GULLOTTA L.
IAZZETTI M.
LIZZIO N.
ZANOLINI R.
- La simonia
- Simon Mago
- Niccolò III
- Bonifacio VIII
- Clemente V
- La donazione di Costantino
LA SIMONIA
La simonia consiste nel commercio di beni spirituali o di quelli materiali
annessi all’ambito spirituale. Uno degli episodi più diffusi era quello della
compravendita dei benefici ecclesiastici assegnati, a seconda dell’importanza, dal
vescovo o dal papa. Il beneficio ecclesiastico dava la possibilità di usufruire di
quelle tasse, come la decima, che spettavano di diritto al clero. Si arrivò al punto
in cui il beneficio divenne più importante del sacerdozio stesso e, nonostante
fosse vietato, più benefici furono cumulati dalla stessa persona. Questa pratica
subì una dura condanna dal Concilio Lateranense del 1059 che puniva con la
deposizione dalla carica chi compiva questo peccato. Nella Summa teologica
San Tommaso d’Aquino considerò la simonia come eresia poiché considerava
eresia la possibilità di vendere i doni dello Spirito Santo. L’origine della parola
simonia deriva dal nome di Simon Mago che offrì a San Pietro del denaro
volendo in cambio i poteri concessi dallo Spirito Santo.
SIMON MAGO
Nato in Samaria nel I secolo, ottenne una grande fama con le arti magiche. Si
convertì al cristianesimo in seguito alla prediche del diacono Filippo. In
seguito cercò però di comprare dagli apostoli Pietro e Giovanni il potere di
amministrare, con la semplice imposizione delle mani, i doni dello Spirito
Santo. L’offerta viene respinta da Pietro che gli disse: «Il tuo denaro vada con
te in perdizione, perché hai osato acquistare con denaro il dono di Dio». In
seguito a questo episodio è detto simoniaco chi fa mercato delle cose sacre.
In base a Gli Atti di Pietro (un testo apocrifo) Simon Mago risiedette a Roma
intorno al I secolo dove fu sfidato ad un confronto pubblico da San Pietro e
da San Paolo. L’esito del confronto e trattato da due diverse leggende
secondo cui:
1) si fece seppellire in modo da dimostrare di poter risorgere dopo tre
giorni, ma morì nella tomba;
2) precipitò rompendosi le gambe, venendo poi lapidato in piazza, durante
una dimostrazione di levitazione al Foro Romano dinnanzi all'imperatore
Nerone.
La caduta di Simon Mago
Cimabue, 1277-1283 circa
Basilica San Francesco, Assisi
NICCOLÒ III
Nato Giovanni Gaetano Orsini, fu membro
della potente famiglia patrizia romana, le cui
origini risalgono al X secolo. Secondo una
leggenda la casata ebbe come capostipite un
certo Orsino, capitano goto allattato da
un’orsa. Niccolò fu molto attivo politicamente
e rafforzo la posizione del papa in Italia
firmando un concordato con l’imperatore
Rodolfo I nel quale i territori di Ravenna
venivano ceduti al papa. Fu inoltre
protagonista di diversi episodi di nepotismo.
Fece inoltre riparare il palazzo del Laterano
Bonifacio VIII
Benedetto Caetani fu eletto pontefice con il nome di Bonifacio VIII nel 1294. Studioso
di diritto canonico, cercò di rafforzare il proprio casato, e per questo combatté contro i
Colonna, spogliando della dignità due membri della famiglia. Per stabilire la sua
influenza in Toscana, appoggiò a Firenze i Neri, che, con il suo aiuto esiliarono i
Bianchi. Lanciò contro Filippo il Bello, re di Francia, la bolla Unam sanctam, in cui
affermava che il papa è proprietario delle due spade, quella temporale e spirituale, e che
tutti gli uomini devono essere a lui soggetti. Fu osteggiato dal cancelliere di Filippo e dai
Colonna che lo imprigionarono e lo malmenarono nel famoso Schiaffo di Anagni
imponendogli di rinunciare al papato. Fu però liberato grazie ad una insurrezione
popolare e rientrò a Roma il 25 settembre sotto la protezione degli Orsini. Alcuni storici
lo hanno giudicato un personaggio cinico e dispotico, gran peccatore, avido di ricchezze
e di potere. Alcuni segni potrebbero far supporre che fosse superstizioso, tant'è che si
dice usasse, ad esempio, coltelli aventi per manico corna di serpente e portasse al dito un
anello appartenuto a re Manfredi di Svevia. La leggenda popolare sosteneva addirittura
che avesse strappato personalmente tale anello dal cadavere del Re. Altri storici,
viceversa, lo hanno considerato l'ultimo grande interprete del papato prima della Cattività
avignonese.
Incoronazione di Bonifacio VIII
Miniatura dal “De Coronatione”
Iacopo Stefaneschi XIII-XIV secolo
CLEMENTE V
Bertrand de Got, nato in Guascogna
nel 1264, fu eletto papa in seguito alle
ingerenze di Filippo il Bello nel
conclave. Passa alla storia per aver
abolito l’ordine del Templari, per
aver abrogato parti delle bolle di
Bonifacio VIII che risultavano odiose
al re Filippo e soprattutto per aver
trasferito la corte papale ad Avignone.
Fondò le università di Perugia e di
Orléans e venne descritto come una
persona avida di denaro.
LA DONAZIONE DI COSTANTINO
Secondo una tradizione, Costantino, guarito dalla lebbra grazie all’intercessione
di papa Silvestro, donò alla chiesa, in segno di gratitudine, Roma e alcune
prerogative imperiali. Il testo della donazione, ritenuto dai teologi medievali
documento ufficiale attestante la donazione, era in effetti falso, composto nel
secolo VIII. Dante, pur ritenendolo autentico, negò ogni fondamento giuridico
al documento affermando che “l’imperatore non poteva alienare i possedimenti
dell’impero e la chiesa non poteva accettarli” dato che la chiesa non era
autorizzata da Dio a ricevere beni temporali.
Fu il filologo Lorenzo Valla, nella prima metà del 400, che dimostrò la falsità
della cosiddetta “donazione” riscontrando la presenza di numerosi barbarismi,
di errori banali come la menzione della città di Costantinopoli, non ancora
fondata, e di parole come feudo. L’opuscolo del Valla fu inserito nell’Indice dei
libri proibiti e si diffuse originariamente solo negli ambienti protestanti.
Donazione di Roma
Scuola di Raffaello 1520-1524
Musei Vaticani, Città del Vaticano
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