N. 22 · Agosto 2008 CIRCOLARE ________________________________________________________________ Fondata nel 1997 e pubblicata semestralmente dalla Commissione Internazionale per gli Studi Salesiani (ICSS) degli Oblati di S. Francesco di Sales “SI VEDRA’ DI NUOVO IL SALVATORE CAMMINARE SULLA TERRA1”: S. FRANCESCO DI SALES MODELLO NELL’IMITAZIONE DI CRISTO PER GLI OBLATI DI SFS L’ultimo numero della Circolare della ICSS (n. 21, marzo 2008) riportava la cronaca delle celebrazioni internazionali, tenute a Plancy e Troyes dal 2 al 5 febbraio 2008, per ricordare il centenario della morte di P. Louis Brisson (1817-1908), fondatore degli Oblati e delle Oblate di S. Francesco di Sales. Un momento importante di questa celebrazione è stato lo workshop sulla spiritualità e il ministero di P. Brisson, con un’attenzione particolare, com’era ovvio, alla fondazione delle famiglie religiose Oblate maschile e femminile. Questo articolo continua quella riflessione considerando il carattere peculiare degli Oblati di SFS a partire dalla visione fondazionale per gli Oblati di SFS che fu trasmessa da Madre Maria di Sales Chappuis (17931875) – la “Buona Madre” e la “Ispirazione” di questa congregazione – a P. Brisson e, attraverso lui, agli Oblati di SFS. Questa visione è situata nel contesto della tradizione spirituale cristiana e salesiana precedente nella quale è radicata. FIGURA 1 - S. Francesco di Sales avvolto dai raggi di luce prove nienti dal Crocifisso. Litografia, XIX secolo, Francia. Molti con temporanei di Francesco di Sales hanno attestato che egli, più di ogni altra persona da loro conosciuta, mostrava loro dal vivo, spe cialmente con la sua mitezza, come doveva essere stato Nostro Si gnore nel suo rapportarsi con la gente. Secondo questa testimonian za, Francesco “rifletteva il Figlio di Dio come una immagine viven te”, e quelli che incontravano Francesco “credevano di vedere No stro Signore sulla terra”. Questa litografia esprime visivamente que sta testimonianza attraverso l’illustrazione di un episodio tratto dalla biografia di Francesco che mette in luce la sua conformità al Figlio di Dio. Nel 1606 Francesco fu invitato dal Senato della sua nativa Savoia a predicare la quaresima nella capitale savoiarda di Chambé ry. Mentre Francesco stava predicando nella chiesa di S. Domenico il venerdì santo, 23 marzo 1606, i presenti videro il Crocifisso del XIII secolo, di oltre due metri di altezza, di fronte a Francesco pro iettare raggi di luce che lo avvolsero. Oggi questo crocifisso è con servato al monastero della Visitazione di Thonon-les-Bains (Fran cia). 1 Padre Louis Brisson, fondatore degli Oblati di S. Francesco di Sales, citato nella Costituzione 16 di questa Congregazione. Per questo e il testo del Direttorio Spirituale, a cui si farà pure riferimento in questo saggio, vedi The American Centenary Edition of the Constitutions, General Statutes, and Spiritual Directory of the Oblates of St. Francis de Sales [L’Edizione americana delle Costituzioni, degli Statuti Generali e del Direttorio Spirituale degli Oblati di S. Francesco di Sales pubblicata in occasione del Centenario] (Wilmington, De.: De Sales Publishing, 1991) (in seguito ACE). In numerosi capitoli e ritiri, P. Brisson attribuisce questa predizione a Madre Maria di Sales Chappuis, la “Buona Madre” e la “Ispirazione” degli Oblati di SFS. Vedi ACE, 149, nota 22. La visione fondazionale per gli Oblati di S. Francesco di Sales Citando ampiamente i capitoli, i ritiri, ecc. di P. Brisson, le Costituzioni degli Oblati di SFS presentano la visione fondazionale della congregazione in un modo succinto e accessibile. Come per molti ordini e congregazioni, lo scopo degli Oblati di SFS è l’imitazione di Cristo: “Poiché l’Oblato di SFS fa speciale professione di imitare e rappresentare sulla terra la vita e le azioni di Nostro Signore, noi dobbiamo sforzarci continuamente di riprodurre nel nostro intimo l’immagine del nostro divino Maestro” (Costituzione 16). Nella imitatio Christi dell’Oblato, tuttavia, c’è una particolarità che non si trova altrove nella tradizione cristiana o in altro ordine o congregazione religiosa. L’Oblato si sforza di imitare Cristo attraverso l’imitazione di S. Francesco di Sales (1567-1622) che si compie tramite la fedele pratica del Direttorio Spirituale. Il carisma particolare della congregazione è lo spirito di S. Francesco di Sales e il mezzo privilegiato per acquisire questo spirito è il Direttorio Spirituale per le azioni quotidiane. La pratica fedele del Direttorio è stata prescritta agli Oblati da P. Brisson come loro modo specifico di riprodurre in se stessi l’immagine di S. Francesco di Sales, che era a sua volta immagine di Nostro Signore (Costituzione 14) 2. “Se gli Oblati saranno fedeli a questa vocazione”, predisse la Buona Madre e sostenne fermamente P. Brisson, “si vedrà di nuovo il Salvatore camminare sulla terra” (Costituzione 16). Il primato dell’interiore e della configurazione a Cristo Gli elementi costitutivi della visione fondazionale degli Oblati di SFS si distinguono subito perché riecheggiano gli insegnamenti di Francesco. Innanzitutto, il primato è dato all’interiore: Non ho mai approvato, Filotea, il metodo di coloro che per riformare l’uomo cominciano dall’esterno: dal contegno, dall’abito, dai capelli. Mi sembra che si debba cominciare dal di dentro. “Convertitevi a me con tutto il cuore”, dice Dio (Gl 2,12). “Figlio mio, dammi il tuo cuore” (Pr 23,26). (Introduzione alla Vita Devota III, 23). Poi, a partire da questo principio, l’io interiore è configurato a Cristo: Ecco perché, cara Filotea, prima di tutto, voglio incidere e scrivere nel tuo cuore questo santissimo motto: VIVA GESU’; e sono sicuro che in seguito la tua vita, vero albero nato dal cuore … produrrà tutte le azioni, ossia i suoi frutti, segnati dallo stesso motto della salvezza. Quel dolce Gesù, che vivrà nel tuo cuore, vivrà anche nei tuoi occhi, sulla tua bocca, nelle tue mani e persino nei tuoi capelli; e potrai dire sull’esempio di S. Paolo “vivo sì, ma non più io; è Cristo che vive in me” (Gal 2,20) (ibid.). 2 Cf. Costituzione 11: “Il fine degli Oblati di SFS è di giungere all’imitazione di Cristo e di compiere il servizio alla Chiesa nel mondo moderno vivendo e diffondendo la dottrina salesiana. La nostra intenzione è di imitare S. Francesco di Sales, come pure di insegnare e far conoscere la sua dottrina nel mondo.” Su Francesco quale “immagine vivente di Nostro Signore”, vedi anche l’articolo a puntate “Saint François de Sales, image du Fils de Dieu”, di P. Dufour, OSFS, successore di P. Brisson come Superiore Generale, pubblicato in Annales Salésiennes 49, nn. 3,4,5,6 (1953): pp. 72-75, 99-102, 129-34, 164-67. 2 Francesco come immagine vivente del Figlio di Dio Altro punto saliente in questa visione è l’aver fatto propria la percezione che di Francesco avevano i contemporanei quale immagine vivente del Figlio di Dio (Figure 1 e 2). Così, Francesco funge da intermediario e traccia la via specifica per la quale per gli Oblati sono chiamati a imitare Cristo. I due più importanti testimoni di questo modo di percepire Francesco sono S. Giovanna Francesca di Chantal (1572-1641), che lo conobbe meglio di chiunque altro, e S. Vincenzo de’ Paoli (1581-1660) che godette della confidenza sia di Francesco che di Giovanna. Francesco affidò a Vincenzo la direzione delle visitandine di Parigi3 e, dopo la morte di Francesco, Giovanna gli chiese di essere il suo direttore spirituale. Prima consideriamo che cosa ha da dire Giovanna a questo riguardo, poi vedremo Vincenzo. Il topos di Francesco come “immagine vivente di Nostro Signore” appare per la prima volta nella lettera di Giovanna del dicembre 1623, a un anno dalla morte di Francesco, a dom Jean de Saint-François (Jean Goulu [1576-1629]). Membro dell’Ordine dei Foglianti (un ramo riformato dei Cistercensi) dom Jean è stato l’autore della migliore delle prime biografie di Francesco; Giovanna stessa aveva fornito molto materiale per questa biografia4. Al termine della sua lettera dichiara: FIGURA 2 - Il calore e la benignità di Francesco di Sales hanno rispecchiato l’amore di Dio, Emblema XIII, in Adrien Gambart, La vie symbolique du bienheureux François de Sales, evesque et prince de Genève, comprise sous le voile de 52 emblèmes … (Paris: Aux frais de l’auteur pour l’usage des religieuses de la Visitation & à la disposition de celles de Faubourg saint Jacques, 1664). Mentre la Figura 1 rappresenta l’approccio biografico che illustra come i contemporanei percepissero S. Francesco di Sales quale immagine vivente del Figlio di Dio, l’emblema XIII di Gambart esemplifica l’approccio simbolico. L’emblema presenta un Cupido sorridente con arco e freccia che guarda in uno specchio. L’e spressione simpatica e amabile di Cupido simboleggia la calda e graziosa affabilità con la quale Francesco cercava di attirare gli altri all’amore di Dio che la sua amabilità rifletteva – aspetto sottolineato dal motto: Ut ameris amabilis esto, “Per essere amato, sii amabile”. Nel testo in prosa che accompagna questo emblema, Gambart spiega poi che Francesco era la vera immagine di Nostro Signore e gli altri vedevano questo in lui, come in uno specchio. Questo gli conquistava tutti i cuori, quando era in vita e così avviene anche oggi attraverso i suoi scritti e i suoi libri. Mio Dio! Oso dirlo! Lo dico, se si può: mi sembra in tutta semplicità che il mio Beato Padre rifletteva il Figlio di Dio come una immagine vivente [letteralmente: una immagine vivente nella quale il Figlio di Dio Nostro Signore era ritratto o dipinto, une image vivante en la quelle le Fils de Dieu Notre-Seigneur était peint], perché veramente l’ordine e l’armonia di questa santa anima erano assolutamente soprannaturali e divine. Non sono la sola ad avere questo pensiero; molte persone mi hanno detto che quando lo vedevano sembrava loro di vedere Nostro Signore in terra5. 3 Sull’amicizia e il rapporto fra Francesco e Vincenzo, vedi A. Dodin, CM, François de Sales, Vincent de Paul: Les deux amis [Francesco di Sales, Vincenzo de’ Paoli: I due amici] (Paris: O.E.I.L., 1984), e B. Pujo, Vincent de Paul the Trailblazer [Vincenzo de’ Paoli il pioniere], traduzione di G. Graubart Champe (Notre Dame: Univ. of Notre Dame Press, 2003), pp. 75-77, 79, 92, 106-07, 112. 4 Vedi E. Stopp, “The First Biography (1624)” [La prima biografia 1624], nel suo A Man to Heal Differences: Essays and Talks on St. Francis de Sales [Un uomo per comporre le divergenze: saggi e conferenze su S. Francesco di Sales] (Philadelphia: Saint Joseph’s Univ. Press, 1997), pp. 139-57. 5 Jeanne-Françoise Frémyot de Chantal, Correspondance [Corrispondenza], 6 voll. (Paris : Cerf, 1986-96), II, p. 310 (in seguito Correspondance). 3 Alcuni anni più tardi, nella sua testimonianza al primo processo canonico per la beatificazione di Francesco (1627), Giovanna ritorna su questo argomento, sviluppandolo ulteriormente e anche facendo riferimento a Vincenzo. Quando [Francesco] era criticato per essere troppo indulgente con i cattivi sacerdoti, diceva: “Non è meglio convertirli alla penitenza piuttosto che punirli? [...]”. E usava dire che preferiva piuttosto sbagliare dal lato della indulgenza che da quello della severità e che Nostro Signore aveva detto di imparare da Lui ad essere miti e umili di cuore. Alcuni grandi servi di Dio dicevano che non conoscevano nessuno che meglio mostrava loro come doveva essere stato Nostro Signore nel suo rapporto con gli uomini e che il Beato sembrava loro una vera immagine del Figlio di Dio. Ho udito da un testimone fidato che un venerabile sacerdote [Vincenzo de’ Paoli] [...] disse [...] che quando una volta a Parigi era seriamente ammalato, il pensiero che gli aveva dato più conforto era stato quanto chiaramente l’infinita bontà di Dio si rifletteva in Monsignor di Ginevra, perché se un uomo può essere così buono, diceva a se stesso, come devi essere buono, dolce e misericordioso, O mio amabile Creatore!6 Anche la testimonianza di Vincenzo risale al primo processo per la beatificazione di Francesco. Nella sua deposizione egli sottolinea la somiglianza di Francesco con il Figlio di Dio ben tre volte: Io capivo l’amore di Dio così ardente che Francesco aveva quando osservavo la serenissima tranquillità del Servo di Dio, che proveniva dal suo raccogliersi alla presenza di Dio, e il suo ardentissimo desiderio del dialogo interiore con Dio, dal quale egli traeva i sentimenti più dolci nel suo familiare contatto con il Divino; i suoi scritti, che emanano il profumo di questi sentimenti, ne danno testimonianza. Deduco questo dal suo ardente desiderio di conformità all’immagine del Figlio di Dio e osservavo come il Servo di Dio conformasse se stesso a Lui in questo modo. Molto spesso quando era in mia presenza, mi meravigliavo di come una semplice creatura potesse giungere a un tale livello di perfezione e a un grado così sublime di elevatezza di spirito, nonostante l’umana fragilità7. Il fervore di questo Servo di Dio [Francesco di Sales] giungeva alla massima intensità soprattutto nei sermoni (che io consideravo un Vangelo parlato), che accendevano una potente fiamma di devozione spirituale nei suoi ascoltatori. Egli eccelleva nelle conversazioni private e familiari, nelle quali tutti restavano incantati, perchè sapeva talmente adattare se stesso alla capacità di ciascuno che, considerandosi debitore di tutti, non lasciava andar via nessuno di coloro che lo avevano consultato – fosse per una cosa seria o semplicemente per uno scrupolo – senza che fosse soddisfatto e pieno di consolazione. Quando riflettevo sulle parole del Servo di Dio, esse suscitavano in me una così grande ammirazione che ero costretto a credere che fosse l’uomo che meglio imitava il Figlio di Dio mentre Egli era sulla terra [...] (ibid., 85-86). Richiamo qui che la sua [di Francesco] abbondante, squisita bontà si riversava su coloro che beneficiavano della sua conversazione a motivo della sua devozione. Io stesso godevo di queste delizie e ricordo che, quando ero a letto ammalato, circa sei anni fa, spesso riflettevo e meditavo tra me e me sulla grande bontà di Dio! “Come sei buono, o Dio, o mio Dio, come sei buono, poiché davvero in Monsignor Francesco di Sales, Tua creatura, c’è una tale bontà!” (ibid., 91). Le testimonianze di Giovanna e Vincenzo sono ricche sia di contenuto che di immagini grazie ad esempi pertinenti tratti da quanto avevano osservato personalmente. Le loro varie affermazioni evidenziano che la dolcezza era il tratto distintivo sia della conformità interiore di Francesco al Figlio di Dio sia del modo 6 St. Francis de Sales : A Testimony by St. Chantal [S. Francesco di Sales: una testimonianza di santa Chantal], ed. E. Stopp (Hyattsville, Md.: Institute of Salesians Studies / Londra: Faber, 1967), 96. Sul processo per la beatificazione e la canonizzazione di Francesco, vedi anche W. Wright, “True and Public Knowledge: The Political, Religious, and Social Context of Jane de Chantal’s Testimony for the Canonization of Francis de Sales”, in Human Encounter in the Salesian Tradition: Collected Essay Commemorating the 4th Centenary of the Initial Encounter of St. Francis de Sales and St. Jane Frances de Chantal [L’Incontro umano nella Tradizione Salesiana: raccolta di saggi per la commemorazione del 4° centenario del primo incontro di S. Francesco di Sales e S. Giovanna Francesca di Chantal] (Roma: Commissione Internazionale per gli Studi Salesiani, 2007), pp. 191-208. 7 “Deposition at the Process of Beatification of Francis de Sales [Deposizione al processo di beatificazione di Francesco di Sales] (17 aprile 1628)” in St. Vincent de Paul, Documents, vol. 13°, tradotto e curato da Marie Poole, DC, et al. (Hyde Park, NY: New City Press, 2003), pp. 80-96, a p. 84. 4 specifico con cui questa unione si manifestava esteriormente. Non è a caso che Francesco fosse famoso come il “Santo Gentiluomo”. Confrontate con le deposizioni di Giovanna e Vincenzo, le affermazioni di P. Brisson (seguendo le intuizioni della Buona Madre) su Francesco quale immagine di Nostro Signore possono apparire meno ricche e più ripetitive in quanto insistono su un singolo punto: a conformare Francesco al Salvatore fu la pratica del Direttorio Spirituale, che fu il suo “grande mezzo di santificazione” (Cost. 14). Indubbiamente P. Brisson (e la Buona Madre) comprese intuitivamente, e di fatto visse, la conformità di Francesco al Salvatore mediante l’unione interiore della propria volontà con quella di Dio, conformità che si manifestava esteriormente attraverso la virtù della dolcezza, ma questa intuizione sembra essersi articolata talvolta in modo più esigente. Il resto di questo articolo è un tentativo di meglio comprendere e valutare il contributo duraturo della Buona Madre e di P. Brisson alla tradizione cristiana e salesiana. In un primo momento questo contributo viene contestualizzato nella lunga e venerabile tradizione della imitazione di Cristo come conformazione all’immagine. In un secondo momento è esaminato il ruolo chiave del Dirttorio Spirituale nel progetto salesiano/oblato di conformità all’immagine. La teologia/spiritualità dell’immagine Prima di considerare la tradizione dell’imitazione di Cristo come un conformarsi all’immagine, bisogna ricordare il suo fondamento biblico. Questa tradizione ha le sue origini nel primo capitolo del libro della Genesi. Dio, l’Artigiano, che con la Sua Parola “ha creato il cielo e la terra” (Gen 1,1), è anche il Creatore dell’immagine, Colui che “creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò …” (Gen 1,27). Ogni persona umana di conseguenza porta divinamente impressa l’immagine della Santissima Trinità, che è Padre, Figlio e Spirito Santo (Figura 3). Tuttavia, col tempo l’immagine divina che la persona umana porta in sé si sfigura, si offusca, si oscura a causa del peccato. Il culmine della storia della salvezza è quando la Seconda Persona della Trinità assume la FIGURA 3 - Il cuore umano porta in sé l’immagine della SS.ma Trinità. carne umana, cioè la somiglianza con noi pecEmblema IV, in Adrien Gambart, La vie symbolique du bienheureux catori per riportare l’immagine divina alla sua François de Sales, evesque et prince de Genève, comprise sous le voile de gloria e somiglianza originali (cf CCC 70452 emblèmes … (Paris: Aux frais de l’auteur pour l’usage des religieuses de 705). la Visitation & à la disposition de celles de Faubourg Saint Jacques, 1664). La tradizione dell’imitazione di Cristo In questo disegno una mano celeste tiene una bilancia sulla quale un cuore dentro un triangolo supera in peso il globo del mondo. Il motto dice: Una sviluppatasi da questo dato biblico sottolinea trias praeponderat orbi, “L’Uno in tre ha più peso del mondo”. Il triangolo che il discepolato cristiano è essenzialmente è simbolo della SS.ma Trinità e misteriosamente il nostro cuore è plasmato un processo di conformazione all’immagine. come un triangolo, come ad indicare che Dio creandoci ci ha impresso la Sua immagine e somiglianza e che noi possiamo essere felici solo in Lui. Questo processo consiste nella nostra cooperaCome dice S. Agostino: “Signore, poiché tu ci hai creati per te … il nostro zione all’opera redentrice di Cristo per restaucuore è inquieto fino a quando non riposa in te” (Confessioni, libro 1, capi rare l’immagine divina in noi con i mezzi che tolo 1). Da parte sua, S. Francesco di Sales amava tutta l’umanità, ma solo Egli mette a nostra disposizione – la preghiera, in Dio e per Dio. i sacramenti, la penitenza, le opere buone e la pratica delle virtù. 5 L’imitazione di Cristo come conformazione all’immagine nella tradizione salesiana/oblata Il tropo dell’imitazione di Cristo come conformazione all’immagine era un luogo comune non solo al tempo di Francesco, ma anche molto prima e dopo. Non è necessario qui esaminare l’imponente quantità di studi che documentano questa lunga e venerabile tradizione8, ma si deve sottolineare che la percezione di Francesco come immagine vivente del Figlio di Dio si inserisce nel contesto di questa tradizione. Similmente, la spiritualità salesiana/oblata, quale fu compresa e promossa dalla Buona Madre e da P. Brisson come imitazione di Cristo attraverso la “riproduzione in loro stessi dell’immagine di S. Francesco di Sales” da parte degli Oblati (Cost. 14), costituisce un altro capitolo, fino ad ora inesplorato, nella storia di questa tradizione, a dimostrazione di come essa continui ad essere viva ed attuale. Nella tradizione della imitatio Christi come conformazione all’immagine, il cristiano è spesso considerato come un pittore. Per es. una stampa dell’incisore fiammingo Theodor Galle (1571-1633) che fa da frontespizio alla seconda parte del Veridicus christianus (Il vero cristiano [Anversa, 1601]) – un’opera che intendeva essere contemporaneamente libro di meditazione e catechismo in immagini – del gesuita belga Jan David (1543-1613), rappresenta dieci pittori al lavoro davanti a un unico modello, Gesù che porta la croce (Figura 4). Questo modello viene riprodotto nei dipinti in modi FIGURA 4 - Theodor Galle, I cristiani, come pittori, imitano Cristo differenti, ma solo il pittore in primo piano ragincisione (dettaglio) in Jan David, Veridicus christianus (Il vero cristia giunge l’obiettivo di una buona imitazione dipinno) [Anversa, 1601]). Questa stampa dell’incisore fiammingo Theodor Galle (1571-1633) serve come frontespizio alla seconda parte del Veri gendo questo modello il più fedelmente possibile. dicus christianus – un’opera che vuole essere sia un libro di meditazio Il soggetto della stampa è inoltre esposto nel testo ne che un catechismo in immagini – del gesuita belga Jan David (1543- di David, nel quale una sezione è intitolata Cri1613). Galle rappresenta dieci pittori al lavoro davanti a un unico mo stiani ut pictores, Christi imitatores, “I cristiani, dello, Cristo che porta la croce. Questo modello è riprodotto nei quadri in modi diversi. Un pittore mostra un viso femminile e teste di animali, come pittori, sono imitatori di Cristo”. David spieun altro la testa del diavolo; entrambi sono accecati dal peccato che li ga che il vero cristiano deve “diventare un buon rende incapaci di cogliere il significato preciso di ciò che è dato loro di pittore della vita di Cristo” per raggiungere la pervedere. Altri pittori riproducono episodi del Nuovo Testamento: essi fezione della somiglianza divina, nella quale è non dipingono ciò che osservano, ma il significato di ciò che osserva creato, attraverso l’imitazione dell’immagine più no, per es,. le invisibili virtù che Cristo incarna, esemplificate dai di versi episodi della Sua vita. Solo il pittore in primo piano raggiunge perfetta possibile, Cristo, che è l’immagine visibi9 l’obiettivo di una buona imitazione riproducendo il modello il più fe le del Dio invisibile (Col 1,15) . delmente possibile. Il soggetto della stampa è poi spiegato dal testo di Il Trattato dell’Amor di Dio, libro II, capiDavid, nel quale una sezione è intitolata Cristiani ut pictores, Christi tolo 2, specifica ulteriormente i requisiti per esseimitatores, “I cristiani, come pittori, sono imitatori di Cristo”. David spiega che il vero cristiano deve “diventare un buon pittore della vita di re “un buon pittore della vita di Cristo”. Francesco Cristo” per raggiungere la perfezione della somiglianza divina, nella confronta gli sforzi del pittore con quelli dello quale è creato, attraverso l’imitazione dell’immagine più perfetta possi stampatore nel riprodurre una immagine della Nabile, Cristo, che è l’immagine visibile del Dio invisibile (Col 1,15) tività. Nel caso dello stampatore “che una volta posto il foglio sulla tavola intagliata … con una scena della Natività, egli dà un solo colpo di torchio e con quel solo colpo, Teotimo, il suo lavoro è fatto”. 8 Per i contributi più recenti, come pure per una guida alla bibliografia su questa tradizione, vedi W. S. Melion, The Meditative Art: Studies in the Northern Devotional Print [L’arte meditativa: studi sulla stampa devozionale nordica], 1550-1625 [Early Modern Catholicism and the Visual Arts] [Il Cattolicesimo dell’inizio dell’epoca moderna e le arti visive] (Philadelphia: Saint Joseph’s Univ. Press, di prossima pubblicazione). 9 R. Dekoninck, “Ut pictura/sculptura meditatio: La métaphore picturale et sculpturale dans la spiritualité du XVII siècle” [La metafora pittorica e scultorea nella spiritualità del XVII secolo], Rivista di Storia e Letteratura Religiosa 41 (2005): pp. 665-94, sp. 680-82. 6 Per contro, dipingere è molto più esigente e laborioso: “[Il pittore] darà mille colpi di pennello, impiegherà giorni, settimane, mesi interi perfino, per completare la sua opera, con tanta fatica e tempo quanto il contenuto del suo dipinto esigerà” 10. In continuità con questa tradizione, P. Brisson in un capitolo del 25 gennaio 1893, tenuto in preparazione alla festa di S. Francesco di Sales, ugualmente richiama la metafora del tracciare accuratamente le linee esterne e la fisionomia di un modello per spiegare ai confratelli come gli Oblati devono imitare questo santo che è l’immagine del Signore. Dobbiamo prepararci alla sua festa e il mezzo migliore è cercare di imitarlo. In ogni imitazione di una immagine o di un ritratto, due sono le cose necessarie: i lineamenti e il colore. I lineamenti distinguono e delineano la forma del viso e del corpo; il colore porta a compimento la somiglianza perché completa l’esistenza individuale, personale – la fisionomia – del soggetto. È importante – amici miei – che riproduciamo il nostro santo Fondatore da questo duplice punto di vista11. Sebbene il tratto “che soprattutto emerge tra … le grandi linee esterne della vita [di Francesco] sia lo zelo per il lavoro” (ibid.), l’“altro tratto necessario per una corretta espressione della fisionomia è il colore” (ibid., 11). Il colore è il Direttorio; è la continua vita di unione con Dio. Questo è ciò che dà la fisionomia, il carattere speciale di S. Francesco di Sales ed è ciò che dobbiamo fare nostro (ibid.). Nell’intenzione di P. Brisson, anche l’Oblato è un “creatore di immagine”, che cerca di riprodurre in se stesso l’immagine ad vivum di Francesco di Sales che (secondo le parole di Vincenzo de’ Paoli) “meglio [di chiunque altro] imitava il Figlio di Dio sulla terra”, così che, come predisse la Buona Madre, “si vedrà di nuovo il Salvatore camminare sulla terra”. E il mezzo perché questo si compia è la pratica fedele del Direttorio spirituale. Una breve storia del direttorio spirituale In quanto genere della letteratura spirituale, un direttorio è un manuale pratico per vivere cristianamente o per la vita interiore. Al tempo di Francesco, questo genere era particolarmente popolare tra i Gesuiti, i quali composero direttori che offrivano chiare indicazioni per predicare gli Esercizi Spirituali trattando questioni pratiche che le laconiche istruzioni di S. Ignazio di Loyola (1491-1556) avevano trascurato. Composero anche altri tipi di direttori per sostenere e alimentare la pietà dei religiosi, dei membri sempre più numerosi delle confraternite promosse dai Gesuiti, e dei fedeli devoti di ogni stato di vita. Questi direttori sono stati talvolta paragonati alla Introduzione alla Vita Devota (1609).12 Il Direttorio Spirituale appartiene tipicamente a questo genere per la sua brevità e praticità: una Prefazione concisa, dieci brevi Articoli, e alcune parole conclusive di Avvisi e Consigli. Esso ha origine nei consigli che Francesco dava a Giovanna e ad altre figlie spirituali su temi quali la levata la mattina, la Messa, la Santa Comunione, il silenzio, il riposo, ecc. Questo materiale fu più tardi incorporato nel Direttorio Spirituale che Francesco redasse per l’Ordine della Visitazione e che Giovanna sistemò nella sua forma definitiva immediatamente dopo la morte di lui. Suor Marie-Patricia Burns, VSM, descrive così questo processo: Possiamo concludere che il Direttorio Spirituale è l’opera di S. Francesco di Sales con alcune aggiunte di natura pratica fatte da Madre di Chantal e dalle prime Madri. È sufficiente leggere gli 10 Il contesto in cui ricorre questo paragone è l’alllusione da parte di Francesco ai procedimenti della pittura e della stampa per spiegare la differenza fra la natura, che è simile al dipingere in quanto richiede molto lavoro e tempo, e la creazione divina che, come nella stampa, è effetto di “un unico impulso della potente volontà [di Dio]”. 11 L. Brisson, Chapters, Retreats, Instructions, and Sermons [Capitoli, Ritiri, Istruzioni e Sermoni], tradotto da J. Bowler dalla edizioni Tilburg, OSFS, 7 voll. (Center Valley, Pa.: Oblati di S. Francesco di Sales e Collegio Allentown di S. Francesco di Sales, 1981-86), 3:9 (in seguito Brisson). Sono grato al mio confratello, Daniel Wisniewski, OSFS, per aver portato alla mia attenzione questo testo. Parimenti ringrazio Fratel Wisniewski, P. Lewis S. Fiorelli, OSFS, e Padre Alexander T. Pocetto, OSFS, per la lettura e le osservazioni sulla prima stesura di questo saggio. 12 J. de Guibert, SJ, The Jesuits: Their Spiritual Doctrine and Practice. A Historical Study [I Gesuiti: dottrina e prassi spirituale. Uno studio storico], trad. di W. Young, SJ, a cura di G. Ganss, SJ (Chicago: Institute of Jesuit Sources/Loyola Univ. Press, 1964), pp. 224-47, 276; e On Giving the Spiritual Exercises: The Early Jesuit Manuscript Directories and the Official Directory of 1599 [Predicare gli Esercizi Spirituali: i primi Direttori manoscritti e il Direttorio ufficiale del 1599], tradotto e curato da M. Palmer, SJ, (St. Louis: Institute of Jesuit Sources, 1966). 7 avvisi del santo alle sue dirette attorno al 1604-05 per trovare gli stessi consigli, talvolta espressi negli identici termini, o almeno le idee principali contenuti in certi articoli del Direttorio.13 Presto si manifestò la preoccupazione che il Direttorio Spirituale fosse eccessivamente costrittivo. Giovanna cercò di dissipare questo timore facendo rilevare che il Direttorio stesso lascia completa libertà di seguire la propria attrattiva interiore.14 Francesco stesso considerava il Direttorio Spirituale come il “Direttorio per il Noviziato”, e in tutti i Costumieri visitandini, a partire da quello del 1624, è situato immediatamente dopo il Direttorio per le Maestre delle Novizie e gli articoli concernenti la loro formazione. Infatti, mentre il Direttorio Spirituale suggerisce una “molteplicità di atti interiori”, Francesco consiglia che col passare del tempo essi divengano abituali e “dovrebbero fondersi in un unico esercizio di più grande semplicità” (ACE, 217) che conduca al medesimo grado di unione con Dio che è descritto nel Trattato, Libro 9, nel quale “involontariamente il santo ha fornito il suo autoritratto”15. Francesco diede questo consiglio per la prima volta in una lettera del 22 febbraio 1620, a Madre MarieJacqueline Favre (1592-1637), che in quel tempo era superiora a Lione (Oeuvres, XIX, 147), quindi quattro anni dopo la pubblicazione del Trattato. (Si potrebbe ricordare che Madre Favre fu la fondatrice della Visitazione di Troyes, “culla” degli Oblati di SFS: vedi Circolare ICSS, n. 21 [marzo 2008]: 4-6.). Giovanna in seguito lo aggiunse al Direttorio Spirituale. Da parte sua, anche Giovanna ebbe una grande fiducia nell’efficacia del Direttorio Spirituale e spiegò dove, normalmente, la pratica del Direttorio conduce le Visitandine: Poiché, infine, io vedo che la semplice e sola attenzione alla presenza di Dio, attraverso un completo abbandono della sua anima nelle Sue mani, è tutto ciò che può fare in ogni caso, sia per prepararsi alla Santa Comunione, per rendere grazie, che per rettificare l’intenzione e per tutto il resto. Ed è precisamente questo che trovano insolito quelli che non sono guidati in questa via.16 Due secoli più tardi, nello sforzo di ricostituire la vita religiosa dopo la Rivoluzione Francese (178999), la Buona Madre riscoprì la straordinaria efficacia del Direttorio Spirituale per ravvivare lo spirito salesiano nella Visitazione, nel momento in cui i monasteri dell’Ordine venivano ristabiliti. Per la Buona Madre, il Direttorio Spirituale conteneva “la quintessenza stessa dell’insegnamento [di Francesco]”, e per questo motivo era convinta che fosse il mezzo più pratico ed efficace per ristabilire lo spirito autentico di S. Francesco di Sales nel monastero di Troyes, dove ricoprì la carica di superiora per molti anni. Il Direttorio Spirituale fu altresì la sua “principale eredità” alle Oblate e agli Oblati di S. Francesco di Sales.17 Il Direttorio Spirituale e la conformazione all’immagine negli Oblati di SFS La direzione e i consigli spirituali di Francesco erano costantemente radicati nella sua esperienza spirituale personale. In altre parole, egli praticava ciò che insegnava. Per esempio, parti degli Esercizi Spirituali, che Francesco compose per sé a Padova, sotto la direzione della sua guida spirituale e intellettuale, il gesuita italiano Antonio Possevino (1534-1611), apparvero più tardi in forma riveduta nell’Introduzione.18 Similmente, sono stati identificati diversi collegamenti fra la biografia di Francesco e molte sezioni del Trattato: 13 M. P. Burns, VSM, “The Origins and Development of the Spiritual Directory” [Le origini e lo sviluppo del Direttorio Spirituale] nel suo “Friendship, Forgiveness, and the Founders of the Salesian Tradition: Essays on Francis de Sales and Jane de Chantal [Amicizia, perdono e I Fondatori della Tradizione Salesiana: saggi su Francesco di Sales e Giovanna di Chantal] (Stella Niagara, N.Y.: De Sales Resources & Ministries, di prossima pubblicazione). 14 Correspondance [Corrispondenza], Vol. 2, p.239. 15 V. Kerns, MSFS, “Introduction” [introduzione], alla sua traduzione di The Love of God: A Treatise by St. Francis de Sales [L’amore di Dio: un trattato di S. Francesco di Sales] (London: Burns e Oates, 1962), pp. vii-xiv, a p. xi (in seguito Kerns). È interessante che, secondo A. Ravier, SJ, il Trattato stesso sia un direttorio della vita interiore per cristiani fortemente impegnati nel rispondere alle esigenze del loro battesimo, ma anche un libro adatto alla conversione per “pagani” e peccatori, è una guida per i più elevati contemplativi e un breviario per gli uomini di azione; è un diario dell’anima, una confidenza, ma anche un poema”(Francis de Sales: Sage & Saint [Francesco di Sales: un saggio e un santo], traduzione di J. Bowler, OSFS [San Francisco: Ignatius Press, 1988], 204; corsivo mio). 16 Correspondance [Corrispondenza], Vol. 4, p. 31. 17 A. Pocetto, OSFS, “Mary de Sales Chappuis (1793-1875), Apostole of the Salesian Spirit” [Maria de Sales Chappuis (1793-1875), Apostola dello Spirito Salesiano], che verrà pubblicato in Salesianum nel 2009. Questo articolo è ricco di informazioni e di analisi equilibrate sull’insegnamento della Buona Madre, così come sui vantaggi e i difetti percepiti nella sua valutazione del Direttorio Spirituale. 18 Vedi J. Chorpenning, OSFS, “Introduction” [Introduzione] to Francis de Sales, Spiritual Exercises [Esercizi Spirituali], trad. di W. N. Dougherty, OSFS [Peregrina Translations Series] (1993; Toronto: Peregrina Publishing Co., 2000), pp. 7-26, sp. 8,19,22 (nota 4). 8 Il Primo Libro giustifica il suo ardente amore per i suoi amici; il Secondo e il Quarto dovrebbero essere letti sullo sfondo della sua tentazione di disperazione; il Libro Quinto (capitolo 9) contiene il segreto del suo spirito missionario; il Libro Sesto e Settimo ci permettono di entrare nella sua preghiera; la perfezione della carità nel Libro Nono sembra meno distante se ricordiamo che il santo, inconsapevolmente, sta fornendo un autoritratto; il Libro Decimo ci mostra che la sua celebre mansuetudine e la sua dolcezza derivavano non da debolezza o ignoranza, ma da umiltà e sapienza.19 Ci sono tutte le ragioni per credere che gli esercizi proposti nel Direttorio Spirituale siano quelli che Francesco stesso trovava utili per essere, come Gesù, in un continuo stato di unione con Dio, e perciò sempre aperto e ricettivo verso la volontà di Dio così come si rivela nel momento presente. E le virtù più frequentemente necessarie nel momento presente sono le caratteristiche “piccole” virtù salesiane o virtù relazionali, e perciò non sorprende che sia stata la gentilezza, la virtù contrassegno di Francesco, a renderlo, nell’opinione dei suoi contemporanei, l’immagine vivente del Salvatore. Questo è un altro modo di concettualizzare il salesiano mondo dei cuori nelle sue dimensioni verticale e orizzontale: il cuore umano (in questo caso, il cuore stesso di Francesco) che batte all’unisono con il Cuore divino di Dio mediante il Cuore di Gesù, e che pulsa in unione con i cuori umani, mediante la pratica delle piccole virtù, specialmente della dolcezza. Proprio come il Direttorio Spirituale ha giocato un ruolo formativo in Francesco nel fargli conseguire la “conformità all’immagine del Figlio di Dio” (Vincenzo de’ Paoli) – interiormente attraverso il suo costante “raccoglimento alla presenza di Dio” (Vincenzo de’ Paoli) e esteriormente attraverso la dolcezza, che “mostrava… come doveva essere stato Nostro Signore nelle sue relazioni con gli uomini” (Giovanna di Chantal) – allo stesso modo, affermano la Buona Madre e P. Brisson, esso è il mezzo indispensabile mediante il quale gli Oblati devono ricopiare in sé l’immagine di Francesco, affinché il Salvatore sia nuovamente visibile sulla terra. Nelle parole di P. Brisson, il Direttorio Spirituale “è il pensiero abituale di S. Francesco di Sales”,20 e “seguire il Direttorio esattamente” ci conduce “a una semplice e assoluta conformità al divino modello [cioè Gesù Cristo] – sia esteriormente che interiormente”21. Ne consegue che il Direttorio Spirituale, come ha recentemente rilevato Lewis Fiorelli, OSFS, “è da comprendere non tanto quale libro spirituale, ma come un modo di vita o una strategia spirituale per raggiungere una continua unione con Dio, simile a quella sperimentata da Gesù stesso. È il nostro modo per vivere come ha vissuto Gesù e per continuare la sua opera di salvezza”22. Pensieri conclusivi: il fondamento e il primato della dolcezza salesiana Sia secondo Giovanna che secondo Vincenzo, la principale manifestazione esteriore del costante “raccoglimento alla presenza di Dio” di Francesco e del suo “dialogo interiore con Dio” (Vincenzo de’ Paoli) era la dolcezza. Questa virtù salesiana fondamentale al tempo di Francesco era veramente controcorrente. Questo elemento fornisce il contesto e il punto di riferimento per l’apprezzamento di Vincenzo di quanto potentemente parlasse la mitezza di Francesco ai suoi contemporanei e al cuore stesso di Vincenzo. In un tempo, in cui regnavano la brutalità e l’ignoranza e ancora infuriavano spietate le guerre di religione, Francesco di Sales predicava la misericordia e la carità fraterna. Nel territorio calvinista di Ginevra, era noto per la sua dolcezza e umiltà. Un’atmosfera di pace e di gioia interiore lo circondava. Quanto a Vincenzo, aveva già percorso un lungo cammino, vincendo i demoni del dubbio dei suoi primi tempi a Parigi e domando le tentazioni della carne. Gli mancava ancora di soggiogare il temperamento guascone che lo faceva entusiasmare o lo abbatteva profondamente nei suoi periodi di depressione nera e lo dominava completamente. Francesco di Sales lo aiutò a scoprire il segreto della gioia e della serenità, frutto dell’imitazione di Cristo, raggiunto attraverso la pratica della benevolenza e dell’umiltà.23 19 Kerns, xi. Capitolo del 27 gennaio 1897, in Brisson, Vol. 3, p. 286. 21 Capitolo del 10 novembre 1897, in Brisson, Vol. 3, p. 372. 22 L. Fiorelli, OSFS, “The Spiritual Directory Today” [Il Direttorio Spirituale oggi], studio presentato al seminario sulla Spiritualità e il Ministero di P. Brisson, 2-5 febbraio 2008, Troyes (Francia), disponibile su www.louisbrisson.org. 23 Pujo, pp. 75-76. 20 9 Se la natura controcorrente della dolcezza di Francesco dà ragione del suo impatto sui contemporanei, non spiega però completamente il motivo del suo intenso impegno personale in questa virtù. L’origine di questo attaccamento si trova invece nell’esperienza più determinante della vita di Francesco, nella tentazione di disperare della propria salvezza, da cui fu tormentato per sei settimane a Parigi e che divenne il fondamento teologico della spiritualità salesiana. Da quel momento in poi, Francesco interpreterà la predestinazione secondo la verità scritturale della volontà di Dio di salvare tutti (1 Tm 2, 4), e in tal modo si distinguerà non solo da Calvino (1509-64), ma anche da S. Agostino (354-430) e da S. Tommaso d’Aquino (c. 1225-74), che rimarranno però i suoi “luminari” per il resto della teologia, come pure dai maggiori teologi del suo tempo, come S. Roberto Bellarmino (1542-1621). Per Francesco, l’universale volontà salvifica di Dio rivela la Sua compassione e la Sua dolcezza, che si sono incarnate nello svuotamento (kenosis) di Gesù crocifisso. Questa è la verità biblica che la dolcezza e la compassione salesiane incarnano e cercano di rendere presente nelle relazioni umane24. L’umiltà e la dolcezza ci portano vicinissimi alla perfetta imitazione di Cristo, che, in Matteo 11, 29, il versetto della Sacra Scrittura preferito dal nostro Santo, invita tutti alla pratica di queste virtù. Francesco riflette a lungo su questo nell’Introduzione, parte 3, capitolo 8, “La dolcezza verso il prossimo e i rimedi contro la collera”. Il santo crisma usato… per la Confermazione e le Consacrazioni, secondo la tradizione apostolica, è composto di olio di oliva misto a balsamo. Fra le altre cose, questo simboleggia le due virtù amate e preferite che rifulsero maggiormente nella Sacra Persona di Nostro Signore. Ce le ha particolarmente raccomandate per mostrare che attraverso di esse i nostri cuori devono essere specialmente consacrati al Suo servizio e dedicati alla Sua imitazione: “Imparate da me, dice, che sono mite e umile di cuore” [Mt 11, 29]… Bada, Filotea, che questo mistico crisma fatto di dolcezza e di umiltà si trovi dentro il tuo cuore. È infatti uno dei più grandi tranelli del nemico rendere molte persone appagate dalle parole e dalle apparenze esterne di queste due virtù. Coloro che non esaminano a fondo le loro disposizioni interne, immaginano di essere umili e miti, sebbene nella pratica non lo siano affatto. Li riconosciamo tali in quanto a dispetto della loro cerimoniosa dolcezza e umiltà, essi esplodono con impareggiabile arroganza alla minima parola offensiva o al più piccolo insulto che ricevono… Io ti dico molto francamente e senza alcuna eccezione: non adirarti affatto… non accettare assolutamente nessun pretesto 24 Figura 5. La vittoria di S. Francesco di Sales sulla collera e il suo ri goroso autocontrollo, Emblema XII, in Adrien Gambart, La vie sym bolique du bienheureux François de Sales, evesque et prince de Ge nève, racchiusa sotto il velo di 52 emblemi…( Paris: Aux frais de l’auteur pour l’usage des religieuses de la Visitation & à la disposition de celles de Faubourg saint Jacques, 1664). Questo emble ma esalta la vittoria e la mortificazione dell’ira da parte di S. France sco di Sales. L’immagine mostra una corona di vittoria e al di sotto un cuore sospeso su una cistifellea, che giace su un tavolo. Il motto spie ga: Excocto didicit mitescere felle, “Dall’alto imparò a domare la sua ira” (letteralmente: esponendo il suo fiele a un grande calore, egli im parò a divenire dolce). Come testimonia S. Giovanna Francesca di Chantal nella sua deposizione al primo processo canonico per la bea tificazione di Francesco (1627), “quando i chirurghi aprirono il corpo [di Francesco dopo la sua morte], non trovarono fiele nella sua cisti fellea, ma una quantità di sassolini triangolari, prova evidente della violenza che esercitò su se stesso per superare la passione dell’ira.” La corona è un simbolo della vittoria del suo cuore infiammato di amore di Dio e del prossimo sugli impeti del suo temperamento natu rale, sul quale esercitò un severo autocontrollo con la forza della gra zia e della virtù. M. Buckley, SJ, “Seventeenth–Century French Spirituality: Three Figures” [La Spiritualità Francese del Diciassettesimo secolo: tre figure], in Christian Spirituality: Post-Reformation and Modern [La spiritualità cristiana del dopo Riforma e dell’età moderna], ed. Dupré e D. Saliers, [World Spirituality: An Encyclopedic History of the Religious Quest, Vol. 18] [Spiritualità nel mondo: storia enciclopedica della Ricerca Religiosa] (New York: Crossroad, 1989), pp. 28-68, sp. pp. 33-36. 10 per aprire la porta del tuo cuore all’ira. Poiché S. Giacomo dice schiettamente e senza riserve che “l’ira dell’uomo non compie ciò che è giusto davanti a Dio” [Gc 1:20]. La deposizione di Giovanna per la beatificazione di Francesco dimostra abbondantemente quanto il nostro santo praticasse la virtù della dolcezza (Figura 5). Madre di Chantal riferisce: “ Una volta mi disse che aveva fatto di questa santa virtù [della dolcezza] il suo proposito particolare per tre anni” (95). E continua: Non ho mai sentito nessuno che lo abbia visto perdere la pazienza. Un giorno gli chiesi di prendersela un po’ per le varie contrarietà che stavamo incontrando a proposito del nostro monastero della Visitazione di qui, ma tutto ciò che rispose fu: “Volete veramente farmi perdere in un quarto d’ora quel poco di padronanza che ho faticosamente cercato di acquistare in più di vent’anni?” (ibid.). “Siate quello che siete e siatelo bene”25. Questa citazione dagli scritti di Francesco oggi gode di grande popolarità, quasi come un “marchio” della spiritualità salesiana. Secondo le nostre Costituzioni, essere ciò che siamo e esserlo bene per noi Oblati di SFS significa imitare Cristo, conformando il nostro interno e il nostro esteriore a S. Francesco di Sales, in modo che, come lui, possiamo essere immagini viventi del Figlio di Dio. Come P. Brisson ricordava ai primi Oblati: La Buona Madre mi disse sul suo letto di morte: “La gente vedrà di nuovo grandi cose. Vedranno il Salvatore camminare nuovamente sulla terra.”… Amici miei, questa è una faccenda molto seria. Questa è una grande missione che ci è stata affidata26. E il successo della missione degli Oblati di SFS dipende dalla fondamentale virtù salesiana della dolcezza, che è il frutto del costante “raccoglimento alla presenza di Dio” e “del dialogo interiore con Dio” raccomandati dal Direttorio Spirituale: La dolcezza è al cuore dello spirito salesiano – e può essere raggiunta solo con sacrificio, perché richiede un oceano di pazienza. Comporta una reale morte a sé stessi, al proprio ego27. Infine, la dolcezza salesiana è controcorrente oggi come lo era ai tempi di Francesco, in quanto il nostro mondo e le relazioni umane sono continuamente logorati dall’ira, dalle offese fisiche e verbali e dalla violenza. Come Wendy M. Wright rileva riguardo alla dolcezza salesiana, che secondo lei richiama in qualche modo le tecniche attuali della resistenza non-violenta: Non c’è nulla di passivo nella dolcezza, che è invece intensamente attiva. La dolcezza non augura alcun male all’altro; anzi desidera e suscita solo il bene. Nella dolcezza non c’è nemmeno nulla di debole. Come un alberello che si piega nella tempesta, mentre un’imponente quercia si spezza e si rompe, così la dolcezza ricorre alla flessibilità e al buon umore per superare tutte le difficoltà28. 25 Oeuvres de saint François de Sales [Opere di S. Francesco di Sales], Édition complète, 27 vol. (Annecy : J. Niérat e al., 1892-1964), XIII, 53 (lettera del 10 giugno 1605 a Madame Brulart). 26 Capitolo del 27 gennaio 1897, in Brisson, Vol. III, p. 286. 27 E. McDonnell, SDB, God Desires You: St. Francis de Sales on Living the Gospel [Dio ti desidera: S. Francesco di Sales sul vivere il Vangelo] (Dublin: Columba Press, 2001), pp. 104-05. 28 W. Wright, “A fresh look at an ancient image: Sacred Heart in dialogue with nonviolence” [Uno sguardo rinnovato su un’immagine antica: il Sacro Cuore in dialogo con la nonviolenza], National Catholic Reporter, 7 dicembre 2001, pp. 30,32-33, a p. 32. 11 STUDI SALESIANI NEL MONDO Edizione Millennium di P. Brisson online Mentre continua la celebrazione di questo “Anno di P. Brisson”, la ICSS è lieta di annunciare che l’edizione completa Millennium (preparata da P. Roger Balducelli, OSFS) del testo francese dei ritiri, delle conferenze, ecc., di P. Louis Brisson è ora disponibile online all’indirizzo www.louisbrisson.org (cliccare su “Works”). Le più calorose congratulazioni sono da estendere a P. Herbert Winklehner, OSFS, membro e webmaster della ICSS, per aver reso disponibile universalmente via internet questa fonte di incomparabile valore. Il libro della ICSS Human Encounter alla Sorbonne Il 4 marzo 2008 si è svolto alla École des Hautes Études en Sciences Sociales alla Sorbonne di Parigi un seminario sulle recenti pubblicazioni nell’ambito degli studi salesiani comprendenti anche Human Encounter in the Salesian Tradition: Collected Essays Commemoratine the 4th Centenary of the Initial Encounter of St. Francis de Sales and St. Jane Frances de Chantal (Roma: ICSS, 2007). A condurlo è stato il Professor Pierre-Antoine Fabre, direttore del Centro di antropologia religiosa europea. Il seminario ha valutato lo stato attuale degli studi su S. Francesco di Sales. Oltre che su Human Encounter il seminario ha concentrato l’attenzione sulle seguenti opere: ♣ Viviane Mellinghoff-Bourgerie, François de Sales: 1567-1622: un homme de lettres spirituelles: ♣ ♣ ♣ ♣ ♣ ♣ ♣ culture, tradition, épistolarité (Ginevra, Droz, 1999). Philippe Legros, François de Sales. Une poétique de l’imaginaire. Études des représentations visuelles dans l’Introduction à la vie dévote et le Traité de l’amour de Dieu (Tubinga, G. Narr, 2004). Adrien Gambart’s Emblem Book (1664) The Life of St. Francis de Sales in Symbols, un’edizione facsimile con uno studio di Elisabeth Stopp, curato da Terence O’Reilly, con un saggio introduttivo di Agnès Guiderdoni-Bruslé (Philadelphia, Saint Joseph’s University Press, 2006). Erich Hehberger, Franz von Sales. Ikonographie in Kupferstichen des 17. und 18. Jahrhunderts (Lindenberg, Kunstverlag Josef Fink, 2006). La nuova edizione di Henri Bremond, Histoire littéraire du sentiment religieux en France depuis la fin des guerres de Religion jusqu’à nos jours, 11 tomi in 5 voll. (Grenoble, Jérôme Million, 2006). Saint François de Sales, edizione speciale del XVII secolo, 235 (2007). Viviane Mellinghoff-Bourgerie, Bibliographie des écrivains français : François de Sales (Parigi, Henri Champion, 2007). Hélène Michon, François de Sales, un nouvelle mystique (Parigi, Cerf, 2008). Le questioni principali trattate dai partecipanti al seminario sono state (1) il ruolo particolare accordato a S. Francesco di Sales nella storiografia letteraria francese e allo stesso tempo (2) il disagio degli studiosi nel trattare di lui come “scrittore spirituale”. In questo senso Francesco è stato studiato come caso esemplare del- 12 la difficoltà nel definire “la littérature de spiritualité” nel contesto della letteratura francese dell’inizio dell’età moderna. Pellegrinaggio salesiano per giovani Il pellegrinaggio salesiano per giovani (di cui si è parlato nella precedente circolare) si è svolto ad Annecy dal 14 al 19 giugno. Vi hanno partecipato più di quaranta pellegrini dagli Stati Uniti, dal Sud America e dalla Francia. Dopo un caloroso benvenuto da parte di P. Aldino Kiesel, OSFS, Superiore Generale degli Oblati di SFS, i pellegrini hanno avuto una vivace presentazione introduttiva sulla vita di S. Francesco di Sales da parte di P. Michel Tournade, OSFS, Provinciale della Provincia francese. Oltre ad Annecy i pellegrini hanno visitato Thorens e Allinges. Per molti pellegrini l’esperienza più forte è stata l’escursione alla chiesa di St. Germain che si trova in alto sopra la città di Talloires, dove S. Francesco di Sales aveva sperato di trascorrere i suoi ultimi anni in preghiera e solitudine dopo il ritiro dall’episcopato. Ogni giornata del pellegrinaggio ha avuto tre componenti: un esercizio spirituale, un’attività educativa salesiana e un’attività sociale. Sebbene i pellegrini fossero di tre diversi gruppi linguistici (francese, inglese, portoghese) e siano stati abbastanza fortunati da avere degli esperti traduttori (fr. Thierry Marcoz, OSFS, della provincia francese e P. Kiesel), hanno condiviso una spiritualità comune e non hanno fatto fatica a capirsi l’un l’altro. Il pellegrinaggio si è concluso con uno squisito banchetto di cucina locale, offerto dalla comunità degli Oblati del Lycèe St.-Michel di Annecy, per i pellegrini e le famiglie ospitanti presso le quali i giovani hanno soggiornato durante il pellegrinaggio. Questa iniziativa è stata organizzata in risposta all’incarico che il Capitolo Generale degli Oblati di SFS del 2006 ha affidato al Superiore Generale e ai suoi collaboratori di promuovere iniziative che aiutino la condivisione delle risorse da parte delle varie forme di apostolato educativo della Congregazione per favorire l’obiettivo comune di diffondere il carisma salesiano. Alla conclusione del Pellegrinaggio salesiano per i giovani, P. Kiesel ha espresso il suo apprezzamento a P. William McCandless, OSFS, e al fratello Edward Ogden, OSFS, della Provincia di Wilmington-Philadelphia, e a P. Bruno Lecoin, OSFS, della Provincia Francese, per il buon lavoro fatto nell’organizzare e coordinare questa iniziativa. Questa collaborazione sembra promettere nuovi frutti. P. Lecoin accompagnerà a sua volta un gruppo di studenti del Lycée St.-Michel alla Salesianum School di Wilmington, De., nell’ottobre-novembre 2008. Inoltre la Salesianum School è in comunicazione con P. Guido Laje, OSFS, della Mariano School di Montevideo in Uruguay, per organizzare l’accoglienza di alcuni studenti degli Stati Uniti agli inizi del 2009. Se degli Oblati impegnati nella scuola o nella pastorale giovanile gradiscono aiuto nel promuovere scambi con una scuola tenuta dagli Oblati, per favore contattino P. McCandless via e-mail: [email protected]. Africa BENIN Gli Oblati di SFS in Benin sono in crescita. Ci sono attualmente dodici Oblati (3 francesi e 9 del Benin) attivi in varie forme di apostolato e di ministero. P. Maurice Riguet, OSFS, ha assunto il ruolo di parroco della parrocchia di S. Francesco di Sales a Parakou, e ha anche l’incarico di maestro dei novizi. Le notizie dal Benin vengono comunicate da lettere occasionali di P. Jean-Luc Leroux, OSFS, che è ancora molto impegnato con le Journée Salésiennes, tenute in Francia, come con la Conferenza salesiana che riunisce i membri della famiglia salesiana presenti in Benin. L’argomento dell’ultima Conferenza è stato “La missione di S. Francesco di Sales nello Chablais e l’evangelizzazione”. A partire da settembre P. Leroux trascorrerà un anno sabbatico alla De Sales University (DSU), vivendo con la comunità degli Oblati di Wills Hall, per migliorare il suo inglese. Gli sport possono servire come strumento di evangelizzazione. P. Guillaume Kambounon, OSFS, in giugno si è recato in Sud Africa per competere nella Comrades Marathon insieme a P. Koos Walters, OSFS, uno dei consiglieri generali. Per celebrare la solennità di S. Francesco di Sales a Parakou il 26 gennaio 2008 si è tenuta “La Maratona di S. Francesco di Sales”. Benché sia recente, la fondazione in Benin ha prontamente compreso l’importanza di contribuire ai bisogni più ampi della Congregazione e della Chiesa. Con questo intento, P. Anatole Mongadji, OSFS, ha acconsen- 13 tito a prestare servizio come vicario parrocchiale nella parrocchia degli Oblati di St.-Charles nel Principato di Monaco, mentre P. Bernard de Clairvaux, OSFS, opera come coordinatore della Caritas e come direttore dell’Ufficio interdiocesano per lo sviluppo. India Dopo duri anni di studio del francese e del tedesco e di attività di ricerca, P. John Sankatharil, OSFS, ha ottenuto il dottorato in teologia dall’Università di Friburgo in Svizzera. Ha difeso con successo la sua tesi di dottorato su “Umiltà e dolcezza: ricerche teologiche negli scritti di S. Francesco di Sales”. Diverse notizie relative agli studi e al dottorato di P. John e anche una sua foto sono apparsi su diversi siti in internet, tra questi il noto sito indù Kaumundi: http://www.kaumundi.com/london/swiss.stm. La ICSS si congratula sinceramente con P. John per questo notevole risultato. Il News Journal di Wilmington ultimamente ha dedicato un articolo a P. Baiju Puthussery, OSFS, che quest’anno ha insegnato nella scuola elementare della parrocchia di S. Antonio da Padova tenuta dagli Oblati a Wilmington, De. L’articolo rileva come gli allievi siano ricettivi e come siano fortunati ad avere un sacerdote Oblato che insegni loro religione. Durante l’anno scolastico 2008-2009, P. Baiju insegnerà alla Salesianum School. È già stato detto che la sua esperienza di insegnamento negli Stati Uniti sarà molto utile per la Missione in India, che ha in programma di costruire in tre o quattro anni una scuola di dodici classi. Nell’articolo sopra menzionato, P. Bajiu notava che in India solo il 2,5 % della popolazione è cattolica, ma che il 40 % delle scuole sono cattoliche, il che indica il contributo fondamentale che le scuole cattoliche danno per il bene di tutti. Gli Oblati indiani continuano a rendersi disponibili a servizio della Congregazione. P. Shaju Kanjiramparayil, OSFS, è stato recentemente nominato membro del Consiglio Generale con residenza presso la Casa Generalizia a Roma. Egli frequenta anche la Pontificia Università Salesiana dei Salesiani di Don Bosco per conseguire il dottorato in psicologia. I suoi studi dovrebbero portare a un fecondo legame tra gli Oblati e i figli di Don Bosco. Attraverso un accordo di affiliazione tra il De Sales Institute of Philosophy and Religion di Bangalore, gestito dai Missionari di SFS e la DSU, sei Oblati hanno ricevuto il dottorato in filosofia dal Rettore della DSU P. Bernard O’Connor, OSFS, che si è recato in India con un gruppo di collaboratori per presiedere allo storico evento. I sei Oblati facevano parte del gruppo dei primi cinquantacinque laureati della DSU. FRANSALIANI L’Indian Institute of Spirituality [Istituto Indiano di Spiritualità] ha tenuto il Seminario Salesiano del 2008 dal 4 al 9 maggio. Il seminario di quest’anno è stato storico per due ragioni: il 2008 segna l’inizio sia del 4° centenario della pubblicazione dell’Introduzione alla vita devota di S. Francesco di Sales sia del 25° anniversario del Seminario Salesiano. Entrambi gli anniversari sono stati richiamati nel corso del seminario. Il seminario è iniziato ufficialmente con la celebrazione della Messa, presieduta dal Rev. Dott. Mathew Kozhuppakalam, MSFS, responsabile della Provincia dell’India sud-occidentale. È seguita la cerimonia inaugurale durante la quale si è reso onore agli ideatori e padri fondatori del Seminario Salesiano, i padri Antony Mookenthottam, MSFS, Armind Nazareth, MSFS, e Devasta Manalel, MSFS. Si è avuto in quest’occasione un ricordo speciale anche per P. Antony Kolencherry, MSFS, confondatore del Seminario Salesiano. L’intervento principale sulla storia, l’importanza e l’attualità dell’Introduzione alla vita devota è stato di P. Mookenthottam. La prima fase del Seminario Salesiano è stata dedicata alla diffusione della spiritualità di S. Francesco di Sales nel mondo grazie ai carismi e alle varie forme di apostolato delle diverse congregazioni religiose salesiane. I rappresentanti di otto di questi gruppi hanno presentato ai partecipanti i diversi modi in cui lo spirito di Francesco è presente ed è all’opera nel mondo di oggi. La seconda fase del seminario ha studiato la Introduzione alla vita devota secondo due prospettive moderne – l’integrazione psico-spirituale e l’integrazione psico-sessuale – con relazioni rispettivamente del Rev. Dott. Abraham Vettuvelil, MSFS e di Sr. Dott. Mary Marcellus, SVM. La terza fase si è concentrata su due argomenti attuali con le relazioni da parte del Rev. Dott. Thomas Perumalil, MSFS e del Rev. Dott. Matheu Kozhuppakalam, MSFS, rispettivamente su “Vita 14 religiosa: una via di perfezione. Una prospettiva salesiana” e “Moralità e spiritualità: una prospettiva salesiana”. Il seminario salesiano si è concesso anche dei momenti spirituali con la messa quotidiana, l’adorazione eucaristica, la preghiera del rosario, meditazioni guidate e musica sacra. C’è stata una “serata salesiana”, durante la quale diverse congregazioni religiose hanno condiviso la loro esperienza dello spirito salesiano con danze, canti, presentazioni PowerPoint e altre manifestazioni. Hanno partecipato al seminario più di centocinquanta persone compresi i provinciali di diverse congregazioni religiose, i consiglieri generali dei MSFS, i confratelli fransaliani di diversi paesi e moltissimi sacerdoti, fratelli, suore e laici di diverse congregazioni e regioni dell’India. Il seminario salesiano si è concluso con una solenne celebrazione eucaristica celebrata dal Rev.mo Dott. Thomasappa Anthony Swamy, vescovo di Chikmagalur e ex Presidente Nazionale dell’Associazione dei Preti di S. Francesco di Sales. I GESUITI E I SALESIANI DI DON BOSCO P. C.M. Paul, SDB, scrivendo da Calcutta nel giornale indiano dei Salesiani di don Bosco, ha ricordato che molti salesiani giapponesi hanno avuto per insegnante alla Sophia University di Tokyo P. Adolfo Nicolás, SJ, Superiore Generale dei Gesuiti recentemente eletto. Per alcuni è stato il relatore della tesi, per altri il direttore spirituale. “Ha usato la sua esperienza teologica”, ha detto P. Paul, “per la formazione catechetica dei migranti e dei loro figli, e ha scritto libri con edizioni multilingue pubblicate dalla casa editrice salesiana Don Bosco Sha. Durante quel periodo alcuni giovani salesiani hanno lavorato nel Programma Giovanile Giapponese-Filippino con lui, che è stato punto di riferimento dell’iniziativa e ha sempre mostrato il suo sostegno al metodo salesiano di educare i giovani. Diceva sempre: ‘Fidiamoci dei salesiani perché conoscono i giovani molto bene’. Un ex studente lo descrive come Jinkaku-Sha (un uomo di carattere), che in Giappone è un complimento che mostra la massima ammirazione. Così ora i suoi ex studenti gli diranno a loro volta: ‘Fidiamoci di P. Nicolás perché conosce la realtà umana molto bene’” (dal Catholic News Service, disponibile sul sito del Boston College). Europa PROVINCIA DELL’AUSTRIA-GERMANIA DEL SUD Nell’incontro di Fockenfeld in Baviera, dal 22 al 24 maggio 2008, i capitoli provinciali della Provincia dell’Austria-Germania del Sud e la Provincia tedesca degli Oblati di SFS hanno deciso formalmente di fondersi il 1° luglio 2009. Uno dei fattori principali nel giungere a questa decisione è stato il forte desiderio degli Oblati di garantire continuità alla loro missione nel diffondere la spiritualità salesiana nel mondo di lingua tedesca. Il 22 agosto 2008 anche gli Oblati della comunità Svizzera si uniranno alla Provincia dell’AustriaGermania del Sud. Dal 4 al 10 aprile 2008 gli Scolastici delle due province tedesche degli Oblati insieme con il loro responsabile P. Thomas Günther, OSFS, in occasione del centesimo anniversario della morte di P. Brisson, fondatore degli Oblati e delle Oblate di SFS, hanno visitato Troyes, Plancy e Seézanne. L’obiettivo del pellegrinaggio era di conoscere meglio le radici e le origini degli Oblati di SFS. L’importanza della Introduzione alla vita devota per il terzo millennio è stato l’argomento di una serie di omelie quaresimali nel 2008 presso la chiesa abbaziale di Indersdorf nell’arcidiocesi di Monaco di Baviera. P. Johannes Haas, OSFS, ha aperto questa serie ponendo la domanda: “Devozione: una virtù di ieri?”, e ha concluso: “Devozione: una virtù per oggi”. Il Prof. Dott. Ludwig Mödl ha chiesto: “La virtù della mitezza è per i perdenti?”. P. Guido Kreppold, OFMCAP, ha seguito un approccio psicologico: “Crisi esistenziale: una opportunità o no?”. P. Thomas Günther, OSFS, ha preso in considerazione: “Coscienziosità nelle piccole cose: una esigenza eccessiva?”, e P. Sebastian Leitner, OSFS: “Essere poveri in mezzo ai ricchi: impossibile o no?”. Dal 13 al 15 giugno 2008 P. Johann Ring, OSFS, ha guidato nel fine settimana un ritiro per i membri di una comunità salesiana austriaca di laici di Eisenstadt vicino a Vienna. Nelle sue conferenze, brevi ma ben preparate, ha riflettuto su: “Il significato della devozione nella vita di ogni giorno”, “Attenzione/consapevolezza della presenza di Dio” e “La preghiera del cuore secondo S. Francesco di Sales”. 15 Il prossimo incontro annuale dei membri del Arbeitsgemeinshaft für salesianische Studien (Gruppo di lavoro per gli studi salesiani) avrà luogo a Eichstätt in Baviera il 17-18 ottobre 2008. L’argomento dell’incontro sarà il quattrocentesimo anniversario della prima edizione della Introduzione alla vita devota, meglio conosciuta nel mondo di lingua tedesca come Filotea. P. Herbert Winklehner, OSFS, parlerà su S. Giovanna Francesca di Chantal alla radio cattolica tedesca “Radio Horeb” (www.horeb.org) nel giorno della sua memoria liturgica, il 12 agosto. Un’altra trasmissione radio è in programma per l’ottobre 2008. In quel programma P. Winklehner parlerà degli Oblati di SFS in occasione del Giorno dei loro Fondatori. Il prossimo pellegrinaggio vocazionale degli Oblati di SFS della provincia dell’Austria-Germania Sud, l’11 ottobre 2008, avrà luogo sotto la guida spirituale di P. Louis Brisson. Nelle quattro tappe del cammino verso la chiesa meta del pellegrinaggio, Annaberg vicino a Sulzbach-Rosenberg, Baviera, i pellegrini rifletteranno sul pensiero di P. Brisson riguardo a questi temi: fiducia in Dio, Nostra Signora della Luce, la carità e l’eucaristia. L’Ufficio Pellegrinaggi della Baviera ha organizzato il viaggio in pulmann, “Sui passi di S. Francesco di Sales in Savoia” agli inizi del luglio 2008. L’animatore spirituale del viaggio è stato P. Stefan Hauptmann, parrocco della parrocchia Markt Indersdorf, vicino a Monaco di Baviera. Nell’opuscolo del viaggio ha scritto: “Scoprite in questo viaggio la spiritualità umana di S. Francesco di Sales. Accompagnateci nella sua terra natale e nella diocesi di questo grande santo in una delle regioni più belle della Francia”. Una iniziativa molto originale per raccogliere fondi per restaurare il campanile di S. Francesco di Sales a Vienna è stata realizzata da P. Thomas Mühlberger, OSFS, che ha avuto l’idea di un “Tour salesiano”. Alla fine di luglio e inizio agosto 2008 con un altro membro della parrocchia ha fatto un viaggio in bicicletta che li ha portati dall’Ungheria alla Grecia attraverso la Serbia, il Montenegro e la Macedonia. Ai benefattori è stato chiesto di sponsorizzare un tot di chilometri del viaggio dando un contributo per il restauro del campanile. Coloro che lo desideravano potevano anche ricevere informazioni quotidiane dai viaggiatori attraverso SMS o e-mail. I parrocchiani e gli Oblati di SFS hanno realizzato un piccolo libro di preghiere per i ciclisti. Dal 5 al 7 dicembre 2008 avranno luogo dei giorni di ritiro salesiano sul tema “Un fine settimana di avvento con spunti salesiani” al Training Center della diocesi di Passau in Baviera pensato specificamente per il personale delle opere degli Oblati di SFS. Iscrizione: Casa Provinciale degli OSFS, Ettingshausengasse 1, A-1190 Wien, Tel.: 01-302 66 97, e-mail: [email protected] (La partecipazione è a numero chiuso). Per altre informazioni, vd. www.osfs.at. Il fratello Hans Leidenmühler, OSFS, e sr Maria-Brigitte Kaltseis, OSFS, guideranno un giorno di ritiro sull’argomento: “Trovare tempo per sé, per gli altri e per Dio: gli spunti pratici e i consigli di S. Francesco di Sales per una cultura umana del tempo”. Questa iniziativa si svolgerà nella residenza provinciale degli Oblati di SFS sabato 31 gennaio 2009, dalle 9 alle 17. Iscrizione: Casa Provinciale degli OSFS, Ettingshausengasse 1, A-1190 Wien, Tel.: 01-302 66 97, e-mail: [email protected]. BELGIO La Dott.a Agnès Guiderdoni-Bruslé, ricercatrice associata del Fonds National de la Recherche Scientifique e docente di letteratura francese all’Università Cattolica di Lovanio, ha presentato lo studio “Ritratto di santo o ritratto di scrittore?”, alla conferenza triennale dell’International Association for Word and Image Studies (Associazione Internazionale per gli Studi sulla Parola e l’Immagine), come parte di una sessione sulla relazione tra la imitatio Christi e le sue espressioni. Ella ha utilizzato S. Francesco di Sales quale caso esemplare di come le arti visive e l’emblematica hanno rappresentato il santo come scrittore per ritrarre la sua santità. 16 FRANCIA SUORE DELLA VISITAZIONE In preparazione alla celebrazione del 400° anniversario della loro fondazione nel 2010, le suore della Visitazione stanno preparando un libretto che tratta della loro fondazione, della storia e della finalità del loro Ordine. L’Editions du Signe di Strasburgo pubblicheranno il libretto in inglese, francese, tedesco e spagnolo. PROVINCIA TEDESCA Il primo scavo per iniziare la costruzione dell’imponente Collegio Scientifico degli Oblati di SFS della Casa di Overbach vicino a Jülich ha avuto luogo il 23 aprile 2008. Una delle ragioni per cui si è deciso di costruire questo College è stato il fatto che il fondatore della congregazione, Louis Brisson, era molto dotato per le materie scientifiche ed era un celebre inventore. Informazioni dettagliate sul Collegio Scientifico si possono trovare sul nuovo sito: www.science-college-overbach.de. ITALIA Le suore della Visitazione del monastero di Salò, che si sono generosamente assunte il lavoro di traduzione di questa Circolare in italiano, sono molto impegnate nel preparare il 400° anniversario della fondazione dell’Ordine della Visitazione. Si stanno dedicando ad un intenso studio dei testi dei loro fondatori e hanno anche pubblicato degli scritti salesiani in italiano: una traduzione aggiornata di S. Francesco di Sales e lo spirito salesiano di E.-J. Lajeunie (Torino, ElleDiCi, 2007), e la prima traduzione in italiano di Ce que croyait François de Sales di André Ravier – Francesco di Sales: ciò in cui credeva (Brescia, Morcelliana, 2008). Le sorelle hanno anche in progetto di chiedere il permesso di pubblicare la traduzione italiana di Madame de Chantal: Portrait of a Saint di Elisabeth Stopp. SVIZZERA A iniziare dal numero dell’agosto 2008 il mensile Thaddäusbote, la rivista salesiana degli Oblati di SFS in Svizzera tratterà argomenti relativi alla Introduzione alla Vita Devota di S. Francesco di Sales. Il 400° anniversario della prima edizione della Introduzione offre l’occasione di far meglio conoscere ai lettori della rivista i contenuti essenziali di questo grande classico dello spirito. SALESIANI DI DON BOSCO Ogni anno il Superiore Generale dei salesiani di Don Bosco dà alla famiglia di Don Bosco una frase che serve da guida per loro vita spirituale apostolica. La frase di quest’anno è: “Educhiamo con il cuore di Don Bosco! Accompagniamo i giovani specialmente i più poveri e i più bisognosi con lo sviluppo olistico della loro vita. Promuoviamo i loro diritti”. I salesiani hanno tenuto il loro Capitolo Generale dal 23 febbraio al 12 aprile 2008. Il loro motto è: “Da mihi animas, cetera tolle”, che Don Bosco ha tratto da Lo spirito di S. Francesco di Sales di Jean-Pierre Camus. Il Capitolo Generale ha trattato i seguenti cinque argomenti: “Ripartire da Don Bosco”; “La necessità dell’evangelizzazione”; “La necessità di promuovere le vocazioni”; “Il voto di povertà” e “Nuovi impegni apostolici”. Gli obiettivi principali determinati dal Capitolo per i prossimi anni sono l’approfondimento del carisma salesiano e le nuove direzioni della missione verso i giovani bisognosi. Durante il Capitolo il Superiore Generale, Don Pascual Chávez Villanueva, è stato eletto per un secondo mandato con un nuovo Consiglio Generale. L’“Institut für Salesianische Spiritualität” (Istituto di Spiritualità Salesiana) presso Benediktbeuern in Baviera, è stato riorganizzato e trasformato in un istituto della scuola superiore filosofico-teologica di Benediktbeuern. Sarà sponsorizzato da tutte e quattro le Province tedesche dei salesiani di Don Bosco e dalle Suore di Don Bosco. Il nuovo direttore dell’istituto è P. Reinhard Gesing, SDB, che è anche un membro del Arbeit- 17 sgemeinschaft für salesianische Studien (Gruppo di lavoro per gli studi salesiani). L’istituto intende dare il suo contributo all’eredità pedagogica, pastorale e spirituale della famiglia di Don Bosco mediante pubblicazioni, programmi di insegnamento e di formazione e attività di ricerca per diffondere questa eredità nel mondo di lingua tedesca. Informazioni e materiale sono disponibili sul nuovo sito: www.iss.donbosco.de. ASSOCIAZIONE DI S. FRANCESCO DI SALES Sotto la direzione spirituale di P. Herbert Winklehner, OSFS, il gruppo austriaco dell’associazione, durante i suoi ritiri a Thurnfeld in Austria, verso la metà di aprile 2008, si è concentrato sul tema: “Pregare con S. Francesco di Sales”. P. Josef Bürstlinger, OSFS, ha guidato i ritiri del gruppo tedesco dell’associazione che si sono svolti a Bad Honnef, Germania, verso la metà di maggio 2008. Il 24 maggio 2008, la signorina Monika Schaumberger ha fatto la sua consacrazione durante una solenne celebrazione eucaristica all’abbazia di Seckau in Austria. Questa è stata la quarta consacrazione dalla fondazione del gruppo dell’Austria dell’Est nel 2002. Stati Uniti SUORE DELLA VISITAZIONE Sebbene dolorosa,la chiusura della Mount de Chantal Academy di Wheeling, W.V., alla fine dell’anno scolastico 2008, era necessaria. Questa struttura educativa salesiana lascia una lunga e ricca eredità. La scuola aprì per la prima volta le sue porte nel 1848, sei giorni dopo l’arrivo delle prime visitandine. Era la più antica istituzione scolastica cattolica nel West Virginia e per questa ragione è nel National Registry of Historic Placet [Registro Nazionale dei luoghi storici]. Vari aneddoti interessanti si trovano nella raccolta di informazioni del Public Broadcasting System che si può trovare su YouTube all’indirizzo: http: //www.youtube.com/watch?v=21nc_JCUTww. Questo documentario è anche disponibile su DVD da PBS a 19.95$ (IVA e spedizione incluse) contattando Jan Johnson della WV-PBS (304/556-4903). Alcune conversazioni delle visitandine del monastero di St. Louis si possono trovare sul sito: http://www.visitationmonastery.org/stlouis/Talks_Index.htm. Il sito riporta: “Queste conversazioni sono una riflessione basata sui cinque elementi chiave della spiritualità salesiana come si possono identificare e sono descritti in Francis de Sales, Jane de Chantal: Letters of Spiritual Direction, tradotte da Péronne Marie Thibert, VSM, scelte e introdotte da Wendy M. Wright e Joseph F. Power, OSFS: “Francesco, l’umanista”, “Le due volontà di Dio”, “Trovare Dio nelle attività del mondo”, “Vivere il momento presente” e “La spiritualità del cuore”. PROVINCIA DI TOLEDO-DETROIT Il Consiglio, di recente nomina, della De Sales Resources & Ministries (DR&M), Inc., Stella Niagara, N.Y., si è incontrato per la prima volta il 12 aprile 2008 al DR&M Center. Il compito del Consiglio è di aiutare nella gestione del servizio del DR&M inquadrato da poco nel settore Non Profit. I membri del Consiglio sono: P. John Graden, OSFS, direttore esecutivo, P. David Whalen, OSFS, P. Joseph Bonzi, SDB, David Karwich, Sr Mary Grace McCormack, VSM, P. Michael Murray, OSFS, e la Dott.a Wendy Wright. Il DR&M è l’editore e l’unico distributore di diversi libri salesiani tra cui: Bond of Perfection (Vincolo di perfezione) e Francis de Sales: Introduction to the Devout Life and Treatise on the Love Of God (vd. sotto “Pubblicazioni – Libri”) di Wendy M. Wright; Madame de Chantal: Portrait of a Saint di Elisabeth Stopp; la traduzione in due volumi del Trattato dell’Amor di Dio di John K. Ryan; Francis de Sales: Sage and Saint e Saint Jeanne de Chantal di André Ravier e Companions on the Journey (Compagni di viaggio) di Kathy Brown e David Orr. “Promuovere la leadership salesiana” è stato il tema della 26° Conferenza Salesiana Nazionale Annuale intitolata a Joseph F. Power, OSFS, tenuta al monastero della Visitazione di St. Paul, MN, dal 31 luglio al 3 agosto 2008. Ci sono stati tre relatori principali la mattina: Helen Wilke, “I segreti salesiani nell’arte della leadership”; il vescovo Peter Christensen, “Un viaggio nella fede: S. Francesco di Sales” e P. Michael Sweeney, 18 OP, “Il carisma salesiano: un invito alla collaborazione con i laici”. Inoltre c’erano dei relatori per le cinque sessioni pomeridiane sulla leadership salesiana guidati da: P. Lewis S. Fiorelli, OSFS, John Downey, Susan Gardner, Rudi Swartzkopf, OSFS, e P. Ken McKenna, OSFS. Ulteriori informazioni sui relatori e i riassunti delle loro relazioni sono disponibili sul sito del DR&M: www.desalesresource.org. Il prossimo incontro del Salesian Scholars Seminar (Seminario degli studiosi salesiani) è in programma dal 23 al 26 ottobre 2008 al DR&M. Tenendo presente il 400° anniversario della pubblicazione della Introduzione alla Vita Devota il tema del Seminario di quest’anno è: “Diffondere lo spirito salesiano”. PROVINCIA DI WILMINGTON-PHILADELPHIA Il De Sales Spirituality Center (DSC) della Provincia di Wilmington-Philadelphia inaugurerà una iniziativa in collaborazione con il Pius X Spiritual Life Center di Blackwood, N.J. di cui è direttore P. Francis Danella, OSFS. A partire dal febbraio 2009 ci sarà una iniziativa intitolata “La serie salesiana del secondo martedì”. Ogni programma serale (che inizierà con la cena alle 18 e terminerà non più tardi delle 21) fornirà ai partecipanti l’opportunità di imparare qualcosa del ricco e pratico approccio salesiano al “Vivere Gesù”. Attraverso le sue molte attività e iniziative il Salesian Center for Faith and Culture (SCFC) della De Sales University (DSU) sta guadagnando sempre più l’attenzione dei media e del pubblico grazie agli instancabili sforzi del suo direttore P. Thomas Dailey, OSFS. Come riconoscimento di quanto ha realizzato come direttore del SCFS nel diffondere il carisma degli Oblati di SFS e in quanto eccellente membro del corpo docente del Dipartimento di Filosofia/Teologia della DSU, a P. Dailey è stata recentemente affidata la cattedra “P. Louis Brisson” di Spiritualità Salesiana. Inoltre è stato recentemente onorato dalla Bar Association of Lehigh County del premio Liberty Bell Award, che viene consegnato ogni anno nel ‘Law Day’ [Giorno della Legge] e “vuole onorare un responsabile di comunità per aver promosso la libertà sotto la legge”. Il SCFC ha organizzato con molto successo un pellegrinaggio nell’ottobre 2007 nei luoghi salesiani in Svizzera e Francia per commemorare il 400° anniversario della fondazione dell’Accademia Florimontana che ha ispirato il SCFC. Per rendere più significativo il pellegrinaggio P. Dailey ha preparato un sussidio di trenta pagine con informazioni storiche e geografiche. Come parte delle celebrazioni del centenario della morte di P. Brisson il SCFC ha organizzato una serie di eventi. È stata inaugurata una nuova serie, “Noontime Nuggets” [Pepite a Mezzogiorno], durante la quale il direttore ha fornito una breve panoramica della vita e dell’eredità di P. Brisson seguita, dopo il pranzo, dalla discussione tra i presenti. Il direttore ha ideato una novena di preghiere, testi e commenti da usare durante l’“anno di P. Brisson” che si possono trovare su: www.louisbrisson.org. Nel settembre 2008 la Ruggiero Lecture on Salesian Education presenterà la figura di Madre Françoise-Bernadette Beuzenil, OSFS, Superiora Generale delle Oblate di SFS, che verrà dalla Francia con P. Roger Balducelli, OSFS, per parlare dell’eredità Oblata in campo educativo. SOCIETÀ DI S. FRANCESCO DI SALES Delphine Madill ha promosso la fondazione delle Figlie di S. Francesco di Sales negli Stati Uniti. Per celebrare tutto quello che ha fatto nel corso degli anni, non solo per le Figlie, ma anche per la Fraternità, i membri della Società, in sua memoria, hanno fatto fare un bel busto di S. Francesco di Sales. È stato solennemente benedetto e collocato al di fuori della Cattedrale di St. Louis, Mo. Per conservare i contributi della fondatrice, diversi membri della Società hanno promosso la stampa di due libri: Interviews with Delphine Madill: In her Own Words (Dialoghi con Delphine Madill: con le sue parole), curato dal Marilyn Ellermann (St. Louis, Mo., Cenveo, 2007) e Spiritual Encouragement from the Letters of Delphine Madill, Foundress of the St. Francis de Sales Association in the United States (Incoraggiamento spirituale dalle lettere di DM, fondatrice dell’Associazione SFS negli Stati Uniti), composto e curato da Jennifer Hammon, Baltimora, 2007). RICK WARREN E LA SPIRITUALITÀ SALESIANA Rick Warren, pastore della Chiesa di Saddlebrook – una delle chiese protestanti più consistenti negli Stati Uniti – e autore del best-seller Purpose-Driven Life (Vita guidata da un fine) (oltre 24 milioni di copie), rac- 19 comanda ai suoi colleghi pastori un elenco di libri nel suo programma settimanale. Tra questi l’Introduzione alla Vita Devota. Il sito, noto come “Il programma pastorale di Rick Warren, un servizio podcast a cui i Pastori si possono connettere, da cui possono imparare e in cui si possono aiutare reciprocamente”, vanta un’ampia audience di ascoltatori grazie alla sua enorme popolarità. Un sito dice in modo derisorio della Southern Baptist Conference (SBC) che “sta diventando lentamente cattolica” a causa di alcuni libri di autori cattolici che Rick Warren, ministro più in vista della conferenza stessa, raccomanda. Pubblicazioni LIBRI The Introduction to the Devout Life [Introduzione alla Vita Devota] di Vintage Spiritual Classics, 2002, a cura di John Thornton e Susan Varenne. Il Card. Edward Egan ha scritto la Prefazione e c’è una utile cronologia della vita di S. Francesco di Sales. ISBN 978-0-375-72562-3. Wendy Wright, Francis de Sales: Introduction to the Devout Life and Treatise on the Love of God.Questa nuova edizione del libro, apparso originariamente nel 1997 nella serie Crossroads’ “Spiritual Legacy”, è pubblicata da DR&M. Include una nuova prefazione e un elenco più ampio di fonti. I testi della Introduzione e del Trattato, così come i Trattenimenti Spirituali, sono accompagnati da un commento sul contesto di questi scritti e da parole e idee che possono interpellare i lettori moderni. Benni Grigoriose Koottanal, MSFS, Eucharist Is Love: A Dogmatic and Hermeneutical Understanding of Salesian Eucharistic Theology [L’Eucaristia è amore: una interpretazione dogmatica e ermeneutica della teologia eucaristica salesiana] (Münich: Lit, 2005). Disponibile anche online: www.books.google.com. Linda Timmermans, L’accès des femmes à la culture sous l’ancien régime [L’accesso delle donne alla cultura durante l’Ancien Régime] (Paris: Champion, 2005). “[L’autrice] analizza l’impatto delle idee di Francesco di Sales, che si era impegnato a nutrire e istruire spiritualmente ce sexe infirm … digne de grande compassione [questo sesso debole … degno di grande compassione]. La tolleranza e l’incoraggiamento scaturiti dalla spiritualità salesiana nella prima metà del secolo hanno ceduto il passo a una serie di atteggiamenti ecclesiastici molto più repressivi e emarginanti (tratto da una rivista di D. Wojciehowski, Sixteen Century Journal 26 [1995], 488). Dominic Ciriaco, Witnesses to the Gospel: Reflections on Saints and Others Who Inspire [Testimoni del Vangelo: riflessioni sui Santi e altri che sono fonte di ispirazione] (Bloomington, In.: Authorhouse, 2007). La copertina, opera del fratello Michael O’Neil McGrath, OSFS, ritrae S. Francesco di Sales, S. Giovanna di Chantal, S. Vincenzo de’ Paoli e S. Luisa de Marillac seduti al tavolo mentre spezzano il pane. Due dei “testimoni” sono Francesco di Sales e Giovanna di Chantal. Franz von Sales. Die Liebe vollendet alles [Francesco di Sales. L’amore perfeziona ogni cosa], a cura di Herbert Winklehner (München: Neue Stadt Verlag, 2008). Questo libro contiene 100 citazioni classiche dagli scritti di S. Francesco di Sales. È pubblicato in una serie dedicata agli autori spirituali classici, come Agostino, Benedetto, Francesco d’Assisi e altri. Pedro Fernández Rodriguéz, OP, Das Herz des heiligen Franz von Sales im Kloster der Heimsuchung von Treviso [Il cuore di S. Francesco di Sales nel monastero della Visitazione di Treviso] (Eichstätt: Franz Sales Verlag, 2008). Questo libro, pubblicato originariamente in inglese, francese, italiano e spagnolo, racconta l’avventurosa storia di come le suore della Visitazione hanno protetto l’amata reliquia del cuore di S. Francesco di Sales durante la Rivoluzione Francese. Questa storia può essere letta in inglese anche nel libro I Leave You My Heart: A Visitandine Chronicle of the French Revolution [Vi lascio il mio cuore: una cronaca visitandina della Rivoluzione Francese], tradotto e curato da Péronne-Marie Thibert, VSM, con una introduzione di Jo Ann Kay McNamara (Philadelphia: Saint Joseph’s University Press, 2000), che si può acquistare attraverso il DR&M. Marianne-Schlosser (ed.), Die Gabe der Unterscheidung. Texte aus zwei Jahrtausenden [Il dono del discernimento: testi tratti da duemila anni di letteratura ] (Würzburg: Echter Verlag, 2008). Questa è una collezione di testi classici sul “discernimento degli spiriti” nei duemila anni di tradizione cristiana e include anche il 20 Trattato dell’Amor di Dio, libro VIII, cap. 11-13, insieme con un breve, ma utile sommario di questa importante opera. La curatrice è direttore dell’Istituto di Spiritualità della Facoltà teologica cattolica dell’Università di Vienna, Austria. Josef Dirnbeck, Fromm und trotzdem normal. Die Franz von Sales Methode [Devoto e tuttavia normale. Il metodo di S. Francesco di Sales] (Eichstätt: Franz Sales Verlag, 2008). In occasione del 400° anniversario della prima edizione della Introduzione alla Vita Devota, Dirnbech, un noto scrittore austriaco, esplora in un modo molto accattivante, gli elementi essenziali di questo classico spirituale per i lettori di oggi. ARTICOLI I seguenti articoli sono apparsi in volumi recenti del Indian Journal of Spirituality: Sebastian Leitner, OSFS, “Introducing the Introduction” [Introdurre l’Introduzione], 17 (2005), 166-77; Armand Nazareth, MSFS, “Live Jesus: Historical Background of the Introduction to the Devout Life” [“Viva Gesù: sfondo storico della Introduzione alla Vita Devota], 17 (2005), 178-83; John Sankatharil, OSFS, “Pope John Paul II and St. Francis de Sales” [Papa Giovanni Paolo II e S. Francesco di Sales], 17 (2005), 184-99; Thomas Kalariparambil, MSFS, “The Introduction and the Ultimate Questions of Life” [L’Introduzione e le questioni ultime della vita], 19 (2006), 31-40 (gli articoli precedenti sono disponibili online su: http://www4.desales.edu/SCFC/SalStudies2.htm#Sankarathil); Binu Edathunparambil, MSFS, “Incarnational Love: A Salesian Response to Deviations and Disintegration in Society Today” [Amore incarnato: una risposta salesiana alle deviazioni e alla disintegrazione nella società di oggi], 18 (2005), 313-31; Raphael Mercier, MSFS, “Spiritual Direction: Prophetic Insight and Pastoral Guidance Method of Prayer According to St. Francis de Sales” [Direzione spirituale: sguardo profetico e metodo di guida spirituale nella preghiera secondo S. Francesco di Sales], 18 (2005), 333-61; Antony Mookenthottam, MSFS, “Commitment in Christian Life: A Salesian Perspective” [Impegno nella vita cristiana: una prospettiva salesiana], 17 (2005), 483-96; Vincy Maria, DSFS, “Salesian Eschatology” [Escatologia salesiana], 19 (2006), 112-32; Antony Mookenthottam, MSFS, “The Word ‘Abjection’ in St. Francis de Sales” [La parola ‘abiezione’ in S. Francesco di Sales], 19 (2006), 278-82, 394-400; Antony Mookenthottam, MSFS, “Aging in the Light of St. Francis de Sales” [Invecchiare alla luce di S. Francesco di Sales], 20 (2007), 99-110; “Christmas and New Year in the Spirit of St. Francis de Sales” [Natale e Nuovo Anno nello spirito di S. Francesco di Sales], 20 (2007), 30-58; Joseph Ratzinger, “To Bring Fruits: Everyone According to One’s Nature” [Portare frutto: ognuno secondo la propria natura], tradotto con note a pie’ di pagina da John Sankarathil, OSFS, 21 (gen/mar 2008). Julian Devoy, RGS, “Learning to Live Serenely: The Wisdom of Francis de Sales” [Imparare a vivere serenamente: la sapienza di Francesco di Sales], Review for Religious 18 (2005), 184-193. John Sankarathil, OSFS, “Attitude of Gratitude” [Atteggiamento di gratitudine], Vitamin C 6 (2008), 11-15. Analizza come la dottrina di S. Francesco di Sales può rendere i momenti dolorosi e imprevisti che ci sfidano nella vita momenti di salvezza attraverso atti di accettazione. Ralph Martin, Holiness in Everyday Life: The Wisdom of St. Francis de Sales [La santità nella vita quotidiana: la sapienza di S. Francesco di Sales] (CDs). Presentato così nella recensione: “Combinando gli insegnamenti del ‘Dottore mite’ con quelli di Teresa d’Avila, del Concilio Vaticano II, di Papa Giovanni Paolo II e altri, Ralph Martin mostra che la santità nella vita quotidiana non solo è possibile, ma rende la persona miglior lavoratore, miglior sposo/a, amico, membro della famiglia o qualsiasi altro stato nella propria vita. E soprattutto si scoprirà il processo di trasformazione assolutamente necessario per rendere possibile la santità nella vita di ogni giorno”. Ulteriori informazioni su: www.catholiccompany.com. FONTI ONLINE Le seguenti fonti si possono trovare su: www.books.google.com Francis de Sales, Jane de Chantal: Letters of Spiritual Direction, tradotte da Péronne-Marie Thibet, VSM, scelta e introduzione di Wendy M. Wright e Joseph F. Power, OSFS. Introduction à la vie dévote de saint François de Sales, évêque et prince de Geneve, Fondateur de la Visitation de Sainte-Marie, nouvelle édition, revue & corrigée d’un grand nombre de fautes, d’orthographes 21 & de langage, à Liege, chez Bassompierre, imprimeur de son allesse, au Morian, vis-à-vis l’église SainteCatherine, MDCCCLXXXI. Emily Bowles, The Life of St. Jeanne Frances Fremyot de Chantal (London, Burns and Oates, 1872). Stephanie Wodianka, “François de Sales und die ‘Introduction à la vie dévote’ weiblich meditation für jederman” [François de Sales e la ‘Introduction à la vie dévote’ meditazione femminile per ogni persona] in Meditation und Erinnerung in der Frühen Neuzeit, (a cura diGerhard Kurz, 2000), 175-200. Interventi presentati a una conferenza a Schloass Rausischholshausen bei Giessen nel 1998. ISBN: 3525354215. Altre fonti online: Francis de Sales, The Catholic Controversy [La controversia cattolica], trad. di Mackey. http://www.angelfire.com/ms/seanie/fds/fds_index.html. Jean-Pierre Camus, The Spirit of St. Francis de Sales, 1910. Project Gutenberg: http://onlinebooks.library.upenn.edu; anche su: www.mobilebooks.org. Jean-Pierre Camus, The Spirit of St. Francis de Sales, nuova edizione ampliata con una prefazione di Sua Grazia l’Arcivescovo di Westminster, tradotto da J.S. su www.fullbooks.com/The-Spirit-of-St-Francis-deSales.html. Anthony Francis LoPresti, Spirituality Meets Ethics: Francis de Sales and Love for God [La spiritualità incontra l’etica: Francesco di Sales e l’amore di Dio]. Disponibile per l’acquisto in pdf su: www.escholarship.bc.edu/dissertation/AAI9930880. Susanne A. Kjekshus Koch, “St. Francis de Sales and the Theology of Hearts: The Dynamics of Love” [S. Francesco di Sales e la teologia dei cuori: le dinamiche dell’amore]. Questo articolo è una versione riveduta di una conferenza presentato al Salesian Scholars Seminar tenuto ad Annecy in Francia dal 17 al 23 settembre 1996, dal tema: “Il cuore di Cristo da Francesco di Sales a Margherita Maria Alacoque”. Si basa sulla tesi di laurea in filologia dell’autrice su Francesco di Sales e la devozione al cuore di Cristo. Disponibile su: www.aviana.com/susanne/sales/engelsk.html. Henri Daniel-Rops, “The Quietist Affair” [La querelle quietista], tradotto da Bernard B. Gilligan, © Fordham Univ. Press, su: www.catholicculture.org. La Circolare della ICSS è stata fondata nel 1997 ed è pubblicata semestralmente dalla Commissione Internazionale per gli Studi Salesiani (ICSS) degli Oblati di S. Francesco di Sales (Joseph F. Chorpenning, OSFS, Presidente; Herbert Winklehner, OSFS; Dirk Koster, OSFS). Il suo obiettivo principale è diffondere su scala mondiale le informazioni relative agli Studi Salesiani (S. Francesco di Sales; S. Giovanna di Chantal; P. Louis Brisson, fondatore degli Oblati di S. Francesco di Sales; gli Oblati di S. Francesco di Sales; le Oblate di S. Francesco di Sales; la Visitazione di S. Maria; Istituti Laicali e Religiosi, membri della famiglia salesiana). Direttore: Joseph F. Chorpenning, OSFS (Saint Joseph’s University Press, 5600 City Avenue, Philadelphia, PA 19131-1395, USA; e-mail: [email protected]) Capocronista: Alexander T. Pocetto, OSFS. Le notizie per i numeri futuri devono essere spedite a P. Pocetto via e-mail ([email protected]), fax (610/282-2059), o per posta (De Sales University, 2755 Station Avenue, Center Valley, PA 18034-9568, USA). Grafica, composizione e stampa presso il Printing Office della Saint Joseph’s University Press, 5600 City Avenue, Philadelphia, PA 19131-1395, USA. 22