------------------- "i' -----•C-.. II é ' 71~t~5~2~~ • 1 W i - ••• ANNO XXIX PISA, 15 Dicembre 1901 (CONTO CORRENTE CON LA POSTA) Num. 50 (CONTO CORRENTE CON LA POSTA) Periodko Settimanale corattgo zrn, Benedico tutti gli associati alla CROCE PISANA LEONE Xf// (1/. Direttore (16 Ottobr e M8/). Deus vos benedicat. dummodo Veritas praecedat, cornitetnr et sequattir P. PP. IX. PIO IX agli scrillori della CROCE PISANA. UFFICIO D' AMMINISTRAZIONE presso la Curia Arcivescovile. Le lettere non affrancate si respingono. — I manoscritti ancorché non pubblicati non si restituiscono. — Si rende conto dei Libri e Giornali SI PUBBLICA LA DOMENICA ABE3ONAMENTI E INSERZIONI In Italia per un Anno . . L. 3,00 — Per un Semestre • . L.1,50. Una copia centesimi cinque. spediti all' Ufficio. ANNUNZI Per l'Estero aumento della spesa postale. e irountziosi Centesimi 15 per linea o spazio di , LA PAROLA DEI VESCOVI TOSCANI 11 Papa e l'Italia. tati oltre le forze, non ci lascia senza conforto. Chi di fatti non vede che, non ostante la neVenerabili Fratelli e Figliuoli carissimi. quizia dei tempi, si manifesta dappertutto un Abbiamo anche quest' anno adempito al domirabile consolantissìmo risveglio della fede ? vere di radunarci per studiare in comune i mezzi La fame di pascolo salutare. che mostrano i di provvedere ai bisogni spirituali delle nostre popoli coll' accorrere frequenti ad ascoltare popolazioni: bisogni resi ognor più gravi e molparola di Dio; la gara di attestare l'amor loro teplici dalle tristissime condizioni dei tempi. al Divin Redentore coll'erigergli splendidi moL'abbiamo fatto nel mese e sotto gli auspicii numenti sulle vette dei monti; lo stupendo della gran Vergine del Rosario, per impetrare spettacolo d'innumerevoli moltitudini di fedeli il suo validissimo patrocinio. Essa ha il potere accorse nel passato anno all'eterna città per di abbattere tutti gli errori, e noi speriamo che lucrare il S. Giubileo e venerare il Vicario di ci sarà larga del suo aiuto, acciocchè possiamo G. Cristo; i pellegrinaggi che si moltiplicano ai confermarvi nella fede e darvi salute voli ampiù celebri Santuari, sono altrettanti argomenmonimenti. Ascoltate dunque, Venerabili Frati che evidentemente dimostrano quanto l'Itatelli e Figli carissimi, con l'usata do cilità la lia sia affezionata alla sua fede, a quella fede parola, che dopo la plenaria adunanza, tenuta che vi fu portata da S. Pietro e merce l'opera non ha guari in Pisa nel nome di Gesù Cristo, dei suoi successori vi si è conservata, e vi si giudichiamo opportuno rivolgervi; addoTorati conserverà, intatta e pura fino all'ultimo dei per una parte dall'orrendo spettacolo di una giorni. Di questa guisa il Divin Redentore, che guerra che, continua e ognor più aspra, si fa ha posto in Roma la Sede del suo Vicario e ve a Cristo Redentore del genere umano, confortati la sostiene non ostante le più fiere e svariate però dall'altra perché Iddio padre delle miseripersecuzioni, fa conoscere quanto prediliga l'Icordie non lascia di consolarci nella grave tritalia. bolazione che ci affigge; consolaticr nos in omni Or bene, o carissimi, noi siamo italiani; attri7oulatione nostra. testiamo adunque la nostra riconoscenza a Chi Si, dilettissimi, ci addolora profondamente il non solo si è degnato di redimerci a prezzo vedere che col più tremendo accanimento si 1 del proprio sangue, ma ha voluto altresì che sforzano le sate di bandire Gesù Cristo dalla .• fosse a noi più vicino quel faro donde irradia famiglia, dalla scuola, dalla società, dalle leggi, la vera luce per tutto il mondo, affinchè conoda tutte le appartenenze della vita, e vanno sca e professi la verità,; più vicino quel fuoco del continuo ripetendo quell'empio, ina al tempo che acceso sulla terra dal Redentore, la riscalda stesso insano grido: Eradamus eum de terra vie feconda perchè vi fioriscano le opere della ventium — Tolte, tolte; crucifige eum. E poichè non virtù. Deh ! che questa luce superna illumini possono sfogare il loro odio contro l'adorabile sempre le nostri menti, riscaldi sempre questo persona dell'Uomo Dio che condannato a morte fuoco i nostri cuori; e ciò avverrà senza fallo 'dalla giudaica perfidia e risorto a vita immorse professeremo sempre verso il Papa, Vicario tale non muore più: -Itun non )noritur ; (1) si avdi G. Cristo, sentimenti sinceri di attaccamento ventano contro Colui che ne fa le veci sulla e di devozione; se saremo solleciti di adempierne terra e, non contenti di averlo ridotto ad una i comandi e conformare le nostre parole e le condizione insopportabile, colle calunnie, cogli azioni al suoi insegnamenti. E egli onesto, diinsulti, colle bestemmie, coi vituperii d'ogni lettissimi, il vostro proposito ? Noi lo speriamo maniera pensano di poterlo togliere di mezzo, 'e in questa speranza vi esortiamo caldamente allontanando da lui i popoli e le nazioni: iniquo a darne una prova nella prossima faustissima ma in pari tempo insano disegno che l'umana ricorrenza, del Giubileo Pontificale di Leone e la stessa diabolica malvagità non potrà giamXIII. mai colorire, perché ciò impedisce quell'onnipotente parola: portae inferi non praevalebunt. No, Il giubileo del Papa. il Papato non si distrugge, perchè il dito di Vi dicevamo teste, dilettissimi, che la vita Dio ha impresso in lui il carattere dell'immordel Romano Pontificato è perenne e perpetua. talità. Mori il primo Papa, Pietro, ma rivisse L' questa la nostra fede inconcussa, perchè ha in Lino; mori Lino, ma rivisse in Cleto, e cosi fondamento in quella solenne promessa fatta per il lunghissimo spazio di dicianno ve secoli; da G. Cristo al primo Pontefice: « Tu es Peed ora rivive in quel gran Papa che è Leone trus et super hanc petram aedificabo Ecclesiam XIII, pontefice al tutto provvidenziale per la meam; et portae inferi non praevalebunt adversapienza colla quale ha sfolgorato tanti errori; sus eam (1).... Ecce ego vobiscum sum omnibus per la carità, con cui ha mostrato in tante diebus usque ad cousummationem saeculi (2). guise quanto gli stia a cuore il bene dei suoi È questa la nostra fede che ha per sè la pafigli; per lo zelo illuminato, col quale ha richiaparola di Dio e la testimonianza dei secoli. Ma, mato gli erranti all'ovile di Gesù Cristo; per la quasi a confermarci nella medesima e renderci pietà, di cui ha dato luminose prove nel propiù sicuri dei trionfi che sono preparati alla muovere il culto di Dio. Chiesa e al suo Capo visibile, ecco il Signore No, il Papa non muore: e di questa verità conservare mirabilmente la vita di un nonagedovrebbe persuadere gli stessi nemici della nario Pontefice, nel quale per la lucidezza della Chiesa la testimonianza, non ch'altro di tanti mente e l'energia dell'animo sembra come nelsecoli quanti ne sono trascorsi dalla sua fonl'aquila rinnov ata la gioventù (3). dazione; ma pur troppo accecati come sono Si, venerabili Fratelli e Figli carissimi, il dall'odio contro Gesù Cristo si lusingano di sta per entrare nel XXV.o anno del S. Padre poter finalmente erigere alla distruzione del Pontificato, e noi vi annunziamo con grande suo Cristianesimo quel monumento che coll'epigrafe: allegrezza dell'animo nostro questo glorioso avnomine christianorum deleto, volle, ma non potè venimento, affinché voi pure esultando e ralinnalzare colla feroce persecuzicine di tre secoli legrandovi nel Signore vi apprestiate a celela pagana empietà. Si lusingano invano, ma inbrarlo con noi nel miglior modo richiesto dalla tanto proseguono a perseguitare il Papa e la fede e dall'amore dei figli. Qual grande PonteChiesa; ed ecco, dilettissimi, ciò che grandefice che il Divin Redentore in tempi così tristi mente ci addolora, perché questa guerra neha provvidamente preposto al governo della fanda mentre nel più acerbo modo strazia il sua Chiesa, il sapientissimo Leone XIII, dopo cuore del padre amantissitno della cristiana faaver celebrato fra l'esultanza del mondo cattomiglia, strappa dal suo seno tanti incauti che il cinquantesimo anno del suo Sacerdozio lico si lasciano arreticare dalle subdole e iniquie e quello del suo Episcopato, sta per toccare gii arti dei tristi. anni di S. Pietro nella Cattedra Romana. L'eSe non che Iddio, benigno com'è e pieno di sordire del secolo vigesimo vedrà così rinnomisericordia, non permettendo che siamo teu- - l ' varsi quel fatto provvidenziale, che già rallegrò nel giubileo del Pontefice dell'Immacolata il tramonto del secolo decimonono. Venerabili fratelli e figli carissimi ! Voi non avete mai voluto esser secondi ad alcuno nell'affetto e nella venerazione verso il Sommo Pontefice. e noi siamo testimoni dello slancio con cui avete corrisposto ai nostri desiderii, ogni qual volta vi esortammo a prender parte a quelle care solennità, con cui si celebrarono le date più gloriose del regno al tutto straordinario del presente Pontefice. Su dunque, rinnovate anche una volta si giocondo spettacolo nella vicina faustissima ricorrenza. Deponete ai piedi di Leone XIII l'omaggio della vostra fede, manifestategli i vivi sentimenti del vostro cuore, rallegrate la sua canizie col fargli attorno degna corona; allinchè nel tramontare della sua lunga vita Egli levi sopra di voi la sua destra e, come il vecchio Giacobbe, faccia scendere sul vostro capo la benedizione di Dio. A tal fine noi vi raccomandiamo anzi tutto d'innalzare al SignOre fervide preci, acciocchè esaudisca i voti del mondo cattolico che si apparecchie a festeggiare un avvenimento si straordinario. Iddio, che donò alla sua Chiesa un Pontefice si insigne per dottrina, così ardente per zelo e pietà, così glorioso per magnanime imprese, lo conservi ancora all'affetto de' figli al tiene" della Chiesa universa: Dominus conservet eutu. » La scintilla della vita ravvivi ancora per molti anni quel debole frale in che - l'accese col suo soffio divino: « et vivificet eum». e gli conceda di aggiungere' nuovi allori alla sua immarcescibile corona: a et beatum faciat eum in terra. - La Democrazia cristiana e i giovani. Ma un triste pensiero viene ora ad amareggiare la santa letizia che reca la previsione dei prossimi festeggiamenti. Prenderanno tutti parte ai festeggiamenti stessi ? Oh ! pur troppo ciò non faranno quegl'infelici che per somma loro sventura odiano la Chiesa, e forse (che Dio noi permetta!) ne prenderanno occasione per inveire con nuovi insulti contro il venerando Vegliardo del Vaticano. Noi pregheremo per loro, come abbiam fatto fin qui, affinché si convertano e ritornino al seno di quel Padre amatissimo; ma la lunga e quotidiana esperienza ci fa temere, con nostro grave dolore, che le nostre preghiere, per l' ostinazione di quegl' infelici, non otterranno 1' effetto ardentemente desiderato. Ma almeno concorreranno tutti quelli che profes sano affezione al Papa, alla Chiesa, alla Religione? si prostreranno tutti ai piedi del Papa, per offrirgli il sacrifizio delle loro opinioni e protestare piena obbedienza ai suoi insegnamenti? Non vogliamo dubitarne ; ma non siamo tranquilli, perché tra costoro ve n' ha alcuni che non mostrano di apprezzare come si deve I quella concordia degli animi di cui è autore lo Spiritc,) Santo, e quella unità d' intenti tante volte raccomandata dal Santo Padre. La causa' del Papa, della Chiesa e del popolo cristiano, combattuta oggi fieramente dalla rivoluzione, ha bisogno urgente di un a difesa saggia, pru dente, ordinata, concorde. Il Papa ha all'uopo parlato più volte e ha dato le norme per si fatta difesa, onde se ne possano sperare e ottenere salutevoli effetti. Ricordare tutti gl'insegnamenti, gli ammonimenti e i comandi da lui dati in proposito non é cosa che si possa fare entro i limiti di una Lettera Pastorale. Basterà a ciò l'Enciclica Graves de communi,l' in cui Leone XIII con mirabile sapienza e chia•rezza parla dell' azione dei cattolici in pro del popolo; denominata oggi democrazia cristiana, e dà le norme perchè quest'azione richiesta dal bisogno dei tempi sia veramente cristiana. Giovani carissimi, che sotto il vessillo della vera democrazia cristiana militate nel campo cattolico per difendere le ragioni di Dio, della Chiesa e del popolo. Iddio vi benedica e vi aiuti colla sua grazia! Segregati come siete da coloro che pervertiti dalle sate, formano l'esercito contrario alla Chiesa e al vero bene dei popoli, Noi vi amiamo con singolare tenerezza ; Noi commendiamo altamente il vostro zelo, la vostra attività, il vostro desiderio di far del bene, e facciamo voti perchè l'opera vostra produca quei frutti che da voi aspettano la Chiesa e la società.. Affinchè però • possiate raggiungere questo scopo, permettete che vi diciamo una paterna ma franca parola, la quale non é del resto che l' eco di quella del supremo Maestro della Chiesa. Lungi da voi ogni intento politico ;. perchè la vera democrazia cristiana non é se non una . benefica azione cristiana a favore del popolo, azione che, senza riguardo a forme politiche di governo, si esplica nell'adempimento dei precetti del Vangelo che si riassumono nell'amare Dio sopra tutte le cose e il prossimo come noi stessi. Né alle sole classi inferiori si restringa l' opera vostra, perchè anche le superiori hanno bisogno di sollecitudini e cure, formando insieme colle altre un solo corpo animato dallo stesso spirito: « un solo corpo, dice l'Apostolo, e un solo spirito, come siete ancora chiamati ad una sola speranza della vostra vocazione. Un solo Signore, e una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è sopra di tutti e per tutte le cose e in tutti noi (5) ». E ciò tanto più che, come avv rte il S. Padre, coloro che per censo, per ingegno e per educazione sono sopra gli altri, non si trovano liberi di curare o meno la sorte deg,1' infimi, ma vi sono veramente obbligati. Né, avranno a pentirsi se corrisponderanno, sia pure con sacrifizio, vostre esortazioni ; avranno anzi largo compenso della lor carità, perchA oltre allo scongiurale il pericolo di veder travolti sè stessi e le loro sostanze dalla marea che monta in modo spaventoso, otterranno da Dio misericordia : Beati . misericordes ; quoniam ipsi misericordiam consequentur (6), e si faranno degli amici che diano loro ricetto nei tabernacoli eterni (?). Notate poi che il sollievo dei bisogni temporali non è certamente l'unico oggetto del"' opera vostra ; molto più importanti sono i bisogni spirituali, segnatamente in questa sfrenata licenza di tempi che fa purtroppo orrenda strage delle anime. Il miglioramento delle condizioni I economiche dei bisognosi sia dunque per voi mezzo, non fine. Andate all'operaio, per persuaderlo che non lo ama chi col pretesto di promuoverne il benessere materiale lo spinge all' odio, alla rapina, al delitto; l' unico suo amico è Cristo, che noli' osservanza della divina legge gli promette pace e prosperità: Cristo che ha nobilitato santificato il lavoro facendosi egli stesso operaio nell'officina di Nazaret, o munendo il diritto dell' operaio alla conveniente mercede, con quella tremenda sanzione: « La mercede degli operai « che hanno mietuto le vostre possessioni e ne furono da voi frodati alza le grida, e il clamore di essi è penetrato nell' orecchie del « Signore degli eserciti (8) ». Andate al povero per dirgll che i riformatori della social convivenza mentiscono quando dicono di amarlo e di volerlo mettere a parte dei beni e godimenti terreni. Essi hanno perduto la fede e 'insieme cou essa la cariÚ, onde è che sono incapaci di amare ; ciò che li muove non é il desiderio di far del bene alla classe degl' indigenti ma l' odio a Cristo, perc.hè è un ostacolo al compimento dei loro disegni ; vovogliono servirsi dei poveri, come di gradino per salire più in alto. Dite al povero che Cristo soltanto è quegli che veramente lo ama, essendo venuto dal cielo ad evangelizzarlo Evangelizare Ir ------ R. • 1•• •Ir .1 «.".r•••••••■•••••3:411.". «. • 3 4' r?'. 1 .7 ». a;g ▪ 3 111 . . . m . Ce." 5" ormap xsxmcii.1 paupen'bus misit me (9), e dichiararlo un altro sé stesso: « Ogni volta che avete fatto qualche « cosa per uno dei più piccoli di questi miei « fratelli, l'avete fatta a me (10) » ; e avendo lasciato alla Chiesa come iti retaggio il suo grande amore pei poveri, retaggio che la Chiesa ha fatto in ogni tempo mirabilmente fruttificare con innumerevoli istituzioni destinate a sovvenire agl'infelici di ogni maniera ; e ciò fino al punto di chiamare i beni donati ad essa dalla pietà dei fedeli patrimonia pauperum. t Andate al ricco, ed esortatelo efficacemente ! ad apprendere il grave pericolo che sovrasta, oggi segnatamente, a sé stesso e alle cose sue, se non adempie quel solenne precetto di Gesù Cristo : Quod superest date eleemosynam (11). 't Eccitatelo a far buon uso delle sue sostanze, ricordandogli quelle paurose minaccio di Cristo stesso : « È più facile che un cammello entri per « la cruna di un ago, che un di loro (ricchi) « per la porta del cielo (12), — « Guai a voi o ricchi, perchè avete ricevuto la vostra consola« lazione (13) . Nè omettete, per confortarlo, di ricordargli che nel giorno della retribuzione il Divin Giudice dirà a coloro che avranno fatto del bene agi' indigenti quelle consolanti parole: « Venite, benedetti dal Padre mio, prendete « possesso del regno preparato a voi fino dalla « fondazione del mondo (14) ». Andate al popolo per alleviarne le sofferenze, ma adoperatevi con tutto l' impegno a ravvivare in esso i sentimenti morali e religiosi, richiamandolo all' osservanza della legge santa di Dio e alla pratica di quelle virtù che, mentre rendono testimonianza della cristiana professione, contribuiscono potentemente a mitigare le asprezze della vita e mantenere in pace la società. Non dimenticate giammai che la que1 stione sociale, tanto agitata de' nostri giorni, non è soltanto economica, si bene principalmente morale e religiosa. Tolga poi il cielo che s'intrometta fra voi chi pensa troppo altamente di se medesimo e non sa esser saggio con modestia contro quelP ammonimento dell' Apostolo : Non plus .sapere quam oportet sapere, sed sapere ad sobrietatem (15). Nè sia tra voi, che vi appellate democratici ( cristiani, chi pensa che il solo nome di cristiano possa dispensarlo dall' obbligo della obbedienza e del rispetto verso coloro che per natura e per volontà espressa di Dio sono sopra di lui. . Egli infatti verrebbe meno al dovere di cristiano, ' che è di sottostare a chi è rivestito di autorità: « 0ni anima, dice l'Apostolo, sia soggetta alle « potestà superiori (16), e principalmente al Papa, « supremo Capo della Chiesa, e quindi ai Vet: scovi giusta il precetto dello stesso Apostolo: « Siate obbedienti ai vostri prelati, e siate ad « essi soggetti. Imperocchè vegliano essi come « dovendo rendere conto delle anime vostre (17)» . , é!) . lettera ai Romani colle parole: « Multi unum corpus sumus in Christo, singuli autem alter alterius membra 18). » Oh ! com' è bello questo corpo mistico della Chiesa creato da Gesù Cristo a somiglianza del corpo umano che Iddio creava al principio delle umane generazioni. Noi però dobbiamo dare opera a fine di far risplendere nel medesimo le virtù enumerate nello stesso luogo dall'Apostolo che dice « Io vi scongiuro... Riformate voi stessi col rinnovellamento della vostra mente... Chi fa altrui parte del suo lo faccia con semplicità; chi presiede sia sollecito ; chi fa opere di misericordia lo faccia con ilarità. Dilezione non finta : abborrimento del male, affezione al bene : amandovi sca,mbievolmente con fraterna carità: prevenendovi gli uni gli altri nel rendervi onore. Per sollecitudine non tardi : lieti per la speranza: pazienti nella tribolazione : assidui nell' orazione : entrando a parte dei bisogni dei santi: praticando ospitalità. Rallegrarsi con chi si rallegra, piangere con chi piange : avendo gli stessi sentimenti l' uno per 1' altro: non rendendo male per male : avendo cura di ben fare non solo negli occhi di Dio, ma anche in quelli di tutti gli uomini 19). Del resto, Figliuoli dilettissimi, perché tutto proceda con ordine e l' opera vostra sia feconda di ubertosi frutti in vantaggio della religione e della società, noi vi scongiuriamo di attenervi scrupolosamente al grave ammonimento del S. Padre che cioè « l' azione dei Cattolici eser« citerà certo un più largo influsso, se tutte « le società, pur serbando la propria autonomia, « muovansi sotto l'impulso di un'unica direzione. « E in Italia questa direzione (aggiunge il « S. Padre) vogliamo che spetti all' Opera dei « Congressi e Comitati Cattolici che più volte « si meritò le nostre lodi, alla quale il nostro « Predecessore e Noi medesimi affidammo l' in« carico di dirigere il movimento cattolico, sem« pre sotto gli auspicii e la guida dei Vescovi » E quest' Opera benemerita ha sempre proclamata e praticata la sua piena soggezione e obbedienza ali' autorità dei Vescovi, obbedienza che il S. Padre ha per due volte inculcata nel1' Enciclica Graves de Communi, dichiarando che lo zelo a se tenta di menomare il dovere dell' obbedienza, non è sincero nè fecondo di solida utilità nè grato a Dio. Dilettissimi_ giovani, deh! per l'amore che verso la Chiesa e la società vi scalda il petto, dateci la consolazione di vedere osservati questi snpienti e salutari ammonimenti del Padre amantissimo. Ricordatevi che il Papa è Vicario di Colui che ha parole di vita eterna. Operate dunque in conformità dei suoi insegnamenti e comandi, e se non potrete fare tutto il bene che desiderate, opporrete almeno una diga al male che da ogni parte dilaga, e grande sarà il vostro merito presso Dio e presso gli uomini. * Il dovere dei Sacerdoti. Solenne precetto che 'tutti i fedeli debbono religios tmente osservare, ma in modo speciale i sacerdoti che hanno il dovere di inculcarlo agli altri colla parola e coli' esempio. I sacerdoti sieno, a preferenza dei laici, solleciti di adempiere il dovere dell' obbedienza, perchè nella soggezione all'autoritt si manifesta lo spirito ehe deve animarli nell' adempimento della loro missione, chè è quella di zelare il bene dellé -anime, l'ordine, la pace, la concordia, la carità, la giustizia, l'osservanza, in una parola, della legge santa di Dio. Si, i sacerdoti animati dallo spirito di Gesù Cristo sono coloro che efficacemente possono contenere il movimento democratico entro i limiti segnati dal S. Padre, affinchè l' odierna società renda quella bella immagine della so. cietà dei credenti descritta dall' Apostolo nella PICCOLA MARTIRE c Su in alto, in fondo al ballatoio del quarto piano della casa di fronte alla mia, dove abitavano molte famiglie operaie, mi era apparsa un mattino lucido di giugno. Era una fanciulla alta e bionda. E aveva sul davanzale della fine ìtra dei garofani bianchi in fiore e aveva dei geranii in sul ballatoio che rosseggiavno vivamente al sole. Ella mi era apparsa con le braccia alte, come appuntandosi le traccie sul capo e col volto sorridente. Doveva essere una inquilina nuova perchè non l'avevo veduta mai. Gli altri inquilini per l'abitudine che avevo di guardarli, studiando la loro vita di poveri lavoratori, li conoscevo quasi tutti. E poi non conoscerli sarebbe stato impossibile. C'era Andreone, il vecchio cenciaiuolo «che rincasava ogni sera bestemmiando e faemulo un fracasso del diavolo colla moglie, una povoraccia sciancata che scendeva a stenti le scale per fare le provviste. C'erano i fratelli; (lenoli alti e bruni, che arrivavano a casa a mezzogiorno e a sera, fischian(10 l' inno dei lavoratori, humacabilmente. Poi uscivano di nuovo, sempre fischiando, col garofano rosso all'occhiello. C'erano sempre allo stesso piano, in una camera, quattro o cinque Tornando ora al dolce argomento del giubileo Pontificale di Leone XIII, e volendo che ai festeggiamenti che si faranno si dia principio colla preghiera, ordiniamo anzi tutto che dal primo giorno del prossimo futuro Gennaio fino a tutto Marzo in ogni Chiesa alla Benedizione che s' imparte col SS. Sacr'amento sia recitato prima del Tantum ergo un Pater, Ave e Gloria coli' Oremus pro Ponti/ice Nostro Leone etc. e l' orazione propria Omnipotens aeterne a sè la presidenza. Noi ci ripromettiamo che ciascuna delle anzidette Commissioni corrispondendo ai comuni desiderii porrà ogni studio senza badare a sacrifizi e fatiche, affinché al Sommo Pontefice siano date anche dalle nostre Diocesi speciali prove di affetto e venerazione. Troveranno esse, come sempre è avvenuto, cooperatori efficacissimi negli zelanti Parrochi e Sacerdoti, e nelle Associazioni cattoliche non che in tutti i buoni concordia e corrispondenza. Di questa guisa coi festeggiamenti in onore del Vidario di Gesù Cristo sarà posto suggello all' Omaggio che la cattolica Toscana ha offerto al Redentore divino. Seguono le firme. (1) Rom. VI, 9. — (2) Matth. XVI. 18. — (3) Matth. XXVIII, 20. — (4) Ps. di, 5. — (5) Ephes. IV, 6. — (6) Matth. V, 7. — (7) Luc. XVI, 9. — (8) Jac. V, 2-5. — (9) Lue. IV. 18. — (10) Mat th. XXV, 40. — (11) Luc. XI. 41. — (12) Matth. XIX, 24. — (13) Luc. VI, 24. — (14) Matth. XXV, 34. — (15) Rom. XII, 3. — (16) Rom. XII, 1-17. (V. Encicl. G-raves de communi). — (17) Rom. XIII, 1. — (18) Heb. XIII, 17. — (19) Rom. XII, 4-5. L' intiera Pastorale trovasi vendibile alla nostra Tipografia, Borgo Largo, n. 2. •■•. Prepariamod È giunto il tempo utile per L iscrizioni nelle liste elettorali e noi un' altra volta incitiamo vivamente quell i che hanno diritto a farvisi inscrivere ; esortiamo poi gli altri che già sono elettori a farsi propagandisti di nuove iscrizioni : lavorino tutti mentre si è a tempo. È, inutile lamentarsi poi del cattivo andamento delle pubbliche amministrazioni e deplorare che sia calpestato il sentimento religioso, che sia abolito l'insegnamento del catechismo ; è inutile imprecare più tardi all' aumento dei dazii alla trascuranza dei pubblici servizi. Tutto questo dipende dalle persone che voi avete eletto ; esse sono per le prime responsabili dello sgoverno ; ma dopo esse e con esse sono responsabili anche quelli che hanno votato per loro nelle elezioni ; lo sono quelli che potendo votare una lista di buoni candidati, hanno preferito nel giorno delle elezioni rimanersi tranquilli in casa o magari fare una gita in campagna ; responsabili siete da ultimo anche voi, che avreste a suo tempo potuto iscrivervi o far iscrivere gli amici nelle liste elettorali, e che invece siete rimasti inerti. Allora sarà inutile piangere e lamentarsi ; dovrete dire il nzea culpa, e se non ci fossero di mezzo tanti innocenti, sarebbe il caso di dirvi : ben vi stà. Quando la patria è in pericolo. non la tradisce soltanto chi consegna le armi e le fortezze al nemico, ma anche chi, potendo difenderla se ne sta spettatore ozioso. 4. Deus etc. Perchè poi si dia opera nelle nostre Diocesi a quelle forme di festeggiamenti che saranno reputate più opportune, in conformità della Circolare del Comitato istituito in Roma sotto la presidenza dell' E.mo Cardinale Vicario di Sua Santità (circolare che si riporterà in appendice) ciascuno di Noi costituirà nella propria Diocesi una Commissione speciale, della quale riserverà ragazze che venivano ogni mezzogiorno da un lanificio vicino e che riempivano l'aria di risate larghe e sonore come grida di gazze ferite. E c'era ancora Fernando, un ciabattino nero e sporco, che masticava mozziconi e sagrava coi garzoni che si sentiva fin dalla contrada. In fondo al ballatoio, in una cameretta ch'era rimasta qualche tempo sfittata perchè l'avevo vista chiusa, c'era lei, l'inquilina nuova. Negli altri piani di sotto nulla ché mi interessasse; il pappagallo della signora Cerruti strillava «madama» tutto il giorno con una voce fessa e sguaiata ch'era una pietà. Più sotto un attendente spazzolava per delle mattinate intere gli abiti e gli stivaloni di un ufficiale. che compariva ogni mattina sul poggiuolo con la sigaretta in bocca ; le cameriere poi del notaio Civelli, chiacchierone se ce n'erano, passavano alla finestra gran parte del tempo che il vecchio notaio scapolo era fuori o all'ufficio. ...Un mattino, ancora era un mattino splendido di giugno, mentre scrivevo di furia un articolo che il proto attendeva impaziente, sentii passare per l'aria dolcissima, una voce di donna che cantava. Alzai il capo ad ascoltare. La voce era morbida e chiara . Il papagallo del terzo piano taceva; appena lontano, moriva il grido rauco d'un pescivendolo. Cercai afferrare le parole .... E venne la. strofa, nella intonazione agile e fresca per l'aria mattutina: . I> m m• .....m m Alcuni dicono : Ma a che vi affannate Lasciate che i nostri avversari col loro sgoverao provochino la reazione del popolo : sarà la loro condanna e segnerà il nostro trionfo. Adesso si lavora a rischio e pericolo di non ottener nulla. ? e Nelle officine — sull'arse glebe Noi lavoriamo lieti e contenti; Non come suole turbida plebe Che l'aure assorda d'insani accenti. Fidi operai dell'Evangelo Noi, lavorando, guardiamo al Cielo. » Io balzai da sedere e mi affacciai alla finestra: era l'inquilina nuova che cantava, pettinandosi in mezzo ai fiori e di fronte al sole e che tacque, e si ritirò quando mi vide, come mortificata. Un momento dopo si chiusero i vetri dalle cortine candidissime, come in nessuna altra camera d'operai e rimasero soli sul ballatoio e sul davanzale i fiori dai vivi colori appariscenti, a ricevere i baci del sole splendente nel più bell'azzurro del cielo. ** Un mese dopo nella fabbrica Peroni, dove lavoravano più di cinquecento ragazze, stava per dichiararsi lo sciopero. Le condizioni fatte a quelle che lavoravano di notte erano impossibili. Le povere fanciulle protestavano e a ragione. Entravano ogni sera alle sette e non uscivano che alle sette di mattina. E non si concedeva in tutta *la notte un minuto di riposo, ed erano sorvegliate da cerberi, e avevano multe terribili se uu filo, pel sonno cadeva ed erano mal pagate. Alla lega cattolica affluivano ogni sera, numerosissime, le lavoratrici, stanche di soffrire E' un' idea buona, ma solo in apparenza ; poichè bisogna riflettere che se è facile e breve demolire, è invece difficile e lunga cosa l' edificare, e nel caso nostro, una volta che le finanze sono rovinate, che l' educazione è sviata dal suo ideale, che il rnalcostutne si sarà diffuso liberamente, allora ce ne vorranno degli anni prima che vi si possa riparare. Non è neppure il caso di confidare molto nella reazione, poichè il popolo non sa assorgere alle vere cause, e facilmente si lascia ingannure e può rimandare alla amministrazione della cosa pubblica quei popolani, che nell'amministrazione passata fecero peggio dei liberali. E' invece molto più saggio e prudente prevenire la rovina, e per questo raccogliere le forze sparse, preparare nuovi elementi, per poter poi nel giorno della lotta, tutti uniti e compatti, affidare la pubblica amministrazione a persone probe ed esperte, e così provvedere alla difesa degli altari e delle famiglie. All' opera, ripetiamo. « Pro aris et focis » PRO REFERENDUM )3 A Milano — campo di ogni iniziativa e movimento sociale in senso veramente moderno — si sta in questi giorni conducendo una nobile campagna pro « referendum » a proposito della dote municipale della " Scala „. I cattolici, o meglio i democratici cristiani facenti capo al « Fascio » e all' «Osservatore Cattolico » in questa campagna stanno in prima linea sostenendo irragionevolezza della contribuizione municipale al teatro, e se ne valgono per far larga propaganda delle loro idee e del programma democratico cristiano. Oggi il popolo deciderà la questione. Va sans dire che la nostra simpatia è tutta ger questo opportunissimo intervento degli amici milanesi, e vorremmo che il loro esempio, così in questa come in altre eventuali questioni, non rimanesse isolato. Per esempio l'affare del divorzio, ora che la Camera l' ha preso in considerazione, è all'ordine del giorno, e anche di questo i nostri amici lombardi, con a capo l' « Osservatore Cattolico » s' occuperanno promovendo un proposito un' agitazione. Non potremmo anche noi fare qualche cosa? Destiamoci una buona volta ed entriamo nell'àmbito della vita, che altrimenti quando lo vorremo non saremo più in tempo. n 1J32 ;3142(D 3 1 - 3 Sotto questo titolo, nel periodico mensile il Mesdi S. Antonio di Padova, 1 Novembre decorso, fu pubblicato un importante articolo relativo al così detto Pane di S. Antonio. Un mese innanzi era stata fatta alla Direzione di cotesto periodico la seguente dimanda : — Il danaro, che viene offerto per il Pane di samici.° e ornai energicamente organizzate per la difesa dei loro diritti. E fu una di queste sere in cui la discussione era più animata ch'io la vidi, l'inquilina del quarto piano, in mezzo a un gruppo di operaie. Era alta un palmo più delle compagne che 1' attorniavano e la testa, tutta bionda, aveva come dei riflessi d' oro alla luce gialla della lampada che splendeva. E aveva nello sguardo chiaro e sereno lo splendore d' un' idea che l' affascinava e tutta la forza del suo animo deciso. Poi ad tratto chiese la parola. Le compagne la spinsero avanti, sorridendo festose. Si vedeva che le volevano bene e che essa esercitava un' influenza su di loro. Si avanzò fino al tavolo : disse delle paghe irrisorie ; della sorveglianza impossibile. del riposo negato, del lavoro notturno eh' è un' infamia, delle multe che fioccavano, delle loro povere madri e delle loro disgraziate famiglie che basivano nella miseria mentre arricchivano i padroni in pochissimi anni mediante il loro sudore e le loro braccia. E accennò a le rivendicazioni pacifiche e cristiane verso delle quali deve camminare il proletariato nel suo movimento ascensionale verso quel benessere sociale che reclamano la giustizia e la carità umana e terminò inneggiando all' ideale democratico cristiano che oggi splende vivido, come fiamma purpurea di sole nascente, su le povere turbe stanche e affaticate dei lavoratori, dei miserabili e dei vinti nella vita. - e~-szs ,:e3e-ssies:ssee..asess-eee-eeis*iss_›~sises~~1OZI ,S SRStiets'Aik... .~ .~:9227 2~~ ~sezaesaras.asiesssaiaur lasateesr s s ZS'a~sS!~12~~4»,bSiSgetr2~.. . . , - , ------------ , — Ler- Antonio, in apposite cassette, può essere desso s. Antonio, distratto in parte, od in tutto, per opere di culto come simulacri, restauri di chiese, pure riguardanti S. Antonio ? Per dare una coscienziosa risposta a siffatta dimanda, venne interpellata la legittima maestra di verità, la Santa Sede, che a mezzo della relativa Sacra Congregazione con saggio responso dichiarò non esser lecito fare altro uso dei danari offerti, che solo per somministrare alimenti ai poveri. Perciò (osserva lo scrittore dell'articolo) la S. Sede approvò coloro che danno buoni sì per il pane, che per altre vivande. Quindi non è scopo di questa opera il soccorr-re gl'indigenti con danaro. con vesti, con pigioni e simili soccorsi ; perocchè pare che S. Antonio voglia colla sua opera dare soltanto in senso ristretto quello, che il Signore ci ha insegnato a chiedere nel Pater noster, cioè il pane quotidiano. Seguita poi lo scrittore a fare altre giuste osservazioni che la brevità dello spazio non ci consente riportare, e dimostra che solo possono esser lecite le spese indispensabili all' opera del Pane, come il provvedere il simulacro del Santo, le due casette, il genutlessorio, le stampe dei boni e simili: ma ad eccezione di queste spese, fatte col minore stipendio possibile, tutto il restante asso .lutamente deve essere erogato nei soli alimenti dei poveri. Chi togliesse di questi danari per aumento del culto di S. Antonio (cioè restauri, lampade, altari e simili) agirebbe contro il fine dell'opera e contro l'intenzione degli offerenti; sarebbe tenuto alla restituzione di tutto il danaro che impiegato avesse in altre opere, siano pure di culto di S. Antonio; potrebbe essere citato dinanzi ai.1' autorità, come infedele ainininistratore del patrimonio dei poveri e quindi anche punito, od almeno rimosso da quell'amministrazione costringerebbe infine gli oblatori a non versar più le loro offerte in quelle cassette, ma mandarle altrove. Conchiude lo scrittore dell'articolo: — Sembra che questi tali rassomiglino a quei Farisei, dei quali parla il Signore nell'Evangelo di S. Matteo al capo XV, v. 3 - 9, e chiama ipocriti, perchè invece di adempiere il precetto di soccorrere nell'indigenza i vecchi ed impotenti genitori, insegnavano una tradizione, inventata da loro, di offrir quel danaro per il culto di Dio, cioè a disposizione dei sacerdoti Farisei, sotto pretesto che il merito dell' offerta ridonderebbe anche ai genitori, quando anche morissero di fame. No, S. Antonio non ha bisogno del danaro che egli stabili pei poveri, mentre sa ben egli ispirare anche altri divoti, che si occupino puramente del1 'incremento del suo culto, come difatti si vede, che quanto più fiorisce l' opera del pane dei poveri, anche più crescono le offerte in onore del gran Santo pei suoi altari, cappelle, chiese e messe da celebrarsi in suo onore. Oh benedetto sia sempre il gran Santo, protettore dei poveri. mo ■me ±sse L' opera del Pane. di S. Antonio, per cura della Società di S. Vincenzo de' Paoli, è stata trasferita da S. Pierino a S. Francesco. na e n Ite LI a Lei S !ce ire ti, :a, b- be a Ct cr Ltia D ra Festa dell' imberrettamento ±ra- delle matricole. ± di Martedi decorso la città nostra di consueto così tranquilla o per meglio dire, cosi ecces• ivamente monotona, veniva rallegrata dalla festa studentesca delle matricole. Fino dalle prime ore del mattino i lo na rn i e la strada -adiacente della Uni versi tà erano invase da numerosi gi uppi di studenti, portatiti i trazionali berretti tiiiii ticolori che aspettavano di riunirsi in corteo. Ci( ca le 10 infatti la processione studentesca usci dell'Ateneo preceduta della Banda musicale pisana ed al suono .dell'inno universitario si diresse al Politeama Pisano. L'elegante teatro rigurgitava di un pubblico sceltissimo tra cui notavasi molte signore; nei palchi notammo le famiglie dei vari professori della nostra università. Prese per il primo la parola lo studente Ercoli il po 'no ;ne. isa? en- tnPiù Niesdetivo one di Aveva parlato vibrato e veemente e fu un subisso d' applausi. E io vidi molti occhi imperlati ai lagrime e molte fronti aperte a un' idea nuova e radiosa... * Lo sciopero durò appena due giorni e si chiuse con la completa vittoria delle operaie, ma Ettorina Vinci si trovò chiusi i battenti della fabbrica perchè ritenuta una fanciulla ribelle e sovversiva. Si disse eh' essa era stata 1' anima dello sciopero. Dopo. quando venale alla Lega per la ricerca d' un posto, io potei sapere intorno alla sua vita qualche cosa. Veniva da una città lontana, dove aveva lavorato da tessitrice fin dai dodici anni, ora ne aveva venti. Colà era sempre stata una delle più assidue frequentatrici della Sezione femminile d' un Circolo cattolico operaio. E poi aveva studiato : non aveva mai voluto essere per istruzione al disotto dellee su compagne socialiste. E fra le sue compagne di lavoro aveva fatto sempre la- più energica propaganda in senso democratico cristiano. Ora si trovava nella città nostra per essere più vicina a sua madre inferma, che era in cura presso una vecchia parente in un paesello poco lontano. lita le paghe. erano scarse ad essa poco poteva fare per sostentarla ; e questo era il più grande dolore della sua giovane vita. ìsa siodel che eva amiaro ,ava ad 38TO voinza, [elle bile. è lelle faariute òa Lelle suo sere rità dele :ori, c ui discorso siamo dispensati di riferire a causa dell' enorme od assordante baccano. Quando giunse sul palco il prof. Romiti a stento vieti fatto silenzio. Il chiarissimo professore pronunzia un discorso veramente magnifico. Egli ha immagini smaglianti, ricordi e pensieri commoventi. Gli applausi che sottolineano i punti culminanti del suo discorso divengono una vera ovazione quando il pro!'. Rotuiti si pone in capo commosso il berretto universitario. Nuovamente viene suonato fra un uragano d' applausi l' inno studentesco. Anche il Rettore Supino rivolse gentili parole agli studenti. In ultimo parlarono applaudi tissim i i professori Les sona, I3tionamici, Queirolo e Battelli. La gaia festa terminò col battesimo della Champagne fatto ad una matricola dopo un - breve discorsetto in latino stoppiaiano. Grande entusiasmo. Ora dovremo parlare della così detta bicchierata ma non è il caso di fare una minuziosa descrizione. S' immagini il lettore una fiorente campagna durante la grandinata. Tali le tavole coi rinfreschi. Terminata la baldoria gli studenti fecero un allegra scarrozzata per le principali vie della città. Con la serata di gala al Teatro Rossi ebbe termine la gaia e ta. si m patica festa stude n teca. FATTI DOLOROSI L' ufficio di maestro elementare ha una grande importanza sociale, poiché è quegli che prepara i futuii padri di famiglia e cittadini. Nelle nazioni più colte e civili egli è considerato come una delle principali autorità del comune l la sua parola è ascoltata volentieri, perché parola di educatore, di apostolo, di sacerdote d' una novella dottrina. Ha libero ingresso tanto negli abituri dei mendicanti come nei palazzi dei ricchi e nobili: ognuno si onora di avvicinarlo e parlargli. Alle pubbliche feste la sua presenza conferisce maggiore solennità: se non vi intervenisse la cittadinanza ne proverebbe un sommo rammarico. La sua *pera non è, come presso di noi, criticata con Spirito di parzialità e di parte : nelle famiglie si inculcano ai figli sentimenti di amore, di rispetto e di gratitudine a lui, che un' intiera vita consacra al benessere della patria. Guai a colui che osasse esprimere dei giudizii poco benevoli dell' opera eminentemente educatrice del pubblico maestro ! I giovani lontani dal luogo natio si ricordano di esso, i cui sani ammaestramenti si scolpirono nel loro giovanile animo. Io non esagero : dai giornali esteri si apprende che l'insegnante primario nei cantoni della Confederazione Elvetica è parificato al sacerdote, al magistrato ed al medico. Ivi . non si lesina sugli stipendi che percepisce: adeguatamente si ricompensano le sue fatiche. Nell'impotenza fisica ad attendere all'insegnamento o nella vecchiaia non si abbandona ai capricci della rea sorte, come in Italia, ove si sono veduti vecchi maestri stendere la mano ai cittadini per non morire di fame. Nella stessa Roma, che gelosamente serba nel suo seno tante glorie patrie, fu arrestata una povera maestra, perchè si permise chiedere 1' elemosina. Questi sono fatti e non ciarle. Se i profani della scuola ne avessero vagliezza, leggano i casi dolorosi di tanti poveri insegnanti registrati sulle colonne dei Diritti della Scuola », periodico che si pubblica in Milano. Non si possono trattenere le lacrime a leggerli. È doloroso il pensare alla fine infelice dei martiri della scuola. Colui che consuma la sua vita in servigio dell' Umanità, spesse volte termina i suoi giorni in un ospizio di mendicità! 11 cuore del pubblico educatore è pieno d i amarezza ; entra ed esce dall'aula scolastica coli' amino gonfio di sdegno, di rabbia e di rancore. Colle Valle parole si ricompensa la sua opera : ma egli non sa che farsi dei vostri elogi, o filantropi parotai dell'odierna Società. Gli elogi teneteveli per voi: il maestro, perchè ammaestrato dall'esperienza, non ha più. fede nei destini della scuola. Un insegnante. LA PROFILASSI DELLA MALARIA Dopo il licenziamento dalla fabbrica Peroni rimase quindici giorni senza lavoro. Ma fu soccorsa dalle compagne generosamente. Finalmente le si trovò un posto nella fabbrica Daelli dove le operaie erano in gran parte socialiste. Pochine erano quelle ascritto alla Lega » cattolica, malviste e maltrattate. Eppure soffrivano con coraggio e guardavano in faccia alle loro compagne con la fronte alta, conscio del diritto ch' esse avevano di aspirare al loro miglioramento nel nome di Cristo più che in quello di Marx. Quando Vittorina Vinci si presentò allo stabilimento Daelli per lavorare, si iniziò subito contro di lei una congiura: la congiura di disprezzarla e di avvilirla. E corse la parola come un comando. Ma essa sofferse serena e sorridente. E lavorava. Un giorno però venne in cui dovette, per alzare da terra una grossa pezza, ricorrere alle compagne di lavoro, che si rifiutaropo. E le dissero quel giorno sul viso le villanie più infami: « va da' tuoi preti, bigotta !.. Essa sentì un brivido d' indignazione per l' Ossa e si chinò in un atto disperato, ad abbracciare la pezza per alzarla. E fece uno sforzo tremendo. I nervi delle sue braccia candide e robuste si stirarono, come se volessero lacerarsi. Le vene del collo si gonfiarono per l' enorme fatica alla fanciulla che riuscì vittoriosa. Ma un istante dopo fu obbligata a sedersi. Un dolore alla schiena, acuto come la puntura ------------ - . Ò 55~Aiti~r • • 4.. - - --------- , •. - poli, scrive: 4( Il FERRO-CH1NA-BiSLERI ricostituisce e fortifica nel mentre è gustoso e sopportabile anche dagli stomachi più delicati ». (2) ACQUA Di NOCERA UMBRA (sorgente A n genera) Raccomandata da centinaia di attestati medici come la migliore fra le acque da tavola. BISLERI E C. - MILANO l't,'.:30A's?S'07.41;1A. SA43. e7:-' f - IN PROVINCIA Calcimsia. — (Barca) La società Corale di questo paese oggi sorta a nuova vita da splendide prove della sua abilità. Il 24 Novembre in onore di S. Cecilia, eseguì in modo sorprendente la messa del M.o Quirici domenica. 8 festa dell'immacolata, ci fece udire una stupenda messa concertata che, per la fine esecuzione, meritò il comune elogio. Io che potei udirla, fo di cuore le mie congratulazioni all'intera Società ed auguro che possa, camminar sempre come ora sulla via del progresso Stregato 10 ottobre (G. R. In questa Chiesa dal dì 30 del decorso mese al dì 8 del corrente l'illustre Sac. Prof. Francesco Sotgiù, Parroco di C-;-uasticce ha dato una Missione, predicando con molto zelo e dottrina, I buoni sono addivenuti migliori e i cattivi ad ammirabantur sed non con vertebantur. — Ecco le grandi consolazioni dei poveri Curati ! Preghiamo Dio che il seme prezioso di questa prodicazione Evangelica produca col tempo i frutti d'una sincera penitenza anche nei cuori atei atrofizzati dai vizi e dal soffio deleterio dall' indifferentismo religioso. S. Prospero (Paesano) 10 Dicerncre. — Domenica scorsa 8 corr. terminarono le SS. Missioni date dal P. Remigio Barsotti O. F. M. Guardiano 111~0SIVVVVV11111^A^Adb" IN 20 GERNN CGARIGIONZ RADICALE coli' MAR DI S. VINCENZO DE PA01,1 Unico Prodotto specialmente nurorizzato. (Fe O, Fcr;1109 Per 3 formazioni dirigerti alle SUORE della MITA ,105.R.St-Dominique.Parigi Prodotti di Ei. Vincenzo de Paoli I. Passato Saulnier, PARIGI. Mila no - Roma. la Vendita presso tutte le Farmacie. - Opuscoli franco a richiesta. insistente d'uno stile, le era scoppiato improvviso nel momento dello sforzo. Poi fece fatica ad alzarsi e non potè più riprendere il lavoro e dovette uscire zoppicante dalla sala. Si udirono in quel momento delle risa e delle beffe al suo indirizzo : erano delle sue compagne, socialiste ascritte alla Camera del lavoro. ** Da quel giorno essa non potè più presentarsi allo stabilimento Duelli. Da quel giorno i vetri della sua finestra, dalle bianche cortine rimasero costantemente chiusi ed ella non apparve più sul ballatoio, in fra i fiori. I garofani bianchi e i gerauii rossi chinarono sullo stelo appassito la morta corolla, come piangendo la scomparsa della lo ro piccola cara padrona. Delle notizie dapprima circondate di speranza e poi addirittura allarmanti intorno al suo stato di salute si sparsero fra le compagne e Lnella Lega del la serravano alla gola. Al dopo pranzo e alla sera affluivano le compagne di lavoro a visitarla. E le portavano dolci e aranci e fiori o parole di conforto. Essa volle baciarlo a una a una : e si raccomandò alle loro preghiere. Sentiva la poveretta che mancava : il mattino dopo difatti — un mattino triste e nebbioso di novembre chinò il capo pallido e stanco su origliere, morta •* L' indomani, per le vie della città, si svolse la lunga sepoltura. Nessuno voleva credere, tant' era la gente, che fosse la sepoltura di un' operaia. Anche le socialiste vollero accompagnarla e piangevano. Quando passarono le operaie dello stabilimento Daelli, con le lacrime agli occhi o il mento sul petto, dalla folla assiepata lungo la via sorse un mormorio : — L' hanno uccisa loro. Dietro la cassa, in mezzo a le sue compagne ascritte alla Lega del Lavoro, si innalzava, sventolante la prima, volta, la bandiera bianca della loro associazione. Sulla porta dal tempio la bandiera si chinò piano, fin sul feretro, dove rimase un istante. Fu un momento di commozione intensa e straziante. E a me parve fosse quello il bacio collettivo delle sue compagne di lavoro, 1' ultime, eloquente bacio dato alta fanciulla martire, vittima della sua fede e del più fulgido e generoso ira gli ideali umani. Delfino Guelpa. Lavoro. E non patè più alzarsi da letto. Nello sforzo fatto ella aveva offeso la spina dorsale. Illanguidì a poco a poco. Le compagne non la lasciarono mancare di nulla e l' assistettero amorosamente, dandosi la muta. Ma un giorno il medico usci triste dalla su4 cameretta e disse alle amiche che l' assistevano : — Povera fanciulla, muore. Non allontanatevi dal suo fianco.— La notizia si propagò in un atto : Ettorina Vinci moriva. La sua agonia fu lunga, dolorosa. Essa rammentava, la madre malata e lontana e singulti .0.~d ,..?... , .~.,..5 . .. =....s.s..s, — — Lei Il ch iarisa. Dott. GR- • CINTO vETERE Prof. alla R. Università di Na- "LIILAN-0 — POVERTA del SANGUE, CLOROSI. COLORI PALLIDI, NEURASTENIA, LEUCORREA. CONVALESCENZA di tutte le Malattie. Gonviir.- DIZPOSITO GENERALE dei Depositati esclusivi per l'Italia :A. MANZONI & C. , L' uso di questo liquore è ormai diventato una necessità pei nervosi, gli anemici i deboli di stomaco. - [Br DTITA D Tyrfoi:nito si venderebbe tjA nadliwu o darebbe a .nolo a — ------- ..s.r.-Irfiele~.-~ , ~P;;r5.~: aTraeica....pera.:4.-ea--- .2 _ 2 , a. •S ; Volete la Salute 171 Internazionale per la Torrefazione del Caffè „. Negozi della Società in tutta Italia. In Pisa sotto le logge di Borgo. - , FERRO-CHiNA BISLERI Non comprate più caffè crudo. - ess )791syyMtyAbs,-}.:14241s -- AEqistate tutti il caffè tostato in grana della " Società 1- - Novena predicata del S. Natale. Dal 15 al 23 Dicembre — Alle ore 5 1-2, poni. Predica del Molto Rev. Sac. Bianchinì Parroco della Chiesa di S. Cristoforo di Novoli (Firenze). Dopo la predica — Cori di voci bianche, accompagnati ali' organo Riai Maestro Angelo Barghini CECCHERIN I — e Vorbum caro » Coro Pastorale. CECCHERINI — « liecordare Vi» Coro, Alle ore 6 e mezzo poni. Novella del S. . Natale, Dopo la Benedizione Eucaristica, Cori di voci bianche LEONCINI« Sommo Iddio » Pregiera. Gnomi « Vieni, vieni » FoLK — « O Santissima, o piissima » Invocazione Corale — Cori e Solo. Negli stessi giorni allo ore 6 di mattina sarà celebrata la S. Alesit, e alle 6 e mezzo Novena del S. Natale per comodità degli operai ed operaie delle Fabbriche. Martedì 24 Dicembre — Alle ore 10 li? pom. canto del Matutino del S. Natale. Alla mezzanotte solenne Messa Cantata con Compierle Generale. « Messa degli Angioli » e responsi in canto Gregoriano per coro di voci bianche. AJDEN « Santa notte » Coro Grogorianc antico del Natale per Veci bianche. Ecco risultati finali. 1.o Gruppo — Di 24 individui, 5 ammalarono di febbre con un numero totale di 14 accessi febbrili: a 2 soli fu giocoforza aumentare per qualche giorno la dose prestabilita, negli altri la febbre svanì senza intervenire direttamente. 2.o Gruppo — Di 36 individui, non uno si ammalò; anzi a cura finita il tumore di milza in parecchi rilevantissimo, scomparve del tutto in 16 soggetti, quasi totalmente in 6 e solo in 2 si ridusse di poco. Le condizioni generali molto infelici in parecchi a fine di esperimenta migliorarono sensibilissiniamente, tanto che molti rimpiangono la fine dell'esperimento. 3.0 Gruppo — Di 3.3, fca bambini e ragazzi. ammalarono di febbre 6 con un numero totale di 12 accessi febbrili guariti, tranne in due casi; colla somministrazione di un lassativo. Anche qui si notò a cura compiuta, quasi sempre la riduzione della milza allo stato normale e la notevolissima miglioria delle condizioni generali. 4.o Gruppo infine è quello che non avendo fatto cura alcuna, fedelmente rispecchia la malaria di Treporti. che quest'anno fu più diffusa e più grave del consueto; di 47 individui ammalarono di intermittente ben 27, il che corrisponde alla rispettabile percentuale del 5'7,5. Riassumendo di 22 individui, sottoposto alla cura profilatticca, ne ammalarono 11 dei quali 5 solo presero per qualche giorno una dose maggiore della prestabilita, mentre nei rimanenti 7 scomparve dietro la somministrazione di un leggero purganti. Se poi si pensa che degli 11 ammalati, 5 appertenevano al primo gruppo e sei al terzo, cioè a quello costituito da bambini e ragazzi e pei quali certo non si potrebbe giurare che il rimedio venne sempre preso regolarmente e d'altra parte si considerino gli splendidi risultati conseguiti dal secondo gruppo, che in fine dei conti era quello che si trovava in peggiori condizioni. di fronte alla notevole percentuale di febbre raggiunta dal gruppo di controllo,si può — io credo con piena coscienza affermare che in tutti i casi in cui la profilassi venne scrupolosamente e suflicentemente eseguita non si ebte a lamentare il più piccolo accesa() febbrile. Dott. Carlo Baggio Togliamo dal " Bollettino „ de.!la Società Regio nate Veneta per la Pesca e l'Acquicoltura: Per invito fattomi lo scorso giugno dalla Società Regionale Veneta per la Pesca e l'Acquicoltura io tenni nel mio riparto sanitario un esperimento di profilassi malarica che ora riassumo in poche righe, ma dal quale più dettagliatamente , Chiesa dì S. Francesco zione. Scopo di esso era di dimostrare se somministrando quotidianamente per quattro mesi una determinala quantità di esanofele (offerto dalla ditta F. Bisleri e C. di Milano) ad un certo numero di individui, questi sarebbero rimasti immuni dalla infezione palustre. Libero di agire come meglio avessi creduto, scelsi per la buona riuscita dell'esperimento, persone tutte di mia fiducia: e ciò era assolutamente necessario, perchè, data l'estensione della mia condotta, non sempre mi sarebbe stato agevole con statare de visu la presa del farmaco. Quanti si assoggetarono a questo metodo di cura preventiva vi accondiscesero purchè fossero stati lasciati pienamente liberi nelle loro azioni; quindi, nessun trattamento dietico speciale, nessuna protezione dalle punture delle zanzare malarigene. Parteciparono ail'esperimento 140 persone; nomini e donne, giovani e vecchi deboli e robusti sani e malatticci, in buona ed in cattiva posizione economica: di essi solamente 27, avendo presentato all'inizio della prova segni manifesti di malarica pregressa od in atto, vennero sottoposti alla cura specifica di 15 giorni nelle dosi prescritte. Poi i 140 individui scelti vennero divisi in 4 gruppi. 1.0 Gruppo — 23 adulti che, nel principio della prova, non avevano presentato traccio di malaria sofferta od in atto — 1 pillola di esanofele pro die. 2.o Gruppo — 36 adulti che, nel principio della prova, avevano offerto manifesti segni di pregressa infezione malarica — 2 pillole di esaanafele pro die. 3.0 Grupo — 33 non adulti (sotto i 15 anni) — quelli di età inferiore a 12 mesi - 1 gr. di esanofelina, — quelli di età inferiore a 2 anni - 2 gr. di esanofelina, — quelli di età inferiore a 7 anni - 114 di pillola di esanofele, — quelli di età inferiore a 15 anni - 112 pillola di e•Isnofele, sempre pro die. 4. Gruppo — 47 adulti di controllo, che perciò non facevano alcuna cura. * * a• L'esperimento, incominciato il 17 luglio e chiusgoisoirn. il 15novembre, durò, complessivamente 122 prezzo — Per trattative rivolgersi a Carie R a trae n via Mugelli. N.° 13. Esperimento di Treporti (Venezia). e • 2.?3W,A sarà detto in una relazione di prossima pubblica- L"ISN', . . •' t~ggg:~M~:ial - .. . . ., 1.. -2 A ~ 3. 3. 4: • • - 're a, c.:,. a e : aiee deatif ddr9.4-ea5459.0-adafeY..~a~aZi2eigebeef ~-. r: C .• nel Convento il. i Miuori a Camaiore e dal Sac. D. Adolfo Rontaei Rettore a Cerasornanno (Lucca). Il concorso alle prediche, specialmente la sera è stato grande, la Chiesa non era bastante a contenere la gente, che anche dai paesi limitrofi in gran numero accorreve. A ore 7 e mezzo vi fu la comunione gerierale fatta dal P. Remigio (le comunioni furono calcolate 800 e più) che disse due parole adatte per la ciaeomtanza. A ore 10 4?bnezzu benedizione della Croce di ferro che coaie memoria trovasi afflisse nella facciata della Chiesa. Detta benedizione venne solennemente fatta dal Sac. Rontani ed il Padre Remigio pronunziò un discorso t!.opo il quale tutto l popolo si prostrò n1 bacio della Croce. Dopo la funzione tutto il popolo con a capo il R. Parroco, il clero ed i Missionari andò al Camposanto a suffragare i defunti; finite l'esequie colà, il P. Remigio pronunziò un discorso d'occasione. Alle ore 3 pom. dopo il Vespro solenne ebbe luogo la precessione di penitenza che fili nuaierosissima ed imponente per le strade del paese portando la SS. Vergine del Rosario accompagnata dalla Banda paesana. Più di un'ora e mezzo stette fuori, ed al rientrare essendo già. piena di gente la Chiesa il P. _Retnigio assistito dalle autorità militari, a stento potè salire davanti la Chiesa sopra una tavola e con la Croce in mano, dopo circa 20 minuti di calde e profonde parole impani a quella folla immensa la S. Benedizione. Il Lunedì 9 corr. venne poi fatto solenne funerale in suffragio dei fedeli defunti ed alle ore 10 il P. Remigio diede l'addio ad una udienza che mai sarebbesi aspettata come giorno feriale. Era piena la Chiesa. ! Conservi Iddio detti Missionari a lungo e la Chiesa e la Patria ne sentiranito gran bene. Facendomi interpetre dei sentimenti del popolo di S. Prospero mando un saluto al P. Remigio ed al suo compazno Don Adolfo Rontani ed un mirallegro di cuore al Sig. Curato Pippi tanto zelante per la gloria di Dio e la salute delle anime. sis si debba ammettere nel canto gregoriano autentico. Risponde alla, memoria sul diesis del maestro Ab. Luigi Nerici e ribatte compiutamente sia dal lato storico sia liturgico etc gli argomennti pur troppo difettosi del vecchio maestro. É vendibile alla tipografia "B. Giordano „ in Pisa al prezzo di L. O, 3.5 G. B Domenica scorsa, in età di anni 73, cessava di vivere il Chimico-Farmacista LUIGI BOTTARI dopo avere sopportato con ammirabile energia ed esemplare rassegnazione cristiana il breve, ma doloroso corso, di penosissima malattia. Uomo sprezzante ogni cortigianeria nascondeva in una rude franchezza tanta bontà di cuore e tanta generosità da farsi ben presto amare da quanti coli' avvicinarlo potevano ap- prezzare le belle doti del!' animo suo. Spari dalla terra, ma resta nel cuore degli amici che mai lo dimenticheranno come mai si dimentica quaggiù chi fu sempre buono ed onesto. UN AMICO. AZIENE~~ - La famiglia Bottari col cuore profondamente commosso ringrazia tutti coloro che con tributo d' affetto, vollero dare al caro defunto l'ultimo addio sulla sua tomba e chiede venia a chi non fosse pervenuta la partecipazione della inescnabil perdita. 31 1 BIBLIOGRAFIA. DIA.RIO SACRO. É uscito in questi giorni dalla tipografia "Beato Giordano„ di Pisa un altro opuscolo del Prof. Raffaele Baralli di Lucca sulla questione se il die- tiTOM C r. Jr(PL, o ti dichiarandosi di essere il precursore di lui. (S. Giov. I, 19). Ottava dell' Immacolata Concezione. S. Ireneo Ab. Cemincia la Novena del S. Natale nelle seguenti chiese: La mattina alle ore 6 in S. Antonio e in S. Michele in Borgo a ore 7 in S. Rocco. alle 7 e mezzo nella chiesa dei Trovatelli alle 11 e mezzo in S. Pierino, in S. Apollonia, in S. Giovannino, di nuovo in S..A.etonio, in S. Bernardino. La sera alle 16 e mezzo in S. Stefano dei Cavalieri, nelle altra chiese parrocchiali, come anche in S. Torpè in 5. Tommaso e in S. Chiara dopo le 17 in S. Giuseppe, in S. Ceeilia e in S. Sebastiano. Alla Pieve di Cascina novena predicata. Al Duomo la Terza; indi predica. 16 Lun. S. Eusebio V. e M. 17 Mara S. Barbera V. e M. Festa di S. Lazzaro alla sua piccola chiesa di Porta a Lucca. Oggi cominciano le Ferie Malgiori, in cui si cantano antifone dette dell' O perchè cominciano con questa lettera, e contengono aspirazioni e preghiere al divin Verbo, invocato sotto vani titoli e nomi bi- ; che vendesi 2:3', ' . 1 ' [OD Mil Ni r_ili' g r t zn ns, »,-,0 e'l -- 4.2.1 , - t - Leggete il Domani d'Italia. ecare dalla BH: A. 3 Pasquale Finali, responsabile. Pisa, Tip. Orsolini-Proseeri. 1901 • =3:12U9.731.r.M1E-93~-'•=1"":"~:V=1:7=1~15 1)" ' , : volo e i Denti bianchi e sani, pr 3servandoli ste ssa. L. dalla flussione ste , Polvere Stentitriciai Excelsioe3 unica per rendere bianchissimi e sani 1. 0 e . c1:42,(,a itot.0 'pare., cenr ‘e a :t. el al :o so r, :ti :;.L IM De untziaxs ge szet: tti rA zioso preparato contro le I '. morroidi. e'perimentato da molti anni di felice successo. .n. 2 il vasetto. 11 pg ssbecUllec• gìcì GelO n ia; sovrano rimedio per combattere i geloni in qua 'ungile stadio essi si trovino, raccomandato specialmente pei bambini e a tutti iffdi quelli elle nella stagione invernale vanno soggetti. — L. i la boccetta. Priilli Istruzioni sui recipienti medesimi. 31Rivolgere relativa Cart. vaglia alla ditta sudici. Spedizione franca — Si IIM reridono nelle principali farmacie d' Italia. — In Pisa si vende alle Farmat:ae LE « PETRI, in Lanchi » « 1)Evo», Lungarno » e a< MonEw dentista, via Vitt. Ein. utril PONTEDERA, farmacia ZINI. u........----.....:‘,...----..........--ru!. 1II I K3 - ne il •~03C.=.51g1.12011~ La Croce Plsana A 31. i a base ,‘,."-43 Preparazione '2.9 di ‘ Wt'''' Zkpl ‘1. i la boccetta. iel , t•, Vi preme il miglioramento del giornale? Abbonatevi e collaboratevi largamente con corrisponden-,-e infornzai.ionz rendendolo spe.:chio della nostra vita. religiosa e CiViie. Il nunzero d'oggi vie-. ne spedito gratis agli amici a titolo di saggio. s'l .tR5-3, tn", ,0 >2,.I,.:'.g.. I re1,2lit...:12.11d-i ès.p., -- Contro le antraci, la furuncolosi, le gastro guarigione rapida delle piaghe atoniche, ecc. Abbonamento specialeT da oggi a tutto il 1902 L o yr7 , u_niiilil della bocca, rendendo l' alito gr 311P "1.-~ACI:._-XiMit.3=11==..^rni3i4=5~33=-•=2:3~~ , • • • • • • •■1 • • • • i Ricompense: 100,000 franchi. Medaglie d'argento, d'oro e fuori concorso —Ind .azione gratis e franco scrivere al D tt. CLERY a Marsiglia (Francia' NiC889. 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STEASUNEMA PRINA, da non conrodersi con altre titattillc.a. che si trovaigo io commercio. ilr la Torrefazione Igienica del (jun. di Genova, i alta Drogheria Cristiani in Pisa (Porta a Lucca). .`'A2-9Q.I La Società InCaffe Tostato in grana ternazionale per • frE .. , Chi vuol fare buoni indolciti preferisca il vero t..512N ein, gep 95.7;i1w,:gh,3 -1.: r-ThrT 'net In r 4e n ips ., Lezioni di Lingua Tedesca e Francese. — Chi vuol imparare il Tedesco si rivolga alla signora A. Thoinaszewscki che nata ed istruita nell'alta Prussia insegna la vera e buona pronunzia. Essa tiene corsi separati per signorine e signori anche per la lingua Francese preparando a superare quanta:pie esame. A S. Michele degli Scalzi. — Ieri il novello Priore Sac. Tito l'agili faceva l' ingresso nella sna residenza di A. Michele degli Scalzi. Alt' amico carissnuo noi auguriamo un apostolato continuo e fieondo di bene spirituale per le anime che il Signore affida alle sue cure. Consiglio Provinciale. — Il consiglio provinciale è convocato iu adunanza per il giorno di martedì 18 corrente. Refezione scolastica. — .Lunedì scorso, in tuee le scuole cono.nali, ebbe quest.' anno principio !a distribuzione della refezione calda ai bambini ed alle bambine che vi hanno di- l‘ 11~eraft100~2.r.M3I9Cer.T. ,=~2.. 2 'I'''. Schiacciato dal treno. — Nelle prime ore del mattino di martedì ultimo i Garbonaio Venturi Eug,aio, traversando l binario della ferrovia presso piazza d' fu raggiunto e schiacciato da un treno di passaggio. Il disgraziato ha lasciato tre figli e la moglie incinta. seppe e in S. Cecilia. 19 Giov. S. Savino V. e 20 Ven. (Digiuno) S. Giulio M. 21 Sab. (Digiuno) S. Tommaso Ap. Festa alla sua chiesa titolare, con messa e funzione la mattina soltanto. 111 " trovasi a qualunp:? chiosco .4z` eilbbona-nzenti; Allill10 L. 3,00. - Semestrale L. 1,5o. rc ”"4 • 18 Merc. (Digiuno de' quattro tempi). Espettab loi ne. del parto della B. V. Maria. Festa in 5. Giuzi ›l's 15 Domenica III dell' Avvento. Vangelo : S. ritto. Giov. Battista fa testimonianza di Cristo ai Giudei, =TrrY.A L M1=3'-=7:22r nrcsoczersma..„~i~,,,,,,,zux yeaM110=173221 =="-- Giornale settimanale della " Democrazia Cristiana ii ».1~: "« C«. ,aeaereeareasee-ea amenta..~ea , - ■• • , 1 enteriti, affezioni cutanee, gli eczemi; Preparata unicamente dalla Società " La Zyma „ di Montreux, (Svizzera). In vendita presso i Signori: A. MANZONI e C. Milano Roma e nelle principali farinacie. In Pisa presso il Cav. Stefano Rossini Fari. - • t42,-77- .>"t1,` Leggete e fate leggere il giornale. .4yitr 251. -2:.V.z!t4.1 LE INSEEZ ION1 W•■=72:1111~-rsarr=_-~23,..2:ner= , e . _ il 1412t:~2=3M..722.71=. - _--rtner" _. dall'estero si ricevono esclusivamente per nostro Giorn ale presso l' ufficio principale di Pubblicità A. MANZONI Paolo - Roma, Via di Pietra 9 r Genova, P. Fontane Marose - Parigi, 14 Rue Perdonnet. i e C. 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