IL NOSTRO MONDO
CERIMONIA DI INAUGURAZIONE
DEL XCII CONGRESSO NAZIONALE
Á ITALIANA DI FISICA
DELLA SOCIETA
Torino, 18 settembre 2006
G.-F. Bassani: «Benvenuti al Congresso Nazionale della SocietaÁ Italiana di Fisica. Anzitutto
vorrei dare la parola al Magnifico Rettore dell'UniversitaÁ di Torino, Professor Ezio Pelizzetti.»
E. Pelizzetti: «Desidero in primo luogo portare
il saluto mio e di tutta l'UniversitaÁ di Torino a
questo XCII Congresso della SocietaÁ Italiana di
Fisica di Torino, che rinnova un ormai quasi secolare appuntamento segno della continuitaÁ e
dell'assiduitaÁ del suo alto impegno, che illustra da
cosõÁ tanto tempo la ricerca scientifica in uno dei
piuÁ significativi ambiti del sapere.
In tale importante occasione, non posso non
ricordare la figura di Amedeo Avogadro, giaÁ titolare della Cattedra di Fisica Sublime all'UniversitaÁ
di Torino, di cui si commemora il centocinquantenario della morte. Lezioni specifiche saranno
dedicate a uno studioso fra i piuÁ grandi in assoluto,
vanto e orgoglio del nostro Ateneo cosõÁ come dell'UniversitaÁ del Piemonte Orientale a lui espressamente intitolata in ricordo della sua docenza
vercellese. Questo padre della fisica era giaÁ stato
festeggiato a Torino, nel 1911, quando nella coincidenza fra il cinquantesimo anniversario dell'UnitaÁ d'Italia, il cinquantenario della sua morte e
il centenario della sua pubblicazione base edita nel
1811 sul Journal de Physique, alla sua figura era
stato dato particolare quanto giustificato rilievo,
con l'erezione del busto che ancora oggi eÁ possibile ammirare nel loggiato del nostro rettorato e
con la ripubblicazione di molte delle sue opere per
i tipi UTET. Oggi a un secolo di distanza le coincidenze si ripetono cosõÁ come resta immutato il
peso di Avogadro nella realtaÁ della storia della
scienza italiana e mondiale. Nella serie di commemorazioni e di eventi che l'Ateno progetta per
le celebrazioni del 2011, centocinquantenario dell'unitaÁ italiana, troveraÁ sicuramente posto una
nuova riflessione sullo studioso e sulla ampiezza
dei suoi meriti scientifici.
Tornando all'importanza di un convegno come
questo, devo dire che a Torino questo mese appare
dedicato proprio alla diffusione della scienza e
all'importanza che essa riveste nell'impatto sulla
societaÁ. Credo che tocchi in primo luogo all'UniversitaÁ in generale il ruolo di diffondere insieme con i risultati della ricerca il senso e il valore
della scienza: iniziative analoghe sono presenti in
questi giorni in molti atenei italiani nello stesso
segno della fiducia e della passione per la scienza.
A Torino poi eÁ tempo di ricorrenze e celebrazioni:
il 5 di settembre abbiamo ricordato con un importante convegno il quinto centenario della consegna di titolo di Dottore a Erasmo da Rotterdam,
da parte dell'UniversitaÁ di Torino e quindi abbiamo
anche avuto occasione di commemorarare la figura di questo grande filosofo e pensatore europeo, gli aspetti del suo insegnamento, la sua
apertura al dialogo tra le culture, la lezione di
tolleranza, l'invito alla ricerca non dogmatica, una
personalitaÁ cardine dei valori della cultura europea a cui il nostro Ateneo ancora oggi si ispira dal
punto di vista delle sue linee comportamentali.
Sono seguite poi altre occasioni significative, come ad esempio la presentazione del Premio Italgas
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giunto alla sua diciannovesima edizione e che sta
diventando un riconoscimento di rilievo internazionale la cui cerimonia di premiazione ha luogo
presso l'UniversitaÁ di Torino. Il Premio Italgas
viene assegnato a uno scienziato che si occupa di
ambiente ed energia e si accompagna ad altri riconoscimenti per giovani ricercatori e per le loro
tesi di dottorato, nonche a un premio per la divulgazione scientifica. Sul tema della divulgazione
scientifica venerdõÁ scorso abbiamo ospitato a Torino la presentazione di AgoraÁ Scienze, iniziativa
che rappresenta un nuovo modo di cercare di legare appunto la scienza e la societaÁ, sponsorizzata
dall'UniversitaÁ di Torino ma fortemente voluta dal
Preside di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
il collega e amico Enrico Predazzi che eÁ qui alla
mia destra: come egli stesso avraÁ modo di spiegare
AgoraÁ Scienze aspira ad ottenere, e sicuramente
otterraÁ, l'adesione e l'interesse anche di altri atenei. Questa settimana, infine, e precisamente il
giorno 22 celebreremo la Notte dei Ricercatori che
si svolge in 14 cittaÁ europee di cui 3 italiane tra cui
appunto Torino: si tratta di un momento significativo per avvicinare i cittadini alla scienza e
per stimolare la curiositaÁ scientifica e l'amore per
la ricerca soprattutto nei bambini e nei giovani. Io
concludo come ho concluso la presentazione che
abbiamo proposto la settimana scorsa con una
conferenza stampa, appunto delineando le iniziative per la Notte dei Ricercatori: io mi auguro che
dopo la Notte dei Ricercatori ci sia per i ricercatori
anche un'alba possibilmente radiosa. Con questo
auspicio vi do il benvenuto a Torino e auguro a
tutti un buon lavoro, grazie.»
G.-F. Bassani: «Molte grazie, ed ora la parola
all'Assessore all'Istruzione della Provincia di Torino, Dottor Umberto d'Ottavio.»
U. d'Ottavio: «Grazie, buongiorno a tutti, vi
porto il saluto della Provincia di Torino, lo porto al
Magnifico Rettore e a tutti quanti voi soprattutto a
coloro i quali partecipano a questo Congresso arrivando da fuori Torino e confidando nel fatto che
la vostra permanenza qui a Torino sia la piuÁ gradevole possibile. Ovviamente, condivido gli argomenti che prima il Magnifico Rettore ha sottolineato, l'importanza del ritorno a Torino del Congresso della SocietaÁ Italiana di Fisica. Alle sue
parole mi permetto solo di aggiungere che l'UniversitaÁ, il Politecnico e tutte le Istituzioni che si
occupano di formazione a Torino sono impegnate
nel fare in modo che la nostra cittaÁ, il nostro territorio dedichino particolare attenzione al recu-
IL NOSTRO MONDO
pero anche di quello che si eÁ un po' perso di quella
passione dei giovani per la ricerca. Le motivazioni
per cui un po' si eÁ persa sono tantissime e non eÁ qui
la sede per fare una riflessione che aprirebbe un
diverso dibattito, la cosa che eÁ chiara a tutti noi eÁ
che Torino, ma non solo Torino, il nostro Paese ha
bisogno di tornare a fare ricerca nel migliore dei
modi. Il nostro territorio ha avuto in passato e
continua ad avere le condizioni per essere un
luogo ideale per fare ricerca e soprattutto per fare
in modo che questa ricerca sia anche legata al
territorio e alla realtaÁ nella quale eÁ inserito. So che
questi saranno anche argomenti del vostro Congresso, di sicuro eÁ importante richiamare l'attenzione di tutti sul tema della ricerca e soprattutto
del costruire insieme cultura scientifica di cui c'eÁ
un gran bisogno. La Provincia di Torino eÁ impegnata nel rilancio della cultura scientifica sostenendo progetti e iniziative tese a favorire l'inserimento di giovani ricercatori nelle aziende e al
trasferimento non solo tecnologico, ma anche
della conoscenza. Con queste parole permettetemi
di concludere questo breve saluto augurando al
vostro Congresso il pieno successo e buona permanenza ancora qui a Torino.»
G.-F. Bassani: «Molte grazie, la parola ora al
rappresentante dell'Assessorato all'Istruzione del
Comune di Torino Dottor Alessandro Isaia.»
A. Isaia: «Buongiorno a tutti. Vi porto il saluto
dell'Assessore alla Cultura della CittaÁ di Torino,
Fiorenzo Alfieri che per un precedente impegno
non eÁ potuto essere qui. Come ormai riconosciuto
a livello nazionale, e spesso internazionale, Torino
eÁ una cittaÁ che ha fatto della cultura il suo principale asset di rinnovamento. La cultura ha i suoi
aspetti piuÁ visibili nelle mostre, nei concerti e nelle
importanti attivitaÁ organizzate dalle istituzioni
culturali di cui questa cittaÁ eÁ ricca, in quantitaÁ e
qualitaÁ. Ma soprattutto, a mio avviso, la cultura eÁ
studio e ricerca. Importanti momenti come questo
in cui studiosi di altissimo livello si incontrano per
confrontarsi, sono occasioni di produzione culturale, fondamentali per lo sviluppo di un paese, una
cittaÁ e un territorio che ha scelto di riposizionarsi
attraverso questo ambito. Siamo felici che Torino
sia stata scelta come sede di questo importante
congresso e, a nome della cittaÁ, vi auguro il massimo del successo. Benvenuti a Torino. Grazie.»
G.-F. Bassani: «La parola ora al Presidente del
Comitato Organizzatore Locale del Congresso,
Professoressa Alberta Marzari Chiesa.»
A. Marzari Chiesa: «A nome del Comitato Organizzatore do il benvenuto a tutti quelli che parteciperanno ai lavori del XCII Congresso della
SocietaÁ Italiana di Fisica. Dei 91 Congressi che
precedono questo, solo uno eÁ stato tenuto a Torino, 50 anni fa. Viene spontaneo fare un confronto,
percheÁ 50 anni sono molti, e sembrano anche di
piuÁ percheÁ da allora tutto eÁ cambiato. A Torino nel
1956 la fisica aveva ripreso una vivace attivitaÁ
dopo la guerra, grazie alla passione e alla capacitaÁ
dei fisici torinesi. Un ruolo importantissimo nella
ricostruzione dell'Istituto di Fisica lo ha avuto
Romolo Deaglio, che fra l'altro eÁ stato anche l'organizzatore del Congresso del 1956, ma molto
importanti sono stati anche Mario Verde e Gleb
Wataghin. L'Istituto di Fisica era piuÁ piccolo percheÁ non c'era tutta la parte verso via Pietro Giuria
costruita negli anni '70, gli esperimenti occupavano una stanza e i calcolatori non esistevano. Quasi
tutta l'attivitaÁ veniva svolta fra le mura di quello
che adesso chiamiamo ``il vecchio edificio'', e l'unico laboratorio esterno era la capanna dei raggi
cosmici, a Plateau RosaÁ. Era da poco nato l'INFN e
anche il CERN era agli inizi. A Torino era appena
stato inaugurato, nel sotterraneo dell'Istituto, il
sincrotrone da 100 MeV, una delle macchine piuÁ
importanti all'epoca per la fisica nucleare delle
energie intermedie. Da allora a Torino sono iniziate attivitaÁ nuove, o sono state potenziate attivitaÁ
giaÁ avviate, grazie anche all'arrivo di fisici come
Carlo Castagnoli e Carlo Franzinetti. Allo stesso
tempo, in tutti questi anni, molti fisici torinesi
hanno occupato e occupano ruoli importanti nelle
ricerche a cui si sono dedicati. Fra tutti, anche per
i riconoscimenti internazionali che hanno avuto,
ricordo Sergio Fubini e Tullio Regge. Adesso, oltre
alle attivitaÁ teoriche e sperimentali tipicamente
legate all'INFN, che riguardano come tutti sanno la
fisica nucleare e subnucleare, abbiamo gruppi che
si occupano di fisica medica, di biofisica, di
astrofisica, di fisica dell'ambiente e di fisica della
materia. Siamo al CERN, a DESY, al JINR a SLAC e
a Frascati con gli esperimenti ALICE, BaBar, CMS,
COMPASS, FINUDA e ZEUS; partecipiamo a
esperimenti che studiano i raggi cosmici di altissima energia; il gruppo di fisica medica, attivo in
mammografia, dosimetria di neutroni e radioterapia, partecipa alla costruzione del CNAO (il
Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica di
Pavia) e ha messo a punto un dosimetro che eÁ
stato commercializzato; a Torino abbiamo un laboratorio di geofluidodinamica in cui eÁ alloggiata
una vasca rotante che eÁ la seconda come dimensioni in Europa. Il gruppo di astrofisica, che
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IL NUOVO SAGGIATORE
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lavora in stretto contatto con l'osservatorio di Pino
Torinese, oltre ad avere conseguito importanti risultati scientifici sia in campo teorico, sia nello
sviluppo di tecnologie per osservazioni spaziali e
da terra, eÁ stato fra i promotori della costruzione di
un planetario inaugurato da poco. Importantissima eÁ poi l'attivitaÁ del gruppo teorico. In questi 50
anni eÁ nata l'UniversitaÁ del Piemonte Orientale:
anche lõÁ, cosõÁ come nell'altro Ateneo Piemontese,
il Politecnico, la ricerca in fisica eÁ molto vivace,
con attivitaÁ sia sperimentali sia teoriche. Come
dicevo, eÁ cambiato tutto: sono cambiati gli Istituti
(che sono diventati Dipartimenti) ed eÁ cambiato il
Congresso della SIF. Non so quanti fisici fossero
presenti al Congresso del 1956, ma so che c'era
un'unica sezione, e che le comunicazioni pervenute erano 73. Per le comunicazioni ci si serviva di
diapositive o, piuÁ di frequente, si scrivevano le
formule e si disegnava alla lavagna. Per questo
Congresso sono arrivate ben 670 comunicazioni.
Le sezioni sono, come eÁ ormai tradizione, sette, ma
la sezione I, la IVb e la V hanno dovuto, in alcuni
giorni, essere sdoppiate. Quello che non eÁ cambiato in questi 50 anni eÁ la vitalitaÁ della fisica italiana e l'interesse che il Congresso desta tra i fisici:
lo dimostrano l'altissimo numero di comunicazioni
e il fatto che molte delle comunicazioni sono
presentate da giovani. Fra l'altro, ho visto che nel
'56 c'eÁ una comunicazione presentata da un giovanissimo Carlo Rubbia: mi auguro che anche in
questo congresso, fra i tanti giovani che presenteranno il loro lavoro, ci sia un futuro premio
Nobel! Noi siamo particolarmente contenti che la
SIF abbia scelto Torino come sede del suo XCII
Congresso: lo riteniamo un riconoscimento della
validitaÁ della fisica piemontese. Da parte nostra
stiamo cercando di fare del nostro meglio percheÁ
tutto vada bene e posso dire che ce l'abbiamo
messa tutta, e che tutti si sono dati da fare, dagli
studenti ai tecnici ai giovani ricercatori. Siamo
anche stati aiutati, e a questo proposito devo ringraziare l'UniversitaÁ di Torino e il Rettore per
l'aiuto e il sostegno che ci ha dato. Devo ringraziare gli Enti e le Ditte che ci hanno aiutati, e in
modo particolare la Fondazione CRT e il San
Paolo: senza il loro contributo avremmo avuto dei
problemi a far fronte a tutto. In particolare abbiamo potuto contribuire ai premi istituiti dalla
SIF, e con una cifra superiore a quella degli anni
precedenti. Per finire vorrei ricordare che Torino eÁ
una bella e ospitale cittaÁ, che ha provato la sua
vocazione turistica nelle recenti Olimpiadi e in
altre occasioni. Vi invito, nel tempo libero che
spero possiate trovare, a scoprire i suoi palazzi
barocchi, la sua collina e i suoi musei. Spero anche
che possiate apprezzare la cucina del Piemonte, e
il suo vino: un assaggio lo troverete con la borsa
del Congresso. Auguro a tutti un piacevole soggiorno nella nostra cittaÁ; ringrazio la SocietaÁ Italiana di Fisica per avere scelto Torino come sede
del suo XCII Congresso e mi auguro che non
passino altri 50 anni prima del prossimo.»
G.-F. Bassani: «Molte grazie, la parola ora al
Preside della FacoltaÁ di Scienze dell'UniversitaÁ di
Torino, Professor Enrico Predazzi.»
E. Predazzi: «Gentili signore, Magnifici Rettori,
Presidente, autoritaÁ, illustri ospiti, carissimi studenti, e cari colleghi. EÁ per me un grande onore
dare il benvenuto a tutti i partecipanti al XCII
Congresso Nazionale della SIF a nome dei fisici
dell'UniversitaÁ e della sezione INFN di Torino. EÁ
giaÁ stato ricordato che sono ormai 150 anni da che
eÁ morto Avogadro e 50 anni dall'ultima riunione
della SIF a Torino (e, per rispondere alla domanda
del Magnifico Rettore, 230 da che Avogadro eÁ
nato). Dal 1956 molta acqua eÁ passata da sotto i
ponti: eravamo appena usciti dalla II Guerra
Mondiale ed eravamo in un momento di grande
entusiasmo, di grande ricostruzione; la fisica era
forse la branca della scienza in piuÁ tumultuosa e
vivace espansione. Era appena stata dimostrata la
violazione della paritaÁ e nel campo della fisica
delle particelle (che allora si chiamavano elementari) non passava giorno senza che se ne
scoprisse una nuova. L'Europa, di laÁ a venire come entitaÁ politica, si stava dotando di quello che
sarebbe diventato il piuÁ grande laboratorio mondiale di fisica fondamentale e in Italia un illuminato Presidente del CNR, il Professor Gustavo Colonnetti, dava vita all'INFN che sarebbe
diventato un grande motore di traino per lo sviluppo della ricerca in Italia. Cinquanta anni dopo
il panorama della fisica eÁ molto cambiato; in Italia,
all'INFN si sono aggiunti l'INFM (sperando che
sopravviva) e l'INAF rendendo il panorama molto
piuÁ omogeneo rispetto al resto del mondo e se
guardiamo le cose da un punto di vista di una
prospettiva piuÁ ampia, quella internazionale, la
situazione appare fortemente contraddittoria: allo
stesso tempo fiorente e preoccupante, allo stesso
tempo tante luci e tante ombre. Altre scienze si
sono affacciate prepotentemente sulla scena e in
apparenza la fisica sembra in ripiegamento se non
in ritirata: in tutto il mondo abbiamo avuto un calo
preoccupante di iscritti, cosa della quale ci si eÁ
preoccupati fortemente in tutto il mondo occi-
IL NOSTRO MONDO
dentale. In Italia, la Conferenza Nazionale dei
Presidi di Scienze e Tecnologie ma anche le
grandi associazioni nazionali a cominciare dalla
SIF a continuare con l'AIF, l'UMI, la SocietaÁ di
Chimica Italiana, i grandi enti di ricerca oltre
l'INFN, l'INAF e l'INFM e tanti tanti altri operatori
hanno indagato le cause di questo fenomeno e
hanno cercato di proporre soluzioni. In Italia insieme al MIUR e per la prima volta insieme a
Confindustria siamo riusciti a stabilire una collaborazione che si eÁ tradotta in quello che eÁ comunemente chiamato con una certa improprietaÁ
di linguaggio Progetto Lauree Scientifiche e la mia
opinione, che forse piuÁ che un'opinione eÁ una
speranza, eÁ che il problema sia in fase di soluzione. Ma occorre mantenere una guardia molto
attenta che richiede un monitoraggio continuo a
partire da fatti che a me sembrano troppo spesso
se non ignorati almeno sottovalutati. Richiede
anche che l'Accademia si faccia sempre di piuÁ
carico di trasferire alla societaÁ le sue competenze
o almeno le informazioni sulle sue competenze e
quindi che si passi da quello che viene chiamato
correntemente il problema di scienza e societaÁ a
quello che viene oggi individuato come il problema della scienza nella societaÁ. Questo, per riprendere l'accenno che faceva un attimo fa il
Magnifico Rettore, eÁ il motivo per cui a Torino
abbiamo dato vita ad un centro dell'UniversitaÁ
con intenti fortemente multidisciplinari che eÁ
stato chiamato AgoraÁ Scienza con chiari intenti e
col quale sta giaÁ collaborando fattivamente la
Fondazione Compagnia di San Paolo e con la
prospettiva che tale collaborazione si estenda
quando prima al Politecnico e ad altre UniversitaÁ.
EÁ un centro che copre trasversalmente tutte le
aree della UniversitaÁ di Torino con ambizioni e
con molte speranze e dal quale ci aspettiamo
molto. Se queste erano le ombre o meglio se
queste erano le premesse di quelle che possono
apparire come le ombre, in questi 50 anni la fisica
ha fatto passi giganteschi, dal punto di vista della
comprensione dell'Universo, della natura e della
materia; abbiamo avuto sviluppi assolutamente
inimmaginabili in campi come l'astrofisica dove
ogni giorno si moltiplicano le scoperte e le domande, ma non solo nell'astrofisica. Ha assunto
un ruolo assolutamente fondamentale lo sviluppo
delle nanotecnologie e per sottolineare l'importanza di questi problemi mi piace ricordare che il
Premio Nobel Leon Lederman allora consigliere
scientifico del Presidente Clinton di fronte al senato degli Stati Uniti osservava nel 1999 che ``il
50% del prodotto nazionale lordo degli Stati Uniti
eÁ legato a cose prodotte utilizzando la meccanica
quantistica (transistor, microprocessori, laser,
ecc.)''. Sono affermazioni che possono apparire
esagerate fino a quando non si riflette su quanto
diversificati siano gli argomenti nei quali oggi eÁ
attiva la fisica. Se aprite a caso una qualunque
rivista di alta tecnologia scoprite che solo nei titoli
gli argomenti che vengono riportati presentano
una incredibile variegatezza. Quando peroÁ analizzate meglio le cose scoprite anche che tutti
questi argomenti hanno un unico collante: sono
tutti fisica. Detto altrimenti la fisica eÁ oggi in uno
stato di grazia quale forse mai prima e questo non
perche uno dei suoi campi ``tira'', come si suole
dire, ma proprio perche tutti hanno raggiunto la
loro maturitaÁ. In un ambito piuÁ generale, che oltre
alla fisica copre le altre scienze, eÁ ormai un dato
universalmente accettato che la ricerca scientifica
saraÁ il motore propulsivo del progresso economico del terzo millennio. Dove casca l'asino, per
cosõÁ dire, eÁ quando dalla realtaÁ internazionale si
passa a quella italiana e qui caritaÁ di patria vuole
che si sorvoli il piuÁ possibile soprattutto nel confronto fra paesi in relazione alle carriere che
vengono offerte ai ricercatori, principalmente ai
giovani, nei diversi paesi. Dobbiamo frenare l'emorragia a senso unico dei nostri giovani migliori.
Non deve piuÁ succedere che un Viceministro
dell'UniversitaÁ e della Ricerca, all'osservazione
che stiamo perdendo i nostri giovani migliori, risponda che ne restano comunque abbastanza per
presidiare la ricerca. Io spero che la situazione
ormai sia chiara agli occhi di tutti, dai responsabili
politici a quelli imprenditoriali, e credo che sia
merito dell'attiva sinergia tra gli operatori scientifici, fra i quali i fisici non sono stati certo gli
ultimi, che da anni in maniera coerente lanciano
l'allarme sul rischio che l'Italia perda il treno dei
paesi piuÁ sviluppati e insistono sul fatto che solo il
rilancio della ricerca scientifica potraÁ impedirlo.
Dopo anni di lavoro duro in questa direzione e
sperando di poter continuare a operare in questa
direzione, permettetemi di chiudere su una nota di
ottimismo che al momento eÁ in larga misura ancora una speranza, la speranza che questa diventi
una realtaÁ eÁ che sia prossimo il momento in cui le
forze politiche, da quelle locali a quelli nazionali a
quelle internazionali, capiranno che il problema eÁ
da risolvere a fondo. Fare dell'Italia un paese da
cui i ricercatori non fuggano piuÁ e vengano considerati una prioritaÁ eÁ una assoluta necessitaÁ.
Grazie della vostra attenzione e benvenuti a Torino per il XCII Congresso Nazionale della SocietaÁ
Italiana di Fisica.»
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IL NUOVO SAGGIATORE
DISCORSO INAUGURALE
DEL PRESIDENTE
Á ITALIANA DI FISICA
DELLA SOCIETA
Prof. Giuseppe-Franco Bassani
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Gentili consoci, AutoritaÁ presenti, Signore e Signori. Desidero anzitutto ringraziare il Professor
Pelizzetti, il Dottor d'Ottavio, il Dottor Isaia, la
Professoressa Marzari Chiesa, il Prof. Predazzi per
le loro gentili parole. Desidero anche ringraziare
pubblicamente i seguenti Enti e le seguenti
Aziende che, con il loro Patrocinio e il loro contributo finanziario, hanno reso possibile l'organizzazione del Congresso: Fondazione CRT, Cassa
di Risparmio di Torino, il Banco San Paolo, l'Associazione Amici dell'UniversitaÁ di Torino, l'AgoraÁ
Scienza, l'Associazione per lo Sviluppo del Piemonte, la Casa Editrice Bollati Boringhieri, la CittaÁ
di Torino, la Conferenza Nazionale dei Presidi
della FacoltaÁ di Scienze e Tecnologie, Eckert &
Ziegler, Eurizon Financial Group, la FacoltaÁ di
Scienze dell'UniversitaÁ di Torino, la societaÁ Ferrero, l'Istituto Nazionale di Astrofisica, l'Istituto
Nazionale di Fisica Nucleare, Kenosistec, Laser
Optronic, la societaÁ Lavazza, il Politecnico di Torino, la Provincia di Torino, la Regione Piemonte,
S. Bernard, Springer, la Tenuta La Fiammenga,
l'UniversitaÁ degli Studi di Torino, l'UniversitaÁ del
Piemonte Orientale.
Sono pervenuti telegrammi dal Ministro Fabio
Mussi, dal Sottosegretario Luciano Modica, dal
Presidente del CNR Fabio Pistella, dal rappresentante della SIOF Giancarlo Righini e da Paolo
Garbarino Magnifico Rettore dell'UniversitaÁ del
Piemonte Orientale. Si ringraziano, inoltre, per la
loro partecipazione le seguenti aziende espositrici:
Agilent Technologies, Alcatel Vacuum System,
Ametek, Caen, Smart, SocietaÁ Italiana di Fisica
Pubblicazioni, Taylor & Francis.
Come giaÁ detto, non eÁ casuale che proprio
quest'anno si tenga a Torino il Congresso della
SIF. Ricorre infatti il centocinquantesimo anniversario della morte di Amedeo Avogadro, e il
precedente Congresso a Torino si era svolto per il
centenario della scomparsa di Avogadro nel 1956.
La figura umana e scientifica di Amedeo Avogadro eÁ ricordata a Torino con un bassorilievo nel
cortile dell'UniversitaÁ e con un busto in bronzo,
opera dello scultore Canonica, fuso nel 1911, per il
centenario del lavoro fondamentale nel quale veniva formulata la famosa ipotesi che volumi uguali
di gas diversi contengono lo stesso numero di molecole. Questa ipotesi, diventata poi una legge fisi-
ca, eÁ il fondamento della teoria atomica e della costituzione chimica della materia, come mostrato da
Stanislao Cannizzaro nel 1858. Leggere i lavori
cruciali di Avogadro dopo tanti anni eÁ un'esperienza
magnifica. Usando il suo principio egli ottiene per la
prima volta la giusta composizione atomica dell'acqua, del metano, dei 2 ossidi di azoto, dell'anidride carbonica, e stime molto buone dei loro pesi
molecolari. E mostra che anche le sostanze organiche obbediscono allo stesso principio. Per qualche strana ragione il suo contributo era stato quasi
dimenticato durante la sua vita, e soltanto recentemente viene posto nella giusta prospettiva. EÁ
uscito recentemente un libro di Ciardi, ``L'atomo
fantasma'', la storia dell'ipotesi di Avogadro, e una
scelta dei suoi scritti, pure curata da Ciardi.
Quest'anno eÁ anche il centenario della nascita di
Ettore Majorana, e la SocietaÁ Italiana di Fisica ha
preparato un libro in italiano e in inglese con tutti i
suoi lavori a stampa e la prolusione al suo Corso
all'UniversitaÁ di Napoli, il tutto debitamente commentato da colleghi particolarmente competenti.
Un opuscolo contenente un elenco delle attivitaÁ
principali svolte dalla SocietaÁ Italiana di Fisica a
partire dalla sua fondazione nel 1897 eÁ stato preparato ed eÁ in distribuzione ai soci.
In occasione dell'Anno Mondiale della Fisica, il
2005, la SIF ha sviluppato numerose ulteriori iniziative specifiche. Una giornata a Villa Mondragone a Roma il 14 dicembre scorso, con la
partecipazione di famosi personaggi italiani e
stranieri: il resoconto eÁ apparso su ``Il Nuovo
Saggiatore''. Un volume contenente una selezione
di lavori comparsi in ``Il Nuovo Cimento'' dal 1855
al 1944 eÁ stato predisposto ed eÁ in visione al banco
delle pubblicazioni SIF. Chi desidera averne una
copia eÁ pregato di far registrare il suo nome e invieremo gratuitamente la copia a chi lo desidera.
Un cofanetto contenente 9 DVD di proiezioni
molto belle riguardanti aspetti della storia della
fisica italiana ed esperimenti importanti rifatti con
tecniche semplici.
Una riedizione dei filmati PSSC distribuito dalla
Zanichelli.
Di tutto cioÁ si puoÁ prendere visione al banco
della SocietaÁ, dove si puoÁ trovare anche un libro
dedicato a Luciano Fonda, che abbiamo voluto
cosõÁ ricordare qualche anno dopo la sua prematura scomparsa.
Altre iniziative dell'anno della Fisica bene avviate e tuttora in corso sono: una sperimentazione
svolta nelle scuole da insegnanti e allievi sulla
misura comparata della radioattivitaÁ ambientale, e
la creazione di un'aula virtuale a cui gli studenti
IL NOSTRO MONDO
liceali si possono collegare per ascoltare lezioni e
descrizioni di esperimenti, con la possibilitaÁ di
interagire con i docenti e tra loro. Di tutto cioÁ
appariraÁ presto su ``Il Nuovo Saggiatore'' e su ``Il
Giornale di Fisica'' un ampio resoconto.
Un'ulteriore attivitaÁ, che ha impegnato il Consiglio SIF e un gruppo di benemeriti colleghi
coordinati da Giancarlo Gialanella, eÁ stata la preparazione di uno statuto per l'ordine professionale
dei fisici. Abbiamo promosso un'inchiesta tra i
soci, e dettagli ulteriori verranno discussi in Assemblea dei Soci.
Il nostro intervento per formulare i programmi
di Fisica nella Scuola Media superiore eÁ anche
stato assai impegnativo. EÁ stato seguito in parte
dal Ministero precedente, ma ora dovraÁ essere riproposto nell'ambito del nuovo schema didattico,
che non eÁ ancora chiaro. Sembra esserci il desiderio continuo di cambiare le strutture educative,
e spesso ci si agita molto per poi ritornare alle
strutture del passato che non erano scadenti. La
Scuola Italiana, a partire dalle Elementari, era una
buona scuola e auguriamoci che tale rimanga e
possibilmente migliori.
EÁ stato affrontato anche il problema dello
scarso numero di vocazioni nelle materie scientifiche fondamentali, Fisica, Matematica e Chimica.
A questo si eÁ cercato di porre rimedio attribuendo
borse di studio a giovani che dal Liceo si iscrivono
a Fisica. GiaÁ una prima assegnazione di tali borse eÁ
in corso, gestita dalla SIF, e sono state assegnate
43 borse triennali. Devo segnalare che le domande
pervenute da parte di studenti di scuole secondarie sono quasi 500, un numero considerevole.
E un benvenuto desidero dare all'Associazione
Studenti di Fisica, che si eÁ costituita e saraÁ utile
per accrescere lo spirito di appartenenza alla nostra comunitaÁ.
Durante la scorsa estate si sono svolti con
grande successo tre corsi della Scuola Internazionale di Fisica ``Enrico Fermi'' di Varenna. L'entusiasmo dei docenti e dei partecipanti eÁ stato
veramente notevole e conferma la sempre maggiore vitalitaÁ della Scuola ``Enrico Fermi''.
I corsi sono stati:
«Ultra-Cold Fermi Gases»
Direttori: Massimo Inguscio - LENS, Firenze,
Wolfgang Ketterle - MIT, Cambridge USA e Christophe Salomon - ENS, Paris.
«Protein Folding and Drug Design»
Direttori: Ricardo A. Broglia - UniversitaÁ di Milano e Louis Serrano - UniversitaÈt Heidelberg.
«Metrology and Fundamental Constants»
Direttori: Theodor HaÈnsch - Max Planck Institut,
Garching, Andrew Wallard - BIPM, Paris e Sigfrido
Leschiutta - Istituto Elettrotecnico Nazionale
``Galileo Ferraris'', Torino.
In questo anno purtroppo sono mancati molti
nostri soci. Vorrei ricordare in particolare: Icilio
Agostini, Nicola Armenise, Umberto Colombo,
Giulio Cortini, Sergio Costa, Alberto Masani,
Massimo Sancrotti, Livio Scarsi.
Per quanto riguarda i riconoscimenti internazionali desidero segnalare che Erio Tosatti ha
avuto la medaglia Tate dell'American Physical
Society.
E veniamo ora alle premiazioni.
Anzitutto vorrei consegnare le medaglie e i
certificati ai Soci Benemeriti del 2006: Mario BERTOLOTTI, Ettore FIORINI, Marcello FONTANESI, Giorgio GIACOMELLI, Giancarlo GIALANELLA, Italo MANNELLI, Paolo MAZZOLDI, Enrico PREDAZZI, Emanuele
RIMINI, G. Vittorio SILVESTRINI.
EÁ con particolare piacere che desidero ora
consegnare ai figli di Carlo Castagnoli la medaglia
d'oro di Presidente Onorario, che non abbiamo
potuto consegnare lo scorso anno a Catania perche molto vicini al periodo di lutto. Oggi pomeriggio, all'inizio della sezione di Astrofisica, ci saraÁ
una commemorazione di Carlo Castagnoli tenuta
da Renato Angelo Ricci.
Consegno la medaglia d'oro a Giovanna CASTAGNOLI.
Desidero ora consegnare i premi agli autori di
quelle che sono state giudicate le migliori comunicazioni presentate lo scorso anno al Congresso
di Catania.
Per la Fisica Nucleare e Subnucleare:
Premio prima migliore comunicazione:
Maria Elena MONZANI, INFN Gran Sasso (non eÁ
presente); Paolo BELLAN, UniversitaÁ di Padova.
Premio seconda migliore comunicazione:
Annalisa MASTROSERIO, UniversitaÁ di Bari; Marco
MIRAZITA, INFN Frascati.
Per la Fisica della Materia (materia condensata,
atomi, molecole e plasmi):
Premio prima migliore comunicazione:
Alessia IRRERA, UniversitaÁ di Catania (ritira il
premio il Dottor Vittorio PRIVITERA); Antonella LOÁ di Lecce.
RUSSO, Universita
Premio seconda migliore comunicazione:
Alessandro STROPPA, UniversitaÁ di Trieste (non eÁ
presente); Teresa QUATTRONE, UniversitaÁ di Messina.
11
IL NUOVO SAGGIATORE
Per la Astrofisica e Fisica Cosmica:
Premio prima migliore comunicazione:
Alberto OLIVA, UniversitaÁ di Perugia.
Premio seconda migliore comunicazione:
Helenia MENGHETTI, UniversitaÁ di Bologna.
Marco FELICI; laureato in Fisica presso l'UniversitaÁ di Roma ``La Sapienza'';
Manuel PINCETTI, laureato in Fisica presso
l'UniversitaÁ di Pavia.
Per la Biofisica e Fisica Medica:
Premio prima migliore comunicazione:
Rita GUZZI, UniversitaÁ della Calabria.
Premio seconda migliore comunicazione:
Angelo LA MANNA, UniversitaÁ di Palermo.
Assegnazione del Premio per AttivitaÁ nel
campo della Didattica della Fisica
Per la Elettronica e Fisica Applicata:
Premio prima migliore comunicazione:
Vittorio PRIVITERA, UniversitaÁ di Catania.
Premio seconda migliore comunicazione:
Piergiorgio NICOLOSI, UniversitaÁ di Padova (non
eÁ presente).
Per la Didattica e Storia della Fisica:
Premio prima migliore comunicazione:
Paola LA ROCCA, UniversitaÁ di Catania.
12
Il premio viene consegnato congiuntamente alla
Professoressa Elena SASSI dell'UniversitaÁ di Napoli
``Federico II'' con la seguente motivazione:
«Per i suoi contributi allo sviluppo della Didattica della Fisica in Italia, in particolare con l'introduzione di strumenti didattici innovativi, e per il
suo vivace impegno di coordinamento del settore
didattico su scala europea e mondiale»; e ai Professori Raffaele GIOVANNUCCI, Luciano MATTIACCI,
Giorgio MAZZEO del Liceo Scientifico ``V. Volterra''
di Ciampino con la seguente motivazione:
«Per il loro impegno e i brillanti risultati ottenuti
nel guidare gli studenti nella campagna di ``Misura
della RadioattivitaÁ Ambientale'' promossa dalla
SocietaÁ Italiana di Fisica e finanziata dal MIUR,
nell'ambito delle manifestazioni indette in occasione del ``2005 Anno Mondiale della Fisica''.»
CONFERIMENTO DEI PREMI PER LA
FISICA PER L'ANNO 2006
Borsa «Antonio Stanghellini»
Assegnazione del Premio per la Fisica
riservato ai dottori laureati dopo il maggio
1999
La Borsa viene consegnata al Dottor Davide
FORCELLA, laureato in Fisica presso l'UniversitaÁ di
Milano-Bicocca.
Consegno il Diploma e l'assegno a:
Francesca LONGO, laureata in Fisica presso
l'UniversitaÁ di Messina;
Alessio MARRANI, laureato in Fisica presso
l'UniversitaÁ di Roma Tre;
Helenia MENGHETTI, laureata in Fisica presso
l'UniversitaÁ di Bologna;
Fabio SCIARRINO, laureato in Fisica presso
l'UniversitaÁ di Napoli ``Federico II'' (ritira il
premio il Dottor Giuseppe Vallone).
Assegnazione del Premio per la Fisica
riservato ai dottori laureati dopo il maggio
2003
Consegno il Diploma e l'assegno a:
Filippo CARUSO, laureato in Fisica presso l'UniversitaÁ di Catania;
Silvia Concetta CAMMISA, laureata in Fisica
presso l'UniversitaÁ di Catania;
Premio «Pietro Bassi»
Il premio viene consegnato alla Dottoressa
Francesca A MORINI, laureata in Fisica presso
l'UniversitaÁ di Catania.
Premio «Associazione Geofisica Italiana»
Il Premio viene consegnato al Dottor Pasquale
SELLITTO, laureato in Fisica presso l'UniversitaÁ di
Roma ``La Sapienza''. Consegna il Premio il Professor Arnaldo LONGHETTO.
Premio «Carlo Castagnoli e Giuliana Cini»
Il premio viene consegnato congiuntamente al
Dottor Andrea ELMI, laureato in Fisica presso
l'UniversitaÁ di Torino e alla Dottoressa Raffaella
IL NOSTRO MONDO
BONINO, laureata in Astrofisica e Fisica Cosmica
presso l'UniversitaÁ di Torino.
Premio «Ettore Majorana»
Il Premio «Ettore Majorana» assegnato quest'anno in occasione del Centenario della sua nascita viene consegnato ex-aequo alla Dottoressa
Faiza BOURHALEB della Fondazione TERA di Novara e al Dottor Francesco TERRANOVA dei Laboratori Nazionali di Frascati. Questo premio eÁ stato
assegnato con il contributo privato della signora
Vincenzina Scacco Aleo in ricordo del marito Ing.
Nunzio Aleo.
Il premio «Enrico Fermi» della SocietaÁ Italiana di Fisica
Il premio «Enrico Fermi» della SocietaÁ Italiana
di Fisica, assegnato da una Commissione costituita da un membro nominato dal Consiglio
Nazionale delle Ricerche, uno dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, uno dall'Istituto Nazionale
di Fisica della Materia, uno dall'Accademia dei
Lincei e uno dal Consiglio di Presidenza della SIF,
e presieduto dal Presidente della SocietaÁ, eÁ stato
assegnato congiuntamente a due fisici «per i loro
contributi pionieristici alla conoscenza dei fenomeni di coerenza nella radiazione e nella materia».
A Fortunato Tito ARECCHI, «per la prima dimostrazione sperimentale delle proprietaÁ statistiche
della radiazione coerente».
A Giorgio CARERI, «per la scoperta dei vortici
quantistici nell'elio superfluido», un esperimento
fatto quasi 50 anni fa, e sempre di attualitaÁ; caratteristica questa dei risultati importanti.
Dichiaro quindi aperto il XCII Congresso della
SocietaÁ Italiana di Fisica.
Dopo un breve intervallo potremo seguire le due
relazioni generali di: Theodor HaÈnsch ``A passion
for precision'' e di Elena Sassi ``Didattica della Fisica: note su problemi aperti''.
Buon lavoro e grazie a tutti.
13
IL NUOVO SAGGIATORE
ASSEMBLEA GENERALE DEI SOCI
DELLA SOCIETA' ITALIANA
DI FISICA
Torino, martedõÁ 19 settembre 2006
L'Assemblea Generale dei Soci
della SocietaÁ Italiana di Fisica eÁ convocata in occasione del Congresso
Nazionale di Torino in prima convocazione alle ore 18.30 ed in seconda
convocazione alle ore 19.00 di martedõÁ 19 settembre 2006 nell'Aula Magna del Dipartimento di Chimica dell'UniversitaÁ di Torino, con il seguente
ordine del giorno:
1) Approvazione ordine del giorno.
2) Approvazione del Verbale dell'Assemblea Generale dei Soci del 27
settembre 2005 (Il Nuovo Saggiatore,
Vol. 21, Në 5/6, 2005).
3) Relazione del Presidente.
4) Relazioni del Collegio dei Revisori dei Conti e approvazione dei bilanci.
5) Nomina dei Revisori dei Conti
(due effettivi e uno supplente).
6) Discussione e approvazione
della Relazione del Presidente.
7) Ordine Professionale Fisici.
8) Progetto Lauree Scientifiche.
9) Relazione Associazione Italiana
Studenti di Fisica.
10) Varie ed eventuali.
G.-F. Bassani:
«1) Nell'Ordine del Giorno c'eÁ tut-
14
to, peroÁ se ci sono indicazioni ulteriori o varianti, vi prego di farlo sapere. Vedo che a tutti va bene l'ordine
del giorno, cosõÁ come compare nella
nostra convocazione.
2) Il secondo punto eÁ l'approvazione del verbale dell'Assemblea Generale dei Soci tenuta a Catania il 27
settembre 2005. Il verbale di quell'assemblea eÁ stato pubblicato su ``Il
Nuovo Saggiatore'' ed eÁ a disposizione di tutti: un certo numero di
copie eÁ stato qui distribuito. Il verbale eÁ approvato. CominceroÁ a dire
in modo molto conciso di alcune cose che giaÁ ho annunciato nell'introduzione a questo convegno. Durante l'anno passato si sono concluse
le attivitaÁ dell'anno mondiale della
fisica, che eÁ stato il 2005. Ci sono
state sostanzialmente alcune iniziative: una eÁ la pubblicazione degli
scritti scelti tratti da ``Il Nuovo Cimento'' che voi potete trovare nel
banco della SIF. Coloro che desiderano averne una copia son pregati di
indicare il loro nome e la copia verraÁ
distribuita gratuitamente fino all'esaurimento delle copie che abbiamo pubblicato. Credo che sia un libro
piuttosto interessante sia dal punto
di vista storico che anche per l'importanza dei risultati scientifici.
Un'altra attivitaÁ svolta eÁ la preparazione di 9 DVD di esperimenti classici e antichi fatti con tecniche moderne: uno tipico eÁ la misura della
velocitaÁ della luce fatta su un banco
ottico moderno; un altro esperimento
eÁ la misura della forza di gravitazione, l'esperimento di Cavendish fatto
con palline di peso molto limitato, e
poi ci sono altri esperimenti di ottica,
le onde evanenescenti, ecc. E poi ci
sono, in questi DVD, dei filmati che
riguardano la storia della fisica e in
parte alcuni concetti fondamentali,
noncheÁ la storia di alcuni fisici di rilievo, tra cui Enrico Fermi e i laboratori degli esperimenti di Galileo
opportunamente rifatti cosõÁ come li
indicava Galileo. Il cofanetto di questi DVD eÁ in preparazione ed eÁ quasi
ultimato.
Un'altra attivitaÁ svolta eÁ la ripresentazione delle lezioni, che alcuni ricorderanno, del PSSC, che erano
uscite nel 1964 e che poi sono state un
po' dimenticate. A distanza di tempo
mantengono la loro caratteristica di
bellissime lezioni su esperimenti cruciali, spiegati molto bene da fisici il-
IL NOSTRO MONDO
lustri, soprattutto americani: era
un'iniziativa fatta negli Stati Uniti in
quegli anni. I filmati sono stati tradotti in italiano, l'originale era a nostra disposizione e con la Zanichelli
abbiamo fatto un accordo per cui la
Zanichelli li ha prodotti e li distribuisce.
Un'altra iniziativa eÁ il libro su Ettore Majorana. I lavori di Ettore Majorana sono dispersi da varie parti,
alcuni sono sul Nuovo Cimento; non
sono molti lavori, sono 9 piuÁ uno che
eÁ un'appendice quindi dieci in tutto, e
in piuÁ abbiamo aggiunto anche un
manoscritto le ``Note per la Lezione
Magistrale'' tenuta nel 1938, poco
prima della sua scomparsa, a Napoli.
Queste lezioni vengono tradotte in
inglese e commentate da persone che
ci hanno lavorato e che sono esperte
nel campi toccati da Majorana. Per
questa iniziativa ha espresso un'interesse anche la Springer che ci garantiraÁ la distribuzione su scala
mondiale.
Vorrei segnalare due altre iniziative che sono molto impegnative:
Una eÁ quella della misura della radioattivitaÁ in piuÁ di cinquanta sedi
liceali disperse in tutta l'Italia. EÁ
stato fornito, con i fondi del Ministero e della Commissione Europea
un kit in ogni sede con cui gli studenti possono fare una misura della
radioattivitaÁ (studenti con i loro
professori), ciascuno nella propria
scuola. Riferire queste misure e
mettersi in comunicazione tra di loro e con il centro stabilito a Frascati
in modo da avere una mappa di
tutto il territorio e sapere come varia la radioattivitaÁ da una zona all'altra. La cosa ha suscitato notevole
interesse. L'altra iniziativa a cui
vorrei accennare eÁ l'aula virtuale.
L'idea eÁ costruire un'aula dove si
presentino delle lezioni magistrali
ma fatte in modo che gli studenti
possano interagire, fare domande
fra di loro, soprattutto fare domande
a chi fa la lezione. Si vedono le lezioni sullo schermo televisivo e si
puoÁ comunicare con chi fa la lezione. E questa eÁ la costruzione dell'aula virtuale che eÁ ancora in corso,
perche non eÁ una cosa che si esaurisce in poco tempo.
Altre cose che vorrei segnalare
sono le scuole di Varenna che sono
andate molto bene. Quelle dell'anno
prossimo sono giaÁ in programmazione. Quest'anno siamo riusciti ad
arricchire un po' la parte, diciamo
cosõÁ, conviviale, perche gli studenti e i
professori che erano alla scuola di
Varenna un pomeriggio fanno una gita
in battello su tutto il lago di Como e
visitano le ville del lago di Como.
Penso che si possa in futuro ritornare
all'antico e offrire ancora una cena
veramente notevole a tutti insieme,
come si faceva una volta ai vecchi
tempi, quando ero molto piuÁ giovane
anch'io.
Tra le altre cose che desidero comunicare eÁ il fatto che sulle riviste
stiamo migliorando la situazione, nel
senso arrivano molti lavori. Il Nuovo
Cimento B va avanti, Il Nuovo Cimento C ha raggiunto lo stadio in cui
abbiamo lavori adesso per il bimestre
in corso, nel Nuovo Cimento B siamo
arrivati a giugno-luglio, la Rivista del
Nuovo Cimento sta presentando molti
lavori. Direi quindi che la SocietaÁ di
Fisica presenta ai soci un'attivitaÁ
piuttosto consistente.
Dal punto di vista finanziario nel
2005 le cose sono andate abbastanza
bene percheÂ, come potete vedere dal
bilancio che eÁ in distribuzione, abbiamo un'attivo. Non sto a leggere il
bilancio, ma abbiamo un attivo di
circa 190.00,00 Euro, che per noi eÁ
molto. Decideremo in seguito come
destinarli. Pensavo, se voi foste
d'accordo, di destinarne 100.000,00 al
fondo di riserva e 90.000,00 metterli
sul bilancio dell'anno successivo, che
eÁ l'anno in corso.
Non ho molte cose da aggiungere.
Del problema dell'ordine professionale dei fisici e del progetto ``Lauree
Scientifiche'' su cui molto si eÁ lavorato parleremo in seguito in modo
specifico. Ora pregherei il collegio dei
revisori dei conti di presentare il bilancio perche sia possibile approvarlo. Chiedo al Dr. Majorani di
presentare il bilancio.»
RELAZIONE DEI REVISORI DEI
Á ITALIACONTI DELLA SOCIETA
NA DI FISICA AL BILANCIO ED
AL CONTO ECONOMICO DELÁ COMMERCIALE CON
L'ATTIVITA
Á SEPARATA PER
CONTABILITA
L'ESERCIZIO 2005.
Signori Soci,
il Bilancio ed il Conto Economico
predisposto dal Consiglio di Presidenza della SocietaÁ Italiana di Fisica,
attiene alla attivitaÁ commerciale per il
periodo 01/01/05 al 31/12/05.
L'obbligo che deriva alla S.I.F. secondo le vigenti norme di legge di
approntare un bilancio per la parte
``commerciale'' eÁ unicamente di carattere tributario (T.U.I.R. n. 917/86 ±
Capo III, art. 108).
Nel caso di specie ricorre l'obbligo
di dichiarare il reddito derivante dall'esercizio di attivitaÁ commerciale
(nel caso editoriale e per la Scuola
Internazionale di Varenna) con dichiarazione annuale nei modi e nei
termini previsti dalla legislazione.
Il Bilancio della parte ``commerciale'' si presenta redatto nel rispetto
delle norme civilistiche-fiscali recepite dal disposto della IV Direttiva
CEE (25/07/78 n. 78/660 CEE) e si
compone di tre parti inscindibili:
a) Stato Patrimoniale
b) Conto Economico
c) Nota Integrativa
L'esercizio 2005 si eÁ chiuso con un
utile complessivo di Euro 161.627
comprensivo delle imposte sul reddito di Euro 103.725 e della perdita
della gestione non commerciale di
Euro 63.390, come evidenziato dai
dati contenuti nel bilancio stesso e di
seguito compendiati.
Il presente bilancio eÁ stato redatto
in forma abbreviata ai sensi dell'art.
2435 bis del Codice Civile e con il piuÁ
attento rispetto della normativa vigente, recepita dalla giaÁ citata IV Direttiva CEE. Compete l'esonero dalla
redazione della relazione del Consiglio di Amministrazione previsto dal
combinato disposto degli artt. 2435bis e 2428, n. 3 e n. 4 del Codice Civile.
Riteniamo di portare a conoscenza
che non ricorre di richiamare l'art.
105 del T.U.I.R. n. 917/86 non comparendo in bilancio riserve od altri
fondi, ne l'art. 10 della Legge 72/93 in
quanto non si sono verificate rivalutazioni sulle immobilizzazioni che figurano in bilancio al costo storico.
Diamo atto che eÁ stato provveduto
all'adattamento del bilancio di esercizio precedente (art. 2423-ter, quinto
comma, del Codice Civile) con voci
disposte secondo gli attuali obblighi
schematici e comunque, sulle variazioni intervenute nella consistenza
delle poste dell'attivo e del passivo, eÁ
detto nella ``Nota Integrativa''.
Possiamo dare atto, ai fini delle
valutazioni eseguite, che le stesse
sono state ispirate da sani criteri di
competenza e prudenza e piuÁ esattamente si eÁ provveduto come segue.
± Le immobilizzazioni immateriali
attengono alla capitalizzazione dei
costi sostenuti per il ripristino dell'immobile goduto in affitto, ammortizzati direttamente con riferimento
alla durata residua del contratto di
locazione, nonche licenze d'uso software.
± Gli ammortamenti sono stati calcolati nel rispetto delle norme fiscali
e con l'applicazione delle aliquote vigenti, ivi previste.
± Le rimanenze finali sono state
calcolate con il metodo LIFO con il
risultato di non differire sostanzialmente dai costi correnti di beni di
analoga categoria.
± Non si sono verificati casi eccezionali che abbiano reso il necessario
ricorso alle deroghe art. 2423, quarto
comma, ed art. 2423-bis, secondo
comma, del Codice Civile.
± I crediti commerciali sono iscritti
secondo il loro presumibile valore di
realizzo. Gli altri crediti sono iscritti
al loro valore nominale.
± I debiti commerciali e non, sono
iscritti al passivo patrimoniale al loro
valore nominale.
± Costi e ricavi sono stati determinati avuta presente la competenza.
15
IL NUOVO SAGGIATORE
Stato Patrimoniale
Á
ATTIVITA
Immobilizzazioni:
Immateriali
Materiali
Finanziarie
Attivo circolante:
Rimanenze
Crediti
DisponibilitaÁ liquide
Ratei e risconti
Totale attivo
Á
PASSIVITA
Altre riserve
Utili portati a nuovo
Utile (perdita) d'esercizio
Patrimonio Netto
Fondi per rischi e oneri
Fondo trattamento fine rapporto
Debiti
Ratei e risconti
Totale passivo
delle norme civilistiche-fiscali recepite dal disposto della IV Direttiva
CEE.
10.239
52.404
342.655
7.416
498.996
608.717
2.448
1.522.875
42.091
599.395
161.627
803.113
0
316.892
402.870
0
1.522.875
Conto Economico
Valore della produzione
Costi della produzione
Differenza
Proventi e oneri finanziari
Proventi ed oneri straordinari
Risultato prima delle imposte
Imposte sul reddito dell'esercizio
Risultato d'esercizio
16
1.708.319
(1.396.264)
312.055
16.687
(63.390)
265.352
(103.725)
161.627
Utile gestione commerciale
Perdita gestione non commerciale
Utile complessivo
225.017
(63.390)
161.627
± I ratei ed i risconti sono stati riportati al periodo di competenza.
artt. 14 e 7 dello Statuto della SocietaÁ
Italiana di Fisica, relazionano sull'andamento finanziario dell'esercizio
2005.
Ritengono innanzitutto necessario
precisare che l'impostazione tecnica
della presentazione dei dati di bilancio non si discosta da quella ormai
da anni sempre adottata e che pertanto il bilancio, come giaÁ per il passato, si compendia in:
± Le disponibilitaÁ liquide sono state
indicate strettamente in ossequio agli
importi cartolari.
Proponiamo l'approvazione del Bilancio come redatto nel rispetto delle
vigenti disposizioni.
I Revisori
Dr. Giorgio Comini
Dr. Luciano Delfo Majorani
RELAZIONE DEI REVISORI DEI
Á ITALIANA
CONTI DELLA SOCIETA
DI FISICA AL BILANCIO CONSUNTIVO GENERALE DELL'ESERCIZIO
2005.
I sottoscritti Revisori Dr. Giorgio
Comini e Dr. Luciano Delfo Majorani
in ordine al combinato disposto degli
1) un bilancio consuntivo generale
che consta di una parte prima ``ENTRATE'' e di una parte seconda
``USCITE''
2) una dimostrazione del risultato
che in allegato al sub 1ë ne forma
parte integrante
3) una situazione patrimoniale.
Oltre al predetto bilancio consuntivo generale di gestione, per esigenze
ed obblighi di carattere fiscale, viene
anche approntato un bilancio secondo la tecnica ragionieristica
aziendale della rilevazione del reddito
per la sola parte commerciale. Quest'ultimo viene presentato nel rispetto
Per prassi sempre seguita, anche
per quest'anno si provvede alla distribuzione dei bilanci in tutte le loro
parti. Stante la dettagliata esposizione del bilancio, riteniamo che ci sia
consentito di limitarci all'esame, nel
loro assieme, dei vari titoli e capitoli
di entrate e di uscite, con brevi
commenti illustrativi sugli scostamenti dalla previsione, laddove si
sono verificati in sede consuntiva.
Parte prima: Entrate
Titolo I - Entrate effettive
Sez. I - Ordinarie
Con riferimento alle somme stanziate in via definitiva si eÁ determinato
un totale di somme, accertate algebricamente, in piuÁ di Euro 177.217,04,
dovuto sostanzialmente alle voci EPJ
(+ Euro 127.521,43) e EPL (+ Euro
39.123,00) ed alla sola diminuzione
dei Contributi stampa (± Euro
2.031,26).
Titolo II
Sez. II ± Convenzioni e Straordinarie
Con riferimento alle somme stanziate in via definitiva si eÁ accertata
algebricamente una maggior somma
di Euro 1.226,06.
Titolo IV
Trattasi di partite di giro e come
tali trovano contropartita per eguale
importo e con la stessa classificazione nella parte ``USCITE'' e pertanto,
trattandosi di conti transitori, non
influiscono sul risultato finanziario
della gestione.
Parte seconda: Uscite
Titolo I - Uscite effettive
Sez. I - Ordinarie
a) Le spese per il personale, stipendi, contributi, assicurazioni, collaboratori, spese viaggio e diarie
(artt. 1-2-3) hanno evidenziato algebricamente, rispetto la previsione,
una minore spesa di Euro 2.896,51.
b) Le spese sostenute dalla SocietaÁ
per le pubblicazioni, in sede consuntiva, hanno evidenziato algebricamente una minore somma di Euro
6.028,07 dovuta essenzialmente agli
articoli 5 e 12 (Il Nuovo Saggiatore ed
EPL).
c) Le spese per l'attivitaÁ sociale
evidenziano una minore spesa rispetto alla previsione di Euro 581,47.
d) Le spese di gestione rilevano
una maggiore spesa sulla previsione
di Euro 6.268,77, dovuta essenzialmente all'art. 8 Imposte e tasse
(+ Euro 11.579,10), con minori spese
in tutti gli altri articoli.
IL NUOVO SAGGIATORE
Titolo II
Sez. II - Straordinarie
Si rileva il rispetto della previsione.
Titolo III
Sulla voce ``Arredamento e attrezzature varie'' si rileva una minor
spesa di Euro 194,55.
Titolo IV
Per le partite di giro vedasi quanto
detto per le stesse voci nella parte
``ENTRATE''.
Titolo V - Accantonamenti
Sulla previsione si rileva una minor
spesa di Euro 3.417,47 relativa al
Fondo quiescenza impiegati.
La ``situazione finanziaria'' evidenzia un avanzo dell'esercizio 2005
di Euro 194.055,25.
A questo risultato contribuisce la
gestione dei residui con + Euro
7.672,58.
Possiamo rassicurare l'Assemblea
che nel corso dell'esercizio in esame
abbiamo effettuato i necessari e periodici controlli, sia collegialmente
che individualmente, di cui ne eÁ dato
atto nell'apposito Libro dei Verbali
tenuto a cura dei Revisori.
Nel corso di detti controlli abbiamo sempre riscontrato la perfetta rispondenza dei movimenti bancari
della Banca Nazionale del Lavoro di
Bologna che, come eÁ noto, eÁ il nostro
cassiere unico, con le scritture contabili.
20
Desideriamo inoltre dare atto che
i dati del Bilancio consuntivo generale trovano perfetta rispondenza
con le scritture contabili generali in
essere e sottoposte alle formalitaÁ di
legge.
Esprimiamo all'Assemblea parere
favorevole all'approvazione del Bilancio.
I Revisori
Dr. Giorgio Comini
Dr. Luciano Delfo Majorani
G.-F. Bassani: «Ci si potrebbe
chiedere come mai il bilancio di una
societaÁ come la nostra presenta un
attivo, ma la cosa eÁ stata discussa
negli anni passati e si eÁ visto che
questo serve ad avere un fondo e
questo puoÁ essere utile e importante. Quindi sarei del parere di approvare senz'altro questo bilancio.
Chi eÁ favorevole alzi la mano. Chi si
astiene? Chi eÁ contrario? Allora il
bilancio eÁ approvato. Adesso vorrei
chiedere di approvare il suggerimento che avevo fatto o, in caso
contrario di farne un altro. Il suggerimento eÁ quello di questi
190.000,00 Euro di avanzo finanziario destinarne 100.000,00 al fondo di
riserva e 90.000,00 metterlo a bilancio per l'anno in corso.
Chi eÁ favorevole a questa soluzione
alzi la mano. Vedo che tutti siamo favorevoli e quindi ringrazio i revisori
dei conti per il loro lavoro, desidero
ringraziare anche tutto il personale
della societaÁ, il tesoriere, qui presente, il quale ha seguito tutte le attivitaÁ inerenti al bilancio e desidero
ringraziare i revisori dei conti.
Purtroppo eÁ mancato un revisore
dei conti, Icilio Agostini, nel corso
dell'anno. Per ricordare Icilio Agostini, abbiamo pensato a un premio da
destinare al nome di Icilio Agostini,
un premio che dovrebbe essere deliberato insieme all'Istituto Nazionale
di Fisica Nucleare. SaraÁ un premio di
tipo nuovo, che verraÁ assegnato a
qualcuno che si eÁ distinto nell'attivitaÁ
di gestione della ricerca. EÁ una cosa
piuttosto originale peroÁ abbastanza
importante, eÁ il settore cui Agostini si
eÁ dedicato. E ora vorrei chiedere a
Renato Angelo Ricci di dire due parole e vorrei tenere un minuto di silenzio per Icilio Agostini.»
R. A. Ricci: «Credo che il ricordo
di Icilio Agostini sia nella mente e nel
cuore di tutti. Ne abbiamo giaÁ scritto
su ``Il Nuovo Saggiatore'' e ci siamo
proposti di ricordarlo, non soltanto
come SIF ma anche come comunitaÁ
di fisici italiani, in particolare dell'INFN. Tutti i fisici italiani conoscevano molto bene Icilio, sia per le
funzioni importanti da lui svolte nelle varie istanze come amministratore
solerte e funzionario rigoroso sia
anche per il suo modo di essere e di
offrirsi come collaboratore competente e prezioso alla comunitaÁ dei
fisici italiani. Credo che la SIF faccia
bene, come eÁ stato detto dal Presidente, a ricordarlo anche in altri
modi piuÁ opportuni. Ma soprattutto
io credo che qui, in questa sede, noi
possiamo ricordarlo nel migliore dei
modi come una colonna portante
della nostra societaÁ . E proprio con
questo ricordo, vi invito, in accordo
con il Presidente, a un minuto di silenzio. Grazie.»
G.-F. Bassani: «Grazie. Abbiamo
detto che poi verrete informati di
quello che si saraÁ deciso congiuntamente con l'INFN su una borsa o un
premio del tipo indicato.
Adesso dobbiamo nominare i revisori dei conti. Allora, per prima cosa
proporrei di riconfermare i due revisori dei conti Luciano Majorani e
Giorgio Comini, i quali cosõÁ bene e
tanto hanno fatto in questi anni. Chi eÁ
favorevole a questa nomina alzi la
mano. Vedo l'unanimitaÁ.
Abbiamo sempre avuto degli ottimi
risultati dai revisori dei conti, quindi
non posso che esprimere la mia gratitudine, la gratitudine di tutti. Ora
abbiamo la nomina di un supplente,
una persona che per i primi due anni
puoÁ essere come supplente e poi puoÁ
diventare effettivo. La scelta eÁ caduta
su un socio recente, che viene dall'INFM di Genova, dall'amministrazione dell'INFM di Genova e si
chiama Sergio Luciano. A molti di noi
eÁ noto, io l'ho conosciuto personalmente per i rapporti che avevo in
passato con l'INFM, molti di voi lo
conoscono; se ci sono altre candidature, ne prendiamo atto. La candidatura che proporrei eÁ questa. Chi eÁ favorevole eÁ invitato ad alzare la mano.
Devo aggiungere, cosa importante,
che eÁ molto gradito ai revisori dei
conti attuali. Va bene? Siamo unanimi.
6) La relazione del Presidente eÁ
approvata.
7) Quindi siamo a posto e io direi di
passare senz'altro alla discussione
del problema dell'ordine professionale dei fisici. Qui, una commissione,
coordinata da Giancarlo Gialanella,
ha molto lavorato per l'ordine o albo
professionale: l'importante eÁ arrivare
ad un albo professionale in una forma
o nell'altra. Gialanella ha proposto un
testo, come presidente di questo comitato che ha lavorato molto. Questo
testo eÁ stato fatto circolare, eÁ stata
fatta un'inchiesta, sono stati ottenuti
dei risultati. Allora chiederei a Gialanella di presentare brevemente questi
risultati e dare una visione del problema dell'albo professionale.»
G. Gialanella: «Come giustamente
ha detto il Presidente, la nostra proposta eÁ per l'istituzione di un albo
professionale dei fisici. La legislazione attuale prevede poi che gli
albi siano gestiti da organismi di diritto pubblico che si chiamano ``ordini''. Faccio questa precisazione perche , come sapete, c'eÁ in corso, da
molti anni, da trent'anni credo, una
proposta di revisione degli ordini, che
si sono attirati un certo numero di
critiche piuÁ che giustificate.
La versione finale della proposta eÁ
stata trasmessa con lettera mail del
Presidente ai soci il 31 luglio 2006 e
pubblicizzata sul sito della SIF. Dopo
alcuni giorni sono state apportate alcune lievi modifiche formali, per cui
attualmente la versione che si trova
sul sito eÁ la revisione al 15 agosto.
Nella lettera il Presidente ha invitato i
soci, e anche i non soci, a esprimersi
numerosi sulla proposta, poicheÂ, diceva testualmente, ``riteniamo che un
ampio accertamento di opinioni possa dare maggior peso alla nostra richiesta di istituzione dell'albo professionale''. Stante la decisione di
estendere il sondaggio anche ai non
soci, l'invito eÁ stato diffuso, attraverso il Presidente dell'Associazione Italiana di Fisica Medica, anche
ai soci di tale associazione. Vi segnalo
che eÁ presente in aula la dott.ssa Be-
IL NOSTRO MONDO
gnozzi, vicepresidente dell'AIFM, in
rappresentanza del presidente. E
adesso vi faccio vedere i risultati del
sondaggio.
Entro il 12 settembre sono pervenute 521 risposte. Due risposte sono
state eliminate perche provenivano
dalla stessa persona, evidentemente
si eÁ sbagliata, una volta con il sõÁ e una
volta con il no. A distanza di qualche
giorno. Oppure ha cambiato opinione,
non eÁ importante. Una terza risposta
non eÁ stata presa in considerazione
perche inviata senza le richieste informazioni di accompagnamento.
Pertanto il totale delle opinioni
espresse eÁ pari a 518.
Le risposte sono state preliminarmente suddivise in tre gruppi: soci
SIF, soci AIFM, non soci delle due
associazioni. E i numeri sono quelli
riportati in tabella I.
Per i soci SIF: avendo mandato il
Presidente qualcosa come 1500 mail,
abbiamo avuto 227 risposte, pari al
43% del totale; i sõÁ sono stati l'89% e i
no l'11%.
Per i soci AIFM: hanno risposto in
133 (i soci sono circa 600), pari al 25%
del totale; hanno risposto sõÁ l'88.7% e
no l'11.3%.
I non associati sono stati una cifra
non piccola, come vedete, sono stati
176, pari al 34% e hanno risposto sõÁ il
66.5% e no 33.5%. Il totale di tutte le
categorie eÁ l'81.3% per il sõÁ e il 18.7%
per il no.
Successivamente, per cercare di
capire un po' meglio il significato di
questo accertamento di opinione, abbiamo suddiviso il campione tra le
seguenti otto categorie, un po' arbitrarie ma che descrivono in qualche
modo la situazione.
La prima categoria eÁ il personale
universitario, inteso come professori
ordinari e associati, ricercatori e tecnici laureati di ruolo nelle universitaÁ.
La seconda categoria sono i ricercatori e i tecnologi degli enti di ricerca,
Tabella I
Soci SIF
n.
227
SI (%)
89,0
%
43,6
NO (%)
11,0
come l'INFN, l'INFM, il CNR, l'INAF e
cosõÁ via. La terza categoria sono i fisici medici. La quarta categoria sono i
liberi professionisti, gli esperti qualificati e i fisici operanti nelle industrie
o in altri enti pubblici o privati non di
ricerca. La quinta categoria comprende il ``personale in formazione
post-lauream'', intendendo specificamente i dottorandi, gli specializzandi
e i borsisti. Gli appartenenti alla sesta
categoria, la piuÁ caratteristica per i
risultati come vedremo tra un momento, inizialmente erano da me stati
classificati come ``ricercatori precari'', in realtaÁ eÁ piuÁ giusto classificarli
come ricercatori apprendisti, nel
senso che hanno terminato il periodo
di formazioni con il dottorato. Sono
quindi i post-doc, gli assegnisti di ricerca, i contrattisti e assimilati. La
settima categoria comprende gli insegnanti di scuola secondaria e l'ottava categoria tutti gli altri laureati in
fisica che non rientrano nelle categorie precedenti.
I risultati relativi a queste categorie
sono indicati in tabella II.
Vedete che, sostanzialmente, la
percentuale dei sõÁ varia tra il 75% e il
90% con l'eccezione dei ricercatori
apprendisti, su cui torno tra un momento, che sono gli unici per i quali i
sõÁ non hanno avuto la maggioranza
(43.6% di sõÁ e 56.4% di no).
Questi sono i numeri. Solo alcuni, e
cioÁ vale per tutte le categorie, hanno
dato delle motivazioni per il sõÁ o per il
no: ci sono quelli che facevano i salti
di gioia nel rispondere sõÁ e quelli che
rispondevano invece no, dicendo
``siete matti? Per i fisici non se ne
parla proprio di albo professionale''.
Un piccolo commento sui ricercatori apprendisti, categoria che potrebbe destare qualche perplessitaÁ ,
visto che eÁ l'unica contraria alla proposta. La maggioranza dei 39 che
hanno risposto, dovete tenere sempre
presente i numeri assoluti, sono post-
Soci AIFM
n.
133
SI (%)
88,7
%
25,7
NO (%)
11,3
Non associati
n.
%
176
34,0
SI (%)
NO (%)
66,5
33,5
doc all'estero; il loro voto contrario
non eÁ stato motivato da motivi di
fondo, ma dal fatto che nelle norme
transitorie non eÁ stata prevista l'attivitaÁ svolta all'estero come attivitaÁ
utile ai fini dell'iscrizione in prima
applicazione. L'articolo 31, infatti,
che stabilisce quali sono le categorie
che, qualora venisse ± speriamo, almeno, io lo spero ± approvato l'albo,
possono iscriversi di diritto all'albo,
ci sono solamente persone che hanno
svolto attivitaÁ in Italia e non anche
quelle che lo hanno svolto all'estero.
Secondo me, se arriveremo a quel
punto, si puoÁ sempre inserire la modifica richiesta. Io ho finito, Presidente.»
G.-F. Bassani: «Molte grazie. Abbiamo visto il risultato di questa inchiesta e il problema adesso eÁ cosa
deve fare la SocietaÁ. Io penso che sarebbe abbastanza interessante continuare in questa azione, portare avanti
le cose e possibilmente arrivare alla
effettiva formazione di un albo professionale. Non sto a ripetere motivazioni ecc., sono state discusse a
lungo negli anni passati. PeroÁ, vorrei
sentire qui se c'eÁ qualche opinione
contraria, almeno. Non abbiamo
molto tempo per una discussione approfondita; tuttavia, se c'eÁ qualche
opinione contraria a continuare in
questa iniziativa arrivata quasi allo
stadio conclusivo, vicina allo stadio
conclusivo, vorrei sentirla.
Sentiamo se c'eÁ un'opinione favorevole, uno che esprima un'opinione
favorevole.»
F. Valli: «Ho senz'altro un'opinione favorevole al riguardo. PercheÂ,
nella Pubblica Amministrazione le
altre categorie di laureati (Ingegneri,
Geologi, Architetti, ...) sono state, in
passato, maggiormente tutelate rispetto a noi fisici.
Totale
n.
518*
SI (%)
81,3
NO (%)
18,7
* 20 persone sono associate ad ambedue le societaÁ.
Tabella II
Categoria
1
UNIVERSITARI
2
ENTI DI RICERCA
3
FISICI MEDICI
4
LIBERI PROFESSIONISTI
5
FORMAZIONE
6
RICERCATORI PRECARI
7
INSEGNANTI
8
ALTRI
TOTALE
SI
n.
187
84
106
20
49
39
13
20
518
n.
155
74
96
16
36
17
11
16
421
%
82,9
88,1
90,6
80,0
73,5
43,6
84,6
80,0
81,3
n.
32
10
10
4
13
22
2
4
97
NO
%
17,1
11,9
9,4
20,0
26,5
56,4
15,4
20,0
18,7
21
IL NUOVO SAGGIATORE
22
Quindi non siamo partiti nelle
stesse condizioni iniziali degli altri
professionisti. Faccio il mio caso, a
titolo di esempio. Sono attualmente
all'APAT, ma provengo dal Consiglio
Superiore del Ministero dei Lavori
Pubblici; l'iscrizione all'albo professionale per tutti i laureati operanti nel
Consiglio Superiore eÁ stata data per
scontata dai legislatori. CioÁ ha portato, nel corso della riforma della Pubblica Amministrazione ``...anni 8090...'', a formulare le regole d'inquadramento e di avanzamento per tutti i
laureati ivi operanti facendo riferimento a norme generali contenute
negli albi professionali esistenti. Pertanto sono stati praticamente esclusi
dall'avanzamento ``almeno in prima
battuta'' i tre fisici assunti con lo
stesso concorso nel Ministero dei
Lavori Pubblici. Sono state operate le
correzioni in seguito, quando ai legislatori eÁ stata spiegata ``ed eÁ divenuta
chiara'' la nostra particolare situazione. Mi trovo quindi d'accordo con la
necessitaÁ di istituire un albo professionale che dia ai giovani fisici ``e
non solo a coloro che operino nella
Pubblica Amministrazione'' le stesse
opportunitaÁ iniziali fornite agli altri
laureati: possibilitaÁ di firmare progetti, effettuare sopralluoghi, consulenze, collaudi, ecc..., secondo la loro
preparazione e competenza... anche
se l'attuale dinamica del lavoro e la
situazione europea ed internazionale
sembra rendere meno forte questa
necessitaÁ. Intendo che probabilmente
da oggi e per il futuro si potraÁ discutere con tutti gli altri laureati presenti sul mercato mondiale del lavoro
sull'opportunitaÁ di abolire gli albi
professionali. EÁ peroÁ importante, oggi
e sempre, partire alla pari e non effettuare alcuna discriminazione iniziale tra categorie e persone. Grazie.»
E. Predazzi: «La mia opinione eÁ
ovviamente favorevole ne potrebbe
essere altrimenti visto che faccio
parte della commissione. Mi chiedevo, peroÁ, se abbiamo di proposito o
no, non mi ricordo, escluso l'apprendistato all'estero per qualche
motivo valido o se non sia opportuno
andare a rivedere quell'articolo 31 di
cui parla il professor Gialanella perche non vorrei che questo rappresentasse un handicap per i nostri
ragazzi che vanno all'estero. Ripeto,
io sono favorevole ma voglio solo
porre il problema.»
G. Gialanella: «C'eÁ anche quello,
secondo me si puoÁ fare, siccome abbiamo copiato dagli altri albi
probabilmente c'eÁ sfuggito. PeroÁ non
capisco il parere contrario percheÂ
bastava che dicessero ``sõÁ, siamo favorevoli peroÁ...'' e soprattutto che
l'avessero detto per tempo. Abbiamo
lasciato aperto il discorso per cinque
mesi e abbiamo inserito moltissime
osservazioni cui non avevamo pensato inizialmente, nessuno dei cinque.
Di alcune di esse parleranno il dr.
Fuccaro e il dr. Roasio che ci hanno
dato dei suggerimenti ``extra-istituzionali'', come li chiamo io, percheÂ
non rientrano nel nostro paradigma, e
purtroppo non solo nostro, che identifica i fisici con i ricercatori-scienziati. E allora, abbiamo avuto fortunatamente delle voci extra-istituzioni.»
R. A. Ricci: «Io, volevo soltanto
fare qualche osservazione che potrebbe essere considerata una raccomandazione, anche perche il problema dell'ordine o dell'albo professionale dei fisici eÁ di lunga data e
chi parla lo ha vissuto anche in prima
persona direttamente con alti e bassi
nella formulazione e del problema e
delle possibili soluzioni. Tant'eÁ vero
che una possibile soluzione che credo
fosse stata proposta una decina di
anni fa era quella di fare una specie di
albo dei fisici professionali, non un
albo professionale dei fisici (le due
cose non sono identiche). CioÁ implicava (il che puoÁ essere attualmente
considerato una raccomandazione)
che l'adesione all'albo, o all'ordine
che sia, debba essere puramente facoltativa onde evitare la sensazione di
voler comunque ``professionalizzare''
l'attivitaÁ del fisico; e lasciare l'attributo di ``professionale'' a chi svolge
veramente attivitaÁ da ``professionista''.
EÁ cioÁ che pensa tutta una serie di
persone tra quelle che non hanno risposto; in effetti il campione di 500 su
2000 lettere inviate eÁ sõÁ importante,
ma rischia di non essere completamente indicativo per il fatto che una
buona parte dei fisici non rispondono
perche non sono assolutamente interessati all'ordine pur non essendo
contrari. Allora, chi non eÁ interessato,
ovviamente, deve essere messo nella
condizione di non porsi il problema di
iscriversi ad un albo professionale.
Un discorso che si sente fare da molte
parti Ð io l'ho sentito anche in questa
occasione di nuovo Ð eÁ che in tutta
Europa, salvo il Regno Unito, non
esiste nessun albo, nessun ordine
professionale dei fisici, e noi saremmo i primi. Questo problema lo
abbiamo avuto giaÁ a suo tempo,
quando si eÁ posta all'interno della
SocietaÁ Europea di Fisica la questione della qualificazione professionale dei fisici che poi eÁ stata, purtroppo, un completo flop. Hanno
aderito una minoranza esigua di fisici
europei. Siccome poi il mercato del
lavoro dei fisici eÁ anche un mercato
europeo e mondiale, il problema va
visto in un ambito piuÁ generale che
non sia soltanto quello italiano. E
questo fa comprendere anche certi
atteggiamenti di coloro che sono all'estero, perche c'eÁ un problema di
riconoscimento di certe capacitaÁ, attitudini e qualifiche che non sono
soltanto tipicamente italiane. Il problema c'eÁ, ovviamente, e quindi la SIF
ha fatto bene a esaminarlo con un test
che non va certo considerato come un
``referendum'' (il che implicherebbe
procedure ufficialmente piuÁ rigorose)
ma un utile ``sondaggio di opinioni''.
Queste opinioni sono sicuramente
importanti, ma occorre evitare un
possibile scontro con chi non ritiene
di farne un problema vitale per tutta
la comunitaÁ dei fisici. Il tutto va trattato con sufficiente elasticitaÁ per riconoscere, da una parte, il diritto ad
una professionalitaÁ oggettiva ed evitare, dall'altra, la contrapposizione
tra un ordine professionalizzante ed
una societaÁ culturalmente rappresentativa.»
M. Fuccaro: «Buonasera a tutti. Il
mio intervento eÁ focalizzato su tre
macropunti: il primo eÁ la caratterizzazione del modello aziendale
odierno. Io mi sono laureato in fisica
a Udine ed ho sempre lavorato in
azienda, sono cioeÁ un cosiddetto uomo d'azienda. Dopo aver ricoperto
vari ruoli manageriali, sono attualmente il Direttore Generale di un'azienda pubblica di Udine. Riallacciandomi al discorso affrontato dal
nostro collega, sulla tutela dei fisici,
portando il mio punto di vista aziendale, credo che l'introduzione dei fisici nell'azienda non solo tuteli i fisici
ma sono i fisici in grado di tutelare le
societaÁ . Infatti il mercato eÁ cambiato,
eÁ cambiato molto, io ho cercato di
caratterizzarlo sugli elementi invarianti dei vari business, infatti questi
presentano dei fattori comuni, essi
sono: la globalizzazione, l'incertezza,
la competitivitaÁ accentuata. Le
aziende che sono sopravvissute negli
ultimi anni non sono piuÁ dei sistemi
monolitici, dove il futuro si governava
con un approccio ingegneristico, oggi
sono cambiate tante cose. L'azienda eÁ
un sistema aperto, con strutture organizzative destrutturate e sempre
meno gerarchiche, il mercato eÁ caratterizzato da interruzioni, incoerenza, sorpresa. Le organizzazioni
sono sistemi complessi e aperti che
influenzano e vengono influenzate
dall'ambiente in cui operano. L'evoluzione del mercato eÁ velocissima e
propone cosõÁ tante opportunitaÁ o minacce che il top management non puoÁ
mai essere sufficientemente informato di quello che succede ed elaborare
strategie precise, l'informazione eÁ
asimmetrica, generalmente, non si
riesce mai ad avere tutte le informazioni proprio per la velocitaÁ di cambiamento. I semplici modelli lineari di
causa-effetto si rivelano inadeguati e
molte volte conducono a conseguenze sia positive che negative inaspettate. Allora, visto che lo scenario
eÁ questo, che nulla eÁ piuÁ stabile e
prevedibile, quali sono i driver per
riuscire a mantenere vive le aziende e
utilizzare delle strategie vincenti?
L'unica strada eÁ quella di riuscire ad
adottare un modello organizzativo di
tipo adattivo, in grado di adeguarsi il
piuÁ rapidamente e il piuÁ efficientemente possibile al cambiamento.
Questo eÁ un modello che esiste in
IL NOSTRO MONDO
natura, ne vediamo parecchi, vi sono
due esempi, forse banali ma che rendono l'idea: un formicaio e un sistema
cellulare neuronale. Gestire aziende,
significa, in qualche maniera, dover
governare una quantitaÁ enorme di
elementi che interagiscono tra di loro,
dove ogni elemento eÁ influenzato da
quello che fa l'elemento vicino. Veniamo ora agli altri due punti dell'intervento. Quali sono le caratteristiche di un moderno manager? E
dopo vedremo, ultimo argomento, se
la forma mentis di un laureato in fisica mappa in qualche maniera queste
caratteristiche. Secondo me una delle
principali caratteristiche di un moderno manager eÁ la creativitaÁ, che in
qualche maniera ha scalzato il tecnicismo che fino adesso c'era. La creativitaÁ riesce a far emergere nuove
strategie attraverso un processo che
utilizza a proprio vantaggio ogni situazione di conflitto, di disordine, di
disarmonia che si crea all'interno del
processo decisionale. Inoltre, i manager dell'azienda complessa non
possono piuÁ limitarsi a trovare risposte ai problemi (problem solving), ma
devono sicuramente vedere i problemi da un altro punto di vista e a
loro volta ricreare dei problemi per
poter capire qual'eÁ la direzione piuÁ
adatta (problem setting). Il nuovo
stile manageriale comporta non solo
la capacitaÁ di trovare similaritaÁ tra i
problemi per poter applicare orientamenti di tipo scientifico ripetitivo, ma
anche di trovare differenze e operare
secondo un orientamento piuÁ innovativo ed esplorativo. Alla luce di
queste caratteristiche, necessarie al
nuovo manager, la domanda eÁ: i fisici
possono ricoprire questi ruoli? Fino
adesso, noi fisici, abbiamo ricoperto,
credo brillantemente, ruoli di super
esperti tecnici, tuttavia secondo me
Ð e qui vorrei porre l'attenzione Ð
c'eÁ qualcosa di piuÁ che possono fare:
possono entrare in modelli decisionali strategici di grandi aziende. I
manager-fisici potrebbero dare il vero
valore aggiunto nell'attuale mercato
aziendale. Infatti credo che la caratterizzazione di un laureato in fisica
sia la metodologia; la metodologia
unita a delle competenze scientifiche.
Oggi siamo governati dall'informatica
e dalle telecomunicazioni, chi gestisce le aziende deve rendersi conto
che le competenze scientifiche sono
importanti. EÁ vero anche che vi sono
delle criticitaÁ nei fisici Ð dico questo
altrimenti, mi accusano che faccio
troppa propaganda ai fisici. Quello
che ho rilevato io eÁ che, a volte, da
parte dei fisici stessi, esiste una certa
difficoltaÁ relazionale con altri soggetti aziendali. Questo comporta il
rischio di chiuderci in un mondo autoreferenziale, che puoÁ trasformarsi
in intolleranza verso altre figure professionali: ingegneri, economisti, giuristi ecc. Questo atteggiamento di
``razzismo intellettuale'' ci danneggia.
Credo che questa difficoltaÁ relazionale sia un punto debole su cui var-
rebbe la pena lavorare. Riprendendo
il discorso sulle capacitaÁ aziendali dei
fisici, da quello che vedo, in particolare nei paesi anglosassoni, si inizia a
capire l'importanza dell'utilizzo di fisici, specialmente in grosse aziende
multinazionali e in aziende di consulting, in particolare nelle aziende di
consulting, dove le grosse aziende si
rivolgono per avere soluzioni a certi
tipi di problemi specifici, vengono
chiamati fisici, anche dal mondo accademico. Per questo tipo di problemi, la creativitaÁ viene in qualche
maniera data come valore aggiunto,
nella ricerca della soluzione ottimale.
L'utilizzo dei fisici, nei paesi anglosassoni, non avviene solo per motivi di prestigio intellettuale o per lo
meno non direttamente. I fisici sono
apprezzati in campo gestionale perche combinano la familiaritaÁ con
grandi quantitaÁ di dati, l'abitudine a
distinguere le proprietaÁ fondamentali
di un fenomeno da quelle secondarie,
e la capacitaÁ di adoperare l'informatica per l'analisi e la simulazione.
Quindi, secondo me, se ne apprezza
piuÁ la ``cassetta degli attrezzi'' per cosõÁ
dire, che non le nozioni accumulate
nello studio della fisica. Vi sono dei
casi specifici, del mondo aziendale,
dove le competenze che si formano in
ambito accademico possono essere
subito messe in campo. Il primo
esempio riguarda situazioni di conflitto, dove eÁ necessario ricercare
soluzioni competitive e cooperative
tramite modelli. In questo caso, tutte
le teorie dei giochi che si studiano nei
corsi di matematica e ricerca operativa possono essere applicate. Il secondo esempio, che eÁ tipicamente fisico, eÁ la fisica statistica, la meccanica statistica. Questa ha giaÁ delle applicazioni, che sono lo studio degli
andamenti dei mercati borsistici. Anche qui, la capacitaÁ e la grande familiaritaÁ che hanno i fisici nel trattare
grandi quantitaÁ numeriche aiutano in
tutte le situazioni che possiamo collocare in questo ambito. Per ultimo,
ma sono solo tre esempi, possiamo
fare riferimento a quello che ormai
viene sempre piuÁ accettato dagli
operatori di settore, e anche dagli
economisti stessi e cioeÁ l'obsolescenza della visione aziendale meccanicistica. Infatti si eÁ cominciato a
capire che le organizzazioni sono
elastiche, sono in rapporto di complementarietaÁ e antagonismo, e che si
servono di reti piuttosto che di servizi
centralizzati. Il paradigma che si utilizza di piuÁ eÁ ``caotico'', inteso come
una molteplicitaÁ di agenti che operano simultaneamente e possono fare
emergere delle proprietaÁ di tipo imprevisto. In questo caso si possono
applicare i principi della teoria dei
sistemi dinamici non lineari, cioeÁ
della teoria del caos. Ecco, a livello di
battuta, lo slogan che ho riportato in
questa slide, rappresenta una speranza. La speranza di vedere nei
``manifesti degli studi'' delle universitaÁ italiane anche, oltre che in ambito
scientifico, un possibile sbocco lavorativo, per i laureati in fisica in ambiti
molto qualificati, tra i quali, lo sviluppo di modelli, la reingegnerizzazione di processi aziendali, la progettazione di sistemi e procedure organizzative per interazioni tra le imprese. Io ho finito, vi ringrazio per
l'attenzione.»
G.-F. Bassani: «Molte grazie per
questo intervento che viene certamente da un esperto nel campo delle
possibili applicazioni della professione di fisico e volevo adesso chiedere a
Roasio di esprimere la sua opinione.»
L. Roasio: «Buonasera. Io non ho
preparato lucidi ma direi che i lucidi
presentati dal collega sono abbastanza esaurienti. La mia dovrebbe
essere una testimonianza di vita, di un
fisico prestato a molti mestieri negli
ultimi quaranta anni. Allora, primo
mestiere, il tecnico, ho fatto un po' di
anni con la IBM e lõÁ ho cominciato ad
occuparmi di vari problemi informatici come la gestione abbonamenti
della Rai, il lancio della produzione
sulle linee di montaggio della FIAT, la
copertura del servizio della ATM e
cosõÁ via. Data la situazione di allora
degli elaboratori e delle procedure
organizzative era un'attivitaÁ molto
eccitante: erano gli anni '65-'70. EÁ
chiaro che la capacitaÁ di sperimentare, di avere dei dubbi, di risolvere i
problemi usando la manualitaÁ mentale che viene dall'esperienza di una
laurea in fisica sperimentale eÁ stata
fondamentale. Ma non eÁ finita lõÁ , perche dopo tre anni, tre anni e mezzo di
lavoro come sistemista (tecnico specialista) sono passato al commerciale. E ho venduto gli elaboratori a chi
produceva gli elaboratori, nella fattispecie di allora, era l'Olivetti. Secondo mestiere, peraltro giaÁ richiamato da chi mi ha preceduto: la
pianificazione e controllo. Avendo
lasciato la IBM, ho fatto per un po' la
pianificazione e controllo di tutti i sistemi informativi delle Generali,
viaggiando tra Trieste, Milano e Venezia ma dopo tre anni, ritornato a
Torino, sono entrato in un'altra compagnia di assicurazione, la SAI, che eÁ
stata poi la mia consacrazione al
mondo dell'assicurazione. Confesso
che una volta su un treno ho sentito
due professori di fisica, saliti a Genova, che discutevano della tesi di
laurea di un loro allievo e stavano
parlando di come sottrarre il rumore
di fondo da un esperimento simile alla
mia tesi di laurea; quasi quasi avrei
voluto dire: ``Se andate a vedere la
mia tesi, c'eÁ giaÁ la soluzione...'' poi mi
son detto: ``E se mi chiedono che cosa
faccio di mestiere?'' avrei dovuto dire
``Faccio l'assicuratore''! Allora andava di moda la battuta di Woody Allen
che diceva al bambino ``Se fai il cattivo, chiamo l'assicuratore'', per cui
me ne sono stato zitto. Questo per
dire come sembravano cosõÁ lontani i
due mondi: quello della fisica e quello
23
IL NUOVO SAGGIATORE
24
delle imprese. Negli oltre ventisei
anni alla SAI, la compagnia di assicurazioni di Torino, ho fatto un po'
tutto: ho continuato a usare le esperienze di pianificazione, di analisi dei
problemi, di tecniche organizzative,
di esperto informatico e cosõÁ via. Per
un certo periodo ho insegnato ai dirigenti come decidere, come non fare
troppi errori, come proteggere la decisione presa. In una conferenza il
professor De Rita parlando degli informatici, quelli che avevano il camice bianco, diceva che vivevano come
canne d'organo rispetto alle altre
funzioni aziendali e difficilmente comunicavano trasversalmente o si
scambiavano con altri mestieri. Ebbene debbo dire che con molta facilitaÁ sono uscito da quella canna d'organo e sono diventato responsabile di
tutte le reti distributive di vendite e
sinistri della SAI e poi son diventato
direttore generale. Era il 1992 e la SAI
era un gruppo di due societaÁ : l'ho lasciata nel '99 e le societaÁ erano 14 e il
fatturato era passato da 2.000 miliardi
a 6.000 miliardi. Poi sono andato a
Roma, in INA Assitalia, a fare un altro
mestiere, sempre come manager; sono tornato a Torino a fare il direttore
generale di un altra compagnia di assicurazioni. Adesso faccio il consulente per un primario gruppo bancario di Torino. Ho partecipato alla
progettazione del polo assicurativo
che adesso eÁ in fase di realizzazione,
ma anche un po' nella bufera per le
note vicende di fusioni bancarie. Cos'eÁ quest'esperienza? Un'esperienza
su cui si puoÁ riflettere, perche ho fatto
tanti mestieri che non c'entravano
niente con quei magnifici neutroni
che contavamo con l'amico Piragino,
42 anni fa, irradiando campioni di
berillio o di litio. In tutti questi mestieri io mi sono sempre trovato a mio
agio. Perche ?
Primo punto: non ho mai avuto
paura di chiedermi ``cosa sta capitando?'', non ho mai avuto paura di
prendere n tabulati di numeri e capire
cosa c'era dietro e chiedermi qual'era
il livello di confidenza di quei numeri,
qual'era lo scarto quadratico medio
(se vogliamo parlare in termini matematici). Ma in realtaÁ il punto era: cosa
c'eÁ di vero e quali fenomeni sono
rappresentati dai numeri, qual'eÁ la
realtaÁ e la sua rappresentazione. Apro
ora una parentesi sulle relazioni con
le persone: guardate che le persone si
comportano assolutamente come le
leggi della fisica che governano certi
fenomeni: si puoÁ prendere una platea
di persone, la si puoÁ scaldare, al
punto che quella platea trattiene il
fiato nel momento in cui si fa una
pausa, oppure arriva alle lacrime
perche si sta parlando non alla testa
ma al diaframma. In conclusione si
possono fare un mucchio di cose in
campi totalmente diversi. La cosa
importante eÁ ricordarsi che ci sono
delle interazioni, delle regole, dei
comportamenti che spiegano o riescono a gestire i fenomeni, riescono a
prevederli e riescono a ottenere dei
risultati, ecco, questa eÁ la cosa importante. Quindi la formazione di un
fisico, secondo me, eÁ assolutamente
pertinente al mondo in cui siamo e qui
mi trovo assolutamente d'accordo
con il collega che ha fatto quella presentazione, sono completamente
d'accordo perche nel mondo di oggi
serve una grande familiaritaÁ coi numeri e anche con l'informatica. Ai
miei tempi si programmava in linguaggio macchina con dei codici numerici su 4k di memoria, adesso se
non si hanno decine di Megabytes di
memoria e almeno 3 o 4 Giga di disco
non si eÁ contenti, no? Una grossa familiaritaÁ coi numeri. Non ci sono
molte lauree che hanno familiaritaÁ coi
numeri, ma tutti hanno bisogno dei
numeri e tutti hanno bisogno di informatica. Prima che nascesse il corso di laurea in informatica, IBM, Honeywell, Univac, ecc. selezionavano
solo tre tipi di laureati: i fisici, i matematici e qualche volta gli ingegneri,
piuÁ qualche avvocato per il settore
commerciale e per il legale. Prima
caratteristica da sottolineare: un fisico queste cose le sa. Seconda caratteristica: cerca delle regole, cerca
di sperimentarle e cerca di rappresentarsi la realtaÁ per capirla.
Questo vale in tutti i fenomeni, economici, politici, sociali, tutte le interazioni del nostro mondo oramai devono essere analizzate in quel modo.
Un tempo si faceva ricerca operativa,
e si facevano delle matrici e delle
equazioni; adesso si fa la teoria dei
giochi, la teoria del caos, ecc.; sempre
cose che cercano di rappresentare la
societaÁ, con spirito critico. E qui, un
fisico che abbia sudato per capire le
cose, per trovare delle regole, per
capire l'indeterminatezza di certe regole, l'indecisione che ci puoÁ essere
in certi momenti, per scegliere dei
percorsi alternativi, secondo me eÁ
preparato per farlo. E lo puoÁ fare in
qualsiasi tipo di attivitaÁ. Terzo punto
fondamentale, e mi fermo: immaginare il futuro, immaginare quel che
c'eÁ dietro l'angolo. I fisici, i ricercatori vanno a cercare qualcosa che non
c'eÁ : perche avete sparato i neutrini da
Ginevra al Gran Sasso? Per cercare
qualcosa che non c'eÁ ancora ma che
volete capire. Il mondo moderno richiede la capacitaÁ di immaginarsi il
futuro in continuazione. La storia del
passato eÁ utilissima, la si mette nel
cassetto, ma un buon manager di
qualsiasi azienda deve immaginarsi il
futuro. In quel modo salva l'azienda e
la manda avanti. Grazie.»
G.-F. Bassani: «Molte, molte grazie. Ecco, laÁ c'era una richiesta di intervento, la discussione eÁ estremamente interessante peroÁ a un certo
punto ci dobbiamo fermare.»
M. Casazza: «In appoggio all'iniziativa dell'albo dei fisici presento
l'opinione favorevole, seppur personale, di quella parte di fisici in Italia
che, in collaborazione con Enti di ricerca pubblici, lavorando in strutture
private, si occupano di ricerca di base
ed applicata, partecipando a progetti
di ricerca internazionali. Ne parlo con
cognizione di causa, data la diretta
esperienza di ricerca, in ambito privato, con progetti dell'Agenzia Spaziale Europea e progetti del Sesto
Programma Quadro. I fisici impegnati
in queste realtaÁ acquisiscono competenze sia manageriali e gestionali sia
``abilitaÁ tecnologiche e scientifiche''
specifiche, non rinunciando a pubblicare i risultati dei propri lavori in
riviste scientifiche. Sarebbe quindi
importante avere in qualche modo un
collegamento fra persone che condividono questa realtaÁ. Teniamo, infine,
conto di un fattore sempre piuÁ frequente, in Europa, per dipendenti di
imprese che effettuino seria ricerca
scientifica (di base e applicata). Esistono persone che lavorano, infatti,
contemporaneamente in imprese private e insegnano in universitaÁ , in
quanto esperti di specifiche materie.»
G.-F. Bassani: «Grazie.»
L. Begnozzi: «Grazie. Buonasera a
tutti. Io sono Begnozzi Luisa, sono qui
in rappresentanza della Associazione
Italiana di Fisica Medica. Porto il saluto del presidente Candini in quanto
non ha potuto partecipare percheÂ
trattenuto da un altro convegno contemporaneo in altra sede. L'AIFM
esprime grande apprezzamento per
questa iniziativa della SocietaÁ Italiana
di Fisica, per l'istituzione dell'albo del
fisico. Ci complimentiamo con Gialanella e il gruppo di lavoro che ha
preparato la proposta, perche non eÁ
vero che ``hanno solo copiato'', come
dice
scherzosamente
Gialanella,
``l'albo di altre figure'' e sappiamo
quanto lavoro eÁ richiesto al fisico
quando tratta aspetti legislativi, come stendere una nuova legge e fare la
relativa proposta.
Noi, come Associazione Italiana di
Fisica Medica abbiamo sempre sentito la necessitaÁ di avere il riconoscimento della nostra professione ed
il vuoto legislativo in proposito eÁ
sentito come una carenza molto forte.
Abbiamo tentato alcune iniziative,
con la scorsa legislatura, che peroÁ
non hanno raggiunto il risultato. Il fisico medico, il fisico che lavora nell'ambiente ospedaliero, nei policlinici
universitari, negli istituti di ricovero e
cura a carattere scientifico e in altre
strutture sanitarie ancora non ha un
riconoscimento della professione come professione sanitaria. Siamo rimasti gli unici in queste condizioni tra
gli altri professionisti sanitari, e
quindi apprezziamo molto l'iniziativa
e vorremmo collaborare, partecipare
ed essere chiamati in causa in tutti i
momenti in cui serve il nostro sostegno anche con i mezzi che noi possiamo mettere a disposizione.
Vorrei anche fugare alcuni dubbi
che sono sorti circa alcuni punti del
IL NOSTRO MONDO
verbale dell'ultimo consiglio direttivo
dell'AIFM, che si eÁ tenuto a luglio.
Purtroppo, il verbale viene pubblicato
sul sito dell'AIFM in una forma molto
sintetica, forma che nuoce alla chiarezza. Su quel verbale si trova una
frase che indica attivitaÁ per l'istituzione dell'albo del fisico medico.
Bene, vi dico che in quell'occasione
Candini, il nostro presidente Ð eÁ
stato questo cioÁ che eÁ avvenuto Ð ha
elencato tutte le iniziative che avevamo giaÁ portato avanti nella scorsa legislatura e, considerato che attualmente siamo di fronte ad un nuovo
governo a cui sottoporre i nostri problemi, abbiamo deciso cosa fare: sicuramente abbiamo scelto di continuare perche eÁ un problema, questo,
che io sento dentro al direttivo dal
2003 ma che, ricordo anche in passato, abbiamo sempre avuto. PercioÁ
abbiamo deciso di continuare. In
un'altra delibera c'eÁ scritto che eÁ stato dato mandato proprio a me, alla
sottoscritta, di cercare le strade per
contattare il Ministero e procedere in
questo senso ma vi posso dire che al
momento io non ho fatto nessuna
azione, sono anche stata fermata
proprio dall'AIFM in quanto non se ne
vede ora la necessitaÁ perche c'eÁ stata
una manifestazione di interesse, nei
confronti del nostro problema, da
parte del sindacato nazionale dei dirigenti sanitari non medici di porre la
questione al Ministero, ovvero del
fatto che il fisico medico non ha una
professione riconosciuta come professione sanitaria. Per cui noi al momento non ci stiamo muovendo, ribadisco, apprezziamo molto l'attivitaÁ
dal vostro gruppo di lavoro. Infatti
oggi ho visto con piacere i risultati del
referendum, devo dire, positivi, anche
se le risposte non sono state molto
numerose forse anche perche si eÁ
svolto nel mese di agosto. Pertanto
noi siamo disposti ad andare avanti
insieme e a collaborare. E mi auguro
che, almeno cosõÁ , si riesca ad arrivare
ad un risultato. Temo che non sia facile perche di delusioni ne abbiamo
avute molte. Ripeto che noi sentiamo
molto la necessitaÁ di avere il riconoscimento come professione sanitaria
proprio perche la nostra ne ha tutti i
connotati, sia per attivitaÁ svolta che
per curriculum formativo, di studi e di
tirocinio. Su questo punto puoÁ essere
molto piuÁ preciso il professor Gialanella, che conosce l'iter percorso dal
2000 ad oggi e che ha visto, con il
riassetto delle scuole di specializzazione, l'inserimento delle scuole di
specializzazione in fisica sanitaria
nell'area sanitaria. Pertanto il fisico
medico fa una parte di studi proprio
rivolti al paziente e la sua attivitaÁ, la
sua responsabilitaÁ ultima eÁ rivolta al
paziente, sia che si occupi di apparecchiature per la diagnostica, che
per la radioterapia. Vi ringrazio molto
di avermi dato l'opportunitaÁ di esprimere l'apprezzamento dell'AIFM nei
confronti della vostra iniziativa. Grazie.»
G.-F. Bassani: «Molte grazie. Certamente continueremo questa collaborazione e speriamo che l'anno
prossimo possiamo sanzionare un risultato concreto.
Io qui direi che forse eÁ il momento
di chiudere perche il discorso sarebbe molto lungo. Quello che eÁ stato
detto, peroÁ Ð desidero segnalarlo Ð
lo prendo come un incoraggiamento.
Un incoraggiamento che tutto il consiglio accoglie: Gialanella continueraÁ
la sua opera e verrete informati come
soci dei successivi sviluppi.
8) Adesso c'eÁ un altro punto all'ordine del giorno che eÁ anche piuttosto importante. Negli anni passati eÁ
stato notato un calo delle vocazioni
per le materie scientifiche, cioe sono
diminuite le iscrizioni in fisica, in
matematica e in chimica. Per la fisica,
negli ultimi cinque anni le iscrizioni al
primo anno sono calate del 50% nella
media nazionale; questo, quando nelle
universitaÁ il numero degli studenti eÁ
in enorme aumento. La cosa eÁ abbastanza sorprendente. GiaÁ due anni fa
era stato deciso di fornire qualche
incoraggiamento. L'incoraggiamento
c'eÁ stato, abbastanza recente, ed eÁ un
provvedimento del Ministero giaÁ annunciato l'anno scorso dalla collega
Imme e arrivato concretamente in luglio. Ora possiamo dare il primo risultato: 43 borse di studio per giovani
sono state assegnate e le domande
sono state circa 500. EÁ stato fatto un
lavoro enorme in pochissimo tempo e
di questo devo dare atto a tutti quelli
che se sono occupati, in particolare a
Predazzi, a Grasso e ad alcuni altri
colleghi e vorrei chiedere a Imme di
dire due parole su questo intervento.»
J. Imme : ``Poiche si eÁ fatto tardi
cercheroÁ di sintetizzare al massimo
questo mio intervento sul progetto
``Lauree Scientifiche''. Tale progetto
si inserisce tra le particolari azioni, in
relazione alle raccomandazioni dell'U.E., a sostegno di iniziative per incrementare le immatricolazioni ai
corsi di studio delle classi Fisica,
Chimica e Matematica, nonche ad incrementare il numero di laureati in
queste classi. Nasce quindi la necessitaÁ di un potenziamento delle relazioni UniversitaÁ-Scuola per stimolare l'interesse dei giovani verso le
scienze e di attivare sinergie con il
mondo industriale, per una maggiore
trasparenza sugli sbocchi lavorativi.
Interessanti, a tal proposito, le relazioni precedenti, testimonianze di
nuove professionalitaÁ aperte ai laureati in fisica. Sarebbe interessante
che queste informazioni fossero trasmesse soprattutto ai giovani. Infatti,
da un'analisi di contesto, nell'ambito
del progetto ``Lauree Scientifiche''
indirizzata a studenti particolarmente
motivati (sono stati infatti contattati,
attraverso dei questionari, gli studenti
che hanno partecipato alle olimpiadi
di fisica, e per questo ringrazio l'AIF
che ha collaborato) emerge che i ragazzi non hanno conoscenza degli
sbocchi lavorativi offerti ai laureati in
Fisica, oltre la ricerca e l'insegnamento. Il progetto ``Lauree Scientifiche'' con la partecipazione di universitaÁ, Confindustria e MIUR-scuola
vuole collegare queste tre realtaÁ , in
cui lo studente possa rendersi conto
appunto delle proprie competenze
acquisite a scuola, di quello che puoÁ
acquisire in universitaÁ e di quello che
puoÁ fare oltre l'universitaÁ. Della promozione di questo progetto dobbiamo
ringraziare la Conferenza Nazionale
dei Presidi di Scienze, in particolare il
Prof. Enrico Predazzi, che allora la
presiedeva e che ha voluto fortemente questo progetto ed il Prof. Nicola Vittorio, che attualmente la
presiede e che eÁ coordinatore del
progetto stesso. Il progetto, il cui sito
eÁ www.progettolaureescientifiche.it,
in realtaÁ si articola in nove progetti
nazionali: uno, ``Azioni generali'',
promuove iniziative di divulgazione,
di monitoraggio e di valutazione degli
esiti del progetto stesso; il progetto
``Orientamento pre-universitario e
Formazione insegnanti'', uno per l'area fisica, uno per chimica, uno per
matematica; altri quattro progetti,
``Formazione triennale, stage e postlaurea'', uno per l'area fisica, chimica,
matematica e scienze dei materiali ed
infine il progetto ``Borse di Studio'',
che, per l'organizzazione di quelle
relative a Fisica, eÁ stato fortemente
supportato dalla SIF. Colgo l'occasione per ringraziare il presidente,
Prof. Bassani, il consiglio di presidenza e soprattutto il Prof. Vincenzo
Grasso che ha contribuito con molto
entusiasmo e grande impegno.
Il PLS per l'area Fisica, il cui sito eÁ
www.laureescientifiche-fisica.org, nelle sue varie articolazioni si avvale del
supporto anche dell'AIF e di enti di ricerca, INAF, INFN, CNR-INFM.
Per quanto riguarda il progetto
``Orientamento pre-universitario e
Formazione Insegnanti per l'area Fisica'', questo si articola in 32 sottoprogetti locali attivati presso altrettante sedi universitarie ed un
progetto nazionale di coordinamento.
Pur differenti nelle azioni attuate, i
progetti hanno gli obiettivi comuni di
fornire agli studenti delle scuole medie superiori un'informazione chiara
e stimolante sulla Fisica e sul mestiere del Fisico; far percepire il ``laboratorio'' come luogo e metodo di
apprendimento, strumento didattico
per acquisire confidenza con la
scienza e per mettere in luce eventuali predisposizioni verso la disciplina, perfezionare le conoscenze disciplinari ed interdisciplinari degli
insegnanti di Fisica (non sempre laureati in Fisica) e migliorare la loro
capacitaÁ di interessare e motivare gli
allievi nel processo di orientamento
pre-universitario. Allo scopo di raggiungere i suddetti obiettivi, sono
quattro le linee di azione: Laboratori
di Fisica, in cui vengono coinvolti gli
studenti insieme ai loro insegnanti;
Autovalutazione; Valorizzazione dei
25
IL NUOVO SAGGIATORE
26
talenti, attraverso azioni mirate a far
emergere giovani particolarmente
brillanti; promozione della Fisica attraverso iniziative di vario genere rivolte al grande pubblico. A queste si
aggiunge un Master di Formazione
insegnanti coordinato dalla sede di
Udine e che coinvolge 13 sedi.
Relativamente agli esiti del 1ë anno
di attuazione del progetto, eÁ possibile
al momento fare solo un bilancio
quantitativo sull'impatto del progetto
stesso. L'impatto quantitativo sicuramente eÁ stato fortissimo perche sono
stati coinvolti circa 700 istituti scolastici, prevalentemente licei scientifici; in media 10-15 le scuole coinvolte
per sede, destinate ad aumentare nel
secondo anno, dopo questa esperienza positiva. Il personale impegnato eÁ stato prevalentemente costituito da insegnanti della scuola
(piuÁ di 600) e da docenti universitari
(circa 400); 20000 gli studenti complessivamente coinvolti. L'impegno
orario dei docenti delle scuole eÁ
quantificabile in circa 17000 ore (di
cui il 50% a carico del progetto) e per
altrettante ore sono stati impegnati i
docenti universitari (di cui solo il 14%
a carico del progetto). EÁ evidente
quindi che giaÁ a livello quantitativo
l'impatto eÁ stato notevolissimo; una
prima valutazione qualitativa del progetto puoÁ farsi dall'analisi delle risposte ai questionari sottoposti a studenti
ed insegnanti che hanno partecipato
alle attivitaÁ del progetto (prevalentemente ai laboratori). Complessivamente sono stati raccolti circa 4000
questionari studenti. Anche se i risultati sono preliminari, tuttavia eÁ abbastanza palese l'alto gradimento riscosso dalle varie iniziative. In particolare, alla domanda se valesse la pena partecipare alle attivitaÁ il 94% degli
studenti e il 98% degli insegnanti risponde positivamente, confermando
appunto la validitaÁ delle attivitaÁ proposte come strumento per una migliore comprensione della disciplina e
per suscitare un maggiore interesse
verso la Fisica. Molto positive sono
anche le indicazioni, da parte degli
insegnanti, relative alla ricaduta delle
attivitaÁ nella didattica ordinaria, cioeÂ
le attivitaÁ svolte sono state stimolanti
per gli studenti e hanno fornito anche
degli spunti didattici da riportare nella
didattica quotidiana in classe. Pertanto la valutazione complessiva del progetto ``Orientamento Preuniversitario
e Formazione Insegnanti'' sembra indicare un netto successo del primo
anno di attivitaÁ.
Sul progetto ``Formazione triennale,
stage e post-laurea'' non mi soffermo
molto, giusto il tempo di dire che eÁ un
progetto, anch'esso impegnativo, che si
propone di condurre un'indagine sulla
situazione della formazione universitaria triennale, anche in vista dell'attuazione del DM270/04. Dall'esigenza,
come dicevo prima, di una maggiore
trasparenza sugli sbocchi lavorativi (a
tal fine ritengo importante l'istituzione
dell'ordine professionale dei fisici) eÁ
attualmente in corso un'analisi dei
fabbisogni professionali, con l'obiettivo
di verificare la coerenza fra obiettivi
formativi dei diversi percorsi di laurea
e professionalitaÁ attese dal mondo delle
imprese, anche al fine di individuare
percorsi formativi post-laurea, master.
Il progetto nazionale coinvolgeraÁ,
quindi, nelle varie azioni, piuÁ partners:
UniversitaÁ, Confindustria, singole imprese, enti di ricerca, anche al fine di
realizzare una banca dati che raccolga
l'offerta, da parte di aziende ed enti di
ricerca, di stages di tirocinio formativo
in campi di applicazione della fisica.
Sorvolo sul resto e vado direttamente
al progetto «Borse di studio». Sono state
bandite 43 borse per immatricolandi a
corsi di laurea della classe 25 ``Scienze e
Tecnologie Fisiche'', con un grosso cofinanziamento da parte dell'INAF e da
alcune sedi universitarie, con il supporto
organizzativo della SIF, come dicevo,
che eÁ stato di un'efficienza eccellente.
Sono state contattate 5000 scuole, a cui
eÁ arrivato il bando a maggio scorso,
proprio a chiusura delle attivitaÁ scolastiche. Sono pervenute alla SIF 500 domande; alle prove di concorso, svoltesi il
7 settembre nei vari dipartimenti di Fisica, hanno partecipato 452 studenti.
Poiche le prove si sono appena svolte,
riporto dei dati preliminari sull'esito
delle stesse e sulla tipologia dei partecipanti. In particolare, il 60% dei partecipanti appartiene a regioni del nord ed
il 40% del centro-sud-isole. Sono stati
dichiarati idonei 179 candidati e di essi il
70% eÁ del nord, il 30% del centro-sud; dei
43 vincitori il 65% eÁ del nord, il 35% del
centro-sud-isole. Per quanto riguarda la
distribuzione ragazze/ragazzi, fra i partecipanti solo il 25% sono ragazze, fra gli
idonei il 16% e fra i vincitori solo il 14%
sono ragazze. Relativamente alla tipologia degli studenti che hanno partecipato,
si eÁ trattato di studenti eccellenti, dei 43
vincitori, infatti, 39 si sono maturati con
100, dei 179 idonei ben 125 si sono maturati con 100. Siamo sicuramente fortunati, da questo punto di vista, perche i
nostri studenti sono veramente eccezionali. Si faraÁ ovviamente un'analisi piuÁ
dettagliata e, speriamo, con il consenso
del Ministero, che questa iniziativa, che
ha riscosso un grande successo, possa
continuare nel tempo. Grazie ancora alla
SIF.»
G.-F. Bassani: «Questa relazione
verraÁ pubblicata.
9) Volevo adesso chiedere al rappresentante degli studenti in fisica di
dire qualche cosa sulla loro Associazione Studenti di Fisica. Prego.»
F. Teocoli: «Buonasera, sono Francesca Teocoli, studentessa dell'Unical e
rappresento, in qualitaÁ di Presidente,
l'Associazione Nazionale degli Studenti
di Fisica. Sono molto contenta di essere
qui, per la prima volta, a Torino e per la
seconda volta ad un congresso della
SIF, al quale siamo stati invitati, come
Associazione di Studenti di Fisica, dal
Presidente, il Prof. Bassani. Sono qui in
rappresentanza, con altri membri del-
l'associazione, ed eÁ per noi sempre un
momento di confronto, abbiamo, tra
l'altro, seguito con interesse la discussione che riguardava la creazione
di un albo, l'ordine dei fisici, di cui noi
poi potremo ad usufruire in un futuro.
L'associazione, come alcuni di voi giaÁ
sanno, nasce nel 2005, da un'idea di uno
studente, a Modena e successivamente
ha contagiato altri studenti, ora contiamo dieci atenei. Nell'estate del 2005
a Coimbra abbiamo partecipato alla
Conferenza Internazionale di Studenti
di Fisica e successivamente, a Catania,
in settembre, a quello che per noi eÁ
stato il primo Congresso della SocietaÁ
Italiana di Fisica. EÁ stato proprio in
occasione del Congresso che eÁ sorta
formalmente la nostra Associazione
attraverso l'approvazione dello statuto.
EÁ stato un momento molto importante
per noi studenti che credevamo nella
nascita e nello sviluppo dell'AISF. Nel
giugno di quest'anno, del 2006, eÁ stato
organizzato un convegno a Pisa, grazie
all'aiuto finanziario della SIF e in collaborazione anche con IAPS (Associazione Internazionale degli Studenti di
Fisica). Questo incontro ha visto,
quindi, anche la partecipazione di studenti stranieri. I lavori sono durati tre
giorni, durante i quali si eÁ svolto un
ricco programma scientifico, l'apertura
del workshop eÁ avvenuta nelle aule del
dipartimento di fisica dell'universitaÁ di
Pisa, siamo stati accolti dal presidente
del Consiglio del Corso di Laurea, il
Prof. Costantini, e dal Prof. Bassani,
successivamente ci sono state visite al
LENS a Firenze, all'esperimento Virgo,
presso Cascina, e, in concomitanza a
questo programma scientifico, si eÁ
sviluppato anche un programma culturale, come le visite alle cittaÁ di Lucca,
Firenze e Pisa. Il fulcro di questo
evento eÁ stato nell'ufficializzazione
dell'associazione, attraverso l'elezione
del consiglio direttivo, ultimamente
siamo in fase di completamento dell'iter burocratico. Successivamente a
quest'evento, quest'estate, a Bucarest,
abbiamo partecipato alla Conferenza
Internazionale degli Studenti di Fisica.
A Bucarest abbiamo avuto una partecipazione non solo alta da un punto di
vista dei numeri, ma soprattutto stimolante dal punto di vista scientifico,
percheÁ alcuni di noi studenti hanno
presentato delle lectures inerenti al
proprio ambito di studio, quindi abbiamo partecipato attivamente alla
Conferenza. Inoltre durante la Conferenza siamo stati riconosciuti sul piano
internazionale come Associazione di
Studenti Italiani di Fisica, quindi come
National Committee. Oggi siamo nuovamente presenti al Congresso della
SocietaÁ Italiana di Fisica, il periodo per
noi studenti eÁ un po' sfortunato a causa
degli esami e alle sedute di laurea,
percioÁ oggi siamo una scarna rappresentanza rispetto a quanti siamo
realmente. I nostri propositi per il futuro sono comunque di organizzare un
evento, entro l'anno, che abbia un ricco
programma scientifico e che porti
nuovi studenti ad affacciarsi alla nostra
IL NOSTRO MONDO
associazione, a conoscerci meglio. Per
questo, abbiamo in cantiere di creare
un sito internet un po' piuÁ solido, in
modo tale che le nostre comunicazioni
non avvengano solo attraverso i dipartimenti, quindi non vengano filtrate
dai dipartimenti, ma che siano indirizzate direttamente agli studenti, percioÁ a breve ci affacceremo sul web con
un sito attraverso il quale tutti gli studenti potranno ricevere piuÁ informazioni possibili sull'Associazione. Tengo
a precisare che sul sito dell'Anno Internazionale della Fisica eÁ presente un
resoconto del nostro meeting di Pisa,
quindi, ulteriori informazioni su di noi
sono giaÁ on-line. Infine, ringraziamo la
SIF per il sostegno, il supporto finanziario che ci ha fornito e soprattutto
speriamo entro breve di diventare forti
e indipendenti, in modo da organizzare
un numero maggiore di convegni, di
meeting, ma soprattutto ci mettiamo a
disposizione, in quanto studenti, come
interfaccia sul mondo studentesco. Di
nuovo grazie e buona serata.»
G.-F. Bassani: «Molte, molte grazie.
Noi cercheremo in tutti i modi, lo dichiaro qui perche ne abbiamo parlato in
Consiglio, di aiutare l'Associazione Studenti di Fisica. Aiutarli a crescere e andare avanti. E da questo trarremo anche
un beneficio come SocietaÁ dei Fisici,
nell'incrementare lo spirito di appartenenza al nostro mondo. A questo punto
io chiuderei la riunione a meno che non
ci siano ulteriori, particolari richieste
nelle varie ed eventuali. Non vedo particolari, ulteriori richieste, direi che la
riunione eÁ stata piuttosto ricca di argomenti, ed eÁ soddisfacente sotto tutti i
punto di vista. E vi ringrazio molto.
Buonasera. E buon proseguimento di
congresso.»
MIGLIORI COMUNICAZIONI PRESENTATE AL XCII CONGRESSO NAZIONALE
Á ITALIANA DI FISICA
DELLA SOCIETA
Torino, 22 settembre 2006
SEZIONE 1
Fisica nucleare e subnucleare
Primo Premio
DE SANCTIS Umberto, INFN e UniversitaÁ di Milano
``Ricerche di supersimmetria con il
Rivelatore ATLAS''.
GNESI Ivan, UniversitaÁ di Torino e
INFN di Torino
``Interactions of p in 4He at 218 MeV/c.''
Secondo Premio
L OPEZ Loredana, INFN di Bari
``Spettroscopia del charm in BaBar''.
PREGHENELLA Roberto, INFN di Bologna e UniversitaÁ di Bologna
``Il sistema di test con raggi cosmici
dei moduli e dell'elettronica finale del
rivelatore TOF di ALICE.''
RAIMONDO Luisa, CNISM e UniversitaÁ
di Milano-Bicocca
``Exciton mobility and disorder in
oligothiophene crystals.''
SEZIONE 3
Astrofisica e fisica cosmica
Fisica della materia (materia condensata, atomi, molecole e plasmi)
Primo Premio
VIRGILIO Michele, UniversitaÁ di Pisa
``A tight-binding approach to valence
and conduction intersubband transitions in SiGe, Ge-rich, quantum wells
grown on (001) Si0.5 Ge0.5 substrates''.
M ARCHETTI Riccardo, UniversitaÁ di
Trieste SISSA e INFM-DEMOCRITOS
di Trieste
``Berry-phase approach to adiabatic
ab initio molecular-dynamics simulations of condensed-matter systems
in large magnetic fields: H2''.
Secondo Premio
TERRA Federica, UniversitaÁ di Roma
``Tor Vergata''
``Analisi mediante sensori CCD di raggi
X emessi da un sistema laser plasma''.
Secondo Premio
PECKA Alejandra, UniversitaÁ di Torino
e INFN di Torino
``Il sistema di monitoraggio del fascio
per il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica''.
Primo Premio
BALESTRA Silvia, UniversitaÁ di Bologna
``L'esperimento SLIM (Search for
LIght Magnetic Monopoles)''.
SEZIONE 5
Elettronica e fisica applicata
Secondo Premio
Primo Premio
D'ELIA Marcella, UniversitaÁ di Lecce
``Caratterizzazione fisica di minerali
biotici e abiotici di interesse esobiologico''.
SEZIONE 4a
SEZIONE 2
``Force-induced unfolding of single T4
lysozyme molecules''.
Geofisica e fisica dell'ambiente
Primo Premio
CAVA Daniela, ISAC-CNR di Lecce
``Chiusura a breve termine del bilancio energetico superficiale''.
ROMANO Paolo, CNR Catania
``La nuova versione del sistema XRD
portatile del laboratorio LANDIS e la
sua applicazione per la caratterizzazione dei pigmenti presenti su frammenti di affresco di epoca romana''.
Secondo Premio
GIURGOLA Stefano, Avanex Corporation, Milano
``Metalli ultrasottili: una valida alternativa ai TCO per applicazioni optoelettroniche''.
Secondo Premio
BALANZINO Alessia, UniversitaÁ del
Piemonte Orientale, Alessandria
``Valutazione modellistica dell'inquinamento fotochimico nell'Italia settentrionale''.
SEZIONE 4b
Biofisica e fisica medica
Primo Premio
CECCONI Ciro, S3-INFM-CNR di
Modena
SEZIONE 6
Didattica e storia della fisica
Primo Premio
CARPINETI MARINA, UniversitaÁ di Milano
``Facciamo luce sulla materia: uno
spettacolo di fisica per la scuola''.
Secondo Premio
CONTI Valentina, UniversitaÁ dell'Insubria
``Como: scuole e famiglie alla scoperta della fisica''.
27
ENERGIA, SVILUPPO e AMBIENTE
R. A. Ricci, Presidente Onorario SIF
LNL, INFN, Legnaro (PD)
28
Questo titolo eÁ ripreso da quello del Convegno
Nazionale organizzato dalla SIF nel 1987, due mesi
prima della Conferenza Nazionale dell'Energia che,
a seguito delle ripercussioni del disastro di Chernobyl, segnoÁ l'avvio di un referendum che eÁ costato
al nostro Paese l'uscita dalla produzione di energia
nucleare con conseguenze certamente discutibili e
comunque non positive per una efficiente politica
energetica la cui crisi eÁ ancor oggi evidente (1).
Alcune considerazioni di quel Convegno in
particolare della «Dichiarazione» emersa dal Panel costituito da E. Amaldi, F. Amman, N. Cabibbo,
C. Castagnoli, D. Palumbo, R. A. Ricci, C. Rubbia,
G. Salvini e C. Villi, poi sottoscritte da circa 900
fisici italiani e che appaiono di (incredibile) attualitaÁ ancor oggi, sono qui riprese:
«La struttura della societaÁ moderna, lo sviluppo socio-economico e culturale, il tenore e la
qualitaÁ della vita, il livello di civiltaÁ e di indipendenza politica di una nazione dipendono
sempre piuÁ dal suo potenziale energetico e dall'efficienza dei sistemi di conversione e di utilizzo di esso.
L'aspetto dominante dell'attuale fase di sviluppo delle comunitaÁ umane eÁ la crescente domanda di energia e l'aumento del suo consumo
pro-capite. EÁ quindi il valore assoluto di tale
fabbisogno che conteraÁ nei prossimi decenni,
accentuato peraltro dall'espansione sociale e demografica dei Paesi in via di sviluppo, i quali
hanno giaÁ compiuto o si accingono a compiere
radicali mutamenti di struttura al fine di trasformare la loro esistenza in un sistema di vita
piuÁ complesso ed avanzato.
Sulla base di significative previsioni, l'indice
demografico mondiale si porteraÁ, nella prima
metaÁdel prossimo secolo a 8±9 miliardi di persone
ed il corrispondente indice di consumo energetico
saliraÁ a 15±20 miliardi di Tep (tonnellate equivalenti di petrolio), il doppio, cioeÁ, dell'attuale.
CioÁ significa che il problema energia ha dimensioni planetarie ed i conseguenti aspetti
scientifici, economici, sociali, culturali e politici
non possono essere affrontati con pregiudizi,
improvvisazioni e schematismi ideologici fuori
della portata storica di tale problema».
CioÁ riguarda il problema strategico della produzione e del fabbisogno di energia, chiave di
volta dello sviluppo della civiltaÁ umana a scala
planetaria ed implica un'analisi storica dell'evoluzione delle fonti energetiche basata su scale
temporali che si riflettono in periodi di coesistenza
obbligata, e rende necessario lo sfruttamento di
ogni forma di energia in particolare quello derivante dalle conquiste scientifiche e tecniche.
In effetti:
«........... La nascita, l'evoluzione e la storia di
ogni fonte energetica primaria, dal legno al nucleare, seguono leggi interpretabili su grandi intervalli di tempo e pertanto la penetrazione o il
declino delle varie forme di energia richiedono
lunghi periodi di coesistenza che rendono scientificamente inattendibili, economicamente inutili e
socialmente dannosi motivi di contrapposizione o
di alternativa ad oltranza. Il caso paradigmatico eÁ
dato dall'inconsistenza tecnologica e temporale
della competizione fra il consolidamento dell'energia nucleare da fissione e l'intensificarsi
delle ricerche sull'energia da fusione. Non solo
l'una non esclude l'altra ma l'insieme delle conoscenze, delle competenze e degli strumenti tecnologici relativi a impianti, controlli, sicurezza,
problemi ambientali e sanitari derivanti dall'uso
della prima costituisce un patrimonio prezioso per
lo sviluppo accelerato della seconda.
Nessun sistema socio-economico eÁ in grado di
svilupparsi al di laÁ dei ristretti limiti della sopravvivenza se la collettiviltaÁ non eÁ in grado di
trarre l'energia di cui ha bisogno da fonti diversificate e sempre piuÁavanzate. CioÁrichiede l'utilizzo
ottimale non solo delle risorse naturali ma anche
delle grandi scoperte scientifiche e delle innovazioni tecnologiche e quindi.................. la rinuncia
volontaria all'utilizzazione e allo sviluppo di una
fonte quale la fissione nucleare............. costituirebbe una decisione non corrispondente allo sviluppo storico delle risorse energetiche dell'umanitaÁ.»
Entra nel gioco, ovviamente, la questione economica, termine di riferimento dello sviluppo da
cui oggi non puoÁ piuÁ essere disgiunta la questione
ambientale:
«In presenza di costi tendenzialmente crescenti
delle risorse tradizionali, al progresso scientifico e
tecnologico si chiede lo sviluppo di nuove fonti a
costi minori, che al tempo stesso soddisfino le esigenze di difesa e protezione dell'ambiente espresse
dalla societaÁ. Per questo la diversificazione equilibrata delle varie fonti diventa importante anche ai
fini di ottimizzarne l'impatto ambientale: il massimo sforzo deve essere fatto per utilizzare al meglio
le altre risorse energetiche disponibili (gas naturale, energia solare, geotermica, eolica, idrica ecc.)
R. A. RICCI: ENERGIA, SVILUPPO E AMBIENTE
intensificando inoltre le ricerche sui processi di
trasformazione di sintesi dei combustibili fossili e
delle biomasse e sulla riduzione del corrispondente
inquinamento ambientale, nonche gli ulteriori
sviluppi nel campo dei reattori nucleari e delle ricerche sulla fusione nucleare, oltre ad una migliore
razionalizzazione dei consumi energetici».
Ecco quindi apparire i tre termini (ENERGIASVILUPPO-AMBIENTE) che costituiscono gli
aspetti essenziali di una grande sfida del secolo
XXI. Lo sviluppo come primo termine di riferimento dell'evoluzione delle societaÁ umane non
puoÁ piuÁ prescindere dal problema energetico e
dalla questione ambientale.
Da una parte il problema della disponibilitaÁ
energetica con le sue implicazioni economiche,
sociali, geopolitiche e ambientali eÁ, qualora non se
ne fosse ancora percepita l'essenzialitaÁ e le caratteristiche planetarie, ormai diventato il «problema dei problemi» e implica piuÁ che mai non
solo valutazioni e discussioni socio-politiche ma
anche e soprattutto corrette analisi e interpretazioni tecnico-scientifiche. Una «cultura dell'energia» piuÁ fondata su queste basi diventa
sempre piuÁ necessaria ed eÁ propedeutica ad una
piuÁ corretta cultura ambientale e socio-economica. Ci si riferiraÁ nel seguito, come modello di un
esame obbiettivo della situazione energetica
mondiale, alle analisi condotte da decenni ormai
dalla IIASA di Laxenburg (Vienna) (2), che mostrano come il ricorso alle diverse fonti energetiche primarie risponde ad un processo di competizione e di sostituzione logistica.
Dall'altra parte, la questione ambientale, dopo
essere stata trascurata per un certo periodo in cui
lo sviluppo industriale ha avuto connotati dominanti nei Paesi piuÁ progrediti si eÁ imposta come
tematica socio-politica sempre piuÁ impellente fino
a costituire un aspetto perfino ineluttabile, tale da
condizionare spesso anche acriticamente e senza
una corretta base scientifica decisioni politiche di
dubbio valore.
Entrambi i problemi sono peculiari e, se non
potranno essere risolti dalla sola scienza, sicuramente la scienza puoÁ suggerire i modi possibili ed
efficaci per affrontarli e valutare le conseguenze
positive e negative di ogni scelta sociale e decisione politica (rapporto costi/benefici).
Fig. 1. ± MortalitaÁ infantile e longevitaÁ in funzione del
consumo energetico (Studio IIRSA, 1977).
umane, come mostra la fig. 1, in cui vengono riportati gli andamenti di due indicatori di prima approssimazione di uno sviluppo socialmente accettabile: la mortalitaÁinfantile e l'aspettativa di vita in
funzione del consumo energetico pro-capite (3).
PiuÁ correttamente eÁ stato formulato recentemente un indice della qualitaÁ della vita (o grado di
benessere) definito come HDI (Human Development Index), in italiano ISU (indice di sviluppo umano), basato su tre indicatori: LongevitaÁ (attesa di vita), Livello di istruzione (alfabetizzazione, attivitaÁ) e Standard di vita (rapporto PIL/abitante). Uno studio effettuato dalle
Nazioni Unite su 60 Paesi (90% della popolazione
mondiale) mostra chiaramente una forte correlazione tra ISU e consumo di elettricitaÁ.
1. ± Il problema energetico.
Una strategia globale della produzione di energia
Áe quindi essenziale per lo sviluppo delle societaÁ
Fig. 2. ± Popolazione mondiale (simbolo) ed energia
primaria (linea continua).
29
IL NUOVO SAGGIATORE
Fig. 3. ± Evoluzione storica dei consumi globali di energia primaria (1 Mtep = 11 700 kWh ' 10 000 Mcal).
La media dei consumi energetici mondiali eÁ di
circa 40000 kWh/ab.anno, pari a un poÁ piuÁ di 3 Tep
(e un poÁ meno di 40000 Mcal), che corrisponde al
consumo medio italiano. Naturalmente cioÁ nasconde le differenze anche notevoli tra Paesi dell'OCSE e Paesi in via di sviluppo. Se il consumo
medio dei PVS fosse pari a quello italiano, il fab-
bisogno globale salirebbe a circa 20 Gtep, ossia al
doppio di quello attuale.
La crescita dei consumi mondiali di energia primaria eÁ riportata in fig. 2, insieme con l'andamento
della popolazione del pianeta dal 1850 in poi.
Si vede che, a partire dal 1950, la crescita
energetica sale molto piuÁ rapidamente fino a toc-
30
Fig. 4. ± Evoluzione delle curve logistiche delle fonti di energia primaria (penetrazione nel mercato).
R. A. RICCI: ENERGIA, SVILUPPO E AMBIENTE
care, per i 6 miliardi di abitanti degli anni 2000, i 10
GTep di consumi di energia primaria.
L'analisi della IIASA rende conto dell'evoluzione
delle varie fonti energetiche in un contesto di
crescita dei consumi globali che procede ad un
tasso di circa il 2% annuo (v. fig. 3). In valore assoluto tale fabbisogno eÁ giaÁ arrivato ad oltre
11 Gtep corrispondenti ad una potenza primaria
totale necessaria di piuÁ di 12 TW (equivalenti all'utilizzo di 12000 centrali da 1000 MW) di cui circa
il 14% per la produzione di energia elettrica.
Le varie fonti primarie, dal legno al carbone, al
petrolio, al gas naturale, all'energia nucleare, alle
energie rinnovabili, si sono succedute e si succedono convivendo e sostituendosi mano a mano per
motivi di convenienza economica, di adattabilitaÁ
sociale, di possibilitaÁ tecniche e di impatto ambientale. Esse come tutte le innovazioni si sviluppano ad ondate successive riproducibili secondo equazioni logistiche (equazioni di Volterra),
coesistendo e superandosi come mostra la fig. 4.
Una scoperta interessante di queste analisi eÁ che
le distanze tra i punti centrali di queste logistiche
sono di circa 55 anni (cicli di Kondratiev), che
rappresentano mediamente gli intervalli temporali
delle ondate successive.
Oggi la convivenza e la competitivitaÁ delle fonti
di energia piuÁ utilizzate, utilizzabili e disponibili su
larga scala riguarda soprattutto il petrolio, il gas
naturale, il carbone e, sia pure in misura ancora
meno rilevante, l'energia nucleare da fissione.
L'attesa di ulteriori nuove fonti (fusione, solare?)
fa parte di questo secolo. In ogni caso una fonte
che abbia penetrato circa il 5% del mercato non
torna piuÁ indietro.
Tabella I. ± Produzione mondiale d'energia primaria e
contributo percentuale dalle varie fonti (2003).
Fonte
Petrolio
Carbone
Gas naturale
Nucleare
Idroelettrico
Altre rinnovabili
Totale
Energia prodotta
(MTep)
Percentuale
sul totale
4000
2500
2400
670
680
250
10550
38
24
23
6.5
6.5
2
100
Al 2003 la distribuzione delle fonti primarie eÁ
riportata in tabella I.
Si vede che i combustibili fossili costituiscono
circa l'85% del totale (v. anche tabella II, dove eÁ
Tabella II.
Produzione energetica mondiale
Fossile
Nucleare
Geotermia
Idroelettrico
Solare non idro
85,5%
6,5%
0,5%
6,5%
1 %
Produzione d'energia elettrica
Tipo
Mondo
UE
Fossili
Nucleare
Idroelettrico
Altre rinnovabili
65%
16%
17%
2%
50%
30%
17%
3%
riportata anche la distribuzione percentuale della
produzione di energia elettrica).
Tenendo conto non solo dei problemi di sicurezza e ambientali, ma anche delle prospettive di
approvvigionamento (40-50 anni per il petrolio, 50
e 200 rispettivamente per il gas e il carbone, al
ritmo dei consumi attuali) eÁ chiaro che, malgrado
il predominio dei combustibili fossili (ancora per
due o tre decenni all'incirca) la riduzione delle riserve e il conseguente aumento dei costi impongono la necessitaÁ di utilizzare fonti alternative. CioÁ
anche in relazione alle previsioni ormai realistiche
di una crescita della popolazione mondiale di circa
il 25% nei prossimi 20 anni (da 6 a 7,5 miliardi di
abitanti) e di un corrispondente aumento dei
consumi totali di energia (e delle concomitanti
emissioni di CO2) del 50%. Tali crescite riguarderanno soprattutto i paesi in via di sviluppo, in
particolare le cosiddette «economie emergenti»,
come ad esempio la Cina, l'India e alcuni paesi del
Sud America.
Un altro fatto incontrovertibile eÁ la tendenza
all'aumento dei costi di approvvigionamento del
petrolio che trascina sempre il prezzo di tutti i
prodotti energetici). Esso pone seri problemi, anche se non tutti gli economisti sono d'accordo, di
fronte alla realtaÁ delle scorte mondiali Ð 2700
miliardi di barili, di cui giaÁ 1000 consumati Ð e
senza contare il fatto che appare sempre piuÁ credibile l'ipotesi di Hubbert sulla curva della effettiva disponibilitaÁ del petrolio, la cosiddetta curva
critica, (v. fig. 5) il cui massimo (paritaÁ fra domanda e offerta) verrebbe a cadere fra non piuÁ di
10 anni dopodiche la domanda supererebbe l'offerta.
Il confronto tra possibili nuove risorse e ritmo
accelerato dei consumi appare negativo di fronte
alla scomoda veritaÁ che l'80% del petrolio oggi
prodotto proviene da giacimenti scoperti prima
31
IL NUOVO SAGGIATORE
Fig. 5. ± Le risorse petrolifere (la curva di Hubbert).
del 1973 e che la capacitaÁ produttiva della grande
maggioranza dei giacimenti sta declinando. Vi eÁ
discussione su possibili nuove scoperte, anche se
la tendenza dopo il massimo degli anni 60, eÁ alla
diminuzione.
Infine, occorre considerare che il fabbisogno
tendenziale di petrolio eÁ dettato ormai piuÁ che dai
paesi industriali avanzati, dalla domanda che
vanno esprimendo le vaste aree geopolitiche in via
di sviluppo e si stima che cresceraÁ del 60% entro il
2020.
32
dere, anche violente seppure inefficaci: Nel 1700, a
Londra, furono emessi editti per proibire l'uso industriale del carbone, pena la morte. E tuttavia il
consumo del carbone crebbe esponenzialmente
(v. curva logistica di fig. 4), sostituendo progressivamente la legna.
La societaÁ del resto, funziona come un grande
sistema autoregolantesi, che procede per azioni e
reazioni cercando di compensare gli eccessi con
circuiti di controllo (cfr. C. Marchetti) (4):
Ð l'animismo delle antiche religioni che ammoniva a non tagliare gli alberi abitati dagli spiriti;
Ð l'avvento di leggi e tecnologie di controllo
con il cristianesimo e il rinascimento.
In Inghilterra l'aumento del consumo di carbone
non peggioroÁ la situazione grazie a migliori tecniche di combustione, scelta dei carboni e uso di alti
camini.
Un esempio interessante di sostituzione logistica eÁ riportato da C. Marchetti: nel 1920, negli
USA, il mezzo piuÁ comune di trasporto era il cavallo (25 milioni di cavalli) ma cominciava l'era
dell'automobile, che tuttavia, per velocitaÁ e costo,
non era affatto competitiva con il cavallo. Il fatto
discriminante fu il problema dei parcheggi notturni e delle emissioni: 20 chili al giorno per cavallo! Cito il passaggio di Marchetti: «Anche se ai
contadini della mia giovinezza e ai Verdi di oggi
vengon le lacrime al pensiero, la societaÁ nel suo
insieme scelse il mezzo meno inquinante (piuÁ
ecologico): l'automobile!»
2. ± La questione ambientale.
Essa entra nel gioco ormai in modo determinante.
Storicamente parlando, tuttavia, l'uomo ha
sempre interferito con l'ambiente, fin dalla scoperta del fuoco, almeno per cioÁ che riguarda la
produzione di energia. Il fuoco veniva usato dapprima per distruggere boschi e creare praterie per
cacciare gli animali, poi per farne legname da ardere o per la costruzione di navi e rifugi. Lo sviluppo dell'agricoltura ha costituito una vera e
propria rivoluzione anti-ecologica. Con le concentrazioni delle attivitaÁ artigianali e industriali e
la conseguente crescita delle popolazioni umane,
si resero piuÁ interessanti nuove forme di energia
ed iniziarono le estrazioni di carbone fossile, aggiungendo nuove possibilitaÁ di inquinamento:
zolfo e catrami liberati nella combustione sotto
forma di fumi e anidride solforosa, oltre all'anidride carbonica, gas non inquinante ma tra gli artefici dell'effetto serra.
Reazioni sociali comunque non si fecero atten-
Fig. 6. ± Evoluzione dell'efficienza termodinamica di
secondo principio delle macchine di conversione dell'energia negli ultimi 300 anni.
R. A. RICCI: ENERGIA, SVILUPPO E AMBIENTE
Inoltre eÁ un fatto assodato che l'efficienza nell'uso dell'energia primaria eÁ cresciuta continuamente e secondo leggi precise. In fig. 6 eÁ riportata,
a titolo di esempio, l'evoluzione dell'efficienza
energetica (termodinamica) delle macchine di
conversione dell'energia (5).
Inoltre, poiche le varie fonti seguono, come
abbiamo visto, una dinamica temporale competitiva di tipo darwiniano e poiche ciascuna fonte
inquina in misura diversa, si puoÁ prevedere il mix
di fonti ottimali, il che ci fa dire che la penetrazione e la stabilizzazione nel mercato di fonti
primarie quali il carbone, il petrolio, il gas, il nucleare (da fissione oggi, da fusione forse domani) a
parte possibili fluttuazioni, si effettueranno nel
migliore dei modi possibili.
Per tornare piuÁ specificatamente alla questione
ambientale occorre tuttavia precisare che ogni
approccio a tale problema di tipo integralista e
anti-scientifico, come spesso sta avvendendo, rischia di arrecare piuÁ danni di quelli che si vorrebbero evitare e riparare. Si tratta di un atteggiamento che ha da qualche tempo sollevato la
pacata ma ferma reazione di scienziati, ricercatori
e tecnici, consapevoli che il corretto uso della ricerca e delle ricerche tecniche e scientifiche puoÁ
dare risposte, anche se non sempre decisive ma
certamente efficaci, non solo ai problemi energetici ma anche a quelli ambientali.
In questo contesto va vista anche la questione,
piuÁ strettamente correlata con la produzione di
energia, dell' «effetto serra» di origine antropica e
delle (presunte) conseguenze, secondo visioni
ormai diffuse, addirittura catastrofiche dal punto
di vista climatico quali la teoria (che di «teoria»
per ora si tratta) del «riscaldamento globale». Che
il pianeta in cui viviamo subisca cambiamenti climatici anche notevoli legati a variazioni di tem-
peratura di piuÁ di 5±6ëC nei secoli e nei millenni
della propria storia eÁ, o dovrebbe essere, noto ed eÁ
ampiamente studiato. Restano le crescenti preoccupazioni che le attivitaÁ umane possono essere
una causa importante delle apparenti alterazioni
del clima riscontrabili a livello planetario.
Esse tuttavia si confrontano con notevoli incertezze, dovute alla flessibilitaÁ dei modelli computerizzati utilizzati per i possibili scenari e alla variabilitaÁ
dei riscontri nelle misure di temperatura per esempio a terra, in aree urbane o con strumenti satellitari.
Non vi eÁ quindi accordo sul fatto che i gas-serra
antropogenici siano il fattore dominante.
Le misure proposte al fine di «rimediare» e
«prevenire» tale ipotetico rischio sono, come noto,
riassunte nel Protocollo di Kyoto. Tale Protocollo,
inteso come Patto Planetario e costruito sulla base
del cosiddetto Principio di Precauzione preso alla
lettera, senza una piuÁ approfondita analisi del
rapporto costi/benefici, sancisce le restrizioni e gli
interventi che i vari paesi si obbligano a rispettare
per ricondurre il tasso annuale di emissioni entro il
2012 (piuÁ precisamente tra il 2008 e il 2012) a un poÁ
meno del 95% del livello complessivo del 1990. In
ogni caso, comunque lo si giudichi, il Protocollo di
Kyoto, anche se interamente applicato, avrebbe
risultati poco significativi, visto che la richiesta
riduzione della CO2 (che, tra l'altro, non eÁ il principale gas serra, tenuto conto del vapor d'acqua e
del metano, ad esempio) avrebbe l'effetto di spostare al 2101 l'entitaÁ del riscaldamento globale,
qualunque ne sia l'origine, eventualmente prevista
per il 2100 (l'uno per cento).
Questi obbiettivi sono stati ribaditi a piuÁ riprese
senza tuttavia portare ad una ratifica unanime con
la posizione contraria di Stati Uniti e Australia e
l'incertezza di altri Paesi.
L'incertezza russa eÁ stata superata dietro forti
Fig. 7. ± Rilasci di CO 2 in tons/GWh dalla produzione di elettricitaÁ in vari paesi della comunitaÁ Europea.
33
IL NUOVO SAGGIATORE
34
pressioni dell'Unione Europea, che da sempre eÁ
in prima fila nella battaglia contro l'effetto serra
(antropico). Tuttavia lo zelo europeo non eÁ confortato da politiche virtuose, visto che solo 4
paesi (Germania, Svezia, Regno Unito e Francia)
sembrano in grado di arrivare a rispettare tali limiti, mentre per il resto, Italia compresa, si eÁ giaÁ
abbondantemente al di sopra (mediamente piuÁ
del 7±8%) (vedi fig. 7).
Non eÁ strano che tra i Paesi piuÁ virtuosi vi siano
quelli che usano in modo consistente l'energia
nucleare, l'unica fonte disponibile su larga scala,
esente da emissioni. SaraÁ pertanto problematico il
raggiungimento dell'obiettivo del 5,8% globale per
l'Unione Europea. EÁ probabile che, in una certa
misura, si possa fare affidamento alle compensazioni (compra-vendita di quote di emissioni tra
paesi in ecesso e paesi in difetto) con l'allargamento dell'Europa ai paesi dell'Est e inoltre con la
Russia, che eÁ entrata nel club Kyoto, visto che
quest'ultima si trova nella (temporanea) condizione di avere crediti di emissioni.
Il che saraÁ possibile nel breve termine a causa del
declino industriale (che ha ridotto le emissioni) di
questi paesi ma non saraÁ piuÁ sostenibile se, come eÁ
ineluttabile, essi vorranno rimettersi in marcia per
un piuÁ consistente sviluppo economico.
Ed eÁ qui che rientra il discorso sull'energia nucleare.
GiaÁ i Paesi dell'Europa a 15 utilizzano per la
produzione di elettricitaÁ una quota pari al 35% che
non muteraÁ sostanzialmente con l'allargamento ai
10 nuovi membri tutti produttori e utilizzatori di
energia elettronucleare (vedi fig. 8). Tale quota, se
si vuole contemperare un decente sviluppo economico con il rispetto del Protocollo di Kyoto, eÁ
semmai destinata ad aumentare.
Quali sono dunque le possibili vie da intraprendere? Secondo il Consiglio Mondiale dell'Energia: «Tutte le nazioni industrializzate si
rendono conto che la diversificazione dei combustibili nella produzione di energia elettrica
significa semplicemente che si dovranno usare
piuÁ carbone e piuÁ nucleare e che nessuna fonte di
energia dovraÁ essere trascurata per arbitrarie
ragioni politiche».
E veniamo al punto. Per far fronte ai fabbisogni
energetici di tutta la societaÁ umana, sempre piuÁ
legati alla evoluzione dei Paesi in via di sviluppo, si
dovraÁ prendere in conto ogni possibile soluzione
derivante da una lista completa delle sorgenti di
energia che l'umanitaÁ potraÁ spillare a una scala
significativa durante il secolo.
EÁ questo il motivo strategico di fondo per cui
occorreraÁ considerare, scientificamente oltre che
economicamente, tutte le fonti energetiche disponibili e potenziali senza discriminazione o
emarginazione di alcuna tramite un confronto oggettivo dei costi e dei benefici corrispondenti. E
qui arriva il «convitato di pietra», ossia l'energia
nucleare, che non puoÁ piuÁ essere discriminata a
priori e per la quale ragionevoli ripensamenti si
succedono sia a livello politico che mass-mediatico in Europa e in America.
EÁ sintomatico che alcuni tra i «guru» dell'ambientalismo antemarcia (il britannico James
Lovelock, «il padre di Gaia», Patrick Moore, uno
dei fondatori di Greenpeace, gli americani Steward Brand, Fred Krupp, Jonathan Lash, Gustave
Speed), di fronte al catastrofismo climatico del
pianeta, invochino l'uso dell'energia nucleare. Del
Fig. 8. ± Produzione di elettricitaÁ nell'unione europea
(nel 2002).
Fig. 9. ± Produzione d'elettricitaÁ delle centrali nucleari (totale mondiale).
3. ± Fonti energetiche. Il caso dell'energia
nucleare.
R. A. RICCI: ENERGIA, SVILUPPO E AMBIENTE
Fig. 10. ± Potenza nucleare totale installata nel mondo.
resto basta riflettere sul fatto che, contrariamente
a quanto si eÁ spesso propagandato, la produzione
di energia nucleare dopo Chernobyl non ha subito
un arresto. Dai circa 250 mila MWe del 1985 la
produzione di energia nucleare da fissione eÁ passata ai quasi 370 mila del 2000, con un aumento del
44% (v. fig. 9 e 10). E nuove centrali sono in costruzione in Giappone, Corea, Cina, Russia e Finlandia. Inoltre il fatto che grazie a significativi
progressi tecnologici la durata della vita di centrali
nucleari occidentali (in particolare negli Stati
Uniti) sia stata prolungata dai 25±30 anni ai 50±60
anni, rinvia la loro dismissione e costituisce un
atout economico e competitivo ben significativo
rispetto alla costruzione di nuovi impianti.
Del resto eÁ alquanto scorretto parlare di uscita
progressiva dal nucleare dei Paesi che detengono
tale patrimonio e ben si guardano dal privarsene.
Ne eÁ prova la Svezia (46% di energia elettrica
prodotta da 11 centrali nucleari) che, dopo un
primo referendum abrogativo, ha chiuso una centrale (BarsebaÈck) nel 2000 e rinviato ogni ulteriore
decisione «per la mancanza di alternative valide
sul piano economico e ambientale». La Svizzera ha
da poco tempo bocciato un referendum teso a
bloccare e a chiudere le sue cinque centrali nucleari. In Germania la decisione di limitare a 35
anni (in pratica fino al 2020) la vita utile degli
impianti nucleari trova notevoli opposizioni ed eÁ
difficile pensare che tale Paese possa permettersi
di rinunciare a una fonte che copre il 33% del
fabbisogno elettrico nazionale. La Francia, con la
conferma della sua scelta nucleare, registra il piuÁ
basso e stabile costo del KWh in Europa e ha ridotto dal 1973 a oggi la sua dipendenza energetica
dal 78 al 50% e le proprie emissioni di CO2 del 30%,
riuscendo a rientrare nei vincoli del protocollo di
Kyoto.
L'Italia «uscita» dal nucleare a seguito dell'interpretazione «politica» di un referendum di
venti anni fa, introdotto in modo surretizio ed artatamente inteso, eÁ tuttavia tra i Paesi europei che
utilizzano in modo consistente l'energia elettronucleare (16±18% del fabbisogno nazionale di
energia elettrica fornita dalle centrali di Francia,
Svizzera e Slovenia).
Fig. 11. ± Emissioni di gas a ``effetto serra'' dovuti alla produzione di energia elettrica.
35
IL NUOVO SAGGIATORE
4. ± Un confronto realistico: il caso Italia.
Tabella III.
Consumo elettrico italiano
36
Se si confrontano le varie fonti primarie tenendo
conto di tutti i costi, compresi quelli ambientali, si
trova che il costo totale per un impianto che produce 1000 MWe (MegaWatt elettrici) eÁ realisticamente di 1400±1500 $/kWe per il nucleare,
con un'area occupata di 15 ettari, 1770 $/kWe per il
carbone (area occupata 30 ettari), 1500 per l'olio
combustibile (20 ettari), 1200 per il gas naturale
(12 ettari) mentre, escludendo gli impianti idroelettrici, per le cosiddette nuove energie rinnovabili come il solare (fotovoltaico) e l'eolico, si
hanno rispettivamente costi totali di impianto di
7200 $ al kWe (area occupata 200 ettari) e 2400 $ al
kWe (12500 ettari).
Tenendo conto inoltre dei costi di funzionamento e della effettiva disponibilitaÁ, si ottiene che
il prezzo del kWe eÁ di circa 3-5 centesimi di euro
per il nucleare, 4 per il carbone, 7 per l'olio combustibile, 6 per il gas a ciclo combinato, 55 per il
fotovoltaico e 11 per l'eolico.
Corrispondentemente le emissioni di CO2, nulle
per il nucleare e le energie rinnovabili, ammontano a 7,5 Mtonn annue per il carbone, 6,2 per l'olio
combustibile e 4,3 per il gas. Differenze notevoli si
hanno anche per le emissioni di ossidi di zolfo e di
azoto, comuni a tutti i combustibili fossili e assenti
negli impianti nucleari, fotovoltaici ed eolici. Un
dato interessante eÁ il rapporto fra energie spesa ed
energia ricavata: 1,7% per il nucleare, 5% per il
carbone, 3% per l'olio combustibile, 3,8% per il gas
mentre sale al 27% per il fotovoltaico e al 16,7% per
l'eolico. Il che eÁ correlato con il fatto che il fattore
di carico (grosso modo la percentuale di utilizzazione) eÁ del 90% per le centrali nucleari, a carbone,
olio e gas, mentre eÁ del 15% e del 30% rispettivamente per il fotovoltaico e l'eolico. In effetti, a
fianco di un sistema rinnovabile va sempre previsto un metodo tradizionale di supporto e complemento, pena interruzioni impreviste ed imprevedibili, con un aggravio ulteriore di costi.
Vale la pena di concludere con alcune riflessioni
sul caso italiano.
L'energia primaria necessaria al nostro Paese eÁ
in continua crescita (185 Mtep nel 2000). Essa dipende da un'importazione pari all'82% del fabbisogno, con un esborso annuo che nel 2003 ha superato i 30 miliardi di euro. Il fabbisogno nazionale
eÁ coperto per il 65% attraverso il ricorso agli
idrocarburi (petrolio e gas naturale). La situazione
eÁ ancora piuÁ grave nel sistema elettrico, dove la
dipendenza dall'estero raggiunge l'84% e la dipendenza dagli idrocarburi l'80% (v. tabella III,
Combustibili Fossili
Nucleare (importato)
Geotermia+RSU
Idroelettrico
Altre rinnovabili
70,0%
14,5%
0,5%
2,2%
1.0%
Gli indici Tedeschi e quelli Italiani
Produzione Elettrica
D
I
Fossili
Nucleare
Rinnovabili
62,5%
28,1%
9,4%
82,3%
zero
17,7%
dove eÁ anche riportato un confronto con la situazione della Germania).
L'energia elettrica prodotta in Italia (in massima
parte utilizzando petrolio e gas naturale) costa il
60% piuÁ della media europea, due volte quella
prodotta in Francia e tre volte quella prodotta in
Svezia (vedi tabella IV).
Sul piano ambientale, secondo le valutazioni del
Ministero dell'Ambiente, l'attuazione del protocollo di Kyoto costerebbe all'Italia 360 dollari per
abitante, contro i 5 della Germania (33% nucleare)
e i 3 della Francia (78% nucleare).
Quanto alla possibilitaÁ di far fronte a tale situazione con il ricorso alle energie rinnovabili basta
ricordare che, a livello nazionale, il ruolo delle
fonti «rinnovabili» eÁ del 17,6% e, all'interno di
questa quota, il 96,8% eÁ prodotto con il rinnovabile
tradizionale (geotermico e idroelettrico). Le fonti
rinnovabili non tradizionali (0,1% in Italia) sono
sostanzialmente date dal fotovoltaico e dall'eolico,
con qualche contributo dalle biomasse.
Il quadro eÁ chiaro e il nostro Paese non puoÁ
prendersi il lusso di «guardare» il nuovo corso
energetico-ambientale che si imporraÁ nello sviluppo mondiale e che comprende (vedansi le
recenti decisioni del Regno Unito, degli Stati
Uniti e dei Paesi asiatici) un contributo apprezzabile dell'energia nucleare. Segnali positivi
Tabella IV. ± Prezzo del kWh relativo alla produzione
di energia elettrica in vari paesi europei.
Nazione
Italia
Gran Bretagna
Spagna
Francia
Germania
Svezia
Produzione
in TWh
Pezzo del
kWh in euro
276
368
235
536
545
143
0,056
0,039
0,036
0,033
0,027
0,022
R. A. RICCI: ENERGIA, SVILUPPO E AMBIENTE
sono la politica dell'ENEL (acquisto di centrali
nucleari in Slovacchia), l'accordo EDF-Edison,
che permetteraÁ all'Italia di entrare nella filiera
del nuovo reattore europeo EPR e ci si aspettano iniziative per una possibile partecipazione
ai progetti dei reattori di IV generazione all'interno di una vasta collaborazione internazionale.
In conclusione, appare chiaro che ogni politica energetica a livello mondiale, europeo e
quindi anche nel nostro Paese, non puoÁ neÁ potraÁ
prescindere da una analisi obbiettiva e comparata delle possibilitaÁ tecnico-economiche in
gioco. La stessa questione ambientale non potraÁ
essere affrontata seriamente e consapevolmente
senza una base conoscitiva scientificamente
corretta.
Il binomio energia-ambiente, che saraÁ la base
delle strategie socio-politiche di questo secolo, si
trova di fronte ad una sfida epocale. Posizioni
ideologicamente preconcette e disinformazioni
fuorvianti dovranno cedere il passo alle forze della
ragione.
Bibliografia
(1)
(2)
(3)
(4)
(5)
R. HABEL e S. S TIPCICH , Atti Conferenze SIF, vol. 11;
(Editrice Compositori, Bologna) 1987.
Vedi, ad es., C. MARCHETTI: «Energia e Ambiente: analisi sul
lungo termine» e C. M ARCHETTI e N. NAKICENOVIC : «The
Dynamics of Energy Systems Analysis»; IIASA RR-79-13
(1979); Atti Conferenze SIF, vol. 11 (Editrice Compositori, Bologna) 1987, p. 21.
F. C ASALI: «Energia pulita: quale?» (Cappelli Editore,
Bologna), 1987.
C. M ARCHETTI, op. cit.
G. P. B ERETTA : Energia, 27, n. 1 (2006).
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37
ETTORE MAJORANA:
GENIUS AND MYSTERY
A. Zichichi
University and INFN, Bologna
CERN, Geneva
38
Ettore Majorana's photograph taken from his university card dated 3 rd November 1923.
Abstract. ± The geniality of Ettore Majorana is
discussed in the framework of the crucial problems
being investigated at the time of his activity. These
problems are projected to our present days, where
the number of space-time dimensions is no longer
four and where the unification of the fundamental
forces needs the Majorana particle: neutral, with
spin 1/2 and identical to its antiparticle.
The mystery of the way Majorana disappeared is
restricted to few testimonies, while his geniality is
open to all eminent physicists of the XXth century,
who had the privilege of knowing him, directly or
indirectly.
Genius and mystery, a two-component insight
into Ettore Majorana: the geniality of his contributions to physics and the mystery of his
disappearance.
1. ± Leonardo Sciascia's idea.
This great Sicilian writer was convinced that
Ettore Majorana decided to disappear because
he foresaw that nuclear forces would lead to
nuclear explosives (a million times more
powerful than conventional bombs) like those
that would destroy Hiroshima and Nagasaki.
He came to visit me at Erice where we discussed this topic for several days. I tried to
change his mind, but there was no hope.
Sciascia was too absorbed by an idea that, for
a writer, was simply too appealing. In retrospect, after years of reflection on our meetings, I believe that one of my assertions about
Majorana's genius actually corroborated
Sciascia's idea. At one point in our conversations I assured Sciascia that it would have
been nearly impossible Ð given the state of
physics in those days Ð for a physicist to
foresee that a heavy nucleus could be broken
to trigger the chain reaction of nuclear fission.
Impossible for what Fermi called first-rank
physicists, those who were making important
inventions and discoveries, I suggested, but
not for geniuses like Ettore Majorana. May be
this information convinced Sciascia that his
idea about Majorana was not just probable, but
actually true. A truth that his disappearance
only further corroborated.
There are also those who think that his disappearance was related to spiritual faith, and
that Majorana retreated to a monastery. This
perspective on Majorana as a believer comes
from Monsignor Francesco Riccieri, the confessor of Ettore. I met him when he came from
Catania to Trapani as Bishop.
Remarking on his disappearance, Riccieri
told me that Ettore had experienced «mystical
crises» and that in his opinion, suicide in the
sea was to be excluded. Bound by the sanctity
of confessional, he could tell me no more.
After the establishment of the Erice Centre,
which bears Majorana's name, I had the privilege of meeting Ettore's entire family. No one
ever believed it was suicide. Ettore was an
enthusiastic and devout Catholic and, moreover, he withdrew his savings from the bank a
week before his disappearance. The hypothesis shared by his family and others who had
the privilege to know him (Laura Fermi was
one of the few) is that he retired to a
monastery.
ANTONINO ZICHICHI: ETTORE MAJORANA: GENIUS AND MYSTERY
Laura Fermi at the Subnuclear Physics School in Erice
(1975), lecturing on her recollections of Ettore Majorana.
2. ± Enrico Fermi: few others in the world
could match Majorana's deep understanding
of the physics of the time.
When he disappeared, Enrico Fermi said to
his wife: «Ettore was too intelligent. If he has
decided to disappear, no one will be able to find
him. Nevertheless, we have to consider all possibilities»; in fact, he even tried to get Mussolini
himself to support the search. On that occasion,
Fermi said: «There are several categories of
scientists in the world; those of second or third
rank do their best but never get very far. Then
there is the first rank, those who make important discoveries, fundamental to scientific
progress. But then there are the geniuses, like
Galilei and Newton. Majorana was one of
these.» (Rome 1938).
A genius, however, who looked on his own
work as completely banal; once a problem was
solved, he did his best to leave no trace of his
own brilliance. This can be witnessed in the
stories of the «neutron» discovery (half of our
weight comes from neutrons) and the hypothesis of the «neutrinos» that bear his name; we
share below two testimonies, one by Emilio
Segre and Giancarlo Wick (on the neutron) and
the other by Bruno Pontecorvo (on neutrinos).
Majorana's comprehension of the physics of his
time, according to Enrico Fermi, had a profundity and completeness that few others in the
world could match.
The proof of this statement is the content of
my attempt to illustrate Majorana's scientific
work. In the early thirties of the last century, the
great novelty was the Dirac equation, which we
will illustrate in Section 5. This unexpected
equation could finally explain why the electron
could not be a scalar particle and had to be a
particle with spin 1/2 (in Planck's units: h), the
reason being relativistic invariance. The same
equation gave as a consequence of the existence
of a particle the existence of its antiparticle,
thus generating the «annihilation», i.e. the destruction of both the particle and its antiparticle. We will see the enormous consequences of this new phenomenon 1.
Ettore Majorana, in his 1932 paper (see Section 7) [Majorana 1932], demonstrated that relativity allows any value for the intrinsic angular
momentum of a particle. There is no privilege
for spin 1/2. Concerning the necessity for the
existence of the antiparticle state, given the
existence of a particle, Majorana discovered
[Majorana 1938] that a particle with spin 1/2 can
be identical to its antiparticle. We know today
that it is not the privilege of spin 1/2 particles to
have their antiparticle and that relativity allows
any value for the spin. However, for the physicists of the time, these were topics of great
concern.
The Dirac equation was the starting point of
the most elaborated description of all electromagnetic phenomena, now called quantum
electrodynamics (QED). We also know that the
fundamental particles are of two types: spin 1/2
and spin 1. The spin 1/2 particles (quarks and
leptons) are the building blocks of our world.
The spin 1 particles are the «glues», i.e. the
quanta of the gauge fields. We do understand the
reason why the gauge fields must have spin 1:
this is because the fundamental forces of nature
1
THE GOLD MINE OF THE DIRAC EQUATION WAS THE GREAT
± I once had the privilege of
speaking to the great Russian physicist Piotr Kapitza, who
was at Cambridge with Dirac, where they were both pupils
of Rutherford. Every week the pair would attend a lecture.
«No matter what the topic of the seminar», Kapitza told me,
«at the end of the lecture I would always address the same
question to Dirac: ``Paul, where is the antielectron?''.»
Kapitza was a great friend of Dirac, but he remained convinced that his equation was only creating trouble. His
comments are a reminder that no one at the time took
Dirac's equation seriously. No one suspected what a gold
mine the equation would turn out to be.
But the problems posed by this equation were of fundamental importance. They were: What is the origin of spin 1/2 ?
Do antiparticles need to exist for all types of spin 1/2 particles? Can a spin 1/2 particle exist and be identical to its
antiparticle? Can a particle of any spin have its own antiparticle?
These were the problems of which Ettore Majorana
wanted to understand how they could be connected to the
foundations of physics.
CONCERN OF ETTORE MAJORANA
39
IL NUOVO SAGGIATORE
40
originate from a basic principle called local
gauge invariance. This principle dictates that
the energy density must remain the same if we
change something in the mathematical structure
that describes the given fundamental forces of
nature. For example, if the mathematical structure of the given force is described by a group
such as SU(3) (this is the case for the strong
force acting between quarks and gluons; the
number 3 refers to the number of complex «intrinsic» dimensions where the group exists) we
can operate changes obeying the mathematics
of the group SU(3), and the physics must remain
the same. By requiring that the physics must
remain the same for changes in other «intrinsic»
dimensions, 2, and 1, where other symmetry
groups SU(2) and U(1) exist, we get the weak
and the electromagnetic forces. It took three
quarters of a century to discover that these two
forces originate from a mixing between the
SU(2) and the U(1) gauge forces. The changes in
the «intrinsic» dimensions 3, 2, 1 can be made at
any point in space-time; this is the meaning of
«local» in the gauge invariance. This locality
produces the spin 1 for the quantum of the three
gauge forces SU(3), SU(2) and U(1), and spin 2
for the gravitational force, because here the
«gauge» invariance refers to the Poincare symmetry group, which exists in Lorentz space-time
dimensions, not in the «intrinsic» dimensions
where the symmetry groups SU(3), SU(2) and
U(1) exist. Since all fundamental forces (electromagnetic, weak, strong and gravitational)
originate from a local gauge invariance, we understand why the quanta of these forces must
have spin 1 and 2. The reason why the building
blocks are all with spin 1/2 remains to be understood.
Victor F. Weisskopf with the author (1960).
What Majorana proved about the Dirac equation was correct: neither the spin of the electron
nor the existence of its antiparticle was a «privilege» of spin 1/2 particles. In fact there is no
single particle relativistic quantum theory of the
sort which Dirac initially was looking for. The
combination of relativity and quantum mechanics inevitably leads to theories with unlimited numbers of particles. We do not know
why the Standard Model needs only spin 1/2 and
spin 1 particles, plus spin 0 particles associated
with imaginary masses. But we know that the
Dirac equation led physics to discover that a
particle can annihilate with its own antiparticle,
thus «annihilation» must exist. In fact the existence of the antielectron (positron) implies
that an electron can annihilate with a positron,
with the result that their mass-energy becomes a
high energy photon, governed by QED. This
photon can also transform into a pair of electron±positron, still governed by QED. But now
think of a photon that can also transform into a
«particle-antiparticle» such as quark±antiquark
or lepton±antilepton, or (W + W±) pair. Quark±
antiquark pairs are governed by the laws of all
subnuclear forces, the strong, QCD (quantum
chromodynamics), the electromagnetic, QED,
and the weak forces, QFD (quantum flavour
dynamics); (W + W±) and lepton±antilepton pairs
are governed by the laws of QED and QFD. Each
of these «particle±antiparticle» pairs can annihilate and form a photon again. The annihilation
process allows these three forces, QED, QCD
and QFD, to be present in the virtual effects.
Without the existence of «annihilation» these
processes could not occur, and the problem of the
renormalization of the gauge forces (with or
without spontaneous symmetry breaking) would
never have been conceived.
Had the renormalization problem not been
solved Ð as was the case in the early 1970s, by
the 1999 Nobel prize winners Gerard 't Hooft
and Martinus Veltman Ð we would not have the
Standard Model, with its many precise quantitative predictions that have been experimentally
validated in labs all over the world. The roots of
the Standard Model are in the Dirac equation.
Majorana was fascinated by the «annihilation»,
but he could not agree with the physics foundations that were considered to be at the origin
of the «privileged» spin 1/2 particles. Let me
emphasize the importance of the concept of
«annihilation» in the development of modern
physics.
ANTONINO ZICHICHI: ETTORE MAJORANA: GENIUS AND MYSTERY
In fact, the existence of the antielectron (or
«positron» as it has become known) implied
that when a particle (of any type) collided with
its antiparticle they would annihilate each other,
releasing their rest-mass energy as high-energy
photons (or other gauge bosons). In the case of
a process described purely by QED, a gammaray photon can create an electron±positron pair,
which can transform itself back into a photon.
This process, called «vacuum polarization», was
the first virtual effect to have been theoretically
predicted. The simplest one (see later) came
from an experimental discovery.
The first physicist to compute the vacuumpolarization effects in the hydrogen atom was
Victor Weisskopf. He predicted that the 2p 1/2 level in a hydrogen atom should be very slightly
higher in energy than the 2s 1/2 level, by some
17 MHz. However, in 1947, Willis Lamb and Robert Retherford discovered that the 2p 1/2 level
was in fact lower than the 2s1/2 level by some
1000 100 MHz. It was this experimental discovery, now called the Lamb shift, that prompted all theorists, including Weisskopf, Hans
Bethe, Julian Schwinger and Richard Feynman,
to compute the very simple radiative process in
which an electron emits and then absorbs a
photon. The «vacuum polarization» is not as
simple. Nevertheless, had it not been for the
discovery of the positron Ð and therefore the
existence of electron±positron pairs and of
their annihilation Ð no one would have imagined that such simple virtual effects as the one
producing the «Lamb shift», could exist in nature. And without «virtual effects», the gauge
couplings would not change with energy (in
Enrico Fermi and Isidor I. Rabi (1952). Isidor Rabi
played an essential role in the establishment of the
Ettore Majorana Foundation and Centre for Scientific
Culture (EMFCSC).
physics jargon this is called «running»), no
correlation could exist between the different
forces and, ultimately, no grand unification of
all the fundamental forces and no Standard
Model. Of course Ð and fortunately for us Ð
there are sound reasons to believe that there is a
lot of new physics beyond the Standard Model.
The conclusion is that Majorana was right: the
electron spin 1/2 was not a consequence of relativistic invariance, and the concept of antiparticle was not the privilege of spin 1/2 particles. Nevertheless it is the conceptual existence
of particle±antiparticle pairs that sparked the
new process called «annihilation», with its farreaching consequences, which led physics to
the Standard Model and Beyond. This took three
quarters of a century to be achieved, but it did
not start as an equation deprived of immediate
successes. Using his equation, Dirac was able to
compute the «fine structure» of the hydrogen
atom, i.e. the very small energy difference between states that differ only in their total angular momentum, in excellent agreement with experimental data. We will see in Section 5 that
Dirac was able to show that the gyromagnetic
ratio, the famous g factor, had to be 2, as wanted
by the experimental data.
The discovery of the antielectron came as a
totally unexpected blessing to the «prediction»
of the «hole» in the «Dirac sea», with all consequences on positive and negative energy solutions of the Dirac equation. Despite these
formidable successes, we now know that there
is no relativistic quantum theory of a single
particle the sort that Dirac was looking for initially. The combination of relativity and quantum mechanics inevitably leads to theories with
unlimited numbers of particles. In such theories,
the «true dynamical variables» on which the
wave function depends are not the position of
one particle or several particles, but «fields»,
like the electromagnetic field of Maxwell. Particles are quanta Ð bundles of energy and momentum Ð of these fields.
A photon is a quantum of the electromagnetic
field, with spin 1, while an electron is a quantum
of the electron field, with spin 1/2. So why did
Dirac's equation work so well? Because the
equation for the «electron field operator» is
mathematically the «same» as Dirac's equation
for the «wave function». Therefore the results of
the calculation turn out to be the same as Dirac's. This does not diminish the value of Dirac's
impact on the development of new physics. Let
41
IL NUOVO SAGGIATORE
me just mention an example related to the group
where Majorana was working.
In 1932 Enrico Fermi constructed a theory
of radiative decays (beta decays), including
the neutron decay, by exporting the concepts
of QFT (quantum field theory) far from their
origin. Neutron decay corresponds to the destruction of a neutron with the creation of a
proton, plus a pair of an electron and an antineutrino. Thus, there exist processes which
involve the creation and destruction of protons, neutrons, electrons and neutrinos. Since
destruction of a particle means creation of an
antiparticle, and destruction of an antiparticle
means creation of a particle, none of these
processes could have been imagined without
the existence of «annihilation» between a
particle and its antiparticle.
To sum up, the «annihilation» was the seed for
«virtual» physics, the «running» of the gauge
couplings, the correlation between the fundamental forces and their «unification»: in other
words, this totally unexpected phenomenon,
born with the discovery of the Dirac equation,
led physics to the triumph of the Standard
Model. Majorana's papers [Majorana 1932 and
1937] were both in the «turmoil» of these fundamental developments. Memories of this man
had nearly faded when, in 1962, the International School of Physics was established in
Geneva, with a branch in Erice. It was the first of
the one hundred and twenty schools that now
compose the Centre for Scientific Culture that
bears Majorana's name. The next testimony we
turn to is that of an illustrious exponent of XXth
century Physics, Robert Oppenheimer.
3. ± Recollections by Robert Oppenheimer.
42
Robert Oppenheimer (right) at CERN with Ed McMillan and Niels Bohr for the inauguration of the Proton
Synchrotron (5 February 1960).
Robert Oppenheimer during an interview at the CERN
Library (July 1962).
After suffering heavy repercussions of his
opposition to the development of weapons even
stronger than those that destroyed Hiroshima
and Nagasaki, Oppenheimer decided to get back
to physics by visiting the biggest laboratories at
the frontiers of scientific knowledge. This is
how he came to CERN, the largest European
Laboratory for Subnuclear Physics. At a ceremony organized for the presentation of the Erice
School dedicated to Ettore Majorana, many illustrious physicists participated. I myself Ð at
the time very young Ð was entrusted the task of
speaking about the Majorana neutrinos. Oppenheimer wanted to voice his appreciation for
how the Erice School and the Centre for Scientific Culture had been named. He knew the exceptional contributions Majorana made to physics from the papers he had read. This much, any
physicist could do at any time. What would have
remained unknown is the episode he told me as
a testimony of Fermi's exceptional esteem of
«Ettore». He recounted the following episode
from the time when the Manhattan Project was
being carried out. The project, in the course of
just four years, transformed the scientific discovery of nuclear fission (heavy atomic nuclei
can be broken to produce enormous quantities
ANTONINO ZICHICHI: ETTORE MAJORANA: GENIUS AND MYSTERY
4. ± The discovery of the neutron ± Recollections by Emilio Segre and Giancarlo Wick.
2
Giancarlo Wick at Erice (1971).
of energy) into a weapon of war. There were
three critical turning points during this project.
During the executive meeting convened to address the first of these crises, Fermi turned to
Wigner and said: «If only Ettore were here». The
Project seemed to have reached a dead end in
the second crisis, during which Fermi exclaimed
once more: «This calls for Ettore!». Other than
the Project Director himself (Oppenheimer),
three people were in attendance at these meetings: two scientists (Fermi and Wigner) and a
general of the US armed forces. Wigner worked
with nuclear forces, like Ettore Majorana. After
the «top-secret» meeting, the general asked the
great Professor Wigner who this «Ettore» was,
and Wigner replied: «Majorana». The general
asked where Ettore was, so that he could try to
bring him to America. Wigner replied: «Unfortunately, he disappeared many years ago».
2
THE E TTORE MAJORANA I NTERNATIONAL PHYSICS PRIZE ±
The 1971 Ettore Majorana International Physics Prize was
awarded to Professor Giancarlo Wick, with the following
motivation:
«Professor Giancarlo Wick is one of the truly outstanding theoretical physicists. His contributions to
quantum field theory and scattering theory are both basic
and extensive, they have become foundations of these two
vast and fruitful areas of research. The Wick theorem and
the Wick product are common vocabulary in today's literature, not only in high-energy physics but in solid-state
physics and many-body problems as well. His very recent
work on a finite theory of quantum electrodynamics is
again of fundamental importance».
The prize was presented to Professor Giancarlo Wick by
the Mayor of Erice. During the official ceremony, held in
Erice on the 14 th of July 1971, a concert was given by the
Sicilian Philharmonic Orchestra, conducted by Ottavio Ziino, in honour of Professor Giancarlo Wick.
And now a testimony by Emilio Segre and
Giancarlo Wick on the discovery of that omnipresent particle: the neutron. By the end of the
second decade of last century, physics had
identified three fundamental particles: the photon (quantum of light), the electron (needed to
make atoms) and the proton (essential component of the atomic nucleus). These three particles alone, however, left the atomic nucleus
shrouded in mystery: no one could understand
how multiple protons could stick together in a
single atomic nucleus. Every proton has an
electric charge, and like charges push away
from one another. A fourth particle was needed,
heavy like the proton but without electric
charge, the neutron, and a new force had to
exist, the nuclear force, acting between protons
and neutrons. But no one knew this yet. Here we
will try to explain, in simple terms, what was
known in that era about particles, which we
present as «things».
Only three types exist: doves (photons),
motorcycles (electrons) and trucks (protons).
The doves Ð in our example Ð are white, the
motorcycles red and the trucks green. We are
substituting «colour» for electrical charge.
Protons are electrically charged (green trucks)
with a sign opposite to that of the electrons
(red motorcycles). Photons are neutral (white
doves). A single dove, even flying at very high
velocity, could never move a parked truck. It
would require a second truck in motion to
move a stationary one. As we know, doves
weigh very little, motorcycles are fairly light
(relative to trucks), and trucks are very heavy.
If a truck is moved from its parking space,
then something must have moved it. This is
what Fre de ric Joliot and IreÁ ne Curie discovered. A neutral particle enters matter and
expels a proton. Since the «thing» that enters
into matter has no colour, their conclusion
was that it must necessarily be a dove, because it is the only known «thing» that has no
colour. Ettore Majorana had a different explanation, as Emilio Segre and Giancarlo Wick
recounted on different occasions, including
during their visits to Erice. Segre and Wick
were enthusiasts for what the School and the
Centre had become in only a few years, all
under the name of the young physicist that
Fermi considered a genius alongside Galilei
43
IL NUOVO SAGGIATORE
The President of the Italian Physical Society, Franco
Bassani (left), the President of the ``Associazione ExAlunni del Convitto Nazionale «Amedeo di Savoia»'',
Hon. Francesco Nitto Palma, the author and the Mayor
of Tivoli, at the opening ceremony to celebrate Emilio
Segre scientific achievements, which include the discovery of the antiproton and the discovery of the first
element artificially produced called «Tecnetium»
( 43Tc) and having 43 protons in the nucleus. This
number is also called «atomic number». Continuing his
search for new elements, Segre discovered the «Astatum» ( 85At) whose nucleus has 85 protons and finally
the most important element «Plutonium» ( 94Pu) with
94 protons in the nucleus.
44
The inauguration of a bronze dedicated to Emilio
Segre (Tivoli 2003).
and Newton. Majorana explained to Fermi why
that particle had to be as heavy as a proton,
even while electrically neutral.
To move a truck from its parking space
requires something as heavy as the truck itself. Not a dove, which is far too light, and
not a motorcycle because it has a colour. It
must be a truck with no colour; white like
the doves, but heavy like the green trucks. A
fourth «thing», therefore, must exist: a white
truck.
So was born the correct interpretation of what
the Joliot-Curie discovered in France: the existence of a particle that is as heavy as a proton
but without electric charge. This particle is the
indispensable neutron. Without neutrons, atomic
nuclei could not exist.
Fermi told Majorana to publish his interpretation of the French discovery right away.
Ettore, true to his belief that everything that can
be understood is banal, did not bother to do so.
The discovery of the «neutron» is in fact justly
attributed to Chadwick (1932) for his beryllium
experiments.
Next we turn to the testimony of Bruno Pontecorvo on the neutrinos of Majorana.
5. ± The Majorana «neutrinos» Ð Recollections by Bruno Pontecorvo Ð The Majorana
discovery on the Dirac g-matrices.
Today, Majorana is particularly well known
for his ideas about neutrinos. Bruno Pontecorvo, the «father» of neutrino oscillations, recalls the origin of Majorana neutrinos in the
following way: Dirac discovers his famous
equation describing the evolution of the electron (in our body there are billions and billions
of «electrons»).
Majorana goes to Fermi to point out a fundamental detail: «I have found a representation
where all Dirac g-matrices are real. In this representation it is possible to have a real spinor,
which describes a particle identical to its antiparticle».
This means that neutrino and antineutrino are
identical particles. The starting point is the
Dirac equation, which, as we will see later,
corresponds to a system of four coupled differential equations. How these equations are related each other is described by the so-called gmatrices whose «representation» reported on
page 48 was found by Dirac.
This «representation» is responsible for the
existence of the antiparticle property, once the
particle is given. Majorana discovered that the gmatrices could have another totally different
«representation» where these matrices are all
«real». The consequences are remarkable,
since, in this case, we have a spin 1/2 particle
identical to its antiparticle.
For the benefit of the reader we report here
the Majorana discovery about g-matrix re-
ANTONINO ZICHICHI: ETTORE MAJORANA: GENIUS AND MYSTERY
Answer: Because the Dirac equation
(1)
(i6 @ ‡ m) c ˆ 0
is the one I like most. Why? Because its origin,
its consequences, its impact on human intelligence overpass everybody's imagination, as
I will try to explain.
Bruno Pontecorvo talking with the author in Rome
(September 1978).
presentation.
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0
1
0
B
1
g1 ˆ B
@0
0
0
0
0
ÿ1
1
0
0C
C
1A
0
1
0
0
0
0C
C
0 ÿ1 A
ÿ1
0
1
0
0
0
1
0
1C
C
0A
0
1
0
0
B
0
ÿ1
0
g3 ˆ B
@0
0 ÿ1
0
0
0
1
0
0C
C
0A
1
0
B0
2
g ˆB
@1
0
0
In order to understand the value of Majorana's
discovery concerning particles with mass, spin 1/2,
but zero charge, it is necessary to know the deep
meaning of the Dirac equation, which is shown in
a synthetic form in the Dirac Lecture Hall at the
Blackett Institute in Erice.
Let me say a few words of introduction.
During the past decades, thousands of scientists have been in the Dirac Lecture Hall. Very
many fellows have repeatedly asked me the
same question.
Question: Why in the Aula Magna is there the
Dirac equation, and not Einstein's:
E ˆ mc 2 ?
The origin.
Dirac was fascinated by the discovery of
Lorentz who found that the electromagnetic
phenomena, described by the four Maxwell
equations, obey an incredible invariance law,
now called Lorentz invariance.
The key feature of this invariance is related to
a basic property of space and time: if we choose
the space to be real, the time must be imaginary,
and vice versa.
Contrary to what Kant had imagined, space and
time cannot be both «real» and «absolute». The
«absolute» quantities, called «relativistic invariants» can either be «space-like» or «time-like».
The world we are familiar with is a «time-like»
world, where the sequence of past and future
remains the same: no matter the motion of the
observer, Napoleon will come after Caesar.
There is also a «space-like» world, where the
sequence of past and future, including the simultaneity of events, depends on the observer.
The old belief that space and time are totally
independent is over. No one can isolate space
from time.
Whatever happens in the world, it is described
by a sequence of space-time events.
Not of space and time but of space-time, united and inseparable.
The young Dirac realized that no one had been
able to describe the evolution of the first example of «elementary particle», the electron
(discovered by J.J. Thomson in 1897), in such a
way as to obey the Lorentz condition, i.e. space
and time united and drastically different: one
real, the other imaginary.
The most successful description of the evolution
of the electron in space and time was the celebrated
SchroÈdinger equation, where the charge e, the
electromagnetic potential A m the mass m, the derivative with respect to the space coordinate
@
@x
and with respect to time
@
;
@t
45
IL NUOVO SAGGIATORE
were all present, including the concept of «wave
function» whose square was the «probability»
for the «electron» to be in a given configuration
state. The Lorentz invariance was not there.
The SchroÈdinger equation describes the evolution in space and time of a numerical quantity,
called «wave function», whose square at any position and time gives the probability, at that time,
of finding a particle at that location in space.
How the «wave function» changes with time
and space are not treated in the same way. The
rate of change with position is controlled by a
second-order derivative, i.e. the rate of change
tion» describing a single particle, but as an operator in a field equation describing a field of
relativistic massive particles having positive and
negative electric charges.
Pauli and Weisskopf concluded that positive
and negative values should not be attributed to
probabilities, but to the net charge densities at
any point in space-time.
Let us return to Dirac and his struggle to
overcome the difficulties existing with the
SchroÈdinger and Klein-Gordon equations.
Dirac wanted an equation where time and
space were treated in a symmetric way, at the first
order in the derivative, and obeying the principle
that the probability must be positive. Once all the
conditions were fulfilled, Dirac discovered that
the particle needs an intrinsic angular momentum of 1/2 in units of Planck's constant 3.
The two equations existing before Dirac
[SchroÈdinger (can be extended to have spin, but
remains non relativistic) and Klein-Gordon (relativistic but no spin)] were both having problems.
And the big question was to understand why
the electron was not a scalar particle.
Victor F. Weisskopf lecturing at Erice (1970).
46
with position of the rate of change of the wave
function with position.
But the rate of change with time, of the same
function, is computed at the first order, i.e. the
rate of change of the wave function with time.
The second order would be to compute the rate
of change with time of the rate of change of the
wave function with time.
These two ways of describing the evolution of
the wave function in time (first order) and in
space (second order) was in conflict with the
condition of putting space and time in a perfectly symmetric way, as requested by relativistic invariance.
Dirac knew that there was an equation, which
described the evolution in space and time of a
wave function, where the derivatives versus
time and space were both of second order. In
this equation, discovered by Klein and Gordon,
space and time were treated in a symmetric way,
as requested by relativity. But the Klein-Gordon
equation gave positive and negative probabilities, negative probability being nonsense.
In 1934, this difficulty was shown by Pauli and
Weisskopf [Pauli and Weisskopf 1934] to be
overcome, since the Klein-Gordon «wave function» f should not be treated as a «wave func-
The Dirac equation corresponds to four
coupled equations.
Once Lorentz invariance is imposed, the result is that in order to describe the evolution in
space-time of the electron, you need four coupled equations.
The Dirac equation (1) corresponds to the set
of equations given in the following Table I.
Table I.
0
i@0 ‡ m
B
0
B
@ i(@1 ÿ @3 )
@2
0
i@0 ‡ m
ÿ@3
i(@1 ÿ @3 )
0
c eÿ
B c eÿ
B
@
c e‡
c e‡
3
ÿi(@1 ‡ @3 )
ÿ@2
ÿi@0 ‡ m
0
1
@2
ÿi(@1 ÿ @3 ) C
C
A
0
ÿi@0 ‡ m
1
" (x)
# (x) C
Cˆ0
" (x) A
# (x)
ONE OF THE BASIC REASONS WHY THE DIRAC EQUATION AT-
± The study of hydrogen
spectra in the 1920s revealed that an electron not only has
an orbital angular momentum related to its motion about a
nucleus, but also an intrinsic angular momentum or «spin».
But where did this spin come from? Why was the spin of
the electron only half of the minimum value measured from
atomic spectra?
Dirac equation gave the correct answer: the electron
must have spin 1/2 h.
TRACTED EVERYBODY'S ATTENTION
ANTONINO ZICHICHI: ETTORE MAJORANA: GENIUS AND MYSTERY
the wave function that appears in equation (1),
c (x)
is made up of four components, and the electron
cannot be a scalar particle: it must be a particle 4
with spin 1/2 . In the four pieces of c(x),
0
1
c eÿ " (x)
B c eÿ # (x) C
C
c(x) B
@ c e‡ " (x) A ;
c e‡ # (x)
each component is a function whose values
depend on space and time, as indicated by the
argument (x). The four components correspond to the following four possible states:
electron with spin up, ceÿ " …x†; electron with
spin down, c eÿ # …x†; positron with spin up,
c e‡ " …x†; positron with spin down c e‡ # …x†. The
totally unexpected result was the need for the
existence of the electron antiparticle, called
positron, e+: a particle with the same mass,
same spin, but opposite electric charge. This
«antiparticle» had no experimental support.
But in favour of Dirac there was another
property of the electron. The study of atomic
spectra was giving experimental results indicating that the electron, in addition to its
spin, has another unexpected property. The
electron behaved as if it was a tiny magnet.
The magnetic properties required the electron
to be like a spinning sphere, but it had to rotate at an extraordinarily rapid rate. So rapid that at its surface the rotation corresponded to a speed higher than that of light.
The model of the spinning electron had been
worked out by two Dutch graduate students,
Samuel Goudsmit and George Uhlenbeck, who
wanted to explain the experimental data of
atomic spectra.
Eminent physicists were sceptical about this
model, and Wolfgang Pauli tried to dissuade
them from publishing their paper since the
4
THE UNPRECEDENTED NOVELTY OF THE DIRAC EQUATION ± The
unprecedented novelty of the Dirac formalism was the introduction of the spinor, which is a mathematical function
that has four components. Imagine you want to move in
space-time with a bicycle: you need two wheels.
However, you could also move using a unicycle, as an
acrobat would do. Similarly, before Dirac came along,
mathematics used only one «function» to describe a particle: a scalar function. Dirac's claim was that to describe an
electron, you need a mathematical object made of four
components.
In our daily life this would be like saying that to evolve in
space-time we need a car with four wheels, not a unicycle
with just one.
model they proposed had a quantitative mismatch in the gyromagnetic ratio, the so-called g
factor, i.e. the ratio of the magnetic moment
divided by the angular momentum.
The electron orbiting around a nucleus has an
angular momentum. The same electron, since it
is electrically charged, in its orbital motion
produces a magnetic field. The ratio of this
magnetic field to the angular momentum corresponds to the value g = 1. The problem was to
understand why intrinsic rotation (spin) produces a magnetic field that is twice stronger
than the one produced by the same electron
when it is orbiting in an atom: this is the
meaning of g = 2 and g = 1, respectively. In order
to agree with the results from atomic spectra,
Goudsmit and Uhlenbeck postulated g = 2.
The situation was indeed very complicated.
Not only could no one explain why the electron's intrinsic rotation (called spin) had a
value of 1/2 the smallest orbital angular momenta, which was 1 (in units of Planck's constant). This unexpected result was coupled
with the value
g=2
for the intrinsic magnetic moment, divided by
the intrinsic angular momentum.
Dirac finds with his equation that the intrinsic
angular momentum of the electron is 1/2 h and
the gyromagnetic ratio g = 2. In his celebrated
1928 paper, Dirac [Dirac 1928] simply says: «The
magnetic moment is just that assumed in the
spinning electron model».
In order to get this formidable result, Dirac
needed to introduce in his equation the interaction of the electron with an electromagnetic
field; equation (1) thus becomes:
@
m
…2†
g (i m ÿ eAm (x)) ‡ m c(x) ˆ 0 :
@x
This equation, as is the case for the free
electron, corresponds to a system of four coupled equations shown in Table II.
The great novelty: the Dirac g-matrices.
The Dirac equations for a free electron (1) and
for an electron interacting with an electromagnetic field (2) correspond, each, to four
coupled equations, the coupling being described
by the so-called g-matrices.
These g-matrices are the unexpected novelty
discovered by Dirac in his attempt to describe
the evolution of an elementary particle having
47
IL NUOVO SAGGIATORE
Table II.
0
0
ÿi(@1 ‡ @3 ) ‡ e(A1 ‡ A3 )
i@0 ÿ eA0 ‡ m
ÿ@2 ÿ ieA2
ÿ@3 ÿ ieA2
ÿi@0 ÿ eA0 ‡ m
i(@1 ÿ @3 ) ÿ e(A1 ÿ A3 )
0
i@0 ÿ eA0 ‡ m
B
0
B
@ i(@1 ÿ @3 ) ÿ e(A1 ÿ A3 )
@2 ‡ ieA2
spin 1/2, charge e, and mass m. Dirac found the
following representation for the g-matrices:
0
1
1
0
0
0
B0
1
0
0C
C
g0 ˆ B
@0
0 ÿ1
0A
0
0
0 ÿ1
0
1
0
0 ÿ1
0 ÿ1
0C
C
1
0
0A
0
0
0
0
B0
1
g ˆB
@0
1
0
0
0
ÿi
0
0
ÿi
0
0
1
i
0C
C
0A
0
0
0 ÿ1
0
0
0
0
ÿ1
0
1
0
1C
C
0A
0
0
B
0
g2 ˆ B
@0
i
48
0
B
0
g3 ˆ B
@1
0
Notice that the g-matrices represent the correlations that exist between the four coupled
Dirac equations, synthetically expressed in
terms of a function c called spinor, which is
composed of four parts. The fact that these
correlation matrices g0 ; g1 ; g2 ; g3 are of vectorial
nature, thus being of the type g m ; allows the
construction of the celebrated scalar product
with @ :
S m g m @ m ˆ6 @ :
!
@
@xm
When we write the four equations in terms of the
unique equation
(i6 @ ‡ m)c ˆ 0 ;
we do make use of the fact that the g-matrices
are four vectors. The symbol @ slashed, 6 @ , was
introduced by Feynman:
6@ ˆ
X
m
gm
@
:
@xm
10
@2 ‡ ieA2
c eÿ
B
ÿi(@1 ÿ @3 ) ‡ e(A1 ÿ A3 ) C
CB c eÿ
A@ c e‡
0
c e‡
ÿi@0 ‡ eA0 ‡ m
1
" (x)
# (x) C
Cˆ0
" (x) A
# (x)
The properties of the Dirac g-functions are the
source of the so much wanted properties of
particles with spin 1/2, mass 6ˆ 0 and charge 6ˆ 0 5.
What happens if the charge is zero? Here comes
the great discovery of Majorana, now known as
the Majorana representation of the g-matrices
(recall Pontecorvo's testimony). This representation of the g-matrices is responsible for the existence of particles with spin 1/2, identical to their
antiparticles: the Majorana neutrinos prove that it
is not a privilege of spin 1/2 particles to have antiparticles 6.
The Majorana representation of g-matrices is
not limited to the case D = 4 of our familiar fourdimensional space-time (s = 3, t = 1). In fact the
Majorana spinors exist in many space-time dimensions, provided that appropriate conditions
are satisfied. These conditions are the number
of space-time dimensions
Dˆs‡t
and the so-called «signature parameter» r ˆ s ÿ t.
For the case of our space-time:
(
Dˆs‡tˆ3‡1ˆ4
rˆsÿtˆ3ÿ1ˆ2 :
5
THE «FINE STRUCTURE» IN EXCELLENT AGREEMENT WITH EX-
± Using his equation (2), Dirac was able to
compute the very small energy difference that there exists
between atomic hydrogen states that differ only in their
total angular momentum; this is called the «fine structure»
of the hydrogen atom. Dirac's calculation was in excellent
agreement with the experimental data.
The Dirac equation (2) is the starting point of Quantum
Electrodynamics, one of the pillars of the Standard Model.
6
A GREAT DISCOVERY BY ETTORE MAJORANA ± Of course we
now know that relativistic invariance allows any value for
the intrinsic angular momenta. This was proved in 1932 by
Ettore Majorana (see Section 7).
Furthermore we now know that also the fact that antiparticles are needed for each particle is not restricted to
particles with spin 1/2 h.
The existence of antiparticles is a property linked to all
particles which are described by Relativistic Quantum Field
Theory, as we will see in Section 7.
Furthermore it could also be that particles and antiparticles are identical, as is the case for the Majorana
neutrino which we are discussing in the present Section.
PERIMENTAL DATA
ANTONINO ZICHICHI: ETTORE MAJORANA: GENIUS AND MYSTERY
Sergio Ferrara lecturing at Erice (1988).
Majorana spinors exist for even and odd numbers of space-time dimensions. If
D even, r = 0, 2, 6 modulo 8
and if
D odd, r = 1, 7 modulo 8.
For a conventional space-time signature
r ˆ D ÿ 2;
Majorana spinors exist for
Majorana's name, to the prestigious scientific
journal «Il Nuovo Cimento» [Majorana 1937].
Without Fermi's initiative, we would know
nothing about the Majorana spinors and the
Majorana neutrinos.
A few words to illustrate why the new particle, proposed by Pauli to avoid the violation of
energy conservation in b-decay, and named by
Enrico Fermi «neutrino», attracted so much attention. A few years before, Enrico Fermi had
given a rigorous formulation of the weak interactions [Fermi 1934], taking for granted the existence of the neutrino. The fact that a spin 1/2
particle without charge could relativistically be
described by a spinor with only two components
was indeed very interesting. There was another
way of reducing the number of spinor components to two; this had been discovered by Weyl 7
in 1929 [Weyl 1929]. The Dirac equation describes the space-time evolution of a particle
with spin, mass and charge. Herman Weyl discovered that, if the mass is zero, the four coupled Dirac equations split into two pairs. Each
pair needs a spinor with only two components,
called
c‡
and c ÿ :
The original Dirac spinor is the sum of these
two spinors
D = 2, 3, 4, 8, 9 modulo 8.
c Dirac ˆ c ‡ ‡ c ÿ :
This has enormous consequences for the construction of chiral superstring theories in D = 10
space-time dimensions, as illustrated by L. Andrianopoli and S. Ferrara [Andrianopoli and
Ferrara 2006], bringing the Majorana spinors to
the most advanced frontier of our physics
knowledge. For example, the quantum of the
gravitational field, the graviton, has as supersymmetric pattern the gravitino, which is a Majorana spinor, i.e. a particle with mass, spin 3/2
and whose antiparticle is identical to it.
Returning to Dirac, his equation needs «four»
components to describe the evolution in space
and time of the simplest of particles, the electron. Majorana jotted down a new equation: for
a chargeless particle like the «neutrino», which
is similar to the electron except for its lack of
charge, only two components are needed to
describe its movement in space-time. «Brilliant» Ð said Fermi Ð «Write it up and publish
it». Remembering what happened with the
«neutron» discovery, Fermi wrote the article
himself and submitted the work, under Ettore
Any spinor in even space-time dimensions
may be decomposed as c ˆ c ‡ ‡ c ÿ . The interest of this decomposition is that it corresponds to two different «chirality» states, obtained with the complex projection operator
P 1=2 (1 ig5 );
7
WEYL AND SCIENCE ± In April 1929 Paul Dirac gave an
interview to a «rather obnoxious newspaperman». Here is
the interview.
«And now I want to ask you something more: They tell
me that you and Einstein are the only two real sure-enough
high-brows and the only ones who can really understand
each other. I won't ask you if this is straight stuff for I
know you are too modest to admit it. But I want to know
this Ð Do you ever run across a fellow that even you can't
understand?»
«Yes,» says he.
«This will make a great reading for the boys down at the
office,» says I, «Do you mind releasing to me who he is?»
«Weyl,» says he.
From W.O. Straub «Weyl Spinors and Dirac's Electron
Equation», March 17, 2005 (www.weylmann.com/weyldirac.pdf).
49
IL NUOVO SAGGIATORE
the g5 matrix:
g5 g0 g1 g2 g3
Melvin Schwartz, Tsung Dao Lee, the author and Isidor
Isaac Rabi at Erice (1968).
«What is now disproved was once thought selfevident.» ± Tsung Dao Lee, Erice 1968.
c‡
and c ÿ ;
but that the antispinor c ‡ is not equal to the
spinor c ‡ as
which produces
P c ˆ c :
Notice that
(P ) ˆ P ;
and therefore
(c ) ˆ c ;
50
To sum up: we have seen that if a particle with
spin 1/2 is massless, it can only exist in two different «chirality» states (Weyl). If a particle with
spin 1/2 has mass, but zero charge, the particle
and its antiparticle are the same (Majorana).
And thus the problem arises: What happens if
a spin 1/2 particle has zero mass (Weyl) and zero
charge (Majorana). Can Majorana-Weyl spinors
exist? In other words, can a neutrino exist with
zero mass and be identical to its antineutrino?
The answer is no, in our four-dimensional spacetime. In fact, the Weyl condition is that the two
spinors are
The discovery of Weyl implies that, in the
Dirac equation, when m = 0 the corresponding
particles with spin 1/2 can have either positive or
negative «chirality». This paper by Weyl, published in 1929 [Weyl 1929], was ignored for more
than a quarter of a century since space inversion
(parity operator) reverses chirality and the
weak interactions were supposed not to break
the law of parity conservation (the symmetry
between left and right).
In the middle fifties, it was discovered that
parity conservation was violated in the Fermi
forces [Lee and Yang 1956], and that only lefthanded (negative chirality) neutrinos and righthanded (positive chirality) antineutrinos appear
to be coupled to the Fermi forces. The parity
objection against the Weyl discovery turned to
dust. The physics of the Fermi forces appears to
be such that the two chirality states correspond
to «particle» and «antiparticle» states.
It is as if the property of «particle» and «antiparticle» were linked to the property of «chirality». The origin of all this is that when m = 0 in
the Dirac equation, the Lagrangian becomes invariant under the g 5 rotations, thus acquiring a
new global invariance due to the existence of
c ‡ ˆ c ÿ :
Therefore the anti-Weyl spinor, c , is not
compatible with the Majorana condition
c ˆ c ;
which established the equivalence between a
particle and its antiparticle.
The existence of spinors with particle±antiparticle equivalence (Majorana) and zero mass
(Weyl), i.e. Majorana-Weyl spinors, is allowed in
2, 6, modulo 8 space-time dimensions.
As mentioned before, this is the case of chiral
superstring theories in D = 10 space-time dimensions (see the paper by Andrianopoli and
Ferrara quoted before). In other words the existence of spinor particles with particle±antiparticle equivalence (Majorana) and zero mass
(Weyl) is allowed in the D = 10 space-time dimensions. As was already remarked, the gravitino is a Majorana spinor with mass.
To sum up: in 4 dimensions, a spinor cannot
be both Weyl (m ˆ 0 and q 6ˆ q) and Majorana
(m 6ˆ 0 and q ˆ q). In 10 dimensions, it can be
both. In fact, a Dirac spinor (m 6ˆ 0; q 6ˆ q) in 10
dimensions has 32 degrees of freedom, while a
Weyl (m ˆ 0) or a Majorana (q ˆ q) spinor has
16 degrees of freedom.
A Majorana-Weyl (m ˆ 0; q ˆ q) spinor has
only 8 degrees of freedom. This 8 exactly matches the number of transverse modes of a vector
in 10 dimensions.
This equality, 8 and 8 degrees of freedom, is
used to construct supersymmetric theories in 10
ANTONINO ZICHICHI: ETTORE MAJORANA: GENIUS AND MYSTERY
John Stewart Bell at Erice (1963) lecturing on Dirac
and Majorana neutrinos.
John Stewart Bell at Erice (1975).
dimensions, where the number of fermionic
degrees of freedom must be equal to the number
of bosonic ones.
6. ± The first Course of the Subnuclear
Physics School (1963): John Bell on the Dirac
and Majorana neutrinos.
The great John Bell conducted a rigorous
comparison of Dirac's and Majorana's «neutrinos» in the first year of the Erice Subnuclear
Physics School. The detailed version of it can be
found in the first chapter of Volume I [Zichichi
2006-1], which is the first of the ten volumes
(see Section 8) describing the «highlights»
leading to the most formidable synthesis of
scientific thought of all times, that we physicists call the «Standard Model». This Model has
already pushed the frontiers of physics well
beyond what the Model itself first promised, so
Yoichiro Nambu at Erice (1972).
that the present goal has come to be known
as the SM&B: Standard Model and Beyond
[Zichichi 2006-1].
Going back to the neutrinos of our SM&B, we
know today that there exist three types of neutrinos. The first controls the combustion of the
Sun's nuclear motor and keeps our Star from
overheating. One of the dreams of today's physicists is to prove the existence of Majorana's
hypothetical neutral particles, which are needed
in the Grand Unification Theory. This is something that no one could have imagined in those
years. And no one could have imagined the three
conceptual bases needed for the SM&B, as we
will discuss in the next Section.
7. ± The first step to relativistically describe
particles with arbitrary spin.
In 1932 the study of particles with arbitrary
spin [Majorana 1932] was considered at the level
of a pure mathematical curiosity.
This paper attracted the interest of mathematically oriented theoretical physicists over many
decades and up to now, as discussed by Y. Nambu
[Nambu 2006]. The paper remained quasi-unknown in the area of physics, despite its being full
of remarkable new ideas. In this paper in fact,
there are the first hints of supersymmetry, of the
spin-mass correlation, and of spontaneous symmetry breaking: three fundamental conceptual
bases of what we now call the SM&B. First hints
mean that our conceptual understanding of the
fundamental laws of nature were already in Majorana's attempts to describe particles with arbitrary spins in a relativistic invariant way. Majorana starts Ð as he correctly stated Ð with the
51
IL NUOVO SAGGIATORE
simplest representation of the Lorentz group,
which is infinite-dimensional. In this representation the states with integer (bosons) and semi-integer (fermions) spins are treated on equal
ground. In other words, the relativistic description of particle states allows bosons and fermions
to exist on equal grounds. These two fundamental
sets of states (bosons and fermions) are the first
hint of supersymmetry.
Another remarkable novelty is the correlation
between spin and mass. The eigenvalues of the
masses are given by a relation of the type:
!
m0
;
mˆ
J ‡ 12
where m0 is a given constant and J is the spin 8.
The mass decreases with increasing spin, the
opposite of what would appear, many decades
later, in the study of the strong interactions be-
52
Bruno Zumino lecturing at Erice (1969) on the PCT
theorem.
8
THE MASS-SPIN FORMULA ± «One can understand the origin of the Majorana mass-spin formula by considering the
Schroedinger limit in perturbation theory starting from
the rest frame.
For a given rest state j 0i, the kinetic energy term a p
gives rise to a second order energy shift
DE ˆ Sh0ja pjii hija pj0i=(E0 ÿ Ei ) ;
where the sum is over the components of the neighbouring
spin states i.
One expects this to yield the nonrelativistic kinetic energy p2 =2E0 > 0; which requires at least one of the states i
to have a lower energy than E0 .
One sees from this that a descending mass spectrum
with an accumulation point is an inevitable feature of a
relativistic Hamiltonian which is Hermitian, linear in
the momenta and has only positive (nonzero) rest energies.»
From Y. Nambu, «Majorana's Infinite Component Wave
Equation» in Majorana Centenary Celebrations (A. Zichichi ed., World Scientific Vol. I, 2006).
tween baryons and mesons (now known as
Chew-Frautschi-Gribov-Regge trajectories).
In this remarkable paper ± as a consequence
of the description of particle states with arbitrary spins Ð there is also the existence of
imaginary mass eigenvalues. We know today
that the only way to introduce real masses ±
without destroying the theoretical description
of nature Ð is the spontaneous symmetry
breaking (SSB) mechanism. But SSB could not
exist without imaginary masses. Today, three
quarters of a century later, what was considered
in 1932 a purely mathematical curiosity represents a powerful source of incredibly new
ideas, as those three mentioned earlier. There is
a further development, which this paper contributed to: the formidable relation between
spin and statistics, which was to lead to the
discovery of another invariance law, valid for all
quantized Relativistic Field Theories, the celebrated PCT theorem.
Majorana's paper shows first of all that the
relativistic description of a particle state allows
the existence of integer and semi-integer spin
values. But it was already known that the electron must obey the Pauli exclusion principle and
that the electron has semi-integer spin. Thus the
problem arises of understanding if the Pauli
principle is valid for all semi-integer spins. If this
were the case, it would be necessary to find
which properties characterize these two classes
of particles, now known as «fermions» (semiinteger spin) and «bosons» (integer spin). The
first of these properties are of a statistical nature, governing groups of identical fermions and
groups of identical bosons. We now know that a
fundamental distinction exists and that the
bases for the statistical laws governing fermions
and bosons are the anticommutation relations
for fermions and the commutation relations for
bosons.
The «spin-statistics» theorem has an interesting and long history, whose main actors are
some of the most distinguished theorists of the
XXth century. The first contribution to the study
of the correlation between spin and statistics
comes from Markus Fierz, with a paper, UÈber
die Relativistische Theorie KraÈfterfreier Teilchen mit Beliebigem Spin, where the case of
general spin for free fields is investigated [Fierz
1939]. A year later, Wolfgang Pauli comes in
with his paper On the Connection Between Spin
and Statistics [Pauli 1940]. The first proofs,
obtained using only the general properties of
ANTONINO ZICHICHI: ETTORE MAJORANA: GENIUS AND MYSTERY
relativistic QFT, which include also the microscopic causality (also known as local commutativity), are due to G. LuÈders and B. Zumino,
Connection Between Spin and Statistics [LuÈders and Zumino 1958], and to N. Burgoyne, On
the Connection Between Spin and Statistics
[Burgoyne 1958]. Another important contribution to the clarification of the connection between spin and statistics came in 1961, with G.F.
Dell'Antonio: On the Connection Between Spin
and Statistics [Dell'Antonio 1961].
The correlation between spin and statistics
had important consequences in understanding
the relativistic description of QFTs, whose invariance properties ended in the celebrated PCT
theorem.
It certainly cannot be accidental that the first
suggestion for the existence of such an invariance law, called PCT, came from the same
fellows who were engaged in the study of the
«spin-statistics» theorem: G. LuÈders and B. Zumino.
These two outstanding theoretical physicists
suggested that if a relativistic QFT obeys the
space inversion invariance law, called parity, P,
it must also be invariant for the product of
charge conjugation (particle±antiparticle) and
time inversion, CT. It is in this form that it was
proved by G. LuÈders in 1954, in the paper On the
Equivalence of Invariance under Time Reversal and under Particle Antiparticle conjugation for Relativistic Field Theories [LuÈders
1954]. A year later, Pauli proved that the PCT
invariance is a universal law, valid for all relativistic QFTs, in Exclusion Principle, Lorentz
Group and Reflection of Space-Time and
Charge [Pauli 1955]. This paper closes a cycle
started by Pauli in 1940, with his work on spin
and statistics, where he proved already what is
now considered the «classical» PCT invariance,
since it was derived using free non-interacting
fields. The validity of PCT invariance for QFTs
was obtained by Julian Schwinger (a great admirer of Ettore Majorana) in 1951, with his work
On the Theory of Quantized Fields I [Schwinger
1951].
It is interesting to see what Arthur Wightman,
another Ettore Majorana's enthusiastic supporter, wrote about this Schwinger paper in his
book PCT, Spin and Statistics, and All That
[Wightman 1964]: «Readers of this paper did not
generally recognize that it stated or proved the
PCT theorem». Something similar to those who,
reading Majorana's paper on arbitrary spins,
have not found the imprint of the original ideas
that we have discussed in the present short review.
8. ± The centennial of the birth of a genius ± A
homage by the international scientific community.
This year is the hundredth anniversary of the
birth of Ettore Majorana, Enrico Fermi's young
student whom, on the occasion of his mysterious disappearance during a boat trip from Palermo to Naples, he referred to as «a genius of
the order of Galilei and Newton». The President
of the Sicilian Government and the Mayor of
Erice have decided to launch a series of initiatives, including the publication of twelve
volumes, intended to make known not only
Majorana's contributions to the advancement of
physics, but also the tribute expressed for decades in the unbending determination of the in-
53
The Feynman Lecture Hall in Erice with the original
diagrams drawn by Feynman, reproduced in iron and
fixed on the walls.
Detailed illustration of the iron diagrams of the
Feynman Lecture Hall in Erice. Each line in a Feynman
diagram describes the path of a particle; when a particle breaks into two, its line divides as well. A mathematical expression is associated with each line and
vertex in a Feynman diagram. The product of these
expressions gives the amplitude of the probability that
the depicted process occurs.
IL NUOVO SAGGIATORE
Julian Schwinger at Erice during a discussion session
devoted to Anomalies in Quantum Field Theory.
54
Julian Schwinger celebrating his 70th birthday in
Erice during the 26th Subnuclear Physics School. From
left: Sheldon Glashow, Mrs Manci Dirac, Sergio Ferrara, Michael Duff (1988).
The father of Time Reversal Invariance, Professor
Eugene Wigner (on the left) and Professor Paul Dirac
(on the right), father of the equation which sparked
the existence of «annihilation» and of antimatter, with
the author at Erice (1982).
ternational scientific community. Through the
International School of Subnuclear Physics,
since 1963, this community has striven to provide the most prestigious protagonists of the
most advanced frontiers of Galilean science today with the best qualified new talents from all
over the world, unrestricted by any ideological,
political or racial barriers.
The first volume [Zichichi 2006-2] starts with
recollections about Ettore Majorana that I
have gathered from those who knew him both
directly (Laura Fermi, Bruno Pontecorvo,
Emilio Segre , Giancarlo Wick, Eugene Wigner,
Paul Dirac, Werner Heisenberg) and indirectly
(Robert Oppenheimer, John Bell, Isidor Rabi,
Patrick Blackett, Victor Weisskopf, Monsignor
Francesco Ricceri and Leonardo Sciascia).
These are followed by accounts from illustrious exponents of today's physics, who recognize links to the work of Ettore Majorana
in their own work. I then offer my own description of the SM&B in order to give the
reader a concrete idea of how far we have
come since the times in which Majorana was
working.
In this first volume, we also wanted the
contribution of two «best students» of the
Erice School of Subnuclear Physics: the first
one (1963), Haim Harari, and the other for the
year 1980, Serguey Petcov, who has devoted
his activity to a study of many consequences of
Majorana's original ideas. For example the
possibility of Majorana CP-violating phases
playing the role of leptogenesis CP-violating
parameters, which determine the baryon
asymmetry of the Universe. Petcov has also
investigated the neutrino oscillations in matter, which do not respect PCT invariance and
the absolute neutrino mass scale. Of course
the key problem in this field is to understand
the origin of the leptonic mixing phenomenon,
which remains totally open, as unknown is the
mixing in the quark sector. These two «best
students» are examples of our activity devoted
to new talents in order to give them a chance
to be recognized by the international scientific
community. This is why in the first volume we
have also the work of the best young participants in the «new talents» competition as a
testimony that honours the spirit of Ettore
Majorana on the occasion of his hundredth
anniversary.
The second volume [Zichichi 2006-2], is
dedicated to such eminent figures of XXth
ANTONINO ZICHICHI: ETTORE MAJORANA: GENIUS AND MYSTERY
century physics as Gilberto Bernardini, Patrick M.S. Blackett, Richard H. Dalitz, Paul
A.M. Dirac, Enrico Fermi, Richard P. Feynman, Robert Hofstadter, Gunnar KaÈ llen, Giuseppe P.S. Occhialini, Wolfang Paul, Bruno
Pontecorvo, Isidor I. Rabi, Bruno Rossi, Julian
S. Schwinger, Bruno Touschek, Victor F.
Weisskopf and Eugene P. Wigner, who,
through their participation in the Erice School
of Subnuclear Physics, have made this school
«the most prestigious post-university institution in the world» (these are the words of
Isidor I. Rabi in Erice, July 1975).
In the past, our scientific community has
proposed to dedicate Ð in the mythical City of
Venus Ð streets, squares, courts, cloisters, institutes and lecture halls, to these illustrious
physicists, in recognition of their link with the
activities of the Erice School of Subnuclear
Physics.
The President of Sicily and the Mayor of Erice
have decided Ð on the occasion of the Majorana
Centenary Ð to make official these dedications
to our fellows whose inventions and discoveries
have carried modern physics into an era of scientific glory. The second volume is thus devoted
to an illustration of the scientific value of these
fellows, who all had great admiration for the
geniality of Ettore Majorana.
In addition to these two volumes, there will be
ten volumes dedicated to the ten steps that have
led us to the formidable synthesis of SM&B.
Opening of the Celebrations of the Ettore Majorana
Centenary in Rome (Pietro da Cortona Hall of the
Capitol Hill), on 28 th February 2006. From left to
right: Samuel C.C. Ting, Bruno Maraviglia, the author,
Sen. Athos De Luca, Giovanni Bornia, Giuseppe Ducrot
(hidden), Renato Guarini.
Clay bust of Ettore Majorana by young sculptor Giuseppe Ducrot.
These ten volumes [Zichichi 2006-1] are intended to provide everyone Ð not only those
who have attended Courses at the Erice Subnuclear Physics School (with lecturers of the
caliber of Richard Feynman), but also those
who have remained in their own Universities or
Laboratories Ð with a faithful account of the
crucial steps that led up to the most formidable
synthesis of scientific thought of all times,
known in physics jargon as the Standard Model
and Beyond (SM&B). These ten steps dedicated
to Ettore Majorana are a contribution to the
Centenary Celebrations.
The opening of the Majorana Centenary Celebrations took place in the Pietro da Cortona
Hall in the Capitol Hill of Rome on 28 th February
2006; it was attended by a large audience, in
particular by members of the Majorana family.
On that occasion a concise version of the present paper was presented.
The ceremony was followed by the unveiling
of the new clay bust of Ettore Majorana made by
the young sculptor Giuseppe Ducrot. From this
bust, a bronze cast will be made and its location
will be at the Enrico Fermi Centre in Rome.
55
IL NUOVO SAGGIATORE
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World Scientific (2006-2).
PROGETTO LAUREE SCIENTIFICHE:
BORSE SIF
La SocietaÁ Italiana di Fisica, nell'ambito del
progetto ``Lauree Scientifiche'' promosso dal
MIUR, dalla Conferenza dei Presidi delle FacoltaÁ
di Scienze MM.FF.NN. e dalla Confindustria, e con
la cooperazione dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), ha assegnato, mediante una selezione
nazionale effettuata attraverso una prova scritta
diretta a verificare le conoscenze scientifiche, con
particolare riferimento alla Fisica, 43 borse di
studio del valore di 4000 euro a studenti che si
immatricolano in un corso di Laurea della Classe
``Scienze e Tecnologie Fisiche» Ð Classe 25 Ð
nell'anno accademico 2006-2007.
Delle 43 borse di studio, 23 sono state cofinanziate da alcune sedi universitarie, quali Calabria, Ferrara (2), Genova, Insubria, L'Aquila,
Messina, Milano, Milano Bicocca, Modena, Pisa
(2), Salerno (2), Siena, Torino (3), Trento (3),
Trieste (2), con il vincolo all'iscrizione alla Sede
cofinanziante.
Le borse sono rinnovabili di anno in anno per
tutta la durata del corso triennale di studi a condizione di aver superato tutti gli esami previsti per
l'anno di fruizione della borsa e per gli anni precedenti entro il 31 dicembre con la media, pesata
con i crediti relativi agli insegnamenti, di almeno
27 e voto minimo di almeno 24.
La partecipazione al concorso eÁ stata alta: i
candidati sono stati 452 su 498 che avevano presentato la domanda.
Le selezioni per determinare i vincitori delle
borse si sono svolte contemporaneamente nelle
varie sedi universitarie italiane il 7 settembre 2006.
La prova scritta, consistente in un questionario
contenente 35 quesiti a risposta multipla, con una
sola risposta esatta tra le quattro indicate, ha
avuto una durata massima di 4 ore.
La fase preparatoria e la correzione degli elaborati si sono svolte a Bologna presso la sede della
SIF e sono state curate da una Commissione, nominata il 10 giugno 2006 dal Consiglio di Presi-
denza della SocietaÁ Italiana di Fisica e composta
da Vincenzo Grasso (Presidente), Anna Cavallini,
Josette ImmeÁ, Letteria Silipigni , Rosa Maria Sperandeo Mineo e Maurizio Spurio.
I 35 quesiti, sorteggiati tra quelli proposti da
ogni Commissario, hanno riguardato argomenti
di Fisica, Chimica, Matematica e Logica e trattavano contenuti di norma svolti nella grande
maggioranza degli Istituti di Istruzione Secondaria Superiore. I quesiti sono stati formulati
in modo da permettere ai concorrenti di potersi
misurare su un bagaglio comune di conoscenze
indipendentemente dal particolare corso di studi frequentato. Lo scopo della prova era, infatti,
quello di selezionare i migliori non solo sulla
base delle conoscenze scientifiche, con particolare riferimento alla Fisica, ma anche sulla
capacitaÁ di sviluppare un ragionamento scientifico.
La Commissione ha attribuito i seguenti punteggi:
± 0 per la risposta non data,
± 0,75 per la risposta esatta,
± ÿ 0,25 per la risposta sbagliata.
Questa scelta corrisponde ad assegnare un
punteggio mediamente nullo a chi rispondesse in
modo casuale ai quesiti dei quali non conosceva la
risposta esatta.
La commissione ha ritenuto ``idonei'' tutti quei
concorrenti che hanno conseguito un punteggio
maggiore o uguale al 75% del punteggio massimo
conseguibile (un punteggio compreso tra 26,25 e
19,70), e pertanto il numero di idonei eÁ stato di
179.
Si sono registrate rinunce di vincitori, alcuni dei
quali erano risultati tali anche alle borse bandite
dalla Scuola Normale Superiore di Pisa, dalle
Scuole Superiori di Catania e ISUFI di Lecce. I rinunciatari sono stati sostituiti da candidati risultati idonei nell'ordine di graduatoria.
Il bando del suddetto concorso, i 35 quesiti e le
rispettive soluzioni, la graduatoria generale, degli
idonei e dei vincitori, sono disponibili all'indirizzo
http://www.sif.it
57
SCUOLA INTERNAZIONALE DI FISICA ``ENRICO FERMI''
Corsi 2006
58
Corso CLXIV ± Ultra-cold Fermi Gases
Il primo corso della Scuola Enrico Fermi
del 2006 eÁ stato dedicato alla fisica degli atomi
fermionici ultrafreddi. Si tratta di un campo di
ricerca esploso dopo la realizzazione sperimentale, undici anni fa, di temperature prossime allo zero assoluto che consentono la
creazione e lo studio di fenomeni di degenerazione quantistica. GiaÁ nel 1998 una scuola
era stata dedicata ai condensati atomici di
Bose-Einstein. Questa del 2006 ha riguardato i
gas fermionici ed ha consentito di discutere in
forma eusastiva esperimenti di frontiera e
nuove fenomenologie fortemente interdisciplinari che vanno dalla produzione di superfluiditaÁ fermionica, alla creazione di cristalli di
luce, al controllo delle interazioni per simulatore nuove fasi quantistiche e produrre in
laboratorio modelli che vanno dalla fisica
delle basse temperature a quella delle alte
energie. I rendiconti di questo corso costituiranno il punto di riferimento completo in
questo campo in rapida evoluzione. L'alto interesse del corso, diretto da Massimo Inguscio
del LENS di Firenze, Christophe Salomon
dell'ENS di Parigi e Wolfgang Ketterle del MIT
e premio Nobel 2001, eÁ testimoniato dal gran
numero di domande di partecipazione di studenti da varie nazioni e continenti. La provenienza da campi diversi, sia teorici che sperimentali, ha stimolato un dibattito scientifico
vivacissimo e creativo, senza barriere tra docenti e studenti, in un clima reso ancor piuÁ
stimolante e propositivo anche grazie al contributo dalla segretaria scientifica, dott.ssa
Francesca Ferlaino del LENS.
Corso CLXV ± Protein Folding and
Drug Design
Uno dei grandi problemi irrisolti della
scienza eÁ la predizione della struttura tridimensionale di una proteina a partire dalla sua
sequenza di amminoacidi, il cosiddetto problema del ``protein folding''. CosõÁ scrisse
qualche anno fa Sir Alan Fersht, illustre
scienziato dell'UniversitaÁ di Cambridge. Ma
dato che la scienza ± come diceva un altro
docente di Cambridge, Lord Rutherford ± o eÁ
fisica, o eÁ collezionare francobolli, il problema
del protein folding eÁ anche un problema irrisolto della fisica. Questa eÁ una delle ragioni
per cui la SocietaÁ Italiana di Fisica ha organizzato questa scuola estiva su questo tema.
La stretta connessione che c'eÁ tra fisica e
protein folding non eÁ solo dovuta ai metodi
fisici utilizzati per studiare questi sistemi
(raggi X, risonanza magnetica nucleare, meccanica statistica, vetri di spin, ecc.), ma soprattutto riguarda i concetti fisici, ed in particolare i concetti legati alle transizioni di fase in
sistemi finiti a molti corpi tra stati che coinvolgono una rottura spontanea di simmetria.
Infatti il protein folding puoÁ essere visto come
una proprietaÁ emergente, non contenuta neÁ
negli atomi della proteina, neÁ nelle forze che
agiscono tra di loro, esattamente come la superconduttivitaÁ emerge inaspettatamente nei
metalli a bassa temperatura.
Nonostante non siamo in grado di leggere
la struttura tridimensionale di una proteina
dalla sua sequenza monodimensionale, abbiamo ugualmente molte informazioni sul
problema del protein folding grazie a esperimenti di ingegneria proteica (determinazione dei W-values, Luis Serrano), di termodinamica (Harold Scheraga), a risultati teorici come il folding inverso (Eugene Shakhnovich, Leo Mirny), la teoria dei profili
energetici (Peter Wolynes), ecc.
Anche se in apparenza molto diversi tra
loro, il fatto che i diversi modelli teorici riproducano bene i risultati sperimentali suggerisce che questi contengano la stessa fisica. Infatti, la fisica coinvolta riguarda il ruolo
giocato da alcuni amminoacidi (``caldi'') particolarmente conservati che stabilizzano
strutture locali della proteina (``foldoni'') che,
legandosi tra di loro, danno luogo al nucleo
di stabilizzazione della proteina.
EÁ notevole quanto sia corto il passo tra
questi concetti, sviluppati nelle lezioni di
Harlod Scheraga, Peter Wolynes, Luis Serrano, Eugene Shakhnovich e Leo Mirny, e la
loro applicazione nell'inibizione di virus in
cellule infette, per disegnare farmaci nonconvenzionali come quelli riportati da Stefano Rusconi come conseguenza non banale
degli esperimenti in vitro di Davide Provasi.
Un nuovo approccio interdisciplinare che
coinvolge non solo fisici, chimici e biologi,
ma anche medici, necessario per risolvere
problemi formidabili come quelli creati dall'HIV, sembra cominciare a prendere forma.
I notevoli sviluppi portati avanti negli ultimi anni nel campo degli studi ab initio sono
stati illustrati da Michele Parrinello, Paolo
Carloni e Wilfred van Gunsteren. Gennady
Verkhivker ha aggiornato studenti e docenti
sulle ultime scoperte nel disegno di farmaci e
delle nuove frontiere che segnano il confine
tra ricerca pura ed applicata, mentre Amos
Maritan ha presentato evidenze sul ruolo che
argomenti topologici hanno nel processo di
ripiegamento delle proteine. Il ruolo giocato
dalla meccanica quantistica in questo campo
ed in quello del protein folding eÁ stato discusso da Kennie Merz.
La scuola non avrebbe potuto aver luogo
senza il supporto del presidente Franco Bassani, che ha colto la rilevanza del tema del
protein folding e del drug design per i fisici.
Oltre al supporto economico della SocietaÁ
Italiana di Fisica, eÁ doveroso ricordare anche
quello dell'UniversitaÁ di Milano. La presenza
nella sessione di chiusura della Scuola del
prorettore per la ricerca, il prof. Giampiero
Sironi, e del preside di scienze, prof. Marcello
Pignanelli, sottolineano il conto in cui eÁ tenuta
la ricerca interdisciplinare su protein folding e
drug design portata avanti dal Dipartimento di
Fisica dell'UniversitaÁ di Milano. La presenza
dei professori Mauro Moroni, Massimo Galli
del dipartimento di Scienze cliniche ``Luigi
Sacco'' (sez. di Malattie infettive e immunopatologia) della facoltaÁ di Medicina dell'UniversitaÁ di Milano sono stati quindi piuÁ che
naturali a testimonianza di questa interdisciplinaritaÁ, interdisciplinaritaÁ che trova anche
l'appoggio dell'Istituto Nazionale di Fisica
Nucleare (INFN).
Corso CLXVI ± Metrology and Fundamental Constants
Il terzo corso della Scuola Enrico Fermi
del 2006 eÁ stato dedicato alla Metrologia ed
alle Costanti fondamentali. EÁ questo un settore della Fisica in vivacissima espansione,
con numerose e rilevanti progressi teorici e
sperimentali. Una delle novitaÁ imminenti
saraÁ la sostituzione del campione materiale
di massa ( il venerabile cilindretto di platino
iridio) con una definizione basata sulle costanti fondamentali.
La Metrologia eÁ anche il settore nel quale,
in particolare per la disponibilitaÁ e le prestazioni di Campioni Atomici di frequenza si
hanno rilevanti applicazioni nei sistemi di
navigazione tramite satellite e nelle telecomunicazioni e nei trattamento di dati. Altra
novitaÁ risiede nella disponibilitaÁ di un nuovo
dispositivo, il pettine di frequenza, ottenuto
con laser rapidi ed impulsati, il cui spettro di
uscita eÁ costituito da un numero estremamente elevato di righe equidistanti che copre, al momento, in una sola gamma, dalle
microonde al visivo passando per l'infrarosso. La distanza in frequenza tra le singole righe corrisponde alla frequenza dell'orologio atomico che eccita il dispositivo.
L'interesse e la novitaÁ del dispositivo, la cui
realizzazione ha valso per il Prof. HaÈnsch,
uno dei Direttori della Scuola di Varenna, il
premio Nobel per la Fisica per il 2005.
Il corso si eÁ svolto dal 18 al 28 luglio 2006;
direttori del corso sono stati, oltre a Theodor
HaÈnsch del Max Planck di Garching, Andrew
Wallard, Direttore dell'Ufficio Internazionale
Pesi e Misure di Parigi e Sigfrido Leschiutta del
Politecnico di Torino. Il corso eÁ stato seguito
da 55 allievi e 5 uditori provenienti da una
ventina di Laboratori. La Segreteria Scientifica del Corso eÁ stata alla dott. Maria Luisa
Rastello dell' INRIM, l'Istituto Nazionale di
Ricerca Metrologica, l'Ente che dal 2005 ha
conglobato entro l'Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris, l'Istituto Colonnetti
del CNR. Caratteristica della Metrologia eÁ la
varietaÁ delle modalitaÁ sperimentali, motivo per
il quale si eÁ fatto ricorso ad una ventina di
docenti provenienti da Istituti di Metrologia ed
UniversitaÁ. Tra questi docenti il Nobel Phillips
dello National Institute for Science and
Technology americano.
Nel corso eÁ stata illustrata la Fisica che
presiede alla realizzazione dei Campioni
delle grandezze Fondamentali, assieme alle
varie modalitaÁ sperimentali, Come prassi per
queste scuole, eÁ in corso la raccolta del materiale per la pubblicazione degli Atti. Esiste
una intesa di massima con le organizzazioni
Internazionali che curano le ricerche metrologiche, tra cui il Bureau International
Poids et Mesures, per dare una periodicitaÁ
attorno a sei anni alla Scuola di Varenna,
accentuandole il carattere di scuola dedicata
in particolare alle costanti fondamentali.
IN RICORDO DI SERGIO COSTA
Sergio Costa non eÁ piuÁ tra noi. Una relativamente lunga, combattuta senza tregua, lotta contro il male lo ha allontanato sempre piuÁ da noi.
CosõÁ, nella quiete degli affetti famigliari, si eÁ congedato da tutti nella pace del sonno eterno, sabato,
il primo giorno del mese di luglio del 2006.
Sergio era nato a Torino l'otto giugno del 1935.
La sua attivitaÁ universitaria eÁ cominciata nel 1961
quando Egli ha iniziato a tenere insegnamenti ufficiali di Fisica Sperimentale, di Complementi di
Fisica Generale, di Esperimentazioni di Fisica per i
corsi di laurea in Fisica, Chimica e Scienze dell'Informazione della UniversitaÁ di Torino. Il primo
novembre 1976 eÁ divenuto professore straordinario e dopo tre anni professore ordinario di Fisica
Nucleare presso la FacoltaÁ di Scienze M.F.N. dell'UniversitaÁ degli Studi di Torino. Da allora ha tenuto corsi di insegnamento di Istituzioni di Fisica
Nucleare e Subnucleare, di Complementi di Elettromagnetismo, di Applicazione delle Tecniche di
Fisica Nucleare, di Istituzioni di Fisica Teorica
(Introduzione alla Fisica Moderna), di Introduzione alla Fisica Nucleare e Subnucleare. Profondo conoscitore della Fisica, docente preparato
e brillante nell'esposizione, sapeva catturare l'attenzione dell'uditorio studentesco, mantenendo la
trattazione nell'ambito della dovuta rigorositaÁ e
arricchendola con geniali accostamenti e paragoni, sempre con esemplare chiarezza espositiva.
Attento a tutte le novitaÁ e le innovazioni della
tecnologia ha seguito numerosi studenti nel loro
corso di studi universitari trasferendo loro l'interesse per la ricerca fisica e accompagnandoli con
dedizione nello studio delle tematiche scientifiche
che egli stava conducendo. EÁ stato per anni presidente del Consiglio di Corso di Laurea in Fisica.
Formatosi come fisico sperimentale nel Laboratorio del Sincrotrone di Torino, che nel 1956
veniva realizzato sotto la guida dei professori Gleb
Wataghin, Romolo Deaglio, Mario Verde e Gustavo
Colonnetti, inizioÁ la sua carriera di ricerca scientifica sotto la guida di professori R. Malvano, F.
Ferrero, S. De Benedetti, O. A. Hanson , C. Tribuno, U. Farinelli, S. Menardi, E. Silva, O. Borello,
S. Ferroni. Il campo di ricerca era quello della fisica delle fotoreazioni nucleari. Egli contribuõÁ allo
studio e alla realizzazione di nuovi rivelatori di
fotoneutroni e di fotoparticelle cariche. L'attivitaÁ
del laboratorio assunse ben presto rilievo in campo scientifico internazionale con la scoperta di
Sergio Costa
interessanti fenomeni relativi alla fisica delle fotoreazioni nucleari. Tra essi merita ricordare la
evidenziazione e la misura dello sdoppiamento
della risonanza fotonucleare nei nuclei medioleggeri. Questo risultato consentõÁ di dare rilevanza
internazionale al laboratorio e facilitoÁ l'avvio di
collaborazioni internazionali tra cui quella con
l'UniversitaÁ di Sao Paulo in Brasile. Divenne direttore del Laboratorio e conservoÁ tale incarico
per molti anni.
A partire dal 1980 inizioÁ a spostare la sua ricerca
al CERN con la partecipazione alla costruzione
dello spettrometro Omicron. Era questo uno
spettrometro a grande angolo solido progettato e
utilizzato per la misura dello scattering di mesoni
p di energia intermedia a grandi angoli. Con esso
fu eseguita la misura dello scattering elastico dei p
su D e O nella regione della risonanza D3,3. Seguirono studi sul decadimento p0 ! e+ e-, sulla
produzione di p in interazione di ioni 3He da 910
MeV e 12C da 86 MeV/A.
SeguõÁ la partecipazione all'esperimento Obelix
per lo studio dell'interazione di antiprotoni di
LEAR del CERN con nucleoni e nella materia nucleare. Prese parte alla costruzione di un rivelatore di antineutroni che venivano prodotti con il
fascio di antiprotoni del LEAR. Della collaborazione Obelix fu anche responsabile scientifico e portaparola.
Sempre al CERN entroÁ a far parte della collaborazione COMPASS dal suo inizio. COMPASS eÁ
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IL NUOVO SAGGIATORE
una collaborazione internazionale che ha approntato un apparato sperimentale complesso per
misure di interazioni di adroni e mesoni su targetta
fissa, composto di numerosi e diversi rivelatori
ognuno dedicato a un particolare tipo di rivelazione. Sergio eÁ stato il responsabile dell'Ottica del
primo dei due rivelatori Rich, della radiazione
CÏerenkov, di cui eÁ dotato il complesso spettrometrico. Egli ha progetto e diretto la costruzione del complesso sistema di specchi, parte
integrante ed essenziale del rivelatore. StudioÁ
l'ottimizzazione spaziale degli stessi, tenendo
conto delle singole unitaÁ, e ideando metodologie
nuove per la realizzazione dell'allineamento dei
116 specchi sferici all'interno del contenitore.
Sperimentale completo, partecipoÁ anche al completamento e alla installazione del hardware del
rivelatore nel suo insieme. Per questo trascorse un
periodo di congedo dall'UniversitaÁ al CERN, per
essere vicino ai lavori sul rivelatore e alla sua caratterizzazione.
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In tutte queste ricerche ha sempre profuso le
sue energie e messo a disposizione le sue ampie e
profonde conoscenze scientifiche, collaborando
senza posa con i colleghi, compagni nell'impresa.
Schivo e restio a fornire notizie sulla sua persona, era gentile e cordiale e di amabile compagnia con tutti i colleghi. Non sono pochi i colleghi
che hanno appreso solo dopo la sua morte che era
anche membro della Accademia delle Scienze di
Torino.
Affabile, disponibile in ogni evenienza e pronto
all'aiuto, lascia in tutti noi, che l'abbiamo avuto a
fianco nel quotidiano lavoro di ricerca e di vita
accademica, un vuoto pieno di sconforto e di tristezza che saraÁ difficile allontanare soprattutto
quando ci capiteraÁ di transitare davanti alla porta
d'ingresso di quello che per anni eÁ stato il suo
studio.
R. GARFAGNINI
UniversitaÁ di Torino
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