N. 20/2005 Anno V - L’OCCHIO PARLANTE - Quindicinale di informazione e attualità - Aut. Trib. Ta n. 568 - (Poste Italiane spa - Spedizione in A.P. - 70% - DCB Taranto Transiti) - € 1 7 Ottobre 2005 ...ancora alluvione! ...SOCIETA’ Il peperoncino LA VOCE DELLA GENTE Faggiano SPORTISSIMAMENTE Scherma SPETTACOLI Katia Ricciarelli CULTURA 200 anni di Massoneria a Taranto... Arredare con creatività e passione SAN GIORGIO JONICO (TA) - Via Lecce, 13 - Tel. 0995918941 S O M M A R I O 4 - ATTUALITA’ 7 Ottobre 2005... ancora alluvione! 8 - LA VOCE DELLA GENTE Faggiano 10 - IN POLITICA Pietro Scaligina, Consigliere comunale Massafra 12 - SOCIETA’ Il Peperoncino 14 - SPORTISSIMAMENTE Scherma 16 - SPETTACOLI Katia Ricciarelli 18 - CULTURA Massoneria a Taranto 19 - ARTE E CULTURA - Ciro Lupo - Artisti tarantini in trasferta N. 20/2005 Anno V - L’OCCHIO PARLANTE - Quindicinale di informazione e attualità - Aut. Trib. Ta n. 568 - (Poste Italiane spa - Spedizione in A.P. - 70% - DCB Taranto Transiti) - 1 21 - FLASH Notizie in breve 23 - L’OROSCOPO DI PICIUS 7 Ottobre 2005 ...ancora alluvione! ...SOCIETA’ Il peperoncino LA VOCE DELLA GENTE Faggiano SPORTISSIMAMENTE Scherma SPETTACOLI Katia Ricciarelli CULTURA 200 anni di Massoneria a Taranto... L’OCCHIO PARLANTE 20/2005 Quindicinale di attualità e informazione Reg. Trib. Taranto n. 568/2000 Direzione, Redazione, Amministrazione Taranto - Via Catania, 1 - Tel./Fax 0997362759 E-mail Direttore: [email protected] Amministrazione: [email protected] Pubblicità: [email protected] Direttore Editoriale Vito Conversano Direttore Responsabile Alessandra Carpino Editore Folder Immagine srl Stampa Industrie Grafiche Brizio Associato Unione Stampa Periodica Italiana E Editoriale le “primarie” sono andate... Vittoria (?) scontata di Prodi, seguito da Bertinotti, Mastella e via via gli altri. Si sapeva già da prima, quindi, perchè sprecare tempo e denaro (facendosi dare anche un euro dagli elettori, come contributo)? In Italia si ha moto tempo da perdere e si vuole dimostrare qualcosa che già si sa. Comunque sia... Adesso che ha vinto (?) Prodi, sono già sorti i primo problemi. A quale partito appartiene Prodi? Si fanno delle possibilità, ma la situazione è alquanto, lasciateci andare il termine, ridicola. Si sono fatte le elezioni primarie per stabilire chi doveva essere il leader di riferimento per il Centrosinistra, ma a quanto pare non è servito a nulla, tant’è vero che ogni partito sta già dichiarando che, alle elezioni politiche del 2006, comunque correrà da solo e non, come vorrebbe il leader scelto, sotto un unico simbolo. A questo punto viene spontaneo chiedersi: se nel Centrosinistra non sono daccordo su come presentarsi alle prossime elezioni, se il programma del leader viene già messo alla distanza dall’inizio, se... e ce ne sono tantissimi se..., come si può pensare di essere credibili agli occhi dell’elettorato? A quello che si è capito la perdita di tempo delle elezioni primarie, è servita solamente, o per la maggior parte, a Rifondazione comunista, per confermare i propri presunti numeri, in maniera tale da porre poi delle condizioni, magari le solite... Ed ecco che, come previsto, Rifondazione comunista, per bocca del suo Segretario provinciale, ha già chiesto una verifica politica (ripartizione degli Assessorati o che altro?) alla Provincia di Taranto. A questo punto, giustamente aggiungiamo noi, se si è accettato il gioco, adesso si prendono anche le conseguenze! Quali saranno si vedrà quanto prima. Certo è che il Presidente della Provincia deve, avendo nella propria coalizione Rifondazione comunista, fare questa verifica immediatamente. Magari, quando siamo in stampa è stata già fatta. Vedremo... Sul fronte del Comune di Taranto tutto tace. I fornitori continuano a piangere nell’attesa dei propri soldi e Taranto continua a piangere... Speriamo che questa situazione si sblocchi presto, così come annunciato, perchè altrimenti rischia di essere vanificato il lavoro svolto di riposizionamento della città di Taranto nell’ambito dell’Italia e dell’Europa... del mondo ci sembra ancora presto... Per quanto riguarda la Regione Puglia, poi, attendiamo ancora chiarezza, su ogni fronte. Per il momento la cosa che si nota maggiormente è il continuo viaggiare, probabilmente per impegni di lavoro istituzionale, del Presidente. Ci saremmo aspettati una maggiore vicinanza all’elettorato, ma così non è stato. Un’ultima cosa, Presidente: basta con le differenze ed i privilegi per Bari e provincia! (VitoC) Dopo due anni torna l’incubo dell’alluvione. Ora non è più un evento! C ome rivedere le scene di un film già visto. Ma ancora una volta, i protagonisti sono gli stessi. Trovarsi nuovamente di fronte all’imponderabile forza della natura. E temere il peggio. Dietro di sé l’alluvione dello scorso 7 Ottobre ha lasciato segni tangibili, nelle dimensioni e nell’entità dei danni procurati. A pochi giorni dal nubifragio, già solo il fango di cui le strade, le aziende, i campi e i canali erano pieni ha costituito lo scenario più desolante. Ed è proprio questo lo stesso triste spettacolo che ci ha accolti nel nostro viaggio. Il colore del fango ancora sui muri, come per ricordare il suo passaggio, decine e decine di centimetri delle mura come se fossero dipinte a mano. Campi allagati, occupati da veri e propri laghi di acqua che ricoprono tutto, il lavoro umano prostrato, in ginocchio. Per il momento sono solo gli occhi a fare una stima dei danni, le cifre esatte arriveranno tra qualche tempo, quando saranno ultimati i lavori di ripristino di tutte le zone colpite. Ma a ben vedere, esistono numerosi danni collaterali che non fanno altro che aggiungere peso all’entità dell’evento. Eppure, tutti sono concordi nel dire che rispetto all’alluvione dell’8 Settembre 2003, il nubifragio che si è abbattuto quest’anno sugli stessi luoghi già colpiti due anni fa, ha causato meno danni. I motivi sono diversi, alcuni ascrivibili alla realtà del fatto, ossia all’intensità con cui l’acqua è effettivamente caduta, altri dipendenti dalle opere di prevenzione messe a punto dai diversi soggetti interessati, senza dimenticare che la storia è maestra di vita e che quindi l’esperienza vissuta in passato può certamente essere d’aiuto. Naturalmente esistono anche aree che, se nel 2003 non hanno subito danni rilevanti, quest’anno invece sono state messe in ginocchio. Un esempio concreto e ben visibile ci viene offerto dalla Metalmeccanica Ilfa, azienda di Massafra che rispetto al 2003, quando ha visto allagarsi solo il piazzale antistante lo stabilimento, lo scorso 7 Ottobre ha vissuto una situazione ben diversa. Ad accoglierci sono stati gli stessi dipendenti indaffarati nel cercare di eliminare i grossi 4 L’Occhio parlante residui di fango presenti in fabbrica. Ad illustrarci le difficili condizioni in cui si è trovata l’azienda è stato il proprietario della stessa, il Sig. Festa: uffici allagati, documenti persi, macchinari compromessi, parte del muretto adiacente lo stabile crollato, uno dei due cancelli di entrata portato via dall’acqua, mancanza della linea telefonica. Quest’ultimo problema in particolare si ripercuote anche nei giorni successivi all’alluvione - ci ha spiegato il proprietario - perché abbiamo commesse da svolgere e rischiamo di compromettere il lavoro. A pochi metri di distanza da lì, un’azienda che due anni fa ha subito ingenti danni economici, quest’anno può ritenersi, a buona ragione, fortunata. E a spiegare le motivazioni per cui Polibeck ha resistito alla forza delle piogge è stato il Responsabile Commerciale dell’azienda, il Rag. Pellegrini: Non saremmo qui a parlare ha tenuto a sottolineare più volte - se l’azienda non avesse messo in atto le giuste misure di prevenzione che oggi ci permettono di ritenerci fortunati. Dopo l’8 Settembre 2003 infatti, la Polibeck pensò bene di creare delle mura di cinta che quest’anno hanno retto addirittura all’urto provocato dal crollo del muro e del prefabbricato presenti di fronte e che sono fuoriusciti, giungendo a sbattere contro le nostre mura. Unica possibilità per arginare i danni ed evitare il peggio sembra dunque la via della prevenzione, delle opere costruite in vista del futuro, dei lavori di manutenzione ordinaria. Di questo parere sono apparsi tutti i Sindaci che abbiamo incontrato, disponibili nell’illustrarci le singole situazioni dei Comuni, insieme alle esigenze e alle difficoltà, ma anche alle proposte e alle iniziative mirate soprattutto alla salvaguardia del territorio. Difficile dire quale dei Comuni sia quello maggiormente colpito e danneggiato, soprattutto perché le aree dove intervenire sono tante e vaste, ognuna con caratteristiche proprie diverse dalle altre, quindi esigenti misure di intervento appropriate. In linea generale è possibile affermare che i campi sono sicuramente le zone che, per morfologia, pagano più pesantemente le conseguenze degli eventi alluvionali dai quali sono investiti. Il primo a farci una panoramica della situazione che ha coinvolto le campagne è stato il Sindaco di Mottola, Giovanni Quero (foto sopra), il quale ha tenuto a sottolineare i principali problemi riguardanti soprattutto le aziende agricole e zootecniche, nonché l’agricoltura, che crede purtroppo compromessa per quest’annata. Nell’analisi affrontata dal Sindaco Quero, emerge come dato positivo il vantaggio offerto dai canali e dalle gravine puliti che hanno permesso all’acqua di defluire regolarmente, fungendo essi stessi da drenanti capaci di assorbire buona parte delle piogge. Escludendo il caso di una famiglia rimasta isolata per quasi due giorni, la situazione è stata tenuta regolarmente sotto controllo grazie all’efficienza degli interventi ad opera dell’arma dei Carabinieri, della Polizia Municipale, del Corpo Forestale, nonché degli Uffici Tecnici del Comune, che il Sindaco di Mottola ha tenuto a ringraziare pubblicamente. Nonostante il mancato avviso di allerta da parte della Prefettura, i Sindaci dei Comuni interessati dal nubifragio hanno provveduto sin dalle prime ore del mattino di venerdì 7 Ottobre ad allertare la Protezione Civile, restando in continuo contatto telefonico tra loro stessi (per quanto possibile, data la mancanza di rete di telefonia fissa e mobile 7 Ottobre 2005 Durante e dopo l’alluvione Foto: LB, RP, e gentile concessione ILFA non si fermano all’entità dell’alluvione che ancora una volta ha portato con sé smodati danni economici, ma vanno oltre. Racconta di aver fatto un giro in elicottero, con la Marina Militare e il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile e di aver visto dall’alto la bellezza del territorio, l’ignoranza degli amministratori e la stupidità degli uomini. Ammette le responsabilità dell’uomo in generale, il Sindaco, e degli amministratori in particolare. Ciò che si vede è spaventoso - dice in un primo momento, poi si corregge - no, non è spaventoso, è chiaro. I corsi d’acqua sono evidenti: basterebbe non impedire il loro naturale deflusso. Le zone dell’agro che dovuta alle forti piogge). Ma se Mottola, paese collinare, ha visto precipitare la situazione soprattutto nell’agro, così non è stato per gli altri Comuni. Il Sindaco di Palagianello, Francesco Petrera (foto sopra), ha innanzitutto fatto notare che, a differenza di due anni fa, l’alluvione del 7 Ottobre è stata preceduta da una settimana di pioggia che aveva già intriso i terreni di acqua, non permettendo di assorbirne ulteriormente. E a Palagianello, anche il borgo ha vissuto situazioni di emergenza: allagati la zona artigianale, un bar in piazza e qualche abitazione. Sebbene non si siano presentate emergenze di notevole importanza, il Sindaco ha tenuto a sottolineare come anche solo la presenza dei mezzi dei Vigili del Fuoco o di altri Enti avrebbe potuto tranquillizzare più facilmente gli animi dei cittadini che hanno visto penetrare l’acqua nelle loro case. Diversamente a Palagiano, dove la gente ha reagito esternando solo rabbia per il ripetersi di un disastro purtroppo già conosciuto. Anche qui il borgo è stato interessato, anzi il Comune di Palagiano ha danni quando l’acqua passa e quando resta - ha affermato il Sindaco Rocco Ressa (foto a lato) - tanto più che i 2/3 dell’abitato del paese sono costituiti da case collocate al piano terra, che insieme agli scantinati e alle zone più depresse hanno subito dannosi allagamenti. Ma sicuramente l’importanza delle opere di prevenzione effettuate in questi due anni e l’immediatezza dei soccorsi della Protezione Civile e delle altre Forze armate intervenute hanno impedito l’aggravarsi della situazione. E i commenti del Sindaco di Palagiano 6 L’Occhio parlante si sono allagate sono proprio quelle nate negli alvei di scolo delle acque. La verità sta sempre nel mezzo. Esistono zone dove non è possibile coltivare, o dove chi coltiva deve essere consapevole dei rischi che ciò comporta. Certo è che trovarsi di fronte a canali di scolo arati continuamente, con alberi ad alto fusto, è una grave irresponsabilità. E naturalmente non parliamo di tutti gli agricoltori, ma soltanto di specifici casi che andrebbero esaminati e che probabilmente hanno dato il loro piccolo contributo al problema degli allagamenti. Dello stesso parere è apparso il Sindaco di Palagianello il quale nell’esaminare le diverse misure di intervento, ha ribadito come vista la frequente scadenza con la quale si verificano queste situazioni temporalesche, non è più possibile parlare di “evento”. Diventa pertanto necessario individuare le cosiddette zone svantaggiate, ossia quelle aree che non hanno dei privilegi, godendo di requisiti non simili alle altre: bisogna riperimetrare alcune aree, concedendo agli agricoltori interessati degli sgravi fiscali, ma nello stesso tempo impedendo loro di intensificare l’attività agricola in relazione alle esigenze del territorio. È una sorta di educazione del cittadino alla salvaguardia dell’ambiente e indirettamente della propria salute. Un quadro particolare ha presentato il Comune di Castellaneta, dove i principali disagi si sono verificati sulle strade, urbane ed exraurbane. Il Sindaco di Castellaneta, Andrea Nicolotti, si è ritenuto soddisfatto dell’intervento della Protezione Civile, vista soprattutto l’enorme quantità d’acqua che scendeva e che ha fatto temere il peggio. Per conoscere a fondo la reale situazione all’indomani dell’alluvione, abbiamo incontrato il Maresciallo Loforese della Polizia Municipale di Castellaneta, la cui attenzione è caduta in particolar modo sulla necessità di intervenire quanto prima per ripristinare la rete fognaria (bianca e nera) di tutte le strade, nonché sulla necessaria opera di manutenzione che deve entrare all’interno dei compiti di natura ordinaria svolti dall’Amministrazione. Così come è incombente il bisogno di avere una organizzata squadra di soccorso che in caso di emergenza sappia dove e come operare. In questo senso l’esperienza dell’8 Settembre 2003 non è servita a nulla, c’è la buona volontà di chi mette a disposizione le proprie forze, ma non c’è una sana organizzazione di pronto intervento. È stato invece il Responsabile dell’Ufficio Agricoltura del Comune di Castellaneta, il Rag. Giandomenico, a darci realtà della rete viaria che fa parte del territorio di Castellaneta: 311 km di strade, più il “regalo” da parte dell’Ente di sviluppo regionale, risalente ad un paio di mesi fa, di altri 150 km circa, per un totale di quasi 500 km di strade rurali. Si tratta di strade ad intenso traffico, sia veicolare che di mezzi pesanti. E ciò fa ben comprendere quali costi comporti la manutenzione e ora il rifacimento di alcune strade gravemente colpite dall’alluvione. I bilanci comunali non possono certamente far fronte a queste spese per opere strutturali indispensabili: necessario è il finanziamento da parte di altri Enti superiori. E se a Castellaneta Marina la situazione si fa ancora più grave rispetto al borgo cittadino del Comune, lo stesso accade per Ginosa, dove le maggiori difficoltà si sono presentate nella zona a pochi metri dal livello del mare, Ginosa Marina appunto. Il Sindaco Gino Montanaro e in seguito il Responsabile Ufficio Tecnico del Comune di Ginosa, geometra Alfredo Clemenza, hanno sottolineato che uno dei principali disagi è stato la mancanza della linea telefonica che ha costretto il 118 ad attivare un ponte radio provvisorio. Alla stessa maniera dei Sindaci degli altri Comuni, da Massafra a Palagianello, Palagiano, Mottola e Castellaneta, anche il Sindaco di Ginosa ha chiesto che si avvii la procedura per il riconoscimento dello stato di calamità naturale del territorio. Ed è ancora dai primi cittadini che vengono avanzate le diverse ipotesi di intervento e di prevenzione. A seguito dell’alluvione del 2003 la parte della provincia jonica interessata è stata oggetto di un finanziamento di 20 milioni di euro da parte del Cipe, divisi poi tra i singoli Comuni. Ma ciò che è emerso è che manca un coordinamento e che ogni paese agisce in vista delle proprie esigenze. Giustissimo - ha affermato il Sindaco Petrera - ma un’alluvione non si ferma al confine tra due territori. E il primo cittadino di Palagiano gli fa eco: è necessaria una cabina di regia, quantomeno a livello regionale, che permetta di integrare i lavori che riguardano la salvaguardia del territorio. Si chiedono altresì amministrazioni più attente e che non lascino concessioni dappertutto, che non chiudano più gli occhi, ma soprattutto l’importanza di sostegni economici da parte della Regione Puglia, senza che questo svincoli ciascun Comune dai compiti di tutela del territorio stesso. Tra tutti i disagi che il territorio jonico ha sopportato, uno in particolare si è trasformato in protesta, alla ricerca dell’attenzione dell’Amministrazione comunale. Parliamo di Lido Azzurro, la zona a ovest della città di Taranto che insieme alla Contrada Pantano, è stata investita gravemente dall’alluvione del 7 Ottobre. Le cinque famiglie che vi abitano sono state costrette a lasciare le loro case a causa degli allagamenti e a vivere per qualche giorno in alcune tende improvvisate. Barricate per bloccare la 106: questo è stato lo scenario di domenica 9 ottobre, a cui è seguito subito l’intervento del Sindaco di Taranto Rossana Di Bello, al fine di rassicurare le famiglie. Le principali misure di intervento sono state quelle di assistenza alle persone - ha spiegato il Dirigente del Settore Ambiente del Comune di Taranto, l’Ing. Michele Mirelli - sono stati effettuati sopralluoghi sulle canalizzazioni, anche se le opere di manutenzione straordinaria sul fiume Tara erano state già effettuate in precedenza. In effetti le canalizzazioni del Comune di Taranto non hanno dato alcun problema. Ad ogni modo gli interventi di manutenzione continueranno: per quanto riguarda la situazione nei pressi di Lido Azzurro, è in programma il rifacimento della fogna bianca, mentre allo stato attuale prosegue l’assistenza alle famiglie per le quali sono state rese agibili le abitazioni, ma grossi problemi restano per il mobilio e gli impianti elettrici. Cosa resta da dire? Forse sono già solo le immagini a parlare. E probabilmente in tanti hanno già detto molto. Aspettiamo i fatti, ora! (Roberta Poggi) L’Occhio parlante 7 FAGGIANO ritornano gli ideali, ma necessitano gli aiuti per renderli concreti A una distanza di 16 km dal capoluogo jonico sorge Faggiano, piccolo centro di circa 3500 abitanti. La sua origine risale al tredicesimo secolo, anche se le prime fonti scritte sono del quindicesimo secolo, ove si parlava di “Casale” povero e con una scarsa densità di popolazione. Così rimase fino a quando fu ripopolato da una numerosa colonia albanese. Le sue vicissitudini storiche hanno segnato il valore e le virtù dei cittadini, che ce ne hanno parlato con fierezza ed orgoglio. Dopo anni di dispute, dazi, balzelli e lunghi processi di natura fiscale tra il Regno di Napoli e Faggiano, i Faggianesi ne uscirono vincitori, ottenendo il titolo di “Comune” libero ed autonomo. A ricordo di questa storia, esiste una iscrizione riportata sulla facciata della Chiesa Madre, dedicata a Maria SS. Annunziata. Vivace è stato l’incontro con gli abitanti Faggianesi. Sul posto si è riscontrata grande disponibilità e voglia di parlare. Soprattutto tra le persone più anziane, tutto ciò è apparso così evidente che è stato proprio un gruppo di loro ad avvicinarci, spinti forse dalla curiosità e dalla novità di vedere un volto nuovo. Ci hanno chiesto: “da dove venite?” “di dove sei?”. Spiegando la nostra presenza, oltre a darci interessanti cenni sulla storia del paese, ci hanno detto che il loro ritrovo è da sempre quella piazza antistante la Chiesa Madre. Per loro, che hanno avuto una vita di intenso lavoro e fatica nei campi: “Faggiano è un centro agricolo e pastorizio; il nostro vino e il nostro olio non hanno niente da invidiare a nessuno”. “La nostra fortuna è che il paese è collegato a molti altri vicini: San Giorgio, Pulsano, Roccaforzata, Leporano. A differenza loro però, noi che avevamo una crescita maggiore, ci siamo bloccati”. Chiedendo maggiori ragguagli: “Quando passavo da Leporano, il centro era dall’Arco al primo lampione, oggi è tanto cresciuta. Noi invece che, all’epoca 8 L’Occhio parlante eravamo già sviluppati, ci siamo fermati”. Cercando di capirne le cause: “Faggiano non ha attrattive, non ha il mare o monumenti da visitare, il problema è che non è un paese di passaggio, qui ci devi venire perchè conosci qualcuno o durante il periodo di Natale, quando c’è il Presepe Vivente”. Fonte di prestigio è infatti proprio il Presepe, che si tiene nella zona rupestre e che quest’anno giungerà alla dodicesima edizione. “Se verrete a vedere il Presepe, troverete tanta gente da tutte le province vicine, non solo da Taranto, ma anche da Lecce e Brindisi. In quel periodo il paese è in movimento, ci prepariamo tutti a questo grande evento tanto atteso”. “Al nostro Presepe ci lavora tanta gente, anzi già da ora si stanno organizzando i preparativi”. Abbiamo chiesto come si riesce a gestire un progetto così grande: “il Presepe è organizzato dall’Associazione Riscoperta Tradizioni Popolari. La volontà dei Faggianesi è tanta, anche nelle attività sportive; il calcio e la pallavolo ad esempio, anche se di concessione comunale, sono gestite autonomamente”. “Nel mese di Luglio si svolgono le “Confrontiadi”, i giochi dei rioni, anche questi organizzati da privati come l’Associazione Idee a Confronto”. Qual è la situazione politicoamministrativa? “In politica, nonostante i nuovi partiti, per noi esiste ancora la Democrazia Cristiana o il Partito Comunista”. “Il Sindaco Domenico Sgobba è già stato Sindaco, conosce il paese e per questo speriamo che possa fare qualcosa di buono. La vita di un paese non dipende solo dai partiti o dagli uomini che lo governano, non è neanche questione di numero di abitanti, tutto dipende dalla volontà e dalle iniziative degli amministratori e dei cittadini insieme”. “Faggiano è un paese piccolissimo, ma c’è ancora tanto da fare, tanti lavori trascurati dalle precedenti amministrazioni. Quella attuale si sta impegnando almeno per ripulire un po’ il paese che stava andando a rotoli”. “La Villa Comunale è in abbandono, ma a volte fanno bene perchè, se c’è qualcosa di buono, per colpa di qualcuno viene distrutto”. Differenti le opinioni sulla cava dismessa: “ormai mezza collina non esiste più, prima c’era un paesaggio bellissimo, come si può vedere in quella parte di collina ancora coperta dalla pineta Serra di San Crispieri”. Per altri, invece: “la cava era di gran prestigio per Faggiano, dava lavoro e produceva pietre e materiale edile in grande quantità, distribuito in tutta la provincia”. Tra i giovani: “i negozi sono molto pochi, ma non è questo quello che ci interessa, nè tantomeno ci interessa che il marciapiede sia nuovo o ci siano fioriere e panchine. Sono importanti sì, ma quello che conta è il futuro del paese e spesso le iniziative ci sono ma per problemi di concessioni, permessi e pratiche burocratiche, tutto diventa più difficile”. “Da due anni a questa parte, i giovani stanno scomparendo; prima la Piazza Aldo Moro era pienissima, soprattutto in estate, qualcosa sta cambiando”. Abbiamo chiesto a un gruppo di ragazzi di dare qualche suggerimento o proporre delle iniziative che possano migliorare l’attuale condizione, definita “monotona”: “ci sarebbe bisogno di incentivare le idee, che certamente non mancano. Parlando tra noi ragazzi, si capisce che gli ideali sono tornati, occorrerebbe un aiuto da parte di qualcuno per rendere concrete le idee”. Qualcun altro ci ha detto: “si dovrebbero sfruttare le risorse ambientali”. Ed ancora: “visto che la situazione di Faggiano è simile a tante altre province vicine, promuovendo l’Università a Taranto, siamo sicuri che tante cose cambierebbero, i giovani non andrebbero via e nuove menti tornerebbero utili per lo sviluppo e la crescita del nostro paese”. Auguriamocelo!... (Lucia Basile) BIG FOTO Taranto - Via Dante, 406 Tel.0997353158 Fax 0997360878 e-mail: [email protected] www.bigfoto.it MASSAFRA “...se l’Amministrazione Cofano è stata soddisfacente, che venga premiata, altrimenti c’è una valida alternativa da prendere in considerazione!” L a situazione politica che il Comune di Massafra vive è sotto gli occhi di tutti. Dal Giugno 2001, quando venne eletto il Sindaco Cofano, sono passati ben quattro anni, e da allora il quadro probabilmente ha visto solo peggioramenti, pochi passi in avanti. Soprattutto lo spostamento a sinistra del Sindaco ha agitato le acque, ha sconvolto i cittadini, ha creato delusioni. Per entrare nel merito del problema abbiamo ascoltato il Consigliere Comunale Pietro Scaligina. La sua decennale esperienza in campo politico ha trovato sfogo nell’estrema chiarezza con cui ha esaminato il passato e il presente delle circostanze in cui vive la politica massafrese. Nessuna illusione, né vana speranza, solo un grande senso di responsabilità nei confronti dei cittadini, dell’elettorato, della comunità intera, una grande delusione, una sincera voglia di fare, un complicato interrogativo sul futuro di Massafra. Proviamo a tracciare un breve storico di quest’Amministrazione Comunale... Siamo partiti con una coalizione di Centrodestra, sostenuti da tre liste: Forza Italia, Alleanza Nazionale e Movimento per Massafra. Al ballottaggio, sostenendo il Sindaco Cofano, abbiamo vinto le elezioni: 11 Consiglieri per FI, 1 per il Movimento per Massafra, 6 per AN. Ci furono degli accordi, precisi impegni tra di noi, soprattutto all’interno del partito di maggioranza relativa, impegni scritti con cui ogni Consigliere si collocava in un certo modo nella compagine dell’attività amministrativa. Ma si capì subito, addirittura dalla prima votazione al Presidente del Consiglio (si votava per Giuseppe Marraffa), che quegli impegni venivano disattesi. Perché Marraffa Presidente del Consiglio? Per due motivi, per me ovvi: primo perché è il più anziano della compagine di Centrodestra, e poi perché è il primo degli eletti. Quindi non c’era motivo di dubitare. Nel frattempo si elesse la Giunta, ma dopo 10 L’Occhio parlante Pietro Scaligina già quattro mesi questo schieramento che aveva vinto le elezioni si è rotto. Dunque l’attività concreta di questa Giunta non è mai partita, non parliamo di un problema che è sorto dopo uno, due anni, ma subito. Le persone indicate dai cittadini a governare Massafra non hanno mai messo in atto le indicazioni che hanno invece disatteso. Dopo quattro mesi il Sindaco ha lasciato letteralmente “a casa” gli Assessori del gruppo di FI che non sentiva suo, ossia quello che si rifaceva a Tamburrano e non a Brizio. In realtà, noi in buona fede non abbiamo mai voluto creare due gruppi. E a dire il vero, i segni di un ribaltone non si sono visti subito. Ciò che è successo dopo che il Sindaco ha cominciato ad agganciare Consiglieri dell’altro schieramento, addirittura il suo concorrente al ballottaggio. A Ottobre la situazione era già questa e noi siamo andati avanti così. In Consiglio comunale con coerenza e serietà abbiamo sempre votato i problemi che riguardavano la collettività, ma allorquando ci siamo resi conto che si trattava di problemi “particolari” e non dibattuti a dovere, né approfonditi, abbiamo sempre votato contro. Il peggior male che si possa fare ad una comunità è agire in vista di interessi particolari. Abbiamo fatto opposizione fino alla fine, fino a poco tempo fa, quando abbiamo votato contro gli equilibri di bilancio. Che cosa dire di questa Amministrazione? La mia è una veduta strettamente personale, questo è chiaro, ma credo che il capo di questa Amministrazione, forse in buona, forse in cattiva fede, non ha mai voluto un’equipe vera con cui amministrare il paese. Da dove deriva questa conclusione? L’analisi è facile: se consideriamo che nel giro di quattro anni ha cambiato circa 15 Assessori, significa che non ha mai progettato con dei collaboratori qualcosa che potesse veramente interessare la collettività. E’ questo ciò che dispiace di più, la mancanza di una progettualità concreta, non tanto il passaggio a sinistra, che può rientrare nell’ambito delle scelte personali. Non si è mai vista un’Amministrazione attenta, né ai giovani, né alla cultura, non si è mai promosso alcun dibattito. Ci siamo mossi soltanto per il problema riguardante l’Ospedale di Massafra, che da una parte ci vedeva mortificati per il fatto che la comunità era costretta a fare riferimento al di fuori del paese per la cura della propria salute, dall’altra ci vedeva fortemente impegnati perché volevamo salvarlo in tutti i modi. E noi abbiamo combattuto anche contro l’allora Presidente della Regione Fitto, del nostro stesso partito. Ora, con il nuovo Presidente Vendola speriamo ci sia una rivisitazione, altrimenti riprenderemo la nostra battaglia. Dunque, quale bilancio crede sia possibile trarre da questa situazione? Il bilancio è certamente negativo. Negativo perché se effettivamente col gruppo che ha vinto le elezioni avremmo potuto fare 100, ora non so quale percentuale di questo 100 siamo riusciti a raggiungere. A mio parere, davvero molto bassa, soprattutto perché non c’è stata collaborazione né tenacia nel voler fare a tutti i costi. La delusione non è poca: Massafra può fare tanto, anche per la posizione che occupa, per le potenzialità economiche, che vengono purtroppo soppresse. E allora cosa devo dedurre? Che il Sindaco non ha il desiderio di fare di più. Pensiamo un attimo: ha azzerato la Giunta! Li ha dimessi il 1° Ottobre e non li ha più nominati! Come si presenta la situazione politica attuale? Bisogna ridare la parola agli elettori: è questo il nostro augurio. Facciamo finire questa cuccagna! Del resto, nel Consiglio Comunale non si riesce più ad individuare schieramenti definitivi. Tranne pochi esempi, tutti gli altri non si sa quale bagaglio portino, di quale idea siano. Alla fine, è facile sciogliere il nodo: andiamo a votare e vediamo chi merita davvero. È un atto di responsabilità, nonché una risposta seria ai cittadini massafresi. Quale crede possa essere il futuro per il Comune di Massafra? È abbastanza difficile prevedere come andrà a finire questa vicenda. Io in realtà non ho molta speranza. Fare un pronostico è davvero difficile, se non impossibile. Esistono probabilmente delle trattative tra di loro, loro scelte, di cui non sappiamo l’oggetto: noi abbiamo fatto la nostra, chiedendo la fine della legislatura. Altrettanto difficile è pronosticare il futuro dell’orientamento dell’elettorato massafrese: se premierà nuovamente la Casa delle Libertà, o se voterà a sinistra. In fondo, la Casa delle Libertà non ha governato, e non si dovrebbe addebitare tutto alla coalizione che quattro anni fa ha vinto le elezioni, perché in realtà noi abbiamo fatto e continuiamo a fare opposizione. Mi rendo conto che l’elettore è confuso, a meno che non conosca a fondo la dinamica dei fatti o sia un addetto ai lavori. In conclusione, come si porrà il partito al quale appartiene alle prossime elezioni comunali? Noi certamente presenteremo la lista di Forza Italia, questo è fuori di dubbio. Ci presenteremo come avversari in netta contrapposizione a questo Sindaco. E’ questo il dilemma che porremo all’elettore: se l’Amministrazione è stata soddisfacente, che premi quel gruppo, altrimenti ha davanti a sé una valida alternativa da prendere in considerazione! (Roberta Poggi) La Panna TARANTO - Via Dante, 219/c - Tel. 0997363125 L’Occhio parlante 11 PEPERONCINO una passione... piccante! I n tantissimi Paesi, ed in Italia in grandissima misura, ad accompagnare tanti dei piatti più prelibati e particolari c’è il peperoncino: condimento piccante, pungente e saporito ormai non più prelibatezza unica e tipica della cucina messicana. Perché si dice faccia bene, perché piace quel sapore forte e stuzzicante, perché si pensa sia afrodisiaco... Non importa il motivo per cui tante persone lo utilizzano per insaporire i propri piatti: il peperoncino è oramai divenuto quasi un must per tanti di noi. Con un passato lungo ed affascinante alle sue spalle. Il peperoncino piccante era utilizzato come alimento fin dai tempi antichissimi: grazie alla testimonianza di reperti archeologici, sappiamo che era conosciuto in Messico 9000 anni fa e già nel 5500 a.C. era presente in quelle zone come pianta coltivata. Una precisa testimonianza la si trova nella biografia di Montezuma, ultimo signore degli Aztechi, che, prigioniero di Cortez, passava il tempo scherzando con le sue concubine mangiando pietanze con peperoncino rosso. In Europa il peperoncino è arrivato con Cristoforo Colombo, il quale lo importò dalle Americhe. Ma prima di quella data si era già diffuso in Asia e Africa per tratte diverse da quelle dei bianchi. L’uso del peperoncino e di alcune spezie sconosciute agli europei, infatti, ebbero una spiccata fortuna presso molti popoli lontanissimi e del tutto diversi gli uni dagli altri, dando luogo a fenomeni di diffusione in gran parte estranei alle correnti mercantili dei bianchi. Un esempio tipico è offerto dalla più piccante fra tutte le spezie, nota da noi come pepe di Cajenna o paprika (capsicum frutescens): originaria dell’America tropicale, questa spezia fu precocemente trasportata e trapiantata in Asia ed Africa, ove si propagò da una tribù all’altra con tanto successo da essere considerata come ingrediente della cucina tradizionale allorquando gli Europei penetrarono più tardi in queste regioni. Sul diario di bordo della prima spedizione di Colombo, Bartolomeo de Las Casas scriveva: “La spezia che essi mangiano è abbondante e più importante del pepe nero”. Chanca di Siviglia, medico di bordo della flotta di Colombo, notò con meraviglia che gli indigeni si cibavano di una spezia piccantissima che chiamavano agi: era peperoncino, che lo stesso dottore decise allora di portare in Europa, dove avrebbe poi avuto rapida diffusione, conosciuto fin 12 L’Occhio parlante dall’inizio come “pepe delle Indie”. Tutti i primi riferimenti storici al peperoncino sono quindi legati al concetto di spezia; la sua storia, invece, si realizzò seguendo vie diverse da quelle delle spezie raffinate e costose. Il successo del peperoncino fu immediato, ma non ci furono i risultati economici che ci si aspettava all’epoca, dal momento che la pianta, facilmente coltivabile dappertutto, si acclimatò benissimo nel Vecchio Continente. Con grande delusione dei Reali di Spagna, che videro così cadere i loro sogni di prosperosi guadagni. E mentre Spagna, Portogallo, Olanda ed Inghilterra litigavano per accaparrarsi le spezie vere e proprie, quelle che attecchivano e crescevano solo nei Paesi di origine, il peperoncino imbocca una strada tutta sua: diventa quasi subito “la droga dei poveri”, di tutti quelli che non potevano permettersi le costosissime spezie orientali. Nel Cinquecento questo destino particolare è già conosciuto e teorizzato. Nicolò Monardes, autore di un Trattato sulle cose che vengono portate dalle Indie Occidentali pertinenti all’uso della medicina, scrive proprio in quel secolo che il peperoncino si usa esattamente come le spezie aromatiche “che si portano dalle Molucche”; e aggiunge che la differenza è che “quelle costano molti ducati, e quest’altre non costa altro che seminarle”. Un business mancato, quindi. Un destino popolare e democratico che in pochissimo tempo diffonde il peperoncino in tutto il mondo, soprattutto tra le popolazioni povere con regimi alimentari monotoni, carenti di proteine. Col peperoncino i Messicani impararono ad insaporire le tortillas, gli Africani la manioca, gli Asiatici il riso. In Italia, grazie ad esso, soprattutto i meridionali (in special modo i calabresi) hanno reso più vivace e gradevole una cucina povera, vegetariana, fatta di ingredienti umili e di pochissima carne. Il peperoncino piccante, come tutti i peperoni, appartiene alla famiglia delle Solanacee. Le piante che ne fanno parte sono tutte ad alcaloidi che hanno (chi più chi meno) effetti particolari sul sistema nervoso umano: alcune sono vere e proprie piante medicinali, come la belladonna, lo stramonio, il giusquiamo, il tabacco, la dulcamara, l’erba morella; altre, come la patata, il pomodoro, la melanzana, fanno parte della nostra alimentazione quotidiana. Questa famiglia, molto numerosa, comprende 85 generi e almeno 2200 specie: uno degli 85 generi è il capsicum, al quale appartiene il peperoncino rosso piccante. Il nome latino deriva da “capsa”, cioè scatola, per la particolare forma del frutto che ricorda proprio una scatola con dentro i semi; oppure dal greco “kapto”, che significa mordere, con evidente riferimento al piccante che “morde” la lingua quando si mangia. In questo genere la specie più importante è il capsicum annuum, al quale appartengono tutti i peperoncini che conosciamo, e che raggruppa le varietà più diffuse: il capsicum abbreviatum, l’acuminatum, il fasciculatum, il cerasiferum, il bicolor e il christmas candle. Queste varietà sono le più utilizzate in Italia. Le altre centinaia di capsicum che ci sono in tutto il mondo producono tanti tipi di peperoncini, di tante dimensioni, forme e sapori che è praticamente impossibile classificarli: persino fra i botanici più insigni non c'è concordia. Vale la pena, perciò, di seguire il consiglio di uno studioso importante come Tom Stobart, che suggerisce di dimenticare i nomi e le classificazioni scientifiche e chiamare i peperoncini con i loro nomi locali: Pevium in Liguria, Peuvroun in Piemonte, Peverone in Lombardia, Pevrum in Emilia, Pepe rosso o Zenzero in Toscana, Lazzarette o Cazzarele a Pescara e Chieti; Saittì a Teramo, Pepentò piccante a L’Aquila, Diavulillu nel Molise, Peparuolo in Campania, Diavulicchio in Puglia, Cancarillo, Pipazzu, Pipi vruscente, Diavulillo in Calabria, Pibiri-moriscu in Sardegna, Pipi russi in Sicilia, Cerasella, Mericanill, Diavulicchiu in Basilicata. Il capsicum annuum è un arboscello perenne che, in condizioni di clima favorevole, viene coltivato annualmente. Le piantine hanno altezza variabile, tra i 20 e gli 80 centimetri; foglie alterne, a forma di cuore o lanceolate; fiori bianchi da Maggio a Settembre; dentro ci sono l’androceo e il gineceo, che maturano contemporaneamente con fecondazione autogena (senza l’aiuto degli insetti o del vento). Frutti e bacche di varia forma a seconda della varietà. Originario dell’America centro-meridionale, il capsicum annuum si coltiva nelle aree a clima caldo e temperato. Attecchisce con facilità negli orti, ma anche nei vasi. Ha trovato nel Sud Italia, soprattutto in Calabria e Lucania, l’habitat più congeniale. Per ciò che concerne il sapore, esistono peperoncini dolci, piccanti e piccantissimi: tutto dipende dalla capsaicina, che dà il sapore di piccante. In genere i più piccoli sono quelli più piccanti. Le varietà di peperoncino più conosciute nel mondo sono il Bell Pepper (coltivato in California, in Olanda e nei Paesi mediterranei), il Jalapeno (coltivato in Messico, Texas e Sud Ovest degli Stati uniti), l’Habanero (nello Yucatàn e ai Caraibi), il New Mexico (Messico e Valle del Rio Grande), il Jamaican Hot (Jamaica e isole caraibiche), il Kayenna (Louisiana, Messico, Asia e Africa), il Peperoncino (nei paesi mediterranei ed in California), il Serrano (in Messico e Sud Ovest U.S.A.), il Poblano (Puebla, Città del Messico e California), il Wax (Messico, California e Sud Ovest U.S.A.), il Rocotillo (coltivato in Sud America), il Thai (California e Sud Est asiatico), il Peperone dolce (Mediterraneo e California), lo Scotch Bonnet (Jamaica, Caraibi e Belize). C’è uno stretto (e positivo) rapporto tra peperoncino e medicina. Innanzitutto perché il peperoncino è stomachico, cioè favorisce la secrezione dei succhi gastrici, e quindi la digestione. Ma questo ortaggio svolge un’azione benefica anche per alcuni malattie: alcolismo, arteriosclerosi, artrite e reumatismi, artrosi e lombaggine, caduta di capelli, cancro, depressione, distorsioni, emorroidi, ferite, fermentazioni intestinali, insufficienza epatica, laringite, malattie cardiovascolari, prostatite, tabagismo, ulcera gastrica, vene varicose. La caratteristica fondamentale del peperoncino è senz'altro quella di essere una pianta vitale, in grado di stimolare tutte le funzioni vitali del nostro organismo. E qual è più vitale della pulsione sessuale? Il peperoncino, grazie ai suoi principi attivi, al suo sapore, al suo colore e alle sue altre mille qualità, è senza dubbio una delle piante più adatte a stimolare e soddisfare nell’essere umano il desiderio sessuale. È questo il motivo per cui si parla di questa come di una pianta afrodisiaca. La relazione peperoncino-eros è assai diffusa, ma quasi mai vengono illustrati i meccanismi che ci sono alla base. In ogni epoca storica, ogni popolo si è posto il problema di cibi e bevande erotiche e ha dato risposte varie e diverse, mai sorrette da basi scientifiche. Virgilio nelle Georgiche decanta le proprietà dell’erba eruca, altre culture esaltano i tartufi, il caviale, lo champagne, le ostriche. Il peperoncino, al contrario di questi ultimi, non ha niente a che vedere con gli ambienti raffinati, e, con tutta probabilità, la sua fama è dovuta più alla sua forma guizzante e insinuante, al suo colore lucido e brillante, al suo sapore prepotente e aggressivo, che ha in sé una sorta di attrattiva di tipo sessuale. In ogni caso, una cosa è certa: il peperoncino è ricco di vitamina E (oltre a quelle A, B, C e D), da sempre definita come “la vitamina della fecondità e della potenza sessuale”. Il peperoncino, però, è spesso apprezzato dalle donne anche per le sue proprietà benefiche per il corpo. È un ottimo riduttore della cellulite, ad esempio. Ed una maschera facciale agli estratti di peperoncino è salutare e rigenerante per la pelle del viso (lo stesso effetto si ottiene con l’aggiunta della pianta in questione ai fanghi sulfurei termali). Il peperoncino è, infine, utilizzato anche in alcune diete dimagranti, per donare lucentezza ai capelli e per i massaggi revulsivi. Tanti gli usi di “Sua Maestà il Peperoncino”, dunque. Usi consolidati e spesso antichi quanto la sua stessa storia. Che, ne siamo certi, continuerà ad accompagnare ancora per lungo tempo le abitudini degli italiani come e più di oggi. Non solo a tavola. (Annarita Zito) L’Occhio parlante 13 SCHERMA Campioni del Mondo ed Olimpici ma nel nostro territorio non riesce ad emergere L a nostra avventura continua, esplorando un’altra disciplina che rientra in quelli che vengono definiti sport minori (non perché abbiano un’importanza minore); ora è la volta della scherma, ovvero “disciplina sportiva che insegna l’arte del maneggio di appositi attrezzi allo scopo di superare in combattimento il proprio avversario, toccandolo nei bersagli validi stabiliti per le varie specialità e nel contempo di difendersi, mediante le parate, dagli attacchi portati dall’avversario”. La scherma, quindi, ha radici storiche che gli esperti tendono ad evidenziare considerato che, prima ancora che diventasse sport, la stessa era parte necessaria dell’educazione delle classi sociali più elevate e ne ha mutato cultura e nobiltà. Durante l’attività, che peraltro si svolge in pedana, è possibile utilizzare una sola arma tra fioretto, sciabola e spada; la differenza tra le tre modalità consiste nella zona in cui colpire per raggiungere le stoccate utili al raggiungimento della vittoria. Si presume che il fioretto, prima che un’arma, fosse un attrezzo sportivo utilizzato dai nobili per migliorare il proprio fisico dimostrando nel contempo il prestigio della propria estrazione sociale; l’unico bersaglio erano le parti vitali, ovvero il tronco dell’avversario. La sciabola era l’arma dei cavalieri che potevano colpire l’avversario dalla vita in su, tralasciando gli arti inferiori. La spada, invece, era l’arma utilizzata dai barbari, pertanto non esistevano regole precise e tutto il corpo poteva essere bersagliato. Quali sono i pregi di questo sport individuale? I professionisti del settore ci rispondono che le peculiarità ed i vantaggi derivanti da tale pratica sportiva sono innumerevoli, tra cui: esaltazione del singolo, autocontrollo, confronto con sè stessi, aumento della stima di sè, maggiore sicurezza, concentrazione ed autonomia. E gli elementi fondamentali? Il tempo, la misura, la velocità, la tattica, la strategia, l’attacco e la difesa, il contrattacco e la 14 L’Occhio parlante seconda intenzione. Tutto sommato, continuano gli appassionati, la particolarità consiste nel fatto che in questo genere di disciplina si dà un’elevata importanza ai fattori strategico-tattici rispetto a quelli legati a peso ed altezza; inoltre all’interno delle discipline di combattimento, l’attenzione si concentra tra i due avversari, nel senso che il singolo muta il suo comportamento in funzione delle informazioni ricevute dall’altro; si può scegliere, ed è questa la massima espressione dell’aspetto tattico, di programmare l’avversario ingannandolo. Abbiamo avuto modo di notare il ritorno al passato che puntualmente si ripresenta nel momento in cui si compiono gesti consueti. Prima del combattimento si rende omaggio, attraverso il “saluto”, prima all’avversario, poi al giudice di sinistra, poi a quello di destra e quindi si ritorna in prima posizione: a sinistra e a destra c’erano un tempo i padrini del duello. L’aspetto simbolico del saluto ci permette di ricordare e rivivere i tempi delle invasioni barbariche: il cristiano quando scendeva in campo per combattere usava portare alle labbra l’elsa della spada che, per la sua forma a croce, dava all’atto un alto significato; l’esito di un duello, tanto caro ai longobardi, veniva interpretato dagli stessi come giudizio di Dio, nel senso che il vincitore poteva ottenere la sua benedizione. A questo punto, terminato il viaggio che ci ha consentito di dare uno sguardo ai tempi trascorsi, abbiamo desiderato guardare all’aspetto agonistico di questa disciplina. La scherma ha dato all’Italia il maggior numero di medaglie ai campionati del mondo e alle Olimpiadi, grazie a grandi campioni che hanno saputo onorare l’inno e il tricolore d’Italia, ma nell’ambito puramente locale come ci si muove? E’ presente l’aspetto agonistico? “Certamente sì - risponde Maria Luisa Rinaldi, Presidente del Club Scherma Taranto, società esistente dal 1977, con lo scopo di trasmettere la cultura della scherma attraverso una passione che dura da anni - La società ed i partecipanti iscritti alla federazione italiana scherma, gareggiano a livello regio- nale, interregionale, nazionale ed internazionale con le tre modalità ( fioretto, sciabola e spada); fanno anche “mannino”, ovvero un campionato under 20 che si svolge a Catania. La particolarità è rappresentata dal fatto che chi lo vince per tre volte ottiene una spada d’argento”. Come risponde la cittadinanza tarantina? “Direi - continua la Signora Rinaldi - che non c’è una risposta efficiente, o meglio non quanto ci aspettiamo. Ciò che risulta strano è il fatto che la scherma ha un’importanza rilevante ma qui non riesce ad emergere. Stiamo facendo diverse attività di promozione, soprattutto nelle scuole, proprio con l’obiettivo di coinvolgere i ragazzi ed avvicinarli a questa disciplina, che tra l’altro apporta diversi vantaggi: destrezza, concentrazione, predisposizione a seguire le regole. Questo aiuta molto anche dal punto di vista psicologico, nella formazione del carattere e della personalità. Sicuramente è una disciplina affascinante e mi dispiace che non venga considerata allo stesso livello di altri sport più comuni. Io mi sono avvicinata a questa realtà diversi anni fa, quando i miei figli hanno iniziato a fare scherma, e vorrei far capire ai ragazzi che è davvero una grande cosa. Ho molta motivazione e credo in questa disciplina. L’elemento non irrilevante, come abbiamo già detto, è la disciplina ed il senso sportivo che miriamo a sviluppare nei ragazzi, insieme all’istruttore che ha un’importanza notevole, direi è una presenza indispensabile per chi pratica questa attività; un esempio di senso sportivo è rappresentato dal fatto che quando lo schermidore termina l’assalto (la gara), deve dare la mano senza guanto all’avversario, anche in caso di sconfitta”. (Ilaria Troiano) L’Occhio parlante 15 KATIA RICCIARELLI La regina della lirica italiana e internazionale N el panorama musicale italiano ed internazionale sicuramente ha saputo distinguersi una cantante lirica italiana: il soprano Katia Ricciarelli. Nata a Rovigo e diplomatasi al conservatorio B. Marcello di Venezia, debutta a Mantova nel 1969 in Bohème e l’anno seguente in Il Trovatore. Dopo i primi successi canta in tutti i più prestigiosi teatri del mondo prima come soprano di opere di Giuseppe Verdi poi anche di quelle di Gioacchino Rossini. Artista molto sensibile ai giovani, istituisce nel 1991 l’Accademia lirica internazionale e segue personalmente i ragazzi che decidono di “educarsi” a questo genere musicale che sicuramente non è comune né molto semplice da interpretare. L’impegno della Ricciarelli si estende anche al sociale, è infatti madrina dell’Associazione Thalassemici e molto spesso prende parte a concerti con scopo benefico organizzati da altre associazioni. Artista versatile interpreta Desdemona nel film di Otello con Placido Domingo con la regia di Franco Zeffirelli. Noi l’abbiamo incontrata, mentre sorseggiava del miele prima di una sua esibizione e l’impressione avuta è stata quella d’esser di fronte, oltre che ad una cantante di grandissimo rilievo, anche ad una maestra di evidente eleganze e raffinatezza. Quale autore di opere le trasmette più emozioni? E perché? Un po’ tutti mi piacciono... dopo un repertorio musicale di quasi cento opere di tutta la musica da camera è difficile dire quale. Ogni autore ha qualcosa da farti capire, un messaggio... non me la sento di dirne uno in particolare. Tra le opere che ha interpretato qual è il ruolo che ha sentito più vicino alla sua personalità? Nelle opere sono tutte eroine d’amore che si sacrificano, che amano, che vengono disturbate da qualcuno, quindi un po’ la storia di sempre. Il motivo conduttore è sempre l’amore e la morte, son quasi tutte uguali. Forse come caratteri somatici la Desdemona di Otello, che è bionda e veneta. Cosa prova mentre canta? E che messaggi affida alle note che emette durante un’esibizione? In quel momento non ci penso, cerco di dare tutto quello che ho dentro, cerco di trasmettere qualcosa e di non fare solo dei suoni... Ha istituito l’Accademia lirica internazionale, seguendo personalmente i giovani artisti. Che rapporto intercorre tra questo genere musicale e i giovani? Ci sono tantissimi giovani che vengono a studiare canto, per cui io direi che non è vero che c’è crisi, assolutamente no. Spesso mi accompagnano i miei allievi nelle esibizioni. Una cultura musicale presente nelle prime esperienze 16 L’Occhio parlante scolastiche potrebbe, a suo parere, diffondere interesse e comprensione della lirica? Come? I giovani dovrebbero essere sicuramente più pilotati, nel senso che dovrebbero capire: se vuoi portarli all’opera bisogna far capire loro quello che vanno a vedere. Non si può pretendere che poi non abbiano un trauma; oggi come oggi poi i tempi sono cambiati, tutto è diverso, tutto è più moderno, quindi bisogna rendere il melodramma attuale. L’artista a ‘tutto tondo’ non esclude in un suo prossimo futuro anche la carriera di attrice, dopo il suo debutto sul grande schermo con il comico pugliese Antonio Albanese e l’attore Neri Marcorè nel film di Pupi Avati ‘La seconda notte di nozze’. E, sicuramente, è tutto possibile per una artista di classe e indiscutibile bravura come Katia Ricciarelli! (Anna Rochira - Foto Uff. Sta.) POLIBECK S.p.A. Giusto Isolamento = Risparmio assicurato PRODOTTI PER ISOLAMENTO TERMICO E ACUSTICO MATERIALI EDILI COLORI E VERNICI PROFESSIONALI MASSAFRA - Via per Chiatona III Trav. sx, zona “Orto della Corte” Tel. 0998805588 Fax 0998804566 www.polibeck.com e-mail: [email protected] “La Solidarietà” Coop.va Sociale - Gestione Centri Educativi a favore dei minori - Gestione Case di Riposo, Case Protette, R.S.A. a favore degli anziani - Gestione Case Alloggio per malati psichici - Assistenza domiciliare integrata a favore degli anziani - Gestione Asili Nido e Scuole Materne - Gestione Centri di Riabilitazione e Fisioterapia - Gestione Mense - Gestione Centri di Prima Accoglienza - Servizi di animazione - Servizio infermieristico TARANTO - Corso Italia, 339 - Tel. 0997723785 Fax 0997723673 1805-2005 200 anni di Massoneria a Taranto L’ occasione per estirpare i pregiudizi, combattere l’ignoranza e mostrarsi allo scoperto: i 200 anni di Massoneria a Taranto vengono celebrati apertamente attraverso una mostra, presso il Centro Urban “La Puglia la incontri qui”. E’ il Grande Oriente d’Italia - Palazzo Giustiniani a ricordare la storia delle istituzioni massoniche che anche a Taranto hanno avuto importanza, e che tutt’ora esistono. 150 anni di storia per il Grande Oriente d’Italia, che ad oggi conta 9 logge nella città di Taranto: Atanor, Prometeo, Giulio Vanini, Archita, La Fenicia, Pitagora, Hermes, Giuseppe Vozza, Nazario Sauro, per un totale di 276 iscritti. La mostra espone i principali personaggi che sono appartenuti al Grande Oriente d’Italia e che hanno vissuto e operato a Taranto, lavorando secondo lo spirito dell’istituzione, ossia il bene e il progresso dell’umanità. Si possono infatti vedere i primi organizzatori di cooperative sociali, i primi a rendere grande la cultura pubblica nella città, come il Preside De Vincentis e il Preside Ursoleo: tutta gente che ha patito l’avvento del fascismo, come del resto si può notare da alcune foto esposte nella mostra. Ma la celebrazione del bicentenario vede anche l’organizzazione di quattro conferenze su temi diversi: dalla storia della massoneria nella città di Taranto (a cura dello storico Francesco Guida) alla sezione aurea (tenuta dal Prof. Lorenzo Golino), all’esoterismo nella poesia epica occidentale (a cura del Dott. Pietro Bonanno), per concludersi con il racconto dell’esperienza personale di Cesare Semeraro. A farci luce sull’argomento è stato il Maestro Venerabile Giuseppe Russo, della loggia Pitagora, il quale ci ha illustrato le motivazioni presenti alla base della realizzazione della mostra. “Lo spirito è quello inaugurato qualche anno fa dall’attuale Gran Maestro Gustavo Raffi, ossia uno spirito di apertura e trasparenza, proprio per combattere il pregiudizio che esiste nei confronti degli iscritti. E quest’ultimo è presente in gran misura, un po’ per colpa della società civile, un po’ 18 L’Occhio parlante per la massoneria che è rimasta per molto tempo legata alla riservatezza, ma non alla segretezza”. Corre l’obbligo di precisare dunque che siamo nel campo della riservatezza, ossia del “non necessario obbligo per gli aderenti di manifestare la propria appartenenza”, sempre a causa del pregiudizio che ancora vive in ampi strati della popolazione. E il Maestro Venerabile continua dicendo: “noi venerandi abbiamo l’obbligo di manifestarci apertamente, ma a volte c’è un risvolto morboso della gente che vuole sapere di noi e che pensa a chissà quali intrighi, a chissà quali favoritismi. L’ignoranza può spesso generare equivoci: ecco perché ci apriamo. Con la conoscenza combattere l’ignoranza e il pregiudizio: è quanto speriamo. Più di questo non si può fare”. Del resto, come ci ha fatto notare anche il Maestro Russo, oggi basta andare su internet e lì trovare tutte le informazioni riguardo alla massoneria: esistono siti che illustrano le attività, i fini, le regole. Insomma, di segreto c’è poco ormai. E questo è dimostrato dalle numerose manifestazioni che vengono organizzate in tutta Italia, “perché” - come ha tenuto a sottolineare il Maestro - “la storia dell’istituzione si è intrinsecamente legata all’evoluzione dello Stato italiano: basti pensare ai grandi ideali che hanno chiuso il periodo risorgimentale, dalle battaglie per la scuola pubblica all’estensione del voto alle donne, tutti nati all’interno della massoneria”. Aderire alla massoneria è permesso a tutti gli uomini senza distinzione alcuna. Il Grande Oriente d’Italia però non ammette le donne: la motivazione è di tipo tradizionale, giacchè il GOI si rifà alla massoneria di rito scozzese che a sua volta riserva soltanto agli uomini questo tipo di esperienza. Ma cosa spinge un uomo ad entrare a far parte della massoneria? La risposta ci viene dal Maestro Russo: “probabilmente a un certo punto della vita si cerca un approfondimento di alcuni valori e di alcuni motivi della tradizione iniziatica che possono portare ad un miglioramento in genere della persona e metterla al servizio della società. Si tratta dunque di un’esperienza individuale e particolare”. (Roberta Poggi) CIRO LUPO Artista sensibile al richiamo della sua terra Alcune mostre ed opere dell’Artista C iro Lupo, nato a Grottaglie (TA), vive ed opera a Castellaneta (TA). È un artista autodidatta di lunga esperienza e di fine sensibilità. Nel corso degli anni ha affinato la conoscenza e la padronanza delle tecniche pittoriche che vanno dall’olio su tela all’acquerello, alla china e all’acrilico. I soggetti rappresentati sono paesaggi, marine, nature morte. Predilige raffigurare gli elementi caratterizzanti la sua terra: dall’olivo reale, ai tralci dell’uva, dai campi verdeggianti allo spumeggiante mare di Puglia. La sua attività lo vede impegnato assiduamente nella vita artistica. Partecipa a numerose mostre collettive e personali in Italia ed all’estero. Consegue diversi titoli, premi e riconoscimenti presso vari concorsi, dimostrando grandi capacità e fervida volontà. È accademico dell’Accademia de “I 500” di Roma, “Il Macchiavello“ di Firenze, nonché dell’International Accademy of Sciences and Arts di New York. Artista dalla profonda sensibilità per la vita, è capace di trasmette forti emozioni, tanto mediante la rappresentazione immediata della natura, quanto dipingendo elementi di forte valenza simbolica, come può essere ad esempio un filo spinato reciso. Per l’Artista la vita è un “dono divino”, e nonostante alcune sue brutture, vale sempre la pena di essere vissuta. Ciro Lupo definisce l’Arte quale “forma d’espressione” attraverso la quale si può esternare quello che si prova dentro, i propri sentimenti, le proprie passioni, si può comunicare con il mondo che ci circonda ed identificare il proprio “io”. Ha allestito numerose mostre personali, l’ultima in ordine di tempo, dall’accattivante titolo “Seduzione Mediterranea”, nel Gennaio 2005, presso la Galleria Comunale del Castello Aragonese di Taranto. Autorevoli le rassegne collettive, tra cui: “Marconi e la sua Epoca” a Sasso Marconi (BO), Internazionale d’arte “Carta in-Canta” a Taranto, “Savioli Arte” e “Vela d’oro” a Riccione, “Premio Tindari” a Messina, Festival Nazionale a “Vallecorsa di Scena” (FR), “L’Arte incontra la Civiltà Rupestre”a Massafra (TA). Sensibile al richiamo della sua terra, si fa partecipe delle Rassegne “Ai 4 Venti” a Taranto. In permanenza presso la Pinacoteca Rodolfo Valentino di Castellaneta (TA). Da evidenziare all’estero, in Francia: “Nobel dell’arte” a Montecarlo, “Expo-Art” a Nizza. Ha il suo studio a Castellaneta (TA) alla via Garibaldi n. 1, tel. 0998441007. (Lucia Basile) L’Occhio parlante 19 Una interessante iniziativa artistico-culturale ha visto coinvolta la terra di Puglia e i suoi artisti a Rodi Garganico 20 L’Occhio parlante R odi Garganico e i suoi colori è il Simposio Internazionale d’Arte che si è tenuto presso l’Hotel “Pietre Nere” a San Menaio (FG) dal 17 al 21 Ottobre. Qui, grazie alla eccellente ospitalità dello sponsor, nelle vesti del Direttore, nonché mecenate d’arte, l’On. Franco Mele, gli artisti ospiti hanno potuto realizzare ognuno una splendida opera in estemporanea, trasformando i giardini e le sale dell’hotel in una inconsueta fucina d’arte. Ben diciotto le tele che andranno ad arricchire gli spazi espositivi del “Pietre Nere”, dipinte da artisti provenienti da ogni parte d’Italia e dall’estero. A rappresentare degnamente i colori della terra di Puglia, da Taranto Maria Teresa Di Nardo e Lucia Basile, da Brindisi Antonia Acri, da Bari Marinka Partipilo e Anna Sciacovelli. Dal resto d’Italia: da Avellino Enzo Angiuoni, Augusto Ambrosone e Sabino Matta, da Firenze Nicola Baratta, da Caltanissetta Franco Spena e Lillo Giuliana, da Udine Laura Cristin, da Potenza Simona Di Benga, da Messina Anna Magistro, da Capo D’Istria Violetta Mastrodonato, da Pescara Marcello Specchio e Silvino Di Giambattista. Da Ginevra Kika Boer. Nell’arco degli incontri programmati, l’Associazione Culturale Sèmata di Taranto ha voluto rendere omaggio, con un suo crest realizzato dall’artista Giuseppina Gravina, ad alcuni dei personaggi presenti all’evento di apertura dei lavori. Come da calendario, nella serata inaugurale hanno preso parte il Critico d’Arte Leo Strozzieri di Pescara, Antonio Di Rosa docente dell’Accademia delle Belle Arti di Foggia, Carmine Stallone Presidente Provincia di Foggia, Angelo Cera Consigliere Regione Puglia, Giandiego Gatta Presidente Parco Nazionale del Gargano (a cui è stata consegnata un’opera dell’artista Maria Teresa Di Nardo), Carmine D’Anelli Sindaco di Rodi Garganico, le massime autorità dell’Arma dei Carabinieri. L’On. Franco Mele ha dimostrato tutto il suo apprezzamento per le opere realizzate, tanto da assegnare anche tre premi, consistenti in un soggiorno completamente gratuito per la prossima stagione estiva ai fortunati artisti sorteggiati: Violetta Mastrodonato, Lillo Giuliana e Maria Teresa Di Nardo. Di grande apprezzamento culturale la performance di Laura Cristin, che ha evocato la sua She-rene and Dolphin in una atmosfera colma di lirica attenzione. Altrettanto brillanti e coinvolgenti i brani di musica classica napoletana e non solo, egregiamente eseguiti dal maestro baritono Pio Giordano. Nell’incontro, avutosi a chiusura del simposio, il maestro Franco Spena, anche brillante operatore culturale, ha elaborato, per ogni artista, un dettagliato profilo critico, in merito ognuno alla propria opera realizzata per l’occasione. Questo è stato solo uno dei tanti incontri organizzati dal professor Enzo Angiuoni, nato non solo dalla volontà di interscambio culturale tra artisti e addetti ai lavori, ma anche per stimolo e crescita in tutti coloro che come lui amano l’Arte, tanto da renderla strumento per mezzo della quale possano emergere sia il territorio ospitante l’evento, sia coloro che in esso vengono orbitati. E’ una proposta dunque di alto spessore culturale e nello stesso tempo di turismo, un esempio, perché no, da imitare. Arte è, così come l’ha definita il prof. Strozzieri, il “respiro dell’anima”... noi osiamo aggiungere: non solo di chi la produce, ma anche di chi ne è degno fruitore! (LB) FLASH TARANTO Notizie in breve TARANTO Sinfonia d’Arte Quinta Edizione, il 27, 28 e 29 Ottobre, presso il Chiostro San Michele nella Città Vecchia, organizzata dall’Associazione culturale L’Impronta e dall’Istituto Musicale di Alta Cultura G. Paisiello, con il patrocinio della Provincia di Taranto. Tema della manifestazione L’ultimo uomo della terra, testo poetico di Vito Donato Litti. Nella seconda della tre serate, musica dell’Istituto G. Paisiello, e nell’ultima serata, incontro con l’autore Vito Donato Litti. In esposizione: Liliana De Bellis, Rosanna De Pasquale, Maria Teresa Di Nardo, Margherita Fallico, Gianfranco Gatto, Filomena Maglio, Giuliana Taglialatela Frisenda, Carlo Trivellini. (-) TARANTO Sabato 15 Ottobre nel Salone degli specchi del Comune di Taranto si è tenuta una conferenza stampa relazionata dall’Assessore al Risanamento della Città Vecchia e Progetti speciali, Angela Gentile (foto in basso), dal Consigliere comunale di maggioranza Ugo Lomartire e dall’Architetto Antonio Liscio, per portare a conoscenza la cittadinanza dei nuovi interventi che saranno fatti in futuro nell’ambito di riqualificazione urbanistica. Taranto, dopo la revisione di metà periodo, che verifica l’attuazione dell’utilizzo delle risorse per gli interventi programmati, è risultata la città che ha raggiunto tutti gli obiettivi di spesa previsti dal POR 2000/2006 ed è stato anche il capoluogo pugliese che ha trainato le altre città che hanno beneficiato dei finanziamenti europei, per questo ha avuto un premio in denaro e la possibilità di spendere ulteriori due milioni di euro in opere di riqualificazione delle aree bersaglio, per la formazione delle microimprese e per gli aiuti al commercio. Inoltre la percentuale del cofinanziamento che riguarda l’onere del Comune di Taranto è scesa dal 7,5 al 2,98% permettendo, così, di poter usufruire di una ulteriore fonte di risorse. La Giunta comunale ha approvato il 14 Ottobre la nuova programmazione degli interventi, affiancando alla riqualificazione urbana anche quella sociale; alcuni interventi riguarderanno la Torre dell’Orologio con la creazione di uno sportello informativo nella Città Vecchia, la creazione di un percorso archeologico, degli alloggi per ragazzi down, ed altre iniziative che contribuiranno a rendere la Città Bimare più vivibile. (AR) STATTE Rogge di colori... come farfalle, mostra personale di Rosa Ressa, artista locale, dal 20 al 31 Ottobre 2005, presso la Biblioteca Civica di Statte. Visitabile dal Lunedi al Venerdi dalle ore 9,30 alle ore 13,00 e dalle ore 16,00 alle ore 19,30; il Sabato dalle ore 9,00 alle ore 13,00. Con il patrocinio del Comune di Statte. (-) Per la pubblicazione in queste pagine inviare un fax al n. 0997362759 oppure una e-mail all’indirizzo [email protected] Dopo due anni di lunghe pratiche, il Presidente dell’Associazione “Il Palio di Taranto”, Francesco Simonetti, è riuscito finalmente ad ottenere in concessione dall’Autorità Portuale l’area demaniale sita in Piazza Castello, lato mare. Sarà questa la nuova sede (foto a lato) dell’Associazione, inaugurata il giorno 19 Ottobre 2005, che godrà di uno spettacolare panorama, a ridosso del Mar Grande, tra il Castello Aragonese e i giochi d’acqua. Durante la serata inaugurale il Presidente Simonetti ha donato al Sindaco di Taranto Rossana Di Bello lo spartito della composizione realizzata da Pino Forresu proprio per l’occasione e che è stata suonata dall’Orchestra di chitarre Chitartarentum. Il circolo nautico ospiterà le dieci imbarcazioni che rappresentano gli storici rioni che ogni anno si impegnano nel suggestivo torneo; le stesse saranno a disposizione di coloro che vorranno cimentarsi nella tecnica di vogatura. Si effettueranno inoltre, grazie ad un accordo con la “Taranto Canoa”, corsi di canoa ed escursioni guidate nel Mar Piccolo; ci sarà anche la possibilità di noleggiare canoe per corsi liberi. (RP) TARANTO Il Sindaco Rossana Di Bello ha affidato al Consigliere comunale Graziana Bruno un incarico affinchè contribuisca con l’Assessorato ai Servizi sociali alla fase di programmazione e di collaborazione per le attività e progetti speciali. Si tratta di una delega importante, non solo per l’articolazione delle inerenti tematiche, ma anche ai fini dell’attuazione delle linee programmatiche e degli indirizzi generali di governo dell’Amministrazione comunale. (-) TARANTO TARANTO CAROSINO Martedì 19 Ottobre, all’interno del Palazzo Galeota, sede dell’Assessorato alla Cultura, c’è stata la presentazione di una Guida turistica della città di Taranto con il riconoscimento della validità dell’operato da parte dell’Assessore Emanuele Basile e del Dirigente dell’Istituto Paritario “Moschetti”, Francesco Gorino. La Guida turistica della Città di Taranto è stata ideata e realizzata da un gruppo di studenti con l’aiuto delle insegnanti Maria Carelli, Grazia Briganti e Maria Totaro che assieme agli alunni hanno visitato e ricercato informazioni sui luoghi di particolare interesse culturale, storico, archeologico e sociale del Capoluogo jonico. La rielaborazione del materiale è stata riportata in un opuscolo scritto in quattro lingue: italiano, inglese, tedesco e francese. Opportunamente migliorata e integrata di ulteriori notizie e cartina geografica che indichi i luoghi descritti, questa guida potrà essere uno strumento importante sia per i turisti, stranieri e non, che vorranno conoscere meglio la Città Bimare, che per valorizzare il territorio. (AR) Mercoledì 13 Ottobre si sono conclusi i festeggiamenti di San Biagio, patrono del paese di Carosino, anticipati da un triduo solenne, hanno avuto inizio il 12 Ottobre con l’intronizzazione della statua del Santo in chiesa e sono continuati fino al 13 con la celebrazione della messa solenne presieduta dall’Arcivescovo Mons. Benigno Luigi Papa, alla presenza delle autorità civili, dei rappresentanti del Comitato “Feste patronali San Biagio” e della cittadinanza. Dopo la messa si è tenuta una processione con il simulacro di San Biagio per le vie principali del paese. Le serate sono state allietate dalla musica della banda “Città di Lizzano” e “Città di Lecce”, mentre la piazza centrale è stata abbellita da luminarie e molte bancarelle di venditori ambulanti; per i più piccoli ci sono state anche le giostre. A concludere la serata è stato uno spettacolo di fuochi pirotecnici. I carosinesi festeggiano San Bangio anche ad Ottobre, oltre che con riti prettamente religiosi a Febbraio, come segno di ringraziamento per i raccolti della vigna. (AR) Presentata (foto a destra) la Seconda Edizione della Rassegna “Bino Gargano”, promossa dall’Ass. Artistico-Culturale “E. Barisciano”, alla presenza di Mino Pozzessere Assessore Provinciale alla Cultura e Spettacolo, Anna Prunella Presidente dell’Associazione, Pino Pitaccio Vicepresidente, Lino Conte Commediografo, Attore e Regista. La rassegna, patrocinata dall’Ufficio di Presidenza della Provincia di Taranto, riveste per questa edizione un ambito nazionale. A partire dal 14 Ottobre 2005 sino al 14 Aprile 2006 si alterneranno sul palcoscenico del Teatro Padre Turoldo in via Leonida angolo via Laclos a Taranto, spettacoli di musica, teatro e cabaret per un totale di circa 100 appuntamenti. In cartellone artisti provenienti da tutt’Italia; per il cabaret alcuni dei comici di Zelig. Nella programmazione incluse fiabe per ragazzi, Lunedì culturali a cura di Giovanni Amodio, due spettacoli al mese dedicati al sociale, il cui ricavato sarà offerto in beneficenza alle associazioni di volontariato. L’evento nasce quale contributo alle famiglie per stare assieme a teatro, avendo la possibilità di scegliere, secondo i propri gusti, tra spettacoli di ogni genere. L’orario di apertura del sipario nei giorni feriali è alle ore 21, festivi ore 19. Costo del biglietto Euro 8,50 per teatro e musica, ai soci Barisciano Euro 6. Per cabaret Euro 10, ai soci Barisciano Euro 8. Info e prenotazioni via Argentina 26, tel. 3394271774. (LB) L’Occhio parlante 21 FLASH ...segue Notizie in breve PROVINCIA DI TARANTO Sono stati ricevuti (foto a destra), dal presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido, gli undici ragazzi provenienti da Donesk e coinvolti nel progetto promosso dalla parrocchia Corpus Domini e dall’associazione Italia-Ucraina di cui fa parte Salvatore Miceli. La visita di questa mattina a Palazzo di Governo fa seguito all’incontro con il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, dopo che i giovani ucraini sono stati ricevuti dall’Arcivescovo di Taranto, Mons. Benigno Luigi Papa. I ragazzi hanno avuto l’occasione di conoscere il capoluogo ionico; per loro anche una gita su nave Clodia dell’Amat e, attraverso la loro rappresentante, hanno invitato il presidente Florido a recarsi nel loro paese; dal canto suo, Florido non ha escluso la possibilità di recarsi a Donesk, città gemellata con Taranto dal 1984. (-) GINOSA Marina di Ginosa con un look rinnovato (foto sotto), per quel che concerne gli arredi urbani, le infrastrutture, i servizi pubblici. Risolto il problema del sottopassaggio Sorci, l’Amministrazione ha provveduto alla rete fognaria in Viale Italia e al collaudo delle relative condotte. Portata la fogna bianca anche in Via Stradella e Via Pitagora. Anche il cimitero è stato portato ad ultimazione, come anche la fontana in Piazza Stazione. E’ stata resa funzionale anche Piazza San Pio con l’annessa fontana. Completata anche Piazza Indipendenza, ove è stato realizzato il Monumento dei Caduti ed un’altra fontana. Curato anche l’arredo urbano in viale Ionio e riportato in auge il Parco Comunale: trasformato in una cornice ideale per ospitare spettacoli serali di vario contenuto e genere; oltre a bagni pubblici, è stato anche dotato di accessi facilitati per i disabili. Per quanto riguarda il Camping Internazionale, è stato adeguato alle norme di legge, dopo l’incendio del 2004, anche, grazie all’impegno. (-) 22 L’Occhio parlante GINOSA TARANTO PROVINCIA DI TARANTO I lavori di scavo, realizzati nel centro urbano per la rete fognaria, con l’interessamento diretto dell’Assessore all’Urbanistica Angelo Innone, continuano a portare alla luce interessanti ritrovamenti archeologici, indispensabili per ricostruire la topografia di Ginosa. Questa volta, proprio nei pressi del Palazzo Municipale, è stata ritrovata una tomba (foto a sinistra) databile tra il IV e III sec. a.C., quindi di chiara derivazione ellenistica. Man mano che i lavori di scavo proseguivano a pochi metri di profondità dal manto stradale, è stato ben individuato un lastricato di carparo che, molto probabilmente, doveva fungere da pavimentazione di un edificio pubblico, al di sotto del quale è stata rinvenuta una tomba. Amara sorpresa per gli addetti ai lavori della Soprintendenza, intervenuti sul posto, per lo studio e le analisi del caso, accanto al Sindaco Gino Montanaro e al Consigliere delegato alla Cultura, Bradascio: la tomba, infatti, era già stata ripulita del corredo funebre. Pertanto, a parte qualche frammento di ceramica, di bronzo e di ferro, probabilmente appartenente all’anello di sostegno di un tripode, nella tomba non era rimasto praticamente nulla. (-) Dal 20 al 30 Ottobre (dalle 10,00 alle 12,30 e dalle 17,00 alle 20,30), presso la Galleria comunale Castello Aragonese di Taranto, mostra personale di Maria Conserva, dal titolo Per sua natura (La bellezza silente), curata dal critico Giovanni Amodio. Patrocinio del Comune di Taranto, Assessorato alla Cultura, retto da Emanuele Basile. (-) Si spenderanno complessivamente 255mila euro per finanziare i prossimi interventi programmati dal settore lavori pubblici (Assessorato retto da Costanzo Carrieri, nella foto) della Provincia di Taranto. Gli interventi sulle strade provinciali interesseranno in particolare la provinciale 23 Castellaneta-Mottola e la strada provinciale 26 nei pressi di Palagianello attraverso il rifacimento del manto stradale e della segnaletica orizzontale e verticale. Rilevanti anche le opere in programma sul fronte scolastico: altri 85mila euro per finanziare il rifacimento dei bagni all’Archita di Via Pitagora a Taranto, la sostituzione di alcuni infissi interni alla succursale del De Ruggieri di Massafra e verificare la funzionalità di alcuni ascensori installati negli istituti della nostra provincia. (-) PROVINCIA DI TARANTO 20 Ottobre: nel Salone di Rappresentanza della Provincia di Taranto, si è tenuta un’Assemblea pubblica, come da previsione del Regolamento Regionale 3/99. L’assemblea, organizzata dal Comitato di Gestione A.T.C. (Ambito Territoriale Caccia) di Taranto, è servita ad illustrare il programma di interventi previsti per l’anno 2006. Sono intervenuti all’incontro, il Presidente dell’A.T.C. Antonio Miccoli, il Consigliere Borracino, l’Assessore provinciale alla Caccia Francesco Carbotti e il Dott. Michele Carone che ha presentato uno studio dettagliato sul territorio messo in rete a disposizione di tutti. (AR) TARANTO Alla Cittadella delle Imprese, Venerdì 21 Ottobre si è svolta una conferenza stampa per presentare alle aziende del turismo e agli associati Assonautica, il Progetto Zefiro. Presenti il Presidente dell’Assonautica nazionale, Gianfranco Pontel, il Direttore dell’Assonautica provinciale di Taranto, Matteo Dusconi, il Presidente della Camera di Commercio di Taranto, Emanuele Papalia, L’Assessore al Turismo del Comune di Taranto, Emanuele Basile. Il progetto è sostenuto dall’Unioncamere Italiana, dall’Assonautica nazionale e dalla Nautital; ha lo scopo di sviluppare la nautica da diporto nel Tirreno Centro meridionale e nello Jonio con la creazione di un Consorzio che dovrebbe incentivare la filiera nautica e le Piccole Medie Imprese a sostenere lo sviluppo e la destagionalizzazione del turismo nautico. Turismo legato al mare come alternativa alle realtà industriali come perno per lo sviluppo economico della città. Il Progetto Zefiro è finanziato dal Ministero delle Attività Produttive per una somma di circa 8,5milioni di euro e riguarda le regioni appartenenti all’Obiettivo 1, tra cui la Puglia. Entro il 20 Novembre le aziende interessate possono aderire al progetto. (AR) PROVINCIA DI TARANTO Provengono da ogni parte del mondo (Giappone, Ungheria, Nuova Zelanda, Stati Uniti, solo per citare alcune nazioni), frequentano alcune scuole superiori di Puglia e Basilicata: sono i 40 studenti, ospiti di famiglie italiane, coinvolti nell’ambito degli scambi internazionali giovanili promossi da Intercultura, associazione di volontariato che opera in questo campo da 50 anni. Il presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido, ha ricevuto gli studenti, guidati dalla coordinatrice dei centri locali di Puglia e Basilicata di Intercultura, Francesca Caffio e Dario Maggi, Presidente del centro locale tarantino della stessa realtà associativa; all’incontro ha preso parte anche il consigliere provinciale dell’Udeur, Aldo Maggi. (-) F rancesco nacque ad Assisi nel 1181 figlio del mercante di stoffe Pietro Bernardone. Trascorse la giovinezza frequentando allegre compagnie con il sogno di diventare cavaliere. All’età di ventitré anni, mentre si recava in Puglia a combattere con Gualtiero di Brienne, ebbe a Spoleto una visione. Tornò a casa e da lì cominciò la sua conversione: l’incontro con un lebbroso e il messaggio del Crocifisso di San Damiano lo spinsero, in contrasto con il padre, a vivere solo per Dio abbracciando la povertà. Francesco rinuncia pubblicamente a ogni suo bene, restituendo tutto al padre e spogliandosi di ogni cosa. Il Vescovo di Assisi era stato chiamato a fare da giudice sulla rinuncia dei propri beni ricevuti in famiglia da parte di Francesco e rimase ammirato per il gesto del giovane che in seguito protesse e sostenne. Nel 1208 iniziò a predicare la penitenza, vestito di sacco e vivendo di elemosina, mentre si univano a lui i primi compagni. La prima regola dell’Ordine venne sottoposta a Papa Innocenzo III che la approvò e diede ai frati il mandato della predicazione penitenziale. Cominciarono allora le missioni in Italia e oltralpe. Francesco andò anche in Terra Santa ad annunciare Cristo al sultano. Rientrato ad Assisi dovette affrontare le difficoltà interne all’Ordine e, nel capitolo del 1220 cedette il governo a Pietro Cattani. Nel 1224 ricevette le stigmate sul monte della Verna, divenute suo principale attributo iconografico. Nella “Stigmatizzazione di san Francesco” di Giotto, Cristo in Croce con le ali di un serafino che imprime nel corpo di Francesco le stigmate è l’immagine della visione che il Santo ebbe sul monte della Verna. Poco dopo lo colse una grave malattia agli occhi e, quasi cieco, a San Damiano compose il Cantico delle Creature. Morì il 3 Ottobre 1226. Generalmente il Santo è rappresentato con il saio bruno e il cingolo. Le ferite alle mani, ai piedi e al costato, le stesse che patì Cristo sulla croce, furono però un fatto così peculiare da divenire il suo principale attributo iconografico. Le più antiche immagini lo raffigurano gracile, minuto e sofferente. Spesso tiene in mano un crocifisso, oggetto di adorazione. Francesco è considerato il protettore dei commercianti, dei cordai, degli ecologi, dei floricoltori, dei mercanti, dei tappezzieri, dei poeti, ed è anche il Santo patrono d’Italia. Egli fu canonizzato nel 1228 e divenne in breve tempo uno dei Santi più popolari della cristianità, festeggiato il 4 Ottobre. Una curiosità riguarda il nome. Francesco d’Assisi era stato battezzato Giovanni, detto Francesco, perché la madre era provenzale. (RM) L'Oroscopo dal 6 al 20 Novembre 2005 ARIETE (21 marzo - 20 aprile) LEONE Attività intensa e possibilità di mettersi in luce raccogliendo consensi. Bene in campo economico, puchè si dica no agli eccessi. Carica erotica da spendere. Comunicativa. TORO (21 aprile - 20 maggio) VERGINE Calcolare bene i propri tempi di maturazione per non fare passi precipitosi. Rafforzare un legame sentimentale che chiede maggiore assiduità. Nuovi orizzonti nel lavoro. GEMELLI (21 maggio - 21 giugno) Una buona dose di forza di volontà sarà l’arma migliore per superare gli ostacoli nel lavoro. In amore, seguire l’ispirazione del momento. Accettare un invito. CANCRO (22 giugno - 22 luglio) Molto lavoro da portare avanti: la fatica sarà ripagata dai risultati. Si oscilla tra individualismo e disponibilita verso gli altri. Momenti contraddittori senza chiedersi troppi perchè. BILANCIA di Picius Segno favorito del periodo (23 luglio - 23 agosto) SAGITTARIO (23 novembre - 21 dicembre) Affrontare con la giusta grinta le emergenze lavorative: ottimo vantaggio sugli inseguitori. Apprezzare di più gli altri. Dare il buon esempio in famiglia. Fioriture in amore. Positiva spinta a sperimentare le cose in prima persona. Irrequietezza in campo sentimentale. Dire no ai rapporti logori. Nel lavoro semplificare le cose senza commettere ingenuità. (24 agosto - 22 settembre) CAPRICORNO (22 dicembre - 20 gennaio) Bella sferzata di energia. Allargare gli orizzonti ricercando contatti umani più ricchi. Il dinamismo aiuta a vincere una battaglia. Qualche incomprensione in famiglia. Generosità e tolleranza. Nel lavoro dire sì solo dopo aver soppesato pro e contro. Appoggiate le iniziative che valorizzano la propria creatività. In famiglia cercare strategie per difende l’equilibrio. (23 settembre - 22 ottobre) ACQUARIO (21 gennaio - 19 febbraio) Stimolata la sfera sentimentale: positivi cambiamenti in vista. Buone chances per il lavoro e per l’amicizia: aprirsi al nuovo ed essere creativi. Miglioramenti economici. Cercare di sdrammatizzare le incomprensioni familiari. Essere più malleabili ed evitare reazioni brusche. Rallentare nel lavoro. Momento positivo per la vita di relazione. SCORPIONE (23 ottobre - 22 novembre) Qualche problema familiare può rendere nervosi. Essere espliciti e non lasciare sospesi. Uscire dalle griglie della consuetudine: sarà l’arma migliore per rigenerarsi. PESCI (20 febbraio - 20 marzo) In amore lasciarsi guidare dall’intuito. Essere affettuosi in famiglia. Piacevoli sorprese euforizzano nel week-end. Nel lavoro non arrendersi a una critica: i fatti daranno ragione. il Mercatin l’usato di qualità dei S gni 1.000 MQ DI ESPOSIZIONE Per chi vende la vetrina ideale Per chi compra la garanzia di ottimi affari ...e all’interno... Selezione di Antiquariato e Mobili in Arte Povera Assistenza e restauro con recupero e consegna gratuita ai propri clienti APERTO LA DOMENICA MATTINA