EQUOBIO PROJECT at PREMIOBIOL
Bari, 26 April – 1 May 2010
Mercato: opportunità e casi di
successo per filiere equo & bio
Ruolo biologico ed equo solidale per
lo sviluppo delle aziende familiari
Cesare Zanasi: DIPROVAL Sez. Economia - Università di Bologna
INTRODUZIONE
Squilibrio redistributivo della produzione alimentare
•Insufficiente alimentazione: un miliardo di persone nel
mondo
•un altro miliardo è sovrappeso di cui 300 milioni obesi
questo si innesta in un quadro di
• ingiustizia sociale
• degrado ambientale
•freno allo sviluppo economico delle imprese
familiari nelle aree rurali dei paesi in via di sviluppo
e non
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INTRODUZIONE
I movimenti legati all’agricoltura biologica ed al commercio
equo e solidale si riconoscono in queste considerazioni
Loro scopo è
definire un modello di relazioni tecniche, economiche e
sociali in grado di contrastare in modo “sostenibile”, gli
aspetti più ingiusti e dolorosi associati allo sviluppo
economico ed agricolo sino ad ora perseguiti.
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INTRODUZIONE
Contestuale a tali obiettivi
•valorizzazione della diversità culturale e
biologica
•promozione del piacere di alimentarsi in
modo sano e naturale
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INTRODUZIONE
La domanda per prodotti biologici ed equo
solidali è progressivamente in aumento
Forti aspettative del consumatore su loro
•qualità,
•contenuti etici ed ambientali
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INTRODUZIONE
Come soddisfare tale domanda
promozione di un efficiente
accesso degli agricoltori al mercato
una delle dimensioni di maggiore impatto
sulla crescita quali- quantitativa delle
produzioni alimentari “sostenibili”
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SCOPO E AMBITO PRESENTAZIONE
Analizzare
le caratteristiche dei canali commerciali e di
forme distributive più coerenti con gli obiettivi
di sviluppo economico, sociale, etico ed
ambientale delle produzioni biologiche ed
equo solidali
si propongono infine riflessioni circa
possibili strategie di sviluppo
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Ruolo biologico ed equo solidale
per agricoltura familiare
Soggetti più colpiti dalle conseguenze negative dei
processi di sviluppo globale del comparto agricolo –
alimentare
Agricoltori che sostengono l’agricoltura familiare
prevalentemente orientata all’autoconsumo e
localizzati in aree rurali marginali del sud del mondo
(Africa, Asia, America Latina) ma anche nelle zone
sviluppate del pianeta.
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RUOLO AZIENDE FAMILIARI
1. contrastare la povertà e malnutrizione
2. garantire uno sviluppo ambientale e sociale più
equilibrato
3. esaltando il valore del cibo come espressione di
identità culturale, gusto e salubrità.
Aspetti prevalenti, ma non esclusivi, in aree
ricche del pianeta
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Ruolo agricoltura biologica e commercio
equo e solidale
Può favorire entrambi gli obiettivi prima ricordati
•l’accesso
alle
risorse
alimentari
per
l’autoconsumo da parte delle popolazioni locali
ed anche urbane nei paesi poveri
•una valorizzazione dell’agricoltura familiare in
termini di sostenibilità economico-sociale
ambientale
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Limiti allo sviluppo di agricoltura familiare
Difficile accesso agricoltori a risorse produttive (credito,
formazione tecnico-economica, input fisici, etc.)
RIDUCE
efficienza tecnica ed economica sia della fase di
produzione in campo che di trasformazione e
distribuzione
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Limiti allo sviluppo di agricoltura familiare
domanda locale insufficiente
Non genera redditi tali da consentire investimenti
necessari a generare un ciclo virtuoso di crescita.
• in ambito agricolo – alimentare
• per l’attivazione di meccanismi di sviluppo extra –
agricolo (servizi pubblici e privati e industria non
alimentare)
potere contrattuale agricoltori molto basso
Sfavorevole quota del valore aggiunto generato da produzioni
agricole lungo la catena distributiva
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L’accesso ai mercati come motore di sviluppo
Quale strategia competitiva
Diversificazione delle produzioni e ampliamento quali
- quantitativo dell’accesso al mercato per prodotti agricoli
delle aziende familiari soprattutto nelle aree marginali dei
paesi in via di sviluppo
Necessari per aumentare la disponibilità qualitativa e
quantitativa di risorse alimentari e raggiungere gli altri
obiettivi economici,ambientali, etici e sociali sopra ricordati.
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Quale strategia competitiva
Perché differenziazione dei prodotti
e non competizione sui prezzi?
•Economie di scala aziende familiari molto ridotte
•Tecnologie prevalenti poco efficienti - basse rese produttive
•Costi di produzione relativamente elevati
•Potere contrattuale inesistente
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Produzioni biologiche ed equo solidali a sostegno
dell’accesso competitivo ai mercati
Produzioni biologiche e/o equosolidali
•Distribuite attraverso forme di commercializzazione diretta
- agricoltura sostenuta dalle comunità/pick your own
- farmers’ market
- gruppi di acquisto solidale (GAS)
- distributori di latte fresco etc...)
• Differenziazione di prodotto
• Maggior potere contrattuale
• Aumento giustizia sociale e sostenibilità ambientale
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Produzioni biologiche ed equo solidali a sostegno
dell’accesso competitivo ai mercati
Impatto su agricoltori
•maggiori redditi e investimenti per lo sviluppo
locale economico e sociale
•nei paesi in via di sviluppo: aumenta non solo la
produzione in campo, ma l’acceso al cibo, che
spesso non conseguono direttamente
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Fattori vincolanti l’accesso ai mercati di prodotti bioequi per le aziende familiari
Competenze richieste alle aziende agricole per accedere ai
diversi circuiti distributivi per i prodotti bio ed equi
•aspetti tecnico – legali : rispetto dei disciplinari di
produzione, degli standards e delle regolamentazioni del
commercio nazionale ed internazionale
•aspetti
amministrativo-logistici:
conoscenza
dei
processi relativi alla gestione dei rapporti con i clienti
(gestione ordinativi, spedizione, servizi post- vendita etc…)
•in generale la corretta gestione economica ed
organizzativa dei processi produttivi interni alla azienda
agricola e delle relazioni con gli altri agenti della filiera.
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Fattori vincolanti l’accesso ai mercati di prodotti bioequi per le aziende familiari
Questi elementi comportano elevati costi di transazione che
sono difficilmente gestibili a livello di singola azienda agricola,
anche di dimensioni medie.
La rilevanza di queste barriere tecniche, amministrative e
sanitarie all’entrata dei produttori agricoli sui mercati sia interni
che internazionali aumenta progressivamente al crescere della
dimensione del mercato e della complessità del circuito, per
distanza e numero di figure coinvolte.
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Fattori vincolanti l’accesso ai mercati di prodotti
bio-equi per le aziende familiari
Operazioni necessarie ad un accesso competitivo ai
mercati, soprattutto per prodotti differenziati e
fortemente regolamentati quali i prodotti biologici ed
equo solidali, molto complesse
Difficile per aziende familiari attuare in modo esclusivo
forme di relazione diretta con i consumatori finali
Soprattutto se obiettivo è utilizzare i redditi generati dalla
commercializzazione diretta come motore di sviluppo per
le aziende.
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Fattori vincolanti l’accesso ai mercati di prodotti bio-equi per le
aziende familiari
Livello coordinamento
Export
HO.RE.CA
Community
Supported
Agriculture
GDOnazionale
G.A.S
Botteghe del
mondo
Distributori latte bio
E-shop
Spaccio aziendale
Pick your own
Negozi
dettaglio
Farmers’ market
Lunghezza circuito distributivo
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Fattori vincolanti l’accesso ai mercati di prodotti bioequi per le aziende familiari
Limiti delle soluzioni di commercializzazione diretta
•Incertezza di produttori
In generale i farmers’ market, gli e-shop, gli spacci aziendali, il
pick your own ed i distributori di latte presentano elevata
incertezza di accesso continuativo e prevedibile al mercato per i
produttori.
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Limiti delle soluzioni di commercializzazione diretta
Incertezza consumatori
Commercializzazione diretta con rapporti contrattuali
maggiormente coordinati come ad es. I GAS, l’agricoltura
sostenuta dalle comunità (es. adotta un orto, etc..)
Innestano problemi di incertezza da parte del
consumatore circa la possibilità di essere in grado di
consumare effettivamente i quantitativi preordinati di
prodotti acquistati.
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Limiti delle soluzioni di commercializzazione diretta
Incertezza consumatori
Possibilità di non esaurire completamente l’acquisto dei
prodotti alimentari tramite la commercializzazione diretta
Necessità di avvalersi comunque di forme di distribuzione
tradizionali, aumentando la complessità ed il tempo
dedicato agli acquisti alimentari.
Questo conduce al terzo aspetto vincolante
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Limiti delle soluzioni di commercializzazione diretta
•Complessità delle transazioni e specificità degli
investimenti
Forme contrattuali di tipo coordinato attivano forme di
relazione che, in alcuni casi, comportano
•definizione di contratti complessi (agricoltura sostenuta
dalle comunità)
•creazione di investimenti dedicati (es. distributore latte +
siti web)
•necessità di conformarsi ad aspetti normativi di tipo
igienico-sanitario con relativi costi di controllo e costi legali
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Limiti delle soluzioni di commercializzazione diretta
•Complessità delle transazioni e specificità degli
investimenti
Numero relativamente elevato di clienti rispetto alla dimensione
aziendale
Elevati costi diretti di tipo logistico- amministrativo, e di
comunicazione con il cliente; in generale costo e
complessità di espletamento procedure di relazione con il
consumatore
Approfondiamo gli aspetti logistici
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Limiti delle soluzioni di commercializzazione diretta
Logistica
Nel caso soprattutto di vendite di tipo spot (e-shop ed in
parte agricoltura sostenuta dalle comunità e GAS)
il trasporto di quantitativi di prodotto limitati rende poco
efficiente la vendita di prodotti freschi deperibili e/o a
basso valore aggiunto
l’incidenza del costo di trasporto è molto elevata ed
associata al rischio di forte incidenza di perdite di
prodotto legata alla mancata vendita di prodotti
deperibili, il cui riutilizzo non è sempre possibile.
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Commercio equo e solidale
Bio/equo nei paesi in via di sviluppo
Il commercio equo e solidale, attraverso l’attivazione di
circuiti produttivi indirizzati all’esportazione, costituisce
un fondamentale motore di sviluppo per le aree rurali
dei paesi in via di sviluppo
•Supporto all’accumulo di risorse umane e finanziarie
attraverso lo sviluppo di redditi, competenze e capitale
sociale.
•Fornisce anche capacità e motivazioni per sviluppo di
investimenti efficienti ed efficaci diretti alla promozione
dello sviluppo locale, non solo agricolo.
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Commercio equo e solidale
Bio/equo nei paesi in via di sviluppo
•Riduce barriere tecniche, sociali ed economiche per
le produzioni di tipo biologico, anche destinate ai
mercati locali
•Aumenta l’accesso al cibo da parte delle popolazioni
locali
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Circuiti distributivi per i prodotti bio-equi non solo legati a catene corte
Scheme 1) Structure of Fair trade distribution channels in Italy
PRODUCERS
NGO’s
ATO’s (non
FLO certified
importers (n.10)


IMPORTERS
FLO CERTIFIED
FAIR TRADE
WORLD SHOPS
n.474 P.OS.
n.128 full time
equivalent working
units)
SOLIDAL BUYING GROUPS
Source: The Fair Trade Advocacy Office, our survey
PRIVATE LABEL
SUPERMARKET
CHAINS
Supermarket
chains(n. 4000 p.o.s.)
/retailers/catering
1100 p.o.s.)
NATIONAL AND
INTERNATIONAL
PRODUCERS/
TRADERS
ASSOCIATIONS
CERTIFICATION
BODIES
PUBLIC/
GOVERNMENTAL
AGENCIES
CONSUMERS
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Commercio equo e solidale
Sostenibilità dei trasporti
Benefici compensano largamente il problema legato all’
impronta ecologica dovuta al trasporto di prodotti alimentari
su distanze molto ampie, che contraddistingue il commercio
equo e solidale
We conclude that food miles are a poor indicator of the
environmental and ethical impacts of food production. Only
through combining spatially explicit life cycle assessment with
analysis of social issues can the benefits of local food be assessed.
This type of analysis is currently lacking for nearly all food chains.
AA.VV. (2008): Testing the assertion that ‘local food is best’: the challenges of an evidence-based
approach, Trends in Food Science & Technology, vol. 19 (2008) pp. 265-274, Elsevier
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Commercio equo e solidale
Bio/equo nei paesi in via di sviluppo
Aumentare la produzione agricola senza contestualmente
definire un quadro di sviluppo complessivo dell’economia
locale renderebbe tale soluzione non sostenibile
Come già ricordato
Il problema della scarsità di alimenti è prevalentemente
legato alla carenza di regole, competenze e risorse anche in
termini di capitale sociale che ostacolano il trasferimento del
cibo dai campi alla bocca.
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Punti di forza della commercializzazione diretta
Ruolo importante come componente di reddito
complementare all’impresa
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Punti di forza della commercializzazione diretta
•riduce l’intermediazione: prezzi più remunerativi
per i produttori e prezzi inferiori per i consumatori
•vendita diretta consente pagamenti immediati:
riduzione del ciclo monetario ed un aumento
dell’autofinanziamento
•questo riduce il peso dell’indebitamento dovuto
a ricorso al credito.
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Punti di forza della commercializzazione diretta
Stimolo motivazionale: contatto diretto con i consumatori
•Soddisfazione legata alla risposta positiva
consumatore accresce l’autostima del produttore
del
•Aumenta il senso di controllo sulle proprie attività
(esaltazione del ruolo imprenditoriale)
• Aumento motivazione a lavorare e produrre in termini
più efficienti e con maggiore rispetto delle normative
tecniche ed igienico sanitarie
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Punti di forza della commercializzazione diretta
Esternalità positive
•Riduzione dei consumi di prodotti non stagionali
•Valorizzazione delle produzioni locali, spesso di tipo
tradizionale
•Sostenibilità ambientale :riduzione emissioni legate a
trasporto prodotti, aumento della biodiversità
•Sostenibilità sociale : valorizzazione delle aree rurali,
delle tradizioni culturali, riduzione esodo giovani dalle
zone rurali
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Punti di forza della commercializzazione diretta
Esternalità positive
maggiori opportunità di valorizzazione turistica e
commerciale delle zone di produzione (influenza
positiva sul marketing territoriale)
effetto traino per il consumo di prodotti di origine
nazionale in generale
concetto di qualità e salubrità propria delle
produzioni commercializzate a livello diretto,
anche di tipo biologico,
Viene associato a tutte le produzioni nazionali
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Punti di forza della commercializzazione diretta
Esternalità positive
•La diffusione di modelli di comunicazione diretta clienteproduttore costituisce un veicolo di educazione del
consumatore su tematiche ambientali, di giustizia
economica, di tutela del patrimonio culturale, di
responsabilità sociale.
Effetto amplificato dalle produzioni biologiche ed
equo solidali
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Strategie di sviluppo
Commercializzazione diretta come forma prevalente
Necessità di
•utilizzare economie esterne di scala
•coordinando le imprese attraverso utilizzo congiunto di
• servizi tecnici, commerciali e legali,
Elementi già presenti nella moderna struttura del
sistema agroalimentare
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Strategie di sviluppo
Commercializzazione diretta come forma prevalente
Definizione di un coordinamento verticale tra
gli agenti della filiera corta
orizzonte di stabilità per gli agricoltori circa
l’accesso ai mercati di mezzi produttivi e loro
prodotti finali
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Strategie di sviluppo
Commercializzazione diretta come forma prevalente
Moderna struttura del settore agroalimentare ha
concentrato e specializzato le attività
Conseguenza
di
adeguamento
agricoltura
all’evoluzione urbanistica, economica e sociale,
conseguenti a sviluppo industriale
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Strategie di sviluppo
Commercializzazione diretta come forma prevalente
Tendenza futura, soprattutto paesi in via di sviluppo
AUMENTO DELLA POPOLAZIONE URBANA
60% popolazione mondiale
vivrà in aree urbane
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Strategie di sviluppo
Commercializzazione diretta come forma prevalente
Km zero e commercializzazione diretta non possano
diventare nel breve il modello prevalente di
commercializzazione e consumo dei prodotti agricoli
Orientare modello di sviluppo, verso condizioni che
favoriscano una crescita graduale ed equilibrata di tali
forme di accesso “sostenibile” al mercato
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Strategie di sviluppo
Forme di adattamento al contesto generale esistente per
graduale inserimento commercializzazione diretta
Valorizzarne ruolo come agente di cambiamento
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Strategie di sviluppo
Evoluzione dei canali commerciali sviluppatisi per il
commercio equo e solidale
•Rapporto tra i circuiti delle botteghe del mondo e quelli
della distribuzione più “tradizionale” (GDO, HO.RE.CA,
negozi specializzati, green public procurement etc..)
Utili spunti di riflessione per una applicazione nella
commercializzazione diretta di prodotti biologici
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Strategie di sviluppo
Commercio equo e solidale ha vissuto la difficoltà di
gestire la crescita dei volumi di vendita e delle
competenze richieste per adeguare l’offerta alle
esigenze di una domanda progressivamente più
sofisticata
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Strategie di sviluppo
Possibili sinergie tra diverse forme di commercializzazione,
evitando contrapposizioni tra forme “buone” e forme “cattive”
Approccio a volte eccessivamente ideologico
•polarizza polemiche autoreferenziali
•lascia sullo sfondo proprio i principali destinatari dei
benefici portati dalle produzioni biologiche ed equosolidali
(agricoltori e consumatori).
•riduce la competitività complessiva del sistema
agroalimentare.
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Strategie di sviluppo
Attori principali di tale strategie
• canali informatici (Internet)
• distribuzione convenzionale (dettaglio, HO.RE.CA,
GDO)
• acquisti verdi delle imprese pubbliche (green
public procurement).
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Sinergie
Servizi web/commercializzazione diretta
e-shop, e-mall, community based agriculture on-line
( http://www.leverduredelmioorto.it/ ), e-marketplace
parte di una strategia distributiva multicanale
affiancati ai farmers’ market, pick your own, GAS etc..
ed in generale a tutte le forme di commercializzazione
diretta non virtuale tra produttore e/o il
consumatore.
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Sinergie
Servizi web/commercializzazione diretta
Creazione
rapporto di fiducia
attraverso
contatto non
virtuale
transazioni consumatoreagricoltore on-line riducendo
tempi, costi, complessità ed
impatto ambientale associati alle
operazioni di compravendita
Visite all’azienda e/o al mercato
rimangono ma si favorisce una
maggiore frequenza delle transazioni.
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Sinergie
GDO/commercializzazione diretta
prodotti aziende locali in apposti banchi del supermarket
promuove
-Stabilità redditi delle aziende locali,
-Sviluppo del circuito di vendita diretta,
-Offerta di prodotti “differenziati” di elevata qualità, sostenuti
dagli investimenti aziendali, resi possibili da aumento
redditività produzioni
-Immagine della catena distributiva (responsabilità etica,
sociale ed ambientale)
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Sinergie
Enti pubblici/commercializzazione diretta
Forme di “green procurement” basate su acquisti diretti
-Valorizza iniziative di commercializzazione diretta attraverso
-segnalazioni eventi (mercati, fiere etc..)
-elenco aziende che vendono direttamente prodotti
-coordinamento iniziative di vendita diretta all’interno di
offerta complessiva turistica, culturale eno-gastronomica del
territorio
-creazione di piattaforma web gestita da ente locale a
sostegno di comunicazione ma anche di relazione con le
imprese agricole locali biologiche e non.
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Sinergie
Enti pubblici/commercializzazione diretta
-Incremento redditi aziende agricole locali derivante sia da effetto
diretto di acquisto prodotti, che da promozione loro attività da
parte di ente pubblico
-Valorizzazione territorio e ruolo amministrazioni pubbliche
- maggiore integrazione tra aree rurali ed urbane conseguente
a sviluppo filiere corte
-responsabilità etica, sociale ed ambientale legata al green
procurement (in particolare forte ricaduta relativa a
regolamentazione mense scolastiche e ospedaliere in termini
di sostenibilità e garanzia di salubrità e sicurezza ingredienti
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CONCLUSIONI
Non esistono soluzioni uniche e costanti nel tempo
Necessarie strategie diverse per contesti diversi
e adozione strategie multiple entro stessa impresa
Migliorare conoscenza attraverso anche più efficace
trasmissione informazione e conoscenza tra stakeholders
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Presentazione Zanasi equo&bio Bari