A CURA DI
Leda Ballinari
REDAZIONE
Monica Del Soldato
PROGETTO GRAFICO
Monica Priante
IMPAGINAZIONE
Margherita Sciarretta
ILLUSTRAZIONI
Roberto Bonistalli
www.giunti.it
© 1993, 2001 Giunti Editore S.p.A.
Via Bolognese, 165 - 50139 Firenze - Italia
Via Dante, 4 - 20121 Milano - Italia
ISBN 9788844038571
Edizione digitale realizzata da Simplicissimus Book Farm srl
Prima edizione digitale 2010
Leda Ballinari
Il libro per
interpretare
i SOGNI
i NUMERI
e giocare
ISTRUZIONI PER UN USO
PROFICUO DI QUESTO LIBRO
La struttura di questo libro consente di
venire incontro a esigenze diverse, ciascuna delle quali sarà soddisfatta semplicemente seguendo i consigli contenuti in questa pagina introduttiva.
no invece il segnale che la trattazione
della voce trova completamento in
altre presenti nel testo e collocate in
raggruppamenti diversi.
Se si è acquistato il libro per disporre
di numeri desumibili dai sogni onde
giocarli al lotto, il modo di procedere
è lo stesso, salvo operare una ricerca
delle voci in funzione dei numeri che
sono riportati a fianco dell’intestazione e non del testo esplicativo.
Se si è acquistato il libro come uno
strumento di rapida consultazione per
soddisfare il desiderio di interpretare i
propri sogni correnti o quelli che hanno maggiormente colpito e lasciato
una profonda traccia al risveglio, si
cercherà di tradurre il ricordo del sogno in parole-chiave (l’azione, il personaggio, l’ambientazione, gli oggetti,
la parte del corpo sognati...) da ricercare nell’indice alfabetico conclusivo,
dove è riportato il numero della pagina che tratta il significato onirico
della voce in questione. Nel corso della lettura della suddetta voce, può capitare di trovare alcune parole contrassegnate da un asterisco: costituiscono l’invito ad approfondire la propria analisi e a operare una cosiddetta amplificazione, cioè ad acquisire
maggiori elementi di valutazione attraverso associazioni simboliche comuni o personali. I rimandi che compaiono sotto forma di Vedi anche so-
Se si è infine acquistato il libro per generale interesse nei confronti dei sogni
come affascinante, e tutto sommato
ancora misteriosa manifestazione della
vita, scoraggiati dalla difficoltà di lettura di opere più specialistiche, allora si
può procedere a una lettura sistematica, proprio come se si trattasse di un
romanzo. Di pagina in pagina, al lettore
si presenteranno, oltre che interessanti
notizie e possibilità di comprendere il
congegno complesso della psiche umana, imprevedibili occasioni di riflettere
su se stesso, per conoscersi meglio e
capire quali meccanismi entrano in
gioco nel suo rapportarsi alla realtà e
al suo prossimo.
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SOGNARE PER CREDERE
«Io non sogno mai». A quante persone
abbiamo sentito fare questa affermazione! Ebbene, mentono. Non tanto
perché gli psicanalisti (gli «strizzacervelli», come li chiamano gli Americani)
sostengono che tutti, indistintamente,
sognano. Il sospetto è che potrebbero
voler portare acqua al loro mulino, visto che fa parte del loro lavoro interpretare i sogni e di conseguenza potrebbe tornare loro utile condizionare
a tal punto i pazienti da costringerli a
sognare e per di più a ricordarsene.
Psicanalisti a parte, per dimostrare che
tutti sognano, sono state impiegate
macchine sofisticatissime, oltre che, in
quanto macchine, del tutto disinteressate. A partire dagli anni Cinquanta,
infatti, ricercatori di diverse parti del
mondo hanno tenuto in osservazione
migliaia di dormienti, per arrivare a
scoprire che, in certe fasi del sonno,
gli occhi si muovono sotto le palpebre
chiuse come se stessero guardando un
film o una partita allo stadio. Sì, perché il sogno, a differenza del racconto
o comunque del discorso verbale, è
fatto essenzialmente di immagini, di
una complessa rete di immagini misteriosamente correlate tra loro. E i
ciechi, si dirà? Chi non ha mai conosciuto l’esperienza del vedere sviluppa
in modo straordinario altri sensi: l’udito, il tatto, l’olfatto. I ciechi sognano
suoni, sensazioni tattili, odori. La mediazione della ragione, intesa come la
facoltà di pensare stabilendo rapporti
e legami logici di concetti e formulando dei giudizi come vero o falso, giusto o sbagliato, sembra essere nei sogni comunque... addormentata.
SOGNI E MEMORIA,
PAURA E SCONTENTO
Ma sarebbe ingiusto negare la buona
fede a chi sostiene di non ricordare i
sogni. Una buona metà di questa folta
schiera accompagna la propria affermazione con una nota di superiorità e
di disprezzo per chi presta attenzione
agli inutili e fallaci fantasmi della notte. L’altra metà ne parla invece con un
accento di amarezza, come dell’ingiusta privazione di un’esperienza che ad
altri invece è donata con dovizia. Nessuno sa invece spiegare perché, certe
mattine, ci si avvia al lavoro di malumore e con un inspiegabile peso sullo
stomaco, oppure ci si sente irragionevolmente ottimisti, sereni e pieni di
voglia di vivere. In comune, poi, i due
schieramenti condividono senza saperlo lo stesso sentimento: la paura di
sognare. Chi dice di non fare sogni, infatti, è semplicemente una persona
che ha paura di doverci fare i conti
dopo il risveglio se assumono la forma
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tutti i giovani, Giuseppe rincara la
provocazione con un altro racconto:
«Ecco, ho avuto un altro sogno: il sole
e la luna e 11 stelle s’inchinavano dinanzi a me». Questa volta sono tirati
in gioco anche la madre (la luna) e il
padre (il sole), che benché inviti Giuseppe alla prudenza, perché vede crescere lo scontento e l’invidia degli altri
suoi figli, sta comunque a vedere come vanno le cose. Giuseppe la paga
cara: alla prima occasione, i suoi fratelli lo vendono come schiavo. Dopo
varie peripezie, che lo portano a peggiorare la sua condizione da servo a
carcerato, Giuseppe impara a volgere a
suo vantaggio il rapporto privilegiato
che aveva con i sogni, interpretando
quelli del coppiere e del panettiere del
faraone che erano caduti in disgrazia
e come lui finiti in prigione (anche in
questi sogni ricorre un numero, che si
ripete per il coppiere e il panettiere: il
3). Il coppiere, rientrato nei favori del
faraone, si ricorda di Giuseppe quando
il sommo sovrano fa i famosi sogni
delle 7 vacche grasse e magre e delle
7 spighe turgide e vuote e non riesce
ad averne una spiegazione da parte di
tutti gli indovini e savi d’Egitto.
Mandato a chiamare su suggerimento
del coppiere, Giuseppe non ha esitazioni: «Ecco, stan per venire 7 anni di
grande abbondanza in tutto quanto
l’Egitto. E dopo quelli verranno 7 anni
di carestia». Alla spiegazione segue un
consiglio: nominare un funzionario accorto, che accantoni ogni anno una
parte del raccolto abbondante come
del ricordo. L’uno non li vuole perché li
disprezza, ma il disprezzo è il sentimento dietro cui sempre si trincera chi
per paura delle conseguenze si rifiuta
di capire; l’altro non li vuole perché
teme di non saperne accettare il messaggio, un messaggio che potrebbe
cambiare la sua vita o distruggere le
sue sicurezze.
IL SOGNO NELLA BIBBIA
Per migliaia di anni, invece, la convivenza dell’uomo con i sogni è stata
più organica e costruttiva.
Fra i molti personaggi della Bibbia cui
il racconto sacro attribuisce sogni profetici e visioni rivelatrici il più singolare è forse Giuseppe, uno dei 12 figli di
Giacobbe. Gli episodi fondamentali
della sua vita sono tutti collegati a dei
sogni personali o a quelli degli altri,
che sapeva interpretare con straordinaria abilità.
I suoi guai e le sue fortune in questo
senso incominciano a 17 anni, quando
racconta davanti ai suoi fratelli un sogno che lo ha molto turbato: «Noi eravamo in mezzo al campo a legare i covoni, quand’ecco il mio covone si levò
e stette ritto; i vostri covoni invece gli
si misero intorno e si chinavano al
mio». Il significato di questa profezia,
anche se ambientata come spesso accade nei sogni nella quotidianità (il lavoro agricolo), era così palese da non
sfuggire nemmeno a quei tontoloni dei
suoi fratelli, che incominciano a essere
invidiosi. Ingenuo e ostinato come
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Sappiamo infatti che, dopo il passaggio del Rubicone in aperta disubbidienza agli ordini del Senato, Cesare
stesso sognò di avere un rapporto sessuale incestuoso con la propria madre.
Invece di censurare questo sogno imbarazzante dimenticandolo o tenendoselo per sé, Cesare lo sottopose all’interpretazione di esperti e ne ebbe
grande soddisfazione: la madre Roma
lo avrebbe accolto con gioia, senza
opporgli resistenza. E così fu, almeno
per un po’ di tempo. Il secondo sogno,
fatto dalla moglie Calpurnia, conteneva infatti un ben diverso messaggio e
Cesare, il famoso giorno delle idi di
marzo in cui fu assassinato, avrebbe
dovuto tenerlo in maggiore considerazione. La donna infatti sognò che il
pinnacolo costruito sulla loro casa per
decreto del Senato come segno d’onore si era improvvisamente spaccato ed
era crollato. Ma a nulla valsero le sue
suppliche e le sue lacrime affinché il
marito non uscisse di casa, esponendosi così a un rischio mortale. Cesare
si recò ugualmente in Senato e fu trafitto da 30 pugnalate; ancora oggi si
dice: «Quand’è destino...».
scorta per i tempi magri. Fu così che
Giuseppe, seduta stante, venne nominato viceré d’Egitto.
Ci siamo un po’ dilungati nel racconto
della storia biblica di Giuseppe non
solo per documentare con un esempio
lo stretto intreccio di vita, destino e
sogni in una grande civiltà antica, ma
anche per sottolineare la presenza di
un quarto filo di questo intreccio, su
cui si dovrà ritornare: il numero.
IL SOGNO IN GRECIA E A ROMA
Anche gli antichi Greci avevano molto
rispetto per i sogni. Li dividevano però
in due categorie: sogni piccoli e sogni
grandi. Quelli piccoli riguardavano
l’individuo e la sua vita privata; quelli
grandi erano sogni che interessavano
tutta la comunità e come tali venivano discussi in comune, in assemblee
pubbliche. Chi non era in grado di
comprendere o gestire il messaggio di
un sogno privato, soprattutto se pensava che avesse attinenza con il suo
stato di salute, andava a farsi aiutare
dai sacerdoti e dalle sacerdotesse di
Esculapio, il dio della medicina. Nei
suoi templi ci si poteva trattenere a
dormire nella speranza che il dio, sollecitato anche con dei sacrifici, rivelasse un sogno la via della guarigione.
A Roma invece la grandezza di un sogno era proporzionale alla grandezza,
cioè al potere e al prestigio, del sognatore. Così è giunto fino a noi il
racconto di due sogni fatidici riguardanti il personaggio di Giulio Cesare.
QUANDO LA RAGIONE
DIVORZIA DALL’EVIDENZA
Intanto però sapienti e filosofi lavoravano a minare le basi del potere dei
sogni, giudicandoli in nessun modo riconducibili all’unica facoltà per cui
l’uomo può vantare la sua grandezza e
la sua superiorità sugli altri esseri vi-
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IL SESSO NEI SOGNI
NELL’INTERPRETAZIONE DI FREUD
Rappresenterebbero l’organo sessuale femminile:
• gli oggetti a forma di ricettacolo o contenitore come case, scatole, ciotole, borse e sacche, conchiglie ecc.;
• i buchi del corpo umano come la bocca, gli occhi o le orecchie;
• gli ambienti avvolgenti come stanze chiuse, soprattutto se buie, i
tunnel, le gallerie, le grotte, l’abitacolo di mezzi di trasporto.
Rappresenterebbero l’organo sessuale maschile (simboli fallici):
• gli oggetti di forma oblunga, dai bastoni alla bacchetta del direttore d’orchestra, dai lapis agli ombrelli, e così via;
• gli oggetti che suggeriscono una penetrazione come le armi (fucili, coltelli...);
• gli oggetti che suggeriscono l’idea di uno sfregamento ritmico come le limette per le unghie, le seghe, le pompe e gli stantuffi ecc.;
• gli animali dall’aspetto molto maschio come il toro, il caprone,
l’ariete, gli uccelli più grandi e i serpenti eretti;
• i frutti dalla forma allungata o che contengono semi come la pigna o la melagrana;
• le mani e i piedi;
• il numero 3 e i triangoli con vertice in alto.
Sarebbero comunque simboli afferenti al sesso:
• animali come serpenti, topi, pesci, gatti o lumache;
• i bambini (ai tempi di Freud i testicoli erano pudicamente chiamati «i piccolini»; nello specifico di questo simbolo sognare di giocare con un bambino alluderebbe alla masturbazione);
• salire e scendere le scale (desiderio di un rapporto sessuale);
• calvizie, taglio e caduta dei capelli, perdita dei denti (castrazione).
L’arbitrarietà o l’unilateralità di queste interpretazioni nulla tolgono
al loro valore rivoluzionario in rapporto al tempo in cui vennero
proposte e comunque vanno tenute in considerazione quando si
analizzano i sogni.
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ALCUNI SIMBOLI
DELL’INCONSCIO COLLETTIVO
Acqua: con la foresta e la terra è uno dei simboli più potenti dell’inconscio collettivo, tanto da rappresentare per certi aspetti l’inconscio stesso. La vita sulla terra ha avuto inizio dall’acqua mentre nel
liquido amniotico della madre galleggia il bambino prima della nascita: per questo l’acqua, soprattutto nella forma del lago, è correlata alla dimensione materna ancora sepolta nell’inconscio.
Albero: è l’immagine dell’esistenza nella sua totalità, nella sua
pienezza e perfezione cosmica e nel suo continuo rinnovamento.
Fanciullo: spontaneità e apertura al cambiamento ma, anche, rischioso attaccamento inconscio alla madre, reale o a sua volta
simbolica che sia.
Foresta: rappresenta l’inconscio nel suo aspetto primitivo e vegetativo, ancora al riparo dai condizionamenti prodotti dalla vita sociale, il punto-zero da cui attingere energia pura per avviare un libero sviluppo personale.
Oro: indica insieme l’aspirazione o il conseguimento di una piena
realizzazione interiore.
Rosa: uno dei tanti simboli dell’anima (come varie immagini di donne, dalla prostituta alla vecchia saggia), intesa come la componente
femminile inconscia dell’uomo; può anche essere la forma in cui si
traveste nei sogni la donna amata.
Serpente: è, come il drago, un simbolo ambiguo, che può rappresentare le forze oscure del male, ma anche la potenza dell’inconscio in grado di attivare l’energia necessaria a superare vittoriosamente i conflitti interiori.
Vecchio: di significato opposto rispetto al fanciullo, può indicare
pienezza di esperienza e saggezza, ma anche rigidità, paralizzante
conservatorismo, rallentamento dell’energia vitale.
Si tratta solo di alcuni esempi, per dare un’idea della complessità
del metodo di interpretazione psicologica dei sogni da parte della
scuola di Jung.
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me quella a cavallo tra gli ultimi due
secoli che era su questa materia pudica
e repressiva oltre qualsiasi ragionevolezza (basti pensare che si rivestivano le
gambe lisce dei pianoforti con delle
gonnelline arricciate, per non far nascere cattivi pensieri). Incrollabile di
fronte a ogni genere di attacchi, Freud
affermava che i sogni sono la sceneggiatura di un desiderio infantile represso. Per la maggior parte questi desideri
biologici e derivanti dall’istinto sono di
natura sessuale. Inaccettabili per la
morale corrente, vengono rimossi dalla
coscienza, ma continuano a operare
nell’inconscio finché un sogno non li riattiva mascherandoli sotto dei simboli.
Il sogno in questo modo scarica l’eccitazione inconscia del dormiente e nello
stesso tempo gli permette di convivere
con un’insopprimibile ma inaccettabile
parte di se stesso senza provarne vergogna. Dietro questa teoria c’era la
convinzione che, aiutando un paziente
a decifrare i simboli dei propri sogni e
ad accettarsi, si potessero far emergere
le cause di un malessere psichico più o
meno grave e avviare un processo di
guarigione. Il riquadro di pag. 10 rende
conto dei significati sessuali attribuiti
da Freud ai simboli più comuni e ricorrenti dei sogni.
venti: la ragione. E che i sogni nella
maggior parte dei casi non sembrino
ragionevoli è sicuramente fuori di dubbio. Ma d’altra parte è ugualmente poco sensato fare finta che qualcosa non
esista solo perché non la si capisce o
non si sa darle una spiegazione. Sta di
fatto che, soprattutto dopo l’affermarsi
di un sapere inebriato dalle scoperte e
dalle conquiste della scienza, frutto appunto di un uso profittevole della ragione, la sapienza del sonno ha perso
gran parte del suo prestigio, anche se
la gente (sapienti e filosofi compresi)
non ha per questo smesso di sognare e
qualcuno di pensare che questo fatto
avesse la sua importanza. Ci si spiega
in questo modo perché quando, non un
visionario, un generico sapiente o un
filosofo con la testa nelle nuvole, ma
un medico di formazione scientifica regolare ha proposto all’attenzione dei
colleghi un’Interpretazione dei sogni
che dava loro, quanto meno, una sensata ragione di essere, è quasi successa
una rivoluzione.
SCIENZA, SOGNO E SESSO:
UN “TERNO” IMBARAZZANTE
Sbalordita e irritata, la scienza ufficiale
si ritrovava a dover fare i conti al suo
interno con un materiale, il sogno, che
giudicava ormai avere credito solo nell’ambito dell’ignoranza e della superstizione popolare. Ma c’era di peggio. Sigmund Freud, l’autore di una così grave
provocazione, collegava direttamente i
sogni alla sessualità, in una società co-
SOGNARE PER “CRESCERE”:
CARL GUSTAV JUNG
Poco più avanti nel nostro secolo rispetto a Freud si fa strada la teoria di
interpretazione dei sogni di un suo di-
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scepolo zurighese, Carl Gustav Jung,
che matura in proposito idee molto diverse da quelle del maestro. Nocciolo
del suo pensiero è la convinzione che,
sognando, possiamo allargare la visione che la sola coscienza ci offre di noi
stessi (Io) e dei nostri bisogni alla visione più ampia e autentica che ne ha
tutta la psiche.
Per chiarire il senso di questa imbrogliata faccenda può tornare utile lo
stesso esempio utilizzato da Jung. L’Io
rispetto ai sogni è in una posizione simile a quella di un soldato semplice
in guerra rispetto al quartier generale.
Il soldato è in prima linea, soddisfatto
di vedere il nemico retrocedere. A
questo punto, il quartier generale ordina una ritirata e al soldato sembra
che si tratti di un ordine sbagliato,
per non dire cretino. Ma il quartier
generale è a conoscenza di molte cose che il soldato ignora o non può vedere, per esempio che dietro lo schieramento nemico che si sta ritirando è
in corso una formidabile attività di riorganizzazione. Così l’inconscio sa,
per esempio, che dietro la soddisfazione cosciente per un successo nella
carriera, può esserci la perdita di
qualcosa di ugualmente importante
per il nostro equilibrio, come una
maggiore profondità della vita affettiva. Ecco allora che fa scattare un
incubo o un brutto sogno, che corrisponde all’ordine di ritirata del quartier generale. E, come quest’ultimo,
l’inconscio si serve per trasmettere i
suoi messaggi di dispacci cifrati,
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scritti in un codice particolare. Per
capirne il senso, si deve imparare il
codice, che non è unico come non sono mai le stesse le situazioni (per
esempio i desideri sessuali ipotizzati
da Freud) in cui in una persona crea
un divario fra la visione ristretta del
suo Io e il progetto che l’intera psiche
persegue per la sua piena realizzazione. In più, Jung giunse alla convinzione che, oltre ai simboli di significato
personale (un po’ come i piccoli sogni
degli antichi Greci), l’inconscio è in
grado di attivarne alcuni collettivi,
cioè comuni a tutta l’umanità, per capire i quali possono essere utilissimi
l’analisi e il confronto di miti, leggende, favole e religioni. Un campionario
di questi simboli più importanti è fornito dal riquadro di pag. 11.
FUORI E LONTANO
DALL’OCCIDENTE: I POPOLI
DEI SOGNI
Dalla storia di Giuseppe e i suoi fratelli
alla psicanalisi moderna: come si sono
complicati, invece che chiarirsi, i legami tra la veglia e il sonno nel nostro
Occidente! Hanno persino registrato
due divorzi: prima quello fra l’immaginazione e la sensibilità collettiva da
una parte e la cultura aristocratica
della scienza e della filosofia dall’altra;
poi quello tra una scienza riconciliatasi con i sogni, che ha però in qualche
modo medicalizzato, e ancora la gente
comune, che continua imperterrita a
considerarli dei lampi notturni sul de-
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stino e il mistero, vissuti come forze
reali ed esterne alla psiche.
Ciò non è accaduto presso due popoli
vissuti ed evolutisi al di fuori della nostra storia che, come avremo subito
modo di giudicare, sarebbe proprio insensato continuare a chiamare e ritenere primitivi.
Il primo popolo è quello dei Senoi, che,
fino all’alba dell’ultima guerra mondiale, abitavano indisturbati nelle
giungle montuose della Malaysia (Asia
sudorientale). Convinti che tutto ciò
che nella vita di una persona viene represso o lasciato nell’ombra acquista
forza e tende poi a esplodere in modo
incontrollato, si abituavano sin da
bambini a esternare le emozioni dei
loro sogni, tanto più che credevano
che durante il sonno giungessero all’individuo messaggi di natura soprannaturale. I vari membri della tribù aiutavano il sognatore a incanalare in
senso positivo le energie personali e
soprannaturali resesi manifeste nei sogni: da esse traevano coraggio circa la
possibilità di affrontare con successo
anche le influenze più ostili o negative
della sorte. Per questo al risveglio il
bambino raccontava i suoi sogni ai familiari e veniva lodato per avere sognato. Anche gli adulti mettevano in
comune le loro visioni notturne durante la colazione e poi nelle regolari riunioni del consiglio del villaggio. Tutti
i sogni erano rispettati e nessun racconto comportava mai rimproveri o un
rifiuto, semmai in qualche caso risultava particolarmente laboriosa l’inter-
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pretazione collettivamente ricercata.
Anche se i Senoi, che esistono ancora,
sono stati travolti dal contatto con il
nostro mondo e con la nostra civiltà, il
loro modo originale di convivere con i
sogni e di trarne profitto contiene ancora un insegnamento prezioso: non
avere paura di sognare e, di più, imparare a sfruttare le valenze positive di
questa esperienza. Per qualcuno potrebbe semplicemente voler dire trovarci dei numeri da giocare al lotto!
L’altro popolo interessante dal nostro
punto di vista è quello degli indiani
Iroquois, di cui ormai sopravvivono
pochi discendenti nelle riserve indiane
degli Stati Uniti. Con trecento anni di
anticipo su Freud, gli Iroquois concepivano i sogni come un’espressione
camuffata di desideri nascosti allo
stesso sognatore. Ma, a differenza di
Freud, non ritenevano sufficiente arrivare a capire la natura e il contenuto
di questi desideri per trarre da una
maggiore conoscenza di sé, dei propri
istinti o dei traumi subìti la possibilità
di stare meglio dal punto di vista psicologico, e in questo prevedevano che
il sognatore potesse essere assistito da
un chiaroveggente. Per la tranquillità
dell’anima, bisognava che il suo desiderio fosse appagato, almeno simbolicamente, con una rappresentazione
pubblica del sogno, se non era possibile farlo letteralmente. Dall’insegnamento degli Iroquois non possiamo
certo attingere l’indicazione a realizzare nel concreto i nostri desideri inconsci, una volta che si siano resi
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ta e che, con tecniche particolari come
le libere associazioni o il confronto di
più sogni, approfondisce ed elabora la
visione resasi manifesta nel sonno; c’è
un medico o comunque uno specialista che lo assiste o lo guida nella decifrazione dei famosi messaggi in codice
inviati dall’inconscio, il quartier generale dell’esemplificazione di Jung. In
questo modo i sogni hanno sì trovato
una spiegazione e un’utilizzazione all’interno della scienza, ma hanno perso gran parte del loro fascino e del loro mistero, assumendo una sgradevole
connotazione patologica, senza oltre
tutto avere dato alla gente comune la
possibilità o la capacità di servirsene
per curarsi.
Nonostante l’odierna dilagante diffusione del disagio psichico e quindi
la riconoscenza e il rispetto che meritano tutti coloro che si adoperano
per curarlo, anche se pagati profumatamente, non è questa la cornice
entro la quale si colloca il presente
volume, come se si trattasse di un
manuale fai-da-te per risolvere in
casa e a buon mercato i problemi
quotidiani di igiene e di salute mentale. Tutti sognano, si è detto, ma
non tutti stanno male e non tutti sono disposti a rinunciare al piacere di
giocare e di scommettere con il mistero e con il destino. E poi, perché
ignorare quella sapienza popolare,
frutto di conoscenze tramandatesi di
generazione in generazione e di particolari doti naturali, cui si ricorre
dopo un sogno particolarmente stra-
espliciti con un’analisi interpretativa.
Correremmo il rischio di finire in prigione o al manicomio, se dessimo
pronta soddisfazione alla forte attrazione sessuale per una persona che
conosciamo appena o dessimo una sonora battuta a un nostro superiore... Si
può però imparare ad avere rispetto
per la parte in ombra di noi stessi, a
essere più tolleranti, meno schiavi del
giudizio altrui e di una morale repressiva, più aperti a sopportare le debolezze degli altri... Questo atteggiamento è forse la condizione necessaria
perché chi dice di non sognare mai incominci a farlo, o meglio, a ricordare i
suoi sogni e a trarne insospettabili
soddisfazioni.
PER UNA LIBERALIZZAZIONE
DEL SOGNO
Dopo questo viaggio in paradisi perduti, torniamo nel nostro tetro Occidente
al punto dove l’avevamo lasciato. Come si spera sia risultato chiaro dai rapidi accenni alle teorie di Freud, di
Jung e delle rispettive scuole, dobbiamo riconoscere che il mondo della
cultura (quella con la c maiuscola) si è
in effetti riconciliato con i sogni, sebbene alcune resistenze non si siano
ancora del tutto dissipate. Tuttavia per
molti può risultare deprimente che ne
abbia fatto uno strumento di diagnosi
e di terapia nell’ambito di una pratica
clinica, cui si ricorre in presenza di allarmanti disturbi o problemi della sfera psichica. I sogni rappresentano i
sintomi; c’è un paziente che li raccon-
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Tutti quelli che ricordano i sogni ne ricavano emozioni profonde; molti sentono il bisogno di attribuirvi dei significati o di trarne dei messaggi, magari
anche solo dei numeri. L’avvento della
psicanalisi ha cambiato l’atteggiamento della scienza nei confronti dei sogni, ma non quello della gente comune, che continua a ripartirsi fra quelli
che sono attratti dal mistero dei sogni
e quelli che li ritengono insignificanti
o li dimenticano così in fretta da sostenere addirittura di non sognare mai.
Agli uni e agli altri questo libro ha
qualcosa da offrire: la possibilità per i
primi di non rinunciare al fascino intenso dell’esperienza onirica, e di non
averne paura, per i secondi la capacità
di visitare finalmente l’altra faccia della luna e di vivere la propria vita con
maggiore pienezza, elasticità mentale
e profittevole gestione delle proprie
energie psichiche. Uno degli aspetti
più affascinanti dei sogni è la possibilità di combinare tra loro nei modi più
svariati i vari ingredienti che li compongono, come si fa anche quando si
leggono le carte o le linee disseminate
su una mano. In questo senso è come
se ci si trovasse di fronte a un puzzle
di tanti pezzi, che si possono però
combinare in mille modi, cosicché
l’immagine finale non è mai scontata o
precostituita e rappresenta sempre
una sorpresa. Un libro di interpretazione, vincolato a un ordinamento alfabetico delle sue voci, per essere consultabile tutte le volte che se ne ha bisogno, può solo fornire tutti i pezzi del
no o emozionante quando si va a
chiederne furtivamente spiegazione
alla maga o alla veggente del paese?
Anche voler trarre dai sogni i numeri
del lotto, come si vedrà nel prossimo
capitolo, è una pratica che ha a sua
volta una lunga storia alle spalle e,
come tutti i giochi, riveste una carica liberatoria dando un po’ di calore,
di colore e di speranza ai ritmi monotoni della vita di oggi. Il fine del
libro è proprio questo: offrire strumenti per giocare con i sogni, attingendo da tutto quanto se ne sa o se
ne è detto: per il piacere di conoscersi meglio, per la soddisfazione di
aiutare gli altri in uno stesso percorso di conoscenza, per sfidare la sorte
e tentare la fortuna. D’altra parte,
passiamo la metà della nostra vita
dormendo: non è uno spreco non
trarne alcuna soddisfazione?
NOTE DI RIEPILOGO
A QUESTO CAPITOLO
Un sogno è una sequenza più o meno
estesa e complessa di immagini che
vediamo nel corso del sonno. Spesso
azioni, oggetti, situazioni e persone
sembrano alludere ad aspetti e caratteristiche della vita diurna e riprodurre
una certa coerenza. In parecchi casi
tuttavia il contesto è quello del ragionevolmente impossibile, contrario ai
sentimenti consapevoli e alle aspettative del sognatore, ripugnante per la
sua morale oppure terrificante per la
sua sensibilità.
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puzzle, ma non il quadro d’insieme.
Questo sarà il risultato dell’abilità, dell’esperienza, dell’intuito di chi ci mette
mano. Chi è alle prime armi incontrerà
non poche difficoltà, tuttavia il gioco
risulterà più interessante e avvincente.
Come ebbe a dire lo stesso Jung, «il sogno è un teatro in cui chi sogna è sce-
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na, attore, produttore, autore, pubblico
e critica... tutte le figure che vi compaiono sono caratteristiche materializzate della personalità del sognatore».
Non sarebbe certo piacevole veder sottrarre da un libro tanta libertà creativa. Che è come dire: non sarebbe più
un gioco meraviglioso.
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A CHE SOGNO GIOCHIAMO?
Ci sono due modi radicalmente diversi di giocare al lotto. Uno è quello
in cui il giocatore affida la sua speranza di vincere alla statistica e al
calcolo delle probabilità e investe i
suoi soldi sui numeri ritardatari, sperando che, prima o poi, vengano
estratti dall’urna. Aumentando la posta di settimana in settimana, se non
finisce prima sul lastrico, arriverà a
recuperare i soldi spesi e a intascare
la sospirata vincita.
L’altro tipo di giocatore, invece, non
solo non si affida alla statistica, ma
punta addirittura su qualcosa che essa elimina: il caso singolo e improbabile che, proprio in quanto tale, è rivestito di un alone magico ed è correlato a un’idea di destino estranea
ai parametri della scienza moderna.
Facciamo un esempio concreto. Esiste
un numero altissimo di probabilità
che, uscendo di casa, uno non inciampi, non si rompa la testa e non
finisca al Creatore. Se qualcosa di simile accade al nostro vicino, ne restiamo inorriditi e sconvolti, non solo
perché proviamo dispiacere per la sua
morte, ma perché ci sembra che sia
stato vittima di un destino particolarmente avverso e ciò ci fa sentire
del tutto disarmati, in balìa di forze
misteriose che potrebbero in qualunque momento colpire anche noi. In
altre parole, la forte partecipazione
emotiva all’evento va al di là del ragionevole dolore per la tragica scomparsa di una persona conosciuta. Si
tratta di un vero e proprio «timor panico», espressione in cui il dotto aggettivo richiama la convinzione diffusa tra gli antichi che il dio Pan potesse imprevedibilmente e senza ragione assalire i viandanti in cammino
su solitari sentieri di campagna. Ma,
ed è questo un motivo presente in
molte fiabe, qualcuno, invece di lasciarsi paralizzare dal timore del destino, può anche decidere di comportarsi come Giovannin senza paura,
pronto a lottare contro il nemico invisibile e addirittura a sfidarlo.
Si spiega in questo modo una passione normalmente giudicata sconveniente come il gioco d’azzardo. Ogni
autentico giocatore vi si cala in pieno
e, tutto proiettato nell’attesa che la
sua sfida al caso lo veda vincitore,
prova un’emozione così intensa che
non può coincidere semplicemente
con la speranza di guadagnare un po’
di soldi senza lavorare duramente. In
questo caso, se fosse per esempio un
abitudinario del gioco del lotto, punterebbe con determinazione sui numeri ritardatari e non di certo sull’uscita improbabile del 34, appena
estratto sulla stessa ruota la settima-
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na prima. «Giocando – ebbe a dire
un’allieva di Jung – ci si sente vivi» e
pieno è il vigore di quella stessa
energia psichica che trova nei sogni
mille camuffamenti per renderci consci del suo potere.
G I O C H I A M O ?
rispetto all’istante precedente?
Per il Creatore dell’universo (non importa quale volto l’idea di Dio abbia
assunto agli occhi degli uomini) il
tempo non esiste. L’ordine, il disegno
meraviglioso del cosmo sono una
creazione per l’eternità. Eraclito, il filosofo greco che più ha subìto il fascino dell’apparente contraddizione tra
divenire (tempo) ed essere (ordine ed
eternità) ne ha formulato una spiegazione con un’immagine attraente: un
ragazzo che gioca su una tavola (la
totalità della creazione) e, giocando,
crea il fato, cioè il tempo. Ecco dunque la magia del numero: attraverso
la matematica e la divinazione mediante i numeri l’uomo ha cercato di
scoprire il gioco dell’intelligenza divina. Molto probabilmente chi oggi gioca al lotto quell’improbabile 34 non
sa di essere erede della plurimillenaria
tentazione umana di scoprire le mosse di Dio: sulla tavola dell’eternità, se
il ragazzo di Eraclito ha giocato così,
il 34 è già nel tempo.
MAGIA DEL NUMERO
Questa spiegazione psicologica del
gioco d’azzardo nulla toglie al suo
aspetto storico, che non è meno interessante e ci porta a tu per tu con una
delle scienze occulte più antiche, la
numerologia. Anche in questo caso,
come in quello già analizzato della
concezione del sogno nell’antichità, si
tratta di un sapere umano elaborato
sulla base di precise convinzioni di natura magica e religiosa, simili in molte
civiltà anche lontane tra loro nello
spazio e nel tempo come quella cinese, egiziana, assiro-babilonese, greca o
celtica. La complessità di ognuno di
questi sistemi di pensiero, che ha fatto
spendere fiumi d’inchiostro ai loro
moderni studiosi, può per noi profani
riassumersi nell’idea di un universo
come sistema ordinato. In esso non
solo le singole presenze, dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo, ma anche tutti gli eventi e gli accadimenti, sono collegati da un’inesauribile serie di corrispondenze, che
ribadiscono e riproducono l’ordine e
l’armonia del Tutto. Ma come spiegare,
in una simile concezione dell’universo,
il tempo che, in un continuo divenire,
rende a ogni istante ogni cosa diversa
LA CABALA
Questa parola di origine ebraica significa in generale «tradizione» e più specificamente «interpretazione delle cose divine». I due significati si associano nei fatti storici relativi alla religione del popolo ebreo: da una parte, da
Mosè in poi, questo popolo riteneva di
poter fare affidamento su uomini
eletti in comunicazione diretta con
Dio e in grado di interpretarne i dise-
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E . . .
IL GIOCO DEL LOTTO
E “LE” CABALE
gni nel piano della creazione; dall’altra le conoscenze acquisite da questi
pochi iniziati venivano tramandate di
generazione in generazione.
Ma che cosa hanno a che fare i numeri con tutto ciò? In realtà occorre sapere che, mentre noi utilizziamo per
indicare i numeri dei segni particolari
tramandatici dagli Arabi e distinti dalle lettere dell’alfabeto, per alcuni popoli antichi, come gli Ebrei o i Greci, i
segni per contare e quelli per scrivere
erano gli stessi, come se noi contassimo a per 1, b per 2, c per 3, e così via.
Poiché Dio aveva parlato a Mosè e la
sua Parola era stata trascritta in lettere sonanti nelle Tavole dei Comandamenti, l’alfabeto ebraico con le sue 22
lettere (e quindi i numeri) conteneva
le parole di Dio. Meditando su di esso
e sulle possibili combinazioni, si entrava direttamente nel merito del piano della creazione.
Quanto detto, già di per sé complesso, ha attinenza solo con l’origine
della cabala. Ancora più complicati
ne sono stati gli sviluppi nei secoli in
direzione mistica, filosofica, magica e
popolare, al punto che la parola con
il tempo è stata utilizzata per definire in generale l’arte, prima sospetta
di stregoneria e poi di ciarlataneria,
di svelare le cose ignote e di indovinare l’avvenire attraverso il calcolo di
numeri e lettere: una perdita di prestigio e di considerazione sociale, insomma, grosso modo paragonabile a
quella che abbiamo visto subire ai
sogni, nel capitolo precedente.
Era fatale che l’orientamento popolare a ritenere che i sogni rivelassero in
qualche modo il futuro e che analogamente si potesse accedere a queste
preziose conoscenze attraverso la
magia dei numeri arrivasse a una saldatura. Tanto più che, nei sogni, come
si è visto per quelli di Giuseppe analizzati nel precedente capitolo, i numeri sembravano rivestire un’importanza di tutto rilievo. Nell’incremento
della numerologia popolare abbinata
alla divinazione mediante l’interpretazione dei sogni, la nascita e lo sviluppo del gioco del lotto devono avere avuto un ruolo determinante.
Anche le origini del lotto sono molto
antiche. La parola può farsi derivare
da ludus, che in latino significa semplicemente «gioco», o dall’antico tedesco los, che significa invece «sorte».
Come si vede, anche le parole confermano quanto detto a proposito del
rapporto gioco-destino nell’introduzione di questo capitolo. Già a Roma,
in occasione delle feste che celebravano Saturno, guarda caso dio del
tempo e del destino, i fedeli avevano
la possibilità di puntare sui numeri e
di vincere dei premi attraverso il meccanismo dell’estrazione a sorte.
Ma in forma più moderna il gioco del
lotto nacque a Genova nel 1576, inizialmente legato alla possibilità di fare delle puntate sui nomi dei candidati all’elezione nel Senato della Repubblica, che venivano estratti dalle
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cosiddette borse o urne. Quando i
nomi dei candidati vennero sostituiti
con dei numeri, una percentuale sulle
vincite, per legge, doveva essere devoluta a una fanciulla povera che
aveva bisogno della dote per sposarsi
o entrare in convento: nella gestione
del gioco lo Stato si era sostituito ai
privati e, sotto una parvenza di legalità e di spirito caritatevole, celava di
fatto una fonte di denaro tutt’altro
che irrilevante. A tal punto che, dopo
avere inutilmente tentato di frenare
l’afflusso a Genova di giocatori incalliti da tutti gli Stati confinanti, i rispettivi governi si decisero a imitare
l’intraprendente Repubblica ligure e
nell’arco di poco più di un secolo si
arrivò a una generale legalizzazione
europea di questo gioco.
Intanto già nel 1600, a Napoli, ancora oggi considerata la capitale del
lotto, erano incominciati a circolare
tra il popolo i primi prontuari di numeri agganciati a personaggi o a
possibili scenari dei sogni. Come tutti
i più autentici prodotti della cultura
popolare, erano e sarebbero restati
rigorosamente anonimi e legati a
quel folclore magico e stregonesco,
fatto di superstizioni ma anche depositario di verità abbandonate oppure
trascurate dai dotti, che è tutt’oggi
ancora diffuso e rivela un’incredibile
vitalità.
Sul finire del 1700 questi prontuari
assunsero la forma più precisa delle
smorfie e andarono a coprire le casistiche più stravaganti: nomi di perso-
G I O C H I A M O ?
ne, oggetti, animali, piante e fiori,
professioni e mestieri, azioni e sentimenti...: a ogni elemento del sogno si
poteva far corrispondere un numero.
Per gli analfabeti in opuscoli come
l’Albergo della fortuna a ogni numero
dall’1 al 90 erano posti accanto disegnini al tratto molto realistici. Questa produzione ha avuto un notevole
incremento anche nel 1800 (Libro dei
sogni, La borsa d’oro, Tesoro nascosto,
La vera cabala del lotto...), parallelamente all’esistenza di personaggi
straordinari nelle piccole comunità di
paese o nei quartieri popolari delle
grandi città in grado di trarre da un
sogno raccontato loro con paura o
speranza i numeri per un ambo o un
terno secco.
QUALI NUMERI
PER QUALI SOGNI?
L’utilizzazione per il lotto dei numeri
agganciati alle immagini e alle situazioni del sogno, così come verranno
forniti da questo libro nei capitoli seguenti attingendo dai nominati prontuari, non è l’unico sistema per giocarsi le proprie visioni notturne. A
parte il fatto che, talvolta, si fanno
dei sogni in cui i numeri sono direttamente presenti come suggerimento
di una buon’anima o come elemento
importante della scena (le 7 vacche o
le 7 spighe del faraone, per esempio),
ci sono molti altri sistemi cabalistici
ufficiali, alcuni antichissimi, e se ne
possono inventare di personali. Tra i
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più antichi si ricordano la Cabala di
Zoroastro, che abbina calcoli da operare sui numeri ricavabili dalla data
del giorno di estrazione a elementi di
astrologia, o la Cabala di Rutilio Benincasa, che risale al 1553, con caratteristiche analoghe. Un sistema più
facilmente utilizzabile ancora oggi è
la Cabala di Trifonio, che nel nome fa
riferimento alla presenza nell’antica
Grecia, in Beozia, di una caverna dove
si andavano a prendere oracoli «sull’esito buono o sinistro delle cose avvenire». Come la più illustre Cabala
ebraica, il meccanismo divinatorio
opera sulla corrispondenza di numeri
e lettere dell’alfabeto o sillabe.
Nella corrispondenza lettere-numeri
si pone che:
A=2; B=5; C=6; D=1; E=3; F=7; G=5;
H=2; I=4; J=7; K=7; L=0; M=8; N=3;
O=8; P=6; Q=9; R=4; S=1; T=9; U=0;
V=5; X=3; Y=9; Z=1.
Supponiamo di aver sognato il classico morto. Abbinando i numeri alle
corrispondenti lettere che costituiscono la parola si ricava la sequenza:
8 8 4 9 8.
Questa sequenza viene posta come la
base di un triangolo rovesciato, che si
completa fino al vertice con sequenze
progressivamente ridotte di un numero. Tali sequenze si ottengono sommando il primo numero con il secondo, il secondo con il terzo... e così via
e ignorando il numero corrispondente
alle decine.
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E . . .
Dunque:
88498
6237
850
35
8
I numeri da giocare sono il 35 e l’8. Altri numeri da abbinare ai sogni possono
essere quelli del giorno del mese in cui
si sogna, del mese rispetto ai 12 dell’anno, della data di nascita del sognatore o della persona sognata (un caro
defunto, per esempio), di un anniversario o di una ricorrenza... Come si può
intuire, le possibilità sono davvero infinite e l’esercizio della fantasia e dell’invenzione, se non la certezza di una
vincita, procura comunque di fatto un
piacere cui anche gli adulti, per percepirsi vivi, non dovrebbero mai rinunciare: giocare.
22
IL TEATRO DEI SOGNI:
L’AZIONE
Abbiamo già avuto modo di sottolineare come il sogno costituisca un’esperienza essenzialmente visiva e che
sognare sia un po’ come andare al cinema o a teatro.
Questo spettacolo, però, è del tutto
particolare perché attore e spettatore... sono la stessa persona. Questo è
vero non solo perché molto spesso
nel sogno ci vediamo agire e fare
determinate cose, che ci possono più
o meno piacere, ma anche perché gli
altri personaggi, familiari o ignoti
che siano, non sceneggiano se stessi
come sono, ma il ruolo che noi assegnamo loro, quando addirittura non
rappresentano tratti e comportamenti della nostra personalità, che
la coscienza tenta di rimuovere o
ignorare.
La prima cosa da analizzare di un sogno per interpretarlo è dunque l’azione, una parola che guarda caso si
utilizza come sinonimo di soggetto
quando si parla di narrativa, cinema,
teatro o in espressioni come film d’azione, ma che nello specifico dei sogni si riferisce più letteralmente all’agire (azione attiva) o al subire
(azione passiva) del sognatore-prota-
gonista o dei personaggi sotto le cui
spoglie il suo inconscio si traveste.
Come al solito, un esempio concreto
torna più utile di qualunque discorso.
Prendiamo, a caso, il trafiletto di un
giornale in cui viene presentato un
film che sarà trasmesso in tv. Si tratta di Forbici, con Sharon Stone come
protagonista.
Ecco come attacca la presentazione:
«La bella Angie è aggredita da un
bruto in ascensore; contrattacca con
delle forbici che ha in borsetta e lo fa
scappare...».
Quali sono le azioni? Aggredire (passiva), contrattaccare (attiva), fuggire
(proiettata su un personaggio diverso
dal protagonista). Se il soggetto di
questo film fosse quello di un sogno,
l’attacco indicato è il modo per incominciare ad analizzarlo.
In un secondo tempo, si dovranno
considerare il significato che possono rivestire per noi il bruto, l’ascensore, le forbici, la borsetta, in un
puzzle che ci permetterà alla fine di
riconoscere il disegno, il messaggio
del sogno. Le azioni, mantenendo il
paragone con il puzzle, rappresentano la cornice.
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la regola, e sono riservati a pochi
eletti. Ciò non toglie che, se si ha la
fortuna di sognare il segreto per non
far bruciare come al solito la torta
nel forno, vale la pena di sperimentarlo immediatamente, senza perdere
tempo a chiedersi che significato
possono mai avere l’azione di cuocere, il forno o la torta.
Un altro caso è quello dei sogni da
cui gli artisti hanno raccontato di
avere occasionalmente tratto o di
trarre abitualmente ispirazione per le
loro opere: romanzi, racconti, poesie,
brani musicali, quadri e altro. Il fatto
di essere degli artisti veri è già eccezionale e quello di poter alimentare
la propria ispirazione con i sogni lo è
ancora di più: quest’accenno basti
per gli scopi di questo libro, che si rivolge alla gente comune.
Un po’ diverso è invece il caso dei
sogni di ultraveggenza o premonitori
in senso letterale. Si tratta infatti di
un rapporto con il futuro molto diverso da quello che si ha normalmente quando, imparando a riconoscere i messaggi dell’inconscio e
quindi a gestire meglio le proprie
energie psichiche, si può pensare di
controllare meglio la sorte: «Se so
come sono fatto, posso immaginare
che cosa mi succederà». Propriamente per sogni di ultraveggenza si intendono quelli in cui il sognatore vede o viene a conoscenza di fatti che
avvengono a migliaia di chilometri di
distanza, a parenti o amici lontani
oppure a persone che gli sono del
SEMPRE E SOLO “SOGNI
D’AZIONE”?
La maggior parte dei sogni ci vedono
protagonisti delle azioni più disparate, da quelle che riproducono atti,
gesti e comportamenti banali e quotidiani, a quelle compatibili solo con
superman o gli dèi, come morire e rinascere o annullare lo spazio e il
tempo. Sono però stati documentati
sogni particolari di cui non è possibile interpretare le azioni nel modo
suggerito dall’elenco alfabetico di
questo capitolo.
Un caso è quello dei sogni che offrono, come la cosa più semplice di
questo mondo, la soluzione a un problema cui si lavora da tanto tempo.
In proposito si raccontano le straordinarie esperienze di scienziati, chimici o matematici, che hanno trovato una formula fondamentale per il
proseguimento delle loro ricerche e
mai trovata in anni e anni di duro lavoro e di notti... insonni. Oppure di
glottologi che hanno sognato la
chiave di interpretazione per leggere
un antico documento scritto in una
lingua sconosciuta. O ancora di campioni dello sport che si sono visti nel
sonno superare un record con l’applicazione di un espediente tecnico mai
adottato e poi assunto nella realtà
con la conseguenza del successo desiderato. Ovviamente, questi sogni
non vengono interpretati, ma accolti
come un insperato regalo e sfruttati
per quello che sono. D’altra parte,
appartengono all’eccezione e non al-
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I L
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D E I
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tutto sconosciute. Spesso si tratta di
eventi tragici, addirittura di tragedie
collettive come per esempio l’affondamento di una nave, un incidente
aereo, un terremoto o l’assassinio di
un personaggio pubblico (è accaduto
a un giornalista, come la moglie ha
testimoniato, a proposito di John
Kennedy). Lo studio di questi fenomeni è di competenza di chi si occupa delle manifestazioni metapsichiche e paranormali (medianismo, telepatia, spiritismo ecc.) e, ancora una
volta, esula dalle finalità pratiche di
questo libro. Semmai, vale la pena di
accennare ancora a un tipo partico-
L’A Z I O N E
lare di sogni di chiaroveggenza, i cosiddetti sogni di commiato in cui
delle persone care, in prossimità della morte reale, si congedano dal sognatore e in genere lo tranquillizzano dicendogli che un giorno si ricongiungeranno felicemente nell’altro
mondo. Li nominiamo non per darne
una spiegazione, che sarebbe anche
in questo caso troppo complessa e
comunque opinabile, ma per dire che
si tratta di sogni, tutto sommato, rari e che sognare la morte di chi
amiamo non ha affatto il significato
di un avvertimento circa il reale rischio di perdere questa persona.
25
Le azioni nei sogni
dalla A alla Zeta
Torniamo ora ai sogni di tutti i giorni,
per analizzare nel dettaglio le azioni
attorno a cui possono essere organizzati. Nell’elenco alfabetico che segue
determinate parole sono affiancate
da un asterisco: questo espediente
grafico è un invito ad ampliare l’analisi del sogno, andando a consultare
le voci in questione negli elenchi degli altri capitoli (l’indice finale del libro ne permette l’immediato reperimento). Si potrà in questo modo
chiarirne meglio il significato o penetrarlo più a fondo ed eventualmente,
se si è interessati a ricavare dai sogni
dei numeri da giocare, si avranno
maggiori possibilità di scelta rispetto
a quelli qui suggeriti.
un avvertimento ad abbandonare un
progetto destinato al fallimento, oppure a non ascoltare pettegolezzi sul
conto di persone amiche. L’azione
passiva, se nel sogno è vissuta con
angoscia, significa paura di non farcela da soli nel momento difficile che
si sta vivendo; se è vissuta come un
fatto naturale, è garante della lealtà
dei propri amici.
Abbellire 31, 6, 47, 58, 71
L’azione dell’abbellire mette in gioco
l’idea che si ha del bello, che la maggior parte delle persone associano al
buono. Sognare di abbellire qualcosa,
dunque, una volta che si siano decifrati i significati simbolici degli oggetti che nel sogno si abbelliscono,
orienta a una loro interpretazione
positiva. Diverso è il caso dell’innamorato che sogna la donna amata
che si abbellisce, cioè si trucca: non è
intimamente sicuro della sua sincerità. Sognare abbellita una persona
brutta nella realtà rivela la consapevolezza delle sue qualità, al di là delle apparenze.
Abbeverare vedi Bere
Abbigliarsi vedi Vestire
Abbottonare vedi Allacciare
Abbagliare vedi Accecare
Abbandonare (Essere abbandonati)
3, 27, 73, 33
Questo sogno, se l’autore o la vittima
dell’abbandono vi compaiono all’interno della relazione sentimentale
che hanno nella realtà, ha significati
affini a quello che nello stesso contesto assume il sogno di tradire*. In generale poi l’azione attiva può essere
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Abbracciare (Essere abbracciati) 40,
80, 17, 51
Contrariamente a quanto si sarebbe
portati a pensare, abbracciare come baciare* non ha nei sogni solamente un
significato positivo: l’azione indica infatti il bisogno di tener ferme con le
proprie braccia una situazione o una
persona che si avvertono come sfuggenti, infide, suscettibili di cambiamenti, oppure, nel caso si abbraccino o si
venga abbracciati da persone molto intime e di provata fedeltà, per esempio i
genitori, la certezza di avere delle buone carte da giocare in una situazione
difficile in corso.
Abbuffarsi 18, 47, 19, 59
Questo sogno può compensare una situazione reale di sottoalimentazione e,
soprattutto nel caso delle adolescenti,
può essere un messaggio inviato dall’inconscio circa il pericolo di cadere in un’anoressia patologica.
Più spesso questo sogno tenta di compensare una non appagata fame di affetto e di tenerezza da parte dei genitori, la
madre in particolare.
Abortire 1, 28, 52
Se nel sogno non si riproduce una situazione traumatica realmente verificatasi e l’aborto è vissuto come procurato
o comunque fonte di acuta sofferenza,
significa che, pur essendo molto in ansia, ci opponiamo fortemente alla presa
di coscienza di un grave problema esistente in famiglia, per esempio quello di
un figlio avviatosi su una cattiva strada.
Se invece l’aborto è spontaneo e non è
fonte di angoscia, significa che una si-
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A
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Z E TA
tuazione difficile o stressante sta per risolversi in modo positivo.
Accapigliarsi vedi Litigare
Accarezzare (Essere accarezzati) 2, 36,
28, 56, 78
La mano* si muove dolcemente e ritmicamente e liscia il viso o i capelli*: se la
mano è la nostra, significa che ci troviamo in una situazione di insicurezza e
che abbiamo bisogno di tempo per decidere se affrontarla con la forza o spirito di adattamento; se invece veniamo
accarezzati da qualcuno, l’avvertimento
è quello di un inganno o un tranello,
celati dall’ipocrisia e dalle moine di chi
si dichiara amico. Le carezze da parte
di una persona cara defunta sono invece un sintomo di protezione.
Accartocciare 34, 80
Non si è saputa cogliere al volo un’occasione propizia e la si è sprecata.
Accecare (Essere accecati) 45, 21, 46,
53, 75
In prevalenza si sogna l’azione passiva
(essere accecati), che mette in guardia
contro i rischi ai quali si va incontro
quando non si vogliono guardare in
faccia i problemi e soprattutto non si
vogliono accettare le ragioni del cuore
o i limiti del proprio carattere. In casi
rari l’accecare qualcuno può intendersi
come una vittoria sulle attrazioni superficiali del mondo esteriore in funzione di una più ricca e intensa vita spirituale. Vedere un cieco può alludere all’incombente rottura di un importante
rapporto affettivo.
Accendere 8, 45, 12
«Non accendere un fuoco che tu non
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sia in grado di spegnere»: questo proverbio cinese offre la base per interpretare i sogni in cui compare l’azione
dell’accendere il fuoco*, che, a prescindere dal messaggio positivo o negativo, invita comunque ad affrontare
la realtà con prudenza e cautela.
Prepararsi ad accendere il fuoco evidenzia che si è pronti a sfruttare al
meglio le proprie risorse, in qualunque
campo. Accendere il fuoco nel camino*
o nella stufa* di casa allude alla vita
coniugale e alla famiglia, fonte di
tranquillità e sicurezza, se l’operazione
dell’accendere non crea problemi; di
prossime tribolazioni, se stenta ad avviarsi o fa fumo*.
Accendere un fuoco all’aperto significa necessità di farsi consigliare da
una persona fidata per non commettere errori irreparabili, oppure il bisogno di purificarsi rispetto a colpe
inconfessate ma fonte di continuo
rimorso.
Accendere un fuoco che divampa immediatamente significa il rischio di restare vittima di una passione violenta,
non necessariamente di natura amorosa e sessuale (per esempio, l’avidità
di ricchezza o il gioco). Accendere un
fuoco in cantina* significa non voler
prendere coscienza dei propri desideri
e dei propri sentimenti, di cui si teme
la violenza.
Accendere il fuoco sotto il tetto* è un
segno di pericolo circa la salute e l’integrità mentale del sognatore.
Acciuffare vedi Afferrare
Acclamare vedi Applaudire
I
S O G N I
E . . .
Accoltellare (Essere accoltellati) 31,
16, 9, 15, 46
Posto che il coltello* ha valenze prevalentemente negative, l’azione dell’accoltellare o dell’essere accoltellati
può anche essere la sceneggiatura di
difficoltà nella sfera sessuale (l’uomo
scatena nel sesso un’aggressività che
teme e la donna vive la penetrazione
come una profanazione). In ogni caso
il significato del sogno va ricercato
tramite il simbolismo della persona
che il sognatore accoltella o da cui
viene accoltellato.
Accomiatare vedi Congedare
Accoppiarsi (Fare all’amore) 2, 4, 25,
79, 80
Si tratta di uno dei sogni più frequenti
e, nello stesso tempo, meno frequentemente raccontati: sono proprio le censure morali e il nostro tipo di educazione, su questo terreno repressiva ed elusiva, che spingono l’inconscio a esprimere con il sogno il diritto-dovere di
fare i conti con la sessualità, una delle
manifestazioni più potenti dell’energia
vitale. Per chi è riuscito comunque a
integrarla armoniosamente nella propria esistenza, sognare di accoppiarsi
significa un’unione molto intima con
ciò che il partner rappresenta a livello
simbolico, potendosi trattare di persona dell’altro o del proprio sesso, o addirittura di un animale, di cui va chiarito
il significato nel sogno. Al contrario,
chi è sessualmente frustrato e non ha
superato il trauma di un’educazione
che ha demonizzato il sesso, fa questi
sogni in funzione compensatoria.
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Vediamo ora dei casi particolari.
Il sognatore si accoppia felicemente e
appassionatamente con una persona
sconosciuta dell’altro sesso: la piena
disponibilità di energia fa presagire
prossimi guadagni, di natura materiale
o spirituale. Se si tratta di un giovane
e questi sogni si ripetono di frequente,
significa che è pronto a lasciare la
protezione della coppia parentale ed è
maturo per diventare coprotagonista
di una nuova coppia materialmente e
spiritualmente fertile.
Il sognatore si accoppia con una persona nota, non importa il sesso: riconciliazione con ciò che la persona rappresenta a livello simbolico.
Il sognatore si accoppia con un animale: gli animali incarnano in genere
determinati istinti e questi sogni
esprimono il tentativo di prendere atto
delle pulsioni che rappresentano e di
conciliare una vita troppo ordinata,
razionale o imbrigliata da una falsa
morale con le legittime esigenze del
corpo o del sentimento.
Il sognatore si accoppia... a pagamento: se l’atto è vissuto con senso di colpa, ci si attende di pagare entro breve
tempo il prezzo di una gioia o di un
successo che si crede di non aver meritato; se il rapporto è soddisfacente, è
prossima l’occasione di sottrarsi a situazioni di ricatto morale.
Il sognatore vede accoppiarsi due persone che conosce: occorre determinare le valenze simboliche che il sognatore attribuisce alle due persone, onde
capire che cosa desidera che si con-
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giunga positivamente (lavoro e affetti
domestici, per esempio).
Il sognatore prova vergogna nel sentirsi osservato da estranei mentre
compie l’atto sessuale: anche se si
pensa coscientemente il contrario, si è
vittima di gretti pregiudizi.
Il sognatore è sorpreso mentre sta facendo all’amore dalla madre che entra nella sua stanza nuziale: è ancora
operante un complesso materno, che
impedisce uno sviluppo libero e autonomo della personalità.
Il sognatore (solo se eterosessuale) si
accoppia in un rapporto sodomitico
(per via anale): la sessualità è vissuta
come perversione, con grave danno
per l’equilibrio e la serenità della
persona.
Il sognatore si accoppia in un’orgia:
può trattarsi di un sogno compensatorio rispetto all’aridità e alla monotonia
frustrante della vita sessuale reale, oppure del bisogno di orientare la propria vita verso l’amore universale, per
esempio rispondendo a una vocazione
religiosa.
Accorciare 8, 41, 77
Posto che deve essere chiarito il significato simbolico di ciò che si accorcia,
l’azione si collega sul piano psicologico al complesso di castrazione, che
comporta il perdurare di atteggiamenti infantili e la difficoltà di affrontare
senza sentirsi sempre angosciati le
esigenze della vita. Il sogno può anche
prefigurare la necessità di prossime rinunce o di grosse spese impreviste.
Accumulare vedi Ammassare
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false o esagerate) presagisce a un possibile voltafaccia della fortuna; l’azione attiva denuncia il narcisismo del
sognatore, ovvero un eccessivo amore
per se stesso (egoismo) e un apprezzamento iperbolico delle proprie qualità
e dei propri meriti.
Aerare 2, 16
Dare aria* a un ambiente o a una
stanza prelude all’esito positivo di un
affare in corso o al prossimo assestamento delle proprie finanze.
Tale sogno è anche un avvertimento a
non agire con precipitazione in una
decisione importante, mentre sul piano psicologico è un invito dell’inconscio a liberarci da legami soffocanti e
fonte di angoscia (con la madre o il
padre, per esempio, o un partner troppo dipendente).
Affacciarsi 51, 89
Si può sognare di affacciarsi a una finestra*, a un balcone*, a una porta*, su
un abisso* o un precipizio. Solo dall’analisi di questi simboli si può ricavare
il significato del sogno, anche se in genere sognare di affacciarsi significa
necessità di prudenza, difficoltà o
semplicemente cambiamento in vista.
Affannarsi 3, 72
Sognare di affannarsi, non importa per
quale motivo, segnala uno stato profondo di ansia, di cui va chiarita l’origine, oppure, per compensazione, l’avvertimento dei danni che procura alla
vita e alla carriera un atteggiamento
di costante pigrizia.
Afferrare 38, 78
Risulta determinante il significato
Accusare (Essere accusati) 41, 61,
25, 55, 6, 29, 27
Sognare di accusare qualcuno è l’avvertimento di una pena imprevista,
che farebbe piacere poter scaricare
sugli altri ma che si dovrà affrontare
contando soltanto sulle proprie forze.
L’azione passiva indica l’imminenza di
una serie di contrarietà, che si risolveranno tanto più in fretta quanto più
nel sogno si avvertono con sollievo la
disponibilità a capire e la buona fede
dell’accusatore. Accusare un familiare
significa malattia in vista.
Acquistare vedi Comperare
Addobbare vedi Abbellire
Addolcire vedi Zuccherare
Addormentarsi vedi Dormire
Adirarsi 36, 74, 70, 6, 87
Per le persone eccessivamente arrendevoli e sottomesse si tratta di un sogno di compensazione, ma occorre in
tutti i casi chiarire il significato di ciò
che determina l’ira. Messaggi particolari sono l’adirarsi con un morto* (danno imminente) o con un familiare (incombente malattia, ma di lieve entità).
Adottare (Essere adottati) 6
L’azione attiva segnala la necessità
che il sognatore chiarisca il significato
che per lui riveste il simbolo potente
del bambino*. L’azione passiva denuncia la paura di affrontare una difficoltà, un cambiamento (di lavoro, di casa,
di città ecc.) o una nuova relazione
sentimentale, per cui vorrebbe che un
altro agisse e decidesse al suo posto.
Adulare (Essere adulati) 11, 35
L’azione passiva (avvertire le lodi come
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simbolico di ciò che la mano* afferra,
restando comunque fermo l’esito positivo della situazione prospettata dal
sogno se in esso si prova compiacimento o soddisfazione per l’abilità
delle proprie mani che hanno saputo
afferrare qualcosa (una persona in fuga, per esempio, o un oggetto sul punto di cadere).
Affidare 14, 35, 74, 50
Affidare qualcuno o qualcosa a un
altro può voler dire, in relazione al
significato di ciò che si affida, rassegnazione a perdere la propria battaglia o bisogno di maggior libertà per
poter agire (si hanno le mani legate
da una responsabilità troppo pesante,
per esempio). Ricevere qualcosa in
affidamento è situazione che denuncia un momento di confusione e il
fatto che ci si sta illudendo sul proprio futuro.
Affilare 1, 17, 63
Anche se si è pronti ad affrontarlo, un
nemico pericoloso è in grado di procurare difficoltà e sofferenze.
Affittare 39, 51, 60, 27, 14
Affittare della terra*, una casa* o
un’automobile*, in rapporto alla sessualità, può voler dire mancanza di
autonomia rispetto a una madre che
ricorre a ricatti affettivi, o disprezzo
per la donna, inconsciamente e negativamente vissuta come prostituta. In un ottica più generale il messaggio è positivo: denaro in vista o
disponibilità di un’occasione per un
buon guadagno.
Affogare vedi Annegare
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Affondare 2, 25, 50, 19
Risulterà determinante chiarire che significato assumono per il sognatore
l’acqua* e l’elemento che in essa affonda (oltre che del sognatore stesso,
può trattarsi di persona o di oggetto).
In generale, la sensazione di affondare
può segnalare in negativo il rischio di
lasciarsi andare e di non reagire a una
prova della vita, oppure in positivo
l’abbassarsi della guardia della coscienza rispetto ai messaggi vitali che
ha da lanciare l’inconscio.
Affrontare (Essere affrontati) 68,
22, 61
Contrariamente a quanto si potrebbe
pensare, l’azione passiva (essere affrontati da qualcuno) ha più chiare
valenze positive: determinato il valore simbolico di chi affronta il sognatore, si potrà facilmente giungere a
individuare l’importanza di un problema o di un aspetto della propria
personalità, che chiede così palesemente di essere preso in considerazione. L’azione attiva significa invece
pericolosa ostinazione a ignorare un
problema e a scaricare sugli altri le
proprie responsabilità.
Aggiustare 11, 31, 41, 13
Se l’azione si configura come un rattoppare, si prospetta un’occasione per
migliorare la propria situazione economica; se più precisamente si rammendano strappi o abiti vistosamente
lacerati, occorre pensare di imporsi
una riduzione alle spese di famiglia.
L’aggiustare più in generale (utensili,
oggetti, mezzi meccanici ecc.) è azio-
32
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ne collegata a quella di rompere*, il
cui significato nei sogni, insieme a
quello dell’oggetto che si è rotto e si
tenta di aggiustare, chiariranno con
che tipo di difficoltà si ha a che fare
e a quali rimedi si può ricorrere per
superarla.
Aggredire (Essere aggrediti) 6, 55,
68, 50, 90
Azione di significato simile a quella di
affrontare*, con in più la possibilità di
sognare di essere aggrediti da un animale, di cui deve essere analizzato il
valore simbolico.
Aggrovigliare 35, 37, 51
Questa azione è portatrice di un messaggio del tutto affine a quello del sogno di perdersi in una foresta*.
Aiutare (Essere aiutati) 15, 9, 29, 20
Azione attiva: ci si è prodigati per
qualcuno senza alcuna riconoscenza o
ricompensa morale. Azione passiva: si
prospettano difficoltà negli affari.
Alimentare vedi Nutrire
Allacciare 83, 57, 58
L’azione dell’allacciare (le scarpe, una
cintura, un grembiule ecc.), se eseguita nei confronti di se stessi, è un autorimprovero per come limitiamo la
nostra libertà e impediamo lo sviluppo
della nostra personalità per paura di
assumere responsabilità, per pregiudizi, per quello che può pensare la gente o per ingiustificati scrupoli moralistici. Se è eseguita nei confronti di un
altro, può alludere alla speranza o al
presentimento di averlo preso al laccio, il che, sul piano sentimentale, può
significare fidanzamento e matrimo-
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A
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nio in vista oppure la nascita di una
nuova amicizia.
Allattare (Essere allattati) 26, 56, 13
L’azione tanto attiva quanto passiva
ha un significato augurale e indica un
momento di felicità, determinato da
un fertile scambio di energie fra se
stessi e il mondo esterno. Vedere una
donna che allatta è invece il segnale
di una sofferenza per le difficoltà di
comprensione all’interno della coppia.
Allenarsi 70
Se il sogno non è una compensazione
rispetto a una vita inattiva e a un generale sentimento di fiacchezza e se
non vuole essere l’avvertimento a
non prefiggersi traguardi troppo ambiziosi, il proprio impegno in una
conquista sentimentale sarà coronato
da successo.
Allevare 25, 48, 18
Si sogna in genere di allevare o di essere responsabili dell’allevamento di
piccoli animali, di cui va ricercato il significato simbolico per chiarire il messaggio del sogno.
Allontanarsi 23, 31, 33, 38
Ci si può allontanare a piedi o con
mezzi di trasporto, di cui sarà opportuno verificare il significato simbolico.
Ci si può anche allontanare da casa*,
oppure dalla persona amata: in quest’ultimo caso il significato dell’azione
coincide con quello di abbandonare*.
Sono poi importanti i sentimenti che
si provano mentre ci si allontana: un
senso di liberazione, oppure una pena
cocente? Se l’azione è compiuta con
gioia, sono finalmente sul punto di ri-
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