Dina e Michele Dicorato Mary e Gigi Besana $ / . . 0 '' . 1 2! ' + 3 ! $ 4 *& " $ " # $ $ % & # $ $ ' " $ * ! # $ $ ( ' ) *6 5 '.* & 7 8 * * 4 4 / *& % $ " $ / 5' + % $ % % + " *0 & % * ! 9 * $ $ $ + % $ . , - 0 . " " % ! $ 3 '' 4 & $ # $ . . $ $ $ $ # # $ % $ . / $ 0 * $ $ : 1 END Milano Giugno 2005 ; $ $ % *& + $ + : $ * << $ . = $ ; & $ . $ > * $ # * $ $ $ $ $ $ 7 $ , ' $ % . $ $ $ / % 0 $ % " # $ ! #$% Avviso per tutti Ricordiamo l’importanza di consegnare alle coppie responsabili quanto è emerso dalla riunione di bilancio della propria equipe. 2 " ? " & Giugno 2005 End Milano VITA DEI SETTORI di Luisa e Francesco Banfi Carissimi co-equipiers, coppie e consiglieri, siamo Luisa e Francesco Banfi, dal mese di settembre 2004 siamo stati chiamati a svolgere il servizio di responsabili regionali END. Servizio che abbiamo accolto con trepidazione e con gioia. Vi chiediamo il permesso di partecipare, con questa lettera, alla vostra riunione d’equipe, nel momento della vostra compartecipazione. Vorremmo mettere in comune con voi un po’ della nostra vita, le speranze e le preoccupazioni di questo nostro servizio. Quando, circa 25 anni fa, ci siamo accorti che il nostro rapporto di coppia aveva bisogno di essere approfondito per scoprire il valore del matrimonio cristiano che avevamo celebrato, ci siamo anche resi conto che da soli non sapevamo cosa fare. La stessa esigenza di alcuni amici ci ha portato ad incontrare la proposta END. Pensiamo che la nostra storia, tra momenti di entusiasmo e momenti di stanchezza, sia una storia molto comune a tanti di voi. La scoperta della ricchezza che dona a noi coppie vivere i vari momenti proposti dal metodo: preghiera, dovere di sedersi, regola di vita, questo momento della compartecipazione che ci rende intimi agli altri, tema di studio, vita nel movimento e l’entusiasmo generato da questo modo di vivere ci hanno permesso e ci permettono di vedere i passi avanti fatti da noi e come noi da tutta la nostra equipe. Ci sono stati e ci sono momenti in cui il nostro carattere ci porta a lasciarci sopraffare dall’abitudine, dalla pigrizia. Ci viene facile autogiustificarci quando facciamo fatica a rimetterci in discussione, in coppia e in equipe. Sono i momenti in cui, nella nostra vita, invece di alzare lo sguardo abbiamo abbassato il tiro, abbiamo abbassato l’obiettivo da raggiungere. Ci viene anche un dubbio : il nostro modo di essere in equipe, il nostro modo di vivere il metodo, la disponibilità, il nostro fare servizio………..abbiamo forse perso l’obiettivo del nostro essere in equipe ? Le motivazioni che ci avevano spinto a cercare il Signore nella nostra vita, nel modo di scambiarci il nostro amore, nell’essere pronti e disponibili si sono offuscate, si sono perse ? Siamo diventati mestieranti, abitudinari, dell’END? Organizzatori, efficientisti? In questi ultimi mesi ci stanno inquietando due letture : la prima è di Don Tonino Bello che nel piano pastorale del 1989 scrive : “ Cristiano non è colui che celebra riti, ma colui che si fa trovare in casa dal Signore che lo interpella, e gli risponde di si. Non basta strutturare un gruppo famiglia, se chi ne fa parte non si sente provocato a riscoprirsi costruttore del Regno….Non conta gran cosa che una associazione scoppi di iniziative, se poi è anemica di parola vissuta” Tradotto: un equipier non è uno che fa, anche diligentemente tutti i punti concreti di sforzo, ma uno che attraverso questi strumenti accoglie dentro di sé Cristo e si lascia sconvolgere La seconda lettura : Ap 3,20 “ Ecco, sto alla porta e busso, se uno ascolta la mia voce e mi apre, io verrò da lui e cenerò con lui ed egli con me”. Ci troviamo disarmati, queste parole ci fanno rileggere tutta la nostra vita passata e soprattutto attuale. Siamo entrati in equipe perché abbiamo sentito bussare alla nostra coscienza e abbiamo aperto al Signore. Oggi il Signore tutti i giorni bussa, a noi, a voi, a ogni persona nel mondo. Quanto e quale rumore nella nostra vita ci impedisce di sentir bussare? E, quand’anche sentiamo bussare, abbiamo di nuovo il coraggio di aprire e di far entrare Gesù come all’inizio del nostro cammino END ? Sappiamo già che con questa accoglienza non sapremo più dire di no alla Sua presenza e la nostra vita avrà dei ritmi, delle richieste non calibrate sulle nostre scelte di comodo ma su quelle che Lui ritiene utili alla nostra conversione. Noi sentiamo che Gesù sta di nuovo bussando nella nostra vita, si presenta col volto di tante persone, anche con il vostro volto. Lo fa per ricondurci all’ Amore che ci unisce come coppia e che ci invita ad una disponibilità senza calcoli. Conoscendo le nostre miserie abbiamo deciso di riaprire la porta, ed è un invito che facciamo anche a voi, come coppia, come equipe, perché Lui cenerà con noi e noi con Lui 3 END Milano Giugno 2005 di Loris e Anna Rizzo (Monza 4) “Questa sessione è riuscita a ingenerare nella nostra coppia un po’ di inquietudine, di insoddisfazioni salutari? E riuscita in minima parte a far ardere il cuore?”, questa una delle domande proposte per la riflessione a fine sessione. Pensiamo proprio di sì, anche se non ce ne siamo accorti immediatamente, ma solo dopo essere rientrati a casa ed aver ripreso la quotidianità di sempre. Questa per noi è stata la prima Sessione Nazionale, non ci abbiamo pensato troppo prima di decidere di partire. Quando ci è arrivato il volantino di iscrizione insieme alla LETTERA END abbiamo pensato che capitava proprio a fagiolo per risolvere una questione che si trascinava da un paio di mesi: “ I figli tardano ad arrivare e ci chiediamo qual è il nostro progetto di coppia. Loris parla di conversione, ma forse senza comprenderne a pieno il significato; Anna non capisce cosa lui vuole intendere, non avrebbe voluto che Loris diventasse un fraticello costantemente in preghiera “ La parola conversione scritta sull’opuscolo ci fa rizzare le antenne e subito capiamo che è l’occasione per chiarire la questione. In molti ci avevano detto che solo a questi incontri così allargati si poteva respirare a pieno il senso del movimento ed è proprio vero. Ci sembrava di essere in un’altra dimensione, lontani dal lavoro, dalla solita routine, ma soprattutto più vicini a Dio. Particolarissima e molto profonda la relazione di Mons. Francesco Beschi che ci fa riflettere sul passo del Vangelo riferito a Zaccheo. Ogni uomo, come Zaccheo, è un cercatore (di Dio) e allo stesso tempo Gesù è venuto a cercarci per salvarci; così nasce la missione di ognuno: la costante ricerca di Dio ed alla fine ognuno trova il suo sicomoro, l’incontro con Gesù, il punto di conversione che ti rimette sulla strada giusta. Zaccheo era un peccatore, era uno scandalo che Gesù lo incontrasse, ma Zaccheo è un testimone. Uno degli aspetti su cui ci si è soffermati è che nessuno è un modello da seguire, ma bensì un testimone. Ognuno ha la sua via e con la sua vita 4 testimonia un modo, quel modo, in cui è avvenuto il suo incontro con Gesù. Si sono susseguite testimonianze toccanti , molto diverse tra loro, di coppie di équipiers e non , che hanno risposto alla chiamata del Signore ed hanno dato secondo i talenti ricevuti da Dio. Perché la missione, la conversione è anche restituzione del frodato, la restituzione di quanto preso in precedenza. Ogni coppia innanzitutto ha la sua missione verso sé stessa: la missione coniugale è quello che ci testimoniamo a vicenda, la testimonianza della speranza della salvezza, dell’accoglimento della diversità uomo-donna. Questa sessione, da cui, per il momento, abbiamo solo rubato, non è riuscita a dare una risposta chiara ai nostri interrogativi, non ci ha mostrato una strada ben precisa da seguire, ma ci ha tranquillizzati e rassicurati e siamo più che mai convinti che: Dio ha già tracciato una strada per tutti noi che non possiamo conoscere a priori. Voltandoci a guardare la vita trascorsa la vedremo. Dobbiamo essere sempre pronti a rispondere alla chiamata del Signore, senza disperarci perché non abbiamo un progetto… il progetto c’è da sempre. Nella nostra quotidianità, nelle piccole cose, c’e la nostra conversione e missione. Tornati alla nostra Gerico abbiamo visto tutto con occhi diversi….una sana inquietudine, che inizialmente sembrava non averci intaccati, è arrivata a sostenerci per non ricadere nell’indifferenza. Un grazie agli organizzatori , ai relatori, a tutti coloro che abbiamo incontrato alla Sessione ed in particolare un sentito grazie alle coppie della nostra équipe di formazione che ci hanno dato tantissimo, sostenuti ed incoraggiati ; ed un invito a tutti coloro che non hanno ancora partecipato a una Sessione Nazionale ad andarci … perché chi non prova non crede. Giugno 2005 8 maggio 2005 Dalla giornata di settore di Cormano Appunti liberi dalla relazione di Padre P.Ottaviano Premessa: FEDE è accettare una affermazione per noi non evidente, sulla fiducia di testimoni giudicati attendibili, nell’impossibilità di poter controllare di persona. Abbiamo una quantità di indizi, ma non abbiamo prove! Il problema è: qual è il modo migliore per trasmettere la fede (cristiana) oggi! QUATTRO COSE FONDAMENTALI 1) Se credo è perché ho accettato liberamente il dono di Dio (il dono precede la mia volontà, che si sviluppa dentro un altro dono: la libertà di accogliere o rifiutare Dio!) 2) Il cristianesimo non si fonda sui libri (è l’errore di Lutero nel fondare tutto sulla sola scrittura), ma su una catena di testimoni credibili. 3) La cosa fondamentale attestata dai testimoni è la resurrezione di Gesù, crocifisso e sepolto: è la garanzia che Gesù, uomo straordinario, è anche (Figlio di) Dio. 4) Non posso trasmettere la mia fede. Posso solo trasmetterne i contenuti (se li so). La scuola di Alessandria di Egitto ha il merito di aver propagato il cristianesimo dal II secolo a oggi. Ha un impianto filosofico, transita per la storia, il Natale è la festa che ne rappresenta la logica, cioè Dio che si fa uomo. Questo passaggio, da “Dio esiste” a “Dio si è incarnato”, (CRISTOLOGIA DISCENDENTE) spiega la teologia di questa scuola, che tra l’altro fa dello Spirito santo un personaggio abbastanza secondario. Il fuoco dell’evangelizzazione è nella logica della ragione. La scuola di Antiochia ha visto il suo apice tra il III e il IV secolo, per poi eclissarsi. End Milano Ha un impianto storico, la Pasqua è la festa principale, l’uomo si è divinizzato (CRISTOLOGIA ASCENDENTE), la Chiesa raccoglie il testimone di questo fatto, lo Spirito santo sostiene tutta la vicenda. La teologia che ne discende è secondaria agli avvenimenti, la filosofia è un aiuto alla ragionevolezza del tutto. Il fuoco dell’evangelizzazione è nel testimone di Gesù. Oggi è subentrata una terza modalità di evangelizzare: il metodo antropologico. Si cattura l’attenzione dell’uomo con proposte che possano incontrarne il favore (gioco, feste, iniziative varie) e poi si tenta di parlargli di Dio, quasi sempre nella “modalità alessandrina”. E’ un po’ un “metodo da venditore”, che temendo di aver un pessimo prodotto da piazzare, ricorre alle promozioni e agli sconti. Il fuoco dell’evangelizzazione pare centrato nelle iniziative organizzate. Il vantaggio della scuola di Antiochia è quello di parlare della sorgente, lasciando all’interlocutore di approfondire. Invece il metodo di Alessandria dà le ragioni per dover accettare la sorgente. Inutile criticare oltre il metodo più moderno. Le prime comunità adottarono quello che poi diventerà il metodo di Antiochia. La successiva ellenizzazione del cristianesimo farà propendere per la modalità alessandrina. Il metodo antropologico maschera l’atto di fede (in Gesù), mentre il metodo alessandrino lo piazza come condizione previa (Dio c’è, in più te lo rivela Gesù): solo il metodo di Antiochia si limita a raccontare un fatto, Gesù, lasciando all’interlocutore di incuriosirsi ed approfondire. La nostra epoca ha poca dimestichezza con la VERITA’ ed è satura di propaganda: forse è l’ora di riconsiderare il metodo di Antiochia come via preferibile per l’evangelizzazione. I punti chiave del metodo sono la storicità e la misericordia (di Dio) che emerge dalla storia. Nella vicenda di Gesù non conta tanto l’ideale e l’assoluto filosofico, quanto la realtà del quotidiano, con tutte le sue contraddizioni. Nel vangelo si svela come un’intenzione giusta possa comportare opere cattive e viceversa opere buone possano discendere da moventi criticabili. Per Gesù conta l’intenzione! Le opere dell’uomo sono orientate sia alla carità/gratuità che 5 END Milano all’interesse e all’egoismo: la stessa azione può essere farisaica o cristiana e la verità è tutta nel cuore di chi la compie e non si può giudicarla! Di fatto, chi pecca, tra se stesso e Gesù sceglie se stesso. Il peccato è tutto lì. Il peccato non è l’azione, ma la sua intenzione: può esserci peccato senza azione, può esserci peccato nella buona azione. Capire questo è un buon modo per accostarsi al sacramento della riconciliazione. Capire e credere la Pasqua è il solo modo per fidarsi della vita eterna. Lo Spirito santo è il grande sconosciuto della nostra formazione cristiana. Noi crediamo una Trinità monca. Lo Spirito santo c’entra nell’ispirare i patriarchi, i profeti e chi ha scritto l’Antico testamento; c’entra nell’annunciare la nascita di Gesù a Maria e in diversi momenti dei vangeli; c’entra nella Pentecoste: è grazie allo Spirito santo che accettiamo che il nuovo Testamento è Parola di Dio, un’attendibile attestazione dei fatti, risurrezione compresa! E’ lo Spirito che accompagna la Chiesa nel cammino progressivo di disvelamento della rivelazione. Quella che è una “parola di uomini”, scrittori di testi, diventa Parola di Dio grazie allo Spirito santo. Nella messa, il pane e il vino, diventano presenza corporea di Gesù grazie allo Spirito santo (non è l’uomo, il sacerdote, a compiere la misteriosa trasformazione, anche se è la fede dell’uomo e in particolare la figura sacerdotale di Cristo a permettere di fare il sacramento del memoriale della Pasqua). Se la Chiesa, con tutti i suoi errori, è comunque portatrice di Verità, è solo grazie all’incessante azione dello Spirito santo, il consolatore, l’accompagnatore, l’aiutante, l’avvocato difensore, promesso da Gesù in persona ai discepoli. Lo Spirito santo è l’energica persona divina, soffio d’amore e di fede, energia spirituale di Dio Padre Creatore e della sua rivelazione umana nel Figlio Gesù: tutto offerto all’uomo per rinnovare l’alleanza e la promessa di salvezza, nonché il senso della vita. I salti di qualità richiesti a chi dalla ragione passa alla fede sono tutti sostenuti dallo Spirito santo, ma anche l’intelligenza, la sapienza, la saggezza, la scienza, la pietà, la fedeltà, la nostalgia di Dio, sono prerogative della ragione, donate “in modo laico” dallo 6 Giugno 2005 Spirito santo. Lo Spirito santo svela la Verità dove c’è falsità. La bestemmia contro lo Spirito santo, dice Gesù nel vangelo, è la sola bestemmia, se consapevole, che non può essere perdonata. La salvezza è intrinsecamente legata alla buona fede di chi vive e alla “verità” che conosce: ma se conosce la Verità e c’è malafede, allora potrà non esserci il perdono! Di fronte al dubbio o all’inganno di chi parla a vanvera di Dio, abbiamo da giocare la carta della domanda (su Gesù) che spiazza: chi si arrabbia non discute, ma chi si interroga approfondirà… Per evangelizzare basta arrivare qui. Cristiani non si nasce ma si diventa. Ogni generazione va evangelizzata, ma per passare i contenuti della fede bisogna essere preparati. La fede è l’unica cosa che non posso dare per acquisita o previa: se uno dice “no”, amici come prima. Ma se dice “si” bisogna saper accompagnare alle conseguenze. Fortunatamente lo Spirito santo agisce anche negli errori pastorali e se oggi ci sono ancora tanti veri credenti, vuol dire che lo Spirito agisce prima, meglio e malgrado noi! Dice San Paolo: se Cristo non fosse risorto, vana è la nostra fede (I Cor 15,14). Ma è solo grazie allo Spirito santo che possiamo dire che Gesù è Signore! (I Cor. 12,3) ! " Giugno 2005 dalla Sessione Nazionale Primaverile di Roberto e Susanna Gardella (Milano 9) Mentre scorrevano i titoli di coda della sessione nazionale primaverile, con l’assemblea finale e i vari saluti a coppie,poche, magari già incontrate e ad altre,molte, viste per la prima volta, ma che ci sembrava di conoscere da sempre, avevamo ben chiara la percezione che era valsa assolutamente la pena di staccare per alcuni giorni dal lavoro e da tutta la quotidianità per avere un momento per noi e sfruttare la ricchezza che il movimento offre a chi riesce a cogliere queste opportunità di incontro. Non a caso abbiamo parlato di titoli di coda, perché il rientro da Ciampino sta avvenendo a singhiozzo tra una coda e l’altra e cerchiamo di utilizzare questo tempo per restituire un poco di quello che abbiamo ricevuto e ci ha fatto ardere il cuore. Perché poi alla fine è proprio questo calore nel cuore che ci è rimasto al termine della sessione e che è difficile descrivere. E’ la prima volta che riusciamo a organizzarci per partecipare ad un evento nazionale: quest’anno abbiamo avuto qualche difficoltà a seguire la vita del movimento al di fuori della nostra equipe e inoltre all’interno della nostra coppia si stava un po’ alzando il livello della tensione conseguente al susseguirsi e sovrapporsi di impegni di lavoro, trasloco, attività dei bambini che via via che crescono aumentano. E’ stato il momento giusto per fermarsi a riprendere fiato e fare una pausa che ha contribuito alla nostra serenità nonostante tutto, consapevoli comunque che i nostri sforzi da soli non bastano. La sessione era organizzata come una riunione di equipe lunga tre giorni, con una chiara scansione dei vari momenti: l’accoglienza, il tema di studio, il dovere di sedersi, il lavoro in coppia e in equipe di formazione, la preghiera, la compartecipazione. E’ stata quindi anche un’occasione di scuola sul metodo, il cui ripasso è sempre End Milano importante per ridurre il rischio di cadere nella convivialità durante i nostri incontri. Il tema di studio chiudeva una trilogia durata tre anni su “Comunicare il vangelo della coppia in un mondo che cambia” con base l’episodio di Zaccheo. In particolare quest’anno partendo da “In fretta lo accolse pieno di gioia” ci si è interrogati sulla missionarietà propria della coppia. Il tema è stato introdotto con una brillantissima relazione dal vescovo ausiliario di Brescia, mons.Beschi che varrebbe la pena contattare per una futura giornata di settore. La prima considerazione è di carattere generale: il modo con cui si raccontano le storie fa venire la voglia di sentirle raccontare ancora. E nei vari incontri abbiamo avuto modo di raccontarci qualcosa delle nostre storie. E’ sempre bene non presentare dei modelli, che possono far sorgere sentimento di inadeguatezza; molto meglio presentare dei testimoni: nei tre giorni abbiamo incontrato varie coppie che sia nei momenti “istituzionali” che non, ci hanno offerto delle grandi testimonianze e dimostrato che effettivamente il nostro è un movimento di attivi (e il sentimento della nostra inadeguatezza ci è comunque venuto…) La seconda considerazione l’abbiamo trovata molto tagliata per il nostro particolare momento,ci è stata sicuramente di stimolo e in estrema sintesi è che la missione di ognuno di noi nei confronti del proprio coniuge è il dono e la testimonianza della speranza. Infine una considerazione più autobiografica: qualche anno fa abbiamo per il lavoro abitato per un anno e mezzo a L’Aquila e abbiamo fatto diverse volte la strada che in occasione del rientro stiamo percorrendo. Nel tratto Lazio e Toscana è vivo l’interesse per il paesaggio che ci circonda. Avvicinandosi verso casa invece lo diamo più per scontato e già visto. E’ come per l’equipe: quelle degli altri sembrano più belle. Allora vogliamo ricordarci che, come Zaccheo, ognuno prima o poi cerca il suo sicomoro: noi adesso lo stiamo cercando nell’equipe. 7 END Milano Giugno 2005 !" # " $ Di Biagio e Marina Savarè (Milano 10) Il movimento ci offre saggiamente ogni anno diverse occasioni per incontrare coppie di équipe diverse dalla nostra, conoscere nuove persone e condividere il desiderio di tutti di vivere profondamente la fede pur in mezzo a tante difficoltà. La riunione delle équipe miste è una di queste occasioni. Quest’anno la nostra équipe non è riuscita a trovare una data libera per aggiungere una riunione in più nel mese di aprile ed è stato così deciso di dare la precedenza alla partecipazione alle équipe miste, e “saltare” per una volta la nostra normale riunione. Siamo contenti di questa scelta perché tutti abbiamo potuto essere presenti e la nostra équipe ne ha certamente tratto vantaggio. Il tema di quest’anno, il Libro di Rut, era stato presentato e spiegato durante l’incontro di settore a Pavia, nel mese di Febbraio, ma non avendo noi potuto partecipare quella domenica, confessiamo che l’impatto non è stato inizialmente molto positivo. Non tanto perché fosse difficile il testo quanto perché, apparentemente, non ci sembrava di trovare spunti per la nostra vita. Per fortuna abbiamo avuto l’occasione di leggere un commento al Libro di Rut che ci è stato molto utile. Ancora una volta ci siamo resi conto di quanto sia importante essere accompagnati e guidati alla lettura della Parola di Dio per coglierne tutta la ricchezza e il significato. Ecco qualche appunto di ciò che ci ha fatto riflettere maggiormente. Il libro di Rut si situa verso l’anno 1020 a.C. Gli Ebrei, giunti nella terra promessa ai loro padri, vivono il compimento della promessa. Ad un certo momento irrompe la carestia. Elimelech, che era un uomo ricco, con la moglie Noemi e i due figli abbandona Betlemme a causa della carestia, invece di rimanere con la sua famiglia e il suo popolo. Abbandonando la terra promessa smette di riconoscere Dio come suo re e accetta il modo di vivere dei moabiti e i loro idoli. Nella nuova terra i due figli si sposano, ma presto Elimelech muore e dopo poco muoiono anche i suoi figli. Noemi rimane sola, in terra straniera, con le mogli dei figli, Orpa e Rut. 8 “Se Noemi non avesse toccato il fondo esistenziale della solitudine non avrebbe sentito la voce di Dio che la invitava ad alzarsi e a tornare alla terra promessa. La fede addormentata in lei da dieci anni le dà la luce per discernere i segni di Dio nella propria storia. Rialzarsi per tornare è il cammino della conversione……..Lì dove non c’è speranza interviene Dio e mostra la sua gloria incominciando una storia nuova.” Noemi decide così di tornare nella sua terra e cerca di convincere le nuore a fare ritorno nelle rispettive famiglie. Orpa ragionevolmente se pur dispiaciuta parte, Rut invece, guidata dall’amore per la suocera, va oltre la sensatezza e decide di seguirla. “Il tuo Dio sarà il mio Dio”, dice Rut a Noemi e con Lui entra nell’oscurità del futuro: Dio le offre un cammino di povertà, senza marito, né discendenza. Ma il Dio di Israele è il Creatore che suscita la vita dal nulla. L’amore vince la morte e Rut rinunciando a tutti i suoi beni per amore entra a far parte del popolo dell’alleanza e sarà benedetta con un figlio dal quale nascerà Davide e il figlio di Davide, il Messia. Rut come Abramo esce dalla sua terra senza sapere dove va, ma per lei camminare verso ciò che è sconosciuto, trascinata dall’amore, è camminare verso la luce. La fatica che questa giovane donna è disposta a sopportare pur di non abbandonare la suocera, il suo profondo affetto e la dedizione totale sono per noi esempio di una vita che ha al centro il bene dell’altro. E’ un libro che apre alla speranza perché intende riportare il popolo di Dio, quindi tutti noi, a credere nell’azione di Dio dentro la nostra vita quotidiana, fra le vicende liete e tristi della nostra vita familiare. Dio si serve di avvenimenti, tempi e persone che contribuiscono a portare a compimento i suoi disegni con una pedagogia meravigliosa, con la quale conduce l’uomo alla certezza che i suoi piani, nonostante le apparenze, sono piani di amore e di vita. ' ) * #$ % &$ " ( * + ,) - # . , Giugno 2005 End Milano RADUNO INTERNAZIONALE DI LOURDES 2006 “Ma voi chi dite che io sia?” (Mc 8,27-29) Quando? Dalla sera di sabato 16 settembre a giovedì 21 settembre 2006. Quanto costa? La quota di partecipazione è di 330,00 a persona, come per Santiago 2000 (a giugno 2005 dovrà essere versato il primo acconto del 10%). Le spese di trasporto sono a carico dei singoli partecipanti e saranno definite all’interno di ogni Super Regione, secondo le specifiche necessità. Come iscriversi? Entro e non oltre il 10 giugno 2005 mediante la compilazione della scheda di iscrizione. Per avere ulteriori informazioni e per scaricare la scheda di iscrizione potete collegarvi al sito END nazionale www.equipes-notre-dame.it RITIRO DEI SETTORI Rel. Mons. Buzzi Quando? Dalla mattinata di sabato 8 ottobre al pomeriggio di domenica 9 ottobre Dove? A Rota Imagna (BG) presso la Casa Stella Mattutina della Azione Cattolica di Bergamo Quanto costa? La quota complessiva per ogni coppia dovrebbe essere di 80 (due giorni) e di 30 per ogni figlio tra i 4 e i 12 anni; gratuito per bambini di età minore ai 4 anni. I settori interverranno al fine di diminuire il più possibile la quota per i bambini. Come si può verificare la quota è molto ridotta rispetto all’ anno scorso; ci sarà richiesto un minimo di autogestione nel preparare e sparecchiare la tavola. Tutte le camere sono con bagno. Come iscriversi? Sarebbe opportuno comunicare la propria adesione alle coppie responsabili dei settori al massimo entro al prima settimana di settembre. ! " # 9 END Milano Giugno 2005 NUOVE EQUIPE SI PRESENTANO % & '% ( ) * & + di Gerardo e Paola Ferrari Il bello della nostra equipe - lo dico subito ed è un parere piuttosto personale - è il fatto che da piccoli e da giovani abbiamo fatto tutti cose parecchio diverse. Qualcuno di noi faceva il boy scout, altri il "gruppo" in parrocchia, c’ è pure chi ha fatto la Gioc e poi c’ è anche qualcuno che ancora adesso non si sa bene cosa faceva da giovane. Ci sono altre cose divertenti, da guinness. Quale equipe, se non la nostra, può vantare due ex seminaristi? O ancora: chi potrebbe mettere in campo sei mogli tutte belle, che ogni volta che si fa la riunione sembra di essere a miss Italia? Quest’ ultima, naturalmente, è la ragione per cui i due seminaristi sono adesso degli ex. A proposito di varietà, e per chiudere con le battute, abbiamo anche una celiaca (glutine, no grazie), un sindacalista, un aspirante palazzinaro, un medico, due sorelle ex contadine, e via di questo passo: insomma, abbiamo gente che produce Pil e gente invece che lo consuma a scrocco. A tenere insieme questo gruppo così variegato sono riuscite cinque persone a cui va dato qui, pubblicamente, un elogio. La prima è don Titta, parroco di sant’ Eusebio a Cinisello. Da buon pastore ha dato la scossa e ha detto: "è ora che vi date una mossa… ". Claudio e Stefania (Palmerini) hanno il difetto che non riescono a dire di no alle tentazioni (hanno quattro pargoli) e quindi hanno sospinto cinque giovani coppie verso l’ èquipe, abbandonando invece altre coppie di veterani della parrocchia al loro destino autonomista. Affiliati all’ equipe senza una precisa consapevolezza del nostro destino siamo stati plasmati dalle sapienti mani di Ruggero e Nicoletta da Cormano, che dal tardo inverno del 2004 hanno iniziato a organizzarci la vita, insegnandoci come si fa un riunione, cos’ è il tema di studio e tutte quelle cose lì che voi lettori sapete già molto meglio di noi. L’ unica cosa che sapevamo già era come si mangia e si beve insieme, ma anche qui Ruggero e Nicoletta hanno provveduto a farci capire che la convivialità non dura più di mezz’ ora. Ora la nostra coppia tutor ci ha lasciato al nostro destino e noi, per cominciare, le siamo grati. Quanto a noi ecco chi siamo, schematicamente: 10 Gerardo e Paola: entrambi over 30, una figlia per ora: lei medico, lui lavora all’ ufficio stampa dell’ Università Cattolica. A vent’ anni giravano ancora vestiti da cretini. Si sono conosciuti facendo attraversare la strada a una vecchietta. Massimiliano e Anna: due figlie, sindacalista lui, impiegata da un notaio lei; lui si ammala se non lavora, lei si esalta quando c’ è da fare ordine. Si sono conosciuti nella Gioc. Alberto e Marta: due figli, un maschio e una femmina; hanno una caldaia che li fa impazzire. Lei per ora fa la mamma. Lui è un chimico geniale che ha inventato i cerotti per la depilatura maschile. Anche nei tempi più bui non hanno mai abbandonato l’ oratorio. Claudio e Stefania: quattro figli tutti maschi. Lei maestra, lui aclista palazzinaro. Da sempre in oratorio. Alelabo e Lele: sono gli zii dei quattro nipoti appena citati. Si godono ancora la vita senza figli. Lei formatrice (?), lui fa cose strane tra l’ informatica e la telefonia. Silvia e Aurelio: due pargoli, residenza in Brianza ma cuore a Cinisello. Lei teoricamente è una prof, lui è ricercatore in un’ azienda momentaneamente in crisi. Si sono conosciuti alla GMG di Roma 2000. È stato amore a prima vista (hanno entrambi gli occhiali… ). Complice Woytjla Don Titta: parroco tuttofare di sant’ Eusebio. Onora gli impegni e si prepara le prediche. Efficienza brianzola. Timido ma vero. Dopo aver imparato da Ruggero e Nicoletta cos’ è l’ equipe, da qualche settimana siamo stati accolti ufficialmente nel movimento non so ancora bene in quale zona. Prossimo obiettivo: decidere il tema di studio per l’ anno prossimo prima dell’ estate. Coppia responsabile: Gerardo e Paola. Se il gruppo funzionerà malgrado questi due responsabili, è la prova che la Trinità esiste e che le preghiere di Ruggero e Nicoletta non sono state vane Giugno 2005 End Milano VITA DI EQUIPIERS % )" , - "% & ( ) ISCRIZIONI NELLA SALA DI ATTESA DI UN OSPEDALE DI NEW YORK Ti ho chiesto, Signore, la forza in vista del successo: Tu mi hai reso debole perché imparassi ad obbedire. Ti ho chiesto la salute per fare delle grandi cose: ho ricevuto l'infermità per fare delle cose migliori. Ti ho chiesto la ricchezza per essere felice: ho ricevuto la povertà per essere saggio. Ti ho chiesto il potere per essere apprezzato dagli uomini: ho ricevuto la debolezza per avere bisogno di te. Ti ho chiesto l'amicizia per non vivere solo: Tu mi hai dato un cuore per amare tutti i fratelli. Ti ho chiesto tutte le cose che avrebbero potuto rallegrare la mia vita: Tu mi hai dato la vita perché mi rallegrassi di tutte le cose. Non ho avuto nulla di quello che avevo chiesto. Ho ricevuto tutto quello che avevo sperato. Quasi mio malgrado le mie preghiere non formulate sono state esaudite. SOMMARIO Editoriali..............................................................1 - Ogni volta il volto nuovo di Maria, nostra Signora - In Comunione Vita dei settori - Ecco sto alla porta............................................3 - Una strana inquietudine ...................................4 - Una riflessione sull’evangelizzazione…… ……5 - “In fretta lo accolse pieno di gioia”… ………….7 - Le equipe miste e il Libro di Rut ……………….8 Appuntamenti………………………………………9 Nuove equipe si presentano La nuova equipe Cinisello 1…………………….10 Preghiera in equipe ……………………………..11 ) $ + " " " " #/ ) 0 11