#03
MENSILE DI STORIE E NOTIZIE
FIORENTINE E TOSCANE
#03
Mensile di storie e notizie fiorentine e toscane N. 3 — Luglio/Agosto 2012
Trasmesso a 3000 indirizzi e-mail
Direttore Responsabile
LILLY MAGI
Vicedirettore
FABIO M. FABRIZIO
Hanno collaborato
MARZIA BARTOLOMEI CORSI
PIETRO BERNA
ENRICO MEACCI
COSIMO DAMIANO NICOLETTI
FEDERICO RUPI
MARILLI RUPI
ROBERTO VACCA
Giorgio Vasari - Ritratto di Lorenzo il Magnifico - 1534
Coordinamento editoriale
PIER LODOVICO RUPI
IL VASARIANO è edito da
Associazione “Il Vasariano”
Via Bottego, 30—Arezzo
Reg. Trib. n. 4/11 RS
www.ilvasariano.com
scrivi a: [email protected]
#03
Storia
Personaggi Storici
Curiosità
LA RIVOLUZIONE DELL’ARCHIBUGIO
AMERIGO VESPUCCI
IL SASSO DI DANTE
di F. Rupi
di F. Rupi
Attualità
Boutade
Motori
IL CAFFE’ SULLE MURA DI LUCCA
SCHIETTEZZA E SUPPONENZA
METTI L’AUTO IN SICUREZZA
di F. M. Fabrizio
di E. Meacci
Boutade
Linguaggio
Curiosità
PERCHE’ SI DICE
SPROPOSITI E LINGUAGGIO TV
GLI UFO A FIRENZE
Trasporti
Scienza
Storia
LE FRASI LAPIDARIE
ALITALIA OGGI
QUESTIONI APERTE
di Barbarossa 1568
di R. Vacca
Storia Locale
Storia Locale
Calcio
SAN GIORGIO A COLONICA
E IL CUPOLONE
ALLUVIONI E INCOMPETENZA
IL LANCIO DELLA MONETINA
di P.Berna
di C. D. Nicoletti
Linguaggio
Cultura
Rubriche
ARRICCHIAMO IL LINGUAGGIO
SIGNIFICATO DELLA CHIMERA
BRIDGE
di P. L. Rupi
Ambiente
Curiosità
AMBIENTE E COSTA TOSCANA
STATUA DELLA LIBERTA’
di M. Rupi
Linguaggio
La poesia del Notaio
PERCHE’ IL GRECO
Alla Sedia
di M. Licenziati
LA RIVOLUZIONE
DELL’ARCHIBUGIO
di Federico Rupi
Nel 1500, le attività militari sono
investite da una radicale rivoluzione. Con
l’introduzione della cosiddetta “artiglieria a
polvere”, spade, lance, archi e balestre
diventano armi inefficaci, a fronte degli
archibugi e dei cannoni. I nobili prendono
male questa novità perché si rendono conto
che, adesso, qualsiasi villano dotato di un
archibugio può divenire un temibile
guerriero, mentre fino ad allora l’arte delle
armi era riservata ai nobili, i soli che
potessero dotarsi di una costosissima
armatura, di un cavallo e di uno scudiero
per portare le pesanti armi del tempo. Lo
Stato della Chiesa, che ritarderà nel
dotarsi dei nuovi armamenti, li classifica
subito come “opera del Maligno”.
Conseguenza delle nuove armi è la
scomparsa dell’importanza strategica del
castello e il diffondersi di una nuova
struttura edilizia militare che prende il
nome di “fortezza”. Il colpo di cannone
apre agevolmente una breccia nelle mura
del castello che perde così la capacità di
proteggere chi vi si è rifugiato. Mentre la
fortezza, che è un ampio terrapieno
rivestito di pietra, è praticamente immune
dai colpi del cannone e, d’altra parte,
consente sopra di sé il posizionamento di
questo nuovo strumento di guerra. I cannoni
vengono posti su spiazzi d’angolo
prominenti, chiamati bastioni, e da questi
controllano l’intero territorio circostante.
Con la fortezza spariscono anche i
merli che servivano per proteggere gli
arcieri dalle frecce, mentre adesso i fucilieri
sono appostati su camminamenti interni al
terrapieno e, da qui, ben protetti, sparano
a fuoco radente attraverso strette feritoie.
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Firenze, dominata dalla classe
mercantile, comprende prima di altri
l’importanza strategica delle nuove armi e
realizza verso il confine con lo Stato
pontificio, ad Arezzo, il primo esempio di
struttura fortificata adeguata allo scontro
con l’artiglieria a polvere.
Le conseguenze della rivoluzione
dell’artiglieria a polvere si riveleranno
andare ben oltre questi aspetti di tecnica
militare. La residua impostazione politicosociale proveniente dal medioevo, che
ritrovava nel sistema dei castelli e nella
nobiltà guerriera la base della sua
esistenza, uscirà scompaginata.
Cominceranno a contare i grandi
eserciti rispetto alle bande locali, i centri di
potere
minori
finiranno
assorbiti dalle entità politiche
maggiori e si determineranno
le prime agglomerazioni,
premessa per la definitiva
trasformazione dell’Italia in
uno Stato.
IL CAFFE’ SULLE MURA DI LUCCA RIAPRE di Fabio Massimo Fabrizio
A Lucca torna a vivere l’antico Caffè delle mura, uno dei più brillanti esempi di
architettura ottocentesca, nato come pausa della passeggiata sulle fortificazioni urbane
trasformate nel 1820 da Maria Luisa Borbone in parco di città.
Il Caffè fu costruito nel 1840, trasformando una casermetta. Nel 1865, il Caffè, fu
smontato e rimontato arretrandolo di 25 metri per far posto alla statua di Vittorio
Emanuele II. Nel 1923, il Caffè divenne sede del Fascio e dal 1945 al 1950, sede del
Movimento Giovanile Comunista. Dopo un periodo di attività il Caffè chiuse i battenti nel
2005.
Oggi finalmente riapre con il suo ruolo originario.
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PERCHE’ SI DICE
te lo spiego io
Cherchez la femme!
Esprime la convinzione che dietro ogni
accadimento ci sia sempre una donna.
Giovenale afferma nelle Satire: “Nulla fere
causa est, in qua non femina litem moverit”
La frase “cherchez la femme!” è di un
poliziotto nel dramma di Dumas “Mohicans
de Paris”
Tamara De Lempicka
Capro espiatorio
Indica colui al quale sono attribuite ingiustamente colpe non sue
Nella religione ebraica, il giorno dell’espiazione il sacerdote caricava simbolicamente i
peccati commessi dalla comunità addosso ad un caprone che poi veniva sacrificato.
Filarsela all’inglese
In Italia e in Francia si attribuisce agli inglesi l’indelicatezza di andarsene senza salutare .
Ma per gli inglesi sono i francesi che se ne vanno senza salutare
Qui sta il busillis
Il busillis indica il nodo insoluto di una questione.
La parola deriva da un errore di traduzione: si racconta di uno studente, che, dovendo
tradurre “in diebus illis” (in quei giorni), divise la frase “in die-busillis” e tradusse “nel
giorno del busillis”
Il filo di Arianna
Si dice di qualcosa che fa trovare la via d’uscita in una situazione molto intricata.
Teseo entrato nel labirinto per uccidere il Minotauro riuscì a ritrovare l’uscita grazie al filo
donatogli da Arianna, srotolato nel percorso
6
A ufo
Si dice di qualcosa ottenuto a sbafo, senza pagare.
Deriva dalla volgarizzazione della sigla A.U.F., “Ad Usum Fabricae”, intendendosi che si
trattava di costruire una chiesa. I materiali destinati a questo scopo non pagavano dazio.
Paganini non ripete
E’ la sottolineatura dell’eccezionalità di una prestazione artistica.
La frase fu pronunciata da Niccolò Paganini nel 1825 al teatro Carignano di Torino alla
presenza del Re Carlo Felice. In effetti, Paganini spesso improvvisava e quindi si trovava
nell’impossibilità di ripetere
Piantare in asso
Significa abbandonare qualcuno nel momento meno opportuno
Teseo abbandonò Arianna nell’isola di Nasso, nonostante che ella lo avesse aiutato ad
uscire dal labirinto donandogli il filo. Con il tempo Nasso ha perso la enne.
Questioni bizantine
Sono rimaste celebri le vane discussioni teologiche che avvenivano a Bisanzio mentre i
maomettani procedevano alla conquista dell’Impero Romano d’Oriente.
Calende greche
Poiché nel calendario greco non c’erano le “calende”, rimandare ad esse significa
rimandare all’infinito
Avere il bernoccolo
Si dice di chi è predisposto per una determinata materia.
Deriva da una teoria secondo cui ogni zona del cervello sarebbe sede di una specifica
funzione intellettuale e quindi dalla conformazione del cranio si potrebbero determinare
le predisposizioni
Divagazioni
Quando conosci per la prima volta una persona ricorda che non avrai una seconda
occasione di fare la prima impressione
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dopo tre anni dal recupero
ALITALIA OGGI
di Barbarossa 1568
La "nuova Alitalia” nasce agli inizi del
2009 dall’Alitalia, acquisendo anche la
compagnia “Air One”. In quello stesso
periodo, Air France acquista il 25% del
capitale di Alitalia.
Cercherò di dare una sintesi oggettiva
e schematica, fondata sui numeri, di cosa è
successo ad Alitalia, dopo quella data.
2009
I passeggeri trasportati sono a 21,7
milioni.
I passeggerixchilometri (cioè il numero
di passeggeri moltiplicato per i chilometri
volati da ciascun passeggero), sono pari a
28,412 miliardi.
I postixchilometri offerti sono pari a
43,355 miliardi,
Il conseguente “Load Factor” (fattore
di riempimento, dato dal rapporto tra i
passeggerixchilometri ed i postixchilometri
disponibili) è pari a 65,5%.
2010
I
passeggeri
trasportati
sono
a 23,3 milioni, con aumento 7,4% rispetto
al 2009.
Questa crescita è superiore di oltre il
2% rispetto alla crescita della domanda
europea ed è superiore anche alla crescita
globale dei passeggeri sull’insieme degli
aeroporti italiani.
I passeggerixchilometri sono pari a
32,903 miliardi, con un aumento del 12,1%
rispetto al 2009.
I postixchilometri offerti sono pari a
46,684 miliardi con un aumento del 3,4%
rispetto al 2009).
Il conseguente Load Factor (fattore di
riempimento) è pari a 70,5% con un
aumento di 5 punti percentuali rispetto al
2009.
2011
I
passeggeri
complessivamente
trasportati ammontano a 24,6 milioni, con
aumento del 5,5% rispetto al 2010.
Il Load Factor (fattore di riempimento)
è pari a 71,3%, con aumento dello 0,8%
rispetto al 2010.
I ricavi sono aumentati del 7,9%
rispetto al 2010, soprattutto quelli legati ai
voli intrenazionali ed intercontinentali.
Nel 1° trimestre del 2012, nonostante
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che i passeggeri trasportati siano pari a
4,8 milioni, più o meno quelli trasportati
nello stesso trimestre del 2011, i ricavi sono
aumentati del 13% e il Load Factor è
aumentato di 5 punti percentuali contro un
incremento
medio
delle
principali
compagnie europee di 2,6 punti.
Per quanto riguarda l’anno in corso, è
evidente che anche i dati di Alitalia,
seppure fino adesso siano tutti positivi, non
potranno non subire le conseguenze
dell’aumento del costo del carburante, che
ha un'incidenza sui costi di esercizio pari a
circa il 30% e della grave congiuntura
europea che ha determinato il calo della
domanda ed in particolare della domanda
di tariffe high yield, cioè dei clienti meno
interessati alle basse tariffe.
SAN GIORGIO A COLONICA
O IL CUPOLONE
Nel 1970 si costituisce a Firenze la Società per il nuovo
aeroporto di San Giorgio a Colonica. Presieduta dal Sindaco
Luciano Bausi, ne fanno parte vari Enti fiorentini e toscani.
La legge 111 del 27 febbraio 1971 assegna al
programma 8 miliardi. Il 31 marzo 1971 viene deliberato
l’incarico della progettazione esecutiva all’architetto Luciano
Nustrini concordando il compenso in lire 120 milioni.
Sembra tutto procedere velocemente, con le approvazioni di legge e con
l’adesione di tutti gli Enti locali. La Regione, nel marzo 1973, inserisce l’aeroporto di San
Giorgio a Colonica nel “Programma Regionale di Sviluppo”.
Iniziano le procedure di esproprio quando, nel marzo 1974, inaspettatamente, la
Regione stoppa l’iniziativa con lo slogan “l’aeroporto di Firenze è a Pisa”.
Il fatto è che gli yankee di Camp Darby si appoggiano all’aeroporto di Pisa, e c’è
chi si illude di creare loro ostacoli potenziandone la funzione civile.
Il 9/8/1974, con legge n.369, il Ministero dei Trasporti si riprende gli otto miliardi
e li destina al potenziamento della linea ferroviaria Firenze - Pisa aeroporto. Finiranno
quasi tutti nei residui non spesi.
La vicenda dell’aeroporto di San Giorgio a Colonica si chiuderà definitivamente il
30 gennaio 1986 con la delibera n.53 del Comune di Prato che prevede l’inceneritore al
centro dell’area.
Oggi, quando è chiaro a tutti che l’aeroporto di Firenze è a Firenze, l’area di San
Giorgio a Colonica non c’è più. E ci troviamo di fronte un guaio ancora più grosso della
mancanza di un aeroporto: la proposta di una linea di decollo/atterraggio che passa
sulla cupola del Brunelleschi.
Confidiamo che almeno questa volta prevalga la saggezza.
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ARRICCHIAMO
IL LINGUAGGIO
Acrofobia
Paura dell’altezza, vertigini
Acrononimo
Sigla formata con le iniziali
Acrostico
Frase nella quale le lettere iniziali di ciascuna riga formano parole di senso compiuto
Aforisma
Verità detta in modo allusivo, con poche parole
Agiografo
Scrittore delle vite dei Santi
Alea
Rischio
Alliterazione
Figura retorica consistente nella ripetizione di una lettera (es. Coca Cola)
Altana
Terrazzino coperto, loggia
Anfibolico
Che ha due significati, ambiguo
Anfiteatro
Doppio teatro, luogo di spettacolo di forma ellittica
Apodittico
Che non ha bisogno di dimostrazione, assolutamente evidente
Apofegma
Risposta definitiva, sentenza
Apologia
Scritto o discorso laudativo
Apologo
Fiaba a fine educativo, solitamente con animali come personaggi
Atarassia
Stato di calma indifferente, con assenza di passioni
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AMBIENTE E COSTA TOSCANA
di Marilli Rupi
Prendendo in esame la costa della
toscana in raffronto con quella di altre
regioni, appare subito un fatto
sconcertante: mentre nelle altre regioni
incontriamo luoghi che hanno istituito un
sapiente rapporto tra la costa e il mare,
nella costa Toscana non troviamo nulla di
simile.
Al Sud incontriamo Positano, Amalfi,
Ortigia, Taormina, Ostuni, eccetera. Al
nord: Lerici, Portovenere, Portofino, le
Cinque Terre, addirittura Venezia.
In Toscana non siamo riusciti ad
andare oltre Viareggio, o Castiglioncello.
Il fatto è che in Toscana è nato il
Rinascimento e questa cultura si è
fortemente radicata. Quanto all’ambiente,
per capire cosa ne pensasse questa cultura,
basta rifarci ad un “giardino all’italiana”,
con le piante ricondotte all’astrattezza
delle forme geometriche, la stessa acqua,
incasellata nelle vasche con gli zampilli e
le cascatelle regolarizzati e simmetrici.
Insomma, quanto a cultura ambientale
come la intendiamo oggi, il rinascimento è
stato la negazione assoluta; e infatti, le
emergenze storiche della Toscana sono
città murate, sovrapposte al territorio; da
Cortona
a
San
Gimignano,
da
Montepulciano a Volterra, da Lucca a
Firenze, non viene in mente uno spazio nel
quale la natura la faccia da padrona. Le
stesse case di campagna sono in rapporto
con un terreno rigorosamente strutturato da
campiture e filari che si sovrappongono al
territorio senza alcun riferimento alla sua
morfologia.
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La Toscana è un luogo in cui ha
dominato un ordine concettuale fatto di
idee e di simboli, divenuti numero e
geometria, pietra e mattoni, cioè un luogo
dove la scala e la misura sono quelle
dell’uomo. E la natura è priva di identità e
ricondotta alla stessa scala e misura.
solo per coloro che hanno frequentato il liceo classico
PERCHE’ IL GRECO ?
1 - La complessità di una traduzione dal greco costituisce un eccezionale
esercizio mentale di decodificazione logica
2 – L’acquisizione di un testo greco costituisce una immersione nel mondo che
ha prodotto gran parte della nostra cultura di base
3 – la conoscenza della lingua greca fornisce la base etimologica di un
grosso pacchetto di parole, particolarmente di parole complesse e composte
e, come dicevano i latini, “si nesci nomen, perit et cognitio rerum”.
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AMERIGO VESPUCCI
IL FIORENTINO CALUNNIATO
PER TRE SECOLI
di Federico Rupi
Amerigo Matteo Vespucci nasce da
una notabile famiglia fiorentina. Il nonno,
Amerigo senior, ha fatto costruire nella
chiesa di Ognissanti una cappella
affrescata dal Ghirlandaio, un avo ha
fondato l’”Ospedale di Santa Maria
dell’Umiltà”, che cambierà nome in “San
Giovanni di Dio”. Ma ciò che sembra aver
avuto particolare rilevanza nella vita di
Amerigo è l’attività del padre Nastagio,
che esercita la professione di notaio.
Attento e acuto osservatore, Amerigo,
nell’ufficio del padre si imbatte nelle
rappresentazioni cartografiche del
territorio e si rende conto della loro
importanza. Forse è da qui che Amerigo
trova ispirazione per quello che sarà
l’impegno che lo renderà celebre.
Elegante e raffinato, aspetto, censo e
intelligenza gli consentono di ottenere fin
da giovanissimo ruoli brillanti. A 25 anni si
trasferisce a Parigi come segretario
dell’ambasciatore fiorentino alla corte
francese.
Il rapporto con il mare, lui terragnolo
di Firenze, gli si propone quando i Medici
lo mandano a Siviglia dove hanno una
banca che finanzia gli armamenti navali. E’
qui che per la prima volta Amerigo si trova
ad affrontare le problematiche marinare. E
se la cava così bene da suscitare
l’attenzione del Re di Spagna che,
dapprima lo chiama come consulente di
corte, quindi gli attribuisce la cittadinanza
spagnola, infine gli affida l’alto incarico di
“Piloto Mayor”, una sorta di Ministro della
Marina.
Sono gli anni nei quali Cristoforo
Colombo affronta le prime traversate
dell’Oceano nella convinzione generale
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che di là si incontrino le Indie.
Amerigo e Cristoforo si conoscono e si
stimano. Ma Cristoforo è animato da altri
interessi rispetto alle curiosità scientifiche
di Amerigo, è un capitano di mare e si
sente investito della missione di
cristianizzare le popolazioni selvagge.
Amerigo, invece, navigatore per caso,
ha un approccio scientifico con l’avventura
che sta vivendo ed è interessato soprattutto
al rilievo dei nuovi territori. Giunto a quella
terra che crede essere le Indie, prende il
comando di una caravella, lasciando
all’attracco con le altre imbarcazioni il
capitano Ojeda, e si spinge a sud. E con gli
strumenti dell’epoca, il quadrante e
l’astrolabio, riporta in carta l’andamento
costiero del Messico, dell’Honduras, del
Costarica, della Colombia, del Venezuela,
del Brasile, dell’Uruguay e giù, giù fino al
Golfo di San Lorenzo, che chiama così in
onore del Medici.
E’ solo con un secondo viaggio, fatto
per conto del Portogallo, quando mette a
punto e integra le prime osservazioni, che
in Amerigo si consolida l’idea che non si
tratti delle Indie, ma di una nuova terra: un
“Nuovo Mondo”, come viene chiamato fino
a quando uno studioso tedesco, il monaco
Waldseemuller, propone di dare al “Nuovo
Mondo “ un nome derivato da Amerigo:
America. Tale origine del nome del Nuovo
Mondo verrà fuori solo tre secoli dopo la
morte di Amerigo che fino ad allora sarà
sistematicamente calunniato, considerato
ingiustamente usurpatore di una gloria
spettante a Cristoforo Colombo. In questa
attività di calunnia si distinguerà un frate
spagnolo, Bartolomeo de la Casas
Si deve invece concludere che
Amerigo Vespucci è stato un personaggio
di altissimo spessore che non si è fatto
coinvolgere in nessuno degli aspetti negativi
conseguiti alla scoperta del Nuovo Mondo,
che ha mostrato una personalità brillante e
versatile, intraprendente e intrepida, che
ha svolto con gli scarsi strumenti dell’epoca
un eccezionale ruolo scientifico.
1969, Caprese Michelangelo, ristorante “Il Cerro”
raccontata da Giorgio La Pira
Un giorno, il Sindaco di una grande città statunitense venne in visita dal Sindaco
di Firenze e, dopo i convenevoli, attaccò il discorso sulla sua metropoli,
elencandone caratteristiche mirabolanti.
La Pira, dopo aver lungamente ascoltato in silenzio, a un certo punto interruppe
così l’americano: “vede questo seggiolone dove sta seduto lei, proprio lì, anni
addietro, c’era seduto un certo Vespucci e, al posto mio, un tale, molto più
importante di me. Quello seduto dove sta lei chiese all’altro: - che posso andare a
scoprire l’america? – E l’altro: - La vada, la vada…. –“
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SCHIETTEZZA E SUPPONENZA
NOSTALGIE DI UN UOMO DI PARTE
SPROPOSITI E LINGUAGGIO Tv
Ascoltiamo alla televisione, sia di Stato, sia privata, usare con frequenza il verbo
“evacuare” nel senso di mandare via: “sono stati evacuati gli abitanti di Vattelapesca”,
“sono stati evacuati i passeggeri della Concordia”, “tutti gli alunni sono stati evacuati” ecc.
Ma “evacuare” significa:
- secondo il Petrocchi, rendere vuoto un luogo, andar di corpo
- secondo la Treccani, rendere vuoto, sgomberare un luogo
- secondo il Devoto Oli, abbandonare un luogo, liberare un ingombro riferito all’apparato
digerente – usato spesso: evacua regolarmente
- secondo lo Zanichelli, espellere, cacciar fuori dal corpo escrementi, sgomberare
Quindi evacuare una o più persone può significare solo procurar loro gli effetti di un
purgante o, se vogliamo, di un emetico.
Si può evacuare un paese, una nave, una scuola, ma non una o più persone, se
si vuole intendere di mandar fuori queste persone da un luogo.
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QUESTIONI DI SCIENZA E DI TECNOLOGIA
DI MORALE E DI POLITICA
secondo Roberto Vacca
Estraiamo alcune molto brillanti
annotazioni da un articolo inviatoci da
Roberto Vacca. Ciascuna di essa
contiene
risultanze
insolite
che
meraviglieranno il lettore.
1.
2.
3.
4.
5.
Ho trovato i diari del funzionario
giapponese addetto ai robot,
necessari per indagare l’accaduto
entro le centrali radioattive in cui non
potevano entrare esseri umani. È una
storia di ritardi e inefficienze.
Si discute se esistano neutrini appena
appena più veloci della luce. È più
interessante che intere galassie
distanti si allontanano da noi al
doppio della velocità della luce – o
sembra solo che lo facciano?
Eliminare in Italia prefetti e
prefetture consentirebbe risparmi
maggiori
dell’abolizione
delle
provincie – e sarebbe una svolta
democratica. Proposta già fatta da
Luigi Einaudi nel 1944
L’alimentazione
cerimoniale
e
compulsiva conduce all’obesità –
grave rischio per la salute in vari
paesi (USA, Irlanda, etc) . Ratti
alimentati con dieta minima hanno
allungato la loro vita media del 40%.
Campagna
di
rieducazione
dietologica e culturale.
Nei processi tecnologici complessi
entrano in gioco migliaia di fattori
Non c’è modo di analizzarli tutti.
Sono sistemi energetici, di trasporto,
6.
7.
8.
telecomunicazioni etc. e comprendono
computer con il loro software. Si
chiamano CPS, Cyber Physical
Systems (= sistemi ciber.fisici).
Vengono gestiti da super-computer
che integrano anche i segnali prodotti
dai processi fisici.
L’arsenale
nucleare
cinese
è
organizzato con immagazzinamento
in grande sistema di tunnel da cui
treni portano missili intercontinentali a
piattaforme di lancio multiple non
neutralizzabili. Il numero di testate
nucleari
cinesi
sarebbe
molto
maggiore di quanto valutato finora.
A Fukushima si lavorava anche per
produrre bombe atomiche?
Gli tsunami di Fukushima avrebbero
dovute essere ben previsti dai
progettisti. In un archivio pubblico
giapponese ci sono dati sugli tsunami
degli ultimi 8 secoli: alcuni più forti di
quello del 2011.
Roberto Vacca, ingegnere,
ricercatore ed apprezzato
romanziere, è uno dei principali divulgatori scientifici
italiani.
I suoi scritti sono pubblicati
in numerose riviste, sia
scientifiche che d’opinione,
ed è frequentemente ospitato da molti quotidiani, dall’Unità al Sole 24 Ore.
I suoi libri possono essere acquistati presso il sito www.printandread.com
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17
18
19
20
Fig.3
SIGNIFICATO DELLA CHIMERA
di Pier Lodovico Rupi
In tanti secoli, il mito della Chimera
trafitta da Bellerofonte sul cavallo alato ha
assunto molti significati. Il mito è stato
interpretato in chiave mitologica,
naturalistica, astronomica, analogica,
storica, via, via secondo la cultura del
momento.
Ma è mancato l’approfondimento del
significato originario del mito, la memoria
primaria nata nella notte dei tempi come
riflesso di antichi avvenimenti, pervenuti per
tradizione orale, adombrati sopratutto con
il linguaggio simbolico (1).
L’uomo primitivo che vive in un mondo
ostile e patisce i mali della vita in modo
ferino e li teme come mostri oscuri e
incomprensibili, comincia a strutturare
l’immagine del male con metafore
zoomorfe e le rappresenta in una bestia
mostruosa, insieme leone, capra e serpente
(2), condensazione inconscia della totalità
di ogni male, simbolo ancestrale e
raffigurazione pre-logica del concetto di
angoscia. Ma Bellerofonte, eroe solare,
simbolo dell’io, della coscienza vigile, della
ragione sconfigge il mostro delle tenebre
(fig. 3). E’ la rappresentazione della luce
dell’intelletto che, con la civiltà, irrompe nel
mondo oscuro e incomprensibile dell’uomo
primitivo e, aiutandolo a comprendere gli
eventi e la loro successione razionale, gli
consente di sconfiggere la paura. Ma per
vincere il mostro l’uomo deve salire in alto,
elevarsi nel mondo della spirito, della
comprensione profonda di sé e del proprio
destino. E per questo gli occorre l’aiuto
divino, il cavallo alato, simbolo di
spiritualità e di comprensione profonda,
donatogli da Athena.
La Chimera è quindi il mostro
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terribile che rappresenta le angosce
dell’uomo, matrice di tutti i mostri, dalla
Sfinge all’Idra, dalla Gorgona al Cerbero,
dal Drago alle Arpie. Il mito di Bellerofonte
che uccide la Chimera si ritrova,
rielaborato, perfino nell’iconografia
cristiana, con San Giorgio, raffigurato a
cavallo, che, con l’aiuto divino, uccide il
drago incarnazione del demonio, nuova
icona di tutti i mali del mondo (fig. 4).
Fig.4
A Parigi la Nike, o a Firenze il David,
richiamano folle di visitatori. Ma nessuna di
queste sculture possiede la complessità e la
caratura storica della Chimera. A fronte di
esse, la Chimera, resta un’opera di
eccezionale interesse per la sua epoca
antichissima, V° secolo avanti Cristo, per la
complessità del messaggio, per l’unicità tra
le testimonianze etrusche pervenuteci, per
la strabiliante raffinatezza di una
composizione pre-ellenica.
Purtroppo, la goffa interpretazione
comune della parola “chimera” ha sottratto
significato a questo capolavoro e l’ha reso
incomprensibile e questa scultura
antichissima, di profondo significato e di
eccezionale fattura, resta ignorata nei
depositi dell’archeologico.
Per ricollocarla nella sua giusta
dimensione occorrerebbe attivare un
circuito culturale sulla leggenda, sul mito,
sulle interpretazioni coinvolgendo
antropologhi, archeologhi, psicologi, storici
delle civiltà antiche. Solo così si potrebbe
ridare significato e valore a questa
eccezionale documento della storia
dell’uomo (fig.5)
(1) l’interpretazione della Chimera qui
riportata fu enunciata per primo da
A.Franco Pignattelli
(2) Il leone è il mostro della terra; il
serpente, icona del drago, è il mostro
dell’aria; la capra è il mostro degli
inferi sotterranei.
(3) rappresentazione della chimera di
Arezzo con Bellerofonte sul cavallo
alato, ripreso da un antico intarsio
(4) San Giorgio che uccide il drago. E’
chiara la derivazione dal mito della
chimera
(5) Alcune tra le tante antiche
rappresentazioni del mito della chimera
Fig.5
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LA STATUA DELLA BERTA
Sul campanile romanico della chiesa di
Santa Maria maggiore, lato via Cerretani, è
incastonata una testa di donna di epoca
romana. Secondo la tradizione rappresenta
la Berta, una popolana, venditrice di
ortaggi, evidentemente molto conosciuta e
apprezzata dagli abitanti del quartiere. La
Berta lascia i suoi risparmi ai monaci
perché si procurino una campana per la
chiesa che ne è sprovvista. La campana ha
la funzione di segnalare il momento della
chiusura delle porte della città al tramonto,
informazione estremamente utile per chi
deve uscire (come la Berta) o rientrare. E gli
abitanti del quartiere, per gratitudine, ne
eterneranno il volto nel muro del campanile.
Il modo di dire “essere alle porte coi sassi” nasce dal seguente fatto: chi all’ultimo
momento era giunto a pochi passi dalla porta mentre questa stava per chiudersi, per
avvertire del suo imminente arrivo e per interrompere la chiusura, tirava sassi contro la
porta.
Girolamo Savonarola al rogo 23 maggio 1498
di Francesco Rosselli
La targa celebrativa in Piazza della Signoria
posta nel punto del rogo
23
ALLA SEDIA
DI MAURIZIO LICENZIATI
Da giovane
ti ho quasi ignorato.
Eri una cosa troppo ferma,
rigida, un rifugio da fuggire.
Gli anni sono passati
e ho cominciato ad apprezzare
ed amare ancora più di te
tua madre: la poltrona o tuo padre: il divano.
Ora, che sono giovane
soltanto “dentro”
amo
ancora di più
tuo nonno:
il letto.
Il Sasso di Dante, nel lato Sud di
Piazza del Duomo tra Piazza delle
Pallottole e via dello Studio.
Qui Dante sedeva a meditare sulla
Divina Commedia
24
Estate tempo di vacanze
Metti in sicurezza la tua auto
di Enrico Meacci
Ferrari Formula 1
L’estate è finalmente arrivata e con
essa le tanto sospirate ferie. Prima di
partire per la propria meta estiva, è bene
sottoporre la propria automobile ad un
controllo in officina, in modo da evitare che
un viaggio di svago, si trasformi in un
incubo…costoso (e pericoloso), a seguito di
qualche avaria alla nostra vettura.
Se l’auto è di recente fabbricazione e
non è sottoposta durante l’anno a
particolare usura, sarà sufficiente un rapido
controllo generale dei livelli dei liquidi
motore (olio, liquido radiatore, liquido
idroguida, liquido freni, liquido batteria,
liquido tergivetri), della pressione delle
gomme, compresa ruota di scorta e della
carica della batteria, un’occhiata alle
condizioni delle pasticche dei freni, allo
stato di efficienza del freno a mano, allo
stato di carica dell’impianto del clima ed al
relativo filtro. Diversamente se si tratta di
un automobile con qualche anno di servizio
alle spalle, portate l’auto in officina per
tempo, in modo da evitare manutenzioni ed
eventuali sostituzioni di parti di ricambio e
di materiale di consumo all’ultimo minuto,
che potrebbero risultare difficoltose, per
l’approssimarsi delle ferie e con la chiusura
dei magazzini ricambi. Da non dimenticare
lo stato delle sospensioni e delle gomme.
Per queste ultime verificate l’usura del
battistrada. In caso di pneumatici
deteriorati non rimandate la loro
sostituzione al vostro ritorno dalle ferie, è in
gioco la vostra sicurezza oltre che
l’incolumità degli altri.
Per tutti questi controlli il consiglio
tecnico è sempre quello di affidarsi ad
un’officina specializzata. Il fai da te, se non
si è più che esperti, è vietato.
A questo punto però, non dimenticate
che i piccoli “incidenti” come forare una
25
gomma o bruciare una lampadina di una
freccia, o rimanere intrappolati in una
lunga ed estenuante coda in autostrada
possono sempre capitare, anche se fate gli
scongiuri! Quindi siate previdenti ed
organizzatevi tenendo in macchina, a
portata di mano (non nel baule sotto le
valigie) il giubbetto riflettente (è
obbligatorio indossarlo prima di scendere
dalla vettura nei casi in cui va usato il
triangolo), una piccola scatola con un kit di
pronto soccorso (ne esistono di pronte in
commercio, magari dotate anche di uno
spray contro le punture degli insetti), una
torcia (controllate lo stato di carica delle
pile), una coperta (soprattutto se avete a
bordo anziani o bambini e viaggiate anche
di notte), bottiglietta d’acqua e qualche
cracker.
Portatevi dietro un paio di cavi
(conduttori elettrici a pinza) che vi
torneranno utili in caso di emergenza per
riavviare il motore collegandoli alla
batteria di un’altra vettura. Evitando così di
dovervi rivolgere al soccorso stradale.
A questo punto siete pronti a partire
per le vostre vacanze in tutta sicurezza.
Siate prudenti ed usate il buon senso.
Soprattutto rispettate il codice e della
strada e ricordatevi che siete in ferie …
quindi non c’è fretta.
Gli UFO A FIRENZE
In un dipinto quattrocentesco di Palazzo
Vecchio sullo sfondo della Madonna col
bambino appare una specie di disco volante
e in lontananza un pastore con il suo cane che
lo stanno osservando. Nel 1537, Benvenuto
Cellini racconta di aver visto ondeggiare
sopra Firenze una specie di “trave di fuoco”.
Nel 1676, viene stampato a Firenze un
opuscolo dal titolo “Succinta relazione di un
insolito lume apparso per tutta la toscana e in
altri luoghi d’Italia la sera del 31 marzo
1676”. La descrizione riferita dall’autore, Francesco Barzini, parla di “un corpo
luminosissimo a forma di disco”.. L’ultima copia di questa pubblicazione, come si legge in
un catalogo che la richiama, viene acquistata da un Istituto americano della Florida
impegnato in studi commissionati dalla NASA. Un foglio a stampa di cui si conosce solo il
titolo, ma non la data recita: “al padre astronomo delle scuole pie fiorentine Francesco
Valsini su una strada osservazione di un corpo celeste che qualunque siasi, non
appartiene in verun conto al sistema celeste”. Infine Giorgio Batini riferisce nel “La
Nazione” di aver osservato nella notte del 27 ottobre 1954 presunti apparecchi
extraterrestri sopra la cupola del Duomo.
26
LE FRASI “LAPIDARIE”
Mussolini costruisce il proprio
personaggio oltre che sulla immagine di
energico capopopolo (diffusa con accorti
e depurati Film-Luce, che precedono le
proiezioni cinematografiche) e sul
linguaggio scattante e cadenzato da
lunghe sospensioni (diffuso dalla radio
dell’EIAR), anche utilizzando frasi
“lapidarie”, della cui invenzione egli è
indubbiamente maestro. Tuttavia proprio
da queste frasi si rileva la sua visione
provinciale (l’aratro ecc.), ancorata
all’esperienza nella grande guerra (le
baionette ecc.) e quindi la sua incapacità
a comprendere l’evoluzione del mondo
fuori dell’Italia.
A questo proposito si
ricordi, anche perché si tende a
dimenticare, che fu l’Italia a dichiarare
guerra agli Stati Uniti oltre alla Francia,
all’Inghilterra, alla Russia e ad attaccare
senza dichiarare guerra Jugoslavia e
Gracia, dopo aver già invaso Etiopia e
Albania.
•
Andare verso il popolo
•
Asse Roma Berlino (alleanza Italia
Germania)
•
Boia chi molla
•
Camminare, costruire e, se necessario,
combattere e vincere
•
Chi ha del ferro ha del pane (Mussolini
vorrebbe trasformare il popolo
italiano, all’epoca composto in larga
prevalenza da operosi contadini, in
altrettanti intrepidi guerrieri)
•
Chi non è con noi è contro di noi
•
Chi osa vince
•
Chi si ferma è perduto
•
Combattenti di terra, di mare e
dell’aria
•
Coventrizzeremo l’Inghilterra (da
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Coventry, città inglese semidistrutta
dai bombardamenti aerei degli Stukas
tedeschi)
Credere, obbedire, combattere
E j a , E j a, A l alà ( a l po s to
dell’anglosassone Hip, Hip, Hurrà. La
nuova esclamazione è un grido di
guerra derivante dalla lingua greca,
in origine adottata da D’annunzio)
E’ l’aratro che traccia il solco, ma è la
spada che lo difende (retorica riferita
al mondo rurale in cui Mussolini è
cresciuto)
Fermarsi significa retrocedere
Giudomassodemoplutocratico (Così
viene definito il governo degli Stati
Uniti, mescolando l’accusa di ebraismo,
massoneria, democrazia e plutocrazia)
Guerra lampo (visti i primi fulminei
successi tedeschi, Mussolini si
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illude in una guerra brevissima e
attacca la Francia, mentre questa
ormai sconfitta, da una radio
clandestina, come rammenta chi scrive,
scongiura l’Italia di non associarsi
all’aggressione tedesca)
Il Duce ha sempre ragione (a chi scrive
queste note, alunno delle elementari
prescelto per i “ludi iuveniles”, viene
suggerito di infilare la frase nel tema
della successiva selezione )
Il “mare nostrum” (molta retorica
fascista si rifà alla romanità)
Il mondo deve sapere che noi domani,
come ieri, come sempre tireremo
diritto
Il nemico del fascismo è il tuo nemico
Il Patto di acciaio (alleanza Italia
Germania)
Il posto al sole (le colonie africane)
Il primato dell’Italia in cielo terra e
mare (Mussolini costruisce
nell’immaginario popolare una Italia
che non esiste e forse finisce per
esserne ingannato anche lui. Non si
spiega altrimenti il fatto che sia l’Italia
a dichiarare guerra a Francia,
Inghilterra, Russia, Stati Uniti)
Italia, dieci milioni di baionette
Italiani popolo di poeti di artisti di eroi
di santi di navigatori
Italia spada dell’Islam ( Mussolini si fa
fotografare in Libia, su un cavallo
bianco con la spada sguainata rivolta
verso l’ alto. Dalla foto viene
sbianchettato lo stalliere che regge la
cavezza)
L’anima a Dio, la vita al Re, il cuore alla
dama, l’onore a me
La parola d’ordine è questa: vincere,
vincere. E vinceremo
La patria si serve anche facendo la
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guardia ad un bidone di benzina per i
nostri mezzi militari (siamo in Libia in
difficoltà per scarsità di benzina
ignorando che sotto i piedi c’è uno dei
più grandi giacimenti di petrolio del
mondo
Le battaglie non si perdono, si vincono
Le inique sanzioni (la Società delle
Nazioni, l’ONU di allora, bloccò dal
1935 al 1936 le importazioni verso
l’Italia, in ritorsione alla nostra
invasione dell’Etiopia. Dell’epoca è
questa strofetta: “Sanzionami questo –
albione rapace – lo so che ti piace –
ma non te lo do”)
Le mezze cartucce (i riformati dal
servizio militare, indicati al disprezzo
generale)
Le mie parole vengono dopo i fatti
L’Europa sarà fascista o fascistizzata
Libro e moschetto fascista perfetto
Li fermeremo nel bagnasciuga (quando
si profila lo sbarco degli inglesi in
Italia, per dare forza al suo “no
pasaràn”, Mussolini inventa questo
termine per indicare la riva del mare)
L’uomo è marito, padre, soldato
Marciare non marcire
Meglio lottare insieme che morire da
soli
Meglio morire in piedi che vivere una
vita in ginocchio
Meglio vivere un giorno da leone che
cento anni da pecora
Me ne frego (veramente, questo modo
di dire nasce in forma più volgare, ma
indubbiamente più logica)
Molti nemici, molto onore
Muro o non muro, tre passi avanti
Noi tireremo diritto
Non belligeranza (dopo l’entrata in
guerra della Germania, ma
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prima che vi entrasse l’Italia, Mussolini
vuole evitare la parola “neutralità”
che ha già usato con tono spregiativo)
Occorre volere. Fermamente volere
O con noi o contro di noi
Perfida Albione (l’Inghilterra. In una
canzoncina in voga, l’Inghilterra è
chiamata “isoletta di pescator”. La
canzoncina conclude: “la tua fin
segnata è già”)
Pronti ieri, oggi, domani
Quando spara il cannone è la voce
della Patria che tuona (qui la retorica è
assordante)
Radere al suolo (in realtà, furono molte
parti di città italiane ad essere rase al
suolo dai bombardamenti delle
“fortezze volanti” americane)
Ricorda osare sempre
Se avanzo seguitemi, se indietreggio
uccidetemi
Sempre avanti
Solo Iddio può piegare la volontà
fascista, gli uomini e le cose mai
Spezzeremo le reni alla Grecia
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(Mussolini decide, con iniziativa
estemporanea e immotivata e con
risultati disastrosi, di attaccare la
Grecia passando dalla Jugoslavia,
tirandosi addossi anche la guerra con
questo popolo. Hitler è costretto a
intervenire togliendo armate dal
Caucaso; e così, forse, ribaltando le
sorti finali del conflitto generale)
Taci, il nemico ti ascolta (questa scritta
con l’immagine di un soldato inglese
con il tipico elmetto piatto, che ascolta
con la mano all’orecchio, viene diffusa
nei mezzi pubblici)
Tenere duro
Tutte le mete saranno raggiunte
Un secolo intero ci appartiene
Vivere non è necessario, ma è
necessario navigare
Vivere pericolosamente (indicato come
modello di vita ideale. Ma Mussolini,
alla marcia su Roma del 28 ottobre
1922 arriva il giorno successivo in
treno).
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IL LANCIO DELLA MONETINA
di Cosimo Damiano Nicoletti
A proposito di campionati Europei di
calcio, viene in mente che l’Italia non ha mai
particolarmente brillato in questo torneo.
Infatti, mentre abbiamo totalizzato
ben quattro vittorie e due finalissime nei
Mondiali, nel torneo europeo ci limitiamo
ad un solo successo nell’edizione
“casalinga” del 1968 e due finali
(entrambe perse: contro la Spagna nel
2012 e contro la Francia nel 2000, causa
Golden Goal di Trezeguet al 13° minuto
del primo tempo supplementare).
Anche nell'edizione del 2000, si parlò
molto di “cucchiaio”: il celebrato Pirlo 2012
(contro l’Inghilterra) infatti ha avuto un
illustre progenitore nel Totti 2000, che con
una meravigliosa cucchiaiata dagli undici
metri trafisse l’esterrefatto Van der Sar e
lanciò l’Italia verso la finalissima.
Il Golden Goal, per chi non lo sapesse,
è una delle varie trovate che ha consentito
di risolvere le partite terminate in parità.
Fino ad una certa epoca la partita
terminata in parità veniva ripetuta, ma
questa modalità è stata abbandonata
perché, oltre a rendere ineguale lo sforzo
delle varie squadre, non consentiva di
programmare il calendario.
Da qui la necessità di inventare un
modo per rompere l’equilibrio.
Il Golden Goal, in particolare,
consisteva nell'assegnare la vittoria alla
squadra che segnava il primo goal decisivo
(di qui: Golden) nei tempi supplementari,
come appunto capitò al transalpino
Giacinto Facchetti con la coppa Europa
Trezeguet (poi anche artefice dell’errore
dal dischetto che regalò all’Italia il titolo di
campione del mondo nel 2006…).
Ma trent’anni prima del Golden Goal
esisteva il “lancio della monetina”.
Quando il match finiva in parità, nel
chiuso di uno spogliatoio l’arbitro lanciava
in aria una monetina dal cui responso
(testa/croce) dipendeva l’esito.
Nel 1968, gli europei si disputano in
Italia e la semifinale a Napoli vede di
fronte Italia e Russia (CCCP), che in 120'
non riescono a sbloccare lo 0 a 0. Si
allontanano verso gli spogliatoi i due
capitani e la terna arbitrale e, pochi minuti
dopo ne riemerge Giacinto Facchetti,
seguito da un tripudio di compagni di
squadra, che correndo di felicità lasciano
intendere che la monetina lanciata in aria
dall'arbitro ha seguito la traiettoria
"giusta" consentendo alla nostra nazionale
di atterrare sulla finale dello stadio
Olimpico.
Che poi, per la cronaca, venne vinta
per 2-0 ai danni della Jugoslavia,
regalandoci il fin qui unico trofeo
europeo della nostra storia.
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Il calcolo del punteggio DEL
BURRACO
Dopo che un giocatore è riuscito a chiudere si procede al conteggio dei punti.
La chiusura dà diritto ad un bonus di 100 punti.
Il burraco puro dà diritto ad un bonus di 200 punti.
Il burraco semipuro dà diritto ad un bonus di 150 punti.
Il burraco impuro dà diritto ad un bonus di 100 punti.
Ogni Jolly dà 30 punti.
Ogni pinella dà 20 punti.
Ogni Asso dà 15 punti.
Ogni Figura, 10, 9 oppure 8 dà diritto a 10 punti.
Ogni altra carta da diritto a 5 punti.
Se una squadra non ha preso il mazzetto perde 100 punti.
Tutte le carte rimaste in mano ad ogni giocatore, vengono sottratte dal punteggio totale
seguendo gli stessi criteri sopra descritti.
Nel burraco, si vince a 505 (partita turbo), 1005 (partita semiturbo) o 2005 (partita
standard), eventualmente (in base alle richieste) si è anche pensato di creare “il tavolo
lungo” con vittoria a 3005 e “maratona” con vittoria a 5005.
Renato Belladonna e Flavia Vecchiarelli ci propongono queste coppie di settimane di
“bridge in armonia” :
- Cortina D’ampezzo dal 22 luglio al 12 agosto
- Ostuni dal 29 luglio al 5 agosto
- Otranto dal 2 settembre al 9 settembre
Per informazione www.bridgeinarmonia.it
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IL DECALOGO
PER CHI VUOLE COLLABORARE
•
Molto richiesti articoli su persone, cose, eventi minori fiorentini e toscani
passati, perché finalità del Vasariano, è anche quella di costituire e
diffondere un deposito di memorie cittadine
•
Gli articoli devono essere lunghi una pagina-una pagina e mezzo word
carattere 12. Solitamente la redazione integra l’articolo con una o più
immagini da essa stessa scelte
•
Si chiede semplicità del testo, frasi brevi, linguaggio preciso, ma non
tecnico
•
Gli articoli non possono essere anonimi, né tratti da comunicati stampa o
da scritti altrui
•
Nel caso l’autore si avvalga di fonti altrui, queste devono essere citate
•
Sono utili eventuali foto esplicative
•
Gli articoli devono essere consegnati via mail a [email protected]
e potranno essere pubblicati in uno dei numeri successivi
•
La redazione non verifica l’attendibilità degli articoli dei quali resta
responsabile l’autore
•
La redazione si riserva il diritto di non pubblicare, di apportare correzioni
formali, di stralciare parti offensive, o di linguaggio greve, o di contenuto
di parte, o suscettibili di querela. La redazione si riserva inoltre il diritto di
ridurre e/o sintetizzare gli articoli trasmessi. In questo caso il nome
dell’autore sarà preceduto da: “da una nota di…”
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Il Vasariano n. 3