,
Il consigliere provinciale, avv.
Giuseppe Saletta, ha avuto un'idea
brillante: fare squillare le note di
Fratelli d'Italia ad ogni sessione della
massima assise. E il presidente
Antonio Eroi non è stato da meno.
Ha proposto in aggiunta l'esecuzione
dell'Inno alla gioia di Beethoven.
Mancava l'inno funebre. Ci ha pensato il Governatore Giuseppe
Scopelliti.
DOMENICA 02 GIUGNO
2013
LA RIVIERA
02
Parlando
di...
CONTROCOPERTINA
Fabiana Luzzi, 16 anni, di Corigliano viene barbaramente uccisa dal fidanzato
17enne. L’ha accoltellata 20 volte e le ha dato fuoco. E due “giornalisti
sciacalli” calabresi, immigrati al Nord, hanno approfittato della tragedia per
descrivere la loro Calabria fatta di uomini-bestie e donne sottomesse.
Sono nata nella terra dove è stata uccisa Fabiana:
La tragedia di Corigliano Calabro non mi ha sorpreso:
Io sono scappata, Calabria, la donna
non vale nulla
lei non c’è riuscita
“
“
La tragedia di Corigliano
Calabro non mi ha colpito
per nulla. Quando ho sentito la notizia, non ho
mosso un muscolo, non ho mostrato
segni di sorpresa. Sono calabrese,
esattamente della piana di Gioia
Tauro. E so meglio di molti altri quanto vale la donna nella mia regione:
zero.
Sono nata in Calabria 30
anni fa, in un paese di 2000
abitanti vicino a Corigliano.
Dalle nostre parti si fa voto
a San Francesco di Paola per avere un
maschio, in Calabria tutte le donne
vogliono un figlio maschio, ancora oggi.
Se nasci femmina la tua stessa venuta
al mondo disattende la volontà di chi
dovrebbe amarti incondizionatamente
[…]
E chi conosce bene la realtà sociale
calabrese non può stupirsi, né scandalizzarsi o peggio ancora accusarmi di
sputare sulla mia terra. Ho 33 anni, e
ho frequentato la scuola superiore dal
1993 al 1998, in provincia di Reggio
Calabria. Ebbene, io ho visto ragazzine costrette a ritirarsi da scuolanonostante voti ottimi e menti brillanti,
semplicemente perché la “famiglia”
(che in Calabria è una sorta di mostro
mitologico metà pranzi luculliani,
metà aguzzino) aveva scelto per lei.
C'era già un fidanzato pronto per lei.
Partiamo tutte a bordo di pullman stanchi verso la capitale oppure Bologna,
alcune volte Milano. Arriviamo qui in
queste città dove le mamme e le figlie
si baciano, si raccontano tutto, dove se
fai l'amore la prima persona a cui lo
dici è proprio tua mamma sicura che
anche lei alla tua età ha fatto lo stesso.
In Calabria se a 16 anni fai l'amore e
tua madre, o peggio ancora tuo padre,
lo scoprono sei certa di aver dato la
peggiore delusione che potevi ai tuoi
genitori.
Fabiana è cresciuta come tutte noi, sentendosi dire cittu ca tu si filmmina, non
su così pi tia, fai silenzio, sei una donna
non sono cose per te. Davide sarà cresciuto aspettando il suo battesimo del
fuoco, la prima volta, quella che ti fa
entrare al bar spavaldo a dire mo sugnu
n'uomminu, ora sono un uomo, come
se bastasse questo per essere cresciuto
e aver trovato un ruolo in quella
società.
Il rapporto fra uomo e donna in
Calabria si forma presto, un binomio di
due mondi paralleli che non si trovano
mai, molti crescono vedendo padri e
nonni dare qualche sganassone alle
compagne, vedono loro reagire senza
reagire, accettare quei comportamenti
come connaturati agli uomini per
retaggio culturale e sovrastruttura
sociale.
Si incassa, si va avanti, ca non è c'ama
fa ridi i genti, non dobbiamo far sogghignare la gente, un'espressione tipica
per dire che i panni sporchi si lavano in
famiglia.
Passi salienti della lettera di Francesca
Chaoqui pubblicata sul
“Corriere della Sera”
”
DOPO IL ROGO DI FABIANA
Non è notte sulla Calabria
In Italia non mancano casi orribili di cronaca nera.
Ovunque! La Calabria non è da meno, ma con una caratteristica originale che quando responsabile di un fatto
delittuoso è un calabrese, ne diventiamo corresponsabili in
quanto corregionali. L'orribile episodio di Corigliano che è
costato la vita ad una ragazza, Fabiana, ne è la prova.
La lettera della signorina Francesca Chaoqui, calabrese,
pubblicata sul “Corriere della Sera” in seguito al barbaro
delitto di Fabiana, parla della Calabria, quella medioevale,
come di una terra in cui gli uomini - padri, fratelli, mariti si rivolgono alle donne con le parole “cittu ca tu si fimmana, non su cosi ppe tia” e dove ogni donna in attesa di un
figlio fa voto a S. Francesco per avere un maschio. La lettera conclude: “Le donne in Calabria sono poche, poche
quelle che restano, poche quelle che amano liberamente.
Così andiamo via, sono le nostre madri a volerlo, i nostri
padri a lavorare per poterci permettere di farlo”. Ma davvero? E che dire dinanzi a questa lettera, che sembra essere in fotocopia con quelle mandate contro San Luca dopo
gli assassinati di Luino nel 1990?
Innanzitutto che Calabresi, uomini e donne, in questo
momento, sono tutti Fabiana, vicini alla ragazza uccisa e
alla famiglia, alla città di Corigliano che ha manifestato il
dolore con grande partecipazione e compostezza.
Abbiamo il cuore buono e ci sentiamo tutti solidali con
l'autrice della lettera al “Corriere” per aver vissuto, direttamente o indirettamente, le esperienze di cui ci parla.
Sacche di arretratezza, di inciviltà non sono assenti in nes-
suna parte di Italia. La Calabria non fa eccezione. Uno,
però, non è tutti. La povera Francesca avrà conosciuto
esperienze spaventose che però nulla c'entrano con la
Calabria delle persone perbene, civili che rappresentano la
maggioranza della popolazione.
Storicamente la Calabria è la regione di Giuditta Levato,
di Angelina Mauro, cadute mentre, da protagoniste, guidavano le lotte per la terra. La Calabria è terra delle nostre
madri che, con i mariti lontani per l'emigrazione, hanno
cresciuto figli che si sono distinti per la tenacia, la cultura,
il lavoro. La Calabria di oggi è quella di tante ragazze libere, piene di vita, protagoniste, che frequentano le università, lavorano, vanno a scuola, frequentano discoteche,
come tutte le loro coetanee di Italia.
La settimana scorsa è partita la nave della legalità che da
Napoli ha raggiunto Palermo. La delegazione della
Locride era composta nella stragrande maggioranza da
ragazze. Si sono mescolati ai loro coetanei provenienti da
tutta Italia e non avevano nulla da invidiare a nessuno.
Una bella, intelligente e motivata gioventù, come quella
del Veneto, dell'Emilia, di Roma.
Fabiana è stata vittima della violenza umana. Francesca è
vittima delle proprie esperienze che si porta dietro ritenendole comune alle altre ragazze di Calabria.
Un consiglio a Francesca: venga a trascorrere le vacanze
nella Locride, avrà modo di conoscere ragazze e ragazzi
meravigliosi pur in una situazione certamente non facile.
la Riviera
Per molti ragazzini calabresi, le donne
sono oggetti che possono usare a loro
piacimento. E quando qualche impavida eroina decide di ribellarsi e dire
no, può partire il ceffone, il pugno, il
calcio. È così. Lo so perché l'ho visto,
lo so perché tra quei ragazzini sono
nato e cresciuto. E la situazione è
addirittura peggiorata negli ultimi
anni, perché alcune ragazzine si sono
emancipate e osano truccarsi e vestirsi
come vogliono.
Chi si stupisce, oggi, di quanto è successo a Corigliano alla giovane
Fabiana Luzzi, non conosce la
Calabria. E non conosce le famiglie
calabresi. Quando frequentavo l'ultimo anno di liceo, una mia compagna
di classe aveva chiesto aiuto alla famiglia perché un signore stimatissimo e
rispettato in paese le aveva messo le
mani addosso. Ebbene, la famiglia ha
pensato bene di riempire di botte la
ragazza, accusandola di mentire e di
voler screditare una così rispettabile
persona.
Stralci del commento di Domenico
Naso su sito “ilfattoquotidiano.it”
DOMENICA 02 GIUGNO
2013
”
LA RIVIERA
03
Parlando
di...
LA SETTIMANA
Peppe
Voltarelli
al Festival International
SIDERNO
Novelli
Mandrake
in azione
In pieno pomeriggio e nel centralissimo
Corso
della
Repubblica a Siderno martedì
28 maggio momenti di tensione. L'affittuario di un locale
sul Corso con un fabbro ha
tentato di forzare la porta del
locale che aveva in affitto. Il
proprietario dello stabile
infatti aveva cambiato la serratura dato che avanzava dall'uomo diverse mensilità arretrate. Come se non bastasse lo
pseudo scassinatore ha anche
minacciato di chiamare le
forze dell’ordine e denunciare
il proprietario dell’immobile
per minacce. Alla fine sono
interventui carabinieri e polizia a sedare gli animi.
L’episodio sembra quasi uno
sketch degno del celebre
Bruno Fioretti “Mandrake”,
personaggio del fim Febbre da
cavallo interpretato da Gigi
Proietti.
BOVALINO
Ignoti sparano all’auto
di una commerciante
Nella notte tra martedì e mercoledì l’automobile, una Lancia
Musa, di M.R.R. è stata raggiunta da 15 colpi d'arma da fuoco.
La 36enne è proprietaria di un esercizio commerciale.
L'intimidazione è avvenuta sotto casa della donna, in contrada
Bosco Sant'Ippolito a Bovalino. I colpevoli dell'atto sono ancora sconosciuti, delle indagini si stanno occupando gli uomini
del commissariato di Polizia di Bovalino.
Jazz di Montreal
Il Festival Jazz di Montreal
giunge ormai alla 34esima edizione. Considerato tra le più
grandi rassegne del mondo
fondato da Alain Simard.
Oltre 100 concerti, ben 3000
artisti da George Benson a
Aretha Franklin, da Bill
Frisell a Wayne Shorter. E tra
gli ospiti chi ci rende onore,
il nostro Peppe Voltarelli, il
cantautore artigiano che
mette in ogni suo lavoro
anima e cuore, che cantando
in dialetto calabrese racconta la sua terra. Suonerà al
Savoy du Métropolis il 3 e 4
luglio con due spettacoli
inseriti nel calendario dei
"concerti intimi"
BOVALINO/ARDORE
Maxi
evasione
fiscale
Sequestrati tra Bovalino e Ardore dalla Guardia di Finanza beni
per oltre 7 milioni di euro.
L’operazione delle fiamme gialle è nata dalla scoperta di una maxi
evasione fiscale di una ditta di bitume e catrame di Boavlino.
Secondo le indagini infatti le ditte, intetstat a Maria Rosa Blefari,
avrebbe mancato di pagare allo stato 18 milioni di Iva.
Risulta essere coinvolta anche la figlia dell’imprenditrice,
Giseppina Gallo, in quanto consulente fiscale delle ditte.
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LA RIVIERA
04
la Riviera
CARTOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò
Le notizie più lette
della settimana su
larivieraonline.com
Accade a Palizzi
Bifrost sullo Jonio
Sullo Jonio, come un
ponte che unisce i mondi,
un arco di colori, una porta
dimensionale, una sfumatura
di gioie condensate, una linea
curva di Primavera, una
musica immaginata, il ricordo
del primo amore, l'odore
dell'acqua salata. Si stendono
le spiagge calabresi sotto
nuvole portate dal Nord,
e il mare partorisce arcobaleni
interi, sotto cui passano
distesi i cattivi pensieri,
per tramutarsi in buoni.
1) LOCRI, GIOVANNI CALABRESE È IL
NUOVO SINDACO
2)
SIDERNO, TENTA DI FORZARE SERRATURA. FERMATO DA FORZE DELL’ORDINE
3) DONNA SCOMPARSA A SIDERNO
4) GIOIOSA JONICA, SALVATORE FUDA È
IN NUOVO SINDACO
IL DIAVOLO NERO
Evviva Roccaforte
5) MAXI EVASIONE SCOPERTA DALLA
GDF: SEQUESTRI A BOVALINO E ARDORE
6) NELLO SCRIGNO DELLA LOCRIDE:
L’AVVENTURA DI ELENA E MONSIGNORE
7) PROCESSO CRIMINE: COSTA ACCUSA
ANTONIO COMMISSO DEL SEQUESTRO
DEL RADIOLOGO PASQUALE MALGERI
8) LOCRI, GLI AGGIORNAMENTI
DAL SEGGIO
Spetta a Roccaforte il trofeo
della più bassa partecipazione
al voto amministrativo di
domenica 26 maggio. Ha
votato appena il 7,8% degli
elettori. Non s'è trattato di
indifferenza acida, ma di lucida protesta contro una commedia, che si replica senza
novità e senza fantasia sotto il
titolo “Votare è sciogliere”.
Infatti, senza soluzione di
continuità, come lo è la pietra
calcarea, il Comune è stato
sciolto per ben tre volte per
infiltrazione mafiosa, e per
ben tre volte sono arrivati i
commissari prefettizi. Pronti io immagino - a dare il cambio ad altri commissari prefettizi se il quorum fosse stato
raggiunto. Ché la 'ndrina di
Roccaforte, dove si produco-
no solo castagne, interrotte
dal ciliegio in fiore, ha come
suo ininterrotto mestiere
quello di infiltrare qualunque
amministrazione in un rapporto così serrato da invidiare
quello tra le api e i fiori.
Evviva, dunque, Roccaforte
che, non votando, manda in
frantumi l'equivoco della
sovranità popolare, affermata
sulla carta e negata nei fatti.
A Roccaforte era stata imposta, come ai drogati da disintossicare, la cura coattiva dei
commissari prefettizi.
Andarono, videro, rovistarono, fecero di conto.
Dovevano bonificare l'ambiente e, cammin facendo,
fecondare la possibilità d'una
nuova classe dirigente non
infiltrabile.
Non ci sono riusciti. L'albero
bello, fronzuto e ombroso
all'esterno, covava al suo
interno le termiti. Ma, per
carità, qui si tratta dello Stato
democratico e nessuno osi
dire che è fallito nelle sue
purissime intenzioni di bonifica.
Dati Google.com
È la materia che è sorda all'intenzione
dell'arte.
È
Roccaforte, geneticamente
delinquente, che resiste al
lanciafiamme della democrazia e della legalità. Fate così.
Radetela al suolo Roccaforte.
Risparmierete - e con questi
chiari di luna è un gran guadagno - i grossi stipendi dei commissari prefettizi. E sulle sue
rovine fumanti arrostiremo le
castagne.
Questo di Roccaforte è un
paese che fa del bene a tutti
tranne che a se stesso.
C’è un moribondo
che non vuol morire
FRANCO PLUTINO
A due anni esatti dall'insediamento dell'amministrazione comunale di Palizzi, guidata (?) da
Sandro Autolitano, si è consumata la prevedibile “separazione con addebito di colpa grave”. A
lasciare la maggioranza di Autolitano sono stati
l'ex vice sindaco Lello Nocera e l'ex capogruppo
Nino D'Aguì. E da parte si è fatto anche il giovane “sleghista” Angelo Nucera, dimessosi da
assessore per l'inadeguatezza del sindaco a portare avanti il programma elettorale. L'ormai
inevitabile fine anticipata dell'esperienza (negativa) del soloneggiante sindaco a mezzadria con
le eminenze grigie è dovuta, al di fuori d'ogni
ragionevole dubbio, all'incapacità di governare
un accordo tra fazioni politiche contrapposte
sul piano ideologico e divergenti nelle finalità,
nonché all'assenza di dimestichezza con la macchina amministrativa.
Il viaggio è terminato. Antonino D'Aguì, Leone
Nocera, Davide Plutino, Marco Potitò e Walter
Scerbo, nella mattinata del 28 maggio, hanno
protocollato un documento a firma congiunto e
sotto il simbolo del Popolo della Libertà, che
pone fine alla maggioranza originaria in
Consiglio comunale. Infatti, su nove consiglieri
assegnati, oltre al sindaco, 5 sono i firmatari che
si riconoscono nel Partito della Libertà. Non c'è
più maggioranza. Il Consiglio è spaccato in due
parti, e non il caso d'andare vedere dove stia la
parte marcia.
Alla ferrea logica dei numeri non si sfugge . Ma
questo lo sanno i pastori, non il Conducator che
è stato nella vigna a far da palo, pensando d'esserne alla guida, e di potere stare ancora alla
guida, pur ora che è rimasto senza maggioranza
e condannato da esponenti significativi della
sua maggioranza. E, come il rovere abbattuto di
cui discorre Guido Gozzano, “ sogna ancora
d'essere fronzuto./ Rampolla e sogna - immemore di scuri -/ l'eterna volta cerula e serena/ e
gli ospiti canori e i frutti e l'ire / aquilonari e i
secoli futuri.../ Non so perché mi faccia tanta
pena/ quel moribondo che non vuol morire”.
Eppure, non mancano un vecchio sacerdote
del potere, come il riconfermato e promosso
vice sindaco Ettore Ferraro, e il neofita assessore esterno, Franco Caracciolo, tutt'e due soggetti efficaci per somministrare l'estrema unzione.
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APPROFONDIMENTI
Una bella gioventù
ILARIO AMMENDOLIA
Ho visto i ragazzi dell’IPSIA di Siderno e dell’Istituto comprensivo di Gerace partecipare al viaggio sulla “nave della
legalità”.
Provenivano da Africo, da Platì, da Siderno, da Canolo,
insomma da tanti paesi della Locride.
Sono ragazzi pieni di freschezza, motivati, allegri, educati.
Smentiscono con lo sguardo prima che con le parole le percentuali di mafiosità diffuse ad arte sulla nostra zona.
Hanno partecipato all’iniziativa con un progetto decisamente innovatore e dai contenuti oggettivamente rivoluzionari.
Hanno fatto un viaggio nel tempo prima che sulla nave.
Hanno letto i diari dei grandi viaggiatori del secolo scorso ed
hanno scoperto che la ‘ndrangheta non c’era o era un fenomeno marginale.
Si sono soffermati sulle riflessioni di Zanotti Bianco durante le lunghe notti passate ad Africo.
Zanotti Bianco ad Africo aveva notato la disperazione della
gente, il pane immangiabile di cui si nutrivano gli abitanti, i
vestiti a brandelli, l’unica pluriclasse ospitata in una stalla, la
mancanza di un medico.
Il grande intellettuale non parla di ndrangheta ma di disperazione.
Secondo i ragazzi delle scuole di Siderno le letture sono servite a smentire, senza ombra di dubbio, che la ‘ndrangheta ci
appartenga come popolo, che ristagni nel nostro DNA. La
ndrangheta è un fenomeno storico e non di razza. È figlia di
uno Stato ingiusto e di una società ammalata.
Nel loro studio gli studenti hanno percorso la lunga storia
della ‘ndrangheta da fenomeno di contestazione e di difesa
degli emarginati e degli oppressi a organizzazione criminale
tesa ad ottenere potere e ricchezza. Hanno osservato la fine
tragica degli “uomini di onore”, per mano di una nuova leva
di mafiosi avidi di denaro a qualsiasi costo.
Denaro anche a prezzo di sangue innocente.
Una lettura originale, non scontata, interessante sulla
‘ndrangheta nella Locride.
Le conclusioni sono interessanti: la lotta contro la ‘ndrangheta è lotta per il rispetto della Costituzione.
La lotta alla ndrangheta è un momento della lotta per cambiare la società.
Hanno ribaltato un luogo comune che delega alle forze dell’ordine e alla magistratura il ruolo di principale antagonista
alla ndrangheta.
È il popolo il vettore da cui passa una nuova legalità fondata sul dettato Costituzionale.
A lato riportiamo le conclusioni a cui giungono i ragazzi
dell’IPSIA e dell’Istituto comprensivo di Gerace.
Adesso ci piace guardarli accanto ai loro professori sfilare
per le strade di Palermo. Sventolano bandiere, salutano i cittadini, portano i loro striscioni, guardano pensosi i luoghi
delle stragi, restano muti e in silenzio quando la tromba intona il silenzio.
Sono parte della “meglio gioventù” e sono i nostri ragazzi di
cui dobbiamo essere fieri
Non possiamo e non dobbiamo spezzare la loro innocenza e
il loro entusiasmo. L’ipocrisia del potere, la falsa lotta alla
‘ndrangheta ci tenteranno.
Per intanto loro hanno iniziato questa interessante esperienza con un gesto di grande valore: il loro primo atto è stata la
visita alla tomba di Placido Rizzotto, le cui ossa a lungo
disperse in una foiba corleonese, oggi riposano nel cimitero
di Corleone. Un morto ingombrante come lo sono decine di
sindacalisti uccisi dalla mafia e traditi dagli apparati dello
Stato che ne ha coperto gli assassini e rimosso la memoria. I
ragazzi della Locride partono da questa tomba e non è un
gesto senza significato ma profondamente in linea con il loro
progetto.
Lotta alla ndrangheta è lotta
per il rispetto della Costituzione
Il Progetto a cui le due scuole hanno partecipato per volontà del dirigente, il prof.
Tommaso Mittica, si è classificato al
primo posto nella graduatoria regionale.
Riportiamo il lavoro curato dagli studenti dell’IPSIA di Siderno e dell’Istituto
comprensivo di Gerace.
I principi fondamentali della
Costituzione Italiana, scritta col sangue
dei martiri della Resistenza e con gli
anni di carcere di quanti furono rinchiusi nelle prigioni fasciste, hanno
messo in moto speranze di Rinascita e
di riscatto delle classi umili.
Una riflessione collettiva, ci porta a
sottolineare un vulnus storico ai principi fondamentali della Costituzione che
non sono mai stati rispettati nella
Locride.
L’articolo 2 “La Repubblica riconosce e
garantisce i diritti inviolabili dell’uomo,
sia come singolo sia nelle formazioni
sociali ove si svolge la sua personalità,
e richiede l’adempimento dei doveri
inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”
È violato tanto dalla presenza della
‘ndrangheta, quanto e molto spesso, da
chi tali diritti dovrebbe garantire”.
L’articolo 3 “Tutti i cittadini hanno pari
dignità sociale e sono eguali davanti
IN EVIDENZA
Il nostro popolo aspetta
ancora la “Liberazione” ma
non saranno gli altri a
liberarci. Occorre avere la
schiena dritta e gli occhi
asciutti, fare autocritica
quando è necessario, ma
soprattutto “resistere e
lottare” per il riscatto della
Nostra terra.
alla legge, senza distinzione di sesso, di
razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali,
sociali. È compito della Repubblica
rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la
libertà e l’uguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del
Paese”.
Violato in maniera palese! Per molti
anni l’uguaglianza dinanzi alla legge è
stata più declamata che reale; soprattutto nella seconda parte, l’articolo è
rimasto lettera morta così i paesi della
Locride. Infatti perdendo oltre metà
della nostra popolazione, siamo andati
incontro a una disgregazione umana,
sociale ed economica come mai nella
nostra storia. La disgregazione fornisce
l’humus da cui nasce la ‘ndrangheta.
L’articolo 4 “La Repubblica riconosce
a tutti i cittadini il diritto al lavoro e
promuove le condizioni che rendano
effettivo questo diritto. Ogni cittadino
ha il dovere di svolgere, secondo le
proprie possibilità e la propria scelta,
un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale
della società”.
Il diritto al lavoro è praticamente negato alla maggioranza assoluta dei cittadini della Locride.
L’articolo 9 “La Repubblica promuove
lo sviluppo della cultura e la ricerca
scientifica
e
tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
Basta guardarsi intorno per capire
quanto questo articolo sia rimasto lettera morta.
La lotta alla ‘ndrangheta deve, secondo noi, trasformarsi in lotta per il riconoscimento e l’applicazione dei principi fondamentali della nostra
Costituzione.
Nel mentre si riconosce l’impegno
delle forze dell’ordine e della magistratura, si esprime la convinzione che da
sole non sconfiggeranno la ‘ndrangheta. Abbiamo bisogno di una bussola e
non può che essere la Costituzione.
Ricorrendo ad un esempio storico di
deve constatare che la “legge Pica”
applicata nella seconda metà
dell’Ottocento, mise a ferro e fuoco i
nostri paesi, sconfisse il brigantaggio
ma fu solo una vittoria tattica. Creò il
mito del brigante che, dopo quasi due
secoli, sopravvive nella nostra terra ed
in noi stessi.
Secondo noi, non occorrono leggi
eccezionali, invece è necessario conoscere il nemico, affrontarlo e vincerlo
attuando la Costituzione in ogni sua
parte.
Il nostro popolo aspetta ancora la
“Liberazione” ma non saranno gli altri
a liberarci. Occorre avere la schiena
dritta e gli occhi asciutti, fare autocritica quando è necessario, ma soprattutto
“resistere e lottare” per il riscatto della
Nostra terra.
DOMENICA 02 GIUGNO
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LA RIVIERA
07
COPERTINA
Monsignore Fiorini Morosini chiede a gran voce che ci sia finalmente
una legalità della politica e legalità da parte dello Stato nella Locride
Basta
con la politica
dell’anti
Quando a dover fare politica è un vescovo
ELEONORA ARAGONA
escovi più acclamati dei sindaci e dei commissari, questo
accade nella Locride. Monsignor Fiorini Morosini durante il convegno sul credito per le pmi della Locride ha
entusiasmato più di ogni altro con il suo discorso. «Bisogna
schierarsi contro il pensiero comune ed essere voce di verità e di
libertà». Un pensiero comune che sta sotterrando una razza,
quella calabrese, sotto un cumulo di macerie. Il vescovo di LocriGerace ha puntato il dito sulla politica dell’anti che sta bloccando l’intero territorio. Una politica dell’anti che però non sta producendo i risultati sperati e che non sempre si sta dimostrando
giusta. Anzi sembra essere orientata a divenire una politica del
legittimo sospetto verso la Locride, la Calabria.
E si è detto stanco stanco di tutto ciò monsignor Morosini, anzi
ha sottolineato come gli piacerebbe per una volta poter essere
invitato all’inaugurazione di un cantiere, perché almeno parteciperebbe ad un qualcosa di positivo per il territorio.
Anzi ad un evento che porterebbe lavoro, che poi è l’unica vera
soluzione alla criminalità. «Bisogna superare la politica “dell’anti”, del contrasto a fenomeni criminali, che serve ma non
basta. L’anno scorso il Ministro Cancellieri mi disse sul campo
della legalità non faccia sconti. Nessuno ne vuole. Però vor-
V
remmo che ci fosse una legalità della politica, una legalità da
parte dello Stato. Questo ce lo aspettiamo. Non si tratta di facilonerie, di lasciar correre, ma di essere sicuri che certi interventi
sono veramente dalla parte nostra».
E noi non possiamo che condividere con Morosini su questo
punto. Ci vuole una lotta giusta alla ‘ndrangheta. Non si può
creare un nuovo crimine di razza e penalizzare un’intera regione
e i suoi abitanti. Anche perché di risultati se ne vedono proprio
pochi. Che fine hanno fatto i beni sequestrati? Quanti di essi
sono serviti veramente agli abitanti della Locride?
E rispetto alla situazione imprenditoriale le considerazioni del
vescovo non sono state certo più tenere: «Si accennava pocanzi
al fatto che il Nord è sul baratro, ma noi possiamo stare tranquilli che sul baratro non ci siamo tanto non abbiamo nulla da cui
cadere. Siamo talmente giù che possiamo stare tranquilli ed è
questo il nostro dramma, che dovremmo cercare di risolvere e
affrontare». Ma anche questo immobilismo economico è conseguenza di una politica dell’anti ormai degenerata. Se un imprenditore è vicino a coshe o commette atti illeciti è giusto che paghi.
Però per uno che sbaglia non possono pagare tutti ed è ingiusto
continuare ad affamare una Regione e a spingerla sempre più in
basso.
Bisogna dare alternative reali.
DOMENICA 02 GIUGNO
2013
LA RIVIERA
08
I sindaci della Locride propongono
ILARIO AMMENDOLIA
Va certamente ascritto a merito del
presidente del comitato dei sindaci
Strangio e del presidente Imperitura
l'aver convocato il
Comitato
dell'Associazione per discutere del
problema dello scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose. Tanta la compostezza da parte dei
sindaci presenti. Tuttavia sarebbe ipocrita non rilevare che in molti mancava la necessaria tensione, l'indispensabile consapevolezza che nella Locride
è in corso un attacco alla democrazia.
Nove Comuni gestiti da una commissione straordinaria. Due Comuni Ardore e Stilo - che aspettano ancora
di sapere quale sarà la loro sorte. Un
quarto dei Comuni in cui la democrazia è stata sospesa, la Costituzione
umiliata, ferito l'orgoglio di tanti cittadini e di tante persone perbene. Peppe
Campisi, sindaco di Ardore, ha lanciato un grido di dolore per l'onore della
sua Città ferita, per le umiliazioni
subite, per un metodo di indagine che
mortifica le garanzie costituzionali e
le Istituzioni democratiche - e questo
non andrebbe mai dimenticato- sono
espressione della sovranità popolare.
Non si poteva sfuggire all'impressione
che molti, sottotraccia, sono condizionati dalla paura.
Non sono queste le tradizioni del
nostro popolo.
A Canolo circa cento anni fa vi fu una
rivolta popolare contro il commissario.
Un segno di maturità democratica.
L'orgoglio calabrese, la fierezza della
gente della Locride non può essere
ulteriormente umiliata. Qui, nonostante le fanfaluche e i trombettieri, non
abita un popolo di ndranghetisti!
La ndrangheta c'è e si combatte innanzitutto con il rispetto assoluto della
Carta Costituzionale e della democrazia sostanziale.
La legge sullo scioglimento dei
Comuni è uno schiaffo alla sovranità
popolare.
La nomina di commissari straordinari
non risolve il problema, anzi lo aggrava. E il caso Roccaforte parla per tutti.
Bene, io all'Assemblea dei Sindaci ho
presentato - ripresentato - una richiesta di modifica dell'attuale legge che
era stata elaborata durante la mia presidenza del Comitato dei sindaci.
È una legge di iniziativa popolare e
come giornale ce ne faremo promotori, augurandoci che qualche eletto
Una legge contro
gli scioglimenti
Nove Comuni gestiti da una Commissione straordinaria. Due comuni - Ardore
e Stilo - che aspettano ancora di sapere quale sarà la loro sorte. Un quarto dei
Comuni in cui la democrazia è stata sospesa. È il massacro della sovranità
popolare. Ma i Sindaci si limitano a sospirare.
calabrese la faccia propria, augurandoci che tutti i sindaci e le organizzazioni
democratiche diano un sostanziale
appoggio. La presenteremo in ogni
caso con il numero di firme che riusciremo a raccogliere. Cinquantamila
firme nel nostro comprensorio sono un
obbiettivo difficilmente raggiungibile?
Ecco le modifiche proposte :
1) In ogni provincia è istituito un
“Comitato per la difesa della democrazia”, composto dal Comitato per l'ordine e la sicurezza più un numero di
componenti indicati dall'Assemblea
dei sindaci della Provincia pari ai
membri di diritto dello stesso
Comitato. La durata della nomina è
quattro anni. La Commissione di
accesso in un Comune può essere
nominata solo dopo il pare vincolante
del Comitato.
2) Gli elementi tesi a dimostrare collegamenti diretti con la criminalità organizzata debbono essere corroborati da
sentenze, quantomeno di primo grado,
tali da dimostrare un collegamento
inoppugnabile tra le scelte dell'amministrazione comunale e la criminalità
organizzata;
3) Ogni addebito va subito contestato
agli amministratori che hanno sette
giorni di tempo per rispondere e documentare ogni atto sospetto e comunque tale da poter essere considerato
un indizio di collegamento tra la parte
elettiva della amministrazione e la criminalità organizzata.
4) Avverso al decreto di scioglimento
un terzo degli elettori del Comune il
cui Consiglio comunale è stato sciolto
può chiedere un referendum confermativo che deve essere convocato
entro tre mesi dalla richiesta;
5) Le Commissioni straordinarie sono
nominate attingendo ad un apposito
albo nazionale in cui saranno iscritti
tutti i cittadini secondo criteri che verranno definiti con apposito dispositivo.
Oggi sotto attacco sono soprattutto la
Locride, la provincia di Reggio , la
Calabria. Non è una battaglia a favore
di questa o quella amministrazione
comunale, bensì una strenua e nobile
difesa dalla libertà e della democrazia
ovunque si manifestano pericoli. È una
sacrosanta battaglia di principio. Non
sarebbe male, anzi sarebbe un gran
bene, che nella sua prossima riunione
l'Assemblea ei Sindaci facesse propria
la nostra proposta.
DOMENICA 02 GIUGNO 2013
LA RIVIERA
09
Parlando
di...
Minoranze linguistiche
C'era una volta la lingua dei padri, lingua grecanica. Rischiava di andare
smarrita. Ci voleva tutela per salvarla. Arrivarono le leggi e arrivarono i tutori.
I quali, come è tradizione, mangiano e bevono sulle spalle dei tutelati.
dalla legge 482/99
Questione grecanica
o cuccagna grecanica?
O NOSTOS
C’era una volta la lingua dei padri, quella di
un popolo venuto dal mare, che, visto il
bianco dei calanchi e quello delle nevi,
pensò bene di chiamare questo lembo di
montagna di casa nostra, Aspromonte, in
ossequio al colore dominante e, confondendo così i meno attenti all’etimo, con
l’assonanza legata all’asprezza del territorio. I calabro-greci, quelli parlanti la lingua
dei padri, oggi sono ridotti solo a poche
centinaia, ma, misteri della fede e potenza
dei denari, proprio oggi, che la lingua sembra quasi estinta, c’è chi vuole tutelarla,
costi quel che costi. Ammirevole certo, così
come ammirevole è l’abnegazione di molti
e la caparbietà di chi si erge ad estremo
baluardo dell’antico idioma. Ammirevole
si, e a tratti anche commovente, se non
fosse per qualche piccolo dettaglio che, in
perfetto stile basso ionico, ci consegna un
quadro complessivo a tratti deprimente. A
chi della materia non fosse proprio ferrato,
gioverà capire che la questione a cui ci stiamo riferendo ha origine nell’ormai lontano
1999, anno in cui, i paladini della salvaguardia della lingua e della cultura calabro greca, trovano in una legge nazionale, una
inattesa e quanto mai provvidenziale sponda per mettere in atto quello che fino a
qualche tempo prima, forse neanche i più
ottimisti avrebbero osato chiedere, riscoprendo di colpo un amore sopito per
decenni. La legge 482 del 99 sancisce la
tutela delle minoranze etnico linguistiche
presenti sul territorio nazionale. A quella,
fa seguito, appena quattro anni dopo, la
legge regionale per la Calabria, N°15/03
che regolamenta la tutela delle tre minoranze presenti sul territorio. Occitana, albanese ed appunto grecanica. I dati di carattere assai generale appena forniti, gioveranno a capire, il seguito. Il percorso tracciato dal 2003, è fatto di cifre a tanti zeri,
che nell’era dell’Euro hanno fatto felici
pochi eletti e scontentato i più, producendo
tanti sogni, tante attese più o meno legittime e purtroppo davvero molto poco,
rispetto a quelli che erano i reali obiettivi
fissati dalla legge nazionale. Le questioni e
le controversie nate da quel famigerato
2003, sono tante e di diversa natura, ma,
con un unico comune denominatore, la
spregiudicatezza tipica di chi, una volta
avvistato l’obiettivo, rimane folgorato, su
IN EVIDENZA
Ecco la potenza dei denari,
cui si faceva riferimento.
Come per incanto, i
comuni grecofoni, quelli cui
la storia e soprattutto la
geografia, avevano
consegnato la custodia
della lingua, da cinque,
diventano per incanto
sedici. Troviamo tracce
magno greche ovunque,
anche dove non avremmo
mai immaginato, ma si sa,
la Calabria è antica colonia
greca.
non si sa quale via. Detto fatto, ecco la
potenza dei denari, cui si faceva riferimento. Come per incanto, i comuni grecofoni,
quelli cui la storia e soprattutto la geografia,
avevano consegnato la custodia della lingua, da cinque, diventano per incanto sedici. Troviamo tracce magno greche ovunque, anche dove non avremmo mai immaginato, ma si sa, la Calabria è antica colonia
greca, terra di colonne a tinte bianche e blu,
allora non ci si deve mica meravigliare se
accanto a Roccaforte, Roghudi, Bova e
Gallicianò di Condofuri si vanno ad
aggiungere nomi tipo Cardeto, Montebello
Ionico, Motta San Giovanni, Brancaleone,
San Lorenzo, Bagaladi e molti molti altri, la
cui fonìa richiama distintamente l’antico
idioma, e guai a negarlo! Andate a raccontare tutto questo agli albanesi !ma questa è
un’altra storia, che racconteremo magari in
un’altra occasione. Entriamo ora nel vivo
della questione, perché è un fiume di denaro pubblico, quello elargito a piene mani
dalla provincia di Reggio Calabria in un
decennio di fatti e misfatti, di convegni e
iniziative, di libri e libricini, opuscoli e cd,
corsi di lingua e ricorsi storici, che hanno
dato linfa più a qualche portafogli che a
quell’idioma e a quella cultura di cui, nonostante i tanti bonifici, si continuano progressivamente a perdere le tracce. A dire il
vero, ed anche per non voler sembrare
disfattisti ad ogni costo, c’è anche una parte
di bicchiere mezzo pieno. Si sa, non sempre
l’amore per la cultura è molla sufficiente a
far scattare l’interesse. Se il tutto viene condito con un aiutino economico, che non
guasta mai, la cosa diventa più appetibile.
Così, dietro il buon e sempre efficace
incentivo, tanti giovani e meno giovani si
sono lanciati alla riscoperta, per alcuni si è
trattato addirittura di una straordinaria
scoperta, della lingua dei padri. Lo Stato e
la Regione suggeriscono, la Provincia esegue. Ecco allora ad ogni Comune il suo
sportellino e ad ogni postazione, corredata
da computer e stampante ecco collocare il
suo operatore. Si tratta di figure più o
meno note, gente che della lingua si è sempre nutrita ed altra che ha deciso all’improvviso di cambiare dieta. Una cosa è
certa, se le mansioni cui gli sportellisti sono
deputati, non hanno trovato alcun riscontro oggettivo, le esigenze dei Comuni sono
state spesso soddisfatte, quanto meno in
termini di supporto alle normali attività
d’ufficio. Singolare quanto la storia della
legge, è quella degli sportellisti. Prima tirocinanti, poi archivisti e documentaristi, poi
interpreti e traduttori, e comunque sempre
adeguatamente formati proprio dalla
Provincia. Quale miglior viatico, per soddisfare una duplice esigenza ! da un lato l’osservanza dei dettami della legge, dall’altro
una pur minima risposta occupazionale.
Ma anche in questo la provincia ci mette
del suo. Appare infatti davvero singolare
che gli sportellisti, quasi sempre gli stessi
soggetti, vengano puntualmente sottoposti
a concorso con cadenza triennale. La
domanda sorge spontanea. Qual è l’utilità
di esaminare più e più volte questi poveri
Cristi, già esaminati e dichiarati idonei.
Difficile darsi una risposta esaustiva e logica. Ci rispondiamo che evidentemente l’eccesso di zelo in Provincia non è mai troppo.
Chiudiamo, inteso, solo momentaneamente, con un’altra chicca.
Relativamente alla stesura dei progetti che
annualmente vengono inviati al Ministero
per l’approvazione, pare che gli stessi, siano
stati in alcuni casi scartati e rispediti al mittente, i maligni vociferano, a causa di un
ritardo nella presentazione. Se ciò fosse
vero, tradotto in pratica, significherebbe,
tanti bei soldini rispediti al mittente, e
un’ennesima, minima occasione di occupazione, mandata miseramente in fumo.
Questo interrogativo, agita, e non poco,
soprattutto i poveri sportellisti, quest’anno
ancora a bocca aperta e viso all’insù in attesa della provvidenza, già provati, dalla
lunga astinenza e della ferale notizia di un
netto taglio dei posti disponibili, che nel
giro di un biennio passeranno dagli attuali
15 a soli sette, neanche a dirlo, sempre previo famigerato concorso. In attesa di una
nuova e più dettagliata puntata, un plauso
va dunque alla Provincia di oggi e di ieri,
che siamo certi, prima o poi verrà chiamata a tirare le somme di un decennio decisamente poco esaltante.
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SVILUPPO
INTERVISTA
«Le imprese hanno accesso a finanza alla quale altrimenti non accederebbero,
ma finanza di sostegno e sviluppo non di soccorso, questo è bene sottolinearlo. Non è la
misura che consente all'azienda in sofferenza di ricevere denaro è, invece, quella finanza
che occorre al sistema calabrese delle aziende in una condizione ordinaria»
a Paolo Commisso
Jeremie, ossigeno per le imprese
Con “Jeremie”, Joint European Resources for
Micro to Medium Enterprises - Risorse europee
congiunte per le piccole e medie imprese, per dare
ossigeno alle imprese le quali, più che mai in questo
periodo, stentano ad andare avanti. Paolo
Commisso presidente del Comitato di
Investimento dell'iniziativa, all'indomani della conferenza stampa di presentazione tenutasi a
Lamezia Terme, ne spiega il senso e gli obiettivi da
raggiungere. «Jeremie è un'iniziativa congiunta
della Commissione Europea e del Gruppo Bei,
Banca Europea per gli Investimenti e Fei, Fondo
Europeo per gli Investimenti. Quest'ultimo gestisce
le risorse messe a disposizione dal Fondo Europeo
di Sviluppo Regionale nell'ambito del Programma
Operativo Regionale Calabria FESR 2007-2013.
Per la prima volta la Bei, per il tramite del Fei, ha
intercettato la domanda regionale della Calabria
che si è aggiunta a Campagna e Sicilia, le uniche
regioni del Sud, a parte la Lombardia al Nord,
procedendo con la selezione, tramite l'Abi
regionale, delle banche interessate a concorrere al
cofinanziamento dell'iniziativa».
45 milioni di euro ai quali si aggiunge una pari cifra,
altri 45 milioni che devono garantire le banche,
avviando un fondo di rotazione. Il Fei ha selezionato il sistema creditizio, mettendo in concorrenza
tra loro le banche per il cofinanziamento dell'iniziativa. «Banche che devono cofinanziare minimo il
50%, esponendosi personalmente, in modo tale
che, quando si concederà finanza alle imprese, lo
faranno accollandosi i relativi rischi. Hanno aderito
quasi tutte le banche regionali, dalla selezione sono
rimaste quattro e poi due, Banco di Napoli e Banca
del Mezzogiorno - Medio Credito Centrale».
La Regione, soggetto promotore dell'iniziativa, ha
nominato il Comitato di investimento per coordinare e vigilare su tutto il sistema, composto da tre
soggetti, appunto Commisso commercialista, il
presidente, Maurizio Acri commercialista di
Cosenza e Natale Polimeni avvocato di Reggio
Calabria. Comitato di investimento non composto
da dirigenti regionali, come scelto in altre regioni,
ma da professionisti, non a titolo remunerativo, ma
solo onorifico, quindi componenti non presenti in
qualità di “super consulenti”. «La differenza rispetto ad altre iniziative passate è che non si è scelta una
sola banca, per evitare che ci fosse monopolio, in
campo almeno due soggetti ovviamente non
appartenenti allo stesso gruppo bancario, in modo
da farli entrare in concorrenza tra loro».
Per Commisso importanti le ricadute sul territorio
in considerazione del fatto che oggi le aziende non
riescono ad accedere a finanziamenti per due ordini di ragioni, quello interno, relativo ai bilanci di
queste società spesso in deficit ed esterno perché le
stesse banche devono mettere in ordine i propri
conti.
«Le imprese hanno accesso a finanza alla quale
altrimenti non accederebbero, ma finanza di
sostegno e sviluppo non di soccorso, questo è bene
sottolinearlo. Non è la misura che consente
all'azienda in sofferenza di ricevere denaro è,
invece, quella finanza che occorre al sistema calabrese delle aziende in una condizione ordinaria».
Paolo Commisso pone l'accento anche sulla decisione di “spezzettare” le somme, per evitare che
venissero destinate a pochi soggetti, il massimo previsto da erogare ad una singola impresa è 900 mila
euro, comunque una cifra importante, partendo da
una base di 10 mila euro.
«Non si tratta di somme da spendere solo per attività strumentali, come l'acquisto di capannoni o
macchinari, ma soprattutto riguarda il capitale circolante, scorte e smobilitazione di crediti, che nessuno ormai fa più. Non stiamo parlando di somme
a fondo perduto, ma di un fondo rotativo, con il
quale si cerca di dare “benzina” all'impresa, ovviamente da restituire. Della somma complessiva i
primi 13 milioni di euro dovranno essere impiegati
entro fine anno».
Emanuela Alvaro
FINALITÀ DEI FINANZIAMENTI
Sono ammissibili i finanziamenti destinati ad
investimenti in beni immateriali (spese relative a
costi capitalizzati per ricerca, brevetti, ecc.) e materiali (impianti, macchinari, attrezzatura ecc.), il capitale circolante collegato ai suddetti investimenti
nonché in relazione alla creazione, al sostegno o
all'espansione di attività dell'azienda nuove o già
esistenti, quali, a titolo esemplificativo, l'acquisto di
scorte, il finanziamento di crediti esigibili e forniture
di servizi strettamente legati al ciclo produttivo e/o
commerciale.
IMPORTI FINANZIABILI
L'importo minimo del finanziamento è pari a
10.000 Euro, mentre l'importo massimo è pari a
900.000 Euro.La durata massima è di 120 mesi
per i finanziamenti ipotecari (massimo 24 mesi di
preammortamento) e di 84 mesi per i finanziamenti chirografari (massimo 12 mesi di preammortamento).
IMPRESE AMMISSIBILI
Sono ammissibili le micro (incluse le imprese individuali e imprenditori autonomi), piccole e medie imprese come definite dalla Raccomandazione della
Commissione 2003/361/EC con sede legale e operativa nella Regione Calabria.Potranno beneficiare
del finanziamento anche le PMI con sede legale
fuori dalla Regione Calabria, purché: abbiano
almeno una sede operativa o un'unità produttiva in
Regione Calabria e l'iniziativa riguardi investimenti (e
l'eventuale incremento di circolante correlato a detti
investimenti) in una o più di dette sedi operative.
CONVEGNO BANCHE, IMPRESE, ISTITUZIONI
Imprenditori e banche si siedono intorno a
un tavolo. Segnali positivi e critiche costruttive
I
l tavolo di lavoro organizzato il 25
maggio da A.l.i., Corsecom,
Confindustria Reggio Calabria,
AssoComuni della Locride e
Unione dei Giuristi Cattolici Italiani
aveva lo scopo di creare un canale
diretto tra banche e imprenditori. È
stata l’occasione per proposte concrete
e qualche polemica, ma ha comunque
segnato un primo passo importante per
lavorare insieme e costruire una via
d’uscita dall’immobilismo in cui si trova
il sistema creditizio della Locride.
Ha aperto i lavori il Presidente
dell’A.l.i., Vincenzo Albanese, che
dopo i saluti di rito e i ringraziamenti ai
convenuti ha aperto la discussione:
«Siamo in un momento storico particolare. A partire dalla politica nazionale,
fino ad arrivare alla situazione nei
nostri comuni. Pensiamo che si debba
affrontare al più presto la situazione e
cercare insieme un modo per superare
questa fase così difficile. Non possiamo
rimanere impassibile se vogliamo sul
serio trovare una strada e ripartire cercando di proporre cose concrete
dando certezze». Puntualizzando i
motivi che hanno spinto banche e
imprenditori ad incontrarsi ha poi passato la parola a Marcello Attisano,
responsabile attività produttive del
Corsecom. Attisano ha quindi presentato la proposta studiata per le banche
operanti nella Locride: un pool che
emettesse per le aziende sane “Una
linea di credito straordinaria” un nuovo
strumento di credito (chiamiamolo
“Patto Locride”) con un taglio da 10, 30
o 50 mila euro ad un costo massimo
lordo del 3%, per la durata di almeno
tre anni affinché si possa accompagnare la microimpresa locridea fino all’uscita dalla crisi. Inoltre è stata rilanciata la possibilità di applicare in Calabria
l’esperienza già adottata da Piemonte e
Lombardia di creare un fondo di garanzia appoggiandosi alla Camera di
Commercio reggina. Gli imprenditori
che hanno preso la parola hanno colto
l’occasione per criticare sia il mancato
credito da parte delle banche sia l’ab-
bandono dello Stato. In particolare è
stato posto l’accento sulle potenzialità
mai sfruttate della Locride e sull’ingiusta pianificazione del reinvestimento
dei risparmi dei calabresi.
L’intervento più condiviso e sentito dai
presenti, vista anche la mole di applausi ricevuti, è stato quello del vescovo di
Locri-Gerace, monsignor Morosini.
«Se cadono le banche tutti a dire che è
una tragedia; se le famiglie muoiono di
fame ormai non si scandalizza più nessuno» questa la prima critica mossa dal
vescovo che sottolinea come troppo
spesso si perdano di vista le reali tragedie che stanno avvenendo in torno a
noi. Ma a suscitare l’approvazione del
pubblico è stato il suo discorso sulla
politica dell’anti che sta soffocando la
Locride e che non sta dimostrando di
essere la soluzione al fenomeno criminale. Anche rispetto a strumenti come
il carcere preventivo e lo scioglimento
dei comuni monsignor Morosini è stato
piuttosto critico e ha detto che sono
argomenti che andrebbero discussi.
Ha fatto seguito una seconda tranche
di rimostranze e interventi di imprenditori e professionisti della Locride che
hanno sottolineato pregi e difetti del
sistema creditizio locale. Ad esempio
Giuseppe Iurato, commercialista locale, ha elogiato il sistema Fincalabria e il
microcredito calabrese, ma non sono
state risparmiate anche critiche verso le
mancanze strutturali della Regione che
rendono molto più difficle la sopravvivenza delle aziende. I lavori si sono
chiusi con l’intervento dei rappresentanti dell’Abi, non prima del discorso
del consigliere regionale Pietro Crinò
che ha ricordato come la priorità della
Locride sia il lavoro.
Marco Tuscano, componente commissione regionale Abi, ha poi preso la
parola e, dopo aver sottolineato come
le banche debbano fortemente tener
presenti i vincoli imposti a livello nazionale ed europeo, ha comunque dimostrato interesse per le proposte avanzate e si è mostrato aperto alla discussione. E ha precisato: «Per sfatare un
luogo comune, i soldi impiegati in
Calabria sono superiori a quelli raccolti nella regione. Nel Cosentino gli
imprenditori riescono a consorziarsi e
diventano interlocutore unico per
l’Abi. Serve, dunque, una voce unica».
Passando poi a parlare della necessità
di incrementare le esportazioni della
Calabria, che al momento sono ben al
di sotto delle altre regioni meridionali.
E ha concluso mettendosi a disposizione per analizzare eventuali proposte
unitarie che provengano dalle istituzioni locali. Molto più tecnico il discorso
di Antonio Speranza che dati alla mano
ha spiegato come mai la Regione
incontri tutte queste difficoltà in campo
creditizio.
El.Ar.
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DOMENICA 02 GIUGNO
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LA RIVIERA
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Polaroid
PROVINCIA
GIOIOSA IONICA
I cittadini protestano contro la chiusura
della filiale del Banco di Napoli
KATIA CANDIDO
Il 24 giugno prossimo la filiale del
Banco di Napoli di Gioiosa Ionica
chiuderà definitivamente. Questo è
quello che abbiamo appreso
all’Assemblea del Comitato contro la
chiusura dell’Istituto di Credito,
tenutasi il 29 maggio presso l’auditorium della Scuola Media Statale.
«Gioiosa Ionica non può morire
così», affermano i cittadini, «da qualche anno non c’è più la Banca
Carime e adesso vogliono privarci
anche di questo sportello bancario».
Decisione inammissibile secondo gli
abitanti del paese. che appena accertata la veridicità della notizia si sono
mobilitati affinché questo provvedimento venga annullato. Peraltro la
comunicazione è stata appresa in
ritardo dalla cittadinanza a causa del
mancato avviso da parte della Banca
alla comunità gioiosana. O meglio,
c’è stata soltanto una piccola informazione fuorviante inserita nell’area
personale dei propri clienti, ma non
c’è mai stata alcuna comunicazione
ufficiale .
Il Paese conta circa sette mila abitanti, i quali insieme agli altri residenti
dei paesi della Vallata del Torbido,
hanno deciso, di trasferire il proprio
conto in altre Banche poiché procedere in direzione Siderno diventerà
per molti dispendioso sia in termini
economici che in termini di tempo.
Tra l’altro la Banca risulta attiva e
non vi è alcuna motivazione per giustificarne la chiusura. La comunità è
stata messa di fronte a fatto compiuto e i cittadini si ribellano, non c’è
unione per affrontare i problemi, in
questo momento bisogna rimanere
uniti. Dolo la chiusura degli Istituti
di Credito di Grotteria, Mammola e
ora Gioiosa si rischia chiaramente e
abbondantemente un depauperamento del territorio che porterà a
serie difficoltà non solo a Gioiosa ma
in tutti i paesi della Vallata. Salvatore
Fuda, neo Sindaco di Gioiosa Ionica
ha dichiarato «È importante investire sulla speranza di aprire altri Istituti
di Credito».
All’Assemblea sono intervenuti oltre
i cittadini, i quali hanno portato alla
luce varie soluzioni, il rappresentante
del Comitato Spontaneo Domenico
Novembre; il sindaco di Gioiosa
Ionica, Salvatore Fuda; il sindaco del
Comune di Mammola, Antonio
Longo; il rappresentante dei Sindaci
Giorgio Imperitura e Mons.
Morosini, vescovo di Locri, il quale
ha chiesto maggiore convinzione e
impegno da parte del Comitato dei
Sindaci e ha invitato tutta la comunità a non demordere perché tutti
uniti otterremo maggiore ascolto.
LOCRI
La democrazia come
modo di vivere. Da
Pericle ai giorni nostri
ROGHI ELETTORALI
Nell’ambito delle attività
di relazione con le
Istituzioni
il
Lions
International, in collaborazione con il GinnasioLiceo
Classico
“Ivo
Oliveti” di Locri ha organizzato un incontro con gli
studenti
sul
tema:
“L’encomio di Pericle e i
valori della Democrazia”.
Manifestazione di rilievo
voluta
dal
senatore
Giuseppe Fimognari con
la partecipazione di Rocco
Vasile presidente del Lions
Club di Locri e di Antonio
Zuccarini il segretario
dello stesso Club.
Dopo i saluti di rito sia il
Presidente del Lions che il
senatore Fimognari hanno
voluto porre all’attenzione
degli studenti il valore
della democrazia non
tanto come sistema politico quanto come concezione del mondo, modo di
vivere e relazionarsi.
Dopo le magistrali lettere
dei tre studenti Chiara
D’Agostino,
Federica
Modafferi e Francesco
Romeo, ha relazionato il
prof. Domenico Angilletta
il quale ha voluto cogliere
lo spirito di quel tempo,
l’età di Pericle, delineando
il personaggio e l’epoca
che è stata l’infanzia del
mondo occidentale. Si è
soffermato sugli aspetti
della democrazia ateniese
rapportandola principalmente alla democrazia
moderna.
Bruciano la spazzatura
vicino al seggio
De Amicis di Locri
Ancora spazzatura che brucia lunedì mattina. Questa
volta vicino alla scuola elementare De Amcis a Locri.
È bastato poco, probabilmente una sigaretta ancora
accesa, e le fiamme si sono
fatte subito strada. In attesa
dei carabinieri, tempestivamente chiamati per intervenire, i presenti in zona,
molti dei quali direttamente coinvolti nelle elezioni
amministrative in corso in
quel momento, si sono dati
da fare per evitare che le
fiamme arrivassero alle
molte auto parcheggiate
nelle vicinanze. L’avvocato
Miki Maio, candidato a
consigliere, ha circoscritto
il rogo utilizzando una
pompa da giardinaggio.
Dopo poco tempo dalla
chiamata, i vigili del fioco
sono accorsi sul posto spegnendo
definitivamente
l’ennesimo incendio di
rifiuti che, dopo una breve
tregua, ricominciano ad
accumulati ai lati dei cassonetti, per il grave stato di
crisi in cui versa il settore,
con gli impianti regionali
bloccati da giorni e gli operai costretti a casa.
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LA RIVIERA
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la Riviera
‘NDRANGHETA, POTERI OCCULTI, MALA POLITICA
A Bova con Alberto Cisterna
Fari puntati sui mali di una società sempre più fragile e compromessa
Metti un pomeriggio in Aspromonte,
un magistrato, un giornalista di lungo
corso, uno scrittore, uno storico, tutti
allo stesso tavolo, impegnati in una
discussione di ampio respiro. A questo
aggiungi la massoneria, quella ufficiale
e quella un pò più “taroccata”, la politica e soprattutto la mala politica, una
parte di magistratura un pò così, metti
poi, per concludere e condire tutto,
anche la parolina magica che inizia
con un apostrofo, quella che un tempo
incuteva soggezione e timore, oggi,
inflazionata, diventa tema di discussione nei salotti televisivi e non.
‘Ndrangheta è parola non più sibilata a
denti stretti ma, sbandierata a titoli
cubitali, parola arcaica, tristemente
famosa, giustamente invisa ai più e se
vogliamo anche utile a pochi. Lo si
dice a chiare lettere nel corso dell’incontro, con vena decisamente ironica
“Se la ‘Ndrangheta non ci fosse bisognerebbe inventarla”, ma questa è un’altra
storia, perché nella ‘ndrangheta di ironico non c’è davvero nulla, e il calabrese questo lo sa bene. Alberto Cisterna,
Paolo Pollichieni, Gioacchino Criaco e
Pasquino Crupi. Con loro il primo cittadino di Bova, Santo Casile, e il suo
vice, Gianfranco Marino, moderatore.
Tra i temi più dibattuti, nonostante
ancora non fosse scoppiato il “caso
San Lorenzo”, c’è stata la questione
legata allo scioglimento dei consigli
comunali, un fenomeno ormai dilagante e dirompente che ci consegna un
quadro drammatico sul piano della
rappresentanza politica e dell’analisi
dei contesti sociali. La gestione della
cosa pubblica demandata alla famigerata terna commissariale, sembra un
copione ormai consolidato che genera
luoghi comuni e, purtroppo, anche
una certa rassegnazione tra amministratori e cittadini. Da una prima analisi del fenomeno, viene fuori un qua-
CRESCERE GIOCANDO
Programma eventi
estivi dell’Associazione
gioiosana
dro complesso. Il messaggio che viene
fuori dalla discussione è unanime, servirebbe la revisione di una legge dalle
maglie troppo larghe che, proprio per
questo, si presta a diverse strumentalizzazioni. Facendo una doverosa premessa, anche al fine di non prestare il
fianco a censori armati di timbro dell’antimafia in tasca, diciamo che,
siamo convinti assertori della legalità,
intesa in tutte le sue forme, una legalità che proprio nella pubblica amministrazione dovrebbe trovare un estremo
baluardo. Ciò premesso, riteniamo
comunque che un intervento ad personam sarebbe, laddove i casi lo consentono, forse più opportuno, individuando quelle che sono le reali colpe dei
singoli ed evitando così di consegnare
al limbo del commissariamento comunità già di per se in forte e perenne
ritardo. Il tutto si materializza in realtà
umane che camminano da sempre,
per scelta ima scartamento ridotto. Se
SIDERNO
poi ci si sofferma brevemente ad analizzare i risultati raggiunti attraverso i
provvedimenti di scioglimento, allora
il quadro è completo e la domanda è
d’obbligo, uguale a quella sollevata nel
corso dell’incontro di Bova. A chi
serve tutto ciò, e soprattutto, a chi
giova una simile condizione di deriva
politico-amministrativa? Evitiamo di
darci una risposta e ci limitiamo ad
una considerazione. Lungi da noi la
presunzione di dare ricette o interpretazioni di sorta rispetto a problematiche davvero molto complesse.
Volendo valutare nel merito, l’incontro dell’altra sera, possiamo affermare
che ha di certo favorito una seria
riflessione, un momento di confronto
che, nell’intento dell’Assessorato
comunale alla Cultura, organizzatore
dell’evento, crediamo puntasse ad
almeno un paio di obiettivi, come
peraltro dichiarato proprio dal vice
sindaco alle Tv locali. Oltre ai fini di
carattere politico, legati all’organizzazione di iniziative che contribuiscono a
tenere alta l’attenzione su questioni di
carattere sociale e culturale, c’è una
seconda e non trascurabile valenza.
Certi incontri favoriscono il confronto,
un’interazione che offre un ventaglio
di considerazioni a chi trova in Bova il
luogo per una crescita culturale e un
confronto civile.
Chiudiamo dunque con il messaggio
estremamente positivo che viene fuori
dall'iniziativa. Tematica a parte, l'imput
lanciato da questo nuovo modo di fare
cultura della partecipazione e orientamento costruttivo, giunge da dove
meno te lo aspetti, da una montagna
fino ad un ventennio addietro assai
marginale ed etichettata spesso ingiustamente, proprio quella montagna
che cerca di affrancarsi, diventando
volano per il rilancio della nostra provincia.
Eleonora Iaria
MELITO
La voce dei cittadini: «Non lasceremo
sperperare i nostri fondi»
«Non si può conitnuare così»
Spazzatura via delle magnolie angolo
via Turati. Dal 14-05-2013 al 30-05-2013. A
15 giorni dall’ultimo passaggio del camion della
spazzatura.
Il Mare di Melito di Porto Salvo (RC) ha riportato alla
luce parte del piroscafo “Torino” arenatosi sulla spiaggia
Melitese di Rumbolo per mano di Nino Bixio il 19 Agosto
del 1860.
Attenzione attenzione “ascoltate cosa ha deciso la
Regione Calabria”: Ha stanziato un milione di euro al
Comune di Melito Porto Salvo (RC) per tirarla fuori... Un
milione di euro invece di tirare fuori una nave che per noi
vuol dire ricordarsi che ci portò disgrazie, fame, miseria e
morte e per dirla tutta anche massoneria e ndrangheta,
non potevano investirli a creare qualche posto di lavoro
per i poveri operai che hanno perso il lavoro...
«Protesteremo contro la Regione Calabria per questo
sperpero di denaro nostro».
Il percorso formativo dell’Associazione
“Crescere Giocando” Onlus continua anche
durante il periodo estivo. Dal 12 Giugno in poi, le
attività verranno proposte presso il Lido Mania di
Marina di Gioiosa Ionica dalle ore 09:00 - 12.30 e
dalle ore 15:00 - 19:00. Il loro obiettivo non sarà
solo quello di curare il bambino sotto l’aspetto
scolastico ma in questa stagione si impegneranno
anche nella realizzazione di nuove iniziative tra le
quali le attività ludico-ricreative; creative - espressive; giochi musicali e percorsi ad ostacoli. Con un
piccolo contributo mensile di 70.00 e per coloro che vogliono aderire saltuariamente la quota
da versare sarà soltanto di 8.00.
K.C.
SIDERNO
Le “Cinque Giornate”
contro i rifiuti
Per le strade le prime barricate di rifiuti, i cittadini sono al limite e le istituzioni latitano. I
cittadini di Siderno sono arrivati al limite
della sopportazione. Mentre nel centro città
la spazzatura viene raccolta quasi giornalmente le contrade e le strade meno frequentate continuano ad essere invase dai rifiuti.
Dato che le lettere e le lamentele si sono
dimostrate inefficaci sono scattate forme di
protesta inusuali. Ed ecco che in Via Lenzi
appaiono barricate di rifiuti. Tirate su da un
giorno all'altro sono la testimonianza che la
gente è stanca e vuole risposte. Sono il simbolo dei cinque giornate di Siderno. Come a
Milano si sentivano estranei gli austriaci a
Siderno la spazzatura è diventata l'invasore da
sconfiggere. Siamo sempre più vicini al collasso e si continua a perdere tempo. I suggerimenti che abbiamo dato ai cittadini sono sempre validi, la differenziata è la soluzione. I
commissari non potranno continuare a tergiversare per molto.
DOMENICA 02 GIUGNO
2013
LA RIVIERA
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DOMENICA 02 GIUGNO 2013
LA RIVIERA
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“I Badanti”
di Antonio Mediati
Rompere il sottosviluppo e programmare un
definitivo rilancio turistico della nostra città
Siderno con le sue straordinarie potenzialità deve diventare uno dei centri turistici più importanti della Regione. E’
una città dove permangono criticità vecchie e nuove ma le condizioni per riemergere ci sono tutte anche se attualmente continua ad imperare il sottosviluppo, la disoccupazione giovanile, la
mancanza di servizi e anche lo stesso
settore turistico offre pochissimo. Per
rompere il sottosviluppo del territorio e
creare lavoro duraturo per giovani e
disoccupati di lungo periodo non basta
migliorare il sistema infrastrutturale
stradale e ferroviario. Accanto alle ata-
viche questioni ambientali ed alla necessità di un ciclo integrato e definitivo dei
rifiuti, quale precondizione per un turismo non solo stagionale, urge mettere le
imprese del territorio nella condizione
di crescere sia in termini dimensionali e
sia per far fronte ad una domanda di
prodotti prevalentemente enogastronomici nazionale ed estera di fatto illimitata. La classe dirigente dovrebbe cercare
di lavorare in questa ottica facendo uno
sforzo eccezionale per ridare speranze
ai giovani e mobilitare tutte le
Istituzioni. Questo dovrà essere l’obiettivo comune. Intanto, qualcosa sembra
muoversi sul territorio, dovrebbero
arrivare a breve i fondi per il sistema di
depurazione, i fondi dei bandi sui
P.I.S.L., i fondi per la riqualificazione
urbana di tanti centri storici, sembrerebbe (utilizziamo il condizionale) che
entro il prosssimo 31 ottobre, dovrebbe
essere finalmente aperta al traffico la
variante della S.S. 106. Sarà fondamentale predisporre nella prossima programmazione comunitaria 2014 – 2020,
un tavolo nazionale “Locride” ed in
questo contesto un ruolo determinante
lo dovrà riavere la citta di Siderno, la
“capitale” commerciale e turistica del
territorio. Sarà necessario, accanto al
comparto turistico, sviluppare altri settori strategici e prioritari quali sicurezza,
legalità, dissesto idrogeologico, sviluppo
del sistema agrumicolo, banda larga.
Inoltre, servono investimenti finanziari
per la creazione di posti letto e sviluppo
del settore immobiliare con una adeguata campagna di marketing territoriale,
capaci di rimettere in piedi un già gracile sistema economico – sociale da
tempo avvitato ed a rischio di esplosione sociale.
Antonio Tassone
Renato Audino: da Siderno per sfidare il Po
In sei, per ripercorrere il tragitto fatto,
trent'anni prima, da altri amici canoisti.
Tra questi il sidernese Renato Audino, classe 1947, ingegnere meccanico e fratello di
Michele Audino, noto presidente dell'associazione filatelico numismatica sidernese..
Renato è emigrato nella lontana Torino a
soli 18 anni per gli studi universitari e dopo
di allora si è stabilito definitivamente nel
capoluogo piemontese. I sei canoisti animati dalla stessa voglia di viaggiare, di conoscere, di testimoniare le condizioni del Po e
la sua gente hanno raggiunto un traguardo
storico, hanno percorso tutto il Po.. Un
viaggio interessante il loro, partito da Cardé
(una quarantina di km sopra Torino, in uno
dei primi tratti navigabili del fiume) il 4
maggio e si è chiuso il 16 a Venezia. Il
'Giurassic Bark Team', partito col patrocinio
del Comune di Torino, dell'amministrazione provinciale torinese e di Legambiente,
ha rispettato tutte le tappe fissate. Il loro
compito è servito, tra l'altro, a monitorare il
fiume nei punti interessati dagli scarichi
delle acque. Purtroppo la piena ha impedito quasi del tutto questa parte del viaggio.
"E' diventato un viaggio principalmente
etnografico - ha spiegato Alex Zambon, 42
anni, il più giovane del gruppo che ha raccolto anche un 71enne - abbiamo incontrato gente, visitato luoghi interessantissimi, e
siamo stati accolti ovunque con grande
calore umano". Il viaggio si è svolto non
senza difficoltà. Il gruppo (la barca in acqua
con quattro vogatori in turnazione, due a
seguire da terra con un furgone) ha affrontato in alcune tappe anche dei fortissimi
temporali. Ma i canoisti sono gente che non
si arrende all'intemperie. Dicevamo del
calore umano della gente di fiume:
"Abbiamo dei bellissimi luoghi, manchiamo delle strutture adeguate di supporto.
All'estero - spiega ancora Zambon - un percorso come questo lo attrezzerebbero per il
turismo fluviale e per il cicloturismo. Noi
siamo ancora troppo indietro. Eppure
avremmo tante cose da far conoscere". A
partire dalle tradizioni, dalla gastronomia:
"Ma anche dai tanti musei e dai luoghi naturali. Abbiamo trovato un fiume migliore di
quello che ci aspettassimo dal punto di vista
dell'inquinamento. Un fiume fatto di tanti
luoghi belli da visitare. Abbiamo fatto tappa
nei luoghi in cui i nostri amici, 30 anni fa, si
erano fermati per testimoniare i cambia-
menti".
Una cosa, in 30 anni, è rimasta uguale. La
gente, che poi è sempre quella che vive
attaccata al fiume. Gente tagliata con l'accetta, capace di grandi slanci d'umanità e di
grande disponibilità. Feste, vino, canti ed
allegria. I sei canoisti piemontesi, tra cui il
nostro Renato Audino, non se la sono passata davvero male e tutti sono stati contenti
di essere riusciti nell’impresa.
lr
Tutti arti, biondi, belli
attillati ed eleganti
chi tti pàrinu modelli
quandu sfilinu davanti
e llavurinu all'hotelli
o nte bar, nte ristoranti
ma nta casa chi burdelli
si i chiami pe' badanti!
Pecchì u vecchjiu malandatu
a nna' vota si ripigghja:
puru u vrazzu addormentatu
chjanu chjanu si risbigghja
e cumincia lu triàtu
ca mugghjeri e cca' famigghja;
'ncigna u faci 'u 'nnammuratu
cu chidd'occhj duci i trigghja
e non sapi i quali latu
si cumbeni pemmu a pigghja!
Cu chidd'aria 'i spasimanti ,
cerca m'a cunvinci poi :
"Mi ndi futtu i tutti quanti,
eu ti spusu si mi vvoi!"
e non penza c'a badanti
penza sulu i fatti soi !
Non parramu di' mariti
chi a morti suli i dassa:
'nta du' jorna sunnu ziti
mancu u trenta fannu i passa ;
ch'i mugghjeri, sventurati ,
chi ssi girinu nte tumbi ,
i viditi strati strati
chi vi parunu palumbi,
ndannu l'occhji stralunati ,
chi ssi vidi di luntanu ,
e passìanu 'mbrazzati
o a teninu da' manu
cu' palori duci duci
"Caro amore, come stai?"
frasi chi 'ddha mara cruci
non si ntisi diri mai ;
si sentiva diri sulu
cu nu tonu di patruni :
"sugnu stancu, eu lavuru !
Mi lavasti i pantaluni ! ? "
Si ndavissi i si risbigghja
e mmi nesci du tambutu
sa faciva a maravigghja
i com'esti cunchjudutu ,
si diciva "mi ti pigghja
malanova, gran cornutu...
potìa esseri to' figghja
e ancora fai u gurrutu !
Facci i mpigna e testa storta,
si dunasti tuttu l'oru :
menu mali ca su' morta
si nno' mi facivi i moru ;
cu ssa' facci senza scornu,
si dunasti puru a fedi....
prega sulu non mi tornu,
ca ti fazzu strazzu i pedi"...
Ma s'u guarda , si dispiaci
pe' ddhu poviru minchiuni ,
pecchì l'attra non si faci
chidi piatti i maccarruni ,
non si lava 'na cammisa
non si stira i pantaluni
e vai idhu i faci a spisa:
ora è sutta e non patruni,
ora vai a lavanderia
e non dici sugnu stancu ,
pecchì ndavi 'ma passìa
i si teni cardu u fhiancu ;
e non dici "eu lavuru !"
puru pemm'è stancu cottu ...
a smettìu mi faci u duru
ora faci u giuvanottu,
non si guarda quant'è bruttu :
non si piaci a verità,
ora chi perdìu tuttu ,
casa , sordi e dignità .
DOMENICA
02 GIUGNO 2013 17
ELEZIONI AMMINISTRATIVE
L’EDITORIALE
La politica finalmente
Il rosso consapevole del ruolo
e il nero
delle
donne
calabresi
U
Muore nelle urne il vecchio,
forse nasce il nuovo
PASQUINO CRUPI
n commediante, che recita e replica sempre la stessa commedia, alla fine stanca,
annoia, allontana gli spettatori. È quello
che è accaduto a Beppe Grillo, che salta come
un canguro e parla senza discontinuità come
uno scaricatore di porto. Con le elezioni amministrative del 26 e del 27 maggio ha ricevuto
una mazzata della quale si ricorderà per gran
tempo, ma dalla quale non trarrà nessuna lezione. Poiché lui, il Capo supremo, ha sempre
ragione, soprattutto quando ha torto.
Mastica amaro anche Silvio Berlusconi, sempre
più gonfio e sempre più tronfio. Il trascinatore
ha trascinato nella rovina l’intero Pdl, che giunge secondo nei ballottaggi, e Roma, la lupa
romana, e Brescia, la leonessa di Italia, non
venendo meno alla loro natura, sbranano,
almeno sinora, Gianni Alemanno e Adriano
Paroli. Ma anche il Cavaliere sembra incapace
di autocritica e spiega tutto con l’astensionismo.
Che davvero non è né di destra né di sinistra, ed
è voce di popolo che non ne può più di
Brunetta, della Santanché, di Renzi e di
Fassina, del loro chiacchericcio, e spontaneo e
ruminato.
Guglielmo Epifani è il vero trionfatore di queste elezioni. Il Pd acchiappa alcuni importanti
comuni, come Vicenza, al primo turno, ed è
primo nei ballottaggi dappertutto. Persino a
Siena, pur dopo la scandalosa vicenda del
Monte dei Paschi.
E in Calabria?
Delle liste del Commediante neanche l’odore.
Eppure, la capogruppo dei deputati del
Movimento5Stelle è calabrese. Vuol dire che al
Al commediante la Calabria non
interessa. L'amaro Berlusconi.
Il trionfo di Guglielmo Epifani.
In Calabria e nella Locride successo a macchia di leopardo per il
pdl e il pd. Don Ciotti fa voti per
Carolina Girasole, ma dio, che
vede e sa tutto, non l'ascolta.
Genovese Illustre e alla Capogruppo, ignota
fino alle elezioni del 27 febbraio, la Calabria
non interessa. Meno male. Grande, invece, era
l’interesse del Pdl, che cercava e tentava una
rivincita. Ma la Destra è in affanno, tranne che
ad Isola Capo Rizzuto dove trionfa il destro
Gianluca Bruno sulla derelitta Carolina
Girasole, inutilmente sostenuta da don Ciotti e
dall’inviato del “Corriere della Sera”, Goffredo
Buccini. A Corigliano la lista ufficiale del Pdl
racimola appena il 3,90% dei voti, e ad Acri
morde la polvere della sconfitta il candidato del
centrodestra Luigi Maiorano, che Gino
Trematerra voleva mandare nella vigna a far da
palo. Se di tanto in tanto guardasse le lancette
dell’orologio, finalmente capirebbe che l’ora
dei grandi casati, padroni di tutto, volge al tramonto.
E la Locride si dipinge di rosso a Gioiosa Jonica
dove vince Salvatore Fuda alla testa d’una lista
di giovani di sinistra e di nero a Locri dove il
pdiellino Giovanni Calabrese surclassa il candidato del centrosinistra, avv. Cavo. Due volti
giovani, anche se non propriamente due neofiti della politica. Comunque, il nuovo sulle vecchie cariatidi con dimora sia a Locri che a
Gioiosa Jonica. Forse noi speriamo troppo. Ma
ci sembra che il vecchio muoia e che cominci a
nascere il nuovo. Che propriamente si concretizza nella capacità d’amministrare con la propria testa, senza inchini ai capi. Vedremo.
«Le donne impegnate nella società, al corrente della situazione
generale e che hanno a cuore il proprio paese, daranno da subito
un’impronta diversa, determinando una svolta anche in politica»
EMANUELA ALVARO
Buona la prima. I risultati delle
ultimi elezioni amministrative in
cui si è votato con la doppia preferenza di genere ha dato i risultati sperati. Con Serenella
Multari, componente della
Commissione Pari Opportunità
della Regione Calabria si analizza il dato e si parla dei prossimi
obiettivi.
«Locri ha offerto un dato molto
importante sia per quello che
rappresenta la città per la
Locride e per la provincia di
Reggio Calabria nel suo complesso, sia per il momento storico e politico che sta vivendo. Ma
lo stessi dicasi anche per Gioiosa
Ionica. La scelta della politica di
mettere nelle liste un numero
così nutrito di donne è stata
ragionata. A Locri nove donne
in consiglio comunale è un risultato importante, dal quale partire. Di tanto si è superato il limite
imposto dalla normativa di riferimento, questo conferma la presa
d’atto della politica per cui la
donna è determinante e più incisiva nell’affrontare la realtà degli
Enti».
Un risultato che, per la componente della Commissione, va
oltre la “costrizione”, se così può
essere chiamata, della normativa
215/2012, trattandosi per lei di
consapevolezza acquisita dal
mondo politico.
«Credo più in una scelta consapevole fatta nel momento in cui
si è proceduto alla composizione
delle liste, a Locri come a
Gioiosa Ionica. Anche perché se
si fossero dovuti attenere a quelli che sono i dettami della normativa 215/2012, sarebbe stato
sufficiente mettere in lista un
numero di donne inferiori, inserirle solo allo scopo di chiudere
le liste, come spesso è accaduto
fino ad ora. Invece hanno puntato su donne impegnate nella
società, le quali hanno avuto un
ottimo riscontro in termini di
voti. La doppia preferenza di
genere ha ottenuto i risultati sperati, i numeri parlano chiaro
anche per quante non entreran-
“Tutti per Locri”
a lavoro per la Città
Calabrese ha pensato ad una giunta “allargata”, indipendentemente dalle
nomine, ogni consigliere si occuperà di un settore, sul quale periodicamente
ci si confronterà per capire i risultati raggiunti e il lavoro ancora da svolgere
Intensi i primi giorni per il neo sindaco di
Locri, Giovanni Calabrese e i suoi consiglieri. Archiviate campagna elettorale e
votazioni, ci si scontra con i problemi da
risolvere con celerità e avviare tutto
quanto necessario da mettere in campo
per ridare nuovo slancio e soprattutto
speranza alla città. Si è partiti con la raccolta straordinaria dei rifiuti, affidandosi
ad una ditta di Bovalino, in attesa di sapere come si evolverà il rapporto con
Locride Ambiente, il cui contratto è scaduto venerdì scorso.
«Siamo in costante contatto con la
Regione Calabria per il conferimento del
surplus a Pianopoli e in attesa di capire se
si sblocca la questione della discarica di
Siderno, al momento i dipendenti sono in
cassa integrazione e se “Ecologia Oggi”
continuerà ad avere la gestione dell’impianto».
Gli altri obiettivi imminenti sono la pulizia straordinaria del paese e la riqualificazione, cercando di farla se possibile a
costo zero, del parco giochi punto di
incontro delle famiglie con bambini.
«Al Consorzio di Bonifica abbiamo chiesto un intervento straordinario per la
pulizia del cimitero. Per rimettere in piedi
la macchina amministrativa procederemo con incarichi ai responsabili dei servizi e con la nomina degli assessori».
Argomento sul quale il neo primo cittadino sottolinea come quella che andrà a
guidare sarà una giunta diversa dal solito,
perché ogni consigliere avrà un incarico
specifico con decreto del sindaco, una
sorta di giunta allargata. «Ogni consigliere avrà l’obbligo di occuparsi di un settore, con delega specifica, sul quale periodicamente ci si confronterà per capire i
risultati raggiunti e il lavoro ancora da
svolgere. Non ci sono problemi sui nominativi perché di fatto ognuno dovrà fare
la propria parte, così come da loro stessi
più volte espresso. Ai responsabili dei
servizi è stata chiesta una relazione riassuntiva sullo stato di fatto e ciò che è in
itinere. Mentre sulla questione mobilità
abbiamo posto un quesito al Ministero,
pur consapevoli di dover operare nel
rispetto del Piano di rientro, abbiamo
chiesto se possiamo adoperarci per rivedere quel provvedimento, sembra che la
risposta sia positiva, ora procederemo
per capire in che termini rivederlo». La
prossima settimana in programma diversi incontri con i rappresentanti istituzionali presenti sul territorio, ai quali
Calabrese chiederà la massima collaborazione per affrontare questo delicato
momento. Un incontro è previsto anche
con l’ingegnere Foti della Provincia per
quanto riguarda il protocollo d’intesa.
«Mi ha fatto molto piacere ricevere la
telefonata del Vescovo della Diocesi di
Locri – Gerace, Monsignor Fiorini
Morosini che, con tutti i consiglieri,
incontreremo in questi giorni».
Emanuela Alvaro
DOMENICA 02 GIUGNO
2013
LA RIVIERA
18
Un risultato importante che va oltre i dettami della normativa
215/2012 che ha inserito per la prima volta la doppia preferenza
di genere alle elezioni amministrative appena terminate.
no nei consigli comunali». Un
premio alle donne che hanno
scelto consapevolmente di candidarsi. Per Serenella Multari una
scelta della politica, certamente
per vincere, ma la quale si è
determinata in tal senso perché,
forse per la prima volta, si è veramente presa coscienza del
momento storico, politico e
sociale.
«È chiaro che in una zona economicamente depressa, con problemi di lavoro ormai atavici,
tutto si risente in modo amplificato, a ciò si aggiungono gli scioglimenti degli Enti, le consigliature anticipatamente concluse,
tutti accadimenti che hanno
come unico risultato quello di
bloccare i nostri paesi. Motivo
per il quale dico che, chi ha com-
posto le liste, ha fatto una riflessione che assolutamente mi vede
a suo fianco, perché si è dovuto
puntare su persone consapevolmente impegnate, coscienti dello
stato della Cosa pubblica. Sono
certa che le donne, non in quanto genere femminile, ma quelle
impegnate nella società, al corrente della situazione generale e
che hanno a cuore il proprio
paese, daranno da subito un’impronta diversa, tracciando il percorso da seguire, ma soprattutto
determinando una svolta nella
politica».
Svolta politica che sarà ancor più
concreta con i prossimi traguardi
che la Commissione pari opportunità della Regione Calabria si è
prefissata di ottenere. Tra questi
la modifica della legge elettorale
regionale.
«Dopo questo importante risultato di Locri e Gioiosa Ionica, la
Commissione riprende da subito
il percorso per la modifica della
legge elettorale regionale. Già la
prossima settimana dovrebbe
essere votato l’emendamento da
portare in consiglio regionale. La
Commissione si augura fortemente che possa questa nuova
legge elettorale essere approvata, ciò significherebbe non solo
approvare la doppia preferenza
di genere e quindi votare come si
è proceduto per le amministrative, ma ottenere una rivisitazione
generale, anche in considerazione del fatto che il consiglio regionale non avrà più sessanta, ma
trenta consiglieri».
GIOIOSA JONICA
Vince Salvatore
Fuda cambiamento
epocale e radicale
K.C.
A vincere le elezioni 2013 a
Gioiosa Ionica è stato Salvatore
Fuda, candidato della lista civica
“Gioiosa Bene Comune”. Il neo
sindaco con buone esperienze
politiche ed amministrative alle
spalle, per anni è stato segretario
del circolo di Rifondazione
Comunista. Con emozione esprime i suoi ringraziamenti a quanti
lo hanno votato e sostenuto e a
tutti coloro che ci hanno creduto
come lui. Ci sono nuove carte da
giocare, occasioni da non sprecare.
Gioiosa Ionica è stata in anni lontani, un centro di notevole vivacità
politica ed amministrativa, un
laboratorio di idee e con una capacità operativa tra le più incisive
della provincia di Reggio Calabria.
Fuda afferma: «Abbiamo fatto un
investimento grande su questa
scelta politica, sulla possibilità di
dare a questa comunità una scelta
di cambiamento forte ed evidentemente è stata la scelta giusta, una
scelta che la comunità si aspettava». Continua dicendo: «Ci siamo
assunti un rischio perché sentiva-
mo che nella comunità era un sentimento condiviso. Questo trionfo
mette Salvatore e i suoi candidati
davanti ad una grande realtà, una
realtà che avverte l’esigenza del
cambiamento
radicale.
Mantenere gli impegni presi in
campagna elettorale. Gioiosa
Ionica ha bisogno di questo cambiamento, dando voce anche ai cittadini i quali si aspettano davvero
tanto da questa nuova amministrazione». Fiducia che non dovrà
essere tradita
INTERVISTA
con il senatore Caridi
L’ex assessore alle attività
produttive risponde su sviluppo e
urgenze della Calabria. Ma sugli
errori commessi in passato cerca
di svicolare
«È necessaria una
decisa azione a livello
di politica nazionale»
Il viaggio tra gli eletti al Parlamento questa settimana ha
visto protagonista il senatore Antonio Caridi, scopellitiano
di vecchia data, ex assessore regionale alle attività produttive.
In che direzione dovrà orientarsi lo sviluppo della
Calabria?
La Calabria soffre in modo rilevante a causa delle problematiche strutturali che ne pregiudicano la potenziale crescita. Possiamo partire dalla carenza di infrastrutture al sottoutilizzo delle risorse storiche, ambientali e naturalistiche,
passando per l’emigrazione di tanti giovani che non trovano lavori adeguati alla loro formazione culturale, la presenza invasiva della criminalità organizzata, la difficoltà di
accesso al credito per il sistema produttivo, l’inefficienza di
gran parte dei servizi pubblici.
Sono condizioni che dobbiamo superare perché ci impediscono, di fatto, di avere un processo di sviluppo e di crescita ed incidono pesantemente sul tessuto sociale ed economico e sottraggono importanti risorse allo Stato.
È indispensabile compiere uno sforzo rilevante, supportato da scelte responsabili e dalla capacità di tracciare un percorso condiviso nell’azione politica come nelle istituzioni,
senza contrapposizioni e rivalità preconcette.
Per fare questo si devono mobilitare le forze migliori di
questa terra per colmare il divario che ci separa dal resto
dell’Italia, superare ataviche debolezze, accantonare i dualismi e le polemiche sterili.
Non è un impegno di poco conto ma in questa direzione
vanno anche orientate le scelte che riguardano i temi di
maggiore rilevanza ed attualità, come rigassificatore, centrale a carbone ed altro, che possono e debbono diventare
risorse per il territorio e non vincoli o oggetti di disputa e di
contrapposizione anche ideologica. Si tratta di indirizzare
le scelte verso percorsi quanto più possibile partecipati e
condivisi con le comunità del territorio.
Quali sono le misure più urgenti da portare avanti?
Premetto che, per cambiare le condizioni di base e garantire la rinascita dell’imprenditorialità calabrese e meridionale, è necessaria una decisa azione a livello di politica nazionale.
La gravità della crisi ci impone comunque di individuare le
azioni più opportune per garantire una rapida via d’uscita
e ripristinare la necessaria fiducia in chi lavora ed investe.
Innanzitutto occorre incidere profondamente sui punti di
debolezza che caratterizzano il sistema imprenditoriale
calabrese ed operare perché siano significativamente allentati i vincoli allo sviluppo d’impresa attraverso l’agevolazione per l’accesso al credito, il rafforzamento dei confidi,
interventi per promuovere le reti d’impresa, misure per
accrescere l’innovazione imprenditoriale.
Intendo dire che occorre creare le condizioni per fare
impresa e le infrastrutture sono essenziali a tale
scopo. In questa direzione si deve accertare l’andamento reale dei lavori di ammodernamento della
A3 - Salerno-Reggio Calabria ed il relativo stato
dei finanziamenti, far sì che Trenitalia accetti la
revisione del contratto di programma per estendere rapidamente l’alta velocità al Sud.
Nel contempo va rafforzato il ruolo
internazionale del Porto di
Gioia Tauro, che dovrà
ritornare ad essere il
principale Hub del
Mediterraneo,
mediante l’ammodernamento dei collegamenti
via
terra e via
mare.
La Strada Statale 106 e la linea ferroviaria Jonica dovranno essere rafforzate per permettere un più rapido collegamento con la direttrice Napoli-Bari, evitando così l’isolamento di una parte rilevante della Calabria.
In un’ottica più ampia occorre risolvere il problema dei
pagamenti della Pubblica Amministrazione perchè le
imprese non possono finanziare lo Stato e fallire per il
Patto di Stabilità.
Qual è stato il più grande errore fatto finora nell’amministrazione della Regione e come intendete risolverlo?
Vorrei, in un certo senso, ribaltare il senso della domanda
in forma propositiva e guardare piuttosto alle azioni realizzate in questi anni di governo regionale che ci hanno visti
impegnati, soprattutto, a porre riparo ad indicibili guasti
del passato.
La Giunta guidata dal Presidente Scopelliti ha da subito
promosso una nuova cultura dello sviluppo partecipato con
il conseguente aumento della qualità e dell’efficacia delle
scelte strategiche effettuate, nelle quali le parti sociali ed
economiche sono diventate parte integrante del processo
decisionale. Si è partiti dalla pressante esigenza di rafforzare adeguatamente il sistema economico e produttivo calabrese, dando priorità al rafforzamento ed alla crescita della
rete esistente, senza trascurare in alcun modo l’ingresso di
nuove energie e di nuovo entusiasmo, per ravvivare e rilanciare un mondo imprenditoriale forse ancora poco incline
all’innovazione.
È stato così possibile recuperare un clima di fiducia da
parte delle imprese nei confronti delle istituzioni e del
mondo delle politica, nell’ambito del quale si respira un
clima rinnovato nei rapporti con l’ente regionale, diventato
luogo di confronto e di dibattito, nonché promotore del
rilancio economico-produttivo della Calabria.
Quale sarà la battaglia che i parlamentari e i senatori
calabresi non potranno perdere per il nostro futuro?
Ho già avuto modo di dire che la “questione Calabria” va
urgentemente riassunta nell’agenda politica di tutti gli
schieramenti per essere considerato un problema di portata nazionale fino a diventare una questione di politica economica, di politica estera e di civiltà.
La classe politica meridionale deve assumere la capacità di
proporre un vero e proprio “patto” con lo Stato, che deve
però derivare da una presa di coscienza collettiva che possa
determinare il definitivo riscatto del nostro territorio.
Siamo consapevoli che sarà un percorso lungo e certamente non agevole ma dobbiamo attivare, da
subito, una sinergia reale che
veda classe dirigente e cittadini accomunati da senso di
responsabilità e tutela della
legalità.
Sarà necessario il sostegno di
adeguate politiche di solidarietà per poter ribadire con
forza la netta opposizione al
clientelismo, alla corruzione,
alla criminalità organizzata in
tutte le sue forme.
Però solo così sarà possibile dare
concretezza al nostro agire politico, con la consapevolezza che
è indispensabile avviare una
stagione del “fare”, smettendo finalmente di restare
inermi a guardare in attesa degli eventi.
DOMENICA 02 GIUGNO
2013
LA RIVIERA
19
La
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Locri (RC)
n. 1 del 19/06/1998
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all’Unione Stampa Periodica
Italiana
AmministratoreUnico
Rosario Vladimir Condarcuri
Direttore responsabile: PASQUINO CRUPI
In redazione: ELEONORA ARAGONA, DOMENICO MACRÌ, ILARIA AMMENDOLIA,
MASSIMO P ETRUNGARO,
KATIA CANDIDO, NINO SIGILLI.
Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA
Responsabile sport: ANTONIO TASSONE
Art Director: PAOLA D’ORSA
Grafica: EUGENIO FIMOGNARI
RUBRICHE
Loqui e sproloqui
di Filomena Cataldo
Messagi nel tempo
di Daniela Ferraro
COLLABORATORI
Anna Laura Tringali, Franco Crinò,
Nicodemo Barillaro, Giuseppe
Gangemi, Mimmo Romeo, Giuseppe
Fiorenza, Franco Parrello, Franco
Blefari, Daniele Mangiola.
NOTE E SCHERMAGLIE
Platone e le diverse forme
di governo o costituzioni
DOMENICO ANGILLETTA
Le Costituzioni, scrive il filosofo ateniese( 428347 a.C.) nella sua Repubblica , prima di tutto
sono create dall'uomo e sono pertanto soggette al
divenire: nascono crescono, fioriscono, maturano e muoiono; inoltre nascono dal carattere dei
cittadini. Premesso che lo Stato perfetto è quello
governato dai filosofi-guerrieri, dove regna la
comunanza dei beni, delle donne e dove i bambini sono educati dalla comunità intera, Platone
passa ad esaminare le quattro forme di costituzioni a lui approdate : la cretese e la laconica che
riscuote l'elogio dei più, l'oligarchica che pure
riscuote l'elogio dei più ma che presenta numerosi mali; la democratica antitetica e successiva a
questa, ed infine, la tirannide forma che si distingue dalle precedenti perché risulta essere la più
violenta e l' autentico morbo per uno stato.
E' naturale che ad ogni forma di costituzione corrisponda un determinato individuo di cui esso è
necessariamente espressione.
Nella prima forma, quella cretese, i cui valori
determinanti sono l'onore ed il coraggio, non
disgiunti dalla giustizia, l'individuo è dunque
coraggioso, giusto e buono .
Questa forma di governo, come un qualsiasi
organismo biologico e vegetale, ha una durata. E'
nata al tempo della società eroica e sarebbe durata in eterno se al suo interno non si fosse insinuata la discordia, che come un verme in un frutto
sani prima la intacca e poi la fa marcire condannandola alla putrefazione. Così l'aristocrazia,
dopo il compromesso, si trasforma in oligarchia e
quell'uomo giusto e coraggioso è divenuto ormai
un individuo bramoso di ricchezze personali ed
incurante di virtù. Anche l'ethos pubblico si trasforma ed all'onore ed alla giustizia originaria
succede ora la lode e l' onore sperticato per i ricchi, portandoli alle cariche pubbliche. Si nutre, al
contempo, un profondo sprezzo per i poveri che
precedentemente non erano di scarso valore. Il
destino di questi stati oligarchici è la crescita a
dismisura dei poveri mentre i ricchi, negligenti,
non fanno altro che condurre una vita dissoluta,
educando a loro volta i loro figli alla voluttà ed
incapaci di sopportare fatiche di qualsiasi natura.
In questo contesto è naturale che i poveri non
facciano altro che tramare insidie e bramare
rivoluzioni soprattutto da quando si sono trovati
fianco a fianco dei governanti nelle marce o in
altre azioni comuni, in sacre ambascerie o in spedizioni militari ed han potuto prendere consapevolezza del fatto che questi ricchi non valessero
nulla
La democrazia nasce dunque proprio in tali contesti e come una pianta trova la sua linfa vitale in
un organismo in via di decomposizione, parimenti essa affonda le sue radici nella oligarchia in
corso di putrefazione. I poveri si rivoltano contro
gli oligarchi, ne ammazzano alcuni avversari, altri
ne cacciano in esilio e riportata la vittoria dividono con i rimanenti a condizioni di parità il governo e le cariche pubbliche per lo più determinate
dal sorteggio.
Tra le varie costituzioni questa, per il filosofo ateniese, forse è la più bella. Essa assomiglia infatti
ad un mantello variopinto, con fiori di ogni sorta,
un vero mosaico d caratteri. Questa costituzione
è inoltre mite ed indulgente ed è raro vedere
qualcuno condannato a morte oppure all'esilio. A
queste due caratteristiche, indulgenza e mitezza,
bisogna aggiungere il fatto che essa dispensa
uguaglianza con grande indifferenza, ad uguali e
disuguali.
Ma come la sete di ricchezza ha trasformato l'uomo oligarchico in democratico parimenti la sete
di libertà trasforma ora l'uomo democratico in
tiranno Quando i principi su cui si fonda uno
stato vengono calpestati, quando un giovane vive
giorno per giorno e non riesce a distinguere un
appetito necessario da uno superfluo; quando
tutti i piaceri sono simili e meritevoli di eguale
onore; quando si vive giorno per giorno compiacendo così il primo appetito che capita; quando si
sbornia per poi bere acqua e dimagrire; quando
si fa ginnastica per poi rimanere pigro e non
curante di tutto; quando si mostra d'interessarsi di
filosofia per poi subito dopo abbandonarla; quando si dà alla politica e si salta su a dire e fare qualunque cosa passi per la testa; quando un maestro
teme ed adula gli scolari; quando gli scolari s'infischiano dei maestri e cosi pure i pedagoghi; quando i giovani si pongono alla pari degli anziani
mentre i vecchi diventano accondiscendenti verso
i giovani e si fanno giocosi e faceti imitandoli, per
non passare da spiacevoli a dispotici; quando . il
padre si rende simile al figlio ed il figlio non sente
né rispetto né timore dei genitori, allora il morbo,
il peggiore dei mali, la tirannide, è già presente
nell'organismo malato che è per l'appunto la
democrazia.
Quell'identico morbo che sorto dall'oligarchia ha
portato alla democrazia sorge ora dalla democrazia e più intenso e forte la riduce schiava. In
realtà ogni eccesso porta sempre nella direzione
opposta: l'eccessiva libertà si trasforma in eccessiva schiavitù sia per un privato che per uno stato.
E' naturale che la tirannide si formi dalla democrazia e che dalla somma libertà derivi la schiavitù maggiore e più feroce[…] Di questa classe
degli uomini oziosi e spendaccioni un gruppo, il
più coraggioso, continua Platone , dirige, il più
codardo segue mentre dalla classe popolare si
distingue sempre chi si industria a far denari e
divengono molto ricchi quelli che per natura sono
più ordinati.
La terza classe è poi il popolo: tutti coloro che
lavorano per sé e si astengono dalla vita politica,
gente che possiede ben poco: Questa classe in
democrazia forma il gruppo più numeroso e
sovrano tutte le volte che viene radunato. .
Il popolo è sempre solito mettere alla propria
testa un solo individuo , mantenerlo e farlo
ingrandire e questo da protettore inizia a trasformarsi in tiranno. La democrazia in definitiva, per
il filosofo ateniese, è essere schiavi di schiavi.
Serve ancora l'insegnamento di Platone per dei
democratici convinti come noi?
L’APPELLO DELL’EX SINDACO
Caulonia è
sommersa
dai rifiuti
Montagne di immondizia in ogni
angolo di strada. I topi sazi vi giocano sopra, spunta il loro capo da
sotto, si rincorrono come bambini
in un parco giochi. Nuvole di
mosche, di zanzare, di insetti danzano intorno.
Siamo a Caulonia ma lo stesso
spettacolo è nell’intera Locride.
Nel momento di insediarmi
come sindaco ho giurato di
difendere la Costituzione
che recita “La Repubblica
tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ...”. Quale salute è
garantita con immondizie date alle fiamme,
con bambini che giocano accanto ai rifiuti,
con persone anziane
costrette a respirare il
fetore dei cibi avariati, con insetti e ratti
che infettano ogni
angolo del paese?
Un sindaco non può
girarsi dall’altra parte!
Non l’ho fatto e non ho
creato alcuna discarica.
Basterebbe guardare le
fatture di conferimento
alla “Locride ambiente” per constatarlo. Ho
tutelato la salute della mia
gente e l’immagine del mio
Paese e, negli stessi giorni,
da presidente del comitato
dei sindaci mi sono battuto
per tutta la Locride nei confronti
dell’ufficio del Commissario per
l’emergenza ambientale che
aveva dimostrato tutta la propria
incapacità. Una stella polare che
mi ha sempre guidato anche se ho
pagato di persona. Sono finito
sotto processo. Ho una concezione così alta della mia gente- a
qualsiasi schieramento politico
essi appartengono - tale da non
poter essere appannata dall’infamia dei pochi che in vario modo
hanno determinato, (speculato e
gioito) la vicenda penale. Non ho
mai denunciato nessuno neanche
persone che, anche in altri processi, hanno reso falsa testimonianza
pur di crearmi un danno.
Siederò con fierezza e con
dignità sul banco degli imputati anche perché quel banco è
libero da coloro che hanno
sperperato un miliardo di
euro e, dopo quattordici
anni hanno ridotto
l’intera Calabria
in una immensa
discarica;; libero
da
quanti
dinanzi ai pericoli per la salute dei cittadini
si sono girati
dall’altra
parte; libero
dai pavidi; libero da quanti ritengono che i cittadini bisogna prenderli in considerazione solo nel
momento del
voto.
Imputato fiero di
essere tale!
Ilario Ammandolia
Le incompiute di Palizzi. Atto primo
Si comincia con un bando per il “Recupero del patrimonio immobiliare abitativo detenuto dai
residenti del borgo antico”. Conflitti di interesse ed esclusioni dai finanziamenti tacitate da attori
politici e dai controllori amministrativi. Chiusa frettolosamente la vicenda, si lasciano le macchie di
leopardo del giallo cemento colorato sulle facciate dell’impianto urbanistico medievale
Il Programma Operativo Regionale
2000/2006 e l’attuale per il 2007/2013
hanno contribuito a creare molte aspettative nella piccola comunità di Palizzi,
che, però si sono infrante con la realtà
delle realizzazioni, che hanno segnato
con profonde ferite il tessuto urbano ed
aumentato esponenzialmente il conflitto
politico e amministrativo. I finanzia-
menti intercettati sono diventati un
grande problema e, invece che ridurre,
hanno aumentato la distanza con le
realtà territoriali più strutturate e virtuose nell’utilizzo degli investimenti pubblici.
Palizzi Superiore, antico centro politico
e commerciale del Comune, è ormai un
paese rarefatto. Gli abitanti residenti
sono poco più di 150 e le attività economiche sono quelle tradizionali della
pastorizia e dell’agricoltura, soprattutto
viticoltura, da cui il fregio “Città del
Vino”. L’amministrazione comunale,
nell’ultimo decennio, ha programmato
corposi progetti finanziari per rivitalizzare il centro storico, puntando ad incentivare il turismo rurale, legandolo ai pro-
dotti di nicchia. Purtroppo, come spesso
accade con i sindaci autoreferenziali, la
politica ha poca visione e troppi interessi elettorali. Si comincia, così, con un
bando per il “Recupero del patrimonio
immobiliare abitativo detenuto dai residenti del borgo antico: recupero facciate, infissi esterni e manto di copertura in
tegole”. Valore 300.000 euro di fondi
pubblici del Programma Quadro
“Emergenze urbane e territoriali” e
circa 90.000 di compartecipazione privata. Molte delle domande presentate dai
privati possessori di immobili vengono
escluse, per banali dimenticanze, come
non aver allegato un documento di identità o apposto un firma. Per contro, però,
non viene accertata l’effettiva residenza
DOMENICA
02 GIUGNO 2013
LA RIVIERA
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HANNO COLLABORATO
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Un insetto per amico
MARIA CRISTINA CONDELLO
RICORDANDO
L’amata nonna
Maria De Leo
87 anni non si possono riassumere, ma pensiamo sia un
dovere dei tuoi cari dirti un
semplice grazie per quello che
hai rappresentato per tutti noi.
Vivere nella parola di Dio per
te è stata la più grande missione, gioire a pieno del dono di
una grande famiglia è stato per
te il più grande orgoglio.
Moglie giudiziosa e amabile
per il caro nonno e madre
molto attenta per i tuoi 6 figli ai
quali hai dedicato tutta la tua
esistenza e ogni corona dei tuoi
rosari quotidiani.
Hai sempre detto di non temere le avversità perché avevi
accanto a te un Dio forte ed è
così che hai educato nipoti e
pronipoti alla fede e poi come
dice il tanto amato Papa
Francesco sei stata una grande
custode del Creato, mille fiori
colorati ti hanno circondata
fino alla fine dei tuoi giorni.
Qualche settimana fa, in località
“Castanea” di Cardeto, è stato effettuato il
primo lancio di Torymussinensis, antagonista naturale del cinipide galligeno del
castagno, l’insetto dell’ordine degli imenotteri originario della Cina, introdotto
accidentalmente in Italia nel 2002 e che in
questi ultimi tre anni ha infestato pesantemente i boschi di castagno della Calabria.
L’insetto è nocivo per il castagno a livello
mondiale a causa del veloce deperimento
delle piante che attacca. Negli ultimi anni
gli attacchi del cinipide galligeno alle coltivazioni di castagno ubicate nei vasti territori montani stanno comportando, appunto, un’evidente riduzione della produzione
con pesanti ricadute sotto l’aspetto economico e occupazionale del comparto. Una
problematica molto seria che sta interessando, purtroppo, anche l’area montana
del territorio di Cardeto.
Il rilascio dell’antagonista è stato possibile
grazie all’intervento del Consorzio
Forestale dell’Aspromonte e del suo presidente, Francesco Fortugno, che ha aderito
all’iniziativa denominata “Torymusper i
Castagni Monumentali” promossa dalla
Società GreenWood Service di Torino,
finalizzata ad effettuare gratuitamente dei
rilasci (100 femmine e 50 maschi) di
Torymussinensissui 20 castagni più importanti d’Italia, veri e propri patriarchi che
hanno accompagnato i nostri avi nei secoli passati. Il bosco di castagni ultracentenari della località “Castanea” di Cardeto,
localizzato a circa 1.000 metri slm, ed in
particolare il maestoso castagno denominato “Mangiaterra” dell’età stimata di
oltre 170 anni e con più di 2 metri di diametro, è riuscito ad entrare in graduatoria
e a beneficiare del rilascio.
Gli insetti, arrivati giovedì 16 Maggio in
apposita borsa termica da Torino, sono
stati opportunamente custoditi in cella climatica da Elvira Castiglione, responsabile
del Laboratorio Entomologico “Emozione
natura: un mondo di Insetti” e collaboratrice del Consorzio Forestale.
L’ubicazione della pianta, collocata in un
territorio a forte vocazione castanicola, si
ritiene in grado di assicurare, nel tempo,
una diffusione naturale “dell’insetto utile”
in areali più ampi già interessati dall’infestazione del cinipide.
La distribuzione di Torymus, comunque,
potrà dare i primi risultati quando il
numero degli individui comincerà a salire;
ciò avverrà in maniera graduale nel corso
dei prossimi anni.
Il presidente Francesco Fortugno, nel ringraziare la Società GreenWood Service
per l’inclusione in graduatoria del castagno, si è fatto promotore di una campagna
di informazione della cittadinanza sulle
buone pratiche per un efficace controllo di
questo pericoloso parassita, al fine di
ridurre i danni da esso provocati entro
limiti accettabili. In particolare, sarà
messo in evidenza che è assolutamente
necessario non rimuovere dalle piante le
galle, perché potenzialmente parassitizzate dall’insetto utile, che non si dovranno
effettuare trattamenti chimici nei castagneti e che non bisognerà distruggere, bruciare o asportare il fogliame e gli scarti di
potatura prima della fine di maggio del
prossimo anno, in modo da non interferire
in alcun modo con la presenza dell’antagonista e da favorirne la più larga diffusione.
nel centro storico dei beneficiari ammessi al
finanziamento. Requisito essenziale richiesto dal bando. Infatti, nella graduatoria finale, approvata dalla giunta comunale, troppe
sono le “deroghe” di fatto concesse, che stridono per la stretta parentela con gli amministratori in carica, ma il conflitto d’interessi
non era motivo di esclusione. Le immancabili proteste dei residenti vengono messe a
tacere dagli attori politici e dai controllori
dell’attività amministrativa e, chiusa frettolosamente la vicenda, si lasciano le macchie
di leopardo del giallo cemento colorato
sulle facciate dell’impianto urbanistico
medievale di Palizzi.
L’esproprio, il recupero e il consolidamento
del Castello inizia nel 2007.
Un finanziamento regionale di 500.000euro
e un mutuo a carico del bilancio comunale
di 115.000 consentono di appaltare un
primo intervento. I lavori sforano abbondantemente i tempi di esecuzione e, nel frattempo, i presunti eredi ricorrono contro la
somma stabilità in 165.000euro per l’esproprio.
Un contenzioso che, tuttora, sta dissanguando le casse comunali e che proietta molte
ombre nel prossimo futuro. Intanto, altre
300.000euro, concessi dall’assessorato
regionale ai beni culturali nel novembre
scorso, attendono la gara d’appalto ed evitare la revoca del contributo. Manca, però, la
scelta politica, cioè assegnare una destinazione d’uso al Castello compatibile con il
programma degli interventi effettuati.
Finora, degli interventi realizzati, solo la
“Casa di Bacco”, ex casa del fascio e prima
ancora camera del lavoro, è efficacemente
in attività.
Con circa 200.000euro di finanziamento
regionale per recuperare il rudere, si è riusciti a fare un centro di degustazione del
vino e dei prodotti locali.
Il merito va però alla gestione, che ne ha
fatto un punto di eccellenza enogastronomica. Il resto, come la casa albergo ricavata
dalla ristrutturazione dell’ex scuola elementare, dopo un spesa di circa 100.000euro, è
rimasta incompleta ed oggi abbandonata.
Il progetto doveva essere portato a termine
con la compartecipazione privata del 20%
del costo totale ma, per ragioni incomprensibili o discutibili, non si è voluto procedere,
prima dell’appalto, alla scelta del partner. I
fatti successivi hanno fatto emergere una
realtà poco edificante: l’immobile, a chiusura dei lavori e dopo l’emissione del certificato di regolare esecuzione, si presenta in un
precario stato di ultimazione. Infatti, manca
gran parte degli infissi interni ed il completamento dei servizi igienici, la rete elettrica
è solo abbozzata e tutto si riduce alla pavimentazione di ampi spazi incompatibili con
la finalità del progetto. Anche chi era il
“predestinato” dall’amministrazione comunale alla gestione della casa albergo ha
dovuto rinunciare al comodato gratuito dell’immobile, a causa degli eccessivi costi del
completamento dei lavori. Ci ritroviamo,
così, un’altra incompiuta e la distruzione del
piccolo campo da tennis limitrofo, utilizzato
come discarica del materiale proveniente
dalla ristrutturazione.
I progettisti e i direttori dei lavori, dopo la
liquidazione delle parcelle, sono spariti e i
responsabili politici ed amministrativi del
Comune di Palizzi si sentono tranquilli per
la mancanza di controlli interni ed esterni.
E non finisce qui il viaggio tra le incompiute di Palizzi.
Cara nonna hai vissuto i tuoi
ultimi anni come Maria sotto la
Croce, nel dolore chiedono
grazia e serenità per tutti, ecco.
Anche i questo sei stata ascoltata perché ora sei insieme e
dentro ognuno di noi per sempre. Ti amiamo.
CONGRATULAZIONI DI RITO
Da leader a leader
Dal leader del Movimento 5 Stelle
giunge questo messaggio per il nuovo
primo cittadino di Locri.
È Tony White/Beppe Grillo a mandare tantissimi cari auguri al neo sindaco di Locri Giovanni Calabrese e
alla dott.ssa Nadia Cautela per la
loro elezione. Dopo la tornata elettorale che ha visto il candidato della
destra vincere per distacco sul suo
avversario, Antonio Cavo.
Sportivamente il sosia di Beppe ha
voluto porgere le sue congratulazioni
in questo piccolo spazio.
PERCORSI DI CONOSCENZA
La lavorazione del pane
Un altro percorso formativo,
diretto alla crescita consapevole, è stato organizzato dalla
direzione della scuola dell’infanzia paritaria di Siderno – Il
Pianeta dei Bimbi.
Incoraggiati dai genitori, sempre favorevoli a queste iniziative e accompagnati dalla
Maestra Teresa Capone e dalle
sue collaboratrici, gli alunni
della scuola materna, si sono
recati in un laboratorio di panificatori e grazie alla disponibilità e collaborazione del
responsabile sig. Gilberto
Gullone di Siderno, hanno
avuto l’opportunità di imparare come viene prodotto il pane.
Il messaggio è chiaro: gli alimenti in genere e il pane nella
fattispecie, non nascono sugli
DOMENICA
scaffali dei negozi ma nei laboratori di manipolazione e trasformazione degli alimenti.
Dopo avere recitato la preghiera con suor Patrizia che li
aspettava in loco e dopo avere
visto all’opera i lavoratori, i
bimbi, si sono cimentati nella
prova simulata elementare,
dell’impasto e della costruzione di piccole formine di pane.
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LA RIVIERA
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DOMENICA 02 GIUGNO 2013
LA RIVIERA
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SPORT
Il Roccella
juniores
è felice di
sbalordire
Gioiosa Jonica:
Probabile la
riconferma di Silvano
E’ finita a reti inviolate la
gara di andata del quarto di
finale nazionale juniores tra
il Roccella ed il Manduria
un risultato che ha lasciato
inalterate le possibilità di
passaggio del turno per
entrambe le squadre che
ieri si sono affrontate nella
gara di ritorno. Queste le
migliori otto squadre juniores italiane:
Vado
Ligure,Brixen,
Misano Adriatico, Firenze
Ovest, Vasto Marina,
Nuova Tor Tre Teste,
Roccella
Jonica
e
Manduria. Complimenti,
dunque, a prescindere dal
passaggio del turno, per il
Roccella Jonica di mister
Mimmo Favasuli che è riuscito ad entrare nel novero
delle prime otto squadre
nazionali di categoria juniores . Un traguardo prestigioso che premia tutti gli
sforzi compiuti dalla società
del presidente Giannitti.
lr
Anche se a rilento il Siderno si sta
muovendo in vista della nuova stagione
calcistica. La società vuole andare
avanti nella ricostruzione del sodalizio
al fine di perseguire l'obiettivo di rilanciare il calcio a Siderno.
Si punterà ad allargare la base societaria per costituire un team solido ed
organizzato con alla base l'obiettivo di
vivere il calcio divertendosi, rispettando le regole e i valori etici e morali di
questo giuoco. Tutti i soci sostenitori
voteranno un direttivo che si occuperà
della gestione tecnica per la prossima
stagione.
Si punterà anche a riorganizzare il settore giovanile che ormai manca da
diversi anni. In questa direzione, si è
cercato di trovare un'intesa per una
futura collaborazione con le scuole calcio già presenti in città, in mancanza, si
ripartirà da zero.
C'è tanta voglia di riscatto in casa
Siderno, dopo una stagione difficilissima culminata con la retrocessione. Si
avrebbe voglia di ritornare subito nel
massimo torneo regionale.
Ma sarà difficile.
E’ giusto ripartire dalla guida tecnica di
Guglielmo Telli, uno che è stato vicino
Siderno: inizia la fase
di riorganizzazione
nei momenti di difficoltà, il quale mister avrà anche il difficile compito di
ricreare fiducia in un ambiente che
ancora deve smaltire l'amarezza per la
retrocessione.
Amarezza che si trasformerà in forte
determinazione al fine di ricreare l’entusiasmo attorno ai calciatori biancoazzurri che, siamo sicuri, saranno tra i
protagonisti del prossimo campionato
di Promozione.
Antonio Tassone
a
Tutto è svanito all’ultimo minuto della
sfida contro la Gallicese. Il Gioiosa
Jonica stava cullando il sogno di poter
raggiungere la finalissima play-off contro la Palmese ma un episodio negativo
ha precluso la gioia a Panetta e socì
che, però,possono andare “fieri ed a
testa alta” per un campionato condotto
alla grande e che ha visto spesso i bianco-rossi jonici protagonisti di “performance” incredibili. Con i risultati ottenuti e con il gioco dato alla squadra,
per mister Cosimo Silvano, non può
che arrivare la meritatissima riconferma. La stessa permanenza a Gioiosa
del tecnico geracese produrrebbe l’effetto di dare ulteriore garanzia al progetto futuro del sodalizio jonico che,
siamo sicuri, vorrà disputare stagione
da protagonista vista la concomitante
presenza nel torneo di altre numerose
squadre comprensoriali. Ovviamente,
se dovesse essere riconfermato Silvano,
rimarranno
anche
Maurizio
Commisso come allenatore in seconda,
il preparatore atletico
Mimmo
Quattrone e Maurizio Agostino come
preparatore dei portieri. Sul fronte del
mercato sarà difficile trattenere il
gioiellino Siclari. Insomma l'U.S.
Gioiosa Jonica cercherà ancora una
volta di allestire una buona squadra
mettendo sul piatto della bilancia grande competenza, capacità organizzative
e magari cercando di irrobustire quanto di buono è stato costruito negli ultimi anni. Vedremo quello che accadrà.
a.t.
1 Categoria, Lamezia e
Rosarno le sedi dei 2 spareggi
L'ultimo atto della stagione, una prova senza
appello che assegnerà gli ultimi 2 posti per il
campionato di Promozione 2013/2014. Oggi
pomeriggio, con calcio d'inizio alle ore 16,
andranno in scena i 2 spareggi riservati alle
squadre vincitrici dei playoff di 1^
Categoria. Al "Riga" di Lamezia Terme si
affronteranno Cotronei (girone A) e
Grimaldi (girone B), mentre al "Giovanni
Paolo II" di Rosarno sarà la volta di Filogaso
(girone C) e Deliese (girone D). In entrambi i casi, se al 90' dovesse permanere il risultato di parità, sono previsti supplementari ed
eventuali tiri dal dischetto.
lr
DOMENICA 02 GIUGNO 2013
LA RIVIERA
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Parlando
di...
SPORT
PROMOZIONE
Primi passi per un grande progetto
Per definire il progetto 2013/2014 ci
vuole ancora un po' di tempo, e di sicuro il Marina di Gioiosa Jonica con il
possibile inserimento di altri nuovi soci
non ha fretta. Il sodalizio giallorosso
dovrà essere ricevuto prossimamente
anche dalla triade commissariale del
comune di Marina di Gioiosa per definire alcuni passaggi importanti tra cui l'iscrizione della squadra al prossimo campionato di promozione . Dunque saranno giorni decisivi e di intenso lavoro per
vecchi e nuovi della società rivierasca
che aspetterà ancora una o due settima-
ne , prima di delineare le strategie per il
prossimo torneo di Promozione. Allo
stato attuale, le certezze sono due: la
scelta del tecnico, ed i giovani. "Gianni
Scigliano
ha fatto davvero bene dichiarano dalla società dimostrando,
dall'inizio alla fine, le sue ottime qualità
riuscendo a portare in alto la sqaudra
giallorossa sfiorando per un soffio i play
off. Il Marina di Gioiosa è molto soddisfatto di lui, ma la sua riconferma non
sembra ancora esserci in quanto la
nuova società che dovrebbe abbracciare
un nuovo progetto potrebbe bussare
anche alla porta anche di altri allenatori per adesso solo ipotesi in attesa della
riunione di questi Giorni. Nel frattempo
Scigliano viene richiesto da diverse
squadre una su tutte il Mammola che
vede in Scigliano l'uomo giusto per aprire un progetto nuovo è vincente per
adesso solo ipotesi con il tecnico che ringrazia la società rinviando il tutto alle
prossime settimane. “Sto bene è sono
pronto a ricominciare non ha importanza in quale categoria potrei ripartire
anche dalla prima categoria, ho ricevuto
diverse richieste ma per il momento non
LA SQUADRA VIOLA PUNTA AL SALTO DI CATEGORIA
Reggina, 1.000
abbonamenti.
Barillà:
"Gli avversari
dovranno avere
timore del
Granillo"
Mammola: programmare bene
I successi si costruiscono attraverso la
programmazione. Nelle prossime settimane ci incontreremo per capire meglio
come affrontare il prossimo torneo di
seconda categoria. Il presidente del
Mammola calcio Pino Neve ha garantito
il proprio impegno anche per la prossima stagione Il progetto in essere, è
incentrato sull'ulteriore valorizzazione
dei giovani, unita alla riduzione dei costi
di gestione. "Per far fronte alla crisi economica che attanaglia anche il calcio
dilettantistico, bisogna fare i conti col
budget a disposizione- dichiara Neve
riuscendo a far quadrare i conti ed
ottimizzando al meglio le risorse. Un
campionato come quello di seconda categoria ti porta ad affrontare diverse
spese. Questo non significa che il prog-
etto Mammola verrà meno, o che il nostro impegno andrà diminuendo. Ci
aspetta nella prossima stagione un'altra
sfida molto impegnativa, e siamo pronti
ad affrontarla con rinnovato entusiasmo,
dando il massimo di noi stessi per ben
figurare evitando i tanti errori della scorsa stagione". Capitolo organico: la conferma di del portiere Prestia è sempre
più probabile, così come probabile
dovrebbe essere il ritorno del forte centrocampista Scali dopo la parentesi in
terza categoria con il Grotteria . Poi
grande spazio ai giovani locali che
cercheremo di valorizzare il più possibile
Capitolo allenatore : "Enrico Etna ha
svolto un ottimo lavoro prosegue Neve
ma ogni decisione su una sua possibile
riconferma è rinviata Quante sono le
possibilità di vederlo ancora sulla
panchina del Mammola? Credo che sia
una decisione che deve maturare all'interno della società al momento dico
veramente poche . Per quanto concerne
la squadra invece, a breve ci incontreremo con i vari Raschellà, Commisso e
Galluzzo, e il resto dei giocatori che per
noi rappresentano dei veri e propri simboli dei colori viola: la volontà è quella di
continuare insieme questa avventura, e
se anche da parte loro ci sarà tale desiderio, saranno confermati sin da giugno".
Intanto il primo impegno della società è
quello di trovare il più possibile persone
che entrino in società per allargare ulteriormente la dirigenza questa è una priorità del presidente Neve.
N. B.
SPORTING LOCRI
Il nuovo coach è Nicoletta Sergiano
Lo Sporting Locri comunica che il neo
allenatore per la stagione 2013/2014 è
Nicoletta Sergiano, allenatrice esperta di
futsal femminile da anni nel panorama
nazionale. La sua ultima panchina è stata
con l’Ita Matera, dove, qualora ce ne
fosse stato bisogno, ha ancor di più
dimostrato le sue doti di donna sportiva,
tecnico e guida di un gruppo ( una passione sfrenata per questo mondo racchiusa anche nel suo libro “Tempo effettivo”). Il team del presidente Domenico
Stilo ha firmato un accordo pluriennale
con l’allenatore Nicoletta Sergiano in
quanto è partito in comune accordo un
progetto di lunga durata per la valorizzazione di tutte le parti in gioco, con la
volontà di lottare per il vertice del campi-
onato italiano di futsal rosa. Il DG amaranto Ferdinando Armeni, lavora da
giorni con il neo mister Nicoletta
Sergiano per allestire una squadra competitiva per l’alta classifica già da questa
stagione. La dirigenza locrese è molto
soddisfatta di questo accordo, è fiduciosa
delle capacità dell’allenatrice per il
miglioramento di tante atlete e per il
potenziamento del vivaio, vero serbatoio
per il futuro. C’è una grande sete di vittoria in casa Sporting, stessa voglia trasmessa dalla Sergiano, pertanto è stato facile
sposarsi per questo entusiasmante progetto. Tutto è accaduto in 24h; telefonata,
incontro, stretta di mano. Entrambe le
parti hanno trovato subito l’accordo su
tutto, grazie ad una straordinaria sintonia
di intenti che tra leader non è stato difficile trovare. Anche il neo sindaco di
ho ancora deciso nulla. L'unica certezza
che allenerò sicuramente e non vedo
l'ora di ricominciare. Marina di Gioiosa
è un ottimo ambiente ho lavorato bene e
mi sono trovato bene decideremo il da
farsi non c'è fretta sono a disposizione
della società e accetterò qualsiasi provvedimento ”. Per il resto siamo ancora
in fase di stallo riferiscono fonti autorevoli della società , ma di sicuro non cambieremo la nostra filosofia, che rimane
quella di mettere i giovani al centro del
nostro progetto.
NICODEMO BARILLARO
Locri, Giovanni Calabrese, da sempre
vicino al gruppo amaranto, si complimenta con il Locri per l’ottimo acquisto e apre
le porte di Locri al neo mister per lo
sviluppo della cittadina stessa. Mister
Sergiano, giunta a Locri, potrà valutare la
squadra dello Sporting Locri cosicché
con il dg Armeni ed il presidente Stilo si
pianificherà l’intervento di mercato. Già
alcuni colpi potrebbero essere ufficializzati in serata, infatti oltre a Sergiano
questo pomeriggio sono sbarcate a Locri
anche 4 atlete del panorama nazionale.
Lo Sporting Locri guarda con fiducia ed
entusiasmo verso il futuro, a Locri sono
ottimisti e convinti che il sodalizio con la
Sergiano porterà i giusti frutti con il
lavoro e con l’organizzazione programma
Quando regginacalcio.com annuncia che la
campagna abbonamenti "Noi, amaranto nella
storia", ha toccato quota 1.000 sottoscrizioni
nello spazio di due giorni e mezzo, in molti si
stropicciano gli occhi. Il 'testimonial' scelto
per esprimere la gioia amaranto, questa volta
è Nino Barillà. "Che numeri - dichiara il centrocampista di Catona-sorprendenti e significativi, testimoniano con quanto affetto la
gente di Reggio segua sempre la nostra squadra. Poi, inutile nasconderlo, sta per nascere
la stagione del Centenario, la più affascinante in un secolo di storia, tutti vogliono esserci. La nostra tifoseria è stata apprezzata e
riconosciuta da tutti come la migliore d’Italia
negli anni scorsi: questa nuova ondata di
calore crea un’attesa enorme e positiva per il
futuro, può riportare il Granillo ai fasti d’un
tempo. Uno spettacolo unico che esalta chi lo
vive e mette timore all’avversario: chiunque,
venendo a sfidare la Reggina del Centenario
a Reggio Calabria, dovrà sentire l’onere dell’impegno che l’attende”. Infine, un'idea
tanto originale quanto significativa. “I nostri
tifosi si stanno mobilitando ed io voglio sostenere il loro affetto, di cui tutti andiamo fieri.
Voglio coinvolgere i ragazzi della mia terra
dando loro l’opportunità di essere protagonisti in anno che segnerà un solco nella storia.
Questo pomeriggio sarò al S.Agata e regalerò 5 abbonamenti per la Curva Sud, cuore
del nostro tifo, ai primi cinque ragazzi di
Catona, nati dopo l’1/1/1999, che si presenteranno al Centro Tecnico. “Se sfondiamo
quota 5000 abbonati (conclude con un sorriso) li invito tutti al mio matrimonio…”.
rnp
DOMENICA
12 MAGGIO 2013
LA RIVIERA
24
la Riviera
di...
SIDERNO
La Fossa dei Leoni nei giovanissimi della Calabria
- Ci sono voluti i calci di rigore per
decidere la squadra campione regionale dei Giovanissimi. Dopo una
lunga sequenza, con diversi errori, ha
vinto la squadra della famiglia Romeo.
Guidati dal giovane tecnico Francesco
Romeo, i ragazzi della Fossa dei Leoni
hanno avuto la meglio sulla squadra
rivelazione di questa stagione; il Mirto
di mister Paolo Conforti. Una finale
tiratissima in cui nessuna delle due
squadre è riuscita a segnare e dallo
zero a zero iniziale si è passati direttamente al 3 a 2 dagli undici metri. Calci
di rigore che sono stati decisi da
Gerasolo, che dagli undici metri ha
regalato la gioia più grande alla
società del presidente Mimmo
Romeo.
Siderno, dunque, torna protagonista
nel campionato regionale e rappresenterà la Calabria nella fase interregionale che si aprirà domenica prossima.
Nell'augurare il percorso più lungo
possibile a mister Francesco Romeo e
ai suoi ragazzi, ci sentiamo di fare i
complimenti al Mirto del dirigente
Giuseppe Pugliese, grande protagonista di una cavalcata e di un sogno sfumato solo all'ultimo rigore.
L’Ymca chiede aiuto,
i sidernesi rispondono
e la Svezia diventa realtà
L'Ymca chiede aiuto, i sidernesi
rispondono e la Svezia diventa realtà!
La volontà di andare in Svezia per i
Campionati Europei di basket si è
scontrata con l'impossibilità di diversi
componenti della squadra dell'associazione di sostenere le spese per il viaggio. Motivo per il quale l'Ymca presente a Siderno dalla fine degli anni '40
ha avviato diversi canali per raccogliere la cifra necessaria e, nonostante il periodo storico non facile dal
punto di vista economico, l'obiettivo è
stato raggiunto e i venticinque ragazzi,
tra i quindici e i diciotto anni, faranno
questa esperienza.
La voglia di partecipare si è amplificata dopo che lo scorso anno i
Campionati Europei di basket sono
stati organizzati a Siderno, per la prima
volta in un paese del Sud Europa e in
strutture all'aperto.
«Questa è la quarta edizione a cui
partecipiamo, ma è stato possibile grazie a tutti coloro i quali ci hanno
sostenuto. Non finiremo mai di
ringraziare per l'opportunità concessa.
L'aspetto che più ci ha fatto piacere è
stato quello che, indipendentemente
dal modo in cui ci è arrivato questo
aiuto, abbiamo percepito chiara la vicinanza di tutti». Carlo Sgarlato, segretario dell'associazione ribadisce come,
per arrivare all'obiettivo, si sia fatto
volontariato attivo e che questo sarà il
primo passo di un percorso da contin-
OGGI IL 6° RADUNO DELLE
500, ORGANIZZATO DAL
CLUB FIAT 500 LOCRI.
uare e seguire, sviluppando attività con
i giovani, portando avanti principi e
valori fondamentali. Per raccogliere i
circa undici mila euro necessari per
partecipare si sono avviati quattro
canali: la riffa, la vendita delle tshirt
con logo dell'associazione tramite il
sito ufficiale, un torneo di burraco e
una serata di raccolta fondi. La cifra è
stata quasi completamente raccolta, i
circa mille e cinquecento euro mancanti saranno raccolti con le iniziative
estive.
L'anello di congiunzione tra il campi-
onato dello scorso anno e quello di
quest'anno sarà la partecipazione di
Alfredo Vitale. «Alfredo è cresciuto
qui con noi, giocando a basket. La
scorsa estate durante una partita ci ha
regalato uno dei momenti più belli. Fa
canestro e i minuti successivi sono
puro delirio! I suoi compagni e ancor
di più i ragazzi delle altre squadre
iniziano a festeggiarlo, invadendo il
campo. Un momento bellissimo. Lui
sarà con noi anche in questa esperienza».
Si svolgerà stamani a Locri il “6°
Raduno Fiat 500 Locri”, organizzato
da Roberto Longo, Mimmo Tallura e
Andrea Caroleo. Un appuntamento,
ormai, noto e storico, quello del
raduno che riunisce centinaia di
appassionati del mito italiano della
500, patrocinato dalla Pro Loco e dal
Comune di Locri. La città ionica per
la sesta volta consecutiva ospiterà l’evento che si svolgerà questa mattina
dalle ore 8 in piazza dei Martiri.
Nella centralissima piazza dalle 8 alle
11 si raduneranno gli automobilisti
con famiglie a seguito e percorreranno le vie della città. La manifestazione, come lo scorso anno vedrà percorrere nelle strade di Locri centinaia
di 500 provenienti dalle Regioni
Calabria e Sicilia. Il presidente
Roberto Longo, nel ringraziare
quanti hanno reso possibile anche
quest’anno il raduno, ha espresso
parole di soddisfazione per la manifestazione ed in particolar modo ha ringraziato le famiglie che ogni anno si
riuniscono attorno a questo evento.
“Il nostro gruppo- ha detto Longo- è
sempre più unito e si rafforza sempre
di più lo spirito aggregativo, tale da
permetterci di incontrarci e seguire i
tanti raduni sparsi per la Calabria e
anche fuori Regione. Questo di Locri
è, infatti il quarto della stagione,
dopo Reggio Calabria ( che ha visto il
nostro gruppo risultare il più numeroso), Catanzaro e Guardavalle”.
Parole di elogio giungono anche da
Mimmo Tallura convinto che il raduno a Locri diverrà negli anni l’appuntamento per eccellenza della costa.
Organizzazione e passione per il mito
degli anni ’60 e il segretario Andrea
Carole esprime così la sua dedizione:
“Mettersi alla guida della 500 è sempre un’emozione special modo quando puoi condividere bei momenti con
altre persone e con la tua famiglia”.
Ricordi che sicuramente resteranno
nei cuori dei più piccoli che un giorno
potranno dire: “anche il mio papà
aveva una 500”.l.r.
DOMENICA 12 MAGGIO
2013
LA RIVIERA
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DOMENICA 02 GIUGNO
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LA RIVIERA
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RICORRENZE
Uomini e territorio
Grande manifestazione per la festa della Repubblica
per celebrare i momenti di storia nel terrotorio sidernese
Siderno: festeggia il 2 giugno
La Commissione Straordinaria di
Siderno rende noto che domenica 2
giugno alle ore 10,30, nella Piazza
Vittorio Veneto, nell'ambito della
manifestazione
celebrativa
del
67esimo Anniversario della Festa
della Repubblica, è prevista l'apposizione di una corona d'alloro presso il
monumento sito nella medesima
piazza. Seguirà l'inaugurazione di una
mostra
documentaria
curata
dall'Archivio di Stato di Reggio
Calabria e della Sezione di Locri dal
titolo “Uomini e Territorio Momenti di storia nella terra di
Siderno”.
L'Archivio di Stato, con detto evento
espositivo, ricostruisce momenti di
storia sociali e l'evoluzione urbanistica del territorio di Siderno dal XVII
al XX secolo attraverso Protocolli
notarili, relazioni, cartografie del territorio, prospetti di edifici privati,
testimonianze di attività economiche
che permettono ai cittadini di oggi di
conoscere le radici storiche del
Comune di Siderno e l'impegno di
La prima festa dell’Unità d’Italia
Il 2 giugno
1861 a Siderno
La festa dell'Unità d'Italia e delle Statuto
era una festa liberale, ma nonostante ciò
si volle celebrare anche in chiesa con il
canto del te deum. E ciò provocò scontri
con vescovi e parroci. Ora, tutto tace.
molti alla crescita del territorio sidernese. La mostra, divisa nelle sezioni:
L'età Moderna,
La Torre Tamburi, l'Ottocento, il
Novecento, si sviluppa in dodici pannelli su cui sono stati riprodotti i
documenti corredati da didascalie e
testi didattici .
Detta
documentazione
storica
DOMENICO ROMEO
Pochi mesi dopo la proclamazione
dell'Unità d'Italia, avvenuta il 17 marzo
1861, fu istituita la festa dell'Unità d'Italia e
dello Statuto , che venne fissata per la
prima domenica di giugno di ogni anno. In
effetti, la prima domenica di giugno di ogni
anno veniva celebrata la festa dello Statuto
albertino, che era la festa nazionale negli
ex Stati del Regno di Sardegna sin dal
1848. Detta festa, dopo le annessioni del
1860 e la proclamazione dell'Unità d'Italia,
venne estesa a tutta la nuova Nazione con
Regio decreto del 5 maggio 1861.
La festa dell'Unità d'Italia e delle Statuto
era una festa liberale, ma nonostante ciò si
volle celebrare anche in chiesa con il canto
del Te Deum. Ciò provocò scontri con
vescovi e parroci, che per essersi opposti
alla celebrazione di una festa civile in chiesa, in molte località e anche in Calabria
vennero sottoposti a processo e condannati . La festa dello Statuto e dell'Unità
d'Italia venne celebrata fino alla caduta
della monarchia sabauda. Con l'avvento
della Repubblica, dall'anno 1949 il 2 giugno divenne il giorno dedicato alla festa
della Repubblica.
Anche a Siderno il 2 giugno 1861 venne
celebrata la prima festa dello Statuto e
dell'Unità d'Italia, che, come si deduce dal
rimarrà esposta alla fruizione di
tutta la cittadinanza presso la sala
consiliare del Comune sino al 30 giugno. Alla Manifestazione sono stati
invitati i rappresentati della Chiesa,
delle Forze dell'Ordine, delle
Associazioni Cittadine e delle scuole
di ogni ordine e grado e parteciperà
la Banda Musicale “Città di Siderno”.
documento che si riporta a firma del sindaco dell'epoca Francescantonio Falletti , si
svolse in maniera ordinata e composta, e fu
ben accettata dai cittadini sidernesi che
parteciparono attivamente:
Al Sig.r Intendente del Circondario di
Gerace Siderno 4 Giugno 1861 - Festa
Nazionale Signore,
Il giorno 2 del corrente mese dedicato con
Legge del Parlamento Nazionale sanzionata dal Re, a commemorare il sublime e
felicissimo avvenimento della proclamazione del Regno d'Italia, è stato festeggiato
in questo Comune in quel modo migliore
che permettevano le circostanze locali.
Trovandomi io nel Sotto Comune della
Marina, alla ora convenuta, sono salito al
Comune con un distaccamento della
Guardia Nazionale di quella Compagnia
comandata dal suo Capitano sig.r
Giovambattista Falletti, accompagnato
dall'Eletto di quel Sotto Comune Sig.r
Domenico Romeo, dove ed all'ingresso del
medesimo stavano ad attenderci il Corpo
Municipale, le due Compagnie della
Guardia Nazionale, aventi alla testa tutti i
loro uffiziali, e la Banda Musicale.
Il corteggio nell'incontrarsi si salutò co' lieti
Evviva all'Italia una ed al Re d'Italia
Vittorio Emanuele, e co' medesimi gridi di
viva percorse le vie del Comune, a' quali
rispondevano colla bocca e col cuore tutti i
DOMENICA
buoni cittadini, mentre il continuo sparo
de' fucili, pietrare e mortaretti, ed il festivo
suono della banda musicale rendevano più
brillante la festa. Si fece abbondante distribuzione di pane a' poveri del Comune,
acciocché anche questi infelici partecipassero alla gioia della giornata, e distribuzione di vino e rum si fece alle Guardie
Nazionali. Non è mancato alla festa che
l'intervento religioso, giacché l'arciprete del
Comune, il quale era stato da me cortesemente invitato per la celebrazione della
messa cantata, e canto del Te Deum, non
ha voluto prestarsi all'invito […].
Compiti tali brillanti festeggiamenti nel
Comune, sono ritornato al Sotto Comune
della Marina collo stesso seguito che mi
aveva accompagnato al venire, ed anche ivi
la festa è riuscita splendidissima, nonostante l'ora della sera avanzata.
Il resto della Guardia Nazionale con tutti i
suoi uffiziali, coll'ottimo e zelante controlloro de' D.I. Sig.r Giovanni Borruto, e co'
Decurioni del luogo ci attendevano all'ingresso dell'ampio stradone, dove si erano
improvvisati degli archi fregiati de tre colori italiani, i quali sventolavano pure da
qualche balcone, dalla farmacia di
Scozzafave e da vari magazzini, si è percorso tutto tra liete acclamazioni di Viva
l'Unità Italiana, Viva il Re Vittorio
Emanuele, mentre il non interrotto fuoco
di gioia de' fucili animava vieppiù la festa.
Devo con piacere poi farle conoscere che
nel detto Sotto Comune, quattro benemeriti sacerdoti, animati come sempre si
mostrarono di sentimenti liberi ed italiani,
e di buoni cittadini, si offrirono volenterosi
a cantare il Te Deum, e sono questi i sacerdoti D. Giuseppe Sarroino Economo della
chiesa, D. Vincenzo Oppedisano, D. Carlo
Sansalone e D. Michele Romeo; e che il
parroco della chiesa sebbene da me invitato ha stimato denegarsi per confermarsi
alle disposizioni dei suoi superiori; pure
non fece alcuna opposizione alle volontà
de' detti sacerdoti, i quali vennero nella
funzione assistiti dal chierico Michele
Fragomeno e dal novizio Antonino
Cimato. Si è quindi cantato solennemente
l'Inno Ambrosiano in quella chiesa parrocchiale, colla esposizione del Santissimo e
nelle orazioni di rito l'economo Sig.r
Sarroino pronunciò ad alta voce il nome
del nostro amato Re Vittorio Emanuele
Re d'Italia, salutato dallo sparo delle pietrare, e de' fucili. Terminata la funzione
religiosa si percorsero nuovamente e nello
stesso modo le vie, e intanto, essendo già
notte, tutti i balconi, ed i magazzini risplendevano di lumi, come pure è avvenuto nel
Comune. Quel che mi ha fatto piacere, e lo
farà sicuramente a Lei, è che in tanta calca
di gente, in tanta effervescenza ed espressione di gioia per parte de' buoni cittadini
non ha dovuto deplorarsi il benché menome disordine, né nel Comune né nel Sotto
Comune.
Il Sindaco F.A. Falletti
02
GIUGNO 2013
LA RIVIERA
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CULTURA E SOCIETÀ
INTERVISTA
Antonio Tallura
PREMIAZIONI
Nizzardo festeggiato
dalla sua Gioiosa Jonica
Iniziativa popolare estesa alla Locride per ringraziare Vincenzo Nizzardo e Chiara Barillà per
il loro esempio positivo che ha portato la
Calabria, la Locride e Gioiosa Jonica ai vertici
nazionali con la vittoria del Conservatorio “F.
Cilea” di Reggio a “Rai1 mattina in
famiglia”nella competizione “Conservatori
eccellenti italiani a confronto”. La premiazione
avverrà oggi pomeriggio, domenica 2 giugno alle
20 nel teatro (di mattina i ragazzi saranno impegnati a Roma ospiti dell'ultima trasmissione stagionale di RAI Uno Mattina).
Sarà premiato anche il Conservatorio musicale
“F. Cilea” di Reggio Calabria.
Un particolare riconoscimento sarà attribuito
alla Rai per aver avuto il grande merito culturale
di proporre alla grande platea dei telespettatori
di Rai Uno Mattina ben 80 giovani talenti dei
Conservatori eccellenti italiani.
La scaletta della manifestazione: breve presentazione video su grande schermo dei momenti
salienti della vittoria di Vincenzo e Chiara; salotto sul palcoscenico con il conduttore che intervista Vincenzo e Chiara; premiazioni; parte finale
con interpretazione dal vivo dei brani che hanno
portato i ragazzi alla vittoria, con l'ausilio di
video tratti dalla trasmissione Uno Mattina.
Infine Vincenzo canterà un'aria tratta dallo spettacolo “Notre dame de Paris” che lo ha visto protagonista assoluto nella parte di Frollo (Vincenzo
è stato il più giovane interprete del mondo).
Nel caso in cui qualcuna delle suddette Autorità
intende ringraziare i ragazzi con un proprio riconoscimento si prega di dare comunicazione tempestiva a questo comitato al fine di inserirlo in
scaletta.
Sulla scorta di quanto precede e delle motivazioni espresse nell'allegato foglio di notizie, si chiede l'adesione e la partecipazione dei Presidenti,
dei Sindaci e dei Commissari Prefettizi.
È fiero della sua terra d’origine, ma critico
per il non sapere valorizzare e raccontare i
nostri luoghi nell’ambito dello spettacolo
L’ attore racconta
la sua Calabria
ILARIA AMMENDOLIA
Grandi prospettive per il futuro e
progetti ambiziosi ha in cantiere
pronti per essere varati, il nostro
conterraneo Antonio Tallura,
classe 58, natio di Locri. E noi
non possiamo altro che essere
orgogliosi di questo.
Diplomato presso l’Accademia
d’Arte Drammatica “Pietro
Scharoff” di Roma. Da qui esordisce nel mondo dello spettacolo.
Dalle apparizioni in famose fiction, al cinema, dalla radio al teatro. Ed è proprio in questo ambito che sta concludendo il suo tour
con “Il tartufo di Molière”.
Inoltre si sta impegnando come
parte attiva in diversi festival in
Calabria. Infine altri progetti che
non intendiamo anticipare perché interessanti sorprese.
La Calabria attuale è ben rappresentata nel cinema italiano?
È una domanda molto difficile. A
mio parere non è ben rappresentata. Ci sono attori di riguardo
della nostra Regione che lavorano in televisione, ma non hanno
niente a che fare con il territorio.
La Calabria è fuori delle location
italiane, a differenza per esempio
della Puglia.
Non c’è il rischio che il cinema
privilegi l’aspetto collegato alla
criminalità, piuttosto che rappresenti le cose positive presenti
nella Calabria?
Io personalmente non vedo moltissimi aspetti positivi che riguar-
dano la nostra terra. Ma i lati non
negativi che ci sono non vengono
portati alla luce da scrittori o sceneggiatori che avrebbero il compito di far conoscere e rappresentare le cose buone che ci sono in
Calabria. Lo sviluppo cinematografico comunque si presenta più
accattivante quando è negativo.
La cronaca e la criminalità sono
negative per antonomasia.
Che ruolo può avere il cinema nel
riscatto della Calabria?
È un fattore molto importante.
Faccio nuovamente l’esempio
della Puglia. Regione che negli
ultimi anni ha trovato spazio nel
cinema italiano. Questo ha permesso uno sviluppo delle location, scenari di intere pellicole di
film. Il cinema ha questa funzione. Portare in un’inquadratura
immagini, emozionando con un
luogo un’anima.
Ha trovato mai problemi nel
mondo del cinema in quanto
calabrese?
Personalmente ho sempre trovato una situazione di meraviglia.
Per le mie radici ho appassionato
e ho ricevuto attenzioni gratificanti.
Ho avuto più difficoltà a far comprendere alla mia famiglia e ai
miei conterranei il mestiere che
stavo per intraprendere. Un altro
ostacolo da superare è stato quello di affrontare problemi tecnici
per quanto riguarda l’accento
calabrese e imparare alla fine
un’altra lingua: l’italiano.
Musaba: Laboratorio vivo
NICODEMO BARILLARO
UNA VOCE PER L’AUTISMO
Successo e
partecipazione
all’evento organizzato
per i ragazzi
Si è svolto sabato 24 maggio presso l’Aula
Magna dell’istituto G. Marconi di Siderno lo
spettacolo dedicato a tutte le persone autistiche. L’evento che ha avuto lo scopo di
diffondere la conoscenza della sindrome e
attraverso la musica sensibilizzare alla problematica l’opinione pubblica e le istituzioni
ha riscosso grande successo tra il numeroso
pubblico.
In foto le mamme dei ragazzi autistici insieme all’onorevole Nucera e la dott.ssa Angela
Vinci
Al Musaba di Mammola sono in
corso le realizzazioni di monumentali murales on-site all’interno del Parco d’Arte. I primi
interventi hanno avuto inizio in
questi giorni con gli artisti olandesi Nicoline Goudoever e
Hidde Maas e l’artista napoletana Laila Finale.
Altre opere verranno realizzate
da artisti americani, berlinesi e
calabresi nei prossimi mesi.
Inoltre,
è
in
corso
l’intervento/recupero artistico
dell’opera monumentale site specific “Concetto Universale”,
l’opera più imponente del Parco,
che con il tempo è diventata
l’emblema
del
Musaba.
L’intervento di recupero, eseguito personalmente dall’84 enne
Nik Spatari e i suoi giovani assistenti, consiste nel ripristino
delle strutture in cemento armato con prodotti specifici e copertura con frammenti di ceramica
ultra - colorata.
Mario Caligiuri, assessore alla
Cultura della Regione Calabria,
ha comunicato che effettuerà un
sopralluogo al Musaba, sabato 1
giugno alle ore 16,00 per visionare le nuove e fantastiche opere
e studiare l’avvio di nuove iniziative. Nik Spatari e l’olandese
Hiske Maas sulle nuove realizzazioni affermano: «Ce la metteremo tutta per dare il meglio e ci
sforziamo di offrire ai visitatori,
scolari e studenti internazionali
un’accoglienza unica, dandogli
l’opportunità di incontrarci e di
conoscere i monumentali mosaici in progress del MuSaBa
ArtHotel e nuova ala museale la
Rosa dei Venti, il restauro innovativo dell’ex complesso monastico, l’opera tridimensionale “Il
Sogno di Giacobbe” e le opere
scultoree sparse nel Parco». Il
Musaba di Mammola con l’imminenza della stagione estiva è
pronto ad accogliere nelle prossime settimana migliaia di visitatori che arriveranno dall’estero
per ammirare le fantastiche
opere di Nik Spatari.
DOMENICA 02 GIUGNO 2013
LA RIVIERA
28
MONASTERACE
Tantissimi fiori in un’armonia impareggiabile di colore e di tecnica
esecutiva danno vita a dei grandi quadri a sfondo sacro
L’ infiorata del Corpus Domini
L’infiorata del Corpus Domini è la
manifestazione che Monasterace
ormai ripropone da ben otto anni
in occasione della Festa religiosa.
In diversi paesi dell’Italia è un
evento unico, partecipato per le
sue radici storiche che si perdono
nella notte dei tempi, per il significato profondo che questo giorno
dovrebbe trasmettere. Da Bolsena
a Genzano sino a Monasterace.
Eppure gran parte della Locride la
ignora, pur essendo un evento
assolutamente da non perdere.
Grazie alla Pro Loco “Il Tempio”
del paese locrideo la manifestazione è possibile anche quest’anno,
domenica 2 giugno. L’associazione
quindi da autodidatta, dirigerà i
lavori. Utilizzando la tecnica dei
fiori freschi forniti dalle aziende
florovivaiste del territorio e sperimentando anche una tecnica mista
di fiori, riso e cereali e contornando i tappeti con strisce di prato
verdi. “Migliaia di fiori accenderanno di colori il piccolo paese
della costa Jonica”.
Per le strade quadri floreali in prevalenza a sfondo sacro, tappeti di
fiori disposti in modo tale da delineare una vera e propria opera
d’arte, in cui ogni petalo racconta
una storia. Un evento sempre più
bello ed emozionante, che per la
buona riuscita c’è dietro l’impegno,
la caparbietà e la passione che ci
mette la gente di Monasterace.
Inoltre c’è anche la generosità
delle aziende agricole del territorio, che nonostante la forte crisi
che incombe donano anche quest’anno tutti i fiori necessari. I lavori sono iniziati nel pomeriggio di
venerdì 31 maggio infiorando dalla
sera per tutta la notte in via Caduti
senza Croce, e proseguendo poi
nella serata di sabato in via Giorgio
Papaleo, una piccola stradina che
mantiene da sempre questa tradizione e davanti alla chiesa S.
Giuseppe Lavoratore, da dove
uscirà in processione il Santissimo
Sacramento.
Spontaneamente
saranno allestiti altarini e altri tappeti lungo il percorso della processione, mantenendo la tradizione
delle coperte più belle stese ai balconi per onorare il passaggio del
Santissimo.
Premio
Manente
giunge
alla
II
edizione
Guardando
SIDERNO
il cielo in una
notte serena
La scuola media di
Siderno “Corrado
Alvaro” ha ospitato
un concorso di poesia “Gilda Trisolini”
indetto dall’assessorato alla cultura. Su
160 poesie in gara
sono state selezionate circa una trentina.
Ma solo dieci di loro
sono state premiate,
tra cui la poesia di
Lidia
Cristina
Caricari. Lidia è
stata l’unica alunna
della Locride a vincere un premio. La
sua
poesia
Guardando il cielo
in una notte le ha
permesso di ricevere
un buono da spendere in libri.
La macchina organizzativa del
“Gran Premio Manente 2013”
riscalda i motori per la partenza
della II Edizione. Lo annunciano
Giuseppe e Virginia Marasco della
Marasco Comunicazione, ideatori e
promotori dello stesso. «Stiamo
valutando aspetti organizzativi, logistici e pratici dell'evento che ha
riscosso un notevole successo in
tutta la Calabria nella prima edizione - ci dicono - siamo risultati tra i
primi due eventi clou dell'estate
calabrese, ma quello che ci preme di
più è il riconoscimento avuto dalla
gente e dagli artisti calabresi. Infatti
questo premio unico nel suo genere,
connubio delle due passioni di
Francesco Manente, la musica
popolare e la regia, ha dato modo ad
alcuni gruppi e registi locali di
cimentarsi e sperimentarsi, un inizio
che ha segnato inevitabilmente la
loro carriera».
Checco Manente scomparso il 5
maggio del 2002 a causa di un incidente, è stato il regista di numerosi
programmi musicali della Rai, ma
prima di tutto il nostro conterraneo
era un uomo di musica, è per questo
che gli sono sempre stati affidati programmi inerenti il panorama musicale, un musicista, cantautore delle
nostre tradizioni.
Quest'anno tante le novità, la più
importante è l’inserimento del
Premio nel grande circuito “CALABRIA SONA” la rete di festival che
racchiude i principali eventi che animano l'estate calabrese.
Sulla scia del successo dell'anno
scorso che ha visto coinvolti nomi
noti della cultura a 360° nell'ambito
nazionale e internazionale, l'edizione 2013 vuole riconfermare la linea
altamente culturale e spettacolare.
«Nonostante le difficoltà - ci dice
Virginia Marasco - in cui riversano
gli enti, che ancora ad oggi faticano
a sostenere gli impegni presi, siamo
convinti di andare avanti con la
volontà personale che ci ha contradDOMENICA
distinto l'anno scorso sperando di
affrontare anche questa edizione
con l'aiuto di tutti, perchè consapevoli che il Premio nel nostro paese
rappresenti un avvenimento importante ed esclusivo, con una visibilità
regionale e nazionale al territorio.
Crucoli Torretta l'anno scorso è stata
salotto di un parterre di tutto rispetto e vorremmo che lo fosse anche
quest'anno nel segno di una continuità indispensabile ad un evento
del genere».
La Marasco Comunicazione rende
noto che è disponibile il bando scaricabile alla pagina www.marascocomunicazione.com con annessa scheda di iscrizione da far pervenire
entro il 15 giugno. L'iscrizione è gratuita. I selezionati a partecipare al
Premio saranno informati tramite
mail o telefono subito dopo, i videoclip dovranno pervenire entro e non
oltre il 25 Luglio. Anche quest'anno
la giuria che selezionerà i gruppi e i
registi ammessi al premio è rappresentata da un perfetto mix tra addetti ai lavori nell'ambito musicale, giornalistico e registico.
02
GIUGNO 2013
LA RIVIERA
29
Parlando
di... Tutto sui motori
Dalle ultime
sfilate ai nuovi
modelli di
motociclette
È stata una settimana molto intensa per il mondo dei
motori, sia per quanto riguarda le news, sia per lo sport.
Gli sportivi delle due ruote, con la presentazione ufficiale del calendario della TT, sicuramente saranno entusiasti di sapere che Guy Martin & co saranno presenti alla
gara motociclistica su circuito cittadino più famosa del
mondo dal 25 maggio al 7 giugno. Chi invece, ama gli
sport automobilistici e le vetture d’epoca, sarà stato colpito anche quest’anno dalla 1000 Miglia, la storica gara a
cui partecipano soltanto le vetture di “una certa età”. È
stata presentata la nuova Supercar firmata Porsche: la
918, vettura da 780.000 euro e 880 CV; sembra che il
guanto di sfida a McLaren P1 e a LaFerrari sia stato lanciato. Restando in tema “supercar a tiratura limitata”,
passiamo alla nuova Aston Martin CC100, auto celebra-
tiva del centenario ispirata alla prima speedster della
Casa di Gaydon. La vettura biposto sarà prodotta in soli
due esemplari, non destinati alla vendita.
Altre novità arrivano da Mercedes e BMW. La Casa
della stella a tre punte ha presentato il nuovo modello
della Classe S, ammiraglia tutta nuova, dallo stile alle tecnologie in materia di sicurezza attiva e passiva. Il costruttore di Monaco di Baviera, invece, ha presentato il restyling di metà carriera della Serie 5, restyling che non ha
portato molte modifiche dal punto di vista estetico, ma
che ha fatto subire alla berlina una vera e propria rivoluzione dal punto vista meccanico e tecnologico. Per finire,
una nota negativa: la Volkswagen ha riscontrato un malfunzionamento della centralina che gestisce gli airbag
laterali della nuova Up. (Daniele Zindato)
Nemici amici
I mastri
Incollato
alla sedia
del forno
Qualche anno fa alle Sbarre
Giorni da leoni
ad Ibizia
Messaggi nel
tempo
Antonio festeggia Giovanni
Mari di Calabria
Vola lo sguardo lungo il litorale
di Ferruzzano che va indorandosi degli ultimi riflessi del
giorno che muore. Rigonfia
l’onda rinondante di spuma
contro la scogliera, si perde nel
ritmico, pacato abbraccio con la
battigia. Si, un altro giorno è
passato. La vita scorre all’interno dei suoi flussi e riflussi,
rigonfia di sogni, di aspirazioni,
di speranze, si adagia inerte nel
desiderio di quiete. Vivere,
sognare, dimenticare immersi
nel liquido oblio di questo mare
di Calabria….
Spollina l’ora
spettinata dal vento,
infiorescenza d’onde,
ladre pupille
di occulti sovramondi.
E il sospiro del golfo
ritmico frange
contro sogni raminghi,
brucia al silenzio
l’intima pena
e l’anima s’annulla.
©Daniela Ferraro
La motozappa
umana
Alla scoperta
della Svezia
Loqui e Sproloqui di Filomena Cataldo
A bocca chiusa
Non parliamo di questa terra, la
Calabria, ma parliamo di tutte le
terre. Non parliamo di una sola
donna, ma di tutte le donne che sono
state e sono vittime di una mano
assassina, ubriaca e cieca. Un omicidio, più o meno efferato, è ovunque
un omicidio. Lo è stato a Corigliano,
lo è stato a Roma, lo è stato a
Bergamo e così via. La cronaca ne
registra, purtroppo, quotidianamente. E la donna vale ovunque poco, se
l’omicidio è, come mi sembra che
sia, il metro di misura. L’omicidio è il
metro di misura della vita che vale
poco. Fuori luogo appaiono, dunque, quegli articoli che inneggiano
all’inutilità della donna in Calabria o
al suo totale assoggettamento alla
figura maschile. Mi spiace. Non sono
sul pezzo, ma sullo stereotipo.
Questi articoli. Si tratta di uno straparlare che non ha, in questo caso,
intendo, pertinenza con l’accaduto.
La morte di Fabiana, abominevole,
raccapricciante, soprattutto nelle fasi
di ricostruzione del suo carnefice, è
un femminicidio. Omicidio di una
donna. Ora, mi chiedo, da questo a
dedurre che la donna in Calabria
valga poco, mi sa tanto di volo pindarico forzato, e di gran lunga, anche.
Non cediamo al qualunquismo, alla
generalizzazione, alla faciloneria,
tutte fucìne di notorietà ma cerchiamo di essere obiettivi. Le ingessature
culturali che si è soliti deputare alle
terre del Sud, appartengono ad ogni
luogo ed in ogni luogo possono produrre lo stesso risultato. Una donna
calabrese (mi è parso di avere letto
così) ha lasciato la sua terra, nefanda
e maschilista, per diventare qualcuno, libera da ogni costrizione, ceffone, imposizione. Bene, la stessa
donna, in una qualsiasi piazza del
nord o vicolo o discoteca o parco
potrebbe incontrare un qualunque
uomo che, dopo tanto o dopo poco,
le tolga la vita. Come è accaduto alle
tante Fabiana d’Italia. Eppure non si
trovava più in Calabria e magari,
quell’uomo, non era neppure calabrese. La vita ha valore indipendentemente dall’estrazione. E questo
dovrebbe essere un comandamento.
Poi, se proprio vogliamo volare sulle
ali della disquisizione sociologica,
chiediamoci se la vita di un figlio/a di
vale quanto quella di un figlio/a di; se
ci si batte lo stesso per tutti, quando
si tratta di diritti umani. Diritti non
privilegi. Se si guardano tutti con gli
stessi occhi dinanzi alle opportunità,
alle prestazioni, alle competenze. Se
vale, davvero, il principio per cui
ognuno risponde di se stesso e per se
stesso. Se vale. Ringraziamo, dunque, chi, in questi giorni, invece di
riflettere sul disagio e sull’incupimento della mente umana, ha ricordato i tanti topos, battezzati dalla letteratura e dal cinema, che fanno eco
a “ volevo i pantaloni”. Topos che,
dobbiamo essere obiettivi, ribadisco,
derivano comunque da una realtà,
più o meno evidente che sia o che sia
stata. Perché non è avulso, tutt’oggi,
recarsi in un bar di paese o di città, di
mare o di montagna, vedere una
donna parlare al cellulare, magari
mentre legge un quotidiano e sentire
« cu sapi a cu staci
aspettandu!Chiglia?chiglia tu dicu
eu…S’era figghima, s’era mughjerima…». Non facciamo buonismo, lo
abbiamo sentito dire, lo sentiamo
dire. Si tratta di maschilismo, di onorabilità, di inculturalità, di ignoranza.
Di che cosa stiamo parlando. Di un
qualcosa che esiste. Esiste, punto.
Ma parliamo anche di donne giornaliste, scrittrici, impegnate nel sociale
e nelle comunicazioni, nella cultura
e nella società. Donne che sono
rimaste in Calabria e donne che portano la Calabria in Italia e nel
mondo. Ma questo discorso, perdonatemi, non c’entra nulla con la tragedia di Fabiana.
DOMENICA 02 GIUGNO
2013
LA RIVIERA
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AD UNA CAMPIONESSA SPECIALE… KEKKA
Una ragazza che trasforma la sua semplicità e la sua calma in energia e grinta quando entra in campo…una vera furia!!! Arrivando a Locri hai realizzato parte del tuo sogno, giocare in serie A, ma le tue capacità e la tua forza ti
regaleranno ancora tante soddisfazioni, che meriti tutte perché la tua è una
passione che ti porti dentro fin da piccola. Come ti dico sempre il meglio deve
ancora venire! Sei un’esplosione di energia da quando ti riscaldi a quando
finisce la partita, per non parlare dell’impegno che metti in ogni allenamento e se solo ti lasciassero giocare di più si accorgerebbero di quanto vali. Le
tue magie hanno attirato un grande tifo unito e accanito, proprio come merita un vero campione. Per me sei unica ed insostituibile, forte e veloce ed hai
Tutto cambia caro
Antonio...
adesso sei soggiogato
dal potere di Pino
la Riviera
una grinta che tutti invidiano, pronta a lottare su ogni palla, a farci saltare il
cuore quando ti vediamo volare per qualche fallo, a farci tremare per ogni
azione e a farci scatenare per un tuo goal!!! Che emozione tutta la curva esulta per te con le lacrime agli occhi e urla il tuo nome…siamo orgogliosi di te
piccola campionessa!!! Il mio augurio è di continuare così, forte più che mai,
pronta a lottare per ogni vittoria sia in campo che fuori e di non arrenderti
mai di fronte a nessuna difficoltà…io e i tuoi ultras siamo sempre con te!
“BOMBER IL TIFO TI RENDE FORTE, LE CRITICHE INVINCIBILE!”Ti vogliamo bene
(Noemi e i tuoi ultras)
A Locri c’è una
grande squadra
Dall'Australia un caro
saluto a tutti gli amici
de la Riviera
Filippo, auguri per il tuo
primo compleanno. I nonni
Giulio e Rosanna, e gli zii
Lory, Antonio e Gianni.
Un nuovo progetto
per Francesco e
Riccardo Sculli.
La nuova enoteca
del Gambero
Rosso dove siamo
stati bene, allietati
dalla buona musica
e dal buon vino e
dalla simpatia
dell’avvocato
Taddei
Il violinista Misitano una vita per la musica
Bruno suona e appare il sole italiano,
forse anche il rombo della motocicletta BMW 1000 di cilindrata, un mostro
della strada, era musica. O il silenzio
di una villa in Svizzera. O il pianto
della bambina. Tutto lo era. Una vita
di musica. Per la musica e con la musica, fino in fondo. Bruno Musitano era
così, senza sconti. Prendere o lasciare.
La musica era tutto; ed il resto era
musica. Non c’era spazio per altro.
In questi giorni avrebbe compiuto settant’anni, e a noi piace immaginarlo
vivo; col sorriso sornione, con la generosità noncurante degli artisti, con lo
sguardo luminoso di chi guarda punti
misteriosi in lontananza, proprio in
bilico sull’orizzonte.
La musica. Sognare ad occhi aperti,
fin da bambini, e poi rincorrere i
sogni, fino a raggiungerli.
Così seguiva la banda del paese,
Gioiosa Jonica, a cui rimase profondamente legato per sempre, stregato
dalla musica. I primo rudimenti, piccolissimo, li apprese proprio da un maestro della banda locali, e si impressero
nella sua mente con una forza tale da
non staccarsene mai più. La musica
era già la sua vita, a cinque anni suonava il violino con perizia.
A sette anni vince un concorso
radiofonico. E intanto si esibisce, scopre, impara, e suona, seguito dal mae-
stro che resta incantato come tutti
quando esegue ad una festa della
scuola il Minuetto di Boccherini; e a
quel punto i saggi consigliano al padre
di farlo ascoltare da qualche esperto,
per capire se talento puro era quello
che bolliva così presto. Lo era.
Bruno inseguiva la musica, ed era spiccio con il resto.
Dopo l’audizione il maestro Curci, del
Conservatorio di Napoli, lo dirotta
verso il “Santa Cecilia”, un collegio
musicale dove, a soli nove anni, inizia
la carriera artistica e viene fuori il
carattere tenace e ribelle dell’uomo. In
più diviene un tutt’uno con il suo violino.
Un corpo unico, diventa. Suona sempre. Ad ogni ora. Senza sosta. L’unica
azione che riesce a fare con disciplina.
Tutte le altre gli interessano poco. E si
ribella. In continuazione.
Alle regole, all’autorità. Nel 1962 si
diploma, maestro di violino. Si perfeziona da Max Rostal, nella celebre
scuola di Berna. Inizia i concerti nel
1964, cambia diverse orchestre, gira
per l’Europa e poi anche negli Stati
Uniti con l’Accademia Musicale
Napoletana.
La fama giunge veloce, i giornali parlano di lui. Negli States ha ricevuto
un’ovazione.
Si stabilisce a Ginevra. Un luogo vicino ai grandi centri musicali. Fonda un
trio con Oswald Russel, pianista, e
Francois Guye, violoncellista ; insieme
si esibiscono nei migliori teatri
d’Europa, e registrano per televisioni e
radio nazionali. Suonano, e gioiscono
della musica. Nel frattempo Bruno si è
sposato con Joan che gli ha dato
Caterina, la sua amatissima bambina.
I concerti proseguono. Parlano in toni
entusiastici di lui Edith Murano, pianista di fama mondiale, e il maestro
Henryk Szeryng, che dichiara
“Quando Bruno suona, appare il sole
italiano”. Alla Wigmore Hall di
Londra è un trionfo. I critici inglesi lo
adorano.
Bruno esce di casa il 24 Maggio del
1980. Mette in moto la grossa BMW, e
parte. Oggi è nella musica, che ha sempre amato ed inseguito. E nei ricordi
di chi gli vuole bene.
Bruno Musitano è stato un grande violinista reggino, di fama internazionale,
scomparso prematuramente a soli 37
anni. Riposa in pace nel cimitero di
PlainPalais a Ginevra.
Antonio Calabrò
Viste le tante richieste che
giungono alla redazione per
la pubblicazione di foto
di auguri, non riuscendo ad
accontentare tutti,
ricordiamo ai nostri lettori
che le foto
sono a pagamento
DOMENICA 02 GIUGNO LA RIVIERA
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Il consigliere provinciale, avv. Giuseppe Saletta, ha