IL NOSTRO MONDO CERIMONIA DI INAUGURAZIONE DEL XCII CONGRESSO NAZIONALE Á ITALIANA DI FISICA DELLA SOCIETA Torino, 18 settembre 2006 G.-F. Bassani: «Benvenuti al Congresso Nazionale della SocietaÁ Italiana di Fisica. Anzitutto vorrei dare la parola al Magnifico Rettore dell'UniversitaÁ di Torino, Professor Ezio Pelizzetti.» E. Pelizzetti: «Desidero in primo luogo portare il saluto mio e di tutta l'UniversitaÁ di Torino a questo XCII Congresso della SocietaÁ Italiana di Fisica di Torino, che rinnova un ormai quasi secolare appuntamento segno della continuitaÁ e dell'assiduitaÁ del suo alto impegno, che illustra da cosõÁ tanto tempo la ricerca scientifica in uno dei piuÁ significativi ambiti del sapere. In tale importante occasione, non posso non ricordare la figura di Amedeo Avogadro, giaÁ titolare della Cattedra di Fisica Sublime all'UniversitaÁ di Torino, di cui si commemora il centocinquantenario della morte. Lezioni specifiche saranno dedicate a uno studioso fra i piuÁ grandi in assoluto, vanto e orgoglio del nostro Ateneo cosõÁ come dell'UniversitaÁ del Piemonte Orientale a lui espressamente intitolata in ricordo della sua docenza vercellese. Questo padre della fisica era giaÁ stato festeggiato a Torino, nel 1911, quando nella coincidenza fra il cinquantesimo anniversario dell'UnitaÁ d'Italia, il cinquantenario della sua morte e il centenario della sua pubblicazione base edita nel 1811 sul Journal de Physique, alla sua figura era stato dato particolare quanto giustificato rilievo, con l'erezione del busto che ancora oggi eÁ possibile ammirare nel loggiato del nostro rettorato e con la ripubblicazione di molte delle sue opere per i tipi UTET. Oggi a un secolo di distanza le coincidenze si ripetono cosõÁ come resta immutato il peso di Avogadro nella realtaÁ della storia della scienza italiana e mondiale. Nella serie di commemorazioni e di eventi che l'Ateno progetta per le celebrazioni del 2011, centocinquantenario dell'unitaÁ italiana, troveraÁ sicuramente posto una nuova riflessione sullo studioso e sulla ampiezza dei suoi meriti scientifici. Tornando all'importanza di un convegno come questo, devo dire che a Torino questo mese appare dedicato proprio alla diffusione della scienza e all'importanza che essa riveste nell'impatto sulla societaÁ. Credo che tocchi in primo luogo all'UniversitaÁ in generale il ruolo di diffondere insieme con i risultati della ricerca il senso e il valore della scienza: iniziative analoghe sono presenti in questi giorni in molti atenei italiani nello stesso segno della fiducia e della passione per la scienza. A Torino poi eÁ tempo di ricorrenze e celebrazioni: il 5 di settembre abbiamo ricordato con un importante convegno il quinto centenario della consegna di titolo di Dottore a Erasmo da Rotterdam, da parte dell'UniversitaÁ di Torino e quindi abbiamo anche avuto occasione di commemorarare la figura di questo grande filosofo e pensatore europeo, gli aspetti del suo insegnamento, la sua apertura al dialogo tra le culture, la lezione di tolleranza, l'invito alla ricerca non dogmatica, una personalitaÁ cardine dei valori della cultura europea a cui il nostro Ateneo ancora oggi si ispira dal punto di vista delle sue linee comportamentali. Sono seguite poi altre occasioni significative, come ad esempio la presentazione del Premio Italgas 5 IL NUOVO SAGGIATORE 6 giunto alla sua diciannovesima edizione e che sta diventando un riconoscimento di rilievo internazionale la cui cerimonia di premiazione ha luogo presso l'UniversitaÁ di Torino. Il Premio Italgas viene assegnato a uno scienziato che si occupa di ambiente ed energia e si accompagna ad altri riconoscimenti per giovani ricercatori e per le loro tesi di dottorato, nonche a un premio per la divulgazione scientifica. Sul tema della divulgazione scientifica venerdõÁ scorso abbiamo ospitato a Torino la presentazione di AgoraÁ Scienze, iniziativa che rappresenta un nuovo modo di cercare di legare appunto la scienza e la societaÁ, sponsorizzata dall'UniversitaÁ di Torino ma fortemente voluta dal Preside di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali il collega e amico Enrico Predazzi che eÁ qui alla mia destra: come egli stesso avraÁ modo di spiegare AgoraÁ Scienze aspira ad ottenere, e sicuramente otterraÁ, l'adesione e l'interesse anche di altri atenei. Questa settimana, infine, e precisamente il giorno 22 celebreremo la Notte dei Ricercatori che si svolge in 14 cittaÁ europee di cui 3 italiane tra cui appunto Torino: si tratta di un momento significativo per avvicinare i cittadini alla scienza e per stimolare la curiositaÁ scientifica e l'amore per la ricerca soprattutto nei bambini e nei giovani. Io concludo come ho concluso la presentazione che abbiamo proposto la settimana scorsa con una conferenza stampa, appunto delineando le iniziative per la Notte dei Ricercatori: io mi auguro che dopo la Notte dei Ricercatori ci sia per i ricercatori anche un'alba possibilmente radiosa. Con questo auspicio vi do il benvenuto a Torino e auguro a tutti un buon lavoro, grazie.» G.-F. Bassani: «Molte grazie, ed ora la parola all'Assessore all'Istruzione della Provincia di Torino, Dottor Umberto d'Ottavio.» U. d'Ottavio: «Grazie, buongiorno a tutti, vi porto il saluto della Provincia di Torino, lo porto al Magnifico Rettore e a tutti quanti voi soprattutto a coloro i quali partecipano a questo Congresso arrivando da fuori Torino e confidando nel fatto che la vostra permanenza qui a Torino sia la piuÁ gradevole possibile. Ovviamente, condivido gli argomenti che prima il Magnifico Rettore ha sottolineato, l'importanza del ritorno a Torino del Congresso della SocietaÁ Italiana di Fisica. Alle sue parole mi permetto solo di aggiungere che l'UniversitaÁ, il Politecnico e tutte le Istituzioni che si occupano di formazione a Torino sono impegnate nel fare in modo che la nostra cittaÁ, il nostro territorio dedichino particolare attenzione al recu- IL NOSTRO MONDO pero anche di quello che si eÁ un po' perso di quella passione dei giovani per la ricerca. Le motivazioni per cui un po' si eÁ persa sono tantissime e non eÁ qui la sede per fare una riflessione che aprirebbe un diverso dibattito, la cosa che eÁ chiara a tutti noi eÁ che Torino, ma non solo Torino, il nostro Paese ha bisogno di tornare a fare ricerca nel migliore dei modi. Il nostro territorio ha avuto in passato e continua ad avere le condizioni per essere un luogo ideale per fare ricerca e soprattutto per fare in modo che questa ricerca sia anche legata al territorio e alla realtaÁ nella quale eÁ inserito. So che questi saranno anche argomenti del vostro Congresso, di sicuro eÁ importante richiamare l'attenzione di tutti sul tema della ricerca e soprattutto del costruire insieme cultura scientifica di cui c'eÁ un gran bisogno. La Provincia di Torino eÁ impegnata nel rilancio della cultura scientifica sostenendo progetti e iniziative tese a favorire l'inserimento di giovani ricercatori nelle aziende e al trasferimento non solo tecnologico, ma anche della conoscenza. Con queste parole permettetemi di concludere questo breve saluto augurando al vostro Congresso il pieno successo e buona permanenza ancora qui a Torino.» G.-F. Bassani: «Molte grazie, la parola ora al rappresentante dell'Assessorato all'Istruzione del Comune di Torino Dottor Alessandro Isaia.» A. Isaia: «Buongiorno a tutti. Vi porto il saluto dell'Assessore alla Cultura della CittaÁ di Torino, Fiorenzo Alfieri che per un precedente impegno non eÁ potuto essere qui. Come ormai riconosciuto a livello nazionale, e spesso internazionale, Torino eÁ una cittaÁ che ha fatto della cultura il suo principale asset di rinnovamento. La cultura ha i suoi aspetti piuÁ visibili nelle mostre, nei concerti e nelle importanti attivitaÁ organizzate dalle istituzioni culturali di cui questa cittaÁ eÁ ricca, in quantitaÁ e qualitaÁ. Ma soprattutto, a mio avviso, la cultura eÁ studio e ricerca. Importanti momenti come questo in cui studiosi di altissimo livello si incontrano per confrontarsi, sono occasioni di produzione culturale, fondamentali per lo sviluppo di un paese, una cittaÁ e un territorio che ha scelto di riposizionarsi attraverso questo ambito. Siamo felici che Torino sia stata scelta come sede di questo importante congresso e, a nome della cittaÁ, vi auguro il massimo del successo. Benvenuti a Torino. Grazie.» G.-F. Bassani: «La parola ora al Presidente del Comitato Organizzatore Locale del Congresso, Professoressa Alberta Marzari Chiesa.» A. Marzari Chiesa: «A nome del Comitato Organizzatore do il benvenuto a tutti quelli che parteciperanno ai lavori del XCII Congresso della SocietaÁ Italiana di Fisica. Dei 91 Congressi che precedono questo, solo uno eÁ stato tenuto a Torino, 50 anni fa. Viene spontaneo fare un confronto, percheÁ 50 anni sono molti, e sembrano anche di piuÁ percheÁ da allora tutto eÁ cambiato. A Torino nel 1956 la fisica aveva ripreso una vivace attivitaÁ dopo la guerra, grazie alla passione e alla capacitaÁ dei fisici torinesi. Un ruolo importantissimo nella ricostruzione dell'Istituto di Fisica lo ha avuto Romolo Deaglio, che fra l'altro eÁ stato anche l'organizzatore del Congresso del 1956, ma molto importanti sono stati anche Mario Verde e Gleb Wataghin. L'Istituto di Fisica era piuÁ piccolo percheÁ non c'era tutta la parte verso via Pietro Giuria costruita negli anni '70, gli esperimenti occupavano una stanza e i calcolatori non esistevano. Quasi tutta l'attivitaÁ veniva svolta fra le mura di quello che adesso chiamiamo ``il vecchio edificio'', e l'unico laboratorio esterno era la capanna dei raggi cosmici, a Plateau RosaÁ. Era da poco nato l'INFN e anche il CERN era agli inizi. A Torino era appena stato inaugurato, nel sotterraneo dell'Istituto, il sincrotrone da 100 MeV, una delle macchine piuÁ importanti all'epoca per la fisica nucleare delle energie intermedie. Da allora a Torino sono iniziate attivitaÁ nuove, o sono state potenziate attivitaÁ giaÁ avviate, grazie anche all'arrivo di fisici come Carlo Castagnoli e Carlo Franzinetti. Allo stesso tempo, in tutti questi anni, molti fisici torinesi hanno occupato e occupano ruoli importanti nelle ricerche a cui si sono dedicati. Fra tutti, anche per i riconoscimenti internazionali che hanno avuto, ricordo Sergio Fubini e Tullio Regge. Adesso, oltre alle attivitaÁ teoriche e sperimentali tipicamente legate all'INFN, che riguardano come tutti sanno la fisica nucleare e subnucleare, abbiamo gruppi che si occupano di fisica medica, di biofisica, di astrofisica, di fisica dell'ambiente e di fisica della materia. Siamo al CERN, a DESY, al JINR a SLAC e a Frascati con gli esperimenti ALICE, BaBar, CMS, COMPASS, FINUDA e ZEUS; partecipiamo a esperimenti che studiano i raggi cosmici di altissima energia; il gruppo di fisica medica, attivo in mammografia, dosimetria di neutroni e radioterapia, partecipa alla costruzione del CNAO (il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica di Pavia) e ha messo a punto un dosimetro che eÁ stato commercializzato; a Torino abbiamo un laboratorio di geofluidodinamica in cui eÁ alloggiata una vasca rotante che eÁ la seconda come dimensioni in Europa. Il gruppo di astrofisica, che 7 IL NUOVO SAGGIATORE 8 lavora in stretto contatto con l'osservatorio di Pino Torinese, oltre ad avere conseguito importanti risultati scientifici sia in campo teorico, sia nello sviluppo di tecnologie per osservazioni spaziali e da terra, eÁ stato fra i promotori della costruzione di un planetario inaugurato da poco. Importantissima eÁ poi l'attivitaÁ del gruppo teorico. In questi 50 anni eÁ nata l'UniversitaÁ del Piemonte Orientale: anche lõÁ, cosõÁ come nell'altro Ateneo Piemontese, il Politecnico, la ricerca in fisica eÁ molto vivace, con attivitaÁ sia sperimentali sia teoriche. Come dicevo, eÁ cambiato tutto: sono cambiati gli Istituti (che sono diventati Dipartimenti) ed eÁ cambiato il Congresso della SIF. Non so quanti fisici fossero presenti al Congresso del 1956, ma so che c'era un'unica sezione, e che le comunicazioni pervenute erano 73. Per le comunicazioni ci si serviva di diapositive o, piuÁ di frequente, si scrivevano le formule e si disegnava alla lavagna. Per questo Congresso sono arrivate ben 670 comunicazioni. Le sezioni sono, come eÁ ormai tradizione, sette, ma la sezione I, la IVb e la V hanno dovuto, in alcuni giorni, essere sdoppiate. Quello che non eÁ cambiato in questi 50 anni eÁ la vitalitaÁ della fisica italiana e l'interesse che il Congresso desta tra i fisici: lo dimostrano l'altissimo numero di comunicazioni e il fatto che molte delle comunicazioni sono presentate da giovani. Fra l'altro, ho visto che nel '56 c'eÁ una comunicazione presentata da un giovanissimo Carlo Rubbia: mi auguro che anche in questo congresso, fra i tanti giovani che presenteranno il loro lavoro, ci sia un futuro premio Nobel! Noi siamo particolarmente contenti che la SIF abbia scelto Torino come sede del suo XCII Congresso: lo riteniamo un riconoscimento della validitaÁ della fisica piemontese. Da parte nostra stiamo cercando di fare del nostro meglio percheÁ tutto vada bene e posso dire che ce l'abbiamo messa tutta, e che tutti si sono dati da fare, dagli studenti ai tecnici ai giovani ricercatori. Siamo anche stati aiutati, e a questo proposito devo ringraziare l'UniversitaÁ di Torino e il Rettore per l'aiuto e il sostegno che ci ha dato. Devo ringraziare gli Enti e le Ditte che ci hanno aiutati, e in modo particolare la Fondazione CRT e il San Paolo: senza il loro contributo avremmo avuto dei problemi a far fronte a tutto. In particolare abbiamo potuto contribuire ai premi istituiti dalla SIF, e con una cifra superiore a quella degli anni precedenti. Per finire vorrei ricordare che Torino eÁ una bella e ospitale cittaÁ, che ha provato la sua vocazione turistica nelle recenti Olimpiadi e in altre occasioni. Vi invito, nel tempo libero che spero possiate trovare, a scoprire i suoi palazzi barocchi, la sua collina e i suoi musei. Spero anche che possiate apprezzare la cucina del Piemonte, e il suo vino: un assaggio lo troverete con la borsa del Congresso. Auguro a tutti un piacevole soggiorno nella nostra cittaÁ; ringrazio la SocietaÁ Italiana di Fisica per avere scelto Torino come sede del suo XCII Congresso e mi auguro che non passino altri 50 anni prima del prossimo.» G.-F. Bassani: «Molte grazie, la parola ora al Preside della FacoltaÁ di Scienze dell'UniversitaÁ di Torino, Professor Enrico Predazzi.» E. Predazzi: «Gentili signore, Magnifici Rettori, Presidente, autoritaÁ, illustri ospiti, carissimi studenti, e cari colleghi. EÁ per me un grande onore dare il benvenuto a tutti i partecipanti al XCII Congresso Nazionale della SIF a nome dei fisici dell'UniversitaÁ e della sezione INFN di Torino. EÁ giaÁ stato ricordato che sono ormai 150 anni da che eÁ morto Avogadro e 50 anni dall'ultima riunione della SIF a Torino (e, per rispondere alla domanda del Magnifico Rettore, 230 da che Avogadro eÁ nato). Dal 1956 molta acqua eÁ passata da sotto i ponti: eravamo appena usciti dalla II Guerra Mondiale ed eravamo in un momento di grande entusiasmo, di grande ricostruzione; la fisica era forse la branca della scienza in piuÁ tumultuosa e vivace espansione. Era appena stata dimostrata la violazione della paritaÁ e nel campo della fisica delle particelle (che allora si chiamavano elementari) non passava giorno senza che se ne scoprisse una nuova. L'Europa, di laÁ a venire come entitaÁ politica, si stava dotando di quello che sarebbe diventato il piuÁ grande laboratorio mondiale di fisica fondamentale e in Italia un illuminato Presidente del CNR, il Professor Gustavo Colonnetti, dava vita all'INFN che sarebbe diventato un grande motore di traino per lo sviluppo della ricerca in Italia. Cinquanta anni dopo il panorama della fisica eÁ molto cambiato; in Italia, all'INFN si sono aggiunti l'INFM (sperando che sopravviva) e l'INAF rendendo il panorama molto piuÁ omogeneo rispetto al resto del mondo e se guardiamo le cose da un punto di vista di una prospettiva piuÁ ampia, quella internazionale, la situazione appare fortemente contraddittoria: allo stesso tempo fiorente e preoccupante, allo stesso tempo tante luci e tante ombre. Altre scienze si sono affacciate prepotentemente sulla scena e in apparenza la fisica sembra in ripiegamento se non in ritirata: in tutto il mondo abbiamo avuto un calo preoccupante di iscritti, cosa della quale ci si eÁ preoccupati fortemente in tutto il mondo occi- IL NOSTRO MONDO dentale. In Italia, la Conferenza Nazionale dei Presidi di Scienze e Tecnologie ma anche le grandi associazioni nazionali a cominciare dalla SIF a continuare con l'AIF, l'UMI, la SocietaÁ di Chimica Italiana, i grandi enti di ricerca oltre l'INFN, l'INAF e l'INFM e tanti tanti altri operatori hanno indagato le cause di questo fenomeno e hanno cercato di proporre soluzioni. In Italia insieme al MIUR e per la prima volta insieme a Confindustria siamo riusciti a stabilire una collaborazione che si eÁ tradotta in quello che eÁ comunemente chiamato con una certa improprietaÁ di linguaggio Progetto Lauree Scientifiche e la mia opinione, che forse piuÁ che un'opinione eÁ una speranza, eÁ che il problema sia in fase di soluzione. Ma occorre mantenere una guardia molto attenta che richiede un monitoraggio continuo a partire da fatti che a me sembrano troppo spesso se non ignorati almeno sottovalutati. Richiede anche che l'Accademia si faccia sempre di piuÁ carico di trasferire alla societaÁ le sue competenze o almeno le informazioni sulle sue competenze e quindi che si passi da quello che viene chiamato correntemente il problema di scienza e societaÁ a quello che viene oggi individuato come il problema della scienza nella societaÁ. Questo, per riprendere l'accenno che faceva un attimo fa il Magnifico Rettore, eÁ il motivo per cui a Torino abbiamo dato vita ad un centro dell'UniversitaÁ con intenti fortemente multidisciplinari che eÁ stato chiamato AgoraÁ Scienza con chiari intenti e col quale sta giaÁ collaborando fattivamente la Fondazione Compagnia di San Paolo e con la prospettiva che tale collaborazione si estenda quando prima al Politecnico e ad altre UniversitaÁ. EÁ un centro che copre trasversalmente tutte le aree della UniversitaÁ di Torino con ambizioni e con molte speranze e dal quale ci aspettiamo molto. Se queste erano le ombre o meglio se queste erano le premesse di quelle che possono apparire come le ombre, in questi 50 anni la fisica ha fatto passi giganteschi, dal punto di vista della comprensione dell'Universo, della natura e della materia; abbiamo avuto sviluppi assolutamente inimmaginabili in campi come l'astrofisica dove ogni giorno si moltiplicano le scoperte e le domande, ma non solo nell'astrofisica. Ha assunto un ruolo assolutamente fondamentale lo sviluppo delle nanotecnologie e per sottolineare l'importanza di questi problemi mi piace ricordare che il Premio Nobel Leon Lederman allora consigliere scientifico del Presidente Clinton di fronte al senato degli Stati Uniti osservava nel 1999 che ``il 50% del prodotto nazionale lordo degli Stati Uniti eÁ legato a cose prodotte utilizzando la meccanica quantistica (transistor, microprocessori, laser, ecc.)''. Sono affermazioni che possono apparire esagerate fino a quando non si riflette su quanto diversificati siano gli argomenti nei quali oggi eÁ attiva la fisica. Se aprite a caso una qualunque rivista di alta tecnologia scoprite che solo nei titoli gli argomenti che vengono riportati presentano una incredibile variegatezza. Quando peroÁ analizzate meglio le cose scoprite anche che tutti questi argomenti hanno un unico collante: sono tutti fisica. Detto altrimenti la fisica eÁ oggi in uno stato di grazia quale forse mai prima e questo non perche uno dei suoi campi ``tira'', come si suole dire, ma proprio perche tutti hanno raggiunto la loro maturitaÁ. In un ambito piuÁ generale, che oltre alla fisica copre le altre scienze, eÁ ormai un dato universalmente accettato che la ricerca scientifica saraÁ il motore propulsivo del progresso economico del terzo millennio. Dove casca l'asino, per cosõÁ dire, eÁ quando dalla realtaÁ internazionale si passa a quella italiana e qui caritaÁ di patria vuole che si sorvoli il piuÁ possibile soprattutto nel confronto fra paesi in relazione alle carriere che vengono offerte ai ricercatori, principalmente ai giovani, nei diversi paesi. Dobbiamo frenare l'emorragia a senso unico dei nostri giovani migliori. Non deve piuÁ succedere che un Viceministro dell'UniversitaÁ e della Ricerca, all'osservazione che stiamo perdendo i nostri giovani migliori, risponda che ne restano comunque abbastanza per presidiare la ricerca. Io spero che la situazione ormai sia chiara agli occhi di tutti, dai responsabili politici a quelli imprenditoriali, e credo che sia merito dell'attiva sinergia tra gli operatori scientifici, fra i quali i fisici non sono stati certo gli ultimi, che da anni in maniera coerente lanciano l'allarme sul rischio che l'Italia perda il treno dei paesi piuÁ sviluppati e insistono sul fatto che solo il rilancio della ricerca scientifica potraÁ impedirlo. Dopo anni di lavoro duro in questa direzione e sperando di poter continuare a operare in questa direzione, permettetemi di chiudere su una nota di ottimismo che al momento eÁ in larga misura ancora una speranza, la speranza che questa diventi una realtaÁ eÁ che sia prossimo il momento in cui le forze politiche, da quelle locali a quelli nazionali a quelle internazionali, capiranno che il problema eÁ da risolvere a fondo. Fare dell'Italia un paese da cui i ricercatori non fuggano piuÁ e vengano considerati una prioritaÁ eÁ una assoluta necessitaÁ. Grazie della vostra attenzione e benvenuti a Torino per il XCII Congresso Nazionale della SocietaÁ Italiana di Fisica.» 9 IL NUOVO SAGGIATORE DISCORSO INAUGURALE DEL PRESIDENTE Á ITALIANA DI FISICA DELLA SOCIETA Prof. Giuseppe-Franco Bassani 10 Gentili consoci, AutoritaÁ presenti, Signore e Signori. Desidero anzitutto ringraziare il Professor Pelizzetti, il Dottor d'Ottavio, il Dottor Isaia, la Professoressa Marzari Chiesa, il Prof. Predazzi per le loro gentili parole. Desidero anche ringraziare pubblicamente i seguenti Enti e le seguenti Aziende che, con il loro Patrocinio e il loro contributo finanziario, hanno reso possibile l'organizzazione del Congresso: Fondazione CRT, Cassa di Risparmio di Torino, il Banco San Paolo, l'Associazione Amici dell'UniversitaÁ di Torino, l'AgoraÁ Scienza, l'Associazione per lo Sviluppo del Piemonte, la Casa Editrice Bollati Boringhieri, la CittaÁ di Torino, la Conferenza Nazionale dei Presidi della FacoltaÁ di Scienze e Tecnologie, Eckert & Ziegler, Eurizon Financial Group, la FacoltaÁ di Scienze dell'UniversitaÁ di Torino, la societaÁ Ferrero, l'Istituto Nazionale di Astrofisica, l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Kenosistec, Laser Optronic, la societaÁ Lavazza, il Politecnico di Torino, la Provincia di Torino, la Regione Piemonte, S. Bernard, Springer, la Tenuta La Fiammenga, l'UniversitaÁ degli Studi di Torino, l'UniversitaÁ del Piemonte Orientale. Sono pervenuti telegrammi dal Ministro Fabio Mussi, dal Sottosegretario Luciano Modica, dal Presidente del CNR Fabio Pistella, dal rappresentante della SIOF Giancarlo Righini e da Paolo Garbarino Magnifico Rettore dell'UniversitaÁ del Piemonte Orientale. Si ringraziano, inoltre, per la loro partecipazione le seguenti aziende espositrici: Agilent Technologies, Alcatel Vacuum System, Ametek, Caen, Smart, SocietaÁ Italiana di Fisica Pubblicazioni, Taylor & Francis. Come giaÁ detto, non eÁ casuale che proprio quest'anno si tenga a Torino il Congresso della SIF. Ricorre infatti il centocinquantesimo anniversario della morte di Amedeo Avogadro, e il precedente Congresso a Torino si era svolto per il centenario della scomparsa di Avogadro nel 1956. La figura umana e scientifica di Amedeo Avogadro eÁ ricordata a Torino con un bassorilievo nel cortile dell'UniversitaÁ e con un busto in bronzo, opera dello scultore Canonica, fuso nel 1911, per il centenario del lavoro fondamentale nel quale veniva formulata la famosa ipotesi che volumi uguali di gas diversi contengono lo stesso numero di molecole. Questa ipotesi, diventata poi una legge fisi- ca, eÁ il fondamento della teoria atomica e della costituzione chimica della materia, come mostrato da Stanislao Cannizzaro nel 1858. Leggere i lavori cruciali di Avogadro dopo tanti anni eÁ un'esperienza magnifica. Usando il suo principio egli ottiene per la prima volta la giusta composizione atomica dell'acqua, del metano, dei 2 ossidi di azoto, dell'anidride carbonica, e stime molto buone dei loro pesi molecolari. E mostra che anche le sostanze organiche obbediscono allo stesso principio. Per qualche strana ragione il suo contributo era stato quasi dimenticato durante la sua vita, e soltanto recentemente viene posto nella giusta prospettiva. EÁ uscito recentemente un libro di Ciardi, ``L'atomo fantasma'', la storia dell'ipotesi di Avogadro, e una scelta dei suoi scritti, pure curata da Ciardi. Quest'anno eÁ anche il centenario della nascita di Ettore Majorana, e la SocietaÁ Italiana di Fisica ha preparato un libro in italiano e in inglese con tutti i suoi lavori a stampa e la prolusione al suo Corso all'UniversitaÁ di Napoli, il tutto debitamente commentato da colleghi particolarmente competenti. Un opuscolo contenente un elenco delle attivitaÁ principali svolte dalla SocietaÁ Italiana di Fisica a partire dalla sua fondazione nel 1897 eÁ stato preparato ed eÁ in distribuzione ai soci. In occasione dell'Anno Mondiale della Fisica, il 2005, la SIF ha sviluppato numerose ulteriori iniziative specifiche. Una giornata a Villa Mondragone a Roma il 14 dicembre scorso, con la partecipazione di famosi personaggi italiani e stranieri: il resoconto eÁ apparso su ``Il Nuovo Saggiatore''. Un volume contenente una selezione di lavori comparsi in ``Il Nuovo Cimento'' dal 1855 al 1944 eÁ stato predisposto ed eÁ in visione al banco delle pubblicazioni SIF. Chi desidera averne una copia eÁ pregato di far registrare il suo nome e invieremo gratuitamente la copia a chi lo desidera. Un cofanetto contenente 9 DVD di proiezioni molto belle riguardanti aspetti della storia della fisica italiana ed esperimenti importanti rifatti con tecniche semplici. Una riedizione dei filmati PSSC distribuito dalla Zanichelli. Di tutto cioÁ si puoÁ prendere visione al banco della SocietaÁ, dove si puoÁ trovare anche un libro dedicato a Luciano Fonda, che abbiamo voluto cosõÁ ricordare qualche anno dopo la sua prematura scomparsa. Altre iniziative dell'anno della Fisica bene avviate e tuttora in corso sono: una sperimentazione svolta nelle scuole da insegnanti e allievi sulla misura comparata della radioattivitaÁ ambientale, e la creazione di un'aula virtuale a cui gli studenti IL NOSTRO MONDO liceali si possono collegare per ascoltare lezioni e descrizioni di esperimenti, con la possibilitaÁ di interagire con i docenti e tra loro. Di tutto cioÁ appariraÁ presto su ``Il Nuovo Saggiatore'' e su ``Il Giornale di Fisica'' un ampio resoconto. Un'ulteriore attivitaÁ, che ha impegnato il Consiglio SIF e un gruppo di benemeriti colleghi coordinati da Giancarlo Gialanella, eÁ stata la preparazione di uno statuto per l'ordine professionale dei fisici. Abbiamo promosso un'inchiesta tra i soci, e dettagli ulteriori verranno discussi in Assemblea dei Soci. Il nostro intervento per formulare i programmi di Fisica nella Scuola Media superiore eÁ anche stato assai impegnativo. EÁ stato seguito in parte dal Ministero precedente, ma ora dovraÁ essere riproposto nell'ambito del nuovo schema didattico, che non eÁ ancora chiaro. Sembra esserci il desiderio continuo di cambiare le strutture educative, e spesso ci si agita molto per poi ritornare alle strutture del passato che non erano scadenti. La Scuola Italiana, a partire dalle Elementari, era una buona scuola e auguriamoci che tale rimanga e possibilmente migliori. EÁ stato affrontato anche il problema dello scarso numero di vocazioni nelle materie scientifiche fondamentali, Fisica, Matematica e Chimica. A questo si eÁ cercato di porre rimedio attribuendo borse di studio a giovani che dal Liceo si iscrivono a Fisica. GiaÁ una prima assegnazione di tali borse eÁ in corso, gestita dalla SIF, e sono state assegnate 43 borse triennali. Devo segnalare che le domande pervenute da parte di studenti di scuole secondarie sono quasi 500, un numero considerevole. E un benvenuto desidero dare all'Associazione Studenti di Fisica, che si eÁ costituita e saraÁ utile per accrescere lo spirito di appartenenza alla nostra comunitaÁ. Durante la scorsa estate si sono svolti con grande successo tre corsi della Scuola Internazionale di Fisica ``Enrico Fermi'' di Varenna. L'entusiasmo dei docenti e dei partecipanti eÁ stato veramente notevole e conferma la sempre maggiore vitalitaÁ della Scuola ``Enrico Fermi''. I corsi sono stati: «Ultra-Cold Fermi Gases» Direttori: Massimo Inguscio - LENS, Firenze, Wolfgang Ketterle - MIT, Cambridge USA e Christophe Salomon - ENS, Paris. «Protein Folding and Drug Design» Direttori: Ricardo A. Broglia - UniversitaÁ di Milano e Louis Serrano - UniversitaÈt Heidelberg. «Metrology and Fundamental Constants» Direttori: Theodor HaÈnsch - Max Planck Institut, Garching, Andrew Wallard - BIPM, Paris e Sigfrido Leschiutta - Istituto Elettrotecnico Nazionale ``Galileo Ferraris'', Torino. In questo anno purtroppo sono mancati molti nostri soci. Vorrei ricordare in particolare: Icilio Agostini, Nicola Armenise, Umberto Colombo, Giulio Cortini, Sergio Costa, Alberto Masani, Massimo Sancrotti, Livio Scarsi. Per quanto riguarda i riconoscimenti internazionali desidero segnalare che Erio Tosatti ha avuto la medaglia Tate dell'American Physical Society. E veniamo ora alle premiazioni. Anzitutto vorrei consegnare le medaglie e i certificati ai Soci Benemeriti del 2006: Mario BERTOLOTTI, Ettore FIORINI, Marcello FONTANESI, Giorgio GIACOMELLI, Giancarlo GIALANELLA, Italo MANNELLI, Paolo MAZZOLDI, Enrico PREDAZZI, Emanuele RIMINI, G. Vittorio SILVESTRINI. EÁ con particolare piacere che desidero ora consegnare ai figli di Carlo Castagnoli la medaglia d'oro di Presidente Onorario, che non abbiamo potuto consegnare lo scorso anno a Catania perche molto vicini al periodo di lutto. Oggi pomeriggio, all'inizio della sezione di Astrofisica, ci saraÁ una commemorazione di Carlo Castagnoli tenuta da Renato Angelo Ricci. Consegno la medaglia d'oro a Giovanna CASTAGNOLI. Desidero ora consegnare i premi agli autori di quelle che sono state giudicate le migliori comunicazioni presentate lo scorso anno al Congresso di Catania. Per la Fisica Nucleare e Subnucleare: Premio prima migliore comunicazione: Maria Elena MONZANI, INFN Gran Sasso (non eÁ presente); Paolo BELLAN, UniversitaÁ di Padova. Premio seconda migliore comunicazione: Annalisa MASTROSERIO, UniversitaÁ di Bari; Marco MIRAZITA, INFN Frascati. Per la Fisica della Materia (materia condensata, atomi, molecole e plasmi): Premio prima migliore comunicazione: Alessia IRRERA, UniversitaÁ di Catania (ritira il premio il Dottor Vittorio PRIVITERA); Antonella LOÁ di Lecce. RUSSO, Universita Premio seconda migliore comunicazione: Alessandro STROPPA, UniversitaÁ di Trieste (non eÁ presente); Teresa QUATTRONE, UniversitaÁ di Messina. 11 IL NUOVO SAGGIATORE Per la Astrofisica e Fisica Cosmica: Premio prima migliore comunicazione: Alberto OLIVA, UniversitaÁ di Perugia. Premio seconda migliore comunicazione: Helenia MENGHETTI, UniversitaÁ di Bologna. Marco FELICI; laureato in Fisica presso l'UniversitaÁ di Roma ``La Sapienza''; Manuel PINCETTI, laureato in Fisica presso l'UniversitaÁ di Pavia. Per la Biofisica e Fisica Medica: Premio prima migliore comunicazione: Rita GUZZI, UniversitaÁ della Calabria. Premio seconda migliore comunicazione: Angelo LA MANNA, UniversitaÁ di Palermo. Assegnazione del Premio per AttivitaÁ nel campo della Didattica della Fisica Per la Elettronica e Fisica Applicata: Premio prima migliore comunicazione: Vittorio PRIVITERA, UniversitaÁ di Catania. Premio seconda migliore comunicazione: Piergiorgio NICOLOSI, UniversitaÁ di Padova (non eÁ presente). Per la Didattica e Storia della Fisica: Premio prima migliore comunicazione: Paola LA ROCCA, UniversitaÁ di Catania. 12 Il premio viene consegnato congiuntamente alla Professoressa Elena SASSI dell'UniversitaÁ di Napoli ``Federico II'' con la seguente motivazione: «Per i suoi contributi allo sviluppo della Didattica della Fisica in Italia, in particolare con l'introduzione di strumenti didattici innovativi, e per il suo vivace impegno di coordinamento del settore didattico su scala europea e mondiale»; e ai Professori Raffaele GIOVANNUCCI, Luciano MATTIACCI, Giorgio MAZZEO del Liceo Scientifico ``V. Volterra'' di Ciampino con la seguente motivazione: «Per il loro impegno e i brillanti risultati ottenuti nel guidare gli studenti nella campagna di ``Misura della RadioattivitaÁ Ambientale'' promossa dalla SocietaÁ Italiana di Fisica e finanziata dal MIUR, nell'ambito delle manifestazioni indette in occasione del ``2005 Anno Mondiale della Fisica''.» CONFERIMENTO DEI PREMI PER LA FISICA PER L'ANNO 2006 Borsa «Antonio Stanghellini» Assegnazione del Premio per la Fisica riservato ai dottori laureati dopo il maggio 1999 La Borsa viene consegnata al Dottor Davide FORCELLA, laureato in Fisica presso l'UniversitaÁ di Milano-Bicocca. Consegno il Diploma e l'assegno a: Francesca LONGO, laureata in Fisica presso l'UniversitaÁ di Messina; Alessio MARRANI, laureato in Fisica presso l'UniversitaÁ di Roma Tre; Helenia MENGHETTI, laureata in Fisica presso l'UniversitaÁ di Bologna; Fabio SCIARRINO, laureato in Fisica presso l'UniversitaÁ di Napoli ``Federico II'' (ritira il premio il Dottor Giuseppe Vallone). Assegnazione del Premio per la Fisica riservato ai dottori laureati dopo il maggio 2003 Consegno il Diploma e l'assegno a: Filippo CARUSO, laureato in Fisica presso l'UniversitaÁ di Catania; Silvia Concetta CAMMISA, laureata in Fisica presso l'UniversitaÁ di Catania; Premio «Pietro Bassi» Il premio viene consegnato alla Dottoressa Francesca A MORINI, laureata in Fisica presso l'UniversitaÁ di Catania. Premio «Associazione Geofisica Italiana» Il Premio viene consegnato al Dottor Pasquale SELLITTO, laureato in Fisica presso l'UniversitaÁ di Roma ``La Sapienza''. Consegna il Premio il Professor Arnaldo LONGHETTO. Premio «Carlo Castagnoli e Giuliana Cini» Il premio viene consegnato congiuntamente al Dottor Andrea ELMI, laureato in Fisica presso l'UniversitaÁ di Torino e alla Dottoressa Raffaella IL NOSTRO MONDO BONINO, laureata in Astrofisica e Fisica Cosmica presso l'UniversitaÁ di Torino. Premio «Ettore Majorana» Il Premio «Ettore Majorana» assegnato quest'anno in occasione del Centenario della sua nascita viene consegnato ex-aequo alla Dottoressa Faiza BOURHALEB della Fondazione TERA di Novara e al Dottor Francesco TERRANOVA dei Laboratori Nazionali di Frascati. Questo premio eÁ stato assegnato con il contributo privato della signora Vincenzina Scacco Aleo in ricordo del marito Ing. Nunzio Aleo. Il premio «Enrico Fermi» della SocietaÁ Italiana di Fisica Il premio «Enrico Fermi» della SocietaÁ Italiana di Fisica, assegnato da una Commissione costituita da un membro nominato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, uno dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, uno dall'Istituto Nazionale di Fisica della Materia, uno dall'Accademia dei Lincei e uno dal Consiglio di Presidenza della SIF, e presieduto dal Presidente della SocietaÁ, eÁ stato assegnato congiuntamente a due fisici «per i loro contributi pionieristici alla conoscenza dei fenomeni di coerenza nella radiazione e nella materia». A Fortunato Tito ARECCHI, «per la prima dimostrazione sperimentale delle proprietaÁ statistiche della radiazione coerente». A Giorgio CARERI, «per la scoperta dei vortici quantistici nell'elio superfluido», un esperimento fatto quasi 50 anni fa, e sempre di attualitaÁ; caratteristica questa dei risultati importanti. Dichiaro quindi aperto il XCII Congresso della SocietaÁ Italiana di Fisica. Dopo un breve intervallo potremo seguire le due relazioni generali di: Theodor HaÈnsch ``A passion for precision'' e di Elena Sassi ``Didattica della Fisica: note su problemi aperti''. Buon lavoro e grazie a tutti. 13 IL NUOVO SAGGIATORE ASSEMBLEA GENERALE DEI SOCI DELLA SOCIETA' ITALIANA DI FISICA Torino, martedõÁ 19 settembre 2006 L'Assemblea Generale dei Soci della SocietaÁ Italiana di Fisica eÁ convocata in occasione del Congresso Nazionale di Torino in prima convocazione alle ore 18.30 ed in seconda convocazione alle ore 19.00 di martedõÁ 19 settembre 2006 nell'Aula Magna del Dipartimento di Chimica dell'UniversitaÁ di Torino, con il seguente ordine del giorno: 1) Approvazione ordine del giorno. 2) Approvazione del Verbale dell'Assemblea Generale dei Soci del 27 settembre 2005 (Il Nuovo Saggiatore, Vol. 21, Në 5/6, 2005). 3) Relazione del Presidente. 4) Relazioni del Collegio dei Revisori dei Conti e approvazione dei bilanci. 5) Nomina dei Revisori dei Conti (due effettivi e uno supplente). 6) Discussione e approvazione della Relazione del Presidente. 7) Ordine Professionale Fisici. 8) Progetto Lauree Scientifiche. 9) Relazione Associazione Italiana Studenti di Fisica. 10) Varie ed eventuali. G.-F. Bassani: «1) Nell'Ordine del Giorno c'eÁ tut- 14 to, peroÁ se ci sono indicazioni ulteriori o varianti, vi prego di farlo sapere. Vedo che a tutti va bene l'ordine del giorno, cosõÁ come compare nella nostra convocazione. 2) Il secondo punto eÁ l'approvazione del verbale dell'Assemblea Generale dei Soci tenuta a Catania il 27 settembre 2005. Il verbale di quell'assemblea eÁ stato pubblicato su ``Il Nuovo Saggiatore'' ed eÁ a disposizione di tutti: un certo numero di copie eÁ stato qui distribuito. Il verbale eÁ approvato. CominceroÁ a dire in modo molto conciso di alcune cose che giaÁ ho annunciato nell'introduzione a questo convegno. Durante l'anno passato si sono concluse le attivitaÁ dell'anno mondiale della fisica, che eÁ stato il 2005. Ci sono state sostanzialmente alcune iniziative: una eÁ la pubblicazione degli scritti scelti tratti da ``Il Nuovo Cimento'' che voi potete trovare nel banco della SIF. Coloro che desiderano averne una copia son pregati di indicare il loro nome e la copia verraÁ distribuita gratuitamente fino all'esaurimento delle copie che abbiamo pubblicato. Credo che sia un libro piuttosto interessante sia dal punto di vista storico che anche per l'importanza dei risultati scientifici. Un'altra attivitaÁ svolta eÁ la preparazione di 9 DVD di esperimenti classici e antichi fatti con tecniche moderne: uno tipico eÁ la misura della velocitaÁ della luce fatta su un banco ottico moderno; un altro esperimento eÁ la misura della forza di gravitazione, l'esperimento di Cavendish fatto con palline di peso molto limitato, e poi ci sono altri esperimenti di ottica, le onde evanenescenti, ecc. E poi ci sono, in questi DVD, dei filmati che riguardano la storia della fisica e in parte alcuni concetti fondamentali, noncheÁ la storia di alcuni fisici di rilievo, tra cui Enrico Fermi e i laboratori degli esperimenti di Galileo opportunamente rifatti cosõÁ come li indicava Galileo. Il cofanetto di questi DVD eÁ in preparazione ed eÁ quasi ultimato. Un'altra attivitaÁ svolta eÁ la ripresentazione delle lezioni, che alcuni ricorderanno, del PSSC, che erano uscite nel 1964 e che poi sono state un po' dimenticate. A distanza di tempo mantengono la loro caratteristica di bellissime lezioni su esperimenti cruciali, spiegati molto bene da fisici il- IL NOSTRO MONDO lustri, soprattutto americani: era un'iniziativa fatta negli Stati Uniti in quegli anni. I filmati sono stati tradotti in italiano, l'originale era a nostra disposizione e con la Zanichelli abbiamo fatto un accordo per cui la Zanichelli li ha prodotti e li distribuisce. Un'altra iniziativa eÁ il libro su Ettore Majorana. I lavori di Ettore Majorana sono dispersi da varie parti, alcuni sono sul Nuovo Cimento; non sono molti lavori, sono 9 piuÁ uno che eÁ un'appendice quindi dieci in tutto, e in piuÁ abbiamo aggiunto anche un manoscritto le ``Note per la Lezione Magistrale'' tenuta nel 1938, poco prima della sua scomparsa, a Napoli. Queste lezioni vengono tradotte in inglese e commentate da persone che ci hanno lavorato e che sono esperte nel campi toccati da Majorana. Per questa iniziativa ha espresso un'interesse anche la Springer che ci garantiraÁ la distribuzione su scala mondiale. Vorrei segnalare due altre iniziative che sono molto impegnative: Una eÁ quella della misura della radioattivitaÁ in piuÁ di cinquanta sedi liceali disperse in tutta l'Italia. EÁ stato fornito, con i fondi del Ministero e della Commissione Europea un kit in ogni sede con cui gli studenti possono fare una misura della radioattivitaÁ (studenti con i loro professori), ciascuno nella propria scuola. Riferire queste misure e mettersi in comunicazione tra di loro e con il centro stabilito a Frascati in modo da avere una mappa di tutto il territorio e sapere come varia la radioattivitaÁ da una zona all'altra. La cosa ha suscitato notevole interesse. L'altra iniziativa a cui vorrei accennare eÁ l'aula virtuale. L'idea eÁ costruire un'aula dove si presentino delle lezioni magistrali ma fatte in modo che gli studenti possano interagire, fare domande fra di loro, soprattutto fare domande a chi fa la lezione. Si vedono le lezioni sullo schermo televisivo e si puoÁ comunicare con chi fa la lezione. E questa eÁ la costruzione dell'aula virtuale che eÁ ancora in corso, perche non eÁ una cosa che si esaurisce in poco tempo. Altre cose che vorrei segnalare sono le scuole di Varenna che sono andate molto bene. Quelle dell'anno prossimo sono giaÁ in programmazione. Quest'anno siamo riusciti ad arricchire un po' la parte, diciamo cosõÁ, conviviale, perche gli studenti e i professori che erano alla scuola di Varenna un pomeriggio fanno una gita in battello su tutto il lago di Como e visitano le ville del lago di Como. Penso che si possa in futuro ritornare all'antico e offrire ancora una cena veramente notevole a tutti insieme, come si faceva una volta ai vecchi tempi, quando ero molto piuÁ giovane anch'io. Tra le altre cose che desidero comunicare eÁ il fatto che sulle riviste stiamo migliorando la situazione, nel senso arrivano molti lavori. Il Nuovo Cimento B va avanti, Il Nuovo Cimento C ha raggiunto lo stadio in cui abbiamo lavori adesso per il bimestre in corso, nel Nuovo Cimento B siamo arrivati a giugno-luglio, la Rivista del Nuovo Cimento sta presentando molti lavori. Direi quindi che la SocietaÁ di Fisica presenta ai soci un'attivitaÁ piuttosto consistente. Dal punto di vista finanziario nel 2005 le cose sono andate abbastanza bene percheÂ, come potete vedere dal bilancio che eÁ in distribuzione, abbiamo un'attivo. Non sto a leggere il bilancio, ma abbiamo un attivo di circa 190.00,00 Euro, che per noi eÁ molto. Decideremo in seguito come destinarli. Pensavo, se voi foste d'accordo, di destinarne 100.000,00 al fondo di riserva e 90.000,00 metterli sul bilancio dell'anno successivo, che eÁ l'anno in corso. Non ho molte cose da aggiungere. Del problema dell'ordine professionale dei fisici e del progetto ``Lauree Scientifiche'' su cui molto si eÁ lavorato parleremo in seguito in modo specifico. Ora pregherei il collegio dei revisori dei conti di presentare il bilancio perche sia possibile approvarlo. Chiedo al Dr. Majorani di presentare il bilancio.» RELAZIONE DEI REVISORI DEI Á ITALIACONTI DELLA SOCIETA NA DI FISICA AL BILANCIO ED AL CONTO ECONOMICO DELÁ COMMERCIALE CON L'ATTIVITA Á SEPARATA PER CONTABILITA L'ESERCIZIO 2005. Signori Soci, il Bilancio ed il Conto Economico predisposto dal Consiglio di Presidenza della SocietaÁ Italiana di Fisica, attiene alla attivitaÁ commerciale per il periodo 01/01/05 al 31/12/05. L'obbligo che deriva alla S.I.F. secondo le vigenti norme di legge di approntare un bilancio per la parte ``commerciale'' eÁ unicamente di carattere tributario (T.U.I.R. n. 917/86 ± Capo III, art. 108). Nel caso di specie ricorre l'obbligo di dichiarare il reddito derivante dall'esercizio di attivitaÁ commerciale (nel caso editoriale e per la Scuola Internazionale di Varenna) con dichiarazione annuale nei modi e nei termini previsti dalla legislazione. Il Bilancio della parte ``commerciale'' si presenta redatto nel rispetto delle norme civilistiche-fiscali recepite dal disposto della IV Direttiva CEE (25/07/78 n. 78/660 CEE) e si compone di tre parti inscindibili: a) Stato Patrimoniale b) Conto Economico c) Nota Integrativa L'esercizio 2005 si eÁ chiuso con un utile complessivo di Euro 161.627 comprensivo delle imposte sul reddito di Euro 103.725 e della perdita della gestione non commerciale di Euro 63.390, come evidenziato dai dati contenuti nel bilancio stesso e di seguito compendiati. Il presente bilancio eÁ stato redatto in forma abbreviata ai sensi dell'art. 2435 bis del Codice Civile e con il piuÁ attento rispetto della normativa vigente, recepita dalla giaÁ citata IV Direttiva CEE. Compete l'esonero dalla redazione della relazione del Consiglio di Amministrazione previsto dal combinato disposto degli artt. 2435bis e 2428, n. 3 e n. 4 del Codice Civile. Riteniamo di portare a conoscenza che non ricorre di richiamare l'art. 105 del T.U.I.R. n. 917/86 non comparendo in bilancio riserve od altri fondi, ne l'art. 10 della Legge 72/93 in quanto non si sono verificate rivalutazioni sulle immobilizzazioni che figurano in bilancio al costo storico. Diamo atto che eÁ stato provveduto all'adattamento del bilancio di esercizio precedente (art. 2423-ter, quinto comma, del Codice Civile) con voci disposte secondo gli attuali obblighi schematici e comunque, sulle variazioni intervenute nella consistenza delle poste dell'attivo e del passivo, eÁ detto nella ``Nota Integrativa''. Possiamo dare atto, ai fini delle valutazioni eseguite, che le stesse sono state ispirate da sani criteri di competenza e prudenza e piuÁ esattamente si eÁ provveduto come segue. ± Le immobilizzazioni immateriali attengono alla capitalizzazione dei costi sostenuti per il ripristino dell'immobile goduto in affitto, ammortizzati direttamente con riferimento alla durata residua del contratto di locazione, nonche licenze d'uso software. ± Gli ammortamenti sono stati calcolati nel rispetto delle norme fiscali e con l'applicazione delle aliquote vigenti, ivi previste. ± Le rimanenze finali sono state calcolate con il metodo LIFO con il risultato di non differire sostanzialmente dai costi correnti di beni di analoga categoria. ± Non si sono verificati casi eccezionali che abbiano reso il necessario ricorso alle deroghe art. 2423, quarto comma, ed art. 2423-bis, secondo comma, del Codice Civile. ± I crediti commerciali sono iscritti secondo il loro presumibile valore di realizzo. Gli altri crediti sono iscritti al loro valore nominale. ± I debiti commerciali e non, sono iscritti al passivo patrimoniale al loro valore nominale. ± Costi e ricavi sono stati determinati avuta presente la competenza. 15 IL NUOVO SAGGIATORE Stato Patrimoniale Á ATTIVITA Immobilizzazioni: Immateriali Materiali Finanziarie Attivo circolante: Rimanenze Crediti DisponibilitaÁ liquide Ratei e risconti Totale attivo Á PASSIVITA Altre riserve Utili portati a nuovo Utile (perdita) d'esercizio Patrimonio Netto Fondi per rischi e oneri Fondo trattamento fine rapporto Debiti Ratei e risconti Totale passivo delle norme civilistiche-fiscali recepite dal disposto della IV Direttiva CEE. 10.239 52.404 342.655 7.416 498.996 608.717 2.448 1.522.875 42.091 599.395 161.627 803.113 0 316.892 402.870 0 1.522.875 Conto Economico Valore della produzione Costi della produzione Differenza Proventi e oneri finanziari Proventi ed oneri straordinari Risultato prima delle imposte Imposte sul reddito dell'esercizio Risultato d'esercizio 16 1.708.319 (1.396.264) 312.055 16.687 (63.390) 265.352 (103.725) 161.627 Utile gestione commerciale Perdita gestione non commerciale Utile complessivo 225.017 (63.390) 161.627 ± I ratei ed i risconti sono stati riportati al periodo di competenza. artt. 14 e 7 dello Statuto della SocietaÁ Italiana di Fisica, relazionano sull'andamento finanziario dell'esercizio 2005. Ritengono innanzitutto necessario precisare che l'impostazione tecnica della presentazione dei dati di bilancio non si discosta da quella ormai da anni sempre adottata e che pertanto il bilancio, come giaÁ per il passato, si compendia in: ± Le disponibilitaÁ liquide sono state indicate strettamente in ossequio agli importi cartolari. Proponiamo l'approvazione del Bilancio come redatto nel rispetto delle vigenti disposizioni. I Revisori Dr. Giorgio Comini Dr. Luciano Delfo Majorani RELAZIONE DEI REVISORI DEI Á ITALIANA CONTI DELLA SOCIETA DI FISICA AL BILANCIO CONSUNTIVO GENERALE DELL'ESERCIZIO 2005. I sottoscritti Revisori Dr. Giorgio Comini e Dr. Luciano Delfo Majorani in ordine al combinato disposto degli 1) un bilancio consuntivo generale che consta di una parte prima ``ENTRATE'' e di una parte seconda ``USCITE'' 2) una dimostrazione del risultato che in allegato al sub 1ë ne forma parte integrante 3) una situazione patrimoniale. Oltre al predetto bilancio consuntivo generale di gestione, per esigenze ed obblighi di carattere fiscale, viene anche approntato un bilancio secondo la tecnica ragionieristica aziendale della rilevazione del reddito per la sola parte commerciale. Quest'ultimo viene presentato nel rispetto Per prassi sempre seguita, anche per quest'anno si provvede alla distribuzione dei bilanci in tutte le loro parti. Stante la dettagliata esposizione del bilancio, riteniamo che ci sia consentito di limitarci all'esame, nel loro assieme, dei vari titoli e capitoli di entrate e di uscite, con brevi commenti illustrativi sugli scostamenti dalla previsione, laddove si sono verificati in sede consuntiva. Parte prima: Entrate Titolo I - Entrate effettive Sez. I - Ordinarie Con riferimento alle somme stanziate in via definitiva si eÁ determinato un totale di somme, accertate algebricamente, in piuÁ di Euro 177.217,04, dovuto sostanzialmente alle voci EPJ (+ Euro 127.521,43) e EPL (+ Euro 39.123,00) ed alla sola diminuzione dei Contributi stampa (± Euro 2.031,26). Titolo II Sez. II ± Convenzioni e Straordinarie Con riferimento alle somme stanziate in via definitiva si eÁ accertata algebricamente una maggior somma di Euro 1.226,06. Titolo IV Trattasi di partite di giro e come tali trovano contropartita per eguale importo e con la stessa classificazione nella parte ``USCITE'' e pertanto, trattandosi di conti transitori, non influiscono sul risultato finanziario della gestione. Parte seconda: Uscite Titolo I - Uscite effettive Sez. I - Ordinarie a) Le spese per il personale, stipendi, contributi, assicurazioni, collaboratori, spese viaggio e diarie (artt. 1-2-3) hanno evidenziato algebricamente, rispetto la previsione, una minore spesa di Euro 2.896,51. b) Le spese sostenute dalla SocietaÁ per le pubblicazioni, in sede consuntiva, hanno evidenziato algebricamente una minore somma di Euro 6.028,07 dovuta essenzialmente agli articoli 5 e 12 (Il Nuovo Saggiatore ed EPL). c) Le spese per l'attivitaÁ sociale evidenziano una minore spesa rispetto alla previsione di Euro 581,47. d) Le spese di gestione rilevano una maggiore spesa sulla previsione di Euro 6.268,77, dovuta essenzialmente all'art. 8 Imposte e tasse (+ Euro 11.579,10), con minori spese in tutti gli altri articoli. IL NUOVO SAGGIATORE Titolo II Sez. II - Straordinarie Si rileva il rispetto della previsione. Titolo III Sulla voce ``Arredamento e attrezzature varie'' si rileva una minor spesa di Euro 194,55. Titolo IV Per le partite di giro vedasi quanto detto per le stesse voci nella parte ``ENTRATE''. Titolo V - Accantonamenti Sulla previsione si rileva una minor spesa di Euro 3.417,47 relativa al Fondo quiescenza impiegati. La ``situazione finanziaria'' evidenzia un avanzo dell'esercizio 2005 di Euro 194.055,25. A questo risultato contribuisce la gestione dei residui con + Euro 7.672,58. Possiamo rassicurare l'Assemblea che nel corso dell'esercizio in esame abbiamo effettuato i necessari e periodici controlli, sia collegialmente che individualmente, di cui ne eÁ dato atto nell'apposito Libro dei Verbali tenuto a cura dei Revisori. Nel corso di detti controlli abbiamo sempre riscontrato la perfetta rispondenza dei movimenti bancari della Banca Nazionale del Lavoro di Bologna che, come eÁ noto, eÁ il nostro cassiere unico, con le scritture contabili. 20 Desideriamo inoltre dare atto che i dati del Bilancio consuntivo generale trovano perfetta rispondenza con le scritture contabili generali in essere e sottoposte alle formalitaÁ di legge. Esprimiamo all'Assemblea parere favorevole all'approvazione del Bilancio. I Revisori Dr. Giorgio Comini Dr. Luciano Delfo Majorani G.-F. Bassani: «Ci si potrebbe chiedere come mai il bilancio di una societaÁ come la nostra presenta un attivo, ma la cosa eÁ stata discussa negli anni passati e si eÁ visto che questo serve ad avere un fondo e questo puoÁ essere utile e importante. Quindi sarei del parere di approvare senz'altro questo bilancio. Chi eÁ favorevole alzi la mano. Chi si astiene? Chi eÁ contrario? Allora il bilancio eÁ approvato. Adesso vorrei chiedere di approvare il suggerimento che avevo fatto o, in caso contrario di farne un altro. Il suggerimento eÁ quello di questi 190.000,00 Euro di avanzo finanziario destinarne 100.000,00 al fondo di riserva e 90.000,00 metterlo a bilancio per l'anno in corso. Chi eÁ favorevole a questa soluzione alzi la mano. Vedo che tutti siamo favorevoli e quindi ringrazio i revisori dei conti per il loro lavoro, desidero ringraziare anche tutto il personale della societaÁ, il tesoriere, qui presente, il quale ha seguito tutte le attivitaÁ inerenti al bilancio e desidero ringraziare i revisori dei conti. Purtroppo eÁ mancato un revisore dei conti, Icilio Agostini, nel corso dell'anno. Per ricordare Icilio Agostini, abbiamo pensato a un premio da destinare al nome di Icilio Agostini, un premio che dovrebbe essere deliberato insieme all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. SaraÁ un premio di tipo nuovo, che verraÁ assegnato a qualcuno che si eÁ distinto nell'attivitaÁ di gestione della ricerca. EÁ una cosa piuttosto originale peroÁ abbastanza importante, eÁ il settore cui Agostini si eÁ dedicato. E ora vorrei chiedere a Renato Angelo Ricci di dire due parole e vorrei tenere un minuto di silenzio per Icilio Agostini.» R. A. Ricci: «Credo che il ricordo di Icilio Agostini sia nella mente e nel cuore di tutti. Ne abbiamo giaÁ scritto su ``Il Nuovo Saggiatore'' e ci siamo proposti di ricordarlo, non soltanto come SIF ma anche come comunitaÁ di fisici italiani, in particolare dell'INFN. Tutti i fisici italiani conoscevano molto bene Icilio, sia per le funzioni importanti da lui svolte nelle varie istanze come amministratore solerte e funzionario rigoroso sia anche per il suo modo di essere e di offrirsi come collaboratore competente e prezioso alla comunitaÁ dei fisici italiani. Credo che la SIF faccia bene, come eÁ stato detto dal Presidente, a ricordarlo anche in altri modi piuÁ opportuni. Ma soprattutto io credo che qui, in questa sede, noi possiamo ricordarlo nel migliore dei modi come una colonna portante della nostra societaÁ . E proprio con questo ricordo, vi invito, in accordo con il Presidente, a un minuto di silenzio. Grazie.» G.-F. Bassani: «Grazie. Abbiamo detto che poi verrete informati di quello che si saraÁ deciso congiuntamente con l'INFN su una borsa o un premio del tipo indicato. Adesso dobbiamo nominare i revisori dei conti. Allora, per prima cosa proporrei di riconfermare i due revisori dei conti Luciano Majorani e Giorgio Comini, i quali cosõÁ bene e tanto hanno fatto in questi anni. Chi eÁ favorevole a questa nomina alzi la mano. Vedo l'unanimitaÁ. Abbiamo sempre avuto degli ottimi risultati dai revisori dei conti, quindi non posso che esprimere la mia gratitudine, la gratitudine di tutti. Ora abbiamo la nomina di un supplente, una persona che per i primi due anni puoÁ essere come supplente e poi puoÁ diventare effettivo. La scelta eÁ caduta su un socio recente, che viene dall'INFM di Genova, dall'amministrazione dell'INFM di Genova e si chiama Sergio Luciano. A molti di noi eÁ noto, io l'ho conosciuto personalmente per i rapporti che avevo in passato con l'INFM, molti di voi lo conoscono; se ci sono altre candidature, ne prendiamo atto. La candidatura che proporrei eÁ questa. Chi eÁ favorevole eÁ invitato ad alzare la mano. Devo aggiungere, cosa importante, che eÁ molto gradito ai revisori dei conti attuali. Va bene? Siamo unanimi. 6) La relazione del Presidente eÁ approvata. 7) Quindi siamo a posto e io direi di passare senz'altro alla discussione del problema dell'ordine professionale dei fisici. Qui, una commissione, coordinata da Giancarlo Gialanella, ha molto lavorato per l'ordine o albo professionale: l'importante eÁ arrivare ad un albo professionale in una forma o nell'altra. Gialanella ha proposto un testo, come presidente di questo comitato che ha lavorato molto. Questo testo eÁ stato fatto circolare, eÁ stata fatta un'inchiesta, sono stati ottenuti dei risultati. Allora chiederei a Gialanella di presentare brevemente questi risultati e dare una visione del problema dell'albo professionale.» G. Gialanella: «Come giustamente ha detto il Presidente, la nostra proposta eÁ per l'istituzione di un albo professionale dei fisici. La legislazione attuale prevede poi che gli albi siano gestiti da organismi di diritto pubblico che si chiamano ``ordini''. Faccio questa precisazione perche , come sapete, c'eÁ in corso, da molti anni, da trent'anni credo, una proposta di revisione degli ordini, che si sono attirati un certo numero di critiche piuÁ che giustificate. La versione finale della proposta eÁ stata trasmessa con lettera mail del Presidente ai soci il 31 luglio 2006 e pubblicizzata sul sito della SIF. Dopo alcuni giorni sono state apportate alcune lievi modifiche formali, per cui attualmente la versione che si trova sul sito eÁ la revisione al 15 agosto. Nella lettera il Presidente ha invitato i soci, e anche i non soci, a esprimersi numerosi sulla proposta, poicheÂ, diceva testualmente, ``riteniamo che un ampio accertamento di opinioni possa dare maggior peso alla nostra richiesta di istituzione dell'albo professionale''. Stante la decisione di estendere il sondaggio anche ai non soci, l'invito eÁ stato diffuso, attraverso il Presidente dell'Associazione Italiana di Fisica Medica, anche ai soci di tale associazione. Vi segnalo che eÁ presente in aula la dott.ssa Be- IL NOSTRO MONDO gnozzi, vicepresidente dell'AIFM, in rappresentanza del presidente. E adesso vi faccio vedere i risultati del sondaggio. Entro il 12 settembre sono pervenute 521 risposte. Due risposte sono state eliminate perche provenivano dalla stessa persona, evidentemente si eÁ sbagliata, una volta con il sõÁ e una volta con il no. A distanza di qualche giorno. Oppure ha cambiato opinione, non eÁ importante. Una terza risposta non eÁ stata presa in considerazione perche inviata senza le richieste informazioni di accompagnamento. Pertanto il totale delle opinioni espresse eÁ pari a 518. Le risposte sono state preliminarmente suddivise in tre gruppi: soci SIF, soci AIFM, non soci delle due associazioni. E i numeri sono quelli riportati in tabella I. Per i soci SIF: avendo mandato il Presidente qualcosa come 1500 mail, abbiamo avuto 227 risposte, pari al 43% del totale; i sõÁ sono stati l'89% e i no l'11%. Per i soci AIFM: hanno risposto in 133 (i soci sono circa 600), pari al 25% del totale; hanno risposto sõÁ l'88.7% e no l'11.3%. I non associati sono stati una cifra non piccola, come vedete, sono stati 176, pari al 34% e hanno risposto sõÁ il 66.5% e no 33.5%. Il totale di tutte le categorie eÁ l'81.3% per il sõÁ e il 18.7% per il no. Successivamente, per cercare di capire un po' meglio il significato di questo accertamento di opinione, abbiamo suddiviso il campione tra le seguenti otto categorie, un po' arbitrarie ma che descrivono in qualche modo la situazione. La prima categoria eÁ il personale universitario, inteso come professori ordinari e associati, ricercatori e tecnici laureati di ruolo nelle universitaÁ. La seconda categoria sono i ricercatori e i tecnologi degli enti di ricerca, Tabella I Soci SIF n. 227 SI (%) 89,0 % 43,6 NO (%) 11,0 come l'INFN, l'INFM, il CNR, l'INAF e cosõÁ via. La terza categoria sono i fisici medici. La quarta categoria sono i liberi professionisti, gli esperti qualificati e i fisici operanti nelle industrie o in altri enti pubblici o privati non di ricerca. La quinta categoria comprende il ``personale in formazione post-lauream'', intendendo specificamente i dottorandi, gli specializzandi e i borsisti. Gli appartenenti alla sesta categoria, la piuÁ caratteristica per i risultati come vedremo tra un momento, inizialmente erano da me stati classificati come ``ricercatori precari'', in realtaÁ eÁ piuÁ giusto classificarli come ricercatori apprendisti, nel senso che hanno terminato il periodo di formazioni con il dottorato. Sono quindi i post-doc, gli assegnisti di ricerca, i contrattisti e assimilati. La settima categoria comprende gli insegnanti di scuola secondaria e l'ottava categoria tutti gli altri laureati in fisica che non rientrano nelle categorie precedenti. I risultati relativi a queste categorie sono indicati in tabella II. Vedete che, sostanzialmente, la percentuale dei sõÁ varia tra il 75% e il 90% con l'eccezione dei ricercatori apprendisti, su cui torno tra un momento, che sono gli unici per i quali i sõÁ non hanno avuto la maggioranza (43.6% di sõÁ e 56.4% di no). Questi sono i numeri. Solo alcuni, e cioÁ vale per tutte le categorie, hanno dato delle motivazioni per il sõÁ o per il no: ci sono quelli che facevano i salti di gioia nel rispondere sõÁ e quelli che rispondevano invece no, dicendo ``siete matti? Per i fisici non se ne parla proprio di albo professionale''. Un piccolo commento sui ricercatori apprendisti, categoria che potrebbe destare qualche perplessitaÁ , visto che eÁ l'unica contraria alla proposta. La maggioranza dei 39 che hanno risposto, dovete tenere sempre presente i numeri assoluti, sono post- Soci AIFM n. 133 SI (%) 88,7 % 25,7 NO (%) 11,3 Non associati n. % 176 34,0 SI (%) NO (%) 66,5 33,5 doc all'estero; il loro voto contrario non eÁ stato motivato da motivi di fondo, ma dal fatto che nelle norme transitorie non eÁ stata prevista l'attivitaÁ svolta all'estero come attivitaÁ utile ai fini dell'iscrizione in prima applicazione. L'articolo 31, infatti, che stabilisce quali sono le categorie che, qualora venisse ± speriamo, almeno, io lo spero ± approvato l'albo, possono iscriversi di diritto all'albo, ci sono solamente persone che hanno svolto attivitaÁ in Italia e non anche quelle che lo hanno svolto all'estero. Secondo me, se arriveremo a quel punto, si puoÁ sempre inserire la modifica richiesta. Io ho finito, Presidente.» G.-F. Bassani: «Molte grazie. Abbiamo visto il risultato di questa inchiesta e il problema adesso eÁ cosa deve fare la SocietaÁ. Io penso che sarebbe abbastanza interessante continuare in questa azione, portare avanti le cose e possibilmente arrivare alla effettiva formazione di un albo professionale. Non sto a ripetere motivazioni ecc., sono state discusse a lungo negli anni passati. PeroÁ, vorrei sentire qui se c'eÁ qualche opinione contraria, almeno. Non abbiamo molto tempo per una discussione approfondita; tuttavia, se c'eÁ qualche opinione contraria a continuare in questa iniziativa arrivata quasi allo stadio conclusivo, vicina allo stadio conclusivo, vorrei sentirla. Sentiamo se c'eÁ un'opinione favorevole, uno che esprima un'opinione favorevole.» F. Valli: «Ho senz'altro un'opinione favorevole al riguardo. PercheÂ, nella Pubblica Amministrazione le altre categorie di laureati (Ingegneri, Geologi, Architetti, ...) sono state, in passato, maggiormente tutelate rispetto a noi fisici. Totale n. 518* SI (%) 81,3 NO (%) 18,7 * 20 persone sono associate ad ambedue le societaÁ. Tabella II Categoria 1 UNIVERSITARI 2 ENTI DI RICERCA 3 FISICI MEDICI 4 LIBERI PROFESSIONISTI 5 FORMAZIONE 6 RICERCATORI PRECARI 7 INSEGNANTI 8 ALTRI TOTALE SI n. 187 84 106 20 49 39 13 20 518 n. 155 74 96 16 36 17 11 16 421 % 82,9 88,1 90,6 80,0 73,5 43,6 84,6 80,0 81,3 n. 32 10 10 4 13 22 2 4 97 NO % 17,1 11,9 9,4 20,0 26,5 56,4 15,4 20,0 18,7 21 IL NUOVO SAGGIATORE 22 Quindi non siamo partiti nelle stesse condizioni iniziali degli altri professionisti. Faccio il mio caso, a titolo di esempio. Sono attualmente all'APAT, ma provengo dal Consiglio Superiore del Ministero dei Lavori Pubblici; l'iscrizione all'albo professionale per tutti i laureati operanti nel Consiglio Superiore eÁ stata data per scontata dai legislatori. CioÁ ha portato, nel corso della riforma della Pubblica Amministrazione ``...anni 8090...'', a formulare le regole d'inquadramento e di avanzamento per tutti i laureati ivi operanti facendo riferimento a norme generali contenute negli albi professionali esistenti. Pertanto sono stati praticamente esclusi dall'avanzamento ``almeno in prima battuta'' i tre fisici assunti con lo stesso concorso nel Ministero dei Lavori Pubblici. Sono state operate le correzioni in seguito, quando ai legislatori eÁ stata spiegata ``ed eÁ divenuta chiara'' la nostra particolare situazione. Mi trovo quindi d'accordo con la necessitaÁ di istituire un albo professionale che dia ai giovani fisici ``e non solo a coloro che operino nella Pubblica Amministrazione'' le stesse opportunitaÁ iniziali fornite agli altri laureati: possibilitaÁ di firmare progetti, effettuare sopralluoghi, consulenze, collaudi, ecc..., secondo la loro preparazione e competenza... anche se l'attuale dinamica del lavoro e la situazione europea ed internazionale sembra rendere meno forte questa necessitaÁ. Intendo che probabilmente da oggi e per il futuro si potraÁ discutere con tutti gli altri laureati presenti sul mercato mondiale del lavoro sull'opportunitaÁ di abolire gli albi professionali. EÁ peroÁ importante, oggi e sempre, partire alla pari e non effettuare alcuna discriminazione iniziale tra categorie e persone. Grazie.» E. Predazzi: «La mia opinione eÁ ovviamente favorevole ne potrebbe essere altrimenti visto che faccio parte della commissione. Mi chiedevo, peroÁ, se abbiamo di proposito o no, non mi ricordo, escluso l'apprendistato all'estero per qualche motivo valido o se non sia opportuno andare a rivedere quell'articolo 31 di cui parla il professor Gialanella perche non vorrei che questo rappresentasse un handicap per i nostri ragazzi che vanno all'estero. Ripeto, io sono favorevole ma voglio solo porre il problema.» G. Gialanella: «C'eÁ anche quello, secondo me si puoÁ fare, siccome abbiamo copiato dagli altri albi probabilmente c'eÁ sfuggito. PeroÁ non capisco il parere contrario perche bastava che dicessero ``sõÁ, siamo favorevoli peroÁ...'' e soprattutto che l'avessero detto per tempo. Abbiamo lasciato aperto il discorso per cinque mesi e abbiamo inserito moltissime osservazioni cui non avevamo pensato inizialmente, nessuno dei cinque. Di alcune di esse parleranno il dr. Fuccaro e il dr. Roasio che ci hanno dato dei suggerimenti ``extra-istituzionali'', come li chiamo io, perche non rientrano nel nostro paradigma, e purtroppo non solo nostro, che identifica i fisici con i ricercatori-scienziati. E allora, abbiamo avuto fortunatamente delle voci extra-istituzioni.» R. A. Ricci: «Io, volevo soltanto fare qualche osservazione che potrebbe essere considerata una raccomandazione, anche perche il problema dell'ordine o dell'albo professionale dei fisici eÁ di lunga data e chi parla lo ha vissuto anche in prima persona direttamente con alti e bassi nella formulazione e del problema e delle possibili soluzioni. Tant'eÁ vero che una possibile soluzione che credo fosse stata proposta una decina di anni fa era quella di fare una specie di albo dei fisici professionali, non un albo professionale dei fisici (le due cose non sono identiche). CioÁ implicava (il che puoÁ essere attualmente considerato una raccomandazione) che l'adesione all'albo, o all'ordine che sia, debba essere puramente facoltativa onde evitare la sensazione di voler comunque ``professionalizzare'' l'attivitaÁ del fisico; e lasciare l'attributo di ``professionale'' a chi svolge veramente attivitaÁ da ``professionista''. EÁ cioÁ che pensa tutta una serie di persone tra quelle che non hanno risposto; in effetti il campione di 500 su 2000 lettere inviate eÁ sõÁ importante, ma rischia di non essere completamente indicativo per il fatto che una buona parte dei fisici non rispondono perche non sono assolutamente interessati all'ordine pur non essendo contrari. Allora, chi non eÁ interessato, ovviamente, deve essere messo nella condizione di non porsi il problema di iscriversi ad un albo professionale. Un discorso che si sente fare da molte parti Ð io l'ho sentito anche in questa occasione di nuovo Ð eÁ che in tutta Europa, salvo il Regno Unito, non esiste nessun albo, nessun ordine professionale dei fisici, e noi saremmo i primi. Questo problema lo abbiamo avuto giaÁ a suo tempo, quando si eÁ posta all'interno della SocietaÁ Europea di Fisica la questione della qualificazione professionale dei fisici che poi eÁ stata, purtroppo, un completo flop. Hanno aderito una minoranza esigua di fisici europei. Siccome poi il mercato del lavoro dei fisici eÁ anche un mercato europeo e mondiale, il problema va visto in un ambito piuÁ generale che non sia soltanto quello italiano. E questo fa comprendere anche certi atteggiamenti di coloro che sono all'estero, perche c'eÁ un problema di riconoscimento di certe capacitaÁ, attitudini e qualifiche che non sono soltanto tipicamente italiane. Il problema c'eÁ, ovviamente, e quindi la SIF ha fatto bene a esaminarlo con un test che non va certo considerato come un ``referendum'' (il che implicherebbe procedure ufficialmente piuÁ rigorose) ma un utile ``sondaggio di opinioni''. Queste opinioni sono sicuramente importanti, ma occorre evitare un possibile scontro con chi non ritiene di farne un problema vitale per tutta la comunitaÁ dei fisici. Il tutto va trattato con sufficiente elasticitaÁ per riconoscere, da una parte, il diritto ad una professionalitaÁ oggettiva ed evitare, dall'altra, la contrapposizione tra un ordine professionalizzante ed una societaÁ culturalmente rappresentativa.» M. Fuccaro: «Buonasera a tutti. Il mio intervento eÁ focalizzato su tre macropunti: il primo eÁ la caratterizzazione del modello aziendale odierno. Io mi sono laureato in fisica a Udine ed ho sempre lavorato in azienda, sono cioeÁ un cosiddetto uomo d'azienda. Dopo aver ricoperto vari ruoli manageriali, sono attualmente il Direttore Generale di un'azienda pubblica di Udine. Riallacciandomi al discorso affrontato dal nostro collega, sulla tutela dei fisici, portando il mio punto di vista aziendale, credo che l'introduzione dei fisici nell'azienda non solo tuteli i fisici ma sono i fisici in grado di tutelare le societaÁ . Infatti il mercato eÁ cambiato, eÁ cambiato molto, io ho cercato di caratterizzarlo sugli elementi invarianti dei vari business, infatti questi presentano dei fattori comuni, essi sono: la globalizzazione, l'incertezza, la competitivitaÁ accentuata. Le aziende che sono sopravvissute negli ultimi anni non sono piuÁ dei sistemi monolitici, dove il futuro si governava con un approccio ingegneristico, oggi sono cambiate tante cose. L'azienda eÁ un sistema aperto, con strutture organizzative destrutturate e sempre meno gerarchiche, il mercato eÁ caratterizzato da interruzioni, incoerenza, sorpresa. Le organizzazioni sono sistemi complessi e aperti che influenzano e vengono influenzate dall'ambiente in cui operano. L'evoluzione del mercato eÁ velocissima e propone cosõÁ tante opportunitaÁ o minacce che il top management non puoÁ mai essere sufficientemente informato di quello che succede ed elaborare strategie precise, l'informazione eÁ asimmetrica, generalmente, non si riesce mai ad avere tutte le informazioni proprio per la velocitaÁ di cambiamento. I semplici modelli lineari di causa-effetto si rivelano inadeguati e molte volte conducono a conseguenze sia positive che negative inaspettate. Allora, visto che lo scenario eÁ questo, che nulla eÁ piuÁ stabile e prevedibile, quali sono i driver per riuscire a mantenere vive le aziende e utilizzare delle strategie vincenti? L'unica strada eÁ quella di riuscire ad adottare un modello organizzativo di tipo adattivo, in grado di adeguarsi il piuÁ rapidamente e il piuÁ efficientemente possibile al cambiamento. Questo eÁ un modello che esiste in IL NOSTRO MONDO natura, ne vediamo parecchi, vi sono due esempi, forse banali ma che rendono l'idea: un formicaio e un sistema cellulare neuronale. Gestire aziende, significa, in qualche maniera, dover governare una quantitaÁ enorme di elementi che interagiscono tra di loro, dove ogni elemento eÁ influenzato da quello che fa l'elemento vicino. Veniamo ora agli altri due punti dell'intervento. Quali sono le caratteristiche di un moderno manager? E dopo vedremo, ultimo argomento, se la forma mentis di un laureato in fisica mappa in qualche maniera queste caratteristiche. Secondo me una delle principali caratteristiche di un moderno manager eÁ la creativitaÁ, che in qualche maniera ha scalzato il tecnicismo che fino adesso c'era. La creativitaÁ riesce a far emergere nuove strategie attraverso un processo che utilizza a proprio vantaggio ogni situazione di conflitto, di disordine, di disarmonia che si crea all'interno del processo decisionale. Inoltre, i manager dell'azienda complessa non possono piuÁ limitarsi a trovare risposte ai problemi (problem solving), ma devono sicuramente vedere i problemi da un altro punto di vista e a loro volta ricreare dei problemi per poter capire qual'eÁ la direzione piuÁ adatta (problem setting). Il nuovo stile manageriale comporta non solo la capacitaÁ di trovare similaritaÁ tra i problemi per poter applicare orientamenti di tipo scientifico ripetitivo, ma anche di trovare differenze e operare secondo un orientamento piuÁ innovativo ed esplorativo. Alla luce di queste caratteristiche, necessarie al nuovo manager, la domanda eÁ: i fisici possono ricoprire questi ruoli? Fino adesso, noi fisici, abbiamo ricoperto, credo brillantemente, ruoli di super esperti tecnici, tuttavia secondo me Ð e qui vorrei porre l'attenzione Ð c'eÁ qualcosa di piuÁ che possono fare: possono entrare in modelli decisionali strategici di grandi aziende. I manager-fisici potrebbero dare il vero valore aggiunto nell'attuale mercato aziendale. Infatti credo che la caratterizzazione di un laureato in fisica sia la metodologia; la metodologia unita a delle competenze scientifiche. Oggi siamo governati dall'informatica e dalle telecomunicazioni, chi gestisce le aziende deve rendersi conto che le competenze scientifiche sono importanti. EÁ vero anche che vi sono delle criticitaÁ nei fisici Ð dico questo altrimenti, mi accusano che faccio troppa propaganda ai fisici. Quello che ho rilevato io eÁ che, a volte, da parte dei fisici stessi, esiste una certa difficoltaÁ relazionale con altri soggetti aziendali. Questo comporta il rischio di chiuderci in un mondo autoreferenziale, che puoÁ trasformarsi in intolleranza verso altre figure professionali: ingegneri, economisti, giuristi ecc. Questo atteggiamento di ``razzismo intellettuale'' ci danneggia. Credo che questa difficoltaÁ relazionale sia un punto debole su cui var- rebbe la pena lavorare. Riprendendo il discorso sulle capacitaÁ aziendali dei fisici, da quello che vedo, in particolare nei paesi anglosassoni, si inizia a capire l'importanza dell'utilizzo di fisici, specialmente in grosse aziende multinazionali e in aziende di consulting, in particolare nelle aziende di consulting, dove le grosse aziende si rivolgono per avere soluzioni a certi tipi di problemi specifici, vengono chiamati fisici, anche dal mondo accademico. Per questo tipo di problemi, la creativitaÁ viene in qualche maniera data come valore aggiunto, nella ricerca della soluzione ottimale. L'utilizzo dei fisici, nei paesi anglosassoni, non avviene solo per motivi di prestigio intellettuale o per lo meno non direttamente. I fisici sono apprezzati in campo gestionale perche combinano la familiaritaÁ con grandi quantitaÁ di dati, l'abitudine a distinguere le proprietaÁ fondamentali di un fenomeno da quelle secondarie, e la capacitaÁ di adoperare l'informatica per l'analisi e la simulazione. Quindi, secondo me, se ne apprezza piuÁ la ``cassetta degli attrezzi'' per cosõÁ dire, che non le nozioni accumulate nello studio della fisica. Vi sono dei casi specifici, del mondo aziendale, dove le competenze che si formano in ambito accademico possono essere subito messe in campo. Il primo esempio riguarda situazioni di conflitto, dove eÁ necessario ricercare soluzioni competitive e cooperative tramite modelli. In questo caso, tutte le teorie dei giochi che si studiano nei corsi di matematica e ricerca operativa possono essere applicate. Il secondo esempio, che eÁ tipicamente fisico, eÁ la fisica statistica, la meccanica statistica. Questa ha giaÁ delle applicazioni, che sono lo studio degli andamenti dei mercati borsistici. Anche qui, la capacitaÁ e la grande familiaritaÁ che hanno i fisici nel trattare grandi quantitaÁ numeriche aiutano in tutte le situazioni che possiamo collocare in questo ambito. Per ultimo, ma sono solo tre esempi, possiamo fare riferimento a quello che ormai viene sempre piuÁ accettato dagli operatori di settore, e anche dagli economisti stessi e cioeÁ l'obsolescenza della visione aziendale meccanicistica. Infatti si eÁ cominciato a capire che le organizzazioni sono elastiche, sono in rapporto di complementarietaÁ e antagonismo, e che si servono di reti piuttosto che di servizi centralizzati. Il paradigma che si utilizza di piuÁ eÁ ``caotico'', inteso come una molteplicitaÁ di agenti che operano simultaneamente e possono fare emergere delle proprietaÁ di tipo imprevisto. In questo caso si possono applicare i principi della teoria dei sistemi dinamici non lineari, cioeÁ della teoria del caos. Ecco, a livello di battuta, lo slogan che ho riportato in questa slide, rappresenta una speranza. La speranza di vedere nei ``manifesti degli studi'' delle universitaÁ italiane anche, oltre che in ambito scientifico, un possibile sbocco lavorativo, per i laureati in fisica in ambiti molto qualificati, tra i quali, lo sviluppo di modelli, la reingegnerizzazione di processi aziendali, la progettazione di sistemi e procedure organizzative per interazioni tra le imprese. Io ho finito, vi ringrazio per l'attenzione.» G.-F. Bassani: «Molte grazie per questo intervento che viene certamente da un esperto nel campo delle possibili applicazioni della professione di fisico e volevo adesso chiedere a Roasio di esprimere la sua opinione.» L. Roasio: «Buonasera. Io non ho preparato lucidi ma direi che i lucidi presentati dal collega sono abbastanza esaurienti. La mia dovrebbe essere una testimonianza di vita, di un fisico prestato a molti mestieri negli ultimi quaranta anni. Allora, primo mestiere, il tecnico, ho fatto un po' di anni con la IBM e lõÁ ho cominciato ad occuparmi di vari problemi informatici come la gestione abbonamenti della Rai, il lancio della produzione sulle linee di montaggio della FIAT, la copertura del servizio della ATM e cosõÁ via. Data la situazione di allora degli elaboratori e delle procedure organizzative era un'attivitaÁ molto eccitante: erano gli anni '65-'70. EÁ chiaro che la capacitaÁ di sperimentare, di avere dei dubbi, di risolvere i problemi usando la manualitaÁ mentale che viene dall'esperienza di una laurea in fisica sperimentale eÁ stata fondamentale. Ma non eÁ finita lõÁ , perche dopo tre anni, tre anni e mezzo di lavoro come sistemista (tecnico specialista) sono passato al commerciale. E ho venduto gli elaboratori a chi produceva gli elaboratori, nella fattispecie di allora, era l'Olivetti. Secondo mestiere, peraltro giaÁ richiamato da chi mi ha preceduto: la pianificazione e controllo. Avendo lasciato la IBM, ho fatto per un po' la pianificazione e controllo di tutti i sistemi informativi delle Generali, viaggiando tra Trieste, Milano e Venezia ma dopo tre anni, ritornato a Torino, sono entrato in un'altra compagnia di assicurazione, la SAI, che eÁ stata poi la mia consacrazione al mondo dell'assicurazione. Confesso che una volta su un treno ho sentito due professori di fisica, saliti a Genova, che discutevano della tesi di laurea di un loro allievo e stavano parlando di come sottrarre il rumore di fondo da un esperimento simile alla mia tesi di laurea; quasi quasi avrei voluto dire: ``Se andate a vedere la mia tesi, c'eÁ giaÁ la soluzione...'' poi mi son detto: ``E se mi chiedono che cosa faccio di mestiere?'' avrei dovuto dire ``Faccio l'assicuratore''! Allora andava di moda la battuta di Woody Allen che diceva al bambino ``Se fai il cattivo, chiamo l'assicuratore'', per cui me ne sono stato zitto. Questo per dire come sembravano cosõÁ lontani i due mondi: quello della fisica e quello 23 IL NUOVO SAGGIATORE 24 delle imprese. Negli oltre ventisei anni alla SAI, la compagnia di assicurazioni di Torino, ho fatto un po' tutto: ho continuato a usare le esperienze di pianificazione, di analisi dei problemi, di tecniche organizzative, di esperto informatico e cosõÁ via. Per un certo periodo ho insegnato ai dirigenti come decidere, come non fare troppi errori, come proteggere la decisione presa. In una conferenza il professor De Rita parlando degli informatici, quelli che avevano il camice bianco, diceva che vivevano come canne d'organo rispetto alle altre funzioni aziendali e difficilmente comunicavano trasversalmente o si scambiavano con altri mestieri. Ebbene debbo dire che con molta facilitaÁ sono uscito da quella canna d'organo e sono diventato responsabile di tutte le reti distributive di vendite e sinistri della SAI e poi son diventato direttore generale. Era il 1992 e la SAI era un gruppo di due societaÁ : l'ho lasciata nel '99 e le societaÁ erano 14 e il fatturato era passato da 2.000 miliardi a 6.000 miliardi. Poi sono andato a Roma, in INA Assitalia, a fare un altro mestiere, sempre come manager; sono tornato a Torino a fare il direttore generale di un altra compagnia di assicurazioni. Adesso faccio il consulente per un primario gruppo bancario di Torino. Ho partecipato alla progettazione del polo assicurativo che adesso eÁ in fase di realizzazione, ma anche un po' nella bufera per le note vicende di fusioni bancarie. Cos'eÁ quest'esperienza? Un'esperienza su cui si puoÁ riflettere, perche ho fatto tanti mestieri che non c'entravano niente con quei magnifici neutroni che contavamo con l'amico Piragino, 42 anni fa, irradiando campioni di berillio o di litio. In tutti questi mestieri io mi sono sempre trovato a mio agio. Perche ? Primo punto: non ho mai avuto paura di chiedermi ``cosa sta capitando?'', non ho mai avuto paura di prendere n tabulati di numeri e capire cosa c'era dietro e chiedermi qual'era il livello di confidenza di quei numeri, qual'era lo scarto quadratico medio (se vogliamo parlare in termini matematici). Ma in realtaÁ il punto era: cosa c'eÁ di vero e quali fenomeni sono rappresentati dai numeri, qual'eÁ la realtaÁ e la sua rappresentazione. Apro ora una parentesi sulle relazioni con le persone: guardate che le persone si comportano assolutamente come le leggi della fisica che governano certi fenomeni: si puoÁ prendere una platea di persone, la si puoÁ scaldare, al punto che quella platea trattiene il fiato nel momento in cui si fa una pausa, oppure arriva alle lacrime perche si sta parlando non alla testa ma al diaframma. In conclusione si possono fare un mucchio di cose in campi totalmente diversi. La cosa importante eÁ ricordarsi che ci sono delle interazioni, delle regole, dei comportamenti che spiegano o riescono a gestire i fenomeni, riescono a prevederli e riescono a ottenere dei risultati, ecco, questa eÁ la cosa importante. Quindi la formazione di un fisico, secondo me, eÁ assolutamente pertinente al mondo in cui siamo e qui mi trovo assolutamente d'accordo con il collega che ha fatto quella presentazione, sono completamente d'accordo perche nel mondo di oggi serve una grande familiaritaÁ coi numeri e anche con l'informatica. Ai miei tempi si programmava in linguaggio macchina con dei codici numerici su 4k di memoria, adesso se non si hanno decine di Megabytes di memoria e almeno 3 o 4 Giga di disco non si eÁ contenti, no? Una grossa familiaritaÁ coi numeri. Non ci sono molte lauree che hanno familiaritaÁ coi numeri, ma tutti hanno bisogno dei numeri e tutti hanno bisogno di informatica. Prima che nascesse il corso di laurea in informatica, IBM, Honeywell, Univac, ecc. selezionavano solo tre tipi di laureati: i fisici, i matematici e qualche volta gli ingegneri, piuÁ qualche avvocato per il settore commerciale e per il legale. Prima caratteristica da sottolineare: un fisico queste cose le sa. Seconda caratteristica: cerca delle regole, cerca di sperimentarle e cerca di rappresentarsi la realtaÁ per capirla. Questo vale in tutti i fenomeni, economici, politici, sociali, tutte le interazioni del nostro mondo oramai devono essere analizzate in quel modo. Un tempo si faceva ricerca operativa, e si facevano delle matrici e delle equazioni; adesso si fa la teoria dei giochi, la teoria del caos, ecc.; sempre cose che cercano di rappresentare la societaÁ, con spirito critico. E qui, un fisico che abbia sudato per capire le cose, per trovare delle regole, per capire l'indeterminatezza di certe regole, l'indecisione che ci puoÁ essere in certi momenti, per scegliere dei percorsi alternativi, secondo me eÁ preparato per farlo. E lo puoÁ fare in qualsiasi tipo di attivitaÁ. Terzo punto fondamentale, e mi fermo: immaginare il futuro, immaginare quel che c'eÁ dietro l'angolo. I fisici, i ricercatori vanno a cercare qualcosa che non c'eÁ : perche avete sparato i neutrini da Ginevra al Gran Sasso? Per cercare qualcosa che non c'eÁ ancora ma che volete capire. Il mondo moderno richiede la capacitaÁ di immaginarsi il futuro in continuazione. La storia del passato eÁ utilissima, la si mette nel cassetto, ma un buon manager di qualsiasi azienda deve immaginarsi il futuro. In quel modo salva l'azienda e la manda avanti. Grazie.» G.-F. Bassani: «Molte, molte grazie. Ecco, laÁ c'era una richiesta di intervento, la discussione eÁ estremamente interessante peroÁ a un certo punto ci dobbiamo fermare.» M. Casazza: «In appoggio all'iniziativa dell'albo dei fisici presento l'opinione favorevole, seppur personale, di quella parte di fisici in Italia che, in collaborazione con Enti di ricerca pubblici, lavorando in strutture private, si occupano di ricerca di base ed applicata, partecipando a progetti di ricerca internazionali. Ne parlo con cognizione di causa, data la diretta esperienza di ricerca, in ambito privato, con progetti dell'Agenzia Spaziale Europea e progetti del Sesto Programma Quadro. I fisici impegnati in queste realtaÁ acquisiscono competenze sia manageriali e gestionali sia ``abilitaÁ tecnologiche e scientifiche'' specifiche, non rinunciando a pubblicare i risultati dei propri lavori in riviste scientifiche. Sarebbe quindi importante avere in qualche modo un collegamento fra persone che condividono questa realtaÁ. Teniamo, infine, conto di un fattore sempre piuÁ frequente, in Europa, per dipendenti di imprese che effettuino seria ricerca scientifica (di base e applicata). Esistono persone che lavorano, infatti, contemporaneamente in imprese private e insegnano in universitaÁ , in quanto esperti di specifiche materie.» G.-F. Bassani: «Grazie.» L. Begnozzi: «Grazie. Buonasera a tutti. Io sono Begnozzi Luisa, sono qui in rappresentanza della Associazione Italiana di Fisica Medica. Porto il saluto del presidente Candini in quanto non ha potuto partecipare perche trattenuto da un altro convegno contemporaneo in altra sede. L'AIFM esprime grande apprezzamento per questa iniziativa della SocietaÁ Italiana di Fisica, per l'istituzione dell'albo del fisico. Ci complimentiamo con Gialanella e il gruppo di lavoro che ha preparato la proposta, perche non eÁ vero che ``hanno solo copiato'', come dice scherzosamente Gialanella, ``l'albo di altre figure'' e sappiamo quanto lavoro eÁ richiesto al fisico quando tratta aspetti legislativi, come stendere una nuova legge e fare la relativa proposta. Noi, come Associazione Italiana di Fisica Medica abbiamo sempre sentito la necessitaÁ di avere il riconoscimento della nostra professione ed il vuoto legislativo in proposito eÁ sentito come una carenza molto forte. Abbiamo tentato alcune iniziative, con la scorsa legislatura, che peroÁ non hanno raggiunto il risultato. Il fisico medico, il fisico che lavora nell'ambiente ospedaliero, nei policlinici universitari, negli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico e in altre strutture sanitarie ancora non ha un riconoscimento della professione come professione sanitaria. Siamo rimasti gli unici in queste condizioni tra gli altri professionisti sanitari, e quindi apprezziamo molto l'iniziativa e vorremmo collaborare, partecipare ed essere chiamati in causa in tutti i momenti in cui serve il nostro sostegno anche con i mezzi che noi possiamo mettere a disposizione. Vorrei anche fugare alcuni dubbi che sono sorti circa alcuni punti del IL NOSTRO MONDO verbale dell'ultimo consiglio direttivo dell'AIFM, che si eÁ tenuto a luglio. Purtroppo, il verbale viene pubblicato sul sito dell'AIFM in una forma molto sintetica, forma che nuoce alla chiarezza. Su quel verbale si trova una frase che indica attivitaÁ per l'istituzione dell'albo del fisico medico. Bene, vi dico che in quell'occasione Candini, il nostro presidente Ð eÁ stato questo cioÁ che eÁ avvenuto Ð ha elencato tutte le iniziative che avevamo giaÁ portato avanti nella scorsa legislatura e, considerato che attualmente siamo di fronte ad un nuovo governo a cui sottoporre i nostri problemi, abbiamo deciso cosa fare: sicuramente abbiamo scelto di continuare perche eÁ un problema, questo, che io sento dentro al direttivo dal 2003 ma che, ricordo anche in passato, abbiamo sempre avuto. PercioÁ abbiamo deciso di continuare. In un'altra delibera c'eÁ scritto che eÁ stato dato mandato proprio a me, alla sottoscritta, di cercare le strade per contattare il Ministero e procedere in questo senso ma vi posso dire che al momento io non ho fatto nessuna azione, sono anche stata fermata proprio dall'AIFM in quanto non se ne vede ora la necessitaÁ perche c'eÁ stata una manifestazione di interesse, nei confronti del nostro problema, da parte del sindacato nazionale dei dirigenti sanitari non medici di porre la questione al Ministero, ovvero del fatto che il fisico medico non ha una professione riconosciuta come professione sanitaria. Per cui noi al momento non ci stiamo muovendo, ribadisco, apprezziamo molto l'attivitaÁ dal vostro gruppo di lavoro. Infatti oggi ho visto con piacere i risultati del referendum, devo dire, positivi, anche se le risposte non sono state molto numerose forse anche perche si eÁ svolto nel mese di agosto. Pertanto noi siamo disposti ad andare avanti insieme e a collaborare. E mi auguro che, almeno cosõÁ , si riesca ad arrivare ad un risultato. Temo che non sia facile perche di delusioni ne abbiamo avute molte. Ripeto che noi sentiamo molto la necessitaÁ di avere il riconoscimento come professione sanitaria proprio perche la nostra ne ha tutti i connotati, sia per attivitaÁ svolta che per curriculum formativo, di studi e di tirocinio. Su questo punto puoÁ essere molto piuÁ preciso il professor Gialanella, che conosce l'iter percorso dal 2000 ad oggi e che ha visto, con il riassetto delle scuole di specializzazione, l'inserimento delle scuole di specializzazione in fisica sanitaria nell'area sanitaria. Pertanto il fisico medico fa una parte di studi proprio rivolti al paziente e la sua attivitaÁ, la sua responsabilitaÁ ultima eÁ rivolta al paziente, sia che si occupi di apparecchiature per la diagnostica, che per la radioterapia. Vi ringrazio molto di avermi dato l'opportunitaÁ di esprimere l'apprezzamento dell'AIFM nei confronti della vostra iniziativa. Grazie.» G.-F. Bassani: «Molte grazie. Certamente continueremo questa collaborazione e speriamo che l'anno prossimo possiamo sanzionare un risultato concreto. Io qui direi che forse eÁ il momento di chiudere perche il discorso sarebbe molto lungo. Quello che eÁ stato detto, peroÁ Ð desidero segnalarlo Ð lo prendo come un incoraggiamento. Un incoraggiamento che tutto il consiglio accoglie: Gialanella continueraÁ la sua opera e verrete informati come soci dei successivi sviluppi. 8) Adesso c'eÁ un altro punto all'ordine del giorno che eÁ anche piuttosto importante. Negli anni passati eÁ stato notato un calo delle vocazioni per le materie scientifiche, cioe sono diminuite le iscrizioni in fisica, in matematica e in chimica. Per la fisica, negli ultimi cinque anni le iscrizioni al primo anno sono calate del 50% nella media nazionale; questo, quando nelle universitaÁ il numero degli studenti eÁ in enorme aumento. La cosa eÁ abbastanza sorprendente. GiaÁ due anni fa era stato deciso di fornire qualche incoraggiamento. L'incoraggiamento c'eÁ stato, abbastanza recente, ed eÁ un provvedimento del Ministero giaÁ annunciato l'anno scorso dalla collega Imme e arrivato concretamente in luglio. Ora possiamo dare il primo risultato: 43 borse di studio per giovani sono state assegnate e le domande sono state circa 500. EÁ stato fatto un lavoro enorme in pochissimo tempo e di questo devo dare atto a tutti quelli che se sono occupati, in particolare a Predazzi, a Grasso e ad alcuni altri colleghi e vorrei chiedere a Imme di dire due parole su questo intervento.» J. Imme : ``Poiche si eÁ fatto tardi cercheroÁ di sintetizzare al massimo questo mio intervento sul progetto ``Lauree Scientifiche''. Tale progetto si inserisce tra le particolari azioni, in relazione alle raccomandazioni dell'U.E., a sostegno di iniziative per incrementare le immatricolazioni ai corsi di studio delle classi Fisica, Chimica e Matematica, nonche ad incrementare il numero di laureati in queste classi. Nasce quindi la necessitaÁ di un potenziamento delle relazioni UniversitaÁ-Scuola per stimolare l'interesse dei giovani verso le scienze e di attivare sinergie con il mondo industriale, per una maggiore trasparenza sugli sbocchi lavorativi. Interessanti, a tal proposito, le relazioni precedenti, testimonianze di nuove professionalitaÁ aperte ai laureati in fisica. Sarebbe interessante che queste informazioni fossero trasmesse soprattutto ai giovani. Infatti, da un'analisi di contesto, nell'ambito del progetto ``Lauree Scientifiche'' indirizzata a studenti particolarmente motivati (sono stati infatti contattati, attraverso dei questionari, gli studenti che hanno partecipato alle olimpiadi di fisica, e per questo ringrazio l'AIF che ha collaborato) emerge che i ragazzi non hanno conoscenza degli sbocchi lavorativi offerti ai laureati in Fisica, oltre la ricerca e l'insegnamento. Il progetto ``Lauree Scientifiche'' con la partecipazione di universitaÁ, Confindustria e MIUR-scuola vuole collegare queste tre realtaÁ , in cui lo studente possa rendersi conto appunto delle proprie competenze acquisite a scuola, di quello che puoÁ acquisire in universitaÁ e di quello che puoÁ fare oltre l'universitaÁ. Della promozione di questo progetto dobbiamo ringraziare la Conferenza Nazionale dei Presidi di Scienze, in particolare il Prof. Enrico Predazzi, che allora la presiedeva e che ha voluto fortemente questo progetto ed il Prof. Nicola Vittorio, che attualmente la presiede e che eÁ coordinatore del progetto stesso. Il progetto, il cui sito eÁ www.progettolaureescientifiche.it, in realtaÁ si articola in nove progetti nazionali: uno, ``Azioni generali'', promuove iniziative di divulgazione, di monitoraggio e di valutazione degli esiti del progetto stesso; il progetto ``Orientamento pre-universitario e Formazione insegnanti'', uno per l'area fisica, uno per chimica, uno per matematica; altri quattro progetti, ``Formazione triennale, stage e postlaurea'', uno per l'area fisica, chimica, matematica e scienze dei materiali ed infine il progetto ``Borse di Studio'', che, per l'organizzazione di quelle relative a Fisica, eÁ stato fortemente supportato dalla SIF. Colgo l'occasione per ringraziare il presidente, Prof. Bassani, il consiglio di presidenza e soprattutto il Prof. Vincenzo Grasso che ha contribuito con molto entusiasmo e grande impegno. Il PLS per l'area Fisica, il cui sito eÁ www.laureescientifiche-fisica.org, nelle sue varie articolazioni si avvale del supporto anche dell'AIF e di enti di ricerca, INAF, INFN, CNR-INFM. Per quanto riguarda il progetto ``Orientamento pre-universitario e Formazione Insegnanti per l'area Fisica'', questo si articola in 32 sottoprogetti locali attivati presso altrettante sedi universitarie ed un progetto nazionale di coordinamento. Pur differenti nelle azioni attuate, i progetti hanno gli obiettivi comuni di fornire agli studenti delle scuole medie superiori un'informazione chiara e stimolante sulla Fisica e sul mestiere del Fisico; far percepire il ``laboratorio'' come luogo e metodo di apprendimento, strumento didattico per acquisire confidenza con la scienza e per mettere in luce eventuali predisposizioni verso la disciplina, perfezionare le conoscenze disciplinari ed interdisciplinari degli insegnanti di Fisica (non sempre laureati in Fisica) e migliorare la loro capacitaÁ di interessare e motivare gli allievi nel processo di orientamento pre-universitario. Allo scopo di raggiungere i suddetti obiettivi, sono quattro le linee di azione: Laboratori di Fisica, in cui vengono coinvolti gli studenti insieme ai loro insegnanti; Autovalutazione; Valorizzazione dei 25 IL NUOVO SAGGIATORE 26 talenti, attraverso azioni mirate a far emergere giovani particolarmente brillanti; promozione della Fisica attraverso iniziative di vario genere rivolte al grande pubblico. A queste si aggiunge un Master di Formazione insegnanti coordinato dalla sede di Udine e che coinvolge 13 sedi. Relativamente agli esiti del 1ë anno di attuazione del progetto, eÁ possibile al momento fare solo un bilancio quantitativo sull'impatto del progetto stesso. L'impatto quantitativo sicuramente eÁ stato fortissimo perche sono stati coinvolti circa 700 istituti scolastici, prevalentemente licei scientifici; in media 10-15 le scuole coinvolte per sede, destinate ad aumentare nel secondo anno, dopo questa esperienza positiva. Il personale impegnato eÁ stato prevalentemente costituito da insegnanti della scuola (piuÁ di 600) e da docenti universitari (circa 400); 20000 gli studenti complessivamente coinvolti. L'impegno orario dei docenti delle scuole eÁ quantificabile in circa 17000 ore (di cui il 50% a carico del progetto) e per altrettante ore sono stati impegnati i docenti universitari (di cui solo il 14% a carico del progetto). EÁ evidente quindi che giaÁ a livello quantitativo l'impatto eÁ stato notevolissimo; una prima valutazione qualitativa del progetto puoÁ farsi dall'analisi delle risposte ai questionari sottoposti a studenti ed insegnanti che hanno partecipato alle attivitaÁ del progetto (prevalentemente ai laboratori). Complessivamente sono stati raccolti circa 4000 questionari studenti. Anche se i risultati sono preliminari, tuttavia eÁ abbastanza palese l'alto gradimento riscosso dalle varie iniziative. In particolare, alla domanda se valesse la pena partecipare alle attivitaÁ il 94% degli studenti e il 98% degli insegnanti risponde positivamente, confermando appunto la validitaÁ delle attivitaÁ proposte come strumento per una migliore comprensione della disciplina e per suscitare un maggiore interesse verso la Fisica. Molto positive sono anche le indicazioni, da parte degli insegnanti, relative alla ricaduta delle attivitaÁ nella didattica ordinaria, cioe le attivitaÁ svolte sono state stimolanti per gli studenti e hanno fornito anche degli spunti didattici da riportare nella didattica quotidiana in classe. Pertanto la valutazione complessiva del progetto ``Orientamento Preuniversitario e Formazione Insegnanti'' sembra indicare un netto successo del primo anno di attivitaÁ. Sul progetto ``Formazione triennale, stage e post-laurea'' non mi soffermo molto, giusto il tempo di dire che eÁ un progetto, anch'esso impegnativo, che si propone di condurre un'indagine sulla situazione della formazione universitaria triennale, anche in vista dell'attuazione del DM270/04. Dall'esigenza, come dicevo prima, di una maggiore trasparenza sugli sbocchi lavorativi (a tal fine ritengo importante l'istituzione dell'ordine professionale dei fisici) eÁ attualmente in corso un'analisi dei fabbisogni professionali, con l'obiettivo di verificare la coerenza fra obiettivi formativi dei diversi percorsi di laurea e professionalitaÁ attese dal mondo delle imprese, anche al fine di individuare percorsi formativi post-laurea, master. Il progetto nazionale coinvolgeraÁ, quindi, nelle varie azioni, piuÁ partners: UniversitaÁ, Confindustria, singole imprese, enti di ricerca, anche al fine di realizzare una banca dati che raccolga l'offerta, da parte di aziende ed enti di ricerca, di stages di tirocinio formativo in campi di applicazione della fisica. Sorvolo sul resto e vado direttamente al progetto «Borse di studio». Sono state bandite 43 borse per immatricolandi a corsi di laurea della classe 25 ``Scienze e Tecnologie Fisiche'', con un grosso cofinanziamento da parte dell'INAF e da alcune sedi universitarie, con il supporto organizzativo della SIF, come dicevo, che eÁ stato di un'efficienza eccellente. Sono state contattate 5000 scuole, a cui eÁ arrivato il bando a maggio scorso, proprio a chiusura delle attivitaÁ scolastiche. Sono pervenute alla SIF 500 domande; alle prove di concorso, svoltesi il 7 settembre nei vari dipartimenti di Fisica, hanno partecipato 452 studenti. Poiche le prove si sono appena svolte, riporto dei dati preliminari sull'esito delle stesse e sulla tipologia dei partecipanti. In particolare, il 60% dei partecipanti appartiene a regioni del nord ed il 40% del centro-sud-isole. Sono stati dichiarati idonei 179 candidati e di essi il 70% eÁ del nord, il 30% del centro-sud; dei 43 vincitori il 65% eÁ del nord, il 35% del centro-sud-isole. Per quanto riguarda la distribuzione ragazze/ragazzi, fra i partecipanti solo il 25% sono ragazze, fra gli idonei il 16% e fra i vincitori solo il 14% sono ragazze. Relativamente alla tipologia degli studenti che hanno partecipato, si eÁ trattato di studenti eccellenti, dei 43 vincitori, infatti, 39 si sono maturati con 100, dei 179 idonei ben 125 si sono maturati con 100. Siamo sicuramente fortunati, da questo punto di vista, perche i nostri studenti sono veramente eccezionali. Si faraÁ ovviamente un'analisi piuÁ dettagliata e, speriamo, con il consenso del Ministero, che questa iniziativa, che ha riscosso un grande successo, possa continuare nel tempo. Grazie ancora alla SIF.» G.-F. Bassani: «Questa relazione verraÁ pubblicata. 9) Volevo adesso chiedere al rappresentante degli studenti in fisica di dire qualche cosa sulla loro Associazione Studenti di Fisica. Prego.» F. Teocoli: «Buonasera, sono Francesca Teocoli, studentessa dell'Unical e rappresento, in qualitaÁ di Presidente, l'Associazione Nazionale degli Studenti di Fisica. Sono molto contenta di essere qui, per la prima volta, a Torino e per la seconda volta ad un congresso della SIF, al quale siamo stati invitati, come Associazione di Studenti di Fisica, dal Presidente, il Prof. Bassani. Sono qui in rappresentanza, con altri membri del- l'associazione, ed eÁ per noi sempre un momento di confronto, abbiamo, tra l'altro, seguito con interesse la discussione che riguardava la creazione di un albo, l'ordine dei fisici, di cui noi poi potremo ad usufruire in un futuro. L'associazione, come alcuni di voi giaÁ sanno, nasce nel 2005, da un'idea di uno studente, a Modena e successivamente ha contagiato altri studenti, ora contiamo dieci atenei. Nell'estate del 2005 a Coimbra abbiamo partecipato alla Conferenza Internazionale di Studenti di Fisica e successivamente, a Catania, in settembre, a quello che per noi eÁ stato il primo Congresso della SocietaÁ Italiana di Fisica. EÁ stato proprio in occasione del Congresso che eÁ sorta formalmente la nostra Associazione attraverso l'approvazione dello statuto. EÁ stato un momento molto importante per noi studenti che credevamo nella nascita e nello sviluppo dell'AISF. Nel giugno di quest'anno, del 2006, eÁ stato organizzato un convegno a Pisa, grazie all'aiuto finanziario della SIF e in collaborazione anche con IAPS (Associazione Internazionale degli Studenti di Fisica). Questo incontro ha visto, quindi, anche la partecipazione di studenti stranieri. I lavori sono durati tre giorni, durante i quali si eÁ svolto un ricco programma scientifico, l'apertura del workshop eÁ avvenuta nelle aule del dipartimento di fisica dell'universitaÁ di Pisa, siamo stati accolti dal presidente del Consiglio del Corso di Laurea, il Prof. Costantini, e dal Prof. Bassani, successivamente ci sono state visite al LENS a Firenze, all'esperimento Virgo, presso Cascina, e, in concomitanza a questo programma scientifico, si eÁ sviluppato anche un programma culturale, come le visite alle cittaÁ di Lucca, Firenze e Pisa. Il fulcro di questo evento eÁ stato nell'ufficializzazione dell'associazione, attraverso l'elezione del consiglio direttivo, ultimamente siamo in fase di completamento dell'iter burocratico. Successivamente a quest'evento, quest'estate, a Bucarest, abbiamo partecipato alla Conferenza Internazionale degli Studenti di Fisica. A Bucarest abbiamo avuto una partecipazione non solo alta da un punto di vista dei numeri, ma soprattutto stimolante dal punto di vista scientifico, percheÁ alcuni di noi studenti hanno presentato delle lectures inerenti al proprio ambito di studio, quindi abbiamo partecipato attivamente alla Conferenza. Inoltre durante la Conferenza siamo stati riconosciuti sul piano internazionale come Associazione di Studenti Italiani di Fisica, quindi come National Committee. Oggi siamo nuovamente presenti al Congresso della SocietaÁ Italiana di Fisica, il periodo per noi studenti eÁ un po' sfortunato a causa degli esami e alle sedute di laurea, percioÁ oggi siamo una scarna rappresentanza rispetto a quanti siamo realmente. I nostri propositi per il futuro sono comunque di organizzare un evento, entro l'anno, che abbia un ricco programma scientifico e che porti nuovi studenti ad affacciarsi alla nostra IL NOSTRO MONDO associazione, a conoscerci meglio. Per questo, abbiamo in cantiere di creare un sito internet un po' piuÁ solido, in modo tale che le nostre comunicazioni non avvengano solo attraverso i dipartimenti, quindi non vengano filtrate dai dipartimenti, ma che siano indirizzate direttamente agli studenti, percioÁ a breve ci affacceremo sul web con un sito attraverso il quale tutti gli studenti potranno ricevere piuÁ informazioni possibili sull'Associazione. Tengo a precisare che sul sito dell'Anno Internazionale della Fisica eÁ presente un resoconto del nostro meeting di Pisa, quindi, ulteriori informazioni su di noi sono giaÁ on-line. Infine, ringraziamo la SIF per il sostegno, il supporto finanziario che ci ha fornito e soprattutto speriamo entro breve di diventare forti e indipendenti, in modo da organizzare un numero maggiore di convegni, di meeting, ma soprattutto ci mettiamo a disposizione, in quanto studenti, come interfaccia sul mondo studentesco. Di nuovo grazie e buona serata.» G.-F. Bassani: «Molte, molte grazie. Noi cercheremo in tutti i modi, lo dichiaro qui perche ne abbiamo parlato in Consiglio, di aiutare l'Associazione Studenti di Fisica. Aiutarli a crescere e andare avanti. E da questo trarremo anche un beneficio come SocietaÁ dei Fisici, nell'incrementare lo spirito di appartenenza al nostro mondo. A questo punto io chiuderei la riunione a meno che non ci siano ulteriori, particolari richieste nelle varie ed eventuali. Non vedo particolari, ulteriori richieste, direi che la riunione eÁ stata piuttosto ricca di argomenti, ed eÁ soddisfacente sotto tutti i punto di vista. E vi ringrazio molto. Buonasera. E buon proseguimento di congresso.» MIGLIORI COMUNICAZIONI PRESENTATE AL XCII CONGRESSO NAZIONALE Á ITALIANA DI FISICA DELLA SOCIETA Torino, 22 settembre 2006 SEZIONE 1 Fisica nucleare e subnucleare Primo Premio DE SANCTIS Umberto, INFN e UniversitaÁ di Milano ``Ricerche di supersimmetria con il Rivelatore ATLAS''. GNESI Ivan, UniversitaÁ di Torino e INFN di Torino ``Interactions of p in 4He at 218 MeV/c.'' Secondo Premio L OPEZ Loredana, INFN di Bari ``Spettroscopia del charm in BaBar''. PREGHENELLA Roberto, INFN di Bologna e UniversitaÁ di Bologna ``Il sistema di test con raggi cosmici dei moduli e dell'elettronica finale del rivelatore TOF di ALICE.'' RAIMONDO Luisa, CNISM e UniversitaÁ di Milano-Bicocca ``Exciton mobility and disorder in oligothiophene crystals.'' SEZIONE 3 Astrofisica e fisica cosmica Fisica della materia (materia condensata, atomi, molecole e plasmi) Primo Premio VIRGILIO Michele, UniversitaÁ di Pisa ``A tight-binding approach to valence and conduction intersubband transitions in SiGe, Ge-rich, quantum wells grown on (001) Si0.5 Ge0.5 substrates''. M ARCHETTI Riccardo, UniversitaÁ di Trieste SISSA e INFM-DEMOCRITOS di Trieste ``Berry-phase approach to adiabatic ab initio molecular-dynamics simulations of condensed-matter systems in large magnetic fields: H2''. Secondo Premio TERRA Federica, UniversitaÁ di Roma ``Tor Vergata'' ``Analisi mediante sensori CCD di raggi X emessi da un sistema laser plasma''. Secondo Premio PECKA Alejandra, UniversitaÁ di Torino e INFN di Torino ``Il sistema di monitoraggio del fascio per il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica''. Primo Premio BALESTRA Silvia, UniversitaÁ di Bologna ``L'esperimento SLIM (Search for LIght Magnetic Monopoles)''. SEZIONE 5 Elettronica e fisica applicata Secondo Premio Primo Premio D'ELIA Marcella, UniversitaÁ di Lecce ``Caratterizzazione fisica di minerali biotici e abiotici di interesse esobiologico''. SEZIONE 4a SEZIONE 2 ``Force-induced unfolding of single T4 lysozyme molecules''. Geofisica e fisica dell'ambiente Primo Premio CAVA Daniela, ISAC-CNR di Lecce ``Chiusura a breve termine del bilancio energetico superficiale''. ROMANO Paolo, CNR Catania ``La nuova versione del sistema XRD portatile del laboratorio LANDIS e la sua applicazione per la caratterizzazione dei pigmenti presenti su frammenti di affresco di epoca romana''. Secondo Premio GIURGOLA Stefano, Avanex Corporation, Milano ``Metalli ultrasottili: una valida alternativa ai TCO per applicazioni optoelettroniche''. Secondo Premio BALANZINO Alessia, UniversitaÁ del Piemonte Orientale, Alessandria ``Valutazione modellistica dell'inquinamento fotochimico nell'Italia settentrionale''. SEZIONE 4b Biofisica e fisica medica Primo Premio CECCONI Ciro, S3-INFM-CNR di Modena SEZIONE 6 Didattica e storia della fisica Primo Premio CARPINETI MARINA, UniversitaÁ di Milano ``Facciamo luce sulla materia: uno spettacolo di fisica per la scuola''. Secondo Premio CONTI Valentina, UniversitaÁ dell'Insubria ``Como: scuole e famiglie alla scoperta della fisica''. 27 ENERGIA, SVILUPPO e AMBIENTE R. A. Ricci, Presidente Onorario SIF LNL, INFN, Legnaro (PD) 28 Questo titolo eÁ ripreso da quello del Convegno Nazionale organizzato dalla SIF nel 1987, due mesi prima della Conferenza Nazionale dell'Energia che, a seguito delle ripercussioni del disastro di Chernobyl, segnoÁ l'avvio di un referendum che eÁ costato al nostro Paese l'uscita dalla produzione di energia nucleare con conseguenze certamente discutibili e comunque non positive per una efficiente politica energetica la cui crisi eÁ ancor oggi evidente (1). Alcune considerazioni di quel Convegno in particolare della «Dichiarazione» emersa dal Panel costituito da E. Amaldi, F. Amman, N. Cabibbo, C. Castagnoli, D. Palumbo, R. A. Ricci, C. Rubbia, G. Salvini e C. Villi, poi sottoscritte da circa 900 fisici italiani e che appaiono di (incredibile) attualitaÁ ancor oggi, sono qui riprese: «La struttura della societaÁ moderna, lo sviluppo socio-economico e culturale, il tenore e la qualitaÁ della vita, il livello di civiltaÁ e di indipendenza politica di una nazione dipendono sempre piuÁ dal suo potenziale energetico e dall'efficienza dei sistemi di conversione e di utilizzo di esso. L'aspetto dominante dell'attuale fase di sviluppo delle comunitaÁ umane eÁ la crescente domanda di energia e l'aumento del suo consumo pro-capite. EÁ quindi il valore assoluto di tale fabbisogno che conteraÁ nei prossimi decenni, accentuato peraltro dall'espansione sociale e demografica dei Paesi in via di sviluppo, i quali hanno giaÁ compiuto o si accingono a compiere radicali mutamenti di struttura al fine di trasformare la loro esistenza in un sistema di vita piuÁ complesso ed avanzato. Sulla base di significative previsioni, l'indice demografico mondiale si porteraÁ, nella prima metaÁdel prossimo secolo a 8±9 miliardi di persone ed il corrispondente indice di consumo energetico saliraÁ a 15±20 miliardi di Tep (tonnellate equivalenti di petrolio), il doppio, cioeÁ, dell'attuale. CioÁ significa che il problema energia ha dimensioni planetarie ed i conseguenti aspetti scientifici, economici, sociali, culturali e politici non possono essere affrontati con pregiudizi, improvvisazioni e schematismi ideologici fuori della portata storica di tale problema». CioÁ riguarda il problema strategico della produzione e del fabbisogno di energia, chiave di volta dello sviluppo della civiltaÁ umana a scala planetaria ed implica un'analisi storica dell'evoluzione delle fonti energetiche basata su scale temporali che si riflettono in periodi di coesistenza obbligata, e rende necessario lo sfruttamento di ogni forma di energia in particolare quello derivante dalle conquiste scientifiche e tecniche. In effetti: «........... La nascita, l'evoluzione e la storia di ogni fonte energetica primaria, dal legno al nucleare, seguono leggi interpretabili su grandi intervalli di tempo e pertanto la penetrazione o il declino delle varie forme di energia richiedono lunghi periodi di coesistenza che rendono scientificamente inattendibili, economicamente inutili e socialmente dannosi motivi di contrapposizione o di alternativa ad oltranza. Il caso paradigmatico eÁ dato dall'inconsistenza tecnologica e temporale della competizione fra il consolidamento dell'energia nucleare da fissione e l'intensificarsi delle ricerche sull'energia da fusione. Non solo l'una non esclude l'altra ma l'insieme delle conoscenze, delle competenze e degli strumenti tecnologici relativi a impianti, controlli, sicurezza, problemi ambientali e sanitari derivanti dall'uso della prima costituisce un patrimonio prezioso per lo sviluppo accelerato della seconda. Nessun sistema socio-economico eÁ in grado di svilupparsi al di laÁ dei ristretti limiti della sopravvivenza se la collettiviltaÁ non eÁ in grado di trarre l'energia di cui ha bisogno da fonti diversificate e sempre piuÁavanzate. CioÁrichiede l'utilizzo ottimale non solo delle risorse naturali ma anche delle grandi scoperte scientifiche e delle innovazioni tecnologiche e quindi.................. la rinuncia volontaria all'utilizzazione e allo sviluppo di una fonte quale la fissione nucleare............. costituirebbe una decisione non corrispondente allo sviluppo storico delle risorse energetiche dell'umanitaÁ.» Entra nel gioco, ovviamente, la questione economica, termine di riferimento dello sviluppo da cui oggi non puoÁ piuÁ essere disgiunta la questione ambientale: «In presenza di costi tendenzialmente crescenti delle risorse tradizionali, al progresso scientifico e tecnologico si chiede lo sviluppo di nuove fonti a costi minori, che al tempo stesso soddisfino le esigenze di difesa e protezione dell'ambiente espresse dalla societaÁ. Per questo la diversificazione equilibrata delle varie fonti diventa importante anche ai fini di ottimizzarne l'impatto ambientale: il massimo sforzo deve essere fatto per utilizzare al meglio le altre risorse energetiche disponibili (gas naturale, energia solare, geotermica, eolica, idrica ecc.) R. A. RICCI: ENERGIA, SVILUPPO E AMBIENTE intensificando inoltre le ricerche sui processi di trasformazione di sintesi dei combustibili fossili e delle biomasse e sulla riduzione del corrispondente inquinamento ambientale, nonche gli ulteriori sviluppi nel campo dei reattori nucleari e delle ricerche sulla fusione nucleare, oltre ad una migliore razionalizzazione dei consumi energetici». Ecco quindi apparire i tre termini (ENERGIASVILUPPO-AMBIENTE) che costituiscono gli aspetti essenziali di una grande sfida del secolo XXI. Lo sviluppo come primo termine di riferimento dell'evoluzione delle societaÁ umane non puoÁ piuÁ prescindere dal problema energetico e dalla questione ambientale. Da una parte il problema della disponibilitaÁ energetica con le sue implicazioni economiche, sociali, geopolitiche e ambientali eÁ, qualora non se ne fosse ancora percepita l'essenzialitaÁ e le caratteristiche planetarie, ormai diventato il «problema dei problemi» e implica piuÁ che mai non solo valutazioni e discussioni socio-politiche ma anche e soprattutto corrette analisi e interpretazioni tecnico-scientifiche. Una «cultura dell'energia» piuÁ fondata su queste basi diventa sempre piuÁ necessaria ed eÁ propedeutica ad una piuÁ corretta cultura ambientale e socio-economica. Ci si riferiraÁ nel seguito, come modello di un esame obbiettivo della situazione energetica mondiale, alle analisi condotte da decenni ormai dalla IIASA di Laxenburg (Vienna) (2), che mostrano come il ricorso alle diverse fonti energetiche primarie risponde ad un processo di competizione e di sostituzione logistica. Dall'altra parte, la questione ambientale, dopo essere stata trascurata per un certo periodo in cui lo sviluppo industriale ha avuto connotati dominanti nei Paesi piuÁ progrediti si eÁ imposta come tematica socio-politica sempre piuÁ impellente fino a costituire un aspetto perfino ineluttabile, tale da condizionare spesso anche acriticamente e senza una corretta base scientifica decisioni politiche di dubbio valore. Entrambi i problemi sono peculiari e, se non potranno essere risolti dalla sola scienza, sicuramente la scienza puoÁ suggerire i modi possibili ed efficaci per affrontarli e valutare le conseguenze positive e negative di ogni scelta sociale e decisione politica (rapporto costi/benefici). Fig. 1. ± MortalitaÁ infantile e longevitaÁ in funzione del consumo energetico (Studio IIRSA, 1977). umane, come mostra la fig. 1, in cui vengono riportati gli andamenti di due indicatori di prima approssimazione di uno sviluppo socialmente accettabile: la mortalitaÁinfantile e l'aspettativa di vita in funzione del consumo energetico pro-capite (3). PiuÁ correttamente eÁ stato formulato recentemente un indice della qualitaÁ della vita (o grado di benessere) definito come HDI (Human Development Index), in italiano ISU (indice di sviluppo umano), basato su tre indicatori: LongevitaÁ (attesa di vita), Livello di istruzione (alfabetizzazione, attivitaÁ) e Standard di vita (rapporto PIL/abitante). Uno studio effettuato dalle Nazioni Unite su 60 Paesi (90% della popolazione mondiale) mostra chiaramente una forte correlazione tra ISU e consumo di elettricitaÁ. 1. ± Il problema energetico. Una strategia globale della produzione di energia Áe quindi essenziale per lo sviluppo delle societaÁ Fig. 2. ± Popolazione mondiale (simbolo) ed energia primaria (linea continua). 29 IL NUOVO SAGGIATORE Fig. 3. ± Evoluzione storica dei consumi globali di energia primaria (1 Mtep = 11 700 kWh ' 10 000 Mcal). La media dei consumi energetici mondiali eÁ di circa 40000 kWh/ab.anno, pari a un poÁ piuÁ di 3 Tep (e un poÁ meno di 40000 Mcal), che corrisponde al consumo medio italiano. Naturalmente cioÁ nasconde le differenze anche notevoli tra Paesi dell'OCSE e Paesi in via di sviluppo. Se il consumo medio dei PVS fosse pari a quello italiano, il fab- bisogno globale salirebbe a circa 20 Gtep, ossia al doppio di quello attuale. La crescita dei consumi mondiali di energia primaria eÁ riportata in fig. 2, insieme con l'andamento della popolazione del pianeta dal 1850 in poi. Si vede che, a partire dal 1950, la crescita energetica sale molto piuÁ rapidamente fino a toc- 30 Fig. 4. ± Evoluzione delle curve logistiche delle fonti di energia primaria (penetrazione nel mercato). R. A. RICCI: ENERGIA, SVILUPPO E AMBIENTE care, per i 6 miliardi di abitanti degli anni 2000, i 10 GTep di consumi di energia primaria. L'analisi della IIASA rende conto dell'evoluzione delle varie fonti energetiche in un contesto di crescita dei consumi globali che procede ad un tasso di circa il 2% annuo (v. fig. 3). In valore assoluto tale fabbisogno eÁ giaÁ arrivato ad oltre 11 Gtep corrispondenti ad una potenza primaria totale necessaria di piuÁ di 12 TW (equivalenti all'utilizzo di 12000 centrali da 1000 MW) di cui circa il 14% per la produzione di energia elettrica. Le varie fonti primarie, dal legno al carbone, al petrolio, al gas naturale, all'energia nucleare, alle energie rinnovabili, si sono succedute e si succedono convivendo e sostituendosi mano a mano per motivi di convenienza economica, di adattabilitaÁ sociale, di possibilitaÁ tecniche e di impatto ambientale. Esse come tutte le innovazioni si sviluppano ad ondate successive riproducibili secondo equazioni logistiche (equazioni di Volterra), coesistendo e superandosi come mostra la fig. 4. Una scoperta interessante di queste analisi eÁ che le distanze tra i punti centrali di queste logistiche sono di circa 55 anni (cicli di Kondratiev), che rappresentano mediamente gli intervalli temporali delle ondate successive. Oggi la convivenza e la competitivitaÁ delle fonti di energia piuÁ utilizzate, utilizzabili e disponibili su larga scala riguarda soprattutto il petrolio, il gas naturale, il carbone e, sia pure in misura ancora meno rilevante, l'energia nucleare da fissione. L'attesa di ulteriori nuove fonti (fusione, solare?) fa parte di questo secolo. In ogni caso una fonte che abbia penetrato circa il 5% del mercato non torna piuÁ indietro. Tabella I. ± Produzione mondiale d'energia primaria e contributo percentuale dalle varie fonti (2003). Fonte Petrolio Carbone Gas naturale Nucleare Idroelettrico Altre rinnovabili Totale Energia prodotta (MTep) Percentuale sul totale 4000 2500 2400 670 680 250 10550 38 24 23 6.5 6.5 2 100 Al 2003 la distribuzione delle fonti primarie eÁ riportata in tabella I. Si vede che i combustibili fossili costituiscono circa l'85% del totale (v. anche tabella II, dove eÁ Tabella II. Produzione energetica mondiale Fossile Nucleare Geotermia Idroelettrico Solare non idro 85,5% 6,5% 0,5% 6,5% 1 % Produzione d'energia elettrica Tipo Mondo UE Fossili Nucleare Idroelettrico Altre rinnovabili 65% 16% 17% 2% 50% 30% 17% 3% riportata anche la distribuzione percentuale della produzione di energia elettrica). Tenendo conto non solo dei problemi di sicurezza e ambientali, ma anche delle prospettive di approvvigionamento (40-50 anni per il petrolio, 50 e 200 rispettivamente per il gas e il carbone, al ritmo dei consumi attuali) eÁ chiaro che, malgrado il predominio dei combustibili fossili (ancora per due o tre decenni all'incirca) la riduzione delle riserve e il conseguente aumento dei costi impongono la necessitaÁ di utilizzare fonti alternative. CioÁ anche in relazione alle previsioni ormai realistiche di una crescita della popolazione mondiale di circa il 25% nei prossimi 20 anni (da 6 a 7,5 miliardi di abitanti) e di un corrispondente aumento dei consumi totali di energia (e delle concomitanti emissioni di CO2) del 50%. Tali crescite riguarderanno soprattutto i paesi in via di sviluppo, in particolare le cosiddette «economie emergenti», come ad esempio la Cina, l'India e alcuni paesi del Sud America. Un altro fatto incontrovertibile eÁ la tendenza all'aumento dei costi di approvvigionamento del petrolio che trascina sempre il prezzo di tutti i prodotti energetici). Esso pone seri problemi, anche se non tutti gli economisti sono d'accordo, di fronte alla realtaÁ delle scorte mondiali Ð 2700 miliardi di barili, di cui giaÁ 1000 consumati Ð e senza contare il fatto che appare sempre piuÁ credibile l'ipotesi di Hubbert sulla curva della effettiva disponibilitaÁ del petrolio, la cosiddetta curva critica, (v. fig. 5) il cui massimo (paritaÁ fra domanda e offerta) verrebbe a cadere fra non piuÁ di 10 anni dopodiche la domanda supererebbe l'offerta. Il confronto tra possibili nuove risorse e ritmo accelerato dei consumi appare negativo di fronte alla scomoda veritaÁ che l'80% del petrolio oggi prodotto proviene da giacimenti scoperti prima 31 IL NUOVO SAGGIATORE Fig. 5. ± Le risorse petrolifere (la curva di Hubbert). del 1973 e che la capacitaÁ produttiva della grande maggioranza dei giacimenti sta declinando. Vi eÁ discussione su possibili nuove scoperte, anche se la tendenza dopo il massimo degli anni 60, eÁ alla diminuzione. Infine, occorre considerare che il fabbisogno tendenziale di petrolio eÁ dettato ormai piuÁ che dai paesi industriali avanzati, dalla domanda che vanno esprimendo le vaste aree geopolitiche in via di sviluppo e si stima che cresceraÁ del 60% entro il 2020. 32 dere, anche violente seppure inefficaci: Nel 1700, a Londra, furono emessi editti per proibire l'uso industriale del carbone, pena la morte. E tuttavia il consumo del carbone crebbe esponenzialmente (v. curva logistica di fig. 4), sostituendo progressivamente la legna. La societaÁ del resto, funziona come un grande sistema autoregolantesi, che procede per azioni e reazioni cercando di compensare gli eccessi con circuiti di controllo (cfr. C. Marchetti) (4): Ð l'animismo delle antiche religioni che ammoniva a non tagliare gli alberi abitati dagli spiriti; Ð l'avvento di leggi e tecnologie di controllo con il cristianesimo e il rinascimento. In Inghilterra l'aumento del consumo di carbone non peggioroÁ la situazione grazie a migliori tecniche di combustione, scelta dei carboni e uso di alti camini. Un esempio interessante di sostituzione logistica eÁ riportato da C. Marchetti: nel 1920, negli USA, il mezzo piuÁ comune di trasporto era il cavallo (25 milioni di cavalli) ma cominciava l'era dell'automobile, che tuttavia, per velocitaÁ e costo, non era affatto competitiva con il cavallo. Il fatto discriminante fu il problema dei parcheggi notturni e delle emissioni: 20 chili al giorno per cavallo! Cito il passaggio di Marchetti: «Anche se ai contadini della mia giovinezza e ai Verdi di oggi vengon le lacrime al pensiero, la societaÁ nel suo insieme scelse il mezzo meno inquinante (piuÁ ecologico): l'automobile!» 2. ± La questione ambientale. Essa entra nel gioco ormai in modo determinante. Storicamente parlando, tuttavia, l'uomo ha sempre interferito con l'ambiente, fin dalla scoperta del fuoco, almeno per cioÁ che riguarda la produzione di energia. Il fuoco veniva usato dapprima per distruggere boschi e creare praterie per cacciare gli animali, poi per farne legname da ardere o per la costruzione di navi e rifugi. Lo sviluppo dell'agricoltura ha costituito una vera e propria rivoluzione anti-ecologica. Con le concentrazioni delle attivitaÁ artigianali e industriali e la conseguente crescita delle popolazioni umane, si resero piuÁ interessanti nuove forme di energia ed iniziarono le estrazioni di carbone fossile, aggiungendo nuove possibilitaÁ di inquinamento: zolfo e catrami liberati nella combustione sotto forma di fumi e anidride solforosa, oltre all'anidride carbonica, gas non inquinante ma tra gli artefici dell'effetto serra. Reazioni sociali comunque non si fecero atten- Fig. 6. ± Evoluzione dell'efficienza termodinamica di secondo principio delle macchine di conversione dell'energia negli ultimi 300 anni. R. A. RICCI: ENERGIA, SVILUPPO E AMBIENTE Inoltre eÁ un fatto assodato che l'efficienza nell'uso dell'energia primaria eÁ cresciuta continuamente e secondo leggi precise. In fig. 6 eÁ riportata, a titolo di esempio, l'evoluzione dell'efficienza energetica (termodinamica) delle macchine di conversione dell'energia (5). Inoltre, poiche le varie fonti seguono, come abbiamo visto, una dinamica temporale competitiva di tipo darwiniano e poiche ciascuna fonte inquina in misura diversa, si puoÁ prevedere il mix di fonti ottimali, il che ci fa dire che la penetrazione e la stabilizzazione nel mercato di fonti primarie quali il carbone, il petrolio, il gas, il nucleare (da fissione oggi, da fusione forse domani) a parte possibili fluttuazioni, si effettueranno nel migliore dei modi possibili. Per tornare piuÁ specificatamente alla questione ambientale occorre tuttavia precisare che ogni approccio a tale problema di tipo integralista e anti-scientifico, come spesso sta avvendendo, rischia di arrecare piuÁ danni di quelli che si vorrebbero evitare e riparare. Si tratta di un atteggiamento che ha da qualche tempo sollevato la pacata ma ferma reazione di scienziati, ricercatori e tecnici, consapevoli che il corretto uso della ricerca e delle ricerche tecniche e scientifiche puoÁ dare risposte, anche se non sempre decisive ma certamente efficaci, non solo ai problemi energetici ma anche a quelli ambientali. In questo contesto va vista anche la questione, piuÁ strettamente correlata con la produzione di energia, dell' «effetto serra» di origine antropica e delle (presunte) conseguenze, secondo visioni ormai diffuse, addirittura catastrofiche dal punto di vista climatico quali la teoria (che di «teoria» per ora si tratta) del «riscaldamento globale». Che il pianeta in cui viviamo subisca cambiamenti climatici anche notevoli legati a variazioni di tem- peratura di piuÁ di 5±6ëC nei secoli e nei millenni della propria storia eÁ, o dovrebbe essere, noto ed eÁ ampiamente studiato. Restano le crescenti preoccupazioni che le attivitaÁ umane possono essere una causa importante delle apparenti alterazioni del clima riscontrabili a livello planetario. Esse tuttavia si confrontano con notevoli incertezze, dovute alla flessibilitaÁ dei modelli computerizzati utilizzati per i possibili scenari e alla variabilitaÁ dei riscontri nelle misure di temperatura per esempio a terra, in aree urbane o con strumenti satellitari. Non vi eÁ quindi accordo sul fatto che i gas-serra antropogenici siano il fattore dominante. Le misure proposte al fine di «rimediare» e «prevenire» tale ipotetico rischio sono, come noto, riassunte nel Protocollo di Kyoto. Tale Protocollo, inteso come Patto Planetario e costruito sulla base del cosiddetto Principio di Precauzione preso alla lettera, senza una piuÁ approfondita analisi del rapporto costi/benefici, sancisce le restrizioni e gli interventi che i vari paesi si obbligano a rispettare per ricondurre il tasso annuale di emissioni entro il 2012 (piuÁ precisamente tra il 2008 e il 2012) a un poÁ meno del 95% del livello complessivo del 1990. In ogni caso, comunque lo si giudichi, il Protocollo di Kyoto, anche se interamente applicato, avrebbe risultati poco significativi, visto che la richiesta riduzione della CO2 (che, tra l'altro, non eÁ il principale gas serra, tenuto conto del vapor d'acqua e del metano, ad esempio) avrebbe l'effetto di spostare al 2101 l'entitaÁ del riscaldamento globale, qualunque ne sia l'origine, eventualmente prevista per il 2100 (l'uno per cento). Questi obbiettivi sono stati ribaditi a piuÁ riprese senza tuttavia portare ad una ratifica unanime con la posizione contraria di Stati Uniti e Australia e l'incertezza di altri Paesi. L'incertezza russa eÁ stata superata dietro forti Fig. 7. ± Rilasci di CO 2 in tons/GWh dalla produzione di elettricitaÁ in vari paesi della comunitaÁ Europea. 33 IL NUOVO SAGGIATORE 34 pressioni dell'Unione Europea, che da sempre eÁ in prima fila nella battaglia contro l'effetto serra (antropico). Tuttavia lo zelo europeo non eÁ confortato da politiche virtuose, visto che solo 4 paesi (Germania, Svezia, Regno Unito e Francia) sembrano in grado di arrivare a rispettare tali limiti, mentre per il resto, Italia compresa, si eÁ giaÁ abbondantemente al di sopra (mediamente piuÁ del 7±8%) (vedi fig. 7). Non eÁ strano che tra i Paesi piuÁ virtuosi vi siano quelli che usano in modo consistente l'energia nucleare, l'unica fonte disponibile su larga scala, esente da emissioni. SaraÁ pertanto problematico il raggiungimento dell'obiettivo del 5,8% globale per l'Unione Europea. EÁ probabile che, in una certa misura, si possa fare affidamento alle compensazioni (compra-vendita di quote di emissioni tra paesi in ecesso e paesi in difetto) con l'allargamento dell'Europa ai paesi dell'Est e inoltre con la Russia, che eÁ entrata nel club Kyoto, visto che quest'ultima si trova nella (temporanea) condizione di avere crediti di emissioni. Il che saraÁ possibile nel breve termine a causa del declino industriale (che ha ridotto le emissioni) di questi paesi ma non saraÁ piuÁ sostenibile se, come eÁ ineluttabile, essi vorranno rimettersi in marcia per un piuÁ consistente sviluppo economico. Ed eÁ qui che rientra il discorso sull'energia nucleare. GiaÁ i Paesi dell'Europa a 15 utilizzano per la produzione di elettricitaÁ una quota pari al 35% che non muteraÁ sostanzialmente con l'allargamento ai 10 nuovi membri tutti produttori e utilizzatori di energia elettronucleare (vedi fig. 8). Tale quota, se si vuole contemperare un decente sviluppo economico con il rispetto del Protocollo di Kyoto, eÁ semmai destinata ad aumentare. Quali sono dunque le possibili vie da intraprendere? Secondo il Consiglio Mondiale dell'Energia: «Tutte le nazioni industrializzate si rendono conto che la diversificazione dei combustibili nella produzione di energia elettrica significa semplicemente che si dovranno usare piuÁ carbone e piuÁ nucleare e che nessuna fonte di energia dovraÁ essere trascurata per arbitrarie ragioni politiche». E veniamo al punto. Per far fronte ai fabbisogni energetici di tutta la societaÁ umana, sempre piuÁ legati alla evoluzione dei Paesi in via di sviluppo, si dovraÁ prendere in conto ogni possibile soluzione derivante da una lista completa delle sorgenti di energia che l'umanitaÁ potraÁ spillare a una scala significativa durante il secolo. EÁ questo il motivo strategico di fondo per cui occorreraÁ considerare, scientificamente oltre che economicamente, tutte le fonti energetiche disponibili e potenziali senza discriminazione o emarginazione di alcuna tramite un confronto oggettivo dei costi e dei benefici corrispondenti. E qui arriva il «convitato di pietra», ossia l'energia nucleare, che non puoÁ piuÁ essere discriminata a priori e per la quale ragionevoli ripensamenti si succedono sia a livello politico che mass-mediatico in Europa e in America. EÁ sintomatico che alcuni tra i «guru» dell'ambientalismo antemarcia (il britannico James Lovelock, «il padre di Gaia», Patrick Moore, uno dei fondatori di Greenpeace, gli americani Steward Brand, Fred Krupp, Jonathan Lash, Gustave Speed), di fronte al catastrofismo climatico del pianeta, invochino l'uso dell'energia nucleare. Del Fig. 8. ± Produzione di elettricitaÁ nell'unione europea (nel 2002). Fig. 9. ± Produzione d'elettricitaÁ delle centrali nucleari (totale mondiale). 3. ± Fonti energetiche. Il caso dell'energia nucleare. R. A. RICCI: ENERGIA, SVILUPPO E AMBIENTE Fig. 10. ± Potenza nucleare totale installata nel mondo. resto basta riflettere sul fatto che, contrariamente a quanto si eÁ spesso propagandato, la produzione di energia nucleare dopo Chernobyl non ha subito un arresto. Dai circa 250 mila MWe del 1985 la produzione di energia nucleare da fissione eÁ passata ai quasi 370 mila del 2000, con un aumento del 44% (v. fig. 9 e 10). E nuove centrali sono in costruzione in Giappone, Corea, Cina, Russia e Finlandia. Inoltre il fatto che grazie a significativi progressi tecnologici la durata della vita di centrali nucleari occidentali (in particolare negli Stati Uniti) sia stata prolungata dai 25±30 anni ai 50±60 anni, rinvia la loro dismissione e costituisce un atout economico e competitivo ben significativo rispetto alla costruzione di nuovi impianti. Del resto eÁ alquanto scorretto parlare di uscita progressiva dal nucleare dei Paesi che detengono tale patrimonio e ben si guardano dal privarsene. Ne eÁ prova la Svezia (46% di energia elettrica prodotta da 11 centrali nucleari) che, dopo un primo referendum abrogativo, ha chiuso una centrale (BarsebaÈck) nel 2000 e rinviato ogni ulteriore decisione «per la mancanza di alternative valide sul piano economico e ambientale». La Svizzera ha da poco tempo bocciato un referendum teso a bloccare e a chiudere le sue cinque centrali nucleari. In Germania la decisione di limitare a 35 anni (in pratica fino al 2020) la vita utile degli impianti nucleari trova notevoli opposizioni ed eÁ difficile pensare che tale Paese possa permettersi di rinunciare a una fonte che copre il 33% del fabbisogno elettrico nazionale. La Francia, con la conferma della sua scelta nucleare, registra il piuÁ basso e stabile costo del KWh in Europa e ha ridotto dal 1973 a oggi la sua dipendenza energetica dal 78 al 50% e le proprie emissioni di CO2 del 30%, riuscendo a rientrare nei vincoli del protocollo di Kyoto. L'Italia «uscita» dal nucleare a seguito dell'interpretazione «politica» di un referendum di venti anni fa, introdotto in modo surretizio ed artatamente inteso, eÁ tuttavia tra i Paesi europei che utilizzano in modo consistente l'energia elettronucleare (16±18% del fabbisogno nazionale di energia elettrica fornita dalle centrali di Francia, Svizzera e Slovenia). Fig. 11. ± Emissioni di gas a ``effetto serra'' dovuti alla produzione di energia elettrica. 35 IL NUOVO SAGGIATORE 4. ± Un confronto realistico: il caso Italia. Tabella III. Consumo elettrico italiano 36 Se si confrontano le varie fonti primarie tenendo conto di tutti i costi, compresi quelli ambientali, si trova che il costo totale per un impianto che produce 1000 MWe (MegaWatt elettrici) eÁ realisticamente di 1400±1500 $/kWe per il nucleare, con un'area occupata di 15 ettari, 1770 $/kWe per il carbone (area occupata 30 ettari), 1500 per l'olio combustibile (20 ettari), 1200 per il gas naturale (12 ettari) mentre, escludendo gli impianti idroelettrici, per le cosiddette nuove energie rinnovabili come il solare (fotovoltaico) e l'eolico, si hanno rispettivamente costi totali di impianto di 7200 $ al kWe (area occupata 200 ettari) e 2400 $ al kWe (12500 ettari). Tenendo conto inoltre dei costi di funzionamento e della effettiva disponibilitaÁ, si ottiene che il prezzo del kWe eÁ di circa 3-5 centesimi di euro per il nucleare, 4 per il carbone, 7 per l'olio combustibile, 6 per il gas a ciclo combinato, 55 per il fotovoltaico e 11 per l'eolico. Corrispondentemente le emissioni di CO2, nulle per il nucleare e le energie rinnovabili, ammontano a 7,5 Mtonn annue per il carbone, 6,2 per l'olio combustibile e 4,3 per il gas. Differenze notevoli si hanno anche per le emissioni di ossidi di zolfo e di azoto, comuni a tutti i combustibili fossili e assenti negli impianti nucleari, fotovoltaici ed eolici. Un dato interessante eÁ il rapporto fra energie spesa ed energia ricavata: 1,7% per il nucleare, 5% per il carbone, 3% per l'olio combustibile, 3,8% per il gas mentre sale al 27% per il fotovoltaico e al 16,7% per l'eolico. Il che eÁ correlato con il fatto che il fattore di carico (grosso modo la percentuale di utilizzazione) eÁ del 90% per le centrali nucleari, a carbone, olio e gas, mentre eÁ del 15% e del 30% rispettivamente per il fotovoltaico e l'eolico. In effetti, a fianco di un sistema rinnovabile va sempre previsto un metodo tradizionale di supporto e complemento, pena interruzioni impreviste ed imprevedibili, con un aggravio ulteriore di costi. Vale la pena di concludere con alcune riflessioni sul caso italiano. L'energia primaria necessaria al nostro Paese eÁ in continua crescita (185 Mtep nel 2000). Essa dipende da un'importazione pari all'82% del fabbisogno, con un esborso annuo che nel 2003 ha superato i 30 miliardi di euro. Il fabbisogno nazionale eÁ coperto per il 65% attraverso il ricorso agli idrocarburi (petrolio e gas naturale). La situazione eÁ ancora piuÁ grave nel sistema elettrico, dove la dipendenza dall'estero raggiunge l'84% e la dipendenza dagli idrocarburi l'80% (v. tabella III, Combustibili Fossili Nucleare (importato) Geotermia+RSU Idroelettrico Altre rinnovabili 70,0% 14,5% 0,5% 2,2% 1.0% Gli indici Tedeschi e quelli Italiani Produzione Elettrica D I Fossili Nucleare Rinnovabili 62,5% 28,1% 9,4% 82,3% zero 17,7% dove eÁ anche riportato un confronto con la situazione della Germania). L'energia elettrica prodotta in Italia (in massima parte utilizzando petrolio e gas naturale) costa il 60% piuÁ della media europea, due volte quella prodotta in Francia e tre volte quella prodotta in Svezia (vedi tabella IV). Sul piano ambientale, secondo le valutazioni del Ministero dell'Ambiente, l'attuazione del protocollo di Kyoto costerebbe all'Italia 360 dollari per abitante, contro i 5 della Germania (33% nucleare) e i 3 della Francia (78% nucleare). Quanto alla possibilitaÁ di far fronte a tale situazione con il ricorso alle energie rinnovabili basta ricordare che, a livello nazionale, il ruolo delle fonti «rinnovabili» eÁ del 17,6% e, all'interno di questa quota, il 96,8% eÁ prodotto con il rinnovabile tradizionale (geotermico e idroelettrico). Le fonti rinnovabili non tradizionali (0,1% in Italia) sono sostanzialmente date dal fotovoltaico e dall'eolico, con qualche contributo dalle biomasse. Il quadro eÁ chiaro e il nostro Paese non puoÁ prendersi il lusso di «guardare» il nuovo corso energetico-ambientale che si imporraÁ nello sviluppo mondiale e che comprende (vedansi le recenti decisioni del Regno Unito, degli Stati Uniti e dei Paesi asiatici) un contributo apprezzabile dell'energia nucleare. Segnali positivi Tabella IV. ± Prezzo del kWh relativo alla produzione di energia elettrica in vari paesi europei. Nazione Italia Gran Bretagna Spagna Francia Germania Svezia Produzione in TWh Pezzo del kWh in euro 276 368 235 536 545 143 0,056 0,039 0,036 0,033 0,027 0,022 R. A. RICCI: ENERGIA, SVILUPPO E AMBIENTE sono la politica dell'ENEL (acquisto di centrali nucleari in Slovacchia), l'accordo EDF-Edison, che permetteraÁ all'Italia di entrare nella filiera del nuovo reattore europeo EPR e ci si aspettano iniziative per una possibile partecipazione ai progetti dei reattori di IV generazione all'interno di una vasta collaborazione internazionale. In conclusione, appare chiaro che ogni politica energetica a livello mondiale, europeo e quindi anche nel nostro Paese, non puoÁ neÁ potraÁ prescindere da una analisi obbiettiva e comparata delle possibilitaÁ tecnico-economiche in gioco. La stessa questione ambientale non potraÁ essere affrontata seriamente e consapevolmente senza una base conoscitiva scientificamente corretta. Il binomio energia-ambiente, che saraÁ la base delle strategie socio-politiche di questo secolo, si trova di fronte ad una sfida epocale. Posizioni ideologicamente preconcette e disinformazioni fuorvianti dovranno cedere il passo alle forze della ragione. Bibliografia (1) (2) (3) (4) (5) R. HABEL e S. S TIPCICH , Atti Conferenze SIF, vol. 11; (Editrice Compositori, Bologna) 1987. Vedi, ad es., C. MARCHETTI: «Energia e Ambiente: analisi sul lungo termine» e C. M ARCHETTI e N. NAKICENOVIC : «The Dynamics of Energy Systems Analysis»; IIASA RR-79-13 (1979); Atti Conferenze SIF, vol. 11 (Editrice Compositori, Bologna) 1987, p. 21. F. C ASALI: «Energia pulita: quale?» (Cappelli Editore, Bologna), 1987. C. M ARCHETTI, op. cit. G. P. B ERETTA : Energia, 27, n. 1 (2006). Ultimi volumi usciti Proceedings of the International School of Physics ``Enrico Fermi'' CORSO CLXI Polarons in Bulk Materials and Systems with Reduced Dimensionality edited by G. Iadonisi, J. Ranninger and G. De Filippis pp 458, S 180,00 - SOCI SIF U 126,00 CORSO CLXII Quantum Computers, Algorithms and Chaos edited by G. Casati, D. Shepelyansky, P. Zoller and G. Benenti pp 620, S 190,00 - SOCI SIF U 133,00 CORSO CLXIII CP Violation: From Quarks to Leptons edited by M. Giorgi, I. Mannelli, A. I Sanda, F. Costantini and M. S. Sozzi pp 610, S 190,00 - SOCI SIF U 133,00 Inviare ordini a: Redazione del Nuovo Cimento Attn: Carmen Vasini Via Saragozza, 12 - 40123 Bologna Tel. 051 581569 Fax 051 581340 e-mail: [email protected] 37 ETTORE MAJORANA: GENIUS AND MYSTERY A. Zichichi University and INFN, Bologna CERN, Geneva 38 Ettore Majorana's photograph taken from his university card dated 3 rd November 1923. Abstract. ± The geniality of Ettore Majorana is discussed in the framework of the crucial problems being investigated at the time of his activity. These problems are projected to our present days, where the number of space-time dimensions is no longer four and where the unification of the fundamental forces needs the Majorana particle: neutral, with spin 1/2 and identical to its antiparticle. The mystery of the way Majorana disappeared is restricted to few testimonies, while his geniality is open to all eminent physicists of the XXth century, who had the privilege of knowing him, directly or indirectly. Genius and mystery, a two-component insight into Ettore Majorana: the geniality of his contributions to physics and the mystery of his disappearance. 1. ± Leonardo Sciascia's idea. This great Sicilian writer was convinced that Ettore Majorana decided to disappear because he foresaw that nuclear forces would lead to nuclear explosives (a million times more powerful than conventional bombs) like those that would destroy Hiroshima and Nagasaki. He came to visit me at Erice where we discussed this topic for several days. I tried to change his mind, but there was no hope. Sciascia was too absorbed by an idea that, for a writer, was simply too appealing. In retrospect, after years of reflection on our meetings, I believe that one of my assertions about Majorana's genius actually corroborated Sciascia's idea. At one point in our conversations I assured Sciascia that it would have been nearly impossible Ð given the state of physics in those days Ð for a physicist to foresee that a heavy nucleus could be broken to trigger the chain reaction of nuclear fission. Impossible for what Fermi called first-rank physicists, those who were making important inventions and discoveries, I suggested, but not for geniuses like Ettore Majorana. May be this information convinced Sciascia that his idea about Majorana was not just probable, but actually true. A truth that his disappearance only further corroborated. There are also those who think that his disappearance was related to spiritual faith, and that Majorana retreated to a monastery. This perspective on Majorana as a believer comes from Monsignor Francesco Riccieri, the confessor of Ettore. I met him when he came from Catania to Trapani as Bishop. Remarking on his disappearance, Riccieri told me that Ettore had experienced «mystical crises» and that in his opinion, suicide in the sea was to be excluded. Bound by the sanctity of confessional, he could tell me no more. After the establishment of the Erice Centre, which bears Majorana's name, I had the privilege of meeting Ettore's entire family. No one ever believed it was suicide. Ettore was an enthusiastic and devout Catholic and, moreover, he withdrew his savings from the bank a week before his disappearance. The hypothesis shared by his family and others who had the privilege to know him (Laura Fermi was one of the few) is that he retired to a monastery. ANTONINO ZICHICHI: ETTORE MAJORANA: GENIUS AND MYSTERY Laura Fermi at the Subnuclear Physics School in Erice (1975), lecturing on her recollections of Ettore Majorana. 2. ± Enrico Fermi: few others in the world could match Majorana's deep understanding of the physics of the time. When he disappeared, Enrico Fermi said to his wife: «Ettore was too intelligent. If he has decided to disappear, no one will be able to find him. Nevertheless, we have to consider all possibilities»; in fact, he even tried to get Mussolini himself to support the search. On that occasion, Fermi said: «There are several categories of scientists in the world; those of second or third rank do their best but never get very far. Then there is the first rank, those who make important discoveries, fundamental to scientific progress. But then there are the geniuses, like Galilei and Newton. Majorana was one of these.» (Rome 1938). A genius, however, who looked on his own work as completely banal; once a problem was solved, he did his best to leave no trace of his own brilliance. This can be witnessed in the stories of the «neutron» discovery (half of our weight comes from neutrons) and the hypothesis of the «neutrinos» that bear his name; we share below two testimonies, one by Emilio Segre and Giancarlo Wick (on the neutron) and the other by Bruno Pontecorvo (on neutrinos). Majorana's comprehension of the physics of his time, according to Enrico Fermi, had a profundity and completeness that few others in the world could match. The proof of this statement is the content of my attempt to illustrate Majorana's scientific work. In the early thirties of the last century, the great novelty was the Dirac equation, which we will illustrate in Section 5. This unexpected equation could finally explain why the electron could not be a scalar particle and had to be a particle with spin 1/2 (in Planck's units: h), the reason being relativistic invariance. The same equation gave as a consequence of the existence of a particle the existence of its antiparticle, thus generating the «annihilation», i.e. the destruction of both the particle and its antiparticle. We will see the enormous consequences of this new phenomenon 1. Ettore Majorana, in his 1932 paper (see Section 7) [Majorana 1932], demonstrated that relativity allows any value for the intrinsic angular momentum of a particle. There is no privilege for spin 1/2. Concerning the necessity for the existence of the antiparticle state, given the existence of a particle, Majorana discovered [Majorana 1938] that a particle with spin 1/2 can be identical to its antiparticle. We know today that it is not the privilege of spin 1/2 particles to have their antiparticle and that relativity allows any value for the spin. However, for the physicists of the time, these were topics of great concern. The Dirac equation was the starting point of the most elaborated description of all electromagnetic phenomena, now called quantum electrodynamics (QED). We also know that the fundamental particles are of two types: spin 1/2 and spin 1. The spin 1/2 particles (quarks and leptons) are the building blocks of our world. The spin 1 particles are the «glues», i.e. the quanta of the gauge fields. We do understand the reason why the gauge fields must have spin 1: this is because the fundamental forces of nature 1 THE GOLD MINE OF THE DIRAC EQUATION WAS THE GREAT ± I once had the privilege of speaking to the great Russian physicist Piotr Kapitza, who was at Cambridge with Dirac, where they were both pupils of Rutherford. Every week the pair would attend a lecture. «No matter what the topic of the seminar», Kapitza told me, «at the end of the lecture I would always address the same question to Dirac: ``Paul, where is the antielectron?''.» Kapitza was a great friend of Dirac, but he remained convinced that his equation was only creating trouble. His comments are a reminder that no one at the time took Dirac's equation seriously. No one suspected what a gold mine the equation would turn out to be. But the problems posed by this equation were of fundamental importance. They were: What is the origin of spin 1/2 ? Do antiparticles need to exist for all types of spin 1/2 particles? Can a spin 1/2 particle exist and be identical to its antiparticle? Can a particle of any spin have its own antiparticle? These were the problems of which Ettore Majorana wanted to understand how they could be connected to the foundations of physics. CONCERN OF ETTORE MAJORANA 39 IL NUOVO SAGGIATORE 40 originate from a basic principle called local gauge invariance. This principle dictates that the energy density must remain the same if we change something in the mathematical structure that describes the given fundamental forces of nature. For example, if the mathematical structure of the given force is described by a group such as SU(3) (this is the case for the strong force acting between quarks and gluons; the number 3 refers to the number of complex «intrinsic» dimensions where the group exists) we can operate changes obeying the mathematics of the group SU(3), and the physics must remain the same. By requiring that the physics must remain the same for changes in other «intrinsic» dimensions, 2, and 1, where other symmetry groups SU(2) and U(1) exist, we get the weak and the electromagnetic forces. It took three quarters of a century to discover that these two forces originate from a mixing between the SU(2) and the U(1) gauge forces. The changes in the «intrinsic» dimensions 3, 2, 1 can be made at any point in space-time; this is the meaning of «local» in the gauge invariance. This locality produces the spin 1 for the quantum of the three gauge forces SU(3), SU(2) and U(1), and spin 2 for the gravitational force, because here the «gauge» invariance refers to the Poincare symmetry group, which exists in Lorentz space-time dimensions, not in the «intrinsic» dimensions where the symmetry groups SU(3), SU(2) and U(1) exist. Since all fundamental forces (electromagnetic, weak, strong and gravitational) originate from a local gauge invariance, we understand why the quanta of these forces must have spin 1 and 2. The reason why the building blocks are all with spin 1/2 remains to be understood. Victor F. Weisskopf with the author (1960). What Majorana proved about the Dirac equation was correct: neither the spin of the electron nor the existence of its antiparticle was a «privilege» of spin 1/2 particles. In fact there is no single particle relativistic quantum theory of the sort which Dirac initially was looking for. The combination of relativity and quantum mechanics inevitably leads to theories with unlimited numbers of particles. We do not know why the Standard Model needs only spin 1/2 and spin 1 particles, plus spin 0 particles associated with imaginary masses. But we know that the Dirac equation led physics to discover that a particle can annihilate with its own antiparticle, thus «annihilation» must exist. In fact the existence of the antielectron (positron) implies that an electron can annihilate with a positron, with the result that their mass-energy becomes a high energy photon, governed by QED. This photon can also transform into a pair of electron±positron, still governed by QED. But now think of a photon that can also transform into a «particle-antiparticle» such as quark±antiquark or lepton±antilepton, or (W + W±) pair. Quark± antiquark pairs are governed by the laws of all subnuclear forces, the strong, QCD (quantum chromodynamics), the electromagnetic, QED, and the weak forces, QFD (quantum flavour dynamics); (W + W±) and lepton±antilepton pairs are governed by the laws of QED and QFD. Each of these «particle±antiparticle» pairs can annihilate and form a photon again. The annihilation process allows these three forces, QED, QCD and QFD, to be present in the virtual effects. Without the existence of «annihilation» these processes could not occur, and the problem of the renormalization of the gauge forces (with or without spontaneous symmetry breaking) would never have been conceived. Had the renormalization problem not been solved Ð as was the case in the early 1970s, by the 1999 Nobel prize winners Gerard 't Hooft and Martinus Veltman Ð we would not have the Standard Model, with its many precise quantitative predictions that have been experimentally validated in labs all over the world. The roots of the Standard Model are in the Dirac equation. Majorana was fascinated by the «annihilation», but he could not agree with the physics foundations that were considered to be at the origin of the «privileged» spin 1/2 particles. Let me emphasize the importance of the concept of «annihilation» in the development of modern physics. ANTONINO ZICHICHI: ETTORE MAJORANA: GENIUS AND MYSTERY In fact, the existence of the antielectron (or «positron» as it has become known) implied that when a particle (of any type) collided with its antiparticle they would annihilate each other, releasing their rest-mass energy as high-energy photons (or other gauge bosons). In the case of a process described purely by QED, a gammaray photon can create an electron±positron pair, which can transform itself back into a photon. This process, called «vacuum polarization», was the first virtual effect to have been theoretically predicted. The simplest one (see later) came from an experimental discovery. The first physicist to compute the vacuumpolarization effects in the hydrogen atom was Victor Weisskopf. He predicted that the 2p 1/2 level in a hydrogen atom should be very slightly higher in energy than the 2s 1/2 level, by some 17 MHz. However, in 1947, Willis Lamb and Robert Retherford discovered that the 2p 1/2 level was in fact lower than the 2s1/2 level by some 1000 100 MHz. It was this experimental discovery, now called the Lamb shift, that prompted all theorists, including Weisskopf, Hans Bethe, Julian Schwinger and Richard Feynman, to compute the very simple radiative process in which an electron emits and then absorbs a photon. The «vacuum polarization» is not as simple. Nevertheless, had it not been for the discovery of the positron Ð and therefore the existence of electron±positron pairs and of their annihilation Ð no one would have imagined that such simple virtual effects as the one producing the «Lamb shift», could exist in nature. And without «virtual effects», the gauge couplings would not change with energy (in Enrico Fermi and Isidor I. Rabi (1952). Isidor Rabi played an essential role in the establishment of the Ettore Majorana Foundation and Centre for Scientific Culture (EMFCSC). physics jargon this is called «running»), no correlation could exist between the different forces and, ultimately, no grand unification of all the fundamental forces and no Standard Model. Of course Ð and fortunately for us Ð there are sound reasons to believe that there is a lot of new physics beyond the Standard Model. The conclusion is that Majorana was right: the electron spin 1/2 was not a consequence of relativistic invariance, and the concept of antiparticle was not the privilege of spin 1/2 particles. Nevertheless it is the conceptual existence of particle±antiparticle pairs that sparked the new process called «annihilation», with its farreaching consequences, which led physics to the Standard Model and Beyond. This took three quarters of a century to be achieved, but it did not start as an equation deprived of immediate successes. Using his equation, Dirac was able to compute the «fine structure» of the hydrogen atom, i.e. the very small energy difference between states that differ only in their total angular momentum, in excellent agreement with experimental data. We will see in Section 5 that Dirac was able to show that the gyromagnetic ratio, the famous g factor, had to be 2, as wanted by the experimental data. The discovery of the antielectron came as a totally unexpected blessing to the «prediction» of the «hole» in the «Dirac sea», with all consequences on positive and negative energy solutions of the Dirac equation. Despite these formidable successes, we now know that there is no relativistic quantum theory of a single particle the sort that Dirac was looking for initially. The combination of relativity and quantum mechanics inevitably leads to theories with unlimited numbers of particles. In such theories, the «true dynamical variables» on which the wave function depends are not the position of one particle or several particles, but «fields», like the electromagnetic field of Maxwell. Particles are quanta Ð bundles of energy and momentum Ð of these fields. A photon is a quantum of the electromagnetic field, with spin 1, while an electron is a quantum of the electron field, with spin 1/2. So why did Dirac's equation work so well? Because the equation for the «electron field operator» is mathematically the «same» as Dirac's equation for the «wave function». Therefore the results of the calculation turn out to be the same as Dirac's. This does not diminish the value of Dirac's impact on the development of new physics. Let 41 IL NUOVO SAGGIATORE me just mention an example related to the group where Majorana was working. In 1932 Enrico Fermi constructed a theory of radiative decays (beta decays), including the neutron decay, by exporting the concepts of QFT (quantum field theory) far from their origin. Neutron decay corresponds to the destruction of a neutron with the creation of a proton, plus a pair of an electron and an antineutrino. Thus, there exist processes which involve the creation and destruction of protons, neutrons, electrons and neutrinos. Since destruction of a particle means creation of an antiparticle, and destruction of an antiparticle means creation of a particle, none of these processes could have been imagined without the existence of «annihilation» between a particle and its antiparticle. To sum up, the «annihilation» was the seed for «virtual» physics, the «running» of the gauge couplings, the correlation between the fundamental forces and their «unification»: in other words, this totally unexpected phenomenon, born with the discovery of the Dirac equation, led physics to the triumph of the Standard Model. Majorana's papers [Majorana 1932 and 1937] were both in the «turmoil» of these fundamental developments. Memories of this man had nearly faded when, in 1962, the International School of Physics was established in Geneva, with a branch in Erice. It was the first of the one hundred and twenty schools that now compose the Centre for Scientific Culture that bears Majorana's name. The next testimony we turn to is that of an illustrious exponent of XXth century Physics, Robert Oppenheimer. 3. ± Recollections by Robert Oppenheimer. 42 Robert Oppenheimer (right) at CERN with Ed McMillan and Niels Bohr for the inauguration of the Proton Synchrotron (5 February 1960). Robert Oppenheimer during an interview at the CERN Library (July 1962). After suffering heavy repercussions of his opposition to the development of weapons even stronger than those that destroyed Hiroshima and Nagasaki, Oppenheimer decided to get back to physics by visiting the biggest laboratories at the frontiers of scientific knowledge. This is how he came to CERN, the largest European Laboratory for Subnuclear Physics. At a ceremony organized for the presentation of the Erice School dedicated to Ettore Majorana, many illustrious physicists participated. I myself Ð at the time very young Ð was entrusted the task of speaking about the Majorana neutrinos. Oppenheimer wanted to voice his appreciation for how the Erice School and the Centre for Scientific Culture had been named. He knew the exceptional contributions Majorana made to physics from the papers he had read. This much, any physicist could do at any time. What would have remained unknown is the episode he told me as a testimony of Fermi's exceptional esteem of «Ettore». He recounted the following episode from the time when the Manhattan Project was being carried out. The project, in the course of just four years, transformed the scientific discovery of nuclear fission (heavy atomic nuclei can be broken to produce enormous quantities ANTONINO ZICHICHI: ETTORE MAJORANA: GENIUS AND MYSTERY 4. ± The discovery of the neutron ± Recollections by Emilio Segre and Giancarlo Wick. 2 Giancarlo Wick at Erice (1971). of energy) into a weapon of war. There were three critical turning points during this project. During the executive meeting convened to address the first of these crises, Fermi turned to Wigner and said: «If only Ettore were here». The Project seemed to have reached a dead end in the second crisis, during which Fermi exclaimed once more: «This calls for Ettore!». Other than the Project Director himself (Oppenheimer), three people were in attendance at these meetings: two scientists (Fermi and Wigner) and a general of the US armed forces. Wigner worked with nuclear forces, like Ettore Majorana. After the «top-secret» meeting, the general asked the great Professor Wigner who this «Ettore» was, and Wigner replied: «Majorana». The general asked where Ettore was, so that he could try to bring him to America. Wigner replied: «Unfortunately, he disappeared many years ago». 2 THE E TTORE MAJORANA I NTERNATIONAL PHYSICS PRIZE ± The 1971 Ettore Majorana International Physics Prize was awarded to Professor Giancarlo Wick, with the following motivation: «Professor Giancarlo Wick is one of the truly outstanding theoretical physicists. His contributions to quantum field theory and scattering theory are both basic and extensive, they have become foundations of these two vast and fruitful areas of research. The Wick theorem and the Wick product are common vocabulary in today's literature, not only in high-energy physics but in solid-state physics and many-body problems as well. His very recent work on a finite theory of quantum electrodynamics is again of fundamental importance». The prize was presented to Professor Giancarlo Wick by the Mayor of Erice. During the official ceremony, held in Erice on the 14 th of July 1971, a concert was given by the Sicilian Philharmonic Orchestra, conducted by Ottavio Ziino, in honour of Professor Giancarlo Wick. And now a testimony by Emilio Segre and Giancarlo Wick on the discovery of that omnipresent particle: the neutron. By the end of the second decade of last century, physics had identified three fundamental particles: the photon (quantum of light), the electron (needed to make atoms) and the proton (essential component of the atomic nucleus). These three particles alone, however, left the atomic nucleus shrouded in mystery: no one could understand how multiple protons could stick together in a single atomic nucleus. Every proton has an electric charge, and like charges push away from one another. A fourth particle was needed, heavy like the proton but without electric charge, the neutron, and a new force had to exist, the nuclear force, acting between protons and neutrons. But no one knew this yet. Here we will try to explain, in simple terms, what was known in that era about particles, which we present as «things». Only three types exist: doves (photons), motorcycles (electrons) and trucks (protons). The doves Ð in our example Ð are white, the motorcycles red and the trucks green. We are substituting «colour» for electrical charge. Protons are electrically charged (green trucks) with a sign opposite to that of the electrons (red motorcycles). Photons are neutral (white doves). A single dove, even flying at very high velocity, could never move a parked truck. It would require a second truck in motion to move a stationary one. As we know, doves weigh very little, motorcycles are fairly light (relative to trucks), and trucks are very heavy. If a truck is moved from its parking space, then something must have moved it. This is what Fre de ric Joliot and IreÁ ne Curie discovered. A neutral particle enters matter and expels a proton. Since the «thing» that enters into matter has no colour, their conclusion was that it must necessarily be a dove, because it is the only known «thing» that has no colour. Ettore Majorana had a different explanation, as Emilio Segre and Giancarlo Wick recounted on different occasions, including during their visits to Erice. Segre and Wick were enthusiasts for what the School and the Centre had become in only a few years, all under the name of the young physicist that Fermi considered a genius alongside Galilei 43 IL NUOVO SAGGIATORE The President of the Italian Physical Society, Franco Bassani (left), the President of the ``Associazione ExAlunni del Convitto Nazionale «Amedeo di Savoia»'', Hon. Francesco Nitto Palma, the author and the Mayor of Tivoli, at the opening ceremony to celebrate Emilio Segre scientific achievements, which include the discovery of the antiproton and the discovery of the first element artificially produced called «Tecnetium» ( 43Tc) and having 43 protons in the nucleus. This number is also called «atomic number». Continuing his search for new elements, Segre discovered the «Astatum» ( 85At) whose nucleus has 85 protons and finally the most important element «Plutonium» ( 94Pu) with 94 protons in the nucleus. 44 The inauguration of a bronze dedicated to Emilio Segre (Tivoli 2003). and Newton. Majorana explained to Fermi why that particle had to be as heavy as a proton, even while electrically neutral. To move a truck from its parking space requires something as heavy as the truck itself. Not a dove, which is far too light, and not a motorcycle because it has a colour. It must be a truck with no colour; white like the doves, but heavy like the green trucks. A fourth «thing», therefore, must exist: a white truck. So was born the correct interpretation of what the Joliot-Curie discovered in France: the existence of a particle that is as heavy as a proton but without electric charge. This particle is the indispensable neutron. Without neutrons, atomic nuclei could not exist. Fermi told Majorana to publish his interpretation of the French discovery right away. Ettore, true to his belief that everything that can be understood is banal, did not bother to do so. The discovery of the «neutron» is in fact justly attributed to Chadwick (1932) for his beryllium experiments. Next we turn to the testimony of Bruno Pontecorvo on the neutrinos of Majorana. 5. ± The Majorana «neutrinos» Ð Recollections by Bruno Pontecorvo Ð The Majorana discovery on the Dirac g-matrices. Today, Majorana is particularly well known for his ideas about neutrinos. Bruno Pontecorvo, the «father» of neutrino oscillations, recalls the origin of Majorana neutrinos in the following way: Dirac discovers his famous equation describing the evolution of the electron (in our body there are billions and billions of «electrons»). Majorana goes to Fermi to point out a fundamental detail: «I have found a representation where all Dirac g-matrices are real. In this representation it is possible to have a real spinor, which describes a particle identical to its antiparticle». This means that neutrino and antineutrino are identical particles. The starting point is the Dirac equation, which, as we will see later, corresponds to a system of four coupled differential equations. How these equations are related each other is described by the so-called gmatrices whose «representation» reported on page 48 was found by Dirac. This «representation» is responsible for the existence of the antiparticle property, once the particle is given. Majorana discovered that the gmatrices could have another totally different «representation» where these matrices are all «real». The consequences are remarkable, since, in this case, we have a spin 1/2 particle identical to its antiparticle. For the benefit of the reader we report here the Majorana discovery about g-matrix re- ANTONINO ZICHICHI: ETTORE MAJORANA: GENIUS AND MYSTERY Answer: Because the Dirac equation (1) (i6 @ m) c 0 is the one I like most. Why? Because its origin, its consequences, its impact on human intelligence overpass everybody's imagination, as I will try to explain. Bruno Pontecorvo talking with the author in Rome (September 1978). presentation. 0 0 ÿ1 B 1 0 g0 B @0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 1 0 B 1 g1 B @0 0 0 0 0 ÿ1 1 0 0C C 1A 0 1 0 0 0 0C C 0 ÿ1 A ÿ1 0 1 0 0 0 1 0 1C C 0A 0 1 0 0 B 0 ÿ1 0 g3 B @0 0 ÿ1 0 0 0 1 0 0C C 0A 1 0 B0 2 g B @1 0 0 In order to understand the value of Majorana's discovery concerning particles with mass, spin 1/2, but zero charge, it is necessary to know the deep meaning of the Dirac equation, which is shown in a synthetic form in the Dirac Lecture Hall at the Blackett Institute in Erice. Let me say a few words of introduction. During the past decades, thousands of scientists have been in the Dirac Lecture Hall. Very many fellows have repeatedly asked me the same question. Question: Why in the Aula Magna is there the Dirac equation, and not Einstein's: E mc 2 ? The origin. Dirac was fascinated by the discovery of Lorentz who found that the electromagnetic phenomena, described by the four Maxwell equations, obey an incredible invariance law, now called Lorentz invariance. The key feature of this invariance is related to a basic property of space and time: if we choose the space to be real, the time must be imaginary, and vice versa. Contrary to what Kant had imagined, space and time cannot be both «real» and «absolute». The «absolute» quantities, called «relativistic invariants» can either be «space-like» or «time-like». The world we are familiar with is a «time-like» world, where the sequence of past and future remains the same: no matter the motion of the observer, Napoleon will come after Caesar. There is also a «space-like» world, where the sequence of past and future, including the simultaneity of events, depends on the observer. The old belief that space and time are totally independent is over. No one can isolate space from time. Whatever happens in the world, it is described by a sequence of space-time events. Not of space and time but of space-time, united and inseparable. The young Dirac realized that no one had been able to describe the evolution of the first example of «elementary particle», the electron (discovered by J.J. Thomson in 1897), in such a way as to obey the Lorentz condition, i.e. space and time united and drastically different: one real, the other imaginary. The most successful description of the evolution of the electron in space and time was the celebrated SchroÈdinger equation, where the charge e, the electromagnetic potential A m the mass m, the derivative with respect to the space coordinate @ @x and with respect to time @ ; @t 45 IL NUOVO SAGGIATORE were all present, including the concept of «wave function» whose square was the «probability» for the «electron» to be in a given configuration state. The Lorentz invariance was not there. The SchroÈdinger equation describes the evolution in space and time of a numerical quantity, called «wave function», whose square at any position and time gives the probability, at that time, of finding a particle at that location in space. How the «wave function» changes with time and space are not treated in the same way. The rate of change with position is controlled by a second-order derivative, i.e. the rate of change tion» describing a single particle, but as an operator in a field equation describing a field of relativistic massive particles having positive and negative electric charges. Pauli and Weisskopf concluded that positive and negative values should not be attributed to probabilities, but to the net charge densities at any point in space-time. Let us return to Dirac and his struggle to overcome the difficulties existing with the SchroÈdinger and Klein-Gordon equations. Dirac wanted an equation where time and space were treated in a symmetric way, at the first order in the derivative, and obeying the principle that the probability must be positive. Once all the conditions were fulfilled, Dirac discovered that the particle needs an intrinsic angular momentum of 1/2 in units of Planck's constant 3. The two equations existing before Dirac [SchroÈdinger (can be extended to have spin, but remains non relativistic) and Klein-Gordon (relativistic but no spin)] were both having problems. And the big question was to understand why the electron was not a scalar particle. Victor F. Weisskopf lecturing at Erice (1970). 46 with position of the rate of change of the wave function with position. But the rate of change with time, of the same function, is computed at the first order, i.e. the rate of change of the wave function with time. The second order would be to compute the rate of change with time of the rate of change of the wave function with time. These two ways of describing the evolution of the wave function in time (first order) and in space (second order) was in conflict with the condition of putting space and time in a perfectly symmetric way, as requested by relativistic invariance. Dirac knew that there was an equation, which described the evolution in space and time of a wave function, where the derivatives versus time and space were both of second order. In this equation, discovered by Klein and Gordon, space and time were treated in a symmetric way, as requested by relativity. But the Klein-Gordon equation gave positive and negative probabilities, negative probability being nonsense. In 1934, this difficulty was shown by Pauli and Weisskopf [Pauli and Weisskopf 1934] to be overcome, since the Klein-Gordon «wave function» f should not be treated as a «wave func- The Dirac equation corresponds to four coupled equations. Once Lorentz invariance is imposed, the result is that in order to describe the evolution in space-time of the electron, you need four coupled equations. The Dirac equation (1) corresponds to the set of equations given in the following Table I. Table I. 0 i@0 m B 0 B @ i(@1 ÿ @3 ) @2 0 i@0 m ÿ@3 i(@1 ÿ @3 ) 0 c eÿ B c eÿ B @ c e c e 3 ÿi(@1 @3 ) ÿ@2 ÿi@0 m 0 1 @2 ÿi(@1 ÿ @3 ) C C A 0 ÿi@0 m 1 " (x) # (x) C C0 " (x) A # (x) ONE OF THE BASIC REASONS WHY THE DIRAC EQUATION AT- ± The study of hydrogen spectra in the 1920s revealed that an electron not only has an orbital angular momentum related to its motion about a nucleus, but also an intrinsic angular momentum or «spin». But where did this spin come from? Why was the spin of the electron only half of the minimum value measured from atomic spectra? Dirac equation gave the correct answer: the electron must have spin 1/2 h. TRACTED EVERYBODY'S ATTENTION ANTONINO ZICHICHI: ETTORE MAJORANA: GENIUS AND MYSTERY the wave function that appears in equation (1), c (x) is made up of four components, and the electron cannot be a scalar particle: it must be a particle 4 with spin 1/2 . In the four pieces of c(x), 0 1 c eÿ " (x) B c eÿ # (x) C C c(x) B @ c e " (x) A ; c e # (x) each component is a function whose values depend on space and time, as indicated by the argument (x). The four components correspond to the following four possible states: electron with spin up, ceÿ " x; electron with spin down, c eÿ # x; positron with spin up, c e " x; positron with spin down c e # x. The totally unexpected result was the need for the existence of the electron antiparticle, called positron, e+: a particle with the same mass, same spin, but opposite electric charge. This «antiparticle» had no experimental support. But in favour of Dirac there was another property of the electron. The study of atomic spectra was giving experimental results indicating that the electron, in addition to its spin, has another unexpected property. The electron behaved as if it was a tiny magnet. The magnetic properties required the electron to be like a spinning sphere, but it had to rotate at an extraordinarily rapid rate. So rapid that at its surface the rotation corresponded to a speed higher than that of light. The model of the spinning electron had been worked out by two Dutch graduate students, Samuel Goudsmit and George Uhlenbeck, who wanted to explain the experimental data of atomic spectra. Eminent physicists were sceptical about this model, and Wolfgang Pauli tried to dissuade them from publishing their paper since the 4 THE UNPRECEDENTED NOVELTY OF THE DIRAC EQUATION ± The unprecedented novelty of the Dirac formalism was the introduction of the spinor, which is a mathematical function that has four components. Imagine you want to move in space-time with a bicycle: you need two wheels. However, you could also move using a unicycle, as an acrobat would do. Similarly, before Dirac came along, mathematics used only one «function» to describe a particle: a scalar function. Dirac's claim was that to describe an electron, you need a mathematical object made of four components. In our daily life this would be like saying that to evolve in space-time we need a car with four wheels, not a unicycle with just one. model they proposed had a quantitative mismatch in the gyromagnetic ratio, the so-called g factor, i.e. the ratio of the magnetic moment divided by the angular momentum. The electron orbiting around a nucleus has an angular momentum. The same electron, since it is electrically charged, in its orbital motion produces a magnetic field. The ratio of this magnetic field to the angular momentum corresponds to the value g = 1. The problem was to understand why intrinsic rotation (spin) produces a magnetic field that is twice stronger than the one produced by the same electron when it is orbiting in an atom: this is the meaning of g = 2 and g = 1, respectively. In order to agree with the results from atomic spectra, Goudsmit and Uhlenbeck postulated g = 2. The situation was indeed very complicated. Not only could no one explain why the electron's intrinsic rotation (called spin) had a value of 1/2 the smallest orbital angular momenta, which was 1 (in units of Planck's constant). This unexpected result was coupled with the value g=2 for the intrinsic magnetic moment, divided by the intrinsic angular momentum. Dirac finds with his equation that the intrinsic angular momentum of the electron is 1/2 h and the gyromagnetic ratio g = 2. In his celebrated 1928 paper, Dirac [Dirac 1928] simply says: «The magnetic moment is just that assumed in the spinning electron model». In order to get this formidable result, Dirac needed to introduce in his equation the interaction of the electron with an electromagnetic field; equation (1) thus becomes: @ m 2 g (i m ÿ eAm (x)) m c(x) 0 : @x This equation, as is the case for the free electron, corresponds to a system of four coupled equations shown in Table II. The great novelty: the Dirac g-matrices. The Dirac equations for a free electron (1) and for an electron interacting with an electromagnetic field (2) correspond, each, to four coupled equations, the coupling being described by the so-called g-matrices. These g-matrices are the unexpected novelty discovered by Dirac in his attempt to describe the evolution of an elementary particle having 47 IL NUOVO SAGGIATORE Table II. 0 0 ÿi(@1 @3 ) e(A1 A3 ) i@0 ÿ eA0 m ÿ@2 ÿ ieA2 ÿ@3 ÿ ieA2 ÿi@0 ÿ eA0 m i(@1 ÿ @3 ) ÿ e(A1 ÿ A3 ) 0 i@0 ÿ eA0 m B 0 B @ i(@1 ÿ @3 ) ÿ e(A1 ÿ A3 ) @2 ieA2 spin 1/2, charge e, and mass m. Dirac found the following representation for the g-matrices: 0 1 1 0 0 0 B0 1 0 0C C g0 B @0 0 ÿ1 0A 0 0 0 ÿ1 0 1 0 0 ÿ1 0 ÿ1 0C C 1 0 0A 0 0 0 0 B0 1 g B @0 1 0 0 0 ÿi 0 0 ÿi 0 0 1 i 0C C 0A 0 0 0 ÿ1 0 0 0 0 ÿ1 0 1 0 1C C 0A 0 0 B 0 g2 B @0 i 48 0 B 0 g3 B @1 0 Notice that the g-matrices represent the correlations that exist between the four coupled Dirac equations, synthetically expressed in terms of a function c called spinor, which is composed of four parts. The fact that these correlation matrices g0 ; g1 ; g2 ; g3 are of vectorial nature, thus being of the type g m ; allows the construction of the celebrated scalar product with @ : S m g m @ m 6 @ : ! @ @xm When we write the four equations in terms of the unique equation (i6 @ m)c 0 ; we do make use of the fact that the g-matrices are four vectors. The symbol @ slashed, 6 @ , was introduced by Feynman: 6@ X m gm @ : @xm 10 @2 ieA2 c eÿ B ÿi(@1 ÿ @3 ) e(A1 ÿ A3 ) C CB c eÿ A@ c e 0 c e ÿi@0 eA0 m 1 " (x) # (x) C C0 " (x) A # (x) The properties of the Dirac g-functions are the source of the so much wanted properties of particles with spin 1/2, mass 6 0 and charge 6 0 5. What happens if the charge is zero? Here comes the great discovery of Majorana, now known as the Majorana representation of the g-matrices (recall Pontecorvo's testimony). This representation of the g-matrices is responsible for the existence of particles with spin 1/2, identical to their antiparticles: the Majorana neutrinos prove that it is not a privilege of spin 1/2 particles to have antiparticles 6. The Majorana representation of g-matrices is not limited to the case D = 4 of our familiar fourdimensional space-time (s = 3, t = 1). In fact the Majorana spinors exist in many space-time dimensions, provided that appropriate conditions are satisfied. These conditions are the number of space-time dimensions Dst and the so-called «signature parameter» r s ÿ t. For the case of our space-time: ( Dst314 rsÿt3ÿ12 : 5 THE «FINE STRUCTURE» IN EXCELLENT AGREEMENT WITH EX- ± Using his equation (2), Dirac was able to compute the very small energy difference that there exists between atomic hydrogen states that differ only in their total angular momentum; this is called the «fine structure» of the hydrogen atom. Dirac's calculation was in excellent agreement with the experimental data. The Dirac equation (2) is the starting point of Quantum Electrodynamics, one of the pillars of the Standard Model. 6 A GREAT DISCOVERY BY ETTORE MAJORANA ± Of course we now know that relativistic invariance allows any value for the intrinsic angular momenta. This was proved in 1932 by Ettore Majorana (see Section 7). Furthermore we now know that also the fact that antiparticles are needed for each particle is not restricted to particles with spin 1/2 h. The existence of antiparticles is a property linked to all particles which are described by Relativistic Quantum Field Theory, as we will see in Section 7. Furthermore it could also be that particles and antiparticles are identical, as is the case for the Majorana neutrino which we are discussing in the present Section. PERIMENTAL DATA ANTONINO ZICHICHI: ETTORE MAJORANA: GENIUS AND MYSTERY Sergio Ferrara lecturing at Erice (1988). Majorana spinors exist for even and odd numbers of space-time dimensions. If D even, r = 0, 2, 6 modulo 8 and if D odd, r = 1, 7 modulo 8. For a conventional space-time signature r D ÿ 2; Majorana spinors exist for Majorana's name, to the prestigious scientific journal «Il Nuovo Cimento» [Majorana 1937]. Without Fermi's initiative, we would know nothing about the Majorana spinors and the Majorana neutrinos. A few words to illustrate why the new particle, proposed by Pauli to avoid the violation of energy conservation in b-decay, and named by Enrico Fermi «neutrino», attracted so much attention. A few years before, Enrico Fermi had given a rigorous formulation of the weak interactions [Fermi 1934], taking for granted the existence of the neutrino. The fact that a spin 1/2 particle without charge could relativistically be described by a spinor with only two components was indeed very interesting. There was another way of reducing the number of spinor components to two; this had been discovered by Weyl 7 in 1929 [Weyl 1929]. The Dirac equation describes the space-time evolution of a particle with spin, mass and charge. Herman Weyl discovered that, if the mass is zero, the four coupled Dirac equations split into two pairs. Each pair needs a spinor with only two components, called c and c ÿ : The original Dirac spinor is the sum of these two spinors D = 2, 3, 4, 8, 9 modulo 8. c Dirac c c ÿ : This has enormous consequences for the construction of chiral superstring theories in D = 10 space-time dimensions, as illustrated by L. Andrianopoli and S. Ferrara [Andrianopoli and Ferrara 2006], bringing the Majorana spinors to the most advanced frontier of our physics knowledge. For example, the quantum of the gravitational field, the graviton, has as supersymmetric pattern the gravitino, which is a Majorana spinor, i.e. a particle with mass, spin 3/2 and whose antiparticle is identical to it. Returning to Dirac, his equation needs «four» components to describe the evolution in space and time of the simplest of particles, the electron. Majorana jotted down a new equation: for a chargeless particle like the «neutrino», which is similar to the electron except for its lack of charge, only two components are needed to describe its movement in space-time. «Brilliant» Ð said Fermi Ð «Write it up and publish it». Remembering what happened with the «neutron» discovery, Fermi wrote the article himself and submitted the work, under Ettore Any spinor in even space-time dimensions may be decomposed as c c c ÿ . The interest of this decomposition is that it corresponds to two different «chirality» states, obtained with the complex projection operator P 1=2 (1 ig5 ); 7 WEYL AND SCIENCE ± In April 1929 Paul Dirac gave an interview to a «rather obnoxious newspaperman». Here is the interview. «And now I want to ask you something more: They tell me that you and Einstein are the only two real sure-enough high-brows and the only ones who can really understand each other. I won't ask you if this is straight stuff for I know you are too modest to admit it. But I want to know this Ð Do you ever run across a fellow that even you can't understand?» «Yes,» says he. «This will make a great reading for the boys down at the office,» says I, «Do you mind releasing to me who he is?» «Weyl,» says he. From W.O. Straub «Weyl Spinors and Dirac's Electron Equation», March 17, 2005 (www.weylmann.com/weyldirac.pdf). 49 IL NUOVO SAGGIATORE the g5 matrix: g5 g0 g1 g2 g3 Melvin Schwartz, Tsung Dao Lee, the author and Isidor Isaac Rabi at Erice (1968). «What is now disproved was once thought selfevident.» ± Tsung Dao Lee, Erice 1968. c and c ÿ ; but that the antispinor c is not equal to the spinor c as which produces P c c : Notice that (P ) P ; and therefore (c ) c ; 50 To sum up: we have seen that if a particle with spin 1/2 is massless, it can only exist in two different «chirality» states (Weyl). If a particle with spin 1/2 has mass, but zero charge, the particle and its antiparticle are the same (Majorana). And thus the problem arises: What happens if a spin 1/2 particle has zero mass (Weyl) and zero charge (Majorana). Can Majorana-Weyl spinors exist? In other words, can a neutrino exist with zero mass and be identical to its antineutrino? The answer is no, in our four-dimensional spacetime. In fact, the Weyl condition is that the two spinors are The discovery of Weyl implies that, in the Dirac equation, when m = 0 the corresponding particles with spin 1/2 can have either positive or negative «chirality». This paper by Weyl, published in 1929 [Weyl 1929], was ignored for more than a quarter of a century since space inversion (parity operator) reverses chirality and the weak interactions were supposed not to break the law of parity conservation (the symmetry between left and right). In the middle fifties, it was discovered that parity conservation was violated in the Fermi forces [Lee and Yang 1956], and that only lefthanded (negative chirality) neutrinos and righthanded (positive chirality) antineutrinos appear to be coupled to the Fermi forces. The parity objection against the Weyl discovery turned to dust. The physics of the Fermi forces appears to be such that the two chirality states correspond to «particle» and «antiparticle» states. It is as if the property of «particle» and «antiparticle» were linked to the property of «chirality». The origin of all this is that when m = 0 in the Dirac equation, the Lagrangian becomes invariant under the g 5 rotations, thus acquiring a new global invariance due to the existence of c c ÿ : Therefore the anti-Weyl spinor, c , is not compatible with the Majorana condition c c ; which established the equivalence between a particle and its antiparticle. The existence of spinors with particle±antiparticle equivalence (Majorana) and zero mass (Weyl), i.e. Majorana-Weyl spinors, is allowed in 2, 6, modulo 8 space-time dimensions. As mentioned before, this is the case of chiral superstring theories in D = 10 space-time dimensions (see the paper by Andrianopoli and Ferrara quoted before). In other words the existence of spinor particles with particle±antiparticle equivalence (Majorana) and zero mass (Weyl) is allowed in the D = 10 space-time dimensions. As was already remarked, the gravitino is a Majorana spinor with mass. To sum up: in 4 dimensions, a spinor cannot be both Weyl (m 0 and q 6 q) and Majorana (m 6 0 and q q). In 10 dimensions, it can be both. In fact, a Dirac spinor (m 6 0; q 6 q) in 10 dimensions has 32 degrees of freedom, while a Weyl (m 0) or a Majorana (q q) spinor has 16 degrees of freedom. A Majorana-Weyl (m 0; q q) spinor has only 8 degrees of freedom. This 8 exactly matches the number of transverse modes of a vector in 10 dimensions. This equality, 8 and 8 degrees of freedom, is used to construct supersymmetric theories in 10 ANTONINO ZICHICHI: ETTORE MAJORANA: GENIUS AND MYSTERY John Stewart Bell at Erice (1963) lecturing on Dirac and Majorana neutrinos. John Stewart Bell at Erice (1975). dimensions, where the number of fermionic degrees of freedom must be equal to the number of bosonic ones. 6. ± The first Course of the Subnuclear Physics School (1963): John Bell on the Dirac and Majorana neutrinos. The great John Bell conducted a rigorous comparison of Dirac's and Majorana's «neutrinos» in the first year of the Erice Subnuclear Physics School. The detailed version of it can be found in the first chapter of Volume I [Zichichi 2006-1], which is the first of the ten volumes (see Section 8) describing the «highlights» leading to the most formidable synthesis of scientific thought of all times, that we physicists call the «Standard Model». This Model has already pushed the frontiers of physics well beyond what the Model itself first promised, so Yoichiro Nambu at Erice (1972). that the present goal has come to be known as the SM&B: Standard Model and Beyond [Zichichi 2006-1]. Going back to the neutrinos of our SM&B, we know today that there exist three types of neutrinos. The first controls the combustion of the Sun's nuclear motor and keeps our Star from overheating. One of the dreams of today's physicists is to prove the existence of Majorana's hypothetical neutral particles, which are needed in the Grand Unification Theory. This is something that no one could have imagined in those years. And no one could have imagined the three conceptual bases needed for the SM&B, as we will discuss in the next Section. 7. ± The first step to relativistically describe particles with arbitrary spin. In 1932 the study of particles with arbitrary spin [Majorana 1932] was considered at the level of a pure mathematical curiosity. This paper attracted the interest of mathematically oriented theoretical physicists over many decades and up to now, as discussed by Y. Nambu [Nambu 2006]. The paper remained quasi-unknown in the area of physics, despite its being full of remarkable new ideas. In this paper in fact, there are the first hints of supersymmetry, of the spin-mass correlation, and of spontaneous symmetry breaking: three fundamental conceptual bases of what we now call the SM&B. First hints mean that our conceptual understanding of the fundamental laws of nature were already in Majorana's attempts to describe particles with arbitrary spins in a relativistic invariant way. Majorana starts Ð as he correctly stated Ð with the 51 IL NUOVO SAGGIATORE simplest representation of the Lorentz group, which is infinite-dimensional. In this representation the states with integer (bosons) and semi-integer (fermions) spins are treated on equal ground. In other words, the relativistic description of particle states allows bosons and fermions to exist on equal grounds. These two fundamental sets of states (bosons and fermions) are the first hint of supersymmetry. Another remarkable novelty is the correlation between spin and mass. The eigenvalues of the masses are given by a relation of the type: ! m0 ; m J 12 where m0 is a given constant and J is the spin 8. The mass decreases with increasing spin, the opposite of what would appear, many decades later, in the study of the strong interactions be- 52 Bruno Zumino lecturing at Erice (1969) on the PCT theorem. 8 THE MASS-SPIN FORMULA ± «One can understand the origin of the Majorana mass-spin formula by considering the Schroedinger limit in perturbation theory starting from the rest frame. For a given rest state j 0i, the kinetic energy term a p gives rise to a second order energy shift DE Sh0ja pjii hija pj0i=(E0 ÿ Ei ) ; where the sum is over the components of the neighbouring spin states i. One expects this to yield the nonrelativistic kinetic energy p2 =2E0 > 0; which requires at least one of the states i to have a lower energy than E0 . One sees from this that a descending mass spectrum with an accumulation point is an inevitable feature of a relativistic Hamiltonian which is Hermitian, linear in the momenta and has only positive (nonzero) rest energies.» From Y. Nambu, «Majorana's Infinite Component Wave Equation» in Majorana Centenary Celebrations (A. Zichichi ed., World Scientific Vol. I, 2006). tween baryons and mesons (now known as Chew-Frautschi-Gribov-Regge trajectories). In this remarkable paper ± as a consequence of the description of particle states with arbitrary spins Ð there is also the existence of imaginary mass eigenvalues. We know today that the only way to introduce real masses ± without destroying the theoretical description of nature Ð is the spontaneous symmetry breaking (SSB) mechanism. But SSB could not exist without imaginary masses. Today, three quarters of a century later, what was considered in 1932 a purely mathematical curiosity represents a powerful source of incredibly new ideas, as those three mentioned earlier. There is a further development, which this paper contributed to: the formidable relation between spin and statistics, which was to lead to the discovery of another invariance law, valid for all quantized Relativistic Field Theories, the celebrated PCT theorem. Majorana's paper shows first of all that the relativistic description of a particle state allows the existence of integer and semi-integer spin values. But it was already known that the electron must obey the Pauli exclusion principle and that the electron has semi-integer spin. Thus the problem arises of understanding if the Pauli principle is valid for all semi-integer spins. If this were the case, it would be necessary to find which properties characterize these two classes of particles, now known as «fermions» (semiinteger spin) and «bosons» (integer spin). The first of these properties are of a statistical nature, governing groups of identical fermions and groups of identical bosons. We now know that a fundamental distinction exists and that the bases for the statistical laws governing fermions and bosons are the anticommutation relations for fermions and the commutation relations for bosons. The «spin-statistics» theorem has an interesting and long history, whose main actors are some of the most distinguished theorists of the XXth century. The first contribution to the study of the correlation between spin and statistics comes from Markus Fierz, with a paper, UÈber die Relativistische Theorie KraÈfterfreier Teilchen mit Beliebigem Spin, where the case of general spin for free fields is investigated [Fierz 1939]. A year later, Wolfgang Pauli comes in with his paper On the Connection Between Spin and Statistics [Pauli 1940]. The first proofs, obtained using only the general properties of ANTONINO ZICHICHI: ETTORE MAJORANA: GENIUS AND MYSTERY relativistic QFT, which include also the microscopic causality (also known as local commutativity), are due to G. LuÈders and B. Zumino, Connection Between Spin and Statistics [LuÈders and Zumino 1958], and to N. Burgoyne, On the Connection Between Spin and Statistics [Burgoyne 1958]. Another important contribution to the clarification of the connection between spin and statistics came in 1961, with G.F. Dell'Antonio: On the Connection Between Spin and Statistics [Dell'Antonio 1961]. The correlation between spin and statistics had important consequences in understanding the relativistic description of QFTs, whose invariance properties ended in the celebrated PCT theorem. It certainly cannot be accidental that the first suggestion for the existence of such an invariance law, called PCT, came from the same fellows who were engaged in the study of the «spin-statistics» theorem: G. LuÈders and B. Zumino. These two outstanding theoretical physicists suggested that if a relativistic QFT obeys the space inversion invariance law, called parity, P, it must also be invariant for the product of charge conjugation (particle±antiparticle) and time inversion, CT. It is in this form that it was proved by G. LuÈders in 1954, in the paper On the Equivalence of Invariance under Time Reversal and under Particle Antiparticle conjugation for Relativistic Field Theories [LuÈders 1954]. A year later, Pauli proved that the PCT invariance is a universal law, valid for all relativistic QFTs, in Exclusion Principle, Lorentz Group and Reflection of Space-Time and Charge [Pauli 1955]. This paper closes a cycle started by Pauli in 1940, with his work on spin and statistics, where he proved already what is now considered the «classical» PCT invariance, since it was derived using free non-interacting fields. The validity of PCT invariance for QFTs was obtained by Julian Schwinger (a great admirer of Ettore Majorana) in 1951, with his work On the Theory of Quantized Fields I [Schwinger 1951]. It is interesting to see what Arthur Wightman, another Ettore Majorana's enthusiastic supporter, wrote about this Schwinger paper in his book PCT, Spin and Statistics, and All That [Wightman 1964]: «Readers of this paper did not generally recognize that it stated or proved the PCT theorem». Something similar to those who, reading Majorana's paper on arbitrary spins, have not found the imprint of the original ideas that we have discussed in the present short review. 8. ± The centennial of the birth of a genius ± A homage by the international scientific community. This year is the hundredth anniversary of the birth of Ettore Majorana, Enrico Fermi's young student whom, on the occasion of his mysterious disappearance during a boat trip from Palermo to Naples, he referred to as «a genius of the order of Galilei and Newton». The President of the Sicilian Government and the Mayor of Erice have decided to launch a series of initiatives, including the publication of twelve volumes, intended to make known not only Majorana's contributions to the advancement of physics, but also the tribute expressed for decades in the unbending determination of the in- 53 The Feynman Lecture Hall in Erice with the original diagrams drawn by Feynman, reproduced in iron and fixed on the walls. Detailed illustration of the iron diagrams of the Feynman Lecture Hall in Erice. Each line in a Feynman diagram describes the path of a particle; when a particle breaks into two, its line divides as well. A mathematical expression is associated with each line and vertex in a Feynman diagram. The product of these expressions gives the amplitude of the probability that the depicted process occurs. IL NUOVO SAGGIATORE Julian Schwinger at Erice during a discussion session devoted to Anomalies in Quantum Field Theory. 54 Julian Schwinger celebrating his 70th birthday in Erice during the 26th Subnuclear Physics School. From left: Sheldon Glashow, Mrs Manci Dirac, Sergio Ferrara, Michael Duff (1988). The father of Time Reversal Invariance, Professor Eugene Wigner (on the left) and Professor Paul Dirac (on the right), father of the equation which sparked the existence of «annihilation» and of antimatter, with the author at Erice (1982). ternational scientific community. Through the International School of Subnuclear Physics, since 1963, this community has striven to provide the most prestigious protagonists of the most advanced frontiers of Galilean science today with the best qualified new talents from all over the world, unrestricted by any ideological, political or racial barriers. The first volume [Zichichi 2006-2] starts with recollections about Ettore Majorana that I have gathered from those who knew him both directly (Laura Fermi, Bruno Pontecorvo, Emilio Segre , Giancarlo Wick, Eugene Wigner, Paul Dirac, Werner Heisenberg) and indirectly (Robert Oppenheimer, John Bell, Isidor Rabi, Patrick Blackett, Victor Weisskopf, Monsignor Francesco Ricceri and Leonardo Sciascia). These are followed by accounts from illustrious exponents of today's physics, who recognize links to the work of Ettore Majorana in their own work. I then offer my own description of the SM&B in order to give the reader a concrete idea of how far we have come since the times in which Majorana was working. In this first volume, we also wanted the contribution of two «best students» of the Erice School of Subnuclear Physics: the first one (1963), Haim Harari, and the other for the year 1980, Serguey Petcov, who has devoted his activity to a study of many consequences of Majorana's original ideas. For example the possibility of Majorana CP-violating phases playing the role of leptogenesis CP-violating parameters, which determine the baryon asymmetry of the Universe. Petcov has also investigated the neutrino oscillations in matter, which do not respect PCT invariance and the absolute neutrino mass scale. Of course the key problem in this field is to understand the origin of the leptonic mixing phenomenon, which remains totally open, as unknown is the mixing in the quark sector. These two «best students» are examples of our activity devoted to new talents in order to give them a chance to be recognized by the international scientific community. This is why in the first volume we have also the work of the best young participants in the «new talents» competition as a testimony that honours the spirit of Ettore Majorana on the occasion of his hundredth anniversary. The second volume [Zichichi 2006-2], is dedicated to such eminent figures of XXth ANTONINO ZICHICHI: ETTORE MAJORANA: GENIUS AND MYSTERY century physics as Gilberto Bernardini, Patrick M.S. Blackett, Richard H. Dalitz, Paul A.M. Dirac, Enrico Fermi, Richard P. Feynman, Robert Hofstadter, Gunnar KaÈ llen, Giuseppe P.S. Occhialini, Wolfang Paul, Bruno Pontecorvo, Isidor I. Rabi, Bruno Rossi, Julian S. Schwinger, Bruno Touschek, Victor F. Weisskopf and Eugene P. Wigner, who, through their participation in the Erice School of Subnuclear Physics, have made this school «the most prestigious post-university institution in the world» (these are the words of Isidor I. Rabi in Erice, July 1975). In the past, our scientific community has proposed to dedicate Ð in the mythical City of Venus Ð streets, squares, courts, cloisters, institutes and lecture halls, to these illustrious physicists, in recognition of their link with the activities of the Erice School of Subnuclear Physics. The President of Sicily and the Mayor of Erice have decided Ð on the occasion of the Majorana Centenary Ð to make official these dedications to our fellows whose inventions and discoveries have carried modern physics into an era of scientific glory. The second volume is thus devoted to an illustration of the scientific value of these fellows, who all had great admiration for the geniality of Ettore Majorana. In addition to these two volumes, there will be ten volumes dedicated to the ten steps that have led us to the formidable synthesis of SM&B. Opening of the Celebrations of the Ettore Majorana Centenary in Rome (Pietro da Cortona Hall of the Capitol Hill), on 28 th February 2006. From left to right: Samuel C.C. Ting, Bruno Maraviglia, the author, Sen. Athos De Luca, Giovanni Bornia, Giuseppe Ducrot (hidden), Renato Guarini. Clay bust of Ettore Majorana by young sculptor Giuseppe Ducrot. These ten volumes [Zichichi 2006-1] are intended to provide everyone Ð not only those who have attended Courses at the Erice Subnuclear Physics School (with lecturers of the caliber of Richard Feynman), but also those who have remained in their own Universities or Laboratories Ð with a faithful account of the crucial steps that led up to the most formidable synthesis of scientific thought of all times, known in physics jargon as the Standard Model and Beyond (SM&B). These ten steps dedicated to Ettore Majorana are a contribution to the Centenary Celebrations. The opening of the Majorana Centenary Celebrations took place in the Pietro da Cortona Hall in the Capitol Hill of Rome on 28 th February 2006; it was attended by a large audience, in particular by members of the Majorana family. On that occasion a concise version of the present paper was presented. The ceremony was followed by the unveiling of the new clay bust of Ettore Majorana made by the young sculptor Giuseppe Ducrot. From this bust, a bronze cast will be made and its location will be at the Enrico Fermi Centre in Rome. 55 IL NUOVO SAGGIATORE References L. A NDRIANOPOLI and S. FERRARA, «Majorana Spinors, their Interactions and their Role in Supersymmetry», in Majorana Centenary Celebrations, A. Zichichi ed., World Scientific Vol. I (2006). N. B URGOYNE, «On the Connection Between Spin and Statistics», Nuovo Cimento 8, 807 (1958). G.F. 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PROGETTO LAUREE SCIENTIFICHE: BORSE SIF La SocietaÁ Italiana di Fisica, nell'ambito del progetto ``Lauree Scientifiche'' promosso dal MIUR, dalla Conferenza dei Presidi delle FacoltaÁ di Scienze MM.FF.NN. e dalla Confindustria, e con la cooperazione dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), ha assegnato, mediante una selezione nazionale effettuata attraverso una prova scritta diretta a verificare le conoscenze scientifiche, con particolare riferimento alla Fisica, 43 borse di studio del valore di 4000 euro a studenti che si immatricolano in un corso di Laurea della Classe ``Scienze e Tecnologie Fisiche» Ð Classe 25 Ð nell'anno accademico 2006-2007. Delle 43 borse di studio, 23 sono state cofinanziate da alcune sedi universitarie, quali Calabria, Ferrara (2), Genova, Insubria, L'Aquila, Messina, Milano, Milano Bicocca, Modena, Pisa (2), Salerno (2), Siena, Torino (3), Trento (3), Trieste (2), con il vincolo all'iscrizione alla Sede cofinanziante. Le borse sono rinnovabili di anno in anno per tutta la durata del corso triennale di studi a condizione di aver superato tutti gli esami previsti per l'anno di fruizione della borsa e per gli anni precedenti entro il 31 dicembre con la media, pesata con i crediti relativi agli insegnamenti, di almeno 27 e voto minimo di almeno 24. La partecipazione al concorso eÁ stata alta: i candidati sono stati 452 su 498 che avevano presentato la domanda. Le selezioni per determinare i vincitori delle borse si sono svolte contemporaneamente nelle varie sedi universitarie italiane il 7 settembre 2006. La prova scritta, consistente in un questionario contenente 35 quesiti a risposta multipla, con una sola risposta esatta tra le quattro indicate, ha avuto una durata massima di 4 ore. La fase preparatoria e la correzione degli elaborati si sono svolte a Bologna presso la sede della SIF e sono state curate da una Commissione, nominata il 10 giugno 2006 dal Consiglio di Presi- denza della SocietaÁ Italiana di Fisica e composta da Vincenzo Grasso (Presidente), Anna Cavallini, Josette ImmeÁ, Letteria Silipigni , Rosa Maria Sperandeo Mineo e Maurizio Spurio. I 35 quesiti, sorteggiati tra quelli proposti da ogni Commissario, hanno riguardato argomenti di Fisica, Chimica, Matematica e Logica e trattavano contenuti di norma svolti nella grande maggioranza degli Istituti di Istruzione Secondaria Superiore. I quesiti sono stati formulati in modo da permettere ai concorrenti di potersi misurare su un bagaglio comune di conoscenze indipendentemente dal particolare corso di studi frequentato. Lo scopo della prova era, infatti, quello di selezionare i migliori non solo sulla base delle conoscenze scientifiche, con particolare riferimento alla Fisica, ma anche sulla capacitaÁ di sviluppare un ragionamento scientifico. La Commissione ha attribuito i seguenti punteggi: ± 0 per la risposta non data, ± 0,75 per la risposta esatta, ± ÿ 0,25 per la risposta sbagliata. Questa scelta corrisponde ad assegnare un punteggio mediamente nullo a chi rispondesse in modo casuale ai quesiti dei quali non conosceva la risposta esatta. La commissione ha ritenuto ``idonei'' tutti quei concorrenti che hanno conseguito un punteggio maggiore o uguale al 75% del punteggio massimo conseguibile (un punteggio compreso tra 26,25 e 19,70), e pertanto il numero di idonei eÁ stato di 179. Si sono registrate rinunce di vincitori, alcuni dei quali erano risultati tali anche alle borse bandite dalla Scuola Normale Superiore di Pisa, dalle Scuole Superiori di Catania e ISUFI di Lecce. I rinunciatari sono stati sostituiti da candidati risultati idonei nell'ordine di graduatoria. Il bando del suddetto concorso, i 35 quesiti e le rispettive soluzioni, la graduatoria generale, degli idonei e dei vincitori, sono disponibili all'indirizzo http://www.sif.it 57 SCUOLA INTERNAZIONALE DI FISICA ``ENRICO FERMI'' Corsi 2006 58 Corso CLXIV ± Ultra-cold Fermi Gases Il primo corso della Scuola Enrico Fermi del 2006 eÁ stato dedicato alla fisica degli atomi fermionici ultrafreddi. Si tratta di un campo di ricerca esploso dopo la realizzazione sperimentale, undici anni fa, di temperature prossime allo zero assoluto che consentono la creazione e lo studio di fenomeni di degenerazione quantistica. GiaÁ nel 1998 una scuola era stata dedicata ai condensati atomici di Bose-Einstein. Questa del 2006 ha riguardato i gas fermionici ed ha consentito di discutere in forma eusastiva esperimenti di frontiera e nuove fenomenologie fortemente interdisciplinari che vanno dalla produzione di superfluiditaÁ fermionica, alla creazione di cristalli di luce, al controllo delle interazioni per simulatore nuove fasi quantistiche e produrre in laboratorio modelli che vanno dalla fisica delle basse temperature a quella delle alte energie. I rendiconti di questo corso costituiranno il punto di riferimento completo in questo campo in rapida evoluzione. L'alto interesse del corso, diretto da Massimo Inguscio del LENS di Firenze, Christophe Salomon dell'ENS di Parigi e Wolfgang Ketterle del MIT e premio Nobel 2001, eÁ testimoniato dal gran numero di domande di partecipazione di studenti da varie nazioni e continenti. La provenienza da campi diversi, sia teorici che sperimentali, ha stimolato un dibattito scientifico vivacissimo e creativo, senza barriere tra docenti e studenti, in un clima reso ancor piuÁ stimolante e propositivo anche grazie al contributo dalla segretaria scientifica, dott.ssa Francesca Ferlaino del LENS. Corso CLXV ± Protein Folding and Drug Design Uno dei grandi problemi irrisolti della scienza eÁ la predizione della struttura tridimensionale di una proteina a partire dalla sua sequenza di amminoacidi, il cosiddetto problema del ``protein folding''. CosõÁ scrisse qualche anno fa Sir Alan Fersht, illustre scienziato dell'UniversitaÁ di Cambridge. Ma dato che la scienza ± come diceva un altro docente di Cambridge, Lord Rutherford ± o eÁ fisica, o eÁ collezionare francobolli, il problema del protein folding eÁ anche un problema irrisolto della fisica. Questa eÁ una delle ragioni per cui la SocietaÁ Italiana di Fisica ha organizzato questa scuola estiva su questo tema. La stretta connessione che c'eÁ tra fisica e protein folding non eÁ solo dovuta ai metodi fisici utilizzati per studiare questi sistemi (raggi X, risonanza magnetica nucleare, meccanica statistica, vetri di spin, ecc.), ma soprattutto riguarda i concetti fisici, ed in particolare i concetti legati alle transizioni di fase in sistemi finiti a molti corpi tra stati che coinvolgono una rottura spontanea di simmetria. Infatti il protein folding puoÁ essere visto come una proprietaÁ emergente, non contenuta neÁ negli atomi della proteina, neÁ nelle forze che agiscono tra di loro, esattamente come la superconduttivitaÁ emerge inaspettatamente nei metalli a bassa temperatura. Nonostante non siamo in grado di leggere la struttura tridimensionale di una proteina dalla sua sequenza monodimensionale, abbiamo ugualmente molte informazioni sul problema del protein folding grazie a esperimenti di ingegneria proteica (determinazione dei W-values, Luis Serrano), di termodinamica (Harold Scheraga), a risultati teorici come il folding inverso (Eugene Shakhnovich, Leo Mirny), la teoria dei profili energetici (Peter Wolynes), ecc. Anche se in apparenza molto diversi tra loro, il fatto che i diversi modelli teorici riproducano bene i risultati sperimentali suggerisce che questi contengano la stessa fisica. Infatti, la fisica coinvolta riguarda il ruolo giocato da alcuni amminoacidi (``caldi'') particolarmente conservati che stabilizzano strutture locali della proteina (``foldoni'') che, legandosi tra di loro, danno luogo al nucleo di stabilizzazione della proteina. EÁ notevole quanto sia corto il passo tra questi concetti, sviluppati nelle lezioni di Harlod Scheraga, Peter Wolynes, Luis Serrano, Eugene Shakhnovich e Leo Mirny, e la loro applicazione nell'inibizione di virus in cellule infette, per disegnare farmaci nonconvenzionali come quelli riportati da Stefano Rusconi come conseguenza non banale degli esperimenti in vitro di Davide Provasi. Un nuovo approccio interdisciplinare che coinvolge non solo fisici, chimici e biologi, ma anche medici, necessario per risolvere problemi formidabili come quelli creati dall'HIV, sembra cominciare a prendere forma. I notevoli sviluppi portati avanti negli ultimi anni nel campo degli studi ab initio sono stati illustrati da Michele Parrinello, Paolo Carloni e Wilfred van Gunsteren. Gennady Verkhivker ha aggiornato studenti e docenti sulle ultime scoperte nel disegno di farmaci e delle nuove frontiere che segnano il confine tra ricerca pura ed applicata, mentre Amos Maritan ha presentato evidenze sul ruolo che argomenti topologici hanno nel processo di ripiegamento delle proteine. Il ruolo giocato dalla meccanica quantistica in questo campo ed in quello del protein folding eÁ stato discusso da Kennie Merz. La scuola non avrebbe potuto aver luogo senza il supporto del presidente Franco Bassani, che ha colto la rilevanza del tema del protein folding e del drug design per i fisici. Oltre al supporto economico della SocietaÁ Italiana di Fisica, eÁ doveroso ricordare anche quello dell'UniversitaÁ di Milano. La presenza nella sessione di chiusura della Scuola del prorettore per la ricerca, il prof. Giampiero Sironi, e del preside di scienze, prof. Marcello Pignanelli, sottolineano il conto in cui eÁ tenuta la ricerca interdisciplinare su protein folding e drug design portata avanti dal Dipartimento di Fisica dell'UniversitaÁ di Milano. La presenza dei professori Mauro Moroni, Massimo Galli del dipartimento di Scienze cliniche ``Luigi Sacco'' (sez. di Malattie infettive e immunopatologia) della facoltaÁ di Medicina dell'UniversitaÁ di Milano sono stati quindi piuÁ che naturali a testimonianza di questa interdisciplinaritaÁ, interdisciplinaritaÁ che trova anche l'appoggio dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). Corso CLXVI ± Metrology and Fundamental Constants Il terzo corso della Scuola Enrico Fermi del 2006 eÁ stato dedicato alla Metrologia ed alle Costanti fondamentali. EÁ questo un settore della Fisica in vivacissima espansione, con numerose e rilevanti progressi teorici e sperimentali. Una delle novitaÁ imminenti saraÁ la sostituzione del campione materiale di massa ( il venerabile cilindretto di platino iridio) con una definizione basata sulle costanti fondamentali. La Metrologia eÁ anche il settore nel quale, in particolare per la disponibilitaÁ e le prestazioni di Campioni Atomici di frequenza si hanno rilevanti applicazioni nei sistemi di navigazione tramite satellite e nelle telecomunicazioni e nei trattamento di dati. Altra novitaÁ risiede nella disponibilitaÁ di un nuovo dispositivo, il pettine di frequenza, ottenuto con laser rapidi ed impulsati, il cui spettro di uscita eÁ costituito da un numero estremamente elevato di righe equidistanti che copre, al momento, in una sola gamma, dalle microonde al visivo passando per l'infrarosso. La distanza in frequenza tra le singole righe corrisponde alla frequenza dell'orologio atomico che eccita il dispositivo. L'interesse e la novitaÁ del dispositivo, la cui realizzazione ha valso per il Prof. HaÈnsch, uno dei Direttori della Scuola di Varenna, il premio Nobel per la Fisica per il 2005. Il corso si eÁ svolto dal 18 al 28 luglio 2006; direttori del corso sono stati, oltre a Theodor HaÈnsch del Max Planck di Garching, Andrew Wallard, Direttore dell'Ufficio Internazionale Pesi e Misure di Parigi e Sigfrido Leschiutta del Politecnico di Torino. Il corso eÁ stato seguito da 55 allievi e 5 uditori provenienti da una ventina di Laboratori. La Segreteria Scientifica del Corso eÁ stata alla dott. Maria Luisa Rastello dell' INRIM, l'Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica, l'Ente che dal 2005 ha conglobato entro l'Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris, l'Istituto Colonnetti del CNR. Caratteristica della Metrologia eÁ la varietaÁ delle modalitaÁ sperimentali, motivo per il quale si eÁ fatto ricorso ad una ventina di docenti provenienti da Istituti di Metrologia ed UniversitaÁ. Tra questi docenti il Nobel Phillips dello National Institute for Science and Technology americano. Nel corso eÁ stata illustrata la Fisica che presiede alla realizzazione dei Campioni delle grandezze Fondamentali, assieme alle varie modalitaÁ sperimentali, Come prassi per queste scuole, eÁ in corso la raccolta del materiale per la pubblicazione degli Atti. Esiste una intesa di massima con le organizzazioni Internazionali che curano le ricerche metrologiche, tra cui il Bureau International Poids et Mesures, per dare una periodicitaÁ attorno a sei anni alla Scuola di Varenna, accentuandole il carattere di scuola dedicata in particolare alle costanti fondamentali. IN RICORDO DI SERGIO COSTA Sergio Costa non eÁ piuÁ tra noi. Una relativamente lunga, combattuta senza tregua, lotta contro il male lo ha allontanato sempre piuÁ da noi. CosõÁ, nella quiete degli affetti famigliari, si eÁ congedato da tutti nella pace del sonno eterno, sabato, il primo giorno del mese di luglio del 2006. Sergio era nato a Torino l'otto giugno del 1935. La sua attivitaÁ universitaria eÁ cominciata nel 1961 quando Egli ha iniziato a tenere insegnamenti ufficiali di Fisica Sperimentale, di Complementi di Fisica Generale, di Esperimentazioni di Fisica per i corsi di laurea in Fisica, Chimica e Scienze dell'Informazione della UniversitaÁ di Torino. Il primo novembre 1976 eÁ divenuto professore straordinario e dopo tre anni professore ordinario di Fisica Nucleare presso la FacoltaÁ di Scienze M.F.N. dell'UniversitaÁ degli Studi di Torino. Da allora ha tenuto corsi di insegnamento di Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare, di Complementi di Elettromagnetismo, di Applicazione delle Tecniche di Fisica Nucleare, di Istituzioni di Fisica Teorica (Introduzione alla Fisica Moderna), di Introduzione alla Fisica Nucleare e Subnucleare. Profondo conoscitore della Fisica, docente preparato e brillante nell'esposizione, sapeva catturare l'attenzione dell'uditorio studentesco, mantenendo la trattazione nell'ambito della dovuta rigorositaÁ e arricchendola con geniali accostamenti e paragoni, sempre con esemplare chiarezza espositiva. Attento a tutte le novitaÁ e le innovazioni della tecnologia ha seguito numerosi studenti nel loro corso di studi universitari trasferendo loro l'interesse per la ricerca fisica e accompagnandoli con dedizione nello studio delle tematiche scientifiche che egli stava conducendo. EÁ stato per anni presidente del Consiglio di Corso di Laurea in Fisica. Formatosi come fisico sperimentale nel Laboratorio del Sincrotrone di Torino, che nel 1956 veniva realizzato sotto la guida dei professori Gleb Wataghin, Romolo Deaglio, Mario Verde e Gustavo Colonnetti, inizioÁ la sua carriera di ricerca scientifica sotto la guida di professori R. Malvano, F. Ferrero, S. De Benedetti, O. A. Hanson , C. Tribuno, U. Farinelli, S. Menardi, E. Silva, O. Borello, S. Ferroni. Il campo di ricerca era quello della fisica delle fotoreazioni nucleari. Egli contribuõÁ allo studio e alla realizzazione di nuovi rivelatori di fotoneutroni e di fotoparticelle cariche. L'attivitaÁ del laboratorio assunse ben presto rilievo in campo scientifico internazionale con la scoperta di Sergio Costa interessanti fenomeni relativi alla fisica delle fotoreazioni nucleari. Tra essi merita ricordare la evidenziazione e la misura dello sdoppiamento della risonanza fotonucleare nei nuclei medioleggeri. Questo risultato consentõÁ di dare rilevanza internazionale al laboratorio e facilitoÁ l'avvio di collaborazioni internazionali tra cui quella con l'UniversitaÁ di Sao Paulo in Brasile. Divenne direttore del Laboratorio e conservoÁ tale incarico per molti anni. A partire dal 1980 inizioÁ a spostare la sua ricerca al CERN con la partecipazione alla costruzione dello spettrometro Omicron. Era questo uno spettrometro a grande angolo solido progettato e utilizzato per la misura dello scattering di mesoni p di energia intermedia a grandi angoli. Con esso fu eseguita la misura dello scattering elastico dei p su D e O nella regione della risonanza D3,3. Seguirono studi sul decadimento p0 ! e+ e-, sulla produzione di p in interazione di ioni 3He da 910 MeV e 12C da 86 MeV/A. SeguõÁ la partecipazione all'esperimento Obelix per lo studio dell'interazione di antiprotoni di LEAR del CERN con nucleoni e nella materia nucleare. Prese parte alla costruzione di un rivelatore di antineutroni che venivano prodotti con il fascio di antiprotoni del LEAR. Della collaborazione Obelix fu anche responsabile scientifico e portaparola. Sempre al CERN entroÁ a far parte della collaborazione COMPASS dal suo inizio. COMPASS eÁ 59 IL NUOVO SAGGIATORE una collaborazione internazionale che ha approntato un apparato sperimentale complesso per misure di interazioni di adroni e mesoni su targetta fissa, composto di numerosi e diversi rivelatori ognuno dedicato a un particolare tipo di rivelazione. Sergio eÁ stato il responsabile dell'Ottica del primo dei due rivelatori Rich, della radiazione CÏerenkov, di cui eÁ dotato il complesso spettrometrico. Egli ha progetto e diretto la costruzione del complesso sistema di specchi, parte integrante ed essenziale del rivelatore. StudioÁ l'ottimizzazione spaziale degli stessi, tenendo conto delle singole unitaÁ, e ideando metodologie nuove per la realizzazione dell'allineamento dei 116 specchi sferici all'interno del contenitore. Sperimentale completo, partecipoÁ anche al completamento e alla installazione del hardware del rivelatore nel suo insieme. Per questo trascorse un periodo di congedo dall'UniversitaÁ al CERN, per essere vicino ai lavori sul rivelatore e alla sua caratterizzazione. 60 In tutte queste ricerche ha sempre profuso le sue energie e messo a disposizione le sue ampie e profonde conoscenze scientifiche, collaborando senza posa con i colleghi, compagni nell'impresa. Schivo e restio a fornire notizie sulla sua persona, era gentile e cordiale e di amabile compagnia con tutti i colleghi. Non sono pochi i colleghi che hanno appreso solo dopo la sua morte che era anche membro della Accademia delle Scienze di Torino. Affabile, disponibile in ogni evenienza e pronto all'aiuto, lascia in tutti noi, che l'abbiamo avuto a fianco nel quotidiano lavoro di ricerca e di vita accademica, un vuoto pieno di sconforto e di tristezza che saraÁ difficile allontanare soprattutto quando ci capiteraÁ di transitare davanti alla porta d'ingresso di quello che per anni eÁ stato il suo studio. R. GARFAGNINI UniversitaÁ di Torino