ANNO XLVI - N. 2 - MAG./GIU. 2007 - Bimestrale - Poste Ital. S.p.A. Sped. in abb. postale D.L. n. 353/2003 (Conv. in L. 27/2/2004 n. 46) Art. 1 comma 2, DCB Roma I lettori più attenti avranno notato che anche questa edizione del “Il Nastro Azzurro” porta in copertina il numero 2. Non si tratta di un refuso, ma di una giusta correzione di quanto stampato nell’edizione precedente che, infatti, era un’EDIZIONE SPECIALE diffusa, oltre che ai soci, a SCOPO PROMOZIONALE a tutti gli insigniti al Valor Militare, quindi anche a coloro che non si sono “ancora” associati all’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare. Questo numero è diffuso, invece, come sempre ai soli soci che speriamo di vedere presto incrementare, anche grazie all’iniziativa presa con lo scorso numero, ma soprattutto grazie all’opera di giusto proselitismo che ognuno di voi sta effettuando nelle diverse Federazioni e Sezioni. ************* DONIAMO IL 5 PER MILLE AL NOSTRO ISTITUTO La Legge Finanziaria ha confermato, anche per quest’anno, la possibilità di destinare il “5 per mille” dell’IRPEF a sostegno del volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale, delle associazioni e fondazioni. L’Istituto del Nastro Azzurro fra Decorati al Valor Militare, come Associazione Riconosciuta che opera nei settori di cui all’art.10, comma 1, lettera a, del D.Lgs. n.460/97, ha presentato la prevista domanda che è stata acquisita dall’Agenzia delle Entrate. Pertanto, sia con il Mod. UNICO che con il 730 è possibile compiere tale scelta e vi invitiamo ad utilizzare questo strumento per sostenere gli impegni e le attività che il nostro Istituto svolge per diffondere, in particolare nelle giovani generazioni, il rispetto e l’amore per la Patria e la conoscenza dei doveri verso questa; assistere gli iscritti e salvaguardare gli interessi morali e materiali della categoria; mantenere vivi i contatti con le Forze Armate e con le Associazioni Combattentistiche e d’Arma. La scelta si può esprimere apponendo, nell’apposito spazio, la propria firma ed inserendo il Codice Fiscale dell’Istituto 80226830588 e non comporta alcun onere a carico del contribuente. Questa nuova fonte di finanziamento consentirebbe di svolgere al meglio la nostra opera morale e sociale per una piena ripresa delle attività ed il rilancio dell’Istituto del Nastro Azzurro, caldamente auspicati dal XXVII Congresso lo scorso ottobre a Brescia. ************* Quest’anno il Ministero del Tesoro sta recapitando a casa dei relativi titolari l’avviso di diritto alla riscossione dell’Assegno di Medaglia al V.M. a partire dal 5 giugno. Qualora per un disguido qualche beneficiario non dovesse riceverlo, si fa presente che, normalmente dopo 30 giorni di giacenza, gli uffici postali restituiscono gli assegni non riscossi alle Direzioni provinciali del Tesoro. Per le domande di rinnovo vale quanto già pubblicato a pag.9 del n.7/8/9-2006 della rivista. Per chi non l’ha ancora fatto, si ribasdisce la possibilità e convenienza di richiedere l’accredito sul proprio conto corrente bancario o postale. - Comunicazioni Pag. XXIV Maggio “” Il Consiglio Nazionale ricorda Maurizio de Stasio “” L’Istituto del Nastro Azzurro: 84 anni di storia “” Lo Stemma Araldico del nostro Istituto “” Relazione del gen. Turchi al Congresso di Brescia “” Detto fra noi “” Il contributo di sangue italiano alle Missioni di Pace “” 4 maggio 2007: l’Esercito Italiano compie 164 anni “” Lo Stemma Araldico dell’Esercito “” Presentata la biografia di Giovanni Messe nell’ambito delle celebrazioni per l’Anniversario dell’Esercito “” - Cronaca della Cerimonia “” - 155° Anniversario della Polizia “” - 24 maggio: Giornata del Decorato “” - 27 maggio Pratica di Mare: Giornata Azzurra 2007 “” - Per i Caduti delle Foibe “” - Incredibile ma Vero “” - Mostra fotografica ‘Erano solo bambini’ “” - La 111^ Compagnia Protezione Ponti “” - Un ponte di civiltà tra l’Italia e la Libia “” - Caro Maurizio “” - In ricordo di Maurizio “” - Vittorio de Stasio nel centenario della sua nascita “” - Consigli Direttivi “” - La Festa di Tutti “” - Ferrara celebra il 25 aprile “” - Cronache di Federazione “” - Azzurri nell’azzurro del cielo “” - Abbonamenti e potenziamento giornale “” - Recensioni “” - Note liete “” - Informativa ai sensi della Legge n.675/1996, Art.13 D.Lgs. 196/2003 ” - Oggettistica del Nastro Azzurro “” 2 3 3 4 6 8 9 10 12 12 13 13 14 15 16 18 20 21 22 23 24 24 25 26 27 27 28 30 30 31 31 31 32 ************* La Presidenza Nazionale rinnova a tutte le Federazioni l’invito, già formalizzato con apposita circolare, a prendere contatti con le Provincie e i Comuni Decorati al V.M: affinchè almeno una quota parte dell’assegno medaglia da tali Enti percepito possa essere messo nel bilancio dell’Ente come somma destinata a sostegno delle attività della locale Federazione dell’Istituto del Nastro Azzurro. In copertina: 24 maggio 2007: Giornata del Decorato “IL NASTRO AZZURRO” Fondato a Torino nel 1951 Direz. E Amm.: Roma 00161 - p.zza Galeno, 1 - tel. 064402676 - fax 0644266814 - Sito internet: www.istitutonastroazzurro.org - E-mail: [email protected] - Direttore Editoriale: Giorgio Zanardi - Presidente Nazionale dell’Istituto - Direttore Responsabile: Antonio Daniele - Comitato di Redazione: Giorgio Zanardi, Antonio Daniele, Carlo Maria Magnani, Bruno Stegagnini, Antonio Teja, Giuseppe Picca, Antonino Zuco - Segretaria di Redazione: Barbara Coiante Autorizzazione del Tribunale Civile e Penale di Roma con decreto n.° 12568 del 1969 - Progetto Grafico e stampa: Arti Grafiche San Marcello s.r.l. - v.le Regina Margherita, 176 - 00198 Roma - Finito di stampare: giugno 2007 Per abbonarsi i versamenti possono essere effettuati su C/C Postale n. 25938002 intestato a “Istituto del Nastro Azzurro”, oppure su C/C Bancario UNICREDIT BANCA n. 4457131 c/o Ag. 20 Roma CAB 03220 ABI 02008 CIN “T”. Abbonamento ordinario: 20 Euro; sostenitore: 25 Euro; benemerito: 30 Euro e oltre. Associato alla Unione Stampa Periodica Italiana IL NASTRO AZZURRO XXIV MAGGIO popea garibaldina, soffocando aneliti di grandezza in un vorSono trascorsi novantadue anni dal 24 maggio 1915! tice di contrasti e di rinunce. Ben pochi di noi azzurri eravamo già al mondo e quei Finalmente, il XXIV Maggio il nostro popolo dimostrò il pochi comunque appena bambini, ma l’eco di quella data e coraggio di affrontare il confronto con le frange dei più pavidi della decisione che ricorda è così saldamente impressa nel ed ebbe la forza di iniziare la lotta per la liberazione dei fracuore degli italiani da non poter essere evocata senza una telli ancora sotto il giogo austriaco, profonda emozione e un più che dando libero sfogo a quelle virtù civilegittimo orgoglio e non perché esalli e militari che da tempo costituivati la guerra: tutt’altro! Ma per l’idea..L’ECO DI QUELLA DATA…È…IMPRESSA no il patrimonio della maggior parte lità che esprime, per i valori che rapNEL CUORE DEGLI ITALIANI. delle altre nazioni europee. presenta e per l’impareggiabile scuoLa durissima prova a cui fummo la di vita che racchiude. poi sottoposti nel corso della grande Il XXIV Maggio incarna la guerra ha collaudato in modo inequivocabile il nostro diritto volontà di affermazione del popolo italiano che ha saputo vindi essere una nazione e confermato quel retaggio di civiltà cere le viltà che si opponevano al proprio diritto di divenire illuminato dal 4 novembre del ’18. Ad esso si è ispirata la resifinalmente una comunità costituita, dotata di quelle virtù civistenza dopo la dolorosa sconfitta nella seconda guerra monli e militari sulle quali si basa il patrimonio di una nazione. diale. Il nostro risorgimento non aveva potuto completare la forLo spirito espresso da quel XXIV mazione dello stato unitario malgraMaggio campeggia sul cielo della do la ricchezza di figure di martiri e nostra nazione e ne continua a illugli splendidi episodi del ‘48 e del ‘59 … LO SPIRITO ESPRESSO DA QUEL XXIV minare il cammino. Noi azzurri, più nonché dell’impresa dei mille, passaMAGGIO CAMPEGGIA SUL CIELO DELLA degli altri, lo dobbiamo additare alle ta dalla storia alla leggenda prima NOSTRA NAZIONE E NE CONTINUA A giovani generazioni per aiutarle a ancora di essere conclusa, perché ILLUMINARE IL CAMMINO. vincere le tentazioni dei falsi ideali tutto ciò risultava storicamente come tra i quali stanno crescendo e dai opera di una minoranza e non conquali sono continuamente tentate quista di un intero popolo, che di affinché, nel Suo ricordo, riescano ad apportare intatto alla fatto era stato più spettatore che attore tant’è che l’Italia, nello Patria allargata – l’Unione Europea - il contributo della civiltà spirito, era rimasta ancora regionale. Pesava inoltre sulla italiana. coscienza nazionale l’umiliazione delle sconfitte di Lissa e G.Z. Custoza che avevano oscurato la luce di San Martino e dell’e- IL CONSIGLIO NAZIONALE RICORDA MAURIZIO DE STASIO Dopo la celebrazione della Giornata del Decorato presso l’Altare della Patria, il 24 maggio si è tenuta presso la Presidenza Nazionale la riunione del Consiglio Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro. In apertura di riunione, il Presidente Nazionale Com.te Giorgio Zanardi, ha voluto ricordare la figura del Vice Presidente Nazionale Ing. Maurizio de Stasio con le parole che seguono: “Oggi dobbiamo commemorare la dolorosissima scomparsa del nostro Vice Presidente Nazionale Maurizio de Stasio. Maurizio de Stasio è una figura che ha lasciato una traccia indelebile in tutti con la sua personalità, entusiasmo, apertura verso la Patria con il suo desiderio di dare, di collaborare, di essere presente in cielo perché continuava a volare, essere presente nel Rotary perché nella vita civile voleva portare la voce della Patria, di essere presente nelle Istituzioni facendo tutto quello che sapeva fare molto bene. Voi sapete che ha organizzato un magnifico Congresso di cui tutti avremo la memoria e che ci ha aiutato ed indirizzato per quello ultimo di Brescia. Aveva appena scritto un libro su suo padre, illustrando la figura di un italiano che aveva dato tutto per la Patria, con un amore filiale esemplare, con un senso della continuità familiare che poi non è altro che la continuità della Patria che deve rimanere impresso nei nostri cuori e portato avanti con tutta la dedizione e tutto il desiderio di essere degni di questo esempio.” Ha fatto seguito un minuto di silenzio prima dell’inizio del lavori del Consiglio Nazionale. ************* Il Consiglio Nazionale nella medesima seduta ha ratificato all’unanimità la nomina del Brig. Gen. (a) Antonio Teja a Vice Presidente Nazionale in sostiuzione del compianto Maurizio de Stasio, accettandone la revoca delle dimissioni rassegnate subito dopo il Congresso Nazionale di Brescia. Il nuovo Vice Presidente conserva l’incarico di Segretario Generale. F.F. 3 IL NASTRO AZZURRO L’ Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare è un’Associazione Combattentistica posta sotto la vigilanza del Ministero della Difesa. Le sue origini risalgono ai primi mesi del 1923 quando, sull’onda di una sorta di riscatto storico e morale delle glorie della prima guerra mondiale, che per l’Italia costituiva soprattutto il completamento della propria costituzione territoriale come nazione unitaria sorta dal Risorgimento, un gruppo di eroici decorati al Valor Militare della “Grande Guerra”, decisero che la testimonianza dell’eroismo sancito dalle decorazioni al Valor Militare dovesse essere custodita e rappresentata in un Istituto i cui soci di diritto potevano essere esclusivamente i titolari di tali decorazioni. Il “Consiglio dei 10” si può considerare l’organismo fondatore dell’Istituto che fu costituito, inizialmente col nome di “Legione Azzurra”, in un’assemblea presieduta dal Gen. Pirzio BIROLI, svoltasi presso gli uffici di Roma dell’Associazione Umbra in Via delle Finanze n.6, il 24 febbraio 1923. Sul verbale della riunione i nomi dei componenti del Consiglio dei 10 sono scritti in ordine alfabetico ed in tale ordine furono numerate anche le tessere. Essi sono: Acerbo, Balbo, Bronci, Casagrande, De Vecchi, Guzzoni, Paolucci, Pellizzari, Simoni,Viola. Si costituì anche il “Comitato di Organizzazione e Propaganda” composto come segue: Viola, Barni, Benedetti, Stelluti Scala, Copelli, Guzzoni, Pellizzari, Montanari, Amicarelli, Mazzari, Pucci, Greco ed altri. In effetti i veri Soci Fondatori dell’Istituto furono la Medaglia d’Oro Ettore Viola ed il Pittore Maurizio Barricelli che si incontrarono più volte nella primavera del 1923 al Caffè Aragno e si misero d’accordo per costituire l’“Associazione 4 del Nastro Azzurro”; vennero successivamente cooptati l’allora Maggiore Simone Simoni e l’Avv. Umberto Guzzoni. Così, fu dato il via all’organizzazione e furono chiamati a far parte dell’Associazione altri amici decorati al Valor Militare tra cui la M.O. Amilcare Rossi. Il primo Segretario Generale dell’Istituto fu Maurizio Barricelli. Essi vollero che come data di nascita fosse scelta quella del 26 marzo per ricordare che 90 anni prima, con Regio Viglietto del 26 Marzo 1833, Carlo Alberto istituiva la Medaglia d’Oro e la Medaglia d’Argento al Valor Militare. La data ufficiale di costituzione dell’Istituto del Nastro Azzurro, in realtà, può essere fissata al 21 aprile di quell’anno quando, con una cerimonia particolarmente solenne, il Capo del Governo consegnò al Comitato Centrale dell’Istituto, nell’Aula Senatoria del Campidoglio, l’Orifiamma Nazionale. A tale evento erano presenti: Copelli, Barricelli, Barni, Viola, Bronci, Simoni, Natale, Rocchi, Stelluti Scala, Barbieri, Guzzoni, Pellizzari, Benedetti, Del Vecchio, Trombetti. Tutti questi debbono pertanto essere considerati i soci fondatori. L’Istituto è apolitico, apartitico e si proponeva di: • nobilitare il segno azzurro del valore richiedendo ai propri soci la rigida osservanza dell’onore del dovere in ogni atto della loro vita pubblica e privata; • affermare ed esaltare, con l’esempio e con le opere di propaganda, il valore e le virtù militari della stirpe per diffondere la coscienza dei doveri verso la Patria; • ravvivare il ricordo degli eroismi compiuti, anche mediante pellegrinaggi ai luoghi ove più rifulse il valore italiano; • assistere gli iscritti e tutelare gli interessi morali e materiali della categoria; IL NASTRO AZZURRO • giudicare le questioni cavalleresche e morali come Magistratura d’Onore, mediante la Corte d’Onore costituita presso ogni Federazione Provinciale e la Corte Suprema d’Onore costituita presso la Sede Centrale dell’Istituto. Il ricorso alla Corte d’Onore è obbligatorio per i soci dell’Istituto ed è libero per ogni ordine di cittadini. Potevano far parte dell’Istituto quei combattenti che, avendo ottenuto, per atti di valore compiuti esclusivamente in presenza del nemico, una ricompensa al Valor Militare, non avessero successivamente compiuto azioni indegne o tenuto riprovevole comportamento venendo meno alle leggi dell’onore militare, della morale o ai doveri verso la Patria. Erano titoli di iscrizione: la Medaglia d’Oro, d’Argento, di Bronzo e la Croce al Valor Militare: le decorazioni dell’Ordine Militare d’Italia e le Promozioni per Merito di Guerra. Avevano facoltà di iscriversi anche i congiunti degli insigniti di ricompense al Valor Militare, Caduti o deceduti per causa di guerra, autorizzati a fregiarsi delle decorazioni del Caduto. Dal 3 al 5 novembre 1923, in Campidoglio alla presenza di numerose Medaglie d’Oro, si svolse il primo Congresso Nazionale dell’Istituto che ebbe risonanza in tutta la penisola. Nel corso del Congresso, il 4 novembre 1923, fu varato uno schema di Statuto provvisorio che regolasse l’attività e l’ordinamento dell’Istituto. Come detto, in un primo tempo l’Associazione fu denominata “Legione Azzurra”. Mussolini, nel febbraio 1924, propose invece il nome di “Istituto del Nastro Azzurro”. A quel tempo si era ancora in regime democratico: Mussolini non era ancora il dittatore. Dopo il delitto Matteotti le cose cominciarono a cambiare e coloro che avevano costituito il Nastro Azzurro (tra cui la M.O. Ettore Viola già Presidente dei Combattenti) si trovarono in difficoltà. Il Congresso di Sassari (marzo - aprile 1925) fu chiamato 2° Congresso dell’Istituto. In realtà esso fu il primo vero Congresso perché quello del novembre 1923 fu soltanto la riunione ufficiale del Consiglio Nazionale e dei pochi soci fondatori. Al Congresso di Sassari l’Istituto cadde sotto il controllo dei fascisti; la M.O. Ettore Viola, già sostituito anche quale Presidente dell’Associazione Combattenti, non poté neppure parlare. Con Regie Patenti 29 marzo 1928, in applicazione del R.D.17 novembre 1927, fu riconosciuto all’Istituto del Nastro Azzurro ed ai suoi soci il diritto di far uso di un Emblema Araldico. Lo statuto provvisorio fu sostituito, poi, con quello approvato con R.D. 31 maggio 1928 n.1308. Con successive Regie Patenti 16 gennaio 1936, in applicazione del R.D. 19 dicembre 1935, tale diritto fu esteso ai soci dell’Istituto decorati della Croce al Valor Militare. Inoltre, si stabilì che potevano essere nominati soci d’onore dell’Istituto ed iscritti in apposito Albo d’Oro Reparti ed Unità Militari decorati al Valor Militare per azioni di guerra, nonché Comuni decorati al Valor Militare per fatti di guerra. Numerosissimi Reparti delle FF.AA., tutti i Comuni decorati al Valor Militare e l’Università di Padova il cui Gonfalone è decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare avvalendosi di tale facoltà, sono soci dell’Istituto. Con ulteriore R.D. 27 aprile 1936 n. 946 fu esteso il diritto all’iscrizione anche al personale militare transitato in S.P.E. per meriti di guerra. Infine, con R.D. 10 settembre 1936, n. 1898 (pubblicato nel n.357 della “Gazzetta Ufficiale” del 6 novembre successivo), lo Statuto Sociale fu modificato ed integrato da nuove norme. Malgrado gli eventi politico-militari successivi all’8 settembre 1943, l’Istituto del Nastro Azzurro non fu mai sciolto e la sua vita non subì interruzioni, pur essendo avvenuta una certa dispersione di soci che attenuò, per qualche tempo, l’attività delle Federazioni, Sezioni e Gruppi. Ferme restando le finalità essenzialmente d’ordine morale e l’assoluta apoliticità dell’Istituto stesso, fu necessario tuttavia un adeguamento delle norme statutarie e del suo ordinamento interno alla nuova forma istituzionale repubblicana che si era data l’Italia nel 1946. In tale anno furono pertanto nominati un Commissario Straordinario Nazionale e due Vice Commissari Straordinari, nelle persone della M.O. Gen. Achille Martelli, cinque volte promosso per merito di guerra, del pluridecorato Gen. di C.A. Avv. Nino Villasanta e dell’allora Presidente della Federazione di Bari Gr. Uff. Domenico De Tullio, ai quali toccò il non facile compito di adeguare l’attività dell’Istituto alle nuove direttive governative, organizzare nel 1950 il 1° Congresso Nazionale del dopoguerra, elaborare lo schema del nuovo Statuto (entrato in vigore con D.P.R. 23 maggio 1951 n. 2449) ed infine organizzare il successivo Congresso del 1952 per procedere all’elezione della Presidenza Nazionale e del Consiglio Nazionale, della Corte Suprema d’Onore e del Collegio Centrale dei Sindaci, con le modalità previste dal nuovo Statuto. Lo Statuto è stato poi modificato ancora altre volte. Quello approvato con Decreto del Presidente della Repubblica n.158 del 24 ottobre 1975 è stato nuovamente rielaborato e modificato nel corso dell’ultimo Congresso Nazionale tenutosi a Brescia dal 13 al 15 ottobre 2006. In tale occasione, tenendo conto che l’esiguo numero di decorazioni al Valor Militare concesse dopo la seconda guerra mondiale (peraltro in maggioranza alla memoria di Caduti) non avrebbe più permesso il naturale rinnovamento generazionale dei membri dell’Istituto, si è allargato il concetto di “Valore” come obiettivo del Nastro Azzurro prevedendo la possibilità dell’iscrizione all’Istituto come Soci “Aderenti” anche per i titolari di “Croce d’Onore” e di “Medaglia al Valore di Forza Armata” e la possibilità di ricoprire le cariche sociali a livello di Federazione anche per i Soci “Simpatizzanti” (amici dell’Istituto non possessori di alcuna decorazione al Valor Militare che si iscrivono per “simpatia” e comunione d’intenti). L’Istituto che raccoglie oggi circa 8.000 soci, si articola in 80 Federazioni Provinciali e varie Sezioni e Gruppi. Nei suoi 84 anni di storia, l’Istituto, mantenendo fede ai principi statutari, ha svolto un’opera di altissimo valore spirituale e morale per riaffermare quei principi di amor di Patria che sono alla base della vita di ogni Popolo, e per diffondere, particolarmente fra i giovani, la coscienza dei doveri verso la Patria. Dalla sua istituzione ad oggi, hanno chiesto ed ottenuto l’iscrizione al Nastro Azzurro oltre 90.000 decorati al Valor Militare e loro familiari. La gran massa degli iscritti nei primi dodici anni di vita dell’Istituto fu costituita unicamente da reduci della prima 5 IL NASTRO AZZURRO guerra mondiale, molti dei quali anziani ufficiali di grado elevato. Dopo la seconda guerra mondiale, si sono iscritti all’Istituto numerosi decorati al Valor Militare per azioni compiute nel corso di tale immane conflitto. Tra essi spiccano alcune personalità eminenti in campo nazionale quali: l’ex Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, l’ex Presidente del Senato Cesare Merzagora, il Duca di Bergamo ed il Duca di Pistoia, l’ex Ministro della Difesa Randolfo Pacciardi, tutte le più alte cariche militari in servizio fino a tutti gli anni ’70, l’ex Presidente della Pontificia Opera Assistenza, Mons. Ferdinando Balzelli, numerosi prelati, tra cui alcuni Vescovi, la duplice M.O. al V.M. Generale Elia Rossi Passavanti e la M.O. Generale Gaetano Carolei (entrambi sono stati Presidenti di Sezione della Corte dei Conti), molti Senatori e Deputati di più legislature, l’ex Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Roma, Avv. Arrigo Lanzara e molti altri Magistrati ormai a riposo o defunti. Innumerevoli sono state le iniziative di carattere patriottico patrocinate dall’Istituto. Tra le altre: raduni di ex combattenti decorati al Valor Militare, erezione di monumenti ai Caduti, visite ai Campi di Battaglia, organizzate soprattutto a favore di studenti, intitolazione di edifici scolastici ed aule scolastiche al nome di decorati al Valor Militare Caduti, offerte di Bandiere Nazionali alle scuole e ad altri enti, conferenze e proiezioni di film patriottici e numerose altre iniziative per ricordare fatti d’arme ed avvenimenti in cui rifulse particolarmente il valore del Soldato Italiano. L’Istituto svolge anche un’opera di alto valore sociale assistendo i soci ed i loro familiari che versano in particolari condizioni di bisogno fornendo, soprattutto, valido appoggio per il riconoscimento dei loro diritti e delle benemerenze acquisite (decorazioni, pensioni, promozioni, assegni di medaglia, ecc.). L’istituto pubblica inoltre il periodico bimestrale “Il Nastro Azzurro” che, oltre ad essere un mezzo di collegamento fra tutti gli associati, ha il precipuo scopo di diffondere, con la rievocazione delle glorie militari nazionali e dell’eroismo del soldato italiano, il culto della Patria. L’Istituto vive con i proventi delle quote sociali e con un modesto contributo governativo. Antonio Daniele LO STEMMA ARALDICO DEL NOSTRO ISTITUTO R. D. 17 Novembre 1927 col quale viene concesso l’uso dell’Emblema Araldico VITTORIO EMANUELE III PER GRAZIA DI DIO E VOLONTÀ DELLA NAZIONE RÈ D’ITALIA Ci piacque con Nostro Decreto in data diciassette novembre 1927 concedere all’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti decorati al Valor Militare la facoltà di far uso di un Emblema. Ed essendo stato il detto Nostro Decreto registrato, come avevamo ordinato, alla Corte del Conti e trascritto nei registri della Consulta Araldica e dell’Archivio di Stato in Roma, vogliamo, ora, spedire solenne documento della accordata grazia all’Ente concessionario. Perciò, in virtù della Nostra Autorità Reale e Costituzionale, dichiariamo spettare all’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti decorati al Valor Militare il diritto di far uso dell’Emblema miniato nel foglio qui annesso e del quale possono fregiarsi i Soci dell’Istituto stesso, a seconda dei meriti da ciascuno di essi acquisiti: scudo sannitico timbrato di un elmo corrispondente al tipo pesante, adottato nella nostra guerra per il taglio dei reticolati nemici; detto elmo sarà ornato da fregi decorativi d’argento, d’azzurro e d’oro. Il capo, il campo e la campagna divisi da filetti d’oro ed in azzurro tutti o in parte, a seconda delle decorazioni acquisite da chi può portare l’emblema: sul campo il Nastro dell’Ordine Militare di Savoia, nei suoi colori, posto in banda, filettato d’oro, pei decorati dell’Ordine stesso; su campo d’oro o su campo azzurro, se oltre a detta decorazione, l’insignito possiede anche Medaglie d’Oro e d’Argento. Quando manchi l’Ordine Militare di Savoia, un filetto d’oro posto in banda. In alto a destra, una o più stelle d’oro se il decorato gode di una o più Medaglie d’Oro al Valor Militare; sotto a sinistra una o più stelle d’argento a seconda delle acquisite Medaglie d’Argento; sul campo una o più corone reali, d’oro per gli ufficiali superiori e d’argento per gli ufficiali inferiori a seconda delle promozioni per Merito di Guerra, eventualmente ordinate in fascia. La campagna divisa con filetti d’oro posti in palo in scomparti corrispondenti ciascuno ad una Medaglia di Bronzo. Quando il Socio è insignito soltanto di Medaglia di Bronzo, ed eventualmente di Promozioni per Merito di Guerra, le Medaglie di Bronzo vengono indicate sul campo; per una sola medaglia, il campo è tutto azzurro con filetto d’oro posto in banda; per più medaglie, è diviso da filetti di oro in altrettante fascie orizzontali azzurre, restando abolito il filetto posto in banda. Comandiamo poi alle Nostre Corti di Giustizia, ai Nostri Tribunali ed a tutte le Podestà civili e militari di riconoscere e di mantenere all’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti decorati al Valor Militare i diritti specificati in queste Nostre Lettere Patenti, le quali saranno sigillate col Nostro Sigillo Reale, firmate da Noi e dal Capo del Governo, Primo Ministro Segretario di Stato, e vedute alla Consulta Araldica. Date a Roma, addi 29 del mese di marzo dell’anno 1928, ventesimonono del Nostro Regno. F.to: VITTORIO EMANUELE F.to: MUSSOLINI 6 IL NASTRO AZZURRO RELAZIONE DEL GEN. TURCHI AL CONGRESSO DI BRESCIA Si riporta di seguito il testo integrale dell’intervento che il generale Luigi Turchi, Presidente della Federazione Provinciale di Alessandria, ha pronunciato al XXVII Congresso Nazionale tenutosi a Brescia dal 13 al 15 ottobre 2006. I ntervengo per sostenere la continuità della nostra Associazione e per proporre alcune modifiche alla sua struttura portante. Struttura peraltro collaudata da oltre 80 anni di vita (il Nastro Azzurro è stato fondato in Roma il 21 aprile 1923), ma che ritengo sia necessario adeguarla alle situazioni attuali per restituirla agli italiani di buona volontà in forma ottimale, moderna, fruibile. Un’operazione graduale e metodologica: attuando cioè procedimenti particolari per risolvere il problema del futuro dei Soci Combattenti Decorati al Valor Militare e dell’Istituto del Nastro Azzurro. Non bisogna aver paura di cambiare, perché cambieremo comunque. Se, infatti, l’attuale struttura dell’Istituto può agevolmente estendersi per decenni, non è così per i Combattenti Decorati al Valor Militare sulla presenza dei quali è stato costituito l’Istituto. Occorre guardare lontano anche perché “chi non prevede cose lontane si espone a guai ravvicinati” (Confucio) Il problema dell’età coinvolge non solo i Combattenti ma anche i familiari. Lo conferma l’anagrafe riguardo l’età media dei fruitori dell’Assegno Straordinario annesso alle Decorazioni al Valor Militare di cui sono titolari. Si constata inoltre che i familiari subentrati ai titolari defunti sono ormai alle soglie della 3^ e 2^ generazione nei confronti rispettivamente dei combattenti Decorati al Valor Militare nella prima e seconda Guerra Mondiale. Familiari che, in pochi, aderiscono all’Istituto, anche se più volte sollecitati. Mantenere l’attuale struttura, tra l’altro, non assicura l’innalzamento dell’età media dei Decorati al Valor Militare. Ma il problema del futuro dell’Istituto non è nuovo. Lo ha ricordato anche recentemente il Vice Presidente Nazionale Giorgio Zanardi (Eletto Presidente Nazionale nel medesimo Congresso – ndr). Sono ormai quattro (con questo) i Congressi Nazionali che ne hanno trattato. Ciò vuol dire che il problema esiste (qualcuno lo ha negato). Problema complesso perché coinvolge l’attuale struttura statutaria: dalla denominazione alle norme, ai protagonisti, che non saranno più i “combattenti” ma solo i “difensori della pace”, come scrive la nostra Costituzione che per l’Italia dispone la rinuncia alla guerra “come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” (Art.11). Attualmente sembra (non dispongo di notizie 7 IL NASTRO AZZURRO recenti) che i Combattenti Decorati al Valor Militare soci dell’Istituto, siano un terzo del totale degli iscritti. Gli altri due terzi sono gli Aderenti (i familiari) e i Simpatizzanti, definiti “amici dell’Istituto” (Art. 2 del Regolamento). Delle tre tipologie di Soci, quella che può mantenere in vita il nostro Istituto, a me sembra siano solo i Simpatizzanti. Non i familiari che, col tempo, saranno sempre meno (anche perché non tutti raccolgono le eredità parentali del Valore), non i Decorati delle attuali quattro Armi, pochi e distribuiti tra le varie Associazioni d’Arma. Ma ben vengano tutti nel loro Istituto del Valore: essi saranno la novità nella tradizione. Sono loro, i Simpatizzanti, che hanno iniziato il nostro avvenire (Zanardi) e il loro numero è la nostra speranza: un numero da incrementare fino a raggiungere e permettere un’esistenza dignitosa all’Istituto. Operazioni tuttavia delle quali non sono responsabili solo gli Organi Periferici, ma anche gli Organi Centrali, ai quali si chiede: il Giornale Sociale a cadenza possibilmente mensile e di elevati contenuti, depliants ed opuscoli illustrativi, sito internet, contributi - anche economici - per manifestazioni e studi sui problemi dell’Istituto. Non adesioni burocratiche, ma adesioni a valori etici, morali e culturali carichi di conseguenze patriottiche. Principi che non sono chimere astratte o idealità evanescenti, ma forze concretamente operanti nella storia, specie nella nostra storia. Adesione per ricordare, onorare e far conoscere gli eroismi degli italiani. Ma per ricordare occorre sapere, avere acquisito dati certi e documentati sui fatti, cioè dati storici. In sostanza, quello che oggi fanno i Decorati al Valor Militare col prestigio del loro passato, lo dovranno fare domani i Simpatizzanti col prestigio del loro presente. Sarà pertanto necessario dare ai Simpatizzanti piena cittadinanza associativa e non solo amicizia, con le relative responsabilità direttive. Modo questo per “educarli” alla conoscenza, alla professione e divulgazione dei valori patrimonio dell’Istituto. Siccome sono convinto che non di soli ideali si vive, ritengo sia necessario consegnare ai Simpatizzanti una struttura statutaria moderna, essenziale, chiara, capace di offrire un forte obiettivo che giustifichi la loro presenza, diriga la loro attività, indichi i progetti da conseguire ed accrescere, assicuri soddisfazione ed orgoglio. Mi riferisco con questo a: impegni di studio e ricerca, di catalogazione e conservazione; a pubblicazioni, conferenze, esposizioni, manifestazioni come le “Giornate del Decorato” (Art. 52 del Reg.). Attività storico-culturali non nuove per l’Istituto. Basta pensare ai nostri Albi D’Oro (o Albi Eroici), alle monografie sui Decorati al Valor Militare o alle Unità delle Forze Armate, ai “Quaderni Azzurri di Divulgazione” (Sezione di Chiavari), alle vicende belliche personali nel contesto storico nazionale o mondiale (Vedi “Un soldato, un italiano” Giorgio Zanardi), agli Appunti storici sulle Decorazioni al V. M., alle Mostre Antologiche, al Museo Storico del Nastro Azzurro di Salò (Brescia). In sintesi: acquisire, conservare, valorizzare, far conoscere il patrimonio documentario degli eroismi degli italiani, con assoluta obiettività storica e... avverso le egemonie di parte. A conclusione di quanto ho esposto, mi permetto di sottoporre alle decisioni di questa alta Assemblea organo supremo dell’Istituto - una proposta: demandare alla Presidenza Nazionale e al Consiglio Nazionale che verrà eletto da questo Congresso, la decisione di stabilire il momento in cui - a seguito delle deliberazioni espresse dal XXVI Congresso di Caserta, e alla situazione numerica dei Soci Combattenti Decorati al Valor Militare - sarà indispensabile iniziare il processo di cambiamento della denominazione dell’Istituto e l’adeguamento ad esso della sua struttura statutaria. Luigi Turchi (Presidente della Federazione di Alessandria) La proposta del generale Turchi ha in parte già avuto seguito nella riforma dello Statuto e del Regolamento dell’Istituto del Nastro Azzurro che ora associa anche i decorati “al Valore” di ciascuna Forza Armata e consente anche ai Soci “Simpatizzanti” di avere cariche sociali. Ma questo deve essere solo l’inizio di un rinnovamento che, nello spirito dell’intervento del Generale Turchi e della volontà espressa dal Congresso, porti l’Istituto a farsi promotore di azioni ancora più incisive nella società italiana a salvaguardia e diffusione degli ideali fondamentali di Patria e Valore. Antonio Daniele 8 IL NASTRO AZZURRO IL NOSTRO FUTURO “Affermare ed esaltare con l’esempio e le opere di propaganda il valore e le virtù militari italiane, tutelare il rispetto e l’amore per la Patria e diffondere, particolarmente nelle giovani generazioni, la coscienza del dovere verso di questa”, come prescrive l’Articolo 2 b) dello Statuto del nostro Sodalizio, descrive perfettamente il compito che gli Azzurri iscritti all’Istituto del Nastro Azzurro hanno il dovere di svolgere nella vita civile; dovere questo il cui continuo adempimento deve costituire la prima preoccupazione di quanti ricoprano cariche in seno al nostro Sodalizio. Purtroppo però, anno dopo anno le energie necessarie allo svolgimento costante ed efficiente dei nostri compiti direttivi si assottigliano per l’ineluttabile avanzare dell’età, mentre il numero di Azzurri su cui fare assegnamento per realizzarli diminuisce in continuazione per la falcidia dell’anagrafe, non potendosi certo più contare sull’apporto di nuovi decorati al Valore, dato il diffondersi del convincimento dell’assoluta inutilità della guerra a risolvere i problemi dei popoli e delle etnie dell’umanità. Cresce invece con il passare del tempo il distacco delle giovani generazioni italiane dal senso della Patria distratte dalla sempre maggior diffusione di falsi ideali e sempre più illuse di potersi affermare nella vita e nella società senza aver prima imparato a sacrificarsi e aver assolto a tutti i doveri che sono alla base di ogni più semplice conquista. Per opporci a questo stato di cose, con le modifiche che di recente siamo riusciti a fare apportare dalle Autorità tutorie al nostro Statuto, stiamo cercando di riuscire a compensare il calo delle nostre forze fìsiche e del numero di decorati viventi attraverso l’aumento dei simpatizzanti, dando ai discendenti degli Azzurri scomparsi la possibilità di assunzione delle massime responsabilità sociali. Non riteniamo tuttavia che ciò sia sufficiente: dobbiamo anche fare di tutto per mettere i simpatizzanti in condizioni di ricoprire tutte le cariche nazionali del nostro Istituto. A quel punto tuttavia il nostro Istituto non rappresenterà più esclusivamente il valore dei combattenti decorati al Valor Militare ma esprimerà anche il concetto del “Valore” in tutti gli aspetti della società civile contribuendo a fermare quello scivolamento sul piano inclinato del diffondersi nella gioventù italiana del crescente ricorso alla droga che uccide ogni impegno a sacrificarsi e diventare capaci di superare le difficoltà che caratterizzano ogni aspirazione di progresso nella vita umana. Solo completando così le modifiche da apportare al nostro Statuto, potrà essere possibile realizzare in futuro quel culto della Patria che è in ogni nostra aspirazione e che costituisce la base della nostra ragione d’essere. G.Z. COSA PENSIAMO DEL VALOR MILITARE Sono un vostro iscritto, ma non per meriti miei. Mi sono associato nella cara memoria dei miei fratelli Giacinto e Vittorio, decorati al Valor Militare. Ho letto, nel numero di gennaio/febbraio, le puntualissime considerazioni esposte dall’On. Signor Ministro della Difesa per giusta opposizione ad una ventilata concessione di M.O.V.M. alla memoria dei Militari Caduti nell’adempimento di Missioni di Pace. Ben strana proposta nella totale nescienza della normativa che regola questa delicatissima materia; il solo fatto dell’esistenza di varie specie di decorazioni al V.M. - anche a favore di viventi - avrebbe dovuto far riflettere gli incauti proponenti. D’altronde l’estremo sacrificio della vita nel compimento del patrio dovere, quali che siano le circostanze in cui si sia verificato il mortale evento, è sempre stato considerato meritevole delle più eccelse onoranze, anche quindi in mancanza di particolari atti di V.M., e tutti i Caduti sono onorati in ogni patrio evento nella persona del Milite Ignoto. Come ben si sa, nel 1921 sei militari decorati di M.O.V.M. portarono a spalla, dal Trentino a Roma, su di un treno che sostava in ogni stazione ferroviaria, dove era omaggiato da folle immense, il feretro contenente le Spoglie Mortali del Caduto, scelte dalla mamma di un soldato passato all’eterna vita su uno dei fronti di guerra e destinato a rappresentare per sempre tutti i commilitoni sull’Altare della Patria. Ricordo la commozione con cui nei lontani anni me ne parlava mio padre (classe 1876!): non poteva certamente immaginare che il suo 4° figlio (mio fratello Giacinto) dovesse cadere il 15 maggio 1941 alla testa dei suoi bersaglieri nella difesa della Ridotta Capuzzo (Cirenaica) meritandosi la M.O.V.M.. In mezzo al deserto fu innalzato un monumento memoriale che porta scolpito il suo nome e quello dei suoi ragazzi; quando le sorti della guerra volsero a favore degli inglesi, l’obelisco fu trasferito ed ora si trova nel Sacrario di El Alamein. Ossequi. Dott. Mannes Cova ****** Illustre Presidente, ho letto, condividendola in pieno, la Sua lettera al Ministro della Difesa sulla ricorrente (e assurda) voce di ricompense al Valor Militare per i Caduti in missione. In merito ero stato interessato dalla Presidenza del Consiglio, che voleva informarsi e cautelarsi, e, nei limiti delle competenze della Commissione da me presieduta, abbiamo espresso un parere che, forse, può essere utile in quanto fortemente contrario ad iniziative come quella da Lei avversata. Spero di averLe fornito uno spunto interessante. La prego di accettare i miei più sinceri saluti. On. Alberto Lembo (Presidente della Commissione Parlamentare di studio sulle Onorificenze della Repubblica) 9 IL NASTRO AZZURRO IL CONTRIBUTO DI SANGUE ITALIANO ALLE MISSIONI DI PACE italiano ha talvolta dovuto pagare col sangue la partecipazione a queste attività nelle quali, non configurandosi come azioni belliche ma come operazioni tese al ripristino ed al mantenimento della pace, non sempre sono ricorsi i termini per l’eventuale concessione di decorazioni al V.M.. “Il Nastro Azzurro” ritiene doveroso rendere omaggio a tutti i caduti italiani nelle operazioni di pace internazionali svoltesi dalla costituzione dell’ONU in poi, pubblicandone l’elenco completo. D opo la seconda guerra mondiale, la Società delle Nazioni viene sostituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (1949) che intraprende quasi subito azioni tese al mantenimento della pace ed al controllo dei conflitti dispiegando truppe internazionali riconoscibili dal “casco blu”. L’Italia ha partecipato spesso e molto attivamente alle iniziative di pace dell’ONU, rendendo sempre disponibili i propri contingenti militari quando richiesti. Il personale N.° Grado 1 M.llo 2^ cl. 2 Ten. 3 Ten. 4 1° Av. 5 Magg. 6 Cap. 7 Ten. 8 S.Ten. 9 S.Ten. 10 M.llo 3^ cl. 11 M.llo 3^ cl. 12 M.llo 3^ cl. 13 S.M. 14 S.M. 15 Sgt. 16 Sgt. 17 Sgt. 18 Cap. 19 M.llo 1^ cl. 20 M.llo 1^ cl. 21 M.llo 3^ cl. 22 Cap. 23 Marò 24 2° Capo 25 Marò 26 Ten. Col. 27 M.llo capo 28 M.llo capo 29 S.M. 30 Magg. 31 Ten. 32 M.llo 1^ cl. 33 M.llo 1^ cl. 34 2° Capo 35 Ten. 36 Parà 37 S.Ten. 38 S.M. 39 Parà 40 Parà 41 Cpr. 10 Cognome Lamponi Celli Giorgi Quadrini Parmeggiani Monelli Remotti Garbati De Luca Di Giovanni Quadrumani Possenti Stigliani Fabi Paga Mamone Marcacci Nisi De Risi Saglimbeni Fondi Olivieri Montesi Riccardo Carlino Venturini Natale Ramacci Matta Betti Rigliaco Velardi Buttaglieri Fele Ruzzi Strambelli Millevoi Paolicchi Baccaro Mancinelli Righetti Nome Mario Sergio Dario Italo Amedeo Giorgio E. Paolo Giulio Onorio Filippo Nazzareno Silvestro Nicola Armando Francesco Antonio Martano Elio Giovanni Giuseppe Tommaso Carlo Filippo Umberto Cosimo Enzo Silvano Fiorenzo Marco Marco Marco Giuliano Giuseppe Nicola Giulio Giovanni Andrea Stefano Pasquale Jonata Giorgio data morte 09/09/1960 15/02/1961 15/02/1961 15/02/1961 11/11/1961 11/11/1961 11/11/1961 11/11/1961 11/11/1961 11/11/1961 11/11/1961 11/11/1961 11/11/1961 11/11/1961 11/11/1961 11/11/1961 11/11/1961 11/11/1961 11/11/1961 11/11/1961 11/11/1961 06/10/1973 22/03/1983 22/07/1988 14/02/1991 07/01/1992 07/01/1992 07/01/1992 07/01/1992 03/09/1992 03/09/1992 03/09/1992 03/09/1992 15/12/1992 06/02/1993 13/05/1993 02/07/1993 02/07/1993 02/07/1993 03/08/1993 15/09/1993 Reparto A.M. 46^ A/B A.M. 46^ A/B A.M. 46^ A/B A.M. 46^ A/B A.M. 46^ A/B A.M. 46^ A/B A.M. 46^ A/B A.M. 46^ A/B A.M. 46^ A/B A.M. 46^ A/B A.M. 46^ A/B A.M. 46^ A/B A.M. 46^ A/B A.M. 46^ A/B A.M. 46^ A/B A.M. 46^ A/B A.M. 46^ A/B A.M. 46^ A/B A.M. 46^ A/B A.M. 46^ A/B A.M. 46^ A/B E.I. C.T.S.D. M.M. Btg. S.Marco M.M. 10° CGNC M.M. N. Stromboli E.I. 25° AVES E.I. 53° AVES E.I. 3° RRALE E.I. 55° AVES A.M. 46^ B.A. A.M. 46^ B.A. A.M. 46^ A.B. A.M. 46^ A.B. M.M. N. Audace E.I. 66° Rgt. Fant. E.I. Bgt. Folgore E.I. 8° Rgt. E.I. 9° Btg. E.I. 186° Rgt. E.I. 186° Rgt. E.I. SMIPAR Loc.tà Missione Congo ONU Congo ONU Congo ONU Congo ONU Congo ONU Congo ONU Congo ONU Congo ONU Congo ONU Congo ONU Congo ONU Congo ONU Congo ONU Congo ONU Congo ONU Congo ONU Congo ONU Congo ONU Congo ONU Congo ONU Congo ONU Egitto Libano Libano2 Israele MFO E.A.U. Desert St. Croazia Croazia Croazia Croazia Bosnia ONU Bosnia ONU Bosnia ONU Bosnia ONU Adriatico SharpG Somalia IBIS Somalia IBIS Somalia IBIS Somalia IBIS Somalia IBIS Somalia IBIS Somalia IBIS IL NASTRO AZZURRO N.° Grado 42 Cpr. 43 M.llo capo 44 Ten. 45 S.M. 46 Lanc. 47 S.T. Vasc. 48 Ten. Col. 49 Cpr. Mg. 50 Cpr. Mg. 51 Alp. 52 Cap. 53 Ten. 54 M.llo capo 55 App. 56 Ten. Vasc. 57 Ten. Col. 58 M.llo 59 Car. 60 Cpr. M.C. 61 Cpr. Mg. 62 Cpr. M.S. 63 Cpr. Mg. 64 Magg. 65 Cap. 66 S.Ten. 67 S.Ten. 68 S.Ten. 69 S.Ten. 70 M.llo capo 71 M.llo 72 M.llo 73 M.llo capo 74 Brgt. 75 Brgt. 76 V. Brgt. 77 App. 78 App. 79 Cp.M.C.S. 80 1° Cpr.Mg. 81 Cpr. Mg. 82 1° Cpr.Mg. 83 Sgt. 84 Cpr. Mg.S. 85 Cpr. Mg. 86 M.llo capo 87 Cap. Fgt. 88 Sgt. 89 Col. 90 Magg. 91 M.llo capo 92 M.llo or. 93 Sgt. 94 Cpr. Mg.C. 95 M.llo capo 96 Magg. 97 M.llo 98 M.llo 99 Cap. 100 M.llo C. 101 S.Ten. 102 Cpr. M.S. 103 Cpr. Mg. 104 Cpr. M.S. 105 C.M.C.S. 106 Cpr. M.S. Cognome Visioli Li Causi Montagna Stabile Carrozza Aringhieri Fenoglietti Antonucci Cerza Vaira Sgrò Parisi Gatti Forner Lazzareschi Calò Galloni Foccià Dragano Utzeri Fioretti Nigro Rugge Ficuciello Fregosi Cavallaro Merlino Trincone Olla Ragazzi Bruno Ghione Coletta Ghitti Intravaia Filippa Majorana Ferraro Carrisi Petrucci Vanzan D’Amicis Tarantino Bruno Cola Vianini Marracino Lima Briganti Biondini Cirillo Casagrande Sanfilippo Aiello Ciardelli Lattanzio De Trizio Fiorito Polsinelli Frassanito Pibiri Orlando Vitaliano Langella Cardella Nome Rossano Vincenzo Fabio Salvatore Tommaso Roberto Ermanno Gerardo Carmine Diego Antonio Giuseppe Massimo Daniel Lorenzo Carmine Joseph Angelo Pasquale Samuele Giuseppe Dino Paolo Stefano Massimo Enzo Giovanni Filippo Alfonso Silvio Alfio Massimiliano Daniele Giuseppe Ivan Domenico Andrea Horacio Emanuele Alessandro Pietro Matteo Daniele Antonio Giovanni Simone Bruno Salvatore Giuseppe Marco Massimiliano Marco Davide Michele Antonio Nicola Franco Carlo Manuel Luca Enrico Alessandro Giuseppe Massimo Giuseppe Vincenzo data morte 15/09/1993 12/11/1993 25/11/1993 25/11/1993 31/12/1993 30/10/1995 27/12/1995 24/01/1996 04/03/1997 09/07/1997 06/08/1997 06/08/1997 06/08/1997 06/08/1997 09/02/1998 22/08/1998 03/06/1999 04/06/1999 24/06/1999 02/04/2000 09/08/2001 09/08/2001 08/05/2002 12/11/2003 12/11/2003 12/11/2003 12/11/2003 12/11/2003 12/11/2003 12/11/2003 12/11/2003 12/11/2003 12/11/2003 12/11/2003 12/11/2003 12/11/2003 12/11/2003 12/11/2003 12/11/2003 12/11/2003 12/11/2003 19/06/2004 05/07/2004 03/10/2004 21/01/2005 03/02/2005 15/03/2005 01/06/2005 01/06/2005 01/06/2005 01/06/2005 14/07/2005 11/10/2005 17/11/2005 27/04/2006 27/04/2006 27/04/2006 05/05/2006 05/05/2006 07/05/2006 05/06/2006 20/09/2006 21/09/2006 26/09/2006 30/09/2006 Reparto Loc.tà Missione E.I. SMIPAR Somalia IBIS E.I. Somalia IBIS E.I. 28° AVES Mozambico E.I. 20° AVES Mozambico E.I. 9° Rgt. Somalia IBIS M.M. N. Euro Adriatico SharpG C.C. Reg. Lombardia Bosnia SFOR E.I. ITALFOR Bosnia SFOR E.I. 10° RE.LO.RE. Bosnia SFOR E.I. Taurinense Albania E.I. UNIFIL Libano UNIFIL E.I. UNIFIL Libano UNIFIL E.I. UNIFIL Libano UNIFIL C.C. Libano UNIFIL M.M. COMSUBIN Albania Albania 2 E.I. 20° AVES Afghanistan C.C. 7° Btg. Bosnia SFOR C.C. 13° Btg. Bosnia SFOR E.I. 18° Rgt. Kosovo KFOR E.I. 151° Rgt. Kosovo KFOR E.I. 3° Rgt. Kosovo KFOR E.I. 3° Rgt. Kosovo KFOR E.I. ITALFOR Fyrom Amber Fox E.I. Bgt. Sassari Iraq Ant. Babil. C.C. Com. San. Iraq Ant. Babil. C.C. Reg. Piemonte Iraq Ant. Babil. C.C. Reg. Lombardia Iraq Ant. Babil. C.C. Tut. Ambiente Iraq Ant. Babil. E.I. 151° Rgt. Iraq Ant. Babil. C.C. R. Inv. Scient. Iraq Ant. Babil. C.C. R. Inv. Scient. Iraq Ant. Babil. C.C. 13° Rgt. Iraq Ant. Babil. C.C. Reg. Campania Iraq Ant. Babil. C.C. 13° Rgt. Iraq Ant. Babil. C.C. Reg. Sicilia Iraq Ant. Babil. C.C. 13° Rgt. Iraq Ant. Babil. C.C. 7° Rgt. Iraq Ant. Babil. E.I. 6° Rgt. Iraq Ant. Babil. E.I. 6° Rgt. Iraq Ant. Babil. E.I. 6° Rgt. Iraq Ant. Babil. E.I. Lagunari Iraq Ant. Babil. M.M. San marco Albania Albania 2 E.I. Bgt. Pozzuolo F. Iraq Ant. Babil. E.I. 3° Rgt. Afghanistan ISAF E.I. 1° Rgt. Iraq Ant. Babil. M.M. COMSUBIN Afghanistan PRT E.I. 185° Rgt. Iraq Ant. Babil. E.I. 7° Rgt. Iraq Ant. Babil. E.I. 7° Rgt. Iraq Ant. Babil. E.I. 7° Rgt. Iraq Ant. Babil. E.I. 1° Rgt. Iraq Ant. Babil. E.I. 4° Rgt. Iraq Ant. Babil. E.I. Afghanistan ISAF C.C. Reg. Piemonte Bosnia EUFOR E.I. 185° Rgt. Iraq Ant. Babil. C.C. Reg. Abbruzzo Iraq Ant. Babil. C.C. Reg. Lazio Iraq Ant. Babil. E.I. 2° Rgt. Afghanistan ISAF E.I. 9° Rgt. Afghanistan ISAF C.C. Reg. Veneto Iraq Ant. Babil. E.I. 152° Rgt. Iraq Ant. Babil. E.I. 2° Rgt. Afghanistan ISAF E.I. 19° Rgt. Iraq Ant. Babil. 2° Rgt. Afghanistan ISAF 2° Rgt. Afghanistan ISAF 11 IL NASTRO AZZURRO 4 MAGGIO 2007: L’ESERCITO ITALIANO COMPIE 146 ANNI L’ Esercito Italiano nasce ufficialmente il 4 maggio 1861 quando la Gazzetta Ufficiale pubblica il Regio Decreto, a firma del Ministro della Guerra Manfredo Fanti, che ne sancisce la fondazione: “Vista la legge in data 17 marzo 1861, colla quale S.M. ha assunto il titolo di Re d’Italia, il sottoscritto rende noto a tutte le Autorità, Corpi ed Uffici militari che d’ora in poi il Regio Esercito dovrà prendere il nome di Esercito Italiano, rimanendo abolita l’antica denominazione di Armata Sarda.” Si conclude così un processo iniziato quando, dilatatosi lo stato Sabaudo con le annessioni degli ex Stati d’Italia centrale e meridionale, anche l’Esercito aveva subito una analoga trasformazione costituendosi in un organismo che non era più la piccola Armata Sarda e che aveva la necessità di risolvere i molti contrasti ancora al suo interno, tra i quali quello di rendere omogenee forze assai diverse, in parte reclutate in regioni ove il servizio militare obbligatorio era una assoluta novità. Ma la storia del nostro Esercito ha radici molto più lontane, ad esempio il 18 aprile 1659, quando il duca Carlo Emanuele II di Savoia indisse un bando di reclutamento di 1200 uomini da inquadrare in un reggimento detto “delle Guardie”. Questo evento segnò il passaggio dalle milizie di ventura alle unità permanenti, organismi propri dello stato. Il reggimento “delle Guardie” fu, dunque, il primo reparto permanente d’Europa. Il 3 novembre 1996, nella ricorrenza della festa della Forze Armate, con una solenne cerimonia dinanzi all’Altare della Patria, il Presidente della Repubblica ha consegnato al Capo di Stato Maggiore dell’Esercito la Bandiera di Guerra dell’Esercito, che si fregia delle seguenti ricompense: • 3 Croci di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia; • 1 Medaglia d’Oro al Valor Militare; • 2 Medaglie d’Oro al Valor Civile; • 1 Medaglia d’Argento al Valor Civile, • 1 Medaglia d’Argento al Merito Civile. LO STEMMA ARALDICO DELL’ESERCITO È stato concesso con Decreto Presidenziale del 22 luglio 1991. Lo smalto rosso simboleggia l’audacia, il coraggio ed il sacrificio cruento espressi in tutte le guerre combattute dall’Esercito Italiano. Il trofeo caratterizza le Armi che compongono la Forza Armata (i fucili la Fanteria, le lance la Cavalleria, i cannoni l’Artiglieria, le asce il Genio, le saette le Trasmissioni); le due sciabole ricordano il valore e l’impegno profusi da tutti i Corpi dell’Esercito nel corso delle campagne risorgimentali. La Granata con fiamma costituisce la rappresentazione grafica di tutte le truppe di terra. Lo scudo è inoltre guarnito delle decorazioni alla Bandiera di Guerra dell’Esercito. 12 IL NASTRO AZZURRO PRESENTATA LA BIOGRAFIA DI GIOVANNI MESSE NELL’AMBITO DELLE CELEBRAZIONI PER L’ANIVERSARIO DELL’ESERCITO I l 17 aprile 2007, presso il Centro Alti Studi della Difesa, sito al palazzo Salviati in Roma, è stato presentato il libro “Giovanni Messe, ultimo Maresciallo d’Italia”. Tale evento si colloca nelle celebrazioni del 146° anniversario della costituzione dell’Esercito Italiano. Il volume, redatto da Luigi Emilio Longo, neuropsichiatra nativo di Asti, cultore di storia politica e militare, nonché militare in congedo (ha prestato servizio per oltre 22 anni nell’E.I.), è un’accurata biografia dell’eroico generale Giovanni Messe. Messe, in particolare, fu l’ultimo Comandante delle forze dell’Asse a cedere le armi in Nord Africa nella seconda guerra mondiale. L’evento accadde sul campo di battaglia di Mareth e Arkait, in Tunisia, al termine di una lenta ma inesorabile ritirata dopo la decisiva battaglia di El Alamein. Poco prima, il 12 maggio del 1943, Giovanni Messe fu l’ultimo ufficiale italiano ad essere promosso Maresciallo d’Italia, il massimo grado della gerarchia militare dell’epoca. Fatto prigioniero dagli angloamericani, dopo l’8 settembre venne rimpatriato e divenne Capo di Stato Maggiore Generale. Dopo la guerra fu eletto Senatore della neonata Repubblica. Il volume, edito dall’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, è stato presentato dal generale di Corpo d’Armata Rocco Panunzi, Direttore Generale del Personale Militare, che ha tracciato un appassionato ricordo della figura umana di Giovanni Messe. Hanno preso la parola anche il generale Luigi Calligaris, noto scrittore e giornalista storico-militare e il professor Virgilio Ilari, docente di Storia Militare all’Università Cattolica di Milano. Il ricordo della figura di Messe apre giustamente l’anniversario dell’Esercito Italiano ricordando l’eroismo e la capacità di discernimento dell’ufficiale in un complesso momento storico politico della nostra Patria. LE CELEBRAZIONI L e celebrazioni, iniziate ufficialmente con una conferenza stampa tenuta il 20 aprile presso la Biblioteca Militare Centrale, si sono articolate su cinque distinti eventi: • 23 aprile presentazione del libro “Uniformi, cultura e società”; • 27 aprile inaugurazione presso il Sacrario delle Bandiere al complesso del Vittoriano della Mostra storica espositiva “Uomini e Armi” che resterà aperta al pubblico fino al 30 ottobre; • 27 aprile concerto della banda musicale dell’Esercito presso la Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica; • 30 aprile Santa Messa in onore dei Caduti della Forza Armata presso la Basilica di S.Maria Maggiore; • 4 maggio le manifestazioni sono iniziate con la deposizione di una corona d’alloro sulla Tomba del Milite Ignoto all’Altare della Patria cui ha fatto seguito una Cerimonia Militare presso l’ippodromo militare di Tor di Quinto alla quale hanno partecipato il Presidente della Repubblica ed il Ministro della Difesa. L’Istituto del Nastro Azzurro, sempre invitato, ha partecipato a tutti gli eventi ed il Labaro della Presidenza ha preso parte alla cerimonia del giorno 4 con Alfiere il Dr. Antonio Valeri, Presidente della Sezione Banca d’Italia della Federazione di Roma. Nel corso della cerimonia militare sono state conferite alcune onorificenze a personale militare che si è particolarmente distinto in Patria e fuori dai confini nazionali e la Medaglia d’Oro al merito della Sanità alla Bandiera dell’Esercito. A conclusione si è svolta la simulazione di un atto tattico, altamente spettacolare anche perché perfettamente eseguito sotto una pioggia battente, che ha visto l’intervento di elicotteri da combattimento e dei più recenti mezzi terrestri in dotazione all’Esercito. Gli onori finali sono stati resi da un reparto di formazione nel quale spiccava la presenza dei Granatieri di Sardegna, con la loro classica uniforme di rappresentanza, e dalla banda dell’Esercito. Numerosi gli spettatori che hanno potuto visitare un’area espositiva presso la quale era possibile vedere i materiali, armamenti e mezzi di ultima generazione in dotazione o in corso di acquisizione da parte dell’Esercito. Particolare interesse ha suscitato l’equipaggiamento individuale previsto con il progetto “soldato futuro”, facente parte di un programma più vasto che consiste nella completa “digitalizzazione” della Forza Armata. I mutati scenari di impiego delle Forze Armate con l’apparizione delle così dette “guerre asimmetriche”, nelle quali il nemico non è uno Stato ma un gruppo di terroristi senza un territorio definito, hanno comportato mutamenti radicali nell’impie- go dello strumento militare. La necessità di utilizzazione di forze geograficamente disperse con diffusione della “conoscenza” del campo di battaglia al singolo militare, unita ad una efficace connessione operativa, ha originato negli ultimi anni il concetto di “Network Centric Warfare” (NWC), consistente nel pieno utilizzo delle potenzialità offerte dalla tecnologia applicata nel campo del controllo e gestione in tempo reale delle informazioni per un efficace impiego dei più sofisticati sistemi d’arma. L’argomento che riteniamo interessante anche per i non addetti ai lavori, sarà oggetto di un prossimo articolo. Antonio Teja 13 IL NASTRO AZZURRO L’ anniversario della Polizia di Stato è stato celebrato quest’anno nei giorni 11, 12 e 13 maggio con manifestazioni organizzate dalle Questure di tutta Italia, nell’ambito delle quali sono stati allestiti stand illustrativi dell’attività e delle tecnologie impiegate dalla Polizia di Stato nella lotta alla criminalità e nel mantenimento dell’ordine pubblico. Gli eventi principali sono avvenuti come sempre a Roma. Prima dell’apertura degli stand, l’11 maggio, si è svolta, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del Presidente del Consiglio Romano Prodi, del Presidente della Senato Franco Marini, del Capo della Polizia De Gennaro e delle più alte cariche dello Stato, la cerimonia celebrativa del 155° anniversario della Polizia di Stato. I momenti significativi dell’evento sono stati i seguenti: ore 9 deposizione di una corona di alloro, da parte del ministro dell’Interno Giuliano Amato, sulla tomba del Milite Ignoto all’Altare della Patria; ore 11 cerimonia in piazza del Popolo (trasmessa in diretta Rai e Sky) alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che consegna onorificenze e ricompense; ore 15.15 cambio della guardia al Quirinale. Una rappresentanza delle Squadre a cavallo della Polizia di Stato effettua il servizio di guardia d’onore fino alla stessa ora del giorno successivo. “…è stato un anno difficile per la Polizia di Stato…” ha detto, nel corso della cerimonia a piazza del Popolo, il ministro dell’Interno Giuliano Amato rilevando però gli “…importanti successi…” conseguiti nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, nel contrasto al traffico di 14 esseri umani ed altro. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso soddisfazione e apprezzamento per l’importante lavoro svolto da “…tutti coloro che, con encomiabile spirito di sacrificio e di abnegazione, hanno operato, fino all’estremo sacrificio della vita, per garantire il rispetto della legge e la sicurezza dei cittadini…” e poi ha consegnato nelle mani di genitori e familiari degli agenti deceduti in servizio le medaglie al Valore e al Merito Civile per i loro cari. Tra le onorificenze, spicca la promozione per merito straordinario e la medaglia d’oro al Valor Civile, ritirata dalla moglie dell’Ispettore Filippo Raciti. Dopo la consegna delle medaglie il Presidente, insieme alle altre autorità, è andato a visitare, uno per uno, gli stand allestiti a piazza del Popolo tra gli sguardi curiosi del pubblico. Antonio Daniele Fonte: “Poliziamoderna” IL NASTRO AZZURRO 24 MAGGIO GIORNATA DEL DECORATO G iovedì 24 maggio, in una splendida mattinata coronata da un cielo che più “azzurro” non poteva essere, si è svolta la cerimonia, semplice ma solenne, di deposizione di due corone di alloro all’Altare della Patria in memoria di tutti i Decorati Caduti. Alla presenza di autorità militari e civili e con la partecipazione di numerosissimi Decorati e di un pubblico di Soci e semplici cittadini che ha superato le più rosee previsioni, due Carabinieri in alta uniforme ed i nostri due Vice Presidenti, Arnaldo Cassano e Carlo Maria Magnani, hanno portato le corone che i Presidenti del Gruppo Medaglie d’Oro, Gen.CC M.O.V.M. Umberto Rocca e dell’Istituto del Nastro Azzurro, Giorgio Zanardi, hanno deposto ai piedi del Sacello del Milite Ignoto. Dopo un periodo di sospensione si è voluto così riprendere una tradizione che unisce i due sodalizi depositari del Valore del militare italiano. Oltre a quello della Presidenza Nazionale, altri 17 Labari azzurri, di Federazioni, Sezioni e Gruppi, hanno sventolato alti, alle note del silenzio, testimoniando tangibilmente la volontà del nostro Istituto, di tenere ben vivo il ricordo di chi ha anteposto la Patria alla sua stessa vita. INTERVENTO DEL PRESIDENTE NAZIONALE GIORGIO ZANARDI ALL’ALTARE DELLA PATRIA Ringrazio la Medaglia d’Oro Rocca per aver preso l’iniziativa di questa commemorazione del 93° Anniversario del 24 maggio 1915. In questa data il popolo italiano, resistendo alla tentazione dei più pavidi che volevano lasciare agli stranieri la decisione del futuro della nostra Patria, prese la risoluzione di essere l’artefice del destino dell’Italia. Fu una decisione di grande coraggio e di profonda volontà dato che avevamo di fronte gli Imperi Centrali, padroni d’Europa e in quei giorni vincitori su tanti fronti, tra cui quello di Gorlicka. L’Esercito Italiano affrontò il nemico per riportare ad ogni costo tutti gli Italiani sotto il Tricolore: è questa la fulgida luce del 24 maggio 1915 perché da essa, attraverso il sacrificio di 30 classi di generazioni di Italiani e un immenso numero di Caduti e mutilati, abbiamo dato vita a Vittorio Veneto. Ed è appunto ispirandosi a questa vittoria del IV novembre 1918 che abbiamo trovato la forza di risollevarci dalla sconfitta della 2^ guerra mondiale dando vita alla Resistenza e alla guerra di Liberazione. Tutto è derivato da quella coraggiosa decisione presa il XXIV maggio 1915. E’ quindi il Vangelo di quella data che dobbiamo additare ai giovani affinché essi abbiano sempre presente la necessità di esprimere quello di cui sono capaci e non lasciarsi tentare dal fatto di stare comodi ad attendere le decisioni degli altri. Facciamo in modo dunque che anche le nostre generazioni diventino portavoce di quel messaggio di Pace che le nostre Forze Armate su tutti i fronti stano cercando di diffondere a coloro che non sanno e che non conoscono il bene inestimabile della Libertà. Viva dunque il 24 maggio, Viva l’Istituto del Nastro Azzurro con il suo Gruppo delle Medaglie d’Oro, Viva l’Italia. 15 IL NASTRO AZZURRO 27 MAGGIO, PRATICA DI MARE: GIORNATA AZZURRA 2007 31 tipi di velivoli esibiti in volo, dei quali 8 in altrettante pattuglie acrobatiche militari o civili, 61 tipi di velivoli in mostra statica a terra, circa mezzo milione di spettatori, diretta televisiva RAI, sei ore di manifestazione aerea: sono numeri eccezionali per un evento eccezionale svoltosi alla presenza del Ministro della Difesa, On. Prof. Arturo Parisi, che non ha mai nascosto il suo entusiasmo. Il significato intrinseco di una manifestazione aerea è il richiamo di pubblico e il gradimento che esso esprime per tale evento. Il richiamo è stato elevatissimo, nonostante la viabilità che conduce a Pratica di Mare abbia scoraggiato più di qualcuno; il gradimento è stato ai massimi livelli. E non poteva essere diversamente, tenuto conto della quantità di velivoli esposti ed esibiti, la manifestazione aerea di quest’anno ha dato davvero lustro alle come uno dei più splendidi e capaci comandanti che mai abbiano indossato l’uniforme azzurra. Il terzo è il gen. B.A. Luca Valeriani, comandante della 9^ Brigata Aerea e dell’Aeroporto di Pratica di Mare, quindi il padrone di casa che ha accolto nel miglior modo possibile un numero di “ospiti” da far tremare i polsi a chiunque. Al di là dei numeri che confermano il notevole gradimento della gente per lo spettacolo offerto nelle manifestazioni aeree, spettacolo di ardimento e tecnologia che non ha eguali in nessun altro tipo di esibizione, è opportuno sottolineare che a Pratica di Mare si è avuta anche un’importante vetrina internazionale delle capacità organizzative dell’Aeronautica Militare. L’Aeronautica però è fatta di uomini, ed a questi uomini va il merito di una manifestazione davvero interessante e riuscita. Il primo, innanzi tutto, è il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, generale Vincenzo Camporini, che ha messo a disposizione del pubblico la base aerea di Pratica di Mare, sede del Reparto Sperimentale di Volo e della 9^ Brigata Aerea che raggruppa due Stormi dell’Aeronautica, il 14° e il 15°. Il secondo è senza dubbio il gen. S.A. Giulio Mainini, Alto Comandante della Squadra Aerea, il quale ha diretto le attività organizzative necessarie all’ottima riuscita della manifestazione (che si è svolta a una sola settimana dal suo congedo per raggiunti limiti di età), con la capacità manageriale e l’entusiasmo trascinatore che lo hanno sempre caratterizzato e lo hanno reso noto, in Aeronautica ed al di fuori di essa, 16 IL NASTRO AZZURRO madrina di una “prima mondiale”: l’esibizione in pubblico di un prototipo di velivolo, il Ba.609 costruito in joint venture dall’azienda italiana Agusta e dall’inglese Westland. Manifestazioni aeree nel mondo ne avvengono tante, ma è davvero raro che in qualcuna di esse si abbia la “prima al pubblico” di un prototipo. In genere questo tipo di esibizioni avviene ai saloni aeronautici. Il Ba.609 è un convertiplano, cioè un velivolo di concezione ibrida, in grado di decollare ed atterrare verticalmente, come un elicottero, grazie ai due rotori che sviluppano una portanza superiore al suo peso di oltre sette tonnellate. I rotori, una volta sicuramente in volo, cambiano lentamente orientamento trasformandosi da organi di sostentamento in eliche trattive. Il convertiplano è così in grado di volare alla velocità di crociera di un normale velivolo turboelica (intorno ai 600 chilometri orari), cioè a più del doppio di quella di un elicottero. In pratica, ha i vantaggi di una capacità raggiunte dall’Aeronautica Militare nelle molteplici attività connesse con la politica di sicurezza del Paese: sorveglianza e difesa dello spazio aereo, trasporti logistici, umanitari e sanitari, soccorso aereo, supporto operativo ai contingenti italiani schierati fuori area in missioni di pace. Accanto a tale doverosa e più che confortante esposizione, la manifestazione di Pratica di Mare è stata anche l’occasione per mettere in mostra i gioielli dell’industria nazionale ed esaltare il ruolo propulsivo dell’Arma Azzurra nella ricerca tecnologica aeronautica e spaziale. In tale ambito si colloca la presentazione in volo dell’Eurofighter, il caccia europeo entrato in linea da circa un anno e mezzo nei reparti A.M., il trasporto tattico C-27J, il prototipo del nuovo addestratore M.346. Ma c’è stato spazio anche per l’industria civile, e che spazio! La Giornata Azzurra è stata la e dell’altra macchina senza averne gli svantaggi. Numerose le pattuglie acrobatiche. Si va dalle civili, “Breitling Jet Team”, “Blu Voltige”, “Team ULM Vega”, “Pattuglia The Red Bulls”, “Team Yakitalia”, alle militari “PC7Team” dell’Aeronautica Svizzera, “Patruilla Aguila” spagnola per finire all’attesissima “Pattuglia Acrobatica Nazionale” ovvero le “Frecce Tricolori” che tanto entusiasmo suscitano in tutto il mondo per la spettacolarità e la perfezione tecnica della propria esibizione. Una notazione sul significato di una manifestazione aerea: l’antico sogno di Icaro ormai è realizzato da oltre cento anni, ma rimane sempre nel nostro inconscio la consapevolezza che l’uomo nasce senza ali. Vedere tanti velivoli che effettuano manovre di grande bellezza e spettacolare ardimento, aiuta a pensare che le ali le abbiamo… anche se non si vedono. Antonio Daniele 17 IL NASTRO AZZURRO PER I CADUTI DELLE FOIBE D opo lunghi anni di oblio, ci si occupa finalmente delle vicende accadute nelle regioni italiane dell’Adriatico orientale (Dalmazia, Venezia Giulia, Istria), del forzato esodo e della morte violenta di migliaia di Italiani di tali regioni che, dopo l’8 settembre ‘43 furono infoibati, cioè buttati in voragini profonde, spesso vivi, talvolta legati in due: uno veniva ammazzato a bruciapelo sull’orlo della foiba e cadendo trascinava giù l’altro vivo; in altri casi ci sono stati annegamenti o fucilazioni sommarie. Il tutto in un fosco quadro di vendette e revanscismi politici tesi ad evitare che l’Italia, vinta, potesse avere comunque interamente riconosciuta la sua unità. Fortunatamente la perdita dell’Istria non impedì a Trieste di essere italiana e, finalmente, l’1 e 2 novembre 2008 si celebrerà la ricorrenza del 90° anniversario della definitiva annessione di Trieste al territorio nazionale. Inoltre, solo nel 2004 il Parlamento italiano ha approvato una legge per dare, alla memoria degli sfortunati fratelli esuli, un doveroso ma tardivo riconoscimento. I congiunti devono presentare domanda alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Un’apposita commissione, di cui fanno parte i capi degli Uffici Storici militari, valuterà i fatti ed assegnerà il riconoscimento: una insegna metallica onorifica. Tale riconoscimento, del tutto onorifico e quindi dall’alto significato simbolico, verrà consegnato ai familiari in occasione di cerimonie ufficiali, al Quirinale o nelle Prefetture. Il riconoscimento può essere dato, oltre che alla memoria di chi fu vittima di infoibamenti, anche a chi semplicemente scomparve nei territori bagnati dall’Adriatico orientale, senza che se ne abbia più avuto notizia. Si invitano pertanto i familiari di Italiani (civili o militari) scomparsi nel 1943-47 nei territori adriatici, ad avanzare la domanda e, per maggior loro comodità, si pubblicano di seguito i fac-simile dei relativi moduli. Per chiarimenti ci si può rivolgere all’A.N.V.G.D., Via Leopoldo Serra, 32 - 00153 Roma. Tel/fax 06 5816852 Carlo C. Cipriani --------------------------------------------------------------------------------DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DI ATTO NOTORIO (ai sensi art. 47 del DPR n. 445/2000) Il Sottoscritto/a __________________________________________________________________________ (cognome e nome del richiedente) Nato a __________________________________________________ il _____________________________ e residente a ___________________________________via/piazza__________________________________ Consapevole delle responsabilità e delle sanzioni penali stabilite dalla legge per false e mendaci dichiarazioni, sotto la sua personale responsabilità (art. 76 del DPR n.445 del 28.12.2000) Dichiara che: Il congiunto (nome e cognome del caduto)______________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ Firma del Dichiarante ____________________________________ Data e luogo_______________________ Attenzione: allegare alla presente dichiarazione la fotocopia di un valido documento di identità. 18 IL NASTRO AZZURRO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI Commissione per la concessione di un riconoscimento ai congiunti degli Infoibati – L. 92/2004 P.zza Colonna, 370 Palazzo Chigi 00186 – ROMA OGGETTO : Domanda ai sensi della Legge n. 92 del 30.03.2004 Il/La sottoscritto/a _______________________________________________________________________ Nato/a _______________________________________ Residente a ________________________________ In via/piazza ____________________________________________________ CAP ___________________ Codice fiscale_____________________________________________________________ nella sua qualità di: Coniuge Figlio/a Nipote Congiunto fino al 6° grado (barrare l’ipotesi relativa) di: _____________________________________________________________________________________ (nome e cognome della vittima) nato/a ________________________________________________________ il _______________________ Soppresso/a mediante infoibamento, annegamento, fucilazione, massacro, attentato o comunque scomparso/a : nel periodo 8 settembre 1943 – 10 febbraio 1947 Deceduto/a in conseguenza di torture, deportazioni, prigionia : nel periodo 10 febbraio 1947 – 31 dicembre 1950 nelle seguenti località: In Istria-Fiume (eventuale specificazione del luogo: __________________________________) In Dalmazia (eventuale specificazione del luogo: ____________________________________) Nelle province dell’attuale confine orientale – Trieste, Gorizia, Udine – (eventuale specificazione del luogo: ______________________________________________) Altro______________________________________________________________________ CHIEDE La concessione, a titolo onorifico, della apposita insegna metallica con il relativo diploma di cui e per gli effetti dell’art. 3 e seguenti della Legge n. 92 del 30.03.2004. Allega: a) dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà con la descrizione del fatto, della località, della data in cui si ritiene sia avvenuta la soppressione o la scomparsa del proprio congiunto; b) altri documenti (eventuali) e cioè: ___________________________________________________ _____________________________________________________________________________ Data ________________________________ Firma _______________________________ 19 IL NASTRO AZZURRO INCREDIBILE MA VERO S iamo a bordo di un trimotore da bombardamento sul fronte del Mediterraneo, al ritorno da un’azione su un importante obiettivo, la base aeronavale di Malta. L’azione è andata bene, malgrado l’accanita difesa antiaerea e un furibondo assalto della caccia avversaria che ha lasciato i segni nei numerosi squarci della fusoliera. La peggio è toccata agli assalitori, numerosi dei quali si sono dovuti ritirare in condizioni da non escludere la loro perdita per sbandamenti, fumate e bagliori di incendio. A bordo c’è quell’atmosfera consueta di questi momenti, quando gli uomini sono soddisfatti del dovere compiuto e, pur conservando ancora l’eccitazione della battaglia, si apprestano a quella tranquillità tipica dell’ultima fase dei voli di rientro. Così il 1° Av. Arm. Rosario Salvatore D’Angelo è risalito dalla “mandibola”, dove ha diretto i tiri della mitragliatrice in depressione e, prima di raggiungere la sua cuccetta, si guarda intorno, tastando qua e là con mano esperta i segni dei proiettili avversari, e quindi, addentrandosi verso la coda, percorrendo con gli occhi e con le dita i cavi, le tubazioni, tutta la intricata matassa degli organi di comando ed alimentazione. E’ un giovane entusiasta del suo ruolo di Armiere d’Aeronautica ed ha già dato più di un saggio di bravura e d’ardimento nei suoi voli di guerra collaborando all’abbattimento di numerosi aerei nemici. Anche oggi si è comportato col suo consueto slancio ed ha ancora fissa nella mente l’immagine dell’ultimo caccia inglese in fuga sotto i precisi tiri della sua 12,7 mm. E’ con questi pensieri che egli è arrivato in fondo al bombardiere, il vigile sguardo sempre rivolto agli oggetti del suo attento esame quando col cuore in tumulto, si precipita di peso contro il tubolare del timone di profondità afferrandolo tenacemente con entrambe le mani. Che cosa ha visto? Quando più tardi lo racconterà dovrà tergersi ancora il sudore dalla fronte per il contraccolpo ricevuto. Il tubolare del timone, questo organo essenziale della condotta dell’aeroplano, era quasi del tutto spezzato da un colpo di mitraglia penetrato attraverso le strutture e soltanto una lievissima sezione di metallo lo teneva ancora unito: un attimo solo di ritardo nel provvidenziale controllo del- 20 l’armiere, avrebbe causato l’irreparabile. Il giovane siciliano si era immediatamente reso conto della gravità del pericolo che egli e i suoi compagni stavano correndo e da qui il suo slancio immediato verso l’importante congegno colpito. Tenacemente, saldamente, le sue mani stringono i due tronconi del tubolare che stanno per separarsi, in modo da formare un allacciamento indissolubile, come in una morsa: una morsa umana. Il pilota, ignaro di tutto, esegue i suoi movimenti sugli organi di comando con l’abituale sicurezza, senza avvertire cambiamento, ma ognuno dei suoi colpi di timone significa lo strazio delle carni del valoroso armiere, che si è sostituito al metallo. Continuando a serrare con i pugni e gli avambracci le due parti, che ormai si sono completamente staccate. D’Angelo deve assecondare i comandi impressi alle leve ritrasmettendoli dall’una parte all’altra e ogni volta le sue carni vengono corrose dallo sforzo contro il tubo spezzato, mentre il sangue cola in gran copia giù per l’avambraccio. E’ una tortura inimmaginabile e il ragazzo la sopporta con un coraggio e uno stoicismo degni delle più nobili tradizioni della sua eroica terra di Sicilia. A ciascuna stretta derivante dai movimenti del pilota, egli risponde con un’indomabile forza di volontà, derivante dalla coscienza del pericolo e dal terribile dovere che si è imposto per la salvezza sua e dei suoi compagni. Quanto tempo dura l’incredibile situazione? Un tempo che pare eterno a D’Angelo, per il quale i minuti contano come ore. Eppure, egli non deflette un solo istante e respinge con estrema energia tutti i tentativi di annebbiamento del cervello e i mancamenti del cuore che resiste, resiste a battiti raddoppiati. Nessuno del personale di bordo, occupato nelle sue mansioni, si accorge del dramma che si sta svolgendo in coda all’apparecchio, né sospetta minimamente il tremendo pericolo che grava sul capo di tutti. IL NASTRO AZZURRO L’armiere non si vede, ma essi non ci fanno caso, sapendo come egli abbia finito il suo compito e lo pensano sdraiato, giusto in coda, a prendersi un meritato riposo. La navigazione procede spedita e la base fortunatamente viene raggiunta in anticipo sul ruolino di marcia. Meglio tacere gli attimi d’atterraggio, con i movimenti violenti impressi dal pilota sui comandi e ripercossi con altrettanta violenza sulle povere mani lacerate di D’Angelo, oramai giunto all’estremo della resistenza e sorretto solo dalla sua tenace forza di volontà e dall’indomabile tempra. Il bombardiere adesso ha toccato il suolo e rulla verso la linea di volo, dove ritornerà ad affiancarsi ai compagni di pattuglia. Un ultimo strappo di motore e la grande macchina alata si arresta. Il capo equipaggio si affretta verso lo sportello di uscita e si imbatte, al termine dello stretto passaggio, nella figura smunta, ma raggiante dell’armiere che, risalito faticosamente dal suo luogo di tortura, si porta la mano sanguinante alla visiera nel saluto militare. - D’Angelo, che diamine ti è successo? Sei ferito? – Domanda l’ufficiale impressionato dallo stato del ragazzo e avendo per lui un gesto premuroso. Il valoroso armiere ha la forza di sorridere con supremo impaccio nell’acuto dolore delle carni e narra, con estrema semplicità, il suo gesto che è servito a portare in salvo l’apparecchio e con esso i suoi compagni d’equipaggio. Questa frase conclusiva è già nella mente del comandante che, dopo il rapporto ai superiori, firmerà la proposta di medaglia d’argento al suo valoroso collaboratore. Salvatore D’Angelo Mostra fotografica realizzata dal Museo delle vittime del genocidio di Belgrado e curata dall’Associazione Mostza Beograd di Bari ERANO SOLO BAMBINI (Jasenovac tomba di 19.432 bambini e bambine) Non sono passati molti anni da quando leggevamo con raccapriccio la cronaca delle stragi perpetrate, nella ex Jugoslavia, contro quella o quell’altra etnia, in nome di una presunta necessità di pulizia etnica. Non ci voleva molto ad intuire che tanta ferocia poteva essere solo il frutto di odi profondi, le cui radici affondavano in altre persecuzioni, in altre crudeltà subite anni prima. Se ne è avuta una prova qui a Bari, ammesso che ve ne fosse bisogno, in occasione della “Giornata della Memoria”, con l’inaugurazione della mostra “Erano solo bambini” relativa allo sterminio di 19.432 bambini e bambine nel campo dei nazisti croati a Jasenovac. Il nome pressoché sconosciuto di questa località, un centinaio di km a sud di Zagabria, significa in lingua croata “bosco di frassini”; ma non era il bosco incantato delle favole dei bambini, era l’inferno! Il 10 aprile 1941, sotto gli auspici della Germania nazista e dell’Italia fascista, venne proclamato a Zagabria lo Stato indipendente croato di Ante Pavelic. Appena due settimane dopo l’insediamento, Pavelic annunciò sul giornale croato ustascia, “la Nazione croata” del 25 aprile 1941, che erano iniziati i lavori per migliorare i terreni di Lonjsko Polje, vicino al fiume Sava. In realtà era iniziata la costruzione a Jasenovac del più grande campo di sterminio nei Balcani. Qui e negli altri campi costruiti nel nuovo stato croato, che contava 6.300.000 abitanti dei quali circa 1/3 erano serbi, trovarono la morte centinaia di migliaia di serbi, ebrei, rom e musulmani. Nei massacri di ampie proporzioni, gli ustascia (gli insorti) non fecero distinzione fra adulti e bambini. Limitandosi alle sole vittime identificate, nello Stato indipendente croato tra aprile 1941 e maggio 1945, persero la vita 74.762 bambini: i più piccoli erano in fasce e i più grandi avevano 14 anni. Jasenovac, il campo di sterminio più grande, aveva un comandante discusso: il frate cattolico Miroslav Filipovic Meistorovic, soprannominato fra’ Satana, che non esitava ad affermare: “...oggi non è peccato uccidere un bambino di 7 anni, se questo infastidisce le autorità ustascia… non pensate che, per il fatto che indossi un abito da prete, non possa prendere tra le mani una mitragliatrice e uccidere anche nella culla..”. Egli creò una apposita sezione, chiamata Ciglana III, appositamente “dedicata” ai bambini, dove nelle fosse comuni furono poi identificate 19.432 vittime al di sotto dei 14 anni. I più piccoli in fasce, martoriati, strappati dalle braccia delle mamme, uccise due volte. Qualche bambino, tuttavia riuscì a sopravvivere all’inferno. Uno di questi Lukic Dragoje ha scritto un libro dal quale è derivato il titolo della rassegna di Bari. Una rassegna fotografica di un centinaio di immagini, provenienti dal Museo “delle vittime del genocidio” di Belgrado, che per la prima volta hanno oltrepassato i confini della Serbia, su iniziativa dell’Associazione “Mostza Beograd”: un ponte per Belgrado in terra barese. Bari, come tutta la Puglia, ha sempre avuto un ruolo importante nella vicenda jugoslava. Qui infatti, dalle Tremiti ad Alberobello, si rifugiarono durante l’ultimo conflitto tutti gli internati slavi perseguitati dal fascismo. Giuseppe Picca (Presidente della Federazione di Bari) 21 IL NASTRO AZZURRO LA 111^ COMPAGNIA PROTEZIONE PONTI S e oggi è possibile raccontare le gesta di questa Compagnia, ignota alla storia ufficiale, è solo grazie a documenti originali polacchi ed ai ricordi dei familiari di suoi caduti o di alcuni superstiti, come il nostro Socio Attilio Brunetti, che fu decorato con la “Croce dei Valorosi” e la M.O.V.M. per aver salvato il suo comandante polacco, gravemente ferito, riportandolo in spalla nelle linee amiche. Dopo un periodo di addestramento in Gran Bretagna il 4 dicembre del 1943 giunsero in Italia i primi due reparti di Commandos belgi e polacchi che entrarono in linea in Abruzzo. I primi mesi del 1944, in un inverno tra i più freddi e nevosi di tutta la guerra, videro intrecciarsi la storia del 6° Troop (compagnia) polacco con la nascita della 111^ Compagnia Protezione Ponti formata esclusivamente da personale italiano e comandata da ufficiali e sottufficiali polacchi. L’accordo fu facilmente raggiunto anche grazie alle secolari tradizioni che univano Italia e Polonia. Allo scoppio della guerra l’esercito polacco annoverava diversi reggimenti con nomi italiani, tra i quali il 51°Rgt. “Giuseppe Garibaldi” ed il 50° Rgt. “Francesco Nullo”, patriota bergamasco che dopo aver partecipato alla spedizione dei Mille, nel 1863 affiancò il popolo polacco che cercava di affrancarsi dal soffocante dominio zarista. La compagnia, costituita a Roccasicura (IS) nel marzo ‘44, era composta unicamente da volontari, studenti, tra i quali il sedicenne Carmine Pecorelli detto “Mino” che venne più volte decorato, operai, contadini, impiegati e militari che dopo l’8 settembre si trovavano nelle retrovie del fronte. Indossavano divise inglesi, portavano sulla spalla sinistra del giubbino la mostrina con la scritta “Poland” e sul basco kaki con striscia di tela verde bordata di rosso, l’aquila polacca bianca. Inizialmente contava 63 italiani e 27 polacchi, era comandata dal capitano Feliks Kepa e venne incorporata nel Reggimento “Ulani dei Carpazi”. All’esordio le funzioni assegnate alla Compagnia furono ausiliarie, di sorveglianza e supporto, ma la stima e considerazione immediatamente guadagnate sul campo convinsero il comando polacco ad addestrarla adeguatamente alle tecniche dei Commandos inglesi, il che avvenne a Monte Oratino (CB), per formare un’unità scelta specializzata nei combattimenti in quegli impervi territori montuosi che i volontari conoscevano bene e nei cui sentieri si orientavano a perfezione, da affiancare al 6° Troop. Divenuta 2^ Compagnia Commandos nel giugno ‘43 raggiunse la linea del fronte a Montelupone e qui fu posta alla diretta dipendenza della 3^ Divisione Carpatica. I combattimenti infuriarono specialmente nella zona di Numana ed è guidando la sua squadra alla conquista del Monte Conero e successivamente, come pattuglia avanzata, di Ancona che Attilio Brunetti si guadagnò la M.O.V.M. Dopo i sanguinosi scontri di Monte Freddo e Montemarciano ed altre molteplici operazioni offensive lungo la famosa “Linea Gotica”, nelle quali si distinse per il valore in combattimento, la Compagnia partecipò alla conquista di Novilara ed il 2 settembre alla liberazione di Pesaro. Qui si concluse la breve ma epica storia del reparto italiano, con un tributo di 9 morti e 10 feriti che valse ai suoi componenti, in segno di riconoscimento, il diritto di portare sui loro baschi le “palme con mezzaluna” distintivo del Reggimento “ULANI”. Alcuni suoi elementi, tra i quali Attilio Brunetti che vi raggiungerà il grado di maresciallo maggiore, poi confluirono nei ranghi della Brigata Maiella formando la 4^ Compagnia Commando. Ringraziamenti. Desidero ringraziare Silvio Tasselli, autore dell’avvincente e documentatissimo articolo che ho sintetizzato, pubblicato su “Storia & Battaglie” del novembre 2006 e la redazione della rivista per l’autorizzazione concessa. Al Socio M.O.V.M. Attilio Brunetti (vedi anche “Il Nastro Azzurro” n°5/2006) che, con la grinta del Commando affronta i suoi 90 anni viaggiando da solo per partecipare a cerimonie e riunioni, va un riconoscimento particolare per l’indefessa azione tesa ad affermare con l’esempio le virtù militari italiane diffondendo, particolarmente nei giovani, la coscienza dei doveri verso la Patria che hanno contraddistinto la sua vita, al fine di evitare che inestimabili testimonianze come la sua restino senza eredi. Antonio Teja 22 IL NASTRO AZZURRO UN PONTE DI CIVILTÀ TRA L’ITALIA E LA LIBIA N egli stessi giorni in cui, nel capoluogo pugliese, venivano inumati solennemente i resti dei nostri connazionali provenienti dal cimitero cristiano di Mogadiscio, dove le loro tombe erano state barbaramente dissotterrate e scoperchiate da bande somale (vds. articolo “Anche loro sono ritornati a casa” pubblicato sul numero precedente a pag. 26), sempre in Puglia veniva inaugurato a San Nicola (Isole Tremiti) il 26 ottobre scorso, un Mausoleo in ricordo degli internati libici deceduti in questa isola tanto lontana dalla loro terra natia. Il mausoleo, un minareto simbolo della fede musulmana professata dai libici, è stato eretto in base agli accordi italo libici stipulati nel 1998-99. Questa decisione fu fortemente osteggiata e criticata da alcuni esponenti della Lega Nord, ma è stata invece unanimemente condivisa dai 400 abitanti di San Nicola perchè, come ha detto il Sindaco Giuseppe Calabrese, “in questo momento di diaspore tra i vari popoli e di acredine soprattutto a causa delle scelte religiose, a noi è sembrato giusto stemperare la situazione, riconoscendoci per quello che siamo, degli esseri umani; noi abbiamo un sentimento per le persone scomparse, persone che vogliamo ricordare, al di là del loro credo”. Senza alcun dubbio la costruzione del minareto è la migliore risposta che potesse essere data anche dopo la discutibile decisione di Gheddafi che, nei primi anni 70, impose al Governo italiano di dismettere il Sacrario militare di Tripoli (costruito nel 1957-58) e di portare in Italia le salme dei nostri connazionali che vi erano sepolte. Come noto nel maggio 1972 i resti dei nostri caduti furono traslati da Tripoli in Italia e furono solennemente inumati nel Sacrario Militare di Bari. Con essi anche le spoglie di 140 fedeli Ascari, libici ed eritrei, ai quali è stata dedicata una lapide nella cripta. Inoltre furono ricostruiti nel parco due elementi decorativi che caratterizzavano il dismesso sacrario di Tripoli: - il “tronco di acquedotto romano”, il cui arco centrale serviva da ingresso al sacrario di Tripoli; - gli “archi delle battaglie”, in stile coloniale, analoghi a quelli che a Tripoli delimitavano uno dei lati della corte minore del sacrario. Nelle lapidi poste sugli otto pilastri sono ricordate le principali battaglie combattute in Africa Settentrionale dal 1911 al 1943. Ma come si spiega la presenza di tanti libici in questa piccola isola pugliese di fronte alle coste del Gargano, e perché per l’inaugurazione del mausoleo è stata scelta la data del 26 ottobre? La risposta dovrebbe trovarsi sui libri di storia delle nostre scuole, ma spesso l’argomento viene del tutto ignorato. Quando il 29 settembre 1911, con lo sbarco a Tripoli di un nostro contingente militare, Giolitti diede inizio alla guerra coloniale contro la Turchia (che esercitava il protettorato sulla Libia), la maggioranza degli italiani era stata convinta dalla propaganda governativa che la guerra sarebbe stata una passeggiata e che i libici non vedessero l’ora di farsi liberare dagli italiani; “Tripoli bel suol d’amore” era la canzone più in voga del momento. Ma purtroppo non era così. I libici rimasero fedeli ai turchi, insorsero contro gli italiani e diedero vita ad una guerriglia accanita della quale l’Italia non riuscì mai a venirne completamente a capo (*). Un contrattacco libico-turco sorprese un presidio isolato italiano. 500 bersaglieri furono trucidati e moltissimi di loro orrendamente seviziati. Seguì da parte italiana una feroce repressione. Migliaia di arabi vennero fucilati o impiccati, ed oltre 5000 furono deportati nelle isole di Ustica, Ponza, Favignana e Tremiti. La deportazione ebbe inizio proprio il 26 ottobre 1911. Nell’arcipelago delle isole Diomedee(**) giunsero più di 1300 libici (a seconda delle fonti il numero oscilla fra 1366 e 1391) tutti provenienti dalla zona di Tripoli: erano mendicanti, ricchi proprietari, contadini, artigiani, mercanti, pastori (ma erano moltissimi anche i bambini e le donne), tutti accusati di aver “cospirato col nemico”. La prima nave a giungere a San Nicola si chiamava “Serbia”, portava 600 deportati e non fu l’ultima. I libici confinati in un’isola che aveva risorse appena per i propri abitanti, furono costretti a vivere in condizioni di assoluta indigenza. A causa della denutrizione e di una epidemia di tifo e colera morirono a centinaia. Dopo appena 7 mesi, a giugno del 1912, i morti erano 437, un terzo di quelli arrivati, tutti furono sepolti in una fossa comune. Solo dopo 95 anni, a risanare vecchie ferite, quei deportati hanno ricevuto l’omaggio del mausoleo e l’area della sepoltura è stata delimitata con cespugli di macchia tipica del Mediterraneo, il mare che dovrebbe affratellarci tutti ma è stato invece teatro di tante, troppe, guerre. Su questo mare ora è stato gettato un ponte di pace, un ponte ideale fra l’Italia e l’Africa, un ponte di civiltà fra la cultura cristianooccidentale e la cultura arabo-islamica. Giuseppe Picca (Presidente della Federazione di Bari) NOTE (*) Gli insorti agivano alle dipendenze di un giovane colonnello turco, di nome Enver Bey che rivelò formidabili doti di guerrigliero. Dalle sue posizioni imprendibili nel deserto Enver Bey, che poteva contare su rifornimenti continui ed abbondanti da parte della Francia (contraria alla penetrazione italiana in Libia), fu a lungo una spina nel fianco degli italiani ancorati alla fascia costiera. Profondamente deluso dall’andamento della guerra, Giolitti così si espresse un giorno: “centomila uomini e trenta generali non riescono a venire a capo di un tenente colonnello”. (**) Le Isole Tremiti vengono chiamate anche Isole Diomedee a ricordo di Diomede, eroe della mitologia greca, che dopo il ritorno da Troia naufragò sulle coste del Gargano e quivi fondò numerose città. Alla sua morte i compagni, dopo averlo seppellito in queste isole, furono trasformati in uccelli (una specie di gabbiani chiamati “diomedee”) che con le loro grida continuano a piangere l’eroe scomparso. 23 IL NASTRO AZZURRO CARO MAURIZIO I l 29 aprile, in un tragico incidente di volo avvenuto sull’aeroporto di Scalea, hanno perso la vita il nostro Vice Presidente Nazionale Maurizio de Stasio e suo figlio Vittorio, trentaduenne capitano dei Carabinieri comandante del nucleo elicotteri di Albenga. Ci conoscevamo da 51 anni Maurizio ed io, figli di due piloti che, dopo la guerra durante la quale si erano conosciuti ed apprezzati in volo, si davano da fare per ricostruire l’Aeronautica Militare. Ci incontrammo nel 1956 a Caserta, sede dell’allora Scuola Specialisti. Ci separavano due anni di età ma ci accomunava una passione comune per l’aeromodellismo. Il resto lo fecero l’amicizia e la stima reciproca che univano i nostri genitori, “Azzurri” non solo per la divisa, che ci permisero di incontrarci più volte anche dopo il trasferimento a Roma. Ognuno prese poi la sua strada nella vita; Maurizio dopo la laurea in Ingegneria Aeronautica ed il servizio militare prestato come Ufficiale di complemento in AM, fu assunto da Alenia mentre io entrai all’Accademia Aeronautica nel ruolo ingegneri. Continuò però quella che, pur non coinvolgendoci con assiduità, era una vera “amicizia”. Il padre di Maurizio, lasciata l’Aeronautica, divenne sindaco di Sessa Aurunca e fu poi eletto Deputato della Democrazia Cristiana per due legislature e, quale membro della Commissione Difesa, portò avanti lotte importanti per le Forze Armate riscuotendo plausi ed apprezzamenti dei quali mai si vantò. Maurizio tutto aveva ereditato dal padre, compresa quella passione per il volo che cromosomicamente trasmise al figlio; stimato ed apprezzato per le doti di dirigente, di tecnico e di pilota ma soprattutto per l’affabilità e la disponibilità, fu Assessore Comunale, presidente dell’Aeroclub di Terra di Lavoro, attivissimo rotariano, consigliere dell’Aeroclub d’Italia, nostro Vice Presidente pieno di iniziative e mai si vantò. Nell’introduzione della pubblicazione da lui curata per ricordare il centenario della nascita del padre e presentata a Caserta lo scorso 30 marzo, dopo le parole di apertura “L’unica cosa certa dopo la nascita è la morte”, Maurizio ci spiega che la vita è come una strada il cui valore non sta nella lunghezza ma nella bellezza del percorso e che è compito-dovere degli eredi operare per non far scivolare nella dimenticanza la figura dei genitori, mantenendo la memoria dei fatti trascorsi, e contribuire in tal modo, ognuno nel suo piccolo, a quella che collettivamente diventa “Storia Patria”. Caro Maurizio, ti ringraziamo per l’insegnamento e l’esempio e non ci scorderemo né di te né della bellezza della strada che hai percorso nella tua vita. Tonino IN RICORDO DI MAURIZIO L’ Istitutto del Nastro Azzurro ha registrato un grave lutto: l’ingegner Maurizio de Stasio, Vicepresidente Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro fra combattenti decorati al Valor Militare d’Italia, ex Presidente dell’aeroclub di Caserta ed eminente personalità campana del mondo dell’aviazione, socio del Rotary Club di Caserta, è morto insieme al figlio Vittorio, capitano dei Carabinieri, in un incidente aereo, occorso in circostanze ancora da determinarsi al loro aereo privato. L’evento lascia tutti noi che lo conoscevamo un po’ inebetiti. La morte è la conclusione ineluttabile della vita di ciascuno di noi, ma alcune morti appaiono ingiuste, scorrette, inspiegabili per la loro subitaneità ed assoluta sorprendente fulmineità. La morte di un amico, neppure tanto anziano, nel pieno vigore fisico e nella completezza mentale della maturità è difficile da accettare. Forse si può cercare una spiegazione, ma mai una giustificazione. Il dolore, però, è solo lievemente mitigato dalla certezza che egli ha chiuso la sua esistenza terrena mentre godeva della sua grande passione: il volo, una passione che condivido e mi accomunava a lui. Ho conosciuto Maurizio solo pochi mesi fa, quando ho accettato l’incarico di direttore responsabile di questa rivista, ma ho subito provato simpatia per lui. Maurizio de Stasio era un uomo di grande spessore culturale, ma anche di profonda e sentita umanità; in lui rifulgevano tutte le migliori doti che vorrei trovare in un amico: l’allegria innanzitutto, la piacevole e varia conversazione, l’interesse 24 comune per il volo, la vasta e variegata cultura, l’affabilità e l’umanità tipiche di chi viene dalla Campania, insomma la sublimazione delle doti umane. Ecco perché lascia un vuoto incolmabile. Nel pur breve periodo di reciproci contatti che abbiamo avuto, egli mi rappresentò un’idea, da me ritenuta valida, su cosa dovrebbe, tra l’altro, fare il Nastro Azzurro per mantenere e tramandare la memoria degli atti compiuti dai suoi autorevoli membri: costituire un “archivio orale” ottenuto mediante interviste video, compiute a cura di soci delle Federazioni e delle Sezioni particolarmente versati nell’uso delle telecamere, ai decorati ancora viventi i quali lascerebbero così “memoria” di quanto hanno compiuto, narrando anche le situazioni e i sentimenti in cui si sono dibattuti in quel momento. Maurizio infatti affermava che la “…memoria è un dato soggettivo della persona, la storia è una ricostruzione tendente all’oggettività dei fatti mediante documenti e testimonianze… la soggettività della memoria viene dispersa quando i protagonisti non la possono più rievocare…”, quindi “…occorre non disperdere, finché siamo ancora in tempo, la memoria degli eventi vissuti dai nostri soci decorati al Valor Militare perché è un tesoro inestimabile legato alla loro memoria…”. Addio caro amico. Ho fatto mia la tua proposta e, mentre spero che venga da tutti condivisa, so che ogni volta che mi leverò in volo col mio motoaliante, tu sarai accanto a me librato con le ali ideali della nostra comune passione. Antonio Daniele IL NASTRO AZZURRO Pubblichiamo di seguito l’ultimo scritto che Maurizio de Stasio aveva inviato alla redazione per segnalarci un evento di grande importanza svoltosi presso la Federazione di Caserta in ricordo di suo padre Vittorio decorato al V.M. e Deputato della Repubblica. VITTORIO DE STASIO NEL CENTENARIO DELLA SUA NASCITA I l 14 marzo del 1907, in San Carlo di Sessa Aurunca, nacque Vittorio de Stasio. Raggiunti i 17 anni lasciò la sua famiglia ed il paese natale per arruolarsi nella Regia Aeronautica ed ebbe la sua prima lezione di volo a Sesto San Giovanni il 16 agosto 1926 pilotando il Gabardine tipo 1913. La sua carriera si svolse prevalentemente presso Scuole di volo come istruttore di teoria, di volo e di alta acrobazia; la guerra lo vide quale comandante della 49° Squadriglia del 32° Stormo a Gioia del Colle con azioni di bombardamento e scorta convogli. La sua partecipazione alla guerra aeronavale del Mediterraneo ebbe il massimo impegno nella Battaglia di Mezzo Agosto con il vittorioso contrasto alla poderosa squadra navale che voleva rifornire l’isola di Malta ormai allo stremo (operazione “pipistrello”). Per questa azione fu decorato di Medaglia di Bronzo al Valor Militare sul campo. Qualche mese dopo, comandante e pilota di un S 84, velivolo “scorbutico” in dotazione al 32°, in trasferimento verso la Sardegna, salvò l’intero equipaggio ed il prezioso materiale aeronautico di bordo in un incidente di volo causato dalla perdita dell’elica destra. Fu decorato di Medaglia di Bronzo al Valore Aeronautico. L’8 settembre lo colse presso la Accademia Aeronautica, trasferitasi da Caserta a Forlì, e decise di traversare le linee per mantenere fede al giuramento prestato al Re, come era solito affermare. Questa difficile scelta e la non semplice “passeggiata” da Ravenna a San Carlo con l’attraversamento del fiume Rapido, in località prossima a Cassino, gli valse la proposta di Medaglia d’Argento al Valor Militare tramutata, poi, in Promozione per Meriti di Guerra. Ebbe anche due Croci di Bronzo al Valore, oltre a numerosi riconoscimenti per Lunga Navigazione Aerea, Lungo Comando e Volontario della Libertà. Ebbe anche la Medaglia dell’Ordine di San Maurizio. Tutte queste notizie ed altre relative agli anni a seguire, nonché la sua esperienza di parlamentare sono state da me sintetizzare e riportate in una pubblicazione estratta da una lunga serie di appunti che, negli anni, ho scritto sulla vita di papà in base a suoi racconti, riporti del suo attendente “Cosimino” e di tanti altri dipendenti ed amici che lo hanno conosciuto. La cerimonia si è svolta al Circolo Ufficiali della Scuola Sottufficiali in Palazzo Reale, messo a disposizione dal Generale Vecchi Comandante della Divisione Formazione ed Addestramento dell’Aeronautica Militare di Caserta. Un pò di cronaca. Dopo l’introduzione del Generale e dopo il saluto del Segretario Generale dell’Istituto del Nastro Azzurro, Antonio Teja, figlio di un generale amico di papà e lui stesso mio amico d’infanzia, ho preso la parola ed in due riprese ho ripercorso la vita del Generale de Stasio fino alla sua morte. Ho intrecciato la scansione temporale della sua vita con episodi personali e di guerra, soffermandomi a mostrare le sue doti di comando affatto disgiunte da un senso di amore per il prossimo e sempre pronto a dare il massimo di se per il bene comune. Ho anche sottolineato il suo senso religioso che non interferì mai con la sua vita di militare e di uomo di guerra e che gli valse la figliolanza all’Ordine di San Francesco; ho accostato la sua figura ad un altro grande generale tedesco, Frido von Senger und Utterlin che, nobile bavarese e benedettino laico, ben diresse le operazioni sulla Linea Gustav, cosa che non gli impedì di salvare il tesoro custodito nell’Abbazia di Montecassino. Tutta la rievocazione è stata accompagnata dalla proiezione di numerose foto relative alla sua vita militare. Al termine, l’avv. Alberto Zaza d’Aulisio, Vice Presidente della Società di Storia Patria della Provincia di Caserta, ha presentato il volume ed ha ricordato la sua figura di politico, sindaco e parlamentare. Il Generale Vecchi mi ha espresso il suo compiacimento per la piena riuscita della cerimonia, anche per la numerosa presenza di autorità civili e militari, nonché di ex militari dell’Aeronautica, molti dei quali avevano prestato servizio con papà. Ho spiegato che la scelta di ricordare personalmente la figura paterna è stata dettata unicamente dal desiderio di riportare i suoi ricordi con la semplicità e con la freschezza con cui lui me li raccontava stando seduti vicino al camino in paese o passeggiando nella Napoli ancora semi distrutta dai bombardamenti alleati, che tentava di risorgere carezzata dal bel sole del golfo. Al termine della commemorazione, la convinzione circa il buon esito della stessa mi è stata confermata dal commento di uno dei presenti che mi ha detto: “Bravo, sei stato bravo a non commuoverti, ma hai fatto commuovere noi che ti ascoltavamo.” Questa è la cronaca di un giorno che rimarrà indimenticabile non solo in me, uomo di parte, ma anche in molti che mi hanno fatto l’onore di partecipare. Maurizio de Stasio 25 IL NASTRO AZZURRO CONSIGLI DIRETTIVI FED. ALESSANDRIA Presidente: Gen. Luigi TURCHI Vice Presidente: Arch. Alessandro CORSICO Segretario-Tesoriere: Geom. Vittorio CALIGIURI Consiglieri: Cav.Uff. Maggiorino DEBERNARDI, Sig.ra Rosanna GUAGNANO LUPI, Dott. Pietro MARELLA, Cav. Armando PERRETTA Presidente del Collegio dei Sindaci: Gen. Gino MARCONI Sindaci: Azzurro Anselmo BONON, Cav. Renato CAMPAGNA FED. ALESSANDRIA – Sez. Casale Monferrato Presidente: Comm. Francesco RONDANO Vice Presidente: Sig. Andino BIZZARRO Segretario-Tesoriere: Gen. Gaetano RESTINO Consiglieri: Sig. Natale LUSTRISSIMI, Sig. Italo ROSSI Presidente del Collegio dei Sindaci: Dott. Pier Luigi CAPRIOGLIO Sindaco: Dott. Nicolao CAIRE FED. ALESSANDRIA – Gruppo di Tortona Presidente: Dott. Domenico MARUCCHI Vice Presidente: Dott. Mario BARBIERI Segretario-Tesoriere: Azzurro Fabrizio CORTE FED. BARI Presidente: Gen. Giuseppe PICCA Vice Presidente: Aiut.Btg. Comm. Felice MONGELLI Segretario-Tesoriere: Mar.llo Cav. Michele CONSOLE PONTRELLI Consiglieri: Sig. Giovanni BUCCI, Sigl. Giovanni LA MACCHIA, Sig. Marcello PICCA Revisori dei Conti: Sig. Giovanni SPERANZA, Sig. Francesco SPIZZICO FED. BOLOGNA Presidente: Rag. Cav. Giorgio BULGARELLI Vice Presidente: Cav. Cleto MASETTI Segretario-Tesoriere: Rag. Cav. Ugo BULGARELLI Consiglieri: Cav. Antonio CAREDDU, Sig.ra Anna GOIDANICH, Dott. Elvio REMIA Revisori de Conti: Ten. Lorenzo BULGARELLI, Avv. Franco FERRARI, Cap.Pil. Cav. Franco GRASSIGLI FED. FIRENZE Presidente: Gen. Dott. Bruno STEGAGNINI Vice Presidente: Gen. Giuseppe DE GREGORIO Segretario-Tesoriere: Prof.ssa Mara CECCHINI SAMOGGIA Consiglieri: Dott. Alessandro ADDARIO, Dott. Romeo VALLANZANO FED. GORIZIA Presidente: Sig. Rinaldo ROMANO Vice Presidente: Gen. Luigi BERNARDIS Segretario-Tesoriere: Sig. Renato OPPIERI FED. LIVORNO Presidente: Ing. Giovanni ANDREANI 26 Vice Presidente: Cav.Uff. Raniero CHELLI Consiglieri: Dott. Geol. Nello ANDREANI, Cav.Uff. Mauro BETTI, Sig. Andrea DEGL’INNOCENTI, Azzurro Francesco MIBELLI, Mar.Aiut. Enzo ROSSI FED. LIVORNO - Sez. Livorno Presidente: Cav.Uff. Raniero CHELLI Vice Presidente: Cav. Arturo LUCIOLI Segretario-Tesoriere: Sig. Andrea DEGL’INNOCENTI Consiglieri: Rag. Cav. Archimede CARUSO, Gen.CC. Giovanni Battista GROSSI, Cav.Uff. Antonio PRESTA, Cav. Bruno QUAGLIARINI FED. NAPOLI Presidente: Avv. Cav.Gr.Cr. Gennaro PERRELLA Vice Presidente: Comm. Mario ILARDO Segretario-Tesoriere: Cav. Gennaro LA RANA Consiglieri: Dott. Cav. Salvatore BOVA, Cav. Nicola MARAGLINO, Ten. Luigi SABELLA, Cap. Prof. Antonio SPIEZIA Presidente del Collegio dei Sindaci: Cav. Alessandro CARROZZO Sindaci: Sig.ra Maria Rosaria AMOROSO, Sig. Antonio CIMMINO FED. PADOVA Presidente: M.Gen. Comm. Saulle GUIDA Vice Presidente: B.Gen. Comm. Luigi LICCARDO Segretario-Tesoriere: S.Ten. Cav. Franco DALLA SERRA Consiglieri: Ten.p.i. Pietro PELIZZA, Inv.G. Cav. Enzo RAGNO, Rag. Cav. Antonio REUSPI, Rag. Cav. Francesco SCAPOLO FED. PADOVA – Sezione di Padova Presidente: B.Gen. Cav.Uff. Elio RICCIARDI Vice Presidente: Dott. Comm. Antonio RODA’ Consiglieri: M.Aiut. Cav. Enrico FRANCHIN, M.Aiut. Cav. Vito INTORCIA, M.Aiut. Cav. Francesco PEPE, Serg.M. Cav. Giovanni Battista SALATA FED. PESARO-URBINO Presidente: T.Col.r.o. Luigi LEONARDI Vice Presidente: Sig. Apollonio DA RIN Consiglieri: Sig. Bruno ALEXIS, Prof.ssa Giorgetta BUCCELLATI GUIDARELLI, Sig.ra Marina ROSSI SECCHIAROLI Sindaco: Sig. Ugo SECCHIAROLI FED.TARANTO Presidente: C.F. (T.O.) Luca BELLONE de GRECIS Vice Presidente: Dott. Nino Bixio LO MARTIRE Segretario-Tesoriere: Col.E.I. (Aus.) Francesco Antonio Giovanni CALO’ Consiglieri: Sig. Francesco CASTALDO, T.V. (cong.) Attilio FUNICIELLO Presidente del Collegio dei Sindaci: Sig.ra Maria Mafalda RIZZITELLI Sindaci: Sig.ra Lucia FAGGIONI, Sig.ra Teresa GALASSO GOMIERATO IL NASTRO AZZURRO LA FESTA DI TUTTI L a celebrazione della Liberazione, che ha visto riuniti a Cefalonia con il Capo dello Stato i Presidenti di tutte le Associazioni Combattentistiche, Partigiane e d’Arma con i loro Labari e Medaglieri, ha avuto come motivo dominante, già evidenziato nell’incontro del pomeriggio precedente al Quirinale, l’esortazione affinché questa diventi finalmente la festa di tutti. Il Capo dello Stato ha posto l’accento sulla pluralità di contributi che arrivarono, sia dai partigiani che dai militari, per la liberazione d’Italia sottolineando come questa più comprensiva visione del percorso che condusse l’Italia dal crollo dell’8 settembre 1943 all’insurrezione del 25 aprile 1945, debba favorire un effettivo “riconoscimento unitario del valore della festa celebrata”, ricordando che la Liberazione fu per l’Italia il frutto di innumerevoli sforzi, coerenti nello spirito e negli scopi, anche se distanti nei modi: lotta partigiana in armi, azioni di combattimento delle Forze Armate in Italia ed all’estero dopo l’8 settembre, resistenza dei deportati e degli internati nei lager e quella spontanea delle grandi città come dei piccoli comuni fino all’azione, spesso silenziosa e misconosciuta, di tantissimi singoli cittadini. “Questo multiforme contributo, a lungo sottovalutato è ormai iscritto a pieno titolo nella storia del nostro riscatto nazionale. Ecco perché” ha detto Giorgio Napolitano “la Liberazione fu in effetti anche premessa e condizione per un’Italia nuova, per la Costituzione, per la faticosa ed entusiasmante edificazione di una democrazia vitale, per la rinascita economica e sociale, per lo sbocciare della realtà istituzionale dell’Europa e delle organizzazioni internazionali e di conseguenza anima e strumento del multilateralismo in vista del superamento della contrapposizione tra i blocchi ideologici e militari”. Perché allora non seguire il suo sprone a stringerci la mano per una riconciliazione nazionale che nulla toglierebbe ai fatti contingenti accaduti oltre sessant’anni fa? Ognuno si comportò secondo coscienza ma, come sempre accade nelle scelte, una è quella giusta ma non è detto che l’altra, se espressione dei propri convincimenti e buona fede, possa essere definita sbagliata. Così hanno fatto in Polonia dopo una guerra civile che l’aveva dilaniata, così sta avvenendo nella ex Jugoslavia, ed allora ascoltiamo il nostro Presidente affinché il 25 aprile diventi veramente e finalmente la “festa di tutti”. Antonio Teja Ferrara celebra il 25 aprile Il 25 aprile u.s. il Ten.Col. Avv. Giorgio Anselmi, Presidente della Federazione e Presidente onorario dell’U.N.U.C.I. di Ferrara, ha commemorato il grande contributo delle nostre Forze Armate, in particolare dell’Esercito regolare, alla guerra di Liberazione, ricordando i 400.000 militari ed il sacrificio dei 1.816 Caduti e dei 5.127 feriti che hanno fattivamente combattuto per la libertà dell’Italia. Con commozione Anselmi ha ricordato la conquista di Montelungo, nei pressi di Cassino (16 dicembre ’44), da parte del 67° Rgt. Fanteria del quale egli, col grado di capitano, era al comando del II Btg.. 27 IL NASTRO AZZURRO CRONACHE DI FEDERAZIONE BIELLA CHIETI Il 15 aprile u.s. si è svolto a Milano, nella sede del Reggimento Artiglieria a Cavallo, il 58° concorso ippico nazionale di salto ostacoli. Tra le diverse categorie della giornata, i due premi di maggior prestigio sono stati il “Premio Voloire” (al primo classificato il trofeo offerto dal Presidente della Federazione di Biella dell’Istituto del Nastro Azzurro Tomaso Vialardi di Sandigliano) ed il “Premio Alfonso Ferrero della Marmora” (al secondo classificato il trofeo offerto dalla Federazione di Biella del Nastro Azzurro). L’evento si è svolto nell’eccezionale quadro del campo ostacoli della caserma Santa Barbara, alla presenza delle massime cariche militari e civili. L’Ammaina Bandiera con il Gruppo a cavallo nelle uniformi storiche ha concluso la giornata, densa di significato storico e sportivo. Alla presenza dei Sindaci e dei Gonfaloni di numerosi comuni della provincia, nonché di autorità civili, militari e religiose, si è svolta a Castelfrentano la cerimonia in memoria dei Caduti della cittadina. Presenti, inoltre, una rappresentanza del 9° Reggimento Alpini e numerose scolaresche locali. Dopo la Santa Messa, i saluti e gli interventi rievocativi iniziali, tutti i partecipanti hanno raggiunto, sfilando in corteo per le vie cittadine, il Monumento ai Caduti di tutte le Guerre, ove è stata deposta una corona e il Comm. Biagio Rossi, Presidente della locale Federazione del Nastro Azzurro, ha preso la parola, innanzitutto porgendo il saluto del Presidente Nazionale Com.te Giorgio Zanardi e di tutti i Decorati d’Italia, poi rammentando il supremo sacrificio e le gesta eroiche dei giovani Italiani in armi Caduti su tutti i fronti di guerra. Il suo appassionato discorso ha commosso ed, al tempo stesso, entusiasmato tutti i partecipanti alla manifestazione. Biella – Premio “Nastro Azzurro” CAGLIARI Il 29 gennaio u.s., a seguito della cerimonia di consegna al 151° Rgt. della Brigata motorizzata “Sassari” della seconda Medaglia d’Oro al V.M., il Comandante della Brigata ha inviato al Presidente della Federazione Cav.Uff. Antonio Di Girolamo la seguente lettera: “Cavaliere, la recente cerimonia tenutasi presso la Piazza dei Centomila in Cagliari, ha avuto ampio successo e vasta, positiva eco in tutta la Sardegna. La Sua autorevole presenza, unitamente alle altre Associazioni ed ai Labari, ha contribuito ad enfatizzare il significato della cerimonia e a dare lustro alla stessa. Per quanto sopra, anche a nome degli Ufficiali, Sottufficiali e Volontari, più che mai fieri di appartenere alla Brigata “Sassari”, Le formulo i più sentiti ringraziamenti.”. 28 Castelfrentano (CH) – Manifestazione in ricordo dei Caduti FROSINONE Il 4 aprile u.s. il Labaro della Federazione è stato presente al 63° Anniversario del sacrificio della M.O.V.M. Don Giuseppe Morosini. Presenti S.E. il Prefetto di Frosinone, il Sindaco Piergianni Fiorletta con tutte le Autorità di Ferentino, 8 Gonfaloni dei Comuni con i Sindaci, le maestre con i ragazzi delle varie classi e la IL NASTRO AZZURRO Bandiera Tricolore per ogni classe, la fanfara militare con il Picchetto d’Onore, Ufficiali e Sottufficiali e le Associazioni d’Arma. Sono state deposte tre corone di alloro: una alla casa di Don Morosini, una alla Chiesa e l’ultima al Monumento ai Caduti. Gli interventi del Prefetto, del Presidente del Comitato Primo Polletta, del Presidente della Provincia On. Francesco Scalia e del Sen. Giacinto Minnocci hanno completato l’evento. russo) e già Presidente della Sezione provinciale del nostro Istituto, che il prossimo 11 luglio compirà 98 anni. GORIZIA Il 25 febbraio u.s., a Ronchi dei Legionari, frazione di Vermegliano, una tradizionale cerimonia commemora annualmente tre Eroi locali: le M.O.V.M. Ottone Pecorari ed Ugo Polonio, nonché la M.B.V.M. Corrado Miniussi. Hanno risposto all’invito degli organizzatori: il Comune di Ronchi, l’A.N.C.R. con il Presidente del luogo Cav. Elia Ciesco ed il Cav. Uff. Alvise Duca della Federazione Provinciale, il Gen. Nicola Netti dell’A.N.ART.I., il cav. Mario Poiana dei Bersaglieri ed il Nastro Azzurro con l’Alfiere provinciale Cav.Uff. Ivone Cisotto. Come ogni anno, presenti un folto pubblico e tutte le Associazioni d’Arma provinciali. Presente anche la Sig.ra Pecorari, sorella della M.O.V.M. ed il Sig. Alfio Miniussi nipote della M.B.V.M.. Ronchi dei Legionari (GO) – Cerimonia commemorativa annuale LECCO Il nuovo Prefetto di Lecco, dott. Nicola Prete, ha incontrato, nella sala conferenze del Jolly Hotel, i Presidenti provinciali delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma i quali gli hanno consegnato un calendario dell’Arma di Cavalleria. Per il Nastro Azzurro erano presenti la M.A.V.M. S.Ten. (R.O.) Giuseppe Faccinetto, Presidente della Federazione provinciale, e il Vice Presidente della Federazione Ten. ca. Giovanni Bartolozzi che ha voluto presentare al Prefetto il decano delle Associazioni lecchesi, il cap. Ftr. Alessandro Galeazzi, M.A.V.M. “sul campo” (fronte Lecco – Incontro dei Presidenti delle Associazioni con il nuovo Prefetto MILANO La festa dell’Aeronautica Militare, celebrata mercoledì 28 marzo u.s. presso l’Aeroporto Militare di Linate alla presenza delle Massime Autorità Militari, Civili e Religiose Lombarde e presenziata dal Comandante della 1^ Regione Aerea, Gen. S.A. Nello Barale, è stata occasione di incontro tra quest’ultimo e la Federazione Provinciale di Milano del Nastro Azzurro presente con il Labaro e guidata dal Gen. B. Arnaldo Cassano, Vice Presidente Nazionale dell’Istituto e Presidente della Federazione. Tale incontro ha aperto la via alla visita del Comandante della 1^ Regione Aerea a “La Galleria degli Eroi” della Federazione Provinciale di Milano, svoltasi giovedì 5 aprile u.s., dove il Gen. Barale ha potuto ammirare le preziose memorie ivi custodite, soprattutto le 600 pergamene miniate da esperti amanuensi nell’arco di 80 anni, ciascuna delle quali riproduce la foto e la motivazione della decorazione ricevuta da altrettanti insigniti di M.O.V.M con il fatto d’arme cui si riferisce. Al Gen. Barale sono stati messi in particolare risalto i trenta Eroi della sua Forza Armata, fra i quali spicca il Ten. Col. Pilota Antonio Locatelli decorato con tre M.O.V.M.. Visibilmente commosso, il Gen.Barale ha ringraziato “…la Federazione per l’invito a questa visita odierna, doveroso atto di rispetto per chi ha servito con il massimo del sacrificio e del Valore e che è stimolo ed esempio per noi che abbiamo l’onore di servire l’Italia in uniforme”. Milano – Visita alla “Galleria degli Eroi” 29 IL NASTRO AZZURRO AZZURRI NELL’AZZURRO DEL CIELO FED. BOLOGNA: Ten.Col. Cav.Uff. Genunzio BERGONZONI (C.G.V.M.), Ten.Col. Prof. Fortunato BRUNI (M.A.V.M.), Serg.Magg.Pil. Cav.Uff. Armando GALLUZZI, Sig.ra Jole LOLLI, Sig. Sergio MAZZA, Cap. Amleto MONTERUMICI, già Vice Presidente della Federazione (M.A.V.M.). FED. BOLZANO: Il 18 marzo u.s. è deceduto il Gen.B.CC.(r) Sergio MASUTTI (M.B.V.M.’sul campo’), già Presidente della Federazione del Nastro Azzurro e dell’ANUPSA di Bolzano. FED. LA SPEZIA: Azzurro Achille BOVENZI (C.G.V.M. ‘sul campo’), Azzurro Comm. Michele LO MACINO (3 C.G.V.M.). FED. LECCO: Cav. Luigi BONFANTI. FED. LIVORNO: Ing. Vittorio FIDORA (M.A.V.M.), già Consigliere della Federazione. FED. REGGIO (M.A.V.M.). EMILIA: Ten. Glauco MONDUCCI FED. ROMA: Marinaio s.v. Mario BUONAUGURIO (C.G.V.M.), Magg.art. Dott. Comm. Guido CORTESANI (C.G.V.M.), N.D. Lidia de FLAMMINEIS vedova del M.se Gen.B. Michele FINELLI (2 C.G.V.M.-Passaggio in s.p.e. per M.G.), Ing. Emanuele FIORITTO fratello del S.Ten.f.spe Vincenzo (M.O.V.M. “alla memoria”), già Vice Presidente della Federazione, Amm.Sq. Eduardo MAGALDI (M.A.V.M.), Gen.C.A. Dott. Cav.Uff. Aldo PALA (M.B.V.M.), Cap.ftr. Cav.Uff. Bruno RUFFO (C.G.V.M.), Mar.llo Magg. Cav. Attilio VIZZINI BISACCIA (M.B.V.M. ‘sul campo’, C.G.V.M.). FED. SIENA: Azzurro Marino TURRINI (M.B.V.M.). FED. TORINO: Dott.ssa Paola NITAIS BERTOLOTTI, consorte del Magg. Dott. Ing. Carlo Bertolotti, Presidente della Federazione, Sig. Luigi REYNAUD. FED. PESARO E URBINO: Cap.ftr. Guido BATTISTELLI (C.G.V.M.). FED. PESCARA: Azzurro Alfredo MORANTINI (M.A.V.M., C.G.V.M.). Alle famiglie colpite da queste dolorose perdite giungano le espressioni del più vivo cordoglio della Presidenza Nazionale e di tutti gli Azzurri. Abbonamenti e potenziamento giornale - Federazione provinciale di PARMA - Federazione provinciale di MANTOVA - Dott. Desiderio PASSALI – Roma – “in memoria di mio padre Col. Giulio Cesare Passali” - Sig. Domenico TORRIGLIA - Verona - Federazione provinciale di MANTOVA - Dame Patronesse - Sig. Guglielmo D’ANGELO e Sig.ra Anna GLORIANI – Amatrice (RI) – “in memoria del Magg. Domenico D’ANGELO (fucilato dai tedeschi il 13.9.1943 a Larissa (Grecia) e di Casimiro D’ANGELO” - Azzurro Gaetano MULE’ – Villarosa (TP) - Sig.ra Maria SPEZIA – La Spezia - Sig. Giuseppe GENOVESE - Trapani - Sig.ra Francesca CASATI VENA - Bologna - Sig.ra Maurizia GIOVANETTI - Ferrara - Comando Reclutamento e Forze di Completamento Regionale Abruzzo - Sig.ra Giovanna SCARINZI – Casalbuttano (CR) - A.N.C.R. – Sez. di Breno (BS) - Gen.B. Luigi Francesco DE LEVERANO - Sassari - Gen.Div. Mario MARIOLI - Roma - Azzurro Vittorio LODI - Roma - Sig.ra Maria Luisa PETRUCCI – Roma – “ad imperituro ricordo di mio marito Cap. 1° Rgt. Granatieri di Sardegna Dott. Cesare SAVINI – M.B.V.M.” 30 € € € € € 200,00 100,00 60,00 60,00 50,00 € € € € € € € € € € € € 50,00 50,00 50,00 35,00 30,00 30,00 25,00 25,00 20,00 20,00 20,00 14,00 € 10,00 IL NASTRO AZZURRO RECENSIONI GENERALI - Controstoria dei vertici militari che fecero e disfecero l’Italia di Domenico Quirico, Edizioni Le Scie – Mondadori, prezzo 20,00 Euro, pagine 411. Una lettura stimolante, non perché il contenuto non lo sia, ma perché l’accadimento storico viene analizzato dall’Autore, Domenico Quirico noto giornalista già autore di interessanti monografie sulle nostre truppe coloniali e sulla battaglia di Adua, da una diversa angolazione: quella della “classe dei Generali”. Un excursus storico che va dalle guerre di Indipendenza al Secondo Conflitto Mondiale, dove i protagonisti assoluti sono loro: La Marmora, Cadorna, Graziani, Diaz, Badoglio, solo per citarne alcuni. Generali che hanno contribuito in modo sostanziale a fare e disfare l’Italia. L’Autore li analizza in modo obiettivo, ne evidenzia pregi e difetti, ne esalta virtù e manchevolezze, sottolineando la loro natura corporativa, di clan, attraverso biografie eccellenti: “i Piemontesi”, onnipresenti fino alla Seconda Guerra Mondiale, orgogliosi del loro status, del loro alto senso del mestiere della guerra; “i Garibaldini”, che incarnano il mito della baionetta risolutrice; “gli Africani”, ai quali viene associata la qualifica di “coloniali”; “i Fascisti”, che, pur obbedendo ciecamente a Mussolini, vollero mantenere e preservare la loro autonomia. Una pubblicazione ricca di interessanti spunti, che fa riflettere e che mette a nudo realtà a volte lasciate cadere nell’oblio. Edito dalla Mondatori, collana Le Scie, è presente nelle migliori librerie. L’INCIDENZA DELLA NUOVA LEGGE 241 DEL 1990 SULLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI (E SU QUELLA MILITARE IN PARTICOLARE) di Vittorio TENORE, edizioni CEDAM, prezzo 39,00 Euro, completo di DVD. Il volume è impreziosito dalle due presentazioni, rispettivamente di Alberto de Roberto, Presidente del Consiglio di Stato, e di Gianpaolo Di Paola, Capo di Stato maggiore della Difesa. Si tratta di un manuale che percorre tutti gli aspetti dell’applicazione di una delle leggi più conosciute e utilizzate d’Italia: la legge 241/90, nota come “legge sulla trasparenza”, che costituisce il punto di svolta nei rapporti tra la Pubblica Amministrazione e il cittadino. Ricco di esempi applicativi e di citazioni giurisprudenziali, il volume è scritto con uno stile concreto e semplice, che facilita l’approccio a chi non è avvezzo alla terminologia giuridica ma, per motivi di lavoro, deve poterlo consultare alla ricerca di una soluzione agli svariati problemi che si presentano nel corso dell’attività giornaliera della Pubblica Amministrazione e che devono essere risolti. La soluzione, inoltre, deve essere trovata in modo che sia al contempo esaustiva ed anche offerta con quella rapidità che oggi il cittadino tende sempre più ad identificare come un preciso indice dell’efficienza dell’Amministrazione stessa. Il particolare risalto dato alle problematiche di applicazione della legge 241/90 all’ambiente militare è la peculiarità del libro che non potrà mai mancare, d’ora in poi, nelle scaffalature con le quali è generalmente arredato l’Ufficio del Comandante. Il libro è integrato da un “CD-rom” che contiene un’ulteriore appendice normativa di rapida e utile consultazione. NOTE LIETE La Federazione di Roma è lieta di porgere i più sentiti auguri agli Azzurri Col.ftr. Cav. Giorgio Licitra (M.B.V.M.) e Magg.ftr. Dott. Cav. Tullio Filtri (C.G.V.M.) che hanno rispettivamente compiuto 100 e 103 primavere. P ORTIAMO A CONOSCENZA DI TUTTI I S OCI CHE IL C ONSIGLIO N AZIONALE HA DELIBERATO DI NON PROCEDERE PIÙ ALLA PUBBLICAZIONE SUL PERIODICO “I L N ASTRO AZZURRO” DI NOTIZIE INERENTI ANNIVERSARI DI MATRIMONIO , EVENTI FAMILIARI , COMPLEANNI ( SI FARA’ ECCEZIONE SOLO PER I CENTENARI ) ED ALTRI EVENTI PERSONALI DEI S OCI CHE FINORA TROVAVANO LUOGO DI PUBBLICAZIONE NELLA RIBRICA “NOTE LIETE”. Informativa ai sensi della Legge n.675/1996, Art.13 D.Lgs. 196/2003 In conformità a quanto previsto dalla Legge n.675/96, a tutela della privacy, informiamo gli Abbonati che il trattamento dei dati personali di persone fisiche e/o giuridiche operato dall’Istituto del Nastro Azzurro è improntato ai principi di correttezza e trasparenza, nonché di tutela della riservatezza. Comunichiamo pertanto che: • i dati sono trattati esclusivamente ai fini del recapito della nostra rivista bimestrale “Il Nastro Azzurro”; • il trattamento è effettuato sia a mezzo cartaceo che elettronico; • il conferimento dei dati è assolutamente facoltativo; • l’interessato può esercitare il “Diritto di recesso ai dati personali ed altri diritti” di cui all’Articolo 7 del Decreto Legislativo 196/2003 scrivendo a : Redazione de “Il Nastro Azzurro” Piazza Galeno n.1 – 00161 ROMA Fax n.06.44266814 [email protected] nel qual caso non sarà più possibile recapitargli la rivista al suo indirizzo; • il responsabile dei dati è il Direttore responsabile della rivista. 31 1) 2) 3-4) 5-6) 7) 8) 9) Distintivi con decorazione e Dame Patronesse: € 7 Distintivi dorati: piccoli: € 3, medi: € 3,50 grandi: € 4 Portachiavi: smaltato: € 7,50, metallo: € 3,50 Crest: piccolo: € 20 grande: € 25 Labaretto: € 10 Emblema Araldico: € 20 Fermacarte in onice: € 9,50 10) 11) 12) 13) 14) 15-16) Posacenere: € 9 Attestato di Benemerenza: € 20 Orologio: € 30 Cravatta: lana: € 12 seta: € 15 Foulards in seta: € 28 Cartolina: € 0,30, cartoncino doppio: € 0,50, busta: € 0,10 Tutta l’oggettistica è in vendita presso le Federazioni che in caso di carenza di materiale possono richiederlo alla Presidenza Nazionale dell’Istituo. 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