PASQUALE RUSSO
In copertina: foto di San Michele cromaticamente rielaborata da Giuseppe Palmieri.
Le foto sono state fornite da Antonio Arpèa, don Antonio Cantelmi, Fratelli
Palmieri, Franco Perrone, Adriano Romano e Antonio Romano.
In quarta di copertina: ampolline contenenti la Manna trasudata dalla Sacra
Immagine dipinta sulla parete centrale del “cappellino”.
2
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
PASQUALE RUSSO
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
Storia, tradizione ed attualità del culto michaelico
a Sala Consilina
3
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
Al semplice pastore che udì la voce
di San Michele
sopra il monte vicino alla Balzata
5
PASQUALE RUSSO
6
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
PRESENTAZIONE
A
Te, fervido Arcangelo, il nostro grazie più vivo e sincero
per il rapporto che ci hai offerto in questi anni di vita.
Ho detto “il nostro grazie” perché voglio offrirti il grazie
LQVLHPHDPLRSDGUH0LFKHOHSHULEHQH¿FLGLFXLORKDLFROPDWR
a lui debbo la prima notizia del tuo culto a Sala: mi diceva: «A
la Sala fanno1 san Michele, lu volu dell’Angelo, la Barca, la processione…». E’ nata, così, in me, la prima curiosità di conoscere
TXHVWR WXR UDSSRUWR FRQ L VDOHVL H FLz VL q YHUL¿FDWR QHO SULPR
giorno in cui come Parroco sono venuto a Sala Consilina, il 29
settembre 1983. Lungo gli anni ho capito che questa festa era il
rinnovo di un’alleanza.
Tu, psicopompo, “portatore delle anime a Dio”, avrai già presentato mio padre Michele a quel Dio cui nessuno è pari. Me lo
dice la commozione che mi assale ogni volta che penso a lui e il
santo orgoglio che provo ogni volta che sento dai suoi conoscenti
elogiare la sua arte di falegname e la sua bontà di uomo.
*UD]LHSHULEHQH¿FLGRQDWLDPLDPDGUH/HLPLKDLQWURGRWWR
nella innumerevole famiglia di tanti altri santi, almeno di quelli
alla cui processione partecipava talvolta scalza, per impetrare le
grazie necessarie alla famiglia e per la familiarità con cui me li
additava, non mi additava statue di legno, ma persone viventi. Il
mio cammino verso il Sacerdozio è stato spedito e sereno grazie
anche al suo camminare scalza.
1
Ho lasciato il termine dialettale fanno perché più vicino al latino “for
IDULV´FKHVLJQL¿FDSDUODUHUDFFRQWDUH/¶HVVHQ]DGHOODIHVWDqLQIDWWLXQUDFconto, il racconto della propria salvezza e di quella del proprio popolo.
7
PASQUALE RUSSO
E l’elenco continuerebbe più ampio di questo stesso libro, ma
sintetizzo nel ringraziarti insieme all’intero popolo di Sala, residente o/e emigrato in altre terre, nelle sue associazioni: Procura
di San Michele, Congrega di San Michele, Comitato dell’Angelo
e di tante persone che, come la vedova del Vangelo, all’oscuro
dallo sguardo umano ma sotto la luce del Dio che tutto vede, nei
due spiccioli di carità e di fede hanno illuminato il mio cammino
e rafforzato la mia fede.
Grazie alle Autorità e a tutti i Responsabili della Città per
i lavori realizzati sul Santuario ed, in particolare, per il grande
parcheggio inaugurato l’8 maggio 1990 nel XV Centenario dell’apparizione di san Michele sul Gargano e per la ristrutturazione
e il miglioramento statico che inizierà nell’autunno del 2006.
0LVLDFRQVHQWLWDXQDULÀHVVLRQH
«Che cosa fa colui che costruisce una città se non scrivere
- con la pietra, con il cemento armato, con l’acciaio ed il vetro un suo messaggio? Progettando una città, non si può evitare di
dire con la forza del cemento e della pietra quale tipo di comunità
umana s’intenda costruire: dal modo con cui sono organizzati gli
spazi (piazza, strade, zone pedonali, mercati, case) si dirà se si
preferisce stare insieme e incontrarsi oppure se tutti sentono il
bisogno di fuggire verso un riparo, fors’anche antiatomico. Nelle
DQWLFKHFLWWjRJQLVHJPHQWRUHWWLOLQHR¿QLYDLQXQDFKLHVDGRYXQTXHJLUDVVHODVWUDGDHVVDSRUWDYDVHPSUHDGXQHGL¿FLRLQWHUHVsante il culto. Tornano in mente le parole con cui il regista russo
$EXODG]HFKLXGHLO¿OPPentimento. E’ una vecchia pellegrina che
parla: “A che serve una strada se non porta ad un tempio”…?».
Il tempio verso cui convergono tutte le strade di Sala è il Santuario di San Michele sul Monte Balzata a cominciare dal primo
pellegrinaggio avvenuto il 4 luglio del 1213.
Grazie agli emigrati tutti, prova più grande che la fede riesce
DVXSHUDUHJOLVSD]LHLWHPSLXQVRORHVHPSLROD6LJQRUD$QWRQLHWWD3RPSD¿JOLDGL6DOHVLPDQDWDLQ86$RUPDLQRYDQWHQQH
8
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
e paralizzata, trovava la forza di sollevarsi sulla sedia e di commuoversi al solo sentire il nome di San Michele, a lei ed al suo
¿JOLR0LFKHOH&RLURVLGHYHO¶LQL]LRGHOUHVWDXURGHOFDSSHOOLQRHG
il conseguente ritrovamento dell’affresco dell’Annunziata accanto a quello di san Michele. Se l’Arcangelo afferma: Nessuno è
come Dio, l’Annunciazione racconta che solo l’Altissimo ed il tre
volte Santo può incarnarsi e divenire fragilità in terra, la fragilità
di un neo-concepito e di un neo-nato.
Grazie, insieme all’autore Pasquale Russo, per averci ritagliato momenti di intelligente solitudine2DO¿QHGLRIIULUHTXHVWR
dono a Te Arcangelo.
Grazie all’allora confratello Don Angelo, oggi Vescovo Angelo, che nel 1983 mi accolse nell’Annunziata.
Grazie agli adulti ed anziani che sapranno narrare ed ai giovani e fanciulli che continueranno ad ascoltare le meraviglie operate in San Michele e tramandarle alle generazioni future. Realizzando, così, le parole del Salmo:
Una generazione narra all’altra le tue opere,
annunzia le tue meraviglie.
Proclamano lo splendore della tua gloria
e raccontano i tuoi prodigi.
Dicono la stupenda tua potenza3.
Don Antonio Cantelmi
2
Dedicarsi nella solitudine allo studio puro sembra chi sa che stoltezza;
è invece timore di Dio, è inizio di sapienza. E’ il grande eremitismo cristiano,
è una preparazione, (sulla croce) a contemplare Dio. Ci siamo dimenticati che
l’anima non la salviamo senza impegnare a fondo l’intelligenza (Don Giuseppe De Luca).
3
(Salmo 145 4-6).
9
PASQUALE RUSSO
10
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
6725,$75$',=,21(($778$/,7¬
Origine del culto michaelico
A
ntichissima è la devozione all’Arcangelo Michele, legata in particolare all’Oriente ove i bizantini costruivano
santuari detti Michaelion. Dall’Oriente il culto si diffuse in Occidente grazie anche ai monaci basiliani che fecero sentire intensa la loro presenza nell’Italia meridionale. La maggior parte dei
santuari dedicati a San Michele erano situati in cima ad un monte
o anche in grotte, specialmente in grotte vicino a corsi d’acqua o
che avessero comunque a che fare con l’acqua (l’acqua e le forze
soprannaturali hanno sempre determinato la sacralità di un luogo), anche perché l’Arcangelo fu considerato un terapeuta, operatore di miracoli per mezzo dell’acqua e dell’olio1, prima che i
longobardi lo ritenessero eroe bellico per le qualità guerriere.
Il culto michaelico, infatti, nel divenire storico perse il carattere devozionale e taumaturgico tipicamente orientale e divenne guerriero e nazionalistico quando i longobardi, convertitisi al
cristianesimo, elessero Michele “Santo nazionale e protettore del
loro regnum”. Si appropriarono di tale culto anche i franchi e i
1
Michele è ritenuto terapeuta, perché nel Paradiso custodisce l’albero della vita da cui stilla l’olio capace di sanare e ridare la vita, perciò egli è preposto
GD'LRDGDOOHYLDUHLGRORULHOHLQIHUPLWj¿VLFKHGHJOLXRPLQLM. F. VENTURA,
San Michele Arcangelo, San Pietro in Cariano, Segno dei Gabrielli Editori,
2003, p. 27).
11
PASQUALE RUSSO
Il Santuario sul Monte
normanni quando ne vennero a contatto ed altre connotazioni furono attribuite all’Arcangelo: vincitore delle forze del male, pesatore delle anime, accompagnatore di esse in Paradiso. Già dal
VI secolo sul monte Gargano se ne venerava la memoria: a San
Michele era consacrata una chiesa scavata in una spelonca “di assai rozza pianta ma fornita di virtù celesti”. Dal Gargano la devozione si propaga rapidamente e i luoghi sacri sono principalmente
quelli delle grotte che richiamano alla mente la frequentazione
di pastori e l’incubazione di Giacobbe a Bet-el: egli dormendo
all’interno di una spelonca fa un sogno, ottenendo una rivelazione divina2. Le caverne naturali, pertanto, sono considerate luoghi
ove la sacralità deriva dalla divinità per mezzo della virtù celeste,
prima di ogni decisione umana.
2
12
Genesi, 28, 17.
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
5HVWULQJHQGR OD VXSHU¿FLH JHRJUD¿FD H OLPLWDQGRVL LQ SURvincia di Salerno al territorio del Vallo di Diano e ai paesi contermini, si possono ben citare molte spelonche che devono la
ORURVDFUDOLWjDOO¶HVVHUHGHGLFDWHDOVDQWRJXHUULHURWUDHVVHVLULcordano quelle di Sant’Angelo a Fasanella, Sant’Angelo a Sala,
San Michele alle Grottelle a Padula, quella di Montesano sulla
Marcellana, e, legate all’acqua, la grotta di Caselle in Pittari a sud
e quella di Pertosa a nord della vallata.
La maggior parte dei santuari michaelici è sì situata nelle
viscere della terra, in grotte, ma anche la cima dei monti è luogo
sacro ove il tempio o la chiesa o la cappella con l’altitudine esprimono una vicinanza più prossima a Dio, ove il cielo s’incontra
FRQODWHUUDO¶XPDQRFROGLYLQRVLULWLHQHDQFKHFKHODFLPDGHL
monti sia sede degli angeli e San Michele è capo degli angeli,
Arcangelo.
Il Santuario di Sala Consilina, dedicato all’Arcangelo, si eleva sulla vetta di un monte, la Balzata, nella catena appenninica
della Maddalena a circa mille metri sul livello del mare.
La tradizione
N
on vi sono documenti che attestino l’origine ed i motivi
della devozione a San Michele a Sala o che facciano riferimento alla costruzione del tempio. Si sa solo che la tradizione
è molto antica e deriva dalla memoria orale che, però, subisce
FRQLOSDVVDUHGHJOLDQQLDPSOL¿FD]LRQLHWUDVIRUPD]LRQLDOORQWDnandosi dalla fonte originale. Costantino Gatta, storico ed erudito
del ’700, che ha scritto sul culto dell’Arcangelo nel suo paese
natio, afferma che «Della fondazione di detto Tempio non vi è
13
PASQUALE RUSSO
scrittura, ò altra memoria, che né ragioni, v’è nondimeno costante fama, & antica tradizione cavata da un Manuscritto che egli in
tal guisa ne avesse avuto l’origine…»3.
La “Memoria dell’Apparizione di San Michele Arcangelo al
Pastore nell’anno del Signore 1213” del XVII sec., cui fa riferimento il Gatta, rappresenta dunque il primo documento che, pur
non prescindendo da richiami fantasiosi e suggestivi, squarcia le
tenebre del tempo e dà luce, almeno in parte, a un passato avvolto
GDXQD¿WWDQHEELD
A testimonianza di ciò si riporta la trascrizione della copia
dal manoscritto originale del XVII sec.: «Memoria fatta da me D.
Marco Antonio Caporale della Terra della Sala per la Ecclesia
di S. Michele sopra lo monte vicino la Vaozata per averla ‘ntsa
dalli antichi Sacerdoti, e miei antichi dico di mio Vavo, Vava,
e Zii Sacerdoti. Massima quando si ieva alla Processione co lo
Cinto, e tutti scalzi per la grazia ò dell’acqua, ò dello buono tiempo, che subito si aveva per lo amuri di Isso Principe, e dicevano
detti Antichi, che detta Ecclesia fu fatta sopra detto Monte con
grandissima Divotiuni, e concurso di Popolo, e dicevano quelli
Antichi, che l’annu dello Signore 1213 nel Paese della Sala v’era
una Peste horribile, che portava grandi terrore, si trovò nello
Loco dove hoggi è la Madonna dello Ritu uno simplici Pasturi, e
di buona vita, e stando con le pecore in ditto Luoco li apparse uno
Figliolo di bella vista, e lo domandò che facesse, e che si faceva
nel Paeso, li rispose dittu Pasturi, che guardava le pecore nello
Paese vi è una Peste grande, e per lo timore non si ne ieva, e lo
)LJOLXROROLULVSRVHQRQWHPHWHHGL¿FDWHLO7HPSLRGL60LFKHOH
sopra detto monte elevato, che sarete libri, non solo da questo,
ma da tutti autri travagli, e vi sarrà protettore in tutti l’autri vostri bisogni, e fù 19 Giugno dell’anno come sopra, e Issu simplici
3
14
C. GATTA, La Lucania Illustrata, Napoli, Abri, 1723, pp. 80, 81.
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
Pasturi non ne fece di nienti, poi il 4 luglio dello stesso annu dittu
Pasturi si trovò sopra dittu Monte co le pecori à pascere, si mosse una grandi tempesta che pariva, che cadisse il Cielo sopra la
7HUUDFRQÀXPLQLXUULELOLHj60LFKHOHULFRUGDQGRVLGHOORDYLVX
passato, sintiu una Vuci, e li disse che era stato trascuratu del
Tempio, che li aviva dittu, e che facesse lo tuttu che averribbino
sempre la sua protittioni, e tu al presente si liberu, come così
fù, et ogni cosa si seguì di detta Ecclesia e della sua devotione.
Questo io so, e lo porto per memoria hoggi 16 Aprile 1631 =D.
Marco Antonio Caporale»4.
Per saperne di più e con esattezza storica, dobbiamo attendere
le pubblicazioni del Gatta che, riportando gli accadimenti della
prima metà del settecento, rende chiaro e veritiero tutto quanto
inerisce ai fatti ed al culto per San Michele Arcangelo.
4
La predetta copia fu trascritta nel 1733 dal dott. Domenico Giliberti
come egli stesso afferma:
©7HVWL¿FR 6XE 9HUER LR 'RWWRU 'RPHQLFDQWRQLR *LOLEHUWL DWWXDO *RYHUnatore, benche indegno, del Venerabile Santuario del Glorioso S. Michele
Arcangiolo nel Monte della Città di Sala: essere stata la soprascritta Copia
da me fedelmente estratta da altra consimil Copia qual si teneva registrata
in dorso d’un libro dal quondam buon Sacerdote, e confessore Don Cosmo
Santomartino dell’istessa Città, qual m’attestò, mentre viveva, dopò sortito il
Prodigio della Resudazione della Sac. Imagine di detto Glorioso Arcangelo:
che in tempo era lui Chierico d’età minore: essendo stato chiamato da una
Donna Vecchia della medesima città, ad oggetto d’osservare alcune sue scritture, fra quelle ritrovò la soprascritta Memoria originale del sudetto quondam
D. Marcantonio Caporale e da quella n’esemplò l’accennata sua copia in dorso del riferito suo libro: restando l’originale in potere della Vecchia sudetta,
HGLQIHGH6DOD$SULOH''RPHQLFR*LOLEHUWLWHVWL¿FRFRPHVRSUDª
(Vedi documento ritrovato nel 1981). Il manoscritto prima di tale data era
«conservato nel Tesoro della Sacra Manna sul Monte a futura memoria», come
si rileva da un appunto posto sul libro di C. Gatta, La Lucania Illustrata (in
fotocopia presso P. Russo), a p. 81.
15
PASQUALE RUSSO
Verso il monte
«A
d una distanza di circa due miglia dalla città di Sala in
un angolo di un’amena campagna, alla sinistra, verso
oriente si eleva superbo l’Appennino, nelle cui sommità poiché la
natura vi ha fabbricato inaccessibili balze viene per ciò chiamato
il monte della Balzata, che è diviso da una profondissima valle e,
scorrendovi un perenne ruscello di limpidissime acque, forma un
giogo contraddistinto dagli altri; ma tale poggio più si distingue
dagli altri perché ha avuto in sorte di allogare nella sua cima più
erta il famoso Tempio consacrato alle glorie dell’Arcangelo San
Michele»5.
Dodici croci indicano la via che conduce al tempio. La prima
s’incontra alle spalle della cappella di Santa Maria di Costantinopoli, un tempo iniziale punto di vista del Santuario, quando
ancora la montagna non era coperta dagli alberi d’alto fusto, che
ora l’adornano, la proteggono e l’abbelliscono.
Dalla cappella dedicata alla Madonna di Costantinopoli si
sviluppa il percorso che esce fuori dell’abitato. Dopo circa tre km
dal paese6 in una zona pianeggiante a 683 m. d’altitudine vi è la
chiesetta della Madonna di Loreto, detta dal popolo la Maronna
dello Ritu, un tempo con ingresso rivolto verso Oriente, ora verso
Occidente: è di piccola dimensione, probabilmente costruita in
epoca anteriore al 1609, anno di cui si fa menzione in una pergamena dove viene citato il luogo detto S. Maria dello Rito7. A poca
5
C. GATTA, La Lucania Illustrata, Napoli, Abri, l 723, p. 79.
Sala Consilina è a 614 m. sul livello del mare.
7
In una pergamena del 1609 viene citato il luogo detto S. Maria dello
Rito (SPINELLI - DIDIER, L’Archivio di San Pietro di Sala Consilina, Salerno,
Laveglia Editore, 1990, p. 62).
6
16
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
distanza vi è la collinetta del Calvario (744 m.), su cui è adagiato
XQFRUSRLQPXUDWXUDDIRUPDGLRPHJDFKHVXOULJRQ¿DPHQWR
esterno ha una edicola con l’immagine di San Michele8 e sulla
soprastante piazzola tre croci, rivolte una ad est, l’altra ad ovest e
la terza a sud (esse alludono alla morte di Cristo e dei due ladroni). Il sacerdote l’otto maggio vi recita le preghiere di rito e tiene
l’omelia ai fedeli prima che si riprenda il cammino processionale
su per la montagna.
Da qui inizia la vera e propria ascesi al Santuario.
1HLWRUQDQWLGHOPRQWHOHFURFLGLIHUURFRQ¿WWHLQXQVHPSOLFH EDVDPHQWR LQ PXUDWXUD VRQR WXWWH XJXDOL L SHOOHJULQL YL
GHSRQJRQRGHOOHSLHWUHDVLJQL¿FDUHFKHDPDQRDPDQRFKHVL
procede verso l’alto, ci si alleggerisce del peso dei propri peccati
(le undici croci dei tornanti e le tre poste sul calvario rimandano
DQFKHDOOHVWD]LRQLGHOOD9LD&UXFLVOHGRGLFLFURFLHVFOXVH
quelle del calvario richiamano i 12 apostoli).
8QWHPSRIDWLFRVDHGHUWDRUDSLDJHYROH“la salita diviene
metafora dell’ascesa dello spirito”9.
,OGLVOLYHOORFUHVFHSURJUHVVLYDPHQWH¿QRLQFLPDDOO¶XOWLPD
curva l’altitudine è di 867 m.
,OWUDWWR¿QDOHFRQOHJJHUDULODVVDQWHSHQGHQ]DSRUWDGLULWWDmente al sagrato a 986 m. sul livello del mare10.
8
L’immagine fu dipinta da G. Gallo su mattonelle della “Ceramica La
Vietrese”, offerte “a devozione di Michele Cavallo 1925 e a devozione di Antonio Santarsiere di Domenico 1966”.
9
M. F. VENTURA, San Michele Arcangelo, San Pietro in Cariano, Il Segno
dei Gabrielli editori, 2003, p. 58.
10
'LVWDQ]H&RVWDQWLQRSROL±0DGRQQDGL/RUHWRP0DGRQQDGL
/RUHWR&DOYDULRP&DOYDULRFXUYDPFXUYDPFXUYD
PFXUYDPFXUYDPFXUYDPFXUYDP
FXUYDPFXUYDPFXUYDPFXUYDPXOWLPRWUDWWR
P7RWDOHP,O6DQWXDULRqFODVVL¿FDWRQHOODPDSSDFDWDVWDOHDOIRJOLR
22, particella 18.
17
PASQUALE RUSSO
“Il santuario dista egualmente dall’antico feudo di Sant’Angelo e da Sala e le linee congiungenti i tre punti formano un triangolo isoscele di cui l’angolo ottuso o retto, il vertice, è nell’alto, a
San Michele, e gli acuti uno a Sala e l’altro al feudo di Sant’Angelo”11.
1935 - Verso il monte
11
A. SACCO, La Certosa di PadulaYRO,,5RPD7LS8QLRQH(GLWULFH
(ristampa anastatica 1982), 1914, p. 25.
In località Sant’Angelo nel territorio di Sala Consilina un tempo si trovava una chiesa ed una grotta in cui era venerato il Santo guerriero: “Mirasi
una grandissima spelonga uvi erasi lo altare maior e li altri allo culto di San
0LFKHOH$UFDQJHORRI¿FLDWLGLVIDWWLGDOWUHPXRWRGHOIHEEUDLR6RQRWDLOH
WHVWLPRQLDQ]HGHOODUHOLJLRVDFRVWXPDQ]DGHOODQRVWUDWHUUD´8/R%RVFRUomini e fatti del nostro Meridione, Salerno, Palladio Editore, 1991, p. 70). Ora
sono visibili solo ruderi.
18
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
Il luogo sacro appare al pellegrino nella sua spazialità aerea
e nella sua grandiosità strutturale con la chiesa e il campanile
settecentesco, che, a sinistra di chi guarda, completa la visione e
determina, nella sua posizione, il punto geodetico.
Durante l’ascesa il popolo penitente, un tempo, in onore del
Santo protettore soleva cantare:
Iamu a lu mundi a truvani a San Michele,
Lu iamu a bbisitani, oh cchi ggioia chi sarà.
Pi mmari, pi terra si nnumminatu tu,
Sandu Micheli Arcangilu si cchjinu ri virtù.
Aruramu il nostro Principe e la sua putistà,
Sandu Micheli Arcangilu, pi nnui stai a pprijha.
Mendri caminu mi sendu ‘na ggioia
Ra San Micheli mi sendu chiamà,
Mi sendu rici: viniti, viniti,
Ca vi vogliu perdunà.
Oi San Micheli bellu chi stai ‘ngoppa a stu mundi
Ccu ss’uocchi belli ’mbrondi, tu n’era aiutà.
Ebbiva San Micheli, San Micheli sempre viva
Ebbiva San Micheli, viva Ddio che Lo creò.
Oi San Micheli bbellu chi stai ‘ngoppa a stu ’nghianu
Ccu ssa spata mmanu, tu n’he cunzulà.
Ebbiva San Micheli, San Micheli sempre viva
Ebbiva San Micheli, viva Ddio che lo creò12.
12
(Andiamo al monte a trovare San Michele, lo andiamo a visitare, oh!
che gioia che sarà. Per mare e per terra sei nominato tu, San Michele Arcangelo
19
PASQUALE RUSSO
Ad occidente della Balzata, lungo gli stessi gioghi della catena
appenninica, si contrappone il monte “Sito Alto”, sulla cui cima
vi è una chiesetta, che ospita la statua della Madonna, detta dal
popolo “la Maronna re la Sitauta”, che dall’altitudine di 1467 metri par che protegga la dimora dell’Arcangelo Michele, posta ai
suoi piedi a circa 480 m. in linea d’aria più in basso. “Da quell’altura si gode splendida vista su gran parte della pianura sottostante. Per converso San Michele si vede torreggiare in alto tanto dai
paesi e dai monti opposti, quanto dal piano della valle superiore
del Tanagro”13.
Sul monte
I
l Santuario è costituito del sagrato, della chiesa, del campanile e di una fabbrica con stanze che accolgono il clero
ed i pellegrini e di una terrazzina ad est.
/¶LQJUHVVRqRULHQWDWRD1:KDXQSURQDRFRQXQDYROWDD
botte sagomata su un arco a tutto sesto impostato su due snelli
pilastrini (piedritti) che ne costituiscono gli stipiti. Sulla chiave
sei pieno di virtù. Adoriamo il nostro Principe e la sua potestà, San Michele Arcangelo per noi stai a pregare. Mentre cammino mi sento una gioia, da San Michele mi sento chiamare, mi sento dire: venite, venite, ché vi voglio perdonare.
San Michele bello, che stai sopra questo mondo con questi occhi belli in fronte,
tu ci devi aiutare. Evviva San Michele, San Michele sempre viva, evviva San
Michele, viva Dio che lo creò. O San Michele bello che stai sopra questo piano, con questa spada in mano, tu ci devi consolare. Evviva San Michele, San
Michele sempre viva, evviva San Michele, viva Dio che lo creò).
13
A. SACCO, La Certosa di Padula,YRO,,5RPD7LS8QLRQH(GLWULFH
(ristampa anastatica 1982), 1914, p. 25.
20
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
Santuario esterno: sono visibili i due leoni trafugati e i due residui bellici del
1943 ora rimossi.
d’arco è scolpita la data 1945, anno in cui fu effettuata una più
UHFHQWHPRGL¿FD6XOO¶LQWUDGRVVRGHVWURYLVRQRGXHODSLGLGDWDWH
ULVSHWWLYDPHQWHH6XTXHOORVLQLVWURqSRVWDXQD¿QHstrella in pietra di Padula e una croce patente scolpita a rilievo.
Accanto alla grande porta d’ingresso vi è un’altra croce in pietra,
che in antico forse era simmetrica alla prima, rimossa poi probabilmente dalla sede originale. I due medaglioni avvisano che
quel Santuario è luogo consacrato. La caratteristica del pronao
è l’asimmetria, data dal portone d’ingresso, posto più a sinistra
di chi entra rispetto alla verticale immaginaria che scende dalla
chiave d’arco al piano del pavimento.
Il portone di legno stagionato è a due battenti: quello destro
è tagliato a metà in modo da ricavarne una porticina d’ingresso.
Al di sopra delle due ante vi è un’imposta che può aprirsi quando la statua di San Michele deve entrare o uscire dal Santuario.
21
PASQUALE RUSSO
Essa entra ed esce due volte l’anno, a maggio e a settembre: l’otto
maggio il simulacro compie il viaggio di ascesa, il 29 settembre seguendo il cammino inverso, quello di discesa dal monte14.
Rilevata dalla caggia, lo scarabattolo del Santuario15, la statua è
portata a spalla da otto uomini, mentre altri due fanno da guida
lungo tutto l’itinerario che dal monte conduce in città16. Al termine trova ospitalità nella chiesa della SS. Annunziata in un’altra
caggia, la custodia fatta costruire dalla “Congrega della Carità”
di Sala17 e sistemata nell’abside a mezza altezza tra il catino e
l’altare18.
14
Il simulacro parte dal paese, e propriamente dalla chiesa della SS. Annunziata, ove dal 29 settembre dell’anno precedente e per tutto il periodo inYHUQDOHGLPRUDLQXQRVFDUDEDWWRORGLOHJQRGHWWR³FjJJLD´¿QHPHQWHODYRUDWR
e contrassegnato da due ovali laterali che ne indicano sul lato destro la data
della costruzione, l’anno 1864 e il nome del committente, la Congrega della
Carità di Sala, e sul lato sinistro lo stemma della città di Sala. (Lo scarabatWRORqRSHUDGL$QWRQLR%ULJDQWHGL3DGXODPLVXUDFPGLODUJKH]]D
di altezza e 210 di profondità - Notizie desunte dalla relazione di restauro del
2001 di Antonio Colitti).
15
Nel 1907 (25 ottobre) Giuseppe Labriola dona la caggia che accoglie
la statua di San Michele nel Santuario durante il periodo estivo. Nello scarabattolo di legno vi è una targhetta di carta con la scritta “C. Bournique e C
Napoli”.
16
La processione parte dal monte, tocca il Calvario, la cappella della MaGRQQDGL/RUHWR&RVWDQWLQRSROLVHJXHOHYLH0DQLQ*DHWDQRGL*DHWD'DQWH
piazzetta Gracchi, percorre via Albinio, via Felice Orsini, via Silvio Pellico,
YLD&DVWHOORYLD5DIIDHOORGD8UELQRYLD)RUQDULQDVDOLWD$UQDOGRGD%UHVFLD
SLD]]HWWD 8JR %DVVL YLD &DYRXU SLD]]HWWD 'H 9LWD FRUVR 'LHJR *DWWD YLD
*UDPPDWLFRYLD0D]]LQLH*XHUUD]]LWHUPLQDLQSLD]]D8PEHUWR,
17
La Congregazione della Carità era una pia amministrazione, che probabilmente sorse per effetto delle leggi eversive, che stabilivano che tutte le
opere pie amministrate dalle chiese o da comunità religiose fossero accentrate
in un solo organismo col compito del maneggio delle elemosine, cf. V. BRACCO,
Polla, linee di una storia, Salerno, Cantelmi, 1976, p. 445.
18
La caggia nel 1926 fu rimossa dal lato sinistro del piano del pavimento
22
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
La chiesa sul
monte è a croce latina
a tre navate, con ambienti laterali contrassegnati da pilastri su
cui poggiano sei archi a tutto sesto, che
in cima accolgono alWUHWWDQWLDQJHOLSXWWLQL
OHQDYLGL¿DQFRFRQtengono quattro altari
adornati da altrettante
cornici di stucco che
un tempo erano sedi
di dipinti su legno,
UDI¿JXUDQWL l’Annunciazione, la Natività,
San Carlo Borromeo
e San Francesco di
Sales, San Raffaele e La “caggia” un tempo posizionata al lato sinistro
dell’altare maggiore.
Tobia.
dove era stata ubicata sin dall’anno della sua costruzione e trasportata dietro
l’altare maggiore al centro del coro, ove, ancora oggi, maestosamente campeggia. La statua di San Michele vi viene posta con un apposito “congegno
elevatore” costruito dall’esperto meccanico Sigismondo Magaldi.
La statua di San Michele, dopo il terremoto del 23 novembre del 1980,
a causa dei lavori di ristrutturazione e consolidamento della SS. Annunziata
dal 1988 al 1989 fu ospitata nella chiesa di San Pietro apostolo in una custoGLDIDWWDDSSRVLWDPHQWHFRVWUXLUHSHUO¶RFFDVLRQHGDODOVRVWzQHOOD
chiesa di San Nicola per poi essere riposta di nuovo nella caggia originale dal
settembre 1994, a lavori ultimati.
23
PASQUALE RUSSO
L’aula centrale è delimitata da pilastri con archi a tutto sesto.
Sui pilastri e sui muri interni sono riportate dieci croci patenti
D VLJQL¿FDUH FKH LO 6DQWXDULR q FRQVDFUDWR DO 3ULQFLSH GHJOL$Ucangeli19. Separa l’aula centrale dal presbiterio, che un tempo era
l’antica chiesetta, detta dal popolo “cappellino”, una settecentesca balaustrata in pietra di Padula. Il cappellino, preparato da un
arco trionfale con lo stemma in stucco del vescovo di Capaccio
Antonio Raymondi, ospita l’altare policromo di pietre intarsiate,
impreziosito, prima del furto del 1982, da due angeli di nobile
fattura, splendida espressione dell’arte barocca.
Dietro l’altare maggiore, nel fondo dell’antico tempio, è afIUHVFDWRVXOODSDUHWHFHQWUDOHLQXQDQLFFKLDO¶HI¿JLHGL6DQ0Lchele che riporta la vittoria sul demonio ed è in atteggiamento di
pesatore d’animeFRQODELODQFLDQHOODPDQRVLQLVWUDDLODWLGHOOD
QLFFKLDDGHVWUDHVLQLVWUDqUDI¿JXUDWDO¶$QQXQFLD]LRQHYHQXWD
alla luce in occasione di un recente restauro. La chiesa ha la volta
a botte, dipinta nel 1914 dal pittore Giuseppe Volpe, che vi rapSUHVHQWzO¶$UFDQJHORYLWWRULRVRVXOGUDJRHJOLDQJHOLULEHOOLLQ
due medaglioni di completamento sono evidenziati i simboli del
santo guerriero: la spada e l’elmo, e lo scudo con la scritta Quis ut
Deus20. Essa comunica con l’esterno da tre lati: con la porta rivolta verso Sala, l’antico ingresso al Santuario, con quella che guar-
19
Le dodici croci patenti (dieci interne e due esterne), confermano la consacrazione avvenuta il 12 maggio 1805 da parte del vescovo Filippo Speranza attestata da una lapide all’interno, posta sull’angusta porta d’ingresso ad
occidente, mentre la dedicazione del tempio all’Arcangelo era già avvenuta
nell’anno 1741, il 24 giugno, da parte del vescovo Don Cesare Rossi di Montepeloso, oggi Irsina (F. ROSSI, Cronaca della città di Sala Consilina, Sala
Consilina, Tip. De Marsico, 1900, p. 95).
20
La volta fu dipinta in occasione della ristrutturazione del Santuario voluta dalla Società “Torquato Tasso” di New York nel 1914 come attesta la
lapide posta sulla facciata del Tempio.
24
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
da la Valle di Teggiano e con la porta rivolta verso Marsico, i cui
abitanti avevano lo iussu, cioè il diritto di portare a spalla la statua lungo l’ultimo tratto, dall’ultima curva al sagrato in occasione della festa dell’otto maggio, e viceversa dalla chiesa all’inizio
dell’ultima curva, il successivo ventinove settembre. All’interno
vi è una piccola acquasantiera in marmo. Sull’arco di trionfo del
cappellinoqSRVWDXQD¿QHVWUDOXFHUQDULRDIRUPDG¶RPHJDVHcondo la tipologia dell’architettura del settecento, che richiama
quelle laterali, impreziosita da vetri policromi offerti nel 1986
dal Sac. Antonio Cantelmi e dai signori Michele Pompa, Michele Pica, Antonio Arpèa, Antonio Marino e Vincenzo Lobosco. Vi
sono rappresentati: sul lobo sinistro San Michele e San Gabriele,
sulla destra l’annuncio dell’Arcangelo Gabriele a Maria, al cenWUR&ULVWR&URFH¿VVR6LPEROLFDPHQWHOHVFHQHYRJOLRQRHVSULPHre i tre sì che hanno salvato l’umanità: il sì degli Angeli a Dio, il
sì dell’umanità a Dio, il sì di Dio-incarnato al Padre.
Prodigio della resudazione
S
crive Costantino Gatta:
«Correva l’anno 1715, quando Dio, sdegnato per i peccati
degli uomini, li riprendeva con frequenti turbini …
…Ma tempeste maggiori nel medesimo tempo i barbari Traci
PLQDFFLDYDQRVRSUDLO&ULVWLDQHVLPR«LQWDOLDIÀL]LRQLVLYLYHYD
quando il Sommo Pastore per placare l’ira di Dio fece sperare ai
fedeli, nei celesti tesori dell’indulgenza, una insperata misericordia, così che tutti facevano penitenze per far ritrattare la mano di
Dio dalle giurate vendette.
Per ciò alcuni devoti sacerdoti di questa città di Sala si portarono riverentemente in detto sacro monte solito asilo delle av25
PASQUALE RUSSO
versità [e ciò fu il 17 maggio di detto anno (1715)] per porgere
IHUYRURVHVXSSOLFKHDO3ULQFLSH6DQ0LFKHOHDI¿QFKpVLGHJQDVVH
di intercedere da Dio la serenità dell’aria così come si fosse compiaciuto di avvalorare col suo potente aiuto l’armi dei Cristiani
contro i barbari maomettani, inesorabili nemici della nostra fede.
&HOHEUDQGRVLLYLGHYRWDPHQWHLOVDQWR6DFUL¿FLRGHOOD0HVsa dal reverendo sacerdote D. Cosma S. Martino21, uomo di vita
esemplare e molto devoto dell’Arcangelo S. Michele intorno al
tempo della consacrazione, si vide dalla Sacra immagine, specialmente dal venerabile volto, grande quantità di limpidissimo
OLTXRUH FKH VFRUUHQGR JL GDOOD ¿JXUD LQRQGz DQFKH LO VRJJLDFHQWH DOWDUH GDOOH FLUFRVWDQ]H GHOO¶DYYHQLPHQWR EHQ V¶DYYLGHUR
quei Sacerdoti che il fatto fosse prodigioso per cui, terminata la
solennità della Messa, e raccolto parte di quel sacro liquore in
ampolline di vetro subito ragguagliarono del fatto Monsignore D.
Francesco di Nicolò, vescovo di Capaccio, che allora risiedeva
nella città di Sala. Egli all’annuncio esclamò con S. Paolo: Chi
FRQREEH LO VHQVR GL 'LR H FKL IX LO VXR FRQVLJOLHUH H VFULVVH DL
suddetti sacerdoti nel seguente modo:
“Piaccia alla divina bontà e al glorioso S. Michele che voglia consolare il loro desiderio ed assistere col potente patrocinio
ai comuni bisogni. Del resto speriamo in Dio che si renda sempre
più cospicua codesta Cappella di S. Michele nella conformità di
tant’altri luoghi e che sempre più si accresca la devozione del
popolo, né per adesso m’occorre aggiungere altro.
Sala 17 maggio 1715
Affezionatissimo come fratello Francesco
vescovo di Capaccio”
21
Don Cosma San Martino, ordinato sacerdote dal vescovo De Pace, all’epoca del miracolo aveva 64 anni (P. EBNER, Chiesa, Baroni e Popolo del
Cilento, vol. II, Roma, Edizione di Storia e Letteratura, 1982, p. 477).
26
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
Il giorno di sabato per la novità del prodigio accaduto si portarono nel sacro luogo innumerevoli persone e non si osservò
nella venerabile immagine alcun’alterazione, giudicandola arida
come al solito.
La Domenica 19 di maggio il popolo di Sala vi si portò processionalmente e penitente, e giunto, datosi in penitenze e ad
umilissime preghiere si vide mutare colore e poi a resudare di
nuovo mentre il Sacro liquore cresceva a stille a stille, in modo
che gocciolando in giù formava numerosi rivoli, che fu parimenti
raccolto e conservato in ampolline.
Lo stesso accadimento si osservò in altri giorni dello stesso anno e ciò specialmente nelle solennità di Maria Santissima e
GHL6DQWL$SRVWROLDOFRQWUDULRVLqRVVHUYDWRFKHWDOHSURGLJLRVR
avvenimento non è mai accaduto al tempo in cui il popolo si è
portato senza penitenza, ma solo per piacere e per curiosità.
Negli anni seguenti, nonostante un concorso maggiore di popolo si è osservato più raramente, indi si restrinse solo ai giorni
della festività dell’Apparizione e dedicazione di San Michele, e
all’anniversario del suddetto avvenimento che cade il 17 maggio
come pure in qualche altra giornata in cui il popolo vi si è portato
penitente per implorare grazie.
1HOO¶DQQRWDOHSURGLJLRVLqRVVHUYDWRYHUL¿FDWRVLQRQ
solo in presenza d’innumerevole popolo, ma anche dell’illustrissimo e degnissimo Prelato D. Carlo Francesco Giocoli, che, essendosi portato il dì 28 di settembre nel sacro eremo nella solennità
del vespro e poi di nuovo la mattina seguente, giorno festivo del
santo e avendo attentamente osservato, che grondava dopo le soOLWHSUHJKLHUHLQDEERQGDQ]DGDOODHI¿JLHLOPHUDYLJOLRVROLTXRUH
che come ruscello scendeva giù dalla santa Immagine, esclamò:
Questo luogo è impressionante.
La predetta resudazione suole durare lo spazio di tre ore,
dopo la sacra Figura incomincia a riasciugarsi tanto che al cadere
27
PASQUALE RUSSO
del giorno si scorge tutta arida come si osservava la mattina prima
dell’avvenimento ed il giorno precedente»22.
Anche il vescovo di Capaccio dà testimonianza del prodigio:
«Carlo Francesco Giocoli per grazia di Dio e della Sede
apostolica già vescovo di San Severo e ora della chiesa di Capaccio e delle sedi unite di Paestum, Velino, Agropoli, Bussento,
utile signore di Monte Lucoli ecc.
Rendiamo noto a tutti e a chi esaminerà, leggerà e parimenti
agli ascoltatori ai quali queste nostre lettere saranno lette e testimoniamo nel Signore come nel tempio di San Michele Arcangelo,
eretto sulla cima dello stesso monte della città di Sala di queVWDGLRFHVLGL&DSDFFLRGDOO¶DQQR¿QRDOJLRUQRG¶RJJLGD
un’antichissima immagine di detto celeste principe della milizia,
dipinta su un aridissimo muro durante le sacre celebrazioni più
volte si mostrò prodigiosa scaturigine di linfa che prima resudò
GDOODYHQHUDELOHHI¿JLHDFTXDJRFFLDDJRFFLDHSRLFRVuLQDEbondanza che per altrettante volte furono riempite della stessa
più ampolle. E proprio tale prodigio che si manifestò più volte in
detto corso di anni, non in altro tempo, come più volte accadde in occasione delle più grandi festività di Santa Madre Chiesa
sia nella solennità della Madre di Dio, dei Santi apostoli che in
quella dello stesso San Michele e generalmente in nessuna altra
ora se non durante la celebrazione delle Messe e mentre tutto
LOSRSRORFKHSUHJDYDIHUYLGDPHQWHOuSXUL¿FDWRGDOOHFROSHH
mosso da salutare penitenza si rivolse a Dio: Tale e così salutare
portento per la prima volta si mostrò il 17 maggio dell’anno predetto (1715) al tempo del presulato del nostro predecessore ora
arcivescovo di Consa; non senza consolazione del nostro animo
tale portento toccò a Noi anche per i nostri occhi. Che tale resu22
28
C. GATTA, La Lucania Illustrata, Napoli, Abri, l721, pp. 88 – 89.
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
dazione poi fosse miracolosa non solo tale argomento lo dimostra da una parte, ma viene riconosciuta chiaramente dagli atti
compilati dalla nostra Curia, con cui ecc. In fede di tutti i quali e
singoli questi presenti sottoscritti dalla nostra mano demmo muniti col timbro del nostro episcopio della città di Novi il dì 17 del
mese di ottobre del 1720.
C(arlo). F(rancesco). vescovo di Capaccio
Luogo del sigillo
Angelo Pinto Cancelliere»23
Dopo il prodigio
«I
o, Costantino Gatta, ritrovandomi nell’anno 1715 al
governo della città di Sala in qualità di capoeletto feci
subito convocare pubblico consiglio e fu interpretato dai Cittadini che tale avvenimento fosse un segno di protezione di san Michele verso questa Città e che voleva essere venerato con maggiore stima in detto sacro tempio, per cui furono subito creati ed
eletti dal pubblico due dell’ordine dei primi gentiluomini per il
governo di detto Santuario, con l’impegno e l’obbligo di avere
cura del santo luogo.
Nello stesso tempo dal Chiericato di Sala furono destinati tre
Sacerdoti, che dovessero continuamente assistere e di giorno e di
notte alla venerazione del sacro tempio, udire le confessioni dei
fedeli che in gran parte convenivano anche da remote contrade.
23
Vedi in appendice il documento in latino.
29
PASQUALE RUSSO
Nel corrente anno 1720 l’illustrissimo Monsignore Giocoli
ha costituito un penitenziero ordinario con ampia potestà creanGRSHUGHWWRXI¿FLRLO5'RWW'*HURQLPR*DWWD
I detti sacerdoti mutano ogni settimana. In tale luogo per
comodità dei Sacerdoti si è fabbricato un casino, e si pensano
altre fabbriche; sulla porta del tempio è stata scolpita in marmo
l’iscrizione», che ricorda lo straordinario evento24.
«La memorabile resudazione è accaduta dopo l’occaso del
sole e in tempo di difetto dei lumi, come avvenne nell’anno 1719
nel dì dell’epifania ad ore due in circa di notte»25.
«I Paesani verso il glorioso Principe hanno sempre avuta
somma devozione, come si scorge da altri antichissimi tempij in
questo territorio di Sala consacrati al medesimo Arcangelo e ora
si vedono sepolti dalla voracità del tempo nelle proprie rovine o
DEEDQGRQDWL«4XHVWRVHUD¿QRKDYROXWRUHQGHUHFHOHEUHTXHVWR
tempio con stupendo miracolo»26.
«Essendosi tal liquore riconosciuto celeste per le sue meravigliose virtù è stato esposto alla pubblica venerazione in molti
luoghi e fra gli altri fu esposta il 29 settembre del 1716 nella insigne collegiata consacrata a San Michele della nobilissima Città e
Repubblica di Lucca una Ampollina piena de questa Sacra Manna, che fu trasmessa dall’illustrissimo Monsignore D. Francesco
Nicolò, come consta da un autentico e pubblico attestato fatto solennemente in forma valida, in detta città che si conserva nell’archivio di questo Sacro Tempio e da una lettera scritta e trasmessa
a mons. Niccolò dal Reverendissimo sig. D. Ambrogio Rossi, Tesoriero e cappellano di detta collegiata del seguente tenore:
24
Vedi il testo latino e la traduzione riportati tra le lapidi.
C. GATTA, La Lucania Illustrata, Napoli, Abri, l 721, p. 101.
26
C. GATTA, ivi, pp. 127, 128.
25
30
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
Ill. e rev. Sig. padrone col(endissimo).
Finalmente grazie all’Altissimo, alla Gloriosissima sempre
Vergine Maria, e all’adorato Principe della celeste gerarchia S.
Michele Arcangelo, il giorno 29, festa della sua dedicazione fu
esposta alla venerazione dei fedeli l’ampolla del sacro licore all’Altare maggiore di questa insigne Collegiata con sontuoso apparato di tutto questo Tempio, e ricco e nobile Reliquario come
dall’acclusa copia di Bolla riconoscerà, e fu cantata la Messa
da questo Monsignore ill. decano con più cori di musici e grande
il concorso che vennero ad adorare e ammirare le meraviglie e
EHQH¿FHQ]HGLGHWWR&HOHVWH6HUD¿QRFKHKDVHPSUHFRPSDUWLWR
e suol compartire al genere umano. Io che più d’ogni altro mi ritrovo interessato in questo sacro affare, non posso far di meno di
non portarne alla bontà di V. Ill. la notizia e assieme col più reverente ossequio renderne di nuovo alla dilei liberalità le più umili
grazie, che possa il mio cuore esprimerli, come faccio ancora col
suo degnissimo Clero della Sala e in ispecie col Re. Sig. Arciprete
che unitamente con V. Ill. hanno dato alla sudetta insigne chiesa
e a tutta questa Città sì celeste dono, la cui memoria sarà eterna,
assicurandole ancora che si sono fatte pubbliche e particolari
orazioni secondo la loro giusta e pia intenzione. Condoni V. Ill.
WDQWHPLHLPSRUWXQLWjFKHYHQJRQRDQLPDWHGDOODGLOHLLQ¿QLWD
umanità e resto facendogli profondissimo inchino.
Lucca 4 ottobre 1716.
Di V. Ill. e Rev. Humil. Divot. E Obblig. Servo
D. Ambrogio Rossi.
L’ampolla fu ancora portata in processione dalle monache del
monastero di San Nicola di Mira della città di Lucca e ciò per implorare la protezione del glorioso S. Michele contro le tempeste
e i fulmini»27.
27
C. GATTA, La Lucania Illustrata, Napoli, Abri, l 721, pp. 148 – 150.
31
PASQUALE RUSSO
Nel libro delle Missioni Fra Domenico Serio dell’Ordine dei
Predicatori fa menzione del miracolo di San Michele avvenuto
nell’anno 1715 con le seguenti parole:
“…Quanti prodigi Egli (San Michele) ha operato in diverse parti della cristianità; ma per tralasciarne ogni altro chi non
ammira quegli che fa Egli tutti dì nel nostro Regno? Quanti ne ha
Egli operato nel Monte Gargano nella Puglia: quanti nella Città
della Sala nella Lucania, ove sono stato io spettatore nel meraviglioso trasformamento del suo vaghissimo Volto, ora in candido,
e ora in vermiglio, allora che ebbi l’onore di predicarvi il mio
Quaresimale; ho veduto io il prezioso sudore che nel maggiore
fervore del Popolo si degna Egli fare scorrere dalla sua Santa
Immagine, ed in tanta abbondanza, che ne tiene piene quella Città nel suo Tesoro più Urne per dispensarsi a’ Devoti, de’ quali a
turbe sogliono concorrere a visitarlo nella sua Chiesa, già fatta
una delle Pellegrinazioni più celebri”28.
Nella Relazione ad limina del 1761 il vescovo di Capaccio
Antonio Raymondi scrive e conferma:
«Lo stesso santuario è tenuto in massima venerazione per i
non pochi prodigi dello stesso angelo, segnatamente per una miracolosa linfa che stilla dalla sua stessa immagine dipinta sulla
parete, molto spesso e in special modo due volte all’anno, propriamente nei suoi due giorni festivi di maggio e così anche di
settembre; perciò proprio in queste due circostanze si va lì dalla
città di Sala in solenni processioni con grande concorso di popolo e nei nove giorni che precedono nove sacerdoti oltre ai chierici
si trattengono per tenere gli esercizi spirituali; colà sono state
costruite alcune camere da letto per comodità di due o più cappellani che vi dimorano per assolvere le funzioni connesse a quel
C. GATTA, 0HPRULH WRSRJUD¿FRVWRULFKH GHOOD 3URYLQFLD GL /XFDQLD
Napoli, Muzio, 1732, p. 74.
28
32
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
santuario e per amministrare i sacramenti ai moltissimi forestieri
FKHYLFRQÀXLVFRQRª29.
Ampliamenti
«I
l tempio (di San Michele Arcangelo) - riferisce ancora
il Gatta - sta situato alla sommità più erta del monte,
fabbricato non sul terreno, ma su un vivo sasso, e esposto per
ogni parte non meno al riverbero de gli vibranti raggi del sole,
FKHDOVRI¿RFRQWLQXRGHLYHQWL,OWHWWRFKHqXQDIRUWLVVLPDYROWD
e le mura stanno così ben commesse, che naturalmente non può
entrarvi neppure un atomo di piovana acqua»30.
In un documento del 1852 si afferma che nel 1718 «esso è
situato sopra una pietra ed è isolato. E’ ventilato da tre lati e soprattutto quello ove è posta la Sacra Immagine, esposta a mezzogiorno.
Il quarto lato comunica, mediante un arco, con la Cappella
esteriore.
/D &DSSHOOLQD LQWHULRUH q FRVWUXLWD D ODPLD VHQ]D ¿QHVWUH
dentro è ben intonacata, fuori è coperta di embrici così che non
può penetrarvi l’umidità»31.
Sul primo ampliamento Costantino Gatta fornisce ancora
preziose informazioni:
29
O. PEPE, Chiesa e Società a Sud di Napoli, Relazione ad limina III 1761, II, 19 - 20, Firenze, Ermes, 2002, p. 62- 63.
30
C. GATTA, La Lucania Illustrata, Napoli, Abri, l721, pp. 79, 98.
31
Dalla copia del Sommario del processo formato sopra la portentosa
UHVXGD]LRQHGHOO¶HI¿JLHGHOJORULRVRSULQFLSHV0LFKHOH$UFDQJHORQHOVDJUR
monte della citta’ di Sala, ut intus, fatta il 20 maggio del 1852 dal Servo della
Diocesi di Diano Lorenzo Pericolo - vedi appendice.
33
PASQUALE RUSSO
«E infatti l’anno passato (1720) nello scavare le fondamenta della nuova cisterna vicino il sacro Tempio fatta fabbricare
per uso e comodità dei pellegrini con proprio denaro dall’illustrissimo vescovo Carlo Francesco Giocoli, abbiamo osservato
le rovine dell’antico tempio, che pareva fabbricato bassamente
a forma di spelonca sotterranea, e nelle sue basse e profonde
mura si osservavano le dipinture delle Sacre Immagini, logorate
dall’antichità»32.
…«Quindi a tale piccolo Tempio, riuscendo molto angusto al
grande concorso di popolo fu aggiunta con l’elemosine dei fedeli
una nuova fabbrica, restando l’antica, ove è la venerabile Immagine, racchiusa a modo di Tribuna, senza che restasse affatto
alterata nel suo antico sistema»33.
Egli inoltre aggiunge:
©,OSHOOHJULQRQRQGHYH¿JXUDUVLFKHFROjYLVLDXQDVRQWXRVD
basilica, ma si osserva una semplice fabbrica eretta sulla durezza
delle selci, composta di rozze pietre del monte.
E’ questo tempio eretto sul vivo sasso nella sommità del monte, costruito di mura stabili e quadrate, che formano per tetto
XQD IRUWLVVLPD YROWD DI¿QFKp DYHVVH SRWXWR IDUH UHVLVWHQ]D DOOH
più impetuose ire dei venti, ai quali sta esposto per ogni parte e
frenare la furia dei turbini con la robustezza della fabbrica..
Ha la porta rivolta al settentrione alla cui prospettiva si
mira un piccolo altare sul quale si scorge per icona dipinta sul
muro un’antica e venerabile immagine che esprime con pittura
D IUHVFR O¶HI¿JLH GHO JORULRVR$UFDQJHOR 6DQ 0LFKHOH GD JLRvane alato con la lancia alla destra in atto di ferire il demonio
VRWWRLVXRLSLHGLHFRQODVLQLVWUDODELODQFLDHVLOHJJHVRWWR6
0LFKDHO$UFDQJHOHGHIHQGHQRVLQSURHOLRª34
32
C. GATTA, La Lucania Illustrata, cit., pp. 81, 82.
Ibidem, p. 83.
34
Ivi, p. 80.
33
34
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
L’accenno alla spelonca e alle logorate dipinture fa pensare
che in origine il Santuario fosse in una grotta dipinta da immagini
di ascendenza bizantina, legandosi così alla tradizione che riteneva i luoghi sotterranei ambienti riservati alla divinità.
All’epoca dei vescovi Carlo Francesco Giocoli (1717 -1723)
e Odoardi (1724 - 41) si procedette alla costruzione di una seconda fabbrica, restando intatta l’antica. L’ampliamento terminò nel
1728 come attesta il primicerio della cattedrale di Capaccio, Giovan Battista Salomone, nel verbale del 18 novembre del 1728, redatto in occasione della sua visita pastorale alle cappelle di Sala.
Menzionando quelle fuori abitato, cita anche S. Maria di Loreto e
la cappella di San Michele Arcangelo che - egli scrive - è supra
collem, olim constructam et ad presens ampliatam; ha un altare
privilegiato di San Michele e due altari laterali (San Michele e
San Giuseppe). Dalla relazione del primicerio si può facilmente
intuire che l’altare maggiore fu completato in quell’anno358QD
lapide in lingua latina che un tempo doveva trovarsi nel cappellino e che ora è posta sulla porta d’ingresso all’interno del Santuario, ne ferma il ricordo:
A Dio ottimo massimo
A perpetua memoria
Questo altare maggiore dedicato al divino principe degli angeli, fu impreziosito per speciale generosità di Sua Santità Benedetto XIII con perpetua indulgenza per il suffragio delle anime purganti il venerdì di ogni settimana e durante l’ottava della
commemorazione dei defunti
nell’anno della Salvezza 1728
Il marmo e il luogo della sua collocazione fanno ritenere
che un nuovo altare avesse sostituito quello antico rudimentale e
35
P. EBNER, Chiese, Baroni e Popolo nel Cilento, II, Roma, Edizione di
Storia e Letteratura, 1982, p. 478.
35
PASQUALE RUSSO
Interno del Santuario: altare maggiore policromo ed angeli laterali originali.
piccolo posto sotto l’Immagine dipinta di San Michele Arcangelo.
All’epoca di don Antonio Raymondi, allora vescovo di Capaccio (1741-1768) e residente a Sala nel palazzo sito nel rione
di San Raffaele, il tempio fu ulteriormente ingrandito nel rispetto
dei canoni dell’architettura tardo-barocca, assumendo l’aspetto
quale adesso si presenta al pellegrino.
Nella sua Relazione ad limina del 1761 il presule, sofferPDQGRVLVXOVDFURHGL¿FLRGHOPRQWH%DO]DWDFLIRUQLVFHSUH]LRVL
ed illuminanti chiarimenti:
«Sulla cima di un alto monte non lontano dalla città di Sala
-egli scrisse- si erge un santuario sotto l’invocazione di San Michele Arcangelo, che per mia solerte cura dall’inizio del mio
presulato da piccola cappella dei tempi antichi fu ricondotta ad
elegantissima forma con ampia chiesa costruita a volta e da ora
36
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
poi con quattro altari, con un organo36 e una cantoria, ed anche
FRQXQDVDFUHVWLDSURYYLVWDVXI¿FLHQWHPHQWHGLWXWWRª37.
Nell’ottocento pochi furono gl’interventi sul tempio che si
FRQRVFRQRVLULFRUGDVRORTXHOORGHULYDQWHGDOOHFRQVHJXHQ]HGHO
terremoto del 1857 che interessò Sala, il Vallo di Diano e molti
paesi della Lucania.
Michelarcangelo Bove, allora sindaco della città, non trascurò in tale occasione il Santuario del Santo Patrono. Confermano
l’azione di encomiabile zelo dell’insigne salese le parole di Padre
Alfonso da Pescopagano, che ne intessé un appassionato elogio in occasione della morte, avvenuta nel 1860: “Quello che più
contraddistingue l’ illustre concittadino si è che, prescelto a far
parte di una Commissione per la restaurazione del santuario del
Protettore, l’arcangelo Principe S. Michele, quasi abbattuto dal
terremoto, egli, non curando strapazzi, disprezzando disagi, tutto
fuoco, tutto energia, tutto impegno, si occupa a farlo risorgere
con più maestà e con più gusto artistico”38.
Presumibilmente è successiva l’aggiunta di nuove stanze alla
foresteria.
Nel novecento si deve ricordare il restauro del 1914 voluto
dalla Società Operaia di mutuo soccorso “Torquato Tasso” di Sala
Consilina, residente a New Jork.
36
L’organo, dotato di una cassa molto bella era adornato di stucchi di
colore verde ed oro (i colori predominanti dell’Arcangelo). Esso fu trafugato
nella notte di razzie del 23 aprile 1982 da mani sacrileghe.
37
Ho tradotto dal latino: «In praecelsi montis fastigio non procul a civitate Salae exstat sanctuarium sub invocatione Sancti Michaelis Arcangeli,
quod priscis temporibus ex parvo sacello mea cura et sollertia redactum ab
initio usque mei praesulatus ad elegantisimam formam, cum ampla fornicata
ecclesia et quattuor hinc inde altaribus, cum organo, odeo, necnon secretario
GHRPQLEXVVXI¿FLHQWHUSURYLVRªO. PEPE, cit., pp. 62- 63).
38
E. SPINELLI, Contributi alla Storia Culturale del Vallo di Diano, Salerno, Laveglia Editore, 1994, p. 64.
37
PASQUALE RUSSO
Negli anni cinquanta il Santuario fu dotato di un sistema di
parafulmini, per tenerlo al riparo dagli attacchi della natura. Dopo
il terremoto del 23 novembre del 1980 furono effettuati da parte dell’Amministrazione comunale l’ampliamento e la pavimentazione del Sagrato, come attestano le due lapidi sulla facciata
esterna.
Il Santuario, in occasione dei lavori dell’ultima ristrutturazione, restò chiuso sino al 1° maggio del 198939.
Il campanile e le campane
D
opo il miracolo della resudazione del 1715, il culto per
l’Arcangelo prese vigore tanto che San Michele fu scelWRTXDOHSURWHWWRUHGHOODFLWWjVLYROOHDOORUDO¶DPSOLDPHQWRGHOOD
cappellina con la costruzione di una nuova fabbrica, che rispondesse all’esigenza di contenere un numero più rilevante di fedeli.
I lavori procedettero con sollecitudine e il primo intervento si
concluse nel 1718.
Probabilmente la nuova struttura dovette essere dotata anche
di un campanile più grande, predisposto a contenere due campane, la piccola del 1640 e la grande, fatta fondere nel 1719 a
Vignola, cittadina della Lucania, dove si manifatturava il bronzo
in campane, mortai ed altro40.
Le notizie relative alla campana grande sono rilevabili dalle
stesse iscrizioni incise sul bronzo:
39
Notizie rilevate dall’Archivio Parrocchiale della SS. Annunziata.
T. PEDIO, La Basilicata Borbonica, Venosa, Osanna Edizioni, 1986, p.
119. Vignola oggi Pignola (Pz).
40
38
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
©0$*LVWHU ,26(3+ %5812 $ 9,*12/$ 0( )(&,7
A(nno) D(omini) MDCCXIX +
'20,1$5,6327(67$7,7(1(%5$580
68%*8%(51,28WULXVTXH,XULV'RFWRULV1,&2/$,52MANO + D(omini) COSTANTINI
*$77$(7*$(7DQL08*12/2352&85DWRULV
48,687'(86
,36$&217(5(7&$3877880
9(5%81&$52)$&780(67
+(/(026LQDUXP&216758&7$'HYRWRUXQ7HUUDH
OB(olo) +».
(traduzione: Il Maestro Giuseppe Bruno da Vignola mi fece nell’anno 1719 +
Dominerai sul potere delle tenebre +
Sotto il governo del dottore in utroque iure Nicola Romano, del
dott. Costantino Gatta e del procuratore Gaetano Mugnolo +
Chi come Dio? +
Colei che schiaccerà il tuo capo +
Il Verbo si fece carne +
Costruita col denaro delle offerte dei devoti della Terra +).
Essa era decorata, inoltre, da quattro medaglioni che richiaPDYDQRHGHVHPSOL¿FDYDQROHLVFUL]LRQLUDI¿JXUDQWLLSULPLWUH
rispettivamente La lotta di San Michele con il drago (Quis ut
'HXVL’Immacolata con il drago,SVDFRQWHUHWFDSXWWXXPLa
Sacra Famiglia9HUEXPFDURIDFWXPHVWLOTXDUWRXQFURFH¿VVR
e lo stemma di Sala con tre torri in bassorilievo. Chiara l’allusione in sintesi al mistero teologico dell’Incarnazione: La cacciata
degli angeli ribelli dal Paradiso; La visione apocalittica della
vittoria di Maria sul serpente; La nascita del Redentore; Il sacri¿FLRGL&ULVWRVXOODFURFH.
A causa di una lesione prodotta da un fulmine, il 23 gennaio
1985 la campana fu fatta rifondere dalla ditta Capezzuto di Na39
PASQUALE RUSSO
poli, la quale il 25 marzo successivo alle ore 18,20 ripose nel
campanile quella nuova, su cui, oltre al testo del settecento e alle
DQWLFKHUDI¿JXUD]LRQLqULSRUWDWDODVHJXHQWHHSLJUDIH«Rifusa
nell’anno 1985 con le offerte dei fedeli di San Michele».
La torre campanaria da allora è stata dotata di un sistema
G¶HOHWWUL¿FD]LRQH H OD FDPSDQD JUDQGH QRQ YLHQH SL VXRQDWD D
mano, tirando le corde, ma meccanicamente41.
Nello stesso vano della torre campanaria è posta anche la
campanella antica, quella del 1640, che doveva appartenere alO¶XPLOH FDSSHOOD RULJLQDULD 6X GL HVVD q UDI¿JXUDWR D ULOLHYR LO
FURFH¿VVRHO¶LVFUL]LRQH
©9(5%80 &$52 )$&780 (67 (7 +$%,7$9,7 IN NOBIS + A. D. MDCXXXX». Anche su questa campana è
ULPDUFDWRLOPLVWHURWHRORJLFRO¶LQFDUQD]LRQHHLOVDFUL¿FLRGL
Cristo sulla croce.
E’ evidente tra le due campane la continuità del messaggio
relativo alla salvezza dell’umanità, realizzatosi, dopo la vittoria di
0LFKHOHVXO0DOHJUD]LHDO³Vu´GHOOD9HUJLQH0DULDHDOVDFUL¿FLR
di Cristo.
L’affresco
N
el cappellino del Santuario sopra il monte vi è un affresco d’antichissima data, rappresentante l’Arcangelo
0LFKHOHDGDOLVSLHJDWHFKHFRQODPDQRGHVWUDFRQ¿FFDXQDSLFFD
41
La rifusione della campana del 1719 fu voluta dalla Procura del tempo e
GDO5HWWRUHGRQ$QWRQLR&DQWHOPLHVVDDYHYDXQDFLUFRQIHUHQ]DGLFPHUD
DOWDPSHVDYD.JHUDLQOHJDLQEURQ]RGL&X6WHUDLQWRQDWD
in Si bemolle (dati rilevati dal verbale di rimozione e rottura della campana di
San Michele del 23 gennaio 1985).
40
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
QHOODERFFDGHOGLDYRORFKHJOLVWDVRWWRLSLHGLVFRQ¿WWRHVRUUHJJHQHOODPDQRVLQLVWUDXQDELODQFLDFKHKDLQXQSLDWWRXQD¿JXUD
nuda orante, nell’altro una che precipita verso il basso. Satana ha
corpo umano ma con coda di serpente, mani e piedi unghiuti, orecchie animalesche sprizzanti fuoco, occhi torvi. Non conoscendone né la data d’esecuzione, né l’autore, si possono fare solo delle
FRQVLGHUD]LRQLHWHQHQGRFRQWRGLDOFXQLHOHPHQWLLFRQRJUD¿FLH
cromatici, trarre delle conclusioni per determinare l’epoca in cui
collocare il dipinto. Molto probabilmente l’affresco risale alla
seconda metà del ‘500. San Michele è in piedi, in atteggiamento
statico, vincitore del demonio, così com’era rappresentato prima
FKHYLIRVVHODVYROWDSLWWRULFDHVFXOWRUHDGL¿QHµFKHORUDI¿gurava in atteggiamento dinamico, come venne espresso dal 1600
LQSRL8QDOWURSDUWLFRODUHGDYDOXWDUHqODELODQFLDWUDOHPDQL
dell’Arcangelo, introdotta in pieno rinascimento, perché Michele
venne da allora presentato come vittorioso sul demonio e considerato oltre che psicopompo, paratus ad animas suscipiendas cioè
preposto ad accompagnare le anime, anche come psicosta, ossia
pesatore di anime.
Anche i colori, emersi come erano in origine dal recente restauro42, richiamano la vivacità della pittura rinascimentale e sottolineano, nel rispetto dei canoni del tempo, l’uso dell’intonare
cioè di rapportare secondo una particolare gamma cromatica un
colore ad un altro.
Sono perciò evidenti più tinte che non solo creano un amELHQWH OXPLQRVR PD FKH EHQ V¶LQWHJUDQR FRQ TXHOOL FKH GH¿QLscono la natura che fa da sfondo alla scena dell’Arcangelo e del
demonio. Ad avvalorare ancora l’epoca del secondo ‘500 sono
42
Il restauro è stato effettuato nel 2000 da Tiziana Valeriani e Enza Barrese, che hanno riportato in luce anche gli affreschi laterali che attualmente
completano il trittico (vedi relazione in appendice).
41
PASQUALE RUSSO
gli affreschi recentemente portati alla luce, posti nei pennacchi
laterali dell’abside, che completano quello centrale con il quale formano chiaramente un insieme omogeneo. Nelle due lunette
è rappresentata la scena dell’Annunciazione: in quella destra è
UDI¿JXUDWRO¶$UFDQJHOR*DEULHOHFRQDEELJOLDPHQWRSUHWWDPHQWH
rinascimentale: indossa una veste, “sbuffo”, «una specie di guarQHOORGLVWRIIDULJRQ¿DWRVXL¿DQFKLODOHJJHUH]]DGHOGUDSSHJJLR
ULFKLDPDLOPRYLPHQWRGHOYHQWRHODFRQGL]LRQHHWHUHDGHOOD¿JXra angelica»43 e reca in mano il giglio, simbolo della purezza (il
JLJOLRWHUPLQDQWHFRQWUH¿RULDOOXGHDOODWULSOLFHYHUJLQLWjGL0DULDSULPDGXUDQWHHGRSRLOSDUWRqLQYRORFRPHULFKLHGHYDQR
le conclusioni del Concilio tridentino44.
Nella lunetta sinistra Maria riceve l’annunzio. Essa è appogJLDWD VX XQ LQJLQRFFKLDWRLR LO YLVR ULYROWR DOO¶DQJHOR DOOH VXH
spalle si eleva una colonna. Le due aree, una riservata alla sfera
celeste dell’Angelo e l’altra alla condizione terrestre di Maria,
VRQRUDI¿JXUDWHVLQJRODUPHQWHQHLSHQQDFFKLODWHUDOL45, e concorURQRDIRUPDUHXQWULWWLFRLFRQRJUD¿FRLQXQ¶XQLFDFRPSRVL]LRQH
cromatica.
Alla base del riquadro centrale, prima che fossero apportate
GHOOHLQQDWXUDOLPRGL¿FKHYLHUDODVFULWWD©6DQFWH0LFKDHO$Ucangele defende nos in proelio»46.
[CASSINELLI – GUERRIERO (a cura di) ,FRQRJUD¿DH$UWH&ULVWLDQD, Vol. I,
Torino, Edizioni San Paolo, 2002, p. 108].
44
Ivi, p. 108.
45
Ibidem pag. 117
46
Che l’affresco possa ritenersi della seconda metà del ‘500 lo fa intendere anche Costantino Gatta che scrive: «sull’altare scorgesi per cona, dipinta
nel muro, un’antica e venerabile immagine, che esprime con dipintura a fresco
O¶HI¿JLHGHOJORULRVR$UFDQJHOR0LFKHOHª, cf. C. GATTA, La Lucania Illustrata,
Napoli, Abri, 1723, p. 80. L’affresco misura cm. 180 x 200.
43
42
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
Attualmente l’affresco appare “ferito” da una spaccatura irreJRODUHFKHDWWUDYHUVDFHQWUDOPHQWHOD¿JXUDGHOO¶$UFDQJHORQRQq
possibile, però, datare l’evento naturale che ne fu la causa.
Il dipinto nella “caggia”
Durante il periodo di statio della statua nel Santuario, per non
lasciare i fedeli senza l’immagine del protettore, fu pensato di
FRPPLVVLRQDUHDOO¶DUWLVWD%DULOHGL$WHQDXQDWHODFKHUDI¿JXUDVse San Michele vincitore sul diavolo47, da ostendere nella chiesa
della SS. Annunziata.
«Il dipinto, databile alla seconda metà del XVIII secolo è
XQD FKLDUD LFRQRJUD¿D GHOO¶DUFDQJHOR 0LFKHOH QHO WUDGL]LRQDOH
costume con tunica corta, la bilancia che pesa le anime e il Demonio vinto. …L’opera può essere giudicata di buona fattura sia
SHUODFRPSRVL]LRQHDUPRQLFDGHOOH¿JXUHFKHSHUODGRYL]LDGHL
particolari che ben esprimono la “volontà narrativa” evidente
nella punta della lancia poggiata sulla lingua del Diavolo e nell’espressione dello stesso più simile all’essere umano che alla
bestia»48.
La tela di Mega
Ogni anno in occasione della festa in onore del protettore si
preparava davanti alla chiesa dell’Annunziata un arco luminoso,
in mezzo al quale veniva collocata una grande tela (cm. 277 x
47
Archivio di Stato di Salerno, Intendenza, B. 2475, f. 28
Dalla Relazione di restauro eseguito nel 1992 della prof. Maria Angela
Coronato. La tela misura cm 70 x 140.
48
43
PASQUALE RUSSO
155) dipinta nel 1922 dal pittore salese Manlio Mega49. Da quando la facciata perse la sua caratteristica perché il frontone attico
fu coperto nel 1959 da mattoni rossi con un mosaico al cenWURUDI¿JXUDQWH6DQ0LFKHOHFRPHXQODQFLHUHDUFDLFRODWHODGHO
0HJDFRQO¶HI¿JLHGHO6DQWRFRQVSDGDHELODQFLDIXWUDVIHULWDQHO
Santuario, sopra il monte, dove tuttora è conservata50.
4XDOFKH DQQR ID XQD FRRSHUDWLYD HI¿PHUD QH ³FXUz´ LO UHstauro, restringendone, insipientemente, le dimensioni così che
OD¿UPDGHOO¶DXWRUHIXULGRWWDDPHWjHO¶LQWHUYHQWRIXYHUDPHQWH
completo!51
La statua
I
l vescovo Zuccari, dando inizio al sinodo diocesano celebrato nel 1794 nella chiesa parrocchiale di San Pietro
apostolo, invoca la protezione dell’Arcangelo Michele e di San
Biagio, essendo essi entrambi a quella data compatroni della cit-
0DQOLR0HJDHUD¿JOLRGL5DIIDHOHHIUDWHOORGHOVDFHUGRWHGRQ7XOOLR
che resse per molti anni la chiesa di Santo Stefano. Dopo la sua permanenza a
Sala, Manlio - afferma Davis Ottati - «si trasferì nelle Marche, dove forse la
sua arte era più apprezzata».
50
Il parroco Cantelmi col suo buon senso, dopo il terremoto dell’80, ha
ritenuto opportuno dover riportare all’antico assetto la chiesa della SS. Annunziata, facendo ripristinare il frontone ed il rosone della facciata. Il mosaico
UDI¿JXUDQWH6DQ0LFKHOHqRUDGHSRVLWDWRVXO6DQWXDULR
51
Dalla stessa cooperativa fu anche restaurata un’opera di Michele Volpe
%XFFLQR6DOD&RQVLOLQDUDI¿JXUDQWHOD7ULQLWjFKHGDOODFKLHVD
omonima, fu traslata sul monte San Michele nel 1840. Essa misura cm. 197 x
116. Il 4 luglio del 1996 le due tele restaurate furono accolte nel Santuario con
XQDVDQWDPHVVDRI¿FLDWDGDGRQ$QWRQLR&DQWHOPLHGRQ$QJHOR6SLQLOORG.
PAGLIA, Le Pagine di Erò, luglio 1996).
49
44
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
tà52. Dopo le resudazioni del ‘700, grazie ai segni prodigiosi veUL¿FDWLVLGXUDQWHWXWWRLOVHFRORHDLULSHWXWLPLUDFROLFKHVLPROtiplicarono anche con l’uso della manna, il culto per San Michele
V¶LQWHQVL¿Fz D WDO SXQWR FKH OHQWDPHQWH PD SURJUHVVLYDPHQWH
l’Arcangelo si affermò come unico patrono di Sala, oscurando il
vescovo di Sebaste, protettore della gola.
La venerazione per il Santo guerriero è cresciuta sempre più e
la devozione è divenuta nel tempo così viva che oggi gli sono tributati particolari onori, non solo perché patrono ma anche come
“ragguardevole ed illustre cittadino di Sala Consilina”. Per dimoVWUDUHOD¿GXFLDHODFHUWH]]DQHOODVXDSURWH]LRQHODFLWWjGL6DOD
volle una statua, che rappresentasse degnamente il difensore di
Dio, commissionandola ad un artista napoletano, che certamente
dovette essere autorevole, vista la peculiare opera che realizzò.
(Peccato che non se ne conosca il nome!).
Risale al 1835 il simulacro dell’Arcangelo, opera lignea53, che
esprime in forma plastica la vittoria di San Michele sul demonio
suo avversario: l’artista dà rilievo alle virtù del sostenitore della
giustizia e del trionfatore sul male.
Lo scultore pone l’Arcangelo in uno spazio reale, in modo
che campeggi in uno scenario creato dalle equilibrate ed armoniche misure tra l’altezza e la base. L’impostazione è eccellente e
rimanda ai canoni dell’arte del settecento napoletano: San Michele mantiene il suo perfetto equilibrio sul piede destro che poggia
GHFLVRVXOGUDJR6DWDQDHVVRSXUVFRQ¿WWRPRVWUDDQFRUDHYLGHQte la sua nervosa agitazione nella coda in contorsione e le pinne
ritte, su cui sedici occhi scrutano in svariate direzioni, a sottoli52
A. DI LEO, I Sinodi Cilentani nei secoli XVI – XIX, Napoli, Ferraro EdiWRUHS6DODVFHOVHFRPHSURWHWWRUH6DQ%LDJLRDI¿DQFDQGRORD6DQ
Sebastiano e Fabiano nel 1614. Prima lo era stato San Feliciano.
53
F. ROSSI, Cronaca della città di Sala Consilina, Sala Consilina, Tip. De
Marsico, 1900, p. 95
45
PASQUALE RUSSO
neare la disposizione del diabolico animale al peccato più grave
dell’umanità: l’invidia (di cui appunto gli occhi sono simbolo). Il
piede sinistro dell’Arcangelo rimane levato all’indietro.
Probabilmente l’autore s’ispirò al San Michele dello scultore
Lorenzo Vaccaro e dell’argentiere Domenico Vinaccia54 risalente
al 1691, i quali, avvalendosi della consulenza del pittore Luca
Giordano, saranno i primi, insieme a Franco Picano, a determinare un nuovo corso artistico con le loro opere che diventeranno
un punto di riferimento per tutta la produzione posteriore. Essi,
infatti, impressero una svolta nell’arte pittorica e in quella scultoUHDVXSHUDQGRODVWDWLFLWjGHOODUDI¿JXUD]LRQHFDUDWWHULVWLFDGHOOHHSRFKHSUHFHGHQWLLQWURGXVVHURODGLQDPLFLWj¿JXUDWLYDFKH
passando per l’elaborato plastico, meglio esprimeva l’ispirazione
poetica.
San Michele è rappresentato come capo supremo degli angeli, il guerriero che lotta contro le forze del male. Indossa la lorica
da centurione romano ed ha la spada sguainata adornata da una
GUDJRQDDGXHFRUGRQFLQL¿VVDWLDOO¶HOVDHWHUPLQDQWLFRQGXHQDSSHHVVDqSRVWDLQSRVL]LRQHRUL]]RQWDOHSHUFKpRUPDLLOJXHUULHUR
KDFRPSLXWRODVXDPLVVLRQHODFRUD]]DVEDO]DWDFRQVFDJOLHHYLGHQ]LDWHVHFRQGRODWLSRORJLDGHOOHDUPDWXUHDQWLFKHqGRUDWDLO
JRQQHOOLQRqUL¿QLWRGDXQDFLPRVDGLFRORUHRURFKHDWWUDYHUVRL
suoi spacchi consente una maggiore libertà di movimento e mette
in evidenza le membra, marcandone l’incarnato. L’elmo, anch’esVRGRUDWRWHUPLQDLQXQYLVWRVRSHQQDFFKLRGLHWUROD¿JXUDVL
DJJURYLJOLD XQ PDQWHOOR LQFUHVSDWR OR VFXGR DO EUDFFLR VLQLVWUR
riporta in rilievo il motto: Quis ut DeusODPDQRUHJJHLOJXLQzaglio del drago55,FDO]DULGLFXRLRFRQ¿EELDGRUDWDULYHVWRQRL
54
AA. VV., Civiltà del Seicento a Napoli, Napoli, Electa, 1984, p. 316.
In anni recenti nella mano sinistra è stata posta anche la bilancia: probabilmente una scelta arbitraria.
55
46
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
SLHGLGHO6DQWROHDOLOLEUDWHQHOO¶DULDVWDQQRLQDWWHJJLDPHQWRGL
pacata sospensione, rivelando chi non insuperbisce, anche se ha
portato a termine una straordinaria missione. Egli, pur tenendo
incatenato il suo avversario, sembra che non l’accusi, ma dica: «Il
Signore ti punirà!»56. Alla base fanno da corona all’apoteosi del
Santo otto puttini con le nudità coperte ciascuno da panneggi un
tempo di vari colori57. Predominavano il giallo oro, il rosso e il
verde nelle tonalità chiara e media. L’oro è il colore dell’eternità,
il verde il colore della speranza e del paradiso, il rossoUDI¿JXUD
la potenza dell’amore ardente, in contrapposizione al cupo verde
scuro del drago, simbolo del male.
Il rosso del mantello ha un legame con l’apparizione dell’Arcangelo sul monte Sant’Angelo nelle Puglie, perché in quella manifestazione avrebbe indossato il mantello di cotal colore58.
La statua poggia su una pedana di legno, che, come riportato
sulla fronte, fu restaurata a Napoli nel 190059. È un’opera di saSLHQWHLQWDJOLRDGRUQDWDGDYROXWHHGD¿RULOHJDWLGDXQDPSLR
nastro alla base.
56
Lettera di Giuda, 1, 9.
Dopo l’ultimo restauro i colori dei panneggi sono stati “ridotti” a due:
verde e rosa.
58
CASSINELLI – GUERRIERO (a cura di) ,FRQRJUD¿DH$UWH&ULVWLDQD, Vol. II,
Torino, Edizioni San Paolo, 2002, p. 926.
59
Le esatte parole riportate sulla piramide prima che un ulteriore intervento di restauro le ricoprisse sono: Restaurata A.D. MCM. G. Cest Napoli (Le parole incise sulla piramide sono state ricavate da una foto dell’inizio novecento,
eseguita da M. Volpe).
57
47
PASQUALE RUSSO
La statuetta
P
rima che Sala si dotasse dell’attuale statua, il Santuario
era provvisto di una statuetta di misure limitate, che la
tradizione fa risalire a contadini i quali la portarono dalla Puglia,
dove si recavano stagionalmente a mietere il grano. In origine
doveva essere in marmo bianco60, poi dipinta con diversi colori:
rosso il mantello, oro la corazza, le ali e gli ornamenti dei cal]DUL YHUGH FKLDUR LO JRQQHOOLQR 3UREDELOPHQWH OR VFXOWRUH QHO
realizzarla, s’ispirò all’opera del Sansovino che è nella grotta del
Gargano: San Michele è in piedi in posizione statica, leggermente
inclinata, rappresentato come guerriero vittorioso con la spada,
dragona a due pendenti e nappe, sollevata, mentre calpesta l’avYHUVDULRLQIRUPDGLPRVWURFRQYLVRGLVFLPPLDFRVFLDGLFDSUR
spuntano dall’elmo con pennacchio capelli a riccioli.
8QDSULPDWHVWLPRQLDQ]DGHOODVFXOWXUDPDUPRUHDqGHO
«La statua portatile di S. Michele - è scritto - fu riposta nel Cappellino interiore in Cornu Evangelii dell’Altare»61.
8QDVHFRQGDqGHO«Sopra lo altare trovasi una statua
di marmo che villici andati alle Puglie per la mietitura de’ li grani portarono seco»62.
60
F. ROSSI, Cronaca della città di Sala Consilina, Sala Consilina, Tip. De
Marsico, 1900, p. 93. Che la statuetta sia stata dipinta successivamente fa fede
la piramide che ora non è più dorata, ma di colore scuro con base sporgente
dorata, su cui è scritto S. Michael Arcag. La statuetta è alta cm. 80.
61
Copia del Sommario Processo formato sopra la portentosa resudazione
GHOO¶HI¿JLHGHOJORULRVRSULQFLSHV0LFKHOH$UFDQJHORQHOVDJURPRQWHGHOOD
città di Sala, fatta il 20 maggio del 1852 da Lorenzo Pericolo.
62
U. LO BOSCO, Uomini e fatti del nostro Meridione, Salerno, Palladio
Editore, 1991, p. 66.
48
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
Nell’inventario degli oggetti esistenti nella chiesa dell’AnQXQ]LDWDUHGDWWRQHOH¿UPDWRGDOVLQGDFRGLDOORUD0'H
Petrinis, è riportato: «Statua di s. Michele Arcangelo con piramide dorata, l’autore non si sa, intiera, di pietra del monte Gargano»63.
In un libretto dato alle stampe nel 1930, l’autore, menzionando le rovine prodotte dal terremoto del 1857, scrive: «la statua di
marmo, che poi fu riattata, fu veduta ridotta in frantumi e gettata
a terra»64. Probabilmente dopo tale evento si provvide al restauro
dipingendola con gli attuali colori.
La statua della Confraternita
A
nche la Confraternita di San Michele volle la sua statua
per dotarne la chiesa detta la cappelluccia sita in via Savonarola. Ne fu dato l’incarico nel 1864 all’intagliatore e scultore
Andrea Brigante di Padula, che aveva appena concluso l’opera
lignea della caggia nell’Annunziata. Essa è di modesta fattura e
si avvicina più alla forma artigianale che a quella dell’arte.
Il Santo è rappresentato in piedi, secondo la tipologia della
¿JXUDVWDWLFD(¶FRPXQTXHHVSUHVVLRQHGLIHGHHGHYR]LRQHYHUVR
il Santo Patrono e come tale va rispettata.
63
Archivio di Stato di Salerno, Intendenza, busta 2475, foglio 28.
F. ROMANO (a cura di), Divota Novena all’Arcangelo S. Michele, Sala
Consilina, Tip. Auleta, 1930, p. 22.
64
49
PASQUALE RUSSO
Statua di San Michele nell’edicola di via Manin
N
ella nicchia dell’edicola di via Manin vi era un’antica
statua di San Michele in dimensioni ridotte. Essa fu trafugata nella notte tra il 15 ed il 16 febbraio 1998.
2UDLIHGHOLGHOOD]RQDYHQHKDQQRFROORFDWDXQ¶DOWUD¿WWLOH
opera del maestro Francesco Scialpi di Sala Consilina.
Le edicole
L
e edicole che ornano le facciate delle case degli abitanti
di Sala Consilina sono segno di un’antica fede e testimoQLDQ]DGLDUWHSRSRODUH2OWUHDTXHOOHFKHUDI¿JXUDQRHGHVDOWDQR
la Madonna e gli altri santi, ve ne sono molte che onorano San
0LFKHOH$UFDQJHOR8QWHPSRO¶HGLFRODHUDLQQDO]DWDSHUULFRQRscenza di una grazia ricevuta o per assicurarsi la protezione del
santo che ivi era rappresentato od ospitato, oppure per prestigio.
(UDQRHGLFROH³YLYH´QRQVRORSHUOHODPSDGHHL¿RULFKHFRVWDQtemente le adornavano, ma anche perché costituivano un punto di
riferimento per gli abitanti del rione che spesso vi si raccoglievano a pregare o, passando, si segnavano devotamente e tacitamente
elevavano una preghiera, sollecitavano una richiesta di aiuto o
ringraziavano per averlo ricevuto: erano, isomma, una presenza
familiare, fatta partecipe della vita un tempo più semplice e corale
di quel rione.
Ora che i ritmi quotidiani sono più frenetici e meno aggregate
OHFRPXQLWjOHHGLFROHVHKDQQRSHUGXWRLOORURVLJQL¿FDWRRULginale, mantengono quello di testimoniare una fede perdurante a
trasmettere il messaggio che attraverso l’arte popolare vi si può
50
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
FRJOLHUHHVVHDQFRUD³DPPRQLVFRQRDQRQGLPHQWLFDUHLOSDVVDWR
la fede dei padri, le ansie e le speranze che costituiscono il patrimonio spirituale che non conosce tramonti”.
Lungo il percorso seguito dalla barca e dalla statua di San
Michele se ne incontrano molte, alcune anche di buona fattura,
VLDQRHVVHGLSLQWHVLDFKHRVSLWLQRVWDWXHRFKHHVSULPDQRHI¿JLH
maiolicate.
Le più importanti sono collocate:
LQYLD7DFFKLQRYLD3HUWLFDULYLD)RUQDULQDYLD8UELQRYLD
Orsini e via Amodio (dipinte)
LQYLD8UELQRH'LHJR*DWWD(mute)
- in piazzetta Gracchi, via Manin, via Grammatico, via Diego
Gatta (con statua), via Cavour (in gesso)
- via Nazionale, via Litto, contrada Trinità e località Calvario (con maioliche)65.
Le feste
S
i perdono nel tempo le origini dei festeggiamenti in onore
di San Michele e si effettuavano ancor prima che l’Arcangelo fosse eletto patrono della cittadina salese.
La più antica documentazione storica risale al 1652, anno in
FXLO¶8QLYHUVLWjGL6DODQHOVXRELODQFLRIDULIHULPHQWRDOSDJDmento di 4 ducati alla SHUVRQD SRUWDEDQGLHUD DOOD ¿HUD GL 6DQ
Michele66.
65
Le edicole mi sono state indicate dall’amico Adriano Romano, che ringrazio anche per la collaborazione nelle ricerche.
66
U. LO BOSCO, (che riporta un manoscritto del 1784 di A. D. L. & F),
Uomini e Fatti del Nostro Meridione, Salerno, Palladio Editore, 1991, p. 75.
51
PASQUALE RUSSO
Nel 1700 la festa di settembre in onore di San Michele Arcangelo assume ampiezza, durata e consistenza rilevanti in seguito
alla miracolosa resudazione avvenuta sul Monte Balzata tant’ è
che in un documento è scritto che essa è “la più grande e corrono da’ paesi vicini e anco dalla città di Salierno e da Potentia
DOOD ¿HUD GL RWWR JLRUQL FKH YLHQHVL IDWWD QHOOD QRVWUD FLWWj SHU
RQRUDUHHJORUL¿FDUHLOPLUDFRORVR$UFDQJHOR0LFKHOH9LJLODQR
OR0DVWURPHUFDWRHOLDUPL]HULFKHDSURQROD¿HUDFR¶ODEDQGLHUD
e li tamburi… tai giorni sono giorni di mangiatoria e bevitoria de
li balli sopra li organetti e ciaramelle e sono anche momenti delli
ziti e poscia de’ matrimoni”67.
Organetti e ciaramelle, sebbene ridotti a pochi esemplari, anFRUD RJJL FDUDWWHUL]]DQR OH IHVWLYLWj GHGLFDWH DO 6DQWR SDWURQR
tali strumenti connotano il costume della nostra gente, rivelando
il gusto per una musica che ha il sapore del mondo arcaico, il quale, attraverso note semplici, esprimeva il suo legame con il creato
e ne interpretava la voce. La loro presenza testimonia il tenace
legame con le passate generazioni che ne hanno mantenuta viva
la tradizione. I suonatori precedono le donne in particolare, ma
talvolta anche gli uomini, che sorreggono sul capo i cinti votivi68,
frapponendo ad essi la spara, un panno attorcigliato a forma di
spira (il cercine). I portatori si alternano in tale funzione ciascuno
mosso da una propria motivazione, quale l’ottenimento di una
grazia o la riconoscenza per averla ricevuta o in onore del Santo
SHUFKp VLD EHQHYROR H DVVLFXUL OD VXD SURWH]LRQH , FLQWL V¿ODQR
lungo l’intero percorso processionale e durante tutte le feste che
67
Ivi, pp. 76, 77.
“Lu cintu”, detto anche “lu cindu” è una fascia di candele che assemblate su una base di legno assumono la forma di un parallelepipedo, la torre, o
di un ovoide, la barchetta.
68
52
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
si svolgono nell’anno in onore del Santo e, al termine di esse,
sono depositati nel luogo di stazione del simulacro69.
Le più importanti feste sono quelle dell’8 maggio e del 29
VHWWHPEUH FKH SHUz QRQ VRQR OHJDWH DG HYHQWL YHUL¿FDWLVL QHO
territorio, ma all’apparizione dell’Arcangelo sul monte Gargano
nel 490 e alla dedicazione del Santuario pugliese.
Quelle pertinenti il nostro paese cadono il tre maggio, la
“Cruci”, il diciassette maggio, il quattro luglio e il sei gennaio e
richiamano i giorni della trasudazione del 1715, dell’apparizione
dell’Arcangelo al pastorello nel luglio del 1213 a Sala e quello
di un ulteriore miracolo avvenuto nel dì dell’Epifania sempre sul
sacro monte.
«Il tre maggio, festa liturgica della Croce, si avviavano i preparativi del lungo ciclo festoso, che si concludeva, come oggi, il
ventinove settembre, col pulire la via che dal calvario conduce al
PRQWHGL6DQ0LFKHOHO¶XVDQ]DqSUHVVRFKpVFRPSDUVDª70.
“Il tre maggio è “la cruci”, scrive don Antonio Cantelmi,
giorno in cui volontari puliscono la strada dal fogliame e pietre
e detriti vari”71.
Un tempo «il tre maggio era un avvenimento quasi pagano:
i boscaioli armati di accette e roncole ripulivano le “volte” che
conducevano al monte per agevolare la salita del santo in processione il successivo otto maggio»72.
69
Grandi ceri sono conservati nel Santuario a testimonianza di una fede
remota, duratura, che si perpetua nel tempo.
70
A. TORTORELLA, Senza eccettione d’avere primitiva alcuna, Salerno, TiSRJUD¿D5HJJLDQLS
71
Cronistoria parrocchiale della SS. Annunziata, 1984, scritta da don
Antonio Cantelmi.
72
D. OTTATI, Dal Feudo alla Libertà, Firenze, Pananti Editrice, 1996, p.
21.
53
PASQUALE RUSSO
«Quando iniziava il pomeriggio, dopo avere dimenticato tutte le buone intenzioni di pulizia e sistemazione della strada che
conduceva al santuario, di rilevare i sassi e coprire tutte le grandi
buche prodotte dalle acque correnti, accaldati e smaniosi per tutto
il vino bevuto, scendevano dalla montagna portando grandi rami
WDJOLDWLGDJOLDOEHULQHLERVFKLWUDVFLQDQGROL¿QJLQHOSDHVHª73.
©$OOD¿QHGHOO¶RSHUD]LRQHLSDUWHFLSDQWLDOOHJULHXQSR¶DOticci, percorrevano cantando tutto il paese con la testa del corteo
ingabbiata in pali di legno, tenuti orizzontalmente, per evitare
sbandamenti. Noi dalla terrazza assistevamo all’immancabile
momento cruciale. Infatti la strada, con acciottolato e in discesa,
che veniva verso il portale della nostra casa, da angusta, si allargava improvvisamente e la colonna di uomini urlanti, dapprima
compressa, perdeva la tenuta e il controllo con conseguenti rovinosi ruzzoloni, tra bestemmie ed epiteti irriferibili»74.
Gli “’mbriachi” «si riunivano nella grande chiesa dove era
il Santo per ringraziarlo a modo loro e facevano un grande baccano urtando con i legni, banchi e paramenti sacri, urlando agitati e gioiosi, con grande preoccupazione del parroco che doveva
intervenire per calmarli e imbonirli»75.
«Nella chiesa dell’Annunziata gli alberelli e i fusti che erano
stati sradicati, venivano, in segno di omaggio e di festa mentre il
SUHWHRI¿FLDYDSHVWDWLDWHUUDSURYRFDQGRFXSLWRQ¿PHQWUHVL
levava un grido più minaccioso che giulivo: evviva Santo Michele!»76.
73
L. D’ANIELLO, Isolamento del viandante emigrato, Salerno, Stampa Poligraf, 1995, p. 39.
74
A. VESCI, Pietra Rossa, Gorizia, Graf. Goriziana, 1997, p. 160.
75
L. D’ANIELLO, cit, p. 39.
76
IviS/DV¿ODWDGHOWUHPDJJLRGXUz¿QRDOO¶DQQRTXDQGRIX
rifatto il pavimento della Chiesa della SS. Annunziata e agli “’mbriachi” fu
proibito l’ingresso. La tradizione scomparve così.
54
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
8 maggio - Sosta avanti all’edicola di via Manin
La festa dell’otto maggio si svolge in una sola giornata con
la processione che parte dalla SS. Annunziata, ove il simulacro
è rimasto per tutto l’inverno, e si conclude sul monte. Durante il
percorso, dopo la messa celebrata nella chiesa madre di San Pietro Apostolo, sosta avanti all’edicola detta di San Michelicchio
in via Manin, dove un bambino, vestito da angelo con la spada
in mano, recita in vernacolo salese l’ode al Santo Patrono. Indi si
ULSUHQGHLOFDPPLQR¿QRDOODFDSSHOODGHOOD0DGRQQDGL/RUHWR
lì l’ “angelo” recita di nuovo l’ode a San Michele. Si procede poi
verso il Calvario, dove la statua viene adagiata su di un appogJLR¿VVRLQPXUDWXUDFKHXQWHPSRHUDPRELOHGRSRDYHUODIDWWD
girare intorno ad esso per tre volte (il tre ed il cerchio sono simEROLGHOODSHUIH]LRQHHGHOODGLYLQLWjLWUHJLULFRQFHQWULFLGHOOD
Trinità).
55
PASQUALE RUSSO
)XRFKLG¶DUWL¿FLRRQRUDQRO¶$UFDQJHORSULPDFKHODSURFHVsione riprenda e si concluda sul monte, residenza estiva del Santo
Patrono. La statua, spogliata dell’oro, che viene riposto in cassaforte77, è collocata nella caggia costruita nel 1907.
La solennità è resa più spettacolare dalle note della banda
musicale, dal suono delle campane a distesa e dalle allegre comitive di pellegrini che si spargono in luoghi riposti sul monte.
La festa del ventinove settembre è più articolata e duratura
delle altre: essa si protrae per tre giorni ed è caratterizzata da luminarie, fuochi e suoni. Peculiarità della solenne ricorrenza sono
il rito della Barca, la gara del palio detto il “Palo”, il volo dell’angelo e la messa celebrata all’aperto nella piazza principale
GHOOD FLWWDGLQD 8QD ULQRPDWD EDQGD PXVLFDOH LQ GXH VHUH VL FLmenta con un repertorio prettamente lirico, mentre un cantante di
IDPDQD]LRQDOHDOOLHWDLOSRSRORQHOODWHU]DVHUDWDVHUDWDGH¿QLWD
“laica”). La festa si conclude con la maestria dei fuochisti che
GLVHJQDQRQHOFLHORLQXQDIDQWDVPDJRULDGLFRORULFRUHRJUD¿HGL
¿JXUD]LRQLOXPLQRVHFKHEHQVLDEELQDQRDTXHOOHGHOOHOXFLGHJOL
archi delle luminarie, che guarniscono di splendore il corso principale da via Vittorio Emanuele a tutta via Roma.
Meno impegnativa è la festa del diciassette maggio, quando si accompagna sul Santuario “lu cintu”, e ricorda l’avvenuta
resudazione. Suggestiva ed emozionante è tuttavia la cerimonia
che si svolge sulla Balzata: dopo la celebrazione della messa, il
cinto, su cui è stata appoggiata una matassa di spago incerato, detto cerino78, e tutti gli altri preparati in onore del Santo, preceduti
dallo stendardo compiono tre giri attorno al Santuario, attraver-
77
La statua è rivestita dell’oro custodito nei forzieri prima di uscire dalla
chiesa della SS. Annunziata.
78
Il cerino è lungo 45 metri e viene confezionato ogni anno, intridendo
uno spago nella cera.
56
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
Ritorno dal monte
sando le sue tre porte d’accesso, quella rivolta verso Sala, quella
rivolta verso Marsico e l’altra d’ingresso abituale.
I tre giri circolari (il cerchio è simbolo di perfezione e di comSOHWH]]DVLJQL¿FDQRFKHLIHGHOLXVFHQGRGDOO¶DPELWRWHPSRUDle, entrano in una dimensione d’eternità, cioè nel regno di Dio,
LQROWUHFRPSLHQGRVLDWWRUQRDOO¶HGL¿FLRFDULFRGLVDFUDOLWjDFKLYL
SDUWHFLSDSURFXUDLEHQH¿FLFKHQHGHULYDQRFLUFXPDPEXOD]LRQH
augurale).
I cinti, al suono delle ciaramelle e degli organetti, sono accompagnati dal sacerdote celebrante, dai “fratieddi” vestiti dell’abito della congrega e dai devoti che cantano il responsorio. Al
termine un confratello, rilevato dalla cima del cappellino il vecchio cerino, rimasto lì per un anno, scioglie la matassa del nuovo
57
PASQUALE RUSSO
spago intriso di cera e lo avvolge con tre giri tutt’intorno all’antica cappella, che ora esteriormente è protetta da bianchi marmi
squadrati. Dopo, il cerino che ha incubato per un anno la sacralità
che promana da quel luogo “eletto”, viene tagliato a moccoli e
distribuito ai fedeli che lo serbano e ne accendono lo stoppino,
per allontanare o acquietare le forze disgregatrici della natura in
caso di tempeste o altro fenomeno perturbatore.
Il quattro luglio si commemora l’apparizione del Santo al
pastorello.
8QWHPSRDOORUFKpODVRFLHWjHUDSUHYDOHQWHPHQWHFRQWDGLQD
questa festa era più sentita ed osservata con maggiore partecipazione, anche perché i fedeli si ritenevano debitori verso il Santo
nella convinzione che avesse assicurato la sua protezione per il
buon raccolto oppure ne dovessero impetrare l’intervento in caso
di inclemenza stagionale. Oggi che il rapporto con la natura è
venuto meno, a ricordo dell’antico evento sul Santuario viene celebrata una Santa messa cui intervengono pochi devoti.
Il sei gennaio, di buon mattino, si assiste alla “calata della
stella”: mediante un meccanismo di funi una sagoma lignea di
stella illuminata da lampadine multicolori, parte dalla cantoria e
lentamente viene diretta verso l’altare maggiore su cui staziona
durante la celebrazione della messa. Il rito rammenta la “Resudazione accaduta dopo l’occaso del sole, e in tempo di difetto di
lumi, come avvenne nell’anno 1719 nel dì dell’Epifania ad ore
due in circa di notte”79.
«E’ una cerimonia assai semplice, eppure suggestiva come lo
sono tutte le cerimonie tradizionali, che, in questo periodo del-
79
C. GATTA, La Lucania Illustrata, Napoli, Abri, l 723, p. 101. Le due di
notte devono intendersi due ore dopo il tramonto secondo la scansione del
tempo allora in uso.
58
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
l’anno, svolgendosi in ore in cui non c’è ancora la luce del sole, si
richiamano alla luce e alla Luce di Cristo»80.
Prima e dopo le date canoniche, la Chiesa invita i fedeli a seguire la novena, ad intonare canti ed elevare lodi in onore di San
Michele Arcangelo in preparazione e a conclusione dei giorni
solenni del periodo festivo.
La Barca
“L
a Barca è una manifestazione allegorica, che trova
fondamento e sostegno non nei documenti, ma solo
nella tradizione pratica, nel racconto orale del popolo salese”.
Essa si concreta in una processione singolare che si svolge di notte a partire dal crepuscolo del 28 settembre e attraversa la maggior parte delle vie del centro storico, non lambendo gli abitati
sorti dalla seconda metà del novecento.
8QJR]]RFRORUDWRG¶D]]XUURHELDQFRFRQXQSLFFRORDOEHUR
munito di una vela candida ospita un bambino travestito da angelo con gonnellino azzurro, camice bianco coperto da corazza,
e con l’elmo in testa, la fascia traversa verde e la spada nella
PDQRGHVWUDSDUWHGDOULRQHGL6DQW¶(XVWDFKLRVHJXHQGRLOSHUcorso inverso a quello che il simulacro di San Michele compirà
l’indomani 29 settembre, quando sarà portato a spalla dal sacro
monte.
8QD SULPD ULÀHVVLRQH V¶LPSRQH SHUFKp OD SURFHVVLRQH GL
VHUD")RUVHSHUFKpO¶RVFXULWj¿VLFDqVLPERORGLTXHOODVSLULWXDOH"
80
Cronistoria parrocchiale della SS. Annunziata 1983, scritta da don Angelo Spinillo junior, ora vescovo di Teggiano – Policastro.
59
PASQUALE RUSSO
Come nel regno di Dio tutto è luce, così in quello del demonio
tutto è oscuro. Pertanto si potrebbe opinare che la Barca e l’anJHORYRJOLDQRVLJQL¿FDUHO¶DVWX]LDGL6DWDQDFKHSUHWHQGHUHEEHGL
avere ragione di San Michele, camuffandosi sotto le spoglie innocenti del bambino-angelo, che recita forse furbescamente un’ode
in onore del protettore avanti ad ogni edicola che incontra lungo il
percorso81. C’è da osservare ancora che Satana voglia mascherare
la sua astuzia, servendosi di una barca e di indumenti dai colori
che simboleggiano l’innocenza, la purezza, la luce, la verità assoluta (il bianco), e la fedeltà alla verità rivelata (l’azzurro). Ma
“la tonalità azzurrina è considerata anche il colore dell’aria dove
abitano i demoni”82.
Fino a qualche anno fa la processione seguita dal popolo
FRQOH¿DFFROHHUDULWHQXWDXQDSURFHVVLRQHODLFDHDGHVVDVL
SRWHYDDWWULEXLUHLOSUHGHWWRVLJQL¿FDWR83. Ora che inopinatamente
l’accompagna il rettore di Santo Eustachio, sembra che sia venuto
/HYLHFKHWRFFDOD%DUFDVRQR$UQDOGRGD%UHVFLD)RUQDULQD5DIIDHOHGD8UELQRYLD&DVWHOOR6LOYLR3HOOLFR)HOLFH2UVLQL$OELQLR6DQWDUVHQLR
SLD]]HWWD*UDFFKLYLD'DQWH*DHWDQLGL*DHWDYLD0DQLQGRYHDYDQWLDOOD
grande edicola del Santo protettore l’angelo recita: “Salve o glorioso Arcangelo”. Percorre poi via Giovanni Camera, procede per via Fratelli Bandiera e via
*UDPPDWLFRGLUHWWDDOOD66$QQXQ]LDWD3URVHJXHSRLSHUODUJR8JR%DVVL
82
“Il colore dell’aria, dove abitano i demoni”, è rappresentato con una tonalità azzurrina, secondo Efesini. 2,2 [CASSINELLI – GUERRIERO (a cura di) IcoQRJUD¿DH$UWH&ULVWLDQD, Vol. I, Torino, Edizioni San Paolo, 2002, p. 106].
83
Dello stesso avviso è il prof. Antonio Tortorella che ritiene che la Chiesa “teneva una certa distanza dalle attitudini religiose del popolo”, facendo
risalire alle “incomprensioni la dicotomia tra gerarchie ecclesiastiche e popolo”. “La cosa induceva il popolo a scelte autonome, come è possibile dedurre
ad esempio dalla tradizionale assenza di sacerdoti alla processione della Barca,
alla vigilia della festa di San Michele a Sala” (cf. Bollettino Diocesano della
Diocesi di Teggiano - Policastro, anno LXXXVII, 2005, p. 343).
81
60
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
meno il senso allegorico, che essa comunque ha84. Anche tra la
barca e la vita umana è evidente l’analogia. Scrive Sant’Agostino:
«La vita in questo mondo è come un mare tempestoso, attraverso
LOTXDOHGREELDPRFRQGXUUHLQSRUWRODQRVWUDQDYHVHULXVFLUHmo a resistere alla tentazione delle sirene, raggiungeremo la vita
eterna»85. E il demonio fa di tutto perché l’approdo luminoso non
ci sia.
Giungendo sul sagrato della chiesa della SS. Annunziata,
avanti alla porta un tempo chiusa86, la barca viene fatta avanzare ed indietreggiare per tre volte dai portatori con movimento
VFDWWDQWHUDSLGRHGHFLVRGHWHUPLQDQGRXQD¿JXUD]LRQHGLPRWR
d’onde, quasi marosi di tempesta scatenata dal maligno. La porta
SURSRQHO¶LGHDGHOSDVVDJJLRWUDGXH]RQHPDTXHOODFKLXVDYRUUHEEHVLJQL¿FDUHFKHYLqXQGLDIUDPPDWUDGXHPRQGLWUDLOQRWR
e l’ignoto, tra il di qua e l’aldilà, tra le tenebre e la luce. La porta
invita ad oltrepassarla e solo dopo i movimenti a scatti vigorosi
e rapidi c’è la vittoria del principe degli angeli. Ad avvalorare la
tesi è anche una quartina dell’Inno a San Michele:
In questo mar del mondo,
tu, qual propizia stella,
guida la navicella
verso l’eternità.
Concluso il movimento, i portatori gridano: «Evviva San Michele!» a sottolineare la vittoria del Protettore.
84
Anche il suono delle campane della torre di Sant’Eustachio ha contribuito a rompere la purezza della tradizione.
85
GERD HEINZ-MOHR, /HVVLFRGLLFRQRJUD¿DFULVWLDQD, Vicenza, I .P. L.,
1984, p. 240.
86
'DOODSRUWDUHVWDDSHUWDVRWWUDHQGRFRVuDOULWRLOVLJQL¿FDWRVLPbolico originale.
61
PASQUALE RUSSO
Il cammino riprende verso il punto di partenza. La barca attraversa la piazza e tutto il corso, lungo il quale non vi è più nessuna edicola da onorare.
,QODUJR8JR%DVVLVLDVVLVWHSRLDOOR³VSDUR´GLGXHIDQWRFFL
di paglia rivestiti di vecchi abiti – lu viecchiu e la vecchia – alla
cui base sono disposti dei petardi, che un tempo scoppiettando
OLEUXFLDYDQRDGHVVLHUDDWWULEXLWRXQVLJQL¿FDWRFRQIRUPHDOOD
VRFLHWj FRQWDGLQD SUHYDOHQWH 6H EUXFLDYDQR VHQ]D GLI¿FROWj VL
preannunziava una stagione agricola propizia, in caso contrario
sarebbe stata negativa.
Nella piazzetta è intanto già pronto il “palio”, ovvero il palo
GHOODFXFFDJQDFRQ¿FFDWRQHOWRPELQRFHQWUDOHHGLQJUDVVDWRDG
DUWHSHUUHQGHUHGLI¿FROWRVDO¶DUUDPSLFDWDYHUVRODFLPDGRYHXQ
premio in prodotti alimentari e denari sistemati su due bracci attende il vincitore.
/HOXFLLQ¿QHVLVSHQJRQRVLVFLRJOLHRJQLFKLDVVRVDFRPSDgnia in attesa del domani, il giorno della Gloria di San Michele.
Salve, o glorioso Arcangelo!
I
l mattino del 29 settembre il simulacro di San Michele
scende dal monte. Giunto all’edicola di San Michelicchio
in via Manin viene rivestito dell’ “Oro”: collane, bracciali, orecchini e preziosi vari87, donatigli per voto dai devoti. Indi prosegue il suo cammino sostando qua e là su tavoli approntati per
O¶RFFDVLRQHFRQWRYDJOLH¿QHPHQWHULFDPDWH¿QRDUDJJLXQJHUH
87
Per preziosi s’ intendono tutti gli oggetti in oro applicati sulle palmette
di velluto. A vestire il Santo è attualmente il sig. Vincenzo Chirichella.
62
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
il rione Sant’Eustachio. La folla numerosissima gremisce la
SLD]]HWWD 8JR %DVVL SHU DVVLstere ad una delle più suggestive manifestazioni popolari e di
antica tradizione in onore del
Santo Patrono.
Il bambino-angelo, che il
giorno precedente ha compiuto il percorso processionale
sulla barca, mediante il volo
ad un’altezza di otto-dieci metri dal suolo, offre doni a San
Michele, chiedendone la protezione anche per quei salesi che sono lontani dalla terra
d’origine, e declama l’ode, che
si tramanda oralmente da un Sala Consilina - Festività di S. Michele
WHPSR LPSUHFLVDWR 6L DI¿GD Arcangelo. Volo dell’Angelo al rione
S. Eustachio.
con decisione alle corde che
si protendono dal balcone di partenza88 verso un’impalcatura di
legno posta a tale scopo di fronte, a ridosso del campanile della
chiesa di Sant’Eustachio. Egli, librato nell’aria, solca il cielo per
tre volte. Calato avanti alla statua dell’Arcangelo, in tre momenti
successivi, offre al Santo Patrono l’incenso, un ¿RUH e una candela, rimarcando la dedizione del popolo al Santo guerriero ed
invocando da lui protezione. Assumendo la posa di un angelo che
vola “libero” nell’aria il bambino sovrasta gli astanti dai visi protesi verso di lui: chissà quali emozioni prova! In passato la folla,
88
Il balcone da cui parte il volo dell’angelo è quello della casa del sig.
Angelo Gesummaria.
63
PASQUALE RUSSO
WXWWDUDFFROWDLQSUHJKLHUDDVVLVWHYDSURVWUDWDRJJLQRQFLV¶LQJLnocchia più ma la commozione è palpabile e ciascuno nell’intimo
rivolge la sua invocazione al Santo.
Toccava, un tempo, all’anziano del rione conservare le corde
SHULO³ULWRGHOO¶$QJHOR´HJOLHUDSDUWLFRODUPHQWHULVSHWWDWRSHUOD
sua riconosciuta fedeltà al santo ed aveva il privilegio di custoGLUOH¿QRDOO¶DQQRVHJXHQWH89. Oggi hanno cura delle corde e della
barca gli organizzatori del Volo dell’angelo, mentre a tenere con
impegno ed amore l’abbigliamento dell’angelo (fasce, gonnellino
ali ecc.) è Michele Di Benedetto che si pregia, coadiuvato dal
¿JOLR 'RPHQLFR GL LVWUXLUH DQFKH LO EDPELQR QHOOD UHFLWD GHOl’ode.
Ode a San Michele
Salve, o glorioso Arcangelo
ti offriamo l’incenso eletto
ed insieme al nostro petto
s’alza una prece a te:
una prece di fervidi
e avvolta d’amore immenso,
che rassomiglia all’incenso,
e vola al Re dei re.
A te, fervido Arcangelo,
proteggi di valore,
/¶XOWLPRFXVWRGHGHOOHFRUGHqVWDWR¿QRDOODVXDPRUWHLOVLJ&DUPLQH
&KLULFKHOODDOTXDOHHUDQRVWDWHDI¿GDWHGRSRODVFRPSDUVDGL3LHWUR/RYDJOLR
Precedentemente le corde erano state custodite dalla famiglia Tommasiello.
89
64
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
WLRIIULDPRXQYDJR¿RUH
che manda olezzo al ciel.
7X¿RUGHL&RULDQJHOLFL
accetta il dono ancora,
e da quell’alta dimora
qui fanno le stelle un vel.
A te, possente Arcangelo,
nemico d’ogni inganno,
al primo odioso danno,
col vittorioso pie’.
Ti offriamo ardente un cereo,
simbolo del tuo coraggio,
se tu a noi mandi un raggio
dalla celeste fe’.
Proteggi questo popol,
che prostrato t’implora;
proteggi quelli ancora
che in terra straniera sono.
E dai lontani e dai prossimi
ti sovvenga il pensiero.
Odi, o Santo Guerriero,
della nostra prece il sòn.
L’angelo parte dal balcone di casa di
Angelo Gesummaria.
Odi, o Santo Guerriero,
della nostra prece il sòn.
(da “A l’us’ andícu” di A. Tortorella).
Quest’ode che viene recitata in vernacolo dall’”angelo”, davanti alla statua di San Michele, potrebbe aver subito nel tempo
una corruzione linguistica. Nell’esaminarla, infatti, emerge un
65
PASQUALE RUSSO
componimento rispettoso di tutte le regole poetiche: dalla lunghezza del verso alla strofa, dalla rima al ritmo di cui l’anonimo
autore doveva essere ben consapevole.
Se ne riporta il testo quale presumibilmente poteva essere in
origine90.
1
2
3
4
5
6
7
8
Salve, ò gloriòso Arcàngelo,
t’ offriàm incènso elètto
e insièm dal nòstro pétto
s’alza ùna prèce a te.
la prèce, chè noi fèrvidi
volgiàm con àtto91 intènso,
è sìmil àll’incènso,
che vòla al Rè da Te.
1 A tè, fervìdo Arcàngelo,
2 portènto dì valòre
3 offriàm un YjJR¿zUH
4 che mànda olèzzo al cièl.
7X¿zUGHL&zULDQJqOLFL
90
Trasposizione dall’espressione in vernacolo all’originale poetico. QuatWURVWURIHGLRWWRYHUVLXQGLVWLFR¿QDOHGLYHUVLVHWWHQDUL
5LPD$%%&'((&
A = settenario sdrucciolo
B = settenario
C = settenario tronco
D = settenario sdrucciolo
E = settenario
I settenari tronchi rimano tra loro.
Il terzo e il quarto verso, il settimo e l’ottavo sono legati dall’Enjambment. ,OGLVWLFR¿QDOHFRGDULPDFRQJOLXOWLPLGXHYHUVLGHOO¶XOWLPDVWURIH
Accento ritmico:SHUWXWWLLVHWWHQDULO¶DFFHQWRULWPLFRVSHFL¿FDWDPHQWH
espresso nell’ode) cade sulla seconda, quarta e sesta sillaba.
91
Atto, forma sincopata da a(ffe)tto.
66
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
6 accètta un dòno ancòra,
7 e d’ ùna tàl dimòra
8 fa’ quì di stèlle un vèl.
1 A tè, possènte Arcàngelo,
2 nemìco d’ògn’ingànno,
3 ch’opprìmi il riòso dànno92
4 col vìttoriòso pie’,
5 offriàm ardènte un cèrio,
6 simìl al tùo coràggio,
7 ché tù ci màndi un ràggio
8 de là celèste fè’.
1 Protèggi quèsto pòpolo,
FKH7qSURVWUjWRLPSOzUD
3 protèggi quèlli ancòra
4 ch’in tèr-re strà-nier’ son.
5 E dèi lontàni e pròssimi
6 sovvènga a tè un pensièro
7 odi, ò San-to e Guer-riè-ro,
8 di nòstra prèce il suòn.
1 Odi, ò Santo e Guerrièro,
2 di nòstra prèce il suòn.
Terminato il “volo dell’angelo”, riprende il percorso processionale cui partecipano oltre il clero ed il popolo anche i rappresentanti di tutte le comunità e le congregazioni della città, i portatori dei cinti, i suonatori di organetti e ciaramelle, le principali
DXWRULWjFLYLOLHPLOLWDUL,QSLD]]D8PEHUWR,YLHQHFHOHEUDWDOD
ULRVR ULRWWRVRGDQQR GDQQDWRDEEUHYLD]LRQLGHULYDWHGDVLQFRSH
92
67
PASQUALE RUSSO
6DQWDPHVVDFRQSDUWLFRODUHVROHQQLWjJHQHUDOPHQWHRI¿FLDWDGDO
vescovo della Diocesi.
Chiudono i festeggiamenti religiosi fuochi pirotecnici cui
“assiste” il simulacro dell’Arcangelo, prima che venga riposto nel
tosello preparato per Lui nella chiesa della SS. Annunziata a sinistra dell’altare maggiore: vi rimarrà per qualche tempo esposto
alla venerazione dei devoti.
La Confraternita di San Michele Arcangelo
O
perava ed opera in onore del Santo Patrono la Congrega
di San Michele Arcangelo, un sodalizio michaelico istituito con decreto reale del 1855, in seguito a richiesta formulata
l’anno precedente93.
I confratelli, che ne fanno parte, hanno in dotazione un gonfalone ed uno stendardo con cui accompagnano la processione. Il
gonfalone è portato dall’edicola di San Michelicchio in via MaQLQ ¿QR DOOD SLD]]D 8PEHUWR , GRYH LO VHWWHPEUH VL FHOHEUD
93
Dal libro delle Conclusioni della Congregazione di San Michele dal
1886 in poi alla pagina del bilancio 1939 vi è una nota interessante: «Notizie
fornite dalla Curia di Teggiano il 5 agosto 1941 XIX –“Fondazione della ConJUHJD]LRQHLO1XPHUR&RQIUDWHOOL1XPHURGHOOH&RQVRUHOOHQRQ
ha beni immobili e quindi non ha rendite”».
Il libro è presso la chiesetta di San Michelicchio in via Savonarola ed è
stato rinvenuto in occasione dei lavori di ristrutturazione per i danni provocati
dal terremoto del 23 novembre del 1980. E’ un documento importante che fa
OXFHVXOO¶RULJLQHGHOODFRQIUDWHUQLWDFKHQDWDFRQDSSHQDDI¿OLDWLV¶LQFUHPHQWz¿QRDGDYHUHFRQIUDWLQHOSHUSRLULGXUVLDVRORVHLSHUVRQH
Cavallo Vincenzo, Rosciano Vincenzo, Balbo Domenico, Pisano Giuseppe e
Cocozza Ciro. Oggi il numero sta aumentando, ridando vigore alla tradizione.
68
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
ODPHVVDLOJDJOLDUGHWWRLQYHFHIDVWUDGDDO6DQWR3DWURQROXQJR
WXWWDODSURFHVVLRQHGDOPRQWH¿QRDOODFKLHVDGHOO¶$QQXQ]LDWDH
viceversa, l’otto maggio94.
Il Priore ha quale segno distintivo un bastone di legno nero
e, dal 1889, si adorna anche di un medaglione. I confratelli vestono il camice bianco su cui viene posto il mantello giallo oro, il
cappuccio bianco, il cingolo verde attorno alla vita e la fascia traversa verdeVXFXLqULSRUWDWRVXVFXGRWUDSXQWRFRQ¿ORGLFRORUH
oro la scritta Quis ut Deus. La fascia tracolla scende dalla spalla
destra e si chiude sul lato sinistro all’altezza del cingolo95.
Non conosciamo le norme scritte nello statuto di fondazione,
ma sappiamo i diritti ed i doveri dei confratelli, desumibili da
un opuscolo del 1884, fatto stampare da Antonio Pernetti, che
nel prendere possesso della carica a Priore dal 1 gennaio 1885
rammenta ai sodali e alle consorelle le norme generali di comportamento96.
2OWUHDOORVWHQGDUGRGHOOD&RQJUHJDGL6DQ0LFKHOHV¿ODQRLQSURFHVsione anche quelli del Comune di Sala Consilina, dei Comitati della Madonna
della Consolazione (o di Castello), di Sito Alto, di Sant’Anna, di San Francesco, della Madonna della Misericordia (o del Latte), della Madonna delle
Grazie, di Sant’Antonio e della SS. Trinità, di San Rocco e da qualche anno lo
stendardo del Gruppo di preghiera di Padre Pio.
95
Regole della Congrega di San Michele Arcangelo, Sala Consilina, Tip.
Rinaldi, 1885, art. 4.
96
/¶RSXVFRORVWDPSDWRGDOODWLSRJUD¿D3DOXPER&LQ6DOD&RQVLOLQD
porta il seguente titolo originale: “Doveri e Dritti dei fratelli e delle sorelle
componenti la congregazione di San Michele Arcangelo esistente in Sala Consilina” (vedi appendice).
Nel 1885 lo stesso Priore fa stampare le Regole della Congrega di San
Michele Arcangelo GDOOD WLSRJUD¿D 5LQDOGL GD FXL VL GHVXPH WUD O¶DOWUR FKH
l’abito dei confratelli si chiama sacco, “ossia camice di tela bianca col capSXFFLRFRQVLPLOHPR]]HWWDFRORUG¶RURHFRQ¿JXUDGLVHWDULFDPDWDFRQWHnente San Michele Arcangelo, che verrà piazzata alla parte destra anteriore
94
69
PASQUALE RUSSO
La sede della Congrega era nella cappella detta di San MiFKHOLFFKLRQHOO¶DWWXDOHYLD6DYRQDURODDQFRUDRJJLVXOODFRUQLFHGHOOD¿QHVWUDOXFHUQDULRGHOODIDFFLDWDHVWHUQDDGRUQDWDGDXQ
portale in pietra di Padula, si legge la data della fondazione della
confraternita: 1854. La costruzione della chiesetta risale però al
1719 come si rileva da un documento planimetrico e propriamente quando il sentimento religioso a Sala risentì dell’impulso potente conseguente al miracolo che si era manifestato sul monte
Balzata dal 1715.
Dall’anno della prima benedizione la piccola chiesa della
Congrega ha subito miglioramenti e dotazioni, specialmente durante il XIX secolo: infatti è del 1869 la cantorìa, costruita da VinFHQ]R5DJRQHGL&DYDGHL7LUUHQL8OWHULRULLQWHUYHQWLUHVWDXUDWLYL
del 1875 e del 1910 furono eseguiti sotto il priorato del citato
Antonio Pernetti e sotto l’amministrazione di Pietro Lammardo,
di Vincenzo Cestari e Vincenzo Garone.
Dopo il bombardamento del 1943, in cui fu distrutta la chiesa
di San Pietro Apostolo, don Giovanni Siciliani vi svolse tutte le
DWWLYLWjOLWXUJLFKHGLTXHOOD3DUURFFKLD¿QRDOGLFHPEUHGHO
quando fu inaugurata la nuova costruzione.
La struttura dell’antica chiesetta della Congrega, affettuosamente chiamata dal popolo “la cappelluccia”, è espressione dell’architettura tardobarocca. Notevoli per l’eleganza costruttiva
sono l’abside che accoglie l’altare, le paraste che abbelliscono
le pareti, i cornicioni che coronano l’unica navata e le volùte che
rappresentano il motivo ornamentale della cappella, che nell’in-
della mozzetta” e che “il solo Priore nelle pubbliche funzioni farà uso di un
bastone di legno nero (art. 4).
Con tali opuscoli Antonio Pernetti, manifestando anche l’affetto ai componenti della Congregazione, lascia ai posteri la traccia da cui partire per la
ricostruzione di un cammino religioso.
70
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
sieme è armoniosa. Custodisce una piccola statua di San Michele
e una bella Madonna Assunta, di fattura artistica.
Il 29 settembre del 1986, a ricordo della riapertura al culto
avvenuta il 3 febbraio 1985, dopo il restauro conseguente al terremoto del 1980, sulla facciata della chiesa fu posta una vetrata che
UDI¿JXUDLWUH“Sì” della creazione: il sì degli angeli a Dio; il sì
dell’umanità a Dio; il sì del Dio-incarnato al Padre.
/DOXFHYL¿OWUDLQDEERQGDQ]DRIIUHQGRXQVHQVRGLPLVWLFD
EHOOH]]D$WWXDOPHQWHYLVLRI¿FLDGLWDQWRLQWDQWRHVVHQGRSHUtinenza della chiesa madre di Sala Consilina.
La Procura
L
’organizzazione di tutto quanto riguarda la festa patronale e, più in generale, il culto e la devozione popolare al
6DQWRSURWHWWRUHqDI¿GDWDDOOD3URFXUDGL6DQ0LFKHOH$UFDQJHOR
costituita nella Parrocchia della SS. Annunziata. Essa, detta anche
Comitato, è un’associazione di persone che opera nel rispetto di
XQRVWDWXWRFKHQHUHJRODODYLWDHOH¿QDOLWj/¶HVLJHQ]DGLDGRSHrarsi con zelo, per venerare più degnamente il glorioso Arcangelo
e per provvedere alle necessità del Sacro tempio a Lui dedicato,
risale al 1715, subito dopo il miracolo della manna. Scrive Costantino Gatta: «furono immantinente creati, e eletti dal Pubblico,
due dell’ordine dei primi gentiluomini, per governo di detto Santuario, con legge che debbano sempre, e in perpetuo eleggersi da
tal ordine, con impegno e obbligo d’avere diligente cura di detto
santo luogo, e di provvederlo di elemosine, e d’altri convenevoli
aiuti, per il culto divino e di detto glorioso principe»97.
97
C. GATTA, La Lucania Illustrata, cit. p. 90.
71
PASQUALE RUSSO
Così in conformità a tale antica determinazione si è proseguiWRFRQORVWHVVRVSLULWRQHOFRUVRGHOWHPSR¿QRDGRJJLUDFFKLXGHQGROHVWHVVH¿QDOLWjLQRUJDQLFKHQRUPH$GHVHPSLRO¶DUWLFROR
3 dell’attuale statuto recita: «la Procura si ritiene associazione
ecclesiale operante all’interno della comunità parrocchiale ed in
stretta collaborazione con essa e con il Parroco, essendo la festa
patronale e il culto di San Michele Arcangelo momenti importanti
della vita religiosa».
©,OFRPLWDWRQHOODSHUVRQDGHOYLFH3UHVLGHQWHKDLQDI¿GDmento la custodia e l’amministrazione del Santuario di S. Michele Arcangelo sul monte Balzata» (art. 15).
Ai membri della Procura si richiede «un serio impegno della vita Cristiana, unendo alle riunioni organizzative di carattere
pratico ed economico, anche riunioni di carattere catechetico e di
conoscenza e d’approfondimento della Parola di Dio, guidate dal
Parroco» (art. 5). «Il membro della Procura che dia notoriamente
testimonianza di vita contraria alla fede cristiana, sarà invitato a
chiarire la sua posizione e potrà essere allontanato da incarichi
VSHFL¿FLULFRSHUWL¿QRDTXHOPRPHQWRRDGGLULWWXUDHVSXOVRGDOOD
Procura» (art. 10).
Organi della Procura sono: Il Presidente effettivo, il vice Presidente, il Tesoriere, il Segretario. Il numero massimo dei procuUDWRULq¿VVDWRLQGLFLRWWRSHUzSRVVRQRIDUSDUWHGHOFRPLWDWR
anche i procuratori onorari, in numero illimitato (art. 7).
L’ultimo statuto che regola la vita della Procura risale al
FRVWLWXLWRGLDUWLFROLqFRQWUR¿UPDWRGDORettore Angelo
Spinillo junior, dal Presidente Michele Pompa e dal Segretario
Antonio Melillo98.
98
1983.
72
Dallo Statuto della Procura di San Michele Arcangelo del 31 agosto
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
/$3,',68/6$178$5,2
Fanum hoc
Toto fere orbe celeberrimum
Divo Archangeli Michaeli
Sacrum
Hospes etsi properas humillime venerator
Hic enim ab anno MDCCXV
Mira Angelorum Principis Virtus
Novo apparuit miraculo
Nam prodigiosa Lynpharum scaturigine
Ex venerabili ipsius antiqua Icone
Arido depicta Parieti
Inter sacrorum Solemnia
3OXUHVPLUL¿FHVHPDQLIHVWDYLW
Cuius Rei memoriam
Ne usquam oblivio deleat
Lapidem hunc
Sub auspicijs Caroli Francisci Giocoli
Episcopi Caputaquensis
DD. Costantinus Gatta & Dominicus Giliberto
Praefecti posuerunt
Anno MDCCXXI99
••
99
Lapide posta sull’intradosso dell’ingresso del Santuario di San Michele. Ringrazio il preside prof. Adolfo Manzione per i suoi preziosi consigli sulle
traduzioni.
73
PASQUALE RUSSO
48(6727(03,2&(/(%(55,02,148$6,78772
IL TERRITORIO CIRCOSTANTE,
È CONSACRATO A
SAN MICHELE ARCANGELO.
)25(67,(52$1&+(6(+$,)5(77$&213,(1$80,/7¬
*(18)/(77,7,
3(5&+e48,'$//¶$112/$0,5$%,/(9,57Ô'(/
PRINCIPE DEGLI ANGELI
6,02675Ñ&21182920,5$&2/2
3,Ô92/7(,1)$77,'85$17(/(
SOLENNI CELEBRAZIONI
SI MANIFESTÒ
IN MODO STRAORDINARIO CON PRODIGIOSA
6&$785,*,1(',8025(
'$//$68$0,5$%,/($17,&$()),*,(',3,17$68
81¶$6&,877$3$5(7(
$)),1&+e1216,&$1&(//,,11(6681/82*2
LA MEMORIA DI TALE EVENTO,
,352&85$725,'27725,&267$17,12*$77$(
'20(1,&2*,/,%(572$863,&(&$5/2)5$1&(6&2
GIOCOLI, VESCOVO DI CAPACCIO,
326(5248(67$/$3,'(1(//¶$112
========
D. O. M
CAROLUS FRAN(CISC)US GIOCOLI
EP(ISCOP)US CAPUTAQ(UENSIS)
UT ETIAM FIDELIUM
CORPORALEM SITIM
REFRIGERARET PATERNA CHARITATE
SUO ÆRE CISTERNAM HANC
F(ACIENDAM) C(URAVIT)
A(NNO) D(OMINI) MDCCXX100
100
Lapide con epigrafe e simboli prelatizi, posta sulla facciata del Santuario di San Michele.
74
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
CARLO FRANCESCO GIOCOLI101,
VESCOVO DI CAPACCIO,
PER SODDISFARE ANCHE LA SETE CORPORALE
DEI FEDELI,
&21$025(3$7(512$68(63(6(
)(&(&26758,5(48(67$&,67(51$
NELL’ANNO DEL SIGNORE 1720.
======
PIIS VOTIS FIDELIUM
OPE ET AUTHORITATE
ILL(ustrissi)MI GIOCOLI EPISCOPI
CAPUTAQ(uensis)
ACCESSIT DEVOTIO
CAIETANI MUGNOLO PROCURA
TORIS ET CL(eri)CI DOMINICI
TRAMONTE OBLATI
S(ancti) MICHAELIS ARCANGELI
ANNO D(omini). D(ei). 1722102
••
AI PII DESIDERI DEI FEDELI
*5$=,($//¶23(526$$8725,7¬
'(//¶,//8675,66,029(6&292',&$3$&&,2*,2&2/,
6,$**,816(/$'(92=,21(
'(/352&85$725(*$(7$1208*12/2
E DEL CHIERICO DOMENICO TRAMONTE OBLATO
DI SAN MICHELE ARCANGELO
NELL’ANNO DEL SIGNORE DIO 1722
========
101
102
Carlo Francesco Giocoli fu vescovo di Capaccio dal 1717 al 1723.
Epigrafe all’ingresso del Santuario.
75
PASQUALE RUSSO
D. O. M.
AD PERPETUAM REI MEMORIAM
ARA HÆC MAIOR DIVO ARCANGELORUM DINASTÆ
DICATA, PRO PURGANTIUM ANIMARUM SUFFRAGIO
SEXTA FERIA OMNIS HEBDOMEDÆ ET PER OCTA
VAM COMMEMORATIONIS MORTUORUM EX SPECIALI
S(anct)S(i)MI D(omini) NOSTRI PAPÆ
BENEDICTI XIII
MUNIFICENTIA PERPETUO INDULTO FUIT
DECORATA
ANNO SALUTIS MDCCXXVIII103
••
A DIO OTTIMO MASSIMO
$3(53(78$0(025,$
48(672$/7$5(0$**,25('(',&$72
AL DIVINO PRINCIPE DEGLI ANGELI,
)8,035(=,26,723(563(&,$/(*(1(526,7¬
',68$6$17,7¬%(1('(772;,,,
&213(53(78$,1'8/*(1=$
3(5,/68))5$*,2'(//($1,0(385*$17,
IL VENERDÌ DI OGNI SETTIMANA
('85$17(/¶277$9$
DELLA COMMEMORAZIONE
'(,'()817,
NELL’ANNO DELLA SALVEZZA 1728
=========
103
76
Interno del Santuario di San Michele.
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
D. O. M
VEX(illum) HOC CRUC(is) SAN(ctae)
D(omini) N(ostri) I(esu)
XR^TI TRASL(atum) IN LOC(o) ISTO FUIT
A(NNO) D(OMINI) 1742 EX QUO BIS FRACT(um)
IN PUB(LICA) PLAT(EA) UBI PRIUS
REPOS(itum) FUERAT104
••
A DIO OTTIMO MASSIMO
48(6726(*12'(//$6$17$&52&(',&5,672
NOSTRO SIGNORE
)875$6/$72,1&2'(672/82*2
1(//¶$112'$48$1'23(5'8(92/7(
)8087,/$721(//$38%%/,&$3,$==$105
DOVE PRIMA ERA STATO COLLOCATO
========
MARMOREÛ STRUXIT
RIVUM QUO LIM
PIDA CURRIT
LINPHA SITIM SEDANS
IMPIGER ATQUE VIGIL
MARIANUS PALADINO
352&85$7Û5
A.D. 1804106
104
Base della croce ora testata d’angolo su un muro esterno del Santuario
di San Michele.
105
La piazza in antico era detta Piano della Croce di Mont’Oliveto (E.
SPINELLI – A. DIDIER, L’Archivio di San Pietro di Sala Consilina, Salerno, Laveglia Editore 1990, p. 103).
106
Santuario di San Michele: conchiglia marmorea che custodisce le premure di un governatore del tempio.
77
PASQUALE RUSSO
,/352&85$725(0$5,$123$/$',12
SOLLECITO ED ATTENTO
)(&(&26758,5(1(//¶$11281&$1$/(',0$502
'$/48$/(6&255(/,03,'$$&48$&+(3/$&$/$6(7(
======
PHILIPPUS SPERANZA EP(ISCOP)US CAPUTAQUEN(SIS)
TEMPLUM HOC
DIVO MICHAELI DICATUM CONSECRAVIT
DIE XII MENSIS MAJ A(nno) MDCCCV
IPSUMQ(ue) PIE VISITANTIB(us) IN DIE CONSECRATION(is)
ANNIVERSARIA XL DIES DE
VERA INDULGENTIA CONCESSIT.
PIUS VERO VII PONTIFEX M(aximus) BENIGNE INDULSIT
DIE XXIX APRILIS A(nno) MDCCCVI OMNES
CRISTIFIDELES CONFESSI AC SACRA REFECTI
SYNAXI QUI DEO PRO PRINCIPU(m) CRISTIANOR(um)
C(on)CORDIA, HÆRESU
EXTIRPATIONE AC S(anctæ) M(atris)
ECCLESIÆ EXALTATIONE PIAS EFFUDERINT
PRECES TEMPLU(m) HOC VISITAVERINT DIE PENTE
COSTES AC DEDICATIONIS EIUSDEM A P(ri)MIS
VESPERIS USQUE AD OCCASUM
SEQUENTIS DIEI DIE
VIII MAJ, ET XXIX SEPTEMBRIS, AC VII DIEBUS
RESPECTIVE SEQUENTIB(us) SEMEL TANTO QUO
LIBET AN(no) AD SUI LIBITU(m) PLENARIA(m) OMNIU(m)
PECCATORU(m) SUOR(um) INDULGENTIA LUCRENTUR ,
UT VERO POSTERIS ID INNOTESCAT, U(troque) I(ure)
D(ominus) PASCHALIS DE PETRINIS PROVICARIU(s)
GEN(era)LIS CAPUTAQ(ensis) EX SUA DEVOTIONE
PUBLICE POSUIT
KALENDIS FEBRUARI(i) A(b) I(nca)R(n)A(tion)IS
MDCCCVII
••
78
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
FILIPPO SPERANZA, VESCOVO DI CAPACCIO HA
&216$&5$7248(6727(03,2'(',&$72$6$10,&+(/(
,/0$**,2($48$17,/29,6,7,12&21)('(1(/
GIORNO ANNIVERSARIO
+$&21&(66248$5$17$*,251,
',9(5$,1'8/*(1=$
ANCHE PIO VII BENIGNAMENTE
HA ACCONDISCESO
,/$35,/($&+(7877,,)('(/,
&21)(66$7,(&2081,&$7,
'85$17(/$6$&5$&(/(%5$=,21(
CHE ABBIANO ELEVATO A DIO DEVOTE PREGHIERE PER LA
CONCORDIA DEI PRINCIPI CRISTIANI, PER L’ESTIRPAZIONE
DELLE ERESIE
E PER L’ESALTAZIONE DELLA SANTA MADRE CHIESA
('$%%,$129,6,7$7248(6727(03,2
NEL GIORNO DELLA PENTECOSTE E
'(//$68$&216$&5$=,21(
DAI PRIMI VESPRI FINO AL TRAMONTO
'(/'Î6(*8(17(
NEL GIORNO OTTO MAGGIO E
VENTINOVE SETTEMBRE,
(1(,6(77(*,251,5,63(77,9$0(17(6(*8(17,
/8&5,1281$92/7$2*1,$112
$35235,23,$&,0(172/¶,1'8/*(1=$3/(1$5,$
3(57877,,/2523(&&$7,
3(5&+e&,Ñ6,$&2126&,872$1&+('$,3267(5,
,/'27725,1875248(,85(
'213$648$/('(3(75,1,6
PROVICARIO GENERALE DELLA
DIOCESI DI CAPACCIO,
3(568$'(92=,21(326(
NELL’ANNO DELLA INCARNAZIONE
IL PRIMO FEBBRAIO 1807.
=======
79
PASQUALE RUSSO
$&85$',9,723$//$',12)8$1*(/2
E FRANCESCO PERNETTI
/$62&,(7$¶6$/(6(72548$727$662
5(6,'(17($1(:-25.
)(&(5(67$85$5(48(6726$178$5,2
OFFICIALI DEL SODALIZIO
PER LA GESTIONE 1914
---ROSARIO LENTINO PRESIDENTE
BERARDO MELE V. PRESIDENTE
GASPARE PARISIO SEGRETARIO
80%(572$8/(7$7(625,(5(
0,&+(/(129(//,128)),&,$/(6$1,7$5,2
-----&85$725,
$1721,2'¶$0(/,20,&+(/($6&8'(52
FILADELFO FINA
CONSIGLIERE ONORARIO DONATO FINA
---CONSIGLIERI
/8,*,3$648$
9,1&(1=2),1$
5 MICHELE MIGLIORE
'20(1,&2*,8',&(
9 RAFFAELE VALVO107
'20(1,&2&2/8&&,
181=,23$//$',12
6 GIOVANNI CANTARELLA
)(/,&(3(75$==82/2
=========
A RICORDO DEL RAPPORTO
7(1872'$//$6(=,21(&20%$77(17,',6$/$&216,/,NA 22 SETTEMBRE 1935 XIII108
========
107
108
80
Lapide posta sulla facciata del Santuario.
Idem.
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
PIETRO PERNETTI
*(1(526$0(17((08/$1'2
GLI AMATORI DELL’ARCANGELO
$68(63(6(5(67$85Ñ
48(672$17,&2
MARMOREO TEMPIETTO
('(/6$178$5,2
INNALZÒ L’ARCATA E IL PORTALE
819272
CON FEDE OPEROSA SCIOGLIENDO
A. D. 1946109
============
FILIPPO GAGLIARDI110
DI MONTESANO
PER ONORARE LA MEMORIA DELLA MADRE
MARIANNA
)(&(&26758,5($68(63(6(
81&203/(72(02'(512,03,$172
',3$5$)8/0,1,
$6,&85$3527(=,21(',48(6726$178$5,2
*,¬&2/3,72('(9$67$72
3,Ô92/7('$//()2/*25,
MONTE S. MICHELE DI SALA CONSILINA
*,8*12
109
110
Lapide sul lato esterno del cappellino.
Lapide posta sulla facciata del Santuario.
81
PASQUALE RUSSO
=======
³/¶$33$5$72*58332/8&(Ê67$722))(572
DAL PRESIDENTE ANTONIO WANCOLLE”111
=====
$'87,/,7$¶'(/3232/2',6$/$112
/¶$00,1,675$=,21(&2081$/(
&26758,9$
,/3,$==$/($17,67$17($/6$178$5,2
E
IN MEMORIA DELLA PRIMA APPARIZIONE
',6$10,&+(/($5&$1*(/268/*$5*$12
L’8 MAGGIO DEL 490
NEL XV CENTENARIO
CON DEVOZIONE FILIALE
DEDICAVA
AL SANTO PATRONO
L’8 MAGGIO DEL 1990
Il Presidente della Procura
Avv. Angelo Paladino
111
Il Rettore del Santuario
Sac. Antonio Cantelmi
Lapide del 1970 posta sulla parete delle scale che portano al piano
superiore.
112
Lapide posta sulla facciata del Santuario.
82
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
APPENDICE
Lettera del vescovo Carlo F. Giocoli1
C
arolus Franciscus Giocoli, Dei et apostolicae Sedis grazia,
olim Sancti Severi, nunc Sanctae Caputaquen Ecclesiae Episcopus, ac Iunctarum Sedium Pestanae Velinae, Acropolitanae, et
%X[HQWLQDHXWLOLV'RPLQXV0RQWLV/XFXOLHWF8QLYHUVLVHWVLQgulis has nostras litteras inspecturis, lecturis, legique pariter audituris notum facimus, et in Domino testamur, qualiter in Tempio
Divi Michaelis Arcangeli, erecto in Cacumine cuiusdam Montis
Civitatis Salae huius nostrae caputaque. Dioecesis, ab anno millesimo, septingentesimo decimo quinto, fore usque ad presentem
diem ex antiquissima Icone dicti Celestis Militiae Principis, in
aridissimo depicta pariete, inter sacrorum solemnia, pluries miUL¿FD/\QSKDUXPVFDWXULJRDSSDUXLWTXL/DWLFHVJXWWDWLPSULXV
LQGHTXH VLF DIÀXHQWHU H[ 9HQHUDELOL 4XRGTXLGHP SURGLJLXP
quod pluries in dictu annorum cursu evenit, non alio tempore,
ut plurimum accidit, quam in Maximis Sancta Matris Ecclesiae
Festivitatibus, tum Deiparae, Sanctorumque Apostolorum, tum
in sollemnitatibus ipsiusmet Divi Archangeli, nec alia fere hora,
QLVLLQWHU0LVVDUXPFHOHEUDWLRQHVHWGXP8QLYHUVXV3RSXOXVLEL
fervide orans, culpis expiatus, salutarique paenitentia motus, vere
ad deum conversus est: Tale, tantumque stupendum portentum,
primo se exeruit die decima septima mensis Maij anni praedicti, tempore Paesulatus Nostri Praedecessoris, nunc Archiepiscopi
&RPSVDQL4XRGHWLDP1RELVSURSULLVRFXOLVGLHYLJHVLPDQRQD
1
C. GATTA, La Lucania Illustrata, cit., pagine introduttive.
83
PASQUALE RUSSO
Septembris anni millesimi septuagentesimi decimi noni, non sine
PD[LPDDQLPL1RVWUL&RQVRODWLRQHLQWXHULFRQWLQJLW7DOHPDXWHP
Resudationem miraculosam fuisse, non solum id ratio, ex quaqua
parte convincit, sed clare dignoscitur ex actis apud Nostram Curiam compilatis, quibus etc. In quorum omnium, et singulorum
¿GHPKDVSUDHVHQWHV1RVWUDPDQXVXEVFULSWDVVLJLOOLTXH1RVWUL
impressione munitas dedimus ex Nostro Episcopio Oppidi Novi
die 17 mensis octobris 1720.
C(arolus). F(ranciscus). Episcopus Caputquen(sis)
Locus Sigilli
Angelus Pinto Cancell.
(La traduzione è riportata nel “Prodigio della resudazione”)
Copia del Sommario Processo
IRUPDWRVRSUDODSRUWHQWRVDUHVXGD]LRQHGHOO¶HI¿JLHGHO*ORULRVR3ULQcipe S. Michele Arcangelo, nel sagro monte della Città di Sala, ut intus
(fatto il 20 maggio del 1852 dal Servo della Diocesi di Diano Lorenzo Pericolo).
«I
l giorno 8 maggio 1718, di mattina, entrarono nella cappella di San Michele il Signor Vicario Generale Dottor e
Protonotario Apostolico D. Nicolò Saraceni e i Testimoni da lui
chiamati. Erano circa le ore 16 e su richiesta del Rev. Signor Vicario, i Testimoni cominciarono ad esaminare e a toccare con mano
la Sacra Immagine. Essi la trovarono secca ed arida e allo stesso
modo trovarono le mura laterali del Cappellino, dell’altare posto
sotto l’Immagine e le mura della Chiesa esteriore.
Trascorse circa un’ora prima che arrivasse la Processione
composta dal Clero, Religiosi, Cittadini e forestieri provenienti
dalla città di Sala, con la statua portatile di S. Michele la “quale
fu riposta nel medesimo Cappellino interiore in Cornu Evangelii
84
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
dell’Altare” e fu cantata la Messa solenne. L’Immagine continuò
a mantenersi asciutta anche una volta terminata la celebrazione.
Ma dopo che giunsero dei Sacerdoti e Religiosi Cappuccini ed
altri del popolo, in abito di Penitenza recitando Inni e Salmi peQLWHQ]LDOL H ÀDJHOODQGRVL GRSR FLUFD XQ¶RUD OD 6DFUD ,PPDJLQH
cominciò a resudare, dalle ginocchia al capo, un liguore aureo,
per circa un’ora. I Testimoni osservarono il fenomeno. Il liguore
IXUDFFROWRLQDPSROOLQHHIXFRQWLQXDWRO¶HVDPH¿QRDOOHSRL
fu fatta la deposizione circa il fenomeno al quale si era assistito2.
Viene precisato che il Signor Vicario non fece trattenere più
di sei persone, dentro la Cappellina interiore, dove sta la Sacra
Immagine, e che davanti ad essa non furono accese più di due
candele ed altre due davanti alla Statua. Nella Cappella esteriore
non fece trattenere più di cinquanta persone.
Il quarto lato comunica, mediante un arco, con la Cappella
HVWHULRUH/D&DSSHOOLQDLQWHULRUHqFRVWUXLWDDODPLDVHQ]D¿QHVWUHGHQWURqEHQLQWRQDFDWDIXRULqFRSHUWDGL(PEULFLFRVuFKH
non può penetrarvi l’umidità.
Dunque tale resudazione non può essere considerata causa
QDWXUDOHDQFRUSLFRQVLGHUDQGRFKHLOJLRUQRGRSRL7HVWLPRQL
ritornarono ad esaminare l’Immagine e la trovarono perfettamente asciutta. Inoltre il Dott. Costantino Gatta aggiunse di essersi
recato lì anche il giorno precedente all’8 e di aver visto tutte le
pareti aride».
Sala 20 maggio 1852, Lorenzo Pericolo»3.
2
Il documento riporta le ore locali, che scandivano la giornata seguendo
XQFRPSXWRSHULOTXDOHVL¿VVDYDQROHLQFRLQFLGHQ]DGHOWUDPRQWR3HUWDQto, iniziando a contare (ora 1ª) subito dopo il calar del sole, le citate ore 16 e 23
corrisponderebbero rispettivamente alle attuali ore 9 e 16.
3
Il Ponte – Bollettino d’informazione parrocchiale, (inserto) – San Pietro Apostolo - Sala Consilina, (SS segue la descrizione di miracoli),
1991.
85
PASQUALE RUSSO
Invito dei Sindaci di Sala al Priore della Confraternita
“San Vincenzo di Paola”
Al Signor Priore della Confraternita
Di San Vincenzo da Paola Sala
Amministrazione Comunale
Sala 7 Maggio 1835
6ignor Priore
Ricorrendo domani la solenne Festività dell’Eccelso Protettore
San Michele, io la invito di favorire alle ore tredici nella Chiesa
di S. Biagio, per condecorare la Sacra Processione con i di lei
confratelli, tutti adorni di ceri e per pregare il Prode nostro Difensore, onde implori presso l’Ente Supremo il perdono dei peccati nostri.
Il Sindaco
*$3DSSD¿FR4
Al Signor Priore della Confraternita
Di San Vincenzo da Paoli in Sala
***
Amministrazione Comunale
N. 200
Al Signor Priore della Congrega
di San Vincenzo a Paola in Sala
Sala 29 settembre 1837
Dal Sindaco di Sala
6ignor Priore
Ricorrendo oggi la solenne Festività del Protettore San Michele,
La prego di intervenire insieme a tutti i suoi confratelli decorati
di Torce nella Chiesa di S. Biaggio (sic) ad ore 14 per poi anda-
4
86
Il documento è presso l’Archivio del sig. Antonio Romano.
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
re all’incontro del Santo riunita alle altre confraternite, e Clero,
onde eseguirsi con la massima pompa a processione per l’abitato.
Il Sindaco
Francesco del Vecchio5
$WWRGLIRQGD]LRQHGHOOD
&RQIUDWHUQLWDGL6DQ0LFKHOHD6DOD6
Napoli 14 febbraio 1855
Ferdinando II
Per grazia di Dio
Re del Regno delle Due Sicilie, di Gerusalemme ecc.
V
eduto l’avviso della Consulta dei Reali Domìni al di qua del
)DUR
Sulla proposizione del Direttore del Nostro Ministero e Real Segreteria di Stato dell’Interno abbiamo risoluto di decretare e Decretiamo quanto segue:
Art. 1°
Concediamo il Nostro Sovrano Assenso sulla fondazione e le Regole della Congrega sotto il titolo di S. Michele Arcangelo da isti-
5
Archivio Antonio Romano.
Archivio di Stato di Salerno, Intendenza, Busta 2017, fascicolo 21.
Notizie sono rilevabili anche sul Libro della Congrega di San Michele,
custodito nella cappella in via Savonarola dove è scritto che la Congrega fu
approvata da Sua Maestà (D.G.) istallata nella chiesa della SS. Annunziata nel
dì 7 maggio 1855 e che la statua di San Michelicchio in dotazione alla cappella
fu opera di Antonio Brigante di Padula.
6
87
PASQUALE RUSSO
tuirsi in Sala, Provincia di Principato Citeriore, giusta il progetto
annesso al presente Decreto.
Art. 2°
Il Direttore del Nostro Ministero e Real Segreteria di Stato dello
Interno è incaricato dell’estensione del presente Decreto.
Firmato – Ferdinando
Il Direttore del Ministero
e Real Segreteria di Stato dell’Interno
Presidente del Consiglio dei Ministri
Firmato Bianchini
Il Ministro Segretario di Stato
Firmato Ferd. Troja
3HUFHUWL¿FDWRFRQIRUPH 3HUFRSLDFRQIRUPH
Il Ministro Segretario di Stato
Il Direttore del Ministero e Real
Presidente del Consiglio dei Ministri
Segreteria dell’Interno
Firmato- Ferd. Troja
Bianchini
*****
Doveri e Dritti
DEI FRATELLI E DELLE SORELLE
Componenti la Congregazione
di
San Michele Arcangelo
Esistente
in
Sala Consilina
Sala Consilina
7LSRJUD¿D3DORPER& C
1884
88
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
A
ntonio Pernetti, nominato di bel nuovo Priore della Congrega
di S. Michele Arcangelo, ama di ricordare ai suoi Confratelli
e alle Sorelle, componenti il Sacro Sodalizio, i doveri cui sono
tenuti di adempiere, ed i dritti che loro spettano: e ciò intende
fare non solo per lasciar loro un ricordo dell’affetto, che ad essi
QXWUHPDH]LDQGLRSHUGDUORURXQDWWHVWDWRGLTXHOODSURIRQGD
JUDWLWXGLQH FKH VHQWH YHUVR GL HVVL SHU OD ¿GXFLD FKH SL YROWH
KDQQRULSRVWRLQOXLFRQO¶DI¿GDUJOLOD&DULFDGLFXLRJJLSUHQGH
possesso.
DOVERI
1° I Fratelli sono in obbligo d’intervenire alla Cappella della
Congregazione sempre che vi si celebrano delle festività,
specie quelle del nostro Santo Protettore.
2° Sono tenuti di recarsi nella Parrocchia di San Pietro il Giovedì Santo, vestiti con l’abito per comunicarsi, come si è pratiFDWR¿QRUD
3° Hanno poi l’obbligo strettissimo di intervenire alla visita del
Santo Sepolcro il Venerdì santo, alla Processione del Corpus
'RPLQLDTXHOODGHOQRVWURSURWHWWRUHHSUHYLDODFKLDPDWD
del Priore, a tutte le altre, che si sogliono fare per la Città.
4° Nessun Fratello può indossare l’abito in chiesa o cappella
estranea senza il permesso del Priore.
5° Tutti i Fratelli hanno il dovere di assistere per giro alle QuaUDQWRUHQHOODSURSULD&DSSHOODHQHOO¶XOWLPDVHUDGRYUDQQR
intervenire tutti con l’abito e rispondere all’appello, che verrà chiamato dal Segretario.
6° Sono pure tenuti di recarsi in Cappella la prima e la seconda
Domenica per sentirsi la Messa, che sarà celebrata dal Direttore spirituale.
7° Morendo qualche Fratello o Sorella, tutti indistintamente
debbono accompagnare il cadavere alla chiesa e al camposanto.
89
PASQUALE RUSSO
8°
9°
10°
11°
12°
13°
Chi mancherà a questo dovere pagherà un Punto pecuniario
VWDELOLWR GDOOD %DQFD H FRO GHQDUR FKH VL UDFFRJOLHUj VL IDranno celebrare messe per l’anima di chi è passato di questa
vita.
Dietro avviso del Priore tutti i Fratelli e le Sorelle sono obEOLJDWLG¶LQWHUYHQLUHDOO¶8I¿]LRFKHOD%DQFDGRYUjIDUGLUH
in suffragio dell’anima del Fratello o Sorella defunta non più
tardi dell’ottavo giorno dalla morte.
Tutti i Fratelli o Sorelle che non intervengono mai o quasi
mai né all’accompagnamento funebre di quei Fratelli o Sorelle che muoiono, né alle funzioni che si sogliono fare in
Cappella, perché gentiluomini o gentildonne, o per affare di
negozio o per ragione di salute debbono pagare il doppio di
quello che si paga dagli altri.
Tutti i Fratelli e le Sorelle hanno il dovere di recitare per otto
giorni il Santo Rosario per l’anima del loro Confratello o
della Sorella trapassata.
Se qualche Fratello o Sorella è stato assente dalla Congregazione per più anni, chiamandosi dal Priore, è tenuto di preVHQWDUVLLQFDVRFRQWUDULRFRVWXLWHUUjXQDULXQLRQHGL)UDWHOOL
d’accordo coi quali cancellerà dalla Tabella della Congrega
il contumace o la contumace.
I Fratelli e le Sorelle che son tenuti di pagare dei punti, debbono farlo senza alcuna osservazione.
Finalmente tutti i Fratelli e le Sorelle debbono astenersi dal
YHQLUHDGLVSXWHWUDORURODTXDOFRVDqDIIDWWRVFRQYHQHYRle tra persone, che debbono considerarsi come formanti una
famiglia sola: e, quando fossero necessitati di farlo sono tenuti di presentarsi ad un Conciliatore, che verrà destinato dal
Priore.
DIRITTI
1° Ogni Fratello o Sorella che viene a morte, ha il diritto di avere la Bara, la Macchina e cento torce. Inoltre per tutto quel
90
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
2°
3°
4°
5°
tempo che il cadavere rimane in casa, arderanno intorno ad
HVVRGHLOXPLFKHVLGDUDQQRDQFKHGDOOD&RQJUHJDODTXDOH
ROWUHDOO¶8I¿]LRFRPHVLqGHWWRGLVRSUDGHYHIDUFHOHEUDUH
dodici Messe piane in suffragio del defunto o della defunta.
Quei Fratelli o quelle Sorelle che sono infermi, e che non
ànno dei mezzi per provvedere ai loro bisogni, hanno il diritto di essere soccorsi dalla Congregazione nella migliore
maniera che si può.
Se viene a morte qualche Fratello o Sorella, e si sa che la famiglia non ha veramente dei mezzi per poter pagare i diritti
della Chiesa ove si celebra il funerale, questi saranno pagati
dalla Congrega, dietro ordine del Priore di accordo coi rimanenti della Banca e di altri Fratelli, se il defunto o la defunta
avrà adempito a tutti i suoi doveri spirituali e temporali.
Ciascun Fratello, purché sia di qualche capacità, può essere
HOHWWR3ULRUHFROXLSHUzFKHSHUORVSD]LRGLXQDQQRQRQKD
frequentata la Congregazione, perde questo diritto.
E qui torna opportuno ricordare a tutti che il Priore non può
durare in tale carica più di un anno, eccetto se i Confratelli
lo confermassero per il secondo. Dippiù si badi attentamente
FKHTXHO3ULRUHFROTXDOHWHUPLQDODVXDFDULFDDOOD¿QHGHOl’anno, non può essere messo nella Terna, che si fa per l’elezione del novello Priore, se non dopo due anni giusta l’art.
della Regola. L’elezione poi del Priore deve farsi la prima o
la seconda Domenica di Novembre. In quel giorno il Priore
che esce di carica, chiamerà a sé i componenti della Banca
che va a cessare, con altri Fratelli anziani, ed insieme col
Padre Direttore e col segretario, fatta la Terna, si procederà
alla elezione in pubblica Congrega. Anche il Cassiere verrà
FKLDPDWRDWDOHXI¿]LRSHUPH]]RGLYRWLEDGDQGRVLSHUzGL
mettere nell’urna il nome di tre individui.
Tutti i Fratelli e le Sorelle potranno far rispettare ed esigere
LORURGLULWWLGLFXLSDUODOD5HJRODLOFKHSHUzQRQVLSRWUj
fare da coloro che o sono stati assenti per un anno e più dalla
Congrega, o non sono stati puntuali nei pagamenti.
91
PASQUALE RUSSO
(SRLFKpVLq¿QRUDSDUODWRGLGRYHULHGLGULWWLqTXLDOSURSRVLWRLOGLUHFKHHVVLVRQRXJXDOLSHUWXWWLHSHUzQHOO¶DGHPSLHUH
i primi e nel far valere i secondi, non v’ha distinzione di sorta tra
ricchi e poveri, tra nobili e plebei.
…Il sottoscritto spera che tutti i suoi Confratelli e le Sorelle
DGHPSLUDQQR VFUXSRORVDPHQWH RJQL ORUR GRYHUH DI¿QFKp SRVVD
VHPSUH SL ¿RULUH QRQ VROR PDWHULDOPHQWH PD DQFKH VSLULWXDOmente, la sullodata Congrega che molto gli sta a cuore.
Sala Consilina 1 gennaio 1885
Il Priore
Antonio Pernetti
Richiesta per uso di un medaglione
All’Ill/mo e R/mo
Mr. Vicario Generale della Diocesi di Diano
Q
uesta Confraternita sotto il titolo di S. Michele Arcangelo,
Patrono della Città, intende decorarsi di una tessera di ornamento, avente nel centro l’immagine dell’Arcangelo Titolare
che, appeso a conveniente laccio, dal collo scendesse al petto di
ciascun congregato e del direttore Spirituale, sempreché in corpo
procede vestita di sacco e della solita divisa nelle funzioni religiose. Perché si aumenti il fervore e la pietà della Confraternita
stessa, di cui il supplicante e immeritevole Capo, pregasi la S.
V. Ill/ma e R/ma voler permettere l’uso della desiderata decorazione, lo che torna a gloria di Dio e del Principe delle celesti
Milizie.
92
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
Nel baciarle ossequiosamente la mano si attendono precisate
le sue grazie.
Sala Consilina 3 maggio 1887
Il Priore
Antonio Pernetti
Si concede alla Confraternita di S. Michele Arcangelo in Sala Consilina richiesta grazia di far uso della tessera avente nel centro l’immaJLQHGHOO¶$UFDQJHOR60LFKHOHHFLzLQOLQHDWHPSRUDQHDFRQO¶REEOLJR
di chiederne la venia a Monsignor Vescovo di Diano, tornato che sarà in
questa residenza. Dalla Curia vescovile 4 maggio 1887
Pro Vicario Generale Arciprete Marchesano7
,QGXOJHQ]HSRQWL¿FLH8
%HQHGHWWR;,,,3LR9,,FRQEROODGLFHPEUHH/HRQH
XIII con bolla 12 dicembre 1887.
Vescovi
che hanno avuto relazioni col Santuario:
Francesco Paolo de Nicolai (vescovo di Capaccio 1704 1716): durante la prima resudazione.
7
Il Vescovo di Diano allora era Vincenzo Addessi (1884 - 1904). E’ sepolto nel cimitero di Teggiano.
Copia del documento mi è stata fornita dal fotografo Antonio Arpèa, devotissimo del Santo Patrono. A lui il merito di aver fotografato nei minimi
particolari le feste e tutte le funzioni in onore di San Michele per oltre quarant’anni.
8
Le indulgenze sono state desunte dalle lapidi del Santuario.
93
PASQUALE RUSSO
Carlo Giocoli (vescovo
di Capaccio 1717 - 1723): testimone del miracolo, fece costruire la cisterna.
Agostino Odoardi (vescovo di Capaccio 1724 - 1741):
fece ampliare la cappella.
Antonio Raymondi (vescovo di Capaccio 1741 - 1768):
ampliò il Santuario secondo i
canoni dell’architettura barocca e donò l’organo a canne,
trafugato poi nella notte del 23
aprile del 1982.
Filippo Speranza (vescovo di Capaccio 1804 - 1834):
consacrò l’altare maggiore e
Particolare dei Paramenti del 1829
sigillò le ampolline contenenti
la Manna del Miracolo, depositate ora nei forzieri della SS. Annunziata.
Aldo Forzoni (vescovo di Teggiano 1962-1970): fu ospite del
Santuario.
Bruno Schettino (vescovo di Teggiano-Policastro 1987 1997): si recò più volte sul Santuario. Il vescovo diocesano vi
celebrò la prima messa il 5 novembre 1995 quando «la chiesa dell’Annunziata, chiusa al culto a causa dei danni subiti dal terremoto del 1980, fu riconsegnata il 29 settembre 1995 a San Michele
Arcangelo, Patrono di Sala Consilina»9
Angelo Spinillo (vescovo di Teggiano-Policastro (2000…):
inaugurò il 2004 la tabellonistica del Sentiero Frassati della Campania, nel cui percorso è inserito il Santuario di San Michele.
9
1995.
94
Invito (a recarsi sul Santuario per il ringraziamento) - 5 novembre
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
Lettera del vescovo Aldo Forzoni
a don Donato Ippolito, parroco della SS. Annunziata
«Vescovado di Teggiano 11 maggio 1965
R
ev.mo e caro Monsignore, ringrazio per
la bellissima giornata trascorsa insieme al Santuario di S. Michele Sabato
scorso.
Rinnovo il più vivo
elogio per l’opera realizzata e la speranza che
venga utilizzata ampiamente e intelligentemente.
Immagino quale impegno e quale somma di
VDFUL¿FL q FRVWDWR LO SRUtare a termine, in quel
monte, un complesso di
quella mole e tracciare
una strada in un terreno
FRVuGLI¿FLOH/HIXFHUWD- Il vescovo Aldo Forzoni e don Donato
Ippolito all’ingresso del Santuario.
mente prezioso aiuto la
Procura; furono comprensive le Autorità Civili; è stato e sarà
generoso il popolo per la devozione che lo lega al Santo Patrono, ma resta indubitato che la parte maggiore di responsabilità
e di lavoro ha gravato e grava sopra le sue spalle e sopra il suo
cuore.
Speriamo tutti che quel monte divenga ancor più un “sacro
95
PASQUALE RUSSO
monte” per i convegni di preghiera e di raccoglimento; per i pellegrinaggi di devozione e per trascorrervi ore tranquille specialmente da parte del nostro popolo…
Con rinnovati sensi di gratitudine e di compiacimento, la saluto e benedico.
Suo Aldo Forzoni Vescovo.
----Rev.mo Mons. Donato Ippolito
Sala Consilina»10.
Rettori del ‘900
- Don Francesco Bigotti (1887 – 1903)
- Don Francesco Chirichella (1905 – 1956)
- Don Donato Ippolito (1956 – 1971)
- Padre Alfredo Melis (Giuseppino) (1971 – 82)
- Don Angelo Spinillo j. (1982 – 1983)
- Don Antonio Cantelmi (1 ottobre 1983 *** )
Custodi del Santuario
(nel 1900)
Zia Rosa Pica (n. il 30. 10. 1890, m. il 29. 9. 1983), Zi’ Antonio Calicchio (marito), Carmelina D’Alto, Pasquale Melillo,
Rocco Scatà, Michele Cardinale, Emilio Calicchio (1984 – 94),
Antonio Durante (1995 – ***).
10
96
La lettera è conservata nell’Archivio parrocchiale della SS. Annunziata.
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
I custodi zia Rosa e zi’ ‘Ndonio avanti al Santuario (anni ‘50)
Ricorrenze
Sei gennaio
- calata della stella- in commemorazione della “Resudazione accaduta dopo l’occaso del sole, e in tempo di difetto di lumi, come
avvenne nell’anno 1719 nel dì dell’Epifania ad ore due in circa
di notte”11.
Tre maggio
- la croce - pulitura della via che dal Calvario conduce al Santuario.
Otto maggio
- DSSDUL]LRQHGL6DQ0LFKHOHsul monte Gargano.
11
C. GATTA, La Lucania Illustrata, cit., p. 101. Le due di notte - ora locale
- corrispondevano alle attuali ore 19.
97
PASQUALE RUSSO
Diciassette maggio
FRPPHPRUD]LRQHGHOODUHVXGD]LRQH con messa sul Santuario,
processione dei cinti con tre giri attorno al cappellino e distribuzione del cerino.
Quattro luglio
- DSSDUL]LRQHGL6DQ0LFKHOHD6DOD avvenuta secondo la tradizione nel 1213.
Ventinove settembre
- IHVWDGHOODGHGLFD]LRQHin concomitanza con quella del Gargano.
Sedici dicembre
- 6DQ0LFKHOHGHOWHUUHPRWR
Dal 29 settembre all’8 maggio statio della statua nella chiesa dell’Annunziata.
'DOO¶PDJJLR¿QRDOVHWWHPEUHstatio della statua sul Monte
Balzata.
Percorso processionale
Otto maggio66$QQXQ]LDWDĺYLD*UDPPDWLFRĺYLD2UVLQLĺ
6DQ3LHWURĺYLD$OELQLRĺSD]]HWWD*UDFFKLĺYLD'DQWHĺYLD
*DHWDQLGL*DHWDĺHGLFRODGL6DQ0LFKHOHLQYLD0DQLQĺ0DGRQQDGL/RUHWRĺ&DOYDULRĺ0RQWH%DO]DWD
Ventinove settembre0RQWH%DO]DWDĺ&DOYDULRĺ0DGRQQD
GL/RUHWRĺHGLFRODGL6DQ0LFKHOHLQYLD0DQLQĺYLD*DHWDQL
GL*DHWDĺYLD'DQWHĺSLD]]HWWD*UDFFKLĺYLD$OELQLRĺ6DQ
3LHWURĺYLD2UVLQLĺYLD3HOOLFRĺYLD&DVWHOORĺYLD8UELQRĺ
YLD)RUQDULQDĺYLD$UQDOGRGD%UHVFLDĺODUJR8JR%DVVLĺYLD
98
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
&DYRXUĺSLD]]HWWD'H9LWDĺYLD'LHJR*DWWDĺYLD*UDPPDWLFRĺYLD0D]]LQLĺYLD*XHUUD]]LĺSLD]]D8PEHUWR,ĺ&KLHVD
della SS. Annunziata.
Processioni
1653 Processione da Sant’Eustachio: “Si parte dalla parrocchiale di Santo Eustachio e si và cantando la litania dei santi con
ogni devozione con alcune confraternite e detta processione và
per la piazza di sotto corte per sotto santo Pietro per la via delli
cappuccini à dirittura alla Cappella di San Michele Arcangelo
extra menia sopra il monte dove giunto il Clero si canta la Messa
TXDOH¿QLWDVLULWRUQDFRQGHWWDSURFHVVLRQHDOOD7HUUDHVLWHUPLna nella chiesa Parrocchiale di santo Pietro” 12.
1656 In occasione della peste: “La peste del 1656 condusse
gravi lutti per la Sala ma il popolo dicesi fusse allora molto peccatore e solo per grandi penitenze e pellegrinaggi al Sacro monte
la peste ebbe il termine suo” (Lo Bosco, p. 67).
1715 Ripetute processioni con gran concorso di popolo in occasione della prima resudazione.
1718 Nella circostanza di altra resudazione.
1764 In occasione della carestia: “al 7 febbraio tutti li preti, li
diaconi, li padri cappuccini fecero la processione di penitenza per
le vie de’ la nostra città, con croci, catene e spine. La processione
con gli capi eletti portossi a’ la nicchia di San Michele Arcangelo
per impetrare il di lui soccorso in tale sventura” (Lo Bosco p. 78).
1779 Le Regole della Congregazione laicale del Monte dei
Morti di Sala prevedevano per i confrati la processione a San
Michele in occasione di pubblico travaglio.
12
A. TORTORELLA, “Senza eccettione d’havere primitiva alcuna. Ordine
e precedenze nelle processioni seicentesche di Sala”, Sala Consilina, Edizioni
della Biblioteca Comunale, 1985, p. 57.
99
PASQUALE RUSSO
16 dicembre GDO¿QRDOProcessione in ricordo
dello scampato pericolo dal Terremoto del 1857.
16 dicembre 1980 dopo il terremoto del 23 novembre del
1980
Volo dell’angelo
Hanno effettuato nel XX secolo il Volo dell’angelo i seguenti ragazzi13:
1920 * Tommasiello Michele
1921 * Lovaglio Pietro
1948 * Morgia Cono
1949 - 1950 * Tommasiello Antonino
1951 - 1952 * Marotta Roberto
1953, 54, 55, 1956 * Tommasiello Raffaele (Lello)
1957 - 1958 * Di Benedetto Michele
1959 - 60 * Caracciolo Antonio
1963 - 64 * Pierri Antonio
1969 - 60 * Petrosino Enzo
1971 - 72 * Castronuovo Franco
1973 - 74 * Petrazzuolo Vincenzo
1975 - 76 * Lammardo Gerardo
1977 - 78 * Garone Andrea
1979 * Chirichella Antonio
1980 * Tozzo Michele
13
I nominativi dei ragazzi che hanno effettuato il “Volo dell’angelo” sono
stati forniti dall’amico sig. Antonio Romano e dal giovane Domenico Di BeQHGHWWR8QWHPSRHUDQRVFHOWLGXHUDJD]]LDVHFRQGDFKHIRVVHURSURWDJRQLVWL
della “barca” o del “volo”. Da qualche anno il comitato della “Barca e del
Volo dell’angelo” (formato per lo più da uomini del rione di Sant’Eustachio)
ne sceglie uno solo per tutte e due le funzioni.
100
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
1980 - 81 * Ginnetti Amato
1982 - 83 * Teano Pietro
1984 * Aumenta Giovanni
1985 * Giaffrida Domenico
1986 - 87 * Di Benedetto Domenico
1988 - 89 * Paladino Antonio
1990 * De Vita Angelo
1991 * D’Alto Felice
1992 * Abate Chechile Antonio
1993 * Tuozzo Vincenzo
1994 * Tozzo Vincenzo
1995 * Chirichella Giuseppe
1996 * Caracciolo Michele
1997 * Pepe Michele
1998 * D’anza Emanuele
1999 * Tozzo Vincenzo
2000 * Chirichella Antonio
2001 * Petroccelli Cono
2002 * Paladino Antonio
2003 * Puglia Antonio
2004 * Grasso Davide
2005 * Cascione Biagio
2006 * Siani SimonPietro14
14
Nell’elenco manca qualche nominativo, che non è stato possibile repe-
rire.
101
PASQUALE RUSSO
Bande Musicali15
Anno
8
maggio
29
settembre
1925
Taranto
1933
Mandria
1938
Sassano
1939
16
dicembre
Sannicandro (Bari)
Vietri sul mare + Sassano
1940
Sassano
1941
Sassano
1942
Polla
1943
Atena
1944
Sassano
1945
Atena
Sassano
1946
Sassano
Squinzano (Le) + Sassano
1947
Sassano
Presidiaria + Sassano
1948
Sassano
Ferrotranviari
1949
Sassano
Montemiletto
1950
Sassano
Lanciano
1951
Sassano
6SROHWWL¿FLR1DSROL
1952
Sassano
Marigliano + Sassano
1953
Sassano
Bari
1954
Sassano
Conversano (Ba)
1955
Sassano
Conversano + Sassano
Sassano
1956
Polla
Castellana Grotte Ba)
Sassano
1957
Sassano
Gragnano + Sassano
15
bande.
102
Atena
Polla
Sassano
La festa non si tenne
per maltempo
Non per tutti gli anni è stato possibile sapere la provenienza delle
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
1958
Sassano
1959
Sassano
1960
Sassano
1961
Sassano
1975
1976
1985
1988
Sacro Cuore
di Venosa
1989
1990
1991
Città di
Cosenza
0HO¿
Vietri di Potenza +
Francavilla Fontana (Ba)
Taranto + Sassano
Acquaviva delle Fonti (Ba)
+ Polla
Lanciano (Chieti)
Castellana Grotte (Ba) +
Sassano
Sava (Taranto)
%DQGD1D]LRQDOH*XDUGLD
di Finanza
“Gioia del Colle”(Ba)
Polizia di Stato
Città di Bari
1992
Città di Mottola (Ta)
1993
Mottola” (Ta)
1994
San
Gregorio
Magno
1995
1RFL%D
Buonabitacolo + Corpo
Polizia Penitenziaria
Santa Maria Maggiore +
Laino Borgo
1996
1997
1998
2003
Montefalcione (Ap)
Cariati (Cs)
2004
2005
2006
1RFL%DUL
Lecce
Città “Vallo
di Diano”
Città “ Vallo
di Diano
Acquaviva delle Fonti (Ba)
Città di Conversano (Ba)
103
PASQUALE RUSSO
Offerte
Per la festa di San Michele Arcangelo dell’8 maggio 1911,
che si celebrò nella cappella della Madonna di Loreto, fu raccolta
a Brooklyn da Antonio Pallotta e Pasquale Cartolano di Nicola la
somma di £ 92,7516.
***
I Soldati salesi del 63° Reggimento Fanteria del 1915 insieme
con altri dei paesi vicino a Sala offrirono a San Michele la somma
di £ 15,50 per la confezione di una casula per la celebrazione delle messe, certamente perché assicurasse la sua protezione durante
l’evento bellico17:
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
Auleta Michele di Angelo
De Luca Angelo di Michele
Coppola Antonio Di Michele
Miele Michele di Giuseppe
Casale Francesco di Michele
Lovaglio Gius. di Francesco
Casale Andrea fu Michele
Russo Michele di Giuseppe
Pierri Giuseppe fu Vincenzo
Spolzino Antonio di Giuseppe
Migliore Emilio di Arcangelo
Lammardo Feliciano di Vinc.
Mugnolo Pasquale di Pietro
Puglia Angelo di Giovanni
16
17
104
Archivio parrocchiale della SS. Annunziata.
La casula è custodita nel Santuario.
£ 5,00
£ 5,00
£ 5,00
£ 10,00
£ 10,00
£ 10,00
£ 5,00
£ 10,00
£ 5,00
£ 10,00
£ 5,00
£ 10,00
£ 10,00
£ 5,00
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
Palladino Giovanni di Rosario
Petrazzuolo Angelo fu Ant.
Pascuccio Agostino di Ant.
Focarile Vincenzo di Dom.
Abate Carmine di Alfonso
Belardi Carmine di Gius.
Michele Maggioletti
Vuolo Carlo di Matteo
Arato Vincenzo
Padula
Cataldo Antonio Padula
Cataldo Vincenzo Padula
Di Giuseppe Vinc. Padula
D’Onza Michele Sassano
Pizzo Michele
Sassano
Franc. Verretti
Sassano
De Lisi Pietro
Sassano
Rubino Giovanni Sassano
Ferri Giovanni
Sassano
Lisi Nicola
Monte S. Giac.
Cassillo Giovanni Casalbuono
Barbero Rosario Castelcivita
Santese Giovanni Battipaglia
Bilancieri Biagio S. Biase
Totale
£ 5,00
£ 5,00
£ 5,00
£ 5,00
£ 5,00
£ 1,50
£ 5,00
£ 5,00
£ 1,00
£ 1,00
£ 1,00
£ 1,00
£ 1,00
£ 1,00
£ 1,00
£ 1,00
£ 2,00
£ 0,50
£ 0,30
£ 1,00
£ 1,00
£ 0,45
£ 0,50
£ 151,50
***
Paliotto ricamato con la seguente scritta: “ A devozione di Maria Felicia Spinelli (che) dona a San Michele maggio 1950”18.
18
Sul Santuario.
105
PASQUALE RUSSO
***
Piastrelle della “Ceramica La Vietrese” A devozione di Santarsiere Antonio di Domenico 196619.
***
/LEUR SHU OD UDFFROWD GHOOH ¿UPH GHL YLVLWDWRUL GHO 6DQWXDULR ³A
devozione di Nicola Galatro” 197320.
***
Oro
(offerto dai fedeli di San Michele)
Anelli, bracciali a canne, bracciali a fasce, bracciali a maglie, oroORJL RUHFFKLQL FURFHWWH D ¿OLJUDQD FRUQHWWL FXRUL ³EUHORFFKL´
stelle, fermagli, orecchini a bottone, anelli, collane, laccetti, bilancette, ecc. Parato d’oro del 1829.
***
Argento
Cuori, calice, teca, porta reliquia, ombrello, calici, pissidi, croce
da commendatore.
***
19
20
106
Al Calvario
Conservato sul Santuario.
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
Oggetti sulla statua
1 Bracciale d’oro a canna. 1 Laccio d’oro da visita con passante.
In occasione delle processioni decorano la statua 8 palmette, 2 ancore, 1 fascione terminante con due mezzelune, (supporti di legno
JXDUQLWRGLYHOOXWRVXFXLVRQR¿VVDWLJOLH[YRWRLQRURHDUJHQWR
offerti in dono al Santo protettore per grazia ricevuta o in adempimento di una promessa. Gli ori e gli argenti, dopo le funzioni,
sono riposti in cassaforte custodita dalla Procura21.
Procure di San Michele Arcangelo
anno 1951 (?)
Presidente Sac. Donato Ippolito.
Pietro Pernetti, Vittorio Paladino, Manfredi Gargano, Manrico
9ROSH$OIHQR3DSSD¿FR*LRYDQQL&R]]L&DUPLQH3HWUD]]XROR
Francesco Sollitto, Emiliano Mastrangelo, Michele Pica, Pasquale
Casale, Francesco Castrataro, Emilio Ferraro, Michele Romano,
Angelo Castrataro, Antonio Gorga, Angelo Botta, Achille Marmo, Felice Masino, Felice Lapelosa, Michele Rosciano, Antonio
Rosciano.
anno 198322
Presidente titolare 'RQ $QJHOR 6SLQLOOR Presidente effettivo:
0LFKHOH3RPSDVice Presidente0LFKHOH3LFD&DVVLHUH: GioYDQQL,DFRQGLQR6HJUHWDULR$QWRQLR0HOLOOR&XVWRGH: Pasquale
Melillo.
&RQVLJOLHUL Castrataro Michelangelo, Antonio Gorga, Michele
21
22
Dall’Inventario del 1956.
Dai Registri della Procura.
107
PASQUALE RUSSO
Gallo, Vincenzo Lobosco, Vincenzo Chirichella, Emilio Calicchio, Rocco Scatà, Leonardo Casale, Giuseppe Lopardo.
anno 198823
Presidente titolare'RQ$QWRQLR&DQWHOPLPresidente effettivo:
$QJHOR3DODGLQRVice Presidente/XLJL&DYD&DVVLHUH: Michele Aumenta; 6HJUHWDULR 0LFKHOH &DUGLQDOH &XVWRGH: Emilio
&DOLFFKLR Presidente onorario: Michele Pompa.
&RQVLJOLHUL Antonio Gorga, Michele Gallo, Vincenzo Lobosco,
Vincenzo Chirichella, Giovanni Iacondino, Giuseppe Lopardo,
Antonio Melillo, Michele Orlando, Ernesto Paladino, Rocco
Scatà.
anno 199624
Presidente titolare'RQ$QWRQLR&DQWHOPLPresidente effettivo:
0LFKHOH&DUGLQDOHVice Presidente/XLJL&DYDTesoriere: MiFKHOH$XPHQWD6HJUHWDULR0LFKHOH3XJOLDPresidente onorario0LFKHOH3RPSDPresidente onorario: Angelo Paladino.
&RQVLJOLHUL: Gorga Antonio, Gallo Michele, Lobosco Vincenzo,
Chirichella Vincenzo, Calicchio Emilio, Iacondino Giovanni,
Leopardo Giuseppe, Orlando Michele, Paladino Ernesto, Tafuri
Michele, Durante Antonio, Paternoster Felice.
23
Liturgia nella festa di San Michele, Edizione Parrocchia SS. Annunziata,
1988.
24
Procura di San Michele (a cura di), La Chiesa dei Cittadini, Edizione
Parrocchia SS. Annunziata, 1996.
108
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
anno 200425
Presidente titolare'RQ$QWRQLR&DQWHOPLPresidente effettivo:
$QWRQLR 0HOLOOR Vice Presidente$QWRQLR 'XUDQWH Tesoriere:
0LFKHOH $XPHQWD 6HJUHWDULR 0LFKHOH &DUGLQDOH Presidente
onorario 0LFKHOH 3RPSD Presidente onorario: Angelo Paladino.
&RQVLJOLHUL Vincenzo Lobosco, Vincenzo Chirichella, Giovanni
Iacondino, Giuseppe Leopardo, Michele Puglia, Michele Tafuri,
Felice Paternoster, Armando Finizio, Claudio Sabia, Domenico
Cartolano, Emilio Ippolito, Pietro Cava.
Verbali della Procura di San Michele26
Anni 1944 e ‘45
Nella riunione dei procuratori del 16 luglio 1944 viene nominato il Comitato per i festeggiamenti in onore del Santo Patrono,
costituito da:
1) Parroco Francesco Chirichella, Presidente e Rettore del Santuario
2) Sac. Vincenzo Bonomo, Vice Rettore
3) Santorufo Sante, Segretario
4) Pernetti Pietro, Cassiere
3DSSD¿FR$OIHQR
6) Botta Giovanni
7) Rosciano Michele
8) Casale Pasquale fu Giovanni
25
26
In Simile a un tesoro nascosto, Tip. Iezza, 2004.
Dal Registro Contabilità Gestione feste S. Michele Arcangelo.
109
PASQUALE RUSSO
9) Lammardo Francesco
10) Petrazzuolo Carmine
11) Paladino Michele fu Rosario
Dal verbale del 22 luglio 1944 si evince che la Procura deliberò all’unanimità l’ampliamento della porta della SS. Annunziata. Precedentemente la statua, per entrare in chiesa, doveva
essere abbassata, quasi spinta a forza.
Nel verbale del 15 marzo 1945 si stabilisce l’ordine di servizio per gli accompagnatori del sacerdote durante la novena sul
Santuario.
Sulla stampa del XX secolo
23 settembre 1919
«La festa del patrono San Michele Arcangelo promette di essere celebrata con maggiore pompa degli scorsi anni. Già nelle
vie principali e sulla pazza municipale si lavora per i preparativi
di addobbo e di luminarie. Sono invitate tre musiche, e grandioso
sarà lo spettacolo pirotecnico. Se il tempo ci favorisce, come lo
speriamo, avremo grande concorso anche dai paesi vicini»27.
30 ottobre 1919
“Dopo tre giorni di musica è viva oggi in tutta la città l’emozione provata quest’anno per onorare in forma grandiosa la ricorrenza della festa patronale…
2UDFKHODJXHUUDq¿QLWDTXHVWRSRSRORKDVHQWLWRLOELVRJQR
di manifestare la sua esultanza ed esprimere tutta la sua riconoscenza al Gran Principe delle Vittorie. Il 28 si ebbe una grande
¿HUDYHUDPHQWHULFFDG¶RJQLVRUWDGLEHVWLDPHTXLSRUWDWRDQFKH
27
A. RIMOLDI, Decennio, Sala Consilina, Tip. Francesco Auleta, 1928, p. 43.
110
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
da lontani paesi e molti furono gli affari, con un notevole accenno
al ribasso dei prezzi”28.
24 settembre 1920
“La gara ciclistica «Dal monte al mare» avrà luogo il 30
corrente per la festa Patronale, sul percorso Sala-Sapri e ritorno,
in totale 144 Km; molti sono i premi in danaro ed oggetti”29.
30 ottobre 1921
“Benché disturbata dalla pioggia, la festa di San Michele è
riuscita con generale soddisfazione.
Si è avuto uno speciale divertimento con la corsa ciclistica”30.
10 maggio 1925
“Il ciclo delle feste religiose nel nostro Vallo è cominciato
ieri con la festa patronale di San Michele che si venera anche a
Teggiano, Sassano e Monte San Giacomo.
All’imponente processione che dalla chiesa dell’Annunziata,
DFFRPSDJQDODVSOHQGLGDVWDWXD¿QRDOVDFURPRQWHDOXLGHGLFDWRSDUWHFLSzXQDYHUD¿XPDQDGLSRSRORGHYRWRHJDXGHQWH
lieto di onorare l’arcangelo e godere una bella gita in montagna.
…Particolare importanza ebbe quest’anno il concorso dei fuochi
pirotecnici svoltisi alle falde del monte San Michele”31.
28
Ivi, p. 53.
Ivi, p. 80.
30
Ibidem, p. 108. Furono vincitori: 1° Calvanese Francesco di Sala Consilina, 2° De Ciampis Vincenzo di Casalbuono, 3° Sica Michele di Sala Consilina.
31
Ivi, p.172.
29
111
PASQUALE RUSSO
1925
“Quest’anno con speciale preparazione si voleva onorare il
Patrono San Michele, ma purtroppo il maltempo ha guastato il
PDJQL¿FRSURJHWWR
Si udì la dotta predicazione di mons. Leone, venuto da Napoli e la imponente processione venne affrettata sotto la minaccia
della pioggia. Sfarzoso l’addobbo nella chiesa dell’Annunziata;
bella la decorazione della via principale con illuminazione a luce
elettrica.
Nella serata si godette lo spettacolo pirotecnico col concerto
della musica municipale di Taranto che, sotto l’abile direzione
del maestro sig. Domenico Gallucci, ci fece gustare dell’ottima
musica”32.
1933
“Non ancora si è spenta l’eco dei grandiosi festeggiamenti
di quest’anno per la ricorrenza di San Michele Arcangelo. La
¿HUDGLVHWWHPEUHqULXVFLWDLPSRQHQWLVVLPDHVXSHULRUHSHUFRQtrattazioni e scambi a quella degli anni precedenti. Splendide le
luminarie opera dei bravi artisti Cozzi e Coiro. Il pergamo è stato
tenuto magistralmente dal fecondo e dotto oratore sacro canonico prof. Esposito da Sorrento.
Bellissimi e suggestivi i fuochi pirotecnici, dei rinomati cav.
Viviani e Pasquale Nitto.
Il concerto musicale di Mandria sotto la valorosa direzione
del maestro concertatore cav. Prof. Rodolfo Mazzei, nelle sere del
28, 29 e 30 settembre ha deliziato il pubblico con la esecuzione
impeccabile di musica classica e moderna”33 .
32
33
112
A. RIMOLDI, cit., p. 177.
Il Roma, 12 ottobre 1933, anno XI.
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
1965
“9 Dicembre. Inizio del settenario in preparazione della festa
del Patrocinio di S. Michele, che cade il 16 Dicembre, a ricordo
della protezione sulla nostra città nel terremoto del 1857 ed in
altre circostanze. 16 Dicembre. Alle ore 8, alle ore 9 e a sera, alle
18 celebrazione della S. Messa e canto del Te Deum per ringraziare Iddio che, attraverso il patrocinio di San Michele ha manifestato benevolenza verso i suoi devoti e per implorare il perdono
dei peccati. Tempo permettente, processione penitenziale con la
statua dell’Arcangelo”34.
1975
“Anche quest’anno è stata solennemente celebrata la festa
patronale di San Michele Arcangelo. I festeggiamenti hanno avuto luogo nei giorni 28, 29 e 30 settembre…La statua del Patrono
è stata portata processionalmente a spalle dal Santuario e dopo
è stata celebrata una Messa solenne con accompagnamento della
Schola Cantorum dei giovani diretti da padre Salvatore Tidu….
Nelle ore serali del giorno 28 ha rallegrato la popolazione l’orchestra Continental, il 29 la rinomata banda Città di Lanciano…
,O&RPLWDWRDQFKHVHKDGRYXWRVDFUL¿FDUHXQSR¶JOLVSDULKD
sostanzialmente contribuito con 2 milioni di lire alla riparazione
della facciata della chiesa della SS. Annunziata e con 1 milione al
restauro della Cappella dedicata alla Madonna di Loreto, nonché
ha provveduto a far indorare la spada, il bracciale e la catena
che ornano la statua di San Michele…Domenica 28 sull’apposito
campo si è svolta una interessante gara di tiro al piattello e nel
pomeriggio del giorno 30 si è avuta la seconda edizione della
“gara Podistica degli antichi Rioni di Sala Consilina”35.
34
Parrocchia della SS. Annunziata - Sala Consilina – Notiziario Mensile,
dicembre 1965.
35
Il Roma, ottobre 1975.
113
PASQUALE RUSSO
1976
«Con la solennità di sempre e con una partecipazione di popolo veramente eccezionale si sono svolti i festeggiamenti in onore del Patrono San Michele Arcangelo.
,OJLRUQRYLqVWDWDXQDJUDQGH¿HUDGLPHUFLHEHVWLDPH
nella mattinata, mentre nelle prime ore del pomeriggio, organizzata dal Club Napoli, si è svolta la terza edizione della corsa podistica dei vecchi rioni di Sala Consilina. Il 29 solenne processione per le vie cittadine della statua del santo cui hanno partecipato, oltre ad un numero rilevante di fedeli, le Autorità civiche con
alla testa il neo sindaco, ing. Michele Vannata, i rappresentanti
della stampa e dei Comandi militari di stanza a Sala C. In piazza
Umberto I il vescovo di Teggiano mons. Umberto Altomare ha
celebrato la santa messa.
…Oltre alla banda di Sassano, la popolazione ha potuto
ascoltare e godere la magistrale esecuzione di pezzi classici eseguiti dalla pluridecorata banda di Castellana Grotte»36.
1983
“Anche quest’anno i festeggiamenti di San Michele si svolgono con grande solennità religiosa, ma anche con vitalità per la
cittadina regina del Vallo di Diano.
La procura di San Michele ha pensato a tutti i minimi particolari per la riuscita di una festa nella quale tutti si sentono
impegnati in prima persona”37.
36
37
114
Il Roma, ottobre 1976.
Il Mattino, 29 settembre 1983, anno XCII.
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
1984
“Quest’anno abbiamo potuto ammirare nella pittoresca conIXVLRQHGHOODIHVWDVHUDOHGRSRODULWXDOH¿HUDPDWWXWLQDXQVXJgestivo apparato di luminarie che riproducevano il fulgido simbolo della croce sulla facciata della SS. Annunziata”38.
1985
“Quest’anno la grande ricorrenza del 29 settembre che onora il nostro Santo Protettore San Michele, ha toccato l’acme della
grandiosità.
La processione si è snodata lungo le caratteristiche vie cittadine, godendo dell’augurale Sagra dell’uva e degli antichi riti
celebrativi offerti dal rione S. Eustachio.
/DPHVVDLQSLD]]D8PEHUWR,qVWDWDRI¿FLDWDGDO3DGUHIUDQcescano Carmine Rosciano”39.
1986
«Quest’anno (1986) la festa di San Michele sarà segnata dalla posa di una croce luminosa di 7m x 4 che impreziosirà il santuario dell’Arcangelo sul monte Balzata e sarà visibile da tutto il
Vallo di Diano…. Intanto, già da qualche giorno, è cominciata la
“novena” nel Santuario.
Ogni mattina, di buon’ora, i fedeli raggiungono il tempio,
dove la statua rimarrà per alcuni mesi, per poi essere riportata
in paese il 29 settembre….
Il carnet delle manifestazioni è, come ogni anno, ricco. Accanto ai riti religiosi dalla novena alla processione, alle solenni
38
39
Ipotesi, ottobre 1984, anno I, n. 7.
Ipotesi, Anno II, n. 9 ottobre 1985.
115
PASQUALE RUSSO
cerimonie sacre in chiesa, si susseguono varie iniziative: il merFDWR±¿HUDGL6DQ0LFKHOHOHOXPLQDULHLIXRFKLG¶DUWL¿FLRWRUnei sportivi, e, naturalmente, la banda musicale»40.
1994
«Del ”Volo dell’Angelo”si è parlato molto alla Certosa di
Padula nello scorso agosto allorché il giorno di San Lorenzo fu
inaugurata la mostra “Angeli”…e qualche anno fa, nel 1991, il
volo dell’Angelo fu ripreso anche dalle telecamere della RAI che
ne irradiò i momenti più spettacolari in tutto il territorio nazionale nel corso della trasmissione “Ciao Italia Estate”»41.
1995
«Riapre i battenti la chiesa della SS. Annunziata…Alle varie
iniziative se ne sono aggiunte altre come quella del Comitato per
le feste patronali di San Michele, che ha destinato alla ristrutturazione della chiesa parte dei fondi raccolti per i festeggiamenti»42.
Curiosità
I
n un’incisione del 1700 (riportata nella Lucania Illustrata
GL&RVWDQWLQR*DWWDYHQJRQRUDI¿JXUDWL6DQ0LFKHOHYLQcitore sul demonio e la città di Sala sotto l’ Arcangelo.
In appendice vi è la dicitura: «Vera immagine del glorioso
Principe San Michele Arcangelo/ dipinta nel di lui antico Tempio
40
Il Mattino, 29 settembre 1986, anno XCV.
Il Mattino, 29 settembre 1994, anno CIII.
42
Il Mattino, 28 settembre 1995, anno CIV.
41
116
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
eretto nel Sacro Eremo della Città di Sala in Lucania da cui dall’anno 1715 sino al presente giorno del 1720, con stupendo miracolo/ più volte abbondevolmente à resudato prodigioso Liquore
VLPLJOLDQWHDOLPSLGLVVLPR2OLRFROTXDOHVLVRQRRSHUDWLLQ¿QLWL
miracoli, e si sono guarite innumerabili infermità».
1938 – Rendiconto spese per lavori sul Santuario43:
A Lobosco Vincenzo per embrici 1000 e 100 mattoni £ 170
Per vino litri 116 e olio litri 19 a Papaleo per muratori £ 250
Al parroco Chirichella per messa mese di agosto £ 25
A Pernetti Leonardo per un pennello £ 13
Per cambio asino a masto Chele rifosto £ 385
A Salvatore Silverio per ferro £ 1250
A Giudice Giuseppe trasporto sul monte della catrame £ 80
Pagato tomoli 15 di calce a Rosciano Michele £ 45
Pagato lastre a Concilio Luigi £ 115
Pagato colori a Gargano per attinturare muri esterni del Santuario
£ 50
Spese sostenute da Giovanni Volpe per vitto pittori £ 137.
29 settembre 1938 - Spese per la festa:
Pagato musica Sannicandro £ 5500
Pagato musica di Sassano £ 975
Al parroco Chirichella per conto Curia di Teggiano £ 125
Al fochista De Falco £ 1260
A Filippo Coiro per illuminazione £ 2068
Domanda al questore per illuminazione £ 6
Ai ciaramellari £ 33.
43
Il Ponte, Bollettino d’Informazione Parrocchiale, San Pietro Apostolo,
novembre 1994.
117
PASQUALE RUSSO
Il 20 aprile 1944 fu effettuato il pagamento al pittore Renato Gasaro per il quadro di San Michele al Calvario.
Nel 1944 scalpellini di Teggiano pulirono il portale della chiesa
della SS. Annunziata. Manrico Volpe tinteggiò la facciata.
Nel 1946 - lavori di riparazione sul Santuario (vedi lapide).
Nel 1946
OHHQWUDWHSHUODIHVWDGLVHWWHPEUHDPPRQWDURQRD…OH
uscite a £ 354.193.
Nel 1958
OHHQWUDWHSHUODIHVWDGLVHWWHPEUHDPPRQWDURQRD…OH
uscite a £ 1.252.183.
Nel 1960
le spese per i lavori sul Santuario ammontarono a £ 400.230.
Per la riparazione della chiesa di San Michele dipendenti da
danni bellici furono spesi £ 3.158.30544.
Il collaudo fu eseguito il 16 aprile 1966 dall’ing. Giovanni Di
Castri, che riscontrò che i lavori erano stati eseguiti “a perfetta
regola d’arte”.
44
E’ da ricordare che nel 1943, durante la seconda guerra mondiale, gli
aerei anglo-americani sganciarono due bombe sul monte Balzata, che miracolosamente non scoppiarono. I relitti, che un tempo furono posti a testimonianza all’ingresso del Santuario, furono successivamente rimossi e collocati
all’interno.
118
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
Nel Dicembre del 1969 la Polstrada opera un salvataggio in
montagna:
«Dalla sera del sette dicembre a ieri pomeriggio la neve è
caduta abbondante sul Vallo di Diano e in quantità maggiore sui
monti e le colline circostanti. Su uno di questi monti appena a
sud di Sala Consilina, ove un’anziana vecchietta, ex custode del
Tempio, Pica Rosa di Sala, nata nel lontano 1890, si era recata
nella mattina del sette per approntare il Presepe. Sorpresa dalla tormenta era rimasta bloccata lassù, né poteva dare notizie o
chiedere aiuto per la mancanza di mezzi di comunicazione. Ma
qualcuno si è ricordato di lei e ha telefonato al Comando della
Polizia di Sala Consilina, chiedendo aiuto per la poveretta. Nonostante che la neve continuasse a cadere a larghe falde, erano
le 15 del giorno 8, il Comandante, brig. Santoianni, con l’appuntato De Rosa e la guardia Santarsiere intraprendeva l’azione
di soccorso che dopo qualche ora veniva felicemente condotto a
termine»45.
Nel 1970 fu sistemata la strada che porta al Santuario:
«...I componenti del Comitato del santuario, con solerzia degna della massima lode, si sono dati da fare per la realizzazione
di diverse opere. Per interessamento del dottor Mario Ricciardi,
LQIDWWLLO3URYYHGLWRUHDOOH2233GL1DSROLKD¿QDQ]LDWRODVLstemazione e bitumazione di buona parte della strada che porta
VXO VDFUR 0RQWH DI¿GDQGRQH OD GLULJHQ]D DO &RUSR )RUHVWDOH
Mancano ancora da sistemare un paio di Chilometri….Speriamo
che anche il Comune voglia far sistemare il tratto di sua competenza, attualmente impraticabile, che va dalla periferia di Sala
Consilina alla cappellina della Madonna di Loreto. Anche la copertura della Chiesa è stata rifatta in buona parte. Il presidente onorario del Comitato, Sig. Antonio Wancolle, ha donato un
45
Il Roma del dicembre 1969.
119
PASQUALE RUSSO
gruppo elettrogeno, con il quale si provvede alla erogazione dell’energia elettrica per l’illuminazione interna ed esterna nonché
il pompaggio dell’acqua»46.
…Nel 1974 i lavori di sistemazione ancora non sono completati:
«Si avvicina la festa del Santo patrono di Sala Consilina, S.
Michele Arcangelo. Ma il Comitato amministrativo del Santuario
è amareggiato e indignato per la mancata esecuzione dei lavori
di sistemazione e bitumazione dell’ultimo tratto di strada, lungo
Km 1,200 che porta alla Chiesa del Santo.... Fu promesso che
WXWWRVDUHEEHVWDWRIDWWRSHUOD¿QHGLDSULOHPDSHUPRWLYL
vari vi fu una proroga: i lavori non sono stati neppure iniziati e il
tratto di strada in questione, causa le recenti piogge torrenziali,
è impraticabile»47.
Nel 1983 si delibera il restauro della statua di San Michele
HVLDI¿JJHLOVHJXHQWHPDQLIHVWRSHULQIRUPDUQHODSRSROD]LRQH
Avviso sacro
«Parrocchia SS. Annunziata Sala Consilina –
– Procura di San Michele Arcangelo.
I Procuratori di San Michele Arcangelo in Sala Consilina
informano tutti i devoti del Santo sul progetto di restauro della
statua del Santo Patrono.
Sinora, pur avendo interpellati molti, nessuno ha presentaWRSURJHWWRFKHSUHYHGHLOUHVWDXURGHOODVWDWXDLQORFR$I¿QFKp
46
47
120
Il Roma del maggio 1970.
Ibidem del settembre 1974.
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
il lavoro sia eseguito con tutte le garanzie possibili e a regola
d’arte è indispensabile che la statua sia portata in un laboratorio
adatto per tutto il tempo necessario.
/D3URFXUDSHUWDQWRLQWHQGHDI¿GDUHWDOHUHVWDXURDOODGLWWD
Antonio Lebbro, via San Gregorio Armeno, Napoli.
$I¿QFKpWXWWRVLDIDWWRLQFRPXQHDFFRUGRFRQODSRSROD]LRne, i Procuratori sono a disposizione di tutti per eventuali chiarimenti a riguardo.
/D3URFXUDFKLHGHLQ¿QHFKHRJQLRVVHUYD]LRQHRSURSRVWD
a riguardo venga fatta per iscritto entro il 21 dicembre 1983 e
indirizzata a “Procura di San Michele Arcangelo c/o Parrocchia
della SS. Annunziata 84036 Sala Consilina.
Dopo tale data, la Procura esaminerà le proposte pervenute
per iscritto, delibererà a riguardo e ne informerà la popolazione
con apposito manifesto.
Sala Consilina 3 dicembre 1983
Il Parroco Rev. Antonio Cantelmi
p. La Procura
il Presidente Michele Pompa»48
Risposta del popolo nello stesso mese di dicembre:
«Al Sig. Parroco della SS. Annunziata.
,OSRSRORVDOHVHqLQGLJQDWRSHUO¶DI¿VVRPHVVRVLDDYDQWLOD
3DUURFFKLDFKHGD&LRI¿VHQRQYROHWHDQGDUHFRQWURDOVXGGHWWR
popolo che tanto sono devoti (sic) all’Arcangelo San Michele,
non toccate il Santo»49. Seguono ¿UPH.
48
L’avviso sacro è custodito nell’Archivio parrocchiale della SS. Annun-
ziata.
49
Archivio parrocchiale della SS. Annunziata.
121
PASQUALE RUSSO
Per accontentare il popolo,
“La Procura di S. Michele decide di far restaurare in sede
(a Sala Consilina) la statua di S. Michele. Non è stato possibile
ottenere il consenso a che la statua fosse restaurata fuori Paese”50DI¿GDQGRQHO¶LQFDULFRDOODVLJ&DUROLQD,]]RGHOOD³5HVDUW
Carolina Izzo e C” di Napoli, che lavorerà in sede. I lavori furono
iniziati il 29 febbraio 1984 e la benedizione della statua restaurata fu impartita il 19 agosto 1984. Il costo del restauro, autorizzato dalla Soprintendenza BAAAS di Salerno-Avellino, fu di £
9.300.00051.
Alla festa del Patrono di settembre, molti, che pure appartenevano al popolo ed erano liberi di esprimere il loro giudizio,
stimarono negativo il risultato del restauro, ché ritenevano dover
essere effettuato a Napoli, dove c’erano tutti gli strumenti per intervenire a regola d’arte.
L’ultimo restauro della statua fu eseguito nel 1998 da Guido
Regoli con la supervisione della Soprintendenza BAAAS di Salerno - Avellino52.
Nel 1991 le entrate per la festa di settembre ammontarono
D…OHXVFLWHD…
Il 23 novembre 1991 fu proiettata nella chiesa di San Nicola
la videocassetta “San Michele Arcangelo, il santuario, la festa a
Sala Consilina”, a cura del Santuario e realizzata dalla Mediterranea di Roma.
50
Cronistoria parrocchiale della SS. Annunziata redatta da don Antonio
Cantelmi nel 1983.
51
Carte sciolte nell’Archivio parrocchiale della SS. Annunziata.
52
Ivi.
122
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
Nel 1993 le entrate per la festa di settembre ammontarono a
…OHXVFLWHD…
Nel 1994 le entrate per la festa di settembre ammontarono a
…OHXVFLWHD…
***
Richiesta autorizzazione questua53
Parrocchia SS. Annunziata
Sala Consilina (Sa)
Curia Vescovile
Teggiano
Il sottoscritto sac. Antonio Cantelmi, parroco della SS. Annunziata e rettore del Santuario di San Michele, chiede, in ottemperanza al canone 1265, di poter effettuare una questua allo scopo
di acquistare una nuova campana per il Santuario di San Michele,
essendo la vecchia gravemente lesionata.
Si comunica che la questua verrà effettuata nel Comune di
Sala Consilina nei mesi di Novembre e Dicembre 1984 dai sigg.
PICA Antonio, nato a Sala Consilina il 12/8/1851
D’ ONZA Giovanni, nato a Sala Consilina l’8/1/1951
53
Archivio della SS. Annunziata, Carte Sciolte. I tre incaricati per la
questua raccolsero la somma di £. 6.775.000, pari alla spesa sostenuta.
123
PASQUALE RUSSO
SALVIA Luigi, nato a Sala Consilina il 15/4/1942
Ci si impegna a comunicare resoconto della questua.
Distinti saluti
Sala Consilina 1/11/1984
Il Parroco
Sac. Antonio Cantelmi
Visto: nulla osta
Teggiano 30 novembre 1984
Il vicario generale
(Mons. Vito D’Alto)
Proposte per una Mostra permanente
di etnologia Michaelica D6DOD
«Il sentimento di devozione e l’attaccamento dei Salesi alla
¿JXUDGL6DQ0LFKHOHQRQKDELVRJQRGLFRPPHQWLHVVLSHUPHDQR
la vita di ogni cittadino e, al di là delle differenti ideologie professate, attraggono ognuno verso i riti della tradizione, perché nell’immagine sacra s’incentra lo spirito stesso del paese, del quale
ciascuno sente di essere elemento integrante e all’accrescimento
del quale crede di poter contribuire.
Ma s’avverte ora la necessità di orientare verso una forma più
organica e consapevole l’interesse collettivo al Santuario e ai festeggiamenti del Santo, muovendo da esigenze di progresso civile
e culturale insieme. Si auspica infatti che il rapporto dei fedeli al
culto di San Michele non sia limitato al rispetto formale ed esteriore e ad occasioni conviviali che talora turbano, con gli eccessi
che ne possono derivare, la serenità del tempio, la quale invece
invita alla contemplazione, al raccoglimento e alla preghiera. E
124
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
poiché la promozione sociale dovrebbe procedere soprattutto lungo la via della conoscenza e della comprensione intima e profonda
del mondo, un’iniziativa comincia a prendere vita, calorosamente
accolta sin dalla prima formulazione del progetto, la quale è intesa ad assolvere un compito squisitamente didattico d’informare,
FRLPH]]LHI¿FDFLGHOOHDWWXDOLWHFQRORJLHVXOO¶LPSRUWDQWHPDWHULD
michaelica, che è motivo di vivaci e feconde dissertazioni di eminenti studiosi.
Il disegno sarebbe di raccogliere, in ambienti del Santuario
opportunamente predisposti, tutte le memorie, orali, documentarie e materiali che abbiano per oggetto San Michele, e di presentarle coi necessari accostamenti alle manifestazioni del culto
QHOO¶RUEHPHGLWHUUDQHRGRYH¿RUuHVLGLIIXVHFRQSDUWLFRODUHDWtenzione per il Mezzogiorno italiano e le regioni contigue al Vallo
di Diano.
Si prevede un’esposizione ordinata per temi, mentre il fondamento unitario potrà essere la rivelazione del Santo nella storia,
esaminata in aree concentriche che si restringano sempre più intorno a Sala. Tale ripartizione interesserà in linea generale la nascita
e la propagazione della dulìa al Principe delle Forze sotterranee e
celesti, con riferimento speciale ai santuari michaelici dell’OrienWH FULVWLDQR TXLQGL FRQVLGHUHUj le tradizioni e le testimonianze
michaeliche del Vallo, per passare poi alle origini e alla storia del
Santuario saleseYLVWHDWWUDYHUVROHWUDFFHPRQXPHQWDOLHSLJUD¿FKHVWRULRJUD¿FKHLQROWUHVDUDQQRDIIURQWDWLJOLDVSHWWLGHOculto
XI¿FLDOH, reso al santo dalla Chiesa di Roma e di Costantinopoli,
a Sala e altrove, col corredo di parati e testi liturgici, nonché dei
PRGHOOLLFRQRJUD¿FLHGHOculto popolare, che si concreta nel pellegrinaggio al Monte, nei percorsi processionali lungo il paese,
negli “strumenti” del culto, cindi, immagini e insegne, ex voto e
RIIHUWHGLSURGRWWLORFDOLLprotagonistiLQ¿QHPRVWUHUDQQROHYDrie attribuzioni del popolo, che ha dato e dà forma scenica al proprio fervore religioso attraverso i festeggiamenti, e sono i membri
125
PASQUALE RUSSO
della Confraternita, gli uomini e le donne di provenienze diverse
che nell’abbigliamento distintivo dei rispettivi paesi animavano
OHFHULPRQLHVDOHVL¿VVDWHVXOOHLPPDJLQLIRWRJUD¿FKHGHOO¶HSRFD
e dei ricordi della gente, i sonatori di zampogne, i moderni personaggi dell’avvincente rappresentazione sacra.
Ogni sezione sarà anche dotata di pannelli didascalici e di
VXVVLGL DXGLRYLVLYL FKH LOOXVWULQR DO YLVLWDWRUH LO VLJQL¿FDWR H LO
valore dei materiali esposti e gli donino l’illusione di rivivere i
momenti della festa, grazie a un’ambientazione ricreata pure con
musiche e canti offerti dalla tradizione.
S’aggiungeranno l’impiego d’un elaboratore elettronico per
ODUDFFROWDHFDWDORJD]LRQHGHLGDWLFKHDIÀXLUDQQRDOODFROOH]LRQH
il supporto d’una piccola biblioteca specializzata e l’allestimento
d’una sala destinata agli incontri culturali.
Per la realizzazione dell’idea così delineata sarà necessaria
non soltanto la collaborazione spicciola per il reperimento delle
memorie, ma il conforto morale di tutti coloro che ne condividono l’interesse e avvertono l’impulso di operare in modo critico e
costruttivo e di offrire il proprio gradito contributo»54.
XV centenario dell’Apparizione di San Michele
…«A Sala Consilina il centenario è stato celebrato con la
partecipazione alla Via Crucis sul Santuario nelle domeniche di
Quaresima e con la celebrazione della Messa ogni domenica pomeriggio alle ore 17 nei mesi in cui la statua rimane sul Santuario.
Quando la statua è in paese, la Messa sul Santuario viene celebrata ogni prima domenica del mese alle ore 7. Importanti sono
le opere realizzate sul santuario in questi anni, e per il numero
54
126
ANTONIO TORTORELLA in Il Ponte, cit., dicembre 1986.
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
e per la sofferenza che hanno comportato e ancora comportano.
Davvero “Figlio, se intraprendi il servizio del Signore, prepara
l’anima alla prova”.
- 20 nuovi banchi, una sedia per il celebrante e due ingi
QRFFKLDWRLSHUJOLVSRVLUHDOL]]DWLGDOODGLWWD*HQXÀH[GL
Treviso, sono stati il frutto di una colletta di £ 11.450.000
fatta da Gelsomina Sabia.
8Q QXRYR LPSLDQWR GL DPSOL¿FD]LRQH GHO YDORUH GL
£ 6.800.000 è stato realizzato con i risparmi sulla festa
dell’8 maggio.
8Q QXRYR LPSLDQWR HOHWWULFR q LQ FRUVR GL UHDOL]]D]LRQH
grazie al volontariato di alcuni operai dell’ENEL di Sala
Consilina.
- Il nuovo piazzale antistante al Santuario è stato compiuto
dall’Amministrazione Comunale di Sala Consilina, “ad
utilità di tutto il popolo, come ricorda la lapide posta sulla
facciata della Cappella»55 (vedi epigrafe in appendice).
Incontro del Vescovo Bruno Schettino
con i Comitati Festa
«Nel corso della Visita Pastorale a Sala Consilina S. E. Mons.
Bruno Schettino ha incontrato i rappresentanti di tutti i comitati
festa legati al culto dei Santi. L’iniziativa, inedita e molto apprezzata, ha fatto registrare la massiccia partecipazione dei componenti delle undici Procure che si sono incontrati sul Santuario di
San Michele Arcangelo domenica 22 novembre 1992.
Dopo l’intervento di saluto del rettore del Santuario don Antonio Cantelmi, il Presidente della Procura di san Michele Arcangelo ha illustrato la situazione in cui operano i Comitati Festa,
55
Il Ponte, cit., ottobre 1990.
127
PASQUALE RUSSO
sottolineando il forte radicamento sociale ed il sostegno popolare
ed economico di cui godono le singole iniziative. Ha, altresì, evidenziato la necessità di adeguare comportamenti e scelte ai nuovi
tempi, alle nuove esigenze ed anche alle emergenze economiche
HVRFLDOLFKHYLYLDPRDXVSLFDQGRDWDO¿QHXQUDFFRUGRVHPSUH
maggiore con i parroci e la formazione di un organismo interparrocchiale che stabilisca il calendario annuale delle feste e regole
FRPXQLGLFRPSRUWDPHQWRSHUWXWWLL&RPLWDWL+DLQ¿QHVRWWROLneato l’urgenza di indirizzare la raccolta di fondi principalmente
per il recupero al culto delle chiese inagibili o in ristrutturazione.
I successivi numerosi interventi hanno visto avanzare altre
proposte in ordine al metodo di raccolta fondi, alla differenziazione tra feste di carattere rionale e feste a dimensione cittadina
con particolare riferimento a quella Patronale. Da più parti è stata
sottolineata l’esigenza di offrire maggiore sostegno alla festa del
Corpus Domini, così come la necessità di adeguare alla nuova
realtà territoriale della città i percorsi delle processioni.
Molti gli argomenti su cui l’Ecc.mo Vescovo ha fermato la
sua attenzione, indicando possibili soluzioni con una esortazione
ai Comitati ad una maggiore partecipazione alla vita della ComuQLWjSDUURFFKLDOH8QULFKLDPRqYHQXWRDOULVSHWWRGHOO¶DXVWHULWj
e al principio fondamentale della religiosità delle feste, sollecitando i Comitati a svolgere, in tal senso, un’azione sempre più
incisiva di educazione e d’indirizzo della coscienza popolare,
compito delicato ed impegnativo ma certamente indispensabile
per il raggiungimento del Bene Comune»56.
56
ANGELO PALADINO, in Il Ponte, cit., Natale 1992.
128
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
Restauro della statua di San Michele Arcangelo57
©/DVWDWXDGLOHJQRGLSLQWRqFRVWLWXLWDGDXQD¿JXUDFRQOH
sembianze del San Michele Arcangelo trionfante sul demonio raf¿JXUDWRVRWWRPHVVRDLVXRLSLHGLGHFRUDWRDOODVXDEDVHFRQDPpie volute e impreziosito da una doratura a foglio su “bolo”. Tra il
drago e il basamento siedono otto puttini drappeggiati.
,OWRUDFHGHOOD¿JXUDGHOVDQWRqSURWHWWDGDXQDFRUD]]DFKH
FRPH O¶HOPR H OH DOL q ¿QWD GD XQD GRUDWXUD D IRJOLD PHWLFRORsamente “punzonata” ad imitazione del “cesello” del metallo
GHOO¶DUPDWXUD8QGUDSSRGLFRORUHURVVRFXSRVLJRQ¿DGLHWUROD
schiena. Gli stinchi e i piedi sono impreziositi da calzari di cuoio,
mentre le piume dell’elmo, la spada, lo scudo, i pennacchi dei
panneggi e la catena a guinzaglio del drago sono dei preziosi accessori in argento massiccio». (Segue la descrizione dello stato di
conservazione, dell’intervento del restauro, della pulitura e della
stuccatura, verniciatura e reintegrazione pittorica)58.
Restauro dell’affresco nel “cappellino”
e di due altari laterali
«Nella lunetta alla destra dell’affresco è stato riportato in
OXFH XQ DUPRQLRVR DIIUHVFR UDI¿JXUDQWH O¶$UFDQJHOR *DEULHOH
nell’atto piacevole dell’annunciare, dipinto di piacevole fattura, dai delicati tratti e mirabili colori, ben conservati e laborio-
57
Il restauro fu eseguito nel 1998 da Guido Regoli di Roma su commissione
di don Antonio Cantelmi e con l’autorizzazione del soprintendente arch.
5XJJHUR0DUWLQH]HODFHUWL¿FD]LRQHGHOODGLUHWWULFHGHLODYRULGRWWVVD9HJD
de Martini.
58
Dalla Relazione del restauratore Guido Regoli.
129
PASQUALE RUSSO
samente restituiti all’originaria lettura. …Il lavoro di ricerca,
nella lunetta simmetrica ha restituito l’immagine della Vergine
Annunziata con caratteristiche analoghe a quella della lunetta
precedente. …Tale intervento ha rivelato una volta interamente
affrescata coeva alle lunette e di analoga fattura»59.
Restauro, consolidamento ed adeguamento
del Santuario di San Michele Arcangelo
Decreto del Vescovo di Teggiano n. 12/04
Il sottoscritto Vescovo di Teggiano – Policastro, in riferimento a quanto già stabilito con proprio decreto del 24 marzo 2004
prot. 11/04, con cui ha delegato il Rev. Sac. Antonio Cantelmi
a rappresentare questo Ente Ecclesiastico nella stipula dell’Accordo di Programma con il Comune di Sala Consilina (Sa), allo
scopo di sviluppare gli interventi necessari al recupero ed alla
valorizzazione del patrimonio ecclesiastico con valore storicomonumentale, oltre che religioso e di culto, della stessa città,
visto
• il verbale unico della Conferenza dei servizi “Recupero e
valorizzazione beni storici monumentali pubblici ed ecclesiastici” tenutasi nella Casa Comunale di Sala Consilina il 25 marzo
2003,
• l’Accordo di Programma allegato allo stesso Verbale, sottoscritto dal Dott. Gaetano Ferrari, Vicesindaco di Sala Consilina,
F. F. del Sindaco momentaneamente assente, e dal Rev. Sac. An-
59
TIZIANA VALERIANI – ENZA BARRESE, Intervento di restauro in Simile a un
tesoro nascosto, Tip. Iezza, 2004, p. 12.
130
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
tonio Cantelmi, Parroco della SS. Annunziata in Sala Consilina,
allo scopo delegato,
decreta
formale adesione della Diocesi di Teggiano-Policastro all’Accordo di Programma, qui precedentemente citato, e l’assunzione da
parte della Diocesi di quanto di competenza, con l’augurio che
la sinergia delle intenzioni e delle volontà favorisca il raggiungimento dell’obiettivo comune.
Angelo Spinillo
Dato a Teggiano, dalla sede vescovile, 25 mar. 2004.
131
PASQUALE RUSSO
132
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
CRONOLOGIA
4 luglio 1213 - Apparizione
163(?) - Documento che riporta l’evento dell’apparizione
1640 - Data riportata sulla campana piccola posta sul campanile
sul monte Balzata.
1652 - %LODQFLRGHOO¶8QLYHUVLWjGL6DODLQFXLVLIDULIHULPHQWRDO
SRUWDEDQGLHUDGHOOD¿HUDGL6DQ0LFKHOH
1653 - 8QGRFXPHQWRDWWHVWDODSURFHVVLRQHGD6DQW¶(XVWDFKLRD
San Michele.
15 maggio 1715 - Miracolo della resudazione.
29 settembre 1716 - Esposizione nella collegiata di Lucca di
un’ampollina contenente la sacra manna ivi trasmessa dal vescovo di Capaccio mons. Francesco Niccolò.
8 maggio 1718 - Redazione del sommario processo sulla resudazione.
1719 - Fusione della campana ad opera del maestro lucano GiuVHSSH%UXQRGD9LJQRODRJJL3LJQROD
17 ottobre 1720 - Il vescovo Giocoli scrive la lettera agli ispettori
ecc.
1720 - Il vescovo Giocoli fa costruire a proprie spese la cisterna
d’acqua.
1721 - Fu scolpito il marmo che ricorda la costruzione della cisterna.
1728 &RQFOXVLRQHGHOSULPRDPSOLDPHQWRGHOODFDSSHOODLOYHscovo Agostino Odoardi posa l’altare maggiore e Benedetto
XIII concede indulgenza (vedi lapide).
133
PASQUALE RUSSO
24 giugno 1741 - Il vescovo di Montepeloso, attuale Irsina, consacra la cappella.
'DO- Il vescovo Raymondi fece ampliare la chiesa.
Durante il presulato di Raymondi si ripete la resudazione nei giorni 8, 17 maggio e a settembre.
1771 - Di nuovo il miracolo.
'DO- la Congrega del Monte dei Morti eretta in Sala “consente la processione ai congregati al Monte di San Michele in
occasione di pubblico travaglio”.
1794 - Il vescovo Zuccari all’apertura del Sinodo tenuto a Sala
nella chiesa di San Pietro Apostolo di Sala invoca San Biagio
e San Michele quali compatroni della città.
28 dicembre 1800%ROODGL3LR9,,FRQFXLLOSRQWH¿FHFRQFHGH
indulgenza.
1804 - Costruzione da parte del procuratore Paladino di un canale
di marmo che porta acqua piovana alla cisterna.
12 maggio 1805 - Il vescovo Filippo Speranza consacra il tempio.
29 aprile 1806 - Pio VII concede indulgenza plenaria.
1829 - Furono confezionati i paramenti che vengono indossati
durante la celebrazione della messa in Piazza il 29 settembre:
un piviale, una pianeta, due tunicelle per i suddiaconi ed un
omerale con lo stemma del vescovo di Capaccio Filippo
Speranza (1804 – 1834) stella, ancora e leone rampante con
corona e la scritta “Adm~ses Salae Benef~ae Anno Domino
))´ VFLROWH $GPLQLVWUDWRUHV 6DODH %HQH¿FLDH $QQR
Domini 1829 fecerunt faciendum = gli Amministratori a beQH¿FLRGL6DODIHFHURFRQIH]LRQDUHQHO
1832 - E’scolpita a Napoli la statua in legno.
1835 - /HWWHUDGHO6LQGDFRGL6DOD3DSSD¿FRDOOD&RQIUDWHUQLWD
San Vincenzo de’ Paoli.
134
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
1852 (20 maggio) - Fu trascritto in copia il sommario processo
dell’8 maggio 1718.
1852 - Fu costruita a Napoli la piramide dorata che supporta la
statua di San Michele adornata da 8 puttini.
'DO - Il Santuario venne restaurato da parte di Michelarcangelo Bove in seguito al terremoto del dicembre del 1857.
1864 - La Congrega della Carità e il Comune di Sala fanno costruire la “Caggia” (custodia) che conterrà il simulacro di
San Michele nella chiesa dell’Annunziata.
1887 - Leone XIII concede indulgenza con bolla del 12 dicembre.
1887 (3 maggio) - Richiesta da parte della Congrega di far uso di
una tessera (medaglione) avente nel centro l’immagine dell’Arcangelo.
Nel 1900 - Fu restaurata la piramide del 1852 (dati rilevati sul
frontale su cui sono scritte a destra e a sinistra le seguenti testuali parole: C(ostruita) ‘852 Napoli; Restaûa >restau(rat)a@
A. D. MCM.
1907 (25 ottobre) - Giuseppe Labriola dona la “Caggia” del Santuario (nello scarabattolo vi è una targhetta di carta con la
scritta “C. Bournique e C”. Napoli”).
1914 - Il Santuario fu restaurato ad opera della Società Operia
“Torquato Tasso” di New York (vedi lapide).
1915 - Pianeta bianca offerta dai soldati di guerra.
1915 - Pianeta rossa dono dei soldati della prima guerra mondiale. Giuseppe Volpe affresca la volta del Santuario.
1930 - Il Parroco Francesco Romano pubblica la Novena a San
0LFKHOHIDWWDVWDPSDUHGDOODWLSRJUD¿D$XOHWDGL6DOD&RQsilina.
1935 - Lapide fascista sul Santuario.
135
PASQUALE RUSSO
1937 (14 aprile) - Benedizione della statuetta di San Michele da
inviare nell’Africa Orientale Italiana ad Addis Abeba.
1939 - Furono eseguiti lavori di “pitturazione” del Santuario da
Manrico Volpe, Gaetano Viola e Ruggiero Amendola.
1945 - Rifacimento dell’arco d’ingresso al Santuario.
*RQIDORQHGLFPUDI¿JXUDQWHVDQ0LFKHOH$UFDQJHORHVXO
verso San Raffaele.
1946 - Lavori sul Santuario.
Giugno 1952 - Lapide di Filippo Gagliardi.
1970 - Lapide di Antonio Wancolle.
1982 (23 aprile) - Furto di 4 dipinti dalle nicchie sugli altari laterali del Santuario di San Michele.
1982 (settembre) - 0RVWUDSUHVVRORVWXGLRIRWRJUD¿FR$USqD“ I
150 anni della Statua di San Michele”.
1983 (settembre) - 0RVWUDSUHVVRORVWXGLRIRWRJUD¿FR$USqD³La
festa di San Michele: immagini della nostra tradizione”.
1984 VHWWHPEUH 0RVWUD SUHVVR OR VWXGLR IRWRJUD¿FR$USqD ±
“All’ombra dell’Arcangelo: immagini di San Michele tra le
due sponde del Tanagro”.
1985 (23 gennaio) - La ditta Capezzuto di Napoli rimuove dalla
sua sede la campana del XVIII secolo (1719), per rifonderla.
1985 (25 marzo) - Alle ore 18,20 fu posta la nuova campana rifusa dalla ditta Capezzuto di Napoli.
1986 Fu donata la vetrata posta sull’arco di trionfo del Cappellino dal Sac. Antonio Cantelmi, Michele Pompa, Michele Pica,
Antonio Arpèa, Antonio Marino e Vincenzo Lo Bosco.
Natale 1986 - Sul Santuario Antonio Arpèa allestisce il presepe
DIULFDQRFRQSDVWRULQHJUL¿WWLOLFUHDWLGDOORVFXOWRUH)UDQFHsco Scialpi.
136
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
1988 (settembre) - Pubblicazione da parte della Procura del “Calendario Michaelico” per l’anno 1989 e della “Liturgia della
festa di S. Michele Arcangelo”.
1988 - Renzo De Simone scolpisce i due angeli rudimentali che
furono posti ai laterali dell’altare maggiore in sostituzione di
quelli artistici settecenteschi rubati il 23 aprile del 1982.
1990 - Ristrutturazione del piazzale da parte dell’Amministrazione comunale di Sala Consilina.
1991 - Pubblicazione della videocassetta “San Michele Arcangelo, il Santuario, la festa a Sala Consilina”.
1992 - Pubblicazione “Restituiamo a San Michele la sua chiesa”.
1996 (giugno) - Don Antonio Cantelmi inaugura sul monte Balzata l’ultimo tratto del Sentiero intitolato a Pier Giorgio Frassati nel cui percorso è inserito il Santuario.
1996 (settembre) Pubblicazione de “La chiesa dei cittadini” a
cura della Procura di S. Michele.
2000 (agosto) - Inizia il restauro degli affreschi del cappellino
eseguito da Tiziana Valeriani e Enza Barrese sotto la sorveglianza della Soprintendenza BAAAS di Salerno e Avellino
GLUHWWDGDOO¶DUFK50DUWLQH],OUHVWDXURIX¿QDQ]LDWRFRQ
le offerte della novantenne sig. Antonietta Pompa, moglie di
Michele Pompa emigrato in America negli anni venti e con
TXHOOHUDFFROWHGDO¿JOLR0LFKHOH&RLUR
2001 - Pubblicazione di “Storia e tradizione michaelica in Sala
Consilina” (a cura della Scuola Media “G. Camera”).
2004 (settembre) - La Parrocchia della SS. Annunziata di Sala
Consilina rende noti i risultati del restauro dell’affresco e del
cappellino con la pubblicazione del libro “Simile a un tesoro
nascosto´SHULWLSLGHOODWLSRJUD¿D,H]]DGL6DOD&RQVLOLQD
2006 - Inizio ristrutturazione di parte del Santuario, lato foresteria.
.
137
PASQUALE RUSSO
138
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
&521$&$',81$)(67$
Ho fatto festa davanti al Signore
«N
arra la Bibbia che “re Davide e tutta la casa d’Israele
facevano festa davanti al Signore con tutte le forze,
con canti e cetre, arpe, timpani, sistri, cembali” (2 Sam. 6, 5).
Penso di non esagerare se dico che quest’anno si è fatto festa
al Patrono San Michele con tutte le forze.
All’inizio della Novena, il 10 settembre ’87, si è benedetto
l’altare del Santuario restaurato dalla ditta Fratelli Aumenta, grazie all’offerta di cinque milioni da parte di Aumenta Maichino,
'H5RVD3DROR/RERVFR9LQFHQ]R2UH¿FHULD9DOHQ]DQD3DYHQta Giuseppe. Il restauro si completerà con l’aggiunta degli angeli
laterali.
Il 23 settembre, alla presenza del Vescovo diocesano, è stata
accesa la croce luminosa davanti al Santuario, eretta in memoria
GL/HRQDUGR&DVDOHGDO¿JOLR/XLJL/D'LWWD&DVLOORQHKDFXUDto e offerto l’illuminazione. Lo stesso giorno è stato esposto il
presepe africano realizzato nel Natale ’86 dall’artista Scialpi ed
il cui ricavato di un milione, offerto dai membri della Procura, è
stato devoluto dall’autore a favore dell’infanzia missionaria. Si è
poi passati all’inaugurazione della Mostra Michaelica realizzata
nei locali del santuario da Antonio Tortorella. La mostra mira a
dare voce a tutte le tradizioni ed oggetti legati al culto del santo.
Insieme alla mostra la realizzazione di n. sei coppie di costumi
VDOHVLV¿ODWLGXUDQWHOD3URFHVVLRQHGHOSHUODFXLUHDOL]]D]LRne l’Amministrazione Comunale di Sala Consilina ha offerto un
contributo di £ 3.781.000.
139
PASQUALE RUSSO
La sera del 28 è stata ripristinata la Celebrazione del Vespro
con processione del Santissimo. Essendo l’Annunziata ancora
chiusa per il terremoto dell’’80 il Vespro si è celebrato a Santo
6WHIDQRHODSURFHVVLRQHVLqFRQFOXVDLQ3LD]]D8PEHUWR,4XLVL
è conclusa pure la tradizionale “Barca” mentre a Sant’Eustachio,
a sera inoltrata, il “Palo” della cuccagna.
La processione del 29 ha visto la partecipazione corale del
popolo di Sala. Le Congreghe e i Comitati hanno partecipato con
proprie fasce e stendardi. Accanto ai costumi salesi e di SassaQRKDQQRV¿ODWRLFRVWXPLGL6DQ'HPHWULR&RURQH&VSUHVHQWL
con il proprio parroco Don Giuseppe Farmaco. La presenza della
rappresentanza delle Comunità albanesi di rito greco-cattolico ha
voluto dare un taglio ecumenico alla festa, mentre la somma di
due milioni, offerti al Vescovo l’8 maggio scorso per le Missioni e
raccolti grazie alla mostra organizzata da Antonio Arpèa nel Portone 26, ha voluto rendere presente la dimensione missionaria.
La processione ha sostato a Sant’Eustachio per il “volo dell’Angelo” e si è conclusa in Piazza con la Celebrazione della
Messa da parte del nostro Vescovo, Mons. Bruno Schettino.
La sera del 29 nella chiesa di San Pietro la celebrazione della
messa in rito greco cattolico ha chiuso la parte religiosa della festa. La partecipazione corale del popolo che vede nel giorno del
Patrono di Sala Consilina un giorno di festa per tutti, la dimensione ecumenica e missionaria hanno reso davvero cattolica, cioè
universale tale festa. Mi piace concludere ricordando un’usanza
ebraica. L’ebreo conclude ogni festa dicendo: «E’ stato bello, ma
non dimentichiamo Gerusalemme». Nel nostro caso «Gerusalemme è la chiesa della SS. Annunziata» che speriamo vedere
presto restaurata1 (Don Antonio Cantelmi).
1
140
Il Ponte, cit., Natale 1987.
4
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
OMELIE
Omelie di don Antono Cantelmi2
A che serve una spada?
©$OUH6DORPRQHODVSDGDVHUYuSHUIDUHJLXVWL]LD8VzODVSDGD
per scoprire la verità senza versare una goccia di sangue. Avrebbe
versato sangue innocente.
A Pietro la spada servì per colpire l’orecchio dell’avversario,
ma Gesù proibì subito quest’uso: “Rimetti la spada nel fodero,
poiché chi di spada ferisce, di spada perisce”.
Al cavaliere Martino la spada servì per fare la carità: incontrando un povero nudo, Martino tagliò in due il proprio mantello
e gliene diede una metà. A sera Martino meritò di vedere Cristo
vestito del suo mantello.
Cari fedeli, l’episodio di San Martino che taglia in due il
mantello, m’incoraggia a una proposta: tagliamo in due la festa
di San Michele, parte per continuare la festa stessa e parte perché
la chiesa dell’Annunziata possa continuare ad arricchire di senso
religioso l’urbanistica di questa piazza. La Festa senza la Chiesa
vale quanto la Chiesa senza la Festa»3.
Omelia 29 settembre 2005
Iniziamo questa Messa nel nome del Dio annunziato da San
Michele. Il nostro Dio non è un solitario, ma una comunione di
2
Le omelie sono state pronunciate in occasione della Santa Messa celeEUDWDLQSLD]]D8PEHUWR,LQRQRUHGL6DQ0LFKHOHDFRQFOXVLRQHGHOODSURFHVsione del 29 settembre.
3
DON ANTONIO CANTELMI (dall’Omelia per la festa di San Michele), in Il
Ponte, cit., novembre 1992
141
PASQUALE RUSSO
tre persone, perciò facciamo tutto nel nome del Padre, del Figlio
e dello Spirito Santo. Amen.
Dopo aver annunziato la presenza di Dio e dei suoi doni in
mezzo a voi, oggi vi saluto veramente come popolo di San Michele, con i suoi Amministratori, con le sue Forze dell’ordine, con
la varietà delle sue Associazioni e con i suoi Presbiteri in comunione con il Vescovo Angelo.
Mi chiedevo all’inizio della Novena quale fosse il primo segno della festa, e, notando nella chiesa della SS. Annunziata, i
primi emigrati che tornavano dalle Americhe, ho capito che il
SULPRVHJQRGHOODIHVWDqLOULWRUQRGHL¿JOLqLOSDHVHQDWLRFKH
si ripopola, o, per dirla con linguaggio biblico, è il ritorno a Gerusalemme
«Alza gli occhi intorno e guarda:
tutti costoro si sono radunati, vengono a te.
,WXRL¿JOLYHQJRQRGDORQWDQRª,VDLD
(Tralascio di dire che durante la Novena ho avuto dei momenti di grande sofferenza nel sentirmi chiedere: «Chi pigliate
per la festa?». Avrei voluto rispondere: «Per la festa noi non pigliamo nulla, poiché la festa non è un prendere, ma un accogliere.
Spero di essere degno di accogliere il dono di Dio nella venuta di
San Michele dal monte nella sua Città. Né San Michele trae gloria
dallo spettacolo “pigliato” la sera del 30 settembre».)
Dico «grazie!», con immensa gratitudine, al fanciullo che ieri
sera, davanti alla porta dell’Annunziata, poco prima che arrivasse
“la Barca” mi ha chiesto: «Don Antonio, mi racconti la storia di
6DQ0LFKHOHHLOVLJQL¿FDWRGHOOD%DUFD"ª/DPDPPDFKHORDFcompagnava mi ha chiesto: «Dove posso trovare un libro con la
storia di San Michele?» .
In questo momento è iniziata per me la festa e la gioia della
IHVWDFKHKDLOVXRPRPHQWRSLYLYRQHOODGRPDQGDFKHL¿JOL
ULYROJRQRDLJHQLWRUL©5DFFRQWDWHFLLOVLJQL¿FDWRGLTXDQWRIDF142
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
ciamo». Che senso ha quello che facciamo, che senso ha la vita
tutta? È il debito più grande e più bello verso le future generazioni. Donare loro una parola preziosa quanto il pane che li nutre. Il
popolo vive il suo momento più bello in questa trasmissione di
YLWDHGLVLJQL¿FDWRGLYLWDQHOOHSURSULHWUDGL]LRQLHJRGHGHOGHsiderio dei giovani che chiedono “raccontateci la storia ed il suo
VLJQL¿FDWR´&RQOLQJXDJJLRELEOLFRGLUHPPR©&DQWDWHFLLFDQWL
di Sion». Non appendiamo le cetre dei padri ai salici per comperare, per “pigliare” canti stranieri.
Caro fanciullo, se questa notte io mi fermassi con te a racFRQWDUWLODVWRULDGL6DQ0LFKHOHHGLVLJQL¿FDWLGHOOHWUDGL]LRQLD
Lui legate a Sala Consilina, passeremmo una bella notte di veglia,
bella come la notte di Pasqua, fatta di racconti, di canti e di balli,
ma saremmo solo all’inizio del racconto. C’è una sola possibilità
GLFRQRVFHUHODVWRULDGL6DQ0LFKHOHHGLOVLJQL¿FDWRGLTXDQWR
facciamo: dedicare un’ora settimanale ad una attività semplice e
che a Sala inizieremo la prossima settimana, frequentare la scuola
di catechismo e dedicare un’ora ogni Domenica a quella Assemblea di Popolo che chiamiamo Santa Messa. Solo questo ritmo
settimanale dà il senso cristiano alla vita ed alla Festa, diversamente il tutto sarà sale senza sapore.
Mantengo, però, la promessa di iniziarti il racconto, tu mantieni quella di non saltare neppure una Domenica la Celebrazione
Eucaristica.
Mi hai chiesto, dunque, la storia di San Michele.
Facile mi sarebbe raccontarti la storia di San Cono: è nato
a Teggiano nel tredicesimo secolo, vissuto circa diciotto anni e
morto a Cadossa, nel comune di Montesano. E così di tanti altri
Santi o personaggi storici, ma San Michele dove è nato, quando è
nato e dove è morto?
San Michele non è nato e non è morto ed essendo puro spirito, non ha corpo e non occupa uno spazio. Non c’è la storia di
San Michele, non può esserci storia di San Michele poiché San
143
PASQUALE RUSSO
Michele è fuori della storia, è al disopra della storia, ma non estraneo, perché ha toccato la storia.
“Quis ut Deus?” leggiamo sullo scudo della nostra statua, è il
VLJQL¿FDWRGHOQRPHHEUDLFR0LFKHOH³&KLqFRPH'LR"´
Nessuno è come Dio capace di parlare ad ogni uomo nel suo
intimo, in quel tempio sacro di ogni uomo che chiamiamo coscienza. Ricordate la voce che sentiva Caino dopo aver ucciso il
fratello Abele: «Dov’è tuo fratello?». E’ la voce della coscienza
che indica ad ogni uomo la strada del bene e la distingue da quella
del male. Non è solo il frutto di socialità e condizionamenti vari.
E’ la voce di Dio che entra nella storia. La Bibbia dice che Caino
cercava di trovare un luogo ove non ascoltare quella voce, ma un
luogo lontano dalla Parola di Dio non esiste.
Nessuno è come il nostro Dio, non solo capace di parlare ad
ogni uomo, ma anche di riunire uomini diversi e farne un solo
popolo. E’ la voce di Dio che ha parlato a Mosè e gli ha chiesto
di formargli un popolo e Mosè lo ha fatto dandogli una legge
scolpita sulla pietra, ad indicare l’oggettività di una legge che non
è soggetta alle debolezze e condizionamenti della coscienza personale. E’ nato, così, il primo popolo di Dio, quello ebraico, ricco
di una legge che viene direttamente da Dio e ricco di una festa, la
Pasqua, che rivela la presenza di Dio nella storia del suo popolo.
Nella XXV domenica per anno/A, abbiamo letto l’Antifona:
«Io sono la salvezza del mio popolo,» - dice il Signore - «in
qualunque prova mi invocheranno, li esaudirò, e sarò il loro Signore per sempre».
Nessuno è come il nostro Dio, che dopo aver scelto ed amato
un popolo in mezzo agli altri popoli, dopo essere stato la Medicina
di questo popolo per mezzo dell’Arcangelo Raffaele, ha inviato
sulla terra l’Arcangelo Gabriele, lo ha mandato ad una fanciulla
GLQRPH0DULDDFXLKDDQQXQ]LDWR©&RQFHSLUDLXQ¿JOLR«ª
Da quel momento “la Forza di Dio” è entrata nella storia ed
è diventata debolezza, uomo tra gli uomini, il Dio con noi. E la
144
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
legge della coscienza, la legge scolpita sulla pietra è diventata
legge scolpita nel cuore di ogni uomo ed ogni popolo è diventato
il popolo di Dio e tutta la legge è diventata un solo precetto: Ama
il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima,
con tutta la tua mente… ama il prossimo tuo come te stesso. Precetto elevato ad “amatevi come io vi ho amato” nel Vangelo di
Giovanni 13,34: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate
JOLXQLJOLDOWULFRPHLRYLKRDPDWRFRVuDPDWHYLDQFKHYRLJOL
uni gli altri».
Nessuno è come il nostro Dio, che, nell’anno del Signore
1213, tocca la storia di Sala Consilina con l’apparizione dell’Arcangelo San Michele al pastorello ai piedi del Monte Balzata ed il
giorno 4 luglio la sua parola, durante una “grande tempesta in cui
sembrava che il cielo cadesse sopra la terra”, ammonisce che “era
stato trascurato il Tempio”.
(FFRDOORUDLOVLJQL¿FDWRGHOOD%DUFD/D%DUFDUDI¿JXUDOD
Chiesa, il nuovo Tempio di Dio di cui entriamo a far parte col
Battesimo ed ove cresciamo accogliendo ogni Domenica la sua
parola e nutrendoci del suo corpo nell’Eucaristia.
Celebriamo l’anno dell’Eucaristia. Nel 304 d.C. ad Abitene,
in Tunisia, 49 martiri affrontavano la morte per la propria fede. Il
racconto del martirio individua tre cardini di fede:
ODFRPXQLRQHFRQLSURSULSUHVELWHUL
LOSRVVHGHUHQHOFXRUHOD3DURODGL'LR
la fedeltà alla Messa domenicale.
E’ un popolo che si nutre dell’Eucaristia. Nei primi secoli la
Domenica ha custodito i cristiani, come il Sabato aveva custodito gli ebrei. Se è vero che dalla Pasqua nascono tutte le feste,
è altrettanto vero che la festa di Pasqua nasce dalla fedeltà alla
celebrazione domenicale.
Segno dell’Alleanza, a Sala Consilina, la Barca, il volo e
l’offerta dell’Angelo, lo squarcio che nell’affresco sul Santuario
lacera l’immagine di San Michele. Sul nostro Santuario San MiFKHOHqLO&URFL¿VVRFRQLOFRUSRVSH]]DWRGDXQIXOPLQHGXUDQWH
145
PASQUALE RUSSO
il terremoto del 1857, per la salvezza del popolo.
Con le Scritture nel cuore, in comunione con i propri presbiteri, fedeli alla Messa domenicale, festeggiamo il rinnovo annuale
dell’alleanza con:
LO'LRFKHVFHOVH$EUDPRHEHQHGLVVHODVXDGLVFHQGHQ]D
il Dio che, in Mosé, scelse Israele come il popolo del contratto dell’alleanza,RSHUYRLHYRLSHUPH
il Dio che, in Cristo, scelse la Chiesa come il popolo del contatto nell’intimità (Io in voi e voi in me): «Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore… chi
rimane in me porta molto frutto» (Giovanni 15,9).
Omelie di don Peppino Giudice
…«Sorelle e Fratelli,
“quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà la fede a Sala
Consilina?” (cf. Lc. 18, 8). Questa espressione di Gesù ci mette
con le spalle al muro, ci inchioda alla nostra responsabilità cristiana. Troverà una fede limpida, genuina, forte? Dio non voglia che
trovi una fede terremotata!
L’Arcangelo Michele, questa mattina, si fa nostro Maestro
QHOODIHGHFRQLOVXRVWHVVRQRPH0,.$(/±48,687'(86"
CHI è COME DIO? – Nessuno. La fede riconosce il primato, il
primo posto solo a Dio. Troppi idoli dobbiamo confessare: troppe
cose e troppe persone abbiamo messo al posto di Dio. CHI E’
COME DIO? Nessuno, neanche San Michele. Egli porta a Dio,
combatte per ristabilire la giustizia di Dio, ma non si mette al posto di Dio. Egli ha fede in Dio.
Siate disposti a perdere la vita, piuttosto che lasciarvi strappare la fede! Imitando la fede degli angeli e dei Santi, provocati
ad avere le ali, con una giusta scala di valori, siamo impegnati a
146
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
costruire la città dell’uomo, perché la fede “se non ha le opere, è
morta in se stessa” (Gc 2, 17).
Da cristiani, da uomini e donne di fede, dobbiamo immettere
nella società i semi del Vangelo, gesti di speranza e di carità, da
profeti della “città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso” (Eb. 11, 10)»4.
Illumina, custodisci, reggi e governa questa città
di Sala Consilina
…«Per vivere con forza ed originalità il giorno festivo e i giorni
feriali, Michele ripete alla sua Chiesa: “attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell’armatura di
Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia
infatti non è contro creature fatte di sangue e carne, ma contro i
Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.
Prendete perciò l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel
giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, FLQWLL¿DQFKL con la verità, rivestiti
con la FRUD]]D della giustizia, e avendo come FDO]DWXUH ai piedi lo
zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano
lo scudo della fede, con il quale potete spegnere tutti i dardi inIXRFDWL GHO PDOLJQR SUHQGHWH DQFKH l’elmo della salvezza e la
spada dello Spirito, cioè la parola di Dio. Pregate incessantemente…” (Ef. 6, 10 – 18).
Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore…
A te voglio cantare davanti agli Angeli…
6DOD&RQVLOLQDLOVHWWHPEUH3LD]]D8PEHUWR,LQIl Ponte, cit.,
settembre 1986.
4
147
PASQUALE RUSSO
davanti a
Michele: chi come Dio? Per non anteporre nulla a Dio
Gabriele: forza di Dio, per affrontare la lotta della vita
Raffaele: medicina di Dio, per curare le piaghe dei cuori
spezzati.
A te voglio cantare davanti agli angeli: “fa’ che quest’offerta, per le mani del tuo angelo santo - Cristo Gesù - sia portata
sull’altare del cielo davanti alla tua maestà Divina, perché su tutti
noi che partecipiamo di quest’altare, comunicando al Santo mistero del corpo e sangue del tuo Figlio, scenda la pienezza di ogni
grazia e benedizione del cielo” (Canone I).
Vogliamo pregare:
Angelo di Dio, che sei il mio custode: illumina, custodisci,
UHJJLHJRYHUQDTXHVWDFLWWjGL6DOD&RQVLOLQDFKHWLIXDI¿GDWD
dalla pietà celeste. Amen. Alleluia»5.
2PHOLDGLGRQ0LFKHOH7RWDUR
Io non c’ero mai stato
«Il linguaggio usato per descrivere la vita o la testimonianza
GLXQ6DQWRqVHPSUHPROWRSDFDWRRVHUHLGLUH³SDFL¿FR´4XDQdo si parla di San Michele le parole sono forti, “battagliero”. Non
solo le parole, ma tutta l’atmosfera che si respira durante i giorni
della festa a Sala Consilina. Coinvolge tutti in maniera profonda
e orgogliosa.
Io non c’ero mai stato. Quest’anno, però, ho avuto la possibilità di partecipare all’intero momento della festa, compresa
ODSDUWHFLSD]LRQHKRDYXWRO¶RQRUHGLSUHVLHGHUHOD&HOHEUD]LRQH
Eucaristica, in piazza, dove tutta la comunità salese era presente.
5
GIUSEPPE GIUDICE (dall’Omelia del 29 settembre 1996), Il Ponte, cit.,
Natale 1996.
148
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
Sacerdote solo da qualche mese, mi sentivo già parte di questa
comunità in festa.
Accolto. E’ questo lo spirito della Chiesa e sarebbe bello che
in ogni occasione fossimo capaci di far trasparire sentimenti di
affetto e di accoglienza.
Ho voluto sottolineare, nell’omelia, come i simboli esteriori dell’Arcangelo richiamino immediatamente gli atteggiamenti
LQWHULRULFRPHFLRqO¶DUPDWXUDODELODQFLDHOHDOLULFKLDPLQRULspettivamente la difesa della fede, l’amore giusto di Dio e la speranza capace di farci volare con una matura personalità cristiana.
Via, dunque, paure e mediocrità: ci auguriamo, come comunità
che cresce sull’esempio di San Michele, e di poter essere degni di
tale protettore!»6.
Novena7
In onore dell’Arcangelo San Michele
In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti. Amen
Prima Grazia
Vi domandiamo, o Santo Arcangelo Michele, assieme col
3ULQFLSH GHO SULPR &RUR GHL 6HUD¿QL FKH YRJOLDWH DFFHQGHUH LO
QRVWURFXRUHFRQOH¿DPPHGHOVDQWRDPRUHHFKHSHUPH]]RYRstro, potessimo spregiare le lusinghevoli sirene dei piaceri del
mondo.
Pater, Ave et Gloria.
Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio, ut non pereamus in tremendo Iudicio.
6
MICHELE TOTARO (don) in Il Ponte, cit., Natale 1998.
F. ROMANO (a cura di), Divota Novena all’Arcangelo S. Michele, Sala
Consilina, Tip. Auleta, 1930.
7
149
PASQUALE RUSSO
Seconda Grazia
Vi chiediamo umilmente, o Principe della Celeste Gerusalemme, insieme col capo dei Cherubini, che vi ricordiate di noi,
massime quando saremo assaliti dalle suggestioni del nemico infernale, perché, con il vostro aiuto divenuti vincitori di Satanasso, potessimo fare di noi stessi un intero olocausto a Dio, nostro
signore.
Pater, Ave et Gloria.
Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio, ut non pereamus in tremendo Iudicio.
Terza grazia
Devotamente vi supplichiamo, o invitto campione del Paradiso, insieme col Principe del terzo Coro, cioè dei Troni, perché
non permettiate che noi vostri fedeli servi fossimo oppressi dagli
spiriti infernali né da infermità d’incantesimi tormentati.
Pater, Ave et Gloria.
Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio, ut non
pereamus in tremendo Iudicio.
Quarta grazia
8PLOPHQWHLQWHUUDSURVWUDWLYLSUHJKLDPRRSULPR0LQLVWUR
della Corte dell’empireo, insieme col Principe del quarto Coro,
cioè delle Dominazioni, ché difendiate il Cristianesimo tutto in
ogni sua occorrenza, accrescendolo di vittorie, felicità e grazie in
questa vita di affanni, e di gloria nell’altra.
Pater, Ave et Gloria.
Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio, ut non pereamus in tremendo Iudicio.
Quinta grazia
Vi preghiamo, o Sant’Arcangelo, insieme col Principe del
quinto Coro, cioè delle Virtù, che vogliate liberare noi, vostri ser150
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
vi, dalle mani dei nostri nemici, sì occulti, come palesi, da falsi
WHVWLPRQLGDOLQJXHPDOH¿FKHGDGLVFRUGLHWXWWRLOPRQGRFULVWLDQRHGLQSDUWLFRODUHTXHVWDFLWWjDOYRVWURSDWURFLQLRDI¿GDWD
da fame, peste, guerra, terremoti, folgori e da tutto ciò che può
arrecare danno e svantaggio alla vita spirituale e temporale.
Pater, Ave et Gloria.
Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio, ut non pereamus in tremendo Iudicio.
Sesta grazia
Vi supplichiamo, o Condottiero delle Angeliche Squadre, e
vi preghiamo insieme col Principe, che tiene il primo luogo fra le
Potestà, che vogliate provvedere alle necessità di noi vostri servi,
ed in particolare di questa nostra città con dare alla terra la fecondità desiderata.
Pater, Ave et Gloria.
Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio, ut non pereamus in tremendo Iudicio.
Settima grazia
Vi chiediamo o Primicerio degli Angeli, San Michele, che vogliate liberare i nostri servi ed in particolare questa Città da tutte
le infermità corporali e molto più dalle spirituali.
Pater, Ave et Gloria.
Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio, ut non pereamus in tremendo Iudicio.
Ottava grazia
Vi supplichiamo, o Santo Arcangelo, insieme col Principe di
questo ottavo coro, e con tutti i nove Cori, ché abbiate cura di
noi in questa presente vita, e nell’ultima ora della nostra morte
DVVLVWLDWH DOOD QRVWUD DJRQLD SHUFKp SURWHWWL HG DVVLVWLWL GD9RL
151
PASQUALE RUSSO
potessimo rimanere vincitori di Satanasso e venircene a godere
con voi nel Paradiso la Divina Bontà.
Pater, Ave et Gloria.
Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio, ut non pereamus in tremendo Iudicio.
Nona ed ultima grazia
9LSUHJKLDPR¿QDOPHQWHR*ORULRVLVVLPR3ULQFLSHHGLIHQVRre della chiesa militante e trionfante, ché vogliate, in compagnia
del capo del nono Coro, custodire, patrocinare i vostri devoti e noi
con tutti di nostra casa, e tutti quelli che si sono raccomandati alle
nostre orazioni, acciò con la vostra protezione, menando una vita
incolpabile, potessimo poi godere la faccia di Dio assieme con
Voi, e con tutti gli Angeli del Cielo per tutti i secoli. Così sia.
Pater, Ave et Gloria.
Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio, ut non pereamus in tremendo Iudicio.
3HU¿QHGHOOD&RURQHOODVLUHFLWDQRTXDWWUR3DWHU1RVWHUD6
Michele, S. Raffaele e l’Angelo Custode.
Indi si dicano le Litanie Lauretane.
V. Ora pro nobis Beatissime Michael Princeps in Ecclesia Dei
58WGLJQLHI¿FLDPXUSURPLVVLRQLEXV&ULVWL
Oratione8
O Dio misericordioso, presidio della nostra fragilità, concedi che noi che facciamo memoria della Santa Madre di Dio,
risorgiamo dalle nostre iniquità con l’aiuto della sua intercessione. Onnipotente Dio Sempiterno, che per la tua somma clemenza
scegliesti per la salvezza degli uomini mirabilmente l’Arcangelo
8
152
Ho tradotto dal latino.
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
Michele, gloriosissimo Principe della tua Chiesa, concedi ancora
FKHFROVXRVDOXWDUHDLXWRPHULWLDPRGLHVVHUHWHQXWLORQWDQLHI¿cacissimamente dai nemici e di essere liberati in occasione della
nostra morte, e che possiamo essere presentati alla tua beatissima
eccelsa Maestà.
Per Cristo nostro Signore.
Offerta
a San Michele Arcangelo9
Principe nobilissimo delle angeliche Gerarchie, valoroso
guerriero dell’altissimo, amatore zelante della gloria del Signore,
terrore degli Angeli apostati ed amore e delizia di tutti gli Angeli
giusti, nostro riverito Arcangelo San Michele: desiderando noi di
essere nel numero dei vostri veri devoti e dei vostri servi, a voi
oggi per tali ci offriamo, ci doniamo e ci dedichiamo, e poniamo
tutti noi stessi, tutte le nostre case e famiglie e quanto a noi appartiene sotto la vostra protezione, E’ piccola della nostra servitù
O¶RIIHUWDHVVHQGRQRLQRQSLFKHPLVHUDELOLSHFFDWRULPDJUDGLWH
del nostro cuore l’affetto e ricordatevi che, se da oggi in avanti
siamo sotto il vostro patrocinio, voi dovrete in tutte le nostre vie
assisterci e procurarci il perdono dei nostri molti e gravi peccati,
e grazia di amare di cuore il nostro Dio, il nostro caro Salvatore
*HV&ULVWRHODQRVWUDGROFHPDGUH0DULDHGLPSHWUDWHFLWXWWL
quegli aiuti che ci sono necessari per arrivare in cielo. Ascoltateci
dunque, rimirateci con l’occhio benigno, Arcangelo amabilissiPRHULFHYHWHFLSHUYRVWULVHUYLSHUSHWXLFKHQRLGLXQWDQWRIDYRUHFRQ¿GDWLSHUWDOLJLjLQFRPLQFLDPRDULFRQRVFHUFLH con devoto
ossequio alla vostra presenza c’inchiniamo.
9
F. ROMANO (a cura di), Divota Novena all’Arcangelo S. Michele, cit.,
p. 15.
153
PASQUALE RUSSO
Inno al Santo Patrono10
O Santo che risplendi
sopra la nostra testa,
a noi, deh, manifesta
il tuo paterno amor.
Come del sol la luce
si svela al mondo intorno
dall’almo tuo soggiorno
ti mostra ai nostri cuor.
6XL¿JOLWXRLULIXOJL
con il tuo raggio ardente
che palpita possente
di celestiale amor.
Dona, o benigno, al braccio
Vigor nell’aspro agone,
e il tuo esempio sprone
ci sia per bene oprar.
O nostro gran Patrono
QHOO¶DUGXDYLDFLJXLGD
FKLPDLVHLQWHFRQ¿GD
potrà quaggiù temer?
Del male il cupo orrore
intenebra il cammino,
ma tu Astro divino,
illumina il sentier.
10
154
Versi settenari.
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
Inno a San Michele Arcangelo11
O San Michele Arcangelo
di Sala Protettore
a Te il nostro cuor,
la vita a Te doniam.
Guarda benigno Sala,
preserva dall’error,
o Santo Protettore,
il popol tuo fedel.
In questo mar del mondo,
tu, qual propizia stella,
guida la navicella
verso l’eternità.
Guarda benigno Sala
preserva dall’error,
O Santo Protettore,
il popol tuo fedel.
O Principe degli Angeli,
terrore dei nemici,
soccorri gli infelici,
salva la gioventù,
Guarda benigno Sala
preserva dall’error,
o Santo Protettore,
il popol tuo fedel.
11
Versi settenari.
155
PASQUALE RUSSO
Nell’ora della morte,
insieme con Maria,
salva quest’alma mia
portala tu a Gesù.
Guarda benigno Sala
preserva dall’error,
o Santo Protettore,
il popol tuo fedel.
156
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
129(1$$778$/(
In onore di
SAN MICHELE ARCANGELO
O glorioso san Michele Arcangelo, che avesti da Dio il
potere di scacciare dal cielo
gli Angeli ribelli, dégnati di
ascoltare le umili suppliche che
QRLWLULYROJLDPRFRQ¿GXFLD
Continua la tua opera di difensore dei diritti sacrosanti
del Signore sul mondo intero
e su di noi che ancora siamo
insidiati dalle cattive suggestioni di Satana, nemico di Dio
e nemico nostro.
Egli ci vorrebbe ribelli ai
voleri e ai comandamenti del
Signore, pigri e indifferenti sulla via della salvezza eterna, e
dimentichi di Dio, nostro unico
e ultimo bene.
Risuoni ancora al nostro
orecchio il grido che facesti
echeggiare nei cieli: Chi può
essere simile a Dio? e sia per
noi un grido di richiamo e di
In honour to
SAINT MICHAEL THE
ARCANGEL
Oh glorious Saint Michael
the Archangel, who received
from God the power to expel
from Heaven the ribellious
Angels, deign to listen to our
humble plea with whom we
address you with faith.
Go on with your deeds in
defending the sacred rigths of
your Lords on the whole world
and on us because we are still
thearten by the bad istigation
of Satan, enemy of God and of
ourselves.
He would like us ribellous to
the will and commandments of
our Lord, lazy and unmoved on
our way to the eternal salvation,
and omitting our Lord, our only
and last blessing.
Be always in our ears the
cry that echoed in the skies:
Who migth ever be so similar
* Traduzione di Maddalena Morena
157
PASQUALE RUSSO
riscossa alla fede e alla vita
cristiana.
Gloria
to God?, and let it be for us a
warning of faith and Christian
life.
Glory
O glorioso san Michele
Arcangelo, Principe dei Cori
celesti, tu che fosti più volte
inviato da Dio in terra per
portare agli uomini messaggi di
pace e di benedizione, continua
TXHVWDRSHUDGLSURWH]LRQHHI¿
cace ed amorosa su quanti ti
invocano.
Tu che riverberi in te la luce
del Signore, aiutaci a discernere
la verità dall’errore, il bene dal
male, la via giusta da quella
sbagliata, l’amore dall’odio e
ciò che veramente dà pace e
serenità al nostro spirito sempre
in affannosa ricerca.
La spada che vediamo
lampeggiare nella tua mano
simboleggia la forza che noi
possiamo ottenere da Dio nella
lotta contro il Nemico comune e
contro le debolezze della nostra
natura umana.
Combattendo con la forza di
Dio, vinceremo ogni battaglia
spirituale e in Dio avremo la
YLWWRULD¿QDOH
Gloria
Oh glorious Saint Michael
the Arcangel, Prince of the
celestial choirs, you who was
sent on earth by God to bring
to men messages of peace and
blessings, go on this work of
effective and lovely protection
the whom invoke for you.
You, light of our Lord, help
us to distinguish the truth the
mistake, the good from the evil,
the right way from the wrong
one, love form hate and what
is really peace and serenity for
our souls, always in a frantic
search.
7KH ÀDVKLQJ VZRUG LQ \RXU
hand simbolizes the strength we
FDQJDLQIURP*RGLQRXU¿JKW
against the common Enemy
and against the wheakness of
our human nature.
Fighting with the strength
of God on our side, we will
win all our spiritual battles and
*RGRQO\ZHZLOOKDYHRXU¿QDO
victory.
Glory
158
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
O Principe nobilissimo delle
Angeliche Schiere, glorioso san
Michele Arcangelo, banditore
instancabile delle glorie di Dio e
Validissimo difensore della sua
santa Chiesa, noi ci poniamo
sotto la tua protezione.
Le nostre necessità materiali
e spirituali sono tante, e tu le
conosci con visione di Angelo
GHO 6LJQRUH YHGL L QRVWUL VH
greti affanni, le nostre ansie e
OH QRVWUH DIÀL]LRQL UDFFRJOLOH
e pòrtale ai piedi del Dio altissimo e misericordioso.
Riporta sulla terra le benedizioni del Signore e della
Madonna Santissima, versandole sul nostro lavoro quotidiano, sul nostro pane di
ogni giorno, sui poveri, sugli
ammalati, sui sofferenti e sui
bisognosi di conforto.
Scrivi ancora pagine gloriose
di tuoi interventi a favore della
umanità disorientata e in cerca
della verità e della solidarietà
YHUDHGHI¿FDFH$LXWDFLWXWWLD
riannodarci a Dio e a ritrovare
la via giusta che porta al cielo.
Gloria
Oh noble Prince of the
Angelical Crowds, glorious
Saint Michael the Archangel,
indefatigable auctioneer of
God’s glories and valid
defender of His holy Church,
we put ourselves under your
protection.
Our material and spiritual
needs are a lot, and you know
them with sight of Angel of
WKH /RUG \RX VHH RXU VHFUHW
worries, our anxiety And our
DIÀLFWLRQVEULQJDQGWDNHWKHP
to the High and Merciful God.
Take on earth the blessings
of the Lord and of the Saint
Virgin Mary, put them on our
daily work, on our daily bread,
on the poor ones, on the sick
ones, on the people who suffer
and need support.
Write again glorious pages
of your intervention for the
disorientated humanity looking
for truth and for real and
effective solidarity.
Help us to renew to God and
WR¿QGDJDLQWKHULJKWZD\WKDW
leads to heaven.
Glory
159
PASQUALE RUSSO
Preghiera
Prayer
O Glorioso san Michele
Arcangelo, un’ultima preghiera
ti rivolgiamo. Assisti e proteggi
questa città di Sala Consilina,
che da secoli ti ha eletto come
suo particolare Protettore ed ha
imparato a chiamarti in ogni
sua necessità.
Non venga mai meno il tuo
valido patrocinio anche quando
non lo meritiamo.
Benedici ogni cittadino, tutte
le autorità civili e religiose, i
professionisti e gli artigiani,
gli operai e gli agricoltori, i
JHQLWRULHL¿JOLLPDHVWULHJOL
scolari, i sani e gli ammalati.
,QWXWWLVLULGqVWLXQVRI¿RGL
vita nuova, condotta secondo
i princìpi cristiani, che sono
indispensabili perché la vita
scorra in un’atmosfera di fratellanza e di concordia, di
onestà e di giustizia, di dignità
umana e cristiana, di carità e di
mutua comprensione.
Rafforza in tutti la fede in
Dio, grande e misericordioso,
in Gesù Cristo, Dio con il Padre
e lo Spirito Santo, fattosi nostro
Maestro e Redentore, nella
Oh Glorious Saint Michael
the Archangel, we address you
just another prayer.
Assist and protect this city of
Sala Consilina, that centuries
ago designed you as particular
Protector and that has learned
to call you in every need.
May your valid defence be
always with us even when we
don’t deserve it.
Bless every citizen, every
civil and religious authority,
Professionals and artisans,
workers and farmers, parents
and children, teachers and
pupils, the healthy and the sick
ones.
Let there be in every one
a breath of new life, led in
observance of
Christian rules, that are
needed to make life go on in an
atmosphere of brotherhood and
concord, of honesty and justice,
of human and Christian dignity,
of charity and comprehension.
Reinforce in everyone
the faith in God, great and
merciful, in Jesus Christ, God
with the Father and the Holy
160
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
sua Chiesa e nei sacramenti
sgorgati dal suo Cuore amoroso
e solerte, per il vero bene
dell’uomo e dell’umanità.
Così sia
Spirit, made our teacher and
Redeemer, in His Church and
in the Sacraments that spring
from His Heart full of love,
for the real good of man and
mankind.
Amen
161
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
INDICE
Presentazione............................................................................................................................Pag.7
Storia, Tradizione e attualità.......................................................................................11
Origine del culto michaelico...........................................................................................11
La tradizione.......................................................................................................................................13
Verso il monte...................................................................................................................................16
Sul monte...............................................................................................................................................20
Prodigio della resudazione..................................................................................................25
Dopo il prodigio.............................................................................................................................29
Ampliamenti.......................................................................................................................................33
Il campanile e le campane...................................................................................................38
L’affresco...............................................................................................................................................40
Il dipinto nella “caggia”.......................................................................................................43
La tela di Mega................................................................................................................................43
La statua..................................................................................................................................................44
La statuetta...........................................................................................................................................48
La statua della Confraternita.............................................................................................49
La statua di San Michele nell’edicola di via Manin..............................50
Le edicole..............................................................................................................................................50
Le feste.....................................................................................................................................................51
La Barca..................................................................................................................................................59
Salve, o glorioso Arcangelo!.............................................................................................62
Ode a San Michele.......................................................................................................................64
La Confraternita di San Michele Arcangelo....................................................68
La Procura.............................................................................................................................................71
Lapidi sul Santuario...................................................................................................................73
195
PASQUALE RUSSO
Appendice............................................................................................................................................83
Lettera del vescovo Carlo F. Giocoli.......................................................................83
Copia del Sommario Processo........................................................................................84
Invito dei Sindaci di Sala al Priore
della Confraternita “San Vincenzo di Paola”..................................................86
Atto di fondazione della Confraternita
di San Michele a Sala...............................................................................................................87
Doveri e Dritti della Congregazione
di San Michele Arcangelo....................................................................................................88
Richiesta per uso di un medaglione..........................................................................92
,QGXOJHQ]HSRQWL¿FLH.................................................................................................................93
Vescovi.....................................................................................................................................................93
Lettera del vescovo Aldo Forzoni...............................................................................95
Rettori del ‘900..............................................................................................................................96
Custodi del Santuario................................................................................................................96
Ricorrenze.............................................................................................................................................97
Percorso processionale............................................................................................................98
Processioni.........................................................................................................................................99
Volo dell’angelo..........................................................................................................................100
Bande Musicali............................................................................................................................102
Offerte....................................................................................................................................................104
Procure di San Michele Arcangelo.........................................................................107
Verbali della Procura di San Michele...................................................................109
Sulla stampa del XX secolo............................................................................................110
Curiosità...............................................................................................................................................116
Richiesta autorizzazione questua..............................................................................123
Proposte per una Mostra permanente
di etnologia Michaelica a Sala.....................................................................................124
XV centenario dell’Apparizione di San Michele....................................126
Incontro del Vescovo Bruno Schettino
con i Comitati-festa.................................................................................................................127
Restauro della statua di San Michele Arcangelo.....................................129
196
A TE, FERVIDO ARCANGELO!
Restauro dell’affresco nel “cappellino”
e di due altari laterali..............................................................................................................129
Restauro, consolidamento ed adeguamento
del Santuario di San Michele Arcangelo..........................................................130
Cronologia.........................................................................................................................................133
Cronaca di una festa................................................................................................................139
Omelie..................................................................................................................................................141
di don Antonio Cantelmi....................................................................................................141
di don Peppino Giudice.......................................................................................................146
di don Michele Totaro...........................................................................................................148
Novena..................................................................................................................................................149
Offerta a San Michele Arcangelo.............................................................................153
Inno al Santo Patrono............................................................................................................154
Inno a San Michele Arcangelo....................................................................................155
Novena attuale..............................................................................................................................157
197
PASQUALE RUSSO
Stampa
9DOVHOH7LSRJUD¿FDVUO
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Natale 2006
198
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A te, fervido Arcangelo! - Parrocchia SS. Annunziata