“ Documento di Valutazione
del rischio fisico, chimico,
biologico e da stress”
Rischi fisici e chimici
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• Dalle norme tecniche:
PERICOLO
“fonte di potenziale danno”
ESPOSIZIONE AL PERICOLO
“situazione in cui il pericolo diventa concreto,
cioè situazione in cui una persona è esposta al
pericolo”
DANNO
” lesione fisica alla persona come conseguenza
diretta o indiretta di esposizione al pericolo”
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RISCHIO (dimensione del)
“Combinazione della probabilità di un evento
dannoso e della entità delle sue conseguenze”
(UNI 11230)
“Probabilita' di raggiungimento del livello
potenziale di danno nelle condizioni di impiego o
di esposizione ad un determinato fattore o agente
oppure alla loro combinazione” (D. Lgs. 9 aprile
2008 , n. 81)
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Esposizione
Fonte di pericolo
Persona
Incidente
Danno
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R= f ( P,M)
R= P X M
P probabilità
M magnitudo
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LA STIMA DEL RISCHIO
La stima è finalizzata alla attribuzione dei
valori alla dimensione del rischio”
La stima qualitativa dell’entità del rischio è concettualmente basata:
 sulla valutazione di due elementi:
- probabilità del verificarsi di un evento dannoso;
- magnitudo delle conseguenze (entità del danno)
 sul “giudizio esperto” legato a:
- grado di conoscenza
- qualità delle informazioni
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Esempio di
qualitative:
definizione
PROBABILITÀ
 Bassissima
 Medio-bassa
 Medio- alta
 Elevata
di
scale
di
valutazione
MAGNITUDO
 Trascurabile
 Modesta
 Notevole
 Ingente
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PROBABILITÀ
1 Bassissima
L’evento dannoso è improbabile. La sua manifestazione è legata al contemporaneo verificarsi
di più eventi indipendenti e poco probabili
L'evento non si è mai presentato durante l'attività produttiva
2 Medio - bassa
L’evento dannoso è poco probabile ma possibile. E’ legato al contemporaneo verificarsi di più
eventi non necessariamente indipendenti e di probabilità non trascurabile
L'evento si è presentato raramente durante l'attività produttiva
3
Medio - alta
L’evento dannoso è probabile. Tipicamente legato a funzionamenti anomali delle macchine e
degli impianti, non rispetto delle procedure di lavoro, non utilizzo dei mezzi di prevenzione e
protezione.
L'evento si è presentato con una certa frequenza durante l'attività produttiva
4 Elevata
L’evento dannoso è altamente probabile. Con le stesse caratteristiche precedenti, tende a
verificarsi diverse volte
L'evento si presenta molto frequentemente nell'attività produttiva.
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MAGNITUDO
1 Trascurabile
“Il danno è rapidamente reversibile e di scarsa entità. Non comporta
l’abbandono del posto di lavoro”
2 Modesta
“Il danno comporta una parziale limitazione funzionale reversibile in
pochi giorni con completo ripristino della capacità lavorativa”
3 Notevole
“Il danno comporta una limitazione funzionale reversibile solo dopo un
certo tempo con eventuale riduzione della capacità lavorativa”.
4 Ingente
“Il danno è irreversibile e comporta una notevole e permanente riduzione
della capacità lavorativa, o l’inabilità, o la morte”
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Matrice del rischio
P
4
4
8
12
16
3
3
6
9
12
2
2
4
6
8
1
1
2
3
4
1
2
3
4
M
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Sulla base dei dati ottenuti dalle ricerche effettuate dal CPT di Torino è stato elaborato
un “indice di attenzione” scalato da 0 a 5 al fine di ordinare i rischi
più rilevanti sia sotto il punto di vista della probabilità che si verifichi un danno sia
sotto quello della gravità del possibile danno, il cui significato è il seguente:
0. inesistente
1. basso
2. significativo
3. medio
4. rilevante
5. alto
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Tabella di valutazione dei rischi
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Il RISCHIO DA RUMORE
NEGLI AMBIENTI DI LAVORO
D. L.vo 81\2008 Titolo VIII Capo II
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16000
14.596
1500
14000
UOMINI (34.961)
12000
DONNE (803)
TOTALE 35.764 CASI
DONNE
1000
8000
6.514
6000
3.988
3.418
4000
44
2000
828
18
695
187
1
1.332
4
34
224
500
345
1.637
63
56
1.030
699
5
46
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de
fin
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no
n
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PO
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CH
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RO
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LI
M
EN
TA
VI
SE
R
IM
IC
A
0
ZI
0
AG
UOMINI
10000
Parametri descrittivi del rischio
LEX, 8h: livello di esposizione giornaliera al
rumore . Qualora l’esposizione giornaliera
vari significativamente, può essere
sostituito dal livello di esposizione
settimanale (edilizia)
Ppeak
: pressione acustica di picco (riguarda la
presenza di rumori impulsivi, ovvero di
breve durata, ma di forte intensità)
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Valori inferiori che fanno scattare l’azione:
LEX, 8h = 80 dB(A) Ppeak = 135 dB(C)
Valori superiori che fanno scattare l’azione
LEX, 8h = 85 dB(A) Ppeak = 137 dB(C)
Valori limite di esposizione
LEX, 8h = 87 dB(A) Ppeak = 140 dB(C)
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• Le curve di ponderazione
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Quale metodo per la misura dell’esposizione tenendo conto dell’attenuazione dei DPI?
Riferimento Tecnico
Norma UNI EN ISO 4869-2:1998 – Propone tre possibili metodi di misura:
-Metodo OBM
-Metodo HLM
-Metodo SNR (consigliato)
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Il RISCHIO DA VIBRAZIONI NEGLI
AMBIENTI DI LAVORO
Valutazione del rischio in relazione alla normativa
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Gli effetti delle vibrazioni sull'uomo
permettono di dividere questa categoria
di rischio in due parti:
1) Vibrazioni al sistema mano-braccio
2) Vibrazioni al corpo intero
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MALATTIE PROFESSIONALI CORRELATE
Vibrazioni del Sistema Mano-Braccio:
Sindrome da Vibrazioni Mano-Braccio
(disturbi vascolari, osteoarticolari, neurologici o muscolari)
Vibrazioni trasmesse al corpo intero:
lombalgie e traumi del rachide
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Esempi di sorgenti di rischio di esposizione a
vibrazioni del sistema mano-braccio
Tipologia di utensile
Principali lavorazioni
Martelli perforatori
Edilizia, lavorazioni lapidei
Trapani a percussione
Metalmeccanica
Seghe circolari e seghetti alternativi
Metalmeccanica, lapidei, legno
Motoseghe
Lavorazioni agricolo-forestali
Tagliaerba
Manutenzione aree verdi
Manubri di motociclette
Trasporti, ecc..
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Esempi di sorgenti di rischio di esposizione a
vibrazioni del corpo intero
Macchinario
Principali settori d’impiego
Ruspe, pale meccaniche, escavatori
Edilizia, lapidei, agricoltura
Trattori, mietitrebbiatrici
Agricoltura
Camion, autobus
Trasporti, servizi spedizione
Elicotteri
Protezione civile, Pubblica sicurezza,..
Autoambulanze
Sanità
Motociclette, ciclomotori
Pubblica sicurezza, servizi postali, …
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IDENTIFICAZIONE E
VALUTAZIONE DEI RISCHI
La valutazione dei rischi può essere effettuata:
senza misurazioni
con misurazioni
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GRANDEZZA FISICA USATA PER DESCRIVERE IL
RISCHIO DA VIBRAZIONI
accelerazione equivalente ponderata in frequenza
(espressa in m/s2 , sulle 8 ore di lavoro),
in simboli A(8).
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LIVELLI DI AZIONE GIORNALIERI E VALORI LIMITE
Vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio
Livello d'azione giornaliero di
esposizione
A(8) = 2,5 m/s2
Valore limite giornaliero di
esposizione
A(8) = 5 m/s2
Vibrazioni trasmesse al corpo intero
Livello d'azione giornaliero di
esposizione
A(8) = 0,5 m/s2
Valore limite giornaliero di
esposizione
A(8) = 1,15 m/s2
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Rischio da radiazioni ionizzanti
Radon
•Attività di scavo
•Attività in sottosuolo
•Attività in superficie in prossimità di fratture
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Radon


210
81Tl
214
83 Bi

214
82 Pb


210
82 Pb

214
84 Pb
218
86 Rn

218
84 Po
222
86 Rn

218
85 At


crepa
sottosuolo

238
92 U

234
90 Th


234
91 Pa
234
92U


230
90 Th

226
88 Ra
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
222
86 Rn
Concentrazione Radon
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IL RISCHIO DA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
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Inail Contarp Campania Dott. Rossella Continisio
Inail Contarp Campania Dott. Rossella Continisio
Inail Contarp Campania Dott. Rossella Continisio
Inail Contarp Campania Dott. Rossella Continisio
Inail Contarp Campania Dott. Rossella Continisio
Inail Contarp Campania Dott. Rossella Continisio
Inail Contarp Campania Dott. Rossella Continisio
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LI = IR
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RISCHIO CHIMICO
CANCEROGENO E
MUTAGENO
RISCHIO AMIANTO
D. L.vo 81\2008 Titolo IX
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Definizioni
SOSTANZE
Elementi chimici e loro composti, sia allo stato naturale che
ottenuti mediante lavorazione, compresi gli additivi necessari
per mantenere la stabilità dei prodotti, le impurezze derivanti dal
procedimento impiegato, ma esclusi i solventi che possono
essere eliminati senza incidere sulla stabilità delle sostanze e
senza modificare la loro composizione
PREPARATI
Le miscele o le soluzioni costituite da due o più sostanze
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Identificazione delle sostanze chimiche
 Nomenclatura IUPAC (International Union of Pure and Applied Chemistry)
 Nome comune e/o commerciale
 Numero CAS (Chemical Abstract Service)
 tre gruppi di numeri
 Numero CEE
 sequenza xxx.xxx.x
 desunto dall’EINECS “European Inventory of Existing Commercial
Substances” (al 18 settembre 1981)
 desunto dall’ELINCS “European List of Notified Chemical Substances”,
“nuove”, cioè notificate dopo il 18 settembre 1981
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Sostanze e preparati
D.Lgs 52/1997
D.Lgs 65/2003
 Pericolosi
Normativa su etichettatura
e schede tecniche di sicurezza
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In base alle caratteristiche di pericolosità, le categorie di pericolo sono
state così classificate:
Esplosivo: E
Comburente: O
F+
Estremamente infiammabile:
O
Facilmente infiammabile: F
Infiammabile: R10
Altamente tossico: T+
Tossico: T
Nocivo: Xn
Corrosivo: C
Irritante: Xi
Sensibilizzante: R 42 e/o R 43
Cancerogeno: Carc. Cat
Mutageno: Muta. Cat
Tossico per il ciclo riproduttivo: Repr. Cat
Pericoloso per l’ambiente: N o/e R52, R53, R59
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Categoria di
sostanza
cancerogena
Definizione
Simbolo e specifica
frase di rischio
Categoria 1
Sostanze note per gli effetti cancerogeni sull’uomo. Esistono
prove sufficienti per stabilire un nesso causale tra l’esposizione
umana ad una sostanza e lo sviluppo di tumori
T; R45: Può provocare il cancro
Per le sostanze ed i preparati che presentino un
rischio cancerogeno soltanto per inalazione, ad
esempio sotto forma di polveri, vapori o fumi:
T; R49: Può provocare il cancro per inalazione.
Categoria 2
Sostanze che dovrebbero considerarsi cancerogene per l’uomo.
Esistono elementi sufficienti per ritenere verosimile che
l’esposizione umana ad una simile sostanza possa provocare lo
sviluppo di tumori, in generale sulla base di:
-adeguati studi a lungo termine effettuati su animali,
-altre informazioni specifiche.
T; R45 Può provocare il cancro
Per le sostanze ed i preparati che presentino un
rischio cancerogeno soltanto per inalazione, ad
esempio sotto forma di polveri, vapori o fumi:
T; R49: Può provocare il cancro per inalazione.
Categoria 3
Sostanze da considerare con sospetto per i possibili effetti
cancerogeni sull’uomo, per le quali tuttavia le informazioni
disponibili non sono sufficienti per procedere ad una
valutazione soddisfacente. Esistono alcune prove ottenute
mediante adeguati studi sugli animali che non bastano tuttavia
per classificare la sostanza nella categoria 2
Xn; R40: Possibilità di effetti cancerogeni-prove
insufficienti
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Categoria di
sostanza
mutagena
Definizione
Simbolo e specifica frase di
rischio
Categoria 1
Sostanze di cui si conoscono gli effetti mutageni sull’uomo.
Esistono prove sufficienti per stabilire un nesso causale tra
l’esposizione dell’uomo ad una sostanza e alterazioni genetiche
ereditarie
T; R46: Può provocare alterazioni
genetiche ereditarie.
Categoria 2
Sostanze che dovrebbero considerarsi mutagene per l’uomo.
Esistono prove sufficienti per ritenere verosimile che
l’esposizione dell’uomo alla sostanza possa provocare lo
sviluppo di alterazioni genetiche ereditarie, in genere sulla base
di:
-adeguati studi su animali,
-altre informazioni rilevanti.
T; R46: Può provocare alterazioni
genetiche ereditarie.
Categoria 3
Sostanze da considerare con sospetto per i loro possibili effetti
mutageni. Esistono prove fornite da studi specifici sugli effetti
mutageni, che tuttavia non sono sufficienti per classificare la
sostanza nella categoria 2
Xn; R68: Possibilità di effetti
irreversibili.
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Classificazione, etichettatura ed
imballaggio dei preparati e delle
sostanze pericolose
E
Esplosivo
O
Comburente
F+
Altamente
Infiammabile
Xn
Nocivo
Xi
Irritante
R42
R43
T
Sensibilizzante
Xn
F
C
Facilmente
Infiammabile
Corrosivo
T+
T
Altamente
Tossico
Tossico
N
Mutageni
Cancerogeni
Repr.
Mutageni
Cancerogeni
Repr.
Pericoloso per
l’ambiente
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cat.1e2
cat.3
Frasi di rischio
indicano la natura dei rischi e sono rappresentate da una serie di
cifre precedute dalla lettera
R …..
Consigli di prudenza
indicano le precauzioni di sicurezza da adottare e sono
rappresentate da una serie di cifre precedute dalla lettera
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S…
Esempio di etichetta: informazioni obbligatorie
Nome
AMMONIACA ANIDRA
Frasi
indicanti
rischi
specifici
T - Tossico
Simboli e
indicazioni di
pericolo
NATURA DEI RISCHI:
R10 - Infiammabile
R23 - Tossico per inalazione
CONSIGLI DI PRUDENZA:
S7/9 - Tenere il recipiente ben chiuso e in luogo ben ventilato
S16 - Conservare lontano da fiamme o scintille - Non fumare
Frasi
indicanti
consigli di
prudenza
S38 - In caso di ventilazione insufficiente, usare un apparecchio
respiratorio adatto
NUMERO CAS: 7664-41-7
Responsabile
immissione sul
mercato
NUMERO CEE: 007-001-005
DITTA:…………………………………………………………………………...
INDIRIZZO:…………………………………………………………………….
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Numero CE o
quantità
nominale
contenuto
Scheda di sicurezza
Per ogni sostanza o preparato pericolosi, immessi sul mercato,
il fabbricante, l'importatore o il distributore deve fornire
gratuitamente al destinatario che è l’utilizzatore professionale
della sostanza o del preparato, su supporto cartaceo o
magnetico, una scheda informativa di sicurezza in occasione o
anteriormente alla prima fornitura.
La scheda di sicurezza è obbligatoria ai sensi del Decreto del
Ministero della Sanità del 4-04-1997, emanato in attuazione del
D.Lgs. n. 52 del 3/02/1997.
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REGOLAMENTO n° 1907/2006
del Parlamento europeo e del Consiglio
del 18 dicembre 2006
(GUUE L396 del 30/12/06)
la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la
restrizione delle sostanze chimiche
(REACH)
Art. 31 Prescrizioni relative alle schede di dati di sicurezza
Allegato II Guida alla compilazione delle schede di dati di sicurezza
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Scheda di sicurezza
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
Identificazione della sostanza/preparato e della società/impresa
Identificazione dei pericoli
Composizione/informazione sugli ingredienti
Interventi di primo soccorso
Misure antincendio
Provvedimenti in caso di dispersione accidentale
Manipolazione ed immagazzinamento
Protezione personale/controllo dell'esposizione
Proprietà fisiche e chimiche
Stabilità e reattività
Informazioni tossicologiche
Informazioni ecologiche
Osservazioni sullo smaltimento
Informazioni sul trasporto
Informazioni sulla normativa
Altre informazioni
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Rischio Chimico
Datore
Lavoro
• le loro proprietà pericolose;
• le informazioni sulla salute e sicurezza
comunicate dal responsabile dell’immissione sul
mercato tramite la relativa scheda di sicurezza;
Determina, preliminarmente,
la eventuale presenza
di agenti chimici
pericolosi
• il livello, il tipo e la durata dell’esposizione;
• le circostanze in cui viene svolto il lavoro in
presenza degli agenti chimici, compresa la
quantità;
• i valori limite di esposizione professionale o i
valori limite biologici;
Valuta anche i rischi
per la sicurezza e la salute dei
lavoratori prendendo in
considerazione
• gli effetti delle misure preventive e protettive
adottate;
•se disponibili, le conclusioni tratte da eventuali
azioni di sorveglianza sanitaria già intraprese.
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Modello applicativo proposto
dalla Regione Piemonte per la valutazione
del Rischio Chimico
− la gravità (o qualità negativa) intrinseca potenziale dell’agente chimico
− la durata dell’effettiva esposizione all’agente chimico
− l’esposizione (livello di), sia qualitativa sia quantitativa
La classe di gravità è riferita alle frasi di rischio presenti sull’etichetta del prodotto
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Il risultato del prodotto dei tre fattori individuati fornisce la classe di rischio
Nel caso in cui il rischio non risulti basso si dovrà procedere ad ulteriori valutazioni
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comitatoparitetico.it
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Rischio cancerogeno e mutageno
Sostituzione dell’agente di rischio
Valutazione del rischio
•Silice libera cristallina
•Polveri di legno duro
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Amianto
Nei casi di esposizioni sporadiche e di debole intensità non è fatto obbligo di:
•notificare il piano di lavoro all’organo di vigilanza
• sottoporre i lavoratori a sorveglianza sanitaria
•Istituire il registro degli esposti
Vi è in ogni caso l’obbligo di:
•applicare tutte le misure di prevenzione e protezione al fine di esporre i lavoratori alle
concentrazioni minime possibili e mai superiori al valore limite di 0,1 ff/cmc
•Ridurre al miniomo il numero dei lavoratori esposti
•Fornire e obbligare i lavoratori all’uso di idonei DPI
•Installare un idoneo cantiere delimitato e fornito di adeguati impaniti sanitari
•Effettuare campionamenti dell’aria per verificare il non superamento del valore limite
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AGENTI
MATERIALI
STRUTTURE
FATTORI
ERGONOMICI
MICROCLIMA
AGENTI FISICI
MACCHINE
AGENTI CHIMICI
IMPIANTI
ILLUMINAZIONE
RUMORE DIST .
AGENTI BIOLOGICI
CONOSCENZA
INQUINANTI
FORMAZIONE
RESPONSABILITA’
COINVOLGIMENTO
FATTORI
COMPORTAMENTALI
RISCHIO
METODI
PROCEDURE
FATTORI
ORGANIZZATIVI
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