ANNO XXXVIII - N. 2 Marzo - Aprile 2009 Direzione, Redazione, Amministrazione: Via T. Fraccon, 11 - 45100 ROVIGO (I) - Tel. & Fax (0425) 21031 Spedizione in A.P. / 40% - Comma 27 - Art. 2 - Legge 549/95 Filiale RO - Abbonamento annuo: Italia € 15 - Estero € 28 - Sostenitore € 56 - Intestare a: «Polesani nel Mondo» - Rovigo - c.c. postale n. 12849451 - ROVIGO FONDATO NEL 1970 LA FRAGILITA’ DELL'URNA Aper ta nella barchessa di villa Badoer l'impor tante esposizione di reper ti del villaggio protostorico di Frattesina ue Musei Archeologici Nazionali in una stessa provincia costituiscono un'eccezionalità unica, che gratifica non poco il Polesine. Ancora una volta risulta, con evidenza, come questo lembo di territorio, racchiuso tra Adige e Po, presenti sotto vari aspetti delle caratteristiche davvero peculiari. Dopo quello ben noto ed apprezzato di Adria, lo scorso 21 febbraio nelle barchessa di Villa Badoer, ha infatti aperto i battenti il Museo Archeologico Nazionale di Fratta. Quanto l'evento fosse atteso e condiviso è risultato chiaramente dalla considerevole presenza di cittadini; un numero così imprevisto che ha costretto le autorità presenti ad abbandonare la sala indicata per i discorsi di apertura, per posizionarsi sulla scenografica la gradinata della magnifica villa del Palladio. Ed è toccato al sindaco Riccardo Resini aprire la manifestazione, sottolineando l'importanza dell'evento che giunge a coronamento di un'attività di esplorazione archeologica avviata quarant'anni fa dal gruppo locale del Manegium, portando alla luce i primi ritrovamenti archeologici in località Frattesina. Un sito che in breve si è manifestato di grande rilievo, testimonianza di una collettività attiva dal XII al X secolo a. C., insediatasi presso la riva di un antico ramo del Po (denominato dagli studiosi il Po di Adria). Un villaggio ben organizzato che ha lasciato testimonianze innanzitutto nelle due necropoli di Frattesina (Narde e Fondo Zanotto), ma anche nel circondario, dove sono venuti alla luce i basamenti delle case in canna ed oggetti lavorati di varia natura: corna di cervo adattate a vari utensili, ceramica per la cucina, per la filatura (pesi da telaio e rocchetti, ma anche per i giochi (magnifico il carrettino trainato da un animale da soma), fibule ed ornamenti in bronzo, ambra lavorata, perline di vetro colorate e perfino avorio di elefante, uova di struzzo e frammenti di ceramica greca. Il tutto a dimostrazione dell'importanza della località nel lontano periodo della protostoria. Un villaggio attivo, dunque, che teneva i rapporti con i mercanti che scendevano dal nord con prodotti di pregio, primo fra tutti l'ambra del Baltico. Ma a Frattesina giungevano pure gli antichi greci, grandi navigatori, risalendo il Po per rifornirsi di manufatti e beni alimentari della pianura padana; e per proporre a loro volta, tra le mercanzie più inusuali, uova di struzzo e oggetti in avorio provenienti dall'Africa. Frattesina, dodici secoli prima di Cristo, costituiva dunque un centro particolarmente vitale, come testimoniano gli importanti ritrovamenti che hanno finalmente trovato la loro idonea collocazione nel neo-avviato Museo Archeologico Nazionale. Una realizzazione che arricchisce Fratta Polesine sotto il profilo dell'interesse turistico, come ha osservato l'assessore provinciale al turismo Laura Negri. Un evento storico come hanno rimarcato l'on. Andrea Colasio, il responsabile regionale della cultura Angelo Tabaro, il soprintendente Umberto Spigo, il consigliere della Fondazione CaRiPaRo Fabio Ortolan, la direttrice dei lavori Loretta Zega e il responsabile del comitato scientifico Luciano Salzani, che ha espresso l'auspicio che il Museo di Fratta, oltre che per l'aspetto espositivo, si qualifichi come promotore di nuove ricerche e come significativo punto di riferimento per l'archeologia veneta con iniziative che prevedano la collaborazione con la Soprintendenza e l'Università. D Lino Segantin Marzo Aprile 2009 Polesani nel Mondo Bimestrale dell’Associazione Polesani nel Mondo Direttore Responsabile: Valentino Tonin Vice Direttore Marco Di Lello L’ASSOCIAZIONISMO PER L’ EMIGRAZIONE E LA CRISI ECONOMICA FINANZIARIA N el precedente editoriale abbiamo messo in evidenza come la crisi economica planetaria avrebbe colpito di più la fascia dei più deboli: gli emigrati. Di conseguenza il mondo della mobilità, per sostenere l’urto, deve compattarsi in modo da non permettere di pagare un prezzo troppo alto. Le stesse associazioni storiche stanno pagando il “loro contributo”. La finanziaria taglia qui contributi che sembrano non produrre economica. I periodici per gli italiani all’estero e le attività socio-culturali nell’ambito della mobilità umana sono al limite dell’asfissia. Il Governo di assumerebbe la responsabilità storica di avere abbandonato milioni di cittadini italiani e di aver rinunciato per sempre a valorizzare la risorsa culturale, sociale, ecomomica e politica rappresentata dalle nostre collettività. Su questo problema, e ancor più tagli di bilancio che costituiscono “una vera e propria distribuzione del sistema dei rapporti tra Italia e le nostre comunità, con pesanti conseguenze sulle stesse prospettive di proiezione dell’Italia nel concerto internazionale”, la proposta è di chiudere da parte di tutti i parlamentari eletti all’estero un incontro con il Presidente del Consiglio per rappresentare la drammaticità della situazione e cenare ragionevoli vie di uscita. C ‘e da chiedersi a questo punto che senso abbia riunire a Roma la Conferenza dei giovani italiani nel mondo per “valorizzare la risorsa che essi rappresentano” quando in realtà non potrà essere attuata nessuna delle politiche in favore degli italiani all’estero siano essi giovani o anziani. Redazione: Adriano Mazzetti Adriano Romagnolo Alessandro Vallese Orazio Cappellari Berto Meneghetti Capo Redattore: Lino Segantin Impaginazione Grafica Anastasia Ghirardini Stampatrice: Alberto Brigo Editore - Rovigo Direzione – Redazione – Amministrazione: Via T. Fraccon, 11 – 45100 Rovigo (I) Tel. & Fax (0425) 21031 www.polesaninelmondo.it e-mail: [email protected] Abbonamento annuo: Italia € 15 Estero € 28 Sostenitore € 56 Intestare a: «Polesani nel Mondo» c.c. postale n. 12849451 – Rovigo Spedizione in A.P. / 40% Comma 27 – Art. 2 – Legge 549/95 Filiale RO Aut. Trib. Rovigo n. 151/2 del 10/10/1972 Iscrizione Registro Nazionale Stampa Periodica: c/o Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 1180 del 15 febbraio 1977 Don Valentino Tonin GLI ARTICOLI FIRMATI IMPEGNANO SOLTANTO GLI AUTORI FUSIE FEDERAZIONE UNITARIA STAMPA ITALIANA ALL’ESTERO FRAGILITA’ DELL’URNA pag. 2 EMIGRAZIONE BRASILE pag.12/13 VENETI IN ROMANIA pag. 4/5 DALL’URUGUAY pag. 14/15 REGIONE VENETO pag. 6/7 DAL MONDO pag. 16 PROVINCIA pag. 8 CURIOSITA’ DA ROMA pag. 17 DAL PIEMONTE pag. 9 PREMIO POL.ESANI pag. 18 ASSOCIAZIONISMO pag. 10 LIBRI pag. 19 DA CIRCOLI ESTERI pag. 11 REALTA’ E MITO pag. 20 copertina Chiesa di San Zenone a Boara Polesine (RO) Marzo Aprile Regione Veneto 2009 4 VENETI IN ROMANIA Un libro per gli italiani nell’Est ella storia della prima grande emigrazione veneta nell'ultimo trentennio dell'Ottocento, un capitolo importante ma ancora largamente inesplorato è quello riguardante i Paesi dell'Europa centro - orientale e in particolare danubiano-balcanica. Nel processo accelerato di modernizzazione e di creazione della rete indispensabile di infrastrutture stradali e ferroviarie, maestranze venete e friulane svolsero un ruolo preminente e costante distinguendosi per capacità lavorativa, serietà ed efficienza dall'Ungheria e dalla Slovacchia alla Romania, alla Serbia, alla Bulgaria e alla Bosnia.Erzegovina. Questo libro si occupa in modo specifico della Romania, la "sorella latina d'Oriente" come veniva defini- N ta dagli scrittori italiani del Risorgimento, che rappresentò per alcune generazioni di nostri emigranti, lavoratori e professionisti, una regione ricca di possibilità di crescita sociale, economica e professionale ma anche, per molti di loro, una seconda patria fino alla instaurazione del regime comunista nel 1948 e alla disgregazione delle comunità residenti. L'emigrazione ebbe sin dall'inizio carattere temporaneo e stagionale (dalla primavera al tardo autunno) e interessò soprattutto le zone alpine della Carnia e dell'alto Bellunese. Gruppi di operai venivano assunti ogni Assessore Oscar De Bona anno da intermediari delle società appalta- ni che utilizzavano quasi esclusivatrici delle grandi mente maestranze venete. Alla comopere pubbli- mittenza pubblica si accompagnò, a che, e ben pre- partire dai primi anni del Novecento, sto all'attività di quella privata sia nelle città sia nelle sterro e terraz- località termali e di vacanza nei zamento si Carpazi e nel Mar Nero; si vennero affiancò quella così formando imprese edili venete di estrazione e e friulane di varia dimensione a conduzione prevalentemente familiare e disboscamento. Nel corso di si consolidarono i primi nuclei di pochi anni, la residenti permanenti. Alla vigilia della Prima Guerra presenza di mano d'opera Mondiale le imprese e le società itaqualificata - liane (tra quelle venete ricordiamo la t a g l i a p i e t r e , "Società veneta per le imprese e s q u a d r a t o r i , costruzioni pubbliche") occupavano s c a l p e l l i n i , un posto di assoluta preminenza nel minatori, forna- settore dell'edilizia pubblica civile e ciai, mosaicisti, militare e delle infrastrutture. Dopo la guerra, si interruppe il tagliaboschi, fabbri, falegna- flusso dell'emigrazione stagionale mi, marmisti, e ma presero ulteriore sviluppo le attidecoratori - pro- vità imprenditoriali stabili venete sia veniente dalle nel settore pubblico che in quello province venete dell'edilizia privata e del commercio. divenne insosti- Nel ventennio interbellico acquisirotuibile per lo svi- no prestigio in tutto il Paese, ma parluppo del Paese ticolarmente nella capitale, oltre a impegnato nella impresari, industriali e commerciancostruzione di ti, anche ingegneri e architetti, in uno Stato alcuni casi discendenti diretti di primi moderno su emigranti veneti e friulani. In questo volume, Paolo modello occidentale. Si costituì un sistema di Tomasella presenta una sintesi limsubappalti gestiti da impresari italia- pida e dettagliata (con esemplifica- Marzo Aprile 2009 diretta di quelle drammatiche vicende e delle loro conseguenze fino a oggi, e rivelano inoltre la difficoltà della costituzione di forme associative stabili ed equilibrate tra i discen- Il sanatorio dente dei nostri immigrati. La collaborazione tra le Associazioni dei veneti nel mondo con quelle analoghe friulane e trentine potrà certamente essere utile a una ricomposizione della memoria tra persone e nuclei familiari ora frammentati e dispersi. Particolarmente auspicabile è la necessaria apertura Asilo Carpatina degli archivi romeni anche agli studiosi stranieri, così da portare alla luce documenti inediti e incoraggiare ricerche storiche al momento carenti. In appendice al volume pubblichiamo i rapporti consolari italiani del 1876 relativi alle città di Galati e Bràila, colte nella fase incipiente di quella grande stagione di trasformazione urbana e modernizzazione portuale che avrà come protagonista principale l'opera qualificata delle maestranze venete e friulane.La chiusura al pubblico, per lavori di risistemazione, dell'Archivio Storico Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri tra febbraio del 2007 e il luglio del 2008 mi ha privato di una indispensabile fonte di documentazione. Ho potuto, tuttavia, avere accesso alle raccolte del "Bollettino consolare del Ministero per gli Affari Esteri", del "Bollettino dell'emigrazione" grazie alla disponibilità della direzione della Biblioteca Paolo Baffi della Banca d'Italia (Roma), che qui ringrazio sentitamente. Un particolare ringraziamento agli amici e colleghi Giampaolo Romanato, Giuliano Caroli e Roberto Sinigaglia, al Ministro Plenipotenziario Maurizio Enrico Serra, Direttore dell'Istituto Diplomatico, al Prof. Francesco Servida, Vicedirettore dell'Istituto Italiano di Cultura di Bucarest, e a Padre Giovanni Terragni, Direttore dell'Archivio Generale Scalabriniano di Roma. Voglio inoltre ricordare l'assistenza preziosa dell'Ente vicentini nel mondo e dell'Associazione bellunesi nel Mondo. Sono altresì riconoscente alla direzione e al personale delle seguenti istituzioni: Archivio storico della Società Dante Alighieri (Roma), Biblioteca dell'Archivio di Stato di Roma, Biblioteca Centro Studi Emigrazione (Roma), Biblioteca dell'Istituto Mazziniano (Genova), Archivio di Stato (Padova), Biblioteca del Dipartimento di Storia (Università di Padova), Biblioteca "Ettore Anchieri" (Facoltà di Scienze Politiche Università di Padova), Biblioteca del Dipartimento di Geografia (Università di Padova) Centrale di Palazzo Maldura (Università di Padova), Biblioteca "Francesco Ruffini" del Dipartimento di Scienze Giuridiche (Università di Torino), Biblioteca "Giovanni Tabacco" del Dipartimento di Storia (Università di Torino), Biblioteca Interdipartimentale "Gioele Solari" (Facoltà di Scienze Politiche Università di Torino), Biblioteca del Seminario Arcivescovile (Torino). Regione Veneto zioni fotografiche) delle sue ricerche pionieristiche condotte in Romania su alcune di queste personalità significative dell'emigrazione professionale veneta nel Paese danubiano. Si vedano, in special modo, i profili biografici del costruttore Geniale Fabbro e dell'architetto Angelo Viecelli. Per quanto riguarda le relazioni culturali tra Italia e Romania, nell'ultimo ventennio dell'Ottocento si affermò a Bucarest la personalità e l'opera del vicentino Luigi Cazzavillan, creatore e direttore del primo grande quotidiano indipendente romeno mo-derno, "Universul", promotore di numerose altre iniziative editoriali e della costituzione del Comitato locale della Società Dante Alighieri e benemerito fondatore della Scuola Regina Margherita, che rimase a disposizione della comunità italiana fino al 1948. La presenza della cultura veneta in Romania è tuttavia precedente al periodo della prima emigrazione. Il contributo di Co-rina Tucu mette in rilievo l'attività artistica e didattica del pittore di famiglia veneziana G i o - v a n n i Schiavoni in Moldavia e l'influsso canoviano in quelle terre tramite l'opera di Gheorghe Asachi, uomo politico, letterato e riformatore della vita culturale a Iasi, la capitale del Principato. La secolare vicenda di laboriosa immigrazione e pacifico insediamento veneto in Romania ha subito una drastica cesura con il violento inserimento del Paese danubiano nella sfera sovietica. Il quadro storico dell'esodo di migliaia di italiani e del processo di assimilazione dei pochi rimasti e dei loro discendenti può essere, per ora, solo abbozzato. Le interviste in appendice al volume costituiscono una testimonianza Adrirom 5 Marzo Aprile Regione Veneto 2009 6 VERANOPOLIS OSPITE A PORTOVIRO Il gruppo ricevuto dall'Assessore Regionale Isi Coppola iovani provenienti dallo stato brasiliano del Rio Grande do Sul sono stati ospiti del Comune di Porto Viro grazie al gemellaggio che il comune deltino ha con la città di Veranopolis.Grazie al sostegno economico della Regione Veneto e dell'assessore Marialuisa Coppola, la delegazione composta da Nicanor Matiello, Carlos Alberto Spanhol, Iveli Lourdes Brandalise Rui, Moisés Pertile, Milton Olivo Broetto, Giovani Pivato, Carolina Caser De Carli, Tatiana Chiaradia Bergamin, Arthur Alexandre Spanhol, Joanna Peruffo, Izabel Cristina Durli Menin, José David Anzanello Júnior, Taline Scalco Picetti, Renata Gabrielli Bresolin, Micael Attolini, Beloni Sallete Matiello, Leonia Lazzarotto Anzolin e Silvia Lazaroto, hanno conosciuto la zona del Polesine, il delta del Po e alcune città della regione."Siamo orgogliosi di accogliervi come se foste persone di casa, a noi molto cari, per quanto fate in Brasile per mantenere viva la tradizione e il sentimento delle vostre origini - ha detto l'assessore regionale Marialuisa Coppola durante il ricevimento della delegazione a Palazzo Balbi a Venezia - e ricambiamo con grande piacere la calorosa accoglienza che voi avete nei nostri confronti quando veniamo a visitare le vostre bellissime zone". Per la maggior parte studenti universitari, i ragazzi che hanno composto il gruppo brasiliano avevano già partecipato ad un progetto di interscambio giovanile, lo scorso anno, ospitando nella città di Veranopolis i giovani colleghi studenti delle scuole superiori di Porto Viro. "Un gemellaggio che dà grandi soddisfazioni - ha spiegato Alessandro Tessarin, assessore del Comune di Porto Viro - sul quale l'amministrazione punta molto grazie anche al prezioso sostegno della Regione Veneto alla quale va il nostro ringraziamento". "Siamo felici di essere qui nel Veneto - ha detto Nicanor Matiello, direttore dell'Università degli Studi di Caxias do Sul - e per noi rappresenta una grande opportunità per far conoscere ai nostri giovani la realtà italiana, l'arte, la cultura ma anche il sistema imprese e l'economia di una regione importante come il Veneto". Ad accompagnare i giovani anche Moisés Pertile, consiglere comunale di Veranopolis, Carlos Alberto Spanhol preside del consiglio amministrativo della istituzione AVAEC e rappresentante ACIV, le insegnanti Leonia Lazzarotto Anzolin e Iveli Lourdes Brandalise Rui.Il programma ha previsto che la delegazione visitasse, oltre a Venezia, Verona, Padova e Rovigo dove il gruppo è stato ricevuto dal presidente della Provincia di Rovigo, Federico Saccardin; dal sindaco di Rovigo, Fausto Merchiori e da Loredano Zampini, presidente della Camera di Commercio di Rovigo, accompagnato da Angelica Ghezzo del Comune di Porto Viro. G Marzo Aprile 2009 Un gruppo di 15 giovani veneti sarà protagonista cinema veneto torna ad essere protagonista in Brasile grazie ad un corso di formazione promosso dall'Accademia Veneta dello Spettacolo di Rovigo in collaborazione con il Comune di Porto Viro, Federazione veneta di San Paolo e con il sostegno della Regione Veneto. Sarà il regista e scrittore Giancarlo Marinelli a guidare lo staff di docenti che nella megalopoli brasiliana realizzerà il corso di formazione destinato a 15 giovani di origine veneta ed italiana residenti a San Paolo. Oltre a Marinelli che si occuperà di materie specifiche come, per esempio, Istituzioni di regia, faranno parte della delegazione i docenti Carlo Tombola, Alessandro Zonin, Andrea Bergamasco e Marco Di Lello. "Questo progetto torna a San Paolo dopo l'edizione del 2005 che ha avuto un grandissimo e molto apprezzato riconoscimento da parte dei giovani di origine veneta che hanno potuto approfondire materie cinematografiche specifiche - ha spiegato il coordinatore del progetto, Marco Di Lello - grazie all'alta professionalità dei docenti". Complessivamente saranno 10 i giorni di corso suddivisi tra lezioni teoriche di Istituzioni di regia, fotografia cinematografica e televisiva, linguaggi audiovisivi, nozioni delle principali strumentazioni tecniche, analisi dello story board e pianificazione delle riprese. Interessante la parte del programma che riguarda l'esercitazione pratica che porterà alla realizzazione anche di un prodotto audiovisivo realizzato su soggetto elaborato dai ragazzi del corso con l'ausilio dei docenti. Il corso, infatti, prevede nella sua struttura operativa una parte concreta per i partecipanti che potranno lavorare con la macchina da presa professionale e utilizzare le principali strumentazioni tecniche anche con l'ausilio dei tecnici specializzati che affiancheranno i docenti del corso. "Grazie alla preziosa collaborazione della Federazione veneta di San Paolo - ha spiegato Marco Di Lello - con l'aiuto di Gianni Boscolo e Bruna Spinelli, abbiamo potuto superare molte difficoltà organizzative in loco sia per gli aspetti legati alla selezione dei giovani corsisti che per la logistica e il noleggio delle attrezzature tecniche". Approfondire le conoscenze professionali in zone come il Brasile ed in particolare nei percorsi che hanno come interlocutore i veneti nel mondo, rappresenta un aspetto molto importante sul quale anche la Regione Veneto sta investendo molto. Non va dimenticato, infatti, che in Brasile si trova la più numerosa comunità veneta nel mondo e ogni anno gruppi di giovani e di anziani hanno la possibilità di poter effettuare interscambi al fine di mantenere vivo il legame con la propria terra d'origine. l Regione Veneto IL CINEMA VENETO SBARCA IN BRASILE UNA DELEGAZIONE DI BRASILIANI IN POLESINE Giovani da Nova Padua nel Rio Grande Do Sul e radici non si seccano. Continuano i rapporti di interscambio giovanile tra le comunità venete del Brasile e il Polesine. Nel prossimo mese di maggio l'associazione "Polesani nel Mondo" di Rovigo, in collaborazione con la Regione Veneto (assessorato ai Flussi Migratori) ospiterà un gruppo di giovani provenienti da Nova Padua, paese di circa 3000 abitanti nello stato del Rio Grande do Sul in Brasile. La delegazione sarà composta da: Alvirio Tonet (capogruppo), Dirsiane Lima da Silva, Ronaldo Boniatti (in rappresentanza del Comune di Nova Padua), Sergio Boniatti, Gelson Pan, Rafael Sonda, Sandra Calabria Giseria, Daniela Menegat, Rafael Martello, Raquel de Marco e Dione Fatima Dertuol (entrambe in rappresentanza della Federazione Veneta del Rio Grande do Sul). Il programma, che sarà svolto in collaborazione con il Comune di Arquà Polesine, prevede un itinerario per Arquà polesine, Fratta Polesine, Lendinara, Badia Polesine, Soave, Montagnana, Monselice, Colli Euganei e Arquà Petrarca. Non mancheranno L’ingresso al Paese Nova Padua gli appuntamenti più importanti del "Maggio Arquatese" ai quali la delegazione dei giovani prenderà parte direttamente partecipando alla realizzazione dei singoli eventi. Il gruppo farà poi visita al delta del Po e alloggerà alla Casa del Polesano. Non mancheranno le visite istituzionali a Venezia e, prima di ripartire per il Brasile, la delegazione farà una breve visita a Roma. L 7 Marzo Aprile Provincia 2009 Giò Ponti in casa Palladio Dèco. Arte in Italia 1919 - 1939 M ostra Giò Ponti in casa Palladio, una sezione speciale dell' esposizio- Foto di Giò Ponti ne allestita a Villa Badoer di Fratta Polesine per la mostra Dèco. Arte in Italia 1919 - 1939, promossa dalla Fondazione Cariparo, dall' Accademia dei Concordi, dalla Regione del Veneto, dalla Provincia di Rovigo e dal Comune di Rovigo. La sezione speciale prende in considerazione l'intensa attività di designer del noto architetto Ponti ed è correlata alla sezione, dedicata alle raffinatissime ceramiche realizzate sempre dallo stesso per Richard Ginori, in mostra a Rovigo. Con l'ospitalità data a questo evento continua il costante impegno della Provincia di Rovigo nella promozione e valorizzazione del prezioso sito palladiano, proprietà dell'ente e dichiarato dall'Unesco patrimonio mondiale dell'umanità. Gio Ponti è un designer universale, ha disegnato moltissimi oggetti nei più svariati campi, dalle scenografie teatrali, alle lampade, alle sedie, agli oggetti da cucina, agli interni di famosi transatlantici. Inizialmente nelle ceramiche il suo disegno riflette la Secessione viennese e sostiene che decorazione tradizionale e l'arte moderna non sono incompatibili. Il suo riallacciarsi e l'utilizzare i valori del passato, trova sostenitori nel regime fascista incline alla salvaguardia dell'identità italiana e al recupero degli ideali della "romanità" 8 che si esprimerà poi compiutamente in architettura con il neoclassicismo semplificato del Piacentini. Nonostante questo Ponti realizzerà nella città universitaria di Roma nel 1934 la facoltà di Matematica una delle prime opere del Razionalismo italiano e nel 1936 il primo degli edifici per uffici della Montecatini a Milano. Quest'ultimo a caratteri fortemente personali e risente nei particolari architettonici, di ricercata eleganza, della vocazione di designer del progettista. Negli anni cinquanta, come abbiamo detto lo stile di Ponti si fa più innovativo e seppur rimane classicheggiante nel secondo palazzo ad uffici della Montecatini (1951), si esprime pianamente nel suo edificio più significativo il Grattacielo Pirelli (1955-1958). L'opera è costruita intorno ad una struttura centrale progettata da Nervi ed è uno grattacieli in cemento armato più alti del mondo (120 m). L'edificio appare come una slanciata ed armoniosa lastra di cristallo, che taglia lo spazio architettonico del cielo, disegnata su un equilibrato Curtain wall ed i cui lati lunghi si restringono in quasi due linee verticali. Quest'opera anche con il suo carattere di "eccellenza" appartiene a buon diritto ad una delle maggiori del Movimento Moderno in Italia. Giò Ponti: Nasce a Milano il 18 novembre 1891 da Enrico Ponti e Giovanna Rigone. Presta servizio militare durante la prima guerra mondiale nel Genio Pontieri, con il grado di capitano, dal 1916 al 1918; medaglia di bronzo e croce di guerra. Nel 1921 si laurea in architettura presso il Politecnico di Milano, e apre uno studio con Mino Fiocchi ed Emilio Lancia, architetti, a Milano. Si associerà successivamente con Lancia (Studio Ponti e Lancia, P .L.: 1926-1933); quindi con Antonio Fornaroli ed Eugenio Soncini, ingegneri (Studio PontiFornaroli-Soncini, P.F.S.: 19331945). N el 1921 sposa Giulia Vimercati: avrà quattro figli (Lisa, Giovanna, Letizia e Giulio) e otto nipoti. Nel 1923, primo esordio pubblico alla prima Biennale delle Arti Decorative di Monza, inizio delle partecipazioni organizzative alle successive Triennali di Monza e di Milano. Dal 1923 al 1930 lavora alla Manifattura Ceramica RichardGinori, a Milano e a Sesto Fiorentino, rinnovandone la produzione. Nel 1928 fonda la rivista Domus . Dal 1936 al 1961 è professore di ruolo alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Nel 194 1lascia la direzione della rivista Domus e dà vita alla rivista Stile, che dirigerà fino al 1947. Nel 1948 ritorna a Domus, di cui sarà direttore fino al termine della sua vita. Nel 1952 si associa con Alberto Rosselli, architetto (Studio PontiFornaroli-Rosselli, P.F.R.: 19521976): dopo la scomparsa di Rosselli prosegue nel lavoro con il Il grattacielo Pirelli socio di sempre, Antonio Fornaroli. Muore a Milano il 16 settembre 1979. Marzo Aprile 2009 abato 7 marzo alla Azienda Agricola "Clelia Giusberti" in località Botta a Cavarzere è stato presentato il volume "Polesani e Piemontesi". La presentazione del volume è stata curata dall' Assessore alla Cultura del Comune di Cavarzere Prof. Enzo Salmaso, che ha sollecitato la curiosità dei presenti con una sapiente relazione del contenuto del volume ed alcune letture a due voci (Enzo Salmaso per le interviste agli uomini e Marilena Salmaso per la parte femminile); il folto pubblico presente in sala è intervenuto con ricordi personali, poiché fra loro c' erano persone che, dopo l' emigrazione alcuni in Piemonte e altri in Lombardia, hanno deciso di ritornare al paese natio perché i figli e i nipoti erano ormai sistemati e loro avevano tanta nostalgia e voglia di tranquillità. Al termine Cecilia Binello, a nome della Fameja di Chieri, ha consegnato al Prof. Salmaso e ai proprietari della tenuta due confezioni di vini tipici piemontesi, per continuare l' interscambiabilità e conoscenza dei prodotti tipici delle dure regioni (Veneto e Piemonte). La FAMEJA DI CHIERI (To) dell' Associazione Polesani Nel Mondo con il suo Centro Studi "Nuovo Polesine" festeggia nel 2009 il ventennale di fondazione. Grazie all'esperienza acquisita ha organizzato e realizzato eventi per far conoscere la cultura polesana nella comunità piemontese: è per questo che vuole porsi sempre più come tratto d'unione tra il Piemonte e il Polesine proponendo e promuovendo interessanti interscambi culturali, turistici ed economici. Ce.Bi S Dal Piemonte POLESANI A CHIERI 20 ANNI CULTURA, SPETTACOLO E..... UVA NICHELINO, PEDALATA LUNGO IL PO La fameja di Nichelino organizza una gara ciclistica in Provincia di Rovigo e Ferrara PROGRAMMA CICLISTI Giovedì 25 giugno: ore 7,00 partenza da Nichelino. ore 14,00 arrivo a Pavia. ore 19,30 cena e pernottamento a Pavi Venerdì 26 giugno: ore 6,45 colazione. ore 7,30 partenza da Pavia. ore 16,30 arrivo ad Ostiglia (Mantova) ore 19,30 cena e pernottamento a Ostiglia (Mantova) Sabato 27 giugno: ore 6,45 colazione. ore 7,30 partenza da Ostiglia (Mantova). ore 10,30 arrivo a Papozze (Rovigo). Doccia e cam ore 11,15 accoglienza ufficiale da parte delle autorità di Papozze. ore 12,15 pranzo dell'amicizia. ore 14,30 gita in barca con visita alle isole del delta e dei "casoni di valle". ore 19,30 cena e pernottamento a Rosolina (Rovigo) Domenica 28 giugno ore 7,45 colazione. ore 8,15 tour guidato nel delta del Po in bus. ore 12,15 pranzo in hotel a Rosolina (Rovigo). ore 14,15 visita del centro storico e del castello di Ferrara. ore 19,00 partenza per Nichelino. Sabato 27 giugno: (accompagnatori) ore 5,30 partenza da Nichelino in bus granturismo. ore 10,30 arrivo a Papozze (Rovigo). ore 11,15 accoglienza ufficiale da parte delle autorità di Papozze. ore 12,15 pranzo dell'amicizia. ore 14,30 gita in barca con visita alle isole del delta e dei "casoni di valle". ore 19,30 cena e pernottamento a Rosolina (Rovigo). Domenica 28 giugno: (accompagnatori) ore 7,45 colazione. ore 8,15 tour guidato nel delta del Po in bus. ore 12,15 pranzo in hotel a Rosolina (Rovigo). ore 14,15 visita del centro storico e del castello di Ferrara. ore 19,00 partenza per Nichelino. 9 Marzo Aprile Associazionismo 2009 ASSOCIAZIONI NEL MONDO E’ TEMPO DI VERIFICHE 'Assessore regionale ai flussi migratori, il bellunese Oscar De Bona ha preso giustamente il caso di petto: ogni volta che andrà all'estero per partecipare alle riunioni con i nostri emigrati e oriundi, farà una verifica sulla varie Associazioni o Circoli che sono in vita (alcune delle quali sostenute a vario modo) soltanto per controllare il voto degli italiani all'estero. "Voglio vederci chiaro su chi ci rappresenta e mettere ordine là dove da tempo poco si conosce ufficialmente - ha detto De Bona - visto che i veneti e loro discendenti sono 3,2 milioni e siamo la regione d'Italia con il maggior numero di emigrati e oriundi. Le concentrazioni maggiori di nostri emigranti sono in Svizzera e in Brasile. Risulta comunque alla Regione che la realtà associativa dei Veneti nel Mondo è presente in 30 Paesi dei vari continenti e solo in 20 Stati operano vere Comunità organizzate, anche di soli cento iscritti". L D. Una verifica che non nasce a caso e che è necessaria? R."Torno a dire che sono a conoscenza che ci sono circoli o associazioni che esistono solo sulla carta, non svolgono attività per le nostre comunità e quel che è peggio è che coloro che dicono di essere impegnati in queste strutture-fantasma si prodigano per altri fini: cioè, sono attivi soltanto quando ci sono le chiamate elettorali. Ritengo che questi gruppi vadano sciolti perché costituiti da vecchi partiti. Non c'è nulla di penalmente rilevante ma occorre fare chiarezza prima di tutto sulla destinazione dei fondi e sui progetti che ogni associazione presenta alla Regione, considerato che ogni anno stanziamo 2,4 milioni per aiutare le situazioni di disagio, formare e insegnare un lavoro ai giovani, organizzare eventi culturali e favorire i rientri. La somma è stata stanziata anche per quest'anno, nonostante la difficoltà finanziarie causate dalla crisi". D. Ha fatto cenno ai fondi della Regione. Per quali finalità sono erogati?" R. C'è da sottolineare che è da tempo che la Regione del Veneto, con l'obiettivo di tenere sempre vivo il legame con la terra d'origine, ha organizzato iniziative di vario genere, assegnando i fondi necessari. Per quanto riguarda il 2009 i fondi sono stati così ripartiti: 450 mila euro agli enti locali per agevolare i rientri e per iniziative culturali; 1,1 mln per le associazioni estere che predispongono progetti analoghi. Poi, 305 mila euro sono stati destinati al fondo per le politiche sociali e altri 450 mila per sistemazioni abitative o interventi ad hoc, sempre per facilitare i rientri. Un modesto importo è stato accantonato per affrontare le spese vive per la Giornata dei Veneti nel Mondo di fine agosto e per i lavori della Consulta che a novembre avrà luogo a Veracruz, in Messico, in collaborazione con l'Associazione Bellunesi nel mondo". D. E' doveroso che ai giovani veneti all'estero si continui a mantenere una corsia preferenziale? R. "Certamente: solo loro i canali di ricambio e di continuità delle nostre tradizioni. Ad esempio, nel prossimo giugno, all'isola veneziana di San Servolo, si riunirà il Comitato dei giovani all'estero. A fine agosto, in quel di Asiago, in collaborazione con i Comuni dell'Altopiano, ci sarà la Giornata dedicata agli emigrati e sarà l'occasione per ricordare alcune tappe salienti sviluppate dai nostri "ambasciatori esteri" che con il loro lavoro hanno fatto conoscere ed apprezzare il Veneto in varie parti del mondo. E' un doveroso riconoscimento!". D. A che punto è l'operazione del Leone di marmo low cost? R. "Le Comunità che ne hanno fatto richiesta sono tante. Diciamo, in sintesi che una copia del Leone di San Marco lo vogliono tutti: d'altra parte è il vero simbolo della regione del Veneto. Mi rendo conto che un Leone di Venezia nel bel mezzo di una piazza di una località del Sud America e gemellata con una del Veneto vuol significare una ricchezza di valori, di amicizia, di sentimento talian. Per accontentare il maggior numero possibile mi sono interessato direttamente del problema, al fine di contenere le spese e dimenticare quel che successe nel 2005 quando mi sono trovato in bilancio una scultura per una comunità veneta in Venezuela che venne a costare, tra manodopera e spedizione, ben 12 mila euro. E' stato un esempio ovviamente del tutto isolato ed è proprio per questo che ho trovato una qualità di marmo a prezzo contenuto ed un gruppo di scultori che hanno dato gratuitamente la loro disponibilità artistica in cambio soltanto del rimborso delle spese per raggiungere il posto dove realizzare il Leone. Cito un esempio, per la riunione di Veracruz, un artista realizzerà sul posto un Leone di San Marco e, per rimanere una settimana, terrà pure dei corsi d'italiano (e anche di veneto) per i giovani della zona. Il tutto costerà solo 1500 euro. Una bella differenza da quel caso di 4 anni fa". 10 Marzo Aprile 2009 CALENDARIO MANIFESTAZIONI ANNO 2009 Sabato 25 aprile FESTA DI PRIMA ESTATE Alle ore 8.00 pm. dopo la messa delle ore 7.15 pm (per favore, notate bene l’orario della messa) sempre presso il Centro Scalabrini di Brixton Rd. sarà servito come ogni anno un gustoso pranzo, suonerà il nostro Marcello, il prezzo è, come gli altri anni £. 15.00 Siete vivamente pregati di prenotarvi il più presto possibile presso Marinetta (0207.837.1966) Domenica 14 Giugno GITA ANNUALE Avremmo in programma di andare a visitare Anglesey Abbey che si trova vicino a Cambridge. Partenza ore 10.00 da YORK WAY King’s Cross, come l’anno scorso. Per coloro che vengono in macchina si può, di domenica, parcheggiare ovunque in York Way, Caledonia St, Caledonia Rd e Balfe St, ma solo sulla ‘single yellow line. Il costo sarà di £ 10.00 andata e ritorno, all’interno del parco della villa c’è posto per consumare il vostro picnic e c’è anche servizio ristorante. Da Circoli Esteri DAL CIRCOLO VENETO - SCUOLA DI S.MARCO IN ALBION (G. B.) Domenica 12 Luglio PROCESSIONE E SAGRA DELLA CHIESA ITALIANA, il Circolo sarà presente con la sua solita bancarella. Il 6 - 7 - 8 Ottobre VIAGGIO SOCIO-CULTURALE Quest'anno speriamo di visitare Kent detto “the garden of England “ Sto organizzando il programma e prossimamente invierò, a coloro che sono venuti ai precedenti viaggi, ulteriori informazioni. Per chiunque altro fosse interessato rivolgetevi a Marinetta (0207.837.1966) Sabato 14 novembre FESTA DI SAN MARTINO Anche quest’anno festeggeremo come ogni anno questa festa. Alessandra Giacon - Tondelli DAL NOTIZIARIO ANCRI DELL’URUGUAY T utti italiani ’uscita una sentenza che conferma come possono diventare automaticamente cittadini italiani anche figli di entrambi i genitori stranieri purchè si dimostri che un’ascendente di loro fosse figlio da parte di madre di una italiana che perse la cittadinanza tra l’inizio del XX secolo e il 1947 per matrimonio contratto con uno straniero. Questo perché è anticostituzionale la discriminazione fatta verso quelle donne (in pratica tutte decedute) che involontariamente persero la loro cittadinanza. Si risolverà così il problema di alcuni “italianissimi” che però non riuscivano oggi ad avere questo riconoscimento. Giusto? Mica tanto, visto che questa sentenza dà la possibilità ora a milioni di persone di chiedere la cittadinanza solo dimostrando che avevano una nonna “italiana” ed indipendentemente che abbiano un minimo di contatto con la nostra patria o a nostra lingua e cultura. In arrivo insomma nuove potenziali centinaia di migliaia di richieste di cittadinanza a pesare su uffici intasati ed insufficienti ad esaminare le domande giacenti (55 anni di attesa teorica agli uffici di San Paolo del Brasile…) . In Italia, per contro, gente che si è assolutamente integrata e risiede da più di 10 anni attende ben oltre 3 anni per avere riconosciuto il proprio diritto di nuova cittadinanza. Ma perché la Magistratura è a volte così “teorica” per un cavillo e non si rende conto delle conseguenze che comportano certe sentenze? Marco Zacchera E 11 Marzo Aprile Emigrazione 2009 L'emigrazione dei basso polesani in Brasile, 1887-1901 e migrazioni, che negli ultimi anni stanno coinvolgendo interi paesi dell'Africa, dell'Asia e dell'Europa dell'Est, hanno assunto dimensioni enormi. I problemi che sono alla radice di questi esodi sono dovuti essenzialmente alla necessità di soddisfare le primarie esigenze di vita. I paesi Occidentali sono divenuti la meta di interi popoli che sono alla ricerca di poter migliore le loro condizioni di vita. Il fenomeno migratorio sta ponendo seri interrogativi ai paesi sviluppati che si sentono minacciati da un fenomeno che non conosce confini, che sembra non avere limiti, che non si sa ancora come regolare. Questo problema non dovrebbe affliggere la comunità italiana, perché in proposito di migrazioni di massa la nostra storia è ricca d'esperienza. L'Italia, il Veneto e il Polesine hanno vissuto un momento particolare sul finire dell'Ottocento, quando in Brasile, dopo che era stata abolita la condizione di schiavitù, al fine di dare continuità all'economia del paese, il governo brasiliano, contribuì ad agevolare un esodo emigratorio eccezionale di migranti europei. In quel contesto, le popolazioni del Basso Polesine si trovarono alla mercede di personaggi senza scrupoli che fagocitarono la loro volontà e il loro stato di precarietà sociale, cosicché molti di quei contadini che intrapresero quell'avventura, alla fine si trovarono a maledire il giorno che avevano aderito a quella decisione. Ma vediamo quali furono le motivazioni che erano alla radice di quel fenomeno, come ebbe a svolgersi l'esodo, e quali conseguenze ebbe sui cittadini italiani. L L'emigrazione verso il Brasile dei contadini basso polesani nel periodo compreso tra il , 1887 e il 1901 12 In Brasile, nella seconda metà dell'Ottocento, molti proprietari terrieri con l'abolizione della schiavitù si trovarono nell'impossibilità di trovare forze bracciantili per i lavori nelle loro "fazendas". Il governo brasiliano, per supportare le loro difficoltà, attivò una politica di agevolazioni per importare immigrati dai paesi europei. I braccianti italiani iniziarono a considerare le offerte che provenivano dagli Stati del Brasile, quando furono messi a conoscenza che il viaggio verso quel paese risultava gratuito, cioè pagato dal governo brasiliano. La prima grande partenza di massa dei contadini polesani corrispose all'azione di propaganda svolta dagli agenti dell'emigrazione, in applicazione della legge del 16 giugno 1881, con la quale si favoriva l'immigrazione degli stranieri nello Stato di San Paolo. Il governo di quello stato, per favorire gli esodi di manodopera rurale dall'Italia, incentivava i vettori e le imprese di colonizzazione con delle speciali agevolazioni. Queste società per incrementare le partenze organizzavano nei territori dove le attese erano maggiori una larga distribuzione di opuscoli propagandistici artificiosi e falsi, con i quali venivano garantite ai futuri emigranti la possibilità di arricchimento e di divenire proprietari di terreni dello Stato. Da quel momento si formò una vera e propria corrente emigratoria che risultò essere una delle più grandi prove degli effetti della suggestione della propaganda morale nel determinare le partenze. Secondo le cronache del tempo, questi agenti, per rendere più credibili e convincenti le loro azioni usavano i metodi più subdoli per abbindolare i contadini. Uno fra questi sistemi era quello di travestirsi con uniformi da ufficiali di marina o in maniera molto simile e così camuffati giravano per i paesi della provincia a convincere con promesse e lusinghe le popolazioni alla partenza, illudendoli con fantastiche descrizioni di fortune favolose ed immediate, con l'inganno di alti salari, e "con ridenti descrizioni di paesi che mai videro". Metodi ingannevoli che fecero nascere fra i contadini il desiderio di partire. Ebbe così a formarsi un miraggio che prese il sopravvento sulle analisi razionali, contribuendo ad incrementare gli esodi verso quel lontano Paese. L'emigrazione oltre oceano era costituita essenzialmente da contadini, perché era il requisito sostanziale per ottenere il viaggio gratuito verso il Brasile. Non furono solo i disobbligati, i senza lavoro che emigrarono, ma anche quei contadini che avevano in affitto fondi, dai quali non riuscivano a ritrarre il necessario per sopravvivere, o piccoli proprietari che a causa di annate difficili, gravati dalle imposte locali, consortili ed erariali, per pagare il dovuto dovevano ipotecare la proprietà. L'artefice vero dell'emigrazione, fu la politica della condivisione istigata dalle compagnie di navigazione sovvenzionate dal governo brasiliano, le quali pagavano gli agenti d'emigrazione ad essere più attivi, ad utilizzare la diffusione degli opuscoli dove venivano magnificate le possibilità di arricchimento in Brasile. Il fervore di convincimento intrapreso dagli agenti e sub-agenti si dimostrò il vero propulsore degli esodi, in quanto risultavano gli unici beneficiari di quelle migrazioni con un riconoscimento per ogni adulto convinto ad emigrare che variava dalle due alle dieci lire. Questi personaggi senza scrupoli, risultarono essere i confidenti dei contadini, li incitavano alla partenza, li indirizzavano nelle pratiche per procurarsi il passaporto Marzo Aprile 2009 quali raccontavano le tribolazioni patite subito dopo il loro arrivo in Brasile e la mancanza di umanità esistente nei rapporti di lavoro. Raccontavano lo stato di disagio patito e che se qualcuno osava opporsi al sistema imposto era soggetto ad estreme violenze, come accadde ad un loro conoscente, Giuseppe Rosario di 60 anni, pure lui di Contarina che venne ucciso a bastonate, perché voleva sottrarsi alle condizioni di asservimento in cui fu sottoposto in una fazenda nello stato di Spirito Santo. I datori di lavoro, gli agrari polesani, dopo le prime partenze, iniziarono a preoccuparsi perché veniva a mancare la disponibilità di manodopera durante i lavori estivi. I proprietari, inizialmente furono scettici sulla volontà di partire dei loro bracciantimezzadri, ma quando constatarono la risolutezza degli stessi, sollecitarono una campagna di stampa per contrastare l'azione degli agenti d'emigrazione. Scriveva il segretario comunale di Porto Tolle, Socrate Chiereghin, in una lettera inviata in data 6 luglio 1891, a tutti i possiden- ti locali col proposito di contribuire a rallentare le partenze dei braccianti locali:"L'americomania in questi bassi paraggi, dove torna indispensabile l'opera dell'uomo vuoi per il taglio della canna che pella coltivazione della risaia, può tornare fatale. A mio avviso i S.S. proprietari, e specialmente quelli che non hanno esuberanza di coloni pella conduzione della loro proprietà, dovrebbero per non pentirsi in avvenire, fare qualche concessione ai loro dipendenti, allo scopo di scemare l'emigrazione". Contemporaneamente sulla stampa venivano riportate le lettere di chi aveva intrapreso il viaggio e subito si era pentito della scelta. Il rodigino, Sebastiano Girotti, il 9 agosto 1891, scriveva a Il Corriere del Polesine, la sua personale esperienza, dopo essere stato abbindolato dalle lusinghe degli agenti d'emigrazione. Il suo messaggio era un appello a tutti i polesani che intendevano intraprendere quel viaggio di guardarsi da chi sollecitava le partenze verso il Brasile: "Alle sette e trenta del mattino del 31 marzo partì da Rovigo; giunsi a Genova alla mattina del primo aprile; alle 3 del pom. Salì a bordo del vapore "Sirio"; fui a Barcellona un giorno dopo. Dopo 24 ore di fermata partì e null'altro che cielo e mare per 6 giorni continui. Arrivai all'isola di S. Vincenzo e qui pure si fece una fermata di 24 ore; poi senza più vedere terra per 8 giorni continui giunsi a Rio de Janeiro, capitale del Brasile e qui subito siamo stati tutti presi come schiavi, non credano che si possa essere liberi di potere andare ove si voglia, conviene andare come schiavi dove una masnada di camorristi vuole. Giunsi in compagnia di tutti i disgraziati emigrati alla città schifosa di San Paolo, dove per vivere occorrerebbero almeno 10 lire al giorno. Il povero V… che è giunto un mese prima di me, in quale stato si trova! Fa pietà. In dodici dormono in un quarto di stanza. Gli abitanti del Brasile sono molto buoni, ma gl'italiani che si trovano qui fanno commercio degli emigranti(..)". Emigrazione e il nulla-osta dalle autorità militari per avere riconosciuto il viaggio gratuito. Questi personaggi si attivarono nello scrivere lettere ai conoscenti e amici, decantando la soddisfazione delle condizioni di chi era precedentemente partito, e leggevano le lettere pervenute da quelli che avevano lasciato i loro paesi, cioè compivano tutte quelle pratiche che l'umile contadino non avrebbe potuto compiere da solo. Con il contributo della loro opera migliaia di contadini italiani partirono verso il Brasile, e che subito dopo scoprirono che le promesse erano una cosa e la realtà un'altra cosa. Il problema creato ai proprietari deltizi dall'azione di questi agenti nel 1888 iniziò a preoccupare anche gli agrari. Il 21 agosto di quell'anno, L. Sullam, inviava una lettera al fattore della tenuta di Gnocchetta, E. Bergamini, nella quale esprimeva la sua inquietudine per l'opera di convincimento che svolgeva un agente di Taglio di Po, sui suoi braccianti, affinché lasciassero l'azienda per il Brasile: "Avrò molto piacere conoscere chi mette queste idee a quella gente. Ci dev'essere qualched'uno che le scalda la testa e tu devi cercare di conoscere questo tale. Vorrei sapere chi darà a Sardina, a Marangon Cocco e Demetrio Grafalusso, i denari del viaggio, perché i nostri montanari che emigrano hanno da vendere o la bestia o il campo, ma loro non hanno che la schiena o le donne da vendere". Il fiduciario dei Sullam, dopo aver operato delle indagini su chi poteva essere l'agente che tentava i loro braccianti, rispose che si trattava di un certo Antonio Sarto Morato di Taglio di Po. Nei due anni successivi sembrava che l'ondata delle partenze avesse esaurito la sua carica dirompente, ma non fu così, in quanto nel 1891 l'emigrazione dal Basso Polesine riprese con più vigore. In quel periodo, sulla stampa basso polesana iniziarono a giungere molte lettere in proposito delle nuove esperienze degli emigranti, e tutte denunciavano la speculazione che si stava consumando sulla loro testa. Il 16 giugno 1891, Il Corriere del Polesine riportava la testimonianza di Giovanni Coppato e di Albina Marangon di Contarina, i Continua nel prossimo numero 13 Marzo Aprile 2009 Dall’Uruguay SCUOLA ITALIANA DI MONTEVIDEO: ECCELLENZA CULTURALE IN URUGUAY La scuola di Montevideo il fiore all’occhiello della comunità in Uruguay li emigranti che per oltre un secolo, fino alla grande alluvione del Polesine del 1951, hanno lasciato le nostre contrade, da soli o con le famiglie intere, per cercare fortuna per 'terre assai lontane', erano spesso 'gente della terra', cioè gente comune e senza istruzione, contadini, ma anche piccoli artigiani la cui arte risaliva alla tradizione dei padri in cui la manualità e la capacità di produrre oggetti non era mai stata finalizzata alla produzione di ricchezza. Era quel know how che ognuno istintivamente acquisiva sfruttando la manualità innata per la propria sussistenza che, nella società arcaica di quei tempi, rispondeva prima alle necessità personali e poi ad un sentimento di solidarietà che era in circolo nella comunità. Per questo forse l'artigiano polesano non era diventato ancora imprenditore di se stesso né si era sviluppata completamente l'idea che la propria capacità manuale poteva produrre reddito. Alla base c'è il famoso concetto tutto italiano di sapersi arrangiarsi ed essere autonomo dalla dipendenza dal saper fare degli altri. I contadini polesani, come tanti altri italiani, partendo dal Polesine lungo i secoli scorsi fino alla grande alluvione, hanno portato con sé questo patrimonio di conoscenze e questo empirico saper fare. G 14 Scriveva Ulderico Bernardi nella introduzione al libro 'A catar fortuna. Storie venete d'Australia e del Brasile' (Neri Pozza, 1994): "E' così che l'umanità procede. Persone e gruppi percorrono la superficie del pianeta cercando di soddisfare i bisogni essenziali che sono quelli legati alle necessità materiali (…) e quelli immateriali, ma altrettanto irrinunciabili" Nello scorso settembre è giunto da noi a Rovigo un gruppo di concittadini, ospiti della Regione Veneto e della nostra rivista Polesani nel Alunna vincitrice del primo premio del concorso indetto dalle scuole dell’Uruguay Mondo, che tornavano per la prima volta in patria dopo cinquant'anni di permanenza in Uruguay. Come collaboratore della rivista mi sono sentito coinvolto per l'ospitalità e l'accoglienza, per rendere più piacevole e gratificante il loro breve soggiorno in Italia. Devo dire con sincerità che ero anche un po' preoccupato per via della modalità di comunicare con loro, secondo un mio preconcetto; davo per scontato che essi parlassero solamente lo spagnolo, dopo una così lunga lontananza dall'Italia, lingua di cui io ero in possesso solo di qualche parola con riferimento all'assonanza con il nostro bel dialetto veneto. Quando sono arrivato, di prima mattina, alla Casa del Polesano di Ca' Cappello, dove erano ospitati, con Gino Tosi, il volontario dell'Auser polesana che aveva messo a disposizione il suo pulmino, e sono entrato nell'atrio, mi sono sentito interpellare da uno degli ospiti in perfetto italiano e subito dopo passare a parlare con me in dialetto veneto. Ero meravigliato. Ho guardato Gino a cui avevo espresso, durante il trasferimento le mie perplessità linguistiche. Poi via via che gli altri scendevano dalle camere era tutto un parlottio, altro che spagnolo, in Veneto corretto ed in Italiano. Mi sono reso conto, alla fine, che il mio era solo veramente un pregiudizio e che queste persone pur essendo vissute per quasi tutta la loro vita lontano dalla patria, avevano conservato la loro italianità ed erano fieri di essere vissuti fuori dalla patria conservando la lingua e le abitudini che caratterizzano il nostro popolo. Tutto questo mi fu confermato nei giorni successivi dallo stesso porta- Marzo Aprile 2009 loro è diventato impresario edile, qualche altro ha messo su una fabbrichetta di materie plastiche, qualche altro un'officina o una succursale di auto di marca, chi si è dedicato alle piante e ai fiori ed è diventato vivaista, chi invece è d i v e n ta t o esperto come operatore turistico e chi è diventato manager o ha fatto il dirigente di impresa… qualcuno invece ha avuto meno fortuna, come capita sempre. Tutti tuttavia pur non avendo fatti moltissimi schei, hanno avuto modo di farsi una vita agiata e stimata e posizioni di prestigio nella comunità. Insomma con buona volontà e spirito pionieristico hanno dato fondo alle loro risorse di capacità e di inel- Grupppo dell’Uruguay in visita in Polesine ligenza e si sono presto integrati nel contesto del nuovo ambiente sociale, a volte divenendone protagonisti positivi. E' la realtà degli italiani che sono emigrati, di cui in Italia non sappiamo nulla o quasi, e quel poco che sappiamo lo è malamente ed incompleto. Non dico fra gli addetti ai lavoro, che bene o male sono in qualche modo informati, bensì tra i compatrioti che non hanno conoscenza di quanto succede tra le comunità italiane all'estero e quando lo è, è per fare sapere atti disonesti e di delinquenti. Dobbiamo pur constatate che fac- ciamo poco per tenere fermi i nostri legami con i nostri concittadini che vivono al di là dei confini della patria, specialmente se ormai sono giunti alla terza o alla quarta generazione di discendenza; e continuiamo a fare ben poco nonostante la formazione di un specifico ministero nazionale sull'emigrazione di cui fu fondatore e primo responsabile per un certo periodo con risultati che incominciavano ad essere appariscenti, il senatore Mirco Tremaglia. E' stato riconosciuto perfino il diritto di voto degli Italiani all'estero. Dal nostro punto di vista, non ci sembra che i parlamentari eletti nei cinque continenti brillino per iniziative e proposte che riguardano i loro elettori. Sappiamo per riflesso solamente che presso i comitati dei connazionali dei diversi continenti, gli italiani che si fanno onore nel mondo dell'economia, della cultura, dell'arte e delle altre attività umane, sono numerosissimi e che gli Italiani all'estero non sono solo delinquenti fuggiaschi, magari protetti dai politici locali, sono mafiosi in incognito e spacciatori di droga. Sono sicuramente più numerosi quelli che sanno farsi valere per le qualità intrinseche personali di sacrificio, di intelligenza, di creatività, di cultura e di formazione intellettuale e professionale. Di questi Italiani non si parla mai, anche se contribuiscono in modo determinante alla civiltà ed al progresso del contesto sociale in cui vivono. Qui facciamo fatica a conoscere la loro realtà. Eppure ci piacerebbe che ogni numero del nostro giornale I Polesani nel Mondo, potesse dedicare qualche pagina alle corrispodenze ed alle notizie che voi delle fameje polesane disperse nel mondo, ci mandate. Sarebbe un onore e nello stesso tempo un vanto poter pubblicare il frutto della intelligenza e della creatività di voi che siete e rimanete comunque cittadini di questa Italia, magari attraverso i vostri parlamentari eletti, che molto spesso invece sono in altre faccende affaccendati (?) e non sanno dare voce alla voce a loro affidata. Dall’Uruguay voce del gruppo, il commendator Giovanni Costanzelli, il quale mi descrisse l'odierna organizzazione della comunità italiana a Montevideo ed il significato e l'importanza della S c u o l a Italiana di Montevideo, una istituzione educativa di cultura italiana, aperta agli oriundi e residenti italiani e anche agli uruguayani; poi via via parlarono di sé e della loro vita di emigranti Paolo Sgaravati, Renato Cauduro, Luigi Libralesso, Ugo Favero, Aldo Gai e poi le signore Carmen Corina Ferreiro e ancora Gina Polin Agnoletto, Naia Luciana Sacchet e Olga Ester Aguirregaray,che erano partiti da qui tanti anni fa, spinti dalle ristrettezze e dalla necessità di trovare condizioni di lavoro e di vita meno grame che in patria. Quello che mi ha meravigliato particolarmente e che mi lascierà un ricordo indelebile di questo breve incontro, e che queste persone non mi sembravano per nulla fuori posto e a disagio, neppure nel paesaggio brullo e solitario del Delta del Po, dove si colloca a due passi dal mare, la Casa del Polesano. Sempre affiatati, affabili, facili all'approccio, al piacere della compagnia, del condividere insieme emozioni ed impressioni, a parlare a spettegolare del più e del meno con lo scambio di aneddoti, di esperienze e di barzellette, pronti alla battuta,… erano curiosi di condividere soprattutto il piacere della scoperta reciproca, noi di loro e loro di noi, della nostra realtà italiana del quotidiano, loro che avevano abbandonata l'Italia tanti anni fa, quando era molto diversa dalla nazione moderna che è oggi.La realtà degli Italiani in Uruguay non è stata per tutti rosea. Il nuovo mondo era vasto e vario e aperto ad ogni opportunità. e quel famoso know how, che ognuno portava in sé insieme alla voglia di affrancarsi dalle ristrettezze, poteva diventare la vera ragione del loro essere lì, in quella terra sconosciuta 'a catar fortuna'. Infatti qualcuno di Adriano Romagnolo (Adrirom) 15 Marzo Aprile Dal mondo 2009 NOTIZIE FLASH DALL’ESTERO Occupabilità degli italiani: nuovi corsi in Argentina ccupabilità degli italiani: nuovi corsi a Cordoba Dopo il successo ottenuto dal primo ciclo di seminari realizzati l'anno scorso a Buenos Aires nell' ambito del Progetto ITES per l' occupabilità degli italiani residenti nei paesi dell'America latina, portato avanti dall' agenzia Italia Lavoro in partenariato con diversi enti e istituzioni tra cui il patronato Inas, ha deciso di rilanciare un' esperienza simile anche a Cordoba, presentando nella città argentina corsi di orientamento al lavoro e creazione d'impresa. L'iniziativa conterà sull' esperienza dell'Università Nazionale di Cordoba e sulla collaborazione del Ministero dell' Industria, del commercio e del lavoro della provincia. Italia Lavoro è infatti prossima a firmare protocolli d'intesa con queste istituzioni, che permetteranno di proporre nuove azioni finalizzate, come nel caso dei corsi di orientamento al lavoro e creazione d'impresa, ad aumentare le opportunità d'impiego dei cittadini italiani e dei loro discendenti residenti nella provincia di Cordoba. I corsi conteranno altresì sul patrocinio di istituzioni tra le quali il Consolato Generale d'Italia, il Comites, la Dante Alighieri e la Camera di Commercio. Il corso di orientamento al lavoro, che prevede 8 incontri, avrà inizio il prossimo 4 novembre e si prefigge di fornire al partecipante maggiori informazioni sulle condizioni attuali del mercato del lavoro e sui profili da esso richiesti, oltre a strumenti e tecniche per trarre profitto nel modo migliore dalle opportunità d'impiego offerte a livello locale. Il corso di creazione d'impresa, che prevede invece 7 incontri, avrà inizio il prossimo 6 novembre ed è rivolto a persone motivate all'auto imprenditorialità, alle quali fornirà informazioni dettagliate sullo scenario socio-economico locale, sulle prospettive macro-economiche locali, e sulle fasi di un business plano Entrambi i corsi sono gratuiti e possono accogliere fino a 50 partecipanti. Requisiti imprescindibili per l'iscrizione sono: avere più di 18 anni e presentare documenti che attestino la cittadinanza italiana Informazioni ed iscrizione si possono effettuare presso gli enti partner del progetto, tra cui l'Inas Cisl. Ulteriori informazioni si trovano anche in rete, all'indirizzo www.italiani-estero.it (e-mail: [email protected]). O Pensioni all'estero: n tutte le sedi del patronato Inas in Argentina sono disponibili i moduli per richiedere il rimborso delle commissioni bancarie applicate a carico dei connazionali pensionati, da parte delle banche locali, alla riscossione delle mensilità di pensione. In questo modo verrà sanata l'incongruità che non pochi connazionali hanno subito rispetto a quanto definito dalla Convenzione fra l'Ente previdenziale e l'Istituto bancario, che prevede espressamente l'assenza di qualsiasi obbligo di pagamento a carico dell 'interessato per riscuotere la prestazione. I moduli sono disponibili nelle sedi Inas di Buenos Aires, San Justo, La Plata, Mendoza, Rosario, Cordoba e Mar del Plata. Per accedere al rimborso l'utente deve allegare le fotocopie degli scontrini di riscossione che denunciano le somme indebitamente trattenute dall'agenzia bancaria. È bene precisare chesolo queste spese possono essere richieste e non altre spese di gestione relative, ad esempio, al proprio conto corrente, qualora sia stato aperto nella stessa agenzia bancaria. I 16 Marzo Aprile 2009 Roma, lì 23 Dicembre 2008 Ai Polesani nel Mondo ed a quelli in "Patria" Com'è noto, nell'immaginario collettivo c'è un Vaticano ove tutti "volano alto" tra: sacralità, liturgia, porpora, diplomazia... Ma qualche detrattore l'ha definito una "fossa di serpenti" che si muovono tra invidia, intrighi, ambizioni, finanza... Mentre l'amabile giornalista Paolo Mosca ci descrive quanto i più umili, tra i devoti di Gesù, siano importanti, con il loro silenzioso lavoro, tra le Sacre Mura. Credo che tanti dei Lettori del nostro prezioso Notiziario, anziché artefatte definizioni, preferiscano leggere l'edificante articolo casereccio "Fumata bianca, fumata nera" che ci riferisce sull'amorevole e fattivo Servizio di un "papalino" per la Chiesa e per il nostro Santo Padre: è sempre il Pastore giusto. Fervidi auguri di ogni bene per Voi e per le Vostre Famiglie. Emilio Doni Con i migliori saluti. Curiosità da Roma Maggior Generale Emilio Doni I PICCOLI MIRACOLI di Piazza San Pietro FUMATA BIANCA, FUMATA NERA entre sistemavo con un collega il corpo senza vita di Pio XII, tremavo dentro. L'avevano portato in Vaticano nella notte, da Castel Gandolfo, dove era spirato". Si emoziona ancora Cesare Tassi, 74 anni, entrato in Vaticano come tappezziere nel 1957, nella Floreria Apostolica, nel ricordare quei momenti unici. "Ero rimasto orfano di papà Renato a soli 10 anni, e mamma Enrica, pronipote dell'attrice Lina Cavalieri, faceva l'infermiera al San Camillo. Mia sorella andò a fare la sarta a Cinecittà, io entrai giovanissimo in Vaticano, al posto di mio nonno Cesare, che per 56 anni aveva lavorato per i Papi". Nato a Trastevere, romano da sette generazioni, da ragazzo Cesarino fa l'elettricista di giorno e studia di sera. Diventa installatore elettrico. "Insomma, quando presi il testimone di mio nonno, qualcosa sapevo fare". Cos'è la Floreria Apostolica? "Un ufficio dove si preparano le udienze del Papa, le cerimonie liturgiche, le visite dei grandi della terra a Sua Santità. Da tappezziere, lavoravo persino nell'appartamento del Papa. E' lì che ho capito l'umanità di Giovanni XXIII. Una volta, lavorando a una tenda del suo studio, ero in cima ad una scala, e mi scivolò dalle mani un martello, che finì sul pavimento. Convinto che dietro di me ci fosse il mio collega, allungai il braccio senza voltarmi, e il martello tornò nelle mie mani. Poi ho avuto un lampo: mi sono girato di scatto e ho visto il sorriso del Papa buono. L'aveva raccolto lui per me". Quanto resta nella Floreria? "Fino al 1973. Ero diventato simpatico a Paolo VI e al suo segretario, monsignor Macchi: guardi quest'orologio che ho al polso, me l'ha regalato lui". Nel 1973 la promuovono custode della Cappella Sistina e primo addetto alla Sagrestia Pontificia. "Ero benvoluto da padre Romano Romani che mi affidò anche le chiavi del tesoro del Papa, che sta proprio sopra la Sistina; e da monsignor Van Lierde, olandese, custode sacrista. Nella Sistina ho accompagnato per la visita i capi di Stato: Cossiga si commosse, e mi fece Cavaliere". La Sistina. Il luogo dei Conclavi. Fumate bianche e nere. Quanti piccoli miracoli? "Il primo fu quello di ritrovare la stufa per bruciare le schede dell'elezione. Morto Paolo VI, non si trovava più. Ma io conoscevo tutti i locali vaticani. Così segnalai che la stufa era finita in un magazzino adiacente alla Basilica di San Paolo fuori le mura. La ritrovarono: si potevano fare le fumate per il conclave in cui fu eletto Luciani. Ma non dovevano essere grigie: davvero bianche o nere. Così, alle 6 del mattino, ripulii la canna fumaria con alcol e carbonella. Come addetto alla Sagrestia Pontificia, appena eletto Luciani, gli portai il camice, la stola, la mossetta nella 'stanza del pianto'. Si chiama così, perché là dentro il neo eletto si sveste da cardinale, si veste da Papa e si commuove sempre". Poi il Conclave di Wojtyla. "Anche lì, nella stanza del pianto, gli ho fatto la lavanda delle mani. Alla sera cenai con Van Lierde e i penitenzieri in una sala accanto a quella del Pontefice: dove lui era appartato con don Stanislao. Venne a salutarci. 'Ma tu sei Cesare il romano, quello che ha le chiavi del tesoro del Papa. Auguri a te, moglie e figli', mi disse". Nel 1999 va in pensione. E la fumata bianca per Ratzinger? "Andò tutto bene, avevano installato una stufa nuova di zecca". M tratto da Paolo Mosca da Il Messaggero - cronaca di Roma Emilio Doni 17 Marzo Aprile Premio Polesani nel Mondo 2009 NUOVA EDIZIONE DEL CONCORSO "POLESANI CHE HANNO ONORATO LA PROVINCIA DI ROVIGO IN ITALIA E NEL MONDO" Le domande entro il 15 Maggio 2009 BANDO DI CONCORSO Art. 1 La Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Rovigo, promuove ed organizza l'iniziativa "Polesani che hanno onorato la provincia di Rovigo in Italia e nel mondo" riservata ai conterranei emigrati, che maggiormente si sono distinti nelle attività economiche e finanziarie, sociali, culturali, sportive e di ricerca scientifica o in altre attività particolarmente significative, acquisendo riconoscenza e benemerenza in Italia e all'estero. Art. 2 Il numero totale dei premi è costituito da 10 medaglie d'oro, accompagnate da un diploma, riservate a: - Imprenditori polesani emigrati per almeno 20 anni che, con la loro attività in qualsiasi settore economico, abbiano contribuito all'affermazione dell'iniziativa polesana nel mondo; - Lavoratori e pensionati polesani emigrati per almeno 20 anni che abbiano conseguito, con il loro lavoro, capacità e meriti anche nei rapporti umani e sociali, onorando particolarmente l'emigrazione polesana nel mondo; - Conterranei emigrati che si siano notevolmente distinti nelle attività di cui all'art. 1 del presente regolamento, a prescindere dalla durata della loro permanenza all'estero. Condizione essenziale per partecipare al concorso è quella di essere nati in provincia di Rovigo o di essere figli o nipoti, discendenti in linea retta (2^ e 3^ generazione), anche di un solo genitore o avo nato in provincia di Rovigo. I requisiti di cui al primo comma debbono essere posseduti alla data di scadenza del termine stabilito per la presentazione della domanda di ammissione all'iniziativa. Art. 3 Le domande di partecipazione dovranno essere accompagnate da una idonea documentazione dell'attività svolta (curriculum vitae, attestati o dichiarazioni di ambasciate e consolati, di enti pubblici e di associazioni, foto, giornali, pubblicazioni, ecc.). Inoltre dovrà essere allegata la dichiarazione sostitutiva, resa ai sensi del D.P.R. 28/12/2000, n. 445, attestante i dati di nascita, la cittadinanza, la qualifica di pensionato (per gli ex dipendenti collocati a riposo), l'assenza di contestazioni di tipo fiscale, di condanne penali e di procedimenti penali pendenti. La dichiarazione dovrà essere firmata dall'interessato che allega fotocopia di un documento di identità valido. La Camera di Commercio si riserva di effettuare idonei controlli, sulla veridicità delle dichiarazioni sostitutive. Art. 4 Le domande potranno essere presentate dagli stessi candidati o dai loro parenti o amici, da associazioni, da enti pubblici o da rappresentanze diplomatiche e dovranno pervenire alla Camera di Commercio di Rovigo entro il 15 maggio 2009. Le stesse domande saranno esaminate da un'apposita commissione. I dati personali dei candidati saranno trattati nel rispetto delle disposizioni di cui al D.Lgv. n. 196/2003 e successive modificazioni e integrazioni. Art. 5 La Camera di Commercio si riserva la facoltà di conferire "motu proprio" premi fuori concorso ai cittadini polesani che in Italia e all'estero abbiano acquisito meriti eccezionali per l'attività svolta in campo professionale, scientifico, artistico, culturale e sociale. Devono comunque essere soddisfatti i requisiti di cui all'art. 3 relativi all'assenza di contestazioni di tipo fiscale, di condanne penali e di procedimenti penali pendenti. Art. 6 La proclamazione ufficiale dei vincitori e la loro premiazione avrà luogo a Rovigo con una speciale cerimonia, in data da destinarsi, che sarà tempestivamente comunicata agli interessati. La consegna dei premi potrà avvenire anche nel luogo di immigrazione nei modi e nelle circostanze che saranno ritenuti più idonei di volta in volta. 18 Il Presidente Loredano Zampini Marzo Aprile 2009 Polesine: è tempo di turismo 'imprimatur della vocazione turistica della provincia di Rovigo è giunto - autorevolmente in questo inizio del 2009 dalla pubblicazione del Touring Club Italiano: un bel volume della apprezzata serie le Guide d'Italia, collana conosciuta anche come "le guide verdi del T.C.I." per il caratteristico colore della copertina plastificata. Vi campeggia il titolo "Rovigo e provincia", accompagnato dal sottotitolo "Il Polesine e il Parco del Delta del Po", a chiarire subito la vocazione naturalistica che connota il territorio. Una caratteristica esclusiva, questa, ulteriormente evidenziata sul retro copertina, dove all'eccellenza ambientale si accompagna una notazione circa gli aspetti artistici: "Un territorio unico per gli irripetibili scenari di acqua e terra e insieme per le peculiarità storiche ed artistiche, tra Venezia e Ferrara". A dare il benvenuto alla guida del Touring, all'Accademia dei Concordi è accorso, sabato 17 gennaio, il pubblico delle grandi occasioni, mentre - dopo il saluto del presidente Antonio Costato - è toccato ai rappresentanti degli enti, che hanno concorso alla realizzazione, sottolineare la piena soddisfazione per il risultato dell'attesa iniziativa. A cominciare da Adriano Buoso, presidente della Fondazione della Banca del Monte, istituzione che, oltre ad un cospicuo finanziamento, si è assunta l'onere di coordinare l'iniziativa. Una pubblicazione - ha sottolineato Buoso - che evidenzia come la terra tra Adige e Po sia caratterizzata da "elementi identitari forti, e da 'primazìe' e punti di eccellenza riscontrabili in tutte le aree del Polesine". Per il comune di Rovigo ha portato il saluto il sindaco Fausto Merchiori che ha indicato la pubbli- L cazione come un utile strumento di promozione di un territorio nel quale è riscontrabile una apprezzabile qualità della vita, mentre l'assessore Nadia Romeo ha ringraziato la Fondazione per l'utile lavoro di coordinamento a monte della realizzazione della guida, la cui missione è quella di agevolere l'incontro dei turisti col peculiare territorio polesano e la sua gente. Il console provinciale del T.C.I. Pavanello ha evidenziato la straordinaria opportunità, per il Polesine, rappresentata dalla guida diffusa su tutto il territorio nazionale tramite la rete del Touring. Gli ha fatto eco l'assessore provinciale al turismo Laura Negri sottolineando il valore della pubblicazione che intende promuovere una provincia ormai caratterizzata da buone infrastrutture di servizio, a cui si aggiungeranno presto le ippovie, ovvero percorsi idonei per l'equiturismo. Sulle positive risorse del Polesine e sulla sua vocazione all'ospitalità si è soffermato Loredano Zampini, presidente della Camera di Commercio, così pure Nerella Pavan, rappresentante dell'Ente Parco, che ha evidenziato come stia crescendo la consapevolezza della valenza territorio provinciale. E' poi intervenuta l'assessore regionale al turismo Isi Coppola che ha sottolineando come il Polesine sia un'area che sta crescendo e come, di pari passo, stia aumentando l'orgoglio di sentirsi polesani, con la consapevolezza delle peculiarità del suo territorio, per il quale è bene ragionare a livello regionale per dare vita ad un distretto del turismo. Infine la parola è passata a Cristina Baietta, responsabile del Touring, che, dopo aver sottolineato le peculiarità del territorio del delta (tanto esclusive da suggerire un'apposita scheda-glossario) ha focalizzato il suo intervento sulla guida, chiarendo che le due stelle attribuite ad alcuni beni ne indicano l'eccellenza assoluta, una stella l'importanza certa e la mancanza di stelle l'interesse turistico in senso più generale. La variegata offerta ricettiva, dagli alberghi a quattro stelle alle strutture agrituristiche fino ai B. e B., agli ostelli e ai campeggi - ha concluso assicurano alla provincia un interessante richiamo ed un sicuro sviluppo sul piano turistico. Libri LA GUIDA DEL TOURING SPIEGA PER UN TERRITORIO UNICO SUL PIANO ARTISTICO, ARCHITETTONICO E DELLA NATURA Lino Segantin 19 Realtà e mito nella tradizione contadina polesana Presentato l'ultimo libro di Adriano Romagnolo o storico Adriano Romagnolo con le sue ricerche etnografiche e filologiche ci sorprende L ancora per competenza e profondità. Dopo il saggio storico "I Ribelli del Canalbianco" e la rilevante opera "Il Polesano", dizionario dei modi di dire del Polesine di Rovigo e dei modi di fare della sua gente, presenta ai lettori un altro lavoro straordinario che sa intrecciare le vicissitudini, i fatti, nello scorrere dei giorni, con il mito, la leggenda, una "pregnante" irrealtà. Le figure mitiche e immaginarie che "gli si sono affollate attorno" dopo la compilazione del Dizionario, si insinuano nelle faccende della vita contadina, anche nelle pagine dell'ultima fatica: "Realtà e mito nella tradizione contadina polesana". Vicende che conosce bene, perché le ha respirate, vissute nella realtà patriarcale della sua famiglia, commenta Claudio Garbato. Era una civiltà difficile, faticosa, sorprendente e fiabesca. Severe stagioni, giorni di fatica, rinunce, miseria e la sopravvivenza delle persone era legata all'incredibile filo, trasparente e prezioso, della leggenda, del mito. E' il prodigio della vita che si ripete, e sempre si rinnova nel passato come in modi, senza dubbio, diversi, anche nel nostro tempo che riteniamo tanto "disincantato". Nel suo libro Romagnolo riesce a proiettare l'essenzialità, della "povera" tradizione rurale fatta di odori acri, forti, autentici della terra in una affascinante, avvincente narrazione che si impreziosisce di saghe, di un senso misterioso, sovrumano e divino. Sono i ritmi dell'inconscio collettivo, che non trova piena rispondenza nella realtà, ma in un misterioso, ancestrale religioso animismo pagano che si confonde con la sacralità cristiana. Parole, sogni ad occhi aperti, metamorfosi fantastiche, tutto serve ad esorcizzare una vita misera in balia delle stagioni, elementi della natura e poca fortuna. Il racconto si articola in tre gallerie, dall'Atrio col vilan, fra potere civile e spirituale del sior e il prete. Galleria della immaginazione, della magia e dei timori: il Salvanelo de la luna o il favarolo, il vecchio dio delle fave e il nero della paura, del diavolo, il babau, le angoàne , la lumaza. La "Galleria delle mutazioni" con la voglia di trasgredire, delle metamorfosi in un gioco di scambio di ruoli, ricco-povero, uomo-donna, feste, usanze che provenivano da quelle pagane e nasce la maschera inafferrabile e trasgressiva del bombasin e do, perteghin. Romagnolo sa dirci con profondo rispetto, e rara sensibilità l'importanza de "i riti" della terra e della parola: "il letame, il risultato della trasformazione della concimaia era rispettato e coccolato con amore. Il risultato era laetus (fertile) e laetamen, da laetus, tutto il complesso "era vivo" e veniva portato in autunno fumante nei campi che diventavano laeti, proprio per la presenza di quel prodotto. Anche il letame aveva un'anima, tant'è che respirava e viveva." In quel mondo contadino non mancava certo l'ironia quando mustaciona o barbisona, veniva definita la suocera, molte volte tremenda con la giovane nuora e si diceva sbragheson, lo sbraghesare di chi esercitava un ruolo non proprio, l'indoraculi, o l'arzentaculi era chi, per sortilegio, abbelliva le persone rozze. Il libro, una rievocazione voluta e costruita con profondo studio e passione per ricordare e ribadire i valori autentici, viscerali della terra, progenitrice della nostra civiltà. Significative anche le illustrazioni eseguite dagli alunni della scuola elementare di Arqua' Polesine. Erano presenti oltre a un numeroso pubblico sempre interessato e curioso di conoscere il nostro passato, le radici, il sindaco Merchiori, quella del morosin, amorino rustico e libidinoso, el-morto-ca-porta-el-vivo, raffigurazione della morte e della vita. E sempre per realizzare questa "voglia di esistere di farcela" la "Galleria dei caratteri perduti", sono i mestieri dal mazin al magnatera, dal boaro al castal- il direttore della BCC dott. Stefano Canella, il responsabile culturale della Banca signor Bruno Candita. Aurora Gardin