EDIZIONE DEI
CATALOGHI ANTICHI: APPLICAZIONI ED ESPERIMENTI SUI
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MANUFATTI DELLA BIBLIOTECA CHELLIANA DI GROSSETO
MARIANNA DI GERONIMO
1. Panoramica sugli approcci allo studio dei cataloghi antichi
L'attenzione verso i cataloghi antichi non è certo nuova, basti ricordare che
nel 1926 la neonata Direzione generale per le accademie e le biblioteche
promosse la conoscenza dei patrimoni periferici attraverso l'indagine dei cataloghi in uso e fuor d'uso delle biblioteche statali o dipendenti da altro ente:
«Le origini della maggior parte delle Biblioteche italiane risalgono nel tempo
a qualche secolo fa. La loro storia ha subito quasi sempre l'influenza degli
avvenimenti locali; essa è densa di vicende liete e tristi... Di tali vicende fanno sovente testimonianza gli antichi cataloghi, non infrequentemente messi
fuori d'uso... A fianco di questi, altri vecchi cataloghi non sono men degni di
considerazione: quelli che fanno riferimento a fondi per ragioni e in tempi
diversi incorporati nelle nostre biblioteche, successivamente fusi nel nuovo
catalogo generale»1.
La ricchezza di informazioni registrata in un catalogo è maggiore della
stimma delle sue parti; Franca Arduini nel suo articolo, Quel che conta è l'autore! Indagine bibliografica sul passato del catalogo, elenca in maniera molto chiara
quali vantaggi si possono trarre dallo studio dei cataloghi di una biblioteca,
in particolar modo la conoscenza della circolazione delle idee tramite i libri,
individuando i vari nuclei librari che riflettono uno spaccato della vita culturale passata o presente2. Il posseduto di una biblioteca, ovviamente, non è
mai solo il frutto di ciò che interessa il contesto in cui essa è inserita, ma è il
risultato sia di acquisizioni sia di donazioni e lasciti;su tutto il posseduto poi,
la biblioteca esercita una funzione aggregante provocando spesso la perdita
delle peculiarità di ogni singolo componente. Il catalogo antico, attraverso la
destratificazione delle raccolte, permette di individuare i vari filoni che hanno alimentato la biblioteca; questa non è ovviamente la sola strada percorri_
* Università di Udine, dottorato in Scienze bibliografiche, archivistiche e documentarie e per la conservazione e restauro dei beni librari ed archivistici (XIX ciclo).
1
I cataloghi delle biblioteche italiane, estratto dei volumi I-IV/1927-1933 della rivista «Accademie e biblioteche d'Italia», Roma, Biblioteca d'arte editrice, 1926, p. 1.
2
FRANCA ARDUINI, Quel che conta è l'autore! Indagini bibliografica sul passato del catalogo,
in «Biblioteche Oggi», 3, 1985, 1, gennaio-febbraio, p. 37-61.
48
Marianna Di Geronimo
bile: note di possesso, timbri, e altre testimonianze presenti sull'esemplare
consentono di ricostruire intere collezioni, spesso però il tempo inclemente
provoca la perdita di molte testimonianze, e solo grazie all'aiuto del catalogo
è possibile ricomporre i pezzi mancanti. Per queste caratteristiche la registrazione catalografica, collaborando con altre discipline, può essere utile anche per la definizione della tradizione del testo; infatti il filologo e paleografo Ludwig Traube considera i cataloghi antichi strumenti fondamentali di
una filologia che vede il codice come portatore di storia e quindi considera la
tradizione di un testo solo all'interno di una storia di questa. La storia delle
biblioteche in cui hanno vissuto i codici diventa naturalmente parte della
storia della tradizione, e quindi i cataloghi delle biblioteche sono uno dei
mezzi obbligati in cui si sedimenta la tradizione3. Allo studio del catalogo
antico sono stati applicati anche i metodi propri dell'analisi quantitativa, che
definiscono la diffusione dei testi in determinate epoche su determinati territori, secondo il pensiero della sociologia della letteratura che considera il libro come portatore di valori culturali ed intellettuali; Christian Bec evidenzia
tre elementi costitutivi propri di quest'analisi:
«Trattamento storico-scientifico del libro oggetto, il metodo quantitativo
messo in opera dai Martin, Furet, Escarpit presenta tre interessi fondamen
tali: 1 - Reificando il libro, gli procura insieme, in un modo apparentemente
paradossale, "une animation où il est témoignage de plus qu'il ne contient,
littéralmènt écrit"; 2 — integra non solo il cosidetto capolavoro e le variazioni
del suo successo, ma pure "le moyen, le banal, l'établi, constances, survivances, habitudes. C'est à-dire les zones obscure de la passivité et de l'inertie so
ciale"; 3 - diversamente dalla storia letteraria, che rimane necessariamente
legata all'événementiel, esso prende in conto la durata (lunga o media) dell'evo
luzione mentale»4.
.
L'importanza del catalogo come luogo di conservazione di informazioni accumulatesi nel tempo viene ulteriormente evidenziata da Innocenti nel suo
articolo Mediazione di informazione, di psicologia, di consenso nella tassonomia e nella
stratificazione bibliotecaria: «La biblioteca/archivio (o l'archivio/biblioteca) ha
due elementi che rappresentano in ogni momento la sincronia dell'uso nella
diacronia dell'evolvere: il patrimonio (la raccolta) e la sua rappresentazione
simbolica, cioè il catalogo/inventario (o l'inventario/catalogo)»5. Quindi ca3
CLAUDIO LEONARDI, Recensione a: Mittelalterliche Bibliothekskataloge Òsterreichs, hg.
von der Ósterreichischen Akademie der Wissenschaften, III Band: Steiermark, bearb,
von Gerlinde Mòser-Mersky, Graz-Wien-Kòln, H, Bohlaus, 1961, in «Studi
medievali», serie 3,1962, p. 670-675.
4
CHRISTIAN BEC, 1 libri dei fiorentini (1413-1608). (Ipotesi e proposte), in «Lettere italia
ne», 31, 1979, p. 502-516.
5
P. INNOCENTI, Mediazione di informazione, di psicologia, di consenso nella tassonomia e nella
stratificazione bibliotecaria, in La mediazione, Firenze, Ponte alle Grazie, 1992, p. 147-184.
Edizione dei cataloghi antichi
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talogo e bibliografia sono gli strumenti con cui tramandiamo, controlliamo e
verifichiamo un patrimonio in perenne evoluzione, il continuo mutare ha
influenzato anche i diversi codici catalografici utilizzati nel corso della storia,
ognuno dei quali cercava di soddisfare le esigenze della realtà in cui era inserito; ad esempio i cataloghi delle biblioteche medievali ed umanistiche adottavano un ordinamento che si rifletteva nella collocazione dei volumi per
materia, infatti erano due le esigenze che il catalogo doveva soddisfare: il
controllo patrimoniale e un'informazione diretta a una cerchia di lettori ben
definita. Già nel XVII secolo nella descrizione del libro a stampa si nota la
presenza costante di alcuni elementi, quali l'indicazione dell'autore e/o titolo, del luogo di edizione della data e del formato, mentre, più saltuaria la
presenza del nome dell'editore o stampatore sebbene, come ricorda Marielisa Rossi, fossero già diffuse le opere di Gesner e Munsell in cui veniva evidenziata l'importanza dell'indicazione della responsabilità editoriale6. Bisogna infine aspettare il 1791 per il primo codice di regole di catalogazione nazionale: Instruction pouf procèder à la confection du catalogue di chacune des bibliothèques sur lesquelles les Directoires ont du ou doivent incessamment apposer les scellès,
nato per guidare la riorganizzazione dei patrimoni librari confiscati agli enti
ecclesiastici sotto il dominio napoleonico. Alla fine dell'Ottocento in
Germania si collocano i primi lavori che hanno come oggetto di studio
cataloghi antichi (in particolar modo quelli medievali) analizzati tramite il
metodo dell'edizione, i responsabili degli studi sono Gustav Becker e
Theodor Gotllieb8. Per avere un quadro più aggiornato dei lavori che in
ambito italiano si sono fin ora interessati di cataloghi fuor d'uso possiamo
far riferimento all'articolo di Innocenti e Cavallaro Metodologia di indagine
bibliografica dei fondi librari9, la rassegna ha inizio con l'analisi dedicata ai
275 cataloghi manoscritti della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
descritti da Innocenti10, siamo di fronte ad una tipologia di lavoro che
si occupa essenzialmente dell'analisi del catalogo (ancora
manoscritto), come unicum documentario, compilando descrizioni
diplomatiche e schede del manufatto secondo una griglia descrittiva
proposta dall'autore stesso che si ritrova più o meno uguale in tutti i
la6
MARIELISA ROSSI, Evoluzione della tecnica descrittiva, in «Biblioteche Oggi», 9, 1991,
n° 6, novembre-dicembre, p. 703-731.
7
Quest'opera fu edita a Parigi dall'Imprimerie Nationale nel 1791, nel 1894 fu pubblicata: Le prècis de l'instruction de 15 mai 1791. France, Convention Nationale, Comité d'instruction publique, a cura di M. J. GUILLAUME, Paris, Impr. Nationale, vol. II.
8
Si fa riferimento alle seguenti opere: GUSTAV BECKER, Catalogi bibliothecarum anti
qui, Bonn, Cohen, 1885 e THEODOR GOTTLIEB, Uber mittelalterliche Bibliotheken,
Leipzig, Harrassowitz, 1890.
9
P. INNOCENTI, CRISTINA CAVALLARO, Metodologia di indagine bibliografica dei fondi
librari. La stratigrafia dei cataloghi antichi, in La biblioteca ecclesiastica del duemila, Palermo,
L'Epos, 2001. La pubblicazione contiene gli atti di un convegno tenutosi a Trento il
20 e 21 giugno del 2000.
10
P. INNOCENTI, II bosco e gli alberi, prefazione di Renzo Pecchioli, Firenze, Giunta
regionale toscana-La Nuova Italia, 1984.
50
Marianna Di Geronimo
vori, così articolata:
Data del manoscritto
Intestazione
Luogo di Conservazione
Collocazione
Descrizione fisica
Fonte dell'intestazione
Contenuto: descrizione ed analisi
Bibliografia del manoscritto
Data dei rilevamenti.
Questa stessa tipologia di manufatti è poi in parte ripresa, approfondita ed
ampliata con altro materiale da Rossi nel 1996 e nel 1997 da Maura Rolih
Scarlino11. In queste pubblicazioni i cataloghi sono utilizzati per ricostruire le
vicende della stratigrafia delle collezioni analizzate, inoltre Rossi verifica
quante delle pubblicazioni citate nei cataloghi siano ancora annoverabili nel
posseduto delle biblioteca, realizzando la trascrizione del catalogo antico e
una catalogazione analitica per ogni esemplare citato. In altri lavori, come
quello di Raffaele De Carlo, o come nell'articolo di Innocenti Metodi e criteri
di stratigrafia bibliotecaria12, l'attenzione è posta per lo più sull'organizzazione
tassonomica del catalogo analizzando l'evoluzione delle pratiche di classificazione che materialmente hanno avuto campo di applicazione nella strategia bibliotecaria. In altri studi, come quello di Isabella Christina Felline del
1997 Theodor Haupt (1807-1891) e i suoi libri, o quello di Chiara Carlucci La
biblioteca di uno scienziato: Giovanni Giorgi e i suoi libri13 , gli
inventari/cataloghi dei fondi analizzati, sono utilizzati sia per la verifica
patrimoniale, sia per la ricostruzione della storia costitutiva degli stessi.
2. / cataloghi antichi della Biblioteca Chelliana di Grosseto: l'elenco Cavallaro
Fondata dal canonico Chelli nel 1860 e donata 4 anni dopo con uri atto inter
11
Rispettivamente: M. ROSSI, Bibliofilia, bibliografia e biblioteconomia alla corte dei
granduchi di Toscana Ferdinando II. Itinerari esplorativi fin cataloghi e documenti dilla biblioteca Pala
tina lorenese, Manziana, Vecchiarelli, 1996. MAURA ROLIH SCARLINO, Gli inventori "na
scosti" della Biblioteca nazionale di Firenze: un contributo al recupero catalografico, in Accademie
e Biblioteche d'Italia, 65. n. s. 48, n° 2, aprile-giugno 1997.
,
12
Rispettivamente: RAFFAELE DE CARLO, Un catalogo della privata libreria del Re di
Napoli, in Culture del testo, 1, n° 2, maggio-agosto 1995. P. INNOCENTI, Metodi e criteri
di stratigrafia bibliotecaria. L'inventario e il catalogo come strumenti di costruzione della copertura
informativa, in Università di Napoli Federico 2. Dipartimento di discipline storiche,
Beni culturali. Ricerca. Didattica. Profili professionali, Napoli, Dipartimento di discipline
storiche, 1994.
13
Rispettivamente: Viterbo-Manziana-Massa Marittima, Discutedo-VecchiarelliBiblioteca comunale, 1997. Viterbo, Discutedo - Manziana, Vecchiarelli, 1999.
Edizione dei cataloghi antichi
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vivos, al Municipio di Grosseto, la biblioteca che da quel momento si chiamerà
Chelliana non ha vita facile e resiste comunque a due alluvioni e ad un
bombardamento, rispettivamente nel 1944,1966 e 194314. I cataloghi in questione riemergono pian piano a partire dal 1995, anno in cui viene pubblicato
Le edizioni del XVI secolo nella Biblioteca Chelliana di Grosseto15, nella prefazione
vengono menzionati solo 10 dei 90 cataloghi, poi effettivamente studiati.
All'interno del progetto di ricostruzione delle raccolte avviato dalla biblioteca a partire dal 1992, i cataloghi che man mano vengono alla luce sono affidati ad Innocenti ed al Dipartimento di storia e culture del testo e del documento dell'Università della Tuscia di Viterbo per curarne lo studio, l'edizione, la conservazione ed il restauro. Arriviamo cosi al 2001, data in cui viene
pubblicato, di Cristina Cavallaro, I cataloghi antichi della biblioteca Chelliana.
Progetto di edizione, conservazione, restauro16, in quest'opera i manufatti
vengono catalogati secondo la griglia indicata da Innocenti ne il Bosco e gli
alberi, arricchita da una sezione dedicata allo stato di conservazione, secondo
le regole ideate e redatte da Emanuele Casamassima17.
Il fondo originario della Chelliana contava circa 5000 volumi suddivisi in tre
nuclei principali: 1. libreria del vescovo Mensili; 2. lascito di Domenico Pizzetti, vicario capitolare della diocesi di Grosseto; 3. donazione del canonico
Giovanni Chelli. Col tempo il fondo venne arricchito da numerose donazioni come il fondo del dottor Fabbrini; alla biblioteca erano annessi anche un
museo e una pinacoteca è il loro posseduto venne catalogato insieme ai libri.
Siamo di fronte a quella che Innocenti definisce una biblioteca pre-moderna:
«Consideriamo, cioè, biblioteca moderna quella nei cui tratti costitutivi ancor
oggi ci riconosciamo; consideriamo pre-moderna (limitatamente per ora, ad
una definizione per differenze) quella la cui fisionomia strutturale sentiamo
obsoleta. È fermo che in ambedue queste definizioni biblioteca è intesa come
macchina per leggere. Ritengo che in termini di periodizzazione, questo ci porti
primi dell'Ottocento. In termini non cronologici ma geografici, questo ci
porta ovunque una biblioteca abbia conservato un «suo catalogo riferentesi
ad uno stato precedente della pratica di catalogazione in atto, e sostituito per
l'uso da forme catalografìche ritenute aggiornate»18.
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14
Una breve storia della biblioteca si può trovare in ANNA BOSCO-LETIZIA CORSO,
La biblioteca comunale Chelliana: nati per una descrizione storica, in «Culture del testo», 1,
gennaio-aprile 1994, p 127-137.
15 Grosseto, Biblioteca Chelliana, 1995.
16
Manziana, Vecchiarelli, 2001.
17
E. CASAMASSIMA, Note sul metodo della descrizione dei codici, Roma, Istituto Poligrafico
dello Stato, 1963; è il n°, 37-38, 95 di: E. CASAMASSIMA, Viaggio nelle biblioteche tedesche
(1956-1963). Con un saggio di bibliografia dei suoi scritti 1951-1995, Manziana, Vecchiarelli, 2002.
18
P. INNOCENTI, Collocazione materiale e ordinamento concettuale in biblioteche pre-moderne,
in Libri, tipografi, biblioteche. Ricerche stanchi dedicate a Luigi Balsamo, Parma-Firenze, Isti
tuto di Biblioteconomia e Paleografia-Università degli Studi-Olschki, 1997, p. 508.
52
Marianna Di Geronimo
I cataloghi hanno un contenuto piuttosto eterogeneo, suddivisibili in tre
gruppi, il primo dove prevalgono strumenti riferibili alla gestione della biblioteca come il registro dei lettori, il secondo comprende cataloghi topografici e il terzo raccoglie cataloghi di e su i comuni della Maremma; sono tutti
però piuttosto simili nella loro fattura: si presentano sotto forma di rubrica
ordinati alfabeticamente e suddivisi in poste. Si riporta di seguito l'elenco dei
cataloghi:
1. GIOVANNI CHELLI et alii, Biblioteca Chelliana. Museo e Pinacoteca. Registro degli acquisti
1860-1875
2. Registro dei lettori. 1 ° Marzo 1860-1876
3. Copia lettere (Gennaio 1860-Agosto1866)
4. Copia lettere (Agosto 1866-Febbraio 1902)
5. Albo dei donatori (1860-1903)
6. Romani (post 1869)
7. Catalogo. Matematiche. Strategia. Idraulica. Geografia. Agronomia. Belle arti (post 1869)
8. Biblioteca circolare. Catalogo alfabetico delle circolari spedite Anno 1873
9. Registro degli oggetti depositati nell'istituto ... con riserva di proprietà (13 giugno 1874)
10. Indice [di soci?] (post 1875)
11. Verbale di remozione di sigilli e inventario della biblioteca-pinacoteca e museo (1873, 23
marzo; 1877, 8 novembre)
12. Biblioteca Chelliana e museo, Resoconto-Anno 1887-89 (1877-1889, 1890)
13. Elenco dei rari della biblioteca comunale Chelliana di Grosseto (1940-1944)
14. Rubrica (post 1900)
.
15. Minute di lettere (gennaio 1902-ottobre 1911)
16. Doni pervenuti alla biblioteca museo. Anno 1904-1905 (1904-5, 1906)
17. Acquisti fatti per la biblioteca e museo. Anno 1904-1905-1906. Per autore (1904-1906)
18. Archeologia e numismatica (post 1906)
19. Elenco dei libri e degli oggetti acquistati (1907)
20. Nota dei doppioni accertati dalla biblioteca comunale Chelliana (post 1916)
21. Doni (post 1918)
22. Biblioteca. Elenchi-Doni (post1924)
23. Libri Pizzetti (post 1932)
24. Acquisto Piatti (1 agosto 1936)
25. Stanca Fabbrini. Giurisprudenza. Comizio agrario ed altri (post 1867)
26. Sciente sacre-Storia ecclesiastica-Teologi-Apologetici-Canonisti-Santi Padri (post 18771878?)
27. Inventario dei libri di 1 stanza (sec. XIX)
28. 1 Stanza. Manetti. Materie diverse. Idraulica e architettura. Maremma (sec. XIX)
29. 1 Stanza-Poeti e teatro (sec XIX)
30. 1 Stanza- Economisti, Letteratura, Scolastici. Grammat[ich] e in lingua straniera (sec
XIX)
31. 1 Stanza. Santi padri e opere spirituali (sec XIX)
32. 2 Stanza. Numismatica. Storia naturale. Giornalismo. Lettere di famiglia (sec XIX)
33. Giurisprudenza. Stanza 2 (1861, 1867, 1869)
34. Seconda stanza. Letteratura e filosofi (sec. XIX)
35. 2 Stanza St{«orici»] Dizion[«arii»] Geogr[«afia»] (sec XIX)
36. Stanza 3. Economisti (post 1867)
:
Edizione dei cataloghi antichi
53
37. Numismatica e Sfragistica. Sala 23 (post 1908)
38. Sala n. 23. Bronzi ed ami (1893-1906)
39. Sala n. 24. Oggetti diversi (post 1908)
40. Numismatici (post 1875)
41. Economia rurale. Sala n. 25 (post 1908)
42. Giurisprudenza. Sala ». 25 (post 1908)
43. Letture istruttive popolari. Sala n. 29 (post 1895)
44. Storia della letteratura. Mitologia. Sala n. 29, (post 1906)
45. Dizionarii. Sala n. 29 e 31. (post 1904)
46. Dizionarii Sala n. 29 e 31 (post 1904)
47.Storia Universale. Salati. 29 (post 1908)
48. Storia d'Inghilterra. Spagna. Portogallo. China. Paesi Bassi. Grecia. Svesta. Scozia. Arabia.
America. Baviera. Turchia, Germania. Svizzera ecc. Sala n. 29 (post 1899)
49. Grammatiche di lingue diverse. Sala n. 29 (post 1899)
50. Vite di uomini celebri. Sala n. 29 (post 1908)
51. Geografia. Viaggi e costumi di popoli. Sala n. 29 (post 1909)
52. Storia di Francia. Sala 29 (post 1886)
53.Miscellanea. Stanca n. 29, scaffale M, palchetto n. 1 -2-3 (post 1900)
54. Belle lettere e scritti poligrafi. Sala n. 30 (post 1908)
55. Scolastici (introduzioni allo studio delle belle lettere, arti e scienze disperse). Sala n. 30 (post
1901)
56. Teatro. Sala n. 30 (post 1906)
57. Teatro. Sala n. 30 (post 1906)
58. Epigrafi, Sala n. 30 (post 1873)
59. Epigrafi, Sala n. 30 (post 1873)
60. Economia. Politica. Commerci. Statistica. Sala n. 30 (post 1918)
61. Romanzi, Sala n. 30 (post 1909)
62. Belli arti. Architettura. Idraulica. Matematiche e scienze affini. Sala n. 30 (post 1909)
63. [Belle le]ttere [e scritti pol]igrafi. [Stanza] n. 30 (circa 1909)
64. Manoscritti. Sala n. 31 (post 1895)
65. Incunaboli. Stanza n. 31 (sec XIX)
66. Edizioni del Cinquecento. Sala n. 31 (sec XIX)
67.1 Biblioteca speciale grossetana. Sala n. 31 (sec XIX-XX)
68.2 Biblioteca speciale grossetana. Sala n. 31 (sec XIX-XX)
69. Miscellanea, Sala n. 29, Manoscritti, Sala n. 31. Incunaboli, Sala n. 31 (post 1909)
70. [Bibliografia di] Magliano (post 1889)
71.[Bibliografia di] Monte Argentario (post 1891)
72. [Bibliografia di] Cinigiano (posi 1893)
73.[Bibliografia di] Isola di Giglio (post 1897)
74. [Bibliografia di] Sorano (post 1890)
75.(Bibliografia di] Campagnatico( post1899)
76. [Bibliografia di] Castiglione della Pescaia (post 1899)
77.[Bibliografia di] Arcidosso (post 1899)
78. [Bibliografia di] Montieri (post 1900)
79.[Bibliografia di] Castel del Piano (post 1901)
8O.[Bibliografia di] Roccastrada (post 1902);
81.[Bibliografia della] Provincia di Grosseto (post1904, o 1908?)
82.[Bibliografia di] Santa Fiora (post 1906)
83.[Bibliografia del] Comune di Pitigliano (post1906)
54
Marianna Di Geronimo
84.[Bibliografia di] Piombino- Suvereto- Campiglia Marittima-Sassetta-Monte Verdi (post
1907)
85.[Bibliografia di] Gavorrano (post 1908)
86.[Bibliografia di] Scansano (post 1908)
87.[Bibliografia di] Grosseto (post 1909)
88.[Bibliografia di] Orbetello (post 1909)
89.[Bibliografia di] Massa Marittima (post 1909)
90.[Bibliografia di] Manciano (post1909)
3. L'esecutore delle prime edizioni ad esemplificazione del mio progetto di ricerca; le fasi
del lavoro
II mio approccio ai cataloghi risale al luglio del 2002 quando, nella tesi di
laurea dal titolo Approccio alla lettura di ceti borghesi e piccolo borghesi nella Maremma
dell'800, eseguii l'edizione del catalogo n° 43 dell'elenco Cavallaro; esattamente
un anno dopo estesi l'edizione ad altri 2 cataloghi il n° 44 e 48 e rieseguo
l'edizione del n° 43 nella tesi della laurea di secondo livello: Editorie dei
cataloghi antichi della Biblioteca Chelliana di Grosseto. Tre saggi: i cataloghi n. 43, 44, 48
dell'elenco Cavallaro. Come abbiamo ribadito, è solo attraverso un metodo di
destratificazione che possiamo recuperare tutte le informazioni latenti nei
cataloghi; la metodologia dell'edizione è stata la stessa per tutti i registri, in
una prima fase è stata effettuata la trascrizione di ogni singolo lemma e delle
relative informazioni bibliografiche, provvedendo ad un conteggio
disaggregato carta per carta. Primo focus di attenzione è stato l'analisi delle
tecniche catalografiche e il raffronto con le realtà biblioteconomiche coeve.
Ovviamente, il linguaggio catalografico è determinato da fattori del tutto
esogeni al catalogo e alla raccolta, appartiene invece alla cultura biblioteconomica di chi li ha redatti. Grosseto, proclamata da Leopoldo di Lorena nel
1776 capoluogo di provincia (il territorio della provincia sarà rimaneggiato
nel 1927), era ancora alle prese con la bonifica del territorio, per questo realtà
del tutto marginale, in cui solo grazie alle buone intenzioni del Chelli si era
riuscita a creare una biblioteca di pubblica lettura, avvertita come necessaria
dal canonico per risollevare la vita culturale della città; si può facilmente
immaginare l'assenza, in biblioteca, di personale particolarmente qualificato.
Ma, in questa condizione di inadeguatezza, la Chelliana è perfettamente
inserita nella situazione in cui versavano la maggior parte delle biblioteche
medio piccole in Italia; disagio che è possibile leggere ad esempio nella Prefazione all'indice sistematico di una pubblica libreria a schedari sussidiari che nel 1888
l'allora bibliotecario della Malatestiana di Cesena, Adriano Piccolomini,
compilava in onore della visita di Sua Maestà Umberto I. Questi traccia una
rapida descrizione dello stato delle cose nella sua biblioteca, lamenta la scarsezza di fondi a disposizione, cosa che preclude il corretto svolgimento delle
attività creando disservizi all'utenza e soddisfacendo unicamente le esigenze
di chi sa già relazionarsi alla struttura bibliotecaria. Piccolomini sottolinea
Edizione dei cataloghi antichi
55
l'importanza del catalogo da lui definito «inventario», dichiarando che nella
Malatestiana l'unico disponibile è il catalogo per autori, ed esplicita la maggiore funzionalità del catalogo a schede rispetto a quello in volume raccomandandolo a tutti i bibliotecari19». Il discorso è calzante anche per la ben più
piccola biblioteca grossetana. Se consideriamo che la copertura cronologica
dei cataloghi della Chelliana va dal 1860 al 1944, noteremo come sia del tutto estranea alle nuove considerazioni che dalla seconda metà dell' Ottocento
si facevano largo in campo catalografico, soprattutto in Inghilterra e negli
Stati Uniti, con i vari Panizzi, Cutter, Jewett. Sembra invece rispettare le essenziali norme catalografiche dettate a Parigi nel 1791; si rintracciano infatti
tutti gli elementi dichiarati indispensabili, i cataloghi presentano un ordinamento alfabetico chi per titolo, chi per autore, lo schema tipo che possiamo
trovare è quello presentato in fig. 1.
Analizzando le diverse tipologie delle informazioni offerte e in particolar
modo la forma in cui vengono presentate, potremmo osservare come il titolo sia quello, di solito più soggetto ad abbreviazioni, il catalogatore applica
senza scrupoli troncamenti o libere interpretazioni riassuntive del titolo originale e/o del contenuto dell'opera, le proposizioni e gli articoli iniziali risultano mancanti nell'80% dei lemmi. Per esempio, nel catalogo n° 43, il lemma
17 (fig. 2), risulta evidente l'omissione della preposizione iniziale e il troncamento della seconda parte del titolo («o della coltura di te stesso») senza che
queste mancanze siano segnalate in alcun modo. Nel caso del lemma 28 del
catalogo n° 44 (fig. 3), siamo di fronte ad un probabile errore di comprensione del catalogatore; come risulta chiaro dalla scheda, il titolo della collana
è stato confuso con il titolo proprio, probabilmente il primo era tipograficamente presentato prima del titolo proprio. Nel caso del lemma 12 del catalogo n° 48 (fig. 4), invece, non abbiamo un'identificazione, poiché le date
di pubblicazione non corrispondono, infatti sul manufatto cartaceo è riportato il 1849, ma sui repertori consultati è stata rilevata solo un'edizione del
1851: siamo quindi di fronte ad un'individuazione; analizzando il titolo si
potrebbe pensare o ad un cattivo riassunto del titolo operato da chi ha redatto la scheda o forse ad un cambiamento del titolo intercorso fra le due
edizioni.
Finora le trascrizioni dei titoli più precise sono state quelle in lingua non italiana; gli autori sono indicati semplicemente per cognome senza abbreviazioni di sorta. Innocenti, nel II bosco e gli alberi20, pone l'attenzione sulle
informazioni latenti nelle indicazioni di collocazione, queste infatti
possono aiutarci a ricostruire la storia delle raccolte analizzate. Si distinguono
innanzitutto due tipi di dispersione dei nuclei librari: stellare e lineare; la prima
fa seguito alla soppressione casuale o no degli elementi appartenenti alla rac19
P. INNOCENTI, La biblioteca nel sistema moderno dell'informazione, in Atti e memorie
dell'Accademie di agricoltura, scienze e lettere di Verona, 1998, 168 dell'intera collezione,
tomo 1, s. 6, vol. XLIII, p. 195-200, in part. 195-197.
20
P. INNOCENTI, op. cit, p. 522.
56
Marianna Di Geronimo
colta, la seconda è descritta come uno smembramento per insiemi, dove
cioè non tutto il fondo è disperso ma solo diminuito quantitativamente. Innocenti consiglia quindi uno studio a ritroso, che deve tener conto prima
delle sedimentazioni, poi della dispersione originaria. In tal modo otteniamo
informazioni utili non solo alla raccolta che ci interessa, ma alla dispersione
dei fondi librari in generale; per questo si rende necessario un andamento
topografico, Nei cataloghi analizzati, le indicazioni pertinenti alla collocazione dei volumi: numero della stanza dello scaffale e del palchetto, non sono
solo utili per ricostruire idealmente la topografia della biblioteca, ma forniscono indizi sugli spostamenti subiti dai volumi segno dell'ampliamento o
restringimento della materia o argomento a cui afferivano. Ad esempio i cataloghi 43 e 48 collocano tutti i propri volumi nelle stanza 29 mentre il 44
nella 29, nella 30 e nella 31, per i primi due gli scaffali utilizzati sono rispettivamente C ed M , mentre il catalogo 44 ne occupa ben 5 diversi: Q, R, M,
H, G. Quando avremo finito di raccogliere tutti i dati riguardanti le collocazione della sala 29, saremo in grado di avere un quadro definitivo delle dinamica delle implementazioni e deplementazioni del patrimonio della sala.
Sempre Innocenti, nella medesima pubblicazione, consiglia di unire le competenze della bibliografia analitica a quelle della bibliografia descrittiva, applicando ai cataloghi reperiti procedure di identificazione specifiche dei nuclei bibliografici; così infatti le potenzialità del catalogo antico, proprie di un
fondo e quindi adatte solo ad un ulteriore andamento verticale del suo studio, si incroceranno con quelle della bibliografia, caratterizzata da una progressiva espansione orizzontale. Dopo la trascrizione sono passata quindi,
alla fase dell'identificazione, anche se non sempre purtroppo come abbiamo
visto, è possibile individuare la stessa edizione di una pubblicazione presente
sul catalogo fuor d'uso, così qualora una delle informazioni dell'area delle
note tipografiche non corrispondesse, parleremmo non di identificazione
ma di individuazione. Ci si può avvalere sia dell'utilizzo di repertori cartacei
che on line, considerazione banale, ma necessaria è che trattandosi, in questo
caso, di un fondo prevalentemente ottocentesco, il primo repertorio utile è
sicuramente CLIO21 il Catalogo dei libri italiani dell'Ottocento raccoglie una
cumulazione delle descrizioni di 52 biblioteche italiane relative ad opere
pubblicate in Italia dal 1801 al 1900, il repertorio include gli opuscoli con un
numero di pagine superiore a 12, esclude gli alfabeti non latini o greci, periodici, gli estratti con paginazione inclusiva, leggi, atti notarili è giudiziali,
cataloghi, carte geografiche e opere musicali senza testo. Riporto qui in fig. 5
un esempio di identificazione con CLIO tratto dal catalogo n° 43 precisamente il lemma n° 4. Anche in questo caso, il complemento del titolo è omesso; senza nessuna avvertenza e dell'autore è citato solo il cognome; si è
scelto di riportare il numero di pagina di CLIO in cui è stato ritrovata la
pubblicazione in questione, e anche la sigla della biblioteca da cui è stata
tratta la registrazione catalografica. Sono presenti all'interno della raccolta
21
Milano, Bibliografica, 1991.
Edizione dei cataloghi antichi
57
anche periodici, risulta quindi utile la consultazione di repertori
specifici, ad esempio il Catalogo dei periodici delle biblioteche lombarde22.
Un esempio di identificazione con questo repertorio è tratto dal
catalogo n° 43, il lemma n° 51 (fig. 6); il complemento del titolo è
riportato abbastanza fedelmente, naturalmente non troviamo indicata
nel repertorio una responsabilità autoriale, nell'indicazione della data
troviamo anche informazioni sul posseduto della biblioteca Chelliana,
mentre il repertorio consultato ci da solo la notizia della prima annata;
anche in questo caso è stato riportato il numero della pagine in cui è
stata reperita la scheda bibliografica.
Sappiamo che il catalogo di una grande biblioteca ha lo stesso valore
di una buona bibliografia retrospettiva o corrente che sia, infatti per
l'identificazione dei lemmi sono di valido aiuto i cataloghi cartacei
delle più importanti biblioteche italiane; occorre specificare cartacei,
perché purtroppo negli Opac delle nostre biblioteche non è stato
riversato tutto quello che è presente sui cataloghi cartacei, e le lacune
maggiori riguardano proprio il secolo diciannovesimo. Personalmente
ho consultato sin ora il catalogo a stampa della Biblioteca nazionale
centrale di Roma, della Casanatense e della Vaticana, questi strumenti
si sono rilevati utili soprattutto nei casi di opere settecentesche o di
metà Ottocento; un esempio per ogni biblioteca è riportato in fig. 7,
si tratta dei lemmi n° 14, 15, 35 tratti dal catalogo n° 43. Il lemma n°
35 non è un'identificazione, ma solo un'individuazione poiché la data
di edizione non corrisponde, infatti la biblioteca nazionale centrale di
Roma possiede la seconda edizione dell'opera; inoltre mentre per la
biblioteca Vaticana e per la Casanatense è stato scelto di riportare la
collocazione delle pubblicazioni identificate, per la Nazionale di
Roma ciò non è stato possibile, in quanto diverse schede consultate
(dattiloscritte o in parte manoscritte), non riportano sempre la
collocazione, mentre è sempre presente il numero della scheda. Opera
altrettanto utile è ovviamente il CUBI il Catalogo cumulativo 1886-1957
del Bollettino delle pubblicazioni italiane, riunisce in un'unica serie
alfabetica tutti i lemmi dei 72 volumi del Bollettino; questo strumento
è vantaggioso per l'ampia copertura cronologica, ma vi si riscontra
purtroppo una bassa qualità delle registrazioni, e una diminuzione del
numero delle stesse. Anche Opac e Metaopac sono strumenti
essenziali per eseguire l'individuazione dei lemmi. Punto di
partenza per una strategia della ricerca è di solito l'autore o il
titolo ma in questi casi una ricerca per editore, luogo di edizione
22
Milano, Bibliografica, 1985. L'avvio della fase progettuale di quest'opera risale al
1972-73, ma fu con la possibilità offertasi nel 1978 di collaborare con l'Istituto di
studi sulla ricerca e documentazione scientifica del Cnr che il progetto entrò nella
fase risolutiva. Nel catalogo sono incluse oltre ai periodici veti e propri, altre categorie di pubblicazioni incluse nella norma Uni 6392. Il catalogo registra le collezioni di
periodici che risultano correnti a partire dal 1973 e negli anni seguenti, sia che i periodici siano ancor oggi correnti, sia che non siano più pervenuti per sospesa pubblicazione o cessato ricevimento. Di alcune biblioteche sono state registrate su esplicita richiesta, tutte le collezioni di periodici possedute anche anteriori al 1973 per
l'intera serie alfabetica, i titoli sono ordinati in sequenza alfabetica.
58
Marianna Di Geronimo
e per ultima possibilità anno di edizione non è mai da scartare a causa degli
errori di trascrizione e di comprensione che possono occorrere durante il
lavoro. Gli Opac più diffusamente utilizzati sono stati: SBN, e il MAI 23;
quello che nella maggior parte dei casi è un difetto dell'Opac dell'Azalai, ossia la notevole quantità di rumore presente in ogni esito della ricerca, in diverse situazioni può essere utile, in modo particolare per le ricerche per titolo, in quanto mentre SBN prevede un riscontro lettera per lettera dei primi
cinquanta caratteri immessi nella stringa di ricerca, il MAI prendendo in
considerazione un po' di tutto, ha permesso spesso di condurre a buon fine
la ricerca. L'Opac della Biblioteca nazionale centrale di Firenze24, ha il pregio
invece, di offrire liste di autori, editori e titoli, che sono validi aiuti per individuare eventuali errori di trascrizione da parte dei redattori del catalogo e
per sciogliere i dubbi relativi a situazioni in cui la grafia fosse poco chiara. Il
Metaopac Karlsruhe Virtual Katalog25, si rivela un mezzo di ricerca efficace,
per lo stesso difetto del MAI: il rumore, ma in questo caso sono assolutamente efficaci le ricerche effettuate utilizzando solo elementi dell'area tipografica o altri elementi come filtri. Partendo da risultati offerti dal Metaopac,
la ricerca si può poi spostare sulle singole biblioteche che hanno risposto
positivamente: biblioteche francesi, inglesi, americana ecc; così come dopo
una ricerca con il MAI, si può precisare meglio il lavoro andando a consultare
l'Opac di una delle biblioteche che attestano il possesso della pubblicazione; questo perché i Metaopac non presentano mai gli stessi risultati per
una stessa ricerca. Sono riportati in fig. 8 un esempio di identificazione con
SBN, un altro che partendo:dal MAI è poi confluito su una specifica biblioteca e infine un lemma che partendo invece dal KVK è stato precisato dal
catalogo collettivo francese, i lemmi sono il 30, 31, 39 del catalogo n° 44.
Siamo di fronte a tre identificazioni, nel primo caso si è scelto di riportare
tutte le sigle delle biblioteche che all'interno di SBN attestano di possedere
la pubblicazione in questione; dal Karlsruhe è stata scelta la descrizione catalografica più esauriente, nel caso specifico è quella presentata da un catalogo
collettivo francese (GGFR) e redatta dalla biblioteca nazionale di Francia, il
medesimo criterio di completezza ha guidato la scelta della scheda prodotta
dalla biblioteca Braidense all'interno del Metaopac MAL Lo studio dei materiali in questione può essere, abbiamo detto, finalizzato anche alla conoscenza dei libri letti e quindi delle idee che hanno circolato in una determinata
epoca storica; come ci ricorda Arduini, nel saggio già citato, nell'affrontare
23
L'Opac del servizio bibliotecario nazionale è consultatole all'indirizzo <http: //
opac.sbn.it/index.htm>. Il Metaopac Azalai Italiano frutto della collaborazione
dell'AIB e del CILEA (Consorzio interuniversitano Lombardo per l'elaboiazione
Automatica) è consumabile all'indirizzo: <http://www.aib.it/aib/opac/mai2.htm>.
24
L'Opac è consultabile al sito:
:
<http://catalogo.bncf.firenze.sbn.it/cgi-opac/opac.cgi?Lingua=ITA&unicode=F>.
25
Il Metaopac ha il seguente indirizzo:
<http://www.ubka.unikarlsruhe.de/hylib/en/kvk.html>.
Edizione dei cataloghi antichi
59
questo tipo di ricerca bisogna però tenere presenti due cose fondamentali:
una è che i libri presenti in biblioteca non sono sempre utilizzati e quindi let
ti dalla comunità in cui vive; la seconda è che non tutta la cultura di una società in un periodo più o meno definito, si esprime e si diffonde attraverso la
scrittura, ma mantiene un carattere di oralità. Nel caso specifico, i tre cataloghi analizzati trattano nell'ordine, di letteratura popolare, storiografia, letteratura e mitologia, che come sappiamo sono argomenti vivi nel secolo
XIX; va detto inoltre che Grosseto non presenta in questa fase della sua storia grosse innovazioni culturali fatto che ha reso abbastanza agevole inserirla
in quelle che erano le tendenze culturali allora dominanti. L'interesse verso il
popolo assume consapevolezze diverse nell'Ottocento, viene infatti riconosciuto come soggetto politico e in quanto tale va conosciuto e tutelato in
tutti i suoi aspetti; in poco più di trent'anni, nonostante l'esiguità di mezzi
che i governi di destra e sinistra ebbero a disposizione l'Italia si riporta alla
pari di Francia, Inghilterra, Germania e Austria come livello culturale, infatti
l'obbiettivo principale su cui lavorarono i governi fu quello dell'educazione
primaria, elementare e media. Il tema dell'educazione dei bambini ad esempio, era stato già oggetto di riflessione nei primi decenni dell'Ottocento
e ad affrontarlo furono intellettuali come Lambruschini e Tommaseo, esponenti del cattolicesimo liberale; Lambruschini scrive tanto sulla didattica, ed
è presente nel catalogo 43 al lemma n° 28 con la Sua famosa Guida dell'Educatore fondata nel 1836, di cui fu direttore per circa dieci anni (fig. 9). Troviamo poi al lemma 16 il famoso opuscolo di Mazzini Dei doveri dell'uomo dove viene definito il rapporto tra intellettuali e popolo (fig. 10). A partire dalla
seconda metà del secolo si svilupperà quel filone pedagogico che ha tra i
suoi principali esponenti Thouar, Cantù, Soave, Smiles, che mira a formare il
«self made man», il nuovo italiano, buono e laborioso, filone ampiamente
presente nel catalogo 43. Ma la scelta delle letture non tralascia l'informazione scientifica della nuova classe popolare rappresentate ad esempio dal
lemma n°7 Curiosità della scienza contemporanea di Anserini (fig. 11). Il catalogo
44 presenta una situazione composita, sull'etichetta del titolo si legge ancora
parte del titolo «Storia della Letteratura» depennata in rosso, ma alcune opere di questo genere sono ancora presenti nel catalogo:sono per lo più raccolte antologiche generali o riviste. Non poteva certo mancare l'Antologia del
Vieusseux presente al lemma 1 e seguenti del catalogo; al n° 40
troviamo una delle principali opere sulla storia della letteratura italiana
L'Histoin Litteraire d'Italie di Pierre Louis Ginguené edita a Parigi tra il
1811 e 1818 (fig. 12). Occupa i lemmi 28 e 54 Paolo Emiliani Giudici,
rappresentante della corrente neoghibellina individuata da Benedetto Croce
tra gli storici italiani risorgimentali, con la Storia delle Belle Lettere ristampata
da Le Monnier col titolo definitivo di Storia delle letteratura italiana nel 1855
(fig. 13). L'altra parte del catalogo, quella che si occupa di Mitologia,
riporta l'attenzione sul popolo e in particolare sulle tradizioni
popolari viste attraverso le fiabe. Nell'Ottocento questi materiali
vengono analizzati con criteri filologici, utilizzando le tecniche
proprie della linguistica e della filologia comparata, ma non sono
60
Marianna Di Geronimo
presenti nel catalogo opere di particolare rilievo, la maggior parte sono traduzioni di pubblicazioni francesi. Ed infine il catalogo 48, occupandosi di
storia di paesi, stranieri, presenta per lo più traduzioni e opere in lingua, si
trovano segnalate in nota le edizioni di pregio, e soprattutto quelle con illustrazioni pregevoli; il metodo positivistico che prenderà piede nello studio
delle scienze storiche tra fine Ottocento e primi del Novecento è ancora estraneo alle opere censite dal catalogo: siamo di fronte a pubblicazioni di carattere erudito compilativo. Il paese oggetto di più pubblicazioni è certamente l'America, cito l'opera forse più significativa la Storia della Guerra dell'indipendenza degli Stati Uniti d'America edita a Parigi nel 1809, scritta da Carlo Botta; sappiamo che l'autore non riesce ad aprirsi alle prospettive dell'ideologia romantica e preferisce il recupero delle forme umanistiche, in cui prevale la retorica sulla storia, il filo conduttore di tutta l'opera è esaltare la rivoluzione americana a scapito di quella francese, presente al lemma 15 (fig. 14).
Negli anni Trenta del secolo assistiamo al proliferare un po' dovunque di
«Deputazioni di Storia patria», di «Biblioteche storìche», «Gallerie storiche»,
«Dizionari Storici», «Ricoglitori» ma sono elementi non presenti nel nostro
catalogo, mentre non manca mai il filone pedagogico: ad esempio con le opere di Fleury dirette ai fanciulli presente al lemma 27, ancora il fine educativo è la linea guida delle opere di Schiller, lo troviamo tradotto da Benci al
lemma 78; egli riteneva che solo l'educazione estetica e non la rivoluzione
potessero porre rimedio alle lacerazioni tra ceti privilegiati e non, che la società contemporanea vive, per educazione estetica si intende una lenta crescita intellettuale e morale.
Naturalmente, attraverso le notizie offerte dai cataloghi antichi, si possono
trarre informazioni utili anche alla storia dell'editoria, tramite la diffusione e
l'evoluzione di una professione, quella dell'editore-tipografo che nel corso
dell'800 subisce, numerosi e diversi cambiamenti. Sino ai primi dell'Ottocento infatti, l'attività editoriale in Italia faceva capo ala figura del libraio stampatore o del tipografo, col passare dei decenni l'attività editoriale assume
sempre più la fisionomia dell'impresa capitalistica, al centro si piane una figura
nuova di imprenditore: l'editore. Fu soprattutto Milano la città in cui fu più
sensibile questa trasformazione, basta ricordare l'editore Stella con cui
collaborò Leopardi, dietro la corresponsione di un compenso fisso, per un
commento al Canzoniere di Petrarca e la redazione di un'antologia della poesia e della prosa italiana; ma iniziative rilevanti sorgeranno via via nei decenni successivi a Torino dove troviamo Pomba, a Bologna con Zanichelli, a
Firenze con Le Monnier, Barbera. L'avvento dell'editoria come impresa moderna è reso possibile anche dai processi di trasformazione borghese della
società e dalla diffusione dell'istruzione che creano un pubblico nuovo di
lettori; ma un ruolo decisivo lo gioca anche l'evoluzione tecnologica: per la
stampa non si usano più torchi a mano, ma a vapore, la carta di stracci viene
sostituita da quella industriale fatta di pasta di legno, l'affermarsi della stereotipia, litografia, incisione di acciaio e da non dimenticare la comparsa a fine
secolo delle compositrici meccaniche monotype e lynotipe danno un enor-
Edizione dei cataloghi antichi
61
me impulso all'editoria industriale. Tenendo presente che le pubblicazioni
presenti sui tre cataloghi sono comprese in un arco cronologico che va-dal
1605 (data più bassa del catalogo 48) al 1906 (data di pubblicazione più alta
del catalogo 44), applicando le tecniche dell'analisi quantitativa agli editori
presenti sui manufatti grossetani, ci troviamo di fronte al seguente elenco
che ha preso in considerazione solo i lemmi identificati presenti nei cataloghi:
Editori
1.Agnelli (Mi)
2.Alberghetti (Po)
3.Aliprandi (Mi)
4.Androsio (Na)
5.Bailly (Parigi)
6.Barbera (Fi)
7.Bardi (Fi)
8.Batelli (Fi)
9.Batelli (To)
10.Bernardoni (Mi)
11.Berrini(To)
12.Betelli e Fanfani (Mi)
13.Bertoni (Mi)
14.Biblioteca Utile (Mi)
15.Borroni-Scotti (Mi)
16.Brigola (Mi)
17.Buisson (Parigi)
18.Burchielli (Lu)
19.Cagliani (Ar)
20.Cairo (Mi)
21.Cammelli (Fi)
22.Canadelli(Mi)
23.Carez(Toul)
24.Carli (Fi)
25.Celli (Fi)
26.Cenniniana
27.Civelli (Fi)
28.Coen (Fi)
29.Colas (Pargi)
30.Colitti (Cb)
31.Colombo e Tarra (Mi)
32.Conti (Fi)
33.Costa (Fi)
34.Curti (Ve)
35.Dante (Mi)
36.Detken (Na, RM)
37.Didier (Parigi)
38.Douniol
39.Editori della scienza del
popolo (Fi)
N. lemma / catalogo
totale
22/48; 5/43; 22/53
2
82/48
1
62/43
1
29/43
1
6/48
1
44/44; 13/43; 41 /43; 86/43 4
49/48
1
68/48
1
31/48
1
51/44
1
62/48
1
32/44
1
72/48; 38/43
2
78/43; 79/43; 81/43
3
75/48
1
19/43
1
30/48
1
1/43
1
67/43
1
39/44
1
54/43
1
46/43
1
36/44
1
57/44
1
36/48
1
25/43
1
16/43; 27/43
2
5/48
1
15/48
1
77/43
1
62/43
1
45/48
1
72/48
1
60/44
1
21/43
1
21/43
1
2/43
1
83/43
1
83/43
1
62
Maiianna Di Geronimo
40. Editori dell'Indicatore lombardo (Mi)
41. Elzeviriana
42. Emancipazione (Rm)
,43. Ercole (Velletri)
44. Eredi del Barbagrigia (Rm)
45. Fabbris (Fi)
46. Fenice (Li)
47. Ferrario (Mi)
48. Fiaccadori (Pr)
49. Fina(To)
50. Fodratti (Fi)
51. Fontana (Vo)
52. Formigli (Fi)
53. Franco (Tó)
54. Fumagalli (Fi)
55. Galeati (Imola)
56. Galileiana (Fi)
•
57.
58.
59.
60.
61.
62.
63.
64.
Giusti (Mi)
Hachette (Parigi)
Hublou (Bruxelles)
Janson (Amsterdam)
Klert (Philadelphia)
Lampato (Mi)
Le Gras (Parigi)
Le Monnier (Fi)
65.
66.
67.
68.
69.
70.
71.
72.
73.
74.
75.
76.
77.
78.
79.
80.
81.
82.
83.
84.
85.
86.
Lucchini (Mi)
Maglia (sii)
Micaud (Parigi)
Migliaccio (Sa)
Minerva (Na)
Molinari (Ve)
Morano (Na)
Nistri (Pi)
Novelli (Ve)
Nuova Antologia (Rm)
Nutij (Antwerpen)
Oliver and Boyld (Edimburgo)
Paggi (Fi)
Paravia (Tó)
Parent Desbarres (Parigi)
Pasquali (Ve)
Passigli (Fi)
Pellazza (To)
Pellas (Fi, Gè)
Pellecchia (Na)
Perino (Rm)
Perrotti (Na)
1
29/48
1
24/48
1
32/43
1
66/48
1
65/43
1
16/48
1
29/44
1
73/48
1
42/48
1
66/43
49/44; 12/48
2
1
8/48
1
14/48
1
74/43
1
1/48
1
29/43
34/43; 39/43; 40/43; 50/43; 6
58/43; 80/43
1
2/48
1
19/48
1
.83/48
1
25/48
1
40/48
1
38/48
1
42/44
58/48; 61/48; 4/44; 5/44; 5
54/44
1
60/43
1
6/43
1
40/44
4/43
1
1
24/43
1
34/44
1
26/43
1
38/48
1
35/44
1
61-68/44
1
55/48
1
77/48
2
23/43; 43/43
1
12/43
1
64/48
1
56/48
1
75/43
2
46/44; 47/44
1
7/43
1
59/44
1
61/43
1
47-43
V:
Edizione dei cataloghi antichi
63
87.
88.
89.
90.
91.
92.
93.
94.
95.
96.
97.
98.
Petrarca/Rebagli (Fi)
Pezzana(Ve)
Piatti (Fi)
Pirotta (Mi)
Pomba(To)
Prodocimo (Ve)
Prosperali (Pd)
Remondini (Bassano)
Rondinella (Na)
Rossi (Li)
Ruggia (Lugano)
Saillan e Nyon Pissot Desaint Panckoucke (Amsterdam)
99. Salani (Fi)
100. San Vito(Mi)
101. Savoye (Parigi)
102. Scheus (Rm)
103. Silvestri (Mi)
104. Società eclittice fiorentina (Fi)
105. Società poligrafica italiana (Fi)
106. Società tipografica (Mo)
107. Sonzogno (Mi)
108. Sordo Muti (Ge)
109. Sordo Muti (Si)
110. Speranza (Fi)
111. Stella (Mi)
112. Tasso (Ve)
113. Terres(Na)
114. Tipografia del seminario Arcivescovile (RA)
28/48
80/48
21/48
50/48; 60/48; 37/44
11/48; 72/48; 30/44
43/48
17/43
43/44
45/43
69/43
85/48
70/48
1
1
1
3
3
1
1
1
1
1
1
1
30/43
7/48
31/44
3/48
13/48; 32/48; 82/43
28/44
76/43
53/44
37/44
9/48; 10/43
38/44; 15/43
55/44
4/48; 45/44; 48/44
56/44
50/44
65/48
1
1
1
1
3
1
1
1
1
2
1
3
1
1
1
115 Tipografia dell'Oratorio di Sales (To)
18/43
1
116. Tipografia sociale (Rm)
117. Torelli (Fi)
118. Trani(Na)
119. Treves(Mi)
120. Trevisini (Mi)
121. Troise(Mi)
122. Usiglio(Na)
123. Vaccarino (To)
124. Vallardi(Mi)
125. Valvasense (Ve)
126. Vendrammi Mosca (Vi)
127. Vieusseux (Fi)
128. Vignozzi(Li)
129 Vulcano (Fi)
130. Wahlen (Bruxelles)
70/43
57/48
52/44
8/43; 35/43; 36/43
31/43
52/43
47/43
44/43
37/43; 39/43; 63/43
59/48
33/43
1/44; 28/43; 56/43
34/48
85/43
41/48
1
1
1
3
1
1
1
1
3
1
1
3
1
1
1
2
Come si evince, siamo di fronte ad una realtà editoriale che vede protagoniste tante piccole e piccolissime imprese ancora inserite in un contesto arti-
64
Marianna Di Geronimo
gianale dove prevale la figura del libraio-mercante-editore. Spiccano comunque alcuni nomi importanti: Salani, Sonzogno, Treves, Perino, Pomba, Paravia, Minerva; inoltre se osserviamo i luoghi di edizione, noteremo come la
maggioranza degli editori sia concentrata tra Milano e Firenze, a parte Napoli, che comunque ha una storia a sé; il Sud Italia è presente solo con
Campobasso e Salerno; spicca la realtà romana in espansione con una sola
pubblicazione in meno rispetto a Venezia. Ovviamente, per questa strada il
catalogo ci porta in direzione di uno studio che dovrebbe avere àmbito e parametri specifici e che qui non possiamo nemmeno accennare26.
4. Conclusioni
La Chelliana nasce come istituzione fortemente voluta dal canonico Chelli,
che con fatica e un consistente impegno economico fa sue le idee di impegno sociale volto all'aiuto del meno fortunato e persegue il desiderio di dare
lustro ad una città che fino ad allora era stata importante unicamente per il
suo mercato e per l'aria malsana; definire solo con tre cataloghi tutto il posseduto di una biblioteca è assolutamente ingiusto: le osservazioni e la metodologia sin qui adottate hanno valore, solo se limitate alla parte del fondo esaminata, poiché è probabile che con il procedere delle edizioni dei cataloghi
vengano fuori problemi e aspetti delle raccolte della biblioteca sin ora non
considerati; un osservazione banale: come trattare quegli oggetti che libri
non sono ma che sono catalogati insieme ad essi? E i cataloghi che contengono notizie sull'amministrazione della biblioteca? Forse il problema è ancora più profondo perché riguarda il tipo di informazioni che vogliamo ottenere da questi cataloghi; si vuole fare storia della singola biblioteca, storia
della cultura del periodo, storia della tecnica catalografica o tutte queste cose
insieme? Indubbiamente la situazione di perenne trasloco in cui versa la biblioteca Chelliana non è di grande aiuto, soprattutto perché rende inaccessibile il catalogo cartaceo ormai dismesso a favore di quello elettronico, ma
purtroppo non del tutto riversato in quest'ultimo, e naturalmente i secoli
mancanti sono proprio Settecento e Ottocento. In tal modo, non è ancora
26
Per approfondimenti sulla situazione editoriale italiana nel XIX secolo si rimanda
a: Editori italiani dell'Ottocento. Repertorio, Milano, Franco Angeli, 2003. Il repertorio,
pubblicato in 2 tomi, registra tutti gli editori librari impegnati in Italia nel secolo
XIX, fornendo per ciascuno un profilo storico delle attività imprenditoriali e degli
interessi culturali, con riferimenti bibliografici e archivistici. Le schede sono, in tota
le, più di 9000, distribuite in 1200 pagine, corredate da una tavola delle abbreviazio
ni e, oltre al tradizionale indice dei nomi, un indice dei luoghi e un indice guida degli
editori censiti nelle schede divisi per regione e per singoli luoghi di attività. Un'ap
pendice è dedicata agli editori di lingua italiana presenti in Canton Ticino, Istria e
Dalmazia; a cura di Ada Gigli Marchetta Mario Infelise, Luigi Mascilli Migliorini,
Maria Iolanda Palazzolo, Gabriele Turi, in collaborazione con la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori.
Edizione dei cataloghi antichi
65
stato possibile effettuare una verifica di quanto attestato dai cataloghi manoscritti esista ancora in Chelliana, e quindi un riscontro per esemplare così
come ha fatto Rossi non è stato nemmeno inserito nel progetto, ma questo
non vieta che, se magicamente la Chelliana ricevesse in breve tempo una sede adeguata e potesse rendere utilizzabili i cataloghi cartacei, possa avvenire
un repentino cambio di programma; in tal modo potrebbero accumularsi le
informazioni dei cataloghi con tutte le attestazioni presenti sui singoli volumi. Concludo infine con una frase di Innocenti tratta da II bosco e gli alberi
che delinea il senso sottostante ad ogni lavoro di ricerca:
«Non ignoro che ogni dato raccolto (nel nostro caso il "catalogo antico"
[...]) si presenta come punto di possibile rifrazione a seconda delle visuali,
tappa della storia che stiamo inseguendo, ma soprattutto tappa di una storia
a sé, ambigua in quanto è stato cancellato (o è nascosto, il che fa lo stesso a
fini gnoseologia) il "prima" e il "dopo" del continuo di cui esso faceva parte. Queste dimensioni le abbiamo perse a causa del ridursi del dato a momento di un'altra esistenza, di un altro organismo, di un'altra storia [...] Ma
dobbiamo con saldezza d'intenti asservire il dato stesso a ciò per cui lo abbiamo interrogato, pur consapevoli di ciò che potrebbe significare il suo collegarsi a quanto per il momento sfugge».
fig.l
Titolo/
Autore
Autore/
Titolo
N" dei volumi
N° della
stanza
Citta
N°deDo
scafiate
Tipografia
N°del
Palchetto
Data
N°
dell'Opera
Formato
Note
fig. 2
Titolo
[17]
Educazione personale di te stesso
N° dell'Opera
49
Autore
N° della stanza
N° dello scaffale
N° del Palchetto
29
M
8
Channing
N° dei volumi
1
Citta
Padova
Tipografia
Data
1870
Formato
18
Note
17. Channing, William Ellery
Della educazione personale o della coltura di se stesso. Con prefazione di Alessandro Rossi, Padova, tip. P. Prosperino, 1870, 93 pp. (CLIO, p.1071)
K
fig. 3
Titolo
[28]
Autore
Biblioteca dell'Ita- Emiliani
liano e Storia delle
Belle Lettere
N° della stanza
29
N° dello scaffale N°del Palchetto
Q
4
66
Marianna Di Geronimo
N° dell'Opera
8
N° dei volumi
1
Cittì
Firenze
Tipografia Data
Soci. Edit. 1844
Formato
Note
8
12 Fascicoli
28. Storia delle belle lettere in Italia / di Paolo Emiliani Giudici. - Firenze : Società
Ed. fiorentina, 1844. - 2v. [1252p. compless.] ; 22 cm. - (Biblioteca dell'Italiano)
(OPAC SBN, BR0011 Biblioteca comunale Ugo Granafei di Terranova-Mesagne
(BR); PU0204 Biblioteca della Fondazione Carlo e Marise Bo per la letteratura europea moderna e contemporanea dell'Università degli studi di Urbino).
fig.4
Autore Titolo
N° della Stanza
[12] Bossi I Mori Arabi Erranti 29
N° dell'Opera N° dei Volumi
28
3
Città
Tipografia
Ravenna
Fodratti
N° dello Scaffale
C
N° del Palchetto
3
Data Formato
1849
8
Note
12. I Negri della Nigrizia Occidentale e della Interna e i Mori e Arabi erranti del Saara e del deserto della Libia / Giacomo Bossi. - Torino : Off. Tip. E Iit. di G. Fodratti, 1851. - 2v. (VIII, 718; C. VI, 703P.) : 2 c. geogr. (OPAC Università cattolica
del Sacro Cuore).
fig. 5
[4]
Titolo
Aiutati che te
stesso aiuti
Autore
Pomba
N° della Stanza
29
N° dei Volumi
1
Cittì
Salerno
N° dello Scaffale
M
N° del Palchetto
8
4>
N° dell'Opera
59
Tipografia
Migliaccio
Data
1871
Formato
8
Note
4. Pompa Raffaele.
Aiutati che te stesso aiuti, ossia de' miracoli di una volontà laboriosa e paziente.
Salerno, tip. R. Migliaccio, 1871, 90p. FI98
(CLIO, p.3692).
fig. 6
[51]
Titolo
Letture per fanciulli (seguito alla
guida del 68")
N° dell'Opera
43
Autore
N° della Stanza
Lambruschi29
ni
N° dei Volumi
3
Cittì
Firenze
N° dello Scaffale
M
Tipografia
Data
1836.42
N° del Palchetto
8
Formato
8
Note
Leg.
51. Letture per i fanciulli. Annesse alla "Guida dell'educatore". Firenze (I. 1836)
(Catalogo dei periodici delle biblioteche lombarde, p.361).
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