NOTIZIARIO UFFICIALE
SOMMARIO
3
| FONDAZIONE
Avvicendamento nel
consiglio di fondazione
4
|
9
| SPAZIO STRUTTURE
7
APRILE 2003
IL PRESIDENTE...
A META’ STRADA!
Un anno ricco di
impegni fondamentali
Il progetto di solidarietà
con l’associazione
ME-WA
10 | AREA COMMISSIONE
DEL PERSONALE
La nuova commissione
interna del personale
si presenta
11 | Il sondaggio sulle tema-
tiche della con ferenza
per il personale
12 | PAROLA AI PROTAGONISTI
La libertà
13 | OPINIONE SUL TEMA
Il contratto di prestazione tra Cantone ed
enti sussidiati.
16 | OPINIONE SUL TEMA
Sí al libero accesso
sí all’iniziativa delle
persone con andicap
FONDAZIONE LA FONTE
Membri del Consiglio
Luciano Clerici (Presidente), Elena Soldati
(Vice Presidente), Carlo Calanchini, Elios
Giorgetti, Maurizio Canetta, Gianandrea F.
Rimoldi, Fabia Dell’Acqua-Cornaro, Carlo
Terzaghi, Wanda Bassani-Antivari.
Il nostro Direttore – bontà sua – mi ha
invitato a stendere un bilancio morale
intermedio nel bel mezzo del mio
mandato quadriennale. Non ho indugiato
più di quel tanto a rispondere affermativamente a simile richiesta anche perché, mi son detto, il vero bilancio, quello
di fine…legislatura, per quanto
riguarderà il mio operato a favore della
nostra Istituzione, spetterà allestirlo
eventualmente a qualcun’altro.
A prescindere dalle numerose problematiche di varia natura, esaminate e risolte
nel frattempo, e di quelle che si dovranno
vagliare nei prossimi tempi, in questo
preciso momento reputo più opportuno
esternare alcune riflessioni evidenziando,
tutt’al più, qualche circostanza peculiare
verificatasi in questo primo scorcio della
mia attività.
Vorrei, innanzitutto, esprimere un plauso
riconoscente a tutti coloro che, ad ogni
EDITORIALE
livello e in ogni funzione (Volontari compresi) in seno alla nostra Fondazione,
hanno accolto la mia presenza e il mio
agire con simpatia e considerazione.
Sappiano gli interessati che, senza il loro
indefesso e costruttivo spirito collaborativo e di solidarietà, la Fonte non
godrebbe oggi di quella lusinghiera reputazione nel contesto sociale e sociosanitario cantonale; un indice di apprezzamento che, me lo auguro sentitamente,
grazie a una ancor maggior determinazione ed efficienza nello svolgimento
del proprio compito, si potrà vieppiù
valorizzare.
È questo il traguardo più ambizioso che,
tutti insieme, dobbiamo prefiggerci per
l’immediato futuro e che vorrei tanto
toccar con mano al termine del mio
mandato presidenziale. Un pensiero
riconoscente lo rivolgo pure alle Autorità
sussidianti (Cantone e Confederazione),
le quali consentono l’attività della nostra
1
di Luciano Clerici
Fondazione a sostegno della persona
disabile e contribuiscono a concretizzare l’offerta qualitativa di servizi e
prestazioni a favore dei nostri ospiti.
Devo riconoscere obbiettivamente che,
durante i miei cinquant’anni di attività
nell’economia privata, non avevo mai
lontanamente immaginato che lo Stato
facesse tanto a favore delle persone
fisicamente e mentalmente svantaggiate.
Per quanto riguarda gli aiuti straordinari,
che vengono elargiti alla nostra
Istituzione, non posso esimermi dall’esternare profonda gratitudine ai
numerosi donatori, privati, aziende e
associazioni, senza il cui apporto non
potremmo raggiungere la qualità della
nostra offerta; una generosità e una solidarietà che ci conforta e che ci infonde
nuova lena. In questo ordine di idee, mi
piace ricordare la grande figura morale
del compianto dott. Leo Bernasconi,
venuto a mancare il 18 ottobre 2001,
alla cui memoria elevo un deferente
pensiero.
Come già accennavo, non mi sembra il
caso di fare qui l’istoriato delle tematiche
con cui s’è trovato confrontato il nostro
Consiglio di Fondazione; mi sembra
però giustificato evocare qui di seguito
qualche particolare evento.
Rimarrà sicuramente scolpita nella storia della nostra istituzione sociale la
creazione del nuovo logo, la cui presentazione ufficiale davanti alla stampa è
avvenuta il 30 ottobre 2002. Il “colpevole”
di questo cambiamento d’immagine
sono io stesso; infatti da tempo quel-
l’omino anemico suscitava in me sentimenti di mestizia. La decisione di rianimarlo è anche da ascrivere alla fortunata
circostanza di avere fra i miei conoscenti
e amici un mago della comunicazione:
Paolo Spalluto.
Egli si dichiarò prontamente ed entusiasticamente disposto a sostenere gratuitamente la nostra Fondazione, realizzando i nuovi marchio e logotipo e
cedendoci detto marchio libero da ogni
successivo diritto di utilizzo. Un grande
gesto! A lui ed al suo valentissimo team
della SDB, giunga da questa “sua” “ LA
FONTE d’informazione”, il più caloroso
ringraziamento. Il nuovo logo, sempre
simboleggiante un omino, dopo 22 anni
ha però assunto una personalità più
colorita, più frizzante e dinamica, con
uno sguardo compiaciuto rivolto al suo
passato, ma anche con un atteggiamento
fermamente proteso verso un futuro
ancor più qualificante a favore delle persone meno fortunate.
Lo stesso giorno ci fu un altro avvenimento degno di nota: l’inaugurazione, in
uno stabile di proprietà della Cassa pensione dei dipendenti del Comune di
Lugano, in via Beltramina 18a, di una
struttura residenziale, il Foyer Fonte 8
(progetto a suo tempo vivamente
propugnato dal mio predecessore ing.
Arnulf Fox), che ospita diversi Invalidi
fisici in carrozzella.
Dopo la citata ottava realizzazione
abbiamo già diretto la prua verso la
struttura no. 9, il Fornaio 2, la seconda
panetteria-pasticceria-rosticceria (con
angolo tea room?), ubicata di fronte
EDITORIALE
all’Università della Svizzera Italiana, con
l’auspicio, fin d’ora, panini a parte, che i
nostri fortunati dirimpettai, grazie ai
nostri utenti diversamente dotati, possano in futuro beneficiare di una
accresciuta sensibilità verso l’universo
sociale.
Un’ultima riflessione: analogamente alle
persone normodotate, anche i nostri
ospiti possono oggi contare su un
costante prolungamento della aspettativa
di vita, una maggior longevità che può
preoccupare i genitori già avanti negli
anni, ma che deve suggerire ai
Responsabili delle numerose Istituzioni
sociali un necessario adeguamento.
La FONTE, da parte sua, ha da tempo
nel suo cassetto dei sogni e dei buoni
propositi (un cassetto che spero tanto di
poter aprire prima della scadenza del
mio mandato), una casa d’accoglienza
per Invalidi anziani. È un tema importante che bisognerà assolutamente
affrontare a breve termine; personalmente, sono fiducioso, anzi certo che,
considerata l’ineluttabilità di questa esigenza sociosanitaria, anche l’Ente pubblico, consapevole di questa evoluzione
rispettivamente di questa necessità, vorrà
sostenere le iniziative che verranno promosse in questo contesto specifico.
L’ultimo pensiero, ma in realtà il primo, lo
rivolgo alle persone per noi più importanti, i nostri ospiti e a coloro che sono
loro vicini. Se sto vivendo un’esperienza
di cui sono grato anche sul piano personale e morale, lo devo a voi tutti.
Grazie!
2
AVVICENDAMENTO
NEL CONSIGLIO
DI FONDAZIONE
Con l’inizio del nuovo anno il Consiglio
di Fondazione, in virtù delle dimissioni
inoltrate dal signor Claudio Generali
(ma egli ha comunque garantito pure
in prospettiva futura una particolare
sensibilità in favore della nostra istituzione), ha chiamato a fare parte del
proprio gremio il Dr. med. Carlo
Calanchini che, nelle righe a seguire,
su specifico invito della direzione ha
aderito alla proposta di presentarsi
ufficialmente ai lettori del nostro
notiziario ufficiale.
L’occasione giunge quindi propizia nel
ringraziare il signor Claudio Generali
per il lavoro svolto nella lunghissima
militanza in seno al Consiglio di
Fondazione, e per augurare un proficuo
lavoro al Dr. Calanchini che, considerato
il suo profilo professionale, arricchirà
ulteriormente il bagaglio di competenze
del nostro massimo Organo istituzionale.
“
Sono nato e cresciuto a
Lugano dove ho frequentato le
scuole sino alla maturità, superata
nel 1970. Ho studiato medicina
all’Università di Basilea interessandomi, sin dai primi anni di
psichiatria, materia che, dopo il
diploma (nel 1977), ho scelto come
mia specialità. Ho però avuto esperienze anche in medicina interna
e, brevemente, in chirurgia in
ospedali ticinesi.
La formazione specialistica in
psichiatria e psicoterapia, invece,
è stata portata a termine nuovamente a Basilea, alla Clinica e al
di Rossano Cambrosio,
e Carlo Calanchini
Poloclinico universitario. Ho perfezionato, dopo il rientro in Ticino
nel 1986, la formazione psicoterapeutica frequentando per cinque
anni la Scuola di Psicoterapia
Psicoanalitica di Milano. Sono
membro dell’Associazione di Studi
Psicoanalitici
di
Milano
e
dell’Accademia di Psicoterapia
Psico-analitica della Svizzera
Italiana.
La mia attività privata ha compreso,
oltre all’attività ambulatoriale in
studio, quella di consulente
all’Ospedale Malcantonese di
Castelrotto divenuta, a partire dall’autunno del 2001, sensibilmente
più impegnativa dopo l’apertura
di un reparto psichiatrico di cui
sono primario e che conduco
assieme a due colleghi.
Nel corso degli anni, ho anche
svolto un’intensa attività psichiatrico-forense, redigendo numerose
perizie in casi penali.
La proposta di far parte del
Consiglio di Fondazione de LA
FONTE ha subito suscitato in me
un vivo interesse. Ritengo che, in
quest’ambito, la mia esperienza
possa essere di qualche utilità;
sono però anche convinto che la
conoscenza dell’attività di una fondazione come LA FONTE possa
arricchire la mia esperienza professionale e, in generale, allargare
il mio orizzonte soprattutto nell’ambito sociale.
”
FONDAZIONE
3
UN ANNO RICCO
DI IMPEGNI
FONDAMENTALI
Come sottolineato nel titolo di apertura,
per la nostra Fondazione e per tutte le
istituzioni sussidiate dallo Stato l’anno
appena iniziato si presenta ricco di
impegni a vari livelli. Tra i più importanti,
riteniamo opportuno dare il giusto
risalto a quelli che tendenzialmente
produrranno ricadute sul nostro sistema
istituzionale, sia a breve che a medio
termine. Nelle brevi riflessioni a
seguire, evidenziamo quindi le aree che
vedranno la nostra Fondazione ingaggiata in prima linea.
2003; ANNO EUROPEO DELLA
PERSONA DISABILE
L’Unione Europea (UE) ha sancito che
l’anno 2003 sarà dedicato alla persona
disabile. Un segnale di ineluttabile
importanza, ai sensi della considerazione di una categoria di popolazione
che, malgrado i grandi passi compiuti
ai fini di una concreta integrazione nel
tessuto sociale, non sempre viene
tutelata in modo adeguato.
La nostra istituzione, alfine di dare risonanza a tale evento anche in Ticino, nei
primi giorni di gennaio si è fatta promotrice in seno al Dipartimento della
sanità e della socialità (DSS), nonché
nelle altre importanti istituzioni ticinesi
che si occupano di persone disabili, nel
dare uno spunto in tal senso.
Concretamente, attraverso l’invio di
uno scritto individualizzato, abbiamo
sottoposto un’idea di principio, mirata a
realizzare nel corso del prossimo
autunno una serie di eventi sul nostro
territorio, che permettano di accentrare
di Rossano Cambrosio, Direttore
le attenzioni dell’opinione pubblica
verso le problematiche della persona
disabile. Il progetto, che dovrebbe articolarsi sull’arco di un’intera settimana,
sostanzialmente si pone un duplice
obiettivo:
- partecipare concretamente a un
evento di portata europea, segnalando
e sensibilizzando la popolazione sul
tipo di offerta e di presa a carico che
esiste oggi nel nostro cantone, sfruttando la capacità creativa delle singole
istituzioni operanti nel Cantone Ticino;
- dimostrare la capacità di interazione
e collaborazione tra differenti entità
istituzionali a favore di un progetto
comune di ampio respiro.
La proposta ha avuto echi assai positivi,
in particolare da parte del DSS che, per
il tramite di uno scritto della direttrice
onorevole Patrizia Pesenti, ha sin d’ora
confermato la disponibilità nel
patrocinare e partecipare al progetto
proposto. Concretamente, nel corso
del mese di febbraio si è formalmente
costituito un gruppo di lavoro, coordinato in seno all’Ufficio cantonale degli
invalidi, composto dai signori Fattorini e
De Lorenzi, da Enrico Matasci quale
presidente della Commissione consultiva
della LISPI e dal sottoscritto in rappresentanza delle istituzioni facenti capo
ad ATIS, nonché promotore dell’iniziativa.
Il primo passo compiuto dal gruppo di
lavoro è stato quello di interpellare le
maggiori istituzioni, per raccogliere
concretamente le singole adesioni
all’idea di fondo, alfine di elaborare un
FONDAZIONE
programma di massima che potrà
essere poi pubblicato in un apposito
opuscolo da distribuire capillarmente
sul territorio. Se l’idea si concretizzerà,
e di ciò ne siamo fermamente convinti,
il tema della disabilità sarà oggetto di
particolari attenzioni sfruttando tutti i
canali che oggi sono a disposizione per
una costante sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
CERTIFICAZIONE DELLA QUALITA’
Sul tema della Qualità avevamo già
avuto modo di soffermarci tempi addietro, e non mancheremo di poterlo fare
anche nell’immediato futuro su queste
pagine, considerata l’ondata vera e
propria di conseguenze (concettuali,
tecniche, pratiche, finanziarie) che si è
messa in moto dopo che lo stimolo
promosso dall’Ufficio Federale delle
Assicurazioni sociali (UFAS) di Berna
che, di fatto, ha vincolato tutte le istituzioni che si occupano di persone
invalide a dotarsi di una Sistema di
gestione della Qualità (SGQ).
In questa sede ci limiteremo quindi a
portare il dato odierno che, come previsto
per il 30 giugno 2003, porterà alla
certificazione vera e propria tutte le
strutture per invalidi adulti che operano
nel nostro Cantone. Partendo proprio
dall’atto della certificazione, che sarà
ufficializzato da un ente esterno al nostro
contesto istituzionale, è ormai chiaro
che il referente per le strutture in
Cantone Ticino sarà l’Unità di certificazione degli istituti socio-sanitari
(UCISS).
4
Questa nuova istituzione, la cui sede
fisica si trova inserita nel contesto della
SUPSI presso il Dipartimento di
economia e management di Manno, è
stata accreditata dall’UFAS che, dopo il
test probatorio eseguito nel corso dello
scorso mese di gennaio, l’ha riconosciuta
competente per l’esercizio pratico delle
singole certificazioni.
Il nostro Cantone, confermando una
strategia già utilizzata sia per la scelta
del modello di SGQ sia per la formazione
del personale addetto a svolgere questo
compito, ha quindi unificato attorno a un
unico ente tutte le istituzioni.
Questo nuovo soggetto istituzionale si
profila sin d’ora quale garante delle
certificazioni per tutti quegli enti che
operano nella sfera socio-sanitaria (da
qui in nome UCISS), che saranno
inevitabilmente toccati nell’immediato
futuro da questa “moda” generalizzata.
In tal senso citiamo il settore delle case
anziani, i servizi di appoggio per la cura
a domicilio, il settore dei giovani, della
maternità e dell’infanzia; insomma di
tutti servizi che beneficiano dei sussidi
dello Stato e che, in futuro, saranno
tenuti a dotarsi di un proprio SGQ.
Per quanto concerne la nostra istituzione, il cui atto di certificazione è
pianificato per i prossimi 24 e 25 giugno,
si è trattato di un esercizio impegnativo,
che ha però permesso di riflettere
attentamente su tutto il sistema organizzativo istituzionale. Riteniamo pertanto che lo sforzo profuso in questi
mesi di fervente attività attorno al tema
della Qualità, e a tale proposito un
ringraziamento deve essere trasmesso
a tutti i dipendenti, non potrà che produrre benefici a medio/lungo termine.
Ci sentiamo però in dovere di segnalare
una critica di ordine generale attorno a
questo esercizio: l’avere mancato completamente l’obiettivo di una concreta
collaborazione tra le differenti istituzioni
attorno al tema della Qualità!
Infatti, avere scelto un modello di
Manuale comune per tutte le strutture,
avere svolto un identico ciclo di formazione per gli Agenti Qualità istituzionali, avere creato uno strumento
per la messa in comune dell’esperienza
(Tool box), non è purtroppo servito a
fare maturare una cultura della collaborazione tra le varie istituzioni, che continua a restare semplicemente un
assunto puramente teorico.
La tool box cantonale (cito specificamente quella gestita in seno al consorzio che ha promosso la formazione
alla qualità), era infatti nata per essere
il contenitore delle singole esperienze
e delle molteplici riflessioni; uno spazio
di confronto e di messa in comune dei
diversi modi di intendere il concetto di
Qualità.
A conti fatti, ritenuto che siamo ormai
in dirittura di arrivo, la tool box è rimasta
uno strumento largamente inutilizzato
che, ancora una volta, ha messo a nudo
le difficoltà nel trovare un dialogo
comune tra istituzioni; un dialogo fatto
di fatti, mi si scusi il gioco di parole, e
non solo di presunte volontà dichiarate,
ma regolarmente disattese.
FONDAZIONE
In tal senso l’esercizio si è rivelato un
piccolo fallimento, che si spera possa
comunque fare riflettere in prospettiva
futura, anche in vista degli inquietanti
scenari che si stanno profilando
all’orizzonte in materia di finanziamento
delle strutture sociali.
PIANIFICAZIONE TRIENNALE
2004/2006
DEL
SETTORE
INVALIDI
Sembra di ieri il passaggio al nuovo
millennio, ma ci rendiamo presto conto
che da oltre un trimestre siamo oramai
entrati nella sfera di quella che sarà la
prossima pianificazione triennale del
settore invalidi; la pianificazione delle
attività che saranno promosse negli
anni 2004/2006.
Nel frattempo la situazione finanziaria
delle casse dello Stato non è certo
migliorata, anzi. Ma i progetti pensati
dalle varie istituzioni, per fare fronte
alle esigenze delle persone invalide, e
proposti per essere poi realizzati, sono
ormai già in fase di dirittura presso i
competenti uffici cantonali.
Infatti il DSS ha già da qualche tempo
iniziato a raccogliere e a statisticizzare i
dati concernenti la situazione del nostro
Cantone in virtù di quella indispensabile pianificazione, che sancirà o meno
la possibilità di rendere concreti taluni
progetti.
L’obiettivo finale del Cantone sarà
quello di sottoporre entro il prossimo
mese di maggio la pianificazione
5
DAL PRIMO GENNAIO 2003, LA NOSTRA
ISTITUZIONE E’ ENTRATA A FAR PARTE
DELLA PRIME FASE DEL PROGETTO PILOTA
RELATIVO ALL’INTRODUZIONE DEL NUOVO
MODELLO DI FINANZIAMENTO ATTRAVERSO
IL CONTATTO DI PRESTAZIONE.
all’Ufficio federale delle assicurazioni
sociali di Berna, quale controparte per
il riconoscimento economico dei relativi sussidi.
Per la Fondazione La Fonte due saranno
i progetti che si intendono realizzare e
che, quindi, verranno sottoposti all’Ente
sussidiante cantonale:
mente essere adattato poiché, se il laboratorio protetto andava considerato
quale luogo dove svolgere un’attività di
stampo lavorativo, per quanto concerne
il concetto di centro diurno l’obiettivo
sarà quello di offrire un servizio istituzionale che permetta all’utente di
trarne un benessere generalizzato a
tutti i livelli di presa a carico.
- il primo riguarda la trasformazione
dell’attuale laboratorio protetto (ma lo
si è sempre definito occupazionale)
Fonte 1 nella nuova veste di Centro
diurno;
Una presentazione dettagliata del
progetto di Centro diurno alle famiglie
degli utenti,e ai loro rappresentanti
legali è già prevista in calendario nel
corso del mese di aprile.
- il secondo è invece orientato alla possibilità (o meglio alla necessità) di
trovare una nuova ubicazione alla
panetteria-pasticceria Il Fornaio, maggiormente rispondente alle esigenze di
produzione e di sviluppo dell’attività
odierna.
In merito alla nuova ubicazione della
panetteria-pasticceria di Piazza Molino
Nuovo, ormai operativa dal lontano
1994, si tratterà invece di un vero e
proprio cambiamento.
Per quanto riguarda il Centro diurno va
innanzitutto detto che non si tratterà di
una rivoluzione quanto, piuttosto, di un
adeguamento dettato dai nuovi criteri
di finanziamento da parte dell’Ente federale, nonché dalle personali esigenze
degli utenti, con riferimento specifico al
problema dell’invecchiamento.
Quindi l’esperienza accumulata in oltre
venti anni di lavoro, le condizioni
ambientali che sono tutt’oggi garantite,
il tipo di offerta in favore degli utenti, sia
essa di stampo lavorativo che terapeutico,
il clima di lavoro, resteranno tali anche
in futuro.
Qualche accorgimento dovrà ovvia-
L’attuale sede rimarrà tale, ma solo in
quanto punto vendita per l’ormai
affezionata clientela, mentre il laboratorio di produzione sarà interamente
trasferito in via Giuseppe Buffi, proprio
di fronte all’Università della Svizzera
Italiana (USI).
In quel luogo, interessantissimo sotto il
profilo commerciale e ambientale,
intendiamo infatti rilanciare l’attività,
mirandola in modo specifico alla clientela
locale, pur senza tralasciare la popolazione locale di quartiere.
Di fronte all’università Il Fornaio aprirà
un nuovo punto vendita per la clientela
(con la possibilità di consumare alcuni
prodotti sul posto), e tutta la produzione
sarà concentrata in quella specifica
FONDAZIONE
sede; ciò poiché la superficie a disposizione permetterà di allestire un laboratorio professionalmente attrezzato.
Insomma dopo la fase di apprendistato il
negozio si lancia verso una nuova sfida,
fortemente motivato e con il preciso obiettivo di raccogliere ulteriori consensi.
La nuova struttura, che si vorrebbe
agibile già con il prossimo mese di
dicembre, aumenterà i posti a disposizione per assumere nuovo personale
invalido.
Simbolicamente via Giuseppe Buffi si
propone quindi quale luogo ideale di
incontro tra due differenti realtà: quella
del mondo universitario, preposta nel
forgiare le future classi dirigenziali, e
quella del sociale che, attraverso esperienze come quella del Fornaio, propongono una concreta possibilità alle
classi definite marginali di riappropriarsi
di un ruolo attivo e partecipativo al
benessere della nostra società.
CONTRATTO DI PRESTAZIONI
Dal primo gennaio 2003, la nostra istituzione è entrata a far parte della prima
fase del progetto pilota relativo all’introduzione del nuovo modello di
finanziamento attraverso il Contratto di
prestazione.
Il progetto, che comprende, oltre al settore degli invalidi, quello delle case per
anziani, dei servizi di appoggio a domicilio e dei giovani, della maternità e
dell’ infanzia, è mirato a ottemperare
alla nuova legge sul finanziamento
6
degli enti sussidiati varata dal cantone
nel mese di giugno del 2001.
Per una comprensione dettagliata di
questo nuovo strumento di finanziamento vi rimandiamo alle pagine
seguenti della nostra rivista dove, con
un intervento scritto appositamente
richiesto al capo progetto Francesco
Branca, si potranno meglio comprendere gli scopi e gli obiettivi insiti nel
progetto stesso.
Nell’ambito di questa strategia la nostra
istituzione riveste un ruolo importante
poiché, congiuntamente alla clinica
Varini ad Orselina, è stata scelta per la
fase pilota per quanto concerne il settore degli invalidi.
In termini concreti significa che le nostre
quattro strutture di tipo residenziale (il
contratto di prestazione si riferisce
infatti solo a questo tipo di offerta)
hanno sottoscritto un primo contratto
base di finanziamento per l’anno 2003.
Molto pragmaticamente lo scopo ultimo
del contratto (oltre alla dichiarata
volontà di aumentare la qualità delle
prestazioni in favore dell’utente) non
sarà più quello di un finanziamento
dello Stato orientato alla copertura del
deficit di esercizio, quanto piuttosto
nella sottoscrizione bilaterale di un
budget (tutt’oggi calcolato sulla base
dei costi storici) che determina il tetto
massimo riconosciuto per il finanziamento annuale delle nostre quattro
strutture.
Dal nostro punto di vista possiamo
affermare che attorno a questo delicato
e oneroso impegno si stanno muovendo
una serie di iniziative di importante interesse, ma anche di grande preoccupazione, per la gestione futura delle
nostre istituzioni.
Penso in modo particolare alla riflessione che sta nascendo nel gruppo di
lavoro del quale fa parte la nostra istituzione, quella legata allo studio di un
catalogo delle prestazioni, improntata
SPAZIO STRUTTURE
sulla possibilità di dotare per l’immediato
futuro il settore degli invalidi di un strumento scientifico che possa stabilire il
grado di dipendenza dell’utente, e
quindi sancire il riconoscimento della
dotazione di personale per la sua presa
a carico. Un aspetto quindi centrale
nell’ambito della futura discussione e
sottoscrizione dei contratti di
prestazione!
7
LA PEREQUAZIONE FINANZIARIA
Un’ultima riflessione, ma non per
questo la meno importante, la vogliamo
dedicare al discorso della futura
perequazione
finanziaria
tra
Confederazione e singoli Cantoni, che
potrebbe forse già decorrere dall’anno
2006.
Il problema della perequazione (o equa
distribuzione dei flussi finanziari) ridotto
ai minimi termini, per quanto concerne
il settore invalidi, prevede che l’UFAS si
occupi esclusivamente del discorso
delle prestazioni individuali (l’assegno
finanziario erogato mensilmente al singolo invalido), e riversi integralmente al
Cantone la massa finanziaria per il sussidiamento già oggi previsto agli istituti, che concerne le prestazioni collettive
complementari.
Dove sta invece il rischio? Il rischio
risiede nel dare la possibilità ai singoli
Cantoni di allocare le risorse economiche federali definendo, sulla base
delle proprie scelte strategiche e
politiche, quale e quanto sussidio
destinare a un certo Dipartimento.
In tal senso è inutile ricordare quali
siano i settori meno protetti quando si
tratta di procedere al taglio della spesa
pubblica.
Le varie istanze nazionali sensibili alle
problematiche di settore sono seriamente
preoccupate che la Confederazione
non possa mantenere quel ruolo pilota
che, nel corso degli anni, ha permesso
un innalzamento del livello di
prestazioni in favore degli invalidi in
tutto il paese.
Nella sostanza tutti i finanziamenti che
oggi vengono versati alle singole istituzioni, riconosciute ai sensi della
pianificazione del settore invalidi, sarà
interamente attribuito al Cantone. Un
sistema che porrà vantaggi come pure
rischi.
Lasciare tale compito ai singoli
Cantoni, senza mettere vincoli precisi a
garanzia e tutela del settore, potrebbe
rivelarsi, con i tempi che corrono, un
rischio di perdere ulteriore riconoscimento nel campo dei diritti in favore
delle categorie già di per sè svantaggiate.
Il vantaggio dovrebbe essere legato al
fatto di disporre di un solo interlocutore istituzionale, riducendo ampiamente il margine di fraintendimento e
di interpretazione dei criteri economici
per l’attribuzione delle risorse
finanziarie; ciò che avviene infatti oggi,
anche in virtù di una visione sociale
dell’andicap sostanzialmente differente
nelle tre aree linguistiche.
Va comunque detto che il Cantone
Ticino dispone di una legge di riferimento (LISPI), e di una sensibilità particolare che tutelano e rafforzano la
considerazione della persona invalida;
quindi, da questo punto di vista, non
dovremmo preoccuparci troppo. Il
condizionale resta comunque sempre
d’obbligo, poiché le sorprese sono
purtroppo sempre dietro l’angolo.
FONDAZIONE
UNA BREVE RIFLESSIONE
CONCLUSIVA
In poche righe abbiamo dunque potuto
constatare come attorno alle istituzioni
preposte a occuparsi di persone
invalide (e non solo quelle), con specifico riferimento ai vari progetti che si
stanno muovendo a livello politico, le
acque del sociale in futuro si presenteranno piuttosto agitate.
Dunque le rotte di navigazione verso i
nuovi modelli di gestione e di finanziamento, ritenuto che non saremo nella
condizione di essere a bordo della
“globalizzata” Alinghi, dovranno essere
affrontate con la massima determinazione: questo a salvaguardia di
questi servizi e di quelle prestazioni
che hanno fatto delle nostre strutture
dei validi modelli di riferimento nel
contesto socio sanitario svizzero.
Stare all’erta e guardare con occhio
critico ai cambiamenti in atto nei nostri
settori, partecipando attivamente ai
lavori e proponendo soluzioni di intervento alternative nel settore, che
soprattutto non tengano conto esclusivamente di criteri legati all’economia,
resta dunque un assoluto dovere da
parte di tutti gli addetti ai lavori e di
quanti si preoccupano, giustamente,
della salvaguardia dei diritti delle categorie più a rischio.
8
IL PROGETTO
DI SOLIDARIETA’ CON
L’ASSOCIAZIONE ME-WA
Gentili lettori,
come promesso ecco la continuazione
della nostra avventura con l’associazione ME–WA. Per chi avesse perso il
filo, ricordiamo che si tratta di un’associazione che, in modo molto diretto,
sostiene un progetto di aiuto nel Benin,
regione del Savi. In particolare l’associazione ME-WA, che ha la sua sede a
Odogno in Capriasca, sviluppa e mette
in opera progetti lavorativi nei villaggi
locali, al fine di incoraggiare la permanenza delle persone ed evitare che i
giovani abbandonino la loro terra in
favore delle città già sovraffollate e
povere.
Dall’ultimo incontro che abbiamo avuto
con loro ci sono state alcune simpatiche novità; vi rammentate che avevamo avuto qualche problema a definire
una cifra da spedire? Bene alla fine ci
siamo accordati su 300.- franchi,
importo che è stato prelevato dalle
mance dello scorso anno; in seguito tre
nostri utenti, che fungono da delegati, li
hanno portati e versati, tramite la posta
di Vaglio, all’associazione ME-WA.
Nel frattempo alcuni dei nostri utenti
hanno aderito alla richiesta degli operatori di portare qualche pensiero scritto a proposito di questo “sodalizio”.
“
Abbiamo partecipato alla rappresentazione di un paese
dell’Africa e parlato di come vivono
ora. Riprendo alcuni esempi: abbiamo parlato dell’acqua troppo
sporca che loro sono abituati a
bere, e che a noi provocherebbe
malattie e disturbi di stomaco.
Sappiamo anche che hanno bisogno
della nostra mano per aiutarli a
costruire un pozzo, e poi la fatica
che fanno per trovare l’acqua buona
delle paludi. Loro costruiscono le
case con argilla ma l’argilla non
tiene a sufficienza, dopo un pò le
case crollano e anche la scuola.
Sarebbe bello che con la nostra
mano (il nostro aiuto) per rifare la
scuola come si deve, loro possano
riprendere a studiare delle
materie che possono sfruttare nel
loro ambiente come fabbro, falegname, sartoria ecc….
”
di Mauro Bocchi, responsabile Vaglio
Durante l’estate e l’autunno i contatti
con l’associazione ME-WA; si sono interrotti, durante l’inverno, ecco che Pierre,
il responsabile dell’associazione, è tornato per presentarci un documento
eccezionale.
Un filmato nel quale abbiamo potuto
conoscere il Benin e la regione del
Savi, con le sue foreste e i villaggi,
nonché la popolazione con tutte le
attività alle quali l’associazione ha dato
il via; è stato molto meglio che visionare
le diapositive. Ci siamo accorti che c’è
veramente tanto da fare in quei posti e
che i soldi che abbiamo spedito sono
sicuramente serviti a qualche cosa!
Alla fine del documentario abbiamo
posto decine di domande, di tutti i
generi, per cercare di capire ancora
meglio la situazione di quella gente
così lontana da noi; vuoi per i km che ci
separano o per il loro modo di vivere e
di lavorare.
Desy
“
Sono contento di dare i soldi
ai poveri così possono tenere gli
animali
”
Carlo
Ve li presentiamo quindi di seguito.
Prossimamente ci troveremo fra di noi
per discutere e magari per trovare un
altro modo ancora per collaborare e
sostenere l’associazione ME-WA;
chissà un giorno, forse, qualche giovane
della regione del Savi potrebbe venire
presso la nostra aziende per un po’ di
mesi ad aiutarci e a fare una nuova
esperienza da riportare poi nel suo
paese, o chissà magari un giorno
andremo tutti noi a vedere l’Africa…
sognare non è proibito!
Vi ringraziamo dell’attenzione e
promettiamo che, se vi saranno novità
importanti, vi terremo aggiornati…
SPAZIO STRUTTURE
9
LA NUOVA COMMISSIONE
INTERNA DEL PERSONALE
SI PRESENTA
La nuova CIP, costituitasi lo scorso
settembre, ha voluto affrontare il
mandato corrente con una tendenza
innovativa, prediligendo da un lato
l’aspetto collaborativo nei confronti
dell’Istituzione, dall’altro fornendo il
sostegno e l’accompagnamento dei collaboratori - per rapporto ad eventuali
problematiche riscontrate in ambito
professionale - con trasparenza e correttezza.
In virtù di tale prospettiva, e al fine di
fornire una serie di informazioni utili a
tutti, riteniamo importante ricordare il
campo d’azione che ci è riservato, le
iniziative che stiamo portando avanti
con il nostro lavoro e le modalità per
contattare la Commissione Interna.
La CIP è un organismo di raccordo tra
il personale e l’Istituzione, sia relativamente alla risoluzione di problemi o
questioni lavorative, sia – e questo è a
nostro avviso l’aspetto più rilevante relativamente ad aspetti legati alla
progettualità, favorendo scambi che
tramite le consuete vie di servizio difficilmente troverebbero sbocco.
Per quanto concerne il sostegno a un
collaboratore, il CCL definisce molto
chiaramente l’interfaccia operativa
della CIP; su questo aspetto invitiamo
dunque tutti i collaboratori a prendere
visione a pagina 43 e seguenti del
CCL.
È stato inoltre definito internamente
che la CIP provvede a rappresentare
e/o accompagnare un collaboratore
esclusivamente dietro delega scritta
dell’interessato: tale disposizione è
stata concepita in quanto riteniamo
opportuno e corretto agire “su autorizzazione”, investendo peraltro le energie su
richieste mirate e non su disimpegnate
indicazioni da corridoio. Ricordiamo
dunque che la CIP è contattabile sia
depositando le segnalazioni (firmate!)
negli appositi contenitori dislocati a
Fonte 1-2, Fonte3 e Fonte 4, sia rivolgendosi direttamente ai membri e/o
supplenti che la compongono (vedi
riquadro).
di Stefano Rinoldi e Patrizia Mauty
Terminiamo questa necessariamente
breve presentazione ringraziando i
colleghi che fino ad ora hanno contribuito a sviluppare i nostri programmi,
sperando di aver suscitato un minimo
di curiosità e interesse tra il resto del
personale. Membri e supplenti della
CIP sono a disposizione per ulteriori
informazioni.
Per ciò che riguarda l’aspetto dello
scambio costruttivo, in altre parole
collaborazione tra personale e istituzione, possiamo al momento elencare alcune attività intraprese dalla
CIP in accordo con la Direzione.
Attualmente la più interessante riguarda
il coinvolgimento dei collaboratori
nella scelta delle tematiche per la
conferenza annuale per il personale:
vi rimandiamo a tal proposito all’articolo
successivo.
La pagina che state leggendo fa parte
di un’ulteriore iniziativa, volta cioè a
dare una informazione capillare e
costante del nostro operato, sfruttando uno spazio apposito messoci a
disposizione sul Notiziario Ufficiale. Tra
i progetti in preparazione, una sorta di
“legenda” per il personale, che permetta
di comprendere e interpretare la terminologia di alcuni documenti di natura
amministrativa (formulario cassa pensione, avs, ecc.).
AREA COMMISSIONE DEL PERSONALE
RIQUADRO COMPOSIZIONE
DELLA C.I.P.
- Fonte 1: Luca Berva (membro), Erminio
Sala (membro), Catherine Ferrara (supplente);
- Fonte 2: Patrizia Marty (segretario
C.I.P.), Stefano Pelascini (supplente);
- Fonte 3: Stefano Rimoldi (presidente
C.I.P.), Carlo Svanascini (supplente);
- Fonte 4: Giorgio Cannas (membro),
Tiziano Maini (supplente);
- Fonte 6: Claudio Guimaraes (supplente).
10
Un punto fermo della linea d’azione
della CIP è la reciproca collaborazione
con l’istituzione e in particolar modo
con il suo interlocutore principale, il
Direttore Cambrosio. Con lui è stata
condivisa una serie di obiettivi tra i
quali, appunto, la partecipazione di tutti
i collaboratori nella scelta delle tematiche sulle quali incentrare la conferenza
annuale per il personale.
La base di partenza è stato un questionario molto semplice, a compilazione
facoltativa, sul quale indicare, per la
conferenza del 2003, l’interesse per un
argomento proposto dalla Direzione e,
nel contempo, suggerire alcuni spunti
di interesse generale.
La finalità di questa strategia è stata
duplice: da un lato consentire alla
Direzione di organizzare una conferenza
“sentita” dal personale; dall’altro configurare una lista di argomenti tra i
quali poter operare una scelta per le
conferenze successive o, nel caso non
fosse stato condiviso il tema proposto
per quest’anno, orientare verso una
soluzione alternativa.
confermato alla Direzione.
Un discreto risultato è stato ottenuto
anche per ciò che riguarda la raccolta
di suggerimenti: molti colleghi ne
hanno esposto diversi che la CIP ha
cercato di raccogliere all’interno di
tematiche di ampio respiro (vedi
riquadro).
Si è scelto, in ogni caso, di evidenziare
le indicazioni fornite da più persone e,
all’opposto, di non considerare le segnalazioni riguardanti aspetti strettamente
organizzativi, che senz’altro nascono da
un bisogno rilevato ma che difficilmente possono essere fatte oggetto di
una trattazione estesa.
Il risultato finale è la definizione di un
ventaglio di proposte che, per il tramite
di un’ulteriore indagine, potrebbe
essere utilizzato entro fine anno per
selezionare l’argomento sul quale far
vertere la conferenza del 2004, offrendo
al personale un’ulteriore opportunità di
partecipazione.
• Importanza dell’équipe educativa e
del suo funzionamento. Importanza
della comunicazione, etica profes
sionale degli operatori sociali.
• Confronto con altre realtà istituzionali
in ambito sociale. Confronto tra gli
ambiti organizzativi.
• Storia del lavoro e della politica
sociale in Ticino. Posizione della
Fondazione e sua politica nel sociale;
mandato di prestazione e con
seguenze future; gestione della qualità
del lavoro; incongruenze della qualità.
• Sintesi su inchieste condotte in
ambito lavorativo. Feedback su soddisfazione dell’utente, su valutazione
del personale; importanza della soddisfazione del personale.
Suggerimenti non avanzati da più collaboratori, ma comunque interessanti:
In merito al riscontro ottenuto, rileviamo
che il 30% dei collaboratori ha dato
seguito all’inchiesta. Tale percentuale
non è da ritenersi insoddisfacente se si
considera che, oltre a essere facoltativo,
il questionario è stato inoltrato la settimana antecedente le festività natalizie
imponendo tempi piuttosto stretti per
la risposta.
La totalità dei questionari ha testimoniato
l’interesse dei collaboratori verso il
soggetto proposto per la conferenza
2003 (inerente la responsabilità
giuridica relativa alla nostra professione), che conseguentemente è stato
• Valore della presa a carico individualizzata. Modalità di ideazione, criteri,
obiettivi; alleanza di campo con la
famiglia; possibilità di inserimento
sociale del disabile; percorsi della
riabilitazione.
• la vergogna nella malattia e nel
l’handicap
• la violenza nel lavoro sociale ed
educativo
• il volontariato in ambito sociale
• importanza della formazione continua.
Tematiche rilevate dal questionario.
Segnalate da più collaboratori:
AREA COMMISSIONE DEL PERSONALE
11
LA LIBERTA’
Ecco alcuni miei pensieri sulla
libertà.
Nella lingua latina equus-liber vuol
dire equilibrato, cioè libero davanti
a tutto; il suo contrario è dato dal
verbo malo, malle = preferire.
Abramo, il padre di Isacco, ha
fatto un atto di obbedienza: la sua
rinuncia a ciò che aveva di più
caro è stata fonte di vero possesso;
disposto a sacrificare il figlio lo ha
riavuto in modo diverso, nuovo più
libero. Quindi un aspetto della
libertà è il distacco, il possedere
senza possedere, il godere rinunciando al godimento, trovare senza
avere cercato.
Un altro aspetto della libertà è
l’obbedienza, l’obbedienza alla
nostra storia personale. Alice canta
“com’è difficile trovare l’alba dentro
l’imbrunire”. Dobbiamo imparare a
sentirci liberi innanzitutto là dove
siamo, con le cose che abbiamo,
liberi dentro i condizionamenti e
non fuori di essi. Se saremo capaci
di “stare fermi dentro una bara”
essa sarà trasformata “in lago
dall’Incanto della vita”. Quindi le
nostre prigioni, sbarre, inferiate,
favoriscono la vera libertà, non la
ostacolano.
Un altro aspetto della libertà è la
pazienza che è innanzitutto un
rapporto reale con il tempo:
guardare in faccia i minuti e i
secondi, frenando la fretta.
di Carlo Meier
a volte abbiamo delle cose giuste da
dire, può essere giusto a volte anche
non dirle.
Infine l’ultimo aspetto della libertà
per me è il realismo: vivere l’attimo
presente.
Vivendo l’attimo presente non
vivremo in funzione di una cosa
sola o di un gruzzolo di cose, ma
saremo nuovi ad ogni alba che
nasce e, se siamo puri di cuore,
anche a ogni istante.
Agno, 25 gennaio 2003
Un altro aspetto ancora: il discernimento: il nostro cuore non è libero
pienamente e in modo duraturo dal
nostro piedistallo; quindi anche se
PAROLA AI PROTAGONISTI
12
CONTRATTO DI PRESTAZIONE TRA
CANTONE ED ENTI SUSSIDIATI
Nel mese di giugno 2001 il Gran
Consiglio ticinese ha approvato la base
legale per l’introduzione dei contratti di
prestazione quali nuovi strumenti per la
regolamentazione del finanziamento
degli enti sussidiati del settore
sociosanitario(1). Le aree di intervento
interessate sono quelle delle case per
anziani, degli istituti per invalidi, dei
servizi per l’assistenza e cura a domicilio
e dei giovani, maternità e infanzia.
Il nuovo sistema, in sostituzione di quello attuale basato sulla copertura del
fabbisogno riconosciuto, comporterà in
particolare l'introduzione dei budget
globali, il rafforzamento dell'autonomia
sul piano gestionale-operativo degli enti
che producono ed erogano le
prestazioni e la focalizzazione dell'amministrazione cantonale sul controllo
della qualità dei servizi al cittadino.
La gestione di questo cambiamento,
che rientra nelle competenze del
Dipartimento della sanità e della socialità - DSS, è stata affidata a un apposito
gruppo di progetto a composizione
mista (amministrazione - enti), supportato da un ufficio di progetto appositamente costituito all’interno della Sezione
del sostegno a enti e attività sociali SSEAS. Ciò in quanto, trattandosi di un
cambiamento che comporta sia
l'adozione di nuovi strumenti tecnici sia
l'affermazione di una nuova mentalità e
cultura della gestione, si è ritenuto indispensabile coinvolgere e far interagire fin
dai primi passi del progetto i due attori
chiave per l'attuazione della nuova regolamentazione.
I lavori di progettazione sono iniziati nel
mese di gennaio 2002. Alla fine dello
scorso mese di giugno si è conclusa la
fase di pianificazione, con la presentazione all'on. Patrizia Pesenti di un rapporto contenente una proposta strutturata riguardo agli obiettivi, ai termini e
alle modalità di realizzazione del progetto. Rapporto che è stato approvato dalla
Direttrice del DSS e che quindi costituisce la base di riferimento per lo sviluppo della fase di realizzazione del progetto, che ha preso avvio in settembre.
Attualmente sono in piena attività 5
gruppi di lavoro, composti da 17 collaboratori della SSEAS e da 25 direttori
degli enti sussidiati (tra i quali il direttore
della Fondazione La Fonte), il cui compito consiste nel discutere i problemi e
ricercare le soluzioni con riferimento alle
principali aree di attività del progetto:
contrattualizzazione, catalogo delle
prestazioni, sistemi di valutazione dei
bisogni degli utenti, contabilità analitica,
indicatori e sistema di qualità, sistema di
controlling, soluzioni economiche, strutturali, organizzative e culturali.
LA RAGIONE DI FONDO DEL
CAMBIAMENTO
Alla base di questa scelta di cambiamento si situa il duplice problema con il
quale lo Stato sociale risulta vieppiù
confrontato: da un lato, la necessità di
garantire ai propri cittadini prestazioni
adeguate, ai tempi e alle latitudini, in termini quantitativi e qualitativi; dall’altro
lato, la consapevolezza che l’erogazione
di tali prestazioni pone già oggi e porrà
ancor più in futuro problemi di sosteni-
OPINIONE SUL TEMA
bilità sul piano della finanza pubblica.
In questa prospettiva assume evidentemente rilevanza strategica l’obiettivo di
rendere più economica (nel senso di più
attenta ai costi) l’offerta di servizi, in un
quadro di garanzia della fruibilità concreta delle prestazioni da parte di tutti i
cittadini che ne hanno bisogno, e quindi
la ricerca e la sperimentazione di nuovi
modelli e strumenti gestionali finalizzati
a promuovere maggiore efficienza ed
efficacia, nel rispetto del vincolo dell’equità.
Il modello che il legislatore ticinese ha
deciso di adottare per innescare un
processo in tale direzione è appunto
quello incentrato sul contratto di
prestazione, con il quale “…si vuole da
una parte migliorare la qualità delle
prestazioni degli enti sussidiati, d’altra
parte contenere i loro costi. La base per
raggiungere questo obiettivo è costituita dal rafforzamento dell’autonomia
degli enti sussidiati tramite nuove
modalità di controllo e l’attribuzione di
maggiori responsabilità”(2).
OBIETTIVI DEL PROGETTO
Le finalità del progetto sono sintetizzabili in cinque punti:
1. Introdurre il contratto di prestazione e
il contributo globale come strumenti di
definizione di un rapporto contrattuale
trasparente e vincolante tra Esecutivo o
Dipartimento delegato ed enti produttori
e erogatori delle prestazioni nelle quattro aree di intervento del nostro settore
sociosanitario.
2. Introdurre tutta una serie di altri stru-
13
di Francesco Branca, Capo progetto
menti e sistemi di gestione e controllo
(catalogo delle prestazioni, contabilità
analitica, ecc.) come elementi di supporto tecnico sia per l’amministrazione,
chiamata a operare sul piano del controllo dei risultati (e non più del dettaglio
della spesa), sia per gli enti, sui quali
ricadrà – come detto - una maggiore
autonomia e responsabilità a livello
operativo-gestionale.
3. Rendere coerente l’assetto organizzativo sia dell’amministrazione sia degli
enti con le nuove dinamiche gestionali e
di controllo.
4. Promuovere, attraverso la formazione,
l’introduzione di incentivi e l’innalzamento dei livelli di autonomia, una mentalità
di gestione orientata ai risultati e una
cultura del servizio con un chiaro orientamento all’utente.
5. Ricercare e attivare soluzioni finalizzate al miglioramento economico,
vagliando tanto le azioni possibili sul
versante del contenimento dei costi
(economie di scala, economie di organizzazione) quanto quelle rivolte all’incremento dei ricavi (tariffe concordate
con le casse malati, rette applicate agli
ospiti), nel rispetto della garanzia della
qualità delle prestazioni e del principio di
equità sociale e territoriale.
Dal complesso di questa costruzione si
ravvisa chiaramente l’indirizzo del cambiamento in atto, che è quello di implementare un sistema di relazioni contrattuali coordinate, sufficientemente regolate e supportate da idonei strumenti di
gestione e controllo.
Il processo di contrattualizzazzione,
implicando l’attribuzione di maggiori
prerogative decisionali all’agente erogatore delle prestazioni, non può procedere separatamente da una adeguata strumentazione dell’amministrazione
(sia sul piano delle regole sia sul piano
degli strumenti tecnici) per assolvere
pienamente ai suoi compiti di contrattazione e di controllo della qualità delle
prestazioni prodotte ed erogate ai cittadini.
Nondimeno, è nell’interesse dell’amministrazione avere partner contrattuali forti
sul piano delle competenze e degli strumenti di gestione oltre che, naturalmente sul piano della cura, dell’assistenza e dell’intervento educativo; ciò in
quanto risulta essenziale che gli enti
erogatori siano in grado di determinare
con cognizione di causa gli obiettivi
quantitativi e qualitativi raggiungibili, sui
quali impegnarsi contrattualmente.
Inoltre, competenza e strumentazione
sul versante degli enti implica anche
una loro maggiore forza contrattuale nei
confronti di un altro importante agente
pagante, le casse malati, e, ancora, una
maggiore autonomia dall’influenza delle
forze politiche e dai vari gruppi di pressione.
In questo quadro emerge una chiara
definizione di ruoli. L’Esecutivo diventa
l’acquirente delle prestazioni che il
Parlamento ha deciso debbano essere
garantite all’anziano, all’invalido, al
minorenne in situazione di disagio
sociale ecc., e in questa veste attua
adeguate forme di controllo sui risultati
e definisce gli standard per la valutazione della qualità dei servizi.
Parallelamente, gli enti si assumono la
OPINIONE SUL TEMA
responsabilità di produrre ed erogare le
prestazioni nei termini e nei modi previsti nei contratti da essi sottoscritti.
MODALITA’ E TEMPI DI REAZIONE
È previsto che l’introduzione dei contratti avvenga in maniera graduale. Tra
ottobre e dicembre 2002 è stata
negoziata una prima serie di 10 contratti pilota per il 2003 con altrettanti istituti volontari dei quattro settori interessati:
5 case per anziani, 2 istituti per invalidi
(tra i quali la Fondazione la Fonte), 2 istituti sociali per minorenni e 1 servizio di
assistenza e cura a domicilio. Per il
2004 e per il 2005 si procederà al rinnovo e all’estensione dei contratti pilota
ad altri istituti che si renderanno
disponibili volontariamente per la sperimentazione. Il 2006 sarà l’esercizio nel
quale avverrà l’estensione del nuovo sistema di finanziamento a tutti gli oltre 90
istituti sovvenzionati del settore
sociosanitario ticinese.
Durante questo lasso di tempo verranno
gradualmente sviluppati i nuovi strumenti di gestione e di controllo prima
citati, con il supporto di un nutrito intervento formativo appositamente messo a
punto per il progetto, rivolto sia ai collaboratori dell’amministrazione sia ai
collaboratori degli enti.
In definitiva, in questo progetto l’introduzione dello strumento contratti di
prestazione viene interpretata come
un’opportunità per sviluppare soluzioni
condivise e praticabili per quanto riguarda la quantificazione e la valutazione
delle prestazioni, la determinazione dei
14
costi effettivi dei servizi, la ricerca e
sperimentazione di formule gestionali
orientate al contenimento dei costi, l’introduzione di maggiori livelli di autonomia e responsabilità a favore degli enti
erogatori, l’adozione di metodologie di
controllo delle prestazioni più efficaci, a
tutto vantaggio dei cittadini in generale
e dei cittadini-utenti in particolare.
(1) Legge sull’introduzione dei
nuovi sistemi di sussidiamento a
enti, istituti, associazioni, fondazioni e aziende autonome nei
settori
di
competenza
del
Dipartimento delle opere sociali (5
giugno 2001).
(2) Messaggio n. 5029 dell’11 luglio
2000 del Consiglio di Stato, pag. 3.
OPINIONE SUL TEMA
15
P. P.
6991 Neggio
SI AL LIBERO ACCESSO
SI ALL’INIZIATIVA
DELLE PERSONE CON ANDICAP
Il 18 maggio 2003 sarà una data fondamentale nel riconoscimento dei diritti umani delle persone con andicap in
Svizzera.
Infatti quel giorno sapremo se la popolazione svizzera vorrà riconoscere finalmente alle persone con andicap quei
diritti fondamentali che ancora vengono loro negati.
Il Consiglio federale, il Consiglio
nazionale e il Consiglio degli Stati si
sono finora dimostrati reticenti.
In effetti lo scorso dicembre hanno
adottato definitivamente un controprogetto indiretto all'iniziativa popolare
Parità di diritti per i disabili, consegnata alla Cancelleria federale nel giugno
1999 corredata di oltre 120'000 firme
valide.
Il controprogetto, denominato Legge
federale su provvedimenti per eliminare svantaggi esistenti nei confronti
dei disabili (Legge sui disabili, LDis), è
valutato dalle persone con andicap e
dalle loro organizzazioni come un (piccolo) passo nella giusta direzione, ma
assolutamente carente in ambiti centrali della vita delle persone con andicap quali la scuola, la formazione e il
perfezionamento professionale e il
lavoro. Governo e Parlamento hanno
addotto riflessioni di tipo essenzialmente economico quale scusa per non
rispondere in modo veramente tangibile alle esigenze delle persone andicappate, pretendendo che l'iniziativa
causerebbe costi esorbitanti.
Per questo il Comitato d'iniziativa ha
deciso a grande maggioranza di non
ritirare l'iniziativa. Di conseguenza il
prossimo 18 maggio il popolo sarà
chiamato a decidere se accettare o
meno l'iniziativa popolare per la parità
di diritti delle persone con andicap.
Un SI convinto renderà finalmente
giustizia alle circa 700'000 persone
con andicap che vivono in Svizzera,
senza causare costi esorbitanti.
L'iniziativa stessa prevede esplicitamente la sua applicazione secondo il
principio della proporzionalità, ossia
tenendo conto della proporzionalità
dell'investimento rispetto al risultato
ottenibile.
La campagna per la votazione è in
pieno svolgimento con lo slogan riportato nel titolo e con un solo obiettivo:
vincere la votazione, ossia raccogliere
la maggioranza di SI nel popolo e nei
Cantoni.
Il 18 maggio vota quindi SI al libero
accesso – SI all'iniziativa delle persone
con andicap.
DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE
6991 Neggio, ccp. 69-2955-7
Tel. 091 606 56 56
Direttore Rossano Cambrosio
Amministratore Patrizia Lotti
FONTE 1
LABORATORIO PROTETTO
Via Pezza 3, 6982 Agno
Tel. 091 604 58 54
Responsabile Monica Kolb
FONTE 2
LABORATORIO PROTETTO
Via Pezza 3, 6982 Agno
Tel. 091 604 58 43
Responsabile Mirko Scherler
FONTE 3
FOYER
6991 Neggio
Tel. 091 606 56 56
Responsabile Maurizio Battiston
FONTE 4
AZIENDA AGRICOLA PROTETTA
Fondazione Lions Club, Lugano
6947 Vaglio
Tel. 091 943 42 47
Responsabile Mauro Bocchi
FONTE 5 e 6
FOYER / APPARTAMENTI PROTETTI
Via J. Corty, 6982 Agno
Tel. 091 605 38 58
Responsabile Wanda Schwab
FONTE 7
PANETTERIA PASTICCERIA “IL FORNAIO”
P.zza Molino Nuovo, 6900 Lugano
Tel. 091 921 04 24
Responsabile Mirko Scherler
di Lorenzo Giacolini, Coordinatore Forum
Politica Sociale Svizzera Italiana
ATTUALITA’ - INFORMAZIONI
FONTE 8
FOYER
Via Beltramina 18a, 6900 Lugano
Tel. 091 976 08 18
Responsabile Angelo Pigazzini
16
Scarica

opinione sul tema - Fondazione La Fonte