J2002_2I_US 08.04.2003 10:29 Uhr Seite 1 Indirizzo: Retina Suisse, Ausstellungsstrasse 36, 8005 Zurigo Tel. 01/444 10 77, fax 01/444 10 70 E-mail [email protected], www.retina.ch Conto postale 80-1620-2 Retina Suisse Giornale – Journal 2/2002 Esce quattro volte l’anno L’associazione d’aiuto reciproco di persone con retinite pigmentosa (RP), degenerazione maculare, sindrome di Usher e altre malattie degenerative della retina J2002_2I_US 08.04.2003 10:29 Uhr Seite 3 Impressum Redazione: Christina Fasser e Renata Martinoni Retina Suisse, Ausstellungsstrasse 36, 8005 Zurigo Tel. 01/444 10 77, fax 01/444 10 70 E-mail [email protected], www.retina.ch Testo italiano: Renata Martinoni Impaginazione e stampa: Kohler SD, 8033 Zurigo Giornale parlato: Unitas, 6850 Mendrisio Abbonamento annuo: è compreso nella tassa sociale Il Giornale esce: in italiano, francese e tedesco, in versione scritta e su cassetta Conto postale: CP 80-1620-2 Siamo grati per ogni offerta! No. 86, agosto 2002 Le date da ricordare del gruppo regionale Svizzera italiana Lugano • 11 novembre: incontro del gruppo di colloquio romando a Losanna • 31 marzo 2001: Assemblea generale ordinaria di Retina Suisse a Berna J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 1 Sommario Editoriale (R. Martinoni) .............................................. 3 ARVO 2002: un chip nell’occhio (Ch. Fasser) ................................................... 7 Eritropoietina per proteggere la retina dai danni da luce (Ch. Grimm) ................................................. 10 Nuove indicazioni per l’assunzione di luteina e zeaxantina (AKF / K. Rüther) ........................................... 13 A che punto è la ricerca sulle terapie per le degenerazioni retiniche? (E. Zrenner, D. Besch) ................................... 22 Portatori di handicap e seniori con un obiettivo comune (P. Wehrli) ..................................................... Giornale Retina Suisse 2/2002 28 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 2 Scienza – quotidianità (F. Winkler) ..................................................... 30 Wolfgang Berger nuovo professore all’Uni di Zurigo (Uni-Journal) .................................................. 42 L’albo Più luce sul display del telefonino ................ 43 Handicap visivo e gioco del golf ................... 43 Catalogo UCBC dei mezzi ausiliari ................ 45 Embrioni e cellule staminali (Fondazione Science et Cité) ......................... 46 A proposito di… (B. Hübschi) .................................................... 47 Le date da ricordare ................................. 51 Giornale Retina Suisse 2/2002 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 3 Editoriale Care lettrici, cari lettori Come già nel 2001, anche quest’anno avremo una «settimana della retina». Una settimana che durerà però più di sette giorni, ma siccome non si tratta di aritmetica i numeri non sono così importanti. Importanti sono i contenuti e il fatto che si comincino a intravedere delle connessioni tra le diverse degenerazioni retiniche. Una ragione questa che rende le informazioni veicolate dalla settimana della retina d’interesse non solo per le persone con una degenerazione maculare correlata all’età. Il programma di Retina Week 2002 ricalca il modulo della prima edizione e noi speriamo che le manifestazioni sappiano attirare un folto pubblico. Sul presente Giornale Retina abbordiamo un tema nuovo, un tema che d’altronde ha già fatto il giro dei giornali nelle scorse settimane. L’eritropoietina, nota nel mondo dello sport come sostanza dopante (la famosa Epo) potrebbe avere degli effetti positivi nel processo che porta alla morte dei fotoricettori. Riportiamo le prime informazioni in nostro possesso; vorremmo tuttavia sottolineare che si tratta di indicazioni fornite dalla ricerca fondamentale. Una bella notizia indubbiamente, anche se l’Epo non sarà verosiGiornale Retina Suisse 2/2002 3 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 4 milmente disponibile a cortissimo termine per curare le affezioni retiniche. Prima dovrà infatti ancora superare lo stadio della ricerca clinica. Non così nuovi, ma sempre interessanti sono i temi che hanno a che vedere con la nostra alimentazione. Come annunciato sul giornale 1/02 (nell’articolo sulla ricerca ARED concernente la degenerazione maculare correlata all’età), pubblichiamo un contributo sul ruolo di luteina e zeaxantina nella retina. Luteina e zeaxantina si trovano tra l’altro in certe verdure, una buona occasione quindi di riparlare di spinaci, ortaggi a foglie verdi scure, pomodori e carote. In fatto di consumo di verdura e legumi noi svizzeri siamo notoriamente dei campioni e così, spesso senza esserne del tutto consci, con gli spinaci, le coste di bietole, i pomodori, le carote e altri prodotti della nostra agricoltura assumiamo delle sostanze importanti per la retina. Quando parliamo di ricerca non possiamo quasi mai fare a meno di esprimerci al condizionale. La nostra vita di tutti i giorni, però, si svolge al presente e al presente si esprimono i nostri membri, quando ci raccontano come vivono e convivono con la RP o un’altra degenerazione retinica. A tal proposito vi proponiamo le riflessioni di Franziska Winkler. Altrettanto concreta è una novità che si va profilando nella nostro tessuto sociale: le persone anziane stanno prendendo atto delle 4 Giornale Retina Suisse 2/2002 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 5 tematiche dell’handicap. Finora ho spesso avuto l’impressione che la nostra società consistesse di gruppi chiusi in compartimenti stagni, ognuno «armato del suo egoismo di parte». Ora però qualcosa si sta muovendo in direzione di un comune lavoro di lobby, ancora tutto da inventare, tra le cerchie degli anziani e il mondo dell’handicap. Pubblichiamo in merito le opinioni di Peter Wehrli. Siamo a metà luglio, il tempo si è messo a brutto e io mi chiedo se l’estate voglia già prendere congedo. Spero di no perché non ho (ancora) cominciato a goderla. Due sono le spiegazioni e entrambe in un certo senso plausibili: «le mie vacanze cominciano solo nella terza settimana di luglio» e «non ho ancora fatto a tempo». Sembrano spiegazioni logiche, in realtà non lo sono. All’Expo – alla blindekuh, l’Expo al buio – una signora mi chiedeva se, dato l’incedere della menomazione visiva non fosse il caso di fare subito e in modo mirato ciò che più tardi non avrei più potuto fare. Senza la minima esitazione le risposi di no, le dissi anche che «si riesce a fare molto di più di quanto si crede» e come se non bastasse mi sentii in dovere di aggiungere che «nella vita non si dovrebbe comunque mai rimandare qualcosa a più tardi». In ultima analisi una sfilza di luoghi comuni. Nel poco tempo di cui disponevo Giornale Retina Suisse 2/2002 5 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 6 avrei fatto meglio a dirle che le persone con handicap (visivo) non erano mica diverse dalle altre e che quindi anch’esse erano ragionevoli o non lo erano per niente. E soprattutto avrei dovuto farle presenti i miei desideri nei confronti della blindekuh all’Expo e dell’Expo.02 in generale, cioè la speranza che potessero avere effetti durevoli per l’integrazione delle persone con handicap. Questa mia aspirazione dovrebbe concretizzarsi in un’esplicita norma antidiscriminazione nella Costituzione federale, una norma che non aiuti soltanto le persone con handicap, ma porti dei «vantaggi» all’intera società. Penso qui all’iniziativa popolare per la parità di diritti su cui, nonostante che il Parlamento stia per licenziare una Legge disabili, forse non sarà ritirata e che allora l’ultima parola spetterebbe al popolo nel 2003. Nei mesi estivi il mio giardino è teatro ogni sera di un piccolo spettacolo. Un lieve «blopp» in perfetta sincronia con le ultimissime luci del giorno e poi in cima al gambo dell’onagro (Oenethera biennis) un fiore giallo limone dispiega i suoi petali e sprigiona il suo delicato profumo. Care lettrici, cari lettori vi auguro di avere l’occasione e di trovare il tempo per assistere a simili ed ad altri miracoli della natura. Cordialmente Renata Martinoni 6 Giornale Retina Suisse 2/2002 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 7 Abbiamo il mesto dovere di annunciare la dipartita di Georg Prcibille. Assieme a sua moglie Brigitte Prcibille-Koch egli aveva diretto fino allo scorso aprile il gruppo regionale di Zurigo. Georg Prcibille era gravemente malato, la sua morte, il 26 luglio scorso, è però giunta inaspettatamente presto. Retina Suisse porge a Brigitte e alla famiglia Koch sentite condoglianze. ARVO 2002: un chip nell’occhio Fasser, Ausstellungsstrasse 36, • Christina CH-8005 Zurigo Ogni anno in maggio ha luogo a Fort Lauderdale (USA) il simposio ARVO (Association on Research in Vision and Ophthalmology), il principale congresso dedicato alla ricerca fondamentale in ambito oftalmologico. A Fort Lauderdale convengono ogni volta circa 10’000 ricercatori e ricercatrici alfine di scambiarsi i risultati delle loro ricerche. Al congresso ARVO 2002 il dott. Chow di Chicago e il suo gruppo presentarono in anteprima i risultati provvisori di una sperimentazione clinica con Giornale Retina Suisse 2/2002 7 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 8 dei chip da innestare nella retina. Questa ricerca sulla retina artificiale è una sperimentazione della cosiddetta fase I. In questa fase si sperimenta se è possibile inserire un chip nella retina umana, se in caso di riuscita non insorgano effetti collaterali importanti e anche se il chip è ben tollerato. Le sperimentazioni successive, cioè quelle della fase II consistono in una verifica del funzionamento del chip e delle possibilità di generare delle impressioni visive. Si deve in altre parole verificare se con il chip si riuscirà a vedere. Se le sperimentazioni della fase II daranno risultati positivi si passerà alla fase III, quella della sperimentazione clinica. Qui si tratterà di verificare l’efficienza del sistema su un numero importante di pazienti. I ricercatori hanno impiantato il chip a sei persone che erano cieche o quasi cieche a causa di una RP. Il chip venne messo a una distanza di ca. 20 gradi dalla macula. I ricercatori hanno evitato volutamente di mettere il chip nel punto della massima acuità visiva (la macula) onde lasciare ai probandi la possibilità, più tardi e ammesso che il metodo risulti efficace, di farsi impiantare un chip sulla macula. In questa prima fase di studio vennero trattate sei persone e la «durata di vita» massima di un chip nell’occhio fu di 21 mesi. 8 Giornale Retina Suisse 2/2002 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 9 Dopo questo primo periodo di sperimentazione il dott. Chow poteva presentare i seguenti risultati: • dal punto di vista chirurgico l’inserimento di un chip nell’occhio è senz’altro possibile; il chip è anche ben tollerato; • il paziente riesce a trovare il punto preciso in cui è inserito il chip e a servirsene per fissare con lo sguardo ciò che vuole vedere. Il dott. Chow comunicava inoltre un altro risultato, pertanto inatteso. I pazienti riferivano infatti di un leggero miglioramento della vista rispetto al periodo preoperatorio, un miglioramento che durava nel tempo. A tal proposito il dott. Chow poté solo abbozzare qualche ipotesi di spiegazione, prometteva però di continuare a studiare quell’imprevisto fenomeno. La successiva fase della sperimentazione clinica sarà incentrata sul tentativo di stimolare il chip nonché sull’ipotesi di trasmettere mediante il chip dei dati intelligibili. In altre parole che i pazienti possano realmente vedere qualcosa. Il gruppo di ricerca del dott. Chow si prefigge inoltre di studiare a fondo il miglioramento della vista già ora constatato. Questi primi risultati sono molto incoraggianti, se non addirittura sensazionali. Mostrano però una volta in più che ogni passo in avanti genera Giornale Retina Suisse 2/2002 9 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 10 tutta una serie di nuovi interrogativi che devono essere chiariti in modo molto accurato. Appena ci saranno ulteriori novità informeremo nuovamente. Eritropoietina per proteggere la retina dai danni da luce Christian Grimm, libero docente, • Dott. Laboratorio di neurofisiologia della Clinica oculistica universitaria, CH-8091 Zurigo In caso di carenza d’ossigeno, come quella che si manifesta in alta montagna, i reni producono un ormone del sangue intrinseco del corpo, l’eritropoietina (Epo). Attraverso le vie sanguigne l’Epo giunge nel midollo osseo dove ha il compito di prevenire la morte di cellule precursore del sangue. In tal modo la massa dei globuli rossi del sangue aumenta e con essa aumentano anche le capacita di trasporto dell’ossigeno. Tuttavia l’Epo non svolge solo un ruolo importante nella formazione del sangue. Sembra infatti che abbia anche la capacità di esercitare un influsso sulle cellule neuronali. Di recente 10 Giornale Retina Suisse 2/2002 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 11 venne dimostrata la presenza di Epo in cellule neuronali e venne pure dimostrato che in topi trattati con Epo i danni al cervello dopo un colpo apoplettico erano molto minori che senza trattamento con Epo. Un risultato analogo è ipotizzabile anche a livello di retina. Per lo studio dei processi molecolari e cellulari nelle malattie retiniche iI gruppo di ricerca della Clinica oculistica dell’Università di Zurigo, diretto da Charlotte Remé, utilizza il modello animale della morte dei fotoricettori indotta dalla luce (apoptosi). È un modello questo, che per svariati e importanti aspetti si avvicina alle affezioni retiniche umane. Ricerche recentissime del gruppo Remé, svolte in collaborazione con l’Istituto di fisiologia della facoltà di veterinaria dell’Uni di Zurigo e con la Clinica oftalmologica universitaria di Tubinga, indicavano che l’Epo può assumere un’importante funzione protettiva nell’occhio. Esponendo i topi a una forte fonte luminosa si vede che dopo breve tempo i loro fotoricettori periscono e le cavie diventano cieche. Se tuttavia prima del l’esperimento gli animali sono tenuti in ambiente povero di ossigeno, sia la morfologia della retina sia la sua funzione risultano sorprendentemente protette. Quali sono allora i processi che conducono a questo effetto protettivo? La carenza di Giornale Retina Suisse 2/2002 11 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 12 ossigeno stimola la produzione di Epo non solo nei reni ma evidentemente anche nella retina. L’Epo così prodotto protegge la retina perché impedisce il meccanismo del suicidio delle cellule retiniche esposte alla luce. Un analogo effetto protettivo lo si può ottenere trattando il topo con l’Epo terapeutico, usato in medicina umana per es. per la cura dell’anemia. L’Epo somministrata alle cavie mediante iniezione ha evidentemente un effetto analogo a quello dell’Epo prodotta nel corpo stesso. Il team di ricercatori zurighese spera che in futuro si potrà impiegare l’Epo o che dei derivati di eritropoietina possano essere utilizzati per una terapia per le affezioni retiniche quali la degenerazione maculare correlata all’età, il gruppo delle retiniti pigmentose e la retinopatia diabetica. Non si deve tuttavia ignorare il fatto che occorre ancora molta ricerca fondamentale, che in altre parole nei laboratori di ricerca si devono ancora fare parecchie scoperte prima di poter passare alla sperimentazione clinica. Notevole nel caso dell’Epo, oltre allo strabiliante effetto protettivo, è il fatto che si tratti di una sostanza che anche il nostro corpo produce, una sostanza naturale. Questo comporta una diminuzione del rischio di complicazioni in caso di impiego terapeutico. Inoltre, siccome in ambito clinico l’impiego di Epo 12 Giornale Retina Suisse 2/2002 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 13 è ormai assurto da tempo a trattamento standard, si può fare capo a un gran numero di dati e di valori acquisiti che basano sull’esperienza. Nuove indicazioni per l’assunzione di luteina e zeaxantina – Arbeitskreis Klinische Fragen di Pro • AKF Retina Deutschland e Retina Suisse/Prof. Klaus Rüther, presidente 1. Che cosa sono i carotenoidi? Luteina e zeaxantina appartengono alla classe di sostanze dei carotenoidi. Per carotenoidi è inteso un gruppo di ca. 600 sostanze presenti nella natura e di cui il β-carotene è l’elemento più importante. Il β-carotene può essere scisso relativamente facilmente in due unità di vitamina A, per questo è chiamato anche provitamina A. Il processo visivo propriamente detto, la trasformazione di un segnale luminoso in impulso visivo, abbisogna di vitamina A (tutto-E retinolo); nella luteina e nella zeaxantina, invece, l’attività della vitamina A è minima (attività relativa della vitamina A: β-carotene 100%, zeaxantina 4,2%, luteina 2,6%). Giornale Retina Suisse 2/2002 13 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 14 I due carotenoidi luteina e zeaxantina, identificati quali pigmenti nella retina, sono presenti in misura importante nella macula lutea. Da qualche tempo sta aumentando l’interesse nei loro confronti, soprattutto perché si suppone possano espletare un effetto protettivo in determinate forme di degenerazione retinica, in particolare nella degenerazione maculare correlata all’età (AMD), come risulta dalla ricerca «Eye Disease Study» del 1993. L’effetto protettivo di luteina e zeaxantina sulla retina è duplice (Schalch, 1992); da un lato entrambe le sostanze legano i radicali liberi e in tal modo riducono lo stress da ossidazione grazie al loro effetto antiossidante, dall’altro esse assorbono le lunghezze d’onda ricche d’energia spettrale azzurra e impediscono così l’insorgere di danni d’origine fotochimica. Nella retina luteina e zeaxantina sono presenti in svariate sottoforme ottiche e geometriche, che però nel sangue non sono reperibili in tale composizione (Dachtler et al., 1998: Khachik et al., 1997). Questo evidenzia la stretta correlazione esistente tra le due sostante e i presunti processi ossidativi e fotochimici indotti dalla luce nella retina. Il corpo non è capace di produrre luteina, essa deve perciò venirvi addotta in permanenza. Nella letteratura si può leggere l’ipotesi che nel sangue la luteina possa parzialmente trasformarsi in zea- 14 Giornale Retina Suisse 2/2002 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 15 xantina (Khachik et al, 1997), non è tuttavia ancora dimostrato se tutte le sottoforme importanti possano svilupparsi e, in particolare, è ancora poco chiara l’importanza, a livello di retina, della meso-zeaxantina (Bone et al., 1997; Dachtler et al., 2001). Importanti quantità di luteina si trovano negli ortaggi a foglia verde scura mentre la zeaxantina è presente soprattutto nel mais (v. tabella 1, pagina 16). 2. Le ricerche sulla luteina e zeaxantina Ricerche epidemiologiche recenti danno primi ragguagli a proposito di una possibile relazione tra il consumo di frutta e verdura in quantità importante e una minore frequenza della degenerazione maculare correlata all’età. Alcune di queste ricerche fanno riferimento a un rischio notevolmente minore di contrarre una AMD corso dalle persone che consumano verdure con un elevato tasso di luteina; queste indicazioni risultano dal confronto con un gruppo di controllo che si alimentava con prodotti meno ricchi di luteina (Seddon et al., 1994; Pauleikhoff, 2001). In linea di massima le ricerche epidemiologiche non hanno tuttavia prodotto una sufficiente evidenza scientifica per le correlazioni tra alimentazione e incidenza dell’AMD. In una ricerca clinica si è visto che una dieta ricca di spinaci e mais portava, in più della metà delle persone testate, a una magGiornale Retina Suisse 2/2002 15 16 zeaxantina (mg/100g) * 0,17 n.d. 0,33 0,02 0,18 0,06 non det. 0,44 0,53 0,02 non det. 18:49 Uhr Tabella 1: Tabella dei tipi di verdura contenenti molta zeaxantina e/o luteina [ripresa da una tabella del Department of Agriculture of USA, Agricultural Research Service: USDA-NCC: Carotenoid Database for Foods 1998. (http://www.nal.usda.gov/fnic/foodcomp/Data/car98/car98.html)] luteina (mg/100g) * 21,9 10,0 10,0 1,9 1,8 1,7 1,3 0,7 0,7 0,3 0,1 04.04.2003 * corrisponde all’incirca a mezza tazza di verdura cotta legume/verdura cavolo verde prezzemolo spinaci crudi broccoli insalata tipo lattuga piselli cavolini di Bruxelles fagiolini verde maïs carote crude pomodori J2002_2I_Inh Seite 16 Giornale Retina Suisse 2/2002 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 17 giore densità dei pigmenti nella macula (Hammond et al. 1997). Questo effetto positivo, riscontrato già dopo sole quattro settimane dalla modifica delle abitudini alimentari, durava anche per diversi mesi dopo l’interruzione della nuova dieta ricca di luteina e zeaxantina. Nella macula una fitta presenza di pigmenti protegge dai danni da elevata intensità della luce; questo vale sia per la retina sia per l’epitelio pigmentato retinico (Bernstein et al., 1998). Bone et al. hanno dimostrato – in occhi di persone ancora in vita e anche in occhi studiati post mortem – che in caso di degenerazione maculare correlata all’età la concentrazione di luteina e zeaxantina nella macula era significativamente più bassa (Bone et al, 2000, 2001). Nei pazienti esaminati i ricercatori riuscirono a dimostrare una correlazione tra la diminuita densità dei pigmenti maculari e una minore concentrazione di luteina e zeaxantina. Tale risultato sfata l’ipotesi che fosse la degenerazione maculare correlata all’età a provocare la distruzione del fitto pigmento maculare (Beatty et al., 2001). I ricercatori poterono infine dimostrare che in pazienti con un occhio sano e un occhio colpito da una grave AMD la quantità dei pigmenti maculari era pure inferiore che nelle persone senza AMD. Giornale Retina Suisse 2/2002 17 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 18 3. Raccomandazioni per i pazienti I dati disponibili sulle possibilità di prevenzione e cura mediante carotenoidi non permettono ancora delle conclusioni univoche e vincolanti. Perciò il gruppo di lavoro «Questioni cliniche del comitato medico-scientifico di Pro Retina Deutschland e di Retina Suisse» (AKF – Arbeitskreis Klinische Fragen) si limita alle seguenti raccomandazioni a proposito dell’assunzione di luteina e zeaxantina. • In via di principio gli studi fatti non bastano per poter dare una raccomandazione assoluta a favore dell’assunzione terapeutica di luteina e zeaxantina. Il fabbisogno di queste due sostanze dovrebbe se possibile essere coperto con la normale alimentazione. Semmai sarebbe il caso di rivolgersi a una dietologa o a un dietologo per una consulenza individuale. • Se sulla base dei dati oggi disponibili i pazienti desiderassero comunque assumere luteina e zeaxantina supplementarmente all’alimentazione quotidiana, ciò dovrebbe essere assolutamente concordato con il medico di famiglia. Occorre tuttavia rilevare che probabilmente non tutti i medici di famiglia sono a conoscenza delle raccomandazioni sull’assunzione di luteina e zeaxantina. Sulla base degli attuali risultati della ricerca si può ritenere sensata una dose quotidiana di 6 mg di luteina e 6 mg di zeaxantina. Nelle per18 Giornale Retina Suisse 2/2002 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 19 sone con AMD si è notato un minore contenuto di carotenoidi nella retina, cosicché si può aumentare l’apporto regolare di carotenoidi, tenendo tuttavia conto che possono insorgere degli effetti collaterali indesiderati. La dose giornaliera non dovrebbe però in nessun caso superare i 1520 mg. Non si hanno dati sugli eventuali effetti collaterali in bambini e donne in gravidanza. • Svariate pubblicazioni accennano al fatto che la combinazione fumo e assunzione supplementare di carotenoidi può produrre effetti negativi. È inoltre di interesse la constatazione che evidentemente il fumo porta a una diminuzione dei pigmenti maculari (Hammond et al. 1996). 4. La ricerca ARED Nell’ottobre 2001 la rivista Archives of Ophthalmology pubblicava una ricerca sugli effetti esercitati sulla degenerazione maculare da una combinazione di antiossidanti e zinco (v. anche l’articolo sul Giornale Retina no. 1/2002). La ricerca indica, per dirlo succintamente, che in stadi avanzati della forma secca dell’AMD l’assunzione di dosi relativamente elevate di vitamina C (500 mg al giorno) e di vitamina E (400 unità internazionali al giorno) cui vanno aggiunti 15 mg di β-carotene, 80 mg di zinco e 2 mg di rame potrebbe ridurre il rischio che l’AMD evolva in forma umida. La ricerca in questione non si è invece occu- Giornale Retina Suisse 2/2002 19 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 20 pata dell’influsso di un’assunzione supplementare di luteina e zeaxantina. A questo punto sorge una domanda ovvia, cioè a sapere se prendendo, oltre ai farmaci previsti dalla ricerca ARED β-carotene/zinco/ra(la combinazione vitamine/β me), anche luteina e zeaxantina risultasse un effetto protettivo maggiore oppure se non ci fosse differenza o addirittura si avesse una riduzione dell’effetto positivo. Allo stadio attuale e con i dati disponibili non si può ancora rispondere a tale interrogativo. 5. Come assumere luteina e zeaxantina? • Verdura fresca: la capacità del sangue di assu- mere dei carotenoidi è in stretta relazione con i modi di preparazione e cottura. Nella verdura cruda i carotenoidi sono ancora strettamente legati alle cellule della verdura e il loro assorbimento nel corpo è minimo. Meglio sarebbe stufare delicatamente le verdure. La cottura facilita le interazioni chimiche e il corpo riesce ad assumere più carotenoidi. Tuttavia una cottura prolungata e temperature molto elevate possono distruggere i carotenoidi. Siccome i carotenoidi non sono idrosolubili si raccomanda di stufare le verdure usando dei grassi, rispettivamente degli olii; inoltre la verdura tritata finemente è più adatta della verdura in foglie grandi. 20 Giornale Retina Suisse 2/2002 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 21 • Vitamine: in commercio si trova una grande varietà di prodotti vitaminici. Occorre allora scegliere un prodotto ad alto contenuto di luteina e zeaxantina (ca. 6 mg). L’assunzione contemporanea di prodotti vitaminici e carotenoidi (p.es. β-carotene o licopene) potrebbe tuttavia avere ripercussioni negative, tra l’altro a causa della questione dell’assorbimento e delle interazioni reciproche. Le stesse misure precauzionali valgono per la questione dell’assunzione contemporanea di luteina e zeaxantina e del farmaco esaminato nella ricerca ARED (v. punto 4). In Europa questi prodotti non sono disponibili; capsule di sola luteina con un contenuto di 15-20 mg della sostanza si trovano soprattutto negli USA (p.es. i prodotti delle ditte Twinlab o Carlson Labs o Douglas). Presso Retina Suisse è disponibile una bibliografia. Giornale Retina Suisse 2/2002 21 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 22 A che punto è la ricerca sulle terapie per le degenerazioni retiniche? dott. Eberhard Zrenner, dott. Dorothea • Prof. Besch, Clinica oftalmologia dell’Università, D-Tubinga A tutt’oggi la ricerca ha portato all’identificazione di oltre 130 loci genetici per le degenerazioni retiniche ereditarie (i risultati aggiornati si trovano sul sito Internet «Retinal Information Network» [Ret-Net] all’indirizzo http://www. sph.uth.tmc.edu/Retnet/). Negli ultimi 12 anni furono identificati 76 geni e 54 geni furono mappati, cioè attribuiti a una determinata regione cromosomica. Un certo numero di questi geni, con ciascuno numerose mutazioni diverse, sono responsabili di una gran parte delle modificazioni presenti nell’insieme dei pazienti con una degenerazione retinica; menzioniamo in particolare il gene della rodopsina (RP autosomica-dominante), il gene RPE65 (RP autosomica-recessiva), il gene xRP3 (RP x-cromosomica), il gene ABCR (malattia di Stargardt), il gene CSNB (cecità notturna congenita) e la famiglia dei geni CNG3 (distrofie dei coni). Queste mutazioni o delezioni possono 22 Giornale Retina Suisse 2/2002 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 23 esercitare un influsso determinante sullo sviluppo, rispett. sulla struttura delle cellule sensoriali; esse possono anche influire su determinati processi metabolici (p.es. sul metabolismo della vitamina A) cosicché nelle cellule sensoriali della retina la trasformazione della luce in impulso elettrico o la relativa trasmissione sono disturbate. I primi approcci di terapia genica basano sulle conoscenze attuali relative alle modifiche nei geni. L’idea è di infiltrare dei geni normali nelle cellule interessate (p.es. nelle cellule sensoriali) in modo da far esprimere a queste cellule un’informazione genetica corretta invece di quella errata che produce la malattia. In cani con difetti del gene RPE65 (corrispondente all’amaurosi congenita di Leber) questo tentativo ha recentemente registrato un successo (Acland et al., Nat Genet 2001; 28: 92-95). Ricerche recenti a proposito dell’alimentazione indicano che un maggiore apporto di sostanze antiossidanti, quali p.es. la luteina presente nelle verdure verdi scure, portano a un decorso più favorevole, in particolare nelle distrofie dei coni. In una ricerca controllata sull’efficacia dell’assunzione di vitamina A palmitato in pazienti adulti cui vennero somministrate 15’000 UI al giorno, si poté constatare, dopo un periodo d’osservazione di sei anni, un leggero ma comunque significaGiornale Retina Suisse 2/2002 23 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 24 tivo mantenimento della risposta elettroretinografica delle funzioni della retina (Berson et al., Arch Ophthalmol 1993, 111: 761-772). In topi con deficit del gene RPE65, un modello animale per la forma precocissima della retinite pigmentosa (l’amaurosi congenita di Leber), dopo la somministrazione di un sostanza derivante dalla vitamina A, si poté osservare un miglioramento della formazione e del rinnovamento dell’(Iso)rodopsina attiva e un miglioramento delle funzioni dei bastoncelli a livello di elettroretinogramma (Van Hoover, J. P. et al., Proc Natl Acad Sci 2000, 97: 8623-8628). Anche un intervento sul processo degenerativo nel modello animale, p.es. mediante fattori di crescita o prodotti antiapoptosi, può ritardare la morte delle cellule sensoriali nelle malattie citate (Liang et al., Mol Ther 2001, 3 (2): 241-8). Le ricerche sui trapianti di fotoricettori o di cellule RPE indicano che essi sono tecnicamente fattibili. Un miglioramento delle capacità visive non venne però ancora dimostrate (Chong e Bird, Br J Ophthalmol 1999, 83: 120-122). I chirurghi lavorano ora intensamente allo sviluppo di procedure che permettano l’inserimento di implantati biologici e tecnici negli occhi. Gli esperimenti su gatti hanno mostrato che con elettrodi 24 Giornale Retina Suisse 2/2002 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 25 subretinici ed epiretinici si possono ottenere risposte elettriche dalla corteccia visiva del cervello. Ingegneri, oftalmologi, biologi cellulari e microbiologi hanno creato e creano i presupposti per l’applicazione di questi metodi e procedure (v. E. Zrenner nell’editoriale della pubblicazione Retina-Implantat, Ophthalmologie, 2001, 98(4): 353-356; v. pure Zrenner et al.: Subretinales Mikrophootdioden-Array als Ersatz für degenerierte Photorezeptoren? Ophthalmologie, 2001, 98(4): 357-368). Anche se ancora nessuno di questi approcci terapeutici è pronto per un’applicazione clinica, possiamo però prendere altre semplici misure per aiutare i pazienti. Ai pazienti con disturbi dell’adattamento alla luce si possono proporre delle lenti filtranti specifiche che aiutano a migliorare la percezione dei contrasti e l’adattamento alle diverse densità della luminosità ambiente. Ai pazienti con una cataratta che produce un’importante diminuzione dell’acuità visiva o un forte abbagliamento si raccomanda un intervento chirurgico; un intervento relativamente precoce dovrebbe dare risultati apprezzabili perché la persona dispone ancora di un campo visivo sufficiente per mantenere la capacità d’orientamento nello spazio e la facoltà di leggere. Nelle affezioni retiniche ereditarie che portano a una riduGiornale Retina Suisse 2/2002 25 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 26 zione primaria o secondaria della funzione maculare e quindi tangono l’acuità visiva centrale gli ausili visivi ingrandenti (occhiali a lente d’ingrandimento, monoculari ecc.) possono servire a sfruttare in modo ottimale l’acuità visiva centrale. Con la diagnosi e la contemporanea paura di perdere la vista, per molti pazienti ha inizio un lungo processo di superamento. Oltre alle delucidazioni sugli aspetti medici e sul decorso tipico della malattia nonché alle informazioni sui più recenti sviluppi della ricerca sono necessari un accompagnamento intensivo e un’approfondita consulenza del paziente e dei suoi congiunti. Queste misure competono all’oculista, a un servizio di consulenza per le affezioni ereditarie della retina (in Svizzera per es. il servizio di consulenza Retina) o anche ai gruppi di aiuto reciproco di pazienti. La localizzazione della modificazione genetica in una persona colpita dalla malattia o in un altro membro della famiglia può essere importante per la diagnosi differenziale e può anche costituire un presupposto essenziale per l’ulteriore consulenza medica. Nella storia della medicina mai come negli scorsi cinque anni si poté scoprire altrettanto sulle cause e sui processi cellulari e molecolari connessi con le affezioni retiniche. La 26 Giornale Retina Suisse 2/2002 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 27 via verso una vasta applicazione di tutto questo nuovo sapere a favore dei pazienti non è ancora aperta, ma per i prossimi anni si intravvedono delle possibilità di sviluppare delle terapie almeno per alcune delle degenerazioni retiniche dovute a cause genetiche. Ecco qui di seguito alcune banche dati e indirizzi Internet essenziali per trovare informazioni e indicazioni bibliografiche sulle malattie oftalmologhe ereditarie: Online Mendelian Inheritance in Man (OMIM) http://www3.ncbi.nlm.nih.gov/Omim/searchomim.html; Retinal Information Network (RetNet) http://www.sph.uth.tmc.edu/Retnet/; Retina International’s Scientific Newsletter http://www.irpa.org/sci-news/index.htm. In: Retina-Aktuell, 4/2001 Giornale Retina Suisse 2/2002 27 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 28 Portatori di handicap e seniori con un obiettivo comune Wehrli, responsabile del centro invalidi • Peter autogestito (ZSL), CH-8005 Zurigo In un primo seminario comune tra persone anziane e persone con handicap, tenutosi il 22 marzo 2002 a Olten sotto il titolo «Persone con handicap e persone anziane assieme per uno scopo comune», i tre enti organizzatori AGILE (aiuto handicap svizzero), FASPA/VASOS (Federazione delle associazioni dei pensionati e dell’autoaiuto in Svizzera) e Pro Senectute Svizzera, hanno sottolineato che perseguono scopi identici. Infatti nella nostra società le persone con handicap e le persone anziane non sono ormai più considerate «individui a pieno titolo» e sono perciò trattate di conseguenza. Sia le persone anziane sia le persone con handicap sono individui che non vogliono soltanto «funzionare» come le esigenze della società pretendono, bensì sono esseri con la pretesa di essere trattati come gli altri e protetti dalle discriminazioni, come d’altronde è previsto dall’articolo 8 cpv. 2 della Costituzione federale. AGILE e ASPA/VASOS vogliono in futuro presentare le loro aspettative comuni in occasione di 28 Giornale Retina Suisse 2/2002 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 29 simposi e giornate di studio e con attività informative e iniziative politiche. Una prima occasione per mettere in atto detta collaborazione sarà la «legge disabili» che nel corso del 2002 sarà licenziata dal Parlamento federale. La legge poggia sulle disposizioni dell’articolo cpv. 4 della Costituzione federale (provvedimenti per eliminare svantaggi esistenti nei confronti dei disabili). La legge dovrebbe però dare rilievo anche al capoverso 2 dell’articolo 8 della Costituzione, che vieta, tra l’altro, la discriminazione a causa dell’età o di «menomazioni fisiche, mentali o psichiche». La legge dovrebbe infatti permettere a tutti di partecipare alla vita della società e di gestire in modo autonomo i contatti sociali. Questo è significativo anche per le persone anziane. Altri aspetti della vita che interessano sia le persone con handicap sia le persone anziane sono la formazione permanente e l’indennità d’assistenza che dovrebbe essere introdotta prossimamente. Con questo aiuto finanziario delle Stato ogni persona con problemi di salute dovrebbe poter gestire autonomamente la propria vita e non essere costretta, per motivi finanziari, a farsi ricoverare in un istituto. Il diritto di contestare una decisione, previsto dalla legge disabili, andrebbe perciò esteso anche alle organizzazioni delle persone anziane. Questo per Giornale Retina Suisse 2/2002 29 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 30 tenere conto delle effettive esigenze sia delle persone con handicap che delle persone anziane. In: agile – Behinderung und Politik, 2/02, giugno 2002 Scienza – quotidianità Winkler-Leuenberger, lic. theol., • Franziska Ensingerstrasse 6, 3006 Berna Buongiorno a tutti, mi rallegro di potervi parlare oggi, qui a Berna, nel corso dell’assemblea generale ordinaria 2002. Vi parlo da donna nella cui vita la problematica dell’accettazione della RP occupa uno spazio importante da 27 anni, ma forse addirittura da più anni ancora. Vi parlo da donna, una donna in apparenza sicura di sé che dà l’impressione di essere tranquilla e appagata, che gestisce bene la sua vita e che è capace di svolgere i compiti che le sono attribuiti. Tutti noi sappiamo che le cose non sono così semplici. Spesso l’impressione che faccio è in grandissima contraddizione con i miei sentimenti e le mie impressioni. Scienza – quotidianità. È questo il titolo concordato con la signora Fasser per la mia confe- 30 Giornale Retina Suisse 2/2002 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 31 renza. Mi sforzerò di attenermi al tema. Probabilmente parlerò più di «quotidianità» che di «scienza» perché non ho altra base di partenza che la mia stessa persona e la quotidianità che vivo giorno dopo giorno. È quindi evidente che c’entrino la mia biografia, il processo di accettazione della RP, la mia stessa vita con la RP. Per cominciare vorrei presentarmi brevemente. Mi chiamo Franziska Winkler, ho 47 anni e sono mamma di un figlio di 22 anni. Al momento vivo sola. Mio figlio sta facendo la scuola reclute e a casa arriva solo nei fine settimana, che passa soprattutto dormendo. Sono nata e cresciuta in campagna, con due sorelle e un fratello. Dopo la scuola dell’obbligo ho frequentato una scuola di commercio e a 22 anni ho ottenuto la maturità federale. Solo 16 anni più tardi, iscrivendomi a teologia, ho potuto realizzare il sogno che già da bambina cullavo. Continuavo infatti a cercare delle risposte a interrogativi quali chi sono? che cosa determina il corso delle cose nel mondo? perché sono sulla Terra? perché sono qui con questa mia specifica identità? Negli anni passati all’università sono riuscita in larga misura a spegnere la sete di sapere che avevo accumulato fino allora. Dopo un lungo periodo di studi, durante il quale continuavo a lavorare per guadagnarmi da vivere, finalmente nel semestre inverGiornale Retina Suisse 2/2002 31 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 32 nale 2001 ho fatto l’esame di stato presso l’Università di Berna. Al momento ho un incarico di pastora a Rüfenacht presso Berna, dove, seguita da un pastore protestante dalla lunga esperienza, sto imparando a far combaciare teoria e pratica. Nel novembre del 2002, se tutto andrà bene, riceverò l’ordinazione pastorale – la condizione per la nomina in un parrocchia protestante. Questa, a grandi tratti, la mia vita. Dopo aver parlato del mio divenire professionale vorrei ora chinarmi sulla mia «carriera RP». Infatti è della mia convivenza con la RP che mi si chiede di parlare oggi. Da bambina passavo per sognatrice, sempre alla rincorsa di chissà quali pensieri, con la testa tra le nuvole, spesso maldestra nelle cose pratiche e apparentemente distratta. I miei genitori, che allora non potevano sapere del mio angolo di visione molto ristretto, continuavano a ripetermi «ma guarda un po’ dove stai camminando!». Anch’io non potevo sapere perché le mie sorelle e mio fratello, tutti e tre risparmiati dalla RP, non continuavano a inciampare dappertutto. A ginnastica, avrei volentieri contribuito maggiormente alle vittorie della mia squadra. Giocando a «battaglia» non riuscivo mai ad afferrare la palla e le staffette erano una cosa orribile che mi faceva morire di vergogna. Sentivo che avrei sempre voluto fare di più e più in fretta, ma 32 Giornale Retina Suisse 2/2002 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 33 che qualcosa mi frenava in continuazione. A 22 anni, dopo gli esami di maturità, soffrii a lungo di un’infiammazione agli occhi. L’ipotesi era di sforzo eccessivo della vista a causa degli esami, ma un’approfondita visita oculistica e un’elettroretinogramma rivelarono che la mia retina era costellata di pigmenti. Ancora oggi mi risuonano nelle orecchie le parole dell’oculista: «Lei ha una RP. È un’affezione per la quale non si può fare nulla. Organizzi la sua vita in modo da potere in futuro fare affidamento sull’udito per lavorare». Rimasi di stucco, le parole «ho una RP» non mi permisero nessuna reazione. Con pochissime informazioni sul quadro clinico, ma probabilmente allora non volevo neppure saperne di più, me ne tornai a casa e continuai a vivere come prima – almeno così pareva. La mia quotidianità non era cambiata. Perché poi? L’oculista non aveva mica detto che più tardi avrei dovuto affidarmi all’ udito? Tuttavia realizzai quanto già facessi affidamento sull’udito anche prima della diagnosi. Nelle marce notturne che amavo fare con un gruppo di amiche e amici mi orientavo unicamente con l’udito. Erano infatti il chiacchiericcio e i canti degli altri a indicarmi la via. Quando in primavera andavamo a sciare con le pelli di foca, nelle ascensioni prima dell’alba seguivo i rumori che gli sci delle mie colleghe facevano sulla neve – un’impresa non sempre esente da pericoli. InGiornale Retina Suisse 2/2002 33 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 34 oltre non smettevo di meravigliarmi come facesse il gruppo a trovare la via nell’oscurità. Perché io non ci riuscivo? Ciò che per un gran pezzo non ero riuscita a spiegarmi ora era chiaro. Non ci riuscivo perché avevo una RP. In famiglia la diagnosi venne accolta e fatta propria in modo vario. Se non dicevo in modo più che chiaro ciò che potevo fare, rispettivamente ciò che non riuscivo a fare, non mi capivano. O magari non volevano sapere e capire? Era ormai passato parecchio tempo dal momento della diagnosi, eppure i miei genitori dicevano sempre ancora che «avevo qualcosa di strano» agli occhi, che «qualcosa non funzionava a dovere». Era incapacità di affrontare la situazione? O non sapevano che pesci prendere? Andare per la mia propria via, sentirmi amata anche a scapito di tutte le resistenze e nel rifiuto di una realtà che era la mia, ecco cosa era il mio nuovo compito quotidiano, un compito diventato parte integrante della mia vita di tutti i giorni. Fu infine una zia ad attirare la mia attenzione su un gruppo d’aiuto reciproco di Zurigo, dove a suo avviso avrei trovato delle persone con una malattia analoga alla mia. Queste persone mi avrebbero sicuramente dato sostegno. (Si trattava del consultorio di Retina Suisse. Nota della traduttrice). Mi ricorderò sempre del primo incontro con la signora Fasser al Buffet della sta- 34 Giornale Retina Suisse 2/2002 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 35 zione di Berna. Restammo a lungo sedute una di fronte all’altra a parlare; le esperienze personali si mescolavano al sapere scientifico. Tre sono le esperienze che ho fatto con il «gruppo d’aiuto reciproco». Primo: ho scoperto che ci sono altre persone che hanno una RP e con le quali posso parlare e scambiare esperienze, con le quali posso piangere e ridere. Secondo: ho realizzato che la ricerca non è indifferente di fronte alla nostra situazione e a quanto succede nei nostri occhi; per gli scienziati la RP non è «una cosa strana», le e i pazienti RP non sono esseri con «qualcosa che non funziona a dovere». La constatazione che c’erano delle persone che dedicano la loro attività professionale alla ricerca sulla RP mi diede l’impressione che qualcuno prendeva atto della mia esistenza e mi prendeva sul serio. Questo sentimento mi diede sicurezza ed ebbe effetti positivi sulla mia quotidianità. Cominciai a parlare dei miei occhi, provai a spiegare a chi mi stava attorno che cosa, quanto e come vedevo. Cominciai, seppure con molte esitazioni, a concepire una mia vita quotidiana con la RP. Mi capitava ancora di spiegare il quadro clinico, lo facevo all’indirizzo delle persone che mi erano vicine, a me stessa non riuscivo ancora a spiegarlo. Non riuscivo ancora, non potevo ancora capire. E la terza esperienza che ho fatto era che c’era gente pronta ad accompagnarmi su questo Giornale Retina Suisse 2/2002 35 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 36 mio cammino. Vorrei qui dire un grande grazie a mia sorella Petra che, nonostante i molti compiti e le continue preoccupazioni famigliari, segue sempre quanto pubblicato sul Giornale Retina e oggi è – non per la prima volta – venuta con me all’assemblea generale. Vorrei ringraziare anche la mia amica Susanne, che mi ha già accompagnato varie volte a una AG. Avevo 37 anni quando fu necessario operare la cataratta. Dovendomi fermare per qualche giorno all’ospedale decisi di comprarmi un paio di ciabatte nuove e le scelsi verde oliva. Volevo farmi un regalo-consolazione per i giorni successivi. Dopo l’operazione realizzai con stupore e anche spavento che le ciabatte nuove non erano verde oliva bensì viola. Era da ridere o da piangere? Ho riso di cuore e portato le ciabatte finché sono andate letteralmente a pezzi e questo nonostante il colore viola non sia dei miei preferiti! Le tragicomiche quotidiane che tutti noi conosciamo... Gli anni d’università mi obbligarono in continuazione a comunicare agli altri la mia situazione. «Non ci si accorge proprio di niente», questa frequente osservazione era ed è ancora oggi il risultato diretto dei miei sforzi di funzionare il più possibile «normalmente». Al desiderio di normalità si contrapponeva e si contrappone la mia autopercezione, la percezione dei miei limiti ef- 36 Giornale Retina Suisse 2/2002 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 37 fettivi. A me, per capire i testi in greco e in ebraico occorreva molto più tempo che a uno studente standard. Un tempo supplementare che dovevo assolutamente ritagliarmi in vista degli esami. Mi misi allora a tavolino e formulai le istanze del caso all’indirizzo della facoltà; le richieste erano naturalmente corredate da certificati medici. Il dover scrivere, il dovermi procurare i certificati medici furono entrambi dei passi sulla via dell’accettazione della RP. Gli esami con i loro annessi e connessi sono state la più grossa sfida della mia vita nei confronti delle mie possibilità visive. Si trattava infatti di venire a capo di una quantità quasi inimmaginabile di testi. In parte li lessi da me e in parte li ricevetti su cassetta. La mia vita quotidiana era un perenne rosicchiare lettere dell’alfabeto. Per la mia tesi di licenza scelsi un tema connesso con l’accompagnamento spirituale: «Il desiderio di essere risparmiati non serve a niente... Un handicap visivo progrediente: dalla diagnosi all’impiego del bastone bianco. Aspetti dell’accompagnamento spirituale». La ricerca evidenzia ciò che per lungo tempo avevo rimosso e allontanato da me o, in altre parole, i modi con cui avevo cercato per conto mio e in tutta segretezza di accettare il mio handicap. Negli ultimi anni questo processo si impose con sempre maggiore urgenza perché il mio campo visivo era andato riducendosi fino a ca. 3 gradi e Giornale Retina Suisse 2/2002 37 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 38 l’acuità visiva era scesa al 50% di quella normale. La vita di tutti i giorni si faceva difficile cosicché a 45 anni dovetti prendere il bastone bianco. A 45 anni, come donna sicura di sé e equilibrata, così almeno si diceva di me, provai, ricorrendo al bastone bianco, a spiegare a me stessa ciò che fino ad allora aveva continuamente cercato di spiegare a tutti quanti salvo che a me stessa. Dovetti insomma svelare ciò che fino a quel momento avevo cercato di nascondere, io e il mio handicap dovevamo darci la mano. Un lavoro che durò molto. Oggi uso il bastone bianco di notte, in zone che non conosco bene; il bastone mi accompagna però dappertutto, ben sistemato nella mia borsa, sempre a portata di mano e decorato con qualche pietruzza luccicante per poterlo accettare e considerare «mio» personale. Ora che ho finito gli studi e che comincio a orientarmi in una parrocchia, le sfide quotidiane sono del tutto diverse, ma sempre in relazione con i miei limiti. Affrontandole riesco a conoscere meglio non solo l’ambiente che mi circonda, ma anche me stessa. Nel mese di gennaio scorso mi è successo di perdermi in una strada secondaria di Rüfenacht. Era una sera nebbiosa e l’illuminazione del marciapiede, di solito buona, a causa delle particolari condizioni meteorologiche era 38 Giornale Retina Suisse 2/2002 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 39 molto offuscata. Nonostante usassi il bastone bianco non riuscivo più ad orientarmi. Quello che avevo più volte esercitato assieme all’insegnante di mobilità, nella fitta nebbia non mi riusciva più. Svoltai troppo presto in una strada laterale e dopo ca. 30 metri non riuscii più a capire cosa fosse dietro e cosa davanti. Seguendo il bordo del marciapiede riuscii infine a ritrovare la strada principale. Alcuni ragazzi che conoscevo (facevano parte del gruppo che preparavo alla confirmazione) se ne stavano all’angolo delle due strade e chiacchieravano, Notarono che ero in difficoltà e mi chiamarono chiedendomi se potevano aiutarmi. Quelli, che a dottrina avevo conosciuto come un gruppo di ragazzotti renitenti e pronti ad opporsi a tutto, si rivelarono servizievoli e gentili. Nella lezione successiva li ringraziai e uno dei giovanotti che mi aveva aiutato biascicò: «Non avrei mica aiutato chiunque». Negli scorsi mesi ho fatto dei grandi passi avanti, ho imparato che il tacere e nascondere non provoca altro che sofferenze interiori. Ho imparato che onestà e chiarezza nei confronti dell’handicap facilitano la vita di tutti i giorni. Mi sono rallegrata delle numerose reazioni dei parrocchiani a un mio articolo apparso sul bollettino parrocchiale. Oltre a un breve curriculum vitae avevo anche menzionato la malattia progressiva degli occhi che limita fortemente la mia capacità Giornale Retina Suisse 2/2002 39 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 40 visiva e scritto che da qualche tempo usavo il bastone bianco per potermi orientare meglio e sentirmi più sicura quando ero in giro in una zona che non conoscevo. Avevo anche fatto notare che a causa della mia vista carente mi capitava di non riconoscere immediatamente le persone che incontravo e che quindi magari non salutavo. E avevo pregato i parrocchiani di rivolgermi loro la parola perché ero grata di questo modo spontaneo e naturale di prendere contatto. Questo mio modo di affrontare l’handicap ha suscitato impressioni positive in molta gente. Questo mio modo di fare non è però nato dal nulla. Tutti noi sappiamo che è il risultato di una riflessione pluriennale su sé stessi e sulla propria vita. È questo un processo che dobbiamo portare avanti per dare forma alla nostra vita in modo che sia appagata. In questo processo possiamo contare sull’aiuto di molte persone, in particolare sull’insegnante di mobilità e orientamento, sulle collaboratrici e sui collaboratori delle biblioteche specializzate e dei servizi di consulenza, sui molti monitori dello sport handicap, sulle persone che addestrano i cani guida e su quanti sono impegnati nella ricerca. Questa è solo una parte di ciò che ci aiuta a organizzare la nostra quotidianità in modo pratico e sensato. Vorrei cogliere l’occasione per dire grazie di cuore. E chissà se forse la ricerca non troverà un giorno un rimedio per 40 Giornale Retina Suisse 2/2002 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 41 quella malattia con cui dobbiamo convivere tutti i giorni. Fino allora però dobbiamo affrontare la quotidianità così come è con una RP. E se la ricerca sfonderà, la nostra vita cambierà. Come e quando però non lo sappiamo... Io non lo so, noi tutti non lo sappiamo e allora ci tocca convivere CON la RP, oggi e anche domani, ma senza perdere di vista la speranza. Per me la speranza significa riuscire a condurre una vita appagata, una vita dinamica, una vita nonostante e con la RP, una vita che non esclude l’incontro, una vita meritevole d’essere amata, una vita da cogliere come opportunità e da gustare con ogni fibra del corpo. Perché il nostro Creatore ci ama e ci accetta così come siamo. Grazie per l’attenzione. Conferenza tenuta all’AG 2002 di Retina Suisse Giornale Retina Suisse 2/2002 41 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 42 Wolfgang Berger nuovo professore all’Uni di Zurigo Dal 1. maggio 2002 Wolfgang Berger è professore ordinario di genetica molecolare all’Università di Zurigo Wolfgang Berger (1959) ha studiato biologia all’Università Ernst Moritz Arndt di Greifswald nella ex-Germania dell’Est (RDT). Ha continuato la sua attività fino al dottorato presso l’Istituto centrale di biologia molecolare dell’Accademia delle scienze della RDT. Nel 1989 conseguiva il dottorato e negli anni 1990-1995 faceva un «postdoc» presso il Dipartimento di genetica umana dell’Università di Nimega (NL). Nel 1995 è responsabile di un gruppo di ricerca dell’istituto Max Planck di genetica molecolare a Berlino-Dahlem. Nel 1999 ottiene l’abilitazione e nel 2000 l’autorizzazione all’insegnamento della genetica umana. A livello internazionale Wolfgang Berger è uno dei più rinomati specialisti di genetica umana nel settore delle affezioni oftalmologiche ereditarie. Nel 1997 Berger ottenne il premio di ricerca dell’Associazione tedesca di retinite pigmentosa e di Retina Suisse. In: Uni-Journal 2/02 Zurigo 42 Giornale Retina Suisse 2/2002 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 43 L’albo 1. Più luce sul display del telefonino In tutti i telefoni cellulari, fatta eccezione per gli Ericsson, si può fare un adattamento e illuminare lo sfondo del display in bianco e non nell’abituale grigio. In tal modo le cifre e le lettere risaltano meglio. Si può richiedere questa prestazione, che costa ca. CHF 75.– più le spese di spedizione, a FIXTRONIC, Chemin de Sonressert 7, case postale 91, 2016 Cortaillod. Tel. 032 841 73 74, Telefax 032 841 73 75, E-Mail: [email protected]. Internet www.fixtronic.com. (Info UCBA no. 123/juin 2002) 2. Vigore, fiducia, coraggio e sensibilità nei piedi. Il golf quale terapia e sport per persone con handicap visivo? In Inghilterra, Scozia, Canada e Giappone è cosa del tutto normale che persone con una grave limitazione della vista, dovuta a malattia di Usher, RP o degenerazione maculare giochino al golf. E noi sappiamo per esperienza che può funzionare bene. Cogliamo l’occasione per mostrarvi come persone cieche e ipovedenti siano senz’altro capaci di colpire la pallina e di infilarla nella buca. Giornale Retina Suisse 2/2002 43 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 44 Noi stessi abbiamo un handicap visivo (RP e degenerazione maculare) e giochiamo a golf, chi da poco, chi da svariati anni. Comune a tutti è il grande divertimento che ci offre la pratica di questo sport. Il golf rappresenta una nuova sfida che ognuno può affrontare e vincere. Il golf significa integrazione nella società dei vedenti, ma anche riconoscimenti e ammirazione. Il fatto di muoversi all’aperto, a contatto con la natura, ci ridà una certa libertà e migliora la qualità di vita. Vogliamo aiutarvi e incoraggiarvi a tentare il golf, sia come terapia sia come sport. A metà del 2001 abbiamo fondato il Club tedesco dei giocatori di golf ciechi. Fino a 5 anni orsono rifiutavo categoricamente il golf perché lo ritenevo uno sport troppo costoso e impraticabile per ciechi e ipovedenti. Nel frattempo mi sono liberato definitivamente di tali pregiudizi. Il Club intende mostrare che il gioco del golf rappresenta un’ulteriore alternativa per passare il tempo libero con un compagno o un congiunto. Ci siamo dati il compito di accompagnare nei primi mesi e anni quanti vogliano dedicarsi al gioco del golf. Mettiamo a disposizione l’attrezzatura, predisponiamo le lezioni per il giocatore e la persona che lo accompagna, trattiamo con il club locale e organizziamo delle unità di training specifiche. La mia propria esperienza di 44 Giornale Retina Suisse 2/2002 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 45 giocatore di golf mi ha restituito una bella dose di qualità di vita, sono in grado di muovermi senza paura all’aperto, l’integrazione nel mondo dei giocatori vedenti funziona perfettamente, questo sport mi diverte e mi dà gioia. Vale veramente la pena di provare. Il golf è sport e terapia e lo si può imparare ad ogni età, indipendentemente dall’affezione visiva (RP, degenerazione maculare o Usher). Chi fosse interessato non esiti a chiamarci. Il recapito è: Ivars Weide, 59425 Unna, Am Alten Schacht 22, telefono 02303/6 24 61, E-mail [email protected] oppure Gerhart Stark (presidente del Club tedesco dei giocatori di golf ciechi). (In Retina-Aktuell, 4/2001) 3. Catalogo UCBC dei mezzi ausiliari È uscito in francese e tedesco il nuovo Catalogo UCBC dei mezzi ausiliari. Vale la pena di consultarlo. Lo si può ordinare presso l’UCBC a San Gallo. L’indirizzo è: UCBC, Ressort Hilfsmittel, Schützengasse 4, 9001 San Gallo. Tel. 071 223 36 36, fax 071 222 73 18. E-mail [email protected] Giornale Retina Suisse 2/2002 45 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 46 Embrioni e cellule staminali «Embrioni e cellule staminali» – Informazioni e domande per un dibattito è un opuscolo interessante e informativo che dà molte indicazioni sul tema delle cellule staminali. Un utile Glossario aiuta i non addetti a fare «ordine» nel vasto campo dei concetti. L’opuscolo è edito dalla Fondazione Science et Cité. Dialogo tra scienza e società. La Fondazione Science et Cité, costituita nel 1998, promuove il dibattito costruttivo, la comprensione reciproca e l’interazione tra scienza e società, parallelamente alla procedura di consultazione sulla nuova «Legge federale concernente la ricerca sugli embrioni e le cellule embrionali staminali» (Legge sulla ricerca embrionale EFG)» la Fondazione è stata incaricata dall’Ufficio federale della sanità pubblica e dall’Aggruppamento per la Scienza e la Ricerca, di garantire un dibattito pubblico attorno al tema della ricerca su cellule staminali. Science et Cité è affiancata dai seguenti enti sostenitori: alliance F (Alleanza delle società femminili svizzere), Appello di Basilea contro la tecnologia genetica, Commissione nazionale d’etica in materia di medicina umana (CNE), Accademia Svizzera delle Scienze Mediche (ASSM), Fondo 46 Giornale Retina Suisse 2/2002 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 47 Nazionale Svizzero per la promozione della ricerca scientifica, come pure il Centro per la valutazione delle scelte tecnologiche (TA-Swiss) presso il Consiglio Svizzero della Scienza e della Tecnologia (CSST). L’opuscolo è uscito in italiano, tedesco e francese e si può richiedere gratuitamente alla Fondazione Science et Cité, Marktgasse 50, CH-3011 Berna. Tel.: +41 31 313 19 19, fax: +41 31 313 19 18, E-mail: [email protected]. Homepage: www.science-et-cite.ch A proposito di... In India per fare yoga Da otto anni frequento un corso di yoga a Berna. Faccio hatha-yoga specialmente perché esercito una professione sedentaria. Durante le lezioni facciamo esercizi fisici (Asanas). Lo yoga favorisce il rilassamento, la concentrazione, l’elasticità dei movimenti e mi aiuta a conoscere meglio il mio corpo. Alla fine di ogni lezione meditiamo. Da tempo era mio desiderio fare yoga nel paese d’origine di questa disciplina, l’India. Accettai perciò con entusiasmo la proposta della mia inGiornale Retina Suisse 2/2002 47 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 48 segnante di yoga di fare un viaggio a Goa. In occasione di un pomeriggio informativo feci la conoscenza della coppia organizzatrice e di un altro partecipante. Li informai che avevo una retinite pigmentosa e tutti mi assicurarono il loro appoggio nel buio. Per i casi d’emergenza (p.es. una panne dell’erogazione elettrica) presi con me una lampadina a pile. La nostra piccola comitiva, eravamo cinque persone, trovò subito una buona, simpatica intesa. Il mattino frequentavamo un corso di yoga con un insegnante indiano. Per noi svizzeri quest’uomo doveva avere circa 40 anni, ma con nostra grande sorpresa ci disse che ne aveva 55 – a riprova che lo yoga mantiene giovani. All’inizio di ogni lezione facevamo «il saluto al sole», un noto esercizio di yoga nel quale tutte le parti del corpo sono attivate. Apprezzavamo particolarmente di poter fare le lezioni all’aperto, sul prato davanti all’albergo. Tuttavia, anche all’ombra la temperatura oltrepassava i 30 gradi e noi sudavamo. Finora avevo sempre fatto fatica a fare gli esercizi d’equilibrio – un fenomeno confermatomi anche da altre persone con handicap visivo. Esso è infatti collegato con la vista, in particolare con la perdita di campo visivo alla periferia. Faccio fatica a stare in piedi a lungo su una gamba sola e a tenermi in equilibrio. Nelle lezioni di yoga in 48 Giornale Retina Suisse 2/2002 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 49 Svizzera mi aiutavo appoggiandomi alla parete con una mano. Fu una vera gioia constatare che in India le cose andavano molto meglio. Facevamo ogni giorno l’esercizio dell’«albero»: stavamo in piedi su una gamba sola con l’altra gamba piegata e la pianta del piede sulla coscia. Con gli occhi fissavamo punto per terra davanti a noi e portavamo in alto entrambe le mani fino ad unirle sopra la testa, stando così in equilibrio per un po’ di tempo. Di pomeriggio facevamo delle gite, visitavamo dei mercati e ci facemmo fare dei massaggi Ayurveda. Apprezzavamo molto la cucina locale con i suoi squisiti piatti piccanti. Le mucche sacre che passeggiavano sulla strada indisturbate non finirono di stupirci, là le chiamavano anche «indian policemen» (poliziotto indiano). L’invito della nostra guida turistica indiana a cenare con la sua famiglia e una visita a Mumbai (Bombay) completarono il nostro viaggio. Dall’India ho riportato a casa tutta una serie di impressioni, in particolare su ricchezza e povertà nonché la constatazione, sorretta dall’esperienza concreta, che per ottenere un buon risultato occorre esercitarsi in continuazione. È ovvio che anche il fatto di essere in vacanza, il contatto diretto con la terra e la simpatica atmosfera nella nostra comitiva hanno contribuito alla buona Giornale Retina Suisse 2/2002 49 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 50 riuscita dell’impresa. Tra l’altro devo dire che gli esercizi d’equilibrio ora mi riescono meglio anche in Svizzera. In futuro vorrei recarmi in viaggio nell’India settentrionale. Brigitte Hübschi 50 Giornale Retina Suisse 2/2002 J2002_2I_Inh 04.04.2003 18:49 Uhr Seite 51 Le date da ricordare • Settembre – Retina Week 2002 • 19.10.2002: Incontro del gruppo regionale di Berna (visita alla scuola per cani-guida di Allschwil) • 16.11.2002: Incontro del gruppo regionale della Svizzera italiana a Lugano • 30.11.2002: Incontro dei giovani a Berna (tema informatica e Internet) • 07.12.2002: • 05.04.2003: Azione Telethon 2002 ottobre: Assemblea generale ordinaria di Retina Suisse a Berna Giornale Retina Suisse 2/2002 51