NOTIZIARIO UFFICIALE SOMMARIO 3 | FONDAZIONE Avvicendamento nel consiglio di fondazione 4 | 9 | SPAZIO STRUTTURE 7 APRILE 2003 IL PRESIDENTE... A META’ STRADA! Un anno ricco di impegni fondamentali Il progetto di solidarietà con l’associazione ME-WA 10 | AREA COMMISSIONE DEL PERSONALE La nuova commissione interna del personale si presenta 11 | Il sondaggio sulle tema- tiche della con ferenza per il personale 12 | PAROLA AI PROTAGONISTI La libertà 13 | OPINIONE SUL TEMA Il contratto di prestazione tra Cantone ed enti sussidiati. 16 | OPINIONE SUL TEMA Sí al libero accesso sí all’iniziativa delle persone con andicap FONDAZIONE LA FONTE Membri del Consiglio Luciano Clerici (Presidente), Elena Soldati (Vice Presidente), Carlo Calanchini, Elios Giorgetti, Maurizio Canetta, Gianandrea F. Rimoldi, Fabia Dell’Acqua-Cornaro, Carlo Terzaghi, Wanda Bassani-Antivari. Il nostro Direttore – bontà sua – mi ha invitato a stendere un bilancio morale intermedio nel bel mezzo del mio mandato quadriennale. Non ho indugiato più di quel tanto a rispondere affermativamente a simile richiesta anche perché, mi son detto, il vero bilancio, quello di fine…legislatura, per quanto riguarderà il mio operato a favore della nostra Istituzione, spetterà allestirlo eventualmente a qualcun’altro. A prescindere dalle numerose problematiche di varia natura, esaminate e risolte nel frattempo, e di quelle che si dovranno vagliare nei prossimi tempi, in questo preciso momento reputo più opportuno esternare alcune riflessioni evidenziando, tutt’al più, qualche circostanza peculiare verificatasi in questo primo scorcio della mia attività. Vorrei, innanzitutto, esprimere un plauso riconoscente a tutti coloro che, ad ogni EDITORIALE livello e in ogni funzione (Volontari compresi) in seno alla nostra Fondazione, hanno accolto la mia presenza e il mio agire con simpatia e considerazione. Sappiano gli interessati che, senza il loro indefesso e costruttivo spirito collaborativo e di solidarietà, la Fonte non godrebbe oggi di quella lusinghiera reputazione nel contesto sociale e sociosanitario cantonale; un indice di apprezzamento che, me lo auguro sentitamente, grazie a una ancor maggior determinazione ed efficienza nello svolgimento del proprio compito, si potrà vieppiù valorizzare. È questo il traguardo più ambizioso che, tutti insieme, dobbiamo prefiggerci per l’immediato futuro e che vorrei tanto toccar con mano al termine del mio mandato presidenziale. Un pensiero riconoscente lo rivolgo pure alle Autorità sussidianti (Cantone e Confederazione), le quali consentono l’attività della nostra 1 di Luciano Clerici Fondazione a sostegno della persona disabile e contribuiscono a concretizzare l’offerta qualitativa di servizi e prestazioni a favore dei nostri ospiti. Devo riconoscere obbiettivamente che, durante i miei cinquant’anni di attività nell’economia privata, non avevo mai lontanamente immaginato che lo Stato facesse tanto a favore delle persone fisicamente e mentalmente svantaggiate. Per quanto riguarda gli aiuti straordinari, che vengono elargiti alla nostra Istituzione, non posso esimermi dall’esternare profonda gratitudine ai numerosi donatori, privati, aziende e associazioni, senza il cui apporto non potremmo raggiungere la qualità della nostra offerta; una generosità e una solidarietà che ci conforta e che ci infonde nuova lena. In questo ordine di idee, mi piace ricordare la grande figura morale del compianto dott. Leo Bernasconi, venuto a mancare il 18 ottobre 2001, alla cui memoria elevo un deferente pensiero. Come già accennavo, non mi sembra il caso di fare qui l’istoriato delle tematiche con cui s’è trovato confrontato il nostro Consiglio di Fondazione; mi sembra però giustificato evocare qui di seguito qualche particolare evento. Rimarrà sicuramente scolpita nella storia della nostra istituzione sociale la creazione del nuovo logo, la cui presentazione ufficiale davanti alla stampa è avvenuta il 30 ottobre 2002. Il “colpevole” di questo cambiamento d’immagine sono io stesso; infatti da tempo quel- l’omino anemico suscitava in me sentimenti di mestizia. La decisione di rianimarlo è anche da ascrivere alla fortunata circostanza di avere fra i miei conoscenti e amici un mago della comunicazione: Paolo Spalluto. Egli si dichiarò prontamente ed entusiasticamente disposto a sostenere gratuitamente la nostra Fondazione, realizzando i nuovi marchio e logotipo e cedendoci detto marchio libero da ogni successivo diritto di utilizzo. Un grande gesto! A lui ed al suo valentissimo team della SDB, giunga da questa “sua” “ LA FONTE d’informazione”, il più caloroso ringraziamento. Il nuovo logo, sempre simboleggiante un omino, dopo 22 anni ha però assunto una personalità più colorita, più frizzante e dinamica, con uno sguardo compiaciuto rivolto al suo passato, ma anche con un atteggiamento fermamente proteso verso un futuro ancor più qualificante a favore delle persone meno fortunate. Lo stesso giorno ci fu un altro avvenimento degno di nota: l’inaugurazione, in uno stabile di proprietà della Cassa pensione dei dipendenti del Comune di Lugano, in via Beltramina 18a, di una struttura residenziale, il Foyer Fonte 8 (progetto a suo tempo vivamente propugnato dal mio predecessore ing. Arnulf Fox), che ospita diversi Invalidi fisici in carrozzella. Dopo la citata ottava realizzazione abbiamo già diretto la prua verso la struttura no. 9, il Fornaio 2, la seconda panetteria-pasticceria-rosticceria (con angolo tea room?), ubicata di fronte EDITORIALE all’Università della Svizzera Italiana, con l’auspicio, fin d’ora, panini a parte, che i nostri fortunati dirimpettai, grazie ai nostri utenti diversamente dotati, possano in futuro beneficiare di una accresciuta sensibilità verso l’universo sociale. Un’ultima riflessione: analogamente alle persone normodotate, anche i nostri ospiti possono oggi contare su un costante prolungamento della aspettativa di vita, una maggior longevità che può preoccupare i genitori già avanti negli anni, ma che deve suggerire ai Responsabili delle numerose Istituzioni sociali un necessario adeguamento. La FONTE, da parte sua, ha da tempo nel suo cassetto dei sogni e dei buoni propositi (un cassetto che spero tanto di poter aprire prima della scadenza del mio mandato), una casa d’accoglienza per Invalidi anziani. È un tema importante che bisognerà assolutamente affrontare a breve termine; personalmente, sono fiducioso, anzi certo che, considerata l’ineluttabilità di questa esigenza sociosanitaria, anche l’Ente pubblico, consapevole di questa evoluzione rispettivamente di questa necessità, vorrà sostenere le iniziative che verranno promosse in questo contesto specifico. L’ultimo pensiero, ma in realtà il primo, lo rivolgo alle persone per noi più importanti, i nostri ospiti e a coloro che sono loro vicini. Se sto vivendo un’esperienza di cui sono grato anche sul piano personale e morale, lo devo a voi tutti. Grazie! 2 AVVICENDAMENTO NEL CONSIGLIO DI FONDAZIONE Con l’inizio del nuovo anno il Consiglio di Fondazione, in virtù delle dimissioni inoltrate dal signor Claudio Generali (ma egli ha comunque garantito pure in prospettiva futura una particolare sensibilità in favore della nostra istituzione), ha chiamato a fare parte del proprio gremio il Dr. med. Carlo Calanchini che, nelle righe a seguire, su specifico invito della direzione ha aderito alla proposta di presentarsi ufficialmente ai lettori del nostro notiziario ufficiale. L’occasione giunge quindi propizia nel ringraziare il signor Claudio Generali per il lavoro svolto nella lunghissima militanza in seno al Consiglio di Fondazione, e per augurare un proficuo lavoro al Dr. Calanchini che, considerato il suo profilo professionale, arricchirà ulteriormente il bagaglio di competenze del nostro massimo Organo istituzionale. “ Sono nato e cresciuto a Lugano dove ho frequentato le scuole sino alla maturità, superata nel 1970. Ho studiato medicina all’Università di Basilea interessandomi, sin dai primi anni di psichiatria, materia che, dopo il diploma (nel 1977), ho scelto come mia specialità. Ho però avuto esperienze anche in medicina interna e, brevemente, in chirurgia in ospedali ticinesi. La formazione specialistica in psichiatria e psicoterapia, invece, è stata portata a termine nuovamente a Basilea, alla Clinica e al di Rossano Cambrosio, e Carlo Calanchini Poloclinico universitario. Ho perfezionato, dopo il rientro in Ticino nel 1986, la formazione psicoterapeutica frequentando per cinque anni la Scuola di Psicoterapia Psicoanalitica di Milano. Sono membro dell’Associazione di Studi Psicoanalitici di Milano e dell’Accademia di Psicoterapia Psico-analitica della Svizzera Italiana. La mia attività privata ha compreso, oltre all’attività ambulatoriale in studio, quella di consulente all’Ospedale Malcantonese di Castelrotto divenuta, a partire dall’autunno del 2001, sensibilmente più impegnativa dopo l’apertura di un reparto psichiatrico di cui sono primario e che conduco assieme a due colleghi. Nel corso degli anni, ho anche svolto un’intensa attività psichiatrico-forense, redigendo numerose perizie in casi penali. La proposta di far parte del Consiglio di Fondazione de LA FONTE ha subito suscitato in me un vivo interesse. Ritengo che, in quest’ambito, la mia esperienza possa essere di qualche utilità; sono però anche convinto che la conoscenza dell’attività di una fondazione come LA FONTE possa arricchire la mia esperienza professionale e, in generale, allargare il mio orizzonte soprattutto nell’ambito sociale. ” FONDAZIONE 3 UN ANNO RICCO DI IMPEGNI FONDAMENTALI Come sottolineato nel titolo di apertura, per la nostra Fondazione e per tutte le istituzioni sussidiate dallo Stato l’anno appena iniziato si presenta ricco di impegni a vari livelli. Tra i più importanti, riteniamo opportuno dare il giusto risalto a quelli che tendenzialmente produrranno ricadute sul nostro sistema istituzionale, sia a breve che a medio termine. Nelle brevi riflessioni a seguire, evidenziamo quindi le aree che vedranno la nostra Fondazione ingaggiata in prima linea. 2003; ANNO EUROPEO DELLA PERSONA DISABILE L’Unione Europea (UE) ha sancito che l’anno 2003 sarà dedicato alla persona disabile. Un segnale di ineluttabile importanza, ai sensi della considerazione di una categoria di popolazione che, malgrado i grandi passi compiuti ai fini di una concreta integrazione nel tessuto sociale, non sempre viene tutelata in modo adeguato. La nostra istituzione, alfine di dare risonanza a tale evento anche in Ticino, nei primi giorni di gennaio si è fatta promotrice in seno al Dipartimento della sanità e della socialità (DSS), nonché nelle altre importanti istituzioni ticinesi che si occupano di persone disabili, nel dare uno spunto in tal senso. Concretamente, attraverso l’invio di uno scritto individualizzato, abbiamo sottoposto un’idea di principio, mirata a realizzare nel corso del prossimo autunno una serie di eventi sul nostro territorio, che permettano di accentrare di Rossano Cambrosio, Direttore le attenzioni dell’opinione pubblica verso le problematiche della persona disabile. Il progetto, che dovrebbe articolarsi sull’arco di un’intera settimana, sostanzialmente si pone un duplice obiettivo: - partecipare concretamente a un evento di portata europea, segnalando e sensibilizzando la popolazione sul tipo di offerta e di presa a carico che esiste oggi nel nostro cantone, sfruttando la capacità creativa delle singole istituzioni operanti nel Cantone Ticino; - dimostrare la capacità di interazione e collaborazione tra differenti entità istituzionali a favore di un progetto comune di ampio respiro. La proposta ha avuto echi assai positivi, in particolare da parte del DSS che, per il tramite di uno scritto della direttrice onorevole Patrizia Pesenti, ha sin d’ora confermato la disponibilità nel patrocinare e partecipare al progetto proposto. Concretamente, nel corso del mese di febbraio si è formalmente costituito un gruppo di lavoro, coordinato in seno all’Ufficio cantonale degli invalidi, composto dai signori Fattorini e De Lorenzi, da Enrico Matasci quale presidente della Commissione consultiva della LISPI e dal sottoscritto in rappresentanza delle istituzioni facenti capo ad ATIS, nonché promotore dell’iniziativa. Il primo passo compiuto dal gruppo di lavoro è stato quello di interpellare le maggiori istituzioni, per raccogliere concretamente le singole adesioni all’idea di fondo, alfine di elaborare un FONDAZIONE programma di massima che potrà essere poi pubblicato in un apposito opuscolo da distribuire capillarmente sul territorio. Se l’idea si concretizzerà, e di ciò ne siamo fermamente convinti, il tema della disabilità sarà oggetto di particolari attenzioni sfruttando tutti i canali che oggi sono a disposizione per una costante sensibilizzazione dell’opinione pubblica. CERTIFICAZIONE DELLA QUALITA’ Sul tema della Qualità avevamo già avuto modo di soffermarci tempi addietro, e non mancheremo di poterlo fare anche nell’immediato futuro su queste pagine, considerata l’ondata vera e propria di conseguenze (concettuali, tecniche, pratiche, finanziarie) che si è messa in moto dopo che lo stimolo promosso dall’Ufficio Federale delle Assicurazioni sociali (UFAS) di Berna che, di fatto, ha vincolato tutte le istituzioni che si occupano di persone invalide a dotarsi di una Sistema di gestione della Qualità (SGQ). In questa sede ci limiteremo quindi a portare il dato odierno che, come previsto per il 30 giugno 2003, porterà alla certificazione vera e propria tutte le strutture per invalidi adulti che operano nel nostro Cantone. Partendo proprio dall’atto della certificazione, che sarà ufficializzato da un ente esterno al nostro contesto istituzionale, è ormai chiaro che il referente per le strutture in Cantone Ticino sarà l’Unità di certificazione degli istituti socio-sanitari (UCISS). 4 Questa nuova istituzione, la cui sede fisica si trova inserita nel contesto della SUPSI presso il Dipartimento di economia e management di Manno, è stata accreditata dall’UFAS che, dopo il test probatorio eseguito nel corso dello scorso mese di gennaio, l’ha riconosciuta competente per l’esercizio pratico delle singole certificazioni. Il nostro Cantone, confermando una strategia già utilizzata sia per la scelta del modello di SGQ sia per la formazione del personale addetto a svolgere questo compito, ha quindi unificato attorno a un unico ente tutte le istituzioni. Questo nuovo soggetto istituzionale si profila sin d’ora quale garante delle certificazioni per tutti quegli enti che operano nella sfera socio-sanitaria (da qui in nome UCISS), che saranno inevitabilmente toccati nell’immediato futuro da questa “moda” generalizzata. In tal senso citiamo il settore delle case anziani, i servizi di appoggio per la cura a domicilio, il settore dei giovani, della maternità e dell’infanzia; insomma di tutti servizi che beneficiano dei sussidi dello Stato e che, in futuro, saranno tenuti a dotarsi di un proprio SGQ. Per quanto concerne la nostra istituzione, il cui atto di certificazione è pianificato per i prossimi 24 e 25 giugno, si è trattato di un esercizio impegnativo, che ha però permesso di riflettere attentamente su tutto il sistema organizzativo istituzionale. Riteniamo pertanto che lo sforzo profuso in questi mesi di fervente attività attorno al tema della Qualità, e a tale proposito un ringraziamento deve essere trasmesso a tutti i dipendenti, non potrà che produrre benefici a medio/lungo termine. Ci sentiamo però in dovere di segnalare una critica di ordine generale attorno a questo esercizio: l’avere mancato completamente l’obiettivo di una concreta collaborazione tra le differenti istituzioni attorno al tema della Qualità! Infatti, avere scelto un modello di Manuale comune per tutte le strutture, avere svolto un identico ciclo di formazione per gli Agenti Qualità istituzionali, avere creato uno strumento per la messa in comune dell’esperienza (Tool box), non è purtroppo servito a fare maturare una cultura della collaborazione tra le varie istituzioni, che continua a restare semplicemente un assunto puramente teorico. La tool box cantonale (cito specificamente quella gestita in seno al consorzio che ha promosso la formazione alla qualità), era infatti nata per essere il contenitore delle singole esperienze e delle molteplici riflessioni; uno spazio di confronto e di messa in comune dei diversi modi di intendere il concetto di Qualità. A conti fatti, ritenuto che siamo ormai in dirittura di arrivo, la tool box è rimasta uno strumento largamente inutilizzato che, ancora una volta, ha messo a nudo le difficoltà nel trovare un dialogo comune tra istituzioni; un dialogo fatto di fatti, mi si scusi il gioco di parole, e non solo di presunte volontà dichiarate, ma regolarmente disattese. FONDAZIONE In tal senso l’esercizio si è rivelato un piccolo fallimento, che si spera possa comunque fare riflettere in prospettiva futura, anche in vista degli inquietanti scenari che si stanno profilando all’orizzonte in materia di finanziamento delle strutture sociali. PIANIFICAZIONE TRIENNALE 2004/2006 DEL SETTORE INVALIDI Sembra di ieri il passaggio al nuovo millennio, ma ci rendiamo presto conto che da oltre un trimestre siamo oramai entrati nella sfera di quella che sarà la prossima pianificazione triennale del settore invalidi; la pianificazione delle attività che saranno promosse negli anni 2004/2006. Nel frattempo la situazione finanziaria delle casse dello Stato non è certo migliorata, anzi. Ma i progetti pensati dalle varie istituzioni, per fare fronte alle esigenze delle persone invalide, e proposti per essere poi realizzati, sono ormai già in fase di dirittura presso i competenti uffici cantonali. Infatti il DSS ha già da qualche tempo iniziato a raccogliere e a statisticizzare i dati concernenti la situazione del nostro Cantone in virtù di quella indispensabile pianificazione, che sancirà o meno la possibilità di rendere concreti taluni progetti. L’obiettivo finale del Cantone sarà quello di sottoporre entro il prossimo mese di maggio la pianificazione 5 DAL PRIMO GENNAIO 2003, LA NOSTRA ISTITUZIONE E’ ENTRATA A FAR PARTE DELLA PRIME FASE DEL PROGETTO PILOTA RELATIVO ALL’INTRODUZIONE DEL NUOVO MODELLO DI FINANZIAMENTO ATTRAVERSO IL CONTATTO DI PRESTAZIONE. all’Ufficio federale delle assicurazioni sociali di Berna, quale controparte per il riconoscimento economico dei relativi sussidi. Per la Fondazione La Fonte due saranno i progetti che si intendono realizzare e che, quindi, verranno sottoposti all’Ente sussidiante cantonale: mente essere adattato poiché, se il laboratorio protetto andava considerato quale luogo dove svolgere un’attività di stampo lavorativo, per quanto concerne il concetto di centro diurno l’obiettivo sarà quello di offrire un servizio istituzionale che permetta all’utente di trarne un benessere generalizzato a tutti i livelli di presa a carico. - il primo riguarda la trasformazione dell’attuale laboratorio protetto (ma lo si è sempre definito occupazionale) Fonte 1 nella nuova veste di Centro diurno; Una presentazione dettagliata del progetto di Centro diurno alle famiglie degli utenti,e ai loro rappresentanti legali è già prevista in calendario nel corso del mese di aprile. - il secondo è invece orientato alla possibilità (o meglio alla necessità) di trovare una nuova ubicazione alla panetteria-pasticceria Il Fornaio, maggiormente rispondente alle esigenze di produzione e di sviluppo dell’attività odierna. In merito alla nuova ubicazione della panetteria-pasticceria di Piazza Molino Nuovo, ormai operativa dal lontano 1994, si tratterà invece di un vero e proprio cambiamento. Per quanto riguarda il Centro diurno va innanzitutto detto che non si tratterà di una rivoluzione quanto, piuttosto, di un adeguamento dettato dai nuovi criteri di finanziamento da parte dell’Ente federale, nonché dalle personali esigenze degli utenti, con riferimento specifico al problema dell’invecchiamento. Quindi l’esperienza accumulata in oltre venti anni di lavoro, le condizioni ambientali che sono tutt’oggi garantite, il tipo di offerta in favore degli utenti, sia essa di stampo lavorativo che terapeutico, il clima di lavoro, resteranno tali anche in futuro. Qualche accorgimento dovrà ovvia- L’attuale sede rimarrà tale, ma solo in quanto punto vendita per l’ormai affezionata clientela, mentre il laboratorio di produzione sarà interamente trasferito in via Giuseppe Buffi, proprio di fronte all’Università della Svizzera Italiana (USI). In quel luogo, interessantissimo sotto il profilo commerciale e ambientale, intendiamo infatti rilanciare l’attività, mirandola in modo specifico alla clientela locale, pur senza tralasciare la popolazione locale di quartiere. Di fronte all’università Il Fornaio aprirà un nuovo punto vendita per la clientela (con la possibilità di consumare alcuni prodotti sul posto), e tutta la produzione sarà concentrata in quella specifica FONDAZIONE sede; ciò poiché la superficie a disposizione permetterà di allestire un laboratorio professionalmente attrezzato. Insomma dopo la fase di apprendistato il negozio si lancia verso una nuova sfida, fortemente motivato e con il preciso obiettivo di raccogliere ulteriori consensi. La nuova struttura, che si vorrebbe agibile già con il prossimo mese di dicembre, aumenterà i posti a disposizione per assumere nuovo personale invalido. Simbolicamente via Giuseppe Buffi si propone quindi quale luogo ideale di incontro tra due differenti realtà: quella del mondo universitario, preposta nel forgiare le future classi dirigenziali, e quella del sociale che, attraverso esperienze come quella del Fornaio, propongono una concreta possibilità alle classi definite marginali di riappropriarsi di un ruolo attivo e partecipativo al benessere della nostra società. CONTRATTO DI PRESTAZIONI Dal primo gennaio 2003, la nostra istituzione è entrata a far parte della prima fase del progetto pilota relativo all’introduzione del nuovo modello di finanziamento attraverso il Contratto di prestazione. Il progetto, che comprende, oltre al settore degli invalidi, quello delle case per anziani, dei servizi di appoggio a domicilio e dei giovani, della maternità e dell’ infanzia, è mirato a ottemperare alla nuova legge sul finanziamento 6 degli enti sussidiati varata dal cantone nel mese di giugno del 2001. Per una comprensione dettagliata di questo nuovo strumento di finanziamento vi rimandiamo alle pagine seguenti della nostra rivista dove, con un intervento scritto appositamente richiesto al capo progetto Francesco Branca, si potranno meglio comprendere gli scopi e gli obiettivi insiti nel progetto stesso. Nell’ambito di questa strategia la nostra istituzione riveste un ruolo importante poiché, congiuntamente alla clinica Varini ad Orselina, è stata scelta per la fase pilota per quanto concerne il settore degli invalidi. In termini concreti significa che le nostre quattro strutture di tipo residenziale (il contratto di prestazione si riferisce infatti solo a questo tipo di offerta) hanno sottoscritto un primo contratto base di finanziamento per l’anno 2003. Molto pragmaticamente lo scopo ultimo del contratto (oltre alla dichiarata volontà di aumentare la qualità delle prestazioni in favore dell’utente) non sarà più quello di un finanziamento dello Stato orientato alla copertura del deficit di esercizio, quanto piuttosto nella sottoscrizione bilaterale di un budget (tutt’oggi calcolato sulla base dei costi storici) che determina il tetto massimo riconosciuto per il finanziamento annuale delle nostre quattro strutture. Dal nostro punto di vista possiamo affermare che attorno a questo delicato e oneroso impegno si stanno muovendo una serie di iniziative di importante interesse, ma anche di grande preoccupazione, per la gestione futura delle nostre istituzioni. Penso in modo particolare alla riflessione che sta nascendo nel gruppo di lavoro del quale fa parte la nostra istituzione, quella legata allo studio di un catalogo delle prestazioni, improntata SPAZIO STRUTTURE sulla possibilità di dotare per l’immediato futuro il settore degli invalidi di un strumento scientifico che possa stabilire il grado di dipendenza dell’utente, e quindi sancire il riconoscimento della dotazione di personale per la sua presa a carico. Un aspetto quindi centrale nell’ambito della futura discussione e sottoscrizione dei contratti di prestazione! 7 LA PEREQUAZIONE FINANZIARIA Un’ultima riflessione, ma non per questo la meno importante, la vogliamo dedicare al discorso della futura perequazione finanziaria tra Confederazione e singoli Cantoni, che potrebbe forse già decorrere dall’anno 2006. Il problema della perequazione (o equa distribuzione dei flussi finanziari) ridotto ai minimi termini, per quanto concerne il settore invalidi, prevede che l’UFAS si occupi esclusivamente del discorso delle prestazioni individuali (l’assegno finanziario erogato mensilmente al singolo invalido), e riversi integralmente al Cantone la massa finanziaria per il sussidiamento già oggi previsto agli istituti, che concerne le prestazioni collettive complementari. Dove sta invece il rischio? Il rischio risiede nel dare la possibilità ai singoli Cantoni di allocare le risorse economiche federali definendo, sulla base delle proprie scelte strategiche e politiche, quale e quanto sussidio destinare a un certo Dipartimento. In tal senso è inutile ricordare quali siano i settori meno protetti quando si tratta di procedere al taglio della spesa pubblica. Le varie istanze nazionali sensibili alle problematiche di settore sono seriamente preoccupate che la Confederazione non possa mantenere quel ruolo pilota che, nel corso degli anni, ha permesso un innalzamento del livello di prestazioni in favore degli invalidi in tutto il paese. Nella sostanza tutti i finanziamenti che oggi vengono versati alle singole istituzioni, riconosciute ai sensi della pianificazione del settore invalidi, sarà interamente attribuito al Cantone. Un sistema che porrà vantaggi come pure rischi. Lasciare tale compito ai singoli Cantoni, senza mettere vincoli precisi a garanzia e tutela del settore, potrebbe rivelarsi, con i tempi che corrono, un rischio di perdere ulteriore riconoscimento nel campo dei diritti in favore delle categorie già di per sè svantaggiate. Il vantaggio dovrebbe essere legato al fatto di disporre di un solo interlocutore istituzionale, riducendo ampiamente il margine di fraintendimento e di interpretazione dei criteri economici per l’attribuzione delle risorse finanziarie; ciò che avviene infatti oggi, anche in virtù di una visione sociale dell’andicap sostanzialmente differente nelle tre aree linguistiche. Va comunque detto che il Cantone Ticino dispone di una legge di riferimento (LISPI), e di una sensibilità particolare che tutelano e rafforzano la considerazione della persona invalida; quindi, da questo punto di vista, non dovremmo preoccuparci troppo. Il condizionale resta comunque sempre d’obbligo, poiché le sorprese sono purtroppo sempre dietro l’angolo. FONDAZIONE UNA BREVE RIFLESSIONE CONCLUSIVA In poche righe abbiamo dunque potuto constatare come attorno alle istituzioni preposte a occuparsi di persone invalide (e non solo quelle), con specifico riferimento ai vari progetti che si stanno muovendo a livello politico, le acque del sociale in futuro si presenteranno piuttosto agitate. Dunque le rotte di navigazione verso i nuovi modelli di gestione e di finanziamento, ritenuto che non saremo nella condizione di essere a bordo della “globalizzata” Alinghi, dovranno essere affrontate con la massima determinazione: questo a salvaguardia di questi servizi e di quelle prestazioni che hanno fatto delle nostre strutture dei validi modelli di riferimento nel contesto socio sanitario svizzero. Stare all’erta e guardare con occhio critico ai cambiamenti in atto nei nostri settori, partecipando attivamente ai lavori e proponendo soluzioni di intervento alternative nel settore, che soprattutto non tengano conto esclusivamente di criteri legati all’economia, resta dunque un assoluto dovere da parte di tutti gli addetti ai lavori e di quanti si preoccupano, giustamente, della salvaguardia dei diritti delle categorie più a rischio. 8 IL PROGETTO DI SOLIDARIETA’ CON L’ASSOCIAZIONE ME-WA Gentili lettori, come promesso ecco la continuazione della nostra avventura con l’associazione ME–WA. Per chi avesse perso il filo, ricordiamo che si tratta di un’associazione che, in modo molto diretto, sostiene un progetto di aiuto nel Benin, regione del Savi. In particolare l’associazione ME-WA, che ha la sua sede a Odogno in Capriasca, sviluppa e mette in opera progetti lavorativi nei villaggi locali, al fine di incoraggiare la permanenza delle persone ed evitare che i giovani abbandonino la loro terra in favore delle città già sovraffollate e povere. Dall’ultimo incontro che abbiamo avuto con loro ci sono state alcune simpatiche novità; vi rammentate che avevamo avuto qualche problema a definire una cifra da spedire? Bene alla fine ci siamo accordati su 300.- franchi, importo che è stato prelevato dalle mance dello scorso anno; in seguito tre nostri utenti, che fungono da delegati, li hanno portati e versati, tramite la posta di Vaglio, all’associazione ME-WA. Nel frattempo alcuni dei nostri utenti hanno aderito alla richiesta degli operatori di portare qualche pensiero scritto a proposito di questo “sodalizio”. “ Abbiamo partecipato alla rappresentazione di un paese dell’Africa e parlato di come vivono ora. Riprendo alcuni esempi: abbiamo parlato dell’acqua troppo sporca che loro sono abituati a bere, e che a noi provocherebbe malattie e disturbi di stomaco. Sappiamo anche che hanno bisogno della nostra mano per aiutarli a costruire un pozzo, e poi la fatica che fanno per trovare l’acqua buona delle paludi. Loro costruiscono le case con argilla ma l’argilla non tiene a sufficienza, dopo un pò le case crollano e anche la scuola. Sarebbe bello che con la nostra mano (il nostro aiuto) per rifare la scuola come si deve, loro possano riprendere a studiare delle materie che possono sfruttare nel loro ambiente come fabbro, falegname, sartoria ecc…. ” di Mauro Bocchi, responsabile Vaglio Durante l’estate e l’autunno i contatti con l’associazione ME-WA; si sono interrotti, durante l’inverno, ecco che Pierre, il responsabile dell’associazione, è tornato per presentarci un documento eccezionale. Un filmato nel quale abbiamo potuto conoscere il Benin e la regione del Savi, con le sue foreste e i villaggi, nonché la popolazione con tutte le attività alle quali l’associazione ha dato il via; è stato molto meglio che visionare le diapositive. Ci siamo accorti che c’è veramente tanto da fare in quei posti e che i soldi che abbiamo spedito sono sicuramente serviti a qualche cosa! Alla fine del documentario abbiamo posto decine di domande, di tutti i generi, per cercare di capire ancora meglio la situazione di quella gente così lontana da noi; vuoi per i km che ci separano o per il loro modo di vivere e di lavorare. Desy “ Sono contento di dare i soldi ai poveri così possono tenere gli animali ” Carlo Ve li presentiamo quindi di seguito. Prossimamente ci troveremo fra di noi per discutere e magari per trovare un altro modo ancora per collaborare e sostenere l’associazione ME-WA; chissà un giorno, forse, qualche giovane della regione del Savi potrebbe venire presso la nostra aziende per un po’ di mesi ad aiutarci e a fare una nuova esperienza da riportare poi nel suo paese, o chissà magari un giorno andremo tutti noi a vedere l’Africa… sognare non è proibito! Vi ringraziamo dell’attenzione e promettiamo che, se vi saranno novità importanti, vi terremo aggiornati… SPAZIO STRUTTURE 9 LA NUOVA COMMISSIONE INTERNA DEL PERSONALE SI PRESENTA La nuova CIP, costituitasi lo scorso settembre, ha voluto affrontare il mandato corrente con una tendenza innovativa, prediligendo da un lato l’aspetto collaborativo nei confronti dell’Istituzione, dall’altro fornendo il sostegno e l’accompagnamento dei collaboratori - per rapporto ad eventuali problematiche riscontrate in ambito professionale - con trasparenza e correttezza. In virtù di tale prospettiva, e al fine di fornire una serie di informazioni utili a tutti, riteniamo importante ricordare il campo d’azione che ci è riservato, le iniziative che stiamo portando avanti con il nostro lavoro e le modalità per contattare la Commissione Interna. La CIP è un organismo di raccordo tra il personale e l’Istituzione, sia relativamente alla risoluzione di problemi o questioni lavorative, sia – e questo è a nostro avviso l’aspetto più rilevante relativamente ad aspetti legati alla progettualità, favorendo scambi che tramite le consuete vie di servizio difficilmente troverebbero sbocco. Per quanto concerne il sostegno a un collaboratore, il CCL definisce molto chiaramente l’interfaccia operativa della CIP; su questo aspetto invitiamo dunque tutti i collaboratori a prendere visione a pagina 43 e seguenti del CCL. È stato inoltre definito internamente che la CIP provvede a rappresentare e/o accompagnare un collaboratore esclusivamente dietro delega scritta dell’interessato: tale disposizione è stata concepita in quanto riteniamo opportuno e corretto agire “su autorizzazione”, investendo peraltro le energie su richieste mirate e non su disimpegnate indicazioni da corridoio. Ricordiamo dunque che la CIP è contattabile sia depositando le segnalazioni (firmate!) negli appositi contenitori dislocati a Fonte 1-2, Fonte3 e Fonte 4, sia rivolgendosi direttamente ai membri e/o supplenti che la compongono (vedi riquadro). di Stefano Rinoldi e Patrizia Mauty Terminiamo questa necessariamente breve presentazione ringraziando i colleghi che fino ad ora hanno contribuito a sviluppare i nostri programmi, sperando di aver suscitato un minimo di curiosità e interesse tra il resto del personale. Membri e supplenti della CIP sono a disposizione per ulteriori informazioni. Per ciò che riguarda l’aspetto dello scambio costruttivo, in altre parole collaborazione tra personale e istituzione, possiamo al momento elencare alcune attività intraprese dalla CIP in accordo con la Direzione. Attualmente la più interessante riguarda il coinvolgimento dei collaboratori nella scelta delle tematiche per la conferenza annuale per il personale: vi rimandiamo a tal proposito all’articolo successivo. La pagina che state leggendo fa parte di un’ulteriore iniziativa, volta cioè a dare una informazione capillare e costante del nostro operato, sfruttando uno spazio apposito messoci a disposizione sul Notiziario Ufficiale. Tra i progetti in preparazione, una sorta di “legenda” per il personale, che permetta di comprendere e interpretare la terminologia di alcuni documenti di natura amministrativa (formulario cassa pensione, avs, ecc.). AREA COMMISSIONE DEL PERSONALE RIQUADRO COMPOSIZIONE DELLA C.I.P. - Fonte 1: Luca Berva (membro), Erminio Sala (membro), Catherine Ferrara (supplente); - Fonte 2: Patrizia Marty (segretario C.I.P.), Stefano Pelascini (supplente); - Fonte 3: Stefano Rimoldi (presidente C.I.P.), Carlo Svanascini (supplente); - Fonte 4: Giorgio Cannas (membro), Tiziano Maini (supplente); - Fonte 6: Claudio Guimaraes (supplente). 10 Un punto fermo della linea d’azione della CIP è la reciproca collaborazione con l’istituzione e in particolar modo con il suo interlocutore principale, il Direttore Cambrosio. Con lui è stata condivisa una serie di obiettivi tra i quali, appunto, la partecipazione di tutti i collaboratori nella scelta delle tematiche sulle quali incentrare la conferenza annuale per il personale. La base di partenza è stato un questionario molto semplice, a compilazione facoltativa, sul quale indicare, per la conferenza del 2003, l’interesse per un argomento proposto dalla Direzione e, nel contempo, suggerire alcuni spunti di interesse generale. La finalità di questa strategia è stata duplice: da un lato consentire alla Direzione di organizzare una conferenza “sentita” dal personale; dall’altro configurare una lista di argomenti tra i quali poter operare una scelta per le conferenze successive o, nel caso non fosse stato condiviso il tema proposto per quest’anno, orientare verso una soluzione alternativa. confermato alla Direzione. Un discreto risultato è stato ottenuto anche per ciò che riguarda la raccolta di suggerimenti: molti colleghi ne hanno esposto diversi che la CIP ha cercato di raccogliere all’interno di tematiche di ampio respiro (vedi riquadro). Si è scelto, in ogni caso, di evidenziare le indicazioni fornite da più persone e, all’opposto, di non considerare le segnalazioni riguardanti aspetti strettamente organizzativi, che senz’altro nascono da un bisogno rilevato ma che difficilmente possono essere fatte oggetto di una trattazione estesa. Il risultato finale è la definizione di un ventaglio di proposte che, per il tramite di un’ulteriore indagine, potrebbe essere utilizzato entro fine anno per selezionare l’argomento sul quale far vertere la conferenza del 2004, offrendo al personale un’ulteriore opportunità di partecipazione. • Importanza dell’équipe educativa e del suo funzionamento. Importanza della comunicazione, etica profes sionale degli operatori sociali. • Confronto con altre realtà istituzionali in ambito sociale. Confronto tra gli ambiti organizzativi. • Storia del lavoro e della politica sociale in Ticino. Posizione della Fondazione e sua politica nel sociale; mandato di prestazione e con seguenze future; gestione della qualità del lavoro; incongruenze della qualità. • Sintesi su inchieste condotte in ambito lavorativo. Feedback su soddisfazione dell’utente, su valutazione del personale; importanza della soddisfazione del personale. Suggerimenti non avanzati da più collaboratori, ma comunque interessanti: In merito al riscontro ottenuto, rileviamo che il 30% dei collaboratori ha dato seguito all’inchiesta. Tale percentuale non è da ritenersi insoddisfacente se si considera che, oltre a essere facoltativo, il questionario è stato inoltrato la settimana antecedente le festività natalizie imponendo tempi piuttosto stretti per la risposta. La totalità dei questionari ha testimoniato l’interesse dei collaboratori verso il soggetto proposto per la conferenza 2003 (inerente la responsabilità giuridica relativa alla nostra professione), che conseguentemente è stato • Valore della presa a carico individualizzata. Modalità di ideazione, criteri, obiettivi; alleanza di campo con la famiglia; possibilità di inserimento sociale del disabile; percorsi della riabilitazione. • la vergogna nella malattia e nel l’handicap • la violenza nel lavoro sociale ed educativo • il volontariato in ambito sociale • importanza della formazione continua. Tematiche rilevate dal questionario. Segnalate da più collaboratori: AREA COMMISSIONE DEL PERSONALE 11 LA LIBERTA’ Ecco alcuni miei pensieri sulla libertà. Nella lingua latina equus-liber vuol dire equilibrato, cioè libero davanti a tutto; il suo contrario è dato dal verbo malo, malle = preferire. Abramo, il padre di Isacco, ha fatto un atto di obbedienza: la sua rinuncia a ciò che aveva di più caro è stata fonte di vero possesso; disposto a sacrificare il figlio lo ha riavuto in modo diverso, nuovo più libero. Quindi un aspetto della libertà è il distacco, il possedere senza possedere, il godere rinunciando al godimento, trovare senza avere cercato. Un altro aspetto della libertà è l’obbedienza, l’obbedienza alla nostra storia personale. Alice canta “com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire”. Dobbiamo imparare a sentirci liberi innanzitutto là dove siamo, con le cose che abbiamo, liberi dentro i condizionamenti e non fuori di essi. Se saremo capaci di “stare fermi dentro una bara” essa sarà trasformata “in lago dall’Incanto della vita”. Quindi le nostre prigioni, sbarre, inferiate, favoriscono la vera libertà, non la ostacolano. Un altro aspetto della libertà è la pazienza che è innanzitutto un rapporto reale con il tempo: guardare in faccia i minuti e i secondi, frenando la fretta. di Carlo Meier a volte abbiamo delle cose giuste da dire, può essere giusto a volte anche non dirle. Infine l’ultimo aspetto della libertà per me è il realismo: vivere l’attimo presente. Vivendo l’attimo presente non vivremo in funzione di una cosa sola o di un gruzzolo di cose, ma saremo nuovi ad ogni alba che nasce e, se siamo puri di cuore, anche a ogni istante. Agno, 25 gennaio 2003 Un altro aspetto ancora: il discernimento: il nostro cuore non è libero pienamente e in modo duraturo dal nostro piedistallo; quindi anche se PAROLA AI PROTAGONISTI 12 CONTRATTO DI PRESTAZIONE TRA CANTONE ED ENTI SUSSIDIATI Nel mese di giugno 2001 il Gran Consiglio ticinese ha approvato la base legale per l’introduzione dei contratti di prestazione quali nuovi strumenti per la regolamentazione del finanziamento degli enti sussidiati del settore sociosanitario(1). Le aree di intervento interessate sono quelle delle case per anziani, degli istituti per invalidi, dei servizi per l’assistenza e cura a domicilio e dei giovani, maternità e infanzia. Il nuovo sistema, in sostituzione di quello attuale basato sulla copertura del fabbisogno riconosciuto, comporterà in particolare l'introduzione dei budget globali, il rafforzamento dell'autonomia sul piano gestionale-operativo degli enti che producono ed erogano le prestazioni e la focalizzazione dell'amministrazione cantonale sul controllo della qualità dei servizi al cittadino. La gestione di questo cambiamento, che rientra nelle competenze del Dipartimento della sanità e della socialità - DSS, è stata affidata a un apposito gruppo di progetto a composizione mista (amministrazione - enti), supportato da un ufficio di progetto appositamente costituito all’interno della Sezione del sostegno a enti e attività sociali SSEAS. Ciò in quanto, trattandosi di un cambiamento che comporta sia l'adozione di nuovi strumenti tecnici sia l'affermazione di una nuova mentalità e cultura della gestione, si è ritenuto indispensabile coinvolgere e far interagire fin dai primi passi del progetto i due attori chiave per l'attuazione della nuova regolamentazione. I lavori di progettazione sono iniziati nel mese di gennaio 2002. Alla fine dello scorso mese di giugno si è conclusa la fase di pianificazione, con la presentazione all'on. Patrizia Pesenti di un rapporto contenente una proposta strutturata riguardo agli obiettivi, ai termini e alle modalità di realizzazione del progetto. Rapporto che è stato approvato dalla Direttrice del DSS e che quindi costituisce la base di riferimento per lo sviluppo della fase di realizzazione del progetto, che ha preso avvio in settembre. Attualmente sono in piena attività 5 gruppi di lavoro, composti da 17 collaboratori della SSEAS e da 25 direttori degli enti sussidiati (tra i quali il direttore della Fondazione La Fonte), il cui compito consiste nel discutere i problemi e ricercare le soluzioni con riferimento alle principali aree di attività del progetto: contrattualizzazione, catalogo delle prestazioni, sistemi di valutazione dei bisogni degli utenti, contabilità analitica, indicatori e sistema di qualità, sistema di controlling, soluzioni economiche, strutturali, organizzative e culturali. LA RAGIONE DI FONDO DEL CAMBIAMENTO Alla base di questa scelta di cambiamento si situa il duplice problema con il quale lo Stato sociale risulta vieppiù confrontato: da un lato, la necessità di garantire ai propri cittadini prestazioni adeguate, ai tempi e alle latitudini, in termini quantitativi e qualitativi; dall’altro lato, la consapevolezza che l’erogazione di tali prestazioni pone già oggi e porrà ancor più in futuro problemi di sosteni- OPINIONE SUL TEMA bilità sul piano della finanza pubblica. In questa prospettiva assume evidentemente rilevanza strategica l’obiettivo di rendere più economica (nel senso di più attenta ai costi) l’offerta di servizi, in un quadro di garanzia della fruibilità concreta delle prestazioni da parte di tutti i cittadini che ne hanno bisogno, e quindi la ricerca e la sperimentazione di nuovi modelli e strumenti gestionali finalizzati a promuovere maggiore efficienza ed efficacia, nel rispetto del vincolo dell’equità. Il modello che il legislatore ticinese ha deciso di adottare per innescare un processo in tale direzione è appunto quello incentrato sul contratto di prestazione, con il quale “…si vuole da una parte migliorare la qualità delle prestazioni degli enti sussidiati, d’altra parte contenere i loro costi. La base per raggiungere questo obiettivo è costituita dal rafforzamento dell’autonomia degli enti sussidiati tramite nuove modalità di controllo e l’attribuzione di maggiori responsabilità”(2). OBIETTIVI DEL PROGETTO Le finalità del progetto sono sintetizzabili in cinque punti: 1. Introdurre il contratto di prestazione e il contributo globale come strumenti di definizione di un rapporto contrattuale trasparente e vincolante tra Esecutivo o Dipartimento delegato ed enti produttori e erogatori delle prestazioni nelle quattro aree di intervento del nostro settore sociosanitario. 2. Introdurre tutta una serie di altri stru- 13 di Francesco Branca, Capo progetto menti e sistemi di gestione e controllo (catalogo delle prestazioni, contabilità analitica, ecc.) come elementi di supporto tecnico sia per l’amministrazione, chiamata a operare sul piano del controllo dei risultati (e non più del dettaglio della spesa), sia per gli enti, sui quali ricadrà – come detto - una maggiore autonomia e responsabilità a livello operativo-gestionale. 3. Rendere coerente l’assetto organizzativo sia dell’amministrazione sia degli enti con le nuove dinamiche gestionali e di controllo. 4. Promuovere, attraverso la formazione, l’introduzione di incentivi e l’innalzamento dei livelli di autonomia, una mentalità di gestione orientata ai risultati e una cultura del servizio con un chiaro orientamento all’utente. 5. Ricercare e attivare soluzioni finalizzate al miglioramento economico, vagliando tanto le azioni possibili sul versante del contenimento dei costi (economie di scala, economie di organizzazione) quanto quelle rivolte all’incremento dei ricavi (tariffe concordate con le casse malati, rette applicate agli ospiti), nel rispetto della garanzia della qualità delle prestazioni e del principio di equità sociale e territoriale. Dal complesso di questa costruzione si ravvisa chiaramente l’indirizzo del cambiamento in atto, che è quello di implementare un sistema di relazioni contrattuali coordinate, sufficientemente regolate e supportate da idonei strumenti di gestione e controllo. Il processo di contrattualizzazzione, implicando l’attribuzione di maggiori prerogative decisionali all’agente erogatore delle prestazioni, non può procedere separatamente da una adeguata strumentazione dell’amministrazione (sia sul piano delle regole sia sul piano degli strumenti tecnici) per assolvere pienamente ai suoi compiti di contrattazione e di controllo della qualità delle prestazioni prodotte ed erogate ai cittadini. Nondimeno, è nell’interesse dell’amministrazione avere partner contrattuali forti sul piano delle competenze e degli strumenti di gestione oltre che, naturalmente sul piano della cura, dell’assistenza e dell’intervento educativo; ciò in quanto risulta essenziale che gli enti erogatori siano in grado di determinare con cognizione di causa gli obiettivi quantitativi e qualitativi raggiungibili, sui quali impegnarsi contrattualmente. Inoltre, competenza e strumentazione sul versante degli enti implica anche una loro maggiore forza contrattuale nei confronti di un altro importante agente pagante, le casse malati, e, ancora, una maggiore autonomia dall’influenza delle forze politiche e dai vari gruppi di pressione. In questo quadro emerge una chiara definizione di ruoli. L’Esecutivo diventa l’acquirente delle prestazioni che il Parlamento ha deciso debbano essere garantite all’anziano, all’invalido, al minorenne in situazione di disagio sociale ecc., e in questa veste attua adeguate forme di controllo sui risultati e definisce gli standard per la valutazione della qualità dei servizi. Parallelamente, gli enti si assumono la OPINIONE SUL TEMA responsabilità di produrre ed erogare le prestazioni nei termini e nei modi previsti nei contratti da essi sottoscritti. MODALITA’ E TEMPI DI REAZIONE È previsto che l’introduzione dei contratti avvenga in maniera graduale. Tra ottobre e dicembre 2002 è stata negoziata una prima serie di 10 contratti pilota per il 2003 con altrettanti istituti volontari dei quattro settori interessati: 5 case per anziani, 2 istituti per invalidi (tra i quali la Fondazione la Fonte), 2 istituti sociali per minorenni e 1 servizio di assistenza e cura a domicilio. Per il 2004 e per il 2005 si procederà al rinnovo e all’estensione dei contratti pilota ad altri istituti che si renderanno disponibili volontariamente per la sperimentazione. Il 2006 sarà l’esercizio nel quale avverrà l’estensione del nuovo sistema di finanziamento a tutti gli oltre 90 istituti sovvenzionati del settore sociosanitario ticinese. Durante questo lasso di tempo verranno gradualmente sviluppati i nuovi strumenti di gestione e di controllo prima citati, con il supporto di un nutrito intervento formativo appositamente messo a punto per il progetto, rivolto sia ai collaboratori dell’amministrazione sia ai collaboratori degli enti. In definitiva, in questo progetto l’introduzione dello strumento contratti di prestazione viene interpretata come un’opportunità per sviluppare soluzioni condivise e praticabili per quanto riguarda la quantificazione e la valutazione delle prestazioni, la determinazione dei 14 costi effettivi dei servizi, la ricerca e sperimentazione di formule gestionali orientate al contenimento dei costi, l’introduzione di maggiori livelli di autonomia e responsabilità a favore degli enti erogatori, l’adozione di metodologie di controllo delle prestazioni più efficaci, a tutto vantaggio dei cittadini in generale e dei cittadini-utenti in particolare. (1) Legge sull’introduzione dei nuovi sistemi di sussidiamento a enti, istituti, associazioni, fondazioni e aziende autonome nei settori di competenza del Dipartimento delle opere sociali (5 giugno 2001). (2) Messaggio n. 5029 dell’11 luglio 2000 del Consiglio di Stato, pag. 3. OPINIONE SUL TEMA 15 P. P. 6991 Neggio SI AL LIBERO ACCESSO SI ALL’INIZIATIVA DELLE PERSONE CON ANDICAP Il 18 maggio 2003 sarà una data fondamentale nel riconoscimento dei diritti umani delle persone con andicap in Svizzera. Infatti quel giorno sapremo se la popolazione svizzera vorrà riconoscere finalmente alle persone con andicap quei diritti fondamentali che ancora vengono loro negati. Il Consiglio federale, il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati si sono finora dimostrati reticenti. In effetti lo scorso dicembre hanno adottato definitivamente un controprogetto indiretto all'iniziativa popolare Parità di diritti per i disabili, consegnata alla Cancelleria federale nel giugno 1999 corredata di oltre 120'000 firme valide. Il controprogetto, denominato Legge federale su provvedimenti per eliminare svantaggi esistenti nei confronti dei disabili (Legge sui disabili, LDis), è valutato dalle persone con andicap e dalle loro organizzazioni come un (piccolo) passo nella giusta direzione, ma assolutamente carente in ambiti centrali della vita delle persone con andicap quali la scuola, la formazione e il perfezionamento professionale e il lavoro. Governo e Parlamento hanno addotto riflessioni di tipo essenzialmente economico quale scusa per non rispondere in modo veramente tangibile alle esigenze delle persone andicappate, pretendendo che l'iniziativa causerebbe costi esorbitanti. Per questo il Comitato d'iniziativa ha deciso a grande maggioranza di non ritirare l'iniziativa. Di conseguenza il prossimo 18 maggio il popolo sarà chiamato a decidere se accettare o meno l'iniziativa popolare per la parità di diritti delle persone con andicap. Un SI convinto renderà finalmente giustizia alle circa 700'000 persone con andicap che vivono in Svizzera, senza causare costi esorbitanti. L'iniziativa stessa prevede esplicitamente la sua applicazione secondo il principio della proporzionalità, ossia tenendo conto della proporzionalità dell'investimento rispetto al risultato ottenibile. La campagna per la votazione è in pieno svolgimento con lo slogan riportato nel titolo e con un solo obiettivo: vincere la votazione, ossia raccogliere la maggioranza di SI nel popolo e nei Cantoni. Il 18 maggio vota quindi SI al libero accesso – SI all'iniziativa delle persone con andicap. DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE 6991 Neggio, ccp. 69-2955-7 Tel. 091 606 56 56 Direttore Rossano Cambrosio Amministratore Patrizia Lotti FONTE 1 LABORATORIO PROTETTO Via Pezza 3, 6982 Agno Tel. 091 604 58 54 Responsabile Monica Kolb FONTE 2 LABORATORIO PROTETTO Via Pezza 3, 6982 Agno Tel. 091 604 58 43 Responsabile Mirko Scherler FONTE 3 FOYER 6991 Neggio Tel. 091 606 56 56 Responsabile Maurizio Battiston FONTE 4 AZIENDA AGRICOLA PROTETTA Fondazione Lions Club, Lugano 6947 Vaglio Tel. 091 943 42 47 Responsabile Mauro Bocchi FONTE 5 e 6 FOYER / APPARTAMENTI PROTETTI Via J. Corty, 6982 Agno Tel. 091 605 38 58 Responsabile Wanda Schwab FONTE 7 PANETTERIA PASTICCERIA “IL FORNAIO” P.zza Molino Nuovo, 6900 Lugano Tel. 091 921 04 24 Responsabile Mirko Scherler di Lorenzo Giacolini, Coordinatore Forum Politica Sociale Svizzera Italiana ATTUALITA’ - INFORMAZIONI FONTE 8 FOYER Via Beltramina 18a, 6900 Lugano Tel. 091 976 08 18 Responsabile Angelo Pigazzini 16