ANNO XXXVIII - N. 2
Marzo - Aprile 2009
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via T. Fraccon, 11 - 45100 ROVIGO (I) - Tel. & Fax (0425) 21031 Spedizione in A.P. / 40% - Comma 27 - Art. 2 - Legge 549/95
Filiale RO - Abbonamento annuo: Italia € 15 - Estero € 28 - Sostenitore € 56 - Intestare a: «Polesani nel Mondo» - Rovigo - c.c. postale n. 12849451 - ROVIGO
FONDATO NEL
1970
LA FRAGILITA’ DELL'URNA
Aper ta nella barchessa di villa Badoer l'impor tante esposizione
di reper ti del villaggio protostorico di Frattesina
ue Musei Archeologici Nazionali in una stessa provincia
costituiscono un'eccezionalità unica, che gratifica non
poco il Polesine. Ancora una volta risulta, con evidenza,
come questo lembo di territorio, racchiuso tra Adige e Po, presenti sotto vari aspetti delle caratteristiche davvero peculiari.
Dopo quello ben noto ed apprezzato di Adria, lo scorso 21 febbraio nelle barchessa di Villa Badoer, ha infatti aperto i battenti il
Museo Archeologico Nazionale di Fratta.
Quanto l'evento fosse atteso e condiviso è risultato chiaramente dalla considerevole presenza di cittadini; un numero così
imprevisto che ha costretto le autorità presenti ad abbandonare la
sala indicata per i discorsi di apertura, per posizionarsi sulla scenografica la gradinata della magnifica villa del Palladio.
Ed è toccato al sindaco Riccardo Resini aprire la manifestazione, sottolineando l'importanza dell'evento che giunge a coronamento di un'attività di esplorazione archeologica avviata quarant'anni fa dal gruppo locale del Manegium, portando alla luce i primi ritrovamenti archeologici in località Frattesina. Un
sito che in breve si è manifestato di grande rilievo, testimonianza di
una collettività attiva dal XII al X secolo a. C., insediatasi presso la riva
di un antico ramo del Po (denominato dagli studiosi il Po di Adria).
Un villaggio ben organizzato che ha lasciato testimonianze innanzitutto nelle due necropoli di Frattesina (Narde e Fondo Zanotto), ma
anche nel circondario, dove sono venuti alla luce i basamenti delle
case in canna ed oggetti lavorati di varia natura: corna di cervo adattate a vari utensili, ceramica per la cucina, per la filatura (pesi da telaio
e rocchetti, ma anche per i giochi (magnifico il carrettino trainato da
un animale da soma), fibule ed ornamenti in bronzo, ambra lavorata,
perline di vetro colorate e perfino avorio di elefante, uova di struzzo e
frammenti di ceramica greca. Il tutto a dimostrazione dell'importanza
della località nel lontano periodo della protostoria.
Un villaggio attivo, dunque, che teneva i rapporti con i mercanti che
scendevano dal nord con prodotti di pregio, primo fra tutti l'ambra del
Baltico. Ma a Frattesina giungevano pure gli antichi greci, grandi navigatori, risalendo il Po per rifornirsi di manufatti e beni alimentari della
pianura padana; e per proporre a loro volta, tra le mercanzie più inusuali, uova di struzzo e oggetti in avorio provenienti dall'Africa.
Frattesina,
dodici
secoli prima di Cristo, costituiva dunque un centro particolarmente
vitale, come testimoniano gli importanti ritrovamenti che hanno
finalmente trovato la loro idonea collocazione nel neo-avviato
Museo Archeologico Nazionale.
Una realizzazione che arricchisce Fratta Polesine sotto il profilo
dell'interesse turistico, come ha osservato l'assessore provinciale
al turismo Laura Negri. Un evento storico come hanno rimarcato
l'on. Andrea Colasio, il responsabile regionale della cultura Angelo
Tabaro, il soprintendente Umberto Spigo, il consigliere della
Fondazione CaRiPaRo Fabio Ortolan, la direttrice dei lavori Loretta
Zega e il responsabile del comitato scientifico Luciano Salzani, che
ha espresso l'auspicio che il Museo di Fratta, oltre che per l'aspetto
espositivo, si qualifichi come promotore di nuove ricerche e come
significativo punto di riferimento per l'archeologia veneta con iniziative che prevedano la collaborazione con la Soprintendenza e
l'Università.
D
Lino Segantin
Marzo
Aprile
2009
Polesani nel Mondo
Bimestrale dell’Associazione
Polesani nel Mondo
Direttore Responsabile:
Valentino Tonin
Vice Direttore
Marco Di Lello
L’ASSOCIAZIONISMO PER L’ EMIGRAZIONE
E LA CRISI ECONOMICA FINANZIARIA
N
el precedente editoriale
abbiamo messo in evidenza come la crisi economica
planetaria avrebbe colpito di più la
fascia dei più deboli: gli emigrati. Di
conseguenza il mondo della mobilità,
per sostenere l’urto, deve compattarsi
in modo da non permettere di pagare
un prezzo troppo alto.
Le stesse associazioni storiche stanno
pagando il “loro contributo”. La finanziaria taglia qui contributi che sembrano non produrre economica. I periodici
per gli italiani all’estero e le attività
socio-culturali nell’ambito della mobilità umana sono al limite dell’asfissia. Il
Governo di assumerebbe la responsabilità storica di avere abbandonato milioni di cittadini italiani e di aver rinunciato per sempre a valorizzare la risorsa culturale, sociale, ecomomica e politica rappresentata dalle nostre collettività.
Su questo problema, e ancor più tagli
di bilancio che costituiscono “una vera
e propria distribuzione del sistema dei
rapporti tra Italia e le nostre comunità,
con pesanti conseguenze sulle stesse
prospettive di proiezione dell’Italia nel
concerto internazionale”, la proposta è
di chiudere da parte di tutti i parlamentari eletti all’estero un incontro
con il Presidente del Consiglio per rappresentare la drammaticità della situazione e cenare ragionevoli vie di uscita.
C ‘e da chiedersi a questo punto che
senso abbia riunire a Roma la
Conferenza dei giovani italiani nel
mondo per “valorizzare la risorsa che
essi rappresentano” quando in realtà
non potrà essere attuata nessuna delle
politiche in favore degli italiani all’estero siano essi giovani o anziani.
Redazione:
Adriano Mazzetti
Adriano Romagnolo
Alessandro Vallese
Orazio Cappellari
Berto Meneghetti
Capo Redattore: Lino Segantin
Impaginazione Grafica
Anastasia Ghirardini
Stampatrice:
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Aut. Trib. Rovigo n. 151/2 del
10/10/1972
Iscrizione Registro Nazionale
Stampa Periodica:
c/o Presidenza del
Consiglio dei Ministri
n. 1180 del 15 febbraio 1977
Don Valentino Tonin
GLI ARTICOLI FIRMATI
IMPEGNANO SOLTANTO
GLI AUTORI
FUSIE
FEDERAZIONE UNITARIA
STAMPA ITALIANA
ALL’ESTERO
FRAGILITA’ DELL’URNA
pag. 2
EMIGRAZIONE BRASILE
pag.12/13
VENETI IN ROMANIA
pag. 4/5
DALL’URUGUAY
pag. 14/15
REGIONE VENETO
pag. 6/7
DAL MONDO
pag. 16
PROVINCIA
pag. 8
CURIOSITA’ DA ROMA
pag. 17
DAL PIEMONTE
pag. 9
PREMIO POL.ESANI
pag. 18
ASSOCIAZIONISMO
pag. 10
LIBRI
pag. 19
DA CIRCOLI ESTERI
pag. 11
REALTA’ E MITO
pag. 20
copertina
Chiesa di San Zenone
a Boara Polesine (RO)
Marzo
Aprile
Regione Veneto
2009
4
VENETI IN ROMANIA
Un libro per gli italiani nell’Est
ella storia della prima
grande
emigrazione
veneta nell'ultimo trentennio dell'Ottocento, un capitolo importante ma ancora largamente inesplorato è quello riguardante i Paesi
dell'Europa centro - orientale e in
particolare danubiano-balcanica.
Nel processo accelerato di modernizzazione e di creazione della rete
indispensabile di infrastrutture stradali e ferroviarie, maestranze venete
e friulane svolsero un ruolo preminente e costante distinguendosi per
capacità lavorativa, serietà ed efficienza dall'Ungheria e dalla
Slovacchia alla Romania, alla
Serbia, alla Bulgaria e alla
Bosnia.Erzegovina.
Questo libro si occupa in modo
specifico della Romania, la "sorella
latina d'Oriente" come veniva defini-
N
ta dagli scrittori italiani del
Risorgimento, che rappresentò per
alcune generazioni di
nostri emigranti, lavoratori e professionisti, una
regione ricca di possibilità
di crescita sociale, economica e professionale
ma anche, per molti di
loro, una seconda patria
fino alla instaurazione del
regime comunista nel
1948 e alla disgregazione
delle comunità residenti.
L'emigrazione ebbe sin
dall'inizio carattere temporaneo e stagionale
(dalla primavera al tardo
autunno) e interessò
soprattutto le zone alpine
della Carnia e dell'alto
Bellunese. Gruppi di operai venivano assunti ogni
Assessore Oscar De Bona
anno da intermediari delle
società appalta- ni che utilizzavano quasi esclusivatrici delle grandi mente maestranze venete. Alla comopere pubbli- mittenza pubblica si accompagnò, a
che, e ben pre- partire dai primi anni del Novecento,
sto all'attività di quella privata sia nelle città sia nelle
sterro e terraz- località termali e di vacanza nei
zamento
si Carpazi e nel Mar Nero; si vennero
affiancò quella così formando imprese edili venete
di estrazione e e friulane di varia dimensione a conduzione prevalentemente familiare e
disboscamento.
Nel corso di si consolidarono i primi nuclei di
pochi anni, la residenti permanenti.
Alla vigilia della Prima Guerra
presenza
di
mano d'opera Mondiale le imprese e le società itaqualificata
- liane (tra quelle venete ricordiamo la
t a g l i a p i e t r e , "Società veneta per le imprese e
s q u a d r a t o r i , costruzioni pubbliche") occupavano
s c a l p e l l i n i , un posto di assoluta preminenza nel
minatori, forna- settore dell'edilizia pubblica civile e
ciai, mosaicisti, militare e delle infrastrutture.
Dopo la guerra, si interruppe il
tagliaboschi,
fabbri, falegna- flusso dell'emigrazione stagionale
mi, marmisti, e ma presero ulteriore sviluppo le attidecoratori - pro- vità imprenditoriali stabili venete sia
veniente dalle nel settore pubblico che in quello
province venete dell'edilizia privata e del commercio.
divenne insosti- Nel ventennio interbellico acquisirotuibile per lo svi- no prestigio in tutto il Paese, ma parluppo del Paese ticolarmente nella capitale, oltre a
impegnato nella impresari, industriali e commerciancostruzione di ti, anche ingegneri e architetti, in
uno
Stato alcuni casi discendenti diretti di primi
moderno
su emigranti veneti e friulani.
In
questo
volume,
Paolo
modello occidentale. Si costituì un sistema di Tomasella presenta una sintesi limsubappalti gestiti da impresari italia- pida e dettagliata (con esemplifica-
Marzo
Aprile
2009
diretta di quelle drammatiche vicende e delle loro conseguenze fino a
oggi, e rivelano inoltre la difficoltà
della costituzione di forme associative stabili ed equilibrate tra i discen-
Il sanatorio
dente dei nostri immigrati.
La collaborazione tra le Associazioni dei veneti nel mondo con quelle analoghe friulane e trentine potrà
certamente essere utile a una
ricomposizione della memoria tra
persone e nuclei familiari ora frammentati e dispersi. Particolarmente
auspicabile è la necessaria apertura
Asilo Carpatina
degli archivi romeni anche agli studiosi stranieri, così da portare alla
luce documenti inediti e incoraggiare ricerche storiche al momento
carenti. In appendice al volume pubblichiamo i rapporti consolari italiani
del 1876 relativi alle città di Galati e
Bràila, colte nella fase incipiente di
quella grande stagione di trasformazione urbana e modernizzazione
portuale che avrà come protagonista principale l'opera qualificata
delle maestranze venete e friulane.La chiusura al pubblico, per lavori di risistemazione, dell'Archivio
Storico Diplomatico del Ministero
degli Affari Esteri tra febbraio del
2007 e il luglio del 2008 mi ha privato di una indispensabile fonte di
documentazione. Ho potuto, tuttavia, avere accesso alle raccolte del "Bollettino consolare del Ministero per gli Affari
Esteri", del "Bollettino dell'emigrazione" grazie alla
disponibilità della direzione
della Biblioteca Paolo Baffi
della Banca d'Italia (Roma),
che qui ringrazio sentitamente.
Un particolare ringraziamento agli amici e colleghi
Giampaolo
Romanato,
Giuliano Caroli e Roberto
Sinigaglia,
al
Ministro
Plenipotenziario Maurizio
Enrico Serra, Direttore dell'Istituto
Diplomatico, al Prof. Francesco
Servida, Vicedirettore dell'Istituto
Italiano di Cultura di Bucarest, e a
Padre Giovanni Terragni, Direttore
dell'Archivio Generale Scalabriniano
di Roma.
Voglio inoltre ricordare l'assistenza preziosa dell'Ente vicentini nel
mondo e dell'Associazione bellunesi
nel Mondo. Sono altresì riconoscente alla direzione e al personale delle seguenti istituzioni: Archivio storico della
Società Dante Alighieri
(Roma),
Biblioteca
dell'Archivio di Stato di
Roma, Biblioteca Centro
Studi Emigrazione (Roma),
Biblioteca
dell'Istituto
Mazziniano
(Genova),
Archivio di Stato (Padova),
Biblioteca del Dipartimento
di Storia (Università di
Padova), Biblioteca "Ettore
Anchieri"
(Facoltà
di
Scienze
Politiche
Università di Padova), Biblioteca del
Dipartimento
di
Geografia
(Università di Padova) Centrale di
Palazzo Maldura (Università di
Padova), Biblioteca "Francesco
Ruffini" del Dipartimento di Scienze
Giuridiche (Università di Torino),
Biblioteca "Giovanni Tabacco" del
Dipartimento di Storia (Università di
Torino),
Biblioteca
Interdipartimentale "Gioele Solari"
(Facoltà di Scienze Politiche Università di Torino), Biblioteca del
Seminario Arcivescovile (Torino).
Regione Veneto
zioni fotografiche) delle sue ricerche
pionieristiche condotte in Romania
su alcune di queste personalità
significative dell'emigrazione professionale veneta nel Paese danubiano. Si vedano, in
special modo, i
profili biografici del
costruttore Geniale
Fabbro e dell'architetto
Angelo
Viecelli.
Per quanto riguarda le relazioni
culturali tra Italia e
Romania, nell'ultimo ventennio dell'Ottocento si affermò a Bucarest la
personalità e l'opera del vicentino
Luigi Cazzavillan, creatore e direttore del primo grande quotidiano indipendente
romeno
mo-derno,
"Universul", promotore di numerose
altre iniziative editoriali e della costituzione del Comitato locale della
Società Dante Alighieri e benemerito fondatore della Scuola Regina
Margherita, che rimase a disposizione della comunità italiana fino al
1948.
La
presenza
della cultura veneta in Romania è
tuttavia precedente al periodo della
prima emigrazione. Il contributo di
Co-rina Tucu mette
in rilievo l'attività
artistica e didattica
del pittore di famiglia
veneziana
G i o - v a n n i
Schiavoni
in
Moldavia e l'influsso canoviano in
quelle terre tramite l'opera di Gheorghe Asachi, uomo politico, letterato
e riformatore della vita culturale a
Iasi, la capitale del Principato.
La secolare vicenda di laboriosa
immigrazione e pacifico insediamento veneto in Romania ha subito
una drastica cesura con il violento
inserimento del Paese danubiano
nella sfera sovietica. Il quadro storico dell'esodo di migliaia di italiani e
del processo di assimilazione dei
pochi rimasti e dei loro discendenti
può essere, per ora, solo abbozzato.
Le interviste in appendice al volume costituiscono una testimonianza
Adrirom
5
Marzo
Aprile
Regione Veneto
2009
6
VERANOPOLIS OSPITE A PORTOVIRO
Il gruppo ricevuto dall'Assessore Regionale Isi Coppola
iovani provenienti dallo
stato brasiliano del Rio
Grande do Sul sono stati
ospiti del Comune di Porto Viro grazie al gemellaggio che il comune
deltino ha con la città di
Veranopolis.Grazie al sostegno
economico della Regione Veneto e
dell'assessore Marialuisa Coppola,
la delegazione composta da
Nicanor Matiello, Carlos Alberto
Spanhol, Iveli Lourdes Brandalise
Rui, Moisés Pertile, Milton Olivo
Broetto, Giovani Pivato, Carolina
Caser De Carli, Tatiana Chiaradia
Bergamin,
Arthur
Alexandre
Spanhol, Joanna Peruffo, Izabel
Cristina Durli Menin, José David
Anzanello Júnior, Taline Scalco
Picetti, Renata Gabrielli Bresolin, Micael Attolini, Beloni Sallete Matiello, Leonia Lazzarotto Anzolin e Silvia Lazaroto,
hanno conosciuto la zona del Polesine, il delta del Po e alcune città della regione."Siamo orgogliosi di accogliervi
come se foste persone di casa, a noi molto cari, per quanto fate in Brasile per mantenere viva la tradizione e il sentimento delle vostre origini - ha detto l'assessore regionale Marialuisa Coppola durante il ricevimento della delegazione a Palazzo Balbi a Venezia - e ricambiamo con grande piacere la calorosa accoglienza che voi avete nei nostri
confronti quando veniamo a visitare le vostre bellissime zone".
Per la maggior parte studenti universitari, i ragazzi che hanno composto il gruppo brasiliano avevano già partecipato ad un progetto di interscambio giovanile, lo scorso anno, ospitando nella città di Veranopolis i giovani colleghi
studenti delle scuole superiori di Porto Viro.
"Un gemellaggio che dà grandi soddisfazioni - ha spiegato Alessandro Tessarin, assessore del Comune di Porto
Viro - sul quale l'amministrazione punta molto grazie anche al prezioso sostegno della Regione Veneto alla quale
va il nostro ringraziamento".
"Siamo felici di
essere
qui
nel
Veneto - ha detto
Nicanor
Matiello,
direttore
dell'Università degli Studi di
Caxias do Sul - e per
noi rappresenta una
grande opportunità
per far conoscere ai
nostri giovani la realtà italiana, l'arte, la
cultura ma anche il
sistema imprese e
l'economia di una
regione importante
come il Veneto".
Ad accompagnare
i giovani anche
Moisés Pertile, consiglere comunale di
Veranopolis, Carlos
Alberto Spanhol preside del consiglio amministrativo della istituzione AVAEC e rappresentante ACIV, le insegnanti
Leonia Lazzarotto Anzolin e Iveli Lourdes Brandalise Rui.Il programma ha previsto che la delegazione visitasse,
oltre a Venezia, Verona, Padova e Rovigo dove il gruppo è stato ricevuto dal presidente della Provincia di Rovigo,
Federico Saccardin; dal sindaco di Rovigo, Fausto Merchiori e da Loredano Zampini, presidente della Camera di
Commercio di Rovigo, accompagnato da Angelica Ghezzo del Comune di Porto Viro.
G
Marzo
Aprile
2009
Un gruppo di 15 giovani veneti sarà protagonista
cinema veneto torna ad essere protagonista in Brasile grazie ad un corso di formazione promosso
dall'Accademia Veneta dello Spettacolo di Rovigo in collaborazione con il Comune di Porto Viro, Federazione
veneta di San Paolo e con il sostegno della Regione Veneto.
Sarà il regista e scrittore Giancarlo Marinelli a guidare lo staff di docenti che nella megalopoli brasiliana realizzerà il corso di formazione destinato a 15 giovani di origine veneta ed italiana residenti a San Paolo.
Oltre a Marinelli che si occuperà di materie specifiche come, per esempio, Istituzioni di regia, faranno parte della
delegazione i docenti Carlo Tombola, Alessandro Zonin, Andrea Bergamasco e Marco Di Lello.
"Questo progetto torna a San Paolo dopo l'edizione del 2005 che ha avuto un grandissimo e molto apprezzato
riconoscimento da parte dei giovani di origine veneta che hanno potuto approfondire materie cinematografiche specifiche - ha spiegato il coordinatore del progetto, Marco Di Lello - grazie all'alta professionalità dei docenti".
Complessivamente saranno 10 i giorni di corso suddivisi tra lezioni teoriche di Istituzioni di regia, fotografia cinematografica e televisiva, linguaggi audiovisivi, nozioni delle principali strumentazioni tecniche, analisi dello story
board e pianificazione delle riprese.
Interessante la parte del programma che riguarda l'esercitazione pratica che porterà alla realizzazione anche di
un prodotto audiovisivo realizzato su soggetto elaborato dai ragazzi del corso con l'ausilio dei docenti. Il corso, infatti, prevede nella sua struttura operativa una parte concreta per i partecipanti che potranno lavorare con la macchina da presa professionale e utilizzare le principali strumentazioni tecniche anche con l'ausilio dei tecnici specializzati che affiancheranno i docenti del corso.
"Grazie alla preziosa collaborazione della Federazione veneta di San Paolo - ha spiegato Marco Di Lello - con
l'aiuto di Gianni Boscolo e Bruna Spinelli, abbiamo potuto superare molte difficoltà organizzative in loco sia per gli
aspetti legati alla selezione dei giovani corsisti che per la logistica e il noleggio delle attrezzature tecniche".
Approfondire le conoscenze professionali in zone come il Brasile ed in particolare nei percorsi che hanno come
interlocutore i veneti nel mondo, rappresenta un aspetto molto importante sul quale anche la Regione Veneto sta
investendo molto. Non va dimenticato, infatti, che in Brasile si trova la più numerosa comunità veneta nel mondo e
ogni anno gruppi di giovani e di anziani hanno la possibilità di poter effettuare interscambi al fine di mantenere vivo
il legame con la propria terra d'origine.
l
Regione Veneto
IL CINEMA VENETO SBARCA IN BRASILE
UNA DELEGAZIONE DI BRASILIANI IN POLESINE
Giovani da Nova Padua nel Rio Grande Do Sul
e radici non si seccano. Continuano i rapporti di interscambio giovanile tra le comunità venete del Brasile
e il Polesine. Nel prossimo mese di maggio l'associazione "Polesani nel Mondo" di Rovigo, in collaborazione con la Regione Veneto (assessorato
ai Flussi Migratori) ospiterà un gruppo di giovani provenienti da Nova Padua, paese di circa 3000 abitanti nello stato del Rio Grande do Sul in Brasile.
La delegazione sarà composta da: Alvirio Tonet
(capogruppo), Dirsiane Lima da Silva, Ronaldo
Boniatti (in rappresentanza del Comune di Nova
Padua), Sergio Boniatti, Gelson Pan, Rafael Sonda,
Sandra Calabria Giseria, Daniela Menegat, Rafael
Martello, Raquel de Marco e Dione Fatima Dertuol
(entrambe in rappresentanza della Federazione
Veneta del Rio Grande do Sul).
Il programma, che sarà svolto in collaborazione
con il Comune di Arquà Polesine, prevede un itinerario per Arquà polesine, Fratta Polesine, Lendinara,
Badia Polesine, Soave, Montagnana, Monselice,
Colli Euganei e Arquà Petrarca. Non mancheranno
L’ingresso al Paese Nova Padua
gli appuntamenti più importanti del "Maggio
Arquatese" ai quali la delegazione dei giovani prenderà parte direttamente partecipando alla realizzazione dei singoli eventi.
Il gruppo farà poi visita al delta del Po e alloggerà alla Casa del Polesano. Non mancheranno le visite istituzionali
a Venezia e, prima di ripartire per il Brasile, la delegazione farà una breve visita a Roma.
L
7
Marzo
Aprile
Provincia
2009
Giò Ponti in casa Palladio
Dèco. Arte in Italia 1919 - 1939
M
ostra Giò Ponti in casa
Palladio, una sezione
speciale dell' esposizio-
Foto di Giò Ponti
ne allestita a Villa Badoer di Fratta
Polesine per la mostra Dèco. Arte in
Italia 1919 - 1939, promossa dalla
Fondazione
Cariparo,
dall'
Accademia dei Concordi, dalla
Regione del Veneto, dalla Provincia
di Rovigo e dal Comune di Rovigo.
La sezione speciale prende in
considerazione l'intensa attività di
designer del noto architetto Ponti ed
è correlata alla sezione, dedicata
alle raffinatissime ceramiche realizzate sempre dallo stesso per
Richard Ginori, in mostra a Rovigo.
Con l'ospitalità data a questo
evento continua il costante impegno
della Provincia di Rovigo nella promozione e valorizzazione del prezioso sito palladiano, proprietà dell'ente
e dichiarato dall'Unesco patrimonio
mondiale dell'umanità.
Gio Ponti è un designer universale, ha disegnato moltissimi oggetti
nei più svariati campi, dalle scenografie teatrali, alle lampade, alle
sedie, agli oggetti da cucina, agli
interni di famosi transatlantici.
Inizialmente nelle ceramiche il suo
disegno riflette la Secessione viennese e sostiene che decorazione
tradizionale e l'arte moderna non
sono incompatibili.
Il suo riallacciarsi e l'utilizzare i
valori del passato, trova sostenitori
nel regime fascista incline alla salvaguardia dell'identità italiana e al
recupero degli ideali della "romanità"
8
che si esprimerà poi compiutamente
in architettura con il neoclassicismo
semplificato del Piacentini.
Nonostante questo Ponti realizzerà nella città universitaria di Roma
nel 1934 la facoltà di Matematica
una delle prime opere del
Razionalismo italiano e nel 1936 il
primo degli edifici per uffici della
Montecatini a Milano.
Quest'ultimo a caratteri fortemente personali e risente nei particolari
architettonici, di ricercata eleganza,
della vocazione di designer del progettista.
Negli anni cinquanta, come abbiamo detto lo stile di Ponti si fa più
innovativo e seppur rimane classicheggiante nel secondo palazzo ad
uffici della Montecatini (1951), si
esprime pianamente nel suo edificio
più significativo il Grattacielo Pirelli
(1955-1958).
L'opera è costruita intorno ad una
struttura centrale progettata da
Nervi ed è uno grattacieli in cemento armato più alti del mondo (120 m).
L'edificio appare come una slanciata ed armoniosa lastra di cristallo, che taglia lo spazio architettonico del cielo, disegnata su
un equilibrato Curtain wall ed i cui
lati lunghi si restringono in quasi
due linee verticali. Quest'opera
anche con il suo carattere di
"eccellenza" appartiene a buon
diritto ad una delle maggiori del
Movimento Moderno in Italia.
Giò Ponti: Nasce a Milano il 18
novembre 1891 da Enrico Ponti e
Giovanna Rigone. Presta servizio
militare durante la prima guerra
mondiale nel Genio Pontieri, con
il grado di capitano, dal 1916 al
1918; medaglia di bronzo e croce
di guerra. Nel 1921 si laurea in
architettura presso il Politecnico
di Milano, e apre uno studio con
Mino Fiocchi ed Emilio Lancia,
architetti, a Milano.
Si associerà successivamente
con Lancia (Studio Ponti e
Lancia, P .L.: 1926-1933); quindi
con Antonio Fornaroli ed Eugenio
Soncini, ingegneri (Studio PontiFornaroli-Soncini, P.F.S.: 19331945). N el 1921 sposa Giulia
Vimercati: avrà quattro figli (Lisa,
Giovanna, Letizia e Giulio) e otto
nipoti.
Nel 1923, primo esordio pubblico
alla prima Biennale delle Arti
Decorative di Monza, inizio delle
partecipazioni organizzative alle
successive Triennali di Monza e di
Milano.
Dal 1923 al 1930 lavora alla
Manifattura Ceramica RichardGinori, a Milano e a Sesto
Fiorentino, rinnovandone la produzione. Nel 1928 fonda la rivista
Domus . Dal 1936 al 1961 è professore di ruolo alla Facoltà di
Architettura del Politecnico di
Milano.
Nel 194 1lascia la direzione della
rivista Domus e dà vita alla rivista
Stile, che dirigerà fino al 1947. Nel
1948 ritorna a Domus, di cui sarà
direttore fino al termine della sua
vita. Nel 1952 si associa con Alberto
Rosselli, architetto (Studio PontiFornaroli-Rosselli, P.F.R.: 19521976): dopo la scomparsa di
Rosselli prosegue nel lavoro con il
Il grattacielo Pirelli
socio di sempre, Antonio Fornaroli.
Muore a Milano il 16 settembre
1979.
Marzo
Aprile
2009
abato 7 marzo alla Azienda Agricola "Clelia Giusberti" in località Botta a Cavarzere è stato presentato il
volume "Polesani e Piemontesi". La presentazione del volume è stata curata dall' Assessore alla Cultura
del Comune di Cavarzere Prof. Enzo Salmaso, che ha sollecitato la curiosità dei presenti con una sapiente relazione del contenuto del volume ed alcune letture a due voci (Enzo Salmaso per le interviste agli uomini e
Marilena Salmaso per la parte femminile); il folto pubblico presente in sala è intervenuto con ricordi personali, poiché fra loro c' erano persone che, dopo l' emigrazione alcuni in Piemonte e altri in Lombardia, hanno deciso di ritornare al paese natio perché i figli e i nipoti erano ormai
sistemati e loro avevano tanta nostalgia e voglia di tranquillità.
Al termine Cecilia Binello, a nome della Fameja di
Chieri, ha consegnato al Prof. Salmaso e ai proprietari
della tenuta due confezioni di vini tipici piemontesi, per
continuare l' interscambiabilità e conoscenza dei prodotti
tipici delle dure regioni (Veneto e Piemonte).
La FAMEJA DI CHIERI (To) dell' Associazione Polesani
Nel Mondo con il suo Centro Studi "Nuovo Polesine"
festeggia nel 2009 il ventennale di fondazione.
Grazie all'esperienza acquisita ha organizzato e realizzato eventi per far conoscere la cultura polesana nella
comunità piemontese: è per questo che vuole porsi sempre più come tratto d'unione tra il Piemonte e il Polesine
proponendo e promuovendo interessanti interscambi culturali, turistici ed economici.
Ce.Bi
S
Dal Piemonte
POLESANI A CHIERI 20 ANNI
CULTURA, SPETTACOLO E..... UVA
NICHELINO, PEDALATA LUNGO IL PO
La fameja di Nichelino organizza una gara ciclistica in Provincia di Rovigo e Ferrara
PROGRAMMA CICLISTI
Giovedì 25 giugno:
ore
7,00 partenza da Nichelino.
ore 14,00 arrivo a Pavia.
ore 19,30
cena e pernottamento a Pavi
Venerdì 26 giugno:
ore 6,45 colazione.
ore 7,30 partenza da Pavia.
ore 16,30 arrivo ad Ostiglia (Mantova)
ore 19,30 cena e pernottamento a Ostiglia
(Mantova)
Sabato 27 giugno:
ore 6,45 colazione.
ore 7,30 partenza da Ostiglia (Mantova).
ore 10,30 arrivo a Papozze (Rovigo). Doccia e cam
ore 11,15 accoglienza ufficiale da parte delle autorità
di Papozze.
ore 12,15 pranzo dell'amicizia.
ore 14,30 gita in barca con visita alle isole del delta
e dei "casoni di valle".
ore 19,30 cena e pernottamento a Rosolina
(Rovigo)
Domenica 28 giugno
ore 7,45 colazione.
ore 8,15 tour guidato nel delta del Po in bus.
ore 12,15 pranzo in hotel a Rosolina (Rovigo).
ore 14,15 visita del centro storico e del castello di
Ferrara.
ore 19,00 partenza per Nichelino.
Sabato 27 giugno: (accompagnatori)
ore
5,30 partenza da Nichelino in bus granturismo.
ore 10,30 arrivo a Papozze (Rovigo).
ore 11,15 accoglienza ufficiale da parte delle autorità
di Papozze.
ore 12,15 pranzo dell'amicizia.
ore 14,30 gita in barca con visita alle isole del delta
e dei "casoni di valle".
ore 19,30 cena e pernottamento a Rosolina
(Rovigo).
Domenica 28 giugno: (accompagnatori)
ore 7,45 colazione.
ore 8,15 tour guidato nel delta del Po in bus.
ore 12,15 pranzo in hotel a Rosolina (Rovigo).
ore 14,15 visita del centro storico e del castello
di Ferrara.
ore 19,00 partenza per Nichelino.
9
Marzo
Aprile
Associazionismo
2009
ASSOCIAZIONI NEL MONDO
E’ TEMPO DI VERIFICHE
'Assessore regionale ai flussi migratori, il bellunese Oscar De Bona ha preso giustamente il caso di petto: ogni
volta che andrà all'estero per partecipare alle riunioni con i nostri emigrati e oriundi, farà una verifica sulla
varie Associazioni o Circoli che sono in vita (alcune delle quali
sostenute a vario modo) soltanto per controllare il voto degli italiani all'estero.
"Voglio vederci chiaro su chi ci rappresenta e mettere ordine là dove da
tempo poco si conosce ufficialmente - ha detto De Bona - visto che i
veneti e loro discendenti sono 3,2 milioni e siamo la regione d'Italia con
il maggior numero di emigrati e oriundi. Le concentrazioni maggiori di
nostri emigranti sono in Svizzera e in Brasile. Risulta comunque alla
Regione che la realtà associativa dei Veneti nel Mondo è presente in 30
Paesi dei vari continenti e solo in 20 Stati operano vere Comunità organizzate, anche di soli cento iscritti".
L
D. Una verifica che non nasce a caso e che è necessaria?
R."Torno a dire che sono a conoscenza che ci sono circoli o associazioni che esistono solo sulla carta, non svolgono attività per le nostre comunità e quel che è peggio è che coloro che dicono di essere impegnati in queste strutture-fantasma si prodigano per altri fini: cioè, sono attivi soltanto quando ci sono le chiamate elettorali. Ritengo che
questi gruppi vadano sciolti perché costituiti da vecchi partiti. Non c'è nulla di penalmente rilevante ma occorre fare
chiarezza prima di tutto sulla destinazione dei fondi e sui progetti che ogni associazione presenta alla Regione, considerato che ogni anno stanziamo 2,4 milioni per aiutare le situazioni di disagio, formare e insegnare un lavoro ai
giovani, organizzare eventi culturali e favorire i rientri. La somma è stata stanziata anche per quest'anno, nonostante
la difficoltà finanziarie causate dalla crisi".
D. Ha fatto cenno ai fondi della Regione. Per quali finalità sono erogati?"
R. C'è da sottolineare che è da tempo che la Regione del Veneto, con l'obiettivo di tenere sempre vivo il legame
con la terra d'origine, ha organizzato iniziative di vario genere, assegnando i fondi necessari. Per quanto riguarda il
2009 i fondi sono stati così ripartiti: 450 mila euro agli enti locali per agevolare i rientri e per iniziative culturali; 1,1
mln per le associazioni estere che predispongono progetti analoghi. Poi, 305 mila euro sono stati destinati al fondo
per le politiche sociali e altri 450 mila per sistemazioni abitative o interventi ad hoc, sempre per facilitare i rientri. Un
modesto importo è stato accantonato per affrontare le spese vive per la Giornata dei Veneti nel Mondo di fine agosto e per i lavori della Consulta che a novembre avrà luogo a Veracruz, in Messico, in collaborazione con
l'Associazione Bellunesi nel mondo".
D. E' doveroso che ai giovani veneti all'estero si continui a mantenere una corsia preferenziale?
R. "Certamente: solo loro i canali di ricambio e di continuità delle nostre tradizioni. Ad esempio, nel prossimo giugno, all'isola veneziana di San Servolo, si riunirà il Comitato dei giovani all'estero. A fine agosto, in quel di Asiago,
in collaborazione con i Comuni dell'Altopiano, ci sarà la Giornata dedicata agli emigrati e sarà l'occasione per ricordare alcune tappe salienti sviluppate dai nostri "ambasciatori esteri" che con il loro lavoro hanno fatto conoscere ed
apprezzare il Veneto in varie parti del mondo. E' un doveroso riconoscimento!".
D. A che punto è l'operazione del Leone di marmo low cost?
R. "Le Comunità che ne hanno fatto richiesta sono tante. Diciamo, in sintesi che una copia del Leone di San Marco
lo vogliono tutti: d'altra parte è il vero simbolo della regione del Veneto. Mi rendo conto che un Leone di Venezia nel
bel mezzo di una piazza di una località del Sud America e gemellata con una del Veneto vuol significare una ricchezza di valori, di amicizia, di sentimento talian. Per accontentare il maggior numero possibile mi sono interessato direttamente del problema, al fine di contenere le spese e dimenticare quel che successe nel 2005 quando mi
sono trovato in bilancio una scultura per una comunità veneta in Venezuela che venne a costare, tra manodopera
e spedizione, ben 12 mila euro. E' stato un esempio ovviamente del tutto isolato ed è proprio per questo che ho trovato una qualità di marmo a prezzo contenuto ed un gruppo di scultori che hanno dato gratuitamente la loro disponibilità artistica in cambio soltanto del rimborso delle spese per raggiungere il posto dove realizzare il Leone. Cito
un esempio, per la riunione di Veracruz, un artista realizzerà sul posto un Leone di San Marco e, per rimanere una
settimana, terrà pure dei corsi d'italiano (e anche di veneto) per i giovani della zona. Il tutto costerà solo 1500 euro.
Una bella differenza da quel caso di 4 anni fa".
10
Marzo
Aprile
2009
CALENDARIO MANIFESTAZIONI ANNO 2009
Sabato 25 aprile FESTA DI PRIMA ESTATE
Alle ore 8.00 pm. dopo la messa delle ore 7.15 pm (per favore, notate bene l’orario della messa)
sempre presso il Centro Scalabrini di Brixton Rd. sarà servito come ogni anno un gustoso pranzo,
suonerà il nostro Marcello, il prezzo è, come gli altri anni £. 15.00
Siete vivamente pregati di prenotarvi il più presto possibile presso Marinetta (0207.837.1966)
Domenica 14 Giugno GITA ANNUALE
Avremmo in programma di andare a visitare Anglesey Abbey che si trova vicino a Cambridge.
Partenza ore 10.00 da YORK WAY King’s Cross, come l’anno scorso.
Per coloro che vengono in macchina si può, di domenica, parcheggiare ovunque in York Way,
Caledonia St, Caledonia Rd e Balfe St, ma solo sulla ‘single yellow line. Il costo sarà di £ 10.00
andata e ritorno, all’interno del parco della villa c’è posto per consumare il vostro picnic e c’è anche
servizio ristorante.
Da Circoli Esteri
DAL CIRCOLO VENETO - SCUOLA DI S.MARCO IN ALBION (G. B.)
Domenica 12 Luglio PROCESSIONE E SAGRA DELLA CHIESA ITALIANA,
il Circolo sarà presente con la sua solita bancarella.
Il 6 - 7 - 8 Ottobre VIAGGIO SOCIO-CULTURALE
Quest'anno speriamo di visitare Kent detto “the garden of England “ Sto organizzando il programma
e prossimamente invierò, a coloro che sono venuti ai precedenti viaggi, ulteriori informazioni. Per
chiunque altro fosse interessato rivolgetevi a Marinetta (0207.837.1966)
Sabato 14 novembre FESTA DI SAN MARTINO
Anche quest’anno festeggeremo come ogni anno questa festa.
Alessandra Giacon - Tondelli
DAL NOTIZIARIO ANCRI
DELL’URUGUAY
T utti italiani
’uscita una sentenza che conferma come possono diventare automaticamente cittadini italiani
anche figli di entrambi i genitori stranieri purchè si dimostri che un’ascendente di loro fosse
figlio da parte di madre di una italiana che perse la cittadinanza tra l’inizio del XX secolo e il
1947 per matrimonio contratto con uno straniero.
Questo perché è anticostituzionale la discriminazione fatta verso quelle donne (in pratica tutte decedute) che involontariamente persero la loro cittadinanza. Si risolverà così il problema di alcuni “italianissimi” che però non riuscivano oggi ad avere questo riconoscimento. Giusto? Mica tanto, visto che
questa sentenza dà la possibilità ora a milioni di persone di chiedere la cittadinanza solo dimostrando
che avevano una nonna “italiana” ed indipendentemente che abbiano un minimo di contatto con la
nostra patria o a nostra lingua e cultura.
In arrivo insomma nuove potenziali centinaia di migliaia di richieste di cittadinanza a pesare su uffici
intasati ed insufficienti ad esaminare le domande giacenti (55 anni di attesa teorica agli uffici di San
Paolo del Brasile…) . In Italia, per contro, gente che si è assolutamente integrata e risiede da più di 10
anni attende ben oltre 3 anni per avere riconosciuto il proprio diritto di nuova cittadinanza. Ma perché la
Magistratura è a volte così “teorica” per un cavillo e non si rende conto delle conseguenze che comportano certe sentenze?
Marco Zacchera
E
11
Marzo
Aprile
Emigrazione
2009
L'emigrazione dei basso polesani in
Brasile, 1887-1901
e migrazioni, che negli ultimi
anni stanno coinvolgendo
interi
paesi
dell'Africa,
dell'Asia e dell'Europa dell'Est,
hanno assunto dimensioni enormi. I
problemi che sono alla radice di
questi esodi sono dovuti essenzialmente alla necessità di soddisfare le
primarie esigenze di vita. I paesi
Occidentali sono divenuti
la meta di interi popoli che
sono alla ricerca di poter
migliore le loro condizioni
di vita. Il fenomeno migratorio sta ponendo seri
interrogativi ai paesi sviluppati che si sentono
minacciati da un fenomeno che non conosce confini, che sembra non avere
limiti, che non si sa ancora
come regolare.
Questo problema non
dovrebbe affliggere
la
comunità italiana, perché
in proposito di migrazioni di massa
la nostra storia è ricca d'esperienza.
L'Italia, il Veneto e il Polesine hanno
vissuto un momento particolare sul
finire dell'Ottocento, quando in
Brasile, dopo che era stata abolita la
condizione di schiavitù, al fine di
dare continuità all'economia del
paese, il governo brasiliano, contribuì ad agevolare un esodo emigratorio eccezionale di migranti europei. In quel contesto, le popolazioni
del Basso Polesine si trovarono alla
mercede di personaggi senza scrupoli che fagocitarono la loro volontà
e il loro stato di precarietà sociale,
cosicché molti di quei contadini che
intrapresero quell'avventura, alla
fine si trovarono a maledire il giorno
che avevano aderito a quella decisione. Ma vediamo quali furono le
motivazioni che erano alla radice di
quel fenomeno, come ebbe a svolgersi l'esodo, e quali conseguenze
ebbe sui cittadini italiani.
L
L'emigrazione verso il Brasile
dei contadini basso polesani nel
periodo compreso tra il ,
1887 e il 1901
12
In Brasile, nella seconda metà
dell'Ottocento, molti proprietari terrieri con l'abolizione della schiavitù
si trovarono nell'impossibilità di trovare forze bracciantili per i lavori
nelle loro "fazendas". Il governo
brasiliano, per supportare le loro difficoltà, attivò una politica di agevolazioni per importare immigrati dai
paesi europei. I braccianti italiani
iniziarono a considerare le offerte
che provenivano dagli Stati del
Brasile, quando furono messi a
conoscenza che il viaggio verso
quel paese risultava gratuito, cioè
pagato dal governo brasiliano. La
prima grande partenza di massa dei
contadini polesani corrispose all'azione di propaganda svolta dagli
agenti dell'emigrazione, in applicazione della legge del 16 giugno
1881, con la quale si favoriva l'immigrazione degli stranieri nello Stato
di San Paolo.
Il governo di quello stato, per favorire gli esodi di manodopera rurale
dall'Italia, incentivava i vettori e le
imprese di colonizzazione con delle
speciali agevolazioni. Queste società per incrementare le partenze
organizzavano nei territori dove le
attese erano maggiori una larga
distribuzione di opuscoli propagandistici artificiosi e falsi, con i quali
venivano garantite ai futuri emigranti la possibilità di arricchimento e di
divenire proprietari di terreni dello
Stato.
Da quel momento si formò una vera
e propria corrente emigratoria che
risultò essere una delle più grandi
prove degli effetti della suggestione
della propaganda morale nel determinare le partenze. Secondo le cronache del tempo, questi agenti, per
rendere più credibili e convincenti le
loro azioni usavano i metodi più subdoli per abbindolare i contadini. Uno
fra questi sistemi era quello di travestirsi con uniformi da ufficiali di
marina o in maniera molto simile e
così camuffati giravano per i paesi
della provincia a convincere con
promesse e lusinghe le popolazioni
alla partenza, illudendoli con fantastiche descrizioni di fortune
favolose ed immediate, con
l'inganno di alti salari, e
"con ridenti descrizioni di
paesi che mai videro".
Metodi ingannevoli che
fecero nascere fra i contadini il desiderio di partire.
Ebbe così a formarsi un
miraggio che prese il
sopravvento sulle analisi
razionali, contribuendo ad
incrementare gli esodi
verso quel lontano Paese.
L'emigrazione oltre oceano era costituita essenzialmente da contadini, perché era il
requisito sostanziale per ottenere il
viaggio gratuito verso il Brasile. Non
furono solo i disobbligati, i senza
lavoro che emigrarono, ma anche
quei contadini che avevano in affitto
fondi, dai quali non riuscivano a
ritrarre il necessario per sopravvivere, o piccoli proprietari che a causa
di annate difficili, gravati dalle imposte locali, consortili ed erariali, per
pagare il dovuto dovevano ipotecare
la proprietà. L'artefice vero dell'emigrazione, fu la politica della condivisione istigata dalle compagnie di
navigazione sovvenzionate dal
governo brasiliano, le quali pagavano gli agenti d'emigrazione ad essere più attivi, ad utilizzare la diffusione degli opuscoli dove venivano
magnificate le possibilità di arricchimento in Brasile.
Il fervore di convincimento intrapreso dagli agenti e sub-agenti si dimostrò il vero propulsore degli esodi, in
quanto risultavano gli unici beneficiari di quelle migrazioni con un riconoscimento per ogni adulto convinto
ad emigrare che variava dalle due
alle dieci lire. Questi personaggi
senza scrupoli, risultarono essere i
confidenti dei contadini, li incitavano
alla partenza, li indirizzavano nelle
pratiche per procurarsi il passaporto
Marzo
Aprile
2009
quali raccontavano le tribolazioni
patite subito dopo il loro arrivo in
Brasile e la mancanza di umanità
esistente nei rapporti di lavoro.
Raccontavano lo stato di disagio
patito e che se qualcuno osava
opporsi al sistema imposto era soggetto ad estreme violenze, come
accadde ad un loro conoscente,
Giuseppe Rosario di 60 anni, pure
lui di Contarina che venne ucciso a
bastonate, perché voleva sottrarsi
alle condizioni di asservimento in cui
fu sottoposto in una fazenda nello
stato di Spirito Santo.
I datori di lavoro, gli agrari polesani, dopo le prime partenze, iniziarono a preoccuparsi perché veniva a
mancare la disponibilità di manodopera durante i lavori estivi. I proprietari, inizialmente furono scettici sulla
volontà di partire dei loro bracciantimezzadri, ma quando constatarono
la risolutezza degli stessi, sollecitarono una campagna di stampa per
contrastare l'azione degli agenti d'emigrazione. Scriveva il segretario
comunale di Porto Tolle, Socrate
Chiereghin, in una lettera inviata in
data 6 luglio 1891, a tutti i possiden-
ti locali col proposito di contribuire a
rallentare le partenze dei braccianti
locali:"L'americomania in questi
bassi paraggi, dove torna indispensabile l'opera dell'uomo vuoi per il
taglio della canna che
pella coltivazione della
risaia, può tornare fatale.
A mio avviso i S.S. proprietari, e specialmente
quelli che non hanno
esuberanza di coloni
pella conduzione della
loro proprietà, dovrebbero per non pentirsi in
avvenire, fare qualche
concessione ai loro
dipendenti, allo scopo di
scemare l'emigrazione".
Contemporaneamente
sulla stampa venivano
riportate le lettere di chi aveva intrapreso il viaggio e subito si era pentito della scelta. Il rodigino,
Sebastiano Girotti, il 9 agosto 1891,
scriveva a Il Corriere del Polesine, la
sua personale esperienza, dopo
essere stato abbindolato dalle lusinghe degli agenti d'emigrazione. Il
suo messaggio era un appello a tutti
i polesani che intendevano intraprendere quel viaggio di guardarsi
da chi sollecitava le partenze verso
il Brasile: "Alle sette e trenta del
mattino del 31 marzo partì da
Rovigo; giunsi a Genova alla mattina del primo aprile; alle 3 del pom.
Salì a bordo del vapore "Sirio"; fui a
Barcellona un giorno dopo. Dopo 24
ore di fermata partì e null'altro che
cielo e mare per 6 giorni continui.
Arrivai all'isola di S. Vincenzo e qui
pure si fece una fermata di 24 ore;
poi senza più vedere terra per 8
giorni continui giunsi a Rio de
Janeiro, capitale del Brasile e qui
subito siamo stati tutti presi come
schiavi, non credano che si possa
essere liberi di potere andare ove si
voglia, conviene andare come schiavi dove una masnada di camorristi
vuole. Giunsi in compagnia di tutti i
disgraziati emigrati alla città schifosa
di San Paolo, dove per vivere occorrerebbero almeno 10 lire al giorno. Il
povero V… che è giunto un mese
prima di me, in quale stato si trova!
Fa pietà. In dodici dormono in un
quarto di stanza. Gli abitanti del
Brasile sono molto buoni, ma gl'italiani che si trovano qui fanno commercio degli emigranti(..)".
Emigrazione
e il nulla-osta dalle autorità militari
per avere riconosciuto il viaggio gratuito. Questi personaggi si attivarono
nello scrivere lettere ai conoscenti e
amici, decantando la soddisfazione
delle condizioni di chi era
precedentemente partito,
e leggevano le lettere pervenute da quelli che avevano lasciato i loro paesi,
cioè compivano tutte quelle pratiche che l'umile contadino non avrebbe potuto
compiere da solo.
Con il contributo della loro
opera migliaia di contadini
italiani partirono verso il
Brasile, e che subito dopo
scoprirono che le promesse erano una cosa e la
realtà un'altra cosa. Il problema creato ai proprietari deltizi
dall'azione di questi agenti nel 1888
iniziò a preoccupare anche gli agrari. Il 21 agosto di quell'anno, L.
Sullam, inviava una lettera al fattore
della tenuta di Gnocchetta, E.
Bergamini, nella quale esprimeva la
sua inquietudine per l'opera di convincimento che svolgeva un agente
di Taglio di Po, sui suoi braccianti,
affinché lasciassero l'azienda per il
Brasile: "Avrò molto piacere conoscere chi mette queste idee a quella
gente. Ci dev'essere qualched'uno
che le scalda la testa e tu devi cercare di conoscere questo tale. Vorrei
sapere chi darà a Sardina, a
Marangon Cocco e Demetrio
Grafalusso, i denari del viaggio, perché i nostri montanari che emigrano
hanno da vendere o la bestia o il
campo, ma loro non hanno che la
schiena o le donne da vendere".
Il fiduciario dei Sullam, dopo aver
operato delle indagini su chi poteva
essere l'agente che tentava i loro
braccianti, rispose che si trattava di
un certo Antonio Sarto Morato di
Taglio di Po. Nei due anni successivi sembrava che l'ondata delle partenze avesse esaurito la sua carica
dirompente, ma non fu così, in quanto nel 1891 l'emigrazione dal Basso
Polesine riprese con più vigore. In
quel periodo, sulla stampa basso
polesana iniziarono a giungere
molte lettere in proposito delle
nuove esperienze degli emigranti, e
tutte denunciavano la speculazione
che si stava consumando sulla loro
testa. Il 16 giugno 1891, Il Corriere
del Polesine riportava la testimonianza di Giovanni Coppato e di
Albina Marangon di Contarina, i
Continua nel prossimo
numero
13
Marzo
Aprile
2009
Dall’Uruguay
SCUOLA ITALIANA DI MONTEVIDEO:
ECCELLENZA CULTURALE IN URUGUAY
La scuola di Montevideo il fiore all’occhiello della comunità in Uruguay
li emigranti che per oltre
un secolo, fino alla grande
alluvione del Polesine del
1951, hanno lasciato le nostre contrade, da soli o con le famiglie intere,
per cercare fortuna per 'terre assai
lontane', erano spesso 'gente della
terra', cioè gente comune e senza
istruzione, contadini, ma anche piccoli artigiani la cui arte risaliva alla
tradizione dei padri in cui la manualità e la capacità di produrre oggetti
non era mai stata finalizzata alla produzione di ricchezza.
Era quel know how che ognuno
istintivamente
acquisiva
sfruttando la manualità innata per la propria sussistenza
che, nella società arcaica di
quei tempi, rispondeva
prima alle necessità personali e poi ad un sentimento
di solidarietà che era in circolo nella comunità. Per
questo forse l'artigiano polesano non era diventato
ancora imprenditore di se
stesso né si era sviluppata
completamente l'idea che la
propria capacità manuale
poteva produrre reddito.
Alla base c'è il famoso concetto tutto italiano di sapersi
arrangiarsi ed essere autonomo dalla dipendenza dal saper fare
degli altri. I contadini polesani, come
tanti altri italiani, partendo dal
Polesine lungo i secoli scorsi fino
alla grande alluvione, hanno portato
con sé questo patrimonio di conoscenze e questo empirico saper
fare.
G
14
Scriveva Ulderico Bernardi nella
introduzione al libro 'A catar fortuna.
Storie venete d'Australia e del
Brasile' (Neri Pozza, 1994): "E' così
che l'umanità procede. Persone e
gruppi percorrono la superficie del
pianeta cercando di soddisfare i
bisogni essenziali che sono quelli
legati alle necessità materiali (…) e
quelli immateriali, ma altrettanto irrinunciabili"
Nello scorso settembre è giunto da noi a Rovigo un gruppo di concittadini, ospiti della Regione Veneto
e della nostra rivista Polesani nel
Alunna vincitrice del primo
premio del concorso
indetto dalle scuole dell’Uruguay
Mondo, che tornavano per la prima
volta in patria dopo cinquant'anni di
permanenza in Uruguay. Come collaboratore della rivista mi sono sentito coinvolto per l'ospitalità e l'accoglienza, per rendere più piacevole e
gratificante il loro breve soggiorno in
Italia.
Devo dire con sincerità che ero
anche un po' preoccupato per via
della modalità di comunicare con
loro, secondo un mio preconcetto;
davo per scontato che essi parlassero solamente lo spagnolo, dopo una
così lunga lontananza dall'Italia, lingua di cui io ero in possesso solo di
qualche parola con riferimento
all'assonanza con il nostro bel dialetto veneto. Quando sono arrivato,
di prima mattina, alla Casa del
Polesano di Ca' Cappello, dove
erano ospitati, con Gino Tosi, il
volontario dell'Auser polesana che
aveva messo a disposizione il
suo pulmino, e sono entrato
nell'atrio, mi sono sentito interpellare da uno degli ospiti in
perfetto italiano e subito dopo
passare a parlare con me in
dialetto veneto. Ero meravigliato. Ho guardato Gino a cui
avevo espresso, durante il trasferimento le mie perplessità
linguistiche. Poi via via che gli
altri scendevano dalle camere
era tutto un parlottio, altro che
spagnolo, in Veneto corretto
ed in Italiano. Mi sono reso
conto, alla fine, che il mio era
solo veramente un pregiudizio e
che queste persone pur essendo vissute per quasi tutta la loro
vita lontano dalla patria, avevano
conservato la loro italianità ed erano
fieri di essere vissuti fuori dalla
patria conservando la lingua e le
abitudini che caratterizzano il nostro
popolo.
Tutto questo mi fu confermato nei
giorni successivi dallo stesso porta-
Marzo
Aprile
2009
loro è diventato impresario edile,
qualche altro ha messo su una fabbrichetta di materie plastiche, qualche altro un'officina o una succursale di auto
di marca, chi si
è dedicato alle
piante e ai fiori
ed è diventato
vivaista,
chi
invece è
d i v e n ta t o
esperto
come operatore turistico e chi
è diventato
manager o ha fatto il dirigente di
impresa… qualcuno invece ha avuto
meno fortuna, come capita sempre.
Tutti tuttavia pur non avendo fatti
moltissimi schei, hanno avuto modo
di farsi una vita agiata e stimata e
posizioni di prestigio nella comunità.
Insomma con buona volontà e spirito pionieristico hanno dato fondo
alle loro risorse di capacità e di inel-
Grupppo dell’Uruguay in visita
in Polesine
ligenza e si sono presto integrati nel
contesto del nuovo ambiente sociale, a volte divenendone protagonisti
positivi. E' la realtà degli italiani che
sono emigrati, di cui in Italia non
sappiamo nulla o quasi, e quel poco
che sappiamo lo è malamente ed
incompleto. Non dico fra gli addetti
ai lavoro, che bene o male sono in
qualche modo informati, bensì tra i
compatrioti che non hanno conoscenza di quanto succede tra le
comunità italiane all'estero e quando
lo è, è per fare sapere atti disonesti
e di delinquenti.
Dobbiamo pur constatate che fac-
ciamo poco per tenere fermi i nostri
legami con i nostri concittadini che
vivono al di là dei confini della patria,
specialmente se ormai sono giunti
alla terza o alla quarta generazione
di discendenza; e continuiamo a
fare ben poco nonostante la formazione di un specifico ministero
nazionale sull'emigrazione di cui fu
fondatore e primo responsabile per
un certo periodo con risultati che
incominciavano ad
essere appariscenti,
il senatore Mirco
Tremaglia. E' stato
riconosciuto perfino
il diritto di voto degli
Italiani all'estero. Dal
nostro punto di vista,
non ci sembra che i
parlamentari eletti
nei cinque continenti brillino per iniziative e proposte che riguardano i
loro elettori.
Sappiamo per riflesso solamente
che presso i comitati dei connazionali dei diversi continenti, gli italiani
che si fanno onore nel mondo dell'economia, della cultura, dell'arte e
delle altre attività umane, sono
numerosissimi e che gli Italiani all'estero non sono solo delinquenti
fuggiaschi, magari protetti dai
politici locali, sono mafiosi in
incognito e spacciatori di droga.
Sono sicuramente più numerosi
quelli che sanno farsi valere per
le qualità intrinseche personali
di sacrificio, di intelligenza, di
creatività, di cultura e di formazione intellettuale e professionale. Di questi Italiani non si
parla mai, anche se contribuiscono in modo determinante
alla civiltà ed al progresso del
contesto sociale in cui vivono.
Qui facciamo fatica a conoscere la
loro realtà. Eppure ci piacerebbe
che ogni numero del nostro giornale
I Polesani nel Mondo, potesse dedicare qualche pagina alle corrispodenze ed alle notizie che voi delle
fameje polesane disperse nel
mondo, ci mandate. Sarebbe un
onore e nello stesso tempo un vanto
poter pubblicare il frutto della intelligenza e della creatività di voi che
siete e rimanete comunque cittadini
di questa Italia, magari attraverso i
vostri parlamentari eletti, che molto
spesso invece sono in altre faccende affaccendati (?) e non sanno
dare voce alla voce a loro affidata.
Dall’Uruguay
voce del gruppo, il commendator
Giovanni Costanzelli, il quale mi
descrisse l'odierna organizzazione
della comunità italiana a
Montevideo
ed il significato e l'importanza
della
S c u o l a
Italiana
di
Montevideo,
una istituzione educativa
di cultura italiana, aperta agli oriundi
e residenti italiani e anche agli uruguayani; poi via via parlarono di sé
e della loro vita di emigranti Paolo
Sgaravati, Renato Cauduro, Luigi
Libralesso, Ugo Favero, Aldo Gai e
poi le signore Carmen Corina
Ferreiro e ancora Gina Polin
Agnoletto, Naia Luciana Sacchet e
Olga Ester Aguirregaray,che erano
partiti da qui tanti anni fa, spinti dalle
ristrettezze e dalla necessità di trovare condizioni di lavoro e di vita
meno grame che in patria.
Quello che mi ha meravigliato particolarmente e che mi lascierà un
ricordo indelebile di questo breve
incontro, e che queste persone non mi sembravano
per nulla fuori posto e a
disagio, neppure nel paesaggio brullo e solitario del
Delta del Po, dove si colloca
a due passi dal mare, la
Casa del Polesano. Sempre
affiatati, affabili, facili all'approccio, al piacere della
compagnia, del condividere
insieme
emozioni
ed
impressioni, a parlare a
spettegolare del più e del
meno con lo scambio di
aneddoti, di esperienze e di barzellette, pronti alla battuta,… erano
curiosi di condividere soprattutto il
piacere della scoperta reciproca, noi
di loro e loro di noi, della nostra realtà italiana del quotidiano, loro che
avevano abbandonata l'Italia tanti
anni fa, quando era molto diversa
dalla nazione moderna che è
oggi.La realtà degli Italiani in
Uruguay non è stata per tutti rosea.
Il nuovo mondo era vasto e vario e
aperto ad ogni opportunità. e quel
famoso know how, che ognuno portava in sé insieme alla voglia di
affrancarsi dalle ristrettezze, poteva
diventare la vera ragione del loro
essere lì, in quella terra sconosciuta
'a catar fortuna'. Infatti qualcuno di
Adriano Romagnolo (Adrirom)
15
Marzo
Aprile
Dal mondo
2009
NOTIZIE FLASH DALL’ESTERO
Occupabilità degli italiani: nuovi corsi in Argentina
ccupabilità degli italiani: nuovi corsi a Cordoba Dopo il successo ottenuto dal primo ciclo di
seminari realizzati l'anno scorso a Buenos Aires nell' ambito del Progetto ITES per l' occupabilità degli italiani residenti nei paesi dell'America latina, portato avanti dall' agenzia Italia
Lavoro in partenariato con diversi enti e istituzioni tra cui il patronato Inas, ha deciso di rilanciare un'
esperienza simile anche a Cordoba, presentando nella città argentina corsi di orientamento al lavoro e
creazione d'impresa. L'iniziativa conterà sull' esperienza dell'Università Nazionale di Cordoba e sulla collaborazione del Ministero dell' Industria, del commercio e del lavoro della provincia. Italia Lavoro è infatti prossima a firmare protocolli d'intesa con queste istituzioni, che permetteranno di proporre nuove azioni finalizzate, come nel caso dei corsi di orientamento al lavoro e creazione d'impresa, ad aumentare le
opportunità d'impiego dei cittadini italiani e dei loro discendenti residenti nella provincia di Cordoba.
I corsi conteranno altresì sul patrocinio di istituzioni tra le quali il Consolato Generale d'Italia, il
Comites, la Dante Alighieri e la Camera di Commercio.
Il corso di orientamento al lavoro, che prevede 8 incontri, avrà inizio il prossimo 4 novembre e si prefigge di fornire al partecipante maggiori informazioni sulle condizioni attuali del mercato del lavoro e sui
profili da esso richiesti, oltre a strumenti e tecniche per trarre profitto nel modo migliore dalle opportunità d'impiego offerte a livello locale.
Il corso di creazione d'impresa, che prevede invece 7 incontri, avrà inizio il prossimo 6 novembre ed
è rivolto a persone motivate all'auto imprenditorialità, alle quali fornirà informazioni dettagliate sullo scenario socio-economico locale, sulle prospettive macro-economiche locali, e sulle fasi di un business
plano Entrambi i corsi sono gratuiti e possono accogliere fino a 50 partecipanti.
Requisiti imprescindibili per l'iscrizione sono: avere più di 18 anni e presentare documenti che attestino la cittadinanza italiana Informazioni ed iscrizione si possono effettuare presso gli enti partner del progetto, tra cui l'Inas Cisl. Ulteriori informazioni si trovano anche in rete, all'indirizzo www.italiani-estero.it
(e-mail: [email protected]).
O
Pensioni all'estero:
n tutte le sedi del patronato Inas in Argentina sono disponibili i moduli per richiedere il rimborso delle commissioni bancarie applicate a carico dei connazionali pensionati, da parte delle banche locali, alla riscossione delle mensilità di pensione. In
questo modo verrà sanata l'incongruità che non pochi connazionali hanno subito rispetto
a quanto definito dalla Convenzione fra l'Ente previdenziale e l'Istituto bancario, che prevede espressamente l'assenza di qualsiasi obbligo di pagamento a carico dell 'interessato
per riscuotere la prestazione.
I moduli sono disponibili nelle sedi Inas di Buenos Aires, San Justo, La Plata, Mendoza,
Rosario, Cordoba e Mar del Plata. Per accedere al rimborso l'utente deve allegare le fotocopie degli scontrini di riscossione che denunciano le somme indebitamente trattenute dall'agenzia bancaria. È bene precisare chesolo queste spese possono essere richieste e non
altre spese di gestione relative, ad esempio, al proprio conto corrente, qualora sia stato
aperto nella stessa agenzia bancaria.
I
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2009
Roma, lì 23 Dicembre 2008
Ai Polesani nel Mondo ed a quelli in "Patria"
Com'è noto, nell'immaginario collettivo c'è un Vaticano ove tutti "volano alto" tra: sacralità, liturgia, porpora,
diplomazia...
Ma qualche detrattore l'ha definito una "fossa di serpenti" che si muovono tra invidia, intrighi, ambizioni,
finanza...
Mentre l'amabile giornalista Paolo Mosca ci descrive quanto i più umili, tra i devoti di Gesù, siano importanti,
con il loro silenzioso lavoro, tra le Sacre Mura.
Credo che tanti dei Lettori del nostro prezioso Notiziario, anziché artefatte definizioni, preferiscano leggere l'edificante articolo casereccio "Fumata bianca, fumata nera" che ci riferisce sull'amorevole e fattivo Servizio di
un "papalino" per la Chiesa e per il nostro Santo Padre: è sempre il Pastore giusto.
Fervidi auguri di ogni bene per Voi e per le Vostre Famiglie.
Emilio Doni
Con i migliori saluti.
Curiosità da Roma
Maggior Generale Emilio Doni
I PICCOLI MIRACOLI
di Piazza San Pietro
FUMATA BIANCA, FUMATA NERA
entre sistemavo con un collega il corpo senza vita di Pio
XII, tremavo dentro. L'avevano portato in Vaticano nella
notte, da Castel Gandolfo, dove era spirato". Si emoziona ancora Cesare Tassi, 74 anni, entrato in Vaticano come tappezziere nel 1957, nella Floreria Apostolica, nel ricordare quei momenti unici. "Ero rimasto orfano di papà Renato a soli 10 anni, e mamma
Enrica, pronipote dell'attrice Lina Cavalieri, faceva l'infermiera al
San Camillo. Mia sorella andò a fare la sarta a Cinecittà, io entrai
giovanissimo in Vaticano, al posto di mio nonno Cesare, che per 56
anni aveva lavorato per i Papi".
Nato a Trastevere, romano da sette generazioni, da ragazzo Cesarino fa l'elettricista di giorno e studia di sera.
Diventa installatore elettrico. "Insomma, quando presi il testimone di mio nonno, qualcosa sapevo fare". Cos'è la
Floreria Apostolica? "Un ufficio dove si preparano le udienze del Papa, le cerimonie liturgiche, le visite dei grandi
della terra a Sua Santità. Da tappezziere, lavoravo persino nell'appartamento del Papa. E' lì che ho capito l'umanità di Giovanni XXIII. Una volta, lavorando a una tenda del suo studio, ero in cima ad una scala, e mi scivolò dalle
mani un martello, che finì sul pavimento. Convinto che dietro di me ci fosse il mio collega, allungai il braccio senza
voltarmi, e il martello tornò nelle mie mani. Poi ho avuto un lampo: mi sono girato di scatto e ho visto il sorriso del
Papa buono. L'aveva raccolto lui per me". Quanto resta nella Floreria? "Fino al 1973. Ero diventato simpatico a
Paolo VI e al suo segretario, monsignor Macchi: guardi quest'orologio che ho al polso, me l'ha regalato lui". Nel 1973
la promuovono custode della Cappella Sistina e primo addetto alla Sagrestia Pontificia.
"Ero benvoluto da padre Romano Romani che mi affidò anche le chiavi del tesoro del Papa, che sta proprio sopra
la Sistina; e da monsignor Van Lierde, olandese, custode sacrista. Nella Sistina ho accompagnato per la visita i capi
di Stato: Cossiga si commosse, e mi fece Cavaliere". La Sistina. Il luogo dei Conclavi. Fumate bianche e nere.
Quanti piccoli miracoli? "Il primo fu quello di ritrovare la stufa per bruciare le schede dell'elezione. Morto Paolo VI,
non si trovava più. Ma io conoscevo tutti i locali vaticani.
Così segnalai che la stufa era finita in un magazzino adiacente alla Basilica di San Paolo fuori le mura. La ritrovarono: si potevano fare le fumate per il conclave in cui fu eletto Luciani. Ma non dovevano essere grigie: davvero
bianche o nere. Così, alle 6 del mattino, ripulii la canna fumaria con alcol e carbonella. Come addetto alla Sagrestia
Pontificia, appena eletto Luciani, gli portai il camice, la stola, la mossetta nella 'stanza del pianto'. Si chiama così,
perché là dentro il neo eletto si sveste da cardinale, si veste da Papa e si commuove sempre". Poi il Conclave di
Wojtyla. "Anche lì, nella stanza del pianto, gli ho fatto la lavanda delle mani. Alla sera cenai con Van Lierde e i penitenzieri in una sala accanto a quella del Pontefice: dove lui era appartato con don Stanislao. Venne a salutarci. 'Ma
tu sei Cesare il romano, quello che ha le chiavi del tesoro del Papa. Auguri a te, moglie e figli', mi disse". Nel 1999
va in pensione. E la fumata bianca per Ratzinger? "Andò tutto bene, avevano installato una stufa nuova di zecca".
M
tratto da Paolo Mosca da Il Messaggero - cronaca di Roma
Emilio Doni
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Premio Polesani
nel Mondo
2009
NUOVA EDIZIONE DEL CONCORSO
"POLESANI CHE HANNO ONORATO LA PROVINCIA DI ROVIGO
IN ITALIA E NEL MONDO"
Le domande entro il 15 Maggio 2009
BANDO DI CONCORSO
Art. 1
La Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Rovigo, promuove ed organizza l'iniziativa "Polesani che hanno onorato la provincia di Rovigo in Italia e nel mondo" riservata ai conterranei emigrati, che maggiormente si sono distinti nelle attività economiche e
finanziarie, sociali, culturali, sportive e di ricerca scientifica o in altre attività particolarmente
significative, acquisendo riconoscenza e benemerenza in Italia e all'estero.
Art. 2
Il numero totale dei premi è costituito da 10 medaglie d'oro, accompagnate da un diploma,
riservate a:
- Imprenditori polesani emigrati per almeno 20 anni che, con la loro attività in qualsiasi settore economico, abbiano contribuito all'affermazione dell'iniziativa polesana nel mondo;
- Lavoratori e pensionati polesani emigrati per almeno 20 anni che abbiano conseguito, con il
loro lavoro, capacità e meriti anche nei rapporti umani e sociali, onorando particolarmente l'emigrazione polesana nel mondo;
- Conterranei emigrati che si siano notevolmente distinti nelle attività di cui all'art. 1 del presente regolamento, a prescindere dalla durata della loro permanenza all'estero.
Condizione essenziale per partecipare al concorso è quella di essere nati in provincia di
Rovigo o di essere figli o nipoti, discendenti in linea retta (2^ e 3^ generazione), anche di un
solo genitore o avo nato in provincia di Rovigo.
I requisiti di cui al primo comma debbono essere posseduti alla data di scadenza del termine
stabilito per la presentazione della domanda di ammissione all'iniziativa.
Art. 3
Le domande di partecipazione dovranno essere accompagnate da una idonea documentazione dell'attività svolta
(curriculum vitae, attestati o dichiarazioni di ambasciate e consolati, di enti pubblici e di associazioni, foto, giornali, pubblicazioni, ecc.). Inoltre dovrà essere allegata la dichiarazione sostitutiva, resa ai sensi del D.P.R.
28/12/2000, n. 445, attestante i dati di nascita, la cittadinanza, la qualifica di pensionato (per gli ex dipendenti
collocati a riposo), l'assenza di contestazioni di tipo fiscale, di condanne penali e di procedimenti penali pendenti.
La dichiarazione dovrà essere firmata dall'interessato che allega fotocopia di un documento di identità valido. La
Camera di Commercio si riserva di effettuare idonei controlli, sulla veridicità delle dichiarazioni sostitutive.
Art. 4
Le domande potranno essere presentate dagli stessi candidati o dai loro parenti o amici, da associazioni, da enti
pubblici o da rappresentanze diplomatiche e dovranno pervenire alla Camera di Commercio di Rovigo entro il 15
maggio 2009. Le stesse domande saranno esaminate da un'apposita commissione.
I dati personali dei candidati saranno trattati nel rispetto delle disposizioni di cui al D.Lgv. n. 196/2003 e successive modificazioni e integrazioni.
Art. 5
La Camera di Commercio si riserva la facoltà di conferire "motu proprio" premi fuori concorso ai cittadini polesani
che in Italia e all'estero abbiano acquisito meriti eccezionali per l'attività svolta in campo professionale, scientifico,
artistico, culturale e sociale.
Devono comunque essere soddisfatti i requisiti di cui all'art. 3 relativi all'assenza di contestazioni di tipo fiscale, di
condanne penali e di procedimenti penali pendenti.
Art. 6
La proclamazione ufficiale dei vincitori e la loro premiazione avrà luogo a Rovigo con una speciale cerimonia, in
data da destinarsi, che sarà tempestivamente comunicata agli interessati.
La consegna dei premi potrà avvenire anche nel luogo di immigrazione nei modi e nelle circostanze che saranno
ritenuti più idonei di volta in volta.
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Il Presidente Loredano Zampini
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Polesine: è tempo di turismo
'imprimatur della vocazione
turistica della provincia di Rovigo è
giunto - autorevolmente in
questo inizio del 2009 dalla pubblicazione del
Touring Club Italiano: un
bel volume della apprezzata serie le Guide d'Italia,
collana conosciuta anche
come "le guide verdi del
T.C.I." per il caratteristico
colore della copertina plastificata. Vi campeggia il
titolo "Rovigo e provincia",
accompagnato dal sottotitolo "Il Polesine e il Parco
del Delta del Po", a chiarire subito la vocazione naturalistica
che connota il territorio. Una caratteristica esclusiva, questa, ulteriormente evidenziata sul retro copertina, dove all'eccellenza ambientale si
accompagna una notazione circa gli
aspetti artistici: "Un territorio unico
per gli irripetibili scenari di acqua e
terra e insieme per le peculiarità storiche ed artistiche, tra Venezia e
Ferrara".
A dare il benvenuto alla guida del
Touring, all'Accademia dei Concordi
è accorso, sabato 17 gennaio, il
pubblico delle grandi occasioni,
mentre - dopo il saluto del presidente Antonio Costato - è toccato ai rappresentanti degli enti, che hanno
concorso alla realizzazione, sottolineare la piena soddisfazione per il
risultato dell'attesa iniziativa.
A cominciare da Adriano Buoso,
presidente della Fondazione della
Banca del Monte, istituzione che,
oltre ad un cospicuo finanziamento,
si è assunta l'onere di coordinare l'iniziativa. Una pubblicazione - ha
sottolineato Buoso - che evidenzia
come la terra tra Adige e Po sia
caratterizzata da "elementi identitari
forti, e da 'primazìe' e punti di eccellenza riscontrabili in tutte le aree del
Polesine".
Per il comune di Rovigo ha portato il saluto il sindaco Fausto
Merchiori che ha indicato la pubbli-
L
cazione come un utile strumento di
promozione di un territorio nel quale
è riscontrabile una apprezzabile
qualità della vita, mentre l'assessore
Nadia Romeo ha ringraziato la
Fondazione per l'utile lavoro di coordinamento a monte della realizzazione della guida, la cui missione è
quella di agevolere l'incontro dei turisti col peculiare territorio polesano e
la sua gente.
Il console provinciale del T.C.I.
Pavanello ha evidenziato la straordinaria opportunità, per il Polesine,
rappresentata dalla guida diffusa su
tutto il territorio nazionale tramite la
rete del Touring. Gli ha
fatto eco l'assessore provinciale al turismo Laura
Negri sottolineando il valore della pubblicazione che
intende promuovere una
provincia ormai caratterizzata da buone infrastrutture di servizio, a cui si
aggiungeranno presto le
ippovie, ovvero percorsi
idonei per l'equiturismo.
Sulle positive risorse del
Polesine e sulla sua vocazione all'ospitalità si è soffermato Loredano Zampini,
presidente della Camera di
Commercio, così pure Nerella
Pavan, rappresentante dell'Ente
Parco, che ha evidenziato come stia
crescendo la consapevolezza della
valenza territorio provinciale.
E' poi intervenuta l'assessore
regionale al turismo Isi Coppola che
ha sottolineando come il Polesine
sia un'area che sta crescendo e
come, di pari passo, stia aumentando l'orgoglio di sentirsi polesani, con
la consapevolezza delle peculiarità
del suo territorio, per il quale è bene
ragionare a livello regionale per dare
vita ad un distretto del turismo.
Infine la parola è passata a
Cristina Baietta, responsabile del
Touring, che, dopo aver sottolineato
le peculiarità del territorio del delta
(tanto esclusive da suggerire un'apposita scheda-glossario) ha focalizzato il suo intervento sulla guida,
chiarendo che le due stelle attribuite
ad alcuni beni ne indicano l'eccellenza assoluta, una stella l'importanza
certa e la mancanza di stelle l'interesse turistico in senso più generale.
La variegata offerta ricettiva, dagli
alberghi a quattro stelle alle strutture
agrituristiche fino ai B. e B., agli
ostelli e ai campeggi - ha concluso assicurano alla provincia un interessante richiamo ed un sicuro sviluppo
sul piano turistico.
Libri
LA GUIDA DEL TOURING SPIEGA PER UN TERRITORIO UNICO
SUL PIANO ARTISTICO, ARCHITETTONICO E DELLA NATURA
Lino Segantin
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Realtà e mito nella tradizione contadina polesana
Presentato l'ultimo libro di Adriano Romagnolo
o storico Adriano Romagnolo
con le sue ricerche etnografiche e filologiche ci sorprende
L
ancora per competenza e profondità.
Dopo il saggio storico "I Ribelli del
Canalbianco" e la rilevante opera "Il
Polesano", dizionario dei modi di dire
del Polesine di Rovigo e dei modi di
fare della sua gente, presenta ai lettori
un altro lavoro straordinario che sa
intrecciare le vicissitudini, i fatti, nello
scorrere dei giorni, con il mito, la leggenda, una "pregnante" irrealtà.
Le figure mitiche e immaginarie che
"gli si sono affollate attorno" dopo la
compilazione del Dizionario, si insinuano nelle faccende della vita contadina,
anche nelle pagine dell'ultima fatica:
"Realtà e mito nella tradizione contadina polesana". Vicende che conosce
bene, perché le ha respirate, vissute
nella realtà patriarcale della sua famiglia, commenta Claudio Garbato. Era
una civiltà difficile, faticosa, sorprendente e fiabesca. Severe stagioni, giorni di fatica, rinunce, miseria e la
sopravvivenza delle persone era legata
all'incredibile filo, trasparente e prezioso, della leggenda, del mito. E' il prodigio della vita che si ripete, e sempre si
rinnova nel passato come in modi,
senza dubbio, diversi, anche nel nostro
tempo che riteniamo tanto "disincantato".
Nel suo libro Romagnolo riesce a
proiettare l'essenzialità, della "povera"
tradizione rurale fatta di odori acri,
forti, autentici della terra in una affascinante, avvincente narrazione
che si impreziosisce di saghe,
di un senso misterioso, sovrumano e divino. Sono i ritmi dell'inconscio collettivo, che non
trova piena rispondenza nella
realtà, ma in un misterioso,
ancestrale religioso animismo
pagano che si confonde con la
sacralità cristiana. Parole,
sogni ad occhi aperti, metamorfosi fantastiche, tutto serve ad
esorcizzare una vita misera in
balia delle stagioni, elementi
della natura e poca fortuna. Il
racconto si articola in tre gallerie, dall'Atrio col vilan, fra potere civile e spirituale del sior e il
prete. Galleria della immaginazione, della magia e dei timori:
il Salvanelo de la luna o il favarolo, il vecchio dio delle fave e il
nero della paura, del diavolo, il
babau, le angoàne , la lumaza.
La "Galleria delle mutazioni"
con la voglia di trasgredire,
delle metamorfosi in un gioco di scambio di ruoli, ricco-povero, uomo-donna,
feste, usanze che provenivano da quelle pagane e nasce la maschera inafferrabile e trasgressiva del bombasin e
do, perteghin.
Romagnolo sa dirci con profondo
rispetto, e rara sensibilità l'importanza
de "i riti" della terra e della parola: "il
letame, il risultato della trasformazione
della concimaia era rispettato e coccolato con amore. Il risultato era laetus
(fertile) e laetamen, da laetus, tutto il
complesso "era vivo" e veniva portato
in autunno fumante nei campi che
diventavano laeti, proprio per la presenza di quel prodotto. Anche il letame
aveva un'anima, tant'è che respirava e
viveva."
In quel mondo contadino non mancava certo l'ironia quando mustaciona o
barbisona, veniva definita la suocera,
molte volte tremenda con la giovane
nuora e si diceva sbragheson, lo sbraghesare di chi esercitava un ruolo non
proprio, l'indoraculi, o l'arzentaculi era
chi, per sortilegio, abbelliva le persone
rozze.
Il libro, una rievocazione voluta e
costruita con profondo studio e passione per ricordare e ribadire i valori
autentici, viscerali della terra, progenitrice della nostra civiltà. Significative
anche le illustrazioni eseguite dagli
alunni della scuola elementare di
Arqua' Polesine. Erano presenti oltre a
un numeroso pubblico sempre interessato e curioso di conoscere il nostro
passato, le radici, il sindaco Merchiori,
quella del morosin, amorino rustico e
libidinoso, el-morto-ca-porta-el-vivo,
raffigurazione della morte e della vita. E
sempre per realizzare questa "voglia di
esistere di farcela" la "Galleria dei
caratteri perduti", sono i mestieri dal
mazin al magnatera, dal boaro al castal-
il direttore della BCC dott. Stefano
Canella, il responsabile culturale della
Banca signor Bruno Candita.
Aurora Gardin
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