LUCE E DESIGN
Un esempio di quando
il lampadario supera
la sua funzione primaria
e diviene oggetto di arredo.
(Gent. Conc. ALT –
Lucialternative)
TUBI SOSPESI
in un multisala francese
Lunga vita al
catodo
freddo
CORRENTE A PIACERE
A differenza di quanto avviene con lampade
di produzione industriale i tubi a catodo
freddo consentono al progettista di scegliere
la corrente di lampada, quindi la brillanza
della sorgente entro un margine abbastanza
ampio. Questo fatto, unito alle possibilità di
dimmerazione, fa si che il designer abbia la
facoltà di scegliere il flusso luminoso, aspetto
non trascurabile se si pensa ad apparecchi a
terra o a piantana muniti di sorgenti abbacinanti. La lampada a catodo freddo ha un altro
vantaggio costituito dalla sua durata di vita, circa
100.000 ore effettive, molto superiore rispetto
alla lampadina a incandescenza ma anche alla
lampada fluorescente, nei confronti della quale
non presenta gli sfarfallii in fase di accensione ma si illumina immediatamente come
una comune lampadina a filamento. Inoltre
né il numero di accensioni né la dimmerazione pregiudicano la vita degli elettrodi e
quindi la durata della lampada.
UN TUBO ROBUSTO
Altri aspetti da analizzare sono riconducibili
alla sicurezza di un ipotetico prodotto che utilizzi le lampade a catodo freddo. La temperatura del vetro raggiunta durante il normale
funzionamento è tale da non causare ustioni,
attestandosi mediamente attorno ai 30° C
LA MIA 1a casa
continua...
L’ESEMPIO
Il braccio sprigiona luce,
supporto e sorgente
luminosa si fondono
in un “unicum” di grande
effetto e una brillanza
gradevole
(Gent. Conc. Brollosiet)
(che dire delle lampadine a incandescenza
che equipaggiano “abat jour” a portata di
bimbo?) mentre lievemente superiore è la
zona degli elettrodi. Per la verità questi vanno
sempre protetti da dei manicotti in silicone
oppure resi non accessibili. Lo spessore del
vetro dei tubi impiegati (da 1 a 1,3 mm) è superiore a quello delle lampade fluorescenti, la sagomatura rende attuale il pericolo di rottura
durante le operazioni di trasporto, assemblaggio o pulizia, in fin dei conti sempre di
vetro si tratta ed, escludendo i LED, questo
problema affligge tutte le sorgenti luminose,
senza per questo averne impedito un secolo
e mezzo di diffusione. Ma l’aspetto che più
di ogni altro contribuisce alla loro impopolarità è legato alla tensione richiesta al loro funzionamento, aggravato da una infelice
terminologia: alta tensione. Ora che la tensione superiore a 1 kV sia elevata è inconfutabile ma è altrettanto vero che la corrente è
inversamente bassa, tipicamente inferiore ai
100 mA, più spesso 50 se non 25 mA nella maggioranza dei casi. Ora se pensiamo che il differenziale di casa è tarato per intervenire in
presenza di dispersioni superiori ai 30 mA si
può affermare che una corrente inferiore non
costituisce pericolo, prescindendo – aspetto
affatto secondario - dalla frequenza.
E ASSOLUTAMENTE SICURO
Se da un lato è vero che l’alta tensione “riduce” le distanze di sicurezza utile a stabilire
un contatto con una parte attiva, va ricordato
che la esigua corrente a
frequenza di 20 – 30 kHz a
cui operano i moderni convertitori, non provoca
ustioni interne a causa del
cosiddetto “effetto pelle”,
ovvero la tendenza che la
corrente manifesta nell’attraversare le superfici più
esterne del conduttore al
crescere della frequenza.
Questa peculiarità è comprovata dal fatto che la
norma specifica del prodotto [EN 61347-2-10 (CEI
34-101) “Unita’ di alimenta-
zione di lampada Parte 2-10: Prescrizioni
particolari per invertitori e convertitori elettronici per funzionamento in alta frequenza di
lampade tubolari a scarica a catodo freddo
(tubi neon)“] distingue due diversi tipi di alimentatori, il Tipo A e il Tipo B. L’unità di tipo A,
con una tensione di picco tra terminali di 5
kV massimi e una corrente limitata a 35 mA
efficaci o 50 mA di picco non è tenuta ad
avere il dispositivo contro le dispersioni a
terra, quindi contro i contatti indiretti. Nel
caso specifico il contatto con un terminale di
AT non interessa gli organi interni, il cuore e i
polmoni in particolare, provocando solo un
“elettrizzante” formicolio ma nessuna crisi respiratoria o fibrillazione. Questo punto viene
ribadito nella Norma citata al paragrafo 1, in
cui si dichiara esplicitamente che “le unità di
tipo A possono essere considerate esenti dal
rischio di choc elettrico in virtù dei limiti di
corrente e di frequenza.” Altre fonti, come le
diffusissime lampade fluorescenti, hanno tensioni di funzionamento di qualche decina di volt
ma correnti di lampada ben più alte, che implicano effetti termici ben superiori in ossequio alla nota legge di Ohm, ma nessuno
sembra ricordarsene.
ALTA EFFICIENZA
In un’epoca di frequenti richiami a uno sviluppo sostenibile vale la pena spendere
anche due parole sull’efficienza delle lampade a catodo freddo, le quali, sapientemente impiegate, possono attualmente
assicurare una efficienza di tutto rispetto: 150
cm di lampada diametro 20 mm eseguita con il
tubo bianco caldo 3000 K “Warm White” assorbono, compreso il consumo del convertitore elettronico, 23 watt che corrispondono a una
efficienza 72 lm/w, valori di tutto rispetto; lunghezze superiori (fino a 3 metri) e diametri inferiori avrebbero fornito valori ancora migliori,
cioè 100 lumen watt. Senza alcuna “vis” polemica, va ricordato che è alquanto frequente
imbattersi in opuscoli commerciali nei quali
sorgenti luminose con efficienza di 20 lm/w o
inferiori sono definite a risparmio energetico
e salgono agli “onori della cronaca”, insignite
di aggettivi come “avanzate, efficienti, innovative” sulla base di motivazioni più com-
DATI TECNICI E RISPARMIO
COMPARAZIONE TRA DURATA DI VITA DELLE LAMPADE
TIPO DI LAMPADA
EFFICIENZA ENERGETICA DURATA MEDIA (ORE)
A INCANDESCENZA
1
1.000
AD ALOGENI
1,8
2.000
FLUORESCENTI COMPATTE
- convenzionali
5
10.000
- elettroniche integrate
6
10.000
FLUORESCENTI TUBOLARI
7
10.000
- a luce standard
- ad alta frequenza
10
12.000
A CATODO FREDDO
- minimo
6
50.000
- massimo
10
100.000
N.B. È considerata unitaria l’efficienza della lampada a incandescenza
COMPARAZIONE ECONOMICA
=
100.000 h
x 12 +
8.000 h
Moltissime plafoniere installate sono equipaggiate con tubi
fluorescenti da 18W T8. Oggi esiste la possibilità di aumentare
l’efficienza energetica e, al contempo, di conseguire una migliore
distribuzione del flusso luminoso rimpiazzando le tradizionali
plafoniere con nuovi modelli equipaggiati con lampade a catodo
freddo che hanno una lunghissima vita e migliore resa.
COMPARAZIONE TRA TIPI DI CONVERTITORI
TIPO A
FREQUENZA DI USCITA
20 – 50 KHZ
TENSIONE TRA TERMINALI
5 KV
CORRENTE EFFICACE
35 mA
CORRENTE DI PICCO
50 mA
PROTEZIONE DISP. A TERRA
NO
PROTEZIONE CIRCUITO APERTO
NO
TIPO B
10 – 100 KHZ
10 KV
200 mA
400 mA
OBBLIGATORIA
FACOLTATIVA
merciali che tecniche. Una nuova opportunità
per affrontare la materia è offerta dal Comitato
Elettrotecnico Italiano che ha pubblicato la Norma
EN 60598-2-14, attualmente in vigore, per gli
apparecchi di illuminazione forniti di lampada
tubolare a scarica a catodo freddo.
LA MIA 1a casa
Scarica

continua... 1a coso