Sommario 2 Contemplativi nel groviglio della vita 5 Sui loro passi 6 L’avventura continua... 8 Terza domenica... che passione! 10 Amici SMA 13 Incontri 15 Qui pubblicità Istituto secolare «Santa Maria degli Angeli» - Reg. San Grato 56 - 12039 Verzuolo (CN) www.santamariangeli.it Contemplativi nel groviglio della vita Un diritto/dovere di tutti i cristiani in virtù del Battesimo e dell’incorporazione a Cristo Molti cristiani sono portati a pensare che la vita contemplativa sia appannaggio esclusivo di monaci e monache o di pochi altri, chiamati da una speciale vocazione a consumare l’esistenza nella preghiera solitaria. Invece è più realistico, aderente al vangelo, aderire alla famosa frase di Karl Rahner per cui «il cristianesimo del futuro, o sarà mistico, o non sarà». La vita del cristiano è una vita di sequela e di conformazione a Cristo che si dipana giorno dopo giorno, nell’umile quotidiano. Ciò vuol dire che in ogni evento Dio è costantemente presente nel suo abbraccio d’amore e ogni frammento della storia può diventare luogo di incontro con Dio. La contemplazione cristiana entra nella realtà così com’è, nelle vicende di una vita ordinaria per leggerle «con gli occhi di Dio, cioè con lo spirito imbevuto dal Vangelo» (E. Bianchi). Ne riconosce anche le contraddizioni rispetto al progetto di amore di Dio, assumendo uno sguardo critico verso tutto ciò che vi si sottrae: l’egoismo e l’idolatria di sé. La vera contemplazione, lungi dal chiudersi nel proprio mondo interiore, sa farsi solidale con la sofferenza altrui e diventa capace di accogliere, in virtù dalla comunione con Dio, la forza di contribuire alla trasformazione del mondo. Nella Presentazione alle Costituzioni dell’Istituto secolare «Santa Maria degli Angeli» Padre Giuseppe Maria aveva scritto nel 1963: «Dobbiamo credere nella chiamata alla contemplazione pur nel groviglio di una vita moderna». Il messaggio era chiaro. Per una laica consacrata che vive una quotidianità simile a qualsiasi altro cristiano, la contemplazione, la vita di unione con Dio è possibile, anzi è da ritenersi “normale” in quanto compresa nella medesima vocazione cristiana. La domanda comunque rimane: come si conciliano «contemplazione» e «groviglio della vita moderna»? Come vivere l’esperienza profonda della presenza di Dio dedicandosi pienamente all’impegno di costruire la «città dell’uomo»? Non c’è risposta migliore che guardando al modello di vita di Gesù. Nella sua vita terrena ha offerto la sintesi perfetta di azione e di contemplazione. Trent’anni di vita familiare e di lavoro a Nazaret. Poi, tre anni di vita pubblica, dove percorre in lungo e in largo la Palestina, pressato dalla gente, a volte senza avere il tempo di mangiare o di riposare. Eppure Gesù è l’insuperabile contemplativo dalle frequenti, solitarie, notti di preghiera, trascorse nell’a tu a tu con il Padre (Lc 9,28; 6,12). Guardando a lui, il modello, diviene possibile aspirare all’esperienza contemplativa pur dovendosi dedicare alla molteplicità e varietà dell’agire nella complessa realtà del mondo di oggi. Studi recenti* hanno proposto una rivisitazione del significato di «monaco» nel periodo classico ed ellenistico. Monachos etimologicamente significa mancanza di doppiezza, semplice, unico nel suo genere. Sembra che l’ideale primitivo del monaco fosse legato alla nozione biblica dell’amare Dio con cuore integro ed indiviso. Il monaco è allora colui che si mette al servizio di Dio tutto intero, senza divisioni. È lecito trarre la conclusione che vita contemplativa non significhi altro che vita cristiana intesa come esperienza di vita unificata. Non si tratta di giustapporre azione e contemplazione né di considerarle in posizione gerarchica (la contemplazione è tradizionalmente considerata la via migliore, tipica della vita monastica) ma piuttosto di vivere con cuore unificato questi due momenti in una prospettiva di sana complementarietà. Se entrambi sono vissuti in modo armonico ed equilibrato, permettono al credente di vivere una autentica vita cristiana. Renza G. * I. Gargano, Cultura e spiritualità nel monachesimo antico, Studia Anselmiana, Roma 1999, pp. 10-65. Mensa di Betania. Refettorio del Centro Aletti, Roma «Per troppo tempo si è pensato che Marta e Maria rappresentassero una la vita attiva e l’altra la vita contemplativa, alla quale sono chiamati solo gli “eletti”. Ma lo sfondo per capire Marta e Maria nel mosaico è dato dal riferimento a due brani biblici: quello di Lc 10,38-42 e quello di Gv 1112» (da: www.centroaletti.com). contemplazione «Contemplazione» è una parola classica del vocabolario cristiano. È però anche una parola abusata, spesso impiegata per indicare una «specializzazione» particolarmente elevata dell’esperienza cristiana da contrapporsi alla «vita attiva» secondo uno schematismo che lacera la fondamentale unità e semplicità dell’esperienza cristiana. Nel Nuovo Testamento il vocabolo «contemplazione», in greco theoría, si trova una sola volta, in Luca 23,48, e ha per oggetto il Cristo crocifisso: «Tutte le folle che erano venute a questo spettacolo (theoría: si intende la crocifissione), vedendo le cose accadute, se ne tornavano percuotendosi il petto». Il termine dunque designa lo «spettacolo concreto... di Gesù di Nazaret “Re dei Giudei” crocifisso» (Giuseppe Dossetti) ed è ormai su questo centro focale, irriducibile e irrinunciabile, il Cristo crocifisso, che dev’essere valutata l’autentica contemplazione cristiana. Questa theoría trova un suo corrispondente nel vocabolo, molto più frequente nel Nuovo Testamento, gnôsis, «conoscenza», o epígnosis, «sovraconoscenza». Ma anche questo termine ci rimanda alla centralità della croce di Cristo, vero nucleo fontale della conoscenza cristiana (cfr. 1 Corinti 2,2) e dunque dell’annuncio (1 Corinti 1,23) e della prassi (Marco 8,34) cristiane. Al cuore della contemplazione cristiana sta dunque la croce di Cristo: essa norma, ispira il contenuto della fede («non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu», Marco 14,36) e anche la forma che la fede deve assumere nella storia («non come voglio io, ma come vuoi tu», Matteo 26,39). Non si tratta dunque per nulla di qualcosa riservato ai mistici o ai monaci, ma di una realtà a cui è chiamato ogni battezzato: infatti, colui che è stato battezzato, è stato innestato nella vita in Cristo (Romani 6,1-6), si è rivestito di Cristo (Galati 3,27), e la contemplazione-conoscenza cristiana non mira ad altro che a conformare al Cristo l’esistenza personale ed ecclesiale dei cristiani: il Crocifisso contemplato arriva a configurare il volto e la testimonianza del singolo credente e della comunità ecclesiale nel suo insieme. Il contemplativo non è dunque un uomo che fugge la compagnia degli uomini o evade la storia, ma un credente che cerca di discernere nella storia e negli uomini, negli eventi e nella propria persona la presenza del Cristo. E colui il cui sguardo è talmente affinato che sa riconoscere che tempio di Dio («contemplare», etimologicamente, ci rinvia al templum, all’arte di «osservare i profili del tempio»), e dunque dimora dello Spirito santo e luogo di inabitazione del Cristo, è l’uomo stesso. Sì, il contemplativo è un esperto nell’arte del discernimento della presenza di Dio, presenza che non è relegata in luoghi sacri, non è ristretta al religioso, ma è diffusa dappertutto. (Da E. Bianchi, Le parole della spiritualità - Per un lessico della vita interiore, Milano,1999, pp. 97-98) Sui loro passi Pensieri sparsi sul pellegrinaggio ai luoghi francescani A fine agosto, cogliendo l’occasione degli 850 anni della Regola scritta da san Francesco, un folto numero di sorelle di Santa Maria si è recato in pellegrinaggio ad Assisi. È stata davvero un’ottima idea! Certo, è sempre bello ritornare in questi luoghi, ma questa volta è stata un’esperienza speciale perché ci siamo messe sui passi di Francesco e Chiara cercando di vivere insieme l’esperienza francescana all’insegna della gioia dello stare insieme. Già da subito, sul pullman, ho “annusato” nell’aria il profumo della fraternità che si è espressa nel condividere il viaggio, nel pregare insieme, nelle risate e anche… nel prendersi benevolmente in giro. Poi, ovvio, Assisi… Ogni luogo racchiude in sé il suo fascino, ci parla di Dio, del desiderio dell’uomo, di Francesco e Chiara ma anche di ognuno di noi, di tendere all’Assoluto. Soggiornando a Santa Maria degli Angeli, a due passi dalla basilica, abbiamo goduto, come poche volte ci è capitato, della Porziuncola dove ci recavamo ogni volta che era possibile, sostando a lungo in preghiera. È stato molto commovente, poi, celebrare l’Eucaristia proprio lì dove tutto ebbe inizio. Tutte le volte che mi trovo in questo luogo mi viene spontaneo ridire a Dio il mio sì, come fece Chiara la notte della Domenica delle Palme del 1212. Speciale, inoltre, è stata la visita a Fonte Colombo. Qui tutto sembra rimasto fermo ai tempi in cui Francesco scrisse la Regola. Non c’è un grosso via vai di turisti, tutto è semplice, immer- In pellegrinaggio presso la basilica di S. Francesco ad Assisi L’avventura continua... ... assieme ai giovani che cercano l’obiettivo della loro vita Una delle definizioni ricorrenti dell’Istituto che mi ha sempre affascinato dice: «Santa Maria è un’avventura». Avventura di fede, indubbiamente e prima di tutto. E così in questa atmosfera che lascia il sapore del coraggio, della novità, dell’incertezza, della scoperta, dell’incognita, dell’entusiasmo, sono trascorsi tutti questi anni «avventurosi» (dalla fondazione ad oggi), specialmente quando P. Giuseppe Maria era nel pieno delle sue forze e della sua creatività. Se questo, dunque, è il clima di fondo, ogni cosa, anche la più piccola, (segue da pag. 4) so nella natura, quasi “selvaggio” e davvero la fantasia può immaginare Francesco, Leone, i primi frati. Di questo pellegrinaggio cosa mi porto dentro? Forse il desiderio di continuare qui, dove vivo, l’avventura iniziata tanti anni fa ad Assisi: fare di Dio il centro, l’essenziale della vita, tanto da poterlo donare a chi mi passa accanto. Chiara S. ne resta permeata. Ecco perché mi sono sembrate un’avventura le attività vocazionali a cui ho partecipato, alcune delle quali organizzate dall’Istituto. Lanciare tre «week-voc», partendo da una tre giorni ad Assisi con fr. Tonino Tomasoni in pieno inverno, è stata proprio un’impresa! Tuttavia un gruppetto di ragazze ha accettato la sfida, ha deciso di mettersi in gioco, provocate dall’invito del volantino: «CERCA l’obiettivo della tua vita. Se non ora, quando? Se non io, chi?...». Due fine settimana a Saluzzo, presso Casa Maria Regina, animati da don Michelangelo Priotto e don Bernardino Giordano, e uno a Vicoforte in occasione della Giornata Mondiale di Preghiera per le vocazioni, insieme a tanti altri coetanei, sono stati per le partecipanti un’opportunità per riflettere, aprire nuovi orizzonti e incamminarsi verso scelte concrete, per non lasciare che il tempo prezioso della giovinezza passi superficialmente. Con due di loro l’avventura è proseguita nell’estate a Pella, agli eser- cizi spirituali per giovani in ricerca, provenienti dal Piemonte e anche più in là... Cos’è Pella? Presa sul serio, è un’esperienza formidabile, seria e costruttiva, che ti dà la possibilità di staccare quattro giorni dalle cose del mondo, per gustare la Parola, specchiarti in essa e capire chi sei e dove stai andando. Sì, è una vera avventura dello spirito. E così è stata vissuta da tutti. Lo slogan che ci accompagnava era: «Ho una bella notizia: io l’ho incontrato!», frase stampata non solo sulla magliettaricordo, ma nel cuore, negli occhi di chi andando a Pella ha proprio incontrato Gesù e se ne è venuta via diversa, cambiata, con la gioia interiore e soprannaturale che solo Lui può dare. A Santa Maria l’avventura non conosce la parola «fine», fa parte della sua “ossatura”, pertanto in questa luce affronteremo tutte le altre iniziative che ci aspettano, che ci coinvolgeranno, animate dallo spirito del nostro instancabile Fondatore: «Avanti per la più grande avventura di fede, per il destino più bello del mondo». Stefania V. Primo week-end vocazionale ad Assisi - gennaio 2009 Terza domenica... che passione! L’appuntamento mensile di fraternità, preghiera e formazione Chiamarla «terza domenica» è stata un’ottima trovata, visto che facciamo tutti fatica (giovani compresi) a ricordare le date, per cui si rischia di andare alla stazione ad aspettare un parente che arriva, nel giorno e nell’ora sbagliata! No! Questo appuntamento cade sempre, inesorabilmente, ormai da anni, la terza domenica di ogni mese. Ma di che si tratta? Beh! È uno spazio dedicato alla preghiera, o meglio all’adorazione, alquanto intenso e impegnativo, offerto a chi desidera fare un cammino di crescita nella fede in Gesù. Non solo, ma anche di fraternità tra i giovani che lo frequentano che con ciò fanno nascere nuove amicizie. E, non ultimo, è un momento di formazione attraverso un tempo dedicato espressamente alla catechesi e alle testimonianze che ogni anno sviluppano un tema particolare. Ma non è stata una semplice trovata spuntata nella mente di qualcuna particolarmente fervorosa che desiderava fare di San Grato – sulla collina di Verzuolo – un «luogo dello Spirito». In realtà, chi l’ha vista nascere Una «terza domenica»: momenti formativi... sa che la «terza domenica» si pone in continuità con la tradizione di Santa Maria che stava tanto a cuore al fondatore: curare il più possibile l’Adorazione Eucaristica nelle residenze dove esiste una cappella e, a maggior ragione, in quella che è stata la casa di formazione di tante sorelle e dove ha vissuto gli ultimi anni della sua vita P. Giuseppe Maria. Ma, in questa continuità, s’inserisce l’idea nuova di dare l’opportunità di pregare anche a gente esterna all’Istituto, di aprire le porte di un luogo, come San Grato, ormai divenuto un piccolo «centro di spiritualità» come P. Giuseppe stesso auspicava. La chiusura della storica tipografia ha permesso di adibire quel locale a un grande e bel salone con vista panoramica fino a Torino o Bra… nebbia permettendo. All’inizio venivano persone di età diverse, giovani e meno giovani, poi fra i primi si stabilì ben presto un feeling che fece crescere rapidamente l’amicizia e il piacere di reincontrarsi. Prese corpo, perciò, un gruppetto «teen-ager», vivace e fedele, che invitava sempre altre conoscenze. Con il passa-parola si aggiungevano di volta in volta facce nuove e l’iniziativa ha preso più mar- catamente i connotati di un’iniziativa per giovani. E non possiamo non sottolineare che essa ha connotati spiccatamente francescani. Fin dall’inizio, infatti, si fece la scelta di dare un’impronta «serafica» per trasmettere l’eredità di Francesco e Chiara. Questa impronta francescana si è articolata nel tempo, sia mediante la lettura delle Fonti Francescane che con video e, addirittura, viaggi organizzati ad Assisi… e dintorni…, ma abitualmente viene vissuta attraverso un rapporto di «fraterna letizia». Filomena C. ... e contemplativi Amici SMA Un “Cammino” che fiorisce Vita del Gruppo Siamo nel quarto anno di vita del gruppo «Amici di Santa Maria», una fraternità che si è rivelata molto compatta dal momento che il gruppo iniziale continua ancor oggi e, con semplicità evangelica, in questi anni ha allargato il cerchio portando altri membri a partecipare alle riunioni e a condividere attivamente il carisma dell’Istituto secolare. In questo quarto anno stiamo preparando, Sorelle e Amici insieme, un percorso che chiamiamo «Il Cammino degli Amici di Santa Maria» che consiste nel tracciare le linee guida della vita spirituale e del carisma di chi si sente chiamato a questa vocazione all’interno della Chiesa e dell’Istituto. Il Cammino per ora ha toccato i capitoli dell’Identità, della Missione e della Spiritualità. Si aggiungerà ancora qualche modalità che riguarderà alcuni aspetti giuridici e organizzativi del gruppo. E poi, a Dio piacendo, presenteremo il nostro progetto alle Sedi competenti per la revisione e, speriamo, l’approvazione. Intanto continua la nostra formazione che, oltre alle giornate di fraternità, alle ricorrenze importanti, agli 10 incontri degli Amici fra di loro, ha i suoi tempi forti scanditi da quattro ritiri annuali di una giornata intera dove, con intervalli di tempi di silenzio e di condivisione, l’assistente spirituale degli Amici, il cappuccino fra Marcello Graffino, approfondisce la spiritualità francescana e le Sorelle spiegano il carisma di Santa Maria. Partecipi dello stesso carisma «Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio che opera tutto in tutti» (1 Corinzi 12, 4-6). Nella Chiesa la diversità dei carismi è ricchezza comune, esprime valori e prospettive diverse, funzioni e servizi complementari: può costituire uno stimolo e un ampliamento di orizzonti e rafforzare l’identità di ogni scelta vocazionale. Il carisma di Santa Maria ha un’attenzione tutta particolare nei riguardi dei «poveri di fede». Chi manca di fede è una persona povera, di una povertà che rende infelici nel profondo. Per soccorrere queste povertà la nostra missione ci sollecita ad essere intelligenti testimoni della fede che professiamo, impegnati a rendere ragione con dolcezza e rispetto della speranza che è in noi: Gesù Cristo. La nostra vita unita a Lui nella profondità della preghiera, forse anche povera ma fatta con amore, è una richiesta a Dio di accendere il desiderio di Lui nei cuori delle persone che incrociamo ogni giorno. Per questo, le sorelle consacrate e gli amici nelle scelte di missione e di volontariato, per quanto è possibile, si dedicano di preferenza a sanare queste povertà spirituali. Forse senza far nulla di eclatante e vivendo una vita normale accanto agli altri, segnata però da un forte desiderio di essere testimoni del Risorto, di comunicare Lui con la vita e anche con la parola. Tutti gli amici, oltre alle proprie opere di volontariato, sono validissimi ed entusiasti collaboratori nelle attività dell’Associazione Informazioni su Cristo nelle sue diverse sedi. Laura R. Un momento di fraternità tra Sorelle e Amici SMA 11 Il documento della congregazione dei religiosi Cum Santissimus già nel 1948 aveva affermato la possibilità della partecipazione di Associati negli Istituti Secolari. Al n. 11 afferma che «si possono ammettere, quali membri in un senso largo, e con maggiore o minore forza o intenzione ascritti all’Associazione, quei Soci che aspirino alla perfezione evangelica e che si sforzino di esercitare nella propria condizione, quantunque non abbraccino o non possano abbracciare in un grado più elevato ognuno dei consigli evangelici». Trentacinque anni dopo il Codice di Diritto Canonico del 1983 al can. 725 ne precisa la fisionomia e prevede che l’Istituto secolare possa «… associare a sé, con qualche vincolo determinato dalle costituzioni, altri fedeli che si impegnino a tendere alla perfezione evangelica secondo lo spirito dell’istituto e a partecipare della sua stessa missione». Anche gli Associati vivono i consigli evangelici, ma nella forma che va bene per loro. La chiamata alla santità è per tutti i battezzati e tutti i battezzati seguono Cristo casto, povero e obbediente nella modalità che si addice al loro stato di vita sia consacrata che coniugata. Modalità diverse e complementari che si situano ciascuna a suo modo nella santità della Chiesa. Ciascuno deve essere fedele alla vocazione propria, al proprio dono, alla propria identità: ognuno deve essere se stesso quale Dio lo vuole e la Chiesa lo riconosce. L.R. Amici SMA con l’Assistente fr. Marcello Graffino 12 ASSOCIAZIONE INFORMAZIONI SU CRISTO Incontri I centi di ascolto di InformaCristo: un servizio umile ma prezioso Bisogno di Dio Mercoledì 5 novembre. Un ragazzo dall’aria gioviale suona il campanello. «Vorrei delle informazioni». Lo faccio entrare e accomodare nella saletta. Ringrazia e va subito all’essenziale. «Mi chiamo G., ho 22 anni. Ho tutto quello che si desidera per essere felici: famiglia, lavoro, fidanzata… e io ho un’angoscia che mi sconvolge. Sento un vuoto pazzesco dentro di me, mi sembra di avere paura, ma non so bene di che cosa. Ecco, non trovo un senso alla vita. Non so perché si vive se tanto poi bisogna morire… Ho bisogno di un aiuto. Un ragazzo africano mi ha dato un libretto dei vostri e mi ha consigliato di venire qui. Veramente tante volte avevo visto i manifesti che parlano di Cristo ma non ci avevo mai fatto caso. Non so se credo in Dio, ma ho bisogno di Dio». Con una premessa del genere ho subito provato una tenerezza profonda per lui. In cuor mio ho pregato perché il Signore mi ispirasse le parole giuste. Gli ho detto che questo periodo forse è un momento di grande grazia, gli ho parlato del Dio di Gesù Cristo che ci ama senza misura e gode nell’essere ricambiato. Che nessuno vuole bene a G. come Lui. Mi è venuto spontaneo raccontargli l’avventura di Frossard. Ascoltava con molta attenzione e i suoi occhi si facevano lucidi. Poi gli ho fatto vedere sul sito di InformaCristo il video «Esisti, perché?». Si entusiasmava: «Ma quello sono io! Dice proprio le stesse parole che penso io! Fantastico! Me lo rivedrò a casa, con calma». Poi mi parla della sua famiglia, del suo lavoro: fa il corriere e il suo lavoro gli piace, anche se ha il diploma di ragioniere. Gli offro una copia di tutti i nostri stampati. «Grazie, grazie, li leggo 13 ASSOCIAZIONE INFORMAZIONI SU CRISTO molto volentieri. A me piace tanto leggere». Mi lascia la sua mail. Lo incoraggio a scrivere promettendo risposta. Se ne va sereno con i libretti sottobraccio e dice: «Forse è già stata una grazia l’essere venuto qui». E promette di tornare per continuare il discorso. Ha mantenuto la parola ed è tornato qui più volte. Il dialogo sulla fede si è approfondito e con esso è fiorita anche una simpatica amicizia. Campagna manifesti in Torino 14 Solitudine Un luminoso e fresco mattino di autunno. Tutto fa sperare in una giornata serena, quando entra una signora ancora giovane e carina ma con una maschera di sofferenza sul viso. Fatica a parlare tanto è angosciata. Abbandonata dal marito per un’altra donna, dopo anni di matrimonio felice – matrimonio che per entrambi voleva essere cristiano – non sa darsi pace. Vive con la depressione nel cuore, una depressione che la uccide. «Anche la fede – dice – sta venendo meno. Mi sento terribilmente sola, gli amici di prima sono scomparsi. E, purtroppo ho solo un lavoro saltuario…». Piange. Parliamo di Dio. Anche lei lo riconosce: è l’unico Amico che non delude, che riempie il cuore. Questo dialogo continuerà in momenti successivi. Le offro la possibilità di avere comprensione e amicizia anche da parte di altri Amici dell’Associazione. Accetta con gratitudine. In questa situazione di solitudine fa piacere sentire una voce amica che ogni tanto ti cerca, fosse anche solo per darti il buongiorno o la buonanotte. Lidia B. ASSOCIAZIONE INFORMAZIONI SU CRISTO Qui pubblicità Punti di esposizione e distribuzione per manifesti, opuscoli e dépliant dell’Associazione Informazioni su Cristo ASS. INFORMAZIONI SU CRISTO sede di Torino sede di Genova sede di Cuneo CROCICCHI* Bar Lagrange Torino Copisteria La Puntuale Torino Casa Impiegate e Studentesse Torino Casa Convegni Maria Regina Saluzzo Libreria La Cerna Busca Libreria Escata Verzuolo Libreria Crocicchio Bra LOCALI VARI Caserma Cernaia Torino Cimitero Parco Torino Albergo «Genova e Stazione» Torino Basilica di Superga Torino Monastero Cappuccine Torino Chiesa N.S. della Salute Torino Chiesa S. Giuseppe Cafasso Torino Chiesa S. Francesco da Paola Torino Bar via della Consolata Torino Ufficio ANCOL Saluzzo Curia, ingresso Saluzzo Casa del fiore Verzuolo * Attività di lavoro condotte da membri dell’Istituto Municipio (atrio) Curia, sala d’attesa Casa Opere Diocesane Sede CVA Panetteria Giacosa Libreria L’incontro Calzature Fabbri Panetteria Sirio Biomedical Casa Circondariale Officina Ferrero Istituto Musicale Confartigianato Autoscuola Ardito Acconciature Angela Fioraio F.lli Colombano Panetteria Gerlotto Scuola enotecnici Casa della giovane Cartoleria Minimondo Supermercati Coop. Lavoratori Scuola materna (Moretta) Lavanderia/sartoria Drusy Lavanderia «Nuova Ecologia» Fioraia «Punto verde» Macelleria Asteggiano Utensili Promio Giusy Barge Alba Alba Alba Alba Alba Alba Alba Alba Alba Alba Alba Alba Alba Alba Alba Alba Alba Alba Alba Alba Alba Alba Alba Alba Alba Alba 15 ASSOCIAZIONE INFORMAZIONI SU CRISTO Pettinatrice Rosella Alba Giornalaio Stazione FS Alba Chiesa Cristo Re Alba Santuario della Moretta Alba Bottega di Elia Alba Chiesa Divin Maestro Alba Oratorio San Cassiano Alba Centro Caritas Alba Casa Convegni Altavilla Alba Autoscuola Ardito Neive Scuola materna Diano d’Alba Gelateria Magliano Alfieri Bar Sport Magliano Alfieri Chiesa parrocchiale Lequio Berria Chiesa parrocchiale Castagnito Chiesa S. Giuseppe Montelupo Oratorio parrocchiale Govone Tessuti Pastura Bra Ambulatorio ASL Bra Chiesa B.V. del Rosario Bra Chiesa Cappuccini Bra Chiesa Battuti Neri Bra Acconciature Il pettine Cuneo Locali vari Acqui Terme Chiesa St. Léonard St. Rhémy-en-Bosses Ufficio FALP Genova Parrocchia S. Bernardino Albenga OSPEDALI Molinette Mauriziano Gradenigo 16 Torino Torino Torino Martini Nuovo Torino San Giovanni Bosco Torino Sant’Anna Torino Oftalmico Torino C.T.O. Torino San Luigi Orbassano Ospedale civile Alba Ospedale civile Savigliano Ospedale civile Alessandria San Martino Genova Galliera Genova Gaslini Genova Paverano Genova Ospedale Sestri P. Ospedale Sestri L. Sant’Orsola Bologna Ospedale Malpighi Bologna Ospedale Maggiore Bologna Ospedale civile Corigliano Calabro VETRINE C.so San Martino 1 Via Po 4 Via Sacchi 2 C.so Vittorio Emanuele II 60 Via Carlo Alberto 39 Via Cavour (chiesa Madonna degli Angeli) Via Nizza 25 Via Nizza 92 Via delle Orfane (ang. Via Garibaldi) Torino Torino Torino Torino Torino Torino Torino Torino Torino ASSOCIAZIONE INFORMAZIONI SU CRISTO Piazza San Carlo (chiesa di S. Cristina) Via Sacchi 44 Via XX Settembre 81 Autoscuola Canta Piazza Galimberti 12 Piazza Europa Via San Rocco Via Audisio 1 Santuario San Bernardo Santuario Torino Torino Torino Orbassano Cuneo Cuneo Bra Bra Belmonte Verzuolo Cantogno Via Vittorio Emanuele Alba Centro Commerciale Alba Chiesa S. Margherita Alba Chiesa del Divino Amore Baraccone Via Maestra 9 Novara Via Caprera 8 Genova Via SS. Filippo e Giacomo Genova Via 5 Maggio 5 Genova Via Bellucci (Nunziata) Genova Via Cantore 21 Genova Piazza Cervinia Torino. Vetrina in centro città 17 18