PROFEZIA SULLA DI GUERRA DEL STANZE ACCADEMICO SIENA. PERELLA ROZZO EDITE DA LUCIANO BANCHI. ^^^ BOLOGNA PRESSO GAETANO ROMAGNOLI 1868 AVVERTIMENTO. Alessandro da Poesia Ancona D' rendo discor- valentuomo quel storica che osservò della è molto con , che giudizio di essa secondo trattare, riguardarla primo dal E » « debbesi che si letterario lato soggiungeva caso menti altri- come se che si voglia o « litico. ponel scorso di- tenesse , di poetica il qualunque altra critico da avrà forma esaminare , in qual siffatta modo e poesia perfezione, e presso abbia quali quali raggiunto speciali autori la condizioni sua 6 dal derivauti dai tempi fatta in genere sé ^ l'abbiano dagli ingegni e fiorire ad stesso dato un momento , o abbiano ne gli ei caso e quelle minuti più piiì le e Alla poesia luce, ad il e dei" e storica dei mento senti- ranei contempo- che storiche sono Chi pregio letterario, lingua, troverebbe soddisfatto appartengono senesi rime tempo. un quelli, opinioni poche queste le quanto , ^ » in fra notevoli ed fatti appariscenti meno e rire chia- a dei particolari ideali cause valgano verità la dalla documenti quei che tanto fuori trar tutti prove, non i di cercherà secondo Nel svolgimenti. storica poesia dito impe- a\rventura per e popolari della efficacia la il cercarvi volesse forse anche metto andar che di perchè dettate , • e XIV La PoUlica [Xiinua nella Antologia, Poesia gennaio del secolo 186T). XIII 7 prosuuzioue senza alla ma buona e , Is forme con famigliare si di abbia che poesia iu le uggia o di questa i precetti retori. dei Io illustrazione di memorabile della guerra e la Siena: istoria caduta ormai son invece quali pensieri nascere la quali neir Come di di considerazioni è noto, quello che mi non ha venuto la Siena di Dirò fatto rime, queste per in mosa fa- resero trite. son allestirle quella repubblica cose lettura questo su della le Il senese. per che quell' assedio ed sempre dissertazione lunga una periodo un pretenderà non ste que- storico documento come lettore considerare di preferisco rime più i c'è non più leggi non violati poetica: dell'arte precetti Il critico talvolta vedrà se linguaggio del dimestico. e sdegni forma i modi ed cendo fa- stampa. ha fiorisca fiorito oggi 8 un' Accademia Italia più fuori e sia nome, detta lu è conosciutissirao ne si perchè antiche Rozzi. dei • il le tra annovera Accademie perchè sia , non tiene della ultimo commedia Commedie Ma italiana. dei storia nella luogo Rozzi oltre che le logi filo- pei , una bibliofili pei e fatte sono ghiottoneria, vera si Girolamo Gigli, altro se mici. Accade- cervello fu mai mente general- poco vecchi dei conosce oramai zarro bizdi pieno e , talvolta stravaganze fé' e non poesie assai credere credono vi dei singolari Da par a ad (e quanti che tra esistessero ne col le citò suo talora esempio botti. Stram- nel nario Dizioaddusse ne che tanto generò , comunemente siffatte il rime, allegati apparivano desiderio che dover le certe di nome Cateriniano, alcune molti ancora?) Rozzi vulgò di- amenissime, di scere cono- dagli esempi essere tutte 9 brio beli' che sono non lettino chi e invenzione una Gas- del Autore dell' buona e botti questi Stram- Ma festività. e raccoglierne volesse , altri il perderebbe E che bensì vero sapone. i vecchi cademici Acmedie Com- pastorali: tutt' altro, Drammi versi sciorinarono il solamente scrissero non e e ranno Gigli, dal quelli pubblicati dopo versi iosa a tici, ero- , d' occasione rime e e pili feste per allegoriche, rappresentanze di rime rado Non tutt' è bliche pub- storiche tiche. poli- o colato oro come , capisce riportandosi facilmente si condizioni della di che pegno lo pubblicarla, di tema del ma scegliere a se offendere pudore creanza, : di qualunque una e tempi quei o sarebbe non io metto chius' chi oc- quelle poesie ritenesse talvolta almeno cademie Ac- delle letteratura alle le della pubblicazione a leggi buona più 10 di utile benedetto battesimo in vengono il lettore per sé, quel di testi di lingua luce ogni giorno senza la e cavi ne alcuno profitto ci lingua di guadagni ette. La è con , che un che scritture, tante Profezia appunto sulla delle una storiche Guerra rime poche che politiche o Siena di si dir , che voglia, ci Accademici voluto sono Rozzi. nascondere Ferclla. nome di indovinare voglio che mi che tacere Battista Giovan non difficile è pensi, è sembrato queste Nini è di nome egli io attribuire doversi il veramente male o si che guisa chi bene Autore soprappiù per accademico, degli sotto , 0 L' rimaste sia. non pre sem- rime del a quale , il Stanze le sono lettore parte » troverà nelle V. a a i)aj?. don pubblicate Annotazioni 15-21. che Ferrante^ in gran Storiche. ^ 11 È don Profezia la attentamente tutte uscite io, a rebbe crede- chele credo le come po' un le Stanze e sembrami i^erraw^c, spetto, so- un leggesse qualcuno se ma che più nulla sospetto, un , da medesima una che stile, sfido a dirsi che poesie trovargli. Potrebbe Nini autore il per delle al r odio da la che quali condannato celebre ministro e , della parte Ma se il che basta suo più altre cune al- consimili, dice Appen- in don Diego chiama qui la arci- prigionia Più Cesare. di di credo a quel di ordine per che e ; contro rammenta fu anche Sozzini manifesta che lingua, di stanno del Mendozza, penso è materia Diario furfante^ cui nella locuzioni, nelle nello rassomiglino si ugualmente scrittori Due penna. ci dalla essere ragione. il poeta nome, per ha ci accertare voluto ha derci nascon- detto l' anno tanto e il 12 che in mese, fa Egli nella di il 22 esito di Senesi, le la dopo giorno di scriveva, il luglio imminente: non mietuti (st. 27). a scritta nemmeno che campi non Tutto ciò nell'aprile o la nel poeta peranche era che chiarire il era temevasi i guastassero Marciano il secondo non anzi tutto agosto, Allorché (st. 12), venuto di combattuta mese. dei del quasi battaglia quel aveva susseguente Scaunagallo, lice fe- speranze vennero nel mancare cioè o quali le venuta av- Il 1554. fazione quella grandemente e Baglioni, del marzo tima set- Chiusi di Ridolfo alzate a stanza combattimento morte Profezia. questa menzione del della scrisse i mici ne- ancora ciente suffi- è Profezia fu maggio del 1554. Poche profezie dacché peraltro , sono profeti al furono mondo meno , veritiere di questa. Il poeta profe- 13 finita 0 Senesi ai tava rovina la Spagnuoli degli Spagnuoli Cosimo. di sarebbe guerra sconfitta la con la che Invece Cosimo vinsero gli si recò , mani in che volevano non patria ricovrarsi e guerra ad ogni delle altro i le sostenuta a la ci confidassero dir guerra per delle la proprio affetto sole po trop- non dissimo grandel libertà assemblee era i valore che ancora provano libertà guerra quanto alla portavano Ci paese. rivelano nelF nioni opidel forze con nel meglio, che loro : le quella lungamente disuguali Stanze: speranze , durante il meno nostre sentimenti Senese duta. per- ci rivelano es^e , popolo tamente onora- modo vien questo per , o La sì, storico Senesi Montalcino. perduta, pregio non diletta fu ma al la dunque Non se a collo il lasciare a Senesi, i e piegare ebbero giogo, suo Toscana, tutta V gomento ar- politi- 14 che, la o dei e governo trario, dei cura il i ritrovi lieti facete di versi i dini, citta- Difatti, le Rozzi, dei versazione, con- i dominante. pensiero con- ogni tutti di cura al : d' argomento la del uomini aderenti loro 1' era soli amore poesie avevano duto ce- , il alla luogo politica: nelle versazioni con- date prima dap- dell'Accademia, ai ai giuochi, piacevole di e versare con- di convegno , eleganti al balli, dame spensierati giovani gli , animi trovavano patria. Chi di una accendersi come desiderio di potrebbe negare nel viepiù ora siffatte salvare conversazioni la che in le tre , dame che senesi poi divennero celebri, , non concepissero il primo pensiero , con grande effettuato di prendere parte , delle in magnanimità patrie e mura di , il gentil petto Marchese all'artiglieria di Mariguano? breve alla fesa di- esporre del roce fe- Bene 15 , Non Fiorentini in pensassero giorni quei officiali documenti I i Senesi. dei che ciò chiarisca rime meglio che Archivi di e blioteche Bi- di documento poi c'è queste seconda. fiamma gran poca umana , favilla di azione ogni in spesso corché an, in scritti la Stato di scienza al come delle gredito, pro- zioni tergiversa- ingegnosi , qualcosa sempre follìa e il cercarvi diceva palazzo e si sarebbe pensava del fuori comunemente da pubblico mulano dissi, , che ciò via nella presente, ripieghi dei aveva non degli infingimenti, quale nel tempo un chi aveva non , di ragione dei della quella o 1' nascondere cittadini. rime opinione pria pro- parte maggior Riguardo meritano ciò a le stre no- considerazione , e per che nella quello che dicono Senesi tacciono. I loro valentia e e per fidavano nell' quello molto abilità che 16 nel avevano mani le combattere (st. 16): il resistere nemici era da si tempo stesso giogo mediceo la quelle idee su noialtri 19, uomini nel e 21). po tem- secolo dovremmo dire avevano tutti con e venuti siamo del dal tanto passioni,^ i per 20, dopo quali le con Senesi Firenze (st. , le che Spagnuoli liberare non loro speranza alli oggi, senza rimaneva ai Giudicandone due 1 unissero addosso dare che a Cosimo e Non burla. Fiorentini accorgersi V speranza: una dare tar- lungamente Carlo come cosa che ad più tavia Tut- dovessero non tempo gran davano confi- Strozzi. dello cbe sembra menare moltissimo valor nel nel e monono decii che nesi Se- , non i torti , anzi assai che di che poeta non molte avevano buon i erano grado ripeteremmo nemici veri i ragioni Senesi dei ma ; e col tini Fiorenli Spa- 17 gnuoli levarsi che quello die ; avrebber di Strozzi; Piero die, ogni dovea consigliargli rancore, i Senesi soccorrere coi vicini loro Oggi die vedere in anco quel in comune ragionamento piace alle losie gedi Comuni nostri fraternità di prodigi tante mi e manifestava nei tratto fatto all' Italia causa mezzo si sentimento avrebbe far questo municipali tratto patria Cosimo, a meraviglia, a da cogliere quel- a e parti ( st. predd.). tatto tornerebbe le di ribellarsi per duta per- messo l'amor banda r occasione libertà seguire dovuto per Cosimo; di la racquistare per ten^po il bastio collo dal il era che risparmiate e sventure se lo non , attutito avessero un eccessivo di amore riportandoci facendo tempi gli col di nostre passioni parte per a un e Ma campanile. pensiero , le odi quei mento mo- d' allora, potremo 2 18 dolerci ma anzi fedeli la gli uni se rono restache posto possibile pan mai. or- Fiorentini i focaccia; per male, operavano meglio avevano ascolto Senesi, verità: Senesi ai dare fosse ribellarglisi Diciamo e che meraviglie Cosimo, a rendevano le dei suggestioni alle il fare uon Fiorentini, i se si non altri gli operato , allorché d' Principe passo Senesi e il renze. Figlio consi- presero antico, i ; artiglierie assediava i Senesi odio dall' che Grange Allora mal d' provvidero al vennero di padroni sé , soggetti non Fiorentini i Senese: perchè da ozi non vendette Comuni di alle più scusabili più liberi Cosimo, della tiranno. un sentimento un sordi a è dal vendetta piena loro polo po- nondimeno, e Così la guito se- fece del ragioni già già assopiti schiavitù. In storia sorgere siti amman- nei primi d'invidie dei fino e nostri alla 20 avrebbe dovuto il Di aiuti documenti che il queste essi in della affatto tace il ragione Senesi si amica o poeta che darebbe ugualmente quella Francia da nemica è i tutti non ripromettessero ne narne indovi- peraltro creJere lo e facile è non grandi servigi i sappiamo nostro perchè: a di grandemente Il e ne continuo anzi : se Repubblica Strozzi. stesso di confidava governo che promesse, parlano officiali mento argo- promesse aiuti gli e speravano. questi le rammentare Francia della valido essere stata sempre , che, festa in- all'Italia. Di ciò che di opera mia tratte della queste dirò da Comunale alla riferisce si rime alla ed Esse brevemente. codice un di colta XT, di 5, portante Siena diverse Rime il rono fu- segnato titolo: delli poca cartaceo , H, blicazione pub- ]iac- ina dotti 21 Il lìozzi. anni ultimi degli settimo elio co'l. del assai è giudicarsi può decimo- secolo scorretto di e rattere ca- , grosso ho emendarne dovuto lezione inelegante e piiì volte fede le rendono ne e perciò : la notazioni An- , al e locuzioni r uso la che del Di Testo. alcune furono o né nel- sono Senese ho data credo di aver linguaggio spiegazione parole , fatta che cosa lettore. ho la torni non Nelle lasciato che stori- più volentieri correre questa che io blicava pub- piuttosto Frofczia documento che qual- a Annotazioni considerando penna, come utile che storico non , lavoro come lettore ci non di , il dovere sanno modo di meno vorrei pellegrino ; qualunque, degli altri. uno ha coloro a ni di chi ma pensare che discreto nulla troverà scritto uno Ogni letterario. Ad omettesse condito re- blica pubpure che ogni di 22 le leggere Stanne in riportate quelle ^«j?o^«^«o»?', in commentano modo Profezia, la quanto mai poveri nostri Ferrante don a e ebbero antenati certo in pongono a perocché im- soffrire dalle spagnuole. Siena, 29 dicembre LUCIANO 1867, BANCHI. qual chiaro quei tesche solda- SULLA SIENA, DI OTTERRÀ PEBEIiliA. DEIi STANZE 1 Il vi ciel salvi faccia vi e godere , In allegrezza Vi so' festa in e stasera venuto (ullavia : vedere a , strolagato ho Ch' mia una profezia , E Poi La E sì la ve la è quale Da far dovere è ben pur i fuggiranno ch'io la terra chi vuol quei il ò detto. Piero signor del uom di v' il Strozzi : prometto, vi quel brav' sia non o io dogli girilondo davero cielo eh' e io ho 'I mondo. pensiero , manderanno ben sia è più il tremar Venghino 0 'ì e' cavalier Se vuol s'egli ver Un Si si vcnciaremo, guerra Perchè 11 è come , come sarà dir vo' i Iraditor o nimici ci àn rimarranno al tolto profondo i morti. Forti : (1), ; 24 3 Venga lutti Venghine Venglii II tedescaiia, la li quanti tutta con di re (ulta pur la Spagna Spagnoi bravaiìa sua tutti e ; i quanti suoi , Arminsi posta lor a via venghin e , Che alicgiamente Che lor Forse posta lor aspettiam, venuti, saran a 1' verranno, se n'andaranno. se non poi che 4 Con tutta la quanta il Venghici 11 Principe D'Oria, E venghici Don E venga col E venga il duca Che lutti Se Anch'ai In ogni alla non verrà, Ch' egli insospettirà Che vicn egli Ch'anco Che l'ier non venga, li Strozzi il che li e vai ; ventura cimbello, paura starà ch'egli re mala sua aviam non (5) ancora, toccarci a dia gli malora. per Ma dal Dio Fiorenza ancor venisse modo arcifurfante che inandarelii (-2), Grazia: Don venga Diego di : Ferrante Don e e nialan '1 papa gagliardia sua d'Alba Duca gigante il fa che l'imperador Venga : cervello, in 1' armadura faccia il venga per il flagello : Trentapaia , sei migliaia. 25 tradimento A Senza olii Perdio dargli Nel viso dico In Val Et ha K del Come E Così Cornia sapete ci è sbaraglialo : dire. il mezzo amazzato, stato (5) cavalleria altri degli farem pagalo; carpire fallo è la presa venire l'à ne tulio campo Ridolfo e : vollaranno per 1' ha Chiana signor rotta sclicna la (u fuggiranno. il ciel suo , preveduto cel perchè guerra il pena , della di lor sapulo, la s'è in si dietro farci noi bravamente ancor, Siena patirà ne vonulo ino' qucslo l'abbia noi di Ascanio A è ci ognuno Per Ma di niun elle è buscarsi per che Con (4) .MiHliclùno il Se a ; Camullia. 8 Seguiamo Or s'è che Cortona, a fatto lo Di su qua Colle siìlviam la Se ne Foiano , si vada e mia la volta a co malcontento s'arrendi non , sbaragliamento; , chi Se Montepulciano pigliar Casliglion Arezzo, Faciam Ma ora poi San moglie Spagna gli altri («) alla : Gimignano che v' liei è ancora malora. , dentro 26 9 E Ci di Colomba Sanla trovon Che Ma poi in Cortonarcd la per : gola. Montepulciano , Arezzo anco (6) villano qualclie vogliam cambio quel Toiano Aiuola della impiccali l'anno di fuoclii i e denlio ce fatto ha die Basla, vola. non se , Colga Chi el abbaco r ara Duca guadagnato più vedrà : poi lui o noi. o 10 mandato Siena A Li Spagnioli li Medlchin E ben speriam Ma che Che Perderà boia (7) contadini : cuoia le lassaran ci ara usato proprio il giardini i lor saranno duca '1 il ; , falsi se fare nostri i noia Fiorentini i a capo per darci per forza per e impiccarci Per ha gattivo il 1' per : , appellativo. 11 Che Che lor E sai E di In Don Ma Non gli han fatto li tiran tanto li se par sfogarsi ogni mo'da Diego lor e li posson le di far dar per ristoro? lavoro! buon fur rabbia all'asin, povarcllc. vendette lor l' avca ancor torri per far Dio tiran le maladetle : e danno (h). loro esse con astio per al : baslio (8). 28 15 però E Pier, signor fate buon cuore , E siale Che allegro (rf) avarete se aver senza i paura Sancsi , in favore , Vénciarele la Perchè se Quanto gli alla guerra voi è il sapesse di mai sicura lor mala : furore natura , Vi maravigliareste! State sicur però e vénciare di dico, il nemico. 16 Il è senese el valente consèglio al , E combatter nel è non mai il secondo , E Da Che è ci non meglio , sbaragliar in il la dicavel nemico di manco Sbaltarebbe E mani le menar per far terra e ; sbadèglio uno Diego Don profondo al tutto il : Spagnioi suoi e' mondo , Se volete chinche saper slam noi. 17 bisogna Non Ne toccarci villania farci fé' come tu in 1' onore lui , Che ci fece Che lo mandamo Co' suoi Spagniuoi dichivel chi E tulli montar in furore stazzonar u col e vuol eh' (e. altrui suo io imperatore. non vi Che Ma mi tornai avcvan ben cacciato cogli fui , , altri per a ristoro; cacciar loro. 29 18 il 0, da Che Ci Che Che metter niedso fare; il basilo lo e ingegno avessero se astio doverian il pur lor han gli ed nò conira, mastio cavalcare. invidia vorrebbon ben E lassa per vengon animai un si nissun Fiorentini E' ò sani'sc portare voglion il è tempo ora , Di da levarsel dosso loro ancora. 19 Saputo Di saper Se voglion Oh sien Ma come far mai han non cosi un buon raquislar che : gli àn che quel detto ho verso lavoro Pier signor col il trovar vai giuocano perso, oro! tanl' traverso a , Per farci star liberar Volion Giochino Fiorenza tratto un stanno gli come e li il matto loro. suo (tj)? paese la a sanese. 20 Se lor Da liberarsi Ma li Che delle sciagurati fanno Ciechi Di far, san quel balordi venir Ma pensin Di farsi lor si pur àn tanto son che non son a chi che se cuscinetto li : avillti (h) li s' aparliene. tanto ardili far vuol vincan in parliti larghi catene ancor centra un gli tu le le bene : Palle, spalle (r). (f); 30 21 saria Or che Fiorentin 0 Dico il il far di tempo e la a colesti tempo al sete , di dir via fuora campo voi ; sarebbe ci ora , Di dare E adesso saremo Lor più E nostro del altri inimici vostri son noi voi con Spagniuoi, e ben ancora. astio avete non noi, slam non , Che lor quei son tengono vi che il bastio. 22 ci Basta; Che che E tutti ci è quello ho detto 'I colpo (A) sanno disotto; , col in che verranno fu e lo li a rotto, capo vergognia con com' al guerra condtMiiiati Faccino essi restono n'anddran quanti Saranno Che far a mai Sempre ci mai sempre Ugniotla conlra vengan danno scollo. Spagniuoi, hanno egli Tar a noi 23 Con le nostre Con le loro L' Ma E Son è ben ben però che lor slan Come i Senesi: pazzi Tengon saviezze che nostre le pazzie li par pazzie ver ben slam sliavi che 6 che noi pensale, ? (11), libertini siain talor savi esser sonno pazzie pazzie e' Fiorentini : moscardini, slam bravi facciamo e meglio aviamo. ; (l). 31 24 r La 'nsegniarvi vo' si guerra Vedete in Qualro o V cominci giorni Sicuramente, si 0 io muor gli o fianco il : li romparemo rinfranco; vi chi che trovo alzar senza cosi e slieno loro "lie poi che imprometto l'erchè mo' vénciaremo: e manco; senza qualche sei colpo unT ha non stenla pane un come cane. 25 riuscir, Da A E è questo 0, Che se Che 'n Senza i lor «i nostri si mangiar, nemico io pane, modo nessun il : consolaranno. hanno non amico romperanno vénciaremo mo' questo tulli che dall' consiglio un lor questa predico vi ci non ragion staranno. ne cavo , Non ci stareste voi che bravo. sete 26 è Questo Sicuiamente Al Se poi mei a sbaragliar mi ma scampo poi , Potrò Che ir a standosi veder la quassù , contentaria perchè or il campo via; àran non so; andasse ne modo mandarlo da solleone Questo buon senza {m) riscampo mia; moglie questo cimbcllo , lo non ci posso andar e mi martello («)• 32 27 più cagioni è Per E saria buon M die non lor cel maiidan Se 0 questo Perchè si questo Andar E a il suo solleone. assedi d'assediar noi lui; Tar il bordellaccio altrui. E sì li farem Che pensassi, egli imparerà poi gasligarenilui Lassarmi voi il Duca veder modo mangiaremo? per questa cagione Però prima che A ii terreno sopra che d'aspettar al E' saria buon n'andasse: se scialeguasse. è eh' io vorrei par ci slicno non mal, che l'importa; e mi Non campo che vorremo che che aviam L'altra oh' il gran Sì buon tutti i suoi e dir: (o), eh' io Menchion — fui, consigliar dal .Medichino, vale consiglionon quattrino! un - 29 smarirci Da Che , Per Lo dillo perderci il e a questa me, Ma l'er era un un impirsila slato , medicato: Cosimino, grande stimalo al ponto bocca suo mal Cosimon lui '1 messe giardino , un questo Medichino che volta l'ha farà diventar Onde in lo à messo Sappi che a le a ; queste imprese sue spese. 33 30 Medici ha Cosimo Però È uso E non medicare può ne A tal A le , contadino; è eh' saper, amalato povero gli cscirà costui di man : straforo per questo che ristoro per poverino il contrario al a ina , medica Lo mal suo loro, Medichino il preso del guarir Her da medican si non il fiato. 3i Se Poi Che Se Col ma ora , Comanda — Medichin al comandava Già lui a tal Vo' la no, farò, dirò: pur vincesse ancora; timore. è senno fuora, imperatore Io per e gli imbrogliarebbe poi come già giontò (12). ; lui, giontar del che : in tienlo — acquistarebbe tale la vo' e cosa avede si non servitore suo come noi 32 Se Che Ci gli i balzelli Propler Si tutto che si trova , e pone al il ritornerà mal veniinit che in in scritto peccala dogli si non slraversa alla cosa quest'impresa daran Perchè E ogni va poi mal, capita S'altri capo cerca adosso tanti imbrogli tutto persa: molli fogli adversa ; fare altrui a lui. • 34 33 Se àranno Fiorellini i ingegno igniuno , più àran Non Accoidinsi Per balzei noi con via torsi Uomini da donne più né tutti ruinc : comuno, a discipline, tante fanciulli a uno a uno , £ Né più àran non la a li Che dazio né carne consuma tanti a balzelli, povarellì. li fa e farine, le a 34 Chi Che si sarà è che ci Se lor sapran i'ensinci egli il gioco ire che, bene, vènto tanto senza mano, : grano slenlo noi lor se in hanno il macinar a e gravezze contento? esser Strozzi, giocar, potranno si villano e questo Piero Or Senza di vogli non Poi polirono : sanno , Or gli (/") e il male hanno mollo àranno. peggio 35 Questa E Da sarà è la porla in levarcm qua su e , tempo Fra poco Poi mandareino e al Cosimo tu '1 cervelli memoria : cimbello il veltoria molta con in ho da certa prima oh' profezia ; bordello , E ripiena E l'arem lo son suià dirli: condotto tutta la 0 - all' storia: sventurato. encnos induca. Duca, — 36 II, 1865, an. in patria Noveschi i innanzi volendo Spagnoli delli Poco 172). pag. la Cesare caldi suoi ciata cac- restituire parteggiatori , andate che Ferrante don Siena in alcune Siena Gio. della non Queste stanze è meritevoli di assedio merito si oneste del e né ché perocriori ante- serzioni as- Testo stanze d'a brano sem- nostre luogo contentandoci sorta di , il codice con ogni maggior fedeltà. fatto af- meno ad , di ed non talune e si mi anni nostro argomento omettono codice del riportate, Poche poesia. all' 59-63 alcune autore quella di poesie, pubblichiamo. degli confermino all' necessarie che storica e intorno al qui da scritte Testo, nostro essere illustrazione sieno air il in consimili che pag. cittadini. i e altre le in Ferrante Don Profezia tratto fra intitolate di occupano ond' medesimo lui autore stessa che accordo di cura venne apparentemente a Nini Batta la cagione questa dimora Stanze trodotte in- commise ne quesf alla Riferisconsi Soria, più stabilire- a quest'oggetto a per riuscì, e realtà, se di Lopez da a pratiche le vuoto a , trascrivere notazioni an- Colui che D'uomini di Far E Di sua e li che Lui vi com' nostre lo e pieno, tratto chesto a sia non è matto. alle mantenga ci sereno, schachiere quanto Spagnoi e sicno che turbo uno tutto salvi paien? volere scaccodonna, danno a di ciel il poggi nò savi partito mondo piani Che il FERRANTE- DON per mano il fece Facci Se donne pres' A aiuto senza o sé Da NINI DEL STANZE di poco sue spese rinvilo , gli Che E savio Aspetta Furassi Non è è già disfatto colui pur una ci è che n' se paese è aspetta semmana, accordo il tutto buon qualche o accordo e non ci usin , ito. un mese partito : novelle , Noi Siam disfatti e non abbiam cavelle. 38 Io contadini De' e parlare Vorrò' imbasciadoie d'ogni malestante: signore quel a poco un Ferrozzo Ton Feria Ton per venuto son Ferrante Ton o ; , Raccomandargli Gilè La un robba che no nostro 'nboscata è gli come onore, quante: tutte donne alle sotto slan el poco , , Dicon Al prete Non so s'è Che perchè apònto ne Se già Pascere Ch' che or Andrem fanti darò spesso per e forra l'erba che son talvolta ci ci d'insalata. panieri, mio tuttavia volentieri cortesia pretta non per ci fa ; mestieri malinconia; persi tutti arare laghata. han 1' erba e 'n s'assassini; poco un viene ne danari Senza quatrini, nostri a' non cosa po' serbar Fatemi Ve fin è sol una V'arreco or contanti, han tutti : , ch'affatto Ch' di o non dati hanno gli Acciò E perche no, quanti contadini credenza di tutti che quei far fèrno Contanti dipoi ho lettera La guadagnata. è giustamente clie e e' nostri pascer noi. buoi 39 6 Notola Ma buco Col Suggel ebbi non Ecovene : sodo e ciisliani. : ("*?) villani a' mancano : rassomigliato assai uno da mani mie buono l'aùlo con e modo, voiun le co' legno d'un qui Eccola io fall' lio n' una in dèrno mi non , io S' Prego capo Le mie A in sol Pigliate Chi pieno sieno pigliale le fantasia mal el : ho non e elle ve buona la piglia la non non corpo meno pappolate. che quel parole male di che nò intendiate m' studiato, altro d' più in che ho non 'nbratlato. l'ha dire discrezion io Perchè brache le sapesse non per El de fondo '1 Che : ; dia. li ognun 8 Monsù trovalo il ben siale Ferranti! , , Ch' Vi il ciel salvi di Che casa che Dappo' tra Che Sienvi Li (') le '1 nasce vi ciel vi verso elio e c|ui lor manca, rincalzato ogni affatto le viene. tanto moggia raccomandali e lia bene: baccinato vostro col man da d'uom Gonzaga contadini Il viso avete infino e suo bene , fine contadine si clcsidora puro nel Cod. 40 9 Che Che ha Qualcuno brache ma si che far grano o , manlegli, lutti a si piano: un granegli, ha non tiran gli mano con , mogli di lusinghe Che A sono gli Spagniuo' Che vino nò volta chesta a povaipgli oglio camice calze han né sai han non Non ì raccomandati Sienvi gli non rincrechi vale l'animale. 10 Che le Non più tormenti, eh' Deh! e in più strazii, brache le Che chi '1 Più che la orazione: tormentati son se , fìglioi rimanghin far a non Salvin rac^mandati stanno megli lor Faccin Sion vi poveri I le con ha non capo vita e ha se straziati son pur ragioni; lor troppo leggieri, coda e'gheri. la car' buoni: 11 Vi Che raccomando ne Ch'ogni Non v'è di ila pane fame a nò ha non cosa haviam Moriam tutti andareben spedai Io Ma contadini, c'povar' spedalo gran vanne e nò ; vini , a haviam non e lo male: qualrìni , el dì di carncscialc , E senza eh' un di noi mai mal gli faccia , Come alle lepri ci ò data la caccia. 41 12 E la se finili Sarem Cile non Per le E E che di guaste noi Siena lian Sepolto vita nostra nelle ; rapine con e ; aita rivoltate prede ; dipredate in slate so' nò e vennen incendi con guardale ben più spirto provincie Contra , se liaviani genti le noi finita è non ancor guerra rovine. sue 13 Evvi altro Ctr E' certi lagorare Son presi Che E far per doveva a fame 'I che forame patente, per niente. senza secco : soldati, da' taglia servirgli restati di taglia altra ; restati son muoionsi e han son ci letame che rimasto contadin povar' non è ci non Per E ruvinati paesi 14 El mio Che adatto Che vi E si o son farci certe star distrugga spenga e lavoracchiando , prigion ha cosa Castelnuovo Quel Da possi si non raccomando vi ancor fin e preda per Ch'ogni Vi Comun mandato a l'appetito e senza si venga strilla Belardenga della stiattone ri non certe fame. sdame e , bando : 42 15 raccomando Vi Ch' 'l mi Che E fati' ha Ch'io perchè è gli Non posso Non vi mira la sciagura travolto e ; biasimare: dritto guercio è gli ; burbarone lo non mai lagorare a po' raccomandare certo un padrone scalmazione tanta un di far dato ha oggi deghi Io ve Che mi poder suo mio il ancor , natura. di 16 Ci salvaguardie chesle Si salvassen noi per salvaguardia La Per Enfin vi Dalla paura ci Che E Spagniuoi vostri de' buoi. e libcriale ci che prego faciale pecore per , fate voi, per mi prego porci, pe' me non e voi che , chiaman signor po' voglion signoria. la lor per cortesia, per 17 detto Ho E farò Fate Che dello, qualche 0 voi Spesso solo Che se Con tanta non volete se niente, fatto : , voi aiutare l'amico anch'io Posso cosa fate non ho non e è or meglio farvi altro fé' eh' e' io patente vostra quel , potete ? mi che '1 che non parente, credete; polli portarci. me li mangiarci. 44 21 mi voi Perchè dabbcnaccio paiele , Signor Ma Or mio or di timor per vi mi non caro, che lagho dar vi non impaccio vogl'ire; ne me partire; so , E S' Or vi s' prometto io fo Vorre'col niente piglio io pan posta a la s' pace Cv. di io rivenire conclusione: mia l'nltima o pesco Marcone. caccio : 45 (3) il nostro modi molta la con Siena, Ebbe cora an- dalTim- presa Siena in con e cittadella una , Giovan condusse rignano a fine la da Don patria. loro di marchese Medici, Iacopo la libertà ia conservata cittadini dei sdegno allo il cjlmo posto (4) di guerra Ma- Siena, , cominciata debolmente che qui dei occupazione è Il che CamuUia, di mento tradila appunto sforniti lasciati sconsigliatamente guerra allora. di Forti nimo d'a- barbarie tanta VA., rammenta nella e anche straordinaria cosa parve di Fu Napoli. feroce, atti commise Siena di di figlio Gargia, viceré valoroso, che più Toledo di Pietro di di governo risoluzione fabbricare volevano Don quanto venuto allontanarsene. alla parte di fu che ad poi costretto onde al Spagnuola peratore animo, Mendozza di roganza l'ar- per , Guardia essa dell' fierezza bertà, li- la faina peggior bolare tri- a vennero munoraetterne a sé la e Urtado Diego Don di lasciò dei ed paese niuno che cesarei i ministri Fra provvisa im- troppo dai gente Senesi. (5) AUudesi il sotto della Aswanio dei alla Senesi, rotta Cornia dagli Chiusi, nella ferito rimase riali impe- quale prigione e sissimo valoro- cavaliere Baglioni Ridolfo e di castello sofferta , , perdette nella la notte In vita. del "22 fazione, questa 1554 marzo venuta av- gli periali im- , furono che di nel traditi il guardava Siena: egli castello ([iiando si castello aveva avvicinarono videro stretti da Santaceio allo da essi Comune d' introdurli loro ed Cutigliano pel Chiusi di promesso quietamente, si promessa da fidando porte ogni del parte in tal paese, dalla 46 la da strada che (6) Intendasi colle lungo belle villa la sorge principi Chigi mio Abramo mico di proprietà Mieli. rimangono brevissima distanza dall'egregio oggi Colomba, S. Tolomei dai posseduta già ed Roma, Colomba S. Grottanelli, A dato guasto Toiano Toiano, Collegio celebre il Toiano, di vestigia. detta Chiusi. a e di Lorenzo eav. assai tuttora incendio fortilizio Del sig. mena fortilizi ai Aiuola. nob. Chianciano V imperiali deir del nel imboscatasi , dagli e Sautaccio di gente villa del di prima a- stro no- soffrire , dalli danni 1364 nel Spagnuoli, dalla molestò Aiolà il Chianti nel fu fortissimo, luogo Belanti. dei r delle impeto è contado perchè gli a e che le né npirto Più oggi di delli le ne secoli tre nostre difatti contadini Per — C/*e Provincie rimasero non sono lorosi i do- campagne guerreggiata guerra molto Spagnoli. sono diecimila che nelle poveri vita dopo una altro non de' temente costan- repubblica, prepotenza al micidiale, mantenuti Ferrante scomparsi tutto narono cagio- poeta: fu Siena della lamento anch' effetti tale Don dipredate. e , presidio sostenne del di governo dalla più liavean morti del a nese se- , nemiche essendosi al continuo guaste il Marignano guerra abitanti patire Stanze non avendo declamazione vana la fodeli un al famiglia danni. Non nostro che 1554 natura , (1) Le Nel artiglierie gravi ebbero dell'illustre arrendersi di ricusato villa blica. repub- per , già che Aguto, della territorio , maggiori dell' inglese compagnia grandemente L' sofferti aveva ne con ferocia. (8) Dello furono molte fatte torri mozzare ch'erano da Don in Siena Diego, cune alaltre 47 trovasi che duraute guasti soffrirono Comunale, Biblioteca dei poesie alla accenna da ordinata torri queste altre varie tra Un assedio. F E mi satirica poesia frate un Come Galgano. S. la valga che pare derazioni consi- per contro di comendatario abate Vitelli, scritto di demolizione , strategiche. nella Rozzi Diego Don sonetto di pena sere es- riportato. veder vuol Chi fa quanto Di se A chi Vada ch'or L'Abbate Così la Che darsi di Galgano; sano , strascina lo appena. rilucente cuoio che piena, fede san così e mano pena; fa ne vien ne in la ctie mula sua Dio Oh , sì grasso fresco Siena umano uso per veder, a ad d'intorno mesi tre è EU' provvista e bisogno si tosto E come ! bello e , Onto e bisonto Altro Andate Che forse deir C. F. frequenza bordello. nome prevalevano i tanti Lapi cortesia i e del egregio Bindi. mio poltroni. i Nenciolini del Carpellini, Comunale. t torroni ingrassa chi chiamavano Alighieri alla giù in , vitello! un trar che fame Senesi sonetto sembra zamponi che , ha Firenze e Nenciolini pur, dalla collo che bisogna non I ha che guanciotte Che Fiorentini, Nencio: Lapi — buon e ai i Dindi Debbo amico Vice-Bibliotecario tempi : Non questo dottor della 48 Nel (9) 1526 del luglio Sonesi i assalito , grande con che Fiorentini, dei fuor erasi Porta della cacciarono il fu fezionatissimo (10) alla prode data vien dagli di dunque rotta del e 1552 rentine fio- di presa im- quest'' af- giovane patria. che pazzi dei volentieri Senesi ai è non forse pazzi instabilità certa una per di recente: tempo citta battaglie sua Toscani altri in e , della liberta appellazione L'' le e Anima , la mese spagnuolo Piccolomini Enea misero stesso Cosimo. da VII presso lo Nello presidio inviate Clemente accampato Camullia, completamente. fuga di T esercito impeto dicono ci cervelli nostri o , meglio quella per avemmo che e vicenda, a guerra dire comune della nostra vani, n'ebbe e alcune Oggi ben chi nò ragione, del poche vanità modo Dante mò chia- ci di Testo ci di acqua mancano nostro scordie di- a beve impazza. ottave farci mezzo anche che Fontebranda, tempo di in E personali. Toscana, in ogni , d'ingrassare e gelosie e in continua troppo pur , che smania nità va- medesimo. rimangono ma , del quella fummo V acqua trovar messi ad derisione in ogni dal onde costo, affatica Poeta , la aempre concittadini. Con più Del del puzzi, nostro bene con loro dei popolo carezzo cui loro le coi o non arti i reggimenti ci lieto danno bizzarro e addormentar seppero , fermare af- potrebbe che umore miei giudicarci vicini, nome dall' de' parto volesse nostri origine tutte chi brutto questo obl)e maggfor resto, benignità che di della mente Medici, ni) austriaci le con i Lo- renosi. (11) dell' Così Ordino fu chiamata jujpoluro una fazione costituitasi , di poco dini citta- dopo 49 la morte abbattere dovuto di Pandolfo in Siena in 1527 dell'amor fuoco sacro tiuìa e il è storia guerra Ed (12) di lungo nesi se- mente, Cle- papa il vivo durante ul- T memorabile anche è armi tennero patria e molto dapprima mostrò Libtrtini di che di animo delle esercito essi pur Ai successo V contro furono e il parte T con tirannia. ogni gran nel Petrucci assedio. Carlo questa. parziale dei V si dai Senesi , quali 1536, del accoglienze fermato di pretesto difficile di s' restò no dal breve antichi moderni e che poeta della presidio cittadella avendo provato gli del governo offesa sempre invio maschera; la viso ratore) impe- un nel per T con edificazione r (impresa ad fattamente s\ che e aggiustare repubblica , gnuolo giorni. tre impossibile ma intromise In Siena , Comune liberta. neiraprile meglio della sé per in voler faccende disordinate del onorevoli e essendosi Cui Bensì le liete ebbe gli il vero ci signor per E po' voglion per lor la levò avvenimenti detto stranieri chiamano spasi , ... la cortesia signoria. del stro no- ANNOTAZIONI ; e la cbd. Nel (o) dubbio Se si la volta chò erratamente cia Fran- a il senso , storica ragione cod. il ponendo verso doversi con leggasi liavea V ancor stimai Io che vogliono Diego Don (h) cos\ legge: si senza ma TESTO. AL gna. Spa- o loro concesse correggere : sto que- di invece esse : concesse. , Difatti Don nelle avvertimmo Diego molto da torri poeta «pagnuolo (e) Meiidozza lo Testo : la strategici scrivere poteva torri vediam di sicché ; l'aveva ce Quel demolizione a meglio il che ragione con che storiche ordinò motivi per con Il Annotazioni stro no- quello morte. quel che noi /adamo. Erroneameatoil {d) in nesi dal furore. alla verso cod., Nel lacuna ci è dato loggondovisi: correggerlo, non , segno. Che se havete i Sa- favore. (e) Questo in eod.: protondo molto Che mente imperfettaci più ma di aver fecer nel tutti... supplirne colto nel VOCI ( indicazìove. XcUa la A delle P. lettera chesta del (N. Affatto e Testo; A con N. lettera la con storiche). Annotazioni nelle volta. (ìistlnguono si utanze quelle addotte quelle NOTEVOLI. LOCUZIONI E Oramai. quest'ora, 9). st. fine. avverb. Modo in tuttora , uso bolari. Voca- nei accolto noli ma , Del Interamente, st. Alla 4 volte come (N. altrove). e Lo straversa. modo lutto. avverb. si usa che dal accrescitivo. A che stesso si (e usava popolo (P. traverso ; rare anch'oggi) si. 32). 54 Apòntb Pònto, e (P. altre N. 29; st. Appualo per st. consimili derivate dialetto Vincere remo per st. 15, 24, 16); Panieri 29); Pòvaro 13; A strilla strilla il tutto Locuzione in dovuta la tromba all'asta, per (P. st. st. 5); 12 st. e (N. Lavorare clic ogni rovina (N. st. 14). dal costume di nelle vendite fatto anche alla dicono si a cosa Mandare Gguratam. proprio suonare (N. Mandare dando, e (P. somiglianti. e bando. e (N. Paniere passim); Lagorare st. Empirsi Povero per siglio, Con- per Sbadiglio per per (P. Vinceremo per Impirsi nuncia pro- Véncia- e Consèglio Sbadèglio st. dalla o e 23); parole, di Vénciare senese. qui Avverto alterazioni dal o 4.)- Punto. e tromba. Alito Lo Aguto. Chiodo (N. 7). st. Averla che stesso con Essere uno indegnato , Aver (P. .st. famiglia a morte rancore 11). Sono le frasi: von uno: con con)c Averta modi pure op- chicchessia d'una stossa fina, Averla elFicacissi- 55 mi comuni e ma Uso dell' Yocab. nei si desiderano che Toscana, tutta per Tose. (N. Baccinato Bacchio, ha Persona questa ha frette cioè bacco, adduce ne di sa, affanno- le sempre e maseo Tom- signiQcato col presuntuosamente che rola pa- del Quello Vocabolari. ai le Manca 8). st. esempio un , del poterle che Qui peraltro convenire altro Busini. Fare Bordellaccio. figura molestia a altrui, il bordellaccio vale tara, significato Generazione. Prole, di quello sembra non Far Recar danno. (P. taluno registrano st. ma 28). I cabolari vo- e- senza , Mandare sempi, alla il malora: nostro Testo Accrescit. IfJ). Non sarebbe questa senese. alla al di cioè bordello, esempio un Cosimo mandaremo Burbarone. in ce st. 33: Poi bordellQ. Burbero diffìcile parola dà ne nel (N. udire st. ch'oggi an- contado 56 Chinche al e (P. 12, 16, st. cabolari altrove). I Vo- e registrano questa antiquata, plebe nel e in dell' Uso di Esempi plurale altre dice alluda cimbello per numero (P Debba i da credere nostri assai il che cittadella, allorché questo qiiassv. 26 si (N. usata significato ) Da il cimbello su qua è parola con è ( P. tasche le standosi ce. levarem trofi limi- nel voce o alla Che : che an- nei e questa Forse poeta ma cimbello. Infastidire, volle dubbio. Deghi. il Ma due Fanfani romana. i cembali 5). il infrequenti. Toccare sf. solo provincia questa sono Romper nella già Tose, senese della paesi Cimbello. il tulio come uso non scrive come Yocnb nel in contado, d'Arezzo, voce è tuttora ma que Chiun- Chi, Chincht. plur. si. prima (P. si Così lo). contadini 3;')). tora tut- nella che , coniugazione altri verbi tutti loro induca. Enenos /iì ne nos di usano questo e di desinenze e molti modi propri. Storpiatura inducas Veuire dell' alt' delle orazione onenos parole menicale. doin- 57 duca, significa Venire Ridursi guratam. (P. fine; a in calliv' (i- e acquo 33 st. . Essere il mezzo affatto, me nuova non lasci Giardino. ad : giardini (st. 10): stato Da debba che parrebbe inutile Testo il Lo due le Falsi ha in intendersi un il perderci e alla Falsi per i lor messo 29). Quanto che guenti se- saranno smarirci (st pare che significato, Essere nel locuzioni suo piuttosto 7). st. Abbiamo giardino il contesto equivalesse (P. così, oggi perduto. ricerco ne dal dire sia che dire di non mentre legger dell'amanuense, modo Perciò per il cod. benché e il sospetto un locuzione doversi svarione uno non dubbio ho pure È dire. ma pri- giardini Giudizi vani o , più come Castelli in aria. attribuito alla sovvenire di Jeter . din de discorso. può diciamo comunemente Questo parola quella des qiielqu'un Ma convenire ci locuzione do\e , questo significato Giardino pierres dans fa cese franle jardin significato all' altra : jarvale non locuzione, 58 nella il quale Giardino voce slesse berinlo. Vegga ragione dell'uso Glritondo. altri di Mondo sust. Vocabolari. fare Si a uno st. Operare sul 12.) frase : dendolo pren- st. 19). una Nell'istesso Non giocar traverso, malignamente, (P. car Gio- serio a comunissimi dire se, To- Girotondare, Giuocare — fine st. la noccioli. Manca Uso dell' Fare (P. usa 2) locuzioni: queste cosa si senso di (P. di braccio. buono, qualche cioè significato giro tondo, un un notino del di meglio del il verbo per Giocare render Quello registra Far la significare La- a e che parola. questa ai porterebbe senso con condo se- Sono modi anch' in oggi Toscana. Igniuno Alcuno per (N. il nella verun sappia, senso del Verbo 19). st. da il tuttora Alla nese, se- bocca popolo. Integliare io 33). si. frequente e del (P usato Dizionario, ancora discorso signifi-^atodi strato regi- non né, che in Toscana. porla (icnerare, dargli a o come 60 soltanto il di Uccello significato rapina,detto Notola. Natola Moscardo. anche mi non di dèrno in verun (N. st. 6).Nei Vocabolari sta diminuì, di ma come questa parola, modo Nota , cioè Piccola annotazione. contrario , ebbe in Siena questa parola sto? ico significato un per venivan della ambasciatore , e tendeva s' in- la Commissione essa le Istruzioni che Al 1 adempimento del date a o un repubblicaper ullìcio Nelle suo LegazioniSenesi (Siena,186i) alla tulliquelli pag.*26:Raccomandamo « ci fu per la Notola commesso. alla pag. 38: « Circa a la che E parte de la Notubi Bianca... Pònto. V. prima la inclitamadonna sogionseec ». Apònto. In Rassomigliato. Fatto Manca Rinvito. Susi. a 2). cambio di Rassomigliante, somiglianza(N. si. ti). ai Vocabolari. Sopravanzo.C rinvilo,Ci st. a » resta poco o poco di nulla ( N. è 61 Tiovdsi Riscampo. 26 si. questa del Potrò Testo ire veder a non saprei esempi accertarne nia si senso quivalga ad moglie la l'aiuto con indotti è riscampo senza : nella usata voce mia, di altri il significalo.Dal a credere Ostacolo che e- to, Impedimen, potrebbesi e del voce sia cod., e dubitare dovuta che invece Inciampo. mondo al dicesi significare 0 All' adducono ne i commedia una fatto lo Scialeguare è Scotto. ancora Essere st. l' ombra unico di Vocabolari, uso presso condennato che scollo. un ricolo pe- : ne Or (P. lo da può giungersi ag- che s' è st. st. i nostri scotto proverbiale, equivale che tratto Cecchi, Scialacquare in per esempio seguente 22); modo lo inciampo un sbaragliamento (P. per gersi leg- frequentemente del il scorrettezza ostacolo. un Sbaragliamento. sta que- dovesse Senza Senza di alla cbe non all'altro: S). 27) pagnoli. cam- (P. gistrato, re- gare Pa- 62 Non Sesto. chicchesia trovare (P. del fuor li), st. cattivo cioè nel essere alcuno Non : ed in o ancora sesto suo sto se- ordinario Dicesi essere. suo Trovare stato suo nel ha il desimo me- , significato. Malmenare Stazzonare. (P. lo significato questo Fanfani il Uso dell' registra nel Tose, ma Con 17). st. mente sola- Vocab. suo non allega ne esempi. st. li 18). Nei e voce, perchè Usato Su. tu scolto di invece tone Tu. egli volte più In la tu in 22). usano al Non sing. Stiat- della cambio schena (P. r dichiara Stiattona. (P. st. la senese. ponga spalle le sta que- attribuito e d'uso parola appunto le viene Vocab., predollo nel sta significato: altro bensì (N. vegeta e Vocabolari con m^ Fanfani dal so fatticcia Ragazza Stiattona. st. ancora. I (P. st. 20): In nostri prep. 6). tu gnoli campa- In lo 63 del contado Manca Usare volta Ogni Ugniotta. il in Usare cattive le Testo, la proverbiale Modo gattivo. Raccontare Voce 22). uso. Fanfani. al senese st. ancora senese, di Nel (P. Gattivo, e in fiabe g. (N. (P. cambiata Usare st st. vece in- 10). alla novelle. 2). insriDiOE Avvertimento Pag. 5 .... Profezia sulla Guerra di Siena -^^ » . Annotazioni . . . , storiche 55 » .. Annotazioni al Testo 50 » . Voci Locuzioni e notevoli. 55 ? » DELLE PAIOLE GALFREDO DI PIBBLIC\TE GlilViZZANl mUM DA AVVERTENZE DI E FANFANI PIETRO LETTERE DI E NICCOLÒ TOMMASEO BARBIERI LUIGI ROLOGNA Presso Gaetano 1867 Romagnoli Edizione soli di 202 numerati, ordinatamente N. UOLOGNA. esemplari Tiri FAVA 4 E GAUAGNANI. Lambruschini fra avrei non e io publicarle correzioni mortale), penitenza; tacendo, lo libro, emende le porta di tutti, le sono se non di note chi e buona imagini quando il quale, anco meno la che del conda se- nanzi in- Fanfani voler Fanfani così essere lettere, ora un ventura devono avvertenze ganno. in- fa mostra due la in gente, lodare, a Romagnoh del sia tratto Fanfani, come delle S' la un facile il dermene ren- spezialmente e censurare, prego la per all'autore, allo devo lasciare, parte che ne a fa (ed qual altri sia altra sono miei devo non che Da io ed colpa, e voluto poiché peccati in poste, ri- cose certo ma : di è uno care care. pubbli- quanto sebbene questo in me , volte, sapere mi sieno come state dolce care: e, l'averle se vuol meri- ricordi late, parole le la favola » sideriamo; » non » premmo » opera : può che Il » vigore » non » censure » mo di ad alcuno dette io le mescer ne così d' ani- parvero mostra per le conto do Quan- ». note desidero grandissimo : le pure parole veramente volta; cader perchè scrissi manco altra sempre per queste in può ci farebbe forse fare censurata. meritato ci di al il sa- non essere meritarle a scrissi valenti ma laudi di aver e spiacerci fosse non difetto » de- consolarci mai torno in- censure non lodi, ricorre meritevole » Le « niva for- studio mio il appunto cui con e e : dei tengo 1' averle reputo Grazie Ad Fan eh' a pochi alcune fan i mi il ciel delle è parso largo avvertenze dover destina. del rispon- 6 ilere qualche cosa modestia con ho nulla perchè aggiunto, fatto ad riverente: n' ebbi non l' ho e ; altre ragione mendicare e scuse , disdegno. il Preghi ristampare favola le da correzioni secondo fine parole via quella so?? in porsi le della leali, o fine hanno quali del avvertenze ragione. Dopo altresì prego lettera del di del in ste que- , stesse : pagina una volume a 1 11-112 in omesse XLIV in Romagnoli le pagg. anco furono ove e signor le Fanfani quah tenze avver- pubblicare venerando una Tommaseo . che, ma non per la lode per che mi convenientemente Non mi una stupenda mio in e fa, parmi mandare basta, glugne mi dottrina la sottile avvertenza che caro questo lettera porge, la savia potere fuori. amico; momento dell' illustre I 7 ab. che Barbieri io conosco non , se di non fama: abbondanza quale e , di in erudizione mai la mia povera tanto in che il Sei che potesse opera Fanfani dovizia dottrina. sì illustri il pio esem- imaginata, onore, di e tanta di e Ella veda e quanto e modestia sarebbe legga erudizione di sapienza di la ne aver- lei si letterati cupassero oc- quali Tommaseo il e , Barbieri? Io quasi, tanto esalto, che nel per giovanile sentenziai dico a fatto mi e Barbieri Lei che che è i mi loro dico bene- compiaccio baldanza del quasi e non poco gli errori, della certo; non cui con ; sto que- ma discreto tenditor in- peccati sono , peccati, ed sempre farsene E' sono e altri deve pre sem- coscienza. in il tutte pochissime Romagnoh anco gine, paper 8 che l'amore in estimazione che presto modo lo sproni e il tiene dovrebbe e Fanfani, al porta maseo, Tom- volerle e bene: la S. pare stam- ad V. la ogni che tanto , può, Da e a Macerata, caldamente cui a dì 29 di il GAETANO suo si novembre devotiiiimo GHIVIZZANI 1806 comanda rac- GHIVIZZANI GAETANO Prof. Cav. SIGNORE CHIARISSIMO AL MACERATA Caro Gaetano, sor La ringrazio di dei due dell' tanto me, la e d' Arborea ringrazio V Regaldi: mi è piaciuto La ha cucinare nostro essersi mandatimi. opuscoli dicessa 18GG novembre 10 Firenze, il e Giusstrevolmente mae- del gusto Raffaelli povero assai pure saputa al cordata ri- anche quelle ^ parti da lei che state in esso non trattate eran belle sono gentilmente za sen, scostarsi troppo dalla verità. 10 Esopo U V ho letto zione. atten- con e , Il discorso è fuori, in critico, lavoro da benissimo lungo condotto , e da farle studiato e a è molto per simili studj. buon alcune forse poche, sembrano tali sono il che del pregio testo e fa per suo altro a me gannarmi in- possa nulla altro per (scemano non lavoro del per modo ogni menti pari- sette) o tendono at- aperto e benché errate, Ad Il cose sei essere che diligenza sua senno: (ma coloro bene, curato da e citato della segno onore, quale il per le , do bel un Com'è del e nuovo colleghi? mi ella rallegro. ufficio, Mi Macerata, di contenta e dica de' superiori suoi tutto ; e bene. IL suo FANFANI ini glia vo- 21. Pag. E acciò la cosa E (2) , qual Mio Giove ecc. disse acciò della allo fede ne lamento grande essempro per moglie, prese Terra segg. e disse, (2) Sole il come 4. V. Sta ecc. invece di per , ciò, e rado non pertanto non Qui ciò; V acciò E tempo, Dante: E modo \. mi chi punto, tacque tanto; A questo pare clie scritto per leggesi lo re andasse conseguenza per modo verbiale, av- circostanza E dicesse: e a di un significa similissimo q: invece direi come questo a imitare. è quasi gli antichi, appo vuole non clie di trova si non è ma si qui; disse come come e a mandò pag. ecc. spiegato; A ciò. FANFANl con 146 Cosi e 14 34. Pag. Mangiando, lo venne (3) nomo e della. la apre 6. v. (3) Lo L' articolo uomo. determinando , il nome, di nulla sebbene uomo, esso a aver cura queir del parlando ma vuol È dicano, per ci Il doveva a parer ch'ella quel dice; fra bestie qui solamente umana. che vuole, non significare mio, ti e celliere. articolo Queir efficacia colui era uomo detto qui stato molta ha pure che mosti sia loro , la specie le bestie significare che naturale Se esempio: lupo gli mangiò diciamo noi come ammazza; mo l'uo- viene quattro pecore. FANFANI Può qui nel usato signKìcato lo (ilologo lioreulino: notare, dei le dialogo che certamente essere parole delle in clic nou dico pertanto (lucslionc non bestie, come sia l'articolo pare l' ilhisirc ardisco far parte supponga 15 il Fanfani, favoleggiatore,il modo mi che diverso: latino, il testo soccorreva e G. 44. Pag. la in tal le tre al- italiche. versioni Et glio vo- e comentare a del bocca in bene è assai che detto aver pure sì esser ma eh' è (2) 'l G. 5. v. lino sopra nacque , terra. eh' è. In (2) Et subito; ed è è, che dire è: non in questo lario il vocabo- ma esempio porge ne dimora senza modo comune significatoche non unatlmo. di dei nimo modi. due Non la indurmi posso stia cosa com' il eh' è, perchè valere lo ella cosi che slesso credere a pensa : solo, il che prima può non eh' è eh' è , come è e gli antichi, dissero che è, non e poi che come perchè dicono o il che i derni; mo- non può il favolista abbia maginarsi imvo- 16 lato che; ma è in errato, V. nel vero luoghi la nel che io Ch' qui) è ben scritta è eh' é, e Che al che nel io pag. 148. ficato signidarsi ricor- codice l'ho modo Il cho. è non leg- dee (il ha per in quale et registrato a Ecco codice se dovesse che particella lo dato si più uguale, ella almeno tanto dice co- apertamente avrei, qui ha il che senno adunque che la è il codice altresì buon in nacque che testo, Ecco: 2. è più congettura lere vero Io corretto. canapa È con e posto la che attimo. un et dire poi è non T ho lario vocabo- mio Essere. verbo FANFANI 51. Pag. Onde di amici Che nulla: e' insegna sicché vuol non dire perchè 21. V. il savio formarci tale temiamo formarci formarci cosa. di amici? Mmici come , 17 alcuni, dicono or antichi. gli sillaba che pare chiara, ben è Né né (se quella pure é è ma r ni, un che consunta, ha la Ora r. di forma ciie m a, pare invece è non dire così e darebbe per quella e non cia comin- mai, posto una Va verso se marci, for- con verso l'altro e' è formaci, ha ma ci, il che, con non un ma, e io cer- il codice finisce ma dicevano non una fornirci) veramente , avrei io in posto scambio di il dubbio nota dovesse /ormare? che leggersi fornirci (1). FANFANI (1) Or ragione sarebbe non del più credere testo torniarci aferesi confacente s' dì avesse alla gere leg- a attorniarci ? io , ne sono che quanto 60 1672. — vi bella Gap. il cod. secondo Anche molto al abbiamo Bibbia, legge: una es. fece fare, piazza e , fecevi la si abitare, suo per Vi della in maggiormente, tanto simile quasi dei' Fioretti Rice. e persuaso, terra condotto uno e che ne d'acqua macinava che assai forma mulina. tutta — 18 63. Pag. Andò disse e e lei Lupo uno li e 4 e a una v. ch'ella suoi segg. Troia volea gna^ pre- governare nel porciellini suo parto. Ma quel Lupo: a in Ella pronome che dunque dovea la, e rebbe riferi- si versi scri- pleonasmo con munissimo, co- spiacevole. non FANFANI Si solo certo, diverso nel volli così e per scrivere, di errore avvenne e stampa non duto ve- correggere. G. Or un' chi non f, e, V troppo vede e importuna? lurnia e , l't Parrai le giacitura, fu s'abbia non a assai leggere forma o tornò ne cifre predelle t in congiugnendo insieme, quindi il mutato sprovvedutamente n rimettendo qui che G. un' palese alla che, lor prima tornio, m o altrimenti. , Z. 'n- 20 Nella mìa del parole r che non alludeva Fornaciari: con se io nota di soltanto pienamente e Fanfani egregio cordo d'ac- peccai non brevità. G. 69. Pag. Uno in perché stato generale in buono, del poi buon aboccato I il e corridore, si dava o l'esser a si può lente vasere es- presso ap- significata né vuol presenti avevano, corrente a era bene, o forte. le qualità participi l'eccellenza buon cane noverano addietlivi operazione, si prima cioè gli antichi, e dinanzi addentar robusto. per si il essuto era che cane, corridore, usali Cane, uno qui G. segg. virgola porsi corrente, dire cerca corrente, da Era e giovanezza sua buono molto 12 v. Signore quale a tualmente vir- perizia l' del- vale cosi simili dare aggiunto. FANFANI cipi partialtro 21 Anch' io e, solo notato, qui nella stampa, sopra G. 70. Pag. Ma già à molto verbo qui significatomi ed alla V essere bene se o vai manchi che alineno Il ecc. tal in e Manuzzi al loro manca è se stia che par il istare; per alla unito convenire, particella alla chi a convenire, mi non ma poi stare chi a un questo. come convenire vale pare Crusca, esempio (3) biasimarmi è essere ? lodato. male (3) Ma G. 20. V. biasimarmi è male m' fu virgola. la tralasciato errore per modo nel inteso aveva per quale particella dicevole, esser male disdirsi, è disconvenire. FANFANI Non in niego luogo per e che il verbo (li istare; noto istare elio, anco parmi però che mancare il verbo non essere, istere anco al sia galo spie- rio; vocabola- solo prende 22 il spesso vivo; significato di convenire, noi e andare si al teatro, Non cosa. dice: il verbo convenire, particella male, modo prete la far te sì è un detto più mente, esatta- il verbo come vale dalla seguito e disconvenire. disdirsi, vale G. 71. Pag, è non . . tal particella bene, dicevole, esser a a essere, dalla seguito stare sta avrei pertanto che sta non non ed 20. V. loro G. rore l'er- perdonato . (4). (4) deir 7/ codice Errore. ha amanuense Perchè ha disse mi il : A nell'Eneide? nel dove vi la mio sono d' trarmi Non E popolo? Erro invece erro corretto favella? usò manifesto sbaglio di voce errore. il è stesso Legga Vocabolario parole del poco d'uso tuttora Caro Dante un erro e erro, sbaglio manifesto? chiamatala non per tra lo non l'articolo dell' uso Fornaciari. FANFANI 23 delle che si spesso codice, persuadano che a errai di Avenne dal suo tornato lavorio molto in Il codice perchè , di La però del manco G. G. per Villano adirato, legge lorm; dell' errore de' di un comunissima poteva il (1) ho , l'accordo fu al seg. pag. dissi come mutazione e e , scrivere confesso pure trovò casa. (1) Tornato. corretto 19. v. die, Serpente il mi non addurre non di poetico Dante. 76. Pag. a parole questo Fornaciari opinione, mutare gravemente l'esempio del nuense, dell'ama- di l'esempio parole citato delle scrittura nella sebbene le e sbaglio sillabe ultime passava e, Dante, sia erro nel che sempre favola della luogo creda io Sebbene difendersi io ho queste forme amanuense. del tempi tempo bo, ver- coli' altro, agli antichi; la lezione codice. FANFANI e 24 Io lio non si potesse sia verbo, fosse detto né difendere e che vero r azione qui non credere ragione che antichi in in male e in tJira nota posto che ognuno a voluto sto piutto- e ta scrit- piìi con stra mo- certo la posso scrit- vera legga ed 89. Onde à (2) sema, (jhezza a A tempo tale posto della pag. lo contro lo segg. che die la e lo go luo- è un fjlos- soverchia (jli lo (2). questo correi/fiere sentenza tale A avenire ecc. G. forte, potente. puote luogo a e comprendere ardire contro pauroso e ultimo v. possiamo debole tenda in- modo. suo G. Pag. del tempi parendomi Ma l' aver lascia bene seb- chiaramente errori. , me, si fattamente luoghi tali non spezialmente ho torna altri che coli' altro dell'amanuense, incorrere appormi de' tempo opportuna, parola errore per a continuativa; né la sta: un agli era bella bene di comunissimo se dire la mutazione l'accordo e voluto va davanti. lar' 25 reclii Si anliciii gli l' autore qui il tali occasioni ardire il contro che Dante ci può Il perche disse: una virgola tale luogo; forte possou passo n'é tal se alle Non dato. messo molto ha Ricordi ecc. da dinanzi e si // nostro andava non dir il debole che alcuna torre vedrà e che il e voluto ha non altro, moralizzando, dare tale, gli davano, che ebbero che (li posporre significato che l'uso mente a non parole a chiamate meno glossema. F ANFANI 93. Pag. colà muori e 5 v. onde e seg. credi tu vere vi- (6). (6) E Onde qui non un vuole muori sia colà per buono, solo onde dove, e il credi quale il vocabolario esempio, afjijiugnere. tu il perchè vivere. uso ne è mato sti- stra regi- questo si 26 No, onde colà e onde e qui tanto e che E : come in quelle , dove cose trovi E la credevi cioè quelle giocondo; usate male neW giù piangere Dante: ben che beato, farlo fanno dee esser ricchezze dovrebbero lo disse come là d' ov' piange ghiotto cibo, trovar morte; ma particelle il dire è l' autore detto dove; per sono pronominali; ha ista non usate inferno. FANFANI 106. Pag. E chiasso (2) E passando uno che non fa Asino. regge e il l' azione seg. (il Cavallo) iscontro istretto iscontro che lui passando 11 V. lui per Asino uno chiasso uno avrebbe la sona per- quella essendo dire dovuto (2). islrctto GramaUcalmenie gerundio uno per egli e lui. il pronome Quando al in gerundio raso si egli anche può obliquo, si ed ne pospotere met- equivale al 28 l'esempio È però da Fanfani. il suggetto verbo finito dal che nel solo gerundio il nella che segue mia nota, se che io credo, perché non da passasse altro, si ma voluto aver passasse altro a dire di scrittori del a\V egli come ciò è qui che che da che Si sella 108. il bello ? un deve per un potrebbe tivo nomina- gli usarono essendo, cambierebbe per altra G. ove no l'Asi- via la gramalicale. avvertenza Pag. il che il cavallo caso talvolta tornerebbe e ha non questo l'Asino. il lui cipale: prinerrato scrittore, che che : ma verbo Asino, e può suggello avere luogo piuttosto un questione mia lo il meglio importa, notare si non imporla posto fine d'incontrare invece la bene per piuttosto antichi un nulla retto: caso il Fanfani si riferisca del può sempre cui non pure inleso il Lui si suggello parmi quando anco il mentre in dal è suggello non caso perché che l'accusativo sia non addotto adoperalo pure nominativo, non del avvertire gerundio fu ne il usare se del Dante di appunto V. freno? 1 e ore G. seg. è. la bella 20 sciogliersi da volta altra dissi Le in mi che pareva oyV. FANFANI Il Fanfani 11 stampato correggere, scrivere di Io poscia l'articolo luogo il, delle ed ove che pensai bello mente. in ove scritto non nelle non tre che, non se fui foglio, non poi e passò mi ragione, ha giunte tempo a indotto dov' e distintamente; ma al ove seguitando sarebbe primo bello stato scrivendo vocali vedere è, dal i' incontro il è ove freno. 112. Pag. gli Avrà 4i 3 V. traditore l'uomo le a di G. G. fav. a correzioni e stato era sendo es- occhi veduto che parole a il brutto sono seg. mai dee non innanzi resta e zare al- coloro che. della sconcio mancando mozza, leali. FAMFANI Altro! sulle e prime come bozze ciò? pure; nel mio \i ms. dunque'? io sono: non so 30 che dire: e pregato me che a fine il signor Romagnoli di ristampare credo tutti coloro da retto, cor- bretto li- questo con che già carticino una manderà fu l' opera ebbero a cambiarlo. possano G. Pag. 119. G. 5. V. AVVERTENZA La in Novella della mi parte, Vedova presa Satyricon dal pare, è ùì Petronio. FANFANI Pag. Fu non [adendo del li molto amava molto sviato; bene, ninno e seg. li servi e lo Padre del peccato Figliuolo. E (l) che (1) fanti e che Figliuolo suo lattea 4 v. Padre uno uno 125. io non // facicndo. secondo il solito , codice ho correità , come di errore deW ha amanuense. facic, in cicndo fa- 31 Non da era ciendo; intendere ma sviato era tali tali alterati é anch' il propone presso apnon rore l'er- quando leggere migliore ponendo Padre. invece facieva e fanfani io lo faceva) codici non se Fanfani, innanzi figliuolo rari aperto. Credo letto I fa- verbo non antichi. gli vanno di essendo costrutti il che voci in facie facie (non non e bene; ninno il mutare Ad di come punto avrei modo ogni 1' opinione secondo facie gola vir- e , pili volte codice questo manifestata intorno nella di voci certi verbi. G. 127. Pag. E Lima avea offendea la la e lei Vipera bene, la (3) La ed è come mia Vipera, Così potenzia, potenzia, la dire , reina. e mia Modo G. segg. Udenti disse: e mia 2. v. di stampa suoi ti, forla quanto tu non (3) che assai fai ecc. vago, la mia imperatrice , 32 Questa lei. da è Il codice chiaramente beile E bene di potenza fai, Tu cioè ; presa ma discorso cosi: quanto fatto il e disse la mia dice non sai; ordinato: svista strana una va sai non non sci cono- possente: sono e dichiara. poi glielo r.\NFANI Non che so gravissima come terra dire colpa: sia andato terra la se non in le per nuvole quando facile. tanto G. 143. Pag. Non mi che volano mia morte. uccidere ora, (2) Quinci, r n dair anco è starne diranno legge quici, si G. segg. quelle quindi^) Pure scritto e che il codice amanuense. com' 11. v. del capacitarmi so cosi era rendermene non la omesso potrebbe leggere punteggiando diverso , cioè: che Non mi uccidere volano ora qui, che ci diranno quelle la mia starne morto. e Li, vale Liei il codice legge bene, Quinci: letto com'ella che morte, qui, la diranno sarebbe stessa com'ella dire la Nella 13. v. d"* uno corte pone, pro- che volano mia morte. "\NI il atempato, e era quale spenditore savio costui segg. e re del , agio (1). (1) Un savio agio. // vocabolario ha valiere Ca- era marlingo ca- e era e di de gran- e. di granile , ricco, uomo, uno re: ricco uomo non e se per diranno 145. altre le FANI Pag. mia la capitano; un qui qui, ora starne per il porre dacché ci, Le sonerebbe come zato, smez- va diranno volando (love parti Quid qui la ma avrebbe propone: volano ora come Dunque male e il né Là. vale Luci e qui; Qui; vale particella Quid la Di vale particella Quinci La ? agi plurale in senso 3 34 di ricchezza: usarsi Questo fìcnto. grande Giova poi agio cosellina sim/olare, agio, anco di grandi la mostra e siipiidi frase dice agi ricco di più tal in che osservare di a inoslrcrebhc esempio (pialchc solo non , possedimento la per qual è cosa favola, dopo stessa Di grande usaronlo età la di ricchezza, uso posta gli antichi; di e appunto si non età ; grande detto dove spesso: questa ricco. voce significato dissero in appunto vale agio quel in né eziandio ma da agio questo battè lei per liere cava- percliè vecchio. era FANFANI Mi perdoni consento non opinione. vi era di inciso le è Anzi lutto che ha lilologo e avendo era di più poi in voluto, panni, (|ualìlùmorali e i heni (jiii mia allora lora al- attempato, a quel notare di io la detto chii venga età: se sostengo il cavaliere ragione grande non ini, con l'autore non l' illustre dire die secondo se fortuna non del 36 155. Pag. E, quando lo aiutare ebc li le Pastore del se in deva ucci- e pecore non cani store; Pa- poteva ne (1). (1) Non se cui a Ella riferisce il dice poteva ha po.sto del verho la lei quale ìion il e del famoso saggio ha, non Aiutare vuol so Prese tarsi Aiu- Difendersi; diro difendere Dante: — giunto ag- riferendola Difendere, Lupo. ha aiutare. si poteva non non ma però il codice favolista se significalo ne, dunque dire dei non cani; al poteva se antichi viio\ violenza de' particella leggendo Pastore Pa.store qui mente Intendi ne. aiutarsi, a' cani, ([ui il che aiutare la gli aiutare. poteva ne si ne da segg. pigliava mangiava e e Lupo , e 0 lo sicuramente [letjno cani 1." v. Storie che il dalla Aiutami Pistol. 37 Non cssi'iido loro potente gente resistere mandò do- aiutarsi; lhI a per ailri. FANFANI Sta bene: lutto scritto e poi così copiando 1' ho mi nuto ve- accorgermene, del Codice: lo mostra ii Fanfani come è me a ne senza ben avvenuto mai quel creduto sempre sia aggiunta ma ha die e non aver visto certo , leggendo, in nelle parola una al Codice diverso, carattere verla scri- senza farne e parola note. G. 194. Pag. Per questo che che la il il la parenti Tutto copio meglio molto a 22. e o e questo gente vicini visa di- savio è senno questo periodo liigoli,senza segg. lo assempro semplicità; eh' aiuta avere v. G. cortesia è quello che più suo , che abbia zoppica; ma vi jury li il Ialino. *. io 38 Mi che pare dovesse il C^'e correggersi: senno cortesia e è questo che la che quello del lesto Rigeli il meglio semplicità; aiuta e Ma ecc. sbagliare. posso FANFANI A il già me Ialino dello che pare al di Rij^oli non il Fanfani e voler mollo abbia bene correggere rifallo qui : io ma il G. .nvea Rigoli. G. LETTERA NICCOLO TOMMASEO SIGNOR PREGIAIISSIMO AL (IHIVIZZANI GAETANO Pituh. MACERATA Sig. Preg. ioluto potere renderle grazie delle le mi Avrei un quali eh' pare accuratissimo più taluni parere di appartiene spirito umano; facondia, che la alla radice ha suo fatto lavoro, quel né sopra abbia Ella giacché ; favola nome Favole, erudito importante prima assai e a possa della storia dello storia perché senza comune il vella fa- con fas, fasti, Dante fato. , animale contrappone cioè che ragionevole, eufemia : noi a nelle ironia lo quel- a animai chiamiamo per ma fante, forse favole r o per animai 42 bruto diventa fanti e cavalieri e e parlare e ben e fece bestie e viene P vede che un mi alle al apposte della cosi, guardando ri- correzioni e ho volume avuto delle anche Ella in troppo: di Codici. aiuta a di quelli Così la mentari ele- mi piace de' parlari che paiono e vestigia taluni giato assag- talvolta note, riconosca toscani Ho diligenza. sua altresì errori che an- , saggio eh' leggere E giunte secondo Ella questo dell'indice. poco /'aquila e fatto son betico, alfa- suo Da ambasciatore. però uomini indice /'agnello tra io E tacere. neW dove ai agi' infanti regii congiungere a cose insegnare per ai pensare Ella fanle, vente vi- lingua illustrare /' antica e , r rende antica la sì e lingua de' comune, in quindi certe la e di e di dichiarano storia rale gene- ciascuna tutte, venti; ri- conformità differenze linguaggi e Aerei colle usi degli sì colla i dialetti e loro ragione si particolarità zione, na- compie. qualche LETTERA DI LUIGI BARBIERI E DI GAETANO RISPOSTA GHIVIZZANI lustre «inorando V Serico all' Illustre Vostra certo un si delle da Siena con qualche suo discorso mani ieri esser di e solo S. » al le ragioni dirò, non nella posso, Esopo dottissimo alle Favole « venutomi alle volta. do Doven- possibile, segrete il portano maniera prima uno per nel prima breve giana parmi- ricordare discorso la cìw volle premesso che che d' ad parole stampa censura per notare parole, V. che (ìalfredo di nota gnoria Sisino ijucllc Favole « » iscusarmi di nella Onoranda e per punto leggono Sij|norp. dell' lascierù di mio più autore quelle nome, gata strin- del- i8 le favole in versi fuor essere fredo di' io 4' in la vece lungo mi tema, fidando pienamente della della minore si bene versi air da prosa Galfredo, Bernardo roncse, dalla io che altri parmense, vissuto nel su. ridusse in Romolo, non il di nome ignorava pinione l'o- de' gliono vo- Gualtiero Ursone animo, favole composte le dotti, alcuni sia certo, più profferii non V., scrittura citai maestro francese, Salone suppone dell' perché de^ che nobiltà autore un incerto, tempo sarà, latini elegiaci S. quale eh' che to, argomen- nella traluce Pensando fretta nell' tosto sola Stimolato dalla entro dica giu- colla latino. e guida V. S. che e no, tosca- alla fatto originale leggiadrissima di scritto ferma afGal- volgarizzamento stringe, non in dubbio essere cortesia che d' oy ni forestiero, dell' scorta eh' giudicava testo un dal del poi ; Ella latini, quali inglese, altri Ildeberto che tu- altri ligure, sesto altri il p. fine in- Affò secolo, e 49 faniielli proffenij dissi, Non avrei uno, 5' (per conghiettura Se rio dato eh' alta luogo mi io de' codici ture ciò Selo risiensis) generato parmensis Taddeo » igoleto, decimoquinto, r antico in « Lione » Esopus... num... hoc et Socrates Aia dicunt greco... glicus fecit hunc Esopi. » Le giudizio, hoc Serio opus vates il ragiona da il nostro secolo ragiona Liber « dove Baiami recita: composuit opus de greco quod librum Galterus sub dire: composuit » con quel in che in lati- in « an- nomine quali prime parole, dovevano pure fabula- Stefano i500), pa- Salo « del cui del (edito non le brevia- avessero di l'anno che che scrittore prologo Esopi rum e di Salone parisis (Serio cui di di sospettava sia improbabile paresse innanzi creazione con parìiiense, dovuto posto , aver Gal- di nome intende) quello parigino ne il quand'avessi fredo, perché, profferirne undecimo. neW Pezzana e a mio Esopus... Et greco... seguita. Ma 4 so cotale una e la timidezza che reverenza mi satirico abbia che ; abili più con poca bricio, altri V. S. il ed. lat. n, parmig. t. VI. Endliclier — Vindob. Turoncnsis la punto, sanese XI. quanto cioè l' rende : t. II. pag. scritt. codd. 158. t. s. » e 19, 29 Hidelberti t litt. de seg. il io una scritt. lat. bibliot. concerne aver 28, parmig. Hist. — 1, pag. quali Fabric. II. pag. part. gli e i Pezzana — Fa- scorrendo appresso Fabulae France Per vedere Catal. I. pag. troversia^ con- il brevità, degli 25 una Spotorno Ernest, Mem. pag. lo qui cedente pre- lasciare a Barzio, agio cito me co- quale faticarono per con che Affò ^ L riuscita ometto Bibliot. t. la potrà V opere 29 intorno il Muratori, che nel il decidere me tone Sor- XIII. anche persuasero di giori, mag- scrittore uno secolo vissuto mi e di del a' nominar a parafrasi francese naturale., debbo aver consigliarono colla a' mia detto scrittura secondo che il testo o fran- 52 vulgare diletto. « Né » di ignoranza imperocch' contrario quando dal (il latino forse le provenzale francese in mente benefici. vuti coW fui): Nil cepti timct tutt' altro quando (Fav. L.): Ila becco « latino e mai più (Fab. malis; ac- Che versi vidde quando Di ha in ciò originale che mostrano, amarore. non tino appun- Oltre » essemp bella. E, forte ne' si Prendo uccella, ricie- recita d'arni riga quando a savia suo che i boni. : mali immemor esse falsa la duttore) tra- pessima prodesse malorum non trovava il prodest mala a' loro che libro esempio risponde originale « mens Che » che pel dimenticare teme non lità, mora- nel servire la del latini guest' che perciò nelle servito a duttore, tra- traduce scritti fa prode uomini, prova i versi erano o Niente dà accade come « nel egli perchè porre sup- latino veramente che contengono gioverà a come lo di l" erba la quelnere te- assaggiò darvi cuore. il » 53 (Far. LUI.): aiuto lascia suo e Quelli « danno portare. credo tuttora, suddetto lo per parafrasi doveva rimaste nel Me de' fede (notati anche quali passò latini per pag. codice della i versi, latino, de' da V. ne' commenti V. I. aver zione, distin- qualità secolo che semi glos- alcuno S.), lastici sco- Quello, xir. S, allega, il maniera alla in sta parte, Parmense, a contenere volgarizzamento. la del della CXI stiera, fore- nessuna pure esempio, latino intramezzate, del dava ne zamento volgariz- dal testo senza corpo deva, cre- me al oltre morali poi, co nimi- versione del chiose dal il che una quale, buono Per » proceda d' mezzo la una Può andare. il che quale di un ta por- glossa , che tum, Da dicono « dat qui facie leta, dederis, llospitis cula : perdis in pensa, mensa Nec bene, Dat dat mul- vultum. cum munere sine leticia faciei, rei. merilumque rem vultum mense si fer- non sed cultum , 54 dantis respice delle del più position tion ou sope est taire traduction Fabularum che il sec. XIII. Colleg. due vus 0 Meri. /' cher del non tutto xcir, nota dell' opera con 992). pag. V. S- tulio e il di alla sua di cuore, Le perchè levar nella pose voglia almeno, tra l'al- Leyser. compiacersi che no- (Endli— alla te o Baldo, a aevi del Aesopus « » mss. 96), 161 pag. voglia supplico codd. Neckam scrivo la cod. in ccxlviii. med. cose parte La cit. Tracta- « Esopi attribuita poet. quali il (Calai, Alessandro rf' E- commen- un pure intitolate: Op. Hist. n. una ad d' registra xiF. exposi- fables moralium Coxe opere » o »...; (Mss. nota des ex- lino Pao- die » re di- L' « Cette « accompagnie moral tus : colla 394): pag. forse veduto fables Ysopet ticolare par- integrità potrei registra VII. t. sul dell' e aressi des Paris dove chiose se Ma » volgarizzamento di fr. vultum. ma pri- na pagiquesto scu- 55 quelle sare buona, mai citarsi pensando per mie, E che bel lavoro che pregandola e modo mia di ha donato a voler dove perdonarmi presente più in qualche mi dell'ili, Cav. in della le faccio nella mai errato, pari con za sen- stima proffero di Sig. Prof. Italia, che cosa S. L. e all' ossequio umilissimo All'Illustre del osservanza, onoranda e V. avessi infastidirla devozione S. degnare V e esse hanno. colla vivissima supplica ad non sincera ma povera la e punto particolare sero doves- che dando rallegrandomi alla dettai io più autorità un' eh' parole Parma Onorando GAETANO FIRENZE V. servitore BARBIERI il Ik novembre Signore GHIVIZZANI del 18CG. e Illustre Macerata In benignità a dell' ricevuta data mi del io od bellissima di 24 so lungo tempo i guai' V valorosissimi Italia è non fatiche dell' scrittura la tutta cultori sì avere da e S. tera let- mi esaltar- povere grande elegante valente qual debba più in Ella mese Nella alle più ho che imperciocché sperare ed sì questo se elesse mi lettera umiliarmi, onore dotta di ge reg- italiana) Firenze. a non potessi fra la la che uomo letteratura diresse mie egregio pubblica insegnare Liceo li. cui (nel istruzione la Signore, veneralo e V., mo uo- che da riverisce della pa- 58 letteratura; tria abbia dovuto di ciò, ricoglìere, dottrina e rarissimo un diffidenza di di cadere in più valenti ed studii uomo esperienza smarrisco se avere ha un non osato ramente ve- a un sta que- te facilmencor an- essere dai dubitare di dottrina tanta io come, io picciol con fosse e porto, solo di ho brare sem- di sponderle, ristimoniarle te- per riverenza, mia mi quasi dovesse non non cortesia mi sono veggendo scrivendo Ella cotal confutato questo pur la di tesia cor- in può fornito, prosuntuoso sempio una può e temerei e mune co- suoi. che sé di non nuovo errore, Certamente tanto di che sicuramente pari giudi- scrivendo io, che maniera pia co- una stessa, se come di mostrando e ne tanta Ella meravigliose giovane in saviezza usando modi parte esempio modestia, di d' altra e nel gnificarle si- e vivo e- modestia che dovuto vare pro- rimordimento soverchia baldanza. di co di Esopo, che e censurando, di bastevoli Il che farei se dei rebbono la la nella vale esopiche è quale Ma far dato se congiunte al di presente, tornare in quel fendere di- per dei essere Galfrevenire qual codice ove sa- confermarmi A Venezia, queste mi pur fonte della un appunto aver direttamente parte ancora in che italici italiana. prima né sta que- dato opinione, latino versione è raffrontare, mia dal e in agio mi libri volgarizzamenti do, che sembrato. giunta necessari mia be potreb- avventura non molti la sconsigliata avessi ne re, signo- mostrarle tanto città, dove copia illustre per prima a opinione. sostenere per in forse mia ora, per qanto esserle il fare allora risicata, E la quanto fu non soverchio avvalorare prove tanto sentenza, corsi senza vorrei non io della ciana Mar- le favole vidi latino, testo di ricerche farò Firenze, za senten- il Galfredo. io tosto ed non posso mi sia usare in GÌ quelle biblioteche; ed cura con che al ; V. Che vorrà forze, ma difetto di forze te soccorrere, ben Ella Se messo. la lode gna S. ben senta non da mi tale Io basta mi credei mi io credei dell' animo viene solo e essere avve- abbia suo, di sì non ricorre vi l' animo sia certo quale, la quanto benignità la stione que- potesse V.; che ardua non di al e fui ardito, se io difetto novamen- studio quale della che parte pur la opera : questo ragione quanto che non fui presuntuoso fare più malagevole e non volere; vorrà con in sente di di buon Ella e gra- grazie quanto colpa, di non quali di come il vero, farmi la dal- opere raggiungere se potessi pienamente solo rità ve- ranno giove- delle le rendo presente a la mi alcune perché il maggiori. so da molte le citate, sapeva: tissimo si conseguire moltissimo S. farò lo adoperandomi amore, fuori qualunque porne non allora ed tare, rifiu- samente. grazioocca- 62 sione e altro non le stimolo (1) mi dono devono le e elle i solo dal io tutti, cui a re, lette- le degli studiosi, che torre per aiutato stesso dei consiglio vorrò a lo crede procedere più quali in Se memoria opposta (1) Veli |)og. CUI. cui latino il che al Fav, vole fa- zamento volgarizio reputo immediatamente che non il le Ella mezzo quale la prego uscendo io sentenza, Le pari, potetti, lo dal guardato suoi non essere latino. e opera diligente esamina, per italico, all' incontro dall' valenti passato francesi, 1. no possa- volte esser fatiche do facen- vo e appunto letterati ste que- so prezio- come ricevo, perchè di sieno. Ed dal che e e meritar non è ond' ; lietamente giovarsene prò' se compiaccio, pubbliche, maggiori, opere desiderai censure or ad testo di in ho da Galfredo re ave- sta que- mente specialme prof- —Voi. 63 più antico, quelle la codice Le Mounier. che perciò cemi legge L' la quale tradotto dell il (I) » il latino tetigit. ove risponde la Nel « » XV. setti Far- incarico: Città, questa la del- incarico luogo qual Urbem Sarebbe e negli Ae- altri italiana e gum ju- prezzo ora latino, è ben triste gerentem traduzione al (jeu, secondo ove ma triste questo bene (I) Favola jou il Codice cervice in scambiata giogo, pia- diletto non della laurenziana, che notare porta opera dal scrivere querula sopus stampato altra riprende servitù tolte diletto, scrive autore lettera, jugum) versione doveva farle con proposito a neW nella il latino a Ed traduttore adduce mi sua (joug, jou iocus) convalidare laurenziano dal sono non a ella nella ingegno dal che voci opinione voce quale il panni tutti di nel e stesse sua beli' che luce, in ferito pare ghi luonon veni- 64 dal re r francese, antico volgarizzamento dal Bonaccorsi del quale nel io ho bibliografiche dei codici sia nel corre in senza avere dal nier. Mouche dica ben diversa la lezione, di odore nessun la al- Le le poi luogo questo antico appunto edito me po d' Eso- del mestieri da testo stampa a simile molto è Non notizie questo laurenziana lezione Firenze, antichi che essendo volgare stampato nelle parlato dei ancora in 1406 volgarizzamenti (1): venire francese. Che vuole latino da delle varie (I) Le I.p. Non frincese, lunghi lezioni Favole ed CLX.WII. sie- e gravi Oalfredo latino dal altre quale straniero, volgari di be potreb- dal pubblicata? me di principio f traduzioni aiuto senza quella ciò alcune del mezzo per dir Laurenziana, la come no, or che essere Voi. raffrontare Ecco il raffronti fra loro, ecc. m e (li queste le latine, per manco delle fermare incerta intorno versioni di atto è mi che pare andare e sol è mi V se ciò procedere quando provenzale tra un'al- notare ella avere erano del rio contra- traduce nella latini scritti francese non del ignoranza prova versi i o mento, argo- volgarizzatore da accade perchè contengono, il veramente (il che nell' senza qualche parola, dù perchè le non spiegare una all' talvolta può bio dub- come fatto intorno tradurre se ? farle nel per potrebbero di sdrucciolare che e Che V. venuto conceda quali tempo mente, e l' altra erra forse ora opinioni coserella Ialino S. d' accordo, mi latino alla che gine ori- ispecie le due addarmene detto in e nella poiché Ai e nione opi- la abbia ne venuto comprovare E se ossequio fosse ciò, vero mi" nostrane. mano, por francesi potere raffronti vorrò, modo, favole le con dal moralità, che nel la libro servilo pel 5 66 traduttore). vofjlia Non disdire anzi la prò'. Voglio in voltarlo ma dal latini dovevano Le parmi provi quanto quando assai versi ai si eh' Ella molto da non me poi, ove venzale propunto ap- edita addotto sono o In quando a e far. nella Rie- quelli L. stessi laur. scritti due a versione mai ; sendo, es- troppo. che sono ciò Or nella diversamente Farsetti, versi sono provi nella trova i Laurenziana mostrano Laurenziana, cardiana come il passo o francese libro nel Monnier. che dovea moralità, tal versione dal stampata ralità; mo- secondo che scritti francese, è ju- della dal non essendo essere nella non è contengono 0 parola il traduttore latino, che la passo italiano in mio ciò se conseguente^ sua, io te acconciamenè vi quel opinione che citato cui per e faccio ne solo ha clic opinione: sua e dirle perché gum, la vera non il passo mica questa tengo Ella icro, creda soli nel e no so- sto te- pò- 68 che tardi, nel tanto desiderio che ha nel due rime favola lei dal Se nelle ben sa la nel- nel ce codi- e la dell' nella in favole Ora opera e in Ella favole nel primo Galfredo questa rima, farne antiche in prosa favola sarebbe il paragone, a occorra favola a se spes- ricerca. di di rerebbe occor- quando alcuna latino. pure parlo ne cese fran- origine Laurenziane, io verso, dal sono alcune delle opinione dal all' esserci simile la ma quali gare. vol- moralità, procedere un'' altra trovare alcun pure secondo le CLXXI. pag. sono fare volume di trova intorno ed favole eh' Ella favole rima, diare stu- Le provenzale, rime, queste poterla poi essendo che non E favola. in manifestata, 0 aiutato latino dovrebbono, non di puta sa- dal LUI, Farsetti, la titolo ridotte Le in intorno ho aver sarei ne più Esopo duole mi me studio mio da ben versione quale sia prezzo e que- 69 ebbi già sto nella rima in edizione ho ne delle queste delle avanti quelle prendessero di quelle favole le in rimate piena una smarrita le e : le gli è ri auto- che ciò ma : potesse andata sparse re crede- anco re, trova- codici i per che e sere es- poi riescilo tratte che dirà ne ragione, state essere e fanno mi sono alcuna senza lo che quali altre, raccolta, me poche ve trebbe pote rima- poche non in favole Mi sono che toglie non Non pure prosa? re fa- a favole promesso. che fossero cercai e che pure essere da mente no mostra- da appunto tro al- luogo. Ma è lettera dalla se che tempo che quale io quanto già vorrei e nel non più, sempre dotte e cui a se e nobili : e ricoglies- riprometto altro per sta que- la del- persuaso studio mi quale Ella sia stesso a misura passa che difficoltà dello fine ponga non sempre lezioni mi si, po- nuare, contiparare im- per più ritarmi me- quali 70 è si da degnata lungo nelle trattati di e opere, il lettera che di onde tengo, cui di Di Macerata illustre Lri, a di 30 Prato. da questa in conseguirne possa mi speranza rono fu- venerazione benevolenza preziosa Del che la ricogliesse la la vorrei tutto già sì non Prof. i quali dei dal siderio de- con intorno discorso tener che conoscere aspetto Mascalcia, di più a V., lavoro pubblicati Ma cui promesso attentai mi imparai tempo S. la porgermi nella sua, conceda gnarmi rasse- signore, di nov. onsequiosissimo GAETANO 1866. discepolo GHIVIZZANI 9 Firenze, Caro sig. lui passando poche perchè verbo L' esempio onde avrei ne r con una maestria usala giunta e mente rispondere, un' per anco appendice. per il non che che razione fa dal del è del non Fanfani: Barbieri, erudizione mi occorrerebbe passar parte. Puoti ed perchè il lui caso lettera altra dal apparente recato un' anco non posta gerundio esso nuova lunga luogo, più queste Dante qualunque però (1) Ecco e di la persona rappresenta del in notare differenza la fosse non reale, farle esempio se sul osservazione debbo quadrerebbe, (1) sua U cose: Puoti Gaetano alla Rispetto 1867. gennaio : ma l' è nova- la serbo la scritta ad misura altro di 72 nel regge quando ed si bene, dire, che senza lui del cacofonia cosa si latina: se il governa ille cum allora si è se lui vieta si sempi nella rappresenta o ma e ; che a nel che quali 0 cervellotica, ciso in- allora nostro caso latinamente ipso transeunte troppi il mio gli sono o e- spoglio , sostegno a i sando pas- di ilio, cercando recare o modo anche rimanente che spero nostro) il Iransiens, , potrei la lingua esempio detto traducesse ilio. Del non intenderci, transeunte passando non se Per transiret, sospeso, niuno stesso rebbe sa- dice; egli passando, egli : è notare come ci non gerundio lo usar Udendo e lui. cetto ac- poteva scr«rere da lei il lo il Boccaccio altro dove esempio Gisippo; esser dio, gerun- Tuttavia errore, stato (per queW precede. per al pospone dà mi egli il pronome la ho io j detto lei dacché nostro caso del detto; mio basteranno questi qui, mostrano quanto sia appunto o troppo sottile, o certo daW aliena la degli scrittori^ uso dal posta Puoti altri se e ferenza dif- , grammatici. G. lui in raunò che rauna, è Lo stesso: 10. Pisa, Gino Il Vicn E ladro drillo Passando Eccone (il ladro) per elegantissimo: Favola vede già L' aurata aprir porla e le , Mostrar Che le la rose bella occhi in mente Brevetal uso. : porli della altri lo i sentier faccia, scaccia, piflaccorti. più no, moder- V Alamanni nella Fetonte: di Ecco Pisa. lui 171 d'autor esempio in continuo eh' cor quegli cittù. mezzo per e stando Can. negli il sta la è all'uom lui ed che invola prima E perde Pistoia, da solili 60: Stando 23: ; che Villani nei 7. moneta colui gloria, tanta Vili. e la bella soglie purpuree i fior: Ciprigna aurora a le fuggon gregge a stelle, gregge , Restando ultima Anzi le lei, dirò si di caccia avanti. più che tanto , che proprietà questa vera se ne ha esempi del anche gerundio col prò- è 74 innanzi lui nome quali tra' basti il ^ del seguente sione Vi- Amorosa Boccaccio, : ciò Lui Perchè La vesta A mirando, la luna che rivederla in terra risplendcva a Tisbe in era ebbe molto, caduta. fretta. gran Il -j^^P^g^.a' veduta, suo Fanfani Sono DUE RARISSIMI OPUSCOLI r"EL XVI SECOLO ?^ PRISSO GAETANO ROMAGNOLI Edizione di soli 202 ordinatamente numerati. N. Regia Tipograflu. esemplari 1 AVVERTENZA Debbo due la alla Opuscoli del ticolare S. il dagli anzi gentilezza si quale trascriverli di che ^jar- si è coni- mente diligenterarissimi, esemplari unici presentì cent inglese sig. Vin- dotto Lean, piaciìdo de' copia conservano nel in La , Britannico Museo loro il rarità gli Duplessis ha tale, è Bibliografia Londra. che alcìma grata trarie, se di io ora ristampa, satta vere comunque buon signori Scelta questa son a' ove si far associati di ne do una tende e- le coleste letterarie. cui , Let- Curiosità dipartano volgare gano ven- quindi perchè curiosità ci nò conobbe, registrati. Beputo cosa neppure assai Onde dal partico- mi ehi larmente ad scelta, (e, così è stucca ristucca: e i continua, di e apim- de' rati lette- tanto sta. ba- capricci biUiofiU dei e rismo pu- variare il amo diversi prima, divorzio. far vivanda una volta sta- dal ma) intempestivo talfiata: qare idt volido Ito Non V sarà la è non sta que- modo ogni come non in assiste , Alla mi peggio, abbia concedendo Intanto V deir cui insin e mi il cento ad reco il derio desi- bibliofdo inglese, ora rendo lor puristi, io erudito da chiederne adempiido avere io nanzi, in- manco V avvenire per uno. a signori eli pur i)iè acconcio a' perdono onore il messo sono per posto le mi tengo maggiori gato obblie più , sentite grazie. Gaetano Romagnoli. PROVERBI ATTILADI NOVI de qEreii imierno ^ nembo e herba e bagassa volta pouero nriedico amala Romitto grasso stiza matto baltiza Zudio e Christian bianco Zudese avaro Vecchio e nega Calelan verzo ?e re Tedesco Negro e da de Archimista e pra senza de Occhio e insta rotondo Legno e de Venelian lussurioso signoria do vilaii 10 Femena e barbuta denari Furia e de e de in da Cava! e cani furia Fuogo rabia can che scapuza fameglio d' Homo e Putana e Trotto e Homo e nemisi strada de assassini mordente parente avaro Casa e corrente acqua de Biffa e palese pendete Fuga e ritorna Poiese Ruffian Pietra e villani cha Compare e libertà in morba un matto cha per disposto femena despera marida beccho de de volontà asino de promesse vilan fallido Signor per amico 11 buse Nose volta vin e Salto fosso di cavallo e Subila richezza e de Vii) in Odio bena de de Da Signor troppo e Da da da troppo via toposa femena e stizosa frustra lemeiia da de e da e Da lite Da e col imbriago mal vivanda casa da de to mazor obstina carne e fuor zugador homo Da dia pozo huomo Da cagar boia ladro Da traditor de manzar homo e scarpena coir»pagnia e Da estrema pouerta spina e redosso a senza scurità per cha cotta riscalda porte di notte eh a 1-2 furatole Da e da bastie e male compagnie de conscientia Da e da Zudesi caual Da e Da da e che e e Da per vesin mulo marouelle de adunantia da e Da e e Da e false furia de Da Mar poder non hom che da cagar gobbi femene cascare e lusinghe da da bordello lingue homini Da matti dal putane da da culo novello male Da al ducati tauernar e mutia la contin de falsi Da puza per porzi de dente chàbbia vin calzo Da de doglia, molin Da matti corrente carne e disfatti can zoppe parla non che in femiiia non acqua inatta baia 13 liom Da ruffiana femina e fiol mal Da aleva oche da e da e da e compra desliga can e Da da da coperto nemico aperto danari praticar e da in e far de e Dio di A e Da putane e di de de zanze da mal da panochie FINE. sono carezze vie longhc notte capi le altri hosterie V a IL Questi schena notte costion Da rena de doglia mangiare Da lari con caualcare Da D stretta scarpa zugare e incerta promessa fuogo Da cha per schiavo Da E barba senzu nuóuo ag'jionti. cani villani vechie de pctlechie H Da vii) e Da da de spina cali va legna e Da liga insacca carne di iniuido e Da e Da farina fumo senza roslo rogna senza ungie da che spino Lombardo e e Da da spanentoso castagna brulla vieto e Da Da cattiuo parenta ri Irosa galla rognosa superbo pouero e da Signor furia Da e Da da un e da di e proleruo fuogo callivo un guardi cuogo da segna li dia Dio campagniì tira moglie e punge rosso cauallo bella Da hoslo Dio Christian zudio riposo da IL mal FINI- fnìcioso. LI NOMI OOONOMl ET TUTTE DI LE ET PROVINTIE ET DI TUTTE PIÙ CITTÀ FARTICOLAKMKNTE DELL'ITALIA QUELLE COMPOSTA ?•KB DKI'KI STAMPATA BITIO DàRIWBIi IL del' l'IASKKTIM) ANNO M.D.LXXXV. SONETTO voi rHI è Come la prouata terrena ogni dolce, che me, scientia Paese varie et imprese questa m vena , é Fiamengo Fianco beltà partita 'per Ascolla Ho della saper la Todesca schiena , , schiaua, gamba La '! e piede Gonouese , Il motteggiar bel il Venetia in Petto l'inchin Spagnol, Francese di profir Siena , Gigli E di Ferrara, in la Verona dor il Fiorenza, in Occhi e polita capei la Panano, Bolognese, pel mano , i Napoli Le Che l' eleti Turino Di denti, E l'habito E per donne con ogni et gesti et l'aspetto voglie accese, Romano, Milanese, sfogiato Paese , son dinari sorelle, per tutto d' vna il mondo razza, sguazza. j^Oriosi JlJ Son li Li I Vngari Schiauoni son gli son turchi li crudeli son dispersi Francesi Spagnoli li distrutti E li Alemani gli astuti E Inglesi furiosi Son Populosi yV soH e hebrei infìdeli , Mala fede Belle carni Generosi Li E di i Lombardi li le parlatori Persumitor Carbonari li della parti Prouenza buon toschi Pulidori mori Piamontesi Sfacendali E de son forlani marca romagnole di de Patrimonio campagna compagni '2-2 Buon saldali pà Magna Caca Li ciciliani li mal Roma Di bel Il buon di di di Favoriti Il li Industriosi de Chiano Castiglione aretini bibiena da da son da di di di popi Castel del son mercato tribian polciano vai di busi melon paglia cartona bizari Li Lorenzo monte di gran gran nodari S. da vin buon Li fiascone della da Cernei orvietto monte via baglie gran Viterbo di Linaroli Son di e pozzo lauoro antigaglie , strada buon di lera corte buon Il Bel d' fontane Mala Il di piena Moscatel Il calabresi passi gran Le puylisse d' Otranto capo Rescatati Il li mosche brauosi abruzzesi li unto Sospettosi Li marchiani son franco monte Fichino S. Giovanni monte varchi 54 Lech Mus Torno è , , Fahri fa assai Lago maggiore Cura il tutto confini so destri è giorno zauattini , E de Guzza Li cortei cordele Bone Li Bel bergamaschi, di è Armaroli, Son bresciani Bon soldati E li lasche Milano cremaschi son Balarini le empiem van Telaroli buon Monza brianza da contado Il da son vini doue Como da son Industriosi E Chiauena gucchie boni camin spazza da luuezi Le pochetin va sopra mercanti. gran tutti quanti cremonesi mantouani piasentino caso preti parmesani , Di La fortezza I bei lini bel lignago Sonzino da son mirandola iorci Veronesi Beretari II di da Mercadanli la è nome gran pozzo di cà di capri Ih Il bel pescherà di transito frÈttedi Vicenza Son le Bel capelli padouani Bone Li di trippe cividal da zatieri Ciuidal da ponte balu di friul concordia Il cattino aer di E leocelle da murano Gentil' de Vdinesi Compagnoni Il bel treuiso huomini ricchi è sono , Venetiani populo Barcaruoli E Le le chiozotti son Lorco da serpe de palude rouigo belle è Artigliaria bono ciglia , A Ferrara maraviglia a è Mascare rodelle Modoncse , Li La E Bei speroni fortezza li rubiera di alla bagni lauorjli Buona, Fa reggiani son porretla scarperia Bologna certamente Li mercanti di La memoria di Le salini son bella è grassa, da romagna rauena ceruia gente •26 E li faenziai pialli ^ Arme in Belle vigne E le oche Lifìdeli Cosi da far da slrelte Son dal piegalo lodini son narni le son orsini ternani son soldalli Sbirri sisa Perusini Vanlarori Colonesi Vgubio da son sondali da caslello da son Biccherai borgo da son Panalieri Bon vrbino giardino slringari Borse cesena da pesano Li [orlino riminese Vellellaie E da mano i spoletlini della sono Montefiascone valle spello e Irieue , Fansi in corte Castratori Cascia, Gran Li bocaV bramili confini fabriano il da son suoi camerini da cariar Cirasari i visse da breue Norsini son Panaroli Li tempo cingulano fossumbruno da [ano // bel Il buon bel da macerata da della Barcaruoli da Tenti buoni fiera Bella vigne de chieri dalguasto sulmana do da dal son è lauto popolo zaferani , E beuitori Agorar Tartalosi Cauallari di aquilani son S. à son Angelo lanzano son fangosi Corde da S. caramanicha da Bella Li Città son Foravsciti Zafarano pescara de vin lulia da son Romagnoli bon mandola vilianle da scolari Li pianella ascolani sbarcati Li d' airi sono soldati Buon fermani son asinari Li Loretto di meloni Bon tese d'ancona è si robusti Li di recannli porto Tienlibon è si grano Diuoltioni Il siniyayUa lonyhezza Di Il à porto Germano. San Senero di foggia 28 Bella da Fengitor Li bitonte de palazzi gran buon li de bari Tarantino ricchi da giardini mura Cosenza de Lussuriosi messina di palermo catanesi corsari maltesi son Barcaroli dal sono dello Salerno della Fabricatori son Bufalari scarsi pizzo celento da Mossuloni li tesa benevento di Bei Vsurari da d' alte corente Cortesia da son son casali brindis. de quarata d'arme codogne Bon è si di Del F son ollrantini Foravscili Li irani porto Huomin Le de donne Belle E son pesce Suspettosi Il Barletta de Mercatanti Il nocera Manfredonia bastasi Ogliari Li di pompa da da son son caua noia capua d' Aversa troia 59 Strappa Tira caslel panze Meri denti Il buon Li mal datlano porti dalle Greco torre à della sento Bella sangue nasce passi Fuggi di costa da son Ischia è sotnma capri fortezza sua , Napoli gentile Quando pione Galliotti Belle le Gaetlane donne carote buon Le cipolle Li confetti d tiuolani campagna al Montanari culiseo alla buon poi cose sono Moglie belletri marino per Anticaglie fondi terracina da cotti Acquidoti lEI da vin lito da son vili, S' ^ da son Li Roma porcile una puzzulani Cortegiani Il l' è piazza sua prò faccia vi inutili in giouenetta ima casa figliuoli o- , Senm slinati sleale, Fantesca grauida , borsa senza dinari, et gallina sterile 30 Otto bella città amore senza Donna natura, cantra cose sca mercante- , ladri senza Giouine grezze, alle- senza ^ Vecchio Negligente vsurarlo pigro toppo senza virtù, molte con denari senza sorzi o nare Grasenza, ca , pulzi Fiumo e r\IECI -L/ cose chi affamalo picciolo in gatti et Hosto et povero , Cani grande peso cusina guerra mercede, la tien in- et pauroso, fìdele et viandante et s'acordano non sterne. Homo Lavorante (^arro sabbia. senza , vecchio vn con vna , Buon giouane chi ha Gran chiero gabella Buon di ri di Da et poueri et tristi canni da openion cacciatore dodici Giudici Recipe bi- piciol canti mer- , , DA et sete gran , polo disce- catiuo et maestro et di dubilation specciari malitie moglie guardati cose da et di di Medici de cetera el Donne, sdegno di da Nota- lagrime gie bu- Signori , di mercanti da ladri di el casa , nemico antico. Da furor di popolo et , da V ultima scrimia OIPTJSOOLI Il Paradiso di Giovanni da Prato. (Voi. (Settanta) edite Ballate di ed testi di Ballo a inediti in Dom. buon e la XIV, da in Storia secolo. rarissimi. rima: testi. secoli Vergognia fronte, del dei Mastro di Leggenda francese inedite 1389 Prefazione). 1° d'antichi tratte del Ragionamenti e Dialoghi Bernardo. Novelle La Ritrovi Alberti degli Giambullari Libro PUBBLICAZIONE PROSSIMA DI XV, Ferrara, prosa di e Giuda XVI.. testo in inedito verso, col Iscariotte, testo