1 diritto diparola Associazione Multietnica Via Premuda 17 - Monza Mb Tel. 039.2731.258 - [email protected] scuola di italiano per migranti 2012 • 2013 3 S iamo orgogliosi della nostra scuola di italiano. Non so se insegnare la lingua a cittadini e lavoratori migranti fa parte della missione di un sindacato. Francamente mi interessa poco: credo che mettere a disposizione di persone “trapiantate” di necessità in un paese diverso, molto diverso, un luogo di aggregazione, di scambio, di confronto, di crescita e di apprendimento sia un’operazione giusta. Per un sindacato andare incontro, stabilire una relazione, supportare uno sforzo difficile di integrazione credo sia un valore. Non strumentale. Coerente con la scelta di stare da una parte, di affiancare il diritto, di aiutare le fasce più deboli della popolazione. Dentro questa scuola c’è molto: un’idea di condivisione e di mutualità che mi piace e che credo utile alla nostra società, al nostro territorio. A maggior ragione se gli esiti sono assolutamente gratificanti: il progetto dell’Associazione Diritti Insieme si consolida, cresce. Le persone che frequentano la scuola, il numero dei corsi, il numero dei volontari che reggono l’esperienza aumentano, al secondo anno. Stampare un fascicoletto con le valutazioni degli operatori impegnati e soprattutto con le voci di chi sta “imparando l’italiano” è il giusto riconoscimento di un lavoro per certi versi attento e professionale, per altri partecipato, ricco di coinvolgimento, di espressione di sé. C’è tutto un mondo che vuole proporsi alla nostra attenzione, che vuole farsi conoscere ed apprezzare. Che in questi testi si riconosce e che li offre come parte della propria esperienza, della propria vita. Quest’anno la Camera del Lavoro di Monza e Brianza compie centoventi anni. Tra le prime iniziative che nel 1983 vennero assunte dalla Camera del Lavoro ci fu quella di allestire corsi per insegnare ai lavoratori a leggere e a scrivere. Certo. Come facevano, allora, i lavoratori a difendersi, se non avevano voce, non avevano strumenti culturali per capire, per interpretare le cose che di loro venivano scritte? Come facevano a leggere una busta paga, a confrontarsi con le parole dei padroni se non avevano parole? Se nel 2013 ci sono fasce di lavoratori che hanno bisogno di acquisire gli strumenti, le parole, di un’altra cultura e di un’altra lingua per difendersi o proporsi, bene, costruiamo i luoghi dove questa voce la possano trovare e far sentire. Un grazie di cuore agli organizzatori, ai responsabili, agli operatori, ai volontari di questa scuola: finchè ce ne sarà bisogno loro sono una straordinaria risorsa per questa società. Sono un valore per la CGIL. Grazie. Maurizio Laini 4 Luciana Spagnoli (Presidente Associazione Diritti Insieme) P er il secondo anno consecutivo siamo arrivati alla fine del nostro “anno scolastico” con molta soddisfazione. Abbiamo potuto avvalerci della collaborazione di persone motivate che hanno accompagnato gli studenti con molto impegno per tutti questi mesi. Gli studenti anche quest’anno provenivano da numerosi paesi e abbiamo così potuto interagire e far interagire diverse culture. Abbiamo iniziato una prima cooperazione con il ctp di Desio e proprio in questi giorni quattro nostri studenti si sono presentati all’esame e lo hanno superato con successo. In qualità di presidente dell’associazione ringrazio tutte le persone che ci hanno permesso di portare avanti questo progetto e naturalmente il “preside” e il “vicepreside”. 5 Bruno Ravasio (responsabile progetto Diritto di Parola) N ella prima settimana di giugno si è concluso il secondo ciclo di lezioni di italiano per migranti programmato dall’Associazione Diritti Insieme. Dopo il successo della fase sperimentale dello scorso anno, la scuola si è strutturata in due quadrimestri. Il primo da fine settembre 2012 a gennaio e il secondo da febbraio a giugno 2013. Un vero e proprio “anno scolastico”. Le classi sono state divise per corsi A1 e A2, secondo la classificazione europea per l’apprendimento della seconda lingua. Il livello A1 riguarda i principianti assoluti, il livello A2 la conoscenza minima per il test necessario all’accordo di integrazione e il permesso di soggiorno di lunga durata. Sono state tuttavia accettate persone totalmente analfabete anche nella propria lingua. I corsi si sono svolti nei giorni di martedì, mercoledì e giovedì, con turni sia al mattino che al pomeriggio. Si è svolto anche un turno serale dalle 19 alle 21 ogni mercoledì grazie alla disponibilità di tre giovani volontari. Alcuni dei partecipanti ai corsi di A2 hanno sostenuto il relativo test di esame presso il ctp di Monza o quello di Desio (con il quale l’Associazione Diritti Insieme ha stipulato una convenzione) con ottimi risultati. Davide, che aveva partecipato come volontario ai corsi dello scorso anno, quest’anno ha organizzato tutti i sabati e tutte le domeniche un corso specifico per l’apprendimento dell’italiano finalizzato ai “quiz” dell’esame di teoria per la patente. Ai corsi hanno partecipato complessivamente più di cento persone di diverse provenienze: Cina, Marocco, Bangladesh, Albania, Romania, Ucraina, Perù, Argentina, Ecuador, India, Indonesia, Senegal, Togo, Bolivia, Filippine, Mali, Sudan. Insomma, la scuola si è sviluppata in un vero e proprio laboratorio in cui la lingua italiana è stata occasione di scambio di conoscenze fra i diversi mondi di appartenenza. Questo, del resto, è lo scopo del nostro progetto: favorire, in un ambito come quello della Cgil che già offre servizi e tutela, un luogo di interazione (preferiamo anche noi, con don Ciotti, questo termine a quello di integrazione) fra la nostra cultura e le altre che ormai appartengono all’Italia. Pubblichiamo di seguito alcune testimonianze dei volontari che hanno sostenuto il peso delle lezioni e i “compiti” dei nostri allievi. Sono compiti che correggiamo collettivamente in classe mantenendo tuttavia integro il significato originale. Li abbiamo classificati per argomento e ci pare che emerga il vissuto di chi ha nostalgia del proprio paese, qualche volta anche esperienze drammatiche, le difficoltà a vivere in un altro paese, ma anche la voglia di normalità, di sentire il nuovo paese come un paese amico. E per, questo, come dice Tito, si viene a scuola per “capire la lingua italiana più meglio”. Infine, sono doverosi alcuni ringraziamenti: Alla Cgil di Monza e Brianza, che ha attrezzato una apposita aula con tanto di computer e proiezione su schermo che ampliano tantissimo le possibilità didattiche; Alla Fiom, per aver messo a disposizione lo spazio per la nuova aula e per la pazienza con cui a volte sopporta il “rumore” delle nostre lezioni, A tutti i volontari. Agli storici Roberto, Federica, Francesca, Davide, Lucia quest’anno si sono aggiunti Matteo, Lorenzo, Anna, Raffaella, Dilli, Valentina, Luciano e Mariuccia. A Mosaraf, che tiene tantissimo a questa scuola e fornisce tutto il servizio logistico. A tutti gli studenti, che ci danno molto più di quanto ricevono. 6 I Volontari del “Corpo Insegnante” n Matteo Il corso serale di Lingua italiana per stranieri si svolge ogni mercoledì dalle 19 alle 21. Vi partecipano studenti di tutte le età che, per motivi di lavoro o di studio, non possono frequentare le lezioni mattutine e pomeridiane. Il grado di alfabetizzazione degli iscritti è vario, quindi gli insegnanti Anna, Lorenzo e Matteo hanno deciso di formare tre piccoli gruppi in cui collocare gli allievi, così da facilitarli nell’apprendimento. Nei livelli A0 e A1 ci si concentra maggiormente sull’oralità e sulle situazioni quotidiane, come ad esempio lo studio di verbi da utilizzare per andare in posta a pagare le bollette o al supermercato a fare la spesa. Nel gruppo A2 si approfondiscono le coniugazioni e la terminologia, si leggono testi estesi e se ne commenta la comprensione. In entrambi gli ambiti si cerca inoltre di stimolare gli studenti a scrivere e a leggere, da singole parole a frasi più articolate, correggendo la pronuncia di fonemi nuovi e difficili, soprattutto per chi appartiene a culture linguistiche extraeuropee. Ma l’apprendimento della lingua non è l’unico obiettivo del corso: la propensione all’integrazione e al reciproco confronto è stimolata dallo scambio di ricette culinarie, storie e favole, curiosità su usi e costumi e sulle tradizioni di ogni paese. In particolare, in occasione della Festa della Liberazione del 25 aprile, dopo aver spiegato il significato della giornata, ogni studente ha raccontato un avvenimento fondamentale per la storia della propria nazione d’origine. Dunque, grazie all’inesauribile entusiasmo degli allievi, che partecipano con regolarità e simpatia agli incontri, anche gli insegnanti hanno l’opportunità di avvicinarsi a culture diverse e, magari, di imparare qualche parola in bengalese! n Davide Il secondo modulo del corso di facilitazione per la comprensione del manuale per il conseguimento della patente B sta per concludersi. E’ stata una grande soddisfazione constatare l’assiduità delle presenze e il livello di preparazione dei ragazzi, tenendo conto che la maggior parte di essi lavorava tutta la settimana e poi dedicava il sabato e la domenica mattina all’apprendimento di questa materia. Io penso che un buon numero di questi ragazzi potrebbe recarsi direttamente alla motorizzazione civile e sostenere con successo l’esame di teoria. Ritengo sia un progetto da portare avanti anche il prossimo anno e, se possibile, allargare il progetto anche a altre sedi. 7 n Raffaella Quando, sulla News Letter della Cgil, ho letto che cercavano volontari per insegnare italiano agli stranieri, mi sono detta perché no… prova, insegnare ti è sempre piaciuto… A dire il vero all’inizio ero piuttosto preoccupata perché un conto è lavorare con i preadolescenti e un altro è lavorare con gli adulti. A parte usi e costumi differenti o somiglianti, sono il loro vissuto (per alcuni tragico) e le loro storie personali, che mi hanno aperto una finestra su un mondo che sapevo esistesse e che solo in parte conoscevo, ma che oggi è diventata un’esperienza viva perché fatta di persone con una faccia che esprime le emozioni del loro percorso di vita spesso non facile. La voglia incredibile che hanno di integrarsi e la capacità di imparare in tempi stretti, sono state per me uno stimolo ad aggiornarmi su leggi, esercizi e perché no, anche ad un ripasso della grammatica italiana. Di grande importanza è per loro riuscire a ottenere la carta di lungo soggiorno per cui temo di avere notevolmente asfissiato chi, molto meglio di me, sa come muoversi in questo ambito. Che altro dire? E’ di sicuro stata un’esperienza divertente, impegnativa, a volte un po’ stressante…. Grazie a chi mi ha permesso di viverla! Raffaella n Dilli Devo dire di avere fatto con voi delle scoperte curiose e interessanti negli ultimi sei mesi, me ne viene in mente una adesso, fra le tante, una cosa che magari potrà sembrare una sciocchezza ma che forse non lo è mica tanto. Un giorno, durante l’intervallo, stavo per farmi un caffè alla macchinetta quando mi è cascata per terra una monetina. Non ricor- 8 do chi avevo vicino ma, quando è caduta, qualcuno dei ragazzi mi ha detto: “Fermati, lasciala lì, vedrai che poi crescerà “una pianta con i soldi”. Al che ci siamo messi tutti a ridere e ci siamo detti: ma anche voi la sapete questa storia? Beh, io proprio non me l’aspettavo che anche in Cina o in Bangladesh o non so dove si sapesse della pianta con i soldi, ho sempre pensato che questo detto fosse stato inventato da mia nonna. E’ bello il rapporto che si è creato con i ragazzi, è bello mescolare le culture, ricordo una frase presa da un libro di Tabucchi: la mescolanza è il sale della terra. Ma con i tempi che corrono….. Ho messo insieme un po’ delle mie forze e del mio entusiasmo, che era molto, molto calato, per fare qualcosa di concreto, nella speranza che il mio microscopico contributo possa essere oggi un tassellino utile a sviluppare una cultura di pace, di giustizia, di solidarietà e di rispetto. Soprattutto nella speranza che il nostro povero, vecchio, disastrato mondo domani possa essere migliore. n Luciano Su invito di Bruno ho iniziato da gennaio a partecipare alle lezioni di italiano per stranieri che impartivano lo stesso Bruno ed un avventuroso Roberto. Non avevo e non ho una preparazione adeguata in merito, perciò ho trascorso tutto il tempo presente alle lezioni a dare una mano come ad esempio annotare le presenze, tentare collegamenti con Francesca (spesso altrove impegnata), riportare i compiti degli allievi sulla lavagna del computer. Ascoltando i commenti di Bruno e Roberto fuori onda ho percepito la passione che li avvolge nello svolgere questo compito di rilevante valore umano e sociale. Anche la piccola problematica che accompagna ognuno di questi ragazzi – più femmine che maschi – diventa una questione personale che, ove ne ricorrono le possibilità, va affrontata e risolta. Ad onor del vero non credo di possedere le necessarie propensioni per affrontare così come loro due sanno fare l’onere di impartire una conoscenza della lingua italiana che non è solo una sommatoria di regole grammaticali e lessicali da mandare a memoria e praticare negli esercizi che di volta in volta vengono loro assegnati, ma anche un coinvolgimento nelle vicende che quotidianamente devono affrontare nei rapporti che intessono con le altre persone con cui vengono in contatto. Roberto, serio e irremovibile dove necessita durante la lezione, riesce sempre a trovare il momento per una battuta, una scenetta comica in cui non ha problemi a porsi come soggetto su cui fare ricadere le piccolezze di una vita quotidiana piena di punti persi e di compromessi, il tutto al fine di allentare la tensione che immancabilmente si crea nel momento di attenzione continua durante la lezione. L’aspetto particolare di Bruno è che sa sempre tutto o quasi. Accenna a termini inglesi, francesi e naturalmente a particolari espressioni della lingua italiana. Faccio attenzione alle volte a verificare la correttezza di quanto afferma per tentare di prenderlo in castagna ma non mi ricordo di un momento in cui ciò sia accaduto. Anzi frequentando questo corso mi sovvengono regole riguardanti la lingua italiana oramai dimenticate o forse mai neanche affrontate nei miei studi. Spero che quel poco che sto facendo risulti in qualche modo utile agli insegnanti e ai ragazzi. Grazie a tutti. 9 n Valentina Quest’anno ho partecipato come volontaria al corso di italiano per stranieri - Diritti Insieme della CGIL di Monza, affiancando gli insegnanti durante le lezioni. Leggendo sul sito della CGIL, ero rimasta colpita dai racconti gioiosi dei ragazzi che avevano partecipato al corso l’anno precedente e ho deciso che anch’io volevo farne parte. Alle lezioni ho trovato voglia di collaborare per raggiungere un obiettivo, che non è solo la conoscenza della lingua italiana, ma voler utilizzare questa conoscenza per poter vivere in Italia integrandosi al meglio. Le nazionalità rappresentate sono molteplici così come i livelli di preparazione pregressi, ed è stato emozionante vedere i miglioramenti di ciascun alunno, già da una settimana con l’altra! Il clima amichevole ha reso questa mia esperienza ancora più ricca, perché mi ha permesso di condividere tradizioni e realtà differenti dalla mia. Ho visto anche persone timide a causa delle difficoltà nella comprensione linguistica essere fiere del loro percorso e dei progressi ottenuti ed è stato bello poterne gioire insieme. Grazie ai ragazzi e agli insegnanti. 10 Gli studenti La vita precedente n Hoshneara (Bangladesh) Quando sono nata faceva caldo perché era estate. Il giorno era giovedì e sono nata alle ore 21.30. Mio padre e mia madre mi hanno dato il nome “Beauty”, perché significa “Bella”. Appena nata pesavo 2 chili e 800 grammi. Da piccola ero una bambina tranquilla e carina, dolce e magra. Io da piccola andavo a scuola, la maestra era molto simpatica, gentile e spiegava tanto bene. Nelle vacanze andavo dai nonni e dagli zii che abitavano in un’altra città. Quando andavo da loro giocavo con i cugini, le sorelle e i fratelli. Giocavamo a nascondino, a “ce l’hai”, saltavamo con la corda, a Badminton e con le bambole. n Armela (Albania) Io sono nata in estate, nel mese di Luglio. Per i miei genitori è stata una gioia molto grande, perché loro avevano il primo figlio maschio, e dopo 5 anni arrivava la femmina. Mi hanno detto che sono stata una bambina molto tranquilla e ordinata. Quando andavo all’asilo nido, i bambini mi morsicchiavano e questo per la mia mamma era una disperazione. A quei tempi quasi tutti i genitori lavoravano. Ci portavano all’asilo dalle 6:30-7:00 fino alle 16:00-18:00. Passavamo tante ore all’asilo. Quando andavo a casa giocavo con mio fratello, i giochi femminili, con le bambole ecc. Mi piaceva fare la dottoressa per i miei parenti. Visitavo con cose casalinghe. Crescendo cambiavano anche i giochi. La nostra generazione (a parte la situazione economica) ha avuto la fortuna di crescere in una società molto diversa da quella di oggi. Eravamo molto uniti, liberi e senza paura. Giocavamo nei quartieri, in cortile fino a tardi (specialmente in estate). Ricordo che quando giocavo con altri bambini, giocavo a nascondino, con la corda, con la palla, un gioco che si chiamava “REZERVASH”, dove c’erano 3 o più ragazze. 2 restavano un po’ a distanza e le altre in mezzo. Obiettivo era che la palla che le due ragazze si lanciavano non doveva toccare quelle in mezzo, altrimenti si andava fuori e aspettavi il turno. Un altro gioco era “BIZ”. Lo facevamo con un pezzo di legno, preso dalla scopa, mettevamo sulla punta un chiodo piccolo e si giocava in un terreno morbido. Obiettivo era che dopo i movimenti della mano con posizioni diverse il chiodo si puntava diritto nell’erba. Mi piaceva anche fare le case in giardino con le cose che trovavo. Poi da piccola ho imparato a ricamare e questo lo facevo spesso in estate. Insomma adesso che sono adulta dico, che è bello essere piccoli e specialmente quando ricevi tanto amore e tranquillità. 11 Nella nostra infanzia, io e più o meno tutti in generale ci accontentavamo di più, giocavamo di più, eravamo molto ubbidienti e rispettosi, anche se avevamo meno giochi di quelli che esistono oggi. n Martha (Bolivia) Io sono nata in Bolivia il 22 marzo 1969 nella città di Cochabamba. Da piccola mi piaceva giocare alla commerciante e un po’ all’insegnante. A 14 anni ho cominciato a lavorare. Quando avevo 17 anni e fino a 25 ho insegnato nella scuola primaria. n Hasan (Bangladesh) Sono nato il 15 feb. 1987 Sono andato a scuola dai 5 ai 21 anni. Quando ero piccolo giocavo a Lodo e a Calcio. Sono venuto in Italia il 23 gen. 2012. Sono stato disoccupato per 4 mesi. Dopo ho trovato un lavoro. Fra 3 anni andrò al mio paese e incontrerò i miei genitori. n Carmen (Bolivia) Io sono nata il giorno 2 febbraio 1954, a Cochabamba, provincia di Totora. Sono la terza figlia, il primo e il secondo dei miei fratelli sono maschi. Da bambina mi piaceva giocare alla cuoca. Preparavo il pranzo con un’altra bambina. Aiutavo la mia mamma con mia sorella più piccola. Sono cresciuta e mi sono sposata. 12 L’arrivo n Albatour (Mali) Io mi chiamo Albatour e vengo dal Mali. Quando sono arrivata in Italia avevo 19 anni, adesso ho 20 anni. La mia storia è questa: ero andata in Libia ma dopo un mese è arrivata la guerra civile. Subito dopo tutti i confini sono stati chiusi. Nessuno poteva entrare e nessuno poteva uscire. La guerra della Libia è stata difficile. Mio marito era nel deserto e in quel tempo io ero da sola a Tripoli. Quando è tornato i soldati una notte hanno rotto la nostra porta, sono entrati nella casa, hanno picchiato mio marito sull’anca, gliel’hanno rotta e hanno preso tutti i soldi. Cadevano le bombe e la gente moriva come pesci. Poi alcuni soldati sparavano. Quando le bombe scoppiavano tutte le case vicine cadevano sulla gente. Quella mattina siamo andati al mare, siamo saliti sulla barca e loro ci sparavano ancora. Abbiamo fatto sei giorni sul mare senza acqua, senza mangiare, senza niente. La gente beveva acqua dal mare e vomitava. La nostra barca era rotta e adesso la gente piangeva e continuava a vomitare. Poi sono arrivati gli italiani con l’elicottero sopra le navi grandi che hanno salvato la nostra vita. Non so come ringraziare tutti gli italiani che ci hanno dato questa grande speranza. Siamo arrivati a Lampedusa, poi a Manduria e infine a Monza. Quando siamo arrivati a Monza hanno fatto la festa per noi e è stata una esperienza incredibile. A Monza hanno organizzato per insegnare l’italiano, venivano in casa a fare italiano. Poi abbiamo dovuto andare all’asilo notturno in via Raiberti 4 e c’era una signora che si chiama Anna e lei ci ha detto: venite a fare italiano. C’era anche un ragazzo che si chiama Walter e abbiamo cominciato a fare italiano lì. Poi siamo venuti a questa scuola che si chiama Cgil Monza, hanno scritto i nostri nomi, hanno detto venite a fare scuola, ci hanno dato i libri, i quaderni, le matite, le penne e i primi maestri che sono entrati in questa aula si chiamano Bruno, Roberto, Francesca e Davide. Quando sono andata alla scuola della Cgil non parlavo l’italiano poi loro con esperienza hanno insegnato italiano dall’inizio. Dopo un anno ho avuto una bambina che si chiama Rukaya Glis e questa è la mia storia. Grazie a tutti quelli che hanno organizzato questa bella esperienza della scuola della Cgil. n Singh (India) Il primo aprile 2008 alle otto e mezzo sono arrivato a Malpensa in Italia. Ero molto contento perché ho visto mia zia, mio zio, mio cugino e mia cugina dopo cinque anni. Poi noi siamo andati a casa. Il giorno dopo io e mio cugino siamo andati in questura. A Milano ho visto la piazza Duomo, molto bello! Mi è molto piaciuto. Poi siamo andati a Milano centrale e abbiamo passato una giornata in Italia. Poi ho visto il parco di Monza, bellissimo e tanto grande. Là ho visto la pista dell’autodromo. Ho passato una settimana in Italia e ho cercato un posto di lavoro in una scuderia a Vedano al Lambro. Pian piano il tempo è passato: quattro anni . 13 n Hoshneara Sono venuta in Italia 6 anni fa. Il giorno era un venerdì e faceva molto caldo perché era estate. Quando sono arrivata sono andata a Busto Arsizio con mia figlia e mio marito perchè lì mio marito aveva comperato una casa e ci siamo rimasti nove mesi. Poi, però, ci siamo trasferiti a Monza perché mio marito lavorava a Brugherio ed era molto lontano da Busto Arsizio. Dopo due anni è nato mio figlio. La prima vacanza che abbiamo fatto è stata a Firenze. Poi siamo andati a Pisa, Venezia, Roma, Como, Lecco, Milano, San Marino, Rimini, Gardaland, Bergamo. Abbiamo visitato anche altre nazioni come Svizzera, Francia e Parigi. Adesso mio marito lavora a Cambiago, ma noi abitiamo sempre a Monza. n Martha Il giorno che sono partita da casa mia ero molto agitata. Nell’aeroporto di Malpensa peggio ancora perché non sapevo neanche una parola della lingua italiana. Comunque sono uscita da quel posto a cercare la fermata dell’autobus per arrivare a Milano Centrale. Lì ho aspettato tanto la persona che veniva a prendermi. Intanto un ragazzo collaboratore 14 dell’autobus portava le mie valigie da qua a là e ogni viaggio che faceva mi chiedeva soldi... io non sapevo come dirgli che non volevo il suo servizio. Poi quando sono andata alla metrò con la mia amica mi sono meravigliata, il cambio da un paese pieno di natura umile ad un altro grande dove il progresso ha fatto meraviglie. La gente che correva a lavorare, i negozi grandi e belli, quando sono arrivata a quell’appartamento in affitto volevo tornare in dietro a casa mia. Mi sono spaventata tanto a vedere tanta gente in un piccolo appartamento, da quel momento ho cominciato a lamentarmi un po’ e dopo una settimana ho cambiato casa , così mi sono abituata a convivere con le altre persone. n Hasan Il 10 aprile 2011 mio fratello ha trovato il mio nullaosta. Non sapevo che dovevo partire per l’Italia perché avevo perso il mio passaporto. Da quando ho mandato la fotocopia del mio passaporto in Italia nel 2007 non ho più visto l’originale. Abbiamo cercato in tutta la casa. Quando l’hanno trovato io ero in un’altra città che si chiama Chittagong dove io ho studiato per 8 anni. A luglio ho finito di studiare e subito sono tornato a casa mia. Il primo agosto sono andato all’ambasciata e ho dato i miei documenti a loro. Poi il 19 dic. 2011 abbiamo preso il mio Visto. Prima di venire ho fatto una spesa grande di 300 euro. Poi il 23 gen. 2012 sono venuto in Italia. Ma quando sono entrato all’aeroporto ho sentito che fuori la temperatura era -5 ho pensato di non uscire fuori e quando ho incontrato mio cognato subito sono entrato nella sua macchina perché non avevo preso il giubbotto e neppure una maglietta calda. Per una settimana non sono uscito mai da casa. 15 n Tito (Bangladesh) Sono venuto in Italia un anno e cinque mesi fa. Quando sono venuto era l’autunno, faceva un po’ caldo e un po’ freddo. Ero venuto per cercare un lavoro. Io abito a Monza. Ho cercato tanti lavori in Monza, Como, Lecco e Milano ma alla fine ho trovato un lavoro di muratore che faccio a volte. Io ho una figlia e la moglie. Ho la famiglia in Bangladesh, tranne mio fratello, sua moglie e i suoi bambini. Stiamo in una villa tutti insieme. L’Italia n Martha Conoscere l’Italia è un sogno per tutti, dico la bella Italia perché è un posto molto bello. La architettura di ogni posto è da ammirare, io sono andata a vedere Venezia, Napoli, Verona, Bolzano, Ortisei, Lecco, Como, Lago maggiore, Genova, Rapallo, Firenze, Siena, tutta la Toscana e quasi tutti i posti della Liguria: a me piace tanto il mare. Bergamo mi piace perché lì trovo i mie amici, ci sono luoghi molto interessanti. Tutti i viaggi che ho fatto sono stati una esperienza molto grande che non mi scorderò mai. Veramente sono molto contenta di essere in Italia, ogni volta che comunico con le mie figlie gli racconto sempre la mia esperienza che anche loro guardano su internet. Più avanti andrò a conoscere Roma; penso di programmare con le mie amiche e se vogliono possono portare i loro amici. L’unica cosa che non mi piace è stare lontano dalla mia famiglia. Io vorrei girare con loro per tutta l’Italia, sarebbe una gioia molto grande, però sono cosciente che quello è un sogno difficile da realizzare. n Alam (Bangladesh) l’Italia è un bel paese, mi piace molto. Questo paese ha tante cose bellissime, ad esempio la politica è buona. Mi piacciono le stagioni. Le stagioni sono quattro, mi piace la primavera perché non fa caldo. Questo paese ha il cibo buono, mi piace la pasta e la verdura. l’Italia é un grande paese, ci sono tante fabbriche, c’é tanto lavoro. Però a me dispiace perché non ho lavoro. Io cerco lavoro. Io amo l’Italia. Solo una cosa non mi piace, in questo paese c’é la cacca di cane per strada. Per oggi é abbastanza, ci vediamo la prossima volta. Ciao, tanti saluti. 16 n Alex (Perù) A me piacciono le ragazze italiane. Mi piace il cibo che si mangia come gli spaghetti e la pasta. Mi piace tutto dell’Italia: la città di Monza, Milano e ci sono tante altre città, però io voglio conoscere Roma perchè è molto bella. Ci sono ancora tante cose che mi piacciono dell’Italia che però non conosco ancora bene perchè sono qui solo da otto mesi. A me non piace l’inverno perchè fa troppo freddo e c’è anche la neve. Al mio paese non fa mai troppo freddo. Poi non mi piace il razzismo e i razzisti. A scuola ci sono tanti ragazzi che discriminano i neri d’Africa. n Santi (Indonesia) Dell’Italia mi piacciono le persone che sono gentili. Mi piacciono le città, le strade in centro, le metropolitane e i treni veloci. Le città sono antiche dove si possono vedere i monumenti e le fontane. I cibi che mi piacciono sono la pizza, gli spaghetti, le lasagne, il risotto e altre cose buone. Dei dolci mi piacciono il panettone, il tiramisù, il cioccolato, i pasticcini e il gelato. In Italia mi piace molto il caffè al bar. In Italia non mi piace perché tutto costa caro: la casa, la spesa e le tasse e tutto quello che serve per vivere bene. Venezia n Alex Venezia è una delle città più belle dell’Italia. É conosciuta come la “città dei canali”. E’ situata a nord-est dell’Italia ed é costruita in mezzo alla laguna. Venezia è stata fondata circa 1600 anni fa. A Venezia non ci sono i trasporti perché è sul mare tutto pieno di acqua. La piazza San Marco é la più bella piazza di Venezia. n Katia (Marocco) Venezia è costruita in mezzo alla laguna. E’ una città bellissima dove i turisti vanno tutto l’anno. Non si può andare con i mezzi, costa tutto tanto, si può andare in giro in gondola. E’ molto bello però costa tantissimo. 17 n Ka (Senegal) Venezia è la città dei canali. E’ costruita in mezzo alla laguna. Andare in giro in gondola costa tanto. Venezia è stata fondata circa 1600 anni fa. La piazza San Marco è la piazza più bella di Venezia. n Nadia (Marocco) Sono andata a Venezia nell’anno 2011 nel mese di agosto. E’ una città turistica. Costruita in mezzo alla laguna, è una bella città. Si può andare solo a piedi, si prendono il vaporetto, la gondola. Mi sono divertita con la mia famiglia. n Singh Venezia é una città dell’Italia, il capoluogo della regione Veneto. E’ costruita in mezzo alla laguna. E’ conosciuta come “la città dei canali”. Venezia è composta da 118 piccole isole. E’ situata a nord-est dell’Italia. Venezia è stata fondata circa 1600 anni fa. Si può andare in giro in gondola, in barca, in motoscafo e in vaporetto. La piazza San Marco è la più bella piazza di Venezia. n Kiran (India) Venezia è una città dell’Italia. Il capoluogo delle regione Veneto. E’ conosciuta come la “città dei canali”. Venezia è composta da 118 piccole isole. Venezia è stata fondata circa 1600 anni fa. La piazza San Marco è la più bella piazza di Venezia. n Pooja (India) Venezia è una città dell’Italia. E’ conosciuta come la “città dei canali”. E’ situata a nordest dell’Italia. E’ stata fondata circa 1600 anni fa. A Venezia ci sono 455 ponti. La piazza San Marco è la più bella piazza di Venezia. n Carmen Venezia è una città dell’Italia bella come nessuna altra città. Attrattiva romantica. I suoi edifici sono in mezzo all’acqua. Ci sono tanti ponti, gondole. La gente circola a piedi per marciapiedi stretti. E’ composta da isole ed è stata costruita 1600 anni fa. 18 Festività e vacanze n Arlene (Filippine) Buongiorno. Oggi vi racconto come ho passato le feste la settimana scorsa. Cominciamo con il giorno di giovedì, questo giorno io e mia figlia siamo state invitate a una festa di compleanno dai suoi compagni di scuola. I bambini possono mettere un costume adatto per Halloween. Quel giorno abbiamo comprato un regalo, lo abbiamo incartato, mia figlia ha indossato un vestito tutto nero con il cerchietto rosso (corna) e siamo andate in oratorio per la festa. Siamo arrivate un po’ in ritardo. Abbiamo mangiato, abbiamo bevuto e i bambini hanno giocato. I genitori hanno fotografato. Dopo un’ora i bambini sono andati davanti al tavolo, hanno cantato la canzone per il compleanno. La festeggiata ha soffiato la candela sulla torta, ha tagliato/diviso la torta e ha distribuito tutto. La festa e’ finita e siamo tornate a casa nostra. Nel giorno di venerdì abbiamo passato la notte insieme con mia suocera e mio suocero. Dentro la casa, mia suocera ha acceso cinque candele e ha preparato il cibo sulla tavola per la nostra cena. Il giorno dopo siamo andati insieme in Autodromo per vedere la Monza Wedding. La Monza Wedding e’ la fiera di accessori per il matrimonio, per esempio le bomboniere, i confetti, gli abiti per gli sposi, le macchine e gli accessori per i cani che partecipano alle feste. Abbiamo guardato la sfilata di abiti da sposa. Abbiamo fotografato tutti i modelli e abbiamo osservato la differenza tra l’uno e l’altro. Quando abbiamo visto la sfilata di bambini con i cani tutti hanno parlato di collare. I cani hanno indossato bellissimi collari. Dopo la sfilata siamo andati più indietro, abbiamo mangiato, abbiamo bevuto e abbiamo assaggiato tutti i confetti sul tavolo. Siamo usciti dalla sala ma siamo rimasti in Fiera fino alla chiusura. Domenica siamo andati in chiesa per la messa. Ho pregato, ho ringraziato, ho chiesto il perdono e ho chiesto l’aiuto e la guida per tutti i giorni non solo per me ma anche per la mia famiglia. n Armela La festa del 1° Novembre, per la mia famiglia non è conosciuta, e per questo non si festeggia, ma ci godiamo “lo stare tutti insieme”. Al mattino abbiamo dormito un po’ di più, e poi abbiamo fatto colazione. Dopo aver chiacchierato un po’, con i bimbi, mio marito ha cominciato a organizzare i giochi dei bimbi, e nel frattempo i bimbi hanno ascoltato la musica: le canzoni dello Zecchino d’oro. Invece io ho cominciato a preparare il pranzo. A me piace cucinare e così uso tutte le due cucine. Ho provato a fare i cannoli siciliani e mi sembra che sono riuscita a farli buoni. Dopo il pranzo e le altre cose, ho preparato le stoffe per cucire con la macchina da cucire, per sfruttare un po’ di tempo che avevo. Al pomeriggio siamo andati da mia zia per stare un po’ in compagnia. Quando siamo tornati, dopo la cena e i preparativi per andare a dormire, abbiamo letto i libri. Per i bimbi la giornata è finita e così io ho cominciato a stirare e guardare un po’ la tv insieme con il mio marito fino a tardi. 19 n Adinga (Nigeria) Il 1° novembre mi sono svegliata alle cinque per pregare, poi alle sei e mezzo ho pulito la casa. Dopo la pulizia mi sono lavata, mi sono vestita e ho fatto colazione con mio marito. Verso le nove siamo usciti e abbiamo preso l’autobus e siamo andati a fare la spesa. Poi siamo tornati a casa alle undici e ho preparato il pranzo. All’una e mezza abbiamo ricevuto la visita di un amico di mio marito con la moglie e abbiamo pranzato tutti assieme. Dopo il pranzo la moglie del nostro amico mi ha aiutato a lavare i piatti e a pulire la cucina. Quando abbiamo finito siamo andati tutti e quattro a fare un giro al Parco di Monza. Verso le diciassette siamo ritornati a casa nostra. n Hasan Sono in Italia da quasi 1 anno. Lavoro alla birreria Tridente . Vivo con la famiglia di mia sorella. La mia vacanza e’ stata dall’11 al 30 novembre. Siamo partiti per il Bangladesh, pero’ suo marito non e’ partito con noi. L’11 novembre siamo arrivati a Dhaka e siamo rimasti un giorno li’. Il 12 novembre abbiamo cambiato la citta’ e quindi siamo andati a casa nostra, abbiamo incontrato i miei genitori, anche tutti i parenti. Poi 3 giorni siamo stati a casa mia. Dopo sono partito per incontrare la mia amica, e siamo andati in una bellissima e grandissima spiaggia lunga 20 km, che si chiama Cox bazar. Siamo rimasti 4 giorni li’. Poi siamo partiti per un’ altra citta’ che si chiama Bandorbhon. Abbiamo visitato una bellissima chiesa cristiana costruita sulla montagna alta 350 m. e siamo saliti per 1200 scalini, pero’ per 3 volte abbiamo fatto riposo perchè’ molto molto faticoso. Quando siamo scesi ho bevuto 2 litri d’acqua e abbiamo mangiato qualcosa. La sera siamo ritornati a casa mia. 5 giorni dopo sono ritornato in Italia. 20 n Hoshneara A Natale sono stata sempre a casa con la mia famiglia. Il 1° gennaio siamo andati a Busto Arsizio da mia sorella. Siamo rimasti a casa sua per due giorni. A capodanno abbiamo guardato i fuochi d’artificio dal balcone di casa nostra. Abitiamo al sesto piano, molto in alto, e vedevamo il cielo benissimo. Ai miei figli piacciono i fuochi, a me invece quelli troppo vicini fanno paura. Ho preparato dei dolci tipici del mio paese: i “khula pita” e i “mera pita”. n Arlene Sono appena arrivata la scorsa settimana da una vacanza al mio paese. I miei genitori sono stati molto contenti perché siamo tutti andati al completo a trovarli. C’era mia sorella con suo marito francese e mio fratello che è sempre in nave per lavoro. Abbiamo passato le feste tutti insieme. E adesso i miei genitori sono rimasti soli in casa dopo la festa perché siamo tornati tutti in Europa. n Katia Il 31/03/2013, si è festeggiata la festività pasquale. Sono stata invitata a trascorrere una giornata con gli amici, al mattino mi sono vestita, preparata bene, e sono uscita con mia sorella per andare al ristorante dove ci aspettavano i nostri amici. Abbiamo mangiato molto soprattutto i cibi tipici di Pasqua. Mi sono divertita tantissimo, c’era una bellissima giornata di sole. Nel pomeriggio siamo andati in centro a Monza a prendere un gelato e a fare una passeggiata, poi siamo tornati a casa contenti per la giornata trascorsa. n Martha I giorni di Pasqua ero un po’ annoiata da quel tempo. Era molto brutto, pioveva, faceva freddo, non potevo andare da nessuna parte a camminare. Volevo andare a Roma, ma la mancanza di denaro mi ha fermata, ma alcuni amici sono arrivati nel pomeriggio a cucinare pasti del nostro paese e quindi ho passato quel giorno in compagnia. La Domenica siamo andati a fare un giro in centro, ma era tutto chiuso: che noioso! Finalmente abbiamo trovato un ristorante latino aperto e siamo entrati, ho chiesto frittura di pesce, era molto buona..... mi è piaciuta tanto. Tutto il giorno Lunedì sono stata a casa, ho letto un po’ e ho chiacchierato con la mia famiglia e gli amici, ho navigato in internet e poi era tempo di tornare al lavoro dopo un lungo fine settimana. Ho comprato molte piante di rose e ortensie che mi piacciono tanto e anche la nonna è felice con le piante, ho visto che le cura molto bene. 21 n Carmen La pasqua non l’ho sentita perche’ ho lavorato. La domenica ancora ho lavorato e poi sono andata a prendere il treno per andare a Bergamo ma ho dimenticato che c’era l’ora legale e ho preso il treno per Lecco. Ho visto belle montagne con molta neve, faceva freddo, c’era vento. Finalmente sono riuscita a tornare a Bergamo per mezzogiorno. Con mia figlia siamo andate a Milano per pranzo e poi sono tornata al lavoro. n Arlene Domenica scorsa mi sono svegliata alle 8 di mattina. Poi abbiamo fatto colazione. Domenica scorsa noi non siamo andati in giro perché era brutto tempo. Mio figlio ha fatto i suoi compiti della scuola, io e mio marito abbiamo pulito la casa, dopo l’una abbiamo pranzato e poi abbiamo guardato la TV insieme. Alle 4 del pomeriggio siamo andati alla festa di compleanno di un amico di mio figlio. Mio figlio e gli amici hanno giocato alla festa. Io e mio marito siamo andati al supermarket per fare la spesa. 2 ore dopo abbiamo preso mio figlio alla festa e poi siamo andati a casa per fare la cena. n Martha Domenica scorsa siamo state a casa con le mie amiche a chiacchierare un po’, perché Alina è pronta per partire in Bolivia a godersi i giorni di vacanza ...intanto io cucinavo il pranzo: ho fatto pollo al forno che è piaciuto tanto a tutti. Dopo la chiacchierata anch’io ho detto che ho deciso di andare a maggio a casa mia con la mia famiglia... La mia amica andrà anche a vedere i suoi genitori in Perù. n Carmen Che bella vacanza!!! La figlia della nonna ha detto che andremo al mare per fare una vacanza. Mi ha fatto firmare un documento che mi impegna ad andare a lavorare un mese al mare con la nonna perché devo starle vicina. Non mi piace molto perché dormirò in una sola stanza con la nonna e già immagino cosa succederà con lei che rimane sveglia fino alle quattro. Fa niente, devo lavorare, aspetterò che finisca presto. 22 Caro fratello, Car utti, Caro fratello ssimi tutti, Caro a, Carissimi tutti amma, Carissimi i miei saluti ci v o bene r voi state Le lettere Mercoledì 3 aprile 2013 Ciao cara mamma, questa mattina sono andata all’ufficio postale e ho spedito un pacco ordinario con tante cose per tutti, arriverà fra circa un mese. E’ un po’ lento ma è più economico della posta celere internazionale che è più veloce ma più costosa. Nel pacco ci sono un paio di pantaloni per mia sorella e un paio di mutande e due magliette per mio fratello e un cappellino rosso, un bel fazzolettino per mia nonna, una gonna e un paio di scarpe per te. Se riesco il prossimo mese ti spedirò un altro pacco con un po’ di cose per le mie nipoti e anche per mia zia. Mi manchi tanto, baci e ciao. Karla (Ecuador) Ciao amo, sono Yang. Come va? La bambina cresce? Vi ho spedito un pacco questa mattina, dentro c’è il latte in polvere per la bambina, vi arriva tra circa tre settimane. Quando vi arriva mi mandi un messaggio per avvisarmi? Va bene? Grazie amo. Aspetto il messaggio. Ciao. Quando sono libero ti chiamo Yang (Cina) Ciao! Mamma. Sono Elena. Come state? Vi ho spedito un pacco questa mattina. Vi arriva entro 15 giorni. Là dentro ci sono due paia di scarpe per i miei fratelli. Quando vi arrivano puoi telefonare per avvisarmi? Grazie mamma ciao Elena (Cina) 23 ra mamma, Caris o, Cara mamma, fratello, Cara m i, Caro fratello, tutti, Caro frate vediamo quando to bene , tanti salut Ciao fratello. Come stai? Io sto bene. Ascoltami, questa mattina ti ho mandato una scatola di pasta che arriverà fra tre settimane. Quando ti arriva mi chiami. Va bene? Ciao Hasan Caro Ahmed, spero che tu stia bene. Io sono in Italia ormai da un anno e otto mesi e sto bene. In questo periodo ho lavorato solo 5 mesi. Lavoravo con una cooperativa che si chiama “Mille mani” e facevo manutenzione: confezionavo lampadine, candele per i motori delle auto, e imballavo la posta che doveva essere spedita. Poi ho studiato e frequentato un corso di lingua italiana per chi non conosce l’italiano. Adesso sono diventato bravo e frequento un corso A2, per chi conosce bene l’italiano e vuole migliorare. Ti abbraccio e spero di rivederti presto. Il tuo amico Abdelaziz Monza, 16 maggio 2013 24 STORIA DI UNA LOTTA KARLA LA FABBRICA DI CALZATURE BLOCH HA INIZIATO LA SUA ATTIVITA’ NEGLI ANNI 60’ NELLA CITTÀ DI BELLUSCO, CON 2.700 LAVORATORI. LA MAGGIOR PARTE ERANO DONNE CHE HANNO LOTTATO FINO AD OTTENERE MIGLIORI CONDIZIONI LAVORATIVE COME AD ESEMPIO: IL DIRITTO ALLA MATERNITÀ , GLI ORARI DI LAVORO, LA RETRIBUZIONE E LA CONSERVAZIONE DEL POSTO DI LAVORO. NELL’ ANNO 1976 I PADRONI DECISERO DI CHIUDERE LA FABBRICA PERCHÉ ERA CONSIDERATA FUORI DI NORMA E PER MIGLIORARE E MODERNIZZARE DOVEVANO IMPORTARE DALLA GERMANIA I NUOVI MACCHINARI TECNOLOGICI. MA QUESTI ERANO MOLTO COSTOSI E LORO NON ERANO IN CONDIZIONI DI AFFRONTARE QUESTE SPESE ONEROSE, QUINDI LE OPERAIE SI PRECIPITARONO PER LA STRADA A PROTESTARE MA NON HANNO OTTENUTO NESSUN RISULTATO... 25 Diritto di parola La scuola di Italiano n Armela, mercoledì 28 novembre 2012 Anche se vivo in Italia da 10 anni e riesco a capire bene, parlo quando è necessario, io sento il bisogno di imparare ancora di più, per esprimermi meglio e non fare errori grammaticali, e senz’altro di scrivere bene. Vedo che c’è ancora tanto da imparare. Cercando ho trovato questa possibilità di fare questo corso, che rispondeva alle mie esigenze sia per quello che io cercavo, sia da parte economica. È il primo anno che lo frequento, e dalle prime lezioni, ho trovato un ambiente molto socievole e predisposto. I professori sono preparati, molto disponibili e comunicativi. Questa è una cosa importante, perché lavorano con corsisti di diversi paesi e diverse età e forse è un po’ difficile. Ti aiutano a imparare la lingua italiana che è bella ma un po’ difficile, specialmente la grammatica, in una maniera molto liberale, sfruttando tutti i metodi: libri, quaderni e 26 anche il computer. Creano un ambiente piacevole. Questa per me è una esperienza bella perché, oltre a imparare la lingua, si imparano le cose da persone di culture diverse e questo è utile per crescere i nostri figli in una società ormai multietnica. Spero che queste iniziative per gli stranieri continuano, e se tutto quello che si impara sarà documentato in un certificato che può essere necessario in futuro. Grazie per tutto! n Hisham Questa mattina mi sono svegliato alle 7. Mi sono lavato poi ho guardato un po’ la TV. Sono uscito da casa e ho preso il pullman per andare a scuola e studiare la lingua italiana. Mi piace la mia classe perché ci sono tante persone simpatiche. Ci sono due femmine e cinque maschi. n Tito Sono venuto nuovo in Italia. Per imparare l’italiano vado alla scuola di CGIL. L’anno scorso andavo nella classe A1. Quest’anno vado alla classe A2. Nella classe di A1 c’erano le maestre che si chiamavano: Bruno, Roberto e Francesca. Loro erano buoni, spiegavano molto bene le cose e erano le maestre brave. L’anno scorso c’erano 18-20 alunni. Dall’A1 ho fatto l’esame, ho preso il certificato. Questo anno che sono nell’A2 ho le maestre che si chiamano: Bruno, Roberto e Federica. Anche loro sono bravissimi. A volte fanno sentire delle canzoni. Nell’A2 ci sono 7-8 alunni. Le maestre a volte fanno vedere i film italiani per capire la lingua italiana ancora più meglio. n Santi Vengo dall’Indonesia e sono arrivata in Italia due anni fa. Mi piace l’Italia, però per parlare è molto difficile. Adesso ho studiato per parlare e scrivere bene. Nella mia classe ci sono tanti maestri, loro sono bravi e intelligenti. Ogni settimana io studio due volte: mercoledì mattina e giovedì mattina. Nella mia classe ci sono tanti studenti che vengono da tanti paesi: dal Sudan, dall’Argentina, dal Perù, dal Marocco, dal Bangladesh e dal Togo. Loro sono i miei amici, noi parliamo lingue differenti però in Italia parliamo italiano. n Martha La scuola è un aiuto molto grande in favore di noi tutti stranieri che siamo venuti in Italia a cercare lavoro, per migliorare la qualità di vita della nostra famiglia. Io personalmente ringrazio per avere questa opportunità di imparare e potere condividere con la gente di tutto il mondo, è una esperienza molto bella e unica, conoscere culture diverse. Sono contentissima di conoscere gente meravigliosa. 27 n Abdel Aziz Nel testo che si costruisce per sviluppare l’argomento ci dovrebbe essere una bella idea. Ma non so da dove cominciare, spero che andrò bene. Tutti i giorni mi sveglio alle sei di mattina, rimango un po’ a letto e poi alle sei e mezza mi alzo, mi lavo, mi vesto e faccio colazione. Quando sono arrivato in Italia ho frequentato un corso di lingua Italiana per stranieri alla CGIL di Monza. Vado a scuola tutti i mercoledì e giovedì, abbiamo due gruppi. Il primo inizia alle 9:30 e termina alle 12:00 e il secondo inizia alle 14:00 e termina alle 17:00. Mi piace molto la mia classe perché ci sono insegnanti molto simpatici e interessanti: Bruno e Roberto e Federica e Luciano e Raffaella e Dilli. Ci sono studenti di diverse nazionalità. L’anno scorso, era un mattino di maggio. Faceva bel tempo e gli studenti erano molto felici di visitare il Duomo di Monza. E’ stata una bellissima idea, ci è piaciuta molto. Bruno ha detto che alle fine dall’anno andremo a visitare una bellissima città che si chiama Bergamo. Saluto tutti i lavoratori della CGIL. Grazie 28 n Federica L’anno scolastico è finito anche per noi, e come “insegnante del giovedì” mi viene spontaneo guardarmi indietro e chiedermi cosa ho fatto in questi mesi, cos’hanno imparato i “nostri studenti”, quali traguardi abbiamo raggiunto insieme. Anzi tutto, lo si vede dai testi qui riportati, hanno imparato a scrivere, a esprimersi in una lingua diversa: per raccontare, per descrivere, per farsi conoscere davvero. E poi hanno iniziato a parlare, a conversare: a scambiare pensieri, impressioni, idee, ricordi. Ho lavorato con un gruppo piccolo di persone e questo consente di creare un clima che favorisce la partecipazione e che stimola ciascuno a esprimersi. Sono stata molto aiutata anche da Mariuccia, che come volontaria mi ha affiancata durante tutto il percorso e che ha seguito passo passo chi manifestava qualche difficoltà. Abbiamo lavorato tanto: sulla grammatica, sul lessico, sull’ortografia, sulla comprensione degli annunci economici, sulla scrittura di un curriculum. Abbiamo anche “giocato”, però! Abbiamo ascoltato musica da youtube e abbiamo cantato; ho visto il viso di Hoshneara illuminarsi tra lo stupore e il piacere quando ha sentito l’aria di Figaro tratta dal Barbiere di Siviglia! Ci siamo anche scambiati ricette di cucina e abbiamo imparato un po’ di geografia. Oggi io conosco meglio il Bangladesh e l’Indonesia; chi non ha viaggiato molto in Italia sa com’è fatta la Torre di Pisa o la Mole Antonelliana. Ne è consapevole Armela, quando scrive: “Questa per me è una esperienza bella perché, oltre a imparare la lingua, si imparano le cose da persone di culture diverse e questo è utile per crescere i nostri figli in una società ormai multietnica”. Ho sperimentato cose che lo scorso anno non avevo fatto, come ad esempio mostrare questa fotografia di Cartier Bresson e chiedere agli studenti di descrivere ciò che vedevano. 29 Questo esercizio non è solo un modo per imparare a formulare una frase compiuta e arricchire il proprio lessico, perché un’immagine come questa stimola domande, attiva l’immaginazione e suscita emozioni. Può portare molto lontano: fa pensare alle proprie feste, agli oggetti, ai propri cibi, ai propri paesaggi. Induce a guardare avanti, oltre la barca, verso l’altra sponda del fiume. E, come ha detto Hicham, “dà un senso di pace, di serenità”. In classe ho visto nascere amicizie, costruirsi legami, scambiarsi i compiti. Qualche volta anche la battutina spiritosa in italiano! Come dice Santi: “Loro sono i miei amici, noi parliamo lingue differenti, però in Italia parliamo italiano”. In questi mesi ho imparato a conoscerli bene a uno a uno, i nostri studenti, con le loro storie, le loro provenienze così diverse e la loro vita qui, così differente e così uguale a quella di tanti - e di tanti noi italiani. “Lavoro, non c’è lavoro”: questa la frase che più ho sentito ripetere e questa la cosa che più mi ha fatto sentire impotente. Lo dice Abdelaziz nella lettera che scrive all’amico: “Io sono in Italia ormai da un anno e otto mesi e sto bene. In questo periodo ho lavorato solo 5 mesi”. È la storia di quasi tutti quelli che frequentano il nostro corso, tanto che quando sono assenti speriamo sia perché hanno trovato un lavoro. Lo scrive anche Alam: “L’Italia è un grande paese, ci sono tante fabbriche, c’è tanto lavoro. Però a me dispiace perché non ho lavoro. Io cerco lavoro. Io amo l’Italia”. Ho pensato all’assurdo sacrificio di persone che lasciano il loro paese e le loro famiglie, che si trovano in un luogo totalmente diverso (“bellissimo” come scrivono loro, ma anche duro e incomprensibile), mosse dalla speranza di una vita migliore... per cosa? Alcuni di loro si chiedono se sia meglio rimanere qui o cercare fortuna altrove. Eppure, eccoli, ogni giovedì mattina, con il libro, il quaderno, le loro domande e quella qualità che noi stiamo dimenticando: la dignità. C’è una canzone di Ivano Fossati che non ho ancora fatto ascoltare loro, per una forma mia di pudore, ma che mi piace poter trascrivere qui e dedicare a tutti loro: Mio fratello che guardi il mondo e il mondo non somiglia a te mio fratello che guardi il cielo e il cielo non ti guarda. Se c’è una strada sotto il mare prima o poi ci troverà se non c’è strada dentro al cuore degli altri prima o poi si traccerà. Sono nato e ho lavorato in ogni paese e ho difeso con fatica la mia dignità Sono nato e sono morto in ogni paese e ho camminato in ogni strada del mondo che vedi. Mio fratello che guardi il mondo 30 e il mondo non somiglia a te mio fratello che guardi il cielo e il cielo non ti guarda. Se c’è una strada sotto il mare prima o poi ci troverà se non c’è strada dentro al cuore degli altri prima o poi si traccerà. Ivano Fossati n Ci salveranno Iconoclasti televisivi creano e distruggono immagini a loro piacimento, Dividono il bianco dal nero, il ricco dal povero Non conoscono l’amore, non hanno pudore Usano il vento per distribuire rancore La realtà virtuale sembra aver sopravanzato quella reale Non sentono ragione, non conoscono passione Loro che non sanno, loro che non hanno Loro non ci salveranno. Foreste pluviali, deserti, mari e oceani sono dentro di noi e ci salveranno Trasportato dal vento del sud arriva il suono di mille flauti peruviani, Il richiamo degli sherpa, il canto dei monaci tibetani - loro ci salveranno I deserti con la loro apparente immobilità, con i loro colori, con il loro silenzio-ci salveranno Gli odori che si espandono dai boschi dopo la pioggia - ci salveranno La neve che con la sua magia attutisce tutti i rumori - ci salverà Il fuoco di un camino con il suo profumo e il suo calore - ci salverà Quando guardo gli occhi dei miei ragazzi uomini e donne, Vedo i loro paesi, le loro nazioni, vedo la loro voglia di imparare e di vivere E penso spesso che loro mi stanno salvando. Roberto 31 Le ricette UKRAINSKY BORSCH – Ricetta di Ludmylla (Ucraina) Il nome Borsch proviene da una vecchia parola slava che significa rapa (ma in verità per questo piatto si usa la parola che starebbe ad indicare il suo ingrediente fondamentale: la barbabietola). Gli ucraini sono maestri nel preparare zuppe, minestre e brodi. Borsch per 4 persone Ingredienti: 250 grammi di carne di manzo 300 grammi di barbabietola 400 grammi di verza fresca (kapusta in ucraino) 500 grammi di patate 100 grammi di carote 20grammi di prezzemolo 100 grammi di cipolle 2 spicchi d’aglio 100 grammi di concentrato di pomodoro o 250 grammi di pomodori freschi 100 grammi di pomodoro 50 grammi di burro 50 grammi di lardo di maiale 50 grammi di panna acida (smetana) 20 grammi di zucchero 20 grammi di aceto (di vino o di mele) 10 foglie di alloro 1 peperoncino rosso intero Sale quanto ritenete opportuno Metodo di preparazione: Del manzo è meglio utilizzare il petto e parti grasse. Mettete il manzo in pentola, riempite con acqua e mettetela a cuocere in una pentola. Togliete la schiuma provocata dall’ebollizione della carne e continuate la bollitura a fiamma bassa. Prelevate periodicamente il grasso che si forma in superficie e mettetelo in una tazza: questo grasso servirà poi per cuocere la barbabietola. Cotta la carne va disossata, tolta dal brodo e messa in un recipiente. Salate la carne e cuocere di nuovo la carne in un altro recipiente. Sempre a fuoco lento. Tagliate a fettine sottili le barbabietole e riponetele in una padella con il grasso raccolto dal brodo. Cuocere aggiungendo sale, zucchero e aceto (di vino o di mele) prima a fiamma alta poi gradualmente abbassandola. Tagliate poi le carote e soffriggetele con gambi di prezzemolo in una padella chiusa con il grasso con cui si era precedentemente soffritta la barbabietola. Tagliate a strisce sottili anche le cipolle e soffriggetele per 10-15 minuti con il burro aggiungendo salsa di pomodoro diluito con il brodo e poi unite il soffritto con le carote e i gambi di prezzemolo precedentemente (o a parte) soffritti. Continuate a soffriggere il tutto. Prendete la verza e, una volta che avete liberato le foglie dal torsolo centrale, tagliatele a fette sottili. Tagliate il peperone in strisce sottili e svuotatelo dai semini interni; tagliate a dadini le patate. Filtrate nuovamente il brodo di carne e portatelo di nuovo in ebollizione. Aggiungete poi nel brodo di carne le patate la verza tagliata e un peperoncino intero. Lasciate cuocere ancora per 15-20 minuti a fiamma bassa. Dopo tutte queste innumerevoli operazioni togliete il peperoncino e aggiungete la barbabietola e la verdura che in precedenza avevate soffritto. Dopodiché aggiungete il peperone, le foglie di alloro e continuate a cuocere ancora per 5-7 minuti. Condite il Borsch in questo modo: patate lesse e passate, aglio pestato e lardo di maiale (salo), foglie di prezzemolo e n po’ di sale. Unite tutti questi ingredienti e pestateli con un mortaio. Dopo che avete condito il Borsh, portate ad ebollizione il tutto, spegnete il fuoco e fate riposare per 30-40 minuti. Come tocco finale aggiungete alla porzione nel piatto uno o due cucchiai di panna acida (smetana). 32 ALI DI GALLINA – Ricetta di Aida (Perù) Questa ricetta è adattata agli ingredienti che troviamo qui in Italia. Ingredienti 1 petto di pollo grande , una cipolla, due rametti di sedano, olio, tre spicchi di aglio tritati, 1 cucchiaino di pepe, 1 cucchiaino di cumino in polvere, ½ peperone giallo + un po’ di peperoncino piccante un pugno di noci, 1 confezione intera di pan carrè, 1 kg di patate lesse un po’ di latte, 3 uova lesse 8 olive nere sale pepe. Fare un brodo con pollo, sedano e cipolla. Sfilacciate il pollo aiutandovi con una forchetta. Mettere in ammollo il pane senza i bordini marroni, nel brodo. Frullare le noci in un po’ di brodo, poco. In una padella con olio caldo soffriggere l’aglio, attenzione a che non bruci, poi mettere pepe e cumino. Aggiungere il mezzo peperone frullato e un pizzico di peperoncino piccante (in Italia non c’è l’Aji mirasol, per cui lo sostituisco con peperone giallo + peperoncino). Soffriggere bene fino a dorare, aggiungere la cipolla tritata e continuare ancora qualche minuto. Aggiungere ora il pane bagnato di brodo e le noci tritate. Cuocere ancora 10 minuti. Per ultimo si aggiungono i filacci di pollo, un po’ di latte se è troppo denso. Tagliare le patate e servire con questa delicatissima salsa. Armela (Albania) Oggi volevo spiegare una ricetta albanese, che io ho preparato per la festa del fine anno scolastico di mio figlio. E’ una ricetta che e’ piaciuta abbastanza, e si chiama: SHENDETLI Ingredienti: 3 bicchieri d’acqua di farina 1 “ “ zucchero 2-3 cucchiai di miele 3 uova un pizzico di bicarbonato 2 tazze di noci sgusciate e sminuzzate 3 tazze di burro vaniglia Preparazione: In una terrina si mescolano bene le uova con lo zucchero. Poi si aggiunge il burro sciolto e uno alla volta gli altri ingredienti. Alla fine si aggiunge la farina, facendo attenzione quando si mescola, perché deve essere lenta (per non fare elastico l’impasto). Versate l’impasto in una tortiera imburrata,e con un cucchiaio si sistema bene, perché è un impasto morbido. Con un rosso d’uovo si spennella un po’ e poi si cuoce al forno a 180°-190°. Lasciate raffreddare e si puo’ mangiare così. Ma per migliorare il gusto e fare proprio come la tradizione vuole si fa uno sciroppo con: 3 bicchieri di zucchero - 2,5 “ acqua - vaniglia. Questi si mettono insieme a far bollire. Si lascia a intiepidire. Poi si copre la torta e si lascia per poco per prendere tutto lo sciroppo. Spero che un giorno lo faccio e lo assaggiate. 33 PAESH - Ricetta di Hoshneara (Bangladesh) Ingredienti per 8 persone: 1 litro di latte ¼ di tazza di riso bashmati ¾ di tazza di zucchero un pizzico di sale 5 pezzi di noce o anacardo 6-7 pezzi di uva passa 2-3 pezzi cardamomo Preparazione: Lavare il riso con l’acqua del rubinetto. Scaldare in un pentolino il latte a fuoco alto e portarlo ad ebollizione, poi ridurre il calore. Aggiungere il riso, sale, cardamomo, anacardo o noce, uva passa e mescolare di tanto in tanto con un frullino per le uova (questo aiuta per rompere il riso in piccoli pezzi). Quando il riso diventa tenero aggiungere lo zucchero e cuocere fino a ottenere la consistenza desiderata. Togliere dalla padella, lasciare raffreddare e servire. PICANTE DE LENGUA - ricetta di Martha (Bolivia) Ingredienti. 1 lingua di manzo (1 kg. Più o meno) 1/2 tazza di olio 2 tazze di cipolla tritata bianca a bastoncini sottili 1 tazza di pomodori, pelati e tritati finemente 1/2 tazza di terracotta di pepe di Caienna 1/2 tazza di prezzemolo tritato finemente 1/2 cucchiaino di cumino macinato 1 cucchiaino di origano 1/2 cucchiaino di pepe macinato 1 tazza di piselli 4 tazze di brodo o acqua sale Tempo di preparazione: 30 minuti Tempo di cottura: 2 ore e 7 minuti Tempo totale: 2 ore e 37 minuti Metodo di preparazione Fare lessare in abbondante acqua. Una volta pronto, sbucciare e tagliare la lingua Soffriggere la cipolla e poi aggiungere i pomodori, i peperoni, piselli e condimenti. Lasciate cuocere per 1 ora. Aggiungere la lingua e piselli, e continuare la cottura per un’altra mezz’ora, a parte fare il riso e un po’ di patate per servire come contorno......y buon apetito buon appetito