Settimanale d’informazione
ANNO LVI- N. 44
euro 1
www.vocedellavallesina.it Jesi, domenica 20 dicembre 2009
Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi
Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi
Editoriale
I confini della vita
C
ome il vento è passata nel contesto di
un telegiornale una notizia che lo speaker ha definito semplicemente ‘terribile’.
Un uomo, di cui non si è fatto nemmeno
in tempo a registrare il nome, si è risvegliato dal coma dopo ventitré anni. Ripresa conoscenza, ha raccontato che mentre
era in uno stato apparentemente vegetativo vedeva e capiva tutto ciò che accadeva
e si diceva intorno a lui. Avrebbe voluto
parlare, ma non ci riusciva. Una rapida
immagine, nessun commento. La notizia
è stata immediatamente archiviata, né è
stata ripresa da altri servizi televisivi. Necessario perciò ricercare in internet altre
informazioni.
Si chiama Rom Houbens l’uomo che ha
vissuto questa esperienza. Vive a Zolder,
in Belgio. A causa di un grave incidente
d’auto era rimasto immobilizzato, ma non
privo di coscienza. ‘Uno stato di coma vigile viene spesso scambiato per coma vegetativo’, ha affermato il medico che a lungo
lo ha avuto in cura e che è autore di un articolo, pubblicato da una rivista scientifica,
dove riferisce del caso. L’articolo è apparso
tre anni fa, ma solo ora la notizia, messa
prima a tacere, è trapelata. Rom Houbens
oggi riesce a parlare, a ricordare, a raccontare, a comunicare con i suoi amici.
Tutto qui; ma c’è di che meditare. Si pensi
in parallelo a quanto clamore ha suscitato
il caso di Emanuela Englaro, quanti spazi televisivi ha occupato, quanti sapienti
sono stati intervistati per emanare filosofiche sentenze e per pronunciare decisioni irrevocabili sulla sorte della povera
ragazza. Il caso di Rom Houbens invece è
stato accantonato in fretta. Ha evidentemente infastidito chi intende arrogarsi poteri decisionali assoluti di vita o di morte.
Vero è anche però che abbiamo fatto pelle
d’elefante, vale a dire che ci siamo ormai
abituati ad ascoltare solo resoconti di tragedie e di fatti di cronaca nera . La storia
di un uomo che rinasce alla vita fa perciò
meno chiasso della storia di una donna
condannata a morte. Volete chiamarlo un
miracolo? Sia pure; ma ancora una volta
è evidente che nemmeno un miracolo fa
notizia.
Augusta Franco Cardinali
Comune di Jesi – Il Premio Impresa Sensibile 2009 è un riconoscimento alle aziende sensibili verso le fasce deboli
Responsabilità e sensibilità
“C
ento aziende del territorio hanno dimostrato di saper cogliere il valore sociale
ed economico delle borse-lavoro. Ad esse,
che in sei anni hanno reso possibile tanti inserimenti lavorativi, il grazie dell’amministrazione comunale e della città”. L’assessore
ai servizi sociali del comune di Jesi, Bruna
Aguzzi, con queste parole ha incontrato i dirigenti e i rappresentanti delle 19 aziende che
quest’anno hanno ricevuto il riconoscimento
di Impresa Sensibile 2009. Presso la Sala Consiliare del Comune di Jesi, martedì 15 dicembre, si è tenuta la cerimonia di consegna degli
attestati “Impresa Sensibile 2009”, il riconoscimento che il Comune di Jesi assegna alle
Aziende di Jesi e Vallesina che hanno collaborato per realizzare percorsi di inserimento
lavorativo a favore delle fasce deboli. In totale,
nelle varie edizioni dell’iniziativa, sono state
coinvolte circa 100 aziende i cui nominativi
sono stati raccolti dal Comune in un “Albo”
delle Imprese Sensibili suddivise per anno. “Il
valore del nostro riconoscimento è simbolico – ha detto la Aguzzi - ma queste imprese
dimostrano la sensibilità di lavorare insieme
per garantire uno standard di qualità a chi
sente, spesso più degli altri, il peso della crisi.
Per l’anno prossimo, spero che riusciremo ad
aggiungere un segno concreto di questa gratitudine”.
Il responsabile del Centro per l’Impiego,
l’Orientamento e la Formazione di Jesi, Moreno Menotti, ha preso parte alla cerimonia ed
ha incoraggiato l’impegno delle aziende “che
in questo modo esprimono un grande senso
di responsabilità, la solidarietà verso chi ha
meno possibilità e offrono un modo per recuperare alla collettività un patrimonio umano
e di produttività”.
Hanno ricevuto il Premio per l’assunzione: Moncaro Terre Cortesi di Montecarotto, Collegio Pergolesi di Jesi, Ge.A. di Stella Danilo e c, supermercato,
Moda Stock di Mancinelli Debora. Hanno ricevuto
il Premio per le borse-lavoro: L’Arca di Noè, Pasticceria Zoppi, Plastic Businnes System, Jesi e la
sua Valle, Voce della Vallesina, Cooperativa Sociale Meridiana, Oasi Ripa Bianca, Società Sportiva
Dilettantistica Jesina Calcio, Me.Ga. Costruzioni,
Istituto Comprensivo Jesi Centro, Fiori Messaggio
in Fiore, Stazione di Servizio Agip di Raffaelli Ivano, Jesi 1 Stazione Policarburanti, Itas Galilei, Itis
Marconi.
Foto Michele Ranellucci
Agli abbonati
La Fondazione Opera del Sacro Cuore di Gesù ha tra i suoi
scopi principali la diffusione della spiritualità al Cuore Sacratissimo di Gesù. Per questo motivo, quest’anno, si è pensato di distribuire il calendario 2010, avendo come tema il
Sacro Cuore di Gesù e quanto fatto per esso dal sacerdote
don Elia Bellebono anche attraverso l’erigendo Santuario
dedicato al Cuore Sacratissimo di Gesù in Urbino, località
Ca’ Staccolo. Siamo convinti che questo piccolo contributo
aiuterà, anche attraverso alcuni richiami spirituali presenti
all’interno del calendario, a vivere con gioia e fedeltà l’«Anno Sacerdotale» che il Santo Padre ha voluto “donare” primariamente ai sacerdoti, ma attraverso di loro, a tutto il
Popolo di Dio.
Il presepe in costume d’epoca realizzato presso il Santuario
è visitabile nel periodo natalizio essendo inserito nel percorso: “Le Vie dei Presepi” al numero 23.
Anche da parte della Fondazione un cordiale Buon Natale e
felice Anno Nuovo a tutti voi.
In margine al convegno romano su “Dio oggi: con o senza di lui?” organizzato dal Comitato per il progetto culturale della Cei
L’ateismo blando di un mondo che non nega Dio
“L
a questione di Dio è centrale
anche per la nostra epoca nella
quale spesso si tende a ridurre l’uomo ad una sola dimensione, quella
orizzontale, ritenendo irrilevante
per la sua vita l’apertura al Trascendente. La relazione con Dio
invece, è essenziale per il cammino
dell’umanità”. Così Benedetto XVI,
salutando i partecipanti al convegno romano su “Dio oggi: con lui o
senza di lui cambia tutto”, riassume
efficacemente il tema che è stato
sviluppato da teologi, filosofi, letterati, sociologi.
A ben vedere il tema di Dio è il tema
più antico del mondo. Nasce con
l’uomo quando si trova di fronte alle
sue prime riflessioni su se stesso,
sulla natura che lo circonda, sull’Essere che tutto giustifica. Un Essere
che ha sempre cercato e ha indi-
viduato nelle forme più varie, ma minciare dall’Illuminismo per finire
al quale ha sempre anelato, anche alla dialettica più spinta dei nostri
se in tanti momenti sembra averlo tempi. Una dialettica che, qua e là,
completamente smarrito nella sua tende anche a tener presente “le
essenza, come ricorda S. Paolo agli prove” dell’esistenza di Dio, centro
Ateniesi con il suo discorso all’areo- di tanti dibattiti. Vedi sant’Agostino
pago prendendo lo spunto dal “Dio che trova Dio come illuminazione,
ignoto” presente nella cultura greca. vedi sant’Anselmo che lo fa essere
Ma l’apostolo delle genti, con il suo analizzando la sua stessa definiDio che si fa uomo e che verrà a giu- zione, vedi San Tommaso che scodicare tutti nella resurrezione della pre Dio nella causa prima di tutte
carne, scandalizza i più degli ascol- le realtà, quasi a rifarsi al Motore
tatori, che se ne vanno brontolando Immobile di aristotelica memoria,
contro un ciarlatano. Lo scandalo vedi la concezione deistica che cacontinuerà nei secoli. Avremo il ratterizza gran parte della cultura
lungo periodo del graduale emer- moderna e con la quale l’uomo s’acgere della cultura cristiana con la quieta relegando Dio negli abissi
caduta dell’impero romano, l’ampia più lontani.
sua affermazione con il Medio Evo, Oggi, dice mons. Rino Fisichella,
i grandi dibattiti sull’esistenza di la crisi dell’umanità è crisi di Dio.
Dio che animeranno il Rinascimen- “Schematicamente si potrebbe dire:
to e tutta la cultura moderna, a co- religione sì, Dio no. Dove questo no,
a sua volta, non è inteso nel senso
categorico dei grandi ateismi. Non
esistono più grandi ateismi. L’ateismo di oggi può già riprendere a
parlare di Dio – distrattamente o
tranquillamente – senza intenderlo
veramente”. La crisi che l’umanità
soffre oggi di fronte al problema
di Dio, è quella di un Dio più che
negato, sconosciuto. Il che, in sostanza, vuol dire che si è passati
dal “Dio ipotesi inutile” (vedi la
concezione materialistica) al “Dio,
la possibilità buona per l’uomo”
dell’ultimo Gianni Vattimo. Del
resto, per tanta filosofia del nulla,
per tanta parte dell’esistenzialismo,
per un Heidegger che ci ricorda
che chi nasce è gettato in una condizione storica che lo determina,
l’uomo è vittima del “fato” del “destino”, di un potere superiore, più o
meno cieco, al quale tutto sottostà.
Il convegno, non v’è dubbio, ha gettato un sasso nello stagno dell’indifferenza e di quel senso generico,
sfumato, soggettivista del senso
religioso che sfiora appena il dramma dell’esistenza, ridotta spesso a
pura fatalità, passivamente accettata. Nessuno nega gli aspetti storici
derivati dal senso di Dio – Cristo
uomo, la Chiesa, le gerarchie ecclesiastiche, le guerre di religione, le
divisioni interne, gli approcci umani
di ogni religione – ma sono aspetti che vengono incanalati, appunto, nel naturale andare della Storia
che involve e trascina con sé ogni
segmento della riflessione religiosa:
teologia, scienza, arte, cinema, politica, guerre, letteratura, economia.
Vittorio Massaccesi
[email protected]
Dove siamo
Voce della Vallesina è disponibile, oltre che su abbonamento e nelle parrocchie, nelle seguenti edicole e librerie di Jesi:
Isi Center di via San Giuseppe - Edicola Pinocchio di viale della Vittoria - Nuova edicola Romagnoli di viale Trieste Edicola Avaltroni di piazza della Repubblica - Edicola Balleani (già Torcoletti) di via Gallodoro Libreria Cattolica di corso Matteotti - Edicola al distributore Erg di viale del Lavoro - Edicola Martina Mariotti di Via Gramsci
2
Cultura e società
20 dicembre 2009
Del più e del meno
Sardine all’olio come strenna natalizia
di Giuseppe Luconi
R
estiamo ai Natali dei tempi andati, di cui si parlava nel numero
scorso. Come lo vedevano, anzi come
lo ricordavano i vecchi dei nostri vecchi? Nel numero di Natale del 1916, Il
Pupazzetto di Duilio ce lo faceva sapere
pubblicando l’articolo di uno jesino che
preferì mantenere l’anonimato.
“Col giungere di questo giorno sacro ai cristiani - scriveva il nostro concittadino - mi rivedo ancora fanciullo,
quando l’attendevo con ansia. Mi rivedo ancora fanciullo quando al di fuori
nevicava e faceva freddo e nella sala da
pranzo si passava la veglia. Ed in quei
giochi mi divertivano un mondo: l’ansia
della tombola, l’emozione del sette e mezzo, comando di questo presidio all’ufficio doni
il movimento del mercante in fiera, la gio- della III Armata”. Da un anno e mezzo
ia della vincita, il dolore della perdita. Poi l’Italia era in guerra contro l’Austria. Anche
il caratteristico pranzo della vigilia. Nella da Jesi tanti giovani si trovavano in armi,
notte il suono delle campane m’infondeva combattevano e morivano sulla linea del
nell’animo la gioia e nel cuore un senso di fuoco (ma perché mandargli, come strenna
mistero.
natalizia, proprio sardine all’olio?).
“Ricordo la prima volta che fui condotto
Se i nostri erano al fronte, a Jesi c’erano
alla messa di mezzanotte - aggiungeva l’ar- tanti giovani arrivati dal fronte, segnati dalticolista - Non so ridire quale senso provai la guerra e ricoverati negli ospedali militari
e quasi la commozione m’invase l’animo al della città. In quel Natale del 1916 - legcanto della pastorella. Le campane suona- giamo su un altro numero del Pupazzetto
vano a distesa. Cristo era nato. Ed il pre- - “i degenti dei nostri ospedali hanno avuto
sepe? E quei suonatori di romanza? Dalla una refezione data dalla cittadinanza per
mia finestra udivo quei montanari suonare mezzo di una sottoscrizione. Nella mattina
quelle nenie che mi infondevano una dolce ebbe luogo in quello militare di San Floriamalinconia… Il ricordo del Natale è resta- no e nel pomeriggio in quello di San Martito per sempre impresso nel mio spirito con no. I corridoi dove era imbandita la tavola
gioia e desiderio”.
erano adornati di fiori e verdura. Servivano
Mi domando: cosa ricorderanno gli je- delle signorine in sinalino bianco”. Durante
sini del nostro Natale, del Natale 2009?
il pranzo, erano state fatte recitare alcune
poesie, cosa che il cronista del Pupazzetto
°°°
aveva trovato di “cattivo gusto”. Una settiEra un Natale diverso, quello del 1916. mana dopo, il giorno di Capodanno, la sala
In altra parte del Pupazzetto si faceva sape- del Consiglio comunale aveva ospitato una
re che il comitato cittadino aveva stanzia- serata musicale “pro mutilati”.
to 400 lire per l’acquisto di doni destinati
Il volontariato non è un’invenzione dei
ai nostri combattenti. “Con detta somma nostri giorni.
- era scritto - si sono acquistate delle sar- Nel disegno, tratto dalla Domenica del
dine all’olio che s’invieranno per mezzo del Corriere del 1924, gli acquisti natalizi.
Ricordi di gioventù
Si sono incontrate dopo tre anni, ancora
una volta le “monelle di via Roma” monelle
si fa per dire perché sono tutte signore sopra gli ....anta. E’ con grandissima gioia che
si sono ritrovate. Qualcuna non riusciva a
riconoscere le vecchie amiche, ma è stata
una serata conviviale all’insegna dei ricordi,
di fatti curiosi della loro infanzia e gioventù,
di quella Via Roma anni ‘50/60 che purtroppo non esiste più. Liliana Verdolini ha letto
una sua poesia dove ha ricordato i personaggi tipici di quella via, i soprannomi dati alle
persone, la spensieratezza, la serenità e la
solidarietà che esistevano in quel tempo fra
i vicini di casa.
La serata si è conclusa con un brindisi offerto a sorpresa dal marito, non presente, di
Alba e la certezza che le “monelle” si devono
ritrovare presto e possibilmente ogni anno
Erano presenti: Tatiana, Cesarina Lauretta, Daniela, Roberta, Lidia, Liliana, Sonia S.,
Verena, Anna M., Katia, Oriana, Sonia M.,
Seconda, Alba, Raffaella, Morenita, Dina,
Tamara, Anna C., Anna Virginia.
Il libro “Le strade del silenzio” di Remo Uncini
Sentieri dell’uomo
In questa intervista, il prof.
Francesco Rossi di Castelbellino, docente di latino e
greco al Liceo Classico di Jesi,
presenta la pubblicazione di
Remo Uncini.
Com’è nata l’iniziativa di
pubblicare “Le strade del
silenzio”?
Il libro nasce dalla felice intuizione dell’autore di riflettere
sulla spiritualità monastica,
da intendersi non come una
dimensione
“conventuale”,
ma come un’esperienza di
vita che ricava la sua universalità dal contatto con il “mondo”. Ciascuno di noi, infatti, può vivere un suo eremitaggio anche in
mezzo alla società degli uomini, impegnati
nelle loro attività quotidiane, più o meno
gravose e più o meno lontane da un orizzonte speculativo. In questo senso l’esempio di Charles de Foucauld, animatore di
un eremitaggio a stretto contatto con una
comunità musulmana nel deserto, si pone
come un obiettivo a cui può tendere anche un laico, il quale si trovi a compiere
un’esperienza spirituale spesa a contatto
con la sofferenza che si incontra sui “sentieri della vicenda umana”. La solitudine
monastica non si risolve, quindi, nel limite
angusto del chiostro, ma rappresenta una
dimensione esistenziale essenziale per chi
voglia compiere un’esperienza di fede radicalmente integrata nella quotidianità della
vita, alla ricerca di un amore che lega il cristiano alla vicenda di Cristo incarnato.
ben più di un espediente narrativo, vòlto
a rendere originale lo svolgimento della
storia romanzata. E’ proprio sulla strada, a contatto con i drammi, più o meno
profondi, della vita di uomini comuni, che
il monaco avvalora la propria vocazione:
dall’esperienza maturata alla guida del suo
camion, infatti, si fortifica la tensione a vivere la fede non esclusivamente quale un
“porto sicuro” a cui approdare, pur nell’attinenza alla tradizione certosina, con il rischio di interpretarla come una “fuga dal
mondo”. L’ “immersione nel mondo”, invece, costituisce proprio un’esperienza di vita
essenziale, che lo spinge ad approfondire la
consapevolezza che non vi può essere fede
sincera senza la condivisione del dolore
dell’esistenza con i propri fratelli. La cabina del camion diventa, quindi, la cella ideale del monaco alla ricerca della vocazione
autentica che dia senso all’avvertimento del
Mistero; questo itinerario si compie sulle
“strade del silenzio” che passano per la soCome va intesa la scelta letteraria di as- litudine dell’autista, confortato però dalle
similare l’esperienza monastica a quella voci amiche dei suoi colleghi, che via radio
di vita del camionista?
lo accolgono nella loro “comunità”, ricevenProprio in base alla concezione del mo- done ascolto ed affidandosi alla sua “lezionachesimo come “sacerdozio universale”, ne di vita”.
partecipazione, secondo una tradizione
religiosa prettamente orientale, dell’anima, In che senso si può riconoscere l’attualiin “mistico connubio”, alla volontà del suo tà del libro “Le strade del silenzio”?
Creatore, professione di fede integrale che L’attualità del libro va riconosciuta, oltre
si specchia nella multiformità delle “voca- che nella prospettiva da cui l’autore s’interzioni” umane, la scelta dell’accostamento roga sulla possibilità che la vocazione modell’esperienza del monaco a quella del
camionista rappresenta letterariamente
continua da pag. 8
L’acqua
nella Provincia
Quale futuro per l’acqua
pubblica? Quali scenari di
gestione del servizio idrico
integrato e quali prospettive di controllo si profilano
a seguito della legge che
apre alla “privatizzazione
e liberalizzazione” del servizio idrico a partire dal 1°
gennaio 2012? Sono questi
alcuni degli spunti di riflessioni offerti dalla Giornata di Presentazione della
relazione sullo stato del
servizio idrico integrato in
programma giovedì 17 dicembre alle ore 15 presso
la Sala Raffaello della Regione Marche, in via Gentile da Fabriano 9 ad Ancona. Parteciperanno Marisa
Abbondanzieri Presidente
dell’A.A.T.O n 2 “Marche
Centro-Ancona”, Massimiliano Cenerini Direttore
dell’A.A.T.O n 2 “Marche
Centro-Ancona” e Gian Mario Spacca Presidente della
Regione Marche
Arte
20 dicembre 2009
3
Coro Regina della Pace: gli impegni del 19 e 20 dicembre
SCUSATE IL BISTICCIO
(ghiribizzi lessicali)
Peter Pun (con la u)
www.peterpun.it
LO TSUNAMI
GIANFRANCO
Zeppa & scarto
La Destra è furibonda
per questo fuorionda.
PIRANDELLO E LA MAFIA (4)
- Don Calòggioro amabilissimo, qual è la
generazione più sensibile ai richiami della
mafia?
- I vecchi e i giovani.
PS - Come dire: Tanino Fidanzati (74) e
Gianni Nicchi (28).
ALLEGRI, RAGAZZI!
Giuseppe De Rita, l’immaginifico direttore
dell’ISTAT, ha affermato che in Italia
viviamo praticamente in apnea. Come dire:
stiamo boccheggiando, altro che storie.
DA AMANDA LEAR
AD AMANDA LIAR ?
Assonanze curiose
In margine al caso Meredith. Mente la
Knox quando si professa innocente? In altre
parole:
Is Amanda lying?
Is Amanda a liar?
META EXTRATERRESTRE
Sappiamo già che Lina – una delle
tantissime (pro)nipoti di nonna Radegonda
– risiede in Cina e ogni tanto fa capolino
a Lima. La giovane ha però un sogno nel
cassetto: un viaggetto spaziale. Secondo
voi, quale corpo celeste amerebbe visitare,
sfruttando anche un cambio di vocale
favorevole, Lina?
***
Soluzione del gioco precedente:
medved = orso
(l’orso è il simbolo notorio della Russia)
La Citazione
Trentesimo anniversario
T
ra gli appuntamenti di questo periodo pre-natalizio merita particolare attenzione quello proposto dall’Associazione musicale “Regina della Pace”
che, in occasione del suo 30° anno di
costituzione, proporrà un concerto
vocale e strumentale incentrato sulle
figure di 3 celebri compositori del ‘700,
primo fra tutti Giovanni Battista Pergolesi del quale, il prossimo 4 gennaio
2010, ricorre il Terzo ventenario della
nascita e attorno al quale si incentreranno molte delle attività artistiche del
prossimo anno.
Due gli appuntamenti programmati
dall’Associazione per questa celebrazione: il 19 dicembre prossimo a Staffolo, nella splendida cornice della Collegiata di S. Francesco (inizio ore 21) e
il giorno successivo, alle ore 18, nell’altrettanto artistica chiesa di S. Giovanni
Battista, in Corso Matteotti a Jesi.
In apertura di programma sarà eseguito il “Gloria” di Antonio Vivaldi (1678 +
1741) per soli, coro e orchestra; seguirà la “Pastorale per il S.S. Natale”, un
brano per archi ed organo di Giuseppe
Torelli (1685 + 1709). Il doppio concer-
Non dobbiamo illuderci: il male nel mondo esiste. Un movimento
non violento non avrebbe potuto fermare le armi di Hitler. I negoziati non possono convincere i capi di Al Quaeda a deporre le armi.
Dire che la forza a volte può essere necessaria non significa essere
cinici, significa comprendere la storia, le imperfezioni dell’uomo e
i limiti della ragione.
Barak Obama, dal Discorso pronunciato a Oslo nella
cerimonia in cui gli è stato assegnato il premio Nobel per la
Pace, 10 dicembre 2009, “Il Foglio”,11 dicembre 2009, pag. III.
La p u l c e
Grazie al galoppante effetto serra, va in crisi il natale laico-neopagano visto come “festa dell’inverno”. Siamo costretti a inondare le vetrine di polistirolo, o schiumare di bianco i rami d’abete,
e le distese innevate percorse da slitte e renne le vediamo solo
in cartolina, mentre stonano sempre di più canzoncine del tipo
“Bianco natale”. Natale tropicalizzato, dunque. Vuoi vedere che
è la volta buona per riscoprire quello cristiano?
roso contributo erogato a sostegno del
progetto e l’Amministrazione comunale per la vicinanza dimostrata anche in
questa importante occasione.
Il Presidente del Coro
Regina della pace
Sedulio Brazzini.
MUSEO DIOCESANO: aperta, fino al 3 gennaio, una mostra monografica
L
Eugenio Azzocchi tra sacerdozio e pittura
’analisi del valore dell’esistenza in rapporto con
la totalità, la ricerca di
un’esperienza
emozionale e spirituale della realtà:
questo è ciò che ha spinto
e motivato Padre Eugenio
Azzocchi nella sua opera
di pittore, oltre che di sacerdote. E questo trapela
dalle tele esposte presso la
chiesa San Nicolò di Jesi,
per la mostra monografica
intitolata “L’esistenzialismo
cristiano di Azzocchi”.
Inaugurata sabato 12 dicembre, l’esposizione è
stata organizzata dal Museo Diocesano in collaborazione con l’associazione
jesina Res Humanae, a
trent’anni dalla morte del
religioso artista. A volere
fortemente la mostra sono
stati i Padri Carmelitani del
santuario della Madonna
delle Grazie, di cui Padre
Azzocchi faceva parte, per
ricordare e celebrare l’uomo
di Dio sempre disponibile, umile, affabile, cordiale,
come tutti lo ricordano a
Jesi, sua città adottiva, e il
pittore talentuoso, creativo,
colto, curioso, vitale, come
testimoniano gli innumerevoli acquerelli, olii e opere
grafiche che ha lasciato.
Il vero, la vita, la speranza
cristiana sono racchiusi nelle sue opere, testimonianze
di un impegno concettuale e
profondo che giunge ai nostri occhi attraverso contrasti di luci ed ombre, colori
accesi antinaturalistici, segni
decisi, dinamici e “nervosi”.
Un’arte che si lega formalmente alle avanguardie del
primo novecento (espressionismo, cubismo, futurismo)
e come queste si connota
nella sostanza di un valore
fortemente espressivo.
L’esposizione vuole quindi
essere un omaggio al talento
di una delle personalità artisticamente più produttive e
vivaci del novecento jesino,
ma anche alla generosità
d’animo che lo contraddistinse per tutta la vita. Le
opere esposte possono in-
fatti essere acquistate, e il ricavato sarà interamente devoluto a favore dell’ospedale
Le Sainte Famille di Butembo, nel nord-est della Repubblica Domenicana, che
rientra in uno dei numerosi
progetti pastorali di promozione umana e sociale gestiti dalla Provincia Italiana dei
Carmelitani in terre povere
di missione come Congo,
Colombia e Romania.
La mostra, ad ingresso gratuito, resterà aperta tutti i
giorni fino al 3 gennaio dalle
10 alle 13 e dalle 17 alle 20.
Il 25 dicembre e il 1° gennaio le visite saranno possibili
unicamente dalle 17 alle 20.
Per qualsiasi informazione,
contattare il Museo Diocesano allo 0731.226749 o
all’indirizzo mail museo.
[email protected]. Rosa Coscia
I sette appuntamenti della Rassegna Live-in Teatro Giovani
a cura di Riccardo Ceccarelli
Obama dixit
to si concluderà con la presentazione dello “Stabat Mater” di Pergolesi
sapientemente adattato per soli,
coro e orchestra da camera dal M°
Diego Pucci che dirigerà entrambi i
concerti.
Protagonisti dell’evento artistico saranno i componenti il coro “Regina
della Pace”, supportati dall’Orchestra “Camerara Aesina” e dalle voci
soliste di Elisabetta Amici (soprano),
Valeria Pastore (contralto), Luca
Mancini (tenore) e Roberto Ripesi
(basso); all’organo Fabiola Frontalini.
La realizzazione di questo interessante programma musicale, che ha
richiesto ai coristi del “Regina della Pace” ore ed ore di prove ed al
M° Pucci un impegno straordinario, è stata resa possibile grazie alla
disponibilità dei due Parroci, don
Martino Santoni, prima, don Emilio
Campodonico, poi, che in tutto questo
tempo hanno sostenuto ed incoraggiato il coro; soprattutto, però, Direttore, coristi, musicisti e solisti vogliono
ringraziare i vertici della Fondazione
Cassa di Risparmio di Jesi per il gene-
Comune di Jesi
N
Teatro a specchio della vita
on si chiamerà più ‘Teatro… a anche con la gioia che le derivava dalla
prezzo di una birra’, ma ‘Live- in consapevolezza di aver contribuito a
Teatro Giovani’ la rassegna, a dedica far nascere una vita.
mirata, che ‘Madelaine’ ha inaugura- Uno spettacolo premiato e segnalato
to il 3 dicembre . Rappresenta l’ultima dalla critica sarà “Paladini di Frantappa dell’itinerario tracciato dal Tea- cia” di Francesco Niccolini. Tratto da
tro Pirata per spettatori compresi tra i un’idea di Pier Paolo Pasolini, andrà in
quattro e i venti anni. Si tratta di limiti scena il 12 marzo al Teatro V. Moricod’età ampiamente estensibili: l’ingresso ni. Con la storia di Carlo Magno e dei
agli spettacoli riservati ai giovanissi- suoi paladini saranno considerate promi è certamente ammesso anche agli blematiche universali: la drammaticità
‘adulti accompagnati da bambini’; né è della vita, l’assurdità della guerra, la
vietato a chi da più di un lustro ha su- pietà per i vinti.
perato la maggiore età, ma porta con “Vita di Adriano” il 9 aprile, al Teatro
leggerezza i suoi anni.
‘La Fortuna’ di Monte S. Vito, ha rifeSaranno distribuiti in cinque teatri i rimento con fatti di vita vissuta: precirestanti sei appuntamenti della nuova samente con le vicende delle Officine
rassegna, per la quale sono stati sele- Meccaniche Cecchetti di Civitanova
zionati spettacoli in sinergia con pro- Marche, produttrici di macchine ferrogetti scolastici incentrati su temi di ri- viarie. Racconterà quale potesse essere
flessione e di formazione.
il lavoro in fabbrica e come incombesIl 30 gennaio andrà in scena al Pergo- se su tutti il grave pericolo dell’amianto
lesi “Completamente spettinato”. Ne Giorgio Felicetti, che è marchigiano ed
è protagonista Paolo Migone, perso- è stato riconosciuto dalla critica ‘Minaggio reso noto da Zelig. Spaziando gliore attore del 2009’. ‘Premio Franco
in situazioni diverse tratterà con sapi- Enriquez’ anche al testo.
da ironia i contrasti che animano più o Di nuovo al Pergolesi, il 22 aprile, andrà
meno piacevolmente la vita coniugale.
in scena ”Il Dio Bambino” di Giorgio
“Nati in casa” apparirà invece il 25 Gaber e Sandro Luporini nell’interpregennaio al Teatro Comunale di Mon- tazione di Eugenio Allegri. Tra giovitecarotto. Giuliana Musso farà rivivere nezza e maturità non esistono confini
un personaggio oggi scomparso: quello precisamente definiti. La storia d’amore
di una levatrice di paese che racconterà del protagonista rivela come si possa
le sue esperienze con spigliatezza, ma continuare a vivere l’infanzia anche olanche con sentimento. Era, il suo, un tre i limiti dell’età anagrafica, cioè da
lavoro fatto con dedizione, con amore; adulti che in fondo rimangono sempre
bambini. Lo spettacolo è commentato
da canzoni composte e interpretate da
Giorgio Gaber.
L’ultimo degli spettacoli è del Gruppo Baku che il 28 maggio presenterà al
Teatro Spontini di Maiolati “I am beautiful”. La pièce, per la quale saranno
utilizzati anche linguaggi multimediali
diversi, sottende significati etici ed estetici. Parla della scoperta della bellezza
che è racchiusa in ogni essere umano,
ma che tuttavia è possibile esprimere.
Abbinato allo spettacolo è uno stage
teatrale, a cura di Simone Guerro, organizzato da dicembre ad aprile presso il
Palazzetto dello Sport di Moie di Maiolati. Prenderà a riferimento e variamente svilupperà un pensiero di J. Keats: ‘La
bellezza è verità, la verità è bellezza’.
Plausibilmente ricondurrà anche ad un
altro più esplicito concetto estetico che
è costante riferimento del grande poeta
inglese: “Una cosa bella è una gioia per
sempre”.
In cantiere è anche un altro stage teatrale immediatamente successivo a questo
che Eugenio Allegri terrà in aprile al Teatro V. Moriconi. Il tema è “A proposito
della commedia dell’arte”, un genere di
spettacolo semplice e popolare, ma che
molto ha contribuito alla diffusione della poesia colta.
Il percorso tracciato dalla rassegna per
i giovani si concluderà dunque ‘in bellezza’.
Augusta Franco Cardinali
Attualità
20 dicembre 2009
Riflessioni
Un Natale che non
si vuole di Gesù
le idee, le domande, le risposte, le posizioni
Un bambino è nato: L
uguale e diverso...
di Remo Uncini
“V
i annuncio una grande gioia… oggi è nato
un Salvatore. Questo per
voi il segno: troverete un
bambino avvolto in fasce,
adagiato in una mangiatoia (Lc 2,10-12).
Uno si aspetta chissà cosa ed
eccoci davanti ad un neonato avvolto in fasce, in una
mangiatoia.
Stupisce la fretta dei pastori nel credere a questo annuncio che sembra più una
presa in giro che una bella
notizia. Come mai un bambino appena nato, coperto di
stracci, può essere il salvatore di un popolo schiacciato
dall’occupazione romana?
Le incongruenze si succedono in questa storia. Come
mai, se la notizia è fondamentale, viene annunciata
per prima ai pastori, gentaccia disprezzata, illetterata,
quindi incapace di leggere
e conoscere la Torah, tanto
meno di osservarla? Non
vanno al tempio, non praticano la loro religione perché non possono lasciare
le greggi, sono ignoranti, la
loro testimonianza è senza
peso e tocca a loro diffondere la notizia. Questo bambino sarebbe davvero il figlio
di Davide, atteso da tanti
secoli? Sua madre viene da
Nazareth, oscura cittadina
di una regione popolata da
pagani trapiantati dopo l’esilio degli ebrei in Babilonia.
Suo padre, povero carpentiere, è così poco considerato da non essere riuscito a
trovare posto in albergo. Ed
ecco, il salvatore annunciato
da secoli giace nella mangiatoia degli animali. Diventa
necessario comprendere la
venuta di Gesù all’interno
di una storia, in rapporto a
un popolo, a una fede lungamente maturata, a una speranza alimentata. Dio viene
solo attraverso una creatura;
perché il dono di Dio è tanto
grande che non può essere
accolto se non viene frantumato, se non viene disperso,
se non viene diviso in tanti
piccoli frammenti, il che
vuol dire che un dono rende
possibile l’accoglienza del
dono successivo. Accogliere
è la base del rapporto, e per
Dio l’uomo viene solo attra-
verso l’accoglienza di un altro uomo. Perché l’amore di
Dio non può essere percepito se non diventa amore per
la persona umana. La giustizia che Dio realizza non
può essere attuata se non
c’è un uomo giusto. La verità di Dio non può emergere
se non c’è una Parola vera. Il
dono di Dio che è la vita non
può essere offerto se non attraverso un vivente. Il nulla
non può accogliere il dono
di Dio. Il dono Dio fattosi
uomo è alla nostra portata,
e per far questo ha dovuto
farsi umano entrando nella
nostra storia. La parola di
Dio la possiamo percepire
solo quando è vibrazione di
una persona che ci è accanto. Solo quando è parola di
uno che ci sta vicino. Dov’è
la grande gioia annunziata? Per tante persone oggi il
Natale segna la solitudine, la
tristezza, magari una grande
abbuffata per trovare piacere, le voglie che prendono
il posto dell’evento, questo
però ricorda l’antico evento pagano. Purtroppo c’è il
rischio di vivere una festa
pagana sotto le sembianze
di una solennità cristiana.
La sua venuta ancora non
scuote le coscienze in un
mondo che tende a precipitare sempre più in un baratro. La tristezza e il pessimismo insidiano la vita,
restiamo inchiodati per
paura alla razionalità delle
nostre vite, mentre il suo
annuncio concretizzandosi
nella nostra storia ci spinge verso un mondo nuovo,
quello dei giusti. Se veramente dietro il bambino
tanto povero e disprezzato
da nascere in una stalla c’è
la venuta di Dio stesso tra
noi, i veri valori non sono
nostri, come il Signore affermava per bocca di Isaia: I
miei pensieri non sono vostri pensieri. Forse la vita
ci offre invece una opportunità fantastica, ma il nostro
sguardo guarda l’oggi, non
il domani. Vibriamo solo
sulla pelle della realtà e non
riusciamo a vibrare in profondità. Stare in preghiera
di fronte a quella mangiatoia ci fa entrare nel cuore del
mistero di quel bambino,
di Dio che si è fatto uomo
per indicarci la strada della
salvezza.
di Riccardo Ceccarelli
a cronaca di queste settimane che precedono il
Natale da diversi anni ci riportano quasi gli stessi fatti.
Si farà festa per il Natale, si
evita però accuratamente di
dire che si tratta del Natale
di Gesù di Nazareth, dalla
cui data di nascita, tra l’altro,
contiamo i nostri anni ormai da più di un millennio e
mezzo. Qualsiasi riferimento
a Gesù è escluso dalla nostra
“città” (non certo Jesi!), intesa
come la comunità degli uomini sparsi nelle varie nazioni del pianeta. Il riferimento
è escluso per rispetto (non
richiesto) sia dei musulmani
come di quanti professano
altre religioni o di quanti non
credono in nulla. Gli episodi
di questo “rispetto” ormai
non si contano più, anzi si
stanno moltiplicando per
emulazione “civile e intelligente”. Dal cambiare nome
alla ricorrenza legata alla
nascita di Gesù, chiamandola “Festa delle luci”, come
è stato fatto in una scuola
di Cremona (“Corriere della
Sera”, 13 dicembre, p. 23), al
togliere le croci nei municipi
d’Olanda. Sì, perché in Olanda è antica tradizione (dal
XIII secolo) accogliere san
Nicola, qui chiamato “Sinterklaas”, che apre il periodo
natalizio, vestito di rosso,
con il bastone pastorale e la
mitra in testa sulla quale è
una piccola croce: immagine che campeggia in tutti i
municipi. Ebbene, “per non
offendere i musulmani, e per quasi scomparire nel confare di san Nicola un ‘sim- sueto le voci più sommesse
bolo universale’, quest’anno e certo non scomposte di
il Natale degli olandesi sarà quanti nel Natale scorgono
celebrato senza la croce cri- nella la nascita di Gesù di
stiana nei municipi della na- Nazareth, la “nascita” anzione”. Del resto “nel 2006 che dell’uomo ed insieme
un manuale per le scuole in la rivelazione di un Dio
Olanda aveva stabilito che che vuol trovare abitazione
«Cristo» doveva essere scrit- tra gli uomini. La sua accoto con la «c» minuscola, per glienza non toglie la libertà
non offendere la comunità a nessuno, non limita alcumusulmana sempre più nu- na possibilità, non fa vermerosa” (“Il Foglio”, 5 dicem- gognare e non discrimina
bre), arrivando a gesti insulsi nessuno. Forse si ha timore
come quello accaduto dopo della sua presenza, qual’omicidio di Theo van Gogh si venisse a menomare la
il 2 novembre 2004 da parte “grandezza” dell’uomo, opdi un islamista olandese Mo- pure si parla di un presenza
hamed Bouyeri, quando un superflua dal momento che
artista Chris Ripke, scioccato l’uomo si ritiene autosuffidallo stesso omicidio, dipinse ciente. Se viene accolto nel
un angelo sul muro esterno nostro cielo si accende una
del suo studio con il coman- stella che illuminandoci ci
damento biblico “Non uc- fa scoprire con una dignità
cidere”; alla vicina moschea nuova che compete e arriva
trovarono il testo “offensivo” ad ogni uomo. Se invece il
e chiesero all’allora sindaco Bambino di Nazareth viene
di Rotterdam di cancellare fatto scomparire dal nostro
il dipinto perché “razzista”. orizzonte, come molti vorSono i risultati senza senso, rebbero, non dovremmo poi
nel primo come nel secondo lamentarci del buio che ci
caso, e irrazionali fino a toc- avvolge. Un buio forse che
care la stupidità e l’idiozia, di inavvertitamente si vorrebun certo “multiculturalismo be nascondere con le tante
accogliente”, nonostante che luci accese in ogni dove, per
qualche filosofo come Giulio tradizione o per fare festa.
Giorello, nel caso di Cremo- Ed è un bene però che quena, criticato perché metteva ste luci si accendano, se non
in forse le radici cristiane altro per ricordarci quella
della festa, dica “Basta con Luce che da Nazareth è vela storia di queste radici, ne- nuta da oltre duemila anni,
anche fossimo delle piante…”. mai limitando o interferenNon tutti la pensano così do alcuna intelligenza. Di
chiaramente; sono episodi credenti o non credenti, di
che comunque fanno rumo- filosofi e pensatori o di prere ed anche forte, fino a far sunti tali.
La cultura del Centro Studi Calamandrei
Informa per formare coscienze
L’
iniziativa del “Centro Studi Calamandrei”
di lunedì 7 dicembre al palazzo della Signoria per presentare due volumi non è stata per gli
addetti ai lavori, ma per la città. I libri sono: uno
del prof. Angelo D’Orsi dell’università di Torino
dal titolo: “1989. Del come la storia è cambiata
in peggio” e l’altro della storica Silvia Bertolotti
dell’Università di Trento “La grande guerra di
Piero Calamandrei”. Associazioni culturali come
il Centro Studi Calamandrei sono un patrimonio
per la città, perché obbligano a riflettere cercando il coinvolgimento di storici che partendo dal
passato attualizzano il presente ricordandoci che
“una società che non ha storia è una società che
non può avere neanche futuro”.
Ricercare negli archivi gli appunti di Calamandrei con una documentazione fotografica che
racconta momenti difficili al fronte è far rivivere le memorie, le angosce di un intellettuale che
scrivendo alla sua fidanzata gli racconta la guerra.
In un periodo come il nostro dove le guerre lontane sono da noi vissute come spettatori mentre allora si viveva da vicino, fa capire quanto la
guerra come protagonista ha lacerato la coscienza di Calamandrei . Deve far riflettere esperien-
ze così tragiche che non si debellano solo con la
paura di non farle ripetere, ma con la continua
formazione di coscienze. Per questo la sua attualità sta appunto nel “mai e poi mai” dimenticare. L’importanza dell’iniziativa sta nel far rivivere
culturalmente a Jesi personaggi come Calamandrei che è stato tra coloro che hanno contribuito
al futuro dell’Italia democratica. Le nuove generazioni dovrebbero capire che quello che hanno
potuto trovare e beneficiare non è stato e non è
un atto dovuto, ma è frutto di sacrifici, di studio,
di persone che nel passato si sono dedicate allo
sviluppo non solo materiale ma anche a quello
culturale, base fondante della democrazia.
Anche la rappresentazione teatrale, messa in
scena con la collaborazione di Teatroluce- Res
Humane, “Processo a Mussolini” ci ricorda la
strada difficile della democrazia. L’aver affrontato
tale lavoro è già un mettere al centro della città il
“mai e poi mai” dimenticare. Di questo tutti i cittadini dovrebbero ringraziare coloro che, come il
Centro Studi Calamandrei, si mettono a disposizione per sensibilizzare su temi sempre attuali
per formare le coscienze alla vita civile
Remo Uncini
Il cambiamento di Jesi
G
irando un po’ a piedi e un po’ in automobile per la città, qualche volta dico a me stesso: “qui non era così,
qui è cambiato tutto…” e poi la stessa affermazione mi trovo a ripeterla in compagnia di altre persone coetanee. Il
tema del cambiamento si rivela forte e presente sia negli
usi e nei costumi (dal tempo libero al tempo del lavoro) ma
anche attraverso le forme concrete della città stessa. Per
forme concrete intendo il traffico veicolare, i comportamenti delle persone, gli arredamenti dei negozi, la forma e
le dimensioni dei luoghi del commercio etc. Ci si accorge
del cambiamento quasi all’improvviso e con una meraviglia che, lei sola, non cambia mai. Infatti ci stupiamo di
come è aumentato il traffico nelle strade, di come la gente
si muove in orari sempre più notturni, delle nuove costru-
zioni che riempiono gli spazi della periferia, degli edifici
pubblici che vengono realizzati dove prima c’era il vuoto:
oppure di un vuoto dove prima c’era il pieno di una fabbrica, un capannone, etc. Penso, ad esempio, al nuovo quartiere sorto accanto a via Ancona. Un tempo era connotato
dall’essere la zona ex Savoia Marchetti (fabbrica di aeromobili tra le due guerre mondiali); poi il cambiamento l’ha
portata ad essere la zona dell’ex SMIA (fabbrica di trasformazione di alimenti), poi il cambiamento che l’ha portata
ad essere l’ultimo quartiere residenziale edificato e terminato negli ultimi dieci anni. Tre cambiamenti “epocali” se
visti dall’ottica di ogni singolo cittadino, tre cambiamenti
che tra qualche anno non saranno percepiti più come tali,
soprattutto dalle nuove generazioni. E la generazione del
SPIGOLATURE
4
Nel nostro
giardino
Per troppo tempo il
giardino è stato trascurato. Sono cresciute
erbacce
dappertutto.
Con l’autunno sono cadute le foglie: tante che
nemmeno è riconoscibile più il tracciato dei
sentieri. Poche piante
buone sono rimaste,
ma rischiano di venire
soffocate da quelle malvagie. Ora sarebbe tempo di interrare nuovi
bulbi per avere bei fiori
a primavera.
Il giardiniere ha scosso
il capo: “Non si può fare
se prima non si ripulisce tutto e non si sistema il terreno. Le piante
così non verrebbero su
bene, o non verrebbero
su per niente”.
Impossibile dargli torto. Come si fa a seminare là dove la terra è
infestata, sfruttata o
avvelenata? Se ne rese
conto il Piccolo Principe quando, in viaggio
da stella a stella, arrivò
su un pianeta dove solo
enormi baobab erano
cresciuti impedendo
che altre piante attecchissero. Similmente
anche Voltaire, molto
prima di Saint Exupéry,
aveva esortato: “Il faut
cultiver notre jardin”. E’
un saggio consiglio che
ognuno potrebbe intendere riferito non solo a
se stesso, ma anche alla
società in cui vive. Ma
se ‘occorre coltivare il
nostro giardino’ si rende innanzi tutto indispensabile disinfestare
e preparare il terreno.
Poi si seminerà. Non ci
si illuda però che basti.
Occorreranno successivamente cure attente e costanti perché il
giardino non venga di
nuovo invaso dalle ortiche, perché il buon
seme non diventi preda
di insetti e di uccelli e si
possa infine raccogliere abbondantemente.
Vigilare è dunque un
impegno necessario; al
quale anche l’insegnamento evangelico giustamente richiama.
A.F.C.
Terre Elementari
presente, in realtà, è la generazione che ne contiene almeno tre: i nonni, i padri, i figli: per i quali i cambiamenti
della città appaiono differenti per forma e per valore, per
coinvolgimento affettivo o economico. E comunque, ogni
cambiamento è tale per chi ha vissuto un presente già
passato e vive il presente del presente pensando a modo
suo (il modo del presente passato) pensando al futuro che
verrà. Una fotografia delle emozioni, delle vite vissute con
cui si guarda alla città che attraversiamo e che ci vede attraversarla ogni giorno. Per le feste di Natale, forse, vale la
pena regalarci un “viaggio” attraverso i suoi cambiamenti,
dando loro un senso più compiuto, non solo nei sentimenti e nelle emozioni della vita privata individuale.
Silvano Sbarbati
Cultura
20 dicembre 2009
Centro Studi Calamandrei: lo spettacolo “Processo a Mussolini”
Chi possiamo punire?
I
l 7 dicembre alle ore 21, appuntamento al Teatro Valeria Moriconi
in occasione della commedia teatrale
dedicata alla rielaborazione del verbale del “Processo a Mussolini”, di cui un
primo adattamento venne
presentato da Alfio Bernabei nel 2007, a seguito di
una stesura letteraria datata 1943, di Michael Foot.
Hanno portato il saluto alla
serata l’assessore alla cultura Valentina Conti, e il
presidente del Centro Studi
Piero Calamandrei, che ha
proposto la manifestazione,
Gian Franco Berti.
Riportare in scena questo
spettacolo nello spettacolo,
è stata l’idea di un percorso di studi portato avanti
dal “Centro Calamandrei”
in collaborazione con Teatroluce: un’ispezione storica ed umana delle vicende
controverse di un tracciato
storico, realizzata con la
compartecipazione di interpreti eccezionali quali i
componenti della compagnia Barcaccia, guidati dalla regia di Paolo Pirani.
Per il pubblico, essere presente a questa modalità di
mettere a fuoco una determinata realtà, può essere
stato un auspicio per saper
meglio osservare gli accadimenti del futuro più prossimo. Abbiamo, in molti,
dubbi e timori che nella
lettura storica del presente
ci possa sfuggire qualcosa, per cui, nell’occasione,
siamo stati simbolicamente chiamati a deporre per iscritto, una
specie di votazione giuridica in anonimato. Si intende, fa parte del gioco, ma
anche di un provvedimento internazionale ancora da stabilire.
Sul palco, intanto, si sono accese le
luci; quanto atteso, prende viva forma.
Il dialogo cerca di rendere presente la
testimonianza di tutti: s’intende, tutte
le figure possibilmente rappresentative
degli episodi di cui si espone denuncia!
Esponenti politici, sia italiani che ingle-
si. Specie questi ultimi, nelle decisioni
del Duce, sembrano essere stati determinanti nella scalata al potere. Concordavano e sottoscrivevano insieme
accordi di garanzia per poter estendere
i domini italiani su Abissinia, Libia e
Grecia. Da parte opposta, si cercavano
sanzioni contro l’Italia, per salvaguardare la politica internazionale. Una
lotta scivolata di mano? Anche le opposizioni sono la storia, sia a carattere
politico che popolare. Ma, gli incastri e
certe manovre, sembrano
essere state forti nel prendere il sopravvento per decollare e coprire almeno un
ventennio.
Chi possiamo punire, l’uomo o il fascio, il movimento? Dubbi, alienazioni, incertezze di carattere
italiano? Ma siamo sempre
in un teatro, ed il processo
deve ancora andare avanti.
Si fanno da parte i “testimoni di stato”, tra cui nomi,
solo nomi (come Matteotti),
interpellati come luce che
poteva, a suo tempo, fermare qualcosa. Forse. Si da
spazio all’uomo ora, a colui
che, “umanamente”, deve
sottolineare e scandire, con
quella sua voce, che l’uomo,
a proprio vantaggio, non
potrà mai, nella storia, ottenere grazia e quanto altro,
se non sotto una auspicabile condotta a vantaggio,
solamente, degli spiriti forti ed intrepidi come lui. La
dipartita è lunga e torbida
da strecciare, ma siamo
pazienti. Al culmine dello
spettacolo, altri testimoni si
aggiungono; voci di donne,
italiane e straniere, dei paesi da lui devastati, raccontano come è stato deturpato il
loro animo nazionale, reso
incerto ed indelebile, a seguito delle iniziative di tale
imbroglio personificato.
Ma, in tutta questa dialettica ed espressione, che rimane? Un popolo italiano
unificato, ma poi non sottomesso, che
chiede per lui, solamente, la pena di
morte.
Elisabetta Rocchetti
Monte Roberto e l’amministratore Agabito Salvati
Nel ricordo di Podalirio Petrini
L
o scorso mese di ottobre in occasione di una mostra di giornali europei
dell’epoca, tenutasi a Monte Roberto,
che documentavano l’interesse suscitato in tutta Europa dagli avvenimenti
del 1849, la Repubblica Romana, e del
1859, la seconda guerra d’indipendenza, è stato ristampato un opuscolo del
prof. Podalirio Petrini. Si tratta della
“Commemorazione del Cav. Agapito
Salvati e il 24 giugno 1859”, un discorso, stampato a Jesi alla Tipografia Floro
Flori, che il Petrini tenne il 24 giugno
1990 nel teatro di Monte Roberto in
ricordo di Agapito Salvati (1829-1897),
primo sindaco del paese e della vittoria conseguita dall’esercito piemontese il 24 giugno 1859 a Solferino e San
Martino contro gli austriaci. Agapito
Salvati che aveva preso parte a quella battaglia rimanendovi gravemente
ferito ad un braccio, fu poi sindaco di
Monte Roberto per 36 anni, dal 1861 al
1897, anni della sua morte. Il discorso
è una rievocazione della figura del Salvati, eroe del risorgimento ed anche
amministratore che si guadagnò il rispetto, la fiducia e la stima dell’intera
popolazione. Mentre era sindaco di
Monte Roberto fece parte anche della
Giunta del Comune di Jesi e per molti
anni fu anche consigliere provinciale.
Il Cav. Prof. Podalirio Petrini invece fu
sindaco di Castelbellino per il triennio
1899-1902. Era un “letterato di sommo valore”, insegnò lingua e letteratura
greca al liceo-ginnasio di Jesi e lingua e
letteratura francese all’Istituto Tecnico
“Cuppari” dal 1873 al 1909. Fu autore di
numerose opere scolastiche. Era nato
a Zagarolo in provincia di Roma il 18
ottobre 1843 da Antioco e Longarini
Leonilde. Sposò Maria Meriggiani di
antica famiglia di Monte Roberto, imparentata nel orso dell’Ottocento con
la famiglia Salvati. Abitò per lunghi
anni a Jesi. Solo nel 1921 andò ad abitare nella Villa Meriggiani, in contrada
Montali a Monte Roberto. Morì a Jesi
diversi anni dopo. I suoi figli preso il
cognome di Petrini-Meriggiani. Un
personaggio quello di Podalirio Petrini
da far emergere dalle nebbie del tempo
e contestualizzarlo in quel notevole clima culturale che caratterizzò Jesi e la
Vallesina negli ultimi decenni dell’Ottocento ed i primi del Novecento. L’invito venne fatto anni fa da Vitaliano Cinti. Qualcosa si è provato a fare. Molto
però c’è ancora da indagare.
Riccardo Ceccarelli
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in
5
breve
Aggressione al Premier
L’aggressione di domenica scorsa al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è stata violenta e brutale e le
conseguenze alla sua persona, avrebbero potuto essere
anche più gravi. Gravissimo è poi l’episodio in sé, tale da
indurre alla solidarietà, alla “sincera vicinanza” espressa
immediatamente dalla stessa presidenza della Cei. Da
questo punto di vista sono illuminanti le osservazioni del
comunicato della presidenza della Cei, cardinale Angelo
Bagnasco che, proprio pochi giorni fa, ha fatto appello a
“un linguaggio serio e sereno”. Le parole del comunicato – “auspichiamo per il nostro Paese un clima culturale
più sereno e rispettoso al fine di realizzare nella coesione sociale e nella responsabilità politica il bene di tutti e
di ciascuno” – si pongono così in continuità con l’invito
ad affrontare le più gravi e grandi questioni del Paese nel
rispetto delle persone che esprimono diverse posizioni.
È il momento della chiarezza: il momento di dire dei “no”
convinti alla violenza, alla demonizzazione dell’avversario come nemico. Ecco, allora, la necessità di un convinto e condiviso investimento culturale ed educativo per
fare crescere insieme il Paese, isolare i violenti e andare
avanti con convinzione nella concretezza.
Castelplanio - ufficio postale
Presso l’ufficio postale di Castelplanio Stazione è stato
attivato il nuovo cash dispenser: salgono a 55 gli sportelli
a disposizione della clientela nella provincia di Ancona.
Nuovi dispositivi di sicurezza passiva, tra cui il macchiatore di banconote, che impediscono la sottrazione
del denaro in caso di atto vandalico o forzatura del cash
dispenser, sono stati installati nel nuovo Atm dell’ufficio
postale di Castelplanio stazione in via Roma. Inoltre, a
maggiore tutela della clientela che utilizza lo sportello
automatico è presente un sistema elettronico “antiskimming” per impedire la clonazione delle carte di credito.
Disponibile tutti i giorni della settimana, in funzione 24
ore su 24, l’Atm Postamat consente di effettuare operazioni di prelievo di contanti ed eseguire interrogazioni su
saldo e lista movimenti, ricaricare tutti i telefoni cellulari, pagare le principali utenze e oltre 2.000 bollettini di
conto corrente postale, ricaricare la carta prepagata Postepay. Oltre che dai possessori di carta Postepay, l’Atm
Postamat può essere utilizzato dai correntisti BancoPosta titolari di carta Postamat-Maestro, dai titolari di carte di credito aderenti ai circuiti internazionali Visa, Visa
Electron, Mastercard, Maestro, Jcb, Diners o American
Express.
Serra de’ Conti
Domenica 27 dicembre alle ore 18 nella chiesa parrocchiale di Serra de’ Conti, il coro “F. Tomassini” si esibirà
in un concerto di musiche natalizie per voci e per organo. Per la prima volta a Serra de’ Conti, la corale vuole
augurare buone feste con brani della polifonia sacra, con
le melodie della tradizione liturgica e con pezzi moderni,
ormai diventati classici, come “White Christmas”. Il suono del restaurato organo parrocchiale, alla cui tastiera
siederà il M° Luca Cerigioni, completerà il programma
del concerto, con l’esecuzione delle pastorali più melodiose e suggestive del repertorio natalizio. Dirige il M°
Mirco Barani. Per info e programma: www.corotomassini.org
Mostra di Giuliana Pastene
L’acquarello rappresenta la tecnica più intensa ed immediata, con la quale questa artista riesce a governare
le emozioni lasciando incantato il suo pubblico. Chiare
composizioni di gioia e libertà, nelle quali lei stessa si
rappresenta, mantenendo lucida la capacità di non sconfinare: lo spirito dei soggetti, può rimanere provocatorio
proprio perché non necessitano di forzare quell’estremo
che viene dalla natura stessa. I gesti raffigurati sono il
normale quotidiano, vissuto tra due terre di mare come
la Liguria (sua terra di origine), e la zona del Conero, nella quale da tempo si è trasferita. In entrambe si ripetono
con sfumature diverse, i colori del mare calmo o in burrasca, sempre con uno spirito che accompagna le iniziative umane qualunque esse siano, una regata,la pesca, o
il viaggiare solitario. La fedeltà a questa libertà del vivere sereno, si fa luce anche nei ritratti, nei nudi e quanto
altro possa offrire calore nel quotidiano. Delicatezza e
tempesta, giocano, ricercando un sano vigore del reale,
preceduto da una sognante interpretazione.
Elisabetta Rocchetti
6
20 dicembre 2009
Psicologia e società
la nonna di gesù
In preparazione al corso diocesano
commissione diocesana per la pastorale familiare
Una comunicazione
di qualità
T
esti tratti dal blog “In famiglia...” di Anna
e Alberto Friso - responsabili di Famiglie
Nuove del Movimento dei Focolari
Quando fra i due sposi viene a stabilirsi una
comunicazione di qualità, la confidenza si
estende anche alla dimensione spirituale. Si arriva così a manifestare reciprocamente quelle
piccole-grandi intuizioni interiori, quelle brevi
o intense luci che a volte si accendono sui valori profondi della vita, dell’umanità di cui siamo parte. E saranno doni che l’uno farà all’altro
per una edificazione reciproca, per un aiuto nel
cammino di persone, ciascuna con una propria
soggettività.
Nella comunione d’anima si sperimenta una conoscenza dell’altro sempre più profonda, fino
a percepirlo nel suo vero essere. La confidenza
spirituale fra coniugi non è immediata e neppure facile, perché condizionata dalla conoscenza
ormai consolidata del carattere dell’altro o perché si avverte un certo pudore a esternare i sentimenti più reconditi.
Ma non bisogna arrendersi. Si può cominciare dal farsi dono degli stati d’animo provati
nell’aver visto o vissuto momenti di sofferenza
o di stupore, fino a comunicare via via quanto
si è interiormente compreso nella sincera ricer-
La confidenza fra gli
sposi si estende alla
dimensione spirituale?
ca del vero bene. Importante è farlo come un
dono, senza pretendere che l’altro risponda allo
stesso tono. L’altro però non resta insensibile a
questo tipo di amore e prima o poi la comunione diventa reciproca.
In questa profonda comunione, le decisioni
sono veramente condivise. Anzi è proprio nei
momenti delle scelte che, con sorpresa, si fa
l’esperienza dell’unità di pensiero, sia quando
ci si ritrova unanimi nella medesima idea, sia
quando si avverte che la nostra proposta non
soddisfa appieno l’altro per cui capiamo di dover ciascuno ‘perderla’. Ed allora non di rado
si fa strada in entrambi una terza idea che appaga le aspettative di ambedue, un’idea frutto
dell’amore presente fra noi.
Il giubbotto
Dialogo tra generazioni
A proposito di perdere tempo. Una delle nostre figlie, di allora 16 anni, aveva bisogno di un
giubbotto nuovo. “Sabato andiamo a comperarlo”, le ho promesso. Non mi era stato facile ritagliare quello spazio, perché era un momento un
po’ impegnativo per il mio lavoro.
Siamo uscite di casa alle 14, sperando in cuor
mio che ci saremmo sbrigate, così magari mi
sarebbe rimasto un po’ di tempo per il lavoro.
Invece, negozio dopo negozio (abitando a Roma
la scelta, potete immaginare, è molto ampia),
“quel” giubbotto non si trovava. Tutti avevano
qualche cosa che non andava. Uno la faceva
grassa, un altro aveva colori troppo vivaci, un
altro era troppo smorto. E anche quando erano
oggettivamente belli, a dire suo esprimevano
tendenze che lei non voleva assumere. Io non
capivo, ma lei mi spiegava che chi porta un certo tipo di giacca è di destra, chi un altro tipo è
di sinistra, ecc. Le classiche “fisse” che i ragazzi
si mettono in testa. Ma non gliel’ho detto, anzi,
continuavo a dimostrarmi entusiasta di questa
possibilità di inculturarmi con la mentalità dei
ragazzi di oggi.
Soltanto verso le otto di sera, abbiamo trovato
il giubbotto giusto. Personalmente ero esausta,
ma cercavo di non farglielo vedere. Salite in
macchina, stranamente la ragazza ha cominciato a confidarsi. Dapprima, con mezze parole,
mi ha parlato del suo disagio di testimoniare il
suo essere cristiana con i compagni di scuola.
Per arrivare a dirmi che lei stava pensando di
provare a fare altre esperienze. Il traffico era
intenso così abbiamo avuto il tempo di parlare.
Non ricordo che cosa le ho detto. Credo di essere riuscita soltanto a dirle cos’era per me vivere
i valori della fede. Dopo un certo silenzio lei mi
ha detto: ho capito. Ed ha cominciato a canticchiare una canzone, come per darmi un segno
che quella crisi che stava vivendo era superata.
di
«G
esù, il figlio di mia
figlia, venne al mondo qui a Nazareth nel mese
di gennaio. E la notte in cui
nacque si presentarono uomini da Oriente. Erano in
viaggio per l’Egitto, e transitavano per Israele con le
carovane dei Medianiti. E
poiché non avevano trovato
posto alla locanda, cercarono alloggio nella nostra casa.
Io diedi loro il benvenuto e
dissi: “Stanotte mia figlia ha
dato alla luce un bambino.
Sono certa che mi perdonerete se non vi offro tutti i
servigi che son dovuti a degli ospiti”.
Mi ringraziarono di aver
dato loro riparo. E dopo che
ebbero cenato, mi dissero
“Vorremmo vedere il bambino”.
Ora, il figlio di Maria era
bello a guardarsi, e anche lei
era bella.
E quando i persiani videro
Maria e il suo bambino, presero oro e argento dalle loro
borse, e mirra, e tutto deposero ai piedi del piccolo.
Poi si prosternarono a terra
e pregarono, in una lingua
strana che non comprendemmo.
E quando li condussi alla
camera preparata per loro,
camminavano come in timore e reverenza di ciò che
avevano visto.
Federico Cardinali
Quando venne il mattino
partirono. E dissero: “Il bambino non ha che un giorno,
eppure noi abbiamo visto la
luce del nostro Dio nei suoi
occhi e il sorriso di Dio sulla sua bocca. Proteggetelo, vi
preghiamo, affinché lui possa
proteggere tutti noi”.
E dopo queste parole, montarono sui cammelli e scomparvero alla nostra vista.
Ora, verso il suo primo nato
Maria mostrava più meraviglia e stupore che gioia.
Lanciava lunghe occhiate al
suo piccolo, poi volgeva il
viso verso la finestra e si perdeva a fissare le lontananze
del cielo, come se contemplasse una visione.
E si stendevano valli tra il suo
cuore e il mio.
E il bambino crebbe, in corpo e in spirito, ed era diverso
dagli altri bambini. (…)
A volte, quando lo portavo a
letto, diceva: “Di’ a mia madre e agli altri che dormirà
solo il mio corpo. Il mio spirito rimarrà con loro, finché
il loro spirito giungerà al mio
mattino”.
E molte altre meravigliose
parole diceva quand’era fanciullo.
Ma sono troppo vecchia per
ricordare.
Ora mi dicono che non lo
vedrò più. Ma come posso
credere a quello che dicono?
Io lo sento ancora ridere, lo
sento ancora aggirarsi correndo per la casa.
E ogni volta che bacio la
guancia di mia figlia, il profumo di lui mi torna al cuore. E sembra che il suo corpo
venga di nuovo a colmare le
mie braccia.
Ma non è strano che mia figlia non mi parli del suo primo nato?
A volte il mio desiderio di lui
è più grande del suo, così mi
sembra. Lei rimane immobile dinanzi alla luce del giorno,
come un’immagine scolpita
nel bronzo, mentre il mio
cuore si scioglie e scorre in
mille rivoli.
Forse lei sa qualcosa che io
non so.
Vorrei che potesse dirlo anche a me.»
***
E’ Khalil Gibran, un poeta
libanese, che fa parlare Anna,
la mamma di Maria di Nazareth, con queste parole. Le
parole di una nonna.
Ho pensato che in questo
Natale possiamo guardare,
in modo speciale, i nonni. E
fare loro i nostri auguri.
Che strane figure i nonni!
A loro è richiesto di esserci.
Con i figli e con i nipotini.
Ogni volta che ne abbiamo
bisogno. Poi, però, si devono
fare da parte.
Tante volte non possono neanche dire i loro pensieri.
Eppure con i loro pensieri
hanno guidato la nostra crescita.
A loro chiediamo di essere
pronti, quando servono. Poi,
però, devono essere altrettanto pronti a ritirarsi, quando lo vogliamo noi.
Quante volte succede che,
giovani genitori, abbiamo
paura che i nostri bambini
si affezionino a loro. Che si
avvicinino troppo. Come se
i figli potessero dimenticare i
loro genitori!
Possiamo chiederci: noi, che
oggi siamo i nuovi genitori,
ci siamo dimenticati di loro?
Perché allora quelle crisi di
gelosia nei loro confronti,
quando il nostro bambino
corre fra le loro braccia? Non
sono quelle le braccia che
hanno accolto noi bambini e
che, oggi, ritroviamo sempre
pronte ad accoglierci quando
ne abbiamo bisogno?
Il Natale è la festa dei bambini, diciamo. Fidiamoci dei
nonni - che poi sono i nostri
genitori. Essi alimentano la
felicità dei bambini.
Diciamo loro un Buon Natale! Di cuore. E con tanta
gratitudine.
Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per e-mail ([email protected] o [email protected])
o per posta a Voce della Vallesina - colloqui con lo psicologo - P.za Federico II, 8 - 60035 JESI
La cerimonia di “Graduazione” dell’Oikos Onlus
Una rielaborazione della vita
Sabato 19 dicembre alle ore 9.30 l’Oikos festeggia la Graduazione presso la
Sala Convegni del Centro Direzionale
Esagono, alla presenza delle autorità
locali, civili e religiose. La cerimonia,
denominata anche “I Passi Ritrovati”
è la fine del programma psico-socio
riabilitativo dei ragazzi che sono stati
ospiti delle comunità di recupero. In
questa occasione, ripetuta ogni anno a
dicembre, i ragazzi ricevono un diploma e una spilla d’oro con l’emblema
dell’Oikos: una casa. Quella casa che
lasceranno non come persone perfette, ma come persone libere e critiche,
con le loro caratteristiche individuali
distintive. Al termine del programma
di recupero i ragazzi hanno un’esigenza in più: improntare la vita, se lo vorranno, ai principi e ai valori che hanno acquisito, e l’umiltà di impegnarsi
per continuare a crescere.
Il programma di recupero, ispirato
al Progetto Uomo, è strutturato in
fasi, corrispondenti alle comunità di
recupero: il centro Polifunzionale di
Accoglienza, prima fase del programma, è il luogo dove si fermano quei
giovani che, dipendenti da sostanze
stupefacenti, decidono di darsi una
chance per cambiare la loro vita. La
Comunità residenziale per il trattamento delle dipendenze, è la seconda
fase. I giovani qui mantengono stretti rapporti con il contesto familiare,
amicale e sociale nonostante si trovi
in un luogo appartato per favorire la
concentrazione sulla rielaborazione
della propria storia personale. Terza
fase del programma è il Reinserimento Sociale, dove si svolge l’attività più
delicata della terapia. I giovani, gradatamente, dovranno arrivare ad essere
capaci di badare a se stessi, reinserirsi
nel tessuto familiare, sociale e lavorativo, riassumendosi le proprie responsabilità.
Dopo la residenza nelle tre comunità
il Progetto Uomo prevede una “fase
C”, in cui i giovani vivono in una casa
propria oppure tornano ospiti presso
la loro famiglia, compiendo un altro
p a s s o
graduale
e definitivo verso
la completa autonomia dal programma.
La fase C termina con la Graduazione,
un momento in cui i giovani condividono, confrontano e verificano, con le
persone che significativamente hanno
accompagnato il loro processo di crescita, il grado di autonomia raggiunto,
la capacità di interrelazione sociale e,
soprattutto, il riconoscimento e l’apertura verso la dimensione spirituale.
Sarà questo riconoscimento e il successivo incanalare la loro esperienza
in un cammino spirituale a divenire
l’antidoto al rischio di una eventuale ricaduta. Se la verifica ha come risultato
che lo stile di vita non è molto distante
dal precedente, il riconoscimento viene negato e si chiude il rapporto con il
Programma Terapeutico. Per maggiori
informazioni rivolgersi in sede Oikos,
trasferitasi in via Dell’Industria n.5,
presso il Consorzio Zipa.
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Vita ecclesiale
LA CHIESA LOCALE
IL DIARIO
DEL VESCOVO
GERARDO
Giovedì 17 dicembre
ore 9.30: Ritiro di Natale del Clero Diocesano
ore 18.30: Parrocchia San Giuseppe, presentazione
del libro “Le strade del silenzio”
Venerdì 18 dicembre
ore 18.15: Presentazione del libro “Lo scrigno dei
sogni”
ore 18.45: Ritiro con i candidati al Diaconato
Sabato 19 dicembre
ore 10: OIKOS: Graduazioni
ore 17: Meic e altri: Ritiro di Natale
Domenica 20 dicembre
ore 9: Ritiro dei Partecipanti al Corso per
Ministeri
ore 15: Incontro con Genitori e bambini della
parrocchia di Sasso
ore 17: San Marcello, celebrazioni dell’anniversario
della fondazione del paese
ore 19: Pianello Vallesina, incontro con Bambini e
Famiglie attorno al Presepio
ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento
Vocazionale
Lunedì 21 dicembre
ore 15.30: Incontro con le Comunità OIKOS.
Santa Messa
ore 18.30: Palasport: S. Messa e incontro con
Bambini e famiglie
Martedì 22 dicembre
ore 12.30: Caritas, pranzo e incontro con gli ospiti
della Caritas
ore 15-19: il Vescovo riceve nella cappella di
San Floriano, in Duomo, coloro che desiderano
confessarsi o avere un colloquio spirituale. Senza
appuntamento
Giovedì 24 dicembre
ore 23: Parrocchia di San Pietro Ap. Ufficio delle
letture
ore 24: Cattedrale, S. Messa nella notte di Natale
Venerdì 25 dicembre
ore 8.30: S. Messa nella Chiesa dell’Ospedale
ore 10.30: Santuario delle Grazie: Santa Messa
ore 18: Cattedrale, S. Messa
Sabato 26 dicembre
ore 10.30: Maiolati Spontini, visita alla Casa di
Riposo
ore 11.30: Maiolati, Santa Messa nella festa del
Patrono Santo Stefano
CHIESA dell’ADORAZIONE
luogo di adorazione e di ascolto
Dal lunedì al venerdì (eccetto i giorni festivi infrasettimanali), dalle ore 16 alle 19,30 un Sacerdote è a disposizione nella Chiesa dell’Adorazione, in Piazza della Repubblica 2 a Jesi, per le Confessioni e il colloquio spirituale.
Questo servizio, offerto a tutti, vuol essere in modo particolare una opportunità data ai giovani.
Tutti i venerdì dalle 19 alle 20 un piccolo gruppo di giovani si riunisce nella Chiesa dell’Adorazione per un’ora
di preghiera davanti alla SS Eucaristia. Sono invitati altri
giovani che cercano un momento di silenzio, di meditazione sulla Parola di Dio e di preghiera di adorazione.
Settimanale di ispirazione cattolica
fondato nel 1953
Parola
di Dio
20 dicembre 2009
7
20 dicembre 2009 - 4a domenica diavvento- anno b
Occasione per incontrarsi e benedire
Benedire
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,39-45)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa,
in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel
suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran
voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!
A che devo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena il
tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel
mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che
il Signore le ha detto».
Commento
Un motivo di fondo che domina nel
Vangelo di Luca è l’incontro tra Gesù e
i singoli e anche l’incontro tra persone
normali, come ascoltiamo da questo
brano. Nel racconto di questo incontro
ci possiamo fermare su due verbi che ci
aiutano a dar luce a tutto il brano: sussultare (in greco: schirtào) e benedire
(in greco: euloghèo).
Sussultare
Il verbo schirtào, nel suo senso originario, viene usato per la danza, quindi
ha il senso del saltellare-danzare. Uno
potrebbe pensare a un fatto naturale: il
muoversi di un bambino nel grembo
della madre, specie, come è in questo
caso, quando ha superato il sesto mese.
Qui c’è però qualcosa di nuovo che Elisabetta sente nel suo grembo, perché
avverte qualcosa di straordinario, come
poi racconta a Maria. Due madri che
s’incontrano con tutte le loro difficoltà
nel gestire una gravidanza, dimenticano tutti gli inevitabili problemi per
gioire di fronte a eventi inaspettati, al
punto che anche il bimbo di Elisabetta
avverte questa gioia dell’incontro.
Il Natale potrebbe essere l’occasione per incontrarsi con chi è lontano,
con chi non è in un rapporto di pace,
d’amore… la piccola, ma densa scena ci
vuole trasmettere questo.
Santuario delle Grazie: triduo dell’Immacolata
Tutta bella sei, Maria
Nel santuario della Madonna delle
Grazie, dal 5 al 7
dicembre, ha avuto luogo un triduo
di
preparazione alla solennità
dell’Immacolata
Concezione
di
Maria. Durante il
triduo, animato
dall’associazione “Milizia dell’Immacolata”,
ogni sera si recitava il Rosario
con meditazioni ispirate agli
scritti di san Massimiliano
Kolbe, fondatore della “Milizia”; musiche e canti mariani
accompagnavano la preghiera.
I sacerdoti che hanno guidato
il triduo e presieduto le celebrazioni eucaristiche, hanno
offerto ai partecipanti numerosi spunti di riflessione sulle
origini di questa festa e sulla
vita della Madonna che ogni
anno, durante l’Avvento, prepara i fedeli all’incontro con
il Figlio suo, nel Natale. Fin
dall’antichità la tradizione popolare ha considerato Maria
preservata da ogni macchia di
peccato. Tre sono però le date
che fanno la storia della solennità dell’Immacolata.
La prima é quella del 1830
quando, vestita di bianco e
con il manto azzurro, a Parigi,
Maria apparve a santa Caterina Labouré, una giovane novizia delle Figlie della Carità,
e le chiese di far coniare una
medaglia con le immagini dei
due quadri animati dell’ap-
parizione. La seconda è quella del
1854, quando il
papa Pio IX proclamò Maria esente dal peccato originale, tutta pura,
cioè
Immacolata. La terza data,
particolarmente
significativa, è il
1858 allorché, a
conferma del dogma proclamato da Pio IX, Maria apparve
a Bernardette Soubirous, nella
grotta di Massabielle, a Lourdes, un paesino della Francia
meridionale.
Maria è la donna del “sì”. La
troviamo a Nazareth, presso
la parente Elisabetta, a Betlemme, alle nozze di Cana
e sul Calvario, ai piedi della
Croce. Accettando di diventare madre del Salvatore, Maria accettò anche di diventare
madre dell’umanità redenta e
mediatrice di tutte le grazie.
Dante, nel XXXIII canto del
“Paradiso”, fa dire a san Bernardo:
“Donna, sé tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia e
a te non ricorre, sua disianza
vuol volar senz’ali”.
La disponibilità di Maria è
sempre stata totale, sia nei
confronti di Dio che dell’umanità e, per questa sua donazione, Maria ha meritato di
partecipare a tutti i privilegi
concessi a Gesù, divenendo
Regina degli Angeli e dei Santi.
Rosaria Ricciardi Biundo
Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An
Telefono 0731.208145
Fax 0731.208145
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del 10.1.1953 • Composizione grafica Giampiero Barchiesi • Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola www.galeati.it •
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i diritti riservati • Esce ogni mercoledì • Associato alla Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) • Comitato di
redazione: Vittorio Massaccesi, Giuseppe Quagliani, Antonio Quaranta, Antonio Lombardi
Ai sensi dell’articolo 13 del D. Lgs 196/2003 (Codice privacy) si comunica che i dati dei destinatari del giornale sono contenuti in un archivio informatico idoneo
a garantire la sicurezza e la riservatezza. Saranno utilizzati, salvo divieto espresso per iscritto dagli interessati, oltre che per il rispetto al rapporto di abbonamento, anche per proprie attività istituzionali e per conformarsi ad obblighi di legge.
Il verbo benedire nella Bibbia ha vari
significati: dire bene, ringraziare, lodare… Maria si è mossa in fretta e
ha percorso circa 150 km da Nazaret
ai monti della Giudea per andare da
Elisabetta più anziana e inaspettatamente incinta, e condividere con lei
la gioia, lo stupore dell’incontro, e poi
sognare sulle due creature che stavano crescendo in seno. Maria vuole
donare tutta se stessa, ma soprattutto trasmettere la gioia della fede. La
fede ci porta a scoprire delle stupefacenti sorprese, a creare delle svolte,
nella vita, che riportano a una nuova
fiducia. Avremmo perso tanto anche
noi se non ci fosse stata questa fiducia nelle due donne. Ma il seme della
fiducia è posto nel nostro cuore dallo
Spirito Santo che è spessore, novità,
ricchezza.
Il Natale è questa fiducia nel recupero
di gesti semplici, ma anche significativi, come il saluto reciproco, il sapersi
dire: buon giorno, ciao, buona festa,
buona domenica, buon Natale… con
un sorriso luminoso o con un abbraccio fraterno.
P. Silvio Capriotti ofm
Seminario diocesano: giovedì 17
Anno sacerdotale
Giovedì 17 dicembre alle ore santificazione e ministero;
18,30 riprendono gli incontri - per implorare numerose e
celebrativi dell’Anno Sacer- sante vocazioni di speciale
dotale con la novità di due consacrazione, la cui dimiincontri vissuti assieme al no- nuzione genera sofferenza e
stro Vescovo mons. Gerardo smarrimento.
Rocconi. La serie di “Lectio Questi e tanti altri i motivi
Divina” pensata per essere re- per ringraziare il Signore.
alizzata a tappe fisse mensili, Sarà bellissimo condividere
(3° giovedì del mese), è un’oc- insieme meditazione e precasione provvidenziale:
ghiera sul testo biblico di
- per prendere coscienza del Marco capitolo 1.
dono e del compito del sacer- Che il santo Curato d’Ars,
dozio ministeriale nella co- Giovanni Maria Vianney,
munità cristiana;
interceda per noi, per la
- per elevare ferventi preghie- Chiesa e per tutta la famire per sacerdoti, per la loro glia umana.
8
In diocesi
20 dicembre 2009
La celebrazione del mandato ai responsabili dei Corsi di Cristianità
D
Una mano a Cristo e una ai fratelli
omenica 6 dicembre la Parrocchia di San Giuseppe, durante
la Messa delle 18,30, ha accolto le
due equipe donne e uomini, che si
stanno preparando ai Corsi di Cristianità: rispettivamente dal 21 al
24 gennaio 2010 donne, e dal 4 al 7
febbraio 2010 uomini, presso la casa
Paolo VI di Maiolati.
Mons. Gerardo Rocconi, che di
cuore ringraziamo, ha presieduto
la celebrazione Eucaristica durante la quale si è svolta la cerimonia
del “mandato” ai responsabili laici e
sacerdoti, perché con il loro esempio di vita cristiana siano testimoni
credibili per annunciare la buona
novella ai futuri partecipanti, chiamati da Dio a vivere tre giorni in
piena amicizia con Lui e con i fratelli.
Dopo una breve introduzione del
Coordinatore Diocesano, la Rettrice e il Rettore hanno presentato a
Dio e all’assemblea le persone, una
ad una, che si stanno impegnando
in numerosi incontri per approfondire la Parola di Gesù, per crescere
nella vita spirituale e nell’amicizia
fraterna.
Durante l’omelia il Vescovo si è
rivolto a loro perché con profonda serietà e consapevolezza siano
perseveranti nell’ascolto di Lui che
a donare Gesù lungo le strade, nella famiglia, negli ambienti di lavoro,
donarlo soprattutto con la propria
vita non solo con le parole. Con il
raccoglimento e la partecipazione
di tutta l’assemblea è continuata la
Celebrazione Eucaristica e alla fine
don Aldo Anderlucci, padre spirituale del corso uomini, ha illustrato
in che cosa consiste il corso e il bene
che Dio porta alle anime attraverso
questo strumento. E’ un’esperienza
di riscoperta del proprio Battesimo
e delle verità della fede, che si può
solo “sperimentare”, non raccontare,
partecipando ai tre giorni.
Tutto ciò trasmesso attraverso meditazioni e racconti vivenziali di sacerdoti e laici che si sforzano di mettere tutto il loro impegno nel dare una
mano a Cristo e l’altra ai fratelli.
La partecipazione al Corso di Cristianità è consigliata a tutti, ma
particolarmente a chi sente, dentro
il proprio cuore, il desiderio, talvolta rimosso, di conoscere Gesù e di
iniziare un cammino insieme a Lui,
non certo facile, ma sicuramente
gioioso, perché la strada indicata
dal Maestro e percorsa con umiltà e
fiducia da Maria, è l’unica che porta
all’abbraccio d’amore di Dio.
Pierina Belardinelli
Foto Stefano Fantini
Grazie Anna!
Il ricordo di Anna Bruciaferri ved. Bucciarelli, di Macine di Castelplanio, ritornata
a Dio, Sorgente della vita, il
30 novembre scorso
Anna, a Te il mio saluto e
il mio grazie!
per la tua generosità e il tuo
esempio; sempre disponibile
ad aiutare chi è in difficoltà:
io stesso sono stato ospite a
casa Tua, pranzo e cena, per
parla, così da riuscire a trasmettere servizio. Allora si può riscoprire il
ben 5 anni, mi hai fatto senla Parola di quel Dio che in un mo- vero senso del Natale se vissuto neltire uno di casa, grazie!
mento preciso della storia ha fatto la sobrietà: il cuore rinnovato sarà
Ti ricordo Anna, donna
irruzione nella vita degli uomini. capace di farsi incontro ai piccoli,
mite e paziente:
Ha fatto poi una riflessione sulle ai sofferenti. I responsabili dei Corricca di squisita sensibilità
parole del Battista che invitano alla si andranno a proporre non idee,
e serenità spirituale, esemconversione, a riconoscere il male ma una persona che si pone come
pio di madre e di sposa: la
presente nell’animo e a buttarlo l’unica capace di dare senso, spetua famiglia era il tuo cuore.
via, facendo spazio a ciò che nel ranza e nutrimento col pane della
Custodivi ottimi rapporti
cuore manca: l’umiltà, la preghiera, Parola e dell’Eucarestia. Ognuno
con tutti, pur nella tua riserl’ascolto della Parola, lo spirito di di noi, come il Battista, è chiamato
vatezza, capace di ascoltare,
generosa, intuitiva, semplice
16 dicembre: BEATO CLEMENTE MARCHISIO
e profonda.
Azione Cattolica: la veglia mariana
Ti ricordo Anna, donna di
fede:
la tua serenità scaturiva da
una intensa vita interiore.
Lunedì 7 dicembre si è svolta in Duomo la tradiacque a Racconigi (Cuneo), il 1° mar- come la sporcizia delle tovaglie e dei panni Quanta passione per questa
zionale veglia dell’Immacolata, momento fondazo 1833, da una famiglia di artigiani. sacri lo affliggevano profondamente. Così, nostra Comunità parrocmentale per il cammino dell’Azione Cattolica jeVicino a casa sua, c’era la chiesa dei Padri affida alle “Figlie di San Giuseppe” (che chiale: l’adorazione Eucarisina. L’edizione di quest’anno, intitolata “Avvenga
domenicani, dove si recava
aveva fondato nel 1877) stica, il servizio nell’Apostodi me secondo la tua parola” ed organizzata dal
tutte le mattine a servire
l’incarico di attendere a lato della Preghiera e per la
settore Giovanissimi, era tutta incentrata sul serla santa Messa. Lì impatutto quello che riguarda- Chiesa… il tuo affetto verso
vizio.
rò un grande amore alla
va il culto eucaristico e la la Madonna della Rosa! Nel
I tanti giovani presenti in cattedrale hanno ascolMadonna e a pregarla con
celebrazione della santa Rosario ritrovavi la tua enertato la testimonianza di Katia, una giovane delil Rosario ogni giorno. Lì
Messa, in primo luogo la gia vitale.
la parrocchia di San Massimiliano Kolbe, che
iniziò a sentire la chiamata
preparazione delle ostie Le molteplici espressioni di
ha raccontato la sua esperienza di volontaria in
al sacerdozio: lo diventò il
e del vino, e la confezio- sofferenza, che la vita ti ha
Abruzzo, con marito e bambino al seguito. Altro
20 settembre 1856. È nella
ne dei paramenti sacri. riservato, ti ha resa più lumomento che ha catturato l’attenzione dei precelebrazione della Messa e
L’istituto venne dedicato a minosa nella fede e nella disenti è stata la lettura di David Maria Turoldo.
nell’adorazione del Santissan Giuseppe: «Mettiamo sponibilità!
“Ecce Ancilla Domini. Serva del Signore e di nessimo che attingeva la forle cose nelle mani di san - Grazie Anna e arrivederci
sun altro. Non signora, non regina, non blasoni,
za necessaria per seguire
Giuseppe. È il nostro buon in Dio!
non titoli: ma uno stato di servizio, di una condiGesù: «La Messa è la mia
padre putativo che non ci
zione di amore, anzi di prova d’amore. Un’offerta
vita. La Messa è tutto».
farà mancare nulla... PreAnniversario
alla collaborazione incondizionata. E questo è
Chiamava instancabilmengate, bussate alla porta
22.12.1993 22.12.2009
cristianesimo, solo questo: la scelta amorosa”.
te i fedeli alla santa Messa,
della divina Provvidenza
Dopo la bella riflessione di Mons. Vescovo sul
alla Confessione regolare
e sperate tutto da Dio, per
dire si o no a Gesù, l’adorazione eucaristica
e assidua, alla Comunione
intercessione di san Giuha raccolto tutti in preghiera. All’uscita alcufrequente, all’adorazione eucaristica. Don seppe». L’8 dicembre, festa dell’Immacolata,
ni Giovanissimi hanno consegnato ai presenti
Marchisio era anche molto attento al modo tenne la sua ultima predica. Il 15 dicembre
come ricordo, una pergamena con il brano di
in cui Gesù stesso veniva trattato nel sacra- celebrò l’ultima Messa. L’indomani, 16 diTuroldo.
mento dell’altare. L’uso di ostie e vino adul- cembre 1903, andò incontro al Signore.
g.p.
terati, ornamenti liturgici in cattivo stato,
Giordano Maria Mascioni
“Avvenga di me…”
“Pregate e sperate tutto”
N
Il libro “Le strade del silenzio” di Remo Uncini
segue da pag. 2
nastica acquisti un valore universale
nell’esperienza di vita di ogni uomo,
non necessariamente “toccato” dalla
Grazia fino alla “soglia” della rinuncia alle “seduzioni del mondo”, nella
scelta letteraria di dare forma ad un
romanzo in cui l’autobiografismo
si stempera nell’oggettività di una
narrazione che ripercorre le tappe
di una vicenda interiore la quale si
presenta come esemplare, seppur direttamente partecipata e sofferta dal
narratore-protagonista.
L’approdo
alla vocazione monastica conventuale, conquistata dopo il “ritorno nel
mondo”, si pone infatti quale un ideale itinerario di vita che, alla luce delle
esperienze maturate dal monaco ormai anziano, nel suo racconto si presenta come una prospettiva che può
essere indicata a chiunque altro, nella
vita di tutti i giorni, intenda cimentarsi in un percorso di apprezzamento
delle ragioni più profonde alla base
dell’adesione ad un cristianesimo
“giustificato” dall’atto supremo d’amo-
re e di condivisione che si riconosce
nell’Incarnazione.
so dello “stare” nell’“affidarsi” ad una
trascendenza in cui “abita” il Mistero
non può, quindi, concepirsi disgiunta
Dove affondano le suggestioni che dalla tensione, profondamente sentita
hanno determinato l’idea del libro?
all’epoca, di immedesimarsi nel visLe suggestioni che hanno contribu- suto contemporaneo, per riscoprirsi
ito a determinare l’idea del libro si autentica professione di fede nel “papossono individuare nelle disillusioni radosso d’amore” dell’Incarnato, nello
connesse con il diffondersi dei movi- “scandalo” del giusto che, di fronte alla
menti giovanili degli anni successivi sofferenza anche più ingiustificabile,
al ’68: un senso della comunità “tra- sulle orme di Giobbe si sente quasi
dito” dall’infatuazione rivoluzionaria, “tradito” dal Dio che è Giustizia.
spesso pericolosamente contigua al
terrorismo, il “rigurgito” dell’indivi- Nel testo può riconoscersi una pardualismo borghese come reazione al ticolare “cifra” stilistica che connodivampare della contestazione, ma ti letterariamente la narrazione di
anche la coscienza di un innovativo questo itinerario della spiritualità
ruolo sociale assicurato alla Chiesa che corrisponde a “Le strade del sidopo l’“avanguardia” del Concilio lenzio”?
Vaticano II. Tutti questi condiziona- Il testo si segnala per l’agile snodarsi
menti si trovano alla radice della vo- della narrazione che, anche quancazione del monaco che, pur nell’iso- do più insistita si fa l’enunciazione di
lamento della vita religiosa, sente, princìpi di sociologia applicata alla
come elemento qualificante della sua storia contemporanea o quando l’auvocazione, che non può rinunciare ad tore si intrattiene in citazioni di testi
una dimensione comunitaria che si tratte dalle Regole monastiche e dalle
inscrive nella storia quale “segno dei Sacre Scritture, sostiene agevolmentempi”. L’esigenza di recuperare il sen- te il “peso” di queste inserzioni, solo
apparentemente esplicative o didascaliche. In realtà, la scrittura non
perde la propria energia e la propria
sostenutezza anche in questi inserti,
che sembrano costituire una “trama”
riflessiva vòlta a rinforzare la perentorietà delle affermazioni e dei princìpi
di cui è prodiga l’esperienza narrata
del vecchio monaco nel racconto al
narratore-autore. Lo stile emerge per
la sua evidenza di immediata rappresentazione, nella frammentazione
della loro oggettivazione, di dilemmi e aporie dello spirito, che trovano
spesso una felice corrispondenza con
le suggestioni che l’ambiente naturale
fornisce alla sensibilità del narratore;
questi si mostra continuamente attento a carpire “viscerali” affinità tra l’interno della propria coscienza e l’esterno dello spazio circostante, a scandire
idealmente l’itinerario di un’anima che
costantemente si pone alla ricerca del
sé nel confronto con un Mistero da
cui si lascia pervadere per avvertirne
le tracce in ogni manifestazione, della
vita sia individuale che collettiva.
Foto Anna Vincenzoni
Ugo Cognigni
La moglie Anna Luconi
lo ricorda sempre con tanto
affetto e rimpianto.
Una Santa Messa in suffragio sarà celebrata martedì
22 dicembre alle ore 9 nella
chiesa di Santa Maria del
Piano.
VOCE DELLA VALLESINA
Per i ricordi
delle persone care
0731.208145
Regione
20 dicembre 2009
9
L’UNITALSI CON MARIA: la celebrazione con don Mario Massaccio
“Siamo come fiori aperti al sole”
C
ome ogni anno, il 9 dicembre
l’associazione Unitalsi si è ritrovata a celebrare la Venuta di Maria,
come vuole la tradizione, nella parrocchia del Divino Amore a Jesi.
La messa, celebrata dal parroco don
Mario Massaccio, animata e partecipata da tutti i membri dell’Associazione, è stata vissuta come un
momento forte a vivere il raccoglimento, a creardi fede, in cui ci spazi di deserto per godere della
r i n g r a z i a r e presenza di Dio, a chiedere al SiDio per il dono gnore la pace del cuore, a conoscedi Maria, sua re e ad amare la Parola di Dio come
madre, nella faceva Maria, così da essere attenti,
nostra vita. La come lei, ai segni della volontà di
Madonna, ha Dio negli avvenimenti di ogni giordetto don Ma- no. Quanto sarebbe più limpida,
rio nella sua gioiosa e vera la nostra vita e quella
intensa omelia, delle nostre famiglie se dedicassimo
è la creatura più tempo all’ascolto della Parola di
ideale davan- Dio! Così - diceva ancora don Mario
ti a Dio, è la - Maria deve diventare modello per
strada migliore, noi, perché possiamo sconfiggere le
scelta da Dio nostre presunzioni, sicurezze, autostesso, per rag- sufficienze. Impariamo, come ci ingiungere Gesù, segna la Madre, ad essere come fiori
Figlio di Dio. Maria non è una don- aperti al sole che è Gesù, ritroviana inquieta, né frivola, né lacerata mo il silenzio, preghiamo la Parola:
da vuoti interessi, ma una donna con questi atteggiamenti il Natale
serena, attenta a leggere la vita in ci sboccerà nel cuore come dono
profondità, raccolta in un silenzio gratuito di Dio e faremo esperienza
pieno di attesa, aperta al Mistero della stessa gioia di Maria”.
di Dio e al servizio dei fratelli. Che Dopo la celebrazione eucaristica,
cosa dice Maria a noi, si chiedeva rinfrancati da ciò che il Signore sa
don Mario? “Dobbiamo imparare donare ai suoi figli, abbiamo acce-
so il tradizionale ‘fogarò’, davanti al quale,
dopo essere arrivati in
processione, abbiamo
cantato le litanie alla
Madonna, in un clima
particolarmente bello
e raccolto.
La serata di festa si è
conclusa con un’ottima cena in un sereno
clima di fraternità, nel
ringraziamento affettuoso verso tutti coloro che hanno collaborato per rendere così
bella e serena questa
serata, primo fra tutti
il parroco don Mario.
Affidiamo a Maria Santissima la
nostra associazione Unitalsi affinché tutti possiamo imparare da
lei l’amore a Gesù ed ai fratelli, nel
dono fedele e perseverante della nostra vita.
Stefania Marchetti
Foto Claudia Zampetti
Regione: Il Premio Nobel Rigoberta Menchù nelle Marche
La pace di ogni giorno
U
na nuova Giornata per la Pace.
L’esigenza di camminare in modo
non retorico con gli impoveriti nella
società di oggi che, dietro ad una normalità di plastica, nasconde segni di
morte. Ribadire il rifiuto della guerra
per rinnovare una cultura di pace, la
prassi della nonviolenza e della costruzione del bene comune. Con un
vibrante e commosso intervento il Presidente dell’Assemblea Legislativa delle
Marche Raffaele Bucciarelli, ha fatto
amarcord di un’esperienza ventennale nel campo della solidarietà gratuita,
sempre accompagnato dai figli e da sua
moglie Angela. ‘’Conosco il Guatemala
da 20 anni - ha detto - e mi ha cambiato la vita,
così come l’ha cambiata ad altri’’. Bucciarelli ha
poi sottolineato quanto sia importante essere
sensibili verso i Paesi del Sud del mondo. “Chi
fa solidarietà – ha rimarcato – riceve molto
più di quello che dà”. Oltre 200 ragazzi provenienti da tutte le Marche hanno partecipato ,
all’Auditorium Fiera di Ancona, alla Giornata
per la Pace 2009. L’evento, organizzato dall’Assemblea legislativa d’intesa con la Giunta regionale nell’ambito delle iniziative per la Giornata delle Marche, è stato quest’anno dedicato
alla nascita dell’Associazione “Università per
la pace” .“Oggi è una grande giornata per le
Marche – ha detto il presidente Bucciarelli rivolgendosi all’affollata platea di giovani, insegnanti, autorità civili e militari – perché oggi
inaugureremo la prima esperienza nazionale, e forse anche europea, di Università per la
Pace”. “La pace non è – ha spiegato - il contrario di guerra, non è silenzio. E’ un valore più
concreto. Quando donne e uomini di ogni
razza e credo religioso possono vivere liberi e
in modo dignitoso, allora veramente possiamo
parlare di Pace”. Concetti condivisi e ripresi
dal presidente della Giunta regionale, Gian
Mario Spacca. “Il nostro esecutivo regionale –
ha affermato - si è dato una carta dei valori. E
al primo posto c’è la pace che ogni giorno, attraverso le nostre azioni di governo, ci siamo
impegnati a costruire”. Il valore e il contributo importante che un’istituzione come l’Università per la Pace potrà dare per una società
più giusta e pacifica è stato sottolineato anche
dal premio Nobel Rigoberta Menchù, che ha
esortato tutti a lavorare insieme per prevenire i conflitti e diffondere la cultura della pace.
Alla giornata ha partecipato anche la giovane
SEMINARIO DI VITA NUOVA
NELLO SPIRITO
RIVOLTO AI GIOVANI
Promosso dal Rinnovamento nello Spirito Santo
in collaborazione con la Pastorale giovanile della
diocesi di Jesi (AN)
afgana Zoia che milita in Rawa, l’organizzazione femminile indipendente dell’Afghanistan.
Hemàn Huarache Mamani, scrittore e sciamano peruviano, impegnato da anni in progetti
di rivalutazione della cultura locale ha parlato di quanto sia importante “educare i giovani alla pace” perché “ogni uomo – ha detto –
non nasce violento o pacifista ma è la società
che contribuisce a farlo diventare”. Rigoberta
Menchù Tum, tornata nelle Marche, attivista guatemalteca, particolarmente legata alla
nostra regione, anche quest’anno ha scelto di
portare il proprio contributo all’iniziativa per
promuovere, soprattutto fra i giovani, una cultura della Pace e della difesa dei diritti umani.
Il premio Nobel, nota in tutto il mondo per le
sue battaglie per i diritti di tutte le popolazione indigene oppresse, proseguirà nei prossimi
giorni la sua visita nelle Marche con una serie
di incontri con amministratori locali, autorità, studenti. “Rigoberta Menchù è una donna
straordinaria – ha più volte sottolineato Bucciarelli – emblema di cinque secoli di oppressione subiti da tutte le popolazioni native del
mondo, in particolare dalle donne. Incontrarla
significa scoprire un mondo sconosciuto e una
cultura immensa. Siamo orgogliosi del legame
che ha stabilito con la nostra terra”. Domenica 13 dicembre, a Chiaravalle, ha partecipato
al convegno “Fare scienza per costruire una
scienza di pace”. Sono state, inoltre, organizzate due iniziative di solidarietà – al ristorante il
Marchese del Grillo di Fabriano e da Jolanda
a Moie - per raccogliere fondi da destinare ai
progetti di sviluppo che l’attivista guatemalteca sta portando avanti nel suo paese.
Michela Gambelli
Foto Stefano Alessandrelli
Radio Duomo
Senigallia in Blu
(95,2 Mhz)
SEMINARIO DI VITA NUOVA NELLO SPIRITO
CALENDARIO DEGLI INCONTRI
Per informazioni:
Adriana cell. 377 1263407
Don Cristiano cell. 347 8310065
Tutte le mattine alle ore 7,06
il pensiero del giorno del vescovo Gerardo Rocconi
Giornale radio alle ore 12,30 e alle 19,03 con notizie da Jesi
Il Palazzo e dintorni il giovedì alle 12,45 e alle 19,20
10
Giovani
20 dicembre 2009
Pastorale Giovanile diocesana: saranno coinvolti tutti gli animatori dei Giovani e Giovanissimi
D
Un cammino coinvolgente e condiviso
opo l’entusiasmante triennio dell’Agorà dei Giovani 2007/2009, la Diocesi
di Jesi si accinge a vivere l’anno 2010 come
quello che segnerà l’inizio di un cammino
continuativo e condiviso per la pastorale
giovanile.
Abbiamo ancora vivo il ricordo degli eventi,
delle avventure vissute, delle tante persone incontrate, che fanno ormai parte della
nostra storia e che saranno alla base del
nostro cammino futuro: Loreto 2007 con
l’accoglienza dei pellegrini e l’incontro con
il Santo Padre, la partecipazione alla GMG
di Sidney e la notte Bianca a Jesi del 2008,
le 12 miglia dell’Agorà nel 2009 con le 4 carovane per una unica meta.
L’obiettivo ora è quello di costruire insieme
una proposta di carattere continuativo della pastorale giovanile da estendere a tutti i
nostri giovani, coinvolgendo appieno tutti i
gruppi ecclesiastici e parrocchiali in modo
da raccogliere idee, esigenze ed esperienze.
Nel secondo incontro della Consulta della
pastorale giovanile del 13 dicembre è stata
presentata una ipotesi di programma per il
2010 individuando in particolare due momenti di incontro e di confronto che verranno man mano costruiti con la collaborazione di tutti.
Il primo, il sabato delle Palme, 27 marzo 2010, nel quale ci sarà l’opportunità di
confrontarsi sulle esperienze di servizio e
conoscere più approfonditamente l’Enciclica Caritas in Veritate. All’incontro verranno fatte conoscere le esperienze vissute
o in procinto di essere vissute con l’ausilio
di strumenti di comunicazione. Come avvenuto già quest’anno con l’aiuto di don
Cristiano e di altri sacerdoti cercheremo di
conoscere i principi ed il messaggio dell’enciclica “Caritas in veritate in re sociali”,
annuncio della verità dell’amore di Cristo
nella società. Il secondo nel tempo di Pentecoste il 23 e 24 maggio riproponendo le
12 miglia dell’Agorà con l’obiettivo di riflettere insieme su alcune grandi tematiche
del nostro tempo più vicine alla realtà della
Diocesi per dare il contributo della pastorale giovanile jesina alle settimane sociali
dei cattolici Italiani che si svolgeranno a
Reggio Calabria dal 14 al 17 ottobre 2010.
E’ stato proposto di realizzare una unica
veglia di Pentecoste che verrà celebrata sabato notte a Moie, mentre la domenica ci
sarà la possibilità di incontrare esperti che
ci aiuteranno ad affrontare tematiche sociali, economiche, ambientali e morali per
entrare nel dibattito dell’Italia di oggi per
dare il nostro apporto ad esercitare la speranza fra gli uomini. Nel pomeriggio concluderemo le 12 miglia con la presentazione delle sintesi dei lavori e la Santa Messa
con i battesimi dei giovani.
PASTORALE GIOVANILE
Programma Anno 2010
“Maestro buono, che cosa devo fare per avere
in eredità la vita eterna? (Mc 10,17)”
GMG 2010 sabato 27 marzo 2010 15,30 – 19, Domenica delle Palme: Conoscenza e confronto sulle
esperienze di servizio realizzate dai vari gruppi parrocchiali ed ecclesiastici. Approfondimento
e commenti sull’Enciclica “Caritas in Veritate”
12 MIGLIA DELL’AGORA’ sabato 22 – domenica 23 maggio:
Sabato - Veglia di Pentecoste tutti insieme a Moie
Domenica incontri con esperti nella mattinata per affrontare tematiche economiche, sociali ambientali e morali
proposte dai gruppi e sintesi delle proposte emerse per dare il nostro contributo alla settimana Sociale
dei Cattolici Italiani del 14-17 ottobre a Reggio Calabria . Santa Messa in cattedrale
con i battesimi dei giovani.
GMG 2011 a Madrid: organizzazione dei gemellaggi
Nei prossimi giorni verranno coinvolti direttamente gli animatori dei gruppi Giovani
e Giovanissimi delle parrocchie per la presentazione del programma e per raccogliere
dagli stessi spunti e suggerimenti per definire meglio tempi e proposte concrete da
realizzare insieme.
In questo anno 2010 ci dedicheremo anche
alla preparazione della GMG di Madrid del
10-18 agosto 2011 ed in particolare alla organizzazione dei gemellaggi con le diocesi
spagnole. Abbiamo già diversi contatti.
Ringraziamo la nostra economa, Rosella Bocchini, che ci ha sicuramente aiutato a “far portar i conti” tanto che siamo in attivo.
Andrea Bordoni
Riferimenti per la Pastorale giovanile
Don Cristiano Marasca 3478310065
Andrea Bordoni 3479779298 - 0731211503
Francesco Collamati 335399682
Ritiro di Avvento con il Vescovo
Domenica 20 dicembre, dalle ore 8,45 alle
12,30, presso il Seminario: ritiro Spirituale
di Avvento offerto dal Vescovo don Gerardo
Rocconi a tutti gli iscritti e partecipanti alla
Scuola per i ministeri ma aperto a quanti
desiderano unirsi. Il programma: 8,45: accoglienza; 9: celebrazione delle lodi; 9,30 -10,30:
traccia di meditazione; 10,30-11,30: silenzio
(possibilità di colloquio o confessione con il
Vescovo); 11,30: Eucaristia della IV domenica
di Avvento. Per vivere bene questo ritiro sono
richiesti: puntualità, ascolto e silenzio, discernimento e preghiera.
Vallesina
20 dicembre 2009
Palazzo Mereghi: una mostra artistica per l’Aido aperta fino al 22 dicembre
11
Banchi colmi di intelligenza e buon gusto
D
ieci gli espositori per Le creatività, la
tissimo.
bellissima mostra pro Aido inaugurata
sabato mattina nella suggestiva cornice delRossana esegue Decoupage su contenitori
la chiesa di palazzo Mereghi, e aperta fino a
e formine di legno; riveste bottiglie da colmartedì 22 dicembre.
lezione con pizzi e nastrini; decora con la
Un elegante bazar di manufatti di diverso
tecnica dello stencil. Autodidatta da cinque
genere, tutti confezionati rigorosamente a
anni, fa quello che le piace e che la colpisce:
mano e con un largo impiego di materiali
“È un modo per star bene, per offrire idee
di riciclo. Tra i banchi stracolmi di intelliagli altri e insegnare a ragazzi e ragazze nei
genza e di buon gusto, anche una splendida
laboratori.”
testimonianza dell’attivismo e dell’irrinunciabile funzione svolta da Aido per la coAlessandro realizza, con l’aiuto di piccole
munità: Pino Gullace.
attrezzature, nel suo laboratorio domestiNon ci offre oggetti con cui deliziare i noco, originali sculture utilizzando blocchi di
stri occhi, ma il racconto della sua espegesso poroso e leggero: portacd, portafoto,
rienza personale del trapianto di un rene.
portacandele, quadri, sculture, tavolinetti,
Da trentacinque anni impegnato nel teaportaincenso, portapenne, ripiani per libri…
tro amatoriale del Passì, brillante “nonno”
Diplomato all’Istituto d’arte Mannucci di
ne “Il gran ballo delle maschere” andato in cominciando realizzando borse, per finire Jesi, soddisfa così la sua passione per l’arte.
scena domenica pomeriggio al Palazzo dei coi ricami, l’uncinetto, il cucito, i tappeti, i
Convegni, responsabile Aido, ci dice orgo- regali, il riciclo…”. Sul suo banco, tappi di Emanuela, anche lei allieva dell’Istituto
glioso e pieno di energia: “Pensavo di do- detersivo o di bottiglie rivestiti da lembi di d’Arte, realizza oggetti con qualsiasi tipo di
ver affrontare anni difficili e tristi nella mia calze a rete o collant di nylon che, assem- carta e li decora con passamaneria, stoffe,
vecchiaia… invece, in diciannove mesi, ho blati a vasetti di yogurt, diventano deliziose rafia… Bravissima anche ad eseguire dericevuto l’organo e, con il trapianto, la mia campanelle o palline di Natale. E ancora, le corazioni su vetro e specchi con pasta di
vita è tornata normale, anzi è rifiorita riac- intramontabili T-shirt ridotte letteralmente piombo, colori per vetro e per ceramica e
quistando in qualità…”
“in brandelli” intrecciati e impreziositi da altri materiali.
opportune decorazioni: innovativi “gioielli”
Di diverso genere, ma ugualmente interes- molto in voga soprattutto tra i giovani. Op- Sul banco di Milena e Anna, creazioni
santi, le varie notizie raccolte dagli esposi- pure, t-shirt cucite sul fondo e permutate in all’uncinetto: bigiotteria montata su artori come
borse per la spesa… Calze, calzettoni, cal- gento 925, accessori per la persona e per la
Sara, studente universitaria, da cinque anni ze maglie, per realizzare buffi personaggi e casa, sassi pitturati con motivi di animali,
appassionata di Decoupage, che realizza animaletti.
cappelli e sciarpe, mascherine da riposo,
decorazioni su vetro e ceramica, bigiotteria.
portacellulare, decorazioni in panno o con
Acquista il materiale di base e poi crea col- Carolina crea piccole decorazioni di pasta piccoli saponi profumati per l’albero di Nalane, braccialetti, anelli, orecchini seguen- di sale, quasi delle miniature, mescolate a tale, in diversi colori e con applicazioni di
do gli schemi delle riviste o la sua fantasia. semi seccati e pitturati in precedenza, ap- perline, campanellini, decorazioni fatte di
Inventa anche oggetti fatti con il Fimo, una plicate a calamite, apribottiglie, attacchini, carta di riso….
pasta sintetica colorata, che si cuoce in for- piccole mollette di legno per chiudere buno e ha la stessa consistenza della plastilina ste. E poi, bamboline, deliziosi angioletti Splendide le realizzazioni di Simonetta,
o del das.
con i bicchierini dello yogurt o del caffè, realizzate con pietre dure da oreficeria: rastelle di Natale, ochette, quadretti, coppi e dici di rubino, ambre, ametiste, svaroski e…
Laura, ragioniera, innamorata fin da picco- altri oggetti fatti sempre con pasta di sale miyuki, micro perline giapponesi in seicenla dei lavoretti a mano e all’uncinetto. “Ho su una sua ricetta personale, lavorata tan- tottantaquattro colori, adatte alle creazioni
più varie che vanno dalla tessitura al ricamo, all’incastonatura. E ancora, deliziose
decorazioni di antichi coppi impreziositi
da miniature di panni stesi e coccettine con
fiori di perline… E ancora, manufatti con la
pasta “pardo”, la pasta di argilla: di tutto di
più…
Chiude l’originale carrellata Adriana, che
rifinisce e ricama tessuti e accessori per la
casa.
Fotoservizio Paola Cocola
Nella foto in alto: Florisa Baiardi e Pino
Gullace; In basso, a sinistra: Sara e Carolina.
A destra, dall’alto: Emanuela, Laura,
Rossana, Milena, Simonetta e Alessandro.
Marzocca: il libro della giornalista Michela Gambelli
Storie semplici in riva al mare
R
acconti in riva al mare. storie, racconti e ricordi
attraverso le tradizioni orali. Una serata densa di
emozioni grazie alle parole cariche di patos scritte
dalla giovane autrice Michela Gambelli interpretate dalla magica voce di Luca Violini. “Ascoltiamo gli
anziani. Nei loro racconti e ricordi c’è
la saggezza utile, l’emozione cara, c’è
la nostra storia. Essi sono la memoria del territorio e attraverso la loro
narrazione manteniamo viva la storia
della nostra comunità.” Parole queste,
scritte dal Presidente dell’Assemblea
legislativa delle Marche, Raffaele Bucciarelli, nell’introduzione del volume,
edito dall’Assemblea e curato dalla
giovane giornalista Michela Gambelli. Parole che introducono le testimonianze toccanti della tradizione
marzocchina e montignanese. Storie
che riportano, suddivise per argomenti, tradizioni orali che si tramandano, racconti e ricordi degli anziani
del luogo. Nel volume anche scatti
fotografici, testimonianze, aneddoti, parole ricche di
emozione e storielle dialettali dove gli anziani sono
protagonisti indiscussi. Il libro rappresenta un laboratorio della memoria per progettare il futuro, dove
le vicende raccontate in modo diretto, semplice, in
riva al mare, divengono materia indispensabile per
scrivere la storia, quella ufficiale e scientificamen-
te certificata. L’opera è stata presentata mercoledì 16 dicembre, a Marzocca, alle ore 18, nella sede
del Centro sociale Adriatico alla presenza del presidente Bucciarelli, del sindaco di Senigallia Luana
Angeloni, del presidente della Associazione civica
Montimar, Maria Cristina Bonci, del
direttore editoriale della Mediateca
delle Marche, Stefano Schiavoni, del
Direttore del Maestrale, Antonello Delle Noci, dell’autrice Michela
Gambelli. A moderare l’iniziativa è
stata Maria Teresa Bianciardi, responsabile del Corriere Adriatico di
Senigallia. A leggere le pagine scritte dalla Gambelli è stato Luca Violini con la sua magica voce. Nel corso
della presentazione è stato proiettato
il video, realizzato durante le interviste agli anziani, curato da Rolando Catalani, che illustra con grande
maestria la spontaneità dei colloqui
e stupende immagini inedite di come
era una volta questo lembo di terra
marchigiana. Immagini tutte che sono riportate in
un dvd che è parte integrante del volume. A Michela Gambelli, che collabora con il nostro settimanale
ed è la voce della radio Duomo Senigallia In Blu, le
congratulazioni e l’augurio anche della nostra redazione di poter continuare ad essere voce per tante realtà della nostra regione.
12
Jesi
20 dicembre 2009
Due giorni sul biologico per promuovere il vivere sano
“A
Natale e buoni stili di vita
Natale siamo tutti più
buoni”, parole sante che
però appaiono nei discorsi degli uomini come rare
stelle cadenti perché spesso
restano tali: parole. Al che, i
più saggi puntualizzano che
“tutto l’anno bisognerebbe
essere più buoni” e dopo di
ciò nessuno ribatte più nulla e si parla d’altro per non
eccedere nell’imbarazzo di
una diffidenza mal celata
circa l’argomento.
Ebbene, a Monte San Vito
il 12 e 13 dicembre scorsi
che “a Natale si è più buoni, e non solo a Natale” lo
si è gridato, con passione e
convinzione, ma a parlare
non sono stati i cuori degli
uomini, sempre bisognosi
di conversione: “Siamo più
buoni, noi, i prodotti biologici. E non siate diffidenti: è
vero”.
Nel week end dedicato
all’agricoltura biologica e al
vivere sano è stata coinvolta
l’intera comunità del paese,
una delle prime città dell’olio
a livello regionale, in quella
che è stata la terza rassegna di una manifestazione
sempre più ricca e significativa. “Abbiamo deciso di
collegare al biologico l’evento del Natale - commenta
Francesca Petrini, promotrice della manifestazione
e Presidente della Consulta
Alimentare del CNA - creando così un rapporto più
stretto tra la gente e gli operatori del settore. In occasione dell’evento vengono
infatti presentati i dati del
biologico nelle Marche, che
dimostrano come a fronte della crisi i consumatori
non rinunciano alla salute in
tavola”. E i dati, recentissimi
e forniti dall’AMAB (Associazione Mediterranea Agricoltura Biologica), parlano
chiaro: riguardo l’agricoltura biologica le Marche sono
la seconda regione italiana, dopo l’Emilia Romagna,
per l’incidenza sul numero
delle aziende agricole (5,2%
nel 2008) e la quarta per la
quota di superficie agricola delle Marche intervenuta in
utilizzata (13,5%). Nel 2008 uno dei due convegni prorisultano iscritti all’albo posti - tradizioni nell’ambito
regionale 2649 operatori, delle quali una sana alimenl’89% dei quali in qualità di tazione risulta più saporita
produttori delle materie pri- se rispetta i principi di gume biologiche. Un settore sto e olfatto che da sempre
in salute, quindi, che nella abitano l’uomo, peraltro
nostra regione vende più dei intimamente interconnesprodotti cosiddetti tipici.
si tra di loro. Convegni che
Nella due giorni di Monte titolano “La memoria dei
San Vito, patrocinata dal profumi e dei sapori” l’uno e
Comune e finanziata quasi “Il biologico? Sì, grazie. Se lo
interamente dal medesimo conosci, lo compri” l’altro, a
con l’ausilio della Regione, dimostrazione dello spessosi è proposto un ventaglio re professionale ma anche
di interessanti iniziative che culturale e sapienziale dei
incorniciano su tutti i lati gli contenuti esposti.
aspetti del viver sano d’un Sapere o non sapere che i
tempo: l’alimentazione, in prodotti biologici contengoprimis, ma anche la cura no particolari sostanze che
naturale del corpo, un certo prevengono le malattie cartipo di vestiario, il riutiliz- diovascolari fa la differenza,
zo dei materiali, le sonorità ad esempio. Così come pure
musicali tipicamente nata- il conoscere quali siano le rilizie. Un quadro d’insieme gorose procedure di controlcon molti aspetti, proprio lo sulla loro qualità, tanto da
perché per la sua visione oli- far di ciascuna etichetta una
stica rispettosa del sistema- vera e propria certificazione
uomo, il biologico non offre numerata.
i suoi prodotti separati dalla Se quindi a Natale non sialoro terra, dal loro profumo, mo sempre tutti più buoni
dai loro colori naturali, dai vediamo almeno di rimedialoro sani percorsi di com- re con una buona alimentamercializzazione, ma resti- zione e con dei buoni stili
tuisce alle persone qualcosa di vita: se poco poco è vero
nel quale il loro antico dna quanto andava dicendo il
gastronomico si possa ri- filosofo Feuerbach, che l’uoconoscere. Si tratta di una mo è ciò che mangia, chissà
celebrazione delle nostre che optando per il biologico
vecchie tradizioni - ha affer- non ci risulti più facile essemato la professoressa Maz- re tutti davvero un po’ più
zanti, docente di biochimica buoni.
dell’Università Politecnica
Diego Mecenero
L’artista Andrea Silicati ospite alla libreria Labotto di jesi
“Il Valore del Simbolo”
D
omenica 20, alle 18, la
nuova libreria Labotto
in via del Fortino, nel centro
storico della città, ospiterà un
importante incontro con l’artista jesino Andrea Silicati. Per
l’occasione verrà presentata
una serigrafia commissionata
da Giulio Moscè dal titolo “il
Valore del Simbolo”, un’opera
in cui Silicati affronta il tema
più che mai attuale del Cristo
in croce con grande potenza
espressiva ed originalità. La
sua personale rappresentazione dell’uomo pone il soggetto
al di là del tempo. Il corpo si
fa tramite, un etereo luogo di
passaggio, confine pronto a
disciogliersi e fluire nel ruolo imposto dalla natura, nel
DAL 1923
mistero della vita e nella sua
conclusione terrena. L’opera
verrà presentata dalla critica
Gabriella Cinti e commentata dal professor Antonio
Ramini che approfondirà il
significato testimoniale del
Crocifisso quale simbolo
d’amore, delle nostre radici
e dalla nostra civiltà. All’interno della libreria verranno
esposte anche due opere dedicate alla ricerca sul corpo
che Silicati, sempre più lanciato nel circuito artistico
nazionale, sta sviluppando
con mirabili esiti.
Uno stuzzicante assaggio
del nuovo ciclo espressivo
dell’artista jesino, quello proposto alla Labotto, preludio
all’attesa esposizione in programma nel mese di marzo,
presso la galleria Portfolio di
Senigallia, con la curatela del
critico internazionale Gianluca Marziani.
Tel. 0731-21.33.70 - www.mattoli.it
Jesi: una serigrafia di Giannetto Magrini in 50 esemplari
Terzo centenario di Pergolesi
T
ra pochi giorni le istituzioni locali e non solo
ricorderanno e celebreranno
il 3° centenario della nascita
di Giovanni Battista Pergolesi (4 gennaio 1710); molte le
iniziative che la Fondazione
Pergolesi Spontini ed altre
associazioni culturali hanno
promosso o hanno in animo di organizzare nel corso
dell’anno per questa importante ricorrenza. Intendiamoci, tutto questo fervore
nell’onorare l’illustre compositore che ha segnato una
svolta nel mondo musicale
dell’epoca, seppure apprezzabile per l’alto valore artistico,
non lascerà alle generazioni
future nessun segno tangibile, solo il ricordo dei bei concerti che saranno proposti,
delle conferenze, dei festival
e degli incontri. L’unico segno tangibile che sopravviverà a quest’anno pergolesiano
sarà una edizione letteraria
sulla vita e sulle opere del
compositore; niente di monumentale, dunque, a differenza di quanto avvenne un
secolo fa, quando popolo e
istituzioni, per ricordare il 2°
centenario della nascita, “regalarono” alla città il bel monumento che troneggia nella
piazzetta antistante la chiesa
di S. Maria delle Grazie, opera dello scultore carrarese A.
Lazzarini.
Decisamente diverso il pensiero di Giannetto Magrini,
pittore e disegnatore jesino
troppo spesso poco considerato. Magrini ha voluto lasciare il suo segno realizzando una serigrafia colorata a
mano e tirata in 50 esemplari
in cui raffigura un Pergolesi a cavallo tra XVIII e XXI
secolo. Prendendo spunto
da una presunta immagine
pittorica di Giovanni Battista Pergolesi, l’ha reintepretata, arricchendola con un
elemento moderno. Sul capo
del musicista jesino Magrini
ha posto una moderna cuffia per l’ascolto della musica,
“perché – dice – sono convinto che se all’epoca di Pergolesi fossero esistite tutte le
tecnologie attuali molti giovani le avrebbero utilizzate
per ascoltare le memorabili
composizioni pergolesiane”.
Un omaggio a quel genio
della creatività che ha lasciato un segno profondo nel
mondo della musica, provocando quella netta frattura
tra la musica prodotta prima del suo arrivo sulla scena
musicale del tempo e quella
successiva. La serigrafia di
Magrini ha il doppio pregio
di rimanere nel tempo e di
essere apprezzata da quanti
avranno la possibilità di ammirarla.
Malati di niente
La nona edizione della rassegna “Malati di
niente” è dedicata alla poetessa Alda Merini a meno di due mesi dalla sua morte; filo
conduttore sarà la comunicazione e il suo
rapporto con il potere e il pensiero critico.
“La comunicazione come elemento della
mistificazione, se utilizzata per nascondere - ha detto l’assessore Gilberto Maiolatesi - oppure comunicazione come elemento
costituente dei processi di liberazione, se
praticata come forma di democrazia”.
Giovedi 17 dicembre alle ore 10 presso
la Sala Consiliare del comune di Jesi: “La
comunicazione attraverso la musica” con
gli ospiti di La Colifata, la radio argentina
nata nell’ospedale psichiatrico e simbolo
di creatività.
Venerdì 18 dicembre alle ore 16, presso
l’Università Fondazione Colocci: “Comunicazione e diritti di cittadinanza
Esperienze
20 dicembre 2009
13
2010: LA FEDERCASALINGHE FESTEGGIA I 25 ANNI
La proposta di una struttura
N
el 2010, l’Associazione DonnEuropee Federcasalinghe festeggerà il
primo quarto di secolo d’attività nelle
Marche. Sono tante le iniziative promosse e i risultati ad oggi conquistati.
Ne parliamo con la Presidente regionale Marche e provinciale di Ancona Maria Elvira Conti Fabbri.
Chi è DonnEuropee Federcasalinghe?
La Federcasalinghe è la più grande Associazione femminile italiana. Senza
scopo di lucro, da oltre 30 anni, si batte per il riconoscimento dei diritti della
donna, della persona e della famiglia.
Pretende che la società si evolva e invita
le Amministrazioni locali a migliorare strutture e servizi affinché le donne
possano scegliere di fare le mamme, le
mogli e le lavoratrici, con tranquillità e
serenità.
Di cosa si occupa?
La Federcasalinghe organizza convegni,
congressi e tavole rotonde sul tema della salute e della prevenzione, dell’ambiente e della sicurezza in casa delle
donne; moltissime le sedute informative mediate dall’Associazione per creare
un punto di incontro tra donne, esperti
e istituzioni. L’impegno di Federcasalinghe Marche va anche alla promozione
del territorio e delle sue tipicità:
Prospettive future?
Tenuto conto che l’attesa di vita si è allungata e che le Marche sono una delle
regioni più longeve di Italia, il prossimo
obiettivo è sensibilizzare le istituzioni
della Vallesina affinché venga realizzato al più presto a Moie e nel resto delle Marche una struttura d’accoglienza
diurna per anziani dove si concentrino
una serie di servizi: dalla sanità alla cura
della persona, dalla ristorazione alle
attività ricreative, dall’intrattenimento
alla socializzazione. Noi crediamo che
queste attenzioni possano migliorare
la qualità della vita degli anziani, mantenendo la loro salute fisica e mentale,
a vantaggio loro, delle famiglie e della
collettività. D’altra parte, figli e nipoti
potranno occuparsi delle loro attività
serenamente durante il giorno, sapendo che i loro genitori sono al sicuro in
una struttura adatta alle loro esigenze.
Non si tratta di una casa di riposo: alla
sera, i nonni potranno tornare a casa,
dove si sentiranno a suo agio, e pensare già al domani come un’altra bella
occasione di vita da condividere con i
suoi pari. Senza contare i vantaggi dal
punto di vista occupazionale, dato che
si creeranno automaticamente anche
nuovi posti di lavoro. Chiediamo, infine, che il centro disponga anche di
una struttura per
il breve soggiorno degli anziani,
così da dare la
possibilità alle famiglie di poterli
lasciare, qualora
abbiano la necessità di allontanarsi momentaneamente da casa,
per una vacanza
o per qualsiasi altri motivo che lo
richieda.
Chi si può iscrivere?
Tutte le donne, lavoratrici e in casa e
fuori.
Come festeggerà l’Associazione i
suoi 25 anni?
Il prossimo anno sarà ricco di iniziative: già da ora, anticipiamo che festeggeremo l’occasione, con tanto di
torta, a bordo di una crociera nel Mediterraneo, in compagnia di Joselito e
la sua band dal 12 al 19 giugno 2010.
L’invito è esteso a tutti, sia iscritti che
non: per informazioni, basta chiamare
la nostra sede ai numeri: 0731 703741,
0731 720395, 338 2327701.
Chiara Cascio
Fotonotizia
I
n 100 piazze d’Italia Legambiente ha promosso
dei gazebo per la salvaguardia dell’ambiente, in
concomitanza con il vertice delle Nazioni a Copenhagen. Per Jesi il presidente del circolo Azzaruolo,
Vincenzo Russo, con un gazebo accanto alla Chiesa
di S. Nicolò, sabato mattina si è impegnato per sensibilizzare i cittadini sulle condizioni dei cambiamenti climatici del pianeta, per la riduzione delle
emissioni di gas serra. Questo gas nel nostro Paese
anziché diminuire è aumentato del 7,1% mentre secondo il protocollo di Kyoto avrebbero dovuto essere tagliate del 6,5%. Di recente l’Unione Europea
ha ratificato un impegno vincolante per la riduzione dei gas serra e lo sviluppo di fonti rinnovabili
quale obiettivo da raggiungere entro il 2020. L’Italia
deve recuperare questo ritardo, ma per farlo deve
abbandonare le vecchie ricette sbagliate.
avv
Per i bambini in casa
Sono in arrivo i microasili
condominiali, le cosiddette
“Tagesmutter” (le “mamme
di giorno”) è una delle misure del piano per la conciliazione dei tempi di lavoro
presentate il 1° dicembre a
Palazzo Chigi da Mara Carfagna, ministro per le Pari
Opportunità, e da Maurizio
Sacconi, ministro del Welfare.
Un pacchetto di interventi
(40 milioni di euro di investimenti) che si occupa anche
di flessibilità ed iniziative
per facilitare l’accesso agli
asili nido (sono previsti voucher per le famiglie meno abbienti) oltre che la costituzione di
albi comunali per badanti e babysitter. Ma in Italia il progetto
delle Tagesmutter non è sconosciuto. DonnEuropee Federcasalinghe, l’organizzazione che da anni combatte per i diritti delle
mamme e l’attuazione in Italia dei principi di conciliazione vita
familiare/lavoro, lo ha già attuato con successo in diverse aree
del paese, come dichiara Maria Elvira Conti Fabbri, Presidente
Regionale Marche DonnEuropee Federcasalinghe: “Gestiamo
da anni nidi familiari seguendo il metodo Tagesmutter, che
prevede l’accoglienza di un numero contenuto di bimbi presso
un’abitazione privata, seguiti da due mamme opportunamente
formate. Il vantaggio è legato alla condizione familiare in cui i
bimbi vengono a trovarsi, alla flessibilità di orari, che possono
venir concordati, e alla possibile vicinanza dei nidi rispetto ai
luoghi di abitazione”. Maria Elvira Conti Fabbri, inoltre, si dice
soddisfatta che il Governo metta a disposizione del Paese le risorse economiche e di metodo per rispettare l’impegno preso
sottoscrivendo il Trattato di Lisbona, quello di giungere al 33%
di accoglienza per i bimbi da 0 a 3 anni. Entrando nel dettaglio, “le mamme di giorno”, secondo DonnEuropee e Bay Bay
One, società conosciuta a livello internazionale con lunga esperienza di gestione di asili nido aziendali, come quello presso la
Commissione Europea, devono operare in modo professionale,
moderno ed offrire un servizio di qualità seguendo un vero e
proprio decalogo:
formazione delle mamme che desiderano avviare un nido famigliare.
idoneità dell’abitazione secondo gli standard europei di sicurezza e confort
certificazione arredamento e sua sicurezza
qualità dell’alimentazione, comprendente la possibilità di
diete speciali
flessibilità degli orari e della disponibilità all’accoglienza
continuità garantita del servizio
assistenza telematica per una pronta soluzione delle eventuali
problematiche che si venissero a creare
monitoraggio costante e professionale della qualità dell’accoglienza
certificazione Uni Iso di qualità per la struttura di coordinamento dei Nidi familiari.
14
Jesi
20 dicembre 2009
La decisione è ancora lontana
Jesi – Il Palazzo e dintorni
Riconversione Sadam Il crocifisso
di Valentina
N
el merito dell’argomento, che giustamente sta
interessando tutta la città,
il sottoscritto aveva fatto
delle riflessioni tecniche
pubblicate in questo settimanale nel numero del 15
novembre scorso. Vorrei
evidenziare un passaggio
che è stato travisato per un
errore di pubblicazione: “in
pochissimo tempo la proprietà ha deciso la chiusura
della centrale turbogas, sor-
alcun impegno a coltivare
quelle migliaia di tonnellate di girasoli necessari ad
alimentare una centrale da
11,2 Mw. L’agricoltura locale, con la chiusura inaspettata dello zuccherificio, è
stata fortemente penalizzata e parlare di migliaia e migliaia di ettari da coltivare
a girasole, suona come una
beffa che non può essere
tollerata dagli imprenditori agricoli. Quindi, cosa
ta come ideale collegamento si intenderebbe realmente
alla Sadam”, anziché: “in po- bruciare in questa centrale?
chissimo tempo la proprietà E’ inopportuno fomentare
ha deciso la chiusura dello gli animi con soluzioni che
zuccherificio
(attingendo non esistono.
per questo a finanziamenti Se realmente mancano i
pubblici), ma non la chiu- presupposti essenziali per
sura della centrale turbogas, una riconversione, occorre
sorta come ideale collega- trovare strade percorribili,
mento alla Sadam”.
o alternative come la Zipa 5
La precisazione è d’obbligo, proposta dall’assessore Olivi.
non tanto per la mia perso- La problematica Sadam
na, anzi ringrazio il diret- sta crescendo interessantore per la pubblicazione, do non più gli “addetti ai
ma perchè la problematica lavori” ma coinvolge il sinTurbogas, unitamente alla golo cittadino, che partericonversione Sadam rap- cipa ad incontri in merito,
presenta quel programma ad esempio all’assemblea
imposto da un’azienda che del Comitato per la tutela
persegue i suoi interessi e della salute tenutasi al pache poco o nulla hanno a lazzo dei Convegni, dove è
che vedere con le effettive stato puntualizzato l’attuale
possibilità di garantire gli stato di inquinamento da
auspicati posti di lavoro e la polveri sottili PM 10 di 9,6
tutela dell’ambiente.
tonnellate annue, già supeAttualmente alla turbogas, riore alla norma. Teniamo
tuttora in funzione nono- presente che le polveri PM5
stante il famoso art. 19 che - PM 10 quanto più sono
la “legava” alla Sadam, sono piccole, tanto più sono danoccupati soltanto 3-4 lavo- nose, perché si infiltrano
ratori ogni turno.
negli alveoli polmonari ed
In città è stata innescata una impediscono lo scambio di
lotta fratricida tra gli ex la- ossigeno, causando infiamvoratori Sadam che giusta- mazioni, che possono degemente difendono il posto di nerare in tumore. I comuni
lavoro ed il Comitato per la di Forlimpopoli e Fermo si
tutela della salute; ci stiamo sono opposti a questo tipo di
beccando come “i polli di riconversione. Nell’incontro
Renzo” in una sorta di lotta sulla riconversione svoltotra poveri, perché chi do- si presso il Circolo Acli di S.
vrebbe sovrintendere non fa Giuseppe, alla presenza del
fino in fondo il proprio do- Sindaco, si è avuta una presvere e preferisce applicare soché unanime disapproval’ormai proverbiale princi- zione da parte dei cittadini e
pio: “dividi et impera”.
non solo di Jesi.
E’ molto grave quanto ve- Si vuole conoscere tutta la
rificatosi al maxi vertice verità su ciò che si vorrebbe
convocato in municipio realizzare con il “ricatto ocnella mattinata di sabato 5 cupazionale” nel territorio
dicembre, nel quale si è ra- di Jesi.
sentata la rissa tra gli audi- La politica in questo caso
tori presenti. Se il compito non c’entra, infatti sussistodi chi ci governa è quello no fortissime perplessità in
di saper ascoltare, per poi tutti i gruppi politici, non a
decidere in maniera de- caso nel partito di maggiomocratica secondo le indi- ranza che governa questa
cazioni della maggioranza, città il presidente del conda quell’incontro è emerso siglio comunale ed il capoche la quasi totalità dei sin- gruppo sono contrari alla
daci o loro delegati, si sono riconversione,
congiuntaespressi in maniera negati- mente al segretario del parva in merito alla riconver- tito che si è già dimesso.
sione, anche se partecipi del La salute e la vita umana
problema occupazionale da non hanno prezzo, quindi
risolvere congiuntamente al è perfino offensivo offrire
sindaco di Jesi. L’intervento contropartite compensative
ampio e pacato del primo in cambio di emissioni nocicittadino di Jesi si è basato ve. Qualora fossero rilevati
su una positiva risoluzione parametri di inquinamento
della questione Sadam, ri- superiori alla norma, nessun
badendo comunque la tu- Comune o Regione potrà
tela della salute pubblica, obbligare i cittadini a convil’occupazione e il sostegno vere con industrie insalubri;
dell’agricoltura locale con la sono molto lontani i tempi
cosiddetta filiera corta.
in cui si poteva disporre delNessun tipo di accordo è la vita e della morte dei prostato siglato con le orga- pri sudditi.
nizzazioni agricole, non c’è
Piero Lombardi
P
er puro caso mi capita
tra le mani la pagina di
un settimanale di annunci
locali nella quale Matteo
Concettoni riporta il parere del nostro assessore
alla cultura a proposito
della famosa sentenza
della Corte di Strasburgo
riferita al crocifisso nelle
aule scolastiche. Conosco e stimo Valentina - ex
ottima alunna del liceo
scientifico - per le sue
instancabili iniziative culturali che, seppure non
sono sempre condivisibili,
sono sempre approvabili
per quel pizzico di incentivazione al dibattito, al
protagonismo e all’ascolto
dei giovani, per quel guardare avanti anche quando
il pessimismo ti porterebbe ad abbandonare tutto.
Valentina condivide la
sentenza contro il crocifisso in nome della laicità
dello Stato e del rispetto di tutti. E non è vero,
dice, che “il crocifisso e
il cristianesimo hanno
un ruolo importante nella società e nella identità
italiana”.
Ma qui, Valentina, poiché
il problema non è quello
di avere o non avere una
fede religiosa, ma semplicemente quello “culturale” di conoscere la storia
dell’Occidente degli ultimi duemila anni, come fai
a non essere d’accordo sul
riconoscimento dell’incidenza culturale che il cristianesimo ha improntato
di sé tutto l’Occidente?
Con tutto quello che ne
segue, compreso il simbolo del crocifisso. Non
mi interessa tanto sapere
se il crocifisso debba essere presente o meno nelle aule, quanto affermare
che la nostra identità
occidentale è totalmente
legata alla storia del cristianesimo, nel bene e nel
male, con le luci e con le
ombre. Un’identità – e
qui siamo perfettamente d’accordo - che, certo,
non deve chiudersi in se
stessa, ma aprirsi ad ogni
valore senza con ciò perdere se stessa. Multiculturalismo, soprattutto in
presenza di una multietnia,
vuol dire proprio questo:
mi arricchisco senza perdere me stesso, il mio passato. Esempio: a ciascuno
di noi dispiace constatare
che il nostro nome e cognome venga storpiato o
anche solo mal pronunciato o scritto non correttamente. Perché? Perché in
quelle due parole - di per
sé insignificanti, semplici
flatus vocis - ritroviamo la
conferma di fronte a noi
stessi e agli altri del nostro
essere, bello o brutto, bravo o meno bravo che sia.
Ed ecco ancora due esempi fortemente storici: il popolo ebraico, disperso per
duemila anni, maledetto
da tanti ieri, maledetto da
tanti anche oggi, e tuttavia,
pur nelle mille trasformazioni e adattamenti, rimane saldo nel suo nucleo
culturale originale. Altro
esempio: quello degli Stati
Uniti, uno dei Paesi così
multietnico da cambiare
perfino il colore della pelle ma, nell’organizzazione
della società, nella lingua,
nella ricerca, nella bandiera, nella cultura di tipo
pionieristico strappata a
tutto il mondo, sa assimilare, apprezzare, mantenere senza negare il suo passato, il suo inconfondibile
stile, il suo individualistico
credo religioso, il suo puritanesimo, il suo pragmatismo.
v.m.
Comune di Jesi, azienda Arcafelice
Sconti con la Carta
Cresce in città il consumo della carne biologica e lo conferma
“Arcafelice”, la società a
totale partecipazione
del comune di Jesi che
sulle produzioni bio
ha costruito la sua filosofia aziendale. Dalle
coltivazioni agli allevamenti di razza bovina
marchigiana e di suini,
la produzione di carne
biologica ha garantito
al Comune un approvvigionamento di qualità
per le mense scolastiche. E la scommessa di
“Arcafelice”, di proporre
le carni biologiche ai cittadini tramite il punto vendita di viale della Vittoria si è
rivelata vincente.
“L’ampliamento del laboratorio di sezionamento carni
- spiega l’amministratore di
Arcafelice, Graziano Vittori
- ci consente di dare migliori e più puntuali risposte, in
particolare a quei gruppi
di acquisto solidale che si
stanno rivolgendo, sempre
in numero crescente, a noi
per la nuova formula dei
pacchi famiglia”.
Proprio per questo, nella
logica di azienda pubblica
votata alla valorizzazione
delle produzioni biologiche
e di qualità, da filiera corta
e dunque del territorio della
Vallesina, in occasione delle
festività natalizie Arcafelice
consegnerà, presso il punto
vendita, una “Carta Fedeltà” che darà diritto ad uno
sconto incondizionato del
5% sugli acquisti delle carni
bovine e suine al banco. Per
i pacchi famiglia superiori
ai 10 chili verrà applicato
uno sconto del 7%.
Nella foto Vincenzoni,
l’amministratore dell’azienda
Arcafelice, Graziano Vittori
Latte Fresco
Alta Qualità
15
Sport e tempo libero
IL BILANCIO “PROVVISORIO” DELLA JUNIORES JESINA
“Sono soddisfatto”
S
CALCIO
i è concluso domenica 12 mente soddisfatto di quedicembre il girone di an- sti ragazzi - afferma mister
data del campionato regio- Belardinelli - Hanno dato il
nale Juniores girone B. Per i massimo per questa maglia
“baby leoncelli” di mister Ste- e ciò è testimoniato dal fatto
fano Belardinelli, si è trattato che siamo primi in classifica.
di un primo spezzone di sta- Non cantiamo vittoria, ma
gione veramente gagliardo. senza dubbio siamo sulla
Primato in classifica, sino- giusta strada, ovvero quella
nimo di titolo di campione che conduce allo “scudetto”.
d’inverno. 30 punti totaliz- Un grazie particolare va al
zati, frutto di dieci vittorie e lavoro dell’intero staff tecnitre sconfitte, quindici gol al co e dei membri della prima
passivo, ventisette all’attivo. squadra, addetti al lavoro di
Potenziale offensivo strari- “scout”, come l’allenatore Fepante: ben undici giocatori nucci e il ds Bonacci, sempre
diversi sono andati a segno. in collegamento diretto col
Nella “speciale graduatoria panorama Juniores”. Dopo
“primeggiano” Mazzieri, Vi- la sosta natalizia, i giovani
cari, Sassaroli e Cecati con bianco-rossi apriranno la
quattro sigilli, a seguire Ta- fase di ritorno a Passatempo
goma con tre, Ughi e Santuc- contro la formazione locale,
ci con due, Pieroni, Santoni, terza in classifica. “Sarà una
Zucchi e Frulla (sulla foto) sfida delicata - continua il
con una rete. “Sono vera- “timoniere” - La Passatempe-
Eccellenza
Tra Jesina e Tolentino gara
nervosa e anche dura, già
nelle previsioni. Le due
squadre in lizza hanno
gettato tanto impegno e tanto
cuore per regalarsi i tre punti
d’oro in palio. Al termine, il
risultato dei gol ha premiato
la passione dei Leoncelli: 2
a 1. Il Tolentino ha tenuto
botta, slanciandosi in area
dei locali con Garbuglia
sempre pericoloso e voglioso
di concretizzare. Ma gli
episodi realizzati dai nostri
sono stati più convincenti.
se è un team in ottima salute
e per questo ho deciso di ridurre al minimo i “ponti”, nel
senso che ci alleneremo quasi sempre da qui a gennaio,
con l’obiettivo di raggiungere
la settima vittoria consecutiva”. Non resta che augurare
buone feste a questi “boys”
straordinari...
Daniele Bartocci
Alludiamo alla straordinaria
rovesciata di capitan Focante
perfettamente servito da
Gabrielloni: 1-0 al 22’; e al
gol della vittoria, sfruttando
un altro assist di Gabrielloni
verso Strappini: 2-1 al 75’. Gli
ospiti hanno combattuto
per ritornare almeno al
pareggio, facendo soffrire i
nostri, i quali, però, con le
unghie e con i denti hanno
leoninamente raggiunto il
traguardo. La classifica vede
la Jesina al quinto posto con
punti 29.
Vir
Edison propone tre soluzioni per luce e gas
I dati dell’Autorità per l’energia
E
dison inaugura una nuova tappa nella concorrenza del mercato dell’energia elettrica e del gas in
Italia dando la possibilità a
tutti gli italiani – ancora il
90% delle famiglie non gode
dei benefici del libero mercato - di scegliere attraverso
l’offerta Edison Luce&Gas,
un’ampia gamma di soluzioni convenienti per tutte le
esigenze di consumo, presenti anche nelle Marche,
dalle grandi città fino ai comuni più piccoli. Per adattarsi alle differenti esigenze
di consumo delle famiglie,
Edison ha ideato le opzioni
Sconto Sicuro, Prezzo Fisso e Zero Canone per l’elettricità e per il gas:
Sconto Sicuro, dedicata a
chi vuole avere la certezza
dello sconto rispetto alla
tariffa stabilita e pubblicata
trimestralmente dall’Autorità per l’energia elettrica e
il gas.
Prezzo Fisso, per chi vuole la garanzia di un prezzo
della componente elettrica
bloccata, proteggendosi da
eventuali rincari delle materie prime.
Zero Canone per chi ha
consumi discontinui nel
corso dell’anno e preferisce
pagare in base ai consumi
effettivi, godendo di una
soluzione che variabilizza
tutti i costi della bolletta
(materia prima, trasporto,
distribuzione e commercializzazione, stoccaggio e
gli oneri di dispacciamento)
escluse iva e imposte.
La convenienza delle offerte
potrà essere verificata anche attraverso il sito “Trova offerte” http://trovaofferte.autorita.energia.it/
trovaofferte/TKStart.do
dell’Autorità per l’Energia e
il Gas che indica le diverse
offerte esistenti nella zona
di residenza.
20 dicembre 2009
BASKET, Fileni Bpa - Jesini nella zona calda della classifica
Con l’Udine è un derby arancione
È
un momento durissimo per la Fileni Bpa,
sconfitta domenica scorsa in casa da Casalpusterlengo e contestata dai
propri tifosi. Il successo
dei lombardi per 99 a 88
fa scivolare gli jesini in
piena zona “calda” della
classifica. Non è bastata
la grande prova di Adams
(nella foto di Candolfi),
autore di 30 punti, per regalare la vittoria
all’Aurora. “La squadra ha fatto vedere il meglio ed il peggio del suo repertorio – ha detto
un deluso coach Vanoncini, primo imputato
secondo i millenovecento del PalaTriccoli –
La squadra ha difficoltà nell’esprimersi, non
c’è serenità e manca la continuità”. Giovedì
10 gli arancio-blu avevano incassato un dura
sconfitta per 99 a 80 in quel di Brindisi nel
turno infrasettimanale.
La classifica dopo il dodicesimo turno di andata: Sassari 20 punti;
Veroli 18; Reggio Emilia
16; Rimini, Pistoia, Imola, Brindisi 14; Vigevano,
Casale Monferrato, Udine 12; Venezia 10; Casalpusterlengo, Scafati,
Fileni Bpa Jesi 8; Latina,
Pavia 6 punti.
Oggi, domenica 20 dicembre, è in programma la sfida tra le due compagini arancioni
del campionato. Gli jesini, infatti, vanno a
far visita all’Udine (ore 18.15), squadra retrocessa dalla serie A. Agli ordini del tecnico Cavina ci sono buone individualità come
Brkic, Zacchetti, l’americano Harrison ed il
comunitario Brown.
Giuseppe Papadia
VOLLEY, Monte Schiavo Banca Marche - Un derby di alta classifica
A Pesaro per uscire dalla crisi
L
a terza sconfitta consecutiva costa alla Monte
Schiavo Banca Marche la
vetta, ora distante due punti. Dopo la trasferta di Pavia
e Bergamo in casa, sabato
scorso nell’anticipo è toccato al Villa Cortese sbancare
il PalaTriccoli. Sul 3-1 finale per le lombarde (parziali:
25-20, 22-25, 25-11, 25-17)
pesano enormemente i tanti
errori commessi dalle jesine, ben 29 contro i 16 delle avversarie. Le “prilline”
comunque, erano scese in
campo senza la regista titolare Dall’Igna, fermata da
un problema al tallone e sostituita dalla Cerioni (nella
foto)
La classifica dopo la nona
giornata di andata: Villa
Cortese 20 punti; Pesaro 19;
Bergamo, Monte Schiavo
Banca Marche Jesi 18; Urbino 17; Perugia 14; Pavia 13;
Busto Arsizio 11; Novara 10;
Castellana Grotte 9; Piacenza 7; Conegliano 6 punti.
Oggi, domenica 20 dicembre, le “prilline” vanno a
far visita alle campionesse
d’Italia del Pesaro (ore 18),
per un derby di alta classifica. Tornato in Brasile Zé
Roberto, sulla panchina delle adriatiche in estate è tornato Angelo Vercesi, coach
del primo scudetto. Punti
fermi della rosa restano l’ex
rossoblu Costagrande, la regista Ferretti ed il capitano
Guiggi. Ex di turno in casa
Monte Schiavo è Simona
Rinieri. Le due compagini si
erano già affrontate in precampionato a Collemarino
ed a novembre ad Ostra. La
prima volta vinsero le pesaresi 3-0, la seconda le jesine
3-2.
Gip
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