Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia
Medicina del Lavoro – V° anno
RUMORE, VIBRAZIONI,
MICROCLIMA E VIDEOTERMINALI
Prof. G.B. Bartolucci
SUONO: oscillazione di compressione e
rarefazione generata da un corpo solido vibrante
che si trasmette in un mezzo elastico come
l’aria.
RUMORE: suono che appare sgradevole
all’orecchio umano per la combinazione non
armonica delle varie frequenze presenti.
PARAMETRI FISICI
• Frequenza (f): numero di oscillazioni di un’onda
in un secondo e si misura in Hertz (1 Hz = 1
vibrazione/sec); è responsabile della tonalità del
suono (acuto o grave);
• Periodo (T): tempo in cui l’oscillazione avviene
completamente;
• Lunghezza d’onda (): intervallo tra due punte
massime di due onde successive; all’   f;
• Intensità sonora: ampiezza dell’oscillazione
(suono forte o debole) che determina l’energia
dell’onda sonora e si misura in decibel (dB).
ORECCHIO UMANO
• sensibilità compresa tra 20 e 20.000 Hz;
• soglia minima di udibilità del suono, variabile a
seconda della f  sensibilità diversa a seconda
delle frequenze; migliore alle alte frequenze
(suoni acuti) rispetto alle basse frequenze (suoni
gravi);
• variazioni aritmetiche dello stimolo non
producono
equivalenti
variazioni
nella
sensazione, che è invece in relazione con il
logaritmo dello stimolo sonoro.
• Per avere misure fisiche in relazione alla sensazione
sonora è stata introdotta la grandezza decibel (dB)
legata al livello di soglia dell’orecchio umano da una
relazione logaritmica:
dB = 10 Log P/P0
dove P: pressione misurata
P0: pressione di riferimento a 1000 Hz
• Un raddoppio dell’intensità sonora (ottenuta ad es.
aggiungendo in una stanza una seconda macchina
identica ad una prima con la stessa rumorosità)
comporta un aumento di 3 dB (es 80 dB + 80 dB=
83 dB)
MISURA DEL RUMORE IN AMBIENTE DI LAVORO
• La misurazione viene fatta in dB(A), che esprime il reale livello di
rumore percepito dall’orecchio umano e che è in grado di determinare
disturbo e/o danno;
• In ambiente possiamo avere vari tipi di rumore:
- rumore continuo, cioè stabile di livello con variazioni non
superiori a ± 5 dB in 0.5 secondi;
- rumore impulsivo, caratterizzato da rapida variazione di livello
superiore a 40 dB in 0.5 secondi;
- rumore intermittente o fluttuante, il cui livello varia molto anche
se lentamente nel tempo;
• La misura viene eseguita con fonometri integratori che misurano il
rumore in livello equivalente, che rappresenta il livello in dB(A) di
un rumore stabile e continuo che abbia lo stesso contenuto energetico
dei rumori di varia intensità e caratteristiche che si verificano nel
tempo di misura.
VALUTAZIONE DEL RISCHIO IN
AMBIENTE DI LAVORO
– D.Lgs 195/06
• il datore di lavoro deve valutare l’esposizione
professionale quotidiana personale di ogni
singolo lavoratore  al calcolo di tale
parametro si può pervenire attraverso la misura
della rumorosità delle macchine e attrezzature
presenti in azienda rapportate poi al tempo di
permanenza del lavoratore sul posto di lavoro;
• i parametri da valutare sono il livello
equivalente in dB(A) ed il livello di picco in
dB(C);
• i provvedimenti preventivi vengono poi
differenziati per classi di esposizione.
– Lep,d  80 dB(A) e Peak  135 dB(C): nessun obbligo
– 80 < Lep,d  85 dB(A) e 135 < Peak  137 dB(C)
» valutazione rischio (rilievi livelli esposizione)
» informazione e formazione ai lavoratori
» fornitura di dispositivi di protezione auricolari
» controllo sanitario su richiesta del lavoratore o se ritenuto
opportuno dal medico competente
– 85 < Lep,d  87 dB(A) e 137 < Peak  140 dB(C)
» Programma di bonifica ambientale
» obbligo all’uso dei dispositivi di protezione auricolari
» controllo sanitario obbligatorio
– Lep,d > 87 dB(A) e Peak > 140 dB(C)*
» non possono essere superati in nessun caso e fanno scattare
l’obbligo di misure immediate
* a dispositivi di protezione auricolari indossati
Frequenza di superamento dei valori di 85, 90 e 100
dB(A) in varie mansioni di diversi settori industriali
SETTORI
INDUSTRIALI
METALMECCANICO
LEGNO
TESSILE
CERAMICA
FONDERIA
CEMENTIFICI
VETRO
CALZATURIERO
MAT. PLASTICHE
ANODI
FERTILIZZANTI
FARMACEUTICO
LATTERIZI
MANGIMIFICI
CARTIERE
GRAFICA
ESTRATTIVO
ALIMENTARE
TABACCHIFICIO
No.
Ditte
26
15
13
10
8
6
4
18
9
1
3
4
3
6
3
3
1
8
1
No. %>85 dB(A)
Mis.
X
Range
590
362
275
177
234
99
101
397
152
129
39
60
24
115
82
134
21
292
74
66%
80%
78%
52%
64%
64%
59%
49%
55%
51%
33%
40%
71%
61%
71%
47%
91%
63%
62%
27-100
46-100
24-97
15-86
43-83
0-100
45-90
20-83
18-90
14-38
18-59
46-100
30-83
57-93
59-96
41-100
-
%>90 dB(A)
X
Range
39%
39%
50%
25%
40%
41%
34%
18%
27%
23%
15%
13%
38%
25%
33%
22%
81%
30%
23%
4-88
4-91
0-81
15-86
12-61
0-90
26-71
6-75
9-50
0-15
7-17
8-83
9-63
14-48
10-30
4-86
-
%>100 dB(A)
X
Range
12%
13%
1%
3%
16%
17%
9%
4%
3%
5%
3%
2%
8%
4%
3%
2%
72%
2%
-
0-70
0-91
0-5
0-15
4-31
0-60
0-35
0-25
0-6
0-8
0-5
0-20
0-13
0-4
0-3
0-8
-
EFFETTI SULLA SALUTE
• APPARATO UDITIVO: effetti a seconda
dell’intensità e dell’esposizione professionale.
Un’esposizione prolungata a rumore continuo fino
a 80 dBA per 8 ore al giorno e per molti anni non
provoca nella maggior parte degli esposti alcun
danno a carico dell’apparato uditivo.
EFFETTI UDITIVI
• SPOSTAMENTO
TEMPORANEO
SOGLIA UDITIVA
DELLA
• IPOACUSIA DA TRAUMA ACUSTICO ACUTO
• IPOACUSIA DA TRAUMA ACUSTICO
CRONICO (IPOACUSIA DA RUMORE)
• SPOSTAMENTO
TEMPORANEO
SOGLIA UDITIVA :
DELLA
– innalzamento della soglia uditiva rispetto a quella
di riposo (variabile per suscettibilità individuale)
– per rumore particolarmente intensi
– recupero che inizia al cessare dell’esposizione e si
completa in circa 16 ore
• IPOACUSIA DA TRAUMA ACUSTICO ACUTO
– per rumore di elevata intensità e di breve durata
– lesione monolaterale all’orecchio rivolto verso
l’evento lesivo
– dolore violento, notevole ipoacusia con acufeni,
vertigini (fino alla rottura della membrana
timpanica)
– audiometria: deficit monolaterale
• IPOACUSIA
DA
TRAUMA
CRONICO (RUMORE):
ACUSTICO
– ipoacusia
percettiva,
generalmente
bilaterale e simmetrica, irreversibile
– interessa dapprima i toni acuti (4 kHz) e
poi si estende alle frequenze vicine (3 kHz)
e nei casi più avanzati compromette le
frequenze medio-basse (0.5-2 kHz)
importanti per la udibilità sociale, con in
genere una risalita sugli 8 kHz.
FATTORI CHE DETERMINANO
IL DANNO DA RUMORE
- livello sonoro globale
- spettro sonoro e tipo di rumore
- durata dell’esposizione
- suscettibilità individuale
- interazione con altri fattori nocivi
FATTORI FAVORENTI IL DANNO UDITIVO
- Età
- Fumo
- Patologie dell’orecchio (otiti, otosclerosi, neuriti e
neurinomi del nervo acustico)
- Patologie sistemiche (ipertensione, arteriosclerosi,
diabete, dislipidemie)
- Patologie infettive (morbillo, parotite, rosolia e altre
infezioni virali)
- Patologie traumatiche (traumi cranici e acustici, colpi di
frusta)
- Farmaci (antibiotici, antitumorali, antimalarici, diuretici)
- Ototossici professionali (toluene, stirene, tricloroetilene,
solfuro di carbonio, monossido di carbonio, cianuri,
metilmercurio)
EVOLUZIONE IPOACUSIA DA RUMORE
FREQUENZA DELLE IPOACUSIE PROFESSIONALI IN RAPPORTO
A RUMOROSITA’ AMBIENTAE E DURATA DELL’ESPOSIZIONE
< 5 anni 5-10 anni 10-20 anni > 20 anni
< 85 dB(A)
0%
8.3%
16.7%
50%
85-90 dB(A)
0%
27.8%
58.1%
75%
> 90 dB(A)
4%
39.4%
82.6%
100%
Rendite INAIL per Ipoacusia da rumore in periodi vari
Anno
Totale M.P.
37.593
Ipoacusie da
rumore
16.870
% Ipoacusie su
totale M.P.
44.9%
1978
1981
27.853
13.671
49.1%
1992
17.729
10.586
59.7%
1995
6.409
3.784
60.4%
1997
4.488
2.388
53.2%
1999
3.145
1.523
48.4%
CLINICA (1)
• I stadio: acufeni alla fine del turno di lavoro con
sensazione di orecchio pieno e senso di intontimento.
Durano per 2-3 settimane.
Nessuna modifica audiometrica
• II stadio: solo qualche acufene
audiometria = perdita 30-40 dB sulla frequenza 4 kHz
CLINICA (2)
• III stadio: il lavoratore riferisce di non sentire più il
ticchettio dell’orologio e di aver bisogno di alzare il
volume di radio o TV per comprendere bene le parole
audiometria = perdita 45-60 dB su f 4 kHz
• IV stadio: compare se continuità di esposizione dopo
qualche anno dal 3° stadio.
Il lavoratore prova difficoltà a udire la voce dei
familiari e dei colleghi di lavoro + acufeni e
percezione dei suoni distorta
audiometria = perdita a 4 kHz o 6, ma anche 3, 2 e 8
kHz.
Procedura per la diagnosi
di ipoacusie professionali da rumore
Prima fase:
Identificazione della IDR
* esistenza di una ipoacusia
* determinazione e quantificazione al rischio espositivo
Seconda fase:
Diagnosi audiologica della IDR
* diagnosi di soglia
- precisione ed affidabilità
- esclusione simulazione
* diagnosi eziologica
- correlazione con esposizione
- comparazione con valore atteso
*diagnosi differenziale e multipla
- quantificazione di eventuali cofattori
Terza fase:
Diagnosi medico legale della IDR
*calcolo invalidità
*calcolo e quantificazione cofattori
*calcolo risarcimento
EFFETTI EXTRAUDITIVI DEL RUMORE
RISPOSTA DI ALLARME: per rumore di elevata
intensità e di breve durata . Si esaurisce velocemente.
–  della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa,
vasocostrizione periferica,
–  della frequenza del respiro,
–  della secrezione e della motilità gastrica
– sudorazione cutanea
– dilatazione pupillare,
– effetti neuropsichici: allungamento dei tempi di
reazione con aumentato numero di errori durante il
lavoro, interferenza del rumore con eventuali messaggi
di pericolo.
EFFETTI DISTURBANTI DEL RUMORE
 per esposizioni a rumore negli ambienti di vita
– interferenze
sulla
comunicazione
verbale
apprendimento (lettura, ascolto radio-TV)
e
– interferenza con sonno e riposo
– effetti psicofisiologici sulla salute mentale e sulle
prestazioni
– "ANNOYANCE": disturbo o fastidio cioè sentimento di
scontentezza riferito al rumore che l’individuo sa o
crede che possa agire su di lui in modo negativo
Effetti sul sonno
Soggettivi:
• difficoltà e ritardo nell’addormentamento
• aumento del numero dei risvegli notturni
• risveglio mattutino precoce
• difficoltà nel riaddormentamento
• incubi o sogni con componente ansiosa
• sonnolenza diurna - astenia
Effetti sul sonno
• Un livello sonoro all'interno delle stanze
da letto dovrebbe collocarsi < 40 dB(A) di
Leq.
• Secondo OMS il valore ottimale è 35
dB(A) e la Commissione CEE stima che
un Leq notturno < 30-35 dBA con livelli
max non eccedenti i 45 dBA siano una
garanzia di una buona qualità del sonno
per soggetti normali.
VALORI LIMITE CONSIGLIATI PER
EFFETTI DISTURBANTI
• per zone dove è richiesta elevata concentrazione:
limite non superiore a 55 dBA (norme ISO)
- qualità della conversazione verbale
soddisfacente quando livello di rumorosità
compreso tra 50 e 55 dB(A);
- appena accettabile per livelli tra 55 e 65 dB(A)
• Gli accelerometri vanno collocati sulla superficie
attraverso cui vengono trasmesse le vibrazioni:
- soggetto eretto: area sottostante i piedi
- soggetto seduto: cuscino, schienale sedile, area di
appoggio dei piedi
- soggetto disteso: aree sotto la testa, la schiena e il
bacino
- mano-braccio: sotto la mano o tra le dita o al centro
dell’area di impugnatura ma dalla parte opposta a
quella trattenuta dal palmo della mano o a lato della
mano (adiacente alla mano stessa)
• Il trasduttore va rigidamente vincolato alla superficie
eventualmente usando un supporto
• l’ampiezza delle vibrazioni viene valutata in
termini di accelerazione a (m/s2)
• L’accelerazione viene ponderata in frequenza aw
(filtro di ponderazione: lascia inalterato il segnale
generato dall’accelerometro nell’intervallo di
massima sensibilità del corpo umano e lo attenua
all’esterno)
• La durata della misura è rappresentativa della
durata dell’esposizione
DIRETTIVA dell’UNIONE EUROPEA SULLE
VIBRAZIONI (2002)
• Vibrazioni trasmesse al corpo intero: “le
vibrazioni meccaniche che, se trasmesse al corpo
intero, comportano rischi per la salute e la
sicurezza dei lavoratori, in particolare lombalgie e
traumi del rachide”
• Vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio:
“le vibrazioni meccaniche che, se trasmesse al
sistema mano-braccio nell’uomo, comportano un
rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori, in
particolare disturbi vascolari, osteoarticolari,
neurologici o muscolari”
Settori produttivi in cui vengono utilizzate macchine e/o
veicoli che possono comportare un aumentato rischio di
insorgenza di disturbi e patologie da esposizione a
vibrazioni trasmesse al corpo intero
• Industria manifatturiera:
- camion industriali
- carrelli sollevatori o elevatori
- gru mobili e fisse
- superfici vibranti nei mulini, frantoi, laminatoi
- piani vibranti per distaffaggio
• Industria delle miniere e cave
- macchine movimentazione terra
- macchine escavatrici
- bulldozer
- carrelli sollevatori o elevatori
- camion industriali
- gru mobili e fisse
• Industria delle costruzioni
- macchine movimentazione terra
- macchine escavatrici
- bulldozer
- compressori
- macchine per la pavimentazione stradale
- carrelli sollevatori o elevatori
- camion industriali
- gru mobili e fisse
• Agricoltura e foreste
- trattori
- altre macchine agricole o forestali
• Servizi di trasporto e di pubblica utilità
- camion articolati e non
- autovan
- autobus
- taxi
- treni
-mezzi meccanici di sollevamento e trasporto nelle
attività portuali (trasportatori a cavaliere, autogru, gru da
banchina, carrelli sollevatori o elevatori)
- altri sistemi di trasporto su strada o rotaia
Settori produttivi e lavorazioni che possono comportare un
aumentato rischio di insorgenza di disturbi e patologie da
esposizione a vibrazioni a carico del sistema mano-braccio
• Industria manifatturiera:
- fonderie e acciaierie (scalpelli pneumatici, pestelli
pneumatici, smerigliatrici)
- cantieri navali (scalpelli pneumatici, smerigliatrici
portatili, macchine per picchettatura, raschiatura e
scrostatura)
- industria meccanica e metalmeccanica (rivettatrici,
smerigliatrici portatili e da banco, avvitatrici, fresatrici,
macchine per trapanatura e per rifinitura)
- Industria di produzione di veicoli (smerigliatrici
portatili, avvitatrici, fresatrici, macchine per
trapanatura e per rifinitura)
- industria dei materiali lapidei (scalpellini pneumatici,
smerigliatrici portatili, macchine per levigatura e
finitura)
- industria calzaturiera (macchine per ribattitura)
• Industria delle miniere e cave
- operazioni di scavo, perforazione, trivellazione,
avanzamento (martelli pneumatici, martelli demolitori,
martelli perforatori, martelli trivellatori)
• Industria delle costruzioni
- operazioni di scavo e sbancamento (martelli
pneumatici, martelli demolitori, martelli perforatori,
martelli trapanatori)
- opere edili (martelli pneumatici, martelli demolitori,
martelli perforatori, smerigliatrici portatili, macchine
per pressatura)
• Agricoltura e foreste
- operazioni di abbattimento, taglio, sramatura di alberi
e piante (motoseghe)
- operazioni di manutenzione agricola e boschiva
(motoseghe, decespugliatori, smerigliatrici portatili,
macchine per trapanatura)
• Servizi di pubblica utilità
- operazioni di scavo e sbancamento (martelli
pneumatici, martelli demolitori, martelli perforatori,
martelli trivellatori)
- operazioni di manutenzione nel settore ferroviario e
nei servizi erogatori di elettricità, gas, acqua e telefonia
(martelli pneumatici, smerigliatrici portatili, fresatrici,
avvitatrici, macchine per trapanatura)
Valutazione dell’esposizione (D.Lgs 187/05)
• Identificare sorgenti di esposizione
• Calcolare i tempi effettivi di esposizione
• Misura delle vibrazioni: uso dell’indicatore di esposizione
A(8) rappresentato dall’accelerazione equivalente
ponderata in frequenza delle vibrazioni riferita a 8 ore di
lavoro
A(8)=Aw(T/T8)1/2 (m/s2)
Aw = accelerazione ponderata in frequenza delle vibrazioni
T = durata dell’esposizione giornaliera (ore)
T8 = durata di riferimento di 8 ore
• Consultazione di banche dati accessibili via internet
(es. http://umetech.niwl.se; http://www.ispesl.it):
dati relativi alle misure di vibrazioni eseguite su un
numero considerevole di automezzi, veicoli,
macchine e utensili
• Misura delle vibrazioni in accordo con le norme di
buona tecnica contenute nella Direttiva Europea,
negli standard ISO e CEN e nelle linee guida
nazionali
Valori giornalieri di esposizione che fanno scattare
l’azione e valore limite giornaliero di esposizione
(D.Lgs 185/05)
A(8)
Valore giornaliero di
azione
Valore limite
giornaliero di
esposizione
HAV (mano-braccio) WBV(corpo intero)
2.5 m/s2
0.5 m/s2
5 m/s2
1.15 m/s2
• Valore di azione: valore oltre il quale il lavoratore va
considerato esposto a rischi significativi
- sorveglianza sanitaria
- datore di lavoro attua misure di contenimento del
rischio
• Valore limite di esposizione: valore oltre il quale i
rischi per i lavoratori sono non accettabili
- datore di lavoro attua misure per ridurre
l’esposizione entro tale valore
• Il valore di azione e il valore limite di esposizione
del D.Lgs 187/05 non vanno considerati sicuri per
la salute: non escludono la possibilità di
insorgenza, a breve-medio termine, di patologie
vascolari nei lavoratori esposti (fenomeno di
Raynaud)
• Il valore limite di esposizione per le vibrazioni
trasmesse al corpo intero (1.15 m/s2 r.m.s.) risulta
eccessivamente elevato
Effetti delle vibrazioni trasmesse al corpo intero
• Forte evidenza epidemiologica di associazione tra
patologie del rachide lombare ed esposizione
professionale a vibrazioni trasmesse al corpo
intero (3-10 Hz)
• Lombalgie, lombosciatalgie, alterazioni
degenerative della colonna vertebrale
(spondiloartrosi, spondilosi, osteocondrosi),
discopatie ed ernie discali lombari e/o
lombosacrali negli autisti di macchine e veicoli
• N.B. stress ergonomico, MMC, età, BMI, fumo,
traumi pregressi…
Effetti delle vibrazioni trasmesse al sistema
mano-braccio
• Vibrazioni di bassa e media frequenza (<50-80 Hz) sono
trasmesse ai segmenti ossei e articolari più prossimali
dell’arto superiore e sono attenuate in particolare a
livello delle articolazioni del polso e del gomito.
• Vibrazioni ad alta frequenza (>200 Hz) sono fortemente
smorzate a livello della mano, non si trasmettono ai
segmenti più prossimali dell’arto superiore.
• N.B. Oltre allo stress vibratorio valutare: sovraccarico
articolare, sforzo muscolare intenso, posture incongrue.
Quadri clinici
1.
Neuropatia da vibranti
Disturbi: parestesie, riduzione della sensibilità tattile e
termica, limitazione della capacità di manipolazione fine
Localizzazione: estremità distali arti superiori nel
territorio di innervazione del nervo ulnare e mediano
(talora radiale)
Durata: anche più ore consecutive al giorno
I dati epidemiologici disponibili sono insufficienti per
stabilire una possibile relazione esposizione-risposta per i
disturbi neurosensitivi da vibrazioni mano-braccio a
causa del carattere aspecifico di tali disturbi (n.b. età,
consumo alcool, costituzione fisica, malattie del SNP)
Stadi dei disturbi neurosensitivi periferici
(Stockholm Workshop 86)
Stadio
Sintomi
0SN
Non sintomi neurosensitivi periferici
1SN
Torpore intermittente alle dita, con o senza
parestesie
Torpore intermittente o persistente, ridotta
sensibilità tattile, termica e dolorifica
Torpore intermittente o persistente, ridotta
discriminazione tattile e/o ridotta destrezza
manuale
2SN
3SN
2. Angiopatia da vibranti (fenomeno di Raynaud)
• Pallore ben demarcato ad uno o più dita delle mani
provocati dall’esposizione a microclima freddo
• Durata: transitorio
• Rari: triade pallore-cianosi-iperemia, disturbi
trofici alle estremità distali delle dita
• Vi sono sufficienti dati epidemiologici che
indicano un significativo aumento dell’occorrenza
del fenomeno di Raynaud con l’aumentare
dell’intensità e della durata dell’esposizione a
vibrazioni mano-braccio
Stadi del fenomeno di Raynaud secondario all’uso di
utensili vibranti (Stockholm Workshop 86)
Stadio Grado
Sintomi
0
-
Non sintomi vasospastici digitali
1
Lieve
2
Moderato
Occasionali episodi di pallore alle estremità
di uno o più dita
Occasionali episodi di pallore a carico delle
falangi distale e intermedia (raramente
prossimale) di uno o più dita
3
Severo
Frequenti episodi di pallore a carico di tutte
le falangi della maggior parte delle dita
4
Molto severo
Come 3, con associati disturbi trofici
cutanei alle estremità delle dita
3. Osteoartopatia da vibranti
• Fenomeni di artrosi dei polsi e di artrosi,
osteofitosi ed entesopatia dei gomiti negli esposti a
vibrazioni a bassa frequenza generati da mezzi
percussori pesanti
• Non vi sono attualmente studi epidemiologici per
delineare, neppure in via provvisoria, una
relazione fra esposizione a vibrazioni manobraccio e alterazioni osteo-articolari degli arti
superiori
4. Sindrome da intrappolamento dei tronchi nervosi
degli arti superiori (sindrome del tunnel carpale)
• Allo stato attuale non vi sono dati epidemiologici
sufficienti per stabilire una relazione esposizionerisposta tra vibrazioni mano-braccio e sindrome
del tunnel carpale
EQUAZIONE DI BILANCIO TERMICO
S=M+W±R±C±K−E
S = potenza termica accumulata o perduta dall’organismo
M = calore di produzione metabolica
W = calore da lavoro muscolare
R = scambi termici per irraggiamento
C = scambi termici per convezione
K = scambi termici per conduzione
E = cessione di calore con l’evaporazione
Meccanismi di difesa in
ambiente caldo
• Vasodilatazione (per aumentare la
dispersione del calore interno);
• Evaporazione e/o Sudorazione (per essere
efficace, l’umidità relativa non deve essere
troppo elevata e la ventilazione dell’aria non
troppo bassa).
AMBIENTI DI LAVORO CON
STRESS DA CALDO
• Tutti quelli in cui vi sono fonti di
calore radiante (forni fusori e/o di
cottura e/o fonti di calore):
fonderie, acciaierie, industria
ceramica, del vetro, del cemento, dei
laterizi, della produzione
dell’alluminio, cucine, lavanderie, etc.
Meccanismi di difesa in
ambiente freddo
• Vasocostrizione (per ridurre la dispersione
del calore interno);
• Vestiario (per ridurre gli scambi termici
alla superficie corporea);
• Alimentazione (aumento del calore di
produzione metabolica);
• Brivido (contrazione involontaria dei
muscoli pellicciai con aumento del calore
interno da lavoro muscolare).
AMBIENTI DI LAVORO CON
STRESS DA FREDDO
• Lavori all’aperto nella stagione
invernale, industria alimentare
del freddo, etc.
MISURA DEI PARAMETRI MICROCLIMATICI
• ta = temperatura dell’aria a bulbo secco in equilibrio con
la temperatura ambiente;
• tu = temperatura dell’aria a bulbo umido, più bassa della
precedente per effetto della evaporazione;
• U% = umidità relativa data dalla relazione tra ta e tu;
• tg = temperatura del globotermometro (che
guadagna calore per radiazione e ne perde per
convezione fino all’equilibrio), influenzata dalla
presenza di fonti di temperatura radiante;
• v = velocità dell’aria.
FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia oculo-visiva
Mentre la fatica visiva e’ un problema ben assodato tra gli utilizzatori
di
Videoterminali,
non
esiste
a
tutt’oggi
una
convincente
ed
inequivocabile evidenza epidemiologica relativa alla possibilita’ da
parte di tale attivita’ lavorativa di indurre alterazioni oculovisive
funzionali permanenti o caratterizzate da un’alterazione anatomopatologica.
In particolare, e’ stata esclusa una maggiore prevalenza tra gli
utilizzatori di Videoterminali di:
-cataratta
-glaucoma
-irite
-retinite
-miopia.
FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia oculo-visiva
La prestazione visiva di un operatore al VDT è definibile come:
-
RAVVICINATA: immagini e/o oggetti da osservare sono per lo più
posti ad una distanza inferiore ad 1 metro;
-
PROTRATTA: durata di più ore, a volte consecutivamente;
-
STATICA: visione per lontano limitata, anche se nell’ambito della
visione per vicino tale attività comporta una sua “dinamica”, poiché
la focalizzazione spazia tra i 35 cm (testo cartaceo) ai 60-70 cm
(schermo video) fino ai 100 cm (scrivania).
Ne deriva un marcato e concomitante impegno di :
• ACCOMODAZIONE E CONVERGENZA
• DINAMICA PUPILLARE E ADATTAMENTO RETINICO.
FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia oculo-visiva
definizione di
ASTENOPIA OCCUPAZIONALE
Una sindrome causata da fattori e compiti lavorativi che,
eventualmente combinati con le caratteristiche oftalmiche del
soggetto, favoriscono l’insorgenza o la reiterazione di un
insieme di sintomi e/o segni oculari e/o visivi che, nei casi
piu’ gravi, possono anche comportare disturbi generali.
FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia oculo-visiva
MANIFESTAZIONI DELL’ASTENOPIA E POSSIBILE
OBIETTIVITA’ CORRELATA
ASPETTI VISIVI
•
•
•
•
•
fotofobia
visione sfuocata
visione sdoppiata
dolenzia / fastidio perioculare
aloni colorati
Cui possono corrispondere sul piano obiettivo:
• riduzione dell’acuità visiva
• riduzione dell’ampiezza visiva
• comparsa o aumento di forie
• miopizzazione transitoria.
FISIOPATOLOGIA:
Fisiopatologia oculo-visiva
MANIFESTAZIONI DELL’ASTENOPIA E POSSIBILE OBIETTIVITA’ CORRELATA
ASPETTI OCULARI
• lacrimazione
• prurito
• bruciore
• secchezza
• sensazione di sabbia negli occhi
• dolore periorbitario e/o
retrobulbare
• alterazioni dell’ammiccamento
• pesantezza dei bulbi
Cui possono corrispondere sul piano obiettivo:
• iperemia congiuntivale
• ipersecrezione oculare
• alterazioni del film lacrimale.
FISIOPATOLOGIA
Fisiopatologia oculo-visiva
MANIFESTAZIONI DELL’ASTENOPIA E POSSIBILE OBIETTIVITA’
CORRELATA
ASPETTI GENERALI
• cefalea
• astenia
• nausea
• dispepsia
• vertigine
• tensione generale.
Le rilevazioni fotometriche al posto di lavoro
Illuminamento: quantità di luce che, proveniente dalle varie
sorgenti e riflessa dagli oggetti, incide su una certa
superficie.Valori raccomandati:
• compresi fra 200 e 500 lux in generale;
• prossimi a 200 lux in postazioni con uso esclusivo di VDT;
• prossimi a 350 lux per la battitura di testi con macchina da
scrivere.
Luminanza: quantità di luce emessa da un oggetto per unità di
superficie. Valori del contrasto di luminanza raccomandati dalla
norma DIN 66234 per schermi VDT:
minimo 3
ottimale da 6 a 10
massimo 15
In caso di ambienti con scarso illuminamento, il contrasto tra
oggetti qualsiasi, come raccomandato da UNI 29241, dovrebbe
essere non superiore a 10.
In ambienti normali accettabile sino a 40 fra compito visivo e
aree circostanti.
SORVEGLIANZA SANITARIA
E’ prevista la sorveglianza sanitaria per “tutti i lavoratori che
usano attrezzature munite di videoterminali in modo sistematico
e abituale, per 20 ore settimanali, dedotte le interruzioni di cui
all’art. 54 del Dlgs 626/94”.
Questa comprende:
• Visita preventiva, destinata a evidenziare eventuali malformazioni
strutturali, comprendente un esame degli occhi e della vista da
parte del MLC; può essere completata da accertamenti specialistici.
• Visita periodica, di norma quinquennale, biennale per i lavoratori
idonei con prescrizioni o che abbiano compiuto il 50° anno di età;
più ravvicinata in casi particolari a discrezione del MLC.
• Visita a richiesta del lavoratore.
GIUDIZIO IDONEITÀ (in relazione agli aspetti oftalmici)
Idoneità con sorveglianza sanitaria più frequente nei
lavoratori affetti da patologie oculari che per la loro
naturale evoluzione possono progressivamente ridurre
l’acuità visiva;
Idoneità con limitazione temporale della durata del
tempo di lavoro da ottenersi con l’aumento del numero
delle pause giornaliere ordinarie nei lavoratori affetti da
alterazioni dell’apparato oculare che possono favorire
l’insorgenza di disturbi astenopeici;
Non idoneità transitoria nei lavoratori affetti da
patologie oculari in fase acuta;
Non idoneità permanente: è un’eventualità rara
(esempio: visus nell’occhio migliore inferiore a 2/10 con
la migliore correzione possibile).
•
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rumore, vibrazioni, microclima e videoterminali