Obiettivo
DICEMBRE 2008
1543 R.S. provvedimento 13/5 2003 Ulss 22 - Anno VI - N° 2 - Dicembre 2008 - Spedizione in a/p 45% . art 2 comma 20/b - I. 662/9 - Periodico di informazione sanitaria
sanità
NUMERI
TELEFONICI
L’ULSS VOLTA PAGINA
Oltre a comparire a pag. 5 delle Pagine
Bianche, la Direzione Aziendale, per i recapiti
telefonici, si è affidata ad un tascabile
distribuito a tutte le famiglie, e a disposizione
negli Ospedali, Farmacie, Distretti, Medici
di Base, Comuni... (Servizio a pag. 3)
Convenzionato Circolo
Dipendenti Ulss 22
l’
ANTEPRIMA
L
e rivoluzioni, grandi o piccole che siano, non sono mai
indolore. Figurarsi se avvengono all’interno del delicato
perimetro della Sanità. Polemiche e strumentalizzazioni
sono sempre dietro l’angolo; mentre i vantaggi difficilmente riescono ad emergere con altrettanta facilità o essere ritenuti tali.
Preambolo doveroso per introdurre la politica di razionalizzare
investendo adottata dal nuovo Direttore Generale Alessandro
Dall’Ora. Nello specifico, la decisione della Direzione di non avvalersi delle Pagine Bianche 2008-2009 per pubblicare i numeri
telefonici dei nosocomi pubblici dell’Azienda e le voci relative ai
reparti e servizi, fatto salvo l’ampio spazio assegnato a tutti gli ospedali della
Provincia, con i relativi numeri dei centralini, dei CUP (Centro Unificato Prenotazioni) e dell’URP (Ufficio Relazioni
con il Pubblico) che compare a pag. 5
dell’elenco telefonico. E i numeri delle
Guardie Mediche presenti nello spazio
riservato ai recapiti di pubblica utilità di
ogni Comune. L’inedita decisione di affidarsi, per questa incombenza, ad un
dettagliato opuscolo inserito nel periodico aziendale “Obiettivo Sanità News”,
recapitato a tutti i capifamiglia del territorio (80 mila copie circa) e distribuito
capillarmente negli ospedali, distretti, ambulatori dei Medici di
Base, nei comuni, parrocchie ...(130 mila copie), ha permesso, alle casse dell’Azienda, un risparmio della bellezza di 180
mila euro. Ne valeva la pena? Se ci si attiene ai dati emersi
Barabino & Partners Design
da’ i numeri...
sull’opuscolo
da un sondaggio fortemente voluto dal Direttore Generale in
persona sembra proprio di sì. Le risposte fornite dagli utenti
intervistati, per certi versi plebiscitarie, hanno rivelato la bontà
della scelta. Che, rapportata ai principi di razionalizzazione e
contenimento delle spese, appare ancor di più sensata; anche
se in futuro sarà, con molta probabilità, oggetto di correzioni e
aggiustamenti. Va altresì detto che l’iniziativa è stata preventivamente e sufficientemente reclamizzata sui media, sia televisivi che della carta stampata, godendo di tempi lunghi per essere
“metabolizzata”. L’auspicio della Direzione è che questo tipo di
economie, anche se considerate da qualcuno minime rispetto
ai grandi numeri, venga compreso e recepito favorevolmente.
Leader italiano nel settore
Perché sono stati i piccoli passidei
a servizi
decretare
lo stato di salute
integrati
e di eccellenza della Sanità veneta,
tutti cisanitarie
invidiano. Ed
per leche
strutture
pubbliche
e private.
è proprio per conservare questo
status che
essa abbisogna
della collaborazione di tutti gli Con
utenti
che sono
poidistribuite
gli stessi
20 strutture
produttive
capillarmentesempre
su tutto il migliori.
territorio Non
che usufruiscono di servizi e prestazioni
nazionale, Servizi Italia è punto
vale la pena, quindi, al bisogno,
tirare i cordoni della borsa?
di riferimento delle più importanti
SERVIZI ITALIA.
PARTNER
DELLA SANITÀ.
realtà sanitarie italiane. Un partner
in grado di garantire i più affidabili
modelli gestionali e le più avanzate
tecnologie per il lavanolo e per i servizi
ad alta specializzazione di sterilizzazione
della biancheria e dello strumentario
chirurgico. Un modello di business
basato sulla capacità di rispondere
logica dil’opuscolo,
outsourcing a ogni
“L’Ulss 22 in tasca”, così siin una
chiama
esigenza del cliente. L’impegno di una
rimane a disposizione grande
presso
ospedali,
azienda verso
un obiettivo
importante: contribuire a costruire
ambulatori, farmacie, studiunamedici
di
Medicina
sanità migliore, al servizio
di medici e pazienti.
E se qualcuno ne fosse
ancora sprovvisto?
Generale, l’URP, nei comuni, nelle parrocchie...
Barabino & Partners Design
Dal 2007 Servizi Italia è quotata
nel mercato Expandi di Borsa Italiana.
La struttura produttiva
1.500
9 stabilimenti
addetti
di lavanderia industriale
SERVIZI ITALIA.
PARTNER
DELLA SANITÀ.
5 centrali
di sterilizzazione
biancheria
Leader italiano nel settore
dei servizi integrati
per le strutture sanitarie
pubbliche e private.
Con 20 strutture produttive distribuite
capillarmente su tutto il territorio
nazionale, Servizi Italia è punto
di riferimento delle più importanti
realtà sanitarie italiane. Un partner
in grado di garantire i più affidabili
modelli gestionali e le più avanzate
tecnologie per il lavanolo e per i servizi
ad alta specializzazione di sterilizzazione
della biancheria e dello strumentario
chirurgico. Un modello di business
basato sulla capacità di rispondere
in una logica di outsourcing a ogni
esigenza del cliente. L’impegno di una
grande azienda verso un obiettivo
importante: contribuire a costruire
una sanità migliore, al servizio
di medici e pazienti.
Dal 2007 Servizi Italia è quotata
nel mercato Expandi di Borsa Italiana.
La struttura produttiva
1.500
9 stabilimenti
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Servizitalia
Il mercato
300
clienti
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Il mercato
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6 centrali di sterilizzazione
di strumentario chirurgico
45.000
posti letto
Fornitura di vestiario professionale
a oltre 100.000 medici e paramedici
Servizi Italia S.p.A. - Via S. Pietro 59/B - 43019 Castellina di Soragna Parma
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6 centrali di sterilizzazione
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45.000
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OBIETTIVO
3
Convenzionato Circolo Dipendenti Ulss 22
8
BRE 200
2 comma
20/b - I.
662/9 -
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Periodic
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(Servizio
N. 2 DICEMBRE 2008
SOMMARIO
IN QUESTO NUMERO
Anteprima 03
Sanità in gamba 06
L’Ulss 22 da’ i numeri...sull’opuscolo
Periodico di informazione sanitaria
a cura dell’Azienda Ulss 22 - Regione Veneto
Anno 6 - N° 2 - Dicembre 2008
Redazione:
Via Ospedale, 5 - Sede Ulss
37069 Villafranca (VR)
Tel./Fax 045 6338366 - Cell. 339 3112909
Direttore Editoriale: Dott. Alessandro Dall’Ora
Direttore
Responsabile:
Renzo
Girelli
Direttore Scientifico: Dr. Antonio Bortoli
Comitato di Redazione:
Carla De Beni, Daniela Fasoli, Denise Signorelli,
Elmer Soffiati, Antonio Bortoli, Sergio Meggiolaro,
Mario Garzotti
Hanno collaborato:
Dr. Giuseppe Pecoraro, Dottor Elmer Soffiati, Paola
Gerosa, Silvana Monchera, Dr. Giovanni Sandri,
Adriano Gazziero, Dr. Cipriani Emilio, Dr. Flavio Coato,
Dr. Raffaele Ceravolo, Dr. Guglielmo Frapporti,
Dr. Maurizio Foroni.
Stampa e impaginazione:
Masteprint s.n.c.
Via Roma, 46/B - 37060 Mozzecane (VR)
Tel./Fax 045 7930743
[email protected]
Editoriale 07
Dieci in “Condotta”
Focus 08
Il medico di famiglia
L’approfondimento 10
I funghi
passione a rischio
Dipendenze 12
Progetto “Coca 22”
un alleato per uscire dal tunnel
Servizi sociali 14
LudobULSS
ridà dignità al gioco
Servizi sociali 16
Prevenzione e sicurezza 18
Igiene pubblica 20
Badanti nella rete
Edilizia, settore produttivo
ad alto rischio
Malanni d’inverno
arriva l’Australiana
Urologia 21
Laparoscopia:
passi da gigante
Psichiatria 22
L’esordio psicotico:
l’approcio terapeutico integrato
Pubblicità:
Ulss 22 presso la redazione del giornale
Tel./Fax 045 6338366 - Cell. 339 3112909
OBIETTIVO
5
Sanità in “gamba”
I medici valeggiani
con il Direttore Generale
Al “Magalini” approda la
Medicina, all’”Orlandi” apre
Inaugurazione Rianimazione Bussolengo
la Rianimazione,
a Valeggio l’UTAP
(Unità Territoriale di
Assistenza Primaria).
Il “Polo a due gambe”, come da
copione, mostra tutta la sua
tonicità.
Inaugurazione UTAP Valeggio
Soddisfazione, durante le
cerimonie di inaugurazione,
da parte dell’Assessore
Il Primario di Terapia Intensiva
Carlo Giulianelli e l’Assessore Regionale Sandri
Regionale
alle Politiche Sanitarie
Sandro Sandri e del
Direttore Generale
Alessandro
Dall’Ora e di tutta la
Direzione Strategica
dell’Ulss 22.
6
OBIETTIVO
Il reparto di Medicina con i medici
G. Muraro e F. Bonfanti
EDITORIALE
L’
[email protected]
DIECI IN
“CONDOTTA”
antico famoso distico “Arte più misera,
arte più rotta / non c’è del medico che
va in condotta”...., senza scomodare
oltre l’autore, inquadra i pesanti momenti della professione medica esercitata soprattutto a domicilio.
“Condotta” è una parola che deriva dall’antico significato di “condurre” inteso come “stipendiare”
che impegnava il medico d’altri tempi all’assistenza
continua (diurna e notturna) di una comunità e con
due settimane, alle volte nemmeno sicure, di riposo, con l’onere di procurarsi e pagarsi un sostituto
adeguato e fidato. Il medico era soprattutto “uno
di famiglia” in grado di spendere sempre una parola di conforto e di bontà, uno psicologo dall’effetto placebo,
che tranquillizzava vecchi e bambini, al
di là della somministrazione e dell’efficacia dei farmaci. Ma esiste un contraltare cinicamente evidenziato ne “Il
medico della mutua”. Il film del ’68
in cui il dottor Tersilli, magistralmente
interpretato dall’Albertone nazionale,
si appropria dell’intenso desiderio di
guadagni e della tendenza a voler raggiungere posizioni economiche e sociali importanti senza farsi scrupoli. Tanto che “Il
medico della mutua” fece scalpore e quello che più
conta creò indignazione. Un’icona che si stagliò,
spesso a torto, per diversi anni nell’universo sanitario e che relegò impietosamente la figura del medico di famiglia a un professionista della ricetta e
delle diagnosi estemporanee, spesso formulate via
cavo o senza far sollevare al paziente nemmeno la
maglietta. Oggi? Il Medico di Medicina Generale
(MMG), così è il suo acronimo, non ci sta più e
vuole ritagliarsi quello spazio che per anni occupò
con dignità e abnegazione. In che modo, vi chiederete. Rimettendosi in gioco, consapevole che
per l’utenza è ancora la figura più gradita del SSN
(Sistema Sanitario Nazionale) e che nonostante
l’automazione abbia raggiunto limiti di una potenza
e di una precisione da stupire lo stesso inventore
fino a renderlo incredulo, sono ancora le mani del
medico a infondere sicurezza, a possedere impensate e arcane doti di sensibilità, e la sua parola a
ridare speranza e fiducia là dove la disperazione
travalica i confini. E anche se i colleghi specialisti
spesso lo guardano a sufficienza dal lato del loro
presunto sapere è sempre il Medico di Medicina
Generale al quale ci si affida per essere assistiti allorquando le economie delle strutture
ospedaliere approdano a quei numeri
che sono poi gli stessi che identificano l’essere umano. Le nuove sfide e la
significativa svolta che interessa, oggi,
la categoria, non sviliscono di certo
un lavoro portato avanti per anni con
competenza, dedizione e sacrificio.
E non saranno certamente le nuove
leggi a distogliere il Medico di Medicina
Generale da quella vocazione che mai
è stata scalfita e che non lo sarà certamente negli anni a venire. Scordarci
di loro o sottostimarne professionalità e competenza significa mutare una tradizione atavica e non
tenere in debito conto della nostra salute. L’uomo
della “benamata” società dei consumi è confuso
e frammentato e non c’è più chi lo sappia curare
nella sua interezza: il medico di famiglia, pur disponendo degli ausili che la tecnologia gli offre, rimane
l’unico punto fermo per questo tipo di aspettative.
Voto? Dieci in “Condotta”.
IL DIRETTORE RESPONSABILE O.S. NEWS
- Renzo Girelli -
OBIETTIVO
7
FOCUS - MEDICINA DI BASE
Il
MEDICO
di FAMIGLIA
Uno spirito nuovo
per un mestiere antico
A
Cavalo,
ridente
località immersa
nella Valpolicella,
una lapide si staglia sul
muro delle vecchie scuole
a ricordo del Dottor Antonio Sega, morto nel 1885.
Così sta scritto: “Medico
in questo Comune, fu valente, laborioso, filantropo
- Cavalo, non mai ingrato,
l’ammirò ed amò in questo marmo ne vuole eterIl Dott. Guglielmo Frapporti
nare la memoria”. In molti
durante una visita domiciliare
altri paesi esistono testimonianze simili e albergano fulgidi ricordi di figure di medici
condotti “datate” che la gente sentiva particolarmente vicine e soprattutto affidabili.
Possiamo parlare di una razza in via di estinzione, se
consideriamo che in un passato non tanto remoto la
figura del medico condotto fu relegata alla stregua di
“compilaricette”? O di una metamorfosi del SSN? Per
l’identikit del nuovo medico di famiglia, pardon, Medico di
Medicina Generale (MMG) e della sua funzione ci affidiamo al Dottor Guglielmo Frapporti, fiduciario FIMMG – Ulss
22, che spiega: “Per la maggior parte dei cittadini è ancora
la figura più gradita del SSN (Sistema Sanitario Nazionale)
anche se con luci ed ombre, legate in gran parte alle trasformazioni del nostro SSN. Un rapido sguardo d’insieme
può aiutare a capire meglio il lavoro del MMG, auspicando
di avviare anche da queste pagine un dialogo con i cittadini
che vada dai consigli sulla salute, alle informazioni pratiche
su come usare al meglio i servizi che può offrire”. Da dove
cominciamo? “Nel dopoguerra” –prosegue il dottor Frapporti- “la Sanità è cambiata, i progressi delle conoscenze
e soprattutto lo sviluppo delle tecniche hanno concentrato l’attenzione e le risorse negli ospedali come centri ad
alta tecnologia, e il ruolo del medico di famiglia si è un po’
appannato e talvolta pure ridicolizzato (chi non ricorda “Il
Medico della Mutua” di Alberto Sordi?)”. Pure oggi? “Ora,
in Italia, di fronte ad un’offerta di ottimi servizi di medicina specialistica ad alta tecnologia in grado di curare bene
8
OBIETTIVO
di Renzo Girelli
alcune malattie acute, aumentano le malattie cronico degenerative e gli anziani con più di una malattia e disabili; i
cittadini chiedono sempre più prestazioni sanitarie sia di tipo
preventivo, che per una varietà di problemi e disagi, leggeri
o importanti, che hanno bisogno di una corretta valutazione,
di comprensione e risposte appropriate. Il cittadino, talvolta,
ha l’impressione di muoversi come in un supermercato ricco
di ottime offerte, ma con il rischio di caricare il carrello di
prodotti non necessari, o anche dannosi, se non ha un consulente fidato e competente che conosce la sua storia”.
Vuol dire che la figura del medico di famiglia, tenuta per
lunghi periodi in naftalina, va riconsiderata e rivalutata?
“L’aumento continuo dei costi dei servizi, dei farmaci e della
tecnologia mette in crisi il SSN che è a rischio di tenuta. Tutti
i paesi Europei si interrogano su come garantire il diritto alla
salute, e cercano risposte in modelli nuovi di organizzazione
e di compiti dei medici di famiglia e delle cure primarie che
consentano a tutti un accesso equo alle cure di primo livello
e specialistiche.
E all’estero va meglio? “Anche negli USA, dove non c’è
l’obbligo di cura dei malati da parte dello stato, un SSN e
cure domiciliari, si sta diffondendo la figura di un medico di
famiglia che curi nel tempo la persona e faccia da consulente per scegliere bene, quando è necessario, lo specialista e
l’ospedale”.
È azzardato parlare allora di nuova figura quando ci ri-
Il Medico di Famiglia:
• Ha un rapporto basato sulla fiducia reciproca
• Fornisce un accesso diretto e illimitato ai
suoi utenti
• Si occupa di tutti i problemi di salute
• Segue per tanti anni la persona e la sua
famiglia
• Fa un utilizzo efficiente delle risorse sanitarie
• Coordina le cure collaborando con specialisti
e ospedali
• Quando è necessario svolge il ruolo di difensore del paziente
• Sviluppa un approccio centrato sulla persona, la famiglia, la società
feriamo al medico condotto? “Oggi in Italia significa scegliere una specializzazione che punta ad offrire al cittadino
specifiche competenze riassunte nella “Definizione Europea
di Medicina Generale/di Famiglia” elaborata da WONCA, un
organismo dell’OMS di cui fanno parte anche i medici di
famiglia italiani. (vedi box). Anche a Verona c’è una sede
della scuola di specializzazione in medicina di famiglia di cui
è direttore un medico della nostra Asl e qualche volta può
capitare di incontrare dei tirocinanti negli ambulatori.
Qual è la situazione nella nostra Ulss? “Quasi tutti i cittadini della nostra Ulss hanno consultato almeno una volta
il loro Medico di Famiglia, sanno chi è, dove lavora, come
fare a contattarlo, ma i MMG svolgono attività diversificate
a seconda dei bisogni dell’assistito, dei servizi presenti nella
comunità, dei bisogni del territorio dove lavorano. I MMG
della nostra Ulss sono 209. Ogni giorno il 4,8% dei cittadini
contatta il suo medico (circa 11.400 persone - dati SWG
per centro studi FIMMG) e ogni giorno vengono visitate a
domicilio circa 500 persone, soprattutto anziani. I MMG seguono a domicilio, i malati cronici, che oggi, a differenza
di anni fa, non possono più essere ricoverati negli ospedali
per tanti mesi. In particolare nel 2007, in collaborazione con
l’Unità delle Cure Primarie dell’ASL e gli infermieri del distretto, sono stati seguiti a domicilio 530 pazienti con gravi
malattie, anche terminali, con l’assistenza in ADIMED, con
circa 16.500 visite domiciliari. Inoltre hanno
fatto circa 3.300 visite
a domicilio ad ammalati oncologici che la
famiglia ha scelto di
curare a casa. Nella
nostra Ulss altre persone che non possono
essere assistite a casa,
o disabili per gravi malattie, vengono seguite da 33 MMG nelle 23 Case di Riposo,
nelle 4 RSA e nell’Ospedale di Comunità di Caprino. Il MMG
fornisce consulenza e assistenza su tutti i problemi di salute
(in media ad ogni consultazione il cittadino espone tre problemi), e inoltre svolge attività certificativa ed ha molti compiti amministrativi e burocratici. Ci pare di capire che se non
ci fosse il filtro del medico di famiglia sarebbe impossibile
l’esistenza stessa di una sanità pubblica. Di fronte a queste
necessità si evince che il lavoro dei MMG sta sicuramente
cambiando; e per fornire migliori servizi, i medici si organizzano in forme associative che consentono al cittadino di
rivolgersi a tutti i medici in caso di urgenza. Così è stato
anche nell’Ulss 22.
Chiediamo conferma allo stesso fiduciario FIMMG Guglielmo Frapporti. “Nella nostra ULSS ci sono 20 Medicine
di Gruppo (76 medici) e 23 Associazioni (86 medici) che servono il 77% dei residenti; in autunno è stata attivata l’UTAP
di Valeggio sul Mincio. In diversi studi medici sono presenti
personale di segreteria e infermieristico che garantisce una
migliore accessibilità e prestazioni di qualità. In alcune zone
montane e contrade isolate è più difficile organizzare gli stessi servizi, ma si stanno cercando le soluzioni possibili con la
direzione aziendale e i comuni interessati. Un altro obiettivo
sul quale cerchiamo un dialogo con l’Azienda è quello di
migliorare i rapporti con gli ospedali e i servizi distrettuali per
rendere più appropriati, efficaci ed efficienti i percorsi di cura
del cittadino evitando inutili burocrazie”.
Rimane poi il tempo per l’aggiornamento, perché in
un’ottica di specializzazione è pur esso importante.
“Oltre all’attività pratica quotidiana i MMG hanno un programma di aggiornamento continuo (quest’anno sui problemi di assistenza al malato terminale), e svolgono attività di
ricerca scientifica: sono in corso due ricerche sulla depressione e sul rischio cardiovascolare e un importante studio
sull’ipertensione (il “Bussolengo study”) è stato pubblicato
su due prestigiose riviste scientifiche internazionali. La Medicina di Famiglia sta cambiando, pur nelle incertezze del
nostro paese, tra luci ed ombre, abbiamo detto all’inizio,
ma resterà fondamentale il rapporto di fiducia reciproca tra
il medico e il cittadino che lo sceglie”.
OBIETTIVO
9
L’APPROFONDIMENTO
I FUNGHI
passione a rischio
A cura dell’ispettorato micologico dell’Ulss
un “vademecum” del raccoglitore di funghi
di Giovanni Sandri e Adriano Gazziero
L
a crescita spontanea dei funghi è sempre
stato motivo di attrazione e curiosità per coloro che apprezzano il verde, le campagne
e i boschi in alternativa ai centri urbani sovente
affollati ed inquinati. Anche se è riconosciuto dal
punto di vista nutrizionistico il fatto che i funghi
epigei presentano un modesto valore alimentare
(scarso contenuto in proteine, carboidrati e fibre),
questi suscitano ancora un’alta attrattiva nei consumatori al punto che il consumo dei funghi epigei
spontanei, ma anche di quelli coltivati, è in chiara
crescita. La conseguenza di tale interesse è testimoniata non solo da una attività di raccolta amatoriale ancora sostenuta, ma anche da una attività
di commercializzazione crescente, tanto che per
soddisfare la domanda nazionale per tutto il periodo dell’anno il prodotto viene importato da ogni
parte del mondo sia fresco che surgelato, essiccato o semilavorato destinato alle trasformazioni
industriali. Non trascurabili però sono i problemi
sanitari che sono legati al consumo di tale prodotto. L’annuale ripetersi di episodi drammatici di
intossicazione, conseguenti a ingestione di funghi
e dovuti ad insufficiente conoscenza degli stessi,
pone l’obbligo di prendere in seria considerazione
Il rivenditore, il ristoratore e quanti altri acquistino
funghi spontanei freschi atti a essere venduti o somministrati, previa lavorazione e/o cottura, devono accertarsi e verificare che i funghi stessi siano stati sottoposti a controllo e certificazione per garantire che:
1) non vi siano specie velenose;
2) appartengano tutti a specie di cui ne sia consentita la commercializzazione;
3) si trovino in buono stato di conservazione e non
alterati.
10
OBIETTIVO
i modi d’agire, a vari livelli, per quanto concerne
la commestibilità dei funghi. Le intossicazioni da
funghi presentano, in alcuni casi, una sintomatologia differente da altri tipi di avvelenamento e
L’Ispettorato Micologico dell’Azienda Sanitaria
U.L.S.S. n.22 di Bussolengo, che ha sede attualmente a Bussolengo, in Via Gen. C.A. Dalla Chiesa
è anche a disposizione dell’utenza privata, per consulenze gratuite in materia di funghi e controllo di
commestibilità sugli esemplari raccolti.
SEDI E ORARI
DA GENNAIO A DICEMBRE
BUSSOLENGO, Via Gen. C.A. Dalla Chiesa (sede
Ispettorato Micologico- tel. 045/6712453 o ai n°
045/6338552/71 sede SIAN Valeggio S.M. (VR)
tutti i giorni escluso il sabato e festivi,
solo su appuntamento
DA 01 SETTEMBRE A 30 NOVEMBRE
BUSSOLENGO, Via Gen. C.A. Dalla Chiesa
(sede Ispettorato Micologico)
tutti i giorni escluso il sabato e festivi dalle ore
08,00 alle ore 09,00
VILLAFRANCA, Via Ospedale, 5
(sede recapito S.I.S.P.)
lunedì: dalle ore 08,30 alle ore 09,30
Per chiarimenti o per consulenze e certificazioni
a uso commerciale rivolgersi a: A.S.L. n.22
Ispettorato Micologico Servizio Igiene degli
Alimenti e della Nutrizione, Via S.M. Crocefissa di
Rosa (c/o Ospedale) Valeggio S.M.
tel. 0456338552/71 - fax 0456338572
sono variabili in relazione alle tossine presenti in
ogni fungo. Una diagnosi basata sul tempo di insorgenza (latenza) dei sintomi, può inoltre essere
difficile quando ad esempio sono state consumate
differenti specie fungine. Di norma le sindromi da
intossicazione fungine sono considerate a breve
latenza (< a 6 ore) e a lunga latenza (> a 6 ore). Le
tossine a rapida azione causano di norma intossicazioni che insorgono entro poco tempo dall’ingestione e hanno, di solito, prognosi favorevole.
Il più delle volte tali patologie si risolvono anche
senza trattamento. Al contrario sono serie e gravi
quelle intossicazioni che si manifestano dopo un
periodo di latenza di 6 ore e oltre, e richiedono il
ricovero in ospedale. La gravità degli avvelenamenti, inoltre, varia da persona a persona in base
a molti fattori: la quantità di funghi consumata, il
peso corporeo, l’età, le
condizioni
generali di
salute, ecc.
Nell’ambito
del
vasto
gruppo dei
“ m a c ro m i ceti” , diversi sono
(Boletus Aereus)
i funghi velenosi per
l’uomo. Alcuni di essi sono assai comuni e diffusi
e una parte di questi considerata mortale (si ricorda per esempio il genere Amanita-(Phalloides,
Verna, Virosa) e il genere Cortinarius (Orellanus,
Speciosissimus), ecc.) Di particolare rilevanza è
stato l’obbligo per le Regioni di istituire e organizzare, nell’ambito del territorio ricadente sotto la
giurisdizione delle Aziende Sanitarie Locali, uno o
più centri di controllo micologico pubblico, meglio
conosciuti come”Ispettorati Micologici”. In essi
opera personale in possesso dell’attestato di micologo, rilasciato dalle Regioni secondo i criteri e
le modalità previste dal Decreto del Ministro della
Sanità 29 novembre 1996, n.686. Agli Ispettorati
Micologici devono affluire le partite di funghi freschi spontanei per essere sottoposti a ispezione
sanitaria preventiva, cui fa seguito l’emissione di
una certificazione sanitaria di avvenuto controllo
che attesta la commestibilità dei funghi.
DA RICORDARE
CONSIGLI SULLA RACCOLTA
- Evitare la raccolta di funghi in prossimità
di discariche o campi trattati con antiparassitari.
- Raccogliere solo funghi che si conoscono
perfettamente e al giusto stato di crescita.
- Non esistono mezzi per stabilire se un
fungo è commestibile o tossico, non fidarsi assolutamente delle leggende popolari.
In caso di incertezza è preferibile rivolgersi al personale dell’Ispettorato Micologico
dell’Ulss che fornirà gratuitamente, oltre al
giudizio di commestibilità, anche suggerimenti per il consumo, la conservazione e
altre indicazioni.
- Diffidare degli esperti improvvisati e/o
sconosciuti.
S.O.S AVVELENAMENTO
Se dopo aver consumato dei funghi insorgono disturbi o malesseri non chiamare il medico di famiglia, ma recarsi subito, senza perdere tempo, al più vicino Pronto Soccorso,
portando tutti gli avanzi dei funghi disponibili
compresi quelli espulsi con il vomito o le feci.
Evitare tassativamente la somministrazione
di alcolici o farmaci all’intossicato.
Il laboratorio
OBIETTIVO
11
DIPENDENZE
Progetto
“COCA 22”
un alleato per uscire dal tunnel
di Raffaele Ceravolo
N
ell’ambito dei progetti di lotta alla droga la Regione
to COCA 22 è frutto della formazione con i professionisti italiani
Veneto attraverso il DGR 456/06 ha definito come
tra i più esperti del settore e dalla visita di alcune esperienze
priorità la “Sperimentazione di nuovi progetti terapeu-
di cura delle persone che usano cocaina nel territorio Veneto,
tico-riabilitativo individualizzati, a livello ambulatoriale semiresi-
a Milano, Torino e Bologna. Il gruppo di lavoro ha maturato
denziale e residenziale, per il trattamento della dipendenza da
la consapevolezza che il confronto e il lavoro di squadra nei
cocaina e altre sostanze sintetiche presso spazi giovanili e cen-
percorsi di aiuto siano una risposta efficace alle persone con
tri ambulatoriali o semiresidenziali non connotati né connotabili
problematiche legate all’uso di cocaina.
come servizi per le tossicodipendenze”. In questa logica la con-
Capoprogetto: Giovanni Barin
ferenza dei Sindaci dell’ULSS 22 ha approvato un progetto de-
Psicoterapeuti: Andrea Benedetti, Eva Cordioli, Rigoberto Ca-
nominato COCA22 che prevede appunto l’attivazione di inter-
staneda, Andrea Parollo, Maria Nives Pasqualini
venti ambulatoriali e di esperienze residenziali nei fine settimana
Psicologi: Elisa Bianchi, Caterina Paolini
rivolti a persone che utilizzano cocaina. Il progetto è descrit-
Medici: Sabrina Migliozzi, Camillo Smacchia
to nel sito www.coca22.it ed è gestito da operatori dei servizi
Medico psichiatra: Raffaele Ceravolo
pubblici e privati del Dipartimento delle Dipendenze, la Coop.
Supervisore: Henry Pinamonti
Comunità dei Giovani e i SerT di Bussolengo e Villafranca. Il
Segreteria: Elisa Bianchi
profilo professionale prevalente è quello degli psicoterapeuti ma
sono coinvolti anche due medici dei SerT per la parte di loro
Il progetto
competenza. Centrale è il lavoro di motivazione con le persone
Nasce nel 2006 a partire da una normativa della Regione Veneto
nel riconoscere la problematicità del consumo della sostanze e
che invitava gli operatori e i servizi delle Dipendenze ad affrontare
soprattutto l’accompagnamento nell’identificare i fattori indivi-
in modo innovativo e professionale il problema sempre più im-
duali che scatenano la dipendenza e soprattutto l’impegno non
portante del consumo di cocaina con tutti i risvolti sociali, sanita-
semplice di sostenere un cambiamento significativo negli stili di
ri, economici che sono oggetto di cronaca quotidiana. Compito
vita. Il progetto è entrato nella fase operativa a partire dal mese
principale del progetto è di offrire alla persona che non è seguita
di ottobre 2008 e vi possono accedere tutte le persone interes-
da altri servizi pubblici e privati, delle opportunità di consapevo-
sate, anche familiari. La presa in carico riguarderà coloro che
lezza rispetto ai rischi che il consumo della sostanza porta con
rientrano nel target del progetto ma è aperto alla consulenza
sé, favorire un cambiamento graduale degli stili di vita, individuare
per tutte le persone che hanno necessità di capire come muo-
strategie di prevenzione delle ricadute nell’uso della sostanza. Il
versi nell’affrontare questo tema così emergente e devastante.
Progetto COCA 22 è rivolto a persone, consumatori di cocaina,
Il servizio è gratuito in quanto sostenuto dai finanziamenti del
che hanno mantenuto una normalità di vita socio-lavorativa. Gli
progetto, a parte un eventuale partecipazione ai fine settimana
strumenti di lavoro sono la psicoterapia individuale e/o di grup-
residenziali dove si chiederà la compartecipazione per la “parte
po e l’esperienza di fine settimana residenziali in piccoli gruppi
alberghiera”. E’ garantito il rispetto della riservatezza e la presa
denominata Time Out Gli operatori coinvolti sono professionisti
in carico in anonimato.
Il gruppo di lavoro
Gli operatori del progetto provengono da esperienze professionali diverse legate alla relazione d’aiuto e alla tematica, ampia e
complessa, delle dipendenze da sostanze psicoattive. Il proget-
12
OBIETTIVO
Presentazione del progetto “Coca 22”
Tel. 347 7512189
Lunedi, mercoledi e venerdi
dalle ore 18,00 alle 21,00
della relazione d’aiuto
tative di piacere e divertimento. Anche per questo, a volte, è
In altri momenti
potete lasciare
un messaggio o un sms
in grado di accompa-
il momento più critico. Si cercano intense emozioni ed espe-
gnare la persona in un
rienze, la notte si fa spazio, ci si abbuffa di gente, di locali, di
tempo breve (sei mesi
esperienze, si consuma di tutto, sostanze comprese: divertirsi
circa) nel pieno rispetto
diventa un obbligo. E se cercassi una alternativa?
[email protected]
www.coca22.it
della privacy, verso una
situazione di maggior
benessere e serenità.
L’intervento è gratuito
per il finanziamento da parte della Regione Veneto.
Ci rivolgiamo ai consumatori di cocaina.
Offriamo la possibilità
di vivere un’esperienza
residenziale terapeutica concentrata nel fine
settimana, in piccolo
La psicoterapia
gruppo (dai 6 ai 10 par-
La Psicoterapia individuale
tecipanti) ed in un luogo
Essa permette, in una relazione connotata da empatia e riserva-
piacevole e accoglien-
tezza, la possibilità di intraprendere un percorso di comprensione
te; è una esperienza
ed elaborazione dei problemi sottesi all’abuso di cocaina. Tale
diversa, una pausa de-
percorso è volto a raggiungere anche una maggiore consapevo-
dicata a sé, in un con-
lezza di sé e una visione più chiara sia delle proprie difficoltà che
testo di relazioni e in un
delle proprie risorse e punti di forza. Nella fase iniziale, accolta la
ambiente che vogliono
richiesta di aiuto, si valuta e si concorda una linea di intervento
con obiettivi definiti. L’intervento psicoterapeutico ha la durata di
sei mesi, qualora nel corso del trattamento si dovessero ridefinire
gli obiettivi sarà possibile concordare ulteriori moduli. La psicoterapia è uno degli strumenti del progetto: il percorso di cura prevede la possibilità di interventi diversificati, con la presenza di altre
essere fortemente significativi.
L’obiettivo è staccare
per un po’, promuovere
e sperimentare un diverso modo di vivere il tempo. Cosa si fa: le
giornate sono organizzate con ritmi e tempi lontani da ogni forma di eccesso; si alternano momenti di riposo e gioco, ad altri in
figure: medici, “tutor” (operatori che seguono prevalentemente
cui, guidati dai conduttori e in gruppo, si riflette sulle motivazioni
dall’esterno l’evoluzione del percorso terapeutico, affiancandosi
di ognuno al cambiamento, rielaborando vissuti ed emozioni, a
alla coppia terapeuta-paziente in alcuni momenti cruciali). Come
partire dal potenziale espressivo dei partecipanti. La residen-
in tutte le psicoterapie i contenuti dei colloqui saranno riservati,
zialità, che consente momenti di quotidianità ed informalità, fa
mentre gli obiettivi verranno condivisi anche dagli altri operatori,
parte integrante dell’esperienza. I conduttori sono una coppia
per permettere loro interventi mirati.
di psicologi-psicoterapeuti con esperienza nella conduzione di
Consulenza ai familiari
gruppi. Ai partecipanti viene richiesto di sospendere l’uso di ogni
La famiglia, o il coniuge, sono spesso coinvolti, direttamente o
alterante durante il soggiorno ed il rispetto della riservatezza.
indirettamente, nei problemi correlati all’abuso di sostanze. Il
progetto offre informazioni e consulenza a chi è in difficoltà nel
gestire la relazione con persone con un problema di cocaina.
L’intervento terapeutico concordato potrà rivolgersi anche ai familiari quando questo fosse considerato utile nella definizione
degli obiettivi.
COCAINA
lun-mer-ven dalle18.00 alle21.00
(oltre questi orari è possibile inviare sms
o lasciare un messaggio)
[email protected] - www.coca22.it
Regione Veneto, che
finanzia il progetto; ai
partecipanti viene richiesto un contributo
alle spese di vitto e alloggio.
Time out
Tel. 347 7512189
Il costo è a carico della
se vuoi venire fuori...
L’esperienza
del Time-out è stata
mutuata dalla Coop
UN WEEK END
La Rupe di Bologna
ALTERNATIVO
che ha formato i no-
Il week-end è il momen-
stri operatori e ci offre
to più importante della
la consulenza tecnica
settimana, perché lì si
e scientifica su que-
concentrano forti aspet-
sto intervento.
IL CALENDARIO 2008
DEI WEEK END
• 10-12 ottobre
• 14-16 novembre
• 12-14 dicembre
È possibile partecipare al
week-end dopo aver effettuato un colloquio
OBIETTIVO
13
LUDOB ULSS
ridà dignità al gioco
SERVIZI SOCIALI
Decolla con successo,
su mezzo mobile, il nuovo
progetto di animazione
itinerante targato Ulss 22
D
a alcuni anni grazie alla Legge 285 del 1997 i
Servizi Territoriali dell’ULSS 22 si sono sperimentati in alcuni progetti sulle tematiche della
“città dei bambini e delle bambine”: riqualificazione di
spazi pubblici, parchi gioco, giardini, cortili scolastici
e progetti di socializzazione e di promozione al gioco
come l’animazione di spazi di vita sociale. In particolare grazie ai finanziamenti del Piano Infanzia e Adolescenza della Regione Veneto nel luglio del 2006 è
stato attivato dal Servizio Educativo Territoriale e dalla
Cooperativa Hermete di S.Pietro In Cariano il Progetto
Ludobulss (attività già molto diffusa in Italia e soprattutto nel resto dell’Europa) con l’idea di diffondere la
cultura del gioco e incentivare l’uso degli spazi pubblici
(parchi gioco, piazze, frazioni…) anche nei luoghi e nei
quartieri più isolati e svantaggiati nell’offerta di servizi
per i bambini e ragazzi.
L’intervista
Parlare di Ludobus, premettendo che intendiamo saperne di più, a cosa ci si riferisce?
Intervistiamo Paola Gerosa, referente del Servizio educativo
territoriale dell’Ulss 22.
“Il Ludobus è un mezzo mobile di animazione itinerante attrezzato che porta in ogni luogo giochi, attrezzature e materiali ludici, animatori e programmi di gioco allo scopo di
sollecitare occasioni spontanee organizzate di incontro e
di gioco nei luoghi dove risiedono e vivono bambini, ragazzi, adolescenti, adulti e anziani, promuovendo la loro
partecipazione nel rispetto della dignità e delle differenze
di ognuno”.
In questo senso, cosa si propone il Ludobus?
“Sottolineare la centralità e l’importanza del gioco nello sviluppo dell’individuo; assegnare al tempo del gioco la stessa
dignità e valenza del tempo dell’apprendimento; favorire la
trasmissione della memoria ludica; valorizzare il gioco ed
il giocattolo quale tramite nella relazione tra bambini e tra
bambini e adulti; raccogliere le esigenze e i bisogni che il
territorio esprime. La sua azione favorisce il diritto al gioco di tutti i cittadini, con particolare riguardo all’infanzia e
all’adolescenza. I programmi gioco proposti hanno infatti come protagonisti principali in particolare le bambine, i
bambini, le ragazze e i ragazzi che liberamente e gratuitamente possono partecipare alle attività da soli, in gruppo
o con i loro accompagnatori adulti, ma sono fruibili a vario
livello anche da un pubblico di ogni età”.
Possiamo parlare, quindi, di multivalenza considerati i
14
OBIETTIVO
vari aspetti che lo caratterizzano: culturale, sociale e
pedagogico?
“In primis è un servizio culturale, che cambia in positivo il
rapporto con l’ambiente e con il territorio, strutturando al
meglio gli spazi e promuovendo rapporti sociali tra i cittadini, bambini e genitori. Poi, è un servizio sociale, perché
garantisce il diritto al gioco (principio fondamentale della
Carta dei Diritti del Bambino dell’O.N.U. come il diritto allo
studio) e promuove forme di socializzazione fra bambini di
diverse età e culture. Infine, è un servizio pedagogico, perché si propone come luogo di promozione di nuovi percorsi
educativi di formazione, di sperimentazione e di ricerca”.
Da chi viene animato il Ludobus?
“Da un’equipe di operatori qualificata ed esperta della cooperativa “Hermete” con la collaborazione degli educatori
del Servizio Educativo territoriale Ulss 22. Gli interventi Ludobus sono effettuati su richieste di Comuni, Associazioni,
Gruppi, Parrocchie, Feste paesane. L’intervento consiste
nel far giocare chi si trova in quel contesto. Di solito un
intervento dura circa tre ore. Il Ludobus arriva nella piazza e i “ludobussari” cominciano a mettere a disposizione i
giochi ai bambini ed adulti cercando anche di farli giocare
insieme”.
Ci parli di questa nuova figura?
“Il “Ludobussaro” è un animatore un po’ atipico. Infatti, la
sua funzione primaria è quella di promuovere il gioco autonomo e spontaneo lasciando i bambini e i ragazzi liberi
di scegliere se giocare o meno. Quindi, il suo ruolo non
dovrebbe essere visibile, ci piace pensare che sia uno “facilitatore” che sta un po’ in ombra. E’ sottointeso che egli non
debba porsi al centro dell’attenzione, ma lasciare spazio
all’autonomia, al protagonismo e all’intraprendenza dei partecipanti. Altra sua caratteristica fondamentale è l’improvvisazione. Impossibile, quindi, pianificare a priori un’uscita
Ludobus; e pure l’intervento dell’operatore che deve anzitempo capire se sussistono le caratteristiche che giustifichino la sua presenza e quella del mezzo. . Il “Ludobussaro”
non esaurisce il suo compito nell’uscita con il Ludobus, ma
studia, ricerca, progetta e costruisce nuovi giochi”.
Quale filosofia si trova dietro la proposta ludica che voi
portate?
“La riscoperta del gioco: semplice e costruito con poco, con
materiali che tocchiamo tutti i giorni. Promuovere i giochi di
una volta permette ai genitori di giocare con i loro bambini
insegnando loro le tecniche affinate nella loro infanzia. In tal
senso è importante esaltare la riproducibilità di alcuni giochi
semplici; le pirole, i fuciletti ad elastici, il lancio della bottiglia, il ciclotappo, sono tutti giochi che si possono costruire
a casa con materiale che sicuramente tutti hanno. Inoltre, il
Ludobus ha la potenzialità di creare in qualsiasi luogo dove
si trova un’atmosfera di gioco, di partecipazione e serenità
che consente anche di vivere in modo diverso le strade, le
piazze e gli spazi che abitualmente non sono usati”.
Esistono altre esperienze simili a livello nazionale?
Pur essendoci esperienze antecedenti (già nel secondo dopoguerra negli Stati Uniti), è alla fine degli anni ’60 in Inghilterra (Playbus) e dall’inizio degli anni ’70 in Germania (Spielmobile) che le attività itineranti con mezzi mobili attrezzati
cominciano a svolgersi in maniera continua e sistematica.
In Italia non a caso il primo Ludobus è nato a Bolzano nel
1980, ovvero in una provincia a statuto speciale che grazie
alla sua autonomia legislativa e finanziaria ha reso possibile
attivare sin dal 1983 la cosiddetta Legge Giovani, un’antisignana della Legge 285/97 (legge Turco), la quale ha aperto
anche in Italia un canale di finanziamento per queste attività
ludiche ed educative citando espressamente il Ludobus tra
le cosiddette “buone pratiche” da incentivare. Dal 2 ottobre
1998 è stata fondata “Ali per Giocare” l’associazione dei Ludobus Italiani. Si tratta dell’approdo di un percorso iniziato a
Bressanone nel novembre 1996 in occasione del 27° Congresso Internazionale dei Ludobus. In quell’appuntamento
un gruppo di operatori del campo ludico si confrontarono
su vari argomenti e fu manifestata intenzione di creare un
ambito in cui i Ludobus Italiani, al pari di quello che succede
dal 1992 in Germania e dal 1982 in Inghilterra, potessero
riconoscersi, scambiarsi informazioni ed esperienze, trova-
re risposta ai
problemi che li
riguardano più
direttamente. I
Ludobus Italiani, sul territorio
nazionale di cui
si abbia notizia
sono circa 60,
e circa 40 sono le realtà che hanno aderito ad ALI. L’associazione si prefigge dunque di rappresentare le istanze e le
progettualità di chi opera sul territorio con progetti ludici,
pedagogici e socio-culturali fondati sull’affermazione del
diritto al gioco e alla cittadinanza attiva attraverso l’azione
di mezzi mobili attrezzati. Il giorno 31 gennaio 2004 è stata
presa la decisione di concludere il lungo dibattito avviato
all’interno dell’associazione e di allargare anche alle ludoteche la possibilità di associarsi ad ALI per Giocare. Il nuovo
nome dell’associazione è quindi divenuto: “ALI per Giocare - Associazione Italiana dei Ludobus e delle Ludoteche”
(www.ludobus.it). Ali per Giocare rappresenta un fortissimo
collante tra le varie realtà sparse in Italia organizzando momenti di formazione specifica per operatori di Ludobus e di
ludoteche e organizzando Incontri Nazionali e Internazionali
di Ludobus”. (R.G.)
MODALITA’ E INDIRIZZI PER
RICHIEDERE IL LUDOBUS
Tutti possono richiedere un intervento del Ludobus
(comuni, parrocchie, associazioni, privati…)
basta contattare la cooperativa Hermete
([email protected] - tel. 045-6895148 - 338-9022724)
la quale vi invierà il regolamento del Ludobus e la
scheda per la richiesta.
Inoltre sul sito della cooperativa (www.hermete.it)
si potranno trovare tutte le infomazioni utili sul
ludobuse il calendario aggiornato delle uscite.
Anche sul sito dell’Ulss 22 (www.ulss22.ven.it)
è possibile leggere il progetto e trovare i contatti per
ulteriori informazioni.
Ludobussari della Cooperativa Hermete ed Educatori del
Servizio Educativo Territoriale all’incontro Nazionale dei
Ludobus a Città di Castello.
Consorzio Intercomunale
Soggiorni Climatici
Via Macello 23 - 37121 Verona
tel. 045 593335 - fax 045 8031046
OBIETTIVO
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SERVIZI SOCIALI
BADANTI
NELL A RETE
di Silvana Monchera
I
l Piano Locale della Domiciliarità 2007/2009, approvato
dalla Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 22 prevede, oltre
ad interventi in termini economici (assegno di cura, di
sollievo..) e di servizi (Assistenza domiciliare socio-sanitaria,
telesoccorso, centri diurni..) anche l’attivazione di progetti
innovativi. Gli assistenti sociali presenti nei Comuni da tempo segnalavano la necessità da parte dei cittadini di avere
un punto vicino ed accessibile che potesse agevolarli e sostenerli nella ricerca di badanti per l’assistenza dei congiunti
non autosufficienti. Nello stesso tempo vi era la necessità
di favorire l’integrazione e la ricerca di un’occupazione per
le persone immigrate, per lo più donne. Sulla base di tali
bisogni concreti, è stato attivato un progetto innovativo che
L’attività è svolta in convenzione con il Consorzio Sol.
Co.di Verona, che in concerto con i referenti dell’Azienda
Ulss, cura tutti gli aspetti sia promozionali, sia di analisi e
organizzazione del servizio.
Lo Sportello Badanti svolge le seguenti attività:
CANDIDATE BADANTI
• definizione del profilo;
• compilazione del curriculum e raccolta dei documenti utili
per l’assunzione;
• scrematura curriculum
• presentazione alla famiglia
FAMIGLIE
• analisi dei bisogni
• definizione del servizio necessario e definizione del miglior
contratto possibile;
• definizione della tempistica di inserimento;
• presentazione delle candidate;
• eventuale messa in prova;
• assunzione (delegando le pratiche burocratiche ai CAF)
VERIFICHE POST ABBINAMENTO: a 7 giorni telefonico –
a 15/20 giorni con visita – a 45/60 giorni con questionario
somministrato sia alla famiglia, sia alla badante
Per famiglie e “badanti” saranno organizzati corsi di formazione e consulenza personale.
Nella rete degli Sportelli Badanti è presente un coordinatore
qualificato e degli operatori sul territorio, con esperienza sia
nell’assistenza domiciliare, sia sui risvolti dell’immigrazione.
Si ritiene che dal prossimo anno l’esperienza innovativa potrà essere diffusa in tutto il territorio dell’Ulss ed essere utilizzata dai cittadini richiedenti di tutti i 37 Comuni.
16
OBIETTIVO
Attivata dall’Ulss una rete di
sportelli per agevolare la
domanda e l’offerta di badanti
prevede l’istituzione di una rete di “SPORTELLI BADANTI”,
che rappresentano, in sostanza, un punto di incontro tra
domanda ed offerta attraverso la raccolta e il raccordo di
richieste di “badanti”, da parte delle famiglie locali, e dei
curricula delle richiedenti lavoro che vivono in quella stessa
area. Un paio di esperienze già state attuate nei Comuni di
Bussolengo e S.Pietro Incariano, hanno consentito di poter
tarare al meglio il progetto e di diffonderlo a favore di molti
altri Comuni dell’Ulss.
GLI SPORTELLI
Sede di Bussolengo presso il residence Acropoli, Piano 1, via A. De Gasperi anche per i comuni di Sona,
Pescantina e Pastrengo.
ORARI: Lunedì 10.00-12.00, Mercoledì 16.30-19.00,
Venerdì 11.00-14.00.
Per contattare lo Sportello in orario di apertura chiamare il numero 045/6704262 oppure 329/3681661.
Sede di S. Pietro Incariano: via Chopin, 3 (palazzina
uffici tecnici-piano terra) anche per i Comuni di Dolcè,
Marano, Negrar , San Pietro Incariano e Sant’Ambrogio
di Valpolicella.
ORARI per le badanti: Lunedì 15.00-16.30, per le famiglie Lunedì 16.30-18.00.
Per contattare lo Sportello in orario di apertura chiamare il numero 045/6832107 oppure 329/3681661.
Sede di Garda: presso centro polifunzionale, p.zza Donatori di Sangue anche per i Comuni di Affi, Bardolino,
Brenzone, Caprino V.se, Cavaion V.se, Costermano,
Ferrara M.te Baldo, Malcesine, Rivoli V.se, S. Zeno di
Mon.gna, Torri del Benaco.
ORARI: Mercoledì 10.30-13.30.
Per contattare lo Sportello in orario di apertura chiamare il numero 045/6573541 oppure 329/3681661.
Per informazioni dal lunedì al venerdì
(dalle ore 12.00 alle 14.00)
chiamare il numero 348/9942463
o contattare l’indirizzo mail
[email protected]
Via Marconi, 77 - Castel d’Azzano (VR) · tel. 045.512455
C. Comm. La Fontana - Villafranca (VR) · tel. 045.6305560
OBIETTIVO
17
PREVENZIONE E SICUREZZA AMBIENTI DI LAVORO
EDILIZIA
settore produttivo ad alto rischio
D
ire che nei cantieri si rischia di cadere dall’alto e che
nel caso l’evento accada, la probabilità di avere un
infortunio grave è molto elevata, ha il sapore della
ovvietà. La postazione di lavoro nei cantieri è spesso in alto,
molto spesso approntata per lo stretto tempo necessario a
realizzare l’opera, dopodiché può essere eliminata; la protezione contro le cadute non è determinante ai fini produttivi.
Ne consegue che molto spesso, ad un allestimento di
un’opera provvisionale a regola d’arte, costoso e in definitiva non strettamente necessario al processo costruttivo,
viene privilegiata una realizzazione il più possibile semplice
e spesso incompleta negli elementi di protezione, ma ugualmente idonea ad operare. Vi è inoltre, ad avviso di molti, la
convinzione diffusa fra gli addetti del settore che il lavoro
di “muratore” (comprendendo con questo termine generico
tutti coloro che partecipano al processo costruttivo) ha in
sé un rischio di infortunio che va accettato, considerando
estremamente complicato costruire un cantiere in assoluta
sicurezza. La conseguenza è nei numeri che descrivono il
fenomeno infortunistico. Questi fattori, assieme a numerosi
altri altrettanto importanti e che meritano comunque un approfondimento (frammentazione delle imprese, utilizzo sistematico di subappalti a cascata, manodopera multiculturale
e/o scarsamente professionalizzata, carenza di formazione
alla prevenzione, lavoro nero, misure di deterrenza poco efficaci, progettazione e gestione della sicurezza assolutamente
carenti ….) costituiscono degli ostacoli molto complessi da
superare nell’azione di prevenzione degli infortuni in edilizia,
ed è perciò che occorre prevedere una strategia di intervento altrettanto articolata e complessa, partecipata e condivisa
di Flavio Coato
con tutti gli attori interessati, in grado di affrontare contemporaneamente tutti gli aspetti del problema, con una azione
tenace e continua nel tempo. L’INAIL (Istituto Nazionale per
la Assicurazione Infortuni sul Lavoro) conferma che l’edilizia
è un settore ad altissimo rischio e che in Provincia di Verona
e nella nostra Ulss il fenomeno è ai primi posti nelle statistiche. Analizzando il fenomeno nel dettaglio, emergono alcuni
ulteriori elementi: il 90% circa degli infortuni mortali o gravi
per caduta avvengono in imprese sotto i 9 dipendenti - la
prima causa di tutti gli infortuni mortali è rappresentata dalla
caduta dall’alto (oltre la metà attribuibile alle costruzioni) il 20% degli infortuni mortali nelle costruzioni avviene nella
prima settimana di lavoro e il 12% nel primo giorno di lavoro
– i lavoratori che hanno subito un infortunio grave o mortale
appartengono a 40 nazionalità diverse. Sta poi emergendo
un dato significativo relativo al coinvolgimento negli infortuni
mortali e gravi delle fasce deboli di lavoratori: giovani, extracomunitari, lavoratori precari o irregolari, anziani (il 21%
di tutti i casi mortali hanno riguardato ultrasessantenni e il
12,5% sopra i 64 anni).
La vigilanza
Nel Veneto, come nella maggior parte delle Regioni d’Italia,
la vigilanza delle Asl copre oltre il 10 per cento di tutti i cantieri notificati, un numero enorme se rapportato alla rimanente attività di vigilanza che non raggiunge il 3 per cento del
totale delle imprese presenti sul territorio. Appare comunque
urgente introdurre nel modo di operare il concetto di promozione della salute, che prevede di rafforzare le strategie
classiche di prevenzione, che agiscono cioè sulle cause di
rischio dimostrate, o anche solo ipotizzate, facendo leva su
tutti i soggetti che hanno interesse migliorare il benessere
dei lavoratori. Ne consegue che vi è la necessità assoluta di
affiancare alla vigilanza una forte azione mirata alla crescita
di sensibilità e di cultura della sicurezza del comparto.
Obiettivi “base”
- sensibilizzare la committenza, pubblica e privata, verso
una corretta pianificazione e progettazione della sicurezza nei cantieri;
- sensibilizzazione e coinvolgimento della pubblica amministrazione alle problematiche della tutela della salute e della
sicurezza;
- aumento dei livelli di qualità della pianificazione/progettazione della sicurezza;
- interventi rivolti alla committenza e alle imprese per la riduzione del ricorso al lavoro irregolare;
- assistenza verso i coordinatori per la sicurezza e al “sistema imprese” per aumentare la professionalità degli attori
privati della sicurezza in cantiere, con iniziative di informa-
18
OBIETTIVO
zione e formazione;
- diffusione delle conoscenze finalizzate alla crescita complessiva della cultura della sicurezza; a tale fine sono anche a disposizione siti Web regionali
- sinergia con le Scuole Edili per la formazione dei lavoratori alla sicurezza e coinvolgimento della Scuola e dell’Università per dare contenuto al ruolo dei Coordinatori per la
Sicurezza;
- miglioramento della qualità degli interventi di vigilanza e
controllo, anche attraverso il coordinamento tra i diversi
Enti di Vigilanza; su questo fronte le Regioni hanno avviato una azione per inibire l’attività nei cantieri che risultano
sotto “il minimo etico di sicurezza”.
VIGILANZA PER OBIETTIVI
Esperienza in corso dello Spisal dell’Ulss 22
Gli Spisal hanno maturato un grande esperienza di vigilanza e prevenzione nei cantieri edili, dei quali si occupano come attività predominante fin dalle origini. Purtuttavia
i risultati di miglioramento della sicurezza indotto in edilizia,
sicuramente presente, non appare proporzionale al grande
impiego di energie profuso. Per tale motivo si è ritenuto di
affiancare alla tradizionale attività ispettiva e di assistenza,
un programma innovativo che utilizza ampiamente le potenzialità professionali degli operatori SPISAL e delle altre figure
coinvolte nel cantiere, in primo luogo i Coordinatori per la
sicurezza. Poiché la normativa di derivazione europea ha
offerto al settore una grande opportunità, prevedendo che
nei cantieri a rischio vi sia la presenza di un professionista
esperto in sicurezza, pagato dal committente per coordinare
i lavori di cantiere al solo scopo di prevenire gli infortuni, è
stato organizzato un percorso che punta a dar forza al ruolo
di tale figure e a migliorarne l’apporto professionale. Dopo
una prima fase in cui sono state approfondite le conoscenze
delle problematiche concrete e quotidiane dei coordinatori,
è stato discusso, condiviso e formalizzato un programma di
intervento.
Dal 2006 sono stati fissati, tra gli altri, i seguenti obiettivi:
- blocco dei cantieri riscontrati sotto il minimo etico di sicurezza;
- vigilanza e assistenza per tutti i cantieri che prevedono la
posa di solai.
Programma di intervento
Si è lavorato innanzitutto sulle notifiche preliminari, che obbligatoriamente ogni committente invia allo Spisal prima di
iniziare i lavori (circa 2000/
anno).
Quelle
che
riportano
dati indicativi di
cantieri che prevedono una fase
di posa di solai,
vengono selezionate poiché
costituiranno l’oggetto dell’intervento: la proiezione indica
che nel corso dell’anno saranno 500 circa. Viene inviata una
lettera standard ad ogni Committente delle notifiche selezionate nella quale lo si informa dei suoi obblighi, del fatto che la
posa dei solai dovrà essere realizzata in sicurezza secondo
procedure che, inserite dal coordinatore nel Piano di sicurezza, faranno parte integrante del contratto con l’impresa,
che lo Spisal è disponibile a fornire ogni tipo di assistenza
ma che effettuerà una rigida vigilanza. In caso di cantieri che
dall’esterno appaiono sotto il minimo etico di sicurezza, anche non notificati, si procede al sequestro – in caso di gravi
irregolarità verso le cadute dall’alto o il seppellimento si procede all’ispezione. Negli altri casi si interviene solo sulle operazioni di posa dei solai, contattando il coordinatore nel caso
il cantiere non sia operativo. Si conta in questo modo, di
poter assicurare con un controllo diretto, dall’esterno o con
ispezione, integrato con un controllo indiretto ma di qualità
tramite il coordinatore, del 100% dei cantieri selezionati. A
supporto dell’azione di ricognizione dei cantieri è stato avviato un sistema di monitoraggio informatizzato che utilizza
tecnologie dei sistemi informativi territoriali (GIS).
Sensibilizzazione della
committenza pubblica e
privata
Formazione dei lavoratori
alla sicurezza
Miglioramento
qualità interventi, vigilanza
e controllo
Blocco cantieri sotto
il “minimo etico
di sicurezza”
Crescita complessiva della
cultura della sicurezza
IGIENE PUBBLICA
MALANNI D’INVERNO
arriva l’Australiana
W
isconsin, Cinese o Australiana, sempre di
influenza si parla; e come tale non deve essere presa sottogamba specialmente per le
persone a rischio: anziani, bambini, ragazzi e adulti
affetti da amlattie dell’apparato respiratorio, ecc....Gli
italiani però, nonostante i vari moniti, su tutti quello
più autoritario proveniente direttamente dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), snobbano l’influenza. A vaccinarsi contro il virus dell’inverno è solo
un connazionale su 4, e il 66% non si è mai sottoposto all’iniezione preventiva. E’ quanto è emerso da
alcuni dati diffusi giorni fa a Vilamoura, in Portogallo,
durante la Terza conferenza europea sull’influenza. Se
focalizziamo l’obiettivo sull’Ulss 22 registriamo che
nellla stagione 2007-2008 il livello di copertura contro
l’influenza nella popolazione al di sopra dei 64 anni
di età ha fatto registrare un decremento percentuale
rispetto alla stagione precedente (66,9% vs 70,3% =
- 3,4%). Tale dato è ancor più accentuato rispetto a
quanto registrato a livello regionale, dove il decremento
è stato del 1,2%. La raccomandazione del Servizio di
Igene Pubblica e dei medici
di Medicina Generale è quindi quella di provvedere per
tempo, specilamente per le
categorie dei soggetti a rischio ai quali il vaccino antinfluenza verrà offerto gratuitamente. La vaccinazione
antinfluenzale per le categorie a rischio è affidata, come
di consueto, ai MMG a cui
ciascun paziente potrà rivolgersi a partire da lunedi 3
novembre. Inoltre, sarà possibile eseguire la vaccinazione presso le sedi vaccinali dal Distretto Socio Sanitario. (R.G.)
Sedi vaccinali
BUSSOLENGO
MARTEDÌ
MERCOLEDÌ
dal 18.11.08
dal 19.11.08
08:30 - 12:00
08:30 - 12:30
BARDOLINO
GIOVEDÌ
dal 20.11.08
08:30 - 12:30
MALCESINE
LUNEDÌ
dal 17.11.08
08:30 - 10:00
PESCHIERA
MARTEDÌ
dal 18.11.08
08:30 - 12:30
LUNEDÌ
dal 17.11.08
08:30 - 10:00
LUGAGNANO
VENERDÌ
dal 21.11.08
11:00 - 12:00
DOMEGLIARA
GIOVEDÌ
GIOVEDÌ
dal 20.11.08
dal 27.11.08
10:30 - 11:30
10:30 - 11:30
NEGRAR
MARTEDÌ
MARTEDÌ
dal 18.11.08
dal 25.11.08
11:00 - 12:00
11:00 - 12:00
CAPRINO V.SE
LUNEDÌ
LUNEDÌ
dal 17.11.08
dal 24.11.08
11:00 - 12:00
11:00 - 12:00
VILLAFRANCA
MARTEDÌ
GIOVEDÌ
dal 18.11.08
dal 20.11.08
13:30 - 14:30
11:00 - 13:30
LUNEDÌ
MERCOLEDÌ
dal 17.11.08
dal 19.11.08
10:30 - 12:30
11:30 - 12:30
SOMMACAMPAGNA
ISOLA D/S
Inoltre, presso le sedi di Villafranca, Valeggio s/M ed Isla d/S, i bambini appartenenti alle categorie a
rischio, con certificato attestante il rischio di cui allla Circolare Ministeriale, potranno essere vaccinati,
previa prenotazione telefonica a partire dal 27.10.2008, chiamando i seguenti numeri:
- dalle 12:00 alle 13:00 dal lunedi al venerdi al numero 045 6338411 per le sedi vaccinali di Villafranca
e valeggio s/M;
- dalle 8:00 alle 13:00 dal lunedi al venerdi al numero 045 6648449 per la sede vaccinale di Isola
della Scala;
20 OBIETTIVO
14:00 - 16:30
UROLOGIA
LAPAROSCOPIA:
passi da
Trocar prostatectomia laparoscopica
gigante
A Isola della Scala
il centro di riferimento per medici e pazienti
L
a chirurgia laparoscopica, uno dei fiori all’occhiello dell’Urologia dell’Ulss 22 diretta dal Dottor Giuseppe Pecoraro, compie un ulteriore
passo in avanti. E’ lo stesso primario, più che soddisfatto, com’è naturale che sia, a parlarcene in anteprima: “Il nostro reparto è diventato un centro di riferimento non solo per i tanti pazienti che vi affluiscono, ma
anche per i numerosi urologi provenienti da più parti
d’Italia che vogliono apprendere tali tecniche”. “Grazie
alla laparoscopia” -aggiunge il Dottor Pecoraro”- “si
asportano reni malati o prostate o si correggono malformazioni per mezzo di piccoli fori, che non solo non
creano cicatrici deturpanti ma garantiscono ai pazienti
meno dolore, meno perdite di sangue, più facile ripresa anche dell’attività lavorativa, oltre a una maggiore
sensazione di integrità fisica”. “L’ulteriore salto di qualità” –puntualizza il direttore- “è stato reso possibile
anche grazie al trasferimento dall’ospedale di Varese
all’Urologia della nostra Asl del Dottor Michele Amenta considerato uno dei migliori laparoscopisti che vi
siano in Italia. Di questo ringrazio pubblicamente il Direttore Generale che ha reso possibile questo trasferimento che per noi è stato, usando un termine calcistico, un grande acquisto”. Un passaggio che trova in
perfetta sintonia il nuovo medico nella consapevolezza che nel nosocomio scaligero di Isola possa trovare
motivazioni e stimoli giusti per portare avanti una tecnica operatoria di eccellenza. Sentiamo le sue prime
impressioni: “Sono contento e motivato di essere qui
a lavorare con il Dottor Pecoraro; entrambi crediamo
nella laparoscopia e nella voglia di migliorarne di continuo la tecnica, ovviamente per il bene esclusivo del
paziente”. E fa pure il modesto. “Il Dottor Amenta”
–illustra il primario- “riesce ad asportare una prostaIl Dott. Pecoraro con medici indiani
ta per tumore in
un’ora e mezzo
senza perdite di
sangue, conservando i nervi deputati all’erezione
e adottando metodiche particolari per garantire
la
continenza
Il Dottor Michele Amenta
urinaria”. Questo
spiega
perché
sempre più urologi frequentano il reparto di Isola della Scala. “E’ naturale che per me, ciò, sia motivo di
grande soddisfazione” –termina il Primario- “ma lo è
soprattutto in considerazione del fatto che sono in
grado di garantire ai pazienti interventi che solo pochi
centri Italiani e anche Europei possono offrire”. (R.G.)
LE ATTIVITÀ IN PILLOLE
- Servizio di Uro-Ginecologia:
ambulatorio a Isola e Villafranca ogni giovedì
prenotazioni attraverso il CUP (Tel.0456338181).
- Servizio di Andrologia:
ambulatorio di Isola e Villafranca ogni giovedì
prenotazioni attraverso il CUP (Tel.0456338181).
- Centro per lo studio e Terapia della calcolosi urinaria
recidivante - ambulatorio a Villafranca ogni martedì
prenotazioni attraverso il CUP (Tel.0456338181).
- Ecocolor Doppler dei genitali maschili
ambulatorio di Isola ella Scalaprenotazione presso la
caposala Sig.ra Melotto Chiara (Tel. 0456648522).
- Servizio di Terapia Riabilitativa del pavimento pelvico
per il trattamento dell’incontinenza urinaria
a Isola della Scala e Bussolengo
(Tel. 0456648589 e 045 6712642).
OBIETTIVO
21
PSICHIATRIA
L’esordio psicotico:
l’approccio terapeutico integrato
I
l convegno di Bardolino, organizzato il 2 Ottotia ma anche al
bre scorso dal Dipartimento di Salute Mentale
contesto fami- Da sx: il dott. N. Stylianos e il dott. G. Bertolazzi
dell’Ulss 22 diretto dal Dott. Gerardo Bertolazzi
liare e ambiene dal PSI.VE presieduto dal dott. Gerardo Favarettale in cui essa
to, ha visto la presenza di un relatore d’eccezione:
si esprime. “E’
il Dottor Juan Luis Linares, Direttore della Scuoimportante, perla di Psicoterapia, Dipartimento di Salute Mentatanto, in primo
le, Ospedale Sant Pau Università di Barcellona.
luogo facilitare
Lo scopo del convegno è stato quello di stimolal’accesso
dei
re un approfondimento sulle modalità terapeutiche
pazienti al serpiù idonee per la cura degli esordi psicotici, che
vizio psichiatrirappresentano una fase particolarmente critica,
co mediante la stretta collaborazione con i medici
che può influenzare in modo significativo l’esito a
di Medicina Generale e gli altri servizi territoriali”
lungo termine di un disturbo o malattia psichiatrica.
- hanno puntualizzato i relatori - “ed in secondo
Per questo motivo negli ultimi anni è sorto su queluogo avviare fin dall’inizio un idoneo trattamento
sto tema un crescente
farmacologico associato ad un intervento di teraIl Dott. Juan Luis Linares
interesse, focalizzato
pia familiare”. Di fronte alla crisi, che rappresenta la
sulla tempestiva idenrisposta acuta del paziente alla rottura di un equilitificazione dei pazienti
brio precedente, sia il paziente stesso che i familiari
affetti da psicosi e su
vanno infatti aiutati a gestire ed elaborare tale crisi
Mettersi
insiemeinèmodo
un inizio,
un modello
di intervenadeguato e costruttivo. In tal senso è starimanere insieme un progresso…
to multi-disciplinare
che
ta motivata
la presenza del Fiduciario FIMMG per
lavorare insieme
un
successo.
Henry Ford
consenta una presa in
l’Asl 22, Dottor Guglielmo Frapporti, che ha modecarico da più punti di
rato, a sera inoltrata, un incontro-dibattito a cui ha
vista. Attenzione, non
partecipato il Dottor Linares e i medici di Medicina
solo agli aspetti sintoGenerale per fornire maggiori elementi atti a riconomatologici della malatscere tempestivamente Mettersi
l’esordio
psicotico.
insieme
è un inizio,(R.G.)
rimanere insieme un progresso…
lavorare insieme un successo.
Henry Ford
Mettersi insieme è un inizio,
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