pascere
Ch'
che
or
Andrem
fanti
darò
spesso
per
e
forra
l'erba
che
son
talvolta
ci
ci
d'insalata.
panieri,
mio
tuttavia
volentieri
cortesia
pretta
non
per
ci
fa
;
mestieri
malinconia;
persi tutti
arare
laghata.
han
1' erba
e
'n
s'assassini;
poco
un
viene
ne
danari
Senza
quatrini,
nostri
a'
non
cosa
po' serbar
Fatemi
Ve
fin
è
sol
una
V'arreco
or
contanti,
han
tutti
:
,
ch'affatto
Ch'
di
o
non
dati
hanno
gli
Acciò
E
perche
no,
quanti
contadini
credenza
di
tutti
che
quei
far
fèrno
Contanti
dipoi
ho
lettera
La
guadagnata.
è
giustamente
clie
e
e'
nostri
pascer
noi.
buoi
39
6
Notola
Ma
buco
Col
Suggel
ebbi
non
Ecovene
:
sodo
e
ciisliani.
:
("*?)
villani
a'
mancano
:
rassomigliato
assai
uno
da
mani
mie
buono
l'aùlo
con
e
modo,
voiun
le
co'
legno
d'un
qui
Eccola
io
fall'
lio
n'
una
in
dèrno
mi
non
,
io
S'
Prego
capo
Le
mie
A
in
sol
Pigliate
Chi
pieno
sieno
pigliale
le
fantasia
mal
el
:
ho
non
e
elle
ve
buona
la
piglia
la
non
non
corpo
meno
pappolate.
che
quel
parole
male
di
che
nò
intendiate
m'
studiato,
altro
d'
più
in
che
ho
non
'nbratlato.
l'ha
dire
discrezion
io
Perchè
brache
le
sapesse
non
per
El
de
fondo
'1
Che
:
;
dia.
li
ognun
8
Monsù
trovalo
il ben
siale
Ferranti!
,
,
Ch'
Vi
il ciel
salvi
di
Che
casa
che
Dappo'
tra
Che
Sienvi
Li
(')
le
'1
nasce
vi
ciel
vi
verso
elio
e
c|ui
lor
manca,
rincalzato
ogni
affatto
le
viene.
tanto
moggia
raccomandali
e
lia
bene:
baccinato
vostro
col
man
da
d'uom
Gonzaga
contadini
Il
viso
avete
infino
e
suo
bene
,
fine
contadine
si clcsidora
puro
nel
Cod.
40
9
Che
Che
ha
Qualcuno
brache
ma
si
che
far
grano
o
,
manlegli,
lutti
a
si
piano:
un
granegli,
ha
non
tiran
gli
mano
con
,
mogli
di
lusinghe
Che
A
sono
gli Spagniuo'
Che
vino
nò
volta
chesta
a
povaipgli
oglio
camice
calze
han
né
sai
han
non
Non
ì
raccomandati
Sienvi
gli
non
rincrechi
vale
l'animale.
10
Che
le
Non
più
tormenti,
eh'
Deh!
e
in
più strazii,
brache
le
Che
chi
'1
Più
che
la
orazione:
tormentati
son
se
,
fìglioi rimanghin
far
a
non
Salvin
rac^mandati
stanno
megli
lor
Faccin
Sion
vi
poveri
I
le
con
ha
non
capo
vita
e
ha
se
straziati
son
pur
ragioni;
lor
troppo
leggieri,
coda
e'gheri.
la
car'
buoni:
11
Vi
Che
raccomando
ne
Ch'ogni
Non
v'è
di
ila
pane
fame
a
nò
ha
non
cosa
haviam
Moriam
tutti
andareben
spedai
Io
Ma
contadini,
c'povar'
spedalo
gran
vanne
e
nò
;
vini
,
a
haviam
non
e
lo
male:
qualrìni
,
el
dì
di
carncscialc
,
E
senza
eh'
un
di
noi
mai
mal
gli
faccia
,
Come
alle
lepri
ci
ò
data
la
caccia.
41
12
E
la
se
finili
Sarem
Cile
non
Per
le
E
E
che
di
guaste
noi
Siena
lian
Sepolto
vita
nostra
nelle
;
rapine
con
e
;
aita
rivoltate
prede
;
dipredate
in
slate
so'
nò
e
vennen
incendi
con
guardale
ben
più spirto
provincie
Contra
,
se
liaviani
genti
le
noi
finita
è
non
ancor
guerra
rovine.
sue
13
Evvi
altro
Ctr
E'
certi
lagorare
Son
presi
Che
E
far
per
doveva
a
fame
'I
che
forame
patente,
per
niente.
senza
secco
:
soldati,
da'
taglia
servirgli
restati
di
taglia
altra
;
restati
son
muoionsi
e
han
son
ci
letame
che
rimasto
contadin
povar'
non
è
ci
non
Per
E
ruvinati
paesi
14
El
mio
Che
adatto
Che
vi
E
si
o
son
farci
certe
star
distrugga
spenga
e
lavoracchiando
,
prigion
ha
cosa
Castelnuovo
Quel
Da
possi
si
non
raccomando
vi
ancor
fin
e
preda
per
Ch'ogni
Vi
Comun
mandato
a
l'appetito
e
senza
si
venga
strilla
Belardenga
della
stiattone
ri
non
certe
fame.
sdame
e
,
bando
:
42
15
raccomando
Vi
Ch'
'l
mi
Che
E
fati'
ha
Ch'io
perchè
è
gli
Non
posso
Non
vi
mira
la
sciagura
travolto
e
;
biasimare:
dritto
guercio
è
gli
;
burbarone
lo
non
mai
lagorare
a
po' raccomandare
certo
un
padrone
scalmazione
tanta
un
di
far
dato
ha
oggi
deghi
Io
ve
Che
mi
poder
suo
mio
il
ancor
,
natura.
di
16
Ci
salvaguardie
chesle
Si
salvassen
noi
per
salvaguardia
La
Per
Enfin
vi
Dalla
paura
ci
Che
E
Spagniuoi
vostri
de'
buoi.
e
libcriale
ci
che
prego
faciale
pecore
per
,
fate
voi,
per
mi
prego
porci,
pe'
me
non
e
voi
che
,
chiaman
signor
po' voglion
signoria.
la
lor
per
cortesia,
per
17
detto
Ho
E
farò
Fate
Che
dello,
qualche
0
voi
Spesso
solo
Che
se
Con
tanta
non
volete
se
niente,
fatto
:
,
voi
aiutare
l'amico
anch'io
Posso
cosa
fate
non
ho
non
e
è
or
meglio
farvi
altro
fé' eh'
e'
io
patente
vostra
quel
,
potete ?
mi
che
'1
che
non
parente,
credete;
polli portarci.
me
li
mangiarci.
44
21
mi
voi
Perchè
dabbcnaccio
paiele
,
Signor
Ma
Or
mio
or
di
timor
per
vi
mi
non
caro,
che
lagho
dar
vi
non
impaccio
vogl'ire;
ne
me
partire;
so
,
E
S'
Or
vi
s'
prometto
io
fo
Vorre'col
niente
piglio
io
pan
posta
a
la
s'
pace
Cv.
di
io
rivenire
conclusione:
mia
l'nltima
o
pesco
Marcone.
caccio
:
45
(3)
il
nostro
modi
molta
la
con
Siena,
Ebbe
cora
an-
dalTim-
presa
Siena
in
con
e
cittadella
una
,
Giovan
condusse
rignano
a
fine
la
da
Don
patria.
loro
di
marchese
Medici,
Iacopo
la
libertà
ia
conservata
cittadini
dei
sdegno
allo
il cjlmo
posto
(4)
di
guerra
Ma-
Siena,
,
cominciata
debolmente
che
qui
dei
occupazione
è
Il
che
CamuUia,
di
mento
tradila
appunto
sforniti
lasciati
sconsigliatamente
guerra
allora.
di
Forti
nimo
d'a-
barbarie
tanta
VA.,
rammenta
nella
e
anche
straordinaria
cosa
parve
di
Fu
Napoli.
feroce,
atti
commise
Siena
di
di
figlio
Gargia,
viceré
valoroso,
che
più
Toledo
di
Pietro
di
di
governo
risoluzione
fabbricare
volevano
Don
quanto
venuto
allontanarsene.
alla
parte
di
fu
che
ad
poi
costretto
onde
al
Spagnuola
peratore
animo,
Mendozza
di
roganza
l'ar-
per
,
Guardia
essa
dell'
fierezza
bertà,
li-
la
faina
peggior
bolare
tri-
a
vennero
munoraetterne
a
sé
la
e
Urtado
Diego
Don
di
lasciò
dei
ed
paese
niuno
che
cesarei
i ministri
Fra
provvisa
im-
troppo
dai
gente
Senesi.
(5)
AUudesi
il
sotto
della
Aswanio
dei
alla
Senesi,
rotta
Cornia
dagli
Chiusi,
nella
ferito
rimase
riali
impe-
quale
prigione
e
sissimo
valoro-
cavaliere
Baglioni
Ridolfo
e
di
castello
sofferta
,
,
perdette
nella
la
notte
In
vita.
del
"22
fazione,
questa
1554
marzo
venuta
av-
gli
periali
im-
,
furono
che
di
nel
traditi
il
guardava
Siena:
egli
castello
([iiando
si
castello
aveva
avvicinarono
videro
stretti
da
Santaceio
allo
da
essi
Comune
d' introdurli
loro
ed
Cutigliano
pel
Chiusi
di
promesso
quietamente,
si
promessa
da
fidando
porte
ogni
del
parte
in
tal
paese,
dalla
46
la
da
strada
che
(6)
Intendasi
colle
lungo
belle
villa
la
sorge
principi
Chigi
mio
Abramo
mico
di
proprietà
Mieli.
rimangono
brevissima
distanza
dall'egregio
oggi
Colomba,
S.
Tolomei
dai
posseduta
già
ed
Roma,
Colomba
S.
Grottanelli,
A
dato
guasto
Toiano
Toiano,
Collegio
celebre
il
Toiano,
di
vestigia.
detta
Chiusi.
a
e
di
Lorenzo
eav.
assai
tuttora
incendio
fortilizio
Del
sig.
mena
fortilizi
ai
Aiuola.
nob.
Chianciano
V
imperiali
deir
del
nel
imboscatasi
,
dagli
e
Sautaccio
di
gente
villa
del
di
prima
a-
stro
no-
soffrire
,
dalli
danni
1364
nel
Spagnuoli,
dalla
molestò
Aiolà
il
Chianti
nel
fu
fortissimo,
luogo
Belanti.
dei
r
delle
impeto
è
contado
perchè
gli
a
e
che
le
né
npirto
Più
oggi
di
delli
le
ne
secoli
tre
nostre
difatti
contadini
Per
—
C/*e
Provincie
rimasero
non
sono
lorosi
i do-
campagne
guerreggiata
guerra
molto
Spagnoli.
sono
diecimila
che
nelle
poveri
vita
dopo
una
altro
non
de'
temente
costan-
repubblica,
prepotenza
al
micidiale,
mantenuti
Ferrante
scomparsi
tutto
narono
cagio-
poeta:
fu
Siena
della
lamento
anch'
effetti
tale
Don
dipredate.
e
,
presidio
sostenne
del
di
governo
dalla
più
liavean
morti
del
a
nese
se-
,
nemiche
essendosi
al
continuo
guaste
il
Marignano
guerra
abitanti
patire
Stanze
non
avendo
declamazione
vana
la
fodeli
un
al
famiglia
danni.
Non
nostro
che
1554
natura
,
(1)
Le
Nel
artiglierie
gravi
ebbero
dell'illustre
arrendersi
di
ricusato
villa
blica.
repub-
per
,
già
che
Aguto,
della
territorio
,
maggiori
dell'
inglese
compagnia
grandemente
L'
sofferti
aveva
ne
con
ferocia.
(8)
Dello
furono
molte
fatte
torri
mozzare
ch'erano
da
Don
in
Siena
Diego,
cune
alaltre
47
trovasi
che
duraute
guasti
soffrirono
Comunale,
Biblioteca
dei
poesie
alla
accenna
da
ordinata
torri
queste
altre
varie
tra
Un
assedio.
F
E
mi
satirica
poesia
frate
un
Come
Galgano.
S.
la
valga
che
pare
derazioni
consi-
per
contro
di
comendatario
abate
Vitelli,
scritto
di
demolizione
,
strategiche.
nella
Rozzi
Diego
Don
sonetto
di
pena
sere
es-
riportato.
veder
vuol
Chi
fa
quanto
Di
se
A
chi
Vada
ch'or
L'Abbate
Così
la
Che
darsi
di
Galgano;
sano
,
strascina
lo
appena.
rilucente
cuoio
che
piena,
fede
san
così
e
mano
pena;
fa
ne
vien
ne
in
la
ctie
mula
sua
Dio
Oh
,
sì grasso
fresco
Siena
umano
uso
per
veder,
a
ad
d'intorno
mesi
tre
è
EU'
provvista
e
bisogno
si tosto
E
come
!
bello
e
,
Onto
e
bisonto
Altro
Andate
Che
forse
deir
C.
F.
frequenza
bordello.
nome
prevalevano
i
tanti
Lapi
cortesia
i
e
del
egregio
Bindi.
mio
poltroni.
i
Nenciolini
del
Carpellini,
Comunale.
t
torroni
ingrassa
chi
chiamavano
Alighieri
alla
giù
in
,
vitello!
un
trar
che
fame
Senesi
sonetto
sembra
zamponi
che
,
ha
Firenze
e
Nenciolini
pur,
dalla
collo
che
bisogna
non
I
ha
che
guanciotte
Che
Fiorentini,
Nencio:
Lapi
—
buon
e
ai
i Dindi
Debbo
amico
Vice-Bibliotecario
tempi
:
Non
questo
dottor
della
48
Nel
(9)
1526
del
luglio
Sonesi
i
assalito
,
grande
con
che
Fiorentini,
dei
fuor
erasi
Porta
della
cacciarono
il
fu
fezionatissimo
(10)
alla
prode
data
vien
dagli
di
dunque
rotta
del
e
1552
rentine
fio-
di
presa
im-
quest''
af-
giovane
patria.
che
pazzi
dei
volentieri
Senesi
ai
è
non
forse
pazzi
instabilità
certa
una
per
di
recente:
tempo
citta
battaglie
sua
Toscani
altri
in
e
,
della
liberta
appellazione
L''
le
e
Anima
,
la
mese
spagnuolo
Piccolomini
Enea
misero
stesso
Cosimo.
da
VII
presso
lo
Nello
presidio
inviate
Clemente
accampato
Camullia,
completamente.
fuga
di
T esercito
impeto
dicono
ci
cervelli
nostri
o
,
meglio
quella
per
avemmo
che
e
vicenda,
a
guerra
dire
comune
della
nostra
vani,
n'ebbe
e
alcune
Oggi
ben
chi
nò
ragione,
del
poche
vanità
modo
Dante
mò
chia-
ci
di
Testo
ci
di
acqua
mancano
nostro
scordie
di-
a
beve
impazza.
ottave
farci
mezzo
anche
che
Fontebranda,
tempo
di
in
E
personali.
Toscana,
in
ogni
,
d'ingrassare
e
gelosie
e
in
continua
troppo
pur
,
che
smania
nità
va-
medesimo.
rimangono
ma
,
del
quella
fummo
V acqua
trovar
messi
ad
derisione
in
ogni
dal
onde
costo,
affatica
Poeta
,
la
aempre
concittadini.
Con
più
Del
del
puzzi,
nostro
bene
con
loro
dei
popolo
carezzo
cui
loro
le
coi
o
non
arti
i
reggimenti
ci
lieto
danno
bizzarro
e
addormentar
seppero
,
fermare
af-
potrebbe
che
umore
miei
giudicarci
vicini,
nome
dall'
de'
parto
volesse
nostri
origine
tutte
chi
brutto
questo
obl)e
maggfor
resto,
benignità
che
di
della
mente
Medici,
ni)
austriaci
le
con
i
Lo-
renosi.
(11)
dell'
Così
Ordino
fu
chiamata
jujpoluro
una
fazione
costituitasi
,
di
poco
dini
citta-
dopo
49
la
morte
abbattere
dovuto
di
Pandolfo
in
Siena
in
1527
dell'amor
fuoco
sacro
tiuìa
e
il
è
storia
guerra
Ed
(12)
di
lungo
nesi
se-
mente,
Cle-
papa
il
vivo
durante
ul-
T
memorabile
anche
è
armi
tennero
patria
e
molto
dapprima
mostrò
Libtrtini
di
che
di
animo
delle
esercito
essi
pur
Ai
successo
V
contro
furono
e
il
parte
T
con
tirannia.
ogni
gran
nel
Petrucci
assedio.
Carlo
questa.
parziale
dei
V
si
dai
Senesi
,
quali
1536,
del
accoglienze
fermato
di
pretesto
difficile
di
s'
restò
no
dal
breve
antichi
moderni
e
che
poeta
della
presidio
cittadella
avendo
provato
gli
del
governo
offesa
sempre
invio
maschera;
la
viso
ratore)
impe-
un
nel
per
T
con
edificazione
r
(impresa
ad
fattamente
s\
che
e
aggiustare
repubblica
,
gnuolo
giorni.
tre
impossibile
ma
intromise
In
Siena
,
Comune
liberta.
neiraprile
meglio
della
sé
per
in
voler
faccende
disordinate
del
onorevoli
e
essendosi
Cui
Bensì
le
liete
ebbe
gli
il
vero
ci
signor
per
E
po'
voglion
per
lor
la
levò
avvenimenti
detto
stranieri
chiamano
spasi
,
...
la
cortesia
signoria.
del
stro
no-
ANNOTAZIONI
;
e
la
cbd.
Nel
(o)
dubbio
Se
si
la
volta
chò
erratamente
cia
Fran-
a
il
senso
,
storica
ragione
cod.
il
ponendo
verso
doversi
con
leggasi
liavea
V
ancor
stimai
Io
che
vogliono
Diego
Don
(h)
cos\
legge:
si
senza
ma
TESTO.
AL
gna.
Spa-
o
loro
concesse
correggere
:
sto
que-
di
invece
esse
:
concesse.
,
Difatti
Don
nelle
avvertimmo
Diego
molto
da
torri
poeta
«pagnuolo
(e)
Meiidozza
lo
Testo
:
la
strategici
scrivere
poteva
torri
vediam
di
sicché
;
l'aveva
ce
Quel
demolizione
a
meglio
il
che
ragione
con
che
storiche
ordinò
motivi
per
con
Il
Annotazioni
stro
no-
quello
morte.
quel
che
noi
/adamo.
Erroneameatoil
{d)
in
nesi
dal
furore.
alla
verso
cod.,
Nel
lacuna
ci
è dato
loggondovisi:
correggerlo,
non
,
segno.
Che
se
havete
i
Sa-
favore.
(e) Questo
in
eod.:
protondo
molto
Che
mente
imperfettaci
più
ma
di
aver
fecer
nel
tutti...
supplirne
colto
nel
VOCI
(
indicazìove.
XcUa
la
A
delle
P.
lettera
chesta
del
(N.
Affatto
e
Testo;
A
con
N.
lettera
la
con
storiche).
Annotazioni
nelle
volta.
(ìistlnguono
si
utanze
quelle
addotte
quelle
NOTEVOLI.
LOCUZIONI
E
Oramai.
quest'ora,
9).
st.
fine.
avverb.
Modo
in
tuttora
,
uso
bolari.
Voca-
nei
accolto
noli
ma
,
Del
Interamente,
st.
Alla
4
volte
come
(N.
altrove).
e
Lo
straversa.
modo
lutto.
avverb.
si
usa
che
dal
accrescitivo.
A
che
stesso
si
(e
usava
popolo
(P.
traverso
;
rare
anch'oggi)
si.
32).
54
Apòntb
Pònto,
e
(P.
altre
N.
29;
st.
Appualo
per
st.
consimili
derivate
dialetto
Vincere
remo
per
st.
15, 24,
16);
Panieri
29);
Pòvaro
13;
A
strilla
strilla
il
tutto
Locuzione
in
dovuta
la tromba
all'asta,
per
(P.
st.
st.
5);
12
st.
e
(N.
Lavorare
clic
ogni
rovina
(N.
st.
14).
dal
costume
di
nelle
vendite
fatto
anche
alla
dicono
si
a
cosa
Mandare
Gguratam.
proprio
suonare
(N.
Mandare
dando,
e
(P.
somiglianti.
e
bando.
e
(N.
Paniere
passim); Lagorare
st.
Empirsi
Povero
per
siglio,
Con-
per
Sbadiglio
per
per
(P.
Vinceremo
per
Impirsi
nuncia
pro-
Véncia-
e
Consèglio
Sbadèglio
st.
dalla
o
e
23);
parole,
di
Vénciare
senese.
qui
Avverto
alterazioni
dal
o
4.)-
Punto.
e
tromba.
Alito
Lo
Aguto.
Chiodo
(N.
7).
st.
Averla
che
stesso
con
Essere
uno
indegnato
,
Aver
(P.
.st.
famiglia
a
morte
rancore
11).
Sono
le frasi:
von
uno:
con
con)c
Averta
modi
pure
op-
chicchessia
d'una
stossa
fina, Averla
elFicacissi-
55
mi
comuni
e
ma
Uso
dell'
Yocab.
nei
si desiderano
che
Toscana,
tutta
per
Tose.
(N.
Baccinato
Bacchio,
ha
Persona
questa
ha
frette
cioè
bacco,
adduce
ne
di
sa,
affanno-
le
sempre
e
maseo
Tom-
signiQcato
col
presuntuosamente
che
rola
pa-
del
Quello
Vocabolari.
ai
le
Manca
8).
st.
esempio
un
,
del
poterle
che
Qui
peraltro
convenire
altro
Busini.
Fare
Bordellaccio.
figura
molestia
a
altrui,
il bordellaccio
vale
tara,
significato
Generazione.
Prole,
di
quello
sembra
non
Far
Recar
danno.
(P.
taluno
registrano
st.
ma
28).
I
cabolari
vo-
e-
senza
,
Mandare
sempi,
alla
il
malora:
nostro
Testo
Accrescit.
IfJ). Non
sarebbe
questa
senese.
alla
al
di
cioè
bordello,
esempio
un
Cosimo
mandaremo
Burbarone.
in
ce
st.
33:
Poi
bordellQ.
Burbero
diffìcile
parola
dà
ne
nel
(N.
udire
st.
ch'oggi
an-
contado
56
Chinche
al
e
(P.
12, 16,
st.
cabolari
altrove). I Vo-
e
registrano questa
antiquata,
plebe
nel
e
in
dell' Uso
di
Esempi
plurale
altre
dice
alluda
cimbello
per
numero
(P
Debba
i
da
credere
nostri
assai
il
che
cittadella, allorché
questo
qiiassv.
26
si
(N.
usata
significato
) Da
il cimbello
su
qua
è
parola
con
è
( P.
tasche
le
standosi
ce.
levarem
trofi
limi-
nel
voce
o
alla
Che
:
che
an-
nei
e
questa
Forse
poeta
ma
cimbello. Infastidire,
volle
dubbio.
Deghi.
il
Ma
due
Fanfani
romana.
i cembali
5).
il
infrequenti.
Toccare
sf.
solo
provincia
questa
sono
Romper
nella
già
Tose,
senese
della
paesi
Cimbello.
il
tulio
come
uso
non
scrive
come
Yocnb
nel
in
contado,
d'Arezzo,
voce
è tuttora
ma
que
Chiun-
Chi,
Chincht.
plur.
si.
prima
(P.
si
Così
lo).
contadini
3;')).
tora
tut-
nella
che
,
coniugazione
altri
verbi
tutti
loro
induca.
Enenos
/iì
ne
nos
di
usano
questo
e
di
desinenze
e
molti
modi
propri.
Storpiatura
inducas
Veuire
dell'
alt'
delle
orazione
onenos
parole
menicale.
doin-
57
duca,
significa Venire
Ridursi
guratam.
(P.
fine;
a
in
calliv'
(i-
e
acquo
33
st.
.
Essere
il
mezzo
affatto,
me
nuova
non
lasci
Giardino.
ad
:
giardini (st. 10):
stato
Da
debba
che
parrebbe
inutile
Testo
il
Lo
due
le
Falsi
ha
in
intendersi
un
il
perderci
e
alla
Falsi
per
i lor
messo
29). Quanto
che
guenti
se-
saranno
smarirci
(st
pare
che
significato,
Essere
nel
locuzioni
suo
piuttosto
7).
st.
Abbiamo
giardino
il
contesto
equivalesse
(P.
così,
oggi perduto.
ricerco
ne
dal
dire
sia
che
dire
di
non
mentre
legger
dell'amanuense,
modo
Perciò
per
il cod.
benché
e
il sospetto
un
locuzione
doversi
svarione
uno
non
dubbio
ho
pure
È
dire.
ma
pri-
giardini
Giudizi
vani
o
,
più
come
Castelli
in
aria.
attribuito
alla
sovvenire
di
Jeter
.
din
de
discorso.
può
diciamo
comunemente
Questo
parola
quella
des
qiielqu'un
Ma
convenire
ci
locuzione
do\e
,
questo
significato
Giardino
pierres
dans
fa
cese
franle
jardin
significato
all' altra
:
jarvale
non
locuzione,
58
nella
il
quale
Giardino
voce
slesse
berinlo.
Vegga
ragione
dell'uso
Glritondo.
altri di
Mondo
sust.
Vocabolari.
fare
Si
a
uno
st.
Operare
sul
12.)
frase
:
dendolo
pren-
st.
19).
una
Nell'istesso
Non
giocar
traverso,
malignamente,
(P.
car
Gio-
serio
a
comunissimi
dire
se,
To-
Girotondare,
Giuocare
—
fine
st.
la
noccioli.
Manca
Uso
dell'
Fare
(P.
usa
2)
locuzioni:
queste
cosa
si
senso
di
(P.
di
braccio.
buono,
qualche
cioè
significato
giro tondo,
un
un
notino
del
di
meglio
del
il verbo
per
Giocare
render
Quello
registra
Far
la
significare La-
a
e
che
parola.
questa
ai
porterebbe
senso
con
condo
se-
Sono
modi
anch'
in
oggi
Toscana.
Igniuno
Alcuno
per
(N.
il
nella
verun
sappia,
senso
del
Verbo
19).
st.
da
il
tuttora
Alla
nese,
se-
bocca
popolo.
Integliare
io
33).
si.
frequente
e
del
(P
usato
Dizionario,
ancora
discorso
signifi-^atodi
strato
regi-
non
né,
che
in Toscana.
porla
(icnerare,
dargli
a
o
come
60
soltanto il
di Uccello
significato
rapina,detto
Notola.
Natola
Moscardo.
anche
mi
non
di
dèrno
in
verun
(N. st. 6).Nei Vocabolari sta
diminuì, di
ma
come
questa parola,
modo
Nota
,
cioè Piccola annotazione.
contrario
,
ebbe
in Siena
questa parola
sto? ico
significato
un
per
venivan
della
ambasciatore
,
e
tendeva
s' in-
la Commissione
essa
le Istruzioni che
Al
1 adempimento del
date
a
o
un
repubblicaper
ullìcio Nelle
suo
LegazioniSenesi (Siena,186i) alla
tulliquelli
pag.*26:Raccomandamo
«
ci fu per la Notola commesso.
alla pag. 38: « Circa a la
che
E
parte de la Notubi
Bianca...
Pònto.
V.
prima
la inclitamadonna
sogionseec
».
Apònto.
In
Rassomigliato.
Fatto
Manca
Rinvito. Susi.
a
2).
cambio
di
Rassomigliante,
somiglianza(N. si. ti).
ai Vocabolari.
Sopravanzo.C
rinvilo,Ci
st.
a
»
resta poco
o
poco di
nulla ( N.
è
61
Tiovdsi
Riscampo.
26
si.
questa
del
Potrò
Testo
ire
veder
a
non
saprei
esempi
accertarne
nia
si
senso
quivalga
ad
moglie
la
l'aiuto
con
indotti
è
riscampo
senza
:
nella
usata
voce
mia,
di
altri
il
significalo.Dal
a
credere
Ostacolo
che
e-
to,
Impedimen,
potrebbesi
e
del
voce
sia
cod.,
e
dubitare
dovuta
che
invece
Inciampo.
mondo
al
dicesi
significare
0
All'
adducono
ne
i
commedia
una
fatto
lo
Scialeguare
è
Scotto.
ancora
Essere
st.
l' ombra
unico
di
Vocabolari,
uso
presso
condennato
che
scollo.
un
ricolo
pe-
:
ne
Or
(P.
lo
da
può
giungersi
ag-
che
s' è
st.
st.
i nostri
scotto
proverbiale,
equivale
che
tratto
Cecchi,
Scialacquare
in
per
esempio
seguente
22); modo
lo
inciampo
un
sbaragliamento (P.
per
gersi
leg-
frequentemente
del
il
scorrettezza
ostacolo.
un
Sbaragliamento.
sta
que-
dovesse
Senza
Senza
di
alla
cbe
non
all'altro:
S).
27)
pagnoli.
cam-
(P.
gistrato,
re-
gare
Pa-
62
Non
Sesto.
chicchesia
trovare
(P.
del
fuor
li),
st.
cattivo
cioè
nel
essere
alcuno
Non
:
ed
in
o
ancora
sesto
suo
sto
se-
ordinario
Dicesi
essere.
suo
Trovare
stato
suo
nel
ha
il
desimo
me-
,
significato.
Malmenare
Stazzonare.
(P.
lo
significato
questo
Fanfani
il
Uso
dell'
registra
nel
Tose,
ma
Con
17).
st.
mente
sola-
Vocab.
suo
non
allega
ne
esempi.
st.
li
18). Nei
e
voce,
perchè
Usato
Su.
tu
scolto
di
invece
tone
Tu.
egli
volte
più
In
la
tu
in
22).
usano
al
Non
sing. Stiat-
della
cambio
schena
(P.
r
dichiara
Stiattona.
(P.
st.
la
senese.
ponga
spalle
le
sta
que-
attribuito
e
d'uso
parola
appunto
le viene
Vocab.,
predollo
nel
sta
significato:
altro
bensì
(N.
vegeta
e
Vocabolari
con
m^
Fanfani
dal
so
fatticcia
Ragazza
Stiattona.
st.
ancora.
I
(P.
st.
20):
In
nostri
prep.
6).
tu
gnoli
campa-
In
lo
63
del
contado
Manca
Usare
volta
Ogni
Ugniotta.
il
in
Usare
cattive
le
Testo,
la
proverbiale
Modo
gattivo.
Raccontare
Voce
22).
uso.
Fanfani.
al
senese
st.
ancora
senese,
di
Nel
(P.
Gattivo,
e
in
fiabe
g.
(N.
(P.
cambiata
Usare
st
st.
vece
in-
10).
alla
novelle.
2).
insriDiOE
Avvertimento
Pag.
5
....
Profezia
sulla
Guerra
di
Siena
-^^
»
.
Annotazioni
.
.
.
,
storiche
55
»
..
Annotazioni
al
Testo
50
»
.
Voci
Locuzioni
e
notevoli.
55
?
»
DELLE
PAIOLE
GALFREDO
DI
PIBBLIC\TE
GlilViZZANl
mUM
DA
AVVERTENZE
DI
E
FANFANI
PIETRO
LETTERE
DI
E
NICCOLÒ
TOMMASEO
BARBIERI
LUIGI
ROLOGNA
Presso
Gaetano
1867
Romagnoli
Edizione
soli
di
202
numerati,
ordinatamente
N.
UOLOGNA.
esemplari
Tiri
FAVA
4
E
GAUAGNANI.
Lambruschini
fra
avrei
non
e
io
publicarle
correzioni
mortale),
penitenza;
tacendo,
lo
libro,
emende
le
porta
di
tutti,
le
sono
se
non
di
note
chi
e
buona
imagini
quando
il
quale,
anco
meno
la
che
del
conda
se-
nanzi
in-
Fanfani
voler
Fanfani
così
essere
lettere,
ora
un
ventura
devono
avvertenze
ganno.
in-
fa
mostra
due
la
in
gente,
lodare,
a
Romagnoh
del
sia
tratto
Fanfani,
come
delle
S'
la
un
facile
il
dermene
ren-
spezialmente
e
censurare,
prego
la
per
all'autore,
allo
devo
lasciare,
parte
che
ne
a
fa
(ed
qual
altri sia
altra
sono
miei
devo
non
che
Da
io
ed
colpa,
e
voluto
poiché
peccati
in
poste,
ri-
cose
certo
ma
:
di
è
uno
care
care.
pubbli-
quanto
sebbene
questo
in
me
,
volte,
sapere
mi
sieno
come
state
dolce
care:
e,
l'averle
se
vuol
meri-
ricordi
late,
parole
le
la favola
»
sideriamo;
»
non
»
premmo
»
opera
:
può
che
Il
»
vigore
»
non
»
censure
»
mo
di
ad
alcuno
dette
io
le
mescer
ne
così
d' ani-
parvero
mostra
per
le
conto
do
Quan-
».
note
desidero
grandissimo
:
le
pure
parole
veramente
volta;
cader
perchè
scrissi
manco
altra
sempre
per
queste
in
può
ci
farebbe
forse
fare
censurata.
meritato
ci
di
al
il
sa-
non
essere
meritarle
a
scrissi
valenti
ma
laudi
di
aver
e
spiacerci
fosse
non
difetto
»
de-
consolarci
mai
torno
in-
censure
non
lodi,
ricorre
meritevole
»
Le
«
niva
for-
studio
mio
il
appunto
cui
con
e
e
:
dei
tengo
1' averle
reputo
Grazie
Ad
Fan
eh'
a
pochi
alcune
fan i mi
il ciel
delle
è
parso
largo
avvertenze
dover
destina.
del
rispon-
6
ilere
qualche
cosa
modestia
con
ho
nulla
perchè
aggiunto,
fatto
ad
riverente:
n' ebbi
non
l' ho
e
;
altre
ragione
mendicare
e
scuse
,
disdegno.
il
Preghi
ristampare
favola
le
da
correzioni
secondo
fine
parole
via
quella
so??
in
porsi
le
della
leali,
o
fine
hanno
quali
del
avvertenze
ragione. Dopo
altresì
prego
lettera
del
di
del
in
ste
que-
,
stesse
:
pagina
una
volume
a
1 11-112
in
omesse
XLIV
in
Romagnoli
le pagg.
anco
furono
ove
e
signor
le
Fanfani
quah
tenze
avver-
pubblicare
venerando
una
Tommaseo
.
che,
ma
non
per
la lode
per
che
mi
convenientemente
Non
mi
una
stupenda
mio
in
e
fa, parmi
mandare
basta,
glugne
mi
dottrina
la sottile
avvertenza
che
caro
questo
lettera
porge,
la savia
potere
fuori.
amico;
momento
dell' illustre
I
7
ab.
che
Barbieri
io
conosco
non
,
se
di
non
fama:
abbondanza
quale
e
,
di
in
erudizione
mai
la mia
povera
tanto
in
che
il
Sei
che
potesse
opera
Fanfani
dovizia
dottrina.
sì illustri
il
pio
esem-
imaginata,
onore,
di
e
tanta
di
e
Ella
veda
e
quanto
e
modestia
sarebbe
legga
erudizione
di
sapienza
di
la
ne
aver-
lei si
letterati
cupassero
oc-
quali
Tommaseo
il
e
,
Barbieri?
Io
quasi,
tanto
esalto,
che
nel
per
giovanile
sentenziai
dico
a
fatto
mi
e
Barbieri
Lei
che
che
è
i
mi
loro
dico
bene-
compiaccio
baldanza
del
quasi
e
non
poco
gli errori,
della
certo;
non
cui
con
;
sto
que-
ma
discreto
tenditor
in-
peccati
sono
,
peccati, ed
sempre
farsene
E'
sono
e
altri deve
pre
sem-
coscienza.
in
il
tutte
pochissime
Romagnoh
anco
gine,
paper
8
che
l'amore
in
estimazione
che
presto
modo
lo
sproni
e
il
tiene
dovrebbe
e
Fanfani,
al
porta
maseo,
Tom-
volerle
e
bene:
la
S.
pare
stam-
ad
V.
la
ogni
che
tanto
,
può,
Da
e
a
Macerata,
caldamente
cui
a
dì
29
di
il
GAETANO
suo
si
novembre
devotiiiimo
GHIVIZZANI
1806
comanda
rac-
GHIVIZZANI
GAETANO
Prof.
Cav.
SIGNORE
CHIARISSIMO
AL
MACERATA
Caro
Gaetano,
sor
La
ringrazio
di
dei
due
dell'
tanto
me,
la
e
d' Arborea
ringrazio
V
Regaldi:
mi
è
piaciuto
La
ha
cucinare
nostro
essersi
mandatimi.
opuscoli
dicessa
18GG
novembre
10
Firenze,
il
e
Giusstrevolmente
mae-
del
gusto
Raffaelli
povero
assai
pure
saputa
al
cordata
ri-
anche
quelle
^
parti
da
lei
che
state
in
esso
non
trattate
eran
belle
sono
gentilmente
za
sen,
scostarsi
troppo
dalla
verità.
10
Esopo
U
V
ho
letto
zione.
atten-
con
e
,
Il
discorso
è
fuori,
in
critico,
lavoro
da
benissimo
lungo
condotto
,
e
da
farle
studiato
e
a
è
molto
per
simili
studj.
buon
alcune
forse
poche,
sembrano
tali
sono
il
che
del
pregio
testo
e
fa
per
suo
altro
a
me
gannarmi
in-
possa
nulla
altro
per
(scemano
non
lavoro
del
per
modo
ogni
menti
pari-
sette)
o
tendono
at-
aperto
e
benché
errate,
Ad
Il
cose
sei
essere
che
diligenza
sua
senno:
(ma
coloro
bene,
curato
da
e
citato
della
segno
onore,
quale
il
per
le
,
do
bel
un
Com'è
del
e
nuovo
colleghi?
mi
ella
rallegro.
ufficio,
Mi
Macerata,
di
contenta
e
dica
de'
superiori
suoi
tutto
;
e
bene.
IL
suo
FANFANI
ini
glia
vo-
21.
Pag.
E
acciò
la
cosa
E
(2)
,
qual
Mio
Giove
ecc.
disse
acciò
della
allo
fede
ne
lamento
grande
essempro
per
moglie,
prese
Terra
segg.
e
disse,
(2)
Sole
il
come
4.
V.
Sta
ecc.
invece
di
per
,
ciò,
e
rado
non
pertanto
non
Qui
ciò;
V
acciò
E
tempo,
Dante:
E
modo
\.
mi
chi
punto,
tacque
tanto;
A
questo
pare
clie
scritto
per
leggesi
lo
re
andasse
conseguenza
per
modo
verbiale,
av-
circostanza
E
dicesse:
e
a
di
un
significa
similissimo
q:
invece
direi
come
questo
a
imitare.
è
quasi
gli antichi,
appo
vuole
non
clie
di
trova
si
non
è
ma
si
qui;
disse
come
come
e
a
mandò
pag.
ecc.
spiegato;
A
ciò.
FANFANl
con
146
Cosi
e
14
34.
Pag.
Mangiando,
lo
venne
(3)
nomo
e
della.
la
apre
6.
v.
(3) Lo
L' articolo
uomo.
determinando
,
il nome,
di
nulla
sebbene
uomo,
esso
a
aver
cura
queir
del
parlando
ma
vuol
È
dicano,
per
ci
Il
doveva
a
parer
ch'ella
quel
dice;
fra
bestie
qui
solamente
umana.
che
vuole,
non
significare
mio,
ti
e
celliere.
articolo
Queir
efficacia
colui
era
uomo
detto
qui
stato
molta
ha
pure
che
mosti
sia
loro
,
la
specie
le
bestie
significare
che
naturale
Se
esempio:
lupo gli mangiò
diciamo
noi
come
ammazza;
mo
l'uo-
viene
quattro
pecore.
FANFANI
Può
qui
nel
usato
signKìcato
lo
(ilologo lioreulino:
notare,
dei
le
dialogo
che
certamente
essere
parole
delle
in
clic
nou
dico
pertanto
(lucslionc non
bestie,
come
sia
l'articolo
pare
l' ilhisirc
ardisco
far
parte
supponga
15
il
Fanfani,
favoleggiatore,il
modo
mi
che
diverso:
latino,
il testo
soccorreva
e
G.
44.
Pag.
la
in
tal
le
tre
al-
italiche.
versioni
Et
glio
vo-
e
comentare
a
del
bocca
in
bene
è assai
che
detto
aver
pure
sì
esser
ma
eh' è
(2)
'l
G.
5.
v.
lino
sopra
nacque
,
terra.
eh' è. In
(2) Et
subito; ed
è
è, che
dire
è:
non
in
questo
lario
il vocabo-
ma
esempio
porge
ne
dimora
senza
modo
comune
significatoche
non
unatlmo.
di
dei
nimo
modi.
due
Non
la
indurmi
posso
stia
cosa
com'
il eh' è,
perchè
valere
lo
ella
cosi
che
slesso
credere
a
pensa
:
solo,
il
che
prima
può
non
eh'
è
eh'
è
,
come
è
e
gli antichi,
dissero
che
è,
non
e
poi
che
come
perchè
dicono
o
il
che
i
derni;
mo-
non
può
il favolista
abbia
maginarsi
imvo-
16
lato
che;
ma
è
in
errato,
V.
nel
vero
luoghi
la
nel
che
io
Ch'
qui)
è
ben
scritta
è
eh'
é,
e
Che
al
che
nel
io
pag.
148.
ficato
signidarsi
ricor-
codice
l'ho
modo
Il
cho.
è
non
leg-
dee
(il
ha
per
in
quale
et
registrato
a
Ecco
codice
se
dovesse
che
particella
lo
dato
si
più
uguale,
ella
almeno
tanto
dice
co-
apertamente
avrei,
qui
ha
il
che
senno
adunque
che
la
è
il codice
altresì
buon
in
nacque
che
testo,
Ecco:
2.
è
più
congettura
lere
vero
Io
corretto.
canapa
È
con
e
posto
la
che
attimo.
un
et
dire
poi
è
non
T
ho
lario
vocabo-
mio
Essere.
verbo
FANFANI
51.
Pag.
Onde
di amici
Che
nulla:
e'
insegna
sicché
vuol
non
dire
perchè
21.
V.
il
savio
formarci
tale
temiamo
formarci
formarci
cosa.
di amici?
Mmici
come
,
17
alcuni,
dicono
or
antichi.
gli
sillaba
che
pare
chiara,
ben
è
Né
né
(se
quella
pure
é
è
ma
r
ni,
un
che
consunta,
ha
la
Ora
r.
di
forma
ciie
m
a,
pare
invece
è
non
dire
così
e
darebbe
per
quella
e
non
cia
comin-
mai,
posto
una
Va
verso
se
marci,
for-
con
verso
l'altro
e' è
formaci,
ha
ma
ci, il che,
con
non
un
ma,
e
io
cer-
il codice
finisce
ma
dicevano
non
una
fornirci)
veramente
,
avrei
io
in
posto
scambio
di
il dubbio
nota
dovesse
/ormare?
che
leggersi
fornirci (1).
FANFANI
(1)
Or
ragione
sarebbe
non
del
più
credere
testo
torniarci
aferesi
confacente
s'
dì
avesse
alla
gere
leg-
a
attorniarci
?
io
,
ne
sono
che
quanto
60
1672.
—
vi
bella
Gap.
il cod.
secondo
Anche
molto
al
abbiamo
Bibbia,
legge:
una
es.
fece
fare,
piazza
e
,
fecevi
la
si
abitare,
suo
per
Vi
della
in
maggiormente,
tanto
simile
quasi
dei' Fioretti
Rice.
e
persuaso,
terra
condotto
uno
e
che
ne
d'acqua
macinava
che
assai
forma
mulina.
tutta
—
18
63.
Pag.
Andò
disse
e
e
lei
Lupo
uno
li
e
4
e
a
una
v.
ch'ella
suoi
segg.
Troia
volea
gna^
pre-
governare
nel
porciellini
suo
parto.
Ma
quel
Lupo:
a
in
Ella
pronome
che
dunque
dovea
la,
e
rebbe
riferi-
si
versi
scri-
pleonasmo
con
munissimo,
co-
spiacevole.
non
FANFANI
Si
solo
certo,
diverso
nel
volli
così
e
per
scrivere,
di
errore
avvenne
e
stampa
non
duto
ve-
correggere.
G.
Or
un'
chi
non
f,
e,
V
troppo
vede
e
importuna?
lurnia
e
,
l't
Parrai
le
giacitura,
fu
s'abbia
non
a
assai
leggere
forma
o
tornò
ne
cifre
predelle
t
in
congiugnendo
insieme,
quindi
il
mutato
sprovvedutamente
n
rimettendo
qui
che
G.
un'
palese
alla
che,
lor
prima
tornio,
m
o
altrimenti.
,
Z.
'n-
20
Nella
mìa
del
parole
r
che
non
alludeva
Fornaciari:
con
se
io
nota
di
soltanto
pienamente
e
Fanfani
egregio
cordo
d'ac-
peccai
non
brevità.
G.
69.
Pag.
Uno
in
perché
stato
generale
in
buono,
del
poi
buon
aboccato
I
il
e
corridore,
si
dava
o
l'esser
a
si
può
lente
vasere
es-
presso
ap-
significata
né
vuol
presenti
avevano,
corrente
a
era
bene,
o
forte.
le qualità
participi
l'eccellenza
buon
cane
noverano
addietlivi
operazione,
si
prima
cioè
gli antichi,
e
dinanzi
addentar
robusto.
per
si
il
essuto
era
che
cane,
corridore,
usali
Cane,
uno
qui
G.
segg.
virgola
porsi
corrente,
dire
cerca
corrente,
da
Era
e
giovanezza
sua
buono
molto
12
v.
Signore
quale
a
tualmente
vir-
perizia
l'
del-
vale
cosi
simili
dare
aggiunto.
FANFANI
cipi
partialtro
21
Anch'
io
e, solo
notato,
qui
nella
stampa,
sopra
G.
70.
Pag.
Ma
già
à
molto
verbo
qui
significatomi
ed
alla
V
essere
bene
se
o
vai
manchi
che
alineno
Il
ecc.
tal
in
e
Manuzzi
al
loro
manca
è
se
stia
che
par
il
istare;
per
alla
unito
convenire,
particella
alla
chi
a
convenire,
mi
non
ma
poi
stare
chi
a
un
questo.
come
convenire
vale
pare
Crusca,
esempio
(3)
biasimarmi
è
essere
?
lodato.
male
(3) Ma
G.
20.
V.
biasimarmi
è
male
m'
fu
virgola.
la
tralasciato
errore
per
modo
nel
inteso
aveva
per
quale
particella
dicevole,
esser
male
disdirsi,
è
disconvenire.
FANFANI
Non
in
niego
luogo
per
e
che
il verbo
(li istare; noto
istare
elio,
anco
parmi
però
che
mancare
il verbo
non
essere,
istere
anco
al
sia
galo
spie-
rio;
vocabola-
solo
prende
22
il
spesso
vivo;
significato di convenire,
noi
e
andare
si
al
teatro,
Non
cosa.
dice:
il verbo
convenire,
particella male,
modo
prete
la
far
te
sì
è
un
detto
più
mente,
esatta-
il verbo
come
vale
dalla
seguito
e
disconvenire.
disdirsi,
vale
G.
71.
Pag,
è
non
.
.
tal
particella bene,
dicevole,
esser
a
a
essere,
dalla
seguito
stare
sta
avrei
pertanto
che
sta
non
non
ed
20.
V.
loro
G.
rore
l'er-
perdonato
.
(4).
(4)
deir
7/ codice
Errore.
ha
amanuense
Perchè
ha
disse
mi
il
:
A
nell'Eneide?
nel
dove
vi
la
mio
sono
d'
trarmi
Non
E
popolo?
Erro
invece
erro
corretto
favella?
usò
manifesto sbaglio
di
voce
errore.
il
è
stesso
Legga
Vocabolario
parole
del
poco
d'uso
tuttora
Caro
Dante
un
erro
e
erro,
sbaglio manifesto?
chiamatala
non
per
tra
lo
non
l'articolo
dell'
uso
Fornaciari.
FANFANI
23
delle
che
si
spesso
codice,
persuadano
che
a
errai
di
Avenne
dal
suo
tornato
lavorio
molto
in
Il codice
perchè
,
di
La
però
del
manco
G.
G.
per
Villano
adirato,
legge lorm;
dell'
errore
de'
di
un
comunissima
poteva
il
(1)
ho
,
l'accordo
fu
al
seg.
pag.
dissi
come
mutazione
e
e
,
scrivere
confesso
pure
trovò
casa.
(1) Tornato.
corretto
19.
v.
die,
Serpente
il
mi
non
addurre
non
di
poetico
Dante.
76.
Pag.
a
parole
questo
Fornaciari
opinione,
mutare
gravemente
l'esempio
del
nuense,
dell'ama-
di
l'esempio
parole
citato
delle
scrittura
nella
sebbene
le
e
sbaglio
sillabe
ultime
passava
e,
Dante,
sia
erro
nel
che
sempre
favola
della
luogo
creda
io
Sebbene
difendersi
io
ho
queste forme
amanuense.
del
tempi
tempo
bo,
ver-
coli' altro,
agli antichi;
la
lezione
codice.
FANFANI
e
24
Io
lio
non
si potesse
sia
verbo,
fosse
detto
né
difendere
e
che
vero
r
azione
qui
non
credere
ragione
che
antichi
in
in
male
e
in
tJira
nota
posto
che
ognuno
a
voluto
sto
piutto-
e
ta
scrit-
piìi
con
stra
mo-
certo
la
posso
scrit-
vera
legga
ed
89.
Onde
à
(2)
sema,
(jhezza
a
A
tempo
tale
posto
della
pag.
lo
contro
lo
segg.
che
die
la
e
lo
go
luo-
è
un
fjlos-
soverchia
(jli
lo
(2).
questo
correi/fiere
sentenza
tale
A
avenire
ecc.
G.
forte,
potente.
puote
luogo
a
e
comprendere
ardire
contro
pauroso
e
ultimo
v.
possiamo
debole
tenda
in-
modo.
suo
G.
Pag.
del
tempi
parendomi
Ma
l' aver
lascia
bene
seb-
chiaramente
errori.
,
me,
si fattamente
luoghi
tali
non
spezialmente
ho
torna
altri
che
coli' altro
dell'amanuense,
incorrere
appormi
de'
tempo
opportuna,
parola
errore
per
a
continuativa;
né
la
sta:
un
agli
era
bella
bene
di
comunissimo
se
dire
la mutazione
l'accordo
e
voluto
va
davanti.
lar'
25
reclii
Si
anliciii
gli
l' autore
qui
il
tali occasioni
ardire
il
contro
che
Dante
ci
può
Il
perche
disse:
una
virgola
tale
luogo;
forte
possou
passo
n'é
tal
se
alle
Non
dato.
messo
molto
ha
Ricordi
ecc.
da
dinanzi
e
si
// nostro
andava
non
dir
il debole
che
alcuna
torre
vedrà
e
che
il
e
voluto
ha
non
altro, moralizzando,
dare
tale,
gli davano,
che
ebbero
che
(li posporre
significato
che
l'uso
mente
a
non
parole
a
chiamate
meno
glossema.
F ANFANI
93.
Pag.
colà
muori
e
5
v.
onde
e
seg.
credi
tu
vere
vi-
(6).
(6) E
Onde
qui
non
un
vuole
muori
sia
colà
per
buono,
solo
onde
dove,
e
il
credi
quale
il vocabolario
esempio,
afjijiugnere.
tu
il
perchè
vivere.
uso
ne
è
mato
sti-
stra
regi-
questo
si
26
No,
onde
colà
e
onde
e
qui
tanto
e
che
E
:
come
in
quelle
,
dove
cose
trovi
E
la
credevi
cioè
quelle
giocondo;
usate
male
neW
giù
piangere
Dante:
ben
che
beato,
farlo
fanno
dee
esser
ricchezze
dovrebbero
lo
disse
come
là d' ov'
piange
ghiotto cibo,
trovar
morte;
ma
particelle
il dire
è
l' autore
detto
dove;
per
sono
pronominali;
ha
ista
non
usate
inferno.
FANFANI
106.
Pag.
E
chiasso
(2)
E
passando
uno
che
non
fa
Asino.
regge
e
il
l' azione
seg.
(il Cavallo)
iscontro
istretto
iscontro
che
lui
passando
11
V.
lui per
Asino
uno
chiasso
uno
avrebbe
la
sona
per-
quella
essendo
dire
dovuto
(2).
islrctto
GramaUcalmenie
gerundio
uno
per
egli
e
lui.
il pronome
Quando
al
in
gerundio
raso
si
egli
anche
può
obliquo,
si
ed
ne
pospotere
met-
equivale
al
28
l'esempio
È però da
Fanfani.
il suggetto
verbo
finito
dal
che
nel
solo
gerundio
il
nella
che
segue
mia
nota,
se
che
io
credo, perché
non
da
passasse
altro,
si
ma
voluto
aver
passasse
altro
a
dire
di
scrittori
del
a\V
egli
come
ciò
è
qui
che
che
da
che
Si
sella
108.
il bello
?
un
deve
per
un
potrebbe
tivo
nomina-
gli
usarono
essendo, cambierebbe
per
altra
G.
ove
no
l'Asi-
via
la
gramalicale.
avvertenza
Pag.
il che
il cavallo
caso
talvolta
tornerebbe
e
ha
non
questo
l'Asino.
il lui
cipale:
prinerrato
scrittore, che
che
: ma
verbo
Asino,
e
può
suggello
avere
luogo piuttosto
un
questione
mia
lo
il
meglio
importa,
notare
si
non
imporla
posto
fine d'incontrare
invece
la
bene
per
piuttosto
antichi
un
nulla
retto:
caso
il Fanfani
si riferisca
del
può sempre
cui
non
pure
inleso
il Lui
si
suggello
parmi
quando
anco
il
mentre
in
dal
è suggello
non
caso
perché
che
l'accusativo
sia
non
addotto
adoperalo
pure
nominativo,
non
del
avvertire
gerundio
fu
ne
il
usare
se
del
Dante
di
appunto
V.
freno?
1
e
ore
G.
seg.
è. la
bella
20
sciogliersi
da
volta
altra
dissi
Le
in
mi
che
pareva
oyV.
FANFANI
Il Fanfani
11
stampato
correggere,
scrivere
di
Io
poscia
l'articolo
luogo
il,
delle
ed
ove
che
pensai
bello
mente.
in
ove
scritto
non
nelle
non
tre
che,
non
se
fui
foglio, non
poi
e
passò
mi
ragione,
ha
giunte
tempo
a
indotto
dov'
e
distintamente;
ma
al
ove
seguitando
sarebbe
primo
bello
stato
scrivendo
vocali
vedere
è, dal
i' incontro
il
è
ove
freno.
112.
Pag.
gli
Avrà
4i
3
V.
traditore
l'uomo
le
a
di
G.
G.
fav.
a
correzioni
e
stato
era
sendo
es-
occhi
veduto
che
parole
a
il brutto
sono
seg.
mai
dee
non
innanzi
resta
e
zare
al-
coloro
che.
della
sconcio
mancando
mozza,
leali.
FAMFANI
Altro!
sulle
e
prime
come
bozze
ciò?
pure;
nel
mio
\i
ms.
dunque'?
io
sono:
non
so
30
che
dire:
e
pregato
me
che
a
fine
il
signor Romagnoli
di
ristampare
credo
tutti
coloro
da
retto,
cor-
bretto
li-
questo
con
che
già
carticino
una
manderà
fu
l' opera
ebbero
a
cambiarlo.
possano
G.
Pag.
119.
G.
5.
V.
AVVERTENZA
La
in
Novella
della
mi
parte,
Vedova
presa
Satyricon
dal
pare,
è
ùì
Petronio.
FANFANI
Pag.
Fu
non
[adendo
del
li
molto
amava
molto
sviato;
bene,
ninno
e
seg.
li servi
e
lo Padre
del
peccato
Figliuolo.
E
(l)
che
(1)
fanti
e
che
Figliuolo
suo
lattea
4
v.
Padre
uno
uno
125.
io
non
//
facicndo.
secondo
il solito
,
codice
ho
correità
,
come
di
errore
deW
ha
amanuense.
facic,
in
cicndo
fa-
31
Non
da
era
ciendo;
intendere
ma
sviato
era
tali
tali
alterati
é
anch'
il
propone
presso
apnon
rore
l'er-
quando
leggere
migliore
ponendo
Padre.
invece
facieva
e
fanfani
io
lo
faceva)
codici
non
se
Fanfani,
innanzi
figliuolo
rari
aperto.
Credo
letto
I
fa-
verbo
non
antichi.
gli
vanno
di
essendo
costrutti
il
che
voci
in
facie
facie (non
non
e
bene;
ninno
il
mutare
Ad
di
come
punto
avrei
modo
ogni
1' opinione
secondo
facie
gola
vir-
e
,
pili volte
codice
questo
manifestata
intorno
nella
di
voci
certi
verbi.
G.
127.
Pag.
E
Lima
avea
offendea
la
la
e
lei
Vipera
bene,
la
(3) La
ed
è
come
mia
Vipera,
Così
potenzia,
potenzia,
la
dire
,
reina.
e
mia
Modo
G.
segg.
Udenti
disse:
e
mia
2.
v.
di
stampa
suoi
ti,
forla
quanto
tu
non
(3) che
assai
fai
ecc.
vago,
la mia
imperatrice
,
32
Questa
lei.
da
è
Il
codice
chiaramente
beile
E
bene
di
potenza
fai,
Tu
cioè
;
presa
ma
discorso
cosi:
quanto
fatto
il
e
disse
la mia
dice
non
sai;
ordinato:
svista
strana
una
va
sai
non
non
sci
cono-
possente:
sono
e
dichiara.
poi glielo
r.\NFANI
Non
che
so
gravissima
come
terra
dire
colpa:
sia
andato
terra
la
se
non
in
le
per
nuvole
quando
facile.
tanto
G.
143.
Pag.
Non
mi
che
volano
mia
morte.
uccidere
ora,
(2) Quinci,
r
n
dair
anco
è
starne
diranno
legge quici,
si
G.
segg.
quelle
quindi^)
Pure
scritto
e
che
il codice
amanuense.
com'
11.
v.
del
capacitarmi
so
cosi
era
rendermene
non
la
omesso
potrebbe leggere
punteggiando
diverso
,
cioè:
che
Non
mi
uccidere
volano
ora
qui,
che
ci diranno
quelle
la mia
starne
morto.
e
Li,
vale
Liei
il codice
legge bene,
Quinci:
letto
com'ella
che
morte,
qui,
la
diranno
sarebbe
stessa
com'ella
dire
la
Nella
13.
v.
d"* uno
corte
pone,
pro-
che
volano
mia
morte.
"\NI
il
atempato,
e
era
quale
spenditore
savio
costui
segg.
e
re
del
,
agio
(1).
(1) Un
savio
agio.
//
vocabolario
ha
valiere
Ca-
era
marlingo
ca-
e
era
e
di
de
gran-
e.
di
granile
,
ricco,
uomo,
uno
re:
ricco
uomo
non
e
se
per
diranno
145.
altre
le
FANI
Pag.
mia
la
capitano;
un
qui
qui,
ora
starne
per
il porre
dacché
ci,
Le
sonerebbe
come
zato,
smez-
va
diranno
volando
(love
parti
Quid
qui
la
ma
avrebbe
propone:
volano
ora
come
Dunque
male
e
il
né
Là.
vale
Luci
e
qui;
Qui;
vale
particella Quid
la
Di
vale
particella Quinci
La
?
agi plurale
in
senso
3
34
di
ricchezza:
usarsi
Questo
fìcnto.
grande
Giova
poi
agio
cosellina
sim/olare,
agio,
anco
di
grandi
la
mostra
e
siipiidi
frase
dice
agi
ricco
di
più
tal
in
che
osservare
di
a
inoslrcrebhc
esempio
(pialchc
solo
non
,
possedimento
la
per
qual
è
cosa
favola, dopo
stessa
Di
grande
usaronlo
età
la
di ricchezza,
uso
posta
gli antichi;
di
e
appunto
si
non
età ;
grande
detto
dove
spesso:
questa
ricco.
voce
significato
dissero
in
appunto
vale
agio
quel
in
né
eziandio
ma
da
agio
questo
battè
lei
per
liere
cava-
percliè
vecchio.
era
FANFANI
Mi
perdoni
consento
non
opinione.
vi
era
di
inciso
le
è
Anzi
lutto
che
ha
lilologo
e
avendo
era
di
più
poi
in
voluto, panni,
(|ualìlùmorali
e
i
heni
(jiii
mia
allora
lora
al-
attempato,
a
quel
notare
di
io
la
detto
chii venga
età:
se
sostengo
il cavaliere
ragione
grande
non
ini,
con
l'autore
non
l' illustre
dire
die
secondo
se
fortuna
non
del
36
155.
Pag.
E,
quando
lo
aiutare
ebc
li
le
Pastore
del
se
in
deva
ucci-
e
pecore
non
cani
store;
Pa-
poteva
ne
(1).
(1) Non
se
cui
a
Ella
riferisce il
dice
poteva
ha
po.sto
del
verho
la
lei
quale
ìion
il
e
del
famoso
saggio
ha,
non
Aiutare
vuol
so
Prese
tarsi
Aiu-
Difendersi;
diro
difendere
Dante:
—
giunto
ag-
riferendola
Difendere,
Lupo.
ha
aiutare.
si poteva
non
non
ma
però
il codice
favolista
se
significalo
ne,
dunque
dire
dei
non
cani;
al
poteva
se
antichi
viio\
violenza
de'
particella
leggendo
Pastore
Pa.store
qui
mente
Intendi
ne.
aiutarsi,
a' cani,
([ui
il
che
aiutare
la
gli
aiutare.
poteva
ne
si
ne
da
segg.
pigliava
mangiava
e
e
Lupo
,
e
0
lo
sicuramente
[letjno
cani
1."
v.
Storie
che
il
dalla
Aiutami
Pistol.
37
Non
cssi'iido
loro
potente
gente
resistere
mandò
do-
aiutarsi;
lhI
a
per
ailri.
FANFANI
Sta
bene:
lutto
scritto
e
poi
così
copiando
1' ho
mi
nuto
ve-
accorgermene,
del
Codice:
lo mostra
ii Fanfani
come
è
me
a
ne
senza
ben
avvenuto
mai
quel
creduto
sempre
sia
aggiunta
ma
ha
die
e
non
aver
visto
certo
,
leggendo,
in
nelle
parola
una
al
Codice
diverso,
carattere
verla
scri-
senza
farne
e
parola
note.
G.
194.
Pag.
Per
questo
che
che
la
il
il
la
parenti
Tutto
copio
meglio
molto
a
22.
e
o
e
questo
gente
vicini
visa
di-
savio
è
senno
questo periodo
liigoli,senza
segg.
lo
assempro
semplicità;
eh' aiuta
avere
v.
G.
cortesia
è
quello
che
più
suo
,
che
abbia
zoppica;
ma
vi jury li il Ialino.
*.
io
38
Mi
che
pare
dovesse
il
C^'e
correggersi:
senno
cortesia
e
è
questo
che
la
che
quello
del
lesto
Rigeli
il
meglio
semplicità;
aiuta
e
Ma
ecc.
sbagliare.
posso
FANFANI
A
il
già
me
Ialino
dello
che
pare
al
di
Rij^oli
non
il Fanfani
e
voler
mollo
abbia
bene
correggere
rifallo
qui
:
io
ma
il
G.
.nvea
Rigoli.
G.
LETTERA
NICCOLO
TOMMASEO
SIGNOR
PREGIAIISSIMO
AL
(IHIVIZZANI
GAETANO
Pituh.
MACERATA
Sig.
Preg.
ioluto
potere
renderle
grazie
delle
le
mi
Avrei
un
quali
eh'
pare
accuratissimo
più
taluni
parere
di
appartiene
spirito
umano;
facondia,
che
la
alla
radice
ha
suo
fatto
lavoro,
quel
né
sopra
abbia
Ella
giacché
;
favola
nome
Favole,
erudito
importante
prima
assai
e
a
possa
della
storia
dello
storia
perché
senza
comune
il
vella
fa-
con
fas, fasti,
Dante
fato.
,
animale
contrappone
cioè
che
ragionevole,
eufemia
:
noi
a
nelle
ironia
lo
quel-
a
animai
chiamiamo
per
ma
fante,
forse
favole
r
o
per
animai
42
bruto
diventa
fanti
e
cavalieri
e
e
parlare
e
ben
e
fece
bestie
e
viene
P
vede
che
un
mi
alle
al
apposte
della
cosi,
guardando
ri-
correzioni
e
ho
volume
avuto
delle
anche
Ella
in
troppo:
di
Codici.
aiuta
a
di
quelli
Così
la
mentari
ele-
mi
piace
de'
parlari
che
paiono
e
vestigia
taluni
giato
assag-
talvolta
note,
riconosca
toscani
Ho
diligenza.
sua
altresì
errori
che
an-
,
saggio
eh'
leggere
E
giunte
secondo
Ella
questo
dell'indice.
poco
/'aquila
e
fatto
son
betico,
alfa-
suo
Da
ambasciatore.
però
uomini
indice
/'agnello
tra
io
E
tacere.
neW
dove
ai
agi' infanti regii
congiungere
a
cose
insegnare
per
ai
pensare
Ella
fanle,
vente
vi-
lingua
illustrare
/' antica
e
,
r
rende
antica
la
sì
e
lingua
de'
comune,
in
quindi
certe
la
e
di
e
di
dichiarano
storia
rale
gene-
ciascuna
tutte,
venti;
ri-
conformità
differenze
linguaggi
e
Aerei
colle
usi
degli
sì colla
i dialetti
e
loro
ragione
si
particolarità
zione,
na-
compie.
qualche
LETTERA
DI
LUIGI
BARBIERI
E
DI
GAETANO
RISPOSTA
GHIVIZZANI
lustre
«inorando
V
Serico
all'
Illustre
Vostra
certo
un
si
delle
da
Siena
con
qualche
suo
discorso
mani
ieri
esser
di
e
solo
S.
»
al
le
ragioni
dirò,
non
nella
posso,
Esopo
dottissimo
alle
Favole
«
venutomi
alle
volta.
do
Doven-
possibile,
segrete
il
portano
maniera
prima
uno
per
nel
prima
breve
giana
parmi-
ricordare
discorso
la
cìw
volle
premesso
che
che
d'
ad
parole
stampa
censura
per
notare
parole,
V.
che
(ìalfredo
di
nota
gnoria
Sisino
ijucllc
Favole
«
»
iscusarmi
di
nella
Onoranda
e
per
punto
leggono
Sij|norp.
dell'
lascierù
di
mio
più
autore
quelle
nome,
gata
strin-
del-
i8
le
favole
in
versi
fuor
essere
fredo
di' io
4'
in
la
vece
lungo
mi
tema,
fidando
pienamente
della
della
minore
si
bene
versi
air
da
prosa
Galfredo,
Bernardo
roncse,
dalla
io
che
altri
parmense,
vissuto
nel
su.
ridusse
in
Romolo,
non
il
di
nome
ignorava
pinione
l'o-
de'
gliono
vo-
Gualtiero
Ursone
animo,
favole composte
le
dotti, alcuni
sia
certo,
più
profferii
non
V.,
scrittura
citai
maestro
francese,
Salone
suppone
dell'
perché
de^
che
nobiltà
autore
un
incerto,
tempo
sarà,
latini
elegiaci
S.
quale
eh'
che
to,
argomen-
nella
traluce
Pensando
fretta
nell'
tosto
sola
Stimolato
dalla
entro
dica
giu-
colla
latino.
e
guida
V. S.
che
e
no,
tosca-
alla
fatto
originale
leggiadrissima
di
scritto
ferma
afGal-
volgarizzamento
stringe,
non
in
dubbio
essere
cortesia
che
d' oy ni
forestiero,
dell'
scorta
eh'
giudicava
testo
un
dal
del
poi
;
Ella
latini,
quali
inglese,
altri
Ildeberto
che
tu-
altri
ligure,
sesto
altri
il
p.
fine
in-
Affò
secolo,
e
49
faniielli
proffenij dissi,
Non
avrei
uno,
5'
(per conghiettura
Se rio
dato
eh'
alta
luogo
mi
io
de' codici
ture
ciò
Selo
risiensis) generato
parmensis
Taddeo
»
igoleto,
decimoquinto,
r antico
in
«
Lione
»
Esopus...
num...
hoc
et
Socrates
Aia
dicunt
greco...
glicus fecit hunc
Esopi.
»
Le
giudizio,
hoc
Serio
opus
vates
il
ragiona
da
il nostro
secolo
ragiona
Liber
«
dove
Baiami
recita:
composuit
opus
de
greco
quod
librum
Galterus
sub
dire:
composuit
»
con
quel
in
che
in
lati-
in
«
an-
nomine
quali prime parole,
dovevano
pure
fabula-
Stefano
i500),
pa-
Salo
«
del
cui
del
(edito
non
le brevia-
avessero
di
l'anno
che
che
scrittore
prologo
Esopi
rum
e
di Salone
parisis (Serio
cui
di
di
sospettava
sia
improbabile
paresse
innanzi
creazione
con
parìiiense,
dovuto
posto
,
aver
Gal-
di
nome
intende) quello
parigino
ne
il
quand'avessi
fredo, perché,
profferirne
undecimo.
neW
Pezzana
e
a
mio
Esopus...
Et
greco...
seguita.
Ma
4
so
cotale
una
e
la
timidezza
che
reverenza
mi
satirico
abbia
che
;
abili
più
con
poca
bricio,
altri
V.
S.
il
ed.
lat.
n,
parmig.
t.
VI.
Endliclier
—
Vindob.
Turoncnsis
la
punto,
sanese
XI.
quanto
cioè
l'
rende
:
t. II. pag.
scritt.
codd.
158.
t.
s.
»
e
19,
29
Hidelberti
t
litt. de
seg.
il
io
una
scritt.
lat. bibliot.
concerne
aver
28,
parmig.
Hist.
—
1,
pag.
quali
Fabric.
II. pag.
part.
gli
e
i
Pezzana
—
Fa-
scorrendo
appresso
Fabulae
France
Per
vedere
Catal.
I. pag.
troversia^
con-
il
brevità,
degli
25
una
Spotorno
Ernest,
Mem.
pag.
lo
qui
cedente
pre-
lasciare
a
Barzio,
agio
cito
me
co-
quale faticarono
per
con
che
Affò
^
L
riuscita
ometto
Bibliot.
t.
la
potrà
V opere
29
intorno
il Muratori,
che
nel
il decidere
me
tone
Sor-
XIII.
anche
persuasero
di
giori,
mag-
scrittore
uno
secolo
vissuto
mi
e
di
del
a'
nominar
a
parafrasi
francese
naturale.,
debbo
aver
consigliarono
colla
a'
mia
detto
scrittura
secondo
che
il testo
o
fran-
52
vulgare
diletto.
«
Né
»
di
ignoranza
imperocch'
contrario
quando
dal
(il
latino
forse
le
provenzale
francese
in
mente
benefici.
vuti
coW
fui):
Nil
cepti
timct
tutt'
altro
quando
(Fav.
L.):
Ila
becco
«
latino
e
mai
più
(Fab.
malis;
ac-
Che
versi
vidde
quando
Di
ha
in
ciò
originale
che
mostrano,
amarore.
non
tino
appun-
Oltre
»
essemp
bella. E,
forte
ne'
si
Prendo
uccella,
ricie-
recita
d'arni
riga
quando
a
savia
suo
che
i
boni.
:
mali
immemor
esse
falsa
la
duttore)
tra-
pessima
prodesse
malorum
non
trovava
il
prodest
mala
a'
loro
che
libro
esempio
risponde
originale
«
mens
Che
»
che
pel
dimenticare
teme
non
lità,
mora-
nel
servire
la
del
latini
guest'
che
perciò
nelle
servito
a
duttore,
tra-
traduce
scritti
fa prode
uomini,
prova
i versi
erano
o
Niente
dà
accade
come
«
nel
egli
perchè
porre
sup-
latino
veramente
che
contengono
gioverà
a
come
lo di
l" erba
la
quelnere
te-
assaggiò
darvi
cuore.
il
»
53
(Far.
LUI.):
aiuto
lascia
suo
e
Quelli
«
danno
portare.
credo
tuttora,
suddetto
lo
per
parafrasi
doveva
rimaste
nel
Me
de'
fede
(notati
anche
quali passò
latini
per
pag.
codice
della
i
versi,
latino,
de'
da
V.
ne'
commenti
V.
I.
aver
zione,
distin-
qualità
secolo
che
semi
glos-
alcuno
S.),
lastici
sco-
Quello,
xir.
S, allega,
il
maniera
alla
in
sta
parte,
Parmense,
a
contenere
volgarizzamento.
la
del
della
CXI
stiera,
fore-
nessuna
pure
esempio,
latino
intramezzate,
del
dava
ne
zamento
volgariz-
dal
testo
senza
corpo
deva,
cre-
me
al
oltre
morali
poi,
co
nimi-
versione
del
chiose
dal
il
che
una
quale,
buono
Per
»
proceda
d'
mezzo
la
una
Può
andare.
il
che
quale
di
un
ta
por-
glossa
,
che
tum,
Da
dicono
«
dat
qui
facie leta,
dederis,
llospitis
cula
:
perdis
in
pensa,
mensa
Nec
bene,
Dat
dat
mul-
vultum.
cum
munere
sine
leticia
faciei,
rei.
merilumque
rem
vultum
mense
si
fer-
non
sed
cultum
,
54
dantis
respice
delle
del
più
position
tion
ou
sope
est
taire
traduction
Fabularum
che
il
sec.
XIII.
Colleg.
due
vus
0
Meri.
/'
cher
del
non
tutto
xcir,
nota
dell' opera
con
992).
pag.
V.
S-
tulio
e
il
di
alla
sua
di
cuore,
Le
perchè
levar
nella
pose
voglia almeno,
tra
l'al-
Leyser.
compiacersi
che
no-
(Endli—
alla
te
o
Baldo,
a
aevi
del
Aesopus
«
»
mss.
96),
161
pag.
voglia
supplico
codd.
Neckam
scrivo
la
cod.
in
ccxlviii.
med.
cose
parte
La
cit.
Tracta-
«
Esopi
attribuita
poet.
quali
il
(Calai,
Alessandro
rf' E-
commen-
un
pure
intitolate:
Op.
Hist.
n.
una
ad
d'
registra
xiF.
exposi-
fables
moralium
Coxe
opere
»
o
»...;
(Mss.
nota
des
ex-
lino
Pao-
die
»
re
di-
L'
«
Cette
«
accompagnie
moral
tus
:
colla
394):
pag.
forse
veduto
fables Ysopet
ticolare
par-
integrità
potrei
registra
VII.
t.
sul
dell'
e
aressi
des
Paris
dove
chiose
se
Ma
»
volgarizzamento
di
fr.
vultum.
ma
pri-
na
pagiquesto
scu-
55
quelle
sare
buona,
mai
citarsi
pensando
per
mie,
E
che
bel
lavoro
che
pregandola
e
modo
mia
di
ha
donato
a
voler
dove
perdonarmi
presente
più
in
qualche
mi
dell'ili,
Cav.
in
della
le
faccio
nella
mai
errato,
pari
con
za
sen-
stima
proffero
di
Sig. Prof.
Italia,
che
cosa
S.
L.
e
all'
ossequio
umilissimo
All'Illustre
del
osservanza,
onoranda
e
V.
avessi
infastidirla
devozione
S.
degnare
V
e
esse
hanno.
colla
vivissima
supplica
ad
non
sincera
ma
povera
la
e
punto
particolare
sero
doves-
che
dando
rallegrandomi
alla
dettai
io
più
autorità
un'
eh'
parole
Parma
Onorando
GAETANO
FIRENZE
V.
servitore
BARBIERI
il Ik
novembre
Signore
GHIVIZZANI
del
18CG.
e
Illustre
Macerata
In
benignità
a
dell'
ricevuta
data
mi
del
io
od
bellissima
di
24
so
lungo
tempo
i
guai'
V
valorosissimi
Italia
è
non
fatiche
dell'
scrittura
la
tutta
cultori
sì
avere
da
e
S.
tera
let-
mi
esaltar-
povere
grande
elegante
valente
qual
debba
più
in
Ella
mese
Nella
alle
più
ho
che
imperciocché
sperare
ed
sì
questo
se
elesse
mi
lettera
umiliarmi,
onore
dotta
di
ge
reg-
italiana)
Firenze.
a
non
potessi
fra
la
la
che
uomo
letteratura
diresse
mie
egregio
pubblica
insegnare
Liceo
li.
cui
(nel
istruzione
la
Signore,
veneralo
e
V.,
mo
uo-
che
da
riverisce
della
pa-
58
letteratura;
tria
abbia
dovuto
di
ciò,
ricoglìere,
dottrina
e
rarissimo
un
diffidenza
di
di
cadere
in
più
valenti
ed
studii
uomo
esperienza
smarrisco
se
avere
ha
un
non
osato
ramente
ve-
a
un
sta
que-
te
facilmencor
an-
essere
dai
dubitare
di
dottrina
tanta
io
come,
io
picciol
con
fosse
e
porto,
solo
di
ho
brare
sem-
di
sponderle,
ristimoniarle
te-
per
riverenza,
mia
mi
quasi
dovesse
non
non
cortesia
mi
sono
veggendo
scrivendo
Ella
cotal
confutato
questo
pur
la
di
tesia
cor-
in
può
fornito,
prosuntuoso
sempio
una
può
e
temerei
e
mune
co-
suoi.
che
sé
di
non
nuovo
errore,
Certamente
tanto
di
che
sicuramente
pari
giudi-
scrivendo
io, che
maniera
pia
co-
una
stessa,
se
come
di
mostrando
e
ne
tanta
Ella
meravigliose
giovane
in
saviezza
usando
modi
parte
esempio
modestia,
di
d' altra
e
nel
gnificarle
si-
e
vivo
e-
modestia
che
dovuto
vare
pro-
rimordimento
soverchia
baldanza.
di
co
di
Esopo,
che
e
censurando,
di
bastevoli
Il
che
farei
se
dei
rebbono
la
la
nella
vale
esopiche
è
quale
Ma
far
dato
se
congiunte
al
di
presente,
tornare
in
quel
fendere
di-
per
dei
essere
Galfrevenire
qual
codice
ove
sa-
confermarmi
A
Venezia,
queste
mi
pur
fonte
della
un
appunto
aver
direttamente
parte
ancora
in
che
italici
italiana.
prima
né
sta
que-
dato
opinione,
latino
versione
è
raffrontare,
mia
dal
e
in
agio
mi
libri
volgarizzamenti
do,
che
sembrato.
giunta
necessari
mia
be
potreb-
avventura
non
molti
la
sconsigliata
avessi
ne
re,
signo-
mostrarle
tanto
città, dove
copia
illustre
per
prima
a
opinione.
sostenere
per
in
forse
mia
ora,
per
qanto
esserle
il
fare
allora
risicata,
E
la
quanto
fu
non
soverchio
avvalorare
prove
tanto
sentenza,
corsi
senza
vorrei
non
io
della
ciana
Mar-
le
favole
vidi
latino,
testo
di
ricerche
farò
Firenze,
za
senten-
il
Galfredo.
io
tosto
ed
non
posso
mi
sia
usare
in
GÌ
quelle biblioteche;
ed
cura
con
che
al
;
V.
Che
vorrà
forze,
ma
difetto di forze
te
soccorrere,
ben
Ella
Se
messo.
la
lode
gna
S.
ben
senta
non
da
mi
tale
Io
basta
mi
credei
mi
io
credei
dell' animo
viene
solo
e
essere
avve-
abbia
suo,
di
sì
non
ricorre
vi
l' animo
sia
certo
quale,
la
quanto
benignità
la
stione
que-
potesse
V.;
che
ardua
non
di
al
e
fui ardito,
se
io
difetto
novamen-
studio
quale
della
che
parte
pur
la
opera
:
questo
ragione
quanto
che
non
fui presuntuoso
fare
più
malagevole
e
non
volere;
vorrà
con
in
sente
di
di
buon
Ella
e
gra-
grazie quanto
colpa,
di
non
quali
di
come
il vero,
farmi
la
dal-
opere
raggiungere
se
potessi pienamente
solo
rità
ve-
ranno
giove-
delle
le rendo
presente
a
la
mi
alcune
perché
il
maggiori.
so
da
molte
le
citate,
sapeva:
tissimo
si
conseguire
moltissimo
S.
farò
lo
adoperandomi
amore,
fuori qualunque
porne
non
allora
ed
tare,
rifiu-
samente.
grazioocca-
62
sione
e
altro
non
le
stimolo
(1)
mi
dono
devono
le
e
elle
i
solo
dal
io
tutti,
cui
a
re,
lette-
le
degli studiosi,
che
torre
per
aiutato
stesso
dei
consiglio
vorrò
a
lo
crede
procedere
più
quali
in
Se
memoria
opposta
(1) Veli
|)og.
CUI.
cui
latino
il
che
al
Fav,
vole
fa-
zamento
volgarizio
reputo
immediatamente
che
non
il
le
Ella
mezzo
quale
la
prego
uscendo
io
sentenza,
Le
pari,
potetti,
lo
dal
guardato
suoi
non
essere
latino.
e
opera
diligente esamina,
per
italico,
all' incontro
dall'
valenti
passato
francesi,
1.
no
possa-
volte
esser
fatiche
do
facen-
vo
e
appunto
letterati
ste
que-
so
prezio-
come
ricevo,
perchè
di
sieno.
Ed
dal
che
e
e
meritar
non
è
ond'
;
lietamente
giovarsene
prò'
se
compiaccio,
pubbliche,
maggiori,
opere
desiderai
censure
or
ad
testo
di
in
ho
da
Galfredo
re
ave-
sta
que-
mente
specialme
prof-
—Voi.
63
più
antico,
quelle
la
codice
Le
Mounier.
che
perciò
cemi
legge
L'
la
quale
tradotto
dell
il
(I)
»
il latino
tetigit.
ove
risponde
la
Nel
«
»
XV.
setti
Far-
incarico:
Città,
questa
la
del-
incarico
luogo
qual
Urbem
Sarebbe
e
negli
Ae-
altri
italiana
e
gum
ju-
prezzo
ora
latino,
è ben
triste
gerentem
traduzione
al
(jeu,
secondo
ove
ma
triste
questo
bene
(I) Favola
jou
il Codice
cervice
in
scambiata
giogo, pia-
diletto
non
della
laurenziana,
che
notare
porta
opera
dal
scrivere
querula
sopus
stampato
altra
riprende
servitù
tolte
diletto,
scrive
autore
lettera,
jugum)
versione
doveva
farle
con
proposito
a
neW
nella
il latino
a
Ed
traduttore
adduce
mi
sua
(joug,
jou
iocus)
convalidare
laurenziano
dal
sono
non
a
ella
nella
ingegno
dal
che
voci
opinione
voce
quale
il
panni
tutti
di
nel
e
stesse
sua
beli'
che
luce,
in
ferito
pare
ghi
luonon
veni-
64
dal
re
r
francese,
antico
volgarizzamento
dal
Bonaccorsi
del
quale
nel
io
ho
bibliografiche
dei
codici
sia
nel
corre
in
senza
avere
dal
nier.
Mouche
dica
ben
diversa
la
lezione,
di
odore
nessun
la
al-
Le
le
poi
luogo
questo
antico
appunto
edito
me
po
d' Eso-
del
mestieri
da
testo
stampa
a
simile
molto
è
Non
notizie
questo
laurenziana
lezione
Firenze,
antichi
che
essendo
volgare
stampato
nelle
parlato
dei
ancora
in
1406
volgarizzamenti
(1):
venire
francese.
Che
vuole
latino
da
delle
varie
(I) Le
I.p.
Non
frincese,
lunghi
lezioni
Favole
ed
CLX.WII.
sie-
e
gravi
Oalfredo
latino
dal
altre
quale
straniero,
volgari
di
be
potreb-
dal
pubblicata?
me
di
principio
f
traduzioni
aiuto
senza
quella
ciò
alcune
del
mezzo
per
dir
Laurenziana,
la
come
no,
or
che
essere
Voi.
raffrontare
Ecco
il
raffronti
fra
loro,
ecc.
m
e
(li queste
le
latine, per
manco
delle
fermare
incerta
intorno
versioni
di
atto
è
mi
che
pare
andare
e
sol
è
mi
V
se
ciò
procedere
quando
provenzale
tra
un'al-
notare
ella
avere
erano
del
rio
contra-
traduce
nella
latini
scritti
francese
non
del
ignoranza
prova
versi
i
o
mento,
argo-
volgarizzatore
da
accade
perchè
contengono,
il
veramente
(il che
nell'
senza
qualche parola,
dù
perchè
le
non
spiegare
una
all'
talvolta
può
bio
dub-
come
fatto
intorno
tradurre
se
?
farle
nel
per
potrebbero
di sdrucciolare
che
e
Che
V.
venuto
conceda
quali
tempo
mente,
e
l' altra
erra
forse
ora
opinioni
coserella
Ialino
S.
d' accordo,
mi
latino
alla
che
gine
ori-
ispecie
le due
addarmene
detto
in
e
nella
poiché
Ai
e
nione
opi-
la
abbia
ne
venuto
comprovare
E
se
ossequio
fosse ciò,
vero
mi"
nostrane.
mano,
por
francesi
potere
raffronti vorrò,
modo,
favole
le
con
dal
moralità,
che
nel
la
libro
servilo
pel
5
66
traduttore).
vofjlia
Non
disdire
anzi
la
prò'.
Voglio
in
voltarlo
ma
dal
latini
dovevano
Le
parmi
provi
quanto
quando
assai
versi
ai
si
eh'
Ella
molto
da
non
me
poi,
ove
venzale
propunto
ap-
edita
addotto
sono
o
In
quando
a
e
far.
nella
Rie-
quelli
L.
stessi
laur.
scritti
due
a
versione
mai
;
sendo,
es-
troppo.
che
sono
ciò
Or
nella
diversamente
Farsetti,
versi
sono
provi
nella
trova
i
Laurenziana
mostrano
Laurenziana,
cardiana
come
il passo
o
francese
libro
nel
Monnier.
che
dovea
moralità,
tal
versione
dal
stampata
ralità;
mo-
secondo
che
scritti
francese,
è
ju-
della
dal
non
essendo
essere
nella
non
è
contengono
0
parola
il traduttore
latino,
che
la
passo
italiano
in
mio
ciò
se
conseguente^
sua,
io
te
acconciamenè
vi
quel
opinione
che
citato
cui
per
e
faccio
ne
solo
ha
clic
opinione:
sua
e
dirle
perché
gum,
la
vera
non
il passo
mica
questa
tengo
Ella
icro,
creda
soli
nel
e
no
so-
sto
te-
pò-
68
che
tardi,
nel
tanto
desiderio
che
ha
nel
due
rime
favola
lei
dal
Se
nelle
ben
sa
la
nel-
nel
ce
codi-
e
la
dell'
nella
in
favole
Ora
opera
e
in
Ella
favole
nel
primo
Galfredo
questa
rima,
farne
antiche
in
prosa
favola
sarebbe
il paragone,
a
occorra
favola
a
se
spes-
ricerca.
di
di
rerebbe
occor-
quando
alcuna
latino.
pure
parlo
ne
cese
fran-
origine
Laurenziane,
io
verso,
dal
sono
alcune
delle
opinione
dal
all'
esserci
simile
la
ma
quali
gare.
vol-
moralità,
procedere
un'' altra
trovare
alcun
pure
secondo
le
CLXXI.
pag.
sono
fare
volume
di
trova
intorno
ed
favole
eh' Ella
favole
rima,
diare
stu-
Le
provenzale,
rime,
queste
poterla
poi
essendo
che
non
E
favola.
in
manifestata,
0
aiutato
latino
dovrebbono,
non
di
puta
sa-
dal
LUI,
Farsetti,
la
titolo
ridotte
Le
in
intorno
ho
aver
sarei
ne
più
Esopo
duole
mi
me
studio
mio
da
ben
versione
quale
sia
prezzo
e
que-
69
ebbi
già
sto
nella
rima
in
edizione
ho
ne
delle
queste
delle
avanti
quelle prendessero
di
quelle
favole
le
in
rimate
piena
una
smarrita
le
e
:
le
gli
è
ri
auto-
che
ciò
ma
:
potesse
andata
sparse
re
crede-
anco
re,
trova-
codici
i
per
che
e
sere
es-
poi
riescilo
tratte
che
dirà
ne
ragione,
state
essere
e
fanno
mi
sono
alcuna
senza
lo
che
quali
altre,
raccolta,
me
poche
ve
trebbe
pote
rima-
poche
non
in
favole
Mi
sono
che
toglie
non
Non
pure
prosa?
re
fa-
a
favole
promesso.
che
fossero
cercai
e
che
pure
essere
da
mente
no
mostra-
da
appunto
tro
al-
luogo.
Ma
è
lettera
dalla
se
che
tempo
che
quale
io
quanto
già
vorrei
e
nel
non
più,
sempre
dotte
e
cui
a
se
e
nobili
:
e
ricoglies-
riprometto
altro
per
sta
que-
la
del-
persuaso
studio
mi
quale
Ella
sia
stesso
a
misura
passa
che
difficoltà dello
fine
ponga
non
sempre
lezioni
mi
si,
po-
nuare,
contiparare
im-
per
più
ritarmi
me-
quali
70
è
si
da
degnata
lungo
nelle
trattati
di
e
opere,
il
lettera
che
di
onde
tengo,
cui
di
Di
Macerata
illustre
Lri,
a
di
30
Prato.
da
questa
in
conseguirne
possa
mi
speranza
rono
fu-
venerazione
benevolenza
preziosa
Del
che
la
ricogliesse
la
la
vorrei
tutto
già
sì
non
Prof.
i
quali
dei
dal
siderio
de-
con
intorno
discorso
tener
che
conoscere
aspetto
Mascalcia,
di
più
a
V.,
lavoro
pubblicati
Ma
cui
promesso
attentai
mi
imparai
tempo
S.
la
porgermi
nella
sua,
conceda
gnarmi
rasse-
signore,
di
nov.
onsequiosissimo
GAETANO
1866.
discepolo
GHIVIZZANI
9
Firenze,
Caro
sig.
lui
passando
poche
perchè
verbo
L'
esempio
onde
avrei
ne
r
con
una
maestria
usala
giunta
e
mente
rispondere,
un'
per
anco
appendice.
per
il
non
che
che
razione
fa
dal
del
è
del
non
Fanfani:
Barbieri,
erudizione
mi
occorrerebbe
passar
parte.
Puoti
ed
perchè
il lui
caso
lettera
altra
dal
apparente
recato
un'
anco
non
posta
gerundio
esso
nuova
lunga
luogo,
più
queste
Dante
qualunque
però
(1) Ecco
e
di
la persona
rappresenta
del
in
notare
differenza
la
fosse
non
reale,
farle
esempio
se
sul
osservazione
debbo
quadrerebbe,
(1)
sua
U
cose:
Puoti
Gaetano
alla
Rispetto
1867.
gennaio
:
ma
l' è
nova-
la serbo
la
scritta
ad
misura
altro
di
72
nel
regge
quando
ed
si
bene,
dire, che
senza
lui
del
cacofonia
cosa
si
latina:
se
il
governa
ille
cum
allora
si
è
se
lui
vieta
si
sempi
nella
rappresenta
o
ma
e
;
che
a
nel
che
quali
0
cervellotica,
ciso
in-
allora
nostro
caso
latinamente
ipso
transeunte
troppi
il
mio
gli
sono
o
e-
spoglio
,
sostegno
a
i
sando
pas-
di
ilio,
cercando
recare
o
modo
anche
rimanente
che
spero
nostro)
il Iransiens,
,
potrei
la
lingua
esempio
detto
traducesse
ilio. Del
non
intenderci,
transeunte
passando
non
se
Per
transiret,
sospeso,
niuno
stesso
rebbe
sa-
dice; egli passando,
egli :
è
notare
come
ci
non
gerundio
lo
usar
Udendo
e
lui.
cetto
ac-
poteva
scr«rere
da
lei
il
lo
il Boccaccio
altro
dove
esempio
Gisippo;
esser
dio,
gerun-
Tuttavia
errore,
stato
(per
queW
precede.
per
al
pospone
dà
mi
egli
il pronome
la
ho
io
j
detto
lei
dacché
nostro
caso
del
detto;
mio
basteranno
questi
qui,
mostrano
quanto
sia
appunto
o
troppo
sottile,
o
certo
daW
aliena
la
degli scrittori^
uso
dal
posta
Puoti
altri
se
e
ferenza
dif-
,
grammatici.
G.
lui
in
raunò
che
rauna,
è
Lo
stesso:
10.
Pisa,
Gino
Il
Vicn
E
ladro
drillo
Passando
Eccone
(il ladro) per
elegantissimo:
Favola
vede
già
L' aurata
aprir
porla
e
le
,
Mostrar
Che
le
la
rose
bella
occhi
in
mente
Brevetal
uso.
:
porli
della
altri
lo
i sentier
faccia,
scaccia,
piflaccorti.
più
no,
moder-
V Alamanni
nella
Fetonte:
di
Ecco
Pisa.
lui
171
d'autor
esempio
in
continuo
eh'
cor
quegli
cittù.
mezzo
per
e
stando
Can.
negli
il
sta
la
è
all'uom
lui
ed
che
invola
prima
E
perde
Pistoia,
da
solili
60:
Stando
23:
;
che
Villani
nei
7.
moneta
colui
gloria,
tanta
Vili.
e
la
bella
soglie
purpuree
i fior:
Ciprigna
aurora
a
le
fuggon
gregge
a
stelle,
gregge
,
Restando
ultima
Anzi
le
lei,
dirò
si
di
caccia
avanti.
più
che
tanto
,
che
proprietà
questa
vera
se
ne
ha
esempi
del
anche
gerundio
col
prò-
è
74
innanzi
lui
nome
quali
tra'
basti
il
^
del
seguente
sione
Vi-
Amorosa
Boccaccio,
:
ciò
Lui
Perchè
La
vesta
A
mirando,
la
luna
che
rivederla
in
terra
risplendcva
a
Tisbe
in
era
ebbe
molto,
caduta.
fretta.
gran
Il
-j^^P^g^.a'
veduta,
suo
Fanfani
Sono
DUE
RARISSIMI
OPUSCOLI
r"EL
XVI
SECOLO
?^
PRISSO
GAETANO
ROMAGNOLI
Edizione
di
soli
202
ordinatamente
numerati.
N.
Regia
Tipograflu.
esemplari
1
AVVERTENZA
Debbo
due
la
alla
Opuscoli
del
ticolare
S.
il
dagli
anzi
gentilezza
si
quale
trascriverli
di
che
^jar-
si
è
coni-
mente
diligenterarissimi,
esemplari
unici
presentì
cent
inglese sig. Vin-
dotto
Lean,
piaciìdo
de'
copia
conservano
nel
in
La
,
Britannico
Museo
loro
il
rarità
gli
Duplessis
ha
tale,
è
Bibliografia
Londra.
che
alcìma
grata
trarie,
se
di
io
ora
ristampa,
satta
vere
comunque
buon
signori
Scelta
questa
son
a'
ove
si
far
associati
di
ne
do
una
tende
e-
le
coleste
letterarie.
cui
,
Let-
Curiosità
dipartano
volgare
gano
ven-
quindi
perchè
curiosità
ci
nò
conobbe,
registrati. Beputo
cosa
neppure
assai
Onde
dal
partico-
mi
ehi
larmente
ad
scelta,
(e,
così
è
stucca
ristucca:
e
i
continua,
di
e
apim-
de'
rati
lette-
tanto
sta.
ba-
capricci
biUiofiU
dei
e
rismo
pu-
variare
il
amo
diversi
prima,
divorzio.
far
vivanda
una
volta
sta-
dal
ma)
intempestivo
talfiata:
qare
idt
volido
Ito
Non
V
sarà
la
è
non
sta
que-
modo
ogni
come
non
in
assiste
,
Alla
mi
peggio,
abbia
concedendo
Intanto
V
deir
cui
insin
e
mi
il cento
ad
reco
il
derio
desi-
bibliofdo inglese,
ora
rendo
lor
puristi,
io
erudito
da
chiederne
adempiido
avere
io
nanzi,
in-
manco
V avvenire
per
uno.
a
signori
eli
pur
i)iè
acconcio
a'
perdono
onore
il
messo
sono
per
posto
le
mi
tengo
maggiori
gato
obblie
più
,
sentite
grazie.
Gaetano
Romagnoli.
PROVERBI
ATTILADI
NOVI
de
qEreii
imierno
^
nembo
e
herba
e
bagassa
volta
pouero
nriedico
amala
Romitto
grasso
stiza
matto
baltiza
Zudio
e
Christian
bianco
Zudese
avaro
Vecchio
e
nega
Calelan
verzo
?e
re
Tedesco
Negro
e
da
de
Archimista
e
pra
senza
de
Occhio
e
insta
rotondo
Legno
e
de
Venelian
lussurioso
signoria
do
vilaii
10
Femena
e
barbuta
denari
Furia
e
de
e
de
in
da
Cava!
e
cani
furia
Fuogo
rabia
can
che
scapuza
fameglio
d'
Homo
e
Putana
e
Trotto
e
Homo
e
nemisi
strada
de
assassini
mordente
parente
avaro
Casa
e
corrente
acqua
de
Biffa
e
palese
pendete
Fuga
e
ritorna
Poiese
Ruffian
Pietra
e
villani
cha
Compare
e
libertà
in
morba
un
matto
cha
per
disposto
femena
despera
marida
beccho
de
de
volontà
asino
de
promesse
vilan
fallido
Signor
per
amico
11
buse
Nose
volta
vin
e
Salto
fosso
di
cavallo
e
Subila
richezza
e
de
Vii)
in
Odio
bena
de
de
Da
Signor
troppo
e
Da
da
da
troppo
via
toposa
femena
e
stizosa
frustra
lemeiia
da
de
e
da
e
Da
lite
Da
e
col
imbriago
mal
vivanda
casa
da
de
to
mazor
obstina
carne
e
fuor
zugador
homo
Da
dia
pozo
huomo
Da
cagar
boia
ladro
Da
traditor
de
manzar
homo
e
scarpena
coir»pagnia
e
Da
estrema
pouerta
spina
e
redosso
a
senza
scurità
per
cha
cotta
riscalda
porte
di
notte
eh
a
1-2
furatole
Da
e
da
bastie
e
male
compagnie
de
conscientia
Da
e
da
Zudesi
caual
Da
e
Da
da
e
che
e
e
Da
per
vesin
mulo
marouelle
de
adunantia
da
e
Da
e
e
Da
e
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furia
de
Da
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poder
non
hom
che
da
cagar
gobbi
femene
cascare
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lusinghe
da
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bordello
lingue
homini
Da
matti
dal
putane
da
da
culo
novello
male
Da
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ducati
tauernar
e
mutia
la
contin
de
falsi
Da
puza
per
porzi
de
dente
chàbbia
vin
calzo
Da
de
doglia,
molin
Da
matti
corrente
carne
e
disfatti
can
zoppe
parla
non
che
in
femiiia
non
acqua
inatta
baia
13
liom
Da
ruffiana
femina
e
fiol mal
Da
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e
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e
compra
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e
Da
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coperto
nemico
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e
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e
Dio
di
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e
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putane
e
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panochie
FINE.
sono
carezze
vie
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notte
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le
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hosterie
V
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IL
Questi
schena
notte
costion
Da
rena
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doglia
mangiare
Da
lari
con
caualcare
Da
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stretta
scarpa
zugare
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incerta
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fuogo
Da
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per
schiavo
Da
E
barba
senzu
nuóuo
ag'jionti.
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villani
vechie
de
pctlechie
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Da
vii)
e
Da
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spina
cali
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legna
e
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liga
insacca
carne
di
iniuido
e
Da
e
Da
farina
fumo
senza
roslo
rogna
senza
ungie
da
che
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Lombardo
e
e
Da
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spanentoso
castagna
brulla
vieto
e
Da
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cattiuo
parenta
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galla
rognosa
superbo
pouero
e
da
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Da
e
Da
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di
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guardi
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Dio
campagniì
tira
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fnìcioso.
LI
NOMI
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ET
TUTTE
DI
LE
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DI
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PIÙ
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DELL'ITALIA
QUELLE
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IL
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terrena
ogni
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che
me,
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Paese
varie
et
imprese
questa
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vena
,
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Fiamengo
Fianco
beltà
partita 'per
Ascolla
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della
saper
la
Todesca
schiena
,
,
schiaua,
gamba
La
'!
e
piede
Gonouese
,
Il
motteggiar
bel
il
Venetia
in
Petto
l'inchin
Spagnol,
Francese
di
profir
Siena
,
Gigli
E
di
Ferrara,
in
la
Verona
dor
il
Fiorenza,
in
Occhi
e
polita
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la
Panano,
Bolognese,
pel
mano
,
i
Napoli
Le
Che
l' eleti
Turino
Di
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E
l'habito
E
per
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con
ogni
et
gesti
et
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voglie
accese,
Romano,
Milanese,
sfogiato
Paese
,
son
dinari
sorelle,
per
tutto
d'
vna
il mondo
razza,
sguazza.
j^Oriosi
JlJ
Son
li
Li
I
Vngari
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son
gli
son
turchi
li
crudeli
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dispersi
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E
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E
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Son
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e
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,
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E
di
i
Lombardi
li
le
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Carbonari
li
della
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Prouenza
buon
toschi
Pulidori
mori
Piamontesi
Sfacendali
E
de
son
forlani
marca
romagnole
di
de
Patrimonio
campagna
compagni
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Magna
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li
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Roma
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buon
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di
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Il
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de
Chiano
Castiglione
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da
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di
di
di
popi
Castel
del
son
mercato
tribian
polciano
vai
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melon
paglia
cartona
bizari
Li
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monte
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gran
gran
nodari
S.
da
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buon
Li
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monte
via
baglie
gran
Viterbo
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Son
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lauoro
antigaglie
,
strada
buon
di
lera
corte
buon
Il
Bel
d'
fontane
Mala
Il
di
piena
Moscatel
Il
calabresi
passi
gran
Le
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d' Otranto
capo
Rescatati
Il
li
mosche
brauosi
abruzzesi
li
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Sospettosi
Li
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son
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Fichino
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Giovanni
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54
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è
,
,
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maggiore
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so
destri
è
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,
E
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Li
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cordele
Bone
Li
Bel
bergamaschi,
di
è
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Bon
soldati
E
li
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Milano
cremaschi
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Balarini
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Telaroli
buon
Monza
brianza
da
contado
Il
da
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boni
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Le
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piasentino
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II
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gran
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Il bel
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Son
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capelli padouani
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di
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Il
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Vdinesi
Compagnoni
Il bel
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ricchi
è
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,
Venetiani
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Barcaruoli
E
Le
le
chiozotti
son
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da
serpe
de
palude
rouigo
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è
Artigliaria
bono
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,
A
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maraviglia
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è
Mascare
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Modoncse
,
Li
La
E
Bei
speroni
fortezza
li
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di
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Buona,
Fa
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son
porretla
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Bologna
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Li
mercanti
di
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memoria
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Le
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grassa,
da
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E
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son
narni
le
son
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ternani
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soldalli
Sbirri
sisa
Perusini
Vanlarori
Colonesi
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da
son
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da
caslello
da
son
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borgo
da
son
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Bon
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giardino
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Li
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sono
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,
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Cascia,
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Li
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da
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da
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Il
buon
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da
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,
E
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di
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S.
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son
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son
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da
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Zafarano
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son
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bon
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da
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Li
pianella
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sbarcati
Li
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sono
soldati
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Li
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Il
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Il
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ricchi
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Lussuriosi
messina
di
palermo
catanesi
corsari
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Barcaroli
dal
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Salerno
della
Fabricatori
son
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da
Mossuloni
li
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benevento
di
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da
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son
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casali
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quarata
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si
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nocera
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bastasi
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Li
di
pompa
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noia
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Aversa
troia
59
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Il
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fortezza
sua
,
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donne
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Le
cipolle
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confetti
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campagna
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Montanari
culiseo
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buon
poi
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fondi
terracina
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casa
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,
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senza
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senza
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,
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grezze,
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senza
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Vecchio
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vsurarlo
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senza
virtù,
molte
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senza
sorzi
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Grasenza,
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povero
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et
pauroso,
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Lavorante
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senza
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,
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bi-
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mer-
,
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sete
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maestro
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moglie
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Donne,
sdegno
di
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di
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antico.
Da
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ultima
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Il
Paradiso
di
Giovanni
da
Prato.
(Voi.
(Settanta)
edite
Ballate
di
ed
testi
di
Ballo
a
inediti
in
Dom.
buon
e
la
XIV,
da
in
Storia
secolo.
rarissimi.
rima:
testi.
secoli
Vergognia
fronte,
del
dei
Mastro
di
Leggenda
francese
inedite
1389
Prefazione).
1°
d'antichi
tratte
del
Ragionamenti
e
Dialoghi
Bernardo.
Novelle
La
Ritrovi
Alberti
degli
Giambullari
Libro
PUBBLICAZIONE
PROSSIMA
DI
XV,
Ferrara,
prosa
di
e
Giuda
XVI..
testo
in
inedito
verso,
col
Iscariotte,
testo
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