n. 2
Settimanale della Diocesi di Senigallia - giovedì 19 gennaio 2006 - € 1
Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB Ancona - Taxe Perçue - Tassa riscossa ufficio PT di Senigallia
Editoriale
Energia a nostra misura
Festa
dei giornalisti
Conferenza
provinciale sulle
fonti energetiche
è
un momento non facile
per i giornalisti. Sempre
più condizionati dai poteri,
spesso non trasparenti, che
amano un giornalismo dalle
unghia tagliate: incapace di
svolgere la sua missione che
è quella di salvaguardia della
democrazia.
Tempo di interrogativi, tempo per la domanda di senso
e di verità. E soprattutto, per
un giornalismo e una comunicazione diversi.
Ci chiediamo spesso come
raccontare questo tempo e,
rispondendo, ribadiamo con
forza la nostra identità proponendo, al tempo stesso,
una strada valida per tutti:
quella della cultura e dell’impegno etico del giornalista.
Vogliamo raccontare i mutamenti in corso che non
possono essere banalizzati
da una tv del nulla e da una
carta stampata sempre alla
ricerca di scoop. Basta con
un giornalismo da buco della serratura che influenza
negativamente, producendo
disvalori, esempi e linguaggi
che contribuiscono a peggiorare la qualità della vita.
C’è un processo che tende a
personalizzare e identificare
la voce della Chiesa cattolica
italiana soltanto con quella
della sua gerarchia.
Sappiamo, però, che nella
Chiesa sono tante le voci dei
cattolici: costituiscono un
insieme estremamente ricco
e variegato che, purtroppo,
non trova spazio nei media.
Noi siamo una piccola realtà. Non certo come idee e
come tradizione, o come
valori di riferimento. Siamo come una fiammella
che sa vuole stare all’aperto
mentre il vento non cessa di
soffiare. E spesso non è un
venticello simpatico.
Non lo era nemmeno ai
tempi di San Francesco di
Sales (patrono dei giornalisti che festeggeremo il
prossimo 24 gennaio). Lui,
coraggiosamente, si ingegnò in mille maniere per
comunicare a più persone
possibili la bellezza della
“Buona notizia”.
Pensarci almeno un giorno
può far bene a tutti.
Gesualdo Purziani
a cura della redazione.
8-9
Arcevia
senigallia
Sportello agricoltura
per promuovere
il settore
di U. Martinelli
10
dibattito
Un’occasione per
non dimenticare
la Shoà
di Laura Mandolini
7
Un Concilio
per capire
il nostro tempo
di Vittorio Mencucci
12
Voglia di comunicare
E’ il vescovo
Giuseppe
ad augurare
al nostro giornale
un buon
cammino.
Sperando che sia
ancor più ‘voce’
del territorio.
C
olgo volentieri l’occasione del,
lancio della nuova campagna
abbonamenti al nostro settimnale
diocesano per ribadire ancora una
volta l’importanza di uno strumento come quello che state leggendo ora. Specialmente quando
diventa occasione di comunione e
di maggiore presenza anche grazie
alla messa in rete di alcune testate
della regione.
Sono stato sempre informato di
questo lavoro per potenziare le
proprie realtà e rendere il lavoro
editoriale di ognuno più incisivo
e capace di comunicare valori,
idee ed esperienze alla gente del
proprio territorio.
Non è stato un cammino facile.
Le Marche sono una “regione al
plurale”, non soltanto per il nome,
ma perché la tradizione storica
e culturale ne fanno una terra di
‘campanili’, di orgogliose peculiarità che creano forti identità
molto spesso incapaci di mettersi
in relazione. E anche i nostri giornali, espressione delle comunità
cristiane di riferimento, non sono
al riparo dalla tentazione della
chiusura e dell’autosufficienza.
Per questo abbiamo molto apprezzato lo stimolo della Conferenza
episcopale italiana che attraverso
la Fisc, ci ha proposto un supplemento di coordinamento e di
messa in rete che, per noi credenti,
significa comunione. Il sostegno
economico è stato fondamentale:
senza di esso non era possibile
dar vita al progetto e ci saremmo
subito scoraggiati a impegnare
idee ed energie.
Ma la motivazione economica,
strada facendo, si è trasformata in
una preziosa occasione per aprire
un dibattito interno molto proficuo, confrontandosi sul tema del
linguaggio, dei criteri che devono
sottostare a questo lavoro, del
rapporto non sempre facile con
le nostre comunità di riferimento. E il tutto nel più grande ed
impegnativo sfondo del “progetto
culturale” della Chiesa italiana.
E così si è fatto il “grande salto”,
con entusiasmo e trepidazione
al tempo stesso. Perché capisco
che mettersi in rete per un lavoro
redazionale ancor più competente
e condiviso ha voluto dire un notevole impegno per piccole realtà
che fanno già fatica a proporsi.
Ma sono sicuro che ne valga la
pena: la complessità dell’oggi ci
impone freschezza, dinamicità
e capacità di rinnovamento. E le
sfide sempre più esigenti della
comunicazione ci portano quasi
automaticamente a mettere in
comune ciò che siamo per arricchirci vicendevolmente.
Ora vorrei che questo nostro
settimanale fosse apprezzato dagli
operatori pastorali della nostra
diocesi, che diventasse strumento
necessario nelle nostre comunità parrocchiali per formare una
mentalità ecclesiale autentica e,
al tempo stesso. Eche sia anche
strumento di dialogo per tutti nei
paesi e città della nostra diocesi.
Abbonarsi a Voce Misena, allora,
sarà un piccolo ma importante
sostegno ad una chiesa coraggiosa
che accetta di stare nella mischia,
di mettersi al fianco delle persone
e delle tante realtà nelle quali si
dipana la quotidianità.
E spero sia da stimolo per tutti
ad amare ancora di più i luoghi
della nostra esistenza.
Conoscerli meglio è un primo,
fondamentale passo per servirli meglio, per immaginare e
realizzare percorsi di promozione
umana, di crescita condivisa, di
senso della comunità.
Una piccola voce che, in mezzo
alle tante, troppe grida di questi
giorni, sia un angolino nel quale
ritagliarsi il gusto dell’approfondimento, delle idee da condividere.
+ Giuseppe, vescovo
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2
15 dicembre 2005
Sguardo sul mondo
amnistia e indultoDeluse le speranze di molti detenuti e delle loro famiglie
Un’occasione persa
N
o definitivo della Camera dei deputati all’ipotesi di amnistia e indulto. Scompaiono
così anche le speranze di un “gesto di clemenza”
più volte richiesto da Giovanni Paolo II (durante
il Giubileo e nel 2002 nella sua visita in Parlamento), da manifestazioni di piazza e da diverse
realtà sociali, tra cui i cappellani e volontari delle carceri italiane, che con la Comunità di Sant’Egidio avevano lanciato di recente, il 2 gennaio
scorso, un appello a Governo e Parlamento.
E il 12 gennaio, l’assemblea di Montecitorio ha
cancellato l’amnistia dal provvedimento di clemenza: 206 i voti a favore della soppressione, 191
i contrari. Quindi ha affossato anche l’indulto,
con 206 sì, 178 no e due astensioni. Infine è arrivato, quasi all’unanimità, anche il no all’”indulto
in misura ridotta”. Ecco alcuni commenti raccolti
appena appresa la notizia.
“Non c’è nessuna volontà di dare attenzione alle
persone detenute. Si vuole porre attenzione solo
ai reati, quasi che i reati fossero commessi da
categorie, non da persone”. Don Sando Spriano,
cappellano del carcere romano di Rebibbia, non
aveva molte speranze sull’approvazione dei provvedimenti sull’amnistia e l’indulto alla Camera, è
così è stato. “Non nutrivo alcuna speranza, non
è una novità. Del resto era chiaro che, a livello
politico, non mettendosi d’accordo sull’amnistia,
i deputati non potevano pensare assolutamente
all’indulto. L’amnistia poteva dare dei vantaggi
a qualcuno, l’indulto no. Soprattutto in questo
momento pre-elettorale”. Anche a Rebibbia, aggiunge, “non c’era questa grande attesa speranzosa. Non se ne parlava nemmeno per scaramanzia. Quindi per noi non cambia niente”. “Il
carcere - afferma - è diventato la panacea di tutti
i mali, credo proprio ne siano convinti sia a destra sia a sinistra”. Don Spriano non vede nemmeno speranze di interventi di altro tipo che
risolvano i tanti problemi del carcere (tra cui il
sovraffollamento): “I grandi aspetti della vita del
carcere descritti nel nuovo regolamento del 2000
potrebbero dare una situazione migliore alle
persone che sono dentro. Ma sono assolutamente negletti. Rispetto a quei regolamenti il carcere
è totalmente fuori legge. Quindi poche speranze
su tutti i fronti”.
“Un’occasione persa”: Così definisce la mancata approvazione dell’amnistia da parte della Camera dei deputati Giuseppe Della Torre, rettore
dibattito 1Motivazioni e identità delle cooperative
I valori della cooperazione
I
l singolo in economia non basta: le attività economiche necessitano per definizione di cooperazione per realizzare
azioni comuni a due o più soggetti. Ma
la comunione può essere di diverso tipo
- comunione dei mezzi: qui l’impresa è
capitalistica a fine di lucro e chi partecipa
ha un fine diverso ma necessariamente
coordinato a quello degli altri; -comunione dei fini: qui c’è bisogno dell’altro per
un proprio fine, ma si opera per un obiettivo che è comune.
Nel 1854 a Torino venne fondato il Magazzino Cooperativo di Previdenza proprio per una comunione dei fini: acquistare quantità giuste al momento giusto
ma anche fondare scuola e biblioteche.
Gli obiettivi minimi erano quindi: difesa del potere d’acquisto,difesa contro la
frode, cultura e istruzione. Cibo, lavoro
e formazione diventavano non occasione
di rivoluzione ma di diffusione del benessere. Oggi siamo in piena economia postindustriale: le imprese cooperative non
sono solo imprese di buoni e bravi, ma
di operatori che riescono anche dal lato
economico,dunque imprese a tutti gli effetti. E l’impresa cooperativa può essere
anche più efficiente di quella capitalistica, proprio perché risponde a bisogni che
l’impresa capitalistica non riesce a soddisfare.
La cooperazione permette: prezzi più calmierati, contro l’asimmetria contrattuale
mutualità (es. nel credito) per comportamenti di solidarietà e gratuità, responsabilità sociale dell’impresa: rispettare e far
rispettare le leggi, ma anche incidere su
sicurezza e qualità del settore agro-alimentare; collaudare strutture (per disabili, bimbi e anziani);collaudare imprese
contro la mancanza di informazioni - legame virtuoso con il territorio, con compatibilità ambientale della tecnologia ed
accoglienza - sussidiarietà, con centralità
della persona umana: una testa, un voto,
per una vera democrazia economica.
Rispetto al passato in più si realizza quindi la c.d. sovranità del cittadino-consumatore, la possibilità di esprimere le preferenze di valore anche nel consumo. La
cooperazione è un valore per i cristiani:
l’uomo e le sue relazioni sono un valore,e
in ogni attività il cristiano si ferma e si
domanda se la persona umana è rispettata.
Questa grande vocazione originaria sembra oggi messa in discussione da fatti di
natura speculativo - finanziaria e politicogiudiziaria. L’economia non è e non deve
essere impermeabile a ciò che accade nella società, ma nel modo di fare impresa
c’è sempre la dignità dell’uomo.
Ciò che è bene per un imprenditore non
è detto sia un bene per la collettività: la
politica deve dare le regole, anche avvantaggiando (es. fiscalmente) chi vuole
la vera cooperazione ma rapportandosi
con economia e affari con distacco da
ogni forma di pericolosa commistione. E
guardare alle esperienze più illuminate di
cooperazione come esempio per il bene
comune.
Giovanni Mandolini
della Libera Università Maria SS.Assunta (Lumsa) di Roma. “È un’occasione persa – chiarisce
Dalla Torre – innanzitutto perché si trattava di
un provvedimento da tempo rinviato e necessario rispetto all’emergenza carceraria esistente.
Un’occasione perduta anche rispetto ad una riflessione più approfondita rispetto alla situazione carceraria in generale e al sistema delle pene”.
Anche Pasquale Andria, presidente dell’Associazione italiana dei magistrati per i minorenni
e per la famiglia, considera “l’affossamento” dell’amnistia un “cattivo segnale”. “Si trattava di un
provvedimento da portare avanti perché costituiva un’indicazione significativa per una certa
categoria di detenuti e un modo concreto di realizzare parzialmente una pacificazione invocata
così autorevolmente da Giovanni Paolo II nella
sua visita al Parlamento italiano”. Andria, in effetti, non è, però, del tutto sorpreso di quanto è
avvenuto oggi alla Camera: “Esistevano nei vari
schieramenti e tra le forze politiche una pluralità
di posizioni attraversate anche da molte contraddizioni. Ora questa legislatura si avvia al termine:
il discorso si potrà riprendere solo in seguito”.
a cura di Patrizia Caiffa
Dibattito 2 Manifestazioni e politica
Oltre la piazza
L
a complessità della vita
sociale e politica del
mondo attuale? Il fiume di
parole e la superficialità diffusa sembrano non considerarla: le sfumature diventano
varianti poco allettanti, un
confronto costruttivo viene
rimandato a tempi migliori,
la pacatezza del dialogo soccombe di fronte a idee urlate
e opinioni svolazzanti. La
stessa politica, chiamata per
sua natura a dare risposte
concrete, ha fatto proprie le
dinamiche semplificatorie
dei media, dimenticando
con troppa leggerezza che la
vita (purtroppo o per fortuna) non è una fiction né un
film.
La campagna elettorale sta
iniziando con il piede sbagliato, come dimostrano gli
eventi degli ultimi giorni. Da
una parte, il presidente del
Consiglio affida le proprie
memorie ai magistrati, (pur
precisando che non ha reati da denunciare), dall’altra
manca il coraggio di affrontare una volta per tutte il
nodo della questione morale,
che va ben oltre gli scandali
economici e bancari, richiamando da vicino lo spirito di
servizio perduto che dovrebbe caratterizzare la politica.
Al tempo stesso, temi cruciali come la vita e la famiglia diventano bandiere da
sventolare in piazza, con un
massimalismo tutto da decifrare.
Si invoca la difesa della 194,
salvo dimenticare che l’interruzione di gravidanza per
una donna più che essere
diritto è tragedia, e che non
è una bestemmia chieder-
si (sia da credenti che da
agnostici) se esistono strade
da percorrere per evitare la
soppressione di una vita; se
chi abortisce lo fa portando
avanti una libera scelta oppure arrendendosi di fronte
a condizionamenti e situazioni al limite.
La manifestazione per i Pacs
poi, si è rivelata un’altra occasione per strumentalizzare certi temi e soprattutto
per far capire come dietro
una certa militanza siano a
palpitare interessi politici
più di bottega.
Sarebbe bene smetterla di liquidare con frasi fatte chi la
pensa diversamente, chi cerca di indicare strade alternative, chi, come la regista Liliana Cavani (non certo una
talebana), mette in guardia
dallo scimmiottare l’istituto
matrimoniale, optando piuttosto per il riconoscimento
di diritti specifici.
La militanza strumentale,
partendo da posizioni parziali, pretende di rappresentare tutti i suoi simili.
Vorremmo un mondo in cui
a pesare fosse la ricchezza
degli individui e non la massificazione, i percorsi di vita
e non le lobby. Le associazioni gay che pretendono di
rappresentare tutti gli uomini e donne omosessuali lasciano il tempo che trovano,
così come le donne in piazza
per la 194 quando si arrogano il diritto di parlare a
nome di tutto il genere femminile. La realtà è più articolata e complessa di come
appare. E questo è solo un
bene.
***
Asteriski
* Bancopoli è l’argomento del giorno. Siamo
costretti a ritornarci. Berlusconi insiste. Ha detto
che “il caso Unipol-Bnl
non è chiuso”. Poi è tornato sull’argomento chiedendo “di fare chiarezza
sui 50 milioni di euro ottenuti dall’ex amministratore di Unipol Giovanni
Consorte per le sue consulenze sull’Opa Telecom”.
Fassino contrattacca: “Da
settimane è in corso una
campagna di aggressione
politica che mira a colpire
non solo i Ds ma l’intera
coalizione”.
* Senigallia ha due ristoranti cinesi. Uno a nord
e uno a sud. Presto ce ne
saranno altri. Ormai siamo global. I ristoranti ci
offrono lo spunto per parlare della novità assoluta.
Sono stati i cinesi a scoprire l’America. Tra il 1421
e il 1423, sotto la guida
dell’ammiraglio Zheng He,
che godeva del favore dell’imperatore Yongle, quattro flotte salparono dalle
coste cinesi con la missione di raggiungere tutte le
terre emerse. Nella ricostruzione del libro “1421,
l’anno in cui la Cina scoprì
l’America” sono indicate le
rotte che avrebbero seguito gli ammiragli di Zheng
He, rielaborate da Gavin
Menzi nel fortunato volume. La mappa del 1418
potrebbe essere una di
quelle utilizzate dai cinesi
per le loro esplorazioni. Le
flotte di Zheng comprendevano 28 mila marinai e
300 navi. Come faremo a
rielaborare la storia fissa
su Cristoforo Colombo?
* I cortei di Milano e Roma
(su aborto e Pacs) li abbiamo visti pubblicizzati nei
mass-media. Forse troppo.
Quanti cortei di qualche
centinaio o di migliaia di
partecipanti – magari di
metalmeccanici – non vediamo in TV? Sul problema famiglia e matrimonio,
c’è una proposta “laica” di
Veltroni. Eccola.
Corsi prematrimoniali per
chi si prepara al rito civile:
tra i docenti ci sono psicologi, avvocati, medici, gente di spettacolo: Veronica
Pivetti, Marisa Laurito e
un paio dei comici di Zelig.
Perché quel “sì” dovrebbe
durare tutta la vita, ma
proprio per questo sdrammatizzare magari aiuta.
“Rilanciare il matrimonio”
dice l’assessore che firma il
progetto, Pamela Pantano;
ma dando spazio ai “se” e
ai “ma”, cercando di togliersi, prima, ogni dubbio.
Anche perché le statistiche dell’anagrafe di Roma
dicono che molti di quelli
che si promettono amore
eterno dopo qualche anno
si lasciano. E anche qui,
come in Europa, “il trend
dei divorzi è in crescita”. E
allora cento coppie si sono
già iscritte all’università
dell’unione, intesa in senso affettivo, con docenti
laici e nessuna penitenza:
venti ore in tre mesi, “lezioni” in Campidoglio, laboratori per identificare
le reazioni dovute all’innamoramento o ad altre fasi
della vita di coppia.
Giuseppe Cionchi
15 dicembre 2005
Esperienze di Chiesa
enti ed associazioni La “Tavole della Pace” in festa
Dieci anni
di idee per la pace
A
dieci anni dalla nascita della Tavola della Pace
(13 gennaio 1996) si è ritornati ad Assisi per il
XX seminario nazionale dedicato a questo tema:
“Non c’è pace senza una politica di pace” – 13/14
gennaio 2006. Molti gli intervenuti rappresentanti di Enti, Associazioni, Movimenti per la pace,
Scuole, Consigli regionali, provinciali, Sindacati
ed operatori della comunicazione. Sotto la coordinazione di Flavio Lotti ci si è interrogati su che
cosa fare assieme. Siamo tante diversità con il
rischio della frammentazione ma ciò che è stato
operato e si va facendo è una ricchezza se alcuni
obiettivi vengono raggiunti assieme. La sfida del
seminario è quella del cambiamento oltre che della testimonianza. I leader delle forze politiche di
tutti gli schieramenti, intervenuti nella giornata
del 13 gennaio, hanno dimostrato ai convenuti
come la politica sia lontana dal Movimento per
la pace, sta quindi a tale Movimento recuperare
l’efficacia politica.
Nei mesi precedenti al seminario e alla marcia
della pace Perugia-Assisi c’erano stati incontri
importanti in Umbria: la sesta assemblea dell’ONU dei popoli per salvare l’operato dell’ONU,
a Perugia dall’8 al 10 settembre 2005, l’assemblea
dell’ONU dei giovani a Terni e l’incontro degli
operatori dell’informazione e della comunicazione con gli operatori di pace.
Dal seminario sono scaturite una serie di proposte. La prima considera necessario restituire spazio all’informazione e alla comunicazione di pace,
verrà organizzato per tale motivo, nella primavera
del 2006, un seminario nazionale con la Comunità di Capodarco.
Il 10 marzo sarà una giornata dedicata a dare voce
alla pace, su tutto il territorio nazionale. La pace
si nutre di una informazione e di una comunicazione libera, attenta al bene comune, vicina ai
diritti e ai bisogni della persona e rispettosa della sua dignità. Per queste ragioni, in sintonia con
l’esortazione del Presidente della Repubblica, si
è decisa tale iniziativa. Un compito insostituibile
spetta alla RAI in tale settore perché è necessario
diffondere una cultura positiva.
La seconda proposta riguarda la diffusione di una
campagna contro il commercio delle armi.
A Monza il 13 gennaio 2006 cinque Associazioni (Amnesty International, Cooperativa Betania,
Emergency, Rete Lilliput e Villagio Globale) hanno unito i loro sforzi per sensibilizzare la cittadinanza sul tema della campagna contro il traffico
di armi e per raccogliere le adesioni attraverso
le “foto-petizioni”. A chi aderisce a Control Arms
viene chiesto, infatti, di farsi fotografare. La galleria di immagini sarà presentata ai governi in occasione della seconda conferenza delle Nazioni Unite sui traffici illeciti di armi leggere in tutti i suoi
aspetti, che si terrà a NewYork nel luglio 2006. E’
necessario però anche ritornare ad iniziative comuni contro le armi nucleari.
La terza proposta riguarda l’educazione alla pace e
la sua diffusione in modo permanente nelle scuole
di ogni ordine e grado con l’inserimento nei programmi didattici. Come esempio di un intervento
educativo importante e in atto, viene presentato
il progetto “Fiori di pace” tra Israele e Palestina,
realizzato da Istituti superiori di Verona in collaborazione con l’Associazione Villa Buri, onlus.
I partner sono in Palestina l’Istituto AlMadina di
Nazareth e in Israele l’Associazione Hand in Hand
che gestisce quattro scuole bilingue, l’Associazione Shared Life, il villaggio Nevé Shalom.
L’obiettivo pedagogico di questo progetto è quello di portare fuori da una situazione di continua
tensione i ragazzi israeliani e palestinesi e di far
trascorrere loro del tempo rilassato, costruttivo,
di dialogo tra di loro e con i ragazzi italiani.
La quarta proposta riguarda una riforma sulla legge della cooperazione con i paesi del terzo mondo,
la restituzione della verità alla parola solidarietà,
la costruzione di alleanze di pari grado con l’Africa.
Occorre preparare il Forum sociale mondiale che
si terrà a Nairobi nel gennaio 2007 e raccogliere i
La Scuola di Pace “Vincenzo Buccelletti” in collaborazione con rappresentanti
del Movimento per la pace di Ancona,
Falconara, Montemarciano, Fano, Pesaro, ha organizzato un incontro-dibattito
sul tema “La forza del pacifismo debole,
ruolo e senso del Movimento per la pace”
con Roberto Mancini, professore di filosofia teoretica presso l’Università degli
Studi di Macerata. Tale incontro avverrà
il 27 gennaio, alle ore 21,15, presso il
Centro Sociale Saline di Senigallia.
fondi affinché gli africani siano protagonisti a pieno titolo di questo Forum.
I Movimenti italiani per la pace lavoreranno anche per favorire, in un processo interculturale,
l’intervento e la partecipazione degli immigrati
africani a tale iniziativa.
Nella primavera 2006 ad Ancona ci sarà un seminario nazionale per tale Forum, organizzato
da “Chiama l’Africa”. Ritengo che partecipare al
seminario nazionale della Tavola della Pace sia
per ogni persona una grande opportunità per la
ricchezza degli interventi, per le relazioni che si
stabiliscono, per i suggerimenti e le iniziative, per
il feeling costante anche se a volte deludente con
il mondo politico, ma soprattutto per il clima di
distensione e di rispetto che si stabilisce tra i partecipanti.
Rosaria Leonardi Cenerelli
14 settembre 2005
Marcia Perugia-Assisi
Domenica 22 gennaio
Martedì 24 gennaio
Venerdì 27 gennaio
Messa per l’Unità dei Cristiani
FESTA DEI GIORNALISTI
PREGHIERA IN SINAGOGA
Il Vescovo celebra in Cattedrale
e invita a pregare per l’Ecumenismo.
Il Vescovo li invita in occasione della festa
del Patrono San Francesco di Sales.
Il Vescovo, i Parroci e i cristiani della cittàe
fanno visita agli Ebrei di Senigallia.
ore 18
ore 11.30
ore 19.15
la caritas di castelleone di suasa
Il centro d’ascolto, esperienza di umanità
minciamo!” (Madre Teresa di Calcutta).
Spronati da queste parole di speranza e dall’esperienza di
altre parrocchie limitrofe la parrocchia di Castelleone di
Suasa ha deciso di “ricominciare” aprendo un nuovo Centro
d’Ascolto.
Aprire un Centro d’Ascolto nella nostra piccola realtà è certamente una scommessa che la Caritas Parrocchiale ha voluto fare e che speriamo si riveli una scommessa vincente!
Il perché di questa scelta nasce dall’esigenza di dare visibilità all’ambito della carità nella nostra comunità cristiana, con
“un’opera segno” che rimanga nel tempo.
Abbiamo immaginato il centro d’ascolto come un luogo dove
metterci a disposizione delle persone in difficoltà: italiane o
straniere, cristiane e non, un luogo di incontro e di attenzione alle esigenze dei più deboli, perché spesso la cosa più
preziosa è trovare ascoltatori attenti che si prendono carico
dei fratelli e insieme cercano di sollevare la croce che grava
sulle loro spalle.
In questo mondo nel quale ognuno cerca di soddisfare al
massimo i propri bisogni e quelli della sua famiglia, nel quale
Se davvero apparteniamo totalmente a Dio, dobbiamo essere il consumismo ci spinge ad avere sempre più ed accumulare
a sua disposizione e dobbiamo confidare in Lui. Ieri è passa- beni per il futuro, ci troviamo in difficoltà nell’incontrare
to, il domani non è ancora arrivato, abbiamo solo l’oggi: co- persone che veramente non hanno niente, spesso nemmeno
la capacità di spiegarsi per difficoltà linguistiche o di scrivere
perché analfabete.
Uomini e donne che hanno perduto il lavoro, la casa, gli affetti familiari o hanno percorso migliaia di chilometri inseguendo il sogno del benessere, che lasciano le loro tradizioni,
la loro religione, i loro paesi alla ricerca di migliori condizioni di vita.
Nessuno di noi può chiudere gli occhi di fronte a queste
realtà, anzi deve aprire il proprio cuore per accogliere queste
situazioni di disperazione e disagio.
Insieme al Centro d’Ascolto abbiamo anche aperto un punto
di raccolta e distribuzione di abbigliamento usato che rimane aperto tutti i mercoledì pomeriggio, come il Centro.
Nell’apertura di questa nuova realtà la Caritas di Castelleone
di Suasa è stata aiutata e spronata dalla Caritas Diocesana, la
quale ha collaborato sia per realizzare un corso di formazione, per tutti i volontari, (tenutosi in parrocchia nello scorso
mese di ottobre), sia sostenendo con forza questa iniziativa.
Gesù, Re dei poveri e degli oppressi, vegli sempre sul nostro
operato e ci aiuti ad essere portatori di speranza per i fratelli
più bisognosi.
La Responsabile
Caritas Parrocchiale
15 dicembre 2005
Esperienze di chiesa
Utopie formato giovani
S
i è tenuto venerdì 13 gennaio al
teatro Portone di Senigallia il terzo
appuntamento della serie di incontri
culturali proposti dal servizio per la Pastorale Giovanile della nostra diocesi.
Questa serata, accolta come le altre da
un notevole numero di giovani - e non
solo - della diocesi, ha visto l’intervento
del professore Antonio Maria Baggio,
docente di Etica sociale alla Pontificia
Università Gregoriana, sul tema “Cristianesimo, comunismo e no-global: le
utopie della politica”.
Il professor Baggio è partito dalla ricerca di senso da parte dell’uomo, dal
desiderio di unificazione e di interpretazione del sociale, ma anche di tutto il
creato. Le ideologie politiche, qualsiasi
di esse, sono una risposta che l’uomo
adotta per far fronte a queste domande.
Ma sono risposte rischiose e illusorie,
perché dividono il mondo in due categorie, quelli che la pensano come te e
quelli che no, gli alleati e i nemici. Così
da spaccare nell’intimo anche la coscienza dell’uomo, e la sua umanità.
Eppure l’uomo continua a perseguire
l’ideale di una forma di vita organizzata
che miri al bene degli uomini.
La prima D
enciclica
“Dio è amore”
il tema del primo scritto
di papa Benedetto XVI
E se le ideologie portano solo frantumazione, il professore suggerisce una
strada, un principio su cui scommettere per rispondere a questa ricerca. Si
tratta del principio di fratellanza, ingiustamente rimasto all’ombra di quelli
di uguaglianza e libertà per cui a lungo
i popoli hanno lottato, a tal punto da
diventare principi costituzionali. Come
a dire che nei sistemi democratici in cui
si vive è stato sottratto un tassello.
È questo che manca nella politica di
oggi, la riflessione comune sul principio
della fraternità. Principio che nel suo
limite ha in realtà il suo punto di forza:
proprio perché si tratta di un concetto
ricavato da un’esperienza personale, e
quindi apparentemente confinato in
una dimensione ridotta e privata, diventa un principio alla portata di tutti,
esperibile da tutti.
Principio che non può diventare ideologia dominante, in quanto non universalizza un particolare, ma che riconosce
io è amore, chi sta nell’amore dimora in Dio
e Dio dimora in lui”. Queste
parole della lettera di San
Giovanni esprimono con
singolare chiarezza il centro
della fede cristiana, l’immagine cristiana di Dio e anche la conseguente visione
dell’uomo e del suo cammino”. Inizia con così la prima
enciclica di Benedetto XVI,
Deus Caritas
est, che tratta il concetto
dell’amore cristiano e della
carità.
Un tema, quello dell’amore
divino, più vol-
un elemento comune in tutta l’umanità,
e che sintetizza i concetti opposti di
unità (perché tutti fratelli) e distinzione
(perché non omologa, ma preserva le
originalità degli individui).
La mediocrità di tanta politica (e di
tante ideologie) è da ricercare nello
scarto tra il modo di vivere che chi
si impegna politicamente persegue
e quello che effettivamente vive. Noi
giovani cristiani sappiamo che la fraternità non è una forma di utopia: è la
forma più forte di radicalità per una
politica non ideologica.
Pur non parlando nello specifico di
partiti, di appartenenza, di forme governative, ecc., le parole di Baggio fanno
pensare che effettivamente parlare di
impegno politico non è parlare di un
programma o una tessera, ma di un
atteggiamento nei confronti delle persone, del bene di queste persone, della
vita.
Chiara Canonici
te richiamato da Benedetto
XVI nei suoi interventi più
recenti. Già in occasione del
primo Angelus domenicale
del nuovo anno, il pontefice parlò dell’amore divino
come “unica strada che conduce alla pace”.
Il testo sarà reso noto nei
prossimi giorni. La data non
è ancora stata resa nota, ma
l’uscita dovrebbe essere comunque precedente al 23
gennaio, quando in Vaticano
si apre un Convegno di due
giorni organizzato dal Pontificio Consiglio Cor Unum
proprio sui temi della carità,
a cui è dedicata l’enciclica.
L’enciclica Dio è amore
può essere considerato una
“traccia programmatica” per
il pontificato di Benedetto XVI, così come lo fu per
il pontificato di Giovanni
Paolo II l’enciclica Redemptor hominis. Nel testo papa
Ratzinger invita a fissare
lo sguardo sul messaggio
centrale del cristianesimo,
l’amore fondamento della
fede cristiana. Dio è il vero
archetipo di ogni amore ma
anche il paradigma su cui
coniugare ogni amore che
voglia essere degno di questo nome.
L’enciclica perciò tratta in
fondo del fondamento teologico dell’etica cristiana
(definita dal papa “la legge di
Cristo”) e della dottrina sociale della Chiesa cattolica.
A.R.
spiritualita’ A Casine un incontro di riflessione sull’ ecumenismo
Dialogo sulle altre religioni
L
a parrocchia di Casine, nella mattina di domenica 15 gennaio, è stata
allietata dalla presenza del nostro Vescovo Giuseppe, invitato dal parroco
don Ciro su richiesta del “Gruppo delle
Giovani Famiglie” per un intervento illustrativo su “Fede e religione: la nostra
e le altre” tematica scelta dal gruppo
come riflessione per questo anno.
L’incontro, tenutosi in un clima di autentica cordialità, è partito da un’analisi
dell’attuale situazione della comunità,
dove la convivenza con persone di altro
credo religioso è ormai quotidiana, sia
per gli adulti sia per i ragazzi.
Da questa realtà oggettiva, ci siamo interrogati su quale debba essere il nostro
atteggiamento verso la pluralità religiosa: sicuramente occorre una maggiore
conoscenza reciproca per trovare possibilità di dialogo, nel rispetto vicendevole.
L’interpellarci sulle altre religioni ci
spinge anche ad approfondire la no-
stra fede, altrimenti si corre il rischio
di concludere in modo semplicistico
“tanto, in fin dei conti, tutte le religioni
sono uguali”.
Ciò che differenzia ed eleva il Cristianesimo è il fatto di essere una religione rivelata; è Dio che ci viene incontro,
che ci parla, si fa conoscere, non è il
prodotto dell’uomo, del suo pensiero.
E’ Gesù di Nazaret, il Figlio del Dio
vivente, il Morto e il Risorto, il fondamento della nostra Fede, come afferma
San Paolo. Gesù, la vera Luce, ci insegna a chiamare tutti gli uomini “fratelli”, non nemici o avversari, ed è questo
che deve essere il nostro atteggiamento
verso ogni creatura umana.
Dal 18 al 25 gennaio tutti siamo chiamati a pregare per l’unità dei Cristiani,
per invocare insieme il nome di Dio per
la pace. L’augurio che la nostra comunità parrocchiale rivolge al mondo intero
è che il cammino ecumenico si realizzi
sempre di più nel dialogo, nell’accoglienza, nel rispetto reciproco.
C.C:
MISNA
Emergenza alimentare in Kenya
agenzia di stampa dei missionari
Dibattiti Nuovo appuntamento della pastorale giovanile
Servono quasi 400 milioni di dollari per combattere l’emergenza alimentare che sta investendo il nord est del Kenya, dove nelle
ultime 3 settimane almeno 40 persone sono
già morte per fame e sete. Lo ha detto ieri
il ministro dei programmi speciali, incaricato di coordinare la gestione degli aiuti, John
Munyes, il quale ha precisato che il 60% della cifra sarà coperto dal governo keniano ma
per il restante 40% serve l’aiuto della comunità internazionale e delle agenzie delle Nazioni Unite. Dopo aver descritto la situazione
nei distretti di Mandera e Marsabit, le zone
maggiormente colpite dall’eccezionale siccità
di quest’anno, come “molto grave”, il ministro
keniano ha annunciato una vasta campagna
di acquisizione di scorte di mais a livello nazionale e continentale nel tentativo di garantire aiuti sufficienti fino alla prossima stagione
delle piogge per i quasi 2 milioni e mezzo di
keniani (il 10% della popolazione) minacciati
dalla mancanza di cibo e di acqua. La gravità
della situazione (che sta colpendo duramente
anche il settore dell’allevamento del bestiame) è confermata dalle poche organizzazioni umanitarie e sanitarie presenti nella zona,
secondo cui i problemi di denutrizione e disidratazione interesserebbero ormai ben 22 distretti del nord del paese a ridosso delle frontiere con Etiopia e Somalia. Le preoccupazioni
per la siccità vanno estese, secondo le agenzie
dell’Onu, anche ad altri paesi della regione
orientale africana e soprattutto a Etiopia, Somalia e Gibuti; tutti costretti a fronteggiare la
stessa penuria d’acqua del Keny
Sudafrica verso il voto
Acqua potabile, fognature e corrente elettrica:
queste le priorità evidenziate dal presidente
sudafricano Thabo Mbeki e dal suo partito
l’African National Congress (Anc) per i prossimi
sei anni. Parlando di fronte a 25.000 persone
riunite per il comizio con cui si sono festeggiati i 94 anni della storica formazione politica
sudafricana e si è lanciata la campagna elettorale per le elezioni municipali del prossimo
marzo, Mbeki ha reso noti i contenuti del ‘manifesto’ politico scelto dall’Anc per i prossimi
appuntamenti elettorali. “Entro il 2010 ogni
comunità di questo paese sarà collegata a un
sistema idrico e fognario nazionale, ed entro
il 2012 ogni casa avrà la corrente elettrica” ha
evidenziato Mbeki.
A queste priorità, il capo di Stato ha poi affiancato l’obiettivo di dimezzare la disoccupazione un problema che secondo le stime
governative coinvolge il 25% della cosiddetta
‘popolazione attiva’, ma che alcuni ritengono
sfiori invece il 40%. In un paese che dopo l’abbandono del segregazionismo ha mantenuto
e anzi migliorato i livelli democratici ed economici ereditati dal regime dell’apartheid, i
servizi di base per la maggioranza della popolazione nera restano la vera sfida del futuro. “Sarà un anno difficile, ma manterremo
le nostre promesse” ha ribadito il presidente.
Mbeki ha poi rilanciato l’impegno del governo contro la corruzione e rivolgendosi direttamente ai candidati dell’Anc alle elezioni
municipali dell’1 marzo prossimo ha detto:
“dovete comprendere che vi abbiamo scelto
come nostri candidati per gli incarichi di sindaco o di consiglieri, perché possiate servire
il popolo del Sudafrica e non perché possiate
perseguire i vostri interessi privati”.[
Immigrazione clandestina
Sono stati ufficialmente 238 gli emigranti irregolari fermati dalle autorità marocchine e
consegnati alla magistratura nei primi otto
giorni del 2006: lo hanno comunicato fonti
ufficiali del governo di Rabat, aggiungendo
che la marina marocchina ha fermato al largo
delle coste nazionali un barcone con a bordo
78 migranti – 4 dei quali donne – che tentavano di raggiungere la Spagna nonostante il
mare grosso e il cattivo tempo.
Secondo le autorità di Rabat, tutte le persone
fermate ieri erano di nazionalità marocchina:
si tratterebbe, dunque, di migranti economici che le forze di polizia hanno consegnato
alla magistratura e che ora rischiano da due
mesi a un anno di detenzione per il reato di
‘emigrazione clandestina’. Il mare in burrasca
non ha fermato neppure i migranti diretti dal
Nord Africa in Italia, considerato che negli ultimi giorni più di 400 persone prive di regolari
documenti sono state portate presso il centro
di permanenza temporanea di Lampedusa,
che ha una capienza stimata di 190 posti
15 dicembre 2005
dalla citta di Senigallia
sicurezza in citta’ Ente locale e Scuola all’indomani degli atti di vandalismo
Più controlli nelle scuole
Uno sportello
per il volontariato
L
a Consulta del Volontariato Locale
rappresenta uno strumento al quale
l’Amministrazione Comunale ha sempre
attibuito una funzione importante.
Riteniamo infatti che tale organismo possa
svolgere un ruolo decisivo, per rendere
ancora più efficace il preziosissimo apporto
reso dal ricco mondo del volontariato locale. Non è un caso che, poco dopo il nostro
insediamento, abbiamo approvato una
variazione di bilancio, per supportare sotto
il profilo finanziario i progetti elaborati in
sede di Consulta.
Presto sottoporrò all’esame della Giunta
l’approvazione di una serie di criteri che
dovranno presiedere alla redazione dei progetti della Consulta, proprio per valorizzarli
meglio ed inserirli all’interno di una progettazione unitaria e condivisa da tutti.
Nell’ultima seduta della Consulta del Volontariato, alla quale non ho potuto partecipare personalmente (è stata l’unica volta da
quando sono stato nominato assessore) ma
alla quale erano presenti funzionari
dell’Ufficio Servizi Sociali, è stata avanzata
una proposta relativa ad uno sportello in
rete aperto al pubblico, capace di indirizzare gli utenti verso le associazioni di volontariato in grado di far fronte alle necessità
manifestate.
Si tratta di un’idea interessante,
che, come Amministrazione Comunale
siamo senz’altro disponibili
ad approfondire e sostenere, in quello
spirito di collaborazione che ha sempre
contraddistinto i nostri rapporti
con il mondo del volontariato senigalliese.
Foto Vivere Senigallia
V
alutare in maniera equilibrata
i recenti episodi di vandalismo
verificatisi in alcuni plessi scolastici,
senza sottovalutarli ma anche senza
suscitare inutili allarmismi, e concertare azioni idonee ad accrescere i
livelli di sicurezza nelle scuole.
Questi gli scopi della seduta della
Conferenza Permanente Ente Locale
- Scuola, svoltasi nella mattinata di
martedì 17 gennaio nella Residenza
Municipale ed allargata per l’occasione ai rappresentanti delle forze dell’ordine del territorio.
Alla seduta, presieduta dal Sindaco
Luana Angeloni, hanno partecipato
gli assessori Volpini e Mangialardi, i
dirigenti Scolastici del territorio, il
presidente della della V Commissio-
ne Consiliare, Mancini, ed i dirigenti
comunali dei Servizi Lavori Pubblici,
Pubblica Istruzione e Polizia Municipale.
Per le forze dell’ordine erano presenti
il dirigente del Commissariato, Scipione De Leonardis, il comandante
della Compagnia dei Carabinieri,
Americo Di Pirro, il comandante
della stazione dei carabinieri di Senigallia, luogotenente Francesco Imparato.
Nel corso dell’incontro sono stati
assunti da parte dei diversi soggetti istituzionali coinvolti una serie di
impegni per far fronte efficacemente
alla situazione e contribuire alla tranquillità delle famiglie.
In primo luogo, si è convenuto sul-
la necessità di valutare su quale dei
ventinove plessi scolastici esistenti
sia più urgente, alla luce delle precedenti violazioni subite e dell’entità
dei valori custoditi, intervenire per
accrescere la messa in sicurezza dei
locali e sull’opportunità di rafforzare
la vigilanza notturna da parte delle
forze dell’ordine nel territorio.
Un’altra decisione adottata è stata
quella di incrementare progressivamente, compatibilmente con le esigenze di bilancio ed individuando le
soluzioni tecniche più appropriate,
l’introduzione nei plessi scolastici di
sistemi di sicurezza e di allarme non
invasivi, collegati alle centrali delle
forze dell’ordine.
M.P.
Fabrizio Volpini
assessore ai Servizi Sociali
la nostra storia Una mostra fotografica sul Corpo d’armata polacco nelle Marche
Quando Churchill passò da queste parti
Il dirigente del Servizio
tecnico cultura della
Regione Marche
Raimondo Orsetti e
l’assessore alla Cultura
del Comune di Senigallia,
Velia Papa.
berazione nelle Marche, su “II Corpo d’Armata
polacco nelle Marche: 1944-46” in occasione del
60° anniversario della Liberazione delle Marche.
L’evento, che espone immagini provenienti dal
Polish Institute & Sikorski Museum di Londra, si
propone di ricostruire avvenimenti e contesti sociali legati alla liberazione delle Marche accaduti
tra il maggio del 1944 e la fine del secondo conflitto mondiale.
La mostra è stata inaugurata sabato 14 gennaio
presso la Sala del Trono del Palazzo del Duca
e sarà visitabile fino a domenica 29 gennaio.
Curata dal professor Giuseppe Campana in collaborazione con il Servizio Tecnico alla Cultura
e l’Istituto Regionale per la Storia del Movimento
di Liberazione nelle Marche, vuole documentare
’è sempre qualcosa di nuovo da sapere, cono- un episodio poco conosciuto e di interesse rilescendo meglio la nostra storia. E qualcosa per vante per la storia d’Italia: il determinante ruolo
cui meravigliarsi.
dell’esercito polacco nella liberazione di parte delPiù di una sorpresa la si prova guardando la l’Italia centrale.
mostra, promossa dal Comune di Senigallia, in Fa’ un certo effetto confrontarsi con i fotocollaborazione con la Regione Marche e l’Istitu- grammi scattati dai militari inquadrati nella
to Regionale per la Storia del Movimento di Li- “Army Film and Photographic Unit”, l’Unità ci-
C
a denti stretti
Il Tribunale amministrativo regionale
delle Marche boccia il ricorso presentato dai bagnini della Spiaggia di velluto contro il piano degli arenili approvato dal Consiglio comunale nell’autunno
del 2004. Conseguenza: entro marzo
tutti i gazebo lasciati lungo l’arenile
dovranno essere rimossi. La sentenza è stata pronunciata il 23 dicembre
scorso dal Tar e mette di fatto la parola fine al lungo braccio di ferro che gli
operatori di spiaggia avevano intavolato con l’Amministrazione comunale
fin dall’estate 2004, quando era ancora
in discussione la “variante normativa
2003”. Le proteste dei bagnini riguardavano proprio l’obbligo di rimozione
di tutte le attrezzature di spiaggia nel
periodo invernale, da settembre ad ot-
a cura di
tobre. Una previsione contro la quale
gli operatori balneari avevano presentato ricorso al tribunale amministrativo che il 14 dicembre del 2004 aveva
concesso una sospensiva che invalidava la norma fino alla sentenza definitiva. Sentenza arrivata poche settimane
fa. Per due inverni gazebo e attrezzature di spiaggia sono rimaste ben salde al loro posto ma da domani le cose
combieranno. Il Tar ha ritenuto infondate le denunce di illegittimità e illogicità avanzate dai bagnini in riferimento alla mancata acquisizione da parte
del Consiglio comunale (prima dell’approvazione del piano particolareggiato
degli arenili) dei pareri obbligatori delle Circoscrizioni e della violazione del
piano Paesistico ambientale regionale.
nefotografica dell’esercito costituita nel 1941.
Perché città, strade e luoghi a noi così familiari
fanno da sfondo a fotogrammi di guerra e solidarietà, sofferenza e voglia di riscatto. Così come
suscita curiosità l’immagine che ritrae Winston
Churchill, ed il suo immancabile sigaro, a colloquio con il generale Anders (comandante del
Corpo polacco) quando nel corso dell’offensiva
contro la Linea Gotica si trovò per qualche giorno
nei dintorni di Senigallia.
E ai volti dei grandi personaggi di questa storia, si
alternano tanti anonimi protagonisti di una guerra che paradossalmente testimonia anche tanta
umanità, fatta di povertà e paure condivise, sogni
di pace, amore per la libertà.
Furono 183 i senigalliesi civili morti durante il
passaggio del fronte, 185 i militari. Con loro migliaia i polacchi che, come ricordano le parole
scolpite a Montecssino, “per la nostra e vostra libertà abbiamo dato la nostra anima a Dio, la nostra vita alla terra italiana, i nostri cuori alla Polonia”. L’Europa cominciava anche da qui.
Laura Mandolini
Giuseppe Nicoli
Dill’ al monc’ in piazza
Una curiosità, o quasi. Lo
scorso mese di agosto, una
turista stava guardando il
pesce sopra il banco di una
pescheria, dove c’erano varie qualità e diversi luoghi di provenienza: Mediterraneo,
Tirreno e, addirittura, dei molluschi provenienti dall’India. Dopo aver letto i cartelli,
la turista (meravigliata) disse: “Da molti
anni trascorro le vacanze estive a Senigallia
e vi ho sempre invidiato il mare, la “spiaggia di velluto” e, soprattutto, la fortuna di
mangiare il pesce sempre fresco. Adesso lo
fate venire da altri mari? Voi non lo pescate
più?”. Un concittadino le rispose che a Senigallia si pesca come sempre, ma il pescato
viene mandato nelle località del Mediterraneo o di altri mari. Non sappiamo se questo
sia vero o solo una battuta spiritosa, dato
che oggi con i mezzi di trasporto dotati di
impianti di refrigerazione si possono mandare generi alimentari nei luoghi più lontani. Noi, però, siamo d’accordo con quella turista quando dice che il pesce appena
uscito dal mare è tutta un’altra cosa.
Si parla tanto e giustamente dell’inquinamento atmosferico. Esiste anche l’inquinamento acustico, al quale facciamo meno
caso ma che è altrettanto pericoloso. Basterebbe ricordare il rumore provocato dagli
scooter (specie con la marmitta rotta o modificata) che sfrecciano indisturbati per le
vie della città. Chissà se qualcuno sia stato
mai multato per inquinamento da rumore
molesto...
15 dicembre 2005
dalla citta di Senigallia
giornata della memoriaSenigallia celebra l’anniversario della liberazione di Auschwitz
La città che vuole ricordare
e prime notizie di Ebrei a Senigallia
sono del XV secolo, come risulta da un
documento del 1425: “la comunità di Senigallia accolse l’istanza dell’ebreo Sabbatuzio
intesa ad ottenere l’autorizzazione a gestire
per 10 anni un banco di prestiti su pegni”.
Molti elementi autorizzano a ritenere che
vi siano stati Ebrei anche precedentemente; infatti fin dal 1200 si svolgeva la famosa
Fiera della Maddalena, momento centrale
per gli scambi commerciali; probabilmente
ebrei di Ancona, la cui presenza già da oltre
due secoli era consolidata in città, e quelli
di Fano, che troviamo nella cronaca di un
naufragio del 1214, vi parteciparono. Nel
XIV secolo abbiamo testimonianze di banchieri ebrei nella cittadina.
Sarebbe troppo lungo elencare le numerose
ed interessanti vicende storiche che hanno
interessato la comunità ebraica senigalliese
(a questo proposito è possibile consultare il
sito dell’Associazione Marche - Israle, www.
eclettico.org/israele). E con un salto di circa
quattro secoli arriviamo alla metà del XIX
secolo. All’epoca vivevano nella città 390
ebrei che svolgevano il mestiere di sensali, negozianti, vetturini, banchieri, gestori
di banchi e soprattutto “industrianti”, che
svolgevano i più disparati lavori.
Il 13 settembre 1860 il generale Cialdini occupò la città in nome di Vittorio Emanuele
II e con il decreto del 25 settembre gli ebrei
senigalliesi e tutti quelli delle Marche, ottennero la completa uguaglianza. Nel 1870
vivevano a Senigallia circa 300 ebrei. Nel
1885, con l’attuazione di un vasto disegno di
risanamento della città, il Comune di Senigallia diede inizio ad un programma di lavori nei quartieri del Porto e del ghetto. Nel
1969 vi erano 30 ebrei, considerati parte della Comunità di Ancona. Attualmente sono
rimaste a Senigallia poche famiglie di ebrei,
desiderose, però, di mantenere l’attenzione
su questa peculiare anima cittadina.
Bet knesset, la “casa della discussione”, dell’incontro. Al greco ‘sinagoga’ Remo Morpurgo, membro della comunità ebraica
senigalliese, affianca il nome originale del
luogo di culto con la stella di David che a
Senigallia resterà aperto da mattino a sera
in occasione della “Giornata della memoria”,
il 27 gennaio, anniversario della liberazione
del campo di sterminio di Auschwitz.
Salire le scale dello stabile di via dei Commercianti, in quello che fu il ghetto, significa conoscere in presa diretta un luogo profondamente legato all’identità cittadina. È
per questo che gli Ebrei senigalliesi si sono
dati da fare affinché, dopo importanti lavori
di restauro, fosse riconsegnato nel 2000 alla
collettività. “Fino al 1925 circa, Senigallia
aveva il suo rabbino - ci racconta Morpurgo -. Poi la comunità ebraica si è progressivamente ridotta e di conseguenza anche
la vitalità di questo luogo”. Il sisma del 1930
ha dato un po’ il colpo di grazia allo stabile, decapitato di un piano come altri edifici
del centro storico. “Bettino Padovano, figlio
dell’ultimo rabbino senigalliese, fino ai primi anni ‘70, era qui tutti i sabati: apriva la
la sinagoga
L
a sinagoga fu costruita nel 1634, quando fu istituito il ghetto, poiché quella precedente era fuori dal recinto; è di rito italiano. Era più alta di un piano, ma fu abbassata dopo il terremoto del 1930; la sala di preghiera si trova al primo piano. Il matroneo è sormontato da finestre murate che erano
quelle della sinagoga prima del terremoto; il portone d’ingresso è a due ante con un portale in pietra d’Istria. Al primo piano vi è un ufficio, due piccoli
vani di passaggio, il matroneo dove vi è un armadio dove sono conservati alcuni Rotoli della Legge e la sala di preghiera.
Le scale portano poi ad un solaio (prima del terremoto vi era la sala che occupava il terzo ed il quarto piano). Un’unica grande porta settecentesca
introduce nella sinagoga; sulla parete di fronte vi sono 4 grandi finestre sormontate da mantovane ottocentesche che, con le 2 finestre nella parete di
destra, fiancheggiano l’aron (arca); davanti vi è la tevà (il podio), lo spazio,occupato durante la preghiera dall’officiante, è delimitato da un balconcino
semicircolare di legno intagliato e dorato che formava l’antica tevà, con tulipes del primo ‘900 applicate alle pareti.
Ospedale accogliente
orza Italia e Gruppo misto insieme per
cercare di sistemare il parcheggio dell’ospedale, creare una sala d’attesa per i pazienti dimessi all’ingresso del nosocomio di
Senigallia e vietare completamente l’ingresso delle auto private all’interno dell’ospedale
per realizzare un vero e proprio parco a disposizione dei malati in grado di camminare.
Il capogruppo azzurro, Alessandro Cicconi
Massi, e il consigliere comunale Fiore Bittori
hanno presentato un’ articolata interrogazione.
“In relazione a queste problematiche, i sottoscritti hanno già presentato all’Amministrazione una interrogazione, alla quale è
stato risposto con semplici dichiarazioni
di circostanza a cui non sono seguite reali
azioni per dare soluzione alle difficoltà che
incontrano i cittadini. L’unica risposta che
continua a dare il Comune è riscontrabile
nelle numerose multe elevate nei confronti
dei cittadini utenti e congiunti dei pazienti
che sostano in prossimità dell’entrata principale dell’ospedale, contravvenzioni che
comunque il giudice di pace ha avuto modo
di annullare, adducendo addirittura motivi e
ragioni etiche e sociali. D’altro canto rientra
pienamente nelle competenze del Comune
di Senigallia la necessaria ed indispensabile
messa in sicurezza del percorso pedonale
che collega l’attuale parcheggio con l’entrata
dell’ospedale, oggi assolutamente sprovvisto
di alcuna protezione e quindi estremamente
pericoloso per tutti coloro che sono costretti
ad entrare nella struttura. Pur consapevoli
della limitata competenza dell’amministrazione comunale in materia di strutture sanitarie, ma perfettamente coscienti del ruolo
chiave che il sindaco di Senigallia può svolgere come coordinatore della Conferenza
dei sindaci, crediamo sia possibile porre in
essere finalmente delle azioni risolutive”.
La fenice ha ospitato la Parsons Dance company
Danza che entusiasma
P
ubblico del Teatro La Fenice di Senigallia
entusiasta, domenica scorsa, per lo spettacolo della Parsons Dance Company.
La compagnia, una tra le migliori nel panorama internazionale, ha incantato per la
fisicità e la grazia dei suoi ballerini e la magia delle coreografie. Dopo un omaggio a
Mozart, la genialità di un fascio di luci che
illumina cinque paia di mani su un palcoscenico buio. Come “un’esplosione di fuochi
artificiali”, le mani si muovono allegramente
formando un’infinità di immagini al ritmo
della musica di Kenji Bunch.
Due le nuove coreografia presentate in prima assoluta per l’Italia: Dmb, una danza
dal ritmo serrato sulle musiche della Dave
Matthew Band; e Shining Star, un po’ Febbre
del sabato sera un pò Thank God it’s Friday.
Sulle musiche degli Earth, Wind & Fire, si ri-
Giornata della memoria 2005:
la vistita del vescovo Giuseppe
L
Interrogazione della minoranza consiliare
F
sinagoga ed era un punto di riferimento per
tutti. Oggi c’è bisogno di tenere desta l’attenzione sulla presenza storica degli Ebrei
nel nostro territorio, altrimenti si perdono
tradizioni, culture e fatti che hanno profondamente plasmato la nostra realtà”.
L.M.
creano le atmosfere di una sala da ballo anni
‘70.
Immancabile Caught, uno dei pezzi più famosi dell’intero repertorio della compagnia.
Coreografie per un solo danzatore, che grazie alle luci stroboscopiche, sulle note di Robert Fripp, chitarrista e fondatore dei King
Crimson, sembra continuamente sospeso in
aria. L’effetto è più che spettacolare, e scatena l’entusiasmo di un pubblico, quello senigalliese, che raramente si lascia andare.
Il finale è un tripudio di danzatori e pubblico
che accompagna la musica battendo le mani.
Il prossimo appuntamento con la stagione
teatrale de La Fenice di Senigallia in collaborazione tra Comune e Amat, sarà per domenica 22 gennaio alle ore 17.00 con L’ereditiera di Arturo Cirillo.
M.P.
un incontro a senigallia
Le scuole di pace
L
e scuole di pace della provincia, alcune associazioni pacifiste e semplici persone impegnate sui temi della
pace e della non violenza hanno espresso nel corso di recenti incontri l’esigenza di organizzare un appuntamento
speciale per sviluppare alcune riflessioni in merito a questi grandi problemi,
nella consapevolezza del difficile momento che anche nella nostra regione
tali movimenti stanno vivendo.
L’obiettivo è quello di costruire una rete
per dare organicità e progettualità alle
tante iniziative sparse sul territorio, rilanciando al tempo stesso un approfondito dibattito sui temi della pace, dello
sviluppo economico, della sicurezza.
I rappresentanti delle scuole di pace di
Senigallia, Falconara e Montemarciano, assieme a quelli di Fano e Pesaro, si
incontreranno dunque venerdì 27 gennaio nei locali del Centro Sociale di Senigallia.
La giornata avrà inizio alle ore 17 con
la discussione di una bozza stilata sulla base delle attività finora sviluppate
all’interno dei singoli nuclei e delle discussioni sulle materie di più stretta
attualità. In particolare, la preoccupazione è rivolta all’attuale momento
definito di “crisi del pacifismo”, intesa
come difficoltà a incidere sul dibattito
culturale italiano ed europeo, contrastando così il pensiero militarista ancora dominante. Ma una riflessione sarà
avanzata anche a proposito delle nuove
esperienze emerse, dal momento che
molte persone e associazioni lavorano
capillarmente nel territorio su specifiche iniziative di solidarietà, sui diritti
umani, sulle questioni ambientali, o
sperimentano stili di vita alternativi,
come il commercio equo, la spesa solidale o la banca etica.
I gruppi pacifisti cercheranno allora di
valorizzare questo appuntamento per
conoscersi e mettersi in rete, scambiare
esperienze e conoscenze, creare sinergie, rivedere il rapporto con le istituzioni, offrire uno sbocco politico al percorso di educazione alla pace, organizzare
iniziative per accendere il dibattito politico, individuare mezzi e strumenti
per mobilitare i cittadini e portarli a
riscoprire il valore rivoluzionario della
non violenza. Nell’occasione saranno
anche discusse alcune proposte pratiche già formulate, come ad esempio la
promozione di un referendum abrogativo della legge che consente l’uso civile
delle armi per la sicurezza personale,
la modifica della legge regionale sulla
pace, la riproposizione della disobbedienza civile, l’elaborazione di una proposta politica per regolare il conflitto
sociale nelle città, intervenendo così
sul tema della sicurezza, avvertito oggi
come prioritario dai cittadini.
Dopo una breve cena insieme, l’appuntamento proseguirà alle ore 21,15 con
un incontro-dibattito dal titolo “La
forza del “pacifismo debole” – Ruolo
e senso del movimento per la pace”, al
quale parteciperà Roberto Mancini,
professore di filosofia teoretica presso
l’Università degli Studi di Macerata.
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15 dicembre 2005
dalla citta di Senigallia
giornata della memoriaSenigallia celebra l’anniversario della liberazione di Auschwitz
La città che vuole ricordare
e prime notizie di Ebrei a Senigallia
sono del XV secolo, come risulta da un
documento del 1425: “la comunità di Senigallia accolse l’istanza dell’ebreo Sabbatuzio
intesa ad ottenere l’autorizzazione a gestire
per 10 anni un banco di prestiti su pegni”.
Molti elementi autorizzano a ritenere che
vi siano stati Ebrei anche precedentemente; infatti fin dal 1200 si svolgeva la famosa
Fiera della Maddalena, momento centrale
per gli scambi commerciali; probabilmente
ebrei di Ancona, la cui presenza già da oltre
due secoli era consolidata in città, e quelli
di Fano, che troviamo nella cronaca di un
naufragio del 1214, vi parteciparono. Nel
XIV secolo abbiamo testimonianze di banchieri ebrei nella cittadina.
Sarebbe troppo lungo elencare le numerose
ed interessanti vicende storiche che hanno
interessato la comunità ebraica senigalliese
(a questo proposito è possibile consultare il
sito dell’Associazione Marche - Israle, www.
eclettico.org/israele). E con un salto di circa
quattro secoli arriviamo alla metà del XIX
secolo. All’epoca vivevano nella città 390
ebrei che svolgevano il mestiere di sensali, negozianti, vetturini, banchieri, gestori
di banchi e soprattutto “industrianti”, che
svolgevano i più disparati lavori.
Il 13 settembre 1860 il generale Cialdini occupò la città in nome di Vittorio Emanuele
II e con il decreto del 25 settembre gli ebrei
senigalliesi e tutti quelli delle Marche, ottennero la completa uguaglianza. Nel 1870
vivevano a Senigallia circa 300 ebrei. Nel
1885, con l’attuazione di un vasto disegno di
risanamento della città, il Comune di Senigallia diede inizio ad un programma di lavori nei quartieri del Porto e del ghetto. Nel
1969 vi erano 30 ebrei, considerati parte della Comunità di Ancona. Attualmente sono
rimaste a Senigallia poche famiglie di ebrei,
desiderose, però, di mantenere l’attenzione
su questa peculiare anima cittadina.
Bet knesset, la “casa della discussione”, dell’incontro. Al greco ‘sinagoga’ Remo Morpurgo, membro della comunità ebraica
senigalliese, affianca il nome originale del
luogo di culto con la stella di David che a
Senigallia resterà aperto da mattino a sera
in occasione della “Giornata della memoria”,
il 27 gennaio, anniversario della liberazione
del campo di sterminio di Auschwitz.
Salire le scale dello stabile di via dei Commercianti, in quello che fu il ghetto, significa conoscere in presa diretta un luogo profondamente legato all’identità cittadina. È
per questo che gli Ebrei senigalliesi si sono
dati da fare affinché, dopo importanti lavori
di restauro, fosse riconsegnato nel 2000 alla
collettività. “Fino al 1925 circa, Senigallia
aveva il suo rabbino - ci racconta Morpurgo -. Poi la comunità ebraica si è progressivamente ridotta e di conseguenza anche
la vitalità di questo luogo”. Il sisma del 1930
ha dato un po’ il colpo di grazia allo stabile, decapitato di un piano come altri edifici
del centro storico. “Bettino Padovano, figlio
dell’ultimo rabbino senigalliese, fino ai primi anni ‘70, era qui tutti i sabati: apriva la
la sinagoga
L
a sinagoga fu costruita nel 1634, quando fu istituito il ghetto, poiché quella precedente era fuori dal recinto; è di rito italiano. Era più alta di un piano, ma fu abbassata dopo il terremoto del 1930; la sala di preghiera si trova al primo piano. Il matroneo è sormontato da finestre murate che erano
quelle della sinagoga prima del terremoto; il portone d’ingresso è a due ante con un portale in pietra d’Istria. Al primo piano vi è un ufficio, due piccoli
vani di passaggio, il matroneo dove vi è un armadio dove sono conservati alcuni Rotoli della Legge e la sala di preghiera.
Le scale portano poi ad un solaio (prima del terremoto vi era la sala che occupava il terzo ed il quarto piano). Un’unica grande porta settecentesca
introduce nella sinagoga; sulla parete di fronte vi sono 4 grandi finestre sormontate da mantovane ottocentesche che, con le 2 finestre nella parete di
destra, fiancheggiano l’aron (arca); davanti vi è la tevà (il podio), lo spazio,occupato durante la preghiera dall’officiante, è delimitato da un balconcino
semicircolare di legno intagliato e dorato che formava l’antica tevà, con tulipes del primo ‘900 applicate alle pareti.
Ospedale accogliente
orza Italia e Gruppo misto insieme per
cercare di sistemare il parcheggio dell’ospedale, creare una sala d’attesa per i pazienti dimessi all’ingresso del nosocomio di
Senigallia e vietare completamente l’ingresso delle auto private all’interno dell’ospedale
per realizzare un vero e proprio parco a disposizione dei malati in grado di camminare.
Il capogruppo azzurro, Alessandro Cicconi
Massi, e il consigliere comunale Fiore Bittori
hanno presentato un’ articolata interrogazione.
“In relazione a queste problematiche, i sottoscritti hanno già presentato all’Amministrazione una interrogazione, alla quale è
stato risposto con semplici dichiarazioni
di circostanza a cui non sono seguite reali
azioni per dare soluzione alle difficoltà che
incontrano i cittadini. L’unica risposta che
continua a dare il Comune è riscontrabile
nelle numerose multe elevate nei confronti
dei cittadini utenti e congiunti dei pazienti
che sostano in prossimità dell’entrata principale dell’ospedale, contravvenzioni che
comunque il giudice di pace ha avuto modo
di annullare, adducendo addirittura motivi e
ragioni etiche e sociali. D’altro canto rientra
pienamente nelle competenze del Comune
di Senigallia la necessaria ed indispensabile
messa in sicurezza del percorso pedonale
che collega l’attuale parcheggio con l’entrata
dell’ospedale, oggi assolutamente sprovvisto
di alcuna protezione e quindi estremamente
pericoloso per tutti coloro che sono costretti
ad entrare nella struttura. Pur consapevoli
della limitata competenza dell’amministrazione comunale in materia di strutture sanitarie, ma perfettamente coscienti del ruolo
chiave che il sindaco di Senigallia può svolgere come coordinatore della Conferenza
dei sindaci, crediamo sia possibile porre in
essere finalmente delle azioni risolutive”.
La fenice ha ospitato la Parsons Dance company
Danza che entusiasma
P
ubblico del Teatro La Fenice di Senigallia
entusiasta, domenica scorsa, per lo spettacolo della Parsons Dance Company.
La compagnia, una tra le migliori nel panorama internazionale, ha incantato per la
fisicità e la grazia dei suoi ballerini e la magia delle coreografie. Dopo un omaggio a
Mozart, la genialità di un fascio di luci che
illumina cinque paia di mani su un palcoscenico buio. Come “un’esplosione di fuochi
artificiali”, le mani si muovono allegramente
formando un’infinità di immagini al ritmo
della musica di Kenji Bunch.
Due le nuove coreografia presentate in prima assoluta per l’Italia: Dmb, una danza
dal ritmo serrato sulle musiche della Dave
Matthew Band; e Shining Star, un po’ Febbre
del sabato sera un pò Thank God it’s Friday.
Sulle musiche degli Earth, Wind & Fire, si ri-
Giornata della memoria 2005:
la vistita del vescovo Giuseppe
L
Interrogazione della minoranza consiliare
F
sinagoga ed era un punto di riferimento per
tutti. Oggi c’è bisogno di tenere desta l’attenzione sulla presenza storica degli Ebrei
nel nostro territorio, altrimenti si perdono
tradizioni, culture e fatti che hanno profondamente plasmato la nostra realtà”.
L.M.
creano le atmosfere di una sala da ballo anni
‘70.
Immancabile Caught, uno dei pezzi più famosi dell’intero repertorio della compagnia.
Coreografie per un solo danzatore, che grazie alle luci stroboscopiche, sulle note di Robert Fripp, chitarrista e fondatore dei King
Crimson, sembra continuamente sospeso in
aria. L’effetto è più che spettacolare, e scatena l’entusiasmo di un pubblico, quello senigalliese, che raramente si lascia andare.
Il finale è un tripudio di danzatori e pubblico
che accompagna la musica battendo le mani.
Il prossimo appuntamento con la stagione
teatrale de La Fenice di Senigallia in collaborazione tra Comune e Amat, sarà per domenica 22 gennaio alle ore 17.00 con L’ereditiera di Arturo Cirillo.
M.P.
un incontro a senigallia
Le scuole di pace
L
e scuole di pace della provincia, alcune associazioni pacifiste e semplici persone impegnate sui temi della
pace e della non violenza hanno espresso nel corso di recenti incontri l’esigenza di organizzare un appuntamento
speciale per sviluppare alcune riflessioni in merito a questi grandi problemi,
nella consapevolezza del difficile momento che anche nella nostra regione
tali movimenti stanno vivendo.
L’obiettivo è quello di costruire una rete
per dare organicità e progettualità alle
tante iniziative sparse sul territorio, rilanciando al tempo stesso un approfondito dibattito sui temi della pace, dello
sviluppo economico, della sicurezza.
I rappresentanti delle scuole di pace di
Senigallia, Falconara e Montemarciano, assieme a quelli di Fano e Pesaro, si
incontreranno dunque venerdì 27 gennaio nei locali del Centro Sociale di Senigallia.
La giornata avrà inizio alle ore 17 con
la discussione di una bozza stilata sulla base delle attività finora sviluppate
all’interno dei singoli nuclei e delle discussioni sulle materie di più stretta
attualità. In particolare, la preoccupazione è rivolta all’attuale momento
definito di “crisi del pacifismo”, intesa
come difficoltà a incidere sul dibattito
culturale italiano ed europeo, contrastando così il pensiero militarista ancora dominante. Ma una riflessione sarà
avanzata anche a proposito delle nuove
esperienze emerse, dal momento che
molte persone e associazioni lavorano
capillarmente nel territorio su specifiche iniziative di solidarietà, sui diritti
umani, sulle questioni ambientali, o
sperimentano stili di vita alternativi,
come il commercio equo, la spesa solidale o la banca etica.
I gruppi pacifisti cercheranno allora di
valorizzare questo appuntamento per
conoscersi e mettersi in rete, scambiare
esperienze e conoscenze, creare sinergie, rivedere il rapporto con le istituzioni, offrire uno sbocco politico al percorso di educazione alla pace, organizzare
iniziative per accendere il dibattito politico, individuare mezzi e strumenti
per mobilitare i cittadini e portarli a
riscoprire il valore rivoluzionario della
non violenza. Nell’occasione saranno
anche discusse alcune proposte pratiche già formulate, come ad esempio la
promozione di un referendum abrogativo della legge che consente l’uso civile
delle armi per la sicurezza personale,
la modifica della legge regionale sulla
pace, la riproposizione della disobbedienza civile, l’elaborazione di una proposta politica per regolare il conflitto
sociale nelle città, intervenendo così
sul tema della sicurezza, avvertito oggi
come prioritario dai cittadini.
Dopo una breve cena insieme, l’appuntamento proseguirà alle ore 21,15 con
un incontro-dibattito dal titolo “La
forza del “pacifismo debole” – Ruolo
e senso del movimento per la pace”, al
quale parteciperà Roberto Mancini,
professore di filosofia teoretica presso
l’Università degli Studi di Macerata.
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15 dicembre 2005
Sguardo sul mondo
15 dicembre 2005
Sguardo sul mondo
le marche illuminate
alternattiviamociPrima conferenza provinciale sull’ambiente e fonti energetiche
L’Energia a nostra misura
n una gremita sala conferenze
Iferrato
del Relais degli Scalzi di Sassoha avuto luogo nella mattinata di venerdì scorso la prima
Conferenza Provinciale sull’Energia dal titolo “Alternattiviamoci”, organizzata dall’Assessorato
all’Ambiente e Urbanistica della
Provincia di Ancona con contributo dell’Agenzia per il Risparmio
Energetico e la collaborazione del
Comune di Sassoferrato.
Il Sindaco di Sassoferrato Luigi
Rinaldi ha portato i suoi saluti
riconoscendo la straordinaria
rilevanza dell’iniziativa
“L’argomento che oggi trattiamo
riveste un importanza molto forte,
dopo Kyoto del 1987 l’energia ha
rappresentato un tema il cui interesse è andato in continua ascesa,
e la grande partecipazione di questa mattina è un segno tangibile
del successo dell’incontro”. Moltissimi infatti gli amministratori
pubblici, funzionari, tecnici, liberi
professionisti, studiosi, imprenditori della provincia presenti.
Il Presidente della Provincia di
Ancona Enzo Giancarli ha salutato
nel suo intervento la comunità marchigiana e la comunità
scientifica presente sottolineando
il grande spessore programmatico
dell’iniziativa. “Siamo attori del
territorio e per costruire dobbiamo
condividere le decisioni incentivando una democrazia partecipativa, il ruolo delle autonomie, un
federalismo solidale e cooperativo.
La tutela della natura e del territorio sono tra i nostri compiti ed
obiettivi principali e l’Assessore
Casagrande ha organizzato una
presenza continua su questi temi.
Noi dobbiamo produrre ricchezza
è vero ma animati da principi di
uguaglianza e saggia distribuzione”.
Nella sua relazione l’Assessore
Regionale alle Politiche Energetiche Gianni Giaccaglia ha fatto
il punto ad undici mesi dall’approvazione del Piano Energetico
Regionale che prevede anche
l’impiego di fonti rinnovabili e
piccole centrali per la cogenerazione diffusa.
Il piano ha come obiettivo quello
di raggiungere un equilibrio
energetico nel 2015 attraverso un
percorso dilazionato nel tempo.
“Un piano che dovrà verificare le
eventuali difficoltà che si prospet-
teranno e prevedere i necessari
aggiustamenti. Non siamo infatti
ancora in grado di fare un bilancio
positivo – ha spiegato Giaccaglia
– ci preoccupa per esempio il fabbisogno energetico delle attività
produttive a minori costi.
Per questo sono da incentivare tutti quegli interventi volti alla riduzione dei consumi e l’implementazione delle fonti rinnovabili”.
Molto sentita e salutata da un
lungo applauso la relazione del
segretario del (Cure) Comitato
per l’Uso Razionale dell’Energia
Maurizio Pallante che spiegato la
necessità di ridurre prima i consumi le emissioni di CO2, aumentando l’efficienza delle centrali e
affrontare il passaggio alle fonti
rinnovabili. “Una centrale termoelettrica – ha detto Pallante – ha
un rendimento del 38% rispetto
alle “cento” unità di combustibile
immesse. Risultato il 62% viene
sprecato.
Le soluzioni a questo problema ci
sono, tra queste la microcogenerazione diffusa con cui si può arrivare ad un rendimento del 97%.
Lampadine
al risparmio
In 74 piccoli comuni marchigiani è arrivato il risparmio energetico. 14.800 lampadine ad
alta efficienza energetica per
i municipi che hanno aderito
alla passata edizione di VolerBeneAll’Italia, la festa nazionale della PiccolaGrandeItalia
promossa da Legambiente e
realizzata in collaborazione
con Enel.
Queste lampadine consentiranno un risparmio energetico
di 1.314.000 KWh l’anno, uno
sgravio nei costi dei piccoli
comuni per 156.880 euro complessivi, una riduzione nei consumi di petrolio di 213.160 litri
che eviterà un’emissione di
oltre 876.000 Kg annui di CO2
(fonte: Autorità energia elettrica e gas).
Le lampadine sono state consegnate lo scorso ottobre ai Sin-
daci dei 13 piccoli comuni della provincia di Ancona che per
primi anno aderito, nella primavera scorsa all’iniziativa Voler Bene all’Italia. I comuni di
Belvedere Ostrense, Camerano,
Camerata Picena, Castelplanio,
Cupramontana, Maiolati Spontini, Mergo, Monsano, Morro
d’Alba, Polverigi, San Marcello, Serra de’ Conti e Serra San
Quirico hanno ricevuto ognuno 200 lampadine ad alta efficienza che sono state istallate
soprattutto in uffici pubblici o
scuole
Le lampade fluorescenti compatte ad alta efficienza energetica producono la stessa luce
di una lampada tradizionale a
75W, ma a minor costo, in quanto consumano 5 volte meno di
una lampada tradizionale ed
hanno una maggiore durata.
Il risparmio di energia elettrica
si traduce in una riduzione di
emissioni di anidride carbonica
e di altri gas a effetto serra.
In totale dunque le 200.000
lampadine donate ai 1000 piccoli
Comuni della penisola coinvolti
nel progetto Voler Bene all’Italia consentiranno di ridurre
complessivamente l’anidride
carbonica di 12.000 tonnellate,
mediamente 12 tonnellate per
ogni comune, e risparmiare
18.000.000 kW all’anno.
“Un semplice gesto per rilanciare ancora una volta l’importanza e la necessità di risparmiare
da subito energia, come indicato tra i principi guida del Piano
Energetico Ambientale Regionale, nell’anno della ratifica
del Protocollo di Kyoto e dell’ennesima crisi delle fonti fossili con l’impennata del costo
petroli – ha dichiarato Luigino
Quarchioni, Presidente Legambiente Marche Anche l’talia più piccola dimostra di essere capace di esprimere eccellenze e di fare scuola su fronti come il risparmio
energetico e le fonti rinnovabili”.
scenari La produzione di energia è un problema di grande attualità
Sogni per un futuro eco
Alessandro Piccinini
cosa fareTrasformare gli sprechi in energia utile
Il secchio bucato
ello stesso appuntamento di Sassoferrato è
N
stato detto che il nostro sistema energetico
è come un secchio bucato: consuma più energia
di quella che rende utile. La prima cosa da fare è
chiudere i buchi del secchio se vogliamo davvero cambiare qualcosa. Trasformare gli sprechi
in energia utile è fattibile attraverso le Energy
Service Company, che si accollano l’investimento
per la messa a punto degli impianti. Sistemare le
cose in questo senso significa creare un’occupazione distribuita sul territorio mettendo in moto
un circolo virtuoso dell’economia. Per la microcogenerazione la tecnologia esiste ed è quella dei
motori delle autovetture.”
Il fisico fondatore di ProRinnovabili.org, Lorenzo
Spadoni,. ha compiuto un’analisi delle opportunità legate alle energie rinnovabili in un contesto locale, ponendo l’attenzione sui problemi legati al-
l’attuale modello di sviluppo energetico indicando
le vie per poter agire e promuovere nel cittadino
l’uso delle fonti d’energia rinnovabili. Ha presentato inoltre uno studio sulle potenzialità dell’eolico installato nel mare marchigiano oltre ai dati sul
successo della legge sul conto energia per l’energia solare fotovoltaica in Italia, esponendo esempi
di buone pratiche nello sviluppo delle rinnovabili.
La Responsabile della Fondazione per la Formazione sulle Energie Rinnovabili della Navarra
(regione spagnola all’avanguardia a livello europeo in tema energetico,) Begoña Urien Angulo ha
presentato le prospettive di sviluppo delle Energie
Rinnovabili nel periodo 2005/2010 nella sua realtà..Mentre la relazione di Giuseppe Minardi (Ags
PetroliMarche) è ritornata sul tema della Co-generazione portando significative esperienze in Italia.
A.P.
Consumi di energia
in tep a Senigallia
Anni
1999 2000 2001
Energia elettrica
10334
11248
10745
Gas metano
25334
23088
23482
Petrolio
39931
41056
39464
Consumi totali
75600
75392
73691
1,77
1,76
1,72
Consumi procapite
fonte ‘Comune di Senigallia’
D
avanti ad una popolazione mondiale in continua espansione e a un pianeta che si riscalda,
la produzione d’energia è un problema di stretta attualità e lo sarà sicuramente per tutto il XXI secolo.
Basti pensare che in Italia importiamo il 96% del
nostro fabbisogno energetico. Attualmente, si usa
in prevalenza l’energia ricavata dai fossili. Si tratta
di gas naturale, petrolio e carbone fossile, ma i giacimenti di gas e petrolio dovrebbero terminare entro mezzo secolo. Per il carbone le riserve superano i due secoli, ma la combustione da cui si ricava
l’energia produce numerose polveri e gas inquinanti
che surriscaldano il pianeta. Quali saranno quindi
le energie del futuro?
Acqua
R
isparmio energetico, incremento nell’uso delle
fonti rinnovabili ed ecoefficienza soprattutto in campo
industriale: sono le tre linee
principali di azione del “Piano energetico e ambientale”
(Pear). Approvato dalla Regione, il documento si pone
l’obiettivo di avvicinare le
Marche alle indicazioni
contenute nel protocollo di
Kyoto, diventato legge nel
nostro Paese nello stesso
periodo.
A livello nazionale, si tenterà di ridurre entro il 2009
le emissioni di gas serra del
6,5% rispetto ai valori del
1990. Localmente, invece,
il Pear ipotizza scenari di
Regione marcheI punti principali di un progetto che punta su fonti alternative e risparmi
Il piano energetico ambientale
riduzione del 19% del deficit energetico delle Marche
entro il 2015. Tra i problemi principali della regione,
infatti, predomina la scarsa
efficienza degli impianti di
produzione di energia: il
Pear non prevede la creazione di impianti di grosse
dimensioni, ma uno sfruttamento migliore delle centrali di taglia medio-piccola
dislocati sul territorio.
Dovrebbe inoltre nascere
un “mercato delle emissioni”,
che consentirà a chi emette
meno anidride carbonica
di acquisire “crediti ad inquinare”, del valore annuo
stimato tra i 3.5 e i 12.5 milioni di euro. E tale denaro
dovrebbe servire ai gestori
ad accrescere sempre di più
l’efficienza energetica della
propria centrale. Allo stato
attuale, però, la domanda di
energia regionale è ancora
predominata dai prodotti
petroliferi, che rappresentano oltre il 40% dei consumi,
utilizzati nel modo più massiccio nei trasporti, definiti
dal Pear “storicamente il
settore più energivoro della
Regione”. Per abbattere le
emissioni di “gas climalteranti”, allora, il Pear ha previsto una serie di azioni per
ridurre ogni anno 5,3 milioni di tonnellate all’anno di
CO2.
E tuttavia, il risultato previsto potrebbe non essere
sufficiente per liberare le
Marche dalla cappa dei veleni, se si considera che i limiti fissati a Kyoto sono già
vecchi. Si afferma infatti nel
piano: “E’ prevedibile che
per il 2020 servirà raggiungere un livello di riduzione
delle emissioni rispetto al
1990 pari al 20%”. Per centrare meglio l’obiettivo, il Pear
ritiene perciò fondamentale
incrementare lo sfruttamento delle “energie rinnovabili:
biomasse, eolico e fotovoltaico”.
Ad esempio, bisognerà, tra
le altre misure, investire
nella creazione di “filiere
territoriali delle biomasse e
del biodiesel provenienti da
colture dedicate”.
Il percorso è ancora agli
albori, anche se il Pear, al
suo inizio, ha ricevuto otto
milioni e mezzo di euro per
finanziare alcuni interventi:
di questi, in particolare, circa quattro saranno erogati
attraverso il cofinanziamento europeo a beneficio di
Asur ed enti locali per realizzare impianti di energia
rinnovabile, di cogenerazione e teleriscaldamento; sono
754 mila gli euro assegnati
invece alle imprese di tutta
la regione come contributi
per l’installazione di sistemi alternativi alle caldaie e
pannelli solari e fotovoltaici.
Il piano regionale punta anche a sensibilizzare la cittadinanza attraverso una campagna di comunicazione di
circa 300 mila euro.
Le dighe sono sfruttate già da tempo: in Italia il 20
% dell’energia immessa nella rete arriva dalle centrali
idroelettriche, ma si stima che la potenza installata
potrebbe aumentare del 50 % con l’immissione di
piccoli impianti a basso impatto ambientale. Ma acqua significa anche mare: è possibile convertire in
energia correnti, onde, maree e differenze di temperatura tra fondali e superficie. eliche sottomarine. In Italia un sito individuato per la produzione
di questo tipo d’energia potrebbe essere lo stretto
di Messina.
Biomasse
Si chiamano così gli scarti della lavorazione del
legno, le potature, la paglia, i rifiuti del verde
urbano e i residui di alcune produzioni alimentari;
o addirittura, alcune piante come la colza, la
soia e il girasole trasformate in combustibile.
Il biossido di carbonio emesso durante la
combustione è lo stesso assorbito dai vegetali e
quindiil gas serra sviluppato sarà minimo rispetto
alle combustioni dei fossili attuali. Le biomasse
sono una delle fonti di energia rinnovabile più
concrete, immediatamente disponibili e “pulite”.
Per questo ultimamente ne sentiamo speso
parlare quando si cita il biodiesel. In Italia solo il 2
% del fabbisogno è coperto dalle biomasse, usato
nei comuni dell’arco alpino per il riscaldamento a
distanza o il teleriscaldamento. Ma se pensiamo
che il 28 % delle emissioni di anidride carbonica
viene dai tradizionali riscaldamenti, investire in
questa energia conviene.
Vento
Questo tipo di energia ha però un forte impatto
ambientale perché le pale sono grandissime come
tutta la struttura e vanno messe in serie. Bisogna
anche pensare poi che il vento non è continuo e
quindi ci potrebbero essere delle ore del giorno
senza creazione di energia.
Geotermia
Più si scende in profondità sotto la crosta terrestre
e più aumenta la temperatura. Questo calore può
essere recuperato e trasformato in energia facendo
risalire l’acqua calda o il vapore fino in superficie.
La centrale elettrica di Larderello in provincia di
Grosseto è uno degli esempi più famosi.
Sole
I raggi del sole vengono deviati e focalizzati in unico punto per mezzo di specchi. Questa concentrazione
luminosa crea il calore necessario a mettere in
moto una turbina. Queste centrali non si sono ancora sviluppate per i costi proibitivi, ma lo
sviluppo di nuove tecnologie può renderle competitive. Rimane comunque molto utile e di sicuro
risparmio per singole abitazioni o strutture; soprattutto se lontane dai
centri abitati.
Idrogeno
Potrebbe essere una rivoluzione pari alla macchina
a vapore. La pila a idrogeno non emette rumore e
produce solo vapore acqueo. Già conosciuta perché fa funzionare gli apparecchi spaziali, è costosa
a causa del platino che ricopre i due elettrodi della pila. Ma, soprattutto, non decolla a causa della
mancanza di infrastrutture: infatti, sarebbe inutile
costruire veicoli in serie se poi non si può fare carburante o aggiustare i guasti; e viceversa. L’Unione
europea però vi punta molto e ha dichiarato che
entro il 2020 il 5 % dei veicoli sarà ad idrogeno.
Nucleare per fissione
E’ una delle fonti più discusse, non solo a causa dei
pericoli di incidenti alle centrali con conseguenze
devastanti (vedi Chernobyl), ma anche per il problema dei rifiuti radioattivi che restano per centinaia di anni. La Francia (da cui dipendiamo energicamente) ha numerose centrali anche vicino ai
nostri confini e seppellisce i rifiuti in un’area del
sud del paese monitorandoli 24 ore su 24. Come
avviene la fissione nel nocciolo del reattore? I nuclei vengono bombardati dai neutroni, si rompono
formando nuclei più piccoli che danno vita a nuovi neutroni i quali a loro volta vanno a colpire altri
nuclei.
Nucleare “per fusione”
Creare energia come dentro il sole. Nuclei di atomi
si fondono per creare nuclei più grandi producendo
una colossale emissione di luce e calore fino ad arrivare a 50 milioni di gradi Celsius. Produrre e controllare quest’energia sulla Terra sembra possibile.
Alcuni scienziati credono di aver trovato un’energia
pulita, sicura: infatti, a differenza del nucleare per
fissione, la fusione è facilmente interrompibile e gli
scarti radioattivi durano al massimo 50 anni. Ma
per questa energia dovremo aspettare il 2050 perché i tempi per le sperimentazioni sono lunghi.
10
15 dicembre 2005
Diocesi
Arcevia Un’iniziativa della Comunità montana Esino - Frasassi
TURISMO ACCESSIBILE
A TUTTI
La Provincia di Ancona organizza un convegno per l’intera giornata di giovedì 19 Gennaio, a partire dalle 9,30, alla Fiera della Pesca
di Ancona; il tema del seminario sarà quello
del Turismo solidale che vuole promuovere
l’integrazione e la socializzazione dei portatori
di handicap mediante pratiche ricreative e
turistiche.
Prendendo spunto dall’esperienza pilota del
Comune di Ancona a favore dei portatori di
handicap nel campeggio di Portonovo, si vuole
stimolare una riflessione con tutti i comuni del
territorio provinciale per portare a sistema le
eccellenze già presenti nei singoli comuni in
quest’ambito, rendendo organici progetti di
turismo per i soggetti diversamente abili e stimolando la creazione di altri progetti. Di tutto
questo si parlerà nell’ambito del convegno, che
reca il titolo “Percorsi e profili dell’accessibilità”.
Il tema dell’accessibilità e della fruizione
turistica per le persone con disabilità, in particolare, è affrontato dalla Provincia di Ancona
nell’ambito del progetto CARE (Città Accessibili delle Regioni Europee), che ha nella Regione Emilia Romagna il “Lead Partner”. Più in
specifico, la Provincia di Ancona ha promosso
una iniziativa di formazione a distanza nella
quale si sono sviluppate le seguenti tematiche: introduzione al concetto di accessibilità, programmazione e pianificazione dello
sviluppo delle città come sistemi ospitali ed
organizzazione dei servizi per i cittadini con
bisogni speciali. Questo convegno fortemente
voluto dall’amministrazione e dal Consiglio
Provinciale servirà per discutere con i comuni
di come affrontare in maniera coordinata e
intercomunale l’avvio di nuove esperienze
per stimolare sinergie fra le amministrazioni
comunali e creare altre esperienze di turismo
solidale nella Provincia di Ancona.
Sportello agricoltura
L
a “cittadina-crocevia” matura incessantemente la propria cultura dell’accoglienza, amplia la propria tavola
rotonda, affina la propria vocazione
ecologica, rafforza il proprio ruolo di
bastione paesaggistico. Spalancate tante
porte, si apre ora un altro sportello e si
plasma un un altro evento, che fa seguito alle numerose iniziative dell’ultimo
periodo. E’ stato operato il taglio del
nastro dell’ufficio decentrato denominato “Sportello Agricoltura”, istituito ad
Arcevia dalla Comunità Montana dell’Esino Frasassi.
E’ il primo cittadino, Silvio Purgatori, a
configurarcelo: “L’attivazione di questo
Sportello ha una cadenza quindicinale,
precisamente il secondo e quarto lune-
dì del mese, dalle ore 9 alle ore 13. In che va garantito con il consolidamento
queste date ed orari, si possono svolgere del tessuto d’imprese che in esso opera:
pratiche riguardanti agricoltura e tutela “Valorizzare la montagna significa inambientale, tra cui quelle per il taglio nanzitutto difendere la realtà montana e
dei boschi e protezione della flora. Inol- potenziare le attività tipiche delle nostre
tre, è possibile richiedere l’indennizzo zone, rispettando le vocazioni culturali,
dei danni causati dalla fauna selvati- ecologiche ed economiche del nostro
ca alle colture agricole in zona Parco, i entroterra”.
permessi per la raccolta dei funghi e All’unisono con gli amministratori artartufi e concordare la gestione del reti- ceviesi è il presidente della Comunità
colo idraulico ed idrografico secondario. Montana dell’Esino-Frasassi, Fabrizio
L’obiettivo della Comunità Montana è Giuliani: “Questo progetto, che abbiamo
quello di favorire e rafforzare l’attività realizzato seguendo le indicazioni forassociata dei servizi nel territorio, qua- mulateci dai cittadini del comprensorio,
lificando la sua azione con il supporto ai rispecchia l’orientamento seguito nell’efprogetti richiesti dalla singole realtà.”
fettuare le nostre scelte amministrative,
Purgatori pone l’accento sul contributo che partono dal basso.”
che si vuol dare allo sviluppo equilibrato,
Umberto Martinelli
l’evidenziatore
barbaraIl sindaco Serrani ha parlato dell’attività amministrativa
La Madonna
dell’Olivo
L
a chiesa municipale di
S.Barbara ha ospitato la
presentazione del restauro
della ‘Madonna dell’Olivo’, eseguito dalla d.ssa Silva Cozzolin
sotto l’egida della Soprintendenza per il Patrimonio Storico
Artistico delle Marche grazie ai
fondi messi a disposizione dalle Amministrazioni provinciale
e municipale e della Pro loco
barbarese.
Illustrando il suo paziente lavoro, la d.ssa Cozzolin ha spiegato che “ il restauro ha permesso di comprendere come
l’opera era stata concepita in
origine”, fugando definitivamente ogni dubbio sulla tipologia di materiale sul quale
venne effigiata la sacra immagine: “Si tratta di un affresco
realizzato su una pietra murata e rivestita da strati di malta,
proveniente da un’ edicola rurale (oggi detta ‘Madonna del
Bastardo’, n.d.r.).
Con ogni probabilità il suo
nome originale era ‘Regina in
campis’, come attesta l’iscrizione ritrovata nella sacra immagine, risalente probabilmente
al ‘600. Successivamente s’intervenne con due stesure a
tempera, che hanno alterato
la fattura originale dell’opera,
ed aggiungendo il ramo d’olivo, che dà il nome alla stessa.
In accordo con la Soprintendenza regionale al Patrimonio
Storico Artistico, ed in particolare con la d.ssa Claudia Caldari, abbiamo deciso di lasciarla
nell’iconografia più cara alla
comunità barbarese quale se-
gno di rispetto per la secolare
venerazione”. ‘Scompare’ dunque dalla ‘Madonna dell’Olivo’, il cui culto è molto sentito
tra i fedeli della parrocchia di
S.Maria Assunta, un dato assai
peculiare quanto radicato nella tradizione cittadina: la macina da molino (o da frantoio),
che sarebbe stata incastonata
nell’edicola suddetta, quale
superficie di appoggio della
pellicola pittorica.
Per la verità, non si tratta di
una novità assoluta. Il certosino e pregevole lavoro di restauro ha infatti confermato
quanto scritto dallo storico
locale, il prof. Ettore Baldetti,
nell’agile guida paesana voluta
dal Comune e dalla Pro loco
(1999) e dal prof. Fabio Brunetti nel recente volume ‘La Barbara’ (2005): entrambi parlano
infatti di un’immagine dipinta
sul muro di un piccolo luogo di
culto, poi asportato dalla sede
originaria sino ad arrivare,
dopo alcuni passaggi intermedi, alla chiesa di S.Barbara, ove
è custodita dall’agosto 1812.
Prima di concludere la serata con un piacevole concerto
di musica classica, tenuto da
Isabelle Fouchè Birarelli, che
avrebbe meritato una platea
più ampia alla pari della presentazione artistica, la d.ssa
Cozzolin, su invito del sindaco
Raniero Serrani, ha ufficialmente annunciato che è in corso di restauro una preziosa ed
antica statua lignea della patrona S.Barbara, realizzata in
ambito camerte nella seconda
metà del ‘400 e ritrovata alcuni anni fa nei locali dell’ex asilo parrocchiale.
L.P.
Gestire il territorio
R
ivolgendosi ai gruppi di maggioranza ed
opposizione nel corso dell’ultima seduta
consiliare del 2005, il sindaco Raniero Serrani
ha delineato un consuntivo degl’interventi attuati nell’anno appena trascorso ed ha annunciato quelli in cantiere per il 2006.
Partendo dalle difficoltà e dalle emergenze arrivate con il ‘nevone’ degli ultimi giorni dello
scorso gennaio, il primo cittadino ha ricordato
le migliorie apportate agl’impianti sportivi (riparazione degli spogliatoi del vecchio campo
sportivo e della recinzione sovrastante, e ottimizzazione dell’illuminazione del campo da
tennis e dello stesso campo sportivo), le modifiche e la messa a norma dell’edificio scolastico, l’inaugurazione dell’aula verde ‘I giardini
di Luna’, l’apertura dei nuovi ambulatori, la
realizzazione del 3° stralcio dei lavori di consolidamento della zona nord-ovest, l’inizio
dei lavori di completamento dell’illuminazione pubblica in via XXV Aprile e l’ammodernamento del parco macchine dell’ente.
Sul versante sociale Serrani ha messo in luce
le iniziative attuate sia a favore degli anziani (il
soggiorno a Chianciano Terme, le cure termali a S.Vittore ed elioterapiche, il progetto ‘Anziani in rete’) e dei giovani (gli stages, il centro
estivo, il corso di nuoto, il soggiorno elioterapico e il progetto bottega-scuola in sintonia
con la Confartiginato). Inoltre sono stati evidenziati le agevolazioni apportare al ritiro dei
referti delle analisi, reso possibile rivolgendosi
in farmacia, l’aiuto economico nell’acquisto
del latte in polvere per i neonati e l’istituzione
della mensa anche per gli alunni della scuola
elementare, così da rendere praticabile la settimana.
Il sindaco ha altresì ricordato l’impegno del
Comune per consentire l’approdo dell’Adsl
nel centro collinare e la collaborazione con le
associazioni paesane, fondamentale ai fini organizzativi di tanti appuntamenti di richiamo
comprensoriale ed extraregionale ma anche
nella valorizzazione della storia e delle tradizioni locali.
Nell’elenco degli obiettivi 2006 Serrani ha inserito il completamento del PRG, la sistemazione di via Fratelli Kennedy, l’ampliamento della
rete del metano fino alla zona industriale, in
cui si cercherà anche d’intervenire per migliorarne la viabilità, la ricerca di una soluzione
alternativa per ristrutturare gli edifici pubblici nel caso in cui dovessero venire a mancare
i fondi del terremoto e la volontà di creare
nuovi appartamenti con l’edilizia pubblica per
incrementare la popolazione per rivitalizzare
il centro storico.
L.P.
15 dicembre 2005
Diocesi
11
mondolfo A colloquio con Laura Chiavarini, comandante dei Vigili, per la festa di S.Sebastiano
A servizio della città
L
a Festa di San Sebastiano non passa certo inosservata a Mondolfo. Qui dal
1500 la comunità ha costruito proprio una chiesa dedicata al Santo, con annesso
convento abitato, dalla fine
dello scorso novembre, dalle
Missionarie dell’Immacolata – P. Kolbe. C’è il fatto
poi che quest’anno, anche il
Vescovo sarà nella Chiesa di
San Sebastiano, domenica
22 gennaio, per celebrare la
liturgia in onore del Santo
alle ore 10,30, al quale seguirà il consueto momento
di fraternità, il tutto reso
possibile dalla squisita collaborazione dei Borgaroj
Magnafava, come si chiama una simpatica ed attiva
associazione che opera nel
rione. Ma, la festa di San Se-
bastiano è pure la festa della
Polizia Municipale, occasione per tracciare un bilancio
dell’attività. Ne parliamo
allora con il Comandante
del Corpo, la dott.ssa Laura
Chiavarini. Comandante, ci
dà qualche ‘numero’ sulle
attività condotte nell’anno?
“Sono stati effettuati 102
pattugliamenti e controlli di
Polizia Stradale sulla SP424
e sulla SP Cesanense durante i quali sono state controllate 620 persone.
Sono stati attuati, nel solo
periodo estivo, ben 50 servizi di Polizia Stradale mediante utilizzo di apparecchiatura autovelox, durante
i quali sono stati elevati 182
verbali. Per ciò che concerne
l’applicazione della patente a
punti, sono stati elevati 304
verbali per 864 punti complessivamente
decurtati.
Durante la stagione estiva il
Comando della Polizia Municipale ha garantito il servizio di viabilità in occasione di 60 manifestazioni sia
sportive che culturali. Sono
stati poi effettuati rilievi di
38 incidenti stradali. Particolare attenzione al servizio
notturno, che è stato garantito per tutta la stagione
estiva (100 giorni) dalle 7.30
alle 24.00, per 30 giorni sino
alle 1.00 e per 41 giorni sino
alle ore 2.00 della notte.
Nell’ambito dei servizi disposti dalla Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo
per contrastare l’abusivismo
commerciale, sono stati effettuate tre operazioni
congiunte con l’Arma dei
Carabinieri e la Capitaneria
di Porto, condotte con verifiche effettuate sull’arenile.
Per ciò che concerne l’attività svolta dal Comando
della Polizia Municipale in
relazione all’inquinamento
acustico sono stati effettuati
288 controlli (dalle ore 23.00
alle 1.45) sulle attività musicali temporanee verificando
per ciascuna il rispetto degli
orari.
I controlli hanno evidenziato 12 violazioni relative al
prolungamento dell’orario
stabilito che sono state regolarmente accertate e verbalizzate. E’ stata attivata
più volte l’ARPAM di Pesaro
per l’effettuazione dei rilievi
concernenti la pressione sonora per le attività che si ritenevano (tenuto conto delle segnalazioni dei cittadini)
particolarmente rumorose.
anniversari Grande festa tra Barbara e Serra de’ Conti
I 100 anni di Albina
L
a distanza, quand’anche
breve, non può lenire
l’affetto dei cari e di una comunità verso chi si appresta a tagliare un traguardo
importante ed invidiato. La
statistica ha consacrato Sestilia Bacolini vedova Baldetti la ‘nonna di Barbara’:
venerdì 13 gennaio ha infatti
spento la 100^ candelina. A
fare festa ad ‘Albina’ (così è
conosciuta in paese) nei locali della casa di riposo ‘Villa Leandra’ di Serra dè Conti
i cinque figli, uno stuolo di
nipoti e pronipoti, di parenti
ed amici, la direzione della struttura stessa ed i suoi
ospiti e tutta la popolazione
barbarese, rappresentata dal
sindaco Raniero Serrani ed
il vice-sindaco Mario Capotondi, che le hanno regalato
una medaglia d’oro ed un
mazzo di fiori. Un dono le è
pervenuto anche dal Comune di Serra dè Conti, rappresentato dal primo cittadino
Bruno Massi e dal vice sindaco Massimo Bevilacqua.
L’omaggio istituzionale ai
100 anni di ‘Albina’ è stato
qualcosa in più di un atto
formale: ha infatti celebrato
la memoria storica personificata da Sestilia e gl’innumerevoli ricordi che durante la sua longeva esistenza si
sono sedimentati captandoli
da un osservatorio privilegiato. Ha infatti vissuto nel
centro storico, nella zona
castellana del ‘ghetto’, laddove è la sua abitazione ed
era ubicata la bottega di suo
marito, ‘Peppe del fabbro’
(all’anagrafe Giuseppe Baldetti), figura emblematica di
una paesanità lontana che
Sestilia stessa aiutava nel
suo lavoro. Anche il sindacato Spi Cgil di Senigallia,
di cui è tesserata, non ha
voluto far mancare la propria partecipazione con una
targa nella quale è scritto
un elogio tra i più graditi al
gentil sesso: “per il suo stupendo impegno di donna e
mamma”.
Leonardo Paqualini
Chiaravalle
Acli, un incontro sulla famiglia
I
n occasione del tesseramento per l’anno
2006 il circolo Acli di Chiaravalle organizza un incontro pubblico domenica 22 gennaio alle ore 15.30 presso la sala comunale
delle conferenze sita in piazza Garibaldi.
L’incontro, dal titolo “La famiglia e la nostra
società: quale futuro?”, a cui parteciperà il
dott. Mario Chiaro, giornalista e scrittore, si
inserisce in una serie di iniziative che il circolo cittadino Acli intende proporre ai soci e
a tutti gli interessati sui temi del lavoro, del
sociale, della politica, della cultura, secondo
le indicazioni statutarie.
Le Acli sono un’associazione di lunga data
ma noi ci sentiamo ancora giovanissimi, soprattutto perché le sfide che l’attuale conte-
sto sociale presenta sono alte e numerose: la
pacifica convivenza tra culture diverse; l’avventura educativa delle giovani generazioni;
le questioni legate alla famiglia e alla bioetica; la lotta all’indiffenza civile e al qualunquismo. S
ono tutte occasioni nelle quali è importante
far sentire la nostra voce, quella di cittadini
che credono nel loro ruolo, magari di cristiani che pensano che la fede vada anche spesa
in pubblico, di persone che preferiscono in
ogni circostanza il dialogo e la comprensione alla rissa e alla chiusura mentale.
Luca Giancarli
Nell’ambito delle misurazioni due attività hanno superato il limite di pressione
sonora imposto, portando
alle relative sanzioni”.
Sulla viabilità, che cosa ci
attende nel 2006? “Stiamo
partendo con una sperimentazione per verificare le fattibilità della nuova viabilità
di Viale delle Regioni conseguente alla realizzazione del secondo stralcio del
progetto “La strada amica
dei pedoni” progetto pilota
finanziato dal Ministero dei
Trasporti, e che ha consentito i fondi per attuare una
delle due nuove rotatorie ed
alcune infrastrutture.
La realizzazione dei passaggi pedonali rialzati e del
nuovo percorso ciclo-pedonale di V.le delle Regioni
dovrebbe completarsi entro
il 2006”. Attività condotta
in sinergia con le altre forze
di polizia del territorio. “Il
rapporto di collaborazione
con l’Arma di Carabinieri,
unica forza di Polizia presente nel nostro territorio, è
eccellente. Alla fine del 2005
si è insediato anche il nuovo
Comandante della Stazione
di Mondolfo, con il quale
abbiamo da subito instaura-
to un ottimo rapporto e con
il quale abbiamo pure disposto alcuni servizi congiunti”.
Non solo repressione, però.
“E’ evidente; in tal senso si
collocano i corsi che l’eccellente personale del Corpo ha organizzato e svolto
nelle scuole per il conseguimento del patentino per i
ciclomotori e che ci ha visto
protagonisti data l’altissima
percentuale, di studenti che
hanno superato l’esame”. E
se dovesse esprimere un desiderio? “Realizzare entro il
2006 il progetto di unifica-
zione del mio Comando con
i servizi di Polizia Municipale degli altri tre Comuni
dell’Unione Valcesano, operazione che comporterebbe
un ulteriore salto di qualità
nelle attività svolte ed una
maggior qualificazione e
specializzazione di tutto il
personale, al quale va il mio
più ampio ringraziamento
– unito a quello dell’intera
cittadinanza – per la professionalità con cui svolge
quotidianamente il proprio
servizio”.
Alessandro Berluti
Interessati tutti i residenti della regione
E’ in arrivo la nuova
Tessera Sanitaria
N
ei prossimi giorni gli oltre 1,5
milioni di cittadini residenti
nelle Marche inizieranno a ricevere
a casa la Tessera Sanitaria (TS), che
fa parte del progetto per potenziare
il monitoraggio della spesa pubblica
sanitaria promosso dal Ministero
dell’eeconomia e delle finanze di concerto con il
Ministero
della salute ed il Ministro per l’Innovazione e le
tecnologie.
La TS è distribuita ad ogni assistito
del Servizio sanitario nazionale intestatario di codice fiscale, da parte
dell’Agenzia delle entrate e di Sogei
in collaborazione con la Regione. La
Tessera contiene i dati anagrafici del
cittadino ed il codice fiscale anche
su banda magnetica e in formato a
barre.
E’ valida sull’intero territorio nazionale e permette di ottenere prestazioni sanitarie pubbliche nei Paesi
dell’Unione europea oltre che in
Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein. Infatti, la Tessera Sanitaria riporta, sul retro, i dati che la
qualificano Tessera europea di assicurazione malattia (Team), documento che dal primo gennaio 2006
sostituisce i modelli cartacei (ad es.
l’E111).
L’assistito mostrerà la Tessera Sanitaria al medico di famiglia, al pediatra, ai medici delle Aziende sanitarie,
degli ospedali e delle strutture convenzionate, affinché questi possano
leggere il codice fiscale e trascriverlo
sulla nuova ricetta medica contenente la prescrizione. Il codice
fiscale, infatti, deve essere obbligatoriamente riportato sulla
ricetta, per ottenere le prestazioni sanitarie pubbliche.
La Tessera andrà esibita, insieme alla ricetta, anche in
farmacia, nei laboratori,
presso le stesse strutture accreditate (Ospedali,
Aziende sanitarie locali,
ecc.) e non sostituisce il
libretto sanitario e il documento che certifica il
diritto all’esenzione dal ticket, ma
sostituisce il tesserino di codice fiscale. Pertanto, la Tessera puo` essere utilizzata in ogni occasione in cui
venga richiesto tale codice (in banca,
alla posta, all’universita`, dal notaio,
ecc.) ed è utilizzabile dalle persone
non vedenti, grazie alla presenza di
caratteri braille in rilievo. I cittadini
in attesa di ricevere la tessera possono, in via transitoria, fornire al
medico il proprio tesserino di codice
fiscale.
La distribuzione della Tessera sanitaria è il risultato di un’operazione
informatica, che consente di ottenere dati certi e costantemente aggiornati. Ciò avviene incrociando
le banche dati delle 13 Asl e dei 246
Comuni marchigiani con quella del
sistema informativo dell’Anagrafe
Tributaria.
Per informare i cittadini sul corretto utilizzo della Tessera Sanitaria
saranno in distribuzione opuscoli
informativi negli uffici dell’Agenzia
delle entrate.
12
15 dicembre 2005
Cultura e Spettacolo
idee A proposito della modernità: ma è proprio in contrasto con la fede?
Un concilio che sa comprendere
i segni dei tempi
I
l Concilio Ecumenico Vaticano II, in
particolare con la costituzione Gaudium et spes, supera i contrasti storici e
dà inizio a un nuovo atteggiamento rispetto alla modernità. Innanzitutto c’è la
consapevolezza dei cambiamenti e delle
novità storiche. “L’umanità vive oggi un
periodo nuovo della sua storia, caratterizzato da profondi e rapidi mutamenti che
progressivamente si
estendono all’insieme
del globo. Provocati dall’intelligenza e
dall’attività creativa
dell’uomo, si ripercuotono sull’uomo
stesso, sui suoi giudizi e sui desideri individuali e collettivi, sul
suo modo di pensare
e d’agire, sia nei confronti delle cose che
degli uomini. Possiamo parlare di una
vera trasformazione
sociale e culturale, i
cui riflessi si ripercuotono anche sulla
vita religiosa”. (par.4).
Di fronte a queste
novità la chiesa si dichiara solidale con
l’uomo moderno. “Le gioie e le speranze,
le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro
che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente
umano che non trovi eco nel loro cuore…
Con il Concilio
Vaticano II
la Chiesa
si dichiara
solidale con
gli uomini
del proprio
tempo.
Perciò la comunità dei cristiani si sente
realmente e intimamente solidale con il
genere umano e con la sua storia” (par.1).
La chiesa testimonia questa solidarietà
con il dialogo in cui con la luce del vangelo “svela all’uomo il senso della sua pro-
pria esistenza” (par.41) e a sua volta riceve
dall’uomo contemporaneo il linguaggio
con cui ripensare e proporre in maniera
sempre nuova e adeguata ai tempi il suo
messaggio (par.44). “I fedeli dunque vivano in strettissima unione con gli uomini
del loro tempo e si sforzino di penetrare
perfettamente il loro modo di pensare e
di sentire, quali si esprimono mediante la
cultura” (62).
La consapevolezza di essere immersi nel
processo storico richiede un continuo
adeguamento dell’annuncio evangelico
alle conoscenze disponibili e alle nuove
attese degli uomini: “Certo dinanzi alle
immense varietà delle situazioni e delle forme di civiltà, questa presentazione
non ha volutamente, in numerosi punti,
che un carattere del tutto generale; anzi,
quantunque venga presentata una dottrina già comune nella chiesa, siccome
non raramente si tratta di realtà soggette
a continua evoluzione, l’insegnamento
presentato qui dovrà essere continuato ed
ampliato” (91). La storicità è degli uomini,
non di Dio, e questa impronta umana non
è immune da debolezze, per cui richiede il
coraggio di assumere le responsabilità degli propri errori e di esercitare su se stessi
un senso critico per superarli. Per esempio, di fronte all’ateismo “i credenti spesso
hanno una certa responsabilità…” (19).
Infine la solidarietà con l’uomo moderno
porta all’accettazione della prima caratteristica della modernità. “A questo proposito ci sia concesso di deplorare certi
atteggiamenti mentali tra i cristiani, derivanti dal non aver sufficientemente percepito la legittima autonomia della scienza,
suscitando contese e controversie, essi
trascinarono molti spiriti fino al punto di
ritenere che scienza e fede si oppongano
tra loro”.
Vittorio Mencucci
cinema e cultura “L’Africa nel cinema” vista da Roberto Ferretti
Immagini di un continente
ARTICOLI SACRI
SENIGALLIA
Via A. Costa, 31 - 071.60597
IL LIBRO
Quadri - Icone - Statue
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Prima
che faccia notte
a cura di E. Rialti
P
ieno di invenzioni e di verve,
ecco un narratore di classe.
Per la prima volta in Italia i racconti inediti e una preziosa antologia
delle lettere di Clive Staples Lewis,
insigne medievista e scrittore inglese, amico e collega di Tolkien.
Animatore, insieme allo stesso
Tolkien e a Charles Williams, del
gruppo degli Inklings, è autore di
opere di grande
successo
come
Le Lettere di
Berlicche e Le
Cronache di Narnia, ciclo di sette
romanzi di fantascienza, che hanno recentemente
ispirato il cinema.
Pag. 144
€ 8,20
Edizioni Bur
Roberto Ferretti, saggista, critico formatore, esperto in discipline cinematografiche, senigalliese, nell’ambito della
Scuola di Pace tiene un seminario dal
titolo: “L’Africa nel cinema”.
Perché la scelta di dedicare un seminario a questo continente che poco,
almeno per noi occidentali, associamo alla settima arte?
E’ un corso che cerca di contestualizzare brevemente, in tre incontri di due
ore, quella che è l’immagine dell’Africa
che viene fuori dal cinema occidentale..
Il cinema è sia riflesso che produzione
nell’immaginario collettivo, E attraverso
il cinema è possibile misurare la temperatura dell’immaginario collettivo .
L’immagine dell’Africa che viene dai
media di grande diffusione, può o
meno possiamo immaginarla. Il cinema conferma questo sguardo così
pessimistico sul continente nero?
Il cinema, che ha preceduto
l’informazione audiovisiva, televisiva o
quant’altro, e che a sua volta è riflesso
di una cultura precedente, propone
purtroppo proprio questa immagine. Anzitutto ne parla come se fosse
una cosa sola, mentre è composto da
cinquantaquattro paesi, un continente
di lingue, etnie e culture diverse. Il filo
conduttore dell’approccio è l’esotismo,
come avviene per la letteratura, che è
però connotato fortemente dal colonialismo e dall’imperialismo. C’è proprio
una metodologia costruita su questo.
Pensiamo ad un romanzo come “Cuore
di tenebra” del 1902 di Conrad, che è un
romanzo che possiamo prendere come
punto di riferimento su quello che è
l’immaginario coloniale imperialistico
nostro, anche se lì è portato avanti in
maniera molto particolare. “Cuore di
tenebra” che presenta l’Africa nel suo
aspetto di fascinazione ma nel contempo anche nel suo aspetto oscuro. I
due grandi atteggiamenti che abbiamo
verso l’Africa nell’immaginario sono
l’attrazione ma, nel contempo, anche il
rifiuto in qualche maniera. Il ritenerla
come un posto pericoloso.
Che ricadute pensi possa avere anche
in questo tentativo di cambiare un po’
gli schemi mentali?
Cercare di far capire e di comprendere
insieme come in realtà anche i modi
più innocui di rappresentare qualcosa
che non si conosce, in realtà si portano
dietro, inconsapevolmente, tutta una
cultura è importante. Praticamente
siamo un po’ tutti razzisti dentro, volenti o nolenti, perché questo fa parte
della paura dell’altro che abbiamo più
o meno tutti. Così anche le cose che ci
sembrano più palesi sono un prodotto
di cultura stratificata. Tra l’altro, l’Africa
rientra nell’immaginario anche nei modi
di rappresentazione di contesti che apparentemente non dovrebbero essere
africani. Basta vedere, ad esempio, come
il cinema ha proposto la vicenda evangelica che non si svolge in Africa. Ma
noi al cinema abbiamo una visione africana degli eventi evangelici. Questo
la dice lunga su quanto il colonialismo
e l’imperialismo hanno poi influito
sul modo di rappresentare la Natività.
Dai presepi questo poi si è trasmesso
al cinema e noi ci pare assolutamente
verosimile, dove incece sarebbe stato
più consono vederla rappresentata più
alla greca che non in africana. e, tuttavia, ricade anche lui nello stesso . Nella
semplicità della proposta, questo seminario può contribuire un po’ a creare
dei percorsi di pace partendo proprio da
un’idea diversa dell’altro.
15 dicembre 2005
Cultura e Spettacolo
13
cultura del territorio La singolare storia di alcuni mezzadri in trasferta a Vallo di Diano
I chiaravallesi di Padula
V
enti giugno 1989, ore 9, presso l’Istituto tecnico industriale statale di Lauria, provincia di Potenza, si riunisce la seconda Commissione degli Esami di maturità. In
qualità di presidente della commissione comincio a parlare
per iniziare i lavori preliminari all’esame. Pronuncio poche
parole e... “Professore, lei è di Chiaravalle!” m’interrompe il
commissario di Italiano e storia, professor Colitti. Non una
domanda la sua, bensì un’affermazione.
“No, si sbaglia, sono di Senigallia – sorpreso, dichiaro - …
per la verità, mio padre è nato a Chiaravalle, ma da bambino la sua famiglia è ritornata a Senigallia ed io sono nato e
vissuto sempre a Senigallia. Come mai afferma che io sono
di Chiaravalle? E perché?”
“Perché l’ho riconosciuto dalla voce, dal tono, dalla sua cadenza”
“Ha abitato a Chiaravalle o lì vicino?” chiedo.
“No, ma ho conosciuto una comunità di chiaravallesi – risponde – nel Vallo di Diano, in provincia di Salerno”
“In provincia di Salerno?” chiedo stupito.
“Si. Un gruppo di agricoltori (famiglie di mezzadri) di
Chiaravalle è stato chiamato nel Vallo di Diano tra la fine
dell’800 e l’inizio del ‘900 per introdurre la coltivazione del
tabacco ed insegnare la tecnica agronomica ai coltivatori
locali. Il gruppo dei chiaravallesi è restato sostanzialmente
autonomo nel nuovo ambiente ed ha formato una comunità etnica dove ancora si parla il chiaravallese e si conservano, in parte, le tradizioni marchigiane. Ho recentemente
realizzato un intervista con gli anziani di quella comunità.
Parlavano proprio come lei”.
Recentemente, risistemando un po’ le carte della mia attività scolastica, mi sono ritrovato in mano quelle dell’esame di
Lauria ed ho ricordato quell’episodio singolare. Quel professore aveva realizzato e registrato centinaia di interviste
con gli anziani dei paesi delle province di Salerno, Potenza
e Cosenza, le aveva esaminate e catalogate, creando un “archivio storico orale” di un’ampia area del Mezzogiorno. Ad
una di quelle interviste avevo poi partecipato, è stata entusiasmante. Il Comune di Chiaravalle lo scorso anno ha promosso un convegno ed altre iniziative culturali collaterali
sulla “Storia della Manifattura Tabacchi”. Quell’episodio si
può inserire bene nel filone di tali ricerche. Ne ho parlato
brevemente col sindaco, che mi ha invitato a segnalarle i
La Certosa di Padula
possibili collegamenti con i concittadini emigrati nel Vallo
di Diano. Ho rintracciato il prof. Colitti, ora è il Presidente del Centro studi “Vallo di Diano”, ha realizzato ben 1700
interviste per la sua Storia orale ed è un valente etnologo.
Gli ho ricordato l’incontro del 1989 (lo ricordava perfettamente) ed alla richiesta di chiarimenti sulla comunità dei
chiaravallesi del Vallo ha affermato “Ah! Quelli di Padula”.
Dunque i “chiaravallesi” sono a Padula, Vallo di Diano, provincia di Salerno. E sono lì non per caso. A Padula c’è la più
grande (ed è molto bella) Abbazia dei Cistercensi del sud
Italia, quella di San Lorenzo.
Purtroppo non ci sono più i cistercensi, proprio come a
Chiaravalle. E’ facile presumere che, ricercando negli archivi delle due Abbazie, in quello del comune di Padula, o
in quello del Centro studi “Vallo di Diano” a Sala Consilina
(SA), si scopra che la Comunità cistercense di “San Lorenzo” abbia chiesto aiuto a quella consorella di Chiaravalle
per coltivare il tabacco su alcuni terreni del Vallo, probabilmente collegati all’Abbazia. E chi poteva farlo meglio dei
contadini chiaravallesi?
Tullio Piersantelli
Cinema Gabbiano Senigallia • tel. o7165375 • ore 21.15 • € 5
Mercoledì d’essai
– mercoledì 25 gennaio
• SILENZIO TRA DUE PENSIERI
Regia: Babak Payami
– mercoledì 1 febbraio
• L’EDUCAZIONE FISICA DELLE
FANCIULLE Regia: John Irvin
– mercoledì 8 febbraio
• SHANGHAI DREAMS
Regia: Xiaoshuai Wang
– mercoledì 15 febbraio
• LES AMANTS REGULIERS
Regia: Philippe Garriel
– mercoledì 22 febbraio
• VAI E VIVRAI
Regia: Radu Mihaileanu
– mercoledì 22 marzo
• MARY
Regia: Abel Ferrara
– mercoledì 29 marzo
• MANDERLAY
Regia: Lars Von Triel
– mercoledì 5 aprile
• TU DEVI ESSERE IL LUPO
Regia: Vittorio Moroni
– mercoledì 12 aprile
• ENRON, L’ECONOMIA DELLA
TRUFFA Regia: Alex Gibney
– mercoledì 19 aprile
• LA DONNA DI GILLES
Regia: Frédéric Fonteyne
– mercoledì 1 marzo
• VIVA ZAPATERO
Regia: Sabina Guzzanti
– mercoledì 8 marzo
• L’ARCO Regia: Kim Ki-duk
– mercoledì 15 marzo
• PARADISE NOW
Regia: Hany Abu-Assad
– mercoledì 26 aprile
• TERRA PROMESSA
Regia: Amos Gitai
– mercoledì 3 maggio
• UN SILENZIO PARTICOLARE
Regia: Stefano Rulli
Settimanale della Diocesi di Senigallia
Piazza Garibaldi, 3 - 60019 Senigallia (An)
Tel. 071/64578 - Fax 071/7914132
e-mail:[email protected]
sito:www.vocemisena.it
Direttore editoriale: Gesualdo Purziani
Direttore responsabile: Giuseppe Cionchi
Redazione: Laura Mandolini, Tullio Piersantelli, Rosaria Cenerelli, Giancarlo Mazzotti
Collaboratori: Alessandro Berluti, Fabrizio Chiappetti, Roberto Ferretti, Luca Giancarli, Anna Gobbetti,
Elvio Grossi, Simone Mandolini, Roberto Mancini, Leonardo Marcheselli, Vittorio Mencucci, Giuseppe
Nicoli, Leonardo Pasqualini, Michele Pinto, Stefania Sbriscia, Giorgio Silvestri, Luciano Sole, Federica
Spinozzi, Ilario Taus, Alberto Teloni, Raoul Mancinelli, Umberto Martinelli.
Tecnici: Speranza Brocchini, Rino Girolimetti, Daniele Guidarelli, Anna Maria Roberti, Mariannina Puerini,
Pietro Scattolini
Realizzazione grafica e stampa: Galeati Industrie Grafiche S.p.A. - Imola (www.galeati.it)
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Mercoledì 25 Gennaio • Spettacolo ore 21.15
Silenzio tra due pensieri
AL
Regia: Babak Payami - 2005 Iran - 95’
Nella nostra epoca dove ogni forma d’arte è divenuta intrattenimento e, come tale, deve sottostare alle regole della
comprensione da parte dello spettatore, è assai affascinante che esistano ancora autori che offrono allo spettatore la
libertà di dare le risposte alle domande sollevate dalle loro
opere.
Silenzio tra due pensieri è un film che, allo spettatore pedante, non fornisce risposte. L’ambiguità regna sovrana
gettando nello sconforto chi pensava di seguire un giallo hitchcockiano.
Il regista iraniano, già autore de Il voto è segreto il film che
gli è valso il Leone d’Argento nel 2001 a Venezia, non è interessato agli intrecci narrativi della sua storia né a sottolineare una critica alla dittatura regnante in Iran, peraltro già
decisamente insita nella sua opera ma di difficile comprensione per una critica svogliata come la nostra.
Basta vedere l’inizio del film per capire quale è la scelta estetica adottata dal regista iraniano: un lungo piano sequenza,
composto da una lentissima panoramica sull’asse, raffredda
totalmente gli avvenimenti rendendo un riuscitissimo grado
zero dell’azione. Forse, per una migliore comprensione, conviene spiegare più nel dettaglio l’inizio del film. Un uomo
che imbraccia un fucile mira e spara verso un punto che allo
sguardo dello spettatore è negato: non si sa chi è né a chi o
a che cosa spara. Dopo due colpi sparati, mentre mira per il
terzo, viene fermato da una persona che gli dice: “La donna
no, è vergine”.
La lentissima panoramica continua il suo movimento fino a
mostrare un carretto sul quale penzolano le gambe di due
cadaveri e ancora, finalmente, si arriva al controcampo tanto atteso dell’uomo col fucile: di fronte a lui, a qualche metro
di distanza, c’è un muro di roccia bucherellato di colpi e una
donna vestita di nero, ferma, immobile. Qualcuno la porta via mentre l’uomo col fucile si rilassa e prende del thè: la
chiamata alla preghiera, tipicamente musulmana e anch’essa
“fuori campo”, pone fine alla scena.
Ciò che non trova spazio nell’inquadratura è il vero protagonista del film ed è inutile chiedersi il perché e il percome
avvengano certe situazioni.
Lasciarsi trasportare dalla potenza e dalla forza delle immagini, questo l’unico commento adatto a un film del genere.
Il resto è superfluo.
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15 dicembre 2005
per Sport
calcio: Civitanovese 1 - Vigor Senigallia 0 Vigor Senigallia 2 - Lucrezia 1
Disdetta e pronto riscatto
M
ercoledì scorso, la Vigor ha disputato il ritorno al Comunale di Senigallia? Si spera
l’incontro infrasettimanale in casa del- presto. Inizia bene la Vigor andando subito
la Civitanovese perdendo per 1 a 0 su rigore, all’attacco, concedendo agli avversari poche
quanto mai discutibile, anche perché l’arbitro e sporadiche azioni contro la porta difesa da
Spinaci di Jesi, lontano dall’azione, ha pure Moroni.
espulso Rossetti quale ultimo uomo. Tutto Le opportunità per andare a segno sono vaciò succedeva al 45° del primo tempo, con- nificate da un’attenta difesa avversaria, ma
dannando così i rossoblu a giocare l’intera nulla può al 33° quando Polverari sfrutta con
ripresa in dieci.
grande abilità un pallone servitogli da MonUn regalo alla Civitanovese, uscita vittoriosa, tanari. Arresta la sfera di petto, spalla la porta,
ma con molta paura, specialmente nel finale giravolta improvvisa, poi gran tiro, contro il
di partita. Prima, con Polverari, impegna di quale nulla può l’incolpevole Fiorini. E’ l’uno
testa l’estremo Morlacco e, sulla respinta di a zero. Passano appena tre minuti e ancora il
quest’ultimo, Malaccari batte a colpo sicuro, “Cobra” da buona posizione, con un gran diacolpendo la traversa in pieno. Un pareggio gonale, sfiora il montante.
sarebbe stato il giusto risultato di una partita Il Lucrezia si scuote ma, su contropiede vigoche i rossoblu, pure in dieci, nel secondo tem- rino, il terzino Cruciani, superato in area dal
po avrebbero ampiamente meritato.
giovane Schiano, lo atterra.
Civitanovese: Morlacco, Fiorillo, Colella, Fi- L’arbitro decreta il rigore, il primo di questo
lippini, Sabini, Giansante, Leopardi, Avallone campionato per la Vigor. Sul dischetto si pre(65° Angelini), Danna, Ventresini (62° Ferret- senta Polverari. Il suo tiro, potente e preciso,
ti), Monaco (89° Proia). A disp.Franchi, Stabi- non lascia scampo all’estremo avversario. E’ la
le, Ciarrocchi, Sportellini. All.Fanì.
rete dalla sicurezza per la Vigor? No! Il LucreVigor: Moroni, Bertozzini, Giraldi (37° Schia- zia inserisce prima Sindaco poi Nicola Manno), De Filippi, Rossetti, Goldoni, Pandolfi, cini: due pedine che cambiano il volto della
Montanari, Polverari, Malaccari, Grossi (74° partita.
Moschini). A disp.Memé, Mencarelli, Turchi, Rossoblu asseragliati in difesa, avversari in
Morganti, Giorgetti. All.Simonetti. Arbitro: attacco pronti a sfruttare qualsiasi occasione
Spinaci di Jesi. Spettatori 350.
propizia per andare a rete. Ci prova SindaIl riscatto e tre punti in classifica sono stati co al 62° con un gran tiro che Moroni ripara
ottenuti contro il Lucrezia, sempre in trasfer- spedendolo oltre la traversa. All’81° la rete di
ta sul campo del Montemarciano. A quando Sindaco, su preciso colpo di testa. Il Lucrezia
le tenta tutte per rimettere in parità l’incontro,
ma la difesa vigorina fa buona guardia, anche
se con un certo affanno.
L’incontro finisce con oltre quattro minuti
supplementari. Simonetti, a fine partita, elogia i suoi ragazzi. Da quando ne ha preso le
redini, tre le vittorie conseguite e una sconfitta. Per lui un buon momento. Domenica i
rossoblu andranno in trasferta a Cingoli.
Vigor: Moroni 7, Bertozzini 6,5, Mencarelli
7, Traiani 7, Turchi 6,5, Goldoni 7, Polverari
7, Montanari 6,5 (77° De Filippi ng), Polverari
7,5, Malaccari 7 (64° Giorgetti 6,5), Schiano 7
(64° Morganti 6,5). A disp.Memé, Moschini,
Lucertini, Grossi. All.Simonetti.
Lucrezia: Fiorelli, Crucini (86° Matteo Mancini), Mazza (63° Nicola Mancini), Antonelli,
Vampa, Palazzi, Guescini (59° Sindaco), Rondina, Bacchiocchi, Savelli, Bernabucci. A disp.
Marcantoni, Cinquemani, Zenobi, Polidori.
All. Damiani. Arbitro: Curzi di Jesi. Spettatori 200 circa. Angoli: 2 a 7. Ammoniti: Bernabucci, Savelli, Antonelli, De Filippi, Vampa e
Polverari.
Classifica: Biagio Nazzaro, Centobuchi 38,
Jesina, Fossombrone 37, Real Vallesina, Cingolana 34, Civitanovese, Montegiorgio 32,
Calderola 30, Fermignano 28, Camerino 26,
Monturanese 22, Acqualagna, Lucrezia 18,
Porto S.Elpidio 17, Vigor 16, Urbisaglia 14,
Truentina 5.
Giancarlo Mazzotti
Il prof. Glauco Simonetti
è il nuovo allenatore della Vigor.
La fortuna non fa sconti
GOLDENGAS 65 – RIVA DEL GARDA 67
I
nizia male il girone di ritorno per la
Goldengas. Mancano dieci secondi
alla fine. Il punteggio è sul 65 a 64 per
i biancorossi. La palla è in mano agli
ospiti, la sirena sta per suonare la fine
dell’incontro quando Bazzoli tenta il
tiro della disperazione da tre punti. La
sfera infila la lunetta e per la Goldengas
la tanto sospirata vittoria è rimandata
ad altra data. Questa è la 14° sconfitta
che peserà non poco sul morale dei ragazzi. La Goldengas scende in campo
senza Bartoccetti, ammalato, col nuovo
acquisto e felice ritorno di Macchniz,
impossibilitato però a giocare per non
essere ancora in perfette condizioni fisiche. Inizio promettente per gli uomini
di Bianchi, che segnano a ripetizione,
tanto che il primo quarto si chiude sul
22 a 16.
Ancora meglio l’azione si svolge nel secondo quarto, quando Panichi, Raschi
e Cinciarini non trovano ostacoli ad
andare a canestro:40 a 26. Pîù promettente l’inizio del terzo quarto quando i
biancorossi raggiungono al 22° il massimo vantaggio: 46 a 26, poi la squadra si
è completamente “seduta” e per il Riva
del Garda è stata facile la rimonta: 52
a 48. Gli ospiti insistono a inizio quarto-quarto, portandosi al 35° sul 53 a 59,
poi la reazione biancorossa fa sì che
l’incontro si equilibri: 63 a 62 al 39°. Poi
la beffa finale, facilitata anche da scon-
Basket, serie d
Salta il tappo
N
siderate decisioni arbitrali, nettamente
sfavorevoli nei confronti dei biancorossi. A fine incontro parla solo il presidente Moroni, molto giù di corda per
questa immeritata sconfitta: “E’ la solita
storia, anche per nostre precise colpe.
L’aver raggiunto venti punti di vantaggio per poi bloccarci completamente
così ha dell’incredibile; così pure ha dell’incredibile il fallo fischiato dagli arbitri
a Cinciarini in attacco, mentre invece il
fallo l’aveva subito, determinando così
il risultato”. Domenica prossima si va in
trasferta a Porto Torres.
Goldengas: Panichi 13, Durazzi, Benevelli 3, Santilli 6, Corsini 12, Raschi
16, Cinciarini 11, Pazzi 4, Alessandroni,
Macchniz. All.Bianchi.
Riva del Garda: Fanchini 12, Martinelli 9, Gambacorta 4, Sereni 2, Bazzoli
5, Pastori 2, Gurini 11, Cagnin 7, De
Giovanni 2, Andreaus 13. All.Galetti.
Arbitri: Colasanti di Firenze e Vecchio
di Treviso. Usciti, per cinque falli, Andreaus, Cagnin e Pazzi. Fallo antisportivo: Corsini. Spettatori 700 circa.
Classifica: Scavolini Spar, Soresina 28,
Treviglio 26, Osimo 24, Trieste, Palestrina 18, Casalpusterlengo, Lumezzane
16, P.Torres, Riva del Garda 14, Matera,
Banca Marche AN 12, Gorizia 10, Bergamo, Vigevano 8, Goldengas 4.
G.M.
FOSSOMBRONE 41 - MIU’ J’ADORE 90
on poteva che iniziare nel migliore dei
modi il girone di ritorno per la Miu
J’Adore. L’insidiosa trasferta a Fossombrone
si è rivelata una “semplice passeggiata” , tanta è stata la superiorità degli uomini di Ligi
rinforzati ulteriormente con l’acquisto del
forte Tonelli. Il giocatore si è subito inserito
nel complesso biancorosso: 14 punti messi a
segno come primo impatto. Molta esultanza
in campo del Miu J’Adore. Il Pisaurum Pesaro ha perso ed ora i punti di distacco sono
solo due. La squadra dovrà ora continuare
il buon momento di questo inizio se vuole
sperare di raggiungere il Pisaurum. Cinque
i ragazzi del Marzocca andati in doppia ci-
fra, ma pure gli altri si sono fatti rispettare.
Basta guardare i singoli punteggi. Domenica
prossima incontro casalingo, ore 18, al Palazzetto dello sport contro il Loreto PU.
Miu J’Adore: Tonelli 14, Papa, Granarelli 12,
P.Bartoli 6, R.Bartoli 8, Belloni 5, Marinelli
14, Pincini 11, Minelli 12, Rinolfi 8. All.Ligi.
Arbitri: Terzilli e Agostinelli di Jesi.
Classifica: Pisaurum 26, Miu J’Adore Marzocca 24, Loreto PU 22, Montelabbate 20,
Stella Maris PU 18, Bramante, Metauro 14,
Acquarius PU 12, Fabriano, Castel delle Ripe
10, Jesi 8, Alto Esino, Fossombrone 6, Cagli
4.
G.M.
CICLISMO
Basket, serie b1
Avversari
ed educatori
I “ragazzi” dei 1931 ieri erano
avversari, oggi operano insieme come
“educatori sportivi”. Il “Barbarino”
Amerigo Severini (pluritricolore di
ciclocross abbonato ai podi mondiali)
fa spesso e volentieri “tandem” con il
montegranarese Michele Gismondi
(viceiridato professionisti nonché primo
amico e “spalla” di Fausto Coppi).
Una delle loro ultime “lezioni” si
è tenuta a Barbara, nella cui Sala
Consiliare il sindaco Raniero Serrani ha
accolto e premiato entrambi nel giorno
della celebrazione della “Barbaresità
sulle due ruote” e dell’inaugurazione
ufficiale di “BiciScuola”, avanguardistica
iniziativa della Scuola Primaria “Fiorini”
finalizzata alla promozione del ciclismo
formativo, il cui energico messaggio
e la cui visibilità sono capillarmente
curati da Angelo Papi, nell’ambito di
uno spaziante progetto che fa capo
all’Istituto di Ostra, diretto da Umberto
Migliari. L’affiatato “duo” Gismondi
& Severini si ripropone di tornare
periodicamente a Barbara per ulteriori
corsi di aggiornamento.
"Cingolani e Miseni” preparano
Marche Marathon
I biancorossi del Cicli Cingolani Pianello di Ostra e tutti i granfondisti
“miseni”
stanno
rifinendo
la
preparazione invernale in vista del
poker delle lunghe distanze regionali.
Le cinque manifestazioni saranno
perle incastonate nel 10° Campionato
Italiano di Gran Fondo - Medio
Fondo (21 appuntamenti) e dell’8°
Campionato Italiano di Fondo (20
tappe).
L’amatorismo
dell’Udace
Csain sta definendo i dettagli della
challenge tricolore “Marche Marathon”,
che verrà presentata ufficialmente
a Urbino, sabato 4 febbraio, dopo la
prima pennnellata di “vernice” data a
Castrocaro.
Il primo evento sarà quello di Falconara
Marittima: Fondo dell’Esino (12
marzo), come hanno tratteggiato
Giovanni Mascambruni e Roberto
Brega. Agostino Nina e Massimiliano
Grufi hanno anticipato i sicuri fasti
della 9^ Fondo Leopardiana (4 giugno,
a Recanati). Angelo De Santis e Pio
Renato Sbaffo hanno disegnato il primo
profilo della 10^ GF dei Colli Piceni: 2
luglio, a Servigliano.
Fascinosi i contorni della 16^ Gran
Fondo dei Sibillini: domenica 9 luglio,
a Caldarola, per la regia di Maurizio
Giustozzi ed Enzo Giustozzi. Felice
ritorno siglato dalla Ciclo Ducale di
Urbino: la 3^ Straducale si disputerà il
30 luglio. A renderne la sostanza è stato
Alessandro Gualazzi, accompagnato
da Eugenio Carlotti (al lavoro anche
il “Duca di Urbino”, Gianfranco
Fedrigucci).
A Urbino, sabato 4 febbraio, si
inizierà alle 9, nella Sala Consiliare
dell’ex Collegio “Raffaello”, in piazza
della Repubblica. Si aprirà con il
convegno “Il ciclismo amatoriale oggi,
tra cicloturismo ed agonismo profe
ssionistico”, indetto dall’Università
di Urbino in collaborazione con il
Comune di Urbino. Interverrano il
prof. Piero Benelli (medico sportivo,
direttore del Centro Medico Facoltà di
Scienze Motorie) ed il prof. Piero Sestili
(docente di Farmacologia alla Facoltà di
Scienze Motorie), che esamineranno
gli effetti dell’attività ciclistica dal
punto di vista della salute e del corretto
impiego degli integratori alimentari
Umberto Martinelli
15 dicembre 2005
in Redazione
22 gennaio 2006 3ª domenica del tempo ordinario
la
Parola Il tempo si è fatto breve
di Dio L
a via del Signore cammina diritta come un fuso, in mezzo alle
contorte vicende degli uomini, verso la salvezza e il Regno e nel Cristo risorto trova il suo compimento.
Ripetutamente il Salmo 24 fa riferimento alle vie di Dio. “Fammi conoscere Signore le tue vie, insegnami i
tuoi sentieri (v.4)”, “Insegna ai poveri
le sue vie (v.9)”, “Tutti i sentieri del
Signore sono verità e grazia (v.10)”.
Il profeta Giona è un profeta reni-
Giona 3,11ss
Salmo 24
1 Cor 7,29
Mc 1,14-20
indirizzare a: La Voce Misena
Piazza Garibaldi, 3 - 60019 Senigallia
fax 071.7914132
e-mail: [email protected]
Ricordando
zio don Enzo
Per noi nipoti sei sempre stato “ziodonenzo” un nome che
detto all’unisono suonava
nelle orecchie così bene che
sembrava più il vero nome,
di quel Enzo, come amavi
ricordare tu stesso, che storicamente (ed effettivamente)
era figlio di Federico, invece
di quel Lorenzo (il 10 agosto era il compleanno) come
avresti dovuto chiamarti.
Ormai è trascorso un mese
dalla tua scomparsa avvenuta qualche giorno prima
di Natale (il 20 dicembre) in
punta di piedi, quasi a non
voler disturbare, come sempre nel tuo stile.
Voglio ricordarti per le tante esperienze fatte assieme,
tente. La sua visione integralista e
ristretta gli impedisce di gioire vedendo la misericordia di Dio operare efficacemente la salvezza per i
niniviti determinando in essi fede,
conversione, mutamento radicale di
vita.
Nel Nuovo Testamento il Regno di
Dio è già presente ed operante e il
ritorno glorioso di Cristo metterà il
sigillo ad una storia che è già giunta
al suo compimento. Per questo Paolo scrive ai Corinzi: “Fratelli, ormai il
tempo si è fatto breve…passa la scena di questo mondo (1 Cor 7,29.31).
In Marco tutto avviene con rapidità
e semplicità. Gesù passa, chiama
e gli interpellati interrompono subito la loro attività quotidiana e si
dispongono a seguirlo. Osserviamo
che Gesù sta passando ed annunciando il Regno di Dio mentre parla della sua imminenza (“il tempo è
compiuto” Mc 1,15) e della esigenza
di una rapida e radicale decisione
(“convertitevi e credete al Vangelo”
Mc 1,15). Chi ascolta è di fronte al si
o al no. E’ terminato il tempo dell’at-
tesa che la fede giudaica stava viven- a tenere gli avamposti del Regno qui
do. Al secco invito (“seguitemi” Mc ed ora. Il compimento è inevitabile
1,17) si associa anche una sintetica ma nei territori di una storia ancora
promessa (“vi farò diventare pesca- aperta, lo scontro è in atto.
tori di uomini” Mc 1,17). Sembra Nei punti più periferici del mondo
che i primi discepoli siano chiamati e della storia ci sono pescatori che
a mettere a disposizione di un pro- gettano reti per trarre in salvo. Non
getto più alto ed universale quanto sono solo sacerdoti e religiosi ma
sanno fare e fanno giorno per gior- gente di ogni genere che opera non
no (gettare le reti per radunare uo- più per sé ma per liberare l’uomo,
mini, non per imprigionarli ma per per promuovere la dignità umana,
trarli in salvo).
perché siano rispettati i diritti fonTutto ruota intorno alla lieta notizia: damentali, le ingiuste disuguaglianl’imminenza del tempo favorevole, ze siano abolite, le risorse del mondo
l’avvento di Dio nella storia agita le vengano salvaguardate e distribuite
acque e non lascia fermi ed indiffe- e non accumulate o, peggio, spese in
renti.
armi, guerre, distruzioni, infine per
Chi lo attende, chi lo scopre, lo ac- diffondere la speranza che il Vangecoglie con gioia. Chi non lo attende, lo di Dio contiene e le parole umane
chi dorme, chi è già contento del non possiedono.
suo quotidiano trafficare, chi mette L’utopia del progetto di Dio ci consé stesso e il suo progetto davanti a sente di guardare lontano per far
tutto e tutti, sarà spaventato, irritato, diritto il nostro cammino in questo
e opererà per contrastarlo.
tempo. Ma tra il punto all’infinito e
Oggi è il tempo del contrasto. Gesù le orme dei nostri passi c’è sempre
ha concluso la sua parabola terrena Gesù Cristo che ci precede e ci dice:
ed è nella gloria del Regno.
“Seguitemi!”.
Quanti credono in lui sono chiamati
Giovanni Polidori
IN BREVE
i Lettori scrivono...
per la tua montagna, quella
montagna che ci hai insegnato a vivere sin da piccoli, per
quella purezza che molto ti si
addiceva, per quelle faticose
ascese, per quella montagna
che abbiamo ritrovato assieme nelle ormai difficili passeggiate degli anni recenti.
E come non ricordare i tuoi
insegnamenti scientifici con i
quali ci prendevi in giro, tra
l’insegnante beffardo e lo
scherzo da pretino, e cercavi di spiegarci l’impossibile
ribaltando bicchieri pieni
di acqua senza farne uscire nemmeno una goccia o
quando cercavi di occultare
l’innascondibile dietro un tovagliolo o in un pugno di una
mano.
E anche la tua Roma, quella
Roma nella quale hai svolto
servizio per quindici anni e
che ho avuto il privilegio di
frequentare con te, che mi
hai fatto amare e conoscere
anche negli aspetti difficili (i
ricoverati del Bambin Gesù,
le ragazze madri ospiti delle
Suore della Redenzione per
loro eri familiarmente diventato “donè”).
E che dire di quell’Africa: la
prima volta che sei partito
eravamo riusciti a gemellare
la mia classe delle elementari con la tua classe di Nduye
(ex Zaire) nella quale insegnavi: il tabellone costruito
con le frecce e con gli archi
dei pigmei o con i rudimentali strumenti musicali dei
“Nostri amici Africani” come
li chiamavamo, è nella nostra
memoria.
Quella stessa Africa nella
quale quasi vent’anni dopo
sei voluto tornare a tutti i
costi a continuare il tuo servizio ed il tuo insegnamento,
nonostante le prime avvisaglie della malattia, e dove il
rammarico è che non sono
riuscito ad accompagnarti
nemmeno per un breve periodo.
E tutte quelle volte che ti
chiedevamo delle foto dei
pretini, ormai famose in tutto il mondo, dei retroscena,
degli episodi collegati a quelli che sono anche “i tuoi pretini”; senza te quei capolavori
ora non li avremmo.
Per la famiglia sei stato sempre un riferimento, sia nei
momenti bui sia nei momenti di luce, così ti abbiamo voluto descrivere, nascondendoci talvolta i malumori o le
amarezze che hai incontrato
nel tuo cammino di servizio,
facendo trapelare sempre e
solo tranquillità e serenità: è
così che ti abbiamo sempre
visto ed amato.
Grazie della tua dolcezza,
della tua semplicità, della
tua presenza, dei tuoi doni,
dei tuoi insegnamenti.
“Chi amammo e perdemmo
non è più là dove era prima,
ma è dappertutto dove siamo
noi” diceva San Crisostomo.
Grazie ziodonenzo.
Tuo nipote Paolo
Formiconianae Gentis
(come la goliardia Pisana ti
ha chiamato nella pergamena a ricordo della tua laurea)
Per quanti lo desiderassero
è disponibile, anche presso
gli Uffici Amministrativi della
Curia, un ricordino nel quale
è stato riprodotto il testamento spirituale letto dal Vescovo
nell’omelia della messa funebre. Don Enzo sarà inoltre ricordato domenica 29 gennaio
alla S. Messa delle ore 9,00
nella chiesa Parrocchiale di
Cesanella, nel quarantesimo
giorno della morte.
La bellezza dell’incontro
Pio IX
oggi
a cura
del servizio
animazione
dell’Opera Pia
Tra i tanti momenti di festa che si sono svolti all’Opera Pia, in occasione delle festività natalizie, ce ne
sono stati alcuni di importanza particolare perché si è
trattato di un vero e proprio incontro con gruppi che
hanno scelto di trascorrere mezza giornata in compagnia degli anziani.
Come ogni anno la “Schola Cantorum dell’Immacolata” offre un pomeriggio di canti e musica. Quest’anno data la vicinanza con il Natale, il repertorio è stato
arricchito di canti natalizi che richiamano tanti ricordi nel cuore di chi ha ormai molti anni alle spalle.
Da sempre questa Casa di Riposo è riuscita a vivere
pienamente l’integrazione con il territorio, e questo
si può toccare con mano quando arrivano i… “vicini
di casa”. Proprio così si sono definiti i bambini della
Scuola Materna “S. Vincenzo”. La scuola si trova sulla
stessa via dell’Opera Pia e tutti i bambini sono venuti
a fare gli auguri di Natale a tanti “nonni” proponen-
15
do canti e poesie. Particolarmente bella l’idea della
vicinanza che è molto cara a tutti gli anziani, abituati
nella loro vita a poter contare sempre sull’amicizia e
sul sostegno di un vicino di casa.
Ormai è consuetudine ricevere la visita anche dei ragazzi della parrocchia di Castelleone di Suasa, guidati
dai catechisti e dal loro parroco.
Un altro gruppo parrocchiale ha allietato con canti
natalizi un pomeriggio tra Natale e Capodanno: i ragazzi di Cesano, guidati da Tomas, un giovane musicista, conosciuto e caro amico degli ospiti dell’Opera
Pia. Al termine di ogni incontro, da parte di tutti, sorge spontaneo il desiderio di rivedersi ancora. E’ proprio così: non capita mai che si venga per una sola
volta. Non si tratta infatti di proporre uno spettacolo
più o meno bello, ma di cominciare un rapporto amichevole che lascia un segno importante nella vita di
ciascuno.
MONTERADO
“E’ una festa”. Così ha esordito - riprendendo uno slogan
del pievano di Monterado Don Giuseppe Cionchi - il
Direttore della Valli Zabban Romagnoli Pierino salutando
i circa 100 ospiti, tra fornitori, rappresentanti delle
Amministrazioni locali, forze dell’ordine e dipendenti
della Valli Zabban stessa, in occasione delle feste natalizie
e del nuovo anno. La circostanza ha offerto l’occasione
di presentare un’iniziativa del tutto particolare: il dono
di una Land Rover a Maria Luisa Rotatori nella struttura
sociale di Jakassè-Feyassè in Costa d’Avorio. Maria Luisa
Rotatori è la sorella dell’ing. Giancarlo Rotatori che
ha diretto i lavori di costruzione e ricostruzione dello
stabilimento dopo il drammatico evento del 1999. Precisa
il Direttore: “Ricordo ancora con molta emozione quando,
l’ing. mi parlava di una sua sorella che aveva deciso di
dedicare la propria vita a coloro che soffrono. Molto
forte era il legame con questa donna. Anche lui avrebbe
voluto visitare questi luoghi lontani. Dal momento della
sua scomparsa, il nostro amministratore Delegato Geom.
Olmi ed io ci siamo sentiti in dovere di dare il nostro
contributo alle attività che svolge la sorella per ricordare
l’ingegnere. Da questo momento la Valli Zabban inizia a
chiedere la collaborazione ai fornitori per realizzare il
sogno: regalare per Natale una Land Rover a Maria Luisa.
Il Direttore conclude: “Oggi con grande soddisfazione il
nostro Amministratore delegato Geom. Olmi consegna le
chiavi del fuori strada a Maria Luisa con la certezza di
toccare in qualche modo tutti voi perché questa iniziativa
della massima apertura sociale sia di sprone per la nostra
vita e per il bene di coloro che non posseggono ciò che
noi abbiamo”.
Al Centro Diurno Alzheimer “Il Granaio” ci si è dati molto da
fare per addobbare a festa l’ambiente nel periodo natalizio.
Qui vediamo un esempio delle realizzazioni fatte dagli ospiti:
l’originale presepe, dove tutto è realizzato con un complesso lavoro di cucito. In queste occasioni, ci si rende conto di quanto
l’entusiasmo e il gusto di lavorare insieme possano far riemergere energie e capacità che si credevano perdute del tutto.
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