PASQUALE RUSSO In copertina: foto di San Michele cromaticamente rielaborata da Giuseppe Palmieri. Le foto sono state fornite da Antonio Arpèa, don Antonio Cantelmi, Fratelli Palmieri, Franco Perrone, Adriano Romano e Antonio Romano. In quarta di copertina: ampolline contenenti la Manna trasudata dalla Sacra Immagine dipinta sulla parete centrale del “cappellino”. 2 A TE, FERVIDO ARCANGELO! PASQUALE RUSSO A TE, FERVIDO ARCANGELO! Storia, tradizione ed attualità del culto michaelico a Sala Consilina 3 A TE, FERVIDO ARCANGELO! Al semplice pastore che udì la voce di San Michele sopra il monte vicino alla Balzata 5 PASQUALE RUSSO 6 A TE, FERVIDO ARCANGELO! PRESENTAZIONE A Te, fervido Arcangelo, il nostro grazie più vivo e sincero per il rapporto che ci hai offerto in questi anni di vita. Ho detto “il nostro grazie” perché voglio offrirti il grazie LQVLHPHDPLRSDGUH0LFKHOHSHULEHQH¿FLGLFXLORKDLFROPDWR a lui debbo la prima notizia del tuo culto a Sala: mi diceva: «A la Sala fanno1 san Michele, lu volu dell’Angelo, la Barca, la processione…». E’ nata, così, in me, la prima curiosità di conoscere TXHVWR WXR UDSSRUWR FRQ L VDOHVL H FLz VL q YHUL¿FDWR QHO SULPR giorno in cui come Parroco sono venuto a Sala Consilina, il 29 settembre 1983. Lungo gli anni ho capito che questa festa era il rinnovo di un’alleanza. Tu, psicopompo, “portatore delle anime a Dio”, avrai già presentato mio padre Michele a quel Dio cui nessuno è pari. Me lo dice la commozione che mi assale ogni volta che penso a lui e il santo orgoglio che provo ogni volta che sento dai suoi conoscenti elogiare la sua arte di falegname e la sua bontà di uomo. *UD]LHSHULEHQH¿FLGRQDWLDPLDPDGUH/HLPLKDLQWURGRWWR nella innumerevole famiglia di tanti altri santi, almeno di quelli alla cui processione partecipava talvolta scalza, per impetrare le grazie necessarie alla famiglia e per la familiarità con cui me li additava, non mi additava statue di legno, ma persone viventi. Il mio cammino verso il Sacerdozio è stato spedito e sereno grazie anche al suo camminare scalza. 1 Ho lasciato il termine dialettale fanno perché più vicino al latino “for IDULV´FKHVLJQL¿FDSDUODUHUDFFRQWDUH/¶HVVHQ]DGHOODIHVWDqLQIDWWLXQUDFconto, il racconto della propria salvezza e di quella del proprio popolo. 7 PASQUALE RUSSO E l’elenco continuerebbe più ampio di questo stesso libro, ma sintetizzo nel ringraziarti insieme all’intero popolo di Sala, residente o/e emigrato in altre terre, nelle sue associazioni: Procura di San Michele, Congrega di San Michele, Comitato dell’Angelo e di tante persone che, come la vedova del Vangelo, all’oscuro dallo sguardo umano ma sotto la luce del Dio che tutto vede, nei due spiccioli di carità e di fede hanno illuminato il mio cammino e rafforzato la mia fede. Grazie alle Autorità e a tutti i Responsabili della Città per i lavori realizzati sul Santuario ed, in particolare, per il grande parcheggio inaugurato l’8 maggio 1990 nel XV Centenario dell’apparizione di san Michele sul Gargano e per la ristrutturazione e il miglioramento statico che inizierà nell’autunno del 2006. 0LVLDFRQVHQWLWDXQDULÀHVVLRQH «Che cosa fa colui che costruisce una città se non scrivere - con la pietra, con il cemento armato, con l’acciaio ed il vetro un suo messaggio? Progettando una città, non si può evitare di dire con la forza del cemento e della pietra quale tipo di comunità umana s’intenda costruire: dal modo con cui sono organizzati gli spazi (piazza, strade, zone pedonali, mercati, case) si dirà se si preferisce stare insieme e incontrarsi oppure se tutti sentono il bisogno di fuggire verso un riparo, fors’anche antiatomico. Nelle DQWLFKHFLWWjRJQLVHJPHQWRUHWWLOLQHR¿QLYDLQXQDFKLHVDGRYXQTXHJLUDVVHODVWUDGDHVVDSRUWDYDVHPSUHDGXQHGL¿FLRLQWHUHVsante il culto. Tornano in mente le parole con cui il regista russo $EXODG]HFKLXGHLO¿OPPentimento. E’ una vecchia pellegrina che parla: “A che serve una strada se non porta ad un tempio”…?». Il tempio verso cui convergono tutte le strade di Sala è il Santuario di San Michele sul Monte Balzata a cominciare dal primo pellegrinaggio avvenuto il 4 luglio del 1213. Grazie agli emigrati tutti, prova più grande che la fede riesce DVXSHUDUHJOLVSD]LHLWHPSLXQVRORHVHPSLROD6LJQRUD$QWRQLHWWD3RPSD¿JOLDGL6DOHVLPDQDWDLQ86$RUPDLQRYDQWHQQH 8 A TE, FERVIDO ARCANGELO! e paralizzata, trovava la forza di sollevarsi sulla sedia e di commuoversi al solo sentire il nome di San Michele, a lei ed al suo ¿JOLR0LFKHOH&RLURVLGHYHO¶LQL]LRGHOUHVWDXURGHOFDSSHOOLQRHG il conseguente ritrovamento dell’affresco dell’Annunziata accanto a quello di san Michele. Se l’Arcangelo afferma: Nessuno è come Dio, l’Annunciazione racconta che solo l’Altissimo ed il tre volte Santo può incarnarsi e divenire fragilità in terra, la fragilità di un neo-concepito e di un neo-nato. Grazie, insieme all’autore Pasquale Russo, per averci ritagliato momenti di intelligente solitudine2DO¿QHGLRIIULUHTXHVWR dono a Te Arcangelo. Grazie all’allora confratello Don Angelo, oggi Vescovo Angelo, che nel 1983 mi accolse nell’Annunziata. Grazie agli adulti ed anziani che sapranno narrare ed ai giovani e fanciulli che continueranno ad ascoltare le meraviglie operate in San Michele e tramandarle alle generazioni future. Realizzando, così, le parole del Salmo: Una generazione narra all’altra le tue opere, annunzia le tue meraviglie. Proclamano lo splendore della tua gloria e raccontano i tuoi prodigi. Dicono la stupenda tua potenza3. Don Antonio Cantelmi 2 Dedicarsi nella solitudine allo studio puro sembra chi sa che stoltezza; è invece timore di Dio, è inizio di sapienza. E’ il grande eremitismo cristiano, è una preparazione, (sulla croce) a contemplare Dio. Ci siamo dimenticati che l’anima non la salviamo senza impegnare a fondo l’intelligenza (Don Giuseppe De Luca). 3 (Salmo 145 4-6). 9 PASQUALE RUSSO 10 A TE, FERVIDO ARCANGELO! 6725,$75$',=,21(($778$/,7¬ Origine del culto michaelico A ntichissima è la devozione all’Arcangelo Michele, legata in particolare all’Oriente ove i bizantini costruivano santuari detti Michaelion. Dall’Oriente il culto si diffuse in Occidente grazie anche ai monaci basiliani che fecero sentire intensa la loro presenza nell’Italia meridionale. La maggior parte dei santuari dedicati a San Michele erano situati in cima ad un monte o anche in grotte, specialmente in grotte vicino a corsi d’acqua o che avessero comunque a che fare con l’acqua (l’acqua e le forze soprannaturali hanno sempre determinato la sacralità di un luogo), anche perché l’Arcangelo fu considerato un terapeuta, operatore di miracoli per mezzo dell’acqua e dell’olio1, prima che i longobardi lo ritenessero eroe bellico per le qualità guerriere. Il culto michaelico, infatti, nel divenire storico perse il carattere devozionale e taumaturgico tipicamente orientale e divenne guerriero e nazionalistico quando i longobardi, convertitisi al cristianesimo, elessero Michele “Santo nazionale e protettore del loro regnum”. Si appropriarono di tale culto anche i franchi e i 1 Michele è ritenuto terapeuta, perché nel Paradiso custodisce l’albero della vita da cui stilla l’olio capace di sanare e ridare la vita, perciò egli è preposto GD'LRDGDOOHYLDUHLGRORULHOHLQIHUPLWj¿VLFKHGHJOLXRPLQLM. F. VENTURA, San Michele Arcangelo, San Pietro in Cariano, Segno dei Gabrielli Editori, 2003, p. 27). 11 PASQUALE RUSSO Il Santuario sul Monte normanni quando ne vennero a contatto ed altre connotazioni furono attribuite all’Arcangelo: vincitore delle forze del male, pesatore delle anime, accompagnatore di esse in Paradiso. Già dal VI secolo sul monte Gargano se ne venerava la memoria: a San Michele era consacrata una chiesa scavata in una spelonca “di assai rozza pianta ma fornita di virtù celesti”. Dal Gargano la devozione si propaga rapidamente e i luoghi sacri sono principalmente quelli delle grotte che richiamano alla mente la frequentazione di pastori e l’incubazione di Giacobbe a Bet-el: egli dormendo all’interno di una spelonca fa un sogno, ottenendo una rivelazione divina2. Le caverne naturali, pertanto, sono considerate luoghi ove la sacralità deriva dalla divinità per mezzo della virtù celeste, prima di ogni decisione umana. 2 12 Genesi, 28, 17. A TE, FERVIDO ARCANGELO! 5HVWULQJHQGR OD VXSHU¿FLH JHRJUD¿FD H OLPLWDQGRVL LQ SURvincia di Salerno al territorio del Vallo di Diano e ai paesi contermini, si possono ben citare molte spelonche che devono la ORURVDFUDOLWjDOO¶HVVHUHGHGLFDWHDOVDQWRJXHUULHURWUDHVVHVLULcordano quelle di Sant’Angelo a Fasanella, Sant’Angelo a Sala, San Michele alle Grottelle a Padula, quella di Montesano sulla Marcellana, e, legate all’acqua, la grotta di Caselle in Pittari a sud e quella di Pertosa a nord della vallata. La maggior parte dei santuari michaelici è sì situata nelle viscere della terra, in grotte, ma anche la cima dei monti è luogo sacro ove il tempio o la chiesa o la cappella con l’altitudine esprimono una vicinanza più prossima a Dio, ove il cielo s’incontra FRQODWHUUDO¶XPDQRFROGLYLQRVLULWLHQHDQFKHFKHODFLPDGHL monti sia sede degli angeli e San Michele è capo degli angeli, Arcangelo. Il Santuario di Sala Consilina, dedicato all’Arcangelo, si eleva sulla vetta di un monte, la Balzata, nella catena appenninica della Maddalena a circa mille metri sul livello del mare. La tradizione N on vi sono documenti che attestino l’origine ed i motivi della devozione a San Michele a Sala o che facciano riferimento alla costruzione del tempio. Si sa solo che la tradizione è molto antica e deriva dalla memoria orale che, però, subisce FRQLOSDVVDUHGHJOLDQQLDPSOL¿FD]LRQLHWUDVIRUPD]LRQLDOORQWDnandosi dalla fonte originale. Costantino Gatta, storico ed erudito del ’700, che ha scritto sul culto dell’Arcangelo nel suo paese natio, afferma che «Della fondazione di detto Tempio non vi è 13 PASQUALE RUSSO scrittura, ò altra memoria, che né ragioni, v’è nondimeno costante fama, & antica tradizione cavata da un Manuscritto che egli in tal guisa ne avesse avuto l’origine…»3. La “Memoria dell’Apparizione di San Michele Arcangelo al Pastore nell’anno del Signore 1213” del XVII sec., cui fa riferimento il Gatta, rappresenta dunque il primo documento che, pur non prescindendo da richiami fantasiosi e suggestivi, squarcia le tenebre del tempo e dà luce, almeno in parte, a un passato avvolto GDXQD¿WWDQHEELD A testimonianza di ciò si riporta la trascrizione della copia dal manoscritto originale del XVII sec.: «Memoria fatta da me D. Marco Antonio Caporale della Terra della Sala per la Ecclesia di S. Michele sopra lo monte vicino la Vaozata per averla ‘ntsa dalli antichi Sacerdoti, e miei antichi dico di mio Vavo, Vava, e Zii Sacerdoti. Massima quando si ieva alla Processione co lo Cinto, e tutti scalzi per la grazia ò dell’acqua, ò dello buono tiempo, che subito si aveva per lo amuri di Isso Principe, e dicevano detti Antichi, che detta Ecclesia fu fatta sopra detto Monte con grandissima Divotiuni, e concurso di Popolo, e dicevano quelli Antichi, che l’annu dello Signore 1213 nel Paese della Sala v’era una Peste horribile, che portava grandi terrore, si trovò nello Loco dove hoggi è la Madonna dello Ritu uno simplici Pasturi, e di buona vita, e stando con le pecore in ditto Luoco li apparse uno Figliolo di bella vista, e lo domandò che facesse, e che si faceva nel Paeso, li rispose dittu Pasturi, che guardava le pecore nello Paese vi è una Peste grande, e per lo timore non si ne ieva, e lo )LJOLXROROLULVSRVHQRQWHPHWHHGL¿FDWHLO7HPSLRGL60LFKHOH sopra detto monte elevato, che sarete libri, non solo da questo, ma da tutti autri travagli, e vi sarrà protettore in tutti l’autri vostri bisogni, e fù 19 Giugno dell’anno come sopra, e Issu simplici 3 14 C. GATTA, La Lucania Illustrata, Napoli, Abri, 1723, pp. 80, 81. A TE, FERVIDO ARCANGELO! Pasturi non ne fece di nienti, poi il 4 luglio dello stesso annu dittu Pasturi si trovò sopra dittu Monte co le pecori à pascere, si mosse una grandi tempesta che pariva, che cadisse il Cielo sopra la 7HUUDFRQÀXPLQLXUULELOLHj60LFKHOHULFRUGDQGRVLGHOORDYLVX passato, sintiu una Vuci, e li disse che era stato trascuratu del Tempio, che li aviva dittu, e che facesse lo tuttu che averribbino sempre la sua protittioni, e tu al presente si liberu, come così fù, et ogni cosa si seguì di detta Ecclesia e della sua devotione. Questo io so, e lo porto per memoria hoggi 16 Aprile 1631 =D. Marco Antonio Caporale»4. Per saperne di più e con esattezza storica, dobbiamo attendere le pubblicazioni del Gatta che, riportando gli accadimenti della prima metà del settecento, rende chiaro e veritiero tutto quanto inerisce ai fatti ed al culto per San Michele Arcangelo. 4 La predetta copia fu trascritta nel 1733 dal dott. Domenico Giliberti come egli stesso afferma: ©7HVWL¿FR 6XE 9HUER LR 'RWWRU 'RPHQLFDQWRQLR *LOLEHUWL DWWXDO *RYHUnatore, benche indegno, del Venerabile Santuario del Glorioso S. Michele Arcangiolo nel Monte della Città di Sala: essere stata la soprascritta Copia da me fedelmente estratta da altra consimil Copia qual si teneva registrata in dorso d’un libro dal quondam buon Sacerdote, e confessore Don Cosmo Santomartino dell’istessa Città, qual m’attestò, mentre viveva, dopò sortito il Prodigio della Resudazione della Sac. Imagine di detto Glorioso Arcangelo: che in tempo era lui Chierico d’età minore: essendo stato chiamato da una Donna Vecchia della medesima città, ad oggetto d’osservare alcune sue scritture, fra quelle ritrovò la soprascritta Memoria originale del sudetto quondam D. Marcantonio Caporale e da quella n’esemplò l’accennata sua copia in dorso del riferito suo libro: restando l’originale in potere della Vecchia sudetta, HGLQIHGH6DOD$SULOH''RPHQLFR*LOLEHUWLWHVWL¿FRFRPHVRSUDª (Vedi documento ritrovato nel 1981). Il manoscritto prima di tale data era «conservato nel Tesoro della Sacra Manna sul Monte a futura memoria», come si rileva da un appunto posto sul libro di C. Gatta, La Lucania Illustrata (in fotocopia presso P. Russo), a p. 81. 15 PASQUALE RUSSO Verso il monte «A d una distanza di circa due miglia dalla città di Sala in un angolo di un’amena campagna, alla sinistra, verso oriente si eleva superbo l’Appennino, nelle cui sommità poiché la natura vi ha fabbricato inaccessibili balze viene per ciò chiamato il monte della Balzata, che è diviso da una profondissima valle e, scorrendovi un perenne ruscello di limpidissime acque, forma un giogo contraddistinto dagli altri; ma tale poggio più si distingue dagli altri perché ha avuto in sorte di allogare nella sua cima più erta il famoso Tempio consacrato alle glorie dell’Arcangelo San Michele»5. Dodici croci indicano la via che conduce al tempio. La prima s’incontra alle spalle della cappella di Santa Maria di Costantinopoli, un tempo iniziale punto di vista del Santuario, quando ancora la montagna non era coperta dagli alberi d’alto fusto, che ora l’adornano, la proteggono e l’abbelliscono. Dalla cappella dedicata alla Madonna di Costantinopoli si sviluppa il percorso che esce fuori dell’abitato. Dopo circa tre km dal paese6 in una zona pianeggiante a 683 m. d’altitudine vi è la chiesetta della Madonna di Loreto, detta dal popolo la Maronna dello Ritu, un tempo con ingresso rivolto verso Oriente, ora verso Occidente: è di piccola dimensione, probabilmente costruita in epoca anteriore al 1609, anno di cui si fa menzione in una pergamena dove viene citato il luogo detto S. Maria dello Rito7. A poca 5 C. GATTA, La Lucania Illustrata, Napoli, Abri, l 723, p. 79. Sala Consilina è a 614 m. sul livello del mare. 7 In una pergamena del 1609 viene citato il luogo detto S. Maria dello Rito (SPINELLI - DIDIER, L’Archivio di San Pietro di Sala Consilina, Salerno, Laveglia Editore, 1990, p. 62). 6 16 A TE, FERVIDO ARCANGELO! distanza vi è la collinetta del Calvario (744 m.), su cui è adagiato XQFRUSRLQPXUDWXUDDIRUPDGLRPHJDFKHVXOULJRQ¿DPHQWR esterno ha una edicola con l’immagine di San Michele8 e sulla soprastante piazzola tre croci, rivolte una ad est, l’altra ad ovest e la terza a sud (esse alludono alla morte di Cristo e dei due ladroni). Il sacerdote l’otto maggio vi recita le preghiere di rito e tiene l’omelia ai fedeli prima che si riprenda il cammino processionale su per la montagna. Da qui inizia la vera e propria ascesi al Santuario. 1HLWRUQDQWLGHOPRQWHOHFURFLGLIHUURFRQ¿WWHLQXQVHPSOLFH EDVDPHQWR LQ PXUDWXUD VRQR WXWWH XJXDOL L SHOOHJULQL YL GHSRQJRQRGHOOHSLHWUHDVLJQL¿FDUHFKHDPDQRDPDQRFKHVL procede verso l’alto, ci si alleggerisce del peso dei propri peccati (le undici croci dei tornanti e le tre poste sul calvario rimandano DQFKHDOOHVWD]LRQLGHOOD9LD&UXFLVOHGRGLFLFURFLHVFOXVH quelle del calvario richiamano i 12 apostoli). 8QWHPSRIDWLFRVDHGHUWDRUDSLDJHYROH“la salita diviene metafora dell’ascesa dello spirito”9. ,OGLVOLYHOORFUHVFHSURJUHVVLYDPHQWH¿QRLQFLPDDOO¶XOWLPD curva l’altitudine è di 867 m. ,OWUDWWR¿QDOHFRQOHJJHUDULODVVDQWHSHQGHQ]DSRUWDGLULWWDmente al sagrato a 986 m. sul livello del mare10. 8 L’immagine fu dipinta da G. Gallo su mattonelle della “Ceramica La Vietrese”, offerte “a devozione di Michele Cavallo 1925 e a devozione di Antonio Santarsiere di Domenico 1966”. 9 M. F. VENTURA, San Michele Arcangelo, San Pietro in Cariano, Il Segno dei Gabrielli editori, 2003, p. 58. 10 'LVWDQ]H&RVWDQWLQRSROL±0DGRQQDGL/RUHWRP0DGRQQDGL /RUHWR&DOYDULRP&DOYDULRFXUYDPFXUYDPFXUYD PFXUYDPFXUYDPFXUYDPFXUYDP FXUYDPFXUYDPFXUYDPFXUYDPXOWLPRWUDWWR P7RWDOHP,O6DQWXDULRqFODVVL¿FDWRQHOODPDSSDFDWDVWDOHDOIRJOLR 22, particella 18. 17 PASQUALE RUSSO “Il santuario dista egualmente dall’antico feudo di Sant’Angelo e da Sala e le linee congiungenti i tre punti formano un triangolo isoscele di cui l’angolo ottuso o retto, il vertice, è nell’alto, a San Michele, e gli acuti uno a Sala e l’altro al feudo di Sant’Angelo”11. 1935 - Verso il monte 11 A. SACCO, La Certosa di PadulaYRO,,5RPD7LS8QLRQH(GLWULFH (ristampa anastatica 1982), 1914, p. 25. In località Sant’Angelo nel territorio di Sala Consilina un tempo si trovava una chiesa ed una grotta in cui era venerato il Santo guerriero: “Mirasi una grandissima spelonga uvi erasi lo altare maior e li altri allo culto di San 0LFKHOH$UFDQJHORRI¿FLDWLGLVIDWWLGDOWUHPXRWRGHOIHEEUDLR6RQRWDLOH WHVWLPRQLDQ]HGHOODUHOLJLRVDFRVWXPDQ]DGHOODQRVWUDWHUUD´8/R%RVFRUomini e fatti del nostro Meridione, Salerno, Palladio Editore, 1991, p. 70). Ora sono visibili solo ruderi. 18 A TE, FERVIDO ARCANGELO! Il luogo sacro appare al pellegrino nella sua spazialità aerea e nella sua grandiosità strutturale con la chiesa e il campanile settecentesco, che, a sinistra di chi guarda, completa la visione e determina, nella sua posizione, il punto geodetico. Durante l’ascesa il popolo penitente, un tempo, in onore del Santo protettore soleva cantare: Iamu a lu mundi a truvani a San Michele, Lu iamu a bbisitani, oh cchi ggioia chi sarà. Pi mmari, pi terra si nnumminatu tu, Sandu Micheli Arcangilu si cchjinu ri virtù. Aruramu il nostro Principe e la sua putistà, Sandu Micheli Arcangilu, pi nnui stai a pprijha. Mendri caminu mi sendu ‘na ggioia Ra San Micheli mi sendu chiamà, Mi sendu rici: viniti, viniti, Ca vi vogliu perdunà. Oi San Micheli bellu chi stai ‘ngoppa a stu mundi Ccu ss’uocchi belli ’mbrondi, tu n’era aiutà. Ebbiva San Micheli, San Micheli sempre viva Ebbiva San Micheli, viva Ddio che Lo creò. Oi San Micheli bbellu chi stai ‘ngoppa a stu ’nghianu Ccu ssa spata mmanu, tu n’he cunzulà. Ebbiva San Micheli, San Micheli sempre viva Ebbiva San Micheli, viva Ddio che lo creò12. 12 (Andiamo al monte a trovare San Michele, lo andiamo a visitare, oh! che gioia che sarà. Per mare e per terra sei nominato tu, San Michele Arcangelo 19 PASQUALE RUSSO Ad occidente della Balzata, lungo gli stessi gioghi della catena appenninica, si contrappone il monte “Sito Alto”, sulla cui cima vi è una chiesetta, che ospita la statua della Madonna, detta dal popolo “la Maronna re la Sitauta”, che dall’altitudine di 1467 metri par che protegga la dimora dell’Arcangelo Michele, posta ai suoi piedi a circa 480 m. in linea d’aria più in basso. “Da quell’altura si gode splendida vista su gran parte della pianura sottostante. Per converso San Michele si vede torreggiare in alto tanto dai paesi e dai monti opposti, quanto dal piano della valle superiore del Tanagro”13. Sul monte I l Santuario è costituito del sagrato, della chiesa, del campanile e di una fabbrica con stanze che accolgono il clero ed i pellegrini e di una terrazzina ad est. /¶LQJUHVVRqRULHQWDWRD1:KDXQSURQDRFRQXQDYROWDD botte sagomata su un arco a tutto sesto impostato su due snelli pilastrini (piedritti) che ne costituiscono gli stipiti. Sulla chiave sei pieno di virtù. Adoriamo il nostro Principe e la sua potestà, San Michele Arcangelo per noi stai a pregare. Mentre cammino mi sento una gioia, da San Michele mi sento chiamare, mi sento dire: venite, venite, ché vi voglio perdonare. San Michele bello, che stai sopra questo mondo con questi occhi belli in fronte, tu ci devi aiutare. Evviva San Michele, San Michele sempre viva, evviva San Michele, viva Dio che lo creò. O San Michele bello che stai sopra questo piano, con questa spada in mano, tu ci devi consolare. Evviva San Michele, San Michele sempre viva, evviva San Michele, viva Dio che lo creò). 13 A. SACCO, La Certosa di Padula,YRO,,5RPD7LS8QLRQH(GLWULFH (ristampa anastatica 1982), 1914, p. 25. 20 A TE, FERVIDO ARCANGELO! Santuario esterno: sono visibili i due leoni trafugati e i due residui bellici del 1943 ora rimossi. d’arco è scolpita la data 1945, anno in cui fu effettuata una più UHFHQWHPRGL¿FD6XOO¶LQWUDGRVVRGHVWURYLVRQRGXHODSLGLGDWDWH ULVSHWWLYDPHQWHH6XTXHOORVLQLVWURqSRVWDXQD¿QHstrella in pietra di Padula e una croce patente scolpita a rilievo. Accanto alla grande porta d’ingresso vi è un’altra croce in pietra, che in antico forse era simmetrica alla prima, rimossa poi probabilmente dalla sede originale. I due medaglioni avvisano che quel Santuario è luogo consacrato. La caratteristica del pronao è l’asimmetria, data dal portone d’ingresso, posto più a sinistra di chi entra rispetto alla verticale immaginaria che scende dalla chiave d’arco al piano del pavimento. Il portone di legno stagionato è a due battenti: quello destro è tagliato a metà in modo da ricavarne una porticina d’ingresso. Al di sopra delle due ante vi è un’imposta che può aprirsi quando la statua di San Michele deve entrare o uscire dal Santuario. 21 PASQUALE RUSSO Essa entra ed esce due volte l’anno, a maggio e a settembre: l’otto maggio il simulacro compie il viaggio di ascesa, il 29 settembre seguendo il cammino inverso, quello di discesa dal monte14. Rilevata dalla caggia, lo scarabattolo del Santuario15, la statua è portata a spalla da otto uomini, mentre altri due fanno da guida lungo tutto l’itinerario che dal monte conduce in città16. Al termine trova ospitalità nella chiesa della SS. Annunziata in un’altra caggia, la custodia fatta costruire dalla “Congrega della Carità” di Sala17 e sistemata nell’abside a mezza altezza tra il catino e l’altare18. 14 Il simulacro parte dal paese, e propriamente dalla chiesa della SS. Annunziata, ove dal 29 settembre dell’anno precedente e per tutto il periodo inYHUQDOHGLPRUDLQXQRVFDUDEDWWRORGLOHJQRGHWWR³FjJJLD´¿QHPHQWHODYRUDWR e contrassegnato da due ovali laterali che ne indicano sul lato destro la data della costruzione, l’anno 1864 e il nome del committente, la Congrega della Carità di Sala, e sul lato sinistro lo stemma della città di Sala. (Lo scarabatWRORqRSHUDGL$QWRQLR%ULJDQWHGL3DGXODPLVXUDFPGLODUJKH]]D di altezza e 210 di profondità - Notizie desunte dalla relazione di restauro del 2001 di Antonio Colitti). 15 Nel 1907 (25 ottobre) Giuseppe Labriola dona la caggia che accoglie la statua di San Michele nel Santuario durante il periodo estivo. Nello scarabattolo di legno vi è una targhetta di carta con la scritta “C. Bournique e C Napoli”. 16 La processione parte dal monte, tocca il Calvario, la cappella della MaGRQQDGL/RUHWR&RVWDQWLQRSROLVHJXHOHYLH0DQLQ*DHWDQRGL*DHWD'DQWH piazzetta Gracchi, percorre via Albinio, via Felice Orsini, via Silvio Pellico, YLD&DVWHOORYLD5DIIDHOORGD8UELQRYLD)RUQDULQDVDOLWD$UQDOGRGD%UHVFLD SLD]]HWWD 8JR %DVVL YLD &DYRXU SLD]]HWWD 'H 9LWD FRUVR 'LHJR *DWWD YLD *UDPPDWLFRYLD0D]]LQLH*XHUUD]]LWHUPLQDLQSLD]]D8PEHUWR, 17 La Congregazione della Carità era una pia amministrazione, che probabilmente sorse per effetto delle leggi eversive, che stabilivano che tutte le opere pie amministrate dalle chiese o da comunità religiose fossero accentrate in un solo organismo col compito del maneggio delle elemosine, cf. V. BRACCO, Polla, linee di una storia, Salerno, Cantelmi, 1976, p. 445. 18 La caggia nel 1926 fu rimossa dal lato sinistro del piano del pavimento 22 A TE, FERVIDO ARCANGELO! La chiesa sul monte è a croce latina a tre navate, con ambienti laterali contrassegnati da pilastri su cui poggiano sei archi a tutto sesto, che in cima accolgono alWUHWWDQWLDQJHOLSXWWLQL OHQDYLGL¿DQFRFRQtengono quattro altari adornati da altrettante cornici di stucco che un tempo erano sedi di dipinti su legno, UDI¿JXUDQWL l’Annunciazione, la Natività, San Carlo Borromeo e San Francesco di Sales, San Raffaele e La “caggia” un tempo posizionata al lato sinistro dell’altare maggiore. Tobia. dove era stata ubicata sin dall’anno della sua costruzione e trasportata dietro l’altare maggiore al centro del coro, ove, ancora oggi, maestosamente campeggia. La statua di San Michele vi viene posta con un apposito “congegno elevatore” costruito dall’esperto meccanico Sigismondo Magaldi. La statua di San Michele, dopo il terremoto del 23 novembre del 1980, a causa dei lavori di ristrutturazione e consolidamento della SS. Annunziata dal 1988 al 1989 fu ospitata nella chiesa di San Pietro apostolo in una custoGLDIDWWDDSSRVLWDPHQWHFRVWUXLUHSHUO¶RFFDVLRQHGDODOVRVWzQHOOD chiesa di San Nicola per poi essere riposta di nuovo nella caggia originale dal settembre 1994, a lavori ultimati. 23 PASQUALE RUSSO L’aula centrale è delimitata da pilastri con archi a tutto sesto. Sui pilastri e sui muri interni sono riportate dieci croci patenti D VLJQL¿FDUH FKH LO 6DQWXDULR q FRQVDFUDWR DO 3ULQFLSH GHJOL$Ucangeli19. Separa l’aula centrale dal presbiterio, che un tempo era l’antica chiesetta, detta dal popolo “cappellino”, una settecentesca balaustrata in pietra di Padula. Il cappellino, preparato da un arco trionfale con lo stemma in stucco del vescovo di Capaccio Antonio Raymondi, ospita l’altare policromo di pietre intarsiate, impreziosito, prima del furto del 1982, da due angeli di nobile fattura, splendida espressione dell’arte barocca. Dietro l’altare maggiore, nel fondo dell’antico tempio, è afIUHVFDWRVXOODSDUHWHFHQWUDOHLQXQDQLFFKLDO¶HI¿JLHGL6DQ0Lchele che riporta la vittoria sul demonio ed è in atteggiamento di pesatore d’animeFRQODELODQFLDQHOODPDQRVLQLVWUDDLODWLGHOOD QLFFKLDDGHVWUDHVLQLVWUDqUDI¿JXUDWDO¶$QQXQFLD]LRQHYHQXWD alla luce in occasione di un recente restauro. La chiesa ha la volta a botte, dipinta nel 1914 dal pittore Giuseppe Volpe, che vi rapSUHVHQWzO¶$UFDQJHORYLWWRULRVRVXOGUDJRHJOLDQJHOLULEHOOLLQ due medaglioni di completamento sono evidenziati i simboli del santo guerriero: la spada e l’elmo, e lo scudo con la scritta Quis ut Deus20. Essa comunica con l’esterno da tre lati: con la porta rivolta verso Sala, l’antico ingresso al Santuario, con quella che guar- 19 Le dodici croci patenti (dieci interne e due esterne), confermano la consacrazione avvenuta il 12 maggio 1805 da parte del vescovo Filippo Speranza attestata da una lapide all’interno, posta sull’angusta porta d’ingresso ad occidente, mentre la dedicazione del tempio all’Arcangelo era già avvenuta nell’anno 1741, il 24 giugno, da parte del vescovo Don Cesare Rossi di Montepeloso, oggi Irsina (F. ROSSI, Cronaca della città di Sala Consilina, Sala Consilina, Tip. De Marsico, 1900, p. 95). 20 La volta fu dipinta in occasione della ristrutturazione del Santuario voluta dalla Società “Torquato Tasso” di New York nel 1914 come attesta la lapide posta sulla facciata del Tempio. 24 A TE, FERVIDO ARCANGELO! da la Valle di Teggiano e con la porta rivolta verso Marsico, i cui abitanti avevano lo iussu, cioè il diritto di portare a spalla la statua lungo l’ultimo tratto, dall’ultima curva al sagrato in occasione della festa dell’otto maggio, e viceversa dalla chiesa all’inizio dell’ultima curva, il successivo ventinove settembre. All’interno vi è una piccola acquasantiera in marmo. Sull’arco di trionfo del cappellinoqSRVWDXQD¿QHVWUDOXFHUQDULRDIRUPDG¶RPHJDVHcondo la tipologia dell’architettura del settecento, che richiama quelle laterali, impreziosita da vetri policromi offerti nel 1986 dal Sac. Antonio Cantelmi e dai signori Michele Pompa, Michele Pica, Antonio Arpèa, Antonio Marino e Vincenzo Lobosco. Vi sono rappresentati: sul lobo sinistro San Michele e San Gabriele, sulla destra l’annuncio dell’Arcangelo Gabriele a Maria, al cenWUR&ULVWR&URFH¿VVR6LPEROLFDPHQWHOHVFHQHYRJOLRQRHVSULPHre i tre sì che hanno salvato l’umanità: il sì degli Angeli a Dio, il sì dell’umanità a Dio, il sì di Dio-incarnato al Padre. Prodigio della resudazione S crive Costantino Gatta: «Correva l’anno 1715, quando Dio, sdegnato per i peccati degli uomini, li riprendeva con frequenti turbini … …Ma tempeste maggiori nel medesimo tempo i barbari Traci PLQDFFLDYDQRVRSUDLO&ULVWLDQHVLPR«LQWDOLDIÀL]LRQLVLYLYHYD quando il Sommo Pastore per placare l’ira di Dio fece sperare ai fedeli, nei celesti tesori dell’indulgenza, una insperata misericordia, così che tutti facevano penitenze per far ritrattare la mano di Dio dalle giurate vendette. Per ciò alcuni devoti sacerdoti di questa città di Sala si portarono riverentemente in detto sacro monte solito asilo delle av25 PASQUALE RUSSO versità [e ciò fu il 17 maggio di detto anno (1715)] per porgere IHUYRURVHVXSSOLFKHDO3ULQFLSH6DQ0LFKHOHDI¿QFKpVLGHJQDVVH di intercedere da Dio la serenità dell’aria così come si fosse compiaciuto di avvalorare col suo potente aiuto l’armi dei Cristiani contro i barbari maomettani, inesorabili nemici della nostra fede. &HOHEUDQGRVLLYLGHYRWDPHQWHLOVDQWR6DFUL¿FLRGHOOD0HVsa dal reverendo sacerdote D. Cosma S. Martino21, uomo di vita esemplare e molto devoto dell’Arcangelo S. Michele intorno al tempo della consacrazione, si vide dalla Sacra immagine, specialmente dal venerabile volto, grande quantità di limpidissimo OLTXRUH FKH VFRUUHQGR JL GDOOD ¿JXUD LQRQGz DQFKH LO VRJJLDFHQWH DOWDUH GDOOH FLUFRVWDQ]H GHOO¶DYYHQLPHQWR EHQ V¶DYYLGHUR quei Sacerdoti che il fatto fosse prodigioso per cui, terminata la solennità della Messa, e raccolto parte di quel sacro liquore in ampolline di vetro subito ragguagliarono del fatto Monsignore D. Francesco di Nicolò, vescovo di Capaccio, che allora risiedeva nella città di Sala. Egli all’annuncio esclamò con S. Paolo: Chi FRQREEH LO VHQVR GL 'LR H FKL IX LO VXR FRQVLJOLHUH H VFULVVH DL suddetti sacerdoti nel seguente modo: “Piaccia alla divina bontà e al glorioso S. Michele che voglia consolare il loro desiderio ed assistere col potente patrocinio ai comuni bisogni. Del resto speriamo in Dio che si renda sempre più cospicua codesta Cappella di S. Michele nella conformità di tant’altri luoghi e che sempre più si accresca la devozione del popolo, né per adesso m’occorre aggiungere altro. Sala 17 maggio 1715 Affezionatissimo come fratello Francesco vescovo di Capaccio” 21 Don Cosma San Martino, ordinato sacerdote dal vescovo De Pace, all’epoca del miracolo aveva 64 anni (P. EBNER, Chiesa, Baroni e Popolo del Cilento, vol. II, Roma, Edizione di Storia e Letteratura, 1982, p. 477). 26 A TE, FERVIDO ARCANGELO! Il giorno di sabato per la novità del prodigio accaduto si portarono nel sacro luogo innumerevoli persone e non si osservò nella venerabile immagine alcun’alterazione, giudicandola arida come al solito. La Domenica 19 di maggio il popolo di Sala vi si portò processionalmente e penitente, e giunto, datosi in penitenze e ad umilissime preghiere si vide mutare colore e poi a resudare di nuovo mentre il Sacro liquore cresceva a stille a stille, in modo che gocciolando in giù formava numerosi rivoli, che fu parimenti raccolto e conservato in ampolline. Lo stesso accadimento si osservò in altri giorni dello stesso anno e ciò specialmente nelle solennità di Maria Santissima e GHL6DQWL$SRVWROLDOFRQWUDULRVLqRVVHUYDWRFKHWDOHSURGLJLRVR avvenimento non è mai accaduto al tempo in cui il popolo si è portato senza penitenza, ma solo per piacere e per curiosità. Negli anni seguenti, nonostante un concorso maggiore di popolo si è osservato più raramente, indi si restrinse solo ai giorni della festività dell’Apparizione e dedicazione di San Michele, e all’anniversario del suddetto avvenimento che cade il 17 maggio come pure in qualche altra giornata in cui il popolo vi si è portato penitente per implorare grazie. 1HOO¶DQQRWDOHSURGLJLRVLqRVVHUYDWRYHUL¿FDWRVLQRQ solo in presenza d’innumerevole popolo, ma anche dell’illustrissimo e degnissimo Prelato D. Carlo Francesco Giocoli, che, essendosi portato il dì 28 di settembre nel sacro eremo nella solennità del vespro e poi di nuovo la mattina seguente, giorno festivo del santo e avendo attentamente osservato, che grondava dopo le soOLWHSUHJKLHUHLQDEERQGDQ]DGDOODHI¿JLHLOPHUDYLJOLRVROLTXRUH che come ruscello scendeva giù dalla santa Immagine, esclamò: Questo luogo è impressionante. La predetta resudazione suole durare lo spazio di tre ore, dopo la sacra Figura incomincia a riasciugarsi tanto che al cadere 27 PASQUALE RUSSO del giorno si scorge tutta arida come si osservava la mattina prima dell’avvenimento ed il giorno precedente»22. Anche il vescovo di Capaccio dà testimonianza del prodigio: «Carlo Francesco Giocoli per grazia di Dio e della Sede apostolica già vescovo di San Severo e ora della chiesa di Capaccio e delle sedi unite di Paestum, Velino, Agropoli, Bussento, utile signore di Monte Lucoli ecc. Rendiamo noto a tutti e a chi esaminerà, leggerà e parimenti agli ascoltatori ai quali queste nostre lettere saranno lette e testimoniamo nel Signore come nel tempio di San Michele Arcangelo, eretto sulla cima dello stesso monte della città di Sala di queVWDGLRFHVLGL&DSDFFLRGDOO¶DQQR¿QRDOJLRUQRG¶RJJLGD un’antichissima immagine di detto celeste principe della milizia, dipinta su un aridissimo muro durante le sacre celebrazioni più volte si mostrò prodigiosa scaturigine di linfa che prima resudò GDOODYHQHUDELOHHI¿JLHDFTXDJRFFLDDJRFFLDHSRLFRVuLQDEbondanza che per altrettante volte furono riempite della stessa più ampolle. E proprio tale prodigio che si manifestò più volte in detto corso di anni, non in altro tempo, come più volte accadde in occasione delle più grandi festività di Santa Madre Chiesa sia nella solennità della Madre di Dio, dei Santi apostoli che in quella dello stesso San Michele e generalmente in nessuna altra ora se non durante la celebrazione delle Messe e mentre tutto LOSRSRORFKHSUHJDYDIHUYLGDPHQWHOuSXUL¿FDWRGDOOHFROSHH mosso da salutare penitenza si rivolse a Dio: Tale e così salutare portento per la prima volta si mostrò il 17 maggio dell’anno predetto (1715) al tempo del presulato del nostro predecessore ora arcivescovo di Consa; non senza consolazione del nostro animo tale portento toccò a Noi anche per i nostri occhi. Che tale resu22 28 C. GATTA, La Lucania Illustrata, Napoli, Abri, l721, pp. 88 – 89. A TE, FERVIDO ARCANGELO! dazione poi fosse miracolosa non solo tale argomento lo dimostra da una parte, ma viene riconosciuta chiaramente dagli atti compilati dalla nostra Curia, con cui ecc. In fede di tutti i quali e singoli questi presenti sottoscritti dalla nostra mano demmo muniti col timbro del nostro episcopio della città di Novi il dì 17 del mese di ottobre del 1720. C(arlo). F(rancesco). vescovo di Capaccio Luogo del sigillo Angelo Pinto Cancelliere»23 Dopo il prodigio «I o, Costantino Gatta, ritrovandomi nell’anno 1715 al governo della città di Sala in qualità di capoeletto feci subito convocare pubblico consiglio e fu interpretato dai Cittadini che tale avvenimento fosse un segno di protezione di san Michele verso questa Città e che voleva essere venerato con maggiore stima in detto sacro tempio, per cui furono subito creati ed eletti dal pubblico due dell’ordine dei primi gentiluomini per il governo di detto Santuario, con l’impegno e l’obbligo di avere cura del santo luogo. Nello stesso tempo dal Chiericato di Sala furono destinati tre Sacerdoti, che dovessero continuamente assistere e di giorno e di notte alla venerazione del sacro tempio, udire le confessioni dei fedeli che in gran parte convenivano anche da remote contrade. 23 Vedi in appendice il documento in latino. 29 PASQUALE RUSSO Nel corrente anno 1720 l’illustrissimo Monsignore Giocoli ha costituito un penitenziero ordinario con ampia potestà creanGRSHUGHWWRXI¿FLRLO5'RWW'*HURQLPR*DWWD I detti sacerdoti mutano ogni settimana. In tale luogo per comodità dei Sacerdoti si è fabbricato un casino, e si pensano altre fabbriche; sulla porta del tempio è stata scolpita in marmo l’iscrizione», che ricorda lo straordinario evento24. «La memorabile resudazione è accaduta dopo l’occaso del sole e in tempo di difetto dei lumi, come avvenne nell’anno 1719 nel dì dell’epifania ad ore due in circa di notte»25. «I Paesani verso il glorioso Principe hanno sempre avuta somma devozione, come si scorge da altri antichissimi tempij in questo territorio di Sala consacrati al medesimo Arcangelo e ora si vedono sepolti dalla voracità del tempo nelle proprie rovine o DEEDQGRQDWL«4XHVWRVHUD¿QRKDYROXWRUHQGHUHFHOHEUHTXHVWR tempio con stupendo miracolo»26. «Essendosi tal liquore riconosciuto celeste per le sue meravigliose virtù è stato esposto alla pubblica venerazione in molti luoghi e fra gli altri fu esposta il 29 settembre del 1716 nella insigne collegiata consacrata a San Michele della nobilissima Città e Repubblica di Lucca una Ampollina piena de questa Sacra Manna, che fu trasmessa dall’illustrissimo Monsignore D. Francesco Nicolò, come consta da un autentico e pubblico attestato fatto solennemente in forma valida, in detta città che si conserva nell’archivio di questo Sacro Tempio e da una lettera scritta e trasmessa a mons. Niccolò dal Reverendissimo sig. D. Ambrogio Rossi, Tesoriero e cappellano di detta collegiata del seguente tenore: 24 Vedi il testo latino e la traduzione riportati tra le lapidi. C. GATTA, La Lucania Illustrata, Napoli, Abri, l 721, p. 101. 26 C. GATTA, ivi, pp. 127, 128. 25 30 A TE, FERVIDO ARCANGELO! Ill. e rev. Sig. padrone col(endissimo). Finalmente grazie all’Altissimo, alla Gloriosissima sempre Vergine Maria, e all’adorato Principe della celeste gerarchia S. Michele Arcangelo, il giorno 29, festa della sua dedicazione fu esposta alla venerazione dei fedeli l’ampolla del sacro licore all’Altare maggiore di questa insigne Collegiata con sontuoso apparato di tutto questo Tempio, e ricco e nobile Reliquario come dall’acclusa copia di Bolla riconoscerà, e fu cantata la Messa da questo Monsignore ill. decano con più cori di musici e grande il concorso che vennero ad adorare e ammirare le meraviglie e EHQH¿FHQ]HGLGHWWR&HOHVWH6HUD¿QRFKHKDVHPSUHFRPSDUWLWR e suol compartire al genere umano. Io che più d’ogni altro mi ritrovo interessato in questo sacro affare, non posso far di meno di non portarne alla bontà di V. Ill. la notizia e assieme col più reverente ossequio renderne di nuovo alla dilei liberalità le più umili grazie, che possa il mio cuore esprimerli, come faccio ancora col suo degnissimo Clero della Sala e in ispecie col Re. Sig. Arciprete che unitamente con V. Ill. hanno dato alla sudetta insigne chiesa e a tutta questa Città sì celeste dono, la cui memoria sarà eterna, assicurandole ancora che si sono fatte pubbliche e particolari orazioni secondo la loro giusta e pia intenzione. Condoni V. Ill. WDQWHPLHLPSRUWXQLWjFKHYHQJRQRDQLPDWHGDOODGLOHLLQ¿QLWD umanità e resto facendogli profondissimo inchino. Lucca 4 ottobre 1716. Di V. Ill. e Rev. Humil. Divot. E Obblig. Servo D. Ambrogio Rossi. L’ampolla fu ancora portata in processione dalle monache del monastero di San Nicola di Mira della città di Lucca e ciò per implorare la protezione del glorioso S. Michele contro le tempeste e i fulmini»27. 27 C. GATTA, La Lucania Illustrata, Napoli, Abri, l 721, pp. 148 – 150. 31 PASQUALE RUSSO Nel libro delle Missioni Fra Domenico Serio dell’Ordine dei Predicatori fa menzione del miracolo di San Michele avvenuto nell’anno 1715 con le seguenti parole: “…Quanti prodigi Egli (San Michele) ha operato in diverse parti della cristianità; ma per tralasciarne ogni altro chi non ammira quegli che fa Egli tutti dì nel nostro Regno? Quanti ne ha Egli operato nel Monte Gargano nella Puglia: quanti nella Città della Sala nella Lucania, ove sono stato io spettatore nel meraviglioso trasformamento del suo vaghissimo Volto, ora in candido, e ora in vermiglio, allora che ebbi l’onore di predicarvi il mio Quaresimale; ho veduto io il prezioso sudore che nel maggiore fervore del Popolo si degna Egli fare scorrere dalla sua Santa Immagine, ed in tanta abbondanza, che ne tiene piene quella Città nel suo Tesoro più Urne per dispensarsi a’ Devoti, de’ quali a turbe sogliono concorrere a visitarlo nella sua Chiesa, già fatta una delle Pellegrinazioni più celebri”28. Nella Relazione ad limina del 1761 il vescovo di Capaccio Antonio Raymondi scrive e conferma: «Lo stesso santuario è tenuto in massima venerazione per i non pochi prodigi dello stesso angelo, segnatamente per una miracolosa linfa che stilla dalla sua stessa immagine dipinta sulla parete, molto spesso e in special modo due volte all’anno, propriamente nei suoi due giorni festivi di maggio e così anche di settembre; perciò proprio in queste due circostanze si va lì dalla città di Sala in solenni processioni con grande concorso di popolo e nei nove giorni che precedono nove sacerdoti oltre ai chierici si trattengono per tenere gli esercizi spirituali; colà sono state costruite alcune camere da letto per comodità di due o più cappellani che vi dimorano per assolvere le funzioni connesse a quel C. GATTA, 0HPRULH WRSRJUD¿FRVWRULFKH GHOOD 3URYLQFLD GL /XFDQLD Napoli, Muzio, 1732, p. 74. 28 32 A TE, FERVIDO ARCANGELO! santuario e per amministrare i sacramenti ai moltissimi forestieri FKHYLFRQÀXLVFRQRª29. Ampliamenti «I l tempio (di San Michele Arcangelo) - riferisce ancora il Gatta - sta situato alla sommità più erta del monte, fabbricato non sul terreno, ma su un vivo sasso, e esposto per ogni parte non meno al riverbero de gli vibranti raggi del sole, FKHDOVRI¿RFRQWLQXRGHLYHQWL,OWHWWRFKHqXQDIRUWLVVLPDYROWD e le mura stanno così ben commesse, che naturalmente non può entrarvi neppure un atomo di piovana acqua»30. In un documento del 1852 si afferma che nel 1718 «esso è situato sopra una pietra ed è isolato. E’ ventilato da tre lati e soprattutto quello ove è posta la Sacra Immagine, esposta a mezzogiorno. Il quarto lato comunica, mediante un arco, con la Cappella esteriore. /D &DSSHOOLQD LQWHULRUH q FRVWUXLWD D ODPLD VHQ]D ¿QHVWUH dentro è ben intonacata, fuori è coperta di embrici così che non può penetrarvi l’umidità»31. Sul primo ampliamento Costantino Gatta fornisce ancora preziose informazioni: 29 O. PEPE, Chiesa e Società a Sud di Napoli, Relazione ad limina III 1761, II, 19 - 20, Firenze, Ermes, 2002, p. 62- 63. 30 C. GATTA, La Lucania Illustrata, Napoli, Abri, l721, pp. 79, 98. 31 Dalla copia del Sommario del processo formato sopra la portentosa UHVXGD]LRQHGHOO¶HI¿JLHGHOJORULRVRSULQFLSHV0LFKHOH$UFDQJHORQHOVDJUR monte della citta’ di Sala, ut intus, fatta il 20 maggio del 1852 dal Servo della Diocesi di Diano Lorenzo Pericolo - vedi appendice. 33 PASQUALE RUSSO «E infatti l’anno passato (1720) nello scavare le fondamenta della nuova cisterna vicino il sacro Tempio fatta fabbricare per uso e comodità dei pellegrini con proprio denaro dall’illustrissimo vescovo Carlo Francesco Giocoli, abbiamo osservato le rovine dell’antico tempio, che pareva fabbricato bassamente a forma di spelonca sotterranea, e nelle sue basse e profonde mura si osservavano le dipinture delle Sacre Immagini, logorate dall’antichità»32. …«Quindi a tale piccolo Tempio, riuscendo molto angusto al grande concorso di popolo fu aggiunta con l’elemosine dei fedeli una nuova fabbrica, restando l’antica, ove è la venerabile Immagine, racchiusa a modo di Tribuna, senza che restasse affatto alterata nel suo antico sistema»33. Egli inoltre aggiunge: ©,OSHOOHJULQRQRQGHYH¿JXUDUVLFKHFROjYLVLDXQDVRQWXRVD basilica, ma si osserva una semplice fabbrica eretta sulla durezza delle selci, composta di rozze pietre del monte. E’ questo tempio eretto sul vivo sasso nella sommità del monte, costruito di mura stabili e quadrate, che formano per tetto XQD IRUWLVVLPD YROWD DI¿QFKp DYHVVH SRWXWR IDUH UHVLVWHQ]D DOOH più impetuose ire dei venti, ai quali sta esposto per ogni parte e frenare la furia dei turbini con la robustezza della fabbrica.. Ha la porta rivolta al settentrione alla cui prospettiva si mira un piccolo altare sul quale si scorge per icona dipinta sul muro un’antica e venerabile immagine che esprime con pittura D IUHVFR O¶HI¿JLH GHO JORULRVR$UFDQJHOR 6DQ 0LFKHOH GD JLRvane alato con la lancia alla destra in atto di ferire il demonio VRWWRLVXRLSLHGLHFRQODVLQLVWUDODELODQFLDHVLOHJJHVRWWR6 0LFKDHO$UFDQJHOHGHIHQGHQRVLQSURHOLRª34 32 C. GATTA, La Lucania Illustrata, cit., pp. 81, 82. Ibidem, p. 83. 34 Ivi, p. 80. 33 34 A TE, FERVIDO ARCANGELO! L’accenno alla spelonca e alle logorate dipinture fa pensare che in origine il Santuario fosse in una grotta dipinta da immagini di ascendenza bizantina, legandosi così alla tradizione che riteneva i luoghi sotterranei ambienti riservati alla divinità. All’epoca dei vescovi Carlo Francesco Giocoli (1717 -1723) e Odoardi (1724 - 41) si procedette alla costruzione di una seconda fabbrica, restando intatta l’antica. L’ampliamento terminò nel 1728 come attesta il primicerio della cattedrale di Capaccio, Giovan Battista Salomone, nel verbale del 18 novembre del 1728, redatto in occasione della sua visita pastorale alle cappelle di Sala. Menzionando quelle fuori abitato, cita anche S. Maria di Loreto e la cappella di San Michele Arcangelo che - egli scrive - è supra collem, olim constructam et ad presens ampliatam; ha un altare privilegiato di San Michele e due altari laterali (San Michele e San Giuseppe). Dalla relazione del primicerio si può facilmente intuire che l’altare maggiore fu completato in quell’anno358QD lapide in lingua latina che un tempo doveva trovarsi nel cappellino e che ora è posta sulla porta d’ingresso all’interno del Santuario, ne ferma il ricordo: A Dio ottimo massimo A perpetua memoria Questo altare maggiore dedicato al divino principe degli angeli, fu impreziosito per speciale generosità di Sua Santità Benedetto XIII con perpetua indulgenza per il suffragio delle anime purganti il venerdì di ogni settimana e durante l’ottava della commemorazione dei defunti nell’anno della Salvezza 1728 Il marmo e il luogo della sua collocazione fanno ritenere che un nuovo altare avesse sostituito quello antico rudimentale e 35 P. EBNER, Chiese, Baroni e Popolo nel Cilento, II, Roma, Edizione di Storia e Letteratura, 1982, p. 478. 35 PASQUALE RUSSO Interno del Santuario: altare maggiore policromo ed angeli laterali originali. piccolo posto sotto l’Immagine dipinta di San Michele Arcangelo. All’epoca di don Antonio Raymondi, allora vescovo di Capaccio (1741-1768) e residente a Sala nel palazzo sito nel rione di San Raffaele, il tempio fu ulteriormente ingrandito nel rispetto dei canoni dell’architettura tardo-barocca, assumendo l’aspetto quale adesso si presenta al pellegrino. Nella sua Relazione ad limina del 1761 il presule, sofferPDQGRVLVXOVDFURHGL¿FLRGHOPRQWH%DO]DWDFLIRUQLVFHSUH]LRVL ed illuminanti chiarimenti: «Sulla cima di un alto monte non lontano dalla città di Sala -egli scrisse- si erge un santuario sotto l’invocazione di San Michele Arcangelo, che per mia solerte cura dall’inizio del mio presulato da piccola cappella dei tempi antichi fu ricondotta ad elegantissima forma con ampia chiesa costruita a volta e da ora 36 A TE, FERVIDO ARCANGELO! poi con quattro altari, con un organo36 e una cantoria, ed anche FRQXQDVDFUHVWLDSURYYLVWDVXI¿FLHQWHPHQWHGLWXWWRª37. Nell’ottocento pochi furono gl’interventi sul tempio che si FRQRVFRQRVLULFRUGDVRORTXHOORGHULYDQWHGDOOHFRQVHJXHQ]HGHO terremoto del 1857 che interessò Sala, il Vallo di Diano e molti paesi della Lucania. Michelarcangelo Bove, allora sindaco della città, non trascurò in tale occasione il Santuario del Santo Patrono. Confermano l’azione di encomiabile zelo dell’insigne salese le parole di Padre Alfonso da Pescopagano, che ne intessé un appassionato elogio in occasione della morte, avvenuta nel 1860: “Quello che più contraddistingue l’ illustre concittadino si è che, prescelto a far parte di una Commissione per la restaurazione del santuario del Protettore, l’arcangelo Principe S. Michele, quasi abbattuto dal terremoto, egli, non curando strapazzi, disprezzando disagi, tutto fuoco, tutto energia, tutto impegno, si occupa a farlo risorgere con più maestà e con più gusto artistico”38. Presumibilmente è successiva l’aggiunta di nuove stanze alla foresteria. Nel novecento si deve ricordare il restauro del 1914 voluto dalla Società Operaia di mutuo soccorso “Torquato Tasso” di Sala Consilina, residente a New Jork. 36 L’organo, dotato di una cassa molto bella era adornato di stucchi di colore verde ed oro (i colori predominanti dell’Arcangelo). Esso fu trafugato nella notte di razzie del 23 aprile 1982 da mani sacrileghe. 37 Ho tradotto dal latino: «In praecelsi montis fastigio non procul a civitate Salae exstat sanctuarium sub invocatione Sancti Michaelis Arcangeli, quod priscis temporibus ex parvo sacello mea cura et sollertia redactum ab initio usque mei praesulatus ad elegantisimam formam, cum ampla fornicata ecclesia et quattuor hinc inde altaribus, cum organo, odeo, necnon secretario GHRPQLEXVVXI¿FLHQWHUSURYLVRªO. PEPE, cit., pp. 62- 63). 38 E. SPINELLI, Contributi alla Storia Culturale del Vallo di Diano, Salerno, Laveglia Editore, 1994, p. 64. 37 PASQUALE RUSSO Negli anni cinquanta il Santuario fu dotato di un sistema di parafulmini, per tenerlo al riparo dagli attacchi della natura. Dopo il terremoto del 23 novembre del 1980 furono effettuati da parte dell’Amministrazione comunale l’ampliamento e la pavimentazione del Sagrato, come attestano le due lapidi sulla facciata esterna. Il Santuario, in occasione dei lavori dell’ultima ristrutturazione, restò chiuso sino al 1° maggio del 198939. Il campanile e le campane D opo il miracolo della resudazione del 1715, il culto per l’Arcangelo prese vigore tanto che San Michele fu scelWRTXDOHSURWHWWRUHGHOODFLWWjVLYROOHDOORUDO¶DPSOLDPHQWRGHOOD cappellina con la costruzione di una nuova fabbrica, che rispondesse all’esigenza di contenere un numero più rilevante di fedeli. I lavori procedettero con sollecitudine e il primo intervento si concluse nel 1718. Probabilmente la nuova struttura dovette essere dotata anche di un campanile più grande, predisposto a contenere due campane, la piccola del 1640 e la grande, fatta fondere nel 1719 a Vignola, cittadina della Lucania, dove si manifatturava il bronzo in campane, mortai ed altro40. Le notizie relative alla campana grande sono rilevabili dalle stesse iscrizioni incise sul bronzo: 39 Notizie rilevate dall’Archivio Parrocchiale della SS. Annunziata. T. PEDIO, La Basilicata Borbonica, Venosa, Osanna Edizioni, 1986, p. 119. Vignola oggi Pignola (Pz). 40 38 A TE, FERVIDO ARCANGELO! ©0$*LVWHU ,26(3+ %5812 $ 9,*12/$ 0( )(&,7 A(nno) D(omini) MDCCXIX + '20,1$5,6327(67$7,7(1(%5$580 68%*8%(51,28WULXVTXH,XULV'RFWRULV1,&2/$,52MANO + D(omini) COSTANTINI *$77$(7*$(7DQL08*12/2352&85DWRULV 48,687'(86 ,36$&217(5(7&$3877880 9(5%81&$52)$&780(67 +(/(026LQDUXP&216758&7$'HYRWRUXQ7HUUDH OB(olo) +». (traduzione: Il Maestro Giuseppe Bruno da Vignola mi fece nell’anno 1719 + Dominerai sul potere delle tenebre + Sotto il governo del dottore in utroque iure Nicola Romano, del dott. Costantino Gatta e del procuratore Gaetano Mugnolo + Chi come Dio? + Colei che schiaccerà il tuo capo + Il Verbo si fece carne + Costruita col denaro delle offerte dei devoti della Terra +). Essa era decorata, inoltre, da quattro medaglioni che richiaPDYDQRHGHVHPSOL¿FDYDQROHLVFUL]LRQLUDI¿JXUDQWLLSULPLWUH rispettivamente La lotta di San Michele con il drago (Quis ut 'HXVL’Immacolata con il drago,SVDFRQWHUHWFDSXWWXXPLa Sacra Famiglia9HUEXPFDURIDFWXPHVWLOTXDUWRXQFURFH¿VVR e lo stemma di Sala con tre torri in bassorilievo. Chiara l’allusione in sintesi al mistero teologico dell’Incarnazione: La cacciata degli angeli ribelli dal Paradiso; La visione apocalittica della vittoria di Maria sul serpente; La nascita del Redentore; Il sacri¿FLRGL&ULVWRVXOODFURFH. A causa di una lesione prodotta da un fulmine, il 23 gennaio 1985 la campana fu fatta rifondere dalla ditta Capezzuto di Na39 PASQUALE RUSSO poli, la quale il 25 marzo successivo alle ore 18,20 ripose nel campanile quella nuova, su cui, oltre al testo del settecento e alle DQWLFKHUDI¿JXUD]LRQLqULSRUWDWDODVHJXHQWHHSLJUDIH«Rifusa nell’anno 1985 con le offerte dei fedeli di San Michele». La torre campanaria da allora è stata dotata di un sistema G¶HOHWWUL¿FD]LRQH H OD FDPSDQD JUDQGH QRQ YLHQH SL VXRQDWD D mano, tirando le corde, ma meccanicamente41. Nello stesso vano della torre campanaria è posta anche la campanella antica, quella del 1640, che doveva appartenere alO¶XPLOH FDSSHOOD RULJLQDULD 6X GL HVVD q UDI¿JXUDWR D ULOLHYR LO FURFH¿VVRHO¶LVFUL]LRQH ©9(5%80 &$52 )$&780 (67 (7 +$%,7$9,7 IN NOBIS + A. D. MDCXXXX». Anche su questa campana è ULPDUFDWRLOPLVWHURWHRORJLFRO¶LQFDUQD]LRQHHLOVDFUL¿FLRGL Cristo sulla croce. E’ evidente tra le due campane la continuità del messaggio relativo alla salvezza dell’umanità, realizzatosi, dopo la vittoria di 0LFKHOHVXO0DOHJUD]LHDO³Vu´GHOOD9HUJLQH0DULDHDOVDFUL¿FLR di Cristo. L’affresco N el cappellino del Santuario sopra il monte vi è un affresco d’antichissima data, rappresentante l’Arcangelo 0LFKHOHDGDOLVSLHJDWHFKHFRQODPDQRGHVWUDFRQ¿FFDXQDSLFFD 41 La rifusione della campana del 1719 fu voluta dalla Procura del tempo e GDO5HWWRUHGRQ$QWRQLR&DQWHOPLHVVDDYHYDXQDFLUFRQIHUHQ]DGLFPHUD DOWDPSHVDYD.JHUDLQOHJDLQEURQ]RGL&X6WHUDLQWRQDWD in Si bemolle (dati rilevati dal verbale di rimozione e rottura della campana di San Michele del 23 gennaio 1985). 40 A TE, FERVIDO ARCANGELO! QHOODERFFDGHOGLDYRORFKHJOLVWDVRWWRLSLHGLVFRQ¿WWRHVRUUHJJHQHOODPDQRVLQLVWUDXQDELODQFLDFKHKDLQXQSLDWWRXQD¿JXUD nuda orante, nell’altro una che precipita verso il basso. Satana ha corpo umano ma con coda di serpente, mani e piedi unghiuti, orecchie animalesche sprizzanti fuoco, occhi torvi. Non conoscendone né la data d’esecuzione, né l’autore, si possono fare solo delle FRQVLGHUD]LRQLHWHQHQGRFRQWRGLDOFXQLHOHPHQWLLFRQRJUD¿FLH cromatici, trarre delle conclusioni per determinare l’epoca in cui collocare il dipinto. Molto probabilmente l’affresco risale alla seconda metà del ‘500. San Michele è in piedi, in atteggiamento statico, vincitore del demonio, così com’era rappresentato prima FKHYLIRVVHODVYROWDSLWWRULFDHVFXOWRUHDGL¿QHµFKHORUDI¿gurava in atteggiamento dinamico, come venne espresso dal 1600 LQSRL8QDOWURSDUWLFRODUHGDYDOXWDUHqODELODQFLDWUDOHPDQL dell’Arcangelo, introdotta in pieno rinascimento, perché Michele venne da allora presentato come vittorioso sul demonio e considerato oltre che psicopompo, paratus ad animas suscipiendas cioè preposto ad accompagnare le anime, anche come psicosta, ossia pesatore di anime. Anche i colori, emersi come erano in origine dal recente restauro42, richiamano la vivacità della pittura rinascimentale e sottolineano, nel rispetto dei canoni del tempo, l’uso dell’intonare cioè di rapportare secondo una particolare gamma cromatica un colore ad un altro. Sono perciò evidenti più tinte che non solo creano un amELHQWH OXPLQRVR PD FKH EHQ V¶LQWHJUDQR FRQ TXHOOL FKH GH¿QLscono la natura che fa da sfondo alla scena dell’Arcangelo e del demonio. Ad avvalorare ancora l’epoca del secondo ‘500 sono 42 Il restauro è stato effettuato nel 2000 da Tiziana Valeriani e Enza Barrese, che hanno riportato in luce anche gli affreschi laterali che attualmente completano il trittico (vedi relazione in appendice). 41 PASQUALE RUSSO gli affreschi recentemente portati alla luce, posti nei pennacchi laterali dell’abside, che completano quello centrale con il quale formano chiaramente un insieme omogeneo. Nelle due lunette è rappresentata la scena dell’Annunciazione: in quella destra è UDI¿JXUDWRO¶$UFDQJHOR*DEULHOHFRQDEELJOLDPHQWRSUHWWDPHQWH rinascimentale: indossa una veste, “sbuffo”, «una specie di guarQHOORGLVWRIIDULJRQ¿DWRVXL¿DQFKLODOHJJHUH]]DGHOGUDSSHJJLR ULFKLDPDLOPRYLPHQWRGHOYHQWRHODFRQGL]LRQHHWHUHDGHOOD¿JXra angelica»43 e reca in mano il giglio, simbolo della purezza (il JLJOLRWHUPLQDQWHFRQWUH¿RULDOOXGHDOODWULSOLFHYHUJLQLWjGL0DULDSULPDGXUDQWHHGRSRLOSDUWRqLQYRORFRPHULFKLHGHYDQR le conclusioni del Concilio tridentino44. Nella lunetta sinistra Maria riceve l’annunzio. Essa è appogJLDWD VX XQ LQJLQRFFKLDWRLR LO YLVR ULYROWR DOO¶DQJHOR DOOH VXH spalle si eleva una colonna. Le due aree, una riservata alla sfera celeste dell’Angelo e l’altra alla condizione terrestre di Maria, VRQRUDI¿JXUDWHVLQJRODUPHQWHQHLSHQQDFFKLODWHUDOL45, e concorURQRDIRUPDUHXQWULWWLFRLFRQRJUD¿FRLQXQ¶XQLFDFRPSRVL]LRQH cromatica. Alla base del riquadro centrale, prima che fossero apportate GHOOHLQQDWXUDOLPRGL¿FKHYLHUDODVFULWWD©6DQFWH0LFKDHO$Ucangele defende nos in proelio»46. [CASSINELLI – GUERRIERO (a cura di) ,FRQRJUD¿DH$UWH&ULVWLDQD, Vol. I, Torino, Edizioni San Paolo, 2002, p. 108]. 44 Ivi, p. 108. 45 Ibidem pag. 117 46 Che l’affresco possa ritenersi della seconda metà del ‘500 lo fa intendere anche Costantino Gatta che scrive: «sull’altare scorgesi per cona, dipinta nel muro, un’antica e venerabile immagine, che esprime con dipintura a fresco O¶HI¿JLHGHOJORULRVR$UFDQJHOR0LFKHOHª, cf. C. GATTA, La Lucania Illustrata, Napoli, Abri, 1723, p. 80. L’affresco misura cm. 180 x 200. 43 42 A TE, FERVIDO ARCANGELO! Attualmente l’affresco appare “ferito” da una spaccatura irreJRODUHFKHDWWUDYHUVDFHQWUDOPHQWHOD¿JXUDGHOO¶$UFDQJHORQRQq possibile, però, datare l’evento naturale che ne fu la causa. Il dipinto nella “caggia” Durante il periodo di statio della statua nel Santuario, per non lasciare i fedeli senza l’immagine del protettore, fu pensato di FRPPLVVLRQDUHDOO¶DUWLVWD%DULOHGL$WHQDXQDWHODFKHUDI¿JXUDVse San Michele vincitore sul diavolo47, da ostendere nella chiesa della SS. Annunziata. «Il dipinto, databile alla seconda metà del XVIII secolo è XQD FKLDUD LFRQRJUD¿D GHOO¶DUFDQJHOR 0LFKHOH QHO WUDGL]LRQDOH costume con tunica corta, la bilancia che pesa le anime e il Demonio vinto. …L’opera può essere giudicata di buona fattura sia SHUODFRPSRVL]LRQHDUPRQLFDGHOOH¿JXUHFKHSHUODGRYL]LDGHL particolari che ben esprimono la “volontà narrativa” evidente nella punta della lancia poggiata sulla lingua del Diavolo e nell’espressione dello stesso più simile all’essere umano che alla bestia»48. La tela di Mega Ogni anno in occasione della festa in onore del protettore si preparava davanti alla chiesa dell’Annunziata un arco luminoso, in mezzo al quale veniva collocata una grande tela (cm. 277 x 47 Archivio di Stato di Salerno, Intendenza, B. 2475, f. 28 Dalla Relazione di restauro eseguito nel 1992 della prof. Maria Angela Coronato. La tela misura cm 70 x 140. 48 43 PASQUALE RUSSO 155) dipinta nel 1922 dal pittore salese Manlio Mega49. Da quando la facciata perse la sua caratteristica perché il frontone attico fu coperto nel 1959 da mattoni rossi con un mosaico al cenWURUDI¿JXUDQWH6DQ0LFKHOHFRPHXQODQFLHUHDUFDLFRODWHODGHO 0HJDFRQO¶HI¿JLHGHO6DQWRFRQVSDGDHELODQFLDIXWUDVIHULWDQHO Santuario, sopra il monte, dove tuttora è conservata50. 4XDOFKH DQQR ID XQD FRRSHUDWLYD HI¿PHUD QH ³FXUz´ LO UHstauro, restringendone, insipientemente, le dimensioni così che OD¿UPDGHOO¶DXWRUHIXULGRWWDDPHWjHO¶LQWHUYHQWRIXYHUDPHQWH completo!51 La statua I l vescovo Zuccari, dando inizio al sinodo diocesano celebrato nel 1794 nella chiesa parrocchiale di San Pietro apostolo, invoca la protezione dell’Arcangelo Michele e di San Biagio, essendo essi entrambi a quella data compatroni della cit- 0DQOLR0HJDHUD¿JOLRGL5DIIDHOHHIUDWHOORGHOVDFHUGRWHGRQ7XOOLR che resse per molti anni la chiesa di Santo Stefano. Dopo la sua permanenza a Sala, Manlio - afferma Davis Ottati - «si trasferì nelle Marche, dove forse la sua arte era più apprezzata». 50 Il parroco Cantelmi col suo buon senso, dopo il terremoto dell’80, ha ritenuto opportuno dover riportare all’antico assetto la chiesa della SS. Annunziata, facendo ripristinare il frontone ed il rosone della facciata. Il mosaico UDI¿JXUDQWH6DQ0LFKHOHqRUDGHSRVLWDWRVXO6DQWXDULR 51 Dalla stessa cooperativa fu anche restaurata un’opera di Michele Volpe %XFFLQR6DOD&RQVLOLQDUDI¿JXUDQWHOD7ULQLWjFKHGDOODFKLHVD omonima, fu traslata sul monte San Michele nel 1840. Essa misura cm. 197 x 116. Il 4 luglio del 1996 le due tele restaurate furono accolte nel Santuario con XQDVDQWDPHVVDRI¿FLDWDGDGRQ$QWRQLR&DQWHOPLHGRQ$QJHOR6SLQLOORG. PAGLIA, Le Pagine di Erò, luglio 1996). 49 44 A TE, FERVIDO ARCANGELO! tà52. Dopo le resudazioni del ‘700, grazie ai segni prodigiosi veUL¿FDWLVLGXUDQWHWXWWRLOVHFRORHDLULSHWXWLPLUDFROLFKHVLPROtiplicarono anche con l’uso della manna, il culto per San Michele V¶LQWHQVL¿Fz D WDO SXQWR FKH OHQWDPHQWH PD SURJUHVVLYDPHQWH l’Arcangelo si affermò come unico patrono di Sala, oscurando il vescovo di Sebaste, protettore della gola. La venerazione per il Santo guerriero è cresciuta sempre più e la devozione è divenuta nel tempo così viva che oggi gli sono tributati particolari onori, non solo perché patrono ma anche come “ragguardevole ed illustre cittadino di Sala Consilina”. Per dimoVWUDUHOD¿GXFLDHODFHUWH]]DQHOODVXDSURWH]LRQHODFLWWjGL6DOD volle una statua, che rappresentasse degnamente il difensore di Dio, commissionandola ad un artista napoletano, che certamente dovette essere autorevole, vista la peculiare opera che realizzò. (Peccato che non se ne conosca il nome!). Risale al 1835 il simulacro dell’Arcangelo, opera lignea53, che esprime in forma plastica la vittoria di San Michele sul demonio suo avversario: l’artista dà rilievo alle virtù del sostenitore della giustizia e del trionfatore sul male. Lo scultore pone l’Arcangelo in uno spazio reale, in modo che campeggi in uno scenario creato dalle equilibrate ed armoniche misure tra l’altezza e la base. L’impostazione è eccellente e rimanda ai canoni dell’arte del settecento napoletano: San Michele mantiene il suo perfetto equilibrio sul piede destro che poggia GHFLVRVXOGUDJR6DWDQDHVVRSXUVFRQ¿WWRPRVWUDDQFRUDHYLGHQte la sua nervosa agitazione nella coda in contorsione e le pinne ritte, su cui sedici occhi scrutano in svariate direzioni, a sottoli52 A. DI LEO, I Sinodi Cilentani nei secoli XVI – XIX, Napoli, Ferraro EdiWRUHS6DODVFHOVHFRPHSURWHWWRUH6DQ%LDJLRDI¿DQFDQGRORD6DQ Sebastiano e Fabiano nel 1614. Prima lo era stato San Feliciano. 53 F. ROSSI, Cronaca della città di Sala Consilina, Sala Consilina, Tip. De Marsico, 1900, p. 95 45 PASQUALE RUSSO neare la disposizione del diabolico animale al peccato più grave dell’umanità: l’invidia (di cui appunto gli occhi sono simbolo). Il piede sinistro dell’Arcangelo rimane levato all’indietro. Probabilmente l’autore s’ispirò al San Michele dello scultore Lorenzo Vaccaro e dell’argentiere Domenico Vinaccia54 risalente al 1691, i quali, avvalendosi della consulenza del pittore Luca Giordano, saranno i primi, insieme a Franco Picano, a determinare un nuovo corso artistico con le loro opere che diventeranno un punto di riferimento per tutta la produzione posteriore. Essi, infatti, impressero una svolta nell’arte pittorica e in quella scultoUHDVXSHUDQGRODVWDWLFLWjGHOODUDI¿JXUD]LRQHFDUDWWHULVWLFDGHOOHHSRFKHSUHFHGHQWLLQWURGXVVHURODGLQDPLFLWj¿JXUDWLYDFKH passando per l’elaborato plastico, meglio esprimeva l’ispirazione poetica. San Michele è rappresentato come capo supremo degli angeli, il guerriero che lotta contro le forze del male. Indossa la lorica da centurione romano ed ha la spada sguainata adornata da una GUDJRQDDGXHFRUGRQFLQL¿VVDWLDOO¶HOVDHWHUPLQDQWLFRQGXHQDSSHHVVDqSRVWDLQSRVL]LRQHRUL]]RQWDOHSHUFKpRUPDLLOJXHUULHUR KDFRPSLXWRODVXDPLVVLRQHODFRUD]]DVEDO]DWDFRQVFDJOLHHYLGHQ]LDWHVHFRQGRODWLSRORJLDGHOOHDUPDWXUHDQWLFKHqGRUDWDLO JRQQHOOLQRqUL¿QLWRGDXQDFLPRVDGLFRORUHRURFKHDWWUDYHUVRL suoi spacchi consente una maggiore libertà di movimento e mette in evidenza le membra, marcandone l’incarnato. L’elmo, anch’esVRGRUDWRWHUPLQDLQXQYLVWRVRSHQQDFFKLRGLHWUROD¿JXUDVL DJJURYLJOLD XQ PDQWHOOR LQFUHVSDWR OR VFXGR DO EUDFFLR VLQLVWUR riporta in rilievo il motto: Quis ut DeusODPDQRUHJJHLOJXLQzaglio del drago55,FDO]DULGLFXRLRFRQ¿EELDGRUDWDULYHVWRQRL 54 AA. VV., Civiltà del Seicento a Napoli, Napoli, Electa, 1984, p. 316. In anni recenti nella mano sinistra è stata posta anche la bilancia: probabilmente una scelta arbitraria. 55 46 A TE, FERVIDO ARCANGELO! SLHGLGHO6DQWROHDOLOLEUDWHQHOO¶DULDVWDQQRLQDWWHJJLDPHQWRGL pacata sospensione, rivelando chi non insuperbisce, anche se ha portato a termine una straordinaria missione. Egli, pur tenendo incatenato il suo avversario, sembra che non l’accusi, ma dica: «Il Signore ti punirà!»56. Alla base fanno da corona all’apoteosi del Santo otto puttini con le nudità coperte ciascuno da panneggi un tempo di vari colori57. Predominavano il giallo oro, il rosso e il verde nelle tonalità chiara e media. L’oro è il colore dell’eternità, il verde il colore della speranza e del paradiso, il rossoUDI¿JXUD la potenza dell’amore ardente, in contrapposizione al cupo verde scuro del drago, simbolo del male. Il rosso del mantello ha un legame con l’apparizione dell’Arcangelo sul monte Sant’Angelo nelle Puglie, perché in quella manifestazione avrebbe indossato il mantello di cotal colore58. La statua poggia su una pedana di legno, che, come riportato sulla fronte, fu restaurata a Napoli nel 190059. È un’opera di saSLHQWHLQWDJOLRDGRUQDWDGDYROXWHHGD¿RULOHJDWLGDXQDPSLR nastro alla base. 56 Lettera di Giuda, 1, 9. Dopo l’ultimo restauro i colori dei panneggi sono stati “ridotti” a due: verde e rosa. 58 CASSINELLI – GUERRIERO (a cura di) ,FRQRJUD¿DH$UWH&ULVWLDQD, Vol. II, Torino, Edizioni San Paolo, 2002, p. 926. 59 Le esatte parole riportate sulla piramide prima che un ulteriore intervento di restauro le ricoprisse sono: Restaurata A.D. MCM. G. Cest Napoli (Le parole incise sulla piramide sono state ricavate da una foto dell’inizio novecento, eseguita da M. Volpe). 57 47 PASQUALE RUSSO La statuetta P rima che Sala si dotasse dell’attuale statua, il Santuario era provvisto di una statuetta di misure limitate, che la tradizione fa risalire a contadini i quali la portarono dalla Puglia, dove si recavano stagionalmente a mietere il grano. In origine doveva essere in marmo bianco60, poi dipinta con diversi colori: rosso il mantello, oro la corazza, le ali e gli ornamenti dei cal]DUL YHUGH FKLDUR LO JRQQHOOLQR 3UREDELOPHQWH OR VFXOWRUH QHO realizzarla, s’ispirò all’opera del Sansovino che è nella grotta del Gargano: San Michele è in piedi in posizione statica, leggermente inclinata, rappresentato come guerriero vittorioso con la spada, dragona a due pendenti e nappe, sollevata, mentre calpesta l’avYHUVDULRLQIRUPDGLPRVWURFRQYLVRGLVFLPPLDFRVFLDGLFDSUR spuntano dall’elmo con pennacchio capelli a riccioli. 8QDSULPDWHVWLPRQLDQ]DGHOODVFXOWXUDPDUPRUHDqGHO «La statua portatile di S. Michele - è scritto - fu riposta nel Cappellino interiore in Cornu Evangelii dell’Altare»61. 8QDVHFRQGDqGHO«Sopra lo altare trovasi una statua di marmo che villici andati alle Puglie per la mietitura de’ li grani portarono seco»62. 60 F. ROSSI, Cronaca della città di Sala Consilina, Sala Consilina, Tip. De Marsico, 1900, p. 93. Che la statuetta sia stata dipinta successivamente fa fede la piramide che ora non è più dorata, ma di colore scuro con base sporgente dorata, su cui è scritto S. Michael Arcag. La statuetta è alta cm. 80. 61 Copia del Sommario Processo formato sopra la portentosa resudazione GHOO¶HI¿JLHGHOJORULRVRSULQFLSHV0LFKHOH$UFDQJHORQHOVDJURPRQWHGHOOD città di Sala, fatta il 20 maggio del 1852 da Lorenzo Pericolo. 62 U. LO BOSCO, Uomini e fatti del nostro Meridione, Salerno, Palladio Editore, 1991, p. 66. 48 A TE, FERVIDO ARCANGELO! Nell’inventario degli oggetti esistenti nella chiesa dell’AnQXQ]LDWDUHGDWWRQHOH¿UPDWRGDOVLQGDFRGLDOORUD0'H Petrinis, è riportato: «Statua di s. Michele Arcangelo con piramide dorata, l’autore non si sa, intiera, di pietra del monte Gargano»63. In un libretto dato alle stampe nel 1930, l’autore, menzionando le rovine prodotte dal terremoto del 1857, scrive: «la statua di marmo, che poi fu riattata, fu veduta ridotta in frantumi e gettata a terra»64. Probabilmente dopo tale evento si provvide al restauro dipingendola con gli attuali colori. La statua della Confraternita A nche la Confraternita di San Michele volle la sua statua per dotarne la chiesa detta la cappelluccia sita in via Savonarola. Ne fu dato l’incarico nel 1864 all’intagliatore e scultore Andrea Brigante di Padula, che aveva appena concluso l’opera lignea della caggia nell’Annunziata. Essa è di modesta fattura e si avvicina più alla forma artigianale che a quella dell’arte. Il Santo è rappresentato in piedi, secondo la tipologia della ¿JXUDVWDWLFD(¶FRPXQTXHHVSUHVVLRQHGLIHGHHGHYR]LRQHYHUVR il Santo Patrono e come tale va rispettata. 63 Archivio di Stato di Salerno, Intendenza, busta 2475, foglio 28. F. ROMANO (a cura di), Divota Novena all’Arcangelo S. Michele, Sala Consilina, Tip. Auleta, 1930, p. 22. 64 49 PASQUALE RUSSO Statua di San Michele nell’edicola di via Manin N ella nicchia dell’edicola di via Manin vi era un’antica statua di San Michele in dimensioni ridotte. Essa fu trafugata nella notte tra il 15 ed il 16 febbraio 1998. 2UDLIHGHOLGHOOD]RQDYHQHKDQQRFROORFDWDXQ¶DOWUD¿WWLOH opera del maestro Francesco Scialpi di Sala Consilina. Le edicole L e edicole che ornano le facciate delle case degli abitanti di Sala Consilina sono segno di un’antica fede e testimoQLDQ]DGLDUWHSRSRODUH2OWUHDTXHOOHFKHUDI¿JXUDQRHGHVDOWDQR la Madonna e gli altri santi, ve ne sono molte che onorano San 0LFKHOH$UFDQJHOR8QWHPSRO¶HGLFRODHUDLQQDO]DWDSHUULFRQRscenza di una grazia ricevuta o per assicurarsi la protezione del santo che ivi era rappresentato od ospitato, oppure per prestigio. (UDQRHGLFROH³YLYH´QRQVRORSHUOHODPSDGHHL¿RULFKHFRVWDQtemente le adornavano, ma anche perché costituivano un punto di riferimento per gli abitanti del rione che spesso vi si raccoglievano a pregare o, passando, si segnavano devotamente e tacitamente elevavano una preghiera, sollecitavano una richiesta di aiuto o ringraziavano per averlo ricevuto: erano, isomma, una presenza familiare, fatta partecipe della vita un tempo più semplice e corale di quel rione. Ora che i ritmi quotidiani sono più frenetici e meno aggregate OHFRPXQLWjOHHGLFROHVHKDQQRSHUGXWRLOORURVLJQL¿FDWRRULginale, mantengono quello di testimoniare una fede perdurante a trasmettere il messaggio che attraverso l’arte popolare vi si può 50 A TE, FERVIDO ARCANGELO! FRJOLHUHHVVHDQFRUD³DPPRQLVFRQRDQRQGLPHQWLFDUHLOSDVVDWR la fede dei padri, le ansie e le speranze che costituiscono il patrimonio spirituale che non conosce tramonti”. Lungo il percorso seguito dalla barca e dalla statua di San Michele se ne incontrano molte, alcune anche di buona fattura, VLDQRHVVHGLSLQWHVLDFKHRVSLWLQRVWDWXHRFKHHVSULPDQRHI¿JLH maiolicate. Le più importanti sono collocate: LQYLD7DFFKLQRYLD3HUWLFDULYLD)RUQDULQDYLD8UELQRYLD Orsini e via Amodio (dipinte) LQYLD8UELQRH'LHJR*DWWD(mute) - in piazzetta Gracchi, via Manin, via Grammatico, via Diego Gatta (con statua), via Cavour (in gesso) - via Nazionale, via Litto, contrada Trinità e località Calvario (con maioliche)65. Le feste S i perdono nel tempo le origini dei festeggiamenti in onore di San Michele e si effettuavano ancor prima che l’Arcangelo fosse eletto patrono della cittadina salese. La più antica documentazione storica risale al 1652, anno in FXLO¶8QLYHUVLWjGL6DODQHOVXRELODQFLRIDULIHULPHQWRDOSDJDmento di 4 ducati alla SHUVRQD SRUWDEDQGLHUD DOOD ¿HUD GL 6DQ Michele66. 65 Le edicole mi sono state indicate dall’amico Adriano Romano, che ringrazio anche per la collaborazione nelle ricerche. 66 U. LO BOSCO, (che riporta un manoscritto del 1784 di A. D. L. & F), Uomini e Fatti del Nostro Meridione, Salerno, Palladio Editore, 1991, p. 75. 51 PASQUALE RUSSO Nel 1700 la festa di settembre in onore di San Michele Arcangelo assume ampiezza, durata e consistenza rilevanti in seguito alla miracolosa resudazione avvenuta sul Monte Balzata tant’ è che in un documento è scritto che essa è “la più grande e corrono da’ paesi vicini e anco dalla città di Salierno e da Potentia DOOD ¿HUD GL RWWR JLRUQL FKH YLHQHVL IDWWD QHOOD QRVWUD FLWWj SHU RQRUDUHHJORUL¿FDUHLOPLUDFRORVR$UFDQJHOR0LFKHOH9LJLODQR OR0DVWURPHUFDWRHOLDUPL]HULFKHDSURQROD¿HUDFR¶ODEDQGLHUD e li tamburi… tai giorni sono giorni di mangiatoria e bevitoria de li balli sopra li organetti e ciaramelle e sono anche momenti delli ziti e poscia de’ matrimoni”67. Organetti e ciaramelle, sebbene ridotti a pochi esemplari, anFRUD RJJL FDUDWWHUL]]DQR OH IHVWLYLWj GHGLFDWH DO 6DQWR SDWURQR tali strumenti connotano il costume della nostra gente, rivelando il gusto per una musica che ha il sapore del mondo arcaico, il quale, attraverso note semplici, esprimeva il suo legame con il creato e ne interpretava la voce. La loro presenza testimonia il tenace legame con le passate generazioni che ne hanno mantenuta viva la tradizione. I suonatori precedono le donne in particolare, ma talvolta anche gli uomini, che sorreggono sul capo i cinti votivi68, frapponendo ad essi la spara, un panno attorcigliato a forma di spira (il cercine). I portatori si alternano in tale funzione ciascuno mosso da una propria motivazione, quale l’ottenimento di una grazia o la riconoscenza per averla ricevuta o in onore del Santo SHUFKp VLD EHQHYROR H DVVLFXUL OD VXD SURWH]LRQH , FLQWL V¿ODQR lungo l’intero percorso processionale e durante tutte le feste che 67 Ivi, pp. 76, 77. “Lu cintu”, detto anche “lu cindu” è una fascia di candele che assemblate su una base di legno assumono la forma di un parallelepipedo, la torre, o di un ovoide, la barchetta. 68 52 A TE, FERVIDO ARCANGELO! si svolgono nell’anno in onore del Santo e, al termine di esse, sono depositati nel luogo di stazione del simulacro69. Le più importanti feste sono quelle dell’8 maggio e del 29 VHWWHPEUH FKH SHUz QRQ VRQR OHJDWH DG HYHQWL YHUL¿FDWLVL QHO territorio, ma all’apparizione dell’Arcangelo sul monte Gargano nel 490 e alla dedicazione del Santuario pugliese. Quelle pertinenti il nostro paese cadono il tre maggio, la “Cruci”, il diciassette maggio, il quattro luglio e il sei gennaio e richiamano i giorni della trasudazione del 1715, dell’apparizione dell’Arcangelo al pastorello nel luglio del 1213 a Sala e quello di un ulteriore miracolo avvenuto nel dì dell’Epifania sempre sul sacro monte. «Il tre maggio, festa liturgica della Croce, si avviavano i preparativi del lungo ciclo festoso, che si concludeva, come oggi, il ventinove settembre, col pulire la via che dal calvario conduce al PRQWHGL6DQ0LFKHOHO¶XVDQ]DqSUHVVRFKpVFRPSDUVDª70. “Il tre maggio è “la cruci”, scrive don Antonio Cantelmi, giorno in cui volontari puliscono la strada dal fogliame e pietre e detriti vari”71. Un tempo «il tre maggio era un avvenimento quasi pagano: i boscaioli armati di accette e roncole ripulivano le “volte” che conducevano al monte per agevolare la salita del santo in processione il successivo otto maggio»72. 69 Grandi ceri sono conservati nel Santuario a testimonianza di una fede remota, duratura, che si perpetua nel tempo. 70 A. TORTORELLA, Senza eccettione d’avere primitiva alcuna, Salerno, TiSRJUD¿D5HJJLDQLS 71 Cronistoria parrocchiale della SS. Annunziata, 1984, scritta da don Antonio Cantelmi. 72 D. OTTATI, Dal Feudo alla Libertà, Firenze, Pananti Editrice, 1996, p. 21. 53 PASQUALE RUSSO «Quando iniziava il pomeriggio, dopo avere dimenticato tutte le buone intenzioni di pulizia e sistemazione della strada che conduceva al santuario, di rilevare i sassi e coprire tutte le grandi buche prodotte dalle acque correnti, accaldati e smaniosi per tutto il vino bevuto, scendevano dalla montagna portando grandi rami WDJOLDWLGDJOLDOEHULQHLERVFKLWUDVFLQDQGROL¿QJLQHOSDHVHª73. ©$OOD¿QHGHOO¶RSHUD]LRQHLSDUWHFLSDQWLDOOHJULHXQSR¶DOticci, percorrevano cantando tutto il paese con la testa del corteo ingabbiata in pali di legno, tenuti orizzontalmente, per evitare sbandamenti. Noi dalla terrazza assistevamo all’immancabile momento cruciale. Infatti la strada, con acciottolato e in discesa, che veniva verso il portale della nostra casa, da angusta, si allargava improvvisamente e la colonna di uomini urlanti, dapprima compressa, perdeva la tenuta e il controllo con conseguenti rovinosi ruzzoloni, tra bestemmie ed epiteti irriferibili»74. Gli “’mbriachi” «si riunivano nella grande chiesa dove era il Santo per ringraziarlo a modo loro e facevano un grande baccano urtando con i legni, banchi e paramenti sacri, urlando agitati e gioiosi, con grande preoccupazione del parroco che doveva intervenire per calmarli e imbonirli»75. «Nella chiesa dell’Annunziata gli alberelli e i fusti che erano stati sradicati, venivano, in segno di omaggio e di festa mentre il SUHWHRI¿FLDYDSHVWDWLDWHUUDSURYRFDQGRFXSLWRQ¿PHQWUHVL levava un grido più minaccioso che giulivo: evviva Santo Michele!»76. 73 L. D’ANIELLO, Isolamento del viandante emigrato, Salerno, Stampa Poligraf, 1995, p. 39. 74 A. VESCI, Pietra Rossa, Gorizia, Graf. Goriziana, 1997, p. 160. 75 L. D’ANIELLO, cit, p. 39. 76 IviS/DV¿ODWDGHOWUHPDJJLRGXUz¿QRDOO¶DQQRTXDQGRIX rifatto il pavimento della Chiesa della SS. Annunziata e agli “’mbriachi” fu proibito l’ingresso. La tradizione scomparve così. 54 A TE, FERVIDO ARCANGELO! 8 maggio - Sosta avanti all’edicola di via Manin La festa dell’otto maggio si svolge in una sola giornata con la processione che parte dalla SS. Annunziata, ove il simulacro è rimasto per tutto l’inverno, e si conclude sul monte. Durante il percorso, dopo la messa celebrata nella chiesa madre di San Pietro Apostolo, sosta avanti all’edicola detta di San Michelicchio in via Manin, dove un bambino, vestito da angelo con la spada in mano, recita in vernacolo salese l’ode al Santo Patrono. Indi si ULSUHQGHLOFDPPLQR¿QRDOODFDSSHOODGHOOD0DGRQQDGL/RUHWR lì l’ “angelo” recita di nuovo l’ode a San Michele. Si procede poi verso il Calvario, dove la statua viene adagiata su di un appogJLR¿VVRLQPXUDWXUDFKHXQWHPSRHUDPRELOHGRSRDYHUODIDWWD girare intorno ad esso per tre volte (il tre ed il cerchio sono simEROLGHOODSHUIH]LRQHHGHOODGLYLQLWjLWUHJLULFRQFHQWULFLGHOOD Trinità). 55 PASQUALE RUSSO )XRFKLG¶DUWL¿FLRRQRUDQRO¶$UFDQJHORSULPDFKHODSURFHVsione riprenda e si concluda sul monte, residenza estiva del Santo Patrono. La statua, spogliata dell’oro, che viene riposto in cassaforte77, è collocata nella caggia costruita nel 1907. La solennità è resa più spettacolare dalle note della banda musicale, dal suono delle campane a distesa e dalle allegre comitive di pellegrini che si spargono in luoghi riposti sul monte. La festa del ventinove settembre è più articolata e duratura delle altre: essa si protrae per tre giorni ed è caratterizzata da luminarie, fuochi e suoni. Peculiarità della solenne ricorrenza sono il rito della Barca, la gara del palio detto il “Palo”, il volo dell’angelo e la messa celebrata all’aperto nella piazza principale GHOOD FLWWDGLQD 8QD ULQRPDWD EDQGD PXVLFDOH LQ GXH VHUH VL FLmenta con un repertorio prettamente lirico, mentre un cantante di IDPDQD]LRQDOHDOOLHWDLOSRSRORQHOODWHU]DVHUDWDVHUDWDGH¿QLWD “laica”). La festa si conclude con la maestria dei fuochisti che GLVHJQDQRQHOFLHORLQXQDIDQWDVPDJRULDGLFRORULFRUHRJUD¿HGL ¿JXUD]LRQLOXPLQRVHFKHEHQVLDEELQDQRDTXHOOHGHOOHOXFLGHJOL archi delle luminarie, che guarniscono di splendore il corso principale da via Vittorio Emanuele a tutta via Roma. Meno impegnativa è la festa del diciassette maggio, quando si accompagna sul Santuario “lu cintu”, e ricorda l’avvenuta resudazione. Suggestiva ed emozionante è tuttavia la cerimonia che si svolge sulla Balzata: dopo la celebrazione della messa, il cinto, su cui è stata appoggiata una matassa di spago incerato, detto cerino78, e tutti gli altri preparati in onore del Santo, preceduti dallo stendardo compiono tre giri attorno al Santuario, attraver- 77 La statua è rivestita dell’oro custodito nei forzieri prima di uscire dalla chiesa della SS. Annunziata. 78 Il cerino è lungo 45 metri e viene confezionato ogni anno, intridendo uno spago nella cera. 56 A TE, FERVIDO ARCANGELO! Ritorno dal monte sando le sue tre porte d’accesso, quella rivolta verso Sala, quella rivolta verso Marsico e l’altra d’ingresso abituale. I tre giri circolari (il cerchio è simbolo di perfezione e di comSOHWH]]DVLJQL¿FDQRFKHLIHGHOLXVFHQGRGDOO¶DPELWRWHPSRUDle, entrano in una dimensione d’eternità, cioè nel regno di Dio, LQROWUHFRPSLHQGRVLDWWRUQRDOO¶HGL¿FLRFDULFRGLVDFUDOLWjDFKLYL SDUWHFLSDSURFXUDLEHQH¿FLFKHQHGHULYDQRFLUFXPDPEXOD]LRQH augurale). I cinti, al suono delle ciaramelle e degli organetti, sono accompagnati dal sacerdote celebrante, dai “fratieddi” vestiti dell’abito della congrega e dai devoti che cantano il responsorio. Al termine un confratello, rilevato dalla cima del cappellino il vecchio cerino, rimasto lì per un anno, scioglie la matassa del nuovo 57 PASQUALE RUSSO spago intriso di cera e lo avvolge con tre giri tutt’intorno all’antica cappella, che ora esteriormente è protetta da bianchi marmi squadrati. Dopo, il cerino che ha incubato per un anno la sacralità che promana da quel luogo “eletto”, viene tagliato a moccoli e distribuito ai fedeli che lo serbano e ne accendono lo stoppino, per allontanare o acquietare le forze disgregatrici della natura in caso di tempeste o altro fenomeno perturbatore. Il quattro luglio si commemora l’apparizione del Santo al pastorello. 8QWHPSRDOORUFKpODVRFLHWjHUDSUHYDOHQWHPHQWHFRQWDGLQD questa festa era più sentita ed osservata con maggiore partecipazione, anche perché i fedeli si ritenevano debitori verso il Santo nella convinzione che avesse assicurato la sua protezione per il buon raccolto oppure ne dovessero impetrare l’intervento in caso di inclemenza stagionale. Oggi che il rapporto con la natura è venuto meno, a ricordo dell’antico evento sul Santuario viene celebrata una Santa messa cui intervengono pochi devoti. Il sei gennaio, di buon mattino, si assiste alla “calata della stella”: mediante un meccanismo di funi una sagoma lignea di stella illuminata da lampadine multicolori, parte dalla cantoria e lentamente viene diretta verso l’altare maggiore su cui staziona durante la celebrazione della messa. Il rito rammenta la “Resudazione accaduta dopo l’occaso del sole, e in tempo di difetto di lumi, come avvenne nell’anno 1719 nel dì dell’Epifania ad ore due in circa di notte”79. «E’ una cerimonia assai semplice, eppure suggestiva come lo sono tutte le cerimonie tradizionali, che, in questo periodo del- 79 C. GATTA, La Lucania Illustrata, Napoli, Abri, l 723, p. 101. Le due di notte devono intendersi due ore dopo il tramonto secondo la scansione del tempo allora in uso. 58 A TE, FERVIDO ARCANGELO! l’anno, svolgendosi in ore in cui non c’è ancora la luce del sole, si richiamano alla luce e alla Luce di Cristo»80. Prima e dopo le date canoniche, la Chiesa invita i fedeli a seguire la novena, ad intonare canti ed elevare lodi in onore di San Michele Arcangelo in preparazione e a conclusione dei giorni solenni del periodo festivo. La Barca “L a Barca è una manifestazione allegorica, che trova fondamento e sostegno non nei documenti, ma solo nella tradizione pratica, nel racconto orale del popolo salese”. Essa si concreta in una processione singolare che si svolge di notte a partire dal crepuscolo del 28 settembre e attraversa la maggior parte delle vie del centro storico, non lambendo gli abitati sorti dalla seconda metà del novecento. 8QJR]]RFRORUDWRG¶D]]XUURHELDQFRFRQXQSLFFRORDOEHUR munito di una vela candida ospita un bambino travestito da angelo con gonnellino azzurro, camice bianco coperto da corazza, e con l’elmo in testa, la fascia traversa verde e la spada nella PDQRGHVWUDSDUWHGDOULRQHGL6DQW¶(XVWDFKLRVHJXHQGRLOSHUcorso inverso a quello che il simulacro di San Michele compirà l’indomani 29 settembre, quando sarà portato a spalla dal sacro monte. 8QD SULPD ULÀHVVLRQH V¶LPSRQH SHUFKp OD SURFHVVLRQH GL VHUD")RUVHSHUFKpO¶RVFXULWj¿VLFDqVLPERORGLTXHOODVSLULWXDOH" 80 Cronistoria parrocchiale della SS. Annunziata 1983, scritta da don Angelo Spinillo junior, ora vescovo di Teggiano – Policastro. 59 PASQUALE RUSSO Come nel regno di Dio tutto è luce, così in quello del demonio tutto è oscuro. Pertanto si potrebbe opinare che la Barca e l’anJHORYRJOLDQRVLJQL¿FDUHO¶DVWX]LDGL6DWDQDFKHSUHWHQGHUHEEHGL avere ragione di San Michele, camuffandosi sotto le spoglie innocenti del bambino-angelo, che recita forse furbescamente un’ode in onore del protettore avanti ad ogni edicola che incontra lungo il percorso81. C’è da osservare ancora che Satana voglia mascherare la sua astuzia, servendosi di una barca e di indumenti dai colori che simboleggiano l’innocenza, la purezza, la luce, la verità assoluta (il bianco), e la fedeltà alla verità rivelata (l’azzurro). Ma “la tonalità azzurrina è considerata anche il colore dell’aria dove abitano i demoni”82. Fino a qualche anno fa la processione seguita dal popolo FRQOH¿DFFROHHUDULWHQXWDXQDSURFHVVLRQHODLFDHDGHVVDVL SRWHYDDWWULEXLUHLOSUHGHWWRVLJQL¿FDWR83. Ora che inopinatamente l’accompagna il rettore di Santo Eustachio, sembra che sia venuto /HYLHFKHWRFFDOD%DUFDVRQR$UQDOGRGD%UHVFLD)RUQDULQD5DIIDHOHGD8UELQRYLD&DVWHOOR6LOYLR3HOOLFR)HOLFH2UVLQL$OELQLR6DQWDUVHQLR SLD]]HWWD*UDFFKLYLD'DQWH*DHWDQLGL*DHWDYLD0DQLQGRYHDYDQWLDOOD grande edicola del Santo protettore l’angelo recita: “Salve o glorioso Arcangelo”. Percorre poi via Giovanni Camera, procede per via Fratelli Bandiera e via *UDPPDWLFRGLUHWWDDOOD66$QQXQ]LDWD3URVHJXHSRLSHUODUJR8JR%DVVL 82 “Il colore dell’aria, dove abitano i demoni”, è rappresentato con una tonalità azzurrina, secondo Efesini. 2,2 [CASSINELLI – GUERRIERO (a cura di) IcoQRJUD¿DH$UWH&ULVWLDQD, Vol. I, Torino, Edizioni San Paolo, 2002, p. 106]. 83 Dello stesso avviso è il prof. Antonio Tortorella che ritiene che la Chiesa “teneva una certa distanza dalle attitudini religiose del popolo”, facendo risalire alle “incomprensioni la dicotomia tra gerarchie ecclesiastiche e popolo”. “La cosa induceva il popolo a scelte autonome, come è possibile dedurre ad esempio dalla tradizionale assenza di sacerdoti alla processione della Barca, alla vigilia della festa di San Michele a Sala” (cf. Bollettino Diocesano della Diocesi di Teggiano - Policastro, anno LXXXVII, 2005, p. 343). 81 60 A TE, FERVIDO ARCANGELO! meno il senso allegorico, che essa comunque ha84. Anche tra la barca e la vita umana è evidente l’analogia. Scrive Sant’Agostino: «La vita in questo mondo è come un mare tempestoso, attraverso LOTXDOHGREELDPRFRQGXUUHLQSRUWRODQRVWUDQDYHVHULXVFLUHmo a resistere alla tentazione delle sirene, raggiungeremo la vita eterna»85. E il demonio fa di tutto perché l’approdo luminoso non ci sia. Giungendo sul sagrato della chiesa della SS. Annunziata, avanti alla porta un tempo chiusa86, la barca viene fatta avanzare ed indietreggiare per tre volte dai portatori con movimento VFDWWDQWHUDSLGRHGHFLVRGHWHUPLQDQGRXQD¿JXUD]LRQHGLPRWR d’onde, quasi marosi di tempesta scatenata dal maligno. La porta SURSRQHO¶LGHDGHOSDVVDJJLRWUDGXH]RQHPDTXHOODFKLXVDYRUUHEEHVLJQL¿FDUHFKHYLqXQGLDIUDPPDWUDGXHPRQGLWUDLOQRWR e l’ignoto, tra il di qua e l’aldilà, tra le tenebre e la luce. La porta invita ad oltrepassarla e solo dopo i movimenti a scatti vigorosi e rapidi c’è la vittoria del principe degli angeli. Ad avvalorare la tesi è anche una quartina dell’Inno a San Michele: In questo mar del mondo, tu, qual propizia stella, guida la navicella verso l’eternità. Concluso il movimento, i portatori gridano: «Evviva San Michele!» a sottolineare la vittoria del Protettore. 84 Anche il suono delle campane della torre di Sant’Eustachio ha contribuito a rompere la purezza della tradizione. 85 GERD HEINZ-MOHR, /HVVLFRGLLFRQRJUD¿DFULVWLDQD, Vicenza, I .P. L., 1984, p. 240. 86 'DOODSRUWDUHVWDDSHUWDVRWWUDHQGRFRVuDOULWRLOVLJQL¿FDWRVLPbolico originale. 61 PASQUALE RUSSO Il cammino riprende verso il punto di partenza. La barca attraversa la piazza e tutto il corso, lungo il quale non vi è più nessuna edicola da onorare. ,QODUJR8JR%DVVLVLDVVLVWHSRLDOOR³VSDUR´GLGXHIDQWRFFL di paglia rivestiti di vecchi abiti – lu viecchiu e la vecchia – alla cui base sono disposti dei petardi, che un tempo scoppiettando OLEUXFLDYDQRDGHVVLHUDDWWULEXLWRXQVLJQL¿FDWRFRQIRUPHDOOD VRFLHWj FRQWDGLQD SUHYDOHQWH 6H EUXFLDYDQR VHQ]D GLI¿FROWj VL preannunziava una stagione agricola propizia, in caso contrario sarebbe stata negativa. Nella piazzetta è intanto già pronto il “palio”, ovvero il palo GHOODFXFFDJQDFRQ¿FFDWRQHOWRPELQRFHQWUDOHHGLQJUDVVDWRDG DUWHSHUUHQGHUHGLI¿FROWRVDO¶DUUDPSLFDWDYHUVRODFLPDGRYHXQ premio in prodotti alimentari e denari sistemati su due bracci attende il vincitore. /HOXFLLQ¿QHVLVSHQJRQRVLVFLRJOLHRJQLFKLDVVRVDFRPSDgnia in attesa del domani, il giorno della Gloria di San Michele. Salve, o glorioso Arcangelo! I l mattino del 29 settembre il simulacro di San Michele scende dal monte. Giunto all’edicola di San Michelicchio in via Manin viene rivestito dell’ “Oro”: collane, bracciali, orecchini e preziosi vari87, donatigli per voto dai devoti. Indi prosegue il suo cammino sostando qua e là su tavoli approntati per O¶RFFDVLRQHFRQWRYDJOLH¿QHPHQWHULFDPDWH¿QRDUDJJLXQJHUH 87 Per preziosi s’ intendono tutti gli oggetti in oro applicati sulle palmette di velluto. A vestire il Santo è attualmente il sig. Vincenzo Chirichella. 62 A TE, FERVIDO ARCANGELO! il rione Sant’Eustachio. La folla numerosissima gremisce la SLD]]HWWD 8JR %DVVL SHU DVVLstere ad una delle più suggestive manifestazioni popolari e di antica tradizione in onore del Santo Patrono. Il bambino-angelo, che il giorno precedente ha compiuto il percorso processionale sulla barca, mediante il volo ad un’altezza di otto-dieci metri dal suolo, offre doni a San Michele, chiedendone la protezione anche per quei salesi che sono lontani dalla terra d’origine, e declama l’ode, che si tramanda oralmente da un Sala Consilina - Festività di S. Michele WHPSR LPSUHFLVDWR 6L DI¿GD Arcangelo. Volo dell’Angelo al rione S. Eustachio. con decisione alle corde che si protendono dal balcone di partenza88 verso un’impalcatura di legno posta a tale scopo di fronte, a ridosso del campanile della chiesa di Sant’Eustachio. Egli, librato nell’aria, solca il cielo per tre volte. Calato avanti alla statua dell’Arcangelo, in tre momenti successivi, offre al Santo Patrono l’incenso, un ¿RUH e una candela, rimarcando la dedizione del popolo al Santo guerriero ed invocando da lui protezione. Assumendo la posa di un angelo che vola “libero” nell’aria il bambino sovrasta gli astanti dai visi protesi verso di lui: chissà quali emozioni prova! In passato la folla, 88 Il balcone da cui parte il volo dell’angelo è quello della casa del sig. Angelo Gesummaria. 63 PASQUALE RUSSO WXWWDUDFFROWDLQSUHJKLHUDDVVLVWHYDSURVWUDWDRJJLQRQFLV¶LQJLnocchia più ma la commozione è palpabile e ciascuno nell’intimo rivolge la sua invocazione al Santo. Toccava, un tempo, all’anziano del rione conservare le corde SHULO³ULWRGHOO¶$QJHOR´HJOLHUDSDUWLFRODUPHQWHULVSHWWDWRSHUOD sua riconosciuta fedeltà al santo ed aveva il privilegio di custoGLUOH¿QRDOO¶DQQRVHJXHQWH89. Oggi hanno cura delle corde e della barca gli organizzatori del Volo dell’angelo, mentre a tenere con impegno ed amore l’abbigliamento dell’angelo (fasce, gonnellino ali ecc.) è Michele Di Benedetto che si pregia, coadiuvato dal ¿JOLR 'RPHQLFR GL LVWUXLUH DQFKH LO EDPELQR QHOOD UHFLWD GHOl’ode. Ode a San Michele Salve, o glorioso Arcangelo ti offriamo l’incenso eletto ed insieme al nostro petto s’alza una prece a te: una prece di fervidi e avvolta d’amore immenso, che rassomiglia all’incenso, e vola al Re dei re. A te, fervido Arcangelo, proteggi di valore, /¶XOWLPRFXVWRGHGHOOHFRUGHqVWDWR¿QRDOODVXDPRUWHLOVLJ&DUPLQH &KLULFKHOODDOTXDOHHUDQRVWDWHDI¿GDWHGRSRODVFRPSDUVDGL3LHWUR/RYDJOLR Precedentemente le corde erano state custodite dalla famiglia Tommasiello. 89 64 A TE, FERVIDO ARCANGELO! WLRIIULDPRXQYDJR¿RUH che manda olezzo al ciel. 7X¿RUGHL&RULDQJHOLFL accetta il dono ancora, e da quell’alta dimora qui fanno le stelle un vel. A te, possente Arcangelo, nemico d’ogni inganno, al primo odioso danno, col vittorioso pie’. Ti offriamo ardente un cereo, simbolo del tuo coraggio, se tu a noi mandi un raggio dalla celeste fe’. Proteggi questo popol, che prostrato t’implora; proteggi quelli ancora che in terra straniera sono. E dai lontani e dai prossimi ti sovvenga il pensiero. Odi, o Santo Guerriero, della nostra prece il sòn. L’angelo parte dal balcone di casa di Angelo Gesummaria. Odi, o Santo Guerriero, della nostra prece il sòn. (da “A l’us’ andícu” di A. Tortorella). Quest’ode che viene recitata in vernacolo dall’”angelo”, davanti alla statua di San Michele, potrebbe aver subito nel tempo una corruzione linguistica. Nell’esaminarla, infatti, emerge un 65 PASQUALE RUSSO componimento rispettoso di tutte le regole poetiche: dalla lunghezza del verso alla strofa, dalla rima al ritmo di cui l’anonimo autore doveva essere ben consapevole. Se ne riporta il testo quale presumibilmente poteva essere in origine90. 1 2 3 4 5 6 7 8 Salve, ò gloriòso Arcàngelo, t’ offriàm incènso elètto e insièm dal nòstro pétto s’alza ùna prèce a te. la prèce, chè noi fèrvidi volgiàm con àtto91 intènso, è sìmil àll’incènso, che vòla al Rè da Te. 1 A tè, fervìdo Arcàngelo, 2 portènto dì valòre 3 offriàm un YjJR¿zUH 4 che mànda olèzzo al cièl. 7X¿zUGHL&zULDQJqOLFL 90 Trasposizione dall’espressione in vernacolo all’originale poetico. QuatWURVWURIHGLRWWRYHUVLXQGLVWLFR¿QDOHGLYHUVLVHWWHQDUL 5LPD$%%&'((& A = settenario sdrucciolo B = settenario C = settenario tronco D = settenario sdrucciolo E = settenario I settenari tronchi rimano tra loro. Il terzo e il quarto verso, il settimo e l’ottavo sono legati dall’Enjambment. ,OGLVWLFR¿QDOHFRGDULPDFRQJOLXOWLPLGXHYHUVLGHOO¶XOWLPDVWURIH Accento ritmico:SHUWXWWLLVHWWHQDULO¶DFFHQWRULWPLFRVSHFL¿FDWDPHQWH espresso nell’ode) cade sulla seconda, quarta e sesta sillaba. 91 Atto, forma sincopata da a(ffe)tto. 66 A TE, FERVIDO ARCANGELO! 6 accètta un dòno ancòra, 7 e d’ ùna tàl dimòra 8 fa’ quì di stèlle un vèl. 1 A tè, possènte Arcàngelo, 2 nemìco d’ògn’ingànno, 3 ch’opprìmi il riòso dànno92 4 col vìttoriòso pie’, 5 offriàm ardènte un cèrio, 6 simìl al tùo coràggio, 7 ché tù ci màndi un ràggio 8 de là celèste fè’. 1 Protèggi quèsto pòpolo, FKH7qSURVWUjWRLPSOzUD 3 protèggi quèlli ancòra 4 ch’in tèr-re strà-nier’ son. 5 E dèi lontàni e pròssimi 6 sovvènga a tè un pensièro 7 odi, ò San-to e Guer-riè-ro, 8 di nòstra prèce il suòn. 1 Odi, ò Santo e Guerrièro, 2 di nòstra prèce il suòn. Terminato il “volo dell’angelo”, riprende il percorso processionale cui partecipano oltre il clero ed il popolo anche i rappresentanti di tutte le comunità e le congregazioni della città, i portatori dei cinti, i suonatori di organetti e ciaramelle, le principali DXWRULWjFLYLOLHPLOLWDUL,QSLD]]D8PEHUWR,YLHQHFHOHEUDWDOD ULRVR ULRWWRVRGDQQR GDQQDWRDEEUHYLD]LRQLGHULYDWHGDVLQFRSH 92 67 PASQUALE RUSSO 6DQWDPHVVDFRQSDUWLFRODUHVROHQQLWjJHQHUDOPHQWHRI¿FLDWDGDO vescovo della Diocesi. Chiudono i festeggiamenti religiosi fuochi pirotecnici cui “assiste” il simulacro dell’Arcangelo, prima che venga riposto nel tosello preparato per Lui nella chiesa della SS. Annunziata a sinistra dell’altare maggiore: vi rimarrà per qualche tempo esposto alla venerazione dei devoti. La Confraternita di San Michele Arcangelo O perava ed opera in onore del Santo Patrono la Congrega di San Michele Arcangelo, un sodalizio michaelico istituito con decreto reale del 1855, in seguito a richiesta formulata l’anno precedente93. I confratelli, che ne fanno parte, hanno in dotazione un gonfalone ed uno stendardo con cui accompagnano la processione. Il gonfalone è portato dall’edicola di San Michelicchio in via MaQLQ ¿QR DOOD SLD]]D 8PEHUWR , GRYH LO VHWWHPEUH VL FHOHEUD 93 Dal libro delle Conclusioni della Congregazione di San Michele dal 1886 in poi alla pagina del bilancio 1939 vi è una nota interessante: «Notizie fornite dalla Curia di Teggiano il 5 agosto 1941 XIX –“Fondazione della ConJUHJD]LRQHLO1XPHUR&RQIUDWHOOL1XPHURGHOOH&RQVRUHOOHQRQ ha beni immobili e quindi non ha rendite”». Il libro è presso la chiesetta di San Michelicchio in via Savonarola ed è stato rinvenuto in occasione dei lavori di ristrutturazione per i danni provocati dal terremoto del 23 novembre del 1980. E’ un documento importante che fa OXFHVXOO¶RULJLQHGHOODFRQIUDWHUQLWDFKHQDWDFRQDSSHQDDI¿OLDWLV¶LQFUHPHQWz¿QRDGDYHUHFRQIUDWLQHOSHUSRLULGXUVLDVRORVHLSHUVRQH Cavallo Vincenzo, Rosciano Vincenzo, Balbo Domenico, Pisano Giuseppe e Cocozza Ciro. Oggi il numero sta aumentando, ridando vigore alla tradizione. 68 A TE, FERVIDO ARCANGELO! ODPHVVDLOJDJOLDUGHWWRLQYHFHIDVWUDGDDO6DQWR3DWURQROXQJR WXWWDODSURFHVVLRQHGDOPRQWH¿QRDOODFKLHVDGHOO¶$QQXQ]LDWDH viceversa, l’otto maggio94. Il Priore ha quale segno distintivo un bastone di legno nero e, dal 1889, si adorna anche di un medaglione. I confratelli vestono il camice bianco su cui viene posto il mantello giallo oro, il cappuccio bianco, il cingolo verde attorno alla vita e la fascia traversa verdeVXFXLqULSRUWDWRVXVFXGRWUDSXQWRFRQ¿ORGLFRORUH oro la scritta Quis ut Deus. La fascia tracolla scende dalla spalla destra e si chiude sul lato sinistro all’altezza del cingolo95. Non conosciamo le norme scritte nello statuto di fondazione, ma sappiamo i diritti ed i doveri dei confratelli, desumibili da un opuscolo del 1884, fatto stampare da Antonio Pernetti, che nel prendere possesso della carica a Priore dal 1 gennaio 1885 rammenta ai sodali e alle consorelle le norme generali di comportamento96. 2OWUHDOORVWHQGDUGRGHOOD&RQJUHJDGL6DQ0LFKHOHV¿ODQRLQSURFHVsione anche quelli del Comune di Sala Consilina, dei Comitati della Madonna della Consolazione (o di Castello), di Sito Alto, di Sant’Anna, di San Francesco, della Madonna della Misericordia (o del Latte), della Madonna delle Grazie, di Sant’Antonio e della SS. Trinità, di San Rocco e da qualche anno lo stendardo del Gruppo di preghiera di Padre Pio. 95 Regole della Congrega di San Michele Arcangelo, Sala Consilina, Tip. Rinaldi, 1885, art. 4. 96 /¶RSXVFRORVWDPSDWRGDOODWLSRJUD¿D3DOXPER&LQ6DOD&RQVLOLQD porta il seguente titolo originale: “Doveri e Dritti dei fratelli e delle sorelle componenti la congregazione di San Michele Arcangelo esistente in Sala Consilina” (vedi appendice). Nel 1885 lo stesso Priore fa stampare le Regole della Congrega di San Michele Arcangelo GDOOD WLSRJUD¿D 5LQDOGL GD FXL VL GHVXPH WUD O¶DOWUR FKH l’abito dei confratelli si chiama sacco, “ossia camice di tela bianca col capSXFFLRFRQVLPLOHPR]]HWWDFRORUG¶RURHFRQ¿JXUDGLVHWDULFDPDWDFRQWHnente San Michele Arcangelo, che verrà piazzata alla parte destra anteriore 94 69 PASQUALE RUSSO La sede della Congrega era nella cappella detta di San MiFKHOLFFKLRQHOO¶DWWXDOHYLD6DYRQDURODDQFRUDRJJLVXOODFRUQLFHGHOOD¿QHVWUDOXFHUQDULRGHOODIDFFLDWDHVWHUQDDGRUQDWDGDXQ portale in pietra di Padula, si legge la data della fondazione della confraternita: 1854. La costruzione della chiesetta risale però al 1719 come si rileva da un documento planimetrico e propriamente quando il sentimento religioso a Sala risentì dell’impulso potente conseguente al miracolo che si era manifestato sul monte Balzata dal 1715. Dall’anno della prima benedizione la piccola chiesa della Congrega ha subito miglioramenti e dotazioni, specialmente durante il XIX secolo: infatti è del 1869 la cantorìa, costruita da VinFHQ]R5DJRQHGL&DYDGHL7LUUHQL8OWHULRULLQWHUYHQWLUHVWDXUDWLYL del 1875 e del 1910 furono eseguiti sotto il priorato del citato Antonio Pernetti e sotto l’amministrazione di Pietro Lammardo, di Vincenzo Cestari e Vincenzo Garone. Dopo il bombardamento del 1943, in cui fu distrutta la chiesa di San Pietro Apostolo, don Giovanni Siciliani vi svolse tutte le DWWLYLWjOLWXUJLFKHGLTXHOOD3DUURFFKLD¿QRDOGLFHPEUHGHO quando fu inaugurata la nuova costruzione. La struttura dell’antica chiesetta della Congrega, affettuosamente chiamata dal popolo “la cappelluccia”, è espressione dell’architettura tardobarocca. Notevoli per l’eleganza costruttiva sono l’abside che accoglie l’altare, le paraste che abbelliscono le pareti, i cornicioni che coronano l’unica navata e le volùte che rappresentano il motivo ornamentale della cappella, che nell’in- della mozzetta” e che “il solo Priore nelle pubbliche funzioni farà uso di un bastone di legno nero (art. 4). Con tali opuscoli Antonio Pernetti, manifestando anche l’affetto ai componenti della Congregazione, lascia ai posteri la traccia da cui partire per la ricostruzione di un cammino religioso. 70 A TE, FERVIDO ARCANGELO! sieme è armoniosa. Custodisce una piccola statua di San Michele e una bella Madonna Assunta, di fattura artistica. Il 29 settembre del 1986, a ricordo della riapertura al culto avvenuta il 3 febbraio 1985, dopo il restauro conseguente al terremoto del 1980, sulla facciata della chiesa fu posta una vetrata che UDI¿JXUDLWUH“Sì” della creazione: il sì degli angeli a Dio; il sì dell’umanità a Dio; il sì del Dio-incarnato al Padre. /DOXFHYL¿OWUDLQDEERQGDQ]DRIIUHQGRXQVHQVRGLPLVWLFD EHOOH]]D$WWXDOPHQWHYLVLRI¿FLDGLWDQWRLQWDQWRHVVHQGRSHUtinenza della chiesa madre di Sala Consilina. La Procura L ’organizzazione di tutto quanto riguarda la festa patronale e, più in generale, il culto e la devozione popolare al 6DQWRSURWHWWRUHqDI¿GDWDDOOD3URFXUDGL6DQ0LFKHOH$UFDQJHOR costituita nella Parrocchia della SS. Annunziata. Essa, detta anche Comitato, è un’associazione di persone che opera nel rispetto di XQRVWDWXWRFKHQHUHJRODODYLWDHOH¿QDOLWj/¶HVLJHQ]DGLDGRSHrarsi con zelo, per venerare più degnamente il glorioso Arcangelo e per provvedere alle necessità del Sacro tempio a Lui dedicato, risale al 1715, subito dopo il miracolo della manna. Scrive Costantino Gatta: «furono immantinente creati, e eletti dal Pubblico, due dell’ordine dei primi gentiluomini, per governo di detto Santuario, con legge che debbano sempre, e in perpetuo eleggersi da tal ordine, con impegno e obbligo d’avere diligente cura di detto santo luogo, e di provvederlo di elemosine, e d’altri convenevoli aiuti, per il culto divino e di detto glorioso principe»97. 97 C. GATTA, La Lucania Illustrata, cit. p. 90. 71 PASQUALE RUSSO Così in conformità a tale antica determinazione si è proseguiWRFRQORVWHVVRVSLULWRQHOFRUVRGHOWHPSR¿QRDGRJJLUDFFKLXGHQGROHVWHVVH¿QDOLWjLQRUJDQLFKHQRUPH$GHVHPSLRO¶DUWLFROR 3 dell’attuale statuto recita: «la Procura si ritiene associazione ecclesiale operante all’interno della comunità parrocchiale ed in stretta collaborazione con essa e con il Parroco, essendo la festa patronale e il culto di San Michele Arcangelo momenti importanti della vita religiosa». ©,OFRPLWDWRQHOODSHUVRQDGHOYLFH3UHVLGHQWHKDLQDI¿GDmento la custodia e l’amministrazione del Santuario di S. Michele Arcangelo sul monte Balzata» (art. 15). Ai membri della Procura si richiede «un serio impegno della vita Cristiana, unendo alle riunioni organizzative di carattere pratico ed economico, anche riunioni di carattere catechetico e di conoscenza e d’approfondimento della Parola di Dio, guidate dal Parroco» (art. 5). «Il membro della Procura che dia notoriamente testimonianza di vita contraria alla fede cristiana, sarà invitato a chiarire la sua posizione e potrà essere allontanato da incarichi VSHFL¿FLULFRSHUWL¿QRDTXHOPRPHQWRRDGGLULWWXUDHVSXOVRGDOOD Procura» (art. 10). Organi della Procura sono: Il Presidente effettivo, il vice Presidente, il Tesoriere, il Segretario. Il numero massimo dei procuUDWRULq¿VVDWRLQGLFLRWWRSHUzSRVVRQRIDUSDUWHGHOFRPLWDWR anche i procuratori onorari, in numero illimitato (art. 7). L’ultimo statuto che regola la vita della Procura risale al FRVWLWXLWRGLDUWLFROLqFRQWUR¿UPDWRGDORettore Angelo Spinillo junior, dal Presidente Michele Pompa e dal Segretario Antonio Melillo98. 98 1983. 72 Dallo Statuto della Procura di San Michele Arcangelo del 31 agosto A TE, FERVIDO ARCANGELO! /$3,',68/6$178$5,2 Fanum hoc Toto fere orbe celeberrimum Divo Archangeli Michaeli Sacrum Hospes etsi properas humillime venerator Hic enim ab anno MDCCXV Mira Angelorum Principis Virtus Novo apparuit miraculo Nam prodigiosa Lynpharum scaturigine Ex venerabili ipsius antiqua Icone Arido depicta Parieti Inter sacrorum Solemnia 3OXUHVPLUL¿FHVHPDQLIHVWDYLW Cuius Rei memoriam Ne usquam oblivio deleat Lapidem hunc Sub auspicijs Caroli Francisci Giocoli Episcopi Caputaquensis DD. Costantinus Gatta & Dominicus Giliberto Praefecti posuerunt Anno MDCCXXI99 •• 99 Lapide posta sull’intradosso dell’ingresso del Santuario di San Michele. Ringrazio il preside prof. Adolfo Manzione per i suoi preziosi consigli sulle traduzioni. 73 PASQUALE RUSSO 48(6727(03,2&(/(%(55,02,148$6,78772 IL TERRITORIO CIRCOSTANTE, È CONSACRATO A SAN MICHELE ARCANGELO. )25(67,(52$1&+(6(+$,)5(77$&213,(1$80,/7¬ *(18)/(77,7, 3(5&+e48,'$//¶$112/$0,5$%,/(9,57Ô'(/ PRINCIPE DEGLI ANGELI 6,02675Ñ&21182920,5$&2/2 3,Ô92/7(,1)$77,'85$17(/( SOLENNI CELEBRAZIONI SI MANIFESTÒ IN MODO STRAORDINARIO CON PRODIGIOSA 6&$785,*,1(',8025( '$//$68$0,5$%,/($17,&$()),*,(',3,17$68 81¶$6&,877$3$5(7( $)),1&+e1216,&$1&(//,,11(6681/82*2 LA MEMORIA DI TALE EVENTO, ,352&85$725,'27725,&267$17,12*$77$( '20(1,&2*,/,%(572$863,&(&$5/2)5$1&(6&2 GIOCOLI, VESCOVO DI CAPACCIO, 326(5248(67$/$3,'(1(//¶$112 ======== D. O. M CAROLUS FRAN(CISC)US GIOCOLI EP(ISCOP)US CAPUTAQ(UENSIS) UT ETIAM FIDELIUM CORPORALEM SITIM REFRIGERARET PATERNA CHARITATE SUO ÆRE CISTERNAM HANC F(ACIENDAM) C(URAVIT) A(NNO) D(OMINI) MDCCXX100 100 Lapide con epigrafe e simboli prelatizi, posta sulla facciata del Santuario di San Michele. 74 A TE, FERVIDO ARCANGELO! CARLO FRANCESCO GIOCOLI101, VESCOVO DI CAPACCIO, PER SODDISFARE ANCHE LA SETE CORPORALE DEI FEDELI, &21$025(3$7(512$68(63(6( )(&(&26758,5(48(67$&,67(51$ NELL’ANNO DEL SIGNORE 1720. ====== PIIS VOTIS FIDELIUM OPE ET AUTHORITATE ILL(ustrissi)MI GIOCOLI EPISCOPI CAPUTAQ(uensis) ACCESSIT DEVOTIO CAIETANI MUGNOLO PROCURA TORIS ET CL(eri)CI DOMINICI TRAMONTE OBLATI S(ancti) MICHAELIS ARCANGELI ANNO D(omini). D(ei). 1722102 •• AI PII DESIDERI DEI FEDELI *5$=,($//¶23(526$$8725,7¬ '(//¶,//8675,66,029(6&292',&$3$&&,2*,2&2/, 6,$**,816(/$'(92=,21( '(/352&85$725(*$(7$1208*12/2 E DEL CHIERICO DOMENICO TRAMONTE OBLATO DI SAN MICHELE ARCANGELO NELL’ANNO DEL SIGNORE DIO 1722 ======== 101 102 Carlo Francesco Giocoli fu vescovo di Capaccio dal 1717 al 1723. Epigrafe all’ingresso del Santuario. 75 PASQUALE RUSSO D. O. M. AD PERPETUAM REI MEMORIAM ARA HÆC MAIOR DIVO ARCANGELORUM DINASTÆ DICATA, PRO PURGANTIUM ANIMARUM SUFFRAGIO SEXTA FERIA OMNIS HEBDOMEDÆ ET PER OCTA VAM COMMEMORATIONIS MORTUORUM EX SPECIALI S(anct)S(i)MI D(omini) NOSTRI PAPÆ BENEDICTI XIII MUNIFICENTIA PERPETUO INDULTO FUIT DECORATA ANNO SALUTIS MDCCXXVIII103 •• A DIO OTTIMO MASSIMO $3(53(78$0(025,$ 48(672$/7$5(0$**,25('(',&$72 AL DIVINO PRINCIPE DEGLI ANGELI, )8,035(=,26,723(563(&,$/(*(1(526,7¬ ',68$6$17,7¬%(1('(772;,,, &213(53(78$,1'8/*(1=$ 3(5,/68))5$*,2'(//($1,0(385*$17, IL VENERDÌ DI OGNI SETTIMANA ('85$17(/¶277$9$ DELLA COMMEMORAZIONE '(,'()817, NELL’ANNO DELLA SALVEZZA 1728 ========= 103 76 Interno del Santuario di San Michele. A TE, FERVIDO ARCANGELO! D. O. M VEX(illum) HOC CRUC(is) SAN(ctae) D(omini) N(ostri) I(esu) XR^TI TRASL(atum) IN LOC(o) ISTO FUIT A(NNO) D(OMINI) 1742 EX QUO BIS FRACT(um) IN PUB(LICA) PLAT(EA) UBI PRIUS REPOS(itum) FUERAT104 •• A DIO OTTIMO MASSIMO 48(6726(*12'(//$6$17$&52&(',&5,672 NOSTRO SIGNORE )875$6/$72,1&2'(672/82*2 1(//¶$112'$48$1'23(5'8(92/7( )8087,/$721(//$38%%/,&$3,$==$105 DOVE PRIMA ERA STATO COLLOCATO ======== MARMOREÛ STRUXIT RIVUM QUO LIM PIDA CURRIT LINPHA SITIM SEDANS IMPIGER ATQUE VIGIL MARIANUS PALADINO 352&85$7Û5 A.D. 1804106 104 Base della croce ora testata d’angolo su un muro esterno del Santuario di San Michele. 105 La piazza in antico era detta Piano della Croce di Mont’Oliveto (E. SPINELLI – A. DIDIER, L’Archivio di San Pietro di Sala Consilina, Salerno, Laveglia Editore 1990, p. 103). 106 Santuario di San Michele: conchiglia marmorea che custodisce le premure di un governatore del tempio. 77 PASQUALE RUSSO ,/352&85$725(0$5,$123$/$',12 SOLLECITO ED ATTENTO )(&(&26758,5(1(//¶$11281&$1$/(',0$502 '$/48$/(6&255(/,03,'$$&48$&+(3/$&$/$6(7( ====== PHILIPPUS SPERANZA EP(ISCOP)US CAPUTAQUEN(SIS) TEMPLUM HOC DIVO MICHAELI DICATUM CONSECRAVIT DIE XII MENSIS MAJ A(nno) MDCCCV IPSUMQ(ue) PIE VISITANTIB(us) IN DIE CONSECRATION(is) ANNIVERSARIA XL DIES DE VERA INDULGENTIA CONCESSIT. PIUS VERO VII PONTIFEX M(aximus) BENIGNE INDULSIT DIE XXIX APRILIS A(nno) MDCCCVI OMNES CRISTIFIDELES CONFESSI AC SACRA REFECTI SYNAXI QUI DEO PRO PRINCIPU(m) CRISTIANOR(um) C(on)CORDIA, HÆRESU EXTIRPATIONE AC S(anctæ) M(atris) ECCLESIÆ EXALTATIONE PIAS EFFUDERINT PRECES TEMPLU(m) HOC VISITAVERINT DIE PENTE COSTES AC DEDICATIONIS EIUSDEM A P(ri)MIS VESPERIS USQUE AD OCCASUM SEQUENTIS DIEI DIE VIII MAJ, ET XXIX SEPTEMBRIS, AC VII DIEBUS RESPECTIVE SEQUENTIB(us) SEMEL TANTO QUO LIBET AN(no) AD SUI LIBITU(m) PLENARIA(m) OMNIU(m) PECCATORU(m) SUOR(um) INDULGENTIA LUCRENTUR , UT VERO POSTERIS ID INNOTESCAT, U(troque) I(ure) D(ominus) PASCHALIS DE PETRINIS PROVICARIU(s) GEN(era)LIS CAPUTAQ(ensis) EX SUA DEVOTIONE PUBLICE POSUIT KALENDIS FEBRUARI(i) A(b) I(nca)R(n)A(tion)IS MDCCCVII •• 78 A TE, FERVIDO ARCANGELO! FILIPPO SPERANZA, VESCOVO DI CAPACCIO HA &216$&5$7248(6727(03,2'(',&$72$6$10,&+(/( ,/0$**,2($48$17,/29,6,7,12&21)('(1(/ GIORNO ANNIVERSARIO +$&21&(66248$5$17$*,251, ',9(5$,1'8/*(1=$ ANCHE PIO VII BENIGNAMENTE HA ACCONDISCESO ,/$35,/($&+(7877,,)('(/, &21)(66$7,(&2081,&$7, '85$17(/$6$&5$&(/(%5$=,21( CHE ABBIANO ELEVATO A DIO DEVOTE PREGHIERE PER LA CONCORDIA DEI PRINCIPI CRISTIANI, PER L’ESTIRPAZIONE DELLE ERESIE E PER L’ESALTAZIONE DELLA SANTA MADRE CHIESA ('$%%,$129,6,7$7248(6727(03,2 NEL GIORNO DELLA PENTECOSTE E '(//$68$&216$&5$=,21( DAI PRIMI VESPRI FINO AL TRAMONTO '(/'Î6(*8(17( NEL GIORNO OTTO MAGGIO E VENTINOVE SETTEMBRE, (1(,6(77(*,251,5,63(77,9$0(17(6(*8(17, /8&5,1281$92/7$2*1,$112 $35235,23,$&,0(172/¶,1'8/*(1=$3/(1$5,$ 3(57877,,/2523(&&$7, 3(5&+e&,Ñ6,$&2126&,872$1&+('$,3267(5, ,/'27725,1875248(,85( '213$648$/('(3(75,1,6 PROVICARIO GENERALE DELLA DIOCESI DI CAPACCIO, 3(568$'(92=,21(326( NELL’ANNO DELLA INCARNAZIONE IL PRIMO FEBBRAIO 1807. ======= 79 PASQUALE RUSSO $&85$',9,723$//$',12)8$1*(/2 E FRANCESCO PERNETTI /$62&,(7$¶6$/(6(72548$727$662 5(6,'(17($1(:-25. )(&(5(67$85$5(48(6726$178$5,2 OFFICIALI DEL SODALIZIO PER LA GESTIONE 1914 ---ROSARIO LENTINO PRESIDENTE BERARDO MELE V. PRESIDENTE GASPARE PARISIO SEGRETARIO 80%(572$8/(7$7(625,(5( 0,&+(/(129(//,128)),&,$/(6$1,7$5,2 -----&85$725, $1721,2'¶$0(/,20,&+(/($6&8'(52 FILADELFO FINA CONSIGLIERE ONORARIO DONATO FINA ---CONSIGLIERI /8,*,3$648$ 9,1&(1=2),1$ 5 MICHELE MIGLIORE '20(1,&2*,8',&( 9 RAFFAELE VALVO107 '20(1,&2&2/8&&, 181=,23$//$',12 6 GIOVANNI CANTARELLA )(/,&(3(75$==82/2 ========= A RICORDO DEL RAPPORTO 7(1872'$//$6(=,21(&20%$77(17,',6$/$&216,/,NA 22 SETTEMBRE 1935 XIII108 ======== 107 108 80 Lapide posta sulla facciata del Santuario. Idem. A TE, FERVIDO ARCANGELO! PIETRO PERNETTI *(1(526$0(17((08/$1'2 GLI AMATORI DELL’ARCANGELO $68(63(6(5(67$85Ñ 48(672$17,&2 MARMOREO TEMPIETTO ('(/6$178$5,2 INNALZÒ L’ARCATA E IL PORTALE 819272 CON FEDE OPEROSA SCIOGLIENDO A. D. 1946109 ============ FILIPPO GAGLIARDI110 DI MONTESANO PER ONORARE LA MEMORIA DELLA MADRE MARIANNA )(&(&26758,5($68(63(6( 81&203/(72(02'(512,03,$172 ',3$5$)8/0,1, $6,&85$3527(=,21(',48(6726$178$5,2 *,¬&2/3,72('(9$67$72 3,Ô92/7('$//()2/*25, MONTE S. MICHELE DI SALA CONSILINA *,8*12 109 110 Lapide sul lato esterno del cappellino. Lapide posta sulla facciata del Santuario. 81 PASQUALE RUSSO ======= ³/¶$33$5$72*58332/8&(Ê67$722))(572 DAL PRESIDENTE ANTONIO WANCOLLE”111 ===== $'87,/,7$¶'(/3232/2',6$/$112 /¶$00,1,675$=,21(&2081$/( &26758,9$ ,/3,$==$/($17,67$17($/6$178$5,2 E IN MEMORIA DELLA PRIMA APPARIZIONE ',6$10,&+(/($5&$1*(/268/*$5*$12 L’8 MAGGIO DEL 490 NEL XV CENTENARIO CON DEVOZIONE FILIALE DEDICAVA AL SANTO PATRONO L’8 MAGGIO DEL 1990 Il Presidente della Procura Avv. Angelo Paladino 111 Il Rettore del Santuario Sac. Antonio Cantelmi Lapide del 1970 posta sulla parete delle scale che portano al piano superiore. 112 Lapide posta sulla facciata del Santuario. 82 A TE, FERVIDO ARCANGELO! APPENDICE Lettera del vescovo Carlo F. Giocoli1 C arolus Franciscus Giocoli, Dei et apostolicae Sedis grazia, olim Sancti Severi, nunc Sanctae Caputaquen Ecclesiae Episcopus, ac Iunctarum Sedium Pestanae Velinae, Acropolitanae, et %X[HQWLQDHXWLOLV'RPLQXV0RQWLV/XFXOLHWF8QLYHUVLVHWVLQgulis has nostras litteras inspecturis, lecturis, legique pariter audituris notum facimus, et in Domino testamur, qualiter in Tempio Divi Michaelis Arcangeli, erecto in Cacumine cuiusdam Montis Civitatis Salae huius nostrae caputaque. Dioecesis, ab anno millesimo, septingentesimo decimo quinto, fore usque ad presentem diem ex antiquissima Icone dicti Celestis Militiae Principis, in aridissimo depicta pariete, inter sacrorum solemnia, pluries miUL¿FD/\QSKDUXPVFDWXULJRDSSDUXLWTXL/DWLFHVJXWWDWLPSULXV LQGHTXH VLF DIÀXHQWHU H[ 9HQHUDELOL 4XRGTXLGHP SURGLJLXP quod pluries in dictu annorum cursu evenit, non alio tempore, ut plurimum accidit, quam in Maximis Sancta Matris Ecclesiae Festivitatibus, tum Deiparae, Sanctorumque Apostolorum, tum in sollemnitatibus ipsiusmet Divi Archangeli, nec alia fere hora, QLVLLQWHU0LVVDUXPFHOHEUDWLRQHVHWGXP8QLYHUVXV3RSXOXVLEL fervide orans, culpis expiatus, salutarique paenitentia motus, vere ad deum conversus est: Tale, tantumque stupendum portentum, primo se exeruit die decima septima mensis Maij anni praedicti, tempore Paesulatus Nostri Praedecessoris, nunc Archiepiscopi &RPSVDQL4XRGHWLDP1RELVSURSULLVRFXOLVGLHYLJHVLPDQRQD 1 C. GATTA, La Lucania Illustrata, cit., pagine introduttive. 83 PASQUALE RUSSO Septembris anni millesimi septuagentesimi decimi noni, non sine PD[LPDDQLPL1RVWUL&RQVRODWLRQHLQWXHULFRQWLQJLW7DOHPDXWHP Resudationem miraculosam fuisse, non solum id ratio, ex quaqua parte convincit, sed clare dignoscitur ex actis apud Nostram Curiam compilatis, quibus etc. In quorum omnium, et singulorum ¿GHPKDVSUDHVHQWHV1RVWUDPDQXVXEVFULSWDVVLJLOOLTXH1RVWUL impressione munitas dedimus ex Nostro Episcopio Oppidi Novi die 17 mensis octobris 1720. C(arolus). F(ranciscus). Episcopus Caputquen(sis) Locus Sigilli Angelus Pinto Cancell. (La traduzione è riportata nel “Prodigio della resudazione”) Copia del Sommario Processo IRUPDWRVRSUDODSRUWHQWRVDUHVXGD]LRQHGHOO¶HI¿JLHGHO*ORULRVR3ULQcipe S. Michele Arcangelo, nel sagro monte della Città di Sala, ut intus (fatto il 20 maggio del 1852 dal Servo della Diocesi di Diano Lorenzo Pericolo). «I l giorno 8 maggio 1718, di mattina, entrarono nella cappella di San Michele il Signor Vicario Generale Dottor e Protonotario Apostolico D. Nicolò Saraceni e i Testimoni da lui chiamati. Erano circa le ore 16 e su richiesta del Rev. Signor Vicario, i Testimoni cominciarono ad esaminare e a toccare con mano la Sacra Immagine. Essi la trovarono secca ed arida e allo stesso modo trovarono le mura laterali del Cappellino, dell’altare posto sotto l’Immagine e le mura della Chiesa esteriore. Trascorse circa un’ora prima che arrivasse la Processione composta dal Clero, Religiosi, Cittadini e forestieri provenienti dalla città di Sala, con la statua portatile di S. Michele la “quale fu riposta nel medesimo Cappellino interiore in Cornu Evangelii 84 A TE, FERVIDO ARCANGELO! dell’Altare” e fu cantata la Messa solenne. L’Immagine continuò a mantenersi asciutta anche una volta terminata la celebrazione. Ma dopo che giunsero dei Sacerdoti e Religiosi Cappuccini ed altri del popolo, in abito di Penitenza recitando Inni e Salmi peQLWHQ]LDOL H ÀDJHOODQGRVL GRSR FLUFD XQ¶RUD OD 6DFUD ,PPDJLQH cominciò a resudare, dalle ginocchia al capo, un liguore aureo, per circa un’ora. I Testimoni osservarono il fenomeno. Il liguore IXUDFFROWRLQDPSROOLQHHIXFRQWLQXDWRO¶HVDPH¿QRDOOHSRL fu fatta la deposizione circa il fenomeno al quale si era assistito2. Viene precisato che il Signor Vicario non fece trattenere più di sei persone, dentro la Cappellina interiore, dove sta la Sacra Immagine, e che davanti ad essa non furono accese più di due candele ed altre due davanti alla Statua. Nella Cappella esteriore non fece trattenere più di cinquanta persone. Il quarto lato comunica, mediante un arco, con la Cappella HVWHULRUH/D&DSSHOOLQDLQWHULRUHqFRVWUXLWDDODPLDVHQ]D¿QHVWUHGHQWURqEHQLQWRQDFDWDIXRULqFRSHUWDGL(PEULFLFRVuFKH non può penetrarvi l’umidità. Dunque tale resudazione non può essere considerata causa QDWXUDOHDQFRUSLFRQVLGHUDQGRFKHLOJLRUQRGRSRL7HVWLPRQL ritornarono ad esaminare l’Immagine e la trovarono perfettamente asciutta. Inoltre il Dott. Costantino Gatta aggiunse di essersi recato lì anche il giorno precedente all’8 e di aver visto tutte le pareti aride». Sala 20 maggio 1852, Lorenzo Pericolo»3. 2 Il documento riporta le ore locali, che scandivano la giornata seguendo XQFRPSXWRSHULOTXDOHVL¿VVDYDQROHLQFRLQFLGHQ]DGHOWUDPRQWR3HUWDQto, iniziando a contare (ora 1ª) subito dopo il calar del sole, le citate ore 16 e 23 corrisponderebbero rispettivamente alle attuali ore 9 e 16. 3 Il Ponte – Bollettino d’informazione parrocchiale, (inserto) – San Pietro Apostolo - Sala Consilina, (SS segue la descrizione di miracoli), 1991. 85 PASQUALE RUSSO Invito dei Sindaci di Sala al Priore della Confraternita “San Vincenzo di Paola” Al Signor Priore della Confraternita Di San Vincenzo da Paola Sala Amministrazione Comunale Sala 7 Maggio 1835 6ignor Priore Ricorrendo domani la solenne Festività dell’Eccelso Protettore San Michele, io la invito di favorire alle ore tredici nella Chiesa di S. Biagio, per condecorare la Sacra Processione con i di lei confratelli, tutti adorni di ceri e per pregare il Prode nostro Difensore, onde implori presso l’Ente Supremo il perdono dei peccati nostri. Il Sindaco *$3DSSD¿FR4 Al Signor Priore della Confraternita Di San Vincenzo da Paoli in Sala *** Amministrazione Comunale N. 200 Al Signor Priore della Congrega di San Vincenzo a Paola in Sala Sala 29 settembre 1837 Dal Sindaco di Sala 6ignor Priore Ricorrendo oggi la solenne Festività del Protettore San Michele, La prego di intervenire insieme a tutti i suoi confratelli decorati di Torce nella Chiesa di S. Biaggio (sic) ad ore 14 per poi anda- 4 86 Il documento è presso l’Archivio del sig. Antonio Romano. A TE, FERVIDO ARCANGELO! re all’incontro del Santo riunita alle altre confraternite, e Clero, onde eseguirsi con la massima pompa a processione per l’abitato. Il Sindaco Francesco del Vecchio5 $WWRGLIRQGD]LRQHGHOOD &RQIUDWHUQLWDGL6DQ0LFKHOHD6DOD6 Napoli 14 febbraio 1855 Ferdinando II Per grazia di Dio Re del Regno delle Due Sicilie, di Gerusalemme ecc. V eduto l’avviso della Consulta dei Reali Domìni al di qua del )DUR Sulla proposizione del Direttore del Nostro Ministero e Real Segreteria di Stato dell’Interno abbiamo risoluto di decretare e Decretiamo quanto segue: Art. 1° Concediamo il Nostro Sovrano Assenso sulla fondazione e le Regole della Congrega sotto il titolo di S. Michele Arcangelo da isti- 5 Archivio Antonio Romano. Archivio di Stato di Salerno, Intendenza, Busta 2017, fascicolo 21. Notizie sono rilevabili anche sul Libro della Congrega di San Michele, custodito nella cappella in via Savonarola dove è scritto che la Congrega fu approvata da Sua Maestà (D.G.) istallata nella chiesa della SS. Annunziata nel dì 7 maggio 1855 e che la statua di San Michelicchio in dotazione alla cappella fu opera di Antonio Brigante di Padula. 6 87 PASQUALE RUSSO tuirsi in Sala, Provincia di Principato Citeriore, giusta il progetto annesso al presente Decreto. Art. 2° Il Direttore del Nostro Ministero e Real Segreteria di Stato dello Interno è incaricato dell’estensione del presente Decreto. Firmato – Ferdinando Il Direttore del Ministero e Real Segreteria di Stato dell’Interno Presidente del Consiglio dei Ministri Firmato Bianchini Il Ministro Segretario di Stato Firmato Ferd. Troja 3HUFHUWL¿FDWRFRQIRUPH 3HUFRSLDFRQIRUPH Il Ministro Segretario di Stato Il Direttore del Ministero e Real Presidente del Consiglio dei Ministri Segreteria dell’Interno Firmato- Ferd. Troja Bianchini ***** Doveri e Dritti DEI FRATELLI E DELLE SORELLE Componenti la Congregazione di San Michele Arcangelo Esistente in Sala Consilina Sala Consilina 7LSRJUD¿D3DORPER& C 1884 88 A TE, FERVIDO ARCANGELO! A ntonio Pernetti, nominato di bel nuovo Priore della Congrega di S. Michele Arcangelo, ama di ricordare ai suoi Confratelli e alle Sorelle, componenti il Sacro Sodalizio, i doveri cui sono tenuti di adempiere, ed i dritti che loro spettano: e ciò intende fare non solo per lasciar loro un ricordo dell’affetto, che ad essi QXWUHPDH]LDQGLRSHUGDUORURXQDWWHVWDWRGLTXHOODSURIRQGD JUDWLWXGLQH FKH VHQWH YHUVR GL HVVL SHU OD ¿GXFLD FKH SL YROWH KDQQRULSRVWRLQOXLFRQO¶DI¿GDUJOLOD&DULFDGLFXLRJJLSUHQGH possesso. DOVERI 1° I Fratelli sono in obbligo d’intervenire alla Cappella della Congregazione sempre che vi si celebrano delle festività, specie quelle del nostro Santo Protettore. 2° Sono tenuti di recarsi nella Parrocchia di San Pietro il Giovedì Santo, vestiti con l’abito per comunicarsi, come si è pratiFDWR¿QRUD 3° Hanno poi l’obbligo strettissimo di intervenire alla visita del Santo Sepolcro il Venerdì santo, alla Processione del Corpus 'RPLQLDTXHOODGHOQRVWURSURWHWWRUHHSUHYLDODFKLDPDWD del Priore, a tutte le altre, che si sogliono fare per la Città. 4° Nessun Fratello può indossare l’abito in chiesa o cappella estranea senza il permesso del Priore. 5° Tutti i Fratelli hanno il dovere di assistere per giro alle QuaUDQWRUHQHOODSURSULD&DSSHOODHQHOO¶XOWLPDVHUDGRYUDQQR intervenire tutti con l’abito e rispondere all’appello, che verrà chiamato dal Segretario. 6° Sono pure tenuti di recarsi in Cappella la prima e la seconda Domenica per sentirsi la Messa, che sarà celebrata dal Direttore spirituale. 7° Morendo qualche Fratello o Sorella, tutti indistintamente debbono accompagnare il cadavere alla chiesa e al camposanto. 89 PASQUALE RUSSO 8° 9° 10° 11° 12° 13° Chi mancherà a questo dovere pagherà un Punto pecuniario VWDELOLWR GDOOD %DQFD H FRO GHQDUR FKH VL UDFFRJOLHUj VL IDranno celebrare messe per l’anima di chi è passato di questa vita. Dietro avviso del Priore tutti i Fratelli e le Sorelle sono obEOLJDWLG¶LQWHUYHQLUHDOO¶8I¿]LRFKHOD%DQFDGRYUjIDUGLUH in suffragio dell’anima del Fratello o Sorella defunta non più tardi dell’ottavo giorno dalla morte. Tutti i Fratelli o Sorelle che non intervengono mai o quasi mai né all’accompagnamento funebre di quei Fratelli o Sorelle che muoiono, né alle funzioni che si sogliono fare in Cappella, perché gentiluomini o gentildonne, o per affare di negozio o per ragione di salute debbono pagare il doppio di quello che si paga dagli altri. Tutti i Fratelli e le Sorelle hanno il dovere di recitare per otto giorni il Santo Rosario per l’anima del loro Confratello o della Sorella trapassata. Se qualche Fratello o Sorella è stato assente dalla Congregazione per più anni, chiamandosi dal Priore, è tenuto di preVHQWDUVLLQFDVRFRQWUDULRFRVWXLWHUUjXQDULXQLRQHGL)UDWHOOL d’accordo coi quali cancellerà dalla Tabella della Congrega il contumace o la contumace. I Fratelli e le Sorelle che son tenuti di pagare dei punti, debbono farlo senza alcuna osservazione. Finalmente tutti i Fratelli e le Sorelle debbono astenersi dal YHQLUHDGLVSXWHWUDORURODTXDOFRVDqDIIDWWRVFRQYHQHYRle tra persone, che debbono considerarsi come formanti una famiglia sola: e, quando fossero necessitati di farlo sono tenuti di presentarsi ad un Conciliatore, che verrà destinato dal Priore. DIRITTI 1° Ogni Fratello o Sorella che viene a morte, ha il diritto di avere la Bara, la Macchina e cento torce. Inoltre per tutto quel 90 A TE, FERVIDO ARCANGELO! 2° 3° 4° 5° tempo che il cadavere rimane in casa, arderanno intorno ad HVVRGHLOXPLFKHVLGDUDQQRDQFKHGDOOD&RQJUHJDODTXDOH ROWUHDOO¶8I¿]LRFRPHVLqGHWWRGLVRSUDGHYHIDUFHOHEUDUH dodici Messe piane in suffragio del defunto o della defunta. Quei Fratelli o quelle Sorelle che sono infermi, e che non ànno dei mezzi per provvedere ai loro bisogni, hanno il diritto di essere soccorsi dalla Congregazione nella migliore maniera che si può. Se viene a morte qualche Fratello o Sorella, e si sa che la famiglia non ha veramente dei mezzi per poter pagare i diritti della Chiesa ove si celebra il funerale, questi saranno pagati dalla Congrega, dietro ordine del Priore di accordo coi rimanenti della Banca e di altri Fratelli, se il defunto o la defunta avrà adempito a tutti i suoi doveri spirituali e temporali. Ciascun Fratello, purché sia di qualche capacità, può essere HOHWWR3ULRUHFROXLSHUzFKHSHUORVSD]LRGLXQDQQRQRQKD frequentata la Congregazione, perde questo diritto. E qui torna opportuno ricordare a tutti che il Priore non può durare in tale carica più di un anno, eccetto se i Confratelli lo confermassero per il secondo. Dippiù si badi attentamente FKHTXHO3ULRUHFROTXDOHWHUPLQDODVXDFDULFDDOOD¿QHGHOl’anno, non può essere messo nella Terna, che si fa per l’elezione del novello Priore, se non dopo due anni giusta l’art. della Regola. L’elezione poi del Priore deve farsi la prima o la seconda Domenica di Novembre. In quel giorno il Priore che esce di carica, chiamerà a sé i componenti della Banca che va a cessare, con altri Fratelli anziani, ed insieme col Padre Direttore e col segretario, fatta la Terna, si procederà alla elezione in pubblica Congrega. Anche il Cassiere verrà FKLDPDWRDWDOHXI¿]LRSHUPH]]RGLYRWLEDGDQGRVLSHUzGL mettere nell’urna il nome di tre individui. Tutti i Fratelli e le Sorelle potranno far rispettare ed esigere LORURGLULWWLGLFXLSDUODOD5HJRODLOFKHSHUzQRQVLSRWUj fare da coloro che o sono stati assenti per un anno e più dalla Congrega, o non sono stati puntuali nei pagamenti. 91 PASQUALE RUSSO (SRLFKpVLq¿QRUDSDUODWRGLGRYHULHGLGULWWLqTXLDOSURSRVLWRLOGLUHFKHHVVLVRQRXJXDOLSHUWXWWLHSHUzQHOO¶DGHPSLHUH i primi e nel far valere i secondi, non v’ha distinzione di sorta tra ricchi e poveri, tra nobili e plebei. …Il sottoscritto spera che tutti i suoi Confratelli e le Sorelle DGHPSLUDQQR VFUXSRORVDPHQWH RJQL ORUR GRYHUH DI¿QFKp SRVVD VHPSUH SL ¿RULUH QRQ VROR PDWHULDOPHQWH PD DQFKH VSLULWXDOmente, la sullodata Congrega che molto gli sta a cuore. Sala Consilina 1 gennaio 1885 Il Priore Antonio Pernetti Richiesta per uso di un medaglione All’Ill/mo e R/mo Mr. Vicario Generale della Diocesi di Diano Q uesta Confraternita sotto il titolo di S. Michele Arcangelo, Patrono della Città, intende decorarsi di una tessera di ornamento, avente nel centro l’immagine dell’Arcangelo Titolare che, appeso a conveniente laccio, dal collo scendesse al petto di ciascun congregato e del direttore Spirituale, sempreché in corpo procede vestita di sacco e della solita divisa nelle funzioni religiose. Perché si aumenti il fervore e la pietà della Confraternita stessa, di cui il supplicante e immeritevole Capo, pregasi la S. V. Ill/ma e R/ma voler permettere l’uso della desiderata decorazione, lo che torna a gloria di Dio e del Principe delle celesti Milizie. 92 A TE, FERVIDO ARCANGELO! Nel baciarle ossequiosamente la mano si attendono precisate le sue grazie. Sala Consilina 3 maggio 1887 Il Priore Antonio Pernetti Si concede alla Confraternita di S. Michele Arcangelo in Sala Consilina richiesta grazia di far uso della tessera avente nel centro l’immaJLQHGHOO¶$UFDQJHOR60LFKHOHHFLzLQOLQHDWHPSRUDQHDFRQO¶REEOLJR di chiederne la venia a Monsignor Vescovo di Diano, tornato che sarà in questa residenza. Dalla Curia vescovile 4 maggio 1887 Pro Vicario Generale Arciprete Marchesano7 ,QGXOJHQ]HSRQWL¿FLH8 %HQHGHWWR;,,,3LR9,,FRQEROODGLFHPEUHH/HRQH XIII con bolla 12 dicembre 1887. Vescovi che hanno avuto relazioni col Santuario: Francesco Paolo de Nicolai (vescovo di Capaccio 1704 1716): durante la prima resudazione. 7 Il Vescovo di Diano allora era Vincenzo Addessi (1884 - 1904). E’ sepolto nel cimitero di Teggiano. Copia del documento mi è stata fornita dal fotografo Antonio Arpèa, devotissimo del Santo Patrono. A lui il merito di aver fotografato nei minimi particolari le feste e tutte le funzioni in onore di San Michele per oltre quarant’anni. 8 Le indulgenze sono state desunte dalle lapidi del Santuario. 93 PASQUALE RUSSO Carlo Giocoli (vescovo di Capaccio 1717 - 1723): testimone del miracolo, fece costruire la cisterna. Agostino Odoardi (vescovo di Capaccio 1724 - 1741): fece ampliare la cappella. Antonio Raymondi (vescovo di Capaccio 1741 - 1768): ampliò il Santuario secondo i canoni dell’architettura barocca e donò l’organo a canne, trafugato poi nella notte del 23 aprile del 1982. Filippo Speranza (vescovo di Capaccio 1804 - 1834): consacrò l’altare maggiore e Particolare dei Paramenti del 1829 sigillò le ampolline contenenti la Manna del Miracolo, depositate ora nei forzieri della SS. Annunziata. Aldo Forzoni (vescovo di Teggiano 1962-1970): fu ospite del Santuario. Bruno Schettino (vescovo di Teggiano-Policastro 1987 1997): si recò più volte sul Santuario. Il vescovo diocesano vi celebrò la prima messa il 5 novembre 1995 quando «la chiesa dell’Annunziata, chiusa al culto a causa dei danni subiti dal terremoto del 1980, fu riconsegnata il 29 settembre 1995 a San Michele Arcangelo, Patrono di Sala Consilina»9 Angelo Spinillo (vescovo di Teggiano-Policastro (2000…): inaugurò il 2004 la tabellonistica del Sentiero Frassati della Campania, nel cui percorso è inserito il Santuario di San Michele. 9 1995. 94 Invito (a recarsi sul Santuario per il ringraziamento) - 5 novembre A TE, FERVIDO ARCANGELO! Lettera del vescovo Aldo Forzoni a don Donato Ippolito, parroco della SS. Annunziata «Vescovado di Teggiano 11 maggio 1965 R ev.mo e caro Monsignore, ringrazio per la bellissima giornata trascorsa insieme al Santuario di S. Michele Sabato scorso. Rinnovo il più vivo elogio per l’opera realizzata e la speranza che venga utilizzata ampiamente e intelligentemente. Immagino quale impegno e quale somma di VDFUL¿FL q FRVWDWR LO SRUtare a termine, in quel monte, un complesso di quella mole e tracciare una strada in un terreno FRVuGLI¿FLOH/HIXFHUWD- Il vescovo Aldo Forzoni e don Donato Ippolito all’ingresso del Santuario. mente prezioso aiuto la Procura; furono comprensive le Autorità Civili; è stato e sarà generoso il popolo per la devozione che lo lega al Santo Patrono, ma resta indubitato che la parte maggiore di responsabilità e di lavoro ha gravato e grava sopra le sue spalle e sopra il suo cuore. Speriamo tutti che quel monte divenga ancor più un “sacro 95 PASQUALE RUSSO monte” per i convegni di preghiera e di raccoglimento; per i pellegrinaggi di devozione e per trascorrervi ore tranquille specialmente da parte del nostro popolo… Con rinnovati sensi di gratitudine e di compiacimento, la saluto e benedico. Suo Aldo Forzoni Vescovo. ----Rev.mo Mons. Donato Ippolito Sala Consilina»10. Rettori del ‘900 - Don Francesco Bigotti (1887 – 1903) - Don Francesco Chirichella (1905 – 1956) - Don Donato Ippolito (1956 – 1971) - Padre Alfredo Melis (Giuseppino) (1971 – 82) - Don Angelo Spinillo j. (1982 – 1983) - Don Antonio Cantelmi (1 ottobre 1983 *** ) Custodi del Santuario (nel 1900) Zia Rosa Pica (n. il 30. 10. 1890, m. il 29. 9. 1983), Zi’ Antonio Calicchio (marito), Carmelina D’Alto, Pasquale Melillo, Rocco Scatà, Michele Cardinale, Emilio Calicchio (1984 – 94), Antonio Durante (1995 – ***). 10 96 La lettera è conservata nell’Archivio parrocchiale della SS. Annunziata. A TE, FERVIDO ARCANGELO! I custodi zia Rosa e zi’ ‘Ndonio avanti al Santuario (anni ‘50) Ricorrenze Sei gennaio - calata della stella- in commemorazione della “Resudazione accaduta dopo l’occaso del sole, e in tempo di difetto di lumi, come avvenne nell’anno 1719 nel dì dell’Epifania ad ore due in circa di notte”11. Tre maggio - la croce - pulitura della via che dal Calvario conduce al Santuario. Otto maggio - DSSDUL]LRQHGL6DQ0LFKHOHsul monte Gargano. 11 C. GATTA, La Lucania Illustrata, cit., p. 101. Le due di notte - ora locale - corrispondevano alle attuali ore 19. 97 PASQUALE RUSSO Diciassette maggio FRPPHPRUD]LRQHGHOODUHVXGD]LRQH con messa sul Santuario, processione dei cinti con tre giri attorno al cappellino e distribuzione del cerino. Quattro luglio - DSSDUL]LRQHGL6DQ0LFKHOHD6DOD avvenuta secondo la tradizione nel 1213. Ventinove settembre - IHVWDGHOODGHGLFD]LRQHin concomitanza con quella del Gargano. Sedici dicembre - 6DQ0LFKHOHGHOWHUUHPRWR Dal 29 settembre all’8 maggio statio della statua nella chiesa dell’Annunziata. 'DOO¶PDJJLR¿QRDOVHWWHPEUHstatio della statua sul Monte Balzata. Percorso processionale Otto maggio66$QQXQ]LDWDĺYLD*UDPPDWLFRĺYLD2UVLQLĺ 6DQ3LHWURĺYLD$OELQLRĺSD]]HWWD*UDFFKLĺYLD'DQWHĺYLD *DHWDQLGL*DHWDĺHGLFRODGL6DQ0LFKHOHLQYLD0DQLQĺ0DGRQQDGL/RUHWRĺ&DOYDULRĺ0RQWH%DO]DWD Ventinove settembre0RQWH%DO]DWDĺ&DOYDULRĺ0DGRQQD GL/RUHWRĺHGLFRODGL6DQ0LFKHOHLQYLD0DQLQĺYLD*DHWDQL GL*DHWDĺYLD'DQWHĺSLD]]HWWD*UDFFKLĺYLD$OELQLRĺ6DQ 3LHWURĺYLD2UVLQLĺYLD3HOOLFRĺYLD&DVWHOORĺYLD8UELQRĺ YLD)RUQDULQDĺYLD$UQDOGRGD%UHVFLDĺODUJR8JR%DVVLĺYLD 98 A TE, FERVIDO ARCANGELO! &DYRXUĺSLD]]HWWD'H9LWDĺYLD'LHJR*DWWDĺYLD*UDPPDWLFRĺYLD0D]]LQLĺYLD*XHUUD]]LĺSLD]]D8PEHUWR,ĺ&KLHVD della SS. Annunziata. Processioni 1653 Processione da Sant’Eustachio: “Si parte dalla parrocchiale di Santo Eustachio e si và cantando la litania dei santi con ogni devozione con alcune confraternite e detta processione và per la piazza di sotto corte per sotto santo Pietro per la via delli cappuccini à dirittura alla Cappella di San Michele Arcangelo extra menia sopra il monte dove giunto il Clero si canta la Messa TXDOH¿QLWDVLULWRUQDFRQGHWWDSURFHVVLRQHDOOD7HUUDHVLWHUPLna nella chiesa Parrocchiale di santo Pietro” 12. 1656 In occasione della peste: “La peste del 1656 condusse gravi lutti per la Sala ma il popolo dicesi fusse allora molto peccatore e solo per grandi penitenze e pellegrinaggi al Sacro monte la peste ebbe il termine suo” (Lo Bosco, p. 67). 1715 Ripetute processioni con gran concorso di popolo in occasione della prima resudazione. 1718 Nella circostanza di altra resudazione. 1764 In occasione della carestia: “al 7 febbraio tutti li preti, li diaconi, li padri cappuccini fecero la processione di penitenza per le vie de’ la nostra città, con croci, catene e spine. La processione con gli capi eletti portossi a’ la nicchia di San Michele Arcangelo per impetrare il di lui soccorso in tale sventura” (Lo Bosco p. 78). 1779 Le Regole della Congregazione laicale del Monte dei Morti di Sala prevedevano per i confrati la processione a San Michele in occasione di pubblico travaglio. 12 A. TORTORELLA, “Senza eccettione d’havere primitiva alcuna. Ordine e precedenze nelle processioni seicentesche di Sala”, Sala Consilina, Edizioni della Biblioteca Comunale, 1985, p. 57. 99 PASQUALE RUSSO 16 dicembre GDO¿QRDOProcessione in ricordo dello scampato pericolo dal Terremoto del 1857. 16 dicembre 1980 dopo il terremoto del 23 novembre del 1980 Volo dell’angelo Hanno effettuato nel XX secolo il Volo dell’angelo i seguenti ragazzi13: 1920 * Tommasiello Michele 1921 * Lovaglio Pietro 1948 * Morgia Cono 1949 - 1950 * Tommasiello Antonino 1951 - 1952 * Marotta Roberto 1953, 54, 55, 1956 * Tommasiello Raffaele (Lello) 1957 - 1958 * Di Benedetto Michele 1959 - 60 * Caracciolo Antonio 1963 - 64 * Pierri Antonio 1969 - 60 * Petrosino Enzo 1971 - 72 * Castronuovo Franco 1973 - 74 * Petrazzuolo Vincenzo 1975 - 76 * Lammardo Gerardo 1977 - 78 * Garone Andrea 1979 * Chirichella Antonio 1980 * Tozzo Michele 13 I nominativi dei ragazzi che hanno effettuato il “Volo dell’angelo” sono stati forniti dall’amico sig. Antonio Romano e dal giovane Domenico Di BeQHGHWWR8QWHPSRHUDQRVFHOWLGXHUDJD]]LDVHFRQGDFKHIRVVHURSURWDJRQLVWL della “barca” o del “volo”. Da qualche anno il comitato della “Barca e del Volo dell’angelo” (formato per lo più da uomini del rione di Sant’Eustachio) ne sceglie uno solo per tutte e due le funzioni. 100 A TE, FERVIDO ARCANGELO! 1980 - 81 * Ginnetti Amato 1982 - 83 * Teano Pietro 1984 * Aumenta Giovanni 1985 * Giaffrida Domenico 1986 - 87 * Di Benedetto Domenico 1988 - 89 * Paladino Antonio 1990 * De Vita Angelo 1991 * D’Alto Felice 1992 * Abate Chechile Antonio 1993 * Tuozzo Vincenzo 1994 * Tozzo Vincenzo 1995 * Chirichella Giuseppe 1996 * Caracciolo Michele 1997 * Pepe Michele 1998 * D’anza Emanuele 1999 * Tozzo Vincenzo 2000 * Chirichella Antonio 2001 * Petroccelli Cono 2002 * Paladino Antonio 2003 * Puglia Antonio 2004 * Grasso Davide 2005 * Cascione Biagio 2006 * Siani SimonPietro14 14 Nell’elenco manca qualche nominativo, che non è stato possibile repe- rire. 101 PASQUALE RUSSO Bande Musicali15 Anno 8 maggio 29 settembre 1925 Taranto 1933 Mandria 1938 Sassano 1939 16 dicembre Sannicandro (Bari) Vietri sul mare + Sassano 1940 Sassano 1941 Sassano 1942 Polla 1943 Atena 1944 Sassano 1945 Atena Sassano 1946 Sassano Squinzano (Le) + Sassano 1947 Sassano Presidiaria + Sassano 1948 Sassano Ferrotranviari 1949 Sassano Montemiletto 1950 Sassano Lanciano 1951 Sassano 6SROHWWL¿FLR1DSROL 1952 Sassano Marigliano + Sassano 1953 Sassano Bari 1954 Sassano Conversano (Ba) 1955 Sassano Conversano + Sassano Sassano 1956 Polla Castellana Grotte Ba) Sassano 1957 Sassano Gragnano + Sassano 15 bande. 102 Atena Polla Sassano La festa non si tenne per maltempo Non per tutti gli anni è stato possibile sapere la provenienza delle A TE, FERVIDO ARCANGELO! 1958 Sassano 1959 Sassano 1960 Sassano 1961 Sassano 1975 1976 1985 1988 Sacro Cuore di Venosa 1989 1990 1991 Città di Cosenza 0HO¿ Vietri di Potenza + Francavilla Fontana (Ba) Taranto + Sassano Acquaviva delle Fonti (Ba) + Polla Lanciano (Chieti) Castellana Grotte (Ba) + Sassano Sava (Taranto) %DQGD1D]LRQDOH*XDUGLD di Finanza “Gioia del Colle”(Ba) Polizia di Stato Città di Bari 1992 Città di Mottola (Ta) 1993 Mottola” (Ta) 1994 San Gregorio Magno 1995 1RFL%D Buonabitacolo + Corpo Polizia Penitenziaria Santa Maria Maggiore + Laino Borgo 1996 1997 1998 2003 Montefalcione (Ap) Cariati (Cs) 2004 2005 2006 1RFL%DUL Lecce Città “Vallo di Diano” Città “ Vallo di Diano Acquaviva delle Fonti (Ba) Città di Conversano (Ba) 103 PASQUALE RUSSO Offerte Per la festa di San Michele Arcangelo dell’8 maggio 1911, che si celebrò nella cappella della Madonna di Loreto, fu raccolta a Brooklyn da Antonio Pallotta e Pasquale Cartolano di Nicola la somma di £ 92,7516. *** I Soldati salesi del 63° Reggimento Fanteria del 1915 insieme con altri dei paesi vicino a Sala offrirono a San Michele la somma di £ 15,50 per la confezione di una casula per la celebrazione delle messe, certamente perché assicurasse la sua protezione durante l’evento bellico17: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 Auleta Michele di Angelo De Luca Angelo di Michele Coppola Antonio Di Michele Miele Michele di Giuseppe Casale Francesco di Michele Lovaglio Gius. di Francesco Casale Andrea fu Michele Russo Michele di Giuseppe Pierri Giuseppe fu Vincenzo Spolzino Antonio di Giuseppe Migliore Emilio di Arcangelo Lammardo Feliciano di Vinc. Mugnolo Pasquale di Pietro Puglia Angelo di Giovanni 16 17 104 Archivio parrocchiale della SS. Annunziata. La casula è custodita nel Santuario. £ 5,00 £ 5,00 £ 5,00 £ 10,00 £ 10,00 £ 10,00 £ 5,00 £ 10,00 £ 5,00 £ 10,00 £ 5,00 £ 10,00 £ 10,00 £ 5,00 A TE, FERVIDO ARCANGELO! 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 Palladino Giovanni di Rosario Petrazzuolo Angelo fu Ant. Pascuccio Agostino di Ant. Focarile Vincenzo di Dom. Abate Carmine di Alfonso Belardi Carmine di Gius. Michele Maggioletti Vuolo Carlo di Matteo Arato Vincenzo Padula Cataldo Antonio Padula Cataldo Vincenzo Padula Di Giuseppe Vinc. Padula D’Onza Michele Sassano Pizzo Michele Sassano Franc. Verretti Sassano De Lisi Pietro Sassano Rubino Giovanni Sassano Ferri Giovanni Sassano Lisi Nicola Monte S. Giac. Cassillo Giovanni Casalbuono Barbero Rosario Castelcivita Santese Giovanni Battipaglia Bilancieri Biagio S. Biase Totale £ 5,00 £ 5,00 £ 5,00 £ 5,00 £ 5,00 £ 1,50 £ 5,00 £ 5,00 £ 1,00 £ 1,00 £ 1,00 £ 1,00 £ 1,00 £ 1,00 £ 1,00 £ 1,00 £ 2,00 £ 0,50 £ 0,30 £ 1,00 £ 1,00 £ 0,45 £ 0,50 £ 151,50 *** Paliotto ricamato con la seguente scritta: “ A devozione di Maria Felicia Spinelli (che) dona a San Michele maggio 1950”18. 18 Sul Santuario. 105 PASQUALE RUSSO *** Piastrelle della “Ceramica La Vietrese” A devozione di Santarsiere Antonio di Domenico 196619. *** /LEUR SHU OD UDFFROWD GHOOH ¿UPH GHL YLVLWDWRUL GHO 6DQWXDULR ³A devozione di Nicola Galatro” 197320. *** Oro (offerto dai fedeli di San Michele) Anelli, bracciali a canne, bracciali a fasce, bracciali a maglie, oroORJL RUHFFKLQL FURFHWWH D ¿OLJUDQD FRUQHWWL FXRUL ³EUHORFFKL´ stelle, fermagli, orecchini a bottone, anelli, collane, laccetti, bilancette, ecc. Parato d’oro del 1829. *** Argento Cuori, calice, teca, porta reliquia, ombrello, calici, pissidi, croce da commendatore. *** 19 20 106 Al Calvario Conservato sul Santuario. A TE, FERVIDO ARCANGELO! Oggetti sulla statua 1 Bracciale d’oro a canna. 1 Laccio d’oro da visita con passante. In occasione delle processioni decorano la statua 8 palmette, 2 ancore, 1 fascione terminante con due mezzelune, (supporti di legno JXDUQLWRGLYHOOXWRVXFXLVRQR¿VVDWLJOLH[YRWRLQRURHDUJHQWR offerti in dono al Santo protettore per grazia ricevuta o in adempimento di una promessa. Gli ori e gli argenti, dopo le funzioni, sono riposti in cassaforte custodita dalla Procura21. Procure di San Michele Arcangelo anno 1951 (?) Presidente Sac. Donato Ippolito. Pietro Pernetti, Vittorio Paladino, Manfredi Gargano, Manrico 9ROSH$OIHQR3DSSD¿FR*LRYDQQL&R]]L&DUPLQH3HWUD]]XROR Francesco Sollitto, Emiliano Mastrangelo, Michele Pica, Pasquale Casale, Francesco Castrataro, Emilio Ferraro, Michele Romano, Angelo Castrataro, Antonio Gorga, Angelo Botta, Achille Marmo, Felice Masino, Felice Lapelosa, Michele Rosciano, Antonio Rosciano. anno 198322 Presidente titolare 'RQ $QJHOR 6SLQLOOR Presidente effettivo: 0LFKHOH3RPSDVice Presidente0LFKHOH3LFD&DVVLHUH: GioYDQQL,DFRQGLQR6HJUHWDULR$QWRQLR0HOLOOR&XVWRGH: Pasquale Melillo. &RQVLJOLHUL Castrataro Michelangelo, Antonio Gorga, Michele 21 22 Dall’Inventario del 1956. Dai Registri della Procura. 107 PASQUALE RUSSO Gallo, Vincenzo Lobosco, Vincenzo Chirichella, Emilio Calicchio, Rocco Scatà, Leonardo Casale, Giuseppe Lopardo. anno 198823 Presidente titolare'RQ$QWRQLR&DQWHOPLPresidente effettivo: $QJHOR3DODGLQRVice Presidente/XLJL&DYD&DVVLHUH: Michele Aumenta; 6HJUHWDULR 0LFKHOH &DUGLQDOH &XVWRGH: Emilio &DOLFFKLR Presidente onorario: Michele Pompa. &RQVLJOLHUL Antonio Gorga, Michele Gallo, Vincenzo Lobosco, Vincenzo Chirichella, Giovanni Iacondino, Giuseppe Lopardo, Antonio Melillo, Michele Orlando, Ernesto Paladino, Rocco Scatà. anno 199624 Presidente titolare'RQ$QWRQLR&DQWHOPLPresidente effettivo: 0LFKHOH&DUGLQDOHVice Presidente/XLJL&DYDTesoriere: MiFKHOH$XPHQWD6HJUHWDULR0LFKHOH3XJOLDPresidente onorario0LFKHOH3RPSDPresidente onorario: Angelo Paladino. &RQVLJOLHUL: Gorga Antonio, Gallo Michele, Lobosco Vincenzo, Chirichella Vincenzo, Calicchio Emilio, Iacondino Giovanni, Leopardo Giuseppe, Orlando Michele, Paladino Ernesto, Tafuri Michele, Durante Antonio, Paternoster Felice. 23 Liturgia nella festa di San Michele, Edizione Parrocchia SS. Annunziata, 1988. 24 Procura di San Michele (a cura di), La Chiesa dei Cittadini, Edizione Parrocchia SS. Annunziata, 1996. 108 A TE, FERVIDO ARCANGELO! anno 200425 Presidente titolare'RQ$QWRQLR&DQWHOPLPresidente effettivo: $QWRQLR 0HOLOOR Vice Presidente$QWRQLR 'XUDQWH Tesoriere: 0LFKHOH $XPHQWD 6HJUHWDULR 0LFKHOH &DUGLQDOH Presidente onorario 0LFKHOH 3RPSD Presidente onorario: Angelo Paladino. &RQVLJOLHUL Vincenzo Lobosco, Vincenzo Chirichella, Giovanni Iacondino, Giuseppe Leopardo, Michele Puglia, Michele Tafuri, Felice Paternoster, Armando Finizio, Claudio Sabia, Domenico Cartolano, Emilio Ippolito, Pietro Cava. Verbali della Procura di San Michele26 Anni 1944 e ‘45 Nella riunione dei procuratori del 16 luglio 1944 viene nominato il Comitato per i festeggiamenti in onore del Santo Patrono, costituito da: 1) Parroco Francesco Chirichella, Presidente e Rettore del Santuario 2) Sac. Vincenzo Bonomo, Vice Rettore 3) Santorufo Sante, Segretario 4) Pernetti Pietro, Cassiere 3DSSD¿FR$OIHQR 6) Botta Giovanni 7) Rosciano Michele 8) Casale Pasquale fu Giovanni 25 26 In Simile a un tesoro nascosto, Tip. Iezza, 2004. Dal Registro Contabilità Gestione feste S. Michele Arcangelo. 109 PASQUALE RUSSO 9) Lammardo Francesco 10) Petrazzuolo Carmine 11) Paladino Michele fu Rosario Dal verbale del 22 luglio 1944 si evince che la Procura deliberò all’unanimità l’ampliamento della porta della SS. Annunziata. Precedentemente la statua, per entrare in chiesa, doveva essere abbassata, quasi spinta a forza. Nel verbale del 15 marzo 1945 si stabilisce l’ordine di servizio per gli accompagnatori del sacerdote durante la novena sul Santuario. Sulla stampa del XX secolo 23 settembre 1919 «La festa del patrono San Michele Arcangelo promette di essere celebrata con maggiore pompa degli scorsi anni. Già nelle vie principali e sulla pazza municipale si lavora per i preparativi di addobbo e di luminarie. Sono invitate tre musiche, e grandioso sarà lo spettacolo pirotecnico. Se il tempo ci favorisce, come lo speriamo, avremo grande concorso anche dai paesi vicini»27. 30 ottobre 1919 “Dopo tre giorni di musica è viva oggi in tutta la città l’emozione provata quest’anno per onorare in forma grandiosa la ricorrenza della festa patronale… 2UDFKHODJXHUUDq¿QLWDTXHVWRSRSRORKDVHQWLWRLOELVRJQR di manifestare la sua esultanza ed esprimere tutta la sua riconoscenza al Gran Principe delle Vittorie. Il 28 si ebbe una grande ¿HUDYHUDPHQWHULFFDG¶RJQLVRUWDGLEHVWLDPHTXLSRUWDWRDQFKH 27 A. RIMOLDI, Decennio, Sala Consilina, Tip. Francesco Auleta, 1928, p. 43. 110 A TE, FERVIDO ARCANGELO! da lontani paesi e molti furono gli affari, con un notevole accenno al ribasso dei prezzi”28. 24 settembre 1920 “La gara ciclistica «Dal monte al mare» avrà luogo il 30 corrente per la festa Patronale, sul percorso Sala-Sapri e ritorno, in totale 144 Km; molti sono i premi in danaro ed oggetti”29. 30 ottobre 1921 “Benché disturbata dalla pioggia, la festa di San Michele è riuscita con generale soddisfazione. Si è avuto uno speciale divertimento con la corsa ciclistica”30. 10 maggio 1925 “Il ciclo delle feste religiose nel nostro Vallo è cominciato ieri con la festa patronale di San Michele che si venera anche a Teggiano, Sassano e Monte San Giacomo. All’imponente processione che dalla chiesa dell’Annunziata, DFFRPSDJQDODVSOHQGLGDVWDWXD¿QRDOVDFURPRQWHDOXLGHGLFDWRSDUWHFLSzXQDYHUD¿XPDQDGLSRSRORGHYRWRHJDXGHQWH lieto di onorare l’arcangelo e godere una bella gita in montagna. …Particolare importanza ebbe quest’anno il concorso dei fuochi pirotecnici svoltisi alle falde del monte San Michele”31. 28 Ivi, p. 53. Ivi, p. 80. 30 Ibidem, p. 108. Furono vincitori: 1° Calvanese Francesco di Sala Consilina, 2° De Ciampis Vincenzo di Casalbuono, 3° Sica Michele di Sala Consilina. 31 Ivi, p.172. 29 111 PASQUALE RUSSO 1925 “Quest’anno con speciale preparazione si voleva onorare il Patrono San Michele, ma purtroppo il maltempo ha guastato il PDJQL¿FRSURJHWWR Si udì la dotta predicazione di mons. Leone, venuto da Napoli e la imponente processione venne affrettata sotto la minaccia della pioggia. Sfarzoso l’addobbo nella chiesa dell’Annunziata; bella la decorazione della via principale con illuminazione a luce elettrica. Nella serata si godette lo spettacolo pirotecnico col concerto della musica municipale di Taranto che, sotto l’abile direzione del maestro sig. Domenico Gallucci, ci fece gustare dell’ottima musica”32. 1933 “Non ancora si è spenta l’eco dei grandiosi festeggiamenti di quest’anno per la ricorrenza di San Michele Arcangelo. La ¿HUDGLVHWWHPEUHqULXVFLWDLPSRQHQWLVVLPDHVXSHULRUHSHUFRQtrattazioni e scambi a quella degli anni precedenti. Splendide le luminarie opera dei bravi artisti Cozzi e Coiro. Il pergamo è stato tenuto magistralmente dal fecondo e dotto oratore sacro canonico prof. Esposito da Sorrento. Bellissimi e suggestivi i fuochi pirotecnici, dei rinomati cav. Viviani e Pasquale Nitto. Il concerto musicale di Mandria sotto la valorosa direzione del maestro concertatore cav. Prof. Rodolfo Mazzei, nelle sere del 28, 29 e 30 settembre ha deliziato il pubblico con la esecuzione impeccabile di musica classica e moderna”33 . 32 33 112 A. RIMOLDI, cit., p. 177. Il Roma, 12 ottobre 1933, anno XI. A TE, FERVIDO ARCANGELO! 1965 “9 Dicembre. Inizio del settenario in preparazione della festa del Patrocinio di S. Michele, che cade il 16 Dicembre, a ricordo della protezione sulla nostra città nel terremoto del 1857 ed in altre circostanze. 16 Dicembre. Alle ore 8, alle ore 9 e a sera, alle 18 celebrazione della S. Messa e canto del Te Deum per ringraziare Iddio che, attraverso il patrocinio di San Michele ha manifestato benevolenza verso i suoi devoti e per implorare il perdono dei peccati. Tempo permettente, processione penitenziale con la statua dell’Arcangelo”34. 1975 “Anche quest’anno è stata solennemente celebrata la festa patronale di San Michele Arcangelo. I festeggiamenti hanno avuto luogo nei giorni 28, 29 e 30 settembre…La statua del Patrono è stata portata processionalmente a spalle dal Santuario e dopo è stata celebrata una Messa solenne con accompagnamento della Schola Cantorum dei giovani diretti da padre Salvatore Tidu…. Nelle ore serali del giorno 28 ha rallegrato la popolazione l’orchestra Continental, il 29 la rinomata banda Città di Lanciano… ,O&RPLWDWRDQFKHVHKDGRYXWRVDFUL¿FDUHXQSR¶JOLVSDULKD sostanzialmente contribuito con 2 milioni di lire alla riparazione della facciata della chiesa della SS. Annunziata e con 1 milione al restauro della Cappella dedicata alla Madonna di Loreto, nonché ha provveduto a far indorare la spada, il bracciale e la catena che ornano la statua di San Michele…Domenica 28 sull’apposito campo si è svolta una interessante gara di tiro al piattello e nel pomeriggio del giorno 30 si è avuta la seconda edizione della “gara Podistica degli antichi Rioni di Sala Consilina”35. 34 Parrocchia della SS. Annunziata - Sala Consilina – Notiziario Mensile, dicembre 1965. 35 Il Roma, ottobre 1975. 113 PASQUALE RUSSO 1976 «Con la solennità di sempre e con una partecipazione di popolo veramente eccezionale si sono svolti i festeggiamenti in onore del Patrono San Michele Arcangelo. ,OJLRUQRYLqVWDWDXQDJUDQGH¿HUDGLPHUFLHEHVWLDPH nella mattinata, mentre nelle prime ore del pomeriggio, organizzata dal Club Napoli, si è svolta la terza edizione della corsa podistica dei vecchi rioni di Sala Consilina. Il 29 solenne processione per le vie cittadine della statua del santo cui hanno partecipato, oltre ad un numero rilevante di fedeli, le Autorità civiche con alla testa il neo sindaco, ing. Michele Vannata, i rappresentanti della stampa e dei Comandi militari di stanza a Sala C. In piazza Umberto I il vescovo di Teggiano mons. Umberto Altomare ha celebrato la santa messa. …Oltre alla banda di Sassano, la popolazione ha potuto ascoltare e godere la magistrale esecuzione di pezzi classici eseguiti dalla pluridecorata banda di Castellana Grotte»36. 1983 “Anche quest’anno i festeggiamenti di San Michele si svolgono con grande solennità religiosa, ma anche con vitalità per la cittadina regina del Vallo di Diano. La procura di San Michele ha pensato a tutti i minimi particolari per la riuscita di una festa nella quale tutti si sentono impegnati in prima persona”37. 36 37 114 Il Roma, ottobre 1976. Il Mattino, 29 settembre 1983, anno XCII. A TE, FERVIDO ARCANGELO! 1984 “Quest’anno abbiamo potuto ammirare nella pittoresca conIXVLRQHGHOODIHVWDVHUDOHGRSRODULWXDOH¿HUDPDWWXWLQDXQVXJgestivo apparato di luminarie che riproducevano il fulgido simbolo della croce sulla facciata della SS. Annunziata”38. 1985 “Quest’anno la grande ricorrenza del 29 settembre che onora il nostro Santo Protettore San Michele, ha toccato l’acme della grandiosità. La processione si è snodata lungo le caratteristiche vie cittadine, godendo dell’augurale Sagra dell’uva e degli antichi riti celebrativi offerti dal rione S. Eustachio. /DPHVVDLQSLD]]D8PEHUWR,qVWDWDRI¿FLDWDGDO3DGUHIUDQcescano Carmine Rosciano”39. 1986 «Quest’anno (1986) la festa di San Michele sarà segnata dalla posa di una croce luminosa di 7m x 4 che impreziosirà il santuario dell’Arcangelo sul monte Balzata e sarà visibile da tutto il Vallo di Diano…. Intanto, già da qualche giorno, è cominciata la “novena” nel Santuario. Ogni mattina, di buon’ora, i fedeli raggiungono il tempio, dove la statua rimarrà per alcuni mesi, per poi essere riportata in paese il 29 settembre…. Il carnet delle manifestazioni è, come ogni anno, ricco. Accanto ai riti religiosi dalla novena alla processione, alle solenni 38 39 Ipotesi, ottobre 1984, anno I, n. 7. Ipotesi, Anno II, n. 9 ottobre 1985. 115 PASQUALE RUSSO cerimonie sacre in chiesa, si susseguono varie iniziative: il merFDWR±¿HUDGL6DQ0LFKHOHOHOXPLQDULHLIXRFKLG¶DUWL¿FLRWRUnei sportivi, e, naturalmente, la banda musicale»40. 1994 «Del ”Volo dell’Angelo”si è parlato molto alla Certosa di Padula nello scorso agosto allorché il giorno di San Lorenzo fu inaugurata la mostra “Angeli”…e qualche anno fa, nel 1991, il volo dell’Angelo fu ripreso anche dalle telecamere della RAI che ne irradiò i momenti più spettacolari in tutto il territorio nazionale nel corso della trasmissione “Ciao Italia Estate”»41. 1995 «Riapre i battenti la chiesa della SS. Annunziata…Alle varie iniziative se ne sono aggiunte altre come quella del Comitato per le feste patronali di San Michele, che ha destinato alla ristrutturazione della chiesa parte dei fondi raccolti per i festeggiamenti»42. Curiosità I n un’incisione del 1700 (riportata nella Lucania Illustrata GL&RVWDQWLQR*DWWDYHQJRQRUDI¿JXUDWL6DQ0LFKHOHYLQcitore sul demonio e la città di Sala sotto l’ Arcangelo. In appendice vi è la dicitura: «Vera immagine del glorioso Principe San Michele Arcangelo/ dipinta nel di lui antico Tempio 40 Il Mattino, 29 settembre 1986, anno XCV. Il Mattino, 29 settembre 1994, anno CIII. 42 Il Mattino, 28 settembre 1995, anno CIV. 41 116 A TE, FERVIDO ARCANGELO! eretto nel Sacro Eremo della Città di Sala in Lucania da cui dall’anno 1715 sino al presente giorno del 1720, con stupendo miracolo/ più volte abbondevolmente à resudato prodigioso Liquore VLPLJOLDQWHDOLPSLGLVVLPR2OLRFROTXDOHVLVRQRRSHUDWLLQ¿QLWL miracoli, e si sono guarite innumerabili infermità». 1938 – Rendiconto spese per lavori sul Santuario43: A Lobosco Vincenzo per embrici 1000 e 100 mattoni £ 170 Per vino litri 116 e olio litri 19 a Papaleo per muratori £ 250 Al parroco Chirichella per messa mese di agosto £ 25 A Pernetti Leonardo per un pennello £ 13 Per cambio asino a masto Chele rifosto £ 385 A Salvatore Silverio per ferro £ 1250 A Giudice Giuseppe trasporto sul monte della catrame £ 80 Pagato tomoli 15 di calce a Rosciano Michele £ 45 Pagato lastre a Concilio Luigi £ 115 Pagato colori a Gargano per attinturare muri esterni del Santuario £ 50 Spese sostenute da Giovanni Volpe per vitto pittori £ 137. 29 settembre 1938 - Spese per la festa: Pagato musica Sannicandro £ 5500 Pagato musica di Sassano £ 975 Al parroco Chirichella per conto Curia di Teggiano £ 125 Al fochista De Falco £ 1260 A Filippo Coiro per illuminazione £ 2068 Domanda al questore per illuminazione £ 6 Ai ciaramellari £ 33. 43 Il Ponte, Bollettino d’Informazione Parrocchiale, San Pietro Apostolo, novembre 1994. 117 PASQUALE RUSSO Il 20 aprile 1944 fu effettuato il pagamento al pittore Renato Gasaro per il quadro di San Michele al Calvario. Nel 1944 scalpellini di Teggiano pulirono il portale della chiesa della SS. Annunziata. Manrico Volpe tinteggiò la facciata. Nel 1946 - lavori di riparazione sul Santuario (vedi lapide). Nel 1946 OHHQWUDWHSHUODIHVWDGLVHWWHPEUHDPPRQWDURQRD OH uscite a £ 354.193. Nel 1958 OHHQWUDWHSHUODIHVWDGLVHWWHPEUHDPPRQWDURQRD OH uscite a £ 1.252.183. Nel 1960 le spese per i lavori sul Santuario ammontarono a £ 400.230. Per la riparazione della chiesa di San Michele dipendenti da danni bellici furono spesi £ 3.158.30544. Il collaudo fu eseguito il 16 aprile 1966 dall’ing. Giovanni Di Castri, che riscontrò che i lavori erano stati eseguiti “a perfetta regola d’arte”. 44 E’ da ricordare che nel 1943, durante la seconda guerra mondiale, gli aerei anglo-americani sganciarono due bombe sul monte Balzata, che miracolosamente non scoppiarono. I relitti, che un tempo furono posti a testimonianza all’ingresso del Santuario, furono successivamente rimossi e collocati all’interno. 118 A TE, FERVIDO ARCANGELO! Nel Dicembre del 1969 la Polstrada opera un salvataggio in montagna: «Dalla sera del sette dicembre a ieri pomeriggio la neve è caduta abbondante sul Vallo di Diano e in quantità maggiore sui monti e le colline circostanti. Su uno di questi monti appena a sud di Sala Consilina, ove un’anziana vecchietta, ex custode del Tempio, Pica Rosa di Sala, nata nel lontano 1890, si era recata nella mattina del sette per approntare il Presepe. Sorpresa dalla tormenta era rimasta bloccata lassù, né poteva dare notizie o chiedere aiuto per la mancanza di mezzi di comunicazione. Ma qualcuno si è ricordato di lei e ha telefonato al Comando della Polizia di Sala Consilina, chiedendo aiuto per la poveretta. Nonostante che la neve continuasse a cadere a larghe falde, erano le 15 del giorno 8, il Comandante, brig. Santoianni, con l’appuntato De Rosa e la guardia Santarsiere intraprendeva l’azione di soccorso che dopo qualche ora veniva felicemente condotto a termine»45. Nel 1970 fu sistemata la strada che porta al Santuario: «...I componenti del Comitato del santuario, con solerzia degna della massima lode, si sono dati da fare per la realizzazione di diverse opere. Per interessamento del dottor Mario Ricciardi, LQIDWWLLO3URYYHGLWRUHDOOH2233GL1DSROLKD¿QDQ]LDWRODVLstemazione e bitumazione di buona parte della strada che porta VXO VDFUR 0RQWH DI¿GDQGRQH OD GLULJHQ]D DO &RUSR )RUHVWDOH Mancano ancora da sistemare un paio di Chilometri….Speriamo che anche il Comune voglia far sistemare il tratto di sua competenza, attualmente impraticabile, che va dalla periferia di Sala Consilina alla cappellina della Madonna di Loreto. Anche la copertura della Chiesa è stata rifatta in buona parte. Il presidente onorario del Comitato, Sig. Antonio Wancolle, ha donato un 45 Il Roma del dicembre 1969. 119 PASQUALE RUSSO gruppo elettrogeno, con il quale si provvede alla erogazione dell’energia elettrica per l’illuminazione interna ed esterna nonché il pompaggio dell’acqua»46. …Nel 1974 i lavori di sistemazione ancora non sono completati: «Si avvicina la festa del Santo patrono di Sala Consilina, S. Michele Arcangelo. Ma il Comitato amministrativo del Santuario è amareggiato e indignato per la mancata esecuzione dei lavori di sistemazione e bitumazione dell’ultimo tratto di strada, lungo Km 1,200 che porta alla Chiesa del Santo.... Fu promesso che WXWWRVDUHEEHVWDWRIDWWRSHUOD¿QHGLDSULOHPDSHUPRWLYL vari vi fu una proroga: i lavori non sono stati neppure iniziati e il tratto di strada in questione, causa le recenti piogge torrenziali, è impraticabile»47. Nel 1983 si delibera il restauro della statua di San Michele HVLDI¿JJHLOVHJXHQWHPDQLIHVWRSHULQIRUPDUQHODSRSROD]LRQH Avviso sacro «Parrocchia SS. Annunziata Sala Consilina – – Procura di San Michele Arcangelo. I Procuratori di San Michele Arcangelo in Sala Consilina informano tutti i devoti del Santo sul progetto di restauro della statua del Santo Patrono. Sinora, pur avendo interpellati molti, nessuno ha presentaWRSURJHWWRFKHSUHYHGHLOUHVWDXURGHOODVWDWXDLQORFR$I¿QFKp 46 47 120 Il Roma del maggio 1970. Ibidem del settembre 1974. A TE, FERVIDO ARCANGELO! il lavoro sia eseguito con tutte le garanzie possibili e a regola d’arte è indispensabile che la statua sia portata in un laboratorio adatto per tutto il tempo necessario. /D3URFXUDSHUWDQWRLQWHQGHDI¿GDUHWDOHUHVWDXURDOODGLWWD Antonio Lebbro, via San Gregorio Armeno, Napoli. $I¿QFKpWXWWRVLDIDWWRLQFRPXQHDFFRUGRFRQODSRSROD]LRne, i Procuratori sono a disposizione di tutti per eventuali chiarimenti a riguardo. /D3URFXUDFKLHGHLQ¿QHFKHRJQLRVVHUYD]LRQHRSURSRVWD a riguardo venga fatta per iscritto entro il 21 dicembre 1983 e indirizzata a “Procura di San Michele Arcangelo c/o Parrocchia della SS. Annunziata 84036 Sala Consilina. Dopo tale data, la Procura esaminerà le proposte pervenute per iscritto, delibererà a riguardo e ne informerà la popolazione con apposito manifesto. Sala Consilina 3 dicembre 1983 Il Parroco Rev. Antonio Cantelmi p. La Procura il Presidente Michele Pompa»48 Risposta del popolo nello stesso mese di dicembre: «Al Sig. Parroco della SS. Annunziata. ,OSRSRORVDOHVHqLQGLJQDWRSHUO¶DI¿VVRPHVVRVLDDYDQWLOD 3DUURFFKLDFKHGD&LRI¿VHQRQYROHWHDQGDUHFRQWURDOVXGGHWWR popolo che tanto sono devoti (sic) all’Arcangelo San Michele, non toccate il Santo»49. Seguono ¿UPH. 48 L’avviso sacro è custodito nell’Archivio parrocchiale della SS. Annun- ziata. 49 Archivio parrocchiale della SS. Annunziata. 121 PASQUALE RUSSO Per accontentare il popolo, “La Procura di S. Michele decide di far restaurare in sede (a Sala Consilina) la statua di S. Michele. Non è stato possibile ottenere il consenso a che la statua fosse restaurata fuori Paese”50DI¿GDQGRQHO¶LQFDULFRDOODVLJ&DUROLQD,]]RGHOOD³5HVDUW Carolina Izzo e C” di Napoli, che lavorerà in sede. I lavori furono iniziati il 29 febbraio 1984 e la benedizione della statua restaurata fu impartita il 19 agosto 1984. Il costo del restauro, autorizzato dalla Soprintendenza BAAAS di Salerno-Avellino, fu di £ 9.300.00051. Alla festa del Patrono di settembre, molti, che pure appartenevano al popolo ed erano liberi di esprimere il loro giudizio, stimarono negativo il risultato del restauro, ché ritenevano dover essere effettuato a Napoli, dove c’erano tutti gli strumenti per intervenire a regola d’arte. L’ultimo restauro della statua fu eseguito nel 1998 da Guido Regoli con la supervisione della Soprintendenza BAAAS di Salerno - Avellino52. Nel 1991 le entrate per la festa di settembre ammontarono D OHXVFLWHD Il 23 novembre 1991 fu proiettata nella chiesa di San Nicola la videocassetta “San Michele Arcangelo, il santuario, la festa a Sala Consilina”, a cura del Santuario e realizzata dalla Mediterranea di Roma. 50 Cronistoria parrocchiale della SS. Annunziata redatta da don Antonio Cantelmi nel 1983. 51 Carte sciolte nell’Archivio parrocchiale della SS. Annunziata. 52 Ivi. 122 A TE, FERVIDO ARCANGELO! Nel 1993 le entrate per la festa di settembre ammontarono a OHXVFLWHD Nel 1994 le entrate per la festa di settembre ammontarono a OHXVFLWHD *** Richiesta autorizzazione questua53 Parrocchia SS. Annunziata Sala Consilina (Sa) Curia Vescovile Teggiano Il sottoscritto sac. Antonio Cantelmi, parroco della SS. Annunziata e rettore del Santuario di San Michele, chiede, in ottemperanza al canone 1265, di poter effettuare una questua allo scopo di acquistare una nuova campana per il Santuario di San Michele, essendo la vecchia gravemente lesionata. Si comunica che la questua verrà effettuata nel Comune di Sala Consilina nei mesi di Novembre e Dicembre 1984 dai sigg. PICA Antonio, nato a Sala Consilina il 12/8/1851 D’ ONZA Giovanni, nato a Sala Consilina l’8/1/1951 53 Archivio della SS. Annunziata, Carte Sciolte. I tre incaricati per la questua raccolsero la somma di £. 6.775.000, pari alla spesa sostenuta. 123 PASQUALE RUSSO SALVIA Luigi, nato a Sala Consilina il 15/4/1942 Ci si impegna a comunicare resoconto della questua. Distinti saluti Sala Consilina 1/11/1984 Il Parroco Sac. Antonio Cantelmi Visto: nulla osta Teggiano 30 novembre 1984 Il vicario generale (Mons. Vito D’Alto) Proposte per una Mostra permanente di etnologia Michaelica D6DOD «Il sentimento di devozione e l’attaccamento dei Salesi alla ¿JXUDGL6DQ0LFKHOHQRQKDELVRJQRGLFRPPHQWLHVVLSHUPHDQR la vita di ogni cittadino e, al di là delle differenti ideologie professate, attraggono ognuno verso i riti della tradizione, perché nell’immagine sacra s’incentra lo spirito stesso del paese, del quale ciascuno sente di essere elemento integrante e all’accrescimento del quale crede di poter contribuire. Ma s’avverte ora la necessità di orientare verso una forma più organica e consapevole l’interesse collettivo al Santuario e ai festeggiamenti del Santo, muovendo da esigenze di progresso civile e culturale insieme. Si auspica infatti che il rapporto dei fedeli al culto di San Michele non sia limitato al rispetto formale ed esteriore e ad occasioni conviviali che talora turbano, con gli eccessi che ne possono derivare, la serenità del tempio, la quale invece invita alla contemplazione, al raccoglimento e alla preghiera. E 124 A TE, FERVIDO ARCANGELO! poiché la promozione sociale dovrebbe procedere soprattutto lungo la via della conoscenza e della comprensione intima e profonda del mondo, un’iniziativa comincia a prendere vita, calorosamente accolta sin dalla prima formulazione del progetto, la quale è intesa ad assolvere un compito squisitamente didattico d’informare, FRLPH]]LHI¿FDFLGHOOHDWWXDOLWHFQRORJLHVXOO¶LPSRUWDQWHPDWHULD michaelica, che è motivo di vivaci e feconde dissertazioni di eminenti studiosi. Il disegno sarebbe di raccogliere, in ambienti del Santuario opportunamente predisposti, tutte le memorie, orali, documentarie e materiali che abbiano per oggetto San Michele, e di presentarle coi necessari accostamenti alle manifestazioni del culto QHOO¶RUEHPHGLWHUUDQHRGRYH¿RUuHVLGLIIXVHFRQSDUWLFRODUHDWtenzione per il Mezzogiorno italiano e le regioni contigue al Vallo di Diano. Si prevede un’esposizione ordinata per temi, mentre il fondamento unitario potrà essere la rivelazione del Santo nella storia, esaminata in aree concentriche che si restringano sempre più intorno a Sala. Tale ripartizione interesserà in linea generale la nascita e la propagazione della dulìa al Principe delle Forze sotterranee e celesti, con riferimento speciale ai santuari michaelici dell’OrienWH FULVWLDQR TXLQGL FRQVLGHUHUj le tradizioni e le testimonianze michaeliche del Vallo, per passare poi alle origini e alla storia del Santuario saleseYLVWHDWWUDYHUVROHWUDFFHPRQXPHQWDOLHSLJUD¿FKHVWRULRJUD¿FKHLQROWUHVDUDQQRDIIURQWDWLJOLDVSHWWLGHOculto XI¿FLDOH, reso al santo dalla Chiesa di Roma e di Costantinopoli, a Sala e altrove, col corredo di parati e testi liturgici, nonché dei PRGHOOLLFRQRJUD¿FLHGHOculto popolare, che si concreta nel pellegrinaggio al Monte, nei percorsi processionali lungo il paese, negli “strumenti” del culto, cindi, immagini e insegne, ex voto e RIIHUWHGLSURGRWWLORFDOLLprotagonistiLQ¿QHPRVWUHUDQQROHYDrie attribuzioni del popolo, che ha dato e dà forma scenica al proprio fervore religioso attraverso i festeggiamenti, e sono i membri 125 PASQUALE RUSSO della Confraternita, gli uomini e le donne di provenienze diverse che nell’abbigliamento distintivo dei rispettivi paesi animavano OHFHULPRQLHVDOHVL¿VVDWHVXOOHLPPDJLQLIRWRJUD¿FKHGHOO¶HSRFD e dei ricordi della gente, i sonatori di zampogne, i moderni personaggi dell’avvincente rappresentazione sacra. Ogni sezione sarà anche dotata di pannelli didascalici e di VXVVLGL DXGLRYLVLYL FKH LOOXVWULQR DO YLVLWDWRUH LO VLJQL¿FDWR H LO valore dei materiali esposti e gli donino l’illusione di rivivere i momenti della festa, grazie a un’ambientazione ricreata pure con musiche e canti offerti dalla tradizione. S’aggiungeranno l’impiego d’un elaboratore elettronico per ODUDFFROWDHFDWDORJD]LRQHGHLGDWLFKHDIÀXLUDQQRDOODFROOH]LRQH il supporto d’una piccola biblioteca specializzata e l’allestimento d’una sala destinata agli incontri culturali. Per la realizzazione dell’idea così delineata sarà necessaria non soltanto la collaborazione spicciola per il reperimento delle memorie, ma il conforto morale di tutti coloro che ne condividono l’interesse e avvertono l’impulso di operare in modo critico e costruttivo e di offrire il proprio gradito contributo»54. XV centenario dell’Apparizione di San Michele …«A Sala Consilina il centenario è stato celebrato con la partecipazione alla Via Crucis sul Santuario nelle domeniche di Quaresima e con la celebrazione della Messa ogni domenica pomeriggio alle ore 17 nei mesi in cui la statua rimane sul Santuario. Quando la statua è in paese, la Messa sul Santuario viene celebrata ogni prima domenica del mese alle ore 7. Importanti sono le opere realizzate sul santuario in questi anni, e per il numero 54 126 ANTONIO TORTORELLA in Il Ponte, cit., dicembre 1986. A TE, FERVIDO ARCANGELO! e per la sofferenza che hanno comportato e ancora comportano. Davvero “Figlio, se intraprendi il servizio del Signore, prepara l’anima alla prova”. - 20 nuovi banchi, una sedia per il celebrante e due ingi QRFFKLDWRLSHUJOLVSRVLUHDOL]]DWLGDOODGLWWD*HQXÀH[GL Treviso, sono stati il frutto di una colletta di £ 11.450.000 fatta da Gelsomina Sabia. 8Q QXRYR LPSLDQWR GL DPSOL¿FD]LRQH GHO YDORUH GL £ 6.800.000 è stato realizzato con i risparmi sulla festa dell’8 maggio. 8Q QXRYR LPSLDQWR HOHWWULFR q LQ FRUVR GL UHDOL]]D]LRQH grazie al volontariato di alcuni operai dell’ENEL di Sala Consilina. - Il nuovo piazzale antistante al Santuario è stato compiuto dall’Amministrazione Comunale di Sala Consilina, “ad utilità di tutto il popolo, come ricorda la lapide posta sulla facciata della Cappella»55 (vedi epigrafe in appendice). Incontro del Vescovo Bruno Schettino con i Comitati Festa «Nel corso della Visita Pastorale a Sala Consilina S. E. Mons. Bruno Schettino ha incontrato i rappresentanti di tutti i comitati festa legati al culto dei Santi. L’iniziativa, inedita e molto apprezzata, ha fatto registrare la massiccia partecipazione dei componenti delle undici Procure che si sono incontrati sul Santuario di San Michele Arcangelo domenica 22 novembre 1992. Dopo l’intervento di saluto del rettore del Santuario don Antonio Cantelmi, il Presidente della Procura di san Michele Arcangelo ha illustrato la situazione in cui operano i Comitati Festa, 55 Il Ponte, cit., ottobre 1990. 127 PASQUALE RUSSO sottolineando il forte radicamento sociale ed il sostegno popolare ed economico di cui godono le singole iniziative. Ha, altresì, evidenziato la necessità di adeguare comportamenti e scelte ai nuovi tempi, alle nuove esigenze ed anche alle emergenze economiche HVRFLDOLFKHYLYLDPRDXVSLFDQGRDWDO¿QHXQUDFFRUGRVHPSUH maggiore con i parroci e la formazione di un organismo interparrocchiale che stabilisca il calendario annuale delle feste e regole FRPXQLGLFRPSRUWDPHQWRSHUWXWWLL&RPLWDWL+DLQ¿QHVRWWROLneato l’urgenza di indirizzare la raccolta di fondi principalmente per il recupero al culto delle chiese inagibili o in ristrutturazione. I successivi numerosi interventi hanno visto avanzare altre proposte in ordine al metodo di raccolta fondi, alla differenziazione tra feste di carattere rionale e feste a dimensione cittadina con particolare riferimento a quella Patronale. Da più parti è stata sottolineata l’esigenza di offrire maggiore sostegno alla festa del Corpus Domini, così come la necessità di adeguare alla nuova realtà territoriale della città i percorsi delle processioni. Molti gli argomenti su cui l’Ecc.mo Vescovo ha fermato la sua attenzione, indicando possibili soluzioni con una esortazione ai Comitati ad una maggiore partecipazione alla vita della ComuQLWjSDUURFFKLDOH8QULFKLDPRqYHQXWRDOULVSHWWRGHOO¶DXVWHULWj e al principio fondamentale della religiosità delle feste, sollecitando i Comitati a svolgere, in tal senso, un’azione sempre più incisiva di educazione e d’indirizzo della coscienza popolare, compito delicato ed impegnativo ma certamente indispensabile per il raggiungimento del Bene Comune»56. 56 ANGELO PALADINO, in Il Ponte, cit., Natale 1992. 128 A TE, FERVIDO ARCANGELO! Restauro della statua di San Michele Arcangelo57 ©/DVWDWXDGLOHJQRGLSLQWRqFRVWLWXLWDGDXQD¿JXUDFRQOH sembianze del San Michele Arcangelo trionfante sul demonio raf¿JXUDWRVRWWRPHVVRDLVXRLSLHGLGHFRUDWRDOODVXDEDVHFRQDPpie volute e impreziosito da una doratura a foglio su “bolo”. Tra il drago e il basamento siedono otto puttini drappeggiati. ,OWRUDFHGHOOD¿JXUDGHOVDQWRqSURWHWWDGDXQDFRUD]]DFKH FRPH O¶HOPR H OH DOL q ¿QWD GD XQD GRUDWXUD D IRJOLD PHWLFRORsamente “punzonata” ad imitazione del “cesello” del metallo GHOO¶DUPDWXUD8QGUDSSRGLFRORUHURVVRFXSRVLJRQ¿DGLHWUROD schiena. Gli stinchi e i piedi sono impreziositi da calzari di cuoio, mentre le piume dell’elmo, la spada, lo scudo, i pennacchi dei panneggi e la catena a guinzaglio del drago sono dei preziosi accessori in argento massiccio». (Segue la descrizione dello stato di conservazione, dell’intervento del restauro, della pulitura e della stuccatura, verniciatura e reintegrazione pittorica)58. Restauro dell’affresco nel “cappellino” e di due altari laterali «Nella lunetta alla destra dell’affresco è stato riportato in OXFH XQ DUPRQLRVR DIIUHVFR UDI¿JXUDQWH O¶$UFDQJHOR *DEULHOH nell’atto piacevole dell’annunciare, dipinto di piacevole fattura, dai delicati tratti e mirabili colori, ben conservati e laborio- 57 Il restauro fu eseguito nel 1998 da Guido Regoli di Roma su commissione di don Antonio Cantelmi e con l’autorizzazione del soprintendente arch. 5XJJHUR0DUWLQH]HODFHUWL¿FD]LRQHGHOODGLUHWWULFHGHLODYRULGRWWVVD9HJD de Martini. 58 Dalla Relazione del restauratore Guido Regoli. 129 PASQUALE RUSSO samente restituiti all’originaria lettura. …Il lavoro di ricerca, nella lunetta simmetrica ha restituito l’immagine della Vergine Annunziata con caratteristiche analoghe a quella della lunetta precedente. …Tale intervento ha rivelato una volta interamente affrescata coeva alle lunette e di analoga fattura»59. Restauro, consolidamento ed adeguamento del Santuario di San Michele Arcangelo Decreto del Vescovo di Teggiano n. 12/04 Il sottoscritto Vescovo di Teggiano – Policastro, in riferimento a quanto già stabilito con proprio decreto del 24 marzo 2004 prot. 11/04, con cui ha delegato il Rev. Sac. Antonio Cantelmi a rappresentare questo Ente Ecclesiastico nella stipula dell’Accordo di Programma con il Comune di Sala Consilina (Sa), allo scopo di sviluppare gli interventi necessari al recupero ed alla valorizzazione del patrimonio ecclesiastico con valore storicomonumentale, oltre che religioso e di culto, della stessa città, visto • il verbale unico della Conferenza dei servizi “Recupero e valorizzazione beni storici monumentali pubblici ed ecclesiastici” tenutasi nella Casa Comunale di Sala Consilina il 25 marzo 2003, • l’Accordo di Programma allegato allo stesso Verbale, sottoscritto dal Dott. Gaetano Ferrari, Vicesindaco di Sala Consilina, F. F. del Sindaco momentaneamente assente, e dal Rev. Sac. An- 59 TIZIANA VALERIANI – ENZA BARRESE, Intervento di restauro in Simile a un tesoro nascosto, Tip. Iezza, 2004, p. 12. 130 A TE, FERVIDO ARCANGELO! tonio Cantelmi, Parroco della SS. Annunziata in Sala Consilina, allo scopo delegato, decreta formale adesione della Diocesi di Teggiano-Policastro all’Accordo di Programma, qui precedentemente citato, e l’assunzione da parte della Diocesi di quanto di competenza, con l’augurio che la sinergia delle intenzioni e delle volontà favorisca il raggiungimento dell’obiettivo comune. Angelo Spinillo Dato a Teggiano, dalla sede vescovile, 25 mar. 2004. 131 PASQUALE RUSSO 132 A TE, FERVIDO ARCANGELO! CRONOLOGIA 4 luglio 1213 - Apparizione 163(?) - Documento che riporta l’evento dell’apparizione 1640 - Data riportata sulla campana piccola posta sul campanile sul monte Balzata. 1652 - %LODQFLRGHOO¶8QLYHUVLWjGL6DODLQFXLVLIDULIHULPHQWRDO SRUWDEDQGLHUDGHOOD¿HUDGL6DQ0LFKHOH 1653 - 8QGRFXPHQWRDWWHVWDODSURFHVVLRQHGD6DQW¶(XVWDFKLRD San Michele. 15 maggio 1715 - Miracolo della resudazione. 29 settembre 1716 - Esposizione nella collegiata di Lucca di un’ampollina contenente la sacra manna ivi trasmessa dal vescovo di Capaccio mons. Francesco Niccolò. 8 maggio 1718 - Redazione del sommario processo sulla resudazione. 1719 - Fusione della campana ad opera del maestro lucano GiuVHSSH%UXQRGD9LJQRODRJJL3LJQROD 17 ottobre 1720 - Il vescovo Giocoli scrive la lettera agli ispettori ecc. 1720 - Il vescovo Giocoli fa costruire a proprie spese la cisterna d’acqua. 1721 - Fu scolpito il marmo che ricorda la costruzione della cisterna. 1728 &RQFOXVLRQHGHOSULPRDPSOLDPHQWRGHOODFDSSHOODLOYHscovo Agostino Odoardi posa l’altare maggiore e Benedetto XIII concede indulgenza (vedi lapide). 133 PASQUALE RUSSO 24 giugno 1741 - Il vescovo di Montepeloso, attuale Irsina, consacra la cappella. 'DO- Il vescovo Raymondi fece ampliare la chiesa. Durante il presulato di Raymondi si ripete la resudazione nei giorni 8, 17 maggio e a settembre. 1771 - Di nuovo il miracolo. 'DO- la Congrega del Monte dei Morti eretta in Sala “consente la processione ai congregati al Monte di San Michele in occasione di pubblico travaglio”. 1794 - Il vescovo Zuccari all’apertura del Sinodo tenuto a Sala nella chiesa di San Pietro Apostolo di Sala invoca San Biagio e San Michele quali compatroni della città. 28 dicembre 1800%ROODGL3LR9,,FRQFXLLOSRQWH¿FHFRQFHGH indulgenza. 1804 - Costruzione da parte del procuratore Paladino di un canale di marmo che porta acqua piovana alla cisterna. 12 maggio 1805 - Il vescovo Filippo Speranza consacra il tempio. 29 aprile 1806 - Pio VII concede indulgenza plenaria. 1829 - Furono confezionati i paramenti che vengono indossati durante la celebrazione della messa in Piazza il 29 settembre: un piviale, una pianeta, due tunicelle per i suddiaconi ed un omerale con lo stemma del vescovo di Capaccio Filippo Speranza (1804 – 1834) stella, ancora e leone rampante con corona e la scritta “Adm~ses Salae Benef~ae Anno Domino ))´ VFLROWH $GPLQLVWUDWRUHV 6DODH %HQH¿FLDH $QQR Domini 1829 fecerunt faciendum = gli Amministratori a beQH¿FLRGL6DODIHFHURFRQIH]LRQDUHQHO 1832 - E’scolpita a Napoli la statua in legno. 1835 - /HWWHUDGHO6LQGDFRGL6DOD3DSSD¿FRDOOD&RQIUDWHUQLWD San Vincenzo de’ Paoli. 134 A TE, FERVIDO ARCANGELO! 1852 (20 maggio) - Fu trascritto in copia il sommario processo dell’8 maggio 1718. 1852 - Fu costruita a Napoli la piramide dorata che supporta la statua di San Michele adornata da 8 puttini. 'DO - Il Santuario venne restaurato da parte di Michelarcangelo Bove in seguito al terremoto del dicembre del 1857. 1864 - La Congrega della Carità e il Comune di Sala fanno costruire la “Caggia” (custodia) che conterrà il simulacro di San Michele nella chiesa dell’Annunziata. 1887 - Leone XIII concede indulgenza con bolla del 12 dicembre. 1887 (3 maggio) - Richiesta da parte della Congrega di far uso di una tessera (medaglione) avente nel centro l’immagine dell’Arcangelo. Nel 1900 - Fu restaurata la piramide del 1852 (dati rilevati sul frontale su cui sono scritte a destra e a sinistra le seguenti testuali parole: C(ostruita) ‘852 Napoli; Restaûa >restau(rat)a@ A. D. MCM. 1907 (25 ottobre) - Giuseppe Labriola dona la “Caggia” del Santuario (nello scarabattolo vi è una targhetta di carta con la scritta “C. Bournique e C”. Napoli”). 1914 - Il Santuario fu restaurato ad opera della Società Operia “Torquato Tasso” di New York (vedi lapide). 1915 - Pianeta bianca offerta dai soldati di guerra. 1915 - Pianeta rossa dono dei soldati della prima guerra mondiale. Giuseppe Volpe affresca la volta del Santuario. 1930 - Il Parroco Francesco Romano pubblica la Novena a San 0LFKHOHIDWWDVWDPSDUHGDOODWLSRJUD¿D$XOHWDGL6DOD&RQsilina. 1935 - Lapide fascista sul Santuario. 135 PASQUALE RUSSO 1937 (14 aprile) - Benedizione della statuetta di San Michele da inviare nell’Africa Orientale Italiana ad Addis Abeba. 1939 - Furono eseguiti lavori di “pitturazione” del Santuario da Manrico Volpe, Gaetano Viola e Ruggiero Amendola. 1945 - Rifacimento dell’arco d’ingresso al Santuario. *RQIDORQHGLFPUDI¿JXUDQWHVDQ0LFKHOH$UFDQJHORHVXO verso San Raffaele. 1946 - Lavori sul Santuario. Giugno 1952 - Lapide di Filippo Gagliardi. 1970 - Lapide di Antonio Wancolle. 1982 (23 aprile) - Furto di 4 dipinti dalle nicchie sugli altari laterali del Santuario di San Michele. 1982 (settembre) - 0RVWUDSUHVVRORVWXGLRIRWRJUD¿FR$USqD“ I 150 anni della Statua di San Michele”. 1983 (settembre) - 0RVWUDSUHVVRORVWXGLRIRWRJUD¿FR$USqD³La festa di San Michele: immagini della nostra tradizione”. 1984 VHWWHPEUH 0RVWUD SUHVVR OR VWXGLR IRWRJUD¿FR$USqD ± “All’ombra dell’Arcangelo: immagini di San Michele tra le due sponde del Tanagro”. 1985 (23 gennaio) - La ditta Capezzuto di Napoli rimuove dalla sua sede la campana del XVIII secolo (1719), per rifonderla. 1985 (25 marzo) - Alle ore 18,20 fu posta la nuova campana rifusa dalla ditta Capezzuto di Napoli. 1986 Fu donata la vetrata posta sull’arco di trionfo del Cappellino dal Sac. Antonio Cantelmi, Michele Pompa, Michele Pica, Antonio Arpèa, Antonio Marino e Vincenzo Lo Bosco. Natale 1986 - Sul Santuario Antonio Arpèa allestisce il presepe DIULFDQRFRQSDVWRULQHJUL¿WWLOLFUHDWLGDOORVFXOWRUH)UDQFHsco Scialpi. 136 A TE, FERVIDO ARCANGELO! 1988 (settembre) - Pubblicazione da parte della Procura del “Calendario Michaelico” per l’anno 1989 e della “Liturgia della festa di S. Michele Arcangelo”. 1988 - Renzo De Simone scolpisce i due angeli rudimentali che furono posti ai laterali dell’altare maggiore in sostituzione di quelli artistici settecenteschi rubati il 23 aprile del 1982. 1990 - Ristrutturazione del piazzale da parte dell’Amministrazione comunale di Sala Consilina. 1991 - Pubblicazione della videocassetta “San Michele Arcangelo, il Santuario, la festa a Sala Consilina”. 1992 - Pubblicazione “Restituiamo a San Michele la sua chiesa”. 1996 (giugno) - Don Antonio Cantelmi inaugura sul monte Balzata l’ultimo tratto del Sentiero intitolato a Pier Giorgio Frassati nel cui percorso è inserito il Santuario. 1996 (settembre) Pubblicazione de “La chiesa dei cittadini” a cura della Procura di S. Michele. 2000 (agosto) - Inizia il restauro degli affreschi del cappellino eseguito da Tiziana Valeriani e Enza Barrese sotto la sorveglianza della Soprintendenza BAAAS di Salerno e Avellino GLUHWWDGDOO¶DUFK50DUWLQH],OUHVWDXURIX¿QDQ]LDWRFRQ le offerte della novantenne sig. Antonietta Pompa, moglie di Michele Pompa emigrato in America negli anni venti e con TXHOOHUDFFROWHGDO¿JOLR0LFKHOH&RLUR 2001 - Pubblicazione di “Storia e tradizione michaelica in Sala Consilina” (a cura della Scuola Media “G. Camera”). 2004 (settembre) - La Parrocchia della SS. Annunziata di Sala Consilina rende noti i risultati del restauro dell’affresco e del cappellino con la pubblicazione del libro “Simile a un tesoro nascosto´SHULWLSLGHOODWLSRJUD¿D,H]]DGL6DOD&RQVLOLQD 2006 - Inizio ristrutturazione di parte del Santuario, lato foresteria. . 137 PASQUALE RUSSO 138 A TE, FERVIDO ARCANGELO! &521$&$',81$)(67$ Ho fatto festa davanti al Signore «N arra la Bibbia che “re Davide e tutta la casa d’Israele facevano festa davanti al Signore con tutte le forze, con canti e cetre, arpe, timpani, sistri, cembali” (2 Sam. 6, 5). Penso di non esagerare se dico che quest’anno si è fatto festa al Patrono San Michele con tutte le forze. All’inizio della Novena, il 10 settembre ’87, si è benedetto l’altare del Santuario restaurato dalla ditta Fratelli Aumenta, grazie all’offerta di cinque milioni da parte di Aumenta Maichino, 'H5RVD3DROR/RERVFR9LQFHQ]R2UH¿FHULD9DOHQ]DQD3DYHQta Giuseppe. Il restauro si completerà con l’aggiunta degli angeli laterali. Il 23 settembre, alla presenza del Vescovo diocesano, è stata accesa la croce luminosa davanti al Santuario, eretta in memoria GL/HRQDUGR&DVDOHGDO¿JOLR/XLJL/D'LWWD&DVLOORQHKDFXUDto e offerto l’illuminazione. Lo stesso giorno è stato esposto il presepe africano realizzato nel Natale ’86 dall’artista Scialpi ed il cui ricavato di un milione, offerto dai membri della Procura, è stato devoluto dall’autore a favore dell’infanzia missionaria. Si è poi passati all’inaugurazione della Mostra Michaelica realizzata nei locali del santuario da Antonio Tortorella. La mostra mira a dare voce a tutte le tradizioni ed oggetti legati al culto del santo. Insieme alla mostra la realizzazione di n. sei coppie di costumi VDOHVLV¿ODWLGXUDQWHOD3URFHVVLRQHGHOSHUODFXLUHDOL]]D]LRne l’Amministrazione Comunale di Sala Consilina ha offerto un contributo di £ 3.781.000. 139 PASQUALE RUSSO La sera del 28 è stata ripristinata la Celebrazione del Vespro con processione del Santissimo. Essendo l’Annunziata ancora chiusa per il terremoto dell’’80 il Vespro si è celebrato a Santo 6WHIDQRHODSURFHVVLRQHVLqFRQFOXVDLQ3LD]]D8PEHUWR,4XLVL è conclusa pure la tradizionale “Barca” mentre a Sant’Eustachio, a sera inoltrata, il “Palo” della cuccagna. La processione del 29 ha visto la partecipazione corale del popolo di Sala. Le Congreghe e i Comitati hanno partecipato con proprie fasce e stendardi. Accanto ai costumi salesi e di SassaQRKDQQRV¿ODWRLFRVWXPLGL6DQ'HPHWULR&RURQH&VSUHVHQWL con il proprio parroco Don Giuseppe Farmaco. La presenza della rappresentanza delle Comunità albanesi di rito greco-cattolico ha voluto dare un taglio ecumenico alla festa, mentre la somma di due milioni, offerti al Vescovo l’8 maggio scorso per le Missioni e raccolti grazie alla mostra organizzata da Antonio Arpèa nel Portone 26, ha voluto rendere presente la dimensione missionaria. La processione ha sostato a Sant’Eustachio per il “volo dell’Angelo” e si è conclusa in Piazza con la Celebrazione della Messa da parte del nostro Vescovo, Mons. Bruno Schettino. La sera del 29 nella chiesa di San Pietro la celebrazione della messa in rito greco cattolico ha chiuso la parte religiosa della festa. La partecipazione corale del popolo che vede nel giorno del Patrono di Sala Consilina un giorno di festa per tutti, la dimensione ecumenica e missionaria hanno reso davvero cattolica, cioè universale tale festa. Mi piace concludere ricordando un’usanza ebraica. L’ebreo conclude ogni festa dicendo: «E’ stato bello, ma non dimentichiamo Gerusalemme». Nel nostro caso «Gerusalemme è la chiesa della SS. Annunziata» che speriamo vedere presto restaurata1 (Don Antonio Cantelmi). 1 140 Il Ponte, cit., Natale 1987. 4 A TE, FERVIDO ARCANGELO! OMELIE Omelie di don Antono Cantelmi2 A che serve una spada? ©$OUH6DORPRQHODVSDGDVHUYuSHUIDUHJLXVWL]LD8VzODVSDGD per scoprire la verità senza versare una goccia di sangue. Avrebbe versato sangue innocente. A Pietro la spada servì per colpire l’orecchio dell’avversario, ma Gesù proibì subito quest’uso: “Rimetti la spada nel fodero, poiché chi di spada ferisce, di spada perisce”. Al cavaliere Martino la spada servì per fare la carità: incontrando un povero nudo, Martino tagliò in due il proprio mantello e gliene diede una metà. A sera Martino meritò di vedere Cristo vestito del suo mantello. Cari fedeli, l’episodio di San Martino che taglia in due il mantello, m’incoraggia a una proposta: tagliamo in due la festa di San Michele, parte per continuare la festa stessa e parte perché la chiesa dell’Annunziata possa continuare ad arricchire di senso religioso l’urbanistica di questa piazza. La Festa senza la Chiesa vale quanto la Chiesa senza la Festa»3. Omelia 29 settembre 2005 Iniziamo questa Messa nel nome del Dio annunziato da San Michele. Il nostro Dio non è un solitario, ma una comunione di 2 Le omelie sono state pronunciate in occasione della Santa Messa celeEUDWDLQSLD]]D8PEHUWR,LQRQRUHGL6DQ0LFKHOHDFRQFOXVLRQHGHOODSURFHVsione del 29 settembre. 3 DON ANTONIO CANTELMI (dall’Omelia per la festa di San Michele), in Il Ponte, cit., novembre 1992 141 PASQUALE RUSSO tre persone, perciò facciamo tutto nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Dopo aver annunziato la presenza di Dio e dei suoi doni in mezzo a voi, oggi vi saluto veramente come popolo di San Michele, con i suoi Amministratori, con le sue Forze dell’ordine, con la varietà delle sue Associazioni e con i suoi Presbiteri in comunione con il Vescovo Angelo. Mi chiedevo all’inizio della Novena quale fosse il primo segno della festa, e, notando nella chiesa della SS. Annunziata, i primi emigrati che tornavano dalle Americhe, ho capito che il SULPRVHJQRGHOODIHVWDqLOULWRUQRGHL¿JOLqLOSDHVHQDWLRFKH si ripopola, o, per dirla con linguaggio biblico, è il ritorno a Gerusalemme «Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. ,WXRL¿JOLYHQJRQRGDORQWDQRª,VDLD (Tralascio di dire che durante la Novena ho avuto dei momenti di grande sofferenza nel sentirmi chiedere: «Chi pigliate per la festa?». Avrei voluto rispondere: «Per la festa noi non pigliamo nulla, poiché la festa non è un prendere, ma un accogliere. Spero di essere degno di accogliere il dono di Dio nella venuta di San Michele dal monte nella sua Città. Né San Michele trae gloria dallo spettacolo “pigliato” la sera del 30 settembre».) Dico «grazie!», con immensa gratitudine, al fanciullo che ieri sera, davanti alla porta dell’Annunziata, poco prima che arrivasse “la Barca” mi ha chiesto: «Don Antonio, mi racconti la storia di 6DQ0LFKHOHHLOVLJQL¿FDWRGHOOD%DUFD"ª/DPDPPDFKHORDFcompagnava mi ha chiesto: «Dove posso trovare un libro con la storia di San Michele?» . In questo momento è iniziata per me la festa e la gioia della IHVWDFKHKDLOVXRPRPHQWRSLYLYRQHOODGRPDQGDFKHL¿JOL ULYROJRQRDLJHQLWRUL©5DFFRQWDWHFLLOVLJQL¿FDWRGLTXDQWRIDF142 A TE, FERVIDO ARCANGELO! ciamo». Che senso ha quello che facciamo, che senso ha la vita tutta? È il debito più grande e più bello verso le future generazioni. Donare loro una parola preziosa quanto il pane che li nutre. Il popolo vive il suo momento più bello in questa trasmissione di YLWDHGLVLJQL¿FDWRGLYLWDQHOOHSURSULHWUDGL]LRQLHJRGHGHOGHsiderio dei giovani che chiedono “raccontateci la storia ed il suo VLJQL¿FDWR´&RQOLQJXDJJLRELEOLFRGLUHPPR©&DQWDWHFLLFDQWL di Sion». Non appendiamo le cetre dei padri ai salici per comperare, per “pigliare” canti stranieri. Caro fanciullo, se questa notte io mi fermassi con te a racFRQWDUWLODVWRULDGL6DQ0LFKHOHHGLVLJQL¿FDWLGHOOHWUDGL]LRQLD Lui legate a Sala Consilina, passeremmo una bella notte di veglia, bella come la notte di Pasqua, fatta di racconti, di canti e di balli, ma saremmo solo all’inizio del racconto. C’è una sola possibilità GLFRQRVFHUHODVWRULDGL6DQ0LFKHOHHGLOVLJQL¿FDWRGLTXDQWR facciamo: dedicare un’ora settimanale ad una attività semplice e che a Sala inizieremo la prossima settimana, frequentare la scuola di catechismo e dedicare un’ora ogni Domenica a quella Assemblea di Popolo che chiamiamo Santa Messa. Solo questo ritmo settimanale dà il senso cristiano alla vita ed alla Festa, diversamente il tutto sarà sale senza sapore. Mantengo, però, la promessa di iniziarti il racconto, tu mantieni quella di non saltare neppure una Domenica la Celebrazione Eucaristica. Mi hai chiesto, dunque, la storia di San Michele. Facile mi sarebbe raccontarti la storia di San Cono: è nato a Teggiano nel tredicesimo secolo, vissuto circa diciotto anni e morto a Cadossa, nel comune di Montesano. E così di tanti altri Santi o personaggi storici, ma San Michele dove è nato, quando è nato e dove è morto? San Michele non è nato e non è morto ed essendo puro spirito, non ha corpo e non occupa uno spazio. Non c’è la storia di San Michele, non può esserci storia di San Michele poiché San 143 PASQUALE RUSSO Michele è fuori della storia, è al disopra della storia, ma non estraneo, perché ha toccato la storia. “Quis ut Deus?” leggiamo sullo scudo della nostra statua, è il VLJQL¿FDWRGHOQRPHHEUDLFR0LFKHOH³&KLqFRPH'LR"´ Nessuno è come Dio capace di parlare ad ogni uomo nel suo intimo, in quel tempio sacro di ogni uomo che chiamiamo coscienza. Ricordate la voce che sentiva Caino dopo aver ucciso il fratello Abele: «Dov’è tuo fratello?». E’ la voce della coscienza che indica ad ogni uomo la strada del bene e la distingue da quella del male. Non è solo il frutto di socialità e condizionamenti vari. E’ la voce di Dio che entra nella storia. La Bibbia dice che Caino cercava di trovare un luogo ove non ascoltare quella voce, ma un luogo lontano dalla Parola di Dio non esiste. Nessuno è come il nostro Dio, non solo capace di parlare ad ogni uomo, ma anche di riunire uomini diversi e farne un solo popolo. E’ la voce di Dio che ha parlato a Mosè e gli ha chiesto di formargli un popolo e Mosè lo ha fatto dandogli una legge scolpita sulla pietra, ad indicare l’oggettività di una legge che non è soggetta alle debolezze e condizionamenti della coscienza personale. E’ nato, così, il primo popolo di Dio, quello ebraico, ricco di una legge che viene direttamente da Dio e ricco di una festa, la Pasqua, che rivela la presenza di Dio nella storia del suo popolo. Nella XXV domenica per anno/A, abbiamo letto l’Antifona: «Io sono la salvezza del mio popolo,» - dice il Signore - «in qualunque prova mi invocheranno, li esaudirò, e sarò il loro Signore per sempre». Nessuno è come il nostro Dio, che dopo aver scelto ed amato un popolo in mezzo agli altri popoli, dopo essere stato la Medicina di questo popolo per mezzo dell’Arcangelo Raffaele, ha inviato sulla terra l’Arcangelo Gabriele, lo ha mandato ad una fanciulla GLQRPH0DULDDFXLKDDQQXQ]LDWR©&RQFHSLUDLXQ¿JOLR«ª Da quel momento “la Forza di Dio” è entrata nella storia ed è diventata debolezza, uomo tra gli uomini, il Dio con noi. E la 144 A TE, FERVIDO ARCANGELO! legge della coscienza, la legge scolpita sulla pietra è diventata legge scolpita nel cuore di ogni uomo ed ogni popolo è diventato il popolo di Dio e tutta la legge è diventata un solo precetto: Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente… ama il prossimo tuo come te stesso. Precetto elevato ad “amatevi come io vi ho amato” nel Vangelo di Giovanni 13,34: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate JOLXQLJOLDOWULFRPHLRYLKRDPDWRFRVuDPDWHYLDQFKHYRLJOL uni gli altri». Nessuno è come il nostro Dio, che, nell’anno del Signore 1213, tocca la storia di Sala Consilina con l’apparizione dell’Arcangelo San Michele al pastorello ai piedi del Monte Balzata ed il giorno 4 luglio la sua parola, durante una “grande tempesta in cui sembrava che il cielo cadesse sopra la terra”, ammonisce che “era stato trascurato il Tempio”. (FFRDOORUDLOVLJQL¿FDWRGHOOD%DUFD/D%DUFDUDI¿JXUDOD Chiesa, il nuovo Tempio di Dio di cui entriamo a far parte col Battesimo ed ove cresciamo accogliendo ogni Domenica la sua parola e nutrendoci del suo corpo nell’Eucaristia. Celebriamo l’anno dell’Eucaristia. Nel 304 d.C. ad Abitene, in Tunisia, 49 martiri affrontavano la morte per la propria fede. Il racconto del martirio individua tre cardini di fede: ODFRPXQLRQHFRQLSURSULSUHVELWHUL LOSRVVHGHUHQHOFXRUHOD3DURODGL'LR la fedeltà alla Messa domenicale. E’ un popolo che si nutre dell’Eucaristia. Nei primi secoli la Domenica ha custodito i cristiani, come il Sabato aveva custodito gli ebrei. Se è vero che dalla Pasqua nascono tutte le feste, è altrettanto vero che la festa di Pasqua nasce dalla fedeltà alla celebrazione domenicale. Segno dell’Alleanza, a Sala Consilina, la Barca, il volo e l’offerta dell’Angelo, lo squarcio che nell’affresco sul Santuario lacera l’immagine di San Michele. Sul nostro Santuario San MiFKHOHqLO&URFL¿VVRFRQLOFRUSRVSH]]DWRGDXQIXOPLQHGXUDQWH 145 PASQUALE RUSSO il terremoto del 1857, per la salvezza del popolo. Con le Scritture nel cuore, in comunione con i propri presbiteri, fedeli alla Messa domenicale, festeggiamo il rinnovo annuale dell’alleanza con: LO'LRFKHVFHOVH$EUDPRHEHQHGLVVHODVXDGLVFHQGHQ]D il Dio che, in Mosé, scelse Israele come il popolo del contratto dell’alleanza,RSHUYRLHYRLSHUPH il Dio che, in Cristo, scelse la Chiesa come il popolo del contatto nell’intimità (Io in voi e voi in me): «Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore… chi rimane in me porta molto frutto» (Giovanni 15,9). Omelie di don Peppino Giudice …«Sorelle e Fratelli, “quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà la fede a Sala Consilina?” (cf. Lc. 18, 8). Questa espressione di Gesù ci mette con le spalle al muro, ci inchioda alla nostra responsabilità cristiana. Troverà una fede limpida, genuina, forte? Dio non voglia che trovi una fede terremotata! L’Arcangelo Michele, questa mattina, si fa nostro Maestro QHOODIHGHFRQLOVXRVWHVVRQRPH0,.$(/±48,687'(86" CHI è COME DIO? – Nessuno. La fede riconosce il primato, il primo posto solo a Dio. Troppi idoli dobbiamo confessare: troppe cose e troppe persone abbiamo messo al posto di Dio. CHI E’ COME DIO? Nessuno, neanche San Michele. Egli porta a Dio, combatte per ristabilire la giustizia di Dio, ma non si mette al posto di Dio. Egli ha fede in Dio. Siate disposti a perdere la vita, piuttosto che lasciarvi strappare la fede! Imitando la fede degli angeli e dei Santi, provocati ad avere le ali, con una giusta scala di valori, siamo impegnati a 146 A TE, FERVIDO ARCANGELO! costruire la città dell’uomo, perché la fede “se non ha le opere, è morta in se stessa” (Gc 2, 17). Da cristiani, da uomini e donne di fede, dobbiamo immettere nella società i semi del Vangelo, gesti di speranza e di carità, da profeti della “città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso” (Eb. 11, 10)»4. Illumina, custodisci, reggi e governa questa città di Sala Consilina …«Per vivere con forza ed originalità il giorno festivo e i giorni feriali, Michele ripete alla sua Chiesa: “attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete perciò l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, FLQWLL¿DQFKL con la verità, rivestiti con la FRUD]]D della giustizia, e avendo come FDO]DWXUH ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potete spegnere tutti i dardi inIXRFDWL GHO PDOLJQR SUHQGHWH DQFKH l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio. Pregate incessantemente…” (Ef. 6, 10 – 18). Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore… A te voglio cantare davanti agli Angeli… 6DOD&RQVLOLQDLOVHWWHPEUH3LD]]D8PEHUWR,LQIl Ponte, cit., settembre 1986. 4 147 PASQUALE RUSSO davanti a Michele: chi come Dio? Per non anteporre nulla a Dio Gabriele: forza di Dio, per affrontare la lotta della vita Raffaele: medicina di Dio, per curare le piaghe dei cuori spezzati. A te voglio cantare davanti agli angeli: “fa’ che quest’offerta, per le mani del tuo angelo santo - Cristo Gesù - sia portata sull’altare del cielo davanti alla tua maestà Divina, perché su tutti noi che partecipiamo di quest’altare, comunicando al Santo mistero del corpo e sangue del tuo Figlio, scenda la pienezza di ogni grazia e benedizione del cielo” (Canone I). Vogliamo pregare: Angelo di Dio, che sei il mio custode: illumina, custodisci, UHJJLHJRYHUQDTXHVWDFLWWjGL6DOD&RQVLOLQDFKHWLIXDI¿GDWD dalla pietà celeste. Amen. Alleluia»5. 2PHOLDGLGRQ0LFKHOH7RWDUR Io non c’ero mai stato «Il linguaggio usato per descrivere la vita o la testimonianza GLXQ6DQWRqVHPSUHPROWRSDFDWRRVHUHLGLUH³SDFL¿FR´4XDQdo si parla di San Michele le parole sono forti, “battagliero”. Non solo le parole, ma tutta l’atmosfera che si respira durante i giorni della festa a Sala Consilina. Coinvolge tutti in maniera profonda e orgogliosa. Io non c’ero mai stato. Quest’anno, però, ho avuto la possibilità di partecipare all’intero momento della festa, compresa ODSDUWHFLSD]LRQHKRDYXWRO¶RQRUHGLSUHVLHGHUHOD&HOHEUD]LRQH Eucaristica, in piazza, dove tutta la comunità salese era presente. 5 GIUSEPPE GIUDICE (dall’Omelia del 29 settembre 1996), Il Ponte, cit., Natale 1996. 148 A TE, FERVIDO ARCANGELO! Sacerdote solo da qualche mese, mi sentivo già parte di questa comunità in festa. Accolto. E’ questo lo spirito della Chiesa e sarebbe bello che in ogni occasione fossimo capaci di far trasparire sentimenti di affetto e di accoglienza. Ho voluto sottolineare, nell’omelia, come i simboli esteriori dell’Arcangelo richiamino immediatamente gli atteggiamenti LQWHULRULFRPHFLRqO¶DUPDWXUDODELODQFLDHOHDOLULFKLDPLQRULspettivamente la difesa della fede, l’amore giusto di Dio e la speranza capace di farci volare con una matura personalità cristiana. Via, dunque, paure e mediocrità: ci auguriamo, come comunità che cresce sull’esempio di San Michele, e di poter essere degni di tale protettore!»6. Novena7 In onore dell’Arcangelo San Michele In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti. Amen Prima Grazia Vi domandiamo, o Santo Arcangelo Michele, assieme col 3ULQFLSH GHO SULPR &RUR GHL 6HUD¿QL FKH YRJOLDWH DFFHQGHUH LO QRVWURFXRUHFRQOH¿DPPHGHOVDQWRDPRUHHFKHSHUPH]]RYRstro, potessimo spregiare le lusinghevoli sirene dei piaceri del mondo. Pater, Ave et Gloria. Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio, ut non pereamus in tremendo Iudicio. 6 MICHELE TOTARO (don) in Il Ponte, cit., Natale 1998. F. ROMANO (a cura di), Divota Novena all’Arcangelo S. Michele, Sala Consilina, Tip. Auleta, 1930. 7 149 PASQUALE RUSSO Seconda Grazia Vi chiediamo umilmente, o Principe della Celeste Gerusalemme, insieme col capo dei Cherubini, che vi ricordiate di noi, massime quando saremo assaliti dalle suggestioni del nemico infernale, perché, con il vostro aiuto divenuti vincitori di Satanasso, potessimo fare di noi stessi un intero olocausto a Dio, nostro signore. Pater, Ave et Gloria. Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio, ut non pereamus in tremendo Iudicio. Terza grazia Devotamente vi supplichiamo, o invitto campione del Paradiso, insieme col Principe del terzo Coro, cioè dei Troni, perché non permettiate che noi vostri fedeli servi fossimo oppressi dagli spiriti infernali né da infermità d’incantesimi tormentati. Pater, Ave et Gloria. Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio, ut non pereamus in tremendo Iudicio. Quarta grazia 8PLOPHQWHLQWHUUDSURVWUDWLYLSUHJKLDPRRSULPR0LQLVWUR della Corte dell’empireo, insieme col Principe del quarto Coro, cioè delle Dominazioni, ché difendiate il Cristianesimo tutto in ogni sua occorrenza, accrescendolo di vittorie, felicità e grazie in questa vita di affanni, e di gloria nell’altra. Pater, Ave et Gloria. Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio, ut non pereamus in tremendo Iudicio. Quinta grazia Vi preghiamo, o Sant’Arcangelo, insieme col Principe del quinto Coro, cioè delle Virtù, che vogliate liberare noi, vostri ser150 A TE, FERVIDO ARCANGELO! vi, dalle mani dei nostri nemici, sì occulti, come palesi, da falsi WHVWLPRQLGDOLQJXHPDOH¿FKHGDGLVFRUGLHWXWWRLOPRQGRFULVWLDQRHGLQSDUWLFRODUHTXHVWDFLWWjDOYRVWURSDWURFLQLRDI¿GDWD da fame, peste, guerra, terremoti, folgori e da tutto ciò che può arrecare danno e svantaggio alla vita spirituale e temporale. Pater, Ave et Gloria. Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio, ut non pereamus in tremendo Iudicio. Sesta grazia Vi supplichiamo, o Condottiero delle Angeliche Squadre, e vi preghiamo insieme col Principe, che tiene il primo luogo fra le Potestà, che vogliate provvedere alle necessità di noi vostri servi, ed in particolare di questa nostra città con dare alla terra la fecondità desiderata. Pater, Ave et Gloria. Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio, ut non pereamus in tremendo Iudicio. Settima grazia Vi chiediamo o Primicerio degli Angeli, San Michele, che vogliate liberare i nostri servi ed in particolare questa Città da tutte le infermità corporali e molto più dalle spirituali. Pater, Ave et Gloria. Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio, ut non pereamus in tremendo Iudicio. Ottava grazia Vi supplichiamo, o Santo Arcangelo, insieme col Principe di questo ottavo coro, e con tutti i nove Cori, ché abbiate cura di noi in questa presente vita, e nell’ultima ora della nostra morte DVVLVWLDWH DOOD QRVWUD DJRQLD SHUFKp SURWHWWL HG DVVLVWLWL GD9RL 151 PASQUALE RUSSO potessimo rimanere vincitori di Satanasso e venircene a godere con voi nel Paradiso la Divina Bontà. Pater, Ave et Gloria. Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio, ut non pereamus in tremendo Iudicio. Nona ed ultima grazia 9LSUHJKLDPR¿QDOPHQWHR*ORULRVLVVLPR3ULQFLSHHGLIHQVRre della chiesa militante e trionfante, ché vogliate, in compagnia del capo del nono Coro, custodire, patrocinare i vostri devoti e noi con tutti di nostra casa, e tutti quelli che si sono raccomandati alle nostre orazioni, acciò con la vostra protezione, menando una vita incolpabile, potessimo poi godere la faccia di Dio assieme con Voi, e con tutti gli Angeli del Cielo per tutti i secoli. Così sia. Pater, Ave et Gloria. Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio, ut non pereamus in tremendo Iudicio. 3HU¿QHGHOOD&RURQHOODVLUHFLWDQRTXDWWUR3DWHU1RVWHUD6 Michele, S. Raffaele e l’Angelo Custode. Indi si dicano le Litanie Lauretane. V. Ora pro nobis Beatissime Michael Princeps in Ecclesia Dei 58WGLJQLHI¿FLDPXUSURPLVVLRQLEXV&ULVWL Oratione8 O Dio misericordioso, presidio della nostra fragilità, concedi che noi che facciamo memoria della Santa Madre di Dio, risorgiamo dalle nostre iniquità con l’aiuto della sua intercessione. Onnipotente Dio Sempiterno, che per la tua somma clemenza scegliesti per la salvezza degli uomini mirabilmente l’Arcangelo 8 152 Ho tradotto dal latino. A TE, FERVIDO ARCANGELO! Michele, gloriosissimo Principe della tua Chiesa, concedi ancora FKHFROVXRVDOXWDUHDLXWRPHULWLDPRGLHVVHUHWHQXWLORQWDQLHI¿cacissimamente dai nemici e di essere liberati in occasione della nostra morte, e che possiamo essere presentati alla tua beatissima eccelsa Maestà. Per Cristo nostro Signore. Offerta a San Michele Arcangelo9 Principe nobilissimo delle angeliche Gerarchie, valoroso guerriero dell’altissimo, amatore zelante della gloria del Signore, terrore degli Angeli apostati ed amore e delizia di tutti gli Angeli giusti, nostro riverito Arcangelo San Michele: desiderando noi di essere nel numero dei vostri veri devoti e dei vostri servi, a voi oggi per tali ci offriamo, ci doniamo e ci dedichiamo, e poniamo tutti noi stessi, tutte le nostre case e famiglie e quanto a noi appartiene sotto la vostra protezione, E’ piccola della nostra servitù O¶RIIHUWDHVVHQGRQRLQRQSLFKHPLVHUDELOLSHFFDWRULPDJUDGLWH del nostro cuore l’affetto e ricordatevi che, se da oggi in avanti siamo sotto il vostro patrocinio, voi dovrete in tutte le nostre vie assisterci e procurarci il perdono dei nostri molti e gravi peccati, e grazia di amare di cuore il nostro Dio, il nostro caro Salvatore *HV&ULVWRHODQRVWUDGROFHPDGUH0DULDHGLPSHWUDWHFLWXWWL quegli aiuti che ci sono necessari per arrivare in cielo. Ascoltateci dunque, rimirateci con l’occhio benigno, Arcangelo amabilissiPRHULFHYHWHFLSHUYRVWULVHUYLSHUSHWXLFKHQRLGLXQWDQWRIDYRUHFRQ¿GDWLSHUWDOLJLjLQFRPLQFLDPRDULFRQRVFHUFLH con devoto ossequio alla vostra presenza c’inchiniamo. 9 F. ROMANO (a cura di), Divota Novena all’Arcangelo S. Michele, cit., p. 15. 153 PASQUALE RUSSO Inno al Santo Patrono10 O Santo che risplendi sopra la nostra testa, a noi, deh, manifesta il tuo paterno amor. Come del sol la luce si svela al mondo intorno dall’almo tuo soggiorno ti mostra ai nostri cuor. 6XL¿JOLWXRLULIXOJL con il tuo raggio ardente che palpita possente di celestiale amor. Dona, o benigno, al braccio Vigor nell’aspro agone, e il tuo esempio sprone ci sia per bene oprar. O nostro gran Patrono QHOO¶DUGXDYLDFLJXLGD FKLPDLVHLQWHFRQ¿GD potrà quaggiù temer? Del male il cupo orrore intenebra il cammino, ma tu Astro divino, illumina il sentier. 10 154 Versi settenari. A TE, FERVIDO ARCANGELO! Inno a San Michele Arcangelo11 O San Michele Arcangelo di Sala Protettore a Te il nostro cuor, la vita a Te doniam. Guarda benigno Sala, preserva dall’error, o Santo Protettore, il popol tuo fedel. In questo mar del mondo, tu, qual propizia stella, guida la navicella verso l’eternità. Guarda benigno Sala preserva dall’error, O Santo Protettore, il popol tuo fedel. O Principe degli Angeli, terrore dei nemici, soccorri gli infelici, salva la gioventù, Guarda benigno Sala preserva dall’error, o Santo Protettore, il popol tuo fedel. 11 Versi settenari. 155 PASQUALE RUSSO Nell’ora della morte, insieme con Maria, salva quest’alma mia portala tu a Gesù. Guarda benigno Sala preserva dall’error, o Santo Protettore, il popol tuo fedel. 156 A TE, FERVIDO ARCANGELO! 129(1$$778$/( In onore di SAN MICHELE ARCANGELO O glorioso san Michele Arcangelo, che avesti da Dio il potere di scacciare dal cielo gli Angeli ribelli, dégnati di ascoltare le umili suppliche che QRLWLULYROJLDPRFRQ¿GXFLD Continua la tua opera di difensore dei diritti sacrosanti del Signore sul mondo intero e su di noi che ancora siamo insidiati dalle cattive suggestioni di Satana, nemico di Dio e nemico nostro. Egli ci vorrebbe ribelli ai voleri e ai comandamenti del Signore, pigri e indifferenti sulla via della salvezza eterna, e dimentichi di Dio, nostro unico e ultimo bene. Risuoni ancora al nostro orecchio il grido che facesti echeggiare nei cieli: Chi può essere simile a Dio? e sia per noi un grido di richiamo e di In honour to SAINT MICHAEL THE ARCANGEL Oh glorious Saint Michael the Archangel, who received from God the power to expel from Heaven the ribellious Angels, deign to listen to our humble plea with whom we address you with faith. Go on with your deeds in defending the sacred rigths of your Lords on the whole world and on us because we are still thearten by the bad istigation of Satan, enemy of God and of ourselves. He would like us ribellous to the will and commandments of our Lord, lazy and unmoved on our way to the eternal salvation, and omitting our Lord, our only and last blessing. Be always in our ears the cry that echoed in the skies: Who migth ever be so similar * Traduzione di Maddalena Morena 157 PASQUALE RUSSO riscossa alla fede e alla vita cristiana. Gloria to God?, and let it be for us a warning of faith and Christian life. Glory O glorioso san Michele Arcangelo, Principe dei Cori celesti, tu che fosti più volte inviato da Dio in terra per portare agli uomini messaggi di pace e di benedizione, continua TXHVWDRSHUDGLSURWH]LRQHHI¿ cace ed amorosa su quanti ti invocano. Tu che riverberi in te la luce del Signore, aiutaci a discernere la verità dall’errore, il bene dal male, la via giusta da quella sbagliata, l’amore dall’odio e ciò che veramente dà pace e serenità al nostro spirito sempre in affannosa ricerca. La spada che vediamo lampeggiare nella tua mano simboleggia la forza che noi possiamo ottenere da Dio nella lotta contro il Nemico comune e contro le debolezze della nostra natura umana. Combattendo con la forza di Dio, vinceremo ogni battaglia spirituale e in Dio avremo la YLWWRULD¿QDOH Gloria Oh glorious Saint Michael the Arcangel, Prince of the celestial choirs, you who was sent on earth by God to bring to men messages of peace and blessings, go on this work of effective and lovely protection the whom invoke for you. You, light of our Lord, help us to distinguish the truth the mistake, the good from the evil, the right way from the wrong one, love form hate and what is really peace and serenity for our souls, always in a frantic search. 7KH ÀDVKLQJ VZRUG LQ \RXU hand simbolizes the strength we FDQJDLQIURP*RGLQRXU¿JKW against the common Enemy and against the wheakness of our human nature. Fighting with the strength of God on our side, we will win all our spiritual battles and *RGRQO\ZHZLOOKDYHRXU¿QDO victory. Glory 158 A TE, FERVIDO ARCANGELO! O Principe nobilissimo delle Angeliche Schiere, glorioso san Michele Arcangelo, banditore instancabile delle glorie di Dio e Validissimo difensore della sua santa Chiesa, noi ci poniamo sotto la tua protezione. Le nostre necessità materiali e spirituali sono tante, e tu le conosci con visione di Angelo GHO 6LJQRUH YHGL L QRVWUL VH greti affanni, le nostre ansie e OH QRVWUH DIÀL]LRQL UDFFRJOLOH e pòrtale ai piedi del Dio altissimo e misericordioso. Riporta sulla terra le benedizioni del Signore e della Madonna Santissima, versandole sul nostro lavoro quotidiano, sul nostro pane di ogni giorno, sui poveri, sugli ammalati, sui sofferenti e sui bisognosi di conforto. Scrivi ancora pagine gloriose di tuoi interventi a favore della umanità disorientata e in cerca della verità e della solidarietà YHUDHGHI¿FDFH$LXWDFLWXWWLD riannodarci a Dio e a ritrovare la via giusta che porta al cielo. Gloria Oh noble Prince of the Angelical Crowds, glorious Saint Michael the Archangel, indefatigable auctioneer of God’s glories and valid defender of His holy Church, we put ourselves under your protection. Our material and spiritual needs are a lot, and you know them with sight of Angel of WKH /RUG \RX VHH RXU VHFUHW worries, our anxiety And our DIÀLFWLRQVEULQJDQGWDNHWKHP to the High and Merciful God. Take on earth the blessings of the Lord and of the Saint Virgin Mary, put them on our daily work, on our daily bread, on the poor ones, on the sick ones, on the people who suffer and need support. Write again glorious pages of your intervention for the disorientated humanity looking for truth and for real and effective solidarity. Help us to renew to God and WR¿QGDJDLQWKHULJKWZD\WKDW leads to heaven. Glory 159 PASQUALE RUSSO Preghiera Prayer O Glorioso san Michele Arcangelo, un’ultima preghiera ti rivolgiamo. Assisti e proteggi questa città di Sala Consilina, che da secoli ti ha eletto come suo particolare Protettore ed ha imparato a chiamarti in ogni sua necessità. Non venga mai meno il tuo valido patrocinio anche quando non lo meritiamo. Benedici ogni cittadino, tutte le autorità civili e religiose, i professionisti e gli artigiani, gli operai e gli agricoltori, i JHQLWRULHL¿JOLLPDHVWULHJOL scolari, i sani e gli ammalati. ,QWXWWLVLULGqVWLXQVRI¿RGL vita nuova, condotta secondo i princìpi cristiani, che sono indispensabili perché la vita scorra in un’atmosfera di fratellanza e di concordia, di onestà e di giustizia, di dignità umana e cristiana, di carità e di mutua comprensione. Rafforza in tutti la fede in Dio, grande e misericordioso, in Gesù Cristo, Dio con il Padre e lo Spirito Santo, fattosi nostro Maestro e Redentore, nella Oh Glorious Saint Michael the Archangel, we address you just another prayer. Assist and protect this city of Sala Consilina, that centuries ago designed you as particular Protector and that has learned to call you in every need. May your valid defence be always with us even when we don’t deserve it. Bless every citizen, every civil and religious authority, Professionals and artisans, workers and farmers, parents and children, teachers and pupils, the healthy and the sick ones. Let there be in every one a breath of new life, led in observance of Christian rules, that are needed to make life go on in an atmosphere of brotherhood and concord, of honesty and justice, of human and Christian dignity, of charity and comprehension. Reinforce in everyone the faith in God, great and merciful, in Jesus Christ, God with the Father and the Holy 160 A TE, FERVIDO ARCANGELO! sua Chiesa e nei sacramenti sgorgati dal suo Cuore amoroso e solerte, per il vero bene dell’uomo e dell’umanità. Così sia Spirit, made our teacher and Redeemer, in His Church and in the Sacraments that spring from His Heart full of love, for the real good of man and mankind. Amen 161 A TE, FERVIDO ARCANGELO! INDICE Presentazione............................................................................................................................Pag.7 Storia, Tradizione e attualità.......................................................................................11 Origine del culto michaelico...........................................................................................11 La tradizione.......................................................................................................................................13 Verso il monte...................................................................................................................................16 Sul monte...............................................................................................................................................20 Prodigio della resudazione..................................................................................................25 Dopo il prodigio.............................................................................................................................29 Ampliamenti.......................................................................................................................................33 Il campanile e le campane...................................................................................................38 L’affresco...............................................................................................................................................40 Il dipinto nella “caggia”.......................................................................................................43 La tela di Mega................................................................................................................................43 La statua..................................................................................................................................................44 La statuetta...........................................................................................................................................48 La statua della Confraternita.............................................................................................49 La statua di San Michele nell’edicola di via Manin..............................50 Le edicole..............................................................................................................................................50 Le feste.....................................................................................................................................................51 La Barca..................................................................................................................................................59 Salve, o glorioso Arcangelo!.............................................................................................62 Ode a San Michele.......................................................................................................................64 La Confraternita di San Michele Arcangelo....................................................68 La Procura.............................................................................................................................................71 Lapidi sul Santuario...................................................................................................................73 195 PASQUALE RUSSO Appendice............................................................................................................................................83 Lettera del vescovo Carlo F. Giocoli.......................................................................83 Copia del Sommario Processo........................................................................................84 Invito dei Sindaci di Sala al Priore della Confraternita “San Vincenzo di Paola”..................................................86 Atto di fondazione della Confraternita di San Michele a Sala...............................................................................................................87 Doveri e Dritti della Congregazione di San Michele Arcangelo....................................................................................................88 Richiesta per uso di un medaglione..........................................................................92 ,QGXOJHQ]HSRQWL¿FLH.................................................................................................................93 Vescovi.....................................................................................................................................................93 Lettera del vescovo Aldo Forzoni...............................................................................95 Rettori del ‘900..............................................................................................................................96 Custodi del Santuario................................................................................................................96 Ricorrenze.............................................................................................................................................97 Percorso processionale............................................................................................................98 Processioni.........................................................................................................................................99 Volo dell’angelo..........................................................................................................................100 Bande Musicali............................................................................................................................102 Offerte....................................................................................................................................................104 Procure di San Michele Arcangelo.........................................................................107 Verbali della Procura di San Michele...................................................................109 Sulla stampa del XX secolo............................................................................................110 Curiosità...............................................................................................................................................116 Richiesta autorizzazione questua..............................................................................123 Proposte per una Mostra permanente di etnologia Michaelica a Sala.....................................................................................124 XV centenario dell’Apparizione di San Michele....................................126 Incontro del Vescovo Bruno Schettino con i Comitati-festa.................................................................................................................127 Restauro della statua di San Michele Arcangelo.....................................129 196 A TE, FERVIDO ARCANGELO! Restauro dell’affresco nel “cappellino” e di due altari laterali..............................................................................................................129 Restauro, consolidamento ed adeguamento del Santuario di San Michele Arcangelo..........................................................130 Cronologia.........................................................................................................................................133 Cronaca di una festa................................................................................................................139 Omelie..................................................................................................................................................141 di don Antonio Cantelmi....................................................................................................141 di don Peppino Giudice.......................................................................................................146 di don Michele Totaro...........................................................................................................148 Novena..................................................................................................................................................149 Offerta a San Michele Arcangelo.............................................................................153 Inno al Santo Patrono............................................................................................................154 Inno a San Michele Arcangelo....................................................................................155 Novena attuale..............................................................................................................................157 197 PASQUALE RUSSO Stampa 9DOVHOH7LSRJUD¿FDVUO 83040 Materdomini (AV) Tel. 0827 58100 - email: [email protected] Natale 2006 198