NOTIZIARIO SOCI Ediz. Bimestrale GRATUITA per i Soci - MARZO—APRILE 2010 TESSERAMENTO Con il 28 Febbraio è terminato il tempo utile per il rinnovo della tessera sociale. Ricordiamo che la tessera SOCI , secondo il nostro statuto è un atto di amicizia e solidarietà verso chi lavora in essa e tra i suoi iscritti. L’amicizia non si trova se si resta soli, il confronto di idee o discussioni non si possono avere rimanendo soli, la volontà di continuare a vivere per chi ha subito perdite affettive la si trova nella condivisione del dolore con altri. Sarebbe troppo bello che i dispiaceri si potessero annullare con la sola parola di circostanza, ma certamente possono essere maggiormente sopportati con l’aiuto di incontri , gite, programmi di vita ecc. , è importante far emergere la volontà di cercare nelle amicizie, il sentirsi ancora utile alla società. Ecco cosa è l’Associazionismo e la tessera soci serve per organizzare e unire i soci, dare a loro la possibilità di godere dei momenti di svago o di riflessione, di fare udire la loro voce attraverso l’informazione, di scambiare proposte o ricevere suggerimenti, di usufruire delle agevolazioni ecc. Ricordo che l’Associazione non ha mai dimenticato nessuno. BUON ANNO SOCIALE Dal Presidente e dal Consiglio Direttivo ======================================================================= UN SERVIZIO UTILE PER IL SOCCORSO DELLA PERSONA Cari amici, anche se spero vivamente che non Vi capiti mai il momento per farlo usare, Vi segnalo un utile accorgimento per semplificare i soccorsi. Gli operatori delle ambulanze hanno segnalato che molto spesso, in occasione di incidenti stradali, i feriti hanno con loro un telefono portatile, ma gli operatori non sanno chi contattare tra la lista interminabile dei numeri salvati nella rubrica. Gli operatori delle ambulanze hanno lanciato l'idea che ciascuno metta, nella rubrica telefonica del proprio cellulare, la persona da contattare in caso d'urgenza sotto uno pseudonimo predefinito. Lo pseudonimo internazionale conosciuto è ICE (In Case of Emergency). E' sotto questo nome che bisognerebbe segnare il numero della persona che operatori delle ambulanze, polizia, pompieri o primi soccorritori potrebbero contattare. In caso vi fossero più persone da contattare si può utilizzare la definizione ICE1, ICE2, ICE3, ecc.... Facile da fare, non costa niente e può essere molto utile. E' una buona idea ed è anche promossa in forma non ufficiale dalle autorità preposte al soccorso. Fate circolare la notizia in modo che questo comportamento diventi un’ abitudine diffusa. DB M PROGRAMMA Marzo -Aprile -Maggio Domenica 14 Marzo Gita di Primavera alle Grotte di Toirano 24 Aprile 2 Maggio Tour dell’Andalusia (Spagna) 22-23-24 Maggio 16° Ediz della Mostra Lavori Femminili . ——————————–——————————— Si avverte che Il NOTIZIARIO SOCI Con uscita bimestrale si può trovare presso: Il negozio Testi Tast Bottoni Via M. D’Azeglio 5 Edicola di Piazza xx Settembre Giornaleria del Marchile via Pinerolo Sede : Piossasco Via S. Rocco 35/3 Punto informativo Testi Tasti Bottoni via M. D’Azeglio 5 tel. 011 9042373 www.associazionepiossaschese.it - Email: [email protected] NOTIZIARIO SOCI 2 LA SANTA SINDONE (Sunto tratto da una riflessione personale) Nel lino. dove il lenzuolo appoggiava di più sul corpo, la fronte, il naso, le braccia, le ginocchia l'immagine è più marcata. Ai nostri giorni queste differenze elaborate con i computer permettono di avere un'immagine tridimensionale. Tutti sappiamo per averlo letto o sentito dai Vangeli che Simone d'Arimatea andò da Pilato a chiedere il corpo di Gesù per dargli sepoltura affinché non rimanesse esposto nel giorno di Sabato. Calato il corpo dalla croce lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel sepolcro senza lavarlo come avveniva di solito perchè la sera incombeva e non c'era tempo. Le pie donne sarebbero andate la Domenica per lavare il corpo e ungerlo con gli unguenti. Probabilmente questa fretta è la causa che ha permesso il prodursi dell'immagine. Nel 1543 la Sindone ha rischiato di essere distrutta dal fuoco, quando ancora si trovava a Chambery, le fiamme avevano bruciato i pannelli di legno e parzialmente fuso la teca d'argento in cui si trovava il lenzuolo tanto che alcune gocce di argento fuso avevano bruciato il lenzuolo stesso. Quando un giorno di aprile 1997, ho acceso la televisione come faccio di solito per guardare il telegiornale, ed ho visto le scene di un incendio, e mi sono reso conto che quella che stava bruciando era la cupola del Guarini, dove è custodita la Sindone, non sentivo la voce del telecronista, ma solamente il rumore dell'incendio e la mia voce che ripeteva "no...no... per favore no...", quando poi le immagini hanno mostrato i pompieri che portavano la teca d'argento fuori dal duomo, ormai in salvo, le mie lacrime si sono aggiunte silenziosamente all'applauso liberatorio della gente assiepata fuori dal duomo. Che cosa sia la Sindone lo sappiamo ormai tutti, è un lenzuolo di lino in cui nella parte mediana vi è la figura frontale e dorsale di un uomo che reca i segni della morte per crocifissione. L'immagine non è un dipinto, non vi è traccia di materiali di riporto, ne di pennellate o altro l'immagine è solamente superficiale, come fosse appoggiata al telo. Le macchie più scure sono di sangue umano di tipo AB, e sotto alle macchie di sangue l'immagine non si è formata., ma allora ... Come si è prodotta questa immagine?, Molti studi e prove sono stati fatti, ma una cosa è certa resta un ( Testimone Silenzioso ). Finora abbiamo parlato del lenzuolo, ma chi è l'uomo della Sindone ? Abbiamo detto in partenza che la figura del lenzuolo è quello di un uomo che ha subito la condanna a morte per crocifissione, e questo basta per la nostra fede ? , ma perché ? Viene chiamata il "Testimone silenzioso", ogni volta che ci penso sento un brivido. Questo lenzuolo , perchè non è nulla più di un lenzuolo, che attraversa duemila anni, guerre, assedi, distruzioni, senza apparenti protezioni, (anzi i danni maggiori li hanno prodotti le sue protezioni) per giungere a chi o a che cosa ? Finché è bastata la fede è stata semplicemente un oggetto di venerazione, ma quando i valori della fede si sono fatti più deboli, quando i segni dei tempi hanno iniziato a mutare ed a mutare in peggio, ha iniziato a parlare. Ci parla attraverso il linguaggio del nostro tempo, la scienza. Ci ripete quanto per secoli ci è stato detto attraverso i Vangeli la storia di una tortura e di un'esecuzione che sappiamo tanto ingiusta quanto atroce. Ma cosa rende straordinario l'uomo della Sindone rispetto alle migliaia che ancora oggi muoiono in maniera ingiusta e terribile. Nel mio incontro con la Sindone, ogni volta che vedo una riproduzione della Sindone , meglio se sono i negativi, in cui più risulta l'immagine, ne cerco il volto. Mi ha sempre colpito e turbato il volto dell'uomo della Sindone, perchè a dispetto delle torture subite, delle indicibili sofferenze che hanno addirittura spezzato il suo sangue, nella calma della morte questo volto non è una maschera di dolore o di odio. Mi dicono che è morto perdonando i suoi carnefici e pregando per loro, mi dicono che è morto per tutti gli uomini , anche per me. Guardo il volto dell'uomo della Sindone e ci credo! Quale sarà il prossimo cammino della Sindone, siamo noi i destinatari del suo messaggio o lasciandoci alle sue spalle , proseguirà nel suo cammino millenario verso nuove genti, verso nuovi tempi ? Questo non lo sappiamo ne ci è dato di saperlo, verranno fatti altri studi, mosse altre obiezioni, ci saranno forse altre scoperte, noi dobbiamo vivere il nostro tempo, riflettendo sulla figura su questo oggetto che è patrimonio di tutta l'umanità e non solo della Cristianità. B.S CURIOSITA’ per conoscere la nostra storia Note ricavate dall’opuscolo redatto dalla Abbazia Sacra S. Michele (10057 S. Ambrogio di Torino) °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° LA SACRA DI S. MICHELE Il Monte PIRCHIRIANO - È il nome antichissimo del nostro monte. Forma elegante del modesto «Porcarianus», monte dei porci, analogamente ai vicini «Caprasio», monte delle capre e «Musinè», monte degli asini. Questi nomi hanno un legame col culto dei Celti che abitò in questa valle CULTO DI S. MICHELE - Diffuso presto in Italia dall'Oriente, specie nei luoghi elevati e solitari, fu portato quassù nei secoli V o VI, e vi giunse per opera di quei monaci persiani che, esuli dalla loro patria, erano stati mandati dalla Chiesa romana ad evangelizzare il Settentrione d'Italia: anche qui ove, dice S. Gregorio Magno, la Chiesa romana aveva dei possedimenti. La presenza di tali monaci è ancor oggi provata dal piccolo santuario dedicato a S. Abaco - uno di loro - ai piedi del Musinè. I Bizantini ne continuarono il culto. I Longobardi celebrarono il glorioso Arcangelo per oltre un secolo. Il loro ricordo però è segnato di maggiore impronta storica nella toponomastica locale: avevano infatti, per protettori, S. Michele, S. Pietro, S. Ambrogio! Ai piedi del monte fortificarono potentemente le «Chiuse»: dove però furono sconfitti da Carlo Magno nel 773. I Carolingi non lasciarono ricordo quassù; però la loro scomparsa, alla fine del secolo IX, fu causa dì tali sconvolgimenti da permettere ai Saraceni l'invasione delle Alpi occidentali, e del Pirchiriano: e rimase il loro nome al «Truc Sarasin» (la Bonària). Fra tante rovine, la Chiesa andò acquistando il potere di esercitare sui propri fedeli «giurisdizione civile»; fu in tal modo che il Pirchiriano passò al vescovo di Torino. LA SACRA - La vetta del monte sta per avere un suo nome: vi giungono i monaci. Primo, un discepolo di S. Romualdo: S. Giovanni Vincenzo. Iniziò quassù la vita eremitica camaldolese, si trasferì poi nelle celle del monte di fronte, il Caprasio, ove mori nell'anno 1000; mentre sul Pirchiriano si stabilivano i monaci benedettini. La Cronaca del monastero, dopo aver descritta la leggendaria creazione e consacrazione di una chiesetta per opera angelica - donde il nome di «Sacra» (la consacrata), esteso poi alle successive grandiose costruzioni - narra del penitente conte Ugo di Montboissier che vi fabbrica un monastero e lo affida a cinque benedettini. .. Siamo all'ultimo decennio del 900 e comincia la vera storia di questo luogo santo: che diverrà capo di Ordine con giurisdizione religiosa, civile e militare, e continuerà fino al 1622. Vi governarono 27 Abati; cui successero, malauguratamente, 26 Commendatari Dalla fondazione alla metà circa del secolo XIII vi fiori una prosperità santa, sotto 14 Abati. Dalla metà del secolo XIII al 1300, l'assenteismo di cinque Abati è causa di decadenza. Dal 1300 al 1360, NOTIZIARIO SOCI 3 la vita si rinnova per la prudente e gagliarda riforma degli abati Guglielmo III di Savoia, Rodolfo di Mombello, Ugone di Marbosco. Nel 1379 per i gravissimi disordini dell'abate Pietro di Fongeret, cessa il governo abbaziale; Amedeo VI, il Conte Verde, ottiene dal papa Urbano VI l'istituzione dei Commendatari. Dal 1381 al 1622, i monaci furono governati da priori; mentre i Commendatari, sempre lontani dal monastero, ne godevano le rendite. Uno di essi, il cardinale Maurizio di Savoia, indusse nel 1622 il papa Gregorio XV a sopprimere il monastero, abitato ormai soltanto da tre monaci uno dei quali cieco! Con le rendite che erano servite per mantenere i monaci si eresse, a Giaveno, una Collegiata di Canonici. I Commendatari continuarono per altri due secoli ad amministrare . POSSEDIMENTI - Straordinariamente vasti, riconosciuti da sedici Papi e da vari Imperatori: estesi in Francia e Spagna, nelle Puglie, in Lombardia, in Piemonte e in Savoia, con dominio feudale sulla bassa Val Susa e la Valle del Sangone. Ancora nel 1697 la Sacra possedeva 176 luoghi, con diritti spirituali, amministrativi, civili e penali. ASSALTI E ROVINE - Cuniberto, vescovo di Torino, nel 1076 scaccia - armata mano - dal monastero il santo abate Benedetto II con tutti i monaci. Ci furono devastazioni per un grave incendio sotto l'abate Rodolfo di Mombello (1325-1359). Bande inglesi dell'avventuriero Guglielmo Bosons, al soldo di Filippo d'Acaia, saccheggiarono il luogo. Il gruppo di costruzioni alla «porta di ferro», fin dal sec. XII, formava uno sbarramento difensivo vigilato, a turno dagli uomini del feudo abbaziale. Carlo III di Savoia vi collocò, dal 1523, una regolare compagnia di soldati. Le guerre tra Francia e Spagna ridussero il monastero a un baluardo disputato. Nel 1629, i Francesi del Richelieu lo rovinarono assai. Cosi le truppe del Catinat, nel 1693; e ancora i Francesi, nel 1706, ridussero la parte nord dell'abitato alle rovine che vediamo. NOTIZIARIO SOCI 4 COSA CI ATTENDE PER LA PROSSIMA GITA IN ANDALUSIA TERRA DI CONTRASTI Sembra strano che una terra dominata nel passato dai Vandali che hanno seminato distruzione abbia un nome cosi soave che ricorda serenate e accordi di chitarre; tori insanguinati sull' arena e « olè.' » di folle frenetiche; profumi di glicine da un verone e di zagare in fiore da un giardino; suoni di nacchere che ritmano danze travolgenti e nostalgiche nenie di gitani ... Non che tutto ciò non sia vero intendiamoci; specialmente le immagini riferite al folclore più vivo e più genuino (quello da noi letto sulle corride, delle danze e delle feste religiose) che hanno radici profonde nell'anima della regione e ben rispecchiano il carattere sensibile e brioso degli Andalusi. Ci sono poi le immagini (queste niente affatto artificiose) di città affascinanti quali Siviglia, Granada, Malaga, Cordova (per citare le più celebri) con i loro stupendi monumenti, soprattutto (arabi) meritano esse sole un viaggio per visitarle. Gli Arabi che dominarono per secoli la regione, la profusero non solo di tesori d'arte ma di altri innumerevoli segni della loro civiltà. segni che ancor oggi vi fanno l'occhiolino da un «patio »fiorito, dalla grande ruota di un mulino, dai canaletti irrigui di un orto o di un aranceto, dalla grata di una finestrella e dall'inferriata di un balconcino ... E non parliamo dei nomi con cui gli Arabi battezzarono i fiumi le montagne e le città. Però, anche queste immagini dell’Andalusia moresca sono consuete. Quasi del tutto inattese invece, e perciò più sorprendenti. sono quelle dei villaggi che si incontrano fuori mano. E anche i paesaggi: che sorpresa (per chi pensa ad una Andalusia tutta dolce, scoprire che a verdeggianti «huertas» si succedono altipiani pietrosi bruciati dal sole; a morbidi colli rivestiti di uliveti, aride lande e pascoli stepposi dove vagano in solitudine i cavalli andalusi e spiagge ridenti ornate di palmeti, vaste distese paludose o coste ondulate ,e dune già africane sovrastate da catene di picchi nevosi. Al disopra di tanti contrasti, immutabile e sfolgorante, sta il cielo Andaluso, un cielo tenero, splendente e profondo che di notte diventa un drappo blu incastonato di stelle. A tutto ciò dobbiamo ancora aggiungere le immagini di una Andalusia segreta, di una terra che si rivelerà poco a poco tappa per tappa, e mai completamente come se volesse tenere ancora in serbo qualcosa per trattenerci o per richiamarci col suo inesauribile fascino quando la lasceremo. La regione è divisa nelle otto province di: Siviglia, Cordova, Granata, MaIaga, Cadice, Huelva, Almeria e Jaén. Questa Gita è una ottima occasione per vivere e scoprire la terra Andalusa celebrata dalle opere della “Carmen e del Barbiere di Siviglia “. ls 16° MOSTRA PER LA VALORIZZAZIONE DEI LAVORI A MANO FEMMINILI Ricamo – Maglia – Uncinetto e Varie .SARA’ APERTA IL 22-23-24 MAGGIO 2010 Presso la chiesetta di S.Rocco Via S. Rocco 29 Piossasco Orario 15,30 – 19°° Ultimo giorno 15,30 – 17°° INGRESSO LIBERO Per Informazioni PUNTO INFORMA: Testi Tasti Bottoni Via M. D’Azeglio 5 Piossasco 011 904 23 73 ======================================= Si Ricorda che con il 28 Febbraio è terminato il tesseramento 2010. SONO STATE APERTE LE ISCRIZIONI ALLE GITE E SOGGIORNI FINO A ESAURIMENTO POSTI DISPONIBILI ************************************ L’Associazione Piossaschese porge sentite condoglianze al Socio Tonda Marco e Famiglia per la morte del fratello ANGELO ++++++++++++++++++++++++++++++++ *********************************** La nonna Grazia e la nonna Bis Elsa unitamente a mamma e papà, Annunciano che Il giorno 8/02/2010 é nato il piccolo UMBERTO ANSALDI Complimenti alla mamma e papà e un Augurio al piccolo UMBERTO da parte della Associazione Piossaschese