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MEMOIHE STORICHE
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Aggiunte alla "Cronotassi" precedente
Dohibiamo riparare ad alcune involontarie omi'ss~oni e fare vane ai~giunte all'a cronotassi precedente.
Il Rev. P. Murachelli mi comunica alcune a~giuntc alla BiMiograrfia riguard'a nte alcuni Vescovi Bres'ciani: e qui la puhhlico
com,e appendice alla mia Cronotassi.
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33. MENNA DOMENICO Agostino di Ohtiari
La Cittadella - settimanale dei Cattolici MantoV'ani - Anno XIII
- N. 42 - Mantova 20 ottobre 1957 con illustrazioni; dedicato alla
Cron'aca dei Funerali e resoconto dei XXV anni di Episcopato_
34,. LONATI EMILIANO d'a Brescia O. F. M. Cappuccino
Numero unico a cura degli «Ann'ali Francescani - per la Consacrazione episcopale nella ,Cattedrale di Brescia 8 giUigno 1930.
TipO'g~arfia Fratelli Lanzani SI. A. Miil ano d.p.p. 68 in ottavo
COn illustrazioni.
83. BONOMINI FELICE di Mocasina
Numero unico per il XXV di Sacerdozio. Supplemenio al N. 28
della La Libertà - settimanale dei Cattolici di Narni - 5 Gennaio
]947 - Terni.
]29. MOSCONI NATALE
Nato a ISoresina il 26-12-1904 da padre cremonese e da madre
bresciana, la silgnora Maddalena Faochi di Bagnolo IMella dove, ospite nella casa materna a 'lui carissima, soleva, d'a chierico passare
molta parte de[le sue vacanze estive. Compiuti gli studi nel semi.
nario di Cremona si laureò in Lettere all'Università Cattolica di Milano. (1931). Inse'gnante di letteratura italiana e di storia nel seminario cremonese, fu poi nominato prevosto-parroco di S . .ArlJhondio (1939). Pubblicò la sua tesi di laure-a - La nunziatura del cremonese ,Cesare Speciano negli anni 1536.1538 alla Corte di Filippo II
(su documenti inediti dell'Archiv.io Vaticano nel Bol'lettino storico
cremonese (1939) e nel 1951 dal 2 al 13 aprile tenne un corso di conferenze apologetiche 'Sulla Chiesa che vennero raccol,t e nel volume
0_- Chiesa in cammino (Cremona Ed. Pizzorni p.iI 150 in 3')
Nello stesso anno 1951 il 23 magigio fu nominato vescovo di
Comacchio, consacrato nella cattedrale di Cremona d'al vescovo
1
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82-
Mons. Cazzani e dopo pochi anni promosso. arcivesco.rvo di Ferrara
do.ve è circo.ndato da gr'ande stima e da affetto.
Cfr,: L'A.ngelo di S, Abbondio . Numero unico . 17 giugno 1951.
PAOLO GUERRINI
Inoltre lo stesso P., Muracihelli mi manda l'aggiunta di un mancato Vescovo camuno del Settecento con la nota seguente:
DON FHANCESOO BRESSANELLI Vescorvo Eletto di Cattaro
Eigli sortiva i natali proprio in Va'J[e ,Camonica 'a Novelle di
Sellero il 7 dicembre 1755 da Giovanni Bressanelli Rizzunoni e cÌ'l
Ca,terina Peremeleda. Ebihe un altro fratello sacerdote, Don Lorenzo Simone, morto a Rodengo in Contrada Pianera, come pure un
nipote morto cappeHano a Sellero. Il BressaneHi venne eletto Parroco - Vicario di Saviore il 19 aprile 1804. La sua nomina e la sua
persona assunsero allora una importanza capitale. Era l'epoca in
cui la dio·c esi di iBrescia era infestata dall'ere<sia giansenista e il Vescovo Nani arveva privato ddila carica di Vicario Foraneo parecchi
esponenti dell'eresia, come l'Arciprete Guad'a:gnini di Cividate .
LI Bressanelli, già Canonico di Zante e Protonotario Apo stolico, era stato nominato vescovo di Cattaro, dignità eccelsa, alla
qU'aJe il Bressanelli rinunciò per vera umiltà, contentandosi di essere onorato della Croce della Religione di S. Gio,v anni Gerosolimitano e DeJI~gato del Terz'Ordine di S. Francesco d'Assisi. Ecco
come lui stesso. dà notizia della sua nomina a Ves,covo: «Francesco
Antonio BressaneUi, filglio di Gio :q. Antonio q. Giu: di Novelle
Camune di Sellero, .Dottore di ICgJge nella Università di Padova, poi
AvrvO'cato in Venezia e Canonico della '(:'atteid rale del Zante da Mons.
Vescovo Franco Antonio ~Iercati, da Pio Papa VI eletto Vescovo
del Cattaro al quale rinunciò, onorato poi della (:rO'ce della Rel~­
gione di S. Giovanni Gero,solimitano e dei Croce segnati e Delegato
nel Terz'Ordine di S. Francesco d'AssiGi, poi ... finalmente Curato di
anni 5 e mezzo in Andrista, po.i alli 19 Aprile 1804 eletto Parroco
di Sarviore e Vicario Foraneo ».
II .giorno 8 luglio 1828 egli pas's ava a milg lior vita. Da un registro
dei morti, terzo nella serie cronololg ica di ,quelli conservati nel1a
Chiesa Parrocchiale di Saviore si ric'ava quanto se'gue al numero pro gressilvo 374.
«Bressanelli Sa. Rev.mo Don Francesco, Parroco V. F. d'annI
74 passò da questa a mLglior vita ieri mattin'a alle 9 circa dopo una
forte malattia di 4 mesi, inco.minciata con un ahhondantissimo shocco di sangue, munito di tutti i Sacramenti, Benedizione papale, assoluzioni ed Assistenza sino ne,gli ultimi respiri. Già huono e meritissimo Parroco fu riposto nel Campols anto sotto il SanteUo al progressivo N. 108. - F: Prete Coadiutore Domenico Ferri. Lt' ceneri
del Vicario Bressanelli attendono ora la finale risurrezione nello
alpestre Cimitero di Saviore, ma snlla parelte della cappella che
guarda Val Salarno si lelg1ge in tutta la sua vivezza una e,p igrafe
83 latina in cui sono ricordati tutti i titoH di benemerenz'a del Vicario
Bressanelli, non esdus'a la voce cO'mune che correva allora della sua
designazione e elezione a Vescovo di Cattaro:
M'EMORIAE SUAVISSIMAE
FR. ANTON. DE BRESSANELLIS
QUI
CAN. ZAEO - AEQ J HEROSOL . E. P. S.
UTI
FERT UR -
DESIGNATUS
REXIT - DEIN SAvlOm VICARIA
EXORNATUS pOTESTATE
ANNOS LXXIV NATUS
VIII IDUS IULII MDCCCXXVIII
DECESSIT IN PACE
FRATRES MOERENTISSIMI POSUERE
Pure nella Sa'grestia di Saviore esiste tuttora il suo ritratto ad
olio e il Vicario Bressanelli è ritratto in piedi con la mano posata
sulla Bibbia e con a fianco la mitra episcopale.
Nel 1928 a Novelle si cele[b.rò il primo Centen,ll'io della mOrte con s:peciali funzioni e un'a Accademia illa quale pre;;enziò il
defunto ,Mons. Mosè Tovini di Cividate con un 'g ruppo di chierÌei
della Villa S. Cuore di Capo di Ponte.
i
I
Cfr.: Don A. MORANDINI, La Valle di Saviore _ Opera Pavoniana, Brescia
1941 - e «L' Italia» del .,. 194] : Un insigne Ecclesiastico Camnno che onora
la sna Valle - di FELIX .
Un presunto Vescovo, Camuno, il D omenicano Fra Girol:amn
Vielmi (nato a Venezia nel 1519, morto ~l 7 marzO' 1582 a Venezia
nel convento dei iSlS . Giovanni e Paolo) è illustrato ne « La Voce del
Pastore », bollettino parrocchiale di Cividate Camuno, n. 7-8 luglioalgosto 1958, nell'articolo: Fu un antenato dei nostri Vielmi? .. .
scritto .su note storiche di V. S. pl'obaih imente Alessandro Sina.
Questo prelato certamente veneziano, viene supposto apparte.
nente all:a familg lia camuna dei Vielmi, ma senza prova al'cuna. Il
cognome dei Vielmi deri.v a dal nome Guglielmo e sotto la forma
dialettale è d~f.fuso non solo in VaHecamonica ma anche in a1ltre re·
giO'ni del dominio veneto. Se il vescovo Vielmi fosse stato anche solo
sospettato di una lontana orilgine bresciana, gli scrit10ri del tempo
non avrebhero mancato di segnalarIo.
Paolo Guerrini
Una sconosciuta cronaca ecclesiastica bresciana
degli anni 1700 e '1702
Un periodo tnstIssimo deUa storia bresciana è stato quello dei
primi anni del 700 (1700-1705) quando la prima guerr"a europea per
la succ,essione spagnola venne combattuta nea'alta Italia, e specialmente nel nostro territOl'io bresciano, fra l'esercito austriaco, al comando del principe Eugenio di Savoia, e l'esercito franco-spagnolo
comandato da V'ari marescialli francesii .
La bibliografia intorno a qucsti avvenimenti militarÌ è già am pia e ricca di episodi dìl~gentemente annotati da sacerdoti mi regi.
stri parrocc!h iali del tempo (1)
Sono persnaso che una ricerca sistematica nei re'gistri degli al'·
chivi parrocchiali dovrebbe dare numi materiali, spunti in e,diti su
episodi locali, curiose e dolorose notizie che i parroci segnavano ,
più o meno rapidamente a ,memoria dei posteri, a testimonianz'a delle orriil::JHi e tl'aigiche vicende che o'gni paese del nostro territorio ebbe a sOIf1frire in quegli anni. La ,guerra ebibe due fatti d'arme sanguinosi nella battalglia di Chiari (1701) e in quella deUa Bolina
di ,Gavar·do; ma poi continuò, si può dire, giorno per giorno, in
una ,guerriglia spaventosa e desolante.
Gruppi di SO'ldati si alternavano nei vari paesi sacche.glgi'and",
incendiando c'ase , uccidendo uomini, donne bamhini con spietata
crudeltà. Le popolazioni subirono gli oltraggi della soldataglia, ma
sentirono anche i vantalggi economici della guerra. Vi fu allora un
g,rande risveglio reliigioso e si manifestò specialmente nelle puhbUche funzioni funerarie che si dhiamaro'llo i Sacri Trìdui, diffuse in quasi tutte le parrocchie dei territori: bresciano, bergamasco
e sponda veronese del Ia.go, di Garda, do,ve restano ancora a ricor·
do di questo .g rave flagello bellico. Corsero allora anche supersti:r.ioni popolari intorno ad alcuni episodi del1la g,uerra, come quelle
del Beàt F'ransés a Ponte\rico e dei Tre innocenti a Montidhiari che
ancora perdurano neRa devozione popolare.
La guerra po-rtò anche molti vantalglgi economici; mercanti, fornitori, industl'Ìali, commercianti fecero ottimi affari, accumularono
ricchezze, acq;uistarono titoli nobiliari formando un nuolVo ceto 'ari·
stocratj,co. Si rinnolVarono le vecchie chiese parrocchiali con nuovi
edifici monumentali in gran parte costruiti con l'obolo dei poveri.
Anche 'questo attesta un risveg]li o religioiso popolare non ultimo valltal~gio pOlrtato dalla sventura.
Alla copiosa letteratura biblio'gra.fica di quel perio·do possiamo
aig1giulI!ge,r e una fonte inedita non molto importante, ma sotto qual-
-
CI;:' -
che aspetto interes'iante. Si tratta di un diario ineditO' tenuto da un
certo prete Don Giacomo S<ihiavolini negli anni 1700 e 1702.
Penso che questo prete sia uno dei ' curati dell'a parrocchia di
S. Argata, oppure un m ansionario deHa 'Cattedrale.
Sopra le palg ine bianche di due ca'lendari liturgici, Ordo divini
uiffiei recitandi per la diocesi di B rescia degli anni 1700 , 1702 che
si tro!V!ano presso il Rev. Padre Muraehelli, il Rev. Schiavolino è
andato annotando, per suo diletto, le principali notizie che si dif·
fO'ndevanO' a Brescia in quegli anni . LO' stesso Padre Muraooelli ne
ha fattO' copia esatta alla quale ho 'aggi'unto alcune note delucidative.
Si tratta d i frammenti" ma anche queste sporadiche 'a1111oiazlo111 del momento hanno la loro importanza perchè riflettono uno
stato d'animo di chi le 'h a sic ritte e unI! realtà fUglgenle d i storia
locale.
Paolo Guerrini
(J) Oltre le Storie bresciane dell' ODORICI si vedano le cronache del
GIACOMINI per la riviera di Salò; quella di 'Castelmella e di Castelcovati nel volume IV delle Cronache bresciane inedite , Altre cronache del medesimo argomento son o state raccolte dai libri parrocchiali di Ci gnano da Don Omobono
Piotti e altre ancora, per Pontevico, da Mons. Berenzi. Si vedano pure alcuni
episodi della guerra di successione spagnola li Manerbio e Bagnolo da me pubblicati nella Illustrazione Bresciana n. 101 (l novembre 1907) e La guerra europea
del 700 in una cronaca bresciana del tempo (quella del Padre Alfonso Cazzago
della Pace) nella rivista Brixia n. n. 77 - 78 (1916).
Devo pure segnalare, fra le fonti inedite, la relazione auto grafa del
nob. Giulio Antonio Averoldi esistente nella raccolta Labus della biblioteca del
Seminario di Mantova importantissima relazione che meriterebbe di essere stampata .
Anno 1700
Adì 25 M aggio 1700
Il Nobile 'Veneto Mla rino Grimani ha messo l'abito di S.to Fi.
lippi Neri nella Congregazione no,stra di Brescia dicendo che mentre era stato al secO'lo haverva insegnato ai suoi fi,glioli il modo di vivere al mondo eehe lui ora voleva imparar a morire.
L'istcssa sera l'andarono 'a visitar li EeceHentis's imi Sig.ri Rettori Vincenzo, Pisani P .re Podestà e Bernardo Donà Capitanio per
dissuaderlo da i'impresa, ma risolutamente gli rispose che non era
risoluzion d'a Ra'g azzoque8ta, ma che erano 'g ià anni 19 che ne pensava, e cosÌ si licenziò.
Poi disse alli Padri, cihe non si meravigliassero che avevano fato
ti ,questi passi, per non aver da render conto alI Diavo,lo ne'anch e di
questo.
Ha lasciato al seco,l o due fi,g li masohi;
Il primo si ,c hiama Pietro Grimani,
Il secondo, Helmaro, ossÌ'a Hermolao Grimani.
Adì 26 Maggio 1700
Il M.tO' Rev.do Sig. D. Domenico Fiammenrghi Piovano di S .
Paterziani in Venetia ha cantato la Messa al giorno di S .to Filippo
Neri nerIla Chiesa deIIi R.R .P .P. dell'a D." Congregazione per l'oct::asione che era venuto a Brescia in compagni a de,l retroscritto
Grimani,
Adì 6, 8 e lO Giugno 1700
Hanno 's'c operta l'imma,gine della H.ta V.ne di S.t Luc'a reposta nel:l a Chiesa delli R .R.P.P. del Carmine, per impetrar da detta V.ne la serenità, il primo giorno che fu la domenica si lasciò
veder LI sole un poco la mattina poi il dopopranzo piovette. Il 2'
che fu il martedì, pure si lasciò vedere un poco, il dopopranzo a
hore 18 'venne un'acqua impettuosa acompargn'ata 'da una d:ell\.~a
e fitta tempesta e durò più di un hora con molto danno dove cadesse cioè aill'Hortalie, à !Si.t PoHo et altri luoghi vicini l'acqua poi
durò continuamente fino alle hore 24 seuza intelTuzione alcun a e questa 1m innondato in molte parti il Paese con danno grande anche
alli Viandanti, de quali un'a noHe intiera stettero sotto l'ac'qua al
ponte del Gandovere, non potendo andar avanti nè tornar indietro
per l'innondazione de l'acque che continuamente crescevano"
Adì 20 Luglio 1700
Hanno sonato tutte le campane d ella Città per la creation del
Prencipe novo seguita nella persona dell'I1l.mo et Eccell.mo Sig.
Alvise Mosinigo per la morte dell'Ill.mo et EeceH.mo Silvestro Vailer ,s~guita li 12 del corrente hà ralg lgiunto anni n. sette, mesi 11 .
quattro , giorni 11·
-
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Adì 20 Luglio 1700
lo D. GiacomO' Schiavolino ho ascoltata la Mess'a del Rev.do
P. Giùv. Battista da Moneliano vero servo di . Dio. Nella Ohiesa dei
R.,R .P.P. di S.tO' Gioseffo al Altare di Santo Ant onio e attesto
che vi era un concorso innUllleraibile e s'affollavano uno COn l'altro.
Adì 31 Lnglio 1700
S'attaccò il fuoco la , notte antecedente nel fondaco della casa
dd Sig. Camplano a iS .lo AmhrO'sio e s"attaccò in maniera e con
tanto possesso che tutti dormivano e la mattina era alto il fuoco più
che le Torri dena Città perc11,è si vedevano per tutta la città - Il caso
era eompassionevole, il danno più di quello si può imma,g inare,
perch:è la casa era fornita di moibili e biancheria biondissima del
negozio. !Mille e più pesi di cera; ciu'q uecento pesi zucaro, una
huyara grande di C'anella o11re tutte le altre mercanzie e quello
'lJ'he più è da lacrimare un ruhamento immoderato non 1510 'd he
dir di più.
Adì lO, 12, 14 Agosto 1700
Hanno scoperta l'Immagine della B .ta Verg.ne del Carmine
per imp~orare la bramata piol~gia e cosi piovette un poco il giorno
di S, IClhiara li 12 d.to e non più.
AdJ'ì 20, 22, 25 Agosto 1700
Hanno scoperta l'Immalgine della B. ta Vergine riposla in S . to
Giov . Evangelista per · imp'l orar parimente la bramata piolggia, pel'
esser una grande seeità nella campagn'a e così cominciò a piovere
un pooo li 21 che fu il SahbatO' corrente li giorni seguenti Un poco in un loeo, un poco in altro li 24 , la v~gÌilia di S.l o Bartolomeo
venne una bonissima piog}gia in città per il tempo di mez'h ora: nel,·
la Franzacorta non piovelte goccia e durò la secca sino a S.to Matteo, nel ,qual giorn o piovette e qu'asi tutto il giorno, ma il dopo
pranzo un'acqua grandissima, ch e del resto incominciavano a Beccare li aliberi le fiche e perseche, ne sono seccati molti in molti
luorg hi, alcuni si sono rimessi e per altri pareva che fosse d 'inverno a piovere un po'co la notte Uivanti 'Santo Gieronimo .
Adì 29 Novembre 1700
Hanno s on'a to l e campane di tutta la città per la creatione del
novo Pontefice nella persona del Cardinal Albano d 'Urbino, oriundo iBengamasco , seguita li 23 d.to [giornO' di S.to Clemente XI' e COISÌ
ancora si fa nominare Clemente ~I stando la morte djlnnoccnzo XII
s~guita li 29 settembre SCRduto.
Il Cardinal Bulione Decano l'interIOlgò 'a lla presenza deni Sig.ri
Card.li CamerleILgo e Oapi d'ordine, e de Maestri delle Cerimonie,
dicendo: « Acceptas ne electionem de te legittime factam in Summun Pontificem ».
L~Eminenza Sua,' aneorchè have'sse merito per innalzarsi a tal
Suprema dignità, con soliti atti deilla sua profonda umiltà, volse
:anco,r a con l e parole umilissimi sensi, con dichiararsi ,immeritelVole,
00
-
et insufficiente a sÌ gran peso. M'a resosi all'instanze e richiesta,
dopo fatta OratiO'ne, rispO'se: . Accepto, SOIglgiungendo il Medesi.
mo Card . Decano: Ql}0 Nomine vis vocari? . disse
Clemente XI
Nella puma A,dorazione il Sig. 'Card. Primo Diacono dopo aver
b:aciato la mano al Papa e ricevuto all'amplesso, accompa,gnato dal
Sig. Mcaestro dene Cerimonie con la CrO'ce se ne andò alla loglg.ia
della Benedizione che n'esce sopra la Piazza di S. Pietro, dove ad
alta voce facendosi udire, pubhlicò 'la creatione del novo Pontefice
dicendo:
Annuntio Votbis gaudium magnum Papam hahemus Eminen·
tissimum et Reverendissimum D. Joihannem Franciscum 151. R. E. Preshiterium Cardinalem Albanum, qui imposuit sibi nomen Clemens XI.
Anno 1702
Adì 8 GeU1wio 1702
Li R .mi Padri Geisuiti hanno faHo la Novena nella Chiesa di
S.to AntoniO' (2) con espO'Her il SiS. Sacramento a ore 22 incirca e
far un poco di discol1so circa la Salute dell' anima con proponer
ogni sera un punto da meditare, ma nOn hanno però continuato
li Anni selguenti: 14 det .' 1702. E' partitO' da Brescia per Veron'a
l'EcceIlent. GeneraI Molini; venne a Brescia li 17 A!gO'StO scaduto,
e ne è trattenUito fino lì 14 md. o
Adì 30 d: è venuto a Brescia l'Ecc.mo Francesco ' Grimani in
loco del md. o Molini et è 'allO'giato nel medesimo palazzo del Conte
Roberto. (3)
Adì 2, 3, 4 e 5 Febbraio 1702
Hanno di no,v o e,s posto il SS. Sacramento nell'a Ohiesa dei R.R.
P .P. di S.lo Gioseffo, in ringratiamento che l'Signor Iddio ci ha
fatto in liberarci da tanti mali e saccheggi'amenti di Todeschi e France'si; 'quali non hanno numero; e a questo o'ggetto hanno falto un
apparato nuo.V'o e sontuosi,s-simo, il solito scalone descendente in
Ohiesa. quantità di Messe, e molte senza elemosina, come li RR.
Canonici del Duomo e di S. Nazzaro et altri Prdati; la sera poi la
Compiete e le Litanie . alternatim, prima li Musici, poi il Popolo
et rendere divotione mirabile e l'ultima sera il Te Deum pure ~l­
ternatim, li Padri, poi li Musiei, con le lamp'ade accese e due lumi
a tutti glI Altari un concorso di popolo ogni giorno et non si può
esprimere la devotione g.rande 'almeno in apparenza et l'interno non
sii può da niun cono's cere.(4)
Adì 29 Febraro 1702
Siono arrivate lettere del Rev.mo P. D. Gio. Felice Giovinetti Abhate Generale Modenese; dell'eletione di nuovo Ahlbate nella
-
HY -
persona del M. R. P. D. Alessandro S'arozzi jSaro.ttil); hora Vicario;
Dopo giorni 18 della 1M orte ddl'Antecessore, D. Flaminio Guignè
sl'1guita li 25 Gennaro 1702, con piena cOll'solatione di tutti li altri
Padri, ed ancora deUa Vicinia.
Adì 20 Aprile 170'2
E' venuto a Brescia il Rev.mo Fadre D. Gio. Felice G i ovannetti Modenese Ablbate Generale de R.R. P.IP. di S.to Giovanni
Evanlgelista; il Rev. P . D. Gio: Frances!co Bottini Trevisano Abhate Visitatore. n P. D. Arcangelo AJhertini da Forlino Se'gl"ctar io
qel 'G enerale per la visita deUa Canonica di S.to Gio: E~angelista.
Li sud.ti Padri sono partiti alli 24 deHo stes~o mese.
Adrì 20' Apirile 170'2
Ritrovandomi io Don Giacomo Srclhi'arvolino nella ,Chiesa delle
R.R. Madri del'laCarità per riverire la Gran Madre di Dio et ancor la Maddalena in devotione delle prossime pas,s'ate feste, è venuto il terremoto, et mi ha sMgotti,t o tutto per il timore, e di lì a
poco un altro più mite, et ques,t o in poco avanti le ore 14.
Adì 2'5 d."
DaWEminentissimo Sig. Cardinale Delfino è stato eletto per
Arciprete della Cattedrale e il Rev.mo 5~g. D. Caro,l o Bargn:lllo in luog,o del Rev.mo Fenarolo .g ià defunto fino i,} giorno deIIi 18 N(·vemhre 170'1.
Adì 2, 3 e 5 Maggio 170'2
Hanno sco'perto l'Immalgine deUa B. Vergine !S1.to Luca nella
Chiesa dci RR. PP. del Carmine et al medesimo altare esposto il
SIS. Sacramento per li bisogni correnti; cioé di guerre, di malattie,
di mortalità et 'altri iJuxta intentionem Publblici et in fatti li medici
dicono esser diminuiti li infermi coll'esser miliorati.
2
Giugno 170'2
Giorno della solennità dei SiS. Pietro e Marcellino titol o della
Chiesa de RR. PP. Cappuccini, nel qual giorno procession'a lmente
vi và il Rev.mo Capito1lo del Duomo et irvi cantano MeSSia solenne
de' SS. nell' entrare in d.ta Chiesa (5) li P. Capucc!i ni sono soliti
faI1gli espellere e quest'anno h anno tralasciato'. Dopo m'hanno detto
cihe non sono stati 'avvisati a tempo per essere un Guardiano n uovo .
Adì 9 giugno 170'2 - Gioirno di Venerdì - hanno scoperto l'1mma,gine della B.ta Vergine di S.to Luca riposta in S.to Giovanni
Evangelista (6) per impetrare l'a bramata serenità e ,s ubito fatto Concilio .et seguì due ,giorni aiVIversi e fu li 9 d. to suhito compare il sol e
con giubilo et allegranza uniV'ersale et era più di 15 giorni che
pioveva. Alla solennità vi intervenne l'Eminentissimo Sig. Cardinal e
quale celelhrò la S. MeS'sa al detto altare, dopo di lui l'Eccellentissimo Silg. Capitanio vice Podestà; dopo alla Messa solenne l,'E.ecellentis!s imo Sig. Pro'V'veditor Generale Grimani; la sera poi oanta rono le Litanie e il rre Deum etc.
2
-
90-
Adì 30 Gingno 1702
Sono arrivate lettere all'Eminentissimo Sig. Cardinale e ancora
all'Ililustrissimo S~g. Conte Francesco Martinen,go ,C anonico della
Cauedraleclhe sarà preposito dell'In~i,gne Colegiata {la SS. Nazario
e Celso; non sono per anco però venute le Bolle.
Adì 15 Luglio 1702
Dall'Eminentissimo iSlig. Cardinale Delfino è stato eletto per
Vicario delle Monache il Rev.mo Sig. D .... . Durando Canonico della
Cattedrale in loeo del Rev.mo Sig. D. Domenico Valoto Preposito
de :SIS. Celso et Nazario de!fonto sino li 18 Aprile scaduto.
Adì l Novembre 1702.
L'1I.mo S~g. Conte France'sco figliuolo qr. Teofilo Martinengo
Canonico delHa,Cattedrale, è andato 'al pO'S8.esso dell'Insigne Prepo.
situra dei 5!S. Celso et Nazarocon applauso. et consolatione univer·
sale (7) di 'quel 'Clero . 20 d.o . di mattina per tempo è partito
da Brescia l'Ecc.mo Sig. Francesco Grimani P'rolV'vedilore straordinario di terra ferma; e vi è stato lo spatio di mesi n. 9, giorni n. 20.
Venne 'a Brescia l'ultimo di Gennaro come appare dal primo foglio.
Adì 4 Decembre 1702
E' arrivato a Bresci a à un'horadi notte in curia l'Ecc.mo
Sig. Nicolò ErÌzzo ProlVlVeditore straordinario in loco del sud. lo
Grimani nel mede,s ìmo palazzo uL supra.
(2) La chie~a officiata dai gesuiti, per l'annesso loro Collegio dei nobili,
fu profanata dai Giacobini nel 1797 e convertita nell'attuale maneggio della
Cavallerizza, Era una bella chiesa a tre navate; l'artistico portale che ornava
la sua facciata si trova nel giardino della villa dei Conti Zoppola a Nigoline.
Intorno a questa chiesa, già ospizio dei frati ospitalieri francesi, cfr. il mio
studio . L'ospitale e la chiesa di S. Antonio Viennese a Brescia . Cenni di
storia e d ' arte con documenti inediti (Saronno 1909).
(3) Il palazzo del conte Roberto Avogadro, passato poi ai conti Zanardi
della Vergiliana, è il palazzo ora sede di uffici municipali che si trova dietro
la Loggia, in Corsetto S. Agata.
I due generali accennati erano i comandanti dello sparuto esercito vene·
ziano il qual e, avendo la Repubblica di S . Marco dichiarato la sua neutralità
nell'immane conflitto, stava con le armi ai piedi lasciando imperversare impunemente le soldataglie straniere. Era proprio il caso di dire: Fra i due litiganti il terzo le prende.
(4) L'inizio dello storico sontuoso Triduo di S. Giuseppe che ancora
perdura per una tradiziùne più volte secolare. Si veda lo stndio di Flaviano
Capretti pubblicato nella Brixia Sacra del 1921.
(5) Era una chiesa del priorato, soggetto al Capitolo della Cattedrale il
quale aveva assorbito nella Mensa ,Comune la dotazione fondiaria di questo
priorato assumendosi l'onere di recarsi in processione, ogni anno dalla Catte·
drale a questa chiesa e di cantarvi la Messa.
(6) Credo che que,ta indicazione sia errata e che il cronista abbia erronea·
mente scritto S. Giovanni Evangelista i~vece del Carmine perchè è in questa
chiesa del Carmine che si venera la Madonna di S. Luca e si invoca special.
mente per ottenere la serenità; mentre la Madonna venerata in S. Giovanni
Evangelista si chiama volgarmente Madonna del Tabarrino e si invocava per olte·
nere la pioggia tanto che si andava in processione col tabarro e con l'ombrello .
,
(7) Il conte Martinengo, prevosto di S. Nazzaro, fu poi nominato vescovo
titolare e ausiliare del cardinale Badoaro: cfr.: GUERRINI . Cronotassi n. 61.
. ,
Appunti, notizie e vaneta
La Confraternita della Penitenza
a Castiglione delle Stiviere
In un codicetto cartaceo del 168.'), d i cc. 79, esistente nell'al'·
chivio parrocchiale di Casti,g;lione delle Stiviere, 5i trova un «Som·
mario delle Costituzioni della Congregazione della Santa Croce, detta
dellqPenitenza eretta in C as,t iglione» da due Padri GesuÌti del Col·
legioiS. Luirg i Gonzaiga con alcune curiose memorie storiche intorno
alle ori,g ini e arr'l o, sviluppo di questa associazione, che era ancora
fiorente nel 1741 con carattere penitenziario e funerario di suffragio
per i Morti ing!Cnere. Gli ascr itti. oltre l a disciplina e le altre forme
di penitenza corporale, esercitaVano i Novissimi, cioè i ritir i spirituali
intorno alle veri tà eterne, con speciale pratica di preparazione alla
morte.
PuhbEchiamo queste memorie per dare un primo contributo alla
auspicata storia delle confraternite bresciane, rilevando che la città
natale di S. Lu~gi Gonzaga è stata un'a pieve del,l a diocesi di Bre·
scia fino al 1785.
D. P . Guerrini
Memorie
della Istituzione della Congregazione della Penitenza
ed altre cose ll9tabili che ponno servire ad istoria
Cap. V
Erano molti Rnni che Padre Giacinto MilceHi della Compalg nia
di Gesù 'andava seco ruminando il modo di ridurre all'opra un certo
~uo di,s clg no, che gl'era nato nell'animo suo, percihè zelantissimo, e
perciò sempre intento a giovare a suoi prossimi, e massime qui in
Cast~glio'Ue, di cui può chiamarsi aposto]'o, tante sono state le fatiche,
che vi ha fatto per molti anni: quando nel 1651 gli venne comoda
opportunità di esseguirlo, come fece nell'instituzione d'una nuova
C(jugregazione della Fenitenza e la cosa passò di questa maniera.
Erasi compito il giro, che giusta il costume di !Castiglione ser·
vano le Religioni succedentesi l'una all'altra in provvedere il Pulpito
di questa Chiesa Matrice, di P'redicatore sÌ l'Aivvento, come la Qua.
92 resima, et appunto quest'anno 1651 toccalVa a nostri Padri della
Comp'agnia di Gesù, quando la Divina Provvidenza dispose, che fosse
destinato' per l'AlV'Vento da SlUoi Superiori il Padre Giuseppe MazzOll eni uomo dal t'aglio del Padre Giacinto MilceHi nel zelo d'aiutare li prossimi. A qmesto predicatioTe conlferì per aVIVIe ntura il suo
antico pensiero il P. Milcetti, il lquale restò sommamente rincorato
d'an'altro sì neU'approlVazione dell'opra, si nell'esibizione d'ogni sua
cooperazione per eS'sa, Con:sultato dunque insieme quanto conveniva
circa il m.odo, luogo, e tempo ecc. il Padre Predicatore nella domenica prima dell'Avvento, che quest'anno cadde li 3 De cemib re , pubblicò la risoluzione fatta di questa Co'ngregazione ad una numerosissima udienza nella predica, che egli fece in quel dì neUa Chiesa
delli Santi N azarÌo e Celso, e con gran spirito e zelo invitò da[ pulpito tutti queUi che potelVano venire; ma li giorni appmsso diè la
spinta ma!g1giore and'and.o egli col ,Padre Gia.cinto casa per casa di
quelle persone, che par'ver più .opportune ali hisognQ, ed in familiare discQrso fece mossa tale, che le prime 'quattr.o domeniche li
CQn:gregati arriva'v ano al numero di 60.
Fece egli il Padre Predicatore queste prime quattrQ volte la
CQngrergazione, e poichè gli CQnvenne partire di 'qua subito dopo il
primo gimno dell'anno lasciò la Congregazione tutta nelle mani del
solo Padre Milcetti, che con carità grandissima la p~gliò, e con applicaziGne increditbile la coltivò fino alla morte. HO!" pGichè il
Padre vide, ohe la nOlVella pianta aveva messe buone radici, e che
con vilgore cresceva , non dubitandG più deHi felici prO\gressi, che di
e,SSla si pro,m etteva, scrisse a Ro,m a facendo opera, perchè foss!'!- aggregata ,questa CGngregazione alla primaria di quella città il che fu
fattQ ìl 20 maggio 1652, cioè sei mesi dopG la sua prima Instituzione,
'come CGnsta dal Privìlegi G, che tiene in carta pecora la detta CongrelgaziGne speditGrgli dal nGstro Padre Generale Gesuico Nichel. Già
gli si era data forma di Congregazione sino lì 27 Decem:bre del 1651
con cre'arne un ri,guardevGlle corpo di scelti uffiziali, che pos'cia s'è
continuato a rinnovare Olgn'anno fino a qùesti ultimi sempre ('''me
ne consta dane memorie registrate. Si fece ancora · il metodo delle
QvaziQni, e divQzioni, che si devono m'dinariamente fare nel tempo
dell'GratoriQ, e che sinQ al giorno d'oggi si .osserva; si distese ancora
quelle d~lle ovaziQni, che si devono fare nel giorno, che li fratelli
si radunallo per le Comm issioni, ohe è di sOlI e tre volte l'anno, essendo occup:!to tutto Panno l'OratO>1"io deUi F 1 alelli della mattina,
onde lllai resta libero se non per ii giorni d i S. Antonio Aibbate, di
Santa ·Croce d i magrgio , che è il giQrno proprio festivo del n06Ìl'o
Oratorio con l'I nduLgenza Plenar ia, e finalmente il giorno di S. Anna, li quali giorni sono stat i perciò destimtli per l i nostri Fratelli
dellaP'en:i(pllza, perchè in questi non si faunano gl i altri Fratelli
dell'Oratorio della Mattina. Si stesero di più regQle comuni a tutti
li FJ:atelli; si prescrissero le p'articolari a ciaschetlun UUiziale con
di piÙ la eonstituziQni, che prescrivono le a,ltre funzioni proprie di
deU,o Oratorio, come del lll.odo di fare gli Uffiziali; accettar nuovi
fratelli, Hcenziar li poco edificanti ecc. Insomma PGICO- a poco il Pa-
-
f
I,
"'i"
93 -
dre Giac_into ridusse questa Santa Congregazione in un nobile eri.
guarde~ole corpo di gente, che riesce di non piccola utilità cd edifi.
cazione, ed «nche splendore alla città di Castiglione.
Ne ~uol qui dissimularsi una come proprietà, che ha sin dal
suo principio, tirato seco questa ICongregazione , cioè un'a grandis.
"ima difficoltà a c onser~arsi , e grandissima facilità a ridursi . al
niente: ed è certo, che maglgior industria , e fatica ~'ha Eempre in
ogni tempo ~oluta per teneda in piedi, che non a mettervela. Ella
è una Cong.regazione la Penitenza di quella sorte; le di cui de!vo.
zioni non consistono, come suoI dirsi, a parole, cioè in un estrinseco
cantare, far processioni, e niente più che per non essere di ,gran
fatica non sogliono, tirata la gente, cosÌ facilmente stancarla; onde
non cosÌ facilmente alienarla: ma di quelle le cui principali 'azioni
consistono in atti d i contrizione, mutazioni di vita, penitenze, di ·
scipline, lalgrime e sospiri: cose tutte, ehe passato il primo fNvore,
sOlgliono e~lsere troppo gravose alla carne, cihe ce.r,ca sempre Slgra·
varsene, ed ogni piccola occasionella s'atbibraccia da lei per legìt .
tima EClUsa di mai più frequentarle. Cosi 'av'v enne al Padre Giacint o,
quale vidde su li primi fervori assai più concorso di quello si sa·
relbibe mai imaig,i nato: ma passate le prime tre, o quattro volte
vidde ancora ritirarsene .g ran parte; henchè la sua industria e ca·
rità procurasse di tenerIa al numero ,d i 60, e anche più. M a il pe·
rieolo ma'glgiore fu qu elll o che ehhe dopo negli anni 16.56 e nel 1658,
ne ,q uali per i sos'p etti di guerra, e per essere qui prima a svernarvi
i Tedeschi e poscia dublbio de FI'ancesi erano com'andati tntti li sol·
dati per le ,g uardie della Rocca, e della Piazza; con la qual occa·
sione si ridusse a pochissimo numero; e se non era la costanza d'al·
cuni frateJlli, e molto più la flemma, e pazienza del Padre Giacinto,
certamente si disfaceva a!fifatto. ,Ma tanto non si perdè (l'animo con
fada olgni volta anche conque' pochi, che passati li travagli ritornò
poco a poco 'al numero di prima. Questo medes,i mo sminuirsi si vede
suhito ancor'a nelae malattie, e anche mutazioni de Padri Bopra.
stanti alla medesima Conlgregazione nel qual tempo convien uS'a r
o,gni malglgior industria, perdhè non succeda pertanto poi seco temo
po, e fatica cgrandissima il rimeUerlla nello stato e numero di prima.
Altra diJfificol}tà patì la COl1lgr~gazione nè suoi primi anni, e fu
il giorno, e l'ora in cui si dovesse fare in Domenica, perchè conti·
nuasse in quel ,giorno, giacchè per esser festiNO, pareva invitasse da
sè alla divozione: pUl"e perchè nasoevano difficoltà grandissime, c
di tante in tante v'erano delle dicverzioni, o divertimenti in Piazza de'
giuoohi, saItimbauohi ecc. la gente a'h'braeciava subito tal oecasione
per iscusa d"absentarsi, Ifece il 'P adre l"aCcolglier il Consiglio neH 'anno
1661,e propose, se fos'se meglio farla il sahbato sera all'Ave Mal"i'a
tanto d'inverno quanto di state; e li più concorsero in questo parere
che si; onde per-la novità, o per l'impegno ancor questa pruova con
concorso grande, ma durò poco, perchè venuta la State talmente
si sminuÌ, che fu consultato di nuoVo e risoluto di rimetterla immobilmente la Domenica, come si continua 'a l dì dOIg1gi; ma non così
si fissò ancor l'ora, perdhè variandosi la stagione or'a si conlgreg,a 'val1Q
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94-
li ,fratelfi all'Ave M'aria, Gl'a alle 23 Gl'a alle 22, et in lutti quest.i
tempi eGnCGrreva quàlche indipendente, per cui ,qualche parte era, O'
voleva essere scusata dal frequentare, ne v'era mezzO' sceglierne una
che fosse CGmune a tutti. Il farl'a sempre all'Ave Maria pGrtava recO'
il finire di notte, et erascGmO'dG alI 'invernO' per i vecchi, et intGllerabile la ,s ta'te per tutti andandGsi per lO' più a lettO' pO'cO' dO'ppo
l'Ave Maria: il farla alle 23 , se era commO'do d'inverno era scommGdG
la state cenandGsi per lO' più a quell'Gl'a, alle 22 ore pO'i ;perdhè era
bell'Gl'a d'andar a spassO', Q a discO'rrere, o a trattare, distraeva la sua
p'arte: 'si pruO'vò l'una, si pruovò l'altra; si ritGrnò alla prima;
sempre riuscirà il medesimo: finchè venne contingenza per cui si
pensò CO's's e impossibile il farla la DO'menica: sefbibene l'esperiemm ga
mD,stratG e mostra esser la regGla dell'Dra dell'O'r atDriO'"
Questo fu l'uso dhe s'intraprese alla IChicsa MagJgiDl'e di cantar
il RosariDdGppD il VesprO', alla qual divDziO'ne tutti CDnCDrrDnD.
Certamente questa D'ccurpaziDne parea ineDmpDss,i bile eon l'oratDriD:
pure cDmmeechè la maggiDr parte de -Fratelli si trDvava ivi l'adunata, si sperimenta che finitO' dettO' RosariO' Dgni unO' s'invia aceDmpalgnato CDn l'altrO' all'OratDriO', et invitandO'si gl'uni gli altri parte con
parole, parte cDll'esempio in un trattO' si riempie il luo~o, e si da
principio. Così s'è finora prauicato, e se altrO' non accade può servir di regDla per immDiMlmente comminciare 'a quell'Gl'a. VerO' è
che all'inverno CDrre aceidente, per eui alquantO' tardi si tra'pDrta
il RDsariO': ma in -t ail oecasiDne s'abhrevia ,qualche pO'co la funzione
dell a Penitenza, e resta Dignun sDddisfattD finendDsi 'a ll'Ave Maria
in circa. Tutto questo è 'quanto è OCCDrso di nGtahile, e da avvertirsi dal principiO' dell'InstituziDne di questa ISanta ConlgregaziDne
e sinO' a quest'anno 1685.
Il culto di S. Liborio a Brescia per "el mal de la preda"
Quando i medici el'ano in pO'chi e riservati quasi alle clast'5i
signO'rili, perdhè il pOPO'lo non potelVa p alg arli , e la medicina era
nelle sue forme primordiali basata sun'erboristica tradizionale com'
posta di decotti, di empius,t ri, «li eIbe medicinali, i fedeli delle città
e delle campagne che conservavano più vive le tradizioni religiose,
invocavano l'intervento soprannaturale , mettendosi sotto l'a protezione di Santi ritenuti « guaritori ». Erano questi gli specialisti di
quei tempi: S. Lucia per gli occhi, S. AlpoHonia per i denti, S. Bia,gioI per la gola, S. Onorio per il mal di C'apo, 19. Bartolomeo per
le malattie della peUe, S. Rocco e S. Sebastiano contro la peste
bubbonica, S. 'Antonio abate per il fuulco e per le epidemie del bestÌ'ame, S. Vito. per 'le morsicature velenose, S. Gottardo per l'artrile e le malattie del r~cambio, ecc. ecc.
Si potrelbbe continuare la serie con molti altri nomi di Santi,
perchè ogni genere di malattia aveva il suo celeste protettore. Era,
OIVvio. che anche il repartO' uricemico avesse il suo e che le varie
manifestazioni uricemiche della calcolI osi più 19,ravi che il popolo
chiama ancora col nome singolare di "m'al delia pietra" si rivolgessero ad un santo oggi dimenticato: IS . Lihorio, vescovo di Mans
(Francia) del quale ci dà notizie un libretto assai raro intitolato:
«Nuova storia della vita, traslazioni e miracoli di S. Lilborio, Vescovo di Mans nella Francia. Raccolta e scritta da un resideniedella
cattedrailedi Brescia e da re,g>genti della vie neranda scuola del S. S .
Sacramento dedic'ata all'IH.mo e rev.mo Capitolo della medesima
cattedrale ». (Stampato in Brescia da G. M. Rizzardi 1731).
L'anonimo autore di questo lilbro, che è un notevole saggio dell'ampoHO'sostile letterario del tempo, è stato un Mansionar io di nome Podavini. E,gli ci dà, in una forma enfatica e secentesC'a alcuni
dati 's uU 'introduzione del culto di S . Li!borio in Brescia e suna festa
solenneooe si celebrava in c'attedrale il 23 luglio di, ogni anno con
grande sfarzo ,di riti religiosi, con musiche e con l'interlvento del
Capitolo dei canonici. In Duomo vecchiO' era dedicato 'a S. Liborio
l'altare vicino ana cappella del Santissimo ed era decorato di una
hella tela di Giusleppe Tortelli di ahiari.
Le orilgini della devozione a S. Liiborio nella nostra cattedrale,
sono cosÌ narrate a pagina 85 del li'bretto accennato:
«Un cittadino. ibres,ciano nel 1709, anno così barbaro per il fr'e ddo,
ritornato da Venezia per tre mesi continui fu martirizzato da calcoli,
e non sapendO' più a qual rimedio ricorrere in terra, ripose tutte
le sue sp'e ranze nel ciell o; eld aMendo avuto notizia del miracoloso
S. Liborio a qrnanto fosse eifficace la di [ui intercesrs,ione appresso
Dio per ottenel1gIi la Igrazia, a lui di cume raccomandoSrsi e trovonne il sospirato soHiervo, perchè lfino allora gettò tre gran cal-
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96 -
. clYlii , che fieramente l'avelVano tormentato, e poi da lì a qualche
tempo, sv~gliatisi altri simili incomo,d i, finalmente in un p'ais saggio
felice d'orine, shoccarono altri calcoli in copia, henclhrè più minuti,
finchè interamente risanatosi mai più fu vessato nel residuo de'gli
anni suoi da tali miserie .
Grato perciò H cittadino al suo grazioso liheratore nelI'anno 1711 fece dono d'una bella effige di S. Uborio in tela (la p,ala
del TorteHi) 'alli signori Reggenti della scuola del Santissimo (o>ltre
altri doni pregevoli cilie poi v'al~giull's,e ) aUinchè tale imma,gine esposta fosse ad onore del Santo in una cappella più vicina al Sia cramento.
Il vescovo cardinale Giovanni Barlo>aro che l"e'glgeva allora la
no,s tra diocesi, non solo 'a pprovò 'q uanto si era fatto, ma nell'anno
1713 ottenne da Roma una relilquia del Santo che fu collocata in un
prezioso> e artistico fiore d"argento rinooiuSio in un Ihel reliquario pure d'al1gento, che si esponeva aUa venerazione dei fedeli nel Igjorno
della festa, la Iquale trasportata in Duomo nuovo ha perduto l'antica
solennità segnando una decadenza rel~giosa in rapporto a questo
Santo ora quasi dimenticato'. Oglgi illustri specialisti delle malattie
uro,l olgi'che hanno fatto dimenticare lo specialista celeste S. Liborio
e forse 'a torto, perchè in tutte le CO'Se umane esiste l'impondel'ahile,
il mis:terioso e il sorprendente e non è male che, all'a,bHità del bisturi dd chirurgo, si accompagni la fiducia nel soprannaturale.
Paolo Guerrini
Gli affreschi della Disciplina di Remedello Sopra
L'autore e la data degli «Affreschi della disciplina di Remedello Sopra» che noi abbiamo illustrato fino dal 1908 sul «Cittadino di Brescia» (Vedi Miscellanea hrescian'a V, 1. pp. 248·249)
sono state recentemente scoperte e ne dà notizia Lino Lucchini nel
Giorna,le di B r escia del 24gìugno u. s. che riportiamo integI'almente.
Remedello, 25 giugno'
I magnifici affreschi della cthiesettadei Disciplini, che costituiscono il tesoro artistico di Remedello, hanno suscitato sempl'e nei
visitatori la più grande 'ammi'r azione, ma era sempl'f~ rimasta inappagata la curiosità di quanti de,s ideravano conoscere ii nome dell'al'thta autore delle magnifiche scene del Nuovo Testament o , c;Te co '
pJ."ono tutte le paJ."eti, e ,dei grandi tondi con Sihille e PJ."ofeti,
che ornano l'a volta.
L'opera, fino. ad olg:gi attribuita ai discepoli bresciani del grande
Vincenzo Fopp'a e par ticolarmente a F'ao10 da Cailina e Paolo Foppa, nipote e discepolo del grande maestro, può ora essere esatta illeI\te colloc'ata nel catalogo delle opele d'arte bresciane, grazie alla
fortuita scoperta del nome dell 'autQre avvenuta pochi gi orni fa, sfo.
glian,do, pre8's'O la hihlioteca Da Como di Lonato, un'«Or'azione funehre », scritta nel 1799 in memO'ria del g;rande arcipret.e di Remedello
SOprll nohile don Quinto Ug,g,e ri . Tra le molte a,ltre notizie ormai
introvahi,li di storia IQcale contenute nell' opuscolo, a pago 4, si legge:
«ReID,edello ha un oratQrio detto la n~s,ciplin'a al ,s ommo', da più celebri ~ittori considerato per le rare figure a fresco, di cui ne va da
C'apo ~ fondo tutto coperto, esprimendo la passione santissima di
N. S. us'c ite dal pennello singolare di Lamberto Orazio de' Rossi,
terraZ2l,ano, nel 1577, restandovene qui anco'r a in memoria del suo
casato in una contrad'a detta i Ros'si: questo insigne uomo, oltre
la nat~ralezza al vivo, ed aUe sintgolari azioni, si distingue sing.olarmeI\te dana varietà delle idee, nessuna incontrandosi con l'altra
di tal pittore per quanto si sappia, non si hanno aItre opere, che
sei alli~ioli parimenti sorprendenti, sotto l'arco del coro d ei fral i
di S.Francesco di Asola, dove vi in scrisse anche il proprio nome ».
L,mberto Orazio de' Rossi - 157'7: ecco finalmente sciolto il
misterI') che avvollgeva l'autore del Igrande complesso pittorico.
Np'll è stato pos'Slilb,i!l e lelggere, ad Asola, presso il coro d ei frat i
di S. Francesco, la firma delJl"artist a sotto l'unica altra opera citata
dall'Oratore settecentesco, perchè il monastero asolano ormai non
esiste più. Soppresso con le le'g:gi comunarde, venne completamente
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distrutto. Sul luogo è stata edi,ficata di recente un'a cascina che a
rico-rdo del cenohio scompars'o, si chiama «Cascina dei frati di San
Francesco ».Ma, a conferma della esiEtenza del pittore paesano, sono stati trovati, nei :gloriosi e laceri rClgistri parrocchi,ali dei hattezzati, sotto gli anni 1.577 e 1.594, gli atti di nascita dei figli Am'alia e relice, na'ti da Lamehrto ili'azio de' Rossi, «depentor ».
Esistono ancmra inoltre, in Remedello, la contrada e iiI fondo
Rossi che, come scrivewa il nostro Oratore, presero il nome dal1'« Insilgne Uomo ».
Per quante ricerche siano state fatte, non si sono potute avere
altre notizie suilla vita del Rossi Che rimane ancora avvolta in una
impenetrabile o,s curità. Col tempo, forse, si potrà far mUlgJgior luce
SlUl nostro «terrazzano» e chiarire la "U'a esatta pOli~izione nel firmamento dei grandi artisti lbr,e sciani. Certo, l'opera del Rossi si allaccia direttamente aMa grande scuola foppesca, l.U1ch~ se ha qua]che influenza della scuola cremOne's e.
Peccato che Iq ue's ta opera di alto valoTe per la Ecuola bresciana
sia in coudizioni pietosissime e stia anelando lentamente in rovina.
Parec!he la Sovraint.endenza abbia stanziato dei fondi per le sue
più uI1genti riparazioni. Auguriamoci che i restauri vengano comincia,t i quanto prima e non si corra ai rip'ariquando ormai sarà troppo tardi.
LINO LUCCHINI
J.. a trecentesca Croce Astile della Pieve di Montichiari
Togliamo volentieri dal Giornale di Brescia del 25 aprile questa interessante comunicazione.
Recentemente il senatorc conte Gi,wanni Treccani degli AUieri,
avendo saputo' dali"assessore alla P. 1. prof. Giovanni Vezzoli, che
si stava provvedendo al restauro della grande croce astile in 'argento del Duomo di Montiohiari, ha valuto finanziare completamente
l'opera.
E' 'q uesta un'altra pro'va del suo amore per la terra natale e di
quel mecenatismo che già ha dato an'Italia e alla cultura contributi
di eocezionale valore: dal recupero e dono allo Stato dell'a Bibbia
di B'orso d'Este ohe era emigrata all'e.s tero, all'Enciclopedia Italiana alla 'Storia di Milano, in cui si trovano tante preziose notizie
per la nOistra stori'a Ibresciana: a lui vada dunque l'espressione
del ringraziamento più sentito C011 l'augurio e la sper'anza che il seno
Treecani possa realizzare accanto alla storia della metropoli lombard'a
anche l 'auspicata storia d ella terra bresciana.
La croce di fMmltichiari (metri 0,685 x 0,52), nonostante sia
stata alla Mostra di arte sacra tenutasi in Duomo vecchio nel 1904,
è opera s'e arsamente 110ta perché tenuta gelosamente custodita ed
esposta raramente.
Si tro,v ava in pessime condizioni e ad opera delFonfice Figini
di Milano si è provveduto al ripristino che ha messo in luce come
già in precedenz:a aveSl'le subito ben tre restauri, il primo dei quali
risalente almeno alI secolo XV .
Con l'ultimo delicato l:avoro la croce a9til e ha ripreso la sua antica bellezza: splende ora l' ar1gento, dora to a mercuzio in alcune parti;
il lavoro a sihalzo, ri,finito a cesello, che a,v eva subito an1ll1'accature
e colpi, è ,stato riportato fin dove era pOSlsi'biile al suo primitivo stato.
Il contorno mosso della croce, che tuttavia nuna toglie alla sua
monumentale grandiosità, trova il suo corrispondente nella ricca
decorazione che ricopre con fitta trama tutto il fondo.
Sono rami che s'intrecciano forman.do cerchi entro i quali spiccano foglie e grappoli che non sai se siano d'uva o pigne e folglie di
quer'cia, ma ad ogni modo con un significato simbolico molto eVI·
dente.
Nel recto, al centro, vi è la figura di Gesù morto in croce, con
la testa reclinata,! coperto da perizoma. con i piedi uniti su un sup.
pedBneo.
,
La filgllra 'allulligata, ,quasi esile, è modellata con forti effetti
chiaro-scurali e con un sintetismo lar!go e sommario, sopra tutto nena
parte superiore; cosÌ dicasi per l'arcalligeio Miche'l e in alto, per la
-
100-
Miadonna e S. Giovanni inrginocchiati ai lati e per la Maddalena in
hasso. Uette filgure adornano le estremità dei hracci, con le vesti
riccamente drappe'g~giate.
Nel verso, la mandorla 'al centro reca Illa figura del Pa·d re Eterno
in cattedra, henedicente con il lihro ,dei Vangeli sulle ginocchia; sot.
to ·v i è una figu,ra frontale a mezzo busto di Santa, Sottoqlllesta vi è
un tondo che doveva contenere in una incassatura uno .sma~to o una
pasta vi,trea.
Alle estremità vi sono i simboli dejgli Evangelisti.
Il decorativismo accentuato e certi richiami a forme elittiche
nel modeU'ato delle figure, delle piegihe, ci riv,e lano, insieme al movimentato contorno il Eecolo X<IV.
lE' o:pera certamente lomharda; qualche rapporto si può istituire con la croce astile della chiesa di Part~liano (Lucca) . di C'V idente influsso nordico, ma che assume però quella semplificazione e queilla parzialità del tutto to,scane, mentre neH:a nostra vi è lo
infittimento della decorazione caratteri~tica dell'Italia settentrionale
e una più pesante mod.ellazione delle 'forme.
La croce venne scolIJerta nel sècolo s'cor's'o in uno scavo: era stata interrata nei pressi dell'antiC'a Pieve di :S. Pancrazio.
Gaetano Panazza
Remedello Sotto
Presso la porta laterale a mezzodì deUa Clhiesa trovasi infissa
una lapide che è s,t ata toha daWantica e che riguarda la sepoltura
di un Prete che deve essere stato un Rettore. Dice:
QU'ESTA SEPOLTURA FU cONCESSA PER LO VICARIO DE
MONSIGNOR DE BRESSA ATRAMANI DE COMI E PLIRES
SUE IN LA GlESIA DE S. DONATO DE REMEDEL DEL
PRET MISAER CALZAVEGLIA D'EL
1477.
Un codice ignorato del ., Brixia Sacra"
di Monsignor Gradenigo
Il Padre teatino Gian Girolamo Graden~go (in latino Gradonicus)
durante la sua permanenza nel nostrD conrvento di S. Gaetano, esor·
1ato anCihe dal Cardinale Querini, attese a raccogliere le memo'r ie
storiche dei Vescovi di Brescia, e imitando, il tiwlo di Italia Sacra
dell'UIg;helli puhhlicò nru 1756 la ,sua Brixia Sa'era che ebbe una
grande ac'c oglienza presso gli eruditi di quel tempo. Ma con le lodi
e i plausi vi furono anche le critiche inevitabili in un lavoro di tal
mole e specialmente da parte di alcuni eruditi bresciani che postillarono i loro esemplari 'c on molte note e alg giunte di documenti.
Il DOD'c da, il P. Luchi, l'Arciprete Guada,gnini, l'Arici, lo Zamboni e parecchi altri 'annotarono il Gradenigo e delle loro annotazioni esistono parecchi esemplari. Recentemente il P. MuraclheUi,
riordinando, la Bihlioteca degli Olblati deLle Grazie, rinvenne il codice, se così si può chiamare, deUa «Brixia Sacra» dove il com·
pianto Aibate Don AntDnio Lodrini aveva l'accolto tutte le annotazioni precedenti alggiunlgendone molte ahre sue personali.
Il grosso volume è preceduto dalla seguente nota autografa:
«Il Codice « IB rixia Sacra» eoUe note Ms. dell'illustre D. Gio:
B.a Guada'gnini q,u as,i tutte manu propria, era passato al Nipote
credD Nodari 'Can.co' Curato ,di S. Nazzaro, e da questi l'asciato al
Ven.do Seminario ove esisteva nel 1848 e fu veduto ivi dall'Ab. di
Montechiaro Beretta allora Professore di Filosofia in Seminario - poi
s'comparve . Lo studioso Sac.te D . Carlo Bignotti lo trovò in Val c'amonica, press'o ,l a famiglia Federici, e dal Sc.te F'ederici D. Paolo
di Es,i ne, l'ehibe in pre,s tito per me nel meSe di No,vembre 1864 e
il giorno 21 ho terminato di co.p iare le dette note manoscTitte, il che
hD fatto con tutta la possi'bile esattezza e fedeltà, facendo gli stessi
richiami, e notando le sottolineazioni al testo, e quando non ne fae·c ia
richiamo, e perfino gli errori. - rEgli cita varie carte diplomatiche
-- 102
importanti e mi dice Mons . .Fè~ che ora là più non vi sono, e che il
La'bus: (come ha avuto anche tutti i manoscritti Peroni) si è impossessato di essi, e di molti manoscritti del Guadagnini e di cui ne !ba
fatto pompa all'Ateneo, come di cO's~a propria, ma che si sa da lui
medesimo, che era lavoro del Guadagnini, perchè dimentico di avel
dato a Peroni l'elenco dei Ms. Guadulg,nini tra cui vi era anche
quello. 'letto all'Ateneo, non dubitò di sorta furto letterario e di
recitarlo come suo .
OgJgi 30 Marzo 1868 l'Ill.mo Noh. 1M. Luigi Fr. Co: Fè mi ha
concesso di coprare dal suo codice «Brixia Sia era » le al~giunte che
vi hanno fatte il Nolb . Lui'g i Arici(le qua:l~ Igià vi sono sul mio
moho melgliocorrette e più completamente e il Rev. D. Giuseppe
Brunati, e che il detto Mons. Fè ha aumentato con queNe copi ate
(come nel m i o) dal Codice Guadalgllini . Per mag;gior chiarezza sotto
a ciascuna nO'ta vi porrò Arici - Brunati - Fè per queUa di Fè Mom.
Lui'gi Francesco -, (lfinito di copiare ai 7 Aprile 1868 e D. Luigi
Fè è a Roma).
Se il Rev. Don Giuseppe Brunati ha n ell'anno 1826 copiato
alcuni do,cumenti o da essi ha ricavaro le 'nozioni per esso scritte
non possono essere smarriti detti documenti prima del 1826 e molto
più può esser stato Labus a sottrarli.
Il Dr . Lahus a Milano ha uri esemplare della «Brixia Sacra»
con delle aiglgiunte Ms. pOlStevi d'a lui.
Anche il Prev. Rossini della ParrOC'ClhiÌa di :S. Giovanni ha un
altro esemplare della medesima con deHe algJg;Ìunte postevi da lui
medesimo. (Questo esemplare è il mio L.P.A. - Su cartone Lire
'Iitali'ane 9,50).
Sulla pagina ov'è « Brixia Sacra» del Codice Fè vi è manoscritto
come s~gue: - Comperato dagli eredi del deC Onorevol e Ab. Giuseppe Brunati ~ggi 27 Gennaio 1862 da me - P. D.n Luilgi Francesco Fè.
9 Xh 1864. Slu questo esemplare ho copiato con tuti'a
bile diligenza le note autografe che l'Arciprete D. Gio.
Guadagnini ha fatto. S.uH'esempare ch'egli stessO' usava,
esemplare ora è posseduto. dal suo parente R. D. Paolo
di Esine, che 'gentilmente mi concesse di copiarle co.me ho
gnandole sotto - Guadalgnini - L. Francesco Fè.
la possiBattista
il quale
Federici
fatto se-
Brixia Sacra
A'I presente volume ho agjgiunto le note che si vedono e nel
margine e nelle carte, quali da me sono state fedelmente copiate da
quene che si trO'Vano inserite in un'altra copia di ,q uest'opera chI'"
si conserva nella puhhlica lihreria Queriniana. Queste note sono state algJgiunte bUOn'a parte dal medesimo autore dell'Opera, benchè
scritte da altra mano.
Luigi Arici
-- 103
Alcune altre furono aggiunte di proprio pugno da me Don GiusepPe Brunati di \Salò come appare dalla varietà del carattere 1828.
Avvertasi -bene che lo Storico a fissar l'anno deH'esaltazione
di molti Ves COIV i specialmente di quelli che precedettero il Beato
Ramperto non adduce documenti anzi assai fiate si contraddice.
Brunati
(In scheda)
Collactanea, Mss . Epise. Brixiae, Bibl. Queriniana, Cod. Mss. E - I
. I - olim 88, L. H 15. Alia di codesto argomento ibidem Cod. Mss. E. I. 7 - olim
89 L. IL 16 a .
FAINI.
Brunati
Lettera inedita del P. Gregorio Brunelli
Il P. Gregorio Brunelli da Canè (autore dei «Curiosi trattenimenti s-acro-prolfani dei popoli Camuni - Venezia 1698) nel 1708
regalava alla Parrocchia di Canè di Vione un'insigne Reliquia del.
la S. ,Cro·c e (1), accomp'agnando il dono con questa leUera tuttoI'a
conservata nell'Archivio Parrocchiale di Canè:
«!Dono liberamenteaHa Chies.a di S. GrCigo'r io di Canneto, una
particella del Legno dell'a Croce di N. :S!. Gesù Cristo, pregando la
Sig.ra V]CJNIA di detto luolgo di partico[are attenzione dalla sua
pietà, perchè sia co:Elocata e conservata con la dehita venerazione
e con tutta ·sicurezza affinchè l e genti della mia dilettissima Patria
pOlssino da questo pegno s:acrosanto della nostra Redenzione ritrarre perpetuamente con le loro Adorazione e ferventissime suppliche
le benedizioni del Cielo con perenni influssi di fdicità spirituali
e 'corporali e sia loroparimentiqluesto mio libero dono memoriale
perenne del mio alffetto, acmò si ricordino di pregare per l'anima
mlia, o vivo o morto ch'io sia.
Fra Gregorio Brunelli di Valcamonica
(,Copia esistente presso il Rev. P. MuracheUi già Parroco di
Canè di Vione)
(1) La S. Reliquia è tuttora in venerazione nel proprio altare dedicato
alla Santa Croce, decorato da un famoso pali otto intagliato in legno dall'artista
Piccini della Val di Non.
Gli organi dei Serassi
nel Santuario delle Grazie in Brescia
Il monumentale origano della Chiesa M a'@giO're delle Grazie fu
costruito nel 1844 dai fratelli Serassi di Bel1gamo; costò allO'ra L.ire
20.000 e fu clOHaudato il 4 luglio 1845 dal Fr. David da Bergamo,
SlacerdDte dei Minori R~fDrmati del iConvento di S. 1M/aria in Campagn'a di Piacenza.
Nell'archivio dell SantuariO' è stato ritrolVato proprio in que.s ti
giorni un cDmplessD di carte tra cui figura: il contratto avvenutO'
«tra la Veneranda e Distinta Presidenz'a del Santuario di Nostra
Signora deUeGrazie e li Signori ,Carlo, Giuseppe e Giacomo Fratelli Serassi fu Giuseppe, PDssidenti dimoranti in Bel'lgamo, J.<'ahhricatDri d'Organi. Il contratto consta di nove punti, tra cui: «Delt'OriganO' li Si~g.ri Fratelli /Slerassi s'impegnano di darlo completamente finitO' e postO' in Dpera a mezzo. del Sig. Carlo Serassi (altro
dei fratelli) indetto Insigne Santuario entro e nO'n più t'ardi del
mese di giugnO' dell'annO' 1845 ed anche prima se sarà PO'ssihile ».
(ICap. II). «Il ristrettO' COll'venutO' prezzo che gli Illustri S'ignori
CO'mmittenti si O'bbligano a pagare alli stessi Signori FrateUi Serassi
è di Milanesi Lire 20.000 », Da fatture si desume che per essere
state fatte altre al~giunte all'O'rgano, la spesa complessiva fu di Lire 20.700.
Il contr'attO' reCa la data del 31 ottobre 1843.
Il cDHaudD dell'm'lgano fu eseguito dal suddetto Padre MinO're
di P'iacenza, il quale espresse questo giudizio: «essere il dettO' DrganD positivamente buono: lavO'ratO' poi COTI solidità e precisiO'ne
grandissima, per cui nO'n SDIO' nel tuttO' insieme, ma anche in ogni
sua piccola parte, non lascia prO'priD niente a desiderarsi ... Essendo
pertantO' riuscito un tale OgranO' malggiore d'Dgni ecceziO'ne eoslÌ lO'
giudicO' degno della più favorCIVole cO'llal1'daziDne ». (lettera in data
lì 4 lu,~liO' 1845). Al contratto. s~~e la minuta descrizione «del
nuovo igrande Organo di otto Piedi reali con principale, di sedici,
di tasti sessantuno partendO' dal Do ,gr'ave di otto al Do sopracuto,
COn secDnd'or:gano di rispDsta CDmunemente detto E,co di sei piedi
di tasti cinquantasei, composto dalli dé,scritti regi,s tri,qualità e numero' di canne, ord~gni e meccanismi ». SelguDnD pure alcune regO'le o mO'di per registrare l'ol'lgano dcne Grazie a Brescia . T'aIe
Ol'lganO' fu restauratO' nel 1863 ancora dalla Fraterna Serassi come
consta d'al « IP rDlgetto di alcune opere di res,t auro e di miglioramentO'
da eSl~guirsi all'Origano deHa Insigne Chiesa delle Grazie in Brescia »,
Il progetto è accompagnato da una lettera in data 4 aprile 186:3
firmata per Fratelli lSerassi da ISle rassi Vittorio in cui è detto: «Avu-
-
105 -
riguardo, che trattasi della conser'vazione di una distinta opera
in confronto delle molte opere che sono da farsi , anche senza p 'a rlare
di nostr a frattura, noi ci siamo' limitati alla più onesta domanda
di quelle molte ahreooe ,si render'a nno necessarie in atto pratico
ed ora imprevedibili in un Organo cosÌ grandio,,"o e da tanti anni
in servizio... Il p r ezzo comples~ivo de1[e opere di restauro fu fissato i n lire italiane 1.60'0 » .
E' da notarsi che nel picco1lo centro della cantori'a cinquecentesca
fu collocato un piccolo concerto di canne che alil'uopo ~i può far
funzionare col grande organ o . . Dopo quasi cent'anni l'Organo mo·
numentale del Serassi è stato l'ecentemente restaurato dalla D i tta
Armando MaccarineHi di Brescia a cura deUa SOVI'aintendenza dei
Monumenti della Lomhardia, ed è stato, collaud'ato dall'Organista
Alessandro E:sposito di Berlgamo 'alla presenza delle autorità l'eli.
giose e civi<li di Brei/cia e Berlgamo la sera dell'll Giugno u . s. E' doveroso pure aggiungere un "altra notizia storica e cioè che
anch .e il piccolo Orig ano della Cappella - Santuario delle Grazie
(ibeuchè sia stato quasi completamente trasformato d'alla Ditta MaccarineUi) era stato costruito dalla Fraterna Serassie datata 18 Agosto 1856, dove è scritto testualmente:
venne olggi contata al
sottoscritto la somma di Mil'anesi L. 2500 a saldo della prima ratll
sul prez'zo importare del nuorvo ol1gano or'ora costrutto nella CappeHa del Santuario. Tanto a norma di questa F'ahhriceria ... » • Gli
amanti di arte organaria potranno ICl@gere tutti i documenti sopracitati rivolgendosi al sottoscritto.
10
«...
P. M.urachelli degli Obluti
L'aUo di morte di Giuseppe Zanardelli
Puhhlichiamo questo documento ricavato dal Registro dei Morti della Parrocchia di Maderno: sotto la cui giurisdizione era com·
presa la villa dove Zanardelli è morto, non per turhare il silenzio
di una tomha, ma per rettificare quanto è stato scritto intorno alla
morte dello statista bresciano.
Estratto dal libro dei morti della Parrocchia di Maderno
Zanardel1i Comm. Giuseppe fu Giovanni e fu Caminada M'argherita - di anni 77 - celihe - domi'ciliato a Bresci'a - mo,rto il 26 dicembre 1903.
Annotazioni:
l) Sacramentis munitus : mÌnime .
2) Excquiis donatus fui t de licentia Ep .
III Coemeterio Brixiensi.
III
sua domo sepultus,q:ue
In un artico'Io commemorativo scritto dal compianto Don Giacomo Zerneri pel ,giornale cattoHco <<l'Ita~ia>> in occasione del
cinquantenario della morte di Zanardelli (1953) è stato affermato
che, da informazioni private as,sunte a M'a derno, Zan'ardelli sareb·
be morto riconciliato e da buon cristiano.
Nelgli ultimi giorni di vita fu visitato da Mons. BonomeUi VeSCOIVO di Cremolla e queUo è forse l'unico argomento sul quale si è
bas.ato lo Zerner i. Ma di quanto è passato tra l'illustre infermo e il
Suo ~lll1'stre visitatore non è mai stato rivdato nulla . Dopo il col.
loquiO' estremo il Ves.covO' di Cremon'a si è trincerato in un silenzio
a,s soluto, ma la :Sua visita ha lClg.ittimato la concezione dei funerali
rel.igiosi dati al defunto nella Cattedrale di Brescia essendo la casa di Zanardelli, in via Musei, ,c ompres'a nella parrocchia del Duomo.
Purtroppo, dal documento riferito, Z'anardeUi .è morto da ateo,
come da ateo aveva sempre vissuto e operato, mallgrado i Suoi rapo
porti di amicizia con molti sacerdoti e COlI Ves'c ovo di Cremona.
Le relazioni amichevoh fra i due uomini insi,gni nel campo reli·
gioso e in quello politico, ma di opposte tendenze, si iniziarono a
Ciigole intorno all'anno 1887, cioè nel tempo in cui BonomeHi accarezzava l'idea della Conciliazione della qU'ale Egli fu iiI pioniere.
Si trovarono a colloquio spes'se volte nella Canonica di Don Battista
Albini del quale Mons. Bonomelli el'a ospite, mentre Zanardelli
passava alcuni giorni di vacanz'a nena easa di suo cugino Mons. Tito
Capretti. I cosidetti - eollolqui di Cigole - se hanno avuto una gran"
de importanza sugli atte'glgiamenti politici del Vesco'Vo di Cremona,
non ne hanno avuto affatto sugli attell~lgiamenti 'antireligiosi dello
107 -Zanardelli il quall!e, purtroppo, malgrado i suoi rapporti con ecclesiastici eminenti, continuò nella sU'a nefasta o'pera settaria contro la
Chiesa e il Cristianesimo. (1)
Le carte di Zanardelli
Le carte di Zanardelli doV'e sono?
E' la domanda che si fanno molti studiosideHa storia del Risor.
gimento che non sono 'arrivati a sapere nè la entità, nè il luogo dove
si trovino . queste carte. DovelVano essere a'~fidate, per tes,tamento,
al nostro Archivio di Stato con la clausola di tenerle riserV'ate per
un periodo di cinquant'anni dopo la morte dello statista. Fare che
non siano ancora arrivate all'Archivio di. Stato e non si conosce dove si trolVino ora.
E' superfluo rilevare l'impo'l'tanz'a storica di queste carte; molte
COSe ~gnorate o quasi di un periodo tanto importante della storia
politica d'Italia do·vrebhero emergere da queste carte sUille quali è
già trascorso 'allche iiI limite della risel'Ya.
.
d. p. g.
Un nuovo poeta dialettale che si presenta con varie pub.
blicazioni argute è il Sig. Riccardo Regosa.
E lgli ha iniziato sottO' il titolo di Fiur de prat Ulla raccolta di
varie fantasie e di ver,s i d'occa,s ione, dei 'q uali ~l primo volumetto
è !già alla terza edizione, e si annuncia di pro1ssima pubblicazione
la serie seconda, insieme con una raccolta di versi storici sotto il
titolo Noi le bestie e... gli altri. Altre diverse puhihlicazioni Egli
ha stampato in V'arie antol~gie e recentemente «I macc de le ure»
('Brescia, 1958 pp. 20 in 16°)
Versi occasionali di impressioni folcloristiche ha publblicato lo
stesso poeta sUilla festa di 'S. Anna a Rezzato.
Non giudichiamo il valore dei versi perchè incompetenti, ma
segnaliamo questo nobile sforzo dì dare a] ruvido e aspro dialetto
hresciano una sua speciale letteratura.
(d. p. g.)
(1) Gli ultimi cocci del partito Zanardelliano sono emersi recentemente
nel cosidetto «partito radicale» vecchia, rancida zavorra massonica che è rimasta imperterrita a Porta Pia non rendendosi conto che, dal 20 settembre del
70 ad oggi sono passati 88 anni dm'ante i quali molte cose si sono cambiate in
Italia e nuovi aspetti ha assunto il popolo italiano salvato da uomini politici
cattolici, non da radicali pseudo ,filosofi fanfaroni e settari che tentano di avvelenarlo con le loro idee di laicismo ottuso e supponente: gente che assume
sempre la posa di intellettuali, mentre non capisce nè le lezioni della storia,
nè quelle .. ". delle elezioni.
Segnalazioni Bibliografiche
ALFIERI LULGI - Brescia: città d"al·te _ Milano - Alfieri e Lacroix
1958, in 4° con 210 illustrazioni in nero e 22 tavole a colliori.
PAl\'AZZA GAETANO - l civici Musei e la Pinacoteca di Brescia.
Bergamo, Arti Grafiche 1958, in 4°, pp. 184 , con illustrazioni e tricomle.
L ' Alfieri illustra: Il Castello, la Loggia, il Broletto, le Chiese, i Palazzi, i
Musei, la P inacoteca e la Biblioteca. Il Panazza invece si limita all' illustrazione
dei Musei e della Pinacoteca. Due opere che hanno gli stessi scopi, ma una
diversa intonazione scientifica.
L'Alfieri dà poche schematiche didascalie, prese in gran parte da precedenti indicazioni, Il Panazza invece commenta le sue illustrazioni con novità e
genialità di indagini personali. .sono certamente ambedue pubblicazioni m0!'lu,
mentali che fanno conoscere nel campo internazionale della cultm'a storica ed
artistica il valore artistico delle opere antiche e moderne che arricchiscono la
nostra città.
Il volume dell'Alfieri costituisce una iniziativa editoriale della nota casa
Alfieri e L;croix, con notevoli EOvvenzioni del comune di Brescia ,
Invece il volume del Prof. Panazza è stato pubblicato a spese del Credito
Agrario Bresciano per ricordare il 75° di fondazione dell' Istituto Bancario che
si è reso tanto benemerito della vita bresciana e specialmente della nostra agri eoltura ,
ANSIE E FATICHE D'UN FONDATORE: IL VEN. LODOVICO PAVONI
L'ISTITUTO DI 'S. BARNABA IN BRESCIA - Do'c umenti epistolari. (Brescia, Tip. PavonÌ'ana, 1958, Volume in 8' di pp. 331 COn XV tavv.)
E
Sono raccolti in questo volume tutti i documeuti che riguardano la persona
e l'opera del fondatore del Pio Istituto di S. Barnaba: il Ven, Lodovico Pavoni,
che attende di salire sugli altari nella gloria dei Santi. Questi documenti sono
la base granitica della biografia del Pavoni, e soprattutto la viva testimonianza
della sua generosità di carattere religioso, morale e sociale del grande nostro
canonico che ha preceduto l'opera di S. Giovanni Bosco. Bene hanno fatto i
Pavoniani a raccogliere in questo volume i documenti preziosi che, altrimenti
sarebbero rimasti quasi ignorati all'ombra degli 2rchivi.
. ZunA""I nON FRANCO: Voci di prigionia (Milano, Ed. Intelisa·
no 1958, pp. 102 in 16°).
Questa raccolta di versi, nostalgici ricordi della lunga prigionia del Kenia,
è uscita postuma 3ubito dopo la morte del compianto autore, e resta per tutti
coloro che l'hanno conosciuto 0d ammirato·, nn caro ricordo della sua spiccata
personalità di sacerdote, d'insegnante e di patriota. Sono versi spontanei, incisivi, geniali, che commentano, talvolta anche con mordace amarezza, gli avvenimenti tristi e lieti della sua dura prigionia.
_.- 109 _.
P. ISIDORO DA MILANO Capp.: Infermità e morte della B. Maria
Maddalena Martinengo in Italia Francescana di Roma . Luglio.Ago.
sto 1953 pp. 231 . 237.
Notizie interessanti con rari documenti inediti .
COMENSOLI DON CARI"O: Frate Innocenzo Vangelisti
tipo Pavoniana, 1953 pp. 63 in 16", con illustrazioni).
(Brescia.
E' il profilo di un frate camuno dell'Ordine dei Minori, Fra Innocenzo
Vangelisti d i Cividate Camuno (1869 _ 1953) umile figura di un piissimo frate
questuante che, entrato nel Convento di Parma, pel'corse tutte le strade dell'Emilia questuando ed edificando, degno del nome e del.la imitazione di Padre Innocenzo da Berzo .
MONs. PIO PASCmNI: I Vicari Generali nella diocesi di Aquileia
e poi di Udine. Vittorio Veneto, Tip. del Seminario, 1953. pp. 32 in 8°.
Per Messa No·vella del Sacerdote Antonio Lotti
Continuando una cara consuetud ine, di celebrare Messe Novelle o Giubilari
o altri ·avvenimenti con monografi e di storia ecclesiastica friulana, S. E. Monsignor Paschini ci offre in questo opuscolo la serie cronologica accurata dei Vicari generali del Patriarcato aquileiese, preceduta da una nota storico-critica
sulle origini del Vicario Generale. Quanto siano utili queste pubblicazioni per
la storia generale dell' org:lnlzzazione diocesana, è superfluo rilevare . Sarebbe
desiderabile che in ogni diocesi si pubblicasse la serie dei Vicari generali e capitolari che hanno collaborato ci sostituito il governo dei Vescovi.
Per la nostra diocesi abbiamo l'Indice cronologico di Mons. Fè (1900),
ma la pubblicazione avrebbe bisogno di essere riveduta e completata, colmand o
le varie lacune in cui e lIlcorso lo studioso, con le aggiunte necessarie degli
ultimi sessant'anni.
L'opera succitata d i Mons . Fé é stata st:uupata affrettatamente e in numero limitatissimo di copie per il giubileo del Vescovo Corna Pellegrini.
Nei primi tempi (sec. XIII - XVI) vi erano degli eccles iastici, laureati in
diritto canonico, che passavano da una diocesi ali 'altra, eserciLando l 'ufficio di
Vicario Generale, il quale non poteva durare più di due anni. Inseguire questi
giuristi, talvolta eminenti dg una diocesi all'altra sarebbe r eso facile da queste pubblicazioni locali che noi auspichiamo.
(d. p. g.)
Necrologio di
.
SOCI
defunti
Dobbiamo registrare COn profondo cordoglio altri due gravlsslmi
lutti che hanno colpito la nostra diocesi e la nostra società con la
morte di due ill.ustri soci; quella improvvisa avvenuta il 20 nwggiv
del Rev.mo
MONS. ANGELO BIEmmEtLL:I
Arciprete del Capitolo della Cattedrale, Prela,to domestico e Vicario
Generale .
e quella dell'Illus.mo e Rev.mo
MOiN'S. PROiF. OJMM!. ANGELO ZAMIMIARCHI
Protonotario Apostolico, inseig nante e.d emerito Rettore del Seminario S· Angelo avvenuta nel Seminario nel pomeri,gigio della domemenica 8 Igilligno scor'so .
Mons. Angelo BeTtelli era natO' a Sale Marasino il 4 aprile 1879
da ottima e distinta familg lia di commercianti; compì regolarmente
i suoi studi nel nostro IS eminario e fu ordinato sacerdote il 29 settemibre 1901. Esordì come vicario cooperatore a Provaglio d'Iseo e
vi rimase tre anni. Dal. Rettore Mons. GaglgÌ'a fu ohiamato vicerettore del li ce 01 del Seminario do~e, fra i chierici, elSplicò le sue doti
di salglgezza e di prudente sorveglianza.
Il 14 luglio 1911 passò dal lSieminario alla cura d'anime e fu nominato Arciprete di Ospitaletto succedendo a Mons. Girolamo Rizzi
che lascrava una parrocohia esemplare. Vi fu parrooo' assai stimato
e zelante per otto anni, ma nel luglio del 1919 il Vescovo Mons.
GalgJgia lo richiamava in Seminario e (gli affidaVa il delicatissimo e
difficile ufficio della direzione spirituale dei chierici, ufficio pieno
di responsahilità che richiede doti eceezionali. Dopo dieci anni di
lavoro ottenne di ess'ere dispensato e nel dicembre l Q2q entrò Arcipre.te di VerO'la~ecohia, Igroslsa bOI1gata alg ;ricoh da lui governata per
dieci anni con molto zelo e con edmcante pietà.
Il 12 agosto 1939 il vescovo Mons. Tredici chiamava in Curia
M'ons. Bertelli come suo Vicario ,Generale, il 30 settemhre lo nominava Canonico della lCattedrall e e nel 1941 lo promoveva ad Arciprete del Capitolo, cioè 'alla prima dignità capito[are mitrata dalla
quale era stata sta,cccata l a cura d'anime della parro'cchia della Cattedrale.
-- III Il lO giugno 1951 fu nomin'ato Prelato Domestico. Fu per diciotto anni assiduo al suo ufficio di Curia, collaboratore ottimo del Vesco'vo nel governo deUa diocesi , mallgrado i sintomi di quella malattia
che ,g li stroncò la vita improvvisamente .
.coIto da paralisi cerebrale mentre chiudeva la recita delle or e
canoniohe in Duomo Vecchio, la mattina del 19 maggio, portato nella
clinica dei Fatebencfratelli non riprese i sensi e spirò pia mente il giorno dopo, 20 malglgio. Dopo i funerali celebrati in D'Uomo, alla presenza dei due Vescovi, fu trasportato a 'Sale M,arasino e dopo so!lenni
esequie sepolto nella tomba di famiglia. (cfr. - La Parro'c chia di Sale
Marasino nel Giubileo Sacerdotale del Rev.mo Mons. Angelo BertelZi (1901 - 30 settembre - 1951) n. unico stampato dalla Morcelliana
settembre 19'51 con rit ratto.
MOiNS. ANGELO ZAMMARCHI
Era nato a Castrezzato il 18 dicembre 1871; unico figlio di un ottimo artilgi ano falelgname e di una insegnante elementare. Compiuti
gli studi clas,s ici nel liceo Arnaldo di Brescia entrò nel Seminario S.
Anigelo per gli studi ecclesiastici di Teologia, continuando però a col·,
tivare i prediletti studi di scienze n'almali, di fisica e di matematica ,
dell'insegn'amento delle quali fu incaricato nell o steSSI(}, Seminario,
ancora da chierico.
Tutta la sua vit a longeva si 'p uò dire consacrata ana scuola con
'a lti intendimenti educativi inspirati sempre alla dottrina d i Cristo.
Fu un maestro eccezionale; un sacerdote piissimo fino allo scrupol o ,
uno' scienziato ed un insegnante di gran valore, onore e vanto non solo
del clero bresciano" ma di tutto il olero italiano . Della sua vita, della
sua vasta Dpera scientifì,ca, d el suo apostolato per l'educazione cristian'a della ,gioventù abbiamo dato larghi cenni nell'opuscolo : Cinquantesimo di sacerdozio di 'M'ons. ZammaTChi. (Bresci a - La ScuDla - 1944
p.p. 13-19) e rimando pure l'articolo di B. V . pubblicato in occasione del conferiment o della medaiglia d' oro ai benemeriti dell'associazione nazionale ,conferitagli dal Ministero della P. I. pubblicato
nelle Memorie storiche del 1957 pp. 127.128.
Necrologi recenti pure pubblicati da Fra Ginepro, (Tedeschi)
nella Scuola Italiana Moderna n . 22, 20 giugno 1958 e dallo stesso
Don Peppino sul periodico «La Madre » di giugnO . (d.p.g. ).
In suo onore Ja domenica 6 luglio nel trigesimo della sua morte sulla sua casa 'avita in Castrezzato V'enne inaugurata so-lennemente a suo ricordo una lapide che pDrta la 'Sua effige in un plastico
meda,glione, e questa iscrizione:
« Al piissimo Sacerdo-te, al maestro impareggiabile - di scienza
e virtù nella scuola e fra il p.apolO' - Mons. Angelo Zammarchi
qui donde iniz,iò - la fervida luminosa - missione educatrice
Castrezzato - - memore e orgoglioso - questa lapide consacra
perenne monito -- alle generazioni future ».
-
112-
Mentre si chiudeva questo cenno necToll oig,i co ci venne recapitato
un fascicolo di palg. 50 riccamente illustrato «In memoria di Mons.
Angelo ZamnwTchi, supplemento alla Scuola Italiana Moderna, cJhe
illustra ampiamente la vita di un ISiacerdotepiissimo, di uno Scienziato e inselgnante ,di gran valore, di uù pioniere della rinascita cristian'a della Scuola e dell'educazione degli italiani.
Quasi improvvisamente, il 1.3 algostn a Bazzanilga (Cremona) dove era ospite di alcune p'arenti è morto il M. Rev.
DON FAUSITO BOSIO
Era nato a Pontevico, nel 1884 edo'p o compiuto ,gli studi nel
nostro Seminario or,dinato Sacerdote nel 1908. Fu quindi Vicario
cooperatore a Bag11O'la Mella, a S . Algata in città, e dai 1945 cura to a Limone di Gavar,do. Aveva pubhlicato presso la tipografia
Queriniana d~@i Artigianelli alcuni volumi di opere francesi, specialmente di Bossuét. Di vivace temperamento, non sempre equilibrato; tenne anche l'ufficio di Cappellano delle Camicie nere, e
ne ebhe delle noie gravi. 'Sia pace in Cristo alla sua 'anima irrequieta, ma buona.
con approvo ecclesiastica
Mons. Paolo Guerrini Dirett. responsabile
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XXV (1958) Monografie di storia bresciana, 52